Le infinite città invisibili - PALEOALVEI della LAGUNA | scenari retroattivi per Venezia 2100

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PALEOALVEI della LAGUNA

Scenari retroattivi per Venezia

CODICE GRUPPO

Sophia Ongarato 287024; Francesca Breda 288873; Egle Todeschini 288257; Leonardo Tallerico 288349; Sally Da Ros 288766; Anna Ravarotto 288887

Le infinite città invisibili

Corso di [Progettazione] Urbanistica

Università Iuav di Venezia

Anno Accademico 2019-20

prof. Lorenzo Fabian

Camilla Cangiotti; Luca Iuorio; Giacomo Magnabosco; Giacomo Mantelli

Venezia, la laguna, le isole

Un territorio d’acqua

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Lagune Mancate

Terra è terra; acqua è acqua

LA CITTÀ E LA MEMORIA

Una metropoli moderna

LA CITTÀ E GLI SCAMBI

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Lagune Parallele

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Bibliografia completa

LA CITTÀ E IL CIELO

La conservazione degli equilibri

Un nuovo modello di sviluppo LA CITTÀ E IL DESIDERIO

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Un’interpretazione

La città continua CIBO ENERGIA ABITABILITÀ MOBILITÀ

AMBIENTE

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un’esaltazione, un

e

“Un’esperienza o una verità possibili non equivalgono a un’esperienza o a una verità reali prive del valore della loro realtà, ma hanno in sé, almeno secondo i loro sostenitori, qualcosa di smaccatamente divino, un fuoco,
proposito costruttivo
un consapevole utopismo che non rifugge la realtà, ma la tratta come un compito e un’invenzione”
(Musil, 1961).

A corredo di un progetto di ricerca avente per oggetto la costruzione di alcuni scenari

retroattivi per il territorio di Modena, Bernardo Secchi, nel 2004, scrive un breve testo intitolato “la storia si fa con i se”. Nel testo viene ripercorso il potenziale della counterfactual history come strumento fondamentale di conoscenza ed esplorazione del futuro: «[o]ggetto della ricerca è [...] un’interrogazione fondamentale e quasi banale, non certo nuova benché poco frequentata, solitamente elusa o produttrice di risposte affrettate e superficiali: quale sarebbe stato il corso della storia urbanistica di un territorio “se”. Se alcune tendenze fossero, ad esempio, proseguite; se il bagaglio di informazioni di volta in volta disponibile fosse stato maggiore ed avesse guidato le scelte in modo diverso da quanto effettivamente è avvento; se alcune immagini depositate nell’immaginario collettivo o rappresentatesi in alcuni progetti avessero agito quali elementi guida del processo decisionale, etc. [...] Lontana da una visione deterministica del susseguirsi degli eventi, una storia così ripensata ci evita sia la nostalgia conservatrice di un racconto dominato dal “processo di peggioramento”, sia quella ingenuamente progressiva di un racconto dominato dal “processo di miglioramento” e dai suoi eroi». (Secchi, 2004).

Questo corso è dedicato alla costruzione di scenari per la Laguna di Venezia che, ancora una volta nella sua lunga storia, necessita di un profondo ripensamento alla luce delle crisi ambientale, sociale ed economica che la attraversano. La storia progettuale del territorio in oggetto verrà esplorata attraverso episodi urbanistici pensati (e documentati): l’attualizzazione di una serie di lagune mai realizzate sarà lo strumento per comprendere più a fondo il successo e il fallimento della Laguna Veneta. Dalla nascita della Serenissima, la Laguna Veneta è stata oggetto di una serie interminabile di grandi piani, idee strane, azioni illegittime, disastri possibili mai accaduti; questi progettiprobabilmente ancora attuali e potenzialmente attuabili - costituiscono le fondamenta per immaginare, nella contemporaneità, lagune parallele.

A partire dai testi elaborati da diversi autori degli ultimi sei secoli, gli studenti e le studentesse dovranno spazializzare uno scenario proiettivo che sappia confrontarsi con le sfide ambientali, sociali ed economiche che ci attendono.

Venezia, la laguna, le isole

“Se ti dico che la città a cui tende il mio viaggio è discontinua nello spazio e nel tempo, ora più rada ora più densa, tu non devi credere che si possa smettere di cercarla.”

Un territorio d’acqua

I veneziani che si aggirano in barca per le fragili e bellissime acque verdi,le sirene che echeggiano nell’aria nei giorni di marea straordinaria,un turista che chiede indicazioni per Piazza San Marco,il traffico estivo verso il Lido di Jesolo o il profumo dei panni stesi ad asciugare che percorre le intime vie dell’Isola di Sant”Elena; così si riassume la Laguna Veneta,in ogni dettaglio,nel modo in cui essa viene abitata. Non è,però,l’unica vita di cui gode. Il centro storico,come il suo intorno,tanto amato a livello globale e locale, c’è stato raccontato tramite svariate forme, quali: opere artistiche,pellicole cinematografiche,progetti architettonici..etc. Questo ecosistema unico,complesso,carico di memoria e storia,quindi, possiede un ampio spettro di esistenze,che sono frutto della fantasia e del surrealismo, come una serie di infinite città invisibili di Italo Calvino,raccontate da diversi autori nei panni di Marco Polo,viaggiatore veneziano. Alcuni di questi racconti nascono con il solo fine di intrattenere,altri,cercano di fornire una soluzione ad un’esigen-

za. I bisogni della Laguna possono avere svariati caratteri,da quello economico a quello ambientale,ma è sicuramente da considerare centrale il dissesto idraulico. Nel corso dei secoli,numerosi studiosi hanno delineato un loro ideale di laguna attraverso progetti di carattere urbanistico in grado di disegnare territori potenziali. Spazi “invisibili” che possono fornire un ottimo spunto per affrontare le esigenze contemporanee,quale l’innalzamento medio marino previsto,che ,secondo Antonio Vecchio(ricercatore della Radboud University) ,porterà nel territorio dell’ex Serenissima un aumento dai 60 agli 82 cm del livello delle acque nel 2100.

In questa pagina: storyboard cinematografico con scatto dei luoghi

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1954 - IL SENSO, Cannaregio 2018 - Cannaregio Italo Calvino, Le città invisibili.
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1955 - TEMPO D’ESTATE, Dorsoduro 2019 - Campo Santo Stefano 1984 - C’ERA UNA VOLTA IL AMERICA 2020 - Ponte degli Scalzi 2020 - Dorsoduro 1970 - ANONIMO VENEZIANO, C. S. Stefano 2019 - Hotel Excelsior, Lido di Venezia 2010 - THE TOURIST, Ponte degli Scalzi 1958 - VENEZIA LA LUNA E TU, FS S. Lucia 2019 - FS Stazione Santa Lucia 1999 - IL TALENTO, Canal grande 2020 - Canal grande

Lagune Mancate

Venezia nasce da una grande idea,rimasta su carta; su di essa si sono cuciti progetti trasparenti,si compone di linee immaginarie,di vuoti mai riempiti e di attese epocali. Proposte che costituirebbero un cambiamento firmate da autori come Aldo Rossi o Le Courbusier sono state accantonate trasformando il territorio in quello che sarebbe potuto essere e non sarà. Questo viaggio continuo tra essere e non essere nasconde una continua ricerca protesa ad un modello ideale mai raggiunto,ma a cui non si può smettere di ambire. Tra questo cammino di esplorazione si inseriscono così le “Lagune mancate”,scenari elaborati nel corso dei secoli e mai realizzati. Essi trattano del dissesto idraulico e morfologico del bacino lagunare,dell’erosione,dell’inquinamento, del fenomeno del moto ondoso, dell’eccessiva urbanizzazione dell’entroterra veneziano e di molto altro. Possono essere associate all’appellativo “mancate”, perché rimpiante o perché mancanti il centro del problema, rappresentano scenari possibili nell’astratto,città percorribili in potenza nella realtà. L’obiettivo del contemporaneo è saper riconoscere, a partire da un modello non funzionante e compromesso,come quello attuale,ciò che non è inferno e dargli spazio,e a Venezia,come nella Zenobia di Calvino, capire se essa continua attraverso gli anni e le mutazioni a dare la sua forma ai desideri o se i suoi desideri riescono a cancellare la città o ne sono cancellati.

In questa pagina: Illustrazione della città città di Zenobia

Nella pagina a fianco: fondamenta dei Tolentini

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Terra è terra; acqua è acqua

La città e la memoria

“Abbiamo avuto paura che un giorno Venezia potesse cambiare idea e partire: l’abbiamo allacciata alla laguna perché non le saltasse in mente di salpare di nuovo ed andarsene lontano, questa volta per sempre.”

Il primo scenario si apre a metà del sedicesimo secolo con il progetto di Alvise Cornaro. Egli prevedeva un forte intervento di bonifica agraria,al fine di salvaguardare Venezia da eventuali carestie,e una netta separazione tra le zone d’acqua e le zone terrene al fine di rendere l’ambiente lagunare più salubre. In contrapposizione ad un’idea di cambiamento così radicale dell’equilibrio si poneva il proto Cristoforo Sabbadino,che riteneva che la bonifica agraria non si conciliasse con il buon regime lagunare e che la laguna fosse un sistema complesso e unitario in cui la difesa e la salvaguardia di ogni singolo elemento contribuisse al mantenimento di un equilibrio vitale per la sopravvivenza della Serenissima. La polemica è sostanziale: le ragioni dell’economia delle bonifiche e dell’investimento fondiario a sostegno dell’attività commerciale contro la necessità di difesa della laguna dagli interrimenti dei fiumi e del mare. Considerando il disastro ambientale che vede protagonista il mondo moderno è necessario chiederci come un progetto,come quello di Cornaro, di tale stravolgimento degli equilibri naturali secondo un modello orientato a soddisfare un fabbisogno interno del popolo in termini di coltura e produzione dei beni, sia applicabile in un’epoca di globalizzazione,di apertura dei confini e, si auspica,volta ad un futuro ecologico. E necessario al giorno d’oggi più che mai,considerare l’unicità di un sistema complesso come quello lagunare prima di intervenire in opere di sostanziale stravolgimento,volte certo a dare una soluzione immediata ma con forte ripercussioni nel tempo.

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Tiziano Scarpa, Venezia è un pesce.

In questa pagina: confronto tra Sabadino e Cornaro ad oggi, lo smartphone sta ad indicare il nostro tempo e loro all’interno come immagine per il perpetuarsi del loro pensiero.

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ARGINATURA RIDUZIONE DELLE BOCCHE DI PORTO

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Arginatura Terreno da bonificare Riduzione delle bocche di porto
13 50 100 150 200 250 300 0 1610 1630 1780 1830 1890 1930 1970 2000 Andamento morfologico delle barene 1610-2000 mq Superficie barene
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Una metropoli moderna

La città e gli scambi

“Come se dei tir attraversassero piazza Duomo a Milano, o dei carri armati percorressero Ponte Vecchio a Firenze, come se degli aerei atterrassero sugli Champs Élysées a Parigi o dei treni tagliassero in due piazza Navona a Roma, ma tutto ciò moltiplicato in maniera esponenziale, perché Venezia è Venezia e domandatevi allora che cosa succede alle fondamenta di piazza San Marco, quando quelle città marine nient’affatto invisibili, composte da milioni di chili di acciaio, di vetro, di plastica, di liquidi, di carne umana, ci passano sopra e spingono la loro stazza, la loro forza verso il basso, con una potenza inaudita, giù in fondo, verso le radici della città più bella del mondo, la mia.”

Roberto Ferrucci, Venezia è laguna.

Sul modello delle città metropolitane europee del XX secolo l’ingegnere che realizzò il Ponte della Libertà, Piazzale Roma e l’isola del Tronchetto,Eugenio Miozzi sviluppa un’idea di Venezia al passo con i tempi e con la modernità,introducendo nuove infrastrutture al fine di rilanciare l’economia e ridurre lo spopolamento di Venezia,prevedendo la costruzione di un’autostrada sotterranea in grado di facilitare lo spostamento dalle isole minori senza introdurre il traffico di veicoli nel centro storico. Miozzi porta in auge quindi l’idea di centralità storicamente appartenente alla zona insulare,pensa al ruolo della terraferma come zona di scarico portuale e luogo residenziale e del lido come luogo di svago. Il piano di modernizzazione basato sull’idea di ripristino di una città,conosciuta per le funzioni essenziali di tipo portuale,commerciale ed industriale che,come crocevia mediterraneo per l’Est, ha svolto storicamente,sembrerebbe,per quanto utopico, funzionare per mantenere l’identità sto-

rica veneziana protraendola nei secoli a venire. Sembrerebbe funzionare,appunto, se non considerassimo le dinamiche commerciali e industriali su grande scala che contraddistinguono un’epoca caratterizzata dagli eccessi. Basti considerare una realtà esistente nel panorama veneziano ormai da numerosi decenni:le grandi navi da crociera,che oltre ad emettere polveri sottili equivalenti a quattordicimila automobili circolanti in un giorno,turbano lo spettatore avvicinandosi sempre più alla riva con il loro aspetto di grattacieli statunitensi dallo sviluppo orizzontale.

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Autostrada sublagunare

Spostamento delle sabbie

Marghera/Mestre polo commerciale

AUTOSTRADA SUBLAGUNARE

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PONTE DELLA LIBERTÀ
17 Totale crociere movimentate per porto d'origine (mln) Venezia Civitavecchia Genova Savona Napoli 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 0 1,4 1,6 260k 262k 264k 266k 268k 270k 258k 272k 274k 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018
della popolazione a Venezia (2001-2018)
Crescita
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Un nuovo modello di sviluppo

La città e il cielo

“La città stessa di Venezia, a causa dell’alterazione idrodinamica e morfologica della laguna, è in balia delle maree e del loro stravolto andamento che alterna acque alte e invadenti a zone morte e imputridite, appunto inquinate dai rifiuti urbani, agricoli e industriali e sottratte al rigenerante ricambio d’acqua.”

A cura di Gianandrea Mencini, Venezia ambiente laguna.

In uno scenario che vede Venezia come una futura Atlantide, sommersa sempre più spesso dalle acque alte straordinarie,o meno,è necessario prendere coscienza di ciò a cui già negli anni ‘70 il ‘Fronte per la difesa di Venezia e della laguna’ era sensibile: il bisogno della società di attuare soluzioni sostenibili,pensando all’impatto futuro che le azioni possono avere nel breve e nel lungo termine. Il fenomeno dell’innalzamento delle acque è un fenomeno di impatto globale,troppo vasto da poter affrontare in una realtà circoscritta come quella lagunare, è pertanto necessario intervenire in una dimensione minore,riducendo il volume di acqua entrante ad ogni fase di marea e aumentando la superficie utile all’espansione dell’onda. Altro tema legato ai rovinosi danni ambientali del tessuto veneziano, è l’inquinamento dovuto agli scarichi refluenti dalle industrie di Marghera,causa di alterazioni macroscopiche delle acque,della morte del fito-plancton, dello zoo-plancton e di un effetto tossico anche sull’organismo umano. Si pone a distanza di più di cinquant’anni la necessità di far fronte alle problematiche mondiali a partire da quelle veneziane,considerando il vantaggio contemporaneo di poter usufruire di tecnologie sostenibili,illimitate e con impatti ambientali nettamente inferiori all’uso di risorse inquinanti e limitate quali i combustibili fossili.

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SPOSTAMENTO DEI CANALI RIDUZIONE BOCCHE DI PORTO RIDUZIONE DEI FONDALI
21 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 Maree (2000-2018) 2000 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200 220 cm 2019 ACQUICOLTURA Riduzione dei fondali Acquicoltura
da pesca
Valli

La conservazione degli equilibri

La città e il desiderio

“Proviamo a pensare che la città abbia un corpo (fatto di mura, di piazze e strade..), ma anche un’anima. E che l’anima non siano solo i suoi abitanti, ma anche una viva tessitura di racconti e di storie, di memorie e di principi, di linguaggi e desideri, di istituzioni e progetti che ne hanno determinato la forma attuale e che guideranno il suo sviluppo futuro.”

Salvatore Settis, Se Venezia muore.

Utopica è la possibilità di conservare a lungo termine la morfologia di una laguna non più in equilibrio. A fronte di questa constatazione è necessario conoscere il territorio e attuare dei cambiamenti partendo dai problemi che hanno portato all’attuale sistema zoppicante. Così Luigi D’Alpaos individua nella diversione dei fiumi,la costruzione dei moli alle bocche e lo scavo dei grandi canali navigabili gli elementi che hanno portato alla fragilità della laguna veneziana. Partendo da questo presupposto elabora un piano a lungo termine tarato sull’ambiente e le sue necessità. Il piano di reintrodurre dall’esterno dei sedimenti,di creare barene artificiali,di neutralizzare gli effetti morfodinamici che causa il canale di Malomocco-Marghera,di favorire la creazione di suolo organico aumentando il rapporto acqua dolce e salata,di impedire la circolazione di grandi navi all’interno del bacino lagunare e innalzare la città di Venezia di 30 cm. Ci si immagina così,la città della Serenissima,un ambizioso fiore di loto,metafora di rinascita, che cresce nel fango e si innalza nel suo habitat acquatico,non sprofonda,ma sta in equilibrio. Questo piano che prevede il ritrovamento di una stabilità totale dell’assetto lagunare sembrerebbe più che una soluzione una buona base per lo sviluppo futuro,il desiderio di agire e non rimanere inermi di fronte all’accelerazione dei cambiamenti climatici che andranno a compromettere l’intero territorio lagunare.

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IDROVIA PADOVA-VENEZIA BARENE ARTIFICIALI INNALZAMENTO DI VENEZIA
Nuovo canale petrolifero Barene artificiali Accumulo di sedimenti Morfologia ambiente lagunare 67% 25% 15% 8%

Lagune parallele

Interptretazione

Gli spazi modellati dai diversi autori nel corso dei secoli ci propongono una visione poliedrica della laguna,dove le tante conclusioni sono scritte lungo tutti gli spigoli,ma non ci offrono mai una soluzione d’insieme priva di rinunce. Essa è uno spazio complesso,in continuo mutamento,dall’avvento industriale sempre più rapido,e di conseguenza ogni soluzione passata necessita di una rilettura in chiave moderna. A partire dal disagio portato dall’epoca moderna al territorio di Venezia che potremmo chiamare “malessere del benessere”,dovremmo elaborare un progetto di salvaguardia. Per questo occorre riprendere con energia e intelligenza l’iniziativa culturale, sia in senso ambientalista che in senso sociale, unificando in un approccio complesso l’azione critica e la progettualità politica, mostrando il volto possibile di un futuro diverso, nel quale l’amore per il paesaggio e la cura degli elementi fondamentali della vita - l’aria, l’acqua, la terra, la scelta di un modello produttivo compatibile con essi - il fuoco dell’energia e del lavoro - si compongano in un disegno equilibrato che restituisca centralità ai processi educativi e formativi e conduca oltre il desolante quadro attuale.

In questa pagina: Laguna 2020

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A partire d alla cancellazione di alcuni territori lagunari a causa dell’innalzamento medio marino e la necessità di abbandonare uno schema economico lineare cosa succederebbe se delineassimo nuovi spazi urbani anfibi interconnessi ad un nuovo modello di sviluppo circolare?

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La città continua

“La nostra casa sta bruciando. Vorrei che vi comportaste come se la vostra casa stesse bruciando,perché sta bruciando”.

Greta Thunberg, World Economic Forum, Davos, Svizzera,gennaio 2019.

Il territorio continua,si espande,si dilata,scivola nella marea,come un cerchio cerca il suo inizio e la sua fine incessantemente senza mai trovarli. I suoi confini sfumano,si abita l’aria e si coltiva l’acqua. Questa è la laguna che ci immaginiamo,dove lo scarto diventa risorsa e dove l’umano ha imparato a governare i suoi bisogno. Una realtà nuova,mossa dalla costante necessità di cambiamento,da una rivoluzione etica che non ha più tempo di aspettare. Il nostro spazio,quasi onirico,spinge l’uomo a modellarsi a favore della natura,dei cambiamenti climatici immanenti della quale siamo stati massimi fautori.

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LAGUNA 2100

Leggenda

Interventi Venezia centro storico

Nuovo porto turistico off-shore

Nuovi terminal e rispettive viabilità

Isole galleggianti alveolari

Interventi

Venezia centro storico

Interventi

Venezia centro storico

Interventi

Venezia centro storico

Valli da pesca

Bonifica di Marghera e calcolo energia

Interventi farenogame

Arginatura delle strade strade per contenimento

Consolidamento erosione barene

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Cibo Etica alimentare

“Siamo in un bivio fondamentale della nostra storia,economica,sociale e culturale. Dobbiamo ascoltare i campanelli d’allarme del pianeta:fermarci,ripensare dalle radici il nostro modo di vivere,di produrre,di relazionarci con gli altri uomini e con i nostri ecosistemi,di abitare.”.

Ecosostenibilità,sicurezza,tecnologia,un circolo virtuoso per un nuovo modo di abitare,Angelo Luigi Marchetti.

L’innalzamento del livello medio marino porterà l’alterazione dell’equilibrio fra terra e acqua come oggi lo conosciamo;già in uno scenario previsto tra meno di cent’anni tutto ciò che si trova sotto ai 70 centimetri dal livello del mare verrà sommerso. L’acqua sostituirà ettari di terreno coltivato,facendo propagare il vuoto nelle lande veneziane. Ma il vuoto,non è necessariamente privazione,può essere risorsa. Si ha paura del vuoto come senso di perdita delle cose,in verità il compito che ci spetta è quello di lavorare su quello che abbiamo,o meglio progressivamente avremo:l’acqua. A partire da questo presupposto,dopo aver moderato la richiesta della domanda e dell’offerta,educando l’abitante veneziano ad un consumo alimentare etico,basato sul consumo di prodotti stagionali a km 0,e alla progressiva riduzione dello spreco, la proposta è quella di sviluppare una coltivazione galleggiante(floating gardens). Un sistema di coltivazione che non ha bisogno di terreno per svilupparsi può costituire un modulo solido e perseguibile anche qualora lo scenario previsto per il 2100 dovesse risultare maggiormente impattante per gli equilibri morfologici. La produzione cerealicola e ortofrutticola verrà affiancata ad un sistema di allevamento ittico tramite celle galleggianti destinate all’acquacoltura disposte all’interno del bacino lagunare. Il consumo di pesce è stato calcolato in crescita,all’opposto di quello della

carne,sia per la minor produzione di inquinanti nel meccanismo di allevamento per quanto riguarda il primo,sia al fine di favorire una dieta più sana e bilanciata al singolo abitante.

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CIBO IN LAGUNA

Popolazione lagunare ( anno 2020, dati ISTAT)

422 329 Persone

CONSUMO MEDIO ALIMENTARE PRO-CAPITE ANNUO

Kg/anno

- Carne 2020: 37,9 2100: 14,6

- Cereali e alimenti ortofrutticoli 2020: 152 2100: 152

- Pesce 2020: 37,9 2100: 52,3

* Secondo fonti come Global Hunge Alliance e INRAN, è consigliata una riduzine di immissione di carne per motivi ambientali e di salute.

CALCOLO DEI CONSUMI LAGUNARI anno 2100

422 329 x 329 = 6 166 003

Kg/anno

422 329 x 152 = 64 294 008

Kg/anno

422 329 x 51,3 = 21 665 477

Kg/anno

CARNE

Produzione di 6 166 003 Kg/anno

QUANTITÀ ETTARI NECESSARI

7 536 ettari per foraggio 22 837 ettari per allevamento

Per ogni Kg di carne servono 11 Kg di foraggio Per ogni ettaro si producono 270 Kg di proteina animali

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PESCICOLTURA

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DELLA LAGUNA
FABBISOGNO PESCE
1
7 950 ETTARI IN ACQUICOLTURA
2
7 950 ETTARI IN VALLI DA PESCA
PRODUZIONE PESCE DELLA LAGUNA
Percentuali di pescato in laguna e cifra fabbisogno per il 2100. (fonte ADRIFISH, Pesci e Acquacoltura in Veneto) - Pesci
80%
9 460 170 Kg/anno - Molluschi 16% 1 892 033 Kg/anno - Crostacei 4% 2. Produzione di 100 Kg/anno 2. Produzione di 100 Kg/anno 1. Produzione di 10 000 Kg/anno 1. Produzione di 10 000 Kg/anno 473 008 Kg/anno
38 CEREALI TOTALE ETTARI ORTICOLE CEREALI E PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI MEDIA
tramite
Prodotti lagunari
produzione q/anno. (fonte SERVIZI AGRICOLTURA 2019) - Cereali 47 - Frutta 131 47, 5 q/Ha 196 q/Ha 90 q/Ha q/Ha q/Ha - Mais 48 - Mais 260 - Altri cereali 47 - Coltivazioni foraggere 90 Floating Garden 2 144, 25
(Produzione
FLOATING GARDEN).
-
39 PRODUZIONE TOTALE PRODUZIONE TOTALE CEREALI E PRODOTTI ORTOFRUTTICOLI DELLA LAGUNA DISTRIBUZIONE SUPERFICIALE TOTALE Laguna 2100 Ha ( ettari ) TOTALI = 55 000 - Cereali 3 395 062 Kg/anno - Orticole 14 009 100 - Foraggio 6 432 750 FLOATING GARDENS FORAGGIO ZONE ABITATIVE VALLI DA PESCA ALLEVAMENTO ANIMALE INDUSTRIE BIOMASSE ( risaie) 2 144 Ha 7 536 Ha 11 140 Ha 22 837 Ha 7 950 Ha 2 586 Ha 2 832 Ha 16 048 502 Kg/anno FABBISOGNO PRODUZIONE 17 404 162 Kg/anno

DEVICES

intervento nuovo tipo di coltura, Floating gardens e risaie.

MICRORILIEVO

modellazione del suolo con saldo delle terre

* argine +150 cm

* sicurezza idraulica

* produzione

* vegetazione ripariale

* percorso L 300 m

ORTO GALLEGGIANTE

bacino per la coltivazione del giacinto d’acqua e di orti idroponici

* laminazione

* area umida

* vegetazione ripariale

* perdita di superficie

NO TILLAGE

* urnificazione

* drenaggio

* fissazione CO2

* erosione superficiale

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ROTAZIONE COLTURE

* tutela superficie

* risorsa idrica

* biodiversità

* fissazione CO2

* percolazione nutrienti

FLOATING GARDENS

Orti galleggianti creati con un materassino di materiale organico in decomposizione (alghe o giacinto d’acqua e terriccio) trattenuto da pali di bamboo o legno.

RISAIA

Risaia per la coltivazione di riso per la produzine di energia rinnovabile. Essa è circondata da piccoli argini o da canali regolati da bochette. L’acqua compre la risaia per circa 5-20 cm.

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In questa pagina:

Isola galleggiante, modulo a nido d’ ape destinato a all’allevamento intensivo di pesce

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Energia

Sviluppo circolare

“L’economia circolare è far funzionare la nostra economia come quella degli altri esseri viventi.Fare in modo che i nostri rifiuti (ri)diventino i nostri scarti .”

Un mondo senza rifiuti?Un viaggio nell’economia circolare,Antonio Massarutto..

Porto Marghera è stato un sito produttivo tra i maggiori in Europa,con grandi gruppi industriali e produzioni diversificate,soprattutto nei settori chimico e metalmeccanico,con conseguenze catastrofiche in termini di inquinamento. Risulta necessario porgere uno sguardo critico al passato per intervenire nel presente,non dimenticando il ruolo centrale che questa area industriale ha compiuto per la Laguna. Marghera non è superata,va ripensata a partire dalle iniziative che già contraddistinguono un cambiamento ecologico. La prima operazione necessaria da svolgere,già faticosamente iniziata diciotto anni fa,è una bonifica dell’area e la messa in sicurezza,isolando le fonti d’inquinamento. Necessario è delimitare i terreni compromessi arginando l’area attraverso barriere fisiche antierosione a tenuta idraulica(palancolato),attuando un sistema di raccolta e drenaggio delle acque di falda e meteorologiche e un sistema di collettamento delle acque. Il sistema di messa in sicurezza prevede un’azione sinergica di questi tre interventi. Solamente dopo aver effettuato questi interventi necessari si penserà ad una riqualifica delle strutture basate su un tipo di approccio circolare,come nel modello offerto da la bio-raffineria di Eni,dove vecchi impianti, un tempo semplicemente “rottamati” sono stati trasformati e convertiti: i lavoratori continuano ad essere occupati, gli stabilimenti non vengono destinati all’abbandono e l’indotto continua ad essere tale con qualche variazione. Sul piano ambientale il vantaggio della

riconversione corrisponde ad una forte riduzione delle emissioni dell’impianto insieme al fatto di evitare nuovo consumo di suolo. Peraltro questa opzione comporta anche un vantaggio economico, con costi di investimento assai più contenuti rispetto alla costruzione ex-novo di un analogo impianto. L’espansione di questo modello che prevediamo nel 2100 si basa sull’utilizzo di biomasse provenienti da colture della laguna,che,sommersa,farà dei nuovi territori risaie e celle per la produzione di alghe,la sua fonte di energia rinnovabile,assieme all’installazione di pannelli fotovoltaici in zone dislocate del territorio.

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ENERGIA IN LAGUNA

Popolazione lagunare ( anno 2020, dati ISTAT)

PROCESSO DI TRANSIZIONE ENERGETICA ORIENTATO ALLA DECARBONIZZAZIONE

Energia 2100 OBIETTIVO

ENERGIA TOTALE

ANNUA PRODOTTA A MARGHERA

Riduzione degli agent inquinanti tramite la riduzione di energia derivante dai combutibili fossili a favore di una soluzione bio alimentata da energia rinnovabile, derivata da biomasse (riso e alghe) 60 000 000 Kw/h in 2 586 ha

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47 ENERGIA TOTALE NEL 2100 TOTALE ENERGIA ANNUA PRODOTTA A MARGHERA TOTALE ENERGIA ANNUA DERIVATA DA COLTIVAZIONE DI ALGHE
Antonio Mazzitelli, Produzione di energia di elettricità delle alghe. 66 843 000 Kw/h annui 8 643 000 Kw/h in 2 881 Ha 51 000 000 Kw/h in 2 586 Ha ( riduzione del 15%) 72 000 000 Kw/h TOTALE ENERGIA ANNUA DERIVATA DA COLTIVAZIONI DI RISO
Fonte:
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In questa pagina: fotomontaggio con veduta aerea del centro storico di Venezia e delle celle modulari.

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In questa pagina:

Isole galleggianti a funzione del ripopolamento della fauna e flora barenale.

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In questa pagina: Isole Artificiali galleggianti ad uso fotovoltaico.

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Industrie per BIOMASSE

Zone industriali

Riproposta del progetto “Vallone Moranzani”

*Sezione 2

Industria per raffinazione del biodisel (energia)

Rincoversione della produzione energetica da fonti rinnovabili

Industrie per ALIMENTARI

Stoccaggio e produzione cerealicola a scopo alimentare

Zone verdi esistenti

Terminal di progetto

*Sezione 1

Industria per raffinazione del biodisel (energia)

Punti da mettere in sicurezza

BARRIERA PERIMETRALE

Messa in sicurezza permanente

* barriera perimetrale composta da diaframma plastico e palancolato a tenuta idrica

CAPPING SUPERFICIALE

Messa in sicurezza permanente

* barriera di copertura volta ad impedire la dispersione nell’ambiente degli agenti inquinanti.

Nella pagina affianco: planimetria di progetto per la zona industriale di Marghera.

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IMPIANTO DI DIGESTIONE ANAEROBICA DELLE BIOMASSE

* Digestori per la fermentazione della biomassa e la racconlta del biogas

* motori per la produzione di energia elettrica e la sua immissione in rete.

FITODEPURAZIONE

Tecnica che sfrutta la capacità delle piante di rimuovere, imobilizzare o trasformare composti organici ed inorganici presenti nelle varie matrici ambientali. Ottima metodologia per la rimozone di materiali inquinanti che vengono facilmente assorbiti dall’appalto radicale della pianta.

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In questa pagina:

SEZIONE 1

Produzione energia rinnovabile tramite biomasse.

SEZIONE2

Azienda cerealicola ad uso alimentare con rappresentazione della zona di fitodepurazione.

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Abitabilità

Tra terra e acqua Il centro storico

“Non si sa se il mare invada la città O la città si affondi nel mare.. Non si sa se il mattino la città si bagni nel mare O al crepuscolo il mare si addormenti nella città..”

Un mondo senza rifiuti?Un viaggio nell’economia circolare,Antonio Massarutto.

Città e mare,Madlena Serdyuk.

Un punto cruciale della nostra “laguna invisibile” è la riforma della vita che ne deriva. Il cittadino,oltre ad alimentarsi di energia pulita e consumare risorse prime responsabilmente abiterà gli spazi in modo diametralmente diverso,sia che si tratti del centro storico sia che si tratti di zone periferiche.

Nel primo caso abbiamo adottato un approccio resistente,l’unico del nostro scenario che si muove principalmente nell’ottica dell’adattamento. Ci siamo sentiti di fare un’eccezione per limitare i danni in una città che già soffre da anni di un alienante rapporto con le maree straordinarie. Venezia verrà così cinta da parapetti e paratie a protezione delle calli,mentre ai piani terra delle abitazioni a ridosso dei canali verranno murate le finestre e isolate le fondamenta. L’iconica città priva di margini tra terra ed acqua verrà meno a questa sua peculiarità per salvaguardarsi ancora un po’ dal suo inevitabile destino di nuova Atlantide.

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In questa pagina: Sezione d’intervento del centro storico veneziano delle barriere protettive.

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TAMPONAMENTO MURATURE

In previsione di maree eccezionali si è deciso di tamponare con pareti di pietra d’istria le finestre e le porte dei piano terra degli edifici maggiormanete a rischio allagamento.

MURO DI CONTENIMENTO

Il muro progettato in cls armato rivestito in pietra d’istria è pensato per salvaguardare l’economia tradizionale (botteghe) e la viabilità pedonale nel centro storico. L’altezza del muro di contenimento varia a seconda della collocazione.

SOLUZIONE BARCHE

Si è pensato una nuova collocazione delle barche dei privati in quanto, il muro di contenimento crea un restrengimento dei canali modificando la viabilità.

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In questa pagina: Planimetria del nuovo porto per le imbarcazioni private, localizzazione Tronchetto.

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Nella pagina a fianco: Vista 3D, zona stazione S. Lucia.

La laguna

Mentre il rapporto tra terra ed acqua mantiene un profilo netto nella città insulare di Venezia,i confini tra questi due elementi si fanno labili in laguna. I territori sommersi diventano luoghi in cui si erigono palafitte o si vive in postazioni galleggianti mobili,modo di abitare che è tipico del grande fiume asiatico di Meking e di cui troviamo esempi anche nelle rive del Po’ o nella stesso territorio veneziano dove i pescherecci fungono da abitazioni dei pescatori.Le case acquistano una dimensione nuova,dove la comunità gioca un ruolo decisivo,gli spazi sono meno dilatati,i materiali più naturali,oltre alla dimora anche il villaggio diventa un luogo intimo a misura d’uomo. Questi moduli abitativi,mobili o fissi si relazionano anche con il paesaggio circostante,in cui i giardini galleggianti e gli immensi campi di riso offrono,oltre ad un positivo impatto visivo,anche nuove opportunità di lavoro.

In questa pagina: Reportage

“ Case sospese sulle rive del Po” del fotografo Ettore Moni.

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In questa pagina: Fotomontaggio di una imbarcazione del Delta del Po e del sistema Floating Gardens all’interno della Laguna.

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In questa pagina: Sistema in sezione, case su palafitte e delle case mobili integrato con floating gardens e le risaie.

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Mobilità

Nuove partenze

“Rispetto alle grandi città che oggi accolgono grandi flussi di visitatori,come Roma,Londra,Parigi,Barcellona,etc.,Venezia è una piccola città insulare di 900 ettari,tutta centro storico,che presenta limiti fisici non modificabili e raggiunge insostenibili picchi di crescente affollamento.”

Governare il turismo,organizzare la città,Bartoloni,Fabbri,Migliorini.

Venezia oggi è il maggior polo di attrazione turistica dell’Italia settentrionale,e la città sta subendo l’”effetto Disneyland”,l’attrazione di turisti superficiali con il conseguente sviluppo di un’offerta commerciale cucita su di essi e lo svuotamento della città da parte dei residenti con la conseguente perdita culturale e artificializzazione del luogo. Per far fronte a questo problema sarebbe opportuno scoraggiare il turismo di tipo escursionista in quanto è causa principale del sovrappopolamento nei punti nevralgici della città. Si potrebbe attuare una limitazione giornaliera delle visite in questi luoghi,accessibili solo su prenotazione anticipata e la promozione di rotte alternative nella Laguna di tipo naturalistico-storico-artistico. Per ridurre il flusso lungo il Ponte della Libertà,e gli accessi terreni,che verranno progressivamente sommersi nel corso del secolo,si potrebbe cominciare a limitare l’entrata di bus turistici nella zona Tronchetto e prevedere tasse elevate per la sosta in Piazzale Roma delle auto,iniziando a far confluire le masse in Terminal alternativi più convenienti e suggestivi per il turista,collocati a Forte Marghera e a Pili Expo. Questo rafforzamento dello spostamento via acque interne alla Laguna,permetterebbe sia la distribuzione di grosse masse in punti differenti,sia,in un’ottica futura,il rimpiazzo di mezzi di trasporto che non saranno più praticabili. Altri Terminal lagunari saranno previsti di tratte lente per la visita delle zone umide,per promuovere

un tipo di turismo alternativo. L’attracco delle Crociere,che attualmente si trova nella zona del Tronchetto si potrebbe sposare esternamente alla Laguna,più precisamente,compatibilmente alle spinte delle correnti marine,nella Bocca di Lido,per evitare l’entrata di grosse navi nell’ambiente lagunare e smistare le folle dei croceristi in zone diversificate del territorio.

Il nuovo porto turistico sarebbe sospeso nell’acqua,in grado di sopportare per tanto una vita utile prolungata nel tempo,capace di piegarsi ai cambiamenti circostanti. Il turista inoltre potrà usufruire di servizi simili a quelli presenti in un aeroporto,ma di carattere più locale,così da incentivare l’artigianato,la produzione in loco e l’impiego di personale a tempo prolungato nei servizi commerciali e di trasporto previsti.

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In questa pagina: Rappresentazione in pianta del nuovo terminal per i vaporetti localizzato a Forte Marghera.

Nella pagina affianco: Rappresentazione in pianta del nuovo terminal localizzato al Pili Expo.

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In questa pagina: Sezioni d’intervento a Forte Marghera.
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In questa pagina: Sezioni d’intervento localizzati al Pili Expo, Marghera.

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In questa pagina: Rappresentazione del progetto del nuovo porto offshore in pianta e rispettive sezioni.

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Ambiente

“La laguna è opera antica della natura. Dapprima la marea, il riflusso e la terra in azione reciproca, quindi il progressivo abbassamento delle acque preistoriche, fecero sì che all’estremità superiore dell’Adriatico si formasse una considerevole zona paludosa, che, dopo esser stata sommersa dall’alta marea, viene parzialmente lasciata libera dal riflusso. L’arte umana s’impadronì dei punti più eminenti, e così nacque Venezia, collegando in sé cento isole, circondata da cento altre.”

Goethe,1876

L’aspetto più primitivo della laguna,e anche quello più delicato,lo ritroviamo nell’ambiente naturale che la compone. Principali protagoniste,tanto discusse nel corso degli anni,sono le barene. Questi dorsi argillosi e sabbiosi emersi dalle acque rischiano di scomparire progressivamente andando ad alterare l’equilibrio di fauna e flora del territorio. Per arginare il problema dell’erosione barenosa ci vogliamo affidare a progetti già presenti nell Laguna Superiore di Venezia, quali i Progetti Life di Seresto. Di questo progetto condividiamo l’ideologia e la volontà di fornire alle specie presenti nel territorio un habitat duraturo nel tempo e il contenimento del moto ondoso tramite il trapianto di fanerogame sommerse. E così si conclude il nostro viaggio dentro ‘La città continua”, che per noi è la Laguna sommersa del 2100,con la natura che specchia nell’acqua e diventa cielo,sotto il quale si perde tutto il resto.

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Viaggio in Italia,Johann Wolfgang
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DEVICES

d’intervento per l’erosione progressiva delle barene

CONSOLIDAMENTO

Tipologia 1

Il modulo base degli interventi protettivi è la fascina costituita da ramaglie avvolte da rete in fibra vegetale (cocco, sisal). Le fascine vengono posizionate nell’area di intervento e ancorate a pali in legno tramite cordame in fibra vegetale.

* Fascinata e riporto manuale del sedimento

CONSOLIDAMENTO

Tipologia 2

Ogni sito da proteggere richiede una definizione ad hoc della tipologia di intervento. La disposizione delle fascine è infatti diversa a seconda delle necessità del sito:

* Piccoli pennelli: per ridurre la corrente lungo il bordo;

* Piccole barriere frangionda

TRAPIANTO DI FANEROGAME

SOMMERSE

Le praterie di fanerogame acquatiche svolgono un ruolo fondamentale per la conservazione degli habitat costieri poiché supportano molteplici comunità biologiche, compresa la fauna aviaria, aumentano la stabilità dei bassofondali e sequestrano in modo permanente importanti quantità di CO2.

Nella pagina a fianco: Rappresentazione in pianta degli interventi in una tra le zone presa in esame, laguna nord superiore, Mazzorbo.

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In questa pagina: Prima sezione riferita allo stato attuale. Seconda sezione riferita all’anno 2100 senza interventi. Terza sezione riferita all’evoluzione futura grazie agli interventi.

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Bibliografia

AAA.VV. (2008): Il riso, coordinamento scientifico di A. Ferrero. Collana Coltura&Cultura, ideata e coordinata da R. Angelini, Bayer CropScience, Ed. Script, Bologna.

Angeli F. (2009): Fonti energetiche rinnovabili, ambiente e paesaggio rurale.

“Un altro Vallone Moranzani”: Giornale edito in occasione del seminario

“Vallone Moranzani, progetti virtuali e virtuosi. “Scenari di collaborazione” del 17 dicembre 2010. Facoltà di Architettura.

Peron I., Tesi di laurea dal titolo “ Potenzialità contese. Porto Marghera, una questione di metodo”. Dipartimento di Architettura e studi Urbani, 2016.

Dossier Energia e Rifiuti del Meetup Grilli. “Bonifiche a Porto Marghera: situazione e problemi emersi.” Gdl Ambiente, Venezia.

Report di monitoraggio del Paes, Città di Venezia 2018.

“Venezia è Laguna”,Roberto Ferrucci,Zoomflash.

“Venezia ambiente laguna”,a cura di Gianandrea Mencini,Supernova.

“Venezia è un pesce” Tiziano Scarpa,Universale Economica Feltrinelli.

“Se Venezia muore”,Salvatore Settis,Giulio Einaudi Editore.

Dossier “Adrifish.Promotion of a sustainable fishery in Northen Adriatic Sea. La pesca e l’acquicoltura nel Veneto” lavoro realizzato dall’Osservatorio Economico della Pesca dell’Alto Adriatico.

Dossier “La filiera agroenergetica” a cura di Morini per uno studio svolto per l’università di Ferrara.

“Ciminiere ammainate. Venezia,trent’anni di opposizione al declino industriale”,Alfredo Aiello, Nuovadimensione.

“Governare il turismo,organizzare la città. Valutazioni e proposte per una Venezia vivibile e un turismo sostenibile”,Roberta Bartoloni,Gianni Fabbri,Franco Migliorini,Giuseppe Tattara.

“Urbanism in the age of climate change”,Peter Calthorpe,Islandpress.

“Un mondo senza rifiuti?Viaggio nell’economia circolare”,Antonio Massarutto,Il Mulino.

“Il mondo rinnovabile,come l’energia pulita può cambiare l’economia,la politica e la società ”Valeria Termini,Lorenzo Colantoni,Luiss editori.

“Perché all’italia conviene l’economia circolare”Diario dell’innovazione,rapporto di ricerca Ottobre 2018

“Ecosostenibilità,sicurezza,tecnologia. Un circolo virtuoso per un nuovo modi di abitare”,Angelo Luigi Marchetti,Marlegno s.r.l.

“Economia circolare in Italia”,Duccio Bianchi,Edizione Ambiente. “Ri-Circolare l’Economia.

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Sitografia

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http://www.liferedune.it/

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maree

https://www.repubblica.it/ venerdi/articoli/2017/04/21/ news/venezia_san_marco_ chiude_i_rubinetti-1 63549158/

https://www.slideshare. net/eambiente/volpegestione-sedimenti-pianomorfologicoadp8marzo2012

https://www.colturaecultura. it/content/usi-energetici-0#

http://www.meteoweb. eu/2019/08/aumento-livellomare-scenari-possibililaguna-venezia/1303572/

https://weburbanist. com/2012/08/20/waterworlds-15-real-floatingtowns-ocean-cities/

http://www.beicostruzioni. it/proposte/vasche-per-ilcontenimento-delle-alte-

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