Italia per interni. Manifesto #2

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italia per interni manifesto #2 2 labics maria claudia clemente e francesco isidori 8 davide fabio colaci architetto 12 luciano giorgi lgb architetti 18 navone associati

Index

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Milano, Brera, 2005. © Luigi Filetici

Firenze, Palazzo Tornabuoni, 2008. © Luigi Filetici

Obicà - mozzarella bars Cliente: Obicà Progetto: Labics - Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori Gruppo di progettazione: Andrea Ottaviani, Sara Sosio (team leaders); Leonardo Consolazione, Manuela Gentile, Maria Iva Sacchetti, Adele Savioli, Annalucia Scarascia (project team)

Labics

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Londra, Canary Wharf, 2011. © Luke Hayes

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New York, Broadway, 2014. © Paul Warchol

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Collettività e individuo

L’architettura procede dall’interno all’esterno e viceversa. Non bisogna pensare allo spazio interno come ad una entità indipendente e separata dallo spazio esterno. Se lo spazio esterno è lo spazio delle rappresentazioni collettive, lo spazio interno è il luogo dell’individuo. Ma se l’esterno è sempre un interno, ogni interno ha sempre un suo esterno. Circolazione

La circolazione definisce la struttura dello spazio. La circolazione è il luogo di connessione tra gli ambienti; la circolazione definisce le modalità di incontro e di relazione tra le persone; tra le persone e gli spazi. La circolazione è un luogo della continua scoperta e invenzione. Varianti e invarianti

Lo spazio interno deve essere sempre riprogrammabile. Organizzando lo spazio interno intorno ad un sistema di invarianti che non definiscono un apparato formale ma una struttura di organizzazione spaziale è possibile costruire ambienti modificabili nel tempo sia nell’uso sia nella forma. Niente è immodificabile. Contesto

Ogni spazio interno appartiene sempre ad un contesto. Come ogni nuovo edificio deve relazionarsi con il contesto – naturale o artificiale – in cui si inserisce, così il progetto dello spazio interno si costruisce sempre a partire dal riconoscimento dei valori dell’edificio-contesto su cui agisce. L’architettura non è mai autonoma. Paesaggio Lo spazio interno è sempre un paesaggio. Un paesaggio che esprime i valori dell’utenza e dei fruitori a cui è destinato. Lo spazio interno può essere un paesaggio intimo, chiuso, domestico, aristocratico, così come può essere aperto, pubblico, collettivo, democratico. Labics Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori

Il progetto d’interni è concepito come una serie di micro interventi pensati come minuscoli cambiamenti, organizzati in maniera sinergica con l’obiettivo di produrre, qualificare o riscrivere un territorio. Case, negozi, spazi di lavoro, gallerie d’arte, scenografie, allestimenti costruiscono a tutti gli effetti un pezzo di città, frammenti che attraversano, invadono e alimentano lo spazio costruito dando forma a veri e propri habitat autonomi. Come nella post-produzione, il progetto d’interni riprogramma lo spazio esistente, lo rifunzionalizza rapidamente producendo un carattere prevalente rispetto al guscio architettonico che lo contiene e alimentando al contempo un territorio fatto di uomini, servizi, oggetti, informazioni e relazioni immateriali. Il progetto, come metafora di questa contemporaneità, si serve di materiali culturali provenienti da mondi liminali che ricicla, manipola, copia, dissolve, generando una realtà dove tutto si confonde. In questo territorio saturo di realtà materiali trovano spazio i nostri microambienti ( gli interni ), luoghi in cui le qualità visibili e invisibili sfumano tra di loro collaborando a una definizione interiore dell’habitat umano. Davide Fabio Colaci


Š Claudia Castaldi

Gelato Meccanico Davide Fabio Colaci, Lula Ferrari, Tour de Fork con Laura Doardo, Ludovica Niero, Marco Savini Biennale Interieur, Kortrijk 2014

Davide Fabio Colaci Architetto

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Davide Fabio Colaci Architetto

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Š Michele Nastasi

Š Michele Nastasi

Interno Verticale

Spazio Torelli

Davide Fabio Colaci con Margherita Sanfelici Milano, 2014

Davide Fabio Colaci con Ilaria Dagostino, Margherita Sanfelici Milano, 2013

Davide Fabio Colaci Architetto

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Davide Fabio Colaci Architetto

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© Tommaso Sartori

Pied-à-terre Luciano Giorgi, Diego Cassina Milano, 2009

Luciano Giorgi

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Š Andrea Martiradonna

Š Tommaso Sartori

Casa in montagna

Casa in collina

Progetto: Luciano Giorgi Collaboratori: Liliana Bonforta Chiesa Valmalenco, 2000

Progetto: Luciano Giorgi Collaboratori: Liliana Bonforta Chiesa Valmalenco, 2005-2008

Luciano Giorgi

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Quando progetto una casa per qualcuno devo ammettere che un’ambizione, sopra tutte le altre, alimenta il mio lavoro dall’inizio alla fine, dalla definizione degli spazi alla previsione della luce, dall’architettura degli interni al disegno degli impianti, dalla ricerca dei materiali alla precisazione delle superfici. Credo di lavorare per trovare, a progetto concluso, un luogo che sia — nel generale e nel particolare, nelle articolazioni funzionali, nella configurazione fisica e nelle sue suggestioni estetiche — il ritratto della persona, o delle persone. Sì, il ritratto della committenza. O per meglio dire, dei miei interlocutori. Un ritratto, però, nel quale quella casa è il nuovo sfondo della loro vita, e non soltanto della loro immagine. Certo, il progetto inizia sempre con l’ascolto e con il dialogo; ma ciò non basta, normalmente. C’è sempre qualcosa da progettare oltre le parole. E per capire esattamente com’è il luogo adatto a sé — la propria casa — i committenti devono dare spazio alla propria introspezione e, insieme al progettista, trovare la forma fisica dei propri desideri, fidandosi della conoscenza reciproca più autentica che sempre s’instaura quando si progetta. Perché se è vero che nella progettazione degli interni esistono ancora parametri dimensionali oggettivi, oltre alla soggettività ormai non esistono altri riferimenti validi: forse non esistono più vere “teorie” e “scuole”, “regole” o “stili” possibili. Né ornamento, né delitto; né meno, né più. Esistiamo noi, né più né meno, con la nostra resistente devozione alla cucina di Francoforte e con le più recenti infatuazioni neobarocche d’autore, con il nostro interesse per l’arte contemporanea e, collezionismi a parte, con l’inevitabile attaccamento all’Aubusson XVII siècle che fu della nonna. Luciano Giorgi

La formazione e l’esperienza acquisita attraverso una ventennale collaborazione con le principali industrie italiane hanno perfezionato nel tempo la nostra visione degli “interni” come uno strumento di narrazione, un contenitore in cui il tono di voce e gli elementi di messa in scena costituiscono il paradigma di riferimento del progetto. I nostri contesti di intervento richiedono un progetto della comunicazione in grado di analizzare e risolvere fattori critici come spazi di adiacenza con elevato “rumore di fondo” visivo, acustico e luminoso. Un modulo concettuale di riferimento fortemente strutturato, con profonde radici nel Movimento Moderno, costituisce la base delle indagini compositive che integrano con disinvoltura modalità costruttive ibride; il cemento lascia il posto a pareti realizzate con pura luce e spazi a dimensioni euclidee intervallati da partiture di “moduli container”. Un approccio in cui la verifica del progetto impone il controllo verticale di tutte le fasi realizzative, il riallineamento delle gerarchie costruttive, dove la segnaletica di percorso o l’identificazione di un brand dialogano pariteticamente con la costruzione in cui sono ospitati. Navone Associati


© Flavio De Rossi

© Flavio De Rossi

Mostra itinerante “Mollino fragments” Progetto: Navone Associati Triennale di Milano, MAXXI Roma, Piazzetta Mollino Torino, 2005

Navone Associati

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Navone Associati

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© Massimo Troboldi

© Massimo Troboldi

Ristorante “Mangiari di strada” Progetto: Navone Associati Milano, 1999-2014

Navone Associati

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Navone Associati

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Labics

Davide Fabio Colaci Architetto

Luciano Giorgi

Navone Associati

Labics è uno studio di architettura e pianificazione urbana con sede a Roma, fondato nel 2002 da Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori. Nel 2003 realizza “Podere 43”, ristrutturazione e ampliamento di un casale in Toscana, e gli uffici di “Italpromo & Libardi associati”. Ha partecipato a numerosi concorsi di progettazione nazionali e internazionali; tra i numerosi progetti vincitori si ricordano il CDU - Complesso Didattico Universitario a Rozzano nel 2003; il MAST nel 2005 e la “Città del Sole” nel 2007. Labics ha una visione ampia e comprensiva delle differenti scale e dei diversi contesti che compongono la città contemporanea, evidente nel Masterplan per la Centralità di Torre Spaccata, una delle 18 Centralità previste dal Nuovo Piano Regolatore di Roma, nel piano di recupero dell’ex Manifattura Tabacchi a Napoli (2013) per CdP immobiliare e, ad una scala inferiore, nel caso di piazza Fontana a Rozzano. Labics ha realizzato, con continuità nel tempo, numerosi spazi interni – spazi domestici, luoghi di lavoro e per il tempo libero. Dal 2003 è responsabile per il Design concept e l’architettura di Obicà, un progetto di ristorazione internazionale con sedi a Milano, Roma, Londra, Firenze, New-York, Tokyo, Toronto e Kuwait City, di cui ha seguito tutte le fasi di realizzazione. Labics ha vinto numerosi premi in concorsi nazionali ed internazionali e ha esposto in diverse mostre di architettura tra cui la 11° Biennale di Venezia (con la ricerca su Roma dal titolo Bordeline Metropolis) e la successiva 12° edizione.

Davide Fabio Colaci nasce nel 1978 a Milano, dove vive e lavora. Studia tra la facoltà di architettura di Porto e il Politecnico della sua città, dove si laurea e consegue un dottorato di ricerca in architettura degli interni e allestimento con Andrea Branzi. Nel 2011 fonda il suo studio di progettazione, Davide Fabio Colaci architetto, un laboratorio aperto che tra ricerca e professione interpreta ed elabora l’habitat contemporaneo attraverso il progetto. Non un metodo, non una strategia prevalente ma la necessità di trasformare ogni attività in una nuova ricerca critica sui temi e i fenomeni del cambiamento, indagando le relazioni tra oggetti, spazio, vita e territorio. Lo studio ha recentemente realizzato un atelier per artisti a Milano, una serie d’interni abitativi tra Italia, Francia e Bruxelles. Ha vinto il concorso Spaces Category per la Biennale Interiéur di Kortrijk in Belgio e ha curato WoodMood una mostra internazionale sul design del legno inaugurata durante il London Design Festival e proseguita per New York e Milano. Collabora come scenografo con il Teatro Arsenale e svolge attività di curatore e consulente con aziende, fondazioni e privati. Insegna progettazione d’interni presso la Scuola di Architettura e Società del Politecnico di Milano, dove ha affiancato Andrea Branzi, Michele De Lucchi e Pierluigi Salvadeo nella didattica e nella ricerca. Scrive di progetto svolgendo attività critica indipendente nel settore dell’architettura e del design.

Luciano Giorgi nasce a Pavia nel 1966. Studia con Achille Castiglioni, Michael Alder, Joao Luis Carrilho da Graca e altri e si laurea in architettura presso il Politecnico di Milano (con Cino Zucchi e Pietro Nicolini). Apre il suo studio a Pavia nel 1996 e nel 2004 fonda lgb-architetti, brand che si propone per consulenze e realizzazioni di progetti in ambito commerciale e del lusso per eventi, allestimenti e negozi. È finalista al premio “Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana” nel 2003 (per il progetto “Casa sulle Alpi” a Chiesa Valmalenco) e ancora nel 2007. Partecipa al Padiglione Italia della IX e della XIV Biennale di Venezia (2004 e 2014). Collabora per molto tempo con Benetton. Nel gennaio 2009 presso la Triennale di Milano partecipa alla mostra “opening soon – Benetton mette in mostra il futuro dello spazio vendita”, con un progetto di facciata dello store Benetton-Sisley ad Odessa (Ucraina). Seguiranno i progetti per le facciate degli showroom di Vicenza, Vercelli, Foggia, Latina e Mosca. Dal 2011 è tutor alla NABA di Milano all’interno del master in interior design. I suoi lavori vengono pubblicati in numerose riviste di design e architettura nazionali e internazionali. La sua attività si concentra principalmente nell’architettura e nel disegno di interni, toccando anche il progetto di spazi commerciali, concentrandosi in marchi di lusso. Col tempo, la sua attività si fa sempre più consapevole della necessità di approfittare di ogni progetto per realizzare qualcosa di eccezionale.

Navone Associati nasce dall’ufficio di immagine coordinata di Olivetti proseguendone esperienze e metodologie nei progetti di corporate identity, interior design e product design. “In studio non vi è architetto che non conosca almeno cinque famiglie di caratteri tipografici, non vi è grafico che non intuisca a colpo d’occhio la dimensione di una parete, non vi è designer che non sia in grado di elaborare un testo critico sul lavoro che sta sviluppando” dice Maurizio Navone a proposito del suo studio. Navone Associati è uno spazio di progetto in grado di ri-conoscere, selezionare e raccontare qualità, siano esse brand, prodotti o servizi. Navone Associati opera prevalentemente con aziende e istituzioni. Interfacciandosi con loro individua gli obiettivi di progetto, posiziona il messaggio per argomentazioni valoriali, definisce il programma narrativo, elabora gli elementi di messa in scena, per la creazione di scenari di comunicazione di qualità. Capacità di dialogo con realtà complesse, interazione di professionalità eterogenee all’interno del proprio iter progettuale, continua evoluzione dei propri format narrativi, verticalizzazione del servizio, hanno consentito nel tempo a Navone Associati di lavorare a stretto contatto con le principali realtà industriali e istituzionali italiane (tra cui FIAT, Ferrovie dello Stato, Lancia, Italdesign, Lavazza, Fondazione Fiera Milano, Ferretti Group, Riva, Gucci e Pirelli).

Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori

Biography

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lgb architetti

Biography

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