Costellazioni - 1 di 3

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VOLUME 1



Atelier Progetto Urbanistico C Corso Di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino, A.A. 2015-2016 prof. Angelo Sampieri (Urbanistica) prof.ssa Silvia Crivello (Sociologia dell’ambiente) collaboratori: Leonardo Ramondetti, Quirino Spinelli


Una costellazione è la rappresentazione di un assetto in forma di raggruppamento. A Torino, la nozione allude alla coesistenza, nella stessa città, di molteplici forme di urbanità, talvolta intrecciate nel medesimo luogo, altrove connesse da legami associativi particolari, non necessariamente contigui. Molte città nella stessa città potremmo dire richiamando la Berlino di Ungers degli anni Settanta, una città arcipelago, una città per parti, per clusters, per villaggi. Una città fatta di distretti di comunità suburbane, come ancora più addietro nel Piano di Abercrombie per la Grande Londra. Le genealogie conducono a numerose e divergenti esperienze, segnate per lo più da un determinismo duro, teso ad intrecciare usi e funzionamenti entro luoghi molto connotati e circoscritti, stabili. Oggi, evocare la presenza di costellazioni, implica solo qualche complicità con questa storia passata. Riconoscere costellazioni, mapparmappar le, individuare i caratteri che segnano la specificità dei luoghi su cui esse temporaneamente insistono, vuol dire disegnare una nuova sfesfe ra urbana transitoria e fitta di contraddizioni, il cui mutevole assetto è stato peraltro profondamente sovvertito dalla crisi economica avav viatasi ormai dieci anni fa. Il rovesciamento si coglie bene rispetto agli ordini ed alle gerarchie spaziali consolidate. Ad esempio, non più luoghi centrali e periferie, ma una disseminazione di spazi eccentrici, tesi ogni volta alla coco struzione di uno specifico mondo, più o meno esclusivo, e protetto.


Come se un’implosione avesse prodotto una nebulosa capace di riaddensarsi attorno ad una pluralità di centri minori. I nuovi fulcri sono talvolta coincidenti con una tradizionale parte di città (il quartiere, il parco, la via, la piazza, il condominio), ma ancor più spesso sono segnati da una convergenza inedita, entro uno stesso luogo, di esigenze, interessi economici, politici, religiosi ed azioni, capaci di manifestarsi come fossero un unico progetto implicito, seppure attraversato da contraddizioni e conflitti. Questo progetto ricorre dentro i tessuti della città consolidata, marca trasformazioni solitamente minute ed è spesso sostenuto da forme di interazione sociale e collaborazione robuste, meno frequentemente, data l’esiguità delle risorse disponibili, da competenze tecniche in grado di interpretare la richiesta di nuovi spazi pertinenti rispetto ai nuovi usi. Il corso propone di osservare ed interpretare, nella forma di una costellazione, dieci luoghi della città di Torino collocati entro il quadrante di tre chilometri per sei compreso, in direzione est-ovest, tra Mirafiori Sud ed il Po, ed in direzione nord-sud, tra il Lingotto e Nichelino. Ognuno di questi luoghi presenta caratteri morfologici e funzionamenti peculiari, denuncia problemi e pone domande che richiedono risposte puntuali, rivela al contempo prove di innovazione sorprendenti nei modi di abitare e nell’organizzazione degli spazi condivisi. Obiettivo del corso è dare rilievo ai luoghi attraverso un’esplorazione progettuale capace di coglierli entro un intreccio virtuoso con nuove tecnologie disponibili, nuove forme di finanziamento delle trasformazioni, nuovi modi di produzione di spazio, benessere e socialità.



1. The Fold Pau Sonia, Manco Massimiliano, Trombatore Cristiana 2. Back To 1958 D’Alessandro Eleonora, Paganelli Giorgia, Parisi Piergiorgio, Carrillo Gonzales Susana Ines, Meneghello Pietro 3. Camp The Building Alagna Laura, Arduino Gianluca, Argentina Federica, Battisti Martina 4. Micro Production District Ferro Elena, Alviti Eleonora, Giustetto Martina, Deidda Andrea 5. Parklife Albry Matteo, Andreotti Jacopo, Beltrame Stefano, Popovic Adrijana 6. The Sponge Donadi Giulia, Gangi Angelo, Fiorentino Francesco, Di Vietri Stefano 7. Life in an Urban Block Asti Andrea, Devetta Diana, Dusi Isabella, Francesco Fabbro 8. Seaside Bagnasco Beatrice, Borio Elena, Pipitone Luca, Polverini Domenica 9. Linear Forest Serena Ginevra, De Mattia Chiara, Mariani Andreina 10. Melting Pot Archipelago Accornero Federica, Boeri Ilaria, Martani Debora



The Fold


Atelier Progetto Urbanistico C Corso Di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino, A.A. 2015-2016 prof. Angelo Sampieri (Urbanistica) prof.ssa Silvia Crivello (Sociologia dell’a mbiente) collaboratori: Leonardo Ramondetti, Quirino Spinelli


MASSIMILIANO MANCO PAT R I C I A G A R C Í A M O R A L E S S O N I A PA U C R I S T I A N A T R O M B AT O R E



INDICE 1.Via Genova: un asse denso LANDMARK E CONFINI LEGGIBILITÀ E COMPLESSITÀ STABILITÀ E SORPRESA FOCALIZZAZIONE DENSITÀ

2. Il grattacielo disteso

3. Gli abitanti INDAGARE L’AMBITO PERCEZIONI

4. Il villaggio STRATEGIE SOVRAPPORRE: i balconi e la doppia facciata COLLEGARE: il percorso al bosco CHIUDERE: il sottopasso lingotto COPRIRE: il mercato urbano



1.Via Genova: un asse denso



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ia eno a una delle strade principali della citt di orino e si tro a precisa ente a sud della citt a confine con il co une di ichelino i presenta co e un asse stretto co preso tra due parallele perlopi eicolari ia izza e ia enti i lia e tra i confini della erro ia del arco talia ’ e del fiu e o ell’intorno si tro ano anu atti architettonici di rande di ensione ed interesse il alazzo delle ostre realizzato nel e e lio conosciuto co e ala ela costituisce una struttura poli unzionale do e si s ol ono atti it sporti e ostre e concerti il alazzo del a oro nato nel in occasione della cele razione per il entenario dell’ nit d’ talia era una struttura espositi a a o i risulta co pleta ente a andonato a causa de li in enti costi di estione il centro aller in otto nato co e uno dei principali sta ili enti di produzione della a rica auto o ilistica iat o i tras or ato in centro poli unzionale e di iso in terziario a itazioni e al er o ed il rattacielo della e ione ie onte che rappresenta il centro a inistrati o della citt di orino e che ancora in ase di costruzione uest’ulti o con i suoi etri di altezza di enta l’edificio pi alto dell’intera citt superando la storica ole ntonelliana e creando l’idea di una citt che si estende ai suoi piedi uesti ari ele enti creano cos una costrizione della strada che rende ia eno a un paese all’interno della citt le atti it sociali e co erciali si concentrano lun o la ia e nei dintorni rispondendo ai iso ni dei suoi a itanti utta ia i te pi dell’a itare sono rallentati dai cantieri per la costruzione del rattacielo e della nuo a stazione etropolitana roprio per le caratteristiche sopra descritte ia eno a pu pro are a perse uire una di ersa di ensione ur ana attra erso la ripro ettazione della sua sezione e dei suoi spazi

confini pro ettuali sono rappresentati da orso iero aroncelli e iazza iaco ini e includono oltre a ia eno a spazi uali il parche io del super ercato arre our un iardino pri ato e inutilizzato che reso pu lico colle here e la ia al arco talia e il sottopasso in otto che ad o i risulta ele ento di di isione del uartiere a cui la ia appartiene


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via genova angolo via nizza 389 via genova angolo via vinovo


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via genova angolo via valenza via genova angolo via giaglione


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componenti insulari e trama


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mappa organizzata


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VIA GENOVA

VIA GENOVA E LANDMARK

COSTRUITO

COSTRUITO FIUME PO

Landmark e confini


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grattacielo della regione piemonte


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8 gallery lingotto palavela


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palazzo del lavoro fermata della metropolitana


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LEGGIBILITÀ, COMPLESSITÀ ’area nonostante sia alta ente densa non si ri ela di di ficile lettura aspetti or olo ici uali la rete iaria re olare la relati a o o eneit nell’allinea ento de li edifici la co pati ilit de li stili architettonici e aspetti socio unzionali uali la presenza di di ersi poli di attrazione inerenti al terziario la presenza di se nali la corrispondenza tra caratteri fisici e sociali contri uiscono a rendere il luo o le i ile nico ele ento di disorienta ento spaziale sono i cantieri su ia izza che o li ano alla de iazione del percorso su ia eno a ltre alla le i ilit ele ata anche la co plessit in uanto per or olo ia iaria tre randi strade parallele colle ate tra loro da strade tras ersali le possi ilit di percorso sono olteplici e l’etero eneit unzionale e sociale da su ito esplicita nella presenza di s ariate atti it co erciali a anche sociali e istituzionali

deviazioni su via genova


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LANDMARK

VIA GENOVA

DEVIAZIONE

COSTRUITO

STRADE SECONDARIE

DOPPIO SENSO DI CIRCOLAZIONE

FERROVIE

NODI

SENSO UNICO DI CIRCOLAZIONE

AREE VERDI FIUME PO

viabilita’ e morfologia


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STABILITA’ E SORPRESA arattere per anente della zona la presenza di ele enti che ne con eriscono riconosci ilit e stailit si pensi al parco e al centro aller in otto a allo stesso te po i continui nuo i cantieri e la ori che rallentano i te pi dell’a itare e odificano pi o eno te poranea ente luo hi e percorsi lti o ra uesti proprio il cantiere per il alazzao della e ione ie onte e per la nuo a stazione della etropolitana annessa l parco uno dei luo hi che con erisce sta ilit all’area esso oltre a essere a iliare per chi a ita in zona anche ricco di sti oli tutta ia in uietudine e insta ilit au entano con l’a icinarsi al alazzo del a oro ad o i a andonato l centro aller in otto il centro co erciale pi rande della zona e il a ior luo o di ritro o per li a itanti a proprio per la sua unzione pur essendo un luo o di alta sta ilit non se pre ricco di nuo i sti oli osti dalla sta ilit e dalla sorpresa assa che coneriscono anche in uietudine sono i icoli icino al cantiere del rattacielo che restrin ono lo spazio pedonale lo inscuriscono e non o rono ulteriori ie d’uscita

via nizza: cantiere del grattacielo


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parco italia ‘61 8 gallery lingotto


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FOCALIZZAZIONE er poter realizzare l’analisi della ocalizzazione de li spazi ur ani si ese uito uno studio diretto dell’area do e si analizzano li aspetti fisiolo ici e socioculturali del territorio all’analisi si e ince che il uartiere si alterna tra aree ad alta densit sociale e a assa densit sociale uesto do uto alle s ariate atti it e ai randi poli che si tro ano nell’intorno di ia e aree di a ior interesse di studio sono state analizzate pri a secondo i criteri dell’indi iduazione di zone ad alta e assa densit fisica e sociale poi stata studiata la re uentazione dell’area ed in se uito la re olazione del co porta ento sociale n’ area a assa densit non ocalizzata sicuraente il arco talia ’ do e non en ono s olte atti it specifiche e iene poco re uentato proprio per uesto oti o ia eno a essendo olto estesa presenta un’alternanza di densit e ocalizzazione in atti la zona a sud del sottopasso in otto si presenta co e un’area a assa densit non ocalizzata entre la zona a nord del sottopasso si presenta co e una zona densa non ocalizzata per la presenza di uartieri ani ati l centro aller in otto costituisce sicuraente un luo o denso do e all’interno si alternano zone ocalizzate e non ocalizzate proprio per la poli unzionalit dell’edificio che si di ide in zona co erciale cine a al er o ed uni ersit l ala ela un luo o denso ocalizzato do e la sua unzione principale costituita dall’atti it sporti a

parco italia ‘61 8 gallery lingotto


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ZONA DENSA FOCALIZZATA ZONA A BASSA DENSITÀ NON FOCALIZZATA ZONA DENSA NON FOCALIZZATA

0 50 100

200 m

ZONA A BASSA DENSITÀ FOCALIZZATA ZONA AD ALTERNANZA DI FOCALIZZAZIONE FIUME PO

FOCALIZZAZIONE


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DENSITA’ FISICA l uartiere nella sua di ensione fisica risulta essere densa ente popolato da studenti anziani a anche a i lie a costrizione pro ocata dai anu atti archittettonici a cui si i accennato deter ina aree a assa densit fisica nei luo hi di localizzazione de li stessi la erro ia il polo del rattacielo il parco con l’uni ersit il ala ela il alazzo del a oro etc uindi la popolazione a ita perlopi le aree interne a ia enti i lia e ia izza ri ersandosi su ia eno a e alternando isolati ad alta densit con altri pochi a edia niche aree di respiro sono uelle occupate dalle scuole dai centri sporti i e sociali e dal super ercato arre our n particolare si pu parlare di assa e edia densit nella zona del sottopasso in cui si concentrano due di ersi istituti scolastici e dei ca pi da calcio che contri uiscono al ta lio dell’area in due parti colle ate dal solo asse di ia eno a l sottopasso in otto di enta pertanto occasione di pro etto ai rafici i ediata ente a fianco in ece tratti dall’u ficio pu licazioni e analisi statistiche si riscontra co e la zona appartenente al uartiere del in otto e uindi alla circoscrizione no e a ia una percentuale di residenti pari all’ della popolazione torinese residente e co e i nuclei a iliari pi di usi siano uelli costituiti da una due tre o assi o uattro persone uesti dati accoppiati all’et edia tra le a iori di orino e all’ele ato nu ero di uo ini e donne sole residenti anno presuppore una orte presenza di anziani che i ono da soli l nu ero di residenti stranieri non si attesta ai assi i li elli tutta ia anche tale presenza non pu essere trascurata

POPOLAZIONE PER CIRCROSCRIZIONI

NIZZA MILLEFONTI, LINGOTTO, FILADELFIA 74 735 ab

pop. torinese residente: 898 714 circoscrizione 9: 8,3 % pop.torinese

RESIDENTI CIRCOSCRIZIONE 9: 35 403 47% residenti età media:49

39 332 53% residenti età media:45

NUCLEI FAMILIARI PER NUMERO DI COMPONENTI

= 42% di 37 014

= 30% di 37 014

= 16% di 37 014

= 10 % di 37 014

+

= 2 % di 37 014


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ALTA DENSITÀ

VIA GENOVA

MEDIA DENSITÀ BASSA DENSITÀ

0 50 100

200 m

FIUME PO

DENSITÀ FISICA


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14:00 -19:0 0 9:00-12:00

:00 0-22 20:0

feriali

festivi

0 -19:0 14:00 9:00-12:00

14:00 -19:0 0 9:00-12:00

20:00 -22:0 0

Via Genova

:00 0-22 20:0

feriali

festivi

0 -19:0 14:00 9:00-12:00

sottopasso Lingotto

9:00-12:00

:00 0-22 20:0

14:0 0-19 :00

20:00 -22:0 0

’area ricca di ser izi dai randi centri dell’ aller in otto su ia izza e uelli sporti i su ia enti i lia al piccolo terziario occupante soprattutto l’asse di ia eno a e i dintorni i la rende una zona dalle olte atti it attratti e che ne incre entano la densit sociale rafici a lato rappresentano il ariare della densit sociale durante l’arco della iornata al attino al po eri io e alla sera di erenziando tra sopralluo hi a enuti in iorni eriali e in iorni esti i per tre aree di erse che saranno centri d’interesse per il uturo pro etto uel che ne risulta una enerale i acit del uartiere durante le ore diurne tenendo conto che nella zona del sottopasso in cui i sono concentrate le scuole tale i acit si riduce soprattutto alle ore scolastiche utta ia a iene una drastica di inuzione della presenza di persone per strada durante le ore notturne

20:00 -22:0 0

DENSITÀ SOCIALE

feriali

festivi

0 -19:0 14:00 9:00-12:00

mercato cittadino

sopralluoghi


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ATTIVITA’ ATTRATTIVE VIA GENOVA FIUME PO

0 50 100

200 m

didascalia in maiuscoletto (small caps) Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing attivita’ attrattive


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via genova angolo via millefonti via genova angolo via vado


2.Il grattacielo disteso


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a sezione ri ela l’entit del rattacielo sulla citt circostante esso ra iun endo i l’edificio pi alto a orino l rapporto col contesto dato dai contrasti esso si er e co e land ar assoluto dalla or a conte poranea propria di una realt ur ana da rande etropoli in un contesto peri erico de li anni ’ uindi naturale la presenza di posizioni opposte da parte della popolazione chi lo accetta e ne auspica un uturo co e nuo o polo attratti o della citt chi ne accusa la ancanza di rapporto col contesto e i disa i susse uiti alla sua costruzione ne li ulti i cin ue anni ’a itato circostante co posto perlopi da palaz zine alte cin ue sei piani di cui il piano terra a destinazione d’uso co erciale e i piani superiori a destinazione a itati a ’a itato denso sull’asse di ia eno a a a diradarsi se pre di pi con la icinanza al rattacielo al cui asse direzionale corrispondono edifici a iori a destinazione co erciale uale appunto il in otto all’altra parte della sezione ur ana costante la presenza del fiu e e del parco che interro pono radual ente l’edificato sostituendo alla unzione a itati a uella istituzionale dell’uni ersit e uella attratti a di ari centri sporti i

il grattacielo della regione piemonte


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via genova angolo via garessio via genova angolo via lavagna


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7

6

5 4

3 2

1

superfici verdiVERDI SUPERFICI superfici calpestabili SUPERFICI CALPESTABILI terreno TERRENO 0 50 100

200 m

superfici stradali SUPERFICI STRADALI fiume po FIUME

sezioni territoriali


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1

2

0

20

50m

sezioni territoriali


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superfici verdiVERDI SUPERFICI superfici calpestabili SUPERFICI CALPESTABILI terreno TERRENO superfici stradali SUPERFICI STRADALI FIUME fiume po


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3

4

5

0

20

50m

sezioni territoriali


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SUPERFICI superfici verdiVERDI SUPERFICI CALPESTABILI superfici calpestabili terreno TERRENO superfici stradali SUPERFICI STRADALI FIUME fiume po


37

6

7

sezioni territoriali


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Di seguito è riportato uno studio delle funzioni, di erenti da uella dell’a itare de li edifici co erciali adiacenti a ia eno a e di uelli che per destinazione d’uso risultano i portanti per l’intero uartiere alle plani etrie e er e co e nella zona non anchino strutture utili e ser izi co erciali i sono scuole strutture socio sanitarie luo hi di culto ca pi sporti i e atti it co erciali di ario tipo da uelle ali entari a uelle per la cura della persona a presenza di cos tanti ser izi rende ia eno a un potenziale rattacielo orizzontale per cui sor e spontaneo con erirle un’i pronta pro ettuale che ne ra orzi tale ruolo n’analisi pi attenta per ette di notare co e siano in ece assenti escludendo li spazi sporti i i luo hi di ritro o co une per le di erse ascie di et i luo hi di ritro o serale e li spazi che per ettono al cittadino di partecipare alla ita ur ana al di uori dalle lo iche di una zona ar inale uanto detto rappresenta uindi spunto di ri essione e di partenza per il progetto.


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strutture socio-sanitarie

sport e tempo libero

scuola e istruzione

via genova

sicurezza

fiume po

0 50 100

200 m

luoghi di culto

attivita’ via genova


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servizi

fiume po

alimentari, market, punti di ristoro altro terziario

0 50 100

200 m

via genova

attivita’ commerciali via genova


3.Gli abitanti



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INDAGARE L’ AMBITO Un’ indagine diretta sul luogo può aiutare, nei suoi li iti a definire e lio le pro le atiche dell’area di pro etto o stru ento di inda ine utilizzato in uanto l’a ito territoriale piuttosto li itato l’inter ista co posta da poche do ande irate a persone incontrate nella zona le uali ci i ono la orano o la re uentano di passa io e do ande a cui i testi oni hanno do uto rispondere ri uardano il oti o per cui si tro ano nella zona li aspetti positi i e ne ati i della stessa la percezione di sicurezza che l’area tras ette e infine la loro opinione su un’e entuale tras or azione di ia eno a in una shared street atural ente poich uona parte dei testi oni interpellati non conoscono l’appellati o sopra utilizzato stato chiarito il si nificato di shared street e che cosa essa co porti in ter ini di pro ettazione oltre alle conse uenze sul tra fico otorizzato e non ono stati scelti una entina di testi oni di erenti per et sesso e ruolo nel contesto dall’a itante allo studente al la oratore i se uito sono riportate a titolo si nificati o tre inter iste in cui iene esposta una di erente posizione nei con ronti del pro etto


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PERCEZIONI QUESITI: er uale oti o si tro a in zona uali sono li aspetti che crede positi i di uesta zona uali uelli che ritiene ne ati i rede che uesta sia una zona sicura he ne pensa della possi ilit che ia eno a si tras or i in una shared street L’OTTIMISTA onna di uarant’anni con cane i o in zona ’ una zona olto en ser ita sia di atti it co erciali sia sporti e sia per i colle a enti l lato ne ati o il ru ore la ancanza di parche i e la ancanza di pu e locali ’ una zona olto sicura ono contenta della shared street ne ho iste altre nei iei ia i in altre citt europee ed una tipolo ia di strada che apprezzo olto IL DUBBIOSO a azzo studente di enti uattro anni i o in zona i sono olti ser izi ed en collegata on ci sono locali notturni e posti per i ra azzi in cui incontrarsi c’ olto tra fico ’ una zona tran uilla e sicura ono du ioso sulla shared street perch c’ olto tra fico e credo che portere e all’intasa ento della ia

IL PESSIMISTA i nore di circa settant’ anni i o ui da tanti anni ’ una zona en ser ita a io non esco ro o che non ci sia niente di ne ati o a non iene rispettata la di erenziata ’ assoluta ente sicura on sono assoluta ente d’accordo con la shared street perch secondo e creere e troppi disa i a chi si uo e in auto e a chi uole parche iare icino a casa


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studente di 24 anni donna con cane signore anziano

0

50 100

200 m

interviste


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alle inter iste s olte si trae che le pro le atiche pi riccorenti ri uardano il tra fico le di ficolt sorte dai cantieri e l’assenza di spazi di incontro e socializzazione che non siano pretta ente co erciali i ha reso possi ile un appro ondi ento delle analisi dell’area precedente ente s olte e ha indirizzato e lio il pro etto re ettendo l’i possi ilit di controllo sui cantieri si scelto di dare spazio e soluzione alle di ficolt di ritro o de li a itanti n uesto senso la shared street en si colloca a dare una nuo a diensione ur ana a ia eno a che da tipico asse cittadino ac uisire e l’aspetto pi a iliare del illa io uo o di ritro o dei cittadini di entere e la strada do e con i ialit ioco socializzazione sono possi ili razie ad un’in ersione dei ruoli solita ente do inanti a pre alere sul tra fico eicolare sar in atti uello pedonale incenti ato dalla pa ientazione del corso che si attesta su un unico li ello cio senza distinzioni di uota tra asse stradale e arciapiede

Priorità


4.Il Villaggio


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VIA GENOVA E SPAZI ANNESSI FIUME CONNESSIONI


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stato di fatto


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VIA GENOVA E SPAZI ANNESSI FIUME CONNESSIONI

0 50 100

200 m

via genova e nuovi spazi


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STRATEGIE Il progetto di Via Genova propone il perseguimento per essa di una diversa dimensione urbana: essa è un grattacielo disteso dove gli abitanti trovano offerta ai propri bisogni e sfruttano gli spazi e gli edifici con le loro unzioni anca tutta ia oltre al parco uno spazio co une di incontro sce ro dal fine pretta ente co erciale e consu istico er questo la Via si candida alla nuova frontiera di mobilità dello spazio che in tante città d’Europa ha già trovato luogo: una Shared Street dove convivialità e socializzazione a en ono nello spazio strada dando priorità al pedone senza incidere sulla funzione di transito propria di una strada carra ile i a iene in due asi la pri a tipica delle shared street che consiste nell’a olizione dei cartelli stradali dei se a ori e dei arciapiedi la superficie stradale di enta unica ad unico li ello e trattata al edesio odo uesta nuo a concezione di o ilit si asa sul principio per cui il pericolo uona cosa e l’insicurezza rende pi attenti uindi costringendo pedoni e automobilisti a condividere lo stesso spazio si indurre e uesti ulti i a responsa ilizzarsi a ior ente nei con ronti dei pri i a seconda fase consiste nel sovrapporre ai prospetti de li edifici esistenti delle strutture di sostituzione e a plia ento dei alconi creando cos una serie di terrazzi che inter en ono nella sezione stradale con erendole un aspetto pi a iliare o e in un illa io l’a iente do estico interno ed esterno si ondere ero rendendo la citt a ior ente issuta e a iliare

Nel progetto tuttavia non si concepisce una shared street isolata: ad essa sono annessi ulteriori spazi diersa ente pro ettati

Il primo di questi è un giardino ora privato che da pubblico diventerebbe la principale connessione tra ia eno a e il parco talia ui l’azione uindi quella della connessione che attraverso “il bosco del villaggio” collega il verde allo spazio stradale condi iso e alle a itazioni

l secondo spazio pro ettuale il sottopasso inotto hiudendo uesto con un elo costituito da un’unica la ina laddo e possi ile per non incidere sulla unzionalit dello stesso si crea uno spazio polifunzionale che unisce sullo stesso livello il corso stradale i eli ina cos la arriera pri a esistente e si connettono due parti di città ad oggi di ise

SOVRAPPORRE

COLLEGARE

CHIUDERE

lti o luo o indi iduato uello a fianco al super ercato arre our d o i lo spazio un parche io all’aperto ttra erso la sua copertura esso potrebbe diventare un luogo di mercato e street food che arricchirebbe di nuove funzioni la shared street facendola diventare anche luogo di ritrovo serale uesto scopo si pre ede una copertura sostenuta da dei semplici pilastri costituita da un piano terra e un pri o piano do e potersi sedere COPRIRE


il progetto


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SOVRAPPORRE: I BALCONI E LA DOPPIA FACCIATA Il perimetro stradale presenta facciate dalla qualità architettonica media che conferiscono a Via Genova l’aspetto di un asse periferico ma densamente popolato o rapporre si nifica ui inter enire su tale aspetto per sovvertirlo e avvicinarlo all’idea del villaggio animato e familiare. L’azione del sovrapporre si attua attraverso la costruzione di strutture che, laddove il privato decida, possano essere inserite a sostituzione del proprio balcone, sovrapponendosi così alla facciata preesistente. Si immagina quindi la possibilità di una nuova normativa comunale che possa dare la concessione al privato. Le strutture sono molto semplici: uno scheletro in acciaio sostiene solai profondi tre metri e larghi quanto l’ambiente interno corrispondente, un semplice parapetto protegge dalla caduta, mentre il resto ri ane co pleta ente aperto ed infine una copertura di listelli ripara il solaio dell’ultimo piano. La sovrapposizione di questa struttura alle facciate contribuirebbe a conferire assieme alla pavimentazione un aspetto più armonico e organico alla strada che diventerebbe così l’ampliamento del focolare interno, in quanto gli abitanti sarebbero spinti a usufruire di questo nuovo spazio.


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acquerello su carta britannia 210x297 mm


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SUPERFICIE CALPESTABILE SUPERFICIE EDIFICATA

0

5

10

15

20 m

i balconi e la doppia facciata


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i balconi e la doppia facciata


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COLLEGARE:IL PERCORSO AL BOSCO Ad est di Via Genova, fra Via Millefonti e Via Giaglione, un giardino privato chiuso da un cancello, separa l’asse dal parco dell’Italia ‘61. L’apertura di questo permeterebbe un collegamento verde ad esso. Collegamento che amplierebbe la shared street e la aprirebbe all’esterno facendo quasi scomparire la superficie calpesta ile nel erde l erde acquisirebbe il ruolo di Bosco del villaggio che si alterna all’edificato e lo in ade


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acquerello su carta britannia 210x297 mm


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SUPERFICIE VERDE SUPERFICIE CALPESTABILE SUPERFICIE CARRABILE

0

5

10

20

30 m

IL BOSCO


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IL BOSCO


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CHIUDERE: IL SOTTOPASSO LINGOTTO Su Corso Caduti sul Lavoro si estende il sottopasso che collega Corso Eusebio Giambone con Via Ventimiglia e che, come uno squarcio, divide in due parti il quartiere. Unica connessione è quella dell’asse di Via Genova. Il progetto occupa lo spazio ad Ovest di questa e propone il recupero della superficie aperta chiudendo lo spazio con un’ unica lastra che si piega e raggiunge altezze diverse. Le parti laterali della “lastra” sono chiuse attraverso dei vetri che lasciano entrare la luce nel sottopasso e garantiscono la permeabilità visiva tra le strade adiacenti.


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acquerello su carta britannia 210x297 mm



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0

5

10

20

30 m

il sottopasso


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IL SOTTOPASSO


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COPRIRE: IL MERCATO Una semplice copertura può cambiare lo stato di fatto di un luogo, rendendolo da inutilizzato o incompiuto a luogo partecipato. E’ con questo presupposto che il parcheggio del supermercato Carrefour si può trasformare in un ampliamento della shared street con funzione di mercato all’aperto e di street food. Ciò animerebbe di nuova vita la zona e contribuirebbe al ritrovo giornaliero e serale delle persone. L’azione del coprire avviene attraverso una struttura composta da due coperture sostenute da pilastri: una alta 12m, estesa quanto l’intero spazio sottostante, e un primo piano alto 6m con un’estensione minore. Le coperture sono concepite come ripetizione di un modulo quadrato sei per sei. I moduli sono sostenuti da un unico pilastro centrale.


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acquerello su carta britannia 210x297 mm


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SUPERFICIE CALPESTABILE SUPERFICIE EDIFICATA SUPERFICIE CARRABILE

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5

10

15

20 m

il mercato


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il mercato



BACK TO 1958


Atelier Progetto Urbanistico C Corso Di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino, A.A. 2015-2016 prof. Angelo Sampieri (Urbanistica) prof.ssa Silvia Crivello (Sociologia dell’ambiente) collaboratori: Leonardo Ramondetti, Quirino Spinelli


SUSANA CARRILLO E L E O N O R A D ’A L E S S A N D R O PIETRO MENEGHELLO G I O R G I A PA G A N E L L I P I E R G I O R G I O PA R I S I



INDICE

Introduzione IL QUARTIERE IPPODROMO NELLA CITTÀ

1. QU.IPP. LA COSTRUZIONE DEL QU.IPP. LO SPAZIO PERCEPITO IL SISTEMA DELLA MOBILITÀ LO SPAZIO COSTRUITO LO SPAZIO APERTO POPOLAZIONI

2. Back to 1958 PEDONALIZZAZIONE REINTERPRETAZIONE DEL MARGINE RIORGANIZZAZIONE DELLE CORTI

Allegato



INTRODUZIONE



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Il quartiere Ippodromo nella città

Mirafiori Sud è un quartiere della periferia sud di Torino, di cui costituisce la X Circoscrizione. Il nome Mirafiori deriva dal castello sabaudo di Miraflores, fatto costruire dal Duca Carlo Emanuele I di Savoia nel 1585 come regalo alla giovane moglie Caterina, figlia del re di Spagna Filippo II. Caterina stufa di soggiornarvi, fermò i lavori, così il progetto intero non fu mai realizzato e fu costruito solo il corpo centrale del castello. Il 1636 fu l’ultimo anno di splendore del Miraflores, qui infatti si stabilì Madama Reale Maria Cristina, sorella del re di Francia. L’estrema rovina avvenne nel 1706 durante l’assedio di Torino dove il palazzo fu arso da un incendio causato dai combattenti e gran parte dei marmi precipitarono nel Sangone. Successivamente si formò un borgo che oggi costituisce il nucleo storico del quartiere. Fino ai primi anni del Novecento Mirafiori Sud si presentava come una vasta area rurale, dove i boschi e le spiagge lungo il fiume rappresentavano una delle mete fuori porta preferite dai torinesi. L’arrivo della ferrovia, nel 1884, segna una prima fase del cambiamento dell’area favorendo il collegamento con il centro città. Nella nostra area d’intervento venne costruito l’ippodromo, in quanto nel 1904 il comune di Torino e le autorità militari espropriarono il terreno del vecchio ippodromo per insediare la nuova piazza d’armi, così la Società Piemontese delle Corse individuò come nuova area quella inclusa tra gli attuali corso Unione Sovieta, corso Tazzoli, via Croce e via Vigliani. L’Ippodromo venne inaugurato nel 1906 cuore di un’ippica di rango, fu diretto da nobili; era

Castello miraflores (1585)

Ippodromo mirafiori (1906)


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uno degli ippodromi più moderni d’Italia, con una pista di 1800 metri, utilizzata anche per le corse ad ostacoli. Anche le sedute degli spettatori erano all’avanguardia: oltre alle tribune c’erano gli uffici telegrafici e telefonici che facilitavano le comunicazioni, rendendolo non solo un luogo di corse e scommesse, ma anche luogo di incontri. L’attività ippica di Mirafiori iniziò a coinvolgere tutta l’economia del borgo che divenne sede di scuderie ed allevamenti, dando alloggio a cavalli e fantini. L’area occupata dall’ippodromo fu interessata dai bombardamenti del luglio del 1944 che la danneggiarono lievemente; rimase fino al 1958, quando si decise di costruire un nuovo ippodromo a Vinovo. Finita l’epoca delle corse ippiche e della società benestante che girava intorno a esse, per Mirafiori iniziava la tumultuosa crescita edilizia della stagione operaia.

Nel XIX secolo l’Italia vive un momento di intenso sviluppo nel campo dell’aeronautica e Torino diventa, per questo settore, un centro importante; iniziarono a crescere industrie dedicate alla progettazione e produzione dei veicoli. Nel 1911 nacque l’Aeroporto di Mirafiori, diventando il primo e più importante aeroporto civile e militare di Torino. Durante la seconda guerra mondiale subì un pesante bombardamento, e a partire dal secondo dopoguerra perse gradualmente le sue funzionalità militari e civili e, con l’apertura del nuovo aeroporto di Caselle, venne definitivamente abbandonato e demolito nel 1953. Oggi è sede del Parco Gustavo Colonnetti. In questi anni si cominciò a definire l’assetto urbano di Mirafiori, la cui immagine rimane

Ippodromo mirafiori (1906)

Aeroporto militare milafiori (1911)


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legata a quella della Fiat. Lo stabilimento della Fiat sorse tra il 1936 e il 1939, ma la sua storia fonda le radici già a partire dagli anni Venti, quando il colosso automobilistico comincio a muoversi sul mercato fondiario dell’area. La Fiat, con le sue politiche industriali, giocò un ruolo fondamentale nella ridefinizione della Mirafiori post-bellica, tant’è che tra gli anni Cinquanta e Settanta si vide un consistente piano di sviluppo di edilizia residenziale pubblica. Torino divenne quindi capitale indiscussa delle grandi ondate di migrazione, questo è evidente se si osserva l’incremento della popolazione che passò da 18.000 a 141.000 abitanti, dei quali 115.000 dipendenti della fabbrica; tra questi vi era sia la classe operaia che un nuovo ceto di impiegati. E’ interessante notare come in quegli anni si sviluppò parallelamente un’edilizia sia pubblica che privata. La prima, sovvenzionata dallo Stato, rispondeva alle esigenze della già numerosa e crescente classe operaia, la seconda invece, tentava di stimolare l’acquisto da parte del nuovo ceto medio attraverso incentivi ed agevolazioni fiscali. Così trovarono posto dei piani di lottizzazione convenzionata con i privati, i quali si impegnavano a realizzare degli interventi di attuazione del Piano Regolatore. Nel quartiere Ippodromo il ruolo giocato dai privati è stato fondamentale per il welfare state che proprio in quegli anni ricercava la nuova classe impiegatizia. Lo strumento del piano consensuale è stato utile soprattutto per la realizzazione di attrezzature collettive e di nuovi spazi urbani, ed in questo senso il quartiere ippodromo, costruito da privati, lasciò molto spazio al pubblico.

Stabilimento FIAT (1939)

Via Onorato Vigliani (1960)



QU.IPP.


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Ci troviamo nell’area di MirafioriSud, uno dei più grandi quartieri torinesi, tanto da costituire, da solo, una circoscrizione, la X. In particolare la nostra area di progetto si inserisce in un contesto urbano vario e complesso; iscritta nel quadrante definito da garndi assi viari, quali Corso Unione Sovietica, Corso Traiano, Via Onorato Vigliani e Corso Benedetto Croce. Un’ area a pochi passi dal complesso della Fiat, dalla ferrovia che giunge al Lingotto e da alcuni grandi parchi. L’area, prettamente residenziale, è ben servita da strutture quali scuole, centri sociali e sportivi, disseminati nel tessuto urbano.


mappa inquadramento territoriale

FERROVIA

ASSI VIARI PRINCIPALI

FIAT

AREA OGGETTO DI STUDIO

PARCHI

0 100

500

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La costruzione del QU.IPP.

Il Quartiere Ippodromo rappresenta un esempio di come la città ha utilizzato lo strumento dei piani consensuali come mezzo di negoziazione delle aree da destinare a servizi pubblici. In particolare era prevista la cessione di 140.500 mq per la pubblica utilità, tra strade e servizi. Nel QU.IPP. si fa riferimento ad una zona densamente popolata (11000 abitanti con una densità di 330 ab/ha) ed è chiaramente spiegato l’intento dei progettisti, l’ingegnere Giorgio Rigotti e l’architetto Mariarosa Renoglio, di curare l’altezza dei fabbricati in un certo modo, sfruttando la prescrizione di “fabbricazione isolata” per la zona. Così palazzi ad alta densità di 10 e 14 piani con quattro fronti liberi mantengono questo carattere di fabbricazione isolata e sono connessi tra loro da edifici più bassi. E’ specificato ovviamente che non tutti i palazzi sono esclusivamente residenziali, alcuni prevedono attività commerciali al piano terra (artigianato, piccole botteghe, uffici, ecc.). Nell’area centrale del quartiere si prevede che si svolga invece quella parte di vita pubblica e di incontro che viene incentivata dal piano grazie ad una serie di servizi per la pubblica utilità come centro parrocchiale, scuole (materna, elementare e media), mercato rionale, giardini pubblici, attrezzature sportive e centro culturale. Rispetto a questo tema ed alla distribuzione dei servizi, risulta chiaro dalla relazione illustrativa l’intento dei progettisti: “[...] la dislocazione di questi elementi è stata studiata in modo da soddisfare i raggi d’influenza base già adottati dal piano regolatore, lo loro posizione reciproca, la loro giacitura rispetto alle zone residenziali, la loro funzione, ci garantiscono -e questo è stato oggetto di studio

particolare da parte nostra- la massima coesione [...]”. Ed ancora si sottolinea l’idea di incentrare la vita del quartiere in un polo centrale “[...] la piazza con i suoi palazzi porticati e con il cinematografo e le attività connesse, riunisce presso il baricentro della zona la vita sociale di tutto il quartiere. [...]” Di seguito riportiamo alcune immagini della relazione illustrativa che rappresentano i temi principali del QU.IPP. e che sono stati di stimolo per lo studio da noi condotto nel Quartiere Ippodromo.


QU.IPP._piano di lottizzazione 1958

Il Piano di lottizazzione evidenzia i volumi da costruire specificando il numero di piani. Come si può vedere la maggior parte degli edifici sono previsti a 7, 10 e 14 piani, interrotti da volumi piÚ bassi di 2 o 3 piani. I palazzi si dispongono a formare delle corti interne in cui sono previsti dei bassi fabbricati di un piano da destinare ad autorimessa.


QU.IPP:_aree pubbliche / private 1958

La quantità di aree da destinare alla pubblica utilità è molto elevata, atta a rispondere alle esigenze di una popolazione così ingente come quella prevista; entrando più nello specifico della relazione, si legge che quasi 80000 mq dell’area sono pensati per accogliere i servizi. E’ interessante notare la netta separazione tra questi spazi e quelli prettamente privati degli edifici e tra gli edifici.


QU.IPP._circolazione veicolare 1958

Nella tavola riguardante la circolazione emerge subito la quantità di aree pedonali previste; queste si sviluppano longitudinalmente al quartiere andando a racchiudere le principali zone destinate a servizi; altre sono pensate come porticati affiancati alla regolare circolazione veicolare. All’interno delle corti un sistema di circolazione veicolare controllata unisenso regola il flusso d’auto nelle autorimesse private.


QU.IPP._parcheggi 1958

La disposizione di parcheggi ed autorimesse consortili, denuncia la volontà di tenere il più possibile l’auto al di fuori del quartiere, lasciando solo in alcuni punti una permeabilità carrabile in direzione soprattutto nord-sud. Da sommare a quelli pubblici previsti in linea lungo la strada, i parcheggi totali sono circa 2400.


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La convenzione urbanistica tra la città di Torino ed i proprietari delle aree venne approvata il 30 settembre 1958; nel 1959, la costruzione degli edifici del Quartiere Ippodromo ebbe inizio e si incentrò per i primi anni sui palazzi prospicienti le vie principali che delineano l’area, Corso Traiano, Via Onorato Vigliani e Corso Unione Sovietica; solo nel 1967 iniziò la costruzione di quelli su Via Benedetto Croce (in quegli anni chiamata ancora Corso Corsica). La costruzione delle aree dedicate a servizi andò di pari passo; a partire dalla chiesa, seguita dalle prime due scuole, si destinò all’uso pubblico tutta l’area centrale, così come previsto dal piano, fatta eccezione per il cinematografo (infine mai realizzato). Anche se già durante le prime fasi costruttive la zona si popolava intensamente, nel 1973 il Quartiere Ippodromo era completo e pronto ad accogliere l’ingente quantità di popolazione che con il boom della Fiat era già da anni in continuo aumento.


1961

1964

1967

1970

1973

LA COSTRUZIONE DEL QUARTIERE IPPODROMO



Lo spazio percepito


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La zona di Mirafiori è attraversata da corso Unione Sovietica, che rappresenta il collegamento diretto con il centro città, creando un gradiente che determina una percezione differente dallo spazio lungo il suo sviluppo. Un sistema di strade secondarie che si immettono in nel corso principale, tra le quali corso Traiano e corso Cosenza, costituisce un esempio di margini di sutura, poichè separa e mette in relazione, consentendo una maggiore permeabilità. Questi margini vengono percepiti in modo chiaro e netto, visto il grande flusso continuo di auto che li percorre. Lo stabilimento della Fiat e i binari della stazione di Lingotto rappresentano un margine definito di barriera che, al contrario, non consentono alcun tipo di permeabilità, separando in modo netto gli spazi urbani. Il polo industriale della Fiat, il grattacielo della Regione Piemonte e il Palavela costituiscono in questa area dei landmark a breve raggio, cioè dei riferimenti percettivi che catturano l’attenzione e favoriscono la schematizzazione cognitiva dello spazio; i landmark ad ampio raggio sono rappresentati dalla presenza delle stazioni ferroviarie del Lingotto e di Porta Nuova. Questi elementi, insime al Mausoleo della Bela Rosin e all’8 Gallery, costituiscono allo stesso tempo luoghi simbolici che testimoniano la storia e le trasformazioni della città


mappa marginii, landmark e luoghi simbolici

FIAT

Stazione 8 Lingotto gallery

Mausoleo della Bela Rosin MARGINI BARRIERA MARGINI DI SUTURA GRADIENTE

Grattacielo della regione piemonte

Palavela

LANDMARK A BREVE RAGGIO LANDMARK A AMPIO RAGGIO LUOGHI SIMBOLICI

0 100

500

1000


via onorato vigliani


mappe mentali

VIA P. FRANCESCO GUALA

V I A

MATTEO BARTOLI

G U A L AVIA PIOBESI

VIA ONORATO V I

VIA PIOBESI

N I C H E L I N O

PIAZZA PIETRO FRANCESCO GUALA

CORSO U

V I A

C E C E R N A S C O

PIAZZA P. FRANCESCO

V I A

VIA VILLADEATI

NIONE SO

VIETICA

CORSO TRAIANO

CORSO BENEDETTO CROCE

In un primo momento abbiamo individuato gli assi viari principali che circondano l’area d’intervento, la pista ciclabile, le numerose scuole ed alcuni punti focali come la FIAT e l’area mercatale di Piazza Guala. Un altro elemento che ha catturato subito la nostra attenzione è stato l’ingente quantità di verde pubblico e la presenza di edifici con elevata densità abitativa (10-15 piani).

VIA PIOBESI

GLI

VIA GIULIO GIANELLI

VIA FRATEL TEODORETO

AN

I


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Sin dalle prime esperienze dirette con l’area abbiamo constatato una buona leggibilità; se si escludono alcuni punti dove gli sono edifici disposti in maniera trasversale, ostacolando la visuale e creando delle chiusure urbane, (Foto 1, 2, 3, 4), la maglia stradale si presenta piuttosto regolare. Risulta in generale un quartiere a bassa complessità, con spazi comprensibili, ma privi di stimoli particolari, motivo per cui anche l’effetto di sorpresa muovendosi all’interno del quartiere è inesistente; quello che emerge è invece un elevato senso di stabilità ed ordine (proprio come previsto dal QU.IPP., costruito, spazi aperti e servizi seguono un preciso schema distributivo e, teoricamente, funzionante). La conformazione degli spazi pubblici all’aperto, molto grandi ma comunque abbastanza raccolti (concavità), non genera particolari sensazioni di spaesamento né di insicurezza; lo stesso accade nelle corti private, con la differenza che queste rimangono poco fruite. E’ dunque la stessa morfologia urbana a garantire leggibilità, stabilità e sicurezza.

1

2

3

4


mappa leggibilita’ e complessita’

2

1

3

4

BASSA LEGGIBILITA CHIUSURA’ BASSA COMPLESSITA’

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Il sistema della mobilitĂ


mappa rete della mobilita’

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50

30

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CARRABILE PRIVATA :

CARRABILE PUBBLICA :

CICLABILE :

STRADA URBANA INTERQUARTIERE

TRAM E FERMATE

PISTA CICLABILE

STRADA URBANA DI QUARTIERE

BUS E FERMATE

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LIMITI DI VELOCITA

STRADA URBANA LOCALE

0 20

100

200


mappa rete della mobilitÃ

CARRABILE PRIVATA :

CARRABILE PUBBLICA :

SENSO CIRCOLAZIONE VEICOLARE DOPPIO

AD ACCESSO REGOLATO PERCORSO PEDONALE SEMICOLLETIVO

CIRCOLAZIONE VEICOLARE UNISENSO

AREA PEDONALE PUBBLICA

CONTROLLATA CIRCOLAZIONE UNISENSO VEICOLARE

AREA MERCATALE

0 20

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200


mappa parcheggi

PARCHEGGI PUBBLICI PARCHEGGI E AUTORIMESSE PRIVATI

0 20

100

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parcheggi interni alle corti



Lo spazio costruito


mappa INSEDIAMENTI

INSEDIAMENTI RESIDENZIALI DI GRANDI DIMENSIONI

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mappa SERVIZI

SERVIZI COMMERCIALI

LUOGHI DI CULTO

FRONTI COMMERCIALI

SCUOLE

SPORT E TEMPO LIBERO

SERVIZI SOCIO SANITARI

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200


edifici a torre_ via onorato vigliani


servizi commerciali interni alle corti



Lo spazio aperto


mappa pubblico / privato

SPAZI AD USO PUBBLICO SPAZI SEMICOLLETTIVI AD ACCESSO REGOLATO SPAZIO AD USO PRIVATO / CONDOMINIALE

0 20

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200


proprietĂ privata corte_ via onorato vigliani


proprietĂ privata corte_ corso traiano


proprietĂ privata corte_ via nichelino


mappa studio del suolo

VEGETALE

STRADE ASFALTATE

AREE ASFALTATE O PAVIMENTATE EDIFICI PRIVATI O COLLETTIVI

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mappa vegetazione esistente nella corte

Una volta definiti i suoli vegetali, asfaltati e pavimentati, si è deciso di approfondire il tema della vegetazione all’interno delle corti, individuato come punto di forza di questi spazi. Si sono tralasciate le piantumazioni minori, quali arbusti e siepi, e si è

fatta una distinzione fondamentale tra alberi latifoglie. Questo studio e la decisione di mantenere comunque i latifoglie, poiché caratterizzano fortemente queste aree, hanno influenzato molto le nostre scelte progettuali.

ALBERI LATIFOGLIE ALBERI AGHIFORME

0

5

25

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foglie degli alberi presenti nelle corti

PLATANUS OCCIDENTALIS PLATANO

FAGUS SYLVATICA FAGGIO EUROPEO

ACER SACCHARINUM ACERO SACCARINO

CELTIS AUSTRALIS BAGOLARO

FAGUS SYLVATICA PURPUREA FAGGIO FOGLIA ROSSA

OXYDENDRUM ARBOREUM

ACER NEGUNDO ACERO AMERICANO

PRUNUS LUSITANICA PRUNO

TILIA EUROPEA TIGLIO


vegetazione nelle corti



Popolazioni


mappa densita’ fisica_costruito

Questa parte di città è caratterizzata da un etereogenità di spazi a diversa densià fisica e sociale. La zona risulta avere una densità fisica alta grazie alla presenza di numerosi complessi residenziali, a 7,10 e 14 piani.

ALTA DENSITA’ FISICA BASSA DENSITA’ FISICA

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mappa densita’ fisica_spazi aperti

BASSA DENSITA’ FISICA

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Per lo studio della densità sociale, come per la fisica, abbiamo analizzato separatamente il costruito e gli spazi aperti. Per quanto riguarda l’edificato è emersa, già dai primi sopralluoghi, l’importanza che le scuole hanno nell’area, queste infatti insieme ai maggiori servizi commerciali hanno una densità sociale molto alta (Foto 5). Gli spazi aperti pubblici hanno una densità sociale elevata, mentre le corti private tra i palazzi (permeabili a tutti, ma con accesso ai giardini riservato ai condomini) risultano essere molto poco frequentate. Fa eccezione l’area del mercato di piazza Guala, la quale ha una densità sociale alta nei tre giorni settimanali di apertura (Foto 6, 7).

5

6

7


campo basket nel parco


mappa densita’ sociale_costruito fascia mattutina

ALTA DENSITA’ SOCIALE MEDIA DENSITA’ SOCIALE BASSA DENSITA’ SOCIALE

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mappa densita’ sociale_costruito fascia pomeridiana

ALTA DENSITA’ SOCIALE MEDIA DENSITA’ SOCIALE BASSA DENSITA’ SOCIALE

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mappa densita’ sociale_spazi aperti

AREA MERCATALE GUALA Martedì e Giovedì 6.00 - 15.00 Sabato e prefestivi 6.00 - 20.00 ALTA DENSITA’ SOCIALE BASSA DENSITA’ SOCIALE

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area bambini nel parco


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Tra le funzioni dominanti, escluse quella residenziale ed industriale, che costituiscono la vocazione originaria dell’area, è notevole la diffusione capillare di diverse aree riservate all’istruzione primaria e secondaria (Foto 8). Sono, inoltre, presenti zone per la pratica di attività sportive come il centro Polisportiva Vianney Associazione Dilettantistica in via Giulio Gianelli (Foto 9) e le palestre Orange e Olympik 2000, le quali si trovano in via Cecernasco e corso Traiano; nonostante ciò, abbiamo notato che alcuni residenti svolgono anche attività fisica all’aperto (Foto 10).

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9

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mappa luoghi di focalizzazione

ZONA DENSA FOCALIZZATA ZONA A BASSA DENSITA’ FOCALIZZATA

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Le popolazioni che caratterizzano il quartiere sono di due tipi: residenti e lavoratori; i primi frequentano maggiormente zone interne all’area e sono soprattutto anziani e giovani coppie con figli, ma anche ragazzi (Foto 11, 12); la presenza dei lavoratori, dovuta alla Fiat, si concentra su Corso Unione Sovietica, Corso Traiano e Via Onorato Vigliani (Foto 13). Queste due popolazioni non risultano avere atteggiamenti conflittuali tra loro, né sono presenti fenomeni di segregazione o ghettizzazione. I luoghi di aggregazione infatti presentano una complementarità di usi e soprattutto di utenza: - i residenti (anziani, giovani famiglie ed adolescenti) condividono l’uso degli spazi pubblici interni al quartiere - i residenti ed i lavoratori, si incontrano in misura maggiore lungo le vie che delimitano l’area verso la Fiat. I luoghi interni all’area che abbiamo individuato come di aggregazione svolgono la funzione per cui erano stati progettati nel QU.IPP. (eccetto l’area dove era previsto il cinematografo, mai realizzato, ed oggi sede del supermercato Basko). Le vie di confine dell’area invece hanno visto negli anni incrementare le loro attività commerciale, in particolare di ristorazione.

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Per quanto riguarda l’uso dei luoghi interni all’area abbiamo constatato che gli spazi pubblici del quartiere sono maggiormente utilizzati rispetto alle corti private. Queste infatti pur presentando una conformazione dello spazio concava, che dovrebbe stimolare l’incontro, non vengono fruite nemmeno dagli stessi condomini. Al contrario i luoghi pubblici all’aperto, pur non avendo una spazialità ricercata, si prestano a momenti d’incontro e di scambio.

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mappa popolazione e luoghi di aggregazione

ZOOM CORTE-CONCAVITA’ conformazione spaziale: concava proprietà: privata ma permeabile POPLAZIONE RESIDENTE

spazio confortevole ma poco vissuto

POPOLAZIONE LAVORATO

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QU.IPP.

DENSITA’ SOCIALE IPOTIZZATA

PRIMA INTERVISTA

PEDONALIZZAZIONE

SCUOLE - COLLEGAMENTO

CORTI - RIORGANIZZAZIONE

PRIMA IDEA PROGETTUALE

SECONDA INTERVISTA

PROGETTO


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Al fine di orientare il nostro progetto in una direzione ben precisa, che rispondesse alle esigenze della popolazione insediata, abbiamo fissato come obiettivo principale quello di verificare le nostre ipotesi circa la densità sociale e la focalizzazione, attraverso una ricerca sociale tramite metodi diretti qualitativi. La campagna di intervista si è svolta in due fasi: la prima riguardante gli aspetti generali e connotativi della zona (servizi, spazi pubblici e privati, sicurezza, parcheggi, qualità degli edifici ed in generale della vita nel quartiere) volta a comprendere il grado di apprezzamento di chi la vive; la seconda più specifica e mirata, atta a comprendere se la nostra idea progettuale potesse avere riscontri positivi tra la popolazione. PRIMA INTERVISTA A seguito dell’osservazione partecipata dei primi sopralluoghi si è notato che la popolazione fruitrice del quartiere si suddivide, per tipologia, in tre categorie: residenti, residenti-lavoratori ed esclusivamente lavoratori; tra i residenti un’ulteriore importante suddivisione va fatta per fascia di età, ovvero anziani e giovani famiglie. Dunque questi ultimi assieme ai lavoratori sono stati scelti come testimoni qualificati per la prima campagna di intervista. Da queste considerazioni deriva anche la scelta dei luoghi in cui è si è deciso di svolgere le interviste: le tre scuole (materna, elementare e media), il mercato, i bar lungo Corso Unione Sovietica, il piccolo parco tra Via Nichelino e Via Cecernasco e quello in Via Piobesi. Giorni della settimana ed orari sono stati i più vari e decisi in base alla singola intervista che si voleva condurre, dettati quindi da orari di entrata ed uscita da scuola, apertura dei negozi, giorni ed orari di attività del mercato e così via. La traccia di intervista è stata pensata guidata, aperta, strutturata e standardizzata. Di seguito riportiamo per ognuna delle tematiche affrontate una breve sintesi delle risposte ricevute e le relative considerazioni: - SERVIZI: la maggior parte degli intervistati si dichiara soddisfatta dei servizi presenti sul territorio, dal trasporto pubblico al mercato,

dalle attrezzature sportive alle scuole; queste ultime rispondono alle esigenze degli abitanti del quartiere e non solo, coprendo un bacino di utenza davvero molto ampio. - GIARDINI E SPAZI PUBBLICI: risultano essere abbondanti, ben distribuiti, ma mal organizzati, essendo carenti ad esempio di sedute o di un adeguato arredo urbano. - GIARDINI PRIVATI: rappresentano uno spazio molto apprezzato, sebbene non utilizzato. Non si presenta come un problema la permeabilità di queste aree, ma è il fatto che i giardini siano chiusi da piccoli cancelli che non stimola i condomini stessi ad accedervi. Questi infatti dichiarano di frequentare maggiormente gli spazi pubblici del quartiere anziché quelli privati. - SICUREZZA: la sera pochi locali rimangono aperti, lasciando la zona ad una vita abbastanza tranquilla e sicura; la tipologia di utenti infatti fa si che il quartiere venga vissuto prevalentemente di giorno. - PARCHEGGI: in generale gli intervistati ritengono siano sufficienti; unico momento di disagio durante la giornata, per motivi di parcheggio, è stato individuato negli orari di entrata ed uscita da scuola, soprattutto in Via Nichelino e Via Cecernasco. - QUALITA’ DEGLI EDIFICI: le tipologie edilizie dei palazzi da 7 e 10 piani e le torri da 14, che caratterizzano fortemente l’area, sono in generale di buona qualità, sia dal punto di vista distributivo che energetico. Queste interviste fanno da sfondo alla nostra prima idea progettuale che prevedeva due temi principali; da un lato creare dei percorsi che unificassero tra loro le scuole, punto di forza del quartiere, dall’altro riorganizzare gli spazi consortili tra gli edifici, accentuando il concetto di collettività e individuando in essi delle potenzialità attualmente non percepite.


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SECONDA INTERVISTA L’osservazione partecipata, la prima campagna di interviste e, non di meno, la sfida di un possibile ritorno al 1958, ci hanno portato alle prime scelte progettuali. Prima fra tutte l’idea di pedonalizzare l’area centrale che connette le tre scuole tra di loro e con gli altri sevizi come il Basko ed il mercato; in secondo luogo l’idea di rendere completamente pubbliche le corti, andando a diminuire le aree destinate a giardino, per inserirvi dei parcheggi in linea, così da sostituire quelli che la pedonalizzazione avrebbe tolto in Via Nichelino e Via Cecernasco. Con l’ausilio di mappe e schizzi di progetto, abbiamo condotto una seconda campagna di interviste, la cui traccia era un’unica domanda: “Cosa ne pensa delle modifiche che proponiamo nella nostra idea progettuale?”. I testimoni qualificati scelti questa volta sono stati esclusivamente residenti e residenti-lavoratori (essendo i temi proposti più vicini a questi, secondo noi). Luoghi e momenti della giornata stabiliti sono stati gli stessi della prima inchiesta. Riportiamo sinteticamente ciò che è emerso per ognuno dei due temi trattati: - PERCORSO PEDONALE DI CONNESSIONE DEI SERVIZI: la maggior parte degli intervistati si è dichiarata favorevole all’idea sostenendo che collegare quegli spazi, valorizzandoli e creando nuove occasioni d’incontro fosse una buona idea. - CORTI INTERNE DESTINATE A PARCHEGGI E GIARDINI PUBBLICI: i residenti non hanno apprezzato l’intento di sostituire parte dei giardini con dei parcheggi (proposta nata dal fatto che questi, pedonalizzando, andranno spostati da Via Nichelino e Via Cecernasco in un altro luogo). Il fatto che potessero diventare spazi pubblici anziché rimanere privati ad accesso regolato non è parso come un problema; la prerogativa risulta essere quella di lasciare quella vegetazione, in un luogo che assicura tranquillità e respiro, all’interno di un’area che appena fuori dei suoi confini è molto più caotica e trafficata.


ex dipendente fiat_ corso benedetto croce



BACK TO 1958


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Dal punto di vista del costruito e degli spazi pubblici possiamo affermare che il piano del QU.IPP. è stato eseguito come previsto; le differenze fondamentali con lo stato attuale si possono rilevare soprattutto nelle aree che erano state previste come pedonali, oggi carrabili, e nelle corti pensate come private nel vero senso del termine, mentre attualmente sono comunque degli spazi di passaggio. A partire da queste due considerazioni abbiamo sviluppato una delle idee progettuali principali del nostro intervento, la pedonalizzazione, ricercando proprio nel QU.IPP. uno spunto per un BACK TO 1958, e cercando di dimostrare che attualizzandola questa tematica può davvero funzionare in un contesto paradossalmente molto più “moderno” di quello attuale. La nostra proposta si presenta quasi come una sfida nei confronti della città di oggi, ancora di più se si pensa alla vicinanza della Fiat all’area oggetto di studio; tornare ad un quartiere dove la circolazione veicolare è così drasticamente ridotta ci è sembrato significativo ed interessante poiché è stato sfruttato da parte nostra come punto di partenza per tutta una serie di altri spunti di progetto. Così riprendendo dal QU.IPP. il tema della pedonalizzazione, insieme a quello della connessione dei servizi, all’idea di creare dei poli di attrazione per gli abitanti e all’intento di lasciare le auto il più possibile al di fuori del quartiere, abbiamo cercato dei nuovi stimoli, per rivivere in chiave moderna il 1958. Tra questi ad esempio l’idea di reinterpretare la margine che delimita le scuole, provando a dargli un carattere più consistente, anche dal punto di vista materico, ma soprattutto pensandola come dinamico e cangiante. La pedonalizzazione in sé è un intervento che sconvolge l’assetto del quartiere, ma non è scontato che funzioni o che sia utile; il tentativo di tornare al 1958 non è infatti banalmente questo, quanto piuttosto la volontà di ricreare delle situazioni e degli spazi dove la gente possa davvero avere momenti di incontro, luoghi dove lo stare è piacevole ed accattivante, per cui le persone ne sono attratte e si ritrovano così a socializzare, proprio come il QU.IPP. prevedeva.


OBIETTIVI

AZIONI

EFFETTI nuova viabilità

connettere scuole e servizi

PEDONALIZZARE migliorare la qulità della vita nel quartiere

spostamento parcheggi

dare identità ad un luogo oggi poco definito

nuovi luoghi d’incontro

RIORGANIZZARE LE CORTI

preservare i suoli esistenti

mitigare il limite tra pubblico e privato

qualità degli spazi aperti

RIDISEGNARE IL MARGINE

area dinamica (sia di passaggio che di sosta)



assonometria interventi



mappa generale degli interventi



81

Pedonalizzazione

L’intento di voler riportare ad oggi alcuni aspetti che valorizzavano il PROGETTO DEL 1958, ha portato a misurarci con alcuni interventi che riorganizzassero lo spazio e lo adattassero a quello che è uno dei nostri obiettivi principali: la PEDONALIZZAZIONE DELL’AREA CENTRALE DEL QUARTIERE. La conseguenza di pedonalizzare un’area che fino ad oggi ha configurato il suo spazio per ospitare anche la mobilità veicolare, comporta alcuni cambiamenti che incidono sull’intera configurazione del quartiere. Dunque si è dovuto intervenire sul traffico veicolare, individuando anche nuove aree di parcheggi dislocate sugli assi viari prospicienti, motivata dal numero di luoghi di sosta per le auto che oggi si trovano al centro del quartiere e che, quindi, non potranno più essere fruiti.


mappa intervento pedonalizzazione

0 20

100

200


assonometria intervento pedonalizzazione


intervento pedonalizzazione_ esploso assonometrico

Percorsi pedonali

percorsi pedonali mq 82300

2020

percorsi pedonali mq 49326

2016

percorsi pedonali mq 101955

1958


diagramma pedonalizzazione

mq 101 955 .

82.300

Nel 1958 la superficie pavimentata pedonale prevista dal QU.IPP. era di circa 100.000 mq, diventata oggi circa la metà . Nel nostro progetto proponiamo di pavimentare circa 30.000 mq di strade per (circa 80.000 mq totali) al fine di rendere piÚ accessibile l’area centrale del lotto, composta esclusivamente da servizi per la cittadinanza (scuole, aree verdi).

2020

2016

1958

49.326



sezione via villadeati pedonalizzazione




intervento pedonalizzazione_ mappa viabilita’

0 20

100

200


intervento pedonalizzazione_ esploso assonometrico viabilitaì

Mobilità

viabilità mq 32791

2020

viabilità mq 41930

2016

viabilità mq 20385

1958


diagramma viabilit

mq 41.930 32.791

Come conseguenza alla pedonalizzazione abbiamo dovuto rivedere la circolazione carrabile all’interno dell’area, invertendo alcuni sensi di marcia e rendendo strade a senso unico, a doppio senso di marcia. Nel 1958 erano presenti circa 20.000 mq di superfice carrabile; nel nostro progetto proponiamo di diminuire l’attuale superfice stradale da 42.000 a 33.000 mq, garantendo comunque la possibilità di circolare liberamente in tutta l’area, senza però rinunciare alla nuova pedonalizzazione.

2020

2016

1958

20.385


intervento pedonalizzazione_ mappa parcheggi

0 20

100

200


intervento pedonalizzazione_ esploso assonometrico parcheggi

parcheggi pubblici totali auto 1210

2020

parcheggi pubblici totali auto 1112

2016

parcheggi pubblici totali auto 220

1958


diagramma parcheggi

n. parcheggi 1.210 1.112

Nonostante l’intervento di pedonalizzazione dell’area abbia ridotto notevolmente i parcheggi all’interno del quartiere, abbiamo individuato un’area all’esterno del quartiere, su Via Onorato Vigliani dove andremo a sistemare altri parcheggi pubblici per sopperire al problema ottenendo circa 1200 parcheggi totali, invece dei 1100 attuali.

2020

2016

1958

220



97

Reinterpretazione del margine

Quello che ha suscitato più interesse per noi è legato anche ad un altro dei temi principali che abbiamo affrontato, ovvero l’idea di un quartiere che ha al suo centro delle scuole e dei servizi, i cui collegamenti per noi devono essere accentuati e rafforzati attraverso corrispondenze spaziali e logiche. La scuola è parte integrante del quartiere, e il quartiere entra a far parte anche della scuola. Le mere recinzioni esistenti, limiti invalicabili lunghi centinaia di metri, vengono così smaterializzate e diventano dinamiche. Il MARGINE DIVENTA SPUNTO DI SITUAZIONI E SCENARI DIVERSI, completamente configurabili da chi fruisce gli spazi, rendendosi apribile all’occorrenza, dando la possibilità di occasioni diverse, che possono andare da semplici luoghi dove stare, a cinema all’aperto, a motivo di incontro e di collettività. La BARRIERA diventa essa stesso ELEMENTO DINAMICO, cambiando configurazione ogni giorno, cambiando la sua vegetazione attraverso gli orti, il colore dei suoi moduli, le sue aperture, che lasciano scorgere o meno quello che succede dall’altro lato, offrendo la possibilità di avere degli spazi migliori per chi vive la scuola ogni giorno, e per chi vive il quartiere.


mappa intervento margine

0 20

100

200


prospetto via villadeati reinterpretazione del margine



101

Gli schemi che seguono rappresentano la dinamicità del margine; nel primo troviamo le varie percezioni che si hanno di esso a seconda del momento della giornata, a seconda che lasci intravedere o meno attraverso, oppure sia completamente chiuso o aperto, o ancora dinamico, ovvero apribile e quindi permeabile visivamente solo in alcuni momenti della giornata. Il secondo invece indica il tipo di uso che si fa degli spazi adiacenti al margine e del margine stesso, luogo di passaggio o di sosta, ma anche permeabile, sempre a seconda che sia mattina o sera. Con lo stesso oggetto si creano dunque scenari diversi e sempre in cambiamento, e questo caratterizza fortemente lo spazio circostante e l’uso che se ne fa.


VEDERE IL MARGINE VEDERE ATTRAVERSO APRIRE CHIUDERE MUOVERE

VIVERE IL MARGINE AREE DI SOSTA AREE DI PASSAGGIO SPAZI PERMEABILI


schema funzionalei del margine



sezione via nichelino reinterpretazione del margine







111

Riorganizzazione delle corti

Se l’Europa sta attraversando una crisi che investe la gestione degli spazi pubblici collettivi, che vengono man mano abbandonati o che, probabilmente, non sono stati mai vissuti e legati solo a un concetto di monumentalità, anche gli spazi più piccoli, identificabili come privati, hanno perso una loro identità. Alcune di queste sono aree condominiali, che nelle idee originali di progetto risultano essere molto interessanti ma prive di occasioni e di momenti per cui possano essere fruite. Si trovano così, ad essere utilizzate come spazi di passaggio pubblico, in cui la vegetazione che ha rivestito una delle idee principali di progetto, non viene neanche notata, e di conseguenza vissuta. IL NOSTRO INTENTO è quello di rivalutare questi spazi filtro, potente fulcro di possibili momenti di aggregazione e collettività. RIORGANIZZARE QUESTI SPAZI, vuol dire ripensarne la destinazione, i percorsi, la circolazione, attraverso l’individuazione dell’esistente e delle sue potenzialità,ponendo un accento sulle tipologie dello stare, insieme o da soli, in un luogo che cerca identità. La riorganizzazione delle corti è stata studiata seguendo due le linee guida principali: il mantenimento dei tipi di suolo e della vegetazione, e la creazione di nuovi percorsi e nuovi momenti d’incontro. Nel nostro caso le piantumazioni hanno rivestito un ruolo molto importante influenzando le scelte progettuali. Infatti dovendo intervenire su un’area così delicata e, come si è notato anche attraverso le interviste, apprezzata, abbiamo stabilito, in linea generale, di agire nel modo meno invasivo

possibile, sia sul suolo sia su ciò che vi nasce. Laddove è opportuno gli aghiformi vengono eliminati, in quanto sono quelli che creano maggiori problemi di manutenzione e stabilità, mentre i latifoglie, che caratterizzano fortemente il luogo, sono comunque salvaguardati. Questo discorso ha dato subito una prima specifica direzione al percorso che abbiamo realizzato centralmente nelle corti, ed intorno al quale abbiamo valutato le varie tipologie dello stare. TIPOLOGIA DELLO STARE

1. sedute per tempi brevi sedute poste all’estremità per tempi di attesa brevi o per brevi soste

2. sedute isolate singole sedute informali per la lettura, la contemplazione, o ascoltare musica

3. sedute più o meno isolate più altezze , per stendersi, si possono creare occasione di dialogo


mappa intervento riorganizzazione delle corti

0 20

100

200


assonometria intervento riorganizzazione delle corti


zoom intervento riorganizzazione delle corti

0

5

25

50


esploso assonometrico intervento riorganizzazione delle corti

spazio pubblico

percorso pedonale condomini

percorso pedonale principale


intervento riorganizzaizone delle corti_ esploso assonometrico

Pubblico e privato

aree pubbliche mq 116830 aree ad accesso regolato mq 96970 aree private mq 82610

2020

aree pubbliche mq 86830 aree ad accesso regolato mq 127560 aree private mq 82610

2016

aree pubbliche mq 108319 aree ad accesso regolato mq 188841

1958

AREE PUBBLICHE AREE PRIVATE ED AD ACCESSO REGOLATO


diagramma corti pubblico/privato

mq 116.830 108.319

Gli spazi all’interno delle corti tra gli edifici su Via Vigliani e su Corso Traiano sono attualmente di proprietà di privati, ma in realtà vengono utilizzati come passaggio pedonale pubblico per accedere al quartiere. Abbiamo pensato quindi di rendere pubblici quegli spazi, creando dei percorsi all’interno dei giardini esistenti e attrezzando le corti con delle sedute di diverse forme. Le aree pubbliche aumentano quindi da circa 85.000 a 115.000 mq, contro i 110.000 mq previsti nel 1958.

2020

2016

1958

86.830



sezione via onorato vigliani corte



sezione corte





ALLEGATO


MAPPA INTERVISTE

0

5

25

50


TABELLA INTERVISTE

Numero 1 2 3 4 5 6 7

Sesso M M F M F F F

Età 40 60 25 35 55 45 20

Giorno VENERDì MARTEDI VENERDI GIOVEDI GIOVEDI VENERDI SABATO

Ora 13.00 11.00 13.15 17.30 17.30 13.15 16.00

8 9

M M

50 55

GIOVEDI SABATO

18.30 17.00

10 11 12

F F M

35 50 41

VENERDI VENERDI SABATO

13.30 13.30 16.15

13

F

65

SABATO

16.30

14 15

F F

18 60

MARTEDI MARTEDI

11.30 11.15

Luogo SCUOLA MERCATO SCUOLA NEGOZIO NEGOZIO SCUOLA SPAZIO VERDE CONDOMINIALE NEGOZIO PARCO TRA LE SCUOLE SCUOLA SCUOLA SPAZIO VERDE CONDOMINIALE SPAZIO VERDE CONDOMINIALE MERCATO MERCATO


128

Prima intervista

DOMANDE 1. I servizi quali scuole, trasporto pubblico, parcheggi, attrezzature sportive, mercato e commercio in generale, rispondono alle sue esigenze? 2. Pensa che gli spazi pubblici presenti siano sufficienti e funzionanti? Da chi sono maggiormente frequentati? 3. Le corti private sono utilizzate dai condomini? È un problema il fatto che siano comunque degli spazi di passaggio? 4. Di sera il quartiere risulta poco frequentato o pericoloso? 5. L’edificio in cui vive/lavora è di buona qualità dal punto di vista distributivo ed energetico? 6. Se potesse, cosa cambierebbe o aggiungerebbe in questo quartiere? 7. Su una scala da 1 a 10, quanto è soddisfatto di vivere qui? INTERVISTA #1 – residente, padre bimbo scuola elementare (40 anni circa), uscita scuola 1. Si in generale si, il trasporto pubblico funziona molto bene ed è comodo perché in breve tempo permette di raggiungere il centro (dove lavoro); gli altri servizi anche non mancano soprattutto il commercio è molto sviluppato; diciamo che posso soddisfare tutte le mie necessità senza dovermi allontanare troppo. Anche le scuole funzionano molto bene. 2. Sono abbastanza, ma se fossero ancora di più sarebbe meglio. Soprattutto in primavera ed estate sono frequentati da famiglie con bambini più o meno piccoli e sono sempre abbastanza affollati. Le attrezzature ci sono ma secondo me non sono abbastanza, ci sono davvero molti bambini in questo quartiere. 3. Io abito in uno dei palazzi a torre che affaccia su Via Nichelino e posso dire che quei giardini non li ho mai utilizzati. Sono molto belli ed anche curati, però a parte qualche vecchietto non li usa nessuno. Con i miei figli vado nei giardini pubblici dove c’è molta più vita. 4. Non c’è molta gente in giro la sera, ma è comunque un posto tranquillo; giusto qualche pizzeria o ristorantino dove vanno le famiglie. 5. Si è spazioso e tutta la zona giorno affaccia sul giardino (alla fine lo uso così, per guardarlo). È un bel palazzo, di recente hanno anche cambiato gli infissi. 6. Niente. Sono nato qui, i miei genitori lavoravano in Fiat ed ho sempre abitato qui, i servizi non mancano, mi è sempre piaciuto qui; è una piccola “città nella città” dove più o meno tutti si conoscono e provengono da famiglie come la mia. 7. 9 (perchè si può sempre migliorare) INTERVISTA #2 – residente, ex-lavoratore, sessantina, mercato 1. Si assolutamente, è tutto vicino e comodo. E questo è un gran vantaggio, soprattutto ora che son vecchietto. 2. Sono molto belli, soprattutto in estate perché sono pieni di bambini; sono loro che ci vanno di più. Noi pensionati invece ci troviamo più nei bar sotto i portici di Via Nichelino 3. Io non le ho mai usate, però qualcuno ogni tanto ci va.

4. Non lo so, io alle 9 mi corico. Ma è una zona tranquilla in generale. 5. Si si, io sono qui dal ‘67, mi sono sempre trovato bene, è un bel condominio. 6. Ma niente, si sta così bene. Ci vorrebbe solo un po’ più di lavoro per questi negozi, ma quello dappertutto non solo qui. 7. 10 e lode INTERVISTA #3 – residente e lavoratrice in un bar, mamma di due bambine, 25 anni, uscita scuola Collodi 1. Abbastanza, delle scuole sono davvero soddisfatta, funzionano molto bene e accolgono moltissimi bimbi, anche prvenienti da altri quartieri. Organizzano anche attività pomeridiane. Per il resto anche si vive bene qui, è una zona molto tranqiuilla. 2. Sicuramente dai bambini accompagnati dalle loro famiglie, sono sempre parecchio affollati durante la bella stagione; se ce ne fosse qualcuno di più non penso dispiacerebbe a nessuno. Le attrezzature ci sono, ma anche quelle se fossero di più sarebbe meglio. 3. Per quanto mi riguarda no perché io non abito nei palazzi con il giardino sotto. Però ci passo, è molto carino lì, è piacevole. 4. Non è molto frequentato ma comunque non è pericoloso, una famiglia può uscire tranquillamente a cena fuori e rientrare senza troppe preoccupazioni. 5. Si direi di si. Il palazzo in cui abito è in buono stato sia internamente che esternamente; il bar in cui lavoro anche non è male, hanno ristrutturato da poco. 6. Più parchi e giochi per bambini, sembra che non siano mai abbastanza. Ma nel complesso secondo me è un quartiere che anche così funziona molto bene. Forse un po’ il commercio dovrebbe rinnovarsi, ci sono molti negozi vecchi dove nessuno va più, ma magari nel tempo cambieranno e si adatteranno di più alla gente del posto. Siamo molti più giovani con figli adesso. 7. 8 INTERVISTA #4 – lavoratore negozio Corso Traiano, 35 anni 1. Io non abito in zona e vengo qui per lavoro, mi sposto con i mezzi pubblici e devo dire che non mi danno grossi problemi, funzionano. Per il resto non faccio un grande uso dei servizi che offre il quartiere, perché lo frequento solo per il tempo che ci lavoro. Quindi non saprei... 2. Non so qui davanti c’è un grande parco ma sempre vuoto, poi non ci sono giochi per bambini o altro (si riferisce al parco, effettivamente non attrezzato, tra Corso Traiano e Via Pietro Francesco Guala). 3. Io personalmente non ci vado però passandoci a fianco non mi sembrano così frequentati, anche se sono dei bei giardini. 4. Tranquillo, almeno fino a quando chiudo il negozio; in generale è molto tranquillo come quartiere, è abitato soprattutto da famiglie ed anziani, non ho mai sentito di fenomeni di disagio o delinquenza.


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5. Mi sembrano degli edifici abbastanza curati, non tutti, ma la maggior parte. Il negozio ha due bei locali ed è spazioso, non ho mai avuto problemi con l’affitto al condominio, né con riscaldamenti e cose varie...funziona tutto molto bene. 6. Cercherei di portare più gente in questo parco qui davanti, è molto grande e così poco sfruttato; il mio locale poi avrebbe molti più clienti, il che non guasta di questi tempi. 7. 7 INTERVISTA #5 – residente-lavoratrice gelateria Corso Traiano, 55 anni 1. I servizi sono presenti e nella zona non manca nulla. Purtroppo non li sfrutto moltissimo perché sono sempre in negozio, ma prima quando le mie figlie erano più piccole ed io non lavoravo, le portavo spesso al parchetto qui dietro. Le scuole anche sono molto buone. È un bel quartiere, si vive bene perché c’è tutto. 2. Non so penso siano sufficienti, anche se come le dicevo prima sono un po’ di anni che non frequento quei giardini pubblici. Passando qualche gioco in più per i bimbi mi pare di vederlo rispetto a quando portavo le mie figlie. 3. Io abito proprio in uno di questi palazzi su Corso Traiano ed effettivamente la situazione è proprio come la descrivete voi ragazzi. Abbiamo un bel giardino, privato, ma ci passano tutti e nessuno lo usa davvero. Infatti anche io con le mie figlie andavo al parco dove c’erano anche gli altri bimbi piuttosto che nella corte privata. Non è un problema il fatto che sia di passaggio secondo me, mi dispiace più per il fatto che i giardini siano chiusi e quindi poco sfruttati. Potrebbero essere molto più pieni di vita. 4. No pericoloso non tanto, anche se le mie figlie, 13 e 15 anni, ancora non le mando da sole. Anche perché non ci sono veri e propri locali per adolescenti. Ecco forse è un quartiere più per famiglie con bambini piccoli o anziani, per gli adolescenti non c’è moltissimo. 5. Non c’è male, sono begli appartamenti. Io abito qui da 10 anni e mi sono sempre trovata bene. Prima di trasferirmi ho visto vari appartamenti in questa zona, e a parte uno o due che aveano proprio bisogno di essere ristrutturati internamente, tutti gli altri erano in buono stato, e lo sono ancora oggi. Il negozio invece è un po’ più vecchio credo, ma diciamo che funziona bene, non da particolari problemi anche a livello di consumi. 6. Aggiungerei parcheggi. Io abito tra Corso Unione Sovietica e Via Pietro Francesco Guala, ma in una via più interna ed il parcheggio, soprattutto durante gli orari di entrata ed uscita da scuola, è sempre un problema; alla fine arrivo a metterla a Corso Benedetto Croce, è sempre libero lì, ma per me è un po’ lontano. 7. 8 INTERVISTA #6 – ex-residente, mamma bambina elementari, 45 anni 1. Si si è un quartiere molto ben servito io ho sempre abitato qui con la mia famiglia e mi piace molto. I servizi non mancano

e le scuole sono ottime, anche io e mio fratello venivamo qui. Ora che siamo sposati entrambi ed abitiamo in zone diverse, continuiamo a portare i nostri figli a scuola qui. È davvero molto ben organizzata, anche nel pomeriggio fanno attività volendo, però a pagamento. E poi ci sono molti giardini per i bimbi per giocare e negozi non mancano. Secondo me è un bel quartiere. 2. Sicuramente i bambini li sfruttano moltissimo e di conseguenza i genitori ed i nonni che li portano. Però devo dire che anche qualche gruppetto di anziani sulle panchine si vede. 3. Quando abitavo in questo quartiere, a casa dei miei genitori, il nostro palazzo non aveva il giardino, ma ho capito a quali vi riferite. Sono molto carini, ma alla fine ci possono passare tutti, non mi sembrano così privati. 4. No assolutamente non è un quartiere pericoloso, da ragazza potevo uscire abbastanza tranquillamente anche la sera e non ho mai avuto problemi. 5. L’appartamento dei miei genitori non è certo moderno, però sicuramente ci sono tutti i comfort necessari, e ripeto, è tutto ben servito e a portata di mano. 6. Qualche parcheggio in più nei pressi di Via Nichelino, perché quando vengo a prendere i miei figli questo effettivamente è un problema; i parcheggi ci sono verso Via Benedetto Croce, ma qui, negli orari di entrata ed uscita da scuola, è davvero strapieno. 7. 8 INTERVISTA #7 – ragazza residente, studentessa, 20 anni, corte 1. Si direi di si, è una zona ricca di piccoli negozi, anche se soprattutto per beni di prima necessità, diciamo che per lo shopping io personalmente mi sposto verso il centro; ma i mezzi pubblici funzionano bene, li uso molto anche la mattina per andare in facoltà. I parcheggi sono abbastanza credo, non noto disagi particolari, ma io non ci faccio troppo caso perché abbiamo il parcheggio interno condominiale. 2. Si abbastanza, forse ci vorrebbero più giochi per bambini; noi ragazzi ci andiamo ogni tanto, però non è la nostra meta preferita, non c’è molto per noi giovani. 3. No effettivamente non le usiamo, a me piace molto il giardino ma alla fine non ci vado perché non c’è nulla. Con i miei amici, se rimaniamo in zona, andiamo al parchetto di Via Nichelino. Non è un problema il fatto che sia di passaggio, anche perché non lo vivo come uno spazio privato. 4. No assolutamente. Non ci sono moltissimi locali, più che altro ristoranti, pochi pub per noi ragazzi, ma se si vuole uscire per una pizza va benissimo. 5. Si si è un bell’appartamento, molto spazioso e luminoso, gli infissi li hanno cambiati due o tre anni fa. 6. Qualche posto in più per noi giovani ventenni, perché il quartiere è bello ma è pensato soprattutto per anziani e bambini. 7. 7


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INTERVISTA # 8 – lavoratore, 50 anni, alimentari 1. Non sarò molto preciso perché non sono della zona, ma lavoro qui da 8 anni e posso dirvi che è ben organizzata ed attrezzata. Il servizio che utilizzo di più alla fine è il parcheggio e deve dire che non manca, in tarda mattinata se ne trovano meno magari, ma io arrivo presto per aprire il negozio e quindi lo trovo sempre facilmente. Nel complesso mi sembra una bella zona comunque, anche abbastanza piena di vita, ci sono molti anziani è vero, ma anche molti bambini. 2. Sinceramente non saprei, non vado in giro per il quartiere, però mi sembra che i parchi siano molto frequentati soprattutto da famiglie con bimbi piccoli. 3. Non ne ho idea, mi capita di passarci quando parcheggio su Corso Traiano, sono carini si ma non ci vedo moltissima gente. 4. Non rimango qui fino tarda sera quindi non so, ma vedendo la gente che lo frequenta di giorno penso di no. 5. Si il negozio funziona, è abbastanza nuovo, non ho particolari problemi. 6. Ma niente, per me che ci lavoro così va benissimo. Se ci arrivasse anche la metro forse verrei in negozio con mezzi, questo si. 7. 8 INTERVISTA #9 – residente, parco tra le scuole con figli 1. E’ abbastanza attrezzata devo dire, i parchi e gli spazi ci sono, forse qualche attrezzatura in più non sarebbe male, ma nel complesso è un bel quartiere. Le scuole funzionano tutte molto bene e la zona è servita. I mezzi pubblici ci sono e sono comodi perché collegano direttamente con il centro città. 2. Si si penso siano abbastanza, come dicevo prima forse qualche attrezzatura in più non sarebbe male. Comunque ci vanno soprattutto famiglie con bambini, anche perché ci si ritrova un po’ tutti qui. I ragazzi rincontrano i compagni di scuola e possono giocare tutti insieme. 3. Si è vero sarebbe uno spazio privato, lo paghiamo con il condominio; non è un problema il fatto che sia di passaggio perché alla fine i giardinetti sono chiusi e non ci va quasi nessuno, però se devo essere sincero non sono molto contento del fatto che tutti lo attraversano ma la manutenzione la paga solo il condominio, secondo me a questo punto dovrebbe prenderselo e curarlo il comune. Per ora ce lo teniamo così, almeno è sicuramente sempre ben tenuto. 4. Io non esco molto la sera, però la zona è tranquilla, non ci sono situazioni spiacevoli tipo spaccio o simili. 5. L’appartamento dove abito ora è uno di quelli a torre, che sono tra più vecchi della zona, ma è molto bello ed ha anche il riscaldamento a pavimento, cosa che non avevo nello stabile dove vivevo prima (Via Pietro Francesco Guala). 6. Parchi più attrezzati forse, magari anche per gli anziani; vanno soprattutto nei bar sotto i portici perché si siedono, giocano a carte, forse perché qui ci sono poche panchine con tavolini o pochi posti all’ombra. 7. 7

INTERVISTA #10 – residente, 35 anni, figlio a scuola 1. Si i servizi ci sono, soprattutto le scuole secondo me funzionano molto bene, accolgono tantissimi bimbi anche dei quartieri vicini. I negozi sono presenti e secondo me è organizzato abbastanza bene il quartiere, non so se si può definire “autonomo”. 2. Ce ne sono abbastanza e le attrezzature ci sono, ci vanno sia famiglie con bambini che anziani. 3. Il condominio dove vivo non ha giardino, ma mi capita di passare in mezzo a quelle corti, molto belle, però rimane un po’ morta come zona ed è un peccato...sarebbero dei bei giardinetti dove passeggiare. 4. No non è una zona pericolosa, la sera certo non si sa mai, si sta attenti, però si può uscire senza problemi; non ho mai sentito di particolari episodi in zona. 5. E’ un bel condominio si ma un po’ vecchio, si vede soprattutto da fuori; molti della zona sono stati ristrutturati ma il nostro ancora no. Internamente però non da problemi, gli appartamenti sono tutti molto spaziosi. 6. Per me va bene così, se proprio potessi aggiungere qualcosa direi la metro, che per andare a lavoro mi sarebbe molto comoda. 7. 8 INTERVISTA #11 – donna residente-lavoratrice, 50 anni, nipote a scuola 1. E’ una zona servita ed attrezzata, io abito qui da sempre e mi trovo molto bene. 2. Secondo me sono abbastanza, ci porto spesso i miei nipoti a giocare e mi sembrano degli spazi molto grandi ed attrezzati con giochi per bambini. 3. I cortili interni sono sempre ben curati, i bambini però preferiscono il parco di Via Piobesi, dove vicino c’è anche il campo di calcetto. I cortili sono poco sfruttati io ci vado con mia madre, che ormai è anziana e non cammina moltissimo, quindi scendiamo lì, però anche il fatto che siano chiusi non è molto comodo; preferirei scendere ed avere subito il giardino senza dover portare le chiavi e forse anche per questo è poco utilizzato. 4. No non è una zona pericolosa. 5. Abbiamo un bell’appartamento, si affaccia sul cortile e le stanze sono grandi; è di buona qualità secondo me. 6. Non cambierei nulla in particolare, però se si riuscisse a sfruttare meglio il giardino privato sarebbe meglio. 7. 7 INTERVISTA #12 – uomo residente, 41 anni, corte 1. Abbastanza. Scuole, mercato e negozi funzionano bene; il trasporto pubblico meno, è efficace perché collega facilmente con il centro città, ma negli orari lavorativi, soprattutto la mattina, il tram è sempre affollatissimo. Se la metro arrivasse qui vicino anziché a Piazza Bengasi sarebbe perfetto. Per il resto si vive bene qui.


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2. Gli spazi pubblici non mancano, soprattutto le aree gioco per i bambini, c’è anche un campetto da calcio che viene utilizzato moltissimo. É un quartiere molto vissuto secondo me. 3. Non so io non abito in questi palazzi, sono solo di passaggio ora. Non saprei se può dar fastidio il fatto che sia transitabile; anche se forse a me non piacerebbe dover pagare la manutenzione di un cortile che poi è di tutti o che comunque non utilizzo. 4. È abbastanza tranquillo anche la sera. 5. Si il mio condominio è di buona qualità, ristrutturato sia all’interno che all’esterno; mi trovo bene. 6. Come dicevo prima, se ci fosse la metro sarebbe perfetto, per il resto mi piace molto così com’è. 7. 7 INTERVISTA #13 – pensionata residente, 65 anni, corte 1. Si i servizi ci sono tutti. Ora che sono più anziana lo apprezzo anche di più, è tutto vicino e comodo. Si può fare quasi tutto rimanendo all’interno del quartiere e questo è un bene. 2. Ci sono gli spazi pubblici, io ci porto i miei nipotini piccoli. Per i grandi che li accompagnano non ci sono moltissimi spazi per sedersi e guardarli, però... 3. Si è così, io abito proprio qui (Via Onorato Vigliani) ed il giardino alla fine non lo uso. Sono qui in zona da trent’anni, prima era un cortile privato, sempre aperto, ma la gente non ci passava, oggi invece si. Non è un problema perché io ci vengo solo con il cagnolino e non entro dentro i cancelletti, non mi infastidisce che sia di passaggio, però sull’erba sarebbe bello anche camminarci. 4. Non so, sono anni che non esco la sera; ma in generale il quartiere è tranquillo, sono molte le giovani coppie, quindi non penso ci siano problemi di sicurezza. 5. È lo stesso da trent’anni, ma mi piace sempre. Poi io non sono informata sulla tecnologia, quindi per me va sempre bene; siamo solo io e mio marito quindi i consumi sono bassi. 6. Aprirei il mercato tutti i giorni piuttosto che tre giorni alla settimana. 7. 8 INTERVISTA #14 – studentessa residente, 18 anni, mercato 1. I servizi ci sono, negozi, scuole, mercato...è un bel quartiere, ma è un po’ da vecchi oppure da coppietta. Per noi ragazzi non ci sono servizi particolari, a parte la palestra dove tutti quelli della mia età vanno, alla fine ci ritroviamo lì. 2. Si ci sono, quando non siamo in palestra infatti siamo al parchetto di Via Nichelino; ma anche quello è organizzato principalmente per i piccolini. 3. Abito in uno di quei palazzi, non mi da fastidio che la corte sia di passaggio, ma in realtà non l’ho mai utilizzato molto, non lo vivo come se fosse il giardino privato del mio palazzo. 4. No pericoloso no, ma è un po’ spoglio. A parte ristoranti e pizzerie, non ci sono pub o locali per noi giovani, anche se è vero che non siamo moltissimi; ci sono molti più bambini ed anziani, alla fine è un bel quartiere per crescere, ma poi da

adolescenti magari ci si sposta di più. 5. Dal punto di vista energetico non saprei, non ho idea dei consumi di casa. Però è molto grande, a me piace. 6. Qualche locale in più per noi giovani, solo questo; il resto funziona. 7. 8 INTERVISTA #15 – residente, 60, mercato 1. E’ un quartiere abbastanza servito, io sono un ex dipendente della Fiat e abito qui da 50 anni, praticamente quando il quartiere nasceva. In poco tempo hanno costruito moltissimo, ma devo dire che i servizi ci sono sempre stati. Io mi trovo bene qui, sia prima quando lavoravo, essendo anche molto vicino a casa, ma pure da pensionato. 2. Spazi pubblici ce ne sono a volontà, con molti giochi per i bambini; forse un po’ meno panchine. 3. Prima abitavo in uno dei palazzi con il giardino sotto, non l’ho mai usato moltissimo e comunque non mi sembra privato, ci può entrare chiunque infondo. Sono dei bei giardini, tutti ci passano ma nessuno ci si ferma per rimanerci, anche perché le panchine sono negli spazi chiusi dal cancelletto. 4. No forse prima poteva esserlo di più, ma nemmeno troppo; oggi con i ristoranti, le pizzerie e le gelaterie aperte è sicuro anche di sera. 5. Sono tutti dei bei palazzi. Io mi sono trasferito da qualche anno in Via Pietro Francesco Guala, è molto bella la casa, ma nell’altra in Via Onorato Vigliani, costruita anche prima se non sbaglio, c’era il riscaldamento a pavimento ed infissi nuovi. Mi sembrano comunque tutti dei bei palazzi questi. 6. No, non aggiungerei niente; a me piace davvero molto così, anche se nel tempo un po’ è cambiato, ora ci sono molte più macchine ed un po’ di traffico a volte, però si vive bene. È molto diverso stare qui piuttosto che sotto la Fiat dall’altro lato di Corso Unione Sovietica, sembra quasi un’altra città. 7. 9


132

Seconda intervista

DOMANDA 1. Cosa ne pensa delle modifiche che proponiamo nella nostra idea progettuale? INTERVISTA #1 – residente, 40 anni, parchetto Via Nichelino 1. L’idea della pedonalizzazione è buona; per me non è un problema andare a prendere mio figlio a scuola perché abito qui vicino, ma vedo molti genitori che hanno problemi di parcheggio negli orari di entrata ed uscita dei ragazzi. I parcheggi all’interno dei giardini non penso mi piacciano, anche se il parchetto non viene utilizzato, resta comunque un bello spazio anche solo da vedere dalla finestra o passandoci. #2 residente, 30 anni, corte 1. Personalmente non abito in questi palazzi con la corte, ma ho degli amici d’infanzia che vivono qui e sono contenti di avere dello spazio dove poter passare il tempo; quando eravamo piccoli era più frequentato, ora non vedo più molti ragazzi che lo usano, forse perché non è facilmente accessibile. #3 residente, 60 anni, mercato 1. Si penso che sia un’idea interessante diminuire un po’ le auto in questo quartiere perché aumenterebbe la sicurezza dei pedoni, visto che spesso corrono ad alta velocità in queste strade secondarie. Per i parcheggi non so se basterebbero ad soddisfare l’affluenza delle auto in questa zona. #4 adolescente, 12 anni, parchetto 1. Mi piacerebbe l’idea perché così potrei giocare con i miei amici a pallone per strada senza che i miei genitori si preoccupino troppo. #5 ragazza, 26 anni, residente-lavoratrice, negozio abbigliamento 1. potrebbe diventare una zona che frequenterei volentieri con i miei amici o con il mio ragazzo per rilassarmi la domenica dopo una settimana intensa di lavoro. Magari la integrerei di più con del verde, per avere più zone ombreggiate dove stare. L’eliminazione del parcheggio è un’ottima idea per me, soprattutto perché io mi sposto prevalentemente in bici, e dovrebbero farlo più persone; penso sia positivo ostacolare l’uso dell’auto all’interno del quartiere. Ma spostare i parcheggi nei giardini degli edifici non mi sembra una buona idea, perché si rovinerebbero davvero. #6 lavoratore, 39anni, Corso Traiano 1. Progettatela vi prego, perché ho bisogno di un ambiente del genere in questa zona da sfruttare durante la mia pausa pranzo di un’ora. Abitando a 40 minuti da qui preferirei trascorrere la mia pausa pranzo in mezzo al verde, senza rinchiudermi in un bar o ristorante, soprattutto nei mesi estivi. I parcheggi

non li toglierei perché, per chi come me viene qui solo per lavoro, sono molto comodi; quantomeno se pensate di toglierli rimetteteli nelle vicinanze. #7 residente, 47 anni, mercato 1. Condivido l’idea di togliere le auto e nel verde metterei un campo per il volley visto che mia figlia ogni volta deve fare 10-15 minuti di auto per poter giocare con le sue compagne di squadra che vivono anche loro in questo quartiere. Sarei felice se toglieste i parcheggi in linea di Via Nichelino e Via Cecernasco perché sono strettissimi ed io non sono capace a parcheggiarci bene; nelle corti sarebbe un peccato, ma se li faceste a spina potrei apprezzarlo. #8 residente,56 anni, bar 1. Ma si questi interventi li avevano già pensati, ma non hanno mai funzionato perché le persone non frequentano moltissimo questi posti, vanno più in centro; oppure quando ci sono giornate di caldo estremo preferiscono chiudersi in casa con climatizzatore e divano. Potete anche provare con la pedonalizzazione ma secondo me non cambierà molto, i parcheggi nei cortili assolutamente no però, sono la perla di questo quartiere. #9 residente, 22 anni, parchetto 1. passo spesso per questa zona nel mio classico giro di running; mi piace molto l’idea di togliere le auto e, se posso consigliarvi, inserirei un percorso vita che potrebbe essere sfruttato dalle moltissime persone che come me preferiscono tenersi in forma all’aria aperta e non in una noiosissima palestra.



CAMP THE BUILDING


Atelier Progetto Urbanistico C Corso Di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino, A.A. 2015-2016 prof. Angelo Sampieri (Urbanistica) prof.ssa Silvia Crivello (Sociologia dell’ambiente) collaboratori: Leonardo Ramondetti, Quirino Spinelli


LAURA ALAGNA GIANLUCA ARDUINO FEDERICA ARGENTINA M A R T I N A B AT T I S T I



INDICE Intro 1. Abitare Mirafiori Sud 1.1 IERI - OGGI 1.2 PERCEZIONE DELLO SPAZIO 1.3 FUNZIONAMENTO E USO DELLO SPAZIO 1.4 DENSITÀ FISICA E SOCIALE 1.5 GLI EDIFICI 1.6 INTERVISTE 1

2. Camp the building 2.1 ABITARE TEMPORANEO 2.2 IL PROGRAMMA 2.3 SPAZI COLLETTIVI 2.4 SPAZI PRIVATI 2.5 BARRA ZERO 2.6 INTERVISTE 2 2.7 CONLUSIONI

Appendice INTERVISTE



Intro


MIRAFIORI SUD EX QUARTIERE INA-CASA


9

L’area di progetto è situata nella periferia Sud della città di Torino, nel quartiere di Mirafiori Sud, passato alla storia soprattutto per l’impianto industriale della Fiat, casa automobilistica che qui ha localizzato la sua sede a metà degli anni 30 del Novecento, rendendo questa zona una delle più popolose della Città. E’ proprio in quel periodo che il quartiere si espande grazie al grande splendore raggiunto dall’industria automobilistica italiana; infatti l’area di cui ci occupiamo fu concepita e progettata nel 1963 dall’Agenzia INA-Casa, come quartiere operaio per garantire un alloggio ai lavoratori della Fiat, molti dei quali erano contadini del meridione che emigravano nel nord Italia in cerca di condizioni di vita migliori. Forte di questa componente storica, seppur recente, ma forse per questo ancora più viva nell’immaginario collettivo e nei ricordi dei suoi abitanti, il quartiere si presenta a noi, che per la prima volta ci approcciamo ad esso, come il rudere di un illustre passato, non più declinabile nelle esigenze dell’abitare contemporaneo.

nuovi abitanti, con necessità e storie diverse. Alla base della progettazione dei nuovi spazi vi è l’elaborazione dell’ABITARE TEMPORANEO e la promozione dei concetti di ADATTABILITA’, FLESSIBILITA’ e REVERSIBILITA’; l’abitazione resta fissa nel luogo in cui essa è sempre stata ma ciò che cambia sono gli abitanti che diventano temporanei e perfino gli alloggi e gli spazi comuni diventano intercambiabili e modificabili in base alle diverse esigenze. Ciò che ci auspichiamo è che questo esperimento campione possa essere un modello adattabile a tutto il quartiere, un suggerimento per un nuovo modo di abitare, una strada verso un rinnovamento socio-culturale volto ad insegnare la convivenza e la condivisione tra culture a volte tra loro molto diverse.

Il lavoro che presentiamo è frutto di un’attenta analisi urbana e sociale volta non solo alla conservazione della storia di una parte di città ma anche al rinnovamento urbano e sociale legato alla sperimentazione di un nuovo modo di abitare la città e ai suoi protagonisti. Quello che ci ha ispirati è stata la storia del quartiere che riproponiamo con una chiave di lettura più moderna, tenendo conto delle emergenze abitative degli ultimi decenni. Se prima il quartiere ha rappresentato un punto di riferimento per tutti coloro che si trasferivano dal meridione per esigenze lavorative, ora diventa un esperimento volto ad accogliere

FIG. 1 (DI FRONTE) MAPPA DI INQUADRAMENTO DELL’EX QUARTIERE INA CASA NEL CONTESTO DI TORINO


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FIG. 2 FOTO ODIERNA DELL’EX QUARTIERE INA-CASA


1. Abitare Mirafiori Sud


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FIG. 3 FOTO STORICA DELLA COSTRUZIONE DELL’EX QUARTIERE INA CASA


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1.1 IERI - OGGI La storia di questo quartiere è legata non solo propriamente a quella che è la storia della Fiat ma anche alla storia della città di Torino. Negli anni 50 del secolo scorso Torino ha registrato un boom demografico dovuto anche ai flussi migratori che costringevano molti abitanti del Sud Italia a trasferirsi nelle città del Settentrione con il miraggio di un lavoro e di una migliore qualità della vita. Proprio per far fronte ad un flusso migratorio così consistente di persone, in gran parte della città di Torino si iniziarono a costruire dei complessi in grado di poter ospitare e garantire un alloggio alla nuova forza lavoro e alle loro famiglie. Uno dei tanti progetti fu proprio quello dell’INACasa di Mirafiori Sud collocato a pochi passi dai cancelli della Fiat. La costruzione dei complessi residenziali doveva avvenire in tempi brevissimi, quindi si pensò di adottare un sistema di prefabbricazione seguendo il metodo francese, anche se per l’epoca questo tipo di metodo costruttivo era già molto arretrato. Venne prevista la prefabbricazione degli elementi portanti trasversali che costituivano la struttura portante dei fabbricati, degli elementi longitudinali interni che fungevano da controventatura, dei pannelli dei prospetti, dei tramezzi, degli orizzontamenti delle rampe e dei pianerottoli delle scale, e in pochissimo tempo furono costruiti gli alloggi e assegnati alle famiglie che ancora oggi occupano questa parte di città. È interessante soffermarsi su come in questo quartiere sia radicato il senso di appartenenza di chi ci abitata, che difende la propria storia e le proprie radici; una storia fatta di sacrifici e sudore, contraddistinta dalla forza di lottare per potersi assicurare dei diritti assieme con la volontà di ricreare un centro urbano dove la socialità e i rapporti umani hanno un forte peso.

Se intorno alla metà del XX secolo, come già detto, si registrava un flusso migratorio delle popolazioni del Sud Italia verso le più grandi città del Settentrione, che offrivano più opportunità di lavoro e migliori condizioni di vita, oggi si osserva un flusso migratorio più ampio, che coinvolge le popolazioni di alcuni Paesi africani e del vicino e medio oriente, in fuga dalla povertà o dalla guerra. Questo fenomeno, unito alla crisi dell’industria Italiana, comporta radicali cambiamenti all’interno della popolazione del quartiere di Mirafiori Sud, nel quale ormai pochi sono rimasti gli operai delle industrie circostanti, l’età media degli abitanti è aumentata pesantemente e si registra una rilenvante presenza di persone di altre nazionalità, alcune di queste, ospitate nel centro di accoglienza “Casa del mondo”, all’interno del quartiere. In seguito ai sopralluoghi abbiamo notato come, in concomitanza con tutto ciò, numerosi sono gli appartamenti in vendita, le famiglie e i giovani se ne vanno, a riprova che il quartiere non offre più le stesse opportunità di sviluppo del cinquantennio scorso (Fig. 6). Nonstante la presenza, potenzialmente destabilizante, di persone di nazionalità diversa non si avvertono meccanismi di scontro, anzi appare forte una volontà comune di miglioramento del luogo.


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FIG. 4 (in alto) Foto storica. migranti del sud Italia Fig. 5 (in basso) Foto Agosto 2015. Migranti Siriani

Fig. 6 schema dei cambiamenti migratori verso il quartiere mirafiori sud della metĂ del ‘900 e di oggi


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IERI MIRAFIORI SUD QUARTIERE INA CASA

TORINO

FIAT

OGGI MIRAFIORI SUD QUARTIERE INA CASA

+

VENDESI


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1.2 PERCEZIONE DELLO SPAZIO In seguito al primo sopralluogo conoscitivo dell’area abbiamo restituito una rappresentazione grafica della nostra percezione del luogo, che ci ha permesso di individuare gli elementi caratteristici, i punti di riferimento, i percorsi, i nodi e gli ambiti all’interno del quartiere che ci erano rimasti impressi nella mente. Nella pagina di fronte sono riportate due esempi di queste mappe mentali, nelle quali risulta evidente come gli edifici in linea dell’ex complesso residenziale Ina-casa, maggiormente analizzati, occupino gran parte del disegno, sebbene non siano rappresentati nel dettaglio, mentre le parti meno esplorate, come l’area delle scuole risultano quasi evanescenti. Il complesso della Fiat Mirafiori, invece, appare come un blocco monolitico ininterrotto, in quanto, benchè inesplorato, è molto esteso e visibile all’interno del quartiere. L’ elaborazione delle mappe mentali ci è stata utile nell’ individuazione dei Landmark, dei luoghi simbolici, dei nodi e margini, riportati nelle pagine seguenti. Primo fra tutti come Landmark è da considerarsi il complesso della Fiat , infatti esso rappresenta un punto di riferimento a BREVE RAGGIO di tutto il quartiere, in quanto l’ampiezza e la rilevanza storica della costruzione rafforzano la percezione del luogo. Allo stesso modo si può considerare il Campanile della chiesa di quartiere, infatti esso è un punto di riferimento a BREVE RAGGIO per gli abitanti del luogo. Come Landmark SEQUENZIALE abbiamo individuato le stesse stecche che compongono e configurano il luogo, segno indistinguibile dell’arrivo al quartiere. Ultimo, ma non meno importante, è il Landmark a LUNGO RAGGIO costituito dalla catena mon-

tuosa delle Alpi, che è da sempre, per chi abita a Torino, un punto di riferimento fondamentale. Un nodo importante del qualtiere, di incontro e associazione risulta essere la piazza, nella quale confluiscono diversi ambiti, quello del complesso religioso, quello del complesso commerciale e quello ludico, dato dal giardino e dal parco giochi. Gli spazi osservati non presentano un’ accentuata concavità o complessità, ma in alcune prospettive si può avvertire un senso di apertura verso l’esterno, quando la periferia si perde e inizia un respiro di rada campagna (Fig. 12). La lungezza degli edifici in linea con la loro altezza rende i “corridoi verdi” tra gli stessi un luogo di concavità tubolare.


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FIG. 7 (IN ALTO) mappa mentale 1 FIG. 8 (IN BASSO) MAPPA MENTALE 2


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NODI & MARGINI

ALA 1:5000 50

100

150

250 m

MARGINE DI BARRIERA DISCONTINUITA’ MORFOLOGICA DEGLI EDIFICI NODI DI CONGIUNZIONE NODI DI CONCENTRAZIONE

NODI & MARGINI SCALA 1:5000 0

50

100

150

250 m

NODI & MARGINI

NODI & MARGINI

SCALA 1:5000 0

SCALA 1:5000 MARGINE margineDI diBARRIERA BARRIERA

0

50

100

150

nodi di CONCENTRAZIONE

MARGINE DI BARRIERA DISCONTINUITA’ MORFOLOGICA DEGLI EDIFICI NODI DI CONGIUNZIONE NODI DI CONCENTRAZIONE

Fig.9 Nodi e Margini

150

250 m

MARGINE DI BARRIERA

NODI DI CONGIUNZIONE

NODI DI CONCENTRAZIONE

100

250 m

DISCONTINUITA’ discontinuità morfologica MORFOLOGICA DEGLI EDIFICI degli edifici

nodi di CONGIUNZIONE

50

DISCONTINUITA’ MORFOLOGICA DEGLI EDIFICI NODI DI CONGIUNZIONE NODI DI CONCENTRAZIONE


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FIG. 10 FOTO DI UN EDIFICIO DELL’EX QUARTIERE INA CASA


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NDMARK

1:5000

0

100

150

250 m

TO RAGGIO STABILIMENTO FIAT CHIESA DI QUARTIERE

NZIALE “STECCHE” DEGLI EDIFICI

GO RAGGIO ALPI

LANDMARK SCALA 1:5000 0

50

100

150

250 m

A CORTO RAGGIO STABILIMENTO FIAT CHIESA DI QUARTIERE

SEQUENZIALE

LANDMARK

“STECCHE” DEGLI EDIFICI

A LUNGO RAGGIO ALPI

A CORTO RAGGIO STABILIMENTO FIAT

LANDMARK SCALA 1:5000

SCALA 1:5000

A LUNGO RAGGIO

0

50

100

0 150

EDIFICI IN LINEA

150

250 m

A CORTO RAGGIO A CORTO RAGGIO STABILIMENTO FIAT CHIESA DI QUARTIERE

SEQUENZIALE “STECCHE” DEGLI EDIFICI

A LUNGO RAGGIO ALPI

Fig. 11 Landmark

100

250 m

ALPI

CHIESA DI QUARTIERE

SEQUENZIALE

50

STABILIMENTO FIAT CHIESA DI QUARTIERE

SEQUENZIALE “STECCHE” DEGLI EDIFICI

A LUNGO RAGGIO ALPI


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FIG. 12 FOTO EX QUARTIERE INA CASA CON SFONDO ALPI


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OGHI MBOLICI

5000

100

150

250 m

STABILIMENTO FIAT CHIESA E ORATORIO DI QUARTIERE QUARTIERE PER OPERAI INA-CASA

LANDMARK SCALA 1:5000 0

50

100

150

250 m

A CORTO RAGGIO STABILIMENTO FIAT CHIESA DI QUARTIERE

SEQUENZIALE

LANDMARK

“STECCHE” DEGLI EDIFICI

A LUNGO RAGGIO ALPI

LANDMARK

SCALA 1:5000

SCALA 1:5000

0

50

100

150

250 m

STABILIMENTO FIAT 0

50

100

150

250 m

CHIESA E ORATORIO DI QUARTIERE

A CORTO RAGGIO

QUARTIERE INA-CASA

A CORTO RAGGIO STABILIMENTO FIAT CHIESA DI QUARTIERE

SEQUENZIALE “STECCHE” DEGLI EDIFICI

A LUNGO RAGGIO ALPI

Fig. 13 Luoghi simbolici

STABILIMENTO FIAT CHIESA DI QUARTIERE

SEQUENZIALE “STECCHE” DEGLI EDIFICI

A LUNGO RAGGIO ALPI


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FIG. 14 FOTO DELLO STABILIMENTO FIAT LUNGO VIA PLAVA


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Via R

Via Pla va

ove d

a de

l Dro

sso

Via N

Stra d

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1.3 FUNZIONAMENTO E USO DELLO SPAZIO In seguito ad un primo approccio conoscitivo dell’ area, il nostro studio si è concentrato sull’analisi della viabilità, delle funzioni dell’edificato e degli spazi aperti, approdando ad una restituzione dettagliata degli usi del suolo, riportata nelle pagine successive. All’interno della Circoscrizione X di Torino, l’area di studio è delimitata, a nord e a sud, dalle vie di scorrimento Plava e Strada del Drosso e attraversata da via Negarville, caratteristica strada di quartiere, e da Via Roveda, che si qualifica come strada di accesso alle residenze. Il collegamento al centro città risulta essere adeguato grazie alla presenza di numerose tratte dei mezzi di trasporto pubblico, le fermate dei bus sono omogeneamente posizionate all’interno dell’area (Fig. 16-17) . Il complesso residenziale, situato a nord est dell’area nella pagina accanto, è caratterizzato da edifici in linea di otto piani, ben visibili a lungo raggio, e da impianti industriali molto estesi in superficie, distribuiti lungo la strada principale di accesso al quartiere, Via Plava. Il nucleo sociale della zona è, invece, costituito dalla chiesa, dall’oratorio e dai locali commerciali di via Negarville, che attraversa trasversalmente il quartiere. Gli ambiti lavorativi, residenziali e commerciali sono, così, nettamente separati, sia dal punto di vista fisico che concettuale. Tale divisione risulta subito evidente, in quanto la zona residenziale appare silenziosa e tranquilla, causa l’assenza di locali commerciali al piano terra degli edifici e la presenza, al posto di essi, di box auto, mentre la zona industriale nasconde gli ambiti produttivi al suo interno tramite alte e continue cancellate lungo tutta via Plava, creando un muro, un margine. FIG. 15 (DI FRONTE) MAPPA DI INQUADRAMENTO DELLA PORZIONE DI QUARTIERE ANALIZZATA


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A/ VIABILITÀ PESANTE

B/ VIABILITÀ LEGGERA

strada di SCORRIMENTO

percorsi pedonali ASFALTATI

strada di QUARTIERE

percorsi pedonali STERRATI

strada di ACCESSO

fig. 16 viabilita’

0

50 100 150

A/viabilità pesante strada di SCORRIMENTO strada di QUARTIERE strada di ACCESSO

250 m

B/viabilità leggera PERCORSI PEDONALI PERCORSI PEDONALI STERRATI


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A/

OBUS

B/

A/ PARCHEGGI

0

PARCHEGGI

A/parcheggi PARCHEGGI

B/

100 200 300 TRASPORTO 500 mPUBBLICO

A/

83

83/

95/ 63 95/ 7171 34 34

3863/ 38 fermata autobus FERMATA AUTOBUS

B/trasporto pubblico

0

50 100 150

A/viabilità pesante

250 m

B/viabilità leggera

strada di SCORRIMENTO strada di QUARTIERE strada di ACCESSO

B/

fig. 17 viabilita’

PERCORSI PEDONALI PERCORSI PEDONALI STERRATI


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Come già accenato prima, gli edifici non hanno un mix di usi, ma le funzioni sono separate; quelle residenziale e industriale risultano essere prevalenti nell’area. Il complesso della Fiat Mirafiori, con i suoi 2.000.000 di m2 di estensione a Nord rispetto all’area di progetto, influenza notevolmente l’economia dei locali commerciali della zona, ed è un polo attrattivo per altre piccole e medie industrie che nel corso degli anni si sono localizzate nelle sue vicinanze. Nalla planimetria in figura 18, dove vengono illustrate le funzioni degli edifici presenti nell’area, si evince la numerosa presenza di box auto al piano terra, distaccati dalle residenze. Tali costruzioni in linea ad un piano riducono lo spazio al verde e appaiono come dei labirinti in lamiera e calcestruzzo. Numerosi sono i complessi scolastici, pensati e progettati per una popolazione costituita prevalentemente da famiglie.


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FUNZIONI SCALA 1:5000 0

50

100

150

250 m

RESIDENZIALE EDIFICI INDUSTRIALI COMMERCIALE

FUNZIONI FUNZIONI FUNZIONI

SERVIZI CULTO

SCALA 1:5000 SCALA 1:5000

ISTRUZIONE

0 50 100 0SCALA50 1:5000100

ATTREZZATURE SPORTIVE EDIFICI ACCESSORI

FUNZIONI FUNZIONI 0

50

100

150 150

250 m 250 m

150

250 m

RESIDENZIALE RESIDENZIALE EDIFICI INDUSTRIALI SCALA 1:5000 0 50 100 150 250 mINDUSTRIALI EDIFICI RESIDENZIALE COMMERCIALE 0 50 100 150 250 m COMMERCIALE EDIFICI INDUSTRIALI SERVIZI SERVIZI COMMERCIALE RESIDENZIALE CULTO CULTO SERVIZI RESIDENZIALE EDIFICI INDUSTRIALI RESIDENZIALE CULTO ISTRUZIONE ISTRUZIONE EDIFICI INDUSTRIALI ISTRUZIONECULTO EDIFICI INDUSTRIALI COMMERCIALE ATTREZZATURE SPORTIVE ATTREZZATURE SPORTIVE COMMERCIALE ATTREZZATURE ISTRUZIONE SPORTIVE EDIFICI ACCESSORI SERVIZI COMMERCIALE SERVIZI EDIFICI ACCESSORI EDIFICI ACCESSORI ATTREZZATURE SPORTIVE SERVIZI CULTO SCALA 1:5000

LANDMARK

FUNZIONI

SCALA 1:5000

SCALA 1:5000 0

50

100

0 150

EDIFICI ACCESSORI

100

150

250 m

250 m

A CORTO RAGGIO STABILIMENTO FIAT CHIESA DI QUARTIERE

RESIDENZIALE

fig. 18 Funzioni SEQUENZIALE

EDIFICI INDUSTRIALI COMMERCIALE SERVIZI CULTO

CULTO ISTRUZIONE

50

ISTRUZIONE ATTREZZATURE SPORTIVE

“STECCHE” DEGLI EDIFICI

A LUNGO RAGGIO ALPI


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fig. 19 Trittico. Il patrimonio edilizio


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Ciò che è lampante addentrandosi all’interno dell’area di progetto è l’abbondanza di spazi aperti (Fig. 20) a verde , o sterrati, che però risultano poco sfruttati, a volte del tutto abbandonati ed incolti. In varie parti dell’area ci sono anche parchi giochi per i bambini, alcuni danneggiati altri in posizione troppo periferica per poter essere utilizzati (Fig. 21). I grandi “corridoi verdi” tra gli edifici sono l’esito di un progetto molto ordinato e regolare. E’ la geometria a dominare questi spazi. Sicuramente non si può dire che non sono luoghi organizzati, anzi sono stati progettati fin nel dettaglio, con aree a prato, a cemento e in terra battuta suddivise da un disegno di aiuole e sentieri. A sud di Strada del Drosso, la città si dirada sempre di più, aprendosi verso la campagna; qui sono presenti distese di campi agricoli e orti abusivi.


33

SPAZI APERTI

VERDE ACCESSIBILE GIARDINI/PARCHI VERDE NON ACCESSIBILE SPORT INCOLTO

SPAZI APERTI SPAZI APERTI SPAZI APERTI

CAMPI AGRICOLI ORTI

VERDE ACCESSIBILE VERDE ACCESSIBILE

SPAZI APERTI SPAZI APERTI

GIARDINI/PARCHI VERDE ACCESSIBILE GIARDINI/PARCHI VERDE NON ACCESSIBILE GIARDINI/PARCHI VERDE NON ACCESSIBILE

VERDE ACCESSIBILE

SPORT VERDE NON ACCESSIBILE SPORT

VERDE ACCESSIBILE GIARDINI/PARCHI

INCOLTO SPORT INCOLTO

VERDE ACCESSIBILE

INCOLTO

LANDMARK

FUNZIONI

SCALA 1:5000

SCALA 1:5000 0

50

100

0 150

SPORT

ORTI

ORTI CAMPI AGRICOLI VERDE SPORT NON ACCESSIBILEORTI ORTI SPORT INCOLTO INCOLTO CAMPI AGRICOLI

100

150

250 m

250 m

CAMPI AGRICOLI INCOLTO GIARDINI/PARCHI CAMPI AGRICOLI GIARDINI/PARCHI VERDE NON ACCESSIBILECAMPI AGRICOLI VERDE NON ACCESSIBILE

50

A CORTO RAGGIO STABILIMENTO FIAT CHIESA DI QUARTIERE

RESIDENZIALE EDIFICI INDUSTRIALI

fig. 20 Spazi aperti SEQUENZIALE

COMMERCIALE SERVIZI CULTO ISTRUZIONE ATTREZZATURE SPORTIVE

“STECCHE” DEGLI EDIFICI

A LUNGO RAGGIO ALPI


34


35

fig. 21 Trittico. Gli spazi Aperti


36


37

fig. 22 Trittico. Gli spazi Aperti tra gli edifici


38

1.4 DENSITÀ FISICA E SOCIALE Nei primi sopralluoghi abbiamo sin da subito notato come nonostante la grandissima disponibilità di spazi aperti la zona risultava poco frequentata. Indagando meglio e a seguito dei sopralluoghi successivi siamo arrivati alla conclusione che, essendo un quartiere popolato per lo più da anziani e famiglie, i flussi di persone erano concentrati stabilmente nei pressi delle residenze, e poi, come vedremo nell’analisi della densità sociale, in base alle fasce orarie diverse zone risultano più o meno popolate. Nell’illustrazione in Fig. 25, possiamo notare come nelle aree occupate degli edifici residenziali la DENSITÀ FISICA registrata è molto più alta, in quanto vi sono edifici in linea di 8 piani, rispetto alle zone dove invece troviamo i plessi scolastici o gli esercizi commerciali. Inoltre, in Fig. 23, riportiamo i dati inerenti la popolazione della Circoscrizione X (fonte Osservatorio Statistico del comune di Torino), attraverso i quali, malgrado facciano riferimento ad un’area più ampia di quella in esame, si può avere un’informazione di massima circa l’età media e la provenienza degli abitanti della zona L’area parco, localizzata in prossimità della parrocchia e del centro del commercio e dei servizi, è frequentato nel pomeriggio sia dalla popolazione anziana che da quella giovane. Mentre il bar può essere visto come un luogo frequentato sia dai residenti che dai lavoratori della Fiat negli orari di inizio e fine lavori, nonché nella pausa pranzo. A seguito di ripetuti soppralluoghi nell’area di progetto abbiamo potuto osservare alcuni comportamenti della popolazione che vi abita. Per rappresentare la DENSITÀ SOCIALE abbiamo individuato le aree di maggiore importanza nel quartiere e una volta fatto ciò, abbiamo osser-

vato come queste aree siano interessate durante l’arco della giornata dai flussi di persone. Come prima cosa abbiamo individuato quattro macroaree: l’area scolastica, quella residenziale, quella commerciale ed infine l’area in cui troviamo la piazza e la chiesa del quartiere. Una volta individuate le macroaree abbiamo poi suddiviso la giornata in quattro fascie orarie: Fascia 1 (8:00-13:00), Fascia 2 (13:00-16:30), Fascia 3 (16:30-18:30) e Fascia 4 (18:30-20:00). Abbiamo poi osservato come a seconda della fascia oraria la percentuale di popolazione variava a seconda dell’area d’interesse. Si osservino i risultati di tale studio nelle pagine successive.


39

POPOLAZIONE - Circoscrizione X 38 536 RESIDENTI

20 066 18 470

donne uomini

ETA’ MEDIA 47 anni

12.3% STRANIERI Rumeni Marocchini Peruviani Albanesi Cinesi

45.4% 9.8% 6.5% 6.1% 3.6%

rumeni marocchini peruviani albanesi cinesi

residenti stranieri

3.4% STRANIERI sull’intera popolazione di Torino Europa Africa America Asia

2 513 1 061 398 233

Romania Marocco Perù Cina

2 419 487 239 123

fig. 23 popolazione della Circoscrizione X di Torino Osservatorio statistico del Comune di Torino


40

PARCO/GIARDINO

CENTRO SPORTIVO

COMPLESSO COMMERCIALE

RESIDENZE

COMPLESSO RELIGIOSO

AMBITI LOCALI SCALA 1:5000 0

50

100

150

250 m

RESIDENZE

DENSITA’ FISICA ZONA INDUSTRIALE

RESIDENZE ZONA SCOLASTICA 1

ZONA SCOLASTICA 2

SCALA 1:5000 0

50

100

DENSITA’ FISICA SCALA 1:5000 0

150

50

100

150

250 m

ALTA DENSITA’ FISICA ALTA DENSITA’ FISICA BASSA DENSITA’ FISICA

FIG. 24 Individuazione degli Ambiti

BASSA DENSITA’ FISICA

250 m


41

DENSITA’ FISICA SCALA 1:5000 0

50

100

150

250 m

ALTA DENSITA’ FISICA BASSA DENSITA’ FISICA

DENSITA’ FISICA SCALA SCALA 1:5000 1:5000 00

50 50

100 100

150 150

250 250 m m

DENSITA’ FISICA SCALA 1:5000

ALTADENSITA’ DENSITÀFISICA ALTA ALTA DENSITA’ FISICA

0

50

100

DENSITA’ FISICA SCALA 1:5000 0

150

50

100

150

250 m

BASSADENSITA’ DENSITÀFISICA BASSA BASSA DENSITA’ FISICA ALTA DENSITA’ FISICA ALTA DENSITA’ FISICA BASSA DENSITA’ FISICA

Fig. 25 Densità fisica

BASSA DENSITA’ FISICA

250 m


42 DENSITA’ SOCIALE LUNEDI-VENERDI’ FASCIA ORARIA 8:00-13:00 SCALA 1:5000 0

50

100

150

250 m

DENSITA’ SOCIALE ALTA DENSITA’ SOCIALE MEDIA DENSITA’ SOCIALE BASSA

DENSITA’ FISICA

DENSITA’ FISICA

SCALA 1:5000 0

50

DENSITA’ SOCIALE

SCALA 1:5000 0

100

150

50

150

250 m

DENSITA’ SOCIALE LUNEDI-VENERDI’ FASCIA ORARIA 8:00-13:00

250 m

ALTA DENSITA’ FISICA

LUNEDI-VENERDI’ FASCIA ORARIA 13:00-16:00

100

ALTA DENSITA’ FISICA

SCALA 1:5000

BASSA DENSITA’ FISICA

0

50

100

150

250 m

BASSA DENSITA’ FISICA DENSITA’ SOCIALE ALTA

SCALA 1:5000

DENSITA’ SOCIALE MEDIA DENSITA’ SOCIALE BASSA

0

50

100

150

250 m

DENSITA’ SOCIALE ALTA DENSITA’ SOCIALE MEDIA DENSITA’ SOCIALE BASSA

DENSITA’ FISICA SCALA 1:5000 0

50

100

DENSITA’ FISICA SCALA 1:5000 0

150

50

100

150

Fig 26-27 Densità Sociale

BASSA DENSITA’ FISICA

DENSITA’ SOCIALE LUNEDI-VENERDI’ FASCIA ORARIA 13:00-16:00

250 m

ALTA DENSITA’ FISICA ALTA DENSITA’ FISICA

250 m

BASSA DENSITA’ FISICA

SCALA 1:5000 0

50

100

ALTA 150

MEDIA

250 m

BASSA DENSITA’ SOCIALE ALTA DENSITA’ SOCIALE MEDIA DENSITA’ SOCIALE BASSA


DENSITA’ SOCIALE

43

LUNEDI-VENERDI’ FASCIA ORARIA 16:00-18:00 SCALA 1:5000 0

50

100

150

250 m

DENSITA’ SOCIALE ALTA DENSITA’ SOCIALE MEDIA DENSITA’ SOCIALE BASSA

DENSITA’ SOCIALE LUNEDI-VENERDI’ FASCIA ORARIA 16:00-18:00

DENSITA’ FISICA SCALA 1:5000 0

50

100

DENSITA’ FISICA SCALA 1:5000 0

150

50

DENSITA’ SOCIALE

50

100

100

ALTA DENSITA’ FISICA 150

250 m

BASSA DENSITA’ FISICA

ALTA DENSITA’ FISICA

DENSITA’ SOCIALE ALTA DENSITA’ SOCIALE MEDIA

SCALA 1:5000 50

250 m

BASSA DENSITA’ FISICA

SABATO-DOMENICA FASCIA ORARIA 9:00-18:00

0

150

250 m

SCALA 1:5000 0

100

DENSITA’ SOCIALE BASSA 150

250 m

DENSITA’ SOCIALE ALTA DENSITA’ SOCIALE MEDIA DENSITA’ SOCIALE BASSA

DENSITA’ SOCIALE SABATO-DOMENICA FASCIA ORARIA 9:00-18:00

DENSITA’ FISICA SCALA 1:5000 0

50

100

150

100

MEDIA

50

100

150

250 m

ALTA DENSITA’ FISICA

ALTA 50

SCALA 1:5000 0

SCALA 1:5000 0

DENSITA’ FISICA

150

250 m

BASSA DENSITA’ SOCIALE ALTA DENSITA’ SOCIALE MEDIA DENSITA’ SOCIALE BASSA

ALTA DENSITA’ FISICA

BASSA DENSITA’ FISICA

Fig. 28-29 Densità Sociale

BASSA DENSITA’ FISICA

250 m


44

1.5 GLI EDIFICI Al fine di comprendere meglio i meccanismi che regolano il quartiere, in quale è stato concepito per moduli di costruzione, di seguito, la nostra analisi si è focalizzata sull’organizzazione interna di un singolo edificio in linea. In figura.... si evince l’uso di tale modularità nella formazione di tre tipologie di edifici, dati dalla diversa composizione di tre celle di appartamenti A, B e C , rispettivamente con 4,5 e 6 locali, presi come modulo ( vedi Fig.....). La tipologia distributiva è quella del pianerottolo che da l’accesso a due appartamenti per piano. Tali alloggi sono di notevoli dimensioni, pensati per ospitare famiglie numerose, con la netta, con la netta separazione della zona giorno dalla zona notte. I depositi ricavati al piano terreno, in numero di uno per ogni alloggio, sono di dimensioni minime Lo studio del singolo edificio, si è rivelato essere il nostro imput di progetto, a partire dal quale abbiamo studiato un nuovo modo di vivere e abitare il quartire.

FIG. 30 EDIFICI DELL’EX QUARTIERE INA CASA


45

TIPOLOGIA A -137.63 m

A’

TIPOLOGIA B -95.29 m

A

TIPOLOGIA C -66.27 m 4 LOCALI 5 LOCALI 6 LOCALI

SEZIONE AA’


46

Fig 31 ASSONOMETRIA EDIFICI DELL’EX QUARTIERE INA CASA


47

DENSITA’ FISICA SCALA 1:5000 0

0

2.5

5

7.5

50

100

150

10 m ALTA DENSITA’ FISICA BASSA DENSITA’ FISICA

Fig. 32 ASSONOMETRIA E PIANTE APPARTAMENTI

250 m


48

1.6 INTERVISTE 1 Le interviste rientrano nelle indagini di tipo sociale dirette, per questo motivo nella fase preliminare di analisi del quartiere è stato intervistato un campione di undici persone di età e sesso differente. Con queste interviste preliminari si è cercato di raccogliere quante più informazioni riguardanti l’area di progetto; in particolare esse sono state propedeutiche alla raccolta di opinioni e impressioni riguardanti le attività e le caratteristiche salienti del quartiere attraverso gli occhi di chi al suo interno ci vive e lavora. Questo tipo di approccio è stato utile anche, e soprattutto, per comprendere alcune dinamiche sociali all’interno degli spazi che compongono il quartiere. Infatti, durante l’attività di sondaggio sono emerse le esigenze della popolazione riguardo i servizi e gli spazi pubblici e come cercare di migliorare e implementare quest’ultimi.

All’interno del quartiere si evince la presenza di un atteggiamento di cura, da parte dei suoi abitanti, verso alcune aree verdi, localizzate tra gli edifici in linea dell’ ex quartiere INA casa. Molti abitanti, infatti, resiedendo ormai da tempo in questa zona, hanno sviluppato un senso di appropriazione, che possiamo definire sinergica, in quanto porta al moglioramento di aree altrimenti poco interessate dall‘amministrazione publica. Inoltre, è evidente un forte atteggiamento di partecipazione della popolazione residente con la parrocchia di San Luca, nonché con le varie associazioni dopolavoro o di “centro anziani”, localizzate al piano superiore dei negozi, in quanto numerose sono le attività che si organizzano all’interno di questa comunità.

Al campione degli intervistati sono state poste le seguenti domande: 1. Per quale motivo ti trovi qui? 2.Il quartiere è cambiato in meglio o in peggio? 3.Il quartiere è ben collegato con il resto della città? 4. In che modo vengono sfruttati gli spazi pubblici? 5. Il quartiere è fornito di servizi? 6. Cosa manca o cosa non funziona? 7. Qual è il simbolo del quartiere?

FIG. 33 SCHEMA INTERVISTE


49


50

Fig 34 foto giardino emilio pugno


51

Fig. 35 foto giardino lungo via negarville


52

Fig 36 FOTO CENTRO DI ACCOGLIENZA “CASA DEL MONDO”


53

Fig. 37 FOTO CHIESA DI SAN LUCA



2. Camp the building


56

2.1 ABITARE TEMPORANEO A partire dai fenomeni di immigrazione, dalle esigenze abitative di giovani, studenti e famiglie, e dall’elevata età media degli abitanti del quartiere abbiamo sviluppato un’ idea progettuale che si propone di unire tali tipologie di popolazione, le quali, benchè diverse per età, cultura o religione, sono accomunate dal minimo comune denominatore dell’emergenza abitativa, condizione della società attuale. Così come del 1963 il quartiere Ina-casa fu progettato per ospitare una popolazione di migranti del Sud Italia, allo stesso modo oggi si può pensare alla riqualificazione dello stesso nell’ottica di fornire un alloggio alle nuove popolazioni di migranti, sfruttando l’identità insita del quartiere.

povertà che non si è mai esaurito nel corso del tempo. Infatti, queste abitazioni possono essere sia dei grandi tendoni allestiti in città colpite da catastrofi ambientali (si pensi alle tendopoli dell’Aquila), sia dei grandi spazi vuoti in cui associazioni umanitarie si propongono di dare un aiuto ai meno fortunati o ai migranti (primi centri di accoglienza).

In questo paragrafo, è indagato il concetto di abitare temporaneo, un modo di abitare che è da noi assunto con una duplice valenza: abitazione temporanea e abitanti temporanei. Anche se questo modo di abitare sembra così moderno, in realtà moltissimi popoli in epoche lontane hanno basato la loro vita sulla temporaneità della loro abitazione e sul nomadismo. La capanna, primo archetipo dell’abitazione, come la si intende nel senso moderno, è stata la dimora temporanea di tantissime popolazioni in luoghi tra loro diversi per posizione geografica e condizioni climatiche. A tal proposito basti pensare alle tende, dimore dei beduini del deserto, o alle gher delle tribù mongole che sono esempi tuttora esistenti di nomadismo. L’abitare temporaneo è diventato un fenomeno sempre più comune all’interno della società moderna, attraversata da periodi di grandi migrazioni e disagi dovuti non solo a fenomeni naturali, quali potrebbero essere terremoti o grandi catastrofi ambientali, ma anche legati al fenomeno di

FIG. 38 TRITTICO. ABITARE TEMPORANEO


57


58

CASA TEMPORANEA La tenda ha da sempre rappresentato il prototipo di residenza temporanea, alla base del nomadismo. Secondo tale modello di vita le persone che vivono in queste abitazioni non cambiano, ma ciò che cambia è il luogo dove il contenitore da abitare viene assemblato. TENDOPOLI Le tendopoli sono delle istallazioni d’emergenza, collocate in apposite aree per garantire ospitalità a persone sfollate in caso di calamità. Tali strutture sono temporanee in quanto vengono smantellate una volta passata l’emergenza. CENTRI D’ACCOGLIENZA Queste strutture fungono da centro di prima accoglienza, concependo un modello abitativo basato sul cohousing in cui si mettono in comune alcune funzioni, ma pur sempre mantenendo degli spazi privati al proprio interno . In questo ultimo caso, ciò che resta fisso è l’edificio e quello che cambia invece sono le persone. BARRA ZERO Essa si basa su un modello abitativo in cui la “scatola” da abitare non si sposta, bensì si modifica in base alle esigenze di chi ci andrà ad abitare, che diventa un ABITANTE TEMPORANEO. La nostra idea progettuale è volta a ripensare uno spazio già esistente, uno degli edifici in linea del quartiere, che chiameremo Barra Zero, e trasformarlo in un esempio di abitare temporaneo, dove è sia l’organizzazione interna a cambiare in base alle esigenze, sia i suoi abitanti, bisognosi di una sistemazione temporanea.

FIG. 39 SCHEMA ABITARE TEMPORANEO


59

FIG. 40 FOTO TENDOPOLI TERREMOTO HAITI

FIG. 41 (PAGINA SEGUENTE) SUGGESTIONE CAMP THE BUILDING


60


61


62

2.2 IL PROGRAMMA La Barra Zero, così definita per il suo carattere sperimentale, è pensata per venire in contro alle emergenze abitative di famiglie in condizioni precarie e all’elevata richiesta di alloggio sia di studenti, provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo, che di immigrati, fuggiti dalla povertà o dalla guerra ( fig. 42). L’organizzazione del complesso è elaborata a partire da quella di un albergo sociale, il quale è costituito da alloggi di diversa metratura e arredamento assegnati in base alle esigenze di chi devono ospitare(fig. 43) Parte importante della struttura è costituita dai servizi accessori, posizionati negli spazi comuni (di cui si parlerà nei capitoli successivi). Gli alloggi saranno affittati a prezzi agevolati in cambio di servizi resi alla comunità, allo scopo di favorire l’integrazione tra la nuova polazione temporanea e gli attuali residenti, che in tal modo non vengono esclusi dal progetto (fig.44). Essa è concepita a partire dai concetti di FLESSIBILITA’, ADATTABILITA’ e REVERSIBILITA’, in modo da poter essere conforme con le esigenze del presente e del futuro (fig. 45).


63

CHI

QUANTO

DOVE

Studenti

0 - 6 mesi

Albergo

Stranieri

0 - 12 mesi

Famiglie con emergenze

0 - 18 mesi

Appartamento

0 - 24 mesi

Residenti

> 2 anni

Spazi collettivi

PROGRAMMA BARRA ZERO 1. STUDENTI

- Albergo: camera singola o doppia - ripetizioni - Prezzo agevolato

- servizio biblioteca - servizio portierato

2. STRANIERI

- Albergo: camera singola o doppia - Appartamento: bilocale, trilocale - servizi per anziani (spesa, assistenza...) - Prezzo agevolato - cura degli spazi comuni

3. FAMIGLIE CON EMERGENZA ABITATIVA

- Appartamento: bilocale, trilocale, quadrilocale - Prezzo agevolato - servizio mensa

4. RESIDENTI

- Appartamento: bilocale, quadrilocale - servizio mensa - Prezzo agevolato

- servizio baby-sitting

- cura del giardino/orti

FIG. 42 (IN ALTO) SCHEMA TEMPORANEITA’ ABITANTI FIG. 43 (IN BASSO) ORGANIZZAZIONE DELL’EDIFICIO


64

RESIDENTE

NUOVO ABITANTE

RESIDENTE

NUOVE FAMIGLIE NUOVO ABITANTE

RESIDENTE

STUDENTI

EXTRACOMUNITARI STUDENTI AFFITTO AGEVOLATO NUOVE FAMIGLIE NUOVO ABITANTE SERVIZIO SOCIALE EXTRACOMUNITARI

VECCHI MESTIERI

NUOVE ABILITA’

STUDENTI AFFITTO AGEVOLATO NUOVE FAMIGLIE SERVIZIO SOCIALE EXTRACOMUNITARI

VECCHI MESTIERI

NUOVE ABILITA’

AFFITTO AGEVOLATO SERVIZIO SOCIALE

+

VECCHI MESTIERI MESTIERI VECCHI NUOVE ABILITA’

NUOVE ABILITA’ ABILITA’ NUOVE VECCHI MESTIERI

+

+

VECCHI MESTIERI NUOVE ABILITA’

NUOVE ABILITA’ VECCHI MESTIERI

+

+

VECCHI MESTIERI NUOVE ABILITA’

NUOVE ABILITA’ VECCHI MESTIERI

+

FIG. 44 METAPROGETTO


65

ABITARE TEMPORANEO

Risponde all’esigenza di usi e funzioni differiti nel tempo.

Adattabilità

TEMPORANEITA’ Flessibilità

Tipologica: il sistema edilizio consente diverse configurazioni e distribuzioni dello spazio in fase di utilizzo. Tecnologica: il sistema edilizio consente l’integrazione funzionale e costruttiva, la sostituibilità e l’adattabilità degli elementi tecnici.

Reversibilità

Riferita ad un sistema edilizio che può essere de-costruito in modo da considerare le sue entità tecnologiche come effettive risorse da reintrodurre in un nuovo processo produttivo.

FIG. 45 GUIDE LINEA PROGETTO


66


67

2.3 SPAZI COLLETTIVI Gli spazi collettivi sono parte fondamentale dell’organizzazione dell’edificio, in quanto hanno il duplice scopo di dotare il complesso dei servizi necessari e di implementare quelli già esistenti nel quartiere. Essi sono stati ricavati al piano terra, al primo piano, lungo gli assi verticali dei vani scala e sul tetto scavando all’interno dell’edificio, attraverso un processo di smontaggio che, a partire dalle facciate e dai tramezzi divisori, riduce la struttura ai soli setti portanti, offrendoci una griglia sulla quale collocare i diversi servizi (fig. 46) e alloggi privati. I servizi collocati al piano terra, come la mensa e il co-working, sono stati pensati per essere fruibili anche da persone non residenti all’interno dell’edificio, mentre i servizi che si trovano negli assi verticali, costituiti da cucina comune, living e sale studio, posizionati vicino al vano scala e ascensore, sono di pertinenza esclusiva degli abitanti della Barra e sono così collocati per essere facilmente accessibili da tutti. Tali spazi risultano grezzi e dinamici, collegati sia tra di loro, attraverso giochi di doppie altezze, sia con l’esterno, attraverso delle loggiate, allo scopo di creare un meccanismo di funzionamento verticale. Con l’eliminazione delle falde del tetto preesistente si è venuto a creare un nuovo spazio tale da poter essere adibito a terrazze e ulteriori spazi al coperto. Anche qui sono stati collocati servizi collettivi di esclusiva pertinenza degli abitanti (biblioteca, servizio di baby-sitting, sala polivalente e palestra), all’interno di locali vetrati sormontati da una tenso-struttura che fornisce ombra e riprende la forma di una tenda.


68

SPAZI COLLETTIVI

FIG. 46 SCHEMA SPAZI COLLETTIVI

FIG. 47 PLANIMETRIE DEI PIANI PRINCIPALI


69

BIBLIOTECA

PALESTRA

BABY-SITTING

SALA POLIFUNZIONALE

TETTO

CUCINA

AULA STUDIO

LIVING

AULA STUDIO

PIANO TIPO

COWORKING

LAVANDERIA

MENSA

LIVING

DEPOSITO BICI

DEPOSITO

MENSA

DEPOSITO

DEPOSITO

PORTINERIA

PORTINERIA

PORTINERIA

PORTINERIA

LUOGO DI CULTO

LIVING

COWORKING

PIANO PRIMO

PIANO TERRA

DENSITA’ FISICA SCALA 1:5000 0

0

2.5

5

7.5

50

100

150

250 m

10 m ALTA DENSITA’ FISICA

(DALL’ALTO VERSO IL BASSO) PIANO COPERTURA BASSA DENSITA’ FISICA PIANO TIPO PIANO PRIMO PLANIMETRIA PIANO TERRA

COWORKING


70

FIG. 48 ESPLOSO ASSONOMETRICO PIANO TERRA E PRIMO 0

5

10

15

20 m


71

FIG. 49 SPAZIO COLLETTIVO PIANO TERRA


72

FIG. 50 ESPLOSO ASSONOMETRICO SPAZI COLLETTIVI VERTICALI

0

5

10

15

20 m


73

FIG. 51 SPAZIO COLLETTIVO VERTICALE


74

FIG. 52 ESPLOSO ASSONOMETRICO PIANO COPERTURA 0

5

10

15

20 m


75

FIG. 53 SPAZIO COLLETTIVO PIANO COPERTURA


76


77

2.4 SPAZI PRIVATI Come gli spazi collettivi, anche gli spazi privati sono stati inseriti come “blocchi” all’interno della struttura portante, della quale è stato mantenuto il nucleo fisso dei bagni e degli impianti, e reso flessibile tutto il resto applicando il principio del minimo spazio, in modo da ricavare quanti più alloggi possibili con i confort essenziali. Caratteristica fondamentale dell’organizzazione della Barra Zero è, quindi, la FLESSIBITA’, applicata a tutti gli alloggi, i quali possono assumere una forma diversa a seconda di chi ci andrà ad abitare. Riprendendo il tema dell’abitare temporaneo, abbiamo concepito tali spazi in modo da essere montabili e smontabili, come la tenda delle popolazioni nomadi o le tendopoli degli sfollati, in modo da poter essere adattate alle (e dalle) persone che ci andranno ad abitare. Tali pareti, costituite da pannelli in legno di recupero pressato (OSB), scorrono su una guida che ne permette il movimento ( fig. 57-58), cosi da formare nello stesso spazio stanze singole o doppie, monolocali o bilocali, trilocali, o quadrilocali, a seconda della loro apertura.


78

SPAZI PRIVATII

FIG. 54 SCHEMA SPAZI PRIVATI


79

PIANO TIPO

DENSITA’ FISICA SCALA 1:5000 0

0

2.5

5

7.5

50

100

150

10 m ALTA DENSITA’ FISICA BASSA DENSITA’ FISICA

FIG. 55 PIANTA PIANO TIPO

250 m


80

FIG. 56 ALLESTIMENTO TENDA DOPO TERREMOTO HAITI


81

FIG. 57 ALLESTIMENTO APPARTAMENTO


82

OPZIONE 1-2

OPZIONE 3

OPZIONE 4

FIG. 58 SCHEMA FLESSIBILITA’ APPARTAMENTO


83

fig. 59 CORRIDOIO DISTRIBUTIVO OPZIONE 1-2


84

OPZIONE 1 - CAMERA SINGOLA +I CAMERA DOPPIA

OPZIONE 1

CAMERA DOPPIA

CAMERA DOPPIA

CAMERA SINGOLA

CAMERA SINGOLA

OPZIONE 2

BILOCALE

FIG. 60 FLESSIBILITA’ OPZIONE 1

BILOCALE


85

FIG. 61 FLESSIBILITA’ OPZIONE 1 ARREDATA


86 CAMERA DOPPIA

CAMERA DOPPIA

OPZIONE 2 - BILOCALI

CAMERA SINGOLA

CAMERA SINGOLA

OPZIONE 2

BILOCALE

FIG. 62 FLESSIBILTA’ OPZIONE 2

BILOCALE


87

FIG. 63 FLESSIBILITA’ OPZIONE 2 ARREDATA


88

OPZIONE 3 - CAMERA SINGOLA + TRILOCALE

OPZIONE 3

TRILOCALE

CAMERA DOPPIA

OPZIONE 4

QUADRILOCALE

FIG. 64 FLESSIBILITA’ OPZIONE 3


89

FIG. 65 FLESSIBILITA’ OPZIONE 3 ARREDATA


CAMERA DOPPIA

TRILOCALE

90

OPZIONE 4 - QUADRILOCALE

OPZIONE 4

QUADRILOCALE

FIG. 66 FLESSIBILITA’ OPZIONE 4


91

FIG. 67 FLESSIBILITA’ OPZIONE 4 ARREDATA


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2.5 BARRA ZERO L’edificio così presentato è il risultato di una proposta progettuale atta a produrre una nuova configurazione di una parte di città, attraverso la sperimentazione di un nuovo modello abitativo. Alla base della progettazione del prospetto c’è la volontà di riprendere gli allineamenti della facciata preesistente. Partentendo dalla griglia ottenuta, tramite questa operazione di ripresa, abbiamo ricomposto la facciata ricollocando gli elementi opachi e quelli trasparenti; in modo tale da creare degli spazi adibiti a serre solari, utili per il miglioramento delle condizioni di isolamento termico dell’edificio. Il risultato ottenuto è un edificio dalla facciata apparentemente disordinata, ma in realtà è il frutto di un’attenta rielaborazione del prospetto precedente. Per riprendere le pareti in calcestruzzo della facciata già esistente, la scelta è ricaduta sull’utilizzo di lastre di calcestruzzo rinforzato con fibre di vetro (GRC) in modo tale da creare continuità tra l’esistente e il nuovo intervento. Gli spazi interni dell’edificio sono stati trattati allo stesso modo della facciata, ovvero partendo dalla scansione interna già esistente sono state aggiunte le nuove pareti, distinte in fisse e mobili. Le prime vengono impiegate in facciata e nella costruzione dei nuclei fissi dell’edificio, quali bagni e cavedi impianti; le seconde, vero e proprio elemento innovativo all’interno della Barra, sono utilizzate in qualità di setti separatori tra i vari alloggi ed in più possono essere spostate per ampliare o diminuire le abitazioni in relazione alle esigenze degli inquilini. Infine, abbiamo messo in relazione la Barra con lo spazio urbano tramite lo svuotamento di alcune parti del piano terra in modo tale da creare un senso di permeabilità sia fisico che visivo tra i vari cortili. Allo stesso modo, nel lato sud

dell’edificio sono state realizzate delle logge, che donano agli appartamenti una vista verso il verde. Il concetto di flessibilità e adattabilità viene trasportato nello spazio antistante la Barra che non viene modificato di molto rispetto alla sua configurazione originaria, se nonchè eliminando i parcheggi all’interno dell’area e creando una zona free car.


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FIG. 68 ASSONOMETRIA EDIFICIO 0

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20 m


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PARETI MOBILI

PARETI NUOVE

PARETI ESISTENTI

fig. 69 ESPLOSO ASSONOMETRICO PARETI


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Fig. 70 VISTA ESTERNA EDIFICIO


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FIG. 71 VISTA ESTERNA EDIFICIO


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Fig. 72 PROSPETTO EDIFICIO



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2.6 INTERVISTE 2 Dopo aver elaborato il programma di risanamento e di riprogettazione della Barra Zero, un ulteriore strumento utile per comprendere la fattibilità del progetto sono state le interviste fatte nella seconda fase di analisi. Tali interviste sono state per noi un mezzo utile per divulgare l’idea progettuale alla base della riqualificazione di questa parte di città, un confronto con gli abitanti a cui viene chiesto di esprimere un proprio giudizio riguardo ad una probabile ipotesi di riprogettazione del luogo in cui vivono. Ad un campione di dieci persone, oltre alle domande già fatte nella prima fase di analisi, è stato chiesto: 1. Le piace questa nuova organizzazione degli edifici? 2. Le piacerebbe che questi edifici diventassero così? (mostrando la foto) 3. Le piacerebbe vivere in un’abitazione di questo tipo? 4. Lei sarebbe disposto/a a svolgere un servizio per la comunità in cambio di un canone d’affitto agevolato? 5. C’è qualcosa che aggiungerebbe al progetto?

coerentemente con quelle che sono le mancanze che ogni giorno si riscontrano nella vita del quartiere.

A seguito di queste domande è emerso che molti degli abitanti erano entusiasti di un cambiamento graduale degli edifici sia per quanto riguarda la disposizione interna sia per l’assetto esterno, inoltre, la proposta di un nuovo modello abitativo è stata accolta in maniera positiva. Per di più, abbiamo riscontrato una certa curiosità al fine di comprendere la fattibilità degli interventi, facendo sì che molti di loro si sono anche sentiti liberi di suggerire dei piccoli aggiustamenti o anche solo delle piccole aggiunte in linea con quelle che sono le loro esigenze e

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2.7 CONCLUSIONI Nella fase conclusiva dell’attività di progetto è stato fondamentale il processo di intervista che ci ha permesso di relazionarci con gli abitanti del quartiere, rendendoli partecipi della trasformazione ipotetica dello spazio urbano circostante. L’idea progettuale, accolta con entusiasmo, ha messo in luce la necessità di un cambiamento. In conclusione, rapportandoci alle analisi preliminari, possiamo considerare la Barra Zero come un prototipo di cambiamento e di integrazione socio-culturale, la proposta di un nuovo modello abitativo estendibile a tutto il quartiere. La Barra diventa un edificio mai uguale a se stesso, in continuo mutamento, montabile e smontabile in alcune sue parti dagli inquilini che condividono tra loro abilità, storie e culture diverse.




5. Appendice


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INTERVISTE FASE 1. 14 marzo Domande conoscitive sul quartiere 1. Per quale motivo ti trovi qui? 2.Come è cambiato il quartiere nel corso degli anni?In meglio o in peggio? 3.Il quartiere è ben collegato con il resto della città? 4. Ci sono degli spazi comuni nel quartiere?Come vengono sfruttati? 5. Il quartiere è fornito di servizi? 6. Cosa manca o cosa non funziona? 7. Qual è il simbolo del quartiere? INTERVISTA #1 ( uomo 25 ANNI) 1. Vivo qui da quando sono nato 3.Credo che il quartiere sia ben collegato tramite lelinee degli autobus. 4. Gli spazi pubblici sono sfruttati per incontrarsi, basti pensare ai giardinetti vicino alla chiesa che sono usati come punto di ritrovo per mamma eanziani. 5. Tutti i servizi si sono spostati, ormai rimangono solo dei piccoli punti vendita di alimentari, una farmacia e una posta. 6.Il mercato ormai è fatiscente o quasi inesistente. 7. Secondo me il simbolo è diventato la chiesa e l’oratorio INTERVISTA #2 ( Donna 91 anni) 1. Vivo nel quartiere da 43 anni 2. All’inizio c’era un gran mercato, molti negozi e l’anagrafe poi man mano il quartiere è andato svuotandosi e come se lo avessero lasciato a solo a se stesso. 5. No. Sono andata Vorrei più servizi vicini, senza dovermi spostare data la mia età. 6. Un poliambulatorio, assistenza medica 7. Chiesa/oratorio

INTERVISTA #3 ( Donna >60 anni) 1.Vivo in questo quartiere dagli anni ‘90 3. Il quartiere non è ben collegato, i bus sono quasi sempre in ritardo e i passaggi sono poco frequenti. 4. Come spazi pubblici ci sono sia le aiuole tra i vari edifici ma anche i giardinetti davanti alla chiesa di san vincenzo ed inoltre ci sono dei centri anziani nella parte centrale del quartiere. 6. Manca il mercato che ormai non funziona più e la maggior parte della gente si sposta in Corso Unione per fare la spesa. 7.Chiesa di San Luca INTERVISTA #4 ( uomo >70 anni) 1. Ex operaio della Fiat e vivo qui dagli anni ‘50. 2. Prima si avevano molti più servizi, anagrafe un mercato ben fornito e un poliambulatorio, ora il quartiere si è man mano svuotato delle sue funzioni principali. 3. per i collegamenti non ci si può lamentare, con le linee degli autobus si raggiunge agevolmente persino il centro città anche bisognerebbe intensificare i passaggi. 4. Gli spazi pubblici vengono utilizzati da anziani e bambini come luogo di ritrovo, per chiacchiere e giochi. 5. Sono rimasti pochissimi servizi, una posta, una farmacia e qualche negozio tutto il resto nel corso degli anni è stato trasferito in altre parti della città. 6. Secondo me, manca un mercato e un poliambulatorio perchè ad una certa età è difficile spostarsi così tanto per dei servizi. 7. Chiesa di San Luca INTERVISTA #5 (Gruppo 4 <20 anni) 1. Vivo qui da quando sono nato. 3. Ci si sposta molto spesso con i bus anche se molto spesso sono in ritardo o passaggi sono


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molto distanziati tra di loro nel tempo. 5. Di solito usiamo gli spazi verdi per incontrarci o giocare, oltre che vengono usati anche dalle persone anziane. 6. Per qualsiasi cosa bisogna sempre spostarsi, c’è davvero pchissimoa male pena lo stretto necessario che però a noi giovani non piace spostarci per tutto quello di cui abbiamo bisogno (tranne che per le scuole). Avremmo bisoogno di più spazi ricreativi per giovani e ragazzi. 7.Oratorio e giardinetti nella parte centrale. INTERVISTA #6 ( uomo 24 ANNI) 1. Vivo qui da quando sono nato. 3. Ci sono diverse linee di autobus ma secondo me andrebbero intensificate, a volte si attende troppo alla fermata e si rischia spesso di arrivare in ritardo. 4.Spazi pubblici sono sfruttati da anziani e ragazzini, ma non durante tutto l’anno. e molto spesso qualcosa è rotto, ci vorrebbe più cura e manutenzione. 5. Servizi quasi inesistenti, sono rimasti proprio quelli necessari come farmacia, due negozietti di alimentari, un supermercato ma insufficienti secondo me. 6. Poca manutenzione e attenzione degli spazi comuni, aree gioco dei bambini quasi sempre danneggiate.Non ci sono aree cani. 7. Chiesa San Luca/oratorio INTERVISTA #7 ( 2 Donne <30 ANNI) 1. Ci vivo da quando sono nata. 2. Molto più sicuro rispetto a 20 anni anche se non è cambiato tantissimo nella sua organizzazione, è sempre stata una realtà staccata dalla grande città, assomiglia molto di più a una comunità di nicchia. 3.Le linee dei bus come il 63, 91 e il 34 portano un pò dappertutto anche se passano ogni 30

minuti, ma non ci sono grossissimi disagi per raggiungere il centro o altre parti di torino. 4. Le aree verdi alcune sono sfruttate perchè ci si puù anche solo sedere sulle panchine e chiacchierare altre, quelle tra gli edifici sono sfornite di panchine e sono quasi sempre poco illuminate alla sera. Mentre le aree gioco dei bambini dovrebbero essere recintate in modo che non si possano danneggiare i giochi. 5. pochi servizi ma per il resto siamo abituati a spostarci un pò da sempre, questa mancanza pesa di più alle persone anziane che non sempre riescono a spostarsi. 6.Mancano una Banca, il mercato e qualche altra funzione che renderebbe sicuramente più vivo il quartiere. 7. Chiesa/oratorio. INTERVISTA #1 (UOMO >50 anni) 1.Con questa nuova popolazione? Non credo ci siano problemi per quanto riguarda l’integrazione poichè sia studenti che molti immigrati vivono già da tempo nel quartiere e si soo ben integrati con che ci vive da più anni. L’importante è non mandare via chi ancora ci vive dato che è affezzionato al quartiere 2.Si perchè no. 3. Si certo credo che non ci siano grossi problemi, sia dal punto di vista dell’integrazione che dal punto di vista della condivisione di spazi e servizi, se tutti collaborano tutto funziona. 4. Credo sia una buona idea poichè ognuno nel suo piccolo può dare una mano a rendere migliore, più pulito ed ordinato il quartiere. Noi anche se siamo anziani cerchiamo di dare una mano quando serve. 5. Vorrei maggiore illuminazione nelle varie vie, un’area dedicata ai cani e più controllo per l’immondizia, aree ecologiche. Più servizi e negozi in modo da non doversi spostare molto da dove si vive.


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FASE 2. 13 maggio Domande conoscitive sul quartiere 1. Le piace questa nuova organizzazione degli edifici? 2. Le piacerebbe che questi edifici diventassero così? (mostrando la foto) 3. Le piacerebbe vivere in un’abitazione di questo tipo? 4. Lei sarebbe disposto a svolgere un servizio per la comunità in cambio di un canone di affitto agevolato? 5. C’è qualcosa che aggiungerebbe al progetto?

o anche solo il verde sotto casa rende la vita migliore. 3. Nonostante tutto non credo che vorrei venire a vivere poichè essendo residente a Rivoli e abituato ad un certo modo di vivere, trasferirmi ora a Torino anche se con dinamiche sociali diverse non credo sia una delle mie volontà. 5. Credo però che ci sia bisogno di più servizi e negozi, un maggior controllo e aree giochi per bambini.

INTERVISTA #1 e #2 ( 2 Donne 30-40) 1. Credo che possa essere un modello interessante, anche se magari si corre il rischio che alcuni spazi siano sfruttati e altri no ma nel complesso sono daccordo sul promuovere un nuovo tipo di abitazione sociale. 2. Si perchè no, le vetrate danno sempre molta luce all’interno degli spazi e poi il cambiamento in alcuni casi fa sempre bene. 4. Si, certo. Sono pochissime ancora iniziative di questo tipo e darebbero davvero una grossa mano alle famiglie di oggi. 5. Vorrei solo più aree dove poter lasciare i bambini giocare tranquilli, con la possibilità di poter essere sicura che siano lontani da eventuali pericoli e soprattutto non dovendomi spostare di molto rispetto al luogo in cui vivo. Più controllo nelle strade magari intensificare l’illuminazione tra gli edifici e più servizi.

INTERVISTE #4 ( uomo anni 77 anni) 1. penso sia qualcosa di diverso rispetto al modello di edifici in cui siamo abituati a vivere, e ben vengano più spazi per potersi incontrare e condividere alcune parti della giornata con altre persone. 2. Non capisco molto in merito a queste faccende ma io vorrei la mia casa restasse così com’è. 3. Non so se mi piacerebbe abitarci, non riesco a dirlo. 4. Io già da tempo mi impegno a mettere apposto alcune cose che non funzionano o che magari devono essere aggiustate all’interno dell’edificio o degli spazi verdi. Credo sia un buon atteggiamento cercare di sensibilizzare alla collaborazione reciproca e alla fine si ha anche un ritorno in materia di risparmio economico sull’affitto della casa. 5. Più servizi come ad esempio negozi, più illuminazione nelle strade,più isole ecologiche e più controllo.

INTERVISTA #3 ( 2 Dipendeti Fiat 40-50 anni) 1. Credo che sia interessante come progetto, qualcosa di nuovo che coinvolge un pò tutti gli strati della nostra società. 2. Io oserei di più con molte più vetrate e vedere molto più verde attorno, guardare il paesaggio

INTERVISTA #5 (donna >40) 1. Non so se guardare di buon occhio un cambiamento, sa i cambiamenti non sempre portano a cose buone. 2. Come immagine mi impressiona abbastanza ma ripeto non so se vorrei andarci a vivere.


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3. Non so se mi piacerebbe abitarci, non riesco a dirlo. 4. Credo che sia un’iniziativa molto buona ma che anche in questo caso bisogna accertarsi della sua fattibilità e applicabilità nella realtà. 5. Negozi, più illuminazione nelle strade e più controllo. E magari un’area cani ben attrezzata . INTERVISTA #6 ( Lavoratore >25 anni) 1. Non so se mi piacerebbe pensare al posto in cui ho vissuto tutta la mia infanzia cambiato, anche se ovviamente le cose non rimangono uguali sempre. 2. L’immagine è molto suggestiva, e sembra non alterare tantissimo lo stato attuale. 3. Nonostante tutto, credo sia interessante pensare a degli alloggi che mutano in base alle esigenze di chi ci abita al proprio interno, anche se non so se abitare in una casa sempre diversa quanto sia esaltante. 4. Il canone agevolato in cambio di servizi che fanno del bene alla comunità credo sia un’ottima iniziativa anche se molto spesso non è possibile avverare tutti questi progetti proprio per mancanza di coordinazione. 5. Aggiungerei più negozi, molte più aree dedicate ai bambini nelle varie fasce d’età e magari qualche area cani dove poter portarci i cani tranquillamente. INTERVISTA #7 ( Donna 30-40 ) 1. Mi piace come idea di far convivere vari strati sociali all’interno di uno o più edifici potrebbe essere una soluzione per una migliore integrazione sociale, proprio ora che l’emergenza immigrazione è molto sentita. 2.Si mi piace molto. 3.Credo sia un’idea cari modificare i vari appartamenti a proprio piacimento in base alle esigenze della famiglia o di chi ci abita.

4.Il canone agevolato, magari sarebbe un bell’aiuto in certe occasioni per molte famiglie in difficoltà. 5. Vorrei, come mamma, più controllo e sicurezza, illuminazione e maggiori aree gioco per bambini nelle varie fasi della crescita. E magari qualche negozio di alimentari in più per una maggiore scelta. INTERVISTA #8 (Donna >70 anni) 1.Credo sia una cosa diversa da quella a cui siamo sempre abituati, ma si potrebbe imparare ad immaginare qualcosa di nuovo. Perchè no. 2.Non so forse bisognerebbe vederlo realizzato per dire se mi piace o meno, ma possiamo dire che non mi dispiace. 3. Mischiare chi abita con altra gente potrebbe essere un modo per animare la vita condominiale, e magari questi alloggi che cambiano possono essere belli e vivibili. 4. Si, io sarei disposta a farlo. 5. Vorrei più negozi , un controllo maggiore, area bimbi dove poter far giocare tranquillamente i nipotini e magari un pò di illuminazione in più.


Micro Production District


Atelier Progetto Urbanistico C Corso Di Laurea Magistrale in Architettura per il progetto sostenibile Politecnico di Torino, A.A. 2015-2016 prof. Angelo Sampieri (Urbanistica) prof.ssa Silvia Crivello (Sociologia dell’ambiente) collaboratori: Leonardo Ramondetti, Quirino Spinelli


E L E O N O R A A LV I T I ANDREA DEIDDA ELENA FERRO MARTINA GIUSTETTO



INDICE

1. Mirafiori Sud L’EREDITÀ DEL ‘900 INDAGARE LO SPAZIO

2. Lo spazio della produzione INDUSTRIA, ARTIGIANATO, ORTI DECOSTRUZIONE DI UNA PLACCA PRODUTTIVA

3. Micro Production District PREFIGURAZIONI LA PLACCA I MICROLOTTI

4. Appendici



1. Mirafiori Sud



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L’EREDITÀ DEL ‘900 Il passato da città industriale di Torino ha segnato fortemente la città, ma i siti produttivi a grande scala attivi tutt’ora all’interno del confine comunale sono davvero pochi. La maggior parte degli spazi industriali intra murus infatti ha subito un processo di riqualificazione e rifunzionalizzazione, che li ha portati ad assumere caratteristiche differenti: ad esempio le OGR, Officine Grandi Riparazioni Ferroviarie, che fino agli anni ‘70 hanno dato lavoro a migliaia di operai, sono state riconvertite in spazi per la cultura e l’istruzione universitaria. Un altro esempio famoso è rappresentato dal Lingotto, in passato sito produttivo FIAT e oggetto di un concorso internazionale per la sua riqualificazione negli anni ‘80, vinto da Renzo Piano, e convertito in centro polifunzionale (fiere, centro commerciale, uffici). Le zone produttive attive ancora oggi si suddividono tra Torino nord (Lungo Stura Lazio, area produttiva Rostia, area produttiva adiacente allo Juventus Stadium) e Torino sud (stabilimento FIAT Mirafiori). Per quanto riguarda i siti localizzati verso Torino nord, la zona di Lungo Stura Lazio, situata al fondo di corso Giulio Cesare, è nata attorno al polo che tempo ospitava l’officina per la revisione finale dei veicoli del complesso FIAT Stura. Oggi l’area è ancora dedicata al settore automobilistico, con complessi dell’Iveco, della Michelin e della Pirelli, mentre il nucleo originario della FIAT Stura dal 2011 è stato riconvertito nel CNH Industrial Center, dedicato a spazi espositivi, showroom e luogo di congressi e meeting per le divisioni interne di Iveco, New Holland, Case Industrial e FPT Industrial. L’area produttiva Rostia, localizzata al confine con Borgaro Torinese, è invece più eterogenea

dal punto di vista delle attività presenti: si va dalla produzione di motori elettrici per applicazioni industriali, a impianti per la produzione di carta stampata, alla lavorazione a grande scala dei metalli, alla produzione di componenti per auto. L’area industriale adiacente allo Juventus Stadium è situata tra quest’ultimo e la tangenziale, subito prima del comune di Venaria Reale, ha dimensioni ridotte rispetto alle prime due; è dedicata a diversi tipi di produzione, tra cui la lavorazione dei metalli. Nella zona di Torino sud il maggiore sito produttivo ancora funzionante è lo stabilimento FIAT Mirafiori, attivo dal secondo dopoguerra. Esso ha determinato la genesi e la conformazione della maggior parte del quartiere di Mirafiori; oggi tuttavia molte aree dello stabilimento sono inutilizzate, e il decadimento della produzione ad ampia scala in questa zona introduce nuovi interrogativi su come potrebbe essere il futuro della produzione. Alcune risposte sono già arrivate dal tessuto urbano circostante, dove le imprese minori che in passato lavoravano per la FIAT hanno avviato una produzione indipendente, seppure in certi casi ancora legata all’indotto del colosso automobilistico torinese. Parallelamente ad essi, si è sviluppata e si sta sviluppando una produzione a scala minuta, il cui esempio più lampante è rappresentato dal fenomeno degli orti urbani abusivi, che sorgono lungo tutto il corso del torrente Sangone in Mirafiori, e sono l’espressione di alcune caratteristiche che dovrebbe avere la nuova produzione: una dimensione più contenuta e in un certo senso “umana”, e maggiore interazione tra i soggetti che producono e gli spazi che li ospitano, che vengono personalizzati e adattati da ognuno secondo le proprie esigenze.


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400 800

2000m

TESSUTO INDUSTRIALE

Torino e gli spazi della produzione


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LOTTA OPERAIA, TORINO 1969


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QUARTIERE STABILIMENTO INA-CASA FIAT MIRAFIORI

TANGENZIALE SUD

TORRENTE SANGONE

STABILIMENTO AVIO AERO

CITTÀ GIARDINO

POLO SHOWROOM E INDUSTRIE AUTOMOBILISTICHE

ORTI URBANI

PARCO PIEMONTE

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L’area vasta e i suoi luoghi


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INDAGARE LO SPAZIO L’area di interesse si trova all’estremo sud-est di Torino, essendo delimitata dalla tangenziale che circonda la città; i confini sono a est col comune di Beinasco e a sud col comune di Borgaretto. Fin dal primo sopralluogo, si sono notati alcuni tratti distintivi che caratterizzano fortemente la zona, uno fra tutti la presenza dello stabilimento FIAT Mirafiori, che la delimita a nord; pur essendo oggi in gran parte inutilizzato, la parte che si affaccia su via Plava è tutt’ora in uso e ospita alcuni padiglioni della New Holland e della linea Abarth. Il limite occidentale del quartiere è disegnato dalla tangenziale di Torino, che prosegue anche a sud parallelamente al torrente Sangone: un ulteriore margine, che in questo tratto non è possibile attraversare per passare sull’altra sponda. La presenza del sistema naturale del Sangone e delle sue rive ha generato il fenomeno degli orti urbani abusivi, non solo in questa zona ma lungo tutto corso del torrente in Mirafiori; si tratta di una forma di produzione spontanea che risponde alla esigenze odierne degli abitanti, in contrapposizione alla produzione su larga scala che cinquant’anni fa era rappresentata dalla FIAT, e che ha determinato il disegno e la conformazione di questo quartiere. L’area risulta divisa nettamente da strada del Drosso, che separa la parte più densamente costruita e abitata da quella più rada e occupata principalmente da complessi industriali. Per quanto riguarda l’area a nord di strada del Drosso, nella zona compresa tra via Anselmetti e via Faccioli il costruito è formato da stecche residenziali molto alte e massicce, da dieci o più piani fuori terra, nate nel secondo dopoguerra per ospitare i lavoratori della vicina fabbrica e le loro famiglie e costruite con fondi per l'edilizia popolare

(quartiere INA-Casa); oggi quella popolazione è invecchiata, ma continua ad abitare e a vivere questo quartiere. Al di là di via Faccioli, invece, il modello abitativo è radicalmente diverso: vi si trova infatti l’area conosciuta come la Città Giardino, o più precisamente il Villaggio. Si tratta di un insediamento realizzato tra il 1949 e il 1970, contemporaneamente alla Città Giardino che si trova a Mirafiori nord, tra corso Allamano, via Guido Reni e la frazione Gerbido di Grugliasco, sul modello della garden city britannica, ovvero una zona residenziale a bassa densità abitativa immersa nel verde, composta da tanti moduli di dimensioni ridotte, per lo più case mono o bifamiliari, e dotate della maggior parte dei servizi necessari. La zona più vicina a via Plava è strettamente residenziale, mentre, scendendo verso strada del Drosso, si trovano più esercizi commerciali e anche condomini più alti, da quattro o cinque piani fuori terra. A sud di strada del Drosso si trovano campi incolti e alcuni complessi industriali legati, ancora oggi, o in passato e oggi autonomi, alla FIAT e al settore automotive: vi si trova uno stabilimento Avio Aero e un complesso di industrie, showroom e uffici di ditte di componenti automoblistici. All’estremo sud dell’area, lungo il Sangone, si collocano i già citati orti urbani. Il limite orientale della zona è rappresentato da corso Unione Sovietica, una grande arteria stradale a lunga percorrenza che delimita il quartiere preso in considerazione; subito al di là di questo confine si trova il parco Piemonte, il primo di un sistema di parchi che si sviluppa lungo il corso del Sangone andando verso est, e che comprende i parchi Colonnetti e del Boschetto. Le informazioni più importanti ai fini dell’analisi sono di volta in volta rappresentate con il colore rosso, mentre quelle secondarie sono rappresentate in scale di grigi.


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3 MARGINI BARRIERA

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MARGINI SUTURA

MARGINI


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Nell’area vasta si sono individuate diverse tipologie di margini, ovvero elementi lineari che delimitano gli spazi urbani, dividendoli in modo netto (margini barriera), o al contrario fungendo da cerniera fra di essi (margini sutura). I margini barriera sono: lo stabilimento FIAT Mirafiori (1939-1956), il muro di separazione dalla strada decorato con murales (via Gioacchino Quarello), lo stabilimento Avio Aero, il torrente Sangone, la tangenziale sud. I margini sutura sono rappresentati dalle strade principali (strada del Drosso e corso Unione Sovietica). Si può notare una predominanza di margini barriera all’interno dell’area, che ne è di fatto delimintata sia a nord che a sud; si tratta di barriere fisiche non transitabili e impermeabili alla vista, nel caso del muro con i murales, anche se esso offre una vista alternativa, se tale la si può chiamare, essendo interamente decorato, mentre gli stabilimenti (FIAT e Avio Aero) non sono transitabili, ma sono permeabili alla vista, in quanto è possibile vedere al di là delle cancellate che ne delimitano il perimetro; lo stesso vale per la tangenziale e il Sangone. I margini sutura presenti, invece, definiscono una discontinuità nella morfologia del costruito, nel caso di strada del Drosso, in quanto separa le aree della produzione (la FIAT, la zona dell’Avio Aero e degli orti) dal tessuto urbano residenziale e da piccole attività commerciali. I fattori che definiscono tutti questi margini sono di ordine funzionale e sociale, mentre non sono stati riscontrati quelli di tipo simbolico e comportamentale.


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DENSITÀ FISICA ALTA

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DENSITÀ FISICA MEDIA DENSITÀ FISICA BASSA

DENSITÀ FISICA


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All’interno dell’area vasta presa in considerazione, si è svolta un’indagine sulla densità fisica, ovvero il rapporto tra numero di abitanti e superficie della zona analizzata, soprattutto per quanto riguarda la parte abitativa. Essa è elevata nelle stecche residenziali di ingenti dimensioni costruite negli anni ‘60 e ‘70 per accogliere gli operai impiegati dal vicino stabilimento FIAT. La densità fisica ha invece valori medi nel restante costruito residenziale e nella parte di attività commerciali e terziarie più piccole, come anche nella Città Giardino, mentre è bassa nelle aree occupate da campi incolti e attrezzature e campi sportivi, e anche per la parte relativa alle industrie (stabilimento FIAT e zona industriale a sud di strada del Drosso).


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DENSITÀ SOCIALE ALTA

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DENSITÀ SOCIALE MEDIA DENSITÀ SOCIALE BASSA

DENSITÀ SOCIALE (GIORNO FERIALE, POMERIGGIO)


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Le osservazioni per quanto riguarda la densità sociale, che viene definita come il rapporto tra numerosità e ricchezza delle interazioni sociali e la superficie dell’area considerata, sono state effettuate in diversi orari e giorni della settimana, in particolare il giovedì mattina, il venerdì pomeriggio e il sabato verso l’ora di pranzo. La densità sociale risulta varabile a seconda del momento di osservazione; per l’analisi funzionale ai fini progettuali, che si occupa del lavoro e della produzione, si è scelto di presentare quella relativa ai giorni festivi. Nei giorni feriali ci sono zone in cui la densità sociale è tendenzialmente più alta, come ad esempio nelle vicinanze di complessi scolastici e nelle zone occupate dalla produzione a larga scala; è bassa nelle aree prive di attività come i campi incolti e le grandi spianate vuoto, come si trovano soprattutto a sud di strada del Drosso.


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LANDMARK

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LANDMARK


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Nell’area analizzata, e nelle immediate vicinanze, si sono individuati landmark sia ad ampio che a breve raggio, ma sempre di tipo visivo; si tratta di riferimenti percettivi che caratterizzano un quartiere, e vengono perciò spesso utilizzati nel descrivere dei percorsi nell’area in cui si trovano. Tra i landmark ad ampio roggio sono stati riconosciuti: la torre dell’acqua “fungo” di Pierluigi Nervi (1961-1963), lo stabilimento FIAT Mirafiori (1939 - 1956). Tra quelli a breve raggio, la chiesa San Luca (via Celeste Negarville 14), il muro di separazione dalla strada decorato con murales (via Gioacchino Quarello), il complesso per residenze e servizi di Elio Luzi (strada del Drosso 132-140; 1970 - 1974), la torre Telecom (strada del Drosso). La torre dell’acqua e lo stabilimento FIAT sono landmark facilmente individuabili da ogni punto del quartiere, e caratterizzano notevolmente tutta l’area di Mirafiori sud, mentre la chiesa, il complesso di stecche abitative blu, il muro decorato dai murales e la torre Telecom, rappresentano punti di riferimento a scala più ridotta. Nel caso del complesso abitativo si tratta di un insieme di edifici residenziali che si differenziano da quelli attorno per il colore e il materiale con cui sono rivestiti, piastrelle di un blu brillante e intenso, che li rende caratteristici e immediatamente riconoscibili; la composizione architettonica della chiesa spicca sul costruito: l’angolo dell’edificio che affaccia sulla strada, è enfatizzato a tal punto da creare un’architettura di spigoli, che diventa punto di riferimento per l’intero quartiere. Il muro con i graffiti è un landmark in estensione, poiché è decorato con cura per un tratto di lunghezza significativo, e rappresenta una nota di colore e creatività all’interno del panorama urbano del quartiere. La torre della Telecom, infine, è un elemento abbastanza grande, a cui ci si può riferire da diversi punti nel quartiere, poichè domina la zona.


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LEGGIBILITÀ

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Si è studiata la leggibilità e complessità che caratterizza gli spazi, a secondo che essi siano chiari e di immediata comprensione o che viceversa risultino stimolanti e rendano necessario uno sforzo per essere compresi: l’area tra via Plava e via Gioacchino Quarello presenta un’elevata leggibilità, in quanto emerge chiaramente l’impianto del quartiere residenziale operaio del secondo dopoguerra, costituito da stecche piuttosto alte, perfettamente uguali e coerenti fra di loro dal punto di vista architettonico, posizionate sui margini esterni del lotto, con alcuni spazi di verde pubblico e degli edifici più bassi ricavati al centro; viceversa, la complessità è bassa, poiché si tratta di uno spazio molto semplice e per certi versi banale; lo stesso si può affermare per quanto riguarda in generale il tessuto urbano a nord di strada del Drosso. La fascia tra via Gioacchino Quarello e strada del Drosso invece è dotata di una leggibilità media, poiché si tratta di un agglomerato di edifici eterogenei, anche dal punto di vista funzionale, ma con caratteri architettonici similo tra loro, e da un’elevata complessità, dal momento che si tratta di una zona di difficile comprensione, che disorienta l’osservatore. La zona tra strada del Drosso e la tangeziale, infine, è connotata da valori bassi sia per quanto riguarda la leggibilità che la complessità, dal momento che non vi è un impianto regolare e prevedibile, ma un insieme di baracche di orti abusivi, in prossimità di un complesso appartenente al settore terziario specializzato; le aree aperte sono però abbastanza estese, e permettono perciò di spaziare con lo sguardo e cogliere la destrutturazione del tessuto costruito, piuttosto rado rispetto alla superficie che occupa, e dotato perciò di bassa complessità. Sia la caratteristica della leggibilità che della complessità appaiono più connotate da aspetti di tipo morfologico, rispetto a quelli di tipo sociofunzionale, che invece sono stati raramente riscontrati.


24

16

17

18

RIBALTA

0

75

150

375m

RETROSCENA

RIBALTA/ RETROSCENA


25

16

17

18

Nell’area presa in considerazione si sono trovati alcuni luoghi di ribalta e di retroscena, in cui gli utenti si sentano esposti o viceversa non osservati, e si comportano quindi differentemente nei due casi. Il luogo di ribalta è rappresentato dall'area mercatale coperta, sita in via Plava. I luoghi di retroscena, invece, sono molteplici: le zone a verde pubblico al centro dei complessi residenziali tra via Plava e via Gioacchino Quarello, piazzale Pola, e gli spazi tra i capannoni industriali tra via Gioacchino Quarello e strada del Drosso. La zona dedicata al mercato può essere considerata un luogo di ribalta per quanto riguarda i commercianti che hanno un banco ed espongono la loro merce, mentre è quasi un luogo di retroscena per chi vi si reca a fare la spesa, e fa pertanto parte del gruppo dei compratori. Come luoghi di retroscena si sono identificate poi le zone di verde pubblico che si trovano fra i palazzi residenziali situati tra via Plava e strada del Drosso, e piazzale Pola, più a est; si tratta infatti di aree raccolte, contornate da alberi ed edifici alti o di altezza media (cinque piani fuori terra), in cui gli utenti non hanno la percezione di essere osservati. La stessa cosa avviene nella zona tra i capannoni industriali cui si accede da strada del Drosso, in quanto si tratta di clusters che le persone percepiscono come un luogo raccolto.



2. Lo spazio della produzione



29

INDUSTRIA, ARTIGIANATO, ORTI Rispetto alle analisi presentate finora, per questo studio si è ristretto il campo di indagine, passando a un’area meno estesa; questo perché si è visto, lavorando sulla scala più vasta, che i tratti principali che caratterizzavano quel territorio si ritrovano anche nell’area più piccola, che quindi può essere considerata rappresentativa di tutto l’intorno. Tramite l’osservazione e le ricognizioni effetuate, è emerso in maniera evidente che ciò che caratterizza in modo predominante la zona è il tema della produzione, che vi viene ritrovato a tutte le scale presenti in Mirafiori; tutti gli studi perciò sono stati svolti in maniera ad essa funzionale. L’analisi parte considerando il tessuto costruito, identificandone le tipologie trovate, che sono principalmente il costruito dedicato alla produzione, che verrà dettagliato e sviluppato in seguito, quello adibito a residenza, principalmente delle stecche abitative del secondo dopoguerra di ingenti dimensioni, e quello adibito a servizi, dato che in questo quartiere si ha un’elevata concentrazione di scuole di diverso grado, oltre che ad attività sportive, una chiesa con la sua parrocchia e un’area mercatale. Dopo questo primo studio, è stato analizzato il suolo relativo alla produzione, ovvero quello su cui poggiano le attività produttive presenti; è stato suddiviso in suolo impermeabile, di tipo industriale, e permeabile, di tipo agricolo. A questo punto è venuto spontaneo chiedersi come si può accedere a questi siti produttivi, e come si spostano le persone che li frequentano; lo studio seguente riguarda perciò la mobilità della produzione, e la gerarchizzazione delle strade che distribuiscono le diverse aree produttive. L’analisi seguente è andata a sviluppare più nel

dettaglio il costruito precedentemente individuato come produttivo: lo si è suddiviso a seconda della taglia della produzione che ogni attività realizza, quindi si ha quella a grande scala, che si ritrova nello stbilimento FIAT Mirafiori e, a sud di strada del Drosso, nel complesso dell’Avio Aero e in quello adiacente a corso Unione Sovietica, sempre realtivo al settore automotive, la scala intermedia, rappresentata dai capannoni industriali che si trovano al centro della carta, e che ospitano attività produttive a scala medio-piccola, e infine la scala piccola, riscontrata negli orti urbani abusivi sorti spontaneamente a sud di strada del Drosso. Di tutto questo costruito produttvo si è verificato quali parti sono ancora effettivamente attive e quali invece sono dismesse, quindi inattive e di conseguenza oggetto della proposta progettuale che verrà illustrata successivamente; si tratta essenzialmente di alcuni capannoni industriali. Ricollegandosi alle analisi del capitolo precedente, si sono poi presi in considerazione i soggetti protagonisti della produzione, che si relazionano e si intersecano con le differenti popolazioni che vivono e intervengono in questa zona. A chiudere questa serie di studi, viene presentato il sunto delle interviste alle persone più coinvolte nella produzione all’interno del quartiere; in particolare si è inserita una panoramica degli intervistati e gli highlights e i punti salienti emersi. Le informazioni più importanti ai fini dell’analisi sono di volta in volta rappresentate con il colore rosso, mentre quelle secondarie sono rappresentate in scale di grigi.


30

TESSUTO INDUSTRIALE

0

30

60

180m

TESSUTO DI SERVIZIO TESSUTO RESIDENZIALE

TESSUTO COSTRUITO


31


32

SUOLO IMPERMEABILE

0

30

60

180m

SUOLO PERMEABILE

suolo produttivo


33


34

STRADE IN AREE DI PERTINENZA

0

30

60

180m

STRADE SECONDARIE STRADE PRIMARIE

MOBILITÀ A SERVIZIO DELLA PRODUZIONE


35


36

ARTIGIANATO

0

30

60

180m

ORTI INDUSTRIA

COSTRUITO PRODUTTIVO


37


38

COSTRUITO DISMESSO

0

30

60

180m

COSTRUITO ATTIVO

COSTRUITO ATTIVO/NON ATTIVO


39


40

PROVENIENZA LOCALE

0

30

60

180m

PROVENIENZA SOVRALOCALE

SOGGETTI PRODUTTIVI


41


42

10

19

18 6 17 16

5 13

3

4

12

8

9

7 15

2 1 11

14 20

0

30

60

180m

INTERVISTE


43

Per la parte di interviste agli abitanti, il primo passo è stato elaborare un piano di campionamento: si è scelto cioè il soggetto tipo cui rivolgere le domande. Nel caso specifico, si è deciso di privilegiare nelle interviste soprattutto i lavoratori, rispetto ad altri tipi di popolazioni come ad esempio i residenti o i pensionati, categorie che sono state comunque considerate in proporzioni minori. L’iter di stesura della traccia di intervista è stato abbastanza lungo, poiché inizialmente le domande pensate erano complesse e contenevano riferimenti più o meno impliciti alla soluzione progettuale immaginata; lavorando su questa traccia, si è quindi cercato di semplificare i concetti e scegliere dei temi concreti e vicini alla vita quotidiana dei lavoratori, senza incorrere nell'"effetto ricercatore". Il risultato ottenuto è stato il seguente: 1. Quali sono i punti di forza in questo quartiere? 2. Quali sono le debolezze in questo quartiere? 3. L’area risulta accessibile? I servizi sono idonei? Si sente sicuro? 4. Se gli spazi oggi produttivi in futuro fossero dismessi, lei che tipo di produzione vedrebbe al intervistato 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

sesso f f m f m m m m f m m m m m m f m f f m

età 30-40 30-40 40-50 30-40 70-80 40-50 40-50 50-60 40-50 20-30 40-50 30-40 50-60 30-40 20-30 50-60 40-50 30-40 20-30 60-70

loro posto? 5. Cosa ne pensa di questa proposta progettuale? (mostrando un’immagine del progetto) Una volta stabilita la traccia, si è proceduto con l’effettuare le interviste durante la settimana e in orario lavorativo, per avere più feedback possibili dalla popolazione lavoratrice, individuata come privilegiata per la valutazione di questo progetto. Le interviste sono state svolte di martedì e venerdì, a metà mattina e verso l’ora di pranzo, e nel tardo pomeriggio; i luoghi sono quelli interni all’area di progetto o nelle immediate vicinanze. Avendo scelto di intervistare dei lavoratori durante l’orario di svolgimento della loro attività, com’era prevedibile si sono riscontrate alcune difficoltà, causate dal fatto che delle persone al lavoro difficilmente hanno il tempo e la voglia di rispondere a delle domande; per questa ragione, in alcuni casi si è ripiegato su residenti del quartiere, cosa che è stata comunque utile, in ultima analisi, perché ha consentito di avere una visuale più ampia del quartiere, considerando anche i punti di vista di persone diverse dai lavoratori.

residente/lavoratore lavoratore lavoratore lavoratore lavoratore residente residente/lavoratore lavoratore lavoratore residente lavoratore residente/lavoratore lavoratore lavoratore lavoratore residente residente residente/lavoratore residente lavoratore residente/lavoratore

giorno ven 06/05 ven 06/05 ven 06/05 ven 06/05 ven 06/05 mar 10/05 mar 10/05 mar 10/05 mar 10/05 mar 10/05 mar 24/05 mar 24/05 mar 24/05 mar 24/05 mar 24/05 mar 24/05 mar 24/05 mar 24/05 ven 27/05 ven 27/05

ora 09.30 09.40 09.50 10.00 10.20 16.30 16.50 17.00 17.00 17.20 11.00 11.10 11.25 11.45 12.00 12.00 12.15 12.30 14.00 14.30

luogo capannoni capannoni capannoni capannoni fermata bus giornalaio Cipet fermata bus fermata bus giardino capannoni capannoni benzinaio strada del Drosso via Quarello supermercato giornalaio chiesa San Luca via Plava strada del Drosso


44

Intervista 1 “Non mi relaziono più di tanto con il resto del quartiere, ma qui immagino un’eterogeneità di funzioni per il futuro”. Intervista 2 “É una periferia degradata, non so pensare a una trasformazione”. Intervista 3 “Non ho opinioni su questi luoghi, vengo qui solo per lavorare”. Intervista 4 “L’area ha delle potenzialità, ad esempio risulta altamente accessibile. Una grande produzione come quella del passato oggi non avrebbe più senso, ci vedrei invece del piccolo artigianato”. Intervista 5 “Vorrei degli spazi di aggregazione, incontro e cultura; ora come ora non abbiamo posti in cui ritrovarci tutti insieme”. Intervista 6 “Purtroppo allo stato attuale il quartiere risulta degradato, ma mi piace il clima che vi si respira e le persone che lo abitano: vorrei che questo fosse valorizzato”. Intervista 7 “É un quartiere che ha più ricchezze di quanto non si pensi, ma mancano servizi e poli attrattori. Realizzerei una produzione di manifattura a scala ridotta”. Interviste 8 e 9 “É un’area ricca di contraddizioni; non sapremmo immaginarne il futuro”. Intervista 10 “La situazione è piuttosto critica, non so se ci sia un intervento progettuale che possa risollevarla”. Intervista 11 “Sono presenti molte culture diverse qui, e la convivenza non è facile. Non saprei immaginare il futuro di quest’area, ma questa proposta mi piace”. Intervista 12 “Come lavoratore, vivo bene in questa zona. A livello progettuale penserei alla produzione di oggetti di piccole dimensioni e a mantenere le attività che funzionano allo stato attuale”. Intervista 13 “La forza di quest’area è che si colloca in un punto di passaggio importante; non cambierei nulla, credo che non sia un buon periodo per la produzione”.

Intervista 14 “Come lavoratore che viene da fuori non mi relaziono molto con il quartiere”. Intervista 15 “Mi piacciono la creatività e il colore dei graffiti che ci sono in via Quarello”. Intervista 16 “La zona ha tutto ciò che serve per viverci, ma non mi trasmette un senso di sicurezza. Quei capannoni industriali non mi piacciono come sono adesso”. Intervista 17 “Penso che ci vorrebbe una produzione meno pesante di quella attuale, in quei capannoni. Com’è adesso, divide il nostro quartiere a metà”. Intervista 18 “Dalle ore di luce a quelle di buio il quartiere cambia faccia, e aumenta la sensazione di non essere sicuri. Mi piacerebbe avere degli spazi dedicati a bambini e ragazzi”. Intervista 19 “La zona è altamente insicura e non mi piace per niente; ci vengo solo perché ci devo lavorare”. Intervista 20 “Amo avere la possibilità di coltivare il mio angolo di orto; vorrei che questa realtà fosse tenuta in conto nella realtà produttiva di quest’area”.


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A seguito dello svolgimento delle interviste, sono emersi dei tratti ricorrenti in generale, e altre considerazioni che risultano ricorrenti in una tipologia omogenea di intervistati. La metà degli intervistati, sia lavoratori che residenti, non si sente sicuro nel quartiere, e ha evidenziato queste sensazioni di insicurezza talvolta in relazione all’ora del giorno, ma nella quasi totalità dei casi riferendola alla presenza di zingari e di extracomunitari insediatisi nel quartiere negli ultimi anni. La sensazione di non essere sicuri è percepita sia da uomini che da donne, quindi si può concludere che sia abbastanza oggettiva. Un altro elemento che accomuna quasi tutte le interviste è la valutazione positiva sull’accessibilità dell’area, grazie al buon funzionamento delle connessioni e della rete stradale, e alla vicinanza con tangenziale, che consente di raggiungere velocemente la zona anche a chi vi si reca per lavoro da altri luoghi di Torino; anche per quanto riguarda linee di autobus e disponibilità di parcheggi il feedback è positivo, con una sola eccezione, che rappresenta un risultato anomalo. I pareri riguardo ai servizi sono discordanti, ma tutti i lavoratori evidenziano la mancanza di bar e ristoranti in cui recarsi per la pausa pranzo. Il gruppo dei lavoratori ha fornito risposte concordanti anche per quanto riguarda i punti di forza e di debolezza della zona: su questi temi, che rappresentavano le prime due domande della traccia di intervista, non sono stati dati giudizi definiti o chiari perché, come più persone hanno spiegato, loro si recano nel quartiere solo per lavorare e non vi si relazionano; si limitano ad arrivare alle nove del mattino e ad andare via alle sei, senza entrare in contatto con la zona che li ospita e con le altre popolazioni che la abitano. Dalle risposte dei pochi residenti intervistati, invece, è stata evidenziata una carenza per quanto riguarda gli spazi dedicati alla cultura e all’aggregazione

all’interno del quartiere: questa mancanza è stata notata da soggetti di fasce d’età eterogenee, e dunque la si può considerare una problematica sentita dall’insieme della popolazione residente. Sulla tematica del futuro della produzione nell’area di progetto, i soggetti intervistati per la maggior parte hanno le idee confuse: chi ha suggerito di eliminare tutto, chi di lasciare le cose così come sono, chi ancora auspica una produzione correlata alla propria visione personale dell’area; così chi lavora alla FIAT vorrebbe una produzione legata alla FIAT, chi ha figli vorrebbe degli spazi dedicati a bambini e ragazzi, e via di questo passo. Una buona parte dei soggetti ha dichiarato di non avere idee per degli scenari alternativi; tuttatvia, una minoranza di soggetti ha suggerito una produzione di oggetti di piccola taglia e di artigianato, ed è interessante notare che si tratta, in due casi su tre, di osservatori che si potrebbero definire altamente qualificati, dato che sono architetti. La proposta progettuale, illustrata al momento dell’ultima domanda, ha generalmente riscosso successo, anche se in alcuni casi l’impressione che deriva dalla lettura dei risultati è di una comprensione non totale degli elaborati di progetto mostrati durante l’intervista, come alcuni soggetti hanno dichiarato; si può affermare che una presentazione più esaustiva del progetto rispetto a un singolo foglio potrebbe risolvere questo inconveniente. I dati forniti dalle interviste hanno, in linea di massima, confermato le impressioni raccolte nella prima fase di osservazione, e rappresentano degli spunti per procedere con l’elaborazione della proposta progettuale.


46


47

DECOSTRUZIONE DELLA PLACCA Lo studio svolto finora ha portato all’individuazione di una placca centrale all’area analizzata, compresa tra via Negarville, via Quarello, via Faccioli e strada del Drosso; si tratta di un luogo che riunisce le diverse funzioni e caratteristiche finora considerate, dalle residenze, ai servizi, al commercio, arrivando alla produzione. Il passo successivo è stato decostruire questa placca, scomponendola nelle diverse parti che determinano il suo funzionamento. Entrando nel vivo dell’analisi, è stato svolto uno studio a livello del suolo, e in particolare quello di tipo impermeabile, che è stato separato su due livelli -evidenziando così i canali della mobilità carrabile e della mobilità pedonale. La parte seguente dello studio riguarda la distribuzione e la tipologia degli spazi aperti: le zone agricole, le zone dove invece si trovano delle aree verdi urbane, in alcuni casi anche alberate, e infine le porzioni di suolo occupate da strade sterrate, che si localizzano lungo il limite meridionale della placca e che consentono di raggiungere gli orti urbani. L’analisi prosegue considerando la mobilità che consente di circolare lungo e nella placca: i principali livelli che si sono riscontrati sono le strade principali, che proseguono all’esterno della zona individuata dalle carte, le strade di pertinenza, che permettono di raggiungere i punti interni alla placca, e infine le aree adibite a parcheggi pubblici. Lo stadio successivo riguarda il tessuto costruito, che è stato studiato dividendolo in due parti. La prima riguarda la distinzione tra gli edifici dedicati al commercio e quelli dedicati all’industria, e i rispettivi edifici di pertinenza. La seconda invece riguarda gli edifici dedicati ai servizi, quelli dedicati alle residenze e nuovamente

gli edifici di pertinenza. Collegata alle diverse analisi è stata inserita una documentazione fotografica, che restituisce immediatamente i concetti trattati nelle carte: dalle tipologie di suolo impermeabile, a quelle degli spazi aperti, passando per le diverse tipologie del tessuto costruito.


48


49

0

18,5 37

92,5m

LA PLACCA


50

STRADE, MARCIAPIEDI AREE DI PERTINENZA, AREE PEDONALI


51

0

4,5

9

22,5m

SUOLO IMPERMEABILE


52


53

STRADA, MARCIAPIEDE, AREA PEDONALE


54

VERDE URBANO VERDE AGRICOLO STRADE STERRATE


55

0

4,5

9

22,5m

SPAZI APERTI


56


57

VERDE URBANO, VERDE AGRICOLO, STRADA STERRATA


58

STRADE STRADE IN AREE DI PERTINENZA


59

0

4,5

9

22,5m

MOBILITÀ


60


61

STRADA DEL DROSSO, INTERNO DI STRADA DEL DROSSO, STRADA DI PERTINENZA


62

TESSUTO PRODUTTIVO TESSUTO COMMERCIALE TESSUTO DI PERTINENZA: PRODUTTIVO E COMMERCIALE


63

0

4,5

9

22,5m

TESSUTO COSTRUITO PRODUTTIVO E COMMERCIALE


64


65

CAPANNONE INDUSTRIALE, PALAZZINA UFFICI, BARACCHE DI PERTINENZA


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TESSUTO RESIDENZIALE TESSUTO DI SERVIZIO TESSUTO DI PERTINENZA: RESIDENZIALE E DI SERVIZIO


67

0

4,5

9

22,5m

TESSUTO COSTRUITO RESIDENZIALE E DI SERVIZIO


68


69

TESSUTO COSTRUITO RESIDENZIALE, DI SERVIZIO E DI PERTINENZA RESIDENZIALE



3. Micro Production District



73

PREFIGURAZIONI Le strategie progettuali per l’area individuata sono rappresentate da quattro principali concept: Fruibilità: possibilità di avere un’area a 360°, sotto diversi punti di vista. Gli accessi non sono su un unico lato, ma è possibile entrare da più parti; lo stesso vale per la percorribilità della zona, che non prevede una viabilità univoca, ma una molteplicità di possibili percorsi. Punto focale centrifugo: si è avuta la suggestione di un polo centrale dove si ha una funzione unica in tutta l’area, che si differenzia perciò da quelle insediate negli altri punti, che ha una duplice caratterizzazione. In questo primo caso lo si può considerare come il cuore della zona progettata, il punto zero da cui si diramano i vari percorsi che consentono l’accesso ai diversi luoghi immaginati. Punto focale centripeto: lo stesso polo centrale può essere ugualmente considerato come un punto che attrae e spinge ad avvicinarsi ad esso, essendo sia l’alfa da cui tutti i percorsi e le idee si diramano, ma anche l’omega in cui tutto alla fine torna a convergere. Interconnessione: l’area non è rigida e regolata da schemi fissi, ma lascia chi vi si trova libero di andare dove vuole e di creare da sé il proprio percorso personale. La zona risulta perciò permeabile alla circolazione, che può avvenire con diversi mezzi di trasporto. Le strategie si intrecciano e scaturiscono anche dallo studio sociologico, che ha evidenziato carenze attuali della zona a cui si vorrebbe sopperire: i concept mirano a creare degli spazi caratterizzati da concavità, che favoriscano l’atteggiamento estetico/ espressivo, ossia di coinvolgimento e partecipazione da parte degli utenti, e di complementarietà tra popolazioni differenti.


74

IONE UZ OD

E ION UZ

PR

p

visibilità

RICERC A

p

CO M M

NE UZIO OD PR

ONE UZI OD PR

p

NE IO IZ

RICER CA

p

ES P OS

creatività

CA TI

PRO D

D I DA T

formazione

E ON I AZ

O CI ER

LA VO R

manualità

STRATEGIE PROGETTUALI


75

-

=

+

=

-

=

+

=

-

=

+

=

-

=

+

=

CONCEPT PROGETTUALI


76

SERRA + LABORATORI DIDATTICI E DI RICERCA

RISTORANTE

SALA CONFERENZE + LABORATORI DIDATTICO-RICREATIVI + UFFICI

TESSUTO PRODUTTIVO AREE PARCHEGGIO

LABORATORI PRODUTTIVI + BOTTEGHE COMMERCIALI

SPAZIO ESPOSITIVO + LABORATORI POLIFUNZIONALI

0

4,5

9

22,5m


77

LA PLACCA Le prefigurazioni immaginate hanno portato a pensare a una nuova soluzione per i capannoni individuati come terreno di intervento. La proposta prevede un progetto complessivo a livello dell’area del distretto produttivo esistente, di cui sono stati studiati gli stessi aspetti di cui si è svolta l’analisi della placca esistente, presentati nel capitolo precedente. Perciò si è iniziato considerando in primo luogo il suolo impermeabile, suddiviso in tutte le sue diverse tipologie di aree. L’analisi successiva riguarda gli spazi aperti, si sono quindi indagate le aree verdi urbane e quelle agricole. A tale proposito sono stati inseriti diversi spazi aperti, dettati dalle strategie progettuali. La mobilità è stato un elemento importante nella definizione della proposta progettuale, dal momento che si è previsto di aprire un nuovo asse viario per connettere il nuovo distretto produttivo a via Celeste Negarville, in modo da creare una continuità nella circolazione dell’area. Si è anche inserito un tratto di strada ciclopedonale, che va ad agganciarsi a quella esistente che prosegue su via Aristide Faccioli, per consentire gli spostamenti con diversi mezzi di trasporto. Il tessuto costruito è l’ultimo livello di analisi preso in considerazione, ed è diviso in numerosi sottogruppi, che comprendono in primo luogo la produzione, che è al centro del nuovo progetto, ed è di volta in volta associata a una funzione secondaria. Partendo dal primo dei quattro frammenti in alto a sinistra e procedendo in senso orario, le prime funzioni associate a quella principale sono la ricerca e la lavorazione: si è infatti prevista una serra per la coltivazione di piante officinali a scopo farmaceutico e terapeutico, funzionali sia alla ricerca svolta nell’edificio adiacente nell’ambito universitario, sia all’attività insediata in uno dei

capannoni attualmente utilizzati, che ospita un’azienda di cosmetici. La seconda funzione associata alla produzione, sia nel secondo frammento che nel centro dell’area riprogettata, è quella del commercio e dei servizi: nel primo caso, oltre alla produzione si dà la possibilità a chi realizza dei manufatti di venderli direttamente, mentre al centro della zona si è inserito un ristorante, che risponde alle esigenze emerse dalle interviste ai lavoratori di avere un servizio di questo tipo, che attualmente non è presente. Nel terzo frammento, la funzione associata alla produzione è l’esposizione: è consentito a designers, creativi e artigiani di esporre le loro opere, e far conoscere ad esterni la loro produzione, nelle tecniche, negli spazi lavorativi e nei risultati finali. Nel quarto ed ultimo frammento, la funzione associata è rappresentata dalla didattica, dalla formazione e dalla possibilità di scambiare idee: si sono previsti spazi per un tipo di produzione più astratta delle precedenti, dedicando delle zone a sala per conferenze e spettacoli, altre zone ad aree uffici e altre ancora a zone per workshop a tema produttivo per bambini e ragazzi. Infine, si è concluso il capitolo con delle viste che restituiscono l’effetto che il progetto può dare.


78


79

0

4,5

9

22,5m

LA PLACCA


80


81

0

4,5

9

22,5m

LA NUOVA PLACCA


82

STRADE IN AREE DI PERTINENZA, AREE DI PERTINENZA, AREE PEDONALI STRADE, PARCHEGGI, MARCIAPIEDI, PISTE CICLABILI


83

0

4,5

9

22,5m

SUOLO IMPERMEABILE


84

VERDE URBANO VERDE AGRICOLO


85

0

4,5

9

22,5m

SPAZI APERTI


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STRADE AREE E PERCORSI CICLO-PEDONALI


87

0

4,5

9

22,5m

MOBILITÀ


88

TESSUTO PRODUTTIVO TESSUTO COMMERCIALE TESSUTO DI PERTINENZA: PRODUTTIVO E COMMERCIALE


89

0

4,5

9

22,5m

TESSUTO COSTRUITO PRODUTTIVO E COMMERCIALE


90

TESSUTO RESIDENZIALE TESSUTO DI SERVIZIO TESSUTO DI PERTINENZA: RESIDENZIALE E DI SERVIZIO


91

0

4,5

9

22,5m

TESSUTO COSTRUITO RESIDENZIALE E DI SERVIZIO


92


93

0

18,5 37

92,5m

LA NUOVA PLACCA


94

MICROLOTTO 1

MICROLOTTO 4

MICROLOTTO 2

MICROLOTTO 3

0

10,5 21

52,5m


95

I MICROLOTTI La proposta progettuale consiste nella creazione di un micro distretto produttivo, integrando la produzione esistene a nuove forme di produzione, organizzandole in un insieme organico e coerente, che sia anche in grado di rispondere alle esigenze dei lavoratori e degli abitanti del quartiere, che sono emerse durante la fase di intervista. Ognuno dei quattro microlotti ha una caratterizzazione differente: il primo, dedicato a produzione, ricerca e servizi, è l’unico progettato in parte ex novo; si è mantenuta la maglia di pilastri su cui insiste uno dei nuovi edifici, la serra, e l’involucro di un edificio industriale che è stato trasformato in punto ristoro. Le prime due architetture progettate lavorano come un tutt’uno, e questa correlazione è rappresentata fisicamente dalla copertura sotto cui si colloca la prima, il centro ricerca e sviluppo, e che prosegue verso gli accessi che da esso portano alla seconda, la serra. L’edificio dedicato a ricerca e laboratorio ha una forma organica; i tre corpi che lo compongono hanno altezze differenti, ma sono accomunati da una copertura esterna che li riunisce sotto di sé, come la chioma di un albero. Il secondo edificio, la serra, è interamente vetrato, ad eccezione dei blocchi servizi; la sua scansione interna è data dai percorsi che si sviluppano radialmente tra le vasche adibite alla coltivazione delle piante. Infine, per quanto riguarda il ristorante, si è inserito un solaio interno in modo da avere uno spazio a doppia altezza, vetrando il piano terra e svuotando parte del primo piano, nella zona corrispondente alla volta a botte, per ottenere una terrazza affacciata sull’area verde antistante. Il secondo microlotto, dedicato a produzione e vendita, vede lo svuotamento di tre capannoni, ma il mantenimento della struttura di copertura.

Nel primo capannone è stato inserito un volume a due piani per botteghe artigiane e spazi ad esse funzionali; del secondo è stata vetrata la copertura; nel terzo è stato inserito un volume monopiano più piccolo e dalla forma plastica, che ospita dei locali commerciali in cui chi lavora nei laboratori di fronte può vendere le proprie creazioni. Lo spazio corrispondente al capannone centrale, con la copertura vetrata, è lasciato libero come luogo di passaggio e circolazione. Il terzo microlotto, in cui si ha produzione ed esposizione, occupa nuovamente lo spazio di tre capannoni, le cui coperture sono mantenute: le bande vetrate longitudinali sono state estese fino ai muri perimetrali. Internamente, lo spazio su due piani si organizza e si sviluppa intorno a un percorso che si snoda all’interno dell’edificio, e che va a toccare dei volumi con coperture a capanna che al piano terra ospitano la zona espositiva, mentre al primo contengono dei laboratori creativi. Il percorso incorpora diversi elementi di distribuzione verticale, risultando fluido e contiuno nel suo snodarsi nelle tre dimensioni spaziali, accentuate dalla vastità dimensionale dei capannoni. Il quarto microlotto ospita produzione, didattica e uffici; i due capannoni industriali sono stati mantenuti come contenitori, andando a vetrare una porzione di chiusura verticale e realizzando dei volumi vetrati posizionati all’interno dell’edificio: essi, sbucando in copertura, portano all’interno luce naturale, e diventano dei giardini interni. Ognuno dei quattro microlotti ha una zona di parcheggi, che nel caso del primo sono realizzati a raso, e per gli altri tre sono collocati all’interno di capannoni industriali di dimensioni più contenuti rispetto a quelli sopracitati, svuotandoli e mantenendone pilastri e copertura.


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0

6,25 12,50

31,25m

MICROLOTTO 1


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0

6,25 12,50

31,25m

NUOVO MICROLOTTO 1


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A

A'

A

A'

B

B'

B

B'

0

3,2

6,4

16m

SERRA + LABORATORI DIDATTICI E DI RICERCA


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A

A'

A

A'

B

B'

A

A'

B

B'

B

B'

0

3,2

6,4

16m

RISTORANTE: P.T., P.1


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0

1,5

3

7,5m

ristorante, laboratorio


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SERRA


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0

6,25 12,50

31,25m

MICROLOTTO 2


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0

6,25 12,50

31,25m

NUOVO MICROLOTTO 2


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A

A'

A

A'

B

B'

0

3,2

6,4

16m

LABORATORI PRODUTTIVI + BOTTEGHE COMMERCIALI: P.T.


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B

B'

A

A'

B

B'

0

3,2

6,4

16m

LABORATORI PRODUTTIVI + BOTTEGHE COMMERCIALI: P.1


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0

1,5

3

7,5m

LABORATORI PRODUTTIVI, BOTTEGHE COMMERCIALI


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SPAZIO PUBBLICO


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0

6,25 12,50

31,25m

MICROLOTTO 3


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0

6,25 12,50

31,25m

NUOVO MICROLOTTO 3


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A

A'

A

A'

B

B'

0

3,2

6,4

16m

SPAZIO ESPOSTIVO + LABORATORI POLIFUNZIONALI: P.T.


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B

B'

A

A'

B

B'

0

3,2

6,4

16m

SPAZIO ESPOSTIVO + LABORATORI POLIFUNZIONALI: P.1


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0

1,5

3

7,5m

SPAZIO ESPOSTIVO + LABORATORIO POLIFUNZIONALE


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SPAZIO ESPOSTIVO + LABORATORIO POLIFUNZIONALE


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0

6,25 12,50

31,25m

MICROLOTTO 4


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0

6,25 12,50

31,25m

NUOVO MICROLOTTO 4


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A

A'

B

B'

0

3,2

6,4

16m

SALA CONFERENZE + LABORATORI DIDATTICO-RICREATIVI + UFFICI


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A

A'

B

B'

0

3,2

6,4

16m

SALA CONFERENZE + LABORATORI DIDATTICO-RICREATIVI + UFFICI


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0

1,5

3

7,5m

SALA CONFERENZE


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GIARDINO "SEGRETO"


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VISIONE...


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“La creatività non sta nel trovare nuovi paesaggi, ma nell’avere occhi nuovi.” Marcel Proust



4. Appendici



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Nelle appendici sono state inserite le analisi svolte durante l’intero periodo di lavoro, ma che non sono state inserite nel paragrafo “Indagare lo spazio” del primo capitolo “Mirafiori sud”. Questa selezione è nata dalla decisione di sviluppare, nei tre capitoli, un racconto organico che evidenziasse il percorso che ha portato all’elaborazione del progetto, presentato nel terzo capitolo “Micro Production District”: le analisi inserite nel primo capitolo, perciò, sono quelle che hanno avuto una ricaduta diretta sulle scelte progettuali. Ciò non significa che i restanti studi siano stati inutili, anzi, hanno svolto un ruolo fondamentale nella conoscenza dell’area e nel capire il suo funzionamento e le sue dinamiche. Ad esempio, l’analisi svolta per la parte in cui sono considerate le sensazioni di stabilità e sorpresa e di sicurezza e insicurezza, che nel momento in cui è stata effettuata rifletteva le impressioni che può avere un osservatore esterno, ha trovato un riscontro nelle interviste alla popolazione locale, avvenute in un secondo momento. Proprio perché le analisi che non sono state inserite nel primo capitolo hanno comunque avuto una grande importanza nell’iter progettuale e ancora prima di conoscenza e comprensione dell’area, si è deciso di presentarle nel seguente capitolo: si comincia con l’analisi percettiva di area vasta, con gli studi sulla densità sociale festiva, sulla focalizzazione, sulle sensazioni di stabilità e sorpresa e di sicurezza e insicurezza e sulla presenza di luoghi simbolici, che sono stati individuati sia tramite l’osservazione, sia tramite l’interazione con la popolazione locale. Il secondo gruppo di studi è quello relativo all’analisi dei luoghi urbani: si comincia dall’individuazione di luoghi caratterizzati da concavità e convessità, e relativi gradienti, per proseguire con lo studio delle funzioni manifeste e latenti, delle popolazioni trovate all’interno dell’area e dei fenomeni di appropriazione degli spazi pubblici da parte di

determinati gruppi di persone. Per quanto riguarda questa secondo parte di analisi, si sono anche ricordati, seppure in maniera molto ridotta, ai fenomeni che vengono studiati nell’ambito di questa tipologia di analisi, ma che in quest’area in particolare non sono stati riscontrati: si tratta della prossemica, poiché non sono state individuati spazi pubblici con un’organizzazione e una conformazione tali da consentire lo studio dei fenomeni di caratterizzazione delle distanze interpersonali tra i fruitori, e i fenomeni di microsegregazione. Riguardo a quest’ultimo punto, c’è stata un’interpretazione controversa per quanto riguarda la genesi degli orti urbani, che per certi aspetti poteva essere interpretata come la conseguenza della microsegregazione dei residenti più anziani che, sentitisi esclusi, hanno deciso di appopriarsi di una porzione di suolo pubblico recintandola ed escludendole gli altri soggetti, ma in ultima analisi questo fenomeno è parso avere più le caratteristiche del fenomeno di appropriazione conflittuale, e come tale è stato presentato. Infine, in chiusura di questo quarto capitolo di appendici, sono state inserite le trascrizioni integrali delle venti interviste svolte all’interno dell’area di progetto, o nelle immediate vicinanze; dato che all’interno del secondo capitolo, “Lo spazio della produzione”, sono stati presentati solo una sintesi e i focus di ogni intervista, per completezza si è deciso di allegare anche versione completa di ognuna, per evidenziare anche la ricchezza di osservazioni e punti di vista dei soggetti intervistati.


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21

19

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FOCALIZZAZIONE ALTA

0

75

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375m

FOCALIZZAZIONE MEDIA FOCALIZZAZIONE BASSA

focalizzazione


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All’interno dell’area vasta presa in considerazione, la focalizzazione degli spazi, ovvero il grado di “specializzazione” di una zona in base alle funzioni che vi sono insediate e che vi sono maggiormente presenti, risulta generalmente bassa per quanto riguarda la zona dei grandi palazzi residenziali edificati negli anni ‘60, tra via Plava e via Gioacchino Quarello; unica funzione predominante tra di essi è quella didattica segnata da complessi scolastici. Un punto di elevata focalizzazione è rappresentato dallo stabilimento FIAT, a nord dell’area prima citata. Nella fascia compresa tra via Gioacchino Quarello e strada del Drosso la focalizzazione risulta essere mista: istruzione (scuola per operatori edili), ricerca (centro per l’innovazione dell’università e laboratorio di prova dei materiali edili), svariate attività commerciali di piccola dimensione (una vetreria, alcuni carrozzieri, due ditte di rottamazioni, un benzinaio, un supermarket, ecc.). Di questi nessuna funzione è predominante sull’altra, quindi la focalizzazione è medio-bassa. Un punto di alta focalizzazione è dato dalle attività sportive (sede del Cus, della sezione femminile della Juventus e della palestra Crossfit A9). Nell’area tra strada del Drosso e la tangenziale, infine, la focalizzazione può considerarsi media, poiché vi sono due funzioni dominanti che prevalgono all’interno di una zona relativamente ampia: si tratta delle porzioni di terreno che i residenti della zona hanno convertito in orti urbani e del complesso che ospita la sede dell’Avio Aero. Ulteriore punto di focalizzazione è il complesso di ditte e showroom automobilistici a sud di strada del Drosso verso corso Unione Sovietica. Per quanto concerne la regolazione del comportamento sociale nelle diverse aree, si sono trovati soprattutto modelli di ordine funzionale e sociale, mentre non sono stati riscontrati quelli di tipo simbolico e comportamentale.


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STABILITÀ

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0

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375m

SORPRESA LUOGHI SIMBOLICI

stabilitÀ/sorpresa, luoghi simbolici


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L’analisi effettuata è stata quella della percezioni di stabilità e sorpresa, ovvero la percezione di spazi che corrispondono alle aspettative che se ne possono avere, e quella di creare esperienze nuove e inaspettate. Per quanto riguarda la zona tra via Plava e via Gioacchino Quarello, si è riscontrata un’elevata stabilità, trattandosi di uno spazio principalmente residenziale, e una bassa sorpesa in quanto non risulta stimolante ma anzi piuttosto “piatto”. Nell’area tra via Gioacchino Quarello e strada del Drosso si ripete la stessa situazione, quindi un’elevata stabilità e una bassa sorpresa, come anche accade per il resto del tessuto urbano che si trova a nord di strada del Drosso. A sud di quest’ultima, invece, sia la stabilità che la sorpresa sono basse, in quanto ci troviamo di fronte ad ampi spazi verdi incolti che generano inquietudine. Nell’area si sono identificati luoghi simbolici dal punto di vista emotivo, di due diverse tipologie: quelli di rilievo storico-architettonico come lo stabilimento FIAT Mirafiori e i complessi di edilizia residenziale del dopoguerra; quelli di rilievo sociale come l’insegna del CIPET. Tutti questi luoghi simbolici sono memoria del passato ortogenetico di quest’area, essendo legati alla FIAT; alla luce di queste considerazioni, essi favoriscono stabilità, dato che si riferiscono all’identità dei soggetti che la vivono. Per individuare questi luoghi simbolici, si è ricorso all’osservazione e alle interviste alla popolazione locale; infatti, nel caso dei luoghi di rilievo storicoarchitettonico, come lo stabilimento FIAT, tramite l’osservazione è stato possibile localizzarli; per i luoghi di rilievo sociale invece è stato necessario ricorrere ad interviste alla popolazione locale, individuando ad esempio l’insegna del CIPET, che attualmente è diventato un’altra società ma mantiene il nome e l’insegna storica, cui gli abitanti della zona erano abituati da anni.


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IRRIGIMENTAZIONE

0

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375m

INTRAPPOLAMENTO SPAESAMENTO

sicurezza/insicurezza


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Dall’analisi condotta sulle sensazioni di sicurezza e insicurezza ispirate dal quartiere, l’area tra via Plava e via Gioacchino Quarello, che presenta un’elevata densità, trasmette una sensazione generale di sicurezza, così da poter essere classificata come irriggimentazione: infatti la zona è caratterizzata da edifici molto alti, disposti regolarmente e in maniera piuttosto ravvicinata l’uno all’altro. La zona tra via Gioacchino Quarello e strada del Drosso presenta caratteristiche analoghe per quanto riguarda la percezione di sicurezza, ma si tratta di spazi a densità medio-bassa: l’effetto finale è quello di intrappolamento, poiché non si ha un costruito di dimensioni ingenti, ma esso risulta diversificato e non omogeneo. L’osservatore ha perciò la sensazione di essere intrappolato, trovandosi in spazi che talvolta appaiono soffocanti. Per quanto riguarda l’area che si trova a sud di strada del Drosso, caratterizzata da una densità estremamente bassa, la sensazione prevalente è quella di insicurezza da parte dell’osservatore, che si trova in grandi spazi vuoti, in cui si sente esposto, perciò l’effetto finale è quello di spaesamento. Le sensazioni di sicurezza sono determinate da molti fattori che sono in realtà soggettivi, perciò un luogo che può apparire insicuro a un certo tipo di osservatore potrebbe invece risultare sicuro per un’altra persona; proprio per questo motivo le percezioni di sicurezza e insicurezza sono state indagate non solo tramite l’osservazione, ma anche utilizzando lo strumento delle interviste alla popolazione locale. Ci sono però anche dei fattori oggettivi che determinano la sicurezza o insicurezza; questi indicatori non sono emersi nell’area indagata, con l’eccezione della scarsa visibilità dei luoghi: le corti interne agli edifici residenziali in particolare trasmettono questa sensazione, presentando una grande concentrazione di alberi e siepi, che non consentono di vedere la totalità della zona con chiarezza.


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CONCAVITÀ

0

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375m

CONVESSITÀ

concavitÀ e convessitÀ


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Sono stati studiati spazi che presentano caratteristiche di concavità e convessità. Uno spazio concavo è uno spazio che trasmette la sensazione di essere contenuti in esso, di trovarsi in un luogo protetto e delimitato da confini definiti; talvolta questa sensazione è amplificata dalla presenza di un dislivello, che converge verso il centro dello spazio; infatti i luoghi concavi sono sempre cetripeti, cioè attirano verso l’interno. Gli spazi convessi invece sono centrifughi, danno la sensazione di trovarsi in un luogo aperto e che spinge a dirigersi verso i suoi confini esterni. Gli spazi che presentano caratteristiche di concavità e convessità in base all’insieme di conformazione del costruito e degli spazi aperti sono: piazzetta Jona, aree verdi tra le stecche residenziali tra via Plava e via Quarello, portici lungo via Celeste Negarville, stabilimento Avio Aero, edifici dei terzisti lungo strada del Drosso. La piazzetta Jona, che si trova nell’isolato tra via Plava e via Gioacchino Quarello, e che presenta un accesso su entrambe, è uno spazio concavo e centripeto in quanto ha una forma quadrata, compresa tra due edifici di altezza media (dai tre ai quattro piani fuori terra) e subito oltre è definita da edifici molto più alti, le grandi stecche residenziali (undici piani fuori terra); la sensazione di concavità è ulteriormente amplificata dalla presenza di un dislivello di otto gradini sul lato sud, che pone questo spazio su di un livello più basso rispetto al piano di via Gioacchino Quarello. Altri spazi concavi sono le zone di verde pubblico delimitate dai palazzi residenziali degli anni ‘60 immediatamente accanto, dal momento che risultano racchiuse tra edifici molto imponenti, e sono ulteriormente delimitati da siepi e filari di alberi, che aumentano la sensazione di trovarsi in un luogo in un certo senso protetto, e che invoglia a dirigersi verso il suo centro. I portici di via Celeste Negarville, invece, rappresentano l’unico spazio di concavità tubolare

individuato nell’area, che, pur non essendo molto lungo, copre l'estensione di due isolati: a metà di questo percorso si trova un landmark a breve raggio, la chiesa San Luca, che determina perciò un gradiente. Per quanto riguarda gli spazi convessi, invece, si è individuato lo stabilimento dell’Avio Aero, poiché è un elemento isolato che sorge al centro di un lotto per il resto quasi vuoto, occupato su un solo lato da elementi diffusi e di dimesioni molto contenute, ovvero le baracche relative agli orti urbani; si tratta dunque di un luogo centrifugo, che invoglia a dirigersi verso i suoi margini e ad allontanarsi dall’elemento centrale. La stessa caratterizzazione si può associare ai due complessi che sorgono lungo strada del Drosso, sul limitare della zona degli orti urbani: si tratta di spazi dei terzisti e di un edificio che ospita sale prove e studi di registrazione. Si tratta nuovamente di poli isolati all’interno di un’area in cui non si ha nient’altro attorno, perciò di zone che spingono chi vi transita a dirigersi verso i bordi e ad allontanarsi dall’elemento centrale. Nell’individuazione di queste aree si è cercato di trovare gli indicatori che le caratterizzano e le differenziano nel modo più oggettivo possibile, dal momento che si tratta di aspetti in gran parte percettivi e perciò soggetti a una componente non indifferente data dal punto di vista dei diversi osservatori.


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FUNZIONI MANIFESTE

0

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375m

FUNZIONI LATENTI

funzioni manifeste/funzioni latenti


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Si è presa in considerazione la natura delle funzioni che sono presenti nell’area di analisi. Sono stati individuati i luoghi in cui sono presenti funzioni manifeste e funzioni latenti; le prime sono quelle previste da chi ha progettato gli spazi nel modo in cui sono, in modo da dare ad essi una conformazione specifica per servire allo svolgimento di una data funzione, mentre le seconde sono le funzioni che gli utenti hanno deciso di localizzare in un determinato spazio, che in origine era stato pensato per ospitare un altro tipo di funzione, o nessuna funzione del tutto. Le funzioni manifeste sono state riscontrate in diversi punti dell’area: nella zona tra via Plava e via Gioacchino Quarello, si tratta di funzioni ricreative e ludiche per quanto riguarda l’area attrezzata con giochi che si trova al centro della piazzetta Luciano Jona. Nell’area tra via Gioacchino Quarello e strada del Drosso si trovano funzioni legate all’attività sportiva, poiché in quest’area sorge il complesso di campi da calcio e infrastrutture della sezione femminile della Juventus, c’è un complesso sportivo che ospita la palestra Crossfit A9 e una sede del Cus, il Centro Universitario Sportivo. Al piano terra del complesso residenziale delle case blu in via Celeste Negarville si trova un’area porticata che ospita alcuni esercizi commerciali, presenti anche in altri punti dell’area. Tra via Plava e via Gioacchino Quarello si localizzano alcune scuole pubbliche, legate perciò alla funzione educativa, che si riscontra anche, non lontano, nella scuola per operatori edili annessa alla Cassa Edile di Mutualità e di Assistenza della Provincia di Torino. Nella sede dell’Università di Torino relativa alla Facoltà di Farmacia si ha un polo della funzione educativa e di ricerca. Infine, si è riscontrata la funzione religiosa e di culto nella zona in cui si trova la chiesa San Luca, in via Celeste Negarville, con la sua parrocchia annessa, quindi un luogo di ritrovo per gli abitanti del quartiere, soprattutto i più anziani.

La funzione relazionale è quasi sempre presente sullo sfondo di queste funzioni manifeste sopra indicate, ma è insita in particolar modo in alcune di esse. Sono la funzione ricreativo-ludica, sia per i fruitori diretti, ovvero i bambini che giocano nelle aree attrezzate, sia per gli adulti che li accompagnano in questi luoghi; la funzione sportiva, sia che l’attività sia svolta da bambini che vengono accompagnati, sia che da persone adulte, come ad esempio studenti delle vicine scuole di secondo grado e universitarie e lavoratori impiegati nell’area che vi si recano durante le pause; la funzione di istruzione e ricerca, essendo le scuole e le università un luogo di scambio dove persone di provenienza anche molto diversa hanno occasione di incontrarsi e di scambiare idee e opinioni; e la funzione religiosa, che come, si è detto, con la parrocchia annessa alla chiesa rappresenta un punto d’incontro soprattutto per la popolazione più anziana del quartiere. Per quanto riguarda le funzioni latenti, si è trovato un unico caso, che è localizzato sotto i portici al piano terra delle residenze blu di Via Negarville e nella zona immediatamente antistante, che i residenti hanno iniziato ad utilizzare come luogo di ritrovo e di incontro non programmato. Nell’area analizzata non sono stati trovati luoghi caratterizzati da funzioni di natura ambivalente, ovvero che presentino aspetti sia delle funzioni manifeste che delle funzioni latenti.


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APPROPRIAZIONE CONFLITTUALE

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APPROPRIAZIONE SINERGICA

fenomeni di appropriazione


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All’interno dell’area analizzata, si sono individuati alcuni casi di appropriazione dello spazio pubblico. L’appropriazione conflittuale con la creazione di orti urbani abusivi verso il torrente Sangone poiché dei privati cittadini si sono impossessati di una porzione di suolo pubblico e l’hanno suddivisa con recinzioni di fortuna, ricavandosi degli spazi individuali in cui coltivare frutta e ortaggi, marcando così il territorio pubblico ed escludendone le altre persone. L’appropriazione ambivalente nel muro di separazione dalla strada decorato con murales, via Gioacchino Quarello, che da una parte rappresenta la volontà del gruppo di persone che li ha realizzati di farsi carico di uno spazio pubblico e di abbellirlo, senza provocare esclusione, e in questo senso si tratta di appropriazione sinergica; d’altra parte però il gesto di colorare un muro che delimita una strada può anche essere letto come un gesto di marcatura dello spazio pubblico da parte di un gruppo di persone, quindi un’appropriazione conflittuale. Si hanno dunque i due aspetti, positivo e negativo, contemporaneamente, e si tratta perciò di appropriazione ambivalente. Nell’area analizzata non si sono riscontrati luoghi influenzati dalla prossemica, il fenomeno che descrive l’aggregazione fisica all’interno di spazi pubblici o condivisi da diverse tipologie di utenti, in quanto non ci sono aree con panchine e sedute che consentano ai soggetti di stabilire delle distanze interpersonali indicative del tipo di frequentazione che si ha in quel luogo; non si sono altresì trovati fenomeni di micro-segregazione di sottogruppi di popolazione all’interno dell’area analizzata.


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Per quanto riguarda la parte inerente alle interviste, si è seguita una traccia comprendente cinque domande, di cui l'ultima abbinata ad un'immagine esplicativa dell'intervento progettuale: 1. Quali sono i punti di forza in questo quartiere? 2. Quali sono le debolezze in questo quartiere? 3. L’area risulta accessibile? I servizi sono idonei? Si sente sicuro? 4. Se gli spazi oggi produttivi in futuro fossero dismessi, lei che tipo di produzione vedrebbe al loro posto? 5. Cosa ne pensa di questa proposta progettuale? (mostrando un’immagine del progetto). Intervistato 1 Capannone Coperture Taddei S.r.l., impiegata, 30/40 anni, non residente. 1. Non saprei. 2. Non saprei, noi veniamo qui solo per lavorare, quindi non abbiamo relazioni con il quartiere. 3. L’area è ben servita dalla rete stradale e anche i servizi sono adeguati; direi che mi sento anche sicura. 4. Vedrei bene un’eteogeneità di funzioni; dato che si tratta di grandi spazi penso che più o meno tutto andrebbe bene. Intervistato 2 Capannone Vetreria Allais, impiegata, 30/40 anni, non residente 1. Sinceramente non mi viene in mente niente. 2. É in periferia, questo sicuramente è un fatto negativo. 3. L’accessibilità e i collegamenti funzionano, per quanto riguarda i servizi invece no: ci sono pochi bar, appena si esce qui fuori su strada del Drosso non c’è più niente. Non mi sento sicura in questa zona, è pieno di zingari. 4. Non saprei dire, è difficile immaginare un uso alternativo di questi capannoni.

Intervistato 3 Marciapiede di fronte a G&G Immobiliare SAS, lavoratore, 40/50 anni, non residente 1. Non saprei elencarne, non sono di qui. 2. Non saprei elencarne, non sono di qui. 3. Credo che la rete dei collegamenti funzioni, e anche di servizi non mi manca nulla; mi sento anche sicuro. 4. Non ne ho assolutamente idea, non so nemmeno cosa facciano negli altri capannoni. Intervistato 4 Capannone Antares Group S.r.l.; impiegata, 30/40 anni, non residente, architetto 1. In realtà di elementi positivi non ne trovo in questo quartiere; una cosa forse è che ci sono tanti parcheggi e si trova smepre dove lasciare la macchina. 2. Di cose negative praticamente tutto, ad esempio mancano i servizi vicino e non ci sono bar. 3. Il quartiere è decisamente accessibile perché c’è subito qua dietro l’uscita della tangenziale, quindi è comodissimo. I servizi, come dicevo, non ci sono nelle vicinanze, ma subito dopo la tangeziale c’è quel grande centro commerciale delle Fornaci (Beinasco). Non mi sento affatto sicura qui, qua fuori è pieno di preservativi usati per terra; è già capitato che da noi sfondassero la porta per entrare, e so che anche negli altri capannoni sono venuti a rubare più di una volta. 4. Secondo me qui una grande produzione come quella di una volta non avrebbe più senso, ci vedrei piuttosto del piccolo artigianato. 5. Intervistato 5 Fermata del bus 1154 - DROSSO in via Celeste Negarville; pensionato, 72 anni, residente da dieci anni nei condomini blu 1. In questo quartiere è tutto a posto, io me ne sto per conto mio e mi faccio gli affari miei.


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2. C’è il problema che i singoli vogliono avere sempre ragione e imporsi sugli altri. 3. La zona è ben servita da strade e autobus; i servizi e i negozi necessari c’erano, ma hanno chiuso. Mi sento anche sicuro. 4. Non so, forse delle attività culturali e di incontro, ad esempio una volta c’era una sala da ballo qui dietro, ma poi ha chiuso. Vorrei anche un posto di associazione per gli anziani, perché non abbiamo spazi per ritrovarci e stare insieme. Intervistato 6 Giornalaio in via Gioacchino Quarello; titolare, 40/50 anni, residente 1. Mi piace l’aria in questo quartiere, e direi anche la cordialità dei residenti. 2. Come apsetti negativi, secondo me, c’è il fatto di avere pochi parcheggi, e poi il degrado e l’incuria che vedo lungo la strada dove ci sono i garage. 3. Ci sono pochi autobus, e anche l’accessibilità dle quartiere è ridotta, mentre invece i servizi sono adeguati e anche la sicurezza: in passato qui non mi sentivo sicuro, mentre oggi sì. 4. Non saprei proprio. Intervistato 7 Cassa Edile di Mutualità e di Assistenza della Provincia di Torino in via Quarello; responsabile, 40/50 anni, non residente, architetto 1. Una ricchezza di questo quartiere è il patrimonio architettonico, ad esempio la torre dell’acqua di Nervi e il complesso di edifici residenziali qua a fianco, che sono di Luzi. 2. Non ci sono servizi, quando usciamo di qua per la pausa pranzo non c’è neanche un ristorante dove andare; avevano provato a mettere una pizzeria, ma l’hanno bruciata. 3. L’accessibilità è buona e mi sento anche sicuro; per i servizi ho già risposto prima. 4. Per il futuro di quei capannoni penserei a delle

piccole attività manifatturiere. Intervistati 8 e 9 Fermata del bus 1890 - QUARELLO, zio, 50/60 anni, non residente (A), e nipote, 40/50 anni, residente (B) 1. (A) Ci sono i gatti, sono un po’ più in giù su questa strada; ho visto che la gente gli porta da mangiare nelle foto. 2. (B) Secondo me di positivo in questo quartiere non c’è proprio niente. 3. (A) Secondo me è un bel quartiere, ne ho un’impressione positiva. 4. (B) C’è ben poco che funzioni. 5. (A) É facilmente accessibile, anche gli autobus sono comodi, ce ne sono tanti; ci troviamo bene anche con i servizi, siamo appena stati al supermercato. Io in questa zona mi sento sicuro, faccio kick boxing e karate, perciò se qualcuno mi aggredisce mi so difendere. 6. (B) É facilmente accessibile, anche gli autobus sono comodi, ce ne sono tanti; ci troviamo bene anche con i servizi, siamo appena stati al supermercato. Io qua non mi sento sicuro. 7. (A/B) In caso di dismissione toglieremmo tutto senza mettere niente di nuovo, lasceremmo un campo incolto. Intervistato 10 Giardinetto in via Plava; operatore Amiat, 20/30 anni, non residente 1. Come aspetti positivi di quest quartiere non so, forse nulla. 2. Gil aspetti negativi sono veramente tanti, ad esempio nel giardino qui dietro vedo la vecchietta di ottant’anni che si alza e va al cestino a buttare la carta, gli extracomunitari finiscono la birra e buttano la lattina in mezzo al prato, anche davanti a me. 3. L’accessibilità va bene; per quanto riguarda


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la sicurezza è un quartiere popolare, perciò fondamentalmente i residenti non si fanno del male tra di loro, ma terrei d’occhio gli zingari, che una volta non c’erano, ma ultimamente stanno aumentando. 4. Non so, forse niente visto lo stato attuale della produzione in Italia. Intervistato 11 Capannone ITAS S.p.A.; lavoratore, 40/50 anni, residente 1. Come punti di forza direi la disponibilità di parcheggi. 2. Una cosa negativa è che negli ultimi anni in questa zona sono arrivati un sacco di extracomunitari e anche di zingari, e non è facile averci a che fare. 3. I collegamenti stradali funzionano, e ci sono anche molti autobus frequenti; di servizi penso man chino bar e ristoranti. Io mi sento sicuro. 4. Non so immaginare un tipo di produzione diversa da quella che c’è ora. 5. Mi piace. Intervistato 12 Capannone Assistenza & Competenza S.r.l.; lavoratore, 30/40 anni, non residente 1. Non so, io non abito qui. 2. Come prima, noi qua veniamo solo a lavorare. 3. La rete stradale è efficiente, con la tangenziale si arriva in fretta anche se si abita lontano, come servizi invece non c’è molto. Mi sento abbastanza sicuro. 4. Forse potrebbero mettere una produzione di oggetti piccoli. 5. Secondo me è positivo il fatto che siano anche mantenute delle attività esistenti. Intervistato 13 Benzinaio all’angolo tra strada del Drosso e via Celeste Negarville; titolare, 50/60 anni, non

residente 1. Non so, non mi viene in mente niente. 2. É pieno di extracomunitari. 3. La zona è facilmente raggiungibile, ed è anche un punto di passaggio per chi va verso Beinasco e Orbassano, infatti l’ho scelta apposta; di servizi ci sono quelli che servono. Non mi sento molto sicuro, sono qua da solo tutto il giorno. 4. Non so, non penso che sia un buon periodo per la produzione. 5. Mi pare che funzioni. Intervistato 14 Aiuole delle residenze in blu su strada del Drosso; giardiniere, 30/40 anni, non residente 1. Non so cosa dire, io vengo solo a lavorare qui, e neanche tutti i giorni. 2. Non so cosa dire, io vengo solo a lavorare qui, e neanche tutti i giorni. 3. Vengo con l’autobus ed è molto comodo; i servizi non li utilizzo, quindi non so come siano. Mi sento sicuro in questa zona. 4. Non so, io lascerei com’è adesso. 5. A vederlo così è carino. Intervistato 15 Marciapiede di fronte alla Cassa Edile di Mutualità e di Assistenza della Provincia di Torino in via Quarello; studente, 20/30 anni, non residente 1. Mi piacciono i graffiti che ci sono sul muro dietro ai capannoni. 2. Per quanto mi riguarda niente. 3. Le strade vanno bene ed è facile arrivare col pullman; come servizi non so, perché per noi abbiamo tutto dentro la scuola. Penso che sia un quartiere sicuro. 4. Io lascerei stare le produzioni che ci sono, se funzionano. 5. Bello.


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Intervistato 16 Supermercato D+ in via Celeste Negarville; donna, 50/60 anni, residente 1. La disponibilità e cordialità delle persone del quartiere. 2. Fino a un po’ di anni fa era un quartiere sicuro, ultimamente secondo me di meno. 3. La connessione con le strade va bene, e anche come negozi c’è tutto; penso però che manchino dei luoghi per la cultura. Come ho già detto, non mi sento sicura. 4. Io toglierei tutto, quei capannoni non mi piacciono così come sono. 5. Non conosco bene quella zona, ma mi sembra carino. Intervistato 17 Giornalaio in via Gioacchino Quarello; cliente, 40/50 anni, residente 1. I servizi alla popolazione del luogo. 2. Un’area industriale come quella qua a fianco, che spacca il nostro quartiere in due. 3. L’area risulta accessibile, e i servizi sono buoni. Sono sicuro in alcune aree, in altre no. 4. Ci vedrei una produzione meno pesante. 5. Mi sembra complicato, forse troppo per questo luogo. Intervistato 18 Marciapiede davanti alla chiesa S. Luca in via Gioacchino Quarello; donna, 30/40 anni, residente 1. Mi piace la gente: mi trovo bene con le persone del luogo, che le conosca o meno; nella maggior parte dei casi sono disponibili e cordiali. 2. Non mi sento protetta, perché dal tardo pomeriggio in poi il quartiere cambia aspetto, principalmente a causa delle persone che parlano un’altra lingua e che hanno usanze e abitudini molto diverse dalle nostre. 3. Secondo me risulta accessibile per chi conosce

la zona, i servizi sono buoni. Come ho già detto, non mi sento sicura a certe ore e in determinate situazioni. 4. Vorrei una produzione per noi mamme, per i miei figli e per i ragazzi. 5. Mi incuoriosice, ci sono anche delle aree per i bambini, perciò mi piace! Intervistato 19 Ingresso padiglione New Holland su via Plava; impiegata 20/30 anni, non residente Non mi piace per niente come zona. 1. É molto periferica e secondo me anche piuttosto pericolosa come area. 2. Venendo da Sangano è abbastanza comodo arrivare in macchina; non utilizzo i servizi quindi non saprei valutarli. Non mi sento affatto sicura, quando faccio il turno del pomeriggio esco dal lavoro alle 22.00 e fortunatamente posso parcheggiare la macchina all’interno dei cancelli, se dovessi lasciarla fuori e andarla a prendere da sola a piedi a quell’ora cercherei un’altra soluzione, non lo farei mai. 3. Forse potrebbe funzionare una produzione legata all’indotto FIAT, vista la zona. 4. Mi sembra efficace, ma non lo capisco del tutto. Intervistato 20 Strada del Drosso di fronte agli orti urbani; pensionato, 60/70 anni, residente 1. Mi piace che ci sia la possibilità di avere il proprio orto, amo poter coltivarmi un angolo mio. 2. Secondo me non c’è molto di negativo in questo quartiere, io e mia moglie ci troviamo bene. 3. Le strade e i servizi vanno bene; generalmente mi sento al sicuro. 4. Mi piacerebbe una nuova produzione che tenesse conto dei nostri orti. 5. A prima vista non lo capisco molto.




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