The Architects Series - An issue on Shop Architects

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The

Architects Series An issue on

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ALLEGATO A SUPPLEMENT TO

a cura di / curated by

THE PLAN

GIUGNO / JUNE 2018



SHoP Architects Nel 1996 SHoP Architects avvia un metodo progettuale nuovo che si concretizza in un design non convenzionale. Il significato del nuovo metodo progettuale è identificabile nella volontà di mettere in discussione i modelli pratici comunemente accettati unitamente al coraggio di andare, laddove necessario, oltre le competenze tradizionali dell’architetto. Questo processo di apertura mentale consente di affrontare efficacemente una vasta gamma di problemi, comuni a tutti i progetti: dai nuovi concetti programmatici, alle tecniche di fabbricazione e consegna di nuova generazione, alla progettazione di spazi rispondenti alle loro funzioni. SHoP sostiene che un’architettura intelligente ed evocativa può essere introdotta nel mondo reale, con i vincoli del mondo reale; questa è la ragione per la quale clienti come Google, Uber e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti si sono rivolti a Shop. Attualmente i progetti in corso includono 111 West 57th St, un grattacielo a Manhattan di oltre 400 m di altezza, 447 Collins, un progetto ad uso misto di quasi 186.000 m2 situato nel cuore del Central Business District di Melbourne e la nuova sede di Uber a San Francisco. Lo studio è stato premiato con riconoscimenti quali il National Academy Distinguished Achievement Award, il Fast Company’s “Most Innovative Architecture Firm in the World” e lo Smithsonian/Cooper Hewitt’s “National Design Award for Architecture”.

Il ruolo pubblico dell’architettura di Corie Sharples

SHoP Architects In 1996, SHoP Architects launched a new design approach that has led to a plethora of non-conventional designs. The significance of the practice’s design approach rings through in its desire to question commonly-accepted practical models, along with the courage, where necessary, to go beyond architects’ traditional competencies. This open-mindedness has made it possible to effectively tackle a broad range of problems common to all projects, from new planning concepts to nextgeneration building and delivery techniques, and space design that responds to function. SHoP believes that intelligent and evocative architecture has a place in the real world, including among real-world constraints. It is little surprise that clients such as Google, Uber and the US Department of State have all come to SHoP for their projects. Current projects at the practice include 111 West 57th St a more-than-400 m tall Manhattan skyscraper, 447 Collins, a mixed-use project of some 186,000 sq. m situated in the heart of the Central Business District in Melbourne, and Uber’s headquarters in San Francisco. The practice has won awards that include the National Academy Distinguished Achievement Award, the Fast Company’s “Most Innovative Architecture Firm in the World”, and the Smithsonian/Cooper Hewitt’s “National Design Award for Architecture”.

SHoP Architects è uno studio di architettura fondato per unire e valorizzare diverse competenze nel campo della progettazione con il fine di migliorare la qualità della vita pubblica. L’impegno di SHoP sfida il processo di costruzione classico e dimostra che bellezza e competenza tecnologica non si escludono a vicenda. Un approccio che si traduce in un attento esame dell’intero progetto e del sito, dell’ambiente culturale ed economico, dei bisogni fisici del cliente, dei vincoli di budget, nonché delle tecniche di costruzione, di branding, di marketing e delle questioni di post-occupazione. La grande architettura richiede che il design, le risorse finanziarie e la tecnologia lavorino insieme; SHoP combina queste forze in soluzioni innovative creando nuovi modelli di interazione professionale. Corie Sharples, cofondatrice di SHoP, illustra i principali progetti in corso di realizzazione che meglio documentano l’approccio dello studio al design e al real-world R&D, focalizzando l’attenzione su tematiche sensibili che emergono dallo sviluppo di ogni idea come l’integrazione di sistemi e materiali tradizionali con tecnologie innovative, sull’importanza del ruolo degli architetti nel preservare la dimensione della sfera pubblica e sulla necessità di innovarsi per proiettare nel futuro lo sviluppo della metodologia della progettazione.

The public role of architecture by Corie Sharples

As an architectural practice, SHoP Architects was established to combine and leverage a variety of skills in the field of design in order to enhance the quality of public life. SHoP strives to challenge the classical process of construction by demonstrating that beauty and technological prowess are not mutually exclusive. The practice’s approach is channeled through a meticulous investigation of the entire project, ranging from the site to the cultural and economic environment and the customer’s physical needs, along with any budget constraints and techniques for building, branding, marketing and postoccupation-related issues. To make great architecture needs the design, financial resources and technology all to work together: SHoP combines these forces into ground-breaking solutions, creating new templates for professional interaction. SHoP co-founder Corie Sharples illustrates the leading projects the practice currently has under development that showcase its approach to design and real-world R&D. She focuses her attention on the sensitive issues to emerge from the development of every idea, integrating traditional systems and materials with leading-edge technologies, the key role architects play in preserving the dimension of the public sphere, and the need to innovate in order to project its design methodology into future developments.

CREDITI / CREDITS Photos P. 4 © Tom Harris; p. 5 top right © Delfino Sisto Legnani; pp. 6/11 © Ty Cole; pp. 12 bottom © Truebeck Construction Renders Pp. 18, 20, 21 © Hayes Davidson Unless otherwise indicated, all material © SHoP Architects, courtesy SHoP Architects (www.shoparc.com 233 Broadway 11th Floor, New York, NY 10279) 02

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WAVE/CAVE FuoriSalone Milan, Italy | 2017

Un’onda di ceramica tra le pieghe del tempo Viviamo in tempi frenetici. La nostra attenzione è attratta da un susseguirsi di realizzazioni straordinarie che vengono sostituite ancor prima di riuscire ad assimilarle. Ne deriva una sensazione pervasiva di disagio e di intima agitazione. WAVE/CAVE è il contributo di SHoP alla mostra Material Immaterial presentata al FuoriSalone 2017 di Milano, che cerca di cogliere questo sentimento di smarrimento attraverso una installazione capace di fondere l’inesorabile scorrere del tempo con l’accelerazione impressa dai continui cambiamenti al vivere quotidiano. La struttura è realizzata in terracotta grezza, archetipo del materiale da costruzione primigenio, la cui attualizzazione si propone come metafora della dualità tra permanente ed effimero. L’ installazione si estende per 60 m2 ed è composta da 1.670 blocchi di ceramica non smaltata, impilati su tre livelli fino al raggiungimento di 3,6 m di altezza. Ogni pezzo è stato ricavato per estrusione da una matrice particolare e successivamente tagliato al tornio CNC in 797 profili diversi. La superficie esterna è composta da un serie continua di rientranze scanalate interrotta solamente nelle due aperture previste per l’affaccio dei visitatori. Internamente i blocchi sono sezionati gradualmente verso il centro per poi tornare all’altezza perimetrale nel cuore della scultura. L’intelaiatura verticale è realizzata con barre di acciaio inossidabile del diametro di 12 mm, mentre l’ancoraggio laterale è affidato ad anelli in acciaio di 4 mm di spessore non visibili che collegano gruppi di blocchi. Le 60 tonnellate complessive poggiano su una piastra d’acciaio di 8 mm di spessore supportata da profili strutturali HEA120. L’azienda PHT Lighting Design si è occupata di far emergere la stessa ricchezza delle forme visibili di giorno anche nelle ore notturne. Per prolungare l’effetto nell’arco dell’intera giornata sono stati installati e integrati nella piattaforma 70 proiettori che illuminano sia la parete perimetrale sia la superficie interna, ottenendo un suggestivo effetto compositivo.

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A ceramic wave among the folds of time We live in frenetic times. Our attention is buffeted by a succession of extraordinary creations that are replaced before we even have time to assimilate them. The result is a pervasive sensation of unease and intimate agitation. WAVE/CAVE is SHoP’s contribution to the Material Immaterial exhibition, presented at FuoriSalone 2017 in Milan. It seeks to capture this feeling of disorientation through an installation capable of combining the inexorable flow of time with the accelerating, ceaseless change in our everyday lives. The structure is made out of raw terracotta, an archetypal early building material that, brought up to date, acts as a metaphor for the duality of the permanent and the ephemeral. Extending over an area of some 60 sq. m, the installation consists of 1,670 blocks of unenamelled ceramics, piled up on three levels to a height of 3.6 m. Each piece was made by extrusion through a special mold; a CNC lathe was then used to cut them into 797 different profiles. The external surface area consists of an unending series of grooved indentations, broken up solely by two openings that allow visitors to look in. Internally, the blocks are gradually sectioned towards the center, before returning to the perimeter height at the heart of the sculpture. The vertical framework is made of 12 mm-diameter stainless steel bars. The sculpture is anchored laterally by concealed 4 mm-thick steel rings that connect the groups of blocks. The total 60 ton-weight rests on an 8 mm-thick steel plate, supported by HEA120 structural profiles. The PHT Lighting Design company ensured that the richness of form visible by day may also be seen at night. To prolong the effect throughout the day, seventy lights were installed and integrated into the platform, lighting up both the perimeter wall and the internal surface to evocative compositional effect.

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Midtown Center Washington D.C., USA | 2018

Tre ponti sospesi su un mare di vetro e rame La capitale degli Stati Uniti è da sempre una realtà molto vivace e in costante fermento. Midtown Center nasce nel centro della città, offrendo numerose opportunità per favorire la realizzazione di nuovi ambienti pubblici dinamici che si aggiungono ad una più ampia rete di spazi aperti caratterizzanti lo sviluppo urbano degli ultimi anni. L’edificio è un complesso ad uso misto di 14 piani che comprende uffici, ristoranti e negozi disposti intorno a un’ampia nuova piazza pubblica. Con l’obiettivo di una maggiore integrazione con l’ambiente circostante e ottemperando alle tradizioni edilizie locali, la facciata fronte strada è composta da pannelli in vetro con infissi in rame, la cui patina superficiale cambierà lentamente colore nel corso del tempo. L’inclinazione delle superfici vetrate ottimizza l’ombreggiatura solare mantenendo al contempo le migliori condizioni di luce per gli spazi di lavoro interni. Inoltre, la trasparenza delle superfici alleggerisce il contrasto dimensionale in questo sito tra edifici di elevata grandezza prospicenti strade di modesta larghezza. Gli elementi che caratterizzano il progetto sono i tre ponti incrociati che collegano, in elevazione, le due ali del complesso, sculture sospese che con la loro struttura in vetro e acciaio rivestita da lamine frangisole in rame ravvivano la corte sottostante. Il piano terra è organizzato in piccole aree di sosta e incontro collegate da percorsi pubblici “secanti gli angoli” dell’edificio che stabiliscono un migliore collegamento con i quartieri adiacenti seguendo lo sviluppo dei percorsi stradali e pedonali esistenti. L’intento di Gregg Pasquarelli, socio fondatore di SHoP Architects, consiste nel comporre percorsi pedonali, ponti scultorei e materiali scelti secondo una strategia visiva con l’obiettivo di realizzare un’espressione architettonica che funga da catalizzatore per l’intero quartiere.

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Three bridges suspended over a sea of glass and copper The United States capital has always been a lively place, one that is constantly in a state of flux. The Midtown Center rises in the center of the city, offering a host of opportunities for fostering the creation of dynamic new public environments, grafted on to a broader network of open spaces characteristic of recent urban development. The mixed-use, fourteen-floor complex features offices, restaurants and retail spaces around a broad new public plaza. Pursuing the goal of greater integration with the surrounding environment while respecting local building traditions, the street-front façade is made up of copper-framed glazed panels; as the years go by, the surface patina will slowly change. The way the glazed surfaces are inclined optimizes sun-shading, while at the same time maintaining optimal lighting conditions for interior workspace. Additionally, the transparent surfaces lighten up the dimensional contrast of this site situated between larger buildings that look out over streets of modest width. The project’s hallmark elements are three bridges that criss-cross to connect the two wings of the complex. Hanging sculptures of steel and glass, they are faced with copper sunshades, adding drama to the courtyard below. The ground level is organized into small areas for gatherings and dialogue, connected to the building’s “corner secant” public through-ways that establish improved links with adjacent areas, as well as following the routes of existing road and pedestrian paths. It was the intention of Gregg Pasquarelli, a founding partner of SHoP Architects, to compose pedestrian walkways and sculptural bridges, choosing materials that foster a visual strategy whose objective is to create an architectural expression that acts as a catalyst for the entire local area.

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Spaccato prospettico sul piano terra Ground floor perspective cutaway

Sezione prospettica longitudinale Perspective longitudinal section

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South Street Seaport: Pier 17 New York, NY, USA | 2018

Immaginare un molo commerciale Il restyling di Pier 17, storico molo newyorkese presso il South Street Seaport affacciato sul Ponte di Brooklyn, trasforma completamente l’edificio esistente in una struttura multifunzionale che trova le sue ragioni nella rinascita commerciale di Lower Manhattan e nella continua crescita residenziale di una comunità cittadina attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Il nuovo polo ha un’estensione di 27.800 m2 e accoglie una notevole varietà di usi che contribuiscono alla vitalità e alla continuità dello spazio pubblico lungo il fiume. Il recupero architettonico realizzato da SHoP prevede un design che reimmagina il concetto di centro commerciale creando una commistione di boutique, grandi ristoranti e spazi pubblici per eventi. La nuova impronta riecheggia il tipico paesaggio di New York, con piccole strutture individuali che ospitano negozi e ristoranti separati da strade pedonali all’aperto. Il complesso architettonico prevede sei unità indipendenti di diversa metratura, collegate tramite una struttura porticata su pilastri in acciaio che circonda tutto il perimetro realizzando un’articolata trama di percorsi continui. Due grandi piani, ognuno dei quali misura 5.570 m2, si estendono sopra i piccoli negozi simulando l’effetto di una copertura uniforme. Enormi pannelli vetrati in stile “garage”, scendono in caso di maltempo per proteggere i livelli inferiori dell’edificio, offrendo riparo dagli elementi atmosferici e aprendo al contempo nuove viste panoramiche sul Ponte di Brooklyn. Il livello del tetto è interamente dedicato a un nuovo spazio aperto, progettato per offrire molteplici attività di intrattenimento. Pier 17 rappresenta oggi la storia e il futuro di Seaport nella sua duplice natura estetica e funzionale.

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Reimagining a commercial wharf The restyling of Pier 17, a historic New York wharf near the South Street Seaport looking out over Brooklyn Bridge, has completely transformed the existing building into a multifunctional facility that epitomizes the commercial rebirth of Lower Manhattan and the non-stop residential growth of a city community active 24-7. The new 27,800 sq. m center caters to a significant variety of different uses, contributing to the vitality and continuity of the public riverside space. SHoP’s design reimagines the concept of a shopping mall, with a mixture of boutiques, major restaurants, event spaces and public space. This new approach echoes the typical New York cityscape of small individual structures housing stores and restaurants, along open-air pedestrian streets. The architectural complex envisages six independent units of various size, connected via a steel-pillared colonnaded structure that surrounds the entire perimeter to create a complex interweave of continuous pathways. Two large floorspaces, each measuring 5,570 sq. m, extend above the small retail units, simulating the effect of uniform roofing. Huge glazed “garage-style” panels descend in bad weather to protect the lower levels of the building, offering shelter from the elements while at the same time opening up new panoramic views over Brooklyn Bridge. The roof level has been wholly given over to an open space, which was designed to cater to multiple leisure activities, from dining and relaxation to concerts and events. Pier 17 today represents both the history and future of the Seaport in the twin guise of its aesthetic and functional nature.

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Uber Headquarters San Francisco, CA, USA | 2019

Postazioni di lavoro verticali e collegamenti trasversali La nuova sede di Uber nel quartiere di Mission Bay a San Francisco evidenzia la volontà di portare quest’area in via di sviluppo in linea con gli ambienti urbani di successo a misura d’uomo, per i quali San Francisco è così famosa. SHoP ha conseguito questo obiettivo concependo un design compositivo permeabile della facciata che facilita la percorrenza “dentro-fuori” del complesso. Il progetto prevede una superficie di quasi 40.000 m2 comprensiva di una torre di undici piani e di una struttura a sviluppo orizzontale di sei piani trasparente. Questi edifici rappresentano un polo di riferimento che contribuisce alla trasformazione dell’area in un quartiere dinamico e pedonale. Tra i due blocchi si interpone un’ampia piazza pubblica, progettata per supportare e accogliere l’aumento di attività previsto presso l’adiacente stazione metrotranviaria e nuova arena. Per instaurare un legame tra la vita che si svolge in città e le attività all’interno dell’edificio, il team di SHoP inventano un concetto di sviluppo creativo definito the Commons, ha ideato un approccio volto alla realizzazione di una ramificata rete che alterna percorsi di circolazione e spazi di aggregazione, facendo in modo che la pratica urbana potesse ispirare l’operatività di quanti impiegati nel complesso architettonico. La stessa filosofia si estende anche alla progettazione del nuovo spazio di lavoro dei dipendenti di Uber che segna un allontanamento dalla crescente tendenza alla realizzazione di uffici open space. Qui le postazioni sono disposte in una serie di piccole aree definite e indipendenti, chiamate “neighborhoods”, ma con accesso a zone di lavoro condivise e di supporto. Distinte dall’utilizzo di diversi colori e materiali, queste aree rievocano la varietà di stili di vita riscontrabili nell’ambiente urbano come nelle aziende. Per sfruttare il clima temperato di San Francisco, i due edifici presentano un involucro “respirante” seguendo un’impostazione di ecosostenibilità per l’intero complesso: un sistema programmabile di aperture riduce notevolmente la necessità di ventilazione meccanica. L’attenzione alla sostenibilità dell’intervento è rivolta anche alla raccolta dell’acqua piovana e al riscaldamento dell’acqua con energia solare per mezzo di spazi verdi sulla copertura e isole vegetali a livello del suolo, che permetteranno di soddisfare i requisiti energetici LEED Gold.

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Vertical workstations and transverse connectors Uber’s new headquarters in San Francisco’s Mission Bay district is an expression of a desire to bring this developing part of town up to speed with the successful, human scale for which San Francisco is so famous. SHoP has achieved this by designing a network of circulation and gathering spaces within an inside-outside environment enclosed by a permeable façade. The almost 40,000 sq. m project includes a transparent eleven-story tower and horizontal six-story structure. These buildings form a central core in an area that is transforming into a dynamic, pedestrianized district. A broad, landscaped public plaza between the two blocks was designed to support and embrace the expected increase in activity at the nearby light rail station and new arena. In order to foster links between life in town and work inside the building, the SHoP team created a concept called “the Commons”, a network that combines circulation routes with gathering spaces to ensure that street life inspires the work of people in the architectural complex. The same philosophy extends to the design of the new workspace for Uber employees, which moves away from the growing trend of open-plan office space. Instead, the workstations are arranged into a series of smaller areas called “neighborhoods”, each of which has access to shared working and support functions. Set apart by the use of different colors and materials, these areas invoke the mix of lifestyles that coexist within both the urban environment and work life. Taking advantage of San Francisco’s temperate climate, the two buildings feature a “breathing” envelope, a sustainability feature that uses a programmed window opening system to significantly reduce the need for mechanical ventilation. The focus on sustainability extends to rainwater collection and solar hot water heating. Thanks to green spaces on the roof and the ground level parks, the buildings will achieve LEED Gold.

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Modello dell’edificio a torre, sezione trasversale Model of the tower building, cross-section

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Modello dell’edificio a sviluppo orizzontale, sezione trasversale Model of the horizontally-extended building, cross-section

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335 Madison Avenue, Company Headquarters New York, NY, USA | 2019

Un crocevia verticale tra la città storica e le nuove tecnologie Situato nel cuore di Manhattan, dove si intrecciano le vie del trasporto pubblico e dei transiti commerciali, 335 Madison Avenue è un progetto a uso misto di 32.500 m2 che si inserisce come giunzione ideale tra un passato industriale - rappresentato dalla storica Grand Central Station - e la nuova era di trasformazioni tecnologiche. Il concept alla base della progettazione non nasce da una visione estetica, ma da un’attenta analisi dell’utenza prevista. Da tale approfondimento è nato uno stretto confronto tra progettisti e committenza sulle opportunità presentate dall’edificio e su come coniugare gli spazi dotati di soluzioni tecnologiche avanzate con un’ambiente di lavoro umanamente gratificante. Lavorando fianco a fianco con il cliente, Milstein Properties, SHoP ha progettato un rinnovamento completo della hall e dei piani degli uffici esistenti, e ideato la realizzazione di molti spazi di supporto, dando vita a un luogo di lavoro di nuova concezione, una piattaforma innovativa che costituirà un campus tecnologico verticale. Un vero e proprio “quartiere” in grado di combinare le esigenze lavorative e i comfort dell’ospitalità, realizzando un ambiente capace di offrire opportunità di networking per le start-up e gli imprenditori che occuperanno l’edificio. I nuovi spazi includono un bar, punti di ristoro, diverse aree per eventi, retail, una biblioteca vetrata a due piani, un centro benessere, una palestra e una terrazza con vista sulla Grand Central Station. La combinazione di questa vasta gamma di servizi unita a un processo di progettazione collettivo e condiviso conferisce un valore aggiunto all’ambiente di lavoro in accordo con i valori di collaborazione e interazione che l’architettura intende ispirare.

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At the vertical crossroads between traditional downtown and new technologies Situated in the heart of Manhattan, at the crossroads of transit and commerce, 335 Madison Avenue is a mixed-use 32,500 sq. m project that is an ideal junction between the industrial past, in the form of the historic Grand Central Station, and the new age of technological transformation. The underlying design concept that the practice adopted was a meticulous analysis of expected users, rather than an aesthetic vision. This analysis gave rise to a concerted dialogue between the designers and the client regarding the opportunities that the building presented: specifically, how to combine spaces equipped with advanced technological solutions with a working environment that is both gratifying and on a human scale. Working alongside client Milstein Properties, SHoP conceived a complete renovation of the hall and existing office floors, designing a number of support spaces to create a new-concept workplace as a leading-edge platform for a vertical technological campus. This veritable “district” combines work-related requirements with hospitality amenities, providing an environment that is capable of offering networking opportunities for the start-ups and business people who occupy the building. New spaces include a bar, refreshment options, a number of events areas, a two-story glazed library, a wellness center, retail, a gym and a terrace with a view out over Grand Central Station. Combining this broad range of amenities with a process of shared, collective design adds value to the working environment, applying the values of partnership and interaction that the architectural approach seeks to inspire.

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111 West 57th Street New York, NY, USA | 2019

Un’ala di vetro e terracotta Situata nel cuore di Midtown, sulla 57th Street, questa torre residenziale ideata per JDS Development Group, con un’altezza totale di 435 m, raffigura la caratteristica essenziale di New York inserendosi nel contesto urbano come nuovo e importante punto di riferimento locale e regionale. La sua silhouette elegante si staglia decisa al confine di Central Park; il design mira a recuperare la qualità, la materialità e le proporzioni delle torri storiche della City, sfruttando al contempo le più avanzate tecnologie per spingersi ai limiti dell’ingegneria e della tecnica costruttiva attuale. L’architettura è progettata per essere letta su più scale e offrire molteplici punti visivi contribuendo ad arricchire lo skyline cittadino di un nuovo elemento. Questo obiettivo è stato raggiunto attraverso un rinnovato utilizzo della terracotta, un materiale caratterizzante la percezione storica di Manhattan. Il suo impiego sulle facciate est e ovest arricchisce la trama delle superfici creando attraverso l’alternanza di fasce vetrate e colonne decorate in ceramica un singolare gioco di luci e ombre visibile a scala urbana. I profili in cotto sono stati estrusi, modellati, smaltati e successivamente sovrapposti seguendo uno schema ondulatorio che conferisce alla facciata un moiré distintivo e mutevole con variabili effetti luminosi se osservata da angolazioni differenti. Ciò che contraddistingue la torre è il profilo a risega decrescente verso l’alto del fronte sud che ricorda lo sviluppo alare di un uccello, contrapposto al prospetto interamente vetrato rivolto a nord progettato per sfruttare al massimo le vedute su Central Park. Alla base, la torre è arretrata rispetto alla strada e si inserisce in una corte su cui insiste la storica Steinway Hall progettata da Warren & Wetmorein nel 1925.

A wingspan of glass and terracotta Located in the heart of Midtown on 57th Street, this 435-m tall residential tower designed for JDS Development Group, is an expression of New York’s most essential characteristic, taking its place in this urban environment as a major new local and regional landmark. Its elegant silhouette stands out decisively on the edge of Central Park. The design seeks to restore the quality, materiality and proportions of the city’s historic towers, while at the same time exploiting the most advanced technologies to reach the very limits of engineering and current construction techniques. The architectural design was created to be read on multiple scales, offering multiple visual points and enriching the city skyline with a new element. This objective was achieved through a new approach to the use of terracotta, a material characteristic of historic perceptions of Manhattan. The terracotta on the eastern and western façades enriches how the building’s surfaces interweave, as glazed bands alternate with decorated ceramic columns to create a singular interplay of light and shadow on an urban scale. The terracotta sections were extruded, shaped, enameled and subsequently overlapped, following a wave-inspired pattern that lends the façade a distinctive, ever-changing moiré, triggering a variety of tricks of light when viewed from different angles. The tower’s hallmark feature is its decreasing saw-tooth profile that rises along its southern front, much like a bird’s wingspan, in contrast to the fully-glazed north-facing prospect, which was designed to maximize the views out over Central Park. The tower’s base sits back from the street, rising from the courtyard next to the historic Steinway Hall, which was designed by Warren & Wetmorein 1925.

Prospetto laterale Side elevation 18

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Esploso assonometrico con individuazione della struttura e dei rivestimenti Exploded axonometric view including location of structure and cladding

Diagramma di studio compositivo dello sviluppo verticale Diagram of the vertical development compositional study

Ipotesi di studio della visuale panoramica Study hypothesis of the panoramic view

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Botswana Innovation Hub

A technological heart in the desert

Gaborone, Botswana | 2020

Un cuore tecnologico nel deserto Il Botswana Innovation Hub, situato a Gaborone alle soglie del deserto del Kalahari, si propone come un complesso strategico per lo sviluppo tecnologico, scientifico ed economico nazionale ospitando uffici e spazi di laboratorio per le imprese straniere e locali ad alta intensità di innovazione e conoscenza. La stretta collaborazione tra architetti, governo, università e aziende come Microsoft ha permesso la creazione di ampi spazi dedicati ad istituti di ricerca e formazione avanzata, come un laboratorio di ricerca HIV, un data center e uno spazio dedicato all’ingegneria. Anche la costruzione dell’edificio è stata investita da questa intenzionalità tecnologica attraverso il ricorso a una nuova interfaccia Iphone, già utilizzata in passato da SHoP e migliorata, in grado di scansionare i componenti della facciata durante la fabbricazione, l’assemblaggio, il trasporto e l’installazione per mantenere un catalogo digitale aggiornato sullo stato del fabbricato. Le difficoltà energetiche della regione hanno rappresentato per gli architetti un’opportunità per spingere la progettazione oltre i limiti attuali dell’efficientamento energetico. La struttura si avvale di varie tecniche sostenibili tra cui il concept di SHoP per lo sfruttamento dei tetti chiamato “Energy Blanket”, che combina strategie attive e passive. Il tetto infatti è verde, realizzato con piante indigene e resistenti alla siccità che consentono di ridurre l’impegno manutentivo; è fornito inoltre di un sistema di raccolta dell’acqua piovana e di riutilizzo della stessa per l’irrigazione dei giardini al piano terra. Per sfruttare l’elevato apporto di energia solare, la copertura è dotata di sistemi fotovoltaici attivi e passivi. L’involucro realizzato con materiali ad alte prestazioni termiche e una attenta organizzazione dei sistemi di ombreggiamento consentono di compensare almeno il 50% dei costi energetici mitigando l’effetto dell’escursione termica diurna e notturna all’interno dell’edificio. L’utilizzo di estese superfici vetrate, atipico in una regione come il Botswana, è consentito grazie all’ombreggiatura fornita da aggetti metallici la cui forma è stata adattata a seconda dell’orientamento del prospetto interessato. Infine gli interni sono stati realizzati in collaborazione con artigiani e produttori locali con l’obiettivo di reinterpretare modalità proprie dell’artigianato tradizionale mediante l’uso di soluzioni innovative.

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The Botswana Innovation Hub, located in Gaborone, the gateway to the Kalahari Desert, is a strategic complex for the country’s technological, scientific and economic development, hosting offices and lab space for leading-edge, knowledgebased local and foreign firms. A close partnership that united architects, the government, universities and companies like Microsoft, made it possible to create ample dedicated space for research facilities and advanced education, including an HIV research lab, a data center and an area dedicated to engineering. Construction of the building itself was technologyled, leveraging a new, improved iPhone interface used by SHoP. The interface was adopted to scan façade components during manufacture, assembly, transport and installation, making it possible to maintain an up-to-date digital catalogue of the building’s progress. Energy issues in the region offered the architects an opportunity to push their design beyond current energy efficiency limits. The structure draws on a variety of sustainable techniques, including SHoP’s “Energy Blanket” concept for exploiting the roof, which combines active and passive strategies. The green roof is created from indigenous drought-resistant plants, which make it possible to reduce maintenance requirements. The roof also features a built-in rainwater collection system for re-using rain to irrigate the ground-level gardens. To exploit the high levels of solar energy, the roof mounts active and passive photovoltaic systems. Made from high thermal performance materials and a meticulously-arranged shading system, the envelope enables an offset of at least 50% of energy costs by mitigating day/ night temperature fluctuations inside the building. The use of expansive glazed areas - non-typical in a region like Botswana - is possible thanks to the shade provided by metal overhangs whose form adapts depending on the particular elevation’s orientation. Made in partnership with local artisans and manufacturers, the building’s interior reinterprets folk traditions through the lens of innovation solutions.

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Programma di intrattenimento condiviso Shared amenity program

Anfiteatro all’aperto Outdoor amphitheater Giardino “Bioswale� Bioswale landscape Copertura energetica Energy blanket

Garage coperto Covered parking garage

Schema assonometrico del complesso Axonometric diagram of the complex

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447 Collins Melbourne, Australia | 2020

Un arco a destinazione mista Su Collins Street, una delle vie più importanti della città di Melbourne, si affacciano numerose attività d’interesse per turisti e abitanti. Alcune delle migliori architetture d’epoca vittoriana e altri edifici storici riconvertiti ad uso commerciale fanno da cornice a grattacieli di recente costruzione, simbolo del cuore finanziario e assicurativo della metropoli. È da questo articolato sistema polifunzionale, contraddistinto dalla convivenza di architetture polimorfe, che nasce l’idea di Collins Arch. La sua ideazione è frutto della collaborazione di SHoP e Woods Bagot che nel maggio 2014 vincono il concorso internazionale indetto per la creazione di quello che sarà il fiore all’occhiello del quartiere degli affari della città. Il progetto prevede una struttura formata da due torri a gradoni, non simmetriche, di 39 piani che raggiungono l’altezza di 164 m, collegate da uno skybridge a 8 piani. Collins Arch rappresenta uno dei primi edifici a destinazione mista dell’Australia, includendo 186 appartamenti, un nuovo hotel a cinque stelle gestito da W Hotel, 49.000 m2 di uffici well-rated e 940 m2 di vendita al dettaglio al piano terra. Una particolare attenzione è stata rivolta alla realizzazione di ampi spazi pubblici che si sviluppano attorno a una rete di piazze aperte, di un parco alberato e di un anfiteatro, uno schema volutamente in contrasto con il sistema di piccole stradine vivaci e ricche d’arte della città. La forma dinamica e poliedrica conferisce a Collins Arch un ruolo di catalizzatore urbano di riferimento indirizzato a una dimensione pubblica dell’architettura con l’effetto di trasformare l’area circostante in una vivace comunità attiva 24 ore su 24, immagine di un centro multiculturale e cosmopolita. 447 Collins è un progetto Greenstar a 5 stelle che riceverà la certificazione di Eccellenza Australiana (Australian Excellence) per la sostenibilità ambientale.

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Mixed-use archway A number of sites of interest to tourists and residents line Collins Street in Melbourne, one of the city’s most important thoroughfares. Many fine Victorian-period architectural works and converted historical buildings provide a backdrop to recently-built skyscrapers, symbolizing the metropolis’ financial and insurance heart. The idea that underpins Collins Arch evolved out of this multi-purpose cohabitation of polymorphous architectural styles. The design, conceived through a partnership between SHoP and Woods Bagot, in May 2014 won the international competition to create what would be the centerpiece of the city’s Business District. The project consists of a structure formed from two 39-floor, non-symmetric, stepped towers which reach a height of 164 m, connected by an 8-floor skybridge. Collins Arch is one of Australia’s very first mixed-use building, featuring 186 apartments, a new 5-star hotel run by W Hotel, 49,000 sq. m of well-rated office space, and 940 sq. m of ground-level retail space. Special attention was paid to creating ample public spaces around a network of open plazas, a tree-lined park and an amphitheater, an approach in deliberate contrast with the city’s grid of narrow, lively, art-filled streets. Collins Arch’s dynamic and multi-faceted form makes it a landmark urban catalyst oriented towards architecture’s public dimension. It has the effect of transforming the surrounding area into a lively 24-hour community, the very image of a multi-cultural and cosmopolitan metropolis. 447 Collins is a 5-star Greenstar project set to earn Australian Excellence environmental sustainability certification.

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Syracuse National Veterans Resource Center Syracuse, NY, USA | 2020

Un centro in onore dei veterani dell’esercito americano Nel gennaio 2016 la Syracuse University ha selezionato il progetto di SHoP come vincitore per la realizzazione del National Veterans Resource Center. L’NVRC, localizzato nella sezione occidentale del blocco Waverly del campus accademico, è stato concepito come quartier generale dell’Istituto Universitario per Famiglie di Veterani e Militari (IVMF) e sede del ROTC (Reserve Officers’ Training Corps) dell’esercito e dell’aeronautica. La sua posizione di rilievo lo investe del ruolo di nuovo ingresso al nucleo storico dell’Università e di filtro con la città circostante. L’architettura si configura come un prisma che presenta uno spazio aperto centrale, idealmente diviso in due blocchi di diversa composizione materica nel suo sviluppo verticale. Al piano terra un’ampia vetrata circonda tutto il perimetro permettendo di partecipare dall’esterno all’attività interna, mentre il piano superiore è rivestito da una rete frangisole. Un lato maggiore è percorso per tutta la lunghezza da una doppia rampa per consentire la fruizione dell’edificio anche alle persone disabili. L’intero complesso ha ottenuto la certificazione LEEDGold. La struttura adempie contemporaneamente a più funzioni dando origine a spazi dedicati alla ricerca accademica avanzata e a servizi offerti ai veterani di guerra e alle famiglie collegate alle forze armate. Oltre ad aree dedicate ad attività legate alla sfera militare essi possono usufruire di spazi per incontri e aule per la formazione educativa. Una serie di ambienti sono riservati all’organizzazione di eventi locali, regionali e nazionali. Un auditorium da 750 posti è destinato ad attività comunitarie, conferenze e convegni. Il complesso prevede la possibilità di allestire esposizioni con materiale archivistico e mostre con installazioni di artisti contemporanei atte a sensibilizzare i visitatori sul ruolo patriottico che uomini e donne dell’esercito americano svolgono al servizio della nazione. Attualmente l’edificio è in fase di costruzione, il suo completamento è previsto per il 2020.

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A center to honor the US army veterans In January 2016, Syracuse University chose SHoP’s project as the winning bid to build the National Veterans Resource Center. Situated in the Western section of the Waverly block on the University’s campus, the NVRC was conceived as a headquarters for the Institute of Veteran and Military Families (IVMF), and to provide a home to the US Army and Air Force ROTC (Reserve Officers’ Training Corps). Thanks to its prominent position, it serves as a new entrance to the University’s historic heart, and as a filter towards the surrounding town. The architectural project is configured as a prism embracing a central open space, conceptually divided into two blocks made out of different materials as they rise vertically. On ground level, ample glazing surrounds the entire perimeter, making it possible from the outside to participate in what is happening inside. The upper level is clad in a shade-generating grille. The full length of one of the longer sides is lined by a double ramp to enable wheelchair access to the building. The entire complex has achieved LEED-Gold certification. The structure serves multiple functions at the same time, offering dedicated space for advanced academic research, alongside services for war veterans and military families. As well as areas dedicated to military-related activities, users also benefit from meeting spaces and classrooms for education and training. A series of halls have been set aside to hold local, regional and national events. A 750-seat auditorium serves community activities, conferences and large-scale meetings. The complex also offers space to display archive materials and stage exhibitions featuring installations by contemporary artists that raise visitor awareness about the patriotic role of men and women of the US Army who serve the nation. Currently under construction, the building is scheduled for completion in 2020.

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US Embassy Compound Tegucigalpa, Honduras | 2022

Alternanze materiche per un’ambasicata monumentale Nel 2013, SHoP è stato selezionato dall’Ufficio di presidenza dell’Overseas Building Operations (OBO) del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti per realizzare in tutto il mondo strutture in grado di soddisfare complesse esigenze operative incorporando e comunicando lo spirito e i valori degli Stati Uniti. È in questo ambito che si sviluppa il progetto dell’Ambasciata americana a Tegucigalpa in Honduras. Il design del New Embassy Compound (NEC), si ispira all’orografia del territorio montuoso circostante, modellandosi per infondere un profondo senso di connessione tra gli edifici e il contesto limitrofo. La lettura architettonica muta considerevolmente mentre lo si attraversa. L’ingresso, rivolto a nord, si affaccia sulla città ed è caratterizzato da un fronte sinuoso ad onda spezzata, trasparente e aperto per accogliere i cittadini e introdurli alla cancelleria. Le facciate est, ovest e sud sono contraddistinte da superfici materiche più solide che conferiscono maggiore monumentalità all’architettura. L’ampia gamma dei materiali utilizzati gioca un ruolo preminente nel passaggio tra esterno e interno, dalle alette in alluminio anodizzato color rame usate per rivestire la facciata, ai toni chiari della pietra calcarea utilizzata sul fronte retrostante o alle calde tonalità espresse dall’impiego del legno, fino alle tonalità scure delle pietre che rivestono il perimetro della struttura. Un’attenzione particolare è stata rivolta all’ombreggiamento e al comfort termico, implementando strategie per ridurre l’accumulo di calore solare e consentire ugualmente un’adeguata illuminazione diurna. Durante il processo di progettazione, sono stati utilizzati vari strumenti d’avanguardia, tra cui la realtà virtuale, per prendere decisioni esecutive. La modellazione dei singoli elementi a tutte le scale ha consentito di studiare appropriate metodologie specifiche di costruzione per ogni dettaglio architettonico.

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Alternating materials for a monumental embassy In 2013, the US Department of State’s Bureau of Overseas Building Operations (OBO) chose SHoP to build facilities around the world capable of catering to complex operational requirements while incorporating and communicating the spirit and values of the United States of America. The project for the US embassy in Tegucigalpa, Honduras, falls within this framework. The design of the New Embassy Compound (NEC) is inspired by the topography of the surrounding mountainous landscape, molded to instill a deep-rooted sense of connection between the buildings and the adjacent areas. While traversing the site, the architectural interpretation changes considerably. The northern entrance, which faces the city, is characterized by a sinuous broken-wave front; transparent and open, it greets citizens and channels them into the chancery. The eastern, western and southern façades are set off by more solid material surfaces that imbue the architecture with greater monumentality. The wide range of materials used plays a pre-eminent role in the transition from exterior to interior, from the copper-colored anodized aluminum fins on the façade to the clear tones of the limestone used on the wall behind, the warm tones manifested through use of wood to the darker-toned stone that clads the structure’s perimeter. Special attention was paid to shading and thermal comfort by implementing strategies that reduce the accumulation of solar heat, while at the same time ensuring sufficient daytime lighting. A variety of leading-edge instruments - including virtual reality - were used during the design process to help make executive decisions. Modelling individual elements at all scales made it possible to identify the right methods for building each one of the architectural details.

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