Outdoor Magazine #09-2024

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Anno 17 - Num. 9 - 2024

THE SMEDGING REVOLUTION.

“La soluzione che La Sportiva ed io abbiamo trovato per rispondere ai problemi del bouldering moderno indoor”. Smearing ed Edging si incontrano per la prima volta in una scarpetta. Costruzione innovativa per massimizzare grip, distribuzione del peso e sensibilità sui blocchi più dinamici. La nuova mezza suola con tecnologia SenseGrip™ la rende perfetta per spalmare sui grandi volumi, mentre l’intersuola dedicata in punta dà sostegno sui micro appoggi. La rivoluzione del climbing indoor è qui. Scopri Ondra Comp su lasportiva.com

FOCUS SHOP

12 I Quota CS, Sant’Elpidio a Mare PUNTO IOG

14 I Nasce Prowinter Outdoor EVENTI

15 I MagNet presenta gli appuntamenti della prossima stagione invernale

18 I La 37esima edizione del Rock Master INTERVISTA

16 I Davide Battistella, presidente FASI

ULTRA TRAIL DU MONT BLANC

20 I Il reportage da Chamonix

22 I Inside the race: dove sono gli italiani?

23 I HOKA Tecton X 3 e l'intervista a Jim Walmsley

24 I Il debutto di Rossignol nel trail

26 I Metafuji ASICS Trail Camp

27 I Garmin presenta il nuovo fēnix 8

TOR DES GÉANTS

28 I Fuga EX 330, la scarpa del premier partner Kailas FOCUS PRODOTTO

30 I X-Bionic atterra nel pianeta del trail running con Terraskin #MONTURAPEOPLE

32 I “La 29esima edizione de “I Suoni delle Dolomiti”

SPECIALE RESPONSABILITÀ

34 I Dati e statistiche: l’impegno solidale delle aziende

38 I La relazione di Impatto di MagNet

40 I “A scuola di montagna 2024” con AKU

42 I Il report di Fjällräven del 2023

43 I Il welfare aziendale di La Sportiva

44 I “Beyond Begins Today” di Polartec

45 I “The Last Observers” di Patagonia

46 I Oberlap verso la neutralità climatica

48 I The SOStainables, per talenti emergenti

50 I Intervista a Marco Foglio, ceo di MGM VETRINA PRODOTTI

52 I Linea Revolution Project, Rock Experience

54 I norda 005: nata per durare a lungo

56 I NNormal per amanti dell'avventura

58 I E9, Petzl

59 I Icebreaker, Vaude

60 I BV Sport, Montura

62 I Ferrino, Ternua

Natasha Woodworth, designer Patagonia
Anno 17 - Numero 9 - 2024

Step Outside Adventure Awaits

LACRIME E SORRISI

È sempre difficile trovare le parole giuste quando scompare qualcuno che abbiamo conosciuto e al quale siamo stati in qualche modo anche legati, dal punto di vista umano o lavorativo. È ancor più complicato quando si tratta di due persone che negli ultimi anni abbiamo avuto il piacere di frequentare personalmente in numerosi eventi e fiere, oltre che per mezzo di svariate telefonate, mail, appuntamenti. Si rischia poi di cadere nella retorica e spesso è molto meglio un rispettoso silenzio. Ma questo ricordo lo dobbiamo a Filippo e Francesco, oltre a tutti quelli che hanno avuto il piacere e la fortuna di conoscerli come noi.

Filippo Zanin e Francesco Favilli, come molti di voi purtroppo sapranno, hanno lasciato questo mondo dannatamente troppo presto, rispettivamente all’età di 36 e 44 anni, il 4 settembre scorso, cadendo dalla sud della Marmolada mentre stavano salendo la via Don Quixote. Una notizia che, oltre ai loro cari, ha sconvolto tutto il nostro settore, nel quale erano due figure conosciute e apprezzate, in forza a una delle aziende di riferimento dell’outdoor industry: Francesco era brand manager della categoria montagna mentre Filippo lavorava nel reparto marketing di SCARPA.

Oltre che dalla terribile notizia, a caldo negli istanti successivi e poi a mente un po’ più fredda nelle ore e nei giorni seguenti, sono stato colpito e in parte tormentato da numerosi pensieri e contrastanti riflessioni. Perché, anche se è brutto dirlo, ma è innegabile, la morte di un alpinista impegnato, ad esempio, in una spedizione himalayana o tra le sempre insidiose e mutevoli condizioni della Patagonia, è in qualche modo più prevedibile e per certi versi oramai cinicamente “accettabile”, pur nella sua tragicità. Fa parte del rischio di andare in montagna che, è bene ricordarlo, non è mai del tutto assente. E che aumenta inevitabilmente quando si affrontano cime più impegnative e in condizioni che possono rivelarsi estreme. Proprio per questo non pochi validi alpinisti, che avevamo avuto noi stessi il piacere di conoscere e spesso intervistare sulle pagine di Outdoor Magazine, ci hanno lasciato negli ultimi anni.

Editore: MagNet Srl SB

Direttore responsabile: ANGELO FRIGERIO

Direttore editoriale: BENEDETTO SIRONI

Contributors: KAREN POZZI, PIETRO ASSERETO, SARA CANALI, ANIA ALLEVA, TATIANA BERTERA, PAOLO CASSANO, MAURIZIO TORRI

Art Director: ROSANGELA BARNI

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Certo, anche Francesco e Filippo erano due abili climber e preparati frequentatori della montagna in tutte le sue forme. Ma al di là di come siano andate le cose, per loro quel giorno doveva essere uno dei tanti passati serenamente e senza particolari rischi su una montagna in qualche modo “di casa” che conoscevano e frequentavano. E qui certo stride la retorica del “sono morti facendo quel che più gli piaceva”. Perché questo non potrà minimamente consolare i loro cari, le mogli, la figlia di 2 anni di Filippo e i figli di 8 e 11 anni di Francesco, ai quali mandiamo il nostro più sincero e sentito abbraccio.

Ma se fino a qui pare non esserci spazio se non per un umano e comprensibile profondo senso di tristezza, vorrei in realtà che a ricordarci Filippo e Francesco siano due pensieri positivi. Il primo è la grande compostezza, dignità e vicinanza dimostrata ai loro cari dalle comunità nelle quali sono cresciuti e si sono fatti apprezzare. Quella locale e civile innanzitutto. Poi quella aziendale, dai colleghi ai manager di SCARPA, con in prima linea la famiglia Parisotto, i quali saranno anche concretamente al fianco delle famiglie. Infine la “nostra” comunità, quella del settore outdoor, che ha voluto far sentire la propria vicinanza partecipando numerosa ai funerali, ma anche con pensieri e parole speciali, per due ragazzi e uomini speciali. Il secondo bel ricordo, che li accomuna perfettamente, riguarda il loro carattere, così evidente e chiaro a tutti coloro che li conoscevano: tranquilli, gioviali, scherzosi, sereni, affabili e generosi, come può confermare chi ha avuto il piacere di lavorarci insieme. Mai arrabbiati o nervosi (cosa sempre più rara al giorno d’oggi) e sempre, davvero sempre sorridenti. Ci piace pensare che, anche se non sappiamo da dove, mentre noi siamo ancora qui che non riusciamo e vogliamo accettare quel che è successo, mentre non riusciamo a ricacciare indietro l’ennesima lacrima, entrambi ci stiano guardando insieme dalla cima di una montagna. Prendendoci pure un po’ benevolmente in giro con quel loro indimenticabile sorriso stampato in faccia.

Benedetto Sironi benedetto.sironi@mag-net.it

Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - Anno 17 - N. 9 - 2024 Periodico mensile. Registrazione al Trib. di Milano n.186 del 20 marzo 2007. Iscrizione al ROC n. 16155 del 23 novembre 2007

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MagNet Srl SB Responsabile dati: Benedetto Sironi

Chiuso in redazione il 24 settembre 2024 Outdoor Magazine @outdoormag_ mag-net-srl

Un nome ben conosciuto nel mondo outdoor grazie a un’esperienza importante sviluppata attraverso un percorso di crescita lungo undici anni in Oberalp Group. Nel gruppo bolzanino ha rivestito prima il ruolo di sales manager di Salewa per poi diventare general manager della Business Unit Italia; una parentesi da general manager di Wild Country dove si è occupato di rilanciare il marchio, per poi tornare in Salewa come gm dal settembre 2020 e in cui è rimasto per quattro anni. Da settembre 2024, Busa arriva nell’head quarter del brand con un nuovo ruolo apicale. Quello di Marco è un ritorno nell’azienda vicentina visto che, da gennaio 2010 a giugno 2013, ha ricoperto il ruolo di director of sales & marketing. Come racconta in un’intervista che abbiamo pubblicato sul numero 9 di Outdoor Magazine del 2020, Marco si definisce un “uomo delle vendite” che crede in una gestione fatta di analisi e di dati, ma anche capace di avere una visione creativa e strategica proiettata verso il futuro.

KOMBI SI AGGIUNGE

ALLA DISTRIBUZIONE DI BOARDCORE

La storia di Kombi è cominciata nel 1961 a Montreal, Canada. Partito come una piccola impresa familiare, la mission del brand è stata sin da subito quella di “tenere al caldo dalla testa ai piedi” gli appassionati di sport invernali. Meglio conosciuta per guanti e moffole, ha esteso le sue competenze anche a calze, cappelli, intimo tecnico e altri accessori. Il marchio ha sviluppato tecnologie eccezionali e stretto partnership con esperti del settore quali Gore-Tex e PrimaLoft. In Kombi è di primaria importanza sia tenere al caldo le persone sia rispettare gli animali: perciò ogni scelta produttiva è presa considerando soluzioni eticamente perseguibili. Infatti, nei prodotti del brand vengono utilizzati solamente lana “mulesing-free”, piuma d’oca e pelli sostenibili.

STORE

IL

SALES

Schwan Stabilo Outdoor Italia srl rafforza la propria presenza Ortovox sul mercato con una new entry nel team. Laura Fagan sarà la nuova sales account manager del brand per la zona della Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, centro e sud Italia. Veneta di origine e con una grande esperienza nel mercato outdoor, Laura Fagan ha lavorato 19 anni in SCARPA come export area manager per Francia, Spagna e Nord Europa, ruolo che le ha permesso di ampliare i canali di vendita, sviluppare nuove opportunità di business, adattare le strategie del brand e costruire una forte brand awareness in diversi territori. Successivamente, è entrata a far parte del team sales di Osprey dapprima nel ruolo di Italy sales manager e poi in quello di Southern Europe sales manager. Infine, ha ricoperto fino ad agosto 2024 la posizione di head of wholesale in Montura.

GRIVEL SI ASSICURA L’INVESTIMENTO E IL SUPPORTO OPERATIVO DI MIDI MANAGEMENT

Grivel, il celebre marchio italiano di attrezzature da alpinismo con una tradizione di 200 anni, annuncia di aver iniziato una partnership strategica con Midi Management, una società operativa e di investimento con un focus sui brand outdoor e di lusso. La partnership è progettata per accelerare la crescita attraverso un’espansione internazionale selettiva, lo sviluppo dei prodotti e l’innovazione. Grivel continuerà a servire il mercato dell’alpinismo e dell’arrampicata con un focus sul miglioramento dell’esperienza degli utilizzatori, mantenendo al contempo i 200 anni di tradizione del marchio. Questa strategia sarà supportata da un miglioramento dell’infrastruttura operativa e dall’acquisizione di nuovi talenti sotto la guida di Oliviero Gobbi, che manterrà tutte le sue quote e continuerà a ricoprire il ruolo di amministratore delegato della società. L’investimento vede Midi Management acquisire una quota di maggioranza nell’azienda.

RH+ INAUGURA UN PUNTO VENDITA NELLA CITTÀ MENEGHINA

Lo scorso 23 agosto On ha aperto ufficialmente le porte del suo nuovissimo negozio alla città di Milano, in Corso Vittorio Emanuele. Il flagship store segna una tappa significativa per l’espansione del marchio, trattandosi del primo in Italia, sviluppato su due piani per una superficie di 480 metri quadrati. Situato nel cuore del centro storico della città, lo spazio presenta un design originale e innovativo realizzato dal rinomato studio di architettura BBPR, noto per aver plasmato il moderno paesaggio urbano di Milano. Il piano terra dell’edificio viene valorizzato creando una connessione tra l’interno e l’esterno con grandi vetrine e travi del soffitto restaurate. Inoltre, è stato ripristinato l’originale carattere esterno del negozio, che si collega al paesaggio architettonico della città. Il negozio presenta anche un’installazione site-specific di argilla naturale sul pavimento, che funge da centro dello spazio e da sfondo per i prodotti in evidenza. Ci sono 37 negozi di On in totale, divisi tra Nord America, Europa e Asia, di cui 20 in Cina. Una continua espansione del retail che dimostra l’impegno del marchio nell’offrire esperienze di retail fisico incentrate sul cliente su scala globale.

Lo storico brand rh+ ha annunciato l’apertura del suo primo flagship store a Milano, situato in Corso Garibaldi 115. Il negozio è stato interamente ristrutturato da Hus, uno studio di giovani architetti italiani provenienti dall’Accademia di Architettura di Mendrisio. Lo spazio fungerà da hub dove rh+ coinvolgerà la propria community a partecipare a numerosi workshop e appuntamenti all’aria aperta che hanno come obiettivo il coinvolgimento di sportivi e curiosi, oltre che vivere esperienze outdoor anche in città. L’apertura di questo primo flagship store rappresenta un ulteriore importante passo avanti per il brand che, in questo 2024, ha già visto un deciso sviluppo della propria strategia omnichannel, con il lancio del nuovo sito web, così come l’acquisizione del Maglificio Rosti, storica azienda specializzata nell’abbigliamento custom cycling. Presente all’apertura anche Marta Giunti, giovane talento dello sci, ex atleta della nazionale italiana, che ha accolto i partecipanti e condiviso i momenti speciali dell’evento sui suoi canali social.

JOB OPPORTUNITIES

AGENTE DI COMMERCIO

Per importante azienda sita in Lombardia, settore running, siamo alla ricerca di un/a agente di commercio, con esperienza nelle vendite e passione per questo sport.

Requisiti:

• esperienza pregressa di vendita nel settore running

• ottime doti comunicative e organizzative

• spiccata attitudine commerciale e consulenziale

Si offre contratto in plurimandato a P.IVA, interessante piano provvigionale in grado di garantire una rendita continua negli anni, incentivi, bonus, lead qualificati e supporto operativo.

SPORTS MARKETING & EVENT

SPECIALIST – MOUNTAIN RUNNING

Per La Sportiva siamo alla ricerca di persone appassionate di montagna che abbiano entusiasmo nel portare il proprio valore aggiunto all’interno di una realtà dinamica, caratterizzata da un’importante tradizione. Il/La candidato/a ideale sarà inserito/a nel team brand and communication marketing per garantire la presenza del marchio

La Sportiva in tutti i mercati, attraverso la pianificazione di sponsorizzazione eventi, attivazioni sul territorio e coordinamento atleti.

Mansioni:

• affiancare il team nello sviluppo di piani operativi per la valorizzazione del brand attraverso strategie di sponsorizzazione di atleti, eventi e relazioni con partner tecnici

• assicurare la corretta gestione della relazione diretta con il pool atleti: dalla stipulazione, rinnovo e gestione del contratto al monitoraggio delle performance sportive e la cura dell’immagine

• garantire la collaborazione con i key player della community mountain running assicurando la gestione degli aspetti contrattuali e dei materiali di cui rifornirli

• elaborare il forecast dei prodotti destinati a uso parco test materiali e garantirne un uso organizzato e calendarizzato in base agli eventi sponsorizzati

• contribuire all’organizzazione di grandi eventi sportivi in linea con le strategie e budget assegnati

• supportare operativamente l’ufficio sales per attivazioni e gestione degli eventi in partnership con i clienti Requisiti preferibili:

• laurea in discipline economiche o diploma supportato da comprovata esperienza nel ruolo

• buone doti organizzative e time management

• ottima conoscenza della lingua inglese

• ottima conoscenza del pacchetto Office

• passione per il prodotto e le discipline outdoor, preferibile conoscenza e/o appartenenza al mondo mountain running

• buona capacità di lavoro in team

• disponibilità a trasferte nazionali e internazionali

Sede di lavoro: Ziano di Fiemme (TN)

VUOI CANDIDARTI?

Scrivi a jessica.conte@mag-net.it

SUPERBONUS DEL 120% PER CHI ASSUME A TEMPO INDETERMINATO

Il decreto attuativo del Ministero dell’Economia e del Ministero del Lavoro del 26 giugno scorso, in attuazione della riforma dell’Irpef, prevede per quest’anno una maggiorazione fino al 120% della deduzione ammessa in caso di incremento del numero di dipendenti con contratto a tempo indeterminato. Prevede anche un ulteriore aumento del 10% (che porta la deduzione al 130%) delle agevolazioni fiscali per imprese e professionisti nel caso in cui si assumano lavoratori provenienti da categorie svantaggiate. L’agevolazione fiscale è rivolta a tutte le imprese, indipendentemente dalla forma societaria, e riguarda anche i lavoratori autonomi che assumono dipendenti. La deduzione riguarderà tutte le assunzioni a tempo indeterminato che verranno effettuate dal primo settembre del 2024 e fino al 31 dicembre 2025.

Our iconic 3-in-1 Taubenberg jacket

Materiali di alta qualità per prestazioni durature e decenni di resistenza.

OUTDOOR MARKET INTELLIGENCE SERVICE DI EOG

SI ESPANDE IN DUE NUOVI MERCATI

A ISPO MONACO 2024 SI CELEBRA

LA COMMISTIONE TRA MODA E SPORT

L’OMIS (Outdoor Maket Intelligence Service), programma di market insights sviluppato da EOG e Sporting Insights, si espande in due nuovi mercati ovvero Francia e Germania, Austria e Svizzera (DACH). Un annuncio che arriva dopo il successo del lancio nel Regno Unito di un anno fa, durante l’ultima edizione dell’European Outdoor Summit 2023, e che conferma la validità di uno strumento che fornisce dati di vendita mensili dei rivenditori di articoli outdoor in tempo reale. In Francia, il programma OMIS sarà distribuito in coordinamento con l’associazione nazionale Outdoor Sports Valley (OSV), mentre nel DACH insieme alla società di consulenza informatica per l’outdoor e lo sport OUTTRA. Durante questo anno OMIS ha fornito dati storici che risalgono al 2019, offrendo una panoramica delle prestazioni del mercato prima e dopo la pandemia. I dati coprono circa il 60% del mercato outdoor del Regno Unito, dove l’Outdoor Industries Association (OIA) è il partner ufficiale.

UTMB: VIBRAM IL COMUNE DENOMINATORE DEI CAMPIONI A CHAMONIX

Dal 2007 Vibram è partner dell’UTMB Mont-Blanc e anche quest’ultima edizione è stata un successo per l’azienda. Ancora una volta si conferma un attore di primo piano nel mondo del trail running con tutti e tre i primi classificati sul podio maschile della gara regina con suole Vibram sotto i piedi: 1° posto: Vincent Bouillard (HOKA Tecton X 2.5) / 2° posto: Baptiste Chassagne (Nike Kiger 10) / 3° posto: Joaquin Lopez (Kailas Fuga EX 330). La collaborazione di Vibram con marchi leader dimostra la forza della sua innovazione, guidata da una squadra appassionata in tutti i segmenti. Paolo Manuzzi, global general manager Vibram, ha aggiunto: “I notevoli risultati ottenuti all’UTMB di quest’anno sono il risultato di decisioni strategiche prese nel corso del tempo. Dall’incessante attenzione verso l’innovazione, alle solide partnership che abbiamo costruito con marchi globali, Vibram ha sempre fatto scelte vincenti”.

ALPI DESIGN AWARDS 2025: NOVITÀ SULLE ISCRIZIONI

Chi intende partecipare ad Alpi Design Awards 2025, il premio internazionale del Design per la Montagna organizzato con l’intento di valorizzare idee e progetti innovativi e sostenibili, potrà concorrere in più categorie, avvalendosi anche di interessanti agevolazioni sulla quota di iscrizione, (il 50% di sconto per l’iscrizione a una seconda categoria e il 75% per una terza). Questo è quanto deciso dagli organizzatori, per venire incontro alle richieste di numerosi progettisti e aziende interessati a valorizzare diversi aspetti della loro attività. Sarà così possibile candidarsi fino a un massimo di tre categorie, una per ogni area tematica del premio: Prodotto&Impresa (qualsiasi prodotto, servizio, progetto o prototipo significativo della propria ricerca e sviluppo); Comunicazione&Grafica (dal packaging di prodotto a una particolare campagna pubblicitaria); Architettura&Ambiente (dalla nuova sede aziendale sostenibile a un intervento di corporate social - responsibility per la propria comunità di Montagna). Le iscrizioni sono aperte fino al 31 dicembre 2024. I vincitori saranno annunciati in occasione della Milano Design Week 2025 e la premiazione sarà anche l’inaugurazione di una mostra che li vedrà protagonisti con i loro progetti.

Un connubio, quello tra lifestyle e outdoor, che ha conquistato anche l’ISPO Monaco, in programma dal 3 al 5 dicembre 2024. La fiera, infatti, ospiterà alcuni brand che hanno fatto delle tendenze della moda sportiva una parte importante della propria collezione, come ASICS, Fjällräven, FILA, Kailas, Berghaus, Dolomite, HOKA, adidas Terrex, Oakley, VEJA, e molti altri, all’insegna del motto “Love every contact”. Una scelta che amplia il pubblico di riferimento della fiera che, in questa fase di trasformazione costante, cerca un’identità forte nel mondo allargato dello sport dove anche lo stile trova il loro spazio. Meno attrezzo invernale, più outdoor inteso come stile di vita nella sua accezione allargata che, nei padiglioni tedeschi, verrà declinato in speech, esposizioni e workshop. La commistione del mondo della moda con quello sportivo, oltre che lo stile, ha portato una nuova sfida in termini di innovazione, sostenibilità e funzionalità e un nuovo consumatore consapevole con aspettative elevate. Questo settore richiede nuove soluzioni: materiali non solo sostenibili ma anche performanti, concetti di design che combinano moda e funzionalità.

KILIAN JORNET CONQUISTA TUTTI I 4.000 DELLE ALPI IN 19 GIORNI

Sono bastati 19 giorni a Kilian Jornet per completare e conquistare tutti i 4000 delle Alpi: partito il 13 agosto da Sankt Moritz, l’ultrarunner spagnolo è arrivato il primo settembre con un record di altissimo livello. Parliamo di 82 cime, a cominciare dal Bernina e il Weissmies per terminare alla Barre des Écrins, spostandosi a piedi o in bicicletta da un monte all’altro. Il progetto, battezzato Alpine Connections, è l’ultima avventura dello skyrunner catalano che ha unito Italia, Svizzera e Francia in un’avventura che ha abbattuto ogni precedente record: basti pensare che lo stesso itinerario fu completato nel 2015 dallo svizzero Ueli Steck in 62 giorni, un’eternità se rapportato alle tempistiche di Kilian. Un’impresa che il fuoriclasse ha portato a termine con prestazioni al limite dell’umano, dormendo pochissime ore a notte e riuscendo a completare il cosiddetto Spaghetti Tour, ossia le 18 cime del gruppo del Monte Rosa oltre i 4mila metri, in un solo giorno, o meglio in 19 ore. E affrontando il Monte Bianco praticamente volando. Incredibili i numeri di questa avventura: 1.207 km, 267 ore 45 minuti 16 secondi di attività, 75.344 metri di dislivello positivo, 87% dell’intinerario a piedi e il 13% in bicicletta e 5 ore 17 minuti di sonno medie giornaliere oltre alle salite a cui si è dedicato fino a 20 ore al giorno, alcune delle quali le ha affrontate in completa solitudine, in altre accompagnato dal suo team o da amici.

È TORNATO IL KONG OPEN DAY, L’AZIENDA

APRE LE PORTE AGLI APPASSIONATI DI MONTAGNA

In programma sabato 28 settembre la quindicesima edizione del Kong Open Day. Un evento a ingresso libero che permette a tutti i visitatori di immergersi completamente nel mondo Kong. Una giornata dedicata a tutti: agli appassionati di montagna e non solo, di tutte le età. L’esperienza torna ancora più intensa, con nuove avventure pensate per ogni fascia di età, per sperimentare attività sportive di vario tipo: diverse aree con giochi dedicati appositamente ai bambini. Mentre per i ragazzi e gli adulti, gare di bouldering. Da non dimenticare gli eroi a quattro zampe, della SICS (Scuola Italiana di Cani da Salvataggio) che intratterranno il pubblico con delle dimostrazioni di soccorso. E ancora: gare di slackline, visite allo stabilimento, osservazione dei test statici e dinamici di collaudo delle attrezzature e alle manovre aeree del Volo Club Lecco Kong, street food, gadget per tutti, musica con DJ Set e molto altro ancora.

MOUNTAIN ME-TIME

SEMPRE PIÙ IN ALTO

Fin da giovanissimo Simone Corradini aveva una visione ben precisa di come si sarebbe trasformato Quota CS: due strutture completamente integrate con il territorio sulle colline di Sant’Elpidio a Mare hanno preso il posto della piccola bottega sportiva, dove tutto è iniziato di Cristina Turini

A dispetto del nome, Sant’Elpidio a Mare non è un luogo rinfrescato dalle onde dell’Adriatico, ma è caratterizzato dalle colline gentili del subappennino marchigiano, dove l’industria calzaturiera la fa da padrone. Questo è il territorio dove nasce Quota CS, un nome un programma: se la piccola bottega nata nel 1990 in origine si chiamava CS Sport (con le iniziali del titolare), il nome ha iniziato a stare stretto, così come lo spazio del negozio. “Quota” è subentrato per rappresentare l’ambizione al cambiamento di un imprenditore visionario come Simone che, come strategia marketing, voleva sottolineare l’orientamento di questa realtà: “quota” nel senso di alzare il livello, il valore.

Oggi sorgono due strutture separate che dal punto di vista architettonico si integrano perfettamente con il territorio, valorizzandolo: un edificio dedicato al lifestyle e il Casale, una “bottega differente”, come ama definirla il suo titolare, ma di fatto un negozio specializzato declinato a più sport, soprattutto running e trail, dove l’expertise e la consulenza di chi vi lavora portano i clienti a spingersi apposta fino alle colline, per vivere un’esperienza d’acquisto totalizzante. Questo perché Simone crede tantissimo nel valore dell’accoglienza e del servizio, non solo finalizzato alla vendita. All’interno della struttura sono presenti due impianti fotovoltaici integrati in pensiline che sono a disposizione di tutti; un auditorium con 80 posti accoglie le associazioni culturali e sportive, mentre “Terra CS” è una grande area adibita agli eventi. A tal proposito, il negozio è partner della SEM Run, una manifestazione podistica (e non solo) che ogni anno richiama migliaia di persone per vivere una giornata di sport, festa e musica. Inoltre lo specializzato rimane chiuso nella giornata di mercoledì per aprire la domenica pomeriggio e dare la possibilità ai consumatori di avere più tempo da dedicare allo shopping.

“Nel 2023 abbiamo avuto un passaggio di 93mila persone in negozio”, ci racconta Simone. “Grazie al nostro CRM sappiamo che la loro provenienza comprende 221 comuni dei 229 presenti nelle Marche. Siamo circondati da sei grandi centri commerciali nel raggio di 18 km. Ciò vuol dire che le persone non sono di passaggio, ma vengono apposta. E questa per noi è una grande soddisfazione”.

Quota CS nasce nel 1990 come piccola bottega di articoli sportivi. Come si è evoluta questa realtà negli anni?

In quel periodo il sottoscritto era appena diciottenne, a Sant’Elpidio a Mare, in un piccolo paese dell’entroterra a 8 km dal mare, in collina. Il negozio ha subito un’evoluzione lenta ma costante, dove al centro abbiamo sempre messo l’amore per il territorio, per valorizzarlo al

massimo. Con i risparmi ho acquisito un pezzo di terra per creare negli anni una bottega di articoli sportivi evoluta con due infrastrutture, una per la parte lifestyle e l’altra per la parte sportiva verticale. Un’evoluzione che però ha sempre messo al centro il senso di responsabilità e l’amore nei confronti di questa terra, senza abbandonarla per altri lidi più fruibili dall’utenza. Un percorso virtuoso che ha attirato nel tempo un consumatore che sa di tutto, ma che nell’era dell’e-commerce e dei centri commerciali preferisce ancora la parte esperienziale che trova qui da noi.

Come è strutturato il negozio “Casale CS”? Parlaci della parte running e trail.

La parte sportiva si chiama Casale CS perché deriva dalla ristrutturazione di un vecchio casolare di fine ‘800 che abbiamo perfettamente recuperato e messo interamente a disposizione del collettivo e dei consumatori. Per running e trail running, come per le altre discipline, trattiamo principalmente la calzatura. Nel Casale l’atleta trova initimità e familiarità per avvicinarsi più facilmente al suo mondo. Al primo piano si trova un auditorium che serve per raccontare storie, libri, esperienze e iniziative.

Quale esperienza vuole essere quella del vostro negozio per il cliente?

Essere in collina, circondato dal verde all’interno di un casale, è già di per sé un’esperienza. I nostri prodotti si possono trovare ovunque, ma è la competenza dei nostri ragazzi che fa la differenza per aiutare il cliente a finalizzare l’acquisto.

Che tecnologia utilizzi a supporto della consulenza e della vendita?

Abbiamo la pedana baro-podometrica e il tapis roulant. Se il consumatore non arriva già con un’indicazione di un ortopedico, siamo noi a farci carico di trovare il modo migliore per consigliare la calzatura più adatta. Si parte sempre dall’analizzare la vecchia scarpa. E poi si approfondisce in base anche alla richiesta del cliente. Adottiamo tutto ciò che serve per prendere coscienza insieme a lui di quale deve essere il vero obiettivo, rendendo così il suo acquisto più soddisfacente possibile.

Quali servizi offri oltre alla vendita?

I nostri servizi oltre la vendita si snodano in tutta l’area di Quota CS, che è stata pensata, modellata e adeguata per essere un luogo dove si vivono esperienze. Quindi abbiamo ricavato uno spazio eventi. L’auditorium è un’altra infrastruttura che mettiamo a disposizione delle associazioni sportive o culturali. Diamo alla collettività un’occasione per conoscere meglio la nostra realtà e ciò che offre il territorio. Anche

Simone Corradini

le due pensiline fotovoltaiche, figlie della crisi energetica del 2022, sono un servizio per i consumatori. In questo senso Quota CS non è solo un negozio di quattro mura, una scatola, ma è qualcosa di più che lascia un ricordo nel tempo.

Come si articola il vostro “mondo” outdoor? Oltre al trail running trattate anche altre attività?

In questo segmento l’evoluzione è stata recente. Otto anni fa abbiamo approcciato il mondo del trail running arrivando in maniera molto naturale anche alla disciplina dell’hiking. Vista la nostra posizione geografica, abbiamo alle spalle i monti Sibillini e un paesaggio meraviglioso da percorrere a piedi o di corsa. La nostra parte outdoor è più di avvicinamento all’escursionismo, anche se negli ultimi anni ci ha dato grandi soddisfazioni. Per noi questo segmento è stata un’occasione straordinaria che è arrivata pian pianino ma è stata molto apprezzata nel tempo dai clienti.

Pensi che la parte outdoor all’interno del tuo negozio verrà ulteriormente sviluppata in futuro a livello di tipologia di attività?

Crediamo che ci possa essere un ulteriore sviluppo, stiamo ancora esplorando il mondo outdoor, soprattutto la parte dell’hiking. Negli ultimi tempi abbiamo introdotto l’abbigliamento iniziando una collaborazione con diversi brand. Dalla centralità che abbiamo sempre dato alla calzatura, abbiamo affiancato anche la proposta di un apparel di avvicinamento, non troppo estremo.

Come si lega il negozio al territorio?

Come ripeto, per noi il legame con il territorio è importantissimo, primo per la nostra ubicazione geografica e paesaggistica. E in secondo luogo per le iniziative che organizziamo, che coinvolgono l’area e sono molteplici: prove prodotto, camminate collettive, eventi legati al mondo running e trail running. L’auditorium ha poi la finalità di poter trasmettere parole ed emozioni, esperienze tramite le varie associazioni che gravitano intorno a noi. E quindi il legame con il territorio è centrale. Quota CS nasce proprio su quella dorsale fatta di esperienza, dialogo e appartenenza.

Che rapporti hai stretto con le aziende (running / trail running) e con quali di queste la collaborazione è più stimolante?

Sono tutte collaborazioni stimolanti quelle con i fornitori, soprattutto quando un’azienda ci mette la faccia e viene in prima persona a

_SCHEDA TECNICA

Nome: QUOTA_CS

Indirizzo: Strada Comunale Pozzetto, 3 – 63811

Sant’Elpidio a Mare (FM) (Lifestyle) e 107 (Sport)

Telefono del reparto: 0734.810020

E-mail: info@quotacs.com

Sito: quotacs.com

Instagram: @quotacs_enjoysport

Gestione magazzino: digitale

Numero sedi: una, su un’area di 19.000 mq con due edifici separati che rappresentano rispettivamente il mondo lifestyle e il mondo verticale sport

Titolare: Simone Corradini

Anno di apertura: 1990

Vetrine: cinque per il lifestyle e una per lo sport

raccontare la sua storia, la mission, i prodotti, le tecnologie. Con tutte abbiamo un dialogo eccellente.

Quali sono state le principali innovazioni prodotto nelle ultime stagioni secondo te?

Oggi le calzature sono sempre più performanti, hanno un effetto “wow” che attira molto. Vedo molta innovazione anche sullo stile. HOKA ha fatto un po’ da capofila a un nuovo modo di vedere il design di una calzatura. Forse fino a qualche anno fa non ci avrebbe creduto nessuno alle maxi suole, mentre oggi c’è un mercato che ne ha decretato il successo.

Che importanza hanno i social network per la tua realtà? Li utilizzi personalmente o hai un collaboratore dedicato alla comunicazione?

I social sono un asset importante perché oggi è fondamentale dare notizie e informazioni nella modalità più completa. Abbiamo un social media manager che si occupa dei nostri contenuti, ma quello che pubblichiamo converge anche sui canali di comunicazione più tradizionali, come la stampa, la radio e gli eventi. I social non sono tutto, devono essere il pezzo di un puzzle a completamento di un intero pacchetto utile al drive-to-store. Inutile far vedere belle foto e immagini se poi non corrispondono all’esperienza reale.

Quanto è importante l’e-commerce nella vostra filosofia di vendita e in che percentuale incide sul fatturato?

L’e-commerce pesa per circa il 15% del fatturato totale. Ma è importante farci conoscere anche tramite questo canale. Per i più local diventa una vetrina generale che conduce il consumatore in negozio. Anche questo elemento acquisisce importanza perché rientra in un più ampio progetto per creare un valore aggiunto nell’esperienza in bottega e direttamente sul territorio.

Secondo te come si evolverà il mercato running / outdoor nel prossimo futuro? E quali progetti e/o obiettivi vorresti raggiungere?

Come Quota CS ci piace vedere un mercato dove non c’è più solo il runner che cerca la competizione, ma fatto di tante persone che svolgono attività fisica per il benessere e apprezzano il valore di un servizio, dato da gente competente che li possa indirizzare nell’acquisto del prodotto più adatto a loro. Noi vogliamo essere sempre di più una bottega tipica, in grado di far dialogare un territorio, con una comunicazione integrata, coerente e di qualità.

Mq commerciali totali: 800 circa il lifestyle e 250 lo sport

Mq calzature: 200 mq (sport)

Mq abbigliamento: 40 mq (sport)

Discipline trattate: calzature running, trail, hiking, volley, basket, calcio, tennis

MARCHI RUNNING

Calzature: Altra, ASICS, Brooks, HOKA, Kailas, Mizuno, New Balance, On, Puma, Saucony, Salomon, SCARPA

Abbigliamento: adidas, ASICS, Brooks, CMP, New Balance, Oxyburn, SCOTT, Under Armour, X-Bionic

Attrezzatura: Garmin, Leki, Vipole

Altri servizi: varie infrastrutture tra cui Auditorium_CS con 80 posti a sedere e Terra_CS, uno spazio verde dedicato alla formazione e agli eventi esperenziali

NASCE PROWINTER OUTDOOR

Per un nuovo concetto di outdoor invernale, basato sulla contaminazione delle stagioni e delle diversificate forme di esperienza a contatto con la natura con o senza neve _ a cura dell'Italian Outdoor Group

Grazie alla partnership tra IOG Italian Outdoor Group di Assosport, Fiera Bolzano e MagNet, nasce Prowinter Outdoor, l’evento b2b dedicato all’outdoor invernale all'interno della fiera Prowinter in programma dal 13 al 15 gennaio 2025 a Bolzano.

Gli obiettivi del progetto:

1) implementare la fiera Prowinter, tradizionalmente legata allo sci alpino e al mondo del noleggio, con l’allargamento alla comunità outdoor;

2) riformulare il concetto di outdoor invernale in ragione dei nuovi scenari climatici e dell’evoluzione delle forme di esperienza a contatto con la natura;

3) incrementare in maniera significativa la presenza di operatori internazionali, con particolare attenzione ai Paesi di lingua tedesca (Germania, Austria e Svizzera), ma non solo.

LA FIERA

Con lo spostamento di data da aprile a gennaio, nel corso dell’ultimo biennio la fiera Prowinter ha saputo consolidare il proprio ruolo di evento di riferimento per il settore dello sci alpino e degli sport invernali. Con numeri di rilievo, considerando gli oltre 200 marchi presenti, i 1.000 specialisti della distribuzione e le 13 nazioni rappresentate per l’edizione 2024. In uno scenario di mercato che evolve e cambia rapidamente, ora la fiera bolzanina è pronta a cogliere una nuova sfida, grazie alla partnership strategica con altre due importanti realtà.

PROWINTER OUTDOOR

Ecco quindi la nascita di Prowinter Outdoor, laboratorio ideale per esprimere un nuovo concetto di outdoor invernale e diventare punto di incontro e fonte di ispirazione degli operatori specializzati nella fornitura di prodotti e servizi per la montagna, nella location alpina italiana più simbolica per la stagione fredda. Un’iniziativa che, come detto, vede coinvolta la nostra associazione in un rapporto di partnership operativa con Fiera Bolzano e MagNet, la B Corp milanese protagonista nel settore dell’editoria sportiva (edita tra gli altri Outdoor Magazine) e dell’organizzazione di eventi (come gli ORBDAYS di Riva del Garda), con un focus speciale e di lunga data nel mercato outdoor.

_SAVE THE DATE ACCADEMIA OUTDOOR PRO 2025

VERONA

Lunedì 7 aprile 2025

LA PARTECIPAZIONE DEGLI ASSOCIATI IOG

Grazie a questa collaborazione, le aziende associate all'Italian Outdoor Group che parteciperanno a Prowinter Outdoor potranno usufruire di importanti agevolazioni: uno sconto del 10% sul costo dell'area nuda; l’utilizzo gratuito del bar e della Piazza IOG che sarà allestita in uno spazio dedicato dell’area outdoor; supporto nella definizione degli spazi e di alcuni aspetti organizzativi; la possibilità infine di segnalare un numero selezionato di clienti esteri che saranno invitati e ospitati da Prowinter, con l’ottica di rendere la fiera ancora più internazionale.

Sei un’azienda o un negoziante specializzato outdoor?

Segna in agenda 13-15/01 e non perdere questa occasione per dare uno sguardo sul futuro dell’outdoor invernale

Per maggiori informazioni

Uffici Assosport - IOG: Marisa Bosa - 041.2517509349.7761964 - marisabosa@assosport.it Oppure la segreteria organizzativa del gruppo MagNet: Claudia Vai - MagNet Srl SB - 02.87245180 – info@mag-net.it

TERNI

Lunedì 14 aprile 2025

CAVAGLIÀ (BI)

Lunedì 28 aprile 2025

PUNTO IOG

IL “NUOVO” INVERNO DI MAGNET

Il Gruppo presenta gli appuntamenti per la prossima stagione fredda: Prowinter Outdoor e Skimofestival. Per concentrare le forze degli operatori del settore e cogliere nuove opportunità per tutti di Karen Pozzi

Come anticipato nella pagina accanto, la novità più importante per la prossima stagione invernale di MagNet è senza dubbio la nascita del progetto Prowinter Outdoor. Di fatto un’espansione al settore outdoor della fiera Prowinter.

UNA NUOVA CONDIZIONE MENTALE

Prowinter Outdoor rappresenta anche un laboratorio ideale per un nuovo concetto di outdoor invernale, basato sulla contaminazione delle stagioni in ragione dei nuovi scenari climatici e dell’evoluzione delle forme di esperienza a contatto con la natura. Perché l’outdoor invernale offre infinite possibilità di esperienza. Con o senza neve.

VANTAGGI PER LE AZIENDE

Tra gli obiettivi anche quello di incrementare la presenza di operatori internazionali, con particolare attenzione ai paesi di lingua tedesca (Germania, Austria e Svizzera), ma non solo. L’accordo ha previsto anche alcuni importanti vantaggi per le aziende associate IOG e Assosport (vedi Punto IOG a fianco)

IL RUOLO DI MAGNET

MagNet sarà in prima linea per allargare la platea degli espositori associati IOG e non solo. Forte della sua esperienza con gli Outdoor & Running Business Days di Riva Del Garda, i Winter Business Days (che confluiranno appunto di fatto dal 2025 in Prowinter Outdoor) e lo Skimofestival, apporterà il know-how e l’esperienza nell’organizzazione di eventi consolidati e di riferimento per il mercato. Supportando Prowinter anche nell’invito dei negozianti e nella definizione del programma della fiera, che sarà arricchito anche da clinics, presentazioni, un imperdibile party, e molto altro.

DA PROWINTER A SKIMOFESTIVAL

L’evento fieristico di Prowinter è destinato dunque, come già avvenuto per gli ORBDAYS, a diventare punto di riferimento per il mercato outdoor insieme a Skimofestival, l’appuntamento dedicato al pubblico dello scialpinismo lanciato con grande successo lo scorso anno e che tornerà dall’8 al 10 febbraio a Santa Caterina Valfurva. Con una nuova e attesa appendice dedicata anche ai negozianti per test ed experience sul campo tra domenica e lunedì, perfettamente complementare dunque con l’atteso programma più orientato sulla parte espositive e business di Prowinter Outdoor.

_PERCHÉ PARTECIPARE A SKIMOFESTIVAL

Con una nuova veste che unisce b2c e b2b in un unico evento, Skimofestival offre diverse valide motivazioni che spingono il pubblico e i negozianti a non mancare:

Experience. Fiore all’occhiello dell’evento sono le esperienze guidate di scialpinismo e splitboard, nel cuore dello spettacolare Parco Nazionale dello Stelvio. A condurle sono le Guide alpine lungo itinerari tracciati di varia difficoltà e dislivello. Per i praticanti un modo per scoprire nuovi percorsi e per i neofiti la possibilità, grazie alla Skimo School, di avvicinarsi accompagnati e in sicurezza alla disciplina.

Area test. I migliori marchi dello sci alpinismo presenteranno le loro nuove collezioni per l’inverno 25/26 nel villaggio test allestito ai piedi della pista Cevedale a Santa Caterina Valfurva. Gli appassionati dapprima e i negozianti poi, iscritti a Skimofestival, avranno l’esclusiva opportunità di provare in anteprima i prodotti.

Business. Nelle giornate dedicate al pubblico b2b (domenica 9 e lunedì 10) i negozianti potranno conoscere e testare le novità FW 25/26 e incontrare direttamente i rappresentanti aziendali. Per le aziende e i propri agenti è un importante momento per consolidare e fidelizzare il rapporto con i propri negozi, ma anche per inserirne di nuovi all’interno della propria rete distributiva. Inoltre, è in programma la domenica sera una cena esclusiva di networking tra retail, brand e media nella splendida location del rifugio Sunny Valley Mountain Lodge.

Intrattenimento. Varie le attività collaterali proposte: intrattenimento quotidiano nel village in località La Fonte, presentazioni, proiezioni di film, incontri con gli atleti e l’immancabile Skimo Party presso il locale Seat Terraza di Santa Caterina Valfurva per una serata a contatto con altri appassionati del mondo outdoor.

PROGRAMMA

Il quartier generale sarà il Village di Santa Caterina Valfurva, sito in località La Fonte, alla base della pista Cevedale. Prenderà il via con un prologo dell’evento venerdì 7 febbraio con un’uscita notturna sulle pelli condotta dalle Guide alpine e una serata cinematografica a tema ambientale. L’evento inizierà poi ufficialmente sabato mattina e le giornate successive saranno suddivise tra pubblico finale e operatori con orari distinti e complementari.

CLIMBING IN PIENA SALUTE

Se le Olimpiadi hanno lasciato un po’ di amaro in bocca ai nostri atleti, i Campionati Europei hanno regalato medaglie dal peso specifico importante, segno di un movimento in costante crescita

Quanto durano due millesimi di secondo? Un battito di ciglia, o forse un battito d’ali di un colibrì, talmente impercettibile per il nostro occhio, da sembrare immobile. Ma è proprio in questo frammento di tempo che Matteo Zurloni, dopo una qualifica Olimpica da incorniciare, con tanto di record europeo, si è dovuto arrendere al cinese Peng Wu che si è guadagnato così un posto nelle semifinali. Per il campione del mondo di speed, dunque, resta un po’ di amaro in bocca per un’esperienza a cinque cerchi che, per la prima volta nella storia dei Giochi, vedeva la sua disciplina a sé stante, con una medaglia dedicata. Sul versante femminile di Speed, da segnalare il 9° posto di Beatrice Colli. Ancora accoppiate invece le due specialità di Lead e Boulder in cui si sono confrontate le azzurre Camilla Moroni e Laura Rogora le cui prestazioni, sommando il punteggio delle due discipline, hanno regalato loro rispettivamente il 12° posto e il 18° posto. Tutta un’altra storia invece per gli Europei di arrampicata di Villars, in Svizzera, dove la spedizione azzurra ha fatto man bassa di medaglie. Imbattibile Laura Rogora che, dopo il titolo di campionessa Europea conquistato nella Lead con un grande margine di vantaggio su tutte le avversarie, si aggiudica anche il titolo di campionessa Europea in Combinata. Ma non finisce qui, visto che la spedizione azzurra ha registrato un grandissimo successo: oltre ai titoli di Laura Rogora e alle 6 medaglie già arrivate dal Paraclimbing (3 argenti e 3 bronzi), Ludovico Fossali si è laureato campione Europeo di Speed, Matteo Zurloni vice campione, Giulia Randi medaglia di bronzo, Beatrice Colli 4° classificata, sottolineando la grandissima qualità di tutto il Team di velocisti. Per commentare le prestazioni olimpiche ed europee degli atleti italiani, abbiamo chiesto un parare al presidente della FASI Davide Battistella.

Presidente, possiamo fare un bilancio di queste Olimpiadi?

in questo momento. Rappresenta la cartina di tornasole dell’attività che come FASI stiamo promuovendo.

Una medaglia però se l’aspettava?

Diciamo che ha giocato a nostro sfavore un po’ di sfortuna. Matteo Zurloni, che è campione mondiale in carica di Speed, è rimasto fuori dai quarti per due millesimi di secondo, un niente. La sua disciplina si gioca veramente su frammenti di tempo e il margine d’errore è altissimo. Ma questo è lo sport e dobbiamo accettarlo. Magari potremmo fare una riflessione sulla necessità di inserire parametri come il fotofinish, come succede nell’atletica. In ogni caso, Matteo ci ha regalato un percorso di avvicinamento esemplare.

E sugli altri ragazzi?

Direi bene. Bea Colli ha mancato per un soffio la finale olimpica nella Speed mentre nella Combinata Camilla è arrivata vicinissima alla finale, mentre Laura Rogora è stata penalizzata da una prova di Boulder molto particolare. Lavoriamo perché a Los Angeles vengano assegnate tre medaglie, una per ogni disciplina.

Il rammarico di Laura però è durato poco: agli Europei a Villars la ventitreenne si è regalata due ori continentali nella Speed e in Combinata. Cosa è successo?

La doppietta di Laura è importante per lei e strepitosa per tutto il movimento. Dopo un’Olimpiade andata così e così, non era facile affrontare una gara a livello di concentrazione e motivazione e lei è stata davvero superlativa. Torniamo da questi Campionati con tre ori, un argento e un bronzo senza contare tutte le medaglie degli atleti di Paraclimbing.

Partiamo dicendo che è stata bellissima esperienza. Come FASI, siamo soddisfatti di aver portato a Parigi ben quattro atleti che, vista la difficoltà delle qualifiche olimpiche, è un risultato straordinario. C’è da sottolineare che tutto il percorso di avvicinamento ai Giochi lo abbiamo affrontato senza avere a disposizione un Centro Federale dove concentrare le attività degli atleti. Per poterci allenare, abbiamo chiesto supporto ad alcune palestre di Milano. Nonostante ciò, abbiamo portato a Parigi atleti forti e preparati e questo vale più di qualsiasi medaglia

Quello del Paraclimbing è un movimento in crescita?

È un movimento incredibile. A fine settembre ospiteremo una tappa di Coppa del Mondo ad Arco di Trento e sarà importante perché sancirà l’inizio del percorso verso le Olimpiadi di Los Angeles dove il Paraclimbing farà il suo esordio. In generale, in Italia il climbing sta registrando una crescita pazzesca in tutte le sue declinazioni: arriveremo a 100 mila tesserati entro la fine dell’anno senza considerare il mondo outdoor che sarà un altro campo d’azione su cui la FASI si concentrerà.

Camilla Moroni
Matteo Zurloni
Beatrice Colli
Laura Rogora
Davide Battistella, presidente FASI

ROCK MASTER: PILZ E FLOHÉ

VINCITORI

NEL NUOVO CLIMBING STADIUM

Con la 37esima edizione della competizione, ricca di colpi di scena, è stato inaugurato il rinnovato centro federale della FASI ad Arco

di Tatiana Bertera - foto: NewsPower

Rock Master e il Climbing Stadium rappresentano, da 37 edizioni, gli Oscar del climbing. E da 37 edizioni, dietro alle quinte, c’è il direttore tecnico Angelo Seneci. È lui che ogni anno si occupa di contattare gli atleti più forti del mondo e invitarli personalmente, un vero è proprio “papà” per questo evento insieme al presidente di Rock Master 20.20 Stefano Tamburini. Tra un colpo di scena e l'altro, i cui più clamorosi accenneremo tra poco, nel duello lead ha trionfato l'altoatesino Filip Schenk e il bronzo olimpico Jessica Pilz, che si è portata nuovamente a casa anche il trofeo Rock Master, vinto al maschile dal tedesco Yannick Flohé. Oltre 4mila persone “gasate” dalla voce dello speaker Simone Raina ad acclamare gli atleti a partire dalle 21 e in diretta su Rai Sport con numeri da record. Mercoledì 18 è poi seguita una replica in cui in oltre 80 minuti di trasmissione Silvano Ploner ha accompagnato le immagini con la sua telecronaca, insieme agli highlights del-

le sfide del KO Boulder ad arricchire la messa in onda.

Parlavamo di colpi di scena che hanno lasciato tutti senza parole, segno che anche i migliori, dopotutto sono “umani”. Primo tra tutti quello del fortissimo (e acclamatissimo) Adam Ondra che al termine di una salita vittoriosa ha mancato il tocco col cronometro. Oppure Laura Rogora, che ha abbandonato ben presto il duello per aver perso un piede. Stefano Ghisolfi manca una presa prima di arrivare a rinviare e casca Michael "Micha" Piccolruaz dopo la partenza falsa in fase di qualifica replica anche ai quarti. Ma anche numeri spettacolari, come il "Ginger Junior World Champion" che costruisce dal nulla una vittoria sensazionale. "Incredibile, questa gara la conosco da sempre perché è da quando ho iniziato ad arrampicare da bambino che la seguo, la sogno, e oggi... la vinco" ha esultato Filip Schenk.

Rock Master ha ancora una volta dimostrato di essere un evento con fortissimo appeal su tutta la community del climbing. Le oltre 4.000 persone che hanno assistito alle competizioni testimoniamo che anche in assenza di qualche top climber, è propro il format che piace e suscita emozioni. Un plauso va anche ai tracciatori, in primis all'inossidabile trio che si occupa ogni anno della tracciatura del duello (Dimarino/Lella/Gnerro), oltre al nuovo team che si è occupato del boulder, che hanno saputo ideare “problemi” capaci di mettere in difficoltà e appassionare anche i migliori. Quest’anno hanno partecipato anche diversi giovani e giovanissimi che, il giorno seguente, mi scrivevano messaggini su WhatsApp per ringraziarmi di averli invitati a una gara che vedono a sognano sin da piccoli. Questo mi ha fatto davvero effetto! Accanto a Rock Master anche la Rai, che da 15 anni, lo trasmette in diretta sui suoi canali. Con Garda Dolomiti APT stiamo già lavorando all’edizione 2025 che, anche grazie alla bellissima nuova struttura FASI, potrebbe riservare qualche novità Angelo Seneci

“HOME OF CLIMBING”, NUOVO CENTRO FEDERALE DELLA FASI

La somma impiegata ammonta a circa 5.000.000 di euro per un risultato davvero di livello. Innanzitutto è stata creata una parte indoor per gli allenamenti della Nazionale Azzurra nel periodo invernale. Si è poi provveduto al potenziamento del boulder per consentire lo svolgimento di gare internazionali.

Il boulder, su cui si è svolta la sfida del “KO Boulder” è una parete outdoor lunga 34 metri e alta 4,50 metri per un totale di circa 160 m². Sono state realizzate anche ulteriori pareti indoor: una boulder (ca. 90 m²), una per l’arrampicata lead (ca. 525 m²) e una speed (ca. 90 m²).

Le nuove strutture vanno ad aggiungersi a quelle già esistenti per un totale di 1.364 m² di superficie arrampicabile così suddivisa: 840 m² lead, 277 m² boulder e 262 m² speed.

Yannik Flohè
Jessica Pilz

Not another fashion sneaker

*sekai (globo) descrive la vocazione nomade di una scarpa da indossare 24/7 ------ trezeta.com

TUTTE LE EMOZIONI INTORNO AL MONT BLANC

La gara di 172 km per 10.000 di dislivello è la regina della settimana in cui il gotha del trail running si ritrova a Chamonix per le World Series Finals

_ di Sara Canali

Chi si aspettava almeno un colpo di scena dall’edizione 2024 dell’UTMB è stato largamente accontentato. La gara regina dell’HOKA UTMB Mont-Blanc che ha animato Chamonix per una settimana ha infatti portato con sé interessanti sorprese a partire dal vincitore maschile, l’ingegnere HOKA Vincent Bouillard, grande outsider della manifestazione, fino al record di velocità per le donne con una Katie Schide perfetta e sempre in testa. Insomma, i 170 km intorno al massiccio del Monte Bianco hanno regalato anche per la sua 21esima edizione uno spettacolo incredibile, capace di scrivere grandi storie di super-umani. Ma quella dell’UTMB è stata la ciliegina sulla torta di un calendario fitto di eventi, con anche le distanze della CCC (101 km) e la OCC di 57 km oltre a tutte le competizioni su distanze minori. Noi di Outdoor Magazine eravamo presenti fin dal martedì godendoci gli arrivi della CCC e della OCC con tanto di emozioni annesse. È per la gara dell’UTMB però che ci siamo organizzati con l’obiettivo di essere presenti non solo all’arco del traguardo, ma anche lungo il percorso sfruttando un servizio navetta messo a disposizione da HOKA, main sponsor della manifestazione. Il tutto è iniziato venerdì 30 agosto alle 18, quando circa 2.600 runner si sono presentati sulla linea di partenza. Uno start che ha regalato circa cinque minuti di spettacolo duranti i quali i runner hanno sfilato davanti a un pubblico carico e pronto a sostenere dal primo all’ultimo. Prima tappa a Saint-Gervais, dove non sono mancati travestimenti e una vera e propria banda di percussionisti che aspettavano, dopo 20 km dalla partenza, i vari passaggi. Ma è stata la tappa a Notre Dame de la Gorge quella che più di tutte ci ha emozionati: all’inizio della notte, con il buio già calato, il tragitto prevedeva un passaggio scenografico in un tunnel di luci sponsorizzato HOKA, prima di intraprendere un tratto impervio di salita lungo il quale il pubblico ha creato un corridoio umano che ha accolto e incitato ogni concorrente, mentre il cielo veniva rischiarato dai fuochi d’artificio e la musica usciva dalle casse. Il giorno dopo si è passati in Svizzera per poi rientrare velocemente a Chamonix per vedere, dopo meno di 20 ore, varcare la linea d’arrivo.

LA GARA MASCHILE

Dopo una partenza veloce, la notte è stata impegnativa per molti dei favoriti costretti a ritirarsi, tra cui il campione in carica Jim Walmsle. A godere di questi forfait è stato un autentico outsider che puntava a un piazzamento tra i primi 10, ovvero l'Haut-Savoyard

Vincent Bouillard (FRA - UTMB Index 832) che alla partenza era 69° nella lista dei favoriti dell'UTMB, e che ha sorpreso tutti prendendo il comando a Courmayeur, non lasciandolo mai. Ingegnere di prodotto

HOKA, ha iniziato a farsi conoscere sui brevi formati, oltre che con la sua prima vittoria sui 100M nel 2023 alla Kodiak Ultra Marathons by UTMB. Con una gara gestita alla perfezione e quando nessuno lo avrebbe previsto, ha imposto un ritmo costante e vinto in 19'54'23'': è ora il 4° nella storia dell'UTMB a tornare a Chamonix, dopo aver completato il giro del massiccio del Monte Bianco in meno di 20 ore, dopo François d'Haene nel 2017, Kilian Jornet Burgada nel 2022 e Jim Walmsley nel 2023.

“L'UTMB fa parte della mia vita fin da quando ero bambino. Ho iniziato come volontario di gara, poi ho assunto il compito di fornire assistenza agli altri runner. Ora sono un ingegnere per HOKA e ho lavorato a progetti legati all'HOKA UTMB Mont-Blanc. Il solo fatto di prendere il via è stato un sogno che si è avverato. Avevo un piano C per finire in meno di 30 ore, un piano B per finire in meno di 24 ore e un piano A per arrivare tra i primi 10. Vincere in meno di 20 ore era semplicemente impensabile! Non ho un contratto da professionista. Lo status di dilettante mi dà un'incredibile libertà: posso scegliere le gare che voglio correre e non pubblico nulla sui social network. Anche se mi piace allenarmi e correre alla ricerca della massima prestazione, per il momento sono molto legato a questo ruolo di dilettante” Vincent Bouillard

LA GARA FEMMINILE

Per il secondo anno consecutivo, il montepremi della gara maschile e quella femminile si equiparano, rendendo l’UTMB una gara davvero inclusiva e giusta a livello di genere. Katie Schide, atleta americana del team The North Face, ha chiuso la gara femminile più veloce di sempre prendendo il comando fin dall’inizio, unendosi al gruppo maschile con tutti i favoriti e correndo fianco a fianco con Paul Capel. Al termine di una gara durata 22h09'31'', l'americana ha tagliato il traguardo al 1° posto e al 13° posto assoluto. Vedere Vincent e Katie tagliare il traguardo è stata una grande emozione che ha regalato non poche lacrime anche a noi che abbiamo assistito all’affermazione di uno sport che, anno dopo anno, alza un po’ di più la sua asticella.

L’INTERVISTA A FRÉDÉRIC LÉNART, CEO DELL’UTMB GROUP

UN CIRCUITO CHE CONTINUA A CRESCERE

Quello dell’UTMB World Series riunisce i migliori atleti del mondo attraverso eventi internazionali di altissimo livello. Dal 2025 altre nuove destinazioni

Era il 2003 quando a Chamonix nasceva la gara Ultra Trail du Mont Blanc, organizzata da alcuni appassionati della cittadina francese che volevano portare i più forti corridori di montagna a confrontarsi con il massiccio più imponente d’Europa. Da allora di strada ne è stata percorsa molta e, a partire dal maggio 2021 e insieme a The IRONMAN Group, il marchio UTMB si è diffuso in tutto il mondo diventando una vera e propria World Series che raggruppa gare che si svolgono in Asia, Oceania, Europa, Africa e Americhe. Partecipando alle diverse competizioni del circuito, gli atleti iniziano il loro percorso verso l'HOKA UTMB Mont-Blanc, che ospita le prestigiose UTMB World Series Finals. L’edizione 2024 dell’evento è stata anche l’occasione per presentare le nuove gare che nel 2025 entreranno a far parte della lista, ma soprattutto un momento per poter parlare direttamente con il ceo dell’UTMB Group Frédéric Lénart.

Ci racconti come e quando è nato l’UTMB?

La gara nasce nel 2003 per unire, in un'unica corsa intorno al massiccio del Monte Bianco, tre Paesi: Francia, Italia e Svizzera. L'evento ha avuto un successo immediato e si è sviluppato di anno in anno, aggiungendo nuove esperienze di gara e lunghezze differenti di percorso per far scoprire nuove zone intorno al Monte Bianco, conoscere il Paese e offrire qualcosa di diverso ai partecipanti. Il risultato è che, se la prima edizione contava 700 iscritti, oggi sono circa 10.000 i trail runner che arrivano qui.

Come si è sviluppata poi l'idea di un circuito mondiale?

Durante il periodo del Covid ci siamo chiesti come sviluppare questo evento, come farlo crescere. Volevamo semplificare il sistema di qualificazione per l'UTMB du Mont Blanc, ma anche far vivere l'esperienza di questa gara a chi non viene necessariamente a Chamonix. Così, nel 2021, abbiamo creato l'UTMB World Series, con 24 eventi, principalmente in Europa e Nord America, con alcuni in Asia e Oceania. Nel 2024 siamo arrivati a 43 eventi in 24 Paesi, e circa 160.000 runner in totale.

E cosa significa "vivere l'esperienza UTMB"?

L'esperienza UTMB è l'alchimia tra l'identità di una regione e la differenziazione di un evento dall'altro. Qui non viviamo in montagna e non corriamo come in Thailandia per il nostro evento di Chiang Mai, o come facciamo a Nizza per l'evento Nice Côte d'Azur, o nel Chianti in Italia, o a Lavaredo. Quindi ogni volta è un'esperienza nuova perché ogni territorio è diverso, e ci teniamo a mantenere queste radici locali. E allo stesso tempo, si tratta di un'intera organizzazione che viene messa in piedi basata su metodi operativi definiti a livello globale

_LE NOVITÀ 2025

Dal 2 al 4 maggio 2025 UTMB World Series introdurrà nel circuito il Quindío Trail Colombia by UTMB. I runner si ritroveranno nella pittoresca città di Salento, Quindío, per affrontare una delle cinque distanze di gara e vivere la magia delle foreste lussureggianti, del Paesaggio della Cultura del Caffè della Colombia, classificato dall’UNESCO, e delle palme da cera della Valle de Cocora.

Dal 26 al 28 settembre 2025 si volerà in Turchia, Paese transcontinentale, per un evento nuovissimo: la Kaçkar by UTMB. La città ospitante

per garantire la qualità dell'organizzazione e la sicurezza degli atleti. Ma anche per poter offrire lo stesso spettacolo fatto di musica alla partenza, il village per i brand e tutto ciò che organizziamo durante la gara.

Che rapporto avete con i partner?

Lavoriamo in stretta sinergia con i nostri partner perché vogliamo partecipare insieme allo sviluppo di questo sport in termini di inclusione, diversità ed equità. Per questo anche negli altri eventi cerchiamo di lavorare con gli stessi sponsor, perché vogliamo garantire un'esperienza identica a ogni evento e con loro stipuliamo di solito contratti, come minimo, triennali, con HOKA anche di cinque anni. Come si sceglie una competizione? È l'organizzazione della manifestazione a contattarvi o siete voi a sceglierla?

Riceviamo molte richieste e selezioniamo le candidature in base alla presenza di una comunità locale di corridori e alla capacità di ospitare l'evento. Quindi verifichiamo che ci siano i mezzi di trasporto per arrivare, e il livello dell'ospitalità. Per esempio, recentemente è stata annunciata la presenza di Chihuawua in Messico dove vive la comunità locale di corridori scalzi che ha ispirato il libro Born to Run, in cui Scott Jurek ha corso con loro anni fa. Questo dimostra un forte attaccamento alla cultura locale, caratteristica molto importante per noi come criterio.

Cosa guadagna una competizione a entrare nel circuito?

Grazie al marchio UTMB, l'evento potrà essere promosso in tutto il mondo. Si tratta di una promessa di qualità e organizzazione. La nostra idea è quella di continuare a crescere gradualmente come sta facendo il trail runner insieme al numero di atleti e atlete in tutto il mondo. Stimiamo che ogni anno ci siano tra il 15 e il 20% di corridori in più.

Da quante persone è composto il team di UTMB Group?

Oggi siamo circa 90, di cui 70 persone lavorano in Francia. Abbiamo un piccolo team in Italia, a Courmayeur e nel Chianti. Abbiamo un team in Svizzera e uno in Spagna, un altro nel Regno Unito, uno in Asia e infine uno in America Latina per gestire tutti i progetti. Lei ha detto di aver iniziato con 700 persone che correvano. Oggi sono 10.000. Qual è la percentuale tra uomini e donne?

All'UTMB Mont-Blanc oggi abbiamo il 23% di donne, una percentuale superiore a quella di qualche anno fa. Più le distanze sono brevi, maggiore è la parità tra uomini e donne. Nella gara di 170 km, nel 2019, la percentuale di donne era del 9%, quest'anno è salita al 13%, quindi una crescita del 50%. In tutto il circuito, la percentuale di donne è del 29%.

di Ayder, Rize, farà da scenario con il suo pittoresco altopiano incastonato nelle montagne del Kaçkar. I runner attraverseranno i sentieri dei pastori, scoprendo piccoli villaggi e le loro tradizionali case in legno, laghi e valli di montagna e una vegetazione rigogliosa.

Dal 2 al 4 ottobre 2025, il Chihuahua by UTMB condurrà i corridori in un viaggio spirituale e culturale attraverso le terre sacre dei Rarámuri, svelando la bellezza selvaggia dei Copper Canyon e lo scenario spettacolare della Sierra Madre Occidentale.

Katie Schide
© Mathis Dumas

MAURIZIO TORRI

Giornalista freelance, fondatore del sito sportdimontagna.com, fotoreporter e consulente di comunicazione per alcuni degli eventi più iconici del settore trail, skyrunning e scialpinismo

UTMB WORLD SERIES FINAL, DOVE SONO GLI ITALIANI?

Chamonix si conferma la “Mecca Mondiale” del trail running, peccato che in gara, nelle posizioni che contano, si siano visti pochissimi azzurri _testo di Maurizio Torri

Da diversi anni a questa parte, la settimana di UTMB World Series Final è un appuntamento da non perdere per atleti, aziende e amatori che invadono il suggestivo borgo transalpino all’ombra del Monte Bianco, dando vita all’happening più importante al mondo per chi ama la corsa in natura. Anche gli italiani non sono immuni al fascino delle world final del circuito privato più famoso e prestigioso; peccato però che a livello agonistico, salvo casi sporadici, non si riesca a essere protagonisti.

UN PO’ DI NUMERI E DATI INTERESSANTI:

La settimana di Chamonix, oltre alle tre finali (OCC, CCC e UTMB), conta un totale di ben 8 gare ed è il momento culminante di 49 eventi distribuiti tra Asia, Oceania, Europa, Africa e America. Il suo appeal è così forte da richiamare più di 12.000 concorrenti totali (di questi oltre 2.500 sono donne) che qui si ritrovano per correre su 487 km di trail balisati. I paesi rappresentati sono 118 (40% di atleti francesi, 75% europei), mentre le nazioni coinvolte sono 3: Francia, Svizzera e Italia. Ma andiamo avanti con i numeri: 260 pettorali solidali assegnati, 2.500 volontari, 458 giornalisti, quasi 1.000 articoli e reportage (TV, radio, stampa, online, podcast) pubblicati in una sola settimana. 169 brand accreditati, oltre 2 milioni di persone hanno potuto seguire i loro corridori preferiti grazie al sistema Live Tracking, con un aumento del 20% nelle visualizzazioni del commento dal vivo in sei lingue diverse (39.000 visualizzazioni per il live race in italiano). Non solo: sono state registrate qualcosa come 50.000 interazioni dirette tra fan e relatori attraverso la Live Chat. Tornando alle performance, sul podio sono saliti atleti provenienti da 5 continenti. Le vincitrici della OCC (Miao Yao), della CCC (Toni McCann) e dell'UTMB (Katie Schide) formavano il podio femminile della OCC dello scorso anno (Toni 1ª, Katie 2ª e Miao 3ª). Per quanto riguarda i finisher, 6.853 uomini e 2.102 donne hanno tagliato il traguardo di Chamonix.

TRA CONFERME E SORPRESE, UN UTMB RICCO DI COLPI DI SCENA: L’edizione 2024 verrà ricordata per la riconferma dell’americana Katie Schide (UTMB Index 826), che ha corso la gara più prestigiosa delle finali (176,4 km / 9.915 m D+) adottando la stessa strategia del 2022: ha preso il comando della gara femminile, unendosi al gruppo élite maschile. Da quel momento in poi, le rivali non l'hanno più vista. Al traguardo, uno stratosferico finish time di 22h09'31'' le è valso il 13º posto assoluto. Chi invece ha letteralmente stupito è stato l’ingegnere preposto allo sviluppo prodotti in HOKA, Vincent Bouillard (UTMB Index 832), che, dopo il forfait di vari big, ha regalato un finale emozionante con una vittoria di prestigio. Il suo 19h54'23''

è ora il 4º crono nella storia dell'UTMB, dopo François d'Haene nel 2017, Kilian Jornet nel 2022 e Jim Walmsley nel 2023. A 31 anni, ha dimostrato che nulla è impossibile.

MARTINA VALMASSOI, GRANDE TRA LE GRANDI

La cadorina del Team Salomon aveva un conto in sospeso con questa gara. Lo scorso anno vi era arrivata in condizioni non ottimali, aveva provato a stringere i denti, ma aveva alzato bandiera bianca quando i dolori si erano fatti eccessivi. Quest’anno la sua strategia è stata più accorta: non si è fatta trascinare dalla foga nei primi chilometri, per poi andare in rimonta nella seconda parte, da Courmayeur fino al traguardo di Chamonix. I momenti di difficoltà, ovviamente, non sono mancati, ma li ha saputi gestire, chiudendo 9ª donna in 25h42'02". Chapeau.

FRANCESCO PUPPI, UNA GARANZIA

Che il comasco sia un polivalente, lo si sapeva. L’atleta del Team Nike sa essere performante come stradista, nei cross, nel mountain running classic e nel trail; una dote non da poco. Dopo il terzo posto in rimonta alla OCC 2023, riconfermarsi ad altissimi livelli sulla medesima distanza (57 km con oltre 3.600 metri di dislivello positivo) non era facile; invece, dimostrando grande conoscenza dei propri mezzi, Puppi è riuscito a staccarsi dal gruppo dei migliori quando i ritmi erano eccessivi, per poi impostare una gara tutta in rimonta che l’ha portato a chiudere 2º a pochissimo dall’americano Eli Hemming. Davvero niente male. Sarà interessante, in futuro, osservare il suo ulteriore processo di crescita, che lo potrebbe portare a mettersi alla prova anche su distanze superiori. Avanti tutta.

CAMILLA MAGLIANO, UNA DA TENERE D’OCCHIO

Sempre sulla OCC, la piemontese del Team Altra, recente vincitrice di due titoli iridati ai mondiali master, è riuscita a regalarci una delle pochissime soddisfazioni, centrando un posto nella top ten di giornata (7ª piazza). Per tenacia e tecnica di corsa, anche lei, come Puppi, ha nelle corde un ulteriore step su distanze più lunghe… stay tuned!

GLI ITALIANI E LE LONG DISTANCE

Per mentalità e cultura, i nostri mountain runner di maggiore talento hanno sempre prediletto le distanze corte, spingendosi al massimo poco oltre la maratona. A frenarci è anche una sorta di retaggio culturale in base al quale l’approccio alle ultra deve essere graduale. Non dico che sia sbagliato, tutt’altro. Dico solo che all’estero atleti e preparatori osano di più. Negli ultimi anni abbiamo visto diversi giovani di talento cimentarsi con successo anche sulle cento miglia; gli esempi sono molteplici. Come in ogni cosa, “in medio stat virtus”: continuiamo a tutelare i nostri ragazzi, ma non tarpiamo loro le ali. Dopo tutto, la corsa in natura non è solo skyrunning o mountain running classic. Osare e sperimentare con cognizione di causa, dando la possibilità agli atleti con indiscusse doti di endurance di esprimersi senza troppe preclusioni, potrebbe in futuro regalarci belle soddisfazioni anche nelle gare UTMB.

Vincent Bouillard
Martina Valmassoi
Francesco Puppi

AI PIEDI DEI CAMPIONI

A Chamonix abbiamo avuto l’occasione di testare in anteprima le nuove Tecton X 3 di HOKA insieme a Jim Walmsley, vincitore di UTMB 2023 di Pietro Assereto

Jim Walmsley è un atleta che non ha bisogno di presentazioni. Il 33enne ultra-runner di Phoenix, Arizona, ha realizzato il sogno di una vita vincendo l'UTMB nel 2023, dopo essersi trasferito l’anno prima ad Arêches, in Francia, con la moglie Jess Brazeau, per prepararsi al meglio. La mossa che ha cambiato la sua vita ha dato i suoi frutti: Jim si è imposto al quinto tentativo, diventando il primo uomo statunitense a vincere l'evento e ottenendo il record del percorso. Abbiamo avuto l’occasione di parlare con lui a inizio agosto, nello chalet di HOKA, in occasione della presentazione delle nuove Tecton X 3 ai media.

Ciao Jim, ma come fai a correre per così tanti chilometri?

Nelle gare lunghe cammino anche, giuro! Paradossalmente le gare più lunghe sono più semplici perché per lunghi tratti cammino veloce e non corro. Poi ovviamente ci sono le soste nei punti ristoro che ti rimettono a lucido. È molto una questione mentale: l’importante è avanzare dal punto A al punto B, correre o camminare dipende dal momento della gara.

Quando hai iniziato a correre?

Da bambino giocavo a calcio, mi piaceva tantissimo. A 14/15 anni ho iniziato a fare anche atletica e ho dovuto fare una scelta. Il calcio sarà sempre il mio primo amore ma del track and field amavo la comunità e le persone che frequentavo praticando questo sport. Per tutto il liceo e l’università ho corso e ho smesso quando ho iniziato a lavorare, a 24 anni, non riuscendo a trovare il tempo. Nel 2014 mi sono poi trasferito in Montana e lì ho scoperto l’outdoor, il trekking e la natura nel lato più puro. E poi ho scoperto la corsa in montagna ed è come se un cerchio si fosse chiuso per me: potevo esplorare i posti correndo, un sogno! In poco tempo ho realizzato che era una vera e propria disciplina con gare e circuiti e ho voluto provarci.

Quando hai realizzato invece che poteva diventare il tuo lavoro?

Che ero forte quasi subito perché comunque avevo un background di atletica, ma non pensavo di poter vivere con il trail. In Montana lavoravo inizialmente in un negozio di bici e solo a 26/27 anni ho firmato per HOKA. A quel punto decisi di mollare il mio lavoro e concentrarmi solo sul trail running.

Come ti ha contattato HOKA?

Nei primi mesi del 2016 ero in forma, mi allenavo benissimo e avevo accumulato una serie di ottimi risultati in gare anche importanti in America, tra cui anche Western States. Ho attirato l’attenzione di qualche brand tra cui anche HOKA, con la quale ho firmato il mio primo contratto nell’autunno del 2016. Abbiamo un ottimo rapporto, motivo per il quale ho rinnovato con loro parecchie volte da allora.

HOKA viene vista diversamente in Europa rispetto agli States?

Sì, sicuramente. Il brand è diventato famoso per le sue scarpe da

ultra distanze, comode e ammortizzanti. Negli anni, proprio in virtù di questa comodità eccessiva, la community in America si è allargata e oggi è normale vedere infermieri, meccanici, camerieri con ai piedi delle HOKA. In Europa, e quindi anche in Italia, il marchio è più legato alla performance e alla vita sportiva in generale, ma secondo me anche qui si indosseranno tutti i giorni.

Quanto vieni coinvolto nella realizzazione delle calzature?

Dipende dalla scarpa. Per la Tecton X 3, per esempio, sono stato coinvolto tantissimo: indossavo un prototipo già due anni fa. L’ho indossata quasi tutti i giorni, ci ho gareggiato e mi sono permesso di dare dei consigli e chiedere delle customizzazioni. Ho un rapporto molto speciale con questa scarpa, la sento tanto mia. Secondo me è davvero perfetta: le mie esigenze sono ovviamente differenti dall’utente medio ma penso che avrà un grande successo.

_TECTON X 3

Rappresenta l’apice dell’innovazione nella gamma trail del brand, grazie alla tecnologia avanzata delle piastre in carbonio parallele, all’intersuola in PEBA, al design della tomaia privo di elementi di attrito, oltre che al comprovato successo nelle gare.

L’intersuola è stata rinnovata con schiuma PEBA a doppio strato, una superficie più morbida sulla parte superiore per l’ammortizzazione e l’impatto, e uno strato leggermente più solido nella parte inferiore che garantisce agilità e precisione sui terreni tecnici. Le piastre propulsive parallele in fibra di carbonio si sono ulteriormente rinnovate: ora dotate di alette, le piastre più larghe si avvolgono lungo il fianco del piede per un maggiore controllo nelle zone più importanti.

Nella tomaia, un nuovo collarino in tessuto funge da fascia per evitare che i detriti del sentiero entrino nella scarpa. L’allacciatura ghillie, la tomaia Matryx leggera in tessuto e a rapida asciugatura creano una calzata da gara, ideale per le giornate più impegnative sul trail.

Le forme dei tasselli da 4 mm sono state ridisegnate e riposizionate, per offrire una trazione e un’aderenza ancora migliori sulla suola Vibram Megagrip.

ROSSIGNOL GUARDA AL FUTURO

Si chiama Vezor ed è stata presentata a Chamonix. Cuore francese ma sviluppata a Montebelluna in tre anni di lavoro, è un ulteriore step nella strategia di diversificazione del brand

Tanta curiosità da parte della stampa di settore per la presentazione, a Chamonix in occasione di UTMB, della prima scarpa da trail running del brand Rossignol che, in questo modo, compie un ulteriore passo avanti nella propria strategia di diversificazione accompagnando gli appassionati di outdoor per tutto l’anno. Il marchio nato nel 1907 nel cuore delle Alpi Francesi, che negli ultimi anni ha introdotto l’abbigliamento tecnico, le mountain bike e le scarpe da trekking, guarda oltre e mette in pista un ulteriore modello per il 2025 e una calzatura long distance per l’anno successivo, come ci hanno confermato “gli uomini” del team R&D nell’intervista di seguito riportata.

Team tecnico Rossignol. Da sinistra Eduardo Motta - footwear project leader, Alberto Ghedinsenior footwear designer, Andre-Jean Kruajitch - performance product manager

Quanto tempo ci è voluto per sviluppare il progetto di questa prima scarpa trail griffata Rossignol?

La nuova scarpa Rossignol Vezor è frutto di più di tre anni di ricerca, sviluppo e test approfonditi nel nostro stabilimento italiano di Montebelluna (TV), dove ha sede il reparto R&D di Rossignol per scarponi da sci, da fondo, da snowboard e ora anche per le calzature. In questo territorio, epicentro mondiale della calzatura tecnica, risiede una squadra di 30 tecnici che lavorano in modo trasversale su tutti i progetti Rossignol "attorno al piede". I tecnici sono partiti dalla grande conoscenza dell'anatomia del piede acquisita in decenni di lavoro e di

_VEZOR IN BREVE

migliaia di scansioni di piedi raccolte per poter creare prodotti studiati nei minimi dettagli.

Chi sono stati i primi tester selezionati e quale contributo hanno dato?

Il responsabile dei test sci Andre-Jean Kruajitch ha creato appositamente la "Band of testers" per il trail running, seguendo il nostro celebre motto della "Band of Heroes" che raduna i migliori atleti della Coppa del Mondo di sci. Questa squadra di tester internazionale ha provato su terreni diversi in ogni parte del mondo tutti i prototipi delle scarpe per perfezionare il progetto e portarlo al livello tecnico che desideravamo.

Come si posiziona la scarpa sul mercato (in base alla fascia di prezzo e alle caratteristiche)? È stato sviluppato anche un modello più basic, per il runner "meno evoluto"?

La Vezor arriverà nei negozi nel mese di febbraio 2025 al prezzo di listino di 180 euro. Si tratta di una scarpa ad alte prestazioni per terreni tecnici e medie lunghe distanze, con grande aderenza grazie alla suola Michelin. Vezor sarà accompagnata da un altro modello da trail running chiamato Venosk, un scarpa door-to-trail, leggera, traspirante, e dinamica, per l'allenamento e le medie distanze, con un ottimo equilibrio tra vestibilità, prestazioni a aderenza. La Venosk si posizionerà a 140 euro.

Quali saranno i prossimi passi in ottica di una collezione più ampia e articolata?

Il progetto trail running di Rossignol è solo all'inizio e prevede un ampliamento della gamma nei prossimi anni, a partire dalla stagione 2026, quando arriverà un nuovo modello per le lunghe distanze. In ogni caso il progetto footwear rimarrà concentrato sul trail, non allargandosi al running, per rimanere fedeli al dna del brand Rossignol che da sempre è legato agli sport di montagna.

RETE A TRE STRATI / traspirante, antidetriti, avvolgente INTERSUOLA / doppia densità, schiuma EVA e iniettata di azoto

DIAPAZON+ E SENSOR 3 / elasticità, stabilità e sensibilità del terreno SUOLA / tacchetti da 4 mm e mescola Michelin con tecnologia Formula

PESO / uomo: 282 g per scarpa (taglia 42) - donna: 231 g per scarpa (taglia 38)

STACK / punta: 23 mm - tallone: 29 mm

DROP / 6 mm

NEI NEGOZI
FEBBRAIO 2025

PRONTI A STUPIRE

ASICS ha presentato al suo FujiTrail Camp la nuova calzatura da trail running:

METAFUJI TRAIL

Questo nuovo modello è dotato di una piastra in carbonio a tutta lunghezza specifica per la corsa in montagna, un'ammortizzazione avanzata e un grip di livello superiore.

La METAFUJI TRAIL unisce le più recenti tecnologie di ASICS a ele menti già consolidati da tempo, con un unico obiettivo: portare i trail runner a un livello successivo. La in carbonio è stata studiata per un utilizzo su terreni sterrati ed è posizionata strategicamente tra due strati di schiuma che aiutano a stabilizzarla per ga rantire una spinta in avanti ricca di energia, sen za compromettere la performance in discesa. L'intersuola combina le schiume FF BLAST TURBO e FF BLAST PLUS, morbide ed elasti che, per una partenza più leggera e dinamica.

La massima ammortizzazione, che si traduce in un'altezza di stack di 40,0 – 45,0 mm, non solo offre un comfort superiore su qualsiasi distanza, ma favorisce un recupero più rapido, riducendo l'impatto sulle gambe. Il mesh con caratteristiche di leggerezza, elevata durata e alto contraccolpo, combinato con filati in Pebax, crea una unica, traspirante e flessibile, che assicura stabilità al mesopiede. La linguetta a soffietto, leggermente imbottita, e il sistema di allac

ciatura a stringhe contribuiscono ad aumentare l'aderenza e il comfort durante la corsa. Dotata di suola con tecnologia ASICSGRIP con tasselli da 4,5 mm, METAFUJI TRAIL garantisce un'aderenza e un'agilità eccezionali, soprattutto per corse veloci su diverse superfici.

_PARLA MAGDALENA GASSEBNER, SENIOR PRODUCT MARKETING SPECIALIST

Vogliamo portare avanti lo spirito Fuji

ASICS Italia - 0171.416111 - info@asics.com

Nell’universo ASICS quanto conta la sfera Metafuji?

Tantissimo. Nelle ultime stagioni ci siamo concentrati molto sulla nostra gamma di scarpe da trail running e vogliamo diventare uno dei protagonisti in questo mondo. Questo si traduce nell’aggiornare costantemente la nostra gamma di prodotti, di introdurre nuovi articoli sul mercato e di ampliare il nostro portfolio di atleti. Oggi abbiamo quasi 50 atleti che sponsorizziamo. E sì, vogliamo portare avanti lo spirito del FUJITRAIL, perché si collega anche al nostro patrimonio giapponese, naturalmente con il Monte Fuji. Lo si vede sulle nostre scarpe: usiamo un logo ad hoc per dare risalto a questo aspetto e consolidare sempre di più questa identità anche agli occhi dei consumatori.

Quanto sono importanti gli atleti per ASICS?

Estremamente importanti. Se loro sono soddisfatti dei nostri prodotti, vuol dire che stiamo lavorando nella maniera corretta. Lavoriamo a stretto contatto con loro anche per quanto riguarda lo sviluppo del prodotto. Ci assicuriamo sempre di coinvolgerli nei test, di integrare il loro feedback e di invitarli in luoghi come questo (FujiTrail Camp di ASICS a Chamonix, ndr) per farli sentire coinvolti e per farli respirare un’atmosfera diversa.

La Metafuji è nata da un’idea di Andreu Simon, vostro atleta di spicco, corretto?

Sì, esatto. Inizialmente lui correva con le Metaspeed ma ovviamente non sono idonee a determinati terreni. Nel 2022, durante il Trail de Saint-Émilion, abbiamo quindi deciso di mettere su quel modello una suola da trail: la gara non è andata male ma la calzatura si è totalmente distrutta. È stata la scintilla che ha dato il via al progetto. Come vi posizionate nel mercato italiano?

In Italia vogliamo crescere tanto, così come in Spagna. In Francia invece stiamo andando forte e per noi è importante essere presenti in queste regioni alpine dove il trail è di casa. La gente associa il mostro marchio più alla corsa su strada ma vorremmo essere trai i protagonisti anche in questo settore.

Cosa offre UTMB ad ASICS e cosa invece offrite voi alla competizione?

Noi offriamo un posto, il Fujitrail Camp, dove poter fuggire dal caos che popola Chamonix durante i giorni dell'Ultra-Trail. L’idea è di mostrare la nostra identità, lontana dalla competitività che regna negli altri brand. UTMB ci offre una vetrina incredibile per crescere in questo settore perché Chamonix è davvero La Mecca di questo sport.

STARWATCH

Il nuovo fēnix 8 di Garmin è più completo che mai, con nuove funzionalità e un upgrade del software. Ideale per chi vive l’outdoor a 360 gradi e per i viaggi…

nello spazio

In esclusiva a Chamonix, in occasione dell’UTMB, Garmin ha svelato al pubblico l’ultima versione del suo modello più iconico. Uno smartwatch il cui nome è diventato sinonimo di passione e competizione con sé stessi, in grado di rivoluzionare il modo di concepire la tecnologia da polso dedicata allo sport. Stiamo parlando ovviamente di fēnix. L’evoluzione del modello introduce un set di funzioni dedicate al potenziamento, con allenamenti di forza studiati per solleci tare gruppi muscolari specifici per ogni singola attività.

La batteria si conferma di ampia durata: la versione AMOLED da 51 mm offre fino a 29 giorni in modalità smartwatch mentre la versione Solar con display always-on garantisce fino a 48 giorni di autonomia. Tutti i sedici modelli della serie sono stati concepiti con grande attenzione e meticolosità, per mantenere quegli inconfondibili dettagli che hanno reso fēnix riconoscibile al primo sguardo: layout pulito e funzionale, dimensioni dei pulsanti ottimizzate per una navigazione intuitiva all’interno dei menu, presenza di viti in acciaio a vista su anse rivestite in metalli preziosi come il titanio o resistenti come l’acciaio. Per resistere a qualsiasi condizione e ambiente, pulsanti e sensori interni godono di una formidabile protezione, grazie a un incremento dell’impermeabilità e soprattutto al rivestimento metallico posto sui fori della cassa, riservati ai sensori. Il display, anch’esso sottoposto a sollecitazioni esterne negli ambienti più impervi, è protetto da vetri Gorilla Corning e dall’incredibile resistenza del vetro zaffiro nelle versioni Sapphire. La serie è stata progettata per essere sempre al polso e migliorare qualsiasi esperienza di utilizzo, sia in contesto sportivo che nella quotidianità.

Le sessioni di allenamento, le impostazioni del timer e tante altre funzioni possono essere attivate comodamente dallo smartwatch utilizzando la propria voce grazie ai nuovi comandi vocali.

Lo schermo AMOLED, nitido e dai colori brillanti, si combina con l’alta reattività del touchscreen, rispondendo alle esigenze di chi desidera al polso un accessorio efficiente e dal grande impatto visivo. Durata estrema e ancora più tempo dedicato alle proprie passioni sono garantiti dalla tecnologia di ricarica solare Garmin nelle versioni con display MIP. Il pluriennale know-how di Garmin nello sviluppo di soluzioni di ampia durata ha permesso alla versione di fēnix 8 Solar da 51 mm di diametro di raggiungere una autonomia fino al 50% maggiore rispetto alla versione precedente.

I profili sportivi disponibili si sono arricchiti ulteriormente grazie all’introduzione della sezione DIVE: la tecnologia di assistenza all’immersione subacquea e i sensori di orientamento permettono di spingersi fino a 40 metri. L’esplorazione ovviamente non si ferma all’acqua: la mappa TopoActive, scaricabile su tutti i modelli e precaricata nelle versioni Sapphire, fornisce informazioni precise su rete stradale e morfologia del territorio, ma anche un database dei più importanti comprensori sciistici del mondo. È possibile poi sottoscrivere all’abbonamento an nuale alle mappe premium Outdoor Maps+, per una visualizzazione ancora più dettagliata e completa di immagini satellitari. E come ci ha svelato Martin Resch, head of product management outdoor EMEA, il fēnix 8 è pronto letteralmente a spiccare il volo: proprio in questi giorni sarà infatti indossato da un gruppo di astronauti.

Garmin Italia - garmin.com

_PARLA MARTIN RESCH, HEAD OF PRODUCT MANAGEMENT OUTDOOR EMEA di Pietro Assereto

“fēnix è quello che è oggi perché rappresenta il numero uno in termini di tecnologia e funzionalità”

L’avete definito l’upgrade più significativo di sempre. Perché?

Solitamente facciamo un upgrade importante ogni due anni, e nel mezzo quelli più incentrati sul software che chiamiamo “intermediate updates”. Ma anche quando facciamo aggiornamenti di spicco non andiamo mai a modificare tanto la tecnologia e l’hardware come abbiamo fatto passando dal fēnix 7 Pro al fēnix 8. Design nuovo, software aggiornato, funzionalità tutte da scoprire. È davvero un cambiamento epico.

Qual è l’idea dietro al progetto? Sentivate la necessità di aggiornare un prodotto di così tanto successo?

Lavoriamo sempre per migliorare i nostri prodotti, indipendentemente da quanto siano popolari e di successo. fēnix è quello che è oggi perché rappresenta sempre il numero uno in termini di tecnologia e funzionalità: siamo costantemente impegnati nel suo sviluppo, introducendo novità a questa gamma di prodotto. Il cliente apprezza il suo look sportivo, che manteniamo nello sviluppo del design, cosicché il cliente si sente sempre a casa e non veda l’ora di acquistare il nuovo fēnix. Un grande prodotto per l’outdoor, ma anche per lo spazio.

Sì, esatto. Essere sul polso dell’equipaggio della missione spaziale Polaris Dawn è una cosa di cui andiamo molto fieri sopratutto se si pensa che tutto ciò non è frutto di una collaborazione di marketing, bensì di una scelta che ci ha visti selezionati da parte di TRISH (Translational Istitute for Space Health), il centro di

ricerca supportato dalla NASA. La scelta di TRISH ha premiato così l’accuratezza del tracciamento e monitoraggio dei parametri fisici e la durata delle batterie garantita dai nostri fēnix.

Qual è la vostra nuova funzionalità preferita?

Per quanto mi riguarda, ti cito un’attività nuova che abbiamo inserito: l’immersione subacquea. Per me è stato molto divertente imparare questo nuovo sport. Inoltre, apprezzo tantissimo l'introduzione del microfono: sicuramente niente di rivoluzionario, molti altri orologi ce l’hanno già.

Qual è la differenza tra i due display e quale consigliate?

I due display disponibili sono AMOLED e MIP con ricarica solare. Quest’ultimo, nitido e dai colori brillanti, si combina con l’alta reattività del touchscreen, rispondendo alle esigenze di chi desidera al polso un accessorio efficiente e dal grande impatto visivo. Per chi invece ha bisogno di ricaricare la batteria tramite i raggi solari, la versione solar è sicuramente meglio.

Come funzionano le mappe pre-caricate?

Si accede alla funzione mappa e sono sempre lì, residenti. Non è necessario preoccuparsi di dover memorizzare una mappa nella cache come avviene per altri smartwatch. Per questo motivo abbiamo precaricato regioni di grandi dimensioni e, una volta integrate nel software, siamo in grado di eseguire la funzionalità di routing in modo eccellente.

FUGA EX 330 SUL PODIO AL TOR DES GÉANTS

La nuova calzatura di Kailas per le lunghe distanze, realizzata in collaborazione con Franco Collé e da lui stesso presentata al TorX, è stata ai piedi di alcuni dei migliori atleti in gara

di Tatiana Bertera

Una medaglia d’oro al Tor130 grazie alla prestazione di Gionata Cogliati, un argento sulla nuovissima Tor100 grazie a Donatello Rota e, ciliegina sulla torta, il terzo posto di Martin Perrier nella gara regina: il mitico Tor330. E, non da ultimo, anche una quarta piazza (sempre sulla distanza da 130 km) a opera di Danilo Lantermino. Incetta di successi per la nuovissima FUGA EX 330 ai piedi degli atleti del team Fuga Kailas e grande soddisfazione per il brand asiatico che, dopo aver approcciato il mondo del Tor des Géants come main sponsor con lo zainetto Fuga Air negli anni 2022 e 2023, ha stipulato con la gara più famosa delle ultradistanze un accordo di Premier Partnership di cinque anni (quinquennio 2024/2028). Presente anche il quattro volte campione Franco Collé. Quello tra lui e François D'Haene era il testa a testa più atteso. La conoscenza del terreno e l’esperienza pluriennale di Collé avrebbero potuto davvero fare la differenza e dare vita a una sfida a dir poco epica tra i due titani della corsa long distance. Sfida rimandata visto che a pochi giorni dal via il Valdostano si è trovato costretto a dare forfait a causa di un problema al ginocchio. La vittoria (ma non il record!) è andata al campione francese che, però, si è trovato ad alternarsi in testa alla gara con diversi avversari. Tra questi anche la punta di diamante francese del Fuga team Martin Perrier che, con ai piedi le nuove scarpe perfezionate da Collé e il cui nome non lascia dubbi sulla loro destinazione d’uso, si è accaparrato il terzo posto dietro a Beñat Marmissolle.

to chiara, incentrata sui punti vendita indipendenti, prettamente specialisti. Questa strategia, che a oggi ha già mostrato i primi frutti, verrà perseguita e implementata anche in futuro. In Europa, al momento, Kailas conta una presenza sul mercato francese, svizzero e spagnolo. La strategia del brand è quella di continuare ad ampliare le collaborazioni con altri Paesi europei, passo dopo passo, così da arrivare ad avere una copertura in tutto il panorama del vecchio continente nel giro di pochi anni. E la strategia di comunicazione invece?

Per quanto riguarda la strategia comunicativa, Kailas in questa prima fase ha già dimostrato di essere un brand di caratura mondiale; l’accordo di sponsorizzazione come “Premier Partner” del TorX, la creazione di un Kailas Fuga Team capitanato dal plurivincitore e recordman dello stesso TorX Franco Collé, la presenza ad alcune delle più importanti gare di ultra trail running (UTMB, Swiss Peaks, etc.), sono solo alcune delle operazioni di comunicazione intraprese in questi anni. Nel prossimo futuro queste attività si arricchiranno di nuove opportunità e collaborazioni.

Quanto è difficile per un nuovo brand entrare in un mercato con marchi già forti e super conosciuti e quale è stata la prima risposta da parte del pubblico?

Kailas, marchio di attrezzatura e abbigliamento per la montagna nato nel 2003 in Cina, ha stabilito una solida presenza nel Paese d’origine svalicandone i confini. La collaborazione con VDA Trailers (società organizzatrice di TorX e Gran Trail Courmayeur) è finalizzata ad aumentare la visibilità del marchio al di fuori dell’Asia. Ne abbiamo parlato con Gabriele Mattiauda - brand manager Kailas in Sprint Commerce Distribution.

Oltre alla collaborazione quinquennale con le gare TorX, Kailas sponsorizza (o ha in programma di sponsorizzare) altre gare in Italia?

Kailas in questo biennio è già stata presente in qualità di sponsor a diverse gare nel panorama nazionale. A livello strategico, è ferma intenzione del brand continuare e implementare le collaborazioni con gare ed eventi locali e nazionali, specialmente laddove siano coinvolti punti vendita autorizzati Kailas, così da avvicinarsi sempre più a coloro che praticano il trail running e respirano l’outdoor nel quotidiano. Arrivato in Italia nell’anno 2022, Kailas si sta facendo strada in Europa e nel nostro Paese. In particolare quale è la strategia adottata per la distribuzione in Italia?

Il brand Kailas è arrivato in Italia, come primo Paese europeo, nel 2022. In questi due anni è stata adottata una strategia distributiva mol-

L’inserimento di un nuovo brand all’interno di un mercato che, in particolare nelle ultime stagioni, è stato protagonista di una crescita sia numerica che di visibilità, è sicuramente complesso. I fattori sono molteplici: in primis la situazione economica non positiva che sta attraversando il mercato europeo, in seconda battuta la presenza di marchi storici e affermati che continuano a sviluppare e investire, infine la riluttanza iniziale del consumatore nei confronti di un nuovo brand. Kailas ha affrontato queste sfide facendo leva principalmente sulle qualità tecniche del prodotto, creando in breve tempo un passaparola di positività e consapevolezza nell’ambiente del trail running. Questo, unito alla costante presenza sul territorio e agli importanti investimenti di immagine e visibilità hanno fatto sì che oggi, appena due anni dopo l’arrivo in Italia, Kailas sia una realtà riconosciuta e rispettata nel panorama nazionale e internazionale. Quanto e come la figura di Franco contribuisce e continuerà a contribuire per la diffusione del marchio?

Franco Collé si è dimostrato fin da subito una persona, oltre che un atleta, di grande caratura, sia professionale che umana. La sua esperienza è stata, e continua a essere, di assoluta importanza per lo sviluppo e la crescita di Kailas. L’imprevisto di quest’anno (infortunio al menisco) siamo convinti che non lascerà strascichi in Franco, che, grazie al suo carisma, tornerà a gareggiare al più presto con ancora più caparbietà e forza di prima.

Gabriele Mattiauda
© Kailas Fuga Team

FUGA EX 330 DI KAILAS: UN NOME, UNA GARANZIA

Il modello 330 è chiaramente un omaggio alla distanza regina del TorX. Sviluppato a partire da quello indossato da Collé nel 2023 per migliorare il suo stesso record

In occasione della TOR330 del 2023, Franco Collé ha nuovamente battuto il suo record con il tempo di 66:39:16, diventando quattro volte campione TOR330. Rimane l'unico corridore a realizzare questa straordinaria impresa nella storia. A partire dalle scarpe che ha indos-

sato durante quel viaggio, è stato sviluppato il modello FUGA EX 330, progettato specificamente per le gare su lunghe distanze con elevato assorbimento degli impatti, un rebound e una traspirabilità migliorati, maggiori sostegno e protezione.

ALLACCIATURA

STABILE E PRECISA

AWS 3.0 Two-Section Lace Tightening System

Il sistema a doppia chiusura

AWS 3.0 offre un avvolgimento preciso e stabile, prevenendo efficacemente la formazione di disagi e infortuni

Assorbono meglio gli impatti, riducono la pressione su ossa e articolazioni e diminuiscono il rischio di infortuni.

L'intersuola in foam supercritico assicura un supporto stabile e duraturo, per un maggiore comfort sui percorsi di lunga distanza

VIBRAM MEGAGRIP OUTSOLE

Design dei tasselli a “5 zone” – 4 mm

Forniscono un grip maggiore, per migliorare le prestazioni su terreni complessi come montagne, fango, sabbia, terreni erbosi e scivolosi e rocce

CUSHIONING & SUPPORTO COSTANTI

Rebound:

s.commerce@sprint-commerce.it - sprint-commerce.it

The original merino base layer.

ATTERRAGGIO ULTIMATO

X-Bionic è ufficialmente sbarcato sul pianeta delle calzature e l’ha fatto in grande stile, con una scarpa estremamente tecnica: Terraskin di Pietro Assereto

Il brand svizzero ha dedicato più di due anni al progetto di portare la scarpa da trail running a un livello completamente nuovo. L’obiettivo? Quello di sviluppare una calzatura che combinasse elevata ammortizzazione con un alto grado di controllo. Ne abbiamo parlato con Flavio Guarnier, general manager footwear.

Cosa significa per voi entrare nel mondo del trail running?

X-Bionic è un brand estremamente tecnico e il nostro core business ruota attorno agli sport invernali in montagna. Vediamo quindi nel trail la nostra naturale estensione, in particolare verso la stagione estiva. Che occasione di mercato individuate in questa scelta?

Non siamo gli unici, ovviamente, che hanno guardato al trail running, diversi big brand sono entrati in questo mercato. È un mercato in crescita da anni e sta diventando sempre più importante: a mio parere sta gradualmente sostituendo l'hiking. D’altra parte, la scarpa da trail si sta anche trasformando in un prodotto lifestyle,

che molti utilizzano solo perché molto comoda e versatile. Dal nostro punto di vista, per non essere semplicemente l’ennesimo brand che si cimenta in questo settore, vorremo offrire un prodotto che possa realmente portare un valore aggiunto al mercato trail.

Da quanto ci lavorate?

L’idea è nata circa tre anni fa con il nuovo management, che ha scelto tra le varie colonne portanti del progetto anche quella di partire con il footwear in modo concreto. Esattamente a settembre 2022 abbiamo aperto un centro a Montebelluna: qui abbiamo tutti i macchinari necessari e un reparto di sviluppo vero e proprio che ci consente di portare l’innovazione a un livello più alto.

Quali sono stati i principali ostacoli nella realizzazione della scarpa?

Siamo partiti con un sogno, che era quello di fare una calzatura rivoluzionaria attorno a due concetti. Il primo, quello di creare una sinergia tra il calzino e la scarpa. Il secondo, di creare una sinergia tra tomaia e suola per dare un forte benefit a chi va a correre in montagna; proprio in tal senso abbiamo lavorato con una tecnologia che si chiama SPINWEAVE per realizzare una suola in grado di adattarsi a qualsiasi terreno, anche se irregolare ed una chiamata SPEEDFRAME per donare più stabilità. Abbiamo passato due anni intensi per cercare di capire come assemblare questi elementi. Devo dire che alla fine, facendo anche molte prove, siamo riusciti a ottenere un ottimo risultato. Sono stati due anni duri, pieni di sfide, quello sì. Il concetto “dalla pelle al terreno” è abbastanza rivoluzionario. Puoi raccontarcelo?

Ho sempre creduto che un buon calzino faccia veramente la differenza, ancora di più nel trail running. Ero anche un po' sorpreso che nessun marchio abbia mai pensato di creare una sinergia tra le due cose. Una volta indossati scarpa e calzino, il benefit è immediato perché c'è un senso di avvolgimento incredibile. Le nostre scarpe sono quindi vendute con il calzino abbinato. Nonostante le sfide, per noi era un benefit talmente importante che abbiamo insistito per offrire tutta la collezione con un packaging che comprendesse sia la scarpa che il calzino. È possibile inoltre acquistare singolarmente i calzini, per poterli sostituire in caso di usura.

Come volete posizionarvi sul mercato? Chi è il target?

Siamo convinti che per proporci in questo mercato dobbiamo

Flavio Guarnier
Terraskin, le nuove scarpe da trail X-Bionic

farlo in maniera ambiziosa. Crediamo fortemente a quello che proponiamo e pensiamo di poter dare un valore aggiunto al trail. Il nostro intento è di posizionarci con un target veramente alto, premium. Il nostro top di gamma è venduto a 300 euro, tutto il pack con il calzino. Abbiamo poi altri modelli: uno da 250 euro e uno da 200 euro. Tutte le scarpe sono vendute a un prezzo di fascia alta. Se pensiamo al nostro consumatore ideale è sicuramente un trail runner esigente che vuole qualcosa in più ed è disposto a spendere. Qual è la vostra strategia di comunicazione anche in termini di atleti, sponsorizzazioni, gare?

Lavoriamo con diversi atleti. Ne menziono uno in particolare:

Núria Picas, che ha vinto l'UTMB, la Transgrancanaria e, nel 2022, la Salomon Ultra Pirineu. È un'atleta che ci ha anche aiutato a sviluppare i nostri modelli negli ultimi otto mesi, è una delle nostre bandiere.

Che progetti futuri avete in merito?

Stiamo lavorando molto sul progetto System Gear, sulla sinergia tra calzino e scarpa. In contemporanea stiamo anche presentando una linea completa di abbigliamento da trail running, che comprende anche accessori. Sicuramente per noi il trail è una categoria importantissima, su cui puntiamo tanto e su cui stiamo investendo.

Sopra, Flavio Guarnier con l'atleta Núria Picas, che collabora nello sviluppo dei modelli X-Bionic

QUANDO LA MUSICA SALE IN QUOTA

Si è conclusa la 29esima edizione de “I Suoni delle Dolomiti”, il festival musicale di montagna tra i più famosi al mondo a cura della redazione

È terminato così, in uno dei modi migliori possibile: con un concerto di Roberto Vecchioni all’ombra del Catinaccio. Ideato da Paolo Manfrini per offrire un modo diverso di avvicinare le montagne oggi Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, questo festival si è distinto anno dopo anno sia per l’altissimo livello degli artisti presenti, ma pure per una progressiva attenzione a come inserire in modo armonico un evento oggettivamente caratterizzato dai grandi numeri in ambienti di grande delicatezza ecologica e paesaggistica. Nel tempo hanno assunto sempre più peso scelte strategiche come quella di allontanare il calendario dal periodo di maggiore frequentazione di queste montagne, una sorta di “fuori stagione” dove la musica diventa sovrana tra boschi e pareti. Ai concerti dei Suoni si arriva a piedi, alle volte all’alba, si usano prevalentemente mezzi pubblici o car pooling, non si lasciano segni della presenza umana che non siano un po’ di erba calpestata, non si urla o si schiamazza, si spengono radio e cellulari, ma si applaudono artisti di fama mondiale che scoprono, spesso per la prima volta con entusiasmo, che anche in luoghi aperti si possono riscontrare acustiche di ottimo livello. Il “popolo” dei Suoni conosce e segue questi eventi con attesa e partecipazione, tanto che alcuni “senatori” hanno collezionato numerose t-shirt Montura che, anno dopo anno, vengono prodotte con grafiche distintive per ricordare l’appuntamento. Montura è da sempre altresì presente anche con la vestizione degli artisti, che in alcuni casi mai avevano suonato in quota nella loro carriera e mai avrebbero pensato che per esibirsi sul palcoscenico delle Dolomiti

occorresse prepararsi anche da questo punto di vista. I Suoni hanno svolto un ruolo di sostenibilità anche in questo senso, poiché da anni “educano” i loro frequentatori ad approcciare la montagna in modo corretto e rispettoso dell’ambiente, degli animali, delle altre persone, adottando anche la corretta vestizione.

Mario Brunello, il grande violoncellista che fin dall’inizio si occupa della direzione artistica, così ha definito il “suono” delle Dolomiti: “È un suono da inventare, un suono che si costruisce per te stesso e per chi ti sta ascoltando nel momento in cui accade. Non è un suono predefinito, si crea nell’incontro tra la musica, ambiente e pubblico. È un’esperienza unica e irripetibile.” Che cosa siano i Suoni delle Dolomiti, Brunello lo ricorda con un aneddoto. “Al mio primo concerto, sotto le Torri del Vajolet, è arrivata una signora, partita apposta da Bergamo per ascoltare il concerto. È arrivata in ritardo, quando la musica era già finita. Era disperata. Non mi sono reso conto subito che era non vedente. Lei aveva il sogno di ascoltare la musica in mezzo alle Dolomiti, non di vedere le montagne, di sentirle attraverso la musica. Proprio lei che voleva essere in quel silenzio, in quello spazio per ascoltare la musica, mi ha fatto capire che l’idea del Festival era vincente”.

Mario Brunello e il team di Trentino Marketing, che da quasi tre decenni programma e gestisce questo festival, tanto copiato ma ineguagliabile, sono già al lavoro con Montura per la trentesima edizione, nel 2025, con la volontà di creare ancora qualcosa di unico, nel rispetto dei Monti Pallidi.

_IL MONTE ROSA DI COGNETTI AL “FESTIVAL DEI POPOLI” DI FIRENZE

Dopo la straordinaria prima mondiale del 6 agosto nella Piazza Grande di Locarno, dove ha aperto uno dei festival cinematografici più prestigiosi del mondo, il film “Fiore Mio”, opera prima dello scrittore Paolo Cognetti, vedrà la prima proiezione nazionale il 2 novembre al Festival dei Popoli di Firenze, uno dei festival dedicati al documentario più longevi ed importanti. L’autore delle “Otto montagne”, libro che nella trasposizione cinematografica aveva vinto il premio della Giuria al festival di Cannes, ha voluto in questa sua regìa portare tutto il proprio amore per la montagna che è diventata da alcuni anni la sua casa, il Monte Rosa. Ne è risultata un’opera delicata e personale, con la fotografia di alta qualità di Ruben Impens e con le musiche originali di Vasco Brondi, amico fraterno di Cognetti, che sarà al festival al fianco del regista. Dopo Firenze, “Fiore Mio” uscirà nelle sale italiane il 25-26-27 novembre. Montura è stata partner di questo film, prodotto da Samarcanda, Nexo Studios, Harald House e EDI Effetti Digitali Italiani con il sostegno della Film Commission Vallée d'Aoste. Per evidenziare questa collaborazione, nei Montura Store si potrà ritirare gratuitamente una cartolina per l’accesso alle sale cinematografiche in condizioni di favore.

Paolo Cognetti

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TIPO DI VALORE AGGIUNTO DISTRIBUTIVO VERSO COMUNITÀ E TERRITORIO NEL 2022

* Si specifica che per tale analisi è stato considerato un campione minore, sulla base dei dati disponibili nel triennio

LA GENERAZIONE DEL VALORE SOLIDALE

Stando a una ricerca di Dynamo Academy e SDA Bocconi Sustainability Lab, l’approccio strategico delle aziende ai temi ambientali e filantropici mostra un crescente impegno. È ormai consolidata una tendenza verso la responsabilità sociale di impresa (RSI), il cui obiettivo è creare un impatto positivo nella comunità in cui si opera di Ania Alleva

Environmental, Social e Governance sono le tre aeree dell’agire sostenibile a cui si riferisce l’acronimo ESG, utilizzato per verificare, misurare e controllare l’impegno responsabile di un’impresa o di un’organizzazione. Dynamo Academy e SDA Bocconi Sustainability Lab hanno scelto queste tematiche come campo di indagine, con particolare rilevanza data all'aspetto sociale. Il campione della ricerca, infatti, ha incluso 116 aziende in un’analisi volta a comprendere la direzione delle pratiche di sostenibilità a livello corporate e il loro ruolo incisivo nel benessere della società. Si parla, infatti, di responsabilità sociale di impresa (RSI), che comprende tutte quelle attività realizzate dalle aziende per affrontare in maniera attiva problematiche d’impatto civico ed etico sia verso i propri dipendenti, sia verso la comunità esterna e più eterogenea. L’elemento distintivo della RSI è quello di affiancare alla responsabilità economica anche quella sociale, che crea valori tangibili e intangibili, per tutto ciò che sta intorno all’azienda. Ne risulta la creazione di aspetti vincenti per l’impresa, per le persone, per il territorio e per l’ambiente. La ricerca ha dunque mostrato una crescente consapevolezza delle aziende, sempre più direzionate ad agire sia attraverso iniziative interne, che promuovono un ambiente di lavoro inclusivo, sia mediante attività rivolte a sostenere il territorio e le comunità che lo abitano. Secondo i dati, il 54% delle aziende prevede che gli aspetti ESG saranno completamente integrati in ogni area corporate tra due e cinque anni, indicando un impegno diffuso per rendere la sostenibilità una componente intrinseca delle decisioni aziendali. Inoltre, nel 68% delle imprese i team dedicati a tali tematiche mostrano propensione sempre maggiore a collaborare con altre realtà. Questa sinergia suggerisce un approccio integrato verso le sfide ambientali e sociali di questo momento storico, che riguardano questioni complesse e delicate. In conclusione, si aggiunge che tali attività di investimento influenzano positivamente la percezione del brand e la reputazione aziendale, registrando dei benefici tangibili e contribuendo a incidere in modo vantaggioso sulle decisioni d’acquisto e creando legami più solidi tra brand e clientela.

COMUNITÀ LOCALI E TERRITORIO CIRCOSTANTE:

IL VALORE AGGIUNTO

I risultati della ricerca di Dynamo Academy e SDA Bocconi Sustainability Lab indicano che il 70% delle imprese considera Comunità e Territorio come veri e propri stakeholders di riferimento. Inoltre, il 53% del campione ha attivamente coinvolto queste entità, svolgendo progetti mirati a promuovere la partecipazione delle comunità locali e a sostenere lo sviluppo del territorio circostante. Particolarmente significativo è il dato secondo cui il 31% delle imprese ha promosso iniziative di raccolta fondi presso dipendenti e clienti, dimostrando un impegno tangibile verso il supporto finanziario delle comunità locali. Allo stesso modo, un altro 31% ha introdotto programmi di volontariato aziendale, mettendo in atto un coinvolgimento diretto nei territori in cui operano. Sport, Cultura, Assistenza Sociale, e Ricerca Sanitaria si confermano come i principali settori di interesse e destinazione di investimenti aziendali. Il 62% delle imprese ha focalizzato il proprio impegno su iniziative legate a Cultura, Sport, e Ricreazione. Questo risultato riflette una tendenza consolidata nel supportare eventi culturali, iniziative sportive e progetti ricreativi. L'Assistenza Sociale si posiziona al secondo posto con il 53% delle realtà che ha destinato risorse a progetti volti a migliorare le condizioni di vita delle fasce più vulnerabili della società. La Ricerca Sanitaria e la Salute Pubblica rappresentano un ulteriore focus, coinvolgendo il 49% delle imprese. Parlando di cifre, gli investimenti nelle comunità delle grandi aziende analizzate pari a 555,6 milioni di euro, esprimono un valore aggiunto distribuito a comunità e territorio per impresa pari a 6,2 milioni di euro.

OLTRE OGNI CONFINE: LE INIZIATIVE FILANTROPICHE

Il 94% delle imprese coinvolte nella ricerca (di un campione specifico di aziende corporate partner di Dynamo Camp), si impegna concretamente nella tutela dei diritti umani, coinvolgendo attivamente la catena di fornitura. Il 97% di queste ha dichiarato inoltre di aver effettuato tali contributi senza finalità promozionali, evidenziando un reale impegno verso la comunità e le cause so-

Cultura / sport / ricreazione
Assistenza sociale Ricerca sanita / salute pubblica
Sviluppo econimico / coesione sociale
Protezione diritti minoranze
Protezione civile/ emergenze catastrofi
Istruzione Ambiente
Religione

ciali. Particolarmente interessante è l'attenzione verso beneficiari internazionali, con il 63% delle imprese che ha esteso il proprio sostegno oltre i confini nazionali. Questo dato sottolinea la crescente consapevolezza delle aziende riguardo alle sfide globali e la volontà di contribuire al miglioramento delle condizioni di vita a livello mondiale, con il 97% delle imprese che ha incluso tematiche di Diversity, Equity, and Inclusion (DEI) nei propri piani strategici. Nell'ambito delle pratiche interne, emerge che il 78% delle imprese ha implementato programmi di matching gift, un'azione che amplifica l'impatto delle donazioni attraverso il coinvolgimento dei dipendenti. L'81% delle aziende si è inoltre dedicato ad attività di volontariato, evidenziando un crescente spirito di solidarietà tra i collaboratori. Un aspetto interessante riguarda la presenza di politiche interne specifiche per il volontariato aziendale, adottate dal 67% delle imprese coinvolte. Questo dato riflette un'attenzione sempre maggiore verso la gestione strutturata e sostenibile delle attività di volontariato nell'ambito aziendale.

SEMPRE PIÙ CONSAPEVOLI

ALLOCAZIONE DI RISORSE E BUDGET NEI PROSSIMI DUE ANNI

Aumento significativo di risorse e di budget

Diminuizione significativa di risorse e di budget

Mantenimento di risorse e di budget a livello attuale

I BENEFICI AZIENDALI: L'ENGAGEMENT DEI DIPENDENTI E L'ATTRAZIONE DI NUOVI TALENTI

Per la quasi totalità delle imprese coinvolte nella ricerca, l'investimento nella comunità si traduce in una maggiore adesione ai valori aziendali da parte dei dipendenti e in un aumento dell'engagement complessivo. Gli sforzi concreti dedicati alle iniziative sociali di sostenibilità non solo promuovono un ambiente di lavoro etico e solidale, ma si riflettono positivamente sulla motivazione e sulla soddisfazione dei dipendenti. Un trend in costante crescita è rappresentato dall'attrazione di nuovi talenti. La capacità di attirare e trattenere professionisti qualificati è sempre più legata alla reputazione etica e sostenibile dell'azienda, trasformando l'impegno sociale in un vantaggio competitivo nella "guerra per il talento". Pertanto, le aziende che dimostrano un forte impegno negli aspetti sociali della sostenibilità si trovano in una posizione privilegiata nel mercato del lavoro.

TRA SFIDE E OPPORTUNITÀ

Dynamo Academy e SDA Bocconi Sustainability Lab hanno svolto l’indagine con l’intento di individuare le modalità attraverso cui la “S” (Social) dell’acronimo ESG si traduce concretamente nelle iniziative aziendali, valutandone le difficoltà. Infatti, il 44% del campione trova più complessa la misurazione degli aspetti sociali piuttosto che degli aspetti sostenibili, evidenziando la diversità e le sfide connesse alla valutazione dell'impatto sociale. Tuttavia, l'analisi degli aspetti ESG genera vantaggi concreti per le aziende, tra cui: Riduzione Dipendenza da Risorse Esterne, Attrazione di Nuovi Talenti e di Nuovi Investitori (52%). Il 40% segnala miglioramenti nella efficienza operativa, sottolineando come la sostenibilità possa integrare valori etici con l'ottimizzazione dei processi. LIVELLO

Comparando i dati del 2023 con quelli del 2017 e 2019, emerge una chiara crescita positiva. Mentre nel 2017 il 67% delle aziende implementava programmi di volontariato, nel 2019 tale percentuale era già salita al 74%, per poi attestarsi all'81% nel 2023. Un aumento costante che evidenzia una consapevolezza sempre maggiore dell'importanza del coinvolgimento attivo nella comunità. Infine, tornando al campione complessivo di 116 aziende, i dati mostrano una crescente consapevolezza e maturazione rispetto al tipo di orientamento che le aziende utilizzano negli investimenti filantropici: se nel 2017, prima edizione della ricerca, solamente il 56% delle imprese adottavano un approccio strategico, oggi il dato è in forte aumento (71%).

BENEFICI VERSO I DIPENDENTI DERIVANTI DALLE ATTIVITÀ DI INVESTIMENTO NELLA COMUNITÀ

BENEFICI NELLA PERCEZIONE DEI CONSUMATORI DERIVANTI DA ATTIVITÀ DI INVESTIMENTO NELLA COMUNITÀ

Adesione ai valori aziendali

Attrazione di nuovi talenti

Aumento engagement dei dipendenti

In questa pagina: grafici elaborati da Dynamo Academy secondo un campione di 116 aziende italiane

Consolidamento della brand reputation

Miglioramento della percezione del brand

Miglioramento della reputazione e fiducia dei consumatori

POLARTEC VINCE IL PRESTIGIOSO “R&D 100 AWARD 2024”

CON IL TESSUTO POWER SHIELD PRO

Polartec è orgogliosa di annunciare che il suo tessuto Power Shield Pro, che incorpora il nylon di origine vegetale Biolon, ha vinto il prestigioso riconoscimento “R&D 100 Award 2024” nella categoria Meccanica/Materiali. Questa competizione di fama mondiale, giunta alla sua 62a edizione, riconosce le innovazioni rivoluzionarie, scientifiche e tecnologiche provenienti da 16 Paesi. I vincitori sono stati selezionati da una giuria di 56 esperti e professionisti del settore a livello globale. Realizzata sulla scia del successo riscontrato da Polartec NeoShell – vincitore di un “R&D 100 Award” nel 2012 –, Polartec Power Shield Pro è una tecnologia nel settore dei tessuti per la protezione dagli elementi atmosferici ecosostenibile. La costruzione monolitica della membrana è estremamente durevole, altamente traspirante e priva di PFAS. Realizzato per resistere all’usura, con una capacità di resilienza su cui si può fare affidamento, il suo contenuto di origine vegetale al 48% diminuisce anche l’impronta di carbonio fino al 50%.

SALOMON PUBBLICA L’IMPACT REPORT 2023

CON LA SUA STRATEGIA DI SOSTENIBILITÀ

Salomon ha presentato il suo Impact Report 2023, il secondo resoconto annuale dopo quello del 2022, riguardante la strategia di sostenibilità del brand, per fare il punto a quasi un decennio dall’inizio del programma di tutela e rispetto dell’ambiente. Il report esamina i progressi compiuti verso gli obiettivi globali di sostenibilità, di riduzione delle emissioni dell’azienda e il suo impegno nel promuovere la circolarità e la riciclabilità nell’innovazione dei prodotti. In aggiunta, analizza la decisione di Salomon di rendere l’impronta di carbonio un KPI a livello aziendale: mossa che ha portato a una riduzione della stessa del 7% dal 2022. Ideato dal Team Leadership della Sostenibilità e dal Comitato Strategico della Sostenibilità, il disegno, chiamato “Change Our Tomorrow”, ha combinato l’analisi di Salomon attraverso la sua rete di stakeholder, gli studi di materialità del 2021 e 2022 e le priorità del marchio in relazione ai 17 SDG (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile) fissati dal comitato degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite.

IL PROGRAMMA GREEN DI EUROJERSEY

Nel 2024 EUROJERSEY si certifica come prima azienda tessile italiana made green in Italy e pubblica il nuovo footprint report per il quarto anno consecutivo, attivando anche una nuova partnership con Humana People to People Italia. L’impegno di EUROJERSEY nel campo della sostenibilità si rafforza dal 2007, anno in cui l’azienda ha introdotto il programma SensitivEcoSystem, una rivoluzione orientata a ridurre gli impatti ambientali e sociali lungo tutta la filiera. I tessuti Sensitive Fabrics sono scelti dai principali marchi dei settori sport, abbigliamento, intimo e costumi da bagno non solo per le loro prestazioni, ma anche per l’eccellenza dei processi produttivi e la misurazione dell’impatto ambientale. Grazie allo studio PEF – Product Environmental Footprint, verificato e validato da un ente terzo indipendente, EUROJERSEY si è certificata come la prima azienda tessile italiana made green in Italy. Questo schema nazionale volontario, proposto dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, valuta e comunica l’impronta ambientale dei prodotti, con una certificazione unica che valorizza la manifattura tessile responsabile italiana.

PARTNERSHIP

LA SPORTIVA E PICTURE INSIEME PER UNA CAPSULE COLLECTION

Giovedì 19 settembre, la redazione di Outdoor Magazine ha partecipato alla presentazione, nello store de La Sportiva di Trento, della capsule collection che l’azienda trentina ha sviluppato insieme a Picture dal claim “protecting the places we love”. Un connubio nato dal comune amore per la montagna e la sua salvaguardia, con l’obiettivo di unire le voci per lanciare un messaggio ancora più potente. Il ricavato delle vendite dei capi di questa speciale collezione sarà devoluto totalmente alla ONG Protect Our Winters, comunità outdoor impegnata a combattere la crisi climatica per

CHE CELEBRA L’AMORE PER L'AMBIENTE

proteggere il nostro pianeta. Per l’occasione è stato creato anche un logo speciale che mette insieme le due identità visive di La Sportiva e di Picture in un’unica immagine. L’appuntamento ha rappresentato anche l’occasione per lanciare il trailer del film Painting the Mountains realizzato da Picture con attrezzatura La Sportiva, girato in Patagonia e condiviso in contemporanea, oltre che a Trento, anche a Chamonix, Londra e Boulder, in Colorado. Durante la presentazione nello store del brand della Val di Fiemme, Francesco Delladio, footwear product manager di La Sportiva, ha raccontato la genesi del progetto. “Circa un anno e mezzo fa siamo stati contattati da Picture. Il brand francese stava cercando un partner tecnico per supportare un gruppo di freerider francesi e la troupe a loro seguito per la realizzazione di un film. Volevano tentare di registrare aperture e ripetizioni delle linee di discesa tra le più estreme e spettacolari di quel territorio, tra cui una che era stata conquistata per la prima volta dieci anni fa e mai più ripetuta sul Fitz Roy”. Inizia allora un periodo fatto di call per capire come organizzare al me-

glio la collaborazione. “Abbiamo accettato la sfida e lavorato insieme. Ci siamo accorti che c’erano tante affinità tra i due brand come la ricerca di soluzioni tecniche capaci di rispettare l’ambiente. Da qui è nata idea di una collaborazione, o meglio di unire le nostre voci per trasmettere idee comuni. Abbiamo creato una piccola collezione con materiali riciclati con un logo unico e nuovo per creare un messaggio che si distinguesse”, continua Delladio. Da quel momento è cominciata a formarsi anche l’idea di un progetto di capsule condivisa con l’intento di sensibilizzare le comunità montane sull’importanza della lotta ai cambiamenti climatici. Con il ricavato i due brand sosterranno POW che proseguirà nelle sue azioni per la tutela del clima, oltre a investire sulla crescita della piattaforma POWmobility.com per la mobilità a basse emissioni di carbonio e individuare tutte le linee di autobus che consentono l’accesso a luoghi per praticare sport.

Dave Graham © 2024 - Petzl Distribution - Lafouche

L'AGIRE RESPONSABILE DI MAGNET

Dal 2022 il nostro Gruppo ha ottenuto la certificazione B Corp, con l’obiettivo di alimentare un modello aziendale più virtuoso ed etico. La Relazione di Impatto è uno strumento utile per una maggiore consapevolezza e rispecchia trasparenza verso gli stakeholder di Ania Alleva

Dal 2004 a oggi, il gruppo editoriale Sport Press si è imposto in Italia come leader nell’editoria trade sportiva, allargando negli anni la sua attività anche verso il mondo fashion, gli eventi e la consulenza. Nel 2023 Sport Press ha avviato un rebranding e riposizionamento diventando MagNet e lanciando la sua terza divisione, dedicata alla consulenza e Human Resource. Con i suoi media, il gruppo editoriale raggiunge un pubblico eterogeneo con una readership complessiva di oltre 800.000 utenti. Dal 2015 organizza gli Outdoor & Running Business Days, appuntamento di riferimento per gli operatori outdoor e running. Nel 2021 ha lanciato a Milano con grande successo il progetto degli Emoving Days, evento al pubblico dedicato al settore della mobilità elettrica. Nel gennaio 2023, invece, la prima edizione dei Winter Business Days che si sono da subito confermati come l’appuntamento di riferimento del mercato trade invernale. A fine dicembre 2020, MagNet Srl è diventata Società Benefit, ufficializzando così il nuovo percorso intrapreso in nome di responsabilità etica, sociale e ambientale. Nel 2022 è stata ottenuta grazie al sostegno di Green Media Lab Srl SB la certificazione B Corp rilasciata da B Lab con un punteggio pari a 84,6.

SENSIBILIZZAZIONE SU TEMATICHE AMBIENTALI E SOCIALI

In quanto casa editrice, MagNet decide di dare voce a esempi virtuosi di pratiche, aziende e progetti. Per questo tutte le riviste della casa editrice inseriscono ogni mese almeno una news di sostenibilità rilevante per il settore di riferimento, quali eventi, iniziative e progetti a forte impatto sociale e/o ambientale.

CULTURA AZIENDALE E BENESSERE DEI DIPENDENTI

Otto dipendenti hanno partecipato attivamente alle attività di volontariato proposte da MagNet, usufruendo di 15 ore di volontariato aziendale presso due diverse associazioni a sostegno della comunità locale: Oklahoma e Recup. La prima si occupa di

accoglienza e accompagnamento nei confronti di ragazzi in difficoltà, mentre la seconda incentra la propria mission nella lotta allo spreco alimentare. In aggiunta durante l'anno, sono state erogate complessivamente 184 ore di formazione ai dipendenti, affrontando otto tematiche diverse, per promuovere una cultura aziendale inclusiva. Questi incontri hanno coperto argomenti importanti come la Diversità e l'Inclusione (D&I), il Bilancio di Sostenibilità, le certificazioni B Corp e il Greenwashing. MagNet sostiene inoltre lo sport come strumento di benessere fisico e psicologico, motivo per cui offre ai lavoratori un corso di yoga aziendale. Inoltre intende incentivare l’utilizzo di mezzi a ridotto impatto ambientale anche internamente, oltre che attraverso i propri eventi.

MEDIA PARTNERSHIP

Nel 2023 MagNet ha collaborato come media partner, per diversi eventi di settori del mondo outdoor, sport e fashion, quali per esempio Pitti, ISPO e AWT. Questa tipologia di collaborazione permette alle sue testate di avere un focus più specifico sulle iniziative, popolando così i magazine di contenuti speciali dedicati a raccontare dettagliatamente gli eventi.

SUPPORTO ATTIVO AD ASSOCIAZIONI E INIZIATIVE CHARITY

Ogni anno l’azienda decide di riservare una somma di denaro da devolvere a organizzazioni no profit preferendo associazioni locali a realtà più grandi e internazionali con l’obiettivo di avere un impatto sulla comunità in cui opera. Nel caso specifico del 2023, MagNet ha effettuato donazioni per un totale complessivo di 7.000 euro a Tam Tam Basketball, Fondazione Progetto Itaca, Comunità Oklahoma Onlus. Oltre alle donazioni monetarie, MagNet si impegna a utilizzare le risorse e le conoscenze a sua disposizione a beneficio delle stesse organizzazioni locali. Da qui nascono iniziative quali interviste, fornendo gratuitamente visibilità anche all’interno delle riviste della casa editrice.

EVENTI MAGNET

MagNet è l’organizzatore di tre eventi di settore: gli Outdoor & Running Business Days, gli Emoving Days e i Winter Business Days, dedicati al mondo sport outdoor e alla mobilità elettrica. Per alcune di queste iniziative nel 2023 ha sviluppato dei panel di interventi su tematiche ambientali e sociali relative al settore di riferimento. Per ogni occasione sono state coperte aree diverse, coinvolgendo una kermesse di ospiti molto variegata. Anche nel 2023 MagNet ha richiesto il supporto di Green Media Lab al fine di calcolare l’impronta di carbonio connessa all’evento Outdoor & Running Business Days e compensato le emissioni correlate tramite l’acquisto di carbonio certificati presso Climate Partner. Tra i numerosi progetti proposti da Climate Partner per la compensazione delle emissioni, MagNet ha scelto l’installazione di pale eoliche nel distretto di Yagdir, in India.

PARTE ATTIVA NELL'INDUSTRY

MagNet fa parte del consiglio direttivo di Italian Outdoor Group. IOG è un gruppo di Assosport che rappresenta le principali aziende italiane leader nella produzione, importazione e distribuzione di abbigliamento, calzatura e attrezzatura per gli sport outdoor e di montagna. In quanto membro attivo, partecipa direttamente allo sviluppo di progetti per gli associati e prende parte all’assemblea mensile generale di aggiornamento. Durante l’anno vengono organizzate diverse attività con lo sco-

po di migliorare la formazione dei rappresentanti del settore e l’avanzamento di standard nell’industria.

GESTIONE RESPONSABILE DI PRODOTTI E SERVIZI

La produzione delle riviste è la parte trainante del business. Le fasi di stampa e consegna dei magazine sono completamente esternalizzate e gestite da due fornitori situati nella provincia di Monza Brianza e Varese, scelta che rispetta un approccio di regionalità, preferendo dove possibile attori locali, che risiedendo entro gli 80 km di distanza dalla sede operativa. In quanto produttore di materiali anche cartacei, MagNet si impegna a garantire che le materie prime provengano da foreste gestite in modo responsabile, con certificazione FSC - Forest Stewardship Council. La certificazione attesta l’impegno per la protezione dell’ambiente e la conservazione delle risorse naturali.

PROMOZIONE DI MODELLI DI BUSINESS RESPONSABILI

L’azienda crede fortemente nell’importanza delle sinergie tra stakeholder. Per questo fa parte del Global Compact delle Nazioni Unite dal 2021, l’iniziativa strategica di cittadinanza d’impresa più ampia al mondo. Il network internazionale, fondato agli inizi del 2000 dalle Nazioni Unite, ha lo scopo di unire aziende che decidono di impegnarsi a contribuire a una nuova fase della globalizzazione caratterizzata dalla sostenibilità, cooperazione internazionale e partnership multi-stakeholder.

OBIETTIVI FUTURI

Nel corso del prossimo esercizio, MagNet intende continuare le sue attività di beneficio comune, perseguendo obiettivi sempre più ambiziosi. Infatti, fra le attività programmate per il 2024, la Società si è prefissata di dare continuità e arricchire le iniziative adottate nell’ambito della diffusione dei principi di responsabilità ambientale e sociale, portando la propria testimonianza durante panel e percorsi formativi. Inoltre, la realtà s’impegna a continuare a supportare gli enti del terzo settore e le organizzazioni internazionali tramite il coordinamento di eventi e l’utilizzo di ulteriori modalità innovative.

FARE RETE È SAPERE

Tre escursioni organizzate da AKU con Malga Cavallera e Malga Cere hanno permesso di conoscere meglio l'ecosistema alpino grazie al programma “A scuola di Montagna 2024”

Fare sistema con l’obiettivo di diffondere valori e cultura legata ai temi delle terre alte: nasce da questi intenti il progetto Rete Rifugi di AKU che coinvolge nove strutture distribuite tra Dolomiti, Alpi occidentali e Appennini. Da due anni, da questa sinergia, è nato il programma “A scuola di Montagna 2024”, una serie di appuntamenti organizzati insieme ai rifugi partner dove i temi di responsabilità, sicurezza e impatto ambientale sono al centro e per i quali, al contempo, i rifugisti si fanno ambassador impegnati in prima linea. Durante l’estate 2024, sono state tre le escursioni organizzate da AKU insieme a Malga Cavallera (1.680 m, Pale di San Martino) e Malga Cere (1.713 m, Lagorai) durante le quali, accompagnati da guide esperte, è stato possibile conoscere di più dell'ecosistema alpino e imparare a entrarvi in rapporto in modo rispettoso e giusto. I tre temi affrontati sono stati: il bivacco, nella sua trasformazione da luogo di partenza per le ascese a vero e proprio trend escursionistico; l’escursionismo, trattato tenendo conto della presenza del lupo e dei cani da guardia che sempre più spesso i pastori usano per difendere le loro greggi; e, infine, l'alpeggio, per capire le differenze tra malghe, casere e ristori. Ne abbiamo parlato con Teddy Soppelsa, responsabile progetto Rete Rifugi.

Quando e come è nato il progetto Rete Rifugi?

È nato tre anni fa, subito dopo il periodo Covid con la volontà di stabilire una collaborazione tra i rifugisti e l’azienda. In questo modo, abbiamo creato delle sinergie vincenti basate sulla condivisione di valori e di visione per dare vita a progetti condivisi. In alcuni casi, le attività venivano organizzate direttamente dalle strutture e noi come AKU, sostenendone l’idea, abbiamo deciso di affiancarci, mentre in altre occasioni siamo stati noi a proporre l’idea spingendo i rifugisti a organizzare qualcosa di nuovo.

Come si entra a far parte della rete?

A oggi, sono più o meno una decina i rifugi che fanno parte del progetto, ma abbiamo ricevuto molte richieste che noi filtriamo a seconda di diverse caratteristiche, principalmente legate ai valori di AKU. Insomma, non valutiamo solo grandezza della struttura e visibilità, ma anche e soprattutto la proattività a ospitare e organizzare attività da fare insieme.

Qual è il win-win del progetto?

In questa collaborazione, noi forniamo le nostre scarpe ai ri-

fugisti facendoli diventare ambassador del brand e in cambio, oltre alla visibilità, chiediamo una partecipazione proattiva e dunque un interesse reale a seguire l’organizzazione di diverse iniziative sui temi di educazione e responsabilità ambientale. Rifugi che “non hanno tempo” o non sono organizzati per questo tipo di attività, non sono in target per entrare a far parte della Rete. L’obiettivo è creare in questi rifugi una vera e propria comunità dove poter organizzare eventi aziendali, invitare clienti, buyer e rappresentanti. Oltre alle calzature e al sostegno di alcune iniziative in rifugio, forniamo anche un kit che ci rappresenta con un tappetino di ingresso brandizzato AKU.

Ci parli del progetto “Scuola di Montagna 2024”?

L’iniziativa "Scuola di Montagna" è stata creata l’anno scorso per sensibilizzare le persone su diversi temi che si legano all’outdoor. AKU, insieme ai rifugi della Rete, ha organizzato nel corso dell’estate, degli incontri di sensibilizzazione ambientale e di cultura legata alle terre alte. Un incontro è stato dedicato all’escursionismo, durante il quale si sono affrontati temi diversi, da come si prepara uno zaino, a come si consulta una mappa dei sentieri e come ci si orienta. Un altro appuntamento è stato dedicato invece al tema del bivacco, struttura che passa dall’essere un punto d’appoggio prima delle ascensioni, a vera e propria costruzione di design dove passare la notte. Infine un workshop sugli alpeggi e sulle differenze che esistono tra le varie strutture che si incontrano nelle terre alte.

Teddy Soppelsa
Escursioni dal Rifugio Boz - Alpi Feltrine (BL)
Escursioni dal Rifugio Caldenave - Lagorai (TN)
Rifugio Dal Piaz (BL)
Rifugio Boz (BL)
“WE ARE IN THIS TOGETHER”

È disponibile il documento di Fjällräven che riassume azioni, dati e traguardi del 2023 in ambito sostenibilità e CSR. Obiettivo: condividere in maniera trasparente i risultati raggiunti negli ultimi anni e fare il punto su quanto ancora c’è da fare

di Ania Alleva

Come azienda outdoor, Fjällräven è profondamente consapevole della sua impronta ecologica e sa bene che anche le più piccole decisioni riguardanti un singolo prodotto possono avere un enorme impatto sull’ambiente naturale. Sebbene la sua società madre, Fenix Outdoor, presenti annualmente un rapporto sulla CSR, Fjällräven ritiene sia importante sostenere e promuovere una comunicazione trasparente sui temi di sostenibilità e CSR, così che tutti possano essere informati e aggiornati.

“Fino a poco tempo fa, spiega Fjällräven, la nostra politica prevedeva di non parlare molto dei nostri sforzi in ambito sostenibilità e CSR, perché per noi la sostenibilità non rappresenta un’opportunità di marketing, è semplicemente qualcosa che facciamo. E per questo abbiamo sempre lasciato che fosse la nostra società madre, Fenix Outdoor, a occuparsi della rendicontazione di queste tematiche. I tempi però sono cambiati e oggi crediamo che quella della trasparenza sia la giusta direzione da seguire. Inoltre, in un mercato come quello attuale, caratterizzato da utenti sempre più impegnati a ridurre il loro personale impatto sulla natura, comunicare ciò che siamo riusciti a raggiungere nell'ultimo anno e quanta strada abbiamo ancora da fare, diventa più importante che mai”

DOVE FJÄLLRÄVEN DEVE MIGLIORARE

Per l'azienda è importante condividere risultati e traguardi raggiunti, ma altrettanto importante è condividere tutto ciò che ancora c’è da fare e individuare le opportunità di miglioramento dell’azienda. Il documento “Sustainability and CSR 2023” fornisce anche queste informazioni, inclusa la necessità di ridurre le emissioni di CO2 legate alla produzione e aumentare l'impiego di poliestere riciclato.

Utilizzo di poliestere riciclato

LA SOSTENIBILITÀ È UN LAVORO DI SQUADRA

La durabilità è un valore fondante per Fjällräven, perché rappresenta un'alternativa al consumo frenetico. Utilizzare un capo più spesso e più a lungo, significa non doverlo sostituire continuamente con nuovi prodotti, poterlo tramandare alla generazione successiva o rivenderlo sul mercato second-hand. In poche parole, significa aumentare il suo valore nel tempo. Ma per garantire che prodotti di abbigliamento ed equipaggiamento outdoor durino, azienda e utenti sono chiamati a collaborare. Da un lato, Fjällräven promette di continuare a lavorare duramente per creare attrezzature resistenti e di lunga durata, cercando sempre di ridurre l'impatto ambientale legato alla loro produzione. Dall'altro, si appella ai propri consumatori, invitandoli a utilizzare i prodotti Fjällräven più a lungo, stagione dopo stagione, curandoli ed evitando di sostituirli con nuovi prodotti. Perché come dice il ceo Martin Axelhed, "We are in this together”, sottolineando come per fare la differenza sia necessario un lavoro di squadra.

Per approfondire, guarda “The Deal” con Martin Axelhed, ceo di Fjällräven

Highlights Fjällräven 2023

73% fibre utilizzate ritenute eccellenti a livello sostenibile

> vs 63% nel 2022

100% di elettricità da fonti rinnovabili nelle sedi operative e di proprietà (raggiunto l’obiettivo 2025)

89% di lana classificata eccellente per la sostenibilità

> vs 82% nel 2022

97% di cotone biologico

> vs 96% nel 2022

18.000 capi e prodotti riparati a livello globale

> vs circa 5.000 nel 2021

Inquadra il QR Code per leggere il report

CRESCERE E FARLO INSIEME

È questo il credo di La Sportiva, l’azienda della Val di Fiemme che ai piani di sviluppo aziendale affianca il benessere dei propri dipendenti di Sara Canali

Lo scorso 12 giugno La Sportiva ha presentato nuove iniziative volte a migliorare la qualità della vita lavorativa e privata dei propri dipendenti dimostrando ancora una volta come, per l’azienda trentina, il benessere del personale in armonia con la comunità è un aspetto fondamentale per il proprio sviluppo strategico. Ne abbiamo parlato con Carlo Pacher, hr people development team lead.

Questa estate avete organizzato una proiezione delle Olimpiadi per i vostri dipendenti. Com'è nata l'idea e com'è stata la partecipazione? L’idea è nata da una Guida – è così che in La Sportiva chiamiamo il management –, storico “inventore” delle nostre scarpette: “Tra qualche giorno ci saranno le finali climbing alle Olimpiadi.” –dice – “Non possiamo non guardarle tutti insieme”. Con l’immediato appoggio di Proprietà e Direzione, l’idea si è presto concretizzata grazie a un ristretto gruppo di lavoro che ha permesso un momento che ci ricorderemo a lungo, qui a Ziano. Guardare la finale in circa 450 persone è stata non solo l’occasione per fare il tifo ai nostri atleti, ma soprattutto per fare formazione. La telecronaca è stata infatti affidata ai nostri specialisti R&D dell’attrezzo climbing e ai responsabili di produzione, che hanno saputo valorizzare, mostrare e raccontare la specificità delle scarpette alle nostre artigiane e artigiani che ogni giorno, con le loro mani, le realizzano. Comprendere il perché dei nostri attrezzi, insieme, in azione durante la finale olimpica è stata un’emozione importante, che ci ha reso una parte fondamentale del senso del nostro lavoro e ci ha fatti sentire un’appassionata cordata.

Questo evento rientra nell'attenzione dell'azienda per i suoi dipendenti. Quali, in ordine cronologico, le ultime iniziative che La Sportiva ha attivato a favore dei propri lavoratori?

Vero, l’occasione delle Olimpiadi si inserisce nel filone degli eventi aziendali dedicati alle persone in La Sportiva, assieme agli eventi di fine anno e alla partecipazione ai più importanti appuntamenti organizzati per la nostra rete vendite. Certamente, però, il fulcro delle iniziative per i dipendenti è rappresentato dal nostro “CampoBase”: un luogo figurato da cui partono esperienze di avvicinamento alla montagna (corsi di sci, arrampicata, ferrate sono alcuni esempi), serate formative, incontri con i nostri atleti, in coerenza con i valori e lo stile La Sportiva.

In cosa consiste il programma di welfare aziendale (i punti principali)?

Oltre a quelle sopradescritte, ogni persona che lavora in La Sportiva beneficia di una serie strutturale di misure di welfare come

premio di risultato, buoni pasto giornaliero, previdenza complementare, assistenza sanitaria integrativa, piattaforma dedicata all’acquisto di servizi. L’impegno dell’azienda nella costruzione di un sistema di welfare vuole sostanziare il Rispetto, uno dei nostri valori fondanti.

Per quanto riguarda la mobilità sostenibile invece, che iniziativa avete promosso?

Come esito di una survey interna in cui il tema era avvertito come urgenza a fine 2022, è stato organizzato un servizio navette casa-lavoro con l’obiettivo di facilitare la conciliazione vita-lavoro, ridurre le emissioni di CO2 e il rischio quotidiano legato agli spostamenti. Possiamo dire che l’esperimento è riuscito: dal 1° luglio 2023 sono attivi tre pullman che si muovono sulle principali direttrici e che raggiungono la nostra sede. Ogni giorno vengono sfruttati da oltre 100 persone.

Che politica adottate in termini di smart working e lavoro flessibile?

Per la popolazione aziendale impiegatizia c’è la possibilità di lavorare da remoto due o tre giorni alla settimana, in base alle specificità di ruolo. Da circa un anno, inoltre, allo scopo di favorire la conciliazione vita-lavoro, sono stati rivisti gli orari di lavoro per tutti, che consentono alle persone produttive di avere complessivamente meno ore vincolate all’azienda e alle persone degli uffici di avere una maggiore flessibilità, pari a un’ora e mezza per l’ingresso mattutino e due ore in pausa pranzo. Completa il quadro l’introduzione dei permessi per visita medica.

Quali altre attività promuovete legate al territorio?

La Sportiva è Val di Fiemme: radici, presente, futuro. L’impegno sul e per il territorio che costituisce la nostra casa è costante e si concretizza nella contribuzione a enti e fondazioni come FiemmePer, di cui La Sportiva è socio fondatore, e nella collaborazione con le associazioni locali. Un esempio è rappresentato dal nostro ultimo International Sales Meeting, che ha portato partner di tutto il mondo a scoprire i nostri luoghi e una vera e propria festa di paese organizzata insieme alla ProLoco di Ziano di Fiemme. Un modo concreto per restituire un grazie al territorio che da sempre ci ospita.

Su quali nuovi progetti state lavorando?

Proprio in questi giorni stiamo organizzando un importante evento interno che porterà tutti i colleghi a scoprire gli uni il lavoro degli altri. Crediamo che in questa fase di forte crescita di La Sportiva, una delle chiavi sia promuovere la conoscenza reciproca delle persone e dei mestieri, celebrando il contributo di ognuno per la realizzazione propria e insieme dell’azienda. Siamo parte di un bellissimo esperimento d’impresa autonoma e di montagna che traguarda i cent’anni: lavoriamo sull’appartenenza e l’orgoglio di far parte della cordata La Sportiva!

A sinistra, Carlo Pacher insieme ad altri due membri del team HR al traguardo della LUT
Proiezione della finale olimpica in azienda

IL FUTURO DIPENDE DA NOI

È sulle persone e sul loro ruolo determinato che si sofferma il secondo capitolo della campagna Beyond Begins Today lanciata da Polartec per sensibilizzare su temi quali sostenibilità, inclusività e innovazione di Karen Pozzi

Polartec ha mantenuto il suo impegno volto a proteggere l’ambiente fin dalla sua prima invenzione che risale ormai a più di trent’anni fa: il pile sintetico realizzato con bottiglie di plastica riciclata. Il brand si è evoluto continuamente con l'obiettivo di raggiungere net-zero entro il 2050.

MADE TO GO BEYOND

Nel 2023 Polartec ha presentato il suo nuovo posizionamento nel mercato con il claim "Made To Go Beyond" per rispondere alle esigenze in continua evoluzione dei consumatori.

“Made To Go Beyond è il claim con cui parleremo sia al b2b che al b2c ma con una valenza differente. Per il b2c c’è un valore di aspirazione, il brand permette di migliorare la performance. Quando parliamo al b2b ci riferiamo a quello che offriamo ai brand partner, vale a dire quello di realizzare prodotti più belli, protettivi, traspiranti e sostenibili e di conferir loro un valore più alto grazie alla presenza del nostro logo” ci aveva dichiarato Alessandro Perseo, marketing director Polartec, durante un’intervista nell’ottobre 2023.

_PARLA ALESSANDRO PERSEO, MARKETING DIRECTOR POLARTEC

BEYOND BEGINS TODAY

In questa nuova identità trova spazio la campagna “Beyond Begins Today”. Divisa in tre capitoli (planet, people, product), si basa su contenuti tradizionali e multimediali radicati nella premessa di fondo “il futuro è ciò che noi facciamo”; estendendosi alla convinzione fondamentale che se cambiamo i comportamenti, possiamo cambiare la narrazione.

PRIMI DUE CAPITOLI: PLANET E PEOPLE

Il primo corto è stato presentato in occasione della Giornata Internazionale della Terra nel 2024, esplora il nostro pianeta e il valore intrinseco del nostro mondo naturale, vedendo come protagonisti Eva Karlsson (ceo di Houdini), Chris Parkes (fotografo naturalista) e Karen Beattie (director of product management di Polartec). People esamina il ruolo delle persone e di come ognuno di noi abbia una voce per costruire un futuro più sostenibile. I protagonisti sono Sierra Quitiquit (sciatrice professionista, influencer e attivista ambientale), Helgi Oskarsson (ceo di 66°North) e Tyler Maheu (senior account manager di Polartec).

In attesa dell’uscita del terzo capitolo dedicato al prodotto, siamo tornati da Alessandro Perseo per approfondire la strategia della campagna Beyond Begins Today focalizzandoci sul capitolo dedicato alle persone.

“Beyond Begins Today”: qual è il suo significato profondo?

La campagna racconta perfettamente la natura del nostro brand: Polartec è nata per andare oltre. Per trovare soluzioni che prima non esistevano, per rivoluzionare continuamente il modo in cui si praticano gli sport all’aria aperta e non solo. L’obiettivo a breve termine della campagna Beyond Begins Today è quello di parlare di sostenibilità dando voce ai nostri stakeholders in modo libero e autentico per ispirare e creare consapevolezza su quanto i comportamenti di ognuno di noi possano influenzare il futuro. L’obiettivo nel lungo periodo è quello di far diventare Polartec la by-word (parola chiave) quando si parla di sostenibilità a tutti i livelli. Per i brand partner Polartec deve essere l’ingrediente indispensabile e insostituibile per raggiungere obiettivi di sostenibilità e per il consumatore finale il driver di scelta quando è alla ricerca di un prodotto ecologico. Come vengono veicolati i contenuti della campagna? A chi sono destinati?

to a materiali e ciclo produttivo. Quando parliamo di persone ci riferiamo a tutti ma con un particolare riferimento a chi lavora in Polartec: siamo instancabili, motivati, unici e con una grande passione per risolvere i problemi del consumatore attraverso l’innovazione. E, infine, nell’ideazione del prodotto, siamo guidati da un pensiero originale e dalla voglia di innovare, elemento che va oltre alla performance dei tessuti. Come marketers siamo alla continua ricerca dell’equilibrio di questi valori, cercando di farli intrecciare e vivere in simbiosi a ogni livello della nostra comunicazione.

Capitolo 2: people. Quanto credete che le persone possano influenzare il presente e il futuro del nostro pianeta?

Tanto e abbiamo il dovere di crederci come comunità, ma soprattutto come industry. Se sei una “persona outdoor” devi assolutamente voler proteggere e preservare l’ambiente nel quale metti in pratica la tua passione. Hai un obbligo verso la natura, quello di renderle almeno in parte quanto lei stessa ti ha donato.

Qual è il messaggio principale che volete mandare con questo capitolo della campagna?

Abbiamo impostato una campagna omnicanale per ognuno dei tre capitoli con l’obiettivo di rilasciare contenuti in modo graduale e continuativo per far si che il nostro pubblico possa a piccoli passi comprenderli e sentirsi parte anche a livello emozionale del cambiamento. Il target è principalmente b2c, ma è fondamentale per noi raggiungere anche designer, product manager, persone della industry che hanno il compito di scegliere i materiali con cui realizzare i loro prodotti.

Come ingredient brand, quanto è importante la comunicazione al consumatore finale e quanto necessario il supporto dei brand partner?

Direi essenziali entrambi. Da un lato per affermarsi come ingredient brand bisogna farsi conoscere al consumatore finale, far sì che sia lo stesso a ricercare prodotti sviluppati con quel particolare ingrediente, creare quella che viene in economia viene chiamata “domanda”. Dall’altro il supporto dei brand partner, coinvolti in questa occasione come protagonisti negli episodi, permette di veicolare il messaggio e il nostro valore aggiunto in maniera personalizzata e autentica per i diversi target e mercati di riferimento.

I tre valori per Polartec sono: planet, people e product. Mi spieghi brevemente cosa intendete e qual è il vostro impegno per ognuno di questi?

Planet, People, Product identificano le cose che sono importanti per noi, un riflesso di ciò che il brand Polatec ha di più caro. Per quanto riguarda il pianeta, il nostro è un viaggio continuo per diventare veri leader nella riduzione dell’impatto lega-

Abbiamo voluto spostare l’attenzione su quello che le persone hanno di piú caro. Qualsiasi cosa essa sia, dalla passione sportiva, al proteggere una comunità o a lottare per le generazioni future. Vogliamo che tutti si sentano parte integrante del cambiamento, comprendendo quanto ogni singola azione possa valere per un futuro migliore per tutti. Ognuno deve dare il suo contributo.

Sierra Quitiquit, Helgi Oskarsson e Tyler Maheu: perché proprio loro?

Abbiamo voluto dare voce al più ampio spettro di profili possibili con un minimo comun denominatore, la passione per quello che fanno, qualsiasi esso sia. Sierra è l’essenza della Gen Z. Con una storia profonda alle spalle che nasce dall’amore per la montagna e dalla volontà di difenderla, oggi si batte come Climate Activist e per noi incarna il profilo della “combattente”. Helgi è il nostro “protettore”, è alla guida di un’azienda che getta le sue radici nelle persone e nella responsabilità di proteggere con quello che produce la propria comunità, l’Islanda, dalle condizioni climatiche più assurde. E poi c’é Tyler, che da 25 anni vive in simbiosi con il suo lavoro e la sua passione, l’outdoor. Lui incarna l’essenza del brand Polartec. Lui rappresenta per noi il profilo del “provider”, colui che riesce a trasmettere chiaramente a ogni cliente la missione di Polartec di migliorare la vita delle persone. Quanto e come le varie persone influenzano il business di Polartec?

Il nostro è un brand continuamente soggetto a influenze da parte di tutti gli stakeholders. È nel nostro dna ricevere input sia dall’interno che dall’esterno per valorizzarli e trasformarli in soluzioni innovative per i nostri clienti.

Al Qr Code il video del
capitolo due:
People

THE LAST OBSERVERS

Il nuovo film di Patagonia, ambientato a Falsterbo in Svezia, racconta la storia di due osservatori del clima e degli uccelli. Uno stile di vita semplice e radicato nella natura

Karin e Lennart sono una coppia, unita da oltre 40 anni. Ogni tre ore, sette giorni su sette e per tutto l'anno, i due escono per osservare il cielo. La passione condivisa per la meteorologia e il birdwatching li ha portati a dedicare la loro vita a una causa: raccogliere dati e informazioni preziose sul clima e sugli uccelli. Questa dedizione ha convinto Patagonia, brand da sempre sensibile alle tematiche ambientali, a raccontare la loro storia. Nasce così il film di 25 minuti The Last Observers che porta lo spettatore sulle coste della Svezia. Quando Karin e Lennart si conobbero, il paese scandinavo contava oltre 200 stazioni meteorologiche manuali, mentre nel mondo ve n'erano migliaia, gestite da persone che registravano le condizioni climatiche ogni tre ore. Con l'avvento di quelle automatiche, molti osservatori sono stati sostituiti, ma Karin e Lennart sono rimasti fedeli alla loro missione. Dal 1987, non hanno mai saltato una delle oltre 100.000 osservazioni, nemmeno durante la nascita dei loro quattro figli, le bufere di neve o le malattie. Oltre alla loro passione per la meteorologia, hanno mantenuto viva anche quella per l'osservazione degli uccelli, che li aveva inizialmente portati alla stazione del faro di Falsterbo.

La regista e figlia della coppia Maja K Mikkelsen, racconta: “Crescere al faro è stato quasi idilliaco: passavamo il tempo a giocare all’aperto, mangiavamo cibo fatto in casa, spesso coltivato da noi stessi, e se ci svegliavamo abbastanza presto, aiutavamo a liberare gli uccelli dalle reti. Siamo sempre stati una famiglia un po’ fuori dagli schemi, ma questo mi ha insegnato a non temere di seguire la mia strada. E ne sono grata”.

La storia di Karin e Lennart rappresenta un esempio raro e prezioso: tanti lavori stanno cedendo l’esperienza in favore dell’efficienza, ma non in questo caso. Attraverso gli occhi di Maja, il film racconta una storia d’amore profonda e duratura, fondata sui piccoli gesti quotidiani, sull'osservazione degli uccelli e su un legame profondo con la natura. Il film ci ricorda che si può vivere una vita ricca e significativa anche con risorse limitate: "uno stipendio modesto e una vita meravigliosa", il messaggio.

The Last Observers ha avuto la sua anteprima a Falsterbo, in Svezia, il 12 settembre, e sarà disponibile online dal 26 settembre sul sito del brand.

Maja K Mikkelsen è un'artista e regista svedese con un background in biologia marina. Il suo lavoro vuole ispirare il cambiamento in un modo edificante in cui ci si possa identificare. In un mondo pieno di pressioni e sensi di colpa, Maja crede che i più grandi cambiamenti avvengano quando le persone si sentono forti e capaci, ovvero quando vedono il buono nel mondo. La sua ricerca di grandi storie di vita di tutti i giorni si può trovare nei documentari così come nei film sceneggiati.

Inquadra il Qr Code per vedere The Last Observers
_MAJA K MIKKELSEN

DESIGN CIRCOLARE

Longevità, riparabilità e riciclo sono i concetti cardine di Oberalp per raggiungere entro il 2050 la neutralità climatica. Il Gruppo presenta la nuova strategia dei brand nel report Contribute 2023 di Karen Pozzi

FINE VITA

Determinare lo status quo è il primo passo per raggiungere gli obiettivi. Con questa consapevolezza, il Gruppo Oberalp pubblica “Contribute", l'ultimo report di sostenibilità che include un bilancio attuale, svela un traguardo ambizioso e l’approccio per raggiungerlo in termini di circolarità, neutralità climatica e fabbriche best in class.

“Design and Produce Mindfully" questo il mot to del Gruppo e dei suoi marchi, Dynafit, Salewa, Wild Country, LaMunt, Pomoca ed Evolv, che si impegnano a ridurre le emissioni in linea con l’Accordo di Parigi, dimezzandole entro il 2030 e raggiungendo il Net Zero entro il 2050.

LONGEVITÀ DEI PRODOTTI.

CIRCULAR DESIGN APPROACH

Negli ultimi anni, Oberalp ha lavorato intensamente sul concetto di longevità del prodotto, sviluppando un Circular Design Approach, per sviluppare prodotti di lunga durabilità, realizzati con materiali naturali, ottimi nella performance e nello stile, con una struttura che sia facilmente riparabile e riciclabile.

DESIGN E MATERIALI

Il design è la chiave per ridurre l’impatto climatico: viene utilizzato solo ciò che è già disponibile, come i materiali riciclati, e materiali naturali, che siano stati coltivati, ottenuti o cresciuti in modo etico (come per esempio la canapa, la viscosa o la lana), per garantire un impatto minore sull'ambiente rispetto a quelli convenzionali.

PROCESSI PRODUTTIVI

Il Gruppo ha avviato un’analisi approfondita per quantificare e tracciare le emissioni di gas serra associate alle proprie operazioni, tra cui le emissioni delle strutture, dei veicoli e della catena di fornitura, compresi i fornitori diretti e indiretti; attraverso questa valutazione si possono individuare le opportunità per ridurre le proprie emissioni e contribuire a mitigare il cambiamento climatico. La raccolta dei dati di questo processo, chiamato Corporate Carbon Footprint (CCF), è in corso e i primi dati verranno rilasciati entro la fine del 2024.

Greenwashing: questo il rischio quando ci si espone parlando di temi di sostenibilità. Cosa ne pensate? Il greenwashing è un rischio sempre molto significativo per le aziende quando si parla di sostenibilità. Per noi, la sostenibilità non è solo un aspetto del nostro approccio, ma costituisce il nostro dna e la base della nostra strategia. Non è una questione di marketing; ne parliamo poco e con molta cautela, privilegiando i fatti rispetto alle parole. Le nostre affermazioni sono supportate da azioni concrete, risultati di ricerche scientifiche e certificazioni di terze parti, evitando così qualsiasi esagerazione. Prendiamo sul serio il nostro motto "contribute": nelle nostre comunicazioni raccontiamo ciò che facciamo non per autoreferenzialità, ma per far comprendere come tutti abbiamo un ruolo nel ridurre l'impatto sul pianeta. Cerchiamo di sensibilizzare e coinvolgere chi ci ascolta. Per esempio, progettiamo i nostri prodotti affinché siano riparabili e offriamo riparazioni di alta qualità; tuttavia, è fondamentale che i clienti scelgano di riparare piuttosto che buttare via.

Sono state esplorate soluzioni per il fine vita attraverso la collaborazione, nata nel 2022, con Accelerating Circularity Project Europe (ACPE), la piattaforma no-profit che ha l’obiettivo di costruire una filiera tessile circolare, per trasformare i prodotti tessili esausti in materie prime.

“Sarà molto difficile, ma siamo impegnati per fare sempre del nostro meglio e contribuire insieme a questo sforzo collettivo” Ruth Oberrauch, vicepresidente e responsabile sostenibilità del Gruppo Oberalp

"Le aziende devono fare la loro parte per creare un mondo migliore. Questo significa che è necessaria l’assunzione di responsabilità del modo in cui vengono gestite le risorse, i processi e le persone” Christoph Engl, ceo del Gruppo Oberalp

Quanto secondo voi il consumatore finale è sensibile alle tematiche di sostenibilità e quanto incidono nelle sue scelte d’acquisto?

Riteniamo che siano sempre di più i consumatori a guidare le politiche e i trend, non solo nel nostro settore ma nel mercato in generale. Numerose ricerche e sondaggi evidenziano come la sostenibilità sia al centro delle scelte d'acquisto, soprattutto tra i più giovani, che mostrano una particolare attenzione a queste tematiche. In questa direzione, da tempo ci impegniamo a promuovere prodotti naturali, longevi e riparabili, secondo il concetto di circolarità. Abbiamo ricevuto un riscontro molto positivo dai clienti per questo approccio, condiviso da tutti i nostri brand, e lo consideriamo l'unico modo di fare business. Non lo diciamo noi, ma i più grandi scienziati e istituti di ricerca sottolineano da tempo che le nostre risorse non sono infinite. Per questo motivo nel 2022 abbiamo introdotto nello store di Bolzano il primo esempio di format innovativo che pianifichiamo di estendere sulla nostra rete di retail diretto, la Salewa Circular Experience, uno shop concept che si basa sulla circolarità offrendo tre servizi per allungare la vita dei nostri prodotti: riparazione, second life e noleggio.

PAROLA A CHRISTOPH ENGL, CEO DEL GRUPPO OBERALP

GIOVANI FAVOLOSI

The SOStainables è il contest che premia i talenti emergenti del mondo della sostenibilità, ideato e organizzato da Green Media Lab

Uno spettacolo in tre atti per voce e violoncello: si chiama “Detonazione” ed è il progetto della 22enne Carlotta “Lotta” Sarina, poliedrica attivista-musicista, che quest’anno si è aggiudicato la vittoria al concorso “The SOStainables” indetto da Green Media Lab, agenzia di comunicazione certificata B-Corp e socio fondatore di UN Global Compact. Dopo il successo dell’edizione zero dello scorso anno, in questa prima realizzazione, sono tante le idee e le iniziative che hanno gareggiato. Gli otto finalisti sono stati presentati il 30 maggio di fronte alla Fabbrica dell’Aria, fiore all’occhiello dell’headquarter milanese di Green Media Lab progettata da Stefano Mancuso, accolti da un nutrito pubblico di circa 200 persone. Nell’occasione, i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 30 anni hanno presentato i loro progetti volti a cogliere le sfide ambientali e sociali del nostro tempo, tutti animati da grande passione e dalla consapevolezza dell’importanza di affrontare il futuro con positività. Alla fine, “Detonazione” si è imposto, grazie alla sua creatività e alla capacità della sua autrice di raccontare l’urgenza che l’ha spinta a mettere la sua musica al servizio della lotta al cambiamento climatico, causa che condivide con la sua nutrita community online. Un impegno che le è valso un meritato premio di 5.000 euro in attività di strategia e comunicazione offerto da Green Media Lab. Secondo posto per Mangrovia, marketplace che offre prodotti sostenibili per l’utilizzo quotidiano di differenti categorie di prodotti: dalla cucina alla cura della persona, ma anche molto altro. Il progetto è forte di un profilo social in cui vengono condivise idee e consigli per uno stile di vita più responsabile partendo dalla quotidianità. Il team di Mangrovia si è aggiudicato un premio dal valore di 2.500 euro in consulenza di comunicazione, sempre firmato Green Media Lab.

LA GIURIA

A valutare i lavori di The SOStainables, nel corso della serata moderata dall’attrice e sustainability advocate Anna Favella (in foto), una giuria d’eccezione composta nientemeno che dal botanico e saggista Stefano Mancuso, qui in qualità di presidente scientifico, e dall’attore comico Giovanni Storti, presidente di giuria e ormai definitivamente consacrato ad alfiere in difesa dell’ambiente. Al loro fianco Francesca Romana Rinaldi, direttrice del “Monitor for Circular Fashion” e docente alla core faculty “Sustainability Lab” di SDA Bocconi School of Management, e Sciakè Bonadeo, co-founder di One Ocean Foundation.

GREEN MEDIA LAB & CARBON PLANET

Fondamentale nella riuscita dell’evento, l’expertise di Green Media Lab, che da oltre un decennio è in prima fila nel favorire la diffusione di una cultura legata ai temi della sostenibilità e nell’affrontare - e comunicare - le sfide ambientali del nostro tempo con un approccio innovativo e sistemico, a partire da quando si tratta di ridurre e compensare l’impatto ambientale derivante dai propri eventi. Nel caso di The SOStainables,

ad esempio, si è avvalsa di una partnership con Carbon Planet, startup italiana che affianca aziende virtuose nel loro processo di decarbonizzazione, rendendo addirittura negativo l’impatto ambientale delle emissioni prodotte durante la serata, compensadole con l’acquisto di crediti di alta qualità cui corrispondessero ad attività di decarbonizzazione. La serata è stata animata dalle note della Gaudats Junk Band, progetto musicale che vede l’utilizzo di strumenti costruiti esclusivamente utilizzando materiali di recupero.

LA GENESI

L'idea di The SOStainables è nata dal ceo di Green Media Lab Daniele Denegri, ma soprattutto dall’attrice Anna Favella. “Come le cose più belle, anche l’ideazione di questo evento è avvenuta in maniera casuale”, racconta Anna. “Una sera, alla balera dell’ortica a Milano l’anno scorso, mi sono ritrovata a chiacchierare con una ragazza giovane, che si occupa di moda sostenibile. Conversando, mi resi conto che la sua attenzione per la sostenibilità era qualcosa nato fin dalla giovanissima età. Questo mi ha fatto capire che le nuove generazioni sono molto consapevoli dell’argomento. Perché non sfruttare questa ondata di giovinezza per parlare di sostenibilità in una maniera più immediata e con un linguaggio comprensibile da tutti?”. Dopo qualche mese, Green Media Lab ha dato vita all'edizione zero del contest che ha registrato un grande successo. “L’idea era quella di dare la possibilità a ragazzi Under30 di mostrare a una giuria di esperti la propria idea legata all’ambiente e al pianeta. L’edizione zero ci ha anche regalato un claim: una ragazza a un certo punto ha detto: Tanto poi a vincere è il Pianeta. Non poteva spiegarlo meglio”. Nasce dunque il format con il suo regolamento ufficiale, un form per le candidature, un comitato tecnico scientifico di Green Media Lab per la selezione degli otto finalisti e la nomina di un notaio per rendere tutto trasparente e certificato. Nell’edizione del 2024 le categorie a cui ci si poteva iscrivere avevano molto a che fare con la comunicazione nelle sue diverse forme, dal podcast, alla newsletter fino all’utilizzo dei social. “Volevamo premiare chi usa un linguaggio accessibile per parlare di cose serie”, continua Anna. “Spesso il problema della sostenibilità è quello di sfoggiare un linguaggio complicato che allontana invece che sensibilizzare. Ci siamo trovati di fronte ragazzi in grado di creare dei contenuti di altissimo valore. Abbiamo molto da imparare, soprattutto per andare contro a quei pregiudizi che vedono i giovanissimi svogliati e disinteressati. The SOStainables ha dimostrato che ci sono ragazzi che fanno cose anche molto più concrete di ciò che facciamo noi per cambiare davvero questo mondo. E dovremmo imparare ad ascoltare di più. Per questo siamo prontissimi per la seconda edizione!”.

GIOVANNI STORTI, PRESIDENTE DI GIURIA

La fantasia può salvare il mondo

Abbiamo chiesto al presidente di giuria Giovanni Storti le sue impressioni sulla kermesse e sui progetti presentati.

Com'è andata la prima edizione e quali progetti sono stati presentati?

C’erano diverse categorie a cui poter iscrivere la propria idea e questo ha permesso di creare un ventaglio di proposte davvero molto ampio: si andava dai podcast, a iniziative artistiche ad altre più fattuali. Erano tutte estremamente interessanti e non è stato semplice scegliere. Alla fine abbiamo optato per il lavoro di Carlotta per la sua originalità. Parliamo di una musicista giovanissima che ha scelto di utilizzare la sua passione come strumento per portare in giro e raccontare il cambiamento climatico. Come vedi l’impegno delle nuove generazioni verso il tema ambientale?

Purtroppo questo momento storico non sta aiutando i ragazzi che vogliono esprimere il loro dissenso a un sistema che si è dimostrato a più riprese fallace per quanto riguarda le politiche green. E invece che incentivarne l’attivismo verso il loro diritto a vivere su un pianeta sano, vengono massacrati e ridicolizzati. Questo allontana i giovani dal problema, li disincentiva e crea inerzia. Per fortuna, in mezzo a questo enorme disastro, ci sono delle idee e dei ragazzi che portano avanti delle iniziative notevoli e sorprendenti con dei linguaggi che io stesso conosco anche poco.

Perché avete scelto Detonazione come progetto vincente?

Il progetto ha vinto per l'energia notevole che sprigiona, la stessa della sua autrice. Carlotta si schiera in prima persona, mette a disposizione la sua

CARLOTTA SARINA, ATTIVISTA-MUSICISTA

La mia detonazione

A vincere la prima edizione di The SOStainables è stata la 22enne Carlotta “Lotta” Sarina, poliedrica attivista-musicista premiata per il suo spettacolo in tre atti per voce e contrabbasso “Detonazione”, da lei stessa scritto e interpretato. La abbiamo intervistata.

The SOStainables ti ha premiata per l’originalità con cui utilizzi i social media nella tua battaglia ambientalista. Ci racconti la tua attività?

Anima e corpo del progetto Lotta risiedono nelle relazioni. Fin dal primo giorno in cui ho deciso di dedicare la mia voce e la mia vita all’attivismo mi sono posta un obiettivo chiaro: creare una rete di persone di ogni età, ideologia, coalizzate per combattere la crisi più urgente e drammatica del nostro tempo: quella climatica. Una crisi che non fa distinzioni, perché minaccia la possibilità per l’umanità intera di continuare ad abitare il Pianeta. Innesco le relazioni con ciò che so fare meglio, la musica, attraverso i live che porto su strade e palchi in giro per l’Italia, ma affinché la rete possa essere solida e duratura, espandersi e raggiungere il maggior numero di persone, i social sono essenziali. La capacità di integrare online e offline, di prolungare rapporti che nascono sotto un palco, dopo un concerto, per trasformarli in relazioni, in supporto e scambio reciproco che prosegue anche a mesi e chilometri di distanza, è senza dubbio la chiave per fare la differenza. Solo così potremo tessere una rete abbastanza forte da salvarci: il manifesto del nostro futuro sta scritto anche e soprattutto in tutte quelle interazioni che grazie ai social ci permettono di fondere le nostre idee, le nostre competenze, in un’unica grande comunione di intenti. Raccontaci di te e del tuo rapporto con la musica: quando hai iniziato a studiarla e come sei arrivata al contrabbasso?

arte per una causa veramente importante. E io, come uomo di spettacolo, sono fortemente convinto che musica, teatro e arte in generale possano essere ancora un veicolo importante per scardinare questa indifferenza. D’altra parte l'arte è sempre stata la prima forma di dissenso e oggi viene richiesta più fantasia. De Gregori cantava “Ma un futuro invadente, fossi stato un pò più giovane, l'avrei distrutto con la fantasia, l'avrei stracciato con la fantasia”. E loro sono giovani e hanno tutta la fantasia del mondo per trovare delle forme ironiche e alternative. I ragazzi oggi hanno a disposizione tantissimi mezzi per comunicare: i social, la rete, i podcast. Sembra che la comunicazione sia a portata di mano. Eppure i loro messaggi sembrano non arrivare. Perché secondo te?

Quando la comunicazione è così invasiva perde di significato. Prova a pensare ai supermercati, quando ti trovi di fronte a 50 diverse marche di fette biscottate. Ti sembra di aver più libertà di scelta, in verità questo genera confusione e rende più difficile capire quale tra queste sia la fetta biscottata più sana. Oggi abbiamo a disposizione milioni di notizie, ma mancano gli strumenti per saperle cogliere e distinguere. Possono fare due cose: o urlare più forte degli altri, oppure trovare un modo nuovo, ingegnoso, originale per far passare un messaggio e farsi ascoltare.

Cosa ti porti a casa da questa esperienza?

Questi ragazzi mi hanno dato un po' di speranza per il futuro, i loro progetti hanno avuto bisogno di pensiero, lavoro, idee e di tante cose messe assieme. Niente era banale. Quello della sostenibilità è un mondo infinito in cui convergono diversi aspetti ed è incredibile come in alcuni settori non si riesce ancora a intervenire in modo concreto.

lamento europeo di Strasburgo. Avevo deciso di lasciare la musica, perché mentre il mondo bruciava e io me ne stavo a suonare tra le mura del conservatorio mi sentivo impotente, o addirittura colpevole. Sono partita per Strasburgo per trasformare quell’impotenza in energia e attivismo, protestando di fronte al Parlamento Europeo. Lì mi accorsi che le mie grida non venivano ascoltate, erano rumore per la maggior parte delle persone accorse e soprattutto per i politici a cui mi rivolgevo. Proprio mentre la polizia ci stava scortando in questura, però, loro in barca, noi attivisti a bordo di una canoa sul fiume accanto al Parlamento Europeo, ho capito che stavo sbagliando qualcosa. Perché abbandonare la musica per la causa, se avrei potuto metterla al suo servizio?

Ho cominciato a cantare Bella Ciao e la polizia ha iniziato a fischiettarla con me: ci hanno lasciati andare. La musica, come ogni nostra passione, se spesa per ciò in cui crediamo, può diventare la forza più grande che abbiamo. Quella è stata la mia Detonazione, da quel momento non ho mai smesso di cantare perché sempre più persone accogliessero questo messaggio, giorno dopo giorno mi rendo conto che è stata la scelta migliore della mia vita.

Cosa racconti nel tuo spettacolo e qual è il tuo messaggio?

Come racconto nel mio spettacolo, il flauto con cui ogni bambina e bambino approccia il mondo della musica, non faceva proprio per me. Fu proprio il maestro a consigliarmi vivamente di dedicarmi ad altro: “Lotta, non fa per te, canta!”. Aveva ragione! Ho cominciato a cantare e non ho più smesso, poi con il conservatorio ho incontrato il mio gigante preferito, il contrabbasso, di cui mi sono piano piano innamorata. Mi ha accompagnato in molti teatri, persino in Cina con l’Orchestra Filarmonica Campana, e poi nel mio tour europeo di Detonazione, e ancora oggi con il tour italiano, dove porto lo spettacolo completo dei tre atti: Lotta Traviata, 52 Stagioni e Casa. Il tuo spettacolo “Detonazione” ha iniziato un lungo tour. Ci vuoi raccontare la sua genesi? Da dove è nato?

Nasce dalla mia detonazione, quella che mi ha coinvolto di fronte al Par-

Lo spettacolo è diviso in tre atti: il primo, Lotta Traviata, racconta la mia storia, la mia Detonazione, con il fine di attivare qualcosa nei cuori di chi ascolta, perché le persone cerchino dentro loro stesse la forza della propria passione e la spendano per ciò in cui credono. Il secondo, 52 Stagioni, racconta il dramma del fast fashion, con il paradossale contrasto tra i nostri finti bisogni, la nostra smania compulsiva di acquisto, e le morti e le sofferenze di milioni di persone che lavorano per soddisfarli. L’ultimo atto, Casa, che ho chiuso da poco e che mi accompagna per la prima volta in tour quest’anno, ha il focus sulla crisi climatica in sé, sui danni che stiamo provocando, sul mondo che sogno e che insieme possiamo costruire. A breve uscirà su Spotify l’album con i brani dello spettacolo.

Cosa significa per te aver vinto il premio messo in palio da Green Media Lab e dal progetto The SOStainables?

Con il mio giovane team, fatto di esperti e esperte di musica, di social, di parole e di management, vogliamo accrescere quanto più possibile le nostre competenze, per far sì che il messaggio raggiunga quante più persone possibili e che queste si attivino. Per fare questo, il premio di The SOStainables è un regalo inestimabile, perché sfrutteremo le ore di formazione con esperti di alto livello per portare il progetto al massimo del suo potenziale. Da soli non andiamo da nessuna parte, lo spirito di Green Media Lab e questa bellissima iniziativa ci ricordano che non siamo mai soli quando stiamo dalla parte giusta della Storia.

COSA SIGNIFICA ESSERE ECO-CONSAPEVOLI?

Nel 2022 MGM ha acquisito Rekord, una realtà produttiva avanguardistica, che agisce proattivamente a livello sostenibile, nel tentativo di creare una filiera green e rispettosa.

Ne abbiamo parlato con Marco Foglio, amministratore delegato del Gruppo di Ania Alleva

Fondata nel 1994 da Alcide Giacometti, Rekord impiega circa 700 dipendenti e dispone di tre stabilimenti produttivi nell’area di Alba Iulia in Romania. Attualmente è uno dei principali produttori europei di calzature tecniche per l’outdoor e trova il connubio ideale tra passione, tecnologia e tradizione. Con MGM è impegnata in prima linea per fare la differenza in un mercato con grande potenziale di crescita a livello internazionale. Da un punto di vista green, l’azienda ha messo in atto una solida strategia che punta sia al benessere ambientale che a quello sociale, ponendo particolare attenzione alla salute dei dipendenti. Al giorno d’oggi, poter fare la differenza in termini di impegno responsabile è possibile mettendo in atto scelte “invisibili” che il consumatore finale non è in grado di percepire. Ce ne ha parlato, Marco Foglio, amministratore delegato di MGM.

ziato un percorso di gestione sostenibile degli scarti, a cominciare dai pellami tutti derivanti da una filiera controllata, nonché dal recupero di scarti di macellazione i quali sarebbero estremamente dannosi se dispersi nell'ambiente.

Che rilevanza date alle politiche sostenibili nella vostra strategia aziendale?

Per Rekord, e in generale per il Gruppo MGM, l’aspetto sostenibile è di fondamentale importanza; sia per motivi etici, sia per una questione aziendale e concorrenziale. Al giorno d’oggi credo che la sostenibilità sia una delle tematiche maggiormente rilevanti e competitive per le aziende, a livello internazionale e globale. Per questo motivo, come imprenditori non possiamo non guardare alla nostra crescita in chiave green.

In che modo diminuite l’impatto ambientale nel processo produttivo di Rekord?

Da quando l'abbiamo acquisita, quindi da un anno e nove mesi ormai, abbiamo fatto tutta una serie di investimenti a livello ambientale. Una delle prime iniziative che abbiamo messo in atto è stata quella di renderci completamente autosufficienti, non solo da un punto di vista energetico. Abbiamo investito centinaia di migliaia di euro per rivestire completamente di pannelli tutti gli stabilimenti delle nostre produzioni: abbiamo tre stabilimenti in Romania. Raggiungiamo un'autonomia energetica dell'80%, il restante 20% lo acquistiamo da fonti rinnovabili, quindi da un punto di vista energetico possiamo definirci green al 100%. Abbiamo inoltre ini-

Sempre di più utilizziamo collanti naturali, che non vadano a danneggiare la salute dei lavoratori in primis e dei consumatori poi. Siamo orgogliosi di collaborare con fornitori attenti a loro volta alle tematiche ambientali, i quali sottopongono i propri materiali a rigorosi processi di valutazione e controllo. Grazie a questo possiamo certificare di impiegare materiali privi di PFAS e di poter fare uso dell'etichetta Ecolabel. Sono convinto che parlare di queste tematiche sia molto importante per un’azienda, spesso il consumatore vede la sostenibilità solo nel prodotto finito, ma non in tutti i processi della lavorazione che l'azienda mette in atto.

Per il nostro gruppo essere sostenibili vuol dire avere una visione a lungo termine impegnandoci in modo concreto a migliorare sempre più il processo produttivo e la scelta dei partner che condividano la nostra stessa visione. Nel nostro caso, a rendere tutto ancora più impegnativo sono la complessità e la tecnicità dei prodotti che sviluppiamo, davanti alle quali non si può scherzare. Abbiamo infatti una grande responsabilità nei confronti dei nostri clienti, ai quali vogliamo offrire un prodotto green, ma che rispetti anche tutte le caratteristiche di funzionalità e sicurezza che una scarpa tecnica deve avere.

Per noi sostenibilità non vuol dire solo energia pulita e materiali ecocompatibili, vuol dire anche realizzare prodotti che durino nel tempo e che possano essere rigenerati attraverso pratiche come la risuolatura.

Essere sostenibili non significa solo mettere in atto politiche green che tutelino l’ambiente, ma anche dare supporto alle comunità locali e contribuire al benessere sociale. Voi, come MGM, avete dei progetti in questo senso?

Il ramo italiano del gruppo ha preso questa direzione già da molto tempo, siamo attenti sia al benessere dei nostri dipendenti che dispongono di diversi comfort in azienda, sia al tessuto sociale del territorio che ci vede impegnati in diverse iniziative, non

solo sociali, ma anche culturali e benefiche. Anche gli stabilimenti produttivi in Romania stanno raggiungendo standard qualitativi elevati in questo senso. Ad esempio locali climatizzati, sale mensa e altri servizi sono solo l'inizio di un percorso volto a migliorare la qualità dell'ambiente di lavoro.

Nella percezione dei consumatori, pensate che le politiche green influiscano positivamente nelle decisioni di acquisto?

Sì, se frutto di un approccio autentico.Sempre di più le persone preferiscono acquistare un prodotto sostenibile o dare fiducia ad aziende che si impegnano nella sostenibilità. Al giorno d'oggi siamo sommersi da pubblicità e etichette che ci assicurano prodotti green e ecosostenibili, in molti casi però siamo davanti ad azioni di greenwashing.

Tramite un'app apposita è possibile accedere al sistema di monitoraggio dei livelli di energia generati dai pannelli solari della produzione Rekord

Un prodotto sostenibile è indubbiamente più costoso ma, se il cliente, percepisce che deve pagare di più solo per un'operazione di marketing non lo sceglierà, questo perché è consapevole che si tratta di una maggiorazione fatta a mero scopo di lucro e non giustificabile in tale senso. Sono convinto che questo tipo di politiche influiscano positivamente nelle decisioni d'acquisto, ma solo se fatte in modo autentico.

Quali sono i vostri obiettivi futuri in termini di sostenibilità?

L'obiettivo è quello di realizzare un prodotto 100% green, in ogni sua componente. Nel lungo termine vorremmo abbassare il nostro impatto ambientale anche al di fuori delle nostre mura, ad esempio affidandoci ad una rete distributiva a basso impatto ambientale, riducendo i trasporti su gomma e favorendo quelli su ferrovia o con mezzi ibridi. In sintesi puntiamo ad essere green al 100%.

www.bvsport.com

ARMONIA E STILE

Con Revolution Project, Rock Experience pone al primo posto la relazione tra il brand e l’ambiente. Capi a basso impatti ambientale, realizzati senza sacrificare prestazioni e qualità

Rock Experience si evolve in sintonia con l’ambiente, innovando in modo sostenibile. In questo processo il brand coinvolge ogni fase produttiva: dalla progettazione, alla ricerca di tessuti eco-friendly rispettosi del Pianeta fino ai passaggi del processo manifatturiero e distributivo. L’obiettivo è quello di ridurre progressivamente le emissioni di CO2 Per raggiungere questo traguardo, il brand si impegna a utilizzare filati riciclati e riciclabili, creare packaging a basso impatto ambientale, ottimizzare i sistemi di trasporto, studiare nuovi metodi di lavoro e scegliere aziende produttrici partner certificate. A dimostrazione dell’impegno di Rock Experience per la tutela dell’ambiente è nato Revolution Project, che consiste in capi tecnici, innovativi, sostenibili e realizzati al 99% con materiali eco compatibili.

I CAPI DI REVOLUTION PROJECT

HEADWALL

È il fleece ideale per una passeggiata in città o un trekking in montagna ed è realizzato con elementi riciclati che ne fanno un capo “Eco Bit”. Headwall è realizzato con un mix di melange e felpa a tinta unita con un motivo a punti in rilievo sul retro per trattenere il calore e assorbire l’umidità. Presenta un taschino a petto e nastro in LYCRA sul bordo del cappuccio e sul fondo del capo per un’ottima aderenza al corpo. Disponibile nelle versioni con o senza cappuccio.

RE.ALBATROSS

Adatto sia per l’alta quota che per la città, Re.Albatross è realizzato al 99% con materiali ricavati da scarti di produzione e utilizza un’imbottitura RE.Insulation realizzata con poliestere 100% riciclato da bottiglie PET, senza l’utilizzo di microfibre altamente inquinanti. Il capo è caratterizzato da un motivo a punti in rilievo sul retro per trattenere il calore e assorbire l’umidità, è estremamente soffice e ha potere isolante. Completa il capo un nastro in LYCRA sul bordo delle maniche e sulla parte inferiore del capo per garantire aderenza al corpo.

RE.RAINER 2.0 SS

Il marchio riconferma il proprio impegno nella protezione dell’ambiente con Re.Rainer 2.0, la t-shirt tecnica ed ecosostenibile pensata per trekking e attività all’aria aperta, realizzata al 99% con materiali riciclati. Trattata con il processo di finitura tessile Odor Free che blocca lo sviluppo dei batteri responsabili del cattivo odore, la t-shirt è caratterizzata da un nuovo look con dettagli flatlock, sia nella versione da uomo che da donna, e da loghi e stampe riflettenti. Questi ultimi conferiscono al capo l’inconfondibile stile Rock del brand e allo stesso tempo offrono maggiore visibilità durante le ore notturne. Re.Rainer 2.0 è particolarmente indicata per tutte le attività outdoor in cui sono richieste leggerezza e traspirabilità.

RE.WONDER LAKE

Un pantalone tecnico ed ecosostenibile, sviluppato per trekking e attività all’aria aperta, è realizzato al 99% con materiali riciclati quali bottiglie di plastica. Re.Wonder Lake, grazie al tessuto in 4ways stretch che si adatta alle forme del corpo e garantisce massima libertà di movimento, è particolarmente indicato per tutte quelle attività outdoor in cui sono richiesti leggerezza e traspirabilità. È regolabile in vita tramite una fettuccia con bottone e presenta due tasche in vita e una sulla tasca sinistra; inoltre, nella versione da uomo, è presente anche una tasca posteriore. Stampe riflettenti completano il capo per chi non riesce a rinunciare a un’uscita anche nelle ore più buie.

Headwall
Re.Rainer 2.0 SS
Re.Albatross
Re.Wonder Lake

RAZIONALIZZARE I CONSUMI

norda è un brand canadese nato dall'idea di creare una calzatura da trail running “indistruttibile”, ma allo stesso tempo ecologica. Sostenibilità e prestazione senza compromessi, questo il driver nella realizzazione dei modelli precedenti e della nuova 005 presentata a Chamonix durante l’UTMB

Quando si parla di un prodotto norda, la componente ecologica appare intrinseca. L’approccio di sostenibilità al quale il brand crede maggiormente è quello della razionalizzazione dei consumi – e quindi della produzione di nuove paia – ottenuto puntando all’aumento della durata del prodotto, che si raggiunge grazie all’utilizzo di materiali dalla qualità ineguagliabile. Qualsiasi compromesso sui materiali inciderebbe sia sulla performance che sulla sostenibilità. La Bio-based Dyneema Fiber, usata in modo esclusivo sul 100%

NORDA 005, NATA PER DURARE A LUNGO

INTERSUOLA / in Arnitel (TPEE) completamente pura che garantisce leggerezza e reattività, pur rimanendo altamente resistente

delle tomaie dei modelli norda, è la fibra più leggera e forte al mondo ed è certificata bluesign. È la fibra ad alta performance con le emissioni di carbonio più basse e il 75% dell’energia usata per la sua produzione viene da fonti rinnovabili. La missione del marchio canadese è quella di creare una responsabilità collettiva, ovvero sensibilizzare le persone a proteggere esattamente ciò che rende il trail running così spettacolare: il mondo naturale in cui si corre. norda 005 è la quarta concretizzazione di questo approccio.

TOMAIA / in Bio-Dyneema a rete aperta e riciclata che la rende resistente e leggera come una piuma. Il motivo a intreccio consente la massima traspirabilità e un rapido drenaggio dell'acqua

ALLACCIATURA / un sistema interno ed esterno progettato per bloccare bene il piede, conferire comfort e limitare l’ingresso di detriti

LINGUETTA / in microsuede liscio e perforato che si adatta al piede e consente al calore di fuoriuscire durante la corsa

PESO / 211 g (per una US M 8.5) 177 g (per una US W 8)

SUOLA / monoblocco norda a tutta lunghezza con battistrada Vibram Mega Grip Elite. Utilizzata per la prima volta su una scarpa da trail, questa mescola è la formulazione con più aderenza e leggerezza mai creata da Vibram. Le altezze variabili dei tasselli permettono alla scarpa di adattarsi a più terreni tra sentieri tecnici e strade bianche

INTERVISTA A SIMONE PONZIANI

In Italia con Artcrafts International

Parla il ceo della società di distribuzione fiorentina: la strategia e lo sviluppo del progetto norda nel nostro Paese di Karen Pozzi

Da gennaio 2024 norda, il brand canadese progettato per i runner direttamente dai runner, fa parte del portafoglio di Artcrafts International, che si occupa di distribuire, promuovere e far crescere il marchio sul mercato italiano.

norda rappresenta quindi l’ultima importante new entry di una famiglia che conta 17 marchi, tra proprietari e in licenza o distribuzione, specializzati nelle categorie di calzature, abbigliamento e accessori e divisi in tre macrodivisioni: Sport-Outdoor, Family e Fashion.

Della prima divisione fanno parte aziende come Teva, Compressport, Reef e Cotopaxi, che si sono affidate alla realtà fiorentina per la sua capacità di operare con successo su tutti i canali di distribuzione: wholesale, retail ed e-commerce. Anche Craft Sportswear è entrata in Italia nel 2022 con il footwear proprio grazie ad Artcrafts International, che in pochi mesi ha consolidato l’awareness del brand svedese grazie al suo know-how nell’ambito dello sport-marketing.

Perché Artcrafts ha scelto di distribuire norda? Quale potenziale avete intravisto nel brand?

Artcrafts ha maturato negli anni una forte expertise oltre a un ampio network di contatti nel campo del running, così abbiamo avuto modo di seguire il brand fin dai suoi esordi. Siamo stati subito attratti dal progetto, che secondo noi aveva i presupposti per rappresentare la nuova “big thing” nel trail. Dalle nostre esperienze precedenti nel settore sappiamo che la prima chiave di successo di un brand tecnico è una forte unicità di prodotto e un contenuto d’innovazione distintivo. Se questi elementi possono essere riassunti in una frase breve e chiara, le possibilità di successo aumentano molto.

Qual è la vostra strategia?

Quando un brand ha una visione così forte e definita da parte del fondatore, il nostro approccio non può che essere quello di portare capillarmente quel messaggio sul nostro territorio, rispettandone rigorosamente il senso e gli obiettivi. L’idea è di essere il riferimento in Italia per il movimento che il brand sta creando a livello globale, veicolando i valori di marca e le caratteristiche tecniche che rendono il prodotto unico, entrando in relazione con gli utilizzatori attuali e potenziali attraverso tutti i punti di contatto disponibili.

Quali sono gli obiettivi a breve e a lungo termine?

A breve intendiamo razionalizzare i canali distributivi specializzati e lifestyle in modo che lavorino sinergicamente, salvaguardando l’integrità di marca che ha nel tecnico la sua radice. Nel medio periodo osserviamo con attenzione l’ampliamento della gamma – il quarto modello della collezione è già stato presentato in anteprima allo scorso UTMB a Chamonix – per massimizzare le potenzialità commerciali nel nostro Paese.

Dalla presentazione del nuovo progetto al nostro evento di Ponte di Legno, qual è il bilancio a oggi di questa distribuzione? norda è uno dei brand del nostro portfolio la cui domanda organica è più forte e sviluppata. Alla nostra seconda stagione di sell-in possiamo dire che la priorità è quella di selezionare i punti vendita allo scopo già accennato di razionalizzare la segmentazione per una crescita sana del brand.

Essendo un prodotto nuovo in un mondo ricco di concorrenti, quanto incide il ruolo del venditore? Come selezionate i negozi?

Come per ogni prodotto tecnico, la competenza del rivenditore fa tutta la differenza. Il posizionamento “top di gamma” fa sì che

l’aspetto consulenziale della vendita assuma ancora maggiore importanza rispetto a quanta ne ha per un prodotto di fascia media. Per esempio è importante che chi propone i modelli norda sia in grado di spiegare che – a fronte di un prezzo più elevato – la durata dei prodotti è superiore alla media. In questo c’è tutta la filosofia dell’eccellenza del brand ma anche il suo approccio alla sostenibilità, che è incentrato sul consumare meno paia possibile estendendone la durata. Questa competenza è il criterio che applichiamo per la selezione dei clienti.

Qual è il posizionamento di norda in Italia? E nel resto del mondo?

Per ripetere le parole di Nick Martire, co-fondatore del brand, norda vuole essere la Lamborghini delle scarpe da trail. La discriminante è la selezione dei materiali più performanti sul mercato e la capacità di ingegnerizzarli a vantaggio della prestazione e della durata. In Italia come in tutto il mondo. È l’unico brand che è riuscito a utilizzare Dyneema - una fibra bio-based 20 volte più resistente dell’acciaio – in tutta la tomaia e un’intersuola esclusiva Vibram dalle caratteristiche uniche. Chi sceglie norda lo fa perché richiede il meglio, indipendentemente che sia un runner professionista o amatore.

Il prodotto norda è altamente tecnico ma anche urban. Quanto incide questo connubio nella distribuzione e nel successo delle vendite?

Il recente fenomeno di tendenza per cui i prodotti outdoor e running sono diventati presenze stabili nel canale distributivo urban/lifestyle è ancora rilevante, e i confini tra questi due mondi sono sempre più labili. Tuttavia i nostri sforzi distributivi in questa fase guardano alle priorità del canale tecnico. Il fatto che come azienda presidiamo abitualmente questi diversi canali ci pone nella condizione di gestire gli equilibri al meglio.

Come tutti i progetti Artcrafts, anche norda ha come obiettivo la costruzione di un team di atleti come investimento marketing?

Le strategie di marketing per norda seguiranno logiche mirate, personalizzate per il concept del brand e leggermente diverse da quelle da noi usate sino ad ora. Non possiamo ancora condividere molti dettagli ma, ad esempio, possiamo dire che guardiamo al team di atleti sotto un’ottica diversa rispetto a quella tradizionale, valutando sia la competitività agonistica che la capacità comunicativa dell’ambassador. L’obiettivo è di incrociare la sensibilità di chi è in grado di apprezzare valori anche diversi – design, tecnologia, sostenibilità, etc. – rispetto a quelli meramente pratici. Questo ci darà modo di parlare linguaggi più ampi e diversi rispetto a quelli del marketing tradizionale del settore.

Il progetto norda come convive con Craft? Quali sono gli aspetti comuni e quali le differenze?

Il posizionamento dei due brand è radicalmente diverso sotto vari aspetti, ma entrambi rappresentano un’opportunità per i retailer aggiornati di diversificare la loro offerta rispetto ai marchi più mainstream che puntano decisamente sul DTC. Non è solo il prezzo a determinare le differenze, ma anche il focus di ricerca dei rispettivi reparti Research & Design (uno focalizzato sul trail, l’altro sul “gravel” oltre che su road e trail). norda punta ad essere il top-del-top nell’ambito specialistico del trail. Craft propone per primo una categoria inedita nel running, quella del gravel, e include nel suo mondo anche il runner da strada. La “Lamborghini delle scarpe da trail” e il “Premium brand svedese di endurance” hanno origini, obiettivi e strategie diverse tra loro, pur rivolgendosi parzialmente allo stesso mercato. Entrambe le linee hanno in comune un’avanzata sensibilità nel design sotto un profilo estetico.

Simone Ponziani

PER AMANTI DELL’AVVENTURA E DEL PIANETA

Tomir 2.0 per il trail running presenta importanti upgrade in termini di durata, ammortizzazione e design. Per migliorare l’esperienza dell'atleta e l’impegno responsabile che caratterizza tutte le azioni di NNormal

Le migliorie di Tomir 2.0 nascono dai preziosi feedback ricevuti dai membri sempre più numerosi della community di NNormal, brand fondato da Kilian Jornet e Camper nel 2022.

A partire dalla scelta dei materiali impiegati nella sua composizione, volti a garantire una minore usura e quindi lunga durata della calzatura, elemento imprescindibile per il brand. Ammortizzazione e design sono focus su cui NNormal si è concentrata: il primo con l’utilizzo di una particolare mescola di Eva iniettata; il secondo con una costante ricerca di un look innovativo, con il risultato di un modello di scarpa accattivante.

La calzatura presenta una base più ampia e una geometria della suola leggermente modificata. Una cucitura a 360° tra tomaia e intersuola conferisce maggiore robustezza e durata, caratteristiche per le quali NNormal vuole essere scelta dai suoi utenti.

DURATA - Dotata di un filo di nylon ad alta resistenza cucito completamente intorno all'intersuola, che migliora la durata della scarpa.

LA DURABILITÀ È LA NUOVA SOSTENIBILITÀ

Alla base dell’impegno di NNormal vi è il concetto di durata: più a lungo si usa l’attrezzatura meno se ne produrrà di nuova, meno impatto si avrà sul pianeta. Ecco perché NNormal realizza attrezzature destinate a durare e a resistere all’usura.

La durata è una questione che richiede un certo lavoro di squadra dove ognuno ha un ruolo ben preciso. L’azienda si impegna tramite una costante ricerca a realizzare prodotti di massima resistenza. Ma anche l’utente finale deve fare la sua parte prendendosi cura della propria attrezzatura e provvedendo alla sua riparazione per prolungarne il ciclo di vita. Per questo sul suo sito ufficiale il brand dispensa consigli sulla manutenzione delle calzature.

Per quanto riguarda la realizzazione, il product manager afferma: “Stiamo testando cuciture artigianali che combinano tecnologia e design. I nostri materiali (tomaie, suole intermedie o esterne), hanno alti livelli di resistenza

"Lanciamo nuovi prodotti solo quando abbiamo migliorato gli aspetti chiave della calzatura, perché per noi è importante riuscire a rispondere alle richieste dei nostri runner"

Sito Luis Salas, ceo di NNormal

Il materiale della tomaia è invece ora costituito da un resistente monofilamento di poliestere combinato con un filo di TPE, per un'eccezionale resistenza all'abrasione. Questa miscela di materiali, oltre ad aumentarne la durabilità, assicura anche leggerezza e traspirabilità.

DESIGN - La nuova geometria della suola è pensata per rendere naturale e fluida la transizione: più ampia nella parte mediale e posteriore per migliorare stabilita e impatto, mentre la parte anteriore presenta uno scoop rialzato (di quale millimetro) per velocizzare la transizione.

AMMORTIZZAZIONE - L’iniezione di HO2 sull’EVA, la schiuma EExpure conferisce grande ammortizzazione e una particolare reattività decisamente superiori al modello precedente. Aumenta così l'efficienza energetica durante la corsa, dando una sensazione di minore sforzo. Inoltre, questo materiale composito, e altamente resiliente, ha anche un peso ridotto rispetto a quelli convenzionali.

all'abrasione e alla lacerazione, rendendo le scarpe così longeve”.

La durabilità dei prodotti NNormal è garantita anche dai test: “Siamo convinti che la durabilità debba essere inclusa nell'equazione quando si calcola l'impatto ambientale dell'attrezzatura sportiva per questo prevediamo test che calcolano i chilometri che gli utenti possono percorrere con le nostre calzature. L'idea di questi tipi di studi è di promuovere una nuova metodologia per calcolare l'impatto delle scarpe da trail running”.

“La durabilità è la ragion d'essere di NNormal. Crediamo fermamente che più a lungo utilizziamo la nostra attrezzatura sportiva, minore è l'impatto sull'ambiente” Thomas Medevielle, product manager di NNormal

13-15/01/2025

Fiera Bolzano

Messe Bozen

B2B Days for Snow Sports and Outdoor

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L’INNOVAZIONE DELLA SICUREZZA

Un funzionamento rivoluzionario e un design sostenibile: sono questi gli ingredienti di Neox, il nuovo assicuratore di Petzl con bloccaggio assistito mediante camma, ideale per l’arrampicata da primo

Un sistema davvero all’avanguardia, grazie a una rivoluzione che si trova nel suo “cuore”: il meccanismo interno di Neox, infatti, è dotato di una ruota che facilita lo scorrimento della fune, per dare corda in modo più semplice e veloce. Quando si arrampica da primo, la capacità dell’assicuratore di dare corda in modo fluido e al momento giusto, senza scatti, permette di concentrarsi completamente sulla salita e di migliorare l’esperienza di arrampicata. Inoltre, l’impugnatura ergonomica di Neox offre un comodo controllo della discesa. Può essere utilizzato con corde singole da 8,5 a 11 mm e l’installazione delle stesse è facilitata grazie alle marcature incise sul dispositivo.

In aggiunta, un’altra grande rivoluzione pensata da Petzl risiede nella progettazione: frutto di un approccio di eco-design inedito, Neox è prodotto nel pieno rispetto dell’ambiente. Infatti, tutti gli elementi in plastica del prodotto, compresa la maniglia, sono progettati in poliammide riciclato, con ottime caratteristiche di resistenza.

Installazione della corda facilitata, grazie alle marcature incise sul dispositivo

Ruota integrata che consente uno scorrimento fluido della fune

Maniglia ergonomica per controllare la discesa

TUTTO IL COMFORT DEL CLIMBING

Per la collezione FW 24-25, E9 presenta alcuni capi chiave in velluto, che offrono traspirabilità, resistenza all'abrasione e un'elevata capacità di termoregolazione

MONT1-V

Fit Regolare

Made in Italy

Colore in foto: sea weed

ONDA-VS

Fit Slim

Realizzato interamente in Italia

Colore in foto: pink-st

In ambito climbing e outdoor, due mondi in cui prestazioni e comfort si fondono per affrontare le sfide della natura, i materiali giocano un ruolo fondamentale. Grazie alla sua struttura, il velluto può ridurre il rischio di sfregamenti e irritazioni sulla pelle, particolarmente durante lunghe escursioni o sessioni di arrampicata. Progettato, inoltre, per garantire un'eccellente elasticità, permette libertà di movimento cruciale a tutti i livelli. Infine, non viene tralasciato l'aspetto sostenibile, poiché tutti i capi in velluto della collezione sono realizzati con cotone organico, assicurando una produzione responsabile e rispettosa dell’ambiente.

PER LUI

Mont1-v è realizzato in morbido velluto a costa larga, che dona stile e comfort. Presenta una pratica tasca e inserti a trama differente, che aggiungono un interessante gioco di texture. La cinta è dotata di elastico interno, dall'inconfondibile design E9 che richiama elementi naturali, per garantire una vestibilità perfetta e libertà di movimento. Inoltre, il fondo dei pantaloni è regolabile, permettendo di personalizzare la lunghezza secondo le proprie esigenze.

PER LEI

Lo storico modello Onda realizzato in velluto a coste strette, è ideale per offrire il massimo delle performance anche nelle giornate più fredde, senza rinunciare allo stile inconfondibile E9. Le tasche iconiche sono a contrasto, realizzate in raso di cotone organico. Dotati di vita e fondo regolabili per un comfort ottimale, presentano anche due comodi cordoncini portaspazzolino. Immancabile tocco personale, ricamato sotto la tasca posteriore.

UN GRANDE VIAGGIO

Fin dal 1995, Icebreaker celebra la lana Merino e le sue qualità, grazie a una filiera controllata e responsabile che garantisce un’ottima performance

Versatili e comodi, i base layer targati Icebreaker sono creati per essere indossati direttamente sulla pelle e offrire comfort in condizioni climatiche e attività che variano. Sono in grado di offrire uno strato isolante che dona una sensazione di calore e freschezza allontanando l’umidità della pelle. Il simbolo di performance? I base layer in lana merino. Questa fibra tecnica naturale è incredibilmente leggera, naturalmente anti odore, facilita la termoregolazione ed è morbida sulla pelle.

PROGRESSO BATTE PERFEZIONE

Il 200 Oasis è l’originale in lana Merino al 100%, uno dei modelli più apprezzati al mondo dagli amanti dell’avventura, per versatilità e comfort

ANCHE PER LE SITUAZIONI PIÙ DIFFICILI

Capi per donne con cui affrontare le attività più impegnative durante le giornate fredde. Un bis di alleati per rimanere protette senza rinunciare al divertimento

Una giacca tre in uno e una isolante per affrontare ogni agente atmosferico: Vaude si approccia così alla stagione fredda e propone alle donne la soluzione per non smettere di inseguire le proprie passioni rispettando l’ambiente.

WOMEN'S ELOPE 3IN1 JACKET II

Nel 2018 Icebreaker ha iniziato il viaggio verso la rimozione totale della plastica nei prodotti e, all’epoca, l’84% delle fibre utilizzate erano di originale naturale o vegetale. Oggi il marchio ha raggiunto il 96,4%, grazie a significativi progressi, e punta ad arrivare al 100%. L’approvvigionamento di lana e fibre è gestito nel modo più responsabile possibile: il 100% del materiale è tracciabile e proviene da allevamenti certificati RWS e quasi il 50% fa parte del programma ZQRX, che tiene conto della qualità delle fibre e del benessere e della salute degli animali e dell’ambiente. I tessuti sintetici, invece, sono stati sostituiti con alternative di origine biologica, per aprire la strada a un futuro senza sostanze petrolchimiche. In aggiunta, Icebreaker si impegna costantemente per costruire solide partnership con i fornitori a tutti i livelli della catena di fornitura globale. A oggi, 70 allevatori hanno firmato con l’azienda un contratto decennale, e il numero è in aumento. Infine, entro il 2028 il brand neozelandese punta ad avere il 100% della lana Merino da allevatori che utilizzano pratiche rigenerative.

La giacca Elope 3in1 è un capo super sostenibile di Vaude, ideale per attività impegnative. La giacca esterna, dotata di zip resistenti all'acqua e cappuccio regolabile, offre una protezione affidabile contro vento, neve e pioggia. La membrana altamente traspirante espelle l'umidità, favorendo un microclima confortevole, mentre le zip sotto le braccia e una frontale a doppio cursore offrono ulteriori opzioni di ventilazione. La giacca esterna si ripiega nella tasca interna, adattandosi perfettamente a qualsiasi zaino. Quella interna, con colletto alto e isolamento in poliestere che imita il calore della piuma naturale, offre protezione contro il freddo. Grazie alla versatilità di poter indossare ciascuno strato separatamente, la giacca Elope 3in1 da donna diventa automaticamente adattabile per tutto l'anno. La tasca sul petto e le due frontali permettono sia di riscaldare le mani fredde sia di riporre in sicurezza oggetti di valore. Il capo è prodotto in modo sostenibile e con attenzione all'ambiente. Il materiale principale della giacca esterna è infatti trattato con Eco Finish, un trattamento idrorepellente e antimacchia privo di PFC. L'etichetta Vaude Green Shape rappresenta prodotti ecologici e funzionali realizzati con materiali sostenibili e certificati bluesign.

WOMEN'S NEYLAND HOODED INSULATION JACKET

Si tratta di una giacca isolante leggera e morbida che rispecchia il concetto innovativo di economia circolare di Vaude. Progettata per offrire sia calore che traspirabilità, la giacca Neyland è una scelta ideale per attività come escursioni, slittino o sci. L'isolamento PrimaLoft RISE rende la giacca piacevolmente calda, tenendo a bada il freddo. La fodera interna spazzolata sul retro offre un ulteriore strato di calore accogliente. I polsini parzialmente elastici e l'orlo regolabile assicurano protezione contro il vento e il freddo. A differenza della piuma d'oca, l'isolamento sintetico funzionale è resistente all'umidità, garantisce un eccellente mantenimento del calore anche quando bagnato e rende la giacca facile da mantenere, asciugandosi due volte più velocemente della piuma. Due tasche frontali con zip offrono uno spazio pratico per riporre piccoli oggetti o per dare rifugio alle mani fredde. La giacca include anche una tasca interna, che consente di ripiegarla per riporla comodamente in uno zaino o in una borsa da lavoro. La Neyland Hooded è trattata con Eco Finish.

Panorama - 0472.201114 - info@panoramadiffusion.it

Women's Elope 3in1 Jacket II
Women's Neyland Hooded Insulation Jacket

LA COMBO PERFETTA

Il Pack Performance Elite di BV Sport unisce i due prodotti per eccellenza del brand: il gambale per lo sforzo

Booster Elite Evolution e la calza da recupero Prorecup Evolution. Migliorano la prestazione e sono, allo stesso tempo, ecologici

BOOSTER ELITE EVOLUTION

I gambali, ultra tecnici ed eco-responsabili sono realizzati utilizzando nuove strutture a rete con rigidità variabile (ultraflessibile, flessibile, semirigida e rigida). Grazie alla compressione selettiva mirata a livello del polpaccio, accelerano il ritorno venoso, forniscono un supporto muscolare ottimale e apporta ossigeno ai muscoli per combattere l'affaticamento muscolare (crampi, formicolio, etc).

_COMPRESSIONE SELETTIVA

PRORECUP EVOLUTION

L'alleato definitivo per gli sportivi per ottimizzare il recupero dopo l'esercizio. Prodotto in Francia dal 1998 e ora eco-responsabile grazie alla fibra Sensil EcoCare, è composto da diversi tipi di maglia con rigidità variabile (morbida / semirigida / rigida). Utilizzato il prima possibile dopo l'esercizio, per un minimo di due ore, accelera il recupero muscolare, riduce l'insorgenza di dolori muscolari e abbassa al minimo il rischio di danni muscolari.

Rispetta l'anatomia e la fisiologia degli atleti per migliorare il ritorno venoso, accelerare l'eliminazione rapida delle tossine (acido lattico, radicali liberi, CO2, etc) e aumentare l'ossigenazione muscolare.

QUANDO IL GIOCO SI FA DURO...

_ ECOLOGICI PERCHÉ?

SENSIL ECOCARE

Una fibra ecologica ricavata da rifiuti pre-consumo riducendo l'impatto sull'ambiente. Il processo di produzione riduce al minimo gli sprechi, il consumo di energia e preserva le risorse naturali senza compromessi in termini di prestazione. Sono infatti tessuti di alta qualità, comodi, morbidi e resistenti e che durano a lungo nel tempo. I processi di produzione di questa fibra riducono significativamente CO2 e consumo di energia e acqua. I granuli di nylon riciclato di alta qualità mantengono magnificamente le proprietà del filato delle fibre vergini.

MADE IN FRANCE

La maggior parte dei prodotti BV Sport sono prodotti a Saint-Etienne, a pochi minuti dallo stadio Geoffroy Guichard. Questa unità di produzione realizza tutte le gamme di prodotti a contenimento/compressione, le calze della linea "made in France" e i gambali Booster. Produrre direttamente in Francia significa diminuire la logistica di trasporto con conseguenze di un forte minor impatto sull’ambiente. Ma anche poter controllare direttamente dal team di sviluppo i processi di produzione e quindi la qualità del prodotto. Nello specifico la linea a compressione è progettata su macchine circolari, che permettono di controllare la pressione applicata e di tagliare le misure più precisamente, e quindi con minor scarto tessile possibile.

BV Sport - 335.5927456 - info@bvsport.it

Montura inizia a giocare e lo fa con un duo di giacca e pantalone, pensato per le donne appassionate di outdoor e prodotto nel pieno rispetto dell’ambiente

Caldi, pratici e funzionali, la giacca e il pantalone Dolomiti sono la scelta giusta per trekking e nordic walking. Entrambi i capi Montura sono realizzati con materiali riciclati e aiutano a ridurre gli scarti. Inoltre, i modelli sono esenti da trattamenti idrorepellenti a base di composti perfluorurati e poliflorurati (PFAS) dannosi per l’ambiente e per gli esseri viventi. I tessuti sono trattati con un finissaggio idrorepellente eco-compatibile non fluorurato a base vegetale che garantisce idrorepellenza duratura.

DOLOMITI HOODED JACKET WOMAN

Realizzata in tessuto Pro-Meteo a uno strato, questa giacca imbottita ripara dal vento durante le avventure outdoor e le giornate in città. L’imbottitura sintetica Comfortemp ultraleggera tiene al caldo tutto il giorno, mentre il tessuto in nylon con trattamento idrorepellente DWR senza PFAS protegge in caso di pioggia leggera. Quando non indossata, è possibile ripiegarla all’interno della pratica tasca integrata e infilarla nello zaino. Due tasche per le mani con zip e una tasca interna con zip tengono al sicuro gli oggetti personali, mentre cappuccio e polsini elasticizzati e fondo regolabile vestono alla perfezione.

DOLOMITI 2 PANTS WOMAN

Realizzati in nylon 4-way-stretch resistente, questi pantaloni anti abrasioni garantiscono totale libertà di movimento sui sentieri. Il trattamento DWR senza PFAS traspirante tiene all'asciutto in caso di pioggia leggera o neve. Grazie all'interno spazzolato e all'azione antivento si rimane al caldo quando fa più freddo, senza essere appesantiti, per il massimo comfort tutto il giorno. Le tasche aperte per le mani e la tasca laterale con zip permettono di tenere gli oggetti personali sempre a portata di mano, mentre la fascia in vita elasticizzata regolabile in stile pull-on resta in posizione senza limitare i movimenti. Inoltre, il fondo gamba può essere regolato in base alle differenti esigenze.

Montura - 0445.318911 - info@montura.com - montura.com

IN CONTINUA EVOLUZIONE

Comodi, pratici e performanti, ma soprattutto sostenibili: i prodotti Ferrino, realizzati con materiali riciclati al 100%, sono i compagni ideali per ogni avventura

La linea di sacchiletto, adatta a chi richiede alte prestazioni senza mai rinunciare al comfort, è disponibile in tessuto totalmente riciclato con una nuova combinazione colore. Pensati per chi cerca elevate performance e peso ridotto, i Lightec Duvet garantiscono protezione e dimensioni il più possibile contenute. Dalle ottime caratteristiche di traspirabilità, resistenza e leggerezza i tessuti utilizzati sono 100% riciclati e certificati GRS (Global Recycled Standard), un attestato internazionale promosso dalla Textile Exchange con l'obiettivo di incentivare l'utilizzo di materiali riciclati nel settore tessile. L’imbottitura in piuma è certificata RDS (Responsible Down Standard) per ga rantire al consumatore che il piumino e le piume utilizzate siano ottenute da animali che non siano stati oggetto di trattamen ti che procurano dolore, sofferenza o stress. La procedura di controllo “RDS” include l'intera filiera produttiva.

CARATTERISTICHE TECNICHE

• Il Lightec Duvet è disponibile nelle seguenti versioni e pesi con una coibenza termica che varia a seconda del modello: Lightec 1400: 1480 g | Lightec 1200: Lightec 1000: 950 g | Lightec 800: 760 g | Lightec 500:

• Dispersione del calore minima, grazie alle cuciture sfalsate

• Apertura facilitata con sistema “one touch”

• Forma 3D nella zona piedi per un maggiore comfort

• Cupolino para freddo

• Taschina interna

• Sacca di compressione inclusa

PIONIERI

Nemesi PRO è invece l’evoluzione della classica tenda a cupola

Nemesi. Ultraleggera, affidabile e facile da montare, è stata pensata per essere il riparo di trekker, hiker o ciclisti che intraprendono viaggi itineranti. Disponibile 1, 2 e 3 posti, la versione PRO è ancora più spaziosa e robusta grazie ai pali preformati e al paletto distanziatore di cui è dotata. Nell'ottica dello sviluppo responsabile e sostenibile, il tessuto utilizzato per questa tenda, sia il telo esterno che quello interno, è realizzato con materia prima 100% riciclata post consumer e certificata GRS.

Peso: min 2,1 kg - max 2,2 kg

Paleria:

• in lega di alluminio temperato 7001T6 con caratteristiche di leggerezza, resistenza ed elasticità

• 3 pali in duralluminio pre collegati

• pali in colore differenziato per facilitare il montaggio

• tenda interna sospesa alla paleria con ganci e guaine

• picchetti in alluminio Superlight Storage: tasche interne porta oggetti

& C. - 011.22300711 - info@ferrino.it

DEL CAMBIAMENTO

Da tre decenni Ternua guida il cambiamento dell’industria tessile outdoor, compiendo passi importanti nell’innovazione sostenibile.

Il suo obiettivo è ora ridurre al minimo i rifiuti progettando capi circolari

Minimizzare quanto più possibile l’impatto ambien tale è da sempre la guida del marchio spagnolo nel suo processo produttivo. Nel 2013 Ternua è stato pioniere mondiale nell'utilizzo di piume riciclate come ri empimento dei suoi prodotti e nel 2018 è stato il primo marchio spagnolo di outdoor a elimi nare completamente i PFC (sostanze dannose per la natura) dai suoi trattamenti idrorepel lenti. Questo percorso è servito a dimostrare che tecnicità e sostenibilità possono andare di pari passo, curando anche la funzionalità e l'estetica. Attualmente si sta concentrando sulla progettazione di capi secondo i para metri della circolarità, ovvero monomateriali, realizzati con tessuti riciclati, riciclabili o bio degradabili, privi di PFC e con certificazione bluesign o Oeko-Tex.

GIACCA CON CAPPUCCIO RAGGER

Pensato come secondo strato, questo prodotto è stato realizzato in una nuova versione Dryshell, più elastico e con una struttura jacquard a nido d’ape per un maggiore calore. Il tessuto riciclato e certificato bluesign, è altamente traspirante e ad asciugatura rapida. Perfetta per essere indossata

tutto l’anno, la giacca garantisce un’eccellente libertà di movimento. Il poliestere utilizzato nella produzione deriva dal riciclo di bottiglie di plastica e il trattamento idrorepellente è privo di PFC. La giacca è dotata di orlo e cappuccio elasticizzati e rifiniti con bordino e la protezione nel mento evita lo sfregamento della cerniera. La zip YKK Flat Vislon permette una chiusura più rapida; inoltre le due tasche frontali e la tasca sulla manica garantiscono il massimo della praticità.

PANTALONE CORNO

Pantaloni tecnici multiattività in poliammide elastica Shellstretch (230 gr/m2), che li rende altamente durevoli e resistenti all'abrasione. Il modello ergonomico e l'elasticità del tessuto garantiscono un eccellente livello di comfort e libertà di movimento. L’interno in tessuto spazzolato assicura un calore maggiore, mentre esternamente sono dotati di trattamento idrorepellente privo di PFC. Tessuto certificato bluesign. Altri dettagli: - vita mista, elasticizzata + cintura; - orlo regolabile con passanti per cintura; - tre tasche con zip (due anteriori + una posteriore).

Ternua - infor@ternua.com

Ferrino

QUATTRO PASSI

Escursionismo allo stato brado a cura di Marrano

Sembra passato un secolo e invece sono solo poco più di quattro anni. I meccanismi psicologici che governano il nostro istinto di sopravvivenza hanno agito in fretta per farci dimenticare la parentesi dolorosa quanto ambigua del Covid e del relativo lockdown. Un’esperienza di clausura che in soli due mesi ha fatto scoprire a una percentuale non trascurabile di italiane e italiani, quanto possa essere piacevole e gratificante alzare il sederone dal divano e addentrarsi nel misterioso mondo della montagna, o anche solo lungo i morbidi versanti di una collina a pochi passi da casa. Una fuga verso la libertà, fisica e mentale, a cui non si può più rinunciare. Chi frequenta per mestiere le pagine di questo giornale lo sa bene, e ne ha tratto giovamento.

Una fuga di massa che però, in quanto tale, si è presto trasformata in arrembaggio scomposto, difficile da immaginare nella sua dimensione e forma anche per gli addetti ai lavori. Al di là dei dati più o meno reali di questa o di quella fonte, più o meno ufficiale (una certa cautela è d’obbligo su questo tema…), risulta evidente a chiunque abbia frequentato in epoca post Covid l’ambiente naturale nelle sue varie declinazioni (montagne, colline, campagne, laghi, paludi, stagni, acquitrini, residui di aree verdi cittadine o altro), che il fenomeno dell’escursionismo ha assunto caratteristiche mai viste in precedenza. Sia in termini di quantità, che di qualità. Perché davvero se ne sono viste e se ne vedono di tutti i colori. Un escursionismo allo stato brado, che ha portato sui sentieri una fauna trasversale di soggetti che compongono un mosaico socialmente democratico. Divertente quanto imbarazzante capace di mettere in assoluta minoranza e zittire quelli che quattro passi nella natura li facevano anche prima del Covid. Truppe di signori dal giro vita importante con il marsupio a tracolla e i pantaloncini in spugna, accompagnati da mogli con messa in piega adattata al momento sportivo, alternati in una lenta fila indiana ai gruppi di quelli “già un po’ più esperti”, identificabili per un outfit primo prezzo acquistato in blocco e in super offerta nel supermercato degli sportivi, o nel negozio specializzato in stock delle Grandi Marche. Figure grottesche e pretenziose, dal passo lento e incerto, che senza vergogna ricercano il punto panoramico e instagrammabile per fissare con un post o un’effimera story il proprio trofeo alpino (o appenninico beninteso), prima di ingorgare lo spazio ristretto di un rifugio con richieste imprevedibili.

Per non scadere nel moralismo o, peggio, nello snobbismo, ma per dovere di critica, vale la pena ricordare a quanti si sentano chiamati in causa da questa profilazione, che non è tanto o solo il problema dell’incongruenza stilistica nell’abbigliamento e dell’inammissibilità di certe pretese di servizio a generare sconcerto. È invece la somma di tutto questo più l’insieme delle conseguenze che ciò comporta sull’ambiente e sulle strutture travolte da questo improvviso bailame. A fronte di un vantaggio economico a breve termine, peraltro tutto da dimo-

strare, l’impatto dell’overhiking (questa suona bene come contrappunto a overtourism) porta con sé una pluralità di effetti negativi su larga scala che, se non gestiti, finiranno per annullare i potenziali benefici del fenomeno stesso. Ne citiamo uno per tutti, vale a dire l’ecatombe di interventi richiesti ogni giorno per dare soccorso alle centinaia di sprovveduti persi spesso in un bicchier d’acqua, ma altrettanto spesso incrodati in situazioni in cui non si sarebbero mai dovuti avventurare, neanche solo con il pensiero. Sorvoliamo per rispetto sulla tragedia ormai quotidiana delle morti, tema già ampiamente trattato in forma irrispettosa e incompetente da parte dei media generalisti, in perpetua competizione su chi spara la cazzata più grossa.

Serve cultura. Detta così però fa paura, allora la riformuliamo in maniera più digeribile: serve consapevolezza, magari accompagnata da un po’ di educazione e senso civico. E qui mi fermo perché stiamo già correndo il rischio tornare a rendere il piatto indigesto. Ma chi deve essere lo chef di questa ricetta? Forse un team di cuochi, perché uno solo non basta e perché comunque è sempre meglio stare alla larga dall’uomo solo al comando.

I brand, che tanto hanno beneficiato di questo arrembaggio alla montagna; le guide, che in quanto tali non solo accompagnano e salvano, ma anche aiutano nel capire e poi i gestori delle strutture, che con i loro presidi garantiscono un servizio fondamentale per i frequentatori dell’ambiente. Una cordata tenuta insieme da un organismo super partes capace di creare un dialogo fra tutte queste componenti, per riversare sull’escursionista, esperto e non, quelle nozioni che sono alla base di un approccio appunto consapevole all’esperienza con l’ambiente naturale, montano in particolare.

Fantasie, illusioni, sogni, visioni? Sì, perché ci alimentiamo anche di questo nelle righe di questa rubrica, ma quando torniamo a essere realisti e anche un po’ cinici, dobbiamo ammettere che in montagna non c’è posto per tutti e che molti di quelli che sono arrivati in montagna ai tempi delle mascherine farebbero meglio a rimettere il proprio sedere su una poltrona o un sofà e alzarsi solo per aprire la porta del frigorifero dal quale prelevare una lattina di birra o un pranzo precotto. E dobbiamo inoltre ammettere che i primi a muoversi allo stato brado sono proprio quelli che avrebbero il vantaggio materiale nel governare questo potente fenomeno sociale. Un’azione corale di sensibilizzazione, se non proprio un consistente programma di formazione, sostenuto con impegno e convinzione da parte dei principali attori, sarebbe quanto mai auspicabile a questo punto e di certo rappresenterebbe un pregevole contributo per limitare gli effetti perversi di una situazione che si sta via via trasformando da opportunità in danno per l’intero sistema montagna. E tutto per colpa di quei maledetti pantaloncini in spugna.

*Lafuori. Una pagina pubblicitaria in meno, uno spunto di riflessione in più. Lafuori non è un nuovo brand outdoor fondato da due giovani mountain runners appassionati di climbing. Non è l’account Instagram di un influencer. Non è nemmeno il nome di una falesia segreta di un’isola sconosciuta del Mediterraneo o di un hotspot di Hokkaido dove cade la neve più polverosa del mondo. Lafuori è il titolo del contro editoriale di Outdoor Magazine. Un racconto libero e disincantato dell’outdoor scritto sotto mentite spoglie

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