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Intervista
Foto: Facebook Damiano Tommasi
INTERVISTA Damiano Tommasi Damiano for President
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MATTEO LERCO
Le idee al centro di tutto. Le chiacchierate con certe istituzioni del mondo dello sport ti restituiscono l’immediata percezione di come solo determinate personalità possano incidere significativamente ad altissimi livelli. Nell’evoluzione della sua carriera, prima sul campo e dopo dietro la scrivania, Damiano Tommasi è stato un vento in grado di spostare montagne: da Presidente dell’Associazione Italiana Calciatori attraverso la profondità di pensiero e la delicatezza di parola ha contribuito a rendere il ‘Sistema Pallone’ più adeguato alle incessanti sfide dell’Oggi e del Domani. E ora all’orizzonte per l’ex metodista gialloblu si staglia un’avventura estremamente singolare.
Damiano, innanzitutto come stai dopo essere parzialmente uscito dalla luce dei riflettori?
«Sto bene, attualmente mi sto dedicando alla mia scuola in Valpolicella e agli impegni che perdurano nel mondo del calcio. Faccio ancora parte del Consiglio Federale, nonché del ‘board’ della FIFPro, la federazione mondiale dei sindacati di calciatori e calciatrici. Io vi prendo parte in veste di rappresentante italiano e, considerando che l’attività internazionale è in continuo divenire, sto continuando ad adempiere il mio ruolo. Per il resto varie persone mi hanno proposto diversi incarichi, ma per il momento non c’è nulla di concreto. Mi sono fatto una risata quando ho letto il mio nome accostato al quadro dirigenziale della Roma: sono solo false indiscrezioni comparse sui giornali».
Se ti chiedessi di voltarti e di scattare una foto a questi anni alla guida dell’Associazione Italiana Calciatori, che immagine ne uscirebbe?
«Il lavoro che abbiamo portato avanti è stato tanto e la consapevolezza è quella di aver dato continuità ad un movimento che mi auguro possa evolversi sempre maggiormente col passare degli anni. Non era sicuramente semplice ereditare un’eredità pesante come quella di Sergio Campana: rendere giustizia a quanto sviluppato da lui per oltre un quarantennio era un’impresa fin da principio titanica. Non aver depauperato questo patrimonio, ma aver contribuito a migliorarlo è fonte per me di grande soddisfazione. Aver introdotto il limite temporale al mandato che ho ricoperto - e che chi verrà dopo di me ricoprirà - penso sia stata un’altra conquista: un’istituzione non ingessata è un’istituzione che può guardare avanti con una consapevolezza diversa, garantendo a tutti la possibilità di poter partecipare al cambiamento. Anche in ambito femminile sono stati fatti dei significativi passi in avanti, con l’avvento entro due anni del professionismo come La mia carica di Presidente dell’AIC era incompatibile in differenti di tamburello Federazioni, quindi ho sempre cercato di promuovere la disciplina in maniera alternativa, nei limiti delle mie possibilità e nel rispetto del mio precedente status. Credo fermamente che le piccole Federazioni debbano restare sempre coese, trovando soprattutto in questi momenti di passaggio la convergenza di visioni su un unico candidato: io ho dato la mia disponibilità, ma comunque, ripeto, la mia volontà primaria è quella unire e non di dividere. Per portare innovazione ci vuole innanzitutto condivisione».
Oggigiorno si tende a svalutare due prerogative fondamentali dello sport: la prima, quella di essere un collante del tessuto sociale e, secondariamente, il suo effetto positivo sulla psiche individuale e collettiva. Sbaglio?
«Lo sport è uno strumento potente che non dev’è mai essere utilizzato in maniera impropria. Per esempio iperprofessionismo e dilettantismo a mio avviso devono restare due compartimenti meta ambita dopo un lungo e faticoso distinti: un club di Serie A non deve percorso». perdere di vista le sue finalità e, allo Molte società tamburellistiche vedono in non può rapportarsi al gioco come se te la persona giusta per dare una scossa militasse ai massimi livelli, accantonando all’intero settore: cosa ne pensi di questa la sua funzione formativa. In Italia candidatura? bisogna cambiare approccio allo Sport «Nutro un amore sconfinato per il soprattutto sotto l’aspetto culturale: tamburello, in quanto è uno sport fenomeni come le liti tra genitori durante intrinsecamente collegato alla mia le partite dei giovani devono essere famiglia. In Italia è indubbiamente poco fermamente condannati, esattamente praticato e per questo negli anni è stato come si censurano altre piaghe sociali. In poco oggetto di interesse mediatico. alternativa continueremo a perdere tutti». con altri incarichi Yohan Pierron campione francese stesso modo, una società di Provincia
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