POR TFO L I O S O P H I A O N G A R ATO ǀ 2 8 7 0 2 4 ǀ
ǀ D I PA R T I M E N T O C U LT U R E D I P R O G E T T O ǀ A R C H I T E T T U R A C O S T R U Z I O N E C O N S E RVA Z I O N E ǀ
ǀ U N I V E R S I T Á I U AV D I V E N E Z I A ǀ A N N O A C C A D E M I C O 2 0 1 9 / 2 0 2 0 ǀ
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D I PA RT I M E N T O D I C U LT U R E D E L PROGETTO Corso di studio ARCHITETTURA COSTRUZIONE C O N S E RVA Z I O N E Università Iuav di Ve n e z i a A/A 2019-2020 Terza sessione
PORTFOLIO Sophia Ongarato 287024
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POR TFO L I O 2 0 2 1
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INDICE INTRODUZIONE
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PROGETTI: I
Frammenti Veneziani
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II
Una casa per gli artisti
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CSH 26 Case Study House
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Villa Valier
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Negozio Olivetti
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IV
L’arte e i 5 sensi: Orto-terapia
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V
Riunire / Disperdere
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VI
Residenza per studenti
66
VII
Le infinite città invisibili
III
78
VIAGGI STUDIO: VIII
Frammenti Berlinesi
88
Frammenti Greci
90
WORKSHOP: IX
Nuove rovine
BIBLIOGRAFIA
92 100
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6
INTRODUZIONE FRAMMÉNTO Framménto (ant. fragménto) s. m. [ d a l l a t . f r a g m e n t u m , d e r. d i f r a n g ĕ r e « r o m p e r e » ] . – 1. Ciascuno dei pezzi in cui s’è rotto un oggetto, o, più genericam., piccola parte staccatasi o tolta da un oggetto: un f. di vetro, di ceramica; un f. d’osso; un f. del frontone del Partenone.
U
n frammento viene definito come una porzione di un oggetto di qualsiasi tipologia che riesce a raccontare una storia della sua origine e nello stesso tempo ne crea una nuova. L’architettura può fare anche questo, considerando ciò che è stato fatto nel passato per poi evolversi nel tempo, prendendone a volte anche solo un’ispirazione per realizzare qualcosa di inedito. La nozione di “frammento” risulta difficile da definire in modo univoco: in ogni arte prende una sfumatura diversa: nelle fornaci muranesi, per esempio, per creare nuovi vasi o lampadari, venivano utilizzati vecchi scarti di materiale vitreo ridando loro una nuova vita e rendendo unico il nuovo oggetto. Nel restauro architettonico, invece, viene tutelato il valore dei singoli “frammenti” e rispettivamente dalla
loro istanza storica ed estetica che dallo studio approfondito riescono a svelarci il loro ruolo: da un semplice frammento si può ottenere un valore nascosto, ampliandone la nostra creatività senza vanificare il passato. Di Ogni singolo insegnamento che ho ricevuto in questo percorso accademico ho cercato di comprendere appieno il valore intrinseco anche di ogni singolo “frammento” di lavoro che ho saputo realizzare, cercando, anno dopo anno, di integrare uno con l’altro tutti i capitoli del grande libro di conoscenze che dovrò scrivere per realizzare la mia preparazione. Questo portfolio porta i piccoli “frammenti” che maggiormente hanno segnato il mio percorso formativo completato fino ad oggi e che faranno parte fondamentale del mio futuro.
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S TO R I A D E L L A R A P P R E S E N TA Z I O N E F O T O G R A F I C A D E L L’ A R C H I T E T T U R A
I F c o o t n o c g e r t a t f u i a a l e
FRAMMENTO VENEZIANO Kenneth Josephson • Prof.: Angelo Maggi • Assistente.: Andrea Nalesso
enneth Josephson è un fotografo americano, considerato un pioniere della fotografia concettuale. Nel corso della sua carriera Josephson ha esplorato i concetti di verità fotografica e di illusione, producendo opere che si servono del bianco e del nero; stratificando notoriamente le immagini fotografiche all’interno delle immagini; offrendo un commento ironico sulla verità e l’illusione fotografica e utilizzando la fotografia stessa per mettere in discussione la veridicità del mezzo. Nell’arco della sua lunga carriera, un corpus di immagini visivamente coerenti e sempre affascinanti riflettono fortemente un tempo e un luogo, pur restando paradossalmente atemporali. Il fotografo americano ha esplorato varie tematiche riconducibili al complesso rapporto
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tra l’immagine e l’oggetto, quello tra la verità e l’illusione fotografica e tra il tempo e la prospettiva spaziale. Il progetto eseguito consisteva nel seguire le linee guida caratteristiche di questo fotografo, immergendosi nel suo mondo attraverso la città di Venezia. Nell’ opportunità di provare a far emergere la sua bellezza atemporale, tramite l’insegnamento dell’artista, utilizzando una gamma variegata di tecniche come il collage e le esposizioni multiple, ho prodotto una serie di fotografie concettuali, tra le quali ho scelto di presentare l’illusione della città di notte sotto la pioggia all’interno del giorno e della città sottoposta al movimento.
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UNA CASA PER GLI ARTISTI COMPOSIZIONE ARCHITETTONICA E URBANA - MAZZORBO(VE)
• Prof.: Arch. Armando Dal Fabbro e Massimo Rossetti • Assistente.: Arch. Camilla Donantoni
uesto progetto è nato dalla volontà di realizzare degli spazi dedicati agli artisti come dimora temporanea, nella zona di Mazzorbo situata nel comune di Venezia. La necessità di creare un luogo come questo nasce dal desiderio di riqualificare il territorio. Nella consegna dei docenti c’è stato fornito uno spazio limitato da cui iniziare il proprio studio geometrico e una ricerca compositiva in un contesto lagunare particolare e delicato come quello Veneziano. La Casa per gli Artisti stile razionalista di Pietro Lingeri è stata di grande influenza estetica iniziale. Il progetto si propone dall’interno della ricerca compositiva come collage, una metodologia utilizzata come una tecnica di procedimento compositivo architettonico.
Q
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Altre fonti d’ispirazione come ad esempio : Frank Lloyd Wright con Willey House in Minneapolis USA e Casa Errazuliz in Cile di Le Corbusier. Con lo scopo di frammentare i loro pensieri più iconici per unirli, componendoli e creando una nuova forma e una struttura che racchiudesse le peculiari caratteristiche di questi esponenti.
L A B O R AT O R I O I N T E G R AT O 1
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II
PLANIMETRIA SECONDOPIANO 1:500
PLANIMETRIA PRIMOPIANO 1:500
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DISPOSIZIONE DEGLI INTERNI
MODULO GEOMETRICO
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I.
II.
III.
IV.
V.
VI.
I. Sezione A-A’ 1:200
II. Sezione B-B’1:200
III. Prospetto NORD-EST 1:200
IV. Prospetto NORD 1:200
V. Prospetto SUD-OVEST 1:200
VI . Prospetto SUD 1:200
Assonometria DETTAGLIO
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Spaccato assonometrico
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CSH 26 RILIEVO E DISEGNO S A N R A FA E L ( U S A ) Case Study House
• Prof.: Fiorenzo Bertan
Harrison Hause, 1962-63 San Marino Drive, San Rafael Beverley Throne
L
a sfida dell’architetto è stata quella di provare a costruire una casa singola per famiglia nel piano inclinato di una collina, utilizzando l’acciaio in modo creativo. La sua soluzione è stata quella di collocare lo spazio principale della casa sotto la tettoia dell’entrata, creando una specie di piattaforma. Questo piano è sostenuto da una specie di cassoni in cemento, su cui sono poste delle strutture in acciaio a distanza modulare di circa 3 metri. Tutte le stanze principali della casa, a eccezione della cucina, della
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sala da pranzo e la sala d’entrata sono situate lungo il retro della casa, di fronte a una vetrata scorrevole (anziché un muro) che permette l’accesso a un terrazzo panoramico. La casa è tuttora mantenuta nelle condizioni originali. L’esercitazione di questo progetto aveva lo scopo di ricavare le proporzioni dell’edificio tramite una ricerca approfondita e riproducendolo manualmente.
B’
A
A’
B
Planimetria 1:200
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Sezione 1:200 A-A’
Sezione 1:200 B-B’
Prospetto 1:200 SUD-OVEST
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Prospetto 1:200 OVEST
Prospetto 1:200 EST
Prospetto 1:200 NORD-EST
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Fotografie 1963
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Assonometria 1:500
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S TO R I A E R E S TA U R O D E L L’ A R C H I T E T T U R A
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III
XV
VILLA VA L I E R
XVI
RICERCA STORICA - MIRA (VE) Storia delle tecniche costruttive
XVII • Prof.ssa : Alessandra Ferrighi
uesto progetto consiste nella ricerca delle tecnche di fabbricazione e trattamenti dei materiali utilizzati dai costruttori antichi per realizzare edifici di carattere monumentale. Applicando la conoscenza teorica dei materiali tradizionali ad uno studio sul campo, è stata presa in esame Villa Valier Bembo “alla Chitarra” del XVII secolo. È situata in riva destra del Brenta in località Gambarare (VE). Il complesso è costituito da: una maestosa barchessa, la cappella gentilizia e gran parte del fabbricato con un’ elegante scala a chiocciola dove i gradini a sbalzo richiamano gli esempi dei trattatistiti cinquecenteschi e gli studi del Palladio. All’inizio dell’ottocento è stata demolita l’ala dell’edificio che arrivava fino alla sponda del fiume
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ed era cosiderata l’entrata trionfale della Villa. La facciata principale odierna del palazzo presenta un affresco che raffigura un musicista con la chitarra, per questo motivo la Villa viene soprannominata “alla Chitarra”. Nelle seguenti pagine si presenta uno studio dettagliato della tipologia, funzioni e di alcuni elementi costruttivi della Villa presa in considerazione.
XVIII
XIX 29
Abitazione del custode e giardiniere Giardino EST (sistemazione recente) Giardino OVEST Fabbrica Cantine Barchessa Oratorio Granaio/sistemazione agricola Brolo Asse alberata, ingresso brolo
Carta tecnica regionale. Regione Veneto, località Gambarare (VE), 1:10000
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Carta tecnica regionale. Regione Veneto, dettaglio Villa Valier - Gambarare (VE), 1:5000
INQUADRAMENTO : Localizzazione
I.
IV.
II.
V.
III.
VI.
I. Lato NORD cantine/sistemazione agricola.
II. Lato SUD, Barchessa e Oratorio lato Est.
III. Lato SUD Barchessa lato Ovest.
IV. Lato NORD, cantine e Fabbrica.
V. Lato NORD-EST, Barchessa e cantine/sistem. agricola
VI. Lato OVEST, Prospetto principale ( ingresso Naviglio).
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ABACO DEI SISTEMI COSTRUTTIVI
STRUTTURA VERTICALE
STRUTTURA O R I Z Z O N TA L E
STRUTTURA COPERTURA
STRUTTURA COLLEGAMENTO
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FORMA Configurazione: Struttura a muro portante in mattoni pieni
TECNICA C O S T R U T T I VA Tipo di struttura: muratura ad ossatura portante
M AT E R I A L I mattoni di dimensioni naturali: laterizi pieni; malta di allettamento composta da sabbia e calce idraulica
Apparecchiatura: a corsi regolari disposti di testa e di lista
FORMA
TECNICA C O S T R U T T I VA
Configurazione Struttura a muro portante in mattoni pieni
Struttura primaria: orditura semplice di travi in legno massello a sezione rettangolare taglio a sega (dai sottili tagli paralleli); Struttuta secondaria: tavole di legno disposte parallelamente rispetto all’asse delle travi principali; Estradosso: massetto di sottofondo per il terrazzo veneziano;
Intradosso: solaio a vista con finitura in tempera;
FORMA
TECNICA C O S T R U T T I VA
M AT E R I A L I
Configurazione: tetto a due falde con teste a padiglione su pianta rettangolare, tetto a due falde per il fronte nord e tetto a due falde in corrispondenza dei quattro abbaini sul fronte sud;
Struttura primaria: capriata alla palladiana semplice in legno massello; Struttuta secondaria: correnti di legno massello; Elementi secondari: pianelle in laterizio legate con malta di calce e sabbia; Manto di copertura: coppi;
legno massello, laterizio, malta di calce, sabbia.
FORMA
TECNICA C O S T R U T T I VA
M AT E R I A L I
Configurazione: Scala a chiocciola a impianto ovale;
Struttura primaria: lastre marmoree a sbalzo fissate direttamente nella parete muraria senza l’ausilio di supporti; Elementi secondaria:
M AT E R I A L I legno massello
pietra d’Istria.
/ Parapetto: ringhiera in ferro battuto;
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ABACO DEI SISTEMI C O N N O TA N T I ELEMENTI INTONACO ESTERNO
M AT E R I A L I Intonaco di finitura composto da grassello di calce aerea colorato con polvere di laterizio; TECNICA C O S T R U T T I VA
FORMA Morfologia: Intonaco semplice base calce;
Stesure/rapporti stratigrafici: I. Rinzaffo; II. Arriccio; III. Intonachino; Lavorazioni superficiali:
ELEMENTI INTONACO INTERNO
M AT E R I A L I
FORMA
TECNICA C O S T R U T T I VA
Morfologia:
Rinzaffo: calcina grassa, sabbia Arriccio: malta (sabbia, pietrisco), calce spenta; Tonachino : sabbia fine, polvere di marmo,calce;
Intonaco semplice base calce, affresco;
Stesure/rapporti stratigrafici: I. Rinzaffo; II. Arriccio;
ELEMENTI PAV I M E N T O
M AT E R I A L I Calce spenta, rottami di mattone, stucco, pietra; TECNICA C O S T R U T T I VA
FORMA
Morfologia: “Terrazzo” Veneziano in calce;
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Strato preparatorio: I. sopra il solaio si getta il sottofondo di rottami di mattone pietra e calce spenta (spessore: 10+20cm); II. stesura del
Per la lisciatura del rinzaffo e l’arriccio viene utilizzato il fratazzo utilizzato a movimenti circolari, mentre per la finitura “intonachino” la stesura avviene con sabbia a grana grossa. Tinteggiatura: Rinzaffo: calce idraulica, sabbia, cocciopesto; Arriccio: malta bastarda, sabbia, cocciopesto; Intonachino : grassello calce aerea, cocciopesto. III. Tonachino; IV. Carbonatazione; Lavorazioni superficiali: Il Tonachino è l’ultimo strato dell’intonaco che riceve la coorazione composto da sabbia fine, polvere di marmo e calce. Tinteggiatura: Il tinteggio viene a fresco direttamente sul tonachino e si conserva con il processo di carbonatazione.
coprifondo di polvere grossa di mattone e calce spenta (spessore: 2+4cm); III. ”stabilitura” marmorea in calce (spessore: 1+2cm); Finitura: Levigatura con pasta: stucco confezionato con polvere di marmo impalpabile e calce; Schema/disposizione: granulometrie variate in “semina” di giallo Mori, “cogolo”, pietra d’istria, calcare rosso di Verona e nero assoluto.
C O M PA R A Z I O N E T R AT TAT I S T I C A
La scala del convento di Santa Maria della Carità ( Galleria dell’ Accademia)
La scala elicoidale della Villa Valier
A N D R E A PA L L A D I O Scale a chiocciola a impianto ovale (da “I Quattro Libri…” 1570, Libro Primo, cap. XXVIII “Delle Scale”; segnata con la lettera F, la scala del convento della Carità).
collegare ogni piano con eleganza e senza disturbo. ( riferimento disegno F, senza colonna di mezzo);
I) P O R T A : scala nascosta rispetto a quella d’ingresso, ma comunque lodata e facile Durante l’analisi della Villa Valier da trovare. abbiamo riscontrato una somiglianza tra le scale dell’ignoto architetto II) F I N E S T R A : ciquecentesco rispetto alle scale a le aperture delle finestre devono chiocciola a impianto ovale di Pal- essere nel mezzo e alte per fare in ladio. modo che il lume si espanda. Prendendo in studio il suo trattato da “ I Quattro libri dell’Architettura” III) A P E R T U R A siamo riuscite a paragonare molte FINALE: caratteristiche: La fine della scala deve condurre in La scala ha molta importanza nella spazi belli e ornati ( infatti in Villa Fabbrica, il luogo dove costruirla, Valier la scala dal piano terra conlo spazio che può servirle, la loro duce direttamente al piano nobile, in comodità in altezza e larghezza e le una sala ben ornata che collega tutte aperture come possono essere per le altre stanze.).
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S TO R I A E R E S TA U R O D E L L’ A R C H I T E T T U R A
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NEGOZIO OLIVETTI ANALISI TEMPORALE - VENEZIA Storia e teoria del restauro
• Prof.ssa : Emanuela Sorbo
L
’indagine progettuale è nata dallo studio strutturale e compositivo e al suo percorso temporale delle Procuratie Vecchie situate in Piazza San Marco di Venezia. Con particolare attenzione allo spazio collocato nell’angolo sotto il loggiato e il sottoportego del Cavaletto, che venne progettato nel 1958 da Carlo Scarpa su incarico di Adriano Olivetti. La sintesi interpretativa presentata nelle pagine seguenti evidenziano in modo concettuale, l’evoluzione spaziale e compositiva; come dal progetto di conservazione abbia superato le dimensioni ridotte dell’ambiente, di come si è scelto di liberare ingressi per semplificare gli accessi e la loro percorribilità, partendo dal punto di vista urbano fino ad arrivare ad una realtà cosmopolita.
Inizialmente la bottega in cui ora ospita il negozio Olivetti, presentava uno spazio di commercio a livello della piazza, mentre proseguendo con una struttura di collegamento al piano superiore si giungeva a spazi più ridotti che poteva contenere un magazzino. Con l’intervento di Carlo Scarpa è stato fatto un capovolgimento dell’equilibrio interno funzionale e stilistico del negozio, realizzando una doppia altezza riprendendo il concetto della scala rendendola monumentale e caratterizzante come per i materiali e mosaici utilizzati per la pavimentazione.
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XIII SECOLO
CONTESTO URBANO
Negozio Piazza Edifici
SVILUPPO P I A N TA
Interno Esterno Scala
SVILUPPO SEZIONE
Locale 1
Porticato
Locale 2 Locale 3
SVILUPPO PROSPETTI
Facciata Porticato
M AT E R I A L I
Mosaico giallo Mosaico rosso Mosaico blu Cemento Battuto Mosaico bianco
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Materiali di copertura sintetici
XIII SECOLO
1959 1980 SINTESI I N T E R P R E TAT I VA
2011
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L’ A RT E E I 5 SENSI RIQUALIFICAZIONE - TREVISO (TV) EX Fornace Guerra - Gregorij
• Studentesse: Sophia Ongarato 287024, Angela Vezzaro 286411, Gloria Bernardi 286704 • Prof.ssa : Emanuela Sorbo • Assistenti.: Arch. Laura Dal Pos, Arch. Gianluca Spironelli
L
’obiettivo della riqualificazione dell’area della ex fornace G.Gregorij è stato di progettare una spazio ricreativo, di svago e di soggiorno intergenerazionale. Un’opportunità di condivisione sociale e interscambio di esperienze ed informazioni nonch’è di bisogno reciprovo tra bambini, anziani e persone minorate dove tutti possono comprendere o imparare il significato e riconoscimento della vita nel confronto. La pavimentazione è caratterizzante per il progetto. Essa è costituita da laterizi smaltati prodotti e brevettati dalla fornace stessa al tempo della sua attivazione. Abbiamo deciso di attuare il recupero delle matonelle abbandonate come materiale di scarto riportandole alla luce con un
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nuovo utilizzo. Giovani e anziani camminano su questi mosaici che ricordano le radici del passato, ma con uno sguardo verso il futuro. Dall’intero complesso ci siamo concentrate sull’evoluzione e conservazione della falegnameria dell’Ex - fornace realizzando un orto con funzione terapeutica che si basa sull’utilizzo dei 5 sensi ( olfatto, gusto, vista e tatto.). Si progetta la coltivazione delle piante, ponendo attenzione alla ciclicità delle stagioni per ogni tipo di orto-terapia.
L A B O R AT O R I O D I R E S TA U R O
41
IV
1842
1813
SCALA PA E S A G G I S T I C A Lanificio Mazzoto
Lanificio Mazzoto
Lanificio Mazzoto Fornace Appiani
Fornace G. Gregorj
Fornace G. Gregorj
Fornace G. Gregorj
Vetreria di Murano
Vetreria di Murano
Vetreria di Murano
Fondazione Bevilacqua
Fondazione Bevilacqua
Arte e industrie ISTRUZIONE SPETTACOLO AUTOSOSTENTAMENTO
ISTRUZIONE SPETTACOLO AUTOSOSTENTAMENTO
ISTRUZIONE SPETTACOLO AUTOSOSTENTAMENTO
ISTRUZIONE LAVORO
PREVENZIONE dalla GUERRA Canapificio Veneto Lanificio Rossi
Lanificio Carrola
Canapificio Veneto Lanificio Rossi
Fornace Appiani
Lanificio Carrola
Lanificio Mazzotto Fornace Guerra-Gregorj
Vetreria di Murano
Vetreria di Murano
Fornace Appiani Lanificio Mazzotto Fornace Guerra-Gregorj Vetreria di Murano
Società e industrie SCALA URBANA
Cava di argilla Cava di argilla
Rete ferroviaria
Cava di argilla
Rete ferroviaria
Rete stradale
Esposizione di Treviso 1898
Rete ferroviaria
Rete stradale
Rete stradale Opere fornace Guerra Gregorj
Rete tramviaria
Asilo Garibaldi
Opere fornace Guerra Gregorj
Cooperazione con altri stabilimenti
Istituto Turazza
Sile
Sile
Sile
Cultura condivisa
SCALA ARCHITETTONICA
Struttura e funzione Mattonelle smaltate
42 Scomposizione di frammenti
Mattonelle smaltate
1940
1978
2018 SINTESI I N T E R P R E TAT I VA
Educazione per l’arte
Educazione per l’arte
Lanificio Mazzoto
Lanificio Mazzoto
Lanificio Mazzoto
Fornace Appiani
Fornace Appiani
Fornace G. Gregorj
Fornace Appiani
Fornace G. Gregorj
Lanificio Mazzoto
Fornace Appiani
Fornace G. Gregorj Vetreria di Murano
Fondazione Bevilacqua
Fondazione Bevilacqua
Arte per l’educazione
Fornace G. Gregorj
Vetreria di Murano
Vetreria di Murano
LINEAMENTO DEL PROGETTO
Vetreria di Murano
Fondazione Bevilacqua
Fondazione Bevilacqua
ISTRUZIONE SPETTACOLO
ISTRUZIONE SPETTACOLO AUTOSOSTENTAMENTO
SPETTACOLO
Lanificio Conte
Lanificio Carrola
Lanificio Carrola
Fornace Guerra-Gregorj
Lanificio Conte
Fornace Appiani
Lanificio Carrola
Fornace Trevisan
Lanificio Conte
Fornace Appiani
Lanificio Carrola
Lanificio Mazzotto
Fornace Appiani Lanificio Mazzotto
Vetreria di Murano
Dare
Dare
Ricevere
Ricevere
Interscambio
Interscambio
Rete ferroviaria Rete stradale
Rete ferroviaria
linea autobus
Rete stradale
Palazzo 1300
Sile
Opere fornace Guerra Gregorj
Sile
Sile
Mattonelle smaltate Tamponature Abbandono
Fornace Trevisan
Fornace Guerra-Gregorj
Vetreria di Murano
Vetreria di Murano
Opere fornace Guerra Gregorj
Palazzo 1300
Fornace Trevisan
Fornace Guerra-Gregorj
Fornace Guerra-Gregorj
Vetreria di Murano
Canapificio Veneto
Canapificio Veneto
Canapificio Veneto
Fornace Appiani Lanificio Mazzotto
Sile
Mattonelle smaltate Tamponature Abbandono
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I. VII. V. VI.
II. IV. III.
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FUNZIONE STORICA
I. Mezzà
II. Forno
III. Sala degli Artisti
IV. Mattonaia
V. Casa operaia
VI. Falegnameria
VII. Granaio
FA L E G N A M E R I A S TAT O D I FAT T O Planimetria 1:200
Prospetto 1:200
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ANALISI ARCHITETTONICA ORDITURA DELLA M U R AT U R A
I.
II.
III.
V.
VI.
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IV.
I. Pilastri quadrati a quattro teste con mattoni interni
II. Pilastri rettangolari di tre per quatro teste
III. Muri forati con mattoni a blocco
IV. Rilievo prospetto Sud-Est 1:200
V. Rilievo prospetto Nord-Ovest 1:200
VI. Rilievo pianta 1:200
PROGETTO DI RILIEVO
VII. Eidotipo X. Ortofoto facciata 1:200
VII.
X.
VIII.
XI.
IX.
XII.
VIII. Schema di misurazione: trilaterazione, 1:200
IX. Schema di misurazione: sistema di riferimento cartesiano, 1:200
XI. Rilcalco facciata 1:200
XII. Sovrapposizione ortofoto 1:200
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ANALISI FA C C I ATA ANALISI M AT E R I A L I
L1
MC1
L2
MC2
L3
MC3
L4
MC4
T1
C1
FD1
R2
C3
PD4
PB2
ST2
PB1
Distacco e disgregazioe
Ossidazione Deformazione
Efflorescenza
Patina biologica
Rottura
Lacuna malta
Esfoliazione
Alterazione cromatica
Presenza di vegetazione
Lacuna
Frattura
Colonizzazione biologica
Crosta
Scagliatura
ANALISI DEGRADI
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ANALISI I N T E RV E N T I
Trattamento muratura M2,M3,M4;
Trattamento vegetazione infestante
Trattamento su laterizio disgregato
trattamento su laterizio con patina biologica
Trattamento laterizio colonizzazione biologica
Trattamento zone perimetrali
Trattamento su malta con degrado biologico
Trattamento per decoesione malta PU_R,RE7
Trattamento muratura su rottura
trattamento della cresta muraria
trattamento generale sulla targa
Trattamento specifico elementi decorativi
Trattamento specifico su D4;
Trattamento su D5 e D6
Trattamento su decorazioni scagliatura
Trattamento scagliatura dimensione minore
Trattamento decorazioni con patina biologica
Trattamento generale sulla muratura M1
FOTOSIMULAZIONE
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VI.
III
I. II.
V. 50 IV.
I.
FUNZIONE DI PROGETTO MSTERPLAN DI PROGETTO 1:500 I. Mezzà
V. F a l e g n a m e r i a
L’edificio mantiene il suo carattere polifunzionale e di adattamento alle esigenze del tempo. Il più antico manufatto del complesso è il punto di riferimento per gli ospiti. Il fregio dipinto da Arturo Martini viene restaurato, mantenendo la sua funzione identificativa del luogo: punto di diramazione dei percorsi che portano ai vari edifici.
Orto terapeutico. L’edificio continua ad essere caratterizzato dallo stato di rovina e dalla forte presenza di verde, manifestazione della natura che nelle sue forme è cresciuta nelle parti scomparse dell’achitettura. Mediante il processo di riqualificazione la natura non aggredisce più l’edificio, ma torna ad essere in armonia con questo.
II. Forno
VI. Granaio L’edificio nel suo sistema architettonico è il luogo di incontro dei tempi. Atelier di ballo/palestra. Giovani e anziani condividono la Atelier di canto e musica. conoscenza, apprendendo l’uno dall’altro, mentre le diverse attività sono in stretta collaborazione con gli istituti educativi, le biblioteche e le case di riposo della zona di Treviso. Il prospetto principale è restaurato: simbolo della sacralità del valore della condivisione della conoscenza e del coninuo scambio fra pratica e ideale. III. Mattonaia Luogo di scultura con materie primitive. I mattoni dipinti del prospetto vengono restaurati e prendono il significato di identificazione delle funzioni di produzione artistica nell’edificio. I V. C a s a o p e r a i a Infemieria -magazzino. Il luogo mantiene lo stretto collegamento con l’accesso e la strada.
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FUNZIONE DI PROGETTO I N T E RV E N TO S U L L E CRESTE MURARIE
ORTO-TERAPIA
Intervento di consolidamento e protezione della cresta muraria, mediante la costruzione di uno o più strati aggiuntivi costituiti da materiale originario della fornace. Tale intervento consiste nella ricomposizione delle lacune e nel conferire una forma appropriata alla parte superiore del complesso murario. Una scelta estremamente imoportante è stata di fare attenzione al tipo di malta e laterizio da utilizzare a scopo di prolungare il tempo all’intervento e di perservare le parti originali. Includendo una guaina impermeabile che permetta una maggiore protezione alla muratura originaria e contemporaneamente renda il processo reversibile.
Piante utilizzate: lavanda selvatica, rosmarino prostrato, melograni, spighe, more, lamponi, fragole di bosco, calicanto, astibe, persicaria, roseto e vite.
I N T E RV E N TO S U L L E APERTURE Intervento di consolidamento nelle zone perimetrali alle aperture ricavate dalla demolizione delle tamponature. L’intervento di rinforzo si ottiene mediante il posizionamento di angolare metallici uniti tra loro in tutta la larghezza e profondità dello stipite e della piattabanda tramite saldatura a caldo agli elementi metallici di collegamento. Per tale provvedimento è stato scelto l’acciaio corten per la riquadratura mettalica. Questo materiale l’abbiamo identificato a scopo di arricchire le forme semplici e pulite dell’edificio, di creare un’alternanza materica e cromatica tra il laterizio ed il metallo e per minimizzare la necessità di manuntenzione.
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Quest’ultima a scopo di mantenere l’assetto architettonico in sostituzione dell’edera infestante. In corrispondenza delle vegetazioni, sul pavimento, si troveranno i rispettivi disegni in mosaico di mattonelle e mattoni.
PLANIMETRIA 1:100
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L A B O R AT O R I O I N T E G R AT O 2
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V
RIUNIRE / DISPERDERE RIQUALIFICAZIONE - MESTRE (VE) EX-Ospedale di Mestre Umberto I
• Prof. : Arch. Attilio Santi • Prof.ssa : Ing. Anna Saetta
L
’intervento di trasformazione dell’area dell’ex Ospedale è orientato a definire un’area centrale di alta densità abitativa e terziaria nel settore ovest ed un’ area di prevalente conservazione architettonica e ambientale nella porzione est. Il corpo del sistema disposto è formato da una piazza pubblica centrale per poi ramificarsi tramite percorsi pedonali in un sistema di piazze semi - pubbliche così racchiudendo gli edifici in modo tale da formare dei chiostri e degli spazi semi - privati allo scopo di istituire aree residenziali che possano offrire una gradazione di spazi all’aperto semi pubblici, a privati, a familiari, situati quest’ultimi più vicino alle abitazioni rendendo così possibile anche conoscere meglio gli abitanti
della zona. Il tema progettuale si basa principalmente sul cohousing che può essere considerato una dimensione sociale del vivere sostenibile il cui scopo principale è quello di ricercare un nuovo stile di abitare che garantisca migliori condizioni di benessere, qualità e di condivisione. La geometria degli appartamenti pertanto sono il prodotto di sottrazioni e aggiunte di volumi in facciata a scopo di creare dinamicità e mediante le logge , così schiudendole, da offrire la possibilità di piani scoperti con sistemi di apertura scorrevole.
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A R E A I N T E RV E N TO
COMUNICAZIONE PRIMARIA
COMUNICAZIONE SECONDARIA
SISTEMA SOCIALE
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LINEE DI COSTRUZIONE
AREA VERDE
MASTERPLAN DI PROGETTO 1:3000
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A
B
PLANIMETRIE 1:400
IV. A’ A
B’ B
C’
C
III. A’ A
B’ B
C’
C
II. A’ A
B’ B
C’
C
I. A’
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B’
I.
II.
III.
I. Sezione 1:400 A-A’
II. sezione 1:400 B-B’
III. Sezione 1:400 C-C’
59
II.
I.
III.
IV.
60
I. Prospetto EST 1:400
II. Prospetto OVEST 1:400
III. Prospetto SUD 1:400
IV. Prospetto NORD 1:400
I.
II.
III.
IV.
PROSPETTI C O N T E S T U A L I Z Z AT I
I. Prospetto OVEST
II. Prospetto EST
III. Prospetto SUD
IV. Prospetto NORD
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V I S TA ASSONOMETRICA SUD-EST
V I S TA ASSONOMETRICA NORD-OVEST
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RENDER V I S TA PROSPETTICA Lato nord rivolto verso il percorso stradale; Superfici esterne in calcestruzzo a vista, volumi sporgenti ( logge) rivestiti in Acciaio Corten.
63
PIANTE STRUTTURALI 1:400
IV.
III.
II.
64 I.
SEZIONI STRUTTURALI 1:400
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RESIDENZE PER STUDENTI RIQUALIFICAZIONE - DORSODURO (VE) Scoletta dello Spirito Santo
• Studentesse: Sophia Ongarato 287024, Francesca Coriele 291368, Margherita Carlon 291290 • Prof.ssa : Arch. Riccarda Cantarelli • Assistente: Arch. Enrico Poletto, • Prof.ssa : Ing. Elena Giacomello • Assistenti: Ing. Martina Belmonte, Anna Villanova
L
66
a collettività ha assunto negli ultimi anni un atteggiamento ragguardevole nel ruolo dell’arte contemporanea grazie all’interesse verso la tutela del territorio. La società odierna sta cambiando in simbiosi con l’insediarsi delle istituzioni artistiche nelle città. Soprattutto a Venezia gli eventi culturali ed artistici attirano ogni giorno migliaia di turisti, aumentando il desiderio degli studenti-artisti di trovare spazi e luoghi dove esprimersi in laboratori, trovare un ambiente che permetta di dare sfogo alla propria creatività nella città di Venezia. Creare una sorta di laboratorio aperto e continuativo a Venezia non è facile, a mio avviso è necessario che gli enti competenti della gestione delle risorse artistiche del territorio esercitino un’azione di coordinamento dell’azioni tramite degli strumenti specifici, avendo come obbiettivo lo sviluppo di uno spazio - laboratorio per i giovani artisti nel comune di Venezia. Il tema si fonda sulla riqualificazione della scoletta in disuso, situata a
Santo Spirito di Venezia, oggi di proprietà all’ Aeronautica militare (Marina militare, capitaneria di porto in specifico). Il complesso è suddiviso partendo dal piano terra una sala atelier come spazio espositivo, mentre al primo piano e al secondo sono presenti 4 duplex che comunicano combinandosi tra loro. L’idea è che le residenze possano essere messe in affitto per studenti dell’ Accademia di belle arti. Solamente l’involucro esterno è rimasto quello storico, mentre per quanto riguarda l’interno che si può definire come uno spazio abitativo nuovo.
L A B O R AT O R I O I N T E G R AT O 3
VI
PRODUCED BY AN AUTODESK STUDENT VERSION
PRODUCED BY AN AUTODESK STUDENT VERSION
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Planivolumetrico 1:1000
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Fronte sul canale della Gidecca 1:500
Attacco a terra della scoletta 1:500
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PLANIMETRIE 1:400 A
B
C D
III.
C’ D’
A’
B’
A
B
C D
C’ D’
II.
A’
B’
A
B
C D
I.
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C’ D’
A’
B’
I.
II.
III.
IV.
I. Sezione 1:400 A-A’
II. sezione 1:400 B-B’
III. Sezione 1:400 C-C’
IV. Sezione 1:400 D-D’
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I.
II.
III.
IV.
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I. Prospetto SUD 1:400
II. Prospetto NORD 1:400
III. Prospetto EST 1:400
IV. Prospetto OVEST 1:400
Fotografie scattate dalla Fondamenta Zattere allo Spirito Santo
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PIANTE STRUTTURALI 1:400
IV.
III.
II.
74 I.
Partito architettonico longitudinale
Sezione trsvaersale - Tecnologie
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D E T TA G L I TECNOLOGICI
Chiusura verticale:
Partizione orrizzontale interna:
I. Intonaco esterno di rivestimento; II. Muratura originale a 3 teste in mattoni in laterizio (25x12x6) cm; III. Intonaco interno di rivestimento.
VIII. Parquet di rivestimento; IX. Massetto in posa; X. Getto in CLS alleggerito con impianti; XI. Feltro acustico sintetico; XII. Getto in CLS; XIII. Pannelli in poliestere espanso; XIV. Doppio tavolato in legno; XV. Travi in legno; XVI. Travi a C in acciaio; XVII. Barbacane.
Partizione verticale interna:
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IV. Doppia lastra di cartongesso; V. Profili metallici atuoportanti; VI. Pennello isolante in lana cotta; VII. Doppia lastra di cartongesso;
D E T TA G L I O A I. II. III. IV. V. VI. VII. VIII. IX. X.
I. Strato di rivestimento di finitura VI. Strato di isolamento termico: superiore: parquet, spessore 10 mm; pannelli di polistirene espanso, spessore 40 mm; II. Strato di regolarizzazione e di VII. Struttura portante orizzontale: collegamento: massetto di posa, travi in legno, sezione 16 x16 cm; spessore 20 mm; III. Strato di integrazione impianti stica: getto in calcestruzzo alleggerito, spessore 50 mm; IV. Strato di isolamento acustico: feltro acustico sintetico, spessore 5 mm;
VIII. Impalcato in doppio tavolato in legno, sezione 40 x 60 mm; IX. Elemento portante: travi a C in acciaio, altezza 300 mm; X. Elemento portante: barbacane in legno, altezza 300 mm.
V. Strato di ripartizione dei carichi: getto di calcestruzzo con rete elettrosaldata, spessore 60 mm;
I. II. III. IV.
D E T TA G L I O B I. Strato di rivestimento: doppia lastra in cartongesso, spessore 125 mm;
IV. Strato di isolamento acustico: pannelli in lana di roccia, spessore 80 mm;
V.
II. Sottostruttura: telaio in acciaio zincato, spessore 10 mm;
V. Strato: guida in profilato di acciaio zincato, spessore 10 mm;
III. Strato di integrazione: spessore 65 mm;
VI. Elemento portante: trave HEB 300 in acciaio.
VI.
D E T TA G L I O C I. II. III.
I. Strato di rivestimento: intonaco, spessore 10 mm;
IV. V. VI.
II. Strato di collegamento: calcestruzzo, spessore 10 mm;
VII.
III. Strato resistente portante: mattoni 11 x 5 x 24 cm; IV. Strato di rivestimento e tenuta all’acqua: pavimentazione alla venezia na, spessore 20 mm;
V. Strato di regolarizzazione e posa: massetto in calcestruzzo, spessore 70 mm; VI. Strato impermeabilizzante: foglio isolante, spessore 5 mm; VII. Sottofondo grezzo.
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URBANISTICA
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VII
LE INFINITE CITTÀ INVISIBILI PA L E O A LV E I D E L L A L A G U N A VENEZIA (VE) S c e n a r i r e t r o a t t i v i p e r Ve n e z i a • Studentesse: Sophia Ongarato 287024, Francesca Breda 288873 • Prof. : Arch. Lorenzo Fabian • Assistenti: Luca Iorio, Camilla Cangiotti, Giacomo Magnabosco, Giacomo Mantelli
I
veneziani che si aggirano in barca per le fragili e bellissime acque verdi, le sirene che echeggiano nell’aria nei giorni di marea straordinaria, un turista che chiede indicazioni per Piazza San Marco, il traffico estivo verso il Lido di Jesolo o il profumo dei panni stesi ad asciugare che percorre le intime vie dell’Isola di Sant”Elena; così si riassume la Laguna Veneta,in ogni dettaglio,nel modo in cui essa viene abitata. Non è, però, l’unica vita di cui gode. Il centro storico,come il suo intorno,tanto amato a livello globale e locale, c’è stato raccontato tramite svariate forme, quali: opere artistiche,pellicole cinematografiche,progetti architettonici..etc. Questo ecosistema unico, complesso,carico di memoria e storia, quindi, possiede un ampio spettro di esistenze,che sono frutto della fantasia e del surrealismo, come una serie di infinite città invisibili di Italo Calvino,raccontate da diversi autori nei panni di Marco Polo, viaggiatore veneziano. Alcu-
ni di questi racconti nascono con il solo fine di intrattenere,altri,cercano di fornire una soluzione ad un’esigenza. I bisogni della Laguna possono avere svariati caratteri,da quello economico a quello ambientale,ma è sicuramente da considerare centrale il dissesto idraulico. Nel corso dei secoli,numerosi studiosi hanno delineato un loro ideale di laguna attraverso progetti di carattere urbanistico in grado di disegnare territori potenziali. Spazi “invisibili” che possono fornire un ottimo spunto per affrontare le esigenze contemporanee,quale l’innalzamento medio marino previsto, che, secondo Antonio Vecchio ( ricercatore della Radboud University ), porterà nel territorio dell’ex Serenissima un aumento dai 60 agli 82 cm del livello delle acque nel 2100.
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LAGUNA 2100 legenda
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Bonifica di Marghera e calcolo energia
Interventi Venezia centro storico
Floating Gardens
Nuovo porto turistico off-shore
Risaie
Interventi fanerogame
Nuovi terminal e rispettive viabilità
Nuove zone abitative
Arginatura delle strade per contenimento
Isole galeggianti alveolari
Valli da pesca
Consolidamento erosione barene
FOTOPIANO
“Venezia nasce da una grande idea, rimasta su carta; su di essa si sono cuciti progetti trasparenti, si compone di linee immaginarie, di vuoti mai riempiti e di attese epocali. Proposte che costituirebbero un cambiamento firmate da autori come Aldo Rossi o Le Courbusier sono state accantonate trasformando il territorio in quello che sarebbe potuto essere e non sarà. Questo viaggio continuo tra essere e non essere nasconde una continua ricerca protesa ad un modello ideale mai raggiunto, ma a cui non si può smettere di ambire. Tra questo cammino di esplorazione si inseriscono così le “Lagune mancate”, scenari elaborati nel corso dei secoli e mai realizzati. Essi trattano del dissesto idraulico e morfologico del bacino
lagunare, dell’erosione, dell’inquinamento, del fenomeno del moto ondoso, dell’eccessiva urbanizzazione dell’entroterra veneziano e di molto altro. Possono essere associate all’appellativo “mancate”, perché rimpiante o perché mancanti il centro del problema, rappresentano scenari possibili nell’astratto, città percorribili in potenza nella realtà. L’obiettivo del contemporaneo è saper riconoscere, a partire da un modello non funzionante e compromesso, come quello attuale, ciò che non è inferno e dargli spazio, e a Venezia, come nella Zenobia di Calvino, capire se essa continua attraverso gli anni e le mutazioni a dare la sua forma ai desideri o se i suoi desideri riescono a cancellare la città o ne sono cancellati.
Gli spazi modellati dai diversi autori nel corso dei secoli ci propongono una visione poliedrica della laguna, dove le tante conclusioni sono scritte lungo tutti gli spigoli,ma non ci offrono mai una soluzione d’insieme priva di rinunce. Essa è uno spazio complesso, in continuo mutamento, dall’avvento industriale sempre più rapido, e di conseguenza ogni soluzione passata necessita di una rilettura in chiave moderna. A partire dal disagio portato dall’epoca moderna al territorio di Venezia che potremmo chiamare “malessere del benessere”, dovremmo elaborare un progetto di salvaguardia. Per questo occorre riprendere con energia e intelligenza l’iniziativa culturale, sia in senso ambientalista che in senso sociale,
unificando in un approccio complesso l’azione critica e la progettualità politica, mostrando il volto possibile di un futuro diverso, nel quale l’amore per il paesaggio e la cura degli elementi fondamentali della vita - l’aria, l’acqua, la terra, la scelta di un modello produttivo compatibile con essi - il fuoco dell’energia e del lavoro - si compongano in un disegno equilibrato che restituisca centralità ai processi educativi e formativi e conduca oltre il desolante quadro attuale.” Estratto da “ Paleoalvei della laguna, scenari retroattivi per Venezia” book realizzato per il corso di Urbanistica, 2020.
81
INDUSTRIE PER BIOMASSE Riproposta del progetto “Vallone Moranzani”
Zone industriali
Rincoversione della produzione energetica da fonti rinnovabili
*
Zone verdi esistenti
Sezione 2 Industria per raffinazione del biodisel (energia)
Terminal di progetto
INDUSTRIE PER A L I M E N TA R I Stoccaggio e produzione cerealicola a scopo alimentare
*
Sezione 1 Industria per raffinazione del biodisel (energia) Punti da mettere in sicurezza
BARRIERA PERIMETRALE
CAPPING SUPERFICIALE
Messa in sicurezza permanente
Messa in sicurezza permanente
* barriera perimetrale composta da * barriera di copertura volta ad diaframma plastico e palancolato a impedire la dispersione nell’ambiente tenuta idrica degli agenti inquinanti.
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Planimetria di proggetto per la zona industriale di Marghera
*
*
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I. sezione riferita allo stato attuale.
II. sezione riferita all’anno2100 senza interventi. III. sezione riferita all’evoluzione futura grazie agli interventi.
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FRAMMENTI BERLINESI B E R L I N O • P r o f . A r m a n d o D a l F a b b r o 2017
I.
II.
IV.
V.
III.
VII.
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VI.
VIII.
XI.
X.
IX.
XII.
VIII
XIV.
VIAGGI STUDIO
XIII.
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FRAMMENTI GRECI G R E C I A • Prof. Francesco Guerra 2018
I.
II.
90 XI. III.
VI.
IV.
VII.
XII.
V.
VIII.
IX.
X.
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WORKSHOP
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IX
NUOVE ROVINE W. A . V. E . 2 0 1 8 - V E N E Z I A ( V E )
• Prof. : Arch. Max Rodrigo Nuñez Bancalari • Assistente: Arch. Umberto Bonomo
L
a storia è testimone dei tempi e il territorio, inevitabilmente, conserva traccia dello scorrere del tempo. Ogni luogo, d’Italia e del mondo, ha caratteristiche peculiari, determinate da una particolare storia e Venezia con i suoi canali non fanno eccezione. Alcune scale e colonne di edifici di Venezia sono i punti cardine di questo workshop. Sia le scale che le colonne, ognuna a modo loro, risolvono collegamenti verticali. Il workshop si è concentrato sullo studio di questi elementi rappresentati in pianta, in sezione e in assonometria. Lo studio degli elementi di 17 edifici Venezia ha permesso di apprendere lezioni generiche di architetture come risposte a problemi specifici. Lo step successivo del laboratorio è stato quello di progettare una
rovina abitabile: uno spazio pubblico parzialmente coperto, costruito dai 3 elementi che si articolano per costruire un nuovo totale. Uno spazio aperto, fluido, senza un programma specifico, nel quale non c’è nulla di superfluo. Il rapporto tra gli elementi riconosce e interpreta le condizioni originali di ognuno di loro. I frammenti originali si deformano, giustappongono, scalano o ripetono per formare una nuova totalità; un nuovo sistema di ordini. I nuovi elementi che compongono il progetto considerano l’idea della “doppia funzione”. Lo step finale del laboratorio riguarda l’inserimento di queste rovine, rivisitandone i progetti, all’interno della città di Benevento per crearne delle stazioni intese come luogo di passaggio e/o di attesa.
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BASILICA DEL REDENTORE
PONTE DI R I A LT O
B A S I L I C A D I S A N TA MARIA DELLA SALUTE
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B E LV E D E R E
Santissimo Redentore; Ponte di Rialto; Basilica di Santa Maria della Salute. Si crea uno spazio con la funzione di ritrovo e con lo scopo di mantenere la medesima importanza che avevano gli elementi degli edifici originali. Le scale si alternano in movimenti di sali e scendi e, per valorizzare il panorama, è stato progettato un portico aperto verso l’esterno.
PIANTE 1:800
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SEZIONE 1:800
98
ASSONOMETRIA 1:800
99
BIBLIOGRAFIA SUMMERSON, John, Il linguaggio classico dell’architettura dal rinascimento ai maestri contemporanei, Piccola Biblioteca Einaudi, Torino, 2000.
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NOTE
FRAMMENTI BERLINESI PAG. 86-87:
XII: Grave un cerchio, all’interno delle mura della città Cittadella, Micene, Argolide.
I, II, III, IV, V, VI : Fotografie degli interni Bauhaus; VII, VIII, IX: Case dei maestri della Bauhaus, Walter Gropius, Dessau; X, XI: Neues Museum, David Chipperfield XII: Fotografia sala interna Philharmonie, Hans Scharoun; XIII: La Torre di Einstein, Erich Mendelohn, Postdam; XIV: Unité d’Habitation, Le Corbsusier Berlin;
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RINGRAZIAMENTI
Con questo, giunta al termine della mia carriera universtaria in triennale e di questo progetto sento il dovere e il piacere di ringraziare tutte le persone a me care che mi hanno reso esperienze indimenticabili all’interno dello IUAV e che son state accanto in questo mio percorso di studio. Voglio ringraziare i miei familiari per la grande pazienza, per avermi sostenuto nei momenti di difficoltà e per aver gioito assieme a me per le soddisfazioni che può donare l’impegno di un lavoro di grande ricerca portato a termine. Naturalmente non mi dimentico di ringraziare gli amici che sono stati sempre disponibili a dirimere i miei dubbi durante la stesura di questo lavoro. Inoltre sento la necessità di ringraziare compagni, professori e professionisti con cui ho collaborato dall’inizio di questo mio cammino per avermi favorito un bagaglio che vorrò portarmi a presso per qualsiasi rodaggio futuro.
2021 Progetto a cura di
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