Bikefortrade #09-2024

Page 1


Ti aspettiamo!

13-14-15 SETTEMBRE

MISANO WORLD CIRCUIT - STAND U1 -

6 MERCATO, EVENTI

7 POLTRONE

8 PARTNERSHIP

9 DAL MONDO DEL LAVORO

DATI&STATISTICHE

10 IL CICLOVIAGGIATORE AI RAGGI X

FOCUS ON 12 BOLOGNA CITTÀ 30: INVERSIONE DI ROTTA

BRAND PROFILE

14 BARBIERI: FANTASIA AL POTERE

NEW RELEASE

16 SCHWALBE ALBERT PRO: RIVOLUZIONE INVISIBILE

FOCUS OLIMPIADI

18 IL RE(MCO) DI PARIGI 2024

19 LA DOPPIA DOPPIETTA DELLA MTB

SPECIALE RACE

20 TADEJ POGAČAR, L'ALIENO

22 LA TECNOLOGIA MEGATORQ DI FSA

FOCUS PRODOTTO

24 I NUOVI ANTIFURTO DI ABUS

26 FOXY DI MONDRAKER

27 LA LINEA LOAMER DI VAUDE

28 VOYAGER DI BRERA

FORMAZIONE

30 BICYCLE & BUSINESS ACADEMY

TRENDS

32 LA NUOVA GENERAZIONE DEL CYCLING APPAREL

RETAIL COACHING

34 IL POTERE DEL MARKETING ESPERIENZIALE NEGLI EVENTI

SOTTO LA LENTE

36 INTELLIGENZA ARTIFICIALE: A CHE PUNTO SIAMO?

BIKEFORTRADE X RMS

38 COSA TROVARE NELLO STAND RMS A IBF?

FOCUS SHOP

40 BIKE SPACE DI VALENZA (AL)

TRAVEL DESTINATION

42 LA REGINA DELLE DOLOMITI È ANCHE MTB

EDITORIALE

DI BENEDETTO SIRONI

benedetto.sironi@mag-net.it

A DUE VELOCITÀ

Sono quelle che vi raccontiamo in questo editoriale, perché entrambi i temi riguardano molto da vicino il nostro mondo. La prima è quella “lenta” (almeno considerando i mezzi a motore) delle “Città 30”. Come i km/h che gli automobilisti devono rispettare in presenza di questa apposita norma, riguardo la quale vi abbiamo già anticipato alcune riflessioni proprio sullo scorso editoriale. Come promesso ecco anche la nostra intervista con Andrea Colombo, uno degli esperti dietro il progetto che ha riguardato Bologna, dal 16 gennaio 2024 prima grande città in Italia a essere diventata “Città 30”. Iniziativa osteggiata da più parti e al centro di alcune polemiche, rivelatesi per lo più pretestuose e di parte. Anche a giudicare dai risultati effettivi, che vi presentiamo in modo dettagliato nell’articolo alle pagine 12-13.

Riassumiamo qui comunque alcuni dei più significativi: su un confronto con i dati del biennio 2022-2023, in sei mesi (dal 15 gennaio al 14 luglio 2024) sono calati gli incidenti stradali (-10,78%) e i feriti (-11,65%). Diminuiti gli incidenti più gravi (-37,8%) , i decessi (-33%), il traffico veicolare (-3%) e aumentato l’uso dei mezzi pubblici (+11%). Uno studio del Politecnico di Atene pubblicato a maggio del 2024, inoltre, ha analizzato in modo comparato i dati reali di 40 città europee diventate Città 30, misurando, tra le varie cose, in media una riduzione del 23% delle collisioni stradali, del 37% dei decessi e del 38% dei feriti, del 2% della congestione stradale. Lo studio indica inoltre che limiti di velocità più bassi spingono le persone a comportamenti più sicuri ed ecologici, incentivano l'uso del trasporto pubblico e gli spostamenti a piedi e in bicicletta.

Nel nostro stile abbiamo analizzato chi lo ha “supportato” in questa stagione. Ad accompagnarlo la V4RS di Colnago, ma anche MET per il casco, DMT per le scarpe e tante altre aziende che hanno dato il loro contributo in quella che rimarrà una delle pagine più indelebili per la storia del nostro sport.

Ma non è tutto. Abbiamo dedicato spazio anche alle Olimpiadi di Parigi 2024, dove tra gli uomini Remco Evenepoel è riuscito a portare a casa nella stessa edizione olimpica la medaglia d’oro sia nella prova in linea sia a cronometro. Commenti? Basti dire che non era mai accaduto nella storia del ciclismo maschile… Citazione doverosa anche per la mtb dove nel cross country le vittorie sono state di Tom Pidcock e di Pauline Ferrand-Prévot. In questo caso una “doppietta italiana” visto che entrambi gli atleti hanno utilizzato bici Pinarello. Tra gli altri contenuti di questo numero ecco anche il nostro focus race, che ci porta dritti verso le battute finali di una stagione già indimenticabile con il Mondiale (21-29 settembre a Zurigo) e con l’ultima Classica in programma (Giro di Lombardia, 12 ottobre). Un degno finale di anno prima di pensare già al 2025, che ci si augura entusiasmante sul piano degli atleti e degli eventi, nonché di miglioramento per il mercato della bike industry. Un valido termometro della situazione attuale e futura lo avremo senz’altro dopo l’imminente Italian Bike Festival, al quale anche Bikefortrade, in compagnia di tutto il settore, sarà presente con un proprio stand e il team al gran completo per incontrare operatori e pubblico nella cornice ormai consueta e sempre molto attesa dell'autodromo di Misano.

Di contro, il mondo della bici vive anche di velocità e grandi momenti connessi a essa (e non solo). Di imprese che rimarranno nella storia del ciclismo nelle scorse settimane abbiamo avuto la fortuna di viverne più di una. E sappiamo quanto queste, in particolare se legate anche a fuoriclasse iconici e di grande personalità, siano importanti per alimentare il sacro fuoco della passione e dell’entusiasmo, così importante in ogni sport (anche per il relativo business). Parliamo ovviamente in primis di Tadej Pogačar. Negli ultimi 26 anni ci avevano provato in tanti. Da Alberto Contador a Chris Froome, ma nessuno era andato davvero vicino alla doppietta Giro-Tour (l’ultimo a riuscirci era stato il nostro "Pirata" Marco Pantani). L’evoluzione del ciclismo professionistico sembrava respingere in partenza tutti i potenziali tentativi di replicare la doppietta Giro d’Italia-Tour de France. Almeno fino a quando è comparso sulla scena l'alieno.

Editore: MagNet Srl SB - Direttore responsabile: Angelo Frigerio - Direttore editoriale: Benedetto Sironi

Editors: Davide L. Bertagna, Benedetta Bruni, Sara Canali, Daniele Pansardi, Riccardo Penna, Gabriele Vazzola

Art Director: Simone Comi

Redazioni: Corso della Resistenza, 23 - 20821 - Meda (MB) Via Tertulliano, 68 - 20137 - Milano - Tel. 02.87245180-1-2 - Fax 02.87245182 redazione@bike4trade.it - bikefortrade.it Anno 12 - Numero 9 - 2024 - Periodico mensile

Registrazione al Trib. di Milano n. 39 dell’8 febbraio 2013 Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 - Conv. in Legge 46/2004 - Art.1 Comma 1 LO/MI Iscrizione al ROC n.16155 del 23 Novembre 2007 Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - Una copia 1,00 euro

L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati personali in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge nº 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: MagNet Srl SB Responsabile dati: Benedetto Sironi - Corso della Resistenza, 23 - 20821 - Meda (MB)

Chiuso in redazione il 6 settembre 2024

ROTWILD AFFIDA LA DISTRIBUZIONE DEL BRAND IN ITALIA A B-FACTORY

MERCATO

Rotwild, marchio tra i leader nel settore delle eMtb ad alte prestazioni, ha annunciato una collaborazione con B-Factory, che a partire da questo settembre, è l’agenzia di rappresentanza ufficiale del brand nel nostro Paese. Guidata da Pietro Colturi, l'azienda vanta oltre 20 anni di esperienza nella gestione di realtà di alto profilo. La collaborazione permetterà a Rotwild di sfruttare appieno le competenze del partner per espandere la propria presenza in Italia. Rotwild ha una lunga storia di innovazione nel settore ciclistico. Dalla prima mtb lanciata nel 1996, ha costantemente prodotto tecnologie all’avanguardia per i migliori atleti del mondo. Tutte le bici vengono assemblate presso la sede centrale a Dieburg, vicino a Francoforte, e in altre fabbriche in Germania.

TRAIL BORN FUND:

SHIMANO STANZIA 10 MILIONI DI DOLLARI

Shimano ha annunciato il suo nuovo Trail Born Fund volto ad aumentare e sostenere i percorsi per mtb e l’accesso ai sentieri in tutto il mondo. Fornendo un supporto al settore senza precedenti, il brand donerà 10 milioni di dollari nei prossimi 10 anni per facilitare progetti di realizzazione di nuovi trail e di salvaguardia di quelli esistenti. Shimano garantirà un sostegno economico significativo, sia su scala locale che globale, per aiutare il lavoro di trail builder dedicati e appassionati. Il Fondo si concentrerà inizialmente su aree selezionate di Nord America, Europa e Oceania. Dal 2026, Trail Born inizierà la sua attività anche in Asia, Africa e America centrale e meridionale.

TROY LEE RICOMPRA IL SUO MARCHIO DA 2RIDE HOLDING

Troy Lee ha ricomprato Troy Lee Designs da 2Ride Holding, che aveva acquisito il marchio nel 2022 da SBJ Capital (che a sua volta aveva investito nell’azienda nel 2016). Lee sarà presidente e strategic brand advisor. "Sono assolutamente entusiasta per il marchio e il nostro futuro. Con una forte leadership e partner dedicati, non vedo l’ora di scoprire quello che ci aspetta. ‘Peace & wheelies’", ha affermato Lee. Jon-Erik Burleson, il ceo di TLD, ha detto: "Nel corso degli ultimi nove mesi, con il supporto di 2Ride, abbiamo costruito una solida realtà. In qualità di azienda indipendente, abbiamo gli strumenti per crescere e sbloccare il potenziale del brand premium che Troy Lee Designs è destinato a diventare".

ANANDA APRE IN VIETNAM UN QUINTO STABILIMENTO PER UE E STATI UNITI

Ananda, azienda cinese specializzata in drive train, ha aperto una nuova fabbrica in Vietnam. L’obiettivo è rispondere in maniera più efficiente alle crescenti richieste che arrivano dai mercati europei e statunitensi. È il quinto stabilimento aperto da Ananda, dopo i tre già presenti in Cina e quello in Ungheria, con il focus specifico di rifornire l’Europa e gli Stati Uniti. La fabbrica si trova a un’ora e mezza da Ho Chi Mihn City, città più popolosa del Vietnam e centro finanziario più importante del Paese. Il nuovo stabilimento offrirà un vantaggio strategico ad Ananda in termini di conformità e certificazione d’origine per gli scambi con le aree interessate, oltre a essere vicino ad altre strutture della supply chain.

NORTHWAVE SCEGLIE HLC PER LA DISTRIBUZIONE IN NORD AMERICA

Northwave ha scelto HLC come partner per la distribuzione esclusiva delle sue calzature per USA e Canada. Questo accordo supporterà la crescita di Northwave in Nord America ne rafforzerà la presenza globale completando ulteriormente la sua rete di distributori selezionati in tutto il mondo. L’integrazione nel vasto catalogo di HLC, che comprende oltre 200 dei marchi leader del settore, renderà i prodotti Northwave più visibili e accessibili. “Questa partnership è fondamentale per rafforzare la nostra presenza in Nord America, un mercato che ha costantemente dimostrato un crescente interesse per prodotti ciclistici tecnicamente avanzati”, ha affermato Thomas Brandolini, sales e marketing manager di Northwave.

EVENTI

LA SECONDA EDIZIONE DI BECYCLE A FIRENZE DAL 15 AL 17 MARZO 2025

BECYCLE, l’evento dedicato al mondo della bici organizzato da Pitti Immagine alla Stazione Leopolda di Firenze, ha iniziato il conto alla rovescia verso il 2025 e la sua seconda edizione, che si svolgerà dal 15 al 17 marzo. Fin dal debutto, coinciso con il “Grand Départ” del Tour de France dalla città di Firenze, era chiara l’intenzione di Pitti Immagine di sviluppare il progetto su base annuale, trovando una nuova collocazione in calendario capace di dare ulteriori opportunità di sviluppo a un format originale. “Dopo l’esordio dello scorso fine giugno ci siamo confrontati con le aziende e gli osservatori più coinvolti nel progetto. BECYCLE ha proposto un format che piace e che già nella prima edizione ha messo in luce un potenziale ancora da sviluppare. Crediamo che il nuovo posizionamento a cavallo fra inverno e primavera, quando il ciclismo sta per affrontare la stagione delle classiche e nel cicloturismo si lavora alla pianificazione e promozione, sia quello che ci consentirà di esprimerlo appieno”, ha spiegato Agostino Poletto, direttore generale di Pitti Immagine.

VISION: BONUS SULL’ACQUISTO DI RUOTE METRON CON LA ROTTAMAZIONE DELL’USATO

Vision è consapevole di quanto sia importante per gli appassionati mantenere la propria bici sempre aggiornata con i migliori componenti. Per questo, il marchio di proprietà di FSA ha attivato nei Vision Point una promozione dedicata. Portando delle ruote usate in qualsiasi Vision Point, sarà garantita una super valutazione fino a € 650 da detrarre al prezzo di acquisto di un nuovo set di ruote Metron. I prodotti della famiglia Metron sono scelti dai migliori team pro come EF Education - EasyPost, Bahrain–Victorious, Astana Qazaqstan Team e Arkéa-B&B Hotels. Per scoprire come diventare un Vision Point è possibile contattare direttamente l’azienda, scrivendo al seguente indirizzo email: marketing2@fullspeedahead.com.

POLTRONE

FRAN MILLAR

È LA NUOVA CEO DI RAPHA

Rapha ha annunciato che Fran Millar sarà la nuova ceo, a partire da lunedì 23 settembre. “La carriera di Fran Millar è il testamento della sua dedizione al ciclismo e alla sua abilità di guidare un cambio trasformativo. Il suo ampio background nel mondo delle due ruote include ruoli importanti con il Team Sky e il Team Ineos, dove è stata essenziale nel determinare sette vittorie del Tour de France”, ha dichiarato Steuart Walton, co-fondatore di RZC, l’azienda di investimenti che ha acquisito Rapha nel 2017. “Rapha è uno dei brand più iconici nel mondo sportivo e ha un enorme potenziale di crescita”, ha affermato Millar. “È stata una presenza costante nella mia vita e carriera, un brand che ho sempre amato, cui ho fatto riferimento e dove sono tornata. Questo ruolo combina tutto ciò che mi appassiona e sono onorata di guidare Rapha nel prossimo entusiasmante capitolo del suo viaggio”.

SCICON SPORTS AGGIUNGE DUE FIGURE AL SUO TEAM

Scicon Sports ha annunciato due nuove figure all’interno del proprio team di lavoro. Lo svizzero David Emmanuel Michaud (in foto a sinistra) è stato scelto come chief design and innovation officer dall’azienda di Bassano del Grappa, forte delle sue esperienze nel campo dell’abbigliamento, del fashion e degli accessori a tema ciclismo. In precedenza ha lavorato con Rudy Project come head of design e creative director. L’altra figura è quella di Nicola Baggio (in foto a destra) che ricoprirà invece il ruolo di international sales manager e porterà la sua esperienza accumulata negli anni in brand come Alpinestars, Selle Italia e Campagnolo.

Body Rocket, start up che ha sviluppato il primo sistema per la misurazione della forza di resistenza aerodinamica in tempo reale, ha annunciato la nomina di Matthew Hutchings come head of sales & marketing. Hutchings vanta una vasta esperienza nella comunicazione e nella vendita di prodotti sportivi (ha trascorso quasi quattro anni come country manager per Supersapiens). Matthew Hutchings ha dichiarato: “Sono estremamente entusiasta di essere entrato a far parte di un’azienda così innovativa all’avanguardia nell’analisi dei dati aerodinamici in tempo reale. Gli sforzi pionieristici di Body Rocket in questo campo sono davvero impressionanti e sono impaziente di contribuire a questo team dinamico. Insieme, sono sicuro che possiamo guidare significativi miglioramenti delle prestazioni per triatleti e ciclisti in tutto il mondo”.

PARTNERSHIP

SHIMANO RINNOVA LA COLLABORAZIONE CON ASO FINO AL 2028

Shimano e Amaury Sport Organization hanno annunciato l’estensione della loro partnership per altri quattro anni. Questa collaborazione continuerà a coprire alcuni degli eventi più prestigiosi del calendario UCI World Tour, inclusi i Grandi Giri come il Tour de France, il Tour de France Femmes avec Zwift e La Vuelta. Inoltre, comprende classiche come la Parigi-Roubaix, la Liegi-Bastogne-Liegi, la Freccia Vallone e la ParisTours. “Siamo lieti di continuare la nostra partnership con Shimano”, ha dichiarato Christian Prudhomme, direttore di ASO. “La loro competenza tecnica e il loro impegno per l’innovazione sono risorse essenziali per il successo delle gare che organizziamo. La loro professionalità garantisce condizioni ottimali ed eque per tutti i ciclisti”.

SPORTLAB MILANO AL FIANCO DEL 5MILA CYCLING FESTIVAL

SportLab Milano sarà technical partner di 5Mila Cycling Festival, evento ciclistico marchigiano che andrà in scena il 20/21/22 settembre 2024 a Porto Recanati. Infatti, affiancherà tutti i ciclisti partecipanti alle varie sfide previste con gli ormai indispensabili monodose di Warmup Cream e Cooldown Cream. SportLab Milano nasce tre anni fa con l’obiettivo di supportare gli sportivi di ogni livello, genere e disciplina, prima durante e dopo ogni allenamento o competizione. Tutti i prodotti sono testati assieme a sportivi professionisti e preparatori; fatti 100% in Italia, dermatologicamente realizzati con ingredienti vegan. Chi parteciperà alla 5Mila troverà all’interno del pacco gara i monodose di Warmup Cream e Cooldown Cream.

DOLOMITI PAGANELLA BIKE E MUC-OFF STRINGONO UN ACCORDO

Dolomiti Paganella Bike punta a diventare il riferimento per tutti gli appassionati di gravity. Non solo per la sempre più ampia e strutturata rete sentieristica, che quest’anno ha visto l’inaugurazione di Interstellar e Supernatural da Cima Paganella, ma anche per tutto quello che ruota intorno all’offerta turistica a 360°. Per questo motivo, DP Bike ha aggiunto alla lista dei partner ufficiali Muc-Off, tra i leader nel mondo dei prodotti per la pulizia e la cura della propria bicicletta. L’accordo di collaborazione tra Muc-Off e la destinazione trentina, raggiunto anche grazie al supporto di Beltrami TSA, è di cinque anni, e prevede la fornitura di tutto quello che serve per il lavaggio e la pulizia della mtb. L’accordo prevede inoltre anche condizioni particolari per le forniture ai bike hotel del comprensorio dolomitico.

ALESSANDRO VANOTTI ENTRA A FAR PARTE DELLA FAMIGLIA MERIDA

Alessandro Vanotti è stato nel corso della sua carriera un uomo-regista fondamentale che ha pedalato al fianco di Ivan Basso, Vincenzo Nibali e Fabio Aru. In 16 anni di professionismo ha contribuito a vittorie importanti dei team in cui ha corso e porta la sua esperienza all’interno di una nuova squadra, quella degli ambassador italiani di Merida. Vanotti, specialista della strada ma impegnato come responsabile di una scuola di mtb, è entrato infatti a far parte di un gruppo composto da molti atleti di rilievo dell’universo ciclistico. Entrando nei dettagli della collaborazione, Vanotti ha scelto dall’ampio catalogo della casa taiwanese la Scultura 9000.

CARRERA E STEFANO GARZELLI NUOVAMENTE INSIEME

È stata ufficializzata la partnership tra Carrera e Stefano Garzelli, suggellata dalla consegna alla Maglia Rosa 2000 della SL AIR PRO, top di gamma della collezione. Nel 2003 Garzelli, su bici Carrera, conquistò due tappe al Giro e terminando secondo nella classifica generale. L’ex professionista varesino, ora dirigente sportivo e commentatore tecnico per RAI Sport, sulla partnership ha dichiarato: “Sono felice di poter tornare a pedalare su bici Carrera e ringrazio di cuore la famiglia Boifava per questa opportunità. Sono cresciuto con gli idoli che correvano nella squadra Carrera, come Stephen Roche, Claudio Chiappucci e Marco Pantani”. “Siamo orgogliosi di questa rinnovata collaborazione con Stefano Garzelli per noi è una storia di successi che si ripete”, hanno commentato Bruno Bindoni e Simone Boifava di Carrera probike.

BANCA IFIS CON YAMAHA PER PROMUOVERE LA MOBILITÀ SOSTENIBILE

Banca Ifis e Yamaha hanno firmato un’intesa finalizzata alla promozione e alla diffusione della mobilità sostenibile. In base all’accordo, Banca Ifis, attraverso la controllata Ifis Rental Service, ha sviluppato una soluzione commerciale dedicata al noleggio di eBike e golf car elettriche prodotte da Yamaha. Nel dettaglio, quella sviluppata da Banca Ifis e Yamaha è una soluzione di noleggio dedicata a imprese che hanno la necessità di dotarsi di una flotta di mezzi elettrici da impiegare per uso interno o con finalità turistiche. Il prodotto ha una durata di 12 o 18 mesi. Al termine del periodo, il cliente ha facoltà di decidere se acquistare il veicolo oppure rinnovare la flotta con mezzi più recenti. Per Banca Ifis, l’accordo consolida il percorso avviato nell’aprile 2023 che ha portato alla nascita della prima soluzione di noleggio e leasing dedicata alle eBike.

BIGMAT SPONSOR DEI CAMPIONATI DEL MONDO PER QUATTRO ANNI

È stata firmata la partnership della durata di quattro anni tra BigMat (primo gruppo di distributori di materiali edili in Europa) e l’UCI. Dopo l’avventura nel 2023 ai Campionati del Mondo in Scozia, e prima ancora nel 2022 con i Mondiali su pista in Francia, BigMat riconferma il sodalizio con il ciclismo diventando official partner UCI dal 2024 fino al 2027. Il primo appuntamento è a fine settembre quando BigMat sarà sponsor dei Mondiali di ciclismo e paraciclismo su strada a Zurigo, in Svizzera, e su pista a Ballerup, in Danimarca. Per la specialità su strada la sponsorizzazione si replicherà poi anche negli anni a seguire: nel 2025 a KigaIi (Rwanda) e nel 2026 a Montréal (Canada). Una collaborazione a lungo termine che si concluderà in bellezza nel 2027 con i Campionati del Mondo nella regione francese dell’Alta Savoia.

JOB OPPORTUNITIES

COMMUNITY MANAGER

Per azienda cliente, specializzata in organizzazione eventi nel Centro Italia, settore bike, cerchiamo un/a community manager neodiplomato/a e/o neolaureato/a.

La ricerca è dedicata a profili junior, saranno importanti quindi le soft skills. Il candidato/a ideale ha:

• Passione per il ciclismo

• Capacità d'ascolto e attitudine alla relazione

• Problem solving

• Ottime capacità di comunicazione

• Capacità di gestione del customer care

• Organizzazione e attenzione ai dettagli

• Inglese scritto e parlato (C1)

Attività principali:

• Gestione del gruppo di lavoro

• Riferimento per clienti e ospiti

• Gestione del palinsesto degli eventi

• Gestione e supervisione delle attività promozionali e commerciali

Richiesta disponibilità full-time, da lunedì a venerdì.

EVENT MANAGER

MagNet srl SB, per azienda specializzata nel settore Bike nel Nord Italia, è alla ricerca di un/a event manager, con almeno tre anni di esperienza e con provenienza dal mondo Bike.

Mansioni:

• Coordinare e gestire tutte le fasi di pianificazione degli eventi e sviluppare e gestire budget, monitorare le spese, garantire il rispetto delle limitazioni finanziarie

• Sopralluoghi presso strutture ospitanti e presidio di supervisione/coordinamento

• Monitorare costantemente lo stato di avanzamento degli eventi

• Assicurare il rispetto di tutte le normative e procedure di sicurezza

• Valutare le performance degli eventi e fornire raccomandazioni per migliorare e ottimizzare le future edizioni

Competenze soft e hard:

• Almeno cinque anni di esperienza lavorativa nell’ambito della gestione e pianificazioni di eventi

• Forti capacità organizzative e leadership, con attenzione ai dettagli

• Competenze di project management

• Buona conoscenza della lingua inglese

• Passione per lo sport

Si offre contratto a tempo indeterminato.

VUOI CANDIDARTI?

Scrivi a jessica.conte@mag-net.it

Inquadra il QR Code per vedere

gli altri annunci di lavoro

DAL MONDO DEL LAVORO

PERCHÉ L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE NON HA ANCORA AVUTO UN IMPATTO SULL'OCCUPAZIONE

Come riporta Forbes Italia, spesso si dà per scontato che l’IA trasformerà l’economia globale, ma la paura è che cancelli migliaia di impieghi. In realtà si capta più speranza che angoscia. Secondo un’indagine di Microsoft e LinkedIn, il 75% dei cosiddetti lavoratori della conoscenza globali usa strumenti di IA generativa come ChatGPT. Altre ricerche suggeriscono che il suo tasso di adozione nel resto dell’economia non è così alto: sondaggi britannici indicano come lo scorso marzo l’abbia usata circa un quinto delle aziende, in America i numeri sono addirittura inferiori. Una crescita di investimenti per potenziare l’infrastruttura AI, inoltre, oggi non si manifesta ancora. Questo approccio cauto in parte è dovuto agli errori che commette ancora con una certa frequenza. Gli impieghi considerati più vulnerabili all’IA al momento non mostrano, dunque, segni di cedimento.

DO THE EVOLUTION

Fedele al nostro DNA. Il nostro sistema di sospensione ZERO è stato completamente aggiornato, migliorato e progettato per i percorsi più impegnativi. Divertimento, velocità, design. Nessun sacrificio. Nessun compromesso. In un gioco in cui siamo avanti, unisciti alla nostra evoluzione. Ti presentiamo la nuova F-PODIUM.

IL CICLO VIAGGIATORE AI RAGGI X

Il quarto Rapporto Nazionale sul Cicloturismo ha chiarito come il settore goda di ottima salute. Definiamo ora il profilo della domanda. Chi sceglie una vacanza in bici è in prevalenza un Millennial, con un livello d’istruzione medio-alto e predilige muoversi in compagnia del partner o della famiglia

di Davide L. Bertagna

“L’estate sta finendo e un anno se ne va” cantavano i Righeira, motivetto diventato nel tempo un tormentone. La fine della stagione estiva coincide con l’inizio di tante cose, ma c’è sempre un qualcosa di malinconico quando i giorni di vacanza stanno per volgere al termine. Il periodo estivo è probabilmente uno dei momenti ideali per saltare in sella e visitare in bici luoghi meravigliosi e unici nel nostro Paese. È evidente come il cicloturismo, che fino a qualche anno fa era un fenomeno dirompente ed emergente, oggi abbia trovato una sua propria dimensione e rappresenti un punto di forza dell’offerta turistica in Italia, che sta innescando un circuito virtuoso tra una domanda sempre più attenta, caratterizzata da interessi trasversali, e un’offerta di servizi che si stanno man mano specializzandosi. Come abbiamo spiegato sugli scorsi numeri di Bikefortrade, i dati pubblicati nella quarta edizione del Rapporto “Viaggiare con la bici”, realizzato da Isnart e Legambiente in collaborazione con Bikenomist, ci dicono che sono state registrate oltre 56 milioni di presenze cicloturistiche nel 2023, il 6,7% di quelle complessive registrate nel nostro Paese.

LA METODOLOGIA UTILIZZATA

Per la stesura del Rapporto sono stati utilizzati i risultati delle indagini campionarie realizzate nell’ambito dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio che monitora la domanda turistica, sia a livello nazionale sia regionale. Nel corso del 2023, sono state raccolte oltre 30 mila interviste a turisti italiani e stranieri che hanno soggiornato per almeno due notti, presso strutture alberghiere, extra-alberghiere e abitazioni private italiane. L’indagine ha voluto conoscere le motivazioni alla base della scelta della destinazione, le attività svolte durante il soggiorno, i dati relativi al consumo dei turisti e la valutazione dell’esperienza di vacanza nel Belpaese.

CHI CICLOVIAGGIA IN ITALIA

I dati dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio ci permettono di definire il profilo della domanda: il cicloturista in Italia lo scorso anno è stato in prevalenza maschile, soprattutto giovane: nel dettaglio, il 47% Millennial (nati tra il 1981 e il 1995), l’11,2% Centennial (nati dopo il 1995). Con un livello di istruzione medio-alto, svolge una professione (86%) e dichiara un reddito tendenzialmente medio (52%) superiore di 10 punti percentuali rispetto alla rilevazione raccolta nel 2022, o addirittura medio-alto per il 24%, il che lo rende un target economicamente interessante.

MEGLIO SOLI O BEN ACCOMPAGNATI?

Il cicloturista in Italia preferisce viaggiare in compagnia: del proprio partner (41%), della famiglia (26,7%) o degli amici (17%); da notare, però, un 12,4% che si muove in

LE GENERAZIONI

DI TURISTI IN ITALIA

Fonte: Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio

LE PRINCIPALI MOTIVAZIONI DI VACANZ A DEI CICLOTURISTI IN ITALIA

Fonte: Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio

solitaria. La bici non è da intendersi, in tal senso, come un mero mezzo per tenersi in forma ma, pensando al concetto di slow tourism, un modo per spostarsi sul territorio e vivere un’emozione completa e totalizzante. Chi cicloviaggia in Italia è interessato al patrimonio artistico-monumentale (37,1%) e a quello naturalistico (36,4%), spesso in un unico contesto ambientale godibile attraverso strategici percorsi. Inoltre, l’enogastronomia locale inoltre funge da “collante tra turismi” (26%). Una volta a destinazione tra le attività svolte da chi decide di ciclo viaggiare troviamo: escursioni e gite (83%) in bici, anche magari lungo ciclabili litoranee (22%), e abbinandovi spesso altre attività sportive (66%) tra cui il trekking: seguono le visite ai centri storici (36%) e le degustazioni di prodotti tipici locali (24%). La domanda di servizi di bike tourism è fortemente correlata alla crescita di forme contemporanee di turismo culturale, spesso lontane dai luoghi “noti”. Il fatto che il 16% del totale dei turisti pratichi sport una volta a destinazione suggerisce inoltre spazi di domanda latente, ben oltre i soli “cultori” della bici. Trova conferma anche nel 2023 la tendenza mostrata dai cicloturisti in Italia a pernottare mediamente più a lungo del totale dei turisti: il 60% soggiorna tra le 7 e le 13 notti, il 15% supera le due settimane fino al mese intero; mentre la permanenza media si attesta sulle 8,3 notti (a fronte delle 7,6 del totale dei turisti). Quasi 4 cicloturisti su 10 (36%) scelgono di pernottare in hotel (il 39% nei 3 stelle, il 37,4% nei 4 stelle) mentre il 19,4% opta per i B&B.

TURISTI CONSAPEVOLI

Tra i canali di comunicazione, utilizzati per la scelta del soggiorno, è internet a giocare un ruolo fondamentale, influenzando quasi sei cicloturisti su 10. Il 56,4% infatti attinge informazioni tramite i social network e guardando al dettaglio flussi, emerge un ricorso più frequente da parte dei turisti stranieri (61%). Ne deriva il profilo di un turista attivo e consapevole, che sa ciò che vuole e dove cercarlo, preparando e programmando per tempo la propria vacanza italiana. Il 32%, invece, si affida al suggerimento della propria rete di amici e conoscenti. La crescente digitalizzazione è imputabile, da un lato, alla predominanza dei flussi generazionali young e, dall’altro, alla maggiore complessità tecnico-logistica della vacanza, che spinge i turisti a organizzare il tutto nei minimi dettagli prima ancora di partire. Non sorprende che la quota dei repeater italiani sia pari al 25%, ma interessante è che il 22% lo siano anche i cicloturisti stranieri, ovvero disposti a ritornare in Italia, dimostrando una propensione a lasciarsi fidelizzare. Infine, per quanto riguarda la tipologia di mezzo scelto, il 49% ha indicato mtb/ gravel, il 24% ha preferito la bdc, il 15,4% la trekking/city bike e il 12% ha optato per l’eBike, che consente di ampliare la quota di domanda.

INVERSIONE DI ROTTA

Bologna è il primo esempio di “Città 30” di grandi dimensioni in Italia e proprio per questo non è stata esente da critiche. Eppure, i dati relativi al periodo da gennaio a luglio di questa misura sono più che incoraggianti

di Benedetta Bruni

Dal 16 gennaio 2024, Bologna è la prima grande città in Italia a essere diventata “Città 30”. Con questo progetto, che inverte le regole attuali, i 30 km/h diventano la norma salvo alcune eccezioni a 50 km/h, per lo più vie di scorrimento. La misura è stata voluta dal sindaco Matteo Lepore e dalla giunta, che già da luglio 2023 aveva cominciato a preparare Bologna con interventi di segnaletica e una campagna di comunicazione. E ha proseguito nonostante il ministero dei Trasporti, che l’ha contestato con fermezza sulla base di ipotesi quali un presunto aumento dell’inquinamento (poi smentito dal Massachussetts Institute of Technology), una violazione al Codice della Strada (che in realtà lo consente), volontà contrarie da parte dei cittadini (è stata proposta, e poi sospesa a luglio, la raccolta firme per un referendum consultivo da parte dell’opposizione comunale). Obiezioni che sembrano più fondate su basi politiche che su dati reali, come dimostrano invece i numeri pubblicati dal comune sull’incidenza di questa manovra nei suoi primi sei mesi di vita.

MENO INCIDENTI GRAVI E PERSONE FERITE

Su un confronto con i dati del biennio 2022-2023, in sei mesi (dal 15 gennaio al 14 luglio 2024) sono calati gli incidenti stradali (-10,78%) e i feriti (-11,65%). Diminuiscono fortemente (-37,8%) gli incidenti più gravi, classificati dal 118 con “codice rosso”. Si riducono i decessi (-33%), toccando il minimo storico dal 2013 a oggi negli "anni normali" e tornando ai livelli del periodo Covid a mobilità limitata. Si registra un calo del traffico veicolare (-3%) e un consolidamento dell’uso dei mezzi pubblici (+11%).

Se si entra nel dettaglio delle cause dell’incidentalità, si scopre che il 43,6% è dovuto alla velocità eccessiva, seguito dalla mancata precedenza a veicoli a motore, biciclette e pedoni (20,5%). Numeri coerenti con i dati ISTAT relativi agli incidenti stradali nel 2023: considerando che il 73,4% dei sinistri in Italia avviene nelle strade urbane, nello stesso ambito e sempre a livello nazionale il 24% degli scontri mortali per circostanze riferibili al comportamento del conducente ha come causa primaria la velocità eccessiva, ma anche un ulteriore 40% è correlato alla velocità come concausa e moltiplicatore di effetti avversi (morti per guida distratta, mancata distanza di sicurezza e mancata precedenza ai pedoni sulle strisce).

PIÙ BICI PER STRADA, BOOM DEL BIKE SHARING Mutamenti nel rapporto con le quattro ruote portano inevitabilmente a ripensare la mobilità. Lo dimostra l’utilizzo delle bici: le strade di Bologna, a un primo accenno di riduzione delle auto (-3% di veicoli transitati nel giorno feriale medio), si sono

popolate di bici (+12%), anche quelle in condivisione di RideMovi (+92% di noleggi). Gli incidenti che hanno coinvolto i pedoni sono scesi dell’8,01%, mentre quelli dei ciclisti sono invece aumentati del 13,77% (dato spiegabile proprio con l’aumento della circolazione delle due ruote). Va da sé che meno auto portano anche meno inquinamento: il livello di NO2 (biossido di azoto) è diminuito del 23,1%, il dato più basso in otto anni (se si esclude il 2020, anno influenzato dal Covid).

Chi lamenta un senso di insicurezza all’utilizzo della bici potrebbe ora doversi ricredere. I dati di Città 30 adducono a una maggiore diversificazione degli utenti della strada. Traffico più fluido, meno inquinamento e decongestionamento dei centri urbani contribuiscono ad aumentare la sicurezza stradale e la sua percezione.

PERCHÉ CITTÀ 30 TUTELA

ANCHE I CICLISTI

La FIAB ha supportato e poi valutato positivamente i primi risultati di Bologna Città 30, incitando i sindaci italiani, con le parole del presidente Alessandro Tursi, di “non avere timore di perseguire la salute e la sicurezza dei vostri concittadini, che dimostrano poi di comprendere e apprezzare”. Un appoggio che trova il senso anche nelle basi su cui si poggia il progetto. Uno studio del Politecnico di Atene pubblicato a maggio del 2024 ha analizzato in modo comparato i dati reali di 40 città europee diventate Città 30, misurando, tra le varie cose, in media una riduzione del 23% delle collisioni stradali, del 37% dei decessi e del 38% dei feriti, del 2% della congestione stradale. Lo studio indica inoltre che limiti di velocità più bassi spingono le persone a comportamenti più sicuri ed ecologici, incentivano l'uso del trasporto pubblico e gli spostamenti a piedi e in bicicletta. Tra l’altro con tempi di percorrenza praticamente invariati e una circolazione più fluida, in quanto la causa del traffico si trova negli incroci e non nella velocità.

Inoltre, sempre secondo ISTAT, in caso di collisione in aree urbane la metà delle vittime sono pedoni e ciclisti, seguiti dai motociclisti (30%). Se uno di questi tre utenti viene investito da un’auto a 30 km/h, il rischio di morire è del 10%, equivalente a una caduta dal primo piano. Nel caso di un investimento a 50 km/h, la percentuale sale oltre l’80%, come precipitare dal terzo piano. Ma anche: se un pedone attraversa la strada all’improvviso, la distanza di arresto (reazione più frenata) sull’asciutto è di 13 m a 30 km/h, mentre raggiunge i 28 m a 50 km/h. Anche perché la stessa diminuzione della velocità incide sulla visibilità: nel primo caso la visuale laterale raddoppia rispetto ai 50 km/h.

Progetti come Città 30 tutelano dunque anche i non automobilisti, prevenendo alcuni incidenti e diminuendone la gravità grazie a una velocità ridotta anche in caso di impatto.

delle vittime stradali perde la vita in incidenti in città
media europea delle vittime sttradali in città
delle vittime stradali perde la vita in incidenti in città
media europea delle vittime stradali in città
BOLOGNA CITTÀ 30: I RISULTATI DEI PRIMI SEI MESI
"È soprattutto un processo, a lungo termine, di cambiamento culturale e infrastrutturale"

Per entrare più nel dettaglio del progetto abbiamo intervistato Andrea Colombo, uno dei fautori grazie ai suoi interventi in qualità di Assessore alla mobilità, consigliere comunale e project manager di Bologna Città 30 per la Fondazione IU.

Qual è stato il tuo ruolo nell’avvio e nel procedimento del progetto Bologna Città 30?

Sono il project manager di Bologna Città 30 per la Fondazione IU, il centro di ricerca e innovazione del Comune e dell’Università di Bologna che cura le più importanti iniziative di cambiamento della città. In sinergia con l’amministrazione comunale ho avuto l’opportunità di progettare e coordinare tutte le attività di comunicazione, ascolto, ingaggio e coinvolgimento di cittadini/e e stakeholder sulla Città 30. In precedenza da Assessore alla mobilità di Bologna avevo esteso le zone 30 dal centro ai quartieri e da consigliere comunale avevo avanzato la proposta di rendere Bologna la prima grande Città 30 in Italia.

Siete soddisfatti dei risultati raggiunti nei primi sei mesi o vi aspettavate di più?

I principali obiettivi erano: ridurre quantità e gravità degli incidenti stradali, aumentare la mobilità attiva, migliorare l’ambiente urbano. I dati del primo bilancio parlano da sé: -11% incidenti totali, -38% incidenti gravi in codice rosso, -12% persone ferite, -33% persone morte, -23% inquinamento da traffico, +12% transiti di bici e +11% passeggeri sui bus. Sono risultati sostanziali per Bologna, che tra l’altro dimostrano che la Città 30 funziona anche in Italia. È una vera e propria inversione di tendenza, ma siamo consapevoli che il cammino da percorrere verso strade più sicure e democratiche è ancora lungo.

Quali sono concretamente i benefici che avete osservato in questi mesi per gli altri utenti della strada, come ciclisti e pedoni, oltre ai dati emersi?

La sensazione di meno pericolo, caos e rumore per strada è stata quella inizialmente più riportata dalle persone quando camminano, pedalano o attraversano sulle strisce. Il consolidamento dei nuovi comportamenti dei veicoli a motore, da cui dipendono questi benefici, richiederà però tempo, trattandosi per lo più di un cambio culturale. La Città 30 ha anche fatto luce sui temi della sicurezza stradale, in particolare degli utenti più vulnerabili, e della mobilità sostenibile: grazie a questa scelta coraggiosa e dirompente, a Bologna la gente ha parlato come mai prima del valore della vita umana sulla strada e di un maggiore rispetto verso pedoni e ciclisti, e nuove persone si sono avvicinate all’uso della bicicletta e dei mezzi pubblici.

Come rispondete alle critiche che vi sono arrivate in questo periodo? Anche il Ministro dei Trasporti non ha risparmiato commenti e appunti. Al di là delle polemiche politiche, un progetto così nuovo ha sollevato comprensibili dubbi e preoccupazioni nella cittadinanza. All’inizio abbiamo risposto con le FAQ sul sito bolognacitta30.it e tanta comunicazione in strada e digitale per sfatare i falsi miti, ma alla fine è stata determinante l’esperienza concreta. Alla prova dei fatti e dei dati, anche a Bologna, proprio come nelle altre città europee che spesso citiamo, sono stati palesi i benefici in termini di sicurezza stradale, mobilità sostenibile e qualità dell’aria, mentre si sono dimostrate infondate le critiche su presunti aumenti di tempi di percorrenza, traffico, smog, distrazione.

Alla luce anche dei dubbi che hanno animato la discussione, pensi che Città 30 possa definirsi un progetto a lungo termine o c’è il rischio concreto che prima o poi si ritorni allo stadio precedente?

La Città 30 è allo stesso tempo un provvedimento partito il 16 gennaio di quest’anno; un progetto di ampio respiro, che si compone di norme sulla velocità, controlli, modifiche dello spazio pubblico, comunicazione; e soprattutto un processo, a lungo termine, di cambiamento culturale, comportamentale e infrastrutturale. Per questo è importante andare avanti con continuità e darsi una prospettiva temporale ampia.

Credi che, con più dati alla mano, possano esserci delle modifiche in futuro alla viabilità nello specifico di Bologna? Se sì, quali pensi che siano le aree più critiche di intervento?

Il Comune ha varato un programma di investimenti da 24 milioni di euro in tre anni con cui realizzare interventi fisici sulle strade per rallentare la velocità e aumentare spazi e percorsi pedonali, ciclabili e verdi, soprattutto fuori dal centro, in tutti i quartieri. I dati tecnici sull’incidentalità, insieme alle risposte di quasi 20.000 bolognesi a un questionario di ascolto, ci danno elementi utili per valutare le nuove priorità. Stiamo mettendo grande cura nel raccontare i progetti e i relativi cantieri con il claim “Stiamo costruendo Bologna Città 30”, per far comprendere che si tratta di un ‘work in progress’ che non è solo di un limite di velocità, ma anche un ridisegno delle strade.

Pensate di integrare altre proposte complementari a questa, come un ulteriore aumento delle flotte di bike sharing, della frequenza e disponibilità di mezzi pubblici o un ripensamento dell’urbanistica?

La Città 30 si integra e rafforza con una serie di altri fondamentali progetti, servizi e investimenti. A febbraio è partito un piano di miglioramento del servizio di autobus e filobus, mentre proseguono i lavori per costruire le due nuove linee di tram. In primavera è stata ampliata con oltre 500 bici la flotta del bike sharing, che per tutto il 2024 è gratuito per gli abbonati al trasporto pubblico. In estate è partito dopo decenni il servizio ferroviario metropolitano passante, con treni che ogni giorno collegano direttamente i diversi quartieri tra loro e con l’area metropolitana. In autunno, infine, arriveranno 300 nuove auto elettriche da impiegare come car sharing.

Bologna era già abituata all’utilizzo delle due ruote e con meno sovraffollamento automobilistico rispetto a realtà come Roma, Torino e Milano. Pensi che Città 30 sia replicabile anche in altri grandi comuni italiani?

La Città 30 sta dimostrando di funzionare in tutto il mondo, migliorando la vivibilità e la sicurezza stradale, in città delle più diverse culture, infrastrutture di trasporto pubblico, dimensioni e caratteristiche urbane: dalle metropoli ai piccoli paesi. D’altra parte, è un principio fisico quello che andando un po’ più piano, a velocità ridotta ma costante, a 30 km/h si riduce la probabilità e la gravità degli incidenti senza sostanziali cambiamenti nelle tempistiche. È giusto comunque che ogni città possa in autonomia individuare le modalità migliori per realizzare un comune obiettivo di civiltà: zero morti in strada, l’unico numero accettabile, a partire da pedoni, ciclisti, bambini, persone anziane e con disabilità.

Da sinistra: Ivàn Saavedra Rosas, campagna Bologna 30; Andrea Colombo, project manager Bologna Città 30; Valentina Orioli, assessora comunale alla nuova mobilità e Simona Larghetti, consigliera metropolitana alla mobilità sostenibile

BARBIERI: FANTASIA AL POTERE

Inventori, produttori e distributori. Ma soprattutto artigiani. Fin dal 1983, l’azienda bolognese ha puntato sulla creatività e l’efficacia dei suoi prodotti, realizzati nei propri stabilimenti in Italia. Conquistando un pubblico di nicchia ma molto appassionato

di Daniele Pansardi

In ogni sport ci sono squadre o atleti che, pur non essendo i primi della classe, riescono in qualche modo a diventare delle piccole figure di culto. Sanno lasciare un segno tra gli appassionati, spesso per gli approcci creativi alle gare. Barbieri può essere considerata un’azienda di questa categoria, che con la sua artigianalità ha saputo trovare e coltivare una propria nicchia di mercato, costruendosi una solida reputazione nella produzione di accessori e ricambi professionali per la manutenzione delle bici.

Una storia fatta di intuizioni e invenzioni, come la prima in assoluto che ebbe Adriano Barbieri nel 1983. Appassionato ciclista e di professione parrucchiere, ma sempre alla ricerca di nuovi stimoli e lavori. Stanco di imbrattarsi per pulire la catena della sua bici, Adriano concepisce l’idea del lavacatena: un attrezzo semplice ma funzionale, ottenuto da una spazzola per capelli tagliata a rondelle e inserita in una scatola. È l’inizio di un percorso che continua ancora oggi, una cinquantina di brevetti e tante innovazioni dopo. Un altro esempio? Suo figlio Kalman, che nel frattempo è entrato in azienda insieme alla sorella Nadia, fa risalire ad Adriano Barbieri anche la prima minipompa in assoluto. “Una volta erano lunghe quanto un intero telaio”, ci ha raccontato. “Mio padre ne ha creata una grande solo 10 cm. Ebbe dei risultati immediati”.

L’UNICITÀ DI BARBIERI

Qualità e accessibilità economica sono da sempre due dei punti di forza di Barbieri, azienda di piccole dimensioni che può contare su una decina dipendenti. L’efficacia e la resa dei suoi prodotti viaggiano di bocca in bocca tra chi li scopre e utilizza sulla propria bici, e rappresentano il volano ideale per la loro diffusione. Il terzo, invece, è la produzione interna. Gli articoli a marchio Barbieri, infatti, vengono sviluppati negli stabilimenti proprietari da 2.000 m2 di Funo di Argelato (Bologna). Basti pensare che si

Camere d’aria in TPU

tratta dell’unica azienda che produce in Italia delle camere d’aria da ormai tre anni. “Ci puntiamo molto”, spiega Kalman. “Soprattutto nelle camere in TPU. Perché siamo convinti che una volta passati dal butile al TPU un ciclista poi non torna più indietro. La nostra sfida ora è rendere il prezzo sempre più accessibile”. Le camere d'aria sono anche i prodotti più richiesti sul mercato per Barbieri, seguite dalle mousse Anaconda che "vendiamo a un prezzo imbattibile a nostro avviso". Anche grazie alla produzione interna.

All’anima da inventore, nel corso del tempo Barbieri ha affiancato anche quella da distributore. L’obiettivo era soddisfare al meglio le esigenze dei negozianti, a cui non potevano vendere solo poche creazioni di loro proprietà. “C’era la necessità di avere un catalogo ampio”, continua Kalman. Anche nella distribuzione, Barbieri cerca di distinguersi per originalità e scelte non convenzionali. La strategia è di puntare soprattutto su aziende di nicchia, che riescano a mantenere un rapporto qualitàprezzo equilibrato. Qualche esempio? “I nastri per la trasformazione in tubeless della statunitense Gorilla, molto resistenti e tenaci, e i sigillanti di Slime, che ha creato un prodotto valido sia per tubeless sia per tubolari. Ai negozianti vogliamo proporre prezzi competitivi e abbiamo mantenuto questa linea anche negli ultimi anni. Il nostro e-commerce a volte ci attira qualche critica, ma cerchiamo sempre di essere trasparenti senza fare alcuna concorrenza sleale”. Barbieri, insomma, resta sempre fedele a se stessa. È ciò che gli permette di avere degli ordini dei propri prodotti anche da Stati Uniti e Giappone, e che gli consente di mantenere un’identità forte legata alle proprie realizzazioni. “In molti ci hanno riferito che se su alcuni prodotti non c'è scritto Barbieri, se ne vendono 10. Se c'è il nostro marchio, invece, ne vendono il doppio”. Progetti futuri? “All’inizio del 2025 lanceremo delle nuove camere d'aria in TPU, che per tecniche e lavorazioni saranno davvero innovative”.

DUE BEST SELLER

Barbieri è l’unico produttore in Italia di camere d’aria. La linea Blob è la prima in TPU con sigillante, dal peso di soli 59 grammi (700x23-33, valvola 65 mm). Consente di continuare a pedalare anche se si hanno forature fino a 3-4 mm.

Il lavacatena BCH1

Il diretto discendente del primo lavacatena brevettato da Adriano Barbieri nel 1983. Un accessorio semplice da utilizzare, perché non è necessario smontare alcunché dalla bici, e che pulisce la propria catena in pochi minuti.

Barbieri - 051.6646278 - info@barbieripnk.it

Ogni giorno un’avventura. Riscopri te stesso nella natura. C'è qualcosa di affascinante nel partire e seguire i sentieri senza prestare attenzione al tempo. Non importa se ti alleni su sterrato, su sentieri tecnici gravel o affronti un tour esplorativo in cui vuoi solo scoprire dove ti porta la strada o il sentiero: la SILEX è pronta a tutto!

MERIDA. MORE BIKE.

RIVOLUZIONE INVISIBILE

Schwalbe rilascia Albert Pro, la nuova gomma versatile e gravity oriented. ll focus è sull’introduzione della tecnologia di costruzione radiale della carcassa. Un’evoluzione i cui vantaggi sono subito percepibili da tutti i biker

di Gabriele Vazzola

Lo scorso inverno giunse via mail la chiamata di Schwalbe per il lancio e il test di un nuovo prodotto. Su questo sembrava aleggiare, fin da subito, una certa aria di mistero. La casa tedesca evidentemente credeva molto nella nuova release. La location scelta per l’evento e per i test è stata Finale Ligure, località in provincia di Savona che ha dato i natali all’enduro, e sede di alcuni dei trail più iconici e amati dai biker. Questa scelta ha permesso di svelare fin da subito parte del mistero. Non è stato difficile capire, infatti, che il sipario si sarebbe aperto su una nuova copertura dalla vocazione discesistica; a un solo anno dal lancio del già sorprendente Tacky Chan, la gomma destinata al gravity race. In questo caso però, oltre che a nuovi prodotti, abbiamo assistito alla genesi e al rilascio sul mercato di una nuova tecnologia applicata alle coperture.

Parliamo dell’introduzione della costruzione radiale (o più propriamente semiradiale) della carcassa. Un passo avanti per Schwalbe nella tecnica costruttiva e nelle prestazioni, di cui l’azienda è sembrata convinta fin da subito, tanto da pensare di proporre un “blind test” per rendere più d’impatto il primo contatto con queste nuove gomme.

Ma partiamo dall’inizio. Grazie anche al supporto di Evolve Shop e dei suoi servizi (di cui abbiamo parlato nello scorso numero di Bikefortrade), giunti a destinazione siamo stati immediatamente portati al cospetto di una flotta di eBike Pivot, gommate con una coppia di Magic Mary, un classico per la gamma Schwalbe. Una gomma tra le più diffuse e versatili sul mercato, quindi già conosciute più o meno da tutti. Il treno di Magic Mary avrebbe equipaggiato le bici durante i test mattutini, mentre nel pomeriggio le cose sarebbero cambiate. Sulla stessa eBike avremmo potuto provare la grande novità: Albert Pro Gravity con costruzione radiale nelle versioni con mescola Soft e Ultra Soft. Questo passaggio diretto tra le due diverse coperture, sulle prime ha lasciato alcuni sconcertati, ma la verità è che ci ha permesso di percepire in maniera netta quelli che sono i vantaggi della nuova tecnologia di costruzione radiale della carcassa introdotta da Schwalbe. Le bici si sono rivelate da subito più veloci, responsive e l’aderenza è sembrata nettamente migliorata con una sensazione di "suppleness" decisamente fuori dal comune. Anche la trazione ne ha beneficiato in maniera netta, e su un trail appositamente pensato per frustare le eBike Pivot in salita, era percepibile come l’aderenza del posteriore e la direzionalità dell’anteriore avessero una marcia in più. Il giorno seguente abbiamo avuto la possibilità invece di eseguire i test lungo i sentieri più iconici di Finale Ligure e con un treno di Albert Gravity montato sulle nostre mtb. Il risultato è stato per certi versi anche più sorprendente. Avendo maggiormente il polso della situazione e i riferimenti diretti, le sensazioni descritte qui sopra si sono rivelate in maniera ancora più esaustiva, premiando anche la guida aggressiva e restituendo molta sicurezza. Anche caricando il peso sull’anteriore, sia su rocce sia su terreni più inconsistenti. Da subito è stato chiaro che questo pneumatico avesse qualcosa di diverso, le sensazioni positive restituite da Albert Pro Gravity sono infatti derivazione diretta della nuova costruzione radiale, ma vediamo perché.

LA COSTRUZIONE RADIALE COLPISCE NEL SEGNO

Il concetto non è nuovo. La costruzione radiale della carcassa è oramai assodata in ambito automotive e pare che fosse stato già sperimentato nel mondo bike senza però troppo successo. Questa sembra però la volta buona. Il “radiale” di Schwalbe ha colpito nel segno e prevediamo per lui un futuro destinato a fare scuola. Il processo di sviluppo di questa tecnologia all’interno dell'azienda nasce dalla voglia di migliorare le gomme mtb partendo dall’analisi delle loro problematiche e dei suoi punti deboli. Un approccio classico dell’industrial design, che sempre più spesso viene dimenticato e accantonato a favore invece del mero marketing. Per fare un esempio: rispetto a una scarpa, ci si rende subito conto che l’impronta a terra di una gomma da bici è di molto inferiore, inoltre, quando impatta con una asperità la sua capacità di deformarsi e aderire ad essa risulta limitata.

Risolvere questa situazione in maniera canonica comporta spesso di dover rinunciare ad altre caratteristiche della gomma, come la protezione dalle forature o la flessibilità. Si potrebbe anche scegliere di viaggiare con pressioni inferiori, aumentando però la resistenza al rotolamento, perdendo stabilità laterale e rendendo necessario l’uso degli inserti. L’idea di introdurre la costruzione radiale sembra essere vincente in questo senso e la risposta giusta a queste problematiche. Permette infatti una maggiore superficie di contatto con il terreno, più flessibilità della carcassa e stabilità, a parità di pressione. Non si tratta di una costruzione al 100% radiale come avviene nelle auto, ma dell’utilizzo di un angolo diverso, più “aperto”, nella costruzione della carcassa. Non appare più come una serie di quadrati ruotati a 45°, piuttosto assume l’aspetto di rombi allungati a formare angoli ottusi, i valori espressi sono ovviamente “top secret” e frutto di numerosi studi al fine di raggiungere il miglior compromesso possibile.

COSTRUZIONI A CONFRONTO

Carcassa tradizionale (sx) a confronto con la semi-radiale Schwalbe

Tutto questo si riflette in maniera diretta sulle proprietà della gomma e sulla qualità del riding che permette di esprimere. Il grip aumenta in maniera percepibile e con esso la sicurezza e la confidenza nell’affrontare anche quel passaggio “ostico” che tanto ci ha fatto penare in passato. Questo grazie anche a una sensazione molto confortevole, la gomma appare più resiliente e anche sui terreni più accidentati si ha una sensazione più “smooth”, che restituisce inoltre la percezione di una maggiore fiducia e di un avantreno più intuitivo. Secondo Schwalbe, alla stessa pressione, la costruzione semi-radiale migliora la superficie di contatto del 30%, va da sé che ciò permette anche di aumentare un po’ le pressioni se si desidera una gomma più scorrevole e veloce, pur mantenendo i vantaggi sopra elencati.

I MODELLI DISPONIBILI CON LA NUOVA TECNOLOGIA

Questa nuova tecnologia sembra destinata a instaurare una piccola rivoluzione all’interno di tutta la gamma Schwalbe; per ora sono disponibili i modelli Albert Pro, una gomma davvero versatile, con un battistrada studiato appositamente per lavorare al meglio con la costruzione radiale. Si adatta al trail aggressivo come ai bike park senza l’assillo del tempo. Studiato espressamente per ogni tipo di mtb (elettrificate e non), con un’escursione intorno ai 150 mm. Una

I PRO DELLA COSTRUZIONE RADIALE

+ 30% dell’area di contatto al suolo a parità di pressione

+ 10%

dell’area di contatto con una pressione di 0,5 bar maggiore

Maggior controllo del rebound e risposta più smooth per un maggiore controllo

Maggior grip e comfort

Stessa resistenza al taglio

vera e propria arma non convenzionale, che mixa doti da discesista di razza a una trazione che non lascia scontento l’eBiker, come il rider abituato a percorsi nervosi ricchi di rilanci e saliscendi. Disponibile in versione Gravity o Trail e nelle mescole Soft e Ultra Soft. Insieme ad Albert Pro, sarà disponibile anche una gomma “wet” piuttosto aggressiva: la Shredda Pro. Il battistrada è un classico per questa tipologia, con tasselli distanziati e profondi, stile motocross, studiato per dare il meglio dell’aderenza, della frenata e della trazione anche su terreni molto scivolosi e inconsistenti. Queste caratteristiche, legate ai miglioramenti della costruzione radiali, permetteranno ai biker di sfidare ogni condizione meteo e di tracciato per tutto l’anno e a tutte le latitudini. Shredda è disponibile anche in versione “Rear”, con un disegno che migliora ulteriormente le doti di trazione e frenata. Una gomma che avvantaggia soprattutto le eBike full size, ma adatta a ogni mtb.

Albert Pro Shredda Pro anteriore
Shredda Pro posteriore

IL RE(MCO) DI PARIGI 2024

Evenepoel è stato il primo ciclista a vincere nella stessa edizione dei Giochi l'oro nella prova in linea e a cronometro. Un'impresa arrivata anche grazie al supporto di Specialized, che ha fornito le bici al campione fiammingo

di Davide L. Bertagna

La pagina di storia scritta da Remco Evenepoel ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, con la vittoria sia nella cronometro sia nella prova in linea, rimarrà impressa nella mente e negli occhi di tanti appassionati di ciclismo e non solo. Il 24enne belga, che in bacheca vanta già una Vuelta, due ori Mondiali e due Liegi-BastogneLiegi, era uno dei favoriti alla vigilia dell’Olimpiade dopo l’ottimo Tour de France ma in pochi avrebbero potuto aspettarsi un exploit del genere.

Le due vittorie non sono praticamente mai state in discussione. A 53,7 km/h di media, nonostante la strada bagnata, il belga si è laureato campione olimpico a cronometro sui 32,4 km di percorso, staccando di 15" il nostro Filippo Ganna e di 25" la medaglia di bronzo Wout Van Aert. Mentre nella prova in linea è riuscito a staccare tutti di ruota sulla salita di Montmartre davanti a un pubblico entusiasta a circa 20 km dal finale, facendo il vuoto dietro di sé e arrivando al traguardo con 1'11" di vantaggio su Valentin Madouas, regalando una delle fotografie più iconiche del ciclismo ai Giochi: Evenepoel che alza le braccia al cielo, con la Torre Eiffel sullo sfondo.

IL SUPPORTO DI SPECIALIZED

In questa indimenticabile edizione olimpica, non ha festeggiato solo Remco. Con lui anche Specialized che ha fornito nel corso della stagione le bici all’atleta belga e al team Soudal Quick Step. Per la prova contro il tempo il fiammingo ha utilizzato una Specialized Shiv TT 50 Forward: una bici con telaio in fibra di carbonio

FACT 11r molto rigido con tubi perfezionati nella galleria del vento per offrire la massima aerodinamicità. Il movimento centrale oversize è stato sviluppato per garantire un perfetto trasferimento di potenza, mentre la forcella S-Works in fibra di carbonio monoscocca FACT (acronimo di “Functional Advanced Composite Technology) è caratterizzata da un profilo aerodinamico e uno sterzo molto reattivo in posizione racing da crono. Il percorso completamente pianeggiante della crono olimpica nel cuore di Parigi ha permesso di equipaggiare la Shiv TT 50 Forward con un mono corona in fibra di carbonio da 64 denti con pacco pignoni 11-30.

Per la prova in linea invece è stata scelta la S-Works Tarmac SL8 LTD, nella speciale versione Forward 50 Collection, con ruote Rapide CLX II Team, sella S-Works Power Mirror e reggisella S-Works Tarmac. Completano l’equipaggiamento il cockpit Rapide, gruppo Shimano Dura Ace a 12 velocità, cuscinetti Ceramic Speed e copertoncini Specialized Turbo. Per questo modello (con soli 250 esemplari disponibili in tutto il mondo) il team Specialized ha realizzato un telaio da 685 grammi, più leggero del 15% rispetto alla Tarmac SL7. La bici risulta molto confortevole, grazie alla capacità di filtrare il 6% in più delle sollecitazioni provenienti dal terreno e permettendo di affrontare le curve con un’ottima sensazione di agilità. Il modello mantiene la geometria collaudata del modello SL7, con lo stesso generoso spazio per gli pneumatici di 32 mm, così da poter utilizzare una copertura di maggior volume quando necessario.

NFOCUS OLIMPIADI

LA DOPPIA DOPPIETTA DELLA MTB

Ai Giochi si celebrano solitamente gli atleti e le loro epiche imprese.

Il dna del nostro magazine ci impone però di guardare anche al prodotto che vince.

E qui la medaglia d’oro nell’xc spetta proprio all’Italia

di Gabriele Vazzola

ella gara femminile non c’è stata storia e lo spettacolo è stato rappresentato unicamente dalla pedalata solitaria di Pauline Ferrand-Prévot sulla collina di Élancourt. La francese ha così potuto mettere in bacheca anche uno degli ultimi riconoscimenti importanti che mancavano al suo nutrito palmarès, proprio davanti al pubblico transalpino in visibilio per l’impresa della connazionale. Al secondo giro, la 32enne Ferrand-Prévot si è data alla fuga grazie a un repentino aumento di passo che ha creato subito un distacco che non ha fatto che aumentare nel corso della gara. Le dirette inseguitrici sono state Haley Batten (USA) medaglia d’argento, e Jenny Rissveds (SWE) bronzo.

Diverso è stato il destino della gara maschile, che ha visto l’inglese Tom Pidcock protagonista della prima delle due doppiette di cui vogliamo parlarvi. Infatti, il britannico bissa il successo olimpico di quattro anni fa e si porta a casa un oro, meritato quanto combattuto. Victor Koretzky (FRA) si è classificato secondo, a soli 9”, mentre Alan Hatherly (RSA) è arrivato terzo a 11”. Per metà gara, Koretzky aveva illuso il pubblico francese dominando le prime fasi, condizionate anche da una foratura di Pidcock. Una volta ripresa la testa della gara, non senza difficoltà, il 24enne britannico ha portato l’attacco vincente in salita, staccando di alcuni secondi gli inseguitori che non hanno potuto fare più nulla. Finisce quarto il nostro Luca Braidot, cui non si poteva chiedere di più, dato che anche lui ha dovuto fare i conti con una foratura. Pidcock

si porta a casa una gara combattuta e spettacolare, come a rimarcare il fatto che, con la giusta comunicazione, l’xc rimane una delle discipline più belle e “televisive” del ciclismo. La battaglia a cui il pubblico presente e quello da casa hanno assistito infatti è stata una piccola epopea, riempita a sua volta dai capitoli rappresentati da ognuno dei personaggi principali, protagonisti di vari colpi di scena o semplicemente di storie appassionanti. Come quella di Nino Shurter, che giunge nono tra le lacrime alla sua ultima Olimpiade e si lascia andare, dopo la gara, in un pianto che celebra la grandezza della sua carriera e la caratura di un campione che si scopre essere umano.

LA VITTORIA NELL’XC È DIVENTATO UN DOGMA

La seconda doppietta di cui vogliamo parlare è però dedicata all’Italia. Un piazzamento importante è stato infatti quello delle due bici incoronate con l’oro, entrambe prodotte da Pinarello. Ci sarebbe da indagare se l’impresa era già stata portata a termine in precedenza da altri brand, sta di fatto che questa mtb, peraltro nemmeno troppo diffusa o pubblicizzata, risulta una delle più vincenti grazie anche a un’altra doppietta, quella dei mondiali 2023. La bici presentata da Pinarello per questa edizione olimpica è la Dogma XC, una leggera full suspended di ultima generazione dal design corsaiolo e dalle prestazioni ai massimi livelli della categoria. Ferrand-Prévot a Parigi ha optato per la sua versione front, probabilmente per la relativa semplicità tecnica del percorso. Mentre Pidcock ha voluto sfruttare tutta la trazione e la velocità del nuovo telaio full. Un campione di precisione, grazie ad alcune soluzioni tecniche come l’estrema rigidità del triangolo posteriore e del movimento centrale, grazie anche alla presenza di un cuscinetto sovradimensionato nello snodo sul chain stay. Sono tre i punti di fulcro del triangolo posteriore, cosa che in genere inibisce il movimento della ruota posteriore, ma la geometria unica delle bici e l'integrazione dei foderi flessibili si combinano per consentire la corsa necessaria in maniera diretta e consentendo inoltre di risparmiare peso, migliorare la rigidità e offrire un feeling più diretto. La cinematica della sospensione posteriore tiene conto dell'integrazione dei foderi flessibili per massimizzare il trasferimento di energia durante la pedalata, fornire compressione/estensione ottimali nelle discese tecniche e consentire il massimo controllo del ciclista. Sono stati studiati anche i valori anti-rise e anti-squat per creare una bici che eccelle sia nelle salite più ripide che nelle discese più tecniche. Il triangolo posteriore utilizza un design asimmetrico brevettato. L'asimmetria, di cui Pinarello è maestra anche nelle realizzazioni dedicate ad altre discipline, è stata massimizzata in tutto il telaio consente alla bici di controbilanciare le forze maggiori applicate sul lato opposto della trasmissione. Quando occorre vincere nulla va lasciato al caso, anche il cockpit è stato progettato su misura ed è completamente integrato riducendo il peso e offrendo una maggiore precisione di guida. È incorporato anche un passaggio cavi completamente integrato, così come un cuscinetto specifico per la serie sterzo dotato di un fermo interno per evitare una rotazione eccessiva del manubrio.

TADEJ POGAČAR, L'ALIENO

La doppietta Giro-Tour lo ha consacrato come il più grande fuoriclasse della nostra era. Ad accompagnarlo, come sempre, la V4RS di Colnago: scopriamo insieme i dettagli della bici, in cui spicca la ricercatezza nella componentistica

Negli ultimi 26 anni ci avevano provato in tanti. Da Alberto Contador a Chris Froome passando per Tom Dumoulin, ma nessuno di loro ci era andato davvero vicino. Gli altri grandi nomi delle corse a tappe di questo millennio non rientrano nemmeno nel discorso. L’evoluzione del ciclismo professionistico sembrava respingere in partenza tutti i potenziali tentativi di replicare la doppietta Giro d’Italia-Tour de France. Almeno fino a quando è comparso sulla scena Tadej Pogačar. Da quando nel dicembre 2023 aveva annunciato la sua partecipazione alla Corsa Rosa, la curiosità su come lo sloveno avrebbe gestito il doppio impegno era enorme, soprattutto alla luce delle pesanti sconfitte rimediate in Francia nei due anni precedenti da Jonas Vingegaard. Con un Giro d’Italia già nelle gambe, come avrebbe potuto reggere il confronto con il danese alla Grande Boucle? Il piano di Pogačar era partito a novembre con il cambio di coach. Al fianco dello spagnolo Javier Sola, lo sloveno ha rivisto i suoi programmi di allenamento e ha impostato la stagione con l’obiettivo di correre poche gare selezionate prima di maggio. Un calendario studiato nel minimo dettaglio, che lo ha portato alla partenza del Giro da Venaria Reale con soli 10 giorni di corsa nelle gambe (e di questi 10, sei sono state delle vittorie). La Corsa Rosa è stata una formalità come da pronostico, ma lo sloveno al solito ha offerto grande spettacolo attaccando e

LA COMPAGNA DI VIAGGIO

Come Pantani, anche Pogačar ha legato il suo nome a uno storico costruttore di bici italiano nel corso di questi anni. Sul podio del Tour, lo sloveno ha portato con sé in bella mostra anche la V4RS di Colnago, colorata di giallo per l’occasione, che lo ha accompagnato nella sua doppietta. Proprio le imprese dello sloveno, inoltre, hanno contribuito a riportare il marchio di Cambiago ai fasti di un tempo, garantendo probabilmente un ritorno sul mercato che poche aziende di biciclette hanno avuto negli ultimi anni. Sulla configurazione della bici di Pogačar, dal punto di vista biomeccanico, spiccano in particolare due aspetti. Lo sloveno utilizza pedivelle Shimano da 165 mm, tendenza sempre più diffusa tra i pro con l’obiettivo di avere una pedalata più efficiente, e una sella (Prologo Nago R4) molto inclinata verso il basso. Interessanti per ricercatezza anche le scelte di corone e dischi a cura di CarbonTI, azienda bresciana specializzata in componenti in carbonio, e delle pastiglie, firmate dalla britannica absoluteBLACK e scelte dallo stesso Pogačar per l’efficacia della frenata. Vediamo nel dettaglio la bici del campione sloveno.

vincendo a ripetizione, perché i successi del resto non sono mai abbastanza in uno sport spesso crudele come il ciclismo. L’avvicinamento al Tour de France non è stato esente da qualche brivido (il Covid a 10 giorni dal via superato però senza problemi), ma lo stesso Pogačar il 27 giugno si è presentato così alla vigilia del Grand Départ da Firenze: "Non mi sono mai sentito così bene sulla bici". Il resto è già scritto sui libri di storia, e la sintesi più efficace si ritrova nella tappa del 14 luglio. Lungo l’ascesa finale verso Plateau de Beille, Vingegaard sfodera una delle “prestazioni migliori della sua vita”, come dichiarerà lui stesso in seguito, ma perde sul traguardo addirittura 1’08” dal suo rivale. Quel dominio di Pogačar sui Pirenei non è stato solo il momento decisivo del Tour de France 2024, ma è ora considerata nel ciclismo come una delle migliori performance di sempre in salita.

Il capitano della UAE Team Emirates non si è di certo accontentato, perché ha continuato il proprio personale show nella terza e ultima settimana, fino alla definitiva consacrazione a Nizza. Vincendo il suo terzo Tour de France della carriera è entrato di diritto tra i più grandi di sempre del ciclismo, completando una doppietta inseguita da tanti e riuscita solo a pochi eletti. Otto in totale, per la precisione. L’ultimo era stato Marco Pantani nel 1998: un fuoriclasse sempre all’attacco, garibaldino e a volte spregiudicato, mai sulla difensiva. Proprio come Tadej Pogačar.

COLNAGO

V4RS

Telaio e forcella: Colnago V4RS

Gruppo: Shimano Dura Ace Di2 12v 11-34

Guarnitura: corone Carbon-Ti 54-40, pedivelle Dura Ace 165 mm

Freni: Dura Ace, dischi Carbon-TI 160-140 mm, pastiglie absoluteBLACK

Ruote: Enve SES 4.5 56 mm

Gomme: Continental GP 5000 28 mm

tubeless

Manubrio: Enve integrato 37 cm, attacco 120 mm

Reggisella: Darimo

Sella: Prologo Nago R4

SCHEDA

SHIMANO

DURA ACE DI2

Il gruppo più evoluto della casa giapponese, simbolo di efficienza e alte prestazioni nella cambiata in ogni situazione, anche quando la catena viene messa sotto grande sforzo. Utilizza un sistema semi-wireless e il cambio è regolabile tramite l’app. La sua ultima evoluzione è stata presentata da Shimano nel 2021 e da allora rappresenta uno dei principali punti di riferimento per la componentistica di alta gamma nel campo delle trasmissioni.

SES 4.5 CONTINENTAL GP 5000

La punta di diamante dell’azienda statunitense, sinonimo di velocità e aerodinamicità. Ha un canale interno da 25 mm, per accogliere anche pneumatici da 30 mm come da ultime tendenze. È ottimizzato per i tubeless e, per migliorare ulteriormente l'affidabilità dello pneumatico e del cerchio, le ruote presentano il Wide Hookless Bead di Enve, un elemento di design sul bordo anteriore del cerchio che abbassa le probabilità di perdita di pressione in caso di impatti.

La mescola utilizzata dal produttore tedesco per questo pneumatico di alta gamma si chiama Black Chili, ed è ottenuta tra speciali gomme sintetiche e naturali. Al risultato finale vengono poi aggiunte particelle di fuliggine, a loro volta ottimizzate nella forma e nelle proprietà superficiali.

PROLOGO

NAGO R4

La versione “chiusa” della Nago R4 presenta una cover con tre sezioni indipendenti, che ricoprono tutta la superficie della sella. Al centro è presente il sistema Active Base di Prologo: sotto alla sezione centrale della cover, la base risulta comunque forata come nel modello aperto. Una soluzione che permette di unire i benefici di una sella chiusa con una maggiore superficie d’appoggio, ai vantaggi di una con base aperta. Il design indica il centro anatomico, utile per un corretto posizionamento.

Lunghezza: 245 mm

Larghezza: 137 mm

Peso: 142 g

MET

TRENTA 3K CARBON MIPS

Il casco utilizza la tecnologia 3K Carbon, che permette di ridurre la densità dell’EPS del 20%, senza comprometterne la capacità di assorbire gli urti. La calotta è leggera e performante, ed è stata migliorata grazie all’aggiunta di Mips Air, integrato nell’imbottitura.

IL PALMARÈS DI TADEJ

2 UAE Tour

Grandi Giri

3 Tour de France (17 vittorie di tappa)

1 Giro d’Italia (6 vittorie di tappa)

Classiche Monumento

3 Il Lombardia

2 Liegi-Bastogne-Liegi

1 Giro delle Fiandre

Corse a tappe World Tour

2 Tirreno-Adriatico

1 Parigi-Nizza

1 Volta Ciclista a Catalunya

1 Tour of California

Classiche World Tour

2 Strade Bianche

1 GP di Montréal

1 Amstel Gold Race

1 Freccia Vallone

DMT

DMT POGI’S

Tadej Pogačar ha fatto una scelta ben precisa per le sue scarpe: no ai rotori, sì ai lacci. L’ultimo modello è costituito da una tessitura di tre tipologie di fili in poliestere, con diverse caratteristiche a seconda della funzione specifica che devono assolvere. La chiusura avviene tramite un sistema di carrucole che elimina gli attriti sulle stringhe, mentre un blocco con levetta permette le microregolazioni istantanee.

MEGATORQ: MASSIMA POTENZA SENZA SALTI DI CATENA

La nuova tecnologia di FSA alza il livello delle guarniture

top di gamma del marchio. In uno sport dove ogni secondo conta, anche i pro ne hanno riconosciuto i vantaggi su strada

Nell'universo delle competizioni ciclistiche, dove ogni millisecondo conta, FSA ha introdotto la nuova tecnologia Megatorq, che promette di rivoluzionare le prestazioni delle biciclette da corsa. Si tratta di un design, già implementato su guarniture di punta come la Powerbox Team Edition e la K-Force Team Edition, che è stato sviluppato in collaborazione con i pro con l'obiettivo di garantire la massima efficienza e affidabilità, specialmente sotto carichi estremi.

COSA RENDE SPECIALE LA TECNOLOGIA MEGATORQ?

La chiave del successo delle corone FSA Megatorq risiede in un design avanzato del profilo dei denti, meticolosamente ottimizzato per creare un "punto dolce" tra la corona e la catena, riducendo quasi totalmente il rischio di salti di catena anche sotto sforzo massimo. Grazie a un angolo di deragliamento rivisto e a un passo tra i denti aggiornato, la tecnologia Megatorq garantisce non solo una ritenzione della catena superiore del 45% rispetto ai design precedenti, ma supera anche il concorrente più vicino del 39% in termini di forza di ritenzione.

SVILUPPO SUL CAMPO E TEST INTENSIVI

Per assicurare che le corone Megatorq rispondano alle esigenze dei ciclisti professionisti, FSA ha investito in uno sviluppo sul campo in stretta collaborazione con atleti di alto livello. Inoltre, è stato creato un macchinario di test in-house specificamente progettato per portare al limite le corone e le guarniture, simulando

condizioni di utilizzo estreme. Questo macchinario verifica la forza necessaria per causare un salto di catena, dimostrando che le corone Megatorq sono in grado di sopportare carichi di 100 kg superiori rispetto ai competitor. In termini di potenza, queste corone possono gestire fino a 3780 watt o 62 Nm di coppia, mentre le alternative sul mercato si fermano a 2680 watt o 45 Nm.

LA SCELTA DEI PROFESSIONISTI

Il contributo dei team professionisti è stato fondamentale nello sviluppo delle corone Megatorq. Squadre come la EF Education-EasyPost, Israel Premier Tech, Uno-X, Caja Rural-Seguros RGA e Burgos-BH hanno scelto di adottare le corone FSA, riconoscendo il vantaggio competitivo che esse offrono. Gli atleti che spingono costantemente al massimo delle loro capacità possono ora concentrarsi sulla gara senza preoccuparsi di rotture o perdite di potenza a causa di salti di catena. Come testimoniano i ciclisti stessi, in gare dove la vittoria si misura in centimetri, ogni piccolo vantaggio può fare la differenza.

UN VERO MARGINAL GAIN

La tecnologia Megatorq di FSA rappresenta un vero e proprio "marginal gain" nel mondo del ciclismo. Grazie all'attenzione ai dettagli nella progettazione e all'innovazione nei test, le corone FSA offrono una sicurezza e una performance senza pari. Con il supporto e l'approvazione dei team professionisti, non c'è dubbio che la tecnologia Megatorq continuerà a stabilire nuovi standard nel settore.

Design originale

LE GUARNITURE DI FSA CON MEGATORQ

POWERBOX TEAM EDITION

K-FORCE TEAM EDITION

Questa guarnitura fa parte della serie di prodotti K-Force Light. Sono caratterizzati dal know-how di FSA nella lavorazione del carbonio e dell'alluminio, emblema dei prodotti all’avanguardia dell’azienda.

Lunghezze pedivella: 165, 167.5, 170, 172.5, 175 mm 53/40, 52/39T, 50/37T, 48/35T, 46/33T (12v SRAM); 54/40T,

Include la connessione Bluetooth sia a sinistra che a destra per una precisione di alto livello. Inoltre, rispetto alla precedente edizione, il peso è stato ridotto a soli 690 grammi, rendendola una delle guarniture con misuratore di potenza più leggere e rigide sul mercato.

Lunghezze pedivella: 165, 167.5, 170, 172.5, 175 mm

Rapporti disponibili: 53/39T, 52/36T, 50/34T, 48/32T, 46/30T (11S)

Peso: 690 grammi (53/39T)

FUNZIONALITÀ, SICUREZZA E DESIGN AL PASSO COI TEMPI

Abus presenta i nuovi antifurto che puntano a rivoluzionare il mercato. Yardo, caratterizzato dal fatto di sbloccarsi con l’impronta digitale, e Infinity Loop che permette di legare simultaneamente telaio e componenti della bici

INFINITY LOOP: DOPPIA FLESSIBILITÀ, MASSIMA REGOLAZIONE

Avete presente la sensazione d’insicurezza che si prova quando si parcheggia la bici all'aperto? Anche legando il telaio a un lampione, componenti come le ruote rimangono un potenziale obiettivo per i ladri. L’antifurto a catena Infinity Loop di Abus nasce per rispondere a questa problematica. Grazie all'innovativa funzione a doppio anello, è possibile “legare” le componenti preziose della propria bici oltre al telaio. Con due cappi a dimensione regolabile, offre molte opzioni di collegamento: sfrutta l'intera lunghezza dell'antifurto formando un cappio su ciascuna estremità. Per una maggiore flessibilità, è possibile scegliere tra una lunghezza della catena di 110 cm o 140 cm. Infinity Loop è ideale anche se si desidera collegare due bici tra loro o se viene utilizzato un portabici per l'auto. Grazie al rivestimento in fibra sintetica IvyTex che protegge la vernice del telaio della bici da abrasioni o graffi e al peso ridotto, l'antifurto non è solo robusto, ma anche pratico per il trasporto. È disponibile in tre colori: nero, verde e arancione autunnale.

• Peso: 1.400 g

• Catena a sezione quadra di 6 mm di spessore

• Diametro anello 60 mm

• Funzione a doppio anello con due anelli regolabili: uno assicura componenti come

le ruote, l'altro tutela il telaio della bici

• Lunghezza regolabile in modo personalizzabile e continuo grazie al corpo del lucchetto scorrevole per una manipolazione flessibile

• Chiusura rapida senza chiave grazie al bloccaggio automatico

YARDO: L’ANTIFURTO CHE SI SBLOCCA CON L’IMPRONTA DIGITALE

Grazie alla tecnologia a impronte digitali, Yardo cambia “le regole” per quanto riguarda gli antifurto delle bici. Niente più chiavi o codici numerici, bensì comodità e rapidità d'utilizzo. Yardo è costituito da una catena a sezione circolare di sette millimetri di spessore che offre una solida protezione. Le estremità della catena, lunga a scelta 85 cm e 110 cm, sono collegate al corpo del lucchetto in zinco pressofuso rivestito. La particolarità di questo corpo del lucchetto è che è dotato di un preciso sensore di impronte che ne riconosce fino a 20. La scansione di più impronte digitali consente una gestione flessibile (ad esempio, se si desidera condividere l'antifurto o la bici con familiari o altre persone). Il processo di chiusura è estremamente semplice, poiché l'antifurto si blocca automaticamente quando le sue estremità vengono inserite nel corpo del lucchetto che è racchiuso in una copertura in silicone per evitare graffi al telaio della bici. Un doppio bloccaggio a sfera garantisce una maggiore protezione contro l'apertura forzata.

• Peso: 1.246 g

• Catena a sezione circolare di 7 mm di spessore

• Batteria CR2 inclusa nella dotazione

• Sensore per impronte digitali capacitivo e preciso

• Doppio bloccaggio a sfera per una maggiore protezione contro l'apertura forzata

• Chiusura rapida senza impronta digitale grazie al bloccaggio automatico

• Resistente alla polvere e alle intemperie grazie alle certificazioni IP66 e IP68

SCHEDA TECNICA
SCHEDA TECNICA

FOXY: 20 ANNI DI STORIA DELLA MTB

Che Mondraker celebra con un’edizione limitata della sua iconica bici. Solo 20 modelli numerati con una colorazione speciale dedicata al modello 2013, che ha cambiato il settore con la sua Forward Geometry

Nel 2004 l’enduro era ancora un affare per pochissimi impallinati. Con l’obiettivo di intercettare quella nuova tendenza, Mondraker lanciò una bici destinata a diventare una delle sue punte di diamante: la Foxy. Un prodotto che quest’anno festeggia il ventennale, celebrato dall’azienda spagnola con un’edizione speciale di una delle creazioni più iconiche in assoluto.

Nello sviluppo della Foxy nel corso degli anni si possono rivedere tante delle evoluzioni che hanno caratterizzato la mountainbike fino a oggi. Se nel 2004 la bici si presentava con 140 m di escursione e un sistema di sospensione tradizionale a quattro punti d’infulcro, ecco che la versione del 2011 offriva agli enduristi lo Zero Suspension System. Due anni dopo, la Foxy sarebbe diventata invece la prima bicicletta di Mondraker con la Forward Geometry, un concetto di design innovativo che ha influenzato l’intero settore negli anni a venire. Nel 2015 è stata la prima a essere realizzata in fibra di carbonio, mentre nel 2019 è passata alle ruote da 29”. La storia della Foxy, insomma, è un po’ anche quella della mtb stessa. Per un anniversario così speciale, Mondraker ha presentato dunque la Foxy Carbon Unlimited 20 Years. Le bici disponibili saranno solo 20 in tutto il mondo e saranno numerate. venti biciclette ispirate all’estetica e al design della Foxy XR 2013, il primo modello prodotto con Forward Geometry, una bici con telaio in

Telaio: Stealth Air full Carbon, escursione

150 mm

Forcella: Fox 36 29 Float GRIPX2 Factory

Kashima, 160 mm

Ammortizzatore: Fox Float X Factory

Kashima EVOL 205x65 mm

Gruppo: SRAM X0 Eagle AXS, cassetta 10-52T

Freni: SRAM Code Silver Stealth 4 pistoni

(200 mm ant., 180 mm post.)

Ruote: e*Thirteen Grappler Carbon 30 mm hookless

Gomme: Maxxis Minion DHF 29x2.5 WT (ant.), Maxxis Minion DHR II 29x2.4 WT (post.)

Reggisella: Fox Transfer Factory Kashima internal 31.6 mm

Componentistica: Acros, SDG, OnOff

alluminio idroformato, sospensioni Fox con rivestimento Kashima e dalle ruote Crankbrothers Iodine 3. Il reparto di verniciatura interno a Mondraker ha ripreso la stessa tonalità di nero (Black Diamond), bianco e oro (Foxy Gold) per rendere la Foxy Carbon Unlimited 20 Years un prodotto unico e spettacolare. Ciascuna delle 20 biciclette numerate è dipinta a mano, una per una, e comprende dettagli sulle forcelle, sugli ammortizzatori e sulle ruote. Uno dei più interessanti è la successione di tutti i loghi Foxy degli ultimi anni, che si trovano lungo il tubo orizzontale. Come per le altre serie Unlimited, le 20 biciclette numerate Foxy Carbon Unlimited 20 Years sono accompagnate da una custodia contenente un libretto che illustra la storia del modello, la vernice per il ritocco del telaio e un certificato di autenticità che attesta che siete uno dei soli 20 fortunati al mondo a possedere la Foxy più esclusiva di sempre.

FOXY 2013: COME LA FORWARD GEOMETRY HA CAMBIATO LA MTB

• Reach più lungo: posiziona meglio il ciclista tra le ruote, aumentando la stabilità e il controllo.

• Attacchi più corti: un reach più lungo consente l’uso di un attacco manubrio più corto, che a sua volta garantisce una migliore risposta dello sterzo.

• Passo più lungo: l’aumento della distanza tra l’asse delle ruote migliora la stabilità, soprattutto su terreni accidentati e ad alta velocità.

DALLA TESTA AI PIEDI

La linea Loamer di Vaude comprende tutto l’occorrente per la mtb: giacca, pantaloncini e maglietta da donna da abbinare a scarpe unisex. Conclude l’opera l’attenzione al riciclaggio e al riutilizzo dei materiali seguendo i principi dell’economia circolare

Giacca a vento versatile pensata per la mtb, nonché antivento, idrorepellente e traspirante. Le due tasche anteriori sono coperte da una cerniera ribaltata e la zip anteriore è dotata di patta interna. Inoltre, sono presenti dei bordini elastici sulle maniche e il bordo ed elementi riflettenti per una migliore visibilità. Realizzata principalmente in poliestere riciclato.

Comodi pantaloncini da mountainbiking, da abbinare alla giacca Loamer. Dotati di salopette interna, si mantengono leggeri e si caratterizzano per una vestibilità comoda. Anche in questo caso, sono per lo più realizzati in poliestere riciclato. Sono dotati di una tasca classica con fodera reticolata per favorire la ventilazione e i passanti per la cintura (in parte elastica). È incluso anche un pantaloncino interno con fondello T-Pad, pensato per il trail e il cicloturismo e in generale per qualsiasi tipo di terreno, indipendentemente dalla durata del viaggio. La struttura a due strati è concepita per essere ergonomica: lo spessore è di 15 mm e la schiuma è più morbida e avvolgente per offrire massima libertà di movimento e un’ammortizzazione eccellente. È particolarmente indicato per una posizione di seduta eretta.

Il completo Loamer include anche una t-shirt, pensata sia per le uscite in mtb che lifestyle, rientrante nel concetto di economia circolare Vaude. Con i capi RETHINK! il brand sta infatti muovendo i primi passi verso il riciclaggio dei diversi tipi di materiale che utilizza, declinando il metodo di fabbricazione secondo i principi dell’economia circolare. Ad esempio, le zip sono convertite in poliestere PET, l’elasticità dei capi è assicurata da filati realizzati al 100% in PET e anche le chiusure a velcro utilizzano questo stesso materiale piuttosto che la poliammide.

Scarpe leggere e traspiranti unisex, con suola per pedali SPD da mountainbike. La tomaia robusta e in materiale sintetico è altamente resistente all’abrasione, con imbottitura 100% in poliestere riciclato. La soletta anatomica è estraibile e la suola esterna AM Vaude presenta un indice di stabilità V-Flow 6 e un rinforzo in nylon per una trasmissione di energia ottimale. La calzatura è compatibile con i comuni sistemi di aggancio per mtb, la cui copertura è in gomma. Realizzata in TPU laminato e dotata di sistema di chiusura BOA L6.

Blob - camera d’aria in TPU con sigillante Benvenuti nella rivoluzione delle camere d’aria NXT! Siamo entusiasti di presentarvi le nuove camere d’aria in TPU con sigillante BLOB NXT, un’innovazione senza precedenti nel mondo del ciclismo. Con un’incredibile riduzione del peso fino all’80% rispetto alle camere in butile e il liquido sigillante integrato per una maggiore protezione contro le forature, queste camere d’aria offrono una leggerezza senza rivali senza compromettere la resistenza e la prestazione.

NXT/BLOROAD Road 700x23-33:

Con soli 59g di peso, queste camere d’aria sono l’ideale per le strade veloci, offrendovi una sensazione di leggerezza e agilità senza pari.

VIDEO:

NXT/BLOGRA Gravel 700x35-45:

Con soli 99g di peso, queste camere d’aria sono pronte per affrontare i terreni più impegnativi, offrendovi prestazioni elevate su percorsi off-road e gravel.

Con pesi rispettivamente di 159g e 149g, queste camere d’aria sono progettate per soddisfare le esigenze dei ciclisti di mountain bike più esigenti, offrendo leggerezza e durabilità.

LOAMER AIR JACKET
LOAMER SHORTS
DOWNIEVILLE TECH II
LOAMER SHIRT

VOYAGER: UN ALTRO MODO DI VIVERE LA CITTÀ

Stile italiano, design milanese e alta qualità: dalla sua nascita Brera Cicli si fa promotrice della mobilità su due ruote. In anteprima a IBF 2024, il marchio del gruppo Mandelli presenta la sua ultima eBike, progettata per districarsi al meglio nei centri urbani

Brera Cicli, il marchio del gruppo Mandelli, presenta in anteprima all’Italian Bike Festival 2024 quella che definisce la più innovativa fra le sue eBike: Voyager.

“Abbiamo scelto la fiera internazionale più importante del settore per dare la possibilità ai nostri clienti e ai tutti gli appassionati di vedere e provare tutte le novità disponibili a partire dalla prossima primavera e, in particolar modo, il nostro modello elettrico più innovativo per la stagione 2025”, spiega Marco Biollo, ceo del gruppo brianzolo.

Voyager è una eUrban con motore centrale, pensata per spostarsi senza problemi dal pavè dei centri storici fino agli sterrati dei parchi. A contraddistinguerla è il look minimale, perfetto per la città. Per renderla esteticamente quanto più pulita ed essenziale, il Mandelli Lab ha curato ogni dettaglio. I cavi interni sono nascosti, il display LCD è integrato nell’attacco del manubrio, le saldature sono invisibili e la luce posteriore a LED è inserita nel portapacchi. Proseguendo con i dettagli tecnici, Voyager monta il nuovo cambio Shimano Essa e gli pneumatici Michelin con il sistema Protek antiforatura e le bande rifrangenti, così da assicurare la visibilità anche lateralmente.

Il suo maggiore punto di forza è però il nuovo motore centrale VINKA V20 da 36V, supportato da una batteria da 13 Ah che la rende scattante e allo stesso tempo fluida grazie anche ai cinque livelli di supporto.

Il gruppo Mandelli punta forte sul settore dell’elettrico, con l’obiettivo di realizzare bici per tutti, venendo incontro davvero alle esigenze di ciclisti e cicliste di ogni età e personalità e – non bastasse – di tutte le tasche.

“Noi di Mandelli poniamo un’attenzione particolare al giusto prezzo, così che la qualità possa essere accessibile a tutti. Perché solo in questo modo crediamo si possa davvero incentivare l’uso delle due ruote. Spendere meno non significa affatto acquistare una bici poco performante. Tutt’altro, se la scelta della componentistica è oculata, si possono ottenere anche risultati migliori rispetto agli standard di mercato", spiegano i tecnici responsabili del prodotto in Mandelli.

Mantenendosi sotto la soglia dei 2.000 euro, Voyager sarà disponibile a partire dalla primavera 2025, in due misure (43 e 46 cm) e in tre colori (verde smeraldo, terra bruciata opaco e sabbia).

L’appuntamento è dunque al Misano World Circuit, allo stand U1, per scoprire tutte le anteprime del prossimo anno del gruppo Mandelli.

Siamo il vostro esperto di soluzioni eDrive complete.

Ci concentriamo sullo sviluppo, produzione e vendita di sistemi di trasmissione elettrica intelligenti per affermarci come azienda leader nell’eMobility e promuovere globalmente applicazioni di sistemi di trasmissione più ecologici. Ci piacciono tutti i tipi di ciclismo e offriamo sistemi eBike per tutte le applicazioni.

Siamo Ananda.

www.ananda-drive.com

LA SCUOLA A SUPPORTO DELL’INDUSTRY

Il centro di alta formazione di RMS, in prima fila nel cercare di aggiornare le competenze dei meccanici, si prepara ad aumentare la propria offerta con corsi tecnici e manageriali. E per chi desidera intraprendere un nuovo mestiere, al via la seconda edizione del Masterclass “Professional Bike Mechanic”

Per la Bicycle & Business Academy, il centro di alta formazione di RMS, è senza dubbio stato un anno impegnativo. Lo testimoniano i numeri registrati nel periodo didattico fra ottobre 2023 e maggio 2024:

• 271 operatori della bike industry formati che vanno ad alimentare il bacino di professionisti che si sono affidati all’Academy nell'anno precedente, per un totale di 504 persone.

• 45 giornate di lezione realizzate, per un totale complessivo di 73 giorni da quanto la Bike Academy è nata.

Saper di essere riusciti a dare supporto a numerosi professionisti della bike industry è sicuramente motivo di orgoglio per RMS, specie in un mondo in cui non vi è nessun operatore di settore unicamente votato alla formazione tecnico-professionale. L’Academy si mette, invece, in prima fila nel cercare di aggiornare le conoscenze e competenze tecniche dei meccanici di bici attraverso un piano didattico d’altissimo livello.

Adesso, è però tempo di lasciarsi alle spalle il passato e di guardare avanti verso la prossima stagione. Infatti, nell’intento di continuare a essere un valido riferimento per i professionisti di settore, da ottobre le porte dell’Academy si riapriranno per accogliere nuove lezioni e corsisti desiderosi di aggiornare le proprie competenze.

L’AMPIA OFFERTA FORMATIVA

CORSI TECNICI

• eBike: sistemi, motorizzazioni e batterie

• Ruote: riparazione, manutenzione e tecniche d’assemblaggio

• Meccanica generale e impianto frenante

• Meccanica avanzata, manutenzione e assemblaggio bici d’alta gamma

• Sospensioni base: manutenzione lato aria

• Sospensioni avanzato: manutenzione lato idraulico

CORSI BRAND

• Sr Suntour official point

• Authorized Cane Creek service center

• Bosch service center

• Corso ufficiale Magura

• Corso ufficiale TQ

CORSI MANAGERIALI

Tematiche di business per cercare di aiutare a gestire al meglio la propria attività/negozio toccando molteplici aree tematiche:

• Area Marketing (comunicazione, CRM)

• Area Experience (implementare l’esperienza del cliente in negozio)

• Area Economics (tassi, interpretazione di dati)

Sebbene gli operatori di settore rimangano il target di riferimento dell’Academy, è opportuno sottolineare che vi sono dei percorsi formativi progettati appositamente per tutti coloro che vogliono intraprendere una nuova professione e che quindi vorrebbero entrare a lavorare nella bike industry con tutte le competenze e conoscenze richieste dal mercato. Al riguardo, ecco il masterclass disponibile: Professional Bike Mechanic. Si tratta del fiore all’occhiello della gamma formativa per il quale, dopo il successo della prima edizione che ha visto la “nascita” e il rispettivo lancio nel mondo lavorativo di cinque nuovi neo meccanici, sta per partire con la seconda puntata (questo settembre).

Ecco qualche informazione utile:

• Numero massimo di partecipanti: sei persone

• Cento ore formative (teoria, pratica, esercitazioni in vere ciclofficine, incontri con partner)

• Rilascio attestato con valutazione in trentesimi

• Presentazione dei partecipanti presso negozi e ciclofficine su tutta Italia (più di 3.800 negozi all’interno del network di RMS) per facilitare l’ingresso lavorativo

• Il percorso è fruibile in via gratuita e finanziata per i disoccupati residenti in Lombardia

Insomma, la Bicycle & Business Academy sta lavorando duramente per cercare di elevare la figura del meccanico bici e, per questo, intende in futuro impegnarsi in molteplici progetti che possano ulteriormente apportare valore, conoscenze e competenze.

LA NUOVA GENERAZIONE DEL CYCLING APPAREL

Negli ultimi anni il mondo bike ha accolto un numero sempre più elevato di appassionati. Che si sono poi divisi in community in base al loro approccio alle due ruote. I marchi di abbigliamento li hanno seguiti, creando gruppi identitari ben distinti tra di loro

di Benedetta Bruni

Il mondo del ciclismo in questi anni ha subito profonde trasformazioni. Non parliamo solo dell’allargamento della pratica, ma anche delle produzioni dei brand di abbigliamento dedicati agli amatori e al rapporto di questi ultimi con la bici. Con l’aumento degli appassionati, infatti, nuovi marchi hanno colto l’opportunità di entrare nel mercato, concentrandosi sulla definizione di un’identità a cui sentirsi affini e gettando le basi per una community che si ritrova nello stesso stile e valori. Uno studio di A Color Bright, agenzia di comunicazione con sede a Berlino, ha analizzato questi marchi e i cambiamenti che hanno portato nel settore.

LA NUOVA GENERAZIONE DI BRAND

Al centro dell’analisi c’è una maggiore propensione a un abbigliamento “alla moda”, con un’enfasi sulla qualità e sulla ricercatezza. I nuovi rider usano capi e attrezzatura “fashion” per sentirsi parte di una community esclusiva, sfoggiando un certo stile che è sì funzionale alle due ruote, ma è anche facilmente riconoscibile con i piedi per terra. Brand come Rapha, MAAP e Pas Normal Studios sono i pionieri in questo per i neo-aficionados perché promuovono anche un senso di partecipazione all’interno della propria consumer base, completamente devota a questo modo di concepire

l’abbigliamento ciclistico e la relativa appartenenza. Ma questo stile elitario non è per tutti: alcuni ciclisti preferiscono indirizzarsi su un’atmosfera più rilassata e senza pretese, e i brand rispondono con un abbigliamento che intende dare ai propri consumatori un’esperienza autentica e la libertà di sentirsi se stessi. I marchi stanno quindi diventando dei punti di incontro per le community: organizzano ride, si fermano per un caffè con i ciclisti e nel frattempo migliorano l’esperienza di vendita che offrono in negozio. Rapha è stato pioniere di questa strategia e ora tutti vogliono provare a essere “il nuovo Rapha”.

Alla base di questo mondo c’è una domanda: cosa spinge le persone ad andare in bici? È questo senso di comunità, l’avventura o la ricerca del proprio personal best? Qualunque sia la risposta, le motivazioni in realtà possono essere collegate tra loro, e lo si nota, appunto, in capi altamente performanti che mescolano stampe eccentriche e colori sgargianti o uno stile più classico volto invece alla qualità e al comfort.

LA MAPPA

Lo studio portato avanti da A Color Bright ha analizzato il design di oltre 30 marchi emergenti, dividendoli in quattro categorie: new school, pure performers, quirky cruisers e easy riders. Questi si dispongono su due assi i cui estremi sono convenzionali/eccentrici (ascissa, da sinistra a destra) ed experience/ performance (ordinata, dall’alto al basso), con Rapha al centro. I quattro gruppi non si intersecano: ognuno possiede infatti caratteristiche che lo differenziano dagli altri, come il target di riferimento e il look a cui si ispira. Solo i brand new school si dividono tra uno stile più progressivo e quello più divertente e individualistico dei quirky cruisers.

Per il resto, invece, le categorie sono tra loro piuttosto isolate. Ciò dimostra che le nuove anime del ciclismo esistono e sono molto diverse tra di loro. E a pensarci, è vero: Le Col e Q36.5, per esempio, attingono a un tipo di biker ben distinto da MAAP o Pas Normal Studios. Così come PEdALED e Café du Cycliste. Forse non è una divisione subito immediata se si considera lo stile dell’abbigliamento, ma lo è quando si pensa che il design si è modellato su un’identità e su un modo di vivere la bici che, a quanto pare, conosce poca contaminazione.

COSA CI ASPETTIAMO DA QUESTI BRAND NEI PROSSIMI ANNI?

A Color Bright ha definito quattro trend che potrebbero far sbocciare ulteriormente l’industry.

1. Fashion collabs: di questi tempi, nessun settore può sfuggire alle collaborazioni. Per i brand di abbigliamento da ciclismo, servono come mezzo per andare oltre la mera funzione di equipaggiamento. Un esempio è la partnership tra MAAP e Unimatic per un orologio, o quella tra Pas Normal Studios e Salomon per una scarpa. Anche se forse la più sorprendente è stata Rapha x Palace, che ha creato un kit per i rider del team EF Pro Cycling, in una sinergia tra skateboard e ciclismo.

2. Collezioni off-bike: si può vendere solo un certo numero di bib e giacche, ma è sempre possibile espandere la propria gamma prodotti con capi più lifestyle. Da

usare anche alle feste. Come si è visto con le party t-shirt di Isadore.

3. L’ingresso nel ciclismo professionale: finora, Rapha è stato il primo a sponsorizzare un pro team (appunto, EF Pro Cycling), mentre a gennaio MAAP ha unito le forze con Lifeplus-Wahoo per sponsorizzarne la squadra di donne professionistica riconosciuta dall’UCI. Pas Normal Studios continua la sua espansione nella scena gravel con il lancio del PAS Racing Team, con 18 rider internazionali che competeranno in gare di settore in tutto il mondo.

4. Bib colorati: giocare con le giacche è indubbiamente divertente, ma adesso i nuovi brand stanno portando la sperimentazione al livello successivo con i bib shorts non più solo bianchi e neri. Come quelli color paprika di Pedla, i rossi di Velocio, gli ocra e celesti di MAAP.

NEW SCHOOL

Questi marchi eccellono in ogni aspetto: dall’alta qualità dei prodotti a una brand experience coinvolgente. La loro gamma è molto diversificata e attrae sia i ciclisti che cercano prodotti unici sia coloro che vogliono solo sentirsi parte di una community.

Colori: viene utilizzato uno spettro variegato di tonalità, dalle classiche come blu navy, grigio, bianco e nero ad altre più calde, con palette molto giocate.

Prodotti: sebbene ogni brand abbia una propria identità, tutti condividono l’uso di componenti visive pulite e geometriche, che convogliano un senso di raffinatezza e precisione. I loghi spesso impiegano forme o lettering astratti, sia per suggerire agilità e dinamismo, sia per evocare l’estetica delle felpe americane. Questi brand incorporano un ampio range di elementi grafici, pattern, gradienti e illustrazioni, rendendoli i più adattabili e desiderati dalla maggioranza dei consumatori, pur mantenendo un fit e una qualità premium.

PURE PERFORMERS

Fedeli all’autenticità e a un’esperienza in bici genuina, questo gruppo incarna l’essenza dell’abbigliamento da ciclismo classico. La priorità è tutta sulla funzionalità e la precisione tecnica nella creazione di prodotti a performance elevate.

Colori: la palette include colori forti e vivaci, con toni freddi dominanti per un’aura di serenità e sobrietà che trasmette un’essenza tecnica accentuata da sfumature metalliche e a neon. Con un focus su tonalità primarie come nero, bianco, giallo, rosso e blu, rimane poco spazio per la stravaganza, propendendo per un’estetica diretta e funzionale.

Prodotti: questi brand hanno un design agile e aerodinamico. Ogni prodotto trasmette un senso di velocità ed efficienza. Presentano un’estetica minimal, linee pulite e un posizionamento preciso del logo. Rispetto ai new school, c’è un minore utilizzo di stampe e pattern. Invece, la texture si ottiene tramite una maggiore “materialità”, quindi disegni a rete, elementi riflettenti, tessuti screziati e tecniche di costruzione innovative.

QUIRKY CRUISERS

Questi ridefiniscono il ciclismo con un fascino unico che li lega alla loro nicchia. I brand che vi appartengono offrono un’esperienza di bici alternativa che risuona tra i rider che danno valore all’individualità.

Colori: le tonalità sono vibranti ed elettriche, combinando colori audaci con pattern giocosi per un’estetica dinamica. Questa scelta emette energia e personalità, aggiungendo un tocco di emozione in ogni ride.

Prodotti: i quirky cruisers ridefiniscono lo stile con trame espressive e grafiche eccentriche che creano un’identità ben distinta. Il design è ricco di stampe ed elementi illustrativi, e gioca spesso con motivi vintage per proporre qualcosa di nuovo. Con una vibe non troppo seriosa, questi brand danno più importanza al divertimento e al comfort su un senso di performance.

EASY RIDERS

Questo gruppo preferisce la semplicità, l’accessibilità e il comfort. Il loro approccio allo sport è semplice e amichevole, in quanto danno valore all’agio e al divertimento più di ogni altra cosa.

Colori: gli easy riders sono per i toni caldi e i colori tenui per un senso di accoglienza e comfort. Il design inoltre trasuda un’eleganza senza tempo che sia complementare all’ambiente del ciclismo outdoor. Questa palette calma trasmette un atteggiamento positivo di benessere, instillando un senso di tranquillità e relax, assicurando al contempo versatilità e facilità di coordinamento con il resto dell’attrezzatura sportiva.

Prodotti: lo stile è semplice e minimalista. Mostrano il logo in maniera evidente e si divertono a posizionarlo in luoghi insoliti. Invece di stampe forti, preferiscono trame sottili e gradienti. I design hanno un look pulito e coerente e non sembrano ultra-ingegnerizzati.

Easy Riders
Quirky Cruisers
New School
Pure Performers

DAL VISITATORE AL CLIENTE:

IL POTERE DEL MARKETING ESPERIENZIALE NEGLI EVENTI

Un banco di prova dove poter finalmente dimostrare alla community ciò che rende unico il proprio business. Questo dovrebbe essere il senso di partecipare a una kermesse rilevante per il settore.

E per farlo sono sufficienti preparazione, creatività e coinvolgimento

di Riccardo Penna

“Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?”: questo celebre interrogativo del regista Nanni Moretti potrebbe sembrare fuori luogo, ma in realtà tocca un punto cruciale per chi partecipa a eventi di settore. Esserci è fondamentale, tuttavia ciò che davvero conta è come si anima lo spazio e si interagisce con i visitatori. Il marketing esperienziale diventa essenziale in ambito fieristico, soprattutto come arma per emergere in un contesto di forte concorrenza, sfruttando le opportunità più innovative per distinguersi e attirare il giusto target di potenziali clienti, partner e fornitori. Prendere parte alle fiere non dovrebbe limitarsi a una mera presenza delegata a hostess e steward, bensì dovrebbe diventare una potente piattaforma di crescita, a patto di sapere cosa fare e con metodo. Non si tratta solo di svolgere un compito informativo inerente al proprio prodotto, ma di comprendere che la vera redditività risiede nei contatti che riuscirete a stabilire. È cruciale costruire, potenziare e, soprattutto, nutrire le relazioni e i rapporti importanti per il vostro business.

LE TRE MACROAREE DI ATTENZIONE

La prima chiave per il successo è la preparazione. Sfruttate al meglio il vostro evento mandando gli inviti in anticipo e promuovendo la fiera sui canali social. Prenotate appuntamenti per garantire conversazioni con i potenziali clienti più importanti. Una preparazione meticolosa farà sì che i vostri sforzi siano mirati e che il vostro stand attrarrà le persone giuste. La seconda chiave è creare un’esperienza unica. Senza creatività, richiamerete solo i curiosi di passaggio. Incorporate elementi innovativi come attrezzatura per esperienze di realtà virtuale, che possono creare un ingaggio memorabile. Il vostro stand dovrebbe evocare la personalità del vostro marchio: dall'erba sintetica per gravel e mtb alle indicazioni stradali per la bdc, pensate fuori dagli schemi per ottenere il massimo impatto. I temi che catturano l'attenzione devono essere collegati alla vostra azienda e a ciò che proponete. Coinvolgimento: la terza e più importante chiave per il successo. Una volta attratti gli appassionati, interagite con loro immediatamente. Utilizzate giochi e concorsi per iniziare conversazioni in modo divertente e informale. Ricordate che l'obiettivo è trasformare un visitatore in un cliente. La cattura dei lead è cruciale: non utilizzate i noiosi questionari su blocchi per appunti o teche per inserire i biglietti da visita, ma optate per metodi con dinamiche che catturino l'attenzione e incoraggino i clienti a impegnarsi. Offrite loro

premi che li entusiasmino davvero, pensando a qualcosa di innovativo e simpatico. Avete una strategia di lead management? La loro acquisizione deve essere una parte fondamentale della strategia aziendale. Non dovete solo considerare come ottenerli, ma anche cosa farci. Una delle peggiori situazioni è tornare da una fiera con moduli di acquisizione lead illeggibili e incompleti. Ci sono software di facile utilizzo che offrono opzioni di personalizzazione e permettono e di ringraziare i visitatori in tempo reale. Non pensate che lo facciano tutti gli espositori!

DIMOSTRARE LE PROPRIE COMPETENZE

In un'epoca in cui tutte le informazioni sono facilmente reperibili online, la vera differenza è mostrare dal vivo le vostre competenze. Durante una fiera, l’opportunità di esibire le proprie capacità e conoscenze direttamente al pubblico è ineguagliabile. Creare una connessione emotiva con i passanti è essenziale. Non basta solo informare, bisogna anche emozionare e coinvolgere. Raccontate storie di successo legate ai vostri prodotti, testimonianze di clienti soddisfatti e case study che mostrino come le vostre soluzioni siano state determinanti. Questo approccio non solo costruisce fiducia, ma stabilisce anche un legame personale che renderà la vostra azienda memorabile nella mente dei visitatori. Inoltre, l'abilità di rispondere in tempo reale alle domande e alle preoccupazioni dei potenziali clienti vi permette di dimostrare la vostra competenza e affidabilità. Offrite consulenze personalizzate sul posto, ascoltate attentamente le esigenze e proponete soluzioni mirate. Questo livello di interazione diretta e personalizzata è insostituibile ed è quello che oggi cercano i clienti e non può essere replicato attraverso i soli canali digitali.

Avrete compreso come la partecipazione alle fiere di settore richiede un’ampia strategia ben pianificata e orientata al coinvolgimento esperienziale per trasformare la semplice presenza in relazioni durature e profittevoli. Allora, a cosa si deve puntare alla “fine della fiera”? La risposta è chiara: il vero obiettivo è entrare nei ricordi dei clienti con i quali vi siete relazionati. Infatti, solo i ricordi di esperienze autentiche, emozionanti e significative resteranno vividi e duraturi nel tempo. La vostra passione, disponibilità, immagine e cortesia possono lasciare un segno positivo e distintivo e indimenticabile e le vendite ovunque siate (anche se si tratta di un canale e-commerce) saranno la normale conseguenza di un processo condiviso sulle vere esigenze e i bisogni di quel consumatore.

RICCARDO PENNA è un executive business e sport coach nato a Torino nel 1957, con una lunga esperienza nel settore delle vendite e del marketing, avendo lavorato come responsabile della Formazione Commerciale Worldwide per Alfa Romeo in FCA. Offre gratuitamente alle aziende della bike industry un check-up iniziale per valutare i punti di forza e di debolezza, identificare opportunità e minacce e sviluppare azioni mirate per migliorare le potenzialità aziendali e risolvere problemi specifici. Docente in diversi master e atleta-manager in gare di triathlon e rally, ha scritto “Performance Sportiva-Performance di vendita”, applicando le tecniche degli atleti olimpici alla vendita.

Per una consulenza specializzata nel retail Mindfulsell.Me

+ + Telaio Full Carbon con 160mm di escursione posteriore.

Nuovo Motore Shimano EP801 potente, compatto, silenzioso e compatibile con la Fine Tune Mode sull’app E-Tube Project.

+ Batteria Darfon da 708Wh (e da 800Wh di serie per il nuovo allestimento XXR Carbon Race LTD 800)

Scopri di più

INTELLIGENZA ARTIFICIALE: A CHE PUNTO SIAMO?

Secondo una ricerca di McKinsey, nell’ultimo anno l’utilizzo dell’AI generativa è esploso a livello aziendale e sono sempre più i settori in cui viene impiegata, cominciando anche a generare valore

di Sara Canali

L’intelligenza artificiale impara e migliora con i dati che noi stessi forniamo. Infatti, se nel 2023 il mondo aveva scoperto l’AI generativa, è da quest’anno che la sua applicazione ha cominciato a influenzare le performance aziendali, ricavando valore. È quello che emerge dal report di McKinsey “Lo stato dell'IA generativa all'inizio del 2024: l'adozione dell'AI generativa ha un picco e inizia a generare valore”. Un titolo che è già di per sé una dichiarazione di quello che sta succedendo e di come gli strumenti che utilizzano questa tecnologia stiano sempre più convincendo manager e aziende a farne uso. Infatti, all’interno dell’inchiesta, gli intervistati segnalano vantaggi misurabili e una maggiore riduzione del rischio di imprecisione.

AI GENERATIVA

Prima di cominciare con questa analisi, una piccola parentesi per spiegare di cosa stiamo parlando. Con AI Gen intendiamo un tipo di intelligenza artificiale che è in grado di generare testo, immagini, video, musica o altri media in risposta a delle richieste dette "prompt". Da differenziare con quella analitica che invece ha a che fare con la capacità di raccogliere, leggere ed elaborare i dati, compiere quindi un’analisi su dati esistenti. Per capirci, nella prima categoria rientro uno strumento come ChatGPT. Gli investimenti nell'AI generativa sono aumentati nei primi anni 2020 e anche in Italia, nel 2023, Microsoft Italia ha annunciato il progetto "Ambizione Italia #DigitalChamps" per sollecitare la trasformazione digitale puntando sulle piccole e medie imprese e le nuove startup.

UTILIZZO

Nell'ultima indagine globale di McKinsey è emerso che il 65% degli intervistati utilizza regolarmente l'AI generativa: un dato che equivale a quasi il doppio rispetto a quello raccolto dalla inchiesta precedente che risale a soli 10 mesi fa. Rispetto all’anno scorso, invece, non sono cambiate le aspettative sull'impatto dell'intelligenza artificiale che rimangono elevate, con tre quarti delle persone coinvolte che prevede che porterà a cambiamenti significativi o dirompenti nei prossimi anni. Non solo, le aziende stesse stanno già riscontrando benefici concreti dall'utilizzo dell'AI generativa, segnalando sia una riduzione dei costi che un aumento dei ricavi nelle business unit coinvolte.

CRESCITA COSTANTE

L’interesse verso l’argomento sta crescendo in maniera esponenziale, anche grazie alla messa a punto di strumenti sempre più efficienti e con interfacce semplificate.

Se negli ultimi sei anni l'introduzione dell'AI generativa da parte delle aziende intervistate si era attestata intorno al 50%, in questi ultimi 365 giorni è balzata al 72%. E l'interesse è davvero globale visto che, secondo i dati della ricerca, nel 2023 nessuna regione del mondo aveva raggiunto il 66%, mentre quest'anno più di due terzi degli intervistati in quasi tutte le regioni affermano che le loro aziende stanno utilizzando l’intelligenza artificiale.

L’utilizzo dell’intelligenza artificiale in tutto il mondo è aumentata notevolmente nell’ultimo periodo, dopo anni di cambiamenti poco significativi

AREE DI UTILIZZO

Se si guarda al settore, l'aumento maggiore si riscontra nei servizi professionali. Per quanto riguarda le aziende, le risposte suggeriscono che diverse realtà stanno utilizzando l'AI in più aree. In particolare, il 65% degli intervistati afferma che le proprie imprese utilizzano regolarmente l’intelligenza artificiale generativa in almeno una funzione aziendale, rispetto a un terzo dello scorso anno, e che l'aumento maggiore rispetto al 2023 si registra nel marketing e nelle vendite, dove l'adozione è più che raddoppiata. Non solo, questa tecnologia si sta facendo strada anche nella vita

ORGANIZZAZIONI CHE HANNO INTRODOTTO L'AI IN ALMENO UNA FUNZIONE AZIENDALE (% di risposte)

Introduzione di AI

Uso di AI generativa

FUNZIONI AZIENDALI PRESSO LE ORGANIZZAZIONI INTERVISTATE

CHE HANNO ADOTTATO L'AI

1 o più funzioni

2 o più funzioni

3 o più funzioni

4 o più funzioni

5 o più funzioni

personale degli intervistati tanto che gli stessi, rispetto al 2023, hanno molte più probabilità di utilizzare l'AI generativa in entrambi gli ambiti, lavorativi e personali secondo quanto riportato dalla ricerca. I maggiori incrementi si registrano in AsiaPacifico e in Cina. Infine, una differenza si registra anche in funzione del livello di seniority del lavoratore: più è elevata, più si mostra un incremento dell’uso di questi strumenti rispetto ai loro colleghi di livello manageriale medio.

Gli intervistati segnalano molto spesso l’introduzione dell’intelligenza artificiale generativa nel marketing, nelle vendite, nello sviluppo di prodotti e servizi, e nelle funzioni IT

I risultati del sondaggio suggeriscono che le imprese utilizzano l’intelligenza artificiale in un numero maggiore di funzioni aziendali ora rispetto agli anni precedenti

GENERARE VALORE

Ancora secondo questa ricerca, sono sempre di più i settori che stanno stanziando budget per l’intelligenza artificiale generativa, un investimento pari a più del 5% del proprio budget in questo ambito. Non siamo ancora arrivati al livello degli strumenti analitici, ma un'ampia quota di intervistati (67%) prevede che le proprie aziende investiranno maggiormente in quella generativa nei prossimi tre anni. Se ci si domanda in che area stanno dando i loro frutti questi investimenti, il report sottolinea come, per la prima volta, si sia registrata una riduzione dei costi nell’ambito delle risorse umane. Inoltre, si segnala come sempre più spesso anche gli aumenti significativi dei ricavi (superiori al 5%) nella gestione della supply chain e dell'inventario debbano la loro fortuna proprio all’inserimento di questi strumenti.

ORGANIZZAZIONI INTERVISTATE CHE UTILIZZANO REGOLARMENTE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE GENERATIVA (AI GEN), PER FUNZIONE (% d'intervistati)

Marketing & sales

Sviluppo prodotto

Information Technology

Altre funzioni corporate

Operazioni di servizio Risorse umane

Ingegneria del software

(% d'intervistati) USO PIÙ FREQUENTE DELL'AI % d'intervistati

Marketing & sales

Supporto per strategia marketing

Marketing personalizzato

Identificazione e definizione delle priorità dei lead di vendita

Strategia e finanza aziendale

Rischio d'impresa

Supply chain

Produzione

Prodotto e svillupo del servizio IT - Information Technology

Sviluppo design

Lettura scientifica e revisione della ricerca

Simulazione anticipata accelerata

Sportello di assistenza IT chatbot

Data management

Sportello di assistenza IT assistance

COSA TROVARE NELLO STAND RMS A IBF?

La fiera di Misano rappresenta una grande opportunità per un distributore, perché permette di mostrare direttamente ai dealer chi è e cosa fa. Ma non solo. Quest’anno saranno presenti anche testimonial e ospiti speciali che avranno modo di raccontare le loro esperienze

Essere un'azienda di distribuzione al giorno d'oggi è molto diverso rispetto a qualche anno fa. È cambiato il mercato, sono mutate le richieste dei clienti, l'offerta si è modellata e anche il modo di comunicare si è evoluto. Partecipare ad una fiera di settore importante come IBF diventa cruciale: consente all'azienda di entrare in contatto con un vasto pubblico di operatori del settore e permette di far conoscere chi c'è dietro una determinata realtà / brand.

Per RMS, l’Italian Bike Festival 2024 offre un momento d’incontro in grado di portare valore aggiunto sia nelle relazioni con i clienti e fornitori, sia per presentare le tante novità di prodotto e servizi. E quest’anno il distributore italiano ha tanto da dire.

GLI APPUNTAMENTI DA SEGNARE IN AGENDA

Nell’arco delle tre giornate di IBF, nello stand F6 ci saranno testimonial e ospiti speciali che avranno modo di raccontarsi e raccontare le loro esperienze. Da Marco Fontana per Kenda a Stefano Udeschini dalla scuola di Epic Trail per WAG, passando per “El diablo” Claudio Chiappucci per Braking, fino a Mattia Rovere per Cane Creek e Tommaso Bianchetti per Sr Suntour. Ma non solo. Ogni giorno, infatti, i visitatori avranno l'opportunità di vincere il Rocket tool di WTB. Ci si potrà sfidare per capire il più veloce nel riparare una foratura o si ci potrà cimentare nel "surplace" nell'area WAG: chi avrà un buon equilibrio verrà omaggiato con prodotti esclusivi.

TEST SUL CIRCUITO E TANTE OPPORTUNITÀ

Coloro che passeranno allo stand RMS avranno l'opportunità di vedere e provare le novità di prodotto degli oltre 25 brand esposti, supportati dal team di product specialist del distributore italiano. Ad esempio, le eBike Myland verranno messe a disposizione per testare la gamma elettrica direttamente all'interno del circuito di Misano. Ma non è tutto; sarà possibile scoprire, grazie a una installazione posta al centro dell'area espositiva, il funzionamento e le peculiarità del magazzino di RMS. Inoltre, anche quest’anno non mancherà l'esposizione dedicata al nuovo portale b2b: dopo un anno dal suo rilascio non smette mai di evolversi, per continuare a essere il miglior strumento di lavoro al servizio dei clienti. Infine, se un meccanico di biciclette vuole implementare le sue competenze, o vuole intraprendere la strada per diventare un professionista del settore, potrà visitare lo stand della Bicycle&Business Academy (G10), la scuola tecnica e professionale a supporto della bike industry.

TESTIMONIAL E BRAND

Allo stand F6 di RMS quest’anno i partecipanti alla fiera potranno incontrare durante le tre giornate dell’evento diversi brand ambassador e ospiti speciali come: Marco Aurelio Fontana per Kenda, Stefano Udeschini dalla scuola di Epic Trail e tanti altri. Inoltre, ci sarà la possibilità di entrare in contatto con i tecnici Magura e confrontarsi con i product specialist per qualsiasi curiosità

prodotti esposti.

Italian Bike Festival 2023 – Stand e test eBike Myland
Italian Bike Festival 2023 Product specialist RMS e Marco Aurelio Fontana allo stand
Italian Bike Festival 2023 – Tecnici Magura allo stand RMS
sui

BIKE SPACE: PARTIRE DA ZERO

Da ciclisti per passione a imprenditori: è stato il grande passo di Marcello Merlino e Andrea Natali. Tre anni fa hanno lasciato i rispettivi lavori per aprire un negozio a Valenza (AL), puntando su competenza e professionalità

di Daniele Pansardi

Lasciare il proprio lavoro per mettersi in proprio. Tra l’aspirazione e la realizzazione di un progetto del genere gli ostacoli non mancano di certo. Non è solo questione di coraggio, sebbene sia uno degli ingredienti principali, ma alla base non possono mancare competenze e professionalità nel settore di riferimento. Marcello Merlino e

Quando è nato il progetto di Bike Space?

Tutto è iniziato a giugno del 2021. Io lavoravo all'Esselunga, il mio socio Andrea da Decathlon. Durante i pomeriggi liberi cercavamo i nostri possibili fornitori e quello che poteva essere utile per l'apertura di un negozio. Dopo pochi mesi è nato Bike Space, con un investimento iniziale di 30 mila euro. Non avevamo particolari sponsor alle spalle o delle figure pronte versare molto denaro in quest'attività. Siamo partiti da zero, e il negozio è nato il 3 settembre 2021. Eravamo ciclisti per passione, ma sapere come si sta in bici, conoscerle e saperle riparare ci ha permesso di avere un grande vantaggio. E di far diventare questa nostra passione un vero e proprio lavoro.

Quante persone lavorano nel negozio?

Io e Andrea, che siamo soci al 50%, siamo gli unici a gestire il tutto. Copriamo sia la parte di vendita sia l'officina.

Che bilancio puoi tracciare della vostra esperienza dopo tre anni?

C’è stata una crescita costante. Non lavoriamo solo con la community di Valenza e dintorni, perché la nostra idea è stata di incentrare il negozio non solo sull'officina ma a 360 gradi su tutto ciò che riguarda la bicicletta.

Quali sono i vostri fornitori?

Non ci siamo fermati alla bici da passeggio o alle categorie entry level, ma puntando a marchi come Pinarello e Factor per l'alta gamma. Nella fascia media abbiamo Parkpre, mentre da poco abbiamo inserito Lapierre, che ci ha convinto per l'ottimo rapporto qualità-prezzo.

Quali sono i segmenti con la maggior percentuale di vendita finora?

Abbiamo venduto più bici da strada e gravel rispetto alla mountainbike. Bisogna comunque considerare che siamo aperti da soli tre anni, e inizialmente non avevamo una grande disponibilità di mtb. Ora abbiamo aumentato la fornitura in modo importante, per cui potrebbe esserci un'evoluzione diversa.

Avete anche una squadra agonistica: di quante persone è composta?

Abbiamo una squadra affiliata alla Federazione. Ai nostri tesserati forniamo

Andrea Natali, in ogni caso, non facevano difetto in nessuno di questi ambiti. Appassionati di bici, nel 2021 hanno deciso di aprire un negozio lasciando le rispettive mansioni da dipendenti fino a quel momento. Così nasce a Valenza, in provincia di Alessandria, Bike Space: tre anni dopo l’inizio di quest’avventura, ecco un loro primo bilancio.

l'abbigliamento e offriamo una scontistica dedicata. In questi anni abbiamo organizzato anche due gare, una su strada e una gravel. I ragazzi del nostro team sono circa 20.

Sappiamo quanto l’officina sia importante per un negozio di bici. Quanto incide nel vostro caso?

L'officina è il cuore del negozio. Quando funziona davvero bene, ti porta in negozio anche chi non ha comprato la bici da te. Il servizio di assistenza a volte può essere utile anche per la vendita di altri accessori: faccio l'esempio di un ciclista arrivato da noi per la manutenzione della sua bici tramite passaparola, e che ha comprato qui in negozio delle scarpe. È fondamentale, naturalmente, avere anche una fornitura di materiale di alto livello e che possa essere apprezzata.

Il biennio 2022-2023 non è stato facile per il settore. Come sono andate le vendite e su cosa avete puntato per evitare le difficoltà?

Il dato delle vendite legate alla bici fa tribolare, mentre officina e componenti di fascia alta ci danno soddisfazioni. Sull'abbigliamento, invece, valorizziamo soprattutto il nostro personalizzato della squadra. Abbiamo fatto quest'investimento per puntare sul ritorno d'immagine, oltre che sul passaparola che può generare chi esce in bici con i nostri completi a marchio Bike Space.

Che idea vi siete fatti del mercato bike dopo questi ultimi anni?

Le aziende dovrebbero abbassare i prezzi delle bici. Il problema più grande è comunque la concorrenza di internet, per via degli acquisti al ribasso che si possono fare. Chi crede nel negozio spende comunque anche delle cifre importanti, perché alla fine l'online non può fare l'officina.

Quali progetti per il medio-lungo termine? Continuare a crescere anche grazie al lavoro che stiamo facendo sui social, per esempio. Da un po' di tempo abbiamo iniziato a proporre dei contenuti video che possano coinvolgere di più il pubblico e portare un ulteriore ritorno economico.

SCHEDA NEGOZIO

Bike Space Valenza

Indirizzo: Piazza Fogliabella 2, Valenza (AL) - 15048

Telefono: 331.2088590 –351.7731575

Mail: bikespacevalenza@ gmail.com

Sito: bikespacevalenza.it

Facebook: BikeSpaceValenza

Instagram: @bikespace_ valenza_

Numero titolari: 2

Servizi offerti: vendita

biciclette, assistenza, vendita usato

Marchi: Factor, Lapierre, Parkpre, Pinarello

Andrea Natali socio titolare
Marcello Merlino in officina

LA REGINA DELLE DOLOMITI È ANCHE MTB

Cortina è uno dei resort invernali più esclusivi e conosciuti. Non tutti sanno però che è un paradiso per i biker alla ricerca di itinerari naturali. Tanti i servizi, tra cui le risalite meccanizzate e i rifugi con punti di ricarica eBike

Cortina si apre sempre più agli appassionati di mountainbike e mette a disposizione le funivie bike-friendly che consentono di evitare i dislivelli più impegnativi e raggiungere velocemente il punto di partenza di numerosi percorsi in quota. Grazie agli impianti di risalita di Cortina Skiworld, i diversi trail sono utilizzabili da tutti gli appassionati alla scoperta della spettacolare natura delle Dolomiti. Sono tanti i percorsi per mountainbike ed eBike, di varie difficoltà e impegno, ma per i più avventurosi vi è anche la possibilità di praticare downhill al Cortina Bike Park Dolomiti, che per l’estate 2024 si è ampliato con ulteriori quattro itinerari, raggiungendo così i 31 km di sentieri e 4.000 metri di dislivello complessivo ai piedi delle imponenti Tofane e servito dagli impianti di risalita di ISTA Spa e Tofana - Freccia nel Cielo. I nuovi trail per gli amanti del gravity sono: Teufel, Over the Top, Lucifer, Cortina Line; ma queste sono solo alcune delle novità tutte da scoprire sfrecciando sulle discese adrenaliniche fra i boschi del Col Druscié, di Socrepes e Rumerlo, Pié Tofana e Pomedes. A disposizione anche servizi di noleggio attrezzatura e guide preparate anche per i neofiti o per chi vuole migliorare il proprio riding. Il comprensorio offre anche molte opzioni per gli amanti dell’all mountain e dell’esplorazione, con tour appositamente studiati per chi desidera passare più giorni ridando tra i paesaggi dolomitici più straordinari. Ecco di seguito alcuni suggerimenti…

CINQUE TORRI - GIAU

Una delle mete più apprezzate tra salite e discese tecniche in uno dei contesti tra i più belli delle Dolomiti. Dall’arrivo delle seggiovie Cinque Torri e Fedare, che consentono il trasporto delle bike, si possono percorrere alcuni splendidi percorsi in mtb dell’area, come il Cinque Torri Freeride, il Bike Trail Averau e il Bike Trail Super Panorama.

IN TOFANA CON LA FRECCIA NEL CIELO

Dal Col Drusciè si può scendere lungo la sterrata in direzione Pie Tofana fino a raggiungere il sentiero 410 verso il Passo Posporcora, oppure verso la seggiovia Pie Tofana per poi risalire verso Pomedes. In alternativa è possibile raggiungere, da Col Drusciè, la strada per il lago Ghedina lungo i pendii che d'inverno ospitano le piste da sci, e quindi ritornare a Cortina attraverso Socrepes oppure proseguire fino a Fiames e Pian de ra Spines.

AURONZO, MTB IN ALTA QUOTA

A quota 1.534 m s.l.m. nei pressi del rifugio parte la discesa, che si apre con uno scorcio da cartolina sulle Tre Cime di Lavaredo e delle Dolomiti di Auronzo. Questa, che richiede capacità tecniche, passa per alcuni tratti a fianco della rotaia del Fun Bob, per poi lasciare spazio a pendenze più morbide, che consentono di riprendere fiato e godere appieno della discesa.

Tutte le informazioni sui percorsi di mtb nel territorio di Cortina sono reperibili al sito: skipasscortina.com

RECYCLISTS

SHARE THE GREEN DREAM

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.