Esiste una sola storia

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ESISTE UNA SOLA STORIA , O SI PUO’PARLARE DI “STORIE” DIVERSE ?..di chalbi monica Il problema del “fare storia” è diventato più complesso a mano a mano che ci si è accorti che “tutto ha una storia” e , d’altra parte , che tutte le storie – quella politica , o dei fatti immediatamente giudicati come politici ; quella religiosa ; quella letteraria ; e così via sono in rapporto tra loro , dipendendo le une dalle altre. E’ possibile scrivere storie “speciali” : dell’arte ad esempio ; dell’economia ; della tecnica , o addirittura di aspetti particolarissimi dell’evoluzione umana , ad esempio la storia del libro. Ma non si possono ritenere isolati i vari tipi di fatti. La diffusione del Cristianesimo non ha anche un effetto politico ? Il modo di vivere della società greca non ha un’immediata influenza sulla storia letteraria del IV a. C.? Parimenti , i “personaggi storici” , sì uomini intorno ai quali si concentra l’attenzione di un’ epoca , e quindi da essi – cioè dalla loro presenza , dalla loro decisione , dal loro modo d’intendere le cose – dipendono le scelte e gli avvenimenti di molti altri uomini ; perciò gli storici se ne interessano particolarmente. Ma questi personaggi sono pure l’espressione del loro tempo , per un certo aspetto essi sono dominati proprio dai bisogni , dalle forze , dai problemi che essi sembrano dominare ; dirigono ed orientano solo se interpretano , scoprono, accettano le indicazioni della “storia” , cioè dell’evoluzione dell’umanità di cui sono parte. Questa relativa dipendenza dei singoli uomini , siano pur “grandi , è ancora più evidente se si pone attenzione ai rovesciamenti di significato che la storia produce : i fatti , le persone , gli aspetti , che sembrano ai contemporanei molto importanti , appaiono spesso ai posteri in una luce diversa ed il loro ricordo deve poi fare i conti con quello di aspetti e realtà prima in ombra. Perché ritornare al passato ? Non è possibile dunque rispondere alla domanda sul perché lo storico fa storia intendendo la sua curiosità come un sentimento semplice e distaccato dall’insieme dei motivi generali dell’agire umano. La ricerca storica vuol rispondere al bisogno di capire come si sono via via formate le cose e le situazioni umane , di quali rapporti sono il risultato , quali possibilità hanno realizzato e quali hanno invece impedito. Lo splendore dell’Impero Romano è stato veramente e in tutto culmine di progresso , di civiltà partecipata da tutti ? Chi ha pagato la grandezza , la ricchezza , il successo dei potenti ? La grande capacità che avevano i cittadini greci di organizzarsi attivamente , partecipando tutti con piena consapevolezza alle vicende della propria città , non si è anche risolta in un esasperato sentimento della autonomia della polis ? E questo non ha impedito ai greci di conquistarsi le condizioni durevoli di una serena e pacifica convivenza con le altre città , con gli altri Stati (si vedano le lotte tra Atene e Sparta) ?


Per cui infine , l’espansione imperiale di Alessandro Magno è stata certamente il segno e , reciprocamente , la causa della decadenza di questo senso comunitario e dell’impegno politico, democratico , di tutti. Quali eredità ha lasciato il genio romano della legislazione , della codificazione dei rapporti sociali ? E’ indubbio che il difficile rapporto anche odierno tra uno stato forte , rigido , ma concentrato nel potere di pochi , e le esigenze , le irrequietezze di molti che si affacciano via via alla vita “pubblica” , trae la sua origine da quelle antiche esperienze e dai loro sviluppi moderni. La ricerca storica nasce , in fondo , dal bisogno di capire il presente , di che cosa è fatto , da dove viene, quali problemi eredita , di quali prospettive dispone. Per questo la ricerca storica non è un affare privato dello storico , ma risponde ad un bisogno dell’ uomo semplicemente , e quindi di tutti gli uomini in generale. Lo storico è piuttosto una sorta di “funzionario” , libero e inventivo s’intende , della memoria dell’umanità.


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