Luoghi Comuni _ Giugno 2014 _ [EXT ED]

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LUOGHI COMUNI NUMERO 2 - GIUGNO 2014 - OFFICINA SMeC - DISTRIBUZIONE GRATUITA

Foto di David Montiel

Anno I- Giugno 2014 - n° 2 - Registrazione Tribunale di Perugia n° 844/2014

IL M AGAZ I N E CH E RACCONTA L A PERUGIA VISTA DAL BA SSO

LA CITTÀ CHE CI APPARTIENE

QUANDO LA CONDIVISIONE PORTA CON SÉ L'IDENTITÀ DI UN'INTERA COMUNITÀ

EXTENDED

EDITION


LUOGHI COMUNI

Anno 1 - Giugno 2014 - n° 2 Reg. Tribunale di Perugia n° 844/2014

Editore: Borgorete Soc. Coop. Soc Direttore Responsabile: Giovanni Dozzini Redazione e Contributi: David Montiel, Agostino Cefalo, Ivana Finocchiaro, Costanza Mencaroni, Giulio Lucchesi, Fabrizio Ricci, Francesca Chiappalone, Valentina Baldoni Fornari Foto: David Montiel, Arianna Tei, Attilio Brancaccio, Giancarlo Pastonchi, Francesca Boccabella, Agostino Cefalo, Makeda Doyal, Giulio Lucchesi, Amina Manssouri, Henrik Doole, Ivana Finocchiaro, Le Riciclamiche, Steve Halliday Progetto Grafico e Impaginazione: SMeC - Social Multimedia e-Communication Comunicazione Eventi: SMeC - Social Multimedia e-Communication

Indirizzo redazione: Urban Center - Scale di Sant'Ercolano 5, Perugia Orari:

Lunedì 18.00 - 20.00 Venerdì 14.30 - 18.00 luoghicomuni@officinasmec.it

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Progetto Share My European City www.sharemycity.org sharemycitypg@gmail.com 075 5145126 | 075 514511 With the financial support of the Prevention of and Fight against Crime Programme European Commission Directorate-General Home Affairs

SMeC è una Agenzia di Comunicazione Sociale, che sostiene la valorizzazione delle azioni positive che vengono create in Città. L’obiettivo è quello di dare un supporto di comunicazione gratuito con le proprie professionalità al lavoro dei singoli e dei gruppi organizzati, per sostenere il valore delle relazioni. Contattaci o scrivici una email se vuoi essere presente nel nostro Free Press o se vuoi condividere con noi qualche esperienza. Contattaci anche se hai bisogno delle nostre professionalità, al tuo servizio, così come al servizio di tutto cio che è Sociale!


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Succede a Perugia - David Montiel Ponte in Corso - Giulio Lucchesi Terra Libera - Fabrizio Ricci Dal Piombo all'oro con Alchemika - Ivana Finocchiaro Strani eventi Il calendario degli eventi di Giugno L'obiettivo sociale - agostino cefalo La cultura del coraggio - Agostino cefalo Perchè no? - valentina baldoni fornari I mondi animati del coniglio - francesca chiappalone Una babele dietro l'angolo - ivana finocchiaro Un portiere per rivivere porta pesa - david montiel La galleria d'Arte dei Piccoli - costanza mencaroni


succede a perugia Quando si costruiscono insieme le strade della socialitĂ , un futuro positivo prende il sopravvento su un passato dalla storia difficile. Editoriale di David Montiel Foto di Attilio Brancaccio

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Si sono accese le luci nel cinema mentre si spengevano in strada. Manuela ci ha guidato all'esterno della sala accompagnandoci in una scenografia inaspettata. Nel buio, ogni angolo appariva nascosto; all'improvviso spuntava uno sguardo, una recita, uno slancio. Cinquanta persone ferme cercavano di capire cosa era vero e cosa era rappresentazione. Un velo viola percorreva la scena e la performance ci riportava a un tempo in cui le parole rimbombavano nell'attesa di un bombardamento. La strada era buia e il tempo diventava viola. Nelle vie attori e passanti, ragazzi, bimbi e anziani in attesa del primo momento, del primo pubblico. Dall'ombra dei vicoli nascosti spuntarono i fascisti, sei corde e un cantastorie, la fiammiferaia e il violino; il postino, un circo, il fotografo con il cliente e il “burdel�, i bambini che giocavano, il rifugio, un funerale e un trio - tromba, contrabbasso e chitarra. Tutti ballavano nelle scale mentre coinvolgevano i passanti per accompagnarli all'ultima scena.

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Limitarsi a riportare ciò che è accaduto nella rappresentazione del Tempo delle Viole non è altro che mostrare un piccolo elemento di un enorme lavoro. Perché si trattava del punto di inizio di Alchemika, il festival di teatro di strada e cirque nouveau che Fiorivano Le Viole ha proposto a Perugia all'inizio di maggio. Ma questa rappresentazione va persino oltre le aspettative di ciò che Luoghi Comuni vuole fare raccontando quello che succede a Perugia. Perché “Le Viole” sono state capaci di dimostrare che le persone che vivono il quartiere (e non solo i residenti) possono restituire alla città una parte della sua storia, una storia in costruzione che non si ferma mai. Una storia che nasce dal basso, dove i cittadini attivi, prendendosi cura del collegamento tra passato e presente, spingono partecipanti, passanti e curiosi a proiettarsi insieme nel futuro. Dietro le quinte abbiamo trovato perugini e immigrati, profughi e disoccupati, artigiani e commercianti, tutti consapevoli del loro senso di appartenenza a questo posto. Tutti insieme al lavoro per restituire un certo tipo di vivibilità condivisa e “dare ossigeno”, come dice la signora Cinzia, non soltanto a una via o a un quartiere, ma alla città intera, a una Perugia che a volte sembra avere perso la propria identità, e che ora la può riscoprire anche e soprattutto grazie all’agire comune dei suoi abitanti.

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PONTE IN CORSO Musica, laboratori, sport. Una giornata di festa con le associazioni di Ponte San Giovanni per rimettere in moto il paese Articolo di Giulion Lucchesi - Associazione Yow Foto di Makeda Doyal

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Il 2 giugno, il Parco Bellini di Ponte San Giovanni sarà invaso da ragazzi, adulti e bambini in occasione di Ponte in Corso, una giornata di attività organizzate dalle associazioni che operano sul territorio La manifestazione nasce dalla collaborazione di molte associazioni e gruppi informali che lavorano a Ponte San Giovanni e che gravitano intorno al centro giovani Fuori dalle Scatole, che durante l’anno è sede di attività pomeridiane e laboratori creativi gratuiti per i giovani. Queste associazioni pur non conoscendosi bene tra loro hanno incominciato a riunirsi a marzo per pianificare qualcosa di diverso, ovvero un evento estivo che potesse riunire le energie e le capacità presenti sul territorio creando un ponte tra le associazioni e il quartiere. La parola chiave è “sinergia”, e l’obiettivo non è stato solo la riuscita della festa. Ciò che contava era il percorso che ha portato questi gruppi a lavorare insieme e a collaborare per uno scopo comune, superando individualismi e difficoltà in nome della cooperazione. Lavorare insieme non è sempre facile: esistono differenze di opinione e personalità, diversi modi di operare e di concepire il lavoro. Ma grazie a innumerevoli riunioni e confronti dove tutti sono uguali, senza cattedra o banchi, dove solo l’esperienza e la buona volontà possono insegnare, il percorso di realizzazione di Ponte in Corso si è rivelato assolutamente armonioso ed educativo. Le diversità sono diventate una ricchezza, le differenti storie ed esperienze un libro di testo da cui imparare e da condividere con tutti, le capacità di uno sono diventate la forza dell’altro in un clima di condivisione ed entusiasmo. Ci sono stati certamente problemi e ostacoli che però sono stati affrontati come delle sfide comuni su cui sudare all’inizio ma poi sorridere insieme una volta risolte.

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il foto-racconto di PONTE iN CORSO

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L’iniziativa è per tutti ma particolarmente mirata ai giovani, bambini inclusi, a cui abbiamo il dovere di offrire stimoli positivi, e che quel giorno avranno la possibilità di toccare con mano le capacità e le attività offerte dalle associazioni di Ponte San Giovanni con la speranza di intrattenere piacevolmente e stimolare allo stesso tempo una genuina curiosità nelle nuove generazioni. Ci saranno ballerini, musicisti, dj che durante l’anno si “allenano” all’interno del centro giovani grazie ai laboratori gratuiti offerti dalle associazioni e che finalmente potranno avere una giusta vetrina per mostrare il frutto del loro lavoro, stimolando magari altri ragazzi che questo anno saranno spettatori a essere protagonisti nella prossima edizione. Ci saranno laboratori di attività manuali quali ceramica, lavorazione del legno, riciclo, proprio per dimostrare quanto questi mestieri tradizionali siano così importanti oggigiorno per acquisire capacità creative e aiutare a ritrovare l’autostima a chi purtroppo l’ha forse smarrita lungo i grigi marciapiedi urbani. Il parco verrà abbellito da opere create da bambini e ragazzi insieme alle associazioni. Ci sarà dibattito e confronto tra varie realtà associative in un angolo dedicato al dialogo su temi quali la città e la vita nei quartieri, ci saranno banchi con prodotti biologici per degustare cibi che vengono lavorati nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente, ci sarà anche l’angolo del baratto che ci insegna che non è solo il denaro a far ricchezza. Ci saranno proiezioni di film, partite di basket, skaters che salteranno da un gradino all’altro e tanta gente pronta a divertirsi. Ponte in Corso non è solo un’iniziativa pubblica ma un esercizio, un percorso che ha portato le energie a non disperdersi e a unirsi nella celebrazione e nella condivisione del bello, rinnovando nelle associazioni stesse e nel pubblico la fiducia in un’alternativa possibile. Ponte in Corso è un inizio di collaborazione tra diversi gruppi, che diventeranno sempre di più, per creare eventi e manifestazioni o progetti comuni lasciandosi indietro barriere e limiti personali o sociali, e impegnandosi per quello che è meglio per il gruppo e non solo per il singolo. Il Ponte è in Corso.

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terra LIBERA Dai terreni confiscati a Pietralunga alle attivitĂ nelle scuole. I progetti dell'associazione di don Ciotti in Umbria Testo di Fabrizio Ricci Foto di Francesca Boccabella

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C'è un terreno a Pietralunga, piccolo comune del nord-est dell'Umbria, che apparteneva alla famiglia De Stefano, una delle 'ndrine più potenti di Reggio Calabria. Quasi cento ettari di terra, per lo più ricoperti da bosco, ma in parte anche coltivabili, tanto che presto ci cresceranno patate. E a piantarle saranno le ragazze e i ragazzi di Libera, che ormai da oltre un anno, in collaborazione con il Comune di Pietralunga, si prendono cura del bene (il primo in Umbria) confiscato alla 'ndrangheta e restituito alla collettività. Bisogna partire da qui, dall'impegno concreto sui terreni sottratti alle mafie, per raccontare Libera, associazione di nomi e numeri, che anche in Umbria rappresenta ormai una realtà radicata e diffusa, tanto da aver recentemente “battezzato” il suo decimo presidio, quello formato da ragazze e ragazzi dell'ateneo di Perugia e intitolato alla studentessa fiorentina, vittima di 'ndrangheta, Rossella Casini. Presidio che si aggiunge a quelli territoriali di Perugia (“Antonio Montinaro”), Terni (“Antonino Agostino e Ida Castelluccio”), Foligno (“Caterina Nencioni”), Alto Tevere (“Rocco Gatto”), Marsciano (“Peppino Impastato”), Spoleto (“Angela Fiume”), Gubbio (“Rita Atria”), Orvieto (“Angelo Vassallo”) e a quello tematico della scuola (“Giuseppe Rechichi”). Ogni presidio ha il nome di una vittima, perché coltivare la memoria è appunto uno dei compiti che Libera si è posta (e il 21 marzo, giornata della Memoria, l'associazione ricorda tutte le oltre novecento vittime innocenti delle mafie a oggi conosciute). L'altro compito è quello della “corresponsabilità” - termine tanto caro a don Luigi Ciotti, fondatore e presidente dell'associazione -, che vuol dire sentirsi responsabili della difesa e della promozione di legalità e giustizia sociale. Un concetto che sul territorio si traduce molto concretamente in un'attività intensa di sensibilizzazione, informazione e formazione, in modo particolare nelle scuole, dove Libera costruisce ogni anno progetti didattici che coinvolgono migliaia di studenti in tutta l'Umbria.

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Poi ci sono le tante campagne che l'associazione - che vale la pena ricordare è una rete formata da altre associazioni, oltre che da singoli cittadini - promuove. Tra le più recenti c'è “Riparte il futuro”, campagna rivolta alla politica e alle istituzioni per chiedere trasparenza e impegno nella lotta alla corruzione. Campagna che però, in Umbria, in occasione della recente tornata elettorale, ha riscosso scarso successo, tanto che solo dodici candidati sindaco in tutta la regione hanno aderito alle richieste dell'associazione. Poi c'è “Miseria Ladra”, campagna nazionale contro tutte le forme di povertà, che si lega a doppio filo con la battaglia condotta da Libera contro il gioco d'azzardo patologico (che non è ludopatia, perché non è il gioco a far male, ma l'azzardo appunto) e gli interessi enormi delle mafie a esso collegati. A Perugia, l'associazione ha costruito una mappa dei bar senza slot e ha cominciato a dar vita ai cosiddetti slot-mob, iniziative conviviali in quegli esercizi che hanno rinunciato a ospitare le terribili macchinette mangiasoldi. Ma gli attivisti di Libera si sentono soprattutto sentinelle sul territorio. Perché la presenza delle mafie o anche più semplicemente la “mafiosità” di certi comportamenti non è più da tempo un'esclusiva delle regioni meridionali. Quindi sensibilizzare, denunciare, creare anticorpi sociali e costruire competenze comuni sono elementi cardine dell'antimafia sociale di Libera. Fabrizio Ricci

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dal piombo all'oro con alchemika 32 - LA CITTĂ CHE CI APPARTIENE


Foto: Attilio Brancaccio


Foto: Arianna Tei

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Foto: Arianna Tei


Un incendio di colori ha invaso via della Viola e via Cartolari dal 9 all’11 maggio scorsi in occasione di Alchemika: piazzette e vicoli si sono trasformati nei luoghi deputati di uno spettacolo a cielo aperto ospitando artisti di ogni genere. Settantadue ore di energia condivisa con cittadini-spettatori e turisti inconsapevoli, che hanno potuto riempirsi gli occhi di immagini stranianti. Di fronte allo sguardo incuriosito dei passanti, l’impossibile diventava possibile, in un happening la cui dominante era l’immaginazione alogica: era possibile imbattersi in un signore in bombetta rossa che suonava una sega metallica come un basso, o assistere al tango che un tizio in bretelle stava ballando con una donna-scheletro sulle note di Quizás. Era possibile osservare un signore in impermeabile con un’enorme pancia di cartapesta, aperta a mostrarci viscere, ossa e un cappello con su scritto “Cassa”, o ancora un signore con occhiali da aviatore a cavallo di un cigno gigante. Era possibile incantarsi di fronte alle splendide acrobazie di una ballerina che oscillava nel vuoto, srotolandosi dalla stretta di un drappo rosso, o vedere la via tramutarsi in un foglio di pietra per accogliere ideogrammi di fuoco. Il termine “alchimia” deriva dall’arabo e la sua etimologia allude alla possibilità di fondere, nonché di creare oro dal piombo, la materia più eccelsa da quella più misera. E se non è Alchimia questa. Ivana Finocchiaro

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36 - EDITORIALE Foto di Makeda Doyal


Foto di Makeda Doyal

Foto di Arianna Tei 37


Foto di Amina Manssouri

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Foto di Amina Manssouri

Foto di Arianna Tei

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Doyal 40 - LAFoto CITTàdi CHEMakeda CI APPARTIENE


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Foto di Makeda Doyal


Foto di Makeda Doyal

Foto di Makeda Doyal

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Foto di Arianna Tei

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S TRANI Dal 30 Maggio al 10 Luglio 2014 Venerdì 30 Maggio

ore 21.00

Il Ratto della Chitarra - Corso Bersaglieri - Oratorio di Sant'Antonio

Giovedì 5 Giugno

ore 18.30

Filosofi...amo in Piazza - Via dei Filosofi

Venerdì 6 Giugno

ore 21.00

Il Ratto della Chitarra - Corso Bersaglieri - Oratorio di Sant'Antonio

Venerdì 13 Giugno

ore 21.00

Il Ratto della Chitarra - Corso Bersaglieri - Oratorio di Sant'Antonio

Sabato 14 Giugno

ore 18.30

A Tutto Volume - Via dei Priori - Piazza Santo Stefano

Venerdì 27 Giugno

ore 21.00

Chiacchiere in cortile - Corso Cavour - Piazza Giordano Bruno

Sabato 28 Giugno

ore 21.00

Moda a Km0 - Porta Pesa - Piazza del Cedro

Giovedì 3 Luglio

ore 18.30

A tutto Volume - Via dei Priori - Piazza Santo Stefano

Sabato 5 Luglio

ore 21.00

Borgo d’Oro Art Fest - Corso Garibaldi

Domenica 6 Luglio

ore 10.30

Bio Pic Nic - Piazza Piccinino

Domenica 6 Luglio

ore 17.30

Una Noche de Tango - Via dei Priori - Piazza Santo Stefano

Martedì 8 Luglio

ore 18.30

A Tutto Volume - Via dei Priori - Piazza Santo Stefano

Mercoledì 9 Luglio

ore 18.30

A Tutto Volume - Via dei Priori - Piazza Santo Stefano

Giovedì 10 Luglio

ore 18.30

Filosofi...amo in Piazza - Via dei Filosofi

Network for friendly places

LUOGHI COMUNI

Social Multimedia e -Communication


il calendario degli eventi di giugno Venerdì 13 21:00

Strani Eventi. Il Ratto della Chitarra - Corso Bersaglieri - Oratorio di Sant’Antonio. Curiosità, aneddoti, piccole gelosie, colpi di genio dei grandi cantautori Italiani, narrate dal maestro Mirco Bonucci e la sua chitarra.

Sabato 14

Strani Eventi. A Tutto Volume. Tutti al mare con Melville. Una chiacchierata sui capolavori dello scrittore, da Moby-Dick (1850) a The Confidence - Man (1857) (Dario Rivarossa). Via dei Priori, piazza Santo Stefano.

18.30

Domenica 15 9.00

Mercato del Bacio. Mostra Mercato dell’usato e del baratto. Piazza del Bacio, stazione di Fontivegge. Info: www.mercatodelbacio.it

9.30

Il borgo in movimento. Una giornata per animare il borgo. Attività ludiche e sportive: Tchoukball, Golf in città e altre iniziative per il recupero degli spazi urbani. Ass. Borgo Bello.

Venerdì 20 21.00

Incontri culturali. Donna e littorio. Il fascismo e la condizione femminile. A cura dell’ass. Porta S. Susanna Via Tornetta, 7. Info: 3288656218.

Sabato 21

L'estate di San Giovanni. Solstizio d’estate. San Giovanni tra riti e miti. Falò di San Giovanni. Streghe, Musica, Vino e Porchetta. Corso Bersaglieri. A cura dell’ass. Rivivi borgo Sant’Antonio.

18.00

Domenica 22 9.00

Mercato del Bacio. Mostra Mercato dell’usato e del baratto. Piazza del Bacio, stazione di Fontivegge. Info: www.mercatodelbacio.it

10.00

Infiorata del Borgo. In collaborazione con l’ass. Le infiorate di Spello. Ass. Borgo Bello, Piazza Giordano Bruno.

18.00

L'estate di San Giovanni. San Giovanni tra riti e miti. Falò di San Giovanni. Streghe, musica, magia, vino e porchetta. Corso Bersaglieri. A cura dell’ass. Rivivi borgo Sant’Antonio.

Venerdì 27 18.00

Mezzanotte Arcobaleno. Evento di strada e convivialità tra S. Ercolano e S. Pietro. Contro tutte le forme di discriminazione. Arte di strada, Musica, Socialità, Shopping. Corso Cavour e Borgo XX Giugno. Alle ore 21. Strani eventi: Chiacchiere in cortile - Corso Cavour Piazza Giordano Bruno.

Sabato 28

Moda a Km0. Porta Pesa - Piazza del Cedro

21.00

Domenica 29 9.00

Mercato del Bacio. Mostra Mercato dell’usato e del baratto. Piazza del Bacio, stazione di Fontivegge. Info: www.mercatodelbacio.it

Lunedì 30

Flauto solidale. Progetto degli Amici del Malawi di Perugia per sostenere la costruzione di un dormitorio femminile. Incontri didattici, workshop e seminari. Conservatorio F. Morlacchi, piazza Mariotti, 2.

18.00


l'obiettivo sociale Intervista di Agostino Cefalo Foto di Giancarlo Pastonchi

Giancarlo Pastonchi, fotografo professionista e direttore artistico di Open Space for Arts in via dei Priori, racconta le collaborazioni e le attività legate al suo lavoro «È un anno e mezzo che sono qui in via dei Priori. Da quando ho preso questo locale, era l’ottobre 2012, ho ospitato esposizioni di artisti e ho organizzato diversi eventi. Due nello specifico in collaborazione con il circolo Noi Insieme di Magione, il centro di salute mentale della Ausl: sono stati esposti i quadri e gli oggetti realizzati dai ragazzi. Ho collaborato con loro tenendo anche un corso di fotografia e si è stretto un bel rapporto, così appena c'è l'occasione i ragazzi ritornano qui per partecipare agli eventi che organizzo. Li ho incontrati ultimamente proprio in occasione del carnevale, coinvolgendoli in un percorso laboratoriale di costruzione delle maschere in parallelo a quello svoltosi nella via e rincontrandoci per la sfilata del 23 febbraio. Per lavoro mi occupo di ritratti e tendenzialmente di momenti belli, che sia una cerimonia o persone che desiderano essere fotografate da sole o con i propri cari. Nel mio percorso fotografico la presenza umana è sempre stata fondamentale e trovo sempre più interessante l'aspetto documentale della socialità delle persone.

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Parallelamente alla mia attività di fotografo, mi dedico da qualche anno all'insegnamento della fotografia e dell'educazione all'immagine. Questa esperienza soprattutto in alcuni contesti è stata per me una conferma di quanto possa esser importante la fotografia per le persone, di quante loro potenzialità sia rivelatrice. Dopo appena dieci minuti dall’inizio dei corsi di fotografia o di educazione all’immagine qualcosa cambia visibilmente: le stimolazioni date dagli argomenti e dalla curiosità funzionano molto bene, e ravvivano gli animi di chi vi partecipa. Mi interessa molto creare socialità, che la gente parli, discuta sul perché questa cosa piace o non piace, come può essere migliorata… mi interessa l’educazione all’immagine. Questi laboratori hanno l’obiettivo di far vedere dei lavori “fatti bene”, anche perché la cultura dell’immagine è molto calata. Sul processo di educazione all’immagine fotografica, sto portando avanti un progetto con i bambini della Montessori, dieci incontri per due classi di bambini nei quali in collaborazione con le maestre stiamo lavorando per capire come si fotografa e soprattutto insegnando loro a guardare in maniera diversa, più profondamente e con più attenzione.

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(R)ESISTENZA LAVORATIVA vuole offrirvi una mappa umano-geografica di chi ogni giorno vive e lavora nella via. Una carrellata di volti e storie dall’inizio alla fine della via. Il mio andare lungo la via si è trasformato pian piano in un percorso verso l’umano; questi visi prima sinonimo soltanto di un’attività diventavano man mano espressione di una vita. I racconti delle persone che da 50 anni lavorano nella via, le speranze di chi ha appena aperto mi rendevano più chiaro ad ogni scatto il quadro generale che ne sarebbe scaturito. Un ritratto a colori di fronte alla porta aperta del proprio negozio o laboratorio e un primo piano in bianco e nero dietro la propria vetrina, l’essere umano che lavora in uno spazio fisico conosciuto e l’anima che traspare dagli occhi che guardano la via.

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Questo aspetto, la capacità di guardare da diverse prospettive, è stato un argomento importante per un’altra iniziativa sociale, anche questa, come i laboratori per il carnevale, gratuita. Insieme con l'associazione Il coraggio della paura, che si occupa della violenza sulle donne, abbiamo organizzato un casting per tre loro campagne pubblicitarie. Sono state in molte a partecipare e già questo è un ottimo risultato di cambio di prospettiva riguardo ad alcune cose, visto che è sempre difficile dare la propria disponibilità per un servizio che parli di violenza. La parte interessante di questa campagna è che si è provato a fare un ragionamento diverso. Le immagini che si usano solitamente per comunicazioni di questo tipo sono molto d’impatto: volti tumefatti e via discorrendo. Abbiamo invece voluto eliminare tutto questo, ragionando in modo positivo; ragionando, anche dal punto di vista fotografico, su chi da questo tunnel di silenzi e di soprusi è riuscita a uscire fuori. Abbiamo individuato i volti, e le immagini verranno presentate al pubblico a breve». Tra qualche giorno la campagna pubblicitaria verrà presentata al pubblico. Per sapere di più sulla campagna tenetevi aggiornati attraverso la nostra pagina facebook. com/smecperugia. Nel prossimo numero pubblicheremo un articolo sulla campagna pubblicitaria.

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la cultura del CORAGGIO L'associazione Il coraggio della paura racconta le proprie esperienze per portare nella società una cultura più consapevole, in grado di prevenire i casi di violenza e aiutare chi la subisce Intervista di Agostino Cefalo Foto di Giancarlo Pastonchi 62 - LA CITTà CHE CI APPARTIENE



Non riusciamo a concepire la violenza. E l'insegnamento che abbiamo dedotto dalla nostra attività è che il modo migliore per uscire dalla gabbia della violenza è parlarne. È ciò che diciamo a tutti: parlarne, con un amico, con un vicino, con una sorella. Non è facile. Spesso parlare di questi problemi è una vergogna, per paura del giudizio, anche delle persone care. Però la strada è quella. Per adempiere il nostro impegno principale, quello contro la violenza sulle donne, puntiamo sull'informazione e sui convegni. Sappiamo che non si tratta di un argomento semplice, noi insistiamo a volerne discutere il più possibile coi giovani, cercando di modificare la loro visuale. Partecipiamo a incontri con le scuole, ma organizziamo anche partite di burraco. Siamo circa cinquanta, i sogni sono tanti, su tutti quello di una casa per le donne

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vittima di violenza. Intanto l'associazione vuole sensibilizzare e informare, e - dove possibile - dare un supporto. La violenza è un problema culturale. La nostra volontà è partire dalla cultura del futuro, e quindi dai ragazzi, toccando in primo luogo argomenti che sono vicini a loro. Siamo riusciti a coinvolgerli in un convegno su bullismo e cyber-bullismo, ad esempio, per cominciare ad approcciarsi ai problemi che potrebbero vivere anche nella realtà virtuale, tramite i social network, a partire da Facebook e WhatsApp. Quando la violenza diventa cultura è difficile capire che invece è sbagliata. Il coraggio della paura è proprio questo, ci vuole coraggio per reagire, ma se trovi chi ti dà una mano il coraggio diventa più grande. Per tenersi informati sulle attività dell'associazione si può seguire la pagina Facebook, oppure scrivere all'indirizzo email: ilcoraggiodellapaura@libero.it

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PERCHè NO? Le vostre proposte per migliorare la città Scriveteci a luoghicomuni@officinasmec.it

Foto di Henrik Doole

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Da “Campaccio” a Community Garden

Foto: HenriK Doole

Il Campaccio a Perugia lo conosciamo un po’ tutti, è lo spazio verde sotto via della Cupa. Un brutto nome dovuto all’uso nei tempi passati (ci si buttavano i rifiuti) e alle frequentazioni in tempi moderni, ma nonostante tutto rigoglioso di alberi e verde, pieno di lucciole d’estate e a pochi passi da Corso Vannucci. Cosa sono invece i community garden? Esistono da tempo all'estero e si sono diffusi a partire dai Paesi anglosassoni. Sono spazi verdi di ogni tipo, coltivati all’interno delle città; la loro finalità principale, oltre che produrre ortaggi, fiori e frutta a chilometri zero, è rappresentata dall'inclusione sociale perché a coltivarli sono gli stessi cittadini, organizzati in varie forme, dall’associazione culturale alla piccola cooperativa, dalle classi scolastiche alle organizzazioni di studenti. Io vado al parco della Cupa tre volte al giorno (mattina, pomeriggio e sera) con il cane, e ho il sogno di vederlo curato, utilizzato e ben frequentato. Così mi sono documentata su come, in altri posti del mondo, si riqualificano e si utilizzano gli spazi verdi, specialmente quelli in centro città. Le esperienze sono moltissime solo in Italia: dagli Orti Dipinti di Firenze (orti condivisi realizzati nei pressi di un’ex pista di atletica del Comune) al progetto Orti Urbani di Italia Nostra (al quale ha aderito anche il Comune di Perugia, col recupero dei 5mila mq dell’orto-frutteto dell’antico Convento di San Matteo degli Armeni). Allora, mi sono chiesta, ma non sarebbe bello che anche il Giardino della Cupa, unico grande spazio verde a pochi passi da Corso Vannucci, finalmente non più Campaccio, con l’aiuto delle istituzioni e la partecipazione dei cittadini, diventasse un bel posto curato dove socializzare, scambiarsi idee e magari mangiarsi una fragola appena colta, raccogliere dei fiori o contemplare la bellezza di una fila di cavoli cappuccio? Valentina Baldoni Fornari

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i mondi animati del coniglio La grande distribuzione cinematografica ci ha abituati, ormai da molto tempo, a un certo tipo di animazione: Walt Disney, Pixar, principesse che salvano mondi incantati, eroi con poteri incredibili e con la giusta dose di comico, così vincenti economicamente e tecnicamente da impedirci la visione di tutto quello che c'è oltre. Aprire una fessura su tutto il resto del mondo animato è di sicuro il primo scopo che il RabbitFest – Festival Internazionale di Cinema di Animazione si pone da ormai cinque anni. Portare sul grande schermo le novità di giovani autori pieni di talento, scoprire la quantità di tecniche utilizzate, dall'acquarello al 3D, sorprendersi per la ricchezza dei temi, delle idee, delle storie che possono essere raccontate attraverso l'animazione, un universo che tramite la creatività ci mostra la vita in tutte le sue sfumature. Da cinque anni, ai Giardini del Frontone di Perugia, il RabbitFest porta il meglio dell'animazione internazionale, raramente distribuita in Italia: dai cortometraggi, piccoli capolavori selezionati e premiati in tutto il mondo come Feral, in programma agli Oscar 2014, fino ai lungometraggi, come il film spagnolo Arrugas proiettato al RabbitFest nel 2012 e diventato un successo cinematografico nel 2013. Quest'anno il coniglio arriva al suo quinto compleanno, un'edizione importante per l'associazione culturale Skunk, un gruppo di persone che dalla sua nascita porta avanti la passione per il cinema e la voglia di promuoverlo in tutte le sue sfaccettature, e che proprio dall'unione di caratteri e competenze diverse ha creato il RabbitFest, crescendo poi insieme ad esso. Le difficoltà durante l'organizzazione del festival, la ricerca dei finanziamenti, la costruzione di un programma che possa portare novità e arricchimento per il pubblico, sono state affrontate, fin dalla prima edizione, con l'entusiasmo e la voglia di creare qualcosa che non sia solo la semplice visione cinematografica ma anche la possibilità di scoprire orizzonti nuovi, di costruire una rete di legami e opportunità con altri festival e associazioni in tutta Europa. E la risposta del pubblico, fin dall'inizio, è stata la prima e più importante spinta, perché si è dimostrata da subito forte, non solo per il numero (oltre 600 persone a serata) ma per l'interesse e la voglia di saperne di più.

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Unicorn Blood

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L'obiettivo è quello di lavorare in maniera continuativa creando eventi e occasioni di scambio, in campo cinematografico e non solo, per stimolare la creatività e la sua promozione. Proprio per questo l'associazione Skunk ha creato, con la quinta edizione, una piattaforma di crowdfunding, un modo per far conoscere al resto del mondo il progetto del RabbitFest e per dare a chi segue il festival, agli amici e agli operatori del settore l’opportunità di sostenere il festival con diverse modalità. Per festeggiare gli anni del Coniglio l'associazione ha voluto arricchire la manifestazione in diversi modi: più giorni di proiezione e una giornata dedicata ai bambini, il RabbitKids (mercoledì 11 giugno), con attività e cortometraggi per il mondo dei più piccoli. Inoltre la seconda edizione del concorso internazionale per corti d’animazione avrà due premi, uno assegnato dalla direzione artistica del festival e uno da una giuria tecnica internazionale.

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Il 16 giugno il RabbitOff, sezione dedicata alle avanguardie digitali e ai video sperimentali, concluderà il RabbitFest con la presentazione del gemellaggio con il Golden Kuker, festival di animazione bulgaro, in occasione della quale verranno presentate due selezioni sul meglio dell’animazione bulgara e italiana. www.rabbitfest.org Francesca Chiappalone

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Simone massi

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una babele dietro l'angolo blbal. Foto:

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L’International Tandem all’Alphaville Café Un rendez-vous fisso, quello del martedì sera all’Alphaville Café, situato nello spazio di un’ex libreria di via Pinturicchio. In questo luogo raccolto e intimo, tra poltrone e divani scompagnati e tavoli di ogni dimensione, durante la serata dell’International Tandem si accolgono cittadini di ogni continente. Lo scopo? Socializzare, chiacchierare con amici e sconosciuti, fra lavoratori e studenti, senza vincoli linguistici e culturali. Un confronto aperto e privo di timidezze. Come racconta Marco Rossetti, il gestore del caffè, la strada dell’Alphaville da qualche anno è diventata una zona spopolata e “deserta”, ma da quando si è aperto il locale si è rianimata, trasformandosi nel ricettacolo di una realtà perugina pulsante e multietnica. «Per chi vive a Perugia – spiega Marco – l’International Tandem è un modo per approcciare delle persone che è difficile conoscere in un contesto sociale “vivo”. Tutti quegli studenti stranieri che si vedono passare per strada, senza quest’iniziativa per un residente rimarrebbero una presenza anonima». Chi si occupa dell’organizzazione della serata è Alessandro Picottini, il quale già da sette anni è impegnato nella promozione di attività che hanno come obiettivo lo scambio fra stranieri e italiani. Da ottobre, ha rielaborato questa proposta in una versione mondana, usando l’Alphaville come location.


Alessandro racconta: «Durante il primo di questi incontri, a ottobre, decisi di dividere i tavoli per lingua e di realizzare un “tandem standard” (francese-italiano, spagnolo-italiano e così via). Fu da subito una cosa impossibile: l’evento ebbe molto successo e c’era troppa gente per attuare una disposizione del genere». Fu allora che ad Alessandro venne in mente l’idea di stampare delle bandierine stick, da donare ai partecipanti: «Volevo regolarizzare questa cosa, di modo che le persone sapessero subito quale lingua parlasse il loro potenziale interlocutore. Inizialmente ho stampato le bandierine degli idiomi principali, ma presto cominciarono ad arrivare le richieste dei ragazzi che volevano distribuissimo la bandiera del loro Paese». E come reagiscono i perugini a quest’evento? Anche il donca si mescola alla erre moscia dei francesi e alle note taglienti degli orientali? «I primi mesi – dice Alessandro - i perugini non venivano quasi per nulla. Da febbraio, invece, anche la loro è diventata una presenza importante. Perugia è una realtà anomala, e l’Alphaville vorrebbe aiutare a riportare la vita dentro le mura della città». All’Alphaville Café ogni martedì si stampano le bandierine di più di sessanta Paesi del mondo. Lo sticker non è soltanto un simbolo identificativo, ma è anche un gioco: chi viene all’International Tandem e attacca bottone con uno sconosciuto molto spesso usa la “scusa della bandierina”, cercando di far indovinare all’altro di quale Paese sia. La musica è bassa per favorire le conversazioni, fatte di una miscela di suoni e accenti differenti. Attraverso il dialogo, le diversità si avvicinano e allo stesso tempo si accentuano, nel gesto orgoglioso di appuntarsi sul petto, sulla fronte, sulle mani la bandiera del proprio Paese e, allo stesso tempo, nel desiderio di scoprire una porzione di mondo posta a centinaia di migliaia di chilometri dalla propria. Ivana Finocchiaro

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UN PORTIERE PER RIVIVERE PORTA PESA Articolo e foto di David Montiel

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Recandomi presso una pizzeria di Porta Pesa, all'improvviso, appare davanti a me un pitbull dal pelo scuro. Rallento fino a fermarmi, mi rendo conto che l'animale ha uno sguardo tranquillo. Mi fermo tre secondi a salutarlo prima di entrare. Mi siedo nell'intento di mangiare, il pizzaiolo mi chiede se posso lasciare il cane fuori, gli rispondo che l'animale non è mio. Senza esito nella ricerca del padrone, il pizzaiolo fa un cenno in strada a qualcuno un po' lontano. Trenta secondi ed entra Constantin. Capellino blu scuro, maglietta rossa, pantaloni grigi e volto curioso. Constantin asseconda la richiesta del pizzaiolo, prende il cane e lo porta via. Seduto al tavolo, finendo di mangiare un trancio di pizza, sento una voce dietro di me: «Eccolo, il portiere di Porta Pesa». Esco dalla pizzeria, cammino verso la fermata dell'autobus, proseguo fino all'angolo dell'edificio dove hanno appeso un cartello della Stamperia del Borgo, lì si apre una piccola e gradevole isola urbana. Una piccola piazzetta recintata di fiori, pulita e ordinata. Appeso al muro, c'è un grande cartellone con su scritto “Il portiere di Porta Pesa”. Sotto, seduto su una sedia, proteggendosi dal sole con il cappellino blu, mi sorride Constantin.

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Constantin è il Portiere di quartiere, colui che custodisce il bagno pubblico aperto due mesi fa nell'ambito del progetto europeo Sme-city che vede la collaborazione tra il Comune di Perugia, l'associazione Rivivi Borgo Sant'Antonio e la cooperativa Borgorete nella zona di Porta Pesa. Attraverso Sme-city, un progetto di respiro urbano, i tre soggetti hanno cercato di dare una risposta concreta a una piazza che altrimenti sarebbe rimasta una delle zone degradate della città. Sme-city ha mosso i suoi primi passi cercando di capire le criticità dell’area e raccogliendo la percezione negativa dei residenti rispetto all'uso che ne veniva fatto. Era un luogo asettico, dimenticato, privo di senso, da cui il più delle volte si poteva sentire lo sgradevole odore proveniente dal sottopasso usato come gabinetto all’aria aperta. In risposta a questo problema sono stati riaperti i bagni pubblici della piazzetta, chiusi ormai da anni; i residenti sono stati coinvolti, tramite l'associazione, per individuare una persona che diventasse il Portiere di Porta Pesa e per elaborare un mansionario che garantisse la cura della piazza. Constantin continua a sorridermi, lo saluto, mi giro e continuo a camminare verso la scuola. Sento la sua voce dietro di me, alzandosi dalla sedia mi chiede di usare il sottopasso per attraversare la strada. Entro nel sottopasso e - che grande sorpresa! – trovo la Galleria d'Arte dei Piccoli.

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la Galleria d'arte dei piccoli Articolo di Costanza Mencaroni

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Foto di Arianna Tei

Ho impiegato una vita per imparare a dipingere come un bambino. Pablo Picasso

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Chissà cosa avrebbe pensato Pablo Picasso se avesse visto i bambini dipingere a Porta Pesa. Creare insieme quadri a più mani ammorbidendo gli spazi limitrofi, con le idee che si accavallano veloci, lavorare, armati di colori, su un tema comune: gli animali. L'arte è una chiave, un passe-partout, e come tale questa volta ci apre le porte di un sottopassaggio, quello che silenziosamente attraversa via Brunamonti da una parte all'altra. Uno spazio dimenticato che oggi è diventato la Galleria d'Arte dei Piccoli. Un accesso che collega i bagni pubblici e la scuola elementare, una via sotterranea che ci invita ad abbandonare la fretta, che ci consente di attraversare, contemplando, un altro tipo di traffico… quello delle opere d'arte che i bambini del Piedibus hanno realizzato nella giornata della solidarietà organizzata dall'associazione Rivivi Borgo Sant'Antonio il 18 Maggio scorso.

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Potremo contemplare le opere per poco tempo perché ogni sei mesi circa si rinnoveranno con l'idea di coinvolgere nel progetto altri bambini. Un progetto che non prevede concorsi perché l'arte non è competizione, perché vogliamo pensare che sia una scusa per sporcarci le mani - e anche i vestiti -, per esprimerci e per stare insieme. Se alziamo lo sguardo è facile ritrovare l'identità di un quartiere, quello di Sant'Antonio, il santo patrono degli animali che nel nostro murale prende le sembianze di un mago che tira fuori dal cappello tutti tipi di animali usciti dall'immaginazione dei nostri grandi piccoli. Magari se restiamo ancora un po' possiamo rivedere Costantin che scende le scale per fare i lavori di pulizia quotidiani. Lo vedremo sorridere con un po' di timidezza e lo sentiremo raccontare quanti bimbi sono passati per dare un significato a questo spazio. Un bagno, una piazza con un’aiuola collegati con un sottopasso, lontano dal traffico, pieno di colori, immaginazione e gioia, un luogo di aggregazione aperto a tutti. Quanto è bella Porta Pesa!

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Gli artigiani del centro storico di Perugia vi invitano a visitare il nuovo sito www.articity.it

Prenota una visita guidata ai laboratori scrivendo a info@articity.it

Visitando il sito o entrando nei laboratori dislocati nel centro storico di Perugia che aderiscono all’associazione Articity, si ha la percezione immediata che Articity è un brand che certifica l'alta qualità di ogni singolo prodotto e un simbolo di identità sviluppato dagli stessi artigiani che promuovono la nuova cultura dell’artigianalità. Articity si propone di diffondere la sapienza e l’arte del fare realizzando progetti innovativi. When visiting our website and our workshops one immediately gets the impression that Articity is a brand for high quality products. A strong identity symbol developed by a group of artisans kenn on promoting the new culture of artisanship. Through innovative project, Articity aims at promoting and disseminating the literacy on the "Art of Making".


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