W H A T ’ S
DARK
G O I N G
O N
# 2
ACADEMIA
Una nuova estetica diventata virale sui social durante la pandemia, che affonda le radici in un passato nostalgico. Uno stile che mescola le divise collegiali alle atmosfere gotiche, nutrendosi di letteratura romantica e cult cinematografici di ieri e di oggi di Simona Airoldi
S
e l’emergenza sanitaria mondiale ha fisiologicamente azzerato i fenomeni legati allo street-style, le tendenze trovano comunque il modo di affiorare passando per i canali virtuali. Non solo sulle passerelle digitali, ma, soprattutto attraverso i social, mezzo espressivo d’elezione della Generazione Z. È il caso della Dark Academia, un’estetica che mescola in maniera creativa lo stile preppy alle atmosfere gotiche, liberamente ispirata a cult di ieri e di oggi che spaziano dalla letteratura romantica a produzioni cinematografiche entrate di diritto nell’immaginario collettivo. Così, anche se i ragazzi stanno più dietro agli schermi di tablet e smartphone che sui banchi di scuola, la voglia di abbigliarsi come fanno gli eletti dei college più blasonati e gli appartenenti alle confraternite storiche, ha fatto irresistibilmente capolino su Tik Tok per poi sbarcare negli armadi, rivisitata e corretta in chiave contemporanea. Pezzi iconici come i cardigan profilati, le gonne scozzesi, i blazer di tweed, i pantaloni di vigogna e velluto millerighe, i mocassini di pelle, i gilet a rombi, si ibridano con abitini vittoriani, cappe avvolgenti, colletti perbene e bluse in
pizzo e broccato. Un mondo onirico e volutamente un po’ cupo (come potrebbe essere altrimenti?), che prende vita da un patchwork di riferimenti sia popolari che aulici: dai costumi della saga del maghetto Harry Potter alle uniformi della Dead Poets Society nell’indimenticato film Attimo Fuggente, passando per i libri più famosi di Donna Tartt e Oscar Wilde. E, ancora, serie consumate in binge watching come La Regina degli Scacchi o Elite, i cui look vengono sezionati, copiati e rieditati in maniera puntuale. Tra i primi a fiutare questa corrente, anche perché molto vicina alla visione stilistica del designer Alessandro Michele, si annovera sicuramente Gucci, insieme a Dior, Raf Simons e Vivienne Westwood, anche se quasi tutte le collezioni delle ultime stagioni hanno sfoggiato stilemi riconducibili a questo macro-filone. Basta cercare sotto l’hashtag #darkacademiaaesthetic (240mila risultati su Instagram al momento della stesura di questo articolo, n.d.r.) per essere catapultati in un universo dai toni rarefatti, spiccatamente vintage e nostalgico, ma anche genderless e inclusivo. Non ci sono regole precise, ciascuno le interpreta come meglio crede.
A partire dall’alto in senso orario, alcune immagini delle sfilate fw 21/22: Chanel, Etro, Gucci Winter in the Park, Vivienne Westwood, Valentino Act Collection e Prada
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