Emoving Mag 03_2024

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N. 2/2024 - ANNO 3

INTERVISTE

FOCUS SHOP

SPECIALE EMOVING

FOCUS

BRAND PROFILE

DATI E STATISTICHE

A CHE PUNTO SIAMO DEL VIAGGIO?

INTERVISTE

TACITA: L’ENDURO SILENZIOSO E DIVERTENTE

SOTTO LA LENTE

BATTERIE MADE IN EU MENO INQUINANTI DI QUELLE CINESI?

FOCUS ON

L’ANSIA DA RICARICA È ANCORA GIUSTIFICATA?

SPECIALE EMOVING DAYS

GUIDARE L’EMOBILITY VERSO NUOVI ORIZZONTI

AL CENTRO DEL CAMBIAMENTO

LA BICI ELETTRICA (E NON SOLO) DENTRO E FUORI LE CITTÀ

AUTO E MOTO: PROSPETTIVE IN ITALIA ED EUROPA

BRAND PROFILE

SOLAR RETROFIT “SPINGE” LE EBIKE

FIERE

EUROBIKE: IN GIRO PER “EUROLEV”

IL DETTAGLIO CHE FA LA DIFFERENZA

FOCUS PRODOTTO

30 OHANA DI MYLAND

FOCUS SHOP

32 LITIOSTORE DI ROMA

26 24 18 10

IL GUSTO DELL’ELETTRICO

di benedetto sironi

Èinutile negare che le vendite di mezzi elettrici, dalle auto in giù, abbiano subito un rallentamento generalizzato in svariati mercati. O perlomeno non stiano crescendo come ci si aspettava solo alcuni mesi orsono. Ce lo conferma anche il sempre più ricco e interessante White Paper annuale di Repower sull'eMobility (vedi articolo alle pagine 10-11), che analizza i progressi della mobilità elettrica nel 2023, evidenziando luci e ombre. Mentre le infrastrutture di ricarica crescono, le vendite di auto a zero emissioni avanzano più lentamente. A livello europeo, le immatricolazioni di BEV sono cresciute del 37%, con un sorpasso storico delle auto elettriche pure su quelle diesel. Tuttavia, vi sono disparità tra Paesi: la Norvegia guida con l’83,3% di BEV, mentre in Europa orientale e meridionale il progresso è più lento. In Italia, dopo un difficile 2022, le immatricolazioni sono cresciute del 18,87%, ma il Paese è tra i fanalini di coda in Europa per veicoli elettrici (4,2% contro il 14,6% della media UE). Tuttavia, il mercato delle BEV è cresciuto del 35,11% e c'è stato un boom nei veicoli commerciali elettrici.

In attesa di capire quali saranno i risultati di vendita nel 2024 riferiti a bici, scooter e moto elettriche. Tutti segmenti nei quali, dopo l’entusiasmo del 2022, c’è stato un deciso rallentamento. I motivi sono molteplici. Di certo permane un’insufficiente cultura e preparazione da parte di una larga parte del pubblico. Ma, va detto, anche di alcuni addetti ai lavori. E qui è giusto che ognuno si prenda la responsabilità e sia consapevole di poter fare di più per una corretta informazione. Media in primis, ovviamente. Quindi anche Emoving Magazine non si tira certo indietro, rinnovando il suo impegno a veicolare il mondo dell’elettrico in modo

corretto, credibile e autorevole (si vedano in particolare su questo numero gli approfondimenti sul tema delle batterie made in Europe o su quello così tanto dibattuto dei tempi e modalità di ricarica). Sui propri canali media, dunque, così come durante tutte le occasioni fisiche di confronto ed esperienziali. Tra queste ci sono certamente le fiere e gli eventi. Del resto il nostro reportage da Eurobike racconta di una eMobility sempre più centrale anche per la fiera tedesca, che per il terzo anno consecutivo si è svolta a Francoforte. L’area dedicata ai LEV effettivamente è di anno in anno sempre più grande e ricca di spunti interessanti. Eurobike si conferma pertanto, nonostante abbia perso negli ultimi anni la presenza di alcuni big brand, la più grande piattaforma mondiale dove si confronta il mondo delle biciclette e dei LEV in contesto urbano e sportivo.

Ma altrettanto importanti per misurare il termometro dell’elettrico sono gli eventi che si svolgono sul nostro territorio (con un profilo più o meno internazionale). E nelle prossime settimane e mesi ci aspetta un’infilata di eventi che saranno fondamentali per saggiare lo stato di salute e dell’arte della mobilità a due ruote ed elettrica in generale. Da IBF a EICMA quest’anno, per poi proiettarci al 2025 con gli Emoving Days e BikeUP, in un calendario dove potrebbero esserci anche inattese e interessanti novità, che non mancheremo di raccontarvi. Tutti appuntamenti ormai entrati nelle agende di operatori e appassionati. Ma che devono avere sempre più la missione di “apparecchiare” i propri format anche per coinvolgere un pubblico trasversale che è poco preparato e più o meno a digiuno dell’argomento. Facendo in modo che il gusto per chi prova, e poi soprattutto acquista, questi mezzi non sia amaro, insapore ed evanescente, bensì dolce, piacevole e… duraturo.

Editore: MagNet S.r.l. SB - Direttore responsabile: Angelo Frigerio - Direttore editoriale: Benedetto Sironi

Art Director: Simone Comi

Redazione: Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB)

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Tel. 02.87245180 - Fax 02.87245182 redazione@bike4trade.it - bikefortrade.it - emovingmag.it

Allegato redazionale a Bikefortrade n. 9 Anno 2024

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CASTROL INVESTE IN GOGORO CON 50 MILIONI DI DOLLARI

MERCATO

L’INDIANA OLA ELECTRIC DEBUTTA IN BORSA

Castrol ha annunciato un investimento fino a 50 milioni di dollari in Gogoro, leader tecnologico globale negli ecosistemi di sostituzione delle batterie che consentono soluzioni di mobilità intelligenti per le città. Nella prima tranche dell’investimento, Castrol Holdings, impegnerà 25 milioni di dollari in azioni ordinarie di Gogoro. A questo investimento dovrebbe seguirne un secondo di altri 25. “Le due ruote sono una parte fondamentale del nostro portafoglio di prodotti e, man mano che i nostri clienti passano alle due ruote elettriche, il marchio Castrol ha un ruolo importante da svolgere nell’ecosistema”, ha dichiarato Michelle Jou, ceo di Castrol.

PORSCHE: RIVISTI GLI OBIETTIVI DI ELETTRIFICAZIONE

Porsche ha messo mano ai suoi obiettivi di elettrificazione dato che l’andamento del mercato che non sta rispettando le previsioni iniziali. In particolare, la Casa di Zuffenhausen ha confermato l’obiettivo dell’80% di vendite elettriche nel 2030, ma ha aggiunto delle condizioni ben precise e ormai diventate centrali per buona parte del settore: il target sarà raggiunto a patto che ci sia un’adeguata domanda da parte dei clienti. “La transizione verso le auto elettriche sta richiedendo più tempo di quanto pensassimo cinque anni fa“, ha ammesso l’azienda tedesca, aggiungendo che la “strategia di prodotto è impostata in modo tale da poter raggiungere oltre l’80% dei nostri volumi con veicoli completamente elettrici nel 2030, a seconda della domanda dei clienti e dello sviluppo dell’elettromobilità“.

Ola Electric, principale produttore indiano di scooter elettrici, ha debuttato in Borsa a inizio agosto con un valore complessivo di 61,4 miliardi di rupie, pari a 731 milioni di dollari. L’Ipo è avvenuta sulla Borsa di Mumbai. Nei tre anni trascorsi dalla sua nascita Ola Electric è riuscita a conquistare il 46% del mercato indiano degli scooter elettrici, pur chiudendo sempre in passivo. Ola Electric nell’ultimo anno ha raddoppiato le vendite (329 mila pezzi) ma è ancora in ‘rosso’: l’esercizio chiuso al 31 marzo scorso ha registrato infatti una perdita vicina ai 190 milioni di dollari.

A ROMA IL PRIMO CONCESSIONARIO TVS MOTOR IN ITALIA E IN EUROPA

La filiale italiana di TVS Motor ha nominato il primo concessionario ufficiale del marchio: lo storico Team Cappelletti, aperto a Roma nel 1950 come officina e poi divenuto nel corso degli anni un importante punto di riferimento nella vendita di moto e scooter per i fruitori di due ruote della capitale, ha iniziato a luglio una nuova avventura con TVS Motor. “Quando nasce un’avventura straordinaria come è quella di TVS Motor Italia, ogni azione che si consolida e si trasforma in realtà lascia inevitabilmente un segno. Ho avuto l’onore di nominare il primo concessionario ufficiale TVS a Roma. Il primo in Italia ma anche il primo in Europa, e questo accade dopo appena un mese e mezzo dal lancio del brand sul mercato italiano”, ha dichiarato Giovanni Notarbartolo di Furnari, managing director TVS Motor Italian Branch.

POLESTAR SI ESPANDE E ANNUNCIA L’INGRESSO IN ALTRI SETTE MERCATI

Polestar sta intensificando la fase di espansione geografica e prevede di entrare in sette nuovi mercati nel corso del 2025. La Francia è il Paese più interessante in termini di volumi per le auto elettriche nell’UE dopo la Germania e rappresenta un’opportunità significativa per l’azienda. Inoltre, Polestar cercherà di fare il suo ingresso in Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Tailandia e Brasile attraverso partnership di distribuzione locali. Thomas Ingenlath, ceo di Polestar, ha dichiarato: “Espandere le nostre operazioni di vendita con nuovi e attuali partner ci permetterà di raggiungere più clienti. Grazie a queste collaborazioni e all’espansione, potremo sfruttare al meglio il nostro forte brand e la crescente gamma di modelli”.

BAFANG ENTRA NEL SEGMENTO DELLE MOTO ELETTRICHE CON LA SUSSIDIARIA T&D

PIAGGIO: PIANO DI 112 MILIONI E NUOVI MEZZI ELETTRICI IN PRODUZIONE

Bafang, specialista nelle drive unit per le eBike, ha deciso di mettere piede nel segmento delle moto elettriche e ha fondato la sussidiaria T&D. Oggi un team di 110 ingegneri sta lavorando allo sviluppo dei sistemi T&D su un totale di 318 persone che lavorano per il Gruppo Bafang. “Siamo sorpresi di aver ricevuto una risposta così positiva alla nostra presentazione al China Cycle show a maggio di quest’anno“, ha affermato Sunny He, co-fondatore di Bafang al comando di T&D. Una piccola parte di China Cycle è dedicata ai motocicli, una ragione sufficiente per permettere a T&D di presentare i suoi prodotti a questo evento. “Tante persone che conosco dal settore eBike hanno mostrato interesse per nostri componenti per moto elettriche“.

Il ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) in primavera ha autorizzato un Contratto di sviluppo del Gruppo Piaggio che prevede un piano di investimento di circa 112 milioni di euro per l’ampliamento della produzione di veicoli a zero emissioni nello stabilimento di Pontedera, in provincia di Pisa. La fabbrica toscana è una vera e propria certezza: qui, da sempre, vengono realizzati alcuni dei prodotti più celebri dell’azienda, come per esempio la Vespa. Il programma di sviluppo industriale per l’importante polo è stato denominato “E-Mobility” e, in base a quanto comunicato dalla società, prevede l’introduzione e lo sviluppo di una nuova linea di motori elettrici “dedicata a veicoli a zero emissioni di nuova generazione”.

EWIVA: REALIZZATI 292 POC AD ALTA POTENZA GRAZIE A MILIAR-E

Grazie al progetto europeo Miliar-E (Italian Capillary Ultrafast Charging Network for Electric Vehicles), Ewiva centra un importante traguardo. Infatti, la joint venture di Enel X e Gruppo Volkswagen ha installato e attivato un totale di 292 punti di ricarica (PoC) ad alta potenza distribuiti su 72 siti High Power Charging lungo la Ten-T, la rete transeuropea di trasporto. Miliar-E è il primo progetto europeo che Ewiva si è aggiudicata nell’ambito del programma Connecting Europe Facility – Alternative Fuels Infrastructure Facility e prevede, a livello complessivo, un investimento di più di 20 milioni di euro finanziati congiuntamente dall’Agenzia Esecutiva Europea per il Clima, le Infrastrutture e l’Ambiente (CINEA) e da risorse private. Nell’ambito del progetto, Ewiva si è aggiudicata un finanziamento di oltre sette milioni di euro.

INFRASTRUTTURE

ATLANTE INSTALLA NUOVE COLONNINE IN OLTRE 80 ALDI IN SPAGNA

Atlante ha firmato un accordo con ALDI, uno dei principali marchi di supermercati in Spagna, per installare e gestire punti di ricarica rapida nei loro store. Le due aziende hanno selezionato 80 supermercati, che potrebbero aumentare nel tempo. Atlante installerà punti con potenze che vanno da 90kW a 120kW. Ogni nuova stazione ospiterà da due a quattro punti di ricarica, garantendo una sufficiente disponibilità per gli utenti. I nuovi punti di ricarica rapida di Atlante supporteranno diversi metodi di pagamento per garantire la massima accessibilità. “Questo accordo con ALDI dimostra la fiducia nelle nostre avanzate soluzioni tecnologiche e nelle nostre capacità operative, permettendoci di riaffermare il nostro impegno nel promuovere la mobilità sostenibile in Spagna”, ha commentato Giovanni Ravina, ceo di Atlante Iberia.

IL MOTORE CAMPIONE DEL MONDO

E.ON CON MAN TRUCK & BUS PER UNA RETE DI RICARICA PER I CAMION

E.ON e MAN Truck & Bus compiono insieme un passo decisivo verso l’espansione dell’infrastruttura di ricarica per veicoli commerciali in Europa. Nell’ambito della nuova collaborazione, l’azienda energetica e il produttore di veicoli commerciali realizzeranno circa 170 siti con circa 400 stazioni per la ricarica pubblica di camion elettrici nel Vecchio Continente. E.ON e MAN investiranno nella realizzazione delle nuove infrastrutture che saranno costruite presso gli attuali Service Center di MAN e che saranno in grado di fornire il servizio di ricarica anche a veicoli di altri costruttori. “L’Europa si è posta l’obiettivo di ridurre le emissioni dei veicoli commerciali pesanti del 90% entro il 2040. La mobilità elettrica è centrale per raggiungere questo obiettivo”, ha dichiarato Leonhard Birnbaum, ceo di E.ON.

PARTNERSHIP

OCTOPUS ENERGY CON GATE PER RENDERE PIÙ GREEN LE FLOTTE DI VEICOLI COMMERCIALI

BYD E UBER INSIEME PER ACCELERARE LA TRANSIZIONE VERSO L’EMOBILITY

Octopus Energy e GATE (Green & Advanced Transport Ecosystem), società di Iveco Group specializzata nel noleggio a medio e lungo termine di veicoli commerciali a zero emissioni, hanno annunciato una nuova partnership. L’entech fornirà l’energia “green” grazie alla quale i clienti GATE potranno ricaricare presso le proprie aziende i mezzi noleggiati. La partnership è nata grazie all’impegno comune delle due aziende per la decarbonizzazione del trasporto stradale e dalla volontà di rendere l’energia verde più accessibile a tutti. “Siamo entusiasti della collaborazione con GATE. Questa partnership ci consente di promuovere concretamente la sostenibilità nel settore della mobilità”, ha dichiarato Giorgio Tomassetti, ceo di Octopus Energy in Italia. “Insieme, possiamo accelerare la transizione verso un trasporto più green, mettendo a disposizione delle persone i vantaggi dell’elettrificazione”.

ON CHARGE SIGLA UN ACCORDO CON ENEL X

On Charge continua a lavorare sugli accordi di interoperabilità per rendere più accessibili i propri servizi di ricarica. L’obiettivo, grazie alla collaborazione tra i Charging Point Operator e i Mobility Service Provider è semplificare e migliorare l’esperienza degli utenti, garantendo un accesso più agevole, rapido e conveniente alle infrastrutture di ricarica in tutta Italia. In questa ottica, On Charge ha siglato un nuovo accordo con Enel X. La collaborazione tra i due operatori permette agli utenti Enel di avere a disposizione su app quasi mille punti di ricarica in più nella sola città di Roma. “Siamo entusiasti di aver intrapreso questa strada che rappresenta un passo significativo verso un futuro più sostenibile. La nostra missione è rendere la mobilità elettrica accessibile e conveniente per tutti. Crediamo fermamente che questa iniziativa contribuirà a una rapida diffusione dei veicoli elettrici, favorendo una transizione energetica più rispettosa dell’ambiente“, ha dichiarato Claudio Piazza, ceo di On Charge.

BYD e Uber hanno stretto una partnership per accelerare la transizione verso la mobilità elettrica a livello globale. L’accordo prevede l’introduzione di 100.000 nuovi veicoli sulla piattaforma Uber in mercati chiave come Europa, America Latina, Medio Oriente, Canada, Australia e Nuova Zelanda. L’obiettivo è offrire ai conducenti accesso ai migliori prezzi e finanziamenti per l’acquisto di mezzi BYD, riducendo così i costi totali di proprietà e accelerando l’adozione di veicoli a batteria sulla piattaforma Uber. Stella Li, vicepresidente esecutivo di BYD e ceo di BYD Americas, ha commentato: “Siamo entusiasti di unire le forze con Uber non solo per accelerare la transizione ai veicoli elettrici, ma anche per rendere il trasporto ecologico accessibile e conveniente per tutti. Questa collaborazione segna una nuova era nell’elettrificazione della mobilità urbana e non vediamo l’ora di vedere i nostri veicoli elettrici all’avanguardia diventare una presenza comune sulle strade di tutto il mondo”.

POWY CON FS PARK PER NUOVE COLONNINE NELLE STAZIONI FERROVIARIE

La collaborazione tra Powy, azienda attiva nella gestione di infrastrutture di ricarica pubblica per veicoli elettrici, e FS Park, società del Polo Urbano e gestore unico della sosta per il Gruppo FS, ha condotto all’attivazione di nuove colonnine presso le strutture FS Park. La partnership ribadisce l’impegno nell’offrire nuovi punti di accesso nelle stazioni ferroviarie, snodi multimodali cruciali per migliaia di cittadini ogni giorno, favorendo così il passaggio verso una mobilità più efficiente. Grazie al contributo di entrambe le parti, sono state installate nuove colonnine nelle stazioni di Rho e Lodi per la ricarica di 12 auto, e a Torino Porta Susa e Rapallo per la ricarica di 10 auto. Queste aggiunte, insieme alle stazioni già attivate a Conegliano, Domodossola, Empoli, Ferrara, Mogliano Veneto, Padova, Novara, Pisa e Treviso, ampliano ulteriormente il network, portando il totale dei posti auto serviti da ricarica elettrica in hub strategici a 134.

ENERGICA CON ELECTRA MIGLIORA LE PERFORMANCE DELLE BATTERIE

Energica Motor Company ed Electra, tra i leader di settore per soluzioni che prevedono software di gestione batterie con AIML applicate, hanno annunciato una partnership. Questa collabo farà perno sulla tecnologia AI di Electra per migliorare la performance delle batterie, ottimizzare la capacità dei veicoli, la ricarica, il ciclo di vita e l’esperienza di guida generale. “Quando abbiamo incontrato Electra ci hanno interessato subito le soluzioni di intelligenza artificiale relative alle batterie, un elemento cruciale sul quale abbiamo basato il nostro know-how sin dal principio“, ha detto Giampiero Testoni, cto di Energica Motor Company. “Insieme al loro team abbiamo fatto partire una collaborazione di ricerca e sviluppo che applicasse l’AI al BMS delle nostre batterie. L’obiettivo è di monitorare meglio i dati e ottimizzare la capacità. Sono già in corso gli studi, ma siamo entusiasti di poter lavorare insieme a un’azienda dinamica come Electra“.

VALEO E ICAP GROUP: CLOSING AGREEMENT PER IL SITO DI FERENTINO

GSE E MOTUS-E FIRMANO UN PROTOCOLLO D’INTESA

Valeo e ICAP Group hanno siglato un closing agreement per preparare il futuro del sito di Valeo a Ferentino (FR). ICAP Group ha acquisito Ferentino Automotive Transition, l’azienda di Valeo che possiede il sito di Ferentino. L’acquisizione è un passo in avanti nel piano ambizioso di sviluppare l’industria crescente della mobilità collettiva sostenibile, di cui ICAP Group è già player principale con la sua sussidiaria Tecnobus, produttore italiano di minibus ad alimentazione elettrica fondata nel 1988 e già presente a Frosinone. Maurizio Martinelli, presidente Italia di Valeo Group, ha affermato: “Siamo molto fieri di aver finalizzato l’acquisizione del nostro sito di Ferentino da parte di ICAP Group. Rappresenta una grande opportunità per assicurare il futuro del sito e le sue persone, usando allo stesso tempo le loro conoscenze nello sviluppo della mobilità elettrica, in Italia ma anche in Europa“.

GSE (Gestore Servizi Energetici) e Motus-E hanno annunciato di aver firmato un protocollo d’intesa, della durata di tre anni, con lo scopo di favorire in Italia l’accelerazione del processo di transizione energetica nell’ambito dei trasporti. Tra gli obiettivi dell’accordo istituzionale: rendere più competitivo il settore a livello europeo, sviluppare tecnologie di ultima generazione, suggerire politiche di intervento, agevolare il rinnovamento del parco veicoli e rendere più capillari i punti per la ricarica. Nell’ambito del protocollo, verranno elaborati indicatori geospaziali al fine di mappare l’attuale distribuzione delle colonnine a livello territoriale e la localizzazione dei veicoli elettrici. A partire dallo status quo, si procederà poi a un monitoraggio delle nuove installazioni di punti di ricarica con riferimento agli obiettivi indicati dai bandi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

DOTT PUBBLICA IL TERZO RAPPORTO ANNUALE DI SOSTENIBILITÀ

Dott ha annunciato la pubblicazione del suo terzo Rapporto Annuale di Sostenibilità, che dimostra i progressi portati avanti nella trasformazione della mobilità urbana, nella riduzione dell’impatto ambientale e nella creazione di un team diversificato e inclusivo. Due anni fa, Dott ha pubblicato il suo primo Rapporto, il primo nel settore a essere conforme agli standard del Global Reporting Initiative. I principali risultati del 2023 includono: oltre 80 milioni di km percorsi con le eBike e i monopattini Dott, maggiore durata della vita dei veicoli, -49% di rifiuti prodotti e -20% di CO2 emessa. L’azienda ha perseguito incessantemente la circolarità, rigenerando 18.000 veicoli e 10.000 componenti presso le sue strutture dedicate.

A FABRIANO UN NUOVO HEADQUARTER DI MOLE URBANA

Nasce MU – Fabriano Srl, la nuova società dedicata al progetto Mole Urbana che, pur restando legata alla design house creata da Umberto Palermo, assume la forma di una fabbrica e di una azienda a sé stante, con manager specifici provenienti dal mondo dell’automotive. Sede legale è Fabriano, in provincia di Ancona. Seguirà, nel 2025, l’apertura di una seconda unità produttiva dedicata alla produzione di Mole Urbana, che si affianca al centro di produzione già esistente in Piemonte. La scelta della sede nelle Marche è stata resa necessaria per favorire un avvicinamento ai più importanti fornitori del marchio, dal momento che nel territorio marchigiano si realizzano i telai, i sedili e molti dei componenti in plastica e di quelli meccanici di cui Mole Urbana si avvale.

NEWS GENERALI

E-CHARGE TORNA A BOLOGNAFIERE DALL’8 AL 9 OTTOBRE 2025

Dopo il successo della seconda edizione, torna l’8 e 9 ottobre 2025 a BolognaFiere E-CHARGE, l’evento interamente dedicato al settore della ricarica per veicoli elettrici. Tra le tante novità previste, il riposizionamento in autunno e la contemporaneità con due nuovi eventi sulla smart mobility: TRAFFIC 2025 – The Urban Technology Show, il primo salone italiano dedicato a mobilità urbana, traffic management, infrastrutture, sicurezza stradale, smart road, trasporto pubblico e collettivo, illuminazione pubblica e parcheggi; e E-BUS EUROPE 2025, fiera internazionale dell’industria e del mercato degli autobus elettrici. Un’occasione per sviluppare il proprio networking e presentare tecnologie di ricarica, servizi, prodotti e sistemi innovativi.

A CHE PUNTO SIAMO DEL VIAGGIO?

REPOWER NEL SUO ANNUALE WHITE PAPER HA ANALIZZATO L’ANDAMENTO E I CAMBIAMENTI NEL CAMPO DELLA MOBILITÀ ELETTRICA.

IL 2023 È STATO CARATTERIZZATO DA LUCI E OMBRE, CON ALCUNI SETTORI CHE SONO ANDATI AVANTI A PASSO SOSTENUTO,

COME LE INFRASTRUTTURE DI RICARICA, E ALTRI MENO, COME LE VENDITE DI AUTO A ZERO EMISSIONI di davide l . bertagna

Repower, gruppo attivo nel settore energetico e delle fonti rinnovabili, ha presentato l’ottava edizione del suo White Paper “La mobilità sostenibile e veicoli elettrici”, pubblicazione di riferimento che ogni anno fa il punto sul settore a livello mondiale. L’obiettivo del documento è offrire una panoramica ampia sulla mobilità, cercando di “scattarne” una fotografia ogni 12 mesi. Ecco cosa è emerso.

EUROPA: UN QUADRO DA DECIFRARE

Il 2023 è stato un anno di crescita per le immatricolazioni di auto nell’Unione Europea, che hanno toccato quota 10,5 milioni, pari al +13,9% rispetto al 2022. Considerando l’annata nel suo complesso, il Vecchio Continente ha messo a segno un importante +37% di vendite di veicoli elettrici rispetto al 2022, superando quota 1,5 milioni. Il mese di ottobre ha fatto inoltre registrare un sorpasso storico: le immatricolazioni di auto a batteria “pure” hanno superato per la prima volta quelle alimentate a diesel. L’anno si è chiuso con le BEV al 14,6% delle immatricolazioni (+2,5% rispetto al 2022), mentre il diesel è rimasto inchiodato al 13,6%.

Ma l’Europa non è tutta uguale, al contrario. C’è chi corre forte, soprattutto al Nord: la Norvegia è di gran lunga la locomotiva, con l’83,3% delle auto immatricolate formate da BEV. Nel gruppo di testa si fa notare anche il Portogallo: +6,5% da un anno all’altro, arrivando al 17,7% del totale fatto di auto a batteria. C’è poi una grande fetta di Europa in cui l’elettrico si muove “a passo di lumaca”. È formata dai Paesi dell’Europa orientale e meridionale, dove la quota di BEV ha un tasso di crescita anno su anno sotto il 2%: Spagna, Ungheria, Regno Unito (dove però il 16,3% di immatricolato è elettrico, più della media continentale), Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Italia e Croazia.

ITALIA: UNA LIEVE INVERSIONE DI TENDENZA

Dopo un 2022 difficile per il settore automotive italiano in generale, caratterizzato da un calo delle immatricolazioni del 9,7% rispetto al 2021, il 2023 ha mostrato un’inversione di tendenza. Alla fine dell’anno, il mercato italiano dell’auto ha segnato un incremento del 18,87% totalizzando 1.572.144 immatricolazioni contro le 1.322.096 di fine 2022. Se in termini di volumi di auto immatricolate l’Italia è quarta in Europa su base annua, nel solo segmento elettrico è al quintultimo

Fonte: Elaborazione Autoveicoli
Fonte: Elaborazione dati Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri su base dati ACEA • I dati considerano il periodo gennaio - dicembre 2023. Il grafico mostra primi 10 Paesi europei per quota BEV, oltre all’Italia che è in 27esima posizione
davanti a Polonia, Repubblica Ceca, Croazia e Slovacchia. I Paes europei cons derati sono UE + EFTA + Regno Unito

Fonte: Elaborazione dati Unione Nazionale Rappresentanti

Autoveicoli Esteri su base dati ACEA

RESTA FORTE I L GAP NO RD-SUD

I DATI DEL MERCATO EUROPEO

posto con il 4,2%, contro il 14,6% della media UE. Peggio del Belpaese solo Slovacchia, Croazia, Repubblica Ceca e Polonia.

I numeri però mostrano una ritrovata vitalità del mercato: da un lato, i volumi delle immatricolazioni sono ancora distanti dal periodo pre-pandemico, con un calo che, rispetto al 2019, sfiora il 18%; dall’altro, il settore è al centro di un cambiamento generato dagli obiettivi posti dalle normative dell’Unione Europea. Il target della neutralità climatica, da raggiungere entro il 2050, si traduce nel divieto di vendita di motori a combustione nel 2035 e della riduzione delle emissioni, entro il 2030. La strada verso una mobilità più sostenibile è imboccata, ma è lecito attendersi incertezze sul mercato. Sappiamo a che punto siamo del viaggio, ma possiamo prevedere dove saremo tra uno, due o cinque anni?

IMMATRICOLAZIONI BEV IN CRESCITA

In questo contesto, i segnali per il mercato full electric in Italia sono comunque

positivi. Nell’arco del 2023 si sono registrate 66.276 nuove immatricolazioni di BEV, con un incremento complessivo del 35,11%, superiore quindi alla crescita del mercato nel suo complesso.

In termini assoluti, le BEV che viaggiano in Italia sono oltre 220 mila, anche se rappresentano solo lo 0,5% del parco circolante. Se c’è un segmento che sta crescendo più degli altri, è quello dei veicoli commerciali leggeri BEV: le immatricolazioni sono state 5.980 tra gennaio e novembre 2023. Sono stati sufficienti 11 mesi per superare di gran lunga le 4.115 unità registrate in tutto il 2022 (+45,3%).

ITALIA: UN FORTE GAP TRA NORD E SUD

In un momento storico che vede l’Italia perdere terreno dai più importanti mercati europei per quanto riguarda la diffusione di auto elettriche, rimane molto accentuato lo scarto interno tra Nord e Sud del Paese. Una differenza resa evidente dal confronto dei dati delle immatricolazioni nelle diverse regioni. Analizzando i dati complessivi del 2023, il Nord Est ha fatto da traino, con le sue 24.062 immatricolazioni di auto elettriche, seguito dal Nord Ovest a quota 18.822. Nelle regioni del Centro, invece, risulta un totale di 15.639 mezzi immatricolati, mentre nel Sud se ne contano 5.211. Infine, sono 2.542 le auto elettriche nelle Isole. Con un totale di 42.884 auto elettriche per il settentrione rispetto alle 23.392 del meridione, è il Nord a prevalere nel conteggio delle nuove targhe BEV. Per quanto riguarda i dati su base regionale, troviamo in testa il Trentino-Alto Adige con 12.807 immatricolazioni, seguita dalla Lombardia con 12.509. Con ampio distacco, il terzo gradino del podio è occupato dal Lazio con 7.533 veicoli. La top 10 è completata da Toscana (6.410), Veneto (5.327), Emilia-Romagna (5.026), Piemonte (4.299 veicoli), Campania (2.068), Sicilia (1.929) e Puglia (1.304). Da segnalare l’ottima performance della Campania, che rispetto all’anno precedente scala di due posizioni, dal decimo all’ottavo posto, crescendo del 29%.

I DATI DEL MERCATO EUROPEO

ACEA • I

considerano il

Fonte: Analisi di Mercato Dicembre 2023 - Motus-E, ISTAT
Fonte: Analisi di Mercato dicembre 2023 - Motus-E, ISTAT
Fonte: Analisi di Mercato Dicembre 2023 - Motus-E, ISTAT
Fonte:
dati
periodo gennaio - dicembre 2023, confrontato con lo stesso periodo del 2022

L’ENDURO SILENZIOSO E DIVERTENTE

TACITA È UN BRAND DI MOTO PIEMONTESE CHE SI LEGA FORTEMENTE ALL’AVVENTURA E AL DESERTO. ALLA PRIMA, IN QUANTO PENSATO PER CORRERE E VINCERE LE GARE PIÙ DURE AL MONDO. ALLA SECONDA, PERCHÉ SI FORGIA SULL’ESPERIENZA DELLA PARIGI-DAKAR di benedetta bruni

Ogni produttore vuole creare la sua “moto”: il modello perfetto, quello dei sogni, dal cui disegno segue poi la realizzazione pratica e l’abbellimento con le caratteristiche che lo rendono unico e lo distaccano dal resto. Così Tacita, che nasce nel 2011 da un’intuizione di Pierpaolo Rigo e sotto spinta di sua moglie Dina Ollino, crea un mezzo che prima di tutto risponde a un’idea e una necessità: quella di essere silenzioso, ma pur sempre divertente. E solo successivamente diventa elettrico, sostenibile e riconoscibile grazie a un innovativo cambio a cinque marce, mai visto finora su una moto a batteria. Ad aprile, presso la sua sede a Poirino (TO),

il brand ha svelato i modelli T-Cruise e T-Race disponibili a partire da quest’anno, sia in Italia sia in Nord America – tra queste, Discanto (acquistabile nel 2025) è stata perfezionata sul campo da un team di ingegneri e dai piloti di “Formula Corsa” che ne hanno studiato le configurazioni migliori durante 11 tappe della "Parigi-Dakar". Praticamente forgiata sul fuoco. Abbiamo avuto l’occasione di parlare con l’amministratore delegato, Luca Oddo, e con il socio Jeannot Martineau circa gli obiettivi di espansione e i prossimi passi per far conoscere un mezzo senza precedenti a un pubblico abituato al rombo dei motori.

socio

Come può inserirsi Tacita all’interno degli Stati Uniti?

Abbiamo molti incentivi statali, ed è su questo che stiamo lavorando. Il motivo principale per cui siamo qui è autenticare il prodotto Tacita e la sua reputazione, ma per fare questo abbiamo bisogno del supporto governativo. Per esempio, abbiamo già fornito alcuni mezzi alla polizia. Quanto più rapidamente riusciamo a entrare in Nord America, tanto prima riusciremo a cambiare le leggi. Nella Regione, come anche in Italia e in parte in Europa, la reputazione dell’elettrificazione è in crisi, però da noi è in atto un cambiamento in tal senso. La gente infatti non vuole più sentire rumore per strada. Questo però causa una discrepanza nel settore moto: tanti circuiti stanno chiudendo e principalmente per motivi legati all’inquinamento acustico. Dal canto nostro, stiamo cercando di ricreare un ambiente più silenzioso proprio tramite gli incentivi statali.

Quindi è il governo che sta investendo? Sì, il governo canadese sta facendo enormi investimenti a riguardo. Abbiamo

amministratore delegato

Ci racconti come nasce Tacita e qual è la sua storia?

Tacita nasce con una storia tutto sommato divertente: nel 2010 Pierpaolo Rigo è andato a fare un giro con la sua moto enduro e, tornando a casa la sera, ha notato quanto rumore facesse. Da lì, ha pensato di realizzare una moto elettrica. Inizialmente non pensava di farla lui: è andato prima da una società con cui poi però ha interrotto i rapporti perché non erano d’accordo su alcune modifiche alla moto. Sua moglie Dina Ollino, anche lei rider, allora gli ha detto di farsi la moto da sé. Così nel 2011 ha preso vita Tacita. Da lì poi ci sono state tutte le innovazioni successive: il cambio, l’idea del raffreddamento liquido, fino a raggiungere i prototipi del 2017 con il rally di Merzouga, dove è stata la prima moto elettrica al mondo a entrarci, le corse sul ghiaccio e infine la Parigi-Dakar a gennaio 2024. Nel 2020 aveva già affrontato due tappe dimostrative alla Dakar, mentre quest’anno l’abbiamo percorsa tutta nella sessione Mission 1000.

Il processo produttivo è italiano?

Sì, è completamente italiano. Sono tutti progetti di nostra proprietà: il telaio, il motore, le sospensioni, il controller, il bms, anche la conformazione delle batterie che contengono le celle. È importante perché avere un telaio progettato da noi permette di distribuire correttamente i pesi e quindi avere la massima guidabilità della moto. Addirittura l’80% viene prodotto in casa e solo una parte viene realizzata all’estero, ovvero le celle della batteria. Tutto il resto è made in Italy.

C’è stata accettazione da parte del pubblico?

Ufficialmente siamo entrati ora nel mercato con 100 moto che forniamo in concessionaria o in vendita diretta, ma tanta gente ci segue già da tempo e ogni volta che mostriamo i nostri mezzi le reazioni sono sempre estremamente positive. Questo anche per l’innovazione tecnologica del cambio, del raffreddamento liquido, per i bms e controller che vanno a 120 V e che permettono di non prendere la scossa

alcuni partner che ci stanno aiutando a portare Tacita in giro in California, a Denver, Phoenix, in Florida e in diverse località canadesi. Avvieremo l’espansione a partire dalle grandi città, ma la reputazione del brand è destinata a raggiungere anche le comunità rurali grazie al racing. Il mercato dell’enduro infatti è cresciuto notevolmente a partire dal 2020, in particolare in Nord America.

Perché hai scelto Tacita?

Per la sua qualità pura e genuina e per la reputazione che può avere. In America serve questo, perché la mobilità elettrica non viene rispettata, anzi è sminuita. In Canada, ad esempio, ci sono queste norme per cui se la moto può andare solo a 30 km/h non serve avere la patente né l’assicurazione. E questa manovra sta distruggendo il mercato: in primis tutti pensano che puoi andare solo a 30 km/h, e poi tante persone che non hanno più la patente si mettono su una moto come se niente fosse, con tutti i problemi che ne conseguono.

quando si "maneggia" la moto. Ne sono rimasti piacevolmente sorpresi anche tanti enduristi o rallysti in quanto equivalente a un modello classico se non, in alcuni casi, superiore. Ciò deriva dal fatto che quello che noi vogliamo fare è “la moto”. Poi sì, è elettrica ed ecosostenibile, ma prima di tutto deve essere una gran moto.

Avete delle aspettative dal punto di vista economico?

I 100 modelli sono già tutti prenotati, e su Stati Uniti e Canada il nostro futuro socio Jeannot Martineau ha parecchi contatti e sta preparando la rete di distribuzione. Dagli USA riceviamo richieste quasi quotidianamente. Per cui le aspettative sono buone. Credo più che altro che faremo fatica a stare dietro alle richieste.

Nel medio termine, come si definiranno i mercati principali dal vostro punto di vista?

L’Italia sarà quella un po’ più in ritardo per questioni prevalentemente culturali. Io non faccio mai paragoni tra elettrico ed endotermico, ma a dei giornalisti esteri che mi hanno chiesto come mai fossimo ancora “indietro” ho spiegato che la nostra è una cultura del motore che non ha eguali nel resto d’Europa. Non basta che faccia rumore, ma deve fare un certo rumore. Riconosciamo subito le auto o moto che passano. Partendo da questa base è ovviamente più difficile fare breccia con l’elettrico, dove l’unico rumore che abbiamo è quello della scatola del cambio. Noi ad esempio non ne siamo completamente privi, ne abbiamo lasciato un po’ intenzionalmente anche per ragioni di sicurezza. Stiamo favorendo invece un ricambio generazionale: lavoriamo infatti con studenti e professori dell’Università di Mobilità Elettrica per aiutare la diffusione di questo settore. Io non vedo le due cose in antitesi: i motociclisti abituati ad avere più moto in garage possono tranquillamente avere sia l’elettrico che l’endotermico. Sono due mondi diversi e dunque apprezzabili in modi differenti.

Il made in Italy negli Stati Uniti che posizione detiene?

La principale percezione che si ha sul mercato italiano è: non abbordabile. Tante persone pensano di non potersi permettere tanti dei prodotti elettrici. Per come la vedo io, invece, non si danno il tempo e non fanno le mosse giuste per poterseli permettere. Se compri prodotti economici, devi comprarli due volte. Ed è per questo che vanno in Cina, ma ordinano prodotti scadenti e poi si lamentano quando gli arrivano. Tacita dall’altra parte è molto particolare. Detengono tutti i diritti e i brevetti, quindi la produzione resta in casa e in questo modo può garantire qualità e genuinità. Questo è quello che vogliamo offrire ai clienti. Si tratta di “one-stop-shop” efficienti e veloci, come vogliono i consumatori oggi.

Come pensi che andranno i prossimi quattro anni per Tacita in USA?

Stiamo cercando di stabilire l’intera distribuzione per il 2027 e penso che ci vorrà un po’ di incentivo, in particolare da parte del governo. Sono sicuro che le "Città

Come avverrà la distribuzione in Italia?

I concessionari avranno la possibilità di comprare due o tre moto per iniziare. Noi ci indirizziamo verso gli specializzati sull’elettrico, punti vendita di “nuova generazione”, solitamente multimarca. Non siamo granché preoccupati della concorrenza, anche perché con il cambio come noi, pure a cinque marce, non c’è nessuno. Sulle moto, e specialmente sui fuoristrada, quando si affronta una salita su sabbia o su fango con il monomarcia si fa fuori tanta batteria, addirittura a volte non si riesce a procedere. Con la marcia invece si ottimizzano i rapporti, anche in curva su strada.

Le tappe della Parigi-Dakar sono state utili in termini di feedback e migliorie?

Della Parigi-Dakar abbiamo fatto undici tappe, di cui dieci sperimentando. Si usciva ogni volta con configurazioni diverse, anche tra le due moto in gara. Poi, un po’ per compassione sui piloti, un po’ per capire dove si poteva arrivare, nell’ultima tappa sono partiti con la configurazione migliore che avevamo. Sono arrivati primo e secondo a distanza di 40 minuti dal terzo. Torneremo nel 2025, quando andremo per vincere.

Qual è stato il fatturato di quest’anno?

Il fatturato del 2023 si attesta intorno ai 600.000/700.000 euro. Quello del 2024 sono più o meno 2.500.000. Ci sono anche altri accordi, come uno con l’India a cui venderemo i controller fatti in casa. E poi ampliamenti di business, perché questa tecnologia si applica su qualsiasi cosa si muova. Per esempio, abbiamo già progettato, realizzato e messo in acqua un jet-ski. In più, è in piano l’elettrificazione della Formula Predator. Oltre a ulteriori sbocchi sulle tecnologie che impieghiamo e su cui al momento non abbiamo ancora un vero e proprio business plan.

da 15 minuti" diventeranno realtà ed è per questo che è interessante parlare di elettrificazione. In quattro anni dovremmo esserci stabiliti con qualche migliaio di modelli, ma la competizione cinese sta già entrando nelle misure dei 6.000 prodotti solo in Canada. Questo è quello con cui voglio misurarmi. E siamo anche interessati a dove gareggeranno nell’enduro, dove avremo una presenza importante a partire dal 2025.

Pensate di usare le Tacita anche nelle gare?

Assolutamente sì, anzi è dove partiamo. Il modello Maestro sarà la moto di punta per questo scopo. È così che riusciremo a fare il passo verso la scena race. Anche perché, quando la gente vede che la moto vince una competizione, poi la vuole anche per strada. Per il 2027 dovremmo avere buone possibilità in questo tipo di mercato di Supermotard, che ha iniziato a prendere piede nel 2023. E qui è dove vorremo inserirci con Tacita in Canada.

T-Cruise
T-Race

BATTERIE MADE IN EU MENO INQUINANTI DI QUELLE CINESI?

SECONDO UNO STUDIO PUBBLICATO DALL’ENTE TRANSPORT & ENVIRONMENT, L'EUROPA HA IL POTENZIALE PER SODDISFARE IL 56% DELLA SUA DOMANDA DI CELLE, MA LA PRODUZIONE RIMANE ANCORA BASSA. L’ITALIA IN QUESTO CONTESTO PUÒ GIOCARE UN RUOLO FONDAMENTALE NEI PROSSIMI ANNI PER DARE UN REALE SOSTEGNO ALLA TRANSIZIONE ENERGETICA

a cura della redazione

Insediare in Europa le supply chain della mobilità elettrica e della produzione di batterie, grazie alla quota sempre crescente di energia rinnovabile impiegata nei processi produttivi, permetterebbe di ridurre l’impronta di carbonio di una batteria del 62% rispetto a una catena del valore interamente controllata dalla Cina. Tale riduzione si attesterebbe al 37%, tenendo conto dell’attuale mix energetico medio in UE. Questo è quello che emerge da una nuova analisi di Transport & Environment (T&E), organizzazione ambientalista indipendente europea. L’onshoring della produzione di celle delle batterie e dei componenti necessari per soddisfare la domanda europea di sistemi d’accumulo potrebbe far risparmiare circa 133 Mt di CO2 tra il 2024 e il 2030, l’equivalente delle emissioni annuali totali della Repubblica Ceca.

Il report evidenzia che meno della metà (47%) dell’intera produzione di batterie agli ioni di litio, pianificata in UE da qui al 2030, è sicura di vedere la luce. Le misure messe in campo per rispondere all’IRA (Inflation Reduction Act) statunitense hanno giovato al settore europeo, che ha consolidato parte della sua nascente industria greentech: lo scorso anno i progetti sicuri si attestavano ad appena un terzo del

IL POTENZIALE DELLA CATENA DEL VALORE

DELLE BATTERIE MADE IN EUROPE PER EV

CELLE DI BATTERIA

LITIO RAFFINATO CATODI

al 2016 al 2030 al 2030 cobalto nickel manganese litio al 2030

totale. Stante questo miglioramento, sono ancora più della metà (53%) i progetti nel Vecchio Continente che presentano un rischio medio-alto di essere ritardati, ridimensionati o cancellati del tutto.

“Il Governo dovrebbe capire che le batterie e i metalli che le compongono sono il nuovo oro. Forti requisiti di sostenibilità, come le imminenti norme sull’impronta di carbonio delle batterie, possono sostenere e premiare una produzione locale più pulita e sottrarci alla dipendenza dalla Cina”, ha dichiarato Carlo Tritto, policy officer per T&E Italia, che ha aggiunto: “È importante che l’Italia giochi un ruolo propulsivo in Europa, per predisporre un quadro che da qui ai prossimi anni garantisca reale sostegno alla transizione, ad esempio negoziando migliori strumenti di finanziamento per le gigafactory. È il momento di fare scelte chiare, sapendo che la mobilità fondata sul motore endotermico ha i giorni contati”.

I PAESI PIÙ VIRTUOSI Francia, Germania e Ungheria sono i Paesi che hanno conseguito i maggiori progressi in questo anno, dando concretezza a progetti che nella precedente analisi di

I VANTAGGI CLIMATICI DI LOCALIZZARE

LE CATENE DI FORNITURA DELLE BATTERIE IN EUROPA

T&E apparivano a rischio. In Francia, ACC ha avviato la produzione a Pas-de-Calais, mentre gli impianti di Verkor a Dunkirk e Northvolt a Schleswig-Holstein, in Germania, stanno procedendo anche grazie ai sussidi governativi. Riuscire a sviluppare in Europa la catena di valore della mobilità elettrica sarà impegnativo specialmente in chiave di competizione con la Cina. L’Europa, rileva il rapporto di T&E, ha il potenziale per rendersi autosufficiente nella produzione di celle dal 2026 e potrebbe produrre più della metà (56%) della sua domanda di catodi (i

MENO DELLA METÀ

DEI PIANI EUROPEI PER LE BATTERIE SONO SICURI

componenti più preziosi della batteria) entro il 2030, ma sono solo due gli impianti che, ad oggi, li producono. Entro la fine di questo decennio, il Vecchio Continente potrebbe anche soddisfare tutto il suo fabbisogno di litio raffinato e assicurarsi tra l’8% e il 27% dei minerali per batterie grazie al riciclo. Ma per lo studio di T&E gli impianti di raffinazione del litio e quelli di riciclo hanno bisogno del sostegno finanziario tanto dell’UE quanto degli Stati Membri, così da poter incrementare rapidamente la produzione.

IL 68% DELLA POTENZIALE CAPACITÀ DI PRODUZIONE DI BATTERIE IN EUROPA RISCHIA DI SUBIRE RITARDI

Alto rischio 16%
Basso rischio 32%
Medio rischio 52%

L’ANSIA DA RICARICA È ANCORA GIUSTIFICATA?

IN ITALIA LE INFRASTRUTTURE CONTINUANO A CRESCERE. LA RETE PRIVATA A USO DOMESTICO

È SEMPRE QUELLA PIÙ SVILUPPATA, MENTRE TRA LE COLONNINE AD ACCESSO PUBBLICO

IL PROBLEMA PRINCIPALE È RAPPRESENTATO DALLA SCARSA CAPILLARITÀ SULLE AUTOSTRADE

di daniele pansardi

L’ansia da ricarica (dall’inglese “range anxiety”) legata all’autonomia dei veicoli elettrici esiste ed è facile da comprendere. La gran parte della popolazione ha ancora scarsa familiarità con colonnine e stazioni di ricarica, e anche chi è già in possesso di un veicolo elettrico può farsi prendere da un certo timore che la batteria si esaurisca prima del tempo. Ma queste paure sono ancora giustificate? Nell’ottava edizione del suo White Paper, Repower sottolinea come le reti di ricarica oggi siano molto più diffuse rispetto al recente passato. Una certa preoccupazione rimane e rimarrà ancora, com’è naturale che sia, ma il trend nel frattempo rimane molto positivo per quanto riguarda lo sviluppo della rete in Italia. Rispetto ai partner europei, il nostro Paese è ancora un po’ in ritardo, ma in uno scenario complessivo comunque di crescita costante. Secondo una rilevazione di Motus-E, nel 2023 il numero dei punti di ricarica ad accesso pubblico (singole prese a cui collegarsi) ha toccato quota 50.678, con una crescita di 13.748 unità, +38% rispetto al 2022. Le infrastrutture di ricarica censite sono 26.997, con un aumento di 7.663 unità (+40%), laddove per infrastruttura di ricarica si intende un impianto (una stazione o una semplice colonnina) che ospita uno o più punti di ricarica non domestici. Tra settembre e dicembre 2023, si sono aggiunti 3.450 nuovi punti di ricarica a un ritmo sostenuto: oltre 280 in più, in media, ogni settimana. Il 69% dei punti di ricarica è collocato su suolo pubblico, per esempio lungo un asse stradale, mentre la parte restante si trova su suolo privato a uso pubblico, tipicamente nell’ambito di supermercati o centri commerciali. Si registra un leggero avanzamento della quota di punti ad accesso pubblico collocati su suolo pubblico rispetto a quelli su privato.

Fonte: analisi di mercato di Motus-E

LA DISTRIBUZIONE DELLE RETI AD ACCESSO PUBBLICO

La regione che tra dicembre 2022 e 2023 ha avuto il tasso più alto di nuove installazioni (+347%) è stata la Campania, che ha superato Toscana e Sicilia nella classifica. La Lombardia, con 9.395 punti, si conferma la regione più florida da questo punto di vista, dato che da sola accentra il 19% di tutti i punti di ricarica ad accesso pubblico in Italia. Seguono nell’ordine Piemonte e Veneto (con circa il 10% a testa) e Lazio ed Emilia-Romagna (con circa il 9% ciascuna). Considerando le macro-regioni, il Nord con il 58% concentra oltre la metà dei punti di ricarica, mentre il Centro con il 22% e il Sud e isole con il 20% si dividono il resto. Nelle prime tre città metropolitane – Roma, Milano e Napoli – vive circa il 36% della popolazione totale, e si trova il 36% dei punti di ricarica totali. Roma è il comune con più punti di ricarica (3.588), seguita da Milano (2.883) e da Napoli (2.652). Tuttavia, nel numero di colonnine in rapporto alla superficie del territorio, in testa troviamo Napoli, seguita da Milano e Roma.

IL PROBLEMA DELLE AUTOSTRADE

Secondo il White Paper di Repower, le colonnine lungo le autostrade italiane sono ancora poche e mal distribuite. A oggi, lungo i 7.318 chilometri di rete autostradale, secondo Motus-E si incontrano in media 12,7 stazioni ogni 100 km. Scarseggiano al Sud, mentre sono assenti sulle grandi arterie di Sicilia e Sardegna (fonte: InsideEVs). Una spinta per rendere più capillare la rete sarebbe dovuta arrivare dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), varato dopo la pandemia con i fondi dell’Unione Europea, ma il primo bando pubblicato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nel 2023 non ha ottenuto i risultati sperati. I finanziamenti, infatti, sono stati assegnati solo a 4.718 infrastrutture di ricarica all’interno di centri urbani, per un importo di circa 70 milioni di euro. Ma per la rete di superstrade e autostrade nemmeno un progetto è stato finanziato «in quanto le poche proposte progettuali presentate non avevano i requisiti di ammissibilità alla misura», si leggeva nella nota del MASE. Un primo step in avanti, invece, è arrivato lo scorso maggio con il bando vinto da Atlante per la realizzazione di oltre 90 punti di ricarica ultra-rapida per veicoli elettrici di Autostrade per l’Italia (ASPI). La strada, in ogni caso, è ancora lunga. Il target finale del PNRR prevede di installare oltre 21 mila punti di ricarica rapida entro il mese di giugno 2026 (7.500 in autostrada e 13.000 nei centri urbani).

E LA RETE PRIVATA?

Oggi chi ha un’auto elettrica in Italia fa rifornimento direttamente nel proprio garage. Nel 2023, i punti di ricarica domestici hanno superato quota 400 mila, cioè dieci volte in più di quelli a uso pubblico. I bonus edilizi hanno dato una spinta decisiva che, secondo dati di ENEA - Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, hanno portato a ben 304 mila installazioni. Anche il bonus colonnine domestiche, o “bonus Wallbox”, erogato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, ha avuto un impatto non indifferente. Si tratta di un contributo che copre l’80% del prezzo di acquisto e installazione, fino a un massimo di 1.500 euro per gli utenti privati e di 8.000 nel caso di installazione nelle parti comuni dei condomini.

GUIDARE L’EMOBILITY VERSO NUOVI ORIZZONTI

LA QUARTA EDIZIONE HA CONSACRATO GLI EMOVING DAYS COME L’EVENTO DI RIFERIMENTO DELLA MOBILITÀ ELETTRICA. OLTRE 200 OPERATORI PER LA GIORNATA B2B, TRA CUI 90 GIORNALISTI. DECINE DI MIGLIAIA I TRANSITI NEL VILLAGGIO ESPOSITIVO IN CITYLIFE E OLTRE 2.000 I TEST TRA SABATO E DOMENICA. L'ATTESA È PER LA QUINTA PUNTATA NEL 2025

di davide l bertagna

Dal 22 al 24 marzo il quartiere di CityLife ha accolto la tanto attesa quarta edizione degli Emoving Days, appuntamento di riferimento nel mondo dell'eMobility. Con il patrocinio del Comune di Milano e la sponsorizzazione di Atlante, azienda impegnata nella costruzione della rete di ricarica rapida più ampia del Sud Europa, l’appuntamento testimonia l'importanza attribuita dal capoluogo lombardo alle iniziative che promuovono la responsabilità ambientale e l’innovazione tecnologica. Ancora una volta CityLife si è confermata la cornice ideale per intercettare e richiamare decine di migliaia di persone, che hanno potuto testare i numerosi mezzi a due e quattro ruote presenti nel villaggio espositivo, all’interno di uno dei quartieri più suggestivi della città.

IL VENERDÌ DEDICATO AL B2B

Anche quest’anno l’Emoving Business Day (EMBD) di venerdì 22 marzo, supportato da Bosch, ha aperto la tre giorni dedicata alla mobilità sostenibile, scandita da una serie di workshop presso il cinema Anteo all’interno del CityLife Shopping District. Di fronte a una platea di oltre 200 persone accreditate tra retailer, aziende, media e altre figure professionali, sono stati affrontati temi strategici per il settore. Antipasto della giornata è stata la conferenza stampa di presentazione dei dati di mercato 2023 del settore bici a cura di Ancma (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori). Nel corso del pomeriggio il programma ha spaziato sulla mobilità elettrica in tutte le sue sfaccettature con tre workshop dedicati.

• Transizione elettrica: a che punto è l’Italia nel contesto europeo?

• La bici elettrica (e non solo) dentro e fuori le città

• Auto e moto: stato dell’arte e prospettive in Italia ed Europa

Tanti ospiti di rilievo si sono alternati sul palco, per spiegare a che punto siamo nell’elettrificazione delle nostre città e per affrontare temi strategici per il settore (politiche di mobilità urbana, analisi di mercato o formazione per i punti vendita specializzati). La prestigiosa presenza del JRC (Joint Research Centre) di Ispra, centro comune di ricerca europeo rappresentato da Harald Scholz ed Elena Paffumi, così come l’intervento dell’assessore ai Trasporti e Mobilità Sostenibile Regione Lombardia Franco Lucente, hanno portato valore aggiunto a questo momento di confronto.

DALLE DUE ALLE QUATTRO RUOTE

Come per le scorse edizioni, per le giornate di sabato e domenica, all’interno del parco di CityLife è stato allestito un ricco village con la presenza di circa 40 aziende, che hanno attirato l’attenzione del pubblico, dando la possibilità di scoprire e provare ogni genere di mezzo elettrico. Anche quest’anno è stato possibile provare autonomamente eBike ed eCargo sui tre percorsi caricati sull’app komoot, route partner della manifestazione. Per la prima volta, inoltre, l’offerta è stata ampliata anche alle auto, scelta molto apprezzata e che ha contribuito a rendere ancora più entusiasmante il bilancio finale da parte di organizzatori, aziende presenti e visitatori, accorsi numerosi nell’iconico quartiere di CityLife.

TANTI APPUNTAMENTI E DIVERTIMENTO PER TUTTI

A partire da sabato, Atlante si è distinta per un’iniziativa capace di catturare l’attenzione e intrattenere il pubblico presente. Sfruttando i watt generati da tre bici, su cui a turno si sono alternati tanti curiosi, era possibile attivare lo spremiagrumi collegato a esse e produrre una rigenerante spremuta d’arancia. Un gioco semplice e coinvolgente, con cui l'azienda ha saputo attrarre grandi e bambini, che sono diventati degli #Atlanters per pochi minuti. Molto apprezzate sono state anche le clinic di Lorenzo Oldrati di IBS (Italian Bike Service), azienda che da anni forma e certifica meccanici a livello internazionale attraverso i più diffusi standard dell’industria del ciclo.

EVENTO CARBON NEUTRAL

Gli Emoving Days anche quest’anno hanno rinnovato il proprio impegno ambientale confermando la volontà di essere carbon neutral: non solo limitando il più possibile la produzione di rifiuti e promuovendo l’uso responsabile dell’acqua, ma anche analizzando con cura l’impatto indiretto della manifestazione.

GIVE ME FIVE!

Gli organizzatori sono già al lavoro per una quinta edizione degli Emoving Days se possibile ancora più coinvolgente, ricca, entusiasmante e memorabile. È stata confermata la location di CityLife, mentre per le date bisogna segnare in agenda il 21 marzo per la giornata b2b riservata a operatori del settore, mentre il 22-23 marzo ci sarà la possibilità di provare tutti i mezzi elettrici presenti nel villaggio espositivo.

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ARTICOLI IN RASSEGNA STAMPA

72.000

VISITATORI IN TRE GIORNI

40 ESPOSITORI

CHI HA SOSTENUTO

GLI EMOVING DAYS 2024

Main partner Atlante

Main partner b2b Bosch

Special guest Tesla

Premium partner Volvo Partner

Alba, Ambra Italia, Askoll EVA, Atala, Autotorino, Biga, BMW, BymyCAR Milano, BYD, Climate Partner, E-Cycles, E-Gap, Eli, Etriko, Filante, FIVE, Fratelli Milani, Giro-E, IBS, Italian Volt, Jipsy, Lombardo, Officine Cordaro, Riese & Müller, Retrokit, SWAPA, Tazzari EV, X-Raam, Tenways, Yamaha

Route partner Komoot I NUMERI DELL'EDIZONE 2024

Potete visitare il sito di Emoving Days e visionare il video ufficiale della quarta edizione scansionando il QR code

2.000 TEST PRODOTTO

2.000.000+ DI CONTATTI RAGGIUNTI TRAMITE MEDIA E SOCIAL

200 OPERATORI PER LA GIORNATA B2B

AL CENTRO DEL CAMBIAMENTO

L’EMOVING BUSINESS DAY HA COINVOLTO OSPITI DI PRESTIGIO ED ESPERTI DEL SETTORE, CON L’OBIETTIVO DI TIRARE LE FILA SUI TEMI DELLA MOBILITÀ ELETTRICA.

UNA GIORNATA PER CAPIRE DOVE SIAMO E QUALI SONO I PROSSIMI ORIZZONTI di daniele pansardi

La seconda edizione dell’Emoving Business Day, sponsorizzato da Bosch, ha messo sul tavolo tanti temi strategici legati alla mobilità elettrica. Un momento di confronto utile per fare il punto della situazione, tracciare una linea di quanto è stato fatto finora e provare a scrutare gli orizzonti di quel che sarà. Un esercizio complesso, visto che il settore della mobilità elettrica (e quello più ampio della rete di ricarica elettrica) è ancora tutto da decifrare e attraversa acque turbolente, ma che si rende necessario data l’importanza che presumibilmente ricoprirà nella nostra quotidianità da qui ai prossimi anni. Con l’EMBD abbiamo cercato di fare ordine su più fronti, grazie a ospiti di prestigio e a esperti del settore.

A CHE PUNTO È L’ITALIA NEL CONTESTO EUROPEO?

La giornata, iniziata con la presentazione dei dati di mercato del settore bici con Ancma, è proseguita nel pomeriggio con il primo dei tre panel in programma. Il tema della transizione elettrica è stata affrontato sotto quattro punti di vista diversi: quello politico-istituzionale con Franco Lucente, assessore ai Trasporti e Mobilità Sostenibile della regione Lombardia; quello tecnico-scientifico con Elena Paffumi e Harald Scholz del Joint Research Center (JRC) di Ispra e quello di un’azienda sempre più impegnata nel settore come Volvo con Chiara Angeli. Il primo a prendere la parola è stato Franco Lucente, che nel suo intervento ha ricordato come il concetto di sostenibilità ed ecologia debba sempre andare di pari passo con l’innovazione. E, nello specifico dei mezzi elettrici, con un’infrastruttura di alto livello, in grado di reggere con quello che richiede il futuro della mobilità. La regione Lombardia si sta impegnando a cambiare la propria flotta di mezzi di trasporto. Ricordando, comunque l'importanza di mettere il cittadino al centro di tutti questi discorsi.

La palla è passata poi a Elena Paffumi del JRC di Ispra, che è partita da un analisi dello scenario sulla questione batteria, con un focus sullo stoccaggio e sul riciclo del litio, una questione chiave nella transizione e di cui abbiamo parlato sul n.9-10/2023 di Emoving Magazine. Paffumi si è soffermata anche sul ciclo di vita delle batterie, ricordando che dal 2025 sul cruscotto di tutte le auto elettriche o ibride ci sarà l'indicazione del loro stato di salute. Il suo collega Harald Scholz, invece, ha portato all’EMBD il tema delle smart grid. Di cosa si tratta? Di un insieme di tecnologie e reti elettriche “intelligenti”,

perché ottimizzano la distribuzione dell’energia e minimizzano sovraccarichi e variazioni della tensione elettrica. Le smart grid permetterebbero di soddisfare le diverse richieste di elettricità, che siano produttori o consumatori, in modo efficiente e razionale. All’Anteo Scholz ha spiegato anche il concetto di vehicle-to-grid: un sistema per rendere le auto elettriche non solo dei mezzi di trasporto ma anche dei vettori energetici, capaci di scambiare energia con l’intera rete.

Da un approccio scientifico a quello orientato al business. Da sales & marketing director di Volvo Italia, Chiara Angeli ha presentato l’impegno della casa automobilistica svedese per ridurre il proprio impatto sul pianeta. Gli obiettivi? Riduzione della CO2 del 40% entro il 2025 e traguardo del carbon neutral entro il 2040. Ciò significa che dal 2025 tutti i mezzi Volvo saranno elettrificati o full electric. Ogni azienda, in fin dei conti, ha una responsabilità diretta verso il pianeta, e Volvo non vuole sottrarsi dal lasciare un segno con le proprie attività. Infine, Angeli ha presentato il progetto della casa automobilistica per aumentare le infrastrutture di ricarica, coinvolgendo i propri concessionari con la costruzione di stazioni di ricarica fast charge sui propri terreni privati. Le colonnine saranno però a uso pubblico, aperte 24 ore su 24, a certificare l’impegno di Volvo per fare davvero la differenza.

Chiara Angeli
Franco Lucente
Elena Paffumi
Harald Scholz

LA BICI ELETTRICA (E NON SOLO) DENTRO E FUORI LE CITTÀ

Non poteva mancare durante Emoving Business Day anche un approfondimento legato più strettamente al mondo della bici. Si è parlato di turismo, aziende, innovazione, ma anche dei problemi che devono affrontare le pubbliche amministrazioni nella battaglia per portare avanti le istanze del movimento. Forse occorre partire da alcuni dati pratici per convincere tutti dell’importanza di una diffusione sempre maggiore dell’uso dell’eBike.

L’EBIKE È ECONOMIA SOTTO TUTTI I PUNTI DI VISTA

Carmelo Carbotti, head of strategic marketing and research office di Banca Ifis, ha raccontato al pubblico presente all’Anteo in cosa consiste l’“Ecosistema della Bicicletta” (studio commissionato dalla Banca per fotografare lo status quo del comparto ciclo). Un termine azzeccato se si pensa soprattutto alle potenzialità del cicloturismo che riguarda non solo l’industria e il mondo della bici, ma un settore allargato fatto anche d’infrastrutture e servizi. La bici viene vista come strumento di creazione di valore da chi la usa tutti i giorni e dal cicloturista che fa di essa il mezzo della propria vacanza. Oltre sei milioni di persone, che hanno prodotto un valore di oltre sette miliardi di euro solo in Italia. Più della metà sono stranieri, generando un grande valore portato sul territorio, con una spesa pro capite di oltre 1.700 euro distribuiti in vari comparti produttivi, dall'ospitalità, alla ristorazione, ai servizi accessori. Il 43% sceglie l’hotel e la bici non sempre è di proprietà ma spesso è a noleggio. Queste persone chiedono infrastrutture e servizi dedicati. Ma anche ciclabili e accessibilità alle attrazioni. La vacanza è esperienziale e si cercano attività a 360 gradi in cui la connessione tra tessuto urbano ed extraurbano è fondamentale.

L’ESPERIENZA ALLARGATA CON KOMOOT

Tra questi servizi c’è sicuramente komoot, piattaforma che rende le avventure outdoor accessibili a tutti. Andrea Girlanda, Italy community manager, ci ha parlato di come le persone siano sempre alla ricerca di ispirazione e spesso preferiscono conoscere e avere una guida quando sono all’esplorazione di un nuovo luogo. Questo per migliorare l'avventura e renderla più completa e sicura. komoot, nata nel 2010, conta oggi più di 38 milioni di utenti a livello mondiale e tre milioni in Italia tra sportivi e coloro che sono alla ricerca di nuove esperienze. Non solo, komoot si pone anche come strumento nelle mani di brand e enti locali con le "raccolte", esperienze e storie indicizzate secondo lo sport diverso che si vuole rappresentare. È possibile raccontare come muoversi in una determinata città, oppure portare le persone fuori dalla stessa. In località molto famose per l’outdoor si possono valorizzare anche opzioni differenti in modo da ampliare l’offerta. Nelle Fiandre hanno raccontato la regione regalando un occhio differente al turismo, proponendo non solo bici, ma anche escursioni e hiking. Un altro grande

aiuto per sviluppare l’economia di un territorio grazie alla bicicletta.

LA TECNOLOGIA E LA SICUREZZA SECONDO BOSCH

Parlando sempre di valore venale, in molti lamentano l’elevato costo di un'eBike, che sembra non essere giustificato, nei confronti ad esempio di un’automobile. Federica Cudini, country marketing manager Italy di Bosch eBike Systems, ha spiegato che questo non è così vero: “Il costo è sicuramente alto, ma occorre tenere conto di quelli che sono gli sforzi necessari che un’azienda deve sostenere per lo sviluppo di ogni nuova tecnologia e le eBike nello specifico ne sono piene, soprattutto quelle che riguardano il miglioramento della sicurezza delle persone. Il gruppo Bosch fa tecnologia e il core business è la sicurezza”. Ora si può usare la bici a pedalata assistita per andare al lavoro o spostare merci, si può andare in vacanza, e ovunque ci sia la necessità di spostarsi. La sicurezza si lega però anche a un risparmio, occorre infatti andare oltre al solo prezzo di acquisto. Paragonando un’auto con una eBike, Bosch ha evidenziato come la spesa di gestione sia ben diversa. Per la prima si parte da minimo 1.500 euro all’anno, mentre per la seconda 300, con un risparmio di 100 mila euro in 60 anni per una famiglia media che volesse sostituire la seconda auto con una eCargo.

IL RUOLO DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

Compreso che l’eBike conviene a tutti, utilizzatori, aziende, territori ed enti. Resta però da convincere l’amministrazione pubblica. Marco Mazzei, consigliere comunale di Milano, ha dichiarato: “L’Italia paga la mancanza di una visione olistica della bicicletta”. Le amministrazioni tendono infatti a ragionare per compartimenti stagni (sport, economia, urbanistica, viabilità), ma l’uso della bici deve essere trattato come un tema trasversale, e non solo come infrastruttura. Per portare un esempio, la Milano-Sanremo non sta partendo più dal capoluogo meneghino. Ciò fa sì che in città non esista un solo evento sportivo ciclistico. Milano è molto richiesta e costa molto, pertanto occorrerebbe un supporto per portarvi determinati eventi di promozione. Manca un raccordo tra le varie competenze che abbia una visione complessiva sullo sviluppo della ciclabilità, la bici non va più intesa solo come svago. In alcune realtà è stato introdotto il bike manager, una figura che ancora non viene tenuta in adeguata considerazione.

Tante sono state dunque le riflessioni fatte a Emoving Business Day, che hanno decretato l’importanza dell’eBike e della bici in generale come attore protagonista dell’economia. E proprio gli attori economici più importanti devono accogliere e supportare un mondo che ha una caratteristica fondamentale, che pochi player hanno. Da ogni punto lo si guardi, sembra avere solo aspetti positivi e far bene alle persone e ai luoghi.

di gabriele vazzola
Andrea Girlanda
Carmelo Carbotti
Federica Cudini
Marco Mazzei

AUTO E MOTO: STATO DELL'ARTE E PROSPETTIVE IN ITALIA ED EUROPA

Informare, divulgare, comunicare: così potrebbe essere riassunto il panel “Auto e moto: stato dell'arte e prospettive in Italia ed Europa”. Perché sì, da un lato c’è lo scetticismo dell’utilizzatore endotermico, che non conosce i benefici di una mobilità alternativa. Ma dall’altro è proprio su questo punto nevralgico che si trovano esempi virtuosi di aziende che vogliono cambiare questo paradigma tramite progetti informativi, ed è lì che si incontrano tutti e quattro gli interventi degli speaker: Marc-Oliver Rossi, chief commercial officer Atlante Italia; Claudio Carfora, sales marketing manager Tazzari EV & Italian Volt; Paolo Alfieri, brand manager Autotorino BYD; e Francesco Mastrandrea, managing director di E-Gap Engineering.

LAVORARE SULLA PERCEZIONE

Il progetto di Atlante è semplice: assicurare capillarità e diffusione delle sue colonnine di ricarica, intervenendo anche sull’esperienza del cliente. Ciò vuol dire garantire all’utilizzatore che la stazione funzionerà. Questo rientra nel lavorare sulla percezione dell’elettrico: dissipare l’“ansia” della ricarica, minacciando l’idea che non ci siano abbastanza supporti durante i viaggi lunghi e che ancora fa preferire l’endotermico. E dove non arriva la colonnina, per motivi stagionali o strutturali, si inserisce E-Gap Engineering. L’azienda non solo giunge fisicamente con un supporto alla batteria nei posti dove le stazioni scarseggiano (i lidi affollati, in montagna), ma si rende anche complementare all’infrastruttura, che ne esce quindi potenziata. Questo fa la differenza nell’utilizzo di un mezzo elettrico, perché dimostra e insegna che le soluzioni ci sono, addirittura dove non sembra possibile. Agevolando dunque la transizione tramite una migliore comprensione delle opzioni esistenti.

DIVULGARE PER EDUCARE

Cambiare la considerazione dell’elettrico avviene anche e soprattutto tramite la volontà di instillare un cambiamento culturale. Come dice Claudio Carfora, da Tazzari e Italian Volt, che auspica un cartello di istituzioni e aziende che, con un impegno congiunto di divulgazione, possa smantellare la tradizione tutta italiana del motore unicamente endotermico, che cozza con una mobilità più sostenibile e ugualmente potente. E come fa anche BYD, dalle parole di Paolo Alfieri di Autotorino, che sta portando avanti il progetto “Evolution” basato anche sull’informazione e la formazione. Al fine di sciogliere anche i dubbi più semplici e al contempo preparare adeguatamente i consulenti e la forza vendite a comunicare con il pubblico, diventando figure esperte a contrasto del malinformato “sentito dire”. Verso, invece, un’informazione accurata che faccia comprendere l’incontrovertibile utilità dell’elettrico.

di benedetta bruni
Da sinistra: Marc-Oliver Rossi, Claudio Carfora, Paolo Alfieri e Francesco Mastrandrea

ANCHE

È

L’ENERGIA SOLARE CHE “SPINGE” LE EBIKE

DECISO DI ENTRARE

NEL CAMPO DELLA MOBILITÀ ELETTRICA SUSCITANDO GRANDE INTERESSE TRA GLI ADDETTI AI LAVORI. L’OBIETTIVO ORA

QUELLO DI CRESCERE SUI MERCATI EUROPEI, COME CI HA RACCONTATO L’AMMINISTRATORE EMANUELE LANTERI

di davide l . bertagna

Negli ultimi anni, il tema della mobilità sostenibile sta diventando sempre più centrale. Si è infatti compreso che è essenziale cambiare il modo in cui ci muoviamo, cercando di promuovere spostamenti che siano rispettosi dell'ambiente ed efficienti dal punto di vista energetico, riducendo le emissioni di gas serra e ottimizzando l'impatto sociale ed economico. Diverse realtà, tra enti pubblici, aziende e associazioni, hanno messo in campo le proprie soluzioni per una "mobilità 2.0". Tra queste c'è anche Solar Retrofit, con sedi a Locarno – Muralto (Svizzera) e Verbania, che opera da anni nel settore fotovoltaico e che nel 2021 ha lanciato un progetto innovativo: la realizzazione di pensiline per la ricarica di eBike. Emanuele Lanteri, amministratore di Solar Retrofit, sull'origine della realtà ha spiegato: "Circa tre anni fa abbiamo iniziato a esplorare la possibilità di realizzare una pensilina per bici elettriche. Dopo diverse collaborazioni con architetti, abbiamo deciso di sviluppare una struttura che integrasse la ricarica delle eBike con l'energia solare, unendo così la mobilità sostenibile a una fonte di energia pulita. Il progetto è partito nel 2021 e, dopo vari prototipi, siamo operativi sul mercato da agosto 2023".

Riguardo agli obiettivi e ai potenziali clienti, Lanteri ha aggiunto: "Puntiamo a vendere in tutta Europa. Abbiamo già collaborato con aziende che incentivano l'uso della bici tra dipendenti e fornitori, nonché con comuni che investono nelle piste ciclabili e nell'arredo urbano. Il nostro target è molto ampio: dai bike store alle grandi catene alimentari, fino al settore della grande distribuzione e delle multiutility. Attualmente siamo presenti in Italia e Svizzera, ma vogliamo espanderci in Germania, Austria, Spagna, Francia, e in tutto il Nord Europa, dove la bici è molto utilizzata, come a Copenaghen, esempio virtuoso di mobilità sostenibile. Crediamo che in Italia, per favorire una crescita definitiva del settore, sia necessario investire in stazioni di ricarica e in hub per la manutenzione delle bici".

Solar Retrofit in poco tempo ha già attirato l'attenzione degli operatori del settore, come dimostrano le collaborazioni avviate negli ultimi anni. "Abbiamo stretto partnership con Yamaha, Bluetti (per le power station) e Officine Parolin, con cui collaboriamo per offrire le rastrelliere più comode e robuste sul mercato", ha spiegato Lanteri. "Lavoriamo anche con Bike Facilities e SolareOO, rivenditori specializzati in sistemi di ricarica per eBike. Grazie a Sun Speaker, possiamo inoltre personalizzare i moduli fotovoltaici, trasformando le nostre strutture in veicoli pubblicitari per aziende e amministrazioni pubbliche. Siamo aperti a nuove collaborazioni per espandere ulteriormente le vendite B2B". Infine, sulle prospettive sul medio termine Lanteri ha aggiunto: "Il nostro obiettivo è quello di crescere sui mercati europei e incominciare ad avere una rete commerciale soddisfacente. Partendo dalla nostra prima linea di prodotti vorremmo sviluppare altri strumenti, che riescano sempre a unire il fotovoltaico alla mobilità elettrica e sostenibile".

SOLAR RETROFIT È UNA REALTÀ ATTIVA DA ANNI NEL SETTORE DEL FOTOVOLTAICO. NEL 2021 HA

I prodotti Solar Retrofit (progettati dal designer Frank Ruga) si contraddistinguono per il fatto di essere in acciaio inox elettrolucidato anti-graffio, scelta intelligente dato che sono pensati per rimanere all’esterno 24 ore al giorno, in estate e in inverno, per diversi anni. Attualmente il prodotto di punta della gamma è SOLAR E-CHARGER disponibile in due declinazioni:

• connesso alla rete (versione plug&play)

• non connesso alla rete (versione stand alone).

Nel primo l’energia non auto consumata viene immessa in rete e remunerata in modalità “scambio sul posto”. Si tratta di un prodotto ideale per aree pubbliche, parcheggi, supermercati, alberghi e condomini. La seconda versione è dotata di una power station Bluetti integrata (potenza 2.4 kW e voltaggio 230 V) ed è perfetta per zone isolate e senza elettricità come rifugi, alpeggi, parchi e piste ciclabili. Un’altra caratteristica essenziale di SOLAR E-CHARGER è che le rastrelliere sono dotate con i caricabatteria originali di Bosch, Brose, Shimano, Polini e Yamaha. È stata inoltre sviluppata una rastrelliera con cinque postazioni, in due versioni: una con e una senza prese di ricarica. Si è deciso di dotarle con tool e strumenti per la manutenzione delle bici (cacciaviti, brugole e una pompa per il gonfiaggio degli pneumatici).

• Non è necessario avere il proprio caricabatterie in quanto ogni postazione è predisposta con quelli originali

• Si possono ricaricare quattro eBike contemporaneamente

• Bluetti Power Station caricabatterie integrato

Potenza: 2.0 kW

Capacità: 2.0 kW

Voltaggio: 230 V

Batterie: litio fosfato Ricarica veloce: tre ore e mezza

• La struttura è in acciaio inossidabile elettrolucidato

• Peso: 140 kg

• Rastrelliere: Stabilus by Officine PAROLIN (versatilità con ogni tipo di ruota e stabilità totale della bici)

• Ideale per zone isolate e senza elettricità, rifugi, alpeggi, parchi e piste ciclabili

• I pannelli laterali e modulo PV sono personalizzabili (optional) che possono diventare veicoli pubblicitari per aziende e amministrazioni pubbliche

• L’energia elettrica non autoconsumata viene immessa in rete e remunerata in modalità “scambio sul posto”

• Non è necessario avere il proprio caricabatterie in quanto ogni postazione è predisposta con quelli originali

• Si possono ricaricare quattro eBike contemporaneamente

• Inverter certificato Norma CEI 0-21

• Struttura in acciaio inox AISI 304 resistente alla corrosione

• Ideale per aree pubbliche, parcheggi, supermercati, alberghi, scuole, condomini

• Peso: 100 kg

UNA GAMMA DI PRODOTTI COMPLETA
NON CONNESSO ALLA RETE (versione stand alone)
CONNESSO ALLA RETE (versione plug&play)

IN GIRO PER “EUROLEV”

EUROBIKE SI CONFERMA LA FIERA INTERNAZIONALE PIÙ IMPORTANTE PER IL MONDO DELLE DUE RUOTE A PEDALE, DOVE SEMPRE PIÙ FORZA STANNO PRENDENDO GLI SPAZI DEDICATI ALLA MOBILITÀ ELETTRICA LEGGERA.

SPESSO SI OSA E SI SPERIMENTA APRENDO LE PORTE AL FUTURO DEL SETTORE di gabriele vazzola

Torniamo a parlare di fiere, di bici elettrificate e mobilità leggera urbana. Questo grazie anche alla kermesse più importante a livello internazionale del settore delle due ruote a pedali: Eurobike. Per il terzo anno consecutivo si è svolta nella location di Francoforte, dopo aver lasciato le sponde del lago di Costanza, dove la fiera si è tenuta continuativamente per quasi trent’anni. Sempre la Germania quindi si propone come hub internazionale a favore della mobilità elettrica. Proprio in terra teutonica, ma a Monaco di Baviera, si tiene infatti anche l’appuntamento più importante dedicato alla mobilità elettrica a 360 gradi. Parliamo di IAA Mobility, un progetto ambizioso ma il cui successo è parso in realtà relativo e il cui futuro prossimo appare incerto. La fiera sembra dover trovare ancora una propria dimensione certa, e un vero appeal rispetto al grande pubblico e agli addetti ai lavori. Come del resto, in generale, il mondo della mobilità elettrica più legato all’automotive.

Eurobike invece sembra non aver mai perso la propria dimensione, anzi sta crescendo e si sta evolvendo e tende, di anno in anno, a proporre in maniera sempre più convincente un tipo di mobilità elettrica che piace a tutti. A suo favore armi come l’economicità, la coerenza dei prodotti proposti, la loro maturità e praticità. Inoltre, sono sempre sotto l'occhio vigile di una platea trasversale di appassionati attenti soprattutto alla vivacità e alla continua innovazione del settore. Qui si parla di quella eMobility leggera che tanto bene può fare alle nostre città e alla nostra salute. Perché promuove un tipo di trasporto (dal commuting all’ultimo miglio) che ben si adatta ai centri cit -

tadini, anche se non sempre questi sembrano possedere i requisiti necessari ad accogliere gli elettro-ciclisti in tutta sicurezza. Ma su questo c’è solo da lavorare, cercando quello che, per forza di cose, dovrà essere un compromesso tra passato e futuro e tra le necessità dei vari utenti della strada e delle città. Di mezzi adatti a cambiare le abitudini degli abitanti dei centri urbani a Messe Frankfurt se ne sono visti un bel po'. L’area dedicata ai LEV è di anno in anno sempre più grande, sempre piena di spunti interessanti e sempre più trafficata da pubblico e addetti ai lavori. Eurobike si conferma pertanto la più grande piattaforma mondiale dove si confronta il mondo delle biciclette e dei LEV in contesto urbano e sportivo.

I NUMERI DI QUEST’ANNO

La 32esima edizione ha visto la partecipazione di 35.080 visitatori b2b e 33.090 appassionati durante il fine settimana dedicato al pubblico b2c, numeri in aumento rispetto all’anno precedente. In molti attirati anche dalla possibilità di testare un parco bici davvero variegato e per certi versi destinato a destare una certa curiosità. Certo il percorso non era dei più attraenti, ma sicuro uno dei più variopinti. Infatti, passando tra i vari padiglioni per forza di cose si entrava in contatto con la parata dei volenterosi tester su mezzi elettrificati di ogni tipo. Questo riscontro è sicuramente sintomo che la curiosità verso questo mondo non è destinata a scemare, anzi, chi prova rimane sempre affascinato dalle potenzialità di questi veicoli e desidera riprovare l’esperienza, oppure sceglie di procedere con l’acquisto.

UN MOMENTO SPARTIACQUE PER IL MERCATO

Eurobike quindi si è rivelata un’occasione per fare il punto, per confrontarsi e per cercare spunti, analizzando nuove direzioni. Qui si parla, si fa networking, si saggia il polso e si scrutano i pensieri delle aziende, senza dimenticare la possibilità di curiosare e, perché no, criticare le novità che presto o tardi vedremo trasformarsi da prototipi da start-up, a prodotti destinati a viaggiare sulle strade delle nostre città. Certo si è arrivati a Francoforte un po’ disorientati da quello che è stato l’andamento del mercato degli ultimi anni, soprattutto gli ultimi mesi che si sono rivelati piuttosto turbolenti. Ma proprio Francoforte è sembrato un po’ uno spartiacque, verso un 2025 in cui si prevede un reset

del mercato e l’inizio di una crescita questa volta più organica e controllata rispetto a quella del biennio 2020-2021. L’ottimismo (o l’attesa rassegnata?) sembra rivolto ai prossimi anni, anche ascoltando quelle che sono state le parole di Stefan Reisinger, amministratore delegato della società organizzatrice di Eurobike: "In tempi di tensione economica, la stabilità è la nuova crescita. Per questo stiamo rafforzando la nostra posizione e creando le basi per un futuro in cui il mercato si riprenderà". Parole in parte confermate anche da Manuel Marsilio, direttore generale di Conebi: "Anche se i dati economici non sono soddisfacenti, stiamo vivendo un reset nel settore. Il mercato tornerà a crescere e ci sarà un futuro fiorente per le bici".

Progettiamo strategie a supporto delle imprese per sviluppare modelli di business più sostenibili

• Valutazione ESG

• Analisi dei risultati

• Stakeholder engagement

• Analisi di materialità

• Analisi dei rischi Assessment

• Bilanci e report di sostenibilità

• Report d’impatto

• Sviluppo del Manifesto ESG

• Strategie di comunicazione ESG

• Analisi dei Green Claims Comunicazione

• Consulenza strategica ESG

• Supporto per certificazione B Corp

• Passaggio a Società Benefit

• Piano di decarbonizzazione

• Consulenza sugli SDGs Strategia

• Piano operativo e supporto • Formazione ESG

Coinvolgimento dei dipendenti e volontariato aziendale

CdA e Comitato ESG

IL DETTAGLIO CHE FA LA DIFFERENZA

ORBEA/DIEM 10

Colpisce sicuramente per il design non convenzionale questa eBike urban del brand spagnolo Orbea. L'azienda negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, proponendosi come uno dei marchi generalisti entrando nell’Olimpo dei costruttori più interessanti e innovativi. Conosciuta più per le bici sportive e prestazionali mette tutta la sua esperienza nella nuova DIEM 10, per chi cerca una eBike versatile e che non passa certo inosservata. Le capacità dinamiche vanno di pari passo con le dotazioni di serie e l’integrazione dei vari optional. Altre frecce nella sua faretra sono il cambio “automatico” enviolo e il design del telaio Diamond Glide, che aiuta a ridurre gli impatti derivanti dalle asperità del terreno.

TARRAN/T1 PRO

A prima vista può sembrare una cargo bike simile ad altre di case più blasonate, in realtà T1 Pro nasconde una feature del tutto nuova, ovvero un carrello formato da due ruote supplementari sotto il piano di carico, che quando ci si ferma o si rallenta fungono da cavalletto ed evitano il rovesciamento anche in caso di pieno carico. L’operazione avviene in maniera completamente automatizzata, grazie a una serie di sensori che sono in grado di stabilire la necessità di questo aiuto. Una caratteristica sicuramente molto interessante, soprattutto se si decide di utilizzare la eCargo per portare i figli a scuola ad esempio. Dalla sua anche una serie infinita di personalizzazioni e caratteristiche che non lascerà scontento nessuno.

CARGOBIKE OF SWEDEN/DELIGHT

SOLARMOOV/KERN

L’azienda francese propone a Eurobike un modo per trasformare in “cargo” ogni tipologia di bici. Si tratta di un guscio montato su un carrello con una discreta capacità di carico. Un prodotto sicuramente robusto, universale e versatile. Dalla sua c’è anche la possibilità di abbinarlo con dei pannelli solari e alla stazione Ecoflow River2, che funge da batteria erogando una tensione adatta a tutti i dispositivi, anche a ricaricare la batteria dell’eBike mentre si viaggia. Una soluzione interessante e ideale ai lunghi viaggi come al trasporto daily per il commuter urbano. Il vano di carico è anche impermeabile e sorprendentemente leggero. Altra nota positiva il prezzo; nella configurazione base è sicuramente un prodotto alla portata di tutti.

TERN/OROX S12

Robusta come un mezzo da sbarco, ma pratica anche per la vita di tutti i giorni. Orox S12 è la nuova long-tail di Tern. Il look non passa certo inosservato e nemmeno le prestazioni e la comodità di un concetto di bici che l’azienda americana sta portando avanti da molto tempo e in parte ha decretato il proprio successo. Tern definisce questa eBike una "adventure cargo" in grado di sfidare le condizioni estreme per proseguire il viaggio anche senza bisogno di strade. Un’instancabile avventuriera, grazie anche alla dotazione di due batterie XL. Grande anche la capacità di carico che permette un peso lordo fino a 210 kg.

Un classico contemporaneo nel settore delle eCargo. Questi prodotti arrivano direttamente dalla Scandinavia, e quindi sono adatti a sopportare ogni clima e ad adattarsi alla necessità di una diversa platea di utenti. Che si vogliano trasportare bambini, cani, merci di vario tipo, l’azienda svedese offre optional adatti alle più disparate esigenze. Il design minimale e senza tempo ben si adatta alla funzionalità e alla qualità di questi prodotti. Il cambio è Shimano a otto velocità, il display è dotato di una presa per la ricarica USB e la bici ha un sistema di illuminazione automatica anteriore e posteriore. Le ruote completamente in magnesio eliminano la necessità di manutenzione dei raggi. La bici è dotata di freni a disco idraulici anteriori e posteriori.

3X3/NINE

Un cambio al mozzo concepito per chi non vuole pensare troppo alla manutenzione. Adatto alla trasmissione a cinghia e a catena. Una tecnologia complessa studiata per semplificare la vita al ciclista urbano, ma pare sia stato visto montato anche su alcune mtb prestazionali. Staremo a vedere l’evoluzione di questo prodotto relativamente nuovo. 3X3 NINE non nasce però dal nulla. È infatti un marchio di H+B Hightech GmbH, azienda manifatturiera altamente specializzata che ha la mission di offrire un know-how approfondito con nuovi standard tecnici e consegne affidabili, a tutto servizio dei produttori.

LA SOLUZIONE RESPONSABILE PER LE CITTÀ DEL FUTURO

NELL'ERA DEL TRAFFICO CONGESTIONATO E CON LA CRESCENTE ATTENZIONE PER L'AMBIENTE, LA CARGO BIKE STA EMERGENDO COME UN MEZZO VERSATILE PER LE

Ohana progettata su misura per essere funzionale, rappresenta appieno il concetto #easybike di Myland. Questa eCargo è concepita per trasportare tutto, dalle spese settimanali ai bambini, senza rinunciare alla maneggevolezza e alla praticità di un modello tradizionale. Grazie al suo telaio allungato posteriormente, offre un’esperienza di guida facile e intuitiva. Equipaggiata di serie con un cassone dotato di protezione per le mani, pedane e una seduta imbottita separabile 50/50, Ohana è ideale per il trasporto di uno o due bambini, consentendo l’installazione di fino a due seggiolini in tutta comodità. Questa long tail rappresenta una soluzione innovativa per le famiglie moderne in cerca di alternative pratiche e sostenibili ai tradizionali mezzi di trasporto. Per questa ragione è equipaggiata con motore Oli Sport da 85 Nm, completamente made in Italy, sinonimo di affidabilità. Con due batterie da 504 Wh, Ohana offre un modo divertente per muoversi, promuovendo non solo la salute e il benessere, ma anche la connessione familiare e la consapevolezza ambientale. Sul portapacchi anteriore è possibile caricare la spesa, uno zaino o qualsiasi piccolo peso in totale sicurezza. Che si tratti di una passeggiata al parco o di un’uscita al supermercato, il modello mira a rivoluzionare il modo in cui le famiglie si spostano e interagiscono con l’ambiente. Ohana è completamente allestita con componenti Shimano, freni idraulici e il nuovo cambio Cues a 9 velocità che garantiscono prestazioni ottimali. La cura dei dettagli è essenziale per Ohana, che è disponibile in due colorazioni: Rosso Cromato e Grigio Mat. È vero, Ohana significa famiglia, ma non solo...

SCHEDA

Telaio: in alluminio

Forcella: rigida

Gruppo: Shimano 9 v

TECNICA

Gomme: Kenda 24 x 2,4 banda reflex

Specifiche eBike

Motore: Oli Sport 85 Nm

Batteria: 2 x 36 V 14 Ah 504 Wh

Freni: Shimano MT200 disco idraulico
Ruote: alluminio 24’’

Siamo il vostro esperto di soluzioni eDrive complete.

Ci concentriamo sullo sviluppo, produzione e vendita di sistemi di trasmissione elettrica intelligenti per affermarci come azienda leader nell’eMobility e promuovere globalmente applicazioni di sistemi di trasmissione più ecologici. Ci piacciono tutti i tipi di ciclismo e offriamo sistemi eBike per tutte le applicazioni. Siamo Ananda.

www.ananda-drive.com

IL RIFERIMENTO ROMANO DELL’ELETTRICO

DA 25 A 200 MQ: LITIOSTORE DI ROMA DIMOSTRA CHE PENSARE A UNA MOBILITÀ ALTERNATIVA È POSSIBILE. MA BISOGNA ANCHE SAPERSI REINVENTARE, PER NON FARSI TRAVOLGERE DAGLI SQUILIBRI DI MERCATO CHE INTACCANO LE VENDITE. NE ABBIAMO PARLATO CON IL PROPRIETARIO CARLO ZUCCARI

di benedetta bruni

Con un’esperienza più che decennale nel mondo dell’elettrico, Litiostore di Carlo Zuccari è definibile come un caposaldo della mobilità alternativa a Roma. Una chiara dimostrazione, oltre alla proprietà del marchio registrato Litio Mobilità, è l’ampliamento del punto vendita: dal primo a Roma nord di 25 mq a quello di Pietralata di ben 200 mq. Segno che la richiesta, nella Capitale, c’è stata e prosegue ancora oggi – benché influenzata dagli oscillamenti di mercato, che di recente stanno mettendo alla prova i negozianti. Ma questa realtà non si ferma alla semplice vendita: si sta preparando a espandersi a un modello formativo che porti a una conoscenza più approfondita dell’elettrico, di come dedicarvi uno store, delle tecniche di vendita dei mezzi a batteria. Perché per una maggiore diffusione di una mobilità diversa da quella a benzina è necessaria anche una migliore comprensione del settore, in primis da parte degli addetti ai lavori. Ne abbiamo parlato con Carlo Zuccari, proprietario di Litiostore.

INTERVISTA

proprietario Carlo Zuccari

Quando è nato il negozio e su quali premesse?

Litiostore è nato nel 2019, ma la mia esperienza è pregressa perché sono nel settore dal 2012 tramite società sempre legate alla mobilità elettrica. Cinque anni fa abbiamo sentito la necessità di maggiore spazio, quindi ci siamo spostati da un punto vendita di 25 mq a quello attuale di 200.

Come avete scelto i marchi in catalogo?

Li portiamo dietro dalla nostra esperienza: sono tutti marchi su cui abbiamo fatto affidamento dal 2012 ad oggi, oltre ovviamente ad altri che sono subentrati man mano. Si tratta di aziende che ci supportano, che ci hanno assicurato un certo tipo di aiuto e che garantiscono prodotti qualitativamente alti ed efficienti. Questo nello specifico è ciò che ci ha guidato all’offerta attuale.

Quanto occupa l’officina in termini di business nel vostro store? Noi abbiamo due officine esternalizzate, la prima nella zona nord di Roma e l’altra a Pietralata, a 600 m dal negozio. Sono nostri partner e ci consentono di dare un supporto post vendita efficace tanto ai vecchi clienti della zona di Roma che ai nuovi.

Voi vendete anche moto e scooter a benzina. Come hanno accolto il passaggio all’elettrico i vostri clienti? Sono curiosi o hanno ancora qualche dubbio?

Io ho iniziato proprio con l’elettrico, sin dal 2012, investendo tutto su quello. Poi purtroppo il calo delle vendite generalizzato del 2023 mi ha portato a includere anche marchi a benzina. Ciononostante, da noi si rivolge una clientela che ha intuito che abbiamo una certa esperienza e storicità. L’elettrico oggi è visto come un’alternativa ai mezzi termici e da noi si affacciano ancora clienti che non sanno bene cosa scegliere. Sanno che esiste questa opzione, fanno domande, si informano, vengono di certo aiutati dagli incentivi per avvicinarsi al discorso elettrico. Sono molto curiosi, hanno dubbi a tonnellate che noi cerchiamo di dissolvere. All’inizio questo mercato era popolato dagli early adopter almeno fino al 2021, ovvero coloro che dovevano avere subito tutte le novità. Quindi persone che si ponevano poche domande, affatto curiose, ma che ci garantivano tante vendite. Adesso invece sono persone che si informano di più e lo fanno dal concessionario. Tuttavia, devo dire che la richiesta di mezzi elettrici non è aumentata. Anzi, il mercato si è molto contratto. O per lo meno il settore degli scooter elettrici ha risentito molto di tutte le influenze del settore automobilistico. Ad esempio, pesa molto il fatto che non ci siano tante colonnine in giro, pro-

blematica che tra l’altro non si applicherebbe neanche al comparto scooter. Da qui, è facile pensare che allora non si è ancora pronti per fare questo passaggio e lasciare l’endotermico. Si crea così la contrazione.

Quali sono i veicoli che preferiscono tra quelli nello store e per quale scopo li usano?

Tendenzialmente preferiscono quelli da uso cittadino, per spostamenti comunque non eccessivi, anche perché l’elettrico ha difficoltà sulle lunghissime percorrenze e il suo uso medio è di circa 15 km al giorno. Poi per quanto riguarda i marchi, a oggi Askoll la fa da padrona, nello specifico per la qualità dei suoi prodotti. Questo per lo meno a Roma.

Il cittadino di Roma si sta abituando all’elettrico?

Lo conosce grazie allo sharing. È un modo di muoversi che ha influito molto, perché chi si avvicina all’elettrico ha preso almeno una volta un mezzo in condivisione. Le scelte poi dipendono da città a città: Roma è una delle più grandi d’Europa, quindi il cittadino si aspetta che lo scooter abbia una certa autonomia. I più giovani pensano pure di poterci andare al mare.

A tal proposito, quali pensi che possano essere ancora i limiti nella scelta di un mezzo elettrico?

Si tratta sempre di una questione di prezzo. I giovani in particolare ci fanno molta attenzione. E contestualmente l’autonomia. Ma chi sceglie lo scooter a benzina non si pone la domanda sull’elettrico: è già una scelta che ha fatto.

Fornite anche mezzi alle aziende per le loro flotte? Come si pongono nei confronti dell’elettrico?

Sì, ma è un mercato che si è molto spento. Aziende, pizzerie e altri hanno progressivamente abbandonato l’uso di questi mezzi perché hanno poco budget da spendere in generale, dunque preferiscono fare leva sugli scooter dei rider o sull’usato. È un mercato che si è affievolito molto più della clientela privata.

Avete dei progetti per il futuro?

Stiamo pensando di integrare dei servizi alla vendita come la consulenza verso imprenditori o persone che vogliono aprire attività inerenti alla mobilità elettrica, vogliono sapere come funziona un negozio, il settore e così via. Ci stiamo portando avanti con progetti per conto di alcune aziende dove andremo a fare formazione specializzata ai dealer sulle vendite e le tecniche adeguate.

Indirizzo: Via Pietralata 194, 00158

Roma Telefono: 0687560305

Mail: info@litiostore.it

Sito: litiostore.it

Facebook: Litio Mobilità Elettrica

Instagram: @litiostore_official

Monopattini: Dualtron, Majestic, Litio Store

lungo termine, officina, ricambi, consulenza per azienda Marchi

Scooter e moto: Askoll, Felo, Kymco, Sym, Nerva, Niu, Vmoto, Wayel

eBike: Atala, Italwin, Wayel

SCOPRI

elettrica Autonomia fino a 150 km Velocità massima 90 km/h

Guidabile dai 16 anni

Battery swapping

SCHEDA NEGOZIO

NESSUNA MONTAGNA È TROPPO ALTA

BIGARACE È UN FORMAT DECISAMENTE UNICO NEL SUO GENERE:

UN RADUNO DI APPASSIONATI DI CARGO BIKE, CHE CON QUESTO

MEZZO TENTANO LA SCALATA DI UN PASSO ALPINO. QUESTA VOLTA È TOCCATO AL COLLE DEL NIVOLET, SU UNA LUNGHEZZA

DI 35 KM E 2.005 M DI DISLIVELLO POSITIVO di benedetta bruni

Il weekend del 15 giugno il colle del Nivolet è stato testimone di un’esperienza di certo con pochi eguali: 25 cargobiker divisi in squadre sono montati in sella al proprio mezzo – muscolare o a pedalata assistita – e hanno percorso 35 km e 2.005 m D+ per raggiungere la vetta. Diciamo “pochi eguali” perché l’anno scorso si era tenuta al Passo dello Stelvio l’edizione “zero” di questa impresa, la BigaRace, che con la scalata di metà giugno ha visto invece il consolidamento del format alla sua prima edizione ufficiale. L’obiettivo? Slegare l’immaginario della bici da carico come una due ruote con cui non ci si diverte, che serve solo a compiti logistici. E dare alle startup, le associazioni, i brand partecipanti (in questo caso Larry vs Harry e Shimano) una visibilità di certo diversa dal solito. Ne abbiamo parlato con l’organizzatore Alessandro Ledda, di Biga – cargo bike specialized.

socio fondatore di Biga – cargo bike specialized

Il 15-16 giugno hai organizzato l’evento BigaRace, la salita al colle del Nivolet in cargo bike. Ci racconti com’è andata e qual era il tuo obiettivo per questo evento?

Fedeli al format precedente dell’evento “zero” al Passo dello Stelvio, anche la BigaRace al colle del Nivolet ha saputo riunire un gruppo eterogeneo di appassionati ciclisti in cargo bike per una lunga salita alpina, in un weekend di festa nella location del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Dopo un sabato passato a sistemare le bici, mangiare e bere insieme, il giorno della salita siamo partiti con un’oretta di ritardo, senza stress e senza regole. La banda di cargobikers era formata da 25 partecipanti, molti dei quali in sella a Bullitt di Larry vs Harry in versione muscolare e altri con bici diverse di altri brand. Tra queste una è stata accessoriata di casse per dare il ritmo alle faticose pedalate verso la cima. Tra una sosta e l’altra ci sono volute circa quattro ore per ritrovarci tutti insieme all’arrivo. Gli ultimi chilometri sono stati spettacolari, tutti sono dovuti scendere dalla bici più volte per fotografare la straordinarietà del loro percorso stradale incorniciato da muri di neve che superavano i quattro metri di altezza.

In cosa è stato diverso dal primo BigaRace versione “zero” al Passo dello Stelvio?

Nella precedente BigaRace al Passo dello Stelvio c’era stata la complicità di una dozzina di amici che senza troppi programmi si sono riuniti per un’avventura in una location difficile da raggiungere anche dal punto di vista logistico. Quella al colle del Nivolet è stata organizzata con più professionalità, tanto che abbiamo raddoppiato il numero precedente. La salita e lo scenario erano diversi, e la salita ci ha regalato immagini memorabili, soprattutto per la cornice invernale dell’ultimo tratto.

Trovi che il format a squadre abbia agevolato la partecipazione? Quanto è importante l’idea di una community dietro un evento come questo? Il format della BigaRace non è casuale, ma è frutto di una scelta precisa. Vogliamo una partecipazione gratuita e disinvolta, poche regole in un’occasione che vuole emozionare, creare gruppo e amicizia. La percezione che abbiamo ricevuto in entrambe le occasioni è di esserci riusciti. Ora possiamo dire con estrema certezza che l’evento ci aiuta a creare una community fedele che di anno in anno potrà crescere.

Quali opportunità possono avere brand e associazioni nel partecipare al tuo evento?

Tra gli obiettivi più ambiziosi dell’organizzazione c’è l’ottenimento di una più ampia visibilità. Ci piace l’idea di far vedere le potenzialità delle cargo bike nei differenti modelli, non da meno vogliamo valorizzare il loro aspetto più ludico e sportivo. La race è anche un momento ideale per presentare i brand partecipanti, ovvero tutte quelle aziende di ciclologistica che utilizzano il proprio mezzo di lavoro in un contesto insolito, consapevoli di essere ripresi e immortalati in foto e video che gireranno sui social.

Come rispondono le cargo bike a salite come questa, che si sviluppano su 35 km e 2.000 m D+?

L’evento in un contesto così difficile serve proprio a dimostrare le potenzialità di questi mezzi di trasporto. Quindi nessun problema per le tradizionali, che hanno solo l’aggravante di un peso maggiore rispetto alle bici “normali”, e grandi capacità per le cargo bike motorizzate Shimano e Bosch (tra le uniche partecipanti) che hanno dimostrato di salire con una sola batteria e un “normale” sforzo muscolare. Tra l’altro, ogni partecipante in eCargo trasportava cose più o meno pesanti e/o ingombranti.

In futuro pensi di organizzarne altri appuntamenti? E pensi che il format sia replicabile anche in Europa?

Con format identico e teso a valorizzarne ogni aspetto, replicheremo una o due volte l’anno e sempre su passi alpini. Abbiamo già individuato una super pedalata dolomitica. Non possiamo aggiungere molto, ma sicuramente un Sellaronda nella versione più bella possibile. Siamo molto seguiti e apprezzati da un pubblico straniero, soprattutto nel nostro account Instagram, dove ci sono follower oltre i confini europei che manifestano un grande desiderio di prendere parte al prossimo evento. Vediamo infatti con soddisfazione che i più determinati superano anche l’ostacolo del trasporto delle bici e per questo auspichiamo sappiano farlo anche le persone che ci raggiungeranno da altri Paesi. Quest’anno i più lontani arrivavano da Cagliari e l’unico straniero arrivava da Parigi.

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