Outdoor Magazine n° 11 - 2011

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Anno 4 - Numero 11 / 2011

redazione@outdoormag.it

Editore Sport Press S.r.l. - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362.600469 - Fax 0362.600616 - e-mail: redazione@outdoormag.it - Direttore responsabile: Angelo Frigerio Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n. 186 del 20 marzo 2007 Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - conv. in Legge 46/2004 Art. 1 Comma 1 LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.



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Editore Sport Press S.r.l. - Redazione: Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) - Tel. 0362.600469 - Fax 0362.600616 email: redazione@outdoormag.it - Direttore responsabile: Angelo Frigerio - Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n.186 del 20 marzo 2007 - Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 - conv. in L. 46/2004 Art. 1 Comma 1 - LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.

COVER STORY I

Il 6 ottobre a Bolzano, alla presenza di centinaia di persone, è stato inaugurato l’avveniristico headquarter del Gruppo OberAlp

INTERVISTE

Creatività e stile, la chiodatura secondo noi… Analisi, sensazioni, scelta e creazione della linea. Intervista doppia a Mauro Calibani ed Enrico Baistrocchi: i due forti climber in occasione del San Vito Climbing Festival hanno preparato ben 16 nuove vie.

Salewa World, welcome to the new era ALLE PAGINE 26 - 27

ALLE PAGINE 20 - 21

PERSONAGGI

FOCUS ON

REPORTAGE

Bonatti, eroe salvifico redentore dell’azione

L’innovazione ATK ha una nuova casa

UTMB 2011, dietro le quinte con Vibram

In bilico tra elogi e critiche, ha ridisegnato l’alpinismo rappresentando il riscatto di un Paese. Dalle parole di Alessandro Gogna il ricordo del grande alpinista italiano.

Il brand ormai diventato un must per i suoi attacchi da sci alpinismo ha inaugurato i nuovi uffici di 300 mq, dotati anche di impianto fotovoltaico.

Sportmaker, con un team di 10 persone, ha ripreso notte e giorno gli atleti Vibram. Una splendida esperienza che ha portato alla realizzazione di un intenso video.

ALLE PAGINE 12

- 13

A PAGINA 22

ALLE PAGINE 32 - 33

IN QUESTO NUMERO ANCHE:

EVENTI

L’IMS cresce e cammina verso la retta via...

• Testimonial del mese: Alessandro Beber • Action cameras, bluetooth e dintorni • EOF 2011, un evento da numeri uno

Numeri in aumento per l’International Mountain Summit di Bressanone, tra novità e conferme. Riuscite alcune sezioni, migliorabili altri aspetti.

• Rock Junior, piccoli climber crescono • Focus shop: Maurizio Sport, Condino (TN) A PAGINA 31

ALLE PAGINE 14, 16, 28-29, 30, 34


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EDITORIALE

di Benedetto Sironi

Investimenti, passioni, visioni Ci sono almeno due buoni motivi che mi portano a scrivere un editoriale nuovamente “positivo”, dopo che su quello precedente avevo sottolineato le sorprendenti crescite dell’outdoor in USA e Cina, nonché lo stato di discreta salute del mercato europeo. Il primo è di nuovo un dato oggettivo e di carattere economico: nelle passate stagioni, con particolare riferimento alle ultime due, abbiamo assistito a un aumento degli investimenti nell’outdoor da parte di grandi gruppi internazionali. Qualche esempio? Partiamo proprio dall’ultimo in ordine di tempo: è notizia freschissima l’acquisizione di Five Ten da parte di Adidas per 25 milioni di dollari (vedi news a fianco). Ma il gigante tedesco in realtà già da qualche anno ha ricominciato a puntare forte nel nostro settore ridando nuova linfa alla sua divisione outdoor (nata fin dai tempi di Messner ma poi progressivamente abbandonata) tanto che oggi Adidas è uno dei big player del mercato e per il 2015 prevede che l’outdoor incida sul suo fatturato per oltre 500 milioni di dollari. Citiamo poi i casi di Asics, che nel 2010 ha acquisito Haglöfs per 128 milioni di dollari o la potenza di fuoco del gruppo VF, già proprietario di The North Face, che lo scorso luglio si è comprata un “bocconcino” come Timberland per 2 miliardi di dollari. Nello stesso periodo Jack Wolfskin è passato al fondo Blackstone per 700 milioni di euro. Intanto altri grandi big player stanno alla finestra e “mettono il naso” nell’outdoor con qualche prodotto o linea dedicata, anche per capire che aria tira (vedi per esempio Puma). Ed effettivamente l’aria pare essere buona e salutare. Anche in casa nostra. Non vogliamo certo negare che esistano problematiche più o meno serie anche nel mercato domestico. Ma ad oggi – incrociando le dita – prevale l’ottimismo, più o meno cauto. Qui veniamo al secondo buon motivo di cui sopra. Outdoor Magazine è protagonista del mercato ormai da 5 anni e a memoria non ricordo un periodo nell’ultimo lustro nel quale avessimo assistito ad un proliferare di “nuove aperture” come in questi mesi del 2011. Sto parlando di ogni genere di nuova apertura: dai negozi alle aziende, passando per associazioni e palestre di arrampicata, a livello italiano ed internazionale. Sullo scorso numero abbiamo documentato il “varo” del progetto Zamberlan XXL, la spettacolare parete d’arrampicata a fianco della sede del marchio veneto. Ma anche i n questo numero ne avete due validi esempi: basta leggere gli articoli alle pagine 22 e 26-27 riguardanti rispettivamente l’ampliamento della sede firmata ATK Race a Fiorano Modenese e l’attesa inaugurazione del nuovo avveniristico headquarter Salewa di Bolzano. Senza contare che sul prossimo numero vi presenteremo il nuovo, bellissimo punto vendita Mountain Spirit (che abbiamo oltretutto incoronato Best Outdoor Shop 2010/11) e vi parleremo della riapertura della divisione produttiva italiana di Aku dedicata ai modelli top di gamma. Solo alcuni esempi tra i più recenti ed eclatanti. Altri non sono mancati e non mancheranno nei prossimi mesi. Non si tratta certo di decisioni prese a cuor leggero, poiché gli investimenti sono sempre notevoli e possono essere coperti senza patemi solo se il business è solido. Ma in queste scelte è facile intravedere qualcosa di più che i pur doverosi calcoli economici o di ritorno sull’investimento a medio o lungo termine. C’è infatti una fortissima passione per il proprio lavoro, che quindi merita una casa il più possibile curata, confortevole e moderna, al passo con i tempi e le nuove sfide del futuro (che coincide sempre più con il presente). Dietro queste scelte c’è quasi sempre una “visione” nel senso più positivo del termine, intesa come capacità di prevedere come si evolverà il mondo intorno a sé adeguandosi prima e meglio degli altri. Una capacità di azione e un’incrollabile fiducia nelle proprie capacità che possa portare a conseguire risultati magari un tempo nemmeno immaginabili. Proprio come ci ha insegnato un grande uomo come Walter Bonatti, al quale il nostro nuovo e prestigioso collaboratore Alessandro Gogna dedica alcune intense riflessioni alle pagine 12-13 di questo numero che – come avrete percepito – è particolarmente pervaso di una poetica e positiva energia.

Editore Sport Press Srl Presidente: DANIELE DE NEGRI Direttore responsabile: ANGELO FRIGERIO Direttore editoriale: RICCARDO COLLETTI Redazione Italia: Corso della Resistenza, 23 20821 Meda (MB) - Tel. 0362.600469 - Fax 0362.600616 Email: redazione@outdoormag.it Website: www.outdoormag.it Stampa: Ingraph - Seregno (MB) Redazione USA: DNF Media, Inc 1956 Bohannon Drive - Santa Clara, CA 95050 Tel: 001.408.261.8809 - Email: redazione@outdoorusa.net Website: www.outdoorusa.net Anno 4 - N.11 / 2011 Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n.186 del 20 marzo 2007. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004 Art.1 Comma 1 - LO/MI - Una copia 1.00 euro. L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: Edizioni Turbo S.r.l. - Responsabile dati: Riccardo Colletti. Questo numero è stato chiuso in redazione il 15 novembre 2011

IN PRIMO PIANO Mad Rock e Brunngard per Amorini

Importanti colpi di mercato per Amorini, che ha acquisito la distribuzione di altri due marchi oltre a quelli che già tratta (tra i quali Tsl, Princeton Tec, Tatonka, Courant e Vango). Il primo è Mad Rock, brand californiano con sede a Santa Fe Springs. Nato nel 2002, è da sempre impegnato nella creazione di scarpette da arrampicata innovative, tecniche ma anche economicamente accessibili. Dopo anni di esperienza e milioni di paia di scarpette vendute, i responsabili di Mad Rock continuano a essere tra i più attivi del mercato, convinti che i migliori prodotti siano quelli ancora da realizzare. Nella foto sopra ad esempio l’ultima rivisitazione del modello Flash 2.0, nel corso degli anni oggetto di ottime recensioni e vincitore di numerosi riconoscimenti negli USA (è inoltre la prima scarpetta ad includere un gel in grado di ridurre l’urto sul tallone). A pagina 19 vedi anche la descrizione del modello Demon 2.0. Ma Mad Rock non significa solo scarpette. Nel 2010 è stata creata una linea hardware e accessori in nuovi dettagli, colori e opzioni, comprendente moschettoni

(nella foto il Trigger Wire), rinvii, assicuratori, discensori, imbraghi, crash pad e altri accessori. A completare il tutto un team di atleti che conta Rob D'Anastasio, Sasha DiGiulian e Zach Lerner ai quali si affiancano molti altri climber sponsorizzati. Il secondo brand è Brunngard: fondato da Paul Brunngard nel 1983 con gli uffici direzionali a Boras (Svezia), dal 1994 è distributore e produttore indipendente di alcuni dei marchi più famosi per la cura delle pelletterie e degli accessori pelle, calzature e tessuti tecnici. Amorini si occuperà in particolare della distribuzione delle Ice-Grippers (vedi foto sotto), testate tra l’altro a bassissime temperature direttamente dallo staff Amorini, esperto di esposizione e tenuta dei materiali non lega/ferrosi alle basse temperature. Il risultato è stato più che soddisfacente e Brunngard si preannuncia come uno dei nuovi marchi più interessanti anche per la qualità/prezzo offerta (sarà presente anche a Ispo 2012). INFO: Amorini 075.691193 commerciale@amorini.it

Briko nei Paesi d’oltralpe con OberAlp L’azienda italiana Briko, da 25 anni tra i leader nella produzione di articoli sportivi per lo sci alpino e nordico e per il ciclismo, punta a una sostanziale crescita nei mercati europei. E lo fa stringendo un accordo di distribuzione con il gruppo OberAlp di Bolzano, titolare tra gli altri di Salewa e Dynafit. A seguito di questa partnership, le filiali di Austria, Francia e Polonia dell’azienda altoatesina metteranno nel proprio catalogo anche i prodotti Briko che rappresentano un’offerta complementare agli articoli sviluppati per il mountaineering e lo sci alpinismo. Il primo passo della collaborazione è avvenuto in occasione di EuroBike, manifestazione fieristica di Friedrichshafen dedicata al mondo del ciclismo, dove i tecnici di OberAlp hanno preso visione della proposta Briko PE2012. In generale Briko può contare su un’offerta estiva consistente in caschi, occhiali e abbigliamento

bike che influisce sul fatturato annuo per il 35%. Il rimanente 65% è registrato dal comparto inverno. L’abbigliamento, dallo sci di fondo al ciclismo, rappresenta oggi solo il 30% dell’intero business aziendale ma è destinato a crescere anche grazie all’export nei Paesi dove OberAlp è presente con una propria distribuzione diretta.

Da sinistra: Gianluca Pellegrinelli (ceo di Briko), Massimo Baratto (ceo di OberAlp/Salewa) e Carlo Boroli (presidente di Briko).

Assosport e Antonveneta oltre la crisi Nell’ottica di offrire nuove opportunità alle imprese, Assosport (Associazione Nazionale fra i Produttori di Articoli Sportivi) ha siglato un accordo con Banca Antonveneta (Gruppo Montepaschi) per fornire alle imprese associate prodotti e servizi d’eccellenza al fine di affrontare le nuove sfide imposte dal mercato. Tra questi servizi, prodotti finanziari, supporto nei processi di internazionalizzazione e una diagnostica gestionale gratuita. Quest’ultima, in particolare, è un’analisi attraverso la quale la Banca e le imprese possono congiuntamente approfondire aspetti qualitativi e strategici facendo emergere i fattori gestionali di eccellenza e rilevando al contempo gli elementi di criticità per migliorare il rating e creare i presupposti per sostenere le imprese.

“La concorrenza e la crisi dei mercati richiedono maggiori competenze e strumenti finanziari a supporto degli imprenditori che investono per il rilancio e la crescita delle nostre aziende. Credo che questo accordo e il relativo servizio porteranno le nostre imprese ad affrontare le sempre maggiori sfide del mercato con successo e professionalità”, ha dichiarato Luca Businaro, presidente di Assosport. Giuseppe Menzi, direttore generale di Banca Antonveneta, ha poi aggiunto: “Tramite questo accordo abbiamo individuato un nuovo percorso di crescita con le imprese, offrendo un servizio di diagnosi gestionale, ma anche qualificati prodotti finanziari e un servizio per l’internazionalizzazione che riscontra già il gradimento di molte imprese”.

Il Gruppo Adidas acquisisce Five Ten In data 3 novembre il Gruppo Adidas ha ufficializzato l’acquisizione totale del marchio di calzature outdoor Five Ten, compreso il capitale azionario emesso di Five Ten USA. Il costo della transazione, che dovrebbe chiudersi nelle prossime settimane, ammonta a 25 milioni di dollari in contanti alla chiusura dei pagamenti e al conseguimento di alcuni obiettivi da parte di Five Ten nei prossimi tre anni. L’acquisizione rientra nel piano strategico del Gruppo Adidas, secondo il quale lo stesso Gruppo dovrebbe registrare una crescita organica del suo segmento outdoor fino al superamento di 500 milioni di euro in vendite entro il 2015. A seguito di questa acquisizione ci saranno dei cambiamenti in termini di produzione per Five Ten. Il marchio infatti non solo continuerà a realizzare le scarpette da roccia e i prodotti Guide Tennies e Yosemite Jeans negli Stati Uniti, ma cercherà di riportare in America gran parte della sua produzione.

IL PARERE DEI VERTICI - Rolf Reinschmidt, senior vice president di Adidas Outdoor, ha dichiarato: “Siamo molto entusiasti di unire le forze con Five Ten, un marchio leader nel mercato tecnico outdoor e all’interno della comunità degli sport d’azione. Five Ten è sempre stata in prima linea nell’innovazione e condivide con Adidas la stessa passione per gli atleti. Rappresenta un’ottima aggiunta al portafoglio Adidas Outdoor e ci consentirà di espanderci in segmenti di mercato complementari”. Questa acquisizione sottolinea il chiaro impegno dell’azienda verso l’outdoor e la sua ambizione a occupare un ruolo leader nel settore in futuro. Dal canto suo Charles Cole, fondatore e presidente di Five Ten, ha commentato: “L’accordo offre grandi prospettive per Five Ten. Sostenuti dal Gruppo Adidas, possiamo finalmente raggiungere il pieno potenziale che il ‘brand of the brave’ ha da offrire. Ci piace la filosofia del fondatore di Adidas Adi Dassler,

con la sua attenzione alla qualità del prodotto e nel fare ciò che è necessario per dare all’atleta un vero vantaggio”. Adidas, secondo Charles Cole, si basa sugli stessi principi che hanno guidato Five Ten per 30 anni, ovvero mettere atleti e performance prima di ogni cosa.

DUE PAROLE SUI BRAND - Five Ten è un pioniere nel mercato tecnico dell’outdoor. Nel 1985, anno della sua fondazione, ha infatti creato la mescola Stealth la cui famiglia oggi include diverse soluzioni pluripremiate che assicurano aderenza in varie condizioni. I prodotti Five Ten sono testati dall’Elite Team, composto da alcuni degli atleti più forti al mondo come Dean Potter (riconosciuto come atleta dell’anno 2011 da National Geographic), JT Holmes (campione di sci big mountain) e Suz Graham (atleta femminile di action sport). Adidas non è però da meno. Ha una lunga storia in prodotti innovativi tra cui la celebre Super Trekking, la prima scarpa leggera da trekking indossata dal leggendario alpinista Reinhold Messner per la sua prima scalata sull’Everest senza l’aiuto di ossigeno (1978). Il brand ha collaborato con grandi atleti outdoor come i fratelli Huber, Beat Kammerlander e Barbara Zangerl ma anche con prestigiose organizzazioni come l’Alpin Center Zermatt e i Ragni di Lecco.



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APPUNTAMENTI Al via la quarta edizione dei Climbing Party

Dopo il successo delle precedenti edizioni, tornano a dicembre per il quarto anno consecutivo i “La Sportiva Climbing Party”. A calendario 3 date in 3 importanti palestre europee: Lezecka Aréna a Jablonec nad Nisou (Repubblica Ceca, 3 dicembre), Boulderwelt a Monaco (Germania, 7 dicembre) e Le Mur de Lyon a Lione (Francia, 15 dicembre). In occasione di questi appuntamenti gli appassionati d’arrampicata potranno incontrare gli atleti testimonial del brand. Ma non solo: potranno infatti partecipare anche a boulder contest con ricchi premi in palio, divertirsi durante gli happy hour e testare in esclusiva gli ultimi modelli di scarpette tra cui le Futura con tecnologia No-Edge, Speedster, Miura VS Woman e Python. Foto e report di tutte le tappe saranno disponibili sul sito ufficiale La Sportiva e sulla pagina Facebook dell’azienda.

Lo staff aziendale in Cina al Petzl Roc Trip 2011

Da 10 anni il Petzl Roc Trip raduna professionisti e dilettanti d'arrampicata in un sito d’eccezione. L’edizione 2011, gestita da Erwann Lelann, è andata in scena dal 26 al 30 ottobre nella cinese Getu Valley, provincia del Guizhou. L’evento ha offerto ai partecipanti 250 tiri ripartiti su 15 settori in tutta la valle. Sponsor ufficiale della manifestazione era La Sportiva, presente in loco con il suo staff e il suo distributore cinese. Proprio questa meravigliosa location, caratterizzata da una natura definita “sconvolgente” dal team La Sportiva, ha visto pochi anni fa la Guida Alpina francese Olivier Balma muovere i primi passi verso l’arrampicata durante alcuni corsi per il Chinese Mountain Development Institute. Il crescente interesse verso questa attività ha spinto Petzl a organizzare il suo Roc Trip. Gli atleti La Sportiva hanno anche trovato il tempo per fare due tiri e assistere alle acrobazie degli altri climber presenti. Tra tutti, spiccano le performance di Dani Andrada che appeso a 150 metri di statica saliva e scendeva tre volte al giorno per provare la via Corazón de Ensueño, che poi ha effettivamente liberato superando persino un tetto negativo. Presenti anche alcuni esponenti italiani come Gabriele Moroni, Rolando Larcher e Maurizio Oviglia, oltre a Steve McClure, Lynn Hill, Maya Smith Gobat e Cody Roth. Quest’ultimo, insieme ad Arnaud Petit, Stephanie Bodet, Toni Lamiche, Miki Fuselier e Liv Sansoz, è stato protagonista di una sessione di autografi al booth La Sportiva. Prima di rientrare in Italia, il team La Sportiva si è regalato prima una visita al villaggio Miao e poi una partecipazione all’imperdibile party animato dai Sagagnass Soundsystem.

GREEN CORNER

RICONOSCIMENTI

Campagna Timberland per il nuovo boot eco-friendly Timberland presenta la campagna di comunicazione, incentrata sulla headline “Repels Water Embraces The Earth”, per il lancio del nuovo boot eco-compatibile Earthkeepers Traditional 6” Boot. Rivisitazione in chiave green del classico 6” Premium Boot, nato nel 1973 come scarpa da lavoro e diventato icona del brand, è sinonimo di comfort, qualità e resistenza. È realizzato in pelle premium con una struttura waterproof a cucitura sigillata. La suola esterna scolpita garantisce una migliore trazione al terreno e la soletta anatomica AntiFatigue offre comfort e sostegno. L’impermeabilità e la massima resistenza sono arricchiti da dettagli eco quali la fodera in PET riciclato al 100% e la suola Green Rubber costituita per il 42% da gomma riciclata. Lo scarpone fa parte della collezione Earthkeepers nata nel 2007, che punta a ridurre l’impatto ambientale sia nella scelta dei materiali (organici e riciclati)

che attraverso l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili per la fase di produzione. La nuova campagna Timberland è stata declinata su stampa, Tv, affissioni outdoor, pubblicazioni online. Dal 17 ottobre sono inoltre allestite vetrine nei punti vendita Timberland. Un progetto decorativo speciale coinvolge poi due stazioni di bike sharing BikeMi a Milano. La creatività è curata da Leagas Delaney e la pianificazione da Vizeum Italia.

L’atleta Es Tresidder è il primo ambasciatore dell’EOCA Es Tresidder è stato nominato primo ambasciatore dell’European Outdoor Conservation Association (EOCA). Es, sponsorizzato da Mountain Equipment, è membro dell’associazione, ha registrato record di velocità nel mountain running, ha portato a termine numerose arrampicate in inverno e in estate ed è stato l’inglese migliore nel campionato mondiale individuale di sci alpinismo nel 2011. È inoltre studioso di mutazione climatica e problemi ambientali, sta frequentando un dottorato di ricerca in architettura ambientale. In qualità di ambasciatore

per l’EOCA, sarà portavoce dell’associazione e condividerà la sua passione per la conservazione in ambiente outdoor. Tanya Bascombe, joint general manager dell’associazione, ha dichiarato: “Siamo felici di lavorare con Es. La sua conoscenza in materia ecologica e la sua passione per le attività outdoor lo rendono l’ambasciatore ideale”. Richard Woodall, marketing manager di Mountain Equipment, le fa eco: “È un atleta molto attivo e siamo orgogliosi di lavorare con lui. Inoltre il suo amore per l’ambiente e la conservazione fa di lui un perfetto portavoce per EOCA”.

Arc’teryx conquista il BC Export Awards

Il BC Export Awards premia gli approcci delle aziende esportatrici del British Columbia, in qualunque settore operino e in qualsiasi luogo dell’area geografica interessata siano situate. Tra le varie categorie di premiazione troviamo quella dedicata ai “consumer products”, pensata per aziende e organizzazioni specializzate nell’esportazione di prodotti destinati ai consumatori finali o al circuito dei dettaglianti. Quest’anno il premio in questa categoria è stato assegnato ad Arc’teryx per la crescita significativa del business globale grazie all’export, ma anche per l’adozione di strategie di esportazione mirate a promuovere la brand awareness in nuovi mercati internazionali. L’azienda canadese, tutt’oggi impegnata localmente nella promozione della propria attività produttiva, è famosa nel mondo outdoor per la sua impronta fortemente pionieristica. I capi che produce nel suo stabilimento di Burnaby (Canada) sono distribuiti in oltre 45 Paesi in tutto il mondo.

L’Innovation Price alle protezioni Komperdell

Da 10 anni Komperdell investe nella realizzazione di strumenti di sicurezza e protezione. Grazie alla cooperazione con diversi brand del settore motociclistico, l’azienda può contare su un importante know-how che le consente di realizzare soluzioni efficaci per attività alpine. In particolare negli ultimi anni le protezioni Komperdell sono divenute più sicure, leggere, flessibili e soprattutto comode da indossare. Per la prossima stagione invernale l’azienda ha ulteriormente migliorato la linea Cross, riducendone il peso del 40% e incrementandone al contempo il comfort. Inoltre grazie al sistema multi-camera, Komperdell ha raggiunto nuovi traguardi nella flessibilità. Il nuovo Cross2, con cintura rimovibile, consiste in diversi strati di schiuma a doppia densità e si adatta al profilo del corpo grazie a camere cucite ad hoc. Protegge al massimo la colonna vertebrale ed è certificato CE1621-2. Vanta un valore residual energy di 4,97 kN e conta protettori addizionali su coscia e aree soffici (quali l’area della milza). Cross2, venduto a un prezzo consigliato di 199,95 euro, è stato premiato da SkiMagazin (Germania) con l’Innovation Price 2012.


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EDITORIA Psycho Vertical EDIZIONE VERSANTE SUD La casa editrice milanese Versante Sud presenta il volume Psycho Vertical, che ha come protagonista l’alpinista Andy Kirkpatrick. Andy è un ragazzo con problemi di dislessia e ha alle spalle un’adolescenza travagliata, oltre a una moglie e una figlia che gli ricordano delle responsabilità dalle quali vuole fuggire. Ossessionato dall’alpinismo invernale e dall’idea di scalare, si caccia continuamente nei guai. Non si vergogna della paura e dei dubbi che accompagnano ogni sua mossa mentre gli obiettivi scoraggianti che si impone rischiano di soffocarlo. Al contempo la sua vitalità e il suo entusiasmo per l’arrampicata e i luoghi inaccessibili rendono avvincente la lettura. Un'escalation spaventosa ma raccontata brillantemente con un asciutto umorismo inglese, fino al coronamento di un progetto ambizioso: l'ascensione in solitaria della Reticent Wall su El Capitain in Yosemite. Il volume, che conta 280 pagine e 16 tavole, è stato insignito nel 2008 del rinomato premio letterario Boardman Tasker. È distribuito al pubblico a un prezzo consigliato di 19 euro.

Fango EDIZIONE MONTURA Immagini e avvenimenti quanto mai attuali, accaduti nella notte del 15 agosto 2010: dopo due giorni di pioggia incessante, novantamila metri cubi di fango si staccano dal Monte Costalta e invadono la frazione di Campolongo di Baselga di Piné, in provincia di Trento. Lo spostamento d’aria e un assordante boato svegliano di soprassalto gli abitanti: ottantasette riescono a fuggire nel buio sotto un’acqua torrenziale, mentre il fiume di fango nell’arco di pochi minuti sommerge il paese. A partire dalle cinque del mattino e per sei giorni si mette in moto una possente macchina di soccorso che evacua definitivamente le case e già nelle prime ore del giorno riesce a garantire l’accesso da parte dei vigili del fuoco, della Protezione civile e dei mezzi necessari allo sgombero della zona. Per non lasciare nel dimenticatoio tale evento l’amministrazione comunale ha voluto fissarne la memoria in un volume: Fango. Oltre che documentazione e testimonianza diretta dell’accaduto, Fango vuole essere spunto per una meditazione sulle cause della sciagura, sulla gestione del territorio e sulle eventuali misure preventive da adottare al fine di scongiurare simili eventi, qui e altrove. La pubblicazione, edita da Montura, si compone di un portfolio fotografico a colori realizzato nelle ore successive alla frana dal fotografo Daniele Lira e di una serie di dittici dello stesso autore, a corredo delle interviste effettuate dalla giornalista Maddalena Di Tolla Deflorian a sei mesi di distanza dal fatto. Il tutto preceduto da una nota introduttiva di Franco de Battaglia, storica penna del territorio alpino.

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FIERE

ANNIVERSARI

Grande attesa per la 60ª edizione del TrentoFilmfestival Outdoor Retailer sempre più aperto agli action sport Il 2012 sarà un anno d’eccezione per il Tren-

toFilmfestival, visto che dal 26 aprile al 6 maggio andrà in scena la sua 60ª edizione. La rassegna cinematografica internazionale dedicata alla montagna si prepara all’avvenimento con un calendario ricco di iniziative e personaggi d’eccezione. Tra i film che saranno proiettati ci saranno cortometraggi, documentari e lungometraggi. Non mancheranno poi i libri, con la 26ª edizione di “MontagnaLibri”. I film-maker di tutto il mondo (quasi 360 quelli che hanno partecipato nel 2011) sono quindi chiamati a raccontare tramite la loro telecamera il mondo della natura d’alta quota. Tutte le pellicole verranno valutate da una giuria internazionale, che sceglierà i vincitori dei prestigiosi premi: Gran Premio Città di Trento – Genziana d’oro al miglior film che in assoluto corrisponda agli obiettivi culturali a cui il festival si ispira; Premio del Club Alpino Italiano – Genziana d’oro al miglior film di

montagna e alpinismo; Premio della Città di Bolzano – Genziana d’oro al miglior film di sport alpino, esplorazione o avventura; Premio della Giuria; Premio Luciano Emmer assegnato dal direttivo del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI). A questi si aggiungono due premi del pubblico e tre Genziane d’Argento (al miglior contributo tecnico-artistico; al miglior mediometraggio; al miglior cortometraggio). Gli interessati possono iscrivere entro il 31 gennaio le opere prodotte tra il 2010 e il 2011, entro il 29 febbraio per le opere del 2012.

Si conferma in crescita la partecipazione dei marchi boardsport e action sport lifestyle alla fiera Outdoor Retailer Winter Market. Così all’edizione 2012, in programma a Salt Lake City dal 19 al 22 gennaio con un All Mountain Demo il 18 gennaio, prenderà parte per la prima volta Burton Snowboards, che presenterà la sua linea invernale 2012/13 declinata in abbigliamento, accessori e snowboard. Kenji Haroutunian, direttore della fiera, ha commentato: “Burton beneficerà della presenza di operatori del mercato active outdoor e al contempo attirerà alla manifestazione retailer attivi nel business giovanile e action sport”. Oltre a Burton, esporranno alla fiera altri marchi action sport tra cui Dakine, Hurley, O'Neill, Quiksilver e Von Zipper.

www.trentofestival.it

www.outdoorretailer.com


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|Numero 11 / 2011|

COLLABORAZIONI

NUOVE APERTURE

La fibra Dryarn nei prodotti underwear firmati TCX TCX, marchio del gruppo Novation, si dedica all’abbigliamento e alle calzature per motociclismo, sviluppando soluzioni tecniche volte ad aumentare il comfort e la sicurezza dei suoi prodotti. L’azienda ha recentemente stipulato una partnership con Dryarn per studiare due linee di abbigliamento underwear: TCX Base Layer Summer e TCX Base Layer Winter, dotate di grandi contenuti tecnici. Anche nel mondo del motociclismo si ricercano fibre intelligenti che offrano comfort e migliorino le prestazioni nel rispetto della natura. In quest’ottica Dryarn può rappresentare la fibra ideale per realizzare capi underwear traspiranti, termoregolatori, anallergici, easycare, batterio-

statici, confortevoli e pratici. TCX Base Layer Winter è stata studiata approfonditamente per mantenere la pelle asciutta e calda in inverno, impedendo al sudore di ristagnare e di produrre freddo, conservando la temperatura del corpo costantemente confortevole anche in caso di escursioni termiche molto forti. La collezione TCX Base Layer Summer è invece l’ideale per il periodo più caldo dell’anno, quando il corpo è più soggetto a sudorazione e diventa fondamentale la termoregolabilità del capo che si indossa. In tutti i capi TCX Base Layer la tecnologia Seamless garantisce un fit perfetto a pelle che segue la morfologia del corpo e customizza lo stesso senza condizionamenti.

A.M.S.I. e Collegio Nazionale uniti per tracciare il futuro Negli ultimi anni tra l'Associazione Maestri Sci Italiani (A.M.S.I.) e il Collegio Nazionale Maestri Sci (Col.Naz) era emersa una certa difficoltà di condivisione e soluzione delle problematiche legate al mondo dell’insegnamento sulla neve. Una situazione non facile, accentuata dalla crisi economica che ha coinvolto anche il turismo invernale. Così il 14 ottobre a Modena le due associazioni si sono messe al tavolo per riallacciare i rapporti e porre le basi per il rilancio della categoria. Al via dei lavori i presidenti Maurizio Bonelli (A.M.S.I.) e Luciano Magnani (Col.Naz.) hanno esposto le motivazioni dell’incontro e delineato i punti su cui si svilupperà il lavoro congiunto delle due entità. Tra i più significativi si è deciso di delineare la distinzione dei ruoli, un maggiore collegamento con le scuole e diret-

tori, il ruolo di sindacato dell’Associazione, l’importanza del lavoro di squadra, attività in ambito internazionale e la sede comune dei maestri italiani. Successivamente la parola è passata ai Consiglieri, dai quali è partito un vivace e lungo scambio di opinioni e suggerimenti. Tra le altre cose è stata sottolineata anche la funzione della Federazione Italiana Sport Invernali (F.I.S.I.) nella componente tecnica dei maestri italiani e la necessità si comporre un Comitato d’intesa tra A.M.S.I., Col.Naz. e F.I.S.I. I presidenti Amsi e Collegio hanno inoltre segnalato la volontà di organizzare un Congresso Direttori Scuola verso la fine di novembre. Positivi i feedback avuti da due presidenti, che alla fine della giornata hanno espresso soddisfazione per l’inizio di questo nuovo legame.

Il bivacco Gervasutti installato sul ghiacciaio Freboudze É stato recentemente installato a quota 2835 mt il nuovo bivacco Gervasutti. L’innovativa struttura high tech di 30 mq è posta sopra uno sperone roccioso sul ghiacciaio del Freboudze, di fronte alla spettacolare parete Est delle Grandes Jorasses del Monte Bianco. Il bivacco, commissionato dal CAI Torino e voluto dalla Scuola e dalla Sottosezione SUCAI, è stato progettato dagli architetti Luca Gentilcore e Stefano Testa e presenta un’estrema sintesi di comfort, sicurezza e rispetto dell’ambiente. Realizzato in materiale composito (sandwich vetroresina e pvc ad alta densità) con una scocca modulare di trenta metri quadri, il bivacco è alimentato con pannelli fotovoltaici e rappresenta già modello pilota per altri siti ipertecnologici ed ecosostenibili. Al suo interno è attivo un sistema dedicato di autodiagnosi e di rilevamento di dati ambientali interni ed esterni, oltre che di un punto di chiamata di soccorso. Un sistema di connessione via internet con-

sentirà al Bivacco di essere costantemente collegato con il mondo per fornire informazioni in tempo reale sulle condizioni meteo, gestire l’organizzazione delle presenze e attivare una comunità di frequentatori in grado di scambiarsi notizie sul “libro del rifugio” virtuale. La struttura è stata realizzata grazie anche all’importante supporto di Gore, della Regione Valle D’Aosta, della Fondazione CRT e di EDF ENR Solare.

Il 19 novembre aprirà il nuovo Alpstation di Sarzana Montura presenta un nuovo monomarca Alpstation. Dopo le aperture di Cles, Brunico, Bassano del Grappa, Salzburg, Isera, Tarvisio, Dolzago (LC), Milano e Aosta, l’azienda si appresta a inaugurare un punto vendita a Sarzana (SP). L’apertura ufficiale del negozio era prevista lo scorso 29 ottobre ma, a seguito della drastica alluvione che ha colpito lo spezzino il 25 ottobre, per rispetto della popolazione è stata spostata al 19 novembre. Il negozio, situato in via Variante Aurelia 7, si estenderà per 650 mq e tratterà sci, sci alpinismo freeride, alpinismo, trekking, arrampicata, tempo libero e viaggio. Impiegherà 7 persone tra cui uno ski man per il laboratorio di sci. In occasione dell’apertura saranno pre-

visti sconti del 20% su tutto l’abbigliamento. Non mancheranno eventi di importanza nazionale a corredo tra cui incontri con testimonial e atleti Montura. Da segnalare anche che a fine ottobre il punto vendita Alpstation di Milano ha festeggiato i suoi primi 2 anni di attività con un aperitivo aperto al pubblico e con scontistiche particolari sull’abbigliamento e le attrezzature invernali. Sempre nel mese di ottobre questo punto vendita ha proposto un corso sull’utilizzo del GPS (Global Position System) in vari appuntamenti. Il corso è strutturato in due lezioni teorico-pratiche tenute dal geologo e guida alpina Luca Biagini con un’escursione guidata in un parco dell’area milanese.

Marmot inaugura a Norimberga il suo 1° store europeo

Lo scorso 1° ottobre a Norimberga, nella centrale Kaiserstraße 35, è stato inaugurato il primo store europeo di Marmot. Andy Schimeck, managing director di Marmot Mountain Europe, ha dichiarato: “Con il nuovo negozio vogliamo creare una piattaforma che consenta agli amanti della montagna di incontrarsi con gli appassionati di outdoor”. L’offerta del punto vendita, che si estende per 500 mq divisi su due piani, comprende l’intera collezione Marmot con tutti i modelli e tutte le variazioni colore. In particolare sono a scaffale capi di abbigliamento tecnico per uomo e donna, prodotti casual, abbigliamento funzionale da bambino, guanti, sacchi letto, tende, zaini e altri accessori per sport da montagna. In occasione dell’apertura, poi, Marmot ha presentato le Nürnberg Marmot Store Shirts al 100% in cotone organico, dedicate a donne, uomini e bambini e realizzate in edizione limitata (foto sotto a sinistra). Saranno disponibili solo nel negozio di Norimberga e per ogni vendita Marmot donerà 5 euro a SOS Kinderdorf Nürnberg e Bluepingu

e.V. Da segnalare che il negozio riflette l’interesse del brand nella natura e nella sostenibilità. Pertanto è stato costruito con materiali eco-friendly e il sistema di illuminazione, progettato da Zumbtobel, garantisce la massima efficienza energetica. Lo store, che impiega 7 appassionati outdoor tra cui anche la manager Julia Weyh, è moderno e caratterizzato da facciata in vetro, scala centrale e gallerie per una visuale completa dell’edificio. Al primo piano, una zona lounge invita i visitatori a bere un caffè di Christoph Feichtinger - Café de Guatemala o un drink della eco-birreria Neumärkter Lammsbräu. Il negozio non vuole dunque essere solo un’area di vendita ma anche un punto d’incontro tra fanatisti outdoor e semplici amanti della montagna. L’ampio Event Space ospiterà infatti eventi che spazieranno da serate di lettura a sfilate di moda, racconti di viaggio e corsi culinari (nell’ultima foto, la cucina allestita all’interno dell’area). www.marmot.eu


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INIZIATIVE Polartec Challenge 2012 in cerca di avventure da sponsorizzare Durante gli ultimi vent’anni Polartec ha sostenuto centinaia di spedizioni in ogni angolo del mondo. È questa la missione del Polartec Challenge, programma internazionale di sponsorizzazione creato per incoraggiare l’avventura outdoor. Per l’edizione 2012 di questa iniziativa, Polartec è in cerca di spedizioni a basso impatto ambientale, rispettose delle culture locali, eco‐sostenibili e in grado di fungere da modello per la comunità outdoor internazionale. Le domande di sponsorizzazione, che possono essere inviate entro il 31 dicembre, sono valutate in base alla visione dell’avventura outdoor che sono in grado di esprimere, al loro impegno sul versante della tutela ambientale, ai valori educativi e culturali di cui

sono portatrici e non alla natura competitiva del progetto. Tra i vincitori delle precedenti edizioni figurano fra gli altri Conrad Anker, Jimmy Chin, Steve House, Marko Prezelj, Andrew McLean, Greg Hill e John Shipton. Tra i più recenti vincitori vanno invece ricordati Jon Turk e Erik Boomer (che da poco hanno completato la prima circumnavigazione dell’isola Ellesmere, una delle spedizione artiche più notevoli degli ultimi anni) e Kate Harris e Melissa Yule (che al momento stanno viaggiando in bicicletta dall’Europa all’Asia per esplorare lo stato della conservazione ambientale). www.polartec.com

L’alpinista italiana Nives Meroi sul forum di Casio Pro Trek Casio Italia ha lanciato un nuovo forum all’interno del sito dedicato alla linea di orologi sportivi Pro Trek (www.protrek.it) che vuole rivolgersi a tutti gli amanti della montagna e delle attività outdoor. Il forum vedrà protagonista l’alpinista italiana Nives Meroi, che vanta la conquista di ben 11 Ottomila. Così, in questa sezione del sito, sarà possibile trasmettere e condividere con Nives l’amore e la passione per l’avventura in montagna, che sia arrampicata o semplice hiking. L’intento di Casio è quello di esprimere uno dei valori fondamentali della serie Pro Trek: l’autenticità. La stessa alpinista italiana è stata la prima a inaugurare il forum secondo questo valore, condividendo i racconti e le immagini di alcune tra le sue imprese più emozionanti e avvincenti. L’ultima realizzazione della linea Pro Trek è il Pro Trek

PRW-2500. Dotato di triplo sensore, è in grado di misurare il rilevamento alla bussola e i valori dell’altitudine necessari per scalare le montagne. Non solo visualizza l’altitudine corrente fino a 10.000 metri, ma anche l’ora corrente e il cambiamento recente di altitudine alla stessa ora. Questo si rivela utile per monitorare, ad esempio, il ritmo di una salita in montagna. Il design è essenziale: presenta una struttura LCD a doppio strato, mentre la grossa lunetta della bussola e i pulsanti assicurano un funzionamento corretto e sicuro. Tra le caratteristiche tecniche più interessanti, il PRW-2500 impiega la tecnologia radio controllata per la calibrazione automatica dell’ora, che utilizza segnali standard da sei trasmettitori in tutto il mondo, e vanta anche l’affidabilità di una misurazione con alimentazione a energia solare.

Presentato il Master Internazionale in Medicina di Montagna L’Università degli Studi dell’Insubria, in collaborazione con l’Institute Of Mountain Emergency Medicine, ha realizzato un Master Internazionale in Medicina di Montagna. Tale master vuole focalizzare il campo della medicina di montagna, che in Italia è ancora poco conosciuto e valorizzato. In un periodo in cui il turismo estivo e invernale tende a riscoprire la montagna, diventa fondamentale valorizzare il fattore sicurezza nella prevenzione e nell’eventuale trattamento medico in incidenti occorsi durante l’escursionismo o la pratica alpinistica. In questo senso il medico di spedizione o anche solo operante nell’ambiente alpino deve quindi essere preparato adeguatamente per intervenire. Il Master Internazionale, approvato dalle organizzazioni internazionali UIAA, ICAR e ISMM, sarà perciò indirizzato a medici italiani ed esteri. Le iscrizioni sono aperte a un massimo di 20 partecipan-

ti. Il corso, per un totale di 550 ore tra lezioni, tirocini e pratica sul campo, avrà inizio nel gennaio 2012 e si articolerà durante l’anno a cicli di settimane fino a ottobre 2012. Le lezioni si svolgeranno all’Università degli Studi dell’Insubria a Varese e presso la sede EURAC dell’Institute of Mountain Emergency Medicine di Bolzano. La parte pratica sul campo sarà seguita da scuole di Alpinismo del CAI e dai Ragni di Lecco coadiuvati da alcuni tra i maggiori alpinisti del momento. Il costo d’iscrizione è di 3.500 euro. La frequenza è obbligatoria per almeno l’85% delle lezioni e dei tirocini. È previsto un esame finale con test a risposta multipla e la presentazione di tesi precedentemente concordate. Al termine verrà consegnato un diploma. www.uninsubria.it luigi.festi@ospedale.varese.it

Aku e Mangia Trekking in aiuto al popolo ligure colpito dall’alluvione

Lo scorso 25 ottobre la Liguria è stata teatro di una disastrosa alluvione. Diversi i paesi distrutti dalla furia dell’acqua e numerosi i borghi ancora oggi evacuati. In questo scenario, si sono movimentate numerose associazioni di volontariato che stanno aiutando la popolazione locale a ripristinare una situazione di “normalità”. Tra queste associazioni spicca Mangia Trekking che ha sede proprio nel borgo medievale di Mangia, nello spezzino, completamente evacuato a seguito dell’alluvione e della conseguente frana. Sotto il coordinamento del comune di Sesta Godano, i membri dell’associazione, due ditte private con mezzi meccanici, l’encomiabile Croce Rossa di Sesta Godano, le aziende acqua, gas ed elettricità, alcuni liberi professionisti esperti di

edilizia e geologia stanno mettendo in atto gli interventi necessari. I volontari dell’associazione, la cui sede non ha subito danni e rimane aperta, stanno aiutando a spalare, liberare carruggi e cantine, spostare

auto che intralciano il procedere dei lavori. Al momento le ruspe stanno ripristinando la geometria delle acque e asportando il materiale depositato. Stanno inoltre costruendo una via alternativa per facilitare i lavori necessari alla sicurezza del paese. Da segnalare che Aku, con la quale l’associazione Mangia Trekking collabora, ha contattato il Comune di Sesta Godano per dar vita a una campagna a favore del borgo della Val di Vara. Per restituire al più presto questa perla ai propri abitanti e a tutti gli appassionati del trekking, l’azienda invita a contribuire con una donazione alla raccolta fondi del comune di Sesta Godano con un versamento al conto corrente numero: IT32F0603049850000046311392 (Causale: Evento calamitoso 25 ottobre Mangia).

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PEOPLE & ATHLETES

Ph credits: Damiano Levati

ON TOP WITH Hansjörg Auer - Il climber austriaco del Global Team di atleti The North Face Hansjörg Auer ha aperto una nuova via sulla parete Sud della Marmolada. Dopo aver aperto la parte superiore della via durante la sua prima ascesa in libera, l’atleta ha completato la salita nell’area del Pilastro Dorso d’Elefante della Marmolada. Hansjörg ha dedicato il successo al fratello Vitus Auer, che lo ha supportato durante l’impresa, chiamando la via “Bruderliebe” ovvero “Amore Fraterno”. Salendo 19 tiri con chiodi e viti solo dove necessario, l’atleta ha percorso un tracciato di grado 8b/8b+ con una presa verticale sulla roccia di 800 mt. Dopo aver scalato la sezione bassa su un terreno leggermente a strapiombo in 8 giorni, i due fratelli hanno raggiunto un terreno quasi alpino negli ultimi tiri.

Il Dream Team italiano al Garmin Barcelona Triathlon Il 16 ottobre in Spagna è andato in scena il Garmin Barcelona Triathlon al quale hanno partecipato circa 1.000 persone. Sulla linea di partenza anche alcuni giornalisti italiani facenti parte del Dream Team, che hanno gareggiato nella distanza sprint per 750 mt di nuoto, 20 km di ciclismo e 5 km di corsa a piedi. Nella gara femminile assoluta ha vinto la comasca Micol Ramundo (nella foto sopra durante un cambio) della testata Runner's World, che si è lasciata alle spalle l’inglese Sarah Street e la spagnola Cristina Lluis. Sul fronte maschile Alessandro Turci, giornalista della rivista Ciclismo, ha conquistato il secondo gradino del podio dietro allo spagnolo Jordi Fontbote Albal e davanti al piemontese Alberto Fumi, caporedattore di Triathlon. Fumi, a premiazioni concluse, si è visto scavalcato nella classifica ufficiale dallo spagnolo Toni Perez Guillen. Da segnalare la performance di Fabio d'Annunzio di Triathlete che ha chiuso al 15°

posto mentre Carlo Brena, responsabile dell’ufficio stampa LDL COMunicazione, ha chiuso al 38° posto. Il team italiano ha conquistato il primo posto nella classifica per nazioni con soddisfazione di Stefano Viganò, responsabile della divisione Sport e Outdoor di Garmin Italia, a Barcellona in qualità di accompagnatore del media team italiano, supportato da Matteo Bortesi, product specialist dell’area fitness. I 40 rappresentati della carta stampata europea presenti a Barcellona hanno indossato in esclusiva il Forerunner 910XT, GPS da polso sviluppato per gli appassionati del multisport e delle discipline endurance.

Nuovi atleti nel team snowboard Patagonia Patagonia apre sempre di più le porte allo snowboard, ampliando il suo team di ambassador. Di recente ha infatti dato il benvenuto a Josh Dirksen, Ryland Bell e Forrest Shearer. Questi atleti, che hanno alle spalle una lunga carriera dedicata allo snowboard, collaboreranno fianco a fianco con i designer della società per supportare ogni aspetto della performance e design di prodotto. L’impegno ecologico e l’etica ambientale nel design di Patagonia hanno giocato un ruolo chiave nella decisione degli atleti di entrare a far parte del team di ambassador del marchio, che già annovera tra le sue fila nel surf i fratelli Malloy e Gerry Lopez, i climber Tommy Caldwell, Sonny Trotter e altri famosi atleti.

Mathias Basedow nel marketing dell’EOG

Con la vittoria in Malesia, Jornet conquista 5 continenti Moro, Urubko, Richards - The North Face annuncia per il 26 dicembre 2011 la partenza degli alpinisti Simone Moro, Denis Urubko e Cory Richards (in foto) per una spedizione alla volta del primo tentativo di ascesa invernale della cima Nanga Parbat (8.125 mt) sull’Himalaya, in Pakistan. Il successo dell’impresa, in puro stile alpino, dipenderà dalla presenza delle condizioni atmosferiche minime tra la fine di gennaio e marzo 2012. Gli alpinisti della spedizione sono portavoce di tre continenti: Simone Moro per l’Italia, Denis Urubko per il Kazakistan e Cory Richards per gli Stati Uniti. Sono famosi per aver compiuto la prima ascesa invernale degli 8.025 mt del Gasherbrum II a Karakoram, in Pakistan, nel febbraio 2011. Capo della spedizione sarà Simone Moro che ha oltre 40 spedizioni alle spalle di cui 11 invernali. Il kazako Denis Urubko ha accompagnato Moro in diverse spedizioni e ha raggiunto la vetta di quattordici 8.000 senza ossigeno. Chiuderà la spedizione lo scalatore e fotografo americano Cory Richards, già temprato dall’esperienza sul GII.

Iker ed Eneko Pou - I fratelli Iker ed Eneko Pou, climber spagnoli parte del Global Team di atleti The North Face, hanno scalato per la prima volta in libera e in un’unica spedizione due dei simboli del Brasile: il Corcovado che porta alla statua di Cristo Redentore e il Pan di Zucchero. Hanno scalato il Pan di Zucchero dalla via “Totem” (8a+, 250 mt) situata nel distretto dell’Urca. Dopo un giorno di pausa, i tre si sono dedicati al Corcovado che Cortés aveva già salito in precedenza fino alla seconda sezione 8a+. Hanno affrontato la via “Atalio del Diablo” (8a+, 300 mt) per raggiungere i piedi del Cristo Redentore. “Iker ha terminato la seconda sezione 8a+ in due tentativi. La terza sezione era fantastica perchè strapiombante e atletica. La quarta sezione è praticamente un giardino verticale, considerando la fitta vegetazione. La quinta infine è davvero difficile, con un livello di grip a 7c”, ha aggiunto Eneko. A causa della difficoltà di questa impresa, i tre hanno dovuto allestire un bivacco tra le ultime due sezioni, rese tra l’altro ancor più difficili da salire dal clima rigido. Questa impresa ha chiuso un’estate di successo per i due fratelli, che all’inizio della bella stagione hanno aperto una nuova via sul Monte Bianco chiamata “Classic Modern” e situata sul versante italiano.

L’atleta Salomon Kilian Jornet Burgada vince la Skyrunner SuperCup e conclude la sua personale sfida lanciata a inizio anno e denominata Kilian’s Quest vincendo la corsa Mount Kinabalu International Climbathon in Malesia. Questa gara (21 km a più di 4.000 mt di altitudine) è l’ultima delle cinque vittorie conquistate dall’atleta in cinque diversi continenti. Kilian ha infatti alle spalle vittorie in Sudafrica, Australia, Usa ed Europa dove ha partecipato all’Ultra Trail du Mont Blanc. In terra asiatica Kilian ha chiuso la gara in 2 ore e 37 minuti precedendo di soli 44 secondi l’italiano Marco De Gasperi.

www.skyrunning.com

Un nuovo apparel team nell’organico di Black Diamond Dopo la ristrutturazione dello scorso agosto del team di marketing, Black Diamond ufficializza nuove assunzioni nel segmento abbigliamento. Peter Metcalf, presidente e ceo dell’azienda, ha dichiarato: “Continuiamo a investire in persone e processi necessari per incentivare il nostro business e raggiungere gli obiettivi strategici che ci siamo preposti”. In particolare entra in azienda Cheryl Knopp, nuova design leader per l’abbigliamento. L’esperienza di Knopp include lavori come freelance designer per Mountain Hardwear e Simms Fishing Products, oltre a collaborazioni di consulenza per W.L. Gore & Associates. Knopp, che è stata anche vice presidente dello sviluppo prodotto per Arc'teryx Equipment, gestirà un team di designer composto fra gli altri da Damien Kelly, Jenny Grad e Teri Davis. Entra in Black Diamond anche Ajay Badiga, che

rivestirà il ruolo di direttore dell’approvvigionamento e dello sviluppo per l’abbigliamento. Badiga ha alle spalle 20 anni di esperienza nel segmento apparel. Ha lavorato per 15 anni in The Sports Authority, dove negli ultimi 10 anni ha ricoperto il ruolo di direttore dell’approvvigionamento e dello sviluppo per outerwear, sportswear e abbigliamento atletico. Da ultimo, Jeff Nash è stato eletto vice presidente nei servizi di supporto di ingegneria. Nash era in precedenza direttore dello sviluppo materiale per The North Face e ha lavorato come vice direttore per American Society per il comitato test e materiali in ambito softgood da campeggio. Ha inoltre collaborato con l’Outdoor Industry Association Eco Working Group. Infine Nash è stato un elemento chiave nell’adozione della certificazione bluesign nella catena di produzione The North Face.

Medaglia al lavoro per Antje von Dewitz, ceo di Vaude Antje von Dewitz, ceo di Vaude Sport GmbH & Co. KG, è stata premiata con una medaglia al business per il suo encomiabile operato nel settore outdoor nella regione di BadenWürttemberg (Germania). Tale riconoscimento le è stato dato da Daniel Rousta, capo del dipartimento del ministero della finanza e dell’economia di Baden-Württemberg. In particolare ad Antje vengono riconosciuti gli obiettivi di business raggiunti e la professionalità, oltre al servizio reso all’economia statale. Le sono stati inoltre riconosciuti l’impegno sociale a livello locale e globale e il ruolo nella promozione di uguali opportunità di lavoro tra donne e uomini riconciliando la vita lavorativa e familiare. Il riconoscimento, consistente in una medaglia, è stato attribuito al dr. Nils Schmid e a 11 tra uomini e donne presso il castello Neuen Schloss di Stoccarda. Ad Antje il ministro ha dichiarato: “Lei è stata una delle prime

a riconoscere l’importanza della preservazione dell’ambiente naturale. Per questo nel 2008 Vaude è stata la prima azienda nel settore outdoor a ricevere la certificazione EMAS che rispetta le condizioni stability dall’EU EcoManagement and Audit Scheme”. Vaude ha anche conseguito il premio “Libertà e responsabilità”, il premio ambientale di BadenWürttemberg e il sigillo di qualità “Certificate for career & family audit”.

L’European Outdoor Group (EOG) ha eletto Mathias Basedow nuovo responsabile marketing e comunicazione. “La decisione di assumere un professionista della comunicazione a tempo pieno è il risultato di un forte incremento del carico di lavoro”, ha dichiarato Mark Held, segretario generale dell’EOG. “L’ingresso di Mathias ci consentirà di mantenere aggiornati sia i membri della nostra associazione che il settore in generale”. Mathias, 28enne originario dell’Austria e appassionato di mountain bike e sci alpinismo, ha lavorato per Oakley come coordinatore della comunicazione a livello Europeo. Ha iniziato a lavorare con l’EOG lo scorso settembre, sostituendo la precedente consulente di comunicazione Vanessa Knowles che continuerà a lavorare nel team EOG gestendo marginalmente la comunicazione e iniziando ad essere coinvolta in nuovi progetti tra cui la ristrutturazione del Sustainability Working Group.

L’ultimo saluto di Patagonia al gm Eu Holger Bismann Patagonia piange la scomparsa di Holger Bismann, general manager Europe e appassionato ciclista. La notizia è stata diffusa dal ceo dell’azienda Casey Sheahan che ha dichiarato: “Anche se molti di voi non ne erano a conoscenza, per il modo in cui l’eccezionale atteggiamento positivo di Holger è riuscito a prevalere sui suoi recenti problemi di salute, era malato da tempo”. Holger è entrato a far parte del team nel dicembre 2008 come General Manager di Patagonia Europe. Fin dal primo giorno, la sua gioia per la vita e la passione per Patagonia sono state un binomio perfetto per i colleghi di Annecy. “Il suo spirito straordinario e la sua vitalità palpitavano in ogni persona che incontrava, rendendolo uno dei nostri più energici brand ambassador. Ricorderò e custodirò quella sua capacità eccezionale di prendersi cura degli altri come un tesoro e sono sicuro che lo farete anche voi”, ha aggiunto Sheahan. A seguito di questa scomparsa Andrea Tomasini, md di Patagonia Italia, ricoprirà ad interim il ruolo di general manager, affiancato negli uffici di Patagonia Europe da Jonathan Petty, European marketing manager.


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WEB NEWS Columbia e Sorel: nuove GM sul web tra storia, prodotti, ambiente e cultura piattaforme di e-commerce L’azienda GM lancia il suo nuovo sito inter- tato per garantire le migliori performance Lo avevamo annunciato lo scorso maggio in un’intervista a Christian Finell. In quell’occasione il general manager EMEA di Columbia ci aveva anticipato che entro la fine dell’autunno l’azienda avrebbe esteso il mercato dell’e-commerce per i brand Columbia e Sorel in Canada e in altri 8 Paesi strategici dell’area europea, ovvero Gran Bretagna, Francia, Spagna, Germania, Italia, Austria, Belgio e Paesi Bassi. Nel rispetto dei piani, lo scorso 12 ottobre è stato annunciato il lancio ufficiale di piattaforme nuove. Sommando questi nuovi siti a quelli già esistenti in Usa, Corea e Giappone, si raggiunge una presenza digitale di ben 24 e-commerce locali che operano in 12 Paesi. L’azienda, inoltre, fornisce un supporto centralizzato per i siti non-e-commerce dei brand Columbia (in 28 Paesi) e Sorel (in 20 Paesi). I siti, che presentano capi disponibili, prezzo, valuta, gradimento e metodi di pagamento, sono stati progettati per rafforzare il legame tra i consumatori e i brand, fornendo un facile accesso alle informazioni su prodotti, tecnologie, innovazioni e contenuti marketing. I rivenditori che hanno e-commerce e punti vendita beneficeranno inoltre dell’accesso a una libreria di risorse digitali da usare all’interno dei propri siti e marketing media. L’elenco dei siti di e-commerce è disponibile sui portali dei due brand. In foto l’homepage del sito italiano. www.columbia.com - www.sorel.com

net, uno spazio dinamico pensato per presentare al meglio l'azienda e i suoi prodotti. Il portale, che vuole anche essere un punto di incontro tra GM e gli appassionati degli sport outdoor, è caratterizzato da notevoli innovazioni riguardanti i contenuti, la gestione e la grafica.

STRUTTURA DEL SITO - Presente una sezione storica che ripercorre le principali tappe dell’azienda fondata da Giorgio Montagni a Trento nel 1960 e che illustra la missione e la strategia di GM corredate da interessanti immagini storiche. A questa sezione si aggiunge quella “Fashion Show”, con immagini dei servizi fotografici realizzati per le campagne pubblicitarie di GM sport. Da ultimo non manca una sezione dedicata ai materiali POP per i rivenditori. PRESENTAZIONE PRODOTTI - I navigatori troveranno poi altre tre sezioni dedicate alla collezione estiva, a quella invernale e all'underwear sportivo e accessori. La continua ricerca della perfezione, l’utilizzo di materiali innovativi e l’attenzione al particolare da sempre ispirano la filosofia di GM. Le calze proposte dall’azienda nascono da 50 anni di esperienza e ogni modello della collezione è proget-

senza dimenticare i gusti, le esigenze e lo stile di ogni sportivo.

ATTENZIONE GREEN - L’azienda si dice convinta che la qualità non possa prescindere dalla responsabilità ambientale. A questo aspetto, chiamato “love the planet”, viene dedicata una pagina specifica sia per condividere la strategia aziendale di produzione eco-friendly sia per suggerire agli utenti come si possa risparmiare, riciclare e rispettare di più il pianeta. Dal canto suo, GM presta attenzione a scelte di produzione che tengano conto del minor impatto ambientale. Per questo la produzione avviene interamente in Italia utilizzando fibre naturali. Il prodotto finito viene poi confezionato con cartone riciclato stampato con inchiostri a base vegetale. UN OCCHIO ALLA CULTURA - Infine nel sito è disponibile una sezione “GM cultura” dove l’azienda si impegna nella diffusione e promozione della cultura della montagna e dell’outdoor. In questa sezione gli utenti troveranno video-interviste a personaggi del mondo dell’alpinismo, dello sport e della tutela dell’ambiente. www.gmsport.net

Online il nuovo sito Aku, una finestra sulla montagna Aku presenta il suo nuovo sito internet, inaugurandolo con la mostra fotografica digitale “La montagna disincantata” di Corrado Piccoli, che si apre con un pop up nella home. Sono proprio le immagini e le visioni del mondo montano i protagonisti indiscussi del nuovo sito, veicolo di emozioni ed esperienze fra le vette. Il nuovo portale rappresenta una finestra non solo sul mondo Aku, ma più in generale sull’universo “montagna” come luogo di vita e scenario di storie di umanità. Il sito racconta esperienze legate all’ambiente alpino, descrive la lunga tradizione dell’azienda, i suoi prodotti, le iniziative promosse e il proprio impegno green per ridurre l’impatto ambientale. Il portale consente un’intuitiva navigazione grazie all’indicazione in home page di tre macro aree: Alps, Heritage e Green. Alps racchiude il tributo alle Alpi di Aku per promuovere una cultura della montagna; Heritage racconta la storia di una produzione artigianale tramandata scrupolosamente; Green presenta le iniziative di stampo istituzionale e di Responsabilità Sociale, frutto dell’impegno dell’azienda per abbattere l’impatto ambientale della propria attività e promuovere un modello di business eco-sostenibile. Il sito è anche una vetrina dei prodotti presentati nella loro totalità. Disponibili anche indicazioni sui rivenditori più vicini e le coordinate degli shops online. www.aku.it


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Dalle parole di Alessandro Gogna il ricordo del grande alpinista italiano scomparso lo scorso settembre

Personaggi

Walter Bonatti, eroe salvifico e redentore dell'azione Sempre in bilico tra elogi e critiche, ha ridisegnato i confini dell’alpinismo raggiungendo l’impossibile e rappresentando il riscatto di un Paese intero. nissimo ad arrampicare in Grignetta, sognando il Monte Bianco e le Dolomiti. A dispetto delle dimensioni delle torri della Grigna, il terreno è assai adatto a forgiare delle personalità: basta pensare a quella di Riccardo Cassin. Infatti, ben presto il giovane Walter dimostra di avere dentro di sé una forza e una volontà del tutto sconosciute ad altri sia pur forti arrampicatori.

Alessandro Gogna in Albigna.

Da questo numero inauguriamo un’importante collaborazione con Alessandro Gogna. Per molti non ha bisogno di presentazioni, essendo una delle figure chiave dell’alpinismo italiano. Per gli altri ricordiamo che è nato nel 1946 e oltre a essere alpinista di fama internazionale, è anche storico dell’alpinismo, guida alpina e opinion maker sulla problematica turistico-ambientale della montagna. Ha pubblicato una cinquantina di libri e si dedica anche al giornalismo e all’organizzazione di serate dedicate all’alpinismo. In questo primo appuntamento sul nostro magazine le sue profonde ed evocatrici parole ci ricordano Walter Bonatti, uno dei più grandi alpinisti di ogni tempo scomparso lo scorso 14 settembre all’età di 81 anni. Le sue imprese, e ancor più la marmorea fedeltà alle proprie idee nel realizzarle, ne fanno una figura di spicco assoluto nella storia dell’alpinismo mondiale del Dopoguerra. Dino Buzzati scrisse che se Bonatti fosse vissuto ai tempi di Omero le sue imprese sarebbero state raccontate con un grande poema. Certamente uomo dall'infanzia difficile, con un'adolescenza vissuta in tempo di guerra, Walter Bonatti comincia giova-

L’ALPINISTA CALCOLATORE Sono soprattutto la determinazione, la tenacia fuori del comune, la pazienza nelle attese, unitamente a una calma glaciale e un'istintuale capacità di calcolo, che gli permettono di avere ancora prima di partire una completa visione generale del problema da affrontare, così declinata nei singoli dettagli da poter affrontare anche gli imprevisti. Lo dicono già le sue prime imprese, tipiche di un giovane che non è mai veramente soddisfatto di ciò che ha appena realizzato, perché i suoi programmi sono ben superiori alla realtà appena vissuta. Chi lo conosceva poteva vedere, dietro a quello sguardo un po’ glaciale e penetrante, dietro a quel sorriso stretto, l'immensa arsura della sua anima, così fermamente tesa al futuro da non potersi concedere alcuna gioia duratura nel presente. Come arrampicatore è stato giudicato "freddo, calmo, forse un po’ lento". Indubbiamente al suo tempo vi erano alpinisti forse più brillanti e perfino più dotati di lui, sia in Italia che in Europa. Ma nessuno era così calmo e così costante, nessuno aveva la forza interiore della locomotiva Bonatti. Di certo, dove altri erano passati, passava anche lui, anche se magari impiegando qualche ora in più. Non è altrettanto certo il contrario… LA RICERCA DELL’IMPOSSIBILE Dopo neppure due anni Bonatti è pronto a travalicare quei limiti che nessuno aveva neppure ancora concepito. Il suo concetto di possibile ha incluso progetti che per l'élite di allora erano ancora compresi nel campo dell'impossibile. Come sulla Est del Grand Capucin o sul Petit Dru, sul pilastro che, prima di crollare nel 2005, portava il suo nome. Entra nell'avventura del mai osato con un autocontrollo che non può che essere imitato. Perché lucida freddezza e piena coscienza del proprio esatto valore non si possono imparare come una qualunque tecnica: bisogna nascerci così. Mentre pensa alle imprese alpine, si allena

1958 – Piazza Dante, Trento. Fiaccolata in onore dei conquistatori del Gasherbrum IV. Da sinistra Riccardo Cassin (capo-spedizione), Walter Bonatti e Carlo Mauri.

Walter Bonatti in azione in due foto d’epoca.

sistematicamente, è certamente ambizioso e perfezionista. E come tutti i perfezionisti stenta a considerarsi davvero soddisfatto di un risultato. In pratica riunisce la grande capacità realizzativa di un Riccardo Cassin con l'individualismo sognatore di un Giusto Gervasutti. Ed è alla ricerca dell'avventura perfetta: forse per ottenere quel riscatto, agognato da tutti i suoi contemporanei, italiani colpiti nel loro orgoglio, ferito in un perduto conflitto mondiale e anche smarrito in una guerra civile. In una parola Bonatti diventa eroe salvifico, redentore dell'azione, per ridare il valore all'uomo. TRA ELOGI E ATTACCHI In questa missione, grande è il suo fastidio per le regole e per le restrizioni. È probabilmente questo il motivo che spinse il capospedizione del K2, Ardito Desio, a non includerlo nella cordata scelta per l'attacco finale alla vetta. La grande ricerca di Bonatti è sempre stata volta al miglioramento dell'uomo, con una grandiosità tale d'intenti da escludere con sicurezza che il suo primo obiettivo fosse l'ingigantimento della sua figura. Questo era più una conseguenza che una causa. Purtroppo tutto ciò non è stato compreso dai più, in un diluvio di critiche, di invidie e di calunnie. La stampa per prima non si rende conto che lo sta deificando, attribuendogli caratteristiche da superuomo. Pronta però a farlo cadere dalle stelle alle stalle al primo incidente di percorso. E del resto così sono sempre stati trattati i provocatori, coloro che sono in grado con la loro creatività di dare scossoni positivi a un'umanità dormiente, ma che alla fine della parabola, sono giudicati scomodi e negativi. Da imprigionare e magari sopprimere. Le tragedie del Natale 1956 e del luglio 1961, entrambe sul Monte Bianco, sono le rampe di lancio del lungo scontro, quasi cinquantennale, tra Bonatti e la stampa. Un sordido gioco al massacro, nel quale tanto più la figura dell'alpinista veniva esaltata, tanto più si aggrediva e si malgiudicava l'umano che necessariamente era il protagonista delle imprese. Da una parte Bonatti per le masse è unico e irraggiungibile: "Tutti cadono e muoiono, ma Bo-

natti non muore", sintetizza amaramente Gian Piero Motti. Dall'altra si scatenano così contro di lui gli editoriali dei benpensanti del boom economico degli anni '60, dei moralisti, degli scribacchini che razzolano nel torbido e nella facile sensazione. A ogni attacco segue una nuova impresa, a ogni nuova impresa seguono le lodi unitamente a nuovi attacchi. Non c'è dunque da stupirsi se Bonatti, per non cadere egli stesso nella schizofrenia dell'informazione, decide di lasciare, chiudendo in bellezza con l'ultima stupefacente impresa sul Cervino. Prima di essere vittima definitiva di un circolo vizioso che prima o poi lo avrebbe ucciso, Bonatti spiazza tutti con il suo memorabile abbandono. UN ESEMPIO DI VITA Per me Walter Bonatti ha rappresentato (e rappresenta tuttora) il maestro che ha forgiato, con le sue imprese e i suoi libri, la mia nascente e giovanile voglia d'avventura, incanalandola sulle montagne. Tramite i suoi racconti ho capito come si possa essere liberi di creare in piena libertà rispettando solo poche ed elementari regole di etica. Tutta la sua vita alpinistica è stata un grande e unico esempio, dalle più audaci solitarie e invernali alle prime di enorme levatura, da imprese quasi ineguagliate come quella al Gasherbrum IV alla pazzesca avventura umana del K2. Un uomo segnato tanto da successi senza precedenti nel mondo mediatico quanto da tragedie con il seguito di decennali polemiche (è rimasto memorabile nel 2004 il rifiuto del titolo di Cavaliere di Gran Croce, dopo aver saputo che il presidente Ciampi avrebbe dato la stessa onorificenza anche ad Achille Compagnoni!). Un nome noto in tutto il mondo, limpido, cristallino come le sue montagne. Un nome che conferma a un'Italia, in questo momento assai dubbiosa dei propri valori, quanto invece sia ricca di individui di fama planetaria che l'hanno fatta grande. E Dio solo sa quanto abbiamo bisogno ogni tanto di ricordarcelo.

Alessandro Gogna www.alessandrogogna.com


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I PRINCIPALI AVVENIMENTI DELLA VITA DI WALTER BONATTI 22 GIUGNO 1930 – Nasce a Bergamo Walter Bonatti. Trasferitosi a Monza, cresce alpinisticamente nel locale gruppo dei “Pel e Oss” (Pelle e ossa).

sione assoluta. Alterna quindi l’attività sul Monte Bianco (Grand Pilier d’Angle, Pilastro Rosso di Brouillard con Andrea Oggioni) con le spedizioni extraeuropee (Patagonia e Ande Peruviane) fino a quando, nel luglio del 1961, si ritrova al centro di una nuova ondata di polemiche.

1949 – Appena diciannovenne ripete la parete Nord-est del Pizzo Badile, la Ovest dell’Aiguille Noire de Peutérey e la via Cassin sulla Nord dello Sperone Walker alle Grandes Jorasses. 1951 – Balza alla ribalta con una scalata che spinge all'estremo il concetto di arrampicata artificiale, tecnica fino a quel momento in uso più che altro sul calcare delle Alpi Orientali e delle Dolomiti: assieme a Luciano Ghigo, la trasferisce sul granito e vince così la parete est del Grand Capucin.

1961 – All’inizio di luglio, due cor-

Walter Bonatti davanti a una delle sue montagne simbolo, il Cervino.

1954 – A 24 anni, partecipa alla

si sono trascinate per anni, anche nei tribunali) Compagnoni e Lacedelli si sono macchiati di omissione di soccorso. Soltanto nel 2004 la commissione d'inchiesta del Club Alpino Italiano riconosce la versione di Bonatti. «A 53 anni dalla conquista del K2 - scriverà Bonatti - sono state finalmente ripudiate le falsità e le scorrettezze contenute nei punti cruciali della versione ufficiale del capospedizione Ardito Desio. Si è così ristabilita, in tutta la sua totalità, la vera storia dell'accaduto in quell'impresa nei giorni della vittoria».

spedizione italiana diretta dallo scienziato Ardito Desio sulla seconda montagna più alta del mondo, il K2. Una spedizione destinata al successo, con l'epica salita in vetta di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli. Il giorno prima, Bonatti, il più giovane della spedizione, sceso al campo inferiore per recuperare altre bombole di ossigeno, risale con il portatore hunza Amir Mahdi. Giunti a quota 8100 mt circa i due scoprono che Lacedelli e Compa-

1955 – Un Bonatti più determinato che mai affronta così la stagione successiva: la lotta solitaria durata sei giorni sul Petit Dru lancia il suo nome anche al di fuori dell’ambiente alpinistico. A Natale dello stesso anno affronta con Silvano Gheser la scalata invernale dello Sperone Moore, sul Monte Bianco. Al bivacco della Fourche i due incontrano i giovani scalatori Jean Vincendon e François Henry, un

1953 – Mentre Ardito Desio comincia a selezionare la squadra di alpinisti destinati a tentare la prima ascensione del K2 (8611 mt), Bonatti scala con Carlo Mauri (per alcuni anni i due sono ritenuti la coppia più forte del mondo) la Nord della Cima Ovest di Lavaredo in prima invernale. Subito dopo compie (con Roberto Bignami) un’altra prima invernale aprendo la diretta della Cresta Furggen sul Cervino.

18 aprile 1962 – Schio - Da sinistra: Gino Soldà, Walter Bonatti e Severino Casara.

gnoni non hanno allestito l'ultimo campo, il IX, nel luogo concordato, bensì oltre una fascia rocciosa che, nella notte incipiente, si rivela un ostacolo insormontabile per la cordata di appoggio. Il vento ostacola le comunicazioni, ma Compagnoni e Lacedelli si limitano a suggerire da lontano di lasciare l'ossigeno e tornare indietro. Vista l'impossibilità di scendere a quell'ora, Bonatti e Mahdi trascorrono la notte a temperature polari, senza alcun riparo. Sopravvivono – all’epoca si credeva fosse impossibile – e scendono alle prime luci, mentre Compagnoni e Lacedelli, recuperate le bombole, salgono fino in vetta. Mahdi, semiassiderato, subisce l'amputazione di numerose dita. La spedizione al K2 del 1954 lascia una traccia amara e indelebile nella vita di Bonatti. Per equivoco o per scelta (polemiche e discussioni

francese e un belga. Nella bufera le due cordate si uniscono ed escono insieme sulla calotta sommitale. Bonatti, che ha il compagno Gheser sfinito, invita Vincendon e Henry a seguirli subito al rifugio Vallot, ma i due si fermano per rifocillarsi e al Vallot non arriveranno mai. Gheser e Bonatti sono recuperati da una squadra italiana. Vincendon ed Henry, nonostante un’operazione di soccorso francese, straordinaria quanto caotica, muoiono dopo 8 giorni e i cadaveri sono recuperati soltanto il 19 marzo. Bonatti è, ingiustamente, accusato di non aver prestato sufficiente aiuto ai due colleghi.

1958 – Compone la cordata di punta insieme a Carlo Mauri nella spedizione guidata da Riccardo Cassin al Gasherbrum IV (7929 mt), una delle più difficili vette del Karakorum, e ne compie la prima ascen-

date tentano la prima ascensione del Pilone Centrale del Frêney (Monte Bianco): Bonatti con Andrea Oggioni e Roberto Gallieni; il francese Pierre Mazeaud con Pierre Kohlmann, Robert Guillaume e Antoine Vieille. A soli 120 metri dalla fine delle grandi difficoltà, tutti devono desistere per una tormenta violentissima. Dopo giorni di bivacchi al gelo cercano scampo scendendo alla capanna Gamba. Solo Bonatti, Gallieni e Mazeaud ci riescono. Accorsero a Courmayeur i giornalisti e vi fu un grande dispiegamento di media, attratti dalle fosche tinte della tragedia. La difesa di Mazeaud, che spiega come Bonatti fosse riuscito comunque a portare in salvo due dei sei compagni, non basta a tenere l’italiano al riparo dalle critiche. Ma la Francia lo insignisce della Legion d’Onore.

1963 – Assieme a Cosimo Zappelli, compie la prima invernale dello Sperone Walker.

1964 – Con Michel Vaucher, una nuova via su un altro sperone (Whymper) delle Jorasses.

1965 – Il capolavoro che ne chiude in pratica la carriera alpinistica d’alto livello: una via nuova, diretta, invernale e solitaria, sulla Nord del Cervino. Inizia la seconda vita di Walter Bonatti, quella di reporter nei luoghi più selvaggi della terra. Nando Sampietro, allora direttore del settimanale Epoca, era affascinato dall'idea che qualcuno potesse incarnare, nel secolo XX, la mitica figura di viaggiatore ed esploratore di Henry Stanley, una specie di moderno Ulisse. Bonatti accetta la sfida, interpretando a suo modo quest'idea e rifiutando gli aiuti esterni: da Capo Nord all’isola di Pasqua; dentro le viscere infuocate del vulcano Nyragongo o sull’isola di Mas a Tierra da novello Robinson Crusoe; attraverso il deserto della Namibia o il ghiacciaio di San Valentin; tra i pigmei dell’Ituri e gli aborigeni dell’Orinoco. Le sorgenti del Rio delle Amazzoni sono l'oggetto di ricerca di due diverse spedizioni, a Sumatra studia il comportamento della tigre al cospetto dell'uomo. Nelle isole Marchesi è sui percorsi delle avventure raccontate in Typee e Omoo, i romanzi dove Herman Melville racconta di essere scappato dalla baleniera Acushnet sulla quale era arruolato per finire prigioniero dei cannibali e fuggire ancora fortunosamente. Bonatti tenta di dimostrare la veridicità di tale storia.

ANNI SETTANTA – Compie alcune spedizioni in solitaria a Capo Horn, lungo 500 km di fiordi della Patagonia, lungo il corso del fiume Santa Cruz, in Congo, in Guyana, in Alaska e in Antartide. Sono parecchie decine i suoi viaggi, prima raccontati su Epoca, poi anche su Airone. Scrive anche una quindicina di libri autobiografici. 13 SETTEMBRE 2011 – Muore di cancro al pancreas a Roma.

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Testimonial del mese

a cura di

SIMONE BERTI

ALESSANDRO BEBER Anni: 25 Nato a: Trento Vive a: Valle dei Laghi - Trentino Professione: Guida Alpina full-time Sponsor ufficiali: Millet, Scarpa Titoli di studio: Laureato in Geografia Principali spedizioni compiute: Mali, Algeria, Groenlandia, Canada La tua impresa più difficile: Fare il papà! Quella di cui sei più orgoglioso: La mia guida “Lagorai - Scialpinismo - scialpinismo d'avventura” La tua prossima spedizione: Mi sento un po' sempre in spedizione... comunque non ho ancora definito nulla L’impresa che prima o poi vorresti compiere: Passare un lungo periodo sulle montagne di casa, facendo dell'alpinismo, senza mai scendere a valle: un po' sul modello della traversata delle Alpi di Patrick Berhault Obiettivi per il 2012: Sempre troppi... ma vedremo di realizzarne qualcuno!

Un tour spettacolare alla scoperta della storia verticale delle Dolomiti. La giovane guida alpina di Trento Alessandro Beber ha recentemente realizzato il progetto “DoloMitiche, Opere d’arte a cielo aperto”, ripercorrendo da maggio a settembre una ventina di vie storiche, tra le più simboliche e affascinanti del Gruppo del Brenta, del Catinaccio, delle Pale di S. Martino, del Gruppo Sella-Pordoi e della Marmolada. L’obiettivo alla base del progetto promosso da Trentino era di svelare e valorizzare una piccola parte della storia alpinistica delle Dolomiti, privilegiando nella selezione percorsi meno noti e capolavori semi-dimenticati da riportare alla luce, ricercando allo stesso tempo le pareti migliori per invogliare gli eventuali ripetitori. Un compito decisamente impegnativo ma svolto con grande passione da Alessandro, che ha dedicato tutta l’estate andando a ripercorrere e relazionare gli itinerari, intervistando parallelamente i protagonisti delle prime salite di queste vere e proprie “Opere d’arte a cielo aperto”. Ciò che ne è venuto fuori è una raccolta di relazioni tecniche, un compendio pratico e utile, una guida audio-visiva di alto valore culturale e sportivo. Abbiamo intervistato Alessandro per fargli un po’ di domande a riguardo. Prima di parlare del progetto DoloMitiche, parlaci un po’ di te. Quando e perchè hai cominciato ad arrampicare? Cosa ti ha spinto alla ricerca della verticalità? Credo che la vita in qualche modo ti porti dove devi andare... non saprei dire perchè ho cominciato, non ho nessuna tradizione alpinistica in famiglia. Forse è stata colpa di qualche libro di troppo: quando mi è capitato tra le mani “Arrampicare è il mio mestiere” di Cesare Maestri, è stato un colpo di fulmine. Ci sono altri sport outdoor che ti piace praticare? Naturalmente. Il mio primo grande amore è stato (ed è tuttora) lo sci. Prima le gare, poi lo scialpinismo, passando per lo sci ripido e il telemark. Da adolescente comunque ho provato un po' di tutto, ma in montagna ho trovato la possibilità di dare libero sfogo alla mia indole in tutte le stagioni. Andiamo ora al progetto: quando e perchè è nata l’idea? Qual’è lo scopo delle DoloMitiche? Ho sempre avuto una passione per la storia dell'alpinismo e in particolare per i retroscena che accompagnano ogni impresa. Così ho pensato che sarebbe stato bello dare un volto ai grandi protagonisti, che altrimenti nella maggior parte dei casi rimangono nell'ombra. A questo si è aggiunta la volontà di portare anche un pubblico non specializzato a guardare le pareti con gli occhi degli alpinisti, che vi disegnano le proprie invisibili opere d'arte. Secondo quali criteri hai scelto le vie da affrontare? Ho cercato di andare a toccare le pareti più belle e importanti dei vari massicci delle Dolomiti Trentine, coinvolgendo ogni volta alpinisti diversi, in rappresentanza sia di epoche sia di stili di apertura differenti, al di là del

mio giudizio personale. Delle venti vie che hai ripercorso, quale ti è piaciuta di più e quale è risultata più impegnativa? Impossibile scegliere la più bella: ognuna è stata un'avventura a sé stante. Invece la più impegnativa è stata probabilmente “Caries”, una realizzazione di Adam Holzknecht sul Dente del Sassolungo. Quali avevi già affrontato in precedenza? Soltanto la “Via dei 5 muri” in Vallaccia, a causa di un cambio di programma dell'ultim'ora. Ovviamente come stimolo personale ho cercato di scegliere vie che non conoscevo. Con chi ti sei trovato più a tuo agio fra i tuoi compagni di parete? Direi con tutti. Oltre a essere amici e ottimi alpinisti, sono stati anche molto pazienti a sopportare le esigenze documentarie del sottoscritto, con rallentamenti e complicazioni annesse. Ci sono particolari imprevisti o aneddoti più o meno divertenti da raccontare? Ce ne sarebbero per scrivere un libro... Soprattutto per quanto riguarda la mia travagliata gavetta di cameraman: ad esempio ho fatto parlare qualche povero alpinista per 40 min a microfono spento! In che modo i tuoi sponsor ti hanno supportato in questa iniziativa? Trentino Spa, promotore principale del progetto, mi ha messo a disposizione una notevole bacheca virtuale (www.visittrentino.it/dolomitiche) dove archiviare gradualmente il materiale raccolto. Gli sponsor tecnici (Millet e Scarpa) mi hanno invece messo a disposizione abbigliamento e materiale di assoluta qualità. Dopo un’estate passata su ventuno meravigliose vie delle Dolomiti, hai già in mente la prossima sfida che vuoi affrontare? Ci puoi anticipare qualcosa? Le idee non mancano, ma mi sembra giusto lasciare un po’ di suspense.

I FEEDBACK DI ALESSANDRO SUI PRODOTTI UTILIZZATI MILLET - COLOUIR 30 LIGHT Zaino tecnico da 30 lt per tutte le discipline di montagna. Estremamente versatile, ultraleggero ed ergonomico, è perfetto per le escursioni ad alto ritmo e per lo scialpinismo moderno. Presenta scomparto principale estendibile, schienale ergonomico, porta piccozze, cinghie porta sci, spallacci ergonomici con fischietto, net-pockets laterali, cintura ergonomica e compatibile con imbracatura. Pesa 0,99 kg. Dove l’hai utilizzato: Tour DoloMitiche Punti di forza: Leggerezza In cosa può essere migliorato: Inserendo un piccolo rinforzo all'anello di aggancio della parte alta, per appenderlo in parete Consigli per un utilizzo ottimale: Escursioni (arrampicata o sci alpinismo) di una giornata

MILLET - PETUTEREY PANT Pantaloni elasticizzati resistenti alle condizioni di tempo avverse e alle abrasioni, adatti alle attività di montagna in tutte le stagioni su roccia, neve e terreno misto. Assorbono l’umidità, sono idrorepellenti e asciugano rapidamente. Il comfort stretch assicura totale libertà di movimento. Il modello dispone inoltre di taglio ergonomico, cintura regolabile integrata, 4 tasche con zip e ginocchia preformate. Dove l’hai utilizzato: Tour DoloMitiche Quando dà il meglio di sè: Trekking, ferrate e/o arrampicata in ambiente alpino Punti di forza: Elasticità e traspirabilità

MILLET - TRILOGY LIMITED GTX JKT Giacca per alpinismo dotata di membrana Gore-Tex Active Shell a 3 strati, che la rende impermeabile, traspirante e altamente performante. La costruzione Flex Comfort senza cuciture sotto le braccia offre una maggiore libertà di movimento. Tra le altre caratteristiche il capo presenta rinforzi sulle spalle Ceramic, cappuccio annesso Easy Hood regolabile in altezza e compatibile col casco, visiera semirigida, zip tasche impermeabili e zip di ventilazione sotto le braccia. Dove l’hai utilizzato: Tour DoloMitiche e scialpinismo Quando dà il meglio di sè: Sempre Punti di forza: Leggerezza (pesa solo 390 gr), vestibilità ottimale e impermeabilità assoluta Consigli per un utilizzo ottimale: Da mettere alla prova su qualsiasi terreno

SCARPA - MAGIKO Nuova calzatura da approach firmata Scarpa. Ideale su sentieri, sterrati, ghiaioni e erba in condizioni di asciutto e umido, Magiko offre sensibilità estrema e grande comfort. La calzata è eccezionale, come un vero e proprio guanto, mentre il sistema di allacciatura consente una facile personalizzazione in base alla morfologia del piede. La struttura del collare ottimizza la chiusura alla caviglia, impedendo a pietre e altri materiali di penetrare all’interno. La suola Vertical è estremamente stabile, con ottimo grip. Presenta tomaia in suede e microfibra, fodera Velveteen. Pesa 375 gr (42 - 1/2 paio). Prezzo consigliato: 139 euro. Dove l’hai utilizzato: Tour DoloMitiche Quando dà il meglio di sè: Terreno tecnico (ferrate o avvicinamento alle pareti) Punti di forza: Precisione e leggerezza



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TECNOLOGIES IN ACTION LIQUID IMAGE impact e summit, maschere “da ripresa”

È una delle tendenze dell’inverno, ma non solo. La tecnologia in realtà già da alcune stagioni è arrivata all’interno dei prodotti sportivi, ma il nuovo trend è quello che riguarda riprese e audio. Capofila di questa tendenza è stato certamente Go Pro, brand americano produttore delle omonime telecamere in grado di riprendere varie attività sportive grazie a una qualità dell’immagine notevole e alla possibilità di applicare la camera davvero dappertutto. Nell’ultimo periodo tuttavia sono sbarcati sul mercato altri competitor, tra cui Midland e Softeam. Ma non mancano anche altre proposte all’insegna della tecnologia e in questa pagina vi proponiamo una prima selezione dei prodotti attualmente in commercio, in attesa di svelarvene altri sui prossimi numeri.

le maschere tecnologiche Firmate Briko Fanno parte della Linee Impact Series e Summit Series le nuove maschere Digital Camera Goggles firmate Liquid Image e commercializzate da SofTeam, distributore di prodotti di elettronica di consumo e informatica. Queste maschere da sci/snowboard (Summit) e da motocross/offroad (Impact), sono dotate di una fotocamera e videocamera integrata che consente di acquisire foto e filmati in alta definizione per rivedere e condividere con amici le proprie esperienze sulla neve o con gli appassionati di motocross. Leggere e comode si adattano perfettamente alla forma del viso, vestendo comodamente e assicurando un’ottima protezione. Sulla montatura dispongono di due tasti, uno per attivare e disattivare la videocamera e l’altro per scattare foto. Con le maschere Digital Camera Goggles, che supportano SD card fino a 32 GB, si possono realizzare filmati in H.264 a 30 frame per secondo e si possono registrare fino a 16 ore di video a 720p. Inoltre si possono scattare oltre 18mila immagini jpg da 5Mpixel con scheda di memoria da 16 GB. Tantissimi gli accessori disponibili: quattro tipi di lenti pensati per le maschere da neve e da cross a filtri e batterie di ricambio. Inoltre, la versione da cross è dotata di un dispositivo a strappo per il cambio rapido delle pellicole copri lenti, per eliminare i problemi di visibilità. In foto un modello Summit Series da neve, venduto a un prezzo consigliato di 229 euro.

DRIFT Filmati in high deFinition con driFt hd

L’innovativa maschera Veloce, realizzata da Briko in collaborazione con la canadese Recon Instruments, è predisposta all’alloggio del kit GPS MOD con visore Micro LCD widescreen a colori, che consente di registrare la traccia del percorso o della pista da sci, mostrando alcune informazioni base quali velocità, distanza, altitudine, cronometro, temperature, velocità ascensionale. Al termine della giornata i dati contenuti all’interno del GPS potranno essere scaricati tramite connessione USB, così da poterli rivedere sul proprio computer grazie a un software dedicato, con la possibilità di analizzare anche i salti (tempo in aria, drop e altezza). La maschera è compatibile anche con la versione pro del GPS sviluppato da Recon: il kit MOD Live. Questo sistema aggiunge alle caratteristiche sopra citate la possibilità di visualizzare in tempo reale il tracciato che si sta percorrendo, evidenziando la posizione di amici che indossano lo stesso dispositivo. Inoltre dispone di una videocamera in HD posizionabile a lato della maschera, per filmare tutte le evoluzioni sulla neve. Il kit MOD Live può essere connesso a un dispositivo smartphone e consente di telefonare scorrendo la rubrica con il remote controller. La maschera dispone di spugna a 3 livelli di densità, lenti toriche con trattamento antifog ed è disponibile nei colori silver, black, gunmetal, white, al prezzo di 125 euro. Il sistema GPS è venduto separatamente a partire da 149 euro direttamente dall’area shop nel sito dell’azienda Recon Instruments.

inFo: 02.390366.1 - info@briko.com

www.reconinstruments.com

Videocamera waterproof Full HD 1080p con riprese a 60/50fps per tutti gli sport. Consente la realizzazione di video in alta qualità “slowmotion” grazie alla sua impostazione 60fps a 720p, utile per rivedere e perfezionare i propri esercizi. Può inoltre riprendere video in qualità Full HD a 1080p, 720p o WVGA, oppure foto a 5 Megapixel con un obiettivo grandangolare di 170 gradi intercambiabile. Ha una lente di rotazione di 300 gradi per permettere il montaggio della telecamera in qualsiasi angolo e il jack per microfono esterno. Come la Drift HD170 stealth, la Drift HD è stata ridotta di dimensioni di 2,5 cm. Ha un display per la riproduzione dei video e l’anteprima video utile per il posizionamento della stessa nella ricerca dell’inquadratura. Il telecomando a radiofrequenza permette di risparmiare le batterie e modificare il tempo. Il telecomando RF avvia tranquillamente e ferma la registrazione, senza lottare con la telecamera in movimento. Sono disponibili numerosi supporti. Una volta fissata la videocamera, è possibile ruotare l’obiettivo per avere un quadro verticale. La telecamera, resistente a schizzi d’acqua e neve, pesa 138 gr e misura 95x50x33 mm. Ha una memoria interna di 32 MB ma supporta memory card fino a 32 GB. La batteria dura 2,5 ore a 1110mAh e 4 ore a 1700mAh.

sempre in moVimento con garmin app Fit Garmin ha annunciato l’arrivo dell’App Fit per iPhone (0,99 dollari) e Android (0,79 euro). Si tratta della prima applicazione che consente agli utenti di tenere traccia di dati quali velocità, passo, distanza, tempo, calorie durante l’attività sportiva. “L’App Fit di Garmin è la soluzione ideale per tutti gli utenti che per la prima volta si avvicinano al fitness e agli strumenti per monitorare i propri esercizi, ma anche per coloro che vogliono estendere il raggio d'azione del proprio cellulare”, ha commentato Stefano Viganò, MarComm manager recreation di Garmin Italia. Facile da installare e da utilizzare, visualizza il tempo, la distanza percorsa, l’andatura e anche le calorie bruciate durante la sessione di allenamento, senza impedire le funzioni Mp3, telefono e sms. Garmin ha presentato anche Adaptor ANT+ (39 euro) per iPhone, che consente ai possessori dello smartphone firmato Apple di utilizzarlo come un vero e proprio GPS Garmin per il fitness, consentendo di associare accessori Garmin come la fascia cardio e il foot pod. Al termine dell’attività fisica, gli utenti hanno la possibilità di inserire delle note personali circa l’allenamento. I dati potranno essere inviati a Garmin Connect, dove è possibile visionare tramite grafici, illustrazioni, mappe, foto, topografiche e altro i dati registrati di tempo, velocità, altitudine e frequenza cardiaca. L’App Fit di Garmin conserva uno storico dei dati fino a 30 giorni precedenti.

inFo: 02.36576411 - info@garmin.it

riprese “eroiche” con gopro hd hero2

L’azienda italiana O-Range ha disegnato e sviluppato diverse serie di prodotti che uniscono design accattivante e componenti tecnologiche. Tra questi la borsa Thin U-04 e lo zaino da spedizione Thin S-09. La prima rappresenta, come le altre della collezione, un nuovo concetto di borsa per portare cose di poco volume in totale comfort, grazie anche alla costruzione Special Glued Construction e ai materiali hi-tech elastici e in poliuretano con trattamento waterproof assemblati seamless. Lo zaino invece è costruito con parti componibili, che lo rendono perfetto per attività multisport. Oltre al design unico, questi prodotti dispongono di un innovativo e pulito sistema tecnologico: ORange Solar Charge System. Tale sistema integrato converte l’energia solare in elettricità tramite dei pannelli solari, consentendo di ricaricare e far funzionare diversi dispositivi elettonici lontano da ogni presa elettrica.

Doppiamente potente rispetto all’originale GoPro, la nuova camera HD Hero2 permette di catturare e diffondere i momenti più eccitanti tramite video a risoluzione 1080p HD e foto a 11 MP. È disponibile da Athena Evolution a un prezzo consigliato di 349,99 euro. Grazie al suo sistema di fissaggi, alla sua resistenza e alle dimensioni compatte, risulta essere la telecamera più versatile al mondo. Con l'arrivo del nuovo Wi-Fi BacPac e Wi-Fi Remote Control, per i quali è prevista l’uscita questo inverno, la HD Hero2 abilita il controllo remoto video tramite Wi-Fi a distanza su smartphone, dispositivi tablet e computer, permettendo la trasmissione video in diretta da ovunque ci si trovi via Wi-Fi o tramite hotspot mobile. Il modello presenta nuova interfaccia LCD semplificata, doppia lente professionale in vetro, uscita mini-HDMI e nuovo sensore immagine due volte più veloce, segnalatore di surriscaldamento batteria, maggiore durata della batteria in condizioni di basse temperature, Led su ogni lato della camera, entrata 3.5 mm microfono esterno. Supporta schede SD fino a 32 GB. Con queste caratteristiche, lo strumento consente performance professionale in situazioni di scarsa luminosità. È disponibile in tre configurazioni: Outdoor Edition (in foto), Motorsport Edition e Surf Edition. È compatibile con tutti i supporti e gli accessori GoPro.

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i prodotti o-range che sFruttano l’energia solare

MIDLAND comunicare anche in pista con Bt ski È il più piccolo e pratico dispositivo bluetooth dedicato alle comunicazioni e all’intrattenimento nelle attività sportive e ricreative invernali. Permette di parlare al cellulare, di conversare in modalità Intercom con un altro dispositivo Midland BT Ski in un raggio di 200 mt e di ascoltare musica. È facile da usare e compatibile con tutti i cellulari di ultima generazione con bluetooth integrato. È dotato di ampi pulsanti riconoscibili al tatto e di Plug per la connessione a filo con un iPod/Mp3 player o con i ricetrasmettitori PMR446 Midland G8 BT per le comunicazioni di gruppo con più utenti fino a una distanza di 12 km. Questa connessione si effettua grazie a un kit disponibile in due versioni, con connettore a 1Pin o connettore a 2Pin a seconda del ricetrasmettitore. Lo strumento risulta pertanto ideale per attività sportive, sci, sci di fondo, snowboard, trekking, mountain bike ma anche per i maestri di sci durante le lezioni. È tra l’altro associabile all’accessorio BT Ski Action Kit per l’installazione del BT Ski su casco da bici/arrampicata o per utilizzare il Bt Ski senza casco. Può essere trasferito dal casco da sci e dallo scalda-orecchie a tutti i tipi di caschi da moto grazie al “kit accessorio opzionale” Midland BT Moto Audio Kit. È disponibile anche nella versione Cristal con Swarovsky Elements. Sia la versione originale che quella con Swarovski sono proposte in due varianti: con scalda-orecchie o Midland BT Ski Universal Helmet, compatibile con tutte le tipologie di casco.

Videocamere “estreme” di alta qualità Le videocamere Midland Xtreme Action Camera sono delle grandangolo piccole, compatte e di immediato utilizzo, ideali per tutti coloro che desiderano immortalare e rivivere le proprie imprese. Prodotti che possono essere utilizzati praticamente ovunque e in qualsiasi condizione. Sulle piste da sci e in spiaggia, sul manubrio della bici e della moto, in strada o in vacanza. Perfette per registrare ogni piccolo dettaglio. I tre modelli Midland XTC100, XTC 200 HD e XTC300 Full HD sono dotati di un unico comando (Off/Record) che consente di registrare con estrema facilità i video con audio direttamente su una micro SD memory card removibile. L’immediatezza dei comandi riduce al minimo le distrazioni: valore aggiunto per le attività sportive dove la fluidità e la libertà nei movimenti sono condizioni necessarie. Il modello XTC300 Full HD (in foto) in particolare rappresenta la novità assoluta proposta da Midland. La tecnologia Full HD garantisce un’altissima risoluzione delle immagini girate, che si traduce in un sensibile aumento del dettaglio e della tridimensionalità del filmato. Il prodotto può essere montato agilmente su moto, bici e caschi. Ogni confezione è dotata di una custodia waterproof resistente all’acqua per riprese fino a una profondità di 30 mt.

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In vetrina i modelli delle collezioni FW 2011/12 di alcuni tra i top brand del settore

Prodotti FW 2011/12 ADIDAS

GARMIN

PATAGONIA

SPORT PERFORMANCE

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NORTHWALL JACKET

Questa giacca firmata Adidas è realizzata con Primaloft Sport 60 gr, 100% poliammidica, in grado di riscaldare anche in caso di forte umidità. Il capo pesa 350 gr, è estremamente comprimibile e presenta tecnologia Formotion per un maggior comfort durante il movimento. Disponibile nelle taglie 40-50 e nei colori sharp red e sharp blue. DISTRIBUITO DA:

Adidas Italy 039.27151 - customer.service@adidas.com

HAGAN X-ULTRA Il nuovo sci X-Ultra di Hagan è stato ulteriormente migliorato e alleggerito di 120 gr rispetto al vecchio modello. Così ora pesa solo 1000 gr e offre performance ancor più elevate, rendendo più agevole l’escursione backcountry. Perfetto per lunghi e impegnativi tour, garantisce ottime prestazioni anche in discesa. L’XUltra combina la sciancratura 11171-101 mm con una sofisticata costruzione sandwich. Questo sci, lungo 163 cm, è perfetto per chi vuole arrivare lontano.

DISTRIBUITO DA:

Hagan Ski info@hagan-ski.com www.hagan-ski.com

ASOLO SUNSTONE GV Il modello Sunstone GV di Asolo è costituito da una tomaia in pelle scamosciata idrorepellente 1,6-1,8 mm, è foderato in Gore-Tex performance comfort footwear e presenta sottopiede di montaggio Asoflex light e sottopiede anatomico Sporting. La suola è in Vibram Off Road gomma-eva. Pesa 540 gr, ed è disponibile nei colori grafite/blue navy e wool/testa moro.

DISTRIBUITO DA:

Asolo S.p.A. 0422.8866 - asolo@asolo.com

Il Forerunner 910XT è il nuovo dispositivo GPS da polso all-in-one che trova riscontro in tutte le discipline endurance all’aria aperta. Creato per il triathlon, è in grado di fornire in modo preciso i dati sulla distanza percorsa nel nuoto in acque libere e piscina, oltre a mettere a disposizione le informazioni su velocità, distanza, cadenza, frequenza, cardiaca, potenza durante la corsa o la frazione in bicicletta. Ma non solo: il Forunner calcola anche il valore di SWOLF, ovvero la somma tra il tempo, la distanza e il numero delle bracciate compiute per percorrere una vasca, mentre in acque libere tiene traccia del percorso fatto, in modo da poterlo rivedere e analizzare su una mappa quando verrà scaricato su Garmin Connect. Robusto e facile da usare, è impermeabile fino a 50 mt. Inoltre fornisce dati di altitudine, sulla pendenza da affrontare e la velocità ascensionale, dimostrandosi perfetto anche per le attività outdoor endurance. Dispone poi

delle funzioni Training Effect, con cui ogni atleta può valutare l’intensità dei propri allenamenti e i miglioramenti che questi portano alla preparazione fisica, e Virtual Racer, che permette di importare sul Forerunner 910XT la prova di un altro utente e di sfidarlo sullo stesso tracciato. Grazie alla tecnologia ANT+ potrà essere utilizzato con il Foot Pod Garmin, con la fascia cardio, con il sensore velocità e cadenza e con l’innovativo sensore di potenza a pedale Vector. Le dimensioni del suo display lo rendono uno strumento di facile e immediata lettura grazie alla durata della batteria di circa 20 ore il Forerunner 910XT sarà utile per le prove più lunghe e dure. Prezzo al pubblico a partire da 399 euro.

DISTRIBUITO DA:

Garmin Italia 02.36576411 - info@garmin.it

MOUNTAIN SKYVER KIBO ALU/CARBON

Avveniristica giacca softshell per lui e per lei. Realizzata con il tecno tessuto Polartec Power Shield Pro con caldo interno high-loft. Eccezionalmente traspirante, idrorepellente, elasticizzata. Cuciture sigillate a ultrasuoni. Zero ingombro, grandi performance in montagna. Prezzo consigliato: 310 euro. DISTRIBUITO DA:

Il Kibo è il più versatile skyver di tutta la collezione firmata Mountain Skyver. Con la sua particolare forcella di sospensione e gli speciali ammortizzatori offre il massimo divertimento in discesa o a passeggio in città. Kibo ha una ruota anteriore di 50,8 cm mentre quella posteriore è di di 40,6 cm, ribassata e con bassissima resistenza al rollio, così si risparmia molto tempo durante la discesa. La novità è il Kibo Carbon con il suo telaio ultraleggero per un comfort garantito. La forcella di sospensione permette di divertirsi evitando i pericoli sul percorso.

Patagonia Italia 0474.555396 - info_italia@patagonia.com

REGATTA ELIANA Giacca da donna realizzata con tessuto traspirante e impermeabile e cuciture nastrate. Presenta cappuccio nascosto con regolazione, cerniera di ventilazione sotto ascella, interno staccabile in pile anti-pelucchi e bordo regolabile con elastico rinforzato. Prezzo al pubblico: 100 euro.

www.mountainskyver.com

CAMP

CRISPI

RACE 290

XR

Il rampone più leggero del mondo (solo 294 gr), nuovo riferimento per le competizioni di sci alpinismo. Grazie all’innovativo sistema di aggancio posteriore Clip-in (brevetto C.A.M.P.) il rampone si aggancia perfettamente al centro del tallone degli scarponi da sci alpinismo dotati di inserto metallico. Il sistema di regolazione della lunghezza in fettuccia Dyneema consente di ridurre ulteriormente il peso. Questo sistema permette inoltre di piegare il rampone su se stesso rendendolo così estremamente compatto. Il modello presenta inoltre astina di regolazione in lega di alluminio e struttura a dieci punte in lega di alluminio 7075 T6. Colorazione diversa tra rampone destro e sinistro per un’immediata identificazione.

Scarpone da telemark freeride che garantisce performance indiscutibili. La ricerca dello spigolo in sciata è immediata grazie al rivoluzionario utilizzo del carbonio all’interno della scocca. Carbon Power Insole e Carbon Power Support sono due tecnologie brevettate da Crispi e dedicate al target di esigenti pro rider. Il modello è caratterizzato da flessione rigida, scafo in Pebax e carbonio, gambetto con sistema Power Extention Cuff Evolution, quattro leve micrometriche regolabili in alluminio e velcro con funzione di quinta leva, sistema Walk posteriore per un veloce passaggio dalla modalità Ski a Walk, suola Crispi Kogatz e scarpetta Dynamic Liner. È compatibile con attacchi 75 mm. Pesa 1980 gr ed è disponibile nelle misure 24,5-30,5 e nel colore green-ice.

DISTRIBUITO DA:

DISTRIBUITO DA:

C.A.M.P. 0341.890117 - contact@camp.it

Crispi Sport 0423.524211 - crispi@crispi.it

DISTRIBUITO DA:

Regatta Italia 0423.615404 - vpellizzari@regatta.com

VAUDE JORASSES JACKET Chi si prepara alle avventure di alta montagna non vuole portare neppure un grammo in più, come accade con la Jorasses Jacket, una resistente giacca tristrato con ambizioni ecologiche secondo i severi standard bluesign per procedimenti produttivi e materiali. La membrana Sympatex senza pori ed elastica garantisce ottime performance nelle avventure alpine grazie a valori eccezionali di traspirabilità, caratteristiche antivento e impermeabilità. Il modello pesa solo 465 gr. DISTRIBUITO DA:

Panorama 0472.201114 - info@panoramadiffusion.it


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MAD ROCK

VIBRAM FIVEFINGERS

MOUNTAIN HARDWEAR

DEMON 2.0

BIKILA

EFFUSION HOODED JACKET

Per coloro che credono che lo strumento indispensabile per scalare in maniera performante sia la scarpetta, Mad Rock ha introdotto la nuova e perfezionata Demon 2.0. Una scarpa da alte prestazioni, da sempre con la punta rivolta verso il basso, la Demon 2.0 è in grado di affrontare qualsiasi sfida, dalle pareti verticali ai difficili strapiombi. Completamente rinnovata per il 2012 e implementata con le nuove mescole ad alta aderenza, la Demon è realizzata per i percorsi che richiedono un gioco di gambe ben delineato e allenato. Dalle micro fessure ai “piedini” per palestre, questa scarpa aggancierà qualsiasi cosa lungo il percorso che ci si è prefissi di raggiungere. DISTRIBUITO DA:

Amorini 075.691193 - amorini@amorini.it

SCARPA

Diversamente da qualsiasi scarpa da running presente oggi sul mercato, la Bikila è un prodotto innovativo che favorisce una più naturale, sana ed efficiente presa dell'avampiede. La Bikila è il primo modello Fivefingers progettato specificatamente per un'esperienza più naturale della corsa. Costruita su una piattaforma completamente nuova, dispone di un sottopiede in poliuretano di 3 mm (thickest under the ball) coperto da Dri-lex e una suola pod di 4 mm dal design anatomico che offre una protezione più fasciante e distribuisce l'impatto sull’avampiede, senza compromettere l’importante feedback del terreno, essenziale per una corretta prestazione di running. Un collare e una linea dorsale più atletici e imbottiti, una chiusura hook and loop, superfici riflettenti 3M, e protezioni per le dita in TPU, resistenti alle abrasioni, puntano a rifinire questo design davvero rivoluzionario. Il modello Bikila è ideale per corsa e fitness. DISTRIBUITO DA:

NOMOS Colore, colore, colore: è il leitmotiv di Nomos. Per prendere l’inverno con leggerezza e con tutti i plus della tecnologia più avanzata. Altezza alla caviglia, sistema di allacciatura pratico e rapido, fit perfetto. Il temperamento di Nomos abbraccia la quotidianità cittadina (dall’ufficio al teatro), le escursioni, i viaggi. Una funzionalità poliedrica. Presenta morbida tomaia in camoscio e suola Captive per un grip superiore. Disponibile nei colori red, purple, turquoise, shark, pine, black, cigar, splash, moss, cocoa, river. Prezzo consigliato: 165 euro. DISTRIBUITO DA:

Vibram Fivefingers 02.89420549 info@vibramfivefingers.it

GREAT ESCAPES NEW HELIUM Pantalone da uomo della linea Alpine in tessuto elasticizzato e leggero. Dispone di vita con elastico, tasche con zip, tasca laterale con zip e tassello di snodo all’inguine.

DISTRIBUITO DA:

Ande 0341.362608 info@ande.it

Calzaturificio Scarpa 0423.5284 - info@scarpa.net

COLUMBIA

LA SPORTIVA

HIGH SUMMIT SCREEN JKT

SIDERAL

Questa giacca è dotata di strato esterno al 100% in nylon twill, mentre la fodera interna è al 100% in poliestere. È dotata di tecnologia Omni-Heat, che grazie all’innovativa fodera a punti argentati permette al tessuto di traspirare aiutando la termoregolazione e aumentando la ritenzione del calore in media del 20%. Il capo dispone inoltre di cuciture termosaldate nei punti critici impermeabili e traspiranti in Omni-Tech, cappuccio antipioggia rimovibile e regolabile, tasche impermeabili con chiusura a zip, ghetta antineve regolabile con chiusura con bottoni a pressione, tasca di sicurezza interna e porta ski-pass. Prezzo al pubblico: 180 euro.

Sideral è lo scarpone da sci alpinismo all-around pensato per l’escursionista esigente. É dotato di uno scafo interamente in Grilamid e di gambaletto in Poliamide PA12 con supporto ergonomico nella parte posteriore. Il sistema di allacciatura Fast Lock System (patent pending), formato dalla robusta ed ergonomica vertebra strutturale Vertebra Technology e dall’innovativa chiusura Cam Closure System, permette il passaggio dalla modalità ski a quella walk in un unico velocissimo movimento e garantisce al contempo un’ottimale regolazione dei volumi. L’escursione di movimento è eccezionalmente ampia grazie allo snodo EZ Flex presente sulla linguella in Pebax. La rullata è facilitata dal profilo ergonomico dello scafo che migliora il comfort e agevola sia la camminata che la trasmissione della potenza sugli sci. La soletta WarmSole interna estraibile crea una barriera isolante con l’esterno. Finalmente un prodotto tecnico anche per sci alpinisti di medio livello. Uscita sul mercato: febbraio 2012.

DISTRIBUITO DA:

DISTRIBUITO DA:

Columbia Sportswear Italy 0423.648756 - www.columbiapressroom.com

La Sportiva 0462.571800 - www.lasportiva.com

Incorpora la tecnologia Dry.Q Active per offrire traspirabilità superiore, totale impermeabilità, leggerezza e proprietà stretch. Ideale per il running e tutte le attività aerobiche, si avvale della costruzione “bodymapped” per minimizzare l’ingombro e massimizzare la libertà di movimento. Questa giacca presenta anche tasca con zip sul retro, logo luminescente, fit atletico, costruzione termo nastrata idrorepellente, trattamento DWR, cappuccio dal fit eccellente. Il tessuto è Dry.Q Active Solution 3L Jersey. Disponibile in versione donna e uomo. Prezzo consigliato: 200 euro. DISTRIBUITO DA:

Outback '97 035.361103 - info@outback.it

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Analisi, sensazioni, scelta e creazione della linea. Intervista doppia a Mauro Calibani ed Enrico Baistrocchi

Interviste

Creatività e stile, la chiodatura secondo noi… In occasione del S. Vito Climbing Festival in Sicilia i due forti climber hanno preparato ben 16 nuove vie, di cui 9 nella suggestiva Grotta dei Santi. A cura di BENEDETTO SIRONI Era l’occasione ideale per incontrare e vedere all’opera due dei principali esponenti dell’arrampicata nostrana non tanto in veste di climber quanto nel ruolo di chiodatori. E proprio da una serie di chiacchierate con i due personaggi in questione prima e dopo l’evento è nato lo spunto per una bella intervista doppia modello “Iene”. L’evento in questione è il S. Vito Climbing Festival (vedi box dedicato nella pagina seguente) e i due “loschi” figuri sono Mauro Calibani ed Enrico Baistrocchi (per un loro breve profilo vedi foto e dida a fianco). Come nasce questa esperienza di chiodatura e preparazione itinerari per il Festival? MC - Alla fine della scorsa edizione, colloquiando con Massimo Cappuccio, Daniele Arena e Peppe Gallo, i 3 principali organizzatori del San Vito Climbing Festival, ho proposto d’interessarmi alla chiodatura di nuovi settori o itinerari, per mettere tutti sullo stesso piano, proponendo tracciati sconosciuti a tutti. La mia proposta è stata ben accolta dagli amici siciliani, così l’esperienza è partita. Tecnicamente dove inizia la creazione della linea e dove finisce? MC - Il discorso è molto delicato. Sono un creativo, nella vita e nei pensieri di tutti gli istanti. Per questo la roccia è il mio principale mezzo espressivo e vivo ogni mia apertura come qualcosa di molto intimo e profondo. Nella sua staticità, apparente, può risultare liscia o impossibile. Io sono il mezzo che le da importanza e le dona la vita, che per lei avrà sempre un pensiero speciale. In tutto questo processo, dall’idea fino alla salita in libera, gioisco, soffro, ma mi sento felice. La roccia è la tela e la via di salita è l’opera creativa che nasce. Una volta salita la via, il ciclo di quell’esperienza è terminato, anche se ogni linea mi resta viva dentro. Anzi a volte gioco, provando a ricordarmele tutte e per ognuna emano un’energia breve ma intensa. Devo dire che non riesco mai a ricordarle tutte, è quasi impossibile…

EB - Dal mio punto di vista tutto nasce dall’individuazione di una linea estetica che colpisca a prima vista. Dopodiché inizia l’approccio classico per individuare la linea logica di appigli di salita, l’eventuale ricognizione dall’alto migliora anche la determinazione dei punti di sicurezza e conseguente piazzamento degli spit, infine si passa alla pulizia e messa in sicurezza della roccia. Penso che per ogni chiodatore la chiusura del cerchio sia la prima salita della nuova “creatura” anche se devo ammettere che è molto bello e piacevole regalare anche ai propri amici e colleghi una propria creazione e riceverne poi impressioni e pareri. O più semplicemente vederne il sorriso stampato in faccia! Quali sono state le difficoltà principali in questa esperienza? MC - Nessuna in particolare, a parte evitare di farci cadere addosso sassi sparsi lungo le calate dall’alto. EB - Devo ammettere che grossi problemi non ce ne sono stati anche grazie all’ottimo supporto dei ragazzi di San Vito capitanati da Daniele, abbiamo sempre avuto a disposizione ottimo materiale e soprattutto le aree che ci hanno chiesto di “sviluppare e chiodare” erano estremamente belle e particolari. Devo ammettere anzi che ho imparato parecchi trucchi dai miei tre compagni (Mauro, Sbisi e Daniele) di merende a cui va un mio grosso ringraziamento. Inoltre ho avuto anche la fortuna di essere impegnato altrove quando si è palesata la necessità di partire dal basso per andare a piazzare qualche sosta… scampata. In questo caso Sbisi (Gabriele Gorobey) è stato un drago. Voi e poi i vari climber siete rimasti soddisfatti del lavoro effettuato a S. Vito? Qual è in generale il vostro feedback dell’evento? MC - Direi di sì. Ho lavorato per la prima volta a un evento in cui in pochi giorni dovevano nascere una decina di vie nuove, con l’incognita di non avere neppure visionato le porzioni di roccia su cui attrezzarle. Proprio questo è stato lo stimolo nuovo e poco ci è voluto a “vedere” il meglio. In questo progetto sono intervenuti, dopo il mio invito, anche Enrico Baistrocchi, che da qualche anno si è intrippato nel viaggio della

Mauro Calibani su Segesta (8a) e Terra Media, due delle vie chiodate e poi aperte a S. Vito. Foto: Klaus Dell’Orto.

MAURO CALIBANI: storico esponente dell'arrampicata italiana, vincitore Coppa Italia Lead 1997 e Campione del Mondo bouldering 2001. Scalatore polivalente con all'attivo salite di assoluto rilievo tra le quali: Tonino78 (primo blocco italiano 8c), It is not always Pasqua E9 (7a trad), Pesce Fritto (8c trad), Rosso Piceno Superiore e 12 (entrambe attorno all’8c+). Sponsorizzato Camp e La Sportiva, è titolare dell'eclettico marchio E9. Foto: Klaus Dell'Orto.

ENRICO BAISTROCCHI: arrampicatore sportivo con salite fino all'8c+, boulderista e sempre alla ricerca di vie dalle geometrie e movimenti che regalino un’emozione. Laureato in Scienze Motorie e Tracciatore Nazionale, è responsabile tecnico del Centro Fitness & Arrampicata Way Out di Milano. Alcune dellle sue vie significative: Solo Stile (8a), Deadline (8b+), Onyx (8c) e Shadowfax (8b-blocco). Sponsor: Climbest, E9, Kong, La Sportiva, Smith Optics.

chiodatura, assieme a Sbisi, un altro giovane amico e forte scalatore triestino, già esperto chiodatore. Sono nati itinerari interessanti e anche difficili. Abbiamo tirato fuori 16 vie nuove di cui 9 nella nuova Grotta dei Santi, un gioiellino con vie decisamente “boulderose”, che è stato molto apprezzato dai forti scalatori venuti alla manifestazione. Ho visto brillare gli occhi di Giupponi e di Larcher e per me questo è abbastanza. EB - Personalmente le linee chiodate da me e soprattutto da Mauro e Sbisi nella Grotta dei Santi sono piaciute moltissimo, un condensato di tecnica, forza e soprattutto sezioni “boulderose” con bei movimenti e di non semplice interpretazione. Sfortunatamente non sono potuto rimanere sino alla manifestazione perché ero impegnato nella tracciatura della Coppa Italia Boulder a Brescia ma Mauro mi ha detto che c’è stata comunque parecchia soddisfazione da parte dei partecipanti per le vie ed il fantastico contesto.

la chiodatura dell’itinerario. Tendenzialmente in falesia si attrezza dall’alto e in montagna dal basso, poiché si devono salire molti tiri di corda uno dietro all’altro, essendo la parete molto alta, individuando con il proprio istinto la migliore linea di salita, ovvero il punto debole della parete in cui s’intende avventurarsi. Tendenzialmente chiodare su grandi pareti è più faticoso e se “si spinge” con la chiodatura, ovvero si distanziano le protezioni di molto, affrontando lunghi tratti non protetti anche difficili, ecco qui che la componente psicologica diventa protagonista della nostra avventura.. EB - In sostanza c’è una nettissima differenza: la prima è assolutamente più impegnativa dal punto di vista psicologico e fisico e richiede inoltre grandi doti di intuizione e coraggio. Dall’alto tutto è più semplice, immediato, consente una migliore ricognizione e, prendendosi i giusti tempi, evita qualche “castroneria”.

Quali sono i vostri attrezzi del mestiere e i vostri trucchi e segreti in fase di chiodatura?” MC - Gli attrezzi del mestiere sono il trapano, il martello, una o due ancorette quando ricordo di portarle, la chiave inglese, una spazzola, corda imbrago, ecc. Insomma le solite cose. L’arma più preziosa in tutto questo gioco resta la mia fantasia… EB - Come ho anticipato prima ho imparato parecchi trucchi dai miei soci soprattutto nell’utilizzo di ancorette. Daniele mi ha fatto un “master” su come mettere le soste anche e soprattutto perché il genere di vie e roccia che normalmente chiodo, il granito, fino a ora non mi avevano richiesto parecchie nozioni in tal senso: il genere di via che mi piace è spesso su grossi massi strapiombanti su cui non piazzo praticamente mai la sosta e quindi si esce slegandosi. Tornando al materiale abbiamo utilizzato Fix e Piastrine Kong e come trapano ho utilizzato come sempre un Bosh 36Volt anche se devo dire che mi ha ben impressionato un DeWalt dell’onnipresente Dani.

Personalmente quale delle due preferite e perché? MC - Amo chiodare dall’alto bei tiri in falesia, per confrontarmi con la mia capacità d’immaginazione, cercando tratti di roccia apparentemente impossibili, su cui nessuno aveva scommesso nulla. In montagna e sulle grandi pareti le mie esperienze d’apertura si riducono ma credo con certezza che potrà divenire uno dei miei nuovi terreni futuri. EB - Io non ho nessuna esperienza dal basso. Le volte che son salito dal basso proteggendomi l’ho fatto per raggiungere un punto per piazzare una sosta e poi calarmi per visionare una linea che intendevo chiodare. Penso inoltre che lo stile che utilizzi dipenda chiaramente anche dal genere di via e difficoltà che intendi chiodare. Se ci aggiungi che per una progressione artificiale non so neanche da che parte si cominci capisci perché principalmente chiodo dall’alto. In futuro comunque mi piacerebbe provare ad aprire dal basso e penso che il terreno d’elezione siano le grandi pareti. Dovrò quindi andare a lezione da qualche “mostro” sacro…

Che differenza c’è tra chiodatura dal basso e dall’alto?” MC - Sono due stili totalmente differenti, che arrivano entrambi allo stesso obiettivo finale,

Come si caratterizza il vostro stile di chiodatura? Ci sono sostanziali differenze? MC - Credo che in falesia lo stile “giusto” sia


|Numero 11 / 2011| braccia per trapanare… Alla fine del lavoro ero devastato fisicamente. Ma qualche giorno dopo mi sentivo in forma eccezionale. EB - Solo Stile penso in assoluto sia la linea più bella che abbia chiodato, rappresenta totalmente il mio stile: pilastro di granito nero strapiombante, 2 sezioni boulder, 3 spit in 15/18 metri e rimontata in cima al sasso slegandosi. Come scegliete una linea, cosa vi colpisce guardandola? MC - Forma, colore, esposizione, ambiente circostante e mio stato d’animo. Non per forza tutte queste caratteristiche devono compartecipare perché io debba chiodare una nuova via di salita, chiaramente quando tutto è bello e funziona è il massimo. EB - In una parola: geometria. Tutto il resto viene di conseguenza.

GABRIELE GOROBEY: esponente della nuova generazione di talenti triestini, arrampicatore con all'attivo diversi tiri fino all'8c+, ottimo boulder e attivo chiodatore nonchè facente parte del Soccorso Alpino Triestino, a destra impegnato nella scelta del materiale appropriato prima della salita dal basso per la chiodatura di un nuovo itinerario a S. Vito. Sponsor: E9 e Scarpa.

quello di chiodare bene senza far ammazzare nessuno… A volte però, dove si può, mi piace distanziare le protezioni, per dare alla via un valore aggiunto legato anche alla componente psicologica nell’affrontare tratti di roccia in cui si può scalare senza moschettonare, con il vuoto sotto, godendo con il corpo e la mente che si fondono in una sorta di trans. Non amo la chiodatura cosiddetta seriale e tutta uguale, ogni via ha un suo carattere che attraverso noi e la chiodatura può essere interpretato, ma per fare questo bisogna confrontarsi con i vari stili di chiodatura e soprattutto con gli altri per cambiare idee. Dalle parti mie ad Ascoli, alcuni chiodatori con molto tempo libero stanno fagocitando la poca roccia a disposizione di tutti, uniformando le piccole falesie a un uso commerciale e monotono, con i chiodi molto ravvicinati e con la motivazione che così la gente non si fa male. Non credo che questa sia la strada giusta. Queste persone non hanno mai

sifica di serie “B”, poiché la serie “A” è perfetta, basta buttare su le protezioni e salire. EB - Io su questo punto, e non solo, sono abbastanza radicale: la roccia non si tocca, non si scava e non si consolida. Si tolgono le parti instabili e questo vale anche per le prese, faccio un esempio personale: sto provando un progetto molto duro con una presa che potrebbe essere a rischio, ho fatto il singolo 2 o 3 volte e da allora non l’ho più tirata temendo che si rompa e aspettando di arrivarci in continuità; per me questo tiro è molto importante ma se si dovesse rompere questa presa non ne farei un dramma, significherebbe che la roccia non era in grado di sostenermi e mi metterei a cercare un nuovo metodo o aspetterò tra qualche anno che passi un fuoriclasse a mostrarmi i nuovi limiti. Non bisogna essere egoisti, la roccia è di tutti e non bisogna piegarla al proprio volere, bisogna lasciarla libera di essere quello che è.

Enrico Baistrocchi - Uno due euro tre tre euro (7c, 8a). A destra: su Cardo Mannaro (7c). Altre due tra le vie chiodate e aperte a San Vito Lo Capo dai tre climber. Foto: Mauro Calibani.

visto Finale Ligure, Ceuce e altri posti in cui la chiodatura aumenta la bellezza delle vie facendo emozionare. EB - Tolto lo stile d’apertura (alto o basso) penso che la differenza sostanziale tra i chiodatori sia dove essi “vedano” la linea e come interpretino l’andamento della roccia. Questo mi piace perché coinvolge sostanzialmente la creatività rendendo ognuno diverso dall’altro. Non a caso una via che abbiamo chiodato si chiama “Via la Discordia” per uno scambio di vedute tra me e Mauro. Comunque posso dire che entrambi apprezziamo le vie con sezioni intense e “trickettose”. In una parola: boulderose. Sappiamo che siete assolutamente contro chi manipola la roccia. Tuttavia può capitare per un chiodatore di dover anche solo parzialmente intervenire sulla roccia? Qual è il confine tra la manipolazione e la messa in sicurezza? Voi come vi comportate in questi casi? MC - Cerco di manipolare il meno possibile l’elemento per cui ho vissuto fino a oggi, la roccia. Mi capita di staccare massi pericolanti, scagliette rotte, togliere aghetti appuntiti su appigli che altrimenti taglierebbero la carne dei polpastrelli, insomma il minimo indispensabile. Mi è capitato di dover consolidare qualche appiglio con la resina, ma purtroppo, quando mi succede di doverlo fare, la via passa subito nella mia clas-

Nella vostra attività chiodate regolarmente? Quante chiodature vi capita di effettuare all’incirca in un anno? MC - Chiodo frequentemente, anche perché la roccia non smetterà mai di stupirmi per le bizzarre forme e colori, per cui ogni volta che vedo un muro, mi parte l’immaginazione e non ho pace fino a che non sperimento qualcosa di nuovo, anche attraverso la chiodatura. In termini numerici non so dire quante con esattezza, anche se punto tendenzialmente più sulla qualità che sulla quantità. EB - Diciamo che siccome amo chiodare solo linee che mi piacciono e mi interessano a oggi ho realizzato una quindicina di vie (ho iniziato un paio d’anni fa). Comunque nell’ultimo periodo scalo ad alto livello solo sulle “mie” vie e ripeto giusto qualche tiro qua e là quando capita. Sono abbastanza focalizzato sul mio ultimo progetto. Qual è stata la chiodatura più impegnativa che avete portato a termine e quale quella più bella in termini di linea? MC - Tra le mie follie c’è pure la classifica delle top 10 fra le linee che ho chiodato. Ma non saprei dirti qual’è più bella fra tutte, forse perché “Ogni scarafone è bello a mamma sua”! Di certo le vie più faticose sono state quelle strapiombanti in cui non avevo le ancorette e mi sono sfondato le

Prossimi progetti e/o eventi che vi vedranno coinvolti? MC - Pianificare per me è diventato impossibile, per carattere e per la crescita d’impegni nella mia vita e nel lavoro con E9. Per cui spero di riuscire a incontrarmi nuovamente con Enrico e Sbisi per un'altra avventura simile a questa del Festival di San Vito, male che vada se gli organizzatori sono stati contenti del nostro lavoro, saremo ancora lì per la prossima edizione. EB - Il progetto di cui parlavo prima penso che mi vedrà invecchiare lì sotto. Per il resto un occhio sempre puntato a qualche linea nuova e a qualche bel massone isolato che non aspetta altro che essere “attenzionato”. E poi gli imman-

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cabili due viaggetti all’anno possibilmente in compagnia della family. Per quanto riguarda gli eventi spero in qualche bella tracciatura l’anno prossimo per vedere all’opera i fenomeni delle nuove generazioni e soprattutto non vedo l’ora di tornare a San Vito. Giochino finale: maggior pregio e difetto l’uno dell’altro… MC - Enrico è una persona molto simpatica, scherzosa, aperta alla scoperta del nuovo. Quando comincia a scherzare spara un sacco di str… che mi fanno ridere fino al mal di pancia. Vi dico solo che quest’anno in mezzo al bellissimo mare di San Vito, per il bagnetto serale dopo la chiodatura, si è tirato giù il costume e ha iniziato a fare il capodoglio col culo per aria al crepuscolo tra le onde… Io e Daniele, che nuotavamo poco distanti da lui, abbiamo rischiato di morire affogati dalle risate! Il suo difetto? Parla un casino e non sta quasi mai zitto! EB - Il pregio di Mauro è di sicuro la sua creatività che sprizza da ogni poro: dal concepire un capo d’abbigliamento a chiodare e intuire una linea pazzesca, dallo scrivere e disegnare un nome alla base di una via arrivando ai suoi pensieri in libertà. Per non parlare di quando arrampicando “esplode” in un movimento liberatorio. È creatività allo stato puro! Il difetto è che abita troppo lontano: è una vita che lo invito a provare le mie linee per stare insieme a scalare e goderci bei momenti ma come al solito, accampando mille scuse, non alza mai le chiappe! Eddai Marè… ti aspetto!

SAN VITO CLIMBING FESTIVAL – 6/9 OTTOBRE – TERZA EDIZIONE

Una manifestazione imperdibile per gli amanti dell’arrampicata. La terza edizione del San Vito Climbing Festival, tenutasi dal 6 al 9 ottobre, ha portato diverse centinaia di climber da tutta Europa sulle suggestive falesie di San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani. Quattro giorni intensi, tutti dediti al climbing, vissuti in un clima di festa nonostante il tempo non fosse sempre favorevole (fatto che ha portato a una lieve diminuzione di presenze rispetto allo scorso anno). Molto ricco il programma tra competizioni ed eventi: oltre alla già collaudata e popolare Open Marathon a coppie sulle falesia di Salinella, cui hanno partecipato quasi 200 squadre, integrata quest’anno con una competizione dedicata a top climbers, si è svolta anche una gara DWS, arrampicata in free solo sulle scogliere a picco sul mare che ha regalato forti emozioni a tutti i partecipanti. Numerosi altri eventi, collaterali alle gare, hanno caratterizzato il San Vito Climbing Festival: conferenze con alpinisti di punta della scena nazionale, proiezione di filmati in collaborazione con il Vancouver Mountain

Film Festival, test-lab delle aziende presenti e gli immancabili party in spiaggia con musica dal vivo, birra e buon cibo. Tra gli appuntamenti più interessanti e di rilievo: la conferenza “30 anni di arrampicata a San Vito lo Capo”, con la partecipazione di alcuni alpinisti tra cui Alessandro Gogna, gli incontri con Rolando Larcher e Ben Heason, le proiezioni dei film “Life Cycles” (premiato al festival canadese) e “What Happened on Pam Island”, alla presenza dei due protagonisti Eliza Kubarska e David Kaslikowsky. Senza dimenticare la proiezione di foto di Massimo Faletti sulle pareti rocciose di 5 continenti. Un evento positivo per il clima festoso che lo contraddistingue, cui hanno fornito un supporto decisivo diverse aziende specializzate: Black Diamond, Camp, E9, Millet, Petzl, Scarpa e Vibram. Ora non resta che attendere la quarta edizione, a ottobre 2012, per una nuova sessione di roccia e divertimento in uno degli spot più belli del sud Italia. www.sanvitoclimbingfestival.it Ph credits: Klaus Dell'Orto.


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Inaugurati il 1° ottobre a Fiorano Modenese i rinnovati uffici del brand, ormai diventato un must nello ski alp

Focus on

L’innovazione ATK Race ha una nuova casa Una superficie di 300 mq con impianto fotovoltaico, sistema di illuminazione naturale, esclusiva area test e macchine in grado di triplicare la produzione. L’interno dell’azienda con i macchinari e la sala esposizione dell’area produttiva.

Dal nostro inviato BENEDETTO SIRONI Visto il background di grande specializzazione in un segmento molto tecnico ma differente da quello dello sci alpinismo, solo alcuni anni fa nessuno forse avrebbe potuto scommetterci. Gimec Group infatti è un azienda emiliana con alle spalle un’esperienza trentennale nell’ambito delle lavorazioni meccaniche applicate alle più innovative tecniche di produzione. ATK RACE Nel 2007 la famiglia Indulti decide di dare vita anche al marchio ATK Race, che oggi è uno dei brand grandi protagonisti a livello italiano ed internazionale nello sci alpinismo. Un mondo nel quale la tecnicità la fa da padrone e la vera innovazione è il metro reale con il quale si decreta il successo di un prodotto o di un marchio. Insomma, i bluff non esistono o se ci sono hanno vita breve. Oggi la gamma ATK Race, con particolare riferimento agli attacchi, è un vero punto di riferimento per gli amanti della disciplina di tutto il mondo. Il modello NX World Cup ha permesso a molti atleti di conquistare i podi più prestigiosi.

La punta di diamante di ATK Race è l’attacco da gara SL World Cup (in sopra), che con l’incredibile peso di 110 gr è l’attacco da sci alpinismo più leggero al mondo. Ma ATK non significa solo gare: nel 2010 nasce infatti ATK Race RT, una rivoluzionaria sinergia tra gara e Touring volta a soddisfare gli amatori più esigenti. La filosofia ATK viene poi applicata anche alle altre attrezzature utilizzate dagli atleti, quali pale, sonde e bastoni, oltre che agli accessori come per esempio il rampante e l’innovativo ski-stop funzionante sia in salita che in discesa. Una realtà cresciuta anno dopo anno fino a rendere necessario l’ampliamento della sede aziendale, inaugurata in grande stile lo scorso 1° ottobre alla presenza di molti ospiti d’eccezione e di alcuni media, tra cui Outdoor Magazine. L’INAUGURAZIONE Hanno preso parte alla festa di inaugurazione 250 invitati tra cui anche svariate personalità di settore e non. Erano ad esempio presenti il guru tecnico dello sci alpinismo Diego Amplatz, Franz Nicolini e Omar Oprandi, tester ATK Race, insieme a numerosi atleti del team aziendale. Da segnalare inoltre la presenza di importanti aziende del settore come Scarpa, rappresentata da Massimo Pellizzer (product manager) e Davide Parisotto (proprietario), e La Sportiva, presente nella persona di Lorenzo Delladio (amministratore delegato). Prestigiosa anche la

partecipazione “politica” con un parterre composto da Emilio Sabattini (presidente della provincia di Modena), Vasco Errani (presidente della regione Emilia Romagna) e Claudio Pistoni (sindaco di Fiorano Modenese). I NUOVI UFFICI Il nuovo headquarter dell’azienda fondata da Giovanni Indulti sostituisce la vecchia sede, completamente rivoluzionata in tempo record in soli 90 giorni. I nuovi uffici sorgono a Fiorano, in provincia di Modena, e si estendono su oltre 300 mq suddivisi tra amministrazione, commerciale e uffici tecnici. I due piani del nuovo stabilimento sono in grado di accogliere il doppio dell’organico attuale, che conta circa 15 dipendenti. Da segnalare che i vertici aziendali credono fortemente nell’attività che svolgono, investendo il 100% delle proprie energie e soprattutto dei propri ricavi in innovazione. “Non è un atteggiamento scontato nel periodo di forte crisi che stiamo attraversando”, ha dichiarato a proposito Giovanni. UN OCCHIO AL RINNOVABILE A dimostrazione dei continui investimenti di ATK Race in termini di innovazione ma anche dell’attenzione riservata dall’azienda all’ambiente, la nuova sede può contare su un impianto fotovoltaico da 50 KW/h in grado di fornire tutta l’energia necessaria ad ATK Race per far funzionare qualsiasi strumento elettronico, dai macchinari ai computer. A questo impianto si affianca un sistema di illuminazione naturale che sfrutta solamente la luce solare attraverso 15 installazioni di specchi dislocati in tutta l’area produttiva. Da ultimo, lo staff ATK Race ha acquistato un prezioso e innovativo macchinario di lavorazione CNC che ha permesso all’azienda di triplicare la sua capacità produttiva. Nella nuova sede si potranno potenzialmente realizzare migliaia di pezzi a stagione. “Tengo a sottolineare che tutti i nostri attacchi e i nostri accessori – ha concluso Giovanni – sono prodotti solo ed esclusivamente in Italia. Il 95% della nostra produzione avviene all’interno della nostra azienda per mezzo di macchinari ultramoderni di lavorazione meccanica a controllo numerico con precisioni che sfiorano il millesimo di millimetro”. Per un viaggio più approfondito all’interno della sede ATK Race e per la spiegazione dei vari procedimenti produttivi e dei test, l’appuntamento è su uno dei primi numeri del 2012 di Outdoor Magazine.

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La facciata principale della sede Gimec Group, di cui ATK fa parte. A destra l’impianto fotovoltaico da 50 KW/h.

Taglio del nastro. Da sinistra: Giovanni Indulti, Claudio Pistoni (sindaco di Fiorano), Vasco Errani (presidente della regione Emilia Romagna) ed Emilio Sabattini (presidente provincia di Modena).

Macchina per test di durata: creata da ATK Race, simula le fasi di camminata in salita e di sciata in discesa con decine di migliaia di cicli al giorno, al fine di verificare l’usura dovuta all’utilizzo ultra-intensivo del prodotto.

Macchina per test di resistenza agli urti: sempre esclusiva ATK Race, permette di verificare la resistenza agli urti delle talloniere. A destra: macchina per controllo taratura di sgancio.



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Adventures tour 2011, due fantastiche settimane all’insegna del powder tra Canada e Alaska

Reportage

Blade Runner, THE GREAT POWDER TRIP In viaggio con le più professionali organizzazioni heliski del Nord America, rappresentate nel nostro paese dalla società piemontese di Sergio Camolese. A cura di SIMONE BERTI Parole d’ordine: powder e divertimento. Blade Runner Adventures rappresenta in Italia alcune delle migliori organizzazioni di heliski in Canada e Alaska, selezionate in base all’esperienza e serietà, con cui operano localmente ormai da 25 anni: TLH Heliskiing, Last Frontier, Great Canadian, Klondike, Mike Wiegele, R. K. Panorama, Selkirk Tangiers, Chugach Powder Guides, Alaska Backcountry, Out of Bounds, Monashee Powder Adventure, Retallack Alpine Adventures. Per praticare l’heliski o l’heliboarding non è necessario essere sciatori o snowboarder esperti. Grazie alla suddivisione in classi d’abilità e alla possibilità di utilizzare gli sci larghi per neve fresca (FAT), chiunque può provare l’emozione adatta alle proprie capacità, in totale sicurezza e accompagnato da esperte guide alpine certificate UIAGM, maestri di sci, snowboard e telemark. Un briefing sulle norme di sicurezza intorno agli elicotteri è di norma la prima attività della giornata, seguita immediatamente da un’esercitazione sull’utilizzo dell’Arva. Il dislivello giornaliero varia dai 4,5 ai 6 km al giorno e le discese da un minimo di 4 a un massimo di 10. Di seguito il resoconto di due settimane (inverno 2011) passate ad “annegare” nella neve fresca dalle vive parole di Sergio Camolese (foto qui a fianco), responsabile Blade Runner Adventure. TACCUINO DI VIAGGIO - Dopo aver passato molti, forse troppi anni a parlare di powder senza neanche vederla da vicino, abbiamo deciso di fare un “piccolo viaggio” di 2 settimane tra il Canada e l’Alaska, per visitare i nostri partners e toccare con sci e tavole le novità per la prossima stagione. La “Niña” nel 2011 ha portato tante e tali tempeste di neve da toccare i 4 mt e mezzo di candido manto nevoso. Non resta che recarci allora nella British Columbia. 1 - GREAT CANADIAN HELISKI - Una quantità di neve imbarazzante (vedi foto sotto) e una mezza giornata di heliski da guinness, con 9 runs in 4 ore per 5,5 km di dislivello, hanno caratterizzato questa prima incredibile tappa. Alla faccia di chi dice che le organizzazioni che propongono dislivello illimitato cercano di volare il minimo sindacale. Great Canadian Heliski (GCH) si conferma una destinazione per chi ama dislivello, boschi e pendenze serie e impegnative. Il tutto condito da massima sicurezza, grande professionalità e un ambiente simpatico e informale.

2 - MONASHEE POWDER SNOWCATS - Il viaggio per raggiungere il Monashee Powder Lodge è a dire poco affascinante. La tipologia di autostoppisti che s’incontrano è un po’ “ingombrante” (vedi foto a fianco), ma la combinazione di bus+snowcat+motoslitte rende il lodge un gioiello tanto irraggiungibile quanto prezioso. Anche qui la quantità di neve è letteralmente “mai vista prima” (in telemark arrivava alla vita) e le pendenze sempre notevoli. Una giornata con 13 discese e 4 km di dislivello quasi esclusivamente negli splendidi boschi. Un rapporto qualità prezzo decisamente elevato, senza contare che, mentre noi “cavalcavamo le onde di questo oceano bianco”, le organizzazioni di heliski erano ferme per via dell’ennesima tempesta di neve. Il lodge, completamente rinnovato, è molto confortevole e accogliente, lo staff e l’atmosfera davvero rilassanti e divertenti. In sostanza una vera e propria mecca per chi vuole provare un powder da sogno senza spendere un occhio della testa. 3 - LAST FRONTIER HELISKI - Dopo un paio di voli su Vancouver e Smithers, abbiamo lasciato il cuore della British Columbia per fare rotta verso nord, ai confini con Yukon e Alaska, per incontrare il nostro principale partner, la punta di diamante per l’heliski. Non che ce ne fosse bisogno, ma i due giorni trascorsi al Lodge Bell2 ci hanno ricordato perchè non c’è nulla di meglio sul pianeta per fare heliski. Due giorni di heliboarding “a manetta”, 15 km di dislivello totali e circa 12 run al giorno, in scenari e discese che nulla hanno da invidiare all’Alaska (vedi foto sopra e qui a sinistra).

Sergio Camolese insieme alla moglie Claudia dopo un’intensa giornata di heliski in Canada.


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Il tutto con elicotteri da 5 clienti e solo 3 gruppi per elicottero, che ci hanno permesso di seguire un ritmo davvero impressionante: nessuna attesa, solo salite e discese. E una volta ritornati al lodge, il massimo dei servizi che si possano desiderare in una cornice senza pari. Aggiungiamo un paio di “licenze poetiche” del pilota per sorvolare 2 alci e un orso avvistati durante il rientro al lodge e si completa la tappa più entusiasmante del tour. Parola d’ordine: quando si torna? Dopo Last Frontier Heliski, così vicina all’Alaska, potevamo forse tornare indietro? Certo che no, e quindi… 4 - CHUGACH POWDER GUIDES - ALASKA - Potrebbero bastare le foto, ma in realtà c’è molto da dire su un’organizzazione perfetta e piena di valide alternative in caso di maltempo. I primi 3 giorni non ha fatto altro che nevicare (dopo una

prima parte di stagione incredibilmente secca), situazione che normalmente porterebbe all’esasperazione, ma qui i gatti sono un divertimento davvero inaspettato anche per il sottoscritto. Pendenze, pillows, rolls (slang locale per indicare cambi di pendenza e salti in genere): tutto ciò che ci si sogna in una giornata di fresca. Inoltre i gatti sono dotati di impianto stereo e cavetto per collegare iPod, iPhone e palm vari, così che puoi cambiare dj a ogni giro. Un manicomio di musica e risate, condito da discese che nulla hanno da invidiare al catskiing in Canada. Dopo 3 giorni di tempesta di neve ecco finalmente il sole, che ci ha permesso di realizzare 12 runs in sci e tavola per 8 km di dislivello, con rientro alle 19 in hotel. Non saprei cosa aggiungere. Il giorno successivo, altra tormenta di neve e altra serie di discese col gatto (a volte alla cieca) in un delirio bianco, con “tortelle” e “annegamenti” da parte di quasi tutti i 10 pazzi presenti. Solo mezz’ora di pausa-pranzo in un bivacco nel bosco, sperduto ma confortevole, e via di nuovo fino alle 18.30. Per l’ultimo giorno un regalo inaspettato, con un’altra giornata indimenticabile. A questo punto si conclude il tour 2011, ma questa ultima tappa ci lascia ancora più convinti che Chugach Powder Guides sia la migliore soluzione per l’heliski in Alaska. Si respira aria di sicurezza e professionalità, inoltre in un giorno di gatto si fanno almeno 4 km di dislivello e ne vengono “caricati” solo 2,5 sul conto del pacchetto: un vero affare.

In questa pagina alcuni splendidi scatti realizzati durante l’ultima tappa in Alaska.

WHISTLER + TLH HELISKI: UN’OFFERTA ESCLUSIVA PENSATA DA BLADE RUNNER PER LE AZIENDE Tra i vari pacchetti disponibili in questa stagione offerti da Blade Runner Adventures spicca una proposta davvero speciale decisamente interessante anche per le aziende. Si tratta del pacchetto Whistler + TLH Heliski dal 23 al 30 gennaio 2012. Una possibilità eccezionale per vivere la magia di Whistler, una delle stazioni sciistiche nordamericane più celebri, e scoprire il volto selvaggio del Canada con una fra le migliori esperienze possibili di sci e snowboard sulla neve polverosa con TLH Heliskiing, per un totale di 3 giorni con gli impianti a Whistler/2 giorni di Heliski a TLH/1 notte a Vancouver. Di seguito l’itinerario completo:

1º - 4º GIORNO - 1º giorno - Arrivo all’aeroporto internazionale di Vancouver, trasferimento a Whistler con SUV privato, sistemazione in camera doppia al Fairmont Chateau. Arrivo a TLH alle 15:45 e Briefing - 2º - 4º giorno - Sci/Snowboard a Whistler

5º – 8º GIORNO - 5º giorno - Trasferimento a TLH Heliskiing alle 11:30 - 6º e 7º giorno (sabato/domenica) - Heliski/Helisnowboard con TLH - 7º giorno (domenica 29 gennaio) -Trasferimento in pullman a Vancouver alle 17:45 - Alloggio al Fairmont Pacific Rim Vancouver - 8º giorno (lunedi 30 gennaio) - Partenza dall’aeroporto Internazionale di Vancouver. Volo di rientro in Italia con arrivo martedì

Immagini dello splendido Tyax Lodge, sede dell’heliski.

IL PACCHETTO COMPRENDE: • 2 giorni di heliski con DISLIVELLO ILLIMITATO • Trasferimento in SUV privato da Vancouver a Whistler • Trasferimenti da Whistler a TLH e da TLH a Vancouver • Vitto e alloggio al Tyax Lodge (sede di TLH Heliskiing) • 4 notti al Fairmont Chateau Whistler • 1 notte al Fairmont Pacific Rim Vancouver • 3 skipass per Whistler/Blackcomb • Servizio guide professionale a TLH Heliskiing • Uso attrezzatura sicurezza (ARVA, zainetto ABS) a TLH • Utilizzo degli sci da fuoripista K2 e bastoncini • Utilizzo di tutte le attrezzature al Tyax Lodge (SPA, racchette da neve, motoslitte, pattini da ghiaccio, sci di fondo)

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Il 6 ottobre a Bolzano, alla presenza di centinaia di persone, è stato inaugurato l’avveniristico headquarter

Eventi

Salewa World, welcome to the new era... Un nuovo, importante capitolo nella storia del Gruppo OberAlp. Dopo l’innovativa palestra Cube ecco la presentazione dell’intera sede aziendale. Il nuovo headquarter illuminato in occasione della festa d’inaugurazione.

Dai nostri inviati a Bolzano BENEDETTO SIRONI, MONIca vIgaNò E SIMONE BERTI A Salewa piace fare le cose in grande. Ne avevamo già avuta prova durante l’inaugurazione della palestra d’arrampicata Salewa Cube, lo scorso 13 maggio. La conferma è arrivata da quella che, da pochi mesi, è la nuova sede di Bolzano del gruppo Oberalp/Salewa, inaugurata il 6 ottobre alla presenza di centinaia d’invitati fra collaboratori, partner, clienti, amministratori pubblici e rappresentanti dei media. Un evento decisamente significativo per la storia dell’azienda altoatesina, proprietaria dei marchi Salewa, Dynafit, Silvretta e Pomoca, che nel 2010 ha festeggiato i 75 anni, con 340 collaboratori in tutto il mondo, 165 milioni di euro di fatturato e una presenza in quasi 40 paesi. Il nuovo headquarter, costato oltre 30 milioni di euro, è un vero e proprio gioiello dell’edilizia, un’avveniristica struttura all’avanguardia che si rapporta armoniosamente con la natura circostante. Tanto da ricevere la certificazione Work & Life assegnata dall'agenzia KlimaHaus, che si basa su criteri tecnici e strategici per quanto concerne i tre ambiti della sostenibilità: natura ed ecologia, attività socio-culturale e trasparenza economica. All’inaugurazione non potevamo certamente mancare.

Heiner Oberrauch, Massimo Baratto, l'arch. Cino Zucchi, Gianluca Coneglian, l'arch. Filippo Pagliani e Reiner Gerstner.

LA CONFERENZA STAMPA - Un momento così importante per Oberalp non poteva che essere guidato, in maniera brillante a nostro avviso, da Heiner Oberrauch, presidente e fondatore del gruppo, vero mattatore della giornata. Heiner ha dapprima dato il benvenuto ai media durante la conferenza stampa che si è tenuta nel primo pomeriggio, ricordando il valore simbolico del nuovo headquarters non solo per l’azienda, ma anche per il territorio: “Abbiamo costruito un edificio che ha caratteristiche uniche e che è speculare a ciò che la nostra storia e i nostri marchi rappresentano, partendo dalla nostra terra, l’Alto Adige, e costruendo una struttura che si integra nel paesaggio circostante ma con la caratteristica di essere un landmark nel territorio”. Durante la conferenza stampa di presentazione sono intervenuti anche Massimo Baratto, CEO di Oberalp, Gianluca Coneglian, general manager di Salewa Italia, e Reiner Gerstner, group brand & marketing director di Salewa, mentre la descrizione

Veduta generale della sede Salewa in tutta la sua ampiezza.

strutturale dell'edificio è spettata di diritto agli autori del progetto, gli architetti Cino Zucchi e Filippo Pagliani. Molto interessante il commento portato da Massimo Baratto, che ha sottolineato come la nuova sede non solo ospita le principali attività dell’azienda, ma è anche il luogo dove coltivare e sviluppare tutti i brand in portafoglio, compresi quelli in distribuzione sul territorio nazionale come Speedo e Rip Curl. “Più che un edificio ci piace pensarlo come una piattaforma di vita dei nostri marchi”. Non solo un luogo dove produrre, ma un contenitore di esperienze di lavoro, di attività. In coda alla conferenza c’è stata l'occasione per la consegna ufficiale della targa con la certificazione Work & Life direttamente nelle mani di Heiner Oberrauch. TOUR E PARTY - Concluso il momento ufficiale con la stampa, è partito il tour guidato della struttura con una guida d’eccezione: lo stesso Heiner. Il quale, preso in mano un megafono, ha condotto i giornalisti presenti in visita ai locali dell’enorme struttura, dai magazzini agli uffici, dal negozio Salewa World alla vastissima distesa di pannelli solari presenti sul tetto (per maggiori info sulla struttura vedi box a fianco/nella pagina successiva). Grande stupore ha destato l’area logistica e il magazzino automatico dove un gigantesco sistema robotizzato consente la movimentazione di oltre 45.000 articoli al giorno, dal moschettone alla tavola da surf. Giunti ormai al tramonto è stato dato il via all’aperitivo con buffet nel piazzale antistante l’ingresso dell’edificio, un modo ristoratore per condurre tutti gli invitati all’esterno, dove di lì a poco si è svolta la presentazione al pubblico alla presenza di alcune autorità locali, tra le quali l'assessore della provincia di Bolzano, Thomas Widmann, e il sindaco di Bolzano Luigi Spagnoli. Il taglio del nastro non poteva che avvenire in maniera spettacolare, grazie al gruppo di ballerini Sky Dancer che, legati a una corda, si sono esibiti in evoluzioni a tempo di musica lungo la parete nord della torre di 50 mt. Nel gran finale dello show lo stesso Heiner Oberrauch si è poi calato dalla parete per portare il nastro che Widmann, Spagnolli e Hans Berger, vicepresidente della provincia di Bolzano, hanno tagliato, dando ufficialmente il via ai festeggiamenti a base di musica e specialità culinarie dell’Alto Adige. OBERALP HEADQUARTER - Il nuovo quartier generale, firmato dal lavoro congiunto degli studi milanesi Cino Zucchi Architetti e Park Associati,

ha fin da subito destato un notevole interesse, tanto che, come ha affermato il numero uno di Oberalp, “abbiamo avuto la visita di ben 1.200 tra ingegneri e architetti da tutta Europa”. La silhouette dell’edificio s’inserisce con naturalezza nel paesaggio montuoso circostante grazie alla forma che richiama un massiccio di montagna e s’ispira in modo evidente al cristallo di rocca, impressione cui fa seguito la tipologia di materiali adottati, dalla vetrata sul lato nord all’alluminio nel resto della copertura. L’incontro perfetto tra tecnologia e ambiente. “L’architettura del nuovo complesso Salewa risponde con un gesto sintetico alle richieste del programma iniziale, alle questioni ambientali, alla comunicazione aziendale e all’inserimento nel paesaggio della valle”, ha affermato Cino Zucchi. Di estrema importanza l’attenzione all’aspetto sostenibile e l’impegno verso il territorio, evidenziata in particolar modo dall’impianto fotovoltaico installato sul tetto, che rende l’intero edificio autonomo dal punto di vista energetico e consente una drastica riduzione di emissioni di CO2. Senza contare poi che il 90% dei fornitori durante la costruzione erano locali, quindi a km zero. Il nuovo headquarter però non vuole essere un luogo unicamente deputato allo sviluppo aziendale, ma anche uno spazio alla persona, un luogo dove lavorare e vivere, come ben testimoniano la palestra Salewa Cube, il bistro Bivac, il negozio Salewa World, il centro fitness e l’asilo, tutti ele-

Due evoluzioni dei ballerini Sky Dancer.

menti di carattere pubblico e al servizio del dipendente, in grado anche di accogliere appassionati di montagna o semplici cittadini. Un contesto fondamentale che rientra nel piano CSR (Corporate Social Responsability) di responsabilità sociale. “Tutto ciò perché crediamo fortemente che al centro delle nostre attenzioni debba restare sempre la persona, sia interna che esterna alla struttura Oberalp/Salewa”, sottolinea il CEO Massimo Baratto, “e vogliamo offrire alla stessa persona la possibilità di relazionarsi con i nostri marchi, non solo di proprietà ma anche quelli in distribuzione, in più dimensioni”. È questa, in estrema sintesi, la struttura avveniristica che vuole raccogliere le sfide del prossimo futuro: un edificio di valore e ricco di valori, dove l’uomo resta il baricentro intorno al quale ruota l’azienda. INTANTO NEGLI USA - Ma le novità in casa Oberalp non si fermano al vecchio continente. Salewa e Dynafit North America hanno infatti annunciato il trasferimento nei nuovi headquarter di Boulder, Colorado. Le nuove sedi offriranno il 150% in più di spazio lavorativo, conseguenza dell’enorme crescita avuta a partire dal 2007, hanno in cui la filiale si è stabilita in Nord America: più del 500%. I nuovi spazi garantiranno perciò un ulteriore aiuto allo sviluppo dei brand, facilitando le relazioni con il pubblico e i clienti.

Un’altra fase della festa. A destra un particolare della torta a tema e i testimonial Salewa sul palco.


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TRA INNOVAZIONE E SOSTENIBILITÀ La nuova sede costituisce un punto d’incontro tra più dimensioni: fisiche, sociali e comunicative. L’azienda Oberalp ha fortemente voluto che l’innovativo headquarter fosse sito proprio a Bolzano, per realizzare un punto di aggregazione per la città. In tal modo l’edificio si pone come una nuova porta della città, un landmark visibile ai 20 milioni di automobilisti che ogni anno transitano sull’Autostrada del Brennero.

L’IMPIANTO GENERALE Un edificio produttivo vive di due realtà strettamente correlate: quella di “macchina” funzionale e quella di luogo di lavoro conviviale. A queste se ne aggiunge una terza, quella di essere immagine e luogo di relazione con il pubblico, oltre che condensatore fisico dell’immagine dell’azienda. Questa dimensione, privata e pubblica allo stesso tempo, è leggibile nella stessa organizzazione planimetrica dell’organismo architettonico, dove la sequenza di spazi aperti pubblici e privati organizza i volumi edilizi. Così a nord trovano luogo il volume delle torri con gli uffici e lo showroom, a est la palestra di roccia, a sud i magazzini (sotto una foto). Le torri si affacciano verso l’autostrada a ovest, creando un tutt’uno con la struttura dei magazzini grazie alle pannellature forate che ricoprono gran parte dell’edificio, mentre il lato nord si presenta completamente vetrato e crea una sorta di continuità tra la hall, lo showroom e gli uffici. Le facciate rivolte a sud e ovest sono schermate da pannellature metalliche che nascondono gli elementi di risalita e le vetrate degli uffici chiusi.

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SALEWA WORLD E SALEWA CUBE sulta assolutamente vincolante considerare le specifiche condizioni climatiche del sito: temperature estive, temperature invernali, venti prevalenti, irraggiamento e inclinazioni solari. Da questa interpolazioni di dati allora nasce la disposizione ottimale dell’edificio. Non a caso quindi l’headquarter s’affaccia a nord e a est con una superficie totalmente trasparente mentre si scherma verso ovest e verso sud con una superficie quasi totalmente opaca. Questa soluzione infatti ottimizza consumi energetici, investimenti gestionali a lungo termine e comfort termo-igromentrico. La scelta di porre le superfici trasparenti a nord e a est, e quelle opache su tutto il resto dell’edificio, serve a limitare il più possibile l’irraggiamento solare che nel periodo estivo a Bolzano sfiora dei regimi critici soprattutto nelle parti dell’edificio esposte a sud e a ovest. Di conseguenza la struttira può schermarsi dagli apporti solari e limitare al minimo ogni produzione d’energia che dovrebbe essere prodotta per raffrescare gli interni. Per lo stesso motivo le parti opache a sud e a ovest dell’edificio sono rivestite da una pelle formata da pannelli d’alluminio che hanno la principale funzione di catturare l’energia solare, prima che essa possa trasferire energia alle parti dure, contribuendo a un veloce e rilevante aumento delle temperature interne e quindi del proporzionale incremento dell’eventuale energia di raffrescamento. Questi pannelli catturano l’energia attraverso la loro faccia esterna e la liberano nell’intercapedine formata tra i pannelli stessi e le parti dure dell’edificio. In questa intercapedine, per alte differenze di temperature, si forma una corrente che a

LO STORE Il nuovo punto vendita Salewa World si propone l’obiettivo di creare un nuovo concetto d’interazione con il consumatore finale. In questo senso lo store vuole essere un luogo in grado di esprimere il concept dell’azienda, schiudendo i propri marchi al mondo: Salewa, Dynafit, Silvretta e Pomoca. Un’area lounge, totem informativi, iPad, libri, service centre e tanto altro sono a disposizione del consumatore, in modo da coinvolgerlo nel mondo Salewa e condurlo a una nuova esperienza d’acquisto. Ma non solo, perché le spiegazioni tecniche sono fornite anche tramite piccoli monitor posizionati vicini ai prodotti, così da facilitare la conoscenza degli stessi prodotti. “In questo modo vogliamo far percepire al visitatore l’atmosfera moderna e tecnologica, ma allo stesso coinvolgente, della nostra azienda”, ha commentato Gianluca Coneglian, general manager di Salewa Italia, “perché in questo luogo tutto parla di montagna e di passione per la montagna”. Così, grazie alle possibilità interattive offerte dal punto vendita, il cliente viene maggiormente coinvolto dalle spiegazioni tecniche dei prodotti e materiali durante l’acquisto e può rilassarsi leggendo un libro o sfogliando una rivista di montagna. “Non vuole essere un semplice negozio, poiché Salewa World diventa il contenitore delle nostre attenzioni e dei nostri servizi per il

cliente, oltre al punto d’incontro delle nostre passioni”, ha sottolineato Reiner Gerstner, group brand & marketing director di Salewa, “e sarà una piattaforma in continua evoluzione rispecchiando le caratteristiche del nostro mercato e dei nostri marchi”. Tra i servizi offerti è presente anche un laboratorio interno per installazioni, piccole riparazioni e manutenzioni, mentre a fine anno verrà installato uno specchio interattivo. Il luogo, infine, si presta a numerose iniziative rivolte sia ai negozianti, che possono in questo modo vedere realizzato il concept dell’azienda, sia all’utente finale attraverso clinic tecnici, incontri con testimonial, eventi e serate di approfondimento. “Vogliamo che sul pianeta Salewa World atterrino tutti gli appassionati di montagna”, conclude Reiner Gerstner, “e per questo abbiamo già avviato contatti per collaborazioni con le associazioni di montagna offrendo il negozio come base di incontro per le loro attività”.

LA PALESTRA

MATERIALI E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE Cosciente della sua dimensione “topografica”, l’edificio è stato realizzato con pochi e semplici materiali che alludono alla forte sensibilità nei confronti della natura e dell’ambiente che caratterizza la filosofia Salewa. Tutte le pareti dei volumi sono rivestite con pannelli di allumino forato con spessore di 3 mm in diverse sfumature di colori freddi, che richiamano il mondo della montagna e dei paesaggi alpini. La colorazione dell’alluminio avviene tramite un processo naturale di elettrocolorazione per interferenza. I pannelli sono forati da una maglia regolare di buchi di diverso diametro e svolgono anche la funzione di brise-soleil. La grande estensione della copertura è caratterizzata dall’uso di pannelli fotovoltaici sul tetto dei magazzini per uno sviluppo complessivo di 4000 mq (foto sotto).

PRINCIPI ENERGETICI Per assicurare l’opportuno comfort all’interno di una edificio si consuma energia, la cui produzione ha dei costi sia in termini economici che di risorse. Per questo motivo è fondamentale l’ottimizzazione e la razionalizzazione dell’apporto energetico tramite particolari ed evolute soluzioni tecniche, nella scelta delle quali ri-

sua volta libera l’energia verso l’esterno attraverso gli appositi fori del rivestimento. La pelle d’alluminio presenta infatti dei fori di quattro diversi diametri (70, 50, 30 e 10 mm) associati a quattro pannelli diversi, tutti dalle stesse dimensioni (1200 mm x 600 mm). I fori raggiungono la massima dimensione in corrispondenza dei serramenti degli uffici. Tra l’altro gli agenti atmosferici che entrano a contatto con questa “pelle” e percolano nel terreno verso la falda non sono inquinati, poiché il processo di elettrocolorazione è totalmente naturale e non presenta nessun prodotto inquinante. Al cuore di tutto il concetto energetico della struttura c’è ovviamente il grande impianto fotovoltaico installato sulla copertura dei magazzini, capace di sviluppare una potenza pari a 450 kWel e 520.000 kWh di energia elettrica all’anno, evitando 335 tonnellate di CO2 in emissioni. Il controllo e la scrupolosa riduzione dei consumi tramite lo sfruttamento di sistemi passivi, unito all’impianto fotovoltaico, porta alla quasi totale eliminazioni di emissioni CO2, oltre che, ovviamente, all’autarchia energetica.

Da sempre il movimento “verticale” è radicato nel DNA di Salewa e la realizzazione di una palestra di arrampicata a Bolzano è stata una naturale conseguenza di questo inscindibile legame. Dopo 15 mesi di lavori la struttura, finanziata per due terzi da Salewa e per un terzo dall’amministrazione pubblica, è stata inaugurata ben prima dell’intera sede (13 maggio), pur facendone parte. L’intenzione di base nella progettazione della palestra era quella di creare una struttura innovativa dai grandi spazi aperti. Perciò è stata creata una grande porta di ingresso alta quanto l’intera palestra e completamente apribile. In questo modo coloro che sono impegnati sulle pareti hanno la sensazione di trovarsi all’aria aperta pur rimanendo al riparo dagli agenti atmosferici. “Climbing indoor, feel outdoor” è proprio il motto della palestra Salewa Cube. La struttura è liberamente fruibile da tutti, anche da coloro che lavorano nelle vicinanze e vogliono trascorrere i momenti di pausa in mezzo alla natura, ma può essere sfruttata anche per competizioni di livello nazionale e internazionale. La gestione della stessa è affidata a Martin Knapp, presidente onorario dell’AVS Bolzano. La realizzazione della palestra è stata affidata alla cura dell’ingegnere Ralf Preindl (Ingenieurbüro Ralf Preindl). I pannelli di arrampicata sono in compensato di betulla sintetico resinato su

strutture in acciaio, mentre la parete est è in fibra di vetro rinforzata (una replica di una parete di roccia reale).Tra le diverse pareti presenti impressiona quella alta 18 metri, mentre per i climber che si vogliono specializzare nella disciplina speed sono disponibili anche alcuni percorsi veloci che si snodano in tre direzioni differenti sino a 15 metri di altezza. Da ultimo, la palestra prevede uno spazio bouldering con varie difficoltà. Esternamente è stata addirittura allestita una via ferrata, studiata per i principianti, che prevede per loro un accesso facilitato. Non manca infine una parete esterna di dry-tooling lungo la quale ci si potrà allenare con la picozza e testare in loco le attrezzature Salewa. • 1.855 mq di arrampicata interna • 200 mq di arrampicata esterna • 250 mq il boulder interno • 200 mq il boulder esterno • 18 mt l’altezza massima delle pareti • 15 mt l’altezza delle vie speed • 9,5 mt il dislivello • 25 mt di larghezza e 14 mt di altezza

l’arrampicata sul lato sud • 180 i tracciati d’arrampicata proposti • 1.100 i rinvii • 11.000 le prese di arrampicata in 35 colorazioni differenti per un totale di 13 produttori • Da 4 a 8c i gradi di difficoltà di arrampicata • Da A a E i gradi di difficoltà boulder


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L’11 e il 12 ottobre ad Annecy si è svolta la seconda edizione dell’appuntamento

Focus on

EOF 2011, evento da numeri uno In occasione dell’European Outdoor Forum, la crème del mondo outdoor si è riunita nel paese francese per discutere del mercato e definirne i profili futuri. Nove gli interessanti seminari a programma. Dai nostri inviati DaNIELE DE NEgRI E BENEDETTO SIRONI Ancora una volta Annecy si è trasformato in centro nevralgico del mondo outdoor. L’occasione è stata la seconda edizione dell’European Outdoor Forum, andato in scena l’11 e il 12 ottobre al cospetto di oltre 230 key player provenienti da tutta Europa. Obiettivo della due-giorni era quello di incontrare esperti del settore, discutere del mercato in un ambiente rilassato e acquisire informazioni utili a prendere decisioni e a plasmare il futuro dell’outdoor. Organizzato dall’Outdoor Sports Valley in partnership con l’European Outdoor Group, l’EOF ha potuto contare anche sul supporto di Sport Achat, ISPO, SGI Europe-The Compass, aWorkbook, Sympatex, Polygiene, Outdoor Show, ERAI e CIM. Da segnalare inoltre la partecipazione di Outdoor Magazine e Outdoor Magazine USA (il nostro omologo americano) in qualità di media partner dell’iniziativa e presenti in forze anche all’evento. FINALITÀ DELL’EVENTO - L’evento è stato pensato per creare relazioni durature tra i principali attori del mercato europeo ed è già diventato un punto fisso del calendario outdoor. Lo conferma anche David Udberg, presidente dell’EOG e managing director di Lowe Alpine: “Per molti anni il settore outdoor europeo ha cercato di creare un forum che consentisse di analizzare i temi che influenzano la sua evoluzione. Lo scorso anno l’EOG ha supportato l’Outdoor Sports Valley nell’organizzazione della prima edizione dell’European Outdoor Forum di Annecy. Che ha registrato un indiscusso successo e feedback decisamente positivi. Si tratta di un evento destinato a crescere e da parte nostra cercheremo di ampliare le prospettive per abbracciare sempre più tematiche”.

Outdoor Industry Association, Outdoor Experts, Outdoori, Outdoor Italia, Outdoor USA, Patagonia, Petzl, Picture Organic Clothing, Recco, Rossignol, Salomon, Sanfo, Savoie Hexapole, Scandinavian Outdoor Group, Scarpa, Scott, Sintef, Social Accountability International, Sport Guide, Sport Pulsion, Sports Recruitment, Supply Chain Council, Switch Consulting, Tatonka, Tecnica Group, The Lifestyle Company, The North Face, The OIA, Thermore, Timberland, TSL Outdoor, Vaude, Vibram, Viking Footwear, Vuarnet, WL Gore e WWW Inc. TEMI CHIAVE - Tra i topic dell’edizione 2011, i trend dei mercati europeo, cinese e nord americano. Si è poi discusso di social media, corporate social responsibility, sostenibilità, proprietà intellettuale, catena di distribuzione e mercato giovanile. L’atmosfera internazionale dell’evento è stata ulteriormente alimentata dall’intervento di speaker provenienti non solo dall’Europa ma anche dal Nord America e dalla Cina. Inoltre i pranzi firmati SGI Europe-The Compass e aWorkbook e la cena offerta da ISPO hanno agevolato la creazione di nuovi rapporti di business.

AZIENDE PARTECIPANTI - Tra le aziende partecipanti alla seconda edizione dell’appuntamento spiccano: 1% For The Planet, 8264.Com, Aku, Amer Sports, Arc’teryx, As Adventure Group, Aspom, Assosport, Astrum Brands, Bailo, Camp, Cascade Designs, China Outdoor Retailer Association, Coalision, Coleman, Deuter, Diffusion, Eagle Creek, Edelrid, Eider, Escape Lane, Ethical Trading, Ferrino & C Spa, Fifas, Filiere Sport, Fjällräven, Genfoot, Globetrotter, Greensport, Groupe H, Hark Solutions, Honesty, Innovaski, Invista, Italian Outdoor Group, Jonathan & Fletcher, Julbo, Kamik, Katoen Natie, Keen, Klingheim Sowk, La Compagnie Du Bain, La Sportiva, The Lifestyle Company, Lowa, Lowe Alpine, Mammut, Marmot, Millet, Montagne Tv, Mountain Equipment Co-Op, Nic-Impex, Nikwax, Editions Niveales, Nordica, Oberalp Group, Odlo,

PROGRAMMA 2011 - I lavori si sono aperti con un discorso di introduzione di David Udberg (presidente dell’EOG) e Jean-Luc Diard (presidente dell’Outdoor Sports Valley). Sono stati poi previsti 9 seminari dei quali potete trovare un approfondimento nella pagina a fianco. Oltre a questi meeting, numerose le altre iniziative da segnalare. Innanzitutto il primo giorno si è chiuso con la presentazione del Forum Gift da parte di Jacques Fath (direttore di 1% for the Planet in Francia) e Benjamin Marias (Outdoor Sports Valley head of sustainability). Quest’anno il regalo sponsorizzato da Sympatex consisteva in un CD scaricabile con musiche di 1% for the Planet. La stessa sera si è svolta la cena ISPO Forum Dinner a bordo della MS Libellule, che ha attraversato il lago di Annecy fino a mezzanotte. Hanno partecipato alla cena oltre 160 operatori del settore. Ospite d’onore Heiner Oberrauch, presidente del Gruppo OberAlp/Salewa, che ha tenuto un discorso con indosso una lampada frontale Petzl presentatagli direttamente da Paul Petzl, speaker della cena nel 2010. Il giorno seguente si è svolto il primo Global Retail Best Practices Panel per esaminare lo stato dell’arte del retail e le migliori pratiche di vendita. Il meeting è stato gestito da Eugenio Di Maria (fondatore e ceo di SGI Europe) ed ha visto la partecipazione di Heng Zhang (fondatore e ceo di Sanfo), David Labistour (ceo di Mountain Equipment Co-op del Canada), Frederic Hufkens (ceo di AS Adventure) e Thompas Lipke (managing director di Globetrotters).

Il folto pubblico presente alle conferenze.

Il panel debate dedicato al futuro del retail.

David Udberg, presidente EOG.

Jean-Luc Diard, presidente OSV.

Heiner Oberrauch durante la cena sulla MS Libellule.

Da sinistra: Sandro Parisotto (Scarpa), Giulia Delladio (La Sportiva) e Riccardo Milani (Scarpa) con il regalo “ecologico” consegnato all’edizione 2010.

UN FORUM ECO-COMPATIBILE Gli organizzatori del forum sono guidati da una visione comune e intendono promuovere i migliori standard di sostenibilità oltre che cercare nuove pratiche di business che tutelino l’ambiente, la forza lavoro e la società. Per questo l’European Outdoor Forum, insieme ai suoi partner, si impegna in un programma di gestione sostenibile dell’evento.

L’IMPEGNO DEGLI ORGANIZZATORI • Minimizzare le emissioni di gas tossici • Limitare il consumo di risorse naturali quali acqua ed energia e soddisfare la domanda in base alla disponibilità di risorse locali • Evitare, ove possibile, la creazione di rifiuti. In caso contrario, provvedere a un loro riciclo. Proteggere la biodiversità, l’acqua, l’aria e le risorse della terra • Causare il minimo danno ambientale durante la preparazione del forum. La comunità locale ne beneficia economicamente, socialmente e persino a livello ambientale sia durante che dopo l’evento • La selezione della sede e dei mezzi di trasporto è un parametro importante per minimizzare l’impatto sull’effetto serra e migliorare l’accessibilità al forum per persone con mobilità ridotta • Incrementare la consapevolezza dei partecipanti, dei fornitori di servizi e della comunità locale in riferimento a temi sostenibili tramite la comunicazione di obiettivi e soluzioni green • Coinvolgere gli ospiti, le autorità, gli sponsor, i gruppi cittadini, le associazioni no-profit e gli esperti tecnici e di business nell’adozione di un atteggiamento eco-compatibile per rispettare gli impegni sopra elencati

IL PIANO DI AZIONE - Il piano di azione si applica agli organizzatori, alle conferenze, alle cene e persino ai pranzi. Tale piano abbraccia tutti gli aspetti organizzativi del forum e in particolare trasporti, alloggio, gestione in loco (cibo, bevande, energia, acqua, rifiuti), sede, marketing e comunicazione, consapevolezza ed educazione. LE ATTIVITÀ - “Se non sai da cosa partire, pianta un albero. Solo una persona ottimistica è in grado di farlo”. Queste le parole di Yvon Chouinard, patron di Patagonia. L’European Outdoor Forum condivide questo spirito green fin dalla prima edizione, quando gli organizzatori hanno sottoscritto un programma di gestione sostenibile per ridurre l’impatto dell’evento e non venir meno alle proprie responsabilità sociali. Il programma, seguito anche quest’anno e integralmente proposto sul sito dell’iniziativa, è stato definito e gestito da Azimut, un’agenzia eco-innovativa con sede ad Annecy. Queste azioni sono solo il primo passo verso la realizzazione di un evento al 100% sostenibile. Gli organizzatori hanno infatti intenzione di migliorare il loro impegno di anno in anno, anche tramite l’invio di questionari ai partecipanti che consentano di valutare l’effettivo impatto ambientale del forum e le eventuali soluzioni da integrare.


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1 – Roger Zeng

2 & 3 – Julia Hawkins & Edwin Koster

4 – Douglas Kent

5 – Walter Naeslund

6 – Mark Held

7 – Alex Striler

8 – Anne Laurent

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9 – Frank Hugelmeyer

I NOVE SEMINARI DELL’EOF Il discorso d’apertura tenuto da David Udberg e Jean-Luc Diard ha dato il via ai 9 seminari in programma. Interessanti i temi trattati ma ancor più rilevanti i dati resi noti dai relatori. Di seguito un breve riassunto di tutti gli appuntamenti.

proprio business. Le società devono dunque assicurare al pubblico la difesa dei diritti dei propri dipendenti e di quelli dei collaboratori.

4. LA GESTIONE DELLA CATENA DI DISTRIBUZIONE LA PIANIFICAZIONE PRIMA DI TUTTO

media per il proprio business. Le social communities dei new media sono infatti una gigantografia dei più ridotti gruppi di amici e alimentano il gossip. Naeslund ha così presentato un modello in grado di rendere il gossip un caposaldo delle campagne di marketing.

Douglas Kent, consigliere della catena di distribuzione

1. CINA, LA NUOVA FRONTIERA Roger Zeng, presidente e fondatore di CORA Il relatore ha fornito ai presenti una accurata overview del mercato outdoor cinese e dei 10 principali trend che i brand dovrebbero tenere in considerazione in caso di business in questo Paese. Roger ha anche spiegato come funziona il settore outdoor per retailer, brand e produttori. Tra i dati da lui resi noti spicca la crescita dell’economia dagli occhi a mandorla che si attesta al 9-10% annuo. L’outdoor sta addirittura crescendo del 30%, trainato da un forte aumento della middle class (nel 2010 ben 125 milioni di cinesi sul totale di 1,3 miliardi avevano una media o alta capacità di spesa).

2 & 3.RESPONSABILITÀ SOCIALE, MEGLIO AL SICURO CHE DISPIACIUTI Edwin Koster, ceo di Max Value, & Julia Hawkins di Ethical Trading Entrambi i relatori hanno trattato lo stesso tema ma da prospettive diverse. Hanno evidenziato l’importanza della responsabilità sociale in Europa così come in ogni altra parte del mondo. Per questo i marchi devono prestare attenzione non solo al prodotto ma anche alla moralità e alle persone con cui entrano in contatto per il

Kent ha spiegato come prevedere una riduzione di rischio nella catena di distribuzione. Per fare ciò ha presentato uno schema di un soggetto complesso che è stato in grado di attirare l’attenzione dei presenti in sala. La globalizzazione, la complessità del mercato moderno e l’outsourcing hanno incrementato il potenziale di disservizio nella catena di distribuzione. Da un punto di vista finanziario, poi, si è sempre meno tolleranti e al contrario sempre più attenti ai rischi che si possono correre e al conseguente potenziale impatto sulle operazioni di business. Il seminario ha esaminato le risposte di centinaia di aziende che hanno partecipato a una recente ricerca. Ha svelato inoltre i rischi delle principali aziende, il loro livello di esposizione e l’impatto che quest’ultima potrebbe avere sull’abilità della Cina e di tutti gli altri Paesi asiatici divenuti fornitori per il mercato europeo.

5. MODERNE STRATEGIE DI MARKETING: GOSSIP, CELEBRITÀ E L’ARTE DELLA SEDUZIONE Walter Naeslund, ceo di Honesty Stockholm Sweden Il relatore ha accompagnato i presenti in una divertente analisi su come sfruttare i social

6. IL PROFILO DELL’OUTDOOR IN EUROPA Mark Held, segretario generale dell’European Outdoor Group Per la prima volta l’EOG ha promosso una ricerca europea con il supporto di brand del settore operativi nel Vecchio Continente. L’obiettivo era quello di creare uno studio che potesse essere un punto di riferimento per le realtà outdoor. Held ha presentato i dati raccolti da questa prima ricerca europea sul settore, interpretandoli secondo la sua personale esperienza. Stando alla ricerca, l’Europa vive un buon momento nonostante le difficoltà economiche. L’outdoor nel nostro Continente risulta dunque essere una solida realtà in tutti i principali Paesi europei e il trend positivo è destinato a proseguire.

7. COME CATTURARE IL MERCATO GIOVANILE Alex Striler, consulente e autore di “X Play Nation” Il seminario ha analizzato quanto gli action sport hanno attirato i giovani consumatori e come la strategia di marketing dei brand di questo settore è stata adattata ai nuovi trend per attirare nuovi potenziali clienti anche verso sport più tradizionali. Un esempio del successo di questo nuovo approccio è rappre-

sentato dal freeski, che ha influenzato il mercato dello sci alpino.

8. PROPRIETÀ INDIVIDUALE, UNA SFIDA CRESCENTE Anne Laurent, general IP counsel Europe per Amer Sports La Laurent ha esaminato i problemi correlati alla proprietà intellettuale (IP). L’aumento di violazioni di queste proprietà ha un enorme impatto sul settore outdoor. I moderni metodi di comunicazione aumentano potenzialmente il rischio di importazione di materiale contraffatto dal Far East da parte di privati, retailer e organizzazioni criminali. In questo seminario sono state analizzate le ultime soluzioni adottate dai marchi per ridurre questo rischio. La Laurent ha anche presentato alcune iniziative poste in essere da svariate associazioni per aiutare il settore outdoor a combattere questo problema.

9. I TREND DEL MERCATO NORD AMERICANO Frank Hugelmeyer, presidente e ceo dell’OIA Durante la sua presentazione, il relatore ha fatto alzare in piedi i vari delegati per testare la loro conoscenza del mercato nord americano. Interessante notare come le affermazioni più corrette siano state fatte da Zhang Heng di Sanfo. Hugelmeyer ha poi reso noti i dati raccolti dall’OIA negli ultimi 12 mesi, dai quali è emerso che negli USA l’economia generale cresce del 2% circa ma l’outdoor lo fa addirittura 4 volte tanto. Metà degli americani pratica una o più attività all’aria aperta e anche i giovani sono sempre più coinvolti.


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Dall’1 al 2 ottobre al Climbing Stadium di Arco di Trento la decima edizione

Eventi

Rock Junior, piccoli climber crescono in fretta Gli atleti internazionali più talentuosi presenti agli European Youth Climbing Days. Suddivisi in 3 categorie, hanno affrontato gare di boulder, speed e lead. A cura di SIMONE BERTI

diale. In particolare nel boulder hanno brillato la slovena Janja Garnbert e l’austriaco Bernhard Krenmayr nella categoria A, la slovena Lana Skusek e l’azzurro Filip Schenk nella B, l’ungherese Blanka Rubint e lo svizzero Tim Bucher nella C. Bernhard Krenmayr e Tim Bucher hanno poi fatto il “bis di primi” anche nella gara di speed delle rispettive categorie, conquistata anche dall’austriaca Franziska Sterrer (cat. A), dal bulgaro Petar Ivanov e dalla slovena Alja Zalar (cat. B), oltre che dall’italiana Anna Aldè (cat. C). Nel complesso, in questa prima giornata di gare i piccoli atleti italiani si sono dati molto da fare, riuscendo a centrare ben 14 piazzamenti sul podio.

La bellezza di 562 giovani e rampanti climbers ha letteralmente invaso la decima edizione del Rock Junior, evento noto anche come European Youth Climbing Days e valido per l’assegnazione dell’Under 14 Cup. Le centinaia di talenti in erba dell’arrampicata, provenienti da 20 differenti nazioni, si sono così sfidate l’1 e 2 ottobre all’interno del Climbing Stadium di Arco, il medesimo dove si sono svolti i mondiali IFSC, in gare di boulder, lead e speed. Adam Ondra, David Lama, Angela Eiter, Johanna Ernst, tutti climbers di fama mondiale, hanno iniziato la propria esperienza sportiva in quel di Arco, e con tutta probabilità i loro eredi sono saliti in parete proprio a inizio ottobre nella stessa cornice del Rock Junior. L’anno scorso la vittoria dell’Under 14 Cup era andata all’austriaco Christopher Stelzmueller e alla serba Stasa Gejo nella categoria A, agli sloveni Luka Drolc e Janja Garnbret nella categoria B, a Joe Goodacre (USA) e Celina Schoibl (AUT) tra i giovanissimi della C. Un bronzo (Sigmund Moritz cat. B) e due argenti (Giorgio Bendazzoli cat. B, Tito Traversa cat. C) sono invece stati conquistati dai piccoli atleti nostrani, ma bisogna anticipare che l’edizione 2011 è andata molto meglio per i colori italici. Il Rock Junior 2011, organizzato dall’associazione Rock Master, ha potuto usufruire del supporto della società Arco Climbing, del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, del Centro Addestramento della Polizia di Moena e degli Accompagnatori di alpinismo giovanile della SAT.

esempio proponevano un mix di gare d’abilità dedicati ai piccoli climbers di tutti i livelli e ai loro familiari. Nel primo i bambini e i ragazzi, suddivisi in 5 categorie (A, B, C, D, più quella Atleti per i partecipanti alla Coppa Under 14), hanno dato vita insieme a mamme e papà a una staffetta a coppie (tra i partecipanti anche il presidente IFSC Marco Scolaris insieme alla figlia Ilaria), mentre il Kid’s Rock presentava un approccio diverso e più giocoso al mondo dell’arrampicata attraverso una serie di gare di abilità (arrampicata bendati, senza mani, boulder) e velocità. Infine, l’ultimo giorno ha visto numerosi piccoli climbers partecipare al Cuccagna Climbing, un albero della cuccagna in versione arrampicata. Inoltre, durante le varie competizioni, alcuni blocchi erano stati allestiti a fianco delle aree di gara, una sorta di sportcamp tutto gioco e divertimento aperto a tutti.

GARE E ALTRO I ragazzi in competizione erano divisi per categorie a seconda dell’età: la categoria A riguardava i nati nel 1998 e 1999, la B quelli nel 2000 e 2001 e infine la C i più piccoli, classe 2002, 2003 e 2004. I climbers si sono dovuti cimentare lungo le due giornate in sei problemi boulder, una prova unica di velocità e due manche per il lead. Al termine di tutte le competizioni è stata stilata una speciale classifica combinata finale, che ha decretato i nuovi campioncini internazionali di arrampicata. Le gare agonistiche non sono state però le uniche protagoniste del Rock Junior, perché numerosi eventi collaterali sono stati organizzati durante i due giorni ai piccoli climber e alle loro famiglie. I Family Rock e Kid’s Rock ad

PRIMO GIORNO, BOULDER E SPEED Oltre 200 atleti sono saliti nella giornata di sabato sulle pareti del Climbing Stadium pronti ad affrontare le prove speed e boulder valide per l’Under 14 Cup. Nel parterre erano presenti numerose celebrità del climbing nazionale, a partire dall’azzurra dello speed Sara Morandi, che ha svolto alla perfezione il ruolo di madrina delle competizioni speed. A fare il tifo per la nuova generazione di climbers c’erano gli atleti Martino Ischia e Sara Avoscan, oltre al presidente IFSC Marco Scolaris. Fin dalle prime prove i ragazzi hanno mostrato grandi abilità, destrezza e forza, mettendo in luce un talento che in alcuni di loro esploderà certamente nel corso degli anni, portando alla luce nuove stelle nel panorama mon-

ULTIMO GIORNO, LA COPPA UNDER 14 La seconda e conclusiva giornata del Rock Junior è stata una vera e grande festa. Il rosso delle quasi 600 magliette indossate dai partecipanti dominava il Climbing Stadium. L’evento clou è stata la prova lead, che ha permesso di completare definitivamente la classifica combinata finale. Ed è stata una sorta di rivincita italiana rispetto al recente digiuno dei Mondiali. In primis è da segnalare il bel 1° posto della giovane Alice Gianelli, dodicenne di Ravenna in gara nella cat. A, che ha sbaragliato le altre concorrenti grazie alla vittoria nel lead conseguente a due ottimi secondi posti nelle prove boulder e speed. Sempre per quanto riguarda la cat. A, è stato l’astro nascente austriaco Bernhard Krenmayr a conquistare il primo posto. Scendendo di una

categoria, e quindi di qualche anno di età, ritroviamo sventolare le bandiere tricolori grazie al 1° posto dell’altoatesino Filip Schenk, già 2° nel 2009. Filip ha sempre ottenuto il podio durante la manifestazione, con l’argento nello speed e l’oro nelle altre due prove. Quarta e quinta piazza per gli italiani Sigmund Moritz e Tito Claudio Traversa. Nella B femminile invece nulla ha potuta la nostra Giorgia Tesio, che si è dovuta arrendere al talento della slovena Lana Skusec. La categoria dei più piccoli, la C, ha visto il dominio dell’ungherese Blanka Rubint e dello svizzero Tim Bucher, l’unico climber ad aver vinto tutte e tre le prove. Un ottimo argento è stato ottenuto da Anna Aldè, mentre Jacopo Stefani e Alessandro Eitel Pucci Manildo nulla hanno potuto contro il fenomeno svizzero, piazzandosi secondo e terzo. “Chiunque sia passato per Arco e per lo stadio ha potuto vedere di persona la grande festa del Rock Junior, e constatare quanto il Mondiale e, in generale, l’arrampicata abbiano portato alla nostra città, in termini di presenze turistiche e immagine. Il bilancio non può che essere positivo, per il Rock Junior abbiamo avuto un boom di 600 partecipanti e questo è un dato che parla da solo”, ha commentato a fine giornata Albino Marchi, presidente del comitato organizzatore dei Campionati del Mondo Arco 2011 e membro del comitato organizzatore del Rock Junior, ovvero l’associazione sportiva Rock Master.

CLASSIFICA COMBINATA FINALE UNDER 14 CUP CATEGORIA A 1) Krenmayr Bernhard (AUT) 2) Carnati Stefano (ITA) 3) Sharkov Todor (BUL) 1) Gianelli Alice (ITA) 2) Garnbert Janja (SLO) 3) Sterrer Franziska (AUT)

CATEGORIA B 1) Schenk Filip (ITA) 2) Bogolin Maks (SLO) 3) Ivanov Petar (BUL) 4) Moritz Sigmund (ITA) 5) Traversa Tito Claudio (ITA)

Alice Gianelli

1) Skusek Lana (SLO) 2) Tesio Giorgia (ITA) 3) Zalar Alja (SLO) 4) Rogora Laura (ITA)

CATEGORIA C 1) Bucher Tim (SUI) 2) Stefani Jacopo (ITA) 3) Pucci Manildo Alessandro Eitel (ITA) 1) Rubint Blanka (HUN) 2) Aldè Anna (ITA) 3) Waltz Helena (GER) 4) Randi Giulia (ITA)

Filip Schenk


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International Mountain Summit, la terza edizione in scena dal 21 al 30 ottobre

Reportage

L’IMS cresce e cammina verso la retta via Numeri in aumento per il festival di Bressanone, tra novità e conferme. Molto ben riuscite alcune sezioni, ulteriormente migliorabili altri aspetti. Dalla nostra inviata a Bressanone MONIca vIgaNò Alla sua terza edizione l’IMS era certamente chiamato a una prova di maturità, dopo due anni nei quali la manifestazione aveva dimostrato certamente spunti positivi ma al contempo alcune zone d’ombra. Come ad esempio il fatto di aver coinvolto inizialmente un pubblico troppo ristretto e locale, nonostante le grandi risorse economiche a disposizione. Siamo stati in prima persona a Bressanone per verificare se siano stati fatti passi avanti e dobbiamo dire che l’IMS sembra finalmente avviato sulla retta via, anche se può ulteriormente migliorare coinvolgendo maggiormente le masse di appassionati e non. Tra gli aspetti più positivi il coinvolgimento dei grandi nomi dell’alpinismo mondiale e le iniziative come gli IMS Walk, i cui biglietti sono andati letteralmente a ruba ben prima dell’inaugurazione, o gli Arc’teryx Climbing Days, novità assoluta all’IMS 2011. Due sotto-eventi che hanno offerto l’opportunità ai partecipanti di testare prodotti e materiali per trekking e climbing, dagli imbrachi Arc’teryx alle calzature Aku. In ogni caso, alla fine della manifestazione, sono stati registrati 12.000 visitatori totali (di cui 1.200 dall’estero), 2.000 in più del 2010: scalatori, slackliner, alpinisti, esperti di settore, scienziati, associazioni alpine e amanti della montagna, che si sono presentati a Bressanone, dal 21 al 30 ottobre, per partecipare a questa kermesse di respiro internazionale.

Alex Ploner durante la conferenza d’apertura.

I NUMERI DEL 2011 - Talk, Discussion, Media, Congress, Walk, Arc’teryx Climbing Days, Slackline, Film e AVS Boulder Festival. Un mare di attività e momenti d’incontro, dislocati in diversi spazi di Bressanone: dalla Piazza Duomo, dove 2.700 persone si sono entusiasmate per la seconda finale dei Mondiali di Slackline, alla palestra di pallamano, luogo deputato all’AVS Boulder Festival cui ha assistito un pubblico di 2.900 appassionati. Ma è stato il Forum di Bressanone a raccogliere il numero maggiore di visitatori, 6.300, tutti accorsi al ricchissimo programma di congressi, incontri e discussione. Fra i media invece sono stati accreditati 118 giornalisti, provenienti da 9 paesi differenti. FORUM - Tra i diversi eventi di spicco del Mountain Summit vi sono stati certamente gli IMS Talk, dove alcuni fra i migliori alpinisti e climber del mondo hanno avuto l’occasione di

raccontarsi e raccontare della loro passione. Il palco del Forum ha così ospitato ben 12 fra i migliori atleti e climber della scena mondiale: Chris Sharma e Stefan Glowacz il 22/10, Ines Papert e Josune Bereziartu il 23, Roger Schäli e Simon Gietl il 24, Marko Prezelj il 25, Thoomas Heber il 26, Beat Kammerlander il 27, Dean Potter il 28 e, a gran chiusura, Adam Ondra e Alexander Huber il 29. Una parata di personaggi eccezionali, coinvolgenti, che hanno permesso al pubblico di guardare da più prospettive alle molteplici sfaccettature del mondo della

Un momento della discussione “Quando l’alpinismo fa spettacolo”. In evidenza Reinhold Messner, Stephan Glowacz, Adam Ondra e David Lama.

montagna. Oltre al format dei Talk vi sono stati diversi altri momenti di spicco, a partire dalla discussione inaugurale del 21 ottobre “Tragedie di montagna”, che ha mostrato l’altra faccia dell’alpinismo, ossia quella tragica degli incidenti mortali, e dal congresso “Arrampicata e salute”. Al centro della discussione “Spiritualità e montagna”, di domenica 23 ottobre, c’era invece l’eterna forza d’attrazione esercitata dalle montagne sull’uomo e sulla sua spiritualità. Venerdì 28 è stato particolarmente pieno, con il congresso “Sport e bosco quali limiti?” che ha trat-

Chris Sharma e Beat Kammerlander tra i protagonisti agli IMS Talk.

IMS WALK E ARC’TERYX CLIMBING DAYS Ovviamente i Talk non sono stati gli unici momenti in cui poter godere della presenza di tali celebrità della montagna. Per gli IMS Walk, ad esempio, sono state organizzate 6 escursioni nei dintorni di Bressanone guidate da Reinhold Messner, Dean Potter, Adam Ondra, Beat Kammerlander, Stefan Glowacz, Josune Bereziartu, Roger Schäli, Simon Gietl, Marko Prezelj, Thomas e Alexander Huber, che hanno registrato il tutto esaurito. “La domanda per i biglietti è stata, anche quest’anno, molto grande e tutti i Walk erano ben occupati; ciò ci rende molto felici”, hanno commentato gli organizzatori dell’IMS Markus Gaiser e Alex Ploner. Le attività Walk hanno potuto godere dell’importante supporto di Gore e Aku. Quest’ultima in particolare ha offerto l’opportunità ai partecipanti alle escursioni di testare alcuni modelli dotati di membrana Gore-Tex: Cresta GTX, La Stria GTX e Arriba GTX. “Quest’anno abbiamo voluto contribuire agli IMS Walk proprio perché incarnano la nostra idea di scoprire in prima persona la montagna, stimolando il confronto con gli esperti e testando sul campo le calzature Aku e siamo molto felici dei positivi riscontri che abbiamo ottenuto”, ha commentato Vittorio Forato, marketing manager di Aku. Un’altra occasione di condivisione con gli atleti è stata offerta dagli Arc’teryx Climbing Days, sabato 22 e domenica 23 ottobre. Atleti del calibro di Ines Papert, Josune Bereziartu (in basso a destra), Rikar Otegui, Jvan Tresch, Michi Tresch e Toni Lamprecht si sono prodigati nel regalare consigli a tutti i partecipanti, che hanno anche potuto testare imbraghi e abbigliamento firmati Arc’teryx.

tato il rapporto tra sport outdoor, ecologia ed economia del bosco, e con quello che forse è stato l’evento più importante del Forum: la discussione “Quando l’alpinismo fa spettacolo”. tra i protagonisti Reinhold Messner, Stephan Glowacz, Adam Ondra, David Lama, oltre a giornalisti, fotografi e rappresentanti dell’industria. NON SOLO FORUM - In realtà l’intera città di Bressanone è stata invasa dall’atmosfera di montagna durante tutto il Summit. La Piazza del Duomo ha mostrato la sua faccia più versatile,

trasformandosi in un suggestivo cinema all’aperto per l’IMS Film, facendo da palcoscenico alla seconda edizione dei Mondiali di Slackline, che hanno visto il trionfo dell’americano Michael Payton, oltre che da spazio espositivo per la mostra fotografica del Photo Contest 2011 by KIKU. Nella palestra di pallamano di Bressanone Sud sono andati in scena l’AVS-Boulder Festival e l’IMS Cup 11, vinta da Adam Ondra e Anna Stöhr. Due appuntamenti imperdibili per tutti gli amanti del boulder. TITOLI DI CODA - Durante la conferenza conclusiva dell’IMS, Albert Pürgstaller, sindaco di Bressanone, ha voluto evidenziare il valore che la manifestazione ha assunto per la città di Bressanone: “L’International Mountain Summit rappresenta un valore aggiunto non solo per gli ospiti di Bressanone, ma anche per i suoi cittadini. Un valore espresso in contenuti e ospiti richiamati in città, ma soprattutto in introiti riversati sull’economia locale”. Alle belle parole del sindaco si è voluto aggiungere anche Markus Huber, presidente dell’Associazione Turistica di Bressanone, che ha dichiarato: “Dal punto di vista del turismo, l’IMS ha un valore impagabile, in quanto trasporta il marchio di Bressanone in modo positivo e sostenibile in tutto il mondo. Vorrei, per questo, fare i miei complimenti ai responsabili della politica e agli organizzatori dell’evento. L’Associazione turistica e l’intera economia turistica sostengono al 100% l’IMS”. Soddisfazione è stata espressa anche da Gislar Sulzenbacher, rappresentante legale del Südtiroler Alpenverein: “Siamo molto lieti di poter fare da padroni di casa e invitare le associazioni alpine da tutto il mondo, come anche tutti gli appassionati della montagna. L’AVS-Boulder Festival ha avuto grande successo, come anche il congresso Arrampicata e salute, durante il quale si è discusso sull’evoluzione e il futuro dell’arrampicata; sono emerse tesi che promettono futuri dibattiti, come ad esempio il tema dell’arrampicata connesso agli handicap”.


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Dal 22 al 28 agosto la nona edizione, particolarmente selettiva, con oltre la metà dei ritiri su 2.500 atleti

Reportage

Dietro le quinte dell’UTMB 2011 con Vibram Un team di 10 persone ha ripreso notte e giorno gli atleti Vibram. Una splendida esperienza che ha portato alla realizzazione di un intenso video. Dal nostro inviato a Chamonix BENEDETTO SIRONI

km – 5.100 mt di dislivello positivo) piazzandosi oltretutto in ottima posizione.

Della The North face Ultra Trail du Mont Blanc 2011 sapete ormai tutto. Sono passati quasi 3 mesi dalla gara e i vari media, specializzati e non, hanno ampiamente vivisezionato l’evento con dovizia di particolari e considerazioni annesse, a partire dalla terza vittoria consecutiva di Kilian Jornet (2008, 2009 e 2011, nel 2010 la gara è stata sospesa a causa del maltempo). Il motivo per cui noi ne parliamo solo adesso è la diversa chiave di lettura che vogliamo offrirvi, visto che quest’anno l’UTMB l’abbiamo vissuta in prima persona sotto un’angolatura particolare, molto intensa ed emozionante (per un riassunto telegrafico della gara vedi il box a destra).

DIETRO LA TELECAMERA - Al fine di documentare al meglio questa straordinaria esperienza, ogni atleta Vibram è stato seguito nel corso della gara dalle telecamere di Sportmaker, azienda milanese specializzata in servizi per le aziende tra i quali proprio la produzione video. La troupe di Sportmaker aveva già realizzato il video di presentazione del team Vibram e per l’UTMB si è fatta letteralmente “in quattro”: ossia ha seguito notte e giorno la gara con ben 10 persone suddivise in quattro team, uno per la logistica e tre dedicati unicamente alle riprese video, al fine di poter documentare i passaggi di tutti e quattro gli atleti in svariate posizioni del percorso. Il tutto con il supporto di Ferrino (che ha fornito il materiale), sotto la supervisione tecnica di Alessandro Beltrame (esperto operatore con svariate esperienze tra documentari e outdoor in qualsiasi condizione e frangente) e la precisa regia di Luca Santini (vero e proprio guru della logistica e general manager di Map srl, società italiana di formazione aziendale specializzata in outdoor training).

IL TEAM VIBRAM - Breve premessa: come vi avevamo annunciato sul numero 9 di Outdoor Magazine, Vibram - già sponsor ufficiale dell’evento negli ultimi quattro anni - ha deciso di partecipare all’UTMB 2011 con un proprio team. Partendo da 150 candidature provenienti da 12 nazioni sono stati selezionati 5 atleti che potessero rappresentare al meglio lo spirito del brand e che rispondessero al claim “Ordinary people being extraordinary”, ovvero persone “normali” in grado di compiere imprese eccezionali (sottointeso, grazie anche al brand dell’ottagono giallo, visto che hanno utilizzato modelli Lafuma, Saucony, Hi-Tec e New Balance con suola Vibram). È nato così il Team Vibram UTMB, con due atleti italiani, uno svizzero e due francesi, in grado di rappresentare tutti e tre i paesi attraversati. Nella pagina a fianco trovate le interviste ai 4 atleti (il quinto, lo svizzero Candide Gabioud, non ha potuto partecipare causa infortunio). Menzione a parte merita Jerome Bernard, responsabile marketing Vibram, che non ha partecipato all’UTMB ma ha dato ottima prova di sé nell’altrettanto impegnativa CCC (92

DUE GIORNI INTENSI - Abbiamo avuto il piacere di unirci al team Sportmaker e di vivere quindi sul campo l’evolversi della gara. Innanzitutto le condizioni meteo quest’anno sono state davvero impegnative per gli atleti. Pioggia battente, neve in quota e basse temperature hanno costretto gli organizzatori a posticipare la partenza alle 23.30 (anziché alle 18.30) e a modificare il percorso (169 km al posto di 166 km). Tutto ciò ha reso l’edizione 2011 la più sfiancante della storia dell’UTMB, come testimonia anche l’elevato numero di abbandoni (circa la metà). Seguire dal vivo molte fasi della gara, accogliere gli atleti esausti e affamati ai ristori, scorgere nei loro occhi le più variegate e intense emozioni. E ancora: aspettarli in cima a un colle dopo un’interminabile salita di 1.000 metri di dislivello alla luce di una lampada frontale o incrociare il loro sguardo perso tra la voglia di abbandonare e l’incrollabile volontà di arrivare fino alla fine per sé, per la propria famiglia, per tutti coloro che li hanno sostenuti. Un viaggio verso i confini dei propri limiti, tante scene di un unico film che le telecamere di Sportmaker hanno cercato di immortalare in un epico ma quanto mai umano racconto corale.

Foto davanti allo stand Vibram per alcuni atleti e staff aziendale.

Una delle frasi del video Vibram: “Start Factor - Tensioni, speranze, paure, certezze. Il sapore dolce-amaro dell’inquietudine. Riesco quasi a sentirli: centinaia di cuori palpitanti d’attesa, migliaia di battiti sempre più forti. Come granelli di questa umana, immensa clessidra, scandiamo l’attesa della partenza”.

UTMB 2011 IN PILLOLE 169 km dell’edizione 2011 9.700 mt di dislivello positivo in semi-autonomia 46 ore massime per finire la gara 2.554 iscritti 2.369 i concorrenti sulla linea di partenza 186 donne (7,85%) 1.133 finishers (il 47,83% contro il 60,5% nel 2009) tra cui 72 donne 1.237 numero di abbandoni (52,25%) 1.700 volontari 3 paesi attraversati (Francia, Svizzera, Italia) 15 comuni attraversati 71 ghiacciai lungo il percorso 400 vette attorno al percorso 33 punti ristoro 5.500 sacchi da gestire 48 punti di controllo 100 personale medico (30 medici, 70 infermieri) LA FORZA DEL TEAM - Al di là dei risultati raggiunti, comunque ottimi (vedi interviste a fianco), l’esperienza del team Vibram è stata anche l’occasione per un coinvolgimento di parte dello staff aziendale. Oltre a essere presenti con uno stand nel villaggio espositivo di Chamonix, come tutti gli altri sponsor, Vibram ha infatti messo in campo un secondo team composto da alcuni dei suoi dipendenti e collaboratori, chiamati a seguire e assistere gli atleti lungo il percorso. Tra i quali Nicola Faccinetto (team coordinator), Corrado Giambalvo (maratoneta e membro del Vibram FiveFingers Test Team), Annalaura Gatto (marketing) e il già citato Jerome Bernard. Perfino l’amministratore delegato Adriano Zuccala ha dato prova del suo “attaccamento alla maglia” nonché della sua ottima forma fisica correndo per alcuni tratti del percorso con i vari atleti... BUONA VISIONE - Questa bellissima esperienza ha dato vita a “The Extraordinary Story”, filmdocumentario di 40 minuti dedicato appunto al team Vibram ma anche all’UTMB in generale, con tutto il suo incredibile bagaglio di emozioni. Ci piace per questo chiudere proprio citando un’altra delle frasi racchiuse in questo film, oltre a quella che trovate sotto la foto in apertura:

150 punti soccorso 48.000 TUC 20.000 barrette ai cereali 7.500 banane 400 kg di salame 2.600 kg di formaggio 8.500 litri di minestra 10.000 litri di Coca-Cola 4.800 lattine di birra 96 ore d’animazione Podio femminile: 25h02m00s Elisabeth Hawker (GB) 27h55m34s Néré Martinez Urruzola (ESP) 28h30m28s Darcy Piceu Africa (USA) Podio maschile: 20h36m43s Kilian Jornet Burgada (ESP) 20h45m30s Iker Karrera Aranburu (ESP) 20h55m41s Sébastien Chaigneau (FR) “Nature factor - Sentire il caldo abbraccio dell’infinito, condividere gli umori della terra. Natura. in queste cangianti distese, tra spazi lucenti e incontaminati, ritrovo te, materna compagna di viaggio. Un’ombra minuscola mi corre a fianco, tra cime imponenti e maestose. Ripenso alle parole di Walter Bonatti. Come un instancabile esploratore, proteso verso nuove sfide, sconfinati orizzonti. Ma la più grande avventura è sempre dentro noi stessi”. Il film Vibram realizzato da Sportmaker sarà distribuito tramite DVD attraverso molteplici canali. È candidato inoltre a partecipare ad alcuni tra i più importanti festival di cinema e montagna in Italia e a livello internazionale. Un riassunto del filmato è stato inserito nel DVD ufficiale dell’UTMB. In attesa di una visione completa potete gustarvi il trailer inquadrando il codice QR o visitando il nostro sito nella sezione video (www.outdoormag.it) Foto: Ettore Cavalli - www.sportmaker.it

Il campo base del team Sportmaker, autore delle riprese del video Vibram. A destra il team Sportmaker al completo.


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ORDINARY PEOPLE BEING EXTRAORDINARY – LE INTERVISTE DEGLI ATLETI VIBRAM CHE HANNO PARTECIPATO ALL’UTMB 2011 JEROME BERNARD: “ALL’ARRIVO MI SENTIVO DI VOLARE!” Jerome Bernard, direttore marketing di Vibram, è sceso in campo all’UltraTrail du Mont-Blanc gareggiando nella CCC, maratona di 93 km e 5.300 mt di dislivello. Passione e costanza alla base di un risultato sorprendente. Hai chiuso 292° alla CCC, un ottimo piazzamento per un atleta neofita. In cosa ti ha aiutato sentirti una “ordinary person” e cosa c’è di “extraordinary” nella tua esperienza all’UltraTrail du Mont-Blanc? Ho partecipato alla CCC con molta umiltà e con mille riserve. Avevo due obiettivi: quello dichiarato di terminare la gara e quello “nascosto” di provare a tagliare il traguardo in un massimo di 20 ore. Ed è stato davvero straordinario riuscirci in 16 ore! Come ha inciso sulla tua prestazione il doppio ruolo di atleta sul campo e direttore marketing Vibram? Vibram è un marchio così forte da comportare un grosso carico di aspettative nel momento in cui decidi di gareggiare con i suoi colori. Questo ha significato per me una sorta di pressione durante tutta la corsa. Ma il rovescio della medaglia è stata la forte carica e la spinta ad andare avanti derivate dal vedere gli spettatori associare immediatamente il mio nome a quello di un brand così prestigioso. Vivere la gara anche da atleta mi ha permesso inoltre di guardare l’intero evento UTMB da una prospettiva diversa, un punto di vista privilegiato che ti fa scoprire quanto lavoro c’è dietro al “palcoscenico” di ogni singola gara in programma. Cosa ti ha spinto a non mollare fino al traguardo finale? Una grande motivazione legata a un

anno intero di sacrifici e allenamenti. La CCC era un obiettivo personale, una sfida con me stesso. Ora posso dire che è stata una fatica ben spesa, visto che sono riuscito a percorrere di corsa tutti i tratti in piano e in discesa, e a mantenere un ritmo quasi invariato a partire dal 20 km di gara. Qual è il ricordo più bello che conservi di tutta la gara? Gli ultimi 7 km prima dell’arrivo. Li ho vissuti con uno stato di grazia che non provavo da tantissimo tempo. Le gambe andavano bene, avevo l’impressione di volare, un’emozione davvero indimenticabile! Anche tu, come Marco Zanchi, gareggiavi con le Saucony Xodus 2.0, con suola Vibram Xodus. Qual è il tuo giudizio su questa calzatura? Questa scarpa, così come tutti i prodotti Saucony, ha la corsa nel suo dna. È comoda e precisa, con una suola perfettamente in grado di assicurare grip e tenuta in tutte le condizioni, anche sul bagnato. Con tutta la pioggia che abbiamo preso, posso garantire che la performance della suola è stata incredibile. Se indossi Saucony Xodus 2.0, praticamente ti dimentichi di averla al piede e questo credo sia il complimento più grande che si possa fare a una scarpa. In realtà l’intero equipaggiamento di gara, compresi gli articoli forniti dai nostri partner tecnici (Petzl, Montura, Camelbak, Julbo), si è dimostrato all’altezza delle aspettative riposte. Possiamo allora tradurre il tuo entusiasmo in una promessa di partecipazione alla prossima edizione? Ogni sfida che si rispetti, come la CCC, ha bisogno di tempi e valutazioni. Staremo a vedere.

RAPHAËL BODIGUEL: “PARTIRE È GIÀ LA PRIMA CONQUISTA” Francese di 39 anni, è un impiegato dotato di grande motivazione e forte potenziale. Definisce l’UTMB, che ha chiuso al 101° posto in 33h13m26s, “la corsa la più prestigiosa al mondo”. Sei passato dal 52° posto alla CCC del 2010 al 101° dell’UTMB nel 2011. Un importante passo avanti, no? Certamente. Aggiungerei anche il 72° posto all’Argentière, ma lì ho perso terreno perché sono rimasto sulla strada e alla fine i piedi hanno cominciato a farmi molto male. Sono arrivato al traguardo camminando. Quali sono le differenze tra la CCC e l’UTMB in termini di performance e di emozioni vissute? Dal punto di vista emotivo, le due gare sono identiche. In entrambi i casi mi sono ritrovato ad attraversare territori sconosciuti come all’interno di una vera avventura. In termini di performance, ero più preparato per l’UTMB. Conoscevo una parte del percorso grazie alla precedente esperienza della CCC e al lavoro di ricognizione fatto a luglio col Team Vibram. Mi ero anche allenato molto di più, sia in termini di distanze coperte che di intensità. Nessun aspetto della gara doveva essere lasciato all’improvvisazione, dalla gestione del cibo ai tempi di permanenza nelle stazioni di ristoro. Qual è il più bel ricordo che ti sei portato dietro dall’UTMB? Di sicuro la partenza, perché ero ansioso di iniziare la gara. Già solo cominciare è stata una vittoria. E il sorgere del

sole dietro l’innevata Croix du Bonhomme è stato magnifico! Il passo del monte Seign con la neve e le raffiche di vento non sono stati così piacevoli, ma hanno permesso ai partecipanti di dimostrare la loro determinazione a finire la gara nonostante le avversità climatiche. Il sostegno del Vibram Tester Team ti ha aiutato? Non credevo che avrei avuto assistenza durante la gara, quindi la presenza del team Vibram è stata una vera sorpresa. Nonostante la mia “timida” partenza, erano sempre lì ad aspettarmi nelle stazioni di ristoro per incoraggiarmi e assistermi. Anche grazie a loro, tagliare il traguardo non è stato poi così duro. Hai corso l’UTMB con scarpe Saucony Xodus 2.0, con suola Vibram Xodus. Qual è il tuo giudizio su queste calzature dopo una gara così faticosa? Hanno un grip davvero eccezionale e, nonostante il look non particolarmente accattivante, una volta indossate sono leggere e dinamiche. Il sistema di supporto, con i rinforzi gialli che dalla scarpa arrivano alle stringhe, assicura un’eccezionale stabilità in discesa. Parteciperai all’edizione 2012 dell’UTMB? C’è sempre qualcosa da imparare in una gara così faticosa. Ora so dove bisogna migliorare. Quindi sì, sarò disponibile per la prossima edizione. La parte più dura sarà il sorteggio di gennaio 2012.

GIUSEPPE MARAZZI: “L’UTMB PER ESPLORARE I PROPRI LIMITI” Dopo l’interruzione forzata dell’edizione 2010, Beppe Marazzi questa volta è arrivato fino al traguardo finale dell’UTMB. Ecco la sua cartolina dal MonteBianco. Arrivare 49° all’UTMB a tre anni dall’ingresso ufficiale nel circuito del trail running è davvero un ottimo risultato. Cosa ti ha aiutato in questa impresa personale? Di sicuro ha giocato un ruolo fondamentale mantenere la testa sulle spalle e conservare sempre un certo equilibrio. Perdere il controllo nei tanti momenti di abbattimento avrebbe di sicuro pregiudicato l’esito della gara. Ho chiuso con un tempo di 30h17m51s. L’anno scorso hai vissuto solo l’esperienza della partenza a causa dell’interruzione forzata della gara dovuta al maltempo. Come hai vissuto questa seconda partecipazione all’UTMB? Per certi versi come una continuazione della precedente. Le condizioni del tempo alla partenza erano molto simili a quelle dell’anno scorso e temevo una nuova interruzione. Poi tutto è migliorato e ho potuto finalmente vivere le emozioni della corsa fino alla fine. Cosa ti ha colpito di più della gara? Di sicuro il tratto che va dal 30° km (più o meno

dove l’anno scorso c’era stata l’interruzione) fino a Courmayeur. Paesaggi mozzafiato e sconosciuti che ho attraversato con il morale alto e il fisico riposato. Dovendo racchiudere l’esperienza dell’UTMB in una massima, direi che questa gara ti aiuta a esplorare i tuoi limiti per capire fin dove puoi spingerti col corpo e con la mente, e come sia possibile sfruttare in fondo tutte le tue capacità e abilità. È stato importante il supporto dei tuoi sostenitori? Direi fondamentale. Soprattutto nei momenti di crisi e di scoraggiamento, la differenza la faceva la grossa spinta morale dei ragazzi del Vibram Tester Team e dell’intera troupe che ci seguiva. Sapere che c’è un fotografo che resta sveglio di notte nel bosco per scattarti una foto ti aiuta ad andare avanti perché sai che qualcuno ti sta aspettando e che è lì per valorizzare la tua impresa. Hai gareggiato con scarpe Lafuma Speed Trail con suola Vibram Vitesse. Un tuo parere su queste calzature? Sono perfette per grip, leggerezza e traspirazione. Assicurano tenuta e perfomance anche nelle condizioni di maggiore disagio, come nella corsa sulla roccia e sul fango. Pronto a partire per l’UTMB 2012? È davvero un grande impegno, ma direi di sì.

JOHAN SÉRAZIN: “L’IMPORTANZA DELL’UMILTÀ CONTRO LE AVVERSITÀ” Francese di 41 anni, lavora nella logistica. Corridore di lunga esperienza, atleta di triathlon dal 1987 al 1995, ha partecipato all’UTMB nel 2006 classificandosi 12°. La tua precedente partecipazione all’UTMB, nel 2006, è stata un vero successo e si è conclusa con un 12° posto. Sfortunatamente quest’anno hai dovuto abbandonare la gara al 50° km. Cosa è successo? Non ero al massimo della mia condizione fisica. Il meglio della mia stagione è stato molto tempo prima dell’UTMB. Dopo un ottimo periodo tra maggio e luglio, c’è stato un lento declino che mi ricorda di essere un uomo e non una macchina. Qual è l’esperienza più entusiasmante che questo tipo di gara regala a un atleta, anche quando non arriva a tagliare il traguardo? L’emozione della partenza. Dopo mesi di preparazione, il momento finalmente arriva e ti sale l’adrenalina insieme alla paura. È necessario conservare una buona dose di umiltà per confrontarsi con l’oscurità della

notte, le avversità del tempo e la fatica fisica. In che modo il Vibram Tester Team ti ha aiutato durante la gara? È importante sapere che condividerai le emozioni della gara con altre persone, con il Vibram Tester Team, con la famiglia, con gli amici. Questo mi incoraggiava e mi dava la giusta motivazione per andare avanti. Hai usato le scarpe Lafuma Speed Trail con suola Vibram Vitesse. Qual è il tuo giudizio su questa calzatura dopo una gara così faticosa? Amo queste scarpe per la loro leggerezza, flessibilità e dinamicità. In più, il loro grip è davvero eccezionale. Quando il terreno si fa difficile e le condizioni climatiche critiche, le suole Vibram mi danno sicurezza e questo è un fattore fondamentale. Sfiderai di nuovo il Monte Bianco partecipando all’edizione 2012 dell’UTMB? Non sono così sicuro per il 2012, ma di certo un giorno tornerò perché non sopporterei di legare il mio ultimo ricordo della gara a un ritiro.

MARCO ZANCHI: “ASPETTATEMI AL PROSSIMO CHECK-POINT!” Emozioni e ricordi dalla gara. Marco Zanchi quest’anno ha partecipato per la prima volta all’UTMB e questo, come lui stesso ha dichiarato, “è un sogno che si concretizza”. Giunto 32°, ci racconta la sua impresa. Arrivare 32° alla gara regina del trail running è davvero un’esperienza “extraordinary” per un atleta che ha cominciato a correre in montagna “solo” dal 2002. Cosa ti ha aiutato a raggiungere un tale risultato? La mia fortuna è stata avere dei maestri di prim’ordine, atleti di prestigio nazionale che mi hanno accompagnato negli allenamenti durante tutti questi anni. La forza di volontà e la costante voglia di migliorare hanno fatto il resto. Sono arrivato primo tra gli atleti italiani iscritti, con un tempo di 28h37m14s. Qual è lo spirito con cui hai affrontato l’UTMB? Mi ritengo una “ordinary person”, non un grande atleta. Non sognavo di arrivare primo ma di raggiungere un obiettivo personale, quello di terminare la gara. Le incognite da affrontare sono state davvero tante: il freddo, il buio, la pioggia. Lo scoraggiamento è sempre dietro l’angolo. Cosa ti ha spinto ad andare avanti? Continui perché sei lì, trascinato dagli altri atleti e supportato dalle persone che sono sul posto per assisterti, in primis i colleghi del Vibram Tester Team che non hanno mai smesso di fare il tifo per me. Al 90° km, dopo un’ora d’arresto dovuta a una forte contrattura, mi sono trovato davanti a un bivio e ho deciso di ripartire con la voglia di dire ai

ragazzi “aspettatemi al prossimo check-point”. Ed è così che ce l’ho fatta. In cosa differisce l’UTMB dalle altre gare? L’Ultra-Trail du Mont-Blanc è una vera e propria sfida personale, una battaglia con se stessi che impegna la mente almeno quanto il fisico. Quando sei sfinito e le gambe sembrano non reggere più, sono solo la motivazione, la voglia di finire a tutti i costi e la carica di chi fa il tifo per te a convincerti a continuare. È come se a un certo punto scattasse una scintilla che ti fa superare la stanchezza fisica. Che giudizio dai alle calzature utilizzate nella gara, le Saucony Xodus 2.0 con suola Vibram Xodus? Sono le scarpe ideali per la corsa sulle lunghe distanze. La resistenza al tempo e all’usura sia della tomaia che della suola Vibram le rende perfette per una prova di endurance come l’UTMB.


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Parla Maurizio Tolettini, titolare del negozio di Condino (TN), recentemente trasferitosi in una nuova sede di 250 mq

Focus shop

Maurizio Sport, dalla vendita alla consulenza Nato 27 anni fa il negozio è diventato un meeting point per atleti e amatori specializzato in outdoor e running, anche grazie all’esperienza sul campo. A cura di MONIca vIgaNò Affonda le sue origini nel 1984 e dopo 27 anni di attività si ritrova a essere uno dei punti di riferimento per gli amanti della montagna della provincia di Trento. Si tratta di Maurizio Sport che deve il suo nome proprio al titolare e fondatore Maurizio Tolettini. È proprio lui a spiegarci la genesi del suo punto vendita: “Ho scelto di intraprendere questa avventura dando ascolto alla mia passione per lo sport. Da giovane infatti ho iniziato una carriera agonistica nella corsa su strada e negli anni ho partecipato a svariate maratone conquistando ottimi risultati. Ho anche alle spalle 4 anni di triathlon e infine sono approdato alle gare di corsa in montagna. Corro ancora oggi che ho 48 anni”. DA PUNTO VENDITA A PUNTO DI RIFERIMENTO Il negozio, che si estende su una superficie di 250 mq, propone a scaffale alcuni tra i più importanti marchi del settore outdoor dedicati a climbing (anche su ghiaccio), trekking, alpinismo, nordic walking, ciaspole, sci alpinismo e sci. Ma anche e soprattutto running in tutte le sue forme. Negli anni è cresciuto fino a divenire un vero e proprio meeting point per atleti e amatori locali. “Spesso mi trasformo in consulente e dispenso consigli su come allenarsi o su come usare le attrezzature”, ammette Maurizio. Che in negozio è aiutato dalla moglie Mirka Togni, alla quale ha trasmesso la passione per l’agonismo e la corsa. A testimonianza della crescita del giro d’affari, Maurizio ha deciso di trasferire il punto vendita dalla storica sede di via Roma n°49 a una nuova superficie in via Acquaiolo n°38, sempre a Condino in provincia di

Trento. “L’estivo è andato decisamente bene”, ha commentato Maurizio. “Stiamo già pensando di ampliare ulteriormente la superficie espositiva nel prossimo futuro”. LE COLLABORAZIONI Grazie alla competenza e alla disponibilità di Maurizio e sua moglie, il negozio ha conquistato col tempo uno status di opinion leader. Questo ha concesso ai gestori di avvicinare alcune Guide Alpine con le quali oggi collaborano per la parte tecnica: “Le Guide mettono la loro competenza a servizio dei nostri clienti. A volte partecipano a giornate informative che organizziamo direttamente in negozio oppure organizzano viaggi anche all'estero con il supporto di Maurizio Sport. Tra tutte le Guide, quella che più assiduamente collabora con noi è Antonio Prestini”. EVENTI E APPUNTAMENTI Oltre a questo, Maurizio Sport vanta una serie di rapporti con svariati operatori del settore come ci conferma il titolare: “Spesso lavoriamo congiuntamente con le aziende del settore organizzando insieme a loro dei test prodotti. Ultimamente ad esempio ne abbiamo creato uno insieme a Dynafit. Spesso poi organizziamo delle giornate informative durante le quali le aziende del settore presentano le loro novità. A questi appuntamenti presenziano solitamente anche personaggi del mondo outdoor. Di recente ci ha fatto visita il noto maratoneta Migidio Buriffa, che ha presentato la nuova linea XBionic”. Ora naturalmente l’attenzione è concentrata sull’inverno, che si spera abbondante di neve, conclude Maurizio, “per poter organizzare al meglio le uscite sci alpinistiche con i nostri clienti”.

SCHEDA TECNICA INDIRIZZO LOCALITÀ TELEFONO/FAX EMAIL SITO WEB TITOLARE ANNO DI NASCITA NUMERO PERSONALE MQ TOTALI MQ ABBIGLIAMENTO MQ ATTREZZATURA NUMERO VETRINE DISCIPLINE TRATTATE

VIA ACQUAIOLO N°38 CONDINO (TN) 0465.621724 MAURIZIOSPORT@CHEAPNET.IT WWW.MAURIZIOSPORT.NET TOLETTINI MAURIZIO 1984 2 250 MQ 150 MQ 100 MQ 9 ARRAMPICATA, TREKKING, ALPINISMO, NORDIC WALKING, RUNNING, ICE CLIMBING, SCI ALPINISMO, SCI, RACCHETTE DA NEVE

NOLEGGIO ATTREZZATURA NO MARCHI ATTREZZATURA CAMP, CRAZY, CT. TECHNOLOGY, DYNAFIT, HAGAN, KONG, SCARPA, SKI TRAB ASICS, BROOKS, DYNAFIT, SALEWA, MARCHI CALZATURE SALOMON, SCARPA MARCHI ABBIGLIAMENTO BAILO, CRAZY, HAGLÖFS, MAMMUT, MELLO’S, MILLET, MONTURA, NORDICA, ODLO, SHERPA




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