11 I Save the date: Accademia Outdoor Pro 2025 EVENTI
12 I Assemblea Nazionale Assosport
20 I La sfilata di CMP e Jeanne Baret
31 I In alta quota con PrimaLoft
34 I Arc'teryx Winter Film Tour
35 I Milano Montagna Festival
36 I Gli Stati Generali del CAI FIERE
14 I Qual è il futuro di ISPO Monaco?
& STATISTICHE
15 I Un nuovo State of Trade
16 I Il 2024 di di Garmin, parola a Alberto Villata e Cristian Longoni
24 I Pietro Colturi, ceo di B-Factory, nuovo distributore di Rab PREMI
18 I Presentati i Polartec Apex #INSIDETHERACE
22 I Al via la stagione preolimpica dello skialp
FOCUS SCIALPINISMO
23 I Cimalp ha presentato la collezione “Pink Matteo” #MONTURAPEOPLE
26 I Il (non) Black Friday del brand NUOVA APERTURA
27 I Il primo brand store italiano di Salomon a Milano BRAND PROFILE
28 I I cento e passa anni di LOWA FOCUS ALPINISMO
30 I L’apertura del “Cavalier Sans Tête” del team Millet L'AGENTE SPECIALE
32 I L'approccio di Studio Moda Sport
FOCUS SHOP
38 I RRTrek di Roma
Crisi, idee e opportunità
Come era nell’aria e prevedibile, anche questo 2024 andrà in archivio con risultati certamente non positivi per il mercato outdoor, in un contesto peraltro generale che riguarda indistintamente tutti i settori dell’articolo sportivo. Per analizzare più approfonditamente con dati alla mano il consuntivo di questa annata, vi rimandiamo ai primi mesi del 2025, quando avremo a disposizione due importanti ricerche di mercato: la prima è quella realizzata proprio dalla nostra redazione, divenuta ormai un consueto e molto atteso appuntamento, che ogni anno cerchiamo di affinare e rendere ancora più ricco e “profondo” nell’analisi. Parliamo ovviamente della nostra inchiesta “La carica dei 101” dedicata alla distribuzione italiana, partita negli ultimi giorni del mese di dicembre e che riguarda altrettanti negozi significativi dell’outdoor industry. Qualora vogliate far parte del nostro panel o anche intervenire nel dibattito che seguirà coinvolgendo brand, agenti e altri operatori, potete contattarci (redazione@outdoormag. it) e saremo ben lieti di coinvolgervi in questo fondamentale lavoro utile a tutto il settore.
La seconda analisi di cui parlavamo riguarda lo State of Trade realizzato annualmente dall’European Outdoor Group. Il suo limite è però sempre stato la tempistica, essendo solitamente rilasciato un anno dopo rispetto all’annata in osservazione. Un ritardo obiettivamente eccessivo che pare in via di risoluzione grazie all’adozione di una nuova piattaforma, tanto che il prossimo report relativo al 2024 appunto dovrebbe essere condiviso già a febbraio. Nell’attesa è comunque significativo analizzare quello relativo al 2023, presentato da EOG in occasione del recente ISPO, del quale vi parliamo alle pagine 14-15. I numeri mostrano un calo complessivo del mercato dell’11,5% in valore e del 21% in volume, dopo un 2022, lo ricordiamo, invece decisamente positivo con un valore di fatturato generale (sell-in) che aveva raggiunto i 6,1 miliardi di euro.
Il calo riguarda tutte le tipologie di prodotto. Con diminuzioni simili tra abbigliamento (-14,5% in valore e -18% in volume) e calzature (-13,5% in valore e -23% in volume), che insieme valgono ben il 64% dell’intero mercato outdoor. A livello di aree geografiche, colpiscono particolarmente i veri e propri “tonfi” di due mercati tradizionalmente forti e trainanti per il nostro settore. Vale a dire l’area DACH e la Scandinavia. Con
una diminuzione davvero “fragorosa” in termini di unità che, per entrambe, è nell’ordine del 24%, mentre in valore è rispettivamente del 16% e del 20%. Particolare il caso dei Paesi del Sud Europa, che comprendono oltre all’Italia anche Francia, Spagna e Portogallo. Se il risultato in termini di unità vendute è similare (-23%), il fatturato totale è risultato meno penalizzato e di poco inferiore al 10%. Questo ci conferma che c’è stato un significativo aumento dei prezzi di listino in queste aree.
Archiviati dunque due anni di deciso ridimensionamento del mercato dopo i due precedenti di grande espansione, c’è attesa, curiosità e fermento per capire come saranno il 2025 e il 2026. Confidando innanzitutto in un assestamento (che pare ormai assodato), ma soprattutto nel ritorno a una crescita più sana e graduale. Sappiamo che gli elementi in grado di determinarla sono molteplici. Tra questi ce ne sono un paio un po’ più impalpabili e concettuali, ma a nostro parere assai importanti. Mi riferisco all’entusiasmo e all’unità d’intenti dell’industry. Due fattori di cui talvolta colpevolmente ci si dimentica e che devono essere coltivati e alimentati a più livelli da tutti gli operatori. Noi, come parte integrante di un settore che viviamo e comunichiamo con passione da oltre due decadi, pensiamo di aver contribuito a costruire alcuni tasselli importanti del mosaico futuro dell’outdoor italiano e non solo. Oltre che con il lavoro quotidiano sui nostri media, con gli ORBDAYS di Riva del Garda, giunti all’11esima edizione e divenuti l’happening indiscusso per la stagione estiva, che per il 2025 punta a un ulteriore crescita anche in chiave internazionale. Grande novità è invece il progetto Prowinter Outdoor, nel quale il gruppo MagNet è un protagonista attivo e decisivo insieme a Fiera Bolzano e all’Italian Outodor Group di Assosport. I risultati e le premesse sono già andati oltre le aspettative. Con un programma ricco di novità, oltre 100 nuovi brand coinvolti (tra i quali la maggior parte dei big del settore) in aggiunta a quelli già storicamente presenti del mondo sci e winter sport. Ai quali si aggiungono 400 retailer (per oltre 800 persone) specializzati outdoor pre-registrati grazie a un'intensa e capillare opera di coinvolgimento da parte della nostra segreteria organizzativa. Numeri e risultati non casuali. Frutto di un lavoro e di un “commitment” iniziato 20 anni fa e che confermano la tesi richiamata dal titolo di questo editoriale: dai periodi di crisi nascono sempre nuove idee e opportunità.
Benedetto Sironi benedetto.sironi@mag-net.it
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Behind Performance
LA SPORTIVA APRE UN PUNTO VENDITA A VOLPAGO DEL MONTELLO (TV)
Ha aperto un nuovo punto vendita al dettaglio targato La Sportiva a Volpago del Montello, in provincia di Treviso. Si tratta di un outlet monomarca a pochi chilometri dalla sede produttiva di Meet Italia, acquisita dal marchio con l’obiettivo di rinforzare la capacità produttiva per le scarpette da arrampicata e gli scarponi da montagna. Nell’outlet è possibile trovare l’intera linea di prodotti La Sportiva, dall’attrezzatura per il climbing e l’alpinismo alle calzature e l’equipaggiamento per lo scialpinismo. L’apertura rappresenta una tappa significativa nel percorso di espansione del marchio, che contava già un totale di 10 negozi in Europa, uno in Colorado e uno a Ziano di Fiemme (TN), ognuno posizionato in aree strategiche, come luoghi di montagna o in prossimità di catene montuose, per offrire un accesso immediato ai prodotti tecnici.
OBERALP INAUGURA LA NUOVA SEDE DI POMOCA A CHAVORNAY, IN SVIZZERA
DF SPORT SPECIALIST CHIUDE IL 2024 CON UN FATTURATO DI OLTRE 100 MILIONI DI EURO
DF Sport Specialist prevede una chiusura del 2024 con un fatturato di oltre 100 milioni di euro, a testimonianza della costante crescita e dell’efficacia di un business basato su specializzazione, qualità e attenzione al cliente. La sua espansione strategica si concretizza non solo nella creazione di una rete di nuovi negozi, ma anche nel continuo rinnovamento delle strutture esistenti. A questi, si aggiunge un piano di espansione che, a partire dal 2025, prevede una rivisitazione dello storico negozio di Sirtori, che diventerà il più grande megastore della rete e il restyling di punti vendita storici. Questi progetti si affiancano all’inaugurazione del Palazzo dello Sport a Lissone, avvenuta lo scorso aprile e alla riapertura, lo scorso novembre, del negozio di Desenzano, che era stato temporaneamente chiuso a seguito di un incendio.
Oberalp ha inaugurato la nuova sede di Pomoca a Chavornay, in Svizzera. Dal suo ingresso nell’azienda italiana Oberalp, il brand si è distinto per qualità e performance nel settore delle pelli per lo scialpinismo. Il nuovo stabilimento rappresenta l’essenza di Pomoca, una combinazione di eccellenza tecnologica, innovazione svizzera e impegno sostenibile. La scelta della sede a Chavornay, vicino a Losanna, consente di inserirsi in un hub regionale di innovazione e di collaborare con istituti di ricerca di primo livello che possono rafforzare la capacità di Pomoca di sviluppare prodotti ad alte prestazioni. L’edificio dispone di uffici open space, spazi collaborativi e strutture come un centro fitness, pensate per migliorare il benessere dei collaboratori e le infrastrutture energetiche includono tecnologie che favoriscono l’uso di energie rinnovabili.
UNO SHOWROOM
SUADEMUS AD APPIANO (BZ)
Inaugurato il nuovo showroom di SUADEMUS ad Appiano, vicino a Bolzano. SUADEMUS è un'agenzia di rappresentanza specializzata nella commercializzazione di prodotti e attrezzature per l’outdoor. Tra i suoi brand vi sono Montura, Hestra, Orange e 4F. Il termine “suademus” può essere simbolo di persuasività, consiglio e fiducia, qualità che sono spesso associate al successo imprenditoriale e all’azione competente. A seconda del contesto, indica anche che l’azienda è sinonimo di consulenza, qualità e decisioni ben ponderate che hanno lo scopo di convincere i clienti. Per questo motivo è stato inaugurato il nuovo showroom, che numerosi rivenditori e buyer hanno già avuto modo di visitare per avere una panoramica delle collezioni dei marchi presenti. Per i rivenditori e i partner commerciali di SUADEMUS, lo showroom diventa un luogo in cui è possibile familiarizzare direttamente con le nuove linee o le innovazioni di prodotto.
SPORT ALLIANCE È DISTRIBUTORE ESCLUSIVO DI HAGLÖFS PER IL MERCATO ITALIANO
Sport Alliance International S.p.A. amplia il suo portafoglio distributivo con Haglöfs, brand svedese conosciuto e rispettato nel mondo outdoor. A metà tra stile e innovazione, Haglöfs fa della natura la sua complice, attingendo da essa per il proprio sviluppo. Dal 1914 si dedica a trovare nuovi modi di vivere l’aria aperta e far scoprire paesaggi alternativi alle persone di tutto il mondo. Ecco perché tutti i prodotti sono progettati non solo per resistere alle intemperie, ma anche per portare le persone oltre la propria zona di comfort, andando sempre più lontano. Haglöfs offre una collezione ricca di tecnicità per diverse tipologie di attività, che vanno dall’alpinismo più estremo allo sci. La collezione si completa con capi che, con un occhio alle tendenze del mercato, possono accompagnare il consumatore nella vita di tutti i giorni – portando così l’outdoor nel panorama urban. Forte della sua esperienza nel settore, Sport Alliance si occuperà di creare una distribuzione coerente sul territorio, garantendo così a tutti la possibilità di testare la qualità che Haglöfs offre.
CHRISTIAN SCHNEIDERMEIER È IL NUOVO
DIRETTORE DELL'EOG
EOG ha nominato Christian Schneidermeier nuovo direttore. Schneidermeier ha lasciato il suo ruolo di ceo del marchio tedesco ORTOVOX e si unirà all’EOG a marzo 2025. Christian Schneidermeier lavora nel settore outdoor e degli articoli sportivi da 25 anni: dal 2011 fino al 2024 è stato ceo di ORTOVOX, da novembre 2020 è stato vicepresidente del segmento outdoor e membro del consiglio direttivo dell’Associazione Industriale degli Articoli Sportivi Tedesca, ha fatto parte dal 2018 del comitato di responsabilità sociale d’impresa della Camera di Commercio di Monaco e Alta Baviera, e dal 2021 è membro dell’Assemblea Generale della Camera. Come nuovo direttore, supervisionerà lo sviluppo e l’attuazione del programma dell’associazione, guiderà un team esecutivo, lavorando a stretto contatto con il presidente e il consiglio, e rappresenterà l’EOG verso organizzazioni esterne.
COURTNEY DAUWALTER
RINNOVA IL SODALIZIO CON SALOMON
La campionessa di trail running Courtney Dauwalter ha rinnovato il suo rapporto con Salomon per ulteriori cinque anni. Originaria del Minnesota e supportata dal brand francese dal 2017, l’atleta ha iniziato la sua carriera praticando atletica leggera e sci di fondo. Negli ultimi anni, ha dominato il mondo dell’ultra-trail running con numerose vittorie in campo femminile e diversi piazzamenti complessivi nella top 10. Durante la stagione 2023, è diventata la prima atleta nella storia, sia in campo maschile sia femminile, a vincere Western States, Hardrock e UTMB in un’unica stagione. Courtney è consapevole che l’ultra-trail running è estremamente impegnativo e ha annunciato che gareggerà ancora per alcuni anni prima di entrare in Salomon come dipendente a tempo pieno. Il suo ruolo si concentrerà sul mentoring degli atleti del marchio e sullo sviluppo e marketing dei prodotti da corsa.
LAURA BEACHY È VICE PRESIDENT OF GLOBAL MARKETING AND COMMUNICATION DI THERMORE
Thermore, azienda italiana tra le leader nel settore delle imbottiture termiche per abbigliamento, ha nominato Laura Beachy nuova vice president of global marketing and communication. Con una forte passione per l’outdoor e un impegno costante verso la sostenibilità, ha collaborato con alcune delle aziende più iconiche nel settore. Grazie alla sua visione avanguardista, ha contribuito a trasformare le comunità online in clienti fedeli, un’esperienza che la rende particolarmente adatta per guidare Thermore nella sua nuova sfida: entrare nel mercato b2c per ampliare la sua presenza e consolidare la propria immagine. Una delle sfide principali di Thermore e di Beachy sarà quella di promuovere, inoltre, una cultura del consumo responsabile.
PATAGONIA HA DONATO L’INTERO RICAVATO DEI THRIFT SHOP DI STOCCOLMA E MONACO A SEI GRUPPI AMBIENTALISTI
Il Worn Wear Thrift Shop di Patagonia, che a novembre ha fatto tappa a Stoccolma e Monaco di Baviera per un giorno offrendo capi usati e riparati, ha donato i 60.000 euro raccolti a sei gruppi ambientalisti locali. Il progetto Worn Wear promuove l’uso e la riparazione di abbigliamento già esistente, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale della moda. Con eventi come questi, Patagonia ci ricorda che anche le piccole scelte quotidiane possono fare una grande differenza per il futuro del nostro ambiente. Ogni capo venduto durante l’evento è stato riparato e personalizzato per dargli una nuova vita: secondo il gruppo britannico WRAP, mantenere in uso gli indumenti per soli nove mesi in più potrebbe ridurre le emissioni di carbonio, gli scarti e il consumo di acqua del 20-30% ciascuno.
FJÄLLRÄVEN ANNUNCIA UNA PARTNERSHIP CON GORE-TEX
Fjällräven e Gore-Tex si riuniscono in una partnership per creare capi di abbigliamento outdoor durevoli, altamente funzionali e impermeabili. La collezione è composta da capi tecnici shell progettati per l’alpinismo e il trekking. Presentata a ISPO2024, al centro della linea c’è la tecnologia della membrana ePE di Gore, realizzata senza PFAS intenzionalmente aggiunti. I prodotti nati da questa sinergia arricchiscono le iconiche collezioni Bergtagen e Keb del celebre marchio della volpe artica e comprendono i Bergtagen GTX Touring Jacket & Trousers, Bergtagen GTX Pro Jacket & Trousers e Keb GTX Jacket & Trousers. Negli Anni ’90, le società avevano già collaborato, e Fjällräven era stato uno dei primi marchi in Europa a utilizzare le tecnologie Gore-Tex.
SI È CONCLUSO CORTALP, IL FESTIVAL DEL CORTOMETRAGGIO DI MONTAGNA
CortAlp è il festival del cortometraggio di montagna giunto alla sua terza edizione e rivolto ai giovani designer delle università nazionali e internazionali. Nato nel 2021 alla Scuola di Design del Politecnico di Milano da un’idea di Aldo Faleri, docente di Design Alpino, l’iniziativa è organizzata in collaborazione con Regione Lombardia e con il CAI, nella Giornata internazionale della montagna, l’11 dicembre. Dal prossimo anno, CortAlp festival potrà accedere al prestigioso IAMF (International Alliance for Mountain Film) che riunisce 20 festival di film di montagna nel mondo e un museo (Museo Nazionale della Montagna di Torino), rappresentando 16 Paesi di Europa, Asia e Sud America.
THE NORTH FACE HA PRESENTATO IL FILM “OF A LIFETIME”
The North Face ha presentato il nuovo film “Of a lifetime” durante la serata “A tu per tu con i grandi dello sport” di martedì 26 novembre presso il Palazzo dello Sport DF Sport Specialist di Lissone. “Of a lifetime” è la celebrazione della scoperta, dell’avventura e del passaggio del testimone alla generazione successiva: il viaggio di una vita. Il film documenta la spedizione di cinque settimane tra i ghiacci e le vette dell’Antartide e ha come protagonista la famiglia De Le Rue: Victor e Xavier, i due fratelli campioni di snowboard, e la figlia di quest’ultimo, Mila, tutti membri del team di atleti The North Face. La serata ha visto la presenza di Xavier De Le Rue e di sua figlia Mila, e i due hanno risposto alle domande dei partecipanti sulla loro avventura.
CAI EAGLE TEAM, SEI GIOVANI ALPINISTI PRONTI PER LA SPEDIZIONE IN PATAGONIA
Saranno sei le alpiniste e gli alpinisti del Cai Eagle Team a partire per la spedizione in Patagonia il 30 gennaio 2025, con l’obiettivo di aprire una nuova via su una parete della regione di cui però non è stato svelato il nome. Il gruppo sarà guidato da Matteo Della Bordella e dai tutor Massimo Faletti, Silvia Loreggian e Luca Schiera e sarà formato da: Marco Cordin (trentino classe 2000), Luca Ducoli (originario di Breno, in provincia di Brescia, classe 2001), Dario Eynard (bergamasco classe 2000), Giacomo Meliffi (originario di Urbania, in provincia di Pesaro, classe 1996), Alessandra Prato (milanese classe 1995) e Camilla Reggio (torinese classe 1996). La base sarà la cittadina di El Chalten, da cui si raggiungono facilmente il Cerro Torre e il Fitz Roy.
SPORT & SOSTENIBILITÀ: LA TERZA EDIZIONE DELL’EVENTO SULLE SPONSORSHIP RESPONSABILI
La terza edizione di “Sport & Sostenibilità”, organizzata da PLEF ETS (Associazione per la responsabilità d’impresa) in collaborazione con Right Hub SB, si è tenuta il 27 novembre 2024, alle 9:30, presso l’Acquario Civico di Milano. L’evento si è focalizzato sul ruolo strategico delle sponsorizzazioni responsabili. Secondo l’indagine annuale di ESA (European Sponsorship Association), la sostenibilità è un tema sempre più prioritario per i brand associati a questo network. Ma quanto è diffuso e concreto questo impegno nel contesto sportivo? Questo interrogativo è stato affrontato attraverso una serie di testimonianze, tra cui la Fondazione Milano Cortina 2026 che ha condiviso il suo approccio alla sostenibilità in vista delle prossime Olimpiadi e Paralimpiadi invernali.
PRESENTATA AD AOSTA LA 24ESIMA EDIZIONE
DEL TROFEO MEZZALAMA
Fondazione Trofeo Mezzalama ha presentato la “Maratona dei Ghiacciai”, in programma per sabato 26 aprile 2025 da Breuil-Cervinia a Gressoney La Trinité attraverso il Cervino e il Monte Rosa, che sarà prova unica del Campionato Mondiale ISMF Long Distance e finale de La Grande Course. La presentazione si è aperta con la rivelazione della principale novità del prossimo evento: si correrà con squadre composte da due elementi, modificando la formula storica che per 90 anni prevedeva team di tre componenti.
Nel 2025, inoltre, si concretizzerà il progetto inclusivo grazie a cui alcuni atleti con disabilità potranno partecipare al Trofeo Mezzalama con una gara dimostrativa. L’evento si è concluso con l’intervento dell’assessore allo Sviluppo Economico, Formazione e Lavoro, Trasporti e Mobilità della Regione Luigi Bertschy, che ha ufficialmente donato alla fondazione i nuovi trofei legati alla prestigiosa “Maratona dei Ghiacciai”, che, per la prima volta, comprenderà anche un trofeo dedicato alla squadra femminile.
DAL 14 AL 16 MARZO
TORNA IL TERRES MONVISO
OUTDOOR FESTIVAL
Dal 14 al 16 marzo 2025 torna il Terres Monviso Outdoor Festival a Saluzzo (CN). L’evento è più di un semplice salone, ma un laboratorio di tre giorni incentrati sul territorio e le sue caratteristiche che lo rendono unico. L’obiettivo è far conoscere un territorio, raccontare un progetto per costruire una destinazione turistica riconosciuta e guardare avanti attraverso il confronto. Non importa a chi ci si rivolge, che sia per gli appassionati della montagna autentica o per chi invece la montagna sta imparando a scoprirla: Terres Monviso è il posto giusto per tutti gli amanti dell’outdoor. Dedicato a famiglie, a studenti, al pubblico del turismo slow, agli sport invernali ed estivi che caratterizzano la regione. Sarà un momento di vetrina per i protagonisti economici della montagna e per le nuove realtà che la vivono. A marzo si ripeterà il secondo Street Boulder Festival, vi sarà un nuovo Urban Trail e le gite di scialpinismo firmate Terres Monviso. Il tutto all’insegna dell’educazione alla montagna, divertimento, tanto gusto e tantissime esperienze. Una gara di street Boulder che trasforma piazze e antiche case del centro storico in piccole vette da scalare. Outdoor Festival è la dimostrazione che in cordata raggiungere quota è più bello, che un territorio che si racconta unito raggiunge più persone e soprattutto che la passione è il miglior biglietto da visita. visit.terresmonviso.eu
HDry è la tecnologia brevettata che sposta la membrana impermeabile e traspirante al livello più esterno possibile. La membrana HDry è direttamente laminata allo shell del guanto mediante un processo 3D brevettato che elimina ogni spazio intermedio, evitando che l’acqua penetri e il guanto si impregni.
Con HDry i guanti rimangono sempre asciutti e leggeri anche in condizioni meteo estreme, garantendo un isolamento termico elevato e maggiore destrezza nell’uso di corde e attrezzature.
HDry è PTFE-FREE, PFAS-FREE e certificata OEKO-TEX STANDARD 100
ACCADEMIA OUTDOOR PRO: ECCO LE DATE 2025
Sei un negoziante outdoor e desideri aggiornarti sulle ultime novità del settore? Non perdere i prossimi appuntamenti. Italian Outdoor Group (IOG) organizza due tappe dell’Accademia Outdoor Pro, evento di formazione pensato per i professionisti, che si terranno il 7 aprile a Verona e il 14 aprile a Santhià (VC) _ a cura dell'Italian Outdoor Group
In un mercato in continuo cambiamento, è fondamentale essere aggiornati ed evolvere le proprie competenze. L'Accademia Outdoor Pro offre un’occasione preziosa di formazione e confronto, grazie alla partecipazione di esperti e rappresentanti delle aziende leader del settore outdoor. Durante queste giornate, i venditori e commessi di negozi outdoor avranno l’opportunità di approfondire tematiche tecniche e commerciali, direttamente con i designer, i responsabili ricerca e sviluppo e i marketing mana ger dei principali brand italiani e internazionali.
NOVITÀ DEL 2025: VERRÀ ORGANIZZATA UNA TAPPA ANCHE A SANTHIÀ!
Quest’anno, oltre al consueto appuntamento veronese, il programma si arricchisce con una nuova tappa a Santhià (VC), nella regione del Nord Ovest per avvicinarsi ai negozi di quell’area geografica.
UN’OCCASIONE UNICA DI FORMAZIONE E NETWORKING
Il formato dell’evento prevede sessioni di clinics, in cui ogni azienda partecipante presenterà i propri prodotti e tecnologie, seguite da momenti di incontro diretto con i retailer. Nel pomeriggio, si terrà una tavola rotonda su temi di attualità e grande interesse per i negozianti, per stimolare il confronto e lo scambio di idee tra professionisti del settore.
I vantaggi per i partecipanti sono evidenti: non solo una formazione altamente qualificata, ma anche la possibilità di entrare in contatto con i principali attori del mercato outdoor, con l’obiettivo di potenziare le proprie competenze e accrescere il valore delle proprie insegne. Un’opportunità unica per rafforzare la propria posizione sul mercato, senza tralasciare l’importanza di sentirsi parte di un settore in continua evoluzione.
IL PROGRAMMA
9.00/9.30 – Registrazione partecipanti e saluti
9.40/12.30 – Clinics e incontri con le aziende
12.30/13.30 – Pranzo
13.30/16.30 – Clinics e incontri con le aziende
16.30/17.30 – Tavola Rotonda e chiusura dei lavori
QUANDO?
VERONA – lunedì 7 aprile 2025, Hotel Expo Verona, Villafranca di Verona
SANTHIÀ (VC) – lunedì 14 aprile 2025, Golf Club Cavaglià Un’occasione da non perdere per chi lavora nel mondo outdoor e vuole rimanere competitivo e aggiornato. Segna le date e prepara il tuo team per un’esperienza formativa che farà la differenza.
PUNTO IOG
_HANNO PAERTECIPATO ALLE SCORSE EDIZIONI
LO SPORT DISEGNA IL MONDO
Il design è stato il tema principale dell’Assemblea Generale di Assosport: un elemento chiave nelle scelte d’acquisto dei consumatori. Eletto anche il nuovo presidente, che sarà Alessio Cremonese dial nostro inviato Daniele Pansardi
A palazzo Ca’ Tron, nell’Università IUAV, si parla e si respira design. Non è un caso che questo tema sia stato al centro dell’Assemblea Generale 2024 di Assosport, tenutasi il 20 novembre proprio nella sede dell’ateneo a Venezia. La giornata, iniziata con la nomina di Alessio Cremonese come nuovo presidente e i ringraziamenti per il suo predecessore Anna Ferrino, ha ruotato infatti attorno al titolo “Lo Sport disegna il mondo”. Il dibattito si è concentrato attorno all’importanza del design come perno fondamentale per il futuro dell’industria sportiva, un comparto che vale oltre 20 milioni di euro (102 miliardi se consideriamo l'intero ecosistema tra aziende, società sportive, media, eventi sportivi e betting). L’ideazione e la progettazione dei prodotti si integrano nello sport sotto vari punti di vista: possono rappresentare un punto di innovazione, la soluzione a determinati problemi o la costruzione di un vantaggio competitivo, che sia per migliorare delle prestazioni o per anticipare il mercato.
Per i prodotti italiani, inoltre, il design nello sport è un fattore distintivo e quantomai rilevante. È una leva strategica che risponde alle richieste dei consumatori in termini di funzionalità, sostenibilità e sicurezza. Lo hanno sottolineato, in uno degli interventi più interessanti della giornata, i risultati di un’indagine di Banca Ifis presentati da Carmelo Carbotti (responsabile marketing strategico e ufficio studi), in cui si evidenzia la rilevanza del design nelle scelte d’acquisto. Il 66% degli intervistati italiani ha detto di essere sensibile al tema quando si cerca abbigliamento e attrezzatura tecnico-sportiva, e sono anche disposti a spendere di più. Il design, insomma, incide in modo importante sul valore percepito di un oggetto. Quando entra in gioco il made in Italy, la percentuale di chi sarebbe propenso a una spesa maggiore si alza al 92% tra gli italiani. Il concetto è associato all’idea della fabbricazione nel nostro Paese anche un design più sofisticato (se lo aspetta l’86% dei consumatori), che si tramuta di conseguenza anche in un influente driver di scelta. Un’indicazione chiara per tutte le aziende del settore, discussa anche nel panel successivo alla presenza di Elena Donazzan (europarlamentare e vice presidente Commissione ITRE), Anna Ferrino, lo stesso Alessio Cremonese e Nicola Girotti (head of product design di Pininfarina).
“Abbiamo di fronte a noi una grande opportunità per l’industria dello sport. Le Olimpiadi invernali di Milano Cortina rappresentano un’eccezionale vetrina per i nostri prodotti, le nostre industrie e il nostro Paese oltre a essere un volano per la diffusione della cultura dello sport. Sono certo che, mettendo a sistema energie e competenze, potremo tirare una bella volata” Alessio Cremonese, presidente Assosport
_LE NOMINE
In apertura, l’Assemblea ha deliberato sull’approvazione del bilancio consuntivo 2023 e su alcune modifiche allo statuto, per poi passare alla già citata nomina di Cremonese, ceo di Manifattura Valcismon, fino al 2028. Nell’occasione è stato ricordato il lavoro svolto dall’associazione sotto la guida di Anna Ferrino, la cui relazione si è articolata intorno ai cinque pilastri dei suoi due mandati: relazioni e connessioni, business development, internazionalizzazione, know how e comunicazione. “Ho sempre creduto nel gioco di squadra e intendo continuare il lavoro avviato dalla presidente Ferrino, a partire dai driver di sviluppo strategici per la nostra industria: sostenibilità, innovazione, formazione ed espansione internazionale”, ha dichiarato Cremonese. I tre vice presidenti scelti sono Emilio Fontana (Amer Sports), Nicola Gelder (ZPC) e Gianluca Pavanello (Macron).
CONSIGLIO DIRETTIVO
Come previsto dallo Statuto, sono stati eletti anche i nove membri: Diego Bolzonello, (SCARPA), Giovanni Brugnoli (Tiba Tricot), Fabio Campagnolo (F.lli Campagnolo), Arianna Colombari (Tecnica Group), Alfonso De Antoni (Kappa-Briko), Andrea De Pascale (JV Int. Soles by Michelin), Federico De Ponti (Boxeur Des Rues & Malloy), Davide Rossetti (Sidi Sport) e Andrea Tomat (Lotto Sport Italia).
Da sinistra, Emilio Fontana, Alessio Cremonese, Nicola Gelder e Gianluca Pavanello
IMMERGITI NELLA NATURA
Immagina di passeggiare, lontano dal caos urbano, dove ogni respiro è un soffio di pace e ogni passo ti avvicina a te stesso. Ora, immagina di vivere questa esperienza con abiti che si adattano perfettamente al tuo corpo, supportando ogni tuo movimento con morbidezza, leggerezza e traspirabilità. Questa è la promessa di REDELK: rendere le tue avventure all’aria aperta un’esperienza di puro comfort e rigenerazione.
COMFORT FIRST
QUAL È IL FUTURO DI ISPO?
Da sempre punto di riferimento internazionale per l’industria dell’outdoor e dello sci, la fiera di Monaco cambia strada ponendosi come la piattaforma di incontro, confronto e discussione. Al centro salute, sostenibilità, tecnologia e un nuovo ruolo dello sport di Karen Pozzi
“Siamo in una fase transitoria che ci porterà da essere una fiera dell'attrezzo sportivo a un festival per lo sport business”. Questo quanto ci aveva dichiarato Tobias Gröber, direttore del Gruppo ISPO, durante l’edizione 2023. Oggi i primi passi di questa visione sono diventati realtà.
Il risultato è una fiera che ruota intorno a momenti di confronto, workshop e presentazioni, riducendo o comunque rivedendo il ruolo centrale del prodotto: “Nonostante l’attrezzo sportivo resti la base, abbiamo costruito, sopra questo concetto, diversi livelli che toccano gli aspetti dell'impatto degli sport sulle persone – ci raccontava Gröber nella stessa intervista – Abbiamo ancora una parte importante di esposizione che rappresenta un asset fondamentale per alcuni dei nostri partner, ma siamo consapevoli che quello è solo uno degli aspetti. Siamo sicuri che oggi un'azienda può definirsi agli occhi del consumatore solo attraverso ciò che produce?”.
ISPO 2024 si fonda sull'idea che l’unione fa la forza, che non basta più pensare solo alla propria azienda e bisogna sempre più stimolare e creare punti di incontro come questo.
LA SALUTE COME RESPONSABILITÀ DELL'INDUSTRIA SPORTIVA
All’ISPO Future Lab, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha comunicato che l'81% dei bambini e degli adolescenti di tutto il mondo non è sufficientemente attivo. Questa inattività causa danni economici per miliardi di dollari ogni anno e ha un impatto enorme sull'intero sistema sanitario. Questi e molti altri problemi sono stati al centro di ISPO Munich 2024. I keynote e i panel hanno chiaramente mostrato che l’industria sportiva non deve solo offrire prodotti, ma può anche diventare un motore per una vita migliore.
INNOVAZIONE COME MOTORE DEL CAMBIAMENTO
ISPO Munich è stata anche una vetrina per tecnologie rivoluzionarie, dagli strumenti di rigenerazione supportati dalla realtà virtuale a dispositivi indossabili che misurano in tempo reale la fatica muscolare, fino a dispositivi fitness controllati dall'intelligenza artificiale. Il "Future Lab" è stato particolarmente impressionante con le presentazioni di tecnologie, fornitori di soluzioni e prodotti premiati con il potenziale di trasformare radicalmente l'industria dello sport.
“Se possiamo usare la tecnologia per assicurarci di essere più attivi durante la giornata, potremmo avere uno stile di vita molto più attivo”, ha dichiarato McNamara, fondatrice e ceo di The Collective.
SOSTENIBILITÀ: NON UNA MODA, MA UN OBBLIGO
Il Sustainability Hub in collaborazione con Patagonia ha messo in evidenza come l'industria possa contribuire alla protezione del clima. Marchi come adidas e Gore-Tex hanno dimostrato che i prodotti ad alte prestazioni possono anche essere sostenibili. L'uso delle alghe come materia prima rinnovabile è particolarmente innovativo. "ISPO è il luogo dove si incontrano aziende come la nostra, impegnate a portare le persone a contatto con la natura. […] Siamo qui perché quello che fa Patagonia da sola non basta. […] Siamo una piccola organizzazione nel mondo, ma se riuscissimo a far parlare altre aziende del settore outdoor e sportivo e a fare lobbying per normative più forti e migliori per proteggere il nostro pianeta, insieme forse potremmo fare i cambiamenti necessari", ha dichiarato Beth Thoren, environmental action & initiatives director EMEA di Patagonia.
IL FEEDBACK DELL' ITALIAN OUTDOOR GROUP
Nonostante una flessione nella partecipazione espositiva dei brand italiani (e non solo), la presenza di numerosi imprenditori del settore ha confermato la valenza dell'evento, che rimane una vetrina strategica per il comparto sportivo.
In questo scenario di cambiamenti e sfide, Assosport ha confermato il supporto alle aziende italiane: l’Italian Lounge si è dimostrato un importante spazio di networking e ha contribuito a creare occasioni di confronto tra operatori del settore, consolidando la rete di relazioni tra i protagonisti del comparto.
La fiera ha messo in luce alcune criticità, tra cui lo stallo del mercato DACH, ma ha anche dimostrato l'importanza di avere un momento di confronto e dialogo internazionale per il settore. Assosport conferma quindi il proprio impegno, lavorando al fianco delle aziende italiane per promuovere dialoghi costruttivi e cogliere nuove opportunità di crescita.
CONCLUSIONE: UN CAMBIO CULTURALE
ISPO Munich 2024 è divenuta una piattaforma dove salute, tecnologia e sport vengono ripensati e ridefiniti. Dove workshop, presentazioni, formazione e iniziativa di brand e aziende hanno un ruolo più centrale rispetto a quello giocato dai prodotti esposti. Un netto cambio di rotta rispetto a quello al quale siamo sempre stati abituati. Una nuova strada che ha generato importanti dubbi sulla partecipazione alla fiera, e in molti casi a non presenziare, identificando altri modi, spesso più economici e funzionali, per entrare in contatto con i propri stakeholder. Le idee di ISPO sono sicuramente buone, ma basteranno a far tornare i grandi brand? Ancora non possiamo dirlo, ma di sicuro si è posto un grande obiettivo: cambiare la cultura della sport industry.
UN NUOVO STATE OF TRADE
Christian Schneidermeier, il neo direttore dell’European Outdoor Group, ha presentato a ISPO gli aggiornamenti legati al report sull’industria di settore
Il 2024 è stato un anno di transizione per lo State of Trade (SOT), il progetto di lunga data che rappresenta il rapporto più completo sull’industria outdoor in merito ai dati di vendita all’ingrosso (sell-in). L’EOG, in collaborazione con il partner di ricerca di mercato Sporting Insights, ha rivisitato e migliorato la piattaforma SOT con l’obiettivo di alzare il livello della qualità dei dati, ridurre il divario nell’accedervi, semplificarne l’invio e migliorarne la struttura stessa. Questo lavoro ha comportato il trasferimento dei contribuenti di dati (i membri di EOG) a una nuova piattaforma. Il processo richiede tempo, ma si stanno facendo buoni progressi, e il rapporto sui dati del 2024 sarà rilasciato già a febbraio dell’anno prossimo. In occasione di ISPO però EOG ha voluto presentarme qualcuno, seppur limitato, relativo al 2023.
Attualmente, oltre il 60% dei contributori del precedente rapporto è stato trasferito completamente al nuovo sistema, con un ulteriore 28% in fase di completamento entro la fine del 2024. Grazie ai miglioramenti del sistema
e al suo migliore allineamento con l’Outdoor Market Intelligence Service (OMIS), l’obiettivo dell’EOG è di coinvolgere più contributori provenienti da tutto il settore outdoor europeo rispetto a prima.
UN BILANCIO PARZIALE
Per i marchi che hanno precedentemente contribuito al SOT e che hanno già fornito dati per il 2023, i numeri mostrano una diminuzione complessiva del valore all’ingrosso del -11,5% rispetto all’anno precedente. Vale la pena notare che i dati del 2022 avevano mostrato un aumento annuale del valore dell'11,5% rispetto al 2021. Per il 2023, le categorie di campeggio (-24,7%) e attrezzatura (-32,6%) hanno visto le diminuzioni più forti, mentre le regioni con le maggiori riduzioni di mercato sono state DACH (-16,2%) e Scandinavia (-20,6%). Germania, Francia e Regno Unito/Irlanda rimangono i tre maggiori mercati outdoor in Europa.
SVILUPPO COMPLESSIVO
Christian Schneidermeier, neo direttore dell’EOG
SVILUPPO TECNOLOGICO E AUTENTICITÀ
Il 2024 di Garmin ha visto una crescita in tutti i settori grazie all’innovazione e alla grande capacità di adattamento e differenziazione che caratterizzano da sempre il brand. Ne abbiamo parlato con Alberto Villata, sales manager sport&outdoor, e Cristian Longoni, communication specialist outdoor _ di Pietro Assereto
La continuità nel raggiungere determinati risultati è ciò che rende Garmin un colosso del settore outdoor e non solo. Come tante volte dalla sua fondazione nel 1989, il brand ha registrato, infatti, un anno molto positivo, superando anche le aspettative: ha continuato a spingersi oltre i confini dell'innovazione, con l'introduzione di nuove tecnologie nei settori del monitoraggio di salute, sport, e benessere, integrando funzionalità avanzate e consolidando la sua posizione di leader nel mercato dei dispositivi wearable e della tecnologia GPS. Garmin non ha un singolo comparto trainante, ma si distingue per una capacità di adattamento e diversificazione che ha permesso a diversi settori di crescere parallelamente.
Il successo dell'azienda è legato a una combinazione di fattori: prodotti innovativi, assistenza clienti di qualità, logistica efficiente e un marketing appassionato che parla a sportivi di diverse discipline.
Abbiamo parlato di questo e di molto altro con Alberto Villata, sales manager sport&outdoor, e Cristian Longoni, communication specialist outdoor.
Com’è andato il 2024 per Garmin? Quale la classifica dei vostri comparti in termini di fatturato?
AV: il 2024 è stato un anno molto positivo per Garmin. Non avere la necessità di fare programmi con i clienti e la nostra rapidità di consegna hanno fatto sì che i nostri rivenditori non abbiano mai avuto dei magazzini troppo pieni, ma anzi dei prodotti con grande rotazione. Questo non ha causato un rimbalzo come avvenuto in altri comparti nel post-Covid. Certo siamo consci di muoverci in tempi e mercati difficili ma per nostra fortuna abbiamo superato le nostre aspettative.
Sono cresciuti tutti i comparti, fitness e outdoor, in cui rientrano ciclismo, running e tutti gli sport di montagna ma anche il consumer electronics e la nautica, così come a livello globale crescono anche il comparto automotive e aviazione.
Quale comparto è sempre stato per voi trainante?
AV: la storia di Garmin è fatta di una grandissima capacità di adattamento e differenziazione. Basti pensare a quanti navigatori da auto si vendevano agli inizi degli Anni 2000 e a quanto questo sia cambiato. Non c’è un unico mercato trainante, ma un insieme di settori che negli anni migliori crescono assieme e in altri hanno comunque la capacità di bilanciarsi.
Avendo una visione globale del mercato sportivo, quali sono state le discipline che si sono affermate e quali i nuovi trend?
AV: dai dati che osserviamo possiamo parlare di un generale aumento di tutte le attività sportive. Sempre più persone praticano
Alberto Villata
corsa, ciclismo ma anche yoga o sedute in palestra. Se andiamo su discipline outdoor, sicuramente il trail running ha avuto una crescita molto importante così come la mountain bike elettrica.
Quali sono secondo voi i fattori che determinano il successo di un prodotto Garmin nel mercato? Quali sono le caratteristiche che rendono i vostri prodotti unici rispetto a quelli della concorrenza?
AV: i fattori del nostro successo sono molteplici e sono da ricercare in tutti gli aspetti del nostro business. I prodotti in primis, ma anche un’assistenza clienti di primissimo livello, una produzione snella così come una logistica veloce e un reparto marketing appassionato in grado di parlare la lingua di tanti sportivi diversi. Per quello che riguarda i prodotti, sicuramente la capacità di innovare.
Parliamo di fenix, il best seller dei wearable Garmin: cosa ha significato l’arrivo di fenix 8?
AV: dal punto di vista commerciale, un successo. Dal punto di vista del prodotto direi che si è entrati in una nuova era di visibilità. Le dimensioni più generose dello schermo unite ai colori dell’Amoled rendono la navigazione molto più fruibile in pieno sole come nel fitto di un bosco e anche in condizioni avverse come forti nevicate. Questo unito alla nuova UX lo rendono il fenix più “facile” di sempre.
Sicurezza in montagna e Garmin, un binomio imprescindibile con inReach: possiamo fare un punto sul mercato della sicurezza satellitare dopo il lancio, nel 2017, del primo dispositivo della serie Garmin?
AV: il bilancio è positivo ma non quanto vorremmo. Mi spiego meglio, la sicurezza in montagna oggi è percepita da un pubblico più preparato, quindi chi affronta la montagna “vera” ed è conscio dei pericoli ad essa legati. Purtroppo lo è molto meno da fruitori occasionali o semplicemente da chi intende l’outdoor in maniera meno estrema. Ma spesso non ci si rende conto di quante zone senza segnale ci siano anche nelle colline dietro casa. E di quanto possa essere pericolosa anche solo una caduta mentre si cercano i funghi
_IL NUOVO HEADQUARTER
La nuova sede di Garmin Italia, situata in Viale del Ghisallo 12 a Milano, è stata progettata dallo studio di architettura TQUATTRO. L'edificio si distingue per la sua modernità e sostenibilità, con un design innovativo e una particolare attenzione al benessere degli occupanti. L’immobile è costruito secondo elevati standard ecosostenibili, con materiali a bassa tossicità, sistemi di filtrazione dell’aria e un impianto fotovoltaico. L’edificio è in fase di certificazione LEED e WELL, per l’efficienza energetica e il benessere degli utenti. Ste-
o un ribaltamento mentre si gira con l’e-bike. Una di queste situazioni, apparentemente banali, può avere gravi conseguenze senza gli adeguati dispositivi di sicurezza e comunicazione.
Tra le vostre strategie di marketing, quali vi apportano un maggiore ritorno di visibilità?
CL: gli investimenti nelle pianificazioni di campagne digital sono ovviamente cresciuti esponenzialmente da cinque anni a questa parte ma, soprattutto per un prodotto iconico come fenix, abbiamo lavorato molto sulla visibilità del punto vendita: troppo importante per noi l’uscita di un prodotto atteso da due anni. Se le campagne digital ci consentono di targettizzare il nostro messaggio, gli allestimenti del punto vendita ci hanno concesso di valorizzare un canale vendita (quello retail) che per noi è sempre stato di vitale importanza.
In termini di sostenibilità, quali progetti ha in corso Garmin per promuovere la responsabilità ambientale e sociale? E cosa pensate di fare per il futuro?
CL: direi che niente descrivere meglio la nostra attitudine verso l’ecosostenibilità e la responsabilità verso l’ambiente della nostra nuova sede italiana. Rappresenta un passo significativo verso la sostenibilità e il benessere dei dipendenti. È un edificio all’avanguardia, progettato per ottenere le certificazioni LEED e WELL, garantendo spazi salubri e innovativi. La strategia di sostenibilità di Garmin include il riciclo e l’uso di energia rinnovabile, con l’obiettivo di ridurre le emissioni di CO2
fano Viganò, ad di Garmin Italia, ha sottolineato l’importanza di un ambiente di lavoro che favorisca la produttività e il benessere delle persone. L’azienda ha scelto di investire in una sede che rispecchi la sua leadership nel settore e l’impegno verso un futuro sostenibile. La nuova sede offre spazi pensati per il benessere fisico e mentale, come una palestra attrezzata e aree conviviali per favorire il lavoro di squadra. Inoltre, verranno organizzati eventi, workshop e formazione continua nell’innovativo spazio digitale dell’azienda.
Cristian Longoni
POLARTEC CELEBRA CREATIVITÀ E INNOVAZIONE
CON GLI APEX AWARDS 2024
Torna l’appuntamento con il premio annuale del marchio americano che esalta i brand e i designer disposti a rompere le barriere
di Sara Canali
Anche per il 2024 Polartec annuncia i vincitori degli Apex Awards, il premio annuale che celebra i brand e i designer che incarnano il claim “Made To Go Beyond”. Celebrando le innovazioni che rivoluzionano il mondo dello sport, della performance e del lifestyle, il marchio di proprietà di Milliken & Company realizza pienamente il suo impegno verso le Persone, i Prodotti e il Pianeta. I vincitori, come ogni anno, sono stati scelti tra centinaia di proposte per la loro creatività, per la capacità di affrontare sfide complesse e per l’abilità nel combinare alte prestazioni, estetica e funzionalità. Ogni vincitore ha ricevuto un riconoscimento per i progetti premiati, insieme a un supporto marketing dedicato. Oltre al premio Polartec, il programma degli Apex Awards prevede anche un premio “People’s Choice”, che verrà scelto tramite una votazione pubblica sul sito di Polartec e annunciato nelle prossime settimane.
SANTINI – MAGIC PACKABLE WATERPROOF UNISEX JACKET
Siamo in una nuova era dei tessuti impermeabili e traspiranti. Progettata per seguire ogni movimento, questa giacca leggera, senza PFAS e completamente ripiegabile, è realizzata in tessuto Polartec Power Shield RPM, un materiale 100% riciclato e riciclabile. Offre protezione per tutto il giorno senza correre il rischio di avere un eccesso di calore corporeo, trasformandosi in un vero scudo ad alte prestazioni. Completamente termosaldata e incredibilmente resistente, è costruita
_TUTTI I VINCITORI
DIRECT ALPINE – ALPHA T-SHIRT - Realizzata con isolamento attivo Polartec Alpha
THRUDARK – WRAITH BOMBER JACKETDotata di isolamento attivo Polartec Alpha
GOBIK – SUBZERO BLACK BIB TIGHTSRealizzati con Polartec Power Shield Pro in nylon Biolon, con costruzione senza PFAS e trattamento DWR
per contrastare le condizioni atmosferiche più avverse e può essere ripiegata nella sua tasca posteriore per essere portata ovunque. Progettata per il ciclismo, offre praticità senza sacrificare lo stile. Per chi ama vivere all’aria aperta, con il sole o con la pioggia, la Magic Jacket ridefinisce il concetto di libertà e funzionalità.
SATISFY – GHOSTFLEECE AD LIGHT HALF-ZIP
Il GhostFleece AD Light Half-Zip di SATISFY sfrutta l’avanzata termoregolazione dell’isolamento attivo Polartec Alpha per mantenere i runner al caldo, asciutti e perfettamente sincronizzati durante i movimenti dinamici. Progettato con passanti per i pollici, maniche a soffietto e un design senza cuciture, offre un’esperienza di corsa veramente priva di attrito.
MILLET – WOMEN’S SOFTSHELL JACKET RUTOR XCS AIR
Progettata per lo ski touring ad alta intensità, la giacca Rutor XCS Air di Millet unisce elasticità e resistenza in un guscio leggero. L’utilizzo strategico della nuova tecnologia del tessuto a rete Polartec Power Dry allontana l’umidità, garantendo il massimo comfort durante le sfide alpine più intense. Pensata per gli avventurieri che vivono per le avventure ad alta quota, la sua costruzione ibrida si adatta perfettamente alle esigenze del corpo sulle ripide pendici montane, offrendo calore durante le ascensioni alpine rapide, senza appesantire.
OBERMEYER – WOMEN’S EXPLORER TECH HENLEY - Realizzato in Polartec Power Air
FORLOH – WOMEN’S RAIDER POLARTEC 200 FLEECE VEST - Combina una robusta funzionalità con la straordinaria morbidezza del pile Polartec 200, dotato di tecnologia Shed Less
INDYEVA – LAMPAAT VEST - Realizzato in pile Polartec Thermal Pro shearling dallo stile retrò
SUN DAY RED – 3L WIND/RAIN HALF ZIP JACKET - Progettata in Polartec Power Shield Pro
VUORI – ASPEN SHIRT JACKET - Utilizza la tecnologia del tessuto Polartec Wind Pro
ARITZIA – POLARTEC 200 AURORA ZIP-UPRealizzata in pile Polartec 200 Series, composto al 100% da poliestere riciclato e dotata della tecnologia Polartec Shed Less
Per maggiori informazioni visita il sito Polartec
SATISFY GhostFleece AD Light Half-Zip
SANTINI Magic Packable Waterproof Unisex Jacket
MILLET Women’s Softshell Jacket Rutor XCS AIR
CMP E JEANNE BARET SFILANO A VENEZIA
Un evento unico all’Arsenale per incontrare i clienti provenienti da tutto il mondo, ripercorrere l’importante storia di famiglia, celebrare i traguardi raggiunti e le nuove creazioni
Karen Pozzi
di
Mercoledì 20 novembre siamo stati invitati all'Arsenale di Venezia, nella sala senza colonne più grande d’Europa, per la presentazione delle nuove collezioni FW 25/56 di F.lli Campagnolo.
A sfilare sono state le novità di CMP (sportswear), Jeanne Baret (active womenswear) e Collective (of) Moving People.
L’ERA DOPO ISPO
Un appuntamento che, dopo 30 anni, sostituisce la presenza dei brand alla fiera ISPO di Monaco per celebrare insieme a oltre 300 ospiti - tra clienti, stakeholder e giornalisti - i traguardi raggiunti, le nuove creazioni e per annunciare un nuovo progetto: Collective (of) Moving People, una linea per i più giovani.
“Quest’anno volevamo organizzare un momento tutto nostro e dedicare del tempo di qualità ai nostri clienti. Avevamo molto da
dire e far vedere, questa ci è sembrata la soluzione più adatta" - ha affermato Fabio Campagnolo, ceo di CMP.
UNA STORIA DI FAMIGLIA
Per l’occasione è stata celebrata la nomina a Cavaliere del Lavoro di Giorgio Campagnolo, un riconoscimento che premia il suo straordinario percorso imprenditoriale. In più di 70 anni di storia, partendo da un banco del mercato a Bassano Del Grappa (VI), ne è stata fatta di strada. Grazie a determinazione, volontà e al supporto della moglie che ha giocato un ruolo fondamentale nel lancio delle produzioni, e dei tre figli (Fabio, Maria Pia e Michela), l'azienda conta oggi 1.100 dipendenti, ha sedi produttive anche in Tunisia e Romania e produce circa 15 milioni di prodotti l'anno. Nel 2023 ha registrato un fatturato consolidato di 240 milioni di euro, ai quali il brand CMP contribuisce per il 90%.
Una realtà tutta italiana che continua a portare, ed esportare, nel mondo l'esperienza nel settore tessile con uno stile in cui i colori la fanno da padrone.
Al microfono Giorgio Campagnolo ringrazia per la nomina a Cavaliere del Lavoro
DNA ITALIANO, VISIONE INTERNAZIONALE
Ci può spiegare la filosofia che c’è dietro ai vostri prodotti?
La nostra filosofia è quella di essere il brand per chi vive lo sport come uno stile di vita. Non siamo il marchio per chi vuole scalare gli 8.000 metri, ma per chi vuole affrontare la vita con un approccio sportivo. I nostri capi sono pensati per chi ama praticare attività all’aria aperta, dalla passeggiata in città all’escursione in montagna, garantendo comfort, protezione dal vento e dalle intemperie. Siamo produttori e la qualità è nel nostro dna. Anche quando produciamo in Far East, portiamo con noi l’anima positiva e il nostro know-how.
Qual è la fascia-prezzo dei vostri prodotti?
rappresenta la fetta più grande del fatturato?
La nostra fascia-prezzo è media. Abbiamo prodotti che vanno dai 70-90 euro, fino ai 150-250 euro. Vogliamo essere un brand per le famiglie, offrendo un ottimo rapporto qualità-prezzo per tutti i consumatori.
Quanti negozi avete attualmente?
Abbiamo quasi 70 monomarca CMP in tutto il mondo, e siamo presenti anche in Austria, Svizzera, Francia e presto apriremo un nuovo store in Germania, a GarmischPartenkirchen. Siamo molto forti nelle località turistiche e montane. Inoltre, abbiamo più di 2.000 clienti wholesale e siamo il primo brand outdoor in Germania (un mercato che rappresenta il 60% del nostro fatturato).
Quali sono i principali brand del vostro portafoglio e quale
Oltre a CMP, abbiamo Melby, Maryplaid, FC Campagnolo e Jeanne Baret. CMP è il nostro marchio principale e rappresenta circa il 90% del fatturato totale. Quanto è importante per voi l’e-commerce?
L’e-commerce è un canale importante per noi, sebbene ancora rappresenti una parte relativamente piccola del nostro fatturato. Tuttavia, il nostro sito cresce ogni anno e molte piattaforme online stanno vendendo bene i nostri prodotti. La fascia-prezzo e la buona vestibilità dei capi sono vantaggi in questo settore, e i resi sono inferiori rispetto ad altri brand.
Come si concluderà il 2024 e quali sono le previsioni per il 2025?
Abbiamo avuto un boom dopo il Covid, arrivando a 260 milioni di fatturato nel 2022. Gli ultimi due anni sono stati più difficili, ma i numeri non sono il nostro focus principale.
Quest’anno prevediamo di chiudere tra i 205 e 210 milioni, ma nel 2025 puntiamo a tornare a crescere, grazie anche ai buoni risultati della collezione estiva.
Quali sono i prossimi passi per CMP?
Continueremo a fare meglio ciò che già facciamo, e spesso le idee nascono quasi per caso. Gestendo tutto internamente, siamo in grado di realizzare i nostri progetti in tempi brevi. Quello che ci guida è la capacità di rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato, che evolvono sempre più velocemente.
CMP
Presentato a Venezia, si tratta del progetto dedicato a un pubblico giovane e dinamico, a cui piace indossare lo stesso outfit sulla tavola da snowboard così come durante un'uscita in città. _LE COLLEZIONI
La parola chiave della nuova collezione CMP FW 25/26 è multifunzionalità. Per accompagnare gli appassionati di outdoor in ogni momento e con il massimo del comfort e delle prestazioni. CMP introduce una capsule in lana Merino e una linea di capi Leisure.
JEANNE
BARET
L'ultimo arrivato tra i brand di F.lli Campagnolo è un omaggio alle donne intraprendenti. Capi confortevoli e di qualità per il tempo libero, il viaggio e la vita di tutti i giorni.
COLLECTIVE (OF) MOVING PEOPLE
A fare gli onori di casa il ceo Fabio Campagnolo che ha raccontato il percorso di crescita, il presente e il futuro del Gruppo, di cui fanno capo i brand CMP, Melby, Jeanne Baret, FC Campagnolo e Maryplaid
di Cristiano Zanni
Fabio Campagnolo
AL VIA LA STAGIONE PREOLIMPICA DELLO SKIALP
Non sono concessi errori, Milano Cortina 2026 è dietro l’angolo.
L’esordio olimpico non deve essere un traguardo, ma un trampolino…
_ di Maurizio Torri
MAURIZIO TORRI
Giornalista freelance, fondatore del sito sportdimontagna.com, fotoreporter e consulente di comunicazione per alcuni degli eventi più iconici del settore trail, skyrunning e scialpinismo
In attesa della neve, quella vera, con Adamello Ski Raid Junior e la tappa di ISMF World Cup a Courchevel, è ufficialmente iniziata la stagione preolimpica dello skialp. Milano Cortina 2026 ha tutta l’aria di un appuntamento con il destino e il vero “goal” sarà farsi trovare pronti. Qualcosa sta cambiando, i media generalisti cominciano a parlare di sci e pelli, in ambito nazionale si notano diversi spunti interessanti; un po’ meno in coppa del mondo dove il calendario presenta diverse concomitanze di troppo.
LA WORLD CUP SBARCA IN TV - In vista dell’ingresso ufficiale tra le discipline a cinque cerchi, la bella novità che attende i big di Coppa del Mondo sarà la diretta televisiva di diverse gare su Eurosport 2 e Discovery Plus con il commento tecnico di Silvano Gadin. Una grande opportunità che permetterà alle discipline veloci dello skialp e ai nostri atleti più rappresentativi di entrare nelle case di migliaia di telespettatori. Il passaggio successivo sarà trovare un accordo con queste emittenti per portare sul grande schermo anche lo scialpinismo vero, quello che emoziona con il suo mix di creste aeree e linee dritte in discesa su neve fresca. Proprio come nell’arrampicata, il boulder non deve essere fine a sé stesso, ma una porta d’ingresso per l’alpinismo vero, così sprint e relay devono incuriosire il pubblico per poi avvicinarlo allo skialp race in ambiente; quello delle grandi classiche di La Grande Course per intenderci.
DISCIPLINE VELOCI E GRANDI CLASSICHE, DUE MONDI CHE DEVONO COESISTERELo skialp è in continua evoluzione, negli ultimi anni è cambiato molto strizzando l’occhio ai format televisivi per potere accedere al palcoscenico olimpico. Una scelta condivisibile che però non deve dimenticare, né rinnegare le proprie origini. Questi due mondi possono e devono coesistere per il bene e il futuro di questo sport. Guardando il calendario di World Cup, invece, si nota oltre a un incremento di tappe, una sgradita sovrapposizione con le grandi classiche. La tappa di Schladming (AUT) è stata posta nella settimana della Pierra Menta, quella di Villars sur Ollon (SUI) nella stessa data dell’Adamello Ski Raid e quella di Bormio coincide con la Transcavallo. Alcune stagioni fa i vertici federali e il circuito La Grande Course avevano siglato un accordo di collaborazione che avrebbe dovuto tutelare le gare simbolo che per continuare a essere iconiche hanno ovviamente bisogno di avere ai nastri di partenza i migliori top player e, invece, rieccoci punto a capo. Negli altri sport le sue grandi classiche vengono promosse e tutelate, lo scialpinismo deve ancora imparare a farlo. Anzi, per il momento, la federazione internazionale sembra le stia addirittura boicottando. Ma entriamo nei dettagli di un calendario che prevede ben 9 tappe (sei non erano sufficienti?). In questo peregrinare tra storiche location e alcune new entry, gli atleti dovranno cimentarsi in 7 Sprint, 5 Individual, 4 Vertical e 5 Mixed. Per
quanto riguarda l'Italia, sarà grande protagonista con due tappe di Coppa del Mondo: una a Bormio (un vero e proprio test-preolimpico) e una in Val Martello. Menzione d’obbligo anche per il circuito Junior World Cup, che per le quattro tappe previste farà scalo due volte in Italia: a Crévacol – Saint Rhémy en Bosses e a Forni di Sopra.
MONDIALI DI SKIALP - Saranno l’appuntamento clou della stagione dal 3 all’8 marzo in Svizzera a Morgins insieme al Trofeo Mezzalama del 26 aprile che assegnerà il Mondiale ISMF Long Distance e sarà finale di La Grande Course.
UN’INTENSA STAGIONE ANCHE PER LE NOSTRE MONTAGNE - Focalizzando l’attenzione sul calendario agonistico Fisi 2024/2025, balza subito all’occhio che quella preolimpica sarà una stagione piuttosto lunga che terminerà a metà aprile. Le gare sembrano equamente distribuite su tutta la fascia alpina con l’inserimento di una due giorni in Appennino Emiliano; zona attualmente già ricoperta da tanta neve. Partiamo dalla prima importante novità, la Coppa Italia sarà un circuito unico senza più differenziazioni giovani/senior. Sfogliando le varie gare in programma vi sono manifestazioni aperte a tutte le categorie, altre riservate solo ai senior, o agli junior. Rientrano nel circuito le cosiddette “long distance” con una prova individuale e una a coppie. In questo caso l'intento è di andare incontro alle esigenze degli atleti del settore senior, ma anche di quei giovani che non avendo un gran feeling con le discipline veloci hanno così modo di coltivare la propria passione con gare di scialpinismo tradizionale. Un’altra grande novità è l’inserimento del Campionato Italiano a Coppie Giovanile. Una sorta di ritorno al passato che ricalca l’importanza di avere qualcuno al proprio fianco quando ci si muove in fuoripista.
REGOLAMENTAZIONE E UN IMPORTANTE RICONOSCIMETO PER LE NOTTURNEUna grossa novità di regolamento nazionale FISI riguarda le gare in notturna su pista (maggiori dettagli si possono trovare nell’agenda sport invernali del sito Fisi) che da questa stagione risultano a tutti gli effetti annoverate tra i vari format dello scialpinismo. Anche questo è un segno importante per uno sport che sta cambiando e che finalmente assegna il giusto riconoscimento a un fomat che riscontra sempre più consensi. L’obiettivo è garantire maggiori standard di sicurezza nell'interesse di tutti: atleti e organizzatori.
I CAMPIONATI ITALIANI - I primi titoli tricolori verranno assegnati a fine mese in Nevegal, nel bellunese, con l’italiano vertical. Al cospetto delle dolomiti, a gennaio, sono invece previsti gli italiani sprint e mixed relay a San Martino di Castrozza. A febbraio gli Italiani individuali giovani e assoluti andranno in concomitanza, ma in due location diverse (Albosaggia e Bognanco). A marzo il titolo assoluto a coppie verrà invece assegnato a Cortina, sulle montagne che lo scorso anno hanno chiuso la stagione di World Cup. Quelli a team per il settore giovanili si correranno sulle Prealpi Orobiche bergamasche al Parravicini; una gara che ha scritto la storia del nostro sport.
Che dire, le premesse per una memorabile stagione preolimpica vi sono tutte, ora manca solo la neve…
LA SEMPLICITÀ DI ESSERE CAMPIONI
A novembre Cimalp ha presentato la collezione “Pink Matteo” per celebrare il ritorno in pista del numero uno al mondo di skialp Eydallin. E per suggellare un rapporto che va oltre la mera sponsorizzazione
di Benedetta Bruni
Di collaborazioni tra marchi e ambassador il mondo sportivo ne è pieno. Tante riescono e resistono al tempo. Altre, invece, sono più passeggere, forse perché le due parti non condividono appieno gli stessi valori, dunque è più difficile riconoscere una nell’altra. Ma per fortuna questo non è il nostro caso, anzi: quella tra Matteo Eydallin e Cimalp è forse una delle partnership più sincere e genuine – oltre che di qualità – del settore outdoor. Il 12 novembre il brand francese ha infatti lanciato il frutto del sodalizio con il campione del mondo di scialpinismo di Sauze d’Oulx. Si tratta di “Pink Matteo”, la collezione che richiama il rosa delle pelli Pomoca già presente negli occhiali Vision One Sport con cui Matteo ha vinto il Campionato del Mondo di scialpinismo ad Andorra nel 2021. Una linea che celebra i valori che accomunano l’azienda ed Eydallin, quali performance, eccellenza ma soprattutto semplicità. Nonché il suo ritorno sulle piste dopo la caduta al Pierra Menta a marzo di quest’anno.
“PINK MATTEO”, OLTRE LA COLLEZIONE
Il rapporto tra i protagonisti di questa storia va oltre la semplice sponsorizzazione. E si vede: a fine ottobre, nel giorno della presentazione della collezione proprio a Sauze d’Oulx, Matteo e Olivier Roux, export manager di Cimalp, avevano scambi più simili a quelli tra
amici che tra colleghi. L’azienda tra l’altro è stata vicina all’atleta (suo ambassador dal 2021) anche durante la convalescenza dopo la caduta. Di più, gli ha dedicato questa linea proprio per il ritorno alle competizioni: “Pink Matteo”, composta dal piumino con logo del fan club del campione del mondo, la maschera da sci Max Fly e degli occhiali da trail Vision One Sport. Dal canto suo, lo skialper ha lavorato a strettissimo contatto con Cimalp, portando le sue necessità di atleta e ciò che considera fondamentale nell’attrezzatura che utilizza. Oltre alla scelta del colore blu del piumino, infatti, Matteo ha molto insistito sulla leggerezza delle componenti, in particolare la maschera e gli occhiali, per “avere un prodotto leggero e minimalista, da combinare con altro, cambiare e mettere in tasca senza che sia ingombrante, e che non cada dal casco se nevica”, come ha spiegato Matteo stesso.
Anche sullo sviluppo prodotto in sé si è detto entusiasta. “Finché si poteva ho sempre modificato gli scarponi in casa, in modo che potessero andare bene per il mio tipo di uso. È bello poter fare questa stessa cosa con un’azienda che ti ascolta. Alla fine sono modiche che faccio sul mio gusto, ma mi fa piacere sapere che così anche altre persone potranno avere un’alternativa, persino amatori che si adattano ai prodotti che già esistono”.
PIUMINO FAN CLUB MATTEO EYDALLIN
Un piumino antivento, idrorepellente, traspirante ed ecosostenibile che celebra il legame speciale tra Matteo e il suo pubblico, con il logo del fan club in un acceso rosa Pomoca. Realizzato con piuma sintetica Cimaloft, che combina i benefici dei materiali naturali e sintetici. Per la realizzazione di quest'imbottitura sono state utilizzate foglie di mais e poliestere riciclato per garantire le stesse proprietà termiche di un tradizionale capo in piuma d'oca.
MASCHERA MAX FLY
Creata nel 2020, ogni dettaglio di questa maschera è stato sviluppato seguendo le preferenze di Matteo, per offrire una visione ampia e comfort ottimali anche nelle condizioni più estreme. Presenta una lente wide panoramica con prese d’aria laterali e un rivestimento anti-appannamento, oltre a lenti a specchio flash Cat. 3 – UV 400 in policarbonato resistente agli urti.
Peso: 45 g
VISION ONE SPORT
Disponibili con lenti fotocromatiche (Cat. 1-3) o completamente trasparenti, questi occhiali rappresentano l’innovazione e l’impegno del brand francese nell’eyewear tecnico. Le lenti offrono protezione UV completa (UV 400), migliorando la percezione di profondità e il contrasto anche in condizioni di luci difficili, rendendole perfette per attività notturne, con neve o foschia. Presentano anche un rivestimento antigraffio con uno screen in policarbonato infrangibile da 48 mm.
Peso: 45 g
cimalp.it
donna uomo
_CAPI DELLA COLLEZIONE PINK MATTEO
ESPANSIONE ITALIANA
Consolidare la presenza nel nostro Paese, questo l’obiettivo di Rab che annuncia una collaborazione con B-Factory a partire dalla stagione FW 24/25. Una strategia che unisce vendite, comunicazione e sviluppo del marchio
di Karen Pozzi
Negli ultimi numeri di Outdoor Magazine, c’è un tema ricorrente: l’internazionalizzazione. Che sia dei brand italiani verso mercati esteri o di quelli stranieri verso il nostro Paese, nelle recenti interviste, emerge sempre più spesso questo concetto, tanto da averci dedicato un’inchiesta approfondita sul numero 11 della rivista. Da questo confronto con i brand è emersa la necessità di andare oltre confine come fisiologica conseguenza del processo di crescita aziendale. Per ampliare i propri orizzonti, bisogna analizzare a fondo il Paese straniero e identificare la strategia per presidiarlo. Ma soprattutto bisogna scegliere un buon partner che, attivo nel Paese nel mirino, conosce le logiche del suo mercato, dei consumatori e dei negozianti.
RAB E LA PARTNERSHIP CON B-FACTORY
Equip Outdoor Technologies Ltd., tra i leader britannici nella progettazione di abbigliamento e attrezzature tecniche per l’outdoor, ha scelto B-Factory come rappresentante ufficiale di Rab per il mercato italiano, a partire dalla stagione di vendita FW 24/25. Una collaborazione con un obiettivo chiaro: rendere l’eccellenza tecnica di Rab apparel più accessibile al mercato italiano e suppor tare la crescita del marchio attraverso un approccio consulenziale e su misura. B-Factory si occuperà infatti della gestione integrata delle vendite, della comunicazione e dello sviluppo del marchio in linea con il piano strategico quinquennale per la crescita internazionale.
E quale margine di crescita intravedete?
Secondo la nostra analisi, l'attuale distribuzione non copre completamente la potenzialità del mercato e c’è ancora parecchio da sviluppare. Abbiamo inoltre osservato che la distribuzione del brand non è omogenea in tutte le zone d’Italia. Per questo, riteniamo sia possibile inserire il brand in un’area più organizzata e strategica. La forza di Rab risiede nella vasta gamma di prodotti, dai mid-layer ai gusci più tecnici, oltre agli accessori come i sacchi a pelo. Tuttavia, questa ampiezza di offerta non è valorizzata come dovrebbe essere. Intravedo margini significativi di sviluppo, sia attraverso l’espansione verso nuovi rivenditori, sia migliorando l’assortimento nei punti vendita esistenti.
Di seguito l'intervista a Pietro Colturi, ceo di B-Factory, rispetto la nuova partnership e strategia identificata per lo sviluppo italiano di Rab. Pietro, com’è nata l’opportunità di distribuire Rab?
Già da qualche tempo il team B-Factory aveva iniziato a interrogarsi sull’inserimento di un altro brand in agenzia e su nuovi segmenti da presidiare. Il destino ha voluto che al contempo Rab avesse iniziato a lavorare con un nostro collega austriaco che, conoscendo la volontà del brand di crescere nel mercato italiano, ci ha introdotti. A seguito di un’analisi interna. abbiamo identificato in Rab un’opportunità e una sfida importante che ci sentiamo di affrontare.
Quale potenziale avete intravisto in Rab?
Il potenziale di questo marchio è dimostrato da più aspetti: il primo è sicuramente il suo heritage dal momento che ha una storia importante nel mondo outdoor con una forte esperienza in questo settore. La conoscenza del mondo in cui si muove, ha portato il brand a realizzare prodotti sempre più tecnici in grado di rafforzare la sua credibilità. Rab offre una collezione ampia e trasversale, capace di rispondere alle diverse esigenze dei consumatori e del mercato. Nel tempo, l'azienda ha saputo distinguersi grazie al focus strategico su piumini e gusci, raggiungendo risultati eccellenti e affermandosi come un punto di riferimento in questi due segmenti di prodotto. Questo successo è stato reso possibile anche da un rapporto qualitàprezzo estremamente competitivo, che la posiziona tra le migliori scelte sul mercato. Queste caratteristiche sono alla base del potenziale di espansione di Rab nel nostro Paese.
Qual è lo stato dell’arte della presenza di Rab in Italia in termini di distribuzione?
E in termini di awareness?
Da questo punto di vista partiamo molto bene perché per gli addetti ai lavori del settore, quindi anche i dealer ai quali ci proponiamo, Rab è un brand conosciuto grazie alla sua importante storia nell’outdoor. Se invece parliamo di consumatore finale, l’utente molto tecnico e che frequenta la montagna anche all’estero conosce il brand. Il resto dei praticanti invece, va informato meglio, visto che lo conosce meno, anche a causa della scarsa presenza nei negozi.
Quindi vi occuperete anche della comunicazione? In che modo pensate di creare o aumentare la domanda?
B-Factory è un’agenzia che ha tra le sue skills anche quella di far diventare un brand più conosciuto. Rab stessa ci ha scelti per avere un servizio che non si limiti solo alla distribuzione fine a se stessa, ma per fare un lavoro a 360 gradi con b2b e b2c per costruire un go to market ad hoc per l’Italia e fornire al negoziante tutti gli strumenti per la vendita.
All’interno delle varie strategie di comunicazione pensate anche di creare un team di atleti italiani o una community di ambassador?
Assolutamente sì, sono molto sensibili a questa opportunità e, già a livello internazionale, supportano guide alpine, il Soccorso Alpino e altri professionisti della montagna. A tal proposito abbiamo anche la possibilità di customizzare il prodotto da fornire quindi siamo già alla ricerca di profili credibili che rappresentino il brand per quelli che sono i suoi valori.
Qual è la strategia di distribuzione?
La strategia è di creare un team coeso all’ interno dell’ufficio che conosca molto bene il brand, dna e prodotti, e il mercato in cui si muove. Entriamo nel mercato con una strategia a medio lungo termine analizzando punti vendita esistenti, proporre ai nostri key account il brand per renderlo visibile, e lo faremo in modo strutturato e progressivo.
La base della distribuzione che avete attiva per gli altri brand può essere la giusta base di partenza per la nuova distribuzione?
La base distributiva che abbiamo attiva per gli altri brand può rappresentare un riferimento iniziale, ma l’opportunità per Rab va ben oltre la nostra rete attuale. Rab è un marchio trasversale che si presta a raggiungere nuovi mercati, grazie anche all’interesse crescente per il trend “urban-tecnico-lifestyle”. Un settore particolarmente interessante è quello dello sci e degli sport invernali, dove Rab può espandere la propria presenza. Sebbene in passato non ci siamo rivolti in modo sistematico ai negozi tradizionali di sci e montagna, questa rappresenta ora un'opportunità chiave, data la capacità del brand di offrire prodotti tecnici altamente performanti, come gusci e midlayer, ideali per il mondo degli sport sulla neve. Rab si distingue per la sua missione unica: “The mountain people.” Da oltre quarant’anni, il brand trae ispirazione dallo spirito indomito delle montagne, dalle connessioni create tra
Pietro Colturi
chi le vive e dalla volontà di crescere come comunità globale di appassionati e avventurieri. Questa filosofia inclusiva ci consente di esplorare nuove strade, portando il marchio anche in quei negozi che, oltre agli accessori e all’abbigliamento tecnico, desiderano proporre un’esperienza che abbraccia la vita outdoor in tutte le sue forme. In sintesi, la distribuzione di Rab sarà costruita con una visione ampia e diversificata, per sfruttare al meglio il potenziale del marchio e connettere una comunità sempre più grande di “mountain people,” sia sulle vette che nella quotidianità, con una forte attenzione alle opportunità offerte dal mercato degli sport invernali..
Essendo Rab un marchio tecnico, incide molto il ruolo del venditore nella proposta dei prodotti? Vi occuperete anche di formazione?
Nel mondo outdoor la competenza del venditore e la specializzazione del negozio deve essere il primo punto chiave per veicolare il brand. Il nostro compito è fornire ai negozi, anche quelli meno specializzati e verticali, strumenti di vendita attraverso clinic, formazione e una spiegazione dettagliata del prodotto, per favorire il sell-out.
In Italia il trend è quello di usare prodotti di montagna anche per la vita di tutti i giorni. Pensi che Rab possa prestarsi a questo uso?
Sicuramente questo trend lo stiamo vivendo tutti, sappiamo di brand nati in montagna e oggi diventati dei must nel fashion, distribuiti non solo in negozi di montagna. Direi che Rab si presta a questo utilizzo. Già nella sua terra nativa, l’Inghilterra, ma anche in Belgio e Olanda, paesi non prettamente alpini, è un brand molto legato al lifestyle. L’Italia è un mercato più difficile però vediamo una possibilità in questo senso grazie a colori e fit che possono soddisfare i nostri gusti. Nel portafoglio clienti B-Factory, quale area pensavate avere scoperta e come Rab è in grado di colmarla? Come convivrà con gli altri brand?
Nel portfolio di B-Factory oggi ci sono marchi leader nello snow, nello skialp molto tecnico negli accessori. L’opportunità che vede B-Factory con Rab è colpire il mercato outdoor in modo trasversale grazie a un catalogo di prodotti con cui riesce a coprire più segmenti. Nello specifico, puntiamo al mondo sci a 360 gradi senza nicchie specifiche che già presidiamo con altri brand distribuiti. Con Rab infatti allarghiamo il nostro target e l’offerta senza cannibalizzare quelli che sono i
INTERVISTA
_HERVÉ
DOMENIGHINI, EUROPEAN SALES DIRECTOR RAB
Perché l’Italia e perché B-Factory?
Cosa spinge Rab a questo focus sull’Italia?
Il piano strategico di Equip Outdoor per lo sviluppo del brand nei prossimi anni include, oltre all’espansione della nostra presenza in diversi mercati globali, anche un focus importante sul mercato alpino dove l’Italia gioca un ruolo essenziale. Il mercato italiano presenta una serie di opportunità per Rab e le nuove collezioni rispondono alle esigenze e peculiarità di quest’area geografica.
Perchè la scelta di un partner italiano è ricaduta su B-Factory?
B-Factory rappresenta una serie di marchi premium nel mercato italiano e condivide i nostri valori. Inoltre, abbiamo trovato non solo un team di professionisti, ma anche dei veri appassionati di brand, marketing e, chiaramente, outdoor. Sono certo che, con la loro vasta esperienza nel settore, forniranno un servizio eccezionale ai nostri partner che guiderà la nostra crescita in questa regione.
nostri brand esistenti. È infatti importante sottolineare che nella scelta di distribuire Rab, abbiamo rinunciato alla linea Lowe Alpine per non penalizzare il brand di accessori già presente nel nostro catalogo. Inoltre abbiamo fin da subito diviso al massimo risorse e strategia. Quali sono i valori che vi avvicinano a Rab?
C’è un’affinità di rapporti, anche se siamo all’inizio percepiamo un forte allineamento nella strategia e negli obiettivi. E percepiamo fiducia nei nostri confronti. Si sono affidati al nostro know-how tanto da accettare fin da subito il nostro suggerimento di partecipare a Prowinter. Ma soprattutto siamo due aziende con valori comuni: autenticità e passione per i mondi in cui ci muoviamo e un forte impegno di sostenibilità. Equip infatti continua a innovare con iniziative come le Material Facts, tabelle che documentano in dettaglio l’impatto ambientale dei prodotti, B-Factory si impegna a promuovere questa trasparenza nel mercato italiano, facilitando scelte d’acquisto più consapevoli.
UN SOSTEGNO NON SCONTATO
Fedele al motto aziendale “Searching for a new way”, Montura ha deciso per il terzo anno consecutivo di uscire dal gruppo e di seguire una via diversa in occasione del Black Friday a cura della redazione
Niente sconti nei negozi e attraverso la piattaforma d’e-commerce aziendale, ma un 20% dell’incasso destinato a progetti di solidarietà, sempre nell’ottica di rafforzare la cordata di affezione con i clienti per un bene comune. Dopo il “Pink Friday” di due anni fa, quando a beneficiare del sostegno “non scontato” furono alcuni progetti a soggetti impegnati contro la violenza di genere – tema purtroppo sempre attuale – e il weekend dedicato ai progetti sul tema del cambiamento climatico, al centro dell’attenzione del brand nel corso del 2023, quest’anno il focus è stato su un altro dei temi da sempre cari a Montura: l’educazione delle giovani generazioni, in particolare in terre alte e altre.
Educazione e formazione dei giovani sono da sempre un obiettivo e un impegno concreto per il brand, il quale da 25 anni sostiene progetti in Italia e in diversi Paesi esteri, in particolare in aree remote e di montagna nelle quali è più elevato il rischio di abbandono scolastico ed emarginazione. E nelle quali l’educazione e la formazione possono ancora favorire quell’ascensore sociale capace di dare alle giovani generazioni una speranza di vita migliore, anche per le loro famiglie e comunità. Per questo negli anni, anche tramite l’attività editoriale – a ogni nuovo libro è sempre stato collegato un progetto di solidarietà che beneficiasse delle donazioni dei lettori – e il coinvolgimento dei clienti dei propri negozi, Montura ha sviluppato una grande cordata per sostenere alcuni progetti di valore, realizzati sul campo da associazioni di volontariato ed enti del terzo settore.
A Vilcabamba, una comunità montana nella regione di Cuzco in Perù, la missione Don Bosco diretta da Padre Lino ospita nel complesso alcune centinaia di giovani, in scuole e centri di formazione artigianale. L’educazione è da sempre il fulcro dei progetti dell’Operazione Mato Grosso, sostenuti ormai da 25 anni da Montura. In particolare, alle diverse quote del territorio peruviano interessato dall’intervento sono presenti strutture, che vanno dall’oratorio alla scuola di base, fino ai centri di formazione professionale, dedicati alla falegnameria per i ragazzi e alla tecnica del mosaico per le ragazze. In questo modo si è
MIO” È SBOCCIATO CON SUCCESSO
potuta radicare nel corso degli anni un’attività artigianale che ha evitato l’ulteriore abbandono della montagna andina, la cui popolazione altrimenti andrebbe a ingrossare le disperate periferie delle città lungo la costa, la capitale Lima in particolare.
La Rarahil Memorial School di Kirtipur-Kathmandu in Nepal, scuola ideata da Fausto De Stefani e realizzata dalla Fondazione Senza Frontiere Onlus, ospita ed educa oltre 1.000 bambini e ragazzi dai quattro ai 18 anni, riuniti in sei edifici. Da 25 anni Montura assicura il sostegno allo sviluppo della scuola, favorendo anche l’adozione a distanza di decine di giovani. La Rarahil è diventata negli anni un faro di speranza per la comunità nepalese, un luogo molto bello oltreché utile - “Perché le scuole devono essere belle”, ricorda sempre Fausto De Stefani – dove i ragazzi vengono avvicinati anche alle attività artistiche e sportive. I giovani che si formano nelle attività artigianali e turistiche sono quindi pronti a gestire attività funzionali a uno sviluppo ecosostenibile del Paese delle grandi montagne.
A Ulan Bator, capitale della Mongolia, il villaggio di tende nomadi (Ger) ideato dall’antropologo spezzino David Bellatalla, ambasciatore culturale della Repubblica mongola, e realizzato da Need You Onlus con la Croce Rossa e Montura ha ospitato in 10 anni oltre 100 nuclei familiari composti da ragazze madri con figli disabili, che qui ricevono assistenza ed educazione. Nel ciclo biennale di presenza nella “tendopoli”, le ragazze imparano non soltanto a prendersi cura dei propri figli, ma anche un mestiere indirizzato all’indipendenza economica. Infatti, al termine del biennio a ciascuna famiglia viene assegnata una nuova abitazione autonoma al di fuori del campo, ma sempre in collegamento con i suoi servizi. E le madri iniziano un percorso lavorativo per poter diventare sempre più autonome.
Nei tre casi citati si tratta di progetti che vedono impegnata Montura da molti anni, anche con un rapporto diretto e costante con le ONG e con i soggetti ideatori e promotori, a garanzia di successo dell’intervento nel corso del tempo. Perché non è “scontato” che tutte le azioni di solidarietà possano andare sempre a buon fine.
Dopo aver aperto ad agosto con un grande riscontro il Festival internazionale di Locarno, “Fiore Mio”, il primo film diretto da Polo Cognetti, lo scrittore de “Le otto montagne”, libro vincitore del Premio Strega e film vincitore al Festival cinematografico di Cannes, è stato protagonista anche della “prima nazionale” e del debutto nelle sale cinematografiche italiane. All’inizio di novembre ha infatti aperto anche il “Festival dei Popoli” di Firenze, uno dei più prestigiosi appuntamenti internazionali del film documentario, e nelle tre giornate di presenza in sala, dal 23 al 25 novembre, ha visto la presenza di oltre 25 mila spettatori paganti, un risultato più che lusinghiero per un documentario proiettato solo in un selezionato elenco di sale cinematografiche. Molto positivi anche i commenti e le recensioni, per un’opera che mette al centro il Monte Rosa e alcune persone vicine all’autore, tra le quali l’autore delle musiche originali, Vasco Brondi. Con un grande tema sullo sfondo, quello dei cambiamenti climatici che impattano in modo inequivocabile anche in alta montagna. Per maggiori informazioni, anche sulle future proiezioni, è stato realizzato il sito fioremioilfilm.it.
Operazione Mato Grosso, Perù Una Ger per tutti, Mongolia
LA NUOVA CASA MENEGHINA
Con un open party ricco di sorprese, Salomon ha inaugurato il suo primo brand store italiano nel cuore della città. Un negozio sì, ma anche un hub di eventi in vista di Milano Cortina 2026
Sara Canali
Luminoso, essenziale, ma capace di comunicare tutto il knowhow di Salomon nella sua veste di modern mountain sport lifestyle brand: è questo l’aspetto del nuovo store italiano del brand francese che venerdì 22 novembre ha aperto le sue porte in Corso Garibaldi 12 a Milano. Un open party che è durato tutto il giorno, scandito da momenti apicali, come il lancio della prima capsule con i prodotti ufficiali Milano Cortina 2026, e una running art experience guidata dagli atleti e ambassador Salomon. La mattinata, oltre ai media, ha visto la partecipazione di figure istituzionali, rappresentanti del mondo dello sport, aziende partner e associazioni, in particolare le ONG supportate dalla Salomon Foundation come InYourShoes, Sport Senza Frontiere e il Gruppo Verbanese Sciatori Ciechi. Tra i presenti Martina Riva, assessora allo sport, al turismo e alle politiche giovanili del Comune di Milano, e Andrea Varnier, ceo della Fondazione Milano Cortina 2026, che sono stati coinvolti nel tradizionale taglio del nastro insieme a Paolo Parmeggiani, Salomon director of countries & managing director per Salomon Italia.
LO STORE MILANESE – Il negozio meneghino rappresenta una tappa fondamentale di avvicinamento ai Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026, di cui Salomon è premium partner e aggiunge un punto vendita alla sua ristretta lista che annovera centri a New York, Parigi, Londra, Shanghai e Tokyo unendo design e innovazione tecnologica, con un focus sempre centrale sul cliente finale. Nei suoi 85 mq, racchiude il meglio delle collezioni per il running e il trail running, con due intere pareti dedicati alle scarpe, ai gilet idrici, all’abbigliamento, agli accessori per la corsa off-road, insieme a un’area dedicata alla scansione 2D del piede. Ampio spazio ai prodotti per l’outdoor e la montagna, così come alle calzature sportstyle.
e fashion. Il nostro focus come "the modern mountain sport lifestyle brand" ci permette di avvicinarci al fashion ispirando i nostri clienti con il mondo outdoor.
Che tipo di negozio è quello milanese? Quale il concept di questo flagship store?
Il nostro negozio ha un focus footwear e riprende lo stesso concept che proponiamo in tutto il mondo, ispirandoci a quello lanciato nei sei negozi di Parigi, in particolare l’ultima apertura sugli Champs-Élysées. All’interno si potrà trovare anche la nuova collezione di Milano Cortina 2026 in licenza.
Solo negozio o questo flagship store vuole essere qualcosa di più?
L'biettivo è di animare le communities di Milano, non solo running ma anche sportstyle. Il nostro impegno è di avvicinare le persone al negozio tramite esperienze uniche e coinvolgenti.
Quale sarà il legame con Milano Cortina?
APERTURE DI VALORE – In occasione dell’inaugurazione del negozio, abbiamo intervistato Ilaria Cestonaro, marketing manager Salomon Italia.
Dopo Parigi e Londra, Salomon sbarca a Milano. Come è nata la scelta di un aprire proprio nella città meneghina?
Milano è riconosciuta a livello mondiale non solo per il design e la moda, ma anche per lo sport, il che la rende unica per posizionare un brand premium e innovativo come Salomon. Essere presenti in una città con questa influenza ci posiziona tra le eccellenze globali. Inoltre, con l’avvicinarsi delle Olimpiadi e Paralimpiadi di Milano Cortina 2026, sta diventando un hub per eventi sportivi globali, attirando l’attenzione di appassionati e turisti.
Corso Garibaldi a Milano si sta affermando sempre più come la via dell’outdoor. La scelta della location ha a che fare strategicamente anche con questo?
La scelta della location è stata dettata dall’unione delle tendenze
La premium partnership con Milano Cortina 2026 è un progetto che ci porterà al sogno dei giochi Olimpici e Paralimpici invernali. Il legame con la Fondazione si basa sulla comunanza dei valori ed è destinato a rafforzarsi nei prossimi anni per costruire un patrimonio per l’Italia.
outdoor
Ilaria Cestonaro e Paolo Parmeggiani
ULTRACENTENARI
L’anno scorso, LOWA ha celebrato i 100 anni di attività. Una storia ricca di tradizione, valori, innovazione ed efficienza. L’abbiamo ripercorsa, discusso del presente e ipotizzato il futuro insieme a Gian Luca Farinazzo, head of sales Italy ed export manager
di Pietro Assereto
Nel lontano 1923, in una cittadina a nord di Monaco di Baviera, Lorenz Wagner, figlio del calzolaio Johann Wagner, decise di dedicarsi allo sviluppo di calzature, fondando LOWA e gettando le basi per il futuro successo dell'azienda. In 100 anni di storia, il brand ha vissuto momenti di crisi come quando negli Anni ’50 si è trovato a fronteggiare una carenza di materiali e di denaro: la situazione peggiorò in quanto il cuoio, una materia prima essenziale, scarseggiava ed era venduto a prezzi elevatissimi. Alcuni abili uomini d'affari approfittarono della situazione e consigliarono a Lorenz di comprare subito, dicendo che i prezzi sarebbero aumentati ulteriormente. Sei mesi dopo, la guerra di Corea finì e i prezzi della pelle crollarono. LOWA era sull'orlo del fallimento ma l’ingegno e la lungimiranza di Berta Lederer, figlia di Lorenz Wagner, e Sepp Lederer, salvarono l’azienda dalla bancarotta. Negli Anni ’60 il brand smise di produrre scarpe da tutti i giorni e si concentrò sulle calzature da montagna: in poco tempo, alpinisti internazionali cominciarono a visitare il calzaturificio di Jetzendorf, in Baviera, per chiedere consigli e ordinare scarpe personalizzate. Iniziò così l'epoca d'oro di LOWA che negli Anni ‘90 venne acquisita da Tecnica
momento di orgoglio e celebrazione. È stata l’occasione per ripercorrere la nostra storia, ringraziare chi ha contribuito al nostro successo e guardare con entusiasmo al futuro. Abbiamo celebrato con eventi speciali, lanciando prodotti commemorativi e condividendo il nostro percorso attraverso campagne dedicate. Questo anniversario ha sottolineato l’importanza dei nostri valori e della fiducia costruita in un secolo di attività.
Quali sono stati i momenti chiave dell'evoluzione del brand?
Il nostro percorso è segnato da pietre miliari fondamentali. Nel 1923, la fondazione di LOWA in Baviera ha dato vita a una tradizione di artigianato di alta qualità. Negli Anni ’70, l’introduzione degli scarponi per lo sci è stata una rivoluzione. Negli Anni ’90, ci siamo affermati come leader nel settore outdoor, con prodotti sempre più innovativi per le attività di trekking e hiking; fino al lancio della linea trail running ATR by LOWA nel 2023. Un momento importante è stata anche la certificazione ISO 9001, che ha confermato il nostro impegno verso la qualità. Ogni passo ci ha permesso di crescere e di restare fedeli alla nostra missione.
Group S.p.A. dando inizio a una nuova era, che l’ha vista diventare nel tempo uno dei principali produttori di calzature outdoor al mondo, con oltre tre milioni di scarpe vendute ogni anno.
Ne abbiamo parlato con Gian Luca Farinazzo, head of sales Italy ed export manager LOWA.
L’anno scorso avete festeggiato i vostri 100 anni. Come avete vissuto questo traguardo?
Raggiungere i nostri 100 anni è stato un
Quali valori vi guidano nel progettare le scarpe?
Qualità, innovazione e sostenibilità sono i nostri pilastri. Progettiamo ogni scarpa con l’obiettivo di garantire comfort, durata nel tempo e performance eccezionali. L’ascolto delle esigenze dei nostri clienti è fondamentale, così come il rispetto per l’ambiente e la tradizione. Crediamo nella responsabilità di creare prodotti che accompagnino le persone nelle loro avventure, minimizzando l’impatto ambientale.
Qual è l’elemento distintivo che differenzia le scarpe LOWA dalle altre sul mercato?
Le scarpe LOWA si distinguono per la loro calzata eccellente:
UN PO' DI STORIA...
Gian Luca Farinazzo
Lorenz Wagner
Key visualcampagna 100 anni
Sepp Lederer
Foto di gruppo - escursione aziendale nel 1953
Advertising 1970
progettate per essere comode e anatomiche, sono apprezzate dai clienti di tutto il mondo. A questo si aggiunge un'attenzione meticolosa ai dettagli e un livello di qualità produttiva altissimo. Ogni modello è realizzato rispettando rigorosi standard qualitativi, con materiali di prima scelta e tecnologie all’avanguardia, garantendo prestazioni superiori e durata nel tempo.
Chi è il cliente medio di LOWA?
Il nostro cliente è una persona attiva, appassionata di outdoor e attenta alla qualità. Dall’alpinista esperto all’escursionista occasionale, chi sceglie LOWA cerca affidabilità e comfort. La nostra gamma diversificata risponde alle esigenze di tutti, dai professionisti ai principianti, mantenendo al centro il valore della qualità.
Il brand viene venduto in oltre 80 Paesi nel mondo. In quale mercato non siete ancora presenti ma che avete “nel mirino”?
Pur essendo già ben radicati a livello globale, vediamo ancora grandi opportunità in mercati emergenti come il Sud-est asiatico, il Sud America e l’Africa. Si tratta di aree dove cresce l’interesse per il trekking e l’outdoor, e dove possiamo portare la nostra esperienza e i nostri valori. L’espansione deve però essere sempre accompagnata da una strategia sostenibile e rispettosa delle culture locali.
LOWA è impegnata nella sostenibilità. Come si riflette questo impegno nei vostri processi di produzione?
La sostenibilità è un valore centrale per noi. La produzione 100% made in Europe (a eccezione della linea ATR by LOWA), ci permette di controllare l’intera filiera, ridurre le emissioni e garantire condizioni di lavoro eque. Utilizziamo materiali ecologici, tecnologie avanzate per minimizzare gli scarti e lavoriamo per migliorare l’efficienza energetica dei nostri stabilimenti. Vogliamo creare prodotti duraturi, promuovendo un consumo più consapevole e responsabile.
LA FIBRA PER OGNI SPORT
Dryarn® è una fibra altamente performante. Offre a chi lo indossa comfort, tecnologia e praticità. Leggero, isolante, traspirante, Dryarn® è il miglior alleato per qualsiasi performance sportiva. Cercatelo nelle etichette dei vostri capi. Indossatelo per sentire la differenza sulla vostra pelle.
I CAVALIERI TESTARDI
L’apertura del “Cavalier Sans Tête”, nella parete ovest dell’Hungchi da parte di Charles Dubouloz e Symon Welfringer del team Millet, è diventata un corto in collaborazione con il brand francese di Benedetta Bruni
La montagna, soprattutto quando si superano certe altitudini, richiede sangue freddo e mente lucida, attenta, calcolatrice. Anche quando il piano iniziale non va come previsto, il tempo cambia, o ancora quando uno dei soci si ammala ed è costretto a fermarsi al campo base. Cosa resta quando tutto va per il verso sbagliato e non sembra esserci via d’uscita? Nel caso di Charles Dubouloz e Symon Wel fringer, atleti del team Millet, l’apertura di una nuova via sulla parete di ghiaccio nel versante ovest dell’Hungchi, nella catena dell’Himalaya nepalese, a 7.029 m di altezza e su 1.700 m di dislivello.
gine: il nome della via non si rifà solo alla canzone del cantautore Damien Saez, ma anche al gioco di parole per cui entêté, in francese, si traduce come “testardo”. Che è il motivo per cui hanno continuato, dopotutto.
“LE CAVALIER SANS TÊTE”
La riuscita di Charles e Symon – quest’ultimo incontrato grazie a Millet, che ha realizzato un corto proprio sulla loro impresa nominato come la loro via, “Le Cavalier Sans Tête” – non è stata però casuale, sebbene le intenzioni iniziali fossero altre. L’obiettivo, infatti, era lo Gyachung Kang (7.954 m), a cui hanno dovuto rinunciare per l’aggravarsi delle condizioni meteo e della salute di Symon, che in quei giorni si era preso una bronchite. Con sempre meno tempo a disposizione, il loro sguardo si è volto proprio all’Hungchi, una vetta poco battuta e appena 5 km a sud del Gyachung Kang. Una pendenza “rigida ed estetica”, come racconta Symon –che quest’estate ha passato tre mesi in Groenlandia insieme a Matteo Della Bordella, Silvan Schüpbach e Alex Gammeter in un’avventura divenuta poi il film “Odyssea Borealis”. Ma non è stato un caso, appunto, che alla fine ce l’abbiano fatta. Il corto del “cavaliere senza testa” è la storia di questa riuscita, intrisa di una forte amicizia e un rispetto tale per la montagna da renderli totalmente consapevoli delle proprie capacità e condizioni. Nonché di paura, appena percepita da fuori, ma essenziale per acuire i sensi e misurare ogni movimento, riducendo il margine di errore. Una storia anche di testardag-
LA FIGURA DELL’ALPINISTA MODERNO Vedere il film insieme a Symon è stata anche un’opportunità per parlare di alcuni temi che contribuiscono a ridefinire il rapporto dell’alpinista con la montagna. Primo tra tutti il “turismo montano”, sempre più in voga, che da un lato affolla le vette, e dall’altro sminuisce gli sforzi degli alpinisti esperti. Questo, infatti, è l’unico sport che non viene realmente considerato come tale e assume invece connotati turistici, dove arrivano in cima sia esperti che principianti, che possono aggiungere un altro Ottomila al loro novero se debitamente aiutati dagli enti che se ne occupano, di fatto eliminando l’elemento eroico dell’impresa. Emblematico il fatto che l’Hungchi, decisamente poco battuto, si trovi nella stessa catena e a una distanza irrisoria rispetto all’Everest. Di più, anzi: prima del tentativo sul Gyachung Kang, Charles e Symon erano diretti verso il Manaslu, l’ottava montagna più alta del mondo, dove però hanno trovato una distesa infinita di tende, con i rifiuti che questi inevitabilmente generano, e un sovraffollamento tale da sentirsi da Walmart in un qualsiasi fine settimana. Questo ragionamento ha permesso di affrontare anche l’approccio dell’alpinista a queste imprese. Charles e Symon si definiscono infatti due “professionisti del fallimento”, perché dietro a ogni grande riuscita c’è spesso una quantità di tentativi non andati a buon fine, piani rielaborati e infine anche tanti dietrofront. Ciò che fa la differenza, ovviamente, è accettare che un rientro a casa non equivale a un insuccesso, quanto più una presa di coscienza dei propri limiti. Per provare poi a spostarli un po’ più in su la volta dopo.
Charles e Symon hanno avuto il supporto di Millet, che gli ha fornito l’abbigliamento necessario ad affrontare una scalata di ghiaccio in condizioni di neve anche sfidanti. Tra i capi che hanno usato, due appartenenti alla linea FW24/25 Trilogy Alpine Kit nonché due vincitori del premio ISPO Award 2023.
TRILOGY JORASSES DYNEEMA DOWN HOODIE
Altamente comprimibile e funzionale, questo piumino voluminoso rinforzato in Dyneema Ultra light è destinato alle spedizioni più estreme.
Il suo caldissimo isolamento in piuma d’oca 1000 FP usufruisce del nuovo trattamento ExpeDRY che migliora la rapidità di asciugatura delle piume diminuendo al contempo l’impatto ambientale.
MATERIALI
• Materiale esterno downproof in Dyneema, estremamente resistente allo strappo e duraturo
• Isolamento in piuma d’oca con potere gonfiante 1000 Fill Power (peso dell’imbottitura: 320 g nella taglia M), con trattamento idrofobo innovativo ExpeDRY e certificazione RDS
Questa tuta, sviluppata in collaborazione con gli atleti del team Millet, tra cui Symon Welfringer, è dedicata a un uso specifico in alpinismo parete nord e spedizione in stile alpino. La sua costruzione ibrida abbina l’impermeabilità del Gore-Tex Pro alla mobilità dei materiali stretch, offrendo protezione e libertà di movimento in condizioni estreme.
I rinforzi in Dyneema nei punti strategici ottimizzano la durata, mentre i numerosi dettagli rendono questo capo estremamente funzionale.
MATERIALI
• Gore-Tex Pro 3L, 70 denari, rafforzato fin sopra la vita (142 g/m2)
• Xcs Wool Stripes, stretch quattro direzioni, termoregolatore con composizione leggera in lana Merino
• Riporti in Dyneema Stretch posizionati sull’avambraccio per accentuare la libertà di movimento ed evitare gli strappi
• Orlo rinforzato in Dyneema per resistere all’attrito dei ramponi
• Peso: 850 g
_IL CONTRIBUTO DI MILLET
Charles Dubouloz e Symon Welfringer
PRIMALOFT IN VETTA
Siamo stati ospiti dell’ingredient brand americano al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo per scoprire le ultime novità e le innovazioni tecnologiche di Massimo Pileri
Era la fine del mese di novembre quando siamo stati ospiti di PrimaLoft al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo. Una cornice d’eccezione per farci raccontare da Leonardo Loro, sales leader Europe del brand, tutte le tecnologie che, negli anni, PrimaLoft ha sviluppato in termini di isolamento e per toccare con mano l’efficienza delle sue innovazioni.
WORKSHOP – La domenica ci ha accolto il Rotwandwiesen Chalets di Sesto Pusteria dove, dopo un ottimo pranzo, abbiamo affrontato un workshop che è stato anche un viaggio alla scoperta dei materiali d'avanguardia di PrimaLoft. Leonardo Loro ci ha illustrato, una dopo l’altra, le innovazioni che l’ingredient brand americano ha introdotto sul mercato, dalla rivoluzionaria tecnologia di produzione rinnovabile PrimaLoft P.U.R.E., che utilizza una tecnica brevettata per ridurre fino al 70% le emissioni di carbonio rispetto ai metodi di produzione tradizionali, alle fibre PrimaLoft Bio che utilizzano il 100% di contenuto riciclato e consente all'isolamento sintetico e alle fibre di tessuto di tornare ai materiali presenti in natura. Tre ore di speech per raccontare l’evoluzione e il futuro del brand, con un occhio sulla sua decennale storia.
LA FERRATA – Il giorno seguente siamo partiti di prima mattina alla volta del lago di Misurina per raggiungere il rifugio Auronzo da cui imboccare la via ferrata De Luca Innerkofler: ai nostri piedi le Moraine Polar GTX di SCARPA il cui comfort e calore sono garantiti da PrimaLoft PURE, un materiale isolante, sostenibile e ad alte prestazioni con un'impronta di CO2 inferiore rispetto alle tecnologie standard. A ripararci da vento e temperature novembrine, la giacca Lastei Active Plus di Karpos, pensata per adattarsi a tutte le avventure. Dotata di cappuccio e progettata con tessuto impermeabile K-Dry su spalle, cappuccio e fondo busto, garantisce un'impermeabilità fino a 20.000 colonne d'acqua. Il tessuto Pertex Quantum sulle parti anteriore e posteriore protegge dal vento e assicura un’ottima traspirazione. Con noi anche il soccorso alpino di Dobbiaco cui Gregory ha fornito lo zaino Targhee 45 Red e con cui abbiamo affrontato il percorso che ci ha regalato una vista privilegiata sulle Dolomiti e un’esperienza ad altissimo valore emozionale.
The original merino base layer.
VERSO IL FUTURO E OLTRE
Cresce e lo fa in modo responsabile Studio Moda Sport di Camillo Calloni, l’agenzia di rappresentanza e consulenza che da sempre ha lo sguardo rivolto in avanti
di Sara Canali
Non smette di evolvere Studio Moda Sport, l’agenzia di rappresentanza e consulenza che da tre generazioni lavora nel mondo dell’abbigliamento e dello sport e che ha nello spirito curioso e nella mente sempre in fermento di Camillo Calloni la sua energia vitale. Ultima novità è un nuovo spazio espositivo a Lissone in via Bramante da Urbino 2, che si estende a ancora di più rispetto ai 300 metri quadri dello storico head quarter per dare la possibilità ai negozianti del nord Italia di avere la miglior panoramica dei brand che si sono affidati alla realtà brianzola per la loro promozione.
LE SEDI
Nel 2023 Studio Moda Sport apriva la sua sede Torino con uno showroom all’interno dell’ex lanificio di via Bologna con la volontà di ampliare la propria attività verso ovest, in particolare Piemonte, Valle d’Aosta e in Liguria. Una scommessa che si è dimostrata vincente visto che dopo un anno, è stato necessario duplicare lo spazio dello showroom che è passato da 120 mq a 250.
“Oggi non basta più essere un agente, c’è bisogno di dare vita ad altri momenti al di fuori della campagna vendite. Organizzare clinic in cui i brand possono raccontarsi ai loro clienti, analizzare i sell out, porre l'accento sul visual e individuare i trend. In questo modo, sia i brand sia i negozianti possono trovare in noi non solo degli agenti, ma anche dei consulenti su cui fare affidamento".
“Dal lanificio non mi sposterò mai perché è un posto che funziona in una maniera incredibile. All'inizio ci aiutavano dei colleghi. Poi, a partire da gennaio di quest'anno, abbiamo assunto una persona fissa e adesso una seconda per gestire al meglio lo spazio. In poco tempo, Studio Moda Sport è cresciuta e oggi conta sette dipendenti, mentre io gestisco insieme a mio figlio Lorenzo che è entrato in pianta stabile nella nostra cabina di regia”, dice Camillo Calloni.
Nel frattempo, l’area di competenza dell’agenzia si sta allargando all’Emilia Romagna e ci piace pensare, anche se ancora non ci sono conferme ufficiali, che presto assisteremo all’apertura di una sede a Bologna. Chissà. Intanto Camillo e Lorenzo lavorano a ritmo intenso per allestire la nuova location lissonese, che abbiamo avuto la fortuna di vedere in anteprima esclusiva e sui cui vi assicuriamo: sarà un posto pazzesco.
ESSERE AGENTI OGGI
Abbiamo chiesto a Camillo Calloni come ha visto cambiare il suo lavoro nel tempo e la risposta ci ha stupito, forse perché eravamo ancora legati all’idea dell’agente che gira con il suo campionario nei mesi della campagna vendite per poi fermarsi nei mesi successivi.
Non solo consulenza, ma anche presentazioni di libri e possibilmente eventi legati al sociale, in modo da trasformare uno showroom in un vero e proprio hub dell’outdoor e del lifestyle. “Poi nella nostra essenza noi restiamo un'agenzia che si occupa di distribuzione, ma lo fa con una strategia che si basa su alcuni valori che condividiamo con i clienti e che per noi sono imprescindibili. Non è più una distribuzione a tappeto, ma piuttosto studiata, pensata, che rifletta lo spirito aziendale e che sia pronta a fare delle rinunce pur di non snaturare i prodotti”. A questo si collega anche una buona formazione del personale dei punti vendita che devono essere capaci di raccontare i prodotti che hanno in negozio.
UNA VISIONE SOSTENIBILE
Da sempre attento a scegliere brand che portano alti valori di sostenibilità ambientale e sociale, Studio Moda Sport ha fatto scelte green anche nelle piccole cose, come la selezione dei materiali per arredare gli spazi o anche solo negli oggetti quotidiani.
“Ora vorremmo passare al livello successivo, perché crediamo fortemente nell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU e siamo convinti che sia importante perseguire obiettivi sempre più ambiziosi sulla sostenibilità aziendale, ma soprattutto sociale perché per noi il benestare dei dipendenti è davvero importante, una questione che mi sta a cuore”.
Anche nel nuovo showroom di Lissone, lo spazio è organizzato per permettere al personale di vivere al meglio gli spazi. C’è un’area break con tanto di televisione, una cucina spaziosa, e degli uffici luminosi e ben areati. Inoltre, da sempre noi agenti siamo pezzi importanti della catena che fa da anello di congiunzione tra chi produce e il rivenditore, per questo è importante che anche noi rientriamo nel processo virtuoso che le aziende dell’outdoor hanno intrapreso da un po’. Facciamo parte dell’impronta di carbonio di un brand e dell’intero sistema e mercato, per questo dobbiamo essere attori attivi e partecipi del cambiamento”.
La sede di Torino
Il team di Studio Moda Sport a Lissone (MB)
Camillo Calloni
SOLD OUT ALLA PRIMA ITALIANA DI ARC'TERYX WINTER FILM TOUR
18 tappe in tutto il mondo, di cui una sola in Italia. Successo per l’appuntamento che si è tenuto all’Anteo Palazzo del Cinema di Milano il 5 novembre di Tatiana Bertera
Una sala su due piani gremita di appassionati e quattro proiezioni che hanno lasciato il pubblico a bocca aperta, in una serata dal ritmo incalzante e che si è conclusa con una valanga di applausi. Il Winter Film Tour organizzato da Arc'teryx in collaborazione con il team di "Arc'teryx Presents" è approdato per la prima volta a Milano lo scorso 5 novembre facendo registrare il tutto esaurito. Un successo che dimostra la potenza che il marchio ha acquisito nei suoi 35 anni di storia. Arc’teryx ha sin dalle origini l’obiettivo di portare il suo design e innovazione al livello più elevato possibile. In principio focalizzato sulla produzione di attrezzatura per arrampicata e alpinismo, ha esteso di anno in anno il suo expertise raggiungendo altissimi livelli di performance in abbigliamento, calzature, zaini e accessori per l’outdoor. Non si parla solo di prodotto, però: le storie di persone, appassionati e atleti sono il mezzo per ispirare e dare origine a nuovi progetti, avvicinando anche le nuove generazioni al mondo dell’outdoor e della neve. Un brand quindi che non parla solo ad atleti e professionisti ma anche a giovani e meno giovani che si appassionano per la prima volta al mondo dell’outdoor e vogliono farlo con i prodotti più innovativi e dall’estetica senza tempo. Nel 2023 le vendite del brand sono aumentate del 65% rispetto all'anno precedente. Nel 2024 Amer Sports, che oltre ad Arc'teryx Equipment possiede tra le altre Salomon, è stata quotata in borsa. Un successo mondiale così come la serata dedicata alla produzione di documentari e corti che raccontano le vite di uomini e donne che vivono avventure straordinarie in montagna, cercando di far riflettere e ispirare. Non è un caso che il ricavato dei biglietti venga destinato a partner locali impegnati nella promozione delle attività outdoor e nella sensibilizzazione della community sul tema del cambiamento climatico come POW Italy, presente alla serata anche con un intervento sul palco. In sala anche Silvia Moser (tra i protagonisti del film Going East) e Achille Mauri, regista di "Every Island Has A Name".
ÉPHÉMÈRE
"Éphémère" è il lungo viaggio interiore di un bambino timido che ha un rapporto speciale con la natura e la neve, di un adolescente che sopravvive per miracolo e perde il suo migliore amico, e di un giovane adulto smarrito, alle prese con la scoperta di una società che fatica a comprendere.
TIM "Tim" è un ritratto di Tim Sackbauer, ragazzo con la Sindrome di Down che vive a Vail, in Colorado. È cresciuto in una famiglia appassionata di sci e, quasi inevitabilmente, lo sci è diventato la sua grande passione. Praticamente cresciuto sulle piste dalla sua famiglia e dalla comunità montana in cui vive, Tim, che ora ha quasi 30 anni, continua a vivere per lo sci.
Con: Tim Sackbauer (USA)
Regista: Jordan Findlay (Canada)
Durata: ~20 minuti
Uscita online: marzo 2025
EVERY ISLAND HAS A NAME
"Every Island Has A Name" parla di ciò che i protagonisti dello snowboard e della sua community: il divertimento, la convivialità e il seguire questa passione. Questo progetto mette in evidenza il puro piacere di esplorare, scivolare sulla neve e trascorrere del tempo di qualità con un gruppo di amici che condividono una profonda passione.
Con: Severin Van Der Meer (Svizzera), Elena Hight (BC, Canada), Jared Elston (USA)
Regista: Achille Mauri (Italia)
Fotografo: Silvano Zeiter (Svizzera)
Durata: ~20 minuti
Uscita online: gennaio 2025
GOING EAST
Fin dove si può arrivare solo con autobus, treni o a piedi? Lo scorso inverno, Silvia Moser, Max Kroneck, Joi Hoffmann e Loic Isliker hanno cercato di trovare una risposta a questa domanda attraversando l'est Europa con gli sci, spostandosi solo con i mezzi pubblici. Un viaggio tra le situazioni più disparate: tra intense giornate passate a destreggiarsi tra gli alberi di Tarvisio e discese ad alta quota al tramonto in Romania, impareranno a dare un nuovo valore all'imprevisto e ad apprezzare i momenti lenti tra una tappa e l'altra.
Con: Edgar Cheylus (Francia), cameo di Mike Gardner (USA), Victor Daviet (Francia)
Regista: Baptiste Sjöström (Francia)
Durata: ~25 minuti
Uscita online: febbraio 2025
Con: Max Kroneck, Silvia Moser, Joi Hoffman, Loic Isliker
Dopo alcuni anni di assenza è tornato Milano Montagna, una due giorni ricca di incontri, talk, film, documentari, mostre ed esperienze di Pietro Assereto
Lo storico Milano Montagna Festival, che dal 2014 chiama a raccolta gli appassionati e curiosi delle terre alte, è tornato a riempire la città meneghina dopo qualche anno di assenza grazie all’associazione I.D.A. Idee Dall’Alto. Gli storici fondatori Laura Agnoletto e Francesco Bertolini da quest’anno hanno, infatti, deciso di affidare il Festival al collettivo dei soci Francesca Davide, Michela Belli, Marco Mascheroni, Marco Zambaldo, i quali sono riusciti a far ripartire il progetto e donargli una nuova luce.
LA MONTAGNA IN CITTÀ
Nella città meneghina vive un numero sorprendente di persone che amano e frequentano valli, boschi, sentieri e cime. L’obiettivo del Milano Montagna festival era quello di creare un contesto urbano dove conoscere e approfondire le più belle storie e incontrarne i protagonisti. Obbiettivo ampiamente raggiunto.
Il tema del festival, patrocinato dal Comune di Milano attraverso l’Assessorato allo Sport, da Guide Alpine Italiane e dal CAI Nazionale, era “Tempo di Montagna”. “La montagna vive secondo i suoi ritmi, le sue stagioni, le sue condizioni. Un tempo dettato da spazi e relazioni. Un tempo a volte compreso, a volte sfidato, a volte interrotto dall’essere umano. Il festival sarà l’occasione per capire cosa abbiamo imparato dal passato e cosa oggi stiamo progettando per il futuro. Il programma è ricco di punti di vista, con un’attenzione particolare rivolta alle tematiche ambientali”.
Non a caso è stata scelta Adele Zaini come conduttrice del festival, una giovane fisica del clima, ricercatrice e attivista, nonché presidentessa del gruppo CAI Sem Juniores. Tra i numerosi talk, ha condotto “Un’ora per acclimatarsi / ghiacciai, dighe e crisi climatica a cura di l’altra montagna”, una tavola rotonda con Sofia Farina di L’Altra Montagna e POW, Michele Argenta di Ci Sarà Un Bel Clima e Gigiat, il glaciologo Giovanni Baccolo, Luca Rota, autore de“Il miracolo delle dighe” e Vanda Bonardo.
Nel corso delle due giornate, sul palco con Adele Zaini sono salite figure del mondo della montagna, come Marco Confortola e Alex Txikon, ma anche tantissimi scrittori: Pietro Lacasella, autore di “Sottocorteccia. Un viaggio tra i boschi che cambiano”, Michele Marziani, di “Dove dormi la notte. Un racconto di resistenza, pesca e socialismo”, Paolo Paci, per “L’Alfabeto del Paradiso. Storia di un parco nazionale, delle sue cime, delle sue genti”, Sirio Zao, con “L’arte
“Partecipare al Milano Montagna Festival è per noi una grande opportunità per condividere la nostra passione per la montagna e sensibilizzare su temi cruciali come la sostenibilità e il rispetto dell’ambiente. Questo festival rappresenta uno spazio di confronto e ispirazione, dove i valori della montagna si intrecciano con le sfide del nostro tempo. Insieme, vogliamo esplorare nuove idee per il futuro e celebrare una cultura outdoor responsabile, in linea con l’impegno che Ferrino porta avanti da sempre nel promuovere un approccio consapevole e innovativo alle attività all’aria aperta” Anna Ferrino, ceo Ferrino
della slackline”, Anna Torretta, autrice di “Dal Tetto di Casa Vedo il Mondo”, Alberto Milani con il suo “Yogarrampicata”, Giovanni Baccolo, autore di “I Ghiacciai Raccontano”, Amedeo Cavalieri, membro dei Brocchi sui Blocchi, con “Abituati a cadere”, Giovanni Ludovico Montagnani che ha raccontato il suo “Dopo l'incidente. E se andasse tutto molto meglio del previsto?”, Paul Prichard, e, in collegamento, Pietro Dal Pra e Adam Ondra, autori a quattro mani dell’autobiografia del talento ceco “The Climber”.
Sono stati proiettati i film “Lung ta cavalli al vento”, con a susseguirsi incontro con gli autori, “Into The (Un)Known”, “C’era una volta ad est” con il regista Alessandro d’Emilia, “Etna - Freeride On Another Planet” con Shanty Cipolli, “Ritorno al Breithorn” con Dario Tubaldo, Ettore Personnettaz e Shanty Cipolli, “Scorace” di No Grip Climbing, “Primascesa - La Montagna Creata Dall’uomo” e “Transcardus”, il nuovo film di Ferrino.
NON SOLO CONTENUTI MA ANCHE ESPERIENZE
All’esterno della Fondazione Feltrinelli, sulla passeggiata Pasternak, è stata infatti posizionata una parete di arrampicata di sette metri con due linee, una per principianti e l’altra più performante a cura di Wall Party. Nonostante il tempo, erano tanti i bambini che hanno voluto provare per la prima volta l’ebbrezza verticale. Hanno sponsorizzato l’evento Ferrino, Sportler e SCARPA in qualità di main partner e poi Montura, Manga Climbing, Ragni di Lecco, Climbing Radio, Lifegate, Versante Sud.
PROMUOVERE UNA CULTURA DEL CAMMINARE
A fine novembre si sono tenuti gli Stati Generali del turismo outdoor, per fare un bilancio dei Cammini in Italia e tracciare le prime linee guida da cui partire per il futuro
di Benedetta Bruni
Il 23 e 24 novembre, nell’Isola di San Servolo a Venezia, si è svolta una due giorni organizzata dal CAI a tema “Stati Generali del turismo outdoor – Camminare l’Italia, verso una visione comune”, dedicato al futuro dei cammini e agli itinerari escursionistici italiani. È la prima volta che si tiene un evento nazionale sull’argomento, con oltre 60 rappresentanti di istituzioni, imprese e associazioni. Per questa occasione si sono alternati diversi panel, ognuno per esporre un aspetto del “turismo outdoor” (inteso come il turismo lento tipico dell’escursionismo, dei cammini e del camminare nella sua accezione più ampia) e definire uno stato dell’arte comune per tutta Italia, al fine di quantificare il fenomeno e fornire una base solida per scelte informate e sostenibili. I vari interventi hanno esposto gli esiti degli otto tavoli di lavoro tenutisi nel mese di ottobre in preparazione agli Stati Generali. Tali risultati sono stati poi raccolti in un dossier (consultabile online) che include linee guida e buone pratiche per lo sviluppo del turismo outdoor in Italia. I tavoli hanno toccato argomenti quali: segnaletica e manutenzione, governance, raccolta dati, i cammini per lo sviluppo turistico dei territori, inclusione e giovani, accessibilità, cultura del camminare, accoglienza e sostenibilità.
L’ISTITUZIONE DI UN TAVOLO DEL TURISMO
smo outdoor, senza dimenticare bike, arrampicata e altre discipline”. A monte di questa decisione, ci sono alcuni temi che sono stati richiamati più di altri.
QUALCHE NUMERO
Partendo di fatto dalle conclusioni, questo evento è stato efficace già in prima battuta per via dell’intervento della ministra del Turismo Daniela Santanché, che ha accolto l’invito alla creazione di un tavolo di confronto permanente al Ministero, dove poter affrontare tutti gli aspetti del turismo outdoor coinvolgendo anche il CAI, Sport e Salute, le regioni e le associazioni di categoria. Nel suo discorso ha elogiato come questo tipo di turismo sia una risorsa fondamentale per l’Italia. “I dati del 2024, con 71 milioni di presenze e oltre 11 milioni di arrivi nel settore open air, confermano la crescita di questo mercato, che ha un impatto economico complessivo di oltre 8 miliardi di euro. […] L’obiettivo è promuovere un turismo responsabile e sostenibile, in grado di valorizzare le economie locali”. Un risultato che ha testimoniato la bontà delle discussioni in questi due giorni, e soprattutto l’apertura del CAI verso proposte che potessero da un lato valorizzare i cammini, dall’altro garantire la conservazione di una cultura della montagna. Il presidente del Club Alpino Italiano Antonio Montani, tuttavia, ha auspicato anche alla creazione di un osservatorio nazionale “che consenta di raccogliere in maniera specifica e strutturata i dati del turi-
Per dare un’idea dell’entità dei Cammini nella Penisola, la rete sentieristica italiana supera ampiamente la lunghezza della rete autostradale: 160 mila chilometri a fronte di 7mila, eppure la prima viene sostenuta e manutenuta dal lavoro di oltre 10 mila volontari CAI, associazione che dal canto suo è da considerarsi la più grande struttura ricettiva d’Italia, suddivisa su circa 300 rifugi e 15.444 posti letto. Per quanto riguarda i Cammini, invece, nel dossier “Italia, Paese di Cammini” di Terre di Mezzo Editore emerge che nel 2023, per la prima volta, le credenziali del pellegrino distribuite hanno superato le 100 mila unità (101.419), con un incremento del 25% rispetto al 2022 (81.473). Delle 2.427 persone interpellate, il 57% sono donne e il 43% uomini. Sono stati contati 1 milione e 350 mila pernottamenti, per lo più in appartamento (44%) con una spesa giornaliera generale tra i 20 e i 40 euro (47%).
SOSTENIBILITÀ
Di responsabilità ambientale e intermodalità con i mezzi pubblici si è parlato in diverse occasioni. Per le strutture di accoglienza, che con un’uniformità a livello nazionale e una definizione chiara della loro funzione potrebbero rendere più accessibile e sostenibile l’accoglienza che effettivamente offrono in cammino. Sono stati citati poi esempi di certificazioni: quella del Global Sustainable Tourism Council (GSTC), per la quale la Via degli Dei ha fatto richiesta che, dovesse venire accolta, la renderà il primo Cammino effettivamente sostenibile da un punto di vista ambientale, o ancora la Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS) e altre. È stata menzionata la necessità di opere a favore della destagionalizzazione, un impegno portato avanti in particolare da AITR – Associazione Italiana Turismo Responsabile. Il Politecnico di Milano e Montana SpA hanno esposto il loro progetto di certificazione ambientale per i rifugi, con l’obiettivo di misurare e migliorare la sostenibilità di queste strutture e contribuire alla loro resilienza ai cambiamenti climatici. Ma è stato soprattutto il CAI a farsi portavoce di un concetto di sostenibilità intrecciato alla cultura della montagna. Facendo una riflessione sulla contingente chiusura dei lavori della COP29 e in occasione della firma con AICS (Agenzia per
Da sinistra, Marco Rusconi e Antonio Montani
la cooperazione e lo sviluppo) di una convenzione sulla cooperazione internazionale legate al turismo sostenibile, il Club Alpino Italiano ha parlato di una frequentazione rispettosa dell’ambiente anche in chiave turistica, inclusiva per le persone che la vivono quotidianamente, sostenibile per le generazioni future.
INCLUSIONE, ACCESSIBILITÀ, DIGITALIZZAZIONE
Parlando di Cammini, non vengono spesso citati il senso di aggregazione, appartenenza ed “empowerment” che questi sanno creare. Alessandra Pollo, referente per la ricerca scientifica per il CAI, ha però portato alcuni esempi: la Rete Nazionale Donne in Cammino promuove la partecipazione femminile e crea spazi sicuri di condivisione, così come il CAI Giovani si impegna a educare sempre più ragazzi e ragazze al vivere e scoprire l’ambiente montano. Per migliorare l’esperienza di camminatori e camminatrici con disabilità o esigenze specifiche è stato redatto il vademecum “Accessibilità e fruibilità dei cammini: un metodo di lavoro”. Queste e altre iniziative valorizzano la creazione di un senso di comunità e collaborazione ed evidenziano i benefici della natura sulle persone. Sono una fonte umana e sociale molto preziosa, che si scontra tuttavia con l’accessibilità effettiva dei Cammini in senso materiale ed economico. Anche in questo caso viene chiesto uno sforzo istituzionale per ridurre le barriere economiche e rendere effettiva l’inclusività, in particolare per i e le giovani. Ma non ci si deve limitare a questo: per fruire più facilmente dei Cammini bisogna rendere chiare le opzioni a disposizione, per esempio raccogliendole online (il CAI a tal proposito ha creato il portale prenotarifugi. cai.it) e, in parte, digitalizzando i percorsi tramite segnaletica smart per accompagnare e garantire sicurezza per tutto il percorso. A questo proposito si collega il tema della condivisione dei dati, affinché i diversi portali legati al turismo outdoor possano condividere i dati dei frequentatori e dei turisti sia tra di loro sia con l’osservatorio auspicato anche dal presidente Montani. Per raccogliere e analizzare dati sulla domanda e l’offerta turistica, monitorare le tendenze di un dato territorio, valutare gli impatti economici, sociali e ambientali e supportare una pianificazione strategica della destinazione.
PROMOZIONE DEL TURISMO OUTDOOR
L’obiettivo della ministra Santanché è far sì che l’Italia sia la prima destinazione in Europa per il turismo outdoor, al momento seconda solo alla Spagna. Dall’altra parte, tuttavia, alcuni dei comuni che effettivamente sono presenti e operano nelle località interessate chiedono interventi a favore della destagionalizzazione e contro l’overtourism. Come ha riportato Maria Dolores Riveiro Garcia nello Studio degli impatti socio-economici sul Cammino di Santiago de Compostela, ciò che è bene tenere in considerazione per queste comunità non è tanto la crescita derivata dagli introiti dei pellegrini, quanto più l’impatto “percepito” da parte dei residenti. Questo aspetto deve essere integrato con i dati che poi appaiono nei report nazionali sul turismo outdoor, interpellando direttamente i comuni sulle loro percezioni, in modo tale da renderli parte attiva in un processo di sviluppo turistico che sia sostenibile anche e soprattutto per loro.
Alla luce di ciò, nell’impegno di aumentare il numero di persone che frequenta i Cammini, è importante menzionare, al fianco di strategie di sviluppo locale, anche proposte di turismo organizzato, che si concentra su destinazioni meno conosciute e periodi di media-
bassa stagione per un turismo diffuso e sostenibile. È altresì essenziale coinvolgere gli stakeholder locali competenti in materia di Cammini e percorsi, come gestori, operatori turistici, associazioni di categoria e comunità locali, magari con aggregazioni di comuni in coordinamento con enti gestori. Una proposta per le istituzioni, inoltre, riguarda la progettazione integrata tra rete cicloescursionistica, itinerari culturali, Cammini e ciclovie, allargando la rete di soggetti coinvolti lungo gli itinerari per favorire una mobilità dolce con la messa a sistema dei principali percorsi a tema. Senza dimenticare, infine, che una buona promozione passa anche da una comunicazione efficace, che possa dare identità al Cammino e far trasparire la sua autenticità, per attrarre così il target giusto di camminatori.
PER LA DIFFUSIONE DI UNA CULTURA DELLA MONTAGNA
Un’ultima riflessione deve essere fatta sul concetto di “cultura della montagna”, ripreso con forza anche dal presidente Montani. Ben vengano le iniziative per aumentare il numero di pellegrini, o le politiche del ministero del Turismo come l’istituzione del DDL Cammini o del Fondo dei cammini religiosi. Tuttavia occorre ricordare che parlare di “prodotto” implica vi sia un consumo, e ai frequentatori di ambienti fragili come le montagne può far storcere il naso. Serve dunque una maggiore consapevolezza e il riconoscimento di altri valori: rispetto, sostenibilità, cooperazione, anche eroismo se si vuole. Per un approccio all’escursionismo che non sia fine a se stesso, ma che sappia legare tra di loro istituzioni, comunità, camminatori.
AVERE CURA DI CIÒ CHE SI AMA
RRTrek di Roma da oltre 30 anni si interessa in prima persona di ciò che gli sta a cuore. Il cliente, con un servizio informato e presente nel territorio di tre regioni e le montagne, diffondendo una cultura del rispetto
di Benedetta Bruni
Oltre 30 anni di esperienza, tre regioni e sei punti vendita: RRTrek, di cui il primo negozio è sorto nella capitale con il nome di Rifugio Roma, è un’istituzione per gli appassionati delle alte vette nel Centro Italia. Ma è anche un esempio di trasmissione di un’eredità che supera ampiamente questi tre decenni, una “cultura della montagna”, dove condividere il rispetto, il comportarsi bene e la generosità verso l’altro. Per valorizzare e promuovere il patrimonio montano, sensibilizzare gli amanti degli sport outdoor alla conservazione dell’ambiente che frequentano, e allo stesso tempo attrarne di nuovi, soprattutto tra le nuove generazioni. Ne abbiamo parlato con il titolare di RRTrek Roma, David Ciferri.
RRTrek nasce oltre 30 anni fa con il nome di Rifugio Roma, proprio nella capitale. Come si è evoluto negli anni?
In realtà il negozio esisteva già prima, ma vendeva solo attrezzatura da campeggio. Poi 35 anni fa, quando sono entrato come commesso, ci siamo resi conto che stava crescendo il mondo dell’attività all’aperto. In seguito abbiamo inserito dei reparti che non avevamo, come l’escursionismo, l’arrampicata e l’alpinismo, finché pian piano si è assopito l’interesse per il camping ma è rimasto il resto.
Oggi contate ben sei punti vendita sparsi tra Lazio, Abruzzo e Umbria. Cosa c’è dietro questa scelta?
Abbiamo due punti vendita in Abruzzo e due in Umbria, mentre il 3 ottobre ne abbiamo inaugurato uno a Orvieto. Siamo un po’ in controtendenza: di fatto non ci siamo mai riconosciuti nella vendita online. Secondo noi il settore ha ancora bisogno che i punti vendita offrano una consulenza al cliente. E siccome tanti di questi clienti che venivano da fuori ci chiedevano di aprire un nuovo negozio anche da loro, abbiamo iniziato a fare delle prove. La prima è stata a Pescasseroli, partita come una collaborazione; poi è arrivato il Gran Sasso seguito da Terni, dove ci siamo spostati nel vecchio negozio di un collega. Il pubblico ci apprezza proprio grazie a questa presenza sul territorio. Forse non saremo competitivi come se fossimo online, ma cerchiamo di fare il prezzo giusto offrendo un servizio che crediamo faccia piacere al cliente.
Com’è cambiato l’approccio del cliente al mondo outdoor in generale?
Ora si va in montagna per lo più di fretta e furia o, come si suol dire, “fast and light”. Difficilmente si fanno weekend in quota, ma c’è l’ansia invece di fare tutto in un breve lasso di tempo. Per questo i clienti adesso ci chiedono prevalentemente prodotti leggeri, perché vogliono finire l’escursione rapidamente e vogliono portarsi dietro tutto. E a questi visitatori più informati – che però non sono mai perfettamente a conoscenza del prodotto che ci chiedono di acquistare – si alternano i neofiti che richiedono un articolo non adeguato solo perché l’hanno visto su internet.
E qual è, invece, il rapporto con le montagne dei vostri negozi? Cosa vuol dire diffondere una “Cultura della Montagna”? È la cultura che ci hanno trasmesso i nostri genitori: ci hanno educato alla sensibilità, al portar via l’immondizia, al rispetto degli animali e degli operatori del luogo. Oggi in questa opera ci supportano anche i media, ma ci piacerebbe sensibilizzare di più sul concetto di riciclare, così come prestare l’attrezzatura o l’abbigliamento. Forse sono principi che vanno contro il nostro lavoro, ma ci interessa che sia chiara l’importanza del comportarsi bene, non sporcare, essere ecologici. Ed è quello che cerchiamo di dire con le attività nei nostri negozi.
A tal proposito siete molto attivi sui social e con gli eventi. Come risponde la community?
Organizziamo eventi – visioni di film o presentazioni di libri – perché, oltre a essere un’attività importante per la diffusione di una cultura della montagna, va ancora “di moda”. Abbiamo iniziato nel 2009: all’inizio avevamo grande riscontro, ma di recente c’è stata una flessione nella partecipazione. Oltre a quello, portiamo le persone in montagna, invitiamo gli atleti in negozio o organizziamo dei test.
Com’è evoluto il mercato in questi 30 anni?
Prima era decisamente più semplice, perché la gente si affidava al negozio. Poi con i social la clientela si è documentata, creando sì conoscenza, ma anche confusione. Il mercato si è evoluto, il prodotto è diventato sempre più tecnologico e costoso e questo ha inevitabilmente fatto una scrematura nel pubblico, con il risultato che oggi chi entra in negozio è molto esigente. Poi certo, si è comunque avvicinata più gente alla montagna, sebbene tanti di questi abbiano avuto il loro primo approccio con l’online o i centri commerciali. Purtroppo, però, i segnali che le due realtà distribuiscono sono distorti, perché si rischia di considerare anche il punto vendita specializzato come un centro commerciale dove tutto è dovuto. In molti dicono che è meglio iniziare così, perché aiuta a capire se un’attività è adatta a loro o meno. Non trovo che sia del tutto corretto: magari non è giusta per qualcuno solo perché non ha trovato l’attrezzatura adeguata.
Quali progetti avete per il futuro?
Abbiamo avviato un progetto in collaborazione con Treedom per cui, a partire dal prossimo anno, pianteremo un albero per ogni prodotto Gore-Tex acquistato dai nostri clienti. Poi abbiamo altre iniziative in programma per il 2025, tra cui sicuramente due nuove aperture. Non prevediamo, invece, un’espansione sull’online, tantomeno l’adesione a campagne come è stato il Black Friday, che troviamo incoerenti con la nostra filosofia. Ci diverte però usare i social, con video e reel su Instagram. Credo che la coerenza ci ripagherà, nel tempo.
Nome: RRTrek Rifugio Roma
Indirizzo: via Ardea 3A, 00183 - Roma
Telefono: 06.70450873
E-mail: info@rrtrek.com
Sito: rrtrek.com
Facebook: RRTrek Il Rifugio Roma IG: @rrtrekrifugioroma
Titolari: David Ciferri
Anno di apertura: 1990 Punti vendita: quattro (Pescasseroli, Terni, Orvieto, Gran Sasso) Personale: Silvia, Leonora, Claudia, Alessandra, Stefania, Sara, Luisa, Michele, Alessandro, Emanuele, Giuliano, Paolo, Alessio
Anche quest’anno la magia del Natale accompagna il periodo più ombroso dell’anno.
Ombroso nel senso che le ore di luce sono poche e spesso, in pianura padana, catino industriale ai piedi delle Alpi, accompagnate da una coltre giallastra meglio conosciuta come nebbia. Al di sopra, salendo verso le bianche (a volte) cime, la foschia si dirada, lasciando spazio al sole, marcando quell’invidiabile condizione vissuta dagli abitanti della montagna tanto d’estate per il fresco, quanto d’inverno per la miglior qualità dell’aria. Nulla in comune dunque fra pianura e montagna. Grigio da una parte, turchese dall’altra. Goccioline grigie in sospensione contro candidi cristalli di neve (a volte). Mascherine contro occhiali da sole. Sguardi avviliti contro visi sorridenti… Una dicotomia inaccettabile, alla quale, per porre rimedio, le solite teste di marketing, già oggetto di interesse da parte di questa rubrica, hanno pensato bene di architettare un delizioso e appagante rituale inclusivo e parificante: il mercatino di Natale.
Non abbiamo dati certi per stabilire quando e dove sia nata questa scintillante tradizione che illumina i cuori di grandi e piccini. Quello che sappiamo con certezza è che da quando il primo pullman organizzato ha fatto scalo a Bolzano vomitando sotto l'albero di piazza Walther una combriccola di pionieri padani dello shopping, il Natale in montagna non è più stato lo stesso. Un successo esportabile, devono aver pensato in molti, dato che nel corso degli ultimi 20 anni si è assistito a una progressiva proliferazione di mercatini con moto retrogrado dalla montagna verso la pianura per pareggiare il conto, colmando quel senso di vuoto e rimuovendo l’antipatica dicotomia di cui sopra.
Mai più facce tristi in pianura: il fascino della montagna, accompagnato dalla magia del Natale, sbarca in città e nei tanti piccoli centri di periferia con il suo carico di emozionanti suggestioni. Renne e slitte
in polipropilene effetto legno, lucette a intermittenza a corredo di baitine prefabbricate da cui fanno capolino immobili e infreddoliti operatori economici rigorosamente del territorio (naturalmente…) con berretto e maglione di Natale d’ordinanza che occupano senza pietà i fine settimana di provincia. Nelle grandi città, i mercatini assumono proporzioni preoccupanti, tanto da suscitare qualche malumore fra i gestori dei grandi centri d’acquisto che rilanciano a propria volta con nuove elaborazioni della formula vincente, finanche a invitare sul palcoscenico autentici esemplari di fauna montanara. Dai pastori transumanti agli scultori del legno, dai piccoli produttori locali di formaggio agli esperti coltivatori della biodiversità alpina che propongono alimenti ed essenze dalle proprietà taumaturgiche, è tutta un’ingenua rassegna dei più mortificanti luoghi comuni.
La montagna in bancarella dunque, con la scusa del Natale, è privata di qualsiasi forma di autenticità ed è rappresentata per l’ennesima volta come un elemento di consumo e non come espressione di cultura e identità. E lo si può comprendere se la messa in scena avviene nel piccolo centro di pianura, slegato dal tema, dove con non poca difficoltà si cercano soluzioni per non perdere quel poco che resta del senso di comunità… meglio attorno a una finta baita nella piazza di un paese dormitorio, con uno spettacolino di burattini per le poche famiglie che ancora producono bambini, piuttosto che il nulla di un centro commerciale ad alto impatto sociale. Ma non lo si può più davvero sopportare quando sono i luoghi veri dell’identità alpina ad attivare questo discutibile Christmas business, in grado di intasare con il traffico di auto e torpedoni alcune delle vallate più iconiche, fornendo un contributo gassoso che finisce per far assomigliare la montagna alla pianura. Quella montagna verso la quale si cercava una via di fuga dal grigiore della pianura, immersa nella inquietante nebbia del Natale.
*Lafuori. Una pagina pubblicitaria in meno, uno spunto di riflessione in più. Lafuori non è un nuovo brand outdoor fondato da due giovani mountain runners appassionati di climbing. Non è l’account Instagram di un influencer. Non è nemmeno il nome di una falesia segreta di un’isola sconosciuta del Mediterraneo o di un hotspot di Hokkaido dove cade la neve più polverosa del mondo. Lafuori è il titolo del contro editoriale di Outdoor Magazine. Un racconto libero e disincantato dell’outdoor scritto sotto mentite spoglie
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