Outdoor Magazine #06-2024

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Anno 17 - Num. 6 - 2024

I PRIMI 10K

In una maratona, così come in un trail di media o lunga distanza, sappiamo come iniziare con il giusto ritmo sia importante. Sapendo gestire velocità e cadenza senza farsi prendere dalla smania di spingere troppo nella prima parte della gara (cosa che capita molto spesso a non poche persone). Ma anche, al contrario, è buona cosa non autolimitarsi in modo eccessivo per paura di “scoppiare” dopo. Si finirebbe senz’altro la gara “con margine” ma senza centrare la prestazione e/o il tempo che ci si era dati come obiettivo e per il quale magari ci si era preparati per svariati mesi.

Ci piace pensare alla decima edizione degli Outdoor & Running Business Days, che si è svolta il 26-27 maggio scorsi a Riva del Garda, proprio come a una bellissima e intensa prima parte di un percorso ben più lungo. Nella quale, tuttavia, l’ultimo chilometro rappresenta già un importante traguardo, raggiunto con un tempo decisamente soddisfacente, dopo una prestazione “in crescendo”. Ma al contempo, dopo il primo meritato ma breve ristoro, un nuovo punto di partenza per affrontare full gas con la giusta benzina le altre decine di chilometri che ci attendono.

I primi 1000 metri li abbiamo corsi con un buon mix di prudenza ma anche di sana e sfacciata audacia, nel proporre un format totalmente nuovo rispetto a quelle delle classiche “fiere di settore”. All’inizio volutamente sbilanciato sulla parte test e molto dedicato al settore outdoor e trail running, in una location bellissima come la Pietra di Bismantova, nell’Appennino Reggiano, ma anche molto “wild”, con i pro e i contro del caso (precisamente il 14-15 settembre del 2015). Nei successivi 2000 metri una prima importante accelerazione ci ha fatto arrivare nell’altrettanta

Editore: MagNet Srl SB

Direttore responsabile: ANGELO FRIGERIO

Direttore editoriale: BENEDETTO SIRONI

Contributors: KAREN POZZI, PIETRO ASSERETO, SARA CANALI, ANIA ALLEVA, MAURIZIO TORRI

Art Director: ROSANGELA BARNI

Redazione: Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Via Tertulliano, 68 - 20137 Milano

Tel. 02.87245180 - Fax 02.87245182 redazione@outdoormag.it www.outdoormag.it

splendida cornice della Val di Fiemme, a Cavalese. Sotto un tetto coperto e più ampio l’Outdoor Shop Test (già, si chiamava così) si è consolidato ed è cresciuto fino ad aver bisogno di una casa ancora più ampia e strutturata. E di una location altrettanto suggestiva e iconica per il nostro mondo, ma più centrale e strategica.

Il resto, come si dice, è “storia” e siamo reduci appunto da 6K percorsi a intensità crescente in quel di Riva del Garda. Un passo che, insieme all’inserimento ufficiale e definitivo anche di tutto il comparto running, di nome e di fatto, ha decretato il completo successo della nuova “fiera”. Utilizziamo volutamente le virgolette perché gli ORBDAYS come sapete sono anche tanto altro, in quel mix molto apprezzato tra test, experience, workshop, presentazioni, momenti di business, condivisione, relax e party. Con numeri in costante crescita e che quest’anno hanno visto più di 100 espositori e 200 marchi, 1.200 retailer in rappresentanza di oltre 500 insegne e oltre 4.000 presenze nell’arco di questa intensa due giorni.

Ma oltre alla quantità è proprio la “qualità” delle persone e del lavoro svolto che ha fatto la differenza, con la scommessa pienamente vinta di anticiparlo nelle date di fine maggio (a proposito, segnatevi già quelle della prossima edizione: 25-26 maggio 2025). Con la presenza di ospiti e personaggi di caratura mondiale, i quali hanno certamente reso ancora più ricco e irrinunciabile questo appuntamento. Ne ripercorriamo insieme i momenti salienti proprio nello speciale dedicato nelle prossime pagine. Ma, come è nel nostro stile, senza autocelebrarci troppo. È già tempo di ripartire con il giusto passo e una bella progressione. Con altre interessanti e gustose novità che scopriremo insieme sul sentiero.

Benedetto Sironi benedetto.sironi@mag-net.it

Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - Anno 17 - N. 6 - 2024 Periodico mensile. Registrazione al Trib. di Milano n.186 del 20 marzo 2007. Iscrizione al ROC n. 16155 del 23 novembre 2007

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MagNet Srl SB Responsabile dati: Benedetto Sironi

Chiuso in redazione il 29 giugno 2024 Outdoor Magazine @outdoormag_ mag-net-srl

photo: Nadia
Moro

DATI & STATISTICHE

12 I L’utilizzo dell’intelligenza ar tificiale a livello aziendale

INTERVISTE

14 I Christoph Engl, ceo Oberalp Group

INCHIESTA AZIENDE

16 I Dopo i negozi, parola ai brand

#MONTURAPEOPLE

18 I Il weekend di Brenta Open

FOCUS ON

19 I Pianificare le escursioni con koomot

21 I Gruppo Valore Outdoor per un nuovo calendario saldi

FOCUS SHOP

20 I La rivoluzione digitale di Sherpa Mountain Shop

BRAND PROFILE

22 I Benvenuti nel mondo made in Brazz

EVENTI

24 I OutDoor by ISPO 2024

25 I Assalto alle Alpi con Marco Albino Ferrari

ATLETI

26 I Emily Harrop per SCARPA

27 I Matteo Gambaro per Singing Rock

#INSIDETHERACE

28 I Nel vivo della stagione trail

GARE

30 I UTLAC 2024: intervista agli sponsor

SPECIALE ORBDAYS DA PAGINA 33

Anno 17 - Numero 6 - 2024

LORENZO DELLADIO NUOVO PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA DEL TRENTINO

ANNA FERRINO INSIGNITA DEL PRESTIGIOSO PREMIO COMPASSO D’ORO ALLA CARRIERA

La prossima presidenza di Confindustria Trentino sarà targata Lorenzo Delladio, titolare di La Spor tiva e già vice presidente: è questa la scelta del Consiglio Generale, riunito a Palazzo Stella (TN). Nelle prossime settimane il futuro presidente dovrà predisporre il programma di mandato per il quadriennio 2024-2028 e individuare i cinque vicepresidenti, che saranno votati in blocco in occasione di una successiva riunione del Consiglio Generale. Il nominativo di Lorenzo Delladio insieme a quello della sua squadra di presidenza sarà quindi sottoposto al voto dell’Assemblea del prossimo 8 ottobre per l’elezione, come previsto dallo Statuto di Confindustria Trento. I temi sul tavolo, che hanno sollevato anche gli imprenditori intervistati dalla commissione, sono molteplici e complessi: intelligenza artificiale, transizione energetica, welfare, occupazione femminile, burocrazia più rapida, rapporto con la scuola. Questi sono solo alcune delle sfide che Delladio dovrà affrontare nei prossimi anni. Il titolare de La Sportiva succederà a Fausto Manzana, presidente di Confindustria per cinque anni in uno dei periodi più difficili per le imprese. “Sono contento per il suffragio ricevuto dai miei colleghi. Ho visto la fiducia che hanno dato a me e anche alla mia azienda”, queste le parole di Lorenzo Delladio.

JOY ALLEN-ALTIMARE È RESPONSABILE MARKETING GLOBALE DI SAUCONY

Nella giornata del 20 giugno 2024 l’amministratrice delegata di Ferrino, Anna Ferrino, è stata insignita del prestigioso Premio Compasso d’Oro alla Carriera. La cerimonia di premiazione si è tenuta presso l’ADI Design Museum di Milano, in concomitanza con l’inaugurazione della Mostra dei prodotti e progetti selezionati per la XXVIII edizione del Premio Compasso d’Oro ADI che festeggia quest’anno il 70° anniversario. Istituito nel 1954, è uno dei più ambiti riconoscimenti nel mondo del design. Questo premio è assegnato dall’Associazione per il Disegno Industriale (ADI) e dalla Fondazione ADI, e mira a celebrare l’eccellenza nel design italiano. Anna Ferrino è stata riconosciuta come una figura di spicco e protagonista indiscussa nel panorama italiano in questo settore, grazie al suo continuo impegno e alla passione dimostrata nel corso degli anni, espressa in una carriera costruita su due pilastri: cultura e sport.

DOLOMITE E ALBERTO CARMELI: UN RAPPORTO PROFESSIONALE LUNGO 40 ANNI

Saucony ha nominato Joy Allen-Altimare responsabile marketing globale, con effetto immediato. In qualità di cmo, Allen-Altimare è responsabile dello sviluppo di iniziative di branding globale, tra cui il posizionamento del marchio, le strategie digitali e di consumo DTC, la pubblicità, le iniziative di crescita internazionale e l’espansione del business lifestyle del marchio. Allen-Altimare vanta oltre 24 anni di esperienza nel marketing e nelle vendite. Più recentemente, è stata chief revenue officer del Nord America per Havas Media Network, dove era responsabile della supervisione dell’esperienza cliente, della crescita e dei team multiculturali dell’agenzia. Prima di ciò, è stata responsabile marketing presso Kindbody, una rete di cliniche per la fertilità orientata alla tecnologia, in cui ha svolto un ruolo fondamentale nel modellare il posizionamento del marchio e l’esperienza dei membri. Prima di entrare in Kindbody, è stata responsabile delle entrate per EHE Health.

GIORGIO CAMPAGNOLO NOMINATO CAVALIERE DEL LAVORO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Sono quaranta gli anni di lavoro e reciproca fiducia che legano l’agente Alberto Carmeli a Dolomite SCOTT. Una collaborazione longeva, ricca di soddisfazioni che hanno portato l’azienda a voler premiare la professionalità di Carmeli attraverso la consegna di un riconoscimento per la sua attività. Con lo slogan “le storie vanno vissute e non raccontate”, l’Award rappresenta il logo di Dolomite sotto il quale campeggia la scritta “congratulazioni per questi 40 anni” ed è stato consegnato il 21 maggio scorso in occasione del Sales Meeting per la SS 25 del brand, presso la sede di SCOTT Italia. “Ho firmato il mio primo contratto con Dolomite il 19 settembre 1983 con la famiglia Munari-Garbuio, la seconda generazione a capo dell’azienda che allora era a conduzione famigliare”, le parole di Alberto Carmeli. “Dopo qualche anno, la Dolomite è stata ceduta a Franco Vaccari, uno dei due fratelli proprietari di Nordica che, a sua volta, era stata venduta alla famiglia Benetton. Dopodiché, Dolomite è entrata a far parte del gruppo Tecnica con la famiglia Zanatta e infine nel gruppo svizzero SCOTT. Insomma, ho vissuto quattro proprietà diverse”.

STEPHAN HAGENBUSCH È IL MARKETPLACE

DIRECTOR EMEA DI PATAGONIA

Tra i 25 nuovi cavalieri del Lavoro scelti dal Presidente della Repubblica c’è anche Giorgio Campagnolo, noto imprenditore veneto e fondatore di Gruppo F.lli Campagnolo che, all’età di 87 anni, continua a essere una presenza costante e ispiratrice nella sua azienda. “Da un banco al mercato di Bassano del Grappa a un gruppo internazionale con cinque brand (CMP, Melby, Maryplaid, Jeanne Baret e FC F.lli Campagnolo), 18 milioni di capi prodotti all’anno e 1.100 dipendenti”, recita una nota ufficiale. Questa è la storia di F.lli Campagnolo S.p.A., azienda di Romano D’Ezzelino oggi specializzata nella produzione di abbigliamento sportivo, per bambini, homewear e tessile per la casa. Nata nel 1948 come piccola attività familiare dalla determinazione di una giovane madre vedova con cinque figli, Maria Disegna, la realtà italiana è diventata ben presto un’impresa di successo grazie a Giorgio, il più giovane tra i fratelli.

Ad annunciarlo è lo stesso brand, che ha scelto Stephan Hagenbusch, esperto in sport outdoor con quasi 20 anni di esperienza nel settore, come nuovo marketplace director EMEA, con l’obiettivo di supervisionare tutte le attività wholesale, e-commerce e retail per Patagonia. Inoltre, Hagenbusch guiderà il team marketplace in tutta l’area EMEA e svolgerà le funzioni di supporto essenziali per consentire un impegno prezioso verso i clienti e le comunità. Originario della Germania, Hagenbusch si trasferisce nella sede europea di Patagonia ad Amsterdam da Innsbruck, in Austria, dove negli ultimi cinque anni ha ricoper to il ruolo di general manager presso Black Diamond Equipment. È appassionato di molti degli sport per i quali Patagonia realizza prodotti tecnici, tra cui l’alpinismo, lo sci, il trekking e la mountain bike. Ha scritto guide e articoli sugli sport outdoor e pubblicazioni su tematiche climatiche ed economiche. Prima di entrare in Black Diamond Equipment, oltre 10 anni fa, Hagenbusch ha ricoperto ruoli dirigenziali nel marketing e nella comunicazione in Amer Sports.

Da sinistra: Arcangelo Passirani, Donatella Suardi, Alberto Carmeli e Aldo Felici

MONTURA INSIEME

AL SOCCORSO ALPINO DELL’ALPENVEREIN SÜDTIROL

Montura ha annunciato la collaborazione con il Bergrettungsdientst Im AVS Südtirol / Soccorso Alpino dell‘Alpenverein Südtirol, subentrando a Salewa e andando così a coprire tutta la provincia. L’iniziativa si inserisce all’interno della particolare area di Montura “Workframe”, una divisione dedicata al mondo del lavoro tecnico e creata per rispondere alle esigenze riscontrate da chi vive la montagna per professione. Parliamo ad esempio di uomini e donne del CNSAS (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico), dei Vigili del Fuoco (reparti SAF, TLC, USAR, PILOTI SAPR, ecc.) e Unità Cinofile da Ricerca; l’elenco è lungo e variegato. L’elemento fondamentale di Montura Workframe è il team tecnico specialistico, formato da professionisti qualificati, certificati e con esperienza pluriennale, operanti proprio in questi particolari settori.

NUOVA APERTURA DI SALOMON SUGLI CHAMPS-ELYSÉES DI PARIGI

Salomon apre un nuovo flagship store sugli Champs-Elysées a Parigi, nella via dello shopping più iconica del mondo. Il punto vendita, inaugurato ufficialmente il 31 maggio 2024, è il quarto negozio del brand nella capitale francese. Lo store vanta 295 metri quadrati di spazio commerciale totale tra piano terra e interrato. Inoltre, la facciata che raggiunge la sommità dell’edificio conferisce un’allure di montagna a questo esclusivo spazio urbano. Il brand store è stato progettato per offrire ai clienti uno sguardo sull’approccio di Salomon allo sviluppo dei prodotti. Un “Innovation Wall” mette in mostra gli esclusivi risultati della ricerca e dello sviluppo dell’azienda che hanno trasformato gli sport di montagna per decenni. Oltre a ciò, è possibile visionare l’intera gamma di offerte del marchio, dalle calzature di alta qualità, all’abbigliamento e all’attrezzatura per il running e l’escursionismo, fino all’attrezzatura per gli sport invernali. Gli appassionati di sneaker potranno trovare un’intera parete di calzature sportstyle di Salomon, sempre più richieste. Oltre alla nuova sede sugli Champs-Élysées, il brand ha aperto a fine aprile il suo primo negozio sportstyle nel quartiere Le Marais di Parigi. L’ubicazione nel cuore del quarto arrondissement colloca il marchio Salomon accanto a boutique, studi di design e gallerie.

OUTBACK ’97 DISTRIBUISCE SMARTWOOL E I SUOI PRODOTTI IN LANA MERINO

Dal primo giugno 2024, Outback ’97 ha aggiunto al suo portafogli clienti il brand Smartwool, diventando sempre più un punto di riferimento nel panorama outdoor. In occasione degli ORBDAYS di Riva del Garda, il gruppo ha presentato in anteprima il brand americano con sede in Colorado di cui è diventato distributore italiano. Dopo la distribuzione di Nograd di qualche mese fa dunque, Outback ’97 continua a credere fortemente nelle realtà che fanno della sostenibilità e della qualità i propri marchi di fabbrica. Smartwool, infatti, si impegna per la trasparenza, la sostenibilità e la presenza sul campo divertendosi mentre lo fa. Prendersi cura del pianeta è, secondo il brand, estremamente importante quanto attrezzarsi per l’esplorazione. Per questo motivo, l’azienda si impegna costantemente a migliorare la propria catena di approvvigionamento della lana Merino, a ridurre l’impatto ambientale e a collaborare con i suoi partner per proteggere i luoghi selvaggi e aumentare l’accesso equo per chiunque voglia trascorrere più tempo all’aria aperta.

Prima uscita trail

PIC DE BAZÈS

Col_de_Couraduque_Pyrénées

1804m_600D+_10km

COLLEZIONE_TRAIL_RUNNING

BEYOND BEGINS TODAY DI POLARTEC: IL PRIMO CAPITOLO DELLA CAMPAGNA ESPLORA IL PIANETA

CON “REPAIR IF YOU CARE” VIBRAM

DONA UNA SECONDA VITA ALLE CALZATURE

Polartec, marchio di Milliken & Company e creatore di soluzioni tessili innovative e più sostenibili, ha presentato il primo dei tre cortometraggi che compongono la poliedrica campagna aziendale Beyond Begins Today. Il capitolo di apertura pone al centro dell’attenzione l’esplorazione del Pianeta e vede come protagonisti Eva Karlsson (ceo di Houdini), Chris Parkes (fotografo naturalista) e Karen Beattie (director of product management di Polartec). Secondo e terzo capitolo sono dedicati, rispettivamente, al Prodotto e alle Persone. Considerati singolarmente o nel loro insieme, questi contenuti sono radicati in una premessa di fondo: “il futuro è ciò che noi facciamo”; estendendosi alla convinzione fondamentale che se cambiamo i comportamenti, possiamo cambiare la narrazione. In qualità di iniziativa globale che mira ad aumentare la consapevolezza intorno a impor tanti temi tra cui la sostenibilità, la diversità e il cambiamento positivo, Beyond Begins Today di Polartec fa leva su contenuti tradizionali e multimediali pubblicati su diversi canali nel corso dell’anno.

BEHIND THE AKU LABEL, DIETRO L’ETICHETTA TUTTO IL VALORE

DELLA FILIERA

Lanciata nel 2021, la campagna “Repair If You Care” di Vibram si basa su tre valori cardine: riparazione, riutilizzo e ar tigianalità. Del resto il concetto di risolatura come approccio sostenibile fa parte del dna del marchio fin dagli Anni '50, quando Vibram proponeva ai consumatori una soluzione valida per non gettare i propri prodotti, anticipando in questo modo una pratica fondamentale per la riparazione e per la salvaguardia ambientale. Dal suo primo lancio a oggi, “Repair If You Care” si è focalizzata sul concetto di riutilizzo e riparazione come approccio sostenibile con l’obiettivo principale di sensibilizzare il pubblico a non buttare le proprie scarpe, bensì a riutilizzarle e a personalizzarle sottolineando quanto anche il più piccolo contributo di ciascuno di noi possa fare la differenza per tutelare l’ambiente. Con l’obiettivo di sensibilizzare l’utente finale la campagna digitale è stata rivista in chiave moderna e giovanile.

I BATTERI POSSONO ESSERE UN’ALTERNATIVA GREEN AI COLORANTI CHIMICI

Che si tratti del negoziante specializzato o dell’utilizzatore finale, offrire al proprio pubblico una consapevolezza sempre maggiore in tema di impatto ambientale è per AKU di massima importanza, anche per quanto riguarda le scelte di acquisto. Per questo motivo l’azienda ha lanciato, già nello scorso 2023, il programma “Behind the Label - Dietro l’Etichetta”, in un continuo impegno responsabile. È stato quindi sviluppato un progetto di comunicazione che ha previsto in prima battuta la pubblicazione online delle schede di origine delle diverse componenti della calzatura (attraverso il tab “Tracciabilità” presente sulle schede prodotto all’interno del sito AKU) e successivamente il coinvolgimento di un numero selezionato di fornitori, partner storici dell’azienda, per la produzione di una serie di brevi filmati in cui i protagonisti raccontano sé stessi e le specifiche iniziative poste in essere con AKU per raggiungere il comune obiettivo di ridurre il peso ambientale della propria attività produttiva. La pubblicazione di tali video sul sito internet di AKU e sul relativo canale YouTube, iniziata nel mese di maggio, proseguirà con cadenza mensile, accompagnata da una campagna social per la loro promozione.

Dai batteri e dalla bioingegneria arrivano delle modalità inedite che sostituiscono la chimica nel processo di tintura dei tessuti. Molte aziende stanno puntando a rendere più sostenibile il settore della moda attraverso tanti e diversi procedimenti. Perché il fast fashion, si sa, ha un impatto non indifferente sull’ambiente. Si stima che la produzione tessile sia responsabile di circa il 20% dell’inquinamento globale dell’acqua potabile a causa dei vari processi a cui i prodotti vanno incontro, tra cui la tintura. Da qui la necessità di trovare un’alternativa alle tinture chimiche. L’azienda biotecnologica di Norwich Colorifix, grazie a un progetto finanziato dall’Unione Europea, ha ideato un sistema basato sull’utilizzo di microbi che permette di ottenere, attraverso il sequenziamento del dna, tinte biologiche che consumano il 77% in meno di acqua, l’80% in meno di prodotti chimici e il 71% in meno di gas naturale.

THE SOSTAINABLES: IL CONTEST CHE PREMIA I TALENTI DELLA SOSTENIBILITÀ, IDEATO DA GREEN MEDIA LAB

Era atteso con curiosità dagli addetti ai lavori e da tutto l’ambiente che gravita attorno al “pianeta sostenibilità”, e non ha certo deluso le aspettative: la prima edizione di The SOStainables, il concorso indetto da Green Media Lab che si è celebrato il 30 maggio nella sede della media relation e digital company certificata BCorp (inserita nel programma B Corp Way e membro fondatore di UNGC Network Italia) è stato un successo di pubblico e di critica, con oltre 200 ospiti accreditati. Al cospetto della Fabbrica dell’Aria, otto giovani finalisti di età compresa tra i 18 e i 30 anni hanno presentato altrettanti progetti volti a cogliere le sfide ambientali e sociali del nostro tempo, tutti animati da grande passione. A valutare i lavori, nel corso della serata moderata dall’attrice e sustainability advocate Anna Favella, una giuria d’eccezione composta nientemeno che dal botanico e saggista Stefano Mancuso, qui in qualità di presidente scientifico, e dall’attore comico Giovanni Storti, presidente di giuria e ormai definitivamente consacrato ad alfiere in difesa dell’ambiente. Al loro fianco Francesca Romana Rinaldi, direttrice del “Monitor for Circular Fashion” e docente alla core faculty “Sustainability Lab” di SDA Bocconi School of Management, e Sciakè Bonadeo, cofounder di One Ocean Foundation. A spuntarla su tutti è stata la 22enne Carlotta

“Lotta” Sarina, poliedrica attivista-musicista, il cui impegno le è valso un premio di 5.000 euro in attività di strategia e comunicazione offerto da Green Media Lab. Fondamentale nella riuscita dell’evento (patrocinato dal Comune di Milano), l’expertise di Green Media Lab, che da oltre un decennio è in prima fila nel favorire la diffusione di una cultura legata ai temi della sostenibilità e nell’affrontare – e comunicare – le sfide ambientali del nostro tempo con un approccio innovativo e sistemico, a partire da quando si tratta di ridurre e compensare l’impatto ambientale derivante dai propri eventi. Nel caso di The SOStainables, per esempio, si è avvalsa di una partnership con Carbon Planet, start up italiana che affianca aziende virtuose nel loro processo di decarbonizzazione, rendendo addirittura negativo l’impatto ambientale delle emissioni prodotte durante la serata, compensandole con l’acquisto di crediti di alta qualità cui corrispondessero attività di decarbonizzazione. In altre parole, si è pulito più di quanto si sia inquinato. La serata è stata animata dalle note della Gaudats Junk Band, progetto musicale che vede l’utilizzo di strumenti costruiti esclusivamente utilizzando materiali di recupero. Perché mai come in questo caso, i dettagli sono importanti.

LE LAUREE PIÙ RICHIESTE DALLE AZIENDE

NEI PROSSIMI ANNI

JOB OPPORTUNITIES

SPORTS MARKETING & EVENT

SPECIALIST – MOUNTAIN RUNNING

Per La Sportiva siamo alla ricerca di persone appassionate di montagna che abbiano entusiasmo di portare il proprio valore aggiunto, in termini di competenze tecniche e qualità personali, all’interno di una realtà dinamica caratterizzata da un’importante tradizione. Il/La candidato/a ideale sarà inserito/a nel team brand and communication marketing per garantire la presenza del marchio La Sportiva in tutti i mercati, attraverso la pianificazione di sponsorizzazione eventi, attivazioni sul territorio e coordinamento atleti.

Mansioni:

• affiancare il team nello sviluppo di piani operativi per la valorizzazione del brand attraverso strategie di sponsorizzazione di atleti, eventi e relazioni con part ner tecnici, nel rispetto del budget assegnato

• assicurare la corretta gestione della relazione diretta con il pool atleti: dalla stipulazione, rinnovo e gestione del contratto al monitoraggio delle performance spor tive e la cura dell’immagine

• garantire la collaborazione con i key player della community mountain running assicurando la gestione degli aspetti contrattuali e dei materiali di cui rifornirli

• elaborare il forecast dei prodotti destinati a uso parco test materiali e garantirne un uso organizzato e calen darizzato in base agli eventi sponsorizzati

• contribuire all’organizzazione di grandi eventi sportivi in linea con le strategie e budget assegnati

• supportare operativamente l’ufficio sales per attiva zioni e gestione degli eventi in partnership con i clienti Requisiti preferibili:

• laurea in discipline economiche o diploma supporta to da comprovata esperienza nel ruolo

• buone doti organizzative e time management

• ottima conoscenza della lingua inglese

• ottima conoscenza del pacchetto Office

• passione per il prodotto e le discipline outdoor, preferibile conoscenza e/o appartenenza al mondo mountain running

• buona capacità di lavoro in team

• disponibilità a trasferte nazionali e internazionali Sede di lavoro: Ziano di Fiemme (TN)

PROJECT MANAGER CON FOCUS EVENTI

Padel Trend Expo è un concept expo fondato nel 2022 a Milano, grazie al supporto di Next Group, agenzia di comunicazione e organizzazione eventi. La mission del brand è diffondere la passione per il padel e gli sport di racchetta. Per ampliamento organico interno, questa realtà è alla ricerca attiva di un/a project ma nager con focus su eventi sia a livello nazionale che internazionale. Il/la candidato/a ideale ha una forte passione per lo sport, oltre a grandi capacità organiz zative e creative Mansioni:

• pianificazione e organizzazione

• budgeting e finanziamenti

• collaborazione con fornitori, sponsor e partner

• sopralluoghi e supervisione delle strutture ospitanti e coordinamento in sede di evento

• monitoraggio dello stato di avanzamento lavori

• assicurazione delle normative e procedure di sicurezza

• valutazione delle performance

Competenze soft e hard:

• laurea o diploma in Event Management, comunica zione, marketing o campo correlato

• almeno cinque anni di esperienza lavorativa nell’am bito della gestione e pianificazioni di eventi

• competenze di project management

• buona conoscenza della lingua inglese

• eccellenti capacità organizzative e di leadership

• buone doti di flessibilità, spirito di iniziativa e capaci tà di lavorare in team

Cosa offre l’azienda:

• opportunità di lavorare in un ambiente dinamico e appassionante nel mondo dello sport

• possibilità di crescita professionale

• Possibilità di lavorare su progetti creativi e innovativi

• Smart working

Si richiede P.I aperta

VUOI CANDIDARTI?

Scrivi a jessica.conte@mag-net.it

Inquadra il Qr Code per vedere gli altri annunci di lavoro

Secondo il Sistema informativo Excelsior di Unioncamere nel recente report “Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine”, tra il 2024 e il 2028 quasi quattro posti di lavoro su 10 saranno rivolti a personale con un titolo di studio di livel-

36 e 41 mila unità all’anno, ingegneria civile esclusa); segue l’ambito strettamente scientifico come matematica, fisica, informatica (12-14 mila nuove unità). I numeri più alti in termini prospettici si registrano però nei percorsi non-STEM, tra le discipline economico-statistiche

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INTELLIGENZA ARTIFICIALE: A CHE PUNTO SIAMO?

Secondo una ricerca di McKinsey, nell’ultimo anno l’utilizzo dell’IA generativa è esplosa a livello aziendale e sono sempre più i settori in cui viene utilizzata, cominciando anche a generare valore _ di Sara Canali

L’intelligenza artificiale impara e migliora con i dati che noi stessi forniamo. Infatti, se nel 2023 il mondo aveva scoperto l’IA generativa, è da quest’anno che la sua applicazione ha cominciato a influenzare le performance aziendali, ricavando valore. È quello che emerge dal report di McKinsey “Lo stato dell'IA generativa all'inizio del 2024: l'adozione dell'IA generativa ha un picco e inizia a generare valore”. Un titolo che è già di per sé una dichiarazione di quello che sta succedendo e di come gli strumenti che utilizzano questa tecnologia stiano sempre più convincendo manager e aziende a farne uso. Infatti, all’interno dell’inchiesta, gli intervistati segnalano vantaggi misurabili e una maggiore riduzione del rischio di imprecisione.

AI GENERATIVA

Prima di cominciare con questa analisi, una piccola parentesi per spiegare di cosa stiamo parlando. Con IA Gen intendiamo un tipo di intelligenza artificiale che è in grado di generare testo, immagini, video, musica o altri media in risposta a delle richieste dette "prompt". Da differenziare con quella analitica che invece ha a che fare con la capacità di raccogliere, leggere ed elaborare i dati, compiere quindi un’analisi su dati esistenti. Per capirci, nella prima categoria rientro uno strumento come ChatGPT. Gli investimenti nell'IA generativa sono aumentati nei primi anni 2020 e anche in Italia, nel 2023, Microsoft Italia ha annunciato il progetto "Ambizione Italia #DigitalChamps" per sollecitare la trasformazione digitale puntando sulle piccole e medie imprese e le nuove startup.

UTILIZZO

Nell'ultima indagine globale di McKinsey è emerso che il 65% degli intervistati utilizza regolarmente l'IA generativa: un dato che

equivale a quasi il doppio rispetto a quello raccolto dalla inchiesta precedente che risale a soli dieci mesi fa. Rispetto all’anno scorso, invece, non sono cambiate le aspettative sull'impatto dell'intelligenza artificiale che rimangono elevate, con tre quarti delle persone coinvolte che prevede che l'intelligenza artificiale porterà a cambiamenti significativi o dirompenti nei prossimi anni. Non solo, le aziende stesse stanno già riscontrando benefici concreti dall'utilizzo dell'IA generativa, segnalando sia una riduzione dei costi che un aumento dei ricavi nelle business unit coinvolte.

L’UTILIZZO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN TUTTO IL MONDO È AUMENTATA NOTEVOLMENTE NELL’ULTIMO PERIODO, DOPO ANNI DI CAMBIAMENTI POCO SIGNIFICATIVI

Organizzazioni che hanno introdotto l'AI in almeno una funzione aziendale - % di risposte

Introduzione di AI

Uso di AI generativa

CRESCITA COSTANTE

L’interesse verso l’argomento sta crescendo in maniera esponenziale, anche grazie alla messa a punto di strumenti sempre più efficienti e con interfacce semplificate. Se negli ultimi sei anni, l'introduzione dell'IA generativa da parte delle aziende intervistate si era attestata intorno al 50%, in questi ultimi 365 giorni, è balzata al 72%. E l'interesse è davvero globale visto che, secondo i dati della ricerca, nel 2023 nessuna regione del mondo aveva raggiunto il 66%, mentre quest'anno più di due terzi degli intervistati in quasi tutte le regioni affermano che le loro aziende stanno utilizzando l’intelligenza artificiale.

AREE DI UTILIZZO

Se si guarda al settore, l'aumento maggiore si riscontra nei servizi professionali. Per quanto riguarda le aziende, le risposte suggeriscono che diverse realtà stanno utilizzando l'IA in più aree. In par ticolare, il 65% degli intervistati afferma che le proprie imprese utilizzano regolarmente l’intelligenza artificiale generativa in almeno una funzione aziendale, rispetto a un terzo dello scorso anno, e che l'aumento maggiore rispetto al 2023 si registra nel marketing e nelle vendite, dove l'adozione è più che raddoppiata. Non solo, questa tecnologia si sta facendo strada anche nella vita personale degli intervistati tanto che gli stessi, rispetto al 2023 hanno molte più probabilità di utilizzare l'IA generativa in entrambi gli ambiti, lavorati e personali secondo quanto riportato dalla ricerca. I maggiori incrementi si registrano in Asia-Pacifico e in Cina. Infine, una differenza si registra anche in funzione del livello di seniority del lavoratore: più è elevata, più si mostra un incremento dell’uso di questi strumenti rispetto ai loro colleghi di livello manageriale medio.

GENERARE VALORE

Sempre secondo questa ricerca, sono sempre di più i settori che stanno stanziando budget per l’intelligenza artificiale generativa, un investimento pari a più del 5% del proprio budget in questo ambito. Non siamo ancora arrivati al livello degli strumenti analitici,

I RISULTATI DEL SONDAGGIO SUGGERISCONO CHE LE IMPRESE UTILIZZANO L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN UN NUMERO MAGGIORE DI FUNZIONI AZIENDALI ORA RISPETTO AGLI ANNI PRECEDENTI

Funzioni aziendali presso le organizzazioni intervistate che hanno adottato l'AI - % d'intervistati

1 o più funzioni

2 o più funzioni

3 o più funzioni

4 o più funzioni

5 o più funzioni

ma una quota maggiore di intervistati (67%) prevede che le proprie aziende investiranno maggiormente in quella generativa nei prossimi tre anni. Se ci si domanda in che area stanno dando i loro frutti questi investimenti, il report sottolinea come, per la prima volta, si sia registrata una riduzione dei costi nell’ambito delle risorse umane. Inoltre, si segnala come sempre più spesso anche gli aumenti significativi dei ricavi (superiori al 5%) nella gestione della supply chain e dell'inventario debbano la loro fortuna proprio all’inserimento di questi strumenti.

GLI INTERVISTATI SEGNALANO MOLTO SPESSO L’INTRODUZIONE DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA NEL MARKETING, NELLE VENDITE, NELLO SVILUPPO DI PRODOTTI E SERVIZI, E NELLE FUNZIONI IT

Organizzazioni intervistate che utilizzano regolarmente l'intelligenza artificiale generativa (gen AI), per funzione - % d'intervistati

Produzione

Marketing & sales

Information Technology

Sviluppo prodotto Altre funzioni corporate Ingegneria del software Rischio d'impresa

Uso più frequente dell'AI - % d'intervistati

Marketing & sales

Supporto per strategia marketing

Marketing personalizzato

Strategia e finanza aziendale

Supply chain

Prodotto e svlilupo del servizio IT - Information Technology

Sviluppo design

Lettura scientifica e revisione della ricerca

Simulazione anticipata accelerata

Identificazione e definizione delle priorità dei lead di vendita IT Operazioni di servizio Risorse umane

Sportello di assistenza IT chatbot

Data management

Sportello di assistenza IT assistance

La sostenibilità fa parte del DNA di Oberalp. Chi fa business e soprattutto chi opera nell’outdoor dovrebbe essere mosso dalla volontà di ridurre il proprio impatto ambientale non solo per poterlo comunicare. Agire in modo responsabile dovrebbe essere scontato e non un valore aggiunto di pochi. Per Oberalp non esiste un’alternativa e per questo sta viaggiando veloce sulla strada verso Net Zero entro il 2050. Ad arricchire il bagaglio di Oberalp è anche l’innovazione, da sempre caratteristica del Gruppo, che oggi si traduce nell’uso della massima tecnologia a disposizione: intelligenza artificiali e big data. A parlarci dei due aspetti è Christoph Engl, group ceo Oberalp.

Cos'è la sostenibilità per Oberalp?

La sostenibilità non è raggiungere un obiettivo. Si tratta di evolvere costantemente. È un modo di pensare che si riflette nelle nostre azioni e scelte quotidiane. La sostenibilità non è per noi un concetto chiuso o limitato ad alcune aree, e lo viviamo a 360°: con le nostre persone, attraverso l’approccio “people first”, nella realizzazione dei prodotti, con la nostra strategia di circolarità.

Quali sono le principali azioni sostenibili di Oberalp e dei brand?

LE MONTAGNE DI OBERALP: TRA SOSTENIBILITÀ

E INNOVAZIONE

Una sfidante scalata quella del gruppo altoatesino che si è posto importanti obiettivi: dimezzare il suo footprint entro il 2030, arrivare a Net Zero entro il 2050 e sfruttare al meglio Big Data e AI. Parla il ceo Christoph Engl

Abbiamo sviluppato un approccio di design circolare per ridurre l'impatto ambientale dei nostri prodotti. Questo include estendere la durata di questi e dei materiali fin dal processo di design, ritardando il loro smantellamento il più a lungo possibile per ridurre l'uso di nuove risorse. Ma vogliamo fare di più. Vogliamo adattare i nostri modelli di business verso un'economia circolare, ottimizzando i processi di riparazione e stabilendo collaborazioni per la seconda vita dei prodotti e dei materiali. Il concetto di longevità guida tutti gli articoli dei nostri brand: selezioniamo materie, componenti e rifiniture durevoli, riduciamo e rinforziamo i potenziali punti di stress; vogliamo che i nostri prodotti possano essere facilmente riparati, e ciò è possibile grazie a un’architettura semplificata per facilitarne la riparabilità e la sostituzione di componenti e rifiniture e grazie anche alla standardizzazione delle rifiniture e dei pezzi di ricambio. Il design è la chiave per ridurre il nostro impatto climatico. Usiamo ciò che è già disponibile. Ci impegniamo a utilizzare materiali riciclati e naturali, che siano stati coltivati, ottenuti o cresciuti in modo etico (come canapa, viscosa o lana), e che abbiano un impatto minore sull'ambiente rispetto a quelli convenzionali.

Come comunicate le vostre azioni sostenibili?

_ di Karen Pozzi

Ogni anno pubblichiamo il report di sostenibilità “Contribute”, dove illustriamo le iniziative del Gruppo e dei singoli brand in questo ambito. Partecipiamo a eventi di settore selezionati con cura per raccontare il nostro impegno verso la sostenibilità, perché per noi è fondamentale individuare i momenti davvero rilevanti per i nostri target. Infine, attraverso i social come LinkedIn e i siti web, con pagine dedicate a ciascun marchio, per comunicare le iniziative e le novità più rilevanti, raggiungendo potenzialmente clienti e partner in tutto il mondo.

Greenwashing: questo è il rischio in cui ci si espone parlando di temi di sostenibilità. Cosa ne pensate?

Il greenwashing è un rischio sempre molto significativo per le aziende quando si parla di sostenibilità. Per noi, la sostenibilità non è solo un aspetto del nostro approccio, ma costituisce il nostro DNA e la base della strategia. Non è una questione di marketing; ne parliamo poco e con molta cautela, privilegiando i fatti rispetto alle parole. Le nostre affermazioni sono supportate da azioni concrete, risultati di

ricerche scientifiche e certificazioni di terze parti, evitando così qualsiasi esagerazione. Prendiamo sul serio il nostro motto "contribute": nelle comunicazioni raccontiamo ciò che facciamo non per autoreferenzialità, ma per far comprendere come tutti abbiamo un ruolo nel rid urre l'impatto sul pianeta. Cerchiamo di sensibilizzare e coinvolgere chi ci ascolta. Ad esempio, progettiamo i nostri prodotti affinché siano riparabili e offriamo riparazioni di alta qualità; tuttavia, è fondamentale che i clienti scelgano di riparare piuttosto che buttare via.

Quanto secondo voi il consumatore finale è sensibile alle tematiche di sostenibilità e quanto incidono nelle sue scelte d’acquisto?

Riteniamo che siano sempre di più i consumatori a guidare le politiche e i trend, non solo nel nostro settore ma nel mercato in generale. Numerose ricerche e sondaggi evidenziano come la sostenibilità sia al centro delle scelte d'acquisto, soprattutto tra i più giovani, che mostrano una particolare attenzione a tematiche simili. In questa direzione, da tempo ci impegniamo a promuovere prodotti naturali, longevi e riparabili, secondo il concetto di circolarità. Abbiamo ricevuto un riscontro molto positivo dai clienti per questo approccio, condiviso da tutti i nostri brand, e lo consideriamo l'unico modo di fare business. Non lo diciamo noi, ma i più grandi scienziati e istituti di ricerca sottolineano da tempo che le nostre risorse non sono infinite. Per questo motivo nel 2022 abbiamo introdotto nello store di Bolzano il primo esempio di format innovativo che pianifichiamo di estendere sulla nostra rete di retail diretto, la Salewa Circular Experience, uno shop concept che si basa sulla circolarità offrendo tre servizi per allungare la vita dei nostri prodotti: riparazione, second life e noleggio.

A che punto siete rispetto all’obiettivo Net Zero 2050?

Il nostro obiettivo principale è allineato all'Accordo di Parigi di limitare il surriscaldamento globale a 1.5 gradi centigradi entro la fine del secolo: puntiamo a dimezzare le nostre emissioni entro il 2030 e raggiungere Net Zero entro il 2050. Questo impegno non sarebbe possibile senza una stretta collaborazione con i partner di produzione delle nostre fabbriche, che garantiscono i più alti standard nei processi produttivi e di trasformazione, in un'ottica di circolarità. Questo comporta aumentare l'utilizzo di materiali a basso impatto, l'offerta di servizi per prolungare la durata dei prodotti e l'implementazione di rigide politiche di qualità. Oltre agli standard di performance e resistenza, poniamo grande attenzione alla scelta dei prodotti chimici utilizzati: i nostri articoli sono chimicamente sicuri non solo perché li testiamo, ma perché seguiamo rigorose regolamentazioni rispettate da tutti i fornitori. Fondamentali sono anche gli strumenti innovativi per tracciare il nostro impatto e quello dei fornitori. Più dati raccogliamo e analizziamo, più possiamo migliorare il nostro impatto.

Rispetto all’innovazione: cosa significa questo aspetto per voi?

L'innovazione è un pilastro fondamentale per noi in diversi aspetti: investiamo nello sviluppo di prodotti che rispondano alle esigenze dei clienti, utilizzando tecnologie all'avanguardia per migliorarne prestazioni, durata, leggerezza ed efficienza. Disponiamo di una risorsa strategica dedicata esclusivamente all’innovazione: l’Oberalp Innovation Lab, un team di cinque persone che lavora su progetti di innovazione con una visione a lungo termine, ispirandosi non solo alle best practice del settore outdoor ma anche ad altre industrie.Anche la digitalizzazione gioca un ruolo prima rio nel migliorare la nostra operatività e offrire esperienze sempre migliori ai clienti, soprattutto per quanto riguarda l’e-commerce e le piattaforme digitali per la vendita e la gestione della supply chain.

Quali sono le innovazioni tecnologiche avviate in questi anni?

Al nostro ultimo Summit Oberalp abbiamo discusso del Metaverso, di AR, VR e Intelligenza Artificiale nel settore dell'outdoor. Riteniamo che, per il presente e il futuro prossimo, queste tecnologie non possano ancora sostituire le esperienze re ali, sebbene riconosciamo il loro forte potenziale. Stiamo lavorando allo sviluppo di esperienze virtuali non solo per gli appas sionati di montagna ma anche per chi ci muove i primi passi; per interagire meglio con clienti e partner, intendiamo creare showroom virtuali e altri servizi digitali per offrire un’esperienza di prodotto uni ca. Per Salewa, ad esempio, stiamo imple mentando la possibilità di visualizzare le tende utilizzando la tecnologia AR in tutti i punti vendita: questo consente ai clienti di confrontare tutti i modelli di tende in ven dita, anche nei negozi con spazio esposi tivo limitato.

Quale rapporto avete con AI e big data?

Viviamo in un’epoca in cui i volumi di dati sono in continuo aumento, con tempi di elaborazione sempre più ridotti e un insieme eterogeneo di formati, che implica una crescente difficoltà nell’ana lisi di essi ma, soprattutto, nella loro valo rizzazione. L'intelligenza artificiale offre un vantaggio competitivo poiché con sente una migliore elaborazione dei big data; essere all’avanguardia in queste in novazioni ci rende un punto di riferimento nel mercato, garantendo migliori risultati in termini di efficienza e di valore. La no stra strategia prevede tre principali step per raggiungere questi obiettivi:

1. La condivisione delle informazioni e l’efficienza operativa sono garantite at traverso l’EDI - Electronic Data Inter change con i nostri wholesale partner. Questo scambio elettronico di dati otti mizza i processi, aumenta l’accuratezza e la sicurezza dei dati e fornisce informa zioni in tempo reale sulla catena di forni tura. Per quanto riguarda la produttività, l’EDI riduce i tempi di elaborazione degli ordini fino al 50%, automatizzando i pro cessi della catena e riducendo gli errori di immissione dei dati, migliorando così l'efficienza operativa e riducendo i costi.

2. Un approccio basato sull’ottimizza zione delle scorte e sul rifornimento au tomatizzato, per migliorare i risultati sia dei rivenditori che dei singoli marchi attraverso una pianificazione strategica più accurata della quota di mercato.

3. Implementazione del revenue-sharing attraverso il drop shipping e un’esperien za cliente omnicanale, per priorizzare le esigenze dei clienti e ottimizzare la di sponibilità delle merci, promuovendo una nuova mentalità aziendale condivisa.

1.

Fatturato 2023: 29 negozianti hanno dichiarato di aver chiuso l’anno in calo, 40 stabile e 32 in crescita. Per voi come è stato il 2023 in termini di fatturato?

2.Com’è iniziato il 2024? Riuscireste a fare un primo bilancio di metà anno?

3.

Molti negozianti hanno segnalato come una delle problematiche più ricorrenti del 2023 sia la concorrenza online, spesso attuata direttamente dai siti del brand o da marketplace. “Negozianti e brand dovrebbero essere partner e non concorrenti”. Come rispondete a questa affermazione? Come potete limitare la concorrenza online?

4.I negozianti sono il vostro contatto diretto con il pubblico finale e hanno individuato un aumento dei praticanti di sport outdoor. Anche voi percepite lo stesso?

5.67 negozi hanno dichiarato di aver registrato accumuli di magazzino e molti di loro hanno affermato di dover ordinare meno nel futuro. Questa intenzione si è concretizzata? Com’è andato o come sta andando quindi il sell in della FW 24/25?

6.Qualche negoziante lamenta che i brand richiedano sempre più ordini anticipati con il conseguente rischio di poter prevedere correttamente le vendite di quella collezione. Avete anticipato la fase degli ordini? Qual è il motivo?

7. Alcuni evidenziano assenza di supporto (concessione di resi o dilazione di pagamenti) da parte dei brand nei casi di eccessivo overstock. Cosa rispondete?

8.Nella nostra inchiesta è emerso quanto le occasioni di test prodotto con il pubblico finale siano una chiave proficua per l’aumento delle vendite. Cosa ne pensate? Avete attivato o attiverete iniziative di questo tipo?

9.I clienti sono sensibili ai temi della sostenibilità, ma non sono disposti a spendere di più. I driver di scelta sono altri (prezzo,caratteristiche tecniche, estetica, ecc): questo quanto è emerso in molte risposte dei retailer. Cosa ne pensate e quali azioni realizzate per promuovere la scelta di prodotti a minor impatto ambientale? Cosa deve ancora cambiare per far sì che la sostenibilità diventi un driver di scelta d’acquisto?

10.Quali sono le aspettative per il 2024? 40 negozi prevedono un aumento del fatturato e 36 stabilità. Anche secondo voi il 2024 sarà l’anno della ripresa? Siete ottimisti a riguardo? Che previsioni fate a lungo termine?

11.Che consigli fornireste ai negozianti per emergere nel futuro?

PAROLA ALLE AZIENDE

Completata “La

è
Carica dei 101”, l’inchiesta esclusiva ai negozianti

outdoor,

il turno dei brand per un confronto costruttivo a favore del mercato _ a cura della redazione

Sui primi tre numeri di Outdoor Magazine del 2023, abbiamo pubblicato "La Carica dei 101”, la nostra inchiesta esclusiva che coinvolge 101 negozi di outdoor in tutta Italia. L’indagine ha delineato un quadro sull’andamento del mercato del 2023 attraverso la voce di punti vendita selezio-

_FJÄLLRÄVEN

1 Il 2023 in Italia è stato per Fjällräven un anno record in termini di fatturato. Questo grazie anche all’onda lunga dell’effetto post-covid che ha visto l’esplosione del mondo outdoor tra i consumatori.

2.Il 2024, come facilmente prevedibile, sta subendo una contrazione nei consumi e di conseguenza una flessione negli ordinativi, proprio perché dopo un periodo di euforia del mercato, oggi i rivenditori hanno giacenza nei propri magazzini e rimangono molto prudenti negli ordinativi per le stagioni successive.

3.L’online è oramai un sistema di acquisto consolidato e uno strumento utile alle aziende per raggiungere quei mercati dove non sono presenti con una distribuzione capillare. Dall’altra parte, il negozio permette al brand di essere toccato con mano, raccontato e spiegato. E queste sono componenti essenziali nel processo di vendita, specialmente per prodotti di utilizzo tecnico e sportivo. Un approccio sinergico tra fisico e online permette di dare forma a una customer experience davvero più completa. Lato concorrenza, Fjällräven tende a controllare il più possibile che i siti di e-commerce dove è presente il marchio rispettino le regole richieste e interviene spesso qualora questo non accada, anche nel caso dei siti fake.

4.Come dicevo, il covid ha avvicinato sempre più persone al mondo outdoor, inteso sia come puro svago e vita all’aria aperta, sia come vera e propria pas-

nati. Sulla base di quanto emerso abbiamo elaborato delle domande che consentano ai brand di fornire il loro punto di vista e rispondere a eventuali problematiche espresse dai retailer per un confronto costruttivo a favore del mercato. Di seguito la seconda puntata.

sione sportiva. Credo che nei prossimi anni questo dato si stabilizzerà, ma sicuramente quanto accaduto ha permesso a tante persone di scoprire un nuovo modo di trascorrere il proprio tempo libero.

5.Confermo questa tendenza sia per la FW 24 che per gli ordinativi SS 25.

6.In effetti, anche per il nostro gruppo, le campagne di acquisizioni degli ordini sono state anticipate rispetto le precedenti. Questo è dovuto principalmente a due fattori: da un lato, la necessità di acquistare tempestivamente la materia prima e prenotare gli slot produttivi, così da garantire la disponibilità delle collezioni e la consegna degli ordinativi nei tempi corretti. Dall’altro, dobbiamo considerare l’aumento dei tempi di trasporto dovuto alla chiusura del canale di Suez, che costringe le navi cargo a deviare la rotta circumnavigando l’Africa.

7.La nostra policy aziendale non prevede il reso o la sostituzione degli ordini, ma l’azienda si è sempre dimostrata capace di intervenire a supporto di situazioni eccezionali.

8.Siamo al lavoro per organizzare delle giornate di formazione presso i nostri punti vendita, in occasione delle quali presenteremo le ultime novità del brand e forniremo una dimostrazione diretta di come trattare il G-1000 (il tessuto icona di Fjällräven realizzato con poliestere riciclato e cotone biologico, ndr) applicando la Greenland Wax, ovvero una cera d’api naturale che lo rende impermeabile e più resistente nel tempo.

9.Per Fjällräven la sostenibilità fa rima con durabilità ed è un processo a doppia direzione. Da un lato c’è l’azienda e il suo costante sforzo per creare capi di abbigliamento e attrezzature affidabili, durevoli, riparabili e dal design senza tempo. Dall’altro c’è il cliente, chiamato a fare la sua parte utilizzando ogni prodotto il più a lungo possibile e prendendosene cura. Per questo motivo il successo della nostra azienda non sarà mai legato a un mero fattore di prezzo o di estetica, ma piuttosto a una visione di consumo consapevole, di durabilità dei prodotti nel tempo, di riutilizzo delle materie prime, grazie anche alla crescita del mercato del “second life”, istituito presso i nostri punti vendita diretti.

10.Speriamo di chiudere ancora in modo stabile, non prevedo un aumento del fatturato. La crescita rimane il nostro obiettivo aziendale e facciamo di tutto per raggiungerla, ma vista la situazione attuale non credo sia possibile.

11.Complicato dare dei consigli: è sicuramente importante che la specializzazione del mondo retail non venga mai a mancare, che i punti vendita suggeriscano in modo professionale ai propri clienti i migliori acquisti in base alle necessità, per far sì che la fidelizzazione sia ad personam a prescindere dai brand proposti. Questo permetterà loro di distinguersi e di porre le fondamenta della propria attività su basi più solide e credibili.

Alberto Toniolo, sales representative

1

È stato un buon anno, abbiamo registrato un aumento del 10%.

2.Per il momento riscontriamo una certa inversione di marcia rispetto ai dati positivi del 2023 e gli ordini sono in leggero calo.

3.In Hanwag adottiamo una politica molto chiara in questo senso e infatti, sul nostro sito ufficiale, non facciamo promozioni online di nessun tipo.

4.Sì, i numeri sono aumentati e in questo scenario i negozi e i brand outdoor assumono un importante ruolo di guida e formazione nei confronti dei nuovi utenti meno esperti.

5.Stiamo registrando una contrazione degli ordini, ma si tratta di uno scenario al quale eravamo preparati. Da un lato, dobbiamo confrontarci con la grande crescita negli ultimi anni data dall’effetto post-Covid. Dall’altro, la stagione invernale 2023/24 ha visto poca neve e il settore montagna ne ha senz’altro risentito.

6.Senza ordini programmati per un brand diventa molto difficile garantire una consegna completa e puntuale.

7.

La nostra policy aziendale non prevede il reso o la sostituzione degli ordini, ma l’azienda si è sempre dimostrata capace di intervenire a supporto di situazioni eccezionali.

8.

La nostra rete di distribuzione è fatta di realtà esperte che conoscono bene e da lungo tempo il marchio Hanwag. Questo è per noi un elemento determinante, perché consente ai nostri prodotti di essere spiegati e consigliati nel modo più corretto. Organizziamo regolarmente test prodotto con atleti e professionisti di settore. Si tratta però di test “su misura”, studiati ad hoc, così come richiesto da un prodotto ad alto valore tecnico come lo scarpone da montagna che, per rivelare pienamente qualità e punti di forza, deve essere indossato per diversi km e in diversi contesti di utilizzo. Va considerato inoltre che lo scarpone è prodotto molto “personale” che, utilizzato sufficientemente a lungo, si adatta alla forma del piede di chi lo ha indossato. E infine, dal momento che non esiste un piede uguale ad un altro, ogni utente avrà bisogno di una calzata specifica e in Hanwag ne offriamo almeno sei, una delle quali dedicata anche a chi soffre di alluce valgo. Tutti questi elementi rendono chiaramente complicato organizzare per il pubblico su larga scala test prodotto validi e sostenibili.

9.È importante comunicare il valore aggiunto che differenzia un prodotto risultato di politiche e processi produttivi responsabili rispetto a un prodotto che, in termini di sostenibilità, ha davvero poco da raccontare. E questo vale specialmente per il settore outdoor. Hanwag in questo senso si impegna moltissimo scegliendo di restare aderente, da oltre un secolo ormai, ai suoi principi di artigianalità, qualità e

funzionalità. L’azienda inoltre può dichiarare orgogliosamente che tutte le sue calzature sono prodotte interamente in Europa e sono realizzate con materiali e componenti a loro volta di provenienza europea. Si tratta di scelte coraggiose, nelle quali crediamo fortemente, e che ci stanno confermando giorno dopo giorno che la strada intrapresa è quella giusta. Ma il risultato finale dipende molto anche dal grado di educazione del consumatore finale e da quanto la sostenibilità sia davvero radicata nella cultura di un Paese. E per trovare esempi positivi in questo senso, basta guardare il Nord Europa.

10.Realisticamente parlando, credo dovremo aspettare il 2025 per ricominciare a vedere una ripresa positiva dei risultati.

11.Senza dubbio quello di puntare sull’alta specializzazione e differenziazione del negozio, sia in termini di offerta, sia di competenze e formazione della forza vendita. I negozi altamente specializzati riescono a rispondere alle richieste dei clienti più esigenti e a guidare le scelte dei meno esperti. Questo rappresenta un punto di forza inestimabile, sia rispetto ai negozi meno specializzati, sia rispetto all’online.

Alberto Toniolo, sales representative

Ferrino Ultimate 35+5 è lo zaino ideale per l’alpinismo in qualsiasi condizione climatica. Pioggia e neve non potranno intaccare il materiale riposto nel vano principale, impermeabile al 100% grazie al sistema HDry®, un processo di laminazione 3D brevettato che, in un unico passaggio, senza bisogno di cuciture e termonastrature, sigilla perfettamente lo zaino e tutte le cuciture, rendendo lo zaino impermeabile e resistente (10.000 mm di colonna d’acqua anche in corrispondenza di cuciture). HDry è PTFE-FREE, PFAS-FREE e certificata OEKO-TEX STANDARD 100

DIECI ANNI PER L’INCLUSIONE IN MONTAGNA

Dal 2015, anno della prima edizione, ogni estate sulle Dolomiti di Brenta, con il sostegno di Montura, si ripete il weekend dell’evento Brenta Open _ a cura della redazione

“Si scalano insieme le cime iconiche delle nostre montagne e una volta raggiunta la vetta, la musica, che fa eco da una cima all'altra, celebra un momento speciale e grazie al suo messaggio universale penetra qualsiasi barriera”, afferma la guida alpina di San Lorenzo in Banale, Simone Elmi, presidente di Dolomiti Open. L’accesso alle montagne, indipendentemente dal livello di abilità e stato psicofisico è una conquista eccezionale: l’ambiente naturale è infatti quello dove, più che le barriere architettoniche, entrano in gioco quelle legate alla forza morale, al carattere e alle qualità umane che spesso sono direttamente legate alle difficoltà affrontate nella vita. Quello che si svolgerà dal 13 al 21 luglio 2024 in Trentino è stato definito come “l’evento più inclusivo delle Dolomiti, attraverso il quale viene celebrato il tema dell’inclusione e che pone al centro l’individuo e la sua volontà”.

Per Alberto Benchimol, presidente di Sporfund, un altro dei partner fondatori, “un bene comunitario come le Dolomiti, riconosciute tali dall’Unesco nel 2009, appar tiene realmente all’umanità solo se diventa fruibile da tutti. La forza di volontà e la fiducia in sé stessi, riescono a far superare con soluzioni inaspettate barriere naturali, che nell'immaginario appaiono insormontabili.” L’idea di realizzare le “Vie Normali” ha preso forma nel 2016, quando gli organizzatori di Brenta Open hanno chiesto al collegio delle Guide Alpine del Trentino un contributo per sistemare la via normale da nord di cima Brenta. Perché, se una, non anche le altre? Così a distanza di 90 anni dall’ideazione della Via delle Bocchette, le Guide Alpine hanno pensato ad una nuova alta via alpinistica collegando le vie normali riattrezzate e sistemate per dare la possibilità alle generazioni future di avvicinarsi alla bellezza delle guglie dolomitiche. “Guardare indietro per andare avanti”, ricorda Elmi.

“La traversata del gruppo delle Dolomiti di Brenta da sud a nord scalando tutte le cime principali, per una grande esperienza alpinistica totalizzante. Nove cime sopra o intorno ai 3.000 m., nove giorni di traversata con pernottamenti in rifugi e bivacchi, 40 km di traversata lungo sentieri, pareti, vie ferrate”.

“Il percorso della “Via delle Normali” simbolicamente include il significato più profondo dell’essere umano”, afferma Alberto Benchimol. “La volontà dell’individuo, il superamento delle barriere fisiche e mentali, grazie anche all’esperienza meravigliosa della forza del gruppo. L’intento del decennale è quello di ripercorrere la Via delle Normali nelle Dolomiti di Brenta, giorni in cui le scalate, i momenti in rifugio, le persone che si uniranno ad ogni tappa, la musica, gli eventi in quota, costituiranno un filo conduttore che unirà in modo ancor più simbolico Dolomiti, persone e ideali”.

La “traversata” delle cime delle Dolomiti di Brenta si chiuderà al Rifugio Graffer, a monte di Madonna di Campiglio, con un weekend ricco di momenti sportivi e culturali, compreso un nuovo spettacolo della compagnia teatrale Slegati. Per incontrare i partecipanti lungo l’itinerario o partecipare alla salita al Rifugio Graffer il 20 e 21 luglio i contatti sono: info@dolomiti-open.org. marketing@visitdolomitipaganella.it

_VAL D’AOSTA E CINEMA, UN’ESTATE DI GRANDI FESTIVAL

I 4000 della Val d’Aosta non sono testimoni solo di exploit sportivi, ma osservano dall’alto anche grandi eventi cinematografici, ai quali da anni Montura offre il proprio sostegno. Nella seconda parte del mese di luglio, fino ai primi giorni di agosto, si passeranno la staffetta da una parte all’altra della Vallee due prestigiosi appuntamenti culturali: dal 22 al 27 luglio la 27^ edizione del Gran Paradiso Filmfestival, con il centro dell’attenzione a Cogne, porta d’accesso al Parco Nazionale, per spingersi poi in agosto nelle altre valli del parco. Poi dal 27 luglio al 3 agosto la 27^ edizione del Cervino Cinemountain, con base a Valtournenche, ma con eventi che si svolgono anche al Breuil, sotto alle pareti della “Gran Becca”. Per numero di edizioni, qualità delle proposte, attenzione del pubblico e degli appassionati si tratta di eventi imperdibili per chiunque ami lo spettacolo della natura e degli animali (a Cogne) o dell’alpinismo e delle culture legate alle montagne (Cervino).

Per info: www.gpff.it e www.cervinocinemountain.com

TREKKING SU MISURA

Affinché un’escursione diventi una giornata da ricordare il percorso è fondamentale. Quanto dislivello dovrò affrontare? Il sentiero è alla mia portata? Troverò un rifugio sul percorso? Risponde komoot

L’estate è ormai alle porte e sempre più persone trascorreranno fine settimana e vacanze in montagna. In altre parole, la stagione dell’escursionismo sta per entrare nel vivo. Ad aiutare gli escursionisti c’è komoot. Con oltre 35 milioni di utenti sparsi in tutto il globo, è la piattaforma digitale più grande al mondo che consente di trovare, pianificare e condividere avventure all’aria aperta. È qui che gli amanti dell’escursionismo possono trovare percorsi pronti all’uso, pianificare da zero le loro gite in montagna e condividere esperienze con la community.

PERCORSI PRONTI ALL’USO, PER OGNI ESIGENZA E LIVELLO DI ESPERIENZA

Dolomiti? Appennino bolognese o Valtellina? Per trovare un percorso escursionistico in una determinata zona, si clicca su “Percorsi” nel menu principale. Basterà quindi scegliere “escursionismo” tra le tipologie di sport disponibili e stabilire il punto di par tenza (posizione attuale, indirizzo di casa o qualsiasi altro luogo) per visualizzare sulla mappa gli itinerari che partono dal luogo desiderato. Oltre a offrire una chiara panoramica sui percorsi disponibili in una determinata area, la mappa komoot consentirà di personalizzare la ricerca. È infatti possibile filtrare i percorsi per altitudine, d urata, difficoltà e distanza, nonché tipo di percorso (ad anello o andata e ritorno) e visualizzare così soltanto i suggerimenti adatti alle proprie esigenze e preferenze. E per chi desidera pianificare la propria escursione da zero, basta cliccare “Pianifica” in alto a destra per tracciare il percorso un punto di passaggio alla volta.

scoprire al meglio un territorio. Lo stesso vale per i punti di interesse, come punti di timbratura per credenziali, rifugi, campeggi o bar. E per vedere in anteprima le condizioni reali di un sentiero in modo da valutarne fattibilità e stato, basta affidarsi a Trail View: grazie alle foto caricate dalla community, si potrà infatti vedere se un determinato sentiero è adatto alla prossima escursione e pianificare il percorso di conseguenza.

HIGHLIGHT, PUNTI DI INTERESSE E TRAIL VIEW

Gli highlight sono i luoghi consigliati dalla community di komoot e sono segnati come punti rossi sulla mappa. Oltre alle foto del luogo troverai suggerimenti lasciati da altre persone, l’ideale per

NAVIGAZIONE

Una volta trovato il tour, si potrà salvarlo nel profilo personale in modo da avviare la navigazione una volta sul sentiero. Komoot trasforma infatti lo smartphone in un navigatore GPS, con tanto di indicazioni visive e vocali. Per attivare la navigazione, disponibile anche in modalità offline senza connessione a internet, è necessario aver sbloccato a pagamento la komoot Map in cui inizia il percorso. Le komoot Maps sono disponibili in tre diverse opzioni (regione singola al prezzo di € 3,99, pacchetto regioni al prezzo di € 8,99, pacchetto mondo al prezzo di € 29,99). Vi è anche la versione Premium (costo di € 59,99): si tratta di un abbonamento annuale che include una serie di funzioni esclusive, come il meteo e la mappa 3D

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RIVOLUZIONE DIGITALE

In due anni, la pagina Instagram di Sherpa Mountain Shop è passata da 900 a 21.700 follower. Un risultato che attesta il negozio tra i più virtuosi nell’utilizzo di una strategia diventata una vera e propria vetrina virtuale

_ di Sara Canali

Sono 23 anni che Sherpa Mountain Shop di Ronco Briantino offre servizi di qualità per gli appassionati di outdoor. E più di una volta abbiamo dedicato articoli al titolare Giovanni, per tutti ormai Sherpone, e al suo negozio capace di attirare numerosi appassionati di montagna tra cui anche atleti di fama internazionale e guide alpine. Oggi però vogliamo portatavi nel mondo virtuale che, grazie all’arrivo di Monica nel 2022, è diventato una vetrina importante per l’attività. “Quando ho cominciato a lavorare in negozio, la parte dei social era acerba. Veniva utilizzata, ma poco”, racconta Monica Gora, dipendente del negozio. “Durante il periodo Covid ho seguito un corso di social media management molto formativo e ho deciso di applicarlo al mondo dello sport. Sono appassionata di montagna, in particolare di sci, e quando ho iniziato a lavorare qui ho capito che c’era tanto da raccontare”.

LA STRATEGIA

Come ogni buona social media manager, per prima cosa Monica ha studiato il mercato accorgendosi dell’esistenza di un buco, di una falla tra quello che fanno le aziende a livello di comunicazione e il consumatore finale. Quella era la terra di mezzo dove si dovrebbero collocare i negozi che, come quello di Ronco Briantino, fanno da veri e propri consulenti. “Ho proposto a Giovanni di provare a riempire questo vuoto e nel tempo, mattoncino dopo mattoncino, abbiamo costruito quello che oggi è visibile a tutti”. Il profilo IG di Sherp Mountain Shop infatti, è passato in due anni da 900 follower a 21.000, tutti organici. “Nella loro comunicazione, le aziende si raccontano in maniera perfetta, hanno spesso dei fotografi professionisti, degli ambassador di alto livello, dei tecnici in grado di raccontare i prodotti al dettaglio”, continua Monica. “Un negozio però deve riuscire a raccontare questa perfezione calandola nella vita di tutti i giorni e nelle diverse situazioni. Era necessario trovare una chiave di lettura comprensibile a tutti, dal neofita alla guida alpina. Giovanni è stato bravo nel capire la direzione che volevo dare al format e si è prestato come testimonial numero uno dei nostri contenuti. Questo ha creato fidelizzazione e fiducia”.

ORGANIZZAZIONE

Per riuscire a essere efficaci, era necessario strutturare un piano editoriale vero e proprio, con un’idea di contenuti che fosse in giusto equilibrio tra post, reel e video. Di sicuro però, quello che funziona maggiormente tra le parti interessate è la combo tra Giovanni e Monica, una sinergia difficilmente replicabile. “Sono convinta che sia la nostra unicità a fare la differenza: è il nostro marchio di fabbrica. Il grosso del lavoro non è tanto pubblicare post o reel, ma la loro ideazione. Per fare un piano editoriale a lungo termine è fondamentale capire l’andamento

di mercato, intercettare i trend e non è sempre facile predire il futuro. Per questo il planning è in costante aggiornamento”.

COSTRUIRE FIDUCIA

Sherpa Mountain Shop apre nel 2011 da una passione personale di Giovanni. “Da quando è nato, si è attestato subito a negozio specializzato nel settore outdoor, soprattutto arrampicata e alpinismo”, racconta il titolare. “La consulenza è da sempre il nostro cavallo di battaglia, e sono convinto che se non avessimo questo know-how non saremmo arrivati fino a oggi. Fidelizziamo la clientela perché creiamo con loro un rapporto di fiducia”. La stessa aspettativa che, in tanti anni di attività, lo Sherpa ha creato con tutti gli appassionati anche grazie all’organizzazione di eventi come la Sgrignettata e attività in negozio. “Da noi viene ogni tipo di cliente, dal neofita che vuole farsi guidare nell’acquisto, all’esperto che comunque chiede la nostra opinione. Si fidano e questo per noi è molto importante”, continua Giovanni. Ad aprile il negozio ha allargato la sua area espositiva. “Abbiamo allargato lo spazio di circa 20 metri, inoltre lo abbiamo ristrutturato con l’obiettivo di dare maggiore importanza al visual e valorizzando meglio i prodotti. Un nuovo look per un’immagine migliore di ciò che offriamo come attività”, conclude. La stessa chiarezza che si percepisce nei contenuti online dove lo Sherpa è rimasto fedele a sé stesso, offrendo quello stesso tipo di consulenza e conoscenza che lo ha reso apprezzato nel settore.

BUSINESS

Anche l’attività sui social genera valore, come racconta Monica: “Le aziende hanno cominciato a mostrare interesse rispetto a quello che stiamo facendo sui nostri canali. Quando abbiamo iniziato, essendo un po’ i pionieri, i vari brand ci guardavano con curiosità. Non si aspettavano quello che è successo. Oggi sono loro a contattarci per realizzare dei contributi insieme in una sorta di promozione esclusiva. Non è mera adv, non facciamo pubblicazioni a pagamento, ma parliamo di ciò che secondo noi vale la pena. L’importante è mantenerci sempre coerenti a noi stessi e ai nostri valori rispetto a quello che i nostri follower ci riconoscono”. Al momento, i reel di @sherpamountainshop hanno superato i 12 milioni di visualizzazioni, ma il grande successo è ciò che hanno creato nel mondo reale. “Hanno cominciato a passare da noi anche molti stranieri che ci seguono dall’estero e che magari vengono nel lecchese per andare in Valtellina o in Val di Mello”, racconta Monica. “Sono venuti dei ragazzi dello Yemen, dei negozianti di Serbia e Germania che ci seguono sui social e ci hanno chiesto di fare una foto insieme e questo è molto appagante. Siamo solo all’inizio, ma crediamo fortemente che, comunicando in modo sincero, si possa davvero fare la differenza”.

Giovanni Viganò con Monica Gora

GRUPPO VALORE OUTDOOR

Un’alleanza tra industria e distribuzione per difendere il valore dei prodotti rifiutando la corsa al ribasso come strategia di vendita. Perché ogni cosa va fatta al giusto

tempo, anche i saldi

_ a cura della redazione

Ci sono valori che non possono e non devono mai essere messi in discussione. Parlando di mercato, una riflessione sulla salvaguardia del valore si pone oggi come questione di primo piano nel momento in cui si affronta il delicato tema dei saldi di fine stagione. Se ne sente la necessità specialmente in una situazione di mercato come quella attuale, che vede un overstock condiviso dei magazzini di aziende e negozi e un crescente peso delle vendite online completamente slegate dalle tempistiche del mercato tradizionale. Ciò aggiunge complessità all’ormai evidente impossibilità di determinare il giusto momento in cui sia opportuno dare il via alla corsa ai saldi, vuoi per ragioni di incompatibilità fra le varie categorie merceologiche, vuoi per le diverse stagionalità in rapporto alle aree territoriali. Un quadro problematico al quale si aggiunge il meteo e la “nuova” stagionalità che vede la partenza sia dell’inverno che dell’estate in ritardo.

Un sistema in crisi quello dei saldi, legato a consuetudini inadeguate, dannoso per tutti, per il mercato dell’outdoor in particolare, che vede svilito a ogni cambio di stagione il valore di prodotti che sono spesso il risultato di importanti investimenti in ricerca e sviluppo su nuove tecnologie, oltre che per la salvaguardia della tradizione manifatturiera.

Attualmente la normativa nazionale, con qualche variazione locale, prevede date troppo anticipate e preclude una vendita regolare, penalizzando la marginalità dei negozi. Serve il coraggio di fare scelte difficili nel presente, ma confortate da una visione di salvaguardia del profitto nel medio e lungo periodo.

GRUPPO VALORE OUTDOOR

Proprio sulla base di queste riflessioni e pur nella piena consapevolezza della difficoltà oggettiva nell’affrontare la questione, l’Italian Outdoor Group di Assosport è passato all’attacco.

GVO è il nome di un gruppo spontaneo formato da aziende e negozianti specializzati outdoor che hanno deciso di agire a tutela del valore dei propri marchi e delle proprie insegne, ripensando il calendario dei saldi di fine stagione e rifiutando la corsa al ribasso come strategia di vendita.

L’iniziativa vuole essere una risposta che, in autoregolamentazione, posticipa la data di inizio saldi di circa un mese. Un tempo che l’Italian Outdoor Group ritiene utile e corretto sia per l’industria che per il retail, che rende sostenibile per entrambe la dinamica commerciale senza pregiudicare il valore dei prodotti e i vantaggi per il consumatore. Quest'ultimo potrà quindi effettuare i propri acquisti a un prezzo conveniente, al reale termine della stagione di vendita.

Inoltre il progetto mira al contenimento del ribasso sui prodotti continuativi che sono spesso una gamma piuttosto ampia delle

collezioni outdoor, in particolare per calzature, equipaggiamento e accessori, ma anche per diverse tipologie di abbigliamento.

PROMUOVERE L'INIZIATIVA ALL'INTERNO DEL PUNTO VENDITA

Per il bene di tutti è fondamentale che il maggior numero di negozianti aderisca a questo importante progetto. IOG ha realizzato un kit di comunicazione che consente ai punti vendita di informare correttamente il cliente finale sullo scopo dell’iniziativa. Il messaggio punta tutto sulla conservazione del valore rispondendo con un NO GRAZIE all’ipotesi di una MONTAGNA DIMEZZATA, informando sul fatto che i saldi di fine stagione sono solo rimandati al vero termine della stagione di vendita.

I BRAND CHE PARTECIPANO ALL'INIZIATIVA

Un corposo numero di brand leader del settore hanno appoggiato l’iniziativa: AKU Italia Srl, Calz. Scarpa Spa, C.A.M.P. Spa, Ferrino & C. Spa, Fizan Spa, Garsport Spa, Jv Int. (Soles By Michelin), La Sportiva Spa, Masters Spa, Mgm Spa (Kayland, Trezeta), Nov.Ita Srl, Oberalp Salewa Spa, Panorama Diffusion Sas, Stecolflex (Redelk, Sportsphere) e Vibram Spa.

_I NEGOZI CHE HANNO ADERITO

• Rossi sport

• Piazza sport

• Maiuk sport

• Mari e monti

di Rossi Renato & c.

• Capo nord

di Garoia Daniela

• Sportnatura

di Valente Eliana

• Calzature Carlomagno

• Calzature Schneider

• Mognetti bike

• Bike360

• Sportart

• Degnisport

• Sherpa

• Alpmania

• Stile alpino

di Luca Galbiati

• Crespi sport

• Rrtrek srl

• Mountain experience

• Campobase sport

• Saccozza Marco

• Ercole tempo libero

_ENTRA A FAR PARTE DI GVO

• Sentieri di Buttazzi Rober ta

• Gianina sport di Gianina Nemtanu

• Spinnaker lo sport

• Move mountain lovers

• Etna wall

• Due&due Cortina

• Duegi sport

• Blocco mentale

• Latini sport

• Sportler

UN SENSO DI COMUNITÀ

In piena pandemia, un gruppo di amici ha deciso di creare una realtà produttiva originale e di entrare nel mondo dell’arrampicata con Brazz _ di Pietro Assereto

La Brazz Company nasce dalla voglia di dimostrare che il prodotto made in Italy può essere un valore aggiunto al mondo dell'arrampicata sportiva. I prodotti del brand hanno origine, infatti, da un infinito amore per il bouldering e per il lavoro artigianale di un gruppo di ragazzi che, nel 2021, ha deciso di creare una realtà produttiva originale in un territorio con una storia artigianale centenaria dedicata alla creazione del cappello e dell'accessorio. La pecorella Brazz vuole essere uno stimolo alla collaborazione, al pensiero divergente e, soprattutto, alla condivisione etica della passione per l'arrampicata. Ne abbiamo parlato con Raffaele Mattii, product specialist, e Mattia Antinori, sales manager.

Come nasce Brazz e quali sono i suoi valori?

Brazz, come concetto, nasce nel 2018, da un gruppo di boulderisti accaniti: siamo andati a Fontainebleau in Francia insieme e lì abbiamo scoperto una passione che ci legava in maniera indissolubile. Brazz non significa nulla: abbiamo iniziato a dirlo quando uno di noi diceva qualcosa di divertente, una sorta di inside joke. Dopo quel viaggio, ci siamo uniti ancora di più. Due anni dopo quel viaggio, abbiamo deciso di realizzare il nostro primo crash pad perché non ne trovavamo in giro della qualità che volevamo noi. Tutti insieme ovviamente, perché Brazz vuol dire comunità.

Dove siete di preciso?

Noi siamo a Montappone, un piccolo paesino marchigiano famoso per la produzione del cappello. Io (Mattia, ndr) sono la terza generazione di un cappellificio storico che ho ereditato nel 2019 con mio fratello. Con Raffaele abbiamo approfittato di questa esperienza manifatturiera proprio per incominciare a costruire il nostro sogno, Brazz. Abbiamo realizzato qui i primi prototipi: l’idea di base era creare una società che unisse materie prime alla conoscenza manifatturiera dell’azienda già esistente. Ora ci siamo allargati: il laboratorio ha un’ala completamente nuova con utensili e macchinari all’avanguardia e un nuovo capannone dove svolgiamo il lavoro di riciclo gomme, iniziativa di cui

andiamo molto fieri. Con tutta quella gommapiuma, abbiamo iniziato anche a lavorare per le palestre e realizzare i materassi/big mats. Cosa significa per voi made in Brazz?

Siamo cresciuti in una realtà manifatturiera, quindi tendiamo ad associare tutto quello che facciamo alla nostra artigianalità. Mi rendo conto però che non è scontata questa cosa. In tanti professano il made in Italy ma sono in pochi a crederci per davvero. "Made in Brazz" vuol dire che tutto quello che vendiamo, viene ideato e poi realizzato dalle nostre mani, nel nostro laboratorio.

Perché la pecora nera come logo?

Il mondo dell’arrampicata è sempre stato caratterizzato da animali forti e seri: l’orso, l’aquila, il ragno. La pecora invece rimane innocua, simpatica, ironica e amichevole. Una pecora nera perché il climber, fino a dieci anni fa, era un outsider della società: l'arrampicata era una disciplina di nicchia, non molto popolare.

Quali sono i punti cardine sui quali insistete sin dalla nascita?

Senza dubbio creatività e comunità

Qual è il vostro prodotto di punta e come amplie rete il vostro catalogo?

Il crash pad Cormo è uno dei più venduti: si tratta di un pad 120x100x13 cm, molto leggero e comodo, ideale sia per gli arrampicatori esperti che per i neofiti. Per i cappelli, invece, vendiamo molto bene il bucket hat: è un prodotto singolare nel mondo dell’arrampicata. Abbiamo tan tissime idee, tutte coerenti con il nostro progetto. Vogliamo però andare piano, è un mercato complesso e fare il passo più lungo della gam ba non avrebbe senso.

Presenziate agli eventi di arrampicata?

Ovviamente sì, rappresentano a pieno il nostro spi rito di comunità. Cerchiamo di coprirne il più possibile: solamente con un furgone l’anno scorso abbiamo fatto 70.000 km. Siamo andati a tutti gli street boulder che ci hanno contattato, da nord a sud; poi siamo stati al MelloBlocco, a Scorace in Sicilia, Finale For Nepal, Frasassi Climbing Festival, Valle Orco. Insomma, ci divertiamo molto ai festival e vogliamo esserci.

Avete degli ambassador?

Sì, e ci teniamo tantissimo. Per me sono importanti per far capire alle persone quanto amiamo il boulder outdoor. Tra questi ci sono Elias Iagnemma, Simone Tentori, Giulia Medici, Miriam Fogu, Alessandro Palma e Siara Fabbri. Abbiamo veramente un bel team: ci stimano e noi stimiamo loro. Molto importante per noi sono i loro feedback sui nostri prodotti, sinceri e veri; solo così possiamo migliorare.

Mattia Antinori, sales manager
Raffaele Mattii, product specialist

UN CAMBIO DI ROTTA

Focus sulla sostenibilità e nuove iniziative per OutDoor by ISPO 2024, un’edizione che conferma l’importanza dell’evento per il mondo outdoor ma anche la necessità di evolvere

_ di Karen Pozzi

Si è concluso OutDoor by ISPO, tenutosi dal 3 al 5 giugno 2024 e tornato per la prima volta dal 2019 nel sito fieristico principale di Riem. Una piattaforma per condividere idee, trovare soluzioni congiunte e stabilire lo stato di salute del settore.

OUTDOOR BY ISPO: FOCUS SOSTENIBILITÀ - La questione climatica è stata al centro dell'attenzione per questa edizione, grazie al Sustainability Hub, al Green Stage e a un programma di conferenze curato nel dettaglio che hanno esplorato temi di particolare interesse, come l'influenza del Green Deal dell'UE sull'outdoor, le strategie di successo per l’economia circolare e per la riduzione del carbonio e il comportamento d’acquisto dei nuovi eco-consumatori.

ISPO AWARD - Come in passato, anche quest’anno l’OutDoor by ISPO ha presentato e premiato i prodotti più interessanti e le soluzioni che l’industria outdoor ha attualmente da offrire. Anche in questo caso, la sostenibilità ha giocato un ruolo importante. L’intero settore continua a svilupparsi nella direzione del riciclo con fibre naturali, fibre tessili migliorate e più robuste, progettate per prolungare la longevità di prodotti. Viene posta una crescente enfasi sulla riparabilità del prodotto.

NUOVE INIZIATIVE - Hub interattivi per l'arrampicata e sport acquatici e il Trail Running Test Track, sono stati momenti in cui visitatori hanno potuto provare e sperimentare discipline e prodotti. Nuovo anche l’OutDoor Cinema, organizzato in collaborazione con il famoso EOFT Film Tour e l’International Ocean Film Tour. L’EOFT Adventurer Award, arrivato alla quarta edizione, celebra gli atleti che affrontano volentieri nuove sfide fisiche e mentali e quest'anno è andato a Nasim Eshqi, ex campione iraniano di kickboxing che ora lotta per più giustizia ed è anche scalatore professionista.

L'ITALIAN OUTDOOR VILLAGE - L’Italian Outdoor Group di Assosport, in collaborazione con Agenzia ICE e Messe München, ha organizzato l’Italian Village, una collettiva che ha visto la partecipazione di 10 aziende italiane AKU Italia srl, Cbt italia eredi, Fizan srl, Gabel spa, Garmont int spa, Greentex srl, Masters srl, Panorama Diuffusion (maxim), Sampaoli, Vibram spa. Proprio da loro ci sono arrivati i principali feedback sulla fiera. In generale l’affluenza dei visitatori è stata un po’ sotto tono rispetto alle scorse edizioni, ma molte delle aziende della collettiva hanno riconosciuto l’importanza di esserci stati. “La fiera rimane un momento di visibilità importante: in questi giorni ho visto distributori che non mi aspettavo di incontrare e ho trovato clienti nuovi. Sicuramente va potenziato l’aspetto internazionale perché, soprattutto per le piccole aziende come la mia, le fiere internazionali sono necessarie. Stare dentro all’Italian Village è stata un’esperienza molto positiva perché mi ha permesso di creare sinergie con altri associati”, ha commentato Andrea Zaltron, titolare di Fizan. “Purtroppo in questa fiera non si respira più lo spirito outdoor e la vivacità di un tempo. Abbiamo avuto pochi contatti in questa edizione. L’ente fiera deve considerare seriamente il fatto di cambiare format e creare dei momenti di attrattività per i visitatori. Cito ad esempio l’area test che hanno allestito in questo padiglione. Non è mai stata utilizzata perché non è stata adeguatamente promossa e valorizzata” prosegue Nicoletta Di Vita, global sales manager di Vibram.

È NECESSARIO UN CAMBIO DI ROTTA - Gli ultimi anni per Outdoor By ISPO non sono stati facili. L'identità di questa fiera ha perso chiarezza riducendo anche il suo appeal sia per i brand che per i visitatori portando gli organizzatori

I NUMERI

600 espositori

5.000 mq spazio all'aperto 8.000 visitatori

3 hub

500 punti vendita

90 Paesi

di questo evento a interrogarsi sul format esistente e su quale strada intraprendere per il futuro. Per questo European Outdoor Group e Messe Munchen già da qualche mese stanno lavorando a un nuovo format che è stato annunciato durante la fiera e che mira a offrire un layout completamente nuovo con opportunità di esposizione più convenienti, a seconda degli obiettivi, e un'offerta flessibile. La proposta è di una nuova disposizione dei padiglioni che sarà vagamente basata sull’idea di una città vecchia, con “strade” trafficate e strette popolate da una vasta gamma di espositori, con qualcosa di nuovo e diverso da vedere a ogni angolo. Ci saranno una serie di "piazze" aperte, che offriranno spazi di prima qualità per presentare prodotti o storie di marchi in un ambiente diverso, nonché luoghi in cui ospitare presentazioni e workshop di supporto aziendale, che oggi attirano molti visitatori dell'evento. Un’area speciale “freestyle” ospiterà un mix eclettico di espositori, dai nuovi operatori del mercato o quelli presenti alla fiera per la prima volta, ai marchi che desiderano mostrare un nuovo prodotto specifico o un’innovazione in un formato autonomo. Nel complesso, l'intenzione è quella di stravolgere completamente l'impostazione della fiera e creare qualcosa che sia emozionante e pieno di sorprese sia per i visitatori che per gli espositori. Inoltre verranno aggiunte sale riunioni private prontamente disponibili e spazi che possono essere prenotati a ore, giorni o per l’intero spettacolo. In qualità di organizzatore della fiera, Messe Munchen sta sviluppando un nuovo sistema di gestione delle relazioni con i clienti (CRM) per rivolgersi attivamente a ciascun potenziale gruppo di utenti con le informazioni e il materiale di marketing più appropriati. Questo CRM servirà anche per creare un database completo dei rivenditori.

“OutDoor by ISPO è una risorsa per l’intero settore e abbiamo la responsabilità di prendercene cura e coltivarlo. Gli sviluppi che proponiamo sono molto importanti, ma non dovrebbero sorprendere nessuno, poiché il settore richiede cambiamenti significativi come questi da molti anni” Matt Gowar

Visualizzazione della potenziale disposizione dei padiglioni OutDoor by ISPO 2025

Insomma, le idee (anche molto visionarie, forse troppo?) e le buone intenzioni paiono non mancare per provare a invertire la tendenza di molti marchi (e negozianti) a non partecipare più all’appuntamento con OutDoor by ISPO che solo pochi anni fa era considerato un must da tutta la industry. Una sfida comunque non semplice e che, come di consueto, Outdoor Magazine monitorerà in tutte le sue future evoluzioni e implicazioni.

Da sinistra: Steffy Strack, Andreas Leucht, Marisa Bosa, Gunther Acherer e Manuela Viel

ASSALTO ALLE ALPI

Un racconto di e con Marco Albino Ferrari, una storia ironica e amara che ci pone di fronte a una domanda cruciale: quale sarà il futuro di queste montagne?

_ di Ania Alleva

Assalto alle Alpi, edito da Einaudi nel 2023, è il titolo del libro dal quale lo scrittore ha estratto il monologo presentato giovedì 6 giugno in una serata dedicata presso la sede di Green Media Lab, introdotta da Alessandro Gogna. Un incontro all’insegna del racconto di un frammento di storia alpina, incredibile quanto sconosciuta, che ci spinge a riflettere sui modelli comportamentali della nostra società, spesso rovinosi per l’ambiente. Siamo negli Anni ’70, sulle Alpi Liguri: Marco Albino Ferrari parte da qui, dalla stazione sciistica Viola St.Gréé, creatura di Giacomo Fedriani. Un’operazione immobiliare mastodontica, che ha dato il via alla più grande colata di cemento che si potesse mai immaginare in montagna. Siamo nel pieno modernismo alpino, tutto deve essere fatto velocemente privilegiando sfarzo e divertimento. Andare in vacanza a Viola St. Gréé significava immergersi in una scintillante torre di Babele dedita al lusso e alla frenesia: piscine, discoteche, centri estetici, ristoranti, negozi, e ancora: feste, celebrità, benessere. Una foga bulimica accelerata dall’avvento della televisione commerciale e dalla popolarità dei divi del piccolo schermo che frequentavano il luogo. E poi cos’è rimasto di tutto ciò? Solo un immenso tappeto di vetri rotti, un rovinismo decadente e abbandonato. La storia della stazione di Viola St.Gréé è una metafora perfetta che illumina il panorama della situazione sulle Alpi, che sono state, letteralmente, assaltate. E la conoscenza del passato, illumina la comprensione del presente.

IL PRESENTE - Oggi le Alpi risentono delle conseguenze di scelte poco lungimiranti: la neve scarseggia e gran parte del sistema turistico è sottomesso a logiche economiche e consumistiche. Basti pensare che in Piemonte nel 2013 si contavano 46 stazioni sciistiche, nel 2023 il numero è sceso a 30. Si tratta di mete turistiche industriali, spesso identificati e con l’idea di vacanza in montagna, località alla moda, ma che non sono altro che spazi circoscritti di un ben più vasto arcipelago alpino. Marco Albino Ferrari accompagna il pubblico nella riscoperta di luoghi fuorimano, fra ricordi immaginari e fiabeschi. E, alla ricerca di un’identità montana definita, ripercorre il topos letterario di Heidi, personaggio che pur in modo semplificativo ha incarnato l’espressione massima della dicotomia tra città e montagna, dove la montagna è portatrice di libertà e gioia di vivere, mentre la città rappresenta per eccellen-

za la malattia, l’abbruttimento e la tristezza. Heidi è stata, e continua a essere, esemplificativa di un senso di appartenenza alla montagna profondo e viscerale, sovente forse troppo idealizzato. È celebre il passaggio del romanzo in cui l’eroina letteraria si trova a Francoforte e, affacciandosi dalla finestra, osserva i tetti della città. A quel punto, in una nostalgica malinconia, guardando il panorama urbano le sorge spontanea la domanda: “dove sono le mie montagne?”. Alla filosofia di Heidi, Marco Albino Ferrari contrappone quella di Walter Bonatti, per il quale invece le cime erano oggetto di conquista, strappate al cielo quasi con violenza. Lo scrittore si ferma a queste due concezioni dicotomiche di vivere la montagna, nella costante ricerca di capire in cosa sia giusto identificarsi. Quali sono, dunque, le nostre Alpi? E quale sarà il loro futuro?

BIO MARCO ALBINO FERRARI

Giornalista professionista, scrittore, sceneggiatore, divulgatore. È una delle voci più autorevoli della cultura di montagna. È stato direttore editoriale e responsabile del settore Cultura del Club Alpino Italiano, oggi è socio onorario del Club Alpino Accademico Italiano. Negli anni Novanta ha diretto la rivista Alp. Nel 2002 ha ideato Meridiani Montagne, che ha diretto per anni. Ha collaborato con La Stampa e altre testate. Come autore ha esordito nel 1996 con Frêney 1961, più volte ripubblicato (oggi da Ponte alle Grazie). Mia sconosciuta è il suo libro più intimo e racconta di sua madre (Premio Itas, Ponte alle Grazie 2020). Ha curato mostre, allestimenti museali e collane di libri. Gira l'Italia con alcuni monologhi teatrali. Con Einaudi ha pubblicato In viaggio sulle Alpi (2009) e Assalto alle Alpi (2023), e curato l'antologia Racconti di pareti e scalatori (2011).

“LO SCIALPINISMO È LA MIA FORMA DI LIBERTÀ”

Parla Emily Harrop, brand ambassador SCARPA, sciatrice franco-britannica che detiene un record di quattro titoli mondiali e 17 vittorie in Coppa del Mondo

Mercoledì 10 aprile a Cortina d'Ampezzo l'atleta franco-britannica Emily Harrop, brand ambassador SCARPA, è stata incoronata campionessa mondiale di scialpinismo conquistando una vittoria indiscussa della Coppa del Mondo generale femminile e quella di specialità individuale sprint e il 3° posto nella classifica vertical. Nata a Bourg-Saint-Maurice, in Francia, sviluppa la passione per lo sci fin da piccola, prima con lo sci alpino con cui partecipa a diverse gare, poi, all'età di 20 anni, in seguito a un infortunio che le impedisce di continuare questa attività, scopre lo scialpinismo. In questa nuova disciplina, si afferma rapidamente e i primi risultati ai massimi livelli mondiali non tardano ad arrivare. È proprio lei a rispondere alle nostre domande.

Tu scii da sempre. Come si fa a mantenere viva una passione anche dopo tanti anni?

_ di Sara Canali

Credo che il mio amore per lo sci sia qualcosa che mi accompagnerà per tutta la vita. Ci sono tanti modi per definirsi sciatori, tanti modi diversi di sciare. Ho iniziato con lo sci alpino, con l'amore per andare il più veloce possibile attraverso le porte rosse e blu e poi, a poco a poco, la mia curiosità ha iniziato a rivolgersi verso le montagne e la libertà di potersi muovere con gli sci. Nello skimo le possibilità sono infinite, che si tratti di scoprire il terreno o il proprio corpo. Quello che mi piace è che posso combinare questo con la scoperta di bei percorsi in montagna, il che porta un po' più di avventura nell'allenamento. Certo, non tutti i giorni, ma quando ho la possibilità di fare sessioni lunghe, cerco di esplorare le montagne il più possibile. Abbiamo la possibilità di stare in mezzo alla natura esplorando paesaggi mozzafiato ed è difficile stancarsi di questo. Come hai affrontato l'infortunio che ti ha allontanata dallo sci alpino?

Nello sci alpino gli infortuni fanno parte del gioco. Non conosco molti sciatori alpini che non si siano mai infortunati. Ovviamente, quando ti capita è dura, ma lo accetti. Poi si tratta di avere pazienza. Credo che questa sia la cosa più difficile con cui ho sempre lottato. La riabilitazione è un vero e proprio processo di apprendimento, nonché un ottimo momento per fare altre cose, che forse non avreste mai avuto il tempo di fare. Ho imparato a suonare il pianoforte e l'ukulele durante alcuni infortuni e sono davvero felice di avere questa abilità oggi. Trovare qualcos'altro su cui concentrarsi è fondamentale.

Cosa ti ha convinta a lasciare lo scialpinismo?

La sensazione di libertà nell'allenamento, unita al mio amore per l'esplorazione e alla soddisfazione di

dare il massimo in ogni gara. Una cosa che trovavo piuttosto frustrante nello sci alpino era che mi impegnavo così tanto e con tanta volontà nell'allenamento e poi, in gara, facevo un piccolo errore e passavo dai primi agli ultimi posti. Quando ho iniziato a gareggiare nello scialpinismo, mi piaceva la sensazione di dare il massimo indipendentemente dalla classifica. Ricordo che andai a vedere la Pierra Menta per la prima volta, vedendo tutti questi atleti che spingevano al massimo sulle salite e poi volavano come freerider con gli sci sottili sulle discese, e pensai che fosse la cosa più bella!

La recente vittoria della Cortina SKIMO World CUP 2024 ci proietta già verso le Olimpiadi 2026. Cosa pensi del formato olimpico dello scialpinismo?

Trovo che i format sprint e staffetta mista siano decisamente più adatti agli spettatori e permettano loro di assistere a qualcosa di veramente dinamico in un unico punto. Per me, come atleta, sono eventi interessanti dal punto di vista della prestazione fisica. Sono due discipline che richiedono molta potenza e abilità nelle transizioni. Tuttavia, queste discipline sono eventi “da stadio” e non sono una vera rappresentazione di ciò che lo scialpinismo è e significa veramente. Per me sono un primo passo per far conoscere meglio il nostro sport a un pubblico più vasto e una finestra verso le altre gare principali, come quella individuale.

Nell'ultimo periodo, il movimento dello scialpinismo ha registrato una flessione in termini di praticanti. Cosa non funziona secondo te?

Posso parlare solo di ciò che conosco in Francia. Mi sembra che ci siano sempre meno gare di montagna vere e proprie, perché forse manca la semplicità per organizzare questi eventi. Penso che ogni atleta che non si concentra sugli eventi di Coppa del Mondo, voglia fare delle vere e proprie gare di montagna spettacolari. Come vedi il futuro della disciplina e cosa speri per il settore?

Spero davvero che tutte le discipline dello scialpinismo possano vivere fianco a fianco. Penso che ognuna di esse sia diversa e interessante allo stesso tempo. Spero anche che ci sia una buona progressione in termini di riprese con l’obiettivo di portare tutte le discipline agli spettatori, ad esempio in TV. Per me questo è un aspetto fondamentale per portare più modernità e popolarità alla nostra disciplina. Guardo come riprendono il freeride e il trail running in certi eventi, e mi piacerebbe che lo skimo si avvicinasse a questo con una propria personalità.

A livello di prodotto, invece, come si sta evolvendo il mercato? Quali sono le maggiori richieste di voi atleti?

A livello di prodotto siamo sempre alla ricerca del giusto rapporto tra leggerezza, comfort, resistenza e sciabilità in tutti i nostri attrezzi. A seconda di ogni atleta, ognuno di questi punti è più o meno importante. L'idea è ovviamente quella di avere qualcosa di veramente comodo, che pesi il meno possibile e che abbia la massima sciabilità.

Emily Harrop

UN ITALIANO ALL’EST

Matteo Gambaro è entrato nel team di Singing Rock, brand ceco di climbing. Ci ha raccontato del suo passato e ha condiviso con noi l’entusiasmo per questa nuova avventura

_ di Pietro Assereto

Matteo Gambaro è un climber italiano attivo da tanti anni. Si avvicina al mondo dell’arrampicata quasi per caso nel 1992, a sedici anni e, e inizia a girare insieme a Giovannino Massari e al gruppo dei “Monregalesi”. L’anno seguente, otto mesi dopo le sue prime uscite, sale il primo 8a.

Possiamo dire che arrampichi da sempre e non sarebbe un’esagerazione. Quando il primo incontro con la roccia?

È una storia lunga ma prometto che sarò breve. Ho iniziato ad arrampicare a 15 anni e mezzo, quasi 16. Ero un adolescente in crisi per svariati motivi: ero un ragazzo scatenato, una mina vagante, avevo perso da poco mio padre e potevo benissimo prendere altre strade. Inoltre, c’era la questione sportiva: da più giovane nuotavo ad alti livelli ma sono rimasto piccolo fisicamente e ho dovuto mollare; sono passato quindi al baseball ma mi sono rotto una spalla durante una partita e non riuscivo più a lanciare. Ho quindi iniziato ad arrampicare ma ero totalmente negato! Per fortuna, nelle mie zone, c’era un gruppo di ragazzi, capitanati dal mitico Giovanni Massari che mi hanno aiutato molto. Fin da subito sono stato rapito da questa disciplina, miglioravo ogni giorno. Pativo un po’ il fatto che non c’erano miei coetanei, erano tutti più grandi. Ma la passione ha prevalso.

Come descriveresti il tuo stile di arrampicata?

Il mio punto forte da sempre sono le dita. Fisicamente, come ti dicevo, sono sempre stato piccolino: non sono mai pesato più di 60 kg anche se ora, a 50 anni, ovviamente non sono magro come a 20. Quindi sì, molto forte sulle dita e sui piedi. Negli anni mi sono poi dovuto adattare ai cambiamenti della disciplina e sono cresciuto fisicamente.

Che insegnamenti hai preso dagli sport che praticavi prima?

Dal nuoto mi sono portato dietro il ritmo, la forza mentale e la decontrazione. Quest’ultima è fondamentale quando arrampichi: capita spesso di avere un muscolo in tensione al 100% perché sei attaccato a una presa ma il resto del corpo no. Dal baseball invece il gioco di squadra che mi porto dietro quando faccio le vie lunghe.

Ora sei legato al brand Singing Rock per le tue avventure verticali. Come ti trovi?

Li conoscevo di nome. Mi ha stupito tantissimo la loro attenzione al prodotto e alla qualità. Sono molto passionali per l’arrampicata, tutti all’interno dell’azienda praticano questa disciplina e frequentano questo mondo. Veramente una piacevole scoperta.

Cosa pensi delle nuove imbracature del brand della Repubblica Ceca?

Dal punto di vista sportivo uso di più il Rocket: un imbrago molto bello – tutto nero con l’anello di servizio bianco –, leggero ed estremamente protettivo sulla schiena. Sostiene benissimo avendo un fascione

con dentro delle “simil fettucce” che distribuiscono il carico. Al momento, sembra anche molto duratura. Il Garnet lo uso per le multipitch o se devo fare qualcosa di più alpinistico: anch’esso leggero, leggermente più strutturato perché ha i cosciali regolabili. Entrambi hanno il porta materiali non tubolari ma strutturati. Ho provato anche il Versa, un imbrago più polivalente: lo uso quando sono in servizio nel Soccorso Alpino. Tutti i loro imbraghi sono certificati, e realizzati in Repubblica Ceca.

Ti coinvolgono nella progettazione o nel test dei prodotti?

L’intento è questo. In passato, tranne alcuni casi, le aziende sono talmente grandi che non sono così attenti ai loro testimonial/ambassador. Io vorrei mettere al servizio dell’azienda la mia esperienza al fine di migliorare i prodotti.

Quale loro prodotto non può mai mancare quando arrampichi?

Sicuramente mi viene da citare il rinvio Colt: uno dei pochissimi con carichi certificati fino a 26kN, con una leva molto efficente e una molla che, anche durante grandi sollecitazioni e vibrazioni, tende a non aprirsi. Robusto, molto leggero e dal design bellissimo.

La peculiarità che tutti dovrebbero sapere del brand?

Pensano e realizzano tutto in Repubblica Ceca e non è una cosa scontata. La loro formula 5+10, infatti, certifica il prodotto fino a 15 anni dalla data di produzione: tempo massimo di stoccaggio 5 e 10 anni da primo utilizzo. Differenziandosi dalla concorrenza che arriva solamente a 10 da data di produzione. Questo valore aggiunto consente al negoziante di avere due vantaggi: fare stock senza pensieri e garantire al cliente finale un prodotto sempre “fresco”. Un imbrago marcato 2023 e utilizzato per la prima volta nel 2027 scadrà nel 2037.

Colt
Matteo Gambaro
Versa Rocket Garnet
_I PRODOTTI

RIFLETTORI PUNTATI SUL MONDO TRAIL

Atleti, gare e nuove tendenze. La stagione è davvero entrata nel vivo...

_testo di Maurizio Torri

MAURIZIO TORRI

Giornalista freelance, fondatore del sito sportdimontagna.com, fotoreporter e consulente di comunicazione per alcuni degli eventi più iconici del settore trail, skyrunning e scialpinismo

A.A.A. date buone cercasi disperatamente. Per chi ama la corsa in natura, le concomitanze in questo periodo sono un must. Ogni fine settimana vi è solo l’imbarazzo della scelta. Nonostante tutto gli eventi migliori sono tutti sold out. In barba a un calendario notevolmente congestionato, il “magic moment” del mondo trail sembra non conoscere battute d’arresto; una notizia positiva per aziende e store di settore che, dopo un inverno sottotono, possono guardare al futuro con maggiore serenità.

FACCIAMO CHIAREZZA

In questo marasma di eventi podistici risulta difficile vedere gare di alto livello. Le foto che ritraggono atleti vittoriosi si sprecano e il runner abile a districarsi nelle ricerche online riesce facilmente a ritagliarsi un posto al sole. Come se non bastasse, i media, a volte anche quelli di settore, non sono abbastanza sul pezzo per distinguere una bella performance da una semplice vittoria. Meglio quindi non farsi trarre in inganno, capire quali sono i veri campioni, dare il giusto valore a chi lo merita, analizzare in modo razionale alcuni risultati e, perché no, prendere in considerazione alcune novità interessanti…

KILIAN JORNET & ROBERTO DELORENZI, DUE TOP PLAYER

Il primo è una vera e propria icona del nostro sport, il secondo sta crescendo a suon di risultati e meriterebbe un maggiore consenso globale. Il catalano è un campione senza tempo, smuove le masse e sposta gli equilibri del mercato. Nell’ultima uscita ufficiale nei Paesi Baschi ha letteralmente dato spettacolo sciorinando una performance che ha dell’incredibile. Dopo 17 anni dal suo primo successo a Zegama è tornato ristabilendo le gerarchie a una nuova generazione di runner. La sua non è stata una semplice comparsata, a dirlo è il crono: meno di 2’ sopra il suo migliore tempo di sempre, che è anche il best time della gara. Il suo nome, associato a NNormal, ha portato questo brand in pochissimo tempo a essere tra i più diffusi nel mondo trail. Insomma, Kilian Jornet oltre a essere un fuoriclasse sportivo è l’unico vero influencer del nostro settore. Chapeau. Roberto Delorenzi, invece, è un talento cristallino, un vero polivalente che per ora non ha un grandissimo seguito, ma date tempo al tempo. Corre forte ovunque, ma è in montagna che dà il meglio di sé. Campione del Mondo di skyrunning e Campione Europeo di corsa in montagna, quest’anno ha già stampato tre tappe di Skyrunner World Series. È decisamente un ragazzo su cui puntare. Brooks l’ha subito capito e ora se lo tiene stretto.

LUCA DEL PERO, UNA GARANZIA

Nella sua crescita atletica, i consigli di un team manager come Marco De Gasperi si vedono. Prima era il prezzemolino che svettava in tutte le “tapasciate” del pre season e poi arrivava bruciato agli appuntamenti che contano. Ora sa farsi trovare pronto quando serve correndo da protagonista negli appuntamenti clou. A Zegama gli è mancato pochissimo per salire su un podio di altissimo livello, ma non dimentichiamo che ai Mondiali di Innsbruck si è guadagnato un importante medaglia di bronzo. È giovane, intelligente, umile e non ha ancora fatto il “giro veloce”. In molti l’hanno notato e faranno a gara per contenderselo. SCARPA farebbe bene a blindarlo, ma la sensazione è che Del Pero abbia capito che nella vita i soldi non sono tutto. Una squadra che ti tutela e che sa farti crescere step by step, senza bruciarti, vale più di un allettante contratto.

ITALIA AGLI EUROPEI, MALE NON MALISSIMO

L’Europeo di Annecy non si è certo chiuso come avremmo voluto. Nessuna medaglia individuale, alcuni podi a squadre e poco più. Se per la prova di sola salita i sogni di gloria dei nostri ragazzi sono affondati nel fango, nel trail la squadra non era la migliore possibile (ricordiamo che, se solo potessimo contare su Nadir Maguet e Davide Magnini, avremmo una potenza di fuoco decisamente diversa). Nel mountain running classic, infine, capitan Maestri è giunto 4° e a questi livelli vuol dire correre davvero forte. Per questo, meglio non essere catastrofici. Diciamo piuttosto che la delusione degli appassionati è stata direttamente proporzionale alle aspettative che avevano. Ciò vuol dire che per molti anni siamo stati abituati bene. Abbiamo preso quattro schiaffi in faccia e dobbiamo farne tesoro. Come si suol dire: “I grandi non sono quelli che non cadono mai, ma quelli che si sanno rialzare dopo le cadute”. Quindi, avanti tutta perché il Mondiale di Canfranc 2025 non è poi così lontano.

UTLAC UN ESEMPIO DA SEGUIRE?

Ha senso nelle ultra proporre l’auto navigazione? Io penso di sì. Ho seguito la terza edizione della Ultra Trail del Lago di Como muovendomi in autonomia per raggiungere alcuni dei punti più iconici della gara. Ok, lo ammetto, inizialmente non è stato facile, ma dopo un primo momento di panico tutto è filato liscio. In quei tre giorni “inside the race” ho riflettuto sulla cosa e sono giunto a questa conclusione: oltre al format più green e per nulla invasivo, l’auto navigazione ti insegna a sfruttare le potenzialità degli orologi satellitari che abbiamo al polso e a muoverci in ambiente con maggiore consapevolezza. Insomma, se per molti l’introduzione dei monte premi ha fatto smarrire parte di quello che era lo “spirito trail”, l’auto navigazione potrebbe rivelarsi un positivo “back to the origins” restituendo a questo sport un pizzico di avventura e voglia di esplorazione.

Kilian Jornet
Luca Del Pero
Roberto Delorenzi
© Jose Miguel Muñoz
© Leo Roussel
© Giacomo Meneghello

VALORI CONDIVISI

L’edizione 2024 di UTLAC, Lake Como Ultra Trail, è stata un successo, sia per i numeri, sia per il consolidamento di partnership a lungo termine.

Il racconto della gara e il punto di vista dei main partner Tecnica e Rock Experience

_ di Karen Pozzi

Cinque giorni di Utlac, cinque giorni all’insegna della corsa in montagna e della bellezza dei panorami che solo il territorio lariano è in grado di offrire. L’edizione 2024 della manifestazione organizzata da Larius è stata un vero e proprio successo, sia dal punto di vista sportivo che da quello organizzativo e promozionale per le province di Como e Lecco. Le tre gare in programma hanno visto impegnati sui sentieri qualcosa come 900 atleti, a conferma di una manifestazione che anno dopo anno continua a crescere e farsi apprezzare.

LA GARA REGINA

Utlac 250 ha preso il via alle 18:00 di mercoledì 10 maggio dal lungolago di Lecco. Compagna dell’ottantina di atleti ai nastri di partenza è stata la

_PAROLA AGLI SPONSOR

TECNICA OUTDOOR

ADRIANO ROSSATO, BUSINESS UNIT MANAGER

Nella vostra strategia di marketing quanto contano gli eventi e come vengono selezionati?

La strategia di marketing di Tecnica Outdoor, la business unit dedicata al footwear, non prevede uno specifico investimento di sport marketing. Come marchio di calzature tecniche per la montagna, crediamo che l'esperienza personale prevalga sulla componente agonistica. Per questo non abbiamo un team agonistico di atleti ma collaboriamo con molti ambassador e professionisti della montagna. I nostri investimenti per gli eventi consumer sono sostanzialmente riservati a eventi indipendenti oppure organizzati dai nostri partner commerciali dove abbiamo la possibilità di far provare le nostre scarpe. Questa è la modalità che ci permette una conversione molto efficace e che vogliamo continuare a sviluppare anche in futuro, perché ci sentiamo forti delle prestazioni della nostra collezione. L'unica categoria che fa parzialmente eccezione è quella del trail running, dove il pettorale e l'agonismo hanno un ruolo importante per molti appassionati. Ma anche in questo caso, la nostra strategia a partire dal prossimo anno, quando sarà disponibile nei negozi la nuova collezione Pyrox per la disciplina, sarà quella di essere presenti nel villaggio di alcune delle competizioni più impor tanti per la comunità dei trail runner per dare la possibilità ai presenti di testare sui sentieri le nostre scarpe. Per cominciare in quello che ci sembra il migliore dei modi, saremo presenti a Chamonix nell'Expo Village dell'Ultra Trail di Mont-Blanc, dove presenteremo le scarpe al pubblico e gli opinion leader presenti.

Come mai avete scelto di sponsorizzare proprio la UTLAC?

pioggia, che fortunatamente dopo solo pochi minuti dallo start ha salutato la comitiva per non farsi più vedere fino al traguardo, lasciando ai concorrenti un meteo stabile e soleggiato, che ha regalato loro scorci e panorami da car tolina. Per i concorrenti c’erano da completare 254 km e un dislivello positivo di 12.430 metri, arrivando a tagliare il traguardo, nuovamente sul lungolago lecchese, dopo un vero e proprio giro montano del Lago di Como.

GLI ATLETI

Il primo a riuscire nell’impresa è stato Daniele Nava, atleta tiranese classe 1987 che, fermando il cronometro a 43h42’28”, ha firmato il nuovo primato della gara, migliorando il crono di 44h56’ ottenuto dodici mesi prima dallo svizzero Robin Fournier. Staccato di oltre 4h30’ è arrivato il roma-

“La distanza lunga in autonavigazione della UTLAC rispecchia la nostra visione del trail running come un'attività esplorativa sia dell'ambiente di montagna sia delle proprie emozioni”

competizione in futuro anche sulla distanza lunga. Lo staff organizzativo è appassionato e competente, supportato da sponsor e istituzioni che garantiscono una visione di lungo periodo, rendendo questo evento un partner affidabile su cui investire. La sponsorizzazione di UTLAC è stata una eccezione rispetto alla nostra strategia, in cui per noi è stato dirimente il fatto di esserci potuti rispecchiare in questa competizione. La nuova collezione da trail running di Tecnica, che abbiamo presentato proprio durante i giorni dell'evento, ha molte analogie con UTLAC. Anche noi siamo realisti sui nostri obiettivi a breve termine ma siamo molto ambiziosi per il futuro, e siamo convinti di portare una reale innovazione per gli appassionati, come ha fatto UTLAC con questa gara. E la distanza lunga in autonavigazione della UTLAC rispecchia la nostra visione del trail running come un'attività esplorativa sia dell'ambiente di montagna sia delle proprie emozioni.

Cos’ha previsto la vostra presenza?

UTLAC a nostro avviso è una delle competizioni di trail running che ha il maggior potenziale di crescita in Italia. Il percorso intorno al Lario è veramente speciale, attraversa paesaggi bellissimi offrendo panorami memorabili. Il Lago di Como è diventato un brand internazionale noto anche negli Stati Uniti grazie alla presenza di celebrities hollywoodiane, e sia Lecco sia Como sono destinazioni facilmente raggiungibili a solo mezz'ora da Milano, e ottimamente attrezzate per l'ospitalità. Il sold-out della 30 e della nuova 60 chilometri sono la dimostrazione di quanto possa diventare attrattiva questa

Come gold sponsor siamo stati presenti con elementi di visibilità molto tradizionali come l'arco gonfiabile in partenza e arrivo, le bandiere e i banner sulle transenne. Inoltre avevamo una tenda gonfiabile dove abbiamo mostrato in anteprima la collezione Pyrox di trail running per la prossima stagione. Siamo stati sorpresi da quanta considerazione, direi quasi affetto, goda il marchio tra i trail runner anche dopo la pausa che ci siamo presi per riprogettare la nostra collezione. Inoltre, in coincidenza con la gara, abbiamo organizzato proprio a Lecco il nostro sales meeting internazionale di lancio della collezione SS 25 e, a seguire, l'evento in cui abbiamo svelato le nostre novità anche a un gruppo selezionato di media e retailer italiani. Quali sono stati i risultati di questa esperienza? Positivi?

Questa sponsorizzazione è stata fatta con quasi un anno di anticipo rispetto al momento in cui avremo nuovamente la nostra collezione di trail running nei negozi. Quindi le nostre aspettative non erano legate a un ef-

no Alessandro Roncato del Maddalene Sky Team, 2° in 48h21’46”, mentre a completare il podio è stato Emanuele Ludovisi (D+Trail) in 48h25’44”. Vittoria con record anche per la basca Silvia Trigueros Garrote, classe ‘76, che l’anno scorso aveva vinto in 58h44’, riuscendo stavolta a migliorarsi di addirittura otto ore come dimostra il tempo finale di 50h43’40”. Alle sue spalle si è assicurata il 2° posto Valentina Michielli del Team Coros in 52h56’29” con la svizzera Denise Zimmermann 3^ in 58h48’19”.

LE ALTRE DISTANZE

Il sabato, invece, è andata in scena la prima edizione della Utlac 60, gara che già a un mese dal via aveva visto esaurirsi tutti i 400 pettorali messi a disposizione dall’organizzazione. Partenza da piazza Cavour a Como e

arrivo nuovamente sul lungolago di Lecco dopo un percorso di 64,6 km, con dislivello positivo di 3.580 metri, che univa i due capoluoghi lariani passando anche dalla punta di Bellagio, dove il Lario si divide nei suoi tre rami. Infine, domenica, spazio al gran finale con Utlac30, gara disegnata sulla seconda parte del tracciato della prova da 64,5 km, con partenza da Bellagio, consueto arrivo a Lecco e dislivello positivo di 1.872 metri.

AUTOGESTIONE A IMPATTO ZERO

Utlac Trail è una manifestazione apprezzata anche per il suo lato green, eliminando l’uso della plastica, proponendo gare in semi autosufficienza senza tracciamento dei percorsi e utilizzando esclusivamente veicoli elettrici per lo spostamento di persone e materiali.

fetto di generazione della domanda. Anzi, sotto ogni aspetto questa sponsorizzazione è stata fatta "troppo presto". Ma per noi era molto importante mostrare ai nostri partner commerciali e agli appassionati che il trail running per Tecnica è una categoria importante per cui abbiamo una visione a lungo termine, così importante da iniziare a investire anche "troppo presto". Per quanto riguarda la competizione, non possiamo che essere contenti per la nostra scelta e vediamo una curva di crescita ancora più rapida di quanto ci saremmo aspettati, a conferma che le nostre aspettative erano ben riposte. Confermate la vostra sponsorizzazione per gli anni futuri?

Il nostro contratto prevede che la nostra sponsorizzazione continui anche per i prossimi anni, e spero che Tecnica sarà al via molto a lungo per assistere al successo globale di UTLAC. Dal prossimo anno contiamo di dare una accelerazione nel nostro coinvolgimento per favorire la crescita della gara per quanto nelle nostre possibilità. Penso di essere buon profeta immaginando che nel 2025 sarà possibile venire a UTLAC per provare sul campo la nostra collezione Pyrox.

ROCK EXPERIENCE

MICHELE FRIGERIO, CEO & PRESIDENTE

za, oltretutto a casa nostra, pertanto un’ottima occasione per comunicare l’appartenenza a questo territorio. Visto l’approccio di riduzione dell’impatti ambientale di UTLAC, con questa sponsorizzazione diamo continuità al nostro approccio quanto più a impatto zero diffuso in tutta l’azienda e tra i nostri collaboratori esterni che selezioniamo con cura. Per questo abbiamo firmato un accordo di sponsorizzazione per i prossimi tre anni. Gli strumenti per raggiungere obiettivi sono: la passione, la cultura, i mezzi di comunicazione, i mezzi di trasporto, le risorse economiche e la volontà delle aziende di adoperarsi in questi progetti e in queste sinergie. Cambia solo il modo di adoperare questi strumenti e l’intento finale che si vuole ottenere. In questo caso le due realtà, Rock Experience e UTLAC, sono allineati perché li sfruttano al massimo.

Nella vostra strategia di marketing quanto contano gli eventi e come vengono selezionati?

Per Rock Experience le partnership con vari eventi trail running, climbing o outdoor sul territorio italiano e europeo non sono solamente delle attività marketing ma sono parte di una vera strategia di sostenibilità. Sono azioni mirate ad avvicinarci ai territori, ai nostri clienti e quindi anche alle associazioni che organizzano questi eventi che si rivolgono ai vari target di utenti. Questa progettualità delle nostre attività di marketing e sponsorizzazione sicuramente a oggi ci premia dal punto di vista della brand awerness e del business.

Come mai avete scelto di sponsorizzare proprio la UTLAC?

Non abbiamo mai nascosto il nostro interesse per la UTLAC, una gara dal carattere internazionale e riconosciuta non solo per la spettacolarità del suo percorso e delle sue cime, ma anche per il livello di organizzazione e servizi offerti ai runner. Si tratta di una competizione di assoluta eccellen-

"Un sodalizio che evidenzia la vicinanza e l’attenzione che da sempre Rock Experience pone nei confronti del proprio territorio"

Cos’ha previsto la vostra presenza?

La nostra collaborazione ha visto la fornitura di capi tecnici e un supporto fattivo nell’organizzazione di alcuni aspetti logistici e nella comunicazione per valorizzare e promuovere il nostro territorio e le sue meraviglie naturali anche all’estero. Come anche supportare i nostri atleti e fare un tifo super parte a tutti i partecipanti

Quali sono stati i risultati di questa esperienza? Positivi?

Sicuramente l’evento ci ha permesso di veicolare l’immagine del nostro marchio in modo incisivo all’estero e in parecchie regioni Italiane, visto gli oltre 100 partecipanti. L’esperienza e soprattutto la collaborazione con il comitato organizzatore insieme ad altri sponsor è stata molto positiva sotto tutti i profili.

Sarete ancora sponsor negli anni futuri?

I prossimi tre anni rappresentano un’ulteriore sfida per la UTLAC, l’intento è di crescere insieme all’evento e collaborando con l’organizzazione per provare a garantire tutti i servizi e l’immagine che la gara si è costruita in questi tre anni di storia. Molto più di una semplice gara e molto più di una semplice sponsorizzazione. Ad maiora.

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Un viaggio visivo attraverso alcuni dei tanti momenti memorabili di questa straordinaria decima edizione. Una selezione di scatti per ricordarci dei sorrisi e delle emozioni di quest’anno catturati dall’obiettivo dei nostri fotografi

THE PLACE TO BE

Outdoor & Running Business Days celebra una decima edizione di grande successo sotto tutti i punti di vista. Unendo la qualità dei partecipanti con la quantità, con numeri che lo confermano l’evento irrinunciabile e di riferimento per il settore _ di Karen Pozzi

Si è appena conclusa la decima edizione di Outdoor & Running Business Days, andata in scena il 26 e 27 maggio a Riva Del Garda. Tra espositori, aziende in visita, agenti, negozianti, media e altri addetti ai lavori, sono state più di 4.000 le presenze nell’arco di questa incredibile e intensa due giorni. Importanti new entry lato espositori hanno sottolineato quanto questo appuntamento sia diventato un must, “the place to be”, perché esserci significa fare del bene al proprio business ma anche al mercato in cui si muove, che sia running o outdoor. In un periodo storico ricco di sfide continue, sempre di più acquisisce valore il motto “l’unione fa la forza”. Solo con il confronto, l’ascolto e l’apertura a nuovi punti di vista e solo puntando sulla somma e non sui singoli addendi si può affrontare qualche difficoltà e vincere tutti insieme.

OLTRE LE DATE

Il cambio strategico di data all’inizio della stagione in ottica di presentazione e di lancio delle collezioni si è rivelato una scelta vincente che ha messo d’accordo visitatori ed espositori, alcuni dei quali hanno deciso di organizzare anche nei giorni precedenti la fiera il proprio sales meeting, ottimizzando così tempo e risorse e sfruttando questo timing ideale per la presentazione delle nuove collezioni. Non solo, si è resa una data ancor più attrattiva per i numerosi brand e aziende che sono comunque venuti a visitare la fiera in molti casi per valutare una partecipazione già dalla prossima edizione. Indipendentemente dal periodo, la fiera si rivela comunque un’occasione importante non solo e non per forza legata alla campagna vendita ma anche per l’apertura di nuove relazioni, di contatti, di confronto, che poi possono ovviamente sfociare in un rapporto commerciale futuro. Gli ORBDAYS hanno confermato la bontà della propria formula. Un mix sapientemente calibrato tra ordini, incontri di business, anteprime prodotto, ospiti speciali, workshop, presentazioni ma anche occasioni di relax, divertimento e condivisione come l’attesissimo e imperdibile ORBDAYS Party che quest’anno si è rivelato un appuntamento epico con la partecipazione, oltre della band DejaVu, anche di DJ Aladyn di Radio Deejay, presente in fiera per lanciare, insieme all’amico Luca Spinazzè, il suo nuovo progetto: Runnoween, molto più di nuovo brand di running, un movimento “alternativo”.

I MARCHI

Quello dell’edizione appena terminata è stato un successo reso possibile anche grazie all’importante supporto di Regione Trentino, oltre che di tutti i brand coinvolti, a partire dai tre main partner. HDry e Polartec sono i due alleati storici degli Outdoor & Running Business Days, con loro vi è un sodalizio che si rinforza sempre più e si conferma nell’insegna della reciproca fiducia. A loro fianco, quest’anno c ’era anche FiloBlu, società che sviluppa, gestisce e porta al successo il business digitale delle aziende e promotrice a Riva del Garda della tavola rotonda “L’evoluzione del runner moderno”, dove, a partire dai risultati della ricerca su questo tema, i relatori in rappresentanza di Altra Running, Game7Athletics, FiloBlu, Runaway Milano e Smartwool si sono confrontati su come rispondere a questa nuova identità, tra touchpoint digitali e fisici. Numerosi e prestigiosi marchi da sempre presenziano agli ORBDAYS e anche quest’anno non sono mancate importanti new entry. Brand appunto che si vanno ad aggiungere alle già tante e rinomate aziende che da diversi anni sono presenti con entusiasmo all’evento, in molti casi fin dagli esordi.

LA SINERGIA CON L'ITALIAN OUTDOOR GROUP

Outdoor & Running Business Days ha rinnovato la partnership strategica con l’Italian Outdoor Group di Assosport e, anche quest’anno, la Piazza IOG è stato uno dei cuori pulsanti della fiera. Nello spazio posizionato al centro del padiglione C2 e allestito in modo da richiamare l’ambiente alpino e offrire un’oasi verde, gli associati hanno potuto organizzare presentazioni di anteprime prodotto e incontri con negozianti, buyer, agenti, media e altri operatori. Sono stati due gli appuntamenti cruciali organizzati da IOG: l’annuale tavola rotonda di confronto tra aziende e negozianti outdoor e l’assemblea delle aziende del Gruppo.

WORKSHOP E PRESENTAZIONI

Outdoor & Running Business Days si è proposto come piattaforma multifunzionale al servizio dei brand dove organizzare momenti differenti ma tutti di notevole importanza e rilievo per raggiungere negozianti e media e permettere loro di portare a casa un importante bagaglio di conoscenza, concentrando in due giorni presentazioni, experience e workshop. Quest’anno l’organizzazione ha voluto privilegiare la qualità e non la quantità a favore di maggior tempo a disposizione per confronti e incontri diretti. Ogni appuntamento è stato infatti oggetto di un’importante selezione, ha garantito un alto livello e proposto ospiti interessanti. Il programma ha preso il via dalla presentazione dei risultati di ricerca “Chi è il trail runner italiano” a cura di Outdoor Wall. Avere accesso ai dati per un operatore significa avere delle informazioni preziose a supporto delle proprie scelte e strategie. Questo workshop, insieme a quello di massimo rilievo presentato da FiloBlu, mostra la continuità di ORBDAYS nel supportare il business dei partecipanti in linea con quello che quotidianamente MagNet offre sui propri media: Outdoor Magazine e Running Magazine. La prima giornata ha visto un altro importante momento, la presentazione dei Campionati Europei di Atletica Leggera Roma 2024 by Karhu. Un talk speciale moderato da Federica Frola, giornalista presso Sky Sport, con lei Francesco Pierantozzi di Sky Sport e Francesco Panetta che hanno ripercorso la storia dell’atletica in Italia e del brand in tutto il mondo grazie al racconto emozionante del presidente onorario Franco

12.000 mq occupati

4.000 addetti ai lavori

1.200 negozianti

500 punti vendita

200 marchi presenti

100 tra guide alpine, atleti e ambassador

90 persone dello staff organizzativo

Guarda
su IG il reel
della decima edizione

Arese. Consapevoli dell’importanza della formazione e di quanto un negoziante informato e competente possa fare la differenza in fase di vendita, l’organizzazione ha promosso clinic di prodotto che diversi brand hanno colto come opportunità. Dolomite, AKU, Merrell, Mizuno, La Sportiva, UYN, Ferrino e Outfood Tasting, per esempio, hanno approfondito le caratteristiche tecniche dei loro prodotti. Per altri, ORBDAYS è stata anche l’occasione per lanciare progetti inediti, come Fessura, nuovo brand di calzature da running e trail running nato dal know how di un noto calzaturificio marchigiano, o il premio ALPI Design Awards, ideato dall’associazione ALPI+MILANO APS con l’ARCA International. AKU ha presentato la partnership con il gruppo Guide Alpine “Aquile” di San Martino di Castrozza e Primiero. Molto apprezzate e utilizzate anche le aree esperienziali all’interno della fiera, tra le quali l’area boulder, gestita come sempre alla grande dalla crew di Spaghetti Boulder, oltre che la nuova area test fit & grip per testare le varie tipologie di calzature gestita in partnership con il team di Outdoortest.

SPECIAL GUEST ED

EXPERIENCE

Infine, diverse anche le experience proposte per i test di prodotto. Nella prima giornata Vibram e Merrell hanno organizzato una trail running experience al Castello di Tenno, meta con un meraviglioso panorama sulla città, luogo che anche La Sportiva ha scelto per una run del lunedì mattina per testare le calzature da Mountain running: Prodigio e Levante. HOKA ha approfittato di ORBDAYS per far testare in anteprima assoluta la nuova Speedgoat 6 durante una corsa all’alba sulla cresta del Brione. Con True Hiking, CMP ha proposto un’uscita guidata, un'occasione per vivere lo spirito più autentico dell’esplorazione. Sempre a tema trekking, Garmont ha organizzato una camminata con Artesulcammino alla scoperta delle rarità storiche e archeologiche presenti a Riva del Garda. Tornando agli ospiti, il par terre è stato di altissimo livello tra atleti e ambassador. È il caso di Yeman Crippa, detentore di sette primati italiani dai 3.000 alla maratona, che allo stand adidas ha raccontato, al giornalista Maurizio Torri e ai numerosi presenti, la sua carriera e i suoi successi, e di

Lorenzo Lotti, ambassador Mizuno e campione italiano sui 100 km con cui, durante una Run, i partecipanti hanno provato le novità del brand. Ma anche dell’atleta ultrarunner Daniel Jung che ha guidato una trail running experience con Altra; Daniel Ladurner, ambassador HDry, alpinista nonché produttore di un gustoso succo di mela che ha offerto durante un aperitivo nella Piazza IOG; Lara Colturi, tre medaglie ai Mondiali juniores 2023 che ha incontrato i presenti allo stand adidas Terrex; e Marc Vinco, pluricampione del mondo di trial bike e ambassador DryHeat che, con i suoi trick, ha emozionato e lasciato con il fiato sospeso i presenti. Marco De Gasperi, pluricampione di corsa in montagna e category manager di SCARPA ha presentato la nuova Golden Gate 2 e condotto una run di test di questa scarpa. Da menzionare anche il passaggio di Franco Collé, ambassador Kaylas, vincitore e detentore del record del Tor des Géants e Federica Mingolla, guida alpina e campionessa di arrampicata del team Petzl.

UNA FIERA RESPONSABILE

Ridurre a zero l’impatto di un evento è, certamente, molto difficile. Tuttavia, è possibile adottare un approccio cosciente e consapevole nei confronti del luogo e della comunità che lo ospita. Anche per questa decima edizione, gli ORBDAYS hanno rinnovato la partnership con Climate Partner per calcolare le emissioni, ridurle e compensarle. Questi i passaggi che permettono a un evento di diventare carbon neutral. La compensazione avviene tramite l’acquisto equivalente di crediti di carbonio certificati a favore di un progetto proposto dall’associazione. MagNet ha scelto quello legato alla produzione di energia eolica, a Yagdir, in India. Per quanto sia fondamentale compensare, l’obiettivo primario rimane comunque quello di ridurre quanto più possibile l’impatto ambientale.

PRONTI PER LA SECONDA DECADE

L’organizzazione è già al lavoro per far crescere e consolidare la fiera in ottica nazionale ma anche internazionale. Questo l’obiettivo della seconda decade che, a partire dai feedback ricevuti, dall’esperienza dell’organizzazione dei dieci anni trascorsi, dalla sua conoscenza dei mercati in cui si muove e dal supporto delle aziende, prospetta una crescita importante.

Outdoor e Running Business Days nasce nel 2015 con la volontà di concretizzare la mission di MagNet, a quel tempo Sport Press, ovvero di creare un evento nazionale interamente dedicato agli operatori del mondo outdoor (e successivamente anche al running): le aziende e i retail. Già a quel tempo la casa editrice, diventata oggi una società che fa del networking la sua forza, aveva anticipato questa esigenza di confronto che andava oltre la presentazione dei nuovi prodotti e la campagna vendita e che oggi trova il suo apice nella formula che abbiamo appena vissuto a Riva Del Garda. La prima edizione si è svolta nel 2015 presso la Pietra di Bismantova, sull’appennino ToscoEmiliano, in provincia di Reggio Emila, e chi c’era si ricorderà di un outdoor village messo a dura prova da un forte acquazzone. Un numero mediocre di espositori che però fin da subito ha creduto nel potere di questo progetto, convincendo l’organizzazione, nonostante quella prima edizione così bagnata e difficile, a non mollare e lavorare sodo per migliorare sempre più. La seconda e terza edizione si sono svolte a Cavalese, nella provincia autonoma di Trento, finché le adesioni sono cresciute ed è stato necessario optare per un posto più grande e che mettesse d’accordo un po' tutti. Così si è giunti a Riva del Garda, dapprima al Centro Congressi lungolago e poi, per questioni di spazi, da tre anni al Quartiere Fieristico. La perla del Lago di Garda è un luogo che per molti mercati è facilmente raggiungibile, per altri un po' meno, ma che compensa con la meraviglia del suo paesaggio diventato negli anni sede di test ed experience per vari marchi. Chissà se non ci avessimo creduto…

_LA STORIA E LE ORIGINI

RUNNER MODERNO, SAY CHEESE!

Una fotografia del settore e una nuova definizione: sono questi gli aspetti emersi durante l’incontro organizzato da FiloBlu sul mondo del running, composto oggi da “Performance Artist”

Una tavola rotonda, un talk e un momento di condivisione. È così che si potrebbe descrivere l’attività organizzata da FiloBlu in occasione degli Outdoor & Running Business Days e che ha avuto luogo lunedì 27 maggio nella sala workshop del polo fieristico della cittadina in provincia di Trento. Il main sponsor della manifestazione ha infatti deciso di raccontare, insieme ai brand Altra Running e Smartwool e ai retail Game7Athletics e Runaway Milano, chi è e come si comporta il runner moderno. Una ricerca nata dalla volontà di FiloBlu, partner strategico per lo sviluppo del bu siness online, di fornire una fotografia del settore per aiutare brand e negozianti a orientare meglio le proprie strategie. Per questo motivo, utiliz zando i dati delle ricerche online e raccoglien do informazioni sulle modalità di acquisto degli utenti su internet, FiloBlu ha confezionato un report dedicato alle ultime tendenze del settore facendosi supportare poi da brand e negozi per affinarne il contenuto. Quello che ne è emerso è la figura di un runner preparato, consapevole e informato, che trova nella sua attività preferi ta non solo un modo per performare, ma anche di stare bene con sé stesso e gli altri. Si tratta di un cliente che presta attenzione agli aspetti tecnici, estetici e ha aspettative nuove verso il brand da cui si aspetta empatia e condivisione di ideali. Per questo motivo è stato coniata la definizione di Performance Artist. “Oggi sempre più runner provengono da ambienti creativi e artistici che scardinano il classico paradigma “runner = sportivo” e ampliano il concetto di performance: non solo corsa, dunque, ma anche eventi, socialità, cultura” - racconta Vito Modugno, brand strategist di FiloBlu che ha dato vita a questo neologismo.

NUOVE NECESSITÀ

necessità di contatti umani. Questo significa che la corsa si è caricata di nuovi significati semantici: non più solo movimento e sport, ma anche socializzazione, trend, salute e valori”. Poi, per raccogliere un feedback dal mondo fisico, FiloBlu ha coinvolto Luca Podetti, founder di Runaway Milano, che come negozio e community ha preso parte alla ricerca. “Oggi il runner che entra in negozio è preparato, sa quello che vuole sia in termini di calzatura che di abbigliamento. È alla ricerca dei modelli di brand specifici perché è come se, da questi, si sentisse rappresentato. Noi come negozio abbiamo anche un running club, attività che a Milano ha raccolto tante adesioni permettendoci di eare un giro di clienti appassionati, connessi e volenterosi di condividere delle esperienze. Far parte di un gruppo, allenarsi insieme e poi partecipare a eventi specifici trasforma il concetto stesso di esperienza in qualcosa di memorabile: le community sono infatti un'importante fonte di informazioni. Penso che per un brand rapportarsi con realtà come la nostra significhi avere a che fare con corridori esigenti ed entusiasti e questo fa estremamente bene al movimento”. Correre è diventato infatti sinonimo di esperienze sociali e aggreganti. In questo nuovo scenario, il digitale gioca un ruolo chiave in tutte le fasi del percorso di acquisto ed esperienza: dalla scoperta del prodotto alla partecipazione alle attività delle community.

SCELTE IDENTITARIE

La tavola rotonda è iniziata con un’introduzione da parte di Andrea Corradin, senior digital retail manager di FiloBlu, che ha raccontato la genesi del report. “La ricerca è partita a inizio 2024 e si è focalizzata sul mondo running con l’obiettivo di interpretare i trend e capire come questo settore stia evolvendo. Al centro c’è il fatto che, dopo la pandemia, si sono avvicinati all’outdoor e alla corsa nuovi runner, per cercare (o ritrovare) un benessere psicofisico, ma anche per una nuova

Non solo un cambiamento nelle abitudini, ma anche nell’identità. In Italia si stima che poco più del 50% siano donne e che lo split generazionale veda prevalere la Gen X (44%), seguita dai Millennials (30%). Affianca oltre alla performance una forte attenzione allo stile: le grandi città hanno il ruolo di hub di sperimentazione, con il potere di influenzare a cascata il territorio circostante. Oggi il prodotto performante non può prescindere da un aspetto estetico identitario e capace di differenziarsi. Come racconta Andrea Fagan, e-commerce e digital marketing manager di Altra Running. “Altra Running nasce con un’estetica in contro tendenza rispetto al mercato. Nel tempo abbiamo trasformato questa diversità in una scelta di stile ascoltando i bisogni dei nostri consumatori e capendone le necessità. Il runner

Da sinistra: Nicholas Freddi, Andrea Fagan, Andrea Corradin, Giorgio Andrea Rando e Luca Podetti

_CLASSIFICA BRAND 2024 - TOP 10

La classifica finale dei brand, ottenuta partendo dall'analisi dei prodotti, mostra l'assenza di un canale dominante, evidenziando il ruolo di YouTube e TikTok come canali di ricerca, scoperta e raccolta d'informazioni rispetto a brand e prodotti.

moderno è infatti attento ai dettagli e questo significa che acquistare un brand piuttosto che un altro rappresenta per lui una scelta identitaria”. Sullo stesso piano anche Giorgio Andrea Rando - senior digital sales manager EMEA di Smartwool: “Il consumatore non cerca più solo la performance, ma vuole sentirsi parte di un progetto, vuole vedere i suoi valori riflessi in ciò che indossa. Smartwool propone prodotti in lana merino, una fibra naturale ed ecologica, e indossarla significa abbracciarne i valori. La scarpa, come la calza, non sono più un particolare secondario, ma anzi definiscono l'identità stessa del runner”.

ACQUISTO OMNICHANNEL

Oltre il 70% dei brand sportivi ha adottato un approccio di “economia di ecosistemi,” offrendo esperienze omnicanale senza concentrarsi su singoli canali indipendenti. L’interazione avviene sia direttamente (attraverso i canali online e i social media del brand) che indirettamente (attraverso community social e blog di settore). L’analisi condotta su un panel di oltre 1.500 prodotti ha evidenziato livelli significativi dei volumi di ricerca per alcuni modelli di scarpe - in particolare ASICS, Brooks e HOKA, in forte ascesa tra 2023 e 2024. Il discorso cambia invece in caso di abbigliamento, in questo caso le ricerche sono più generaliste (i volumi di ricerca associati ai brand sono bassi), a eccezione degli occhiali da running. “Il runner moderno si trova nell’intersezione fra trend che stanno trasformando il mondo dello sport e del tempo libero. Ai temi più tradizionali del wellness e della performance, si sono aggiunti più recentemente la spinta del movimento outdoor post-pandemia, la propulsione social degli influencer e delle running community, la premiumizzazione del footwear e la rivisitazione in chiave fashion dell’abbigliamento running. Per i brand e i retailer si tratta di una sfida in cui entrambi i canali, fisico e digitale, giocano un ruolo fondamentale nel processo decisionale di acquisto”, ha concluso Nicholas Freddi, Game7Athletics eCommerce director.

LA DOPPIA VITA DI DANIEL LADURNER

Durante gli ORBDAYS, l’ambassador HDry ha fatto assaggiare il succo biologico di mela che produce quando non è impegnato ad aprire nuove e straordinarie vie

Nella seconda giornata degli ORBDAYS, in piazza IOG è stato possibile sorseggiare un ottimo succo di mela. Non uno qualsiasi, ma una piccola produzione biologica dal gusto dolce e intenso. A presentarlo è stato il suo produttore, ovvero Daniel Ladurner, un’icona dell’alpinismo moderno, ma anche un amante della natura e della montagna in tutte le sue forme. Altoatesino, classe 1992, quando non apre nuove e straordinarie vie, svolge con orgoglio l’attività di contadino di mele presso l’azienda di famiglia nella zona di Merano. La sua presenza a Riva del Garda è stata fortemente voluta dal main partner della fiera, ovvero HDry di cui è un ambassador e profondo conoscitore della tecnologia.

MONTAGNA IN TUTTI I MODI - Un legame con il territorio che si tramuta nella produzione di un succo di mela a chilometro zero da una parte, e la ricerca di vette sempre più importanti dall’altra. Alpinista, ma anche sciatore estremo, dal freeride allo skialp, si diverte sulle pareti d’arrampicata, ma è sul ghiaccio che ha espresso maggiormente il suo valore, aprendo due vie sul Gran Zebrù e Ortles. Negli anni le sue ascese sono state molte, tra cui anche la nord delle Jorasses, il Fitz Roy, l’Eiger, il Cervino, aprendo più di 20 nuove vie alternando ghiaccio, misto e roccia e completando tutti gli 82 4000 delle Alpi.

Abbiamo chiesto a Daniel di raccontarci di questa sua doppia vita.

Come nasce il tuo amore per la montagna?

Sono nato a Bolzano e ho cominciato a frequentare la montagna fin da piccolo insieme ai miei genitori. Soprattutto con mio padre con cui ho affrontato prima le cime più basse, poi, crescendo, sono andato sempre più in alto. Con lui ho conquistato alcuni dei 4.000 più famosi delle Alpi fino quando, a 18 anni, ho cominciato a frequentare la montagna da solo. Ho trovato nuovi amici e ho incontrato tante persone che mi hanno insegnato molto su questo ambiente e sull’alpinismo. Sono diventato sempre più esperto e con la voglia di spingermi sempre più in là.

Cosa ti affascina così tanto della montagna?

Il senso di libertà, l’avventura e la prova fisica. Mi piace il fatto di allenarmi per riuscire a fare ciò che amo, ma soprattutto quella sensazione di “essere costantemente pronto”. La montagna ti richiede reattività, è importante trovare il momento giusto per fare le cose. Se, per esempio, arrampicare in falesia è un’attività all season, per affrontare una via di alta montagna o conquistare una parete nord è necessario affidarsi a situazioni favorevoli sia a livello di meteo che dal punto di vista fisico. È come un tetris in cui, alla fine, tutti i pezzetti si devono incastrare alla perfezione.

Delle varie attività outdoor, quale ti rispecchia maggiormente?

La montagna mi piace in ogni stagione, ma di sicuro l’invernale

Guanto con tecnologia HDry progettato per cascate di ghiaccio e misto. Laminato con membrana impermeabile e traspirante HDry che ne permette un fit preciso e una destrezza superiore ai guanti con membrana tradizionale. Sul palmo e sulle dita è presente un rivestimento in pelle Cabretta che permette un grip eccezionale sulle piccozze. Pur non avendo un’imbottitura pesante, il guanto protegge la mano dal freddo e dall’umidità e mantiene la temperatura generata dalla mano, garantendo la massima impermeabilità in qualsiasi situazione atmosferica e di condizione della parete.

è quella che mi affascina di più. Soprattutto l’attività su cascate, le vie su ghiaccio, sono le attività per me più importanti della stagione. Cosa ti piace delle attività su ghiaccio?

il fatto che il ghiaccio sia la materia più complessa della montagna. Ogni giorno cambiano le condizioni delle cascate, non sono mai uguali a loro stesse e per questo rappresentano quotidianamente un nuovo enigma. Le temperature, la consistenza del ghiaccio, l’esposizione: sono tante le variabili che chiedono la nostra attenzione rendendo questa attività complessa e intrigante. Da quando sono piccolo, scalare queste colonne di ghiaccio verticali è il mio grande sogno. Come nasce la tua collaborazione con HDry?

Mi hanno contattato un anno fa per farmi testare i primi prototipi della membrana. Da quel momento abbiamo lavorato insieme per affinare alcuni aspetti e arrivare a un prodotto ideale per chi, come me, ama svolgere attività invernali su ghiaccio. Nelle mie uscite, utilizzo il loro guanto e lo scarpone Phantom Tech di SCARPA che usa la membrana HDry. Quando fai cascate, le mani e i piedi sono le parti del corpo che soffrono di più e con questa membrana sento davvero la differenza. La cosa più impressionante è quanta meno acqua viene assorbita dal guanto durante l'utilizzo.

Quando non sei in montagna, lavori con la terra. Come è nata questa passione?

Lavoro nell’azienda di famiglia, siamo contadini da diverse generazioni e produciamo mele biologiche. Io ho cominciato a produrre il succo che, anche se è solo una piccola parte dell’attività dell’azienda, mi dà belle soddisfazioni. Mi piace questo lavoro perché mi dà la possibilità di conciliare la mia passione per la montagna, mi dà la libertà di scegliere come organizzare i giorni giusti per andare in parete.

Daniel Ladurner
_IL GUANTO HDRY DI DANIEL LADURNER

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ANCORA PIÙ TECNICI, SEMPRE PIÙ PERFORMANTI

Nasce la collaborazione tra Polartec e La Sportiva che, per la prima volta, hanno lavorato in sinergia per dare vita a capi dalle alte prestazioni e sempre più rispettosi dell'ambiente

Durante gli Outdoor & Running Business Days di Riva del Garda, Polartec e La Sportiva hanno presentato una partnership di altissimo livello per la SS 25. Alcuni capi delle collezioni dedicate al mountaineering e all’hiking del brand della Val di Fiemme hanno infatti utilizzato i tessuti Polartec Delta e Polartec Power Grid. Il primo è un tessuto in grado in grado di offrire un effetto refrigerante (cooling effect) in condizioni di calore estremo. Il secondo, garantisce massima traspirabilità e asciugatura rapida durante la performance. Una collaborazione che vede protagonisti un premium ingredient brand e un marchio italiano leader nel settore outdoor e che nasce con la volontà di dare vita a capi sempre più performanti e attenti alla sostenibilità. Parla Matteo Tolio, sales & marketing manager Italy, UK and Cycling Europe di Polartec.

Come nascono le collaborazioni tra ingredient brand e aziende d'abbigliamento sportivo? Chi cerca chi?

Si tratta di una ricerca biunivoca: i brand cercano l'ingredient per una serie di motivi che spaziano dal voler migliorare le performance dei propri prodotti, la qualità o il design e quindi cercano un ingredient come Polartec proprio per elevare l’asticella e proporre un prodotto all'avanguardia a livello di innovazione, performance e attenzione all'ambiente. Noi siamo sempre alla ricerca di collaborazioni con aziende premium in ogni segmento di mercato. Nel caso de La Sportiva, la collabo è nata in maniera spontanea. In questi ultimi anni La Sportiva sta incrementando notevolmente l'aspetto qualitativo dei propri prodotti, soprattutto nella parte di abbigliamento.

Qual era la richiesta?

La Sportiva era alla ricerca di tessuti performanti da inserire nella sua collezione. Ci siamo confrontati con il loro team prodotto R&D proponendo delle soluzioni tessili che li aiutassero a raggiungere i propri obiettivi e le proprie esigenze, offrendo loro anche un servizio di personalizzazione. I nostri clienti hanno la possibilità di customizzare totalmente il tessuto, dalle specifiche tecniche al colore.

Tra i valori, hai parlato anche di sostenibilità. Come risponde a questa esigenza Polartec?

L'aspetto della sostenibilità è alla base della nostra proposta. Siamo l’azienda che ha introdotto il primo pile sintetico da materiale riciclato nel 1993 e di conseguenza sappiamo bene che oggi parlare di questi temi è veramente la base di ogni conversazione. Quando un cliente cerca un nuovo materiale Polartec dà già per scontato che ci sia una base di attenzione verso l’ambiente. Oltre al poliestere riciclato, utilizziamo

“Siamo l’azienda che ha introdotto il primo pile sintetico da materiale riciclato negli Anni ’90 e sappiamo bene che parlare oggi di questi temi è la base di ogni conversazione.

Quando un cliente cerca un nuovo materiale Polartec, dà per scontato che ci sia una base di sostenibilità” Matteo Tolio

una tecnologia antiodore 100% naturale a base di olio di menta, utilizziamo filati naturali e abbiamo inoltre sviluppato delle tecnologie tessili che riducono la dispersione di microplastiche e microfibre nell’ambiente. Per quanto riguarda il tema delle sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate (PFAS),  oggi  argomento molto importante nella nostra Industry, siamo felici di poter dire che tutti i tessuti nella nostra collezione sono totalmente non-PFAS, compresi i laminati, categoria nella quale abbiamo recentemente introdotto nuove tecnologie impermeabili e altamente traspiranti con contenuti biobased e in poliestere riciclato.

L'ingresso di La Sportiva nel vostro portafoglio clienti, che valore ha aggiunto?

Siamo molto orgogliosi di questa collaborazione, La Sportiva è un marchio storico e leader nel settore outdoor e per noi questo mercato è uno dei più importanti a livello di business. Siamo davvero molto felici di questa collaborazione e speriamo che questo sia solo l’inizio visto che stiamo lavorando ad alcuni progetti per la prossima stagione invernale, al momento non posso ancora svelare nulla. Siamo convinti che questo sia l'inizio di una lunga partnership.

Cosa vi ha spinto a sviluppare una collaborazione con un brand come Polartec?

In casa La Sportiva ci teniamo tantissimo a collaborare con un brand come Polartec proprio per migliorare ancora di più quelle che sono le rese tecnologiche dei nostri prodotti, con l’obiettivo di offrire al cliente finale un pacchetto ricco di soluzioni elevate. Questo è possibile grazie al grande impegno che Polartec mette nell'innovazione e nello sviluppo delle proprie tecnologie. Noi abbiamo trovato nel brand americano un valido alleato.

Su quale focus avete richiesto l'utilizzo di tessuti Polartec e perché?

La richiesta principale era quella di avere dei filati con trattamenti particolarmente pregiati in modo da elevare le caratteristiche principali delle nostre collezioni dedicate all'alpinismo e all'hiking. Era importante che questi tessuti assicurassero un controllo assoluto in ottica di termoregolazione, di peso in caso di elevata sudorazione e che assicurassero un’asciugatura facile e veloce. Infatti parliamo di collezione spring summer che presume un’attività fisica in ambienti molto caldi e nei quali è necessario che il primo strato lavori in simbiosi con la pelle o in attività a grande dispendio energetico, dove anche il secondo strato gioca un ruolo fondamentale nella termoregolazione.

Quando avete cominciato a pensare a Polartec?

È una collaborazione che nasce un po’ di tempo fa. In tutto questo periodo infatti ci siamo tenuti in contatto per trovare il momento giusto in cui abbinare le nostre richieste con le loro tecnologie. E quel momento è ora.

La Sportiva, nel mondo del footwear, è sempre stata una realtà del top level. L’obiettivo è di raggiungere l’eccellenza anche sull'apparell? L'ingresso di un par tner come Polartec si colloca all'interno di questo processo?

Assolutamente sì, un ingrediente così tecnico per noi è un punto sinonimo di grandissima innovazione e passione. Partendo dall’eccellenza che ci è riconosciuta nel mondo delle calzature, vogliamo creare un pacchetto di outfit capace di evolvere in maniera molto veloce proprio per seguire lo stesso trend.

Come mai avete deciso di partire proprio dalle collezioni di mountaineering e hiking?

Abbiamo tantissimi campi sui quali ci spingiamo e innoviamo, ma crediamo che, per la prossima stagione, la proposta di articoli altamente innovativi nel campo dell'alpinismo moderno ci consente di entrare in un settore in costante crescita e di intercettare nuovi consumatori amanti dell'hiking e del trekking. Polartec ha da poco lanciato la sua campagna aziendale Beyond Begins Today su temi di sostenibilità, diversità e cambiamento positivo. Questo per voi è un valore importante?

Direi proprio di sì, anzi è quel valore aggiunto che noi ricerchiamo nella collaborazione con determinati partner. La tecnicità è uno dei punti cardine nello sviluppo dei nostri prodotti, ma per noi è fondamentale valutare le collaborazioni anche dal punto di vista della sostenibilità. Abbiamo scelto Polartec anche grazie a questo loro impegno nel rispetto di un ambiente che tutti noi amiamo.

“Ci teniamo tantissimo a collaborare con un brand come Polartec proprio per elevare ancora di più quelle che sono le rese tecnologiche dei nostri prodotti con l’obiettivo di offrire al cliente finale un pacchetto ricco di soluzioni tecniche e performanti”

Pietro Fariselli

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IOG E ORBDAYS: UNA PARTNERSHIP VINCENTE

Si rinnova e si rinforza la sinergia tra le due realtà che trovano sempre maggior intesa anno dopo anno.

L'appuntamento di Riva si conferma un momento strategico e di confronto per tutti gli associati

_ a cura dell'Italian Outdoor Group

Grande fermento si è respirato nella Piazza IOG durante gli ORBDAYS, la due giorni di Riva del Garda dedicata ai settori outdoor e running, andata in scena con successo domenica 26 e lunedì 27 maggio. Nelle due giornate, quest’anno anticipate a fine maggio, si sono susseguite presentazioni, anteprime esclusive, test prodotto, workshop innovativi e persino esibizioni che hanno coin volto brand, negozianti e rappresentanti della spor t industry. Una grande opportunità per le aziende che hanno avuto la possibilità di condividere esperienze, consolidare e allargare il proprio network. Anche per i brand dell’Italian Outdoor Group di Assosport, l’evento ha suscitato grande entusiasmo e partecipazione, con numeri di presenze importanti: 1.200 negozianti in rappresentanza di 500 punti vendita, 110 espo sitori per 200 brand.

TAVOLO DI CONFRONTO TRA AZIENDE E RETAIL

Altrettanto utile e importante il dialogo con il mondo retail: mantenere un confronto aperto e costruttivo con i negozianti continua a essere fondamentale per la crescita del settore. Le relazioni, avviate con l’Accademia Outdoor PRO, consolidate negli anni e rafforzatesi durante le Tavole Rotonde in fiera, sono a base su cui costruire le iniziative future. Il Tavolo di Confronto tra aziende e retail sta diventando un appuntamento sempre più partecipato. Anche questa volta i temi trattati hanno toccato le dinamiche legate alla distribuzione selettiva, e vendite online, la normativa VBER, l’associazione tra negozianti outdoor “Negozi Sportivi Indipendenti”.

“Mi fa molto piacere che la partnership con ORBDAYS si rafforzi di anno in anno. Per la nostra associazione, questa fiera rappresenta un momento importante e un punto di riferimento fondamentale per tutto il settore outdoor italiano. Una piattaforma di incontro e confronto per tutti gli operatori del settore che ha saputo cogliere le esigenze del mercato ed evolvere negli anni. Sono certo che continuerà la sua crescita anche in futuro e la collaborazione con l’associazione contribuirà ad arricchire ulteriormente questo percorso”, dichiara Günther Acherer, presidente di Italian Outdoor Group.

L’associazione quest’anno ha organizzato due importanti momenti di confronto che hanno portato a molti spunti e nuovi input: uno con le aziende associate, l’Assemblea IOG e uno con i negozianti, il Tavolo di Confronto tra aziende e retail.

L’ASSEMBLEA ANNUALE DI IOG

L’Assemblea IOG è stata l’occasione per fare il punto sulle attività e iniziative organizzate dall’Italian Outdoor Group nell’ultimo anno, ma soprattutto per un confronto sul tema delle fiere outdoor, sempre più numerose. Lo scambio di idee tra gli imprenditori presenti ha consentito di delineare strategie comuni per affrontare le sfide future e individuare la direzione che l'outdoor industry italiana intende intraprendere.

Infine, la Piazza IOG, giunta alla quarta edizione, si conferma come punto di riferimen to per i brand associati in fiera, che hanno avuto l’opportunità di raccontarsi attraverso workshop e presentazioni, incontrare nuovi partner e allargare la propria clientela. Un’occasione importante per creare network e collaborazione tra le realtà del settore.

italianoutdoorgroup.it

PUNTO IOG

ACQUA BENE PREZIOSO

AKU organizza e sostiene “Gocce di Montagna” a fianco delle guide alpine “Aquile” di San Martino di Castrozza e Primiero, una collaborazione nata da un amore smisurato per l’ambiente montano

_ di Ania Alleva

Un’iniziativa che nasce con il fine di intraprendere azioni informative riguardo l’uso dell’acqua, bene primario nei rifugi alpini e in alta montagna. Questo è Gocce di Montagna, grazie al quale AKU porta avanti il compito delle guide legato all’informazione e alla cultura montana, che oggi assumono un valore pari a quello di garantire la massima sicurezza ai propri clienti. In particolare la problematica del cambiamento climatico e della conseguente scarsità idrica è aggravata da un’altra urgente criticità attuale, vale a dire l’overtourism. In tale contesto il ruolo delle guide alpine risulta fondamentale, grazie a un’opera di informazione sia teorica che pratica.

Durante la presentazione tenutasi alla fiera di Riva si è messa in rilevanza la necessità di istruire alla vita in rifugio, che per definizione deve evitare sprechi ed essere frugale. In montagna è fondamentale viaggiare leggeri e con la capacità di sapersi arrangiare con ciò che il rifugio può offrire; se si ha poca acqua, per esempio, la si conserva per esigenze strette e necessarie. Si conferma pertanto l’interesse di AKU nei confronti dei migliori professionisti del lavoro montano, nella ferrea convinzione che ognuno debba fare la propria parte. Il proget-

to presentato, infatti, si inserisce all’interno di una neonata collaborazione tra il brand e le “Aquile” di San Martino di Castrozza e Primiero. Sono due le anime dell’accordo fissato tra l’azienda e le guide alpine: da un lato il test e la verifica tecnica della gamma di calzature da alpinismo; dall’altro un comune impegno nel promuovere un approccio sostenibile e responsabile nei confronti della montagna. Lo storico gruppo di guide alpine trentine sceglie la gamma di prodotti per alpinismo AKU per la propria attività sulle Dolomiti.

D’altro canto, sono tra i professionisti dell'alta quota che si confrontano quotidianamente con gli effetti del riscaldamento climatico e della pressione turistica e più di altri sentono il bisogno di adattarsi a un ambiente in rapida evoluzione, modificando programmi e attività. Così AKU desidera confermare il proprio impegno responsabile per la ricerca di un costante equilibrio fra l’uomo e l’ambiente naturale; in piena sintonia anche con le iniziative intraprese dall’ApT ai piedi delle Pale di San Martino, il cui territorio, non a caso dal 2022, è entrato a far parte di “Alpine Pearls”, il circuito europeo che riunisce 19 località delle Alpi impegnate a proporre vacanze ecocompatibili.

_MARIANO LOTT, PRESIDENTE DELLE AQUILE DI SAN MARTINO DI CASTROZZA E PRIMIERO

Com’è nata la collaborazione con AKU e perché?

È stato un processo naturale, ci siamo conosciuti e siamo diventati come una grande famiglia che collabora, anche se ora come ora è una cosa nuova, partita solo da pochi mesi. Intanto, in un primo momento, abbiamo iniziato a collaborare quando AKU ha cominciato a fornire a noi guide calzature specifiche per attività alpinistica. In particolare ci fornisce di due paia di scarpe, una d'avvicinamento per la stagione estiva e una d'alpinismo invernale, molto evoluta sul piano tecnico e con un adeguato livello di isolamento termico. Poi parlando con loro abbiamo concordato sul fatto che sia giusto per dei professionisti come noi promuovere una certa sensibilizzazione della montagna, in modo da istruire a un comportamento consono per le attività e anche per la sicurezza stessa delle persone.

Da cosa nasce l’esigenza di rafforzare questo aspetto informativo?

Soprattutto dopo il Covid il numero dei turisti in montagna è aumentato tantissimo e spesso arrivano senza conoscerne la realtà, le fragilità e soprattutto i rischi. Sono in molti a non rendersi nemmeno conto di dove sono e sovente non hanno neanche l’attrezzatura

giusta per affrontare determinate situazioni. È una questione di cultura, bisognerebbe insegnare certe cose fin dalle scuole elementari, per ed ucare ai comportamenti basici. L’informazione è la soluzione migliore, è necessario spiegare quel lo che si può o non si può fare. A maggior ragione queste cose riguardano l’acqua, che è sempre più scarseggiante.

Quali sono i progetti futuri con AKU?

A partire dalla prossima stagione estiva ogni guida consegnerà ai propri clienti il Libretto delle Guide Alpine, all’interno del quale sono contenute tutte le buone pratiche per l’uso dell’acqua in rifugio. È uguale a quello che davano originalmente a noi stessi. In questo libretto ci siamo noi guide, i nostri volti e la nostra storia e c’è il messaggio di AKU. Alla fine del libretto abbiamo inserito delle pagine bianche sulle quali annotare pensieri e ricordi dell’escursione. Sarà interessante vedere gli sviluppi della collaborazione, siamo all’inizio e magari nella parte autunnale dell’anno potremmo reinventarci, creare cose nove.

Da sinistra, il visual GOCCE DI MONTAGNA, che sarà appeso alle porte dei rifugi, e Vittorio Forato, marketing manager AKU
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La lana Merino è un materiale unico per funzionalità e versatilità. Combinata con i nostri fleece tecnici, diventa un secondo strato multifunzionale, adatto per tutte le attività e in ogni stagione.

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UN IMPEGNO DURATURO

Visione chiara e azioni concrete muovono KEEN verso una produzione responsabile, a dimostrazione che è possibile unire la qualità delle calzature alla tutela del Pianeta

_ di Ania Alleva

Una grande attenzione all’ambiente e al sociale: questo è quanto emerso durante la presentazione del brand americano tenutasi durante gli Outdoor & Running Business Days. Nato a Portland nel 2003, KEEN si è fin da subito posto come obiettivo quello di creare un prodotto originale e durevole nel tempo.

RICERCA E INNOVAZIONE - L’impronta ecologica è fondamentale per il marchio: tutte le sue scarpe, infatti, sono prive delle sostanze chimiche più tossiche, spesso utilizzate nel settore calzaturiero. Per questo antimicrobici, biocidi e pesticidi noti per la prevenzione dei cattivi odori sono stati rimpiazzati da alternative più sicure ed efficaci. Dopo anni di ricerca con partner strategici e all’avanguardia, è nato Eco Anti Odor, l’anti odore ecologico formulato con lattobacilli probiotici. Inoltre, con la nascita del “Programma di gestione delle sostanze chimiche” già nel 2015, KEEN è stato uno dei primissimi marchi di calzature outdoor a diventare gradualmente PFAS-free, eliminando di fatto sostanze chimiche pericolose utilizzate come idrorepellenti e antimacchia in molti prodotti di consumo. Gli altri elementi rimossi in fase di assemblaggio materiali sono cadmio, arsenico, mercurio e piombo, noti per causare danni importanti alla salute umana e quella ambientale. Per quanto riguarda la pelle utilizzata per le proprie calzature, in-

“ENERGIA

IN MOVIMENTO”

vece, KEEN collabora esclusivamente con concerie certificate dal Leather Working Group, le quali riducono l'uso di sostanze chimiche ed energia durante la concia, impegnandosi così nella riduzione dell'inquinamento idrico. Sempre in riferi mento al pellame utilizzato nella tomaia, il marchio di calzature ha implementato un severo Codice di Con dotta per garantire l'origine responsabile della pelle, evitando legami con aziende responsabili della deforestazione dell'Amazzonia brasiliana e stabilendo principi e aspettative etiche che coinvolgono dipendenti e terze parti.

KEEN HARVEST - Per questi stessi motivi, più di 15 anni fa nacque KEEN Harvest, il programma di econo mia circolare che dà nuova vita agli scarti pre e post consumo provenienti dal settore alimentare, dell'abbigliamento e automobilistico. Da questo processo di recupero sono nati modelli di calzature innovative e sostenibili. L’esempio principale è UNEEK che, così come altre proposte, vanta componenti riciclate al 100%, come le corde in plastica PET, dimostrando il costante impegno del brand verso un futuro sostenibile.

In occasione della fiera, Fessura ha presentato una nuova linea dedicata al trail running. Un progetto ambizioso che crede nel cambiamento, le cui radici affondano nel cuore delle colline marchigiane

_ di Ania Alleva

Tradizione e innovazione sono le due anime del brand nato nel centro Italia, che agli Outdoor and Running Business Days ha lanciato il progetto Fessura Trail Line, con una vision ben definita: introdurre un concetto di sneakers divergente e anticonvenzionale, che soddisfi anche un gusto estetico ispirato all’urban style. Grazie all’expertise e il know-how maturato nel corso degli anni nel segmento della moda funzionale, con la produzione di calzature supportate da brevetti, Fessura ha deciso di entrare nel segmento sportivo. L’obiettivo è quello di diventare brand di riferimento per il panorama italiano e internazionale. Essendo un marchio fortemente egato al proprio territorio d’origine, il suo ingresso nel mondo outdoor è segnato da una prima calzatura “door to trail”, che coniuga le caratteristiche classiche di una sneaker con l’appeal dell’off-road. Durante la fiera abbiamo avuto l’opportunità di scoprire la storia e la filoso-

fia madre del progetto, che si inserisce in un ampio quadro programmato nei mini mi dettagli. In termini di comunicazione si tratta di un vero e proprio viaggio itinerante tra i principali sentieri dei Monti Sibillini. Il progetto, infatti, è partito con il lancio della Trail VTR E-15, che prende il nome dal percorso E15 che porta alla vetta più alta della Catena Sibillina: il Monte Vettore (2.476 m). La linea prosegue poi con la Trail SBL-E10 ispirata alla traccia che arriva sulla vetta del Monte Sibilla (2.173 m): la storia di questa montagna ha da sempre evocato fantastiche leggende legate alla sua grotta, inaccessibile e avvolta dal mistero. L’altro picco sarà Pizzo del Diavolo o Gran Gendarme (2.410 m), da cui nasce la Trail DVL: la cima è caratterizzata da una parete in roccia, paragonabile alle vette alpine. Il pack Sibillini si chiuderà con la recovery sockshoes Trail PLT ispirata al Lago di Pilato (1.910 m), dove è presente il Chirocefalo del Marchesoni, specie unica al mondo. Si tratta di una sneaker ideale per essere indossata alla fine di un lungo itinerario, garantendo un recupero ottimale. Ciò che accomuna le quattro linee è la tecnologia SLOT, che presenta delle fessure progettate per offrire un rebound superiore, garantendo un elevato livello di cushioning.

Sara Barbieri, sales manager Keen

LA METAMORFOSI DEL VECCHIO

Il workshop di upcycling promosso da Ferrino alla fiera di Riva incoraggia un approccio sostenibile contro lo spreco, grazie a un riciclo facile e creativo. L’iniziativa ha riscosso grande successo

_ di Ania Alleva

“Recuperare materiali e prodotti usati per regalare a essi una nuova vita”. Con questa definizione 30 anni fa l’ingegnere meccanico Reiner Pilz diede vita al neologismo upcycling. Per la decima edizione è stato Ferrino a farsi promotore dei valori di questa forma di riciclo creativo, proponendo durante i due giorni un workshop nel proprio stand. Partendo dagli scar ti delle tende, un team di modellisti ha agevolato gli appassionati di outdoor nel trovare soluzioni per dare ai prodotti dismessi una seconda opportunità. L’attrezzatura da montagna Ferrino, infatti, è fatta per durare, ma certamente non è eterna. È però possibile trasformarla, con un po’ di inventiva e creatività: basta tagliare, strappare e cucire. E così, come abbiamo visto alla fiera, in pochi passaggi una tenda ormai in disuso può diventare un coprizaino, un telo da picnic, un copribici o, ancora, una borsa adatta a tutti i giorni; oggetti funzionali pronti a essere riutilizzati. L’upcycling permette infatti di ridurre gli sprechi e lo fa con intelligenza e divertimento: prodotti che accompagnano in numerose av-

venture possono in questo modo tornare utili, anche se trasformati. È ormai consolidata, ed erronea, l’abitudine di buttare gli oggetti che usiamo quotidianamente non appena concludono il loro ciclo di vita, in una frenetica accumulazione di modelli nuovi appena confezionati. Ferrino ha dimostrato ai visitatori della fiera come, invece, sia possibile fare la differenza annullando determinati schematismi compor tamentali della nostra società.

sociale e ambientale

Progettiamo strategie a supporto delle imprese per sviluppare modelli di business più sostenibili e virtuosi

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TECNICHE DI SOPRAVVIVENZA

Un trekking guidato e un’occasione per vivere assieme lo spirito più autentico dell’esplorazione: è stata questa l’attività proposta da CMP in occasione degli ORBDAYS di Riva del Garda

_ di Pietro Assereto

“True Hiking con CMP”, questo il nome dell’esperienza or ganizzata domenica 26 maggio lungo il sentiero del Berghem dal brand veneto. Accompagnati dalle esperte guide di The Walking Robin, i partecipanti hanno scoperto il tarp come sistema di riparo multifunzione e hanno appreso le tec niche fondamentali per l’accensione e la gestione del fuoco in natura.

L’iniziativa di CMP aveva l'obiettivo di elevare il tradizionale test di prodotto a un'esperienza che abbracciasse non solo l'aspetto pratico ma anche quello emozionale. E così è stato: un appuntamento formativo sul campo, capace di arricchire i partecipanti e di offrire loro una comprensione più approfondita dei pro dotti e del loro utilizzo. Il tutto in un contesto che rifletteva fedelmente lo spirito del brand.

_PRODOTTI TESTATI

IL SENTIERO DEL BERGHEM

Si tratta di un sentiero che parte dalla fiera, entra nella gola del torrente di San Giacomo e va in direzione della frazione Dei Campi. Il tracciato inizia con un tratto ripido e tecnico per poi ammorbidirsi offrendo una piacevole vista sulla valle. Il percorso passa di fianco a delle cascate e dona un luogo ideale per fermarsi e dare vita a un clinic legato alle tecniche di sopravvivenza.

LAKY - Una scarpa pratica e leggera, adatta al fast hiking su terreni misti e fangosi: leggerezza, reattività e stabilità sono le caratteristiche principali. La tomaia dinamica a base mesh con spalmature in PU la rende ottima in calzata. La soletta removibile in Ortholite X35 offre un ritorno di energia tra il 35% e il 25% accentuando il comfort della scarpa. Il livello di aderenza è garantito dalla suola in gomma con mescola CMP FullOnGrip.

HURANUS - È la calzatura da trekking tecnica di CMP, ottima per percorrere anche i più impervi sentieri di montagna. Realizzata in pregiata pelle nubuck con allacciatura profonda per una migliore regolarizzazione sul piede. A suo supporto e protezione un fascione in gomma leggero che avvolge la tomaia lateralmente e in punta e un supporto sempre in gomma sulla zona della caviglia. La suola Vibram Rustle S2364 è composta dall’intersuola in EVA e fondo in gomma con compound XS TREK, che garantisce massima flessibilità; la tecnologia Traction Lugs con l’originale design Carrarmato Vibram consente la miglior trazione sul bagnato.

MELNICK LOW - La versione estiva del modello Melnick presenta un taglio low ed è caratterizzata da una tomaia in Ripstop con dettagli in pelle scamosciata. Lo stile sportivo è accentuato da accattivanti dettagli in contrasto colore mentre degli inserti gommati posti lateralmente e sulla punta offrono maggiore protezione al piede. L’allacciatura è classica, con laccio rotondo e un gancio per regolare al meglio la tenuta della scarpa. Dotata di membrana Clima Protect, mantiene i piedi asciutti garantendo impermeabilità. Una calzatura dal comfort superiore e adatta a tutte le superfici, asciutte o bagnate, grazie all'inserto in TPU su intersuola e la mescola della suola CMP FullOn GRIP.

ISERAN - È un bastoncino da trekking in tre sezioni, con regolazione interna e chiusura quick lock system, realizzato in lega d'alluminio 7075. Pesa 260 g e le sue misure sono 61,5 cm da chiuso e 135 cm per la massima apertura. L'impugnatura è in sughero con inserti in EVA con il lacciolo regolabile. La punta del bastoncino è realizzata in tungsteno, che assicura resistenza e durabilità sul tempo.

Iseran
Melnick Low
Huranus
Laky

CON LE ALI AI PIEDI

Garmont festeggia i 60 anni dalla sua fondazione in sinergia con Artesulcammino, organizzando un’esperienza dal taglio molto particolare

_ di Ania Alleva

Si è svolto durante la fiera un test prodotto all’insegna della scoperta del patrimonio storico e archeologico presente a Riva del Garda. Protagoniste del trekking sono state la 9.81 ENGAGE e la 9.81 PULSE, due limited edition di alcuni modelli di punta della collezione di Garmont, rivisitati in grigio ghiaccio e arancio.

L'ESCURSIONE - La partenza è stata allo stand del brand, dove ogni partecipante ha avuto modo di indossare i modelli da testare. Comodità e liber tà di movimento sono le prime sensazioni provate appena indossate le scarpe. Una volta pronti, è iniziato il cammino a partire dall’imbocco del sentiero del Berghem. Il trekking si è svolto alternando un silenzio immersivo nella natura a delle soste programmate durante le quali Flavia Cellerino di Artesulcammino ha raccontato ai partecipanti l’affascinante storia nascosta dietro alle rovine dei siti archeologici. Riva del Garda, infatti, è stata teatro di una corrente eretica creatasi all’interno di una comunità di eremiti, che ha causato una scossa non indifferente all’interno della chiesa. Ma non solo, nell’area sono presenti diversi insediamenti romani

_I PARTECIPANTI: NEGOZI E MEDIA

La camminata di questa mattina è stata fantastica, sia per i paesaggi in sé che per il test del prodotto, e anche l’organizzazione è stata ottima. È sempre interessante provare nuove tipologie di modelli. Secondo me questa scarpa è molto leggera e comoda, ha inoltre un ottimo grip. L’ho sentita molto aderente al piede e mi ha dato un buon supporto durante il trekking. In generale il mio feedback è molto positivo.

Mara, Piera Sport, Verona

È stata un’experience ben organizzata e interessante. È stato bello avere l’opportunità di provare queste scarpe, ottime direi, anche su differenti terreni. Le abbiamo provate sia su asfalto che su terreno, anche un po’ bagnato, e devo dire

e medievali che alla luce di ricerche recenti e innovative hanno rivelato un’ingente ricchezza di reperti, anche militari e artistici.

LE SCARPE - Le due calzature in test si sono rivelate ideali per la camminata, che si è svolta su terreni misti, come asfalto e terra. Entrambi i modelli sono un vero concentrato di tecnologia, altamente traspiranti, flessibili e stabili. La 9.81 ENGAGE è dotata di suola in Vibram Durmast, in esclusiva Garmont, con mescola Megagrip che migliora in maniera significativa il grip della scarpa. Inoltre, il sistema G-WRAP a suppor to dell'allacciatura unito a una linguetta elastica in microfibra dona una migliore stabilità. La 9.81 PULSE, d’altro canto, prevede un’imbottitura asimmetrica termoformata e il sistema di chiusura Fast Lace per una regolazione rapida e un’elevata capacità di adattamento alla forma del piede. Ammortizzazione e grip sono assicurati grazie alla costruzione a geometrie lamellare convesse dell'intersuola Garmont Plume Foam e alla suola proprietaria GTF-Magnet. La ghetta protettiva sul collo del piede ripara, inoltre, dalla possibile entrata di ghiaia e detriti durante l’escursione.

che ci siamo trovati molto bene, è un buon prodotto. Siamo stati felici di partecipare, anche per l’arricchimento culturale che il trekking ci ha dato. Francesca, Go Up Mountain, Colico (LC)

Direi un’esperienza molto positiva. Scarpa stabile, con ottima suola e intersuola e con una buona ammortizzazione. La calzata è comoda e lascia abbastanza libero il movimento dell’avampiede. Il trekking in sé è stato molto arricchente, grazie a Artesulcammino che ha dato un plus all’esperienza.

Davide, Alpmania, Ferrara (FE)

Un trekking molto piacevole, specialmente per il taglio che gli è stato dato, meno sportivo e

più culturale. Ho amato molto l’approfondimento storico e architettonico dei luoghi, davvero una bella idea. Per quanto riguarda il prodotto direi ottima scarpa, confortevole e leggera. Gianfranco, Mountainreview.it, Forlì-Cesena

Manifestazione molto bella sotto tutti i punti di vista. La scarpa, appena indossata, era già mia, nel senso che è confortevole. Altro aspetto positivo del prodotto è la sua leggerezza, ideale per una giornata come oggi soleggiata, afosa e umida. Il grip è ottimo, così come la tenuta. La scelta di dare un taglio storico alla passeggiata la trovo azzeccata e ragionata, sono attività che ti invogliano a ripeterle. Denise, Jolly Sport, Torino

UN PRODIGIO

Con questa calzatura da Mountain Running, La Sportiva cambia approccio alla corsa off road, rispondendo al trend delle ultra distanze. A Riva Del Garda presentazione e test a cura di Tobias Gramajo _ di Karen Pozzi

Esposte allo stand La Sportiva, c'erano le calzature dei tre segmenti: mountain running, mountaineering e fast hiking. Per ognuno di questi è stato inoltre organizzato un momento di approfondimento nella Piazza IOG al centro del Padiglione C2, dove i presenti hanno potuto conoscere i dettagli delle novità e le loro tecnologie. Per il climbing e per il mountain running il brand ha proposto anche dei momenti in cui poter testare le calzature.

MOUNTAIN RUNNING EXPERIENCE - Alle 8 di lunedì mattina abbiamo partecipato all’uscita test delle calzature mountain running La Sportiva guidati da Tobias Gramajo, footwear product manager mountain running e hiking. La corsa si è sviluppata sui sentieri che portano al castello di Tenno e che offrono una meravigliosa vista sulla città. Ai nostri piedi le calzature della collezione attuale: Prodigio per l’uomo e Levante per la donna. Qualche fortunato ha potuto anche testare in anteprima la Prodigio Pro.

_PARLA TOBIAS GRAMAJO, FOOTWEAR PRODUCT MANAGER MOUNTAIN RUNNING E HIKING

Mi parli delle calzature testate durante la mountain running experience?

Prodigio arriva nel 2024 con l'obiettivo di entrare nel mondo del trail running di lunga distanza, delle ultra appunto, un segmento che oggi traina tutto il comparto. Levante è la sua versione femminile sviluppata con la collaborazione delle nostre atlete. Abbiamo concepito un'intersuola in un materiale con nitroinfusione, l'XFlow, che garantisce ammortizzamento, reattività e leggerezza e che, come dice la parola stessa “flow”, assicura una rullata fluida che ci permette di correre a lungo senza affaticarci. Con questa calzatura apriamo un nuovo capitolo e un nuovo modo di concepire i nostri attrezzi da mountain running che ricadrà a cascata su tutti i modelli del futuro. Qualche fortunato ha potuto provare in anteprima anche la Prodigio Pro che verrà lanciata sul mercato nella SS25 e di cui disponevamo solo di numeri da campionario.

Perché in La Sportiva si parla di mountain running e non di trail running?

Perché La Sportiva è un marchio estremamente legato alla montagna e, quando ha iniziato a sviluppare i primi prodotti da trail, che in quegli anni erano Skyrace, è partita dalla rielaborazione degli scarponi da alpinismo. Nonostante le evoluzioni successive e il cambio di rotta con Prodigio, il dna della montagna e della tecnicità è sempre stato e vuole rimanere molto radicato in La Sportiva.

Immagino che proponendo una scarpa per le ultra abbiate condotto delle ricerche su questo comparto, che tipo di atleta lo presidia e quali sono le sue esigenze?

Abbiamo condotto uno studio molto interessante sui partecipanti all’UTMB del 2023, dividendo tutti i finisher. Parliamo di 5.000 persone, quindi un campione molto rappresentativo, in tre blocchi per ordine d'arrivo. I primi arrivati costituiscono l’8% del totale, sono quelli dalla performance più elevata. Pur essendo relativamente pochi, si tratta di un gruppo molto influente perché è quello a cui tutti aspirano, che quindi crea i trend e per i quali si cerca di proporre il meglio in termini di materiali, tecnologie e disegni.Il blocco intermedio è il 40% e quello più lento il 52%, quindi la pancia del gruppo è molto molto grande. Partendo da qui, abbiamo cercato di capire l’andatura media di ogni gruppo: chi corre per vincere un UTMB va a circa 10 chilometri all'ora, che è una velocità lenta per chi fa strada, nel trail ma soprattutto nelle lunghe distanze significa andare veloce. Chi corre in coda si muove a 3-4 km all'ora, che è un ritmo molto simile a chi pratica hiking, quindi del

camminatore. Questo ci dà un parametro molto interessante su come sviluppare i prodotti e ci dice da dove è partita l’ideazione sia di Prodigio che di Levante, che devono sapersi adattare ai diversi range di velocità.

Che confine c'è quindi tra una scarpa così e una da fast hiking?

C'è una grossa differenza su come vengono concepite queste due calzature. Per esempio, per quanto riguarda Prodigio Pro e Prodigio Hike GTX che verranno lanciate nella SS 25, abbiamo sviluppato due intersuole declinate sui due diversi concept. In Prodigio Pro abbiamo utilizzato l'XFlow Speed, un materiale che amplifica la prestazione perché, seppur in alcuni tratti si cammini, nel trail è fondamentale il ritorno di energia. Nell’hiking, dove si cammina per il 99% del tempo, fondamentali sono l’assorbimento dell'urto, l’ammortizzamento puro, maggiore stabilità per amplificare il comfort. Per questo viene usata un’altra intersuola più tradizionale del mondo hiking, in EVA alleggerita.

_PRODIGIO

Ogni dettaglio di questo modello è stato pensato per rispondere a molteplici necessità: l’ampio toe box e la tomaia traspirante conferiscono comfort anche dopo numerose ore di corsa; la costruzione Wrapping System e la perfetta ergonomia del tallone assicurano stabilità e protezione, mentre la geometria del rocker enfatizza una falcata fluida e progressiva su qualsiasi terreno. Grazie alla sua costruzione e alla geometria dei tasselli di 3,5 mm, questo modello può essere utilizzato anche su percorsi “road-to-trail”, presentandosi come un prodotto polivalente e in grado di accompagnare gli appassionati dai tratti asfaltati ai sentieri tecnici più impegnativi.

Tobias Gramajo

IL MONDO DELLE SCARPETTE

Un workshop sull’attrezzo chiave dell’arrampicata a cura di Francesco Delladio e il test della tecnologia No Edge esclusiva di La Sportiva. Tra driver di scelta, caratteristiche e risuolatura _ di Karen Pozzi

Il secondo giorno di Riva del Garda ha visto un susseguirsi di presentazioni La Sportiva. Dopo quella legata al mountain running e all’alpinismo, nel primo pomeriggio è stato il turno del climbing, disciplina nella quale il brand è uno dei top player. Francesco Delladio, in qualità di esperto e category manager, ha presentato la rinnovata tecnologia No Edge utilizzata in quattro modelli di scarpette e la differenza con quelli tradizionali. Successivamente i presenti hanno potuto testarle sulla parete boulder gestita dalla crew di Spaghetti Boulder, un'area che quest'anno ha rappresentato uno dei punti nevralgici della fiera.

Abbiamo intervistato Francesco Delladio per approfondire alcuni temi legati alla scarpetta. Qual è il target di utenza di una scarpetta No Edge? Negli ultimi dieci anni si è aperto talmente tanto il bacino di utenza nel mondo dell’arrampicata, soprattutto indoor, ma non solo, che da leader di mercato il nostro obiettivo è quello di riuscire a fornire l'attrezzo perfetto per ogni tipo di scalatore e di scalata. Abbiamo quindi categorizzato il bacino di utenza tra atleti, utenti avanzati, intermedi e beginner, dividendoli tra chi scala indoor e chi outdoor e ulteriormente in base ai tipi di terreni e sviluppato un prodotto per ognuno di loro. Con la famiglia No Edge l'obiettivo che ci eravamo preposti era quello di riuscire ad abbracciare la massima utenza, non solo per fini commerciali, ma per rendere la scalata più divertente e più fluida al maggior numero di persone possibile. Questa tecnologia viene declinata su quattro modelli, uno più specifico per la performance, uno per l'allenamento, uno per l'indoor e uno per l'outdoor sia per l’entry level che per il professionista.

Come la tecnologia No Edge aiuta un entry level e un professionista?

Una scarpetta tradizionale a spigolo, soprattutto rigida, è perfetta quando si ha l'appoggio netto sulla parete. La No Edge, invece, consente di procedere anche senza particolari appoggi. Per questo il suo utilizzo può apportare benefici sia all’entry level che al professionista. Nel primo caso perché facilita l'arrampicata, permettendo a più persone di accedere a questo sport, diventando così più inclusivo. Per il professionista invece, la scarpetta No Edge, può essere un valido aiuto nella scalata vista, quando non conosce il passaggio successivo o ha bisogno di procedere più velocemente senza dover essere troppo preciso.

La scarpetta da arrampicata è sempre stata scomoda. Renderla più comoda influisce sulla sua tecnicità?

La tendenza che stiamo vedendo soprattutto a partire dai nostri atleti è che loro in primis stanno iniziando a prendere scarpette meno estreme, meno piccole. Ormai i materiali si sono evoluti parecchio e riusciamo a ottenere lo stesso supporto e la stessa tensione, con taglie molto meno piccole. Sappiamo benissimo che l'utente che si approccia all’arrampicata per la prima volta tenderà a comprare la scarpetta della stessa misura della calzatura da tutti i giorni quindi cerchiamo di fare in modo che sia comunque funzionale per questo genere di consumatore.

Il ridotto strato di gomma, i bordi arrotondati e l’assenza di spigoli garantiscono un’aderenza uniforme e ravvicinata con la superficie, sia in fase statica che dinamica, permettendo così una scalata naturale e precisa. No Edge ha visto un rilancio dei modelli Genius, Futura e Mantra, oltre all’introduzione di Mandala, l’attrezzo più supportivo e orientato alla performance di tutta la gamma.

Come si sceglie una scarpetta?

Come dicevo, abbiamo una scarpetta per ogni tipo di arrampicatore. Per definire qual è quella giusta, il negoziante deve fare delle domande: da quanto arrampica, dove lo fa e con quale frequenza. Già con queste tre informazioni riusciamo a orientare la scelta e a ridurre il numero di modelli da proporre. Il peso dello scalatore invece è fondamentale per orientarsi verso un modello più strutturato o uno più morbido. Nella nostra gamma abbiamo 54 modelli, quindi è molto difficile consigliare, soprattutto a un beginner, il modello ideale e trovare quello perfetto al primo colpo. L'obiettivo è quello di non consigliare quello sbagliato, riuscire comunque a orientarlo verso quello che possa incontrare le sue esigenze. Prima di trovare la mia scarpetta, quella con cui scalo oggi, e che non cambierei per niente al mondo, ho provato da sette/otto modelli.

Una ricerca presentata al vostro Sales Meeting mostrava quanto ancora la risuolatura non sia un’azione diffusa, come state sensibilizzando su questo tema e agendo per diffonderlo?

La risuolatura è un trend molto diverso per aree geografiche. In Italia, Spagna e sud Europa in generale si sta iniziando a diffondere ma con numeri ancora bassi. Noi offriamo questo servizio tramite una rete esterna di risuolatori certificati, tra i 50 e 60 oggi in Europa che vengono formati da noi. La pratica della risuolatura è parte della cultura della nostra azienda e ad oggi offriamo la possibilità di risuolare molti prodotti delle categorie approach, climbing e mountaineering. Stiamo lavorando però per implementare sempre di più questo servizio.

Quando risuolare e quando cambiare?

Dipende tantissimo dalla condizione della tomaia. Solitamente due risolature si fanno sempre e l'impatto di emissioni di CO2 non è indifferente. Abbiamo fatto un Life Cycle Assessment interno sul modello Solution. È emerso che risuolarla ci permette di risparmiare il 94% di CO2 emessa rispetto a produrne una nuova. Già da qualche anno utilizziamo fettucce riciclate o filo riciclato per realizzare le scarpette ma, in termini di sostenibilità, è la risuolatura a fare davvero la differenza.

Francesco Delladio

ENTUSIASMO CONTAGIOSO

Merrell, Vibram e BV Sport si incontrano per un trail running tra i percorsi panoramici di Riva del Garda.

Una triade vincente, un test prodotto appassionante

L’experience organizzata in chiusura del primo giorno di fiera, domenica 26 maggio alle ore 17:00, ha visto una partecipazione entusiasta, fin dall’iniziale incontro allo stand Merrell. Ai piedi di ogni iscritto le scarpe della famiglia Matryx (Skyfire 2, Longsky 2 e Agility Peak 5), modelli nati in collaborazione con Vibram. Per un’esperienza completa, sono state fornite le calze BV Sport della linea Nutrisocks. Tecniche e divertenti, sono pensate per avvolgere il piede durante le uscite di trail running. Dopo una breve presentazione, il gruppo si è spostato presso l’area indoor Grip & Fit, creata appositamente per simulare differenti tipologie di terreno. Le scarpe sono quindi state testate su un percorso che comprendeva una superficie liscia in pietra bagnata, rocce e tronchi. A quel punto, si era pronti a partire per un trail della lunghezza di 7,2 km. Il terreno era ancora umido per le piogge delle settimane precedenti e leggermente scivoloso. Nonostante ciò, e nonostante la giornata afosa, la corsa ha dato una scossa di adrenalina a tutto il gruppo di partecipanti, che sul finale si è concesso un momento di riposo post-corsa all’insegna del divertimento.

TRAIL DEL BASTIONE - Un mix perfetto di terreni, pendenze e paesaggi. Partendo dalla fiera, si imbocca, dopo un breve tratto asfaltato e ripido, il percorso in zona Foci che con un fondo misto (da sentiero a mulattiera) conduce fino alle magnifiche rovine del Bastione Veneziano. Una piccola e veloce discesa, sempre su mulattiera pavimentata, riconduce al medesimo sentiero della partenza.

I PRODOTTI IN TEST

MTL SKYFIRE 2 MATRIX E LONGSKY 2 MATRIX - La tomaia di entrambe le scarpe è caratterizzata da un tessuto Matryx rinforzato in Kevlar a strato singolo che massimizza la traspirabilità e la durata riducendo drasticamente l'elasticità. Internamente il trattamento della fodera allontana l'umidità mentre le intersuole sono dotate della schiuma FloatPro a doppia densità per il comfort a lunga distanza. Nelle parti inferiori è presente la suola Vibram MegaGrip con costruzione a ragnatela con tasselli da 5 mm che offrono la massima trazione. La Skyfire 2 è pensata con una costruzione adatta a gare brevi e tecniche; la Longsky 2 è invece progettata per distanze medio-lunghe.

AGILITY PEAK 5 - Basandosi sul successo di una delle scarpe da trail running più popolari, l'Agility Peak 5 è stata sviluppata per migliorare tutti gli aspetti di questo franchise. La quinta versione offre ammortizzazione, peso ridotto e una suola ridisegnata con approfondimenti dell'MTL (Merrell Test Lab) per una trazione ideale. Il rocker è stato aumentato e l’alloggiamento del tallone è stato progettato per un migliore comfort e un minore spostamento del tallone. Dispone inoltre della tecnologia FlexConnect 2.0 per adattarsi al terreno e della ESS Rock Plate per aggiungere protezione sotto i piedi e muoversi con facilità su qualsiasi fondo.

L'OUTDOOR È UNO STATO D'ANIMO

Un trail running organizzato da Altra per testare le ultime novità del marchio, in compagnia del campione Daniel Jung, che ha rivelato alcuni trucchi del mestiere

_ di Ania Alleva

Dopo aver presentato la gamma Experience - composta dai modelli Experience Form, Experience Flow e Experience Wild - il brand coglie come cornice ideale gli Outdoor & Running Business Days per rivelare al mercato le caratteristiche e le tecnologie che caratterizzano questa nuova collezione. In particolare i partecipanti dell’evento hanno avuto modo di testare l’Experience Wild, la prima scarpa della famiglia pensata appositamente per il trail running. A guidare il gruppo era presente il campione e atleta Altra Daniel Jung che, reduce dalla vittoria dell’UTS by UTMB (103 km), lunedì 27 maggio ha partecipato al trail lungo il percorso del Berghen con rientro dai Bastioni (per un totale di 8,8 km e 460 m circa di dislivello).

TIPS AND TRICKS DI DANIEL JUNG

Daniel è un atleta eccentrico e versatile, uno sportivo a 360° in grado di mettersi continuamente in gioco. Originario della Val Venosta, ama la montagna e lo scialpinismo, ma nel tempo si è dedicato a tantissimi sport diversi. Tra gli altri, ha giocato a calcio, ha fatto gare ad alto livello di mountainbike e da 10 anni si è buttato nel trail running. Durante l’experience Daniel ha rivelato ai partecipanti tutti i trucchi che usa per dare il massimo sia durante gli allenamenti che in gara; tante piccole e preziose tips, apprese con il tempo e l’esperienza. Uno dei suoi punti di forza è la discesa, che lui approccia con estrema razionalità e intelligenza. Per non disperdere energia, l’atleta è solito affrontarla guardando sempre avanti di almeno cinque metri, per fare in modo che il cervello memorizzi il percorso e avanzi in maniera consapevole

senza perdere l’equilibrio. È una cosa che ha imparato dalla mountainbike, dove in discesa si prende molta velocità ed è fondamentale non sprecare energia sbilanciandosi. Lasciare an dare il corpo e usare la mente, questo il consiglio dell’atleta. Anche per quanto riguarda i piedi la loro posizione è fondamentale: per avere il massimo della stabilità è necessario poggiare l’intera pianta del piede al terreno e averne la massima presa. Per aumentare la velocità, invece, non serve accelerare il ritmo: per la discesa è sufficiente spostare avanti le spalle inclinando leggermente il bacino indietro se il pendio è troppo ripido. Per ultimo, ma non per importanza: bere, bere sempre, anche in distanze non eccessivamente lunghe.

EXPERIENCE WILD

Una scarpa da trail running realizzata per affrontare chilometri di terreno collinare o corse veloci fino in vetta. La suola antiscivolo MaxTrac combina aderenza, trazione e resistenza. I piedi sono protetti dai detriti con il sistema GaiterTrap e grazie ai rinforzi senza cuciture strategicamente posizionate sul puntale. Il drop basso da 4 mm assicura uno stacco efficace e un rollio fluido a ogni passo. Con la caratteristica FootShape fit di Altra si concede un puntale spazioso e un supporto per il mesopiede, per un movimento naturale.

Calzature Matryx di Merrel con suola Vibram. Calzini BV Sport
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SUI SENTIERI CON MARCO DE GASPERI

L’atleta e category manager di SCARPA ha guidato una run per testare la nuova Golden Gate 2 ATR. Il suo know-how per il mercato e per i prodotti del trail running ha appassionato come sempre tutti i partecipanti

Atleta professionista della corsa in montagna dal 1997 fino al 2016 nel Gruppo Sportivo Forestale dello Stato, Marco De Gasperi è oggi category manager per il trail running nell’azienda di Asolo. Il suo ruolo prevede il coordinamento della ricerca e sviluppo del prodotto, oltre che la gestione del Team atleti SCARPA e degli eventi. Il suo know-how per la disciplina proviene da un’esperienza diretta con questo mondo e da una storia di successi. È con lui e grazie all’evoluzione tecnologica dei suoi prodotti che SCARPA, già tra i brand leader delle calzature da montagna, ha raggiunto un importante posizionamento anche nel mondo del trail e dello skyrunning.

L’EVOLUZIONE DEI PRODOTTI

De Gasperi ha vissuto il progresso dei prodotti per la corsa off road e oggi la sua esperienza con molti di questi gli ha permesso di avere ben chiaro quali siano le esigenze degli atleti e in quale direzione debba andare la ricerca costante di nuovi materiali. Per questo motivo in SCARPA Marco segue lo sviluppo dei prototipi e li testa insieme agli altri atleti prima di proporli al mercato.

spirante in 3d print con un buon suppor to della zona tallonare. Il category manager di SCARPA ha inoltre spiegato ai negozianti accorsi per correre con lui: “A chi è destinata? Ad atleti di qualsiasi peso e dal differente livello di esperienza, che cercano una scarpa affidabile e comoda per i propri allenamenti quotidiani”.

“Il 2003 è l'anno in cui ho vinto il mio mondiale in Alaska, durante una forte nevicata, utilizzando una scarpa race e minimalista da strada. A quel tempo il trail running era ancora in incubazione e non esistevano scarpe pensate solo per quella disciplina. Dal quel momento sono passati più di 20 anni e oggi siamo giunti a correre indossando scarpe strutturate con battistrada di alta qualità. Le varie aziende produttrici di suole nel frattempo hanno raggiunto altissimi livelli di tecnologia disponendo di mescole innovative che uniscono grip e leggerezza. Anche Presa, il compound utilizzato da SCARPA, offre grande tenuta su ogni tipo di terreno, anche bagnato e accidentato, e oggi correre fuori strada è tutt’altra cosa sia in termini di esperienza che di sicurezza”, ci racconta Marco De Gasperi.

GOLDEN GATE 2 ATR

Oggi SCARPA si presenta sul mercato con una nuova calzatura da trail running. Durante il secondo giorno di ORBDAYS De Gasperi ha presentato la nuova Golden Gate 2 ATR:

“Golden Gate 2 ATR è il modello più leggero e versatile della nostra categoria da trail running. Una scarpa che è ridisegnata rispetto alla versione precedente con una nuova geometria della suola Presa TRN-07, che consente una rullata più fluida ed efficiente. L’intersuola in Bounce Foam a doppia densità, un materiale più leggero di quello usato nella versione passata, conferisce una buonissima stabilità sui terreni sconnessi e un’elevata risposta elastica. Si tratta di una scarpa versatile in quanto può essere usata per affrontare terreni off-road misti non troppo tecnici, compresi i tratti asfaltati di media/lunga distanza, offrendo prestazioni affidabili e comfort. Il battistrada presenta tacchetti da 4 mm e nella parte centrale una zona in EVA che favorisce la transizione. Ha un buon rocker per favorire la spinta in avanti, una tomaia leggera e tra-

A seguire, De Gasperi ha guidato una run che ha permesso ai numerosi partecipanti di testarla su un percorso misto tra strada, sentiero e roccia. Perché, come dice il nome, si tratta di una scarpa All Terrain, un trend sempre più in voga tra gli appassionati, ovvero quello di poter avere una scarpa per più terreni e utilizzi.

IL TEAM SCARPA

A Riva Del Garda, Marco De Gasperi è giunto direttamente dalla Zegama, una delle skyrace più belle e dure al mondo, dove Luca Del Pero, atleta del Team SCARPA, ha raggiunto il traguardo in quarta posizione. Marco è infatti anche team leader e in questo ruolo cerca di supportare gli atleti, non solo come brand sponsor ma anche dispensando importanti consigli e motivazioni grazie alla sua esperienza. “Il team costituisce una leva importante per posizionare il nostro prodotto. E non sono solo i soldi a richiamare gli atleti più forti. Fare squadra significa anche offrire loro un piano di focalizzazione di gare condiviso, ma soprattutto strutturato per poter ottenere, con allenamenti mirati e obiettivi specifici, un percorso perfetto. Questo, per esempio, quanto successo a Luca Del Pero, bronzo al mondiale di trail running e quarto classificato a Zegama. E per me rappresenta l’emblema del nostro progetto che ha basi solide su cui lavorare”.

Marco De Gasperi
Team SCARPA
© Jose Miguel Muñoz
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TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI

Tra i protagonisti degli ORBDAYS anche la rete d’impresa Negozi Sportivi Indipendenti, la quale ha nuovamente sfruttato il palcoscenico di Riva del Garda per illustrare il proprio progetto e per trovare nuovi membri

La decima edizione degli Outdoor & Running Bu siness Days si è confermato l’appuntamento più im portante per il mercato outdoor e running, nonché un’occasione di incontro unica e privilegiata per tutta la distribuzione italiana. Lo conferma anche il coinvolgimento del gruppo Negozi Sportivi Indipendenti, il quale, dopo i Winter Business Days, ha scelto nuovamente un evento targato MagNet come palcoscenico per la propria assemblea ufficiale, oltre che per incontrare gli altri negozi interessati al progetto e dialogare in modo costruttivo con le numerose aziende presenti.

_ di Pietro Assereto

Matteo Massardi, Gialdini

In primis però, la rete d’impresa è stata coinvolta nel tavolo di confronto portato avanti da IOG. Un dialogo, aperto e collaborativo, che ha favorito la condivisione di esperienze, la discussione di tematiche di interesse comune, delle sfide e delle opportunità del mercato e la costruzione di relazioni solide e durature tra produttori e rivenditori. Dopo una breve introduzione, a sorpresa Günther Acherer, presidente IOG, ha lasciato la parola a Matteo Massardi, presidente NSI e titolare di Gialdini. È emerso un “botta e risposta” interessante e costruttivo.

“Non ero preparato ma mi ha fatto senza dubbio piacere, ho colto volentieri l’invito di Günther”, racconta Matteo Massardi. “Noi non abbiamo la bacchetta magica, mi sono limitato a mettere sul tavolo le problematiche”. Ovvero la concorrenza sleale dei brand con i loro ecommerce e con i monomarca sempre più presenti sul territorio, e la pressione da parte delle aziende nel richiedere gli ordini sempre più presto. “Il clima pesante che si respira nel nostro mondo lo respirano tutti, la concorrenza la subiscono tutti, il mercato pazzo lo avvertono tutti”.

I NEGOZI AFFILIATI

3 Passi Patagonia – Morbegno (SO)

Alpi Sport – Ponte di Legno (BS)

Anna Sport Abbigliamento – Sonico (BS)

Blocco Mentale – Brescia

Boardroom Store – Porto San Giorgio (FM)

Boni Sport – Genova

Carla Sport – Schio (VI)

De Zan Calzature – Rancio Valcuvia (VA)

Etna Wall – Nicolosi (CT)

Faletti Sport – Boario Terme (BS)

Free Time Store – Osimo (AN)

Gialdini – Brescia

Le due parti si sono ripromesse di approfondire, in presenza di un legale, la nuova legge VBER (Vertical Block Exemption Regulation), entrata in vigore il 1° giugno 2022 e lo rimarrà sino al 31 maggio 2034 e prevede un periodo transitorio fino al 31 maggio 2023 d urante il quale le imprese dovranno aggiornare e adeguare i propri contratti e le proprie policy alle nuove disposizioni. La VBER esenta determinate categorie di accordi verticali - vale a dire accordi fra imprese operanti a livelli diversi della filiera, (per esempio, produttore e distributore/rivenditore, franchisor e franchisee) - dall’applicazione dell’art. 101(1) del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Questo Trattato vieta gli accordi fra imprese che abbiano per oggetto o per effetto di impedire, restringere o falsare il gioco della concorrenza all'interno del mercato interno purché le parti dell’accordo abbiano una quota di mercato non superiore al 30% e gli accordi non contengano restrizioni fondamentali (hardcore).

È stato poi il momento dell’assemblea ufficiale dei Negozi Sportivi Indipendenti. La rete ha illustrato i motivi che ci sono dietro a questa scelta, le complicanze del settore e i progetti futuri. Le motivazioni che hanno spinto questo gruppo di negozi a unirsi, a “passare dall’essere concorrenti a colleghi”, sono una gestione migliore degli ordini, un cercare di fare fronte comune contro la criticità delle vendite online e delle scontistiche proposte sia dai brand sui loro siti che da alcuni marketplace, così come provare a risolvere la problematica dei riassortimenti e trovare una soluzione per una distribuzione più selezionata e attenta.

Gobbi Sport – Arco (TN)

Layak – San Marino

Linea Verticale – Feltre (BL)

Lorisport – Schiavon (VI)

Outpost – Finalborgo (SV)

Perico Sport – Nembro (BG)

Povoli Sport di Povoli Andrea –

Riva del Garda (TN)

Punto Sport – Sonico (BS)

Robi Sport – Belluno

Rossi Sport – Carona (BG)

RR Trek – Roma

Sherpa Montain Shop – Ronco Briantino (MB)

Sit Start Mountain Store – Ormea (CN)

Sonego Sport – Godega di Sant’Urbano (TV)

Sport Market – Cornuda (TV)

Stile Alpino – Morbegno (SO)

Tiraboschi Sport – Zogno (BG)

Unico Sport – San Vendemiano (TV)

Valli Sport – Schio (VI)

Zani Sport – Temù (BS)

LA TRANSUMANZA

Rituali fieristici

_ a cura di Marrano

In prima battuta è una questione di odore. Come nell’incontro con un gregge di pecore in salita o in discesa dalla montagna, il primo impatto con l’ambiente fieristico è di natura olfattiva. Non si tratta di un odore sgradevole. Nemmeno quello di un gregge di pecore lo è, o almeno non lo dovrebbe essere per un amante dell’outdoor che si rispetti. Quello delle fiere, in particolare di quelle del mercato outdoor ma forse un po’ di tutte, è solo un odore specifico. Una combo flavour prodotta da un insieme di emissioni volatili e materiali solidi che si impara a riconoscere anche a distanza e con la quale nel tempo si stabilisce quasi un legame affettivo o, per meglio dire, evocativo. Un senso di appartenenza che si impara ad apprezzare, in particolare, se si frequentano i padiglioni già nei giorni che precedono l’evento, durante la famigerata bolgia del set up. Poi, una volta registrato l’effetto sensoriale, arriva il momento dell’interazione sociale e qui comincia il bello.

Sì, perché quello delle fiere è, o è stato, un popolo, una comunità transumante che si muove da un evento all’altro consumando un rituale sempre uguale benché un po’ diverso, almeno nelle intenzioni. Sempre uguale nei dialoghi estenuanti e ripetitivi del:

“Tutto ok?”, “Ancora qui?”, “Quando sei arrivato?”, “Che stufita ‘ste fiere”, “Non so che cosa ci sono venuto a fare”, “Noi non ci volevano venire ma alla fine siamo qui”, “Mancano un sacco di marchi”.

Il tempo delle fiere è così, una pratica antica probabilmente fin dai tempi degli egizi, che si consuma forse da sempre dentro questo binomio di odori e dialoghi concreti ma spesso vaghi, alternati a momenti di totale, assoluto e deliziosi “fancazzismo” che i più raffinati chiamano networking.

Perché partecipare alla fiera è anche un rito di massa e come tutti i riti di massa si porta dentro un grumo di luoghi comuni e atteggiamenti a volte difficili da superare. Si partecipa con un carico di dubbi pari al peso di una motrice che trasporta tronchi per una segheria, si

discute nelle aziende fino alla morte, soprattutto oltre le Alpi, sulla necessità di riformare il sistema e su quale sia la giusta formula per motivare il pubblico dei visitatori a partecipare o su quale sia la giusta quantità di risorse da investire per fare comunque bella figura.

Un travaglio mentale che si traduce in un enorme dispendio di energie, che finisce per logorare e demotivare i singoli e alla lunga l’intero sistema, perdendo di vista il vero senso e l’importanza di esserci per raggiungere il semplice obiettivo che si propone una fiera di settore: generare un momento di contatto fra domanda e offerta, al di fuori della normale routine agente vs cliente, possibilmente senza dissanguare i budget dei responsabili marketing.

Poi però, nel tempo dell’incertezza che stiamo attraversando, qualcuno si organizza e, al netto delle dichiarazioni ufficiali sull’importanza di ritrovarsi tutti in un pascolo comune, decide in sordina di abbandonare il gregge, o se preferite, la community, per trovare un proprio spazio esclusivo, dove brucare in piena autonomia, lontano da quell’odore in cui non si riconosce più, trasformando la transumanza una volta felice in un rito stanco ed incerto, tenuto in vita da pochi sopravvissuti.

Così, a parte l’esemplare “caso Italia” di una fiera ormai consolidata, organizzata con piglio pragmatico dall’editore di questa rivista in cui il branco mostra ancora di riconoscersi, altrove sono proprio quei pochi sopravvissuti che testardamente si ostinano ad immaginare una nuova prospettiva basata sulla concretezza dei fatti più che sulla seduzione delle immagini mescolate alle parole. Una prospettiva di gruppo, che a conti fatti, risulta comunque più forte delle singole unità.

Come delle pecore nere che si muovono controcorrente rispetto a un gregge sempre più numeroso che procede in ordine sparso, i sopravvissuti transumanti tengono vivo il senso di un rito che, pur con tutti i suoi limiti e le sue per versioni, continua a rappresentare la formula più plausibile per raggiungere la montagna, dove trovare ancora una volta la migliore erba fresca.

LAFUORI

Una pagina pubblicitaria in meno, uno spunto di riflessione in più

Lafuori non è un nuovo brand outdoor fondato da due giovani mountain runners appassionati di climbing

Non è l’account Instagram di un influencer

Non è nemmeno il nome di una falesia segreta di un’isola sconosciuta del Mediterraneo o di un hotspot di Hokkaido dove cade la neve più polverosa del mondo

Lafuori è il titolo del contro editoriale di Outdoor Magazine

Un racconto libero e disincantato dell’outdoor scritto sotto mentite spoglie

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