Running Mag 10

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ANNO 3 - NUMERO 10 - 2014

Editore Sport Press S.r.l. - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362.600469 - Fax 0362.600616 - e-mail: redazione@runningmag.it - Direttore responsabile: Angelo Frigerio - Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n. 38 del 20 gennaio 2012 - Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - conv. in Legge 46/2004 Art. 1 Comma 1 LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.

LA SCORSA ESTATE GIUSEPPE TAMBURINO È TORNATO A CORRERE LA SUA ECOMARETONA LUNGO LA COSTA TIRRENICA DELLA NOSTRA PENISOLA

INTERVISTA DOPPIA

PAGINE 10 E 11

PAGINE 8 E 9

Ecomeraviglia italia PAGINE 14 E 15

IVAN RISTI E ALESSANDRO DEGASPERI OLTRE CHE DUE FORTI ATLETI SONO ANCHE IMPRENDITORI. DAL 2011 GESTISCONO CON I SOCI DANIELE MORAGLIA E ALESSANDRO BUCCI LA SOCIETÀ DI CONSULENZA E MARKETING SPORT TIME PAGINA 18

LA SCARPA DEL MESE // TRIUMPH 12

IL GUSTO DEL RUNNING ALLE PAGINE CENTRALI

EVENTI

IL PERSONAGGIO

GLI SPECIALISTI DEL TRIATHLON

SALOMON CITY TRAIL

EVENTI PAGINA 20 FOCUS PRODOTT0 CHE ENERGIA A MILANO CON BOOST

EVENTI

LO CONOSCIAMO COME “MASTERCHEF”, DOPO CHE NEL 2014 HA VINTO IL CELEBRE REALITY CULINARIO. EPPURE FEDERICO FRANCESCO FERRERO DI PASSIONI NE HA TANTE. FRA QUESTE ANCHE LA CORSA

MAMMUT AENERGY THERMO VEST

THULE GLIDE

PIRENEI FRANCESI

PUMA ACCENDE LA NOTTE (E IL BUSINESS…)

PAGINA 21

PAGINA 16

BELLEZZA, FORMA FISICA, BUON CIBO, MUSICA, SPIRITO “SOCIAL” E OSPITI D’ECCEZIONE. QUESTI GLI INGREDIENTI DELL’EVENTO MOLTO GLAMOUR E MOLTO RIUSCITO CONFEZIONATO DA ADIDAS redazione@runningmag.it / www.runningmag.it

PAGINA 22


RUNNING MAGAZINE

EDITORIALE

di BENEDETTO SIRONI benedetto.sironi@tespi.net

MILANO CAPUT RUNNING (QUANDO VUOLE) Avevo già citato Milano nello scorso editoriale, a proposito di “trail in città” e dell’evento organizzato da Salomon andato in scena lo scorso 21 settembre. Mi perdonerete se torno a dedicare questa spazio, addirittura per intero, a quella che da 4 anni è diventata la mia città e da 4 mesi anche la sede del nostro nuovo ufficio (prima tutto, casa e redazione, erano in Brianza). Insomma, ora che sono milanese a tutti gli effetti mi sento legittimato a parlare della “mia Milano”, bene o male che sia. E in questa sede non posso far altro che parlarne in relazione al running. Del resto, di cose ce ne sono da dire. Prima: all’evento di cui sopra, ossia al Salomon City Trail, abbiamo partecipato con un nostro team. Il quale oltre a essersi pure piazzato bene ha avuto modo di apprezzare il nuovo, riuscito format della manifestazione e una città che sa anche regalare possibilità e scorci inaspettati, “poetici” e a misura di runners (il racconto completo del nostro inviato a pagina 18). Seconda: sempre in questo numero trovate il report vissuto “dal di dentro” di altri due eventi milanesi firmati da due marchi importanti come adidas e Puma (vedi articoli a pagina 20 e 21). Non è un caso che entrambi abbiano scelto proprio

la piazza meneghina per i loro ultimi lanci di prodotto, accompagnati da alcune piacevoli attività collaterali, con al centro di tutto la corsa ovviamente. Questo anche perché Milano è senz’altro la città più mediatica, social e “trendy” d’Italia e ogni iniziativa che qui si svolge ha per forza di cose più visibilità. Sui media tradizionali e sul web.

10k. E perché no, allora anche i celebri 42k potrebbero non essere più qualcosa di irraggiungibile. Quarta e ultima considerazione: a proposito di maratona… qui viene la nota dolente, perché è bene riconoscerlo, tra Milano e il running certo è nato un amore ma non sono sempre rose e fiori. Innanzitutto ancora non pochi cittadini quando trovano il traffico interrotto per una corsa continuano a non prenderla affatto bene, suonando all’impazzata e lamentandosi con il povero vigile di turno. Ma la nota dolente riguarda la maratona. Con i numeri citati sopra e le potenzialità di una città comunque turistica sotto molti aspetti è abbastanza scandaloso che nel 2014 la Milano City Marathon abbia avuto 3.817 partenti! Briciole se paragonate a tante altre maratone straniere in città anche meno importanti e diremmo “fanalino” di coda tra le maratone che contano in Italia. Certo, aggiungendo le staffette si arriva a oltre 13mila partenti. Ma è indubbio che si può e si deve fare molto di più e vedremo se l’effetto “Expo” influirà positivamente nel 2015. Anche perché, come abbiamo titolato, parafrasando un noto detto latino Milano può davvero ambire a essere “caput running”, perlomeno in Italia e magari non solo. Basta volerlo davvero, di certo le potenzialità non le mancano.

Terza: la risposta in termini di pubblico che Milano sta offrendo alle recenti iniziative legate al running è davvero eccezionale. Basti citare due casi: la tappa milanese della The Color Run è stata la più partecipata dell’intero tour, con ben 18mila partecipanti. Per non parlare della decima Deejay Ten (vedi anche news a pag 6): 20mila persone sono il nuovo record assoluto e si sarebbe potuti arrivare forse addirittura a 30mila. Certo, si tratta di eventi che i puristi o i podisti tradizionali magari non considerano nemmeno o magari guardano con la “puzza sotto il naso”. Ma (anche) questo è il running di oggi. Per fortuna diremmo noi, in quanto sta aprendo le sue porte a un pubblico sempre più vasto, trasversale, variegato. Con una partecipazione crescente anche delle donne. La gran parte di questo pubblico magari non correrà mai una maratona, ma alcuni (sempre di più) vorranno provare prima o poi una mezza dopo la loro prima

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Redazione USA: DNF Media, Inc 1956 Bohannon Drive - Santa Clara, CA 95050 Tel: 001.408.261.8809 Questo numero è stato chiuso in redazione il 9 ottobre 2014

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NUMERO 10 - 2014

il nostro ricordo //

Ciao Andrea // Solamente un mese fa eravamo qui a scrivere di lui che, con il suo consueto entusiasmo, ci aveva accompagnato insieme ad altri atleti e membri dello staff aziendale lungo un bellissimo trail sulle cime del Monte Bondone in occasione del Dynafit Summit Launch 2015 (articolo a pag. 18-19 dello scorso numero). Lui è Andrea Zambaldi, aveva 31 anni, era lombardo ma cresciuto a Verona e risiedeva a Bolzano, dove lavorava nel marketing di Dynafit. Parliamo al passato perché, come tanti di voi sapranno, Andrea è scomparso lo scorso 24 settembre travolto da una valanga sotto la cima dello Shisha Pangma (8.027 metri). Con lui è morto anche il compagno Sebastian Haag. Erano impegnati insieme a Benedikt Böhm nella “Double 8 Expedition”, con l’obiettivo di scalare in velocità e senza ossigeno Shisha Pangma e Cho Oyu, con trasferimento tra un ottomila e l’altro in bicicletta. È davvero una sensazione amarissima e strana quella che nei giorni successivi ha colto quelli che lo conoscevano, noi compresi, complice il fatto che il corpo di Andrea non è stato più trovato e forse mai lo sarà. La sensazione che in realtà non se ne sia mai andato per sempre. Solo per un po’ di tempo, magari impegnato da qualche altra parte chissà dove in uno dei suoi tanti progetti. Di lui ci rimarranno solo bei ricordi, oltre che il suo onnipresente e contagioso sorriso. Uno di quelli (dote assai rara) che sono davvero specchio di un animo limpido, sincero, speciale. Inviamo le nostre sentite condoglianze a tutti i parenti e gli amici di Andrea, che lo hanno ricordato con affetto l’11 ottobre (giorno del suo compleanno) con un raduno e una fiaccolata al Rifugio Chierego sul Monte Baldo (VR). Un momento di incontro per chi lo conosceva, per ripercorrere quei luoghi dove Andrea amava correre e allenarsi. Fuori di retorica, a noi piace ricordarlo anche con una foto (vedi sotto) scattata proprio durante l’evento di Monte Bondone, nella quale si era fermato per un momento e ci indicava il percorso. Per poi riprendere a correre senza fatica apparente e con il suo luminoso sorriso sulle amate montagne.



NEWS Ecomaratone e dintorni //

a Berlino kimetto da record (con adidas Boost)

Gargano Running Week: un intenso “assaggio” di Puglia // Un vero e proprio festival della corsa a tu per tu con le meraviglie della Puglia. In programma dal 9 al 12 ottobre Gargano Running Week è un’iniziativa nata per diffondere la cultura del benessere all’insegna della sana attività fisica, del contatto con un territorio unico al mondo e delle tradizioni del buon cibo. Grazie alla collaborazione con Puglia Promozione infatti, l’organizzazione dell’iniziativa ha deciso di inserire all’interno dei pacchi gara i prodotti tipici di questa terra. Inoltre all’interno dell’area expo tanto spazio offerto agli stand dei produttori locali, per far conoscere ai partecipanti provenienti da

tutta Italia e dall’Europa (12 i Paesi del Vecchio Continente rappresentati dagli iscritti) le delizie del luogo come il famoso olio di capperi, le orecchiette e tante altre specialità. Basta poi possedere un pettorale di una delle cinque gare in programma per poter mangiare gratis per la durata della manifestazione: “L’ospitalità di queste zone è semplicemente incredibile” spiega l’organizzatore Davide Orlandi. “Da qui l’idea di dare risalto a questa caratteristica con l’idea che abbiamo ribattezzato Gargano a tavola”. www.garganorunningweek.com

Sport all’aria aperta, tradizioni e… cultura al Trail del Moscato // “Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti”. Sono parole dell’autore piemontese Cesare Pavese ne “La luna e i falò”, un ideale motivo di ispirazione che ben sintetizza come nascono eventi a forte connotazione territoriale. E poi tante iniziative e un ricco programma di gare caratterizzano l’apprezzatissimo Trail del Moscato, capace alla sua terza edizione di portare nella Valle Belbo ben 1.000 persone fra atleti e accompagnatori (provenienti da diverse regioni italiane, oltre che da Francia, Germania e Inghilterra). Nata per far conoscere il territorio del

moscato e i suoi prodotti, la manifestazione si è svolta lo scorso 28 settembre attraverso vigne, boschi e sentieri collinari. Trail running, nordic walking, corse per i bambini e camminata enogastronomica hanno permesso a chiunque di prendere parte all’evento organizzato dall’asd Dynamic Center Valle Belbo in collaborazione con il Comune di Santo Stefano Belbo e il Comune di Castiglione Tinella, con il patrocinio della Regione Piemonte, l’Ente Turismo Langhe e Roero e la Fondazione Cesare Pavese. La manifestazione inoltre è stata occasione per raccogliere fondi a favore degli amici di I Run For Find The Cure, che quest’anno è impegnata nella missione di costruire una scuola elementare in Tanzania.

A novembre Millet torna sull’Etna per un trail “incandescente” // Di corsa sui rilievi magmatici di una delle meraviglie paesaggistiche simbolo del nostro Paese: il prossimo 1° novembre torna in programma la Millet Etna Valetudo Ecomarathon. Sarà la nona volta in calendario di questa bella manifestazione podistica non competitiva pensata per permettere ai suoi partecipanti di scoprire le meraviglie che questo ambiente unico al mondo nasconde. Il percorso di 42 km è stato disegnato dalla guida vulcanologica, nonché testimonial Millet, Marco Tomasello: i trail runner attraverseranno da nord a sud il Parco dell’Etna, trovando sul proprio passaggio antiche colate laviche, pinete e crateri; sali-

te e discese non particolarmente impegnative si alterneranno dalla partenza di Piano Vetore fino all’arrivo al Rifugio Ragabo, con passaggi per il Rifugio della Galvarina, il Rifugio di Monte Palestra e il Piano dei Dammusi. Numerosi specialisti di skyrunner provenienti da tutto il mondo hanno già annunciato la propria presenza a una corsa diversa da tutte le altre. Obiettivo dell’iniziativa è promuovere e valorizzare la conoscenza del territorio del Parco dell’Etna e in particolare lo splendido scenario naturale dell’anello della Pista Altomontana. www.etnamarathon.it

Sulle colline senesi l’ottava Ecomaratona del Chianti // Gli eventi podistici a carattere ambientale sono sempre di più e più variegati, pur possedendo una medesima idea ispiratrice: far conoscere un territorio, una cultura, un paesaggio e le sue ricchezze. Fra questi sono sempre di più le cosiddette “ecomaratone”, ideate per esportare il classico concetto di una 42 k su asfalto in un contesto off road e con un fine più esplorativo. Il nostro Paese d’altra parte è ricco di risorse tutte da scoprire, sia per gli stessi italiani sia per chi viene da fuori. È così che negli ultimi anni si sono consolidate iniziative come la Ecomaratona del Chianti, giunta nel 2014 alla sua ottava edizione sulle colline senesi. Affiancata dai più brevi Chianti Trail (18 km) e Trail del Luca (10 km), la competizione è in calendario per il prossimo 19 ottobre. Fra i partenti più attesi, anche il cinque volte campione del mondo di corsa in montagna Marco De Gasperi. Il suo nome oltretutto è iscritto fra coloro che hanno collaborato all’organizzazione della gara, avendo partecipato con Garmin (partner tecnico) alla tracciatura gps dei percorsi. L’atleta Scott sarà inoltre relatore assieme a Fulvio Massini al convegno in programma il giorno prima del via, in cui verranno esposte le caratteristiche del percorso e verranno offerti suggerimenti tecnici e di carattere alimentare. www.ecomaratonadelchianti.it

Il concorso Instagram Per tutti gli appassionati di fotografia è stato inoltre previsto un concorso al quale potranno partecipare tutti i trail runner al via, gli accompagnatori e il pubblico presente alla maratona. I candidati che vorranno presentare i loro scatti realizzati da venerdì 17 a domenica 19 ottobre sul percorso di gara dovranno pubblicarli entro il 23 ottobre su Instagram con l’hashtag #EcomaratonaChianti. Le tre foto che riceveranno il maggior numero di preferenze saranno votate da una giuria presieduta dal campione olimpico Gelindo Bordin. In palio, l’iscrizione gratuita a una delle iniziative 2015 dell’EcoChianti.

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// Berlino, 28 settembre 2014. Dire che in fondo c’era un po’ da aspettarsi da Dennis Kimetto la più grande prestazione di sempre (almeno finora) può sembrare eccessivo. Ma se consideriamo che negli ultimi mesi Dennis si stava mettendo in luce incassando un successo internazionale dopo l’altro, allora il nuovo record di 2h 2’ 57’’ consegnato alla storia tanto inaspettato non lo è (lo scorso anno la 42 km nella capitale teutonica aveva regalato a Wilson Kipsang il precedente record mondiale di maratona). Se dunque dobbiamo parlare di primati, il trionfo dell’atleta keniano ha portato in casa adidas una graditissima conferma. Ovvero che la tecnologia boost, lanciata sul mercato lo scorso anno come una delle principali innovazioni prodotto nel mondo running degli ultimi tempi, è tutt’altro che una semplice operazione di marketing. Lo ha confermato il fatto che il portacolori del marchio con le tre strisce Kimetto durante la sua corsa calzava un modello di scarpe adizero Adios Boost 2.0. Leggerissime grazie anche alla tomaia in mesh Coolever e alla suola Quickstrike, grazie all’intersuola “energetica” boost garantiscono un eccellente ritorno di spinta a ogni passo. Dulcis in fundo, la mescola Continental del battistrada è diventata ormai una vera e propria garanzia di performance al top.

Running Magazine corre con Radio Run // Fresca, attiva, veloce: Radio

Run è la nuova frequenza sul web per tutti gli appassionati di corsa e dintorni, in onda 24 ore su 24 per offrire agli appassionati notizie, trasmissioni a tema running e tanta musica rock. E visto che il pubblico di Running Magazine e quello dell’emittente nata dall’idea di Giuseppe Tamburino è in fondo lo stesso e vive quotidianamente di questa passione, le due realtà non potevano non incontrarsi. Ecco che dunque è nata una interessantissima media partnership che vedrà collaborare a stretto contatto la nostra testata con Radio Run al fine di realizzare una serie di importanti iniziative. Nei prossimi mesi i lettori di Running Magazine potranno votare la loro personale playlist per la corsa: la nostra redazione selezionerà alcuni negozi di riferimento per il nostro settore, che potranno dunque scegliere quali canzoni mandare in onda. Inoltre all’interno del

palinsesto di Radio Run, verranno trasmessi i principali temi, notizie e interviste realizzati dalla nostra rivista ogni mese e che condivideremo con gli ascoltatori della web radio di riferimento per il mondo del running. All’interno dei nostri spazi redazionali potrete invece leggere contenuti come le classifiche e le anteprime musicali dei Radio Run e trovare le interviste realizzate da Giuseppe Tamburino ai negozi Running Specialist, a personaggi importanti o associazioni.

IN PRIMO PIANO A OTTOBRE - Per correre una maratona con Giuseppe Tamburino e Alessandro Rastello: tutto quello che occorre sapere per correre sempre, di più e meglio (in onda ogni martedì alle 10,30 e venerdì alle 16,30). In particolare questo mese è dedicato alla preparazione mentale e fisica di una 42 K. www.radiorun.it

I 20 BRANI PIÙ ASCOLTATI // John Mayer – XO Lenny Kravitz – The chamber Robert Plant – Rainbow Pearl Jam – Swallowed whole Coldplay – A sky full of stars Bruce Springsteen – Frankie fell in love Ingrid Michealson – Girl chease boys Imelda May – Wild woman Alt J – Left hand free Black keys – Gotta get away

New pornographers – Brill bruisers Counting Crows – Scarecrow Tom Petty – Red river Sheppard – Geronimo U2 – The miracle Wilko Johnson & Roger Daltrey – I keep it to myself Blondie – Winter Royal blood – Figure it out I heart sharks – To be young Placebo - A million little pieces


RUNNING MAGAZINE

corsa e solidarietà // Presentata la Wings For Life World Run 2015: in Italia si torna a Verona

NUMERO 10 - 2014

Mille runner fra i percorsi segreti di Cagliari // Il trail urbano di Cagliari torna ad animare la notte del capoluogo

sardo e alla sua seconda edizione ne fa mille. Mille partecipanti hanno percorso le vie dei quartieri storici di Villanova, Castello, Stampace e Marina, dopo che lo scorso 13 settembre si è corso l’Urban Trail Night Race di Cagliari. Segnale che, se fino a pochi mesi fa poteva ancora essere considerata una semplice tendenza, quella delle corse “ibride” a metà tra sterrato e asfalto, percorsi off road e circuiti cittadini, è diventata una vera e propria realtà. La particolarità di questa è rappresentata, oltre che dallo svolgimento in notturna, dal fatto che il tracciato di gara da 8 km è stato disegnato per consentire ai runner di ammirare la città simbolo dell’isola da un punto di vista inedito e attraversi alcuni passaggi unici: come il cammino quasi segreto che dai Giardini Pubblici del Terrapieno conduce in viale Buoncammino. Il podio maschile è stato conquistato in ordine da Ignazio Sagheddu, Francesco Olivieri, Francesco Puddu, mentre quello femminile ha visto Raimonda Nieddu in cima, seguita da Valentina Carta e da Giuseppina Cauli. A fianco della competitiva è stata proposta una camminata da 6 km nei quartieri storici della città. L’evento è patrocinato dal Comune di Cagliari e dalla Provincia di Cagliari ed è stato organizzato in collaborazione con l’Esercito Italiano e la UISP.

// Nata per sostenere la causa benefica dell’associazione internazionale da cui prende il nome, la prima Wings For Life World Run è stata una delle iniziative più significative, suggestive, divertenti e innovative dell’anno in corso. Lo scorso 4 maggio hanno partecipato alla gara oltre 35mila persone in tutto il mondo e grazie a loro sono stati raccolti oltre 3.000.000 di euro da destinare alla causa che finanzia progetti di ricerca sulle lesioni al midollo spinale. L’amministratore delegato di Wings for Life Anita Gerhardter, presentando la prossima edizione della manifestazione, ha dichiarato: “Wings for Life World Run 2014 è stato un fantastico evento sportivo globale. Speriamo che ancora più persone partecipino a questa seconda edizione così da raccogliere ancora più fondi a sostegno della ricerca”. Il nuovo appuntamento è per il 3 maggio 2015, in più di 35 diverse città dislocate nei 6 continenti. Il via verrà dato ancora una volta in simultanea alle ore 11.00 UTC. Per l’Italia Verona si conferma la location che con le sue bellezze artistiche offrirà un contesto unico al mondo (partenza fissata alle ore 13 locali). Le iscrizioni sono aperte dal 1° ottobre. www.wingsforlifeworldrun.com

NUMERI E DATI DI WINGS FOR LIFE WORLD RUN 2014: vincitore globale Lemawork Ketema (78,58 km) • vincitrice globale: Elise Selvikvag Molvik (54,78 km) • denaro raccolto: 3 milioni di euro (quote d’iscrizione dei 50.110 atleti registrati più le donazioni ricevute) • chilometri totali: 530.928 • runner al via: 35.397 • atleti che hanno raggiunto la distanza di una maratona: 233 • distanza media percorsa: 14,99 km

La Hunger Run corre a Roma per chi soffre la fame nel mondo // Costruire un saldo legame tra le persone e le Agenzie delle Nazioni Unite all’insegna della solidarietà, sensibilizzare il pubblico alla causa di chi soffre la fame nel mondo, raccogliere fondi per le comunità povere dei Paesi in via di sviluppo. Era il 2006 quando, al fine di perseguire questi obiettivi, venne creata la prima Hunger Run, che all’epoca si chiamava Run for Food. Con gli anni l’evento podistico capitolino organizzato dalla FAO è cresciuto come realtà capace di coinvolgere un numero sempre maggiore di runner e sportivi in generale. Quest’anno si svolgerà la nona edizione, inserita in calendario domenica 19 ottobre. In programma una corsa competitiva da 10 km e la non competitiva da 5 km. Entrambi i percorsi partiranno davanti alla sede della Fao in viale

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Terme di Caracalla e qui termineranno dopo aver attraversato il centro storico di Roma. Alla manifestazione possono partecipare atleti professionisti e dilettanti, residenti locali e la grande comunità internazionale residente a Roma. La quota di iscrizione è di 10 euro a persona. In concomitanza con la Hunger Run, la società Ep Eventi ha pensato di istituire qui una speciale tappa del concorso internazionale Schools International Talents, nato nel 2011 e rivolto ai giovani

talenti nel campo della musica, del canto, dell’arte in genere, della salute, dello sport e dell’ambiente. L’iniziativa ha il patrocinio di Milano Expo 2015, della presidenza del Consiglio dei Ministri, del ministro per la Cooperazione Internazionale e l’Integrazione, del ministro dello Sviluppo Economico e dal ministero degli Affari Esteri e ha ricevuto due premiazioni dalla presidenza della Repubblica Italiana. I vincitori saranno decretati a primavera del prossimo anno a Milano, proprio in vista dell’esposizione internazionale, i premi sotto forma di borse di studio universitarie, stage formativi e lavorativi e corsi professionali saranno consegnati alle Terme di Caracalla a ottobre 2015 con FAO. www.hungerrun.it www.schoolsinternationaltalents.eu


RUNNING MAGAZINE

NEWS

NUMERO 10 - 2014

Just for the ladies // Alzarsi a Milano con Brooks e la sveglia di Vis Light Run

Una nuova invasione a Milano: 20mila runner alla decima Deejay Ten // C’eravamo anche noi, infiltrati speciali, a correre la decima storica edizione della Deejay Ten dello scorso 5 ottobre a Milano. Ideata da Linus nel 2005, la corsa negli anni si è progressivamente affermata all’interno del calendario podistico nazionale come uno degli appuntamenti più degni di nota, tanto che in occasione di questo importante anniversario è arrivata a contare ben 20mila partecipanti, superando perfino il già ragguardevole numero di 18mila partenti alla tappa milanese della The Color Run (6 settembre). Numero oltretutto “obbligato” dal tetto massimo di iscrizioni. Ma da più fonti abbiamo appreso che con le richieste in più si sarebbe arrivati addirittura a quota 30mila. Già con questi numeri l’impressione è stata di assistere a una vera e propria invasione di piazza Castello e delle vie del centro per partecipare a questa doppia 5+10 K (la 10 in

versione competitiva e non). Grande soddisfazione quindi per tutti gli organizzatori e gli sponsor, tra i quali segnaliamo Nike, Enervit, Garmin e il negozio Maxi Sport. Alla partenza abbiamo tra l’altro intercettato per qualche battuta Linus, Aldo Rock, il Trio Medusa e il resto dello staff di Radio Deejay e contiamo di dedicare su uno dei prossimi numeri un articolo specifico sull’evento raccontandone storia, evoluzione, numeri e prospettive.

Alla terza StrongmanRun di Rovereto nuovo successo del team Brooks // Prosegue all’insegna del successo la pittoresca avventura della corsa più forte di tutte all’interno del nostro Paese. Lo scorso 19 settembre si è svolta la terza edizione italiana delle Fisherman’s Friend StrongmanRun e ormai si può affermare, senza timore di essere smentiti, che la tappa nostrana del circuito è diventata uno degli appuntamenti di riferimento per gli appassionati di tutto il Vecchio Continente e non solo. Quest’anno erano ben 33 i Paesi del mondo rappresentati dagli oltre 5.600 partecipanti alla gara di Rovereto, per quello che si è caratterizzato come il più goliardico fra gli otto eventi europei in calendario nel 2014: tantissimi runner vestiti da star del cinema, cartoon, animali, supereroi, gladiatori e via dicendo hanno percorso i 19,5 km del tracciato cittadino, lungo il quale erano distribuiti 13 ostacoli. Balle di fieno, container ammassati, vasche di fango e di schiuma, montagne di sabbia, il guado del Fiume Leno e l’attesissi-

mo maxi scivolo largo 6 metri messi a punto dall’organizzazione firmata Rcs Sport hanno reso più ardua e allo stesso tempo indimenticabile la loro esperienza. Vincitori della gara maschile a pari merito sono stati il bergamasco Alex Baldaccini e il torinese Paolo Gallo, entrambi membri del Brooks Running Team Italia. Al termine della corsa hanno entrambi espresso la propria soddisfazione per il risultato raggiunto: “Siamo contenti di questo successo. Nonostante i nostri allenamenti in montagna è stata veramente dura, ma correndo insieme è stato più facile. Il percorso era più scorrevole dell’anno scorso anche se più lungo. Ci rivediamo sicuramente il prossimo anno”. Al primo posto nella categoria femminile un’altra atleta Brooks (sponsor tecnico dell’evento), Alice Gaggi: “È più difficile correre qui che in montagna ed è stato veramente emozionante sentire il pubblico per strada che ti sostiene. Per questo ho dato tutto... e avrei fatto anche un altro giro”.

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// L’allenamento con un gusto tutto nuovo e soprattutto… light. Ecco il manifesto della sana e divertente iniziativa legata alla corsa che ha visto protagoniste le runner milanesi nei quattro speciali appuntamenti organizzati per riprendere la forma migliore al termine dell’estate. Dal 17 settembre all’8 ottobre, ogni settimana è stata organizzata una sessione di training per iniziare al meglio la giornata: appuntamento in centro in piazza Castello

alle 7 del mattino, qualche esercizio di riscaldamento e una breve corsa nella suggestiva cornice di Parco Sempione sotto la guida di un trainer professionista. A seguire un po’ di stretching e una ricca colazione offerta dal title sponsor dell’evento a base di confettura Più Frutta Light, prima di tornare alle consuete attività quotidiane. A ogni partecipante è stata regalata la t-shirt ufficiale, realizzata in collaborazione con il partner tecnico Brooks.

Girls Night Out: 17 tappe in Italia con New Balance // Prosegue il tour di New Balance in tutta Italia per riunire le appassionate di running in alcune delle città più rappresentative del nostro Paese. Dal 25 settembre scorso le donne che amano correre o che vogliono ricevere i primi consigli per imparare a farlo nel migliore dei modi hanno cominciato a radunarsi per trascorrere una serata divertente, diversa dal solito e all’insegna dello sport. Gli appuntamenti NB Girls Night Out in calendario sono 17 e dopo le tappe già concluse a Siena, Desenzano, Pescara, Padova, Lucca, Lissone e Palermo, i tecnici del marchio americano continueranno a spostarsi in varie regioni dello

stivale fino ad arrivare a Roma il 7 novembre. A ogni data le runner si ritrovano presso il punto vendita locale partner dell’iniziativa e segnalato dall’organizzazione. Le partecipanti potranno iscriversi all’evento contattando lo store oppure presentandosi direttamente alla partenza: alle prime 200 registrate sarà regalata la t-shirt ufficiale della corsa. Un coach NB Expert accompagna le atlete per tutta la durata della gara di 5 km, per offrire loro consigli e suggerimenti tecnici. All’arrivo, grazie alla collaborazione del partner Zuccari, recupero post attività e un sano aperitivo per festeggiare l’uscita insieme.

IL CALENDARIO COMPLETO 25/9 Siena / Il Maratoneta 26/9 Desenzano del Garda (BS) / DF Sport 2/10 Pescara / Pantarei Beach 3/10 Padova / 1/6 H; Fossano (CN) / Sportification 9/10 Lucca / Marathon Sport; Lissone (MB) / Maxi Sport; Palermo / Tecnica Sport 10/10 Padova / 1/6 H di Cazzago di Pianiga (VE) 16/10 Firenze / Universo Sport; Napoli / V Fit 17/10 Torre Boldone (BG) / Ready to Run; Bologna / New Balance Store 23/10 Lecce / New Balance Store 24/10 Rimini / Living Sport 31/10 Parma / New Balance Store 7/10 Roma / New Balance Store newbalance.it – facebook.com/newbalanceitalia

Nike lancia la nuova campagna europea Just Do It al femminile // Non si ferma la carica della communty femminile più attiva, dinamica e glamour che ci sia. Dopo aver coinvolto migliaia di appassionate atlete in alcune delle principali città europee con il tour We Own The Night, Nike continua a proporre nuove iniziative per il popolo in rosa del running volte a far crescere ulteriormente il numero di donne che ogni giorno decidono di mettersi in movimento per andare a correre e godersi un momento di libertà dalla routine quotidiana. Per gli ultimi mesi del 2014 dunque il marchio con lo swoosh torna a invitare le sue runner a uscire per le strade e i parchi cittadini con la campagna #Justdoit. Il messaggio lanciato da testimonial d’eccezione come la pluripremiata cantante britannica Ellie Goulding, il duo pop svedese Icona Pop e la campionessa paralimpica olandese Marlou van Rhjin. Le loro parole e le loro azioni saranno un incoraggiamento per le fan del brand a esplorare nuove possibilità

di sport: saranno proposte esclusive lezioni di Nike Training Club lungo le rive della Sprea di Berlino, o ancora eventi e gare sulle strade di Amsterdam e Parigi. In contemporanea partiranno su Nike.com sfide motivazionali per rendere sempre più attive, veloci e forti le utenti della piattaforma più seguita sul web. Infine, grazie gli ultimi aggiornamenti operati dai designer Nike, i servizi e le linee prodotto del marchio sono state rinnovate e ulteriormente migliorate: dal Bra Fitting alle scarpe Air Zoom Structure 18, dai running club presenti nelle maggiori metropoli del Vecchio Continente ai gruppi di allenamento esclusivamente femminili, dagli strumenti per il training come NTC+ a Nike+ per tenere traccia dei propri progressi. Tutte le donne d’Europa possono seguire il richiamo di Nike visitando nike.com/justdoit per iscriversi alle gare, acquistare le nuove collezioni Holiday 2014 e iniziare il proprio percorso di allenamento personale.



COVER STORY

LA SCORSA ESTATE GIUSEPPE TAMBURINO È TORNATO A CORRERE LA SUA ECOMARETONA LUNGO LA COSTA TIRRENICA DELLA NOSTRA PENISOLA. TRA I PARTNER MIZUNO, CORRERE, RUNNING MAGAZINE E RADIORUN

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Sestri Levante

Chiavari

ECOMERAVIGLIA ITALIA DA VENTIMIGLIA A REGGIO CALABRIA, DAL 27 LUGLIO AL 31 AGOSTO, UN VIAGGIO DI CORSA IN 50 TAPPE PER CONOSCERE LE COSTE DEL NOSTRO PAESE E PER OSSERVARE I CAMBIAMENTI CHE CI SONO STATI DAL 2008 (ANNO DELLA PRIMA EDIZIONE DELLA ECOMARETONA). L’INIZIATIVA È STATA ACCOLTA IN MANIERA A VOLTE SORPRENDENTE, CON LE ISTITUZIONI DIRETTAMENTE COINVOLTE NELL’ATTIVITÀ DI SENSIBILIZZAZIONE A UN TERRITORIO CHE HA DAVVERO MOLTO DA OFFRIRE.

• DAVIDE CORROCHER

La prima volta di questa bella avventura risale al 2008. Uno dei runner più intraprendenti che il nostro Paese conosca iniziò a correre lungo la costa italiana che da Ventimiglia arriva fino a Reggio Calabria, per osservare ciò che la nostra penisola ha da offrire (per il running e non solo) e scoprire quelle che invece sono le tracce di una condotta negligente da parte di chi ci vive. Lui è Giuseppe Tamburino e stiamo parlando di quella che ribattezzò “Ecomaretona”. Un’iniziativa ripetuta nel 2009, questa volta però per risalire la penisola sulle sponde adriatiche fino a Trieste. Ancora l’anno successivo fu il turno di Sardegna e Sicilia. La scorsa estate poi il tour è ripartito per la quarta volta ancora da Ventimiglia per arrivare a Reggio: un nuovo viaggio dal 27 luglio al 31 agosto per verificare lo stato di aggiornamento dei luoghi incontrati nel corso della sua prima traversata. Conosciuto anche per la sua attività di running motivator,

Giuseppe da sempre è attento anche a quella che è la componente “etico-sociale” della corsa, come dimostra anche la società di organizzazione eventi da lui fondata, la EcoEvents: la sua peculiarità consiste nell’attenzione a misurare e contenere l’impatto ambientale complessivo del ciclo di vita di una manifestazione in termini di CO2 equivalente emessa. Una vocazione, la sua, che dunque non poteva tenerlo lontano dallo schierarsi letteralmente in prima linea a fianco dei podisti che frequentano le strade di tutta Italia. Quei podisti che ha incontrato in questo suo ultimo viaggio e quelli che incontrerà nel 2015, quando tornerà all’opera per una nuova Ecomaratona più ambiziosa che mai.

IL RAPPORTO DEL 2014 - Da Ventimiglia a Reggio Calabria, ben 1.300 km di strada percorsa lungo la costa tirrenica che Giuseppe ha attraversato seguendo un itinerario di 50 tappe comprensivo di alcune delle città e spiagge italiane simbolo: una risorsa per il nostro

Paese, sia se la guardiamo dall’interno sia se la consideriamo come attrattiva per chi viene dall’estero. Un patrimonio da tutelare e far prosperare anche in un’ottica di “turismo sportivo” se ci viene concessa l’espressione. Questo almeno lo hanno dimostrato gli oltre 3mila runner che si sono affiancati al running motivator per correre assieme a lui parte del suo viaggio. Nel complesso 150 società Fidal o Uisp hanno preso parte al progetto, dimostrando che gli atleti di casa nostra sono sempre particolarmente sensibili a iniziative solidali e disposti a mettersi in gioco alla prima occasione. Anche le istituzioni tuttavia non hanno mancato di manifestare il proprio impegno a prendersi carico delle domande del popolo dei podisti che frequentano le nostre spiagge: fra gli 85 comuni attraversati si sono contati 50 assessori e consiglieri che hanno accettato di partecipare a un’intervista sui temi dell’ambiente e dello sport “pulito”. 15 sono stati infine i negozi sportivi coinvolti, mentre sul fronte tecnico si è se-

“Sono stato molto felice anche di incontrare gli amici di Mondragone e di Palmi, ma dappertutto ho ricevuto un’accoglienza più calda e partecipativa rispetto alla mia prima Ecomaretona. Moltissimi gruppi alla fine della tappa ci portavano in spiaggia a festeggiare. Ad Amantea poi eravamo circa un centinaio di persone e gli enti locali hanno deciso addirittura di chiudere il centro storico per farci passare: non me lo sarei mai aspettato” gnalata la collaborazione di Mizuno. “Del viaggio di quest’anno non dimenticherò l’accoglienza ricevuta a Torre del Greco e in generale dalla tappa di Napoli in poi”, ci ha raccontato Giuseppe al termine della sua esperienza. “Da queste parti nel 2008 avevo anche ricevuto delle minacce e l’ambiente che avevo incontrato era schiacciato dalla paura per la criminalità organizzata. Questa volta è stato bellissimo trovare tante persone ad accogliermi, ho scoperto che c’è molto più coraggio e chi vive in questi posti non è più disposto ad accettare nel silenzio il clima che c’era prima”.

I RISULTATI - Gli obiettivi posti al via dell’iniziativa sono stati raggiunti prima di tutto in termini

Dappertutto ho notato che le persone ora sono molto più attente al discorso dell’ambiente. Credo che il running aiuti molto a sensibilizzare tutti alla cura delle strade e dei luoghi all’aria aperta: dove corri è in un certo senso casa tua, per questo sarai più attento a mantenerla pulita”

Viareggio

Sabaudia

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di sensibilizzazione e coinvolgimento delle persone sui temi dell’ambiente e dello sport inteso come prativa pulita e benefica per la salute fisica e mentale. Dal punto di vista più strettamente legato all’ambiente e alla sostenibilità, al termine di questa esperienza Giuseppe ha potuto presentare un rapporto di monitoraggio dello stato delle coste, del paesaggio e dell’esistenza e qualità di piste ciclabili e percorsi podistici. Infine, tra le iniziative legate alla Ecomaretona 2014, si possono segnalare le operazioni di valorizzazione e promozione delle eccellenze paesaggistiche italiane, fra le quali ricordiamo il supporto alla candidatura dello Stretto di Messina a patrimonio dell’umanità Unesco.


RUNNING MAGAZINE

Alcuni dei negozi visitati da Giuseppe. In senso orario Eurosport di Andrea Lanzi (Praia a Mare - CS). Elite Sport di Marco Salvatore Aurelio (Castellammare di Stabia - NA). Alf Run di Piero Bertolani (Viareggio - LU). Non solo gol di Salvatore Miceli (Amantea - CS). Sports & Wear di Demetrio Siclari (Reggio Calabria)

IL PROGETTO 2015 - Quasi neanche il tempo di tornare alla sua attività quotidiana, che lo vede impegnato fra le altre iniziative anche con la sua Radio Run (di cui vi abbiamo parlato sullo scorso numero e di cui continueremo a parlarvi in qualità di partner), e per Giuseppe Tamburino è subito arrivato il momento di pensare all’anno prossimo. L’Ecomaretona 2015 è già stata presentata e per la prima volta vedrà il nostro runner correre da una parte all’altra dell’Italia nella sua interezza, con partenza da Trieste il 5 luglio e arrivo a Ventimiglia il 6 settembre. “Abbiamo pensato a un percorso particolare. Faremo una sorta di tappa zero a Milano, dal momento che sarà la città al centro dell’Europa in occasione dell’Expo. Poi l’Ecomaretona sulle coste partirà ufficialmen-

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te da Trieste, scenderà lungo tutto il fianco adriatico, passerà sul versante ionico e risalirà sulle spiagge tirreniche fino a Ventimiglia. Penso di poter dire che tutti si sono accorti che questa iniziativa non è semplicemente una questione sportiva, ma è prima di tutto un modo per essere attivi nelle proprie città e per interessarsi dell’ambiente in cui si vive”, ha anticipato Giuseppe. Nei prossimi mesi il suo obiettivo sarà quello di entrare in contatto con le associazioni sportive affiliate Fidal e Uisp sparse sul territorio e con i punti vendita specializzati al fine di creare nuovi percorsi e inserire nuove tappe lungo il suo itinerario. La nuova edizione sarà soprattutto attenta a promuovere le attività che migliorano lo stato di salute delle coste e a coinvolgere podisti e spor-

tivi in generale per promuovere una vita attiva e all’insegna del benessere in qualità di running motivator. 2mila chilometri da percorrere in 60 giorni, circa 6mila runner previsti a fianco del progetto, oltre 300 associazioni e più di 100 punti vendita: ecco quello che attende Giuseppe tra pochi mesi. A supportare il suo impegno ci saremo anche noi di Runnig Magazine, assieme agli altri media partner Correre e Radio Run. “E guardando ancora più in là nel futuro, il prossimo anno metteremo tutti i percorsi online affinché chi si troverà a correre in vacanza possa trovare altri amici con cui condividere la passione della corsa. In futuro saranno proprio le realtà appartenenti allo stesso territorio, dai punti vendita alle istituzioni, a organizzare l’Ecomaretona”.

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Il calendario // 27/7 Ventimiglia – Bordighera – Sanremo 28/7 Arma – Santo Stefano al Mare – San Lorenzo 29/7 Porto Maurizio – Imperia – Diano Marina San Bartolomeo – Marina di Andora 30/7 Marina di Andora – Laigueglia - Alassio – Albenga 31/7 Ceriale – Finale Ligure – Savona – Albissola 1/8 Noli – Bergeggi – Varazze – Cogoleto 2/8 Genova 3/8 Portofino – Santa Margherita – Rapallo 4/8 Sestri – Riva Trigoso 5/8 Portovenere – Le Grazie 6/8 Forte dei Marmi – Massa 7/8 Viareggio – Lido di Camaiore 8/8 Cecina Mare – Marina di Bibbiona - Sestri – Chiavari 9/8 Punta Ala – Rocchette – Castiglione di Pescaia 10/8 Castiglione di Pescaia – Marina di Grosseto 11/8 Albinia – Gianella – Porto Santo Stefano – Porto Ercole 12/8 Lido Tarquinia – Saline – Civitavecchia – Prato del Mare 13/8 Santa Marinella – Santa Severa – Passoscuro – Fregene 14/8 Lido di Ostia – Campo Ascolano 15/8 Sabaudia – San Felice Circeo 16/8 Terracina – Salto Latina – Rio Claro – Sperlonga 17/8 Gaeta – Formia 18/8 Baia Domizia – Mondragone 19/8 Napoli 20/8 Torre del Greco – Torre Annunziata – Pompei 21/8 Vico Equense – Sorrento 22/8 Praiano – Amalfi 23/8 Salerno 24/8 Santa Maria Castellabate – Salvatore – Palinuro – Marina di Camerota 25/8 Marina di Maratea – Praia a Mare 26/8 Scalea – Diamante 27/8 Longobardi Marina – Amantea 28/8 Pizzo – Vibo Marina – Tropea 29/8 Castellabate – Ogliastro Marina – Palinuro – Marina di Camerota 30/8 Scilla – Villa San Giovanni – Catona – Reggio 31/8 Reggio Calabria


INTERVISTA DOPPIA

LA PAROLA A IVAN RISTI E ALESSANDRO DEGASPERI, DUE FORTI ATLETI CHE HANNO SAPUTO CONIUGARE L’ATTIVITÀ AGONISTICA CON QUELLA DI IMPRENDITORI

GLI SPECIALISTI DEL TRIATHLON Alessandro Degasperi

• DAVIDE CORROCHER

Quando abbiamo parlato con loro l’estate era quasi conclusa. Archiviato un primo bilancio stagionale, i due stavano approfittando della sosta per allenarsi e recuperare la forma al meglio in vista del proseguimento dei propri impegni. Stiamo parlando di Alessandro Degasperi e Ivan Risti, due atleti dal curriculum che parla da sé nonché due veri e propri operatori di mercato, che dal 2011 gestiscono insieme ai soci Daniele Moraglia e Alessandro Bucci la società Sport Time. Il primo era reduce da alcuni mesi difficili, complice uno stiramento al polpaccio durante il Challenge Rimini e il successivo riacutizzarsi di un’infiammazione ai tendini di Achille che lo hanno quasi estromesso dai giochi. Arrivava a questa intervista con uno spirito positivo e un buonissimo piazzamento all’Ironman di Francoforte. Di pochi giorni fa tuttavia è la notizia di un grave infortunio alla spalla occorsogli all’Ironman 70.3 Zell Am See, gara che per lui rappresentava il rilancio e che invece lo costringerà ad archiviare il 2014 in anticipo e a programmare al meglio il suo rientro nella prossima stagione. Il portacolori della DDS Milano, al contrario, proprio dopo la pausa estiva ha aperto una lunga striscia di ottimi piazzamenti, con la vittoria al Sanremo Olympic Triathlon, il secondo posto al Triathlon Sprint di Chioggia e l’argento nella staffetta 2+2 ai campionati italiani di Triathlon Sprint. Ma riavvolgiamo di qualche tempo il nastro e torniamo a quando i due compagni ci hanno concesso l’intervista per approfon-

IN PASSATO HANNO PIÙ VOLTE INDOSSATO I COLORI DELLA NAZIONALE E DAL 2011 GESTISCONO INSIEME AI SOCI DANIELE MORAGLIA E ALESSANDRO BUCCI LA SOCIETÀ DI CONSULENZA E MARKETING SPORT TIME. IL LORO PUNTO DI VISTA SUL MERCATO DELLA TRIPLICE DISCIPLINA CI CONSENTE DI FARE UN’ANALISI A 360 GRADI DI QUELLO CHE QUESTO SPORT OGGI HA DA OFFRIRE. bene nonostante a inizio stagione fosse un tuo obiettivo prioritario. Che cosa hai pensato quando ti sei accorto di non poter puntare a fare risultato? In realtà già mi presentavo alla gara sapendo di non poter fare risultato. Non ero in forma proprio per il problema che ho avuto a Rimini, ma ho voluto partecipare lo stesso per rendere onore a una gara che per me significa tanto. Ero cosciente dall’inizio che la frazione di corsa rappresentava un forte dubbio per la mia condizione e una volta partiti mi sono accorto che i carichi di allenamento in bici a cui mi ero sottoposto per recuperare mi avevano appesantito le gambe. Alla fine è diventato un test, in cui ho cercato di misurarmi in vista dei successivi appuntamenti stagionali. Ringrazio comunque tutti quelli che mi hanno appoggiato anche questa volta e spero di tornare l’anno prossimo per riscattarmi.

dire alcuni dei temi legati alla loro esperienza da protagonisti della triplice disciplina, sia in veste di atleti sia di imprenditori. Partiamo da Alessandro. Nella tua carriera ci sono numerosi piazzamenti importanti nella specialità di triathlon olimpico e la maglia della nazionale. Poi sei passato all’Ironman 70.3, con due medaglie d’argento agli europei del 2007 e del 2008, e ormai ti sei ampiamente consolidato come uno dei più autorevoli atleti in questa disciplina. Innanzitutto quali sono le differenze fra i due circuiti, quello federale gestito a livello internazionale dalla ITU e quello della WTC, che ti hanno maggiormente colpito a livello organizzativo e in quanto a peso mediatico? Il circuito ITU ha un grande pregio, che è quello di rivolgersi ai professionisti. Il livello è molto alto e c’è una selezione molto rigida per partecipare alle gare del programma. L’Ironman invece è… l’Ironman. Ha un grande fascino che è dettato proprio dal fatto che chiunque può prendervi parte. Nonostante anche qui si abbia a che fare con gli atleti più forti al mondo, il campionato mantiene un suo carattere “popolare”. Ogni appassionato può permettersi di sognare l’Ironman, di competere nelle gare più dure e di essere al via al fianco dei suoi idoli.

Che tipo di stimoli per il proseguo della stagione hai maturato dopo questa gara? Dopo questa prova, ma a essere onesti anche dopo un inizio di stagione poco brillante, avevo molta voglia di riscatto. E ne ho ancora. Questa estate ho cercato in parte di riposare il mio fisico per permettergli di recuperare al meglio e sono tornato a dedicarmi alla mia preparazione cercando di correggere il mio modo di correre per evitare il ripetersi del sovraccarico al polpaccio che mi ha causato tanti problemi.

A proposito di Ironman, citiamo che nel 2012 hai vinto la tua prima gara sulla mezza distanza a Salisburgo e i tre secondi posti consecutivi alle prime edizioni della gara italiana a Pescara 2011, 2012, 2013. Quest’anno all’Ironman Italy 70.3 però non è andata

A proposito di come hai proseguito la tua stagione dopo Pescara, c’è poi stato l’Iron-

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Ivan Risti

man di Francoforte, valido anche per l’assegnazione del titolo europeo. Sappiamo che sei arrivato quinto, ma puoi spiegarci di più come è andata? Era la mia primissima gara su questa distanza. All’inizio sono stato molto prudente, mi sono inserito in un gruppo che mi ha permesso di mantenere una buona posizione senza allungare eccessivamente. Dopo le prime due ore di bici mi sono accorto che stavo bene e da lì in avanti ho capito che potevo pensare di aumentare l’andatura. Anche i primi venti chilometri di corsa sono stati ottimi, mentre nella seconda parte della maratona ero più affaticato a livello muscolare. Da quel momento è stata soprattutto una prova di strategia e sono molto soddisfatto del tempo e del risultato. Anzi, so che in futuro potrò fare ancora meglio. La prossima data per cui ti alleni e gli obiettivi che ti proponi da qui a fine anno? Ora sto facendo terapia sui tendini e prima di impegnarmi verso nuovi obiettivi voglio aspettare di sapere come risponde il mio fisico. Mi piacerebbe puntare a Vis Baden, dove in passato ho già ottenuto due secondi posti e un terzo. A livello prodotto, a tuo dire che cosa fa maggiormente la differenza in gara? Per me, visto che il grosso della gara è la frazione in bici, proprio lì devo dare il mio meglio. In media ci si sta dalle 4 ore e mezzo fino alle 6 ore, quindi curo molto di più questo aspetto dal punto di vista tecnico, a livello di mezzo e ancora di allenamento.


RUNNING MAGAZINE

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Quali sono i tuoi partner principali e in che cosa ti supportano maggiormente? Bianchi, On, Compressport, Campagnolo, PowerBar, Aquasphere, Vision, Garmin e Pasta Young. Poi con alcuni sto collaborando a livello di sviluppo prodotto, come con Santini per l’abbigliamento, o ancora con fi’zi:k. Comunque in generale con tutti loro ho un ottimo rapporto, e in parte lo devo a Sport Time che mi permette di gestire ottimi rapporti con le aziende. Sull’argomento Sport Time torneremo più avanti. Prima passiamo la parola a Ivan. Anche nel tuo passato si conta in più occasioni la rappresentanza della nazionale, sia per quanto riguarda la distanza sprint sia per l’olimpica. Dopo il successo ai campionati italiani di triathlon sprint nel 2007 sei diventato a tutti gli effetti un atleta di livello internazionale. Quali sono le tappe principali della tua carriera che ricordi con maggior piacere? Ho fatto nuoto fino a 20 anni, poi ho cominciato a fare qualche gara in acque libere e nel 2002 la mia prima prova di triathlon. Dall’anno successivo ho cominciato ad allenarmi con l’obiettivo di diventare un triatleta e una volta raggiunto questo traguardo i ricordi belli sono stati molti. Su tutti se ne devo scegliere uno direi che i cinque anni in nazionale sono stati una bella soddisfazione. Anche tu eri al via all’Ironman Italy e anche per te è stata un’esperienza controversa. Ho esagerato nel settore in bici. Ero uscito dall’acqua assieme a Daniel Fontana e ho provato a tirare assieme a lui. È stato un eccesso che ho pagato con un risultato negativo e da cui penso comunque di avere imparato qualcosa.

Alessandro De Gasperi

In Svezia è stato il tuo partner Bianchi a garantirti la presenza in terra scandinava. Quanto conta il supporto di un marchio tanto prestigioso per un triatleta? Conta molto. Dà più sicurezza e permette di sfruttare un mezzo di alto livello, che altrimenti un amatore non potrebbe permettersi. Pensate proprio a Bianchi. Sapere che in passato faceva le bici per Fausto Coppi mi fa dire che è il massimo a cui un atleta può ambire. Poi è stato proprio grazie all’attività di Sport Time che ha scelto di entrare anche nel mondo del triathlon.

E poi c’è anche il discorso del negozio online, Trispecialist. Ivan, ce ne parli tu? Trispecialist è nato un anno e mezzo fa. Dal 2013 abbiamo lavorato bene e in futuro sarà ancora più funzionale per gli utenti. Cerchiamo di offrire prodotti anche per il running, il bike e altre specialità di endurance, perché alcuni degli atleti che fanno triathlon sono dei potenziali clienti in varie discipline. E questo è uno dei vantaggi che questo mondo può offrire alle aziende.

Veniamo dunque proprio al motivo per cui questa intervista la conduciamo in “staffetta”. Entrambi siete infatti atleti nonché veri e propri imprenditori nel mondo del triathlon. Parliamo della società che avete fondato nel 2011 assieme a Daniele Moraglia e al vostro allenatore Alberto Bucci. Alessandro, ci dici come è nata questa idea e come si è evoluta nel tempo? Tutto è partito dalle esigenze per noi atleti di gestire un rapporto con le aziende che fosse il più professionale possibile. Interfacciarsi con alcune di queste realtà che

A questo proposito, come giudicate il mercato osservandolo dal punto di vista di un dealer? Ivan: È in forte crescita. Vi sono coinvolte persone che spendono molto, anche per propensione e non solamente per necessità. Resta un mercato ancora per specialisti, ma ha un grande appeal anche per molti appassionati di altri sport. Alessandro: I triatleti inoltre sono molto più propensi all’innovazione rispetto a chiunque altro. E spesso è proprio da qui che poi derivano alcune delle tendenze

Ivan Risti

Ph: Matteo Bridarolli Triathlon

Daniele Moraglia

Alessandro Bucci

possono essere anche molto grandi non è mai semplice per uno sportivo. E poi ci siamo resi conto dell’altro lato della medaglia, perché anche per le stesse imprese di bike o di running che vogliono entrare nel triathlon è altrettanto difficile. Quindi abbiamo pensato al modo migliore per offrire consulenza, creare sinergie, fare da tramite tra tutte le parti in causa per fare qualcosa che mancava fino a quel momento.

che qui. È stata comunque una gara strana, visto che faceva grande freddo nonostante fossimo in piena primavera: 6° e pioggia. La frazione a nuoto, che è quella in cui posso dare il meglio di me è stata dunque cancellata, quindi immagino che avrei potuto avere un piazzamento anche migliore di quello che ho effettivamente ottenuto.

Ph: Matteo Bridarolli Triathlon

Ph: Matteo Bridarolli Triathlon

Sport Time è stata fondata nel giugno 2011 da Alberto Bucci, Ivan Risti, Alessandro Degasperi e Daniele Moraglia. Nata da diverse esperienze sportive e professionali si fonda sulla comune passione per il triathlon. Con questa forte specializzazione nella multidisciplina e negli sport simili, Sport Time lavora al fianco di importanti aziende del settore per offrire consulenza di marketing e commerciale, oltre a diverse opportunità di collaborazione. Tra i suoi focus gli atleti con la gestione della comunicazione e delle sponsorizzazioni, dei rapporti con le aziende e il supporto allo sviluppo prodotti. Eventi, attraverso la gestione delle iscrizioni con servizio online, comunicazione e supporto organizzativo, l’e-commerce, attraverso il sito www.trispecialist.com, con cui vende prodotti di alcune delle aziende partner. Inoltre si occupa di expo area, con la gestione della presenza dei brand interessati ai più importanti eventi del panorama nazionale e marketing & comunicazione, con la consulenza e la gestione delle attività di marketing e di PR per conto delle aziende che hanno interessi nel mondo degli sport in cui la società è specializzata. www.sport-time.co

Ph: Salvatore Costa

Ph: trimaxhebdo.com

A PROPOSITO DI SPORT TIME //

più recenti anche negli altri mondi affini. Come nel running e nel ciclismo, dove l’abbigliamento a compressione all’inizio era visto dai più tradizionalisti se non con scetticismo quasi come se fosse una stramberia. E adesso sappiamo invece che è uno dei fattori aggiunti alle performance degli atleti. Ivan, pensi che una società come Sport Time possa contribuire alla crescita del movimento del triathlon italiano? Da quando faccio triathlon sono sempre stato molto attento alle sponsorizzazioni. Le aziende rispetto a qualche anno fa sono più interessate, ma c’è ancora molto da fare. Ad esempio per molte società storiche specializzate nel ciclismo è ancora difficile comprendere come il triathlon non sia solo “crono”. Dalla preparazione fino alla gara, un atleta si interfaccia con l’intera offerta che questi marchi possono presentare. I dati di mercato questo non lo mostrano, ma i triatleti sono dei clienti molto “generosi” in tutti i settori che trattano. Noi tentiamo di far comprendere che vale la pena investire in questo sport. Anche perché non bisogna sottovalutare il fatto che oggi essere un triatleta significa anche essere molto “cool”, passami il termine. Personaggi coma Daniel Fontana ad esempio sono un ottimo sponsor per la disciplina e un motivo di interesse da parte delle masse che vogliono avvicinarsi ai loro idoli. Chiudiamo guardando al futuro. Che cosa manca per vedere un italiano sul gradino più alto del podio alle Olimpiadi o a Kona? Alessandro: Bisognerebbe creare nuove gare e nuovi circuiti. E soprattutto si deve creare un movimento di un certo tipo, che parta dall’organizzazione delle attività giovanili. In futuro si dovrà sostenere il più possibile anche la nostra federazione e solo dopo che sarà fatto un lavoro che parte da lontano, forse sì, sarà possibile arrivare a questi risultati prestigiosi. Ivan: Sono comunque due discorsi distinti. Per l’Ironman dico che è solo una questione di tempo. Per le Olimpiadi invece direi che è anche una questione di gestione e programmazione nella quale anche la federazione dovrà fare il suo per sostenere i nostri atleti.

La tua stagione è proseguita con i due appuntamenti di respiro internazionale a Bardolino e Vansbro, nella fredda Svezia. Come è andata in queste due occasioni? A Bardolino sono andato perché è un appuntamento di grande prestigio ed è un onore anche solo essere al via. Ma non è più una distanza che mi compete, non era una questione di risultato. In Svezia invece è stata una bella sorpresa e una bellissima esperienza. È stato il mio sponsor Bianchi a invitarmi alla gara, visto che la proprietà ora è in parte svedese e dunque ha una sede an-

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La campagna americana //

SCARPA DEL MESE // TRIUMPH 12

IN-STORE //

informazioni di base // PER / Uomo e Donna COLLEZIONE / SS 2015 DISCIPLINA / Running CATEGORIA / A3 - ammortizzate TARGET / Calzatura dedicata a chi cerca ammortizzazione, stabilità e comfort. La struttura è stata disegnata per assecondare il movimento naturale del piede e allo stesso tempo per fornire un efficace contenimento nella zona mediale

TOMAIA //

I TRE PUNTI DI FORZA / 1 / Ammortizzamento eccellente, grazie alla mescola Powergrid+ estesa su tutta la pianta 2 / Il sistema IsoFit sulla tomaia offre stabilità e contenimento, per un effetto fasciante senza costrizioni 3 / La rimozione dello shank e la zona dell’avampiede più aperta ed ergonomica favoriscono una transizione fluida e naturale

PESO / Uomo 292 gr, Donna 255 gr DIFFERENZIALE / 8 mm MISURE / Uomo 7-13,14, Donna 5-11 COLORI / Uomo: blue / cytron / viziorange, black / red, slime / black / viziorange; Donna: twilight / oxygen / citron, purple / citron /pink, black / viziorange / citron PREZZO CONSIGLIATO ALLA VENDITA / 185 euro

Dotata di sistema di chiusura IsoFit, una costruzione che integra la fodera interna con una gabbia mobile che si adatta alla forma del piede e al suo movimento naturale

L’interno è realizzato in tessuto RunDry, molto leggero, dalle elevate proprietà traspiranti e antisfregamento per favorire la fuoriuscita dell’umidità e comfort ottimale

INTERSUOLA // PowerGrid+ esteso su tutta la pianta: l’unione della schiuma PowerFoam, 20% più resiliente dell’Eva, e del PowerGrid, più consistente e durevole, assicura ammortizzamento e reattività ai massimi livelli.

Le tecnologie IsoFit e Powergrid+ //

La calzata al centro del progetto Il concetto fondamentale della IsoSeries si basa sull’analisi della biomeccanica del piede durante la corsa, sulla differenza tra “fit” e “fit in motion”. In aggiunta la nuova mescola ammortizzante dell’intersuola offre il massimo in fatto di cushioning mai raggiunto da una calzatura Saucony.

La novità principale della collezione spring summer Saucony è rappresentata dal lancio della avanzatissima linea IsoSeries. Composta dai tre modelli di calzatura HURRICANE, ZEALOT e TRIUMPH, è caratterizzata dall’utilizzo delle esclusive tecnologie ISOFIT e POWERGRID+. La prima è un sistema di costruzione della tomaia disegnato per adattarsi in maniera dinamica al movimento del piede, favorendo una transizione fluida e armonica. La seconda è una piattaforma ammortizzante sviluppata per garantire il

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massimo delle prestazioni mai raggiunto da una scarpa Saucony. “La nostra filosofia in fatto di design è sempre stata quella di osservare la biomeccanica del runner in tutto il suo movimento, non solo nella fase d’impatto”, ha spiegato Pat O’Malley, senior vice president of global product di Saucony. “Chi corre continua a dirci che una buona calzata è l’aspetto più importante da prendere in considerazione quando si sceglie una


SOCIAL POST //

RUNNING MAGAZINE

CoLORI //

MATERIALE POP //

Uomo NUMERO 10 - 2014

CAMPAGNA DIGITALE //

Negli Stati Uniti la campagna dedicata alla linea IsoSeries sarà lanciata in occasione della maratona di New York del 1° novembre

blue / cytron / viziorange

SUOLA // Realizzata con un mix di gomma al carbonio XT-900 e gomma soffiata IBR+. La prima è un’esclusiva Saucony, con una struttura a elevata densità, dalle eccellenti proprietà di resistenza all’usura e dal grip ottimale. La seconda è il 33% più leggera e durevole della gomma soffiata e garantisce una migliore risposta agli impatti e ritorno di energia

L’utilizzo della gomma PowerGrid+ ha consentito agli ingegneri Saucony di rimuovere lo shank dalla struttura, migliorando il comfort e la sensazione di una corsa naturale

black / red

slime / black / viziorange

Donna

SSL (Saucony Super Light) EVA a doppia densità è una speciale mescola di Eva soffiata ed è il 15% più leggera dei materiali tradizionali

twilight / oxygen / citron

La schiuma SRC (Super Rebound Compound) garantisce il 15% in più di risposta elastica all’impatto e dura il 10% in più dell’Eva tradizionale. Inoltre, assieme al supporto Impact Zone, offre una maggiore capacità di ammortizzamento e distribuisce la forza della falcata su una superficie più ampia

purple / citron /pink

Tallone interamente sdoppiato per un maggiore controllo/ bilanciamento

scarpa: il punto è capire la differenza tra fit e fit in motion. IsoFit garantisce una vera e propria sensazione di indossare una scarpa pensata come se fosse il prolungamento del piede, non importa quale sia la sua forma, la meccanica di appoggio o l’ampiezza della pianta”.

IsoFit Stando a una ricerca condotta da Running Usa 2013 National Runner Survey, il 92% delle persone dichiara che il “fit” è il criterio più iportante per scegliere una scarpa da running.

I designer Saucony hanno progettato una tomaia dotata di una struttura interna molto morbida e fasciante, che grazie all’aggiunta di un tessuto elasticizzato in air mesh si adatta perfettamente al piede vestendo come se fosse una calza. Una gabbia mobile di supporto è posizionata sopra la struttura interna, per avvolgere morbidamente la zona mediale del piede adattandosi a qualsiasi misura, forma e movimento: il risultato è una scarpa che risponde in maniera armonica al passo e al movimento del runner.

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black / viziorange / citron

Powergrid+ Si tratta di una piattaforma ammortizzante, realizzata con mescola Powergrid (esclusiva Saucony) per offrire un supporto perfettamente bilanciato e in grado di assorbire efficacemente l’impatto e di distribuire la zona di pressione su una superficie più ampia. Stando ai test in fase di ricerca, l’inserto garantisce un potere ammortizzante superiore del 20% rispetto alla precedente versione e con il 15% di resilienza in più.


Un pittoresco islandese con il libro di Federico

IL PERSONAGGIO DEL MESE

I PIÙ LO CONOSCONO COME “MASTERCHEF”, DOPO IL SUCCESSO AL REALITY PIÙ FAMOSO AL MONDO. EPPURE FEDERICO FRANCESCO FERRERO DI PASSIONI NE HA TANTE. FRA QUESTE ANCHE LA CORSA

provenienti da tutto il mondo affronta una prima volta la salita che costeggia i faraglioni a strapiombo sul mare. Siamo alla seconda tappa della Run Iceland, una bella gara in cinque tappe, per un totale di 110 km. Esiste anche la versione più ridotta, denominata 3x10, che consente ai meno esperti di avvicinarsi al grande trail senza troppi traumi. Tre giornate da 10 km l’una. Federico, che nelle tappe lunghe è l’attento dottore di gara, oggi è proprio uno di quei tanti colori nella fila dei partecipanti. Prima salita, il Doc corre bene, attento a dove mette i piedi. Non si affanna, sa di non essere molto allenato. Mezz’ora dopo la seconda e ultima ascesa, quella che porta direttamente ai 186 metri di quota del faro, all’arrivo. Non più una lunga fila dalle tinte più varie ma tanti singoli, più o meno sgargianti, intervallati da spazi vuoti: uno scenario magnifico con tonalità ai limiti del surreale.

RUN ICELAND 3X10 - L’Islanda sa regalare vedu-

• TESTO E FOTO: DINO BONELLI

Reykjavik, Islanda, ultima domenica di agosto. Mercato generale mattutino, settore alimentare, qualche compera qua e la senza apparente ordine ma con il fare di chi sa. Qualche ora dopo, a un isolato di distanza, in un caratteristico ristorante affacciato sul porto ordiniamo e ci sediamo in attesa del pranzo. Piccole mani dal fare sbrigativo aprono i pacchetti acquistati al mercato e con chirurgica precisione tagliano, spalmano e adornano quelle che in un battibaleno diventano tartine di uova di merluzzo affumicate su flatkokur (pane di segale islandese cotto al forno a legna), condite con skyr (yogurt islandese) e basilico fresco. Federico ama la cucina sana e i sapori di un tempo. I nostri palati ringraziano.

REWIND - Milano, 6 marzo 2014: una notte qualsiasi per molte persone, la notte della finale di MasterChef Italia per quei tre milioni di telespettatori che hanno seguito il reality di cucina più famoso al mondo. Luci, musica e filmati a sottolineare il lungo percorso che ha portato i due finalisti (dai 15mila iscritti...) a contendersi l’ambito titolo. La proclamazione finale ha avuto uno share del 7,3% e quei cinque minuti sono stati i più visti di sempre di

il gusto... del Running

ALLA GELIDA RUN ICELAND, SUGGESTIVA CORSA SULL’ISOLA ARTICA, ABBIAMO INCONTRATO IL VINCITORE DEL CONCORSO CULINARIO ALL’ULTIMA EDIZIONE ITALIANA. DURANTE LA GARA BREVE DI TRE TAPPE, FALCATA DOPO FALCATA, LO ABBIAMO SEGUITO PER RISCOPRIRE ASSIEME UN PAESE RICCO DI TRADIZIONE, COLORE E, OVVIAMENTE, CUCINA. SkyUNO. Un silenzio d’attesa rotto solo dalle lente e marcate parole pronunciate dal grande cuoco Carlo Cracco, qui in veste di super giudice dell’evento con l’incarico di emettere il verdetto: “..E il vincitore di MasterChef 2014 è.. è.. è… Federico!”. Applausi e coriandoli per una serata che potrebbe cambiare una vita ma non deve alterare certe abitudini. Federico Francesco Ferrero, che per me è semplicemente e amichevolmente “il Doc”

(il suo mestiere principale è quello di medico nutrizionista), pur godendo di una popolarità nazionale salita alle stelle, ha saputo rimanere con i piedi per terra. Continua per quanto possibile a fare le cose che ha sempre fatto. Una di queste è la corsa.

IL DOC SI VESTE DA RUNNER - Faro di Dýrholaey, a pochi chilometri da Vic, nell’Islanda meridionale. Una fila molto colorata di runner

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te e immagini che pochi altri posti al mondo possono offrire. Federico sbuca all’improvviso, molto più avanti di come me lo sarei aspettato, ancora abbastanza fresco, sudato ma senza fiatone. Un passo agile e leggero che in un attimo lo avvicina alla mia posizione e lo fa sgattaiolare via, un’andatura che lo porterà a essere diciannovesimo nella classifica assoluta di giornata e secondo tra quelli della 3x10. Un risultato assolutamente inaspettato e quindi decisamente buono, tendente all’ottimo. Federico si confermerà anche nella corsa nel deserto lavico, dove la carcassa di un vecchio aereo miracolosamente atterrato in piena emergenza è stata l’inaspettata boa di un’altra giornata. Una gara baciata dal sole, iniziata con il simpatico siparietto in cui il nostro cuoco/dottore/atleta ha dovuto cambiare pettorale dopo aver dimenticato il suo nella camera d’albergo. Episodio giustificato solo dal fatto che è alla sua prima esperienza agonistica di settore e alcuni semplici meccanismi, come la preparazione di tutto quello che serve in gara, non gli sono ancora pienamente famigliari.

IL SENSO DELLA SCOPERTA - Laguna glaciale di Jökulsárlón, a due passi dal mare, uno dei pomeriggi turistico-culturali regalati dall’organizzazione di Run Iceland. Uno spettacolo naturale senza eguali, nuovamente e fortuitamente illuminato da un sole estivo discretamente caldo. Pezzi di ghiaccio si staccano da


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un lembo del Vatnajökull, uno dei più grossi ghiacciai al mondo, e si trasformano in iceberg galleggiando fino all’oceano. Una pietra sbuca dall’acqua gelida. La curiosità del Doc lo spinge ad assaggiare l’acqua, per scoprire che è salmastra: la laguna è fatta in gran parte da acqua di mare spinta dentro dalle forti correnti oceaniche. Il Doc, Federico, è un curioso a 360 gradi. La sua immensa cultura, che nasce prima dagli studi e poi proprio dall’infinita curiosità, lo porta a voler scoprire e sapere tutto e di tutto. Quando non sa, come ogni persona dotata di una grande intelligenza, chiede e si fa spiegare. Nel running ad esempio è ancora alle prime armi. A ogni occasione si confronta con altri atleti, è attento a carpire ogni piccolo dettaglio che lo possa far crescere tecnicamente. Sebbene corra da parecchi anni non ha mai fatto nessuna gara. Per lui si tratta principalmente di star bene, di muovere le gambe troppo spesso sedentarie sotto una scrivania o chiuse in macchina per i lunghi spostamenti che le varie presentazioni del suo nuovo libro di cucina richiedono. Ama la montagna e quando può la vive con lunghe passeggiate. Ama l’aria aperta e le cose semplici: una semplicità che ha portato anche nella sua cucina innovativa, una semplicità che, in un mondo sempre più complesso, si è rivelata vincente.

IL SAPORE DELLA MEDAGLIA - Reykjavik, prima domenica di settembre. Un cielo plumbeo e l’aria pungente ricordano a tutti i 66 gradi nord di latitudine di questo Paese immerso nell’oceano Atlantico a due passi dal polo. Federico, ripetendo un gesto a lui familiare e molto usato nel mondo sportivo, assaggia la medaglia da finisher che porta orgogliosamente al collo. Un sapore strano, non equiparabile o identificabile ai mille gusti assimilati e catalogati nella sua testa di MasterChef. Il sapore misto di sacrificio e fatica che si mescolano a un’immensa felicità e un pizzico d’orgoglio. Un piccolo risultato sportivo che apre le fantasie per altre prestazioni da programmare nel tempo. Magari un trail lungo in montagna, dove mescolare l’amata camminata alla ritrovata corsa, forse una 21 km su strada dove dar sfogo all’agile passo leggero, o addirittura la mitica maratona, i 42,195 km che tutti vorrebbero fare e che per il Doc, da oggi, non sono più un’illogica chimera.

LA PAROLA ALLO CHEF // Sempre Reykjavik, qualche ora più tardi, con fare genuino e de-

scrizione analitica, Federico ci descrive gli ingredienti di un piatto che un ristoratore ci ha servito in tavola con molto orgoglio. Poi aggiunge: “Madre Natura mi ha fatto il dono di un palato fine e sensibile ai gusti, che ho voluto allenare in oltre vent’anni di prove, viaggi, assaggi. Quando metto in bocca un cibo spesso riesco subito a capirne gli ingredienti e sovente anche le quantità. Quando immagino due o più gusti, il mio cervello compone subito delle combinazioni alimentari che quasi sempre sono vincenti. Ho sempre amato cucinare, ma fino al concorso di MasterChef non avevo mai notato il potenziale che portavo dentro. La cucina è un’arte riconosciuta in tutto il globo e l’Italia, con la sua tradizione gastronomica millenaria, è sicuramente una delle migliori interpreti al mondo. Peccato solo che chi governa il nostro Paese non creda fino in fondo che questo settore potrebbe diventare economicamente e turisticamente trainante. Io sono a disposizione”.

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FOCUS PRODOTTO

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DEDICATO A CHI CORRE PORTANDO CON SÉ IL PROPRIO BAMBINO, IN TOTALE COMFORT, SICUREZZA E FUNZIONALITÀ L’ultimissima evoluzione del passeggino Chariot pensato esclusivamente per i runner che vogliono correre nel tempo libero, portando con sé il proprio bambino in maniera comoda, funzionale e sicura è Thule Glide. Si tratta di un prodotto ad alte prestazioni, dotato di una struttura leggerissima e dal design aerodinamico che garantisce prestazioni ottimali su ogni tipo di terreno. Stabile e ricco di dettagli funzionali, grazie alla ruota anteriore fissa non crea problemi all’utilizzatore neppure in condizioni di corsa a ritmo veloce. È regolabile in differenti posizioni, per facilitare qualsiasi tipo di falcata, ed è provvisto di un freno azionabile a mano, perfetto in caso di percorrenza sui tratti ripidi. Le ruote hanno cerchi aerodinamici e cuscinetti di alta qualità: quelle posteriori hanno un diametro di 18 pollici, mentre quella anteriore di 16 pollici. Le sospensioni posteriori assicurano una guida più fluida e un maggior comfort per il bambino.

Thule Glide: running with your baby

Non riusciva a pensare di smettere di allenarsi. E non lo fece neppure quando una piacevole “causa di forza maggiore” lo avrebbe potuto tenere lontano dalla strada e dalle sue scarpe da corsa. Così il triatleta Dan Britton si armò di ingegno e intraprendenza e ideò quello che divenne il prototipo del passeggino da running Chariot. Erano i primi anni ’90 quando nacque la società Chariot Carriers, di sede a Calgary, in Canada. L’azienda fondata proprio da Dan Britton si specializzò nella progettazio-

ne e realizzazione di carrozzine pensate per i genitori che non volevano rinunciare alla vita attiva. Assieme allo sviluppo di una serie di tecnologie in seguito brevettate, negli anni vennero dunque ideati modelli pensati per cinque differenti contesti di utilizzo: bike, walking, sci, hiking e running. Nel 2011 il brand venne poi acquistato da Thule, in quello che fu un primo passo lungo il percorso di una strategia sempre più orientata ad assecondare le necessità di un pubblico “active lifestyle oriented”.

La seduta di Thule Glide è imbottita e può essere regolata fino a raggiungere una posizione quasi orizzontale per permettere al bambino di fare il riposino. Il tettuccio multi-posizione garantisce una protezione extra ed è dotato di una finestrella

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per poter controllare il piccolo. Inoltre può essere chiuso utilizzando una sola mano e può essere facilmente trasportato o riposto. Il modello è arricchito da numerosi accessori acquistabili separatamente, come l’adattatore per i seggiolini da auto compatibile con i principali modelli presenti sul mercato, lo Snack Tray, la Rain Cover e la Mesh Cover.

CARATTERISTICHE / Peso: 9,9 kg Dimensioni: 89 x 35,5 x 53,3 cm Dimensioni da chiuso: 91,4 x 61 x 28 cm Colori: Dark Shadow (dark blue) / Thule Blue (lining) Lo scorso luglio Thule Glide ha vinto un OutDoor Industry Award e fa parte della categoria di prodotti Thule Active with Kids Sport Series, che comprende anche il passeggino multifunzionale Thule Chariot ed è stata ampliata all’inizio di quest’anno con il nuovo seggiolino da bicicletta Thule Ride Along e il rimorchio da bicicletta Thule Coaster.

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tested

by

// MAMMUT AENERGY THERMO VEST

Comfort termico e traspirabilità al top Adatto per correre in montagna, ma anche su strada durante la stagione invernale, offre protezione e isolamento senza generare eccesso di calore grazie alle proprietà del tessuto Polartec Alpha. // Ci sono scoperte che, senza esagerare in retorica, cambiano la storia e che nel momento in cui entrano a far parte dell’uso comune portano una novità radicale fra quelle che sono le abitudini delle persone. E senza necessariamente chiamare in causa le grandi scoperte della televisione o del computer, è sufficiente considerare quanto fece uno dei protagonisti del nostro mondo, oltretutto recentemente premiato con il riconoscimento OutDoor Celebrity of the year. Fondatore di Polartec, Aaron Feuerstein all’inizio degli anni ’90 presentò sul mercato un nuovo tessuto che battezzò Polarfleece: era l’antenato del pile, che la rivista Time avrebbe in seguito inserito fra le 100 più importanti innovazioni del XX secolo. Da quei tempi, facendo un salto in avanti fino ai giorni nostri, siamo arrivati a conoscere quella che è la più recente tecnologia applicata ai tessuti realizzata dal brand fondato in Massachusetts. Stiamo parlando di Polartec Alpha, un genere di imbottitura completamente diversa nelle qualità rispetto alla classica in

IL NOSTRO TEST - Noi questa tecnologia l’abbiamo provata nel nuovo Aenergy Thermo Vest di Mammut. Il capo è stato sviluppato per tutte le attività alpine più dinamiche, motivo per cui a noi è parso perfetto per le nostre uscite di trail

piuma perché può essere applicata a capi che utilizzano tessuti traspiranti per gli strati interni ed esterni: ciò consente una sua applicazione su prodotti destinati anche alle attività aerobiche più intense.

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running in un’estate a dir poco anomala come la passata. Soprattutto quando ci siamo mossi a una discreta quota abbiamo potuto apprezzare le qualità termiche di questo gilet, che in condizioni di freddo non eccessivamente rigido ma pungente si dimostra perfettamente in grado di assolvere al compito di proteggere il fisico nella zona del core e del torace (questo anche grazie al rivestimento il microfibra Pertex sull’esterno). Insomma, perfetto per l’allenamento. Il taglio atletico e la fisionomia sbracciata consentono ottima libertà di movimento. Ma più di tutto ci è parso di poter affermare che questo prodotto raggiunge l’eccellenza soprattutto se si considera il fatto che non ci è mai successo di provare una sensazione di surriscaldamento. Le sue capacità traspiranti forse sono la vera e propria “chicca” che siamo convinti potrà essere apprezzata anche dagli stradisti che questo autunno (e perché no, anche in inverno indossando un primo strato termico) non vorranno rinunciare alle proprie corse all’aria aperta affidandosi a un capo che oltretutto ha un peso molto contenuto e un’eccezionale comprimibilità.



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ANCHE UN TEAM DI RUNNING MAGAZINE HA PARTECIPATO ALLA B2BLOOD RUNNING RELAY, UNA STAFFETTA SPECIALE NEL CUORE DI MILANO

EVENTI

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Sopra, la testa della corsa. Nelle foto a fianco alcuni dei passaggi più spettacolari: l’Arco della Pace, il Cono del Portello e, sotto, il ponte del Ghisallo

CON SALOMON IL TRAIL RUNNING SBARCA NELLA CITY GRANDE SUCCESSO E NUMERI DI RILIEVO PER LA GARA ORGANIZZATA DA SALOMON, PERFETTA SINTESI DI UNA DELLE MAGGIORI TENDENZE DEL RUNNING DI OGGI: LA CORSA “IBRIDA” TRA STRADA E TRAIL. NON A CASO GIÀ DA ALCUNI ANNI LE AZIENDE STANNO SVILUPPANDO CALZATURE APPOSITE, CON BATTISTRADA ADATTI ALLE DIVERSE SUPERFICI.

• DAL NOSTRO INVIATO: PAOLO GRISA

Nuova distanza e nuovo percorso. Queste le due principali caratteristiche della quarta edizione della Salomon City Trail di Milano, in scena domenica 21 settembre con un successo di partecipanti davvero notevole, favorito da una mattina di clima estivo nonostante l’autunno alle porte. L’evento organizzato da Salomon e Suunto giunge quest’anno a un’edizione di svolta. Lo spirito della gara è quello che le montagne, se le si cercano con un po’ d’immaginazione, si possono trovare anche poco fuori dall’uscio di casa in città. Del resto, l’azienda francese è già da due o tre anni che lavora sulle calzature di concezione ibrida con il concetto door to trail ora ridefinito in “city trail”, specificatamente costruendo suole e cushioning pensati per lavorare bene su asfalto come sui pavè e gli sterrati regolari dei parchi cittadini.

UNA TENDENZA IN CRESCITA - D’altronde termini come door to trail e city trail risuonano sempre di più tra le parole degli esperti e sulle riviste specializzate di running. Forse, complice anche il poco tempo a disposizione anche per gli appassionati di trail, è giunto il momento di cercare più vicino possibile a casa dei percorsi che permettano di macinare un po’ di dislivello e di calpestare non solo asfalto, in modo da mantenere in allenamento le fondamentali capacità propriocettive che la corsa su sterrato richiede. E se a prima vista in una città come Milano tutto ciò possa sembrare

I RISULTATI DEL TRAIL - Taglia per primo il tra-

impossibile, gli organizzatori della Salomon City Trail possono smentirvi. Scalini, stradine sterrate all’interno dei parchi, risalite di colline come il Monte Stella (la cosiddetta “montagnetta” di San Siro che, nota storica, nasconde le macerie dei bombardamenti della seconda guerra mondiale) oltre che al suggestivo passaggio del Cono del Portello. L’evento poi è aperto davvero a tutti: per i runner più accaniti c’è il trail da 23 km, per quelli che corrono saltuariamente c’è la possibilità di dividere lo sforzo con una squadra di amici grazie alla Relay (la gara a staffetta)

guardo della Salomon City Trail Dario Rognoni. L’atleta milanese ha staccato di oltre 5 minuti il secondo, il siciliano Filippo Lo Piccolo, mentre sul terzo gradino del podio è salito Jacopo Caracci. Quarto Davide Cheraz, il trailer valdostano del Team Salomon, che per una volta è sceso tra i runner di pianura. Rognoni si è detto soddisfatto del risultato, in particolare in preparazione della Maratona di Torino di metà novembre. Al femminile la gara è tutta tra local milanesi: al primo posto Simona Baracetti che cerca sollievo dai crampi appena superato il traguardo, segno che la gara è “vera”. Seguono al secondo e al terzo posto le sorelle Paola e Silvia Felletti. Ecco le parole di Simona Baracetti a proposito del tracciato: “Il percorso è bellissimo, mi sono divertita molto, anche a correre con questi dislivelli a cui non sono abituata”.

to riguarda il risultato, il nostro team può dirsi soddisfatto: un sedicesimo posto che, viste le poche gare a cui abbiamo partecipato quest’anno, ci sprona a impegnarci maggiormente nei prossimi appuntamenti. Da segnalare che la gara nasce per sensibilizzare i partecipanti a sostenere l’Avis di Milano nel progetto B2Blood. I vincitori della categoria maschile e femminile

B2BLOOD RUNNING RELAY - Per questa prima edizione Running Magazine ha accolto l’invito di partecipazione correndo la staffetta: 30 km divisi in quattro frazioni, da circa 8 km e mezzo le prime due e 6 e mezzo le ultime. Il percorso ci è piaciuto molto, in particolare la salita al Monte Stella, con lo strappetto dritto per dritto finale che davvero rompeva il fiato, così come il tratto all’interno dell’ippodromo, particolarmente faticoso a causa del fondo in ghiaia scivoloso. Ottima l’organizzazione di gara, numerosi i volontari che hanno reso praticamente impossibile perdersi. Forse per chi viene da fuori Milano (e ne abbiamo visti molti con la maglia di società sportive provenienti da lontano) qualche indicazione in più su dove si trovassero i punti di partenza della prima e della seconda frazione avrebbe fatto comodo. Molto apprezzati anche i punti ristoro e il pacco di rifornimento a fine gara. Per quan-

I primi tre uomini classificati

e infine, per i più giovani o i meno allenati, c’è la CorriMi da sei chilometri. Il successo di questo tipo di corsa deriva dal coinvolgimento di podisti che, forse, di fronte al raggiungimento di un punto di “noia” verso la corsa su asfalto, iniziano a trovare nuovi stimoli in percorsi più vari e “mossi”.

La calzatura X-Scream 3D della linea City Trail di Salomon, ideata per offrire una sensazione “di montagna” in paesaggi urbani. Adatta ad affrontare i terreni più complessi e variabili: dallo sterrato all’asfalto cittadino, passando per cambi di pendenza anche improvvisi, scale e scivoli. Il tutto in soli 300 gr di peso.

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UN MODO PER RISCOPRIRE LE CITTÀ - Spesso i milanesi sono accusati di non conoscere la propria città. Ben vengano allora queste gare che aiutano a scoprire luoghi e monumenti cittadini. Sono convinto che, dopo questa corsa, molti dei partecipanti abbiano avuto uno stimolo a godersi più spesso gli angoli suggestivi di Milano che, è vero, sono nascosti e frammentati. Ma proprio per questo scovarli dà soddisfazione. E se guardi la città dagli angoli giusti, o in una giornata di cielo terso che lascia intravedere il Monte Rosa in tutta la sua imponenza, puoi quasi illuderti di essere in una città di montagna. D’altronde, non era Dino Buzzati che, nei suoi schizzi del Duomo di Milano inondato dal sole di mezzogiorno, aveva intravisto guglie dolomitiche?



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EVENTI

PROTAGONISTI ALCUNI SPECIAL GUEST E I COMPONENTI DEI #CITYRUNNERS, LA COMMUNITY DI GIOVANI AMANTI DELLA CORSA LANCIATA DA ADIDAS

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Sopra, da sinistra: Arianna Errigo e Arianna Fontana, Federica Nargi, Riccardo Montolivo, il passaggio in Piazza Duomo, Davide Oldani, la deejay Ema Stokholma e il giardino di Villa Necchi

CHE ENERGIA A MILANO CON BOOST BELLEZZA, FORMA FISICA, BUON CIBO, MUSICA E OSPITI D’ECCEZIONE: IL TUTTO NELLA SPLENDIDA LOCATION DI VILLA NECCHI CAMPIGLIO E POI PER LE PIÙ NOTE VIE DI MILANO. QUESTI GLI INGREDIENTI DELL’EVENTO MOLTO GLAMOUR E MOLTO RIUSCITO CONFEZIONATO DA ADIDAS. ANCHE RUNNING MAGAZINE OVVIAMENTE NON POTEVA MANCARE. • DAL NOSTRO INVIATO BENEDETTO SIRONI

Li avevamo già visti in azione in numerose occasioni nel corso di questo intenso 2014: sono i #cityrunners, giovani blogger, influencer, studenti universitari amanti della corsa e seguaci intraprendenti del marchio con le tre strisce. La community, attiva principalmente nella metropoli milanese, si allena in gruppo e partecipa ad alcuni eventi di riferimento nel mondo podistico, come è successo ad esempio alla Milano City Marathon, sponsorizzata lo scorso aprile per la prima volta proprio da adidas. E poi ancora crea progetti a carattere “social”, contribuisce a trasmettere il messaggio dell’azienda per fare in modo che continuino ad aumentare i suoi seguaci (chiamateli anche “follower” o “amici”, perché cinguettii e post per loro sono all’ordine del giorno).

LOCATION & ATTIVITÀ - Proprio i cityrunners sono stati tra i protagonisti della serata “Boost your run”, organizzata a Milano il 13 settembre dal brand delle tre strisce per presentare in particolare il nuovo modello di scarpa Energy Boost 2.0 in versione maschile e femminile (vedi sotto il box dedicato). Molto apprezzato poi anche il resto dell’outfit: pants neri e maglia rossa per i

maschietti e maglia rosa e leggins con fantasie rosa-nere per le fanciulle. Il tutto ha generato una piacevole ondata di colore con 200 persone che si sono ritrovate in via Mozart presso Villa Necchi Campiglio, una raffinata casa degli Anni Trenta firma-

più simboliche del centro cittadino. Da Corso Venezia, a piazza Duomo, fino ancora a Corso Garibaldi e passando per i vicini Giardini Indro Montanelli.

Un evento che è stato come la ciliegina sulla torta per promuovere un prodotto giovane, bello, colorato, di qualità. Bellissimo il percorso, non succede spesso di poter correre per le vie di Milano con questa libertà. Lo scorso anno la prima edizione della Energy Boost ha avuto un buonissimo successo in negozio. Molto morbida e straordinariamente reattiva, comodissima, calzata ampia, mesh senza cuciture: è perfetta per l’utente medio, che vuole una scarpa tecnicamente valida ma anche molto curata nel look”

Tappa al negozio Space 23 di corso Garibaldi

OSPITI D’ECCEZIONE Tra i partecipanti si sono mescolati anche i testimonial ospiti della manifestazione: la madrina della serata e nota “ex velina” Federica Nargi, la campionessa olimpica di fioretto Arianna Errigo e l’argento olimpico di short track Arianna Fontana, il capitano del Milan Riccardo Montolivo, il ct della nazionale di ciclismo Davide Cassani e il giornalista sportivo Pierluigi Pardo. Al termine, a tutti è stato offerto uno speciale (e squisito) risotto preparato dal celebre chef milanese Davide Oldani, il quale oltre che di buona cucina è sempre stato anche amante dello sport, calcio e bici su tutti. Molto apprezzato sia per la qualità musicale che per la “presenza” il dj set di Ema Stokholma e Andrea Delogu, che ha contribuito a caricare ancor di più l’atmosfera già piena di vibrazioni positive.

Alessandro – Solaris Sport

ta dal celebre architetto Piero Portaluppi e ora gestita dal FAI, che ospita anche celebri opere di artisti italiani del primo Novecento. Dallo splendido giardino della villa gli invitati sono partiti attraversando le vie

Energy Boost 2.0 //

I NEGOZI PRESENTI - Fra gli invitati ad assi-

È nella categoria delle scarpe da gara ed in effetti è indicata per ritmi medi e veloci, indirizzata per runners di peso medio o leggeri. Anche se per le sue caratteristiche risulta abbastanza trasversale. La suola è in gomma Continental, mentre l’innovativa tecnologia boost garantisce un eccellente ritorno di energia a ogni passo, rendendo ogni falcata leggera e veloce. La tomaia con tecnologia costruttiva techfit in mesh ESM è flessibile e realizzata senza cuciture, il sistema Formotion assicura una transizione fluida dal momento dell’appoggio sul tallone alla fase di spinta, mentre la tecnologia Torsion System e i rivestimenti saldati sul tallone offrono un efficace supporto al piede. Il modello è compatibile con miCoach. Differenziale: 10 mm. Peso: donna 225 gr (misura 38 2/3), uomo 275 gr (misura 42 2/3). Prezzo al pubblico consigliato: 155 euro.

stere alla presentazione della scarpa e a partecipare alla corsa e ai festeggiamenti “mescolandosi” al fiume di persone con una netta prevalenza di rosa e qualche macchia di rosso c’erano anche alcuni importanti negozianti specializzati, con i quali abbiamo avuto il piacere di correre e scambiare qualche parere. Tra questi Koala Sport, Gioia di Muoversi, Don Kenya Run, Sportland, Cisalfa, Maxi Sport, Space 23, Un Sesto Acca, SRD, Solaris e adidas Store: tutti entusiasti e ben felici di prendere parte a una manifestazione

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La serata è stata davvero molto bella, allegra, sociale e di grande effetto. Mi è piaciuto il fatto che fosse dedicata alle donne, una parte sempre più importante del nostro mercato. Riguardo alla scarpa è un ottimo prodotto, la uso anche io. È molto reattiva nell’avampiede e ammortizzante sul tallone, perfetta sia per correre sia da indossare tutti i giorni. E poi anche nell’estetica adidas ha dimostrato di essere un passo avanti, con questi colori davvero particolari e accattivanti” Franco – 1/6 H

come questa e di provare di persona le nuove calzature. Le quali a detta di molti risultano più accattivanti e riuscite rispetto alla prima versione, con buone prospettive in termini di vendita quindi verso il pubblico dei runners ma anche verso un utente meno specializzato. Insomma, un altro appuntamento adidas in grande stile che fa seguito a quello dello scorso anno andato in scena al Pirellone. Ma anche in questo caso abbiamo verificato di persona un miglioramento: forse meno appariscente e spettacolare del primo questo secondo evento ma certo più partecipativo, concreto e “social”. E si sa che oggi è (anche) questo quello che conta.


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DOPO L’ESORDIO DEL 9 MAGGIO, SIAMO STATI IL 26 SETTEMBRE ALLA SECONDA MIDNIGHT RUN. UNA BELLA OCCASIONE ANCHE PER TESTARE I NUOVI CAPI DEL BRAND

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PUMA ACCENDE LA NOTTE (E IL BUSINESS…) BUONO IL RISCONTRO DELL’EVENTO IN NOTTURNA, CHE HA RICHIAMATO 1.500 PARTECIPANTI AL PARCO SEMPIONE DI MILANO. CON UN DUPLICE SCOPO: SOSTENERE L’ATTIVITÀ DI ANLAIDS SEZIONE LOMBARDIA E LANCIARE IN UN CONTESTO (E IN UN ORARO) APPROPRIATO LA COLLEZIONE “NIGHTCAT” DEL MARCHIO. • DAL NOSTRO INVIATO BENEDETTO SIRONI

Già a maggio erano partiti dall’Arco della Pace di Milano allo scoccare della mezzanotte meneghina per correre chi munito di torce frontali chi di abbigliamento “fluo”. E come da programma, lo scorso 26 settembre è tornata la bella iniziativa organizzata dall’associazione MenteCorpo e supportata da Puma per sostenere Anlaids Sezione Lombardia. La Midnight Run si è svolta su un Benedetto nuovo percorso di 4 Sironi km attorno all’area del Parco Sempione, con la possibilità di proseguire con un secondo o un terzo giro per chi lo desiderasse (per un totale di 8 o 12 km). Come sempre sono state ideate diverse modalità per consentire ai runner di far valere il proprio contributo alla causa di Anlaids e per rendere ancora più colorata e vivace la serata: c’è stato chi ha voluto personalizzare il proprio pettorale e chi ha scelto di presentarsi al via con un make up “I glow” decisamente pittoresco. Da segnalare anche la presenza di ospiti d’eccezione al via come il ciclista Claudio Chiappucci e il celebre mezzofondista Genny Di Napoli, che

sua causa votata a raggiungere l’obiettivo di ‘zero trasmissioni’, cosa che interessa a tutti noi”.

dopo la carriera agonistica ha continuato a lavorare nel mondo della corsa e attualmente è responsabile trade marketing specialist complete running di Puma.

PUMA BY NIGHT - Per l’occasione il main sponsor Puma ha presentato anche la NightCat Running Collection, pensata per chi vuole correre in maniera veloce e in totale sicurezza anche di notte. Una linea che comprende due prodotti tecnici come giacca e scarpe (vedi box a fianco) ma anche due piacevoli t-shirt con logo Puma ben evidente e riflettente (vedi foto). Abbiamo avuto il piacere di testare di persona tutti i capi partecipando proprio all’evento milanese e dobbiamo dire che il primo feedback in termini di vestibilità, comfort e design è stato più che buono. Certo bisognerà vedere quante persone sono disposte ad acquistare per esempio una scarpa tecnica da running con un inserto sulla linguetta per posizionare il led (anche se tutto è davvero leggero). Ma si sa, le vie del running - e dei relativi trend - sono (quasi) infinite e Puma sembra averlo capito. Intercettando sia a livello marketing che commerciale, con la suddetta linea dedicata, anche questa tendenza del “running by night”. Della quale non a caso vi abbiamo più volte già parlato (vedi ad esempio l’articolo “Correre sotto le stelle” sul nostro numero di luglio-agosto) e che sicuramente tornerà a “illuminare” ancora le nostre pagine.

L’ORGANIZZAZIONE - “Questa corsa è nata nel 2011 con uno spirito poco convenzionale quando ancora la notte a Milano non conosceva tutte le opportunità di muoversi che ci sono oggi”, afferma Andrea Colombo, ideatore della manifestazione. “Le persone hanno sempre più voglia di esprimersi con un divertimento consapevole e sono attente ai temi socialmente rilevanti, soprattutto i giovani”. Dal 2007 infatti l’associazione MenteCorpo è attiva nella creazione e promozione di iniziative volte a favorire il benessere psico-fisico. Attraverso progetti, attività e interventi qualificati è oltretutto riuscita a sensibilizzare un crescente numero di persone a diversi temi di carattere sociale. Negli anni ha inoltre saputo stringere accordi di collaborazione di prestigio con diverse istituzioni di riferimento in Lombardia. Il suo modo di operare infatti è da sempre caratterizzato dalla scelta di avvalersi del supporto di studi di ricerca che possano dimostrarne la validità scientifica. “Alla prima edizione decidemmo di utilizzare questa piattaforma per parlare ai giovani dei temi relativi allo sballo e all’abuso di alcool”, prosegue Andrea. Dal 2012 invece sosteniamo Anlaids e la

Puma NightCat running Collection // Pure NightCat Powered Jacket (M’s and W‘s)

Giacca tecnica a tre strati creata per offrire la protezione necessaria a chi corre in serate umide e ventilate, offre traspirabilità e comfort. Il dispositivo ricaricabile a LED garantisce un’ottima visibilità anche nei luoghi meno illuminati. La tecnologia visiCELL con materiali altamente riflettenti migliora ulteriormente la sicurezza del runner che la indossa facendo sì che anche nel traffico cittadino i suoi movimenti siano sempre perfettamente riconoscibili. Faas 600 v2 NC Powered

Due immagini dell’affollata partenza all’Arco della Pace Calzatura essenziale e leggera, ridisegnata con una tomaia ancora più avvolgente e con una struttura a canali che favorisce la naturale dinamica del movimento passo dopo passo. Perfetta per correre in notturna, garantisce una visibilità ottimale a 360 gradi e in più, grazie al leggerissimo LED posizionato sulla linguetta, permette di affrontare anche le condizioni di buio intenso. Il cavo USB per la ricarica è incluso nella confezione.

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QUESTO MESE IL NOSTRO DINO BONELLI SI METTE LE SCARPE AI PIEDI ASSIEME AL GRANDE AMICO MARCO OLMO PER PORTARCI A CONOSCERE IL ST. LARY PATOU TRAIL

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LES CHAMPS ÉLYSÉES DES PYRENEES DUE GIORNI DI GARA, IL PRIMO CON LA DOPPIA DA 18 KM + VERTICAL E IL SECONDO CON LA COMPETIZIONE DA 46 KM, PER ATTRAVERSARE GLI IMMENSI PRATI CHE A FIL DI CIELO UNISCONO IL VERSANTE FRANCESE A QUELLO SPAGNOLO DEI PIRENEI. UNO SPETTACOLO QUASI PARADISIACO CHE NEPPURE UN CIELO PLUMBEO RIESCE A SPEGNERE DEL TUTTO. • TESTO E FOTO DINO BONELLI

Non venivo sui Pirenei da almeno un decennio e l’ultima volta, se ricordo bene, mi ero fermato a Lourdes in veste di cattolico e Andorra in veste di ciclista per vedere l’arrivo di una tappa del Vuelta de Espana: una mescolanza di sacro e profano sulla via di Biarritz, costa atlantica. Nei mei ricordi le montagne erano aride e gialle, ma questa volta entrando nella vallata che porta a Saint Lary Soulan il verde che mi circonda è quasi asfissiante. Lourdes non è lontana come non sono lontani i mitici colli che hanno regalato indimenticabili giornate di grande ciclismo. Ora però sono qui per correre a piedi. L’amico Jean Christophe ci ha invitati a provare la sua creatura, il St. Lary Patou Trail: una due giorni (l’anno prossimo diventerà di cinque, dal 22 al 28 di giugno) che comprende una 18 km e un

vertical in quasi contemporanea il sabato e una 46 km la domenica. Con me anche l’amico Alberto, organizzatore di alcune delle gare di Run the World, e l’inossidabile Marco Olmo. Il mio stato di forma, sempre sotto una linea di decenza per il mio eterno vagabondare per il mondo, mi costringe a optare per la misura più corta, assistito in gara addirittura dal granitico Olmo che invece non si fa spaventare dalla distanza più lunga.

LA “DOPPIA” DEL SABATO - Il paesino di Saint Lary (830 m slm) è semplicemente bello e funzionale. Ha tutti i servizi che il turismo moderno richiede, le terme e un collegamento funicolare con la stazione sciistica sita a 1.700 m. Proprio qui arriveranno, con un ultimo sforzo nei ripidi prati sottostanti la seggiovia principale, sia la 18 km che il chilometro verticale. È sabato mattina. Un paio di chilometri di lancio in falsopiano poi il mio cammino s’inerpica in un single trek ripido e tortuoso che in poco sviluppo copre quasi tutto il dislivello della gara. Un piccolo sole

riscalda le nostre schiene e illumina la valle. Ogni tanto, negli spazi non troppo chiusi nel bosco mi fermo a guardare il panorama, un po’ per riprendere fiato e un po’ per fare qualche foto. Poi di nuovo a testa bassa nel consueto camminare veloce, caratteristico dei trail di montagna. Incontriamo verdeggianti pascoli infiniti e già puntinati dal bestiame pasturante: questo il secondo scenario di giornata. Poi una discesa dolce su una strada sterrata ci porta verso il terzo: l’ultima faticosa ascensione nel bel mezzo della stazione sciistica. Mentre arrivo vengo affiancato da altri concorrenti provenienti da una diversa direzione e con un differente colore di pettorale, solo

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dopo un primo momento di smarrimento capisco che sono i runner del chilometro verticale con cui condividiamo gli ultimo interminabili 800 metri di salita. È uno sprint, se così si può chiamare, che mi asciuga le ultime energie rimaste e, con qualche superamento, mi restituisce la posizione che come sempre avevo perso in discesa.

LA GARA DA 46 KM - Domenica mattina, il cielo è severamente plumbeo. Anche se non piove ancora, presto potrebbe cominciare a farlo. Marco è irrequieto, non ama la pioggia. Pronti via, il gruppo variegato si distende nei due chilometri di lancio, poi si arrampica sul nostro stesso percorso del giorno prima. Quindi scende e cambia valle spostandosi sul versante opposto, fino ai 2.458 m del lago Consaterre. Un pallido sole accarezza le fredde acque agitate dal vento.

Io e Alberto aspettiamo Marco al rifornimento che è anche sede di cambio per chi la gara l’affronta in team. Il sole sta vincendo la sua personalissima battaglia con le nuvole e anche il grande Olmo ritrova il suo sorriso, che più che un sorriso è la solita consueta apatica smorfia: segnale inconfondibile per chi lo conosce bene. Passaggi più o meno tecnici si alternano a prati di rododendri in fiore. Altro che Pirenei aridi e gialli come erano stati erroneamente catalogati nei miei ricordi: queste montagne sono un giardino senza fine. Le varie classifiche sono tutte vinte da atleti locali, alcuni del versante pirenaico francese altri di quello spagnolo. La Spagna è a pochi chilometri di distanza. Scollinando per il valico del fondovalle si potrebbe facilmente andare fino alla vivace Barcellona, un’estensione da prendere in seria considerazione per la lunga trasferta del prossimo anno. www.frenchpyreneespatoutrail.com

Sul prossimo numero // Run the World, sul prossimo numero, vi porterà a correre di fianco alle maestose cascate Vittoria, nello Zimbabwe. Vedendole per la prima volta, sir. David Livingstone, il missionario esploratore che nel 1855 le scoprì, disse: “Credevo che scene così fossero riservate allo sguardo degli angeli”. www.runtheworld.it




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