La societa

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LA SOCIETA’…..DIFETTO STRUTTURALE ? …di chalbi monica Possiamo definire un “difetto strutturale”, quando il numero dei componenti, di un gruppo, quasi sempre elevato, consente appena, delle relazioni interpersonali, all’interno di una società. In origine è il gruppo, tra i cui membri sono esplicitamente o reciprocamente stabilite delle relazioni psicologiche. Alla pari di qualsiasi altra società, il gruppo ha la propria personalità d’assieme, la quale si fa sentire su ogni membro. La pressione che scaturisce da essa, non oscura del tutto le personalità individuali, poiché si tratta di una società ristretta, dove tutti i membri si riconoscono, si rispettano, ed esercitano un influenza reciproca, gli uni sugli altri. La famiglia gioca un ruolo determinante, rispondendo a queste specifiche caratteristiche di gruppo. Si tratta di un gruppo imposto, dove tutti sono costretti a rispettare delle regole. La caratteristica che colpisce del gruppo, è la sua unità, infatti gli individui che ne fanno parte si comportano come organi diversi, di uno stesso organismo. Questo collegamento delle parti, si puo’ chiamare, la struttura del gruppo. La strutturazione, è la caratteristica è piu’ visibile, di un gruppo costituito, di una società. All’interno di un gruppo, si stabiliscono tra i membri che lo compongono, certi legami. Se consideriamo questa interazione, dal punto di vista intellettuale, potremo notare che i membri, tutti i ,membri, si conosono vicendevolmente e la sua interazione prende il nome di comunicazione. Se invece questa interazione, la considerassimo dal punto di vista affettivo, noteremo che i membri si accettano a vicenda, quindi sarebbe una coesione. Quindi, per poter capire la struttura di una società, dovremo parlare di interazione, comunicazione e coesione, caratteristiche fondamentali per il formarsi di un gruppo. Da un punto di vista piu’ profondo, pero’, cio’ che fa si che il gruppo, o società, si costituisca, si mantenga, che progredisca, è il fatto che i membri contenuti al suo interno, arrivino a perseguire un medesimo scopo, un medesimo obiettivo. I membri che si pongono al servizio di questo obiettivo, dovranno sottomettersi ad una certa disciplina, al fine di un raggiungimento di un obiettivo comune, la solidarietà nei confronti del gruppo e nei confronti della società, formata dagli altri, dal prossimo. Il termine solidarietà, pero’, non si deve prestare all’equivoco, anche se si puo’essere contro una morale d’interesse comune. Alla base sta un bisogno, ossia la mancanza di qualche cosa di obiettivamente necessario, obiettivamente condivisibile: bisogno. Il bisogno puo’essere materiale, spirituale, naturale, o acquisito, e questo bisogno acquisito puo’essere artificiale e perfino contro natura. Dal bisogno, infatti, nasce il desiderio, che è la presa di coscienza di un bisogno, di una necessità, di un esigenza. Ma esistono anche bisogni di cui nessuno di noi ha coscienza e , desideri che corrispondono a falsi bisogni. Quando il desiderio, viene messo in presenza del suo oggetto, per questo oggetto, la nostra coscienza prova un sentimento che viene definito d’interesse. L’interesse è quindi una disposizione affettiva, favorevole nei confronti di qualche cosa o, nei confronti di qualcuno. L’interesse, rappresenta la leva del dinamismo dell’uomo, e qualsiasi comportamento ad esso riferito, rappresenta il raggiungimento di un fine che ci interessa in un dato momento. Da qui nasce una libertà psicologica, e per libertà intendiamo riferirci a quell’uomo che è padrone della propria decisione, della propria idea, anche se è pari ad un prigioniero, poiché non è padrone dell’esecuzione materiale di questa decisione, non è padrone della messa in pratica della sua idea. La libertà, infatti, viene spesso definita come potere di scelta. Noi non neghiamo che la scelta possa essere libera, ma cio’ che costituisce la sua libertà, non consiste nell’essere una scelta, bensì nel fatto che l’uomo si è deciso da solo, e con tutto se stesso, a cio’, che ha scelto di fare liberamente, e giunge a decidersi senza esitazione preliminare, e quindi senza scelta obbligata o costrizione. Per poter spiegare meglio quanto sopra, prenderemo come esempio un uomo ed una donna che si danno liberamente, l’uno all’altra, senza che né l’uno, né l’altra, siano stati posti in una posizione di scelta forzata, o obbligata. L’uomo è definito libero, quando la sua decisione ha la propria radice in lui stesso, o piu’ precisamente nella sua ragione, poiché è la ragione che costituisce il suo essere. L’impegno del soggetto e la di lui fedeltà, rappresentano le basi della sua libertà, senza la quale un essere umano non sarebbe degno di essere chiamato tale…



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