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anno 11 / n.3 / 2014
Editore Sport Press S.r.l. - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362.600469 - Fax 0362.600616 - e-mail: redazione@pointbreakmag.it - Direttore responsabile: Angelo Frigerio. Periodico mensile. Registrazione al Trib. di Milano n. 540 del 19 luglio 2004 - Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - Conv. in Legge 46/2004 - Art.1 Comma 1 LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB). In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.
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Periodico B2B del settore boardsport & action sport
anno 11 / n.3 / 2014
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FOCUS WATERSPORT
SUP più facile anche sulle onde
SURF - In viaggio da Huntington Beach a Oceanside
Livin’ the dream
Michi Schweiger, brand manager di Naish SUP, ci parla della Hokua X32 LE Series UnO sguardo al panorama italiano con Benni Bozano
INTERVISTA DOPPIA - Baglione e Tartaglini
The Wave “atterra” in Italia
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TRENDS
Focus sul trike drifting, una delle discipline più originali degli ultimi tempi
brand profile
12-13 Kryptonics: wheel addicted
Ciao mamma guarda come mi diverto (con Slike) focus on
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Evoluzione e rivoluzione delle ruote da skateboarding
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• A scuola di skate • Una nuova famiglia per FlowRider
Il “mondo” del freeride a raccolta a Madesimo redazione@pointbreakmag.it / www.pointbreakmag.it
Il Bràulio Vertical Tour chiude l’inverno sul Tonale
Editoriale a cura di Benedetto Sironi
Il ruolo dei negozi fisici in una società sempre più digitale Fino a qualche anno fa non era poi così facile immaginare come, quando e quanto il crescente fenomeno della digitalizzazione avrebbe cambiato la nostra vita. Ora ne sappiamo certamente di più e siamo tutti (chi più, chi meno) coscienti di quanta influenza ha e avrà sulle attività umane. Comprese quelle che regolano il mercato dello sport. Detto questo, è opportuno non generalizzare, semplificare o banalizzare la realtà. Ogni settore ha le sue peculiarità e vale la pena analizzarle con profondità e attenzione, come cerchiamo sempre di fare sulle pagine di Pointbreak Magazine. Torniamo quindi a parlare, ad esempio, del ruolo dei negozi fisici in una società per l’appunto sempre più “digitale”. Partendo da due considerazioni, supportate da alcuni dati. La prima riguarda il mercato italiano dell’e-commerce: in crescita costante, nel 2013 ha fatturato 22,3 miliardi di euro (+6% sul 2012, per la prima volta negli ultimi 10 anni l’incremento non è stato a due cifre). Dati però ancora molto distanti dai livelli europei. Addirittura l’Italia sarebbe al 25° posto su 28 Paesi, prima di Grecia, Bulgaria e Romania. La percentuale di fatturato delle imprese italiane dalle vendite online è del 6%, contro una media europea del 15%. E solo il 6% delle imprese italiane vende online (media UE 16%). Infine, solo il 17% degli italiani ha fatto almeno un acquisto sul web, contro il 74% degli svedesi (media europea 44%). Il secondo spunto di riflessione riguarda gli USA, che monitoriamo con attenzione grazie alla nostra redazione in California, nel bel mezzo dalla Silicon Valley. Anche qui naturalmente l’e-commerce cresce (231 miliardi di dollari nel 2013, +18% in media negli ultimi 10 anni). Tuttavia non sono diminuiti da parte delle aziende, comprese quelle più “digital oriented”, gli investimenti in punti vendita fisici. In svariati settori semmai si cerca di “mixare” la profondità e l’efficacia dei propri strumenti di vendita online con l’insostituibile livello di interazione “faccia a faccia” che i punti vendita fisici garantiscono. L’IBM ha di recente elaborato alcune previsioni su come la innovazioni tecnologiche cambieranno le nostre vite nei prossimi 5 anni. Ebbene, una di queste sostiene nientemeno che le vendite di prossimità (local) in negozi fisici sono destinate a crescere, a scapito in alcuni casi di quelle online. L’azienda inoltre si dice convinta che innovazioni come la realtà aumentata o le wearable technologies (tecnologie “indossabili”) possano garantire ai consumatori esperienze di acquisto molto più ricche e soddisfacenti proprio all’interno dei punti vendita. Insomma, per entrambe le motivazioni di cui sopra credo possiate convenire con me: i negozi fisici sono e continueranno a rimanere fondamentali, almeno per una buona parte di consumatori. Questo vale per l’Italia vista anche la particolare situazione di “ritardo” che abbiamo evidenziato. Ma è una considerazione più generale e che riguarda - come abbiamo detto - anche mercati più “avanzati”. Ormai le vendite fisiche e quelle online tendono a non essere più considerate in competizione. Possono essere semmai complementari e offrire nuove opportunità di business non solo alle aziende ma anche ai punti vendita tradizionali. A patto naturalmente che questi ultimi sappiano cogliere le nuove sfide, rinnovarsi, rivedere le proprie convinzioni, reimpostare il modello di business, rimettersi in gioco. Fuori e dentro il web. Questo potrebbe permettere non solo di non perdere clienti, ma di raggiungerne anche molti altri nuovi. Ai quali prima, magari, neppure si pensava.
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Editore: Sport Press Srl Direttore Responsabile: Angelo Frigerio Direttore Editoriale: Riccardo Colletti Redazione: Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel: 0362.600469 Fax: 0362.600616 - www.pointbreakmag.it Registrazione al Trib. di Milano n.540 del 19 luglio 2004. Periodico mensile Anno 11 N. 3/2014. Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale - D.L.353/2003 - conv. in L. 46/2004 Art. 1 Comma 1 - LO/MI - Una copia 1.00 euro. L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: Sport Press S.r.l. Responsabile dati: Riccardo Colletti.
Chiuso in redazione il 20 maggio 2014
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primo piano California Sport: sono ora 9 i brand distribuiti California Sport (già distributrice per l’Italia di DC, Protest e Majestic) aggiunge al suo portafoglio sei nuovi brand. Tra essi anche NY Footwear, che per la prima volta approda nel nostro mercato. Le altre cinque realtà (Capita, Union, Spy, Coal e Fallen) sono il risultato di un’operazione di razionalizzazione delle operazioni che prevede l’accorpamento dei brand prima commercializzati dalla consociata A4 Distribution. Con l’ingresso dei nuovi marchi le attività di California Sport abbracciano nuovi sport: football americano, baseball, hockey su ghiaccio e freeski. Essi vanno ad affiancare alla storica presenza in skate, snowboard, surf, wakeboard, motocross e FMX. Continua inoltre a crescere l’impegno della società sul fronte musicale, con le recenti aggiunte nel proprio roster di artisti quali Vanilla Sky, Linea 77, Sangue Mostro, Capeccappa, Anagogia, If I Die Today e Razihel. Per comunicare al meglio la sua nuova struttura, l’azienda ha completamente rinnovato il sito internet che dedica ora ampi spazi a tutte le discipline sportive supportate. www.californiasport.info
Il norvegese Active Brands acquisisce Sweet Protection Il produttore di caschi e attrezzatura protettiva per sci, snowboard, watersport e mountain bike Sweet Protection è entrato a far parte della famiglia Active Brands. Il gruppo attualmente è proprietario di diversi marchi sportivi norvegesi quali Bjørn Dæhlie, Kari Traa, Åsnes e Vossatassar. Inoltre distribuisce Bula e Rode sempre in Norvegia. Nel 2013 il gruppo Active Brands, controllato per il 70% da Holta Invest, ha registrato vendite per 41 milioni di euro. A questa cifra si aggiungerà ora quella proveniente da Sweet Protection che lo scorso anno ha visto crescere le sue vendite del 25% fino a quota 7,8 milioni di euro.
Grande attesa per il ritorno delle action cam Contour Contour, pioniere nel mercato delle videocamere action sport, torna operativo dopo un anno di stop. Durante questa pausa l’azienda ha cambiato proprietà, ha superato una ristrutturazione finanziaria, ha riorganizzato i suoi programmi e ha costruito una base per una vasta distribuzione che le consentirà di riconquistare quote di mercato. Il nuovo ceo è Danny Lysenko, che in precedenza ha gestito le operazioni di vendita a livello mondiale per Apple. Già nei prossimi mesi Contour presenterà al mercato nuovi prodotti caratterizzati dallo stile all’avanguardia che in passato gli ha garantito una posizione di leadership per oltre un decennio. In particolare le nuove camere garantiranno chiarezza digitale e facilità d’uso proponendo una serie di tecnologie tra cui lenti rotanti a 270o e un sistema di allineamento laser. Il ritorno del marchio sul mercato è accompagnato dal rilancio del suo sito internet. Il mercato italiano sarà servito da BGM (www.bgm-international.com) congiuntamente a Francia, Germania, Austria, BeNe Lux, Svizzera e Paesi Bassi. www.contour.com
I nuovi Google Glass avranno la firma di Luxottica Google ha firmato un accordo con Luxottica, proprietaria tra gli altri di Oakley e Ray-Ban, che in un primo momento avrà effetti solo negli Stati Uniti. La collaborazione si tradurrà nella creazione di occhiali arricchiti della “wearable technology” Google. Oakley e Ray-Ban, con alle spalle oltre 10 anni di esperienza, contribuiranno alla produzione di questo nuovo eyewear per il marchio Google Glass. Il primo step prevede la creazione di un team di esperti che lavoreranno al design, allo sviluppo e alla produzione dei nuovi occhiali ridisegnando il confine tra fashion, lifestyle e tecnologia innovativa. Andrea Guerra, ceo di Luxottica, ha dichiarato: “Crediamo che una partnership strategica con un player di mercato quale Google possa essere una piattaforma ideale per sviluppare nuove proposte nel nostro settore e per rispondere alle nuove necessità dei consumatori”. La prima collezione frutto di questo accordo combinerà la più innovativa tecnologia con un design all’avanguardia a garanzia di stile, qualità e performance. Maggiori dettagli su questa nuova generazione di occhiali saranno resi noti solo in un secondo momento.
Athena spa distributore ufficiale per l’Italia di Sp Gadgets Athena Spa è il nuovo distributore esclusivo per l’Italia nei settori consumer electronic, fotografia e online di SP Gadgets, brand austriaco specializzato nella produzione di accessori e strumenti di supporto per le action-cam GoPro, anch’esse distribuite da Athena. SP Gadgets propone una gamma completa di aste di diverse misure e caratteristiche che permettono di agganciare in modo ottimale la camera su un perno rotante, per filmati e riprese da punti di vista e angolazioni impensabili. I supporti SP Gadgets sono inoltre ideali per chi pratica sport acquatici, essendo dotati di specifici compartimenti stagni e completamente waterproof. Tra i prodotti presenti in catalogo le aste telescopiche Sp Pove Remote con testa rotante a 360O, la barra telescopica Sp Pov Dive Buoy in grado di mantenere a galla la camera in caso di caduta in acqua, o ancora la serie di custodie protettive Case con scomparti specifici per alloggiare in tutta sicurezza e ordine la GoPro e i relativi accessori. www.athenaevolution.com
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Un nuovo global chief operating officer per Billabong
Olivier Richard è direttore marketing e vendite per Electric
La nomina è stata annunciata dal CEO Neil Fiske: Jeff Streader è il nuovo global chief operating officer per Billabong. “La profonda esperienza di Jeff nel ciclo di approvvigionamento e nelle operazioni globali ci aiuterà a costruire le piattaforme mondiali che ci occorrono per velocizzare il nostro mercato, migliorare la rotazione d’inventario e i margini”, ha spiegato Neil. “Jeff inoltre supervisionerà le piattaforme informative ed e-commmerce”. Streader vanta una grande esperienza e ha ricoperto ruoli importanti in Guess?, Kellwood, VF Corporation, Fasturn e Oxford Industries. Di recente inoltre è stato partner operativo in Marlin Equity, per il quale ha seguito il marchio Neff, di proprietà del gruppo di investimento. “Sono assolutamente entusiasta”, ha commentato Jeff, “di poter lavorare assieme a Neil e il suo team in uno dei più importanti brand nell’action sport. Ho grandi aspettative sul nostro successo”.
Olivier Richard è stato nominato EMEA sales & marketing director per Electric. Anthony Cazottes, general manager della società, ha così commentato la new entry: “Avere nel nostro staff un talento come Olivier segna un capitolo importante nell’evoluzione di Electric. La sua grande esperienza nelle vendite e nel marketing ci aiuterà a rafforzare le partnership con clienti, forza vendite e distributori”. Olivier ha alle spalle oltre 20 anni di esperienza. In passato ha lavorato come sales & marketing manager per Peak Performance, come consulente per lo sviluppo della forza vendite e per la brand strategy per vari marchi fashion e sportivi e, più di recente, ha gestito le vendite di softgoods per Rossignol.
Fara Howard in Vans come global vp marketing Il presidente di Vans Kevin Bailey ha annunciato l’ingresso di Fara Howard in azienda nel nuovo ruolo di vice presidente globale per il marketing, in sostituizione di Doug Palladini (promosso a vice presidente e general manager). Fara ha lavorato precedentemente con successo in Dell ricoprendo diversi ruoli di rilievo nel product management e nell’e-commerce. Ora invece dovrà guidare le strategie marketing a livello mondiale del marchio. “Sono onorata di far parte di questo brand così autentico e ben radicato. Ho sempre ammirato Vans per la sua identità e originalità”, ha dichiarato la Howard.
Vicky Vasil nominata brand manager per Nikita e Bonfire Nikita Clothing e Bonfire Snowboarding hanno annunciato l’ingresso di Vicky Vasil in qualità di brand manager. Vicky ora lavorerà nella sede di Portland, nell’Oregon, guidando le strategie marketing per i mercati EMEA e Nord America dei due marchi, con particolare attenzione allo sviluppo di Nikita. Prima di approdare in Nikita e Bonfire dirigeva il team marketing di un’agenzia digitale, mentre prima ancora è stata direttore marketing della Board Retailers Association e ha ricoperto diversi altri ruoli nel settore action sports e retail. “Vicky sarà un membro appassionato ed essenziale del nostro team”, ha dichiarato Frank Aeschbacher, vicepresidente di Nikita e Bonfire. “La sua grande esperienza le fornisce una prospettiva a 360o che sarà importante per la crescita e l’evoluzione dei brand”.
Addio a Quiksilver e nuovo progetto per Kelly Slater Quiksilver e il campione mondiale di surf Kelly Slater hanno annunciato la fine della loro collaborazione con effetto dal 1° aprile 2014. Si tratta di uno dei connubi di maggior successo nel mondo del surf: durante i 23 anni supportati da Quiksilver, Kelly Slater ha ottenuto ben 11 titoli mondiali ASP e numerose vittorie nel World Champion Tour. Inoltre ha sviluppato diversi progetti collaborativi per linee di capi del marchio. “Kelly è stato membro della famiglia Quiksilver per oltre 20 anni. È stato incredibile vederlo sin dagli inizi della sua carriera come un giovane surfista con un grande potenziale fino a diventare l’11 volte Campione del Mondo che è oggi. Da qui gli inviamo i nostri migliori auguri per questa nuova tappa della sua carriera professionale”, ha raccontato il presidente esecutivo Bob McKnight. Il contributo di Slater sarà presente tuttavia anche nella prossima collaborazione di Quiksilver con Repreve Fabrics, che mette in evidenzia l’impegno dell’azienda nell’uso di materiali riciclati. Ora Kelly è avviato nella creazione di un proprio brand in partnership con The Kering Group.
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Il veterano Bill Bettencourt è general manager RVCA Il CEO Billabong Neil Fiske ha nominato Bill Bettencourt global general manager di RVCA, che Billabong ha acquistato nel 2010. Bill, che riporterà direttamente a Neil, torna così nel mercato degli action sport dopo quattro anni nel footwear al servizio di Sperry Top Sider per il quale ha lavorato come senior vice president per vendite e marketing. In merito al suo ingresso nel team, Fiske ha dichiarato: “Bill è un grande brand builder e ci aiuterà a realizzare il potenziale di RVCA a livello mondiale. La sua esperienza internazionale negli action sport sarà una base importante per questo sviluppo”. Prima di entrare in Sperry Top Sider, Bill ha lavorato cinque anni in Vans dove ha ricoperto - in ultimo - il ruolo di vice presidente prodotto e marketing. Era dunque responsabile del design, dello sviluppo e della vendita del prodotto oltre che del marketing sia per l’abbigliamento che per le calzature Vans, per gli scarponi da snowboard Vans e per l’attrezzatura ProTec. In precedenza ha lavorato per 8 anni in Reebok International gestendo il marketing globale.
nuove aperture Blue Tomato inaugura il 14o e il 15o punto vendita Il retailer austriaco Blue Tomato, specializzato nella distribuzione di prodotti boardsport, ha inaugurato due nuovi punti vendita nel nord di Brema, in Germania, e a Villach, al confine fra la Slovenia e l’Italia, arrivando così ad avere ben 15 negozi. Lo store tedesco è stato inaugurato il 27 marzo con un party a bordo di un’imbarcazione lungo il fiume locale Weser ed è sito nel centro commerciale Waterfront Bremen. Il negozio di Villach invece ha aperto i battenti il 10 aprile e si trova anch’esso all’interno di un centro commerciale, Atrio, posto a sud della città. Vicino ai brand giovani, proporrà anche una scelta di prodotti streetwear firmati Sitka, Obey, RVCA e Altamont. Blue Tomato, che vende sia in negozi fisici che su una piattaforma online, gestisce attualmente 650 marchi e circa 450mila prodotti.
Buff apre a Barcellona il suo primo corporate store Il marchio spagnolo ha aperto il suo primo negozio monomarca di proprietà all’interno dell’aeroporto internazionale di Barcelona El Prat. Il punto vendita di 22 metri quadrati offre l’intera gamma Buff nelle collezioni Urban e Sport. I prodotti molto colorati creano un interessante contrasto con il design pulito dello store, realizzato interamente in legno.
action cam news
A LA il gala di premiazione XXL Big Wave Awards, acquisiti da ASP
Cercasi 100 tester per l’action cam Virb Elite Garmin ricerca cento tester per la sua action cam Virb Elite, modello top di gamma con GPS integrato, per una campagna in pieno stile social networking. I candidati videomaker scelti riceveranno in omaggio l’action cam e avranno la possibilità di mostrare la propria capacità creativa producendo video che saranno veicolati in rete dall’azienda. Per partecipare al concorso basta essere in possesso di un account attivo su Facebook o Twitter e registrarsi al sito dell’iniziativa. Entro la fine di giugno Garmin sceglierà i 100 tester ufficiali in base all’appeal dei profili e alla vicinanza con i valori aziendali. I tester avranno modo di utilizzare l’action cam e di fornire i loro feedback sulle sue principali caratteristiche. I vincitori potranno inoltre mettere in evidenza le proprie doti creative e le proprie capacità da videomaker realizzando ogni mese un video a tema libero da inviare a Garmin fino a dicembre 2014.
Un tappeto rosso ha accolto venerdì 2 maggio i migliori big wave surfer giunti per gli XXL Big Wave Awards. L’evento, ormai appuntamento irrinunciabile del circuito, ha puntato i riflettori in particolare sul vincitore dell’ASP Big Wave World Tour (BWWT) Champion, ovvero il sudafricano Grant “Twiggy” Baker. Ecco gli altri premi consegnati nel corso della serata: il Tube of the Year e il Billabong XXL Wipeout sono andati a Koa Rothman, il Billabong Women’s Best Overall Performance a Keala Kennelly, il Biggest Paddle a Mark Healey, il Surfline Best Overall Performance ancora a Grant “Twiggy” Baker, il Billabong XXL Biggest Wave a Gautier Garanx e infine il Billabong XXL Ride of the Year a Greg Long. “Tutto quello che ho sempre voluto
è viaggiare e fare surf e questo è ciò che significa questo titolo per me”, ha raccontato Grant Baker. “Mi sento più competitivo che mai, mi piacerebbe gareggiare con Kelly Slater su onde da più di 7 metri. Probabilmente mi batterebbe, ma penso di avere una chance”.
Poche settimane prima i Billabong XXL Big Wave Awards sono stati protagonisti dell’acquisizione da parte dell’Association of Surfing Professionals (ASP), che già aveva acquisito lo stesso circuito big wave. “Questa è una serata che celebra il surf big wave e siamo veramente contenti della partnership tra Billabong XXL e i BWWT Awards, oltre ad averne acquisito la proprietà”, ha commentato il ceo dell’ASP Paul Speaker in riferimento al galà di premiazione. “Questa piattaforma riconosce il coraggio di uomini e donne che dedicano le loro vite al big wave e siamo onorati di continuare questa tradizione per gli anni a venire”. La cerimonia del 2 maggio è stata disponibile in webcast sul sito www.aspworldtour.com.
www.garmin.com/it www.provagarminvirb.it
GoPro Hero3+ Music, nuova versione “sonora” GoPro ha lanciato su scala europea una nuova versione della HERO3+ Black Edition: Music. Il modello offre tutto il necessario per catturare foto e video di qualità professionale in qualsiasi situazione a sfondo musicale, dalla sala prova agli show, fino ai concerti. HERO3+ Black Edition/Music consente infatti a musicisti e a DJ di essere installata su strumenti, giradischi, mixer e altre attrezzature. “Dalle colonne sonore avvincenti dei nostri video alle performance coinvolgenti catturate delle nostre telecamere, la musica ha da sempre ispirato le idee firmate GoPro e per tali ragioni siamo entusiasti di collaborare con i musicisti di tutti i livelli e di filmare e condividere la loro passione con il mondo”, ha dichiarato il fondatore e ceo di GoPro Nick Woodman. Al posto della classica custodia subacquea, la versione Music è dotata dell’accessorio The Frame, un sistema di montaggio più piccolo e leggero in grado di fornire facile accesso a tutte le porte e consentire una piena esposizione al microfono della fotocamera per un’eccellente qualità audio. Conta infine una serie di accessori studiati ad hoc per il mondo della musica e sarà disponibile presso tutti i punti vendita di materiale e strumenti musicali.
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riconoscimenti
Ecoride Awards: 12 le società boardsport premiate Il 4 aprile ha avuto luogo l’assemblea generale di EuroSIMA, in occasione della quale sono stati assegnati gli Ecoride Awards a 12 società boardsport per il loro impegno nei confronti dell’ambiente. Fin dal 2010 il programma Ecoride ha celebrato società e marchi attenti all’ecologia, con l’intento di spronare le altre realtà a seguirne l’esempio. Nella sua valutazione il programma Ecoride ha preso in considerazione una gran varietà di iniziative ecologiche: riciclo di scarti di produzione, integrazione di materiale biodegradabile nella manifattura prodotti, riduzione dell’impatto ambientale nella logistica, iniziative umanitarie, ecc. Tutti questi parametri contribuiscono alla definizione del profilo ecologico di un’azienda. In particolare quest’anno è stato premiato l’impegno ecologico mantenuto da Bic Sport, Cool Shoe, Hoff, Hurley, Holly Wood, Nixon, Picture, Notox, Rip Curl, UWL SUrfboards, Völkl e Volcom. Inoltre il programma 2014 prevede l’estensione del programma Ecoride anche agli sport outdoor. Grazie alla partnership EuroSIMA-OSV, il programma è stato infatti aperto a membri di entrambe le associazioni.
www.eurosima.com
La linea Thule Perspektiv si aggiudica il TIPA Award
Ogni anno l’autorevole Technical Image Press Association (TIPA) valuta i migliori prodotti fotografici lanciati sul mercato. Il premio TIPA, istituito nel 1991, è uno riconoscimenti più rinomati nell’industria fotografica e vanta una giuria professionale di alto livello, composta da redattori di 28 riviste del settore provenienti da tutto il mondo. La linea Thule Perspektiv quest’anno è stata premiata nella categoria “Best Photo Bag”, grazie ai materiali di alta qualità, al design innovativo e alla facilità di utilizzo. “Caratterizzata da un telaio ergonomico che garantisce un perfetto equilibrio tra sostegno, ammortizzazione e traspirabilità, la serie Thule Perspektiv si presenta in una varietà di formati e configurazioni per disporvi qualsiasi fotocamera e attrezzatura necessaria”, hanno commentato i giurati. “Siamo molto felici di aver ricevuto il riconoscimento TIPA per la collezione Thule Perspektiv Camera Bag”, ha affermato Magnus Welander, ceo e presidente del gruppo. “Il premio rafforza il nostro focus su qualità, facilità d’uso, protezione, design e sui nostri piani a lungo termine per diventare il marchio leader nel settore delle borse per fotocamere”.
www.tipa.com
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partnership & collaboration
s
Anna Poletti firma la Eden Special Release by CMYK Per la collezione SS 2014 il marchio CMYK ha prodotto una special release sviluppata insieme all’artista bellunese Anna Poletti. Questa comprende una scarpa e un occhiale da sole (made in Italy), sui quali è stato trasferito un pattern floreale dipinto dalla stessa artista. La tecnologia utilizzata è quella del trasferimento a immersione, tipologia di lavorazione ideata e brevettata meno di un anno fa. Ogni prodotto è unico, se si provano a confrontare le scarpe o gli occhiali tra di loro, non verranno mai trovati uguali. Disponibile in una serie selezionata di shops italiani, esistono solo 150 pezzi per ognuno dei due prodotti. cmykshoes.com
DC collabora con i Misfits e sponsorizza il Jara Park di Fontaniva La musica ha sempre avuto un ruolo fondamentale nello skateboarding e le nuove collezioni DC Remix Series celebrano questo legame. Per la primavera estate 2014 in particolare sono stati scelti i leggendari Misfits, la storica band punk rock. Fondata nel 1977 in New Jersey dal cantante Glenn Danzig, sono universalmente riconosciuti come i fondatori del cosiddetto horror punk. Spesso, durante i concerti, il gruppo si truccava secondo lo stile del corpse paint con evidenti richiami a quello che è poi divenuto il loro più classico logo, il “Crimson Ghost”, a cui sono appunto ispirati i capi della collezione DC Remix Series Misfits. Tornando a fatti relativi a DC Shoes sul territorio nazionale,
il marchio è diventato sponsor del nuovo Jara Park di Fontaniva, in provincia di Padova, dove troveranno dimora le strutture del celebre Zucka Skatepark. L’area, di 5.000 mq, ospita uno skatepark e un impianto in neveplast. Il park è stato inaugurato nel weekend del 3 e 4 maggio con live concert, dj set ed esibizione FMX del team Daboot.
Prosegue anche nella SS 14 il progetto We Heart firmato Reef Reef presenta il nuovo assortimento per l’estate 2014 della linea di scarpe Bella Costas. Le collezioni Bella Costas, Bella Costas Del Sur e Bella Costas Boots sono pensate per ragazze attente ai trend del momento e al comfort. La nuova linea è caratterizzata da stoffe lavorate a maglia, espadrillas, scarpe e mocassini in camoscio e stivali primaverili. Di particolare rilievo è la Collezione We Heart, che presenta elementi la-
vorati a mano dagli artigiani di paesi in via di sviluppo. La collaborazione di quest’anno vede la partecipazione degli artigiani dell’India, noti per il loro incredibile procedimento di tintura Ikat e per la tintura a nodi. La linea è completata da stoffe lavorate a maglia e in canapa. Con una gamma di colori che va dal verde acqua, al pesca, al viola fino al rosa, le scarpe sono ideali per il periodo estivo.
Una linea Vans per la prevenzione della crudeltà verso gli animali Per questa stagione estiva Vans ha deciso di supportare l’ASPCA (Società per la Prevenzione della Crudeltà verso gli Animali) e la sua missione con il lancio di una collezione di sneaker e accessori dedicata a tutti gli amanti dei cani e dei gatti. I sette pezzi Vans x ASPCA sono caratterizzati da un collage degli animali domestici. L’offerta di calzature comprende una stampa all-over di gatti sul classico modello Authentic, mentre la Sk8-Hi Slim ripro-
duce cuccioli di cane sui pannelli esterni. Anche accessori, zaini e cappellini riportano stampe coordinate alle calzature. Completa la collezione una speciale T-shirt con un piccolo carlino che indossa occhiali arancioni. Per celebrare la collaborazione infine tutti i prodotti riportano un’esclusiva etichetta con i loghi Vans e ASPCA in arancione, il colore simbolo della lotta per la prevenzione al maltrattamento di animali.
Il design di Lapo Elkann per adidas Originals adidas ha recentemente ingaggiato Lapo Elkann per creare e ideare alcuni prodotti della linea Originals. Il designer italiano, che come tutti sappiamo fa parte della famiglia Agnelli, dovrà creare in particolare una collezione sportiva fashion. Lapo ha fondato nel 2008 il proprio brand, Italia Independent, arrivando già nel 2009 a ottenere un fatturato di 3 milioni di euro, che nel 2013 ha raggiunto i 25 milioni (+59% rispetto all’anno precedente). I primi prodotti Adidas Originals X Italia Independent saranno disponibili dall’AI 2014 in tutto il mondo. La collezione unirà l’heritage e il know-how di Adidas Originals alla creatività e all’innovazione di Italia Independent.
Lapo Elkann con Andrea Tessitore, co-fondatore e amministratore delegato di Italia Independent
product news
HERITAGE
Una collezione dedicata al Brasile per il 30o di Reef Reef ha deciso di omaggiare il proprio 30° anniversario presentando una capsule collection che celebra il patrimonio brasiliano del brand e onora, in occasione dei Mondiali, anche le numerose nazioni che parteciperanno all’evento sportivo più visto al mondo. “Per la collezione premium in pelle ci siamo ispirati all’artigianalità e al patrimonio del brand”, affermano dall’azienda. “La produzione utilizza preziosi pellami di alta qualità realizzati in Brasile, il che ci lega maggiormente alle nostre origini latine”. La collezione dedicata al Brasile è costruita intorno ai sandali Reef HT Print realizzati in morbido e confortevole nabuk water-friendly e alla t-shirt Reef Globality, la cui grafica è ispirata al Paese. Completano la collezione i Nations Boardshort Reef realizzati al 50% con materiale riciclato e con doppia microfibra poliestere shaka. Le varianti colori rappresentano l’internazionalità della manifestazione e la bandiera verde e gialla del Brasile.
Oakley: ecco la nuova linea iconica del marchio
Stampa Old Stuff per Into The Out, linea vintage firmata Eastpak
Oakley ha annunciato il lancio di una linea di occhiali che combina modelli iconici a versioni speciali: stiamo parlando della collezione Heritage. “Questa nuova collezione vuole essere un omaggio alle creazioni iconiche passate alla storia e un elogio alla tradizione sempre viva e nuova di Oakley”, ha affermato Colin Baden, ceo di Oakley. “Ma non è un tuffo nel passato fatto per celebrare lo stile vintage, che è diventato una tendenza così popolare della moda contemporanea. Oakley Heritage è un omaggio alle incredibili invenzioni che hanno rivoluzionato il mondo con idee originali, all’azienda appassionata di design che le ha create e al suo spirito innovativo che continua a sfidare i limiti del possibile”. La nuova collezione riedita alcune delle creazioni di Oakley più rivoluzionarie del passato e ne ripropone i colori anche per alcuni degli occhiali più all’avanguardia della gamma sportiva attuale. Ogni modello riporta il numero “30” inciso al laser in un angolo della lente (per celebrare i 30 anni di Oakley), mentre un tratto di colore sul bordo superiore della montatura rievoca la vivacità cromatica degli originali. In foto i modelli Frogskin (sopra) e Razorblade (sotto).
Design contemporaneo ma ispirazione nineties caratterizzano la nuova collezione Into The Out di Eastpak, proposta per la primavera/estate 2014. Il brand infatti ha attinto al proprio brand heritage creando zaini e borse caratterizzati da uno stile vintage anni ‘90 e da colorazioni accese, con il ritorno della grafica “Old Stuff”, una stampa originale del 1991 con disegni geometrici su sfondo turchese. La collezione Into The Out rappresenta l’incarnazione del design urbano grazie ai dettagli tecnici funzionali e ai numerosi scomparti. Gli inserti in pelle premium aggiungono inoltre un tocco stilistico ricercato, mentre il dorso imbottito e trapuntato garantisce il massimo comfort. Quattro sono le proposte all’interno della collezione: gli zaini Wyoming e Out Of Office (in foto), la tracolla Delegate (in foto) e il marsupio Bundel, tutti Old Stuff.
Vault by Vans x Star Wars: la Forza sia con te
Vans presenta una fantastica collezione caratterizzata dalla grafica e dai personaggi della trilogia originale di Guerre Stellari combinati con le linee tradizionali Vans. La collezione Vans x Star Wars presenta infatti un assortimento limited edition di calzature con due rare stampe Vans anni 80 che integrano le immagini dei personaggi di Guerre Stellari nelle originali forme Classic di Vans. La vibrante stampa Miami fonde la silhouette dei camminatori imperiali AT-AT nell’estetica del modello, dando vita a un motivo a collage per le OG Sk8-Hi LX e le OG Slip-On LX. La stampa dei pirati sostituisce il motivo originale con teschio e spade con le immagini di Darth Vader, i caschi degli Stormtrooper e le spade laser, per speciali inserti di colore nelle OG Era LX e nelle OG Sk8-Hi LX. Le OG Half Cab LX invece sfoggiano la rappresentazione definitiva del bene e del male con una versione tutta bianca dedicata a Yoda e una versione tutta nera dedicata a Darth Vader. Con meno di 300 esemplari per modello, questa linea speciale Vault by Vans sarà disponibile solo in sei punti vendita in tutta la galassia, tra cui Colette, Firmament, Opening Ceremony (Londra, Los Angeles e New York City) e Tres Bien, nonché presso il Vans DQM General e presso Vans by OTH.
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Focus sul trike drifting, una delle discipline più originali e curiose degli ultimi tempi
a cura di Monica Viganò
DRIFT TRIKE
DTS-1
Ciao mamma guarda come mi diverto (con Slike) Una discesa e un triciclo di grandi dimensioni sono gli elementi chiave di questa attività che consiste nell’effettuare derapate (in totale sicurezza) e che è praticata dai giovani così come dagli over 50. Tra le aziende spicca l’italiana Slike, nata nel 2012 dalle menti di Claudio Sasso e Andrea Roà. È parente stretto del triciclo, quello che ognuno di noi ha utilizzato da bambino. Ma con una serie di distinguo a partire dalla “stazza”. Parliamo del trike, un vero e proprio “triciclo per adulti” che ci catapulta nel mondo del trike drifting. Una disciplina, quest’ultima, che unisce il mondo del downhill e quello del drifting automobilistico. L’attività nasce pochi anni fa in Nuova Zelanda e si diffonde in breve tempo in tutto il mondo. Nel 2014 raggiunge anche l’Italia e subito attira le simpatie di media di ogni genere. Tra i protagonisti italiani di questo innovativo mercato troviamo Slike.
delle mini gare a inseguimento su un piazzale appositamente allestito. La guida è sempre in derapata, ma si ottiene velocità pedalando piuttosto che sfruttando la discesa”. Considerando quindi la morfologia e il “popolo di piloti” che vanta l’Italia, le prospettive sono molto buone.
Due parole su… - Slike nasce nell’aprile 2012 dalla passione e dalla creatività di Claudio Sasso e Andrea Roà (già titolare della ditta Hostile Snowboard), entrambi provenienti dal mondo dei motori. “Abbiamo corso per alcune stagioni nel campionato regionale e nazionale di supermotard”, dichiara a tal proposito Claudio. “Entrambi abbiamo praticato snowboard, hockey, moto e diverse altre attività purchè fossero adrenaliniche”. Questo modo di vedere lo sport e soprattutto la loro passione per le derapate li ha spinti a fondare Slike, che realizza tricicli da drifting. Oltre alle dimensioni “maggiorate” in grado di ospitare un adulto, questi strumenti sono caratterizzati da ruote posteriori interamente o parzialmente rivestite di plastica rigida. Il che si traduce in scarsa tenuta in curva. Per cui in discesa, con il minimo sforzo, si ottengono grandiosi derapate. Ed è proprio questo il fine ultimo del trike drifting.
Cenni di mercato - I feedback che arrivano dall’estero parlano di un grande boom per il trike drifting soprattutto in Sud America. In Europa si tratta di un fenomeno ancora recente e, in questo scenario, l’Italia si colloca in una buona posizione. “Siamo già a un buon livello anche se si tratta pur sempre di uno sport ancora di nicchia. È indubbio però l’interesse rivolto alla disciplina da parte di sempre più riviste. Questo ci fa ben sperare per l’anno in corso”. A proposito di mercato, Slike è presente in circa 50 punti vendita d’Italia alcuni dei quali operativi anche online. “Si tratta di punti vendita trasversali. Proprio come lo è il trike che non si collega a una specifica categoria di sportivo. Per questo siamo presenti in surf shop ma anche in negozi di moto, bike e skate”. Aggiunge poi Claudio: “Devo dire che siamo soddisfatti dei feedback che stiamo raccogliendo. Slike è percepita come una novità capace di creare curiosità ed entusiasmo in un mercato stanco e fermo”. E lo fa anche organizzando in prima persona eventi ad hoc, come attesta la creazione del team di supporto Eventi-Slike. “Tra le iniziative in programma, una festa del drift che andrà in scena in estate. Ma al momento è ancora tutto in fase di definizione”.
L’arte delle derapate - “Prima di essere uno sport, il drift trike è un divertimento incredibile ed esaltante”, ci spiega Claudio. “In questi due anni abbiamo organizzato e partecipato a diversi demo nei quali facevamo provare i nostri prodotti. L’approccio iniziale era per lo più da parte di ragazzini, ma in moltissimi casi i più divertiti sono stati i genitori. Il range di età è molto ampio e va dai 18 fin oltre i 50 anni. È in pratica il sogno di una guida divertente, aggressiva e spettacolare condotta in prima persona e con costi (e rischi) ridotti”. L’Italia, sempre a detta di Claudio, ha una potenzialità enorme proprio grazie alla conformazione del suo territorio. Le montagne, e in conseguenza le discese, sono un elemento quasi imprescindibile. “Dico quasi perché recentemente abbiamo riscosso un bel successo con
I trike Slike in breve - Oltre alle ruote posteriori in plastica da 250 mm con cuscinetti a sfera, i tricicli Slike presentano un freno V-Brake sulla ruota anteriore con diametro di 20 pollici (simile a quello sulle BMX) a garanzia della massima sicurezza. Altri dettagli sono una coppia di pedali su ruota libera per avere aderenza e traiettoria e un telaio in acciaio forgiato a freddo. Inoltre manubrio ampio e sicuro, seduta comoda e sicura perché posizionata in basso (consente un perfetto controllo del mezzo e della derapata). Facili da trasportare, leggeri e compatti. Per un approfondimento sui principali prodotti Slike vedi box a fianco. INFO: Claudio 328.3289769 - Andrea 348.8240640 www.slike.it - info@slike.it www.facebook.com/sliketrikes
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Si tratta di un kit “Ready to Race” ideale per chi si vuole affacciare al mondo del drift spendendo una cifra contenuta. Completo di ogni accessorio e facile da montare, DTS-1 viene proposto premontato in una pratica e completa confezione in tre varianti colore: nero, rosso e bianco. Il kit si compone di seggiolino in plastica regolabile, assetto ribassato per maggior controllo e sicurezza, freno V-Brake sulla ruota anteriore e due pedali all’avantreno utili per avviarsi verso la prima discesa. Prezzo: 300 euro. TWINS TUBE Per gli amanti di velocità e adrenalina, Slike propone un trike studiato per lo speed down che riguarda competizioni su percorso asfaltato e chiuso al pubblico che sfruttano la sola discesa come spinta propulsiva. Sono gare di velocità che possono essere disputate “ a tempo” (con un confronto cronometrico) oppure tipo “battle” (con batterie di più atleti ad eliminazione diretta). Questo modello ha un telaio di tipo Twins Tube (dal quale prende il nome) che garantisce buona rigidità strutturale congiuntamente a massima leggerezza. È un modello customizzabile e il costo è legato alla componentistica che si sceglie per l’assemblaggio. Si parte da circa 580 euro con un allestimento basico. Si tratta di una nuova filosofia nella costruzione del telaio. “Come ci ha insegnato Galileo - dichiara Claudio - un peso maggiore non fornisce benefici in termini di velocità in discesa, mentre è penalizzante nella frenata e nella maneggevolezza”. Twins Tube è quindi il primo esempio di una progettazione mirata e di una scelta attenta dei materiali quali l’acciaio inox AISI 304 per un frame leggero, ma resistente e molto preciso. Su questo telaio, che si compone di due tubi sovrapposti, sono stati inoltre introdotti degli accorgimenti quali il retrotreno smontabile per la sua sostituzione o anche solo per il trasporto del trike. I perni ruote posteriori sono rimovibili e permettono di aumentare il passo del carro posteriore mentre al centro una piastra di supporto, alleggerita anch’essa, permette il miglior posizionamento del sedile.
ACCESSORI & RICAMBI Telaio in acciaio che fa di leggerezza e resistenza il suo punto di forza. Facilita l’innesco e il controllo del drift.
Forcella manubrio e ruota anteriore da 20 pollici. Freni V-Brake e pedali completano il pacchetto per maggior sicurezza e comodità d’uso.
Ruote posteriori in plastica dal profilo ribassato, garanzia di ottimo controllo del drift.
Assale posteriore in acciaio trattato e lucidato. Sedile in ABS confortevole e leggero.
Pointbreak Magazine 3 / 2014
brand profile
Evoluzione News e rivoluzione delle ruote da skateboarding
a cura di Luca Basilico
Kryptonics: wheel addicted Quella del marchio è una bella storia, una di quelle vicende che paiono create su misura per essere raccontate e stimolare l’inventiva e la creatività dei tecnici di domani.
I primi skateboard nacquero prendendo in prestito dagli schettini (pattini a rotelle) quelle che in lingua inglese venivano definite “Clay Wheels”. Lente, rigide, prive di aderenza e quindi incontrollabili, le ruote in “argilla” (in realtà un mix di plastica e cartone) sono state un vero e proprio freno a mano tirato per l’evoluzione dello skateboarding. Un purgatorio che sarebbe finito negli anni ‘70, quando Frank Nasworthy impiegò per primo il poliuretano per la produzione di skateboard wheels. L’impiego della materia plastica ampliò a dismisura le possibilità di impiego e le performance dello skateboard, aprendo la porta a una nuova era per la sua pratica. Le prime ruote in uretano impiegavano mescole standard prese in prestito da altri prodotti commerciali fatti dello stesso materiale. Benché le qualità meccaniche di questo materiale fossero lontane 1000 miglia da quelle delle odiate clay wheels, aveva ancora specifiche generiche non ottimizzate per l’impiego nelle tavole. La ragione dell’inadegua-
tezza delle prime ruote in uretano risiedeva in una parola: resilienza. Definita in ingegneria come “la capacità di un materiale di resistere a sollecitazioni impulsive”, è all’atto pratico la tendenza di una ruota a rimbalzare. Una ruota a bassa resilienza è poco reattiva, più lenta e meno versatile nei passaggi tra materiali e curve della superficie che si skatea. La storia di Kryptonics Wheels prende il via in questo contesto. Nata nel 1965, l’azienda produceva componentistica in uretano per l’industria estrattiva e dei calcolatori. Un’industria come tante dove, a metà degli anni ‘70, lavorava un appassionato di skateboarding. Jim Ford, questo il suo nome, era convinto di poter creare skateboard wheels migliori di quelle in commercio. Per timidezza, o paura di non essere compreso, cominciò a lavorare al suo progetto in segreto, sgattaiolando in azienda a porte chiuse. Era il 1976. Ci vollero molti mesi, innumerevoli test e notti insonni per raggiungere lo scopo, ma alla fine Jim l’ebbe vinta: creò una mescola
STAR TRACS WHEELS Tre Durometri 78A, 82A, 86A per tre colori red, blue, green. Ogni durometro prodotto in 4 differenti diametri 60 mm, 65 mm, 70 mm, 75 mm. Lo shape impiegato per la produzione delle Star Trac è quello che le ha rese famose: cuscinetto marcatamente Off Set nei diametri più grandi (70 & 75 mm) per mantenere un grip consistente durante il progressivo consumo della ruota. Una sezione Side Set per i diametri più piccoli (60 & 65 mm), quindi caratteristiche più all-round. Tutti i diametri hanno in comune il Round Lip (bordo stondato) per un approccio più morbido al drifting. Il contact patch (battistrada) varia a seconda dei diametri tra 40 e 46 mm. Qui di seguito una piccola recensione frutto dei testing su strada. STAR TRACS RED 78o Un vero e proprio classico che abbina in modo eccezionale velocità e grip. Una combinazione di preziose caratteristiche che le Red mantengono pur presentando un profilo smussato. Testate su strada si comportano bene sia sull’asfalto più liscio che su quello più malandato. Slideano in modo “morbido” appena montate mantenendo questa dote mano a mano che si consumano. Essendo delle 78A sono adatte a freeride e downhill veloci perché in grado di di smorzare la velocità in modo efficiente sia negli stand up slides che nei pre-drifts. STAR TRACS BLUE 82o Esattamente a metà strada tra le Rosse e le Verdi, le Star Trac Blue sono una ottima ruota da freeride. Consistenti in frenata, permettono di eseguire lunghi powerslides mantenendo comunque sufficiente grip per le carvate. La cosa bella di queste ruote è che, data la loro durezza, si dimostrano sufficientemente veloci anche per il bowl & park skating. Se dovete attraversare la città per andarvi a fare una carvata al local park questa è la ruota che fa per voi: allround perfetta. STAR TRACS GREEN 86o Abbiamo testato queste ruote su di una piccola cruiser board. Molto veloci sull’asfalto più accidentato o i sanpietrini, dimostrano, considerato il loro durometro, anche una buona quantità di grip. Sono eccellenti per il cruising ma funzionano bene anche in bowl e park dove rendono semplicissimo il “pumping”. Testate con un set up da freeride, le Star Trac Green si dimostrano ottime per lo sliding. Scivolano infatti in modo prevedibile e controllabile sia in ingresso che in uscita dagli slide dove, diversamente da molte altre ruote di simile durometro, viene facile ritrovare il grip giusto per riportare la tavola diritta.
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uretanica morbida ma estremamente resiliente, ideale per lo skateboarding. Diede i primi prototipi da testare a un amico in occasione di una gara di downhill e questi vinse surclassano gli altri concorrenti. Ford, che stava assistendo alla gara insieme al suo ignaro datore di lavoro, alla domanda di questi su chi fosse il produttore di quelle eccezionali ruote si fece scappare un: “Siamo noi”. La frittata era fatta. Jim non venne licenziato ma, riconosciuto il potenziale del mercato dello skateboarding, i manager di Kryptonics aprirono una nuova divisione dell’azienda e affidarono proprio al giovane inventore la direzione di Kryptonics Wheels. Le incredibili caratteristiche dei prototipi furono la base per la creazione di un prodotto che avrebbe letteralmente dominato il mercato negli anni a ve-
nire: le Star Trac. Origine di una nuova rivoluzione funzionale, Kryptonics Wheels segnò una svolta anche dal punto di vista comunicazione e del marketing. L’azienda di Jim Ford fu infatti la prima a utilizzare millimetri per misurare i diametri e i colori dell’uretano, atti a codificare la durezza delle mescole. Dall’uscita del primo piccolo adv in bianco e nero su Skateboarder Magazine, non passò molto tempo affinché la company potesse permettersi pagine intere full color. In breve tempo Kryptonics Wheels produsse alcune tra i più originali e apprezzati skateboard advertisement che si possano ricordare. La Star Trac Rossa, Verde e Blu divenne in breve tempo la ruota dominante in ogni genere di skateboarding e il brand arrivò a sponsorizzare pro rider storici quali Stacy Peralta, Tony Alva, Steve Alba, Micke Alba, David Hackett, Bobby Pier-
cy, Tommy Ryan e molti altri. Tolte dalla produzione oltre 25 anni fa, lungi però dall’essere dimenticate, a 40 anni di distanza dalla loro invenzione le Kryptonics Star Trac tornano a far parlare di sè. Rilanciate nel mercato internazionale a fine 2013, le leggendarie Star Trac impiegano il branding degli anni ‘70 e mantengono la codifica cromatica quale indicatore della durezza dell’uretano. Ovviamente le nuove ruote, pur mantenendo il “look & feel” dei tempi che furono, sono tecnologicamente al passo coi tempi: impiegano uretano riformulato e un “core” che le rendono, ieri come oggi, prodotto di elevata qualità. La gamma delle ruote Kryptonics copre ogni esigenza del longboard, partendo dal downhill più veloce e impegnativo fino anche alle session in park e bowl, passando per lo sliding e il cruising cittadino.
Alcuni storici esempi di skateboard advertisement firmati Kryptonics DISTRIBUITO DA: blast! distribution 0362.1855454 - info@blast-distribution.it
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focus on
Due gli appuntamenti (giugno e settembre) in scena presso la sede Uisp di Verona Foto: Francesca Vittoria Marzano e Sara Pastorello
A scuola di skate
Federico durante una lezione di skate
Organizzato da Federico Faccioli, il corso è pensato per formare maestri di skateboard. Una figura poco diffusa in Italia nonostante il grande numero di skatepark attivi. E dunque una professione dal grande potenziale.
Federico Faccioli, fondatore del brand La Ghigliottina, si conferma uno dei più dinamici esponenti della scena skate. Tra le sue più recenti iniziative, il corso per diventare istruttori di skateboard che si svolgerà a Verona presso la sede Uisp. Dopo un primo appuntamento a giugno, ne è previsto uno anche a settembre per il quale sono ancora aperte le iscrizioni. Ecco i dettagli. Ricordiamo chi è Federico. Mi sono avvicinato allo skate nel 1989 e oggi sono, oltre che praticante, anche maestro. Come atleta ho contato circa 20 sponsorizzazioni diverse. Attualmente sono membro della Vans Skate School, maestro Uisp e presidente della Scuola Italiana Skateboarding. Sono inoltre team e marketing manager per diversi brand. E sono impegnato nella realizzazione del documentario “One life/one board” che uscirà non prima del 2015 e che mi vedrà protagonista insieme a Giacomo Kratter e a un surfer ancora “in via di definizione”. Cosa ci dici del programma e dei supporter del corso di Verona? Il corso è supportato dalla Scuola Italiana Skateboarding e dall’Unione Italiana Sport Per Tutti, alla quale appartengono circa 17mila società sportive e un migliaio di circoli per un totale di oltre 1 milione di persone. Possiamo inoltre contare sul prezioso contributo di Red Bull. Io sono responsabile e organizzatore del corso che andrà in scena a giugno. A settembre replicheremo con un secondo appuntamento. Le lezioni in aula mi vedranno affiancato a Mara Franca Francato, responabile dello skateboard italiano per Uisp, e a diversi altri docenti. Durante i tre giorni approfondiremo diversi temi quali aspetti legali e professionali, gestione asd, marketing di skate school, psicopedagogia, preparazione atletica e teoria dell’allenamento. Al termine sarà rilasciato un regolare attestato di frequenza.
Foto di gruppo per i maestri “formati” nel 2013
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Federico nel catalogo Freespeerit Wear
Come si applica a questo corso la formula “soddisfatti o rimborsati”? Significa che se lo studente non ha ritenuto utile il corso, sono disposto a restituirgli la cifra versata al momento dell’iscrizione. Ma sono certo che in meno di un mese tutti riusciranno a rientrare dell’investimento fatto. Già lo scorso anno avevi organizzato corsi per istruttori. Che feedback avete raccolto? Nel 2013 abbiamo organizzato un weekend di istruzione a cavallo tra gennaio e febbraio. Hanno risposto all’invito circa 15 persone che sono tutte rimaste soddisfatte della nostra proposta. Tra essi, gestori di skatepark e negozianti. Ma anche giovani intenzionati a intraprendere un percorso lavorativo nello skate. Sono stato contento di avere tra i partecipanti anche Gigi Keller, storico campione nazionale di snowboard e veterano di tutti gli sport da tavola. Sono convinto che questa seconda edizione dell’iniziativa, che tra l’altro sarà proposta in due appuntamenti, ci consentirà di replicare il successo dell’esordio. E anzi di superarlo. Hai parlato di parallelismo tra istruttore di skate e di snow, quali differenze e punti in comune vedi tra queste attività? Per certi versi lo skate è più complesso dello snowboard. Allo stesso tempo, complici i piedi “staccati” dalla tavola, è più sicuro. Paradossalmente le persone sono più propense ad avvicinarsi allo snowboard piuttosto che allo skate. Questo perché lo snowboard è stato in grado di “vendersi meglio” negli anni, diventando più commerciale. E infatti il numero di istruttori di snowboard supera di gran lunga quello di maestri di skate. Quest’ultima attività, sotto questo aspetto, ha dunque un enorme potenziale. Anche perché lo skate non dipende dall’elemento naturale come lo snowboard e quindi può essere insegnato con qualsiasi condizione atmosferica e ambientale. Location del corso Comitato Territoriale Verona UISP Via Villa, 25, 37124 Verona (VR) Info - 329.4195014
La società WhiteWater acquisisce il brand e tutti i prodotti WaveLoch
Una nuova famiglia per FlowRider Con oltre 180 installazioni in poco più di un decennio, FlowRider è l’onda artificiale per antonomasia. E l’acquisizione da parte di WhiteWater, pioniere nella creazione di parchi acquatici all’avanguardia, continuerà a garantirne il successo. Fare surf in una piscina. Su di un’onda artificiale. Questa è la proposta FlowRider, un marchio noto ormai a chiunque abbia intenzione di trascorrere una giornata da “surfista”. Sempre attento a soddisfare le esigenze del cliente finale proponendogli le soluzioni più all’avanguardia, WhiteWater ha deciso di acquisire FlowRider e l’intera linea di prodotti WaveLoch che include anche FlowBarrel, FlowCurl, Flow House, Wave-in-a Box e WaveOz. Già in passato WhiteWater è stato licenziatario esclusivo a livello mondiale delle attività FlowRider. Questa acquisizione, la terza negli ultimi due anni, sottolinea l’attenzione alle più recenti innovazioni da parte di WhiteWater. Che intende condividere con tutti i suoi clienti “l’onda perfetta”.
Cosa cambierà - Il fondatore di WaveLoch Tom Lochtefeld continuerà a gestire WaveHouse e a lavorare sul progetto di surf pool. Aquatic Development Group
continuerà invece a essere rivenditore esclusivo e produttore della linea FlowRider negli Usa e nel Canada orientale. Nell’annunciare l’acquisizione, il presidente e ceo di WhiteWater Geoff Chutter ha dichiarato: “Non solo aggiungiamo al nostro portafoglio marchi l’ennesimo prodotto originale. Aggiungiamo anche il talento creativo di un pioniere dei parchi acquatici”.
Lo scopo di WhiteWater - L’obiet-
tivo di WhiteWater non è solo quello di creare un’ampia offerta prodotto ma anche quello di formare un team di persone dall’elevato talento e dalle indubbie abilità. Marshall Myrman, che dirigerà le unità FlowRider e Waves in WhiteWater, ha commentato: “Siamo felici del nuovo slancio che l’acquisizione ha garantito al nostro gruppo. Non perdete di vista l’orizzonte perché il miglior flowboarding deve ancora arrivare!”.
due parole su... WhiteWater è nota come “Original Waterpark & Attractions Company”. Pioniere dei moderni parchi acquatici, nasce nel 1980 e disegna e crea svariate attrazioni per waterpark. WhiteWater crea onde artificiali fin da allora. E lo fa in maniera originale, divertente e innovativa. La chiave del successo sta nel pensare “fuori dall’ambito piscina” così da ideare attrazioni mai viste prima, in grado di garantire esperienze memorabili. www.whitewaterwest.com Negli ultimi 10-15 anni FlowRider ha conquistato un importante successo nel mercato dei parchi acquatici. È presente sulle navi da crociera Royal Caribbean ed è un valido plusvalore per comuni, hotel e persino residenze private. Con oltre 180 installazioni in tutto il mondo, FlowRider e l’intera sua famiglia di “prodotti derivati” sono divenuti sinonimi di onda artificiale. WhiteWater ha acquistato la tecnologia e i marchi per promuovere nel migliore dei modi il flowboarding e per rendere le onde accessibili a chiunque in tutto il mondo. www.flowrider.com
eventi
Ottimi riscontri di partecipanti e aziende all’edizione di esordio
a cura di Paolo Grisa
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I NUMERI
partecipanti iscritti
35
marchi esposti
602
giornalieri emessi durante la tre giorni
575
sci e snowboard testati di cui 490 sci, 85 tavole e tantissimi accessori tra Artva, giacche, guanti, racchette, action camera e gps
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media presenti -TG1, Sport Week, Il Giorno, 4ActionMedia (4snowboard, 4skiers, 4soulrider, 4snow), Sportpress (Pointbreak e Outdoor), Riders, Planetmountain.com e Neve Italia
Il “mondo” del freeride a raccolta a Madesimo Il meteo non ha rovinato il 1o Freeride Festival, che ha richiamato aziende, guide e maestri, vari operatori e un pubblico trasversale, dai pro ai neofiti. Era tanta l’attesa per la prima edizione del Madesimo Freeride Festival, appuntamento fortemente voluto dalla skiarea e dalla società impianti di Madesimo, che si sono avvalse dell’agenzia eventi Spia Games e di Soulrider Magazine per l’ideazione e l’organizzazione dell’evento. La predisposizione della località verso lo sci fuoripista unita alle capacità degli organizzatori hanno fatto si che già dalla prima edizione il Festival esordisse nella maniera ottimale. Certo come tutte le edizioni “zero” vi sono aspetti migliorabili ma il bilancio è ampiamente positivo, a cominciare dalla risposta delle aziende presenti: ben 35 le realtà accorse che hanno
animato il villaggio test in quota e offerto la possibilità agli iscritti di testare in anteprima i materiali della stagione 14/15. Circa 300 invece gli iscritti, con un pubblico davvero molto “preparato” e una buona percentuale di presenze femminili. Il fattore meteo - Il tempo e le condizioni climatiche non hanno certo facilitato lo svolgersi del festival e, dopo un venerdì all’insegna del sole, la primavera ha lasciato il posto all’inverno regalando 60 cm di neve fresca ai partecipanti. Se da un lato questo ha disincentivato la partecipazione di curiosi e turisti di certo ha rafforzato lo spirito dei veri freerider accorsi alla manifestazione, che hanno avuto la possibilità di trovare nei fuoripista di Madesimo il loro ingrediente essenziale, la powder! Freeride per tutti - Obiettivo primario del Madesimo Freeride Festival è stato quello di soddisfare le esigenze del freerider. Dal principiante all’esperto tutti hanno potuto approcciare i vari aspetti del fuoripista nella maniera più seria e professionale con approfondimenti circa i temi inerenti la sicurezza, la conoscenza della montagna e la tecnica di salita e discesa.
14 professionisti a disposizione per effettuare i corsi con le guide alpine, i corsi con i maestri, i corsi di splitboard ed i corsi di telemark
La sicurezza - Oltre 200 persone hanno preso parte ai corsi di tecniche di discesa insieme ai maestri di sci di Madesimo con specializzazione freeride, ai corsi di splitboard, all’avvicinamento al telemark a cura dei ragazzi di Snowevents, e ai corsi di A.R.T.V.A., S.T.O.P., nivologia e sci ripido proposti dalle guide alpine di Whithelines. La competizione - Il Salice Canalone Challange cat. Pro, a causa delle avverse condizioni meteo, si è dovuto svolgere su un percorso alternativo in condizioni di visibilità che hanno permesso ai quasi 30 rider di competere in completa sicurezza. I cronometri hanno decretato che i vincitori della prima edizione del Salice Canalone Challenge fossero: Armin Senoner (sci), Julian Giacomelli (telemark) e Pietro Marzorati (snowboard). Non solo “azione” - Un festival che si rispetti, come sappiamo, non si conclude a chiusura impianti e per questo il programma ha coinvolto tutti i partecipanti anche nel pomeriggio fino a tarda notte. Diversi i momenti di approfondimento e svago tenuti in paese tra cui: il workshop
di costruzione tavole artigianali PLP a cura di Ettore Barabino; le “movie night” con ospiti del calibro di Carlalberto Cimenti, Luca Rolli e Luca Pandolfi (atleti di freeride e sci ripido che si sono raccontati non solo mostrando i loro video ma anche attraverso pensieri ed emozioni personali); Apresski e after-party targati Red Bull. Il tutto a riprova del fatto che il Madesimo Freeride Festival è anche divertimento e voglia di condividere la propria passione. Buoni motivi per fare tardi la sera e per alzarsi la mattina con motivazione e carica. Next stop 2015 - Complimenti ancora una volta all’organizzazione e a tutti coloro che hanno reso possibile questa festa, un appuntamento che già dalla prima edizione si preannuncia una data da segnare nel calendario di ogni freerider. L’augurio è che eventi come questi crescano e contribuiscano, grazie al coinvolgimento di un sempre maggior numero di persone, a educare alla sicurezza. E a invitare gli organi di stampa nazionali a evitare allarmismi e catastrofismi nel trattare una disciplina che, come tutte quelle che si svolgono in ambienti severi, richiede umiltà, competenza e, spesso, anche spirito di rinuncia.
La parola alle Istituzioni: “Freeride a Madesimo? Una scelta che ha radici lontane” Fondamentale per la realizzazione dell’evento è stato l’appoggio delle istituzioni. Al termine abbiamo fatto un punto con FRANCESCO COMOTTI, direttore del Consorzio Turistico di Madesimo, e MARCO GARBIN, direttore della skiarea Valchiavenna. 1. Perché Madesimo ha deciso di investire nel freeride? F. Comotti: “Dino Buzzati già nel 1965 sulle pagine del Corriere della Sera parlava della pista Groppera, oggi nota come ‘il canalone’ che dall’arrivo della funivia della Val di Lei si conclude all’imbocco dell’alpe Groppera. Da allora tanti sciatori, snowboarder e telemarker hanno provato a comprendere il significato della parola freeride. Allo stesso modo da allora sono nati tanti itinerari (Camosci, Cavallina, Streghe, Cavi, Fiammifero, Diavolo, Abruzzo) contribuendo a fare di Madesimo una meta obbligata per gli amanti del fuoripista. Quindi il Madesimo Freeride Festival è servito per valorizzare un patrimonio ancora non espletato nel suo potenziale”. M. Garbin: “Stiamo assistendo a un ritorno alla discesa su terreni vergini sui quali non sono passati i mezzi battipista. A questo aggiungiamo che a Madesimo abbiamo tracciati per
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l’agonismo, piste per famiglie, uno snowpark, un baby-park e un’offerta in Val di Lei per i cultori dello sci in quota. Tutto ciò ha spinto Madesimo a investire in questa direzione”. 2. Quali risvolti può avere questo evento sulla comunità? F. Comotti: “Questo format offre l’opportunità di valorizzare località e comunità. Il fatto di animare il paese permette di far vivere il potenziale che Madesimo può offrire al di là della montagna. Inoltre con un evento di questo tipo si possono attrarre nuovi freerider che hanno una propria ‘lista di resort’. Sicuramente chi ancora non conosceva la nostra skiarea l’ha ora aggiunta”. M. Garbin: “I risvolti positivi di un tale evento si identificano nel coinvolgimento della totalità dei propri interlocutori. Si è potuto creare un punto di incontro con professionisti che hanno approfondito temi legati a sicurezza e tecniche di discesa in
fuoripista. Questo rappresenta uno step fondamentale per creare la cultura necessaria alla skiarea per crescere nel freeride assieme ai propri utenti”. 3. In che modo una località può diventare “freeride friendly”? F. Comotti: “Sarà necessario innescare un processo che avvicini le strutture e le attività commerciali al freeride. Se entrando a Madesimo la gente respirerà aria di freeride per tutto l’inverno, si innescherà un meccanismo che avvicinerà sempre più utenti alla località”. M. Garbin: “La skiarea deve fornire un’informazione seria e precisa riguardo le condizioni di sicurezza. Per questo abbiamo organizzato un sistema di sorveglianza e d’informazione tale per cui monitoriamo i fenomeni meteorologici e nivologici. Oltre a ciò, solo la cultura da parte degli utenti può fare la differenza”.
Tommaso Luzzana
Si è conclusa la settima edizione del circuito freestyle
“Freeride, sport di oggi e di domani” Abbiamo fatto qualche domanda a Tommaso Luzzana, socio fondatore, nel ’99, dell’Agenzia Spia Games nonché uno tra i primi snowboarder in Italia, per farci raccontare come è nata l’idea di un Festival dedicato interamente allo sci fuoripista a Madesimo. Dunque Tommaso, come nasce l’idea di un Festival tutto incentrato al Freeride a Madesimo? Il Madesimo Freeride Festival nasce anzitutto allo scopo di avvicinare nuovi utenti alla pratica del Freeride promuovendo i concetti di cultura e sicurezza grazie ai corsi proposti e tenuti da Guide alpine e maestri con specializzazione freeride. Il fatto che durante l’evento ci siano state giornate di brutto tempo da un lato ha reso più difficile a livello organizzativo lo svolgersi di determinate attività, allontanando curiosi e turisti, ma dall’altro è stato in grado di richiamare 300 veri freerider, quelli che ad una giornata di sole e neve dura preferiscono nebbia e 60 cm di neve fresca. Qual era il target di riferimento che avevate in mente mentre programmavate questo evento? Il freeride in questo momento rappresenta il ritorno alle origini in grado di unire diversi target ed utenti: sciatori ed atleti tra i 30 e i 45 anni che come evoluzione naturale passano dal freestyle al freeride; sciatori tra i 45 e i 60 anni che dopo anni sulle piste ricercano nuovi stimoli ed esperienze. Ad un tale bacino di appassionati corrisponde poi un reale riscontro sul mercato dei prodotti? Il freeride è lo sport di oggi e di domani, è un mercato in rapida ascesa che rappre-
Tommy Luzzana
senta un’opportunità per chi la sa cogliere ma nella quale non ci si può improvvisare. Il negoziante in primis deve essere competente e credibile, conoscere il mercato e gli attrezzi sia in termini di shape che di tecnologie, ed essere formato in tema sicurezza per poter sensibilizzare i propri clienti. Le più importanti fiere di settore sono la testimonianza concreta del trend positivo che sta vivendo la disciplina del freeride. Chiunque sia stato ad Ispo 2014 avrà notato la centralità del fuoripista nelle immagini di molti degli stand espositori, da quelli core e di nicchia fino ai leader di settore che per anni si sono associati principalmente all’aspetto race. Inoltre sono sempre di più le aziende che ampliano i loro cataloghi con accessori e strumenti in grado di rendere più sicura la pratica del fuoripista. Madesimo Freeride Festival ha avuto il merito di cogliere il momento giusto ed essere stato il precursore nel richiamare tutte le categorie di freerider, dall’esperto a colui che si appresta a muovere i primi passi, creando la giusta sinergia tra i protagonisti in gioco: società impianti, consorzio di promozione turistica, aziende di sci, snowboard, telemark ed accessori, negozianti, noleggi, società di Heliski, guide e maestri con specializzazione freeride.
• Davide Spini - Guida Alpina dei Whitelines: “Organizzazione ottima, bellissimo soprattutto il villaggio super pieno di aziende! Fico che guide e maestri lavorino insieme finalmente… potremmo dire di poter sperare in un futuro migliore!”
• Luigi - un partecipante: “La cosa che mi è piaciuta di più è stata avere la possibilità di avvicinarmi al freeride in modo semplice”
• Roberto - un partecipante: “Mi è piaciuta l’atmosfera entusiasta del Festival e mi sono sentito un privilegiato a partecipare alla prima edizione di un evento così. Spero proprio ci sarà una seconda edizione”
Il Bràulio Vertical Tour chiude l’inverno sul Tonale Dalla prima tappa del 29 dicembre a Cervinia, nel corso di 4 intensi mesi ha toccato alcune delle stazioni sciistiche più importanti in Italia come Bormio e Monte Bondone, Canazei, Alleghe e Pila, Sestriére, Abetone, San Martino di Castrozza e Alba di Canazei. Ospite delle splendide strutture dell’Adamello Freestyle Arena al Passo del Tonale, si è chiusa l’edizione 2014 del Bràulio Vertical Tour. Il contest finale, tenutosi il 22-23 marzo in condizioni di caldo anomalo per il periodo, ha offerto il consueto spettacolo di evoluzioni e salti, in una sfida entusiasmante tra skiers e snowboarder garantita dal perfetto set up delle strutture. “Hanno mostrato (Guido Colombetti e lo staff del park) una professionalità e una disponibilità unica”, ha commentato Christian Lupi, uno dei responsabili organizzativi, “rendendo indimenticabile questo finale. Il resto lo ha fatto lo snowpark, davvero all’avanguardia”. Per quanto riguarda i contest, quest’anno ha prevalso la linea verde. Tra gli snowboarders il migliore è risultato essere il bulgaro Emil Goranov, che ha battuto il favorito della vigilia, Marco Donzelli, già vincitore nel recente e azzurro di Coppa del Mondo. A seguire, sul gradino più basso del podio, Mauro Bisol. La gara di freeski ha messo in mostra una serie di giovani talenti, tutti under 20, di cui sentiremo presto parlare. Tra essi spicca il vincitore e idolo locale Kilian Morone, il cui grande talento naturale gli ha permesso di precedere Giovan Battista Zulian, allievo del tecnico della nazionale azzurra di Coppa del Mondo Valentino Mori, ed Elia Guanella. La tappa ha chiuso degnamente un tour lungo 4 mesi che non ha mai smesso di sorprendere nelle diverse località sciistiche in cui è stato ospitato. Oltre al title sponsor Bràulio, giunto al terzo anno
consecutivo, diversi sono stati i partner: Apo, Latte Candia, Entremont, GranLatte, Candy’Up, l’Emmental, Raclette, Salumificio Raspini, Panmonviso, Rìcola, Nital, UniCredit e Volvo. Mentre tra i mediapartner vi erano Tuttosport, Neveitalia.it, Snowgang.com e Pointbreak magazine. Ora non resta che rilanciare alla prossima stagione, come ricorda Flavio Gallarato, il capo dell’organizzazione curata come al solito dalla torinese Event’s Way: “La nostra soddisfazione maggiore è ancora una volta aver visto apprezzati i nostri sforzi e le nostre idee. Lo dimostra il pubblico, che in tutti questi anni fortunatamente non è mai mancato. Lo dimostrano gli atleti, che ci permettono di offrire sempre uno spettacolo unico, ma lo dimostrano anche le amministrazioni locali e gli sponsor che hanno sposato con entusiasmo la filosofia del Tour. Li ringrazio tutti, perché senza di loro sarebbe impossibile. Ripartire ogni anno non è semplice, ma se i risultati sono questi e la risposta è così entusiastica, non ci mancherà mai la voglia per riprovarci”. Pointbreak Magazine era media partner dell’evento.
www.verticaltour.it
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FOCUS WATERSPORT
Il focus sulla nuova onda artificiale prodotta da ATV Action Team
Surfer Noah Beschen. Foto: Jan Vogt
a cura di Simone Berti
The Wave “atterra” in Italia La struttura, ideata da surfer e ingegneri, sfrutta un sistema incrementale che consente di estendere l’ampiezza dell’onda a proprio piacimento. Perfetta per l’apprendimento del surf, ha incontrato il favore anche di stelle dello sport come Rob Machado, Robby Naish e altri top atleti. Ed è disponibile anche nel nostro Paese per iniziativa di Paolo Nelzi. La storia ha inizio negli anni ‘70 e vede protagonisti due surfer tedeschi: Susi e Rainer Klimaschewski. I due sono grandi appassionati di onde e, peculiarità unica fra coloro che amano questo sport, sono anche i primi al mondo ad aver praticato il surf a Monaco di Baviera. Decisamente insolito e ben lontano dai consueti spot sulle spiagge hawaiiane, basche o australiane. Susi e Rainer infatti avevano scoperto un’onda statica nell’Eisbach, piccolo fiume artificiale affluente dell’Isar, sita nei pressi del museo d’arte Haus der Kunst. In pratica la madre di tutti i riverspot. Negli anni successivi, intorno a quest’onda, si è formata una community sempre più grande di appassionati, tanto che lo spot è tutt’ora frequentatissimo in ogni stagione dell’anno, giorno e notte. I Klimaschewski invece intuirono un potenziale non sfruttato in quell’onda statica e decisero di andare oltre: così, insieme ad altri surfer e a un gruppo di ingegneri svilupparono un sistema brevettato di onda artificiale e fondarono ATV Action
Surfer Mareen Scholz. Foto: Flo Hagena
Surfer Tao Schirrmacher. Foto: Flo Hagena
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In quante località è presente The Wave? C’è l’installazione fissa presso lo Snow Dome di Bispingen, che ha riaperto in primavera. Inoltre per il 2014 sono programmati diversi eventi in Europa con versioni mobili di The Wave. Verso quali Paesi puntate per allargare il vostro mercato? In generale nel nostro continente, con particolare focus su Germania, Italia, Francia e Paesi Bassi. Europa dell’Est e Russia, USA e Sud America sono altre aree dal grande potenziale. Surfer Mareen Scholz. Foto: Jan Vogt
Team. E ora il sogno di Susi e Rainer è diventato realtà: surf 356 giorni all’anno, di fronte a casa. Come funziona L’impianto permette l’utilizzo di vere tavole da surf con pinne e consente una fruizione continuativa perfetta per chi necessita di allenamenti intensi per trick ed evoluzioni. Inoltre permette di regolare l’intensità e la grandezza dell’onda, venendo incontro anche a chi è alle prime “onde”, bambini inclusi. I principianti possono godere inoltre dell’utilizzo di una particolare maniglia che aiuta a raggiungere quanto prima l’equilibrio necessario per cavalcare l’onda. Le pareti laterali e l’uscita poi sono morbidamente foderati. Il concetto dietro alla generazione dell’onda è semplice e sfrutta un sistema incrementale che estende l’ampiezza dell’onda a proprio piacimento. Questa caratteristica ha permesso l’utilizzo di The Wave per competizioni internazionali quali i campionati europei 2011, 2012 e 2013 (tenutisi in Germania), che hanno richiamato fino a 30.000 appassionati e numerosi surfer da tutto il mondo. Per saperne qualcosa di più a livello tecnico, ma non solo, abbiamo posto qualche domanda a Fabian
Strödel, ingegnere per la ATV Action Team GmbH. Anzitutto, cos’è The Wave e come si compone la struttura? The Wave è composto da un bacino d’acqua principale e una piscina per il surf. Delle pompe a immersione muovono l’acqua dal primo al secondo e l’onda stazionaria si forma grazie al principio idraulico del “salto di bidone” o “risalto idraulico”. La piscina in particolare consiste in una struttura di morbidi componenti plastici modulari attaccati a una struttura portante metallica. Quando è stato realizzato il primo sistema? Il primo prototipo è stato presentato al pubblico nel 2008 al Paris Boat Show. La prima installazione permanente è stata invece aperta nel 2010 allo Snow Dome di Bispingen, vicino ad Amburgo. Quante evoluzioni sono state realizzate? Il primo prototipo consisteva in un’onda di 7 mt di larghezza con una portata d’acqua di 8.000 lt/sec. Nel 2013 la terza edizione dei Campionati Europei di Surf su onda stazionaria ha avuto luogo su una versione di The Wave di 11 mt di larghezza e con una portata d’acqua di 22.000 lt/sec.
C’è un target particolare cui vi rivolgete? The Wave, nella sua versione mobile, può essere di grande beneficio per fiere, eventi e centri commerciali: può offrire una grande copertura mediatica, attrarre giovani e soprattutto sportivi. Come installazione permanente si tratta di un ottimo complemento per centri d’intrattenimento come parchi acquatici, parchi tematici, centri sportivi (anche comunali), località balneari e catene alberghiere. Quali sono i primi feedback dal mercato italiano? Abbiamo partecipato in passato a una fiera specializzata a Roma e i feedback di visitatori e potenziali clienti sono stati notevoli. L’Italia chiede disperatamente maggiori possibilità di praticare il surf. In un Paese con così tanti chilometri di coste e una popolazione di surfisti in costante aumento si può fare ancora molto per aumentare le possibilità di praticare questo magnifico sport quando il mare non “coopera”. Sembra comunque essere arrivato il momento giusto per il mercato italiano perché stiamo discutendo alcune interessanti opportunità.
contatti: mnovarese@innovations4sport.com pnelzi@innovations4sport.com
FOCUS WATERSPORT - news
Reef sponsor ufficiale del Recco Surf Festival
Dopo l’ingresso di Matteo Migliorini, GoPro Italia presenta un nuovo atleta nel proprio surf team: si tratta del giovane versiliese Gianmarco Pollacchi, che affiancherà ora Matteo e anche Elena Bertolini. Gianmarco sta già utilizzando le action camera e presto ci presenterà i suoi primi web edit.
L’anno “sabbatico” dell’International Surfing Day Da 10 anni l’EuroSIMA si occupa dell’organizzazione dell’International Surfing Day, che edizione dopo edizione ha visto crescere in maniera esponenziale il numero dei partecipanti. L’evento offre l’opportunità a migliaia di persone di avvicinarsi gratuitamente al surf e di prender parte a una serie di attività quali progetti di pulizia spiagge, campagne di consapevolezza ambientale, concerti e test prodotti. Nel 2013 l’iniziativa ha interessato 29 paesi del mondo, dove sono stati organizzati in tutto 189 appuntamenti. Considerata la maturità raggiunta dall’evento, l’associazione ha iniziato a pensare a come poterlo sviluppare ulteriormente in futuro. La mission di EuroSIMA include la difesa degli interessi dei suoi membri, l’educazione e la promozione delle attività, e non lo sviluppo dello sport e il loro insegnamento. Inoltre non è più in grado di sostenere i costi e di far fronte all’impegno logistico richiesto. Per questo il cda dell’associazione ha deciso di mettere in standby l’edizione 2014 dell’International Surfing Day. Lo stop servirà a cercare eventuali partner (federazioni sportive, associazioni, partner privati) che siano in grado di dare all’iniziativa un nuovo respiro, pur mantenedone il carattere no-profit e il suo spirito originale di promozione di valori culturali e sportivi.
Windsurf Grand Slam, a Coluccia è sfida all’ultima boa Dopo l’ottimo riscontro avuto alla prima edizione, ritorna a Santa Teresa di Gallura, dal 2 all’8 giugno, il Windsurf Grand Slam. Duecento tra i migliori atleti italiani si contenderanno nell’occasione quattro Campionati Italiani AICW (Associazione Italiana Classi Windsurf), ai quali si aggiunge una competizione dimostrativa di speed e una tappa del campionato nazionale windsurfer, per le quali si aspettano fino a 2000 visitatori al giorno. “Per il secondo anno Santa Teresa di Gallura è al centro dell’interesse nazionale per la nostra Associazione”, ha dichiarato il presidente AICW Carlo Cottafavi nel corso della conferenza stampa di presentazione. “È una grande opportunità per noi svolgere i Campionati Nazionali in una splendida località come questa, ed è un’occasione per valorizzare sempre di più la Sardegna. Ci auguriamo un forte interesse regionale per il windsurf, poiché le condizioni meteo e la posizione geografica dell’isola sono perfette tutto l’anno, cose che ci sono invidiate da tutto il mondo”. Il WGS è patrocinato dal Comune e dalla Lega navale di Santa Teresa di Gallura, l’Università di Sassari, il polo universitario di Olbia, l’aeroporto di Olbia e quello di Alghero, mentre tra gli sponsor sono annoverati Rider Sandals, Selin, Project Automation e GoPro.
Per la sua seconda edizione, il Recco Surf Festival può contare sul supporto del nuovo sponsor ufficiale Reef. L’evento avrà luogo nel primo weekend utile fra maggio e giugno in cui le condizioni meteorologiche permetteranno lo svolgimento della gara di surf e offrirà due giorni di contest, arte, una film premiere assoluta, moto in stile Cafè Racer, tanta musica e da quest’anno anche un Surf Film Festival che inaugurerà l’evento. Si potranno ammirare esposizioni di tavole, le stupende creature a due ruote di Deus Ex Machina e vi sarà una zona dedicata agli stand dei surf shop, oltre alle aziende di settore e dei migliori costruttori di tavole italiani. Protagonista di giornata sarà la gara Open di Longboard, aperta a tutti. La Black Wave Surf School metterà a disposizione gratuitamente i suoi istruttori e tutto il materiale per le prove in mare. Successivamente avranno luogo le premiazioni del Surf Film Festival e del contest, seguite da un aperitivo on the beach. La sera verrà conclusa dalla premiere nazionale del film Peninsula cui seguirà il party sino a notte fonda con i Dj Set di Pernazza e i Magellano. La domenica poi ecco l’evento clou: la seconda edizione del TipToes Invitational, dove si esibiranno i 25 migliori longboarder italiani.
www.tiptoes.it
Stra-To-River: SUP a Torino con Bic
Giovedì 8 maggio è partito su DMAX (canale 52 del digitale terrestre) un nuovo adventure-reality: The Soul. Tra percorsi a ostacoli, sfide di cibo, arti marziali e misteriose dark room, i concorrenti dovranno dimostrare di possedere forza, tenacia, spirito di adattamento e coraggio per diventare i vincitori. Fra i 9 concorrenti c’è anche Raimondo Gasperini, il pluricampione italiano di windsurf sempre attivo in numerose iniziative per i giovani e di allenamento, ora in cerca di una nuova avventura nel mondo televisivo. I protagonisti, selezionati attraverso un casting online durato oltre due mesi, saranno giudicati dal CT della nazionale di pallavolo maschile Mauro Berruto e da Federica Lazzara, eletta Miss Soul nel corso delle selezioni di Miss Italia. Secondo un meccanismo di prove a eliminazione, puntata dopo puntata si potranno seguire le vicende dei concorrenti fino alla finale in cui verrà decretato il vincitore.
Federico Benettolo new entry nel Bic Sup Team Italia Bic Sport dà il benvenuto a Federico Benettolo nel Bic Sup Team Italia. Il giovane atleta veneto ha alle spalle una grande esperienza di gare e un’importante collezione di podi. Entra ora a far parte della rosa di atleti che Bic Sport ha scelto di sponsorizzare per questa stagione, andando ad affiancarsi ai rider Giordano Bruno Capparella e Luca Cassolo. Federico, così come Giordano, utilizzerà in gara la tavola Race Pro 12’6 x 24”1/2 e la nuovissima Race Pro World Series 12’6 x 25’’ shapate da Patrice Remoiville. Federico, inoltre, rappresenterà l’Italia e Bic Sport ai Mondiali in Nicaragua per le categorie Wave e Race.
SUP Garda Race, partito il campionato italiano Race ph. Federico Barazzuol
GoPro Italia accoglie il surfer Gianmarco Pollacchi
“The Soul”, Ray Gasperini protagonista in un reality
Una cornice inusuale e originale, la città di Torino, e un fiume soggetto a forti correnti, ovvero il Po, hanno ospitato nel weekend dell’1-2 marzo la Stra-To-River, una due giorni di SUP decisamente allegra e ricca di gare. Il sabato è stato tutto dedicato alle sprint-race, su tracciati di circa 500 mt per le polinesiane e di 300 mt per il Bic Sup One Design. La domenica invece, ben assolata dal clima primaverile, era dedicata alla gara ufficiale, una long-distance di 12 km contro e a favore della corrente, con la possibilità di partecipare alla ridotta di 6 km. Nel corso della gara molti atleti hanno scelto di sfruttare le “zone di morta”, quelle cioè molto vicine alla sponda, dove l’acqua tende a risalire contro corrente permettendo un’andatura più veloce per risalire il fiume, mentre nella fase di discesa tendevano a utilizzare la parte centrale dove la corrente è più forte e dove si possono raggiungere velocità molto alte. La giornata si è conclusa con le premiazioni, medaglie BIC SUP per i primi 3 classificati di ogni categoria e premi estratti a sorte messi a disposizione dai vari sponsor: primo fra tutti Bic Sport, poi Vibram, Dare Motus, Lavacore, Syform, La Glisse , Circolo Eridan e il Comitato Piemontese FICK.
Sabato 3 maggio a Manerba del Garda (BS) è stato dato il via al campionato italiano FISURF SUP Race, con la tappa SUP Garda Race a 4 Stelle. Organizzata dalla Sup Garda asd presso la spiaggia di Pisenze, la manifestazione si è svolta in un’area protetta di 114 ettari che comprende le aree verdi del Parco della Rocca e del Sasso, a cui vanno ad aggiungersi 84 ettari di superficie lacuale, fino oltre 300 metri dalla costa. Durante la giornata inoltre è stata inaugurata la Riserva naturalistica del Parco della Rocca di Manerba del Garda, a sottolineare il messaggio di rispetto per l’ambiente e incontro con la natura tipico dello stand up paddling. Tre erano le gare che si sono svolte sotto un sole indeciso, spesso nascosto dalle nuvole: 8 km Beach Race con arrivo in acqua categoria Race 12,6 e 14, oltre alla 4 km categoria open e gonfiabili. La categoria pro da 8 km è stata vinta da Davide Codotto e Susak Molinaro, mentre Nicola Zamuner ha primeggiato con la tavola da 14. Tra gli amatori i migliori sono stati Maurizio Tomei e Silvia Battisti. Il SUP Garda Race è stato organizzato con il contributo e patrocinio del Comune Manerba del Garda, il patrocinio della Regione Lombardia e il supporto tecnico di Starboard, Fanatic, ION, Surfcamp.it, Underwave, Asahi, Dude, WeWood, Beleza Pura, Vinstyle.it e Vibram.
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Intervista doppia: a tu per tu con i windsurfer Marcantonio Baglione e Flavia Tartaglini
a cura di Monica Viganò
“Nel mio cassetto, il sogno di Rio 2016” Atleta del circolo Albaria di Palermo, gareggia in classe RS:X nei circuiti nazionale, europeo e mondiale. Dove al momento è in 7o posizione. Ha alle spalle svariati titoli e attualmente è 7° nel ranking di Coppa del Mondo dopo la tappa di Hyeres (Fra). Un palmares conquistato in soli 3 anni di attività agonistica che lo sta portando ad approdare nella Squadra Nazionale. E a veder sempre più vicino l’obiettivo Olimpiadi di Rio 2016. Marcantonio Baglione, palermitano doc nato nel 1990, ci racconta la sua storia. Quando e come ti sei avvicinato al windsurf? Sono praticamente cresciuto in questo ambiente. La mia fonte di ispirazione sono stati Paco Wirz, Riccardo Giordano e mio padre. La mia prima regata è stata la Coppa PrimaVela, credo di avervi partecipato verso i 10 anni. Quando hai iniziato a fare sul serio? Nel 2010, dopo la maturità, ho deciso di partecipare a un circuito australiano in tre stop (Sydney, Melbourne e Brisbane). Mi sono classificato secondo assoluto, vincendo addirittura una delle tappe. Così ho deciso di entrare nel mondo professionistico. Quali aziende hanno per prime creduto in te? In primis il club Albaria di Mondello e i miei genitori. Insieme a loro, alcuni surf shop mi hanno aiutato con parte del materiale tecnico. Che oggi mi fornisce Quiksilver tramite due surf shop di Palermo. Sei atleta del Circolo Albaria di Mondello, che ha sfornato atleti di calibro internazionale. Ci dici qualche nome? Cito Riccardo Giordano, plurititolato mondiale e Olimpico a Sydney 2000. Poi la pluricampionessa olimpica Alessandra Sensini, medaglia d’oro alle Olimpiadi di Sydney 2000. E infine Federico Esposito, rappresentante italiano della classe alle Olimpiadi 2012 di Londra. Fai anche parte dei DEMZ Boyz. Ce ne parli? È il mio gruppo di allenamento. Un team internazionale composto dall’olandese Dorian Van Rijsselberge (medaglia d’oro alle Olimpiadi 2012), dal canadese Zachary Plavsic (ottavo alle Olimpiadi di Londra 2012), dall’inglese Elliot Carney (plurititolato). Siamo allenati dal fortissimo Aaron McIntosh che ci sta preparando per Rio 2016. Quale attrezzatura utilizzi? Utilizzo il modello di vela RS:X misura 9,5 mt firmato Neilpryde. Quiksilver mi fornisce alcuni capi d’abbigliamento e qualche muta. In inverno ad esempio uso il modello Cypher, che è perfetto e veste come una seconda pelle.
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“Chi ha detto che il windsurf è per soli maschi?” Nata a Roma nel 1985 intraprende la carriera sportiva seguendo le orme del nonno e del padre, entrambi ex atleti di rugby. E in pochi anni è entrata nell’elite mondiale dell’RS:X. In quali categorie e in quali circuiti competi? Gareggio nei circuiti mondiale, europeo e italiano nell’RS:X, una classe monotipo dove tutti utilizzano le stesse attrezzature. La vela misura 9,5 mq e la tavola è di 280 lt con pinna da 66 cm. Le condizioni meteorologiche nelle quali competiamo prevedono vento da 2 a 35 nodi e onde da 0 a 3 mt. Fai parte della Nazionale Italiana? Quest’anno sono stato inserito tra gli atleti con possibilità di accedere alla Nazionale. Ci saranno delle selezioni per definire l’effettivo inserimento nel team. Quali sono a oggi i tuoi migliori risultati per la stagione in corso? A gennaio sono stato a Miami per l’US National Championship, dove ho ottenuto il 1° posto in classe RS:X. Ho anche partecipato alla regata Miami Rolex parte del circuito ISAF Sailing World Cup, dove mi sono classificato 10°. A febbraio sono stato ad Auckland per un allenamento mirato alla partecipazione alla regata Preolimpica, che si è disputata a fine marzo a Palma di Maiorca (ISAF Sailing World Cup). Dopodichè ad aprile ho partecipato alla gara di Hyeres (ISAF Sailing World Cup) chiudendo primo tra gli italiani e in 21ª posizione generale su 91 partecipanti. A maggio ho partecipato all’Eurolymp Olympic Week del Garda e alla Delta Lloyd Regatta a Medemblik (Olanda). Dove ti vedremo prossimamente? A giugno sarò al Sail For Gold di Weymouth. Il mese seguente sarò all’European Windsurfing Championship di Çesme (Turchia) e ad agosto sarò all’International Sailing Regatta 2014 che sarà un Test Event per Rio 2016. Infine a settembre sarò a Santander per l’ISAF Sailing World Championship. Sappiamo che sogni le Olimpiadi del 2016 in Brasile. Il windsurf è di nuovo a programma? Si, ci siamo salvati! Nel 2012, durante il voto di proposta, il kiteboard è stato inserito nel programma olimpico spodestando il windsurf con 19 voti a favore e 17 contrari. A novembre dello stesso anno, in occasione della votazione finale, la situazione si è ribaltata. Come giudichi il panorama windsurf italiano? Non siamo poi così “scarsi”. Sul fronte femminile Flavia Tartaglini (non a caso intervistata a fianco, ndr) sta andando fortissimo, è sempre nelle prime 5 a quasi tutte le regate. Le altre donne sono giovani e necessitano tempo ed esperienza per mostrare il loro potenziale. Anche tra gli uomini il livello è davvero alto. Siamo in 5 a contenderci i primi posti in giro per il mondo. Attualmente i primi siamo io e Mattia Camboni, che è 5° nella classifica mondiale.
Come Baglione (intervista a fianco) anche lei gareggia nella classe RS:X Neilpryde. Attualmente è la migliore a livello nazionale. Ma anche a livello internazionale non scherza affatto, visto che occupa il 1o posto nel ranking mondiale. Parliamo di Flavia Tartaglini, un concentrato di grinta, forza, dolcezza e femminilità. A dimostrazione che il windsurf non è uno sport prettamente maschile. La tua prima volta sul windsurf? La prima volta avevo 15 anni, era estate e mi trovavo a Ostia. Per non annoiarmi in spiaggia ho provato a fare un corso di windsurf e devo dire che me ne sono innamorata subito. Ti ricordi il tuo primo windsurf? Era una di quelle tavole piuttosto larghe e non propriamente bellissime. Diciamo pure “da battaglia”. Una di quelle che danno ai corsi di windsurf. Comunque non me la ricordo bene perché all’inizio si é talmente concentrati a mantenere l’equilibrio che non si fa attenzione ad altro. Anche se hai iniziato tardi, hai all’attivo importanti conquiste. Sì. Sono stata due volte medaglia d’argento ai Campionati Italiani (2006 e 2008) e ho vinto il Circuito World Cup Isaf nel 2012. Nel 2013 ho terminato prima nella World Cup - Trofeo P. Sofia 3a prova di Palma di Maiorca e prima nella Eurosaf - Sail Week Garda 1a prova. Sempre nel 2013 ho chiuso in 1a posizione nella World Cup - Delta Lloyd Regatta Medemblik e quest’anno sono arrivata 3a nella seconda tappa di World Cup a Miami. Quali sono i tuoi principali obiettivi per il 2014? Senz’altro i Campionati Europei a Çesme in Turchia (28 giugno - 6 luglio) e gli Isaf World Championships a Santander in Spagna (8 - 21 settembre). Mi sto poi allenando in vista delle selezioni olimpiche per Rio 2016. Il windsurf é uno sport in cui il contatto diretto con la natura é predominante e le condizioni atmosferiche spesso sono davvero difficili. Come si combatte il freddo? Parliamo di uno sport d’azione che richiede sempre una certa agilità, per cui non possiamo coprirci più di tanto. Mani, piedi e testa rimangono sempre scoperti. Fortunatamente per il resto del corpo esistono mute in neoprene di diverso spessore a seconda della temperatura. Io utilizzo quelle dei brand Roxy, ION e Billabong. Qual é il luogo preferito in cui ti alleni? Restando in Italia, Cagliari é molto bella: é da due anni che ci alleniamo lì in inverno e mi piace moltissimo. Poi adoro il sud della Spagna, Càdiz e soprattutto Tarifa. Andando più lontano, il golfo di Sidney é stato uno dei posti più belli dove ho fatto windsurf. E il luogo più bello dove hai gareggiato? Sicuramente Càdiz perché é molto ventoso. E poi Cascais in Portogallo.
FOCUS WATERSPORT
Michi Schweiger, brand manager di Naish SUP, ci parla della Hokua X32 LE Series
Come sappiamo Naish è uno dei brand di riferimento nel mercato watersport, SUP compreso, con una proposta sempre attuale e attenta alle esigenze di praticanti di qualsiasi livello. Lo dimostra anche l’ultima serie di stand up paddle presentata, che si indirizza a neofiti o appassionati alla ricerca di un prodotto facile da utilizzare sulle onde. Del successo di questa linea ci parla Michi Schweiger, brand manager del marchio originario di Vienna e ora in pianta stabile a Maui. In cosa la linea si differenzia dalle precedenti Hokua e Hokua LE Series? La nuova serie è perfetta per tutti, anche per chi inizia a fare wave. Tutti i modelli sono ampi 32” rendendo le tavole accessibili e stabili, ideali anche per rider di livello intermedio. Questa proposta ci aiuta a completare la collezione Hokua garantendo ai neofiti un’esperienza di stabilità e performance. La linea Hokua X32 LE unisce la performance di wave riding assicurata dai modelli Hokua già in collezione con la stabilità e la semplicità di “presa” dell’onda delle tavole Mana. Il risultato è un SUP facile da usare. Il design dà il meglio di sè su onde piccole e medie, che non generano eccessiva potenza.
Ph: FBerthuot
Qui e a fianco Michi Schweiger
Cosa ha ispirato il design e il concetto della linea? All’interno del nostro gruppo-target ci sono diversi surfisti con più o meno esperienza. Alcuni di loro sono avanti negli anni oppure sono corpulenti. Per loro era difficile usare una delle tavole Hokua o Hokua LE già esistenti. La richiesta verteva su una maggior stabilità e su un extra volume così da rendere più confortevole il paddling o la rimanenza in acqua in attesa dell’onda giusta. Allo stesso tempo, questi surfisti non volevano rinunciare alla performance. Questa la logica che sta dietro alla serie X32.
Hokua X32 LE Series Tavole in edizione limitata ultraleggere, estremamente stabili, disegnate per un riding performante in onde piccole e medie. La forma della base ha un nose concavo, una leggera V nella sezione centrale e una V più pronunciata nella coda per una prestazione più pulita e per una maggior accelerazione in onde poco veloci. La curvatura e il rocker amplificati del profilo rendono le tavole perfette per sessioni serrate e sono in grado di dare il meglio nelle onde di scarsa potenza. Questi modelli sono inoltre costruiti usando una tecnologia sandwich in carbonio rivoluzionaria che li rende estremamente resistenti e ultraleggeri. Modelli disponibili Hokua 7’10” X32 LE - ideale per rider fino a 91 kg Hokua 8’3’’ X32 LE - ideale per rider fino a 95 kg Hokua 8’8” X32 LE - ideale per rider fino a 102 kg Hokua 9’1” X32 LE - ideale per rider fino a 109 kg
Qui a fianco il QR con il video di presentazione della collezione
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Ph: EAeder
Robby Naish, padron dell’azienda, su un modello della serie Hokua X32 LE
SUP più facile anche sulle onde Ph: EAeder
I modelli sono caratterizzati da un’ampiezza standard di 32”. Volgono lo sguardo a principianti e rider esperti ma non “estremi”, in cerca di stabilità e performance. Già notevole il successo riscontrato in termini di vendite.
a cura di Monica Viganò
Perchè pensate che 32” sia l’ampiezza ideale? Dopo vari test su larghezze diverse, abbiamo stabilito che questa sarebbe stata quella ideale per il target cui volevamo rivolgerci. I rider di esperienza avanti negli anni e piuttosto appesantiti sono con essa in grado di avere stabilità e al contempo performance. Ma queste tavole, come già detto, sono ottime anche per i principianti che in esse possono avere stabilità e performance in una tavola corta e dunque semplice da trasportare. Questa combinazione li agevola nel progredire di livello.
Qual è il rider-tipo di questa serie? Le tavole in questa linea variano da 7’10” a 9’1”. Quindi surfisti di ogni stazza e peso possono in essa trovare il modello migliore. Come in ogni altra nostra linea, la misura delle tavole soddisfa le esigenze di ogni surfista. E, dal momento che tutte le tavole hanno la stessa ampiezza, il rider può basare la sua scelta solo sul volume. Come descriveresti il feeling trasmesso da una tavola Hokua X32 LE? Semplice da surfare e nella presa dell’onda. Stabile nella direzionalità. Compatta nello stivaggio.
Un breve sguardo al panorama italiano con Benni Bozano
SUP, anche l’Italia in fermento Il responsabile di Action 2 Sport, distributore del marchio Naish per il nostro paese, ci parla della linea Hokua X32 LE, dell’andamento dello sport nel nostro mercato e delle iniziative promozionali firmate dal brand a livello internazionale. La linea Hokua X32 LE presta attenzione in particolare a qualità e prestazioni. Ce lo conferma anche Benni Bozano, responsabile di Action 2 Sport, distributore del brand per l’Italia: “Sono questi due aspetti ad avere la priorità, come in tutti i prodotti a marchio Naish. Ma in questa linea si è investito molto anche nella ricerca di un metodo costruttivo innovativo che garantisse un ottimale rapporto qualità/ prezzo”. Grazie anche a questo fattore, la collezione ha avuto un enorme successo in tutto il mondo. “Stando alle dichiarazioni dei responsabili aziendali, la serie sta ottenendo grandi consensi ovunque a partire dall’Australia”. Uno sguardo all’Italia Buoni i feedback registrati anche dai retailer del nostro paese, dove il primo arrivo di X32 è già sold out. “Siamo a buon punto anche con le prenotazioni per la consegna successiva”, aggiunge Benni. Nel nostro paese, inoltre, Naish ha un’ottima reputazione sul fronte SUP Wave grazie soprattutto all’attenzione che pone nei particolari. È stata infatti la prima azienda ad analizzare questi prodotti in tutte le sue componenti. “Non dimentichiamoci che la sede di Naish è alle Hawaii dove è possibile testare i materiali tutti i giorni e in tutte le condizioni”. Panoramica sul SUP A proposito della disciplina, è indubbio che il movimento legato al SUP stia interessando in questi ultimi anni anche l’Italia. Tuttavia non ha ancora rag-
Benni Bozano a Maui, di rientro dopo una rilassante sessione di SUP
giunto dimensioni importanti probabilmente, come dichiara Benni, “perché pesantemente frenato dalla crisi economica”. Ampliando il discorso a livello mondiale, il fenomeno è partito dagli USA ed è stato travolgente. In Europa ha raggiungo subito Germania, Francia, Olanda dove in breve ha conquistato dimensioni considerevoli. “In linea generale è indubbio che i praticanti siano in crescita, soprattutto tra il grande pubblico. Ritengo che il SUP possa raggiungere se non superare i livelli registrati dal windsurf negli anni ’80. In particolare perché il SUP è più immediato e semplice da imparare e risulta divertente fin dal primo momento”. Il ruolo di Naish L’azienda è stata una delle prime a credere in questo sport e a spingerlo con ogni mezzo. I suoi distributori nel mondo sono stati i primi a farlo conoscere nei rispettivi paesi. “L’Italia non fa eccezione. Qual-
che anno fa abbiamo portato, insieme a Red Bull, il fondatore del marchio Robby Naish a Venezia. Sono stati pubblicati diversi articoli e realizzati vari filmati che sicuramente hanno contribuito alla diffusione dello sport nel nostro paese”. Iniziative promozionali Tra le principali iniziative finalizzate all’incentivazione delle vendite promosse da Naish spiccano i Demo Tour con atleti del team internazionale, Clinic con rider, pubblicazioni di informazioni e news su magazine e social network. Molto interessante è il circuito di gare N1SCO (Naish One Sup Class Organization), dove si gareggia “ad armi pari”. Tutti i concorrenti hanno in dotazione infatti la stessa tavola, ovvero il Naish One, una tavola gonfiabile race ad alte prestazioni e facilissima da trasportare. “Queste gare - ci spiega Benni - non coinvolgono solo i super allenati, ma tutti coloro che vogliono cimentarsi in qualcosa di alternativo. Per questo vengono stilate classifiche separate che riguardano professionisti, amatori, senior e junior. Il programma in genere prevede avvincenti gare a batterie con eliminazione diretta, il tutto condito da spaghettate, bevute e tanto divertimento”. Per tutte le tappe di questo circuito e per maggiori specifiche, è disponibile il sito dedicato n1sco.com. Action to Sport 0185.264754 info@action2sport.com
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FOCUS WATERSPORT - around the world In viaggio da Huntington Beach a Oceanside
Testo: Elena Gatto - Foto: Dino Bonelli
Livin’ the dream Se avete sempre sognato di vivere le estati senza fine del Sud della California – l’oceano, infinite spiagge bianche, la vera cultura del surf e un affascinante salto nel passato – Huntington Beach è il posto che sognate Quindici chilometri di meravigliosa costa per giocare a beachvolley, nuotare, correre, andare in bicicletta e, naturalmente, cavalcare le onde. È il surf infatti che caratterizza e imprime il suo sapore a questa città, che è stata denominata Surf City USA. Anche a chi non ha mai preso un’onda nella propria vita, Huntington Beach trasmette la vera essenza del surfing: i local surfano il famoso break lungo il pontile, i negozi dettano i nuovi trend per l’industria globale del surf, i caffè sono popolati dai surfisti che si rilassano in attesa della prossima sessione.
Anche nelle ore pasti si hanno in mente le onde
Un pontile simbolo - Datato 1904, l’Huntington Beach Pier è simbolo storico della città e luogo dove catturare lo spirito della sua cultura legata
all’oceano. Ricostruito dopo essere stato distrutto già un paio di volte durante gli anni ‘80, si allunga con i suoi 1850 piedi (più di 500 mt) nel Pacifico: è il pontile più lungo della West Coast. I pescatori hanno le loro esche pronte, la gente del posto viene a fare una pas-
Surf al tramonto con l’Huntington Beach Pier sullo sfondo
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seggiata al tramonto, i turisti ammirano il continuo srotolarsi delle onde e vedono da una prospettiva privilegiata il talento dei surfisti in acqua. Un po’ di storia locale Qui la tradizione del surf fonda le sue radici in più di un secolo di storia. All’inizio del 1900, cercando un modo per promuovere il turismo nella zona sud della California, Henry Huntington assunse un lifeguard hawaiano chiamato George Freeth per fare delle esibizioni dimostrative di surf. George, soprannominato “il Re dei Surfer”, diffuse e rese popolare lo sport in tutta la California, istruendo i local e mostrando loro come costruire e levigare le loro stesse tavole. Freeth insegnò anche a Duke Kahanamoku, considerato il vero padre del surf moderno, che surfò vicino al molo di HB agli inizi degli anni ’20. Il primo negozio di tavole aprì nel 1956, quando Gordon Duane inaugurò la Gordie Surfboards sotto il pontile. Questa divenne la base del suo primo team di
surf, Hole in the Wall Gang. Da questo modesto inizio, il surf prese piede come fenomeno culturale e divenne parte predominate della forza economica di Huntington Beach. Alla fine degli anni ‘50 già 47 negozi specializzati operavano in città, che nel 1959 ospitò il primo West Coast Surfing Championships. In questo periodo, nel 1963, il duo pop Jan & Dean registrò “Surf City”, la prima canzone di surf che raggiunse la vetta delle classifiche pop, facendo diventare tale sport parte della cultura americana. E così, anche grazie alle numerose competizioni trasmesse dalla televisione nazionale, HB fu riconosciuta come il centro del surf statunitense. Un centro del surf a tutto tondo - Oggi le stesse onde belle e regolari permettono di organizzare ben 50 competizioni di surf all’anno, tra cui l’annuale US Open of Surfing, una delle gare più grandi e prestigiose al mondo. Migliaia di persone accorrono tutte le estati per vedere questo evento. L’11 volte campione del mondo Kelly Slater, nel momento in cui ricevette la chiave della città nel 2011, disse: “Huntington Beach è forse la più grande città del surf al mondo. In termini di folla che viene in spiaggia, di surf shop per metro quadro e numero di surfisti in acqua. È sempre stato un posto di grande rilievo per il mercato legato al surf”. Tanto rilevante che il vice presidente Hurley, Paul Gomez, l’ha denominato “la
Time Square del mondo del surf”. Alcuni tra i più grandi nomi del surf fanno base qui, inclusi Herbie Fletcher (che ci è cresciuto), David Nuuhiwa, uno dei più rinomati surfisti degli anni ‘60, e il primo campione mondiale Peter “PT” Townend. Oltre a Corky Carroll, che è considerato il primo surfer professionista e forse il migliore del suo tempo. Aziende come Quicksilver, Roxy e Hurley hanno il loro headquarter. E da non perdere è lo storico Huntington Surf and Sport (HSS), 30 anni di storia, sviluppato su diversi punti vendita nella città. Il flagship store è sempre pieno di turisti anche grazie alle impronte di mani e piedi nel famoso Surfers’ Hall of Fame, che si trova di fronte al suo ingresso principale.
Non solo Huntington Beach… - Proseguendo verso sud, sulla suggestiva statale 1 che fiancheggia l’oceano californiano, si incontrano tante altre piccole cittadine che hanno assorbito e fatto propria la cultura dell’oceano e del surf: Newport Beach, Laguna Beach, Dana Point, fino ad arrivare a San Clemente (circa 60 km da HB), cittadina che ha un fascino tutto suo derivante dall’unione di un centro elegante alla tipica informalità della sua gente. Le palme altissime sventolano le fronde al vento e caratterizzano la bellezza tropicale della lunga spiaggia. Qui aziende come SkullCandy e Flow hanno i loro headquarter e lavorano incessantemente all’innovazione nel mondo della musica e degli
sport di scivolamento. Ancora più a sud, incontriamo Oceanside, che con il suo Museo del Surf (www.surfmuseum.org), presenta le molte sfaccettature di questa cultura. Il museo è impegnato a preservare le
radici storiche delle comunità di residenti sulle spiagge della zona, che sono strettamente legate all’oceano, ma anche la storia e l’evoluzione di questo sport. Merita sicuramente una visita. Il museo del surf a Oceanside
www.surfcityusa.com
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INFO: info@frescodist.com