Editore Sport Press S.r.l. - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362.600469 - Fax 0362.600616 - e-mail: redazione@outdoormag.it - Direttore responsabile: Angelo Frigerio Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n. 186 del 20 marzo 2007 - Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - conv. in Legge 46/2004 Art. 1 Comma 1 LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.
Anno 5 - Numero 11 / 2012 redazione@outdoormag.it redazione@outdoormag.it
Anno 5 - Numero 11 / 2012
COVER STORY
redazione@outdoormag.it
Intervista a tutto campo con Mauro Marcolin, titolare di M&M Calzaturificio, proprietario dei marchi Wild Climb, Wild Side e Il Risuolatore
FOCUS SNOWSHOES
Racchette da neve, come va il mercato? La parola ai dealer
Molto più di quel che immagini dietro le quinte di WILD CLIMB
Quali i numeri attuali, le vendite medie, l’incidenza sul fatturato, i marchi trattati, i modelli più venduti e le aspettative per la stagione invernale? Outdoor Magazine ha condotto un’inchiesta raccogliendo dati e trend presso 30 dei principali rivenditori italiani di ciaspole. Ecco cosa è emerso. da pagina 14 a pagina 21
pagine 26 - 27
tecnologie
in questo numero anche
L’underwear si fa “hot” con Mizuno Breath Thermo
• Una tesi di laurea sulla CSR nell’outdoor • Bloccati Nella Nebbia in tutto il Nord • A San Vito tra climbing e outdoor • Il nuovo campo base milanese di Salewa
Questa esclusiva linea è realizzata con un filato brevettato che genera calore dal vapore acqueo. Parla Mauro Battistin, responsabile marketing Italia. pagine 22 - 23
reportage
outdoor con
Gore-Tex Pro, next generation
“Vi racconto il mio miracolo in alta quota”
Con una selezione di retailer e giornalisti internazionali siamo stati a Chamonix per la presentazione e il test della nuova membrana, ora ancora più performante.
Intervista a Ewa Wisnierska, svenuta in parapendio per 50 minuti durante una tempesta a oltre 10mila mt di altezza.
• The North Face Speaker Series • Running Shoe Experience: test & network • Base jump, doppia sfida sullo Zugspitze
pagina 24
pagine 12 - 28 - 29 - 30 - 32 - 35 - 36
eventi
Kong Open Day: sempre più un “happening” Presenti 1.300 persone, alle quali sono state proposte visite aziendali, prove di climbing, teleferica, slackline, orienteering, golf, una mostra e la serata con Salvaterra. paginA 31
pagina 34
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Numero 11 / 2012
EDITORIALE
di Benedetto Sironi
Il valore della vera partnership nel mercato odierno Lo scorso 20 settembre, un ampio articolo di Barbara Ganz sul Sole 24 Ore era dedicato al distretto “dello scarpone” di Montebelluna. Che vanta una storia ultrasecolare: già nel 1800 vi si producevano calzature per i boscaioli del Montello e i montanari feltrini, con suole in legno e tomaie in cuoio. Dalla decina di laboratori nel 1808 si passa ai 55 del 1872 e ai 200 di inizio 900. Nel 1911 le prime fabbriche, poi le scarpe per i militari, la nascita dello scarpone da sci nel dopoguerra, la scalata del K2 nel ’54 con scarponi Dolomite, il boom degli scarponi in plastica, il doposci (ben 14 milioni quelli prodotti nel 1979). Fino ad arrivare alle 700 aziende di circa 20 anni fa (con un fatturato da 1.200 miliardi di vecchie lire, il 50% della produzione mondiale di scarponi da sci, il 40% delle scarpe da fondo, l’80% degli stivali da motociclismo, il 45% delle scarpe da pallacanestro e il 40% di quelle da tennis). Infine l’arrivo delle multinazionali, l’internazionalizzazione, la diversificazione produttiva e molto altro ancora. Ma per una storia del glorioso distretto vi rimandiamo al Museo dello scarpone di Montebelluna. L’articolo si chiude individuando punti di forza e di debolezza del distretto. Tra i primi: la capacità di internazionalizzare, l’innovazione e l’attrazione di investitori stranieri. Le pecche principali secondo questa analisi invece sono la capacità di fare “marketing” valorizzando le proprie eccellenze, gli antidoti a volte insufficienti e proteggersi dalla concorrenza e la scarsa capacità di fare rete. È proprio quest’ultimo l’aspetto sul quale vorrei porre l’attenzione. Perché riguarda non solo Montebelluna e la sua importante realtà, ma gran parte del mercato italiano dell’outdoor e dell’articolo sportivo. Fatte le debite eccezioni, le nostre aziende sono in media meno aperte e collaborative tra di loro rispetto a quelle di altri paesi. Nei quali l’associazionismo è più sentito ed efficace, dove si guarda prima alla crescita complessiva del proprio settore attraverso azioni comuni, poi alla giusta rivalità sul mercato. Diciamo la verità: con l’incredibile forza (a volte quasi il monopolio) che le aziende italiane avevano solo 20 anni fa (basti rileggere i numeri sopra citati) avrebbero per esempio potuto tranquillamente organizzare le due fiere sportive europee più importanti, tra stagione invernale ed estiva. Invece entrambe si svolgono in Germania. Avrebbero potuto organizzare un forum internazionale sul mercato dell’outdoor. Che esiste ma si tiene in Francia da tre anni (EOF di Annecy). Avrebbero potuto creare già da tempo un’associazione nazionale che riunisca tutte le più importanti aziende con programmi e strategie condivisi (su questo tema il discorso sarebbe lungo, qualcosa di importante certamente si è fatto, ma permangono troppe divisioni e c’è ancora tanta strada da percorrere). Sono solo alcuni esempi. Questo non significa che in Europa vada sempre meglio: mi ha molto colpito il discorso pronunciato proprio al recente European Outdoor Forum di Annecy da parte di Rolf Schmid, ceo di Mammut, che ha esortato senza mezzi termini le aziende outdoor europee ad una maggiore collaborazione, non solo a parole, ma con fatti concreti. Dichiarando grande disponibilità e apertura da parte della sua azienda a qualsiasi iniziativa che condivida questa visione allargata e sinergica. Un tempo se ne poteva anche fare a meno. Oggi no. Occorre una visione globale e a medio/lungo termine, non più limitata unicamente alla propria realtà e con lo scopo di massimizzare profitti e vantaggi nel breve periodo. Si tratta di una questione ancor più importante in un periodo come questo, difficile e per certi versi “critico” anche per il nostro mercato. Per uscirne al meglio e consolidare la base su cui costruire il futuro, ogni operatore del nostro mercato – a tutti i livelli – dovrebbe prendersi un piccolo-grande impegno: non dimenticare mai di applicare ove possibile parole come condivisione, apertura, partnership, collaborazione, sinergia. Le logiche del passato devono trovare un superamento in orizzonti nei quali una maggior cooperazione è una delle regole del gioco. A volte può essere la più importante. L’alternativa è il ridimensionamento, magari la scomparsa. Noi stessi in quanto gruppo editoriale abbiamo voluto dare il buon esempio, applicando esattamente quanto detto finora. In che modo, vi chiederete? Lo scoprirete presto…
Editore Sport Press Srl Presidente: DANIELE DE NEGRI Direttore responsabile: ANGELO FRIGERIO Direttore editoriale: RICCARDO COLLETTI Redazione Italia: Corso della Resistenza, 23 20821 Meda (MB) - Tel. 0362.600469 - Fax 0362.600616 Email: redazione@outdoormag.it Website: www.outdoormag.it Stampa: Ingraph - Seregno (MB) Redazione USA: DNF Media, Inc 1956 Bohannon Drive - Santa Clara, CA 95050 Tel: 001.408.261.8809 - Email: redazione@outdoorusa.net Website: www.outdoorusa.net Anno 5 - N.11 / 2012 Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n.186 del 20 marzo 2007. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 conv. in L. 46/2004 Art.1 Comma 1 - LO/MI - Una copia 1.00 euro. L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: Edizioni Turbo S.r.l. - Responsabile dati: Riccardo Colletti. Questo numero è stato chiuso in redazione il 26 novembre 2012
IN PRIMO PIANO
IL CASO
Il brand iberico sbarca da questo INVERNO nel mercato italiano
L’associazione accusa alcune aziende outdoor di utilizzare sostanze tossiche nell’apparel
È in arrivo dalla Spagna un nuovo marchio specializzato nell’outdoor apparel. Si chiama Izas e si è affermato in terra iberica grazie soprattutto ai suoi prodotti “value for money”, richiesti dai consumatori che non intendono affrontare spese eccessive e dai negozianti in cerca di marginalità indispensabili a un’attività remunerativa. È un brand dell’azienda Sportwear de Aragon, nata negli anni novanta come produttrice di teamwear per calcio, basket e volley. Otto anni fa la società è entrata nel mondo outdoor con il marchio Izas (dalla Valle dell’Izas nei Pirenei), che rappresenta oggi il 90% del fatturato. L’azienda è guidata da Manuel Rodriguez e nel 2012 supererà i 7 milioni di euro di fatturato, con un portafoglio ordini SS 13 in crescita del 17% rispetto alla stagione estiva precedente. Grazie soprattutto allo sviluppo di prodotti tecnici abbinati a una politica di prezzi intelligente, l’azienda può vantare più di 700 clienti in Spagna inclusi gli affiliati Intersport, Sport2000 e Sport Detail. Si è affacciata ai mercati esteri da 2 anni, presentandosi all’OutDoor di Friedrichshafen e all’Ispo di Monaco per iniziare a esportare in Germania, Francia, Ungheria, Repubblica Ceca, Sud America e Italia attraverso agenti diretti coordinati da country manager. L’obiettivo per il triennio 2013-14-15 nel mercato italiano è l’ingresso in 150 punti vendita outdoor e multisport. Ai primi di dicembre sarà presentata alla rete vendita la nuova collezione FW 2013/14, mentre all’Ispo sarà esposta la Master Collection. Info e contatti: izas.italy@gmail.com www.izas-outdoor.com
il gruppo lafuma vende Le Chameau e chiude la trattativa con E-Land Lafuma ha annunciato di aver completato la vendita di Le Chameau a Marwyn Management Partners per 16,5 milioni di euro. Le Chameau, i cui scarponi top di gamma sono venduti a un prezzo di 699 euro e sono comparsi ai piedi dei reali britannici, ha registrato vendite nette per 24 milioni di euro nell’anno chiuso a fine settembre 2011. I proventi della transazione saranno utilizzati per ripagare i debiti del gruppo, che ammontavano a circa 59 milioni di euro nel primo semestre chiuso il 31 marzo. Più di recente il gruppo francese ha annunciato di aver cessato i negoziati preliminari con la realtà coreana E-Land, interessata all’acquisizione dell’azienda. Lo scorso mese E-Land, che distribuisce Berghaus e altri brand nel proprio Paese, si era mostrata interessata al gruppo, che a sua volta si era detto disponibile a iniziare una trattativa. Nonostante il buon intento iniziale, i primi negoziati hanno mostrato come un impegno con E-Land non avrebbe aiutato in maniera significativa Lafuma nello sviluppo internazionale e nel supporto del capitale. Ragion per cui l’azienda transalpina ha chiuso la trattativa affermando di volersi concentrare sui propri marchi sportivi e outdoor, come dimostra proprio la vendita di Le Chameau.
Intersport International Corporation acquisisce The Athlete’s Foot Intersport International Corporation ha annunciato l’acquisizione di The Athlete’s Foot (TAF), società statunitense che conta 420 negozi di calzature in franchising in 27 Paesi del mondo. Per la più grande organizzazione retail del mercato sportivo, che conosce perfettamente il franchising, TAF calza a pennello soprattutto in termini geografici. Questa realtà consentirà a Intersport, ai suoi licenziatari e agli associati di essere più competitivi. Oltre a garantirle presenza in tutti e cinque i continenti, l’acquisizione arricchisce Intersport International Corporation – che conta oltre 5.000 associati in 42 stati – di una terza insegna specializzata in calzature lifestyle performanti e ispirate allo sport. Questa insegna si va ad aggiungere al format multi-brand Intersport e a quello a basso prezzo Budget Sport. L’accordo porterà Intersport a essere attivo in 63 Paesi. Potrebbe sbarcare soprattutto in Stati extraeuropei quali Usa, Australia, Nuova Zelanda, Indonesia, America Latina, Middle East e Asia. Al contrario TAF ha meno presenza in Europa essendo limitato a Danimarca, Portogallo e Russia. Non ci sarà da sorprendersi se alcuni storici associati TAF acquisiranno licenze Intersport o se retailer affiliati Intersport daranno vita a catene di negozi TAF in franchising. Da considerare che il format relativamente piccolo dei negozi TAF, che si estendono per 150/250 mq, potrebbe consentire un aumento della presenza di questa realtà nelle città.
Ancora una volta Greenpeace ha attaccato i marchi outdoor incolpandoli di utilizzare sostanze tossiche e persino cancerogene nella realizzazione dei loro prodotti. La divisione tedesca dell’organizzazione ha da poco pubblicato una ricerca di 44 pagine nella quale dichiara che alcuni produttori continuano a utilizzare sostanze chimiche pericolose come i composti perfluorinati (PFC) e gli acidi perfluorottanoici (PFOA), che contribuiscono a migliorare le proprietà di idrorepellenza e resistenza allo sporco.
I TEST CONDOTTI - Greenpeace ha sottoposto a test specifici i capi d’abbigliamento prodotti da 14 marchi outdoor. Le analisi sugli abiti sono state condotte in Germania da parte di laboratori indipendenti. I problemi riscontrati riguardano la presenza di PFC, utilizzati anche nella realizzazione di rivestimenti antiaderenti in teflon e nella composizione di schiume ignifughe. La loro possibile presenza nell’apparel impermeabile aveva destato l’attenzione di Greenpeace già da tempo. La prima azienda a essere nel mirino dell’organizzazione per l’utilizzo di PFC fu H&M, che a settembre 2012 ha annunciato la loro messa al bando e la loro sostituzione con sostanze sostenibili e più sicure. I BRAND CITATI - In particolare Greenpeace ha identificato significativi livelli di PFOA in capi di abbigliamento per donne e bambini a marchio The North Face, Patagonia, Jack Wolfskin, Kaikkialla e Marmot, così come diversi componenti a loro dire pericolosi in prodotti firmati da altri brand. Nelle giacche prodotte dai marchi Mammut e Vaude sono state individuate concentrazioni elevate di sostanze chimiche che possono dare origine a PFOA. LE RICHIESTE DI GREENPEACE - A seguito di queste sue scoperte, l’organizzazione chiede a tutte le case di abbigliamento di eliminare dal proprio ciclo produttivo l’utilizzo di sostanze pericolose e inquinanti come i PFC e di sostituirle con componenti più rispettosi dell’ambiente. L’associazione ambientalista chiede inoltre che i PFC vengano sottoposti a test secondo le regole dettate da parte dell’Unione Europea per quanto riguarda le sostanze chimiche. LE SOSTANZE CHIMICHE RILEVATE - I composti sotto accusa difficilmente si dissolvono nell’ambiente e sono in grado di contaminare acque e alimenti, entrando di conseguenza in circolo nel nostro organismo. Studi recenti hanno collegato l’esposizione ai PFOA a problemi di salute legati a fertilità, tiroide e sistema immunitario, come evidenziato da parte di Greenpeace nel dossier dedicato alle sostanze chimiche utilizzate per la produzione di capi d’abbigliamento outdoor “Chemistry for any weather”. LA RISPOSTA DELLE AZIENDE - E le aziende come rispondono? Fin’ora sono stati ufficializzati comunicati da parte di Adidas, Fjällräven, Jack Wolfskin, Marmot e Vaude. In generale tutti i brand ammettono la presenza di sostanze chimiche nei prodotti analizzati da Greenpeace ma in misura tanto ridotta da non causare alcun danno alla salute delle persone né da rappresentare un pericolo per l’ambiente. Tutti i marchi si sono inoltre impegnati a eliminare totalmente la presenza di sostanze tossiche nei propri prodotti nei prossimi anni. Questo vale soprattutto per i PFOA, già al bando in pressochè ogni loro lavorazione. Tuttavia, come ammesso da più brand, al momento non ci sono valide alternative all’uso di sostanze chimiche che contengono PFC per la creazione di finiture idrorepellenti. Fjällräven ha invece manifestato una certa sorpresa una volta a conoscenza della presenza di PFC nella sua Eco-Trail Jacket. I PFC sono infatti stati messi al bando dal marchio e sono capitati nel processo di lavorazione per motivi che ora il Quality Management Team dell’azienda cercherà di capire.
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MEDIA La Sportiva su GQ fra le aziende “modello”
Un Paese fatto di imprese solide e realtà virtuose: ecco il soggetto di un articolo pubblicato sul numero di ottobre del magazine GQ. Di fronte alla crisi, è possibile conoscere un’Italia fatta da aziende che continuano a crescere e che si impongono come modello per il futuro. Fra queste, dopo aver citato realtà in vari settori (video, aerospaziale, vivaistico, edilizia, chimica) tra le quali pure la Ferrari, menzione vien fatta anche per un’azienda outdoor, vale a dire La Sportiva: “Un gioiello, un marchio da insider: impossibile non conoscerlo se scii, arrampichi o cammini in montagna”, afferma l’articolo. “Erano suoi gli scarponi dei 16 alpinisti cinesi che nel 2008 portarono la fiaccola olimpica su e giù dall’Everest. Sue le scarpe di oltre un terzo degli scalatori del mondo […]. Lorenzo Delladio, ad dell’azienda, calcola che stare in Val di Fiemme rallenti di almeno 12 ore il ciclo di fornitura e vendita. ‘Ma non me ne vado: se devi innovare conta anche quello che vedi dalla finestra’. “L’orgoglio è la nuova linea di montaggio”, conclude l’articolo. “Nell’anno di (dis)grazia 2012 Delladio insiste e rilancia. Sono 15 nuovi posti di lavoro”.
anniversari
COLLABORAZIONI
Il CAI a Montecitorio per i suoi 150 anni Venerdì 26 ottobre, a Roma, all’interno dell’Auletta dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, è stato dato il via ufficiale ai festeggiamenti per il 150° anno dalla fondazione del Club Alpino Italiano. Per l’occasione numerose personalità politiche italiane sono intervenute, portando i propri saluti all’associazione: il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Presidente del Senato on. Renato Schifani, il Presidente della Camera on. Gianfranco Fini, il Ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri, il Ministro affari regionali, turismo, sport Piero Gnudi e il Presidente Gruppo Amici della Montagna del Parlamento Italiano Senatore Giacomo Santini. “Il sodalizio, fin dalla sua nascita, è sempre stato un fondamentale protagonista nella diffusione di una cultura del rispetto della natura e della montagna”, sono le parole del Presidente Napolitano. “Il CAI è inoltre un significativo punto di riferimento per
lo sviluppo eco-sostenibile di molte aree del Paese”. Per il Club Alpino Italiano hanno preso parola il Presidente Generale Umberto Martini, il Direttore Andreina Maggiore e il Coordinatore del Gruppo di lavoro CAI150 Luca Calzolari. “Fin dai primi anni di vita del CAI, la forma di pratica attiva e la cultura sono i principali fondamenti per una diffusione della conoscenza del territorio come presa di coscienza d’identità e maturazione civile”, ha dichiarato Martini. “La speranza è che questo momento richiami l’attenzione di tutti sulle tematiche del territorio montano oramai riconosciuto non più come barriera ma come cerniera d’Europa, in termini sia economici che etici e culturali. Lo slogan individuato ‘CAI 150 la montagna che unisce’ sottolinea il contributo che il CAI ha dato e continuerà a dare per il ruolo che la montagna e le sue popolazioni sono chiamate a svolgere nel futuro del nostro paese e dell’Europa”.
A partire da questa stagione e per i prossimi quattro anni, la linea EA7 Emporio Armani firmerà l’intero abbigliamento tecnico dei maestri di sci della Valle D’Aosta. L’ampio guardaroba sportivo della linea EA7 comprende le divise tecniche che saranno indossate dai professionisti dello sci in ogni momento della giornata e per tutta la durata della stagione. Sono 1.582 i maestri di sci iscritti all’Associazione Valdostana Maestri e 23 le Scuole di sci che operano in Valle d’Aosta. La divisa EA7 si compone di giacche, pantaloni da sci e softshell in un’iconica combinazione di rosso, nero e bianco. Tutti i capi sono realizzati in materiali che ne accentuano la qualità performante. Il tessuto utilizzato per lo strato esterno è accoppiato a una lamina microporosa che assicura assoluta idrorepellenza, estrema traspirabilità e comfort. Giacche e gilet softshell sono invece costruiti con la speciale membrana Windtex, termoregolatrice ed elastica, mentre le imbottiture di giubbotti e di pantaloni sono realizzate in Thermore, traspirante, idrorepellente e compatto.
job opportunities
Il documentario sui Core in onda su Deejay TV
Azienda leader a livello internazionale nel settore degli “active sports”, ricerca un DIRETTORE COMMERCIALE
Il nuovo ambizioso progetto “10 Melloblocco 10”
Christian Core è certamente uno dei personaggi più noti e rappresentativi del climbing italiano. Non è stato un caso che per un progetto importante come questo il regista Angelo Poli abbia scelto di raccontare la sua storia e quella della sua famiglia. Il documentario “I Core, My Climbing Family” è andato in onda per la prima volta il 26 ottobre alle 21.30 su DeeJay TV (canale 145 di Sky e 9 del digitale terrestre) all’interno del programma “Fino alla fine del mondo”. Per chi non lo sapesse i Core sono una famiglia molto particolare. Christian (nella foto in action) è stato campione del mondo boulder, Stella invece è stata campionessa italiana. Da poco più di un anno sono diventati genitori di due gemelle, Lara e Ania. Vivono in una valle non lontano da Savona, ma la loro storia è indissolubilmente legata ai boschi che sovrastano Varazze, dove, con altri scalatori della zona, hanno cercato, trovato e pulito sassi da scalare, portando alla luce uno spot di arrampicata ormai famoso in tutto il mondo. In particolare hanno scoperto un sasso e una linea ritenuta la più dura al mondo e battezzata “Gioia” da Christian. Immerso nei boschi dell’entroterra ligure con la costa all’orizzonte, lo spettatore è guidato da Christian nel suo percorso interiore e sportivo, in un piacevole affresco che vede l’arrampicata sempre al centro della scena. Il documentario, scritto, prodotto e diretto da Angelo Poli, è stato sponsorizzato da Wild Climb/il Risuolatore (casualmente anche azienda protagonista della nostra cover story alle pag. 26-27).
EA7 fornitore dei maestri di sci della Val d’Aosta
Un’edizione speciale per il 10° anniversario, che resti nella storia del Melloblocco e nel cuore di tutti coloro che da sempre amano e partecipano al raduno boulder nella Val Masino. Il progetto è di quelli importanti: ampliare fino a 10 i giorni dell’evento, in modo da partire in anticipo il 26 aprile 2013 e concludere il 5 maggio. La nuova formula vorrebbe rendere più “orizzontale” il raduno, esaltando le possibilità d’incontro con la natura e con la roccia, dando ulteriore spazio di aggregazione alla comunità arrampicante. Il format non cambia e ci saranno ancora nuove aree e nuovi passaggi, mentre aumenteranno i blocchi con montepremi (almeno 12 per categoria). Ovviamente i giorni in più a disposizione consentiranno di attendere il momento più propizio per raggiungere il top
dei blocchi più difficili, con un beneficio tecnico notevole. Il nuovo progetto vuole anche essere un invito al popolo del Melloblocco a vivere l’evento in modo più consapevole, più intimo e più partecipato. Magari dedicandosi ad attività collaterali o provando altre forme d’arrampicata sperimentabili in valle: tradizionale, vie multipitch, big wall. Sarà inoltre cura dell’organizzazione promuovere e sostenere eventi legati al mondo della montagna e della cultura in tutti i giorni dell’evento, allestendo un calendario di attività ed eventi che graviteranno presso il Centro Polifunzionale della Montagna e presso luoghi e strutture ricettive disseminate lungo la vallata. www.melloblocco.it
Con 20 negozi all’attivo, Sportler festeggia 35 candeline Nell’ottobre del 1977, Georg Oberrauch inaugurò a Bolzano il primo punto vendita Sportler. 35 anni dopo, i negozi a nome Sportler sono diventati 20, fra nord Italia e Austria, per una superficie complessiva di 47.000 m² e 500 collaboratori. Ciascuno degli store inoltre custodisce una sorpresa, come la barca in via Portici 1 a Bolzano, l’ampia vasca per il nuoto e la canoa a Pordenone, una grande palestra di roccia a Treviso, un elicottero a Verona e, da quest’anno, l’ICE BeAR a Brunico. Dal 25 ottobre al 28 novembre, per celebrare il proprio anniversario, l’azienda a
conduzione familiare ha proposto sconti e un fantastico gioco a premi per i clienti che, a fronte di un acquisto minimo di 35 euro, ogni 35 minuti potranno vincere un viaggio per 2 persone in una città europea, senza contare l’estrazione di 35 fine settimana in Alta Badia e 35 skipass Dolomiti Superski per 2 persone. Da ricordare che, a partire dalla primavera 2012, è entrata a far parte del gruppo Sportler anche l’azienda bavarese Bergzeit, shop online di riferimento per l’attrezzatura per gli sport alpini, presente anche con due negozi. In foto il primo team Sportler.
Il profilo ideale è un manager con consolidata esperienza commerciale e marketing in aziende leader e competitive. Ha un solido background professionale nel settore dell’articolo sportivo, con particolare riferimento agli sport invernali, di cui conosce approfonditamente le logiche di mercato, le dinamiche industriali, i trend ed i consumatori finali.
Profilo
Sarà il manager di riferimento per il mercato nazionale ed internazionale. Avrà la responsabilità di definire ed implementare i piani commerciali e la visione a medio termine, impostando le strategie di offerta per prodotto, prezzo e canale distributivo. Si relazionerà costantemente con le vendite per analizzare il mercato e costruire i forecast. Agirà operativamente a supporto del raggiungimento degli obiettivi di performance, presenziando sul territorio, collaborando con la rete di vendita e i partner commerciali internazionali. Sarà parte attiva del team e avrà costanti rapporti con la Direzione Generale, il responsabile Ricerca & Sviluppo e l’area Marketing. Necessaria la conoscenza fluente della lingua inglese, gradita la conoscenza della lingua tedesca. È richiesta la Laurea in Discipline Economiche a indirizzo marketing o equivalente. Si offre inserimento in ambiente dinamico, assunzione a livello quadro. Sede di lavoro: sud di Milano. Inviare curriculum a: curricula.selection@gmail.com, citando il riferimento: OD11.
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INIZIATIVE Dal 17 al 19 aprile a Bolzano Al Crest di Champoluc Gafski inaugura la stagione la 13ª edizione di Prowinter Il team di Fiera Bolzano è già al lavoro per pianificare la 13ª edizione di Prowinter, fiera B2B europea dedicata al settore del noleggio e dei servizi per gli sport invernali a programma dal 17 al 19 aprile. Con una media di presenze di oltre 10mila operatori specializzati, Prowinter è un appuntamento imperdibile e in grado di adattarsi ai trend più attuali. Negli ultimi anni ha per questo inserito nella sua offerta servizi di noleggio e una piattaforma dedicata allo sci alpinismo. Prowinter si colloca all’interno di un quadro positivo: i dati forniti da Pool Sci Italia nella scorsa stagione parlavano di un fatturato del mercato italiano delle attrezzature per lo sci di circa 68.555.226 di euro. Mentre le statistiche presentate di recente dall’Osservatorio Italiano del Turismo Italiano nell’ambito del Nissan Skipass di Modena mostrano una previsione di ripresa con segni positivi nel numero di praticanti di quasi tutte le discipline di montagna. Incrociando questi dati con quelli relativi alla customer satisfaction dell’ultima edizione, si evidenzia inoltre come Prowinter convinca gli espositori: oltre il 70% degli espositori si ritiene soddisfatto e molto soddisfatto dei contatti raccolti in fiera, mentre l’80% confida di avere delle aspettative positive in termini di concretizzazione dei rapporti instaurati. Il 73% delle aziende dichiara di aver presentato delle novità in occasione della fiera, il 20,9% considera la propria partecipazione migliore rispetto all’anno precedente. Da ultimo il 17,4% dichiara un promettente trend in crescita nel settore (stabile per il 30,4%, in calo per il 48,7%).
market Bloccati i licenziamenti di 118 dipendenti Dopo quattro mesi di incontri con le organizzazioni sindacali di categoria, a inizio ottobre Tecnica Group ha fatto marcia indietro sul programmato licenziamento di 118 dipendenti sui 353 operativi negli stabilimenti di Giavera del Montello (TV). È stato infatti firmato un accordo, secondo il quale 46 di questi dipendenti continueranno a lavorare con contratto di solidarietà, mentre 72 potranno avvalersi della cassa integrazione senza perdere gli altri diritti derivati dal rimanere legati all’azienda con il regolare contratto in essere. La designazione dei 46 che non perderanno il posto avverrà nel corso di assemblee convocate dai diretti interessati per decidere chi sono i più bisognosi di salario o di stipendio pieno tra i 118. Antonio Confortin del sindacato di Uilta, esprimendo la sia pur velata soddisfazione per il risultato in questione, aggiunge che sono anche in corso trattative volte a ottenere il prolungamento della cassa integrazione per almeno un anno oltre il limite degli otto mesi ora stabilito.
Una fabbrica in Cina per la produzione di sci A pochi giorni dall’annuncio di Jarden Corporation (proprietaria di K2 e Völkl) di voler investire 40 milioni di dollari nella produzione di sci, Black Diamond ha dichiarato di voler inaugurare un nuovo stabilimento dedicato alla realizzazione di sci a Zhuhai (Cina). La fabbrica si trova nel campus asiatico Black Diamond Equipment realizzato 8 anni fa, che al momento conta circa 200 dipendenti, e si estende per 43.000 mq. Ha iniziato a produrre campioni di sci della collezione Black Diamond 2013/14 per la forza vendite del brand. Ci si aspetta che i nuovi processi di produzione garantiscano elevati livelli di performance e di controllo qualità. Con questo investimento Black Diamond intende incrementare la percentuale di prodotti realizzati internamente da proprie fabbriche portandola dal 30% al 35%.
L’8 e 9 dicembre al Crest di Champoluc, nel comprensorio Monterosa Ski, si svolgerà la quarta edizione dell’evento di apertura stagionale firmato Gafski. Nato in collaborazione con il negozio Sport4 di Antagnod e il Rifugio Belvedere, l’evento intende far apprezzare ai clienti della zona e agli sciatori di passaggio tutta la gamma di prodotti Gafski e il buon esito delle passate edizioni testimonia la bontà dell’iniziativa. Lo staff Gafski sarà a completa disposizione dei partecipanti, presentando e facendo provare tutta la gamma di sci, soprattutto i nuovi modelli Vertigine, Diamante e Teen (nella foto). Quest’anno poi
c’è la possibilità di pernottare presso il Rifugio Belvedere (2.400 mt) al prezzo di 70 euro a persona (mezza pensione). Il pacchetto poi comprende la maglietta dell’evento, aperitivo di benvenuto e l’Exclusive party Gafski che si terrà sabato presso il Rifugio Belvedere comprendente cena a buffet, 1 bottiglia di vino ogni 4 persone e una drink card a persona per un cocktail, musica e servizio Bar. Per chi non intende pernottare al rifugio è possibile discendere in notturna sul gatto delle nevi. www.gafski.it
Una giornata con Salewa per i bambini emarginati Da inizio anno Salewa sta supportando alcuni bambini emarginati attraverso un’organizzazione chiamata SOS Children’s Villages International. In concreto l’azienda ha offerto la possibilità a 17 di questi bambini, provenienti dal SOS holiday camp di Caldonazzo, di passare due splendide giornate all’insegna dell’outdoor nell’headquarter di Bolzano. In questo modo i fanciulli hanno potuto arrampicare all’interno del Cube, la palestra interna agli uffici della nuova sede Salewa, e passare la notte a fianco della stessa. Il management dell’azienda ha confermato che l’iniziativa verrà ripetuta il prossimo anno.
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EVENTI È ripartito l’Alpine Athlete Filmtour Dynafit e PrimaLoft Dynafit e PrimaLoft hanno inaugurato il 16 ottobre il loro Alpine Athlete Filmtour, un circuito che farà tappa in 31 località tra Germania, Austria, Svizzera, Francia, Italia e Spagna. Rientra nel programma il cortometraggio“2 Million Reasons” dello sci alpinista canadese Greg Hill. Nel 2010 ha percorso 906.600 mt di dislivello in 365 giorni con una media di 1.690 mt al giorno, per un totale di “2 Million Feet” conquistati. Verrà proiettato anche il lungometraggio “Amicizia a termine”, racconto di un’amicizia tra i due alpinisti del team Dynafit Benedikt Böhm e Sebastian Haag. La comune scalata del Broad Peak, in Pakistan, ha fatto vacillare le basi della fiducia e li ha portati ai limiti fisici e mentali. “Unlimited Middle East”, infine, è il corto presentato all’interno del progetto PrimaLoft Local Hero, che ha l’obiettivo di far sentire la voce di atleti sconosciuti ma protagonisti di imprese straordinarie. Come
l’austriaco Günter Burgsteiner, che ha intrapreso insieme al connazionale Gerrit Glomser un viaggio in bicicletta: 5.500 km da Innsbruck fino alla montagna più alta dell’Iran, il monte Damavand (5.671 mt), per poi salirlo e discenderlo con gli sci. In Italia il tour farà tappa il 4 dicembre a Pinzolo (TN) presso il Pala Dolomiti di Piazzale San Giacomo, mentre il giorno successivo sarà la volta del Bürgersaal di Campo Tures (BZ). Giovedì 6 dicembre l’appuntamento è invece all’interno del Salewa headquarter di Bolzano. L’ultima tappa è prevista per sabato 8 dicembre al Palazzo Bertello di Borgo San Dalmazzo (CN). Alla fine della proiezione verranno estratti tre nominativi ai quali saranno consegnati tre premi: uno sci, una giacca e un paio di guanti Dynafit. www.dynafit.com/it www.primaloft.com
In Italia la Convention Internazionale sul Nordic Walking Il 27-30 settembre si è tenuta a Bibione l’annuale Convention Internazionale ANWI/INWA, cui hanno relazionato medici, esperti e istruttori nordic walking membri dell’INWA (Federazione Internazionale Nordic Walking) provenienti da Nuova Zelanda, Stati Uniti, Giappone, Cina, Israele, Polonia, Finlandia, Spagna, Estonia e molte altre nazioni. Una grande occasione per capire i benefici di questa disciplina, sia a livello fisico che psicologico e sociale. Non a caso coach e istruttori INWA (ANWI per l’Italia) sono di norma laureati in Scienze Motorie, diplomati ISEF, fisioterapisti, medici, in grado dunque di impostare la camminata sulle specifiche esigenze delle
persone, tenendo presenti problemi posturali e altre peculiarità individuali. Per questo si può definire il Nordic Walking un’attività sportiva completa, praticabile ovunque, alla portata di tutti, piacevole, socializzante e di basso costo. Durante la Convention sono emersi dati interessanti anche dal punto di vista della salute: “La ricerca”, ha affermato Raffaele Ruocco, titolare del programma Disturbi del Comportamento Alimentare presso l’Azienda Ospedaliera di Perugia, “ha permesso di attestare i benefici di una camminata costante sulla riduzione del peso, sull’assimilazione di ossigeno e sulla condizione psico-fisica in generale”.
Successo per il Campionato Italiano Skyrunning 2012 Si è conclusa a fine ottobre con la tappa di Limone sul Garda (BS) l’edizione 2012 del Campionato Italiano di skyrunning. La vittoria di tappa, che ha visto la partecipazione di 187 atleti, è andata a Marco De Gasperi (team Scott) e Debora Cardone (team Valetudo). Mentre il titolo di combinata skyrunning 2012, basato sul miglior risultato in 4 specialità più la gara finale, va ai friulani Pivk Tadei e Paola Romanin, entrambi dell’Atletica Aldo Moro di Paluzza capitanata dalla famiglia Di Centa. Il campionato 2012 ha visto però l’assegnazione di diversi altri titoli. Supportato da La Sportiva e Crazy Idea, è stato infatti suddiviso in tre sezioni: Vertical Kilometer, SkyRace, SkyMarathon. Nella prima, caratterizzata da gare brevi ma intense con 1000 mt di dislivello e pendenze sopra il 30%, il titolo è andato a specialisti come Marco De Gasperi e Debora Cardone. Quest’ultima ha conquistato anche il primo posto nella classifica della SkyRace, vinta tra gli uomini da Franco Sancassani. Successo poi per l’esordio del campionato Ultra SkyMa-
rathon italiano che ha segnato anche il primo vero incontro fra skyrunning e trailrunning. Vincitori di questa specialità sono stati Silvia Serafini (team Salomon Carnifast) e Pivk Tadei. Per il primo anno si è assegnato anche il titolo a squadre che ha visto la vittoria del team Salomon-Carnifast davanti a Valetudo e al gruppo Run for Find The Cure. www.skyrunning.it
Il Trento Film Festival si presenta in Brasile Il Trento Film Festival vola oltreoceano, in seguito alla partnership Servizio Emigrazione e Solidarietà della Provincia Autonoma di Trento, per un appuntamento culturale in programma dal 20 al 27 novembre, che porterà una selezione della più bella cinematografia di montagna in alcune località del Brasile. L’iniziativa, realizzata in collaborazione con i Circoli Trentini brasiliani, avrà un tema preciso: le Dolomiti Patrimonio Unesco. Come già in occasione della scorsa edizione cilena, anche questo appuntamento sarà presentato dall’alpinista trentino Elio Orlandi, membro della Giuria Internazionale al Festival e molto conosciuto anche nel continente sudamericano per le sue innumerevoli ascensioni patagoniche. Il viaggio del Trento Film Festival partirà il 20 novembre da Salvador de Bahia, scendendo
verso la costa atlantica e arrivando il 22 novembre a Vitoria. Proseguirà poi il 24 novembre a Piracicaba, nell’entroterra dello stato di San Paolo, durante la celebrazione del 120° anniversario di fondazione del quartiere trentino di Santa Olimpia. L’ultimo appuntamento il 27 novembre a Gaspar, piccola cittadina dello stato di Santa Catarina. I documentari proposti nel corso delle serate saranno Patacorta (regia di Elio Orlandi), Dolomiti Patrimonio Unesco (documentario promozionale prodotto dalla Provincia Autonoma di Trento), Parole, valori, colori (regia di Andrea Gris), I sona su la Torns (di Margherita Detomas), Verticalmente démodé (di Davide Carrari), Roda di Vael - 100 anni di arrampicate nelle Dolomiti (di Markus Frings) e DINOtte DIgiorNO (di Marisa Montibeller).
concorsi “Scrivi una storia”: 27 imbracature CAMP ai vincitori CAMP da sempre sostiene iniziative di promozione dell’arrampicata restando vicina al mondo della scuola. Nelle scorse settimane l’azienda ha aderito con entusiasmo al concorso letterario “Scrivi una storia”, promosso dal Ministero dell’Istruzione in collaborazione con il Comitato Italiano Sport contro la Droga e le federazioni sportive tra cui anche la FASI. L’obiettivo dell’iniziativa era la promozione dello sport come parte attiva della vita dei ragazzi e mezzo di prevenzione contro tutte le dipendenze. Lo sport deve infatti diventare per i ragazzi di oggi uno stimolo alla costruzione del
proprio personale modello d’interpretazione del mondo. L’iniziativa ha visto la partecipazione di studenti provenienti da oltre 700 scuole primarie e secondarie di tutta Italia e si è conclusa con la premiazione dei vincitori nella sala conferenze dello stadio Olimpico di Roma. Per la sezione Arrampicata, grazie all’elaborato “E se guardassi sempre il cielo, finiresti sicuramente per avere le ali” si sono affermate A. Marchitelli e L. Paradiso. Le ragazze, insieme agli altri studenti della classe 3A dell’istituto Galileo Ferraris di Spello (Perugia), hanno ricevuto come premio 27 imbracature CAMP.
Premio Oasis Photocontest, aperte le iscrizioni Sono aperte le iscrizioni alla nuova edizione del Premio Internazionale di Fotografia Naturalistica Oasis Photocontest 2012, promosso dalla rivista Oasis e organizzato dall’AITN (Associazione Italiana Turismo Naturalistico). La scadenza di presentazione delle opere è il 25 dicembre. Le immagini più belle saranno inserite nel prestigioso catalogo della rivista e faranno parte della mostra “Oasis PhotoContest Tour 2013”, che farà tappa nelle principali città italiane. Il concorso è supportato, tra gli altri, anche da Ferrino e Canon. Le prime 10 opere di ogni sezione riceveranno un premio per un montepremi del valore di oltre 30.000 euro, che include riconoscimenti in denaro, attrezzature fotografiche e viaggi. Al
vincitore assoluto saranno assegnati 2.000 euro, un viaggio in Europa e un’opera in bronzo dello scultore Michele Vitaloni. Al campione italiano andrà invece l’Africa Wild Truck, ovvero un viaggio per due persone in Zambia. I vincitori di ogni categoria riceveranno infine un premio del valore di 500 euro. Alle dieci sezioni tradizionalmente in gara (paesaggio, mammiferi, uccelli, altri animali, portfolio, subacquea, gente e popoli, mondo vegetale, amici di casa, tecniche di ripresa), quest’anno se ne aggiungono due riservate ai più giovani: Baby per i bambini fino a 14 anni e Junior, per i ragazzi dai 14 ai 18 anni. www.oasisphotocontest.com
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salva con nome Rewoolution Raid Winter, ecco le due date 2013
allevamenti di Rewoolution e vivere un’esclusiva esperienza outdoor nell’emisfero australe.
Per noi di Outdoor Magazine quella di aggiornarvi sui Rewoolution Raid è una piacevole consuetudine, visto che fin dall’esordio abbiamo supportato con convinzione questa bella iniziativa. Resa possibile grazie alla main sponsorship di Rewoolution (l’innovativo marchio italiano che produce abbigliamento tecnico sportivo in pura lana Merino) e all’organizzazione dell’agenzia bergamasca Spia Games. L’evento multidisciplinare ha una sua versione estiva e una invernale e nel 2012 la formula vincente è stata quella della duplice tappa per ogni stagione. Format che verrà ripetuto nel 2013. Dopo l’ottimo esito degli eventi estivi di Bergamo e Torbole (dei quali
trovate un ampio report negli scorsi numeri) siamo giunti nuovamente alla declinazione winter. Della quale vi annunciamo ufficialmente le date: si parte con Livigno (26-27 gennaio) e si chiude sulle Dolomiti (16-17 marzo). Due appuntamenti dedicati a tutti gli appassionati di sci, snowboard e telemark pronti a sfidarsi in una gara dal format originale. I team, composti da tre persone, affronteranno diverse prove speciali: slalom gigante, skicross, freeride, freestyle, mogul, chilometro lanciato e molto altro ancora. I migliori nella classifica finale di entrambe le tappe, come già avvenuto per le atre prove, si aggiudicheranno un fantastico viaggio in Nuova Zelanda per scoprire gli
TORNA LA CATEGORIA SHOP – Dopo il grande successo dell’esordio di Torbole (con quasi 15 team presenti) verrà riproposta la categoria shop, resa possibile anche grazie al coinvolgimento delle nostre testate Outdoor e Running Magazine. Ogni negozio sportivo infatti può partecipare con uno o più team, composti dallo staff del punto vendita o da clienti. Un’ottima modalità di promozione della propria insegna e la garanzia di vivere un weekend all’insegna del divertimento, dello sport e della capacità di “fare team”. Per i primi negozi che ci contatteranno all’indirizzo redazione@outdoormag.it l’iscrizione sarà gratuita. Quindi… affrettatevi! www.rewoolutionraid.com
Il Banff Mountain Film Festival arriva per la prima volta in Italia Natura incontaminata, montagna, mari e deserti: sono lo scenario dei filmati che ogni anno vengono presentati al Banff Mountain Film Festival (BMFF), in Alberta, Canada, una delle più prestigiose rassegne cinematografiche internazionali dedicate all’avventura. 9 giorni in compagnia dei migliori film e libri di montagna, con ospiti internazionali, autori, registi, alpinisti, climber ed esploratori. Quest’anno il Festival, giunto alla 37a edizione, arriverà per la prima volta anche in Italia, a Milano, grazie al BMFF World Tour. L’esordio è previsto per marzo 2013 con 2 proiezioni appositamente pensate per soddisfare un pubblico appassionato di sport outdoor. A un target giovane e più “adrenalinico” è dedicata la serata del Radi-
cal Reels Tour, creativi montaggi ed estratti dai film più verticali, intensi e veloci di Banff. Un concentrato di video mozzafiato che tengono con il fiato sospeso. Il World Tour Italy entra così a far parte di una community internazionale di 35 nazioni
che ogni anno porta i film di Banff in 390 città in giro per il mondo, per 700 serate. Inoltre, a partire dall’autunno 2012 e per tutto il primo semestre 2013, è prevista l’organizzazione di una serie di eventi, con l’anteprima del programma, nelle principali città italiane e nell’ambito delle più affermate rassegne culturali e commerciali dedicate all’outdoor. È infine al vaglio la possibilità di nominare ogni anno un ospite padrino dell’edizione. Il Banff World Tour Italy è stato promosso e organizzato dall’organizzazione culturale Alt(r)ispazi e da Sportmaker, realtà specializzata nella comunicazione integrata nel dinamico mondo dello sport business. www.banff.it
Prove Libere Tour: 7 tappe su 11 sono dedicate ai retail
La Festa della Neve, presentata ufficialmente nel corso di Skipass Modena, è l’undicesima edizione del Prove Libere Tour, evento organizzato dal Pool Sci Italia. Da quest’anno saranno dieci le aziende internazionali che presenteranno al pubblico i materiali, mettendo a disposizione di tutti gli appassionati l’esperienza e la capacità dei migliori professionisti del settore: Atomic, Blizzard, Dynastar, Elan, Fischer, Head, Nordica, Rossignol, Sa-
lomon e Voelkl. Oltre al consolidato e apprezzato test sci ci saranno tante novità, come le iniziative speciali per i più giovani, con skipass a prezzi vantaggiosi (in definizione località per località), sciate con i maestri di sci dell’AMSI, ma anche con i grandi campioni dello sci azzurro che parteciperanno come di consueto. Il primo appuntamento è a Pampeago, in Val di Fiemme, l’1 e 2 dicembre 2012. Poi tappa allo Ski Civetta, con villaggio ai Piani di
Pezzè il 15 e 16 dicembre e ultimo stop invernale a Cervinia il 22 e 23 dicembre. Febbraio e inizio marzo saranno invece dedicati al Prove Libere Retail rivolto a negozianti e addetti ai lavori. La Festa della Neve chiuderà infine nella magnifica cornice dolomitica del Passo di Costalunga, a Carezza, il 23 e 24 marzo 2013, con la prova in anteprima dei modelli 2013/14. www.poolsciitalia.com
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PEOPLE Smith e Robinson completano il senior management team Polartec Importanti cambi di poltrone nel management Polartec: Gary Smith è stato nominato chief executive officer mentre Joe Robinson è il nuovo chief financial officer. Smith, 49 anni, è stato presidente dell’Outdoor Group per The Timberland Company nonché partner di McKinsey & Company. Nato e cresciuto nel New England, è un grande appassionato di ciclismo e alpinismo. Robinson invece, 46 anni, approda in Polartec dopo aver ricoperto la carica di vice presidente, corporate finance per Inventiv Health e quella di vice presidente, global finance e vice presidente North America finance
per la divisione Converse di Nike. La sua carriera comprende inoltre 18 anni passati in posizioni finanziarie e gestionali per il gruppo Procter & Gamble’s Gillette. Smith e Robinson, assieme all’attuale executive vice president Jon Adelman, compongono così il nuovo senior leadership team di Polartec. Gregory Segall, membro del board of directors e ceo per Versa Capital Management (azienda proprietaria di Polartec), ha commentato: “Siamo felici di poter contare sullo straordinario acume di Gary. Grazie alla sua posizione di ceo porterà in Polartec prospettiva strategica ed esperienza
Gary Smith
operativa”. La nomina di Smith è effettiva dal 1° novembre, data nella quale è succeduto al vecchio ceo Andrew J. Vecchione.
Jonathan Petty nuovo regional manager per Patagonia Patagonia ha annunciato lo spostamento di Jonathan Petty da European marketing manager in una nuova posizione con base in UK, quella di regional manager northern Europe. Jonathan vanta un’esperienza di 10 anni in Patagonia, di cui 5 come UK sales manager, altri 5 come European marketing manager nell’headquarter di Annecy, in Francia. Il managing director per l’Europa di Patagonia, Stefan Wahlén, ha strutturato il mercato europeo in 4 regioni principali per focalizzare meglio quelli chiave: UK, Germania, Francia e Italia. “Sono molto contento”, ha spiegato Stefan,
“che Jonathan abbia accettato il ruolo, credo sia perfetto per lui.
La sua conoscenza nel marketing sarà una grande risorsa per sviluppare il brand Patagonia in Gran Bretagna come in Scandinavia, dove c’è un enorme potenziale di crescita. “Sono orgoglioso”, ha poi raccontato Petty, “di lavorare per un’azienda così ricca di storia e dotata di una filosofia radicata nel realizzare i migliori prodotti per l’outdoor senza causare danni all’ambiente. Le nostre vendite in Europa sono raddoppiate negli ultimi 3 anni in quanto abbiamo investito molte risorse nel marketing e nel prodotto. Confido di confermare Patagonia come il miglior brand in UK e Scandinavia”.
L’highliner Benjamin Kofler nel Mountain Pro Team Bailo Il Mountain Pro Team Bailo ha accolto tra le sue fila l’highliner Benjamin Kofler. Benjamin, 23 anni, vive a Termeno (BZ) e ama la montagna sotto molteplici aspetti, come dichiara lui stesso: “Amo svolgere moltissime attività in questo ambiente fantastico. Arrampicata, boulder, vie alpinistiche, ghiaccio, freeride o highline. Tutte queste discipline hanno un punto in comune... la montagna”. Nel 2011, durante una spedizione negli USA con Roman Stuefer, riesce ad aprire e salire in libera una via di 500 mt battezzata Nightmare, sulla parete nord del Notch Peak. Nello stesso anno si appassiona all’highline e percorre come primo altoatesino la linea Starline di Arco (320 mt di altezza, 25 mt di
lunghezza). Quest’anno ha invece percorso altre highline in Alto Adige. Benjamin ha anche presenziato a vari eventi come highliner, tra cui il Melloblocco e il Rockmaster. www.bailo.com
Sweet Protection arruola il noto sciatore Aksel Lund Svindal Aksel Lund Svindal è entrato a far parte del team Sweet Protection. Lo sciatore scandinavo, atleta di punta della nazionale norvegese, vincitore di due Coppe del Mondo, di quattro titoli mondiali e di un oro olimpico, non ha dovuto cercare troppo lontano per trovare un partner per le protezioni. “Dicono che i migliori caschi al mondo sono progettati e sviluppati da Sweet Protection a casa mia, in Norvegia, e scegliere local è stato facile. Mi piace molto collaborare con un team talentuoso e competente come quello di Sweet. Per loro la cosa più importante è realizzare senza compromessi prodotti per gli sport di cui sono appassionati”. Aksel, oltre a indossare i caschi Sweet, contribuirà attivamente allo sviluppo dei prodotti. Il nuovo Rooster Corsa, in par-
ticolare, realizzato con tecnologia da Formula 1, sarà uno dei prodotti che utilizzerà in gara. “Dà una sensazione di grande naturalezza, non solo per il peso veramente leggero e per la compattezza dei volumi, ma anche per come si percepiscono bene i suoni e l’ambiente circostante”, ha commentato Svindal. “Come fa un casco così leggero e così compatto a offrire una protezione simile? Ho dovuto guardare i risultati dei test per ben due volte!”. Quest’anno Sweet Protection presenta quattro caschi nuovi (risultato di 3 anni di ricerche) e le versioni completamente aggiornate dei suoi modelli più classici. Tra questi appunto, il nuovo e rivoluzionario Rooster Corsa, disegnato e progettato in Norvegia, realizzato a mano e rifinito da tecnici italiani.
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web news Rock & Boulder, arrampicando sull’iPad…
Tra le numerosissime e incredibili (non sempre) app che entrano ogni giorno nell’offerta Apple ne è stata recentemente aggiunta una dedicata a tutti gli appassionati del climbing. Si chiama Rock & Boulder ed è stata sviluppata per iPhone-iPod e iPad con alcune sottili differenze. L’app simula infatti, attraverso una bella grafica 3d, l’arrampicata di un grosso boulder, e in base al device utilizzato richiede 5 (iPhone-iPod) o 10 dita (iPad) per giocare. Con l’iPad inoltre è possibile variare il numero di dita da utilizzare, dalle 4 alle 10. Pur non essendo un gioco in grado di misurare l’abilità reale del climbing, offre divertimento e un’esperienza quanto mai divertenti. Il menu risulta intuitivo e il gioco è fluido. Per avere le migliori performance si consiglia di disattivare le opzioni multitasking degli schermi.
Patagonia lancia il suo sito web in italiano
Il marchio Patagonia ha annunciato il lancio del suo nuovo sito web in italiano. Il portale presenta una veste grafica rinnovata e fornisce un’istantanea dal vivo del marchio Patagonia, informazioni, contenuti aggiornati, storia, filosofia del design, la tecnologia utilizzata, gli ambassadors e l’impegno per la protezione dell’ambiente dell’azienda californiana. Tutto in italiano. Le speciali sezioni del nuovo strumento di comunicazione sono state studiate per una fruizione veloce e piacevole di tutti i suoi esclusivi contenuti, mentre particolare enfasi e spazio sono state date alle diverse sezioni: ambiente (tra gli elementi più caratterizzanti del sito), storie di prodotto e online store, store locator/trova Patagonia, sport, video gallery. In futuro il sito web ospiterà nuove iniziative Patagonia, testimonianze e notizie dal mondo outdoor, sempre continuando a condividere con i suoi utenti, anche tramite i social network, storie di sport e ambiente raccontate dagli ambassador del marchio e dal suo fondatore Yvon Chouinard, nello stesso modo consapevole e innovativo con cui realizza da sempre i propri prodotti. www.patagonia.com/eu/itIT/
l’agenzia informa STUDIO MODA SPORT
Fondata nel 1995 da Camillo Calloni, Studio Moda Sport opera come agenzia di rappresentanza di prestigiosi marchi nel settore mountain & outdoor da oltre 17 anni. Grazie al consolidato portafoglio clienti, si pone sul mercato nel ruolo di consulente di vendita, interfacciandosi tra aziende e acquirenti, sempre più esigenti e attenti alle tendenze e valutazioni del mercato. L’agenzia pone grande attenzione alla scelta dei suoi partner commerciali sulla base di requisiti qualitativi elevati, rappresentando prestigiosi marchi nel settore dello sport, della calzatura e dell’abbigliamento. Il continuo monitoraggio del mercato permette un tempestivo feedback alle aziende, identificando nuove opportunità e contribuendo allo sviluppo di nuovi prodotti. È recente inoltre la realizzazione di un portale quale mezzo di comunicazione rapido ed efficace, capace di erogare servizi e un costante aggiornamento sulle nostre attività. A gennaio 2012 è stato inaugurato il nuovo showroom, sito ad Arcore, quale punto di riferimento per la
Camillo Calloni
presentazione delle proprie collezioni e luogo d’incontro e aggregazione per condividere e cogliere nuove sfide. A oggi Studio Moda Sport rappresenta numerose aziende: Mico Sport, Meindl, Vaude, Edelrid, O’Glam, Gipron, Cooltex, Arva, Lupine, Gecko, GV Snow shoes, Sea To Summit, Jetboile Nalgene. L’amministrazione e il customer service sono affidati a Federica Cremascoli. www.studiomodasport.it
Federica Cremascoli
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Focus on
Nell’ambito del corso di Scienze delle Organizzazioni presso la facoltà di Sociologia dell’Università Bicocca di Milano
Corporate Responsibility nell’outdoor al centro di una tesi di laurea Il lavoro di Paolo Grisa ha analizzato i casi di quattro imprese, due americane e due europee, che si distinguono particolarmente nel campo della responsabilità sociale e della sostenibilità ambientale: The North Face, Patagonia, Vaude e Salewa. A cura di DAVIDE CORROCHER
fronte, sebbene restino ancora molti passi da fare e la mia indagine ne individui alcuni”.
Da sempre su questa rivista dedichiamo ampio spazio alla presentazione delle iniziative di responsabilità sociale e ambientale promosse dalle aziende. Tanto che da più di un anno abbiamo creato la sezione “green corner”, un angolo destinato a mostrare le best practices in quest’ambito. Con piacere riportiamo quindi il caso di una tesi di laurea, realizzata da uno studente del corso di Scienze delle Organizzazioni presso la facoltà di Sociologia dell’Università Bicocca di Milano, dal titolo “La Responsabilità Sociale d’Impresa nel settore dell’Outdoor: un’analisi a partire da studi di caso”. L’autore Paolo Grisa (a destra), grazie anche ad alcuni nostri suggerimenti e contatti, sotto la guida del prof. Giacomo Degli Antoni, ha cercato di analizzare il caso specifico di quattro tra le aziende leader di settore. Nello specifico: due con sede negli Usa e due in paesi dell’Unione Europea, al fine di verificare l’ipotesi di lavoro che vi possa essere una correlazione tra il luogo in cui risiede il centro del loro business e le modalità con cui le politiche di Csr sono portate avanti.
I casi studio - La tesi si caratterizza essenzialmente come un’analisi di case studies e non ha la pretesa di esprimere una posizione in merito, motivata attraverso un riscontro statistico. Questo avrebbe richiesto un’indagine maggiormente quantitativa e sistematica sull’intero gruppo delle imprese presenti nei due mercati di riferimento, non realizzabile all’interno di un elaborato finale di una laurea triennale. I quattro casi studio presi in esame sono stati Patagonia e The North Face per gli Stati Uniti, Vaude e Salewa per l’Europa.
La scelta del tema - “Il tema della responsabilità sociale e ambientale è senza dubbio uno degli argomenti di studio che più mi ha affascinato tra quelli presenti all’interno del mio corso di laurea, che si occupa di affrontare tematiche di sociologia legate a varie esperienze di carattere economico”, afferma Paolo Grisa. “Per il mio elaborato finale ho dunque deciso di approfondire tale materia, orientandomi attraverso quello che è un campo a me familiare. Sono un accanito praticante di attività outdoor (in particolare alpinismo e arrampicata) e molte situazioni specifiche mostrano come questo sia un settore fra i più attivi su questo
L’analisi svolta - La tesi si articola partendo da una iniziale premessa teorica, dove l’autore ha analizzato a fondo il concetto di Corporate Social Responsibility e di cui ha presentato l’approccio multistakeholder. Di seguito, sono citati e approfonditi alcuni approcci alternativi alla Csr, in particolare quello strumentale descritto in due articoli realizzati da Grayson e Hodges e da Porter e Kramer. Questi autori hanno insistito sull’idea che, se le imprese analizzassero le opportunità a loro disposizione in ambito Csr, si renderebbero conto (dichiara in particolare Porter) che la Csr più che un costo può diventare fonte di opportunità, vantaggio competitivo e innovazione (tanto che Hodges parla di Corporate Social Opportunity). A questo punto l’elaborato prosegue presentando i più noti strumenti di Csr esistenti e approfondendo nei dettagli il modello Q-res, su cui viene effettuato il confronto tra i quattro casi presi in esame. Si tratta di un sistema standard di Csr, nato da un programma di ricerca biennale dell’università Carlo Cattaneo che si fonda sull’idea della reputazione come risorsa fondamentale per le imprese. Inoltrandosi poi nel tema specifico della tesi, Paolo descrive le caratte-
Frame della clip di presentazione del report di sostenibilità di The North Face.
Prima pagina del CSR Report 2011 di Salewa. ristiche e l’andamento attuale del settore outdoor. “Per questa parte mi sono stati di fondamentale aiuto i dati dell’EOF di Annecy e altri articoli pubblicati su questa rivista”, continua Paolo. Successivamente, dopo aver presentato brevemente anche la storia della nascita e sviluppo di queste aziende, vengono trattate le caratteristiche fondamentali delle politiche di sostenibilità di ognuna. Attraverso le linee guida Q-res sono stati ricercati per ogni caso studio ognuno dei sei strumenti che compongono il modello (visione etica d’impresa, codice etico, formazione etica, sistemi organizzativi di attuazione e controllo, rendicontazione etico-sociale e verifica esterna), registrando al termine quali di questi sono stati implementati dall’azienda, quali no e quali solo in parte.
Un’inserzione pubblicitaria Vaude che illustra uno dei suoi prodotti ecosostenibili.
Conclusioni: i risultati emersi dall’analisi delle 4 case history
Copertina del magazine Fortune. In primo piano Yvon Chouinard, ceo di Patagonia.
Dall’analisi svolta emerge che, in un mercato globalizzato caratterizzato da concorrenza su scala internazionale - qual è questo dell’outdoor -, la variabile “nazione in cui l’azienda ha sede” non è rilevante nel determinare in generale la tipologia delle politiche di Csr condotte dalle aziende (per lo meno fra quelle esaminate). Quello che si può notare è anzi forse un concentramento di conduzione verso questi temi. Qui si apre l’annoso dibattito: scelta consapevole o pura
reazione a spinte esterne? Concentramento tuttavia ancora piuttosto generico, se si considera che il campo della Csr rimane a tutt’oggi - e in questo il settore dell’outdoor non fa eccezione - un vero ginepraio di standard, certificazioni, linee guida e modelli. Molti dei quali sono spesso estremamente elaborati e complessi, al punto che gli stakeholder, e in particolare quelli meno tutelati, ne rimangono disorientati. Tutta questa confusione infatti non può che nuocere a un aspetto, che è di fatto ciò che più interessa allo stakeholder (appartenga esso alla categoria dei clienti, dei dipendenti o dei fornitori): la comparabilità delle aziende e dunque il funzionamento del meccanismo della reputazione. Prima di mostrare il confronto, occorre precisare che la mia analisi non mira a definire “la migliore o la peggiore” tra le aziende scelte, ma piuttosto la minore o maggiore aderenza a un modello di standard che ho ritenuto il più valido tra i molti possibili. Questo perché
non sarà mai possibile effettuare una scelta consapevole di fronte a modelli di rendicontazione così diversi tra loro e poco accessibili al consumatore medio. Esaminando i due casi americani, contando gli strumenti del modello Q-res effettivamente adottati, all’apparenza sembrerebbe che, con il suo lungo e articolato report rispettoso del Global Reporting Initiative, The North Face riesca a rispondere meglio alle indicazioni del sistema. Tuttavia, guardando al di là della semplice aderenza al modello, va rilevato come gli strumenti adottati da Patagonia (di fatto unici nel loro genere) dimostrino un grado di trasparenza e concretezza difficilmente rilevabile nel report dell’azienda del gruppo VF. Passando agli altri due casi, possiamo dire che i due non si discostano molto da quello di The North Face, sebbene non abbiano la stessa quantità di materiale su cui questa può fare riferimento, per tramite del suo gruppo. Quello che si nota in generale è la mancanza di esplicitazione
diretta dei propri stakeholder e dell’enunciazione del contratto sociale e l’assenza di un Codice Etico generale rivolto a tutti gli stakeholder che possa aiutarli a orientarne le scelte. Difficilmente poi vengono riportati dati quantitativi sulle segnalazioni interne, ammesso che la possibilità di effettuarle sia concessa. Riguardo ai report di sostenibilità, per tutte le aziende si nota, indice alla mano, una generale tendenza a dare maggior spazio alle tematiche green piuttosto che a quelle sociali. Questo accade forse in virtù della maggior forza di marketing che questi temi possono avere su un consumatore dedito agli interessi tipici del settore outdoor. Devo infine sottolineare che la mia indagine è stata realizzata su dati e report relativi al 2011. Proprio nei giorni in cui terminavo l’indagine uscivano i dati relativi all’anno seguente di alcuni dei casi selezionati, mostrando come alcune lacune da me evidenziate fossero state superate. Paolo Grisa
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Focus snowshoes
Al vero e proprio boom dell’inverno 2008/09 hanno fatto seguito altre stagioni positive. Fino ai forti cali dello scorso anno
Racchette da neve, la parola ai dealer A cura di MONICA VIGANò Come ogni anno, Outdoor Magazine torna a parlare di racchette da neve con un focus dedicato. A differenza del passato, però, questa volta abbiamo scelto di interpellare non tanto le aziende produttrici di attrezzatura quanto i negozianti. A loro abbiamo chiesto di aiutarci a raccogliere dati di sell-in e di sell-out delle ultime stagioni. In particolare abbiamo contattato 30 negozianti in rappresentanza di un panel variegato e comprensivo di realtà del nord, del centro e del sud Italia. Con tutti i distinguo del caso (a partire dalle diversità di condizioni climatiche, fino al numero di persone che popolano le aree interessate dall’indagine), abbiamo riunito le informazioni raccolte per presentarvi alcune informazioni reali e interessanti dal punto di vista statistico. Da sottolineare che i dati relativi all’inverno 2011/12 sono stati ovviamente condizionati dalla stagione infelice dal punto di vista delle precipitazioni nevose, fattore fondamentale per questo segmento di prodotto. UN OCCHIO AL PASSATO Già lo scorso anno avevamo avuto modo di evidenziare come il boom di questa attività a livello mondiale fosse stato registrato nell’inverno 2008/09. In Italia erano state vendute in tutto circa 100mila paia di ciaspole, con alcuni casi di doppi incrementi sulla stagione precedente. Tra l’altro in quell’anno, come ci era stato confermato dalle aziende, le scorte nei magazzini terminarono e non fu nemmeno possibile esaudire le richieste di riordino avanzate da alcuni negozianti. Le conseguenze di
VENDITA CIASPOLE NELLa stagione 2011/12 12% CRESCITA*
28% STABILI
60% CALO **
* dal 10% al 30% medio annuo ** dal 20% al 50% medio annuo (con picchi di -60% e -70%)
Paia di ciaspole vendute NELLa stagione 2011/12
16% Oltre le 400 paia*
20% Da 100 a 200 paia
64%
Sotto le 100 paia
* con picchi superiori alle 700 paia per realtà come Sportland e sopra le 4000 paia per Sportler
Photo: Hansi Heckmair
Situazione attuale, vendite medie, incidenza sul fatturato, marchi trattati, modelli più venduti e aspettative per la stagione invernale. Outdoor Magazine ha condotto un’inchiesta raccogliendo informazioni, dati e trend presso 30 tra i principali rivenditori italiani di ciaspole. Ecco cosa è emerso. questo grande successo furono visibili anche l’anno seguente, con il consolidamento del mercato, la crescita dei marchi di riferimento e l’ingresso di nuove proposte. IL PUNTO DI VISTA DEI NEGOZIANTI Le considerazioni sopra esposte trovano riscontro anche nelle parole dei negozianti da noi contattati. In media tutti i retailer trattano l’articolo ciaspole da 10 anni o più. E tutti sono concordi nel definire memorabile l’inverno 2008/09. In realtà il successo della disciplina si è ripetuto l’inverno seguente, quando la più grande nevicata degli ultimi anni ha contribuito al rafforzamento del mercato. Da lì in poi, ogni stagione seguente è stata comunque positiva. Fino allo scorso anno quando la combinazione crisi economica/clima poco rigido/scarsa neve ha arrestato le vendite e portato a cali anche sostanziosi, che in alcuni casi hanno sfiorato il 60% o addirittura il 70%. LA PAROLA Ai buyer A proposito dei numeri di vendita delle ultime stagioni, eloquenti sono le parole di Massimo Zuin (category manager outdoor di Sportland): “Nel 2004 abbiamo venduto 112 paia di racchette da neve. L’anno seguente 101, poi 205 e nel 2007 192. Nel 2008, l’anno del boom del mercato, ne abbiamo vendute 541 con una lieve flessione l’anno seguente a quota 482. Ottimo il 2010, con un totale di 791 ciaspole vendute, in lieve flessione lo scorso anno. Per la maggior parte si parla di modelli da adulto. Quelli invece che supportano persone fino ai 60 kg di peso e che dunque vanno bene per donne e junior rappresentano circa il 40% delle nostre vendite totali”. Christian Nothdurfter, re-
sponsabile acquisti alpin & snow per Sportler, ha invece dichiarato: “Negli ultimi tre anni abbiamo registrato un calo medio nelle vendite del 35%. Ciononostante nel 2010/11 abbiamo venduto oltre 5000 paia di ciaspole e più di 4000 paia lo scorso inverno. Anche noi parliamo per lo più di modelli da adulto, considerando che il segmento bambino influisce sul totale delle vendite solo per il 2%”. Da ultimo Giuseppe Caligiore, buyer attrezzo per DF Sport Specialist, ha ammesso di aver registrato una sostanziale stabilità nelle ultime tre stagioni: “In particolare negli ultimi due inverni abbiamo venduto, considerando unitamente tutti i nostri punti vendita, oltre 400 paia di ciaspole. Confermo che il segmento bambino non ha rilevanza ai fini statistici, incidendo circa per lo 0,1% sul totale di vendita registrato”. I MARCHI BEST SELLER Se dovessimo stilare un elenco dei principali marchi proposti dai negozianti da noi interpellati, citeremmo TSL, MSR, Baldas, Salewa e Tubbs. A seguire Inook, Camp, GV, Morpho, Gipron, Emmedue e Atlas. Tutti vengono trattati per lo più con ordinativi stagionali, anche se le racchette da neve risultano essere tra i pochi prodotti disponibili sul pronto e quindi facilmente riassortibili “in corso d’opera”. La maggior parte dei retailer da noi contattati concorda anche su quale sia il prodotto best seller delle ultime stagioni, ovvero il TSL 206/226 Approach Easy che è anche quello maggiormente riordinato per la stagione alle porte. Quest’ultima, per la cronaca, pare essere partita in sordina quanto quella precedente. Il che spinge i negozianti ad affermare che le uniche speranze di ripresa
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INFLUENZA SUL FATTURATO RETAIL In generale, comunque, il segmento ciaspole non può ancora vantare una rilevante influenza sul fatturato complessivo di un negozio sia per quantità vendute che per prezzo medio piuttosto contenuto. La percentuale massima di incidenza da noi registrata si aggira intorno al 10%, in forte calo in caso di grandi catene come Sportland o Sportler. Questa scarsa influenza del mercato sul fatturato del negozio è dovuta, al di là del fattore clima, anche alla scarsa necessità di ricambio del prodotto. Ovviamente ci sono professionisti che acquistano prodotti altamente tecnici seguendo le novità di mercato, ma la loro percentuale rispetto al totale dei praticanti è minima. Pertanto chi ha acquistato in passato delle racchette da neve, difficilmente le sostituirà con una certa frequenza. NOLEGGIO E BUDGET DISPONIBILE Chi invece si approccia sporadicamente a questo sport, preferisce noleggiare le racchette da neve piuttosto che acquistarle. Discorso, quest’ultimo, valido anche e soprattutto per il segmento bambino, scarsamente trattato dai retailer. Essi ci hanno confermato come, a maggior ragione in un periodo difficile come quello attuale, una famiglia non è disposta a spendere una media di 80 euro per una ciaspola da bambino. In genere il budget massimo da destinare a questi prodotti sfiora i 100 euro, investiti dietro un’attenta valutazione del rapporto qualità/prezzo proposto dai vari brand. Rientrano nelle considerazioni che precedono l’acquisto anche la semplicità d’uso, la facilità di calzata e da ultimo il tipo di chiusura e di attacco. CONSIDERAZIONI FINALI Chiudiamo con una considerazione espressa ai nostri microfoni da Massimo Zuin di Sportland: “Abbiamo constatato che la maggior parte dei ciaspolatori non usufruisce del pacchetto sonda/pala/arva anche se è intenzionato ad avventurarsi su sentieri pericolosi. Sarebbe dunque importante sensibilizzare alla sicurezza questi escursionisti, soprattutto quelli amatoriali che spesso ignorano totalmente il discorso. Sarebbe utile anche istruirli sul corretto utilizzo delle ciaspole, che spesso vengono usate erroneamente oppure senza sfruttare il loro massimo potenziale. Da ultimo, il mio personale suggerimento ai marchi di settore è quello di dedicare maggiori investimenti agli upgrade di prodotto. Spesso rimangono a collezione senza alcuna modifica per troppo tempo”.
target degli acquirenti di ciaspole 17,5%
Sotto i 30 anni
46% Sopra i 40 anni
36,5%
Dai 30 ai 40 anni
prodotti venduti in abbinamento alle ciaspole 80 76%
70 60 50
52%
48%
40 30 20 16%
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Nota: Percentuali calcolate sui 30 negozi da noi contattati. Il totale dà più del 100% perché i retailer avevano la possibilità di esprimere una risposta multipla.
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dipendono unicamente dalla quantità di neve che questo inverno ci saprà regalare.
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Focus snowshoes / News Racchettinvalle, al via la 13a edizione
Un evento ormai tradizionale, pronto a replicare anche per questa stagione invernale. Domenica 3 febbraio infatti gli amanti degli sport invernali e delle racchette da neve si ritroveranno a Pragelato per la tredicesima edizione della Racchettinvalle, corsa con le ciaspole diventato ormai un must fra i tanti appassionati e un’occasione imperdibile per trascorrere un weekend sulla neve in compagnia di amici e famiglia. L’evento, organizzato in collaborazione con Baldas e Ferrino, ha visto trionfare lo scorso anno Alex Baldaccini per gli uomini e Andreu Trias Laia per le donne. Partenza e arrivo di quest’anno saranno collocati nei pressi dell’impianto olimpico dei trampolini. Da lì i partecipanti proseguiranno sulla pista di sci nordico affrontando la compressione tecnica che li porta a percorrere un lungo falsopiano, intervallato da magnifici boschi di larici. Una volta giunti alla frazione di Pattemouche, faranno ritorno verso la borgata di Traverses per poi costeggiare la sponda del Chisone e tagliare il traguardo.
Le ciaspole italiane firmate FTX ai piedi di Enel Energia Il marchio italiano FTX ha negli anni stretto relazioni con diversi testimonial d’eccezione. Tra essi spiccano il Gruppo Sportivo Fiamme Oro di Moena e quello di Padova, la Polizia di Stato, i ciclisti Ivan Basso e Vincenzo Nibali, il pilota Michele Rugolo e il runner Giacomo Leone. Dal 2011 FTX ha arricchito questo elenco inserendo gli addetti Enel Energia. Questa partnership è nata in occasione di convention sulla sicurezza organizzate dal marchio congiuntamente alla Polizia di Stato, con la quale è già attiva da circa tre anni una collaborazione che copre soccorso alpino, elisoccorso e scuola di Polizia. FTX in particolare fornisce agli operatori Enel Energia circa 50 kit composti da ciaspole CX750 munite di doppia lama in acciaio inox, bastoncini da trekking BX9 a tre stadi in alluminio speciale e ghette GX1000 altamente impermeabili e semplici da indossare. Il personale utilizza questo materiale per interventi di routine e di emergenza in località disagiate, soprattutto in comuni montani degli Appennini e delle Alpi. Lo scorso anno, a detta dei vertici FTX, questa strumentazione è stata importante in occasione di interventi su terreno ghiacciato e impervio. Le ciaspole CX750 hanno consentito ai tecnici Enel di rispondere alle chiamate senza creare difficoltà nell’approvvigionamento del servizio pubblico e senza bloccare linee elettriche a diversi voltaggi.
Ciaspolada e CiaspDolomitica, nasce la combinata Un “matrimonio sportivo” è quello che caratterizzerà le prossime edizioni della Ciaspolada della Val di Non, quest’anno anche appuntamento mondiale, e della CiaspDoloMitica (sponsorizzata da TSL, CMP e Gabel). Quest’anno infatti i partecipanti alla 40a Ciaspolada potranno misurarsi anche sui percorsi della CiaspDoloMitica, rientrando nella speciale classifica combinata. Due date da segnare sul calendario per queste importanti competizioni con le racchette da neve d’Italia, che si svolgeranno a distanza di una settimana l’una dall’altra: rispettivamente domenica 6 e domenica 13 gennaio. I comitati organizzatori dei due eventi hanno deciso di attuare questo gemellaggio per incentivare gli appassionati del genere a partecipare a entrambe le competizioni, offrendo così l’opportunità di conoscere entrambe le manifestazioni, i territori ospitanti e di aspirare ai ricchi premi messi in palio. Infatti i primi tre atleti classificati nella Ciaspolada, sia uomini che donne, avranno diritto a un soggiorno gratuito per una notte (trattamento HB) da utilizzare in occasione della CiaspDo-
loMitica. In aggiunta saranno messi in palio cospicui premi per chi parteciperà a entrambe le manifestazioni e sono previsti incentivi destinati anche ai gruppi: i primi tre per numero di iscritti saranno ricompensati con premi in denaro e prodotti omaggio. novella@ciaspolada.it www.ciaspolada.it info@ciaspdolomitica.it www.ciaspdolomitica.it
Escursioni in sicurezza con Salewa, un flyer per i negozi Salewa si è reso protagonista di un’iniziativa lodevole e ha sviluppato e distribuito presso i negozi un flyer dedicato interamente alla sicurezza durante le escursioni con le ciaspole. Non è richiesta la conoscenza di una tecnica particolare: è sufficiente saper camminare. Ma non basta avere l’attrezzatura, è importantissimo conoscere e rispettare i rischi e i pericoli che nascondono i versanti innevati, i fianchi e le creste della cima, soprattutto quando si fa escursione in alta quota. Per questo il flyer presenta una serie di consigli, a cura della guida alpina e membro dell’associazione di soccorso alpino Berchtesgaden Michael Grassi, utili sia per chi vuole iniziare l’attività che per chi la pratica da tempo. I primi due punti riguardano il tempo e la pianificazione dell’escursione: se sono annunciate tempeste di neve, forte vento e nebbia, il soggiorno in alta montagna può
costituire un pericolo vitale, mentre fare attenzione alla personale forma e preparazione fisica evita incidenti e operazioni di ricerca. In gruppo inoltre bisogna regolarsi sul membro fisicamente più debole. È fondamentale, sempre per l’alta montagna, verificare e aggiornarsi sui pericoli valanghe, oltre che equipaggiarsi di apparecchio Arva, pala, sonda, corda e imbrago, kit di primo soccorso e tutto il materiale utile e di ristoro in caso di stop prolungati e bivacchi. Telefono o apparecchio radio e una mappa o GPS possono risultare importanti. Gli ultimi punti riguardano la regolazione del ritmo di camminata e un vademecum in caso di valanghe. I passaggi sono quelli conosciuti: segnare il punto di sparizione, chiamare soccorsi, attivazione degli apparecchi di ricerca, uso della sonda, eventuale rianimazione.
Ciaspatour, otto suggestive gare sulle Dolomiti
Il Trentino “slow” presentato a Skipass
Otto appuntamenti sulle Dolomiti per uno dei più suggestivi circuiti di gare di ciaspole. Torna anche quest’anno il Ciaspatour 2013, che esordirà il 6 gennaio con la Ciaspalonga dell’Alpago. Aperto a tutti come sempre, che siano atleti, amatori, famiglie o semplici appassionati di montagna, il circuito, sponsorizzato anche da Lafuma e TSL, richiede la partecipazione ad almeno 5 gare su 8 per entrare nella classifica generale. I premi andranno ai primi 3 uomini e alle prime 3 donne, ulteriori riconoscimenti ai classificati fino alla 10a posizione. Dopo l’esoridio nella Farra d’Alpago, il tour toccherà continuerà con le seguenti competizioni: la CiaspDolomitica in Val Comelico del 13 gennaio, la Casparetha in Val Gares il 26 gennaio, la Craspada Dolomitica in Valle del Vanoi il 27 gennaio, la NevegaRe del 6 febbraio sull’Alpe del Nevegal, la CiaspAuronzo del 10 febbraio ad Auronzo, la Ciaspalonga delle Marmarole del 16 febbraio fra Auronzo, Calalzo e Pieve di Cadore, e infine la Ciasparun al Passo Giau il 9 marzo.
Valle del Chiese e Sagron Mis sono 2 località poste gli antipodi del Trentino (ovest la prima, est la seconda), ma in realtà condividono molti caratteri e aspetti, soprattutto la naturalezza del territorio e la comune declinazione del turismo in chiave “soft” e “slow”. In occasione di Nisan Skipass 2012, dall’1 al 4 novembre, le due località montane hanno presentato assieme, in un unico spazio, il proprio prodotto turistico invernale. Per Sagron Mis si è trattato di una vera première. Il progetto ruota attorno alla Baita Sagron Mis Dolomiti, struttura ricettiva al centro del progetto di turismo consapevole e sostenibile del comune ai piedi delle Pale di San Martino e del Cimonega. Escursionismo invernale, racchette da neve, scialpinismo e sci di fondo escursionistico, ma anche ice climbing, sci nordico e sci alpino per le famiglie sono al centro della proposta. Nella Valle del Chiese invece già a fine dicembre sono in programma i primi appuntamenti di un lungo calendario di raduni riservati agli scialpinisti e ai ciaspolatori, che si prolungherà fino a marzo 2013. Non mancano anche qui le possibilità per gli ice climber.
eventi@nevegalgo.it
Ciaspolissima 2013, appuntamento a Valbruna
Il 19 e 20 gennaio a Valbruna, nei pressi di Tarvisio e in provincia di Udine, si svolgerà la quinta edizione della Ciaspolissima, gara competitiva e non organizzata dalla Lussarissimo ASD in collaborazione con Baldas e Ferrino. Il programma 2013 prevede anche una ciaspolata al chiaro di luna nella serata del 19 e una novità: una gara di dog trekking con le ciaspole. Lo scorso anno la vittoria è andata al bergamasco Davide Milesi del Team Baldas, dopo un avvincente duello con il veneto Filippo Barizza, Team TSL Amorini. Prima tra le donne Mirella Bergamo del Team TSL Amorini, davanti a Susanna De Giorgio e Antonella Derin dell’ASD Bavisela. Per iscrizioni e informazioni basta andare sul sito www. lussarissimo.com.
11° Tubbs Romp to Stomp, ciaspolando per la ricerca
A partire dal 2003, anno della creazione del circuito, le Tubbs Romp to Stomp out Breast Cancer Snowshoe Series hanno richiamato decine di migliaia di persone, quasi 36.000, arrivando a raccogliere circa 2,2 milioni di dollari destinati alle associazioni Susan G. Komen for the Cure e Canadian Breast Cancer Foundation. Ogni tappa consiste in una camminata con le ciaspole di 3 o 5 km e in una corsa sempre con le ciaspole di 3 km. La serie di eventi è cresciuta fino a diventare una delle più importanti del mondo e la più grande del Nord America. Quest’anno andrà in scena, a partire da gennaio e fino a marzo, l’undicesima edizione. Questi gli appuntamenti previsti, tutti confermati rispetto allo scorso anno: New Jersey il 19 gennaio, Vermont il 26 gennaio, Washington il 2 febbraio, Minnesota, Oregon e Ontario il 9 febbraio, Utah il 23 febbraio, British Columbia e Colorado il 2 marzo.
Numero 11 / 2012
Focus snowshoes / Prodotti MORPHO
FTX CX700 Questa ciaspola è il giusto compromesso per tutte le escursioni sulla neve. È realizzata interamente in Italia con materiali di prima qualità e offre comfort, semplicità di utilizzo e prestazioni eccellenti. Tutti gli accessori metallici sono in acciaio inox. Presenta inoltre alzatacco per regolare la pendenza in salita. Il modello è disponibile per piedi di taglie da 36 a 46 EU e pesa 900 gr. È in grado di supportare utenti con un peso comprensivo tra i 40 e i 120 gr. È proposta in 6 varianti colore: rosso, verde, fucsia, nero, bianco e avio.
CX750 Extreme Ciaspola pensata e realizzata per le escursioni estreme. Dotata di lame laterali in acciaio inox, offre una presa senza limiti in tutte le condizioni di pendenza e di fondo. È utilizzabile con un campo taglie dal 36 al 46 EU e da persone con un peso dai 40 ai 120 kg. Il modello, che pesa 980 gr, è disponibile nei colori nero, bianco, avio, rosso, verde e fucsia. È in dotazione ai tecnici di Enel Energia, che lo utilizzano in caso di intervento in zone disagiate (vedi news nella pagina a fianco).
DISTRIBUITO DA: FTX 0423.665267 - info@ftx.it
In vetrina alcuni dei principali modelli di racchette da neve dei migliori marchi del settore
Trimove Crick
TUBBS Flex Alp
Ciaspola adatta a donne e uomini che pesano meno di 100 kg. È caratterizzata da blocca piastra (utile per chi è alle prime armi, ideale per il trasporto, essenziale per la discesa), FastLock Cricchetto (chiusura rapida a cricchetto), regolazione EASY (rapida regolazione della misura del piede a spinta senza ganci o blocchi per un utilizzo comodo e veloce anche con le racchette innevate e/o con i guanti). Presenta inoltre SilentMode (sistema con silenziatore per attutire il rumore del battito tra parti in plastica), alzatacco (con nuovo sistema di fissaggio per diminuirne la perdita durante la camminata, con un’ottima alzata per rendere la salita più agevole), FlexSystem (sistema di fissaggio anteriore del piede per mezzo di alette flessibili che si adattano a qualsiasi calzatura) e TraverseGrip (nuovo sistema di flessione della base della racchetta che segue l’andamento del suolo e permette di mantenere sempre un ottimo grip). La base della racchetta è completamente dentellata per aiutare, insieme al grande rapone anteriore e ai 6 perni affogati nella plastica, a mantenere un’ottima tenuta. Il modello TriMove mantiene le dimensioni standard delle racchette Morpho (63,4x9,4 cm circa) aumentando però del 7% la portata su neve fresca. Pesa 980 gr e ha una calzata dal 34 al 47 EU.
Ciaspola per uomo e donna ideale per tutti i tipi di terreno, neve e per backcountry. Presenta telaio in materiale plastico con deck anch’esso in materiale plastico. Il gruppo rampone è composto da rampone in acciaio con forma 3D ergonomica per il piede per massimizzare trazione e reattività. La racchetta presenta 3 punte frontali e ramponi laterali con altezza variabile dei denti, per una sicurezza maggiore nei traversi su neve dura e ghiacciata. L’alzatacco ha sistema ActiveLift per ridurre la fatica del muscolo del polpaccio nelle salite ripide. Altri dettagli sono: coda ergonomica dal flex studiato per assorbire gli impatti riducendo l’affaticamento; torsione articolare della racchetta per miglior comfort e prestazione su tutti i tipi e condizioni di neve; attacco con piastra oscillante con forma asimmetrica Quik Flex specifico per uomo e donna dotato di Control Wings per mantenere la scarpa centrata; sistema di regolazione a doppio tiraggio che assicura un’ottima calzata e facilità di entrata e uscita. Il modello è disponibile nelle misure 61 cm per uomo e 56 cm per donna ed è adatto per misure fino alla 3 US per uomo; dalla 5 alla 11 US per donna. Pesa 2.000 gr al paio per uomo e 1.810 gr al paio per donna. In condizioni di neve variabile non vi è limite di peso, mentre in neve fresca ne è consigliato l’uso fino a un massimo di 90 kg per uomo e 80 kg per donna. È venduta a un prezzo consigliato di 189,90 euro.
DISTRIBUITO DA: Mac Trade
DISTRIBUITO DA: The Group Distribution
011.9795404 - info@mactrade.it
059.744024 - info@thegroupdistribution.it
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Numero 11 / 2012
Focus snowshoes / Prodotti on
In vetrina alcuni dei principali modelli di racchette da neve dei migliori marchi del settore
GV SNOWSHOES
tsl
MSR
Mountain Extreme 830
206 APPROACH
Lightning Ascent
Un artiglio mordente verso la cima. Questa ciaspola domina neve e ghiaccio offrendo il massimo della trazione. È un nuovo modello, sviluppato appositamente per superare gli ostacoli più difficili, i terreni più duri e le salite più ripide. È adatto in particolare per alpinisti ed escursionisti. Rappresenta l’apice di 50 anni di sviluppo ed esperienza. È disponibile nelle misure 20x61 cm e 20x76 cm e pesa 2,54 kg (versione 20x61 cm).
Si ritrovano le stesse caratteristiche tecniche delle 206 e 226 Approach Easy. La sola differenza è a livello dell’alzatacco di salita, che è in filo d’acciaio. Semplicità, robustezza e presa sono le 3 qualità principali di queste racchette con forma a clessidra che agevola il passo durante la camminata. Il sistema di attacco presenta una regolazione a cremagliera del numero di scarpa: ultrarapida, la regolazione si effettua facendo scorrere avanti o indietro la parte posteriore dell’attacco. Altri dettagli sono ammortizzatore, alzatacco che facilita la camminata durante le lunghe salite e riduce l’affaticamento muscolare del polpaccio, dispositivo di bloccaggio per il trasporto e lo stoccaggio delle racchette. La trazione è garantita da un rampone frontale e da 6 ramponcini intercambiabili in acciaio. Il modello presenta anche coltelli S6 in alluminio che assicurano un’ottima trazione in salita. È utilizzabile con scarpe dal numero 35 al 47 EU e da utenti con un peso compreso tra i 30 e gli 80 kg. È disponibile nelle colorazioni lemon (in foto), pearly white, slate e hawaii.
Il modello più aggressivo, performante e “silenzioso” del programma MSR inverno 2012, strutturato in lega metallica per resistere agli stress dei terreni più impegnativi garantendo le massime prestazioni di tenuta in progressione su qualsiasi terreno. La ciaspola è dotata di rampone Torsion 2 a punte frontali separate per un migliore adeguamento al terreno. Presenta inoltre struttura bi-componente dell’attacco Posi-Lock avvolgente di ogni tipo di calzatura, piattaforma a contorno scolpito per una presa a 360°, alzatacco incorporato, code di prolunghe per versatilità in ogni condizione di neve. È disponibile in 3 lunghezze (56, 64 e 76 cm) in adeguamento al peso dell’utilizzatore e in versione uomo e donna. Il modello pesa, al paio, tra 1,550 e 2,012 kg.
Nyflex evolution Ciaspola per uomo e donna ideale per escursionisti esperti e dilettanti che desiderano una racchetta leggera con caratteristiche altamente tecniche in combinazione con una validità eccezionale. Il telaio è in polimero con un disegno che offre grande stabilità sui pendii, una camminata più soffice e maggiore comfort durante escursioni lunghe. Il gruppo rampone è composto da rampone centrale a 5 punte e cinque punte laterali interscambiabili in acciaio inossidabile per una presa sicura su neve dura. Il modello, con alzatacco, è caratterizzato da puntale Energy Grip e perno brevettato Energy Saver, un’esclusiva delle racchette GV usata dalle forze militari canadesi. Presenta inoltre attacco ergonomico con fibbia a scatto che mantiene il piede ben centrato ed è adattabile a ogni tipo di calzatura. È disponibile nei colori rosso (in foto), blu e grigio nelle misure 20x61 cm e 20x71 cm. È adatto per misure dalla 36 alla 47 EU e pesa 1.800 gr (versione 20x61 cm). Supporta persone che pesano tra i 27 e i 105 kg.
302 FREEZE Ciaspole per bambini e principianti, dotate di un dispositivo di regolazione della lunghezza semplice, di due cinghie di serraggio ad auto-chiusura e di forte presa grazie al design 3D, ai 6 ramponi e all’artiglio anteriore. Ha una forma a clessidra che agevola il passo durante la camminata e un sistema di attacco caratterizzato da talloniera munita di chiusura a strappo in velcro, copertura frontale regolabile anch’essa con chiusura a strappo in velcro, regolazione telescopica della lunghezza. La trazione è assicurata, oltre che dai 6 ramponcini intercambiabili in acciaio, anche dal rampone frontale. È utilizzabile con scarpe dal 30 al 40 EU e da utenti con un peso compreso tra i 20 e i 50 kg. È disponibile nelle colorazioni azur, goyave (in foto) e lime.
305 EXPLORE EASY Racchette da neve per escursionisti esperti. La taglia della calzatura deve essere preregolata una sola volta (numero scarpone e cappuccio anteriore), dopodichè l’attacco la memorizza per tutte le escursioni successive. Il modello è caratterizzato da un serraggio alla caviglia a cremagliera confortevole e preciso. La forma a clessidra agevola il passo durante la camminata mentre il design 3D assicura massima trazione sotto il piede in salita e nei traversi. Il sistema di attacco presenta inoltre Memory Lock System che permette un rapido e perfetto serraggio e una memorizzazione del cappuccio prima dello scarpone. La chiusura della talloniera è per mezzo del sistema a cremagliera per una calzata rapida e sicura. Altri dettagli riguardano il Lateral Adjust (la comodità è adeguata grazie alla regolazione laterale che permette di integrare le larghezze degli scarponi per un avvolgimento ottimale del piede), l’alzatacco con sistema Easy Up (che riduce l’affaticamento muscolare del polpaccio in caso di lunghe salite) e il dispositivo di bloccaggio per il trasporto e lo stoccaggio delle racchette. La trazione è garantita da un rampone frontale e 6 ramponcini intercambiabili in acciaio. Da ultimo sono presenti coltelli S5 in alluminio che assicurano un’ottima trazione in salita e coltelli grip adattabili per una presa ottimale su ghiaccio e neve dura. È utilizzabile con scarpe dal 35 al 47 EU e da utenti con un peso compreso tra i 30 e gli 80 kg. È disponibile nelle colorazioni moon (in foto), paprika, kiwi e titan black.
DISTRIBUITO DA: Panorama
DISTRIBUITO DA: Amorini
0472.201114 info@panoramadiffusion.it
075.691193 amorini@amorini.it
SALEWA 999 Pro È la punta di diamante della collezione Salewa, si adatta automaticamente al terreno alpino e assicura la tenuta necessaria grazie al rampone Steel Blade. La struttura leggera e resistente, combinata con le lame in acciaio con verniciatura a immersione per cataforesi, rende questa ciaspola indistruttibile. I nuovi Auto Adaptives Flap conferiscono alla 999 Pro un’ottima tenuta senza comprometterne la flessibilità. È venduta a un prezzo consigliato di 199,95 euro.
Lightning Flash La versione più leggera e confortevole della collezione Lightning. Combina una struttura robusta in lega metallica di massima presa ed ergonomia con un peso limitato. L’attacco Speedlock permette una calzata veloce e confortevole di ogni tipo di calzatura. Il modello presenta inoltre rampone performante e robusto a punte inclinate per una corretta progressione su ogni tipo di terreno, alzatacco incorporato e coda di prolunga opzionale per una migliore adattabilità alle condizioni della neve. È disponibile in lunghezza 56 e 64 cm in versione donna e uomo. Pesa da 1,370 a 1,502 kg al paio.
EVO ASCENT
999 Blade
999 Explorer
Innovazione e tecnica su terreni impegnativi, senza rinunciare al comfort. La Blade è perfetta per il fitness sulla neve, per allenare fiato e resistenza. Il rampone in acciaio di alta qualità offre la migliore tenuta anche su terreni ghiacciati. L’alzatacco, manovrabile dall’alto semplicemente con l’ausilio dei bastoncini, offre tre diversi livelli di regolazione: per i terreni piani, per quelli irregolari e per quelli più ripidi e impegnativi. Il modello, disponibile anche in versione Alpindonna, è venduto a un prezzo consigliato di 159,95 euro.
Leggerezza e comfort: ecco le caratteristiche principali della Explorer. Dotata di rampone Spike, è la compagna irrinunciabile per passeggiate mozzafiato sui sentieri alpini. Gli alzatacchi offrono tre diversi livelli di regolazione: per i terreni piani, per quelli irregolari e per quelli più ripidi e impegnativi. Disponibile anche in versione Alpindonna, è venduta a un prezzo consigliato di 139,95 euro.
Il termine Ascent definisce massima prestazione su terreni difficili. Questo modello racchiude una robusta piattaforma in materiale plastico indistruttibile e flessibile con barre longitudinali in acciaio di presa a 360° (brevetto MSR), rampone in acciaio a punte frontali inclinate con attacco Posilock in materiale bi-componente per un perfetto avvolgimento di ogni tipo di calzatura. Presenta inoltre alzatacco incorporato e possibilità di coda di prolunga per una migliore adattabilità alle condizioni della neve. È disponibile nella lunghezza 56 cm con prolunga estensibile di 15 cm e nei colori rosso, nero e bianco. Pesa 1,845 kg al paio.
DISTRIBUITO DA: Outback ‘97 DISTRIBUITO DA: Oberalp - 0471.242900 - info@salewa.it
035.361103 - cascadedesigns@outback.it
Numero 11 / 2012
Prodotti / Escursionismo invernale firmato Alpina
DISTRIBUITO DA: C.A.M.P. 0341.890117 - contact@camp.it
X3 600
Pulse Zaino da 30 litri in tessuto ultraleggero SN 44 per le salite sci alpinistiche e il winter trekking. È il modello ideale per le uscite “fast and light”. Il comfort è assicurato dal supporto in fibra di vetro e dalla cintura imbottita mentre le ampie tasche esterne laterali in rete, la capiente tasca sul cappuccio e quella rimovibile sulla cintura mettono a portata di mano l’equipaggiamento essenziale. Il sistema Xpress Evo permette di agganciare e rimuovere gli sci dallo zaino senza toglierlo. Il peso del modello, se necessario, può essere ridotto da 600 a 490 gr. È infine caratterizzato da porta piccozza a scomparsa e fettuccia porta corda.
Jasper CR4
La piccozza ideale per l’alpinismo classico. La testa monoblocco in acciaio forgiato assicura resistenza e durata superiori e, grazie alla calotta in materiale termoplastico, offre una comoda presa quando si usa l’attrezzo come appoggio. La becca, curata nei dettagli, garantisce eccellenti prestazioni in battuta su ghiaccio e nella manovra di autoarresto mentre la paletta, dalla forma ottimizzata, si distingue per la sua eccezionale resa nell’intaglio di gradini e terrazzini. Il modello pesa 470 gr e misura 50 cm.
Tour Nanotech
Il rampone in acciaio più leggero al mondo. Il Tour Nanotech è stato realizzato interamente nello speciale acciaio Sandvik Nanoflex: una lega metallica che, grazie alla nanotecnologia, è più resistente del 30% e più dura del 20% rispetto al tradizionale acciaio al cromo-molibdeno. Ciò consente una sezione ridotta (1,8 mm) della struttura, a vantaggio non solo della leggerezza ma anche della resistenza e della durata, con punte più affilate e sottili che penetrano più facilmente nella neve dura. L’allacciatura automatica è compatibile con la maggior parte degli scarponi da sci alpinismo e da telemark. Presenta 10 punte per una struttura compatta e leggera. L’antibott è incluso. Il modello pesa 569 gr.
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Comfort e durata nel tempo: ecco gli obiettivi dell’imbrago Jasper CR 4, caratterizzatO da una cintura più larga rispetto alla maggior parte delle altre imbracature. L’esterno in nylon antiabrasione garantisce una struttura leggermente più rigida per un maggiore comfort nel tempo. Le due fibbie in acciaio sulla cintura consentono una facile e veloce regolazione. Il robusto anello di servizio da 25 mm presenta sistema brevettato No-Twist: una sicurezza in più in caso di lunghe risalite sulle corde fisse. Le due misure disponibili coprono tutte le taglie dalla S alla XL. Altri dettagli del prodotto sono: confortevole imbottitura in Eva espansa da 6 mm, cosciali con sistema di bordatura portante Edge-Load Construction, retro elastici di collegamento dei cosciali con sistema brevettato Flat-Link, 4 portamateriali sagomati e rinforzati e anello di recupero posteriore, compatibilità con il porta-materiale da ghiaccio Hub. Il modello pesa 494 gr nella taglia M.
fronte
Casco polivalente per arrampicata, alpinismo, sci alpinismo e sci alpino con struttura interna in EPS e calotta esterna in policarbonato “in-moulding”. È caratterizzato da fori di ventilazione con sistema “apri e chiudi” e sistema di regolazione posteriore con rotella e portalampada. È compatibile con gli occhiali a maschera. È inoltre disponibile l’accessorio “Kit invernale” formato da tappi per i fori di ventilazione e paraorecchie che lo rendono omologato anche per lo sci alpino (foto sotto). È disponibile in 2 colori e in 2 misure e pesa 285 gr (taglia 1).
G Shell + Lite
ED Protection jacket Protezione dal freddo e dalla neve per questa giacca d’alpinismo, sci alpinismo e winter trekking. Questo grazie all’imbottitura in piumino d’oca di prima qualità (filling power 650+ cuin) oltre che al leggerissimo (41 g/m²), resistente e traspirante tessuto Hitex (nylon ripstop) con trattamento DWR (Durable Water Repellant). La vestibilità Slim Fit, caratterizzata da un design sciancrato con fianchi elasticizzati, assicura comfort e ingombro ridotto. Il modello presenta inoltre cappuccio fisso con visiera, regolabile con elastico frontale e compatibile col casco; zip frontale intera con sistema antinceppamento; tasche laterali esterne scaldamani con zip; tasca pettorale interna; polsini in Lycra elasticizzati. Pesa 390 gr nella taglia M.
M4 Zaino da alpinismo da 40 lt con un peso di 980 gr, caratterizzato da design pulito ed essenziale, ideale per le ascensioni di 1-3 giorni. Questo zaino è più leggero e compatto rispetto alla maggior parte degli zaini della medesima capacità. È realizzato in robusto Nylon Ripstop antistrappo con trattamento impermeabilizzante, presenta l’apertura Back Door sullo schienale che consente un facile e immediato accesso anche al materiale posto sul fondo. Assicura possibilità di rimuovere le imbottiture della cintura per indossare l’imbracatura. È inoltre caratterizzato da minimo ingombro dei 2 porta sci, oltre che dei 2 porta piccozza e bastoncini affinché non diano fastidio durante l’arrampicata. Presenta infine schienale ventilato con cuscinetti a rete, telaio in alluminio, spallacci traspiranti, fettuccia porta corda. È predisposto per hydrobag e disponibile nel nuovo colore nero/grigio.
Tre possibilità di uso per questo guanto doppio per l’alpinismo, lo sci alpinismo e lo sci alpino, che assicura massimo comfort in ogni situazione. Lo strato esterno è in membrana Hipora impermeabile, traspirante e antivento e garantisce, se indossato da solo, un’ottima protezione in caso di maltempo. Il guanto interno rimovibile G Lite, in pile molto traspirante, è invece perfetto quando la temperatura sale o durante le attività più intense. Quando il termometro precipita sottozero è possibile combinare il guanto interno con lo strato esterno. Il modello, che pesa 164 gr nella taglia M, è caratterizzato da polsiera con tanka facile da chiudere con una sola mano, rinforzi in pelle di vitello e cuscinetti Grip’R per una presa sicura.
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Focus snowshoes / Prodotti on
In vetrina alcuni dei prodotti ideali per le escursioni invernale con le ciaspole
MASTERS
GM SPORT
GABEL
PEAK XL
1425 ACTIVE MOUNTAIN
FUSION
Per le sue caratteristiche uniche Peak XL è in grado di soddisfare le esigenza di molti. Ottimo per l’inverno e perfetto anche per il trekking estivo in alta quota. Peso 215 gr al pezzo. Tre sezioni ø 16/14/12 mm in alluminio 7075 F56 con misura variabile da 61 cm a 135 cm. Manopola Pro Foam realizzata in schiuma traspirante e oggi ancora più confortevole grazie all’aspetto slim. Passamano in neoprene regolabile. Chiusura BS Blocking System. RBS Replacement Basket System con supporto corto e punta in tungsteno. In dotazione rotella RBS da ø 95 mm.
La serie di calze GM Sport assicura massimo comfort e morbidezza grazie all’impiego di lana e fibre innovative. Sono composte per il 40% di lana merino, 40% di dralon acrilico, 16% di poliammide e il 4% elastam. Sono calze tecniche con elevata performance termica. La lana merino garantisce, grazie alla sua alta proprietà isolante e igroscopicità, la massima protezione dal freddo, rendendo le calze adatte per escursioni con le ciaspole e trekking invernale. I modelli sono realizzati esclusivamente con filati che rispettano i requisiti immuno-ecologici stabiliti dallo standard internazione Oeko-Tex Standard 100. La struttura presenta rinforzo antiabrasione, spugna ammortizzante e fascia elastica antitorsione nelle aree del piede più soggette a stress, aumentando così il comfort durante l’utilizzo.
Gabel ha ideato Fusion, un prodotto crossover perfetto per cogliere le esigenze degli sportivi più versatili ed eclettici. Sei bastoncini in uno, sei sport con un unico accessorio: nordic walking, trekking-hiking, sci alpinismo, sci alpino, back country e racchette da neve. Fusion è un bastoncino rivoluzionario: estensibile e dotato di un’ampia gamma di accessori intercambiabili, riesce a sfruttare al meglio la tecnologia più avanzata che Gabel ha sviluppato negli anni, garantendo la massima comodità e trasformandosi da una versione all’altra in pochi gesti. Questo innovativo prodotto è la sintesi dei brevetti Gabel più all’avanguardia, tra cui NCS, che permette di rilasciare il passamano con la sola pressione dell’indice, un meccanismo rapido ed estremamente comodo nelle attività outdoor. Grazie a un’utile e intuitiva guida all’uso sono facilmente sostituibili rotelle, passamano e walking pads, rendendo Fusion perfetto per ogni occasione. Una volta terminata l’attività outdoor si può riporre comodamente nello zaino, grazie al suo ingombro minimo di soli 65 cm. Prezzo al pubblico del modello, completo di tutti i suoi accessori e optional: 64,95 euro.
CLAMPER Questo rivoluzionario sistema di chiusura ideato da Masters permette una regolazione rapida e semplice senza l’uso di utensili ma solo ruotando una rotellina con le dita. Inoltre risulta davvero leggero grazie alla forma compatta e sottile.
DISTRIBUITO DA: Masters Srl
DISTRIBUITO DA: Calze G.M. Sport - 0461.990286 - info@gmsport.net
KEEN REVEL Revel è il compagno più affidabile per affrontare condizioni climatiche inclementi e per le escursioni con le ciaspole, in quanto offre calore e comfort a 360° grazie all’isolamento Heat Trapolator. Si tratta di una tecnologia avanzatissima in grado di intrappolare calore persino in condizioni climatiche estreme. I 200 gr di isolamento Keen.Warm distribuiti sulla parte alta del boot proteggono dal freddo lateralmente e attorno alla caviglia. Il triplo strato di honeycomb compresso ottimizza la protezione, offrendo calore e comfort grazie al performante scudo termico che riconduce il calore all’interno del boot. Risultato: protezione totale in qualsiasi clima. La tomaia è costruita in Nubuck idrorepellente, mentre l’avanzatissima membrana Keen.Dry offre traspirabilità estrema, soprattutto nell’area della linguetta. La suola Dual Climate Rubber (DCR), specifica per la trazione sulla neve, si indurisce quando la temperatura si abbassa ottimizzando il grip. Infine l’area centrale, studiata per la trazione su ghiaccio, è provvista di micro tasselli che migliorano sensibilmente sicurezza e stabilità. Prezzo 149,45 euro.
0424.524133 - www.masters.it DISTRIBUITO DA: 4US - 0436.2731 - 4ussrl@tin.it
DISTRIBUITO DA: Gabel
0424.561144 - vendite@gabel.it
BALDAS
KARPOS
aku
Castor
LAVAREDO EVO JACKET
LIODA LTR GTX
Sistema di attacco brevettato che propone un posizionamento del piede confortevole e uno sforzo per il bloccaggio minimo. È caratterizzato da griffa in acciaio rinforzato. Anteriormente la copertura fissa perfettamente la punta della calzatura, qualunque essa sia e di qualsiasi taglia e forma. Il bloccaggio si effettua tirando verso l’alto al fine di facilitare lo sforzo. La cinghia in eccesso viene riposta sotto la ribalta in plastica.
Giacca in soft shell elastico e termico caratterizzata da cappuccio esterno nello stesso tessuto. Presenta inoltre taschino e tasche anteriori con zip YKK rinforzate da applicazione di tessuto tecnico termoapplicato, polsini termici e aperture con zip per incentivare l’areazione in caso di necessità. La giacca è disponibile nelle misure dalla XS alla XXXL. È disponibile anche nella versione lady con taglie dalla XS alla XXL.
DISTRIBUITO DA: Manifattura Valcismon - 0439.571222 - sportful@sportful.com
Castor Special Nuova versione dell’attacco Castor, caratterizzata posteriormente da un fissaggio rapido e confortevole grazie a una chiusura a leva che permette una tenuta perfetta durante l’intero utilizzo.
DISTRIBUITO DA: Ferrino & C.
011.2230711 - info@ferrino.it
VAUDE
Modello da escursionismo invernale di ultima generazione dall’elevato contenuto tecnico e per attività dinamica. Ideale per chi ricerca il comfort termico e la leggerezza durante le escursioni giornaliere di media difficoltà, con o senza racchette da neve, con temperature fino ai -15° C. Dispone di tomaia in pelle pieno fiore/nabuck 2.0 mm la cui protezione è data dallo spray PU. La fodera è Gore-Tex Insulated Comfort, la suola Vibram Ananasi Ice-Trek. Il modello presenta inoltre intersuola PU, sottopiede di montaggio 6-4mm nylon + micro, plantare PrimaLoft. Pesa 580 gr ed è disponibile nelle taglie 3-13 (UK).
HUNGABEE 26 Scopri la libertà: Hungabee è uno zaino compatto con dorso VFlex a contatto con il corpo, che lo rende adatta a escursioni su ciaspole, backcountry e freeride. Il caricamento frontale garantisce una presa mirata. Lo zaino dispone anche di tasca con zip foderata in pile per occhiali da sci, da sole o cellulare, scomparto per pala e sonda antivalanga, cinghia porta snowboard, fissaggio degli sci laterale, cinturone staccabile, cintura pettorale con fischietto e foro per idratatore Aquarius.
DISTRIBUITO DA: Aku Italia DISTRIBUITO DA: Panorama - 0472.201114 - info@panoramadiffusion.it
0423.2939 - info@aku.it
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COBER
KOMPERDELL
FREEDOM
T2 Thermogrip
Modello allungabile a due settori (diametro 16/14) e dotato del sistema di bloccaggio Twist Lock adespansione con perni in alluminio. La manopola ha la superficie di contatto in sughero e il prolungamento in schiuma espansa per l’impugnatura asimmetrica.
VERTICAL Bastoncino a misura fissa, disponibile da 110 a 145 cm. Estremamente robusto, è dotato di manopola in schiuma espansa e impugnatura allungata per facilitarne l’utilizzo nei tragitti in costa.
X LIGHT Bastone a misura fissa, il nuovissimo X Light è leggerissimo (solo 230 gr nella misura 135 cm) ed è realizzato con tubo in lega di alluminio aeronautico a sezione sottile (diametro 14 mm). monta manopola in sughero con prolungamento in schiuma espansa.
ASOLO SYMBIO GV
I bastoncini Komperdell con schiuma Thermogrip sono l’ideale per le escursioni in ciaspole e presentano il sicurissimo sistema di chiusura Power Lock. La lunghissima zona grip assicura grande capacità di presa, mentre il Power Lock garantisce assoluta stabilità. Inoltre è facilmente regolabile alle basse temperature e con i guanti. È disponibile in due versioni: quella a 2 sezioni (in foto), prezzo di 59,95 euro, e quella a 3 sezioni, al prezzo di 79,95.
DISTRIBUITO DA: Prifa - 0471.786118 - info@prifa.com
PETZL
ZAMBERLAN
NAO
636 BAFFIN GT RR
La lampada frontale ricaricabile Nao adatta immediatamente e automaticamente i suoi due Led di elevate prestazioni in base alle esigenze d’illuminazione per maggiore comfort, ridotti interventi manuali e maggiore autonomia. Nao infatti è la prima lampada frontale Petzl con tecnologia Reactive Lighting: un sensore misura e analizza la quantità di luminosità percepita. Il programma OS by Petzl, scaricabile gratuitamente sul sito, consente di sfruttare al meglio tutte le potenzialità di Nao, grazie alla personalizzazione della lampada e delle sue prestazioni. Pesa 187 gr ed è resistente alle temperature più estreme (-30 °C e +50 °C). La batteria ricaricabile Lithium-Ion 2300 mAh ha durata di vita stimata di 300 cicli (oltre questo limite, la capacità della batteria ricaricabile è circa il 30 % inferiore alla capacità iniziale).
DISTRIBUITO DA: Dinamiche Verticali
011.2732500 - info@petzl.it
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Una calzatura perfetta per le escursioni lunghe e impegnative, le cui caratteristiche la rendono più che adatta per un utilizzo con le racchette da neve. Presenta tomaia in pelle nabuk Hydroblock e fodera in membrana Gore-Tex, in grado di offrire impermeabilità e traspirabilità. L’esclusivo sistema di allacciatura Zamberlan Foot Wrapping System consente una calzata ottimale e solida, dal fit preciso. La suola è Zamberlan Vibram 3D, l’intersuola Flex GT. La protezione è garantita dal Rubber Reinforcement System. Disponibile nelle misure 41-48 EU per uomo, pesa 780 gr (mezzo paio taglia 42).
Modello appartenente alla linea Asolo Radiant. Symbio GV, foderato in Gore-Tex, specifico da uomo, presenta tomaia di pelle scamosciata mm 1.6-1.8 idrorepellente e nylon ad alta tenacità. La suola Radiant è frutto dello sviluppo Asolo in collaborazione con Vibram, e garantisce il massimo grip e la massima tenuta grazie alla scolpitura del battistrada e alla propria mescola. Questo modello, che pesa 625 gr (mezzo paio misura 8 UK), è disponibile nella gamma taglie dalla misura 6 UK alla 13.5 UK, nelle colorazioni graphite/black (foto), cendre/brown, cortex/anthracite. Prezzo al pubblico: 160 euro.
DISTRIBUITO DA: Asolo
0422.8866 - asolo@asolo.com
REWOOLUTION HALF ZIP M1 W0400J14
DISTRIBUITO DA: Calzaturificio Zamberlan 0445.660999 - zamberlan@zamberlan.com
DISTRIBUITO DA: Cober
02.57601341 - info@cober.it
fitwell BIG WALL TREK Leggero, morbido e poco voluminoso, questo scarponcino può rappresentare l’ideale per le escursioni in ciaspole. Presenta tomaia in pelle scamosciata con trattamento idrorepellente e fodera in membrana traspirabile con costruzione a booty eVent 3 strati. Dispone inoltre di protezione puntale e tallone in gomma 1,8 mm, suoletta di pulizia estraibile in microfibra traspirante con intercapedine a carboni attivi assorbente accoppiata a tessuto Sanitized antibatterico, con tallonetta shock absorber di supporto in Eva forato ammortizzante. La suola è Vibram Jankuat, realizzata in speciale mescola morbida e con zeppa microporosa a doppia densità molto ammortizzante. Pesa 520,5 gr (misura 8) ed è disponibile nelle misure 5-12 con mezze e nei colori taupe, bluette, lime.
DISTRIBUITO DA: Fitwell 0423.64407 - info@fitwellsrl.it
Le performance tecniche della lana Merino e la ricercatezza dei dettagli stilistici, come la cerniera dello stesso colore del capo e il tiretto della zip in gomma, rendono questa maglia un capo perfetto sia per l’allenamento che per il tempo libero, anche nelle condizioni climatiche più estreme. Il modello, da donna, è disponibile nelle misure dalla XS alla XL ed è perfetto anche in caso di escursioni con ciaspole. Ha un peso di 140 gsm.
LEGGINGS M1 M0700J19 Leggings realizzati nella grammatura più pesante (190 gsm). Un capo dal taglio ergonomico, con cuciture piatte ed elastico in gomma di lattice ricoperta, che risponde bene ai lavaggi mantenendo invariate le performance iniziali. Il modello, adatto per uscite in ciaspole, è disponibile nelle misure dalla S alla XXL.
DISTRIBUITO DA: Rewoolution
015.7049111 - info@rewoolution.it
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Tecnologie
Intervista con Mauro Battistin, responsabile marketing di Alto SpA, distributore del brand nipponico in Italia
L’underwear si fa “hot” con Mizuno Breath Thermo Questa esclusiva linea è realizzata con un filato brevettato in grado di generare calore dal vapore acqueo, favorendo un aumento della temperatura di 2-3 gradi e mantenendo una costante termoregolazione corporea. A cura di BENEDETTO SIRONI Siamo abituati a pensare che l’underwear, in maniera e con capacità differenti in base alla tipologia, sia utile a termoregolare la temperatura corporea sotto sforzo attraverso la traspirazione ed espellendo l’umidità. Breath Thermo, filato prodotto e brevettato da Mizuno, fa di più: genera calore dal vapore acqueo. Indossando un capo Breath Thermo si favorisce infatti un aumento della temperatura di 2-3 gradi e il suo potere calorifico è all’incirca 3 volte maggiore di quello delle fibre naturali come lana e piumino. Una peculiarità che, soprattutto in condizioni di temperature particolarmente rigide, risulta certamente confortevole per tutti gli sportivi. Un capo che risulta ideale quindi anche per molte attività outdoor, vedi ad esempio le ciaspole di cui abbiamo ampiamente parlato nelle pagine precedenti. Per sviscerare tutto quel che occorre sapere su Breath Thermo abbiamo intervistato Mauro Battistin, torinese con esperienze in Timberland, De Fonseca, Invicta, Armando Testa, dal 2006 responsabile marketing e comunicazione di Mizuno Italia.
Mizuno è conosciuta dalla maggior parte dei consumatori per le sue calzature da running, calcio e altre attività sportive. Ma fin dai suoi esordi (parliamo di inizio ‘900) è stato anche un produttore di abbigliamento. In quali categorie e con quali capi? All’inizio, nel 1906, Rihachi Mizuno, il fondatore, nonno dell’attuale presidente Masato, produceva e vendeva attrezzatura e abbigliamento per il baseball. Negli anni successivi lui e suo figlio Kenjiro svilupparono poi prodotti per il golf, lo sci, il running e il calcio. Quanto incide sul fatturato Italia l’abbigliamento rispetto al footwear? È in media rispetto al dato degli altri paesi o vi sono grandi disparità? L’abbigliamento running, nuoto e underwear incide circa per il 15% sul fatturato. Le calzature da running, calcio e indoor fanno il resto. L’Italia è il primo mercato europeo per quel che riguarda il calcio e il Breath Thermo e insieme alla Francia siamo il paese con più forte distribuzione. Veniamo al focus della nostra intervista, vale a dire Breath Thermo. Quando è stato introdotto e sulla base di quali input o esigenze? È stato introdotto nel 1994, alle Olimpiadi invernali di Lillehammer: gli atleti avevano l’esigenza di indossare dei capi caldi ma sottili, poco ingombranti ed elastici. In Italia è commercializzato dal 2005. La prima versione differisce da quelle attualmente in commercio o il principio di funzionamento è il medesimo? Ci sono state evoluzioni in termini di materiali e performance? Il filato di base non è cambiato ed è il vero segreto. Le evoluzioni poi sono state moltepli-
Mauro Battistin.
ci: essendo un filato, può essere abbinato in percentuali diverse a tessuti con composizioni differenti, a seconda delle esigenze specifiche. Certamente il mercato dello sport è pieno di proposte relative all’underwear. In cosa differisce Breath Thermo? La differenza più importante è che Breath Thermo è un filato in grado di generare calore dal vapore acqueo. Si tratta di un materiale termico brevettato da Mizuno, che trasforma l’umidità prodotta normalmente dal corpo in calore. È sufficiente indossarlo per favorire un aumento della temperatura di 2-3 gradi, anche nel caso di condizioni di temperature particolarmente rigide. Breath Thermo permette al corpo di rimanere asciutto e caldo, espellendo l’umidità dalla pelle e mantenendo poi il calore costante, con punte di 22/23°. Il suo potere calorifico è fino a 3 volte maggiore di quello delle fibre naturali come la lana e il piumino. Queste peculiarità potrebbero bastare per differenziarlo dagli altri, poi vi sono ovviamente tante altre proprietà che portano un beneficio a chi lo utilizza. Partiamo da questo aspetto. In che modo il filato produce calore? In primo luogo il filato, che assorbe l’umidità corporea della pelle, ha una composizio-
Il biatleta e testimonial Mizuno Vincent Jay indossa intimo Breath Thermo.
ne molto fitta, in grado di creare attrito tra le molecole del vapore acqueo e quelle del filato. L’attrito genera energia, che a sua volta produce calore. La seconda fonte di calore è generata dalla frizione che si crea tra le molecole di vapore acqueo trattenute dal filato, un po’ come succede all’interno di un pullman stracolmo di persone. Quali le altre proprietà di Breath Thermo? Il filato ha una funzione antibatterica e antiodorante, ed è in grado di ridurre al minimo la formazione di batteri, muffe e cattivi odori. Una caratteristica che il tessuto è in grado di mantenere per tutto il tempo in cui è utilizzato, anche dopo molteplici lavaggi. Inoltre questo underwear non altera il PH della pelle. Con l’uso e con i lavaggi, gli indumenti tendono a divenire alcalini. Breath Thermo invece ha una speciale funzione di controllo che neutralizza gli effetti del sapone e del sudore sulla pelle, mantenendo neutro il PH dei capi per tutta la loro durata. L’ultima proprietà importante è che i capi mantengono il corpo asciutto. Sfruttando il vapore acqueo generato dal corpo, l’umidità all’interno dell’underwear si riduce del 20% soltanto indossandolo. Inoltre, grazie a una nuova tecnologia che utilizza un meccanismo brevettato denominato Mizuno Drylite, il capo è in grado di velocizzare il processo di asciugatura e ridurre l’umidità tra la pelle e gli indumenti. Come funziona esattamente questo meccanismo? Alla costruzione del tessuto in Breath Thermo è stato abbinato un altro filato a doppio filamento, che aiuta a trasferire l’umidità lontano dal corpo. La prima obiezione che si potrebbe fare è la seguente: avendo il filato una composizione molto fitta e filtrando a fatica come detto l’umidità, non viene compromessa la traspirabilità dei capi? Il filato Breath Thermo ha di per sé un elevato potere di assorbimento dell’umidità: dal momento che assorbe per generare calore, l’interno dell’indumento tende a rimanere asciutto. Inoltre con il Drylite viene ulterior-
mente favorita la traspirazione e il vapore acqueo del corpo non viene lasciato asciugare sulla pelle. Altra possibile perplessità: generando calore, non c’è il rischio di un “surriscaldamento” o comunque di una sensazione di eccessivo calore durante la pratica sportive più intensa? Come avviene la termoregolazione? La generazione di calore è legata alla naturale traspirazione del corpo e si stabilizza dunque trasformando il vapore acqueo in energia termica, regolando e stabilizzando il calore corporeo. È forse più consigliabile per attività sportive con un basso o medio grado di intensità?
Un’immagine che illustra il funzionamento della tecnologia Breath Thermo.
Breath Thermo è un grado di generare calore con qualsiasi condizione climatica: pioggia, neve o vento, anche stando fermi, perchè è legato alla traspirazione naturale del corpo. È l’ideale per gli sport praticati all’aperto in condizioni di clima rigido, per i quali sono richiesti tessuti leggeri e non ingombranti, che agevolano i movimenti del corpo. Chiaramente per attività molto dinamiche è consigliabile scegliere un underwear con percentuali di Breath Thermo ridotte (versione Lightweight). Con quali e quanti altri strati è dunque consigliabile utilizzarlo? Breath Thermo underwear ha una vestibilità aderente e non protegge dagli agenti esterni, quindi è sempre utile avere almeno uno strato esterno, antivento o antipioggia. Vi sono delle temperature specifiche nelle quali è consigliabile utilizzare Breath Thermo e altre in cui è consigliabile utilizzare un altro genere di underwear? L’utilizzo è sempre soggettivo. In generale si consiglia Breath Thermo per temperature tra i +10° e i -20°, con capi specifici (vedi box dedicato). La gamma prevede capi per uomo, donna e bambino ed è articolata in 5 diverse tipologie: Lightweight (fino a -5°), Compression con tessuto compressivo su spalle e braccia (-10°), il superelastico Virtual Body (-10°), Stretch (tra i +10° e i -10°) e Tubular (fino a -20°). Ci sono infine una linea di abbigliamento da running e anche una vasta gamma di accessori: sotto-guanti, cappellini, scaldacollo, passamontagna e calze da adulto e bambino.
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Avete nella vostra linea anche intimo sportivo specifico per le stagioni più calde? Sì, è una linea nuova che si chiama Body Cooling performance, con un microfilato leggerissimo e antibatterico a effetto refrigerante che favorisce la circolazione dell’aria e l’evaporazione. In quanti punti vendita è presente Breath Thermo in Italia? Di che genere di negozi si tratta in percentuale? Abbiamo circa 300 clienti, che vanno dagli specialisti di articoli sportivi alle grosse catene distributive. Qual è il vostro obiettivo ideale in termini di distribuzione a livello di numeri di negozi e posizionamento? Cerchiamo di ampliare i canali distributivi e differenziare la gamma: da un lato prodotti sempre più specifici e tecnici per i negozi specializzati, dall’altro prodotti a prezzi concorrenziali per allargare la base di utilizzatori. In quali attività sportive possiamo dire che Breath Thermo sia più conosciuto? Sci e sport invernali. E verso quali target invece vorreste crescere? L’obiettivo è di allargare la base di consumatori finali e ampliare le occasioni d’uso: Breath Thermo genera calore anche stando fermi, quindi vogliamo rivolgerci a tutte le persone che praticano attività outdoor con clima freddo. In che modo promuoverete questa linea in questa stagione tra media, marketing, eventi, iniziative in store, materiale POP o altro?
Attraverso campagne stampa sulle riviste sci e sport come Sciare, Sci, Sportweek, Correre, Outdoor Magazine. Abbiamo poi una pianificazione sui siti web di Sciare, oltre ad attività di comunicazione sul profilo Facebook Mizuno Italia, su Mountain Blog e altri portali tematici. Saremo inoltre presenti nei punti vendita con un materiale POP dedicato, fornito ad alcuni dealer in base all’ordine stagionale. Qual è il range dei prezzi al pubblico e qual è il ricarico che un negoziante ha in media sui capi Breath Thermo? I prezzi al pubblico vanno dai 21 euro della fascia scaldacollo e del sottoguanto ai 120 euro della maglia Tubular High Neck. Il prezzo medio dell’underwear è intorno ai 65 euro. Il ricarico è del 110%. Qual è stato il capo Breath Thermo più venduto della scorsa stagione tra sell in e sell out? Hanno venduto bene sia il Virtual Body, sia lo Stretch a collo basso. Per la prossima stagione FW 2013/14 ci saranno nuovi modelli e sviluppi o i capi saranno continuativi? Verranno mantenuti i modelli continuativi basici, ma proseguirà l’evoluzione dei capi, ancora più morbidi e confortevoli. Sarà migliorata la traspirabilità, verrà ridotto il peso a parità di potere riscaldante e saranno applicate soluzioni stilistiche aggressive e innovative. Dove negozianti e pubblico finale potranno incontrarvi in questa stagione invernale tra eventi e iniziative? In tutte troveremo anche Breath Thermo oltre agli altri prodotti Mizuno? Sono in programma diversi eventi itineranti nelle città di Roma, Milano, Madonna di Campiglio, Bologna, Firenze e Torino, dove avremo un enorme blocco di simil-ghiaccio. Il pubblico potrà farsi fotografare e riceve e-mail con la propria foto che verrà poi postata anche su Facebook. Intanto si potrà testare il Breath Thermo. Ci saranno anche attività di promozione in store nei weekend di dicembre, con la presenza di hostess in 60 punti vendita, per far sperimentare con un piccolo gioco come il tessuto generi calore.
UN’ampia gamma per ogni genere di clima e attività Lanciata in Italia nel 2005, la collezione underwear Mizuno Breath Thermo si compone oggi di cinque diverse linee per 3 pesi differenti di filato, adatti a svariati tipi di utilizzo. 1. LightWeight
Consigliata per temperature da +15° a -5°, è la linea più leggera, perfetta come underwear per persone che svolgono attività fisiche molto dinamiche e in zone non troppo fredde. Caratterizzata da colore nero e taglio aderente.
2.2 Compression
Ideale per lo sci e tutte le attività sportive outdoor, è stata realizzata per coloro che ricercano la massima performance. Grazie alle ricerche Mizuno sui movimenti del corpo umano, è stato notato che alcune parti hanno bisogno di maggiore flessibilità: da qui il concetto di “superstretch” in alcuni punti del corpo, con inserti in jaquard per favorire la traspirazione e il movimento. Le due parti sono unite da una cucitura piatta a contrasto (rossa o grigia) posizionata seguendo l’anatomia del corpo, per una linea aggressiva.
La prima grande novità della stagione. Mizuno ha aggiunto alle caratteristiche tecniche della linea Virtual Body delle zone di “compressione”, in grado di seguire i movimenti del corpo durante la fase atletica e di sostenere la muscolatura: Body Warming Technology.
3. Heavy Stretch Tubolar
Accessori e linea running
Seconda grande novità della stagione si caratterizza per la tecnologia esclusiva Body Mapping, che consente di mappare le diverse zone del corpo alternando la trama del tessuto, per favorire una corretta traspirazione e una termicità ottimale. Grazie all’inserimento della nuova tecnologia “tubolare” è stato possibile eliminare completamente le cuciture, assicurando così un maggior comfort.
MAPPA TERMICA
Alto S.p.A. Viale risorgimento, 20 10092 Beinasco (TO) Tel: 011.3494811 Fax: 011.3494823 info@mizuno.it www.mizuno.it
Consigliata per temperature da +10° a -10°, presenta peso medio, cuciture piatte, taglio conformato. Quest’anno ulteriormente migliorata in termini di asciugabilità e di traspirabilità, è composta da tre diverse tipologie di prodotto: Stretch BT (disponibile in vari modelli e colori, uomo, donna, junior), Virtual Body e Compression.
2.1 Virtual Body
Un esempio di gondola espositiva dedicata alla linea Breath Thermo.
DISTRIBUITO DA:
2. MidWeight
La collezione comprende anche una serie di accessori (guanti, sottoguanti, cappellini, calze, passamontagna, fasce frontali) e una linea di calze a disegno differenziato (Arch Support Sock) con struttura ad “amaca” a sostegno dell’arco plantare, che allevia il senso di fatica e aumenta il comfort. Mizuno inoltre ha utilizzato le proprietà del Breath Thermo per realizzare una specifica linea running: una collezione di abbigliamento invernale secondo strato, da indossare sopra l’intimo, in cui è presente un 7% di Breath Thermo. Logo riflettente e cuciture piatte per una minor abrasione sulla pelle completano le caratteristiche di questo prodotto, disegnato espressamente per le esigenze dei podisti.
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con
Intervista a Ewa Wisnierska, protagonista di un’incredibile avventura in parapendio
“Vi racconto il mio miracolo in alta quota” Nel 2007 in Australia durante una tempesta è sopravvissuta a 50 minuti in stato di incoscienza a oltre 10mila mt di altezza. Ha lasciato così l’agonismo e deciso di dedicarsi alla diffusione di messaggi motivazionali e di cambiamento. A cura di Maria Cristina Caccia Lo sport è fatto di passione, competizione, voglia di vincere e di mettersi alla prova. Uno spazio in cui anche piccoli, grandi miracoli accadono come quello di cui è stata protagonista Ewa Wisnierska, campionessa di parapendio, durante una gara di campionato in Australia nel 2007, quando si trovò “nel posto sbagliato al momento sbagliato”. Una storia ai limiti dell’impossibile, che ha fatto il giro del mondo. Abbiamo incontrato la tedesca nel bellissimo paesino della Baviera, Ashau Im Chiemgau, dove risiede con il compagno, per rivivere con lei i momenti più drammatici della sua tragica esperienza in alta quota. Vissuta in stato di incoscienza per 50 minuti in mezzo a una turbolenta tempesta, svenuta e appesa alla vela del suo parapendio a oltre 10.000 metri di altezza. Quando ha iniziato a volare con il parapendio? La prima volta fu nel 2000 in Polonia, quando, in agosto, sono andata a trovare la mia famiglia. Di fatto però il mio primo “incontro” con il volo risale a otto anni prima, vivevo ad Amburgo. All’epoca non avevo le finanze necessarie per seguire questo sport, pertanto ho dovuto decidere di abbandonarlo. Quando sono andata in Polonia, ho fatto il mio primo vero decollo e me ne sono innamorata. Rientrata in Italia, sono decollata più volte dalle Alpi, le quali mi hanno regalato sensazioni irripetibili, al punto che ho portato a termine il corso e, alla fine di settembre dello stesso anno, ho preso il brevetto. Che cosa significa per te volare? Quando sono lassù in cielo non penso a nulla, ascolto solo le mie sensazioni. Volare per me è paragonabile a un’esperienza di meditazione. Nel momento in cui decollo sono un tutt’uno con la vela, con la natura, con il mondo. Devo, però, fare una distinzione tra il parapendio vissuto come diletto accompagnato da emozioni profonde e quello vissuto in gara, quando prevale il senso della sfida, si compete, si è concentrati sul risultato finale e manca la poesia del vento. Parliamo del terribile incidente che ti è capitato nel 2007 in Australia. Quel giorno il cielo era terso e noi, circa 150 piloti, eravamo pronti per sfidarci in una gara di campionato. Gli organizzatori ci avevano allertati sull’eventualità che le condizioni meteorologiche sarebbero potute cambiare. Nella mia direzione
di volo c’erano circa 80 piloti e insieme stavamo volando in direzione nord verso un’immaginaria corsia centrale tra due grosse nuvole. Queste ultime, nell’arco di pochi secondi, si sono agglomerate in un’unica massa che si è tramutata in pioggia. Abbiamo superato l’ostacolo e abbiamo proseguito verso la parte più limpida del cielo. A questo punto ci siamo trovati di fronte un’altra grossa nuvola. Mi stavo dirigendo verso il suo fianco quando ho avvertito una forte spinta verso l’alto. In condizioni normali si sale a una velocità di circa 3 metri/secondo, ma mi sono resa conto che stavo ascendendo di 7, 10 e poi 15 metri/secondo. Ho cercato di tornare a bassa quota, iniziando a girare in spirale. Ma non stava funzionando quindi mi sono fermata pensando che avrei potuto assecondare la spinta verso l’alto per poi cercare un varco sulla sua sommità oppure lateralmente. Invece ho raggiunto un picco di risalita di 22 metri/secondo e, come se non bastasse, ha iniziato a piovere. Ma la situazione è addirittura peggiorata, vero? Sì, è iniziata una tempesta. I miei strumenti segnavano quota 5.000 metri sul livello del mare e ho capito di essere in pericolo. Sono riuscita a contattare il mio team manager e gli ho raccontato quanto stava accadendo. Cercavo di non farmi prendere dal panico quindi ho deciso di non aprire il paracadute di emergenza, del quale non avrei avuto il controllo. Ho al contrario cercato di
tenere aperta la vela in caso di una via di fuga. Nel frattempo mi sono ritrovata in mezzo a tuoni e lampi. La spinta verso l’alto non mi dava tregua, fino a quando ho perso i sensi. Sono rimasta priva di conoscenza per circa 50 minuti, ignara di essere ormai giunta a quota 10.000 metri. Come ne sei uscita? Per una ragione o per l’altra, la vela ha iniziato a scendere a più di 33 metri/secondo fino a quando, a quota 7.000 metri, si è stabilizzata senza il mio intervento. A quel punto mi sono svegliata ricoperta di ghiaccio. Gli strumenti segnalavano quota 6.900 metri. Ho cercato di scendere e sono arrivata 300 metri sotto la nuvola finchè ho visto un lembo di terra. Mi sono fermata e mi sono predisposta per l’atterraggio. Che cosa hai provato quando sei atterrata? Ero congelata e ho provato a dipanare la vela, ma anch’essa era ricoperta di acqua e ghiaccio. Ho inviato un sms a un collega con le mie coordinate GPS e, dopo circa 45 minuti, i piloti mi hanno trovata e portata in ospedale per un controllo. Il produttore del GPS ha verificato il funzionamento degli strumenti per accertarsi che non ci fossero stati errori nella registrazione dei dati, stupito perché non erano intervenuti guasti. Mi ha spiegato che esistono due tipi di misurazione: quella barometrica che aveva segnato circa 9.946 metri (valore probabilmente alterato a causa dell’inversione termica) e quella rilevata dal GPS molto più attendibile che si era attestata a quota 10.098 metri. Come è cambiata la tua vita dopo questa esperienza? Prima di conoscere il sapore della sfida, volavo per divertimento. Poi ho fatto del parapendio il mio lavoro grazie al supporto degli sponsor, ma mi sono accorta che stavo perdendo la sua dimensione magica. Inoltre decollavo anche con condizioni meteo poco rassicuranti. Sette mesi prima del “miracolo” australiano, ho partecipato alla Coppa del Mondo in Svizzera, sono caduta e mi sono rotta il bacino. Ho dato la colpa agli organizzatori che avevano consentito il volo a dispetto delle cattive condizioni atmosferiche. In Australia la mia prospettiva è cambiata. Anche perché se io ero sopravvissuta, purtroppo un pilota cinese non è stato altrettanto fortunato e non ce l’ha fatta. Quindi dopo l’incidente ho gareggiato ancora, ma con più prudenza. Sono andata in Giappone ma poi non ho volato perché per me il cielo non era sicuro. La stessa cosa si è ripetuta in seguito in Spagna. Nel 2008 mi sono recata in Messico con l’obiettivo di lasciare un se-
gno del mio cambiamento. Non ho voluto alcuno sponsor e ho gareggiato con una vela bianca che riportava la frase di Ghandi “Sii tu per primo il cambiamento che desideri vedere nel mondo”. Non è stato abbastanza: le gare si sono svolte regolarmente e uno dei piloti è morto. In quel momento ho deciso di non competere più. Cosa fai ora? Ho iniziato a tenere seminari in una scuola per piloti di parapendio e ne rimanevo sempre enormemente soddisfatta. Ho così pensato che forse la mia missione era quella di diffondere un messaggio di cambiamento alle persone intorno a me. In seguito ho incontrato il mio attuale compagno, formatore sulla crescita personale e sull’empowerment e, insieme, organizziamo meeting, convegni e seminari non soltanto ai piloti “senior” della scuola di parapendio ma anche alla gente comune. Ognuno di noi deve seguire la via del cambiamento per se stesso, che significa riscoprire una nuova consapevolezza di sé, del proprio valore e delle proprie reali esigenze, lontano dai quotidiani condizionamenti.
Quale messaggio vorresti lasciare dalle pagine di mentalitasportiva.it? Noi siamo responsabili della nostra vita, non soltanto per assicurarci la quotidiana sopravvivenza ma per capire quale sia il nostro talento. È importante avere una profonda motivazione che deriva dalla convinzione di poter fare e, soprattutto, dare molto più di quello che facciamo o diamo attualmente. Per questo dobbiamo allenarci ad ascoltare la nostra voce, cambiando per noi stessi e potenziando il coraggio di “saper essere”. L’incidente in Australia, paradossalmente, si è rivelato un momento di rinascita. Cosa significa per te avere una mentalità sportiva? In primis, è sinonimo di buon allenamento. Lo sport ha un aspetto positivo e uno negativo. Il primo risiede nei valori della volontà, della tenacia e della determinazione che alimentano la passione con cui ci si mette alla prova. Il lato negativo guarda alla competitività: gli atleti in gara superano il proprio limite e pensano soltanto a vincere. Nel caso del parapendio, purtroppo, molti piloti sono più spaventati dall’idea di perdere il match che dal rischio di perdere la vita. Inoltre, ho imparato quanto sia necessario bilanciare gli impegni evitando di trascurare le relazioni. Dobbiamo valorizzare tutto quello che abbiamo, vivendo ogni giorno come una nuova opportunità per condividere la parte più autentica di noi. www.ewawisnierska.com Photo: Ewa Wisnierska
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Cover story
Intervista a tutto campo con Mauro Marcolin, titolare di M&M Calzaturificio, proprietario del marchio Wild Climb
Molto più di quel che immagini dietro le quinte di WILD CLIMB Un’azienda attiva su più fronti, dal servizio di risuolatura alla produzione conto terzi: nel 2012 ha prodotto 500mila paia di calzature tra finito e semilavorato. Con il proprio marchio, lanciato nel 2005, può contare su 50 testimonial, una presenza in vari mercati internazionali e circa 20 modelli tra arrampicata, approach e afterclimb. A cura di BENEDETTO SIRONI Se andate a un evento o raduno di arrampicata in Italia, 9 volte su 10 loro ci sono. Ma oltre alla presenza, dietro l’azienda della quale parliamo nella cover story di questo mese, c’è anche tanta sostanza. Del resto uomo di sostanza è lo stesso Mauro Marcolin, titolare di M&M Calzaturificio, 39enne montebellunese doc con una licenza media ma una vera e propria “laurea” nella produzione di calzature conquistata sul campo. La sua è una realtà variegata e attiva sia come produttore conto terzi per importanti brand, sia con il proprio marchio Wild Climb, non solo con prodotti climbing. Tra un bicchiere di prosecco e un assaggio di soppressa veneta, abbiamo fatto una lunga chiacchierata. Ne è scaturita una brillante, ricca e schietta intervista. Insomma un’intervista – per l’appunto – di “sostanza”. Due scatti nella sede di Montebelluna per Mauro e Marzia Marcolin, soci di M&M Calzaturificio, oggi proprietaria dei marchi ilrisuolatore.it, Wild Climb e Wild Side.
“Nel decennio appena iniziato l’arrampicata ha intrapreso con decisione nuove strade, aprendosi ai giovani come mai prima aveva fatto. In questo le palestre indoor e le sale boulder hanno aiutato in maniera determinate. Pensate solo ai genitori che accompagnano i bimbi nelle sale, in piena fiducia e con la soddisfazione di far divertire pienamente i figli” In precedenza hai svolto altri lavori o operi da sempre nel mondo delle calzature? La mia esperienza in questo mondo affonda le radici nella tradizione famigliare. Mia sorella Marzia e io, soci al 50% dal 1998 della società, abbiamo completato il passaggio di consegne dei nostri genitori che hanno fondato M&M Calzaturificio. Si può dire che respiro quest’aria da quando sono nato. Mi sono occupato, nel corso degli anni, di tutto: dalla progettazione alla produzione, fino allo sviluppo. Come è strutturata l’azienda in termini di ruoli e dipendenti? Io sono legale rappresentante e lavoro a stretto contatto con la progettazione e gli atleti. L’ufficio è invece coordinato da Marzia. Il personale
Lo stand Wild Climb ad OutDoor Friedrichshafen.
è ugualmente ripartito fra gli uffici commerciali e amministrativi e il reparto produttivo, dove lavora un team di dipendenti specializzati. Questi collaboratori, in azienda da oltre 20 anni, gestiscono il servizio di risuolatura, la produzione dei top di gamma e i campionari. In tutto si conta una dozzina di persone. Da quest’anno inoltre ci avvaliamo della collaborazione di Andrea Piervenanzi che sta organizzando con ottimi risultati la distribuzione del Centro Sud/Italia. Ha infatti un’esperienza decennale come agente di aziende leader e ventennale nel ramo commerciale outdoor, in piena sintonia con la nostra filosofia. Inizialmente la produzione era in Italia ma poi è stata trasferita all’estero. Dov’è situata la vostra fabbrica produttiva? La nostra unità di produzione è situata a Bucarest ed è gestita dal 2000 dai miei genitori. Si tratta di un complesso di 4.000 mq che impegna sei linee produttive per un totale di 130 dipendenti. Quali fasi sono rimaste in Italia? Gestiamo direttamente la produzione della linea top di gamma, la realizzazione di campionari, il controllo qualità, il finissaggio, la risuolatura e il servizio di R&D. La produzione conto terzi è sempre stata e rimane tutt’ora il vostro core business. Per quali marchi avete lavorato in passato e per quali lavorate oggi? Negli anni abbiamo collaborato, sia in rapporto di conto lavorazione che di vendita, con tutti i brand attualmente leader nel mercato dell’arram-
picata. Ti confesso che più di un prodotto attualmente ritenuto un riferimento nel segmento delle scarpette e degli scarponi da alpinismo è nato presso di noi ed è stato a lungo da noi prodotto. Ma niente nomi… Li lasciamo all’immaginazione dei lettori allora… la produzione conto terzi riguarda anche calzature da trekking o altri segmenti di prodotto? Il 50% della nostra produzione coinvolge attività come il ciclismo e il motociclismo. Per noi questo è fondamentale non solo per ragioni imprenditoriali ma anche perché manteniamo una visione ampia e sempre ispirata soprattutto per quanto riguarda l’evoluzione di materiali e tecnologie. Poi la decisione di fondare un vostro marchio e quindi la nascita di Wild Climb. Nel 2005 l’azienda ha scelto di camminare con le proprie gambe. Una sfida ambiziosa e interessante che ci ha permesso di valorizzare maggiormente la qualità del nostro lavoro. Possiamo dare forma alle idee e ai progetti, possiamo innovare e ci sentiamo liberi di proporre la nostra filosofia senza alcun condizionamento. Oggi quante paia di calzature producete in un anno? Nel 2011, tra finito e semilavorato, abbiamo prodotto circa 500mila paia di calzature. Sembra una cifra esagerata ma è così... Per il 2012 stiamo registrando dei numeri in crescita grazie anche all’incremento della linea Wild Climb (puntiamo
La linea finissaggio e risuolatura di Montebelluna.
alla creazione di 50mila paia di scarpette a nome Wild Climb). Sarà necessario assumere altro personale sia in Italia che in Romania. Qual è il vostro fatturato? Nel 2011 abbiamo registrato 1.600.000 euro per il comparto italiano e 1.200.000 euro per Bucarest. Valore comunque soggetto a fluttuazioni in base al tasso di cambio. Per il 2012 prevediamo una crescita circa del 20%. Qual è oggi il modello Wild Climb più venduto? Tutto è nato dalle Bat, che continuano a essere apprezzatissime. Anche la linea iMust negli ultimi tre anni è andata piuttosto bene. Ma la vera sfida è stata lanciata dalle Pantera. Per il 2013 sono in arrivo almeno altri tre prodotti nuovi. Occorre ricordare che lo sviluppo di un solo modello può richiedere almeno un anno di R&D. Quanti sono i modelli a marchio Wild Climb? Contiamo in tutto una dozzina di scarpette per l’arrampicata, tre prodotti per il trekking e l’alpinismo, altrettanti per l’afterclimb. Wild Climb oggi significa quindi scarpe da avvicinamento, arrampicata e afterclimb. Ad esempio Approach è un modello di cui siamo fieri perché ha dato forma a un’idea di alpinismo in stile leggero, dunque moderno. Opera è invece nata per gioco, è una scarpa sbarazzina ma, in quanto giovane, se lo può permettere. Alcune stagioni fa avevate presentato anche calzature da trekking a marchio Wild Side. Esistono ancora? Il marchio Wild Side è tutt’ora attivo e la colle-
L’interno del King Rock di Verona, di cui Mauro è uno dei soci.
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Immagini interne della sede produttiva di Bucarest: un complesso di 4.000 mq che impegna sei linee produttive per un totale di 130 dipendenti.
“Io credo davvero che questo momento difficile per il mercato, per la società e direi in generale per l’uomo, sia un’opportunità decisiva per un nuovo slancio. Non è solo questione di economia o di lavoro, ma un fatto molto più ampio che ci coinvolge prima di tutto come persone”
zione, rivolta prevalentemente al settore caccia e pesca, è ancora presente. La linea trekking e alpinismo sarà invece incorporata nel marchio Wild Climb. Siete interessati a sviluppare altri segmenti di prodotto? Un progetto che funziona porta sempre all’apertura di nuove strade. Ma al contempo battere sentieri diversi rappresenta la base per lo sviluppo di nuovi progetti. Per l’abbigliamento continuerete a produrre qualche capo “di rappresentanza” o svilupperete una linea più strutturata? Produrre una linea strutturata significa puntare sul capo tecnico. Vogliamo prenderci tutto il tempo che occorre per farlo, prima di decidere se farlo o meno. Siete celebri anche per essere presenti di persona a moltissimi eventi di arrampicata. Nel 2012 a quali avete partecipato?
Senza dubbio i benefici superano gli svantaggi. lo sport congiuntamente all’indotto, turismo in una cinquantina di testimonial in tutta Europa. I benefici sono relazioni sincere e sane con le perprimis. Alcuni li sosteniamo da quando avevano 10 anni. sone e con le aziende. Gli svantaggi sono grattaQual è il tuo rapporto con le altre aziende di Su quali media promuovete il brand? capi lavorativi, o poco più. calzature? Abbiamo in programma campagne pubblicitaDi cosa sei più soddisfatto e orgoglioso e cosa Da parte nostra c’è grande rispetto, soprattutto rie sui nostri soliti canali. Oltre al qui presente Ouinvece vorresti ancora migliorare? per le realtà locali. Bisogna tener presente che il tdoor Magazine, compariremo su Pareti oltre che Sono soddisfatto di aver attraversato molte burdistretto attorno a Montebelluna coinvolge fasulle pagine Facebook e Twitter. rasche nel corso degli anni. Alcune letteralmente miglie che si conoscono da decenni. Con alcune Quanto è conosciuto Wild Climb all’estero? tempestose. Sono contento poi che la mia azienda aziende nel corso degli anni abbiamo avuto moAttualmente la distribuzione Wild Climb funziosi fondi sulla mia filosofia: a questo credo moltissitivi di discussione, a volte anche piuttosto accesa. na bene in Germania, Austria, Svizzera, Inghiltermo. Vorrei migliorare invece l’immagine del mio Questo perché la loro inra, Irlanda, Spagna, Slovenia, marchio. Ritengo sia estremamente sottostimato. tenzione era quella di acRomania, Ungheria, Bulgaria Hai qualche sassolino da toglierti… dalle scarcorpare la nostra azienda e Ucraina. Abbiamo avviato pe? e noi abbiamo preferito contatti anche con il Libano e Abbiamo vinto premi internazionali con i nodire di no. la Malesia. Infine stiamo constri modelli di scarpette: peccato che avessero Collaborate con altre cludendo per la Francia. un altro marchio appiccicato sopra. Detto questo, realtà legate al mondo Quanto incide l’Italia? niente rancori. Sono abbastanza giovane, ma ho della montagna o ad Per il 40%. Un valore in anche la giusta esperienza per sapere che il temaltri settori? costante livellamento man po è galantuomo. Cerchiamo di collabomano che si amplia l’apertuLascia ora un messaggio positivo a tutti i nostri rare attivamente con le ra verso l’estero. Sul mercato lettori in vista del 2013… palestre, che in questo italiano siamo presenti in un Io credo davvero che questo momento difficile momento sono una realcentinaio di negozi. per il mercato, per la società e direi in generatà assai dinamica. CollaParliamo dall’attività di le per l’uomo, sia un’opportunità decisiva per un boriamo con un’azienda risuolatura, che avviene nuovo slancio. Non è solo questione di economia di abbigliamento tecnico nella vostra sede di Mono di lavoro, ma un fatto molto più ampio che ci in particolare, cui fa capo tebelluna. Anche Vibram è coinvolge prima di tutto come persone. Sono molun mio carissimo amiattiva in questo ambito. Ci to fiducioso in questo. La storia della mia vita, nel co: si tratta di Emanuele sono sinergie con loro sulla suo piccolo, ha fatto tesoro dei momenti difficili e Pellizzari (che gestisce la risuolatura o c’è una sana ha saputo rinnovarsi e migliorarsi sempre. Questo distribuzione del marchio concorrenza? La pubblicità del primo modello Bat è il mio messaggio per i lettori. Marmot in Italia, ndr). Le persone che seguono (2007) non passava certo inosservata… Nella scelta dei mateil servizio di risuolatura sono riali, nella realizzazione cinque. Di queste, tre vi lavodei progetti e nelle strategie commerciali è una rano a tempo pieno. Penso che Vibram conosca presenza impagabile. Si tratta comunque di collapiuttosto bene il nostro servizio. Un mese fa alcuni borazioni che vanno al di là dei confini lavorativi membri del loro staff USA sono stati ospiti presso ed entrano nel campo dei rapporti di amicizia. In il nostro laboratorio. Insieme a loro abbiamo visioquesto caso, un’amicizia pluridecennale. Ci aiuta nato le varie fasi di lavorazione. Da parte nostra molto anche Herodesign di Toni Lonobile nella c’è grande spirito di collaborazione con l’azienda. grafica e nello sviluppo progetti. Ci piacerebbe A proposito di Vibram, utilizzate le loro mecollaborare con altri per creare un vero pool del scole su tutta la gamma di scarpette o ci sono Made In Italy. Purtroppo è difficile farlo perchè ci delle eccezioni? sono forti rivalità nel distretto di Montebelluna, Per la risuolatura ci avvaliamo all’80% di proche erano giustificate e giustificabili prima della dotti Vibram. Ma in generale utilizziamo tutte le “globalizzazione” ma non più ora. principali mescole presenti sul mercato. Questo tuo modo di fare sempre molto schietCome promuovete il servizio risuolatura? to e sincero ti procura più benefici o svantaggi È un servizio estremamente articolato che si www.wildclimb.it in ambito lavorativo? rivolge anche a palestre e negozi. Per questo è necessario impegnarsi su tutti i fronti: le riviste di settore, i canali telematici. Ma anche il passaparola, per quanto sembri un’affermazione di circostanza, si è rivelato un asso nella manica. Grazie a tutto questo è un’attività che è cresciuta sensiiMUST PANTERA tecnologie bilmente. Sei anche tra i soci di King Rock di Verona, confermi? Abbiamo deciso di sostenere il movimento credendo anche a questo ambizioso progetto. Il King Rock oggi è probabilmente la più importante realtà indoor italiana. Va detto che la nostra fiducia è stata riposta anche nella serietà degli altri soci. Vivete quotidianamente l’arrampicata sotto più punti di vista. Come giudicate la situazione Ispirata dai verdi occhi delPrima di uscire al pubblico I modelli di punta Wild Climb attuale in Italia? la ballerina francese Sylvie ha macinato parecchi chi- hanno due principali tecnoloSi parla tanto di crescita dei praticanti e in efGuillem, nasce l’iMUST (qui lometri di test in verticale. Il gie. La prima è l’H-Torsion Syfetti alcuni numeri e gli accessi nelle palestre di in versione velcro) con pro- materiale utilizzato è una nuo- stem: brevetto della casa per arrampicata sembrano confermarlo. Nel decengetto, design, sviluppo e test va microfibra ipertraspirante un sostegno uniforme del pienio appena iniziato l’arrampicata ha intrapreso in collaborazione con Hero- 100% italiana. È più morbida de, anche laterale, che elimicon decisione nuove strade, aprendosi ai giovani design. Si tratta di una scar- della pelle primo fiore, non na le sensazioni di rotazione/ come mai prima aveva fatto. In questo le palestre petta da prestazione per vie cede, possiede qualità di re- torsione del piede. La seconda indoor e le sale boulder hanno aiutato in maniera estreme. Garantisce ottima sistenza superiori agli altri è il C3 Cotton Weav3D, un madeterminate. Pensate solo ai genitori che accomprecisione su tacche picco- materiali. La suola è XS Grip teriale di fabbricazione italiana pagnano i bimbi nelle sale, in piena fiducia e con le e buchi. Ideale anche per Vibram, il design firmato He- ideato in Toscana. Si tratta di la soddisfazione di far divertire pienamente i figli. boulder e indoor di alto livello. rodesign. Anche in questo un intreccio di 3 tipi diversi di Cosa ti piace di più e cosa meno del climbing Particolarmente studiata per caso si ratta di un modello da cotone naturale al 100% che italiano? Cosa potremmo magari imparare da gli atleti, è un “must” su can- prestazione per vie estreme, rimane invariato nel tempo. paesi più evoluti? ne e strapiombi. Realizzata in con grande recisione su ap- Viene inserito nel sottopiede Il climbing italiano in generale è sempre stato pregiata pelle primo fiore ita- poggi millimetrici e buchetti. favorendo la traspirazione. uno sport poco considerato. Personalmente non liana è dotata di suola XS Grip Ideale per arrampicata su Permette di diminuire il sudore credo che all’estero ci siano Paesi che performaVibram e H-Torsion System, placche tecniche leggermen- provocato naturalmente dallo no peggio di noi. Credo sia indispensabile trovabrevetto di casa Wild Climb te strapiombanti, boulder e sforzo fisico, garantendo nel re un’ispirazione manageriale, come quella che (vedi a destra). indoor di alto livello. contempo un’ottima calzata. stanno avendo i Ragni di Lecco per promuovere
I PRODOTTI DI PUNTA
Il modello Opera da afterclimb / travel.
Siamo stati in tutta Italia e anche nel resto d’Europa. Tra gli eventi più importanti ricordo il Melloblocco, il circuito Bloccati nella Nebbia e il Climbeer Festival. Qual è l’evento rivolto al pubblico che ti ha portato di più in termini di contatti e visibilità? Mi piace ricordare che siamo tra i pochi che hanno partecipato al primo Melloblocco, all’epoca come Risuolatore. Da allora sono passati nove anni ed è incredibile vedere il livello raggiunto dalla rassegna oggi. Anche se un pò di sole in più quest’anno non avrebbe fatto male… Organizzate anche una vera e propria “festa Wild Climb”. Quando e dove? Ogni anno cerchiamo di inventare qualcosa di nuovo. Abbiamo provato a organizzare la festa in fabbrica o alla palestra King Rock di Verona. Ci piacerebbe fare qualcosa che coinvolga il boulder. L’invito a questa festa è esteso a tutti. Quindi appena avremo le date ufficiali, siete autorizzati a passare parola. Puntate molto anche su atleti e ambassador? Certamente, la lista è lunga, saranno almeno
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Numero 11 / 2012
Salva con nome
Il tour 2012/13, suddiviso in tre gironi, supererà di certo le 500 presenze e toccherà oltre 30 location in tutta Italia L’8° Enogastrobloccoraduno del Tonga, svoltosi lo scorso 10 novembre.
Due momenti del circuito 2011: la tappa al King Rock di Verona e, a fianco, quella al Salewa Cube di Bolzano.
I Bloccati Nella Nebbia sono sempre di più A cura di MONICA VIGANò Avevamo già avuto modo di parlare di Bloccati Nella Nebbia. Torniamo volentieri ad occuparcene, considerati gli aspetti positivi che un’iniziativa come questa porta alla promozione del climbing, tra divertimento e sana competizione, goliardia e finalità benefiche alle quali si è legata. E visto che nel giro di pochi anni da circuito locale si è trasformato in qualcosa di molto più grande e articolato, fino a coinvolgere quest’anno 5 regioni italiane e più di 30 location. Cronistoria del circuito - Bloccati Nella Nebbia è un circuito di raduni boulder nato nel 2007 in Emilia Romagna e incentrato su spirito festaiolo, approccio giocoso e passione per l’arrampicata. In origine comprendeva cinque tappe tra novembre e marzo in altrettante palestre della bassa emiliana. E sono proprio la località e il periodo di svolgimento ad aver dato il nome al tour, che in realtà negli anni ha vissuto diverse modifiche di significato. Oggi Bloccati Nella Nebbia sta a indicare un mix di polvere, magnesite, sudore, energia e divertimento che rappresenta l’atmosfera di ogni tappa del circuito. Ciò che è rimasto invariato è la finalità dell’iniziativa: quella di unire palestre e persone in vere e proprie feste dedicate al divertimento dell’arrampicatore. una connotazione nazionale - A dire la verità quella del significato del nome non è l’unica modifica che ha interessato questo circuito. Che, dal suo essere prettamente regionale, ha negli ultimi anni assunto i connotati di una proposta nazionale toccando 10 palestre tra Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Trentino. Questo dimostra il crescente interesse verso tale iniziativa, che è passata dai 113 partecipanti attirati nel 2007 ai 496 del 2011. Ma, come dicono gli organizzatori, il vero successo riguarda l’aspetto umano “ovvero il grandissimo riscontro di apprezzamenti che ogni singola tappa del circuito ha ricevuto dai partecipanti. Un coro unanime di positività che ci ha praticamente costretti a decidere di fare il grande passo della sesta edizione”. La quale è caratterizzata da veri e propri gironi. Le novità di quest’anno - Durante l’edizione 2010/11 gli organizzatori si sono accorti che il circuito aveva raggiunto un limite fisiologico. Con 10 tappe ogni 2 settimane circa, il periodo tra novembre e marzo veniva completamente occupato. Quando, alla fine dell’edizione 2011/12, ben 5 nuove palestre hanno chiesto di essere inserite nel circuito di quest’anno, è stata valutata la creazione di gironi. È stata inoltre introdotta la possibilità di organizzare le cosiddette tappette e sono stati potenziati sito e servizi online. Ma andiamo con ordine.
I gironi - Questa new entry non offre solo il vantaggio di poter aggiungere tappe al periodo di svolgimento del tour. I gironi consentono anche di ridurre l’area di spostamento. Quest’anno saranno organizzati 3 gironi: centrale (Emilia centrale, Lombardia orientale, Veneto occidentale, Trentino meridionale), centro-ovest (Emilia occidentale, Lombardia e Piemonte nord-orientale) e nord (Trentino Alto Adige). In futuro sarà probabilmente inserito anche il girone centro-sud (Romagna, Toscana e Umbria). Il girone centrale rappresenterà una sorta di “cerniera” tra gli altri, con i quali condividerà tra l’altro una o due tappe. Ogni girone sarà composto al massimo da 10 tappe e da un numero ancora da definire di “tappette”. Avrà una sua classifica generale, premi di tappa e premi finali. A conclusione, sarà prevista una supertappa finale per definire il vincitore dell’intero circuito. Le tappe si svolgeranno durante fine settimana alternati tra il girone centrale e gli altri due per consentire agli interessati la partecipazione a più stop. Le tappette - Sono raduni con tutte le caratteristiche previste dal format Bloccati Nella Nebbia ma si svolgono in serate infrasettimanali. Questo le rende accessibili principalmente a climber locali limitando il numero di partecipanti. È in corso di valutazione persino l’adozione di un’opzione a numero chiuso. Vengono coinvolte palestre dalla limitata capienza e strutture che vogliono organizzare eventi legati al circuito ma più ridotti. Le tappette, che saranno distribuite equamente a livello geografico per non agevolare arrampicatori di una zona piuttosto che quelli di un’altra, assegneranno ai climber punti inferiori rispetto alle tappe normali.
Nuovo sito e servizi online - “Last but not least”, gli organizzatori hanno creato un vero sito ufficiale dedicato al circuito che ha sostituito il vecchio blog. Questo ha consentito la gestione e la veicolazione di notizie, informazioni, immagini, filmati e pagine degli sponsor. Inoltre sul sito è disponibile il servizio di preiscrizione online a tutte le tappe. A partire dalla prossima edizione i servizi online saranno ulteriormente potenziati. In particolare saranno previsti gestione centralizzata delle classifiche, registrazione online obbligatoria dei partecipanti, creazione di schede-utente e tante altre funzionalità. format e requisiti richiesti - In linea di massima gli eventi del circuito seguono delle linee guida comuni che riguardano stile del raduno, organizzazione e gestione delle tappe, numero boulder (32 per ogni tappa) e stile di tracciatura (con una scala di difficoltà comune a tutti gli stop), comunicazione (su supporti, tramite t-shirt del circuito o aggiornamenti su sito e social network), sponsor e premi. Ci sono anche delle linee guida rivolte alle palestre che intendono entrare a far parte del circuito. Esse devono avere tre requisiti essenziali: dimensioni di sala adeguate (anche per definire se in quella struttura può essere organizzata una tappa o una tappetta), adesione al format (almeno durante la tappa organizzata nella struttura), fantasia e coinvolgimento (per avere tappe originali e organizzate con entusiasmo). Se la palestra ha un negozio di riferimento o sponsor tecnici, gli organizzatori del circuito sono disponibili per coinvolgerli nell’iniziativa.
I TRE GIRONI DEL calendario 2012/2013 Venendo al dunque, l’edizione di quest’anno del circuito ha preso il via il 1° novembre con la tappa comune a tutti i gironi organizzata da Equilibrium a Modena in occasione di Nissan Skipass. Hanno accolto l’invito 154 partecipanti (117 uomini e 37 donne) che si sono sfidati sui 33 boulder tracciati da Riccardo Scarian e Cristian Brenna. A onor di cronaca la tappa è stata vinta da Alice Gianelli e Stefano Bettoli. Al momento si sono già svolti gli appuntamenti presso VertClimb di Gessate (MI, 4 novembre), Tonga di Mandrio (RE, 10 novembre), WayOut di Milano e Salewa Cube di Bolzano (entrambe il 18 novembre), Geko di Modena (25 novembre). La finalissima, anch’essa comune a tutti i gironi, si svolgerà domenica 10 marzo al King Rock di Verona e definirà i vincitori generali dell’edizione 2012/13. Entrando nel dettaglio, il girone centrale conterà 10 tappe e 4 tappette; quello centro-ovest 11 tappe e 2 tappette; quello nord 6 tappe e 4 tappette. Maggiori informazioni sulle tappe e sul circuito in generale sul sito ufficiale della manifestazione.
Un circuito di boulder nato nel 2007 come iniziativa regionale, cresciuto fino al grande passo di questa sesta edizione, che tra novembre e marzo tocca Emilia, Lombardia, Piemonte, Veneto e Trentino. Tra promozione del climbing, goliardia e aspetto benefico. I supporter del circuito - Questo ci porta a parlare degli sponsor di questo tour, che versano una quota per le spese organizzative e donano materiale per le premiazioni finali. Gli sponsor tecnici sono Asa, Camp-Cassin, E9, Il Risuolatore, Monvic, Moon, Mule Bar, Smog, Versante Sud e Wild Climb. Non manca il supporto di negozi specializzati che coprono con buoni acquisto le premiazioni di singole tappe. Essi sono Alta Quota (Pistoia), Capo Nord (Forlì), Decathlon (Mantova), Kamp 3000 (Reggio Emilia), Nuovi Orizzonti (Modena), Out&Out (Correggio, RE), Reggio Gas (Reggio Emilia), Turnover Sport (Verona) e Vertical Sport (Arco). Da ultimo i partner tecnici sono Aperture Labs (realizzazione e aggiornamento sito) e Up Climbing (media partner). L’aspetto benefico - Bloccati Nella Nebbia presta attenzione a solidarietà e utilità sociale. Così le ultime due edizioni hanno supportato MWCT Italia Onlus per il sostegno al Mwabvi Wildlife & Community Trust, un progetto del Malawi meridionale che si occupa di tutela ambientale, sviluppo socio-economico e di un centro di riproduzione per predatori a rischio di estinzione. Quest’anno il circuito sosterrà Climb For Life, che sensibilizza alla donazione di midollo osseo. I fondi saranno raccolti tramite la quota di partecipazione a ogni tappa. Dei 15 euro versati, 1 sarà devoluto direttamente all’associazione. Inoltre durante le tappe e attraverso differenti canali e iniziative verrà messa in atto una campagna di sensibilizzazione ai temi trattati da Climb For Life. www.bloccatinellanebbia.org
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LO SCORSO ottobre nella splendida san vito lo capo la 4A edizione
A San Vito tra climbing e outdoor Arrampicata, trail running, mountain bike, kayaking, convegni, serate e proiezioni. L’evento mostra tutto il suo potenziale con un nuovo format sempre più multidisciplinare.
Climbing, ma non solo. L’edizione 2012 del raduno di arrampicata a San Vito lo Capo ha presentato diverse e sostanziali novità, a partire dal format, non più a “uso esclusivo” dei climber. Aggiungere infatti trail running, mountain bike e kayak è stata certamente un’idea vincente, non solo in termini di numeri, che si sono mostrati notevoli in questo evento all-outdoor: 3.000 sono infatti le presenze stimate a San Vito dall’amministrazione comunale con più di 16.000 giorni
Millet e Climbing Technology, oltre infine a Garmin e Camp. Molto importante inoltre il supporto della casa editrice Versante Sud che fin dall’inizio ha fortemente creduto e supportato l’evento.
a persona nelle strutture ricettive. Praticamente il 300% in più rispetto alla media stagionale e il 25% in più rispetto agli stessi giorni dell’edizione precedente. L’intento infatti era quello di creare un vero e proprio festival dell’outdoor, da qui il nome San Vito Climbing Festival. Inoltre, accanto ai consueti eventi sportivi, primo fra tutti l’arrampicata, non sono mancati gli appuntamenti culturali, dedicati al turismo, i convegni. Importante il sostegno delle aziende partner: il golden sponsor Black Diamond, gli sponsor E9 e Scarpa, i partner sponsor
Sul piano sportivo le ormai rodate open e top marathon di arrampicata hanno offerto il consueto grande spettacolo, mentre per la finale è stata scelta una nuova location: il Parco Ceriolo, nel comune di Custonaci. Le originali t-shirt dell’evento firmate E9 hanno colorato per due giorni le pareti di gara, su cui non sono mancate le sorprese: Adam Ondra ad esempio, in un nuovo settore del Parco Ceriolo, ha infatti trovato, chiodato e liberato il primo 9a su terra siciliana, in soli due giorni di lavoro. Il più ludico DWS a Cala Firiato, invece, dove si è svolto
PROGRAMMA SPORTIVO
anche l’evento di kayaking, ha concluso le prestazioni in parete. La Black Diamond Trail Night (6 km in notturna fin sul Monte Monaco), ha visto tanti climber al via, a partire da un sorprendente Adam Ondra, e le stesse lampade che hanno creato suggestive immagini lungo le pendici del monte, avevano illuminato anche l’altro evento sportivo in notturna, il Black Diamond Lab Test sulle pareti di Salinella. La seconda gara di running si è svolta nella splendida riserva dello zingaro, su un percorso di 25 km. La gara di mtb si è sviluppata nella splendida piana che congiunge il monte Monaco a quello del Cofano. I vincitori sono stati premiati con gli ambiti GPS Garmin. A corollario degli eventi principali, una divertente serata sulla spiaggia hanno offerto i campioni di slackline Gibbon.
CONVEGNI E RASSEGNE
All’interno del PalaBia, tensostruttura di 500 mq, si sono poi susseguiti convegni, presentazioni, ospiti ed eventi di vario genere. Di rilievo il convegno organizzato dalla casa editrice Versante Sud sul turismo degli sport outdoor, che ha messo a confronto le amministrazioni pubbliche più rappresentative di questo settore: Arco di Trento, Finale Ligure, Val Masino e San Vito Lo Capo. Rappresentata anche l’amministrazione provinciale di Trapani e l’esperienza delle gole del Furlo in provincia di Pesaro-Urbino. Al dibattito sono intervenuti anche rappresentanti di UISP e FASI. Fra gli altri protagonisti della tensostruttura Maurizio Oviglia, Adam Ondra, Massimo Cappuccio e Peppe Gallo, che hanno presentato la nuova guida dedicata al climbing in Sicilia. La rassegna cinematografica infine, curata da Alan Formanek, direttore del Vancouver Mountain Film Festival, ha proposto una bella selezione di film, proiettati nella suggestiva piazza del paese tra i bianchi muri delle case. www.sanvitoclimbingfestival.it
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Evention Focus
Il punto vendita - 34esimo store monomarca per il brand è stato presentato il 25 ottobre in Corso Garibaldi
Da sinistra Fiammetta Cicogna, Ellen Hidding, Heiner Oberrauch e Glen Plake.
Il campo base milanese di Salewa “Un traguardo storico per l’azienda, in una città strategica e simbolo del fashion: un mondo che si avvicina sempre più a marchi autentici come Salewa, con profonde radici nella tecnicità di soluzioni nate per l’outdoor”, afferma Heiner Oberrauch, protagonista dell’inaugurazione insieme ai testimonial Daniele Nardi e Glen Plake. A cura di SIMONE BERTI Salewa, come di consueto, non tradisce le attese e inaugura in pompa magna il suo primo flagship store a Milano. Un ingresso in grande stile nel capoluogo lombardo, per quello che è il 34esimo shop in Europa e che vuole rappresentare un nuovo punto di riferimento per gli alpinisti e appassionati di montagna milanesi. Non solo un negozio quindi, ma anche un luogo dove confrontarsi e partecipare a serate a tema. La location, in questo senso, è quanto di meglio può offrire Milano: corso Garibaldi, in zona Brera, regno del fashion e dei locali più in voga (non a caso nella stessa via è situato anche lo store monomarca milanese di Patagonia). Due i momenti dell’inaugurazione, avvenuta il 25 ottobre: doppia conferenza mattutina in compagnia del presidente Heiner Oberrauch e del general manager Gianluca Coneglian, mentre successivamente si sono susseguiti i racconti di due rappresentanti d’eccezione del Salewa alpinExtream Team, Daniele Nardi e la cresta più famosa del freeride, Glen Plake. Chiusura “alcolica” serale con aperitivo, “dj vertical” e il taglio del nastro operato dal presidente Heiner in compagnia delle madrine dell’evento Ellen Hidding e Fiammetta Cicogna. Il negozio è aperto dal 26 ottobre e offre una particolare iniziativa: con un semplice “Mi piace” sulla pagina Facebook di Salewa Store Milano si riceve una mail che, presentata al negozio, da diritto a un simpatico omaggio, un moschettone a forma di cuore.
Vertical dj session.
CONFERENCE… - La giornata al Salewa Store di Milano ha preso inizio alle 10.30 di mattina con la conferenza corporate tenuta dal presidente del gruppo Oberalp Heiner Oberrauch e dal general manager Gianluca Coneglian. Entrambi hanno parlato con molto orgoglio del nuovo store e hanno raccontato alla stampa presente la propria storia retail, illustrando l’approccio concettuale di Salewa nella realizzazione dei propri monomarca: non solo negozi, ma luoghi d’incontro dove confrontarsi e sperimentare un’esperienza multisensoriale con i prodotti Salewa. “L’apertura di un punto vendita a Milano è per la nostra azienda un traguardo storico, perché conquistiamo una vetrina in un luogo strategico dell’economia del Paese”, ha commentato Heiner Oberrauch, “e lo facciamo in una città che rappresenta il simbolo della moda, proprio quel mondo fashion che si sta avvicinando a marchi autentici come Salewa che hanno profonde radici nella tecnicità di soluzioni studiate per la montagna e per l’outdoor”. “Il nuovo Salewa Store rappresenta una grande opportunità per condividere la nostra passione per la montagna con i cittadini di Milano”, ha spiegato invece Gianluca Coneglian, “in un ambiente moderno con personale qualificato in grado di trasmettere la nostra competenza alpina ed esaltare i valori del marchio”. ... TESTIMONIAL... - Alle 12.30 invece è stato il momento degli atleti, membri dell’alpineXtrem Team: Daniele Nardi e Glen Plake (con la sua in-
Gianluca Coneglian, general manager Salewa.
confondibile cresta). A fianco del presidente Heiner e di Christoph Hainz, leader dell’alpinXtream team, Daniele e Glen hanno raccontato le proprie esperienze e i loro futuri progetti. L’incontro è stato aperto dalla presentazione della prossima spedizione dell’alpinista laziale, che a fine dicembre tenterà la scalata in prima invernale del Nanga Parbat (8.125 mt), la nona montagna più alta del mondo. A seguire l’intervento della leggenda californiana del freeride. Nella sua carriera Glen è stato in grado di raggiungere i 6.000 metri di altezza, per poi scendere sfidando pendenze di 60 gradi, e con i colleghi del team Free Ski Mountaineering mette la propria esperienza e le proprie intuizioni nello sviluppo prodotti Salewa. Quest’inverno Glen tornerà a guidare i Climb to Ski Camp firmati Salewa. ... & PARTY - Come ogni evento di rilievo dell’azienda bolzanina, non è mancata nemmeno questa volta la parte più festaiola, ovvero il party serale. Mentre il dj mixava la musica curiosamente appeso con la sua console al soffitto del punto vendita, birra, vino e prodotti tipici dell’Alto Adige stuzzicavano l’appetito e la sete dei presenti. Momento topico della serata il taglio del nastro a cura di Heiner Oberrauch, cui hanno presenziato anche le madrine dell’evento, le conduttrici televisive Ellen Hiddings e Fiammetta Cicogna, oltre allo scatenato Glen Plake. LO STORE - Con una superficie di circa 110 mq, il Salewa Store di Milano presenta tutte le sue
nuove collezioni di abbigliamento, calzature, attrezzature e accessori, compresa la linea alpineXtreme Pro. L’obiettivo è quello di ricreare un luogo cittadino dove tutta la marca possa esprimere una emozione. Il concept degli interni è stato ripreso e rinnovato dallo store di Bolzano. Il look moderno e autentico è creato attraverso l’utilizzo di materiali quali l’alluminio spazzolato, l’acciaio nero e il pavimento in cemento, con pareti color antracite e soffitto alto 5 mt, che permette di mostrare appieno il mondo Salewa. Dettagli sofisticati, come spazi di colore giallo e loghi accuratamente incisi, si combinano perfettamente con enormi box luminosi che alleggeriscono l’atmosfera all’interno dello spazio e ricreano il mondo alpino. A completare lo store, display e box dedicati ai prodotti con suddivisione per taglie e colore. Un modo di esporre che vuole riprende i canoni del mondo fashion perfettamente integrato nel concetto montagna/outdoor in cui tutto è coordinato: dalla scarpa allo zaino, dal moschettone al soft shell fino alla giacca. All’ingresso è stato posizionato un grande videowall dove passano gli emozionanti video delle spedizioni portate a termine dagli atleti dell’alpineXtrem Team. L’esposizione di un’originale tuta da alta quota sottolinea ai presenti che l’alta professionalità del marchio è in grado di soddisfare le esigenze di tutti i clienti, dagli alpinisti che puntano agli ottomila fino alle attività outdoor più facili. Nel Salewa Store Milano saranno impiegati quattro addetti, preventivamente formati dall’azienda.
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Anteprime
Il 6-7 novembre, a Chamonix, W.L. Gore & Associates ha presentato un nuovo sviluppo della membrana
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Photo credits: Dom Daher
La presentazione del nuovo Gore-Tex Pro all’interno del rifugio sul Planpraz.
Foto di gruppo sul Mer de Glace.
Gore-Tex Pro, next generation È l’evoluzione del tessuto creato per le condizioni estreme, ora ancora più robusto e traspirante. Testato per due giorni sul Mer de Glace da una selezione di retailer e giornalisti internazionali, sarà presentato ufficialmente a Ispo Winter di Monaco. Stazione di arrivo del trenino sul Mer de Glace.
Dal nostro inviato a Chamonix Simone Berti Il massiccio del Monte Bianco ha un fascino unico e la bellezza offerta dalle proprie cime lascia sempre senza fiato. Non a caso è stato il “terreno” preferito da Walter Bonatti, sul quale ha vissuto alcune delle sue più grandi imprese. Nulla da eccepire insomma sulla scelta da parte di W.L. Gore & Associates di presentare a Chamonix e far testare sul Mer de Glace, in anteprima assoluta, la nuova generazione della membrana Gore-Tex Pro, ora ancor più robusta e traspirante (oltre che patent pending). Circa 80 giornalisti e negozianti provenienti da Italia, Francia, Spagna, Scandinavia e USA, sono stati perciò invitati alla presentazione del tessuto, che sarà utilizzato nei prodotti per l’autunno inverno 2013/14 e quindi presentato alla prossima edizione di Ispo. Noi di Outdoor Magazine non potevamo certamente mancare e vi raccontiamo cosa è successo.
rabilità in più rispetto alla precedente generazione di prodotti, ed è stata creata grazie anche al coinvolgimento di alcuni atleti di punta quali Ines Papert (presente alla serata insieme a Edurne Pasaban), Stefan Glowacz e David Lama. Dai professionisti, per i professionisti: il Gore-Tex Pro infatti è rivolto agli sportivi più esigenti, quelli cioè alle prese con le condizioni più estreme della montagna, i cui obiettivi sono sempre più ambiziosi e impegnativi, sia che si pratichi alpinismo, sci alpinismo, freeride, o che si lavori in qualità di guida di montagna (per un approfondimento tecnico si veda il
Il Petit Dru.
box). Conclusa la presentazione, il pomeriggio è proseguito con un suggestivo aperitivo in terrazza di fronte al massiccio del Monte Bianco, che cercava periodicamente, a volte anche riuscendoci, di uscire dalla spessa coltre di basse nubi che lo sovrastavano. Il tutto mentre grossi fiocchi di neve cadevano dal cielo (speriamo sia di buon auspicio per la stagione). Il dopo serata, giunto dopo una luculliana cena, ha visto invece protagoniste 2 testimonial di grande spessore dell’azienda: la tedesca Ines Papert e la spagnola Edurne Pasaban. Le atlete hanno condiviso le proprie esperienze raccontando della propria passione per la montagna ed elencando aneddoti, senza mancare di rispondere a qualche domanda da parte dei presenti. SUL MER DE GLACE - Ma il momento certamente più bello dell’evento non poteva che essere il test su campo. Soprattutto se, come è effettivamente il successo, il meteo fosse stato benevolo. Magari una bella bufera di neve poteva essere un banco di prova di ben altro spessore per il nuovo Gore-Tex Pro, ma giornalisti e retailer non sarebbero stati altrettanto contenti. Un fiammeggiante sole autunnale ha infatti accolto i partecipanti che hanno risalito la montagna fino a Montenvers-Mer de Glace grazie al suggestivo trenino partito da Chamonix. Durante il viaggio la neve caduta nei giorni precedenti e i riflessi del sole conferivano al paesaggio un aspetto fiabesco. Giunti al capolinea si presentava agli occhi di tutti uno scenario da capogiro: 200 mt sotto la stazione si allungava la lingua del ghiacciaio, che risalendo a monte
PRESENTAZIONE E APERITIVO - Dopo il check-in in albergo, ogni partecipante è stato rifornito con un modello di giacca prototipo dotato di Gore-Tex Pro e con un paio di scarponi ramponabili, anch’essi rigorosamente con membrana Gore-Tex. Dopo un pranzo veloce il gruppo di giornalisti e retailer, guidati dal management Gore, si è diretto verso la cabinovia della Brévent, fermandosi ai 2.000 mt del Planpraz. Lì, all’interno del rifugio, si è svolta la presentazione del nuovo Gore-Tex Pro. La membrana offre maggiore robustezza e il 28% di traspi-
giungeva a toccare in fondo a destra le Grandes Jorasses, mentre di fronte a noi si stagliava il leggendario Petit Dru, detto anche Pilastro Bonatti. Suddivisi in diversi gruppi, ognuno con la sua guida e dotati di ramponi e imbraghi, abbiamo ridisceso il fianco del pendio fino ad arrivare alle passerelle che danno accesso al ghiacciaio. Da lì una bella escursione di 3 ore ci ha portato nel profondo nel Mer de Glace, avvicinandoci alla Grand Jorasses e offrendoci la vista del Dente del Gigante, mentre dall’altro lato si tagliava la cima e il contorno dell’Aiguille Verte. Il pranzo al sacco a ridosso dei crepacci e circondati da queste meravigliose vette lasciava infine un sapore amaro nel momento del ritorno alla stazione e poi Chamonix. Le condizioni meteo così belle non hanno consentito di testare appieno le capacità del nuovo Gore-Tex Pro, ma la sensazione è di un comfort notevole, mentre la grande leggerezza lascia pensare a momenti di non indossare quasi nulla sopra l’underwear.
LE CARATTERISTICHE TECNICHE DEL NUOVO laminato Grazie alla rivoluzionaria tecnologia della membrana (in attesa di brevetto), la nuova generazione di prodotti Gore-Tex Pro garantisce maggiore robustezza e fino al 28 % in più di traspirabilità rispetto alla precedente generazione, oltre all’impermeabilità e alla resistenza al vento garantiti dal marchio “Guaranteed To Keep You Dry”. L’abbigliamento progettato con la nuova generazione di laminati Pro è appositamente realizzato per un uso prolungato da parte di alpinisti e sci alpinisti, freerider, guide alpine e appassionati di outdoor che operano in condizioni estreme e imprevedibili con cicli frequenti di lavoro-riposo. “I test di resistenza che abbiamo condotto con diverse guide alpine ci hanno consentito di verificare la funzionalità di lunga durata di questi prodotti nel tipo di
condizioni che gli appassionati di outdoor solitamente incontrano durante le loro uscite,” sottolinea Tom Gray, specialista di prodotto Gore. Il tessuto utilizza in esclusiva un rivoluzionario sistema a membrana multistrato, realizzato in 100% ePTFE con una microstruttura unica. La membrana è laminata saldamente al materiale esterno e sull’interno a una robusta fodera appositamente sviluppata (tecnologia Micro Grid Backer). Tessuti esterni di ottima qualità (denari ≥40) e un design all’avanguardia garantiscono poi l’elevata performance dei capi. Abbinata alla tecnologia brevettata Gore Micro Grid Backer, che assicura un’elevata resistenza all’abrasione interna e agli strappi, la nuova generazione di prodotti Gore-Tex Pro offre un livello completamente nuovo di comfort e protezione.
I partner - Numerosi e importanti produttori di abbigliamento inseriranno la nuova generazione di laminati Gore-Tex Pro nelle loro collezioni FW 2013/14. Tra questi Adidas, Arc’teryx, Armada, Berghaus, Burton, Eider, Elevenate, Haglöfs, L.L. Bean, Mammut, Marmot, Millet, Montura, Mountain Equipment, Norrona, Oakley, Orage, Outdoor Research, Patagonia, Peak Performance, Quiksilver, Salewa, Salomon, Scott, Sweet Protection, Ternua, The North Face, Tierra, Tilak, Trangoworld.
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Eventi
Inaugurato a Milano il 5 novembre in una location suggestiva come la Triennale il tour europeo 2012
The North Face Speaker Series, il “salotto” dei mountain lovers In una piacevole atmosfera a stretto contatto con il pubblico sono andati in scena i 5 incontri. Rivivendo le straordinarie imprese di Simone Moro, Denis Urubko, Conrad Anker, Hervé Barmasse e i fratelli Pou.
IL TOUR - The North Face Speaker Series ha coinvolto cinque grandi città europee (Milano, Barcellona, Monaco, Parigi e Londra) e ogni tappa ha ospitato alcuni dei migliori atleti internazionali The North Face. Da Simone Moro, a Denis Urubko, fino a Hervé Barmasse, Iker ed Eneko Pou e Conrad Anker, tutti hanno condiviso con il pubblico i successi e le difficoltà delle loro spedizioni, offrendo una prospettiva unica sul mondo dell’alpinismo. Tre in particolare sono state le storie di alpinismo ed esplorazione ospitate dai palchi delle rispettive città. A Milano, Monaco e Parigi infatti Simone Moro e Denis Urubko hanno liberamente parlato sul tema “L’alpinismo ai giorni nostri”, arricchendo la presentazione con filmati e racconti di ascese invernali e sopravvivenza contro le avversità in ambienti e condizioni estremi. A Barcellona i protagonisti erano invece Hervé Barmasse e i fratelli Pou, che hanno illustrato la loro avventura “Exploring The Alps”, straordinaria trilogia che ha portato all’apertura di tre nuove vie in differenti stili di ascesa su tre delle più alte cime alpine nell’estate 2011. A Londra infine si è svolta la tappa finale del tour, con l’alpinista americano Conrad Anker che ha raccontato la prima ascesa dell’inesplorato Shark’s Fin sul Mount Meru (4.565 mt), nel Garhwal, Himalaya. A MILANO - L’appuntamento milanese si è tenuto il 5 novembre all’interno della Triennale di Mila-
Simone Moro, Mario Curnis e Denis Urubko.
Photo: The North Face/Giorgio Perottino
Con ancora negli occhi la bellissima serata dello scorso anno, in cui Simone Moro, Denis Urubko e Corey Richards avevano raccontato la loro impresa sul Gasherbrum II, non è stato difficile accettare l’invito per la nuova edizione del The North Face Speaker Series, presentato in collaborazione con Gore-Tex e con la partnership di Primaloft e Jeep. La location scelta questa volta è stata la Triennale di Milano, magari storicamente meno affascinante della Mole Antonelliana, ma comunque assolutamente azzeccata. “L’alpinismo ai giorni nostri” era invece il tema di serata cui hanno contribuito Simone Moro e Denis Urubko, in compagnia di un amico e ospite speciale, il bergamasco Mario Curnis, classe 1936.
Photo: The North Face/Giorgio Perottino
A cura di SIMONE BERTI
Simone Moro si racconta durante la tappa italiana alla Triennale di Milano.
no, a pochi passi dal Castello Sforzesco. Simone Moro ha iniziato la serata spiegando al pubblico il perché avesse cominciato a specializzarsi nelle ascese invernali. In inverno le possibilità di riuscita sono quasi sempre molto basse, il rischio è accentuato e le finestre di bel tempo sono minime. Ma le grandi cime sono deserte, silenziose, e l’alpinista si sente ancora esploratore. In estate invece si rischia di trovare affollamento, un po’ come succede sulla via normale dell’Everest, diventata un business oramai. Infatti nei mesi primaverili ed estivi si riempie di persone che in una lunga fila cercano di raggiungere la cima più alta del mondo (vedi il suo film di denuncia descritto nel box). Conclusa la “filippica”, ha fatto il suo ingresso sul palco Denis Urubko, il compagno preferito di spedizioni. L’alpinista kazako ha sostanzialmente raccontato della sua amicizia con Simone, aggiungendo particolari alle tante avventure vissute. Ma il finale di serata è stato tutto per un personaggio assolutamente curioso, che ha conquistato tutto il pubblico presente: Mario Curnis. Qualcuno potrebbe chiedere: cosa c’entra un pensionato bergamasco ex muratore con Simone e Denis? Presto detto, viene subito spiegato. Mario aveva partecipato nel 1973 a una spedizione militare sull’Everest ma, non essendo lui arruolato, non gli fu concesso di toccare la cima. Il rammarico di ciò è rimasto fino al 2002, quando Simone, dopo averlo conosciuto ed essere diventati ottimi amici, gli propone di salire in vetta con lui dal versante tibetano. Così Mario, che si è rivelato tra l’altro un vero e proprio personaggio e forte alpinista anche in età avanzata, ha potuto, a 66 anni, esaudire il desiderio di arrivare sulla cima più alta del mondo.
Presentato il film di Simone Moro “Exposed to dreams” Durante la serata milanese, alle spalle degli ospiti, è stato trasmesso un filmato, prodotto dallo stesso Simone Moro e con protagonista l’alpinista bergamasco assieme agli amici Mario Curnis, Denis Urubko, Conrad Anker, Kinga Baranowska e Gerlinde Kaltenbrunner. Il film racconta come, nella primavera del 2012, Simone sia stato costretto a interrompere e rinunciare al tentativo di concatenamento Everest-Lhotse, impresa mai realizzata in precedenza. Questo a causa della fila infinita di turisti dell’alta montagna, che ha bloccato l’alpinista a quota 7.500 mt. Un fatto che ha elevato una domanda sull’alpinismo himalaiano ai nostri giorni: avventuroso come negli anni delle prime spedizioni, oppure nulla più di una nuova forma di turismo “spinto”? Il racconto si svolge su due piani: in diretta, nell’aria rarefatta delle spettacolari cime himalaiane e nello stupore
amaro da parte di Simone per l’impossibilità di portare a termine quanto si era prefissato; e in un ambiente completamente diverso, agreste, a colloquio con un amico che meglio di chiunque altro poteva condividere quell’amarezza e riconoscere la capacità di Simone di coltivare subito nuovi sogni, per il presente e per il futuro: Mario Curnis. Quella di Curnis non è l’unica altra voce del film, perché Conrad Anker, Gerlinde Kaltenbrunner e Kinga Baranowska, incontrati al campo base dell’Everest, con le loro parole compongono il quadro di una persona apprezzata per quello che fa e per come lo fa. Emozioni che si aggiungono alle immagini spettacolari dell’Hillary Step, incredibilmente e assurdamente affollato, ai tanti voli a quote limite per gli elicotteri, che soltanto i più abili piloti, come Simone, sono in grado di condurre fin lassù. Durata: 24’30” minuti.
Hervé e Marco Barmasse, insieme ai fratelli Pou, all’appuntamento di Barcellona.
Photo: The North Face/Chiara Dendena
Conrad Anker alla Union Chapel di Londra.
Photo: The North Face/Chiara Dendena
The North Face Speaker Series 2012 European Tour 05/11 08/11 13/11 15/11 20/11
Milano, La Triennale Barcellona, Palau De La Musica Monaco, Münchner Künstlerhaus Parigi, Théâtre Des Variétés Londra, Union Chapel
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Eventi
Il 15 settembre la sesta edizione presso la sede lecchese di Monte Marenzo
Kong Open Day: sempre più “happening” Presenti 1.300 persone, alle quali sono state proposte visite aziendali, sessioni di climbing, teleferica, slackline, orienteering e golf, oltre a una mostra fotografica. A chiudere il sipario l’alpinista Ermanno Salvaterra.
I partecipanti a una delle visite guidate dello stabilimento.
Da nostro inviato PAOLO GRISA Kong è solita aprire i cancelli al pubblico almeno una volta l’anno. Lo ha fatto anche lo scorso 15 settembre, in occasione della sesta edizione del Kong Open Day festeggiato congiuntamente al 35° anniversario dell’azienda. La famiglia Bonaiti, titolare dell’azienda di Monte Marenzo (LC), ha così accolto tutti gli appassionati di montagna, lavori su fune e treeclimbing interessati a conoscere meglio la realtà Kong. E in tanti hanno risposto all’invito, nonostante la splendida giornata di sole potesse invogliare a visitare le vicine vette lecchesi e bergamasche. In particolare circa 1.300 persone hanno partecipato all’evento, dimostrando tra l’altro apprezzamento per le molteplici attività proposte.
Sopra e sotto la sempre affollata parete d’arrampicata.
IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA Come ogni anno, Kong ha organizzato una giornata “coi fiocchi” prevedendo diverse iniziative realizzate in collaborazione con il gruppo di arrampicata giovanile Nirvana Verde e le Guide Alpine del Lario e delle Grigne. Nel piazzale dell’azienda sono così state allestite cinque postazioni dedicate ad arrampicata sportiva, teleferica, slackline, orienteering, golf e una pensata come punto ristoro. Tutte hanno lavorato a pieno regime. A far da cornice alle varie attività, le manovre aeree del Volo Club Lecco Kong. I presenti hanno potuto inoltre assistere a una sfilata di auto d’epoca. Per celebrare al meglio il 35° anniversario aziendale, poi, è stata allestita la mostra fotografica “Monte Disgrazia – Picco Glorioso 150 anni di storia” curata da Michele Comi e Giuseppe Miotti. LE VISITE ALL’AZIENDA Lo staff aziendale ha inoltre organizzato visite guidate dello stabilimento che hanno attirato l’attenzione degli adulti. A loro è stata mostrata anche la linea produttiva e di collaudo delle attrezzature Kong. La visita ha
permesso agli interessati di toccare con mano le singole fasi della produzione di un moschettone e di altri attrezzi. Durante la stessa i presenti hanno fatto parecchie domande ai responsabili, molte delle quali relative al controverso tema su quanto siano davvero garantiti gli standard di sicurezza adeguati alle normative sui prodotti di marchi che, diversamente da Kong, hanno preso la decisione di spostare la produzione in paesi a minor costo del lavoro. All’inizio della visita guidata è stato anche mostrato uno dei test di resistenza su un set da ferrata in modo per spiegare il funzionamento di questo dispositivo e far comprendere quanto esso sia fondamentale per garantire la sicurezza su questo tipo di percorsi. LA SERATA CON SALVATERRA A chiusura dell’evento ha avuto luogo un banchetto che ha fatto da degno antipasto al momento clou della serata: ovvero la conferenza dell’alpinista trentino Ermanno Salvaterra, considerato il più profondo conoscitore del Cerro Torre, una delle più spettacolari cime della Patagonia da cui ha ereditato il nome “L’uomo del Torre”. In una serata dall’atmosfera quasi soffusa e intima, Ermanno ha presentato uno dei film realizzati in una delle sue innumerevoli ascensioni al Cerro Torre. Durante il filmato, persino i bambini ancora presenti sono rimasti concentrati sulle immagini e hanno rivolto all’alpinista alcune spontanee domande alle quali lui ha risposto scherzosamente. Appositamente per loro Ermanno ha poi voluto mettere da parte il Cerro Torre e la Patagonia e ha mostrato alcune immagini dei numerosi animali che gli tengono compagnia nella sua casa nel bosco. La serata si è chiusa con un breve filmato dei registi Nicoletta Favaron e Maurizio Camponovo sul mai dimenticato Daniele Chiappa, alpinista e membro del soccorso alpino che tanto ha dato all’ambiente alpinistico lecchese e che sempre si è mosso per insegnare la sicurezza in montagna. Proprio come fa Kong attraverso i suoi prodotti.
A chiusura della giornata, l’incontro con l’alpinista Ermanno Salvaterra.
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Eventi
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Dal 21 al 23 luglio scorsi è andata in scena la prima edizione dell’iniziativa, con 12 brand e circa 30 negozianti
Running shoe experience: test, run & network
Veduta generale del villaggio test. Sotto gli stand delle singole aziende.
Il maltempo iniziale non ha rovinato l’interessante esperimento promosso dal magazine Soul Running: un evento test dedicato ai retailer ma aperto anche al pubblico, in una splendida e unica location come l’alpe di Siusi. Certamente migliorabili alcuni aspetti ma le potenzialità dell’iniziativa sono notevoli. Dal nostro inviato BENEDETTO SIRONI Un evento test dedicato ai negozianti ma aperto anche al pubblico, con la possibilità di testare alcuni nuovi prodotti SS 2013 (oltre a quelli già in vendita nei negozi della stagione SS 2012). Questo l’ambizioso e interessante progetto lanciato lo scorso luglio all’Alpe di Siusi dallo staff del magazine Soul Running. Un’iniziativa sulla quale - lo confesso sinceramente - avevo alcune perplessità. A maggior ragione ho quindi accettato con piacere l’invito di Davide Orlandi e Andrea Pizzi, responsabili di Soul Running, partecipando di persona a questa prima Running Shoe Experience. E alla fine dell’evento devo dire mi sono ricreduto su tutto. O quasi. Ecco perché. IL FATTORE TEST - La prima perplessità era legata alla possibilità reale di far testare ai retailer i nuovi prodotti SS 2013. Idea ottima dal punto di vista teorico, in quanto nel pieno della campagna vendite, ma ostica se non impossibile da mettere compiutamente in pratica. Per un semplice motivo: la maggior parte delle aziende a luglio non ha numerate complete della nuova collezione ma solo uno o più campionari, tutti quindi nella misura 42 (uomo) e 38 (donna). Un negoziante con quelle misure di piede non aveva quindi alcun problema. Per tutti gli altri la possibilità era quella di testare i prodotti della linea SS 2012, disponibili invece in gran quantità e in ogni numero possibile. Considerando che in molti casi le aziende ripropongono in collezione modelli continuativi o con minime varianti, i test si sono rivelati comunque utili, permettendo magari al negoziante di testare un prodotto non ancora presente nel suo punto vendita. Ci sono stati poi casi di brand che sono riusciti a procurarsi per l’occasione più di una taglia della nuova collezione: come Scott, che grazie al campionario americano ha messo a disposizione tre differenti misure (42,5 - 44,5 - 46) per i suoi nuovi modelli. Su questo fronte la prospettiva da parte delle aziende potrebbe essere quella di realizzare delle mini-produzioni test con più numeri da far testare in periodo di campagna vendite. I PARTECIPANTI - Il secondo dubbio, in parte conseguenza diretta del primo, riguardava l’adesione di un numero significativo di aziende e negozianti, il cui scopo principale doveva essere per l’appunto quello del focus sulle nuove collezioni. Alla fine sono stati 9 gli espositori presenti, per un totale di 12 brand del mondo trail running
e outdoor: Alpina, Brooks, Dynafit, Falke, Garmin, Hoka, La Sportiva, Mammut, Scott, The North Face, Treksta e Vivobarefoot. Un risultato comunque buono per questa prima edizione, considerando anche che altri brand sono comunque venuti a visitare l’expo per valutare magari una prossima partecipazione. Sul fronte retailer, erano circa 50 i negozi attesi. Ma complici alcune disdette dell’ultima ora e le davvero infelici condizioni atmosferiche di sabato 21, se ne sono presentati circa una trentina. Tutti comunque di ottimo livello e con un alto grado di specializzazione nel running. Un target quindi decisamente interessante per le aziende presenti. Le quali - oltre a far testare i propri prodotti - hanno così potuto consolidare rapporti già esistenti o crearne di nuovi. Con magari la bella sorpresa di scrivere nuovi ordini alcuni giorni dopo l’evento. Da sottolineare poi la presenza di noti atleti come Katia Figini, Mario Poletti, Mario Scanu e Checco Galanzino. Che insieme ad altri importanti nomi compongono il team di lavoro di Soul Running, impegnato a Siusi anche nei test per la nuova Guida all’Acquisto 2013. B2B O B2C? - Infine, non ero propriamente convinto che la formula di unire i test ai retailer insieme a quelli al consumatore finale fosse la migliore, con il rischio di creare una certa confusione. In realtà devo dire che questa formula ibrida ha funzionato ed è stata apprezzata dalla maggior parte dei brand, che hanno potuto gestire i test a seconda dell’interlocutore. Particolarmente interessante anche la possibilità offerta da
Giorgio Aprà di Vivobarefoot di correre prima del test sul campo su di un tapis roulant, con una video analisi del proprio stile di corsa, seguita da consigli per migliorare la postura e scegliere coscientemente la calzatura. NETWORK & LOCATION - Oltre al già citato aspetto commerciale, valore aggiunto di una formula come questa è la possibilità di creare o consolidare il rapporto personale tra operatori del settore. Magari proprio correndo insieme o trascorrendo una serata in un’atmosfera serena e rilassata. In una location splendida, come dicevamo. Nonostante le sfortunate condizioni atmosferiche del primo giorno, l’Alpe di Siusi si è infatti confermata una cornice bellissima e ideale. Non a caso proprio sulle strade e sui sentieri dell’altipiano più grande d’Europa (57 km
Due dei tanti splendidi panorami dell’Alpe di Siusi.
quadrati, tra 1.000 e 2.600 metri di altitudine) si allena periodicamente la nazionale kenyana. I 5 percorsi individuati, diversi per sviluppo e dislivello, soddisfacevano tutte le esigenze dei tester. Ho corso di persona su alcuni dei sentieri: splendido in particolare il giro del Bullaccia, un anello di 10 km che parte dalla funivia di Siusi e prosegue con alcuni scorci mozzafiato, come quello sull’imponente vista dello Sciliar, sulla conca valliva di Bolzano, lungo prati costellati di baite. PROSPETTIVE FUTURE - Running Shoe Experience è un progetto a medio/lungo termine, fortemente appoggiato dall’Apt dell’Alpe di Siusi. Il piano triennale prevede infatti che Siusi ospiti anche per i prossimi due anni l’iniziativa. Le potenzialità sono tante e possiamo dire che in questa prima edizione sono state poste delle buone basi. Tra i margini di miglioramento, quello di coinvolgere chiaramente più aziende e retailer, magari ponendo più attenzione anche alla corsa tradizionale su strada (i percorsi su asfalto non mancano) e non solamente sul trail running, che rimarrebbe comunque il focus principale. Grandi potenzialità di crescita ha anche la competizione, quest’anno organizzata su due prove, una gara di 12,7 km (dominata da Gabriele Abate, atleta del Soul Team, che ha polverizzato il record storico del percorso) e un’altra da 8 km (senza riscontro cronometrico), con 150 partecipanti. Il prossimo anno l’evento si terrà dal 27 al 29 luglio e si aprirà, così come la Guida all’acquisto 2013, anche al mondo road. Vi terremo aggiornati per la prossima edizione, per la quale il team di lavoro di Soul Running promette grandi sviluppi in termini di contenuti. Non è da escludere anche una collaborazione da parte delle nostre riviste Outdoor e Running Magazine.
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Extreme outdoor
A Garmisch, in Germania, alle prese con due spot estremi: doppio lancio in una mattinata da funivia e ski jump
Un progetto base jump nato quasi per caso e concretizzatosi in un doppio successo. Protagonista Marco Waltenspiel, atleta italiano del Red Bull Skydiving team, che non si è tirato indietro alla sfida posta da due amici.
In volo ai piedi dello Zugspitze A cura di Olaf Crato In compagnia di un caro amico mi trovavo a Garmisch, in Germania, in cerca di nuovi sentieri adatti alla mountain bike. Ci siamo completamente persi nella foresta e, dopo aver portato e spinto a mano le nostre bici attraverso la folta selva, abbiamo finalmente raggiunto una radura che ci ha condotti a una collinetta. Presi da una certa irritazione per aver completamente fallito nella nostra ricerca di un nuovo eccitante sentiero, ci siamo seduti, abbiamo tirato fuori i thermos e abbiamo iniziato a sorseggiare un po’ di caffè. Sotto di noi si trovava l’area del famoso ski jump di Garmisch Partenkirchen, una stupenda e moderna struttura realizzata interamente in metallo, pannelli di plastica e vetro. Dall’alto di un’adrenalina non esaurita, ho iniziato a riflettere sull’uso della rampa e mi sembrava abbastanza noiosa l’idea di poterla sfruttare unicamente con gli sci da salto. Perché non un bungee jumping allora, o, ancora meglio, un base jump dalla parte posteriore della rampa? Per i quali servirebbe certamente uno slancio serio. Nonostante né io né il mio amico fossimo competenti ed esperti “nell’arte del salto”, era nata un’idea. Con in più la consapevolezza di conoscere qualcuno adatto a tale “arte”.
Qui e nella foto sopra: Marco dopo l’atterraggio e in fase di preparazione.
CHI MEGLIO DI MARCO? Come prima cosa occorreva un’altra struttura e così abbiamo iniziato a guardarci in giro per altri potenziali siti di lancio. E ne abbiamo trovato uno nel giro di poco tempo, quando lo sguardo è caduto sulla funivia che porta in cima allo Zugspitze (2.962 mt), la montagna più elevata della Germania. A quel punto decidemmo di contattare immediatamente Marco Waltenspiel, il nostro primo candidato per una tale “impresa”. In quanto membro del Red Bull Skydiving team, Marco ha all’attivo più di 3.000 lanci e oltre 300 base jump. L’esperienza del jumper infatti è caratteristica essenziale, visto che l’altezza del lato posteriore dello Ski Jump è di soli 55 mt, una distanza molto breve per l’apertura di un paracadute. Così Marco ci ha raggiunto a Garmisch un weekend successivo per fare un sopralluogo ai 2 spots e con il suo inimitabile stile rilassato ha dichiarato entrambi “jumpable”. A quel punto l’eccitazione era alle stelle. Ciò che ci aspettava successivamente, a livello preparatorio, era la parte più difficile del progetto: trovare il modo di buttarsi dalla funivia e di salire sullo Ski Jump senza farci arrestare! Per ovvie e varie ragioni non posso certo specificare come abbiamo gestito entrambi gli aspetti di quella mattina di fine estate alla ski jump arena.
Il salto dalla moderna struttura dello ski jump di Garmisch Partenkirchen.
JUMP N°1 L’adrenalina fluiva liberamente. Per quanto non fossi io a dover saltare, non desideravo assolutamente essere colui che mandava il proprio amico in braccio alla morte. Così abbiamo fatto in modo di prendere tutte le precauzioni possibili per la sicurezza. Non si dovrebbe mai neanche solo pensare di fare una cosa del genere senza le capacità e l’esperienza di Marco. Per essere sicuri che il paracadute si sarebbe aperto nel minor tempo possibile, uno di noi ha tenuto la cinghia di rilascio men-
La sequenza di volo dalla funivia dello Zugspitze.
tre Marco si lanciava. Così il paracadute si è spalancato immediatamente e ha permesso al nostro compagno di planare verso il terreno fra urla di gioia ed esultanza. JUMP N°2 Non era però ancora il momento di lasciarsi andare all’entusiasmo. La nostra piccola truppa, armata di fotocamere e videocamere, ha perciò preso il pittoresco treno che risale parte dello Zugspitze, pronta e in posizione per immortalare Marco già pronto in piedi sulla porta aperta della funivia. Non solo ha saltato, ma ha pure tirato fuori un bellissimo backflip ritardato prima di aprire il paracadute e di discendere a spirale verso terra con un enorme sorriso sulla faccia. Erano solo le 9.30 di mattina e non ci rimaneva che “premiare” Marco con una tipica colazione bavarese.