Luoghi Comuni - n.4

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LUOGHI COMUNI NUMERO 4 - AGOSTO . SETTEMBRE 2014 - SMeC - DISTRIBUZIONE GRATUITA

Illustrazione di David Montiel

I L M AGAZ INE CH E RACCONTA L A PER UGIA VISTA DAL BASSO

E LA CHIAMANO ESTATE

TRA FERIE E VOGLIA DI SOLE, PERUGIA RALLENTA. MA NON SI FERMA


Piazzoli ci ha insegnato ad amare la musica e a volerci bene. Adesso si tratta di non disperdere la sua ereditĂ Testo di Giovanni Dozzini Foto di Chiara Busti

LA CURVA CHE UNISCE

2 - EDITORIALE

Foto di Agostino Cefalo

Foto di Agostino Cefalo

Perugia da camminare

Foto di Agostino Cefalo


Foto di David Montiel

Camminare... camminare per muoversi, e dare ai muscoli del corpo una sensazione di leggerezza. Camminare per conoscere, per contemplare una città a volte nascosta, piena di luoghi sconosciuti, di storie diverse, di cultura. Camminare per sognare, per socializzare, per sostenersi, per stipare gli spazi vuoti e collegare quelli pieni. E sì, camminare anche per Perugia. Perché è evidente che potrebbe sembrare, e lo è per tanti, una città non fatta per camminare. C'era un tempo in cui non esistevano le automobili e la fretta non faceva parte della nostra quotidianità. «Linea naturale di colui che cammina»: è così che Mumford definiva la curva. E non possiamo dire che Perugia non sia fatta di tante strade e vicoli a forma di curva. Di quella linea, cioè, che ci porta alla lentezza, alla contemplazione, alla conoscenza. Camminare... come abbiamo fatto a metà del mese di luglio quando abbiamo mostrato ai nostri partner europei cosa accade a Perugia. Partner venuti dall'Inghilterra, dalla Polonia, dalla Spagna e dalla stessa Italia per vedere come il nostro progetto, Sme-City - con i portieri di quartiere, con gli Strani Eventi, con questo giornale -, ha lavorato durante tutti questi mesi.

Foto di Agostino Cefalo

Camminando abbiamo incontrato i personaggi con cui abbiamo avuto a che fare, tutti i soggetti della rete con cui ci siamo confrontati per rendere Perugia una città migliore. Associazioni, comitati, commercianti. Due giorni di camminata per mostrare la vitalità di Perugia attraverso i suoi cittadini. Coloro cha hanno lavorato e ancora oggi fanno tanto, coloro con cui Luoghi Comuni ha instaurato un legame, con cui ci siamo presi una responsabilità, quella di dare voce, di motivare, di dare un minimo sostegno. Tutti quegli uomini e quelle donne che amano la città a cui si sentono di appartenere, e che attraverso le loro azioni, il loro lavoro e il loro tempo cercano di restituire a Perugia un'identità più viva e accogliente. David Montiel

EDITORIALE - 3


VIA DEI PRIORI FOOTBALL CLUB La squadra di calcio pi첫 amata del centro storico, si prepara alla nuova stagione. Sognando al Santa Giuliana Testo di Emanuela Filippelli Foto di Giancarlo Pastonchi

4 - E la chiamano estate


La Via dei Priori Perugia è la prima squadra di calcio del centro storico di Perugia ed è nata un anno fa da una chiacchierata tra amici e tanta passione per il pallone. «Con il mio amico Riccardo Alunni», ci racconta il giovane mister Riccardo Cerami, «giocavamo da tanti anni a calcio a 7, e a un certo punto ci siamo detti: perché non si fa il salto e creiamo una squadra a 11 nella via? Detto fatto, in breve siamo riusciti a coinvolgere Emma Citta, già presidente di una squadra che tra gli anni ‘60 e ‘70 vinse la Coppa Grifo, e Roberto Volpi, preside in pensione da un paio di anni e appassionato fuori misura di calcio. Emma è il nostro presidente onorario, Volpi il presidente effettivo». Mentre chiacchieriamo col mister sbuca da dietro l'edicola (perché il mister Cerami fuori dal campo è proprietario dell'edicola in via dei Priori) il presidente Volpi con il classico tempismo delle cose che non accadono per caso: «Ho accettato la proposta dei ragazzi con entusiasmo. Dopo la scuola, il calcio è sempre stato l'interesse di tutta la mia vita, e poi io sono nato e vissuto per ventisei anni in via dei Priori e da tre vi sono ritornato». Un po' di nostalgia, nelle parole del presidente, ricordando quando i luoghi del quartiere non erano deserti ma destinati allo svago per i ragazzini, quando San Francesco al Prato era un grande punto di ritrovo dove giocare e persino la sommità del campanile della chiesa, che si raggiungeva con l'incoscienza di gioventù, era per alcuni gruppi come una sede sociale. «Meno di ottanta non eravamo mai», continua Volpi. «Ho creduto da subito che una squadra di quartiere potesse essere un'idea importante per creare una valida alternativa di svago per i giovani e allo stesso tempo dare un contributo alla rivitalizzazione della via e del centro storico. Giocare nella squadra è un'ottima occasione di socializzazione soprattutto per gli studenti fuori sede che vi trovano un punto di riferimento e una possibilità di facilitare il loro inserimento nel tessuto cittadino». Se dal punto di vista umano i risultati sono stati più che soddisfacenti, anche da quello calcistico non sono stati deludenti. La squadra, che ha militato nel girone di seconda categoria del campionato Uisp, fino a dicembre è stata prima in classifica ed è arrivata alle semifinali dei playoff, contraddistinguendosi per un grande fair play che gli è valso la Coppa Disciplina, grazie alla quale potrà partecipare, da settembre, alla Coppa Umbra. Gli allenamenti sono una volta a settimana e a parte una piccola sospensione in agosto hanno una certa continuità per garantire sempre un buon livello di forma fisica. La scorsa stagione la Via dei Priori ha disputato le partite casalinghe sul campo del Don Bosco, per la prossima invece si sposterà a San Marco. «Questo primo anno è stato importante», dice il presidente. «Abbiamo gettato le basi, accumulato esperienza. Abbiamo persino fatto un calendario grazie al fotografo Giancarlo Pastonchi. La squadra all'inizio non era conosciuta e il calendario è stato sicuramente la prima grande forma di pubblicità: oggi è appeso in moltissimi esercizi della via e diversi residenti lo hanno nelle loro case. Sogni e aspettative per il futuro? Una mezzanotte bianca in via dei Priori dedicata allo sport e alla musica. Provare a giocare il prossimo anno un campionato differente allargando la rosa grazie all'inserimento di giocatori di maggiore esperienza nei settori più scoperti. Partecipare sia anche al campionato di calcio a 11 che a 7 per dare la possibilità a tutti i giovani di giocare». Il vero valore dello sport è la passione, quella che c'è nelle parole del presidente Volpi, entusiasta come un bambino, e nello sguardo del mister Cerami. Entrambe hanno un sogno detto a voce bassa: il presidente aprire una squadra femminile di calcio a 5. L'allenatore puntare al Santa Giuliana. Che dire se non in bocca al lupo, ragazzi. 5


CARTA CANTA E RACCONTA Il mondo fiabesco di Ayumi tra gli origami e il teatro

Il laboratorio di origami si tiene a cadenza settimanale nella sede dell’associazione Fiorivano le viole, un piccolo vano colorato e affollato da opere d’arte, libri e strumenti musicali. Intorno a un tavolino, un gruppo di partecipanti di età e nazionalità diverse sosta in silenzio, concentrato nel religioso contatto con il proprio quadrato di carta. Sono Ayumi Makita, artista giapponese arrivata in Italia circa vent’anni fa, e Demian Mentaberry, giovanissimo e di origini argentine, a spiegare come, passaggio dopo passaggio, da una piega possa nascere l’ala di un cigno, la curva di un cuore o il petalo di una rosa tridimensionale. I due hanno iniziato a lavorare insieme un paio di anni fa: «L’associazione Fiorivano le viole aveva organizzato un corso di giapponese e Ayumi era la mia insegnante – spiega Demian – Poi dopo qualche tempo mi è stato chiesto di organizzare questo laboratorio e io l’ho ricontattata per avere qualche dritta». Demian è affezionatissimo al mondo della carta: «Ho iniziato con gli aeroplanini quando avevo sette anni. Non lascerò mai l’origami, è parte di me e vorrei continuare fino 6 - E la chiamano estate

a perfezionare il mio lavoro al massimo livello. L’origami è una costruzione scultorea e la sua importanza non risiede nel risultato finale, ma in ciascuna fase del processo: è un divenire, in cui ogni passaggio è necessario per il successivo ed è un prodotto del passato». Mentre i partecipanti del laboratorio fornivano alla materia bidimensionale la forma inaspettata di una gru, l’origami più noto in assoluto, Ayumi ha raccontato come nel suo Paese si ritenga che realizzarne mille sia di buon auspicio per la riuscita di un’impresa. L’attività assorbe completamente: il silenzio dei presenti è la traduzione del magico colloquio con il foglio, da cui apparirà l’impensabile. Ayumi afferma orgogliosa: «Questo è uno spazio di pace, la gente che viene qui è stimolata anche da questo». Ogni tanto qualcuno chiede di ripetere il passaggio precedente, e la mano dell’altro interviene in soccorso, ma alla fine nessuno dei cigni che galleggia sulla superficie liscia del tavolo somiglia al proprio vicino, nonostante le indicazioni dei due maestri siano state identiche per tutti. Ayumi ha portato il proprio bagaglio immaginifico anche nel-


le scuole elementari, dove insegna ai bambini sia la tecnica dell’origami che quella del collage. L’artista ritiene che appropriarsi della manualità sia molto educativo: «Esercitarsi nella coordinazione occhio-mano è fondamentale. Nella nostra vita quotidiana siamo bombardati da informazioni visive, ma non sappiamo come usare le mani. Invece, fare un origami permette di vedere gli oggetti da una prospettiva differente, per cui i bambini riusciranno a riconoscere questa cosa – prende una penna e la gira al contrario – anche se vista in modo diverso dalla ‘normalità’». Ayumi spiega anche come i bambini, attraverso l’assemblaggio dei collage, oltre a giocare e imparare delle cose elaborino insieme dei contenuti. Grimm Twins, il gruppo nato dalla collaborazione con Barbara Lachi, promuove moltissimi progetti: dai video delle band rock ai libri per bambini, fino alle creazioni in stop-motion per le associazioni giapponesi che aiutano gli emarginati. In questi collage, il duo accosta alle fotografie i disegni, gli spazi vuoti della pagina, gli scenari evocativi, e ogni immagine è scelta per rispondere a un concetto.

Nelle biblioteche Augusta e Villa Urbani, inoltre, le Grimm Twins hanno allestito Good Children Book, una mostra che si terrà fino all’8 settembre e che vede l’esposizione di libri illustrati e d’artista, vere e proprie opere in cui s’incrociano pittura, grafica e design. L’universo onirico e sospeso di Ayumi ha incrociato realtà molteplici: la musica classica, col progetto dell’associazione Gio rivolto all’educazione all’ascolto di bambini e ragazzi (i quali hanno poi realizzato con l’artista le immagini confluite nel video Un’amicizia per sempre); il teatro, con i costumi di carta elaborati da Ayumi e dagli attori di Art Niveau per la rappresentazione itinerante Uccello di fuoco. Chissà se, un giorno, il prosieguo di questi laboratori porterà alla realizzazione di un migliaio di gru, per esaudire il bisogno di unione e condivisione della cittadinanza. Testo di Ivana Finocchiaro Foto di Attilio Brancaccio

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dagli STRANI EVENTI alla rete dEi luoghi consapevoli Dal 30 maggio al 10 luglio, a Perugia, si sono svolti gli Strani Eventi organizzati da Smec: piccole iniziative che hanno dato vita propria ai quartieri del centro storico. Un arco temporale in cui i rioni hanno mostrato la vita che si muove all'interno della città.

La Festa dei Mille – anche se in questo caso erano in duemila - ha travolto corso Garibaldi con i Roghers Staff al commando. Residenti affacciati alle finestre che ballavano con il pubblico, spazi per vedere la notte stellata, street food e tanta musica.

Tutto è iniziato con il Ratto della Chitarra, all'Oratorio di Sant'Antonio di corso Bersaglieri. La chitarra di Marco Bonucci ha raccontato i classici italiani degli anni '70.

Il ciclo di eventi ha visto la sua conclusione momentanea con il secondo appuntamento di Filosofiamo in piazza. Un agility dog all'aperto, musica, karaoke e tanto da mangiare in via dei Filosofi. Gratuito per tutti, ovviamente.

In piazza Giordano Bruno, a metà di corso Cavour, si è svolta una performance teatrale: Over the Rainbow, in coincidenza con la serata inaugurale del Gay Pride perugino. Creta e corpi nudi sotto le stelle, in sintonia con l'architettura medievale del luogo. Poi moda a km 0 in piazza del Cedro, accanto all'arco di Porta Pesa: residenti e commercianti si sono uniti per dare vita a una sfilata curata dall'atelier di via del Pasticcio. La prima domenica di luglio, invece, l'appuntamento è stato in piazza Piccinino, sotto lo sguardo del mercato del Bio. Ci sono stati un concorso di fotografie per raccontare la storia di quell'area urbana, laboratori per bambini su come realizzare la pizza, un laboratorio orafo degli anni '40 all'aperto e gli Athanasius Duo che hanno animato i visitatori a ritmo di taranta e tarantella. Lo stesso giorno via dei Priori, e in particolare la piazzetta che i residenti chiamano piazza Santo Stefano, è stata invasa da una milonga a cielo aperto. Più di venti coppie di ballerini hanno portato ai nostri occhi la socialità del tango di Rìo de la Plata e alle nostre orecchie le note di Osvaldo Pugliese, Astor Piazzolla e Carlos Gardel.

Sono stati piccoli eventi, ma soprattutto strani. Strani perché a idearli, crearli e organizzarli, c'è stato il lavoro condiviso di residenti, piccole attività commerciali e Smec. Gli Strani Eventi sono stati un modo per promuovere la socialità ma anche una maniera per rendere più vivibili gli spazi urbani, usandoli diversamente e aiutando a costruire insieme la loro storia comune. I soggetti coinvolti nell'organizzazione degli Strani Eventi sono da oggi portatori di un distintivo di qualità, quello della Rete Europea dei Luoghi Consapevoli (il Network for Friendly Places). Il progetto europeo Sme-City ha permesso alle città di Perugia, Londra e Valladolid di sviluppare un modello di riqualificazione urbana che vede protagonista la partecipazione dei cittadini.

Tale modello rende possibile la creazione di una rete tra residenti, associazioni e commercianti che facilita lo sviluppo del senso di appartenenza a un luogo. È il senso di appartenenza che permette di avere cura del luogo in cui si vive. Partendo dalla La stessa piazza ha ospitato quattro appuntamen- creazione di questa rete sarebbe forse possibile un ti chiamati A tutto Volume. Una serie di eventi che accordo di collaborazione tra cittadini e amminiattraverso la magia, i viaggi fantastici e le storie per strazione comunale per la cura e la rigenerazione bambini hanno ridato al libro la sua antica veste di dei beni comuni urbani? protagonista. David Montiel 8 - E la chiamano estate


Corso Garibaldi - Piazza Lupatelli Associazione Vivi il Borgo Camino Garibaldi Ass. commercianti Piazza Grimana

Corso Bersaglieri Ass. RiVivi Borgo Sant'Antonio Autonoleggi Radicchi Osteria la Lumera Sementi Rosi

Piazza del Cedro - Porta Pesa Ass. RiVivi Borgo Sant'Antonio Atelier La Belle Époque Lupi Café Fotodigitaldiscount Porta Pesa

Piazza Sto Stefano - Via dei Priori Associazione Priori Open Space for Arts Mythique Cafè Castelli di Napoli Riccardo Cerami Edicola Piazza Piccinino Via dei Priori Associazione Priori Libreria Antiquaria Nuova Atlantide Libreria Bardamù Cartagena

Associazione BioUmbria-Art Graffio srl Pizza e Pizza Arte Orafa Abbascia Giuseppe

Piazza Giorno Bruno - Cso Cavour Ass. Culturale Distretto del Sale Teatro di Sacco Ass. Undercover Dance Company

Via dei Filosofi Comitato Filosofiamo F.lli Palomba Non solo Merceria di M. P. Sabatini Nadia e Paola

Network for friendly places With the financial support of the Prevention of and Fight against Crime Programme European Commission Directorate-General Home Affairs

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il viaggio verso l'altro Articolo di Amnesty International Perugia vFoto di Francesca Boccabella

il viaggio verso l'altro Mai come in questo delicato periodo storico abbiamo bisogno di parlare di diritti umani, mai come adesso c'è bisogno di ricordare l'importanza della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo del 1948. Eppure, a distanza di molti anni dal disastro della Seconda Guerra Mondiale, che portò le Nazioni Unite a stilare questo documento per salvare le future generazioni da nuove guerre e persecuzioni e riflettere il legame indissolubile tra diritti umani e la sopravvivenza dell'umanità, essa rimane disattesa. Tra gli scopi di Amnesty International, organizzazione non governativa, c'è quello di rendere noti la storia e i contenuti di questo famoso testo. Amnesty International nasce a opera di un avvocato britannico, Peter Benenson, che nel 1961 pubblica un articolo dal titolo I prigionieri dimenticati, lan-

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ciando una campagna annuale per chiedere la liberazione di tutte quelle persone che da molti anni si trovano in carcere, “dimenticate” nelle loro celle solamente perché le loro idee, la loro religione, il colore della loro pelle, il loro credo politico non sono graditi ai loro governi. Benenson esortava i lettori a non soccombere all'indignazione per le ingiustizie, ma a trasformarla in un'azione produttiva ed efficace. Oggi Amnesty International è un'organizzazione diffusa in oltre centocinquanta paesi, che si impegna concretamente non soltanto a denunciare e difendere i diritti umani ma anche a promuoverli attraverso una serie di attività educative. Attività il cui scopo principale è quello di abituare la persona ad assumere opinioni, atteggiamenti e comportamenti che conducano al rispetto di sé e degli altri, in ogni cir-


costanza e condizione, a prescindere da qualsiasi distinzione di sesso, razza e religione, e di formare alla consapevolezza che «tutti gli esseri umani nascono liberi in dignità e diritti». Il gruppo di Perugia di Amnesty International, formato da volontari che hanno deciso di dedicare parte del proprio tempo alla causa dei diritti umani, da anni svolge attività di sensibilizzazione nelle scuole per la conoscenza attiva dei valori contenuti nella Dichiarazione Universale. Quest’anno le attività educative si sono svolte all'interno della sezione femminile del carcere di Capanne, con un progetto dal titolo In viaggio verso l'Altro che affronta in maniera particolare le tematiche dell'integrazione interculturale e del razzismo. Il bisogno di un progetto di educazione ai diritti umani nel luogo della libertà negata non nasce solo per la situazione allarmante delle carceri italiane ovvero il sovraffollamento, che costringe i detenuti a vivere in condizioni disumane e degradanti - ma soprattutto per la composizione sociale della popolazione detenuta, che comprende tutto ciò che la società esterna non sa affrontare diversamente, tutti coloro che dalla società sono messi ai margini. Quasi il 70% dei detenuti di Capanne, come quelli del resto d’Italia, sono reclusi non per colpa ma per status, in quanto stranieri. Costoro possono anche aver commesso dei crimini ma la carcerazione è conseguenza della loro originaria devianza, ovvero appartenere a

strati della società che la società stessa non vuole riconoscere. Culture diverse che si ritrovano in ambienti ristretti senza programmi adeguati a favorire lo scambio e l'integrazione interculturale creano disagio, violenza e odio. Il viaggio verso l'Altro ha cercato di creare un cammino di conoscenza attraverso lo scambio di esperienze, percorsi di vita, passioni, abitudini alimentari, musica e danza per aprirsi a modelli culturali diversi e iniziare – appunto - a viaggiare verso l'Altro. Partendo dal presupposto che ognuno di noi è portatore di peculiarità uniche e irripetibili abbiamo cercato, attraverso un dialogo costruttivo, di analizzare le diverse forme di intolleranza e discriminazione e riconoscere il razzismo come violazione dei diritti umani. Il gruppo Amnesty di Perugia, per non dimenticare l'esistenza di chi vive ai margini della società, ha cercato di coinvolgere l'esterno con un evento finale del progetto proprio a Capanne, nel luogo dove il viaggio è iniziato. Attraverso le testimonianze e i racconti del percorso compiuto accompagnate da musica e danze di riscatto contro le discriminazioni che le donne sono costrette a vivere, le detenute hanno coinvolto gli ospiti nel loro viaggio, facendosi riconoscere per quello che sono: esseri umani con la loro dignità. Amnesty International Perugia

Carta dei diritti del continente ecap Tutti gli Esseri Umani Sono Uguali Senza Distinzioni Ogni Essere Umano Ha Diritto alla Salute Ogni Essere Umano Ha Diritto a una Casa Ogni Essere Umano Ha Diritto all'Alimentazione Ogni Essere Umano Ha Diritto all'Istruzione Ogni Essere Umano Ha Diritto a una Identità Ogni Essere Umano Ha Diritto di Esprimersi Liberamente Ogni Essere Umano Ha Diritto a Professare la Propria Religione Ogni Essere Umano Ha Diritto alla Libertà di Riunione e Associazione Ogni Essere Umano Ha Diritto alla Libertà di Movimento 11


#YAUtiascolta La piazza, la mappa, l'ascolto. Yougn Angles è la nuova scommessa rivolta ai giovani della regione Articolo e foto dei ragazzi dello Young Angles

La nuova scommessa regionale rivolta ai giovani del territorio si chiama Young Angles Umbria. L’iniziativa, meglio nota con l’acronimo Yau, rappresenta un singolare laboratorio culturale facente parte del progetto nazionale Social Net Skills. Nel caso umbro la sinergia tra diversi ingredienti, associazioni, tutor, referenti Asl, singoli e istituzioni, legati ciascuno ai differenti poli che coesistono e abbracciano il territorio, ha prodotto una miscela peculiare e suggestiva. Motore della nostra esperienza è stata la necessità di valorizzare le caratteristiche insite nei diversi angoli da cui è composto il microcosmo giovanile della regione. La metodologia che anima il progetto è l’educazione tra pari (Peer to Peer). Le tre linee guida sono la piazza, la mappa e l’ascolto, e sono nate dalla condivisione del background culturale delle diverse associazioni e dei singoli che hanno aderito all’iniziativa intraprendendo un percorso grazie al quale si è formato un nucleo di Peer - la benzina che ha acceso il progetto.

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I Peer, supportati da un pool di esperti, sono pronti a far fronte a qualsiasi tipo d’istanza, dalla semplice richiesta d’informazioni rispetto ai servizi territoriali a disposizione dei giovani alla necessità d’interazione, e tendono l’orecchio alla categoria degli under 29 collegandosi on-line attraverso la chat della pagina Facebook relativa al progetto. La chat è attiva ogni lunedì dalle 15 alle 17 e ogni mercoledì dalle 17 alle 19. Yau è un modo di mettersi a disposizione, è una visione precisa del mondo, altruistica e vitale. Yau è una maniera di entrare in empatia con gli altri, è credere in qualcosa di positivo, è una spinta a mettersi in discussione costantemente, è condivisione di sentimenti ed emozioni in purezza. Yau è essere convinti che insieme è molto meglio, è rinunciare a un po’ di egoismo, è costruire e costruirsi giorno per giorno, è stare seduto ad aspettare, è muoversi per fare. Yau è il lato b di un arcobaleno. #YAUtiascolta.


Vi è mai capitato, girovagando in un mercato in un Paese straniero, di voler chiedere informazioni sui prodotti in mostra nelle bancarelle, di voler contrattare sul prezzo di una teiera o di voler chiedere come si cucina una verdura mai vista prima? Avreste voluto imparare qualche parola o un paio di frasi per comunicare in qualche modo con i venditori o con le persone del luogo? Certo, è sempre possibile affidarsi a una lingua ponte come l'inglese, ma chiedere qualcosa nella lingua del Paese dove vi trovate è tutta un'altra cosa. Vi sarebbe piaciuto avere a disposizione una guida linguistica che potesse aiutarvi a imparare e usare due o tre parole chiave? Immaginiamo che per molte persone la risposta sia sì. Ecco che cos'è il nostro Progetto Bazaar: un pronto intervento linguistico che facilita la comunicazione tra donne e uomini che vengono da altri Paesi e gli italiani. Lo facciamo direttamente dove le persone si incontrano, comunicano, si conoscono, e cioè al mercato. Facciamo da tramite tra alcune signore marocchine che vogliono sapere che cosa sono e come si cucinano i gobbi e un ambulante umbro desideroso di raccontare le sue ricette. Diamo le dritte a una signora ucraina che vuole comprare una maglietta carina da spedire alla figlia che vive lontana. Questo è il punto iniziale del nostro progetto, entrare in contatto con gente proveniente da altri Paesi, rompere il ghiaccio e favorire la comunicazione in un contesto vero e dinamico come il mercato. Ma è solo il primo passo. Dopo una prima conoscenza cerchiamo di capire quali parole, frasi ed espressioni servono a queste persone per vivere meglio da noi, per essere dei nuovi cittadini consapevoli e attivi. Ecco perché abbiamo aiutato un signore nigeriano a scrivere il suo curriculum vitae, perché abbiamo aiutato le mamme a comunicare con le maestre e essere più collaborative per sostenere i loro figli nel percorso scolastico, perché abbiamo parlato del linguaggio settoriale medico con le badanti che ci tengono a offrire un servizio affidabile. Andiamo dove le persone si incontrano, capiamo con loro le parole che gli servono, troviamo strumenti e materiali per aiutarle a imparare di più, a comunicare meglio. In questi mesi abbiamo svolto le nostre attività al mercato di Ponte Felcino, al mercato di Piazzale Bove, al mercato del Bacio. Bazaar è un progetto finanziato dalla Commissione Europea in collaborazione con partner di cinque Paesi: Portogallo, Germania, Bulgaria, Turchia, Regno Unito. Il nostro sito internet è www.bazaarproject.eu. Giulia Gamba

This project has been funded with support With the financial support of the from the European Commission. Prevention of and Fight against Crime and Programme European This publication reflects the views only of the author, the Commission cannot be held responsible forCommission any use Directorate-General Home Affairs which may be made of the information contained therein.

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grafica: TERRE DI MEZZO - progetto esecutivo: SILVIA BISTACCHIA

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www.falacosagiustaumb

Arriva in Umbria Fa' la cosa giusta!, il più importante evento espositivo completamente dedicato al consumo consapevole e agli stili di vita sostenibili. Tre giorni (3-4-5 ottobre 2014, presso il centro espositivo di Umbriafiere a Bastia Umbra, Perugia) di eventi, dibattiti, attività per le scuole e workshop con al centro la mostra mercato delle eccellenze produttive smart del Centro Italia (e non solo). Dieci aree espositive (Abitare sostenibile, Buono da mangiare, Mobilità nuova, Ethical fashion, Cosmesi naturale e biologica Viaggiare, Editoria, Servizi etici, Il mondo dei piccoli, Cittadinanza e partecipazione) in cui i visitatori potranno trovare il meglio 14 - E la chiamano estate

dei prodotti e servizi delle aziende all’avanguardia in tema di sostenibilità ambientale e sociale. Prevista anche l'area Street, bio & vegan food. L’evento, organizzato da Fair Lab in collaborazione con Umbriafiere, patrocinato dalla Regione Umbria, promosso coinvolgendo molte importanti realtà della società civile umbra (tra cui Acli, Arci, Cittadinanzattiva, Cgil, Cisl, Uil, Legambiente, Libera e Forum del Terzo settore), ha l’obiettivo di diffondere buone pratiche di consumo e produzione. Fa' la cosa giusta! Umbria nasce dall'esigenza di presentare in uno spazio culturale e commerciale


3 / 4 / 5 ottobre 2014 Umbriafiere - Bastia Umbra ABITARE SOSTENIBILE BUONO DA MANGIARE MOBILITA’ NUOVA ETHICAL FASHION COSMESI NATURALE E BIOLOGICA VIAGGIARE EDITORIA, PRODOTTI CULTURALI, WEB SERVIZI SOSTENIBILI IL PIANETA DEI PICCOLI CITTADINANZA E PARTECIPAZIONE STREET, BIO & VEGAN FOOD

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anni a Milano l'edizione nazionale di Fa' la cosa giusta!), che è stato condiviso con le istituzioni regionali e locali, le più importanti organizzazioni economiche umbre e le diverse anime della società civile regionale.

Fa' la cosa giusta! Umbria è la principale vetrina per le aziende italiane - con un'attenzione particolare alle realtà del Centro (Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Toscana ed Emilia Romagna) che producono, trasformano e vendono prodotti o servizi e Un percorso nato dall'incontro con Terre di mez- che si riconoscono nei principi della sostenibilità zo Editore (casa editrice che organizza da undici economica, ambientale e sociale. 15


Foto di Pamela Ceccarelli

terra senza pace

Il Medioriente è dietro l’angolo. Perugia rinnova la sua tradizione di città accogliente. E ascolta il grido di dolore di chi non ne vuole più sapere della guerra

È la prima domenica di Umbria Jazz 2014, il 13 luglio, e, nonostante il tempo impietoso, il centro di Perugia è pronto per accogliere nuovamente un rimbalzare di suoni e volti da tutto il mondo. Quando arrivo in piazza Italia verso le quattro del pomeriggio, a pochi metri dal ritmo gioioso dei concerti ai Giardini Carducci, non mi aspetto di trovare delle bandiere palestinesi a sventolare sotto la pioggia. Un gran numero di persone si è riunito davanti alla Prefettura per manifestare solidarietà al popolo palestinese, a seguito del nuovo inasprirsi del conflitto tra Hamas e Israele, che ha condotto a un’escalation di violenze e morti tra i civili a Gaza. Perugia in questi giorni di festa non vuole dimenticare cosa sta accadendo sullo scenario internazionale, uno scenario che la coinvolge direttamente nella misura in cui sul suo territorio ospita anche una comunità musulmana forte e ben integrata, partecipe della vita della città. Come spiega uno degli organizzatori, Michele Ramadori, le associazioni perugine si sono precedentemente incontrate nella Biblioteca Popolare Cosmo Rosso e da lì hanno collaborato insieme per la realizzazione della manifestazione. Una partecipazione composita che salta subito all’occhio. C’è anche il responsabile della comunità musulmana dell’Umbria, l’imam Abdel Qader, palestinese, ormai anche perugino, vivendo in città con la sua famiglia da quarantadue anni: «Abbiamo una forte amicizia con le associazioni presenti, siamo qui per dire basta alla guerra che non porta altro che distruzione». È forte la presenza degli studenti universitari, molti dei quali provenienti proprio dalle zone del conflitto. Tra di loro c’è Zeid, originario di Gerusalemme, iscritto al terzo anno di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali dell’Università di Perugia, venuto qui con una borsa di studio. All’inizio si è trovato un po’spaesato, ma poi pian piano si è abituato alla nuova città. «La comunità palestinese in Umbria non è molto grande, in realtà, non tutti ci conoscono». Secondo Khalid, anche lui studente di Scienze Politiche, venuto da Betlemme tramite l’aiuto di una fondazione cattolica, «essere a manifestare oggi è un volere e un dovere, viene spontaneo». Spiega di non far parte di nessuna associazione: «In questi anni ho preso parte anche ad altre iniziative cittadine. Ho

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parlato alla facoltà di Lettere della questione palestinese insieme a un docente dell’università, lo scorso novembre, collaborando con l’Udu Perugia, durante la Giornata Internazionale per il Diritto allo Studio. A gennaio, all’Università per Stranieri, ho fatto un concerto di pianoforte con le mie composizioni dedicato alla Palestina. Credo infatti che la cultura abbia un ruolo importante nell’esprimere la sofferenza. Credo nella penna e non nel sasso; nei libri e non nei missili. Credo nell’attivismo, conosco tanti attivisti italiani che ho visto prima a Betlemme e poi ho rincontrato a Perugia». Quando gli chiedo come si trova nella nostra città mi risponde: «Benissimo, è una città multiculturale, ricca di risorse umane. Non mi sento straniero, tutti sono stranieri. Perugia deve approfittare al massimo di questa presenza».

«Per noi è da sempre prioritario conoscere la realtà degli studenti stranieri che vengono a studiare nei nostri due atenei». Al presidio si avvicina a un certo punto anche il neosindaco Andrea Romizi, invitato da alcuni cittadini. Intervistato qualche giorno dopo dice: «Mi è sembrato doveroso ascoltare: in piazza Italia era presente una parte importante della nostra comunità straniera. La mia però non era una partecipazione in forma di adesione, questi sono temi complessi e delicati, con due parti in lotta da anni, il mio essere lì non significava dare sostegno a una parte a scapito dell’altra. Quello che mi sta a cuore è la possibilità di una pace che ponga fine alle violenze di cui finiscono vittime prima di tutto i civili. Per quanto la mia presenza possa aver creato qualche perplessità mi ha fatto molto piacere esserci, è stata infatti anche un’occasione d’incontro con l’imam Qader e con la comunità islamica, parte molto attiva della nostra città, comprendente giovani e professionisti. Mi piacerebbe coltivare ulteriormente questo rapporto, nel segno di una visione comune di città e di ritrovato senso di appartenenza a una comunità che ha tra i suoi tratti identitari proprio quello dell’accoglienza e dell’integrazione».

Foto di Francesca Boccabella

Foto di Stefano Baffetti

Questi ragazzi sono ospiti della nostra città, ma tra qualche giorno torneranno a casa per le vacanze estive e la guerra per loro può significare la possibilità di rimanere bloccati al confine con la Cisgiordania e non incontrarsi con le proprie famiglie: è la preoccupazione di Nuran, palestinese, studentessa di Agraria. Il legame con l’università passa anche attraverso la collaborazione con il sindacato studentesco Udu Perugia, il cui coordinatore, Tiziano Scricciolo, ribadisce il valore dell’interculturalità: Lavinia Rosi

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ideare, socializare, Riciclare

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Le Riciclamiche non sono semplicemente delle di fare scambi di oggetti ingombranti o particolari amiche che si dedicano al riciclo ma un gruppo offrendoci come tramite. di amanti del riciclo che sono diventate amiche La prima domenica di ogni mese in piazza Piccol tempo. cinino, a Umbria Terra Viva, siamo presenti con il Lo sottolineiamo per far capire che il nostro è un banco di semi ed Ortocrossing (scambio di piante, gruppo di volontariato aperto sia alle persone, meglio se autoprodotte, che regaliamo a chi si ofsenza distinzione di sesso, che alle idee. Prima di fre di piantarle in luoghi comuni). Cosa dire poi del incontrarci eravamo le classiche persone che non Guerrilla Gardenig? Una vera battaglia al grigiore buttano via niente, spinte non tanto dalla crisi ma urbano, al cemento onnipresente, una guerra dura da un'allergia sincera allo spreco e da un amore, ma piena di soddisfazioni. Cosa c’è di più bello di che ancora va crescendo, per la condivisione. Cre- appendere a un palo della luce un barattolo di latare un gruppo, che si è formato in modo naturale ta colorato, magari da bambini, riempito di terricnel 2010, ci ha permesso di rendere più concreto cio dentro il quale abbiamo messo una piantina questo desiderio di opporsi a una società che del grassa o dei fiori di campo? O portare una fiorieconsumo e dello spreco ha fatto il proprio credo. ra alla fermata del bus? È un modo per colorare il Era importante per noi fare qualcosa di concreto mondo di tutti e la vita degli ignari passanti e poco al di fuori del nostro piccolo, sensibilizzare sull'im- importa se qualche fiore viene rubato o buttato portanza delle tre R: Riduco-Riciclo-Riuso, che poi via, l’importante è che qualche pianta sopravviva col tempo sono diventate molte di più: Ripara, Re- grazie alle cure di un abituale frequentatore. Ma Guerilla è anche “bombe” di semi, ovvero palline di cupera, Risparmia ecc. argilla contenenti terriccio e semi, da lanciare negli Occorreva dunque scendere in piazza, stare fra angoli spogli della città o nelle aiuole secche, pronla gente, e così abbiamo partecipato al nostro te a schiudersi al momento giusto per regalare fiori primo mercato, dove con le nostre macchine da e colori in luoghi abbandonati. cucire abbiamo fatto vedere come si trasforma una stoffa d'ombrello rotto in una borsa. Questo Da un anno circa, in zona Monteluce, è nata la Riè stato il primo oggetto che abbiamo recuperato ciclasa, un appartamento-laboratorio gentilmene rivalorizzato, per un semplice motivo: eliminare te messoci a disposizione da un'amica che vive l’uso di buste di plastica usando eco-shopper. È lontano. Là ci ritroviamo per parlare, decidere, stato anche il primo laboratorio fatto sul recupero stare insieme, per fare e organizzare i nostri labocreativo di materiali e oggetti, a cui ne sono se- ratori lavorando con i materiali via via recuperati. guiti molti altri, sia con bambini che con adulti. La casa è sempre aperta a tutti coloro che volesAbbiamo manipolato plastica, carta, lana, stoffa; sero visitarla in modo che possano conoscerci e/o trasformato copricerchi delle auto in orologi, ma- collaborare. nici d'ombrello in attaccapanni, buste del latte in lampadari, bottiglioni dell'acqua in fiori e conte- Non c'è vero recupero senza condivisione, senza contagio, perché solo così una singola azione molnitori, trasformato sedie e molto altro. tiplica il suo potere. Il riciclo creativo però non è il solo ambito in cui operiamo. All'interno del mercato contadino di Se volete fare rete con noi, partecipare ai laboraPonte San Giovanni Terra Fuori mercato, ogni ter- tori, aiutarci a gestire le nostre attività, o semplizo sabato del mese, gestiamo un banco del barat- cemente saperne di più, ci trovate qui: to, dove si possono trovare abbigliamento, libri, riciclamiche.wordpress.com e altri piccoli oggetti; diamo anche la possibilità Le Riciclamiche

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Beni fuori mercato Elogio della filiera corta Testo di Elisa Melonari Foto di Francesca Boccabella

Terra Fuori Mercato è un’associazione che nasce dal desiderio di un gruppo di persone di dare e avere accesso a un cibo sano e genuino, convinte che tutti ne abbiano diritto. Centrale è quindi il rapporto tra chi produce cibo e chi lo consuma, poiché chi lo produce ne è a sua volta consumatore. L'associazione nasce come mercato di quartiere nel 2007 a Madonna Alta nella piccola piazza Sandro Pertini. Gestito dal circolo Arci Island, il mercato era ed è tutt'ora formato da produttori e artigiani locali: piccole realtà, fattorie, aziende agrituristiche pensate per il turismo sociale, appezzamenti coltivati che non superano i cinque ettari di terreno. Oltre ai contadini che per generazioni hanno tramandato tradizioni e colture, oggi ci sono persone che dopo aver conosciuto la città (per lavoro, per studio o native) scelgono la vita rurale per amore della terra, per difendere il territorio dalla cementificazione, per prendersi cura delle specie animali, per crescere i propri figli, per vivere una vita di condivisione e di scambio, per custodire e rigenerare le sementi e soprattutto per conservare e assicurare la biodiversità e la fertilità, affrontando tutte le difficoltà comportate dall’accesso alla terra. Nello stesso modo vengono valorizzati l'artigianato locale e i mestieri che riguardano la tradizione e la sapienza della manodopera che agisce su materiali naturali o di riciclo creando opere ingegnose e utili. Nel 2010 Tfm aderisce a GenuinoClandestino, rete nazionale per la libera trasformazione dei prodotti contadini divenuto movimento di comunità in lotta per l'autodeterminazione alimentare. Questo ha permesso a una parte di contadini e cittadini umbri di ri-unirsi, di ri-incontrarsi e di ri-attivare quell'energia di cui avevano bisogno per affermare che oggi giorno scegliere cosa mangiare e tornare a vivere in campagna è un atto politico, in quanto l'oggetto in discussione è la vita e l'esistenza delle persone.

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Nel 2011, con la cooperazione di Ponte solidale - che lavora ogni giorno per essere riferimento nella promozione e realizzazione di pratiche di economia solidale finalizzate a uno sviluppo sostenibile - Tfm decide di costituirsi in una vera e propria associazione e di prendere le decisioni in maniera collettiva attraverso assemblee mensili, auto-organizzando mercati di vendita diretta per costruire e vivere una nuova socialità: il mercato è il nostro modo di esprimerci. Il terzo sabato del mese a Ponte San Giovanni e - da quest'anno, grazie a GasTezio - il secondo sabato del mese a San Marco, insieme a cittadine e cittadini consapevoli, Tfm rivendica e promuove il diritto a una buona alimentazione, credendo in altre possibili economie. L'obiettivo che Terra Fuori Mercato si prefigge è quello di costruire relazioni dal basso, orizzontali, per tentare vie di salvezza collettive e di cooperazione insieme ad altre realtà: associazioni, movimenti, comitati e singoli. Perché fare la spesa direttamente dal produttore non è proprio come stare davanti a un banco frigorifero di un supermercato. Per chi vive in città andare direttamente in azienda è faticoso, ma i contadini ci stanno aiutando, chiedono soltanto di essere conosciuti, aprendo la propria azienda che si identifica con la propria casa, condividendo il proprio lavoro e la propria scelta di vita. Scelta che ci riguarda tutti. Questo significa che i piccoli produttori locali rappresentano un’alternativa concreta all’insostenibilità dell’agroindustria, significa che il cibo non può essere considerato una merce e soprattutto che la terra non è e non sarà mai un supermercato. Significa che la Terra è un bene comune e che il suo destino naturale è l’uso e il godimento comune. Ed è per questo che nel 2012 Genuino Clandestino lancia la campagna Terra Bene Comune con cui si oppone alla svendita dei terreni pubblici e alla devastazione del territorio. Significa che tutti siamo chiamati a salvaguardare la Terra, per quel diritto inalienabile al cibo che ci nutre e che deve essere sano e per tutti, come l'acqua e l'aria.

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Li-

IL BUS DELLE 6.03 DEL MATTINO

be ro

Eravamo in tre: io, un ragazzo cinese con delle enormi cuffie blu e una ragazzina in shorts ascellari, gli occhi pesti e le gambe ciondolanti. Stavamo aspettando il bus delle 6.03 del mattino alla fermata di Monteluce, le rondini impazzite che disegnavano traiettorie d’ombra sul cielo dell’aurora. Finalmente, il barrito del mezzo che si ferma di fronte alla pensilina, e io e i miei compagni di fermata saliamo sull’autobus già mezzo pieno. A ogni frenata i passeggeri semiaddormentati oscillano sincronicamente, obbedendo alle leggi fisiche e del sonno. Una tizia di circa settant’anni, i capelli rossi circondati da una nube di lacca al profumo di mora, chiede al conducente quando si arriva alla stazione con cadenza regolare, direi all’incirca ogni trenta secondi («Stiamo arrivando?»), ottenendo come risposta un muggito di diversa intensità che io non riesco proprio a comprendere (e, a ‘sto punto, forse nemmeno lei). A una delle fermate intermedie del percorso che conduce alla stazione - approdo ambito da quasi tutti i presenti - fa il proprio ingresso dalla porta anteriore un signore anziano dall’aspetto fragile, espressione atona e indecifrabile nel codice segreto delle rughe intrecciate, bastone alla mano. Molti passeggeri, io compresa, lo fissano impassibili, i frames di un sogno ancora incagliati nella veglia precoce. Poi, improvvisamente il ragazzo cinese con le cuffie blu (forse per qualche input musicale?) si alza in piedi per lasciare libero il proprio sedile, che indica al signore con qualche timida sillaba italiana (“libero”, “sedere?”) profondendosi in mezzi inchini della testa. Questo gesto innesca una reazione a catena: tutti i passeggeri seduti nei posti più vicini iniziano a muoversi ritmicamente, alzandosi e risedendosi in modo arbitrario, mentre alcuni tentano

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una “lap-dance della generosità”, girando attorno ai pali del mezzo e guardandosi in cagnesco nel caso qualcuno non faccia lo stesso. L’oggetto di tali attenzioni, invece, resta immobile: un braccio innestato sulla curva del bastone e l’altro aggrappato alla porta dell’autista, nella sua faccia incartapecorita soltanto gli occhi si muovono per osservare il caos che si è scatenato all’interno dell’automezzo in una manciata di secondi. Ormai è diventata una competizione: perfino la signora con la chioma vaporosa ha smesso di porre la propria domanda ossessiva al conducente e pare voglia alzarsi in piedi, il cinese rinforza la pronuncia delle sillabe (“li-be-ro!”) assumendo un’espressione corrucciata, io non riesco a scollarmi dalla mia postazione (è troppo divertente osservare, e poi mi trovo a metà del mezzo)… Finché non c’è l’ennesima fermata, l’autobus frena uggiolando e oscilla con dentro tutto il suo contenuto, e il signore approfitta del mancato equilibrio dei passeggeri per compiere un esemplare salto all’indietro con rotazione del bacino sul sedile più vicino. Mi guardo intorno: siamo già alla stazione, prendo il bagaglio e scendo. Ivana Finocchiaro


Foto di David Montiel

da porta pesa a radio tre

SmeC e il Portierato di Quartiere alla conquista di Fahrenheit

Finire su Radio Tre non è da tutti. Su Fahrenheit, poi. A noi è capitato, e ne siamo felici e orgogliosi. Adesso vi raccontiamo ogni cosa per filo e per segno. Martedì 29 luglio, mezzogiorno, arriva una telefonata dalla redazione del popolare programma radiofonico: «Ci volete parlare del Portierato di Quartiere?». Ne erano venuti a conoscenza a giugno, quando proprio a Perugia s’era svolta la festa nazionale di Radio Tre. Così, quando hanno deciso di dedicare una puntata alle social streets si sono ricordati di SmeC e del suo lavoro in città. Tre ore dopo quella telefonata il nostro David Montiel stava parlando in diretta nazionale del sottopassaggio di Porta Pesa diventato galleria d’arte e della raccolta delle vecchie foto degli abitanti di Porta Eburnea. Ad ascoltarlo, alcune centinaia di migliaia di persone dalle Alpi alla Sicilia. L’idea del portiere di quartiere funziona, c’è poco da fare. Perché la gente ha voglia di riappropriarsi degli spazi pubblici, ha voglia di imbastire nuove relazioni, di conoscere il nome dei propri vicini, possibilmente di trascorrerci un po’ di tempo, almeno ogni tanto. L’attenzione di Fahrenheit e dei suoi ascoltatori al racconto di David dimostra una volta di più la bontà di questo progetto, attraverso il quale Perugia si presenta come un modello da seguire in tutto il Paese. Il valore di una città si riconosce dall’intelligenza e dall’efficacia delle risposte ai propri problemi. Noi siamo convinti di aver imboccato la strada giusta. E magari da domani, dopo il nostro passaggio alla radio, in qualche altra città italiana qualcuno comincerà a ragionare sulla possibilità di replicare l’esperienza del Portierato di Quartiere. Il bello delle buone idee è che si diffondono in fretta.

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Sulla strada L'altro volto di Umbria Jazz

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Foto di Beatrice Acciari

Foto di Pamela Ceccarelli

Foto di Serena Nitrola


Se il jazz è soprattutto improvvisazione quello che succede ogni anno per dieci giorni di luglio nelle strade di Perugia ne celebra l’essenza. Sotto Umbria Jazz la città raddoppia, grandi palcoscenici si arrampicano sugli spazi della vita quotidiana e ospitano nomi prestigiosi, da Herbie Hancock a Mario Biondi ai The Roots, attirando folle di spettatori. Ma durante il festival accade anche qualcosa di più. A sostenere e completare la parte “istituzionale” c’è una componente del tutto spontanea che si è andata consolidando negli anni e che non compare nel programma ufficiale: l’arte di strada, senza nessun biglietto d’ingresso.

Foto di Beatrice Acciari

Lungo Corso Vannucci si crea una particolare sinergia tra gli artisti, attenti a coordinarsi nelle loro esecuzioni musicali e a non coprirsi l’uno con l’altro, mettendo in piedi una programmazione improvvisata, basata anche sulle condizioni metereologiche che quest’ anno aiutano poco. Si conoscono pur provenendo da parti diverse: Umbria Jazz è per loro una seconda casa e un’occasione di incontro dove sperimentare e arricchire il loro repertorio contaminandosi con musiche diverse. Si spartiscono le postazioni, catturandosi l’attenzione di un proprio pubblico, il pubblico della strada, coinvolto e partecipe. Camminando in direzione di Piazza Italia i primi che si incontrano sono gli Heavy Wood, scatenati e magnetici: Roberto, Nate e Franco. Uno strano mix dal Montana a Ponte Felcino: quello che ne viene fuori sono anche canzoni tradizionali pugliesi cantate da un americano. Il gruppo si è costituito a Perugia ed è attivo da parecchi anni, i ragazzi ormai sono dei veterani di Umbria Jazz. I pezzi li compongono loro, il genere è un folk acustico dinamico con derive sempre più rock. «Stare qui ci ha insegnato molto, dà un’ispirazione che non si può avere sopra un palco», dice Nate, «Riusciamo a capire esattamente cosa sente il pubblico. È un’occasione rara che ci permette di essere veramente noi stessi». Aggiunge Roberto: «La strada è dura, trovi dal bambino all’anziano, ed è utile per capire meglio come funziona la musica che suoni».

Foto di Pamela Ceccarelli

Proseguendo si viene sorpresi da un’atmosfera particolare, ascoltando un primo brano ci si immerge in sonorità che richiamano l’Africa, poi si passa con un colpo d’orecchio alla Parigi degli anni ’30: sono i DansLaRue, Marco e Simone dalla provincia livornese. Il repertorio è composito, spaziando dal blues allo swing alla musica hawaiana, africana, indiana: «Facciamo il giro del mondo con gli strumenti». Il duo, come dice il nome stesso, nasce sulla strada dall’idea di due vecchi amici, proprio per avere l’occasione di esibirsi a Umbria Jazz, ed è il quarto anno di fila che sono qui: «Siamo avvolti in una bolla di bellezza!». Davanti al Teatro del Pavone dispongono la strumentazione i Jesters Blues: Matteo, Francesco, Vassilis; chitarrista e batterista perugini, bassista cipriota, si sono formati a Londra dove studiano in un’ac-

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cademia musicale e dove si esibiscono spesso in giro per locali. I due componenti di Perugia si sono conosciuti in questa piazza durante una jam session, e tornano ogni anno per Umbria Jazz alla quale sono particolarmente affezionati: è grazie ai concerti ascoltati qui da ragazzini che si sono avvicinati alla musica che suonano oggi, jazz, funk e blues. «Quando ci esibiamo qui il sabato sera succede di tutto: una volta c’era una festa di matrimonio, si sono messi tutti a ballare e mentre suonavamo la madre della sposa ci imboccava con dei dolci!», raccontano.

Foto di Beatrice Acciari

Foto di Pamela Ceccarelli

Più avanti fa base un terzetto torinese, la parte più propriamente jazz della strada insieme ai Jesters Blues: la loro musica si ispira infatti al gipsy jazz di Django Reinhardt. Due chitarre e un contrabbasso: Dario, Alessandro, Isabella. Gli Accordi Disaccordi - si chiamano così -, musicisti per professione, suonano in diverse occasioni e non solo in Italia. Iniziano in due quasi per gioco venendo in vacanza a Umbria Jazz, l’anno dopo conoscono la contrabbassista durante il festival e la coinvolgono nel progetto. La città in questi giorni è frizzante, dicono, ricca di stimoli, un’atmosfera che non hanno ritrovato altrove. «Colpisce l’alta concentrazione di musicisti di strada che negli anni sono aumentati», spiega Isabella, «con i quali capita anche di fondersi per suggestive jam session. Quando sono venuta nel 2008 per la prima volta non era così, per suonare in strada abbiamo dovuto fare delle battaglie, andare a chiedere i permessi in giro. Pian piano la situazione è migliorata e adesso sono più permissivi».

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Foto di David Montiel

Foto di Pamela Ceccarelli

Un po’ più in disparte, in Via Maestà delle Volte, c’è la solista Elisa Callejera, in viaggio con il suo camper per il tour estivo, che suona la chitarra e canta cover in acustico. Mezza milanese, mezza siciliana, dopo cinque anni lascia il lavoro in un ufficio a tempo indeterminato e decide di cambiare vita. Racconta ancora euforica che le è capitato di fare una jam con un musicista della programmazione ufficiale. Le due anime di Umbria Jazz sanno anche dialogare tra loro. Lavinia Rosi


il nostro progetto, Il nostro progetto, IN TUTTE LE SUE DECLINAZIONI. Il nostro LE SUE DECLINAZIONI. in tutteprogetto, le sueIN TUTTE declinazioni Il nostro progetto nasce per raccontare, promuovere e supportare l’impegno positivo

Il nostro progetto, IN TUTTE LE SUE DECLINAZIONI.

di Ilcittadini, organizzazioni, e comitati, nel viverel’impegno gli spazi della Città. nostro progetto nasce perassociazioni raccontare, promuovere e supportare l’impegno positiIl nostro progetto nasce per raccontare, promuovere e supportare positivo di cittadini, organizzazioni, associazioni e comitati, nel vivere gli spazi della Città. vo di cittadini, organizzazioni, associazioni e comitati, nel vivere gli spazi della Città. Ci sarà ampio spazio per chiunque abbia voglia di condividere le proprie

Ci sarà ampio spazio pervive chiunque abbia di condividere le proprie esperienCi esperienze sarà ampio spazio per chiunque voglia di condividere le proprie sui luoghi che eabbia in cui vive.voglia Il nostro progetto per promuovere supportare positivo ze sui luoghi chenasce vivevive e inraccontare, Lo scopo delefree press èl’impegno offrire una sintesi e uno esperienze sui luoghi che ecui invive. cui vive. di cittadini, organizzazioni, associazioni e comitati, nel vivere gli spazi della Città.

Perugiauna Autogestita Positiva. Lospazio scopocomunicativo del free pressalla è offrire sintesi ee uno spazio comunicativo alla Perugia

LoAutogestita scopo free pressper è chiunque offrire una sintesi spaziolecomunicativo alla Perugia Ci saràdel ampio spazio abbia vogliaediuno condividere proprie e Positiva. Autogestita e Positiva. esperienze sui luoghi che vive e in cui vive.

Lo scopo del free press offrireche unalavorano sintesi e uno comunicativo alla Perugia Nel nostro Free Press trovano spazio tutte le èrealtà perspazio una socialità Nel nostro Free Press trovano spazio tutte le realtà che lavorano per una socialità dal Autogestita e Positiva. dal basso eFree che ogni lavorano per costruire e spaziper condivisi, eventi Nel nostro Pressgiorno trovano spazio tutte realtà luoghi cheluoghi lavorano una socialità dal basso e che ogni giorno lavorano perlecostruire e spazi condivisi, eventi e LUOGHI COMUNI e che ogni giorno lavorano per costruire luoghi e spazi condivisi, eventi e LUOGHI COMUNI ebasso momenti di socialità. momenti di socialità. momenti socialità. Neldinostro Free trovano spazio tutte aperte le realtàache lavorano per una socialità daldi Se vuoi partecipare allePress riunioni di redazione, tutti quelli che hanno voglia basso e che ogni giorno lavorano per costruire luoghi e spazi condivisi, eventi e LUOGHI COMUNI Sevuoi vuoi alle riunioni di redazione, aperte a tutti quelli cheehanno di saperne dipartecipare più sul nostro progetto, ecco gli orari: lunedì dalle 18 allehanno 20 venerSe partecipare alle riunioni di redazione, aperte a tutti quelli che vogliavoglia di momenti di socialità. saperne di più sul nostro progetto, ecco gli orari sono: lunedì dalle 18 alle 20 e venerdì dì dalle 14.30 alle 18, presso l’Urban Center di Perugia (via di S. Ercolano, 5). saperne di più sul nostro progetto, ecco gli orari sono: lunedì dalle 18 alle 20 e venerdì Se vuoi partecipare alle riunioni diCenter redazione, aperte a (scalette tutti quellidi che voglia di dalle1515 alle18.30, 18.30, presso l’Urban di Perugia S. hanno Ercolano). dalle alle presso l’Urban Center di Perugia (scalette di S. Ercolano). saperne di più sul nostro progetto, ecco gli orari sono: lunedì dalle 18 alle 20 e venerdì Contattaci o 15 scrivici una email se se vuoi essere presente neldinel nostro Free Press o seo se vuoi dalle alle 18.30, presso l’Urban Center di Perugia (scalette S. Ercolano). Contattaci scrivici una email vuoi essere presente nostro Contattaci o oscrivici una email se vuoi essere presente nel nostro Free Free PressPress o se vuoi vuoi condividere con noi qualche esperienza: luoghicomuni@officinasmec.it condividerecon con qualche esperienza: luoghicomuni@officinasmec.it condividere coicoi qualche esperienza: luoghicomuni@officinasmec.it NUMERO 2 - GIUGNO 2014 - OFFICINA SMeC - DISTRIBUZIONE GRATUITA

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Anno I- Giugno 2014 - n° 2 - Registrazione Tribunale di Perugia n° 844/2014

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LUOGHI COMUNI - IlLuci Magazine che Racconta ladelle Perugia dal Basso I - Agosto/Settembre 2014e-Communication. - n° 4 - Reg. Tribunale della Città Vecchia - Tavolo Assni.Vista del Centro Storico.- Anno EDIZIONE: SMeC - Social Multimedia FOTO: di Perugia n° 844/2014 Arianna Tei, David Montiel,RGiancarlo Pastonchi. Progetto Share My - Soc. Coop. Soc. Borgorete via F.lliE.Cairoli, 24 Amnesty International Editore: Borgorete Soc. Coop. Soc; Direttore esponsabile : G. Dozzini; Redazione e CEuropean ontributi: City D. Montiel, I. Finocchiaro, L.-Rosi, Filippelli, - 06125 - Perugia. sharemycity@gmail.com | 075 5145126 075 514511. LUOGHI COMUNI lo trovate all'interno delle sede dell'UrPerugia, Young Angles, G. Gamba, Le Riciclamiche, E. Melonari ; Foto: D. Montiel, A. Cefalo, G. Pastonchi, A. Brancaccio, F. Boccabella, Amnesty InternabanSMeC: Center,G. delle Associazioni e dei negozi e locali centro storico. REDAZIONE Dozzini, D. Montiel, A. Cefalo, M.del Calesini, N. Tassini, Emanuela, P. Pettirossi. COMUNICAZIONE EVENTI: Le tional Perugia, Young Angles, S. Baffetti, Le Riciclamiche, B. Acciari, S. Nitrola ; Progetto Grafico, Impaginazione: SMeC- Social Multimedia e-Communication

Luci della Città Vecchia - Tavolo delle Assni. del Centro Storico. EDIZIONE: SMeC - Social Multimedia e-Communication. FOTO: With the financial support of the

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