HUB STYLE VOL.6_2023

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N.06-2023 • ISS UE #42

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contemporary active premium

cover story

Tra heritage e futuro

sneaker

Periodico bimestrale - Registrazione al Trib di Milano n° 178 del 9 giugno 2017 - Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - conv. in Legge 46/2004 Art. 1 Comma 1 - LOM /MI /2804. In caso di mancato recapito inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.

Cocci: vintage 3.0 Trend & News Guerciotti: ricerca e tradizione

topic

brand

Focus outerwear: passe-partout per tutte le stagioni Made in Italy: eccellenza oltreconfine Outdoor & Sport sempre più in crescita Showcase SS 24: cambio stagione

Bomboogie Colmar Duno L’Impermeabile Montecore RRD Valstar hubstylemag


S H O R T F I L M _ S TA R R I N G OT TAV I A N O B L I TC H



E D I T O R I A L E

IL CORAGGIO DI CAMBIARE (ANCHE SUI SALDI) Premessa: chi vi parla non è contro Giuliano Amato, noto e stimato politico e giurista, peraltro due volte presidente del Consiglio e più volte ministro. Così come non è tifoso del Napoli e particolarmente fan del suo presidente, Aurelio De Laurentis. Due figure diverse e distanti ma che ben rappresentano alcune delle contraddizioni della nostra cara Italia. Il primo, alla non più tenera età di 85 anni, è stato messo a capo del comitato incaricato di esplorare l’impatto dell’Intelligenza Artificiale sul mondo dell’informazione. Con inevitabili dubbi e polemiche, non tanto sulla sua esperienza e serietà, quanto proprio per l’età avanzata, che stride ancor più se rapportata a un tema complesso e moderno come quello dell’IA (per la cronaca, il Governo del Regno Unito per la stessa carica ha nominato il 38enne Ian Hogarth, imprenditore digitale con una laurea in “information engineering” conseguita a Cambridge, vari master in machine learning e un’esperienza sviluppata sul campo proprio nel settore dell’IA). Il secondo ha sorpreso tutti con le sue parole molto esplicite e dure contro l’accordo di cinque anni firmato dalla Lega Calcio con DAZN e Sky circa i diritti tv, che di fatto ha bocciato l’ipotesi di un canale proprio da sviluppare autonomamente, proposta da De Laurentis. “È una sconfitta del calcio italiano, con questa offerta il calcio morirà. Il problema è essere prenditore o imprenditore”. “Allora i miei compagni di squadra qui in Lega amano passivamente essere operativi nel sistema. Io che non ho mai giocato in maniera passiva detesto dover operare in questo modo”. Queste alcune delle dichiarazioni fatte davanti a una sorpresa e silente platea da parte di ADL. Due vicende differenti ma che confermano come spesso in Italia manchi la volontà e il coraggio di cambiare le cose, ripiegando su soluzioni più facili e conservative. Quando invece ci sono periodi storici difficili e complicati nei quali, viceversa, proprio per cercare di cambiare in meglio le cose andrebbero attuate piccole o grandi rivoluzioni. Talvolta basterebbe “solo” una buona dose di inventiva e innovazione. Prendiamo il caso dei saldi, argomento molto sentito e “caldo” per vari mercati, in primis quello della moda. A proposito di temperature: il settembre 2023 è stato il più caldo mai registrato a livello globale, con una media di oltre 16°C. Domenica 9 ottobre a Milano si sono raggiunti i 30,9°C, (13 gradi sopra la media del periodo): la giornata più calda di sempre in questo mese dal 1736, anno in cui l’Osservatorio Meteorologico di Brera ha cominciato a prendere nota delle temperature. Potremmo continuare con molti altri dati, ma ci siamo capiti. Il caldo anomalo e il crescente ritardo nell’arrivo del freddo molto probabilmente saranno sempre più una costante. Con un impatto notevole e diretto sulle dinamiche di vendita delle collezioni. I cali medi del 25/30% tra settembre e ottobre preoccupano, inducendo a serie riflessioni. Come quella di rivedere auspicabilmente, in parte o in toto, i consueti meccanismi che hanno regolato per anni la fashion industry. Perché mai i clienti dovrebbero essere stimolati a comprare capi invernali quando si sta ancora benissimo in maniche corte praticamente dappertutto e in molte località si va ancora al mare, con condizioni meteo pressochè estive? Perché non è pensabile posticipare l’avvio ufficiale dei saldi, considerando che l’inverno ormai parte davvero (forse) con almeno due mesi di ritardo? Perché non poter pensare a un nuovo sistema modulare che possa permettere di decidere quando dare il via ufficiale agli sconti a seconda delle differenti stagioni, nonché addirittura differenziando per regioni? Preservando, quindi, il più possibile la marginalità dei negozi e attuando parallelamente una corretta comunicazione verso i clienti, sensibilizzandoli sul tema e premiando attraverso varie modalità e iniziative chi compra nel periodo pre-sale? La risposta sta forse nell’inizio di questo editoriale. Così come nel celebre assunto tratto dal Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa per il quale “tutto cambia perché nulla cambi”. Il contrario di quello che fortunatamente provano a fare ogni giorno migliaia di imprenditori italiani dentro le aziende, gli showroom o i punti vendita. Al di là della passione o delle simpatie calcistiche è a loro, oltre a chi dovrebbe o vorrebbe essere un vero innovatore, che consiglio di vedere integralmente il video con l’intervento del buon ADL.

BENEDETTO S IR ONI follow us on

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Editore: MagNet S.r.l. SB Direttore responsabile: ANGELO FRIGERIO Direttore editoriale: BENEDETTO SIRONI Responsabile progetto: CRISTIANO ZANNI Editors: VALERIA ONETO, SARA FUMAGALLO, MARIA PINA CIUFFREDA, ALESSANDRO MARRA Art Director: RICCARDO RECCAGNI Contributors: MARCO RIZZI, ANGELO RUGGERI Redazioni: Via Tertulliano 68/70 - 20137 Milano -Tel: 02.87245180 Corso della Resistenza, 23 20821 Meda (MB) - redazione.hubstyle@mag-net.it - www.hubstyle.it Stampa: Alphaprint - Busto Arsizio (VA) - Una copia 1,00 euro Anno 07 - N.06 / 2023 Periodico bimestrale - Registrazione al Trib di Milano n° 178 del 9 giugno 2017 - Iscrizione al ROC n. 16155 del 23 Novembre 2007 L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati personali in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: MagNet S.r.l. SB Responsabile dati: Benedetto Sironi - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Chiuso in redazione il 26 ottobre 2023

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S O M M A R I O

NEWS Collabo, capsule & retail

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ANALYTIC Outdoor & Sport sempre più in crescita

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COVER STORY Colmar: tra heritage e futuro

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FOCUS ON Montecore: the instinctive desire Arovescio: double-face

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NEW TALENT (Ri)nascita

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INSIDER Eccellenza oltreconfine

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CAPSULE COLLECTION Lotto: storia di una leggenda Bomboogie: quando il tricot è seamless

INSIDE SHOWROOM Maggiolina: know-how meneghino

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SHOWCASE SS 24 Cambio stagione

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RETAIL STORY Jobat: al passo con la moda

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SNEAKER TREND Cocci: vintage 3.0

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FROM FASHION In continua evoluzione

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SNEAKER NEW S

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FOCUS OUTERWEAR Passe-partout per tutte le stagioni

14-17

COLMAR: TRA HERITAGE E FUTURO

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FOCUS OUTERWEAR

28-31

SNEAKER SHOWCASE INSIDE THE STORE Guerciotti: ricerca e tradizione

26

IN CONTINUA EVOLUZIONE

46-50

SNEAKER SECTION

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48-49 50



N E W S ,

C O L L A B O

&

C A P S U L E

MOSTRO IS BACK

Una collaborazione libera da convenzioni e pregiudizi. Puma e Ottolinger raggiungono un equilibrio armonioso tra decostruzione e silhouette classiche. Il famoso Mostro Boot conserva elementi classici, come la sua caratteristica suola spiky ed è intriso di elementi metallici cromati e accesi tocchi di colore. L’high boot abbina gli strap a una silhouette chunky mentre la sneaker mid-cut esalta il dna del design della scarpa con lacci avvolgenti e dinamici. Per gli accessori l’iconica handbag in vernice nota per la sua forma text-bubble e per il suo vistoso branding.

EVASIONE QUOTIDIANA

Una nuova capsule collection incentrata sullo streetwear. Napapijri e Obey uniscono le forze attraverso i loro codici distintivi: capispalla iconici, stile progressista e storytelling espressivo. “Don’t just watch it burn”, il claim della nuova campagna, mirata a risvegliare ognuno di noi dalla quotidianità, attraverso l’ironia, l’immaginazione e la creatività. Protagonista della partnership, una versione esclusiva dell’iconica giacca Skidoo di Napapijri, realizzata con materiali riciclati e con il logo Napapijri x Obey sulla tasca frontale. Infine l’ampia gamma include une serie di classici dello streetwear come t-shirt, felpe con cappuccio, pile e cappellini tutti realizzati con materiali riciclati.

IL POTERE DEL CAMBIAMENTO

Maison Kitsuné annuncia la sua prima collaborazione con l’iconico marchio Barbour. Una collezione che reinterpreta la classicità della tradizione britannica identitaria di Barbour con l’irriverente prospettiva franco-giapponese di Maison Kitsuné. Audaci color block su silhouette tradizionali e poi l’iconica volpe della Maison, che appare ricamata su giacche trapuntate e in cotone cerato. Una vasta gamma di prodotti che comprende capispalla, capi di abbigliamento e accessori. Il capo di punta, la Military Reversible Waterproof Jacket, caratterizzata da un esterno nero da un lato per un look più classico, e dall’altro l’iconica stampa tartan di Barbour

L A G I ACC A M I L I TA R E D I V E N TA S O F I ST I C ATA

Dettagli sartoriali con un chiaro rimando al mondo militare. La Franchigia di Montedoro, che fa parte del gruppo Slowear, è protagonista dei bozzetti originali di Walter Albini, grande stilista prêt-à-porter italiano, che disegna i suoi primi bozzetti per Montedoro tra il 1968 e il 1971. Una combinazione originale di tessuti e imbottiture performanti, in cui emergono le tasche frontali a toppa e gli almari sulle spalle. Un’elevazione del capospalla ideale per la stagione invernale.

per un look più appariscente.

C E L E B R A R E L’A R T I G I A N A L I T À CON UNA CAPSULE PREMIUM

Per riportare in vita una tradizione quasi persa, Ecoalf 1.0, la capsule green e premium di Ecoalf, riprende l’antica tecnica della transumanza e la riporta in vita con “made in Slow”: un progetto nato per preservare e restaurare la tradizione dell’artigianalità con lana merino 100% proveniente dalla transumanza, appunto. Un’usanza di cui la Spagna si vanta e da cui è nata la lana merino che, purtroppo, è caduta in disuso ed è quasi scomparsa a causa dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione.

TRA KNOW-HOW E INNOVAZIONE

Clarks, brand con sede nel Somerset fondato nel 1825, specializzato nella produzione di calzature innovative si unisce a Eastpak, produttore di borse dal 1925, per una nuova collaborazione che unisce artigianato e innovazione. Wallabee e la Big Gripper sono i due modelli iconici che hanno ispirato la nuova collabo Clarks x Eastpak Torhill. Un omaggio all’artigianalità, caratteristica intrinseca del brand che da sempre realizza prodotti creati per durare nel tempo.

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CANADIANCLASSICS.IT


N E W S ,

C O L L A B O

&

C A P S U L E

INSIEME PER S A LV A G U A R D A R E I L P I A N E TA

L’ E M O Z I O N E DI UN CLASSICO

Naturalezza scandinava e disinvoltura francese. Marc O’Polo e Chevignon danno vita a una nuova collaborazione, reinterpretando una serie di capi classici del guardaroba. Outerwear, maglieria e accessori d’ispirazione vintage declinati in palette neutre e calde: un rosso scuro, un beige cremoso e un blu profondo, contrapposti a un rosa brillante. Tra i pezzi chiave un bomber in poliestere riciclato di alta qualità certificato RCS 100, arricchito da cinture applicate.

L’ U N I O N E DEL KNOW-HOW

Il brand di Portland, Keen, fondato nel 2003, annuncia la collaborazione con Hiking Patrol, lo spazio digitale fondato e diretto da Wai Tsui, basato sulla creazione di contenuti ed esperienze. Il frutto della partnership è la riedizione dell’iconico modello Keen Jasper, che quest’anno celebra il suo 15esimo anniversario. La sneaker è declinata in due nuovi colori, Cuban Beige e Phantasmal Red, ispirati al manto di due rane che sono a rischio di estinzione, chiamate Tree Frog e Phanstasmal Poison Frog. Per salvaguardare la specie, parte del ricavato della collaborazione verrà devoluto all’EOCA, European Outdoor Conservation Association. Contribuendo così a regolare la fioritura delle alghe di cui si nutrono e prevenendo allo stesso tempo la contaminazione delle acque in cui vivono.

Due brand storici made in Italy, Ten C e Diemme, uniscono i loro elementi più iconici in una nuova collaborazione. L’OJJ di Ten C per la prima volta è utilizzato come tessuto per la personalizzazione del celebre scarponcino di Diemme, il Roccia Vet. Nasce così un nuovo hiking boot esclusivo: l’Antermoia Roccia Vet. Un binomio perfetto per unire i due brand, entrambi focalizzati sulla qualità e sull’artigianalità. La palette di colori spazia da nuance neutre del gesso e del nero al verde militare. Un hiking boot adatto sia per uso urbano che outdoor grazie alle sue proprietà idrorepellenti conferite dal tessuto OJJ dei Ten c e il bordo in gomma solida.

T RA H E R I TAG E E A RT I G I A N A L I TÀ

Lo storico brand milanese di capispalla di lusso, Valstar e Candiani Denim uniscono le loro competenze dando vita ad una capsule collection di capi essentials per la stagione FW 23. Due modelli di archivio diventano un musthave da avere nell’armadio: una over-shirt di ispirazione workwear e una giacca da caccia recuperata dall’archivio Valstar. Entrambi declinati in due colorazioni e personalizzabili con un rivetto dorato. Uno stile outdoor americano che trae ispirazione dagli Anni ‘50 ed esalta il made in Italy, la responsabilità e l’innovazione.

HIP HOP ICON

Per celebrare il 50° anniversario dell’hip hop, Champion presenta due drop esclusivi. La prima collaborazione vede protagonisti i Naughty by Nature, gruppo musicale nato nel 1991 nel New Jersey. Per celebrare il 30° anniversario del primo album, il brand ripropone l’iconica felpa con cappuccio Baseball Bat in Reverse, declinata a felpe con cappuccio e t-shirt stagionali nei colori Navy, Hunter Green e Beet Red. La seconda è un omaggio per celebrare il 25° anniversario di “Hello Nasty”, album del 1998 dei Beastie Boys, lanciato nell’anno in cui Champion realizzava divise per le squadre dell’NBA, affermandosi come uno dei brand più amati del periodo. La capsule è composta da felpe con cappuccio e tute in Reverse Weave in nero, grigio e bianco, con immagini d’epoca della

PRIMARY COLORS

L’acclamato marchio di alta moda Pyer Moss, estremamente rigoroso e selettivo nelle proprie collaborazioni, e il brand leader del lusso ad alte prestazioni Canada Goose, presentano per la prima volta insieme un’inedita capsule collection di total look. Una collab esclusiva che presenta un assortimento completo di capispalla, abbigliamento, accessori e calzature nella tipica palette di colori primari del progetto artistico americano e del suo designer Kerby Jean-Raymond.

band, oltre all’iconografia del loro grande album.

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R E T A I L

BLAUER USA INAUGURA IL PRIMO STORE A ROMA

Il brand Blauer USA, inaugura il suo primo store nella grande capitale italiana nella bellissima Via delle Convertite. Un ampio open space dove esterno e interno comunicano in modo armonico. All’ingresso i clienti hanno l’opportunità di immergersi nel mondo Blauer USA grazie a un led wall laterale. Uno spazio di 100 mq caratterizzato da pavimenti in cemento e pareti lasciate a intonaco a calce, che ricreano un effetto materico. Ferro ossidato, acciaio inox, lamiera granata e pietra, i materiali e i rivestimenti utilizzati senza l’uso di tinture. Monoliti per sedute e banconi come vere e proprie sculture, creati con la pietra di Vicenza, un omaggio alla città che 20 anni fa ha battezzato l’headquarter di Blauer USA.

C O N T I N U A L’ E S P A N S I O N E D I A S P E S I I N A S I A PA C I F I C A . C I N Q U E O P E N I N G I N CO R E A

Per Aspesi è un ulteriore traguardo che rientra nel suo piano di espansione in Asia Pacifica e nell’estremo oriente, grazie all’accordo con la conglomerata Hyundai. Zone in cui il brand è già presente da diverso tempo ed è molto affermato in Giappone, da sempre uno dei mercati di riferimento. Nel 2023 il marchio apre cinque store in Corea e si prepara allo slancio nel 2024, tra nuovi progetti e collaborazioni, che lo porteranno ad avere 35 aperture totali entro il 2026. Nei key department store di Hyundai, Lotte e Shinsegae di Seoul e Daegu, definiti gli epicentri della moda e del lusso in Corea, l’azienda inaugura cinque nuovi punti vendita.

B A R B O U R A P R E U N N U O V O S PA Z I O A MILANO

Barbour apre un nuovo store a Milano, in via Borgogna 3, e per l’occasione lancia una special co-lab con Baracuta. Noto per le classiche giacche cerate, e distribuito in Italia da W.P. Lavori in Corso, il negozio del marchio offre abbigliamento da uomo, donna e bambino dal gusto british countryside. Per celebrare l’avvenimento verrà realizzata una speciale co-lab con Baracuta, brand inglese rinomato per le sue giacche da golf. Lo spazio si sviluppa su due piani, con sette ampie vetrine, su una superficie di circa 200 mq. E declina al suo interno luoghi che riproducono il mondo, i colori, le tradizioni, i pattern, i check e le principali caratteristiche dei capi e degli accessori di questa intramontabile icona del mondo british.

PA L M A N G E LS R A G G I U N G E N E W YO R K

La collezione FW 23 di Palm Angels, proposta in esclusiva da Saks Fifth Avenue a New York, celebra la partnership con uno speciale allestimento delle vetrine del department store di lusso. Un viaggio che arriva come una naturale evoluzione che collega tutte le tappe del marchio, dalle origini fino a oggi. La sua è un’attitudine autentica e libera che è riuscita a trasformare in prodotti di moda (e alla moda) e che gli hanno permesso di attraversare le frontiere dello stile e diventare rilevante in contesti diversi.

LOEWE TORNA N E L Q UA D R I L AT E R O M E N E G H I N O

Il flagship meneghino in via Montenapolene di Loewe riapre le sue porte con nuovo concept ideato dal direttore creativo Jonathan Anderson. Uno spazio di 217 mq che ospita la gamma completa di Loewe, dal prêt-à-porter femminile alle borse, alla piccola pelletteria, fino agli arredi per la casa. Un’ampia vetrina domina la facciata principale del palazzo settecentesco, che lascia intravedere le piastrelle bianche realizzate a mano in Spagna, imponenti colonne e una scala sospesa. Lo spazio inoltre ospita la collezione Loewe di arte, design e artigianato.

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TRA HERITAGE E FUTURO Colmar compie 100 anni, tra sport, artigianalità e passione. L’icona dell’outerwear ripercorre il suo viaggio attraverso il tempo, ricco di innovazione tecnologica e responsabilità di Valeria Oneto e Cristiano Zanni

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na storia di famiglia, tutta italiana. I 100 anni di Colmar sono un racconto di successo di un’azienda made in Monza dove ricerca, tecnologia e qualità si intrecciano sapientemente in uno stile tutto tricolore. L’intera produzione industriale parte ancora dalla cittadina brianzola, dove il know-how è racchiuso in una struttura pulsante con più di 250 persone, che progettano prototipi, provano, tagliano e producono tutti i modelli delle collezioni. Giulio Colombo, ad dell’azienda, ci ha raccontato eventi e aneddoti salienti di questo secolo di vita del brand. Che partendo dalle ghette in feltro, passando per le tute da lavoro ai tempi della guerra, ha trovato ben presto la propria dimensione nello sci. Distinguendosi per essersi affiancato, fin dagli Anni ‘50, ai grandi campioni della Nazionale Italiana Sci, e non solo. È il dna sportivo il leitmotiv che ha accompagnato ogni decennio, declinato negli Anni 2000 verso una dimensione più lifestyle e urbana con il lancio di Colmar Originals, grande successo del brand. Oggi l’azienda monzese, in continua crescita, è ancora interamente controllata dai Colombo, arrivata alla quarta generazione. E punta a chiudere il 2023 con un fatturato di 115 milioni di euro. Per celebrare le 100 candeline ha lanciato una capsule collection speciale, dove alcuni capi storici Colmar sono diventati la tela bianca dell’artista Joshua Vides, vero mito della street culture americana.

Come nasce Colmar? Quando inizia il suo rapporto con lo sci? Colmar nasce nel 1923 a Monza, centro strategico per la produzione di cappelli di feltro e lana. Il nonno Mario decide di mettersi in proprio e comincia con la produzione delle ghette da uomo. Parte così Colmar, acronimo di Colombo Mario appunto. Nonostante non ci fossero legami con l’omonima cittadina francese sceglie, per puro caso, i tre colori bianco, rosso e blu come colori sociali. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’azienda si converte alla produzione di abiti workwear per grandi aziende industriali italiane. Il nonno Mario muore e rimangono a capo dell’azienda la nonna Irma e mio padre Angelo assieme allo zio Giancarlo. A Grenoble, durante una fiera di settore, mio padre vide i primi sciatori francesi: da lì l’intuizione di cominciare a fare le giacche da sci. Negli Anni ‘30 nasce il mantello di tela Thirring, studiato per Leo Gasperl, primatista nel km lanciato nel 1932, negli Anni ‘50 debutta la Guaina Colò, la prima giacca elasticizzata, studiata dalla nonna per il campione Zeno Colò, che mutuò i tulle elastici di guepiere e corsetti femminili per creare gli inserti innovativi. Inizia il rapporto con la Nazionale Italiana Sci, durato fino al 1992. Nei ‘70 è la volta dei big della Valanga Azzurra: i mitici Gros, Thöni e Stricker, mentre si studiano per la Nazionale novità tecniche realizzate con le fibre ideate al Politecnico

Generazioni a confronto nel ritratto di famiglia scattato da Maki Galimberti

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In alto. Un’immagine della capsule collection firmata da Joshua Vides per il centenario di Colmar. Una foto del campione Alexis Pinturault durante la gara di Coppa del Mondo

di Milano e nasce l’iconica giacca Ceffa. Negli Anni ‘80 un susseguirsi di vittorie consacrano Alberto Tomba e Deborah Compagnoni e il successo della giacca Bormio, realizzata con strati multipli, inserti in pelle e maniche staccabili, seguita nei ‘90 dalla Technologic, iconica in chiave pop. Nel 2010 vestiamo le squadre di Francia, Croazia, Slovenia e New Zeland. Oggi manteniamo una struttura industriale a Monza, dove progettiamo e testiamo tutti i nostri capi, con una globalizzazione della produzione. Cosa spinge l’azienda a lanciarsi nel lifestyle, con Colmar Originals? Il lifestyle faceva parte del brand già negli Anni ‘80, quando a fianco della collezione sci facevamo i giacconi reversibili in panno. Al tempo lanciammo anche un marchio sportswear, Ten Yards. Nel 2009, con Colmar Originals, volevamo offrire un prodotto più modaiolo e urbano, per abbracciare un mercato più ampio, al di là dello sci. Al tempo ci stavamo concentrando su una linea di sci alpinismo di nicchia, con materiali di altissima qualità ma dal dna sportivo. Nasce l’idea di una collezione lifestyle di piumini leggerissimi e tecnologici, recuperando il bollo d’esordio bianco, rosso e blu, pensato dal nonno Mario e usato fino al 1985. Colmar Originals, ricca di heritage, è cresciuta rapidamente, fino a diventare per anni un must per i liceali italiani.

Ci racconti qualche aneddoto che ha caratterizzato la vostra storia? Una cosa singolare dei miei 40 anni in azienda è come siamo riusciti a creare costantemente prodotti che hanno avuto un grandissimo successo. Dai reversibili, tecnici da un lato e tricot dall’altro, alla Space Race, una linea di successo ispirata dal viaggio in Thailandia di una stilista italiana che era tornata con una giacchina di cotone in color block, con nuance particolari. Negli Anni ‘90 la giacca Technologic, porta il pop sulle piste e in città. Ed è protagonista anche di uno spot dal claim rimasto leggendario, “In caso di neve Colmar”, dove un uomo fa una sciata meravigliosa scendendo da una piramide. Anche Originals è stato un bel successo, ci abbiamo messo un attimo a capire cosa stesse succedendo. Strategico è stato mantenerci su un rapporto qualità prezzo che era un po’ il nostro. Abbiamo capito fin da subito che era una buona idea, ma neanche lontanamente potevamo pensare che a distanza di anni Colmar Originals potesse pesare 2/3 del fatturato.

Questa linea da sempre si caratterizza per le importanti collabo. Perché questa scelta? Tante sono le capsule realizzate con artisti e fotografi, che rimangono sempre affascinati dalla nostra storia e dal nostro archivio: da Shayne Oliver al designer di White Mountaineering Yosuke Aizawa. Esperimenti creativi, mai banali, che ci permettono di esplorare nuovi confini.

Come sono divise oggi le collezioni? Oggi abbiamo una linea sci tecnica, dedicata ai negozi sportivi e poi abbiamo Originals. Entrambi con lo stesso dna di stile e performance. Se nello sci ci mettiamo il 70% di performance e il 30% di stile, in Originals è il contrario. Ma la nostra anima è quella e lo vediamo anche nei risultati di vendita. Come Colmar lavoriamo sull’estetica e sull’italiani-

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Uno scatto del test della tuta Colmar nelle gallerie del vento di Fiat e Moto Guzzi

tà della nostra proposta. La nostra forza è quella del gusto italiano in un mercato internazionale. Come approccia Colmar il tema della responsabilità green? Come Colmar lavoriamo su un concetto di sostenibilità, che va al di là dei materiali eco (il Teflon Eco-Elite, l’ovatta Thermosoft, il Graphene), ma che si incentra su quello che facciamo. La nostra collezione sci si è evoluta stilisticamente verso un prodotto con un maggior raggio di utilizzo. Se fino a qualche stagione fa una giacca Colmar veniva indossata 15 giorni per andare a sciare, oggi realizziamo prodotti perfetti per sciare sì, ma anche da usare in montagna e in città. E questo allargamento dell’utilizzo è ancora più importante della riciclabilità dei materiali, che comporta tanti problemi, poi difficili da affrontare.

Mentre per quanto riguarda la ricerca, in particolare quella dei tessuti, ci puoi dire come avviene e quanto conta per voi? Per noi la ricerca conta tanto, avviene internamente collaborando con i nostri fornitori di tessuti con cui applichiamo una governance attentissima. Abbiamo un controllo totale sulla supply chain, diamo degli input sui quali lavoriamo e ragioniamo insieme a seconda delle loro capacità. Il Graphene è un caso esemplare in tal senso. Quanto il cambiamento climatico sta influenzando l’ideazione e la produzione delle vostre collezioni? Incide moltissimo. Negli ultimi 10 anni abbiamo dovuto adattare le collezioni alle temperature. I piumini leggeri, sono diventati carryover che si indossano e vendono 12 mesi l’anno. Il nostro è un prodotto fatto di performace e stile.

Due immagini di Revolution, la collezione più ricercata di Colmar Originals, disegnata da Yosuke Aizawa, fondatore del brand White Mountaineering

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Alcune foto storiche, risalenti agli Anni ‘60 e ‘70 dell’archivio di Colmar

Multistagionale e senza tempo. Le nuove generazioni prediligono vestire con strati sovrapposti. I trentenni, come mia figlia Roberta (ndr.), vogliono indossare prodotti tecnici e performanti anche in città. In piena tendenza Gorpcore (“Good Ol’ Raisins and Peanuts”). Capi di sostanza, in tinta unita, perfetti anche per andare in bici o motorino. Che non passino di moda dopo una stagione. Questa è la vera sostenibilità. E io stesso oggi al posto del classico impermeabile indosso, in una giornata piovosa, un nostro cappottino tecnico 3 layer, nero e lungo, dalla linea pulita e completamente waterproof. Perfetto con ogni outfit, anche quello più business. A livello di distribuzione quali sono i mercati in cui il brand è presente e quali vuole presidiare? Quanto conta l’e-commerce? Siamo arrivati a 17 negozi, tra franchising e store diretti, nei luoghi più iconici: Gae Aulenti a Milano, Rue Etienne Marcel a Parigi, la nuova via La Grange a Torino. Ma anche Innsbruck. E abbiamo altre aperture in previsione. I nostri store sono un’importante vetrina, che comunica perfettamente i nostri progetti speciali. Stiamo sviluppando un progetto omnichannel, dove sono molto importanti sia i punti vendita del brand che l’e-commerce. Un canale quest’ultimo molto importante, che vale circa il 7% del nostro fatturato e che ci permette di vendere anche in paesi dove la distribuzione non arriva. Come avete celebrato l’importante anniversario del centenario? Per i 100 anni abbiamo coinvolto l’artista americano Joshua Vides, vero mito della street culture americana. Che, partendo dall’archivio storico del marchio, si è concentrato su alcuni pezzi iconici, dove è intervenuto manualmente con il suo tratto pittorico. Una capsule fatta di 10 pezzi, lanciata con un evento da Antonia. Un progetto, curato da Hypebeast, in sinergia con Hypemaker. Avete mai valutato proposte di acquisto da parte di Fondi? Abbiamo avuto diversi approcci nel tempo ma li abbiamo rimbalzati. Siamo alla quarta generazione, motivata e che ha voglia di andare avanti. Stefano, figlio di Mario,

è già qui da 15 anni, Roberta, mia figlia, da tre anni dopo aver maturato esperienze in aziende estere, Riccardo Vago, figlio di Laura, da un annetto. Avete qualche collezione made in Italy? Sì, la maglieria tricot e quella tagliata sono prodotte nel Sud Italia. Questa classe merceologica oltre a essere importante per noi, è ultimamente molto cresciuta. È la seconda dopo le giacche. La suddivisione uomo e donna sia sulla collezione neve che su Colmar Originals com’è bilanciata? Direi che siamo su un 50% e 50% per Colmar, mentre per Originals siamo su un 60% uomo e 40% donna. Il nostro fit donna, molto femminile, è quello che le nostri clienti ricercano. Noi vestiamo non solo la ragazza giovane ma soprattutto la giovane signora, che ama indossare capi che le stiano bene e siano confortevoli addosso. Quali sono i paesi dove Colmar è più apprezzato? I Paesi dove siamo più apprezzati sono sicuramente quelli del Mitteleuropa: Germania e Francia, in testa. Ci stiamo impegnando anche sul Far East e Stati Uniti ma sono mercati difficili. Lì i partner sono fondamentali. Ne abbiamo uno ottimo in Corea che ci sta dando soddisfazioni. Per quanto riguarda il fatturato, come prevedete di chiudere il 2023? Pronostici per il 2024? Bene! Saremo sui 115 milioni, nel 2022 eravamo intorno al 105 mln. Il 2024 sarà un po’ meno brillante in generale. Prevediamo una situazione più pesante. Recessione già in parte evidenziata da paesi come la Germania. Quali sono le strategie future? Come vedete Colmar tra 10 anni Crediamo nelle nuove generazioni. Speriamo che siano intelligenti, competenti e professionali. Prendendo il testimone di un’azienda sana, con una catena di comando molto corta, che grazie al dialogo costante permette scelte veloci e dinamiche. E che ha ancora tanto da crescere.

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1923. Colmar nasce a Monza, da Mario e Irma Colombo che iniziano a produrre cappelli e ghette di feltro e lana 1930. Il brand inizia a produrre tute abbigliamento workwear 1932. Nasce il mantello Thirring pensato per Leo Gasperl, primatista nel kilometro lanciato 1950. Inizia il rapporto di Colmar con la FISI (la Federazione Italiana Sport Invernali), con il Pool Italia, il team di aziende supplier della squadra e i suoi campioni, durato fino al 1992 1952. Debutta la Guaina Colò, disegnata da Irma Colombo, per il campione mondiale Zeno Colò 1960. Colmar, grazie all’attività commerciale di Giancarlo e Angelo, diventa distributore italiano dei brand Mizuno, Elan, Adidas e Lacoste 1970. Nasce la leggenda della Valanga Azzurra: Gros,Thöni e Stricker, Schmalzl e Pietrogiovanna. Le tute degli sciatori vengono testate nella Galleria del vento di Fiat e Moto Guzzi. Alla fine del decennio nasce il claim “In caso di neve Colmar” 1972. Entra in azienda Mario Colombo, attuale presidente, figlio di Giancarlo e fratello di Laura, anche lei nel cda, mentre negli Anni ’80 arrivano Carlo e Giulio Colombo, oggi ceo dell’azienda, figli di Angelo 1974. Viene lanciata la giacca “Ceffa” 1985. Viene lanciata la giacca Bormio, in occasione dei Mondiali svoltisi nella omonima località. E cambia il logo del brand 1990. Nasce la Technologic e diventa iconica con le vittorie di Tomba e Compagnoni 1992. Si chiude il rapporto con la FISI, ma non quello con le gare di sci 1999. Apre il primo monomarca in Francia, a Megeve 2000. Nasce la linea Golf. Colmar si lega a campioni come Molinari, Crespi, Pavan, Canizares. E torna in vetta al Circo Bianco, con Alcott e Kostelic 2009. Nasce Colmar Originals 2011. Inizia la collaborazione con la federazione Sci croata e francese. Ivica Kostelic vince la Coppa del Mondo 2015. La ricerca avanza: arrivano tessuti innovativi come il Graphene 2018. La prima capsule, in partnership con Shayne Oliver, direttore creativo di Hood by Air, unisce musica, streetwear e lusso. Seguiranno collabo con: Au Jour le Jour, Yusuke Aizawa (White Mountaineering), Morteza Vaseghi (Recens e Wallet) 2020 circa. La quarta generazione entra in azienda: prima con Stefano Colombo, figlio di Mario, poi con Roberta, figlia di Giulio e infine con Riccardo, figlio di Laura 2023. Colmar compie 100 anni e lancia la capsule con Joshua Vides


N E W

T A L E N T

(RI)NASCITA Fluidità e genderless. In questo modo i brand esprimono la loro inclusività nei confronti delle persone, con un occhio attento al benessere ambientale di Sara Fumagallo

FLORANIA Tra Milano e Mantova vengono disegnati e realizzati a mano i suoi prodotti. In maniera completamente sostenibile, sotto diversi aspetti. Si parla infatti di inclusività sociale ma anche di rispetto ambientale: i suoi sono capi genderless, no season e creati con tessuti bio e naturali come canapa, bambù e alghe. Questo è il progetto Florania di Flora Rabitti, giovane designer e illustratrice, nato nel 2021 dalla necessità della sua founder di trovare un luogo che la rappresentasse creativamente e professionalmente. Per questo motivo, fin dalla sua prima proposta upcycled a cui ha poi aggiunto stampe e diverse finiture, la sua è un’estetica ben specifica e identificata nel “Solar Punk”. Stile presente anche nella prossima stagione SS 24: The Grotto. Qui il marchio racconta di un mondo senza tempo, immaginato nella “Grotta” del giardino segreto di Palazzo Te di Mantova, in cui uniformi da marinaio, maschili e dall’aspetto vissuto si mescolano ad abiti sartoriali strutturati del XVIII secolo. Instagram: @florania__ atelierflorania.com

VIVIERS Coesistenza, co-emergenza, simbiosi e rinascita terrestre sono gli ideali che stanno alla base di Viviers, il concept brand di abbigliamento che crea prodotti numerati e in edizioni limitate. “Tutto è Uno. Unità nell’individualità, piuttosto che separazione”, afferma l’omonima founder Lezanne Viviers, originaria del Sud Africa. La proposta estiva 2024 è una tela su cui sciogliere i fili che legano le storie d’origine collettive esplorando le leggende universali e le scoperte archeologiche, incorniciate da cristalli e oro. Re-Trace, Re-Memory, Re-Set e Re-Culture sono le sezioni in cui si divide la collezione SS 24. In cui la prima esplora la ricerca dell’immortalità attraverso l’alchimia e il fascino dell’oro, la seconda si concentra sulle scoperte archeologiche nei dintorni di Johannesburg e la terza scopre il concetto di rinascita e trasformazione, come la fenice che risorge dalle proprie ceneri. La quarta, infine, incoraggia a ripensare una nuova cultura e una razza umana unita. Un modo per il marchio di scavare nelle profondità della storia attraverso una serie di interconnessioni tra miti, leggende, spiritualità, progressi scientifici e tecnologici. Instagram: @viviers.studio viviersstudio.com

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I N S I D E R

E C C E L L E N Z A O LT R E C O N F I N E Il made in Italy è riconosciuto in tutto il mondo come simbolo di prestigio e alta qualità. Ma quali sono le performance della moda italiana a livello internazionale? A svelarcelo è Francesco Casile, socio fondatore di CSM Camera Showroom Milano di Sara Fumagallo

C

he la moda italiana sia considerata (+18,8% vs 2021) mentre all’import di 45,3 tra le migliori a livello internaziomiliardi (+31,8% vs 2021): tra i primi 10 nale non è una novità. Come la rimercati esteri si trovano Francia, USA, conoscibilità e il prestigio del made Germania, Cina, Corea, Giappone, Emirati. in Italy nell’abbigliamento, caratterizzato da E gli addetti impegnati sono circa 600.000 piccoli e grandi nomi, frutto di uno stile di (l'Italia è il primo Paese UE per occupati vita, una storia e una cultura che hanno reso nel settore), suddivisi in 60.000 imprese di il Bel Paese una delle più grandi potenze moncui il 16% ha oltre 250 operatori, il 24% tra Francesco Casile, socio fondatore diali nel settore. Andando oltre al business. i 50 e i 99 e il 42% tra i 10 e 49. Inoltre, su di CSM e founder e ceo I tre settori che rappresentano la moda con tutto il territorio, si contano 49,6% aziende di Casile&Casile Fashion Group l’acronimo TAC (Tessile, Abbigliamento e di calzature, 15,1% di occhiali, 5,9% di Calzature) contano 55.491 imprese (98,1% sul oreficeria/gioielleria, 10,2% di pelletteria totale) di cui 27.882 nell'abbigliamento (50,2%), 14.518 nele 12,9% di pellicceria. Passando, invece, alle piccolela pelle (26,2%) e 13.091 nel tessile (23,6%). Ma esattamenmedie imprese, il punto di forza del Bel Paese, si registra te quanto fattura questo settore? A svelarcelo è Francesco un fatturato di 43,5 miliardi di euro con una presenza in Casile, socio fondatore di CSM Camera Showroom Milano e tutta Italia di 27.761 realtà, con 476.000 addetti occupati. founder e ceo di Casile&Casile Fashion Group, che ha elaboPer quanto riguarda i negozi di moda, che sono 114.813, il rato i dati macro e micro-economici rilevati dagli studi delle fatturato annuo è di 52,4 miliardi di euro e conta 309.849 associazioni di categoria, quali Confindustria Moda. Un reoperatori. In questo ambito, ogni famiglia in Italia spende port in cui sono emersi anche i dati relativi alle piccole-mein media 710 euro all’anno contro una media europea di 490: die imprese e che ha ricercato il numero effettivo di negozi e il nostro Paese si trova al quinto posto dietro Lussemburgo, showroom fashion presenti sul territorio, le manifestazioni Austria, Paesi Bassi e Danimarca. Infine, gli showroom italiane più importanti e il loro indotto economico. multibrand sono 4.532 (solo a Milano 216, con oltre 2.200 addetti) con un numero di operatori totali attorno ai 22.000. I DATI E le fiere, gli eventi e gli showroom ospitati dalla capitale Per rispondere alla prima domanda, il settore moda e meneghina creano un indotto economico di oltre 360 accessori nel 2022 ha fatturato 108,2 miliardi di euro, con milioni di euro, generando un resoconto positivo non solo una crescita del 16,9% sull’anno precedente (+10,4% rispetto nella moda ma anche in tutte le attività del terziario come al 2019). E la quota destinata all’export era di 80,5 miliardi hotel, taxi, musei, ristoranti e così via.

LE PIÙ IMPORTANTI MANIFESTAZIONI MODA ITALIANE MANIFESTAZIONE

MEDIA ESPOSITORI ANNUI

ITALIA

ESTERO

MEDIA VISITATORI ANNUI

ITALIA

ESTERO

WHITE

1.000

500

500

40.000

25.000

15.000

MILANO UNICA

1.150

870

280

9.600

6.400

3.200

MICAM

3.700

2.146

1.554

90.000

56.000

34.000

MIPEL

DATO AGGREGATO MICAM, MIPEL

THE ONE

THE ONE

FASHION & JEWELS

FASHION & JEWELS

MIDO

1.000

280

720

35.000

16.450

18.550

LINEA PELLE

2.650

980

220

44.000

28.000

16.000

PITTI UOMO

2.000

1.700

300

42.000

30.000

12.000

ANDAMENTO MEDIO ANNUO DELL'EXPORT PER SETTORE: 22/21 E 22/19 A CONFRONTO 40,8

23,0

25,5

23,2

21,0

Variazioni % 22/21

21,4

20,5

18,9

15,2

Variazioni % 22/19

7,7

17,3

18,8

18,3

6,8

0,9 -4,9 Calzaturiero

Concia

Occhialeria

Oreficeria Gioielleria

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Pelletteria

Pellicceria

Tessile Abbigliamento

TMA


Who is Jeanne Baret today? #wearealljeanne

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jeannebaret.com


I N S I D E

S H O W R O O M

KNOW-HOW MENEGHINO Passione, dedizione e professionalità sono qualità che contraddistinguono Maggiolina Showroom, la realtà milanese che dal 2006 punta a soddisfare il cliente attraverso una selezione accurata di abbigliamento. Con un focus sul capospalla di Sara Fumagallo

A

Alcune immagini dello showroom Maggiolina, il suo team e le giacche Duno

Nord di Milano, nel famoso Villaggio dei Giornalisti, timenti concentrati su vari brand di questa tipologia di pronel 2006 nasce Maggiolina Showroom che negli dotto. Permettendo alle realtà di creare fatturati importanti. anni si è fatto riconoscere, in Italia e oltreconfine, Oggi il mercato è cambiato e si è ridimensionato, ridisegnangrazie al suo know-how e alla sua professionalità. do la distribuzione: “L’orientamento del negozio sportivo ha “Il nostro punto di partenza è la Lombardia ma oggi svilup- sempre più un’impronta tecnica mentre il settore abbigliapiamo il nostro operato sia in regioni limitrofe come Emilia mento ha una diversificazione di merceologie con un focus Romagna, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta che in Sardegna più ampio. Ciò determina una riduzione dei volumi di vendita e Sicilia. Siamo un punto di riferimento anche per i maggiori e di conseguenza di selezione dei marchi”. È fondamentale, buyer esteri”, ci ha raccontato Roberto Tricozzi. Fin da subito quindi, capire il settore in cui si sta lavorando e operare di la realtà si è posta l’obiettivo di offrire una selezione accura- conseguenza. E Maggiolina ci sta riuscendo piuttosto bene ta di capi per poter fornire alla propria clientela una prograzie alla professionalità, alla flessibilità e alla disponibiposta mirata e coerente. Attenta alle tendenze e lità del suo team altamente specializzato. Mirando alla qualità. “La nostra prerogativa è far sì che al raggiungimento dei risultati e puntando sulla questi prodotti siano ben mixati e coerenti soddisfazione del consumatore, nazionale e nell’insieme. I nostri spazi espositivi perinternazionale, accompagnandolo in tutte mettono di avere una loro rappresentaziole fasi di vendita, ricerca e back-office. "In ne in ambientazioni a loro correlate”. Prefuturo vi saranno effetti che produrranno valentemente specializzato nel capospalla, un cambiamento e quindi una selezione negli ultimi anni Maggiolina ha dovuto nel nostro settore. Come difendersi? Confare i conti con il cambiamento climatico. tinuando a operare con passione, dedizione Modificando, in alcuni casi, la proposta dei e professionalità con aziende che apprezzano pesi di questi e le tempistiche di vendita, non solo il nostro lavoro. La nostra è una piccola realtà che Un dettaglio nell’invernale ma anche per la stagione primaverile. occupa 12 persone, in grado di offrire alle aziende non del cappotto Ma è veramente necessario anticipare le consegne per solo gradevoli spazi espositivi, ma un insieme di serviMontecore, avere il prodotto in negozio a luglio o agosto? “Ciò può tra i best seller zi volti a soddisfare le esigenze di un mercato sempre della realtà essere proficuo per i punti vendita delle località turipiù esigente”, ha concluso Tricozzi. stiche ma altrove, a eccezione di vendite ‘emozionali’, si crea il presupposto di avere capitale immobilizzato con dispendi SC HEDA TECN ICA finanziari e pagamenti di merce ancora invenduta. Oltre alla Nome showroom: Maggiolina Milano Indirizzo: corso Cristoforo Colombo, poca rotazione di prodotto in vetrina, altro aspetto a nostro 15 Milano (20144) avviso importante. La mia speranza è che, in futuro, le azienTitolare: Roberto Tricozzi de facciano una proposta più differenziata in termini di pesi, Mq: 1.000 per rendere maggiormente fruibili gli articoli di questo comSito web: maggiolinamilano.net parto”. Una caratteristica, quest’ultima, che definisce i marchi presenti all’interno dello showroom e che, di conseguenza, CLIEN TI ha fatto incrementare notevolmente i loro volumi di vendita. Focus capospalla: Anfiny, Bomboogie, Duno, For Inoltre, “siamo stati molto sensibili a valutare una componenTown, H.C.R., Montecore, North Sails, Waxed te determinante in futuro: le soglie di prezzo. È, e sarà, fondaAbbigliamento: Archivium, Arovescio, Briglia 1949, mentale avere rapporti con aziende produttive che riescano a Circolo 1901, Giannetto Portofino, Mason’s, Powell, interpretare al meglio le esigenze di mercato e al tempo stesso Susan Brooks, Thas rapportarle a prezzi accessibili. Crediamo quindi fortemente Calzature: Ama Brand, Green George, Subu, a un ritorno del concetto di prodotto”. I consumi dei capispalla Wally Walker, Valsport erano prima concentrati in una distribuzione principalmente Accessori: Izipizi sportiva, portando di conseguenza a uno sviluppo di assor-

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CHACRONA Walk Consciously


R E T A I L

A L

PASS O

S T O R Y

CO N

L A

MODA

Un’idea ben precisa. Quella della famiglia De Meo di dar vita a una boutique che puntasse a diventare un vero e proprio punto di riferimento fashion di Napoli. Riuscendoci. Questa è la storia di Jobat

I

di Maria Pina Ciuffreda

n corso Alcide de Gasperi 11, a Castellammare di Stabia in provincia di Napoli, nel 1975 viene inaugurata la prima delle tre boutique della famiglia De Meo, con l’intenzione di dar vita a un vero e proprio punto di riferimento nella moda del posto. E così è stato. Infatti, anno dopo anno lo spazio ha ottenuto un enorme successo grazie soprattutto alla sua personalità e alla minuziosa ricerca di brand dal gusto pulito e raffinato. Un tratto distintivo di Jobat che ancora oggi lo contraddistingue dalle altre realtà. La sua è una storia di continui cambiamenti e nuovi traguardi, sempre all’avanguardia con i tempi: nel 1988 la famiglia decide di aprire un nuovo punto vendita, questa volta nel cuore della città. Uno spazio unico e suggestivo in corso Vittorio Emanuele, oggi dedicato completamente all’uomo, in cui la ricerca è protagonista. Qui dentro, infatti, vengono proposte label che spaziano dallo sportswear fino alla tradizionale sartoria partenopea e ai nuovi designer internazionali. È nel 2000, poi, che prende vita un altro progetto: l’opening di un negozio dinamico, cool e divertente, interamente donna. Una location che, nel 2010, viene totalmente ristrutturata, diventando più contemporanea grazie alla modernità del design, alle forme lineari e ai materiali di prestigio dentro un’atmosfera accogliente. Un luogo totalmente cambiato, quindi, ma con lo stesso obiettivo: rappresentare persone diverse, che vivano vite distinte ma sempre in modo sofisticato. Questa è la filosofia che, dal 1976 a oggi, accompagna la boutique Jobat. Ne abbiamo parlato con Mariano De Meo, titolare della realtà.

di creare un punto di riferimento nella moda del posto attraverso una grande personalità e una scelta accurata dei brand. Quali sono le sue mission e vision? Le nostre visioni hanno origini dal passato: prima tra tutte quella di non trasformarsi in un’azienda schiava dei numeri. Negli anni siamo riusciti a stare al passo con i tempi e con l’evoluzione che il settore ha avuto, senza però stravolgere la nostra identità. Mettendo i clienti e il rapporto umano sempre in primo piano. Non con poche difficoltà. Qual è il target di riferimento? Grazie al nostro brand mix riusciamo a servire diverse tipologie di clienti: dal ragazzo fashion al signore tradizionale. Ma se dovessi scegliere un target menzionerei un giovane sobrio che non è alla ricerca del logo ma che ha la giusta sensibilità di apprezzare il prodotto e la sua qualità. Progetti futuri? Tra i vari progetti futuri c’è quello di ristrutturare uno dei nostri tre punti vendita.

Quando e dove nasce Jobat? Jobat nasce nel 1975 a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, da un’idea della mia famiglia. Il loro obiettivo era quello

SC HEDA

Nome boutique: Jobat Indirizzo: corso Vittorio Emanuele, 67 (80053) Castellammare di Stabia (NA) Titolare: Mariano De Meo Mq: 300 Sito web: jobat.it Tra le griffe più vendute: Cucinelli, Eleventy, Etro, Montecore, Moorer, Santoni, Stone Island

Alcune immagini della boutique Jobat

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TECN ICA



F R O M

F A S H I O N

IN CONTINUA EVOLUZIONE Oversize, di pesi diversi, necessariamente comodo ma sempre più sofisticato nello stile. Com’è diventato oggi il capo più amato e sfoggiato della stagione fredda? di Angelo Ruggeri

S

i scrive “capospalla”, ma si legge “insostituibile”. Soprattutto in autunno e in inverno, quando le temperature si abbassano (finalmente) e ci si prepara a rendere i look più pesanti e ricchi di layering. Ogni anno, questo tipo di giacca si rinnova e cambia. Per questa stagione, infatti, diventa oversize, è disponibile in diversi pesi per garantire la migliore vestibilità, si presenta comodo come un abbraccio, le forme skinny sono ormai solo dei ricordi, ma sempre più sofisticato nel design, nei materiali e nei dettagli. Perché il consumatore lo desidera proprio così: unico, quasi da collezione, che racconti la propria personalità, senza se e senza ma. Partiamo da Moncler, che recentemente ha presentato la nuova collaborazione con il marchio di sportswear adidas. Ispirata a un viaggio di esplorazione dalla montagna alla città, la nuova collezione include piumini lunghi e corti, giacche e gilet che simboleggiano il punto d’incontro tra le due identità. Le silhouette Moncler nell’iconico nylon laqué sono ripensate con dettagli adidas tra cui pannelli adi-break. Un mix di colori accesi ricorda i semafori con il verde, l’arancione e il rosso, per poi alternare il grigio asfalto e l'azzurro cielo, passando per l’off-white e i verdi scuri. Le trapuntature sinuose, lo jacquard e le stampe ricordano le tracce lasciate dagli sci sulle piste innevate. Dal mondo streetwear si passa ora a quello più classy del marchio Genny. Il brand diretto da Sara Cavazza Facchini, per l’autunno-inverno 23/24 presenta una serie di cappotti e giacche che celebrano il made in Italy in tutte le sue forme. Dalle spalle rigorosamente powerfull, i capispalla gridano rigore, potere, determinazione. E raggiungono l’obiettivo: raccontare la personalità delle clienti che amano la creatività senza rinunciare al comfort. “Sicuramente sono cambiate le esigenze e lo stile di vita dei consumatori. Mio nonno e mio padre, per anni, hanno prodotto capi che, per proteggere dal freddo, dovevano essere fisicamente pesanti. La gente andava a piedi e stare a basse temperature per molto tempo richiedeva l’impiego di tessuti da 1 kg. Il comfort era quello. Oggi, invece, noi produciamo capispalla che sono diventati leggeri, sfoderati e sfoderabili, lunghi fino alla caviglia solo per moda ma non per proteggere le gambe dal freddo. Il capo è spesso anche più corto, per sedersi agevolmente in auto”. A raccontare è Simone Landi, direttore creativo del brand L’Impermeabile (dell’azienda Landi Confezioni Srl), che gestisce insieme al fratello Marco. Il marchio, molto attento anche alla sostenibilità (per l’anniversario dei 70 anni hanno creato una capsule collection di capi riciclati al 90% e riciclabili al 100% di puro eco-design), è specializzato in capispalla ogni stagione sempre più in evoluzione. “Oggi rispetto a ieri, non deve mancare la sensazione tattile: il capo deve essere morbido per essere lussuoso, mentre negli Anni ‘60 era durissimo e donava un’eleganza rigida a chi lo indossava”. Cambiano i gusti quindi, ma non lo stile.

Da sopra, in senso orario: la collezione di Genny, L'Impermeabile e Moncler x adidas

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MILANO

PORTOFINO

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F O C U S

O U T E R W E A R

PASSE-PARTOUT PER TU TTE LE STAGIONI Il capospalla contemporaneo cambia forma, diventando componibile e stratificabile. Ed è sempre più performante, per far fronte agli effetti del cambiamento climatico. Come ci raccontano sei aziende del settore di Valeria Oneto

L'

outerwear si evolve di stagione in stagione. Offrendo capispalla timeless, di ottima qualità, responsabilmente progettati per durare nel tempo. Capi estremamente leggeri e nello stesso tempo dalle alte capacità coibenti, pensati per vestirsi a strati, performanti e spesso fourseason. Dai piumini innovativi e superleggeri a quelli più hi-tech, spesso 3 in 1, che permettono così di personalizzare l’utilizzo del capo a seconda delle proprie necessità. La scelta dei materiali è certamente importante e guidata da una ricerca costante delle aziende, che optano per tessuti tecnici, spesso brevettati e responsabili. Cercando di non rinunciare mai al design, le linee dei capi sono pulite e lineari, caratterizzate da una maniacale cura del dettaglio. Come riporta The New York Times, secondo Evan Gold, vicepresidente esecutivo di Planalytics, società che quantifica l'impatto del meteo sulla domanda dei consumatori, negli ultimi cinque anni, i soli cambiamenti climatici hanno ridotto le vendite di pile e capispalla dell'1%. Numeri che, date le circostante, rischiano di aumentare ancora. E dopo il problema dell’approvvigionamento delle materie prime, grande sfida per il sistema, anche le temperature, sempre più elevate, continuano a imporre nuove tempistiche nel turnover dei capi. Mentre le loro caratteristiche devono adeguarsi agli eventi atmosferici estremi, oggi molto comuni. Sarà la rivincita del tecnico su tutto? È molto probabile. Di fatto c’è che il modo di produrre e consumare l’abbigliamento outerwear sta cambiando. Come ci raccontano sei aziende leader del settore che abbiamo intervistato qui.

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Com’è cambiata la prospettiva del mercato dei capispalla? Parlando di cifre stilistico-distintive quali sono le vostre? Il vostro capo icona (o best seller)?

Quanto il cambiamento climatico ha influenzato/ influenza il vostro modo di progettare outerwear? Chi è il vostro cliente tipo?

Quanto conta l’uomo rispetto alla donna sulle vendite? In termini di trend, cosa vedremo nelle prossime stagioni?

Quali sono le caratteristiche del capospalla vincente oggi? Cosa vuol dire per voi essere responsabili? Mercato italiano vs. estero: quanto conta in percentuale? Verso dove vi state muovendo? L’e-commerce è importante? Quanto?

Come si chiuderà il fatturato del 2023? Previsioni per il 2024?

1

I consumatori sono sempre più attenti e preparati. Cercano meno capi ma di altissima qualità. Caratteristiche tipiche della categoria di capospalla nella quale crediamo di rappresentare un unicum di mercato grazie alla nostra legacy e contemporaneità.

2 LUIGI FILA

direttore creativo VALSTAR (FRATELLI FILA S.P.A.)

Partiamo da capi autentici, tipico del guardaroba maschile, mescolando workwear, sartoriale, abbigliamento militare, utilizzando materiali molto nobili. Filosofia incarnata perfettamente dal nostro capo iconico, il Valstarino, uno dei primi esempi di capo militare reinterpretato in versione nobile per l’uso quotidiano.

3

Da due punti di vista: in primis un’attenzione sempre maggiore alla sostenibilità. E poi parlando di prodotto, la costruzione di capi versatili, che si adattino a un

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clima sempre più imprevedibile, che mescolino, ad esempio aspetti tecnici e imbottiture staccabili.

4

Cerchiamo di soddisfare le esigenze di un uomo intelligente e sofisticato, che preferisce la sostanza, la qualità e il comfort rispetto all’apparenza. Tutti i nostri capi sono belli, funzionali, qualitativamente e tecnicamente ricchi. Caratteristiche che rispondono alle esigenze di un consumatore evoluto, indipendentemente dalla sua età e dalla sua ubicazione geografica.

5 6

Per ora la collezione è solo uomo.

Vediamo sempre più uno spostamento verso il comfort, volumi più generosi, materiali piacevoli al tatto e un ritorno a un gusto sobrio ed elegante.


F O C U S

O U T E R W E A R

sarà presentato alla FW 24 nel nostro showroom di Milano, con l’obiettivo di distribuirla nell’arco di qualche stagione.

6

Le nostre collezioni, da sempre, sono impostate sulla ricerca e sulla combinazione di materiali in ottica di leggerezza, comfort e performance, il tutto connotato dalla massima discrezione.

7

Vale quanto detto al punto 6: stile, comfort, funzionalità, performance e non ultimo price for value.

FABIO PERONI,

founder e ceo MONTECORE

1

Non rileviamo cambiamenti significativi, certamente in un panorama di offerta in costante aumento e in presenza di rilevanti cambiamenti climatici, l’approccio al prodotto “capospalla” va sostanzialmente rivisto.

2

La nostra filosofia non prevede capi iconici bensì lavoriamo da sempre perché il nostro brand, e di conseguenza i nostri prodotti, siano percepiti come un’icona di stile, comfort ed eleganza.

3

Considerata la copertura distributiva, fanno già parte della nostra proposta capi con diverse tipologie di tessuti e di imbottitura, tali da renderli adeguati a vari mercati e/o diversi momenti della stagione.

4

Un consumatore alto spendente, amante del bello, della discrezione e attento alla qualità.

5

Attualmente siamo concentrati sulla collezione uomo. Il progetto donna

8

Offrire al consumatore prodotti di qualità a un prezzo equo, il cui ciclo produttivo rispetti i canoni etici in tutta la filiera. E un capo che duri nel tempo. Non a caso “Montecore beyond time”.

9

Attualmente il mercato Italia rappresenta il 35% del fatturato e lo scopo è crescere insieme ai nostri clienti, senza ampliare eccessivamente la nostra base distributiva. Nel 2024 gli obiettivi strategici sono il Giappone e la Germania, con partner di alto profilo.

10

Abbiamo avuto lo shop online per circa due anni, perché la nostra distribuzione sul territorio era in fase di “ricostruzione”. Alla luce degli ottimi risultati raggiunti, abbiamo deciso di chiuderlo perché vogliamo sostenere i nostri retailer, investendo al massimo in comunicazione per veicolare i nostri consumatori verso gli store fisici.

11

Nel 2023 chiuderemo in crescita il nostro fatturato a 8 milioni, per il 2024 prevediamo un ulteriore crescita del 20%.

7

La qualità è imprescindibile. Inoltre deve essere un oggetto che possa rimanere nell’armadio per molte stagioni.

8

Avere un approccio il più possibile onnicomprensivo alla sostenibilità, senza fermarsi alla ricerca del materiale certificato, anche se le nostre pelli sono certificate LWG ad esempio. Mantenere una filiera produttiva corta e locale. Evitare la sovrapproduzione e l’obsolescenza dettata dai ritmi della moda, a favore di prodotti con una vita più lunga.

9

Estero 85% Italia 15%. I mercati più interessanti per noi sono USA e Far East.

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10

L'e-commerce è per noi uno strumento fondamentale per raggiungere tutti i nostri fan, di qualsiasi nazione essi siano, soprattutto se non hanno un negozio fisico vicino. Sul nostro sito si posso trovare, inoltre, alcune capsule esclusive, distribuite altrimenti solo nello store meneghino di via Brera 2.

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L’anno 2023 si chiuderà in forte crescita rispetto al 2022, con un +30%. Anche per il 2024 prevediamo di mantenere questo trend di crescita grazie ai nostri tre canali: un’attenta distribuzione wholesale, un e-commerce sempre più efficiente e un retail che potrebbe affacciarsi anche all’estero.


F O C U S

O U T E R W E A R

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Sicuramente una persona colta. Proponiamo un capo settoriale e fuori dagli schemi del fashion, come dice anche il nostro motto “Moda è quello che non è di moda”. Il nostro cliente ci sceglie perché capisce la differenza dei nostri capi, ne apprezza l’estetica e la tecnica.

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SIMONE LANDI

co-founder L’IMPERMEABILE

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Il mondo globalizzato ha sicuramente allargato i mercati e con essi le esigenze. Fortunatamente ci interfacciamo con un pubblico vastissimo, e questo è un vantaggio a cui abbiamo fatto fronte con offerte di prodotto sempre più variegate, mirate a esigenze concrete delle singole aree, pur mantenendo intatta la nostra identità.

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Gli originali di archivio, sempre presenti in collezione sono Martin e Vasco, ovvero i trench più iconici, sempre vendutissimi. Grande riscontro anche per tutti i capi reversibili e sfoderabili, che danno al cliente varie possibilità di utilizzo.

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Fare il conto con le stagioni è sempre difficile, fortunatamente rivolgendosi a un mercato mondiale copriamo tutte le zone climatiche. E questo ci trova preparati in generale. Abbiamo impermeabili leggerissimi come pesantissimi e il cliente trova sempre ciò che fa al caso suo.

cati giapponesi e coreani in grande crescita, America e Canada. La nostra grande soddisfazione è l’Europa: siamo introdotti in Spagna, Francia, Germania, Austria, Paesi Bassi, Svezia e Danimarca. Anche in Inghilterra andiamo molto bene. È una grande soddisfazione vendere impermeabili agli inglesi, che sono gli inventori di questo settore.

La nostra immagine è molto maschile se vogliamo. Non abbiamo voluto differenziare la donna per non allontanarci da questo concetto. Il nostro è un prodotto iconico, apprezzato proprio per questo. L’uomo comunque rappresenta il 70% delle vendite.

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Il trend si sta differenziando in due grandi filoni, anime dei nostri clienti: il classico sta diventando sempre più pulito, tessuti della tradizione compattissimi e lane Shetland, mentre la collezione Blue è definita da aspetti sempre più vintage, tessuti stropicciati dall’aspetto used.

L’e-commerce è importante ma ancora minoritario, intorno al 9% delle vendite. Il nostro cliente ancora preferisce toccare il prodotto in negozio.

Abbiamo raddoppiato il fatturato rispetto al 2021, periodo della pandemia. Difficile fare previsioni in questo momento storico, ma siamo fiduciosi e sicuramente consolideremo i rapporti costruiti nel tempo con la nostra clientela.

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In primis la vestibilità, con modelli confortevoli e perfetti da indossare. Poi la qualità di materiali e confezione. Sembrano banalità ma un trench fatto bene e uno fatto male possono avere anche gli stessi materiali, ma la differenza è data da chi li assembla.

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La questione ambientale rappresenta da sempre un interesse centrale per noi. Usiamo solo impermeabilizzazioni green e le nostre lane sono a impatto zero. Certificare la produzione è una questione che alla lunga premierà le aziende virtuose e sono anni che ci investiamo.

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Siamo presenti in tutto il mondo, ma i mercati più interessanti sono di sicuro quello italiano (difficilissimo), con un 30% delle nostre vendite sia nei negozi che sul nostro online shop. Mentre il 70% è estero, con mer-

verno e materiali leggeri e ultra traspiranti per la primavera.

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Uomo e la donna che ricercano un capo multifunzionale, dallo stile minimal, di qualità senza trascurare la proposta fashion.

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L’uomo e donna si ripartiscono equamente il fatturato: un 52% per la proposta femminile versus un 48% per quella maschile.

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Per l’AI ci stiamo avvicinando al mondo laniero mixato al tessuto tecnico, per capispalla di altissimo livello, mentre nella prossima PE il trend prevedrà la proposta di capi realizzati con tessuto tecnico ultra leggero.

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Per essere vincente sul mercato oggi il nostro capospalla deve essere attuale, performante e con quel pizzico di fashion che, soprattutto nella donna, non dispiace mai.

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Per un’azienda è oggi doveroso essere attento e rispettare l’ambiente, durante tutti i passaggi produttivi e negli step successivi. E crediamo fortemente nella valorizzazione delle risorse umane, per questo cerchiamo di far risaltare ogni qualità di ogni singolo dipendente e collaboratore.

CHRIS WANG

ceo DUNO

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La prospettiva del capospalla è inevitabilmente mutata, andando incontro alle richieste del mercato attuale.

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Il mercato italiano è cresciuto fortemente rispetto a qualche anno fa, grazie agli investimenti commerciali e di comunicazione fatti sul territorio, raggiungendo così il 25% contro il 75% all’estero. Stiamo inoltre progettando un ingresso negli Stati Uniti per il 2024, per il quale stiamo valutando dei partner.

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Duno si contraddistingue per uno stile lineare e pulito, che si adatta al servizio della funzionalità del capospalla, dove la cura del dettaglio e la ricerca sono i capisaldi del brand. Per la donna le nostre icone hanno fit e volumi aggiornati. Per l’uomo invece è quello multifunzionale in tessuto bi-stretch.

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L’e-commerce è certamente importante, ma continuiamo a credere fortemente negli store fisici e nel rapporto diretto con il cliente.

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Negli ultimi anni il clima ha cambiato completamente il modo di pensare le nostre collezioni. Il nuovo approccio propone nuove “leggerezze” inedite per l’autunno-in-

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Il 2023 si chiuderà in doppia cifra rispetto al 2022. Per il 2024 prevediamo di mantenere questo trend di crescita.

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F O C U S

O U T E R W E A R

bright o riciclato, extra caldi e di tendenza pur rimanendo fedeli al dna del brand.

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CRISTIANO MUSSO

ad BOMBOOGIE (SPACE 2000 S.P.A.)

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Negli ultimi anni il mercato è stato modificato e reso più complesso da tre macro fattori: la pandemia, l'evoluzione del clima e l'incremento della concorrenza.

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Minimalismo e funzionalità che si esprimono nella pulizia delle forme, nella scelta mirata dei tessuti e nell’attenzione ai dettagli. I modelli maschili chiave della collezione AI sono il giaccone Tokyo e il parka Prague: due capispalla costruiti su tessuti performanti e dalle imbottiture tecniche. Per la donna, i piumini Rome e Ginevra dalla linea ad A, nella versione in nylon

ROBERTO BARDINI

ceo RRD

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Il capospalla è l’articolo più importante per prezzo e stile ma è anche quello più metereopatico. Le sue vendite sono fortemente condizionate dal clima. Mentre un pantalone, una camicia e un blazer si vendono comunque, per il capospalla ci vuole il freddo. Che negli ultimi anni è arrivato in ritardo, comprimendo i tempi di vendita che a prezzo pieno si sono ridotti a poco più di mese, poi va in saldo. È un articolo importante ma pericoloso, sia per le aziende che per i negozianti.

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Quando progettiamo un prodotto ci chiediamo sempre se questo ha delle novità per il mercato. Se pensiamo che le abbia andiamo avanti altrimenti lo abbandoniamo. Tutti i nostri prodotti vogliono mettere in commercio capi che vanno a stimolare bisogni nuovi nel consumatore. Non ci piace parlare di capo icona, tutti lo sono perché portano avanti il concetto di innovazione e sperimentazione continua.

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Il cambiamento climatico ci ha costretti a pensare a capi sempre più leggeri, ad

Il capospalla cerca soluzioni tecniche per rispondere alle incertezze climatiche. La ricerca va verso tessuti in grado di offrire alte performance. Leggeri ma resistenti, antipioggia e windbreak, imbottiture sintetiche extra leggere che garantiscono lo stesso calore della piuma, forme essenziali ma con un occhio attento ai dettagli: cappucci imbottiti, tasche zippate, polsini interni in lycra. Il capospalla è sempre di più sovrapposizione di strati, componibili e staccabili, per far fronte ai cambiamenti climatici e in ottica trans-stagionale.

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Il BelPaese rappresenta circa il 60%, l’estero il 40%. I mercati principali sono Italia ed Europa. Dove la Germania è il paese su cui puntiamo di più.

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A oggi vale circa il 4% del fatturato.

Il fatturato 2023 si è chiuso con un + 18%, mentre quello 2022 con un +25%.

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I clienti Bomboogie si muovono in un contesto urbano, i cui tratti distintivi sono determinazione, forza e capacità di adattamento. Caratteristiche essenziali per affrontare le sfide del mondo contemporaneo.

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50% l’uomo e 50% la donna.

Un capospalla tecnico, capace di far fronte all’incertezza climatica, ma senza rinunciare all’estetica e al dettaglio.

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Andare a dormire la sera avendo fatto il massimo affinché il mondo sia un luogo migliore, partendo dalle piccole azioni.

aumentare l’offerta di soft e shell jacket, utilizzabili più a lungo nel tempo e combinabili con interni staccabili offerti a parte.

non può esserci senza il rispetto a monte di tutte le professionalità e sono sicuro che dietro un prezzo troppo basso questo non ci sia.

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Il nostro cliente tipo non è sicuramente uno che acquista moda. È un consumatore a cui piace l’oggetto in sé, che da RRD trova curato in tutte le sue parti. Per noi un capo è come una macchina, un mobile: deve essere bello e curato fuori ma altrettanto al suo interno. Il nostro cliente cerca innovazione, sia estetica che funzionale. Ne è l’esempio il successo che hanno avuto i nostri pantaloni in Surflex.

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La proposta aziendale è perfettamente equilibrata: 50% uomo e 50% donna. Non sentiamo questa distinzione, progettando capi come fossero oggetti e non moda. RRD è un marchio “ermafrodita”. La raccolta sul mercato però a oggi non è così: vendiamo 60% uomo e 40% donna.

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Posso dirvi che per RRD vedremo una continua innovazione, fatta di ricerca appassionata, di nuovi materiali e tecniche costruttive.

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Per me vincente è la scelta innovativa, non solo per il capospalla, che vada ad aggiungere qualcosa di nuovo sul mercato. Che si distingua rispetto a ciò che è già presente. Coerentemente ai valori del proprio marchio. Per noi è un tema importante, ma non ne facciamo un motivo di marketing. Crediamo che la sostenibilità ambientale non debba essere demandata al volontariato aziendale, ma imposta dall’alto e fatta rispettare. Senza strumentalizzare l’argomento, raggiungendo risultati tangibili. Stesso discorso per la sostenibilità etica, a cui personalmente tengo ancora di più. Che

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Il mercato italiano per noi vale il 65% del fatturato. Strategicamente i nostri sforzi attuali e futuri vanno verso lo sviluppo dei mercati esteri, perché è lì che vediamo la nostra crescita.

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L’e-commerce vale il 3% del nostro fatturato. Se da un lato è importante per comprendere come è distribuita la nostra clientela e quali sono i suoi gusti, dall’altro l’acquisto del prodotto in store rimane fondamentale per apprezzarne materiali, costruzione e caratteristiche intrinseche.

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Prevediamo di chiudere il 2023 con un incremento del 20% sull’anno precedente. Per come è andata la raccolta ordini della campagna estiva, crediamo di poter ottenere la stessa crescita nel 2024.


A N A LY T I C

OUTDOOR & SPORT SEMPRE PIÙ IN CRESCITA Il segmento è in forte e rapida ascesa nel presente e, secondo le previsioni, anche nel futuro. In Italia e all’estero. E il mondo del lusso è pronto a prendere ispirazione di Angelo Ruggeri

Un’immagine della capsule di Joria Smith X Clarks Originals

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tivali, sneaker performanti, ma anche giacconi waterproof e accessori tech. Il mondo dell’outdoor continua a crescere in maniera esponenziale. Il segmento, infatti, sta vivendo una fase di nuovo splendore, con la pandemia che ha rappresentato l’inizio di un altro capitolo, accentuando la voglia delle persone di fare attività all’aria aperta, ma che anche di fronte alla successiva stabilizzazione non teme rallentamenti. Il distretto dello sport system italiano si conferma un riferimento a livello globale, con gruppi reduci da un 2022 in forte crescita grazie a prodotti di qualità, performance e durabilità. Il valore totale della sport industry italiana stimato da Assosport per il 2021 era di 13 miliardi di euro, in progressione del 15% rispetto al 2020. Stando alle previsioni di Cerved, la filiera dovrebbe continuare a crescere con un tasso superiore al benchmark nazionale (+4,77%). Più nel dettaglio, secondo il Monitor dei Distretti del Triveneto di Intesa Sanpaolo, nel 2022 il comparto Calzatura sportiva e Sportsystem di Montebelluna cresce a doppia cifra (+21,7%) grazie a un’ottima stagione invernale che ha spinto l’incremento delle vendite non solo di scarponi da sci, ma anche di scarpe per l’outdoor all’estero (+40% nel quarto trimestre del 2022 su 2021). Francia, Germania e Stati Uniti costituiscono i principali mercati di sbocco (generano più del 40% delle vendite) e presentano incrementi che vanno oltre il 20%. Le company internazionali (italiane e

non) stanno cavalcando l’onda eccitante dell’outdoor. Ecco gli esempi più eclatanti. L’azienda di Asolo SCARPA, per l’autunno-inverno 23/24, lancia la Mojito Wrap Gtx. La calzatura è una rivisitazione pensata per i mesi freddi di uno dei suoi modelli urban outdoor più iconici, la sneaker Moijto. Grande novità nel design è il fascione applicato a mano. Inoltre, per mantenere il piede asciutto in tutte le condizioni metereologiche la fodera è stata realizzata con la membrana Gore-Tex Bluesign Approved senza trattamento DWR, Durable Waterproof Repellent, e PFCec Free. La sneaker in pelle idrorepellente è stata pensata per garantire comfort durante l’intera giornata sia grazie all’allacciatura estesa fino in punta, di derivazione climbing, sia grazie al supporto della suola Presa URB-05, composta da un’intersuola in EVA per garantire cushoning e stabilità durante la camminata. Un battistrada resistente che assicura una buona presa al terreno da solcare con passo sicuro con ai piedi un’icona di stile pensata per percorrere tutte le strade in qualsiasi stagione. In occasione del progetto Future73 presentato per il 50esimo anniversario, Timberland svela la nuova collaborazione outdoor con Humberto Leon, designer, retailer, direttore creativo e ristoratore di Los Angeles. La collezione Timberland x Humberto Leon Future73 reinterpreta l’Original Timberland Boot e reinventa inoltre la protezione outdoor attraverso una capsule di abbigliamento volta

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A N A LY T I C

In senso orario la Mojito Wrap Gtx di Scarpa. La Timberland x Humberto Leon Future73 e la nuova collezione UGG

a rinnovare lo stile tradizionale del brand. Per il creativo poliedrico, Timberland è funzionalità, protezione e longevità, qualità che hanno costituito il punto di partenza per la creazione dello stivale Timberland x Humberto Leon Future73 6-Inch. “Da tempo faccio parte della storia di Timberland”, spiega Leon. “Ho sempre considerato la straordinaria eredità del brand come l’anima e il cuore del nostro lavoro. Timberland è da sempre sinonimo di abbigliamento pratico e funzionale e adoro, personalmente, questo concept. Il mio primo ricordo del marchio è lo stivale 6-inch e di conseguenza reinterpretarlo è stato davvero emozionante: mi ha permesso di creare qualcosa da zero in totale libertà e scrivere un capitolo così importante nella storia del brand. Timberland è riuscito a creare dei punti fermi di cui non possiamo più fare a meno”. Clarks Originals, invece, collabora con la cantautrice britannica Jorja Smith per reinterpretare la Desert Nomad in versione “mule”, dal sapore outdoor. Smith è diventata celebre con il suo album di debutto Lost and Found nel 2018. Da allora ha ottenuto una serie di riconoscimenti, tra cui il BRITs Critics Choice Award. Il nuovo modello Desert Nomad è caratterizzato da una tomaia in pelle scamosciata Sciarada EVOLO, accuratamente realizzata con un’impronta più sostenibile rispetto alla pelle tradizionale. La scarpa si completa anche con lacci riciclati per aggiungere un ulteriore tocco green e le fobs logate in tonalità argentata la rendono ancora più elegante, valorizzando lo stile contemporaneo e inconfondibile di Jorja.

Anche la nuova collezione Winter Lifestyle di UGG, che similmente si rifà al mondo dell’outdoor, sfida le convenzioni e rompe gli schemi tradizionali offrendo una vasta gamma di stili, colori e materiali per adattarsi a qualsiasi occasione e personalità. Gli stivali, per esempio, sono progettati con l’attenzione alla resistenza e allo stile. Sono adatti a qualsiasi avventura, sia in città che in montagna. Infine, anche il mondo del lusso è pronto a conquistare l’outdoor. Daniel Lee, chief creative officer di Burberry, ha rivelato che, per la sua seconda collezione in passerella come direttore creativo, dedicata alla primavera-estate 2024, ha riproposto una tecnica di tessitura chiamata “tonic”, ispirata a un trench d’archivio del brand e che conferisce più profondità al tessuto, facendo sembrare che cambi colore in base all’angolazione da cui viene osservato. Il marchio brit si sta concentrando sull’outdoor, in un senso più ampio: non si tratta solo di giacche e cappotti, ma anche di scarpe e altri capi di abbigliamento per stare comodi all’aria aperta.

Fonti: Assosport, Burberry, Cerved, Clarks, Monitor dei Distretti del Triveneto di Intesa Sanpaolo, SCARPA, Timberland , UGG

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F O C U S

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THE INSTINCTIVE DESIRE Ispirati dal cambiamento, dalla bellezza e dall’armonia della natura. Montecore condivide una scelta di stile affascinante, raffinata e versatile che dialoga con animi liberi, imprevedibili ma sicuri della propria identità

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rasformare, cambiare e perfezionare. Questa è la ricetta impeccabile che ha reso famoso Montecore in Italia, così come all’estero, grazie alle sue lavorazioni preziose e sartoriali che si esprimono in collezioni outerwear, per un uomo e una donna sempre in movimento. La direzione creativa del brand, fondato da Fabio Peroni nel 2006, è da sempre ispirata dalla continua osservazione del mondo esterno e delle sue bellezze, accostando la visione del marchio alla natura e a ciò che ci circonda. Un punto di riferimento globale nella sartoria dedicata al capospalla, la cui anima si nutre di passione, durabilità, qualità e personalità. Ogni capo è disegnato e curato per valorizzare la personalità di chi lo indossa, che sceglie di vivere con intensità le sue giornate. Un nuovo modo di vivere il capospalla, sinonimo di un design senza tempo, da vivere e tramandare. Un confronto con l’uomo attento alla sostanza che crede nell’idea di poter cambiare lo status quo con un’innovazione concreta, intelligente e precisa. BEYOND TIME La collezione autunno-inverno di Montecore presenta una capsule “English Style” realizzata in collaborazione con Nick Lawson. Gli autentici tweed scozzesi ispirati alle brugherie delle Highlands, lavorati con accorgimenti tecnologici e performanti, costituiscono il nucleo della capsule invernale, realizzata in prevalenza con fibre naturali. Una collezione stimolante e frizzante ma allo stesso tempo fugace che emana sempre un’eleganza naturale e rilassata. Una risposta responsabile e di qualità alla domanda del presente e del futuro, perché lo stile non termina con il finire delle stagioni ma crea una fusione senza tempo tra il prodotto e chi lo indossa. Tra i capi della collezione: un giubbotto trapuntato a boudin, realizzato in lana shetland vergine di produzione inglese, resa più morbida dal finissaggio “brushed” che rende il tessuto leggermente velloso o per l’uomo un parka trapuntato a boudin, realizzato in lana con armatura twill 2/1. La maneggevolezza e il calore conferito dalla lana assieme all’elasticità del nylon, rendono questo tessuto funzionale e adatto per essere utilizzato nei capispalla durante la fredda stagione invernale.

Alcune immagini della collezione autunno-inverno 2023 di Montecore

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lotto.it


F O C U S

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DOUBLE-FACE Una maglia made in Italy di qualità, reversibile e progettata per essere utilizzata in modo dinamico, informale e pratico. Questo è ciò che Arovescio propone alla sua clientela, capovolgendo gli schemi

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ensata per essere portata da entrambi i lati, la maglieria Arovescio è un prodotto di ultima generazione e di alta qualità, reversibile e senza cuciture. Pensato per un uso dinamico, informale e pratico ma con un occhio attento alla moda. Particolarmente attenta a ogni singolo dettaglio, la produzione del marchio è puramente made in Italy, quindi inimitabile e handmade, su tutta la filiera: dall’inizio del processo fino alla consegna al cliente finale. Irrinunciabile è anche la creazione di un capo dal design innovativo, lavorazioni uniche e dettagli preziosi che racchiude in sé un’elevata tecnologia e artigianalità. Ogni collezione è caratterizzata dalla capacità di avere un prodotto double-face, capovolgendo gli schemi, adattabile agli stati d’animo di chi lo indossa, lasciando quindi due possibilità di scelta sul come indossarlo. Perché “indossare significa mettersi addosso, creare un ideale contatto con la propria pelle”.

Cardigan rasato 3 fili merino extrafine seamless

Dolcevita in pura lana merino extrafine seamless con tecnica artigianale di tintura spray aerografo realizzata a mano Giacca zip con cappuccio in filato 90% merino extrafine e 10% cashmere con lavorazione costa inglese

Giacca collo revers con lavorazione 3D seamless in costa inglese in pura lana merino extrafine

Alcune immagini della FW 23/24

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womsh.com


C A P S U L E

C O L L E C T I O N

STORIA DI UNA LEGGENDA Lotto Sport Italia celebra i suoi 50 anni con un percorso celebrativo fatto di limited edition dedicate a modelli iconici, come la Autograph 50 Years

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a storica azienda dello sport italiano, fondata nel 1973 nel distretto calzaturiero di Montebelluna, specializzata nella realizzazione e commercializzazione di calzature e abbigliamento sportivo, festeggia quest’anno un importante compleanno, spegnendo 50 candeline sulla torta. E lo fa con un percorso celebrativo fatto di quattro capsule collection. Dopo aver lanciato la Stadio Gold 50 Years e la Stadio Icon, dedicate ai grandi campioni del calcio, Lotto Sport Italia omaggia ora il mondo del tennis, parte integrante della sua storia ed essenza stessa della sua iconica doppia losanga con la Autograph 50 Years. Una limited edition dedicata ai grandi campioni di questa disciplina: da John Newcombe a Martina Navrátilová, da Boris Becker a Thomas Muster, fino a David Ferrer e non solo.

accompagna quello di Lotto Leggenda nella linguetta. Il risultato è una sneaker made in Italy, dall’estetica vintage ma dall’attitude contemporanea, citazione del famoso modello Newk, realizzato dal marchio nella seconda metà degli Anni ‘70 per il campione australiano del tennis John Newcombe.

UN’EDIZIONE LIMITATA Questo modello di sneaker d’ispirazione tennis, vero e proprio classico delle collezioni Lotto Leggenda, per l’occasione viene proposto in limited edition, fondendo elementi distintivi dell’identità del brand con elementi esclusivi e contemporanei. Proposta con losanga scura per l’uomo e in tinta con la tomaia per la donna. Attingendo al patrimonio storico del marchio, la Autograph 50 Years proposta con losanga scura per l’uomo e in tinta con la tomaia per la donna, reinterpreta l’eleganza degli Anni ‘70, rendendo contemporanei i suoi elementi distintivi. L’effetto vissuto della classica suola in gomma, abbinata alla tomaia in pelle, è realizzato attraverso un processo d’ingiallimento ed effetti di sporcature. Altri dettagli sono i finalini dorati del laccio e il secondo logo, creato in occasione dell’anniversario, che Alcune immagini della limited edition Autograph 50 Years di Lotto

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nat u r a l n e s s , c a re a n d si m pl i c i t y f ind yours elf in qualit y, deatail , making


C A P S U L E

C O L L E C T I O N

QUANDO IL TRICOT È SEAMLESS Priorità al comfort senza trascurare lo stile. La costante ricerca della disinvoltura continua a nutrire la sicurezza del portamento di chi indossa Bomboogie di Maria Pina Ciuffreda

Due look della collezione Seamless di Bomboogie

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ualcosa che non è mai fermo, in continuo movimento, così come il pensiero e lo stile. Il brand italiano di abbigliamento, Bomboogie, nasce nel 1991. Una realtà con oltre trent’anni di storia, proprietà di Space 2000, azienda con sede nel torinese che si occupa della progettazione, produzione e approvvigionamento di abbigliamento e prodotti di marca per uomo, donna e bambino. Energia, determinazione e spirito di avventura sono gli elementi identitari del brand che oggi, sempre più, sta rafforzando la sua strategia di espansione online, grazie al lancio del nuovo e-commerce e la presenza su marketplace importanti come Zalando e Miinto; e offline, con la fresca inaugurazione del nuovo monomarca nel cuore di Firenze. Una boutique in cui gli arredi riflettono l’essenza del brand: linee minimal, elementi di design e nuance military. LA COLLEZIONE Per la stagione FW 23/24 Bomboogie si ispira alle nuance dei minerali della Terra. Tonalità eleganti e contemporanee, ma allo stesso tempo versatili, da combinare con qualsiasi outfit. Un design che lega l’esperienza e la creatività. Sempre centrale è il ruolo del capospalla, a cui attorno si compongono outfit stimolanti, attraverso forme essenziali, materiali morbidi e trame confortevoli. L’attrazione per il passato emerge timidamente per creare delle connessioni con il futuro. Così il brand presenta la collezione Seamless “Senza cuciture”, con il fine di offrire un’esperienza unica di comfort avvolta dalla sensazione calda e avvolgente del tricot. Un’elevazione dell’athleisure wear per favorire un look quasi impercettibile da indossato. Fa parte della stessa collezione una capsule di maglieria in cotone organico certificato GOTS che si sviluppa su diverse tipologie di modelli: dai pantaloni e la maglia con cappuccio per arrivare a modelli più elaborati come l’abito lungo asimmetrico. Il Global Organic Textile Standard (GOTS) è riconosciuto come il più importante standard internazionale per la certificazione dei prodotti tessili realizzati con fibre naturali da agricoltura biologica.

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©Anna Galaganenko


S H O W C A S E

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U R B A N

E X P L O R E R

CAMBIO STAGIONE Una moda che continua a far sognare ma al contempo deve essere funzionale. Per la prossima primavera-estate 2024 i capi devono essere leggeri e traspiranti, in lino per esempio, o in pelle impalpabile. Oppure performanti, waterproof e dalle tecnologie tali da offrire protezione dai fenomeni tipici ormai del cambiamento climatico. Come le piogge torrenziali o il caldo fino ai 40 gradi anche in città

UNA CLASSE SENZA TEMPO Per una donna dall’eleganza naturale e dall’appeal internazionale. YC Whyci punta sulla profonda conoscenza delle materie prime. Un must il top in organza di seta ricamato, sovrapposto a una camicia in popeline di cotone bianco. Il tutto abbinato a un pantalone in cotone line con pinces. Capi di grande pregio frutto dell’esperienza e della tradizione di un intero territorio.

SCEGLI, VESTI, VIVI

Alla scoperta di terre lontane. Nel

Un carattere forte e un’anima chic. Don the Fuller rincorre

viaggio della quotidianità, imprevedi-

la voglia di fare la differenza esprimendo nella qualità il va-

bile e frenetica: Jeanne Baret. Il new

lore dei suoi capi. Un made in Italy responsabile sostenuto

brand tutto a femminile, ispirato alla

da una filiera cortissima e specializzata, declinato nelle mille

vita di una donna straordinaria musa

sfumature naturali.

delle moderne esploratrici.

WE ARE ALL JEANNE

UN DELICATO EQUILIBRIO

AUTO-ESPRESSIONE

Una riflessione sul senso della vita e della bellezza di ciò

Uno stile comodo e disinvolto tratto da

che ci circonda. Pierre-Louis Mascia trae ispirazione dal

riferimenti nostalgici. Levi’s risalta la

libro “Vojage autour de mon jardin” di Alphonse Karr. Il

libertà di espressione attraverso tratta-

tema della natura torna protagonista in una collezione che

menti superficiali, tattili, riparazioni ed

evoca gli Anni ‘20 e ‘30.

elementi ornamentali, il tutto realizzato con amorevole maestria. Un confine sempre più sfumato quello tra lavoro e tempo libero, formale e casual che ignora irriverentemente le regole del look perfetto.

LA BELLEZZA DELLE PICCOLE COSE

Una selezione casual ma elegante per affrontare in modo pratico ogni occasione. Kiton guarda oltre il suo dna puntando sulla ricerca assoluta dei materiali. Un uomo che sa chi vuole essere attraverso capi di pregiata fattura declinati nelle mille sfumature dei mari e dei paesaggi che echeggiano nei ricordi di un’estate indimenticabile.

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S H O W C A S E - W I N D B R E A K E R

L’ESSENZA DELLA FUNZIONALITÀ

Adattarsi al cambiamento è uno degli obiettivi di HèSKIMO. Una versatilità ineguagliabile per la SS 24 come l’innovativa overshirt che parte dalla capsule “Unlimited”, nata dalla visione di un celebre stilista coreano. In cotone twill 100% con esclusivo trattamento anti drop, combina resistenza all’acqua e stile impeccabile.

TRA COMFORT E RICERCATEZZA

Per una persona attenta, che si sofferma sui dettagli. Impulso è in grado di ricreare in chi lo indossa una sensazione di libertà. Uno spazio armonico tra l’ambiente circostante e la natura. Un must della

UNA STORIA DI ESPLORAZIONE

Natura, autenticità e libertà. Ciesse Piumini reinterpreta i codici distintivi del brand in termini di tessuti, volumi e cromie. Un’espressione di tecnologia, funzionalità, ricerca e performance per garantire il massimo comfort senza rinunciare allo stile.

spring-summer 2024 è il giubbino in tessuto tecnico con cappuccio staccabile, pensa-

UN CONNUBIO VINCENTE

to per vestire l’uomo contemporaneo.

Un omaggio ai tropi americani e all’arte del Made in Italy, entrambi nel dna del marchio e fonte continua di ispirazione. Artigianalità

SUMMER ATTRACTION

e lavorazione manuale sono le fondamenta di

Un approccio eclettico si fonde con uno stile mi-

Golden Goose, che fa della tradizione italiana

nimalista, attraverso la ricerca. La spring-sum-

un valore imprescindibile del marchio adat-

mer 24 di Gentryportofino parla a una donna

tandola alla contemporaneità.

contemporanea dallo stile sofisticato e discreto. Cotoni biologici selezionati vengono abbinati a lini, organza e metallo. Una palette cromatica che predilige colori naturali con contaminazioni di lime, rosso vivo e blu canvas.

OVUNQUE SIA

Colori vivaci che riflettono l’energia e la vitalità di chi li indossa. People of Shibuya soddisfa le esigenze di coloro che conducono una vita dinamica, mettendo al primo posto il comfort e la funzionalità. Ogni capo è frutto di intensa ricerca tecnologica, attenzione al design e impegno per la massima qualità.

IN UNA GIORNATA PIOVOSA MI FERMAI A OSSERVARE

Un tripudio di colori e look iconici pensati per affrontare qualsiasi imprevisto climatico. K-Way resta l’alleato più fedele per un’imprevedibile gita fuori porta. Una proposta sempre più varia che si diversifica a seconda del grado di calore, dal più leggero al più pesante, attraverso palette vibranti e giocose.

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S H O W C A S E

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L E A T H E R

J A C K E T

CHANGE YOUR MIND

UN PENSIERO CHE È EQUILIBRIO

Attitudine al cambiamento e attenzione al mondo che ci circonda sono

semplicità e ricerca del dettaglio. MooRer

esprimere la personalità di chi li indossa attraverso uno stile street ma

Made in Italy senza tempo che esige per la calda stagione propone un gusto estremamente grintoso come la giacca

ancora oggi le caratteristiche di Roy Roger’s. Capi versatili in grado di allo stesso tempo elegante come la giacca in pelle washed tinta unita, che si adatta facilmente a qualsiasi tipo di look.

biker Baylee-PE1, realizzata in vitello crust tinto in capo. Con maxi zip in metallo su davanti, tasche e fondi manica che contrastano la lavorazione vintage che rende le cuciture mosse e maltinte.

L’ELEGANZA DELLA SEMPLICITÀ

La voce dell’italianità e del saper fare Gimo’s dedica una particolare attenzione ai materiali

attraverso

un’estetica

casual e funzionale. Tra i must have la Boxy biker in nappa di agnello con concia 100% vegetale, lavato in capo.

HIGH COMFORT

Tradizione e made in Italy, rigorosamente fatto a mano in toscana, con uno sguardo fisso all’innovazione e all’evoluzione. H.C.R. crea un prodotto urban style, con un’immagine che può variare dal vintage al design contemporaneo, senza mai

HUMAN LANDSCAPE

perdere la forte personalità.

Materiali e texture diverse per creare modelli ibridi dal forte impatto visivo. Blauer USA propone tre nuove proposte tematiche per la collezione spring-summer 2024: Fusion, Parachute e Wrkwr. Un impegno verso la responsabilità e l’innovazione del design per creare capi adatti ad ogni occasione caratterizzati da uno stile unico e originale.

CAPOSPALLA ICONICO

Una costante evoluzione per raggiungere il giusto equilibrio. La collezione di Bomboogie parte dal capospalla per comporre degli outfit stimolanti attraverso forme essenziali, dove funzionalità heritage e un design innovativo sono combinati per creare look smart e versatili.

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S H O W C A S E

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PA S T E L

C O L O R

LUXURY OUTERWEAR

LO SPECCHIO DELL’EVOLUZIONE

Passato e futuro si fondono nella continua ricerca di un made in Italy di alta qualità.

Uno stile di vita contemporaneo ed essenzia-

Valstar per la spring-summer 2024 predilige

le dedicato ai viaggiatori urbani e ai profes-

nuance neutre, continuando la sua esplora-

sionisti. Unity, sinonimo di stile e comfort,

zione della moda americana della metà del

accompagna chi lo indossa durante tutta la

secolo con un particolare focus sull’abbiglia-

giornata. Funzionale, multitasking e dalle li-

mento da pesca e da caccia degli Anni ‘60.

nee minimal ha lo sguardo rivolto al futuro e alla ricerca, fondendo materiali tecnici all’avanguardia, proporzioni moderne e princìpi responsabili.

IN FONDO AL MAR

Note saline e orizzonti marini, sabbia, mare e salsedine sono gli ingredienti cardine dell’ispirazione della collezione SS 24 di Malo Cashmere. Un club esclusivo sul mare, in cui l’eccellenza dei filati, la maestria delle lavorazioni si fonde con armonia e naturalezza a un’eleganza senza tempo e a uno stile chic effortless. Tra i must un cappotto lungo azzurro polveroso in cashmere double, doppio petto, due tasche e ampio rever.

PREZIOSO MA CONFORTEVOLE

VOCAZIONE SARTORIALE

Una storia che racconta atmosfere

Dedizione e tenacia le parole chiave

contemporanee. Linee morbide ed

del brand Paoloni. Tra i must della

essenziali per una donna che espri-

bella stagione un trench multi layer,

me un’eleganza senza compromes-

water repellent, semifoderato, chiu-

si anche nella quotidianità. Kangra

sura con bottoni a scomparsa, due

crea outif estremamente versatili le

tasche, spacco centrale, fondo mani-

cui nuance si ispirano alla natura:

ca con cinturino e bottone.

sabbia, sasso, terra, sole, con aggiunte di fresche tinte pastello come rose water e pistacchio. Immancabili il bianco e il nero.

CUSTODI DEL FARE

THE EMPEROR’S NEW CLOTHES

Una donna cosmopolita, cultrice del bello nella sua espressione più elevata. Peggy Guggenheim,

Continua la ricerca di trattamen-

che instaurò un legame viscerale

ti esclusivi e tessuti tecnici pre-

con Venezia è musa e icona della

giati di Ten C. La collezione SS 24

SS 24 di Peserico. Tre atti: Legami,

presenta un focus speciale sull’i-

Intrecci e Riflessi che esprimono

conico tessuto del brand l’OJJ,

le mille sfumature materiche e

Original Japanese Jersey, trattato

cromatiche della Superba.

con tintura effetto polvere.

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S N E A K E R

T R E N D

COCCI: VINTAGE 3.0 Conoscenza e cultura ma anche attività social. Giulio Marchioni ci racconta il suo online store di Marco Rizzi

P

ost pandemia abbiamo assistito a un boom del vintage, con una crescita esponenziale dell’interesse per capi ricercati anche da parte di un pubblico molto giovane. Qualunque appassionato potrà confermarvi che per decenni il mondo del vintage civile e militare è stato un ambiente un po’ chiuso, in cui le informazioni e le fonti venivano custodite gelosamente. Una nuova generazione sta però raccogliendo l’eredità degli archivisti del passato, tenendo viva la storia e la cultura dell’abbigliamento attraverso una comunicazione inedita. Tra questi c’è anche Giulio Marchioni, fondatore di Cocci. Per prima cosa ti chiederei di presentarti brevemente e parlarci un po’ di Cocci. Sono un ragazzo di provincia, mi piace sempre porre enfasi su questo, sono molto orgoglioso delle mie radici. Vivo ancora in un minuscolo paesino sperduto sull’Appennino Tosco Emiliano. Ho vagato sette anni per l’Italia e l’Europa (Bologna, Roma, Maastricht, Verona) per completare il mio percorso accademico e professionale che, anche qua ci tengo sottolineare, non ha nessun fondamento fashion, bensì economico. Cocci nasce nel 2021 da una mia necessità di dare sfogo a ciò che mi sentivo di dire e anche da una minuscola intuizione di mercato […] e prende vita da questa ammirazione, dalla mia passione personale verso il passato in generale e da una necessità sempre più invadente di dare espressione a un mio linguaggio attraverso un mio progetto. Alti intenti, poco budget, tanti sogni e progetti di medio-lungo termine, nessuna garanzia di successo; mi fa strano essere qua a parlarne, significa che la scelta, forse, non è stata poi così folle. Osservando la selezione degli articoli disponibili su Cocci ho notato che si tratta principalmente di “Americana” e articoli un po’ più lifestyle rispetto alla classica raccolta di surplus militare che siamo ormai abituati a trovare nei negozi vintage. Come mai hai voluto prendere questa direzione? Per gusto personale quali sono gli articoli che preferisci “cacciare” durante le tue ricerche? Questa tipologia di selezione è stata una conseguenza diretta di ciò che poco tolleravo delle modalità di proporre vintage in Italia. Retail bui, qualche radio vecchia poggiata sulle mensole, relle stracolme e pile di vestiti ovunque, nella stragrande maggioranza dei casi abbozzi di militaria super generico senza nessun tipo di ricerca alle spalle. L’idea di proporre un paniere di prodotti più ampio, di pura ispirazione americana, che svariasse tra le categorie denim, militaria, college, workwear e sweatshirt mi allettava, provando a costruire un immaginario con un’offerta leggermente diversa dall’ordinario. […] Proporre una più vasta gamma di prodotti svariando su più categorie, dava e dà la possibilità al cliente Cocci di creare combinazioni sempre nuove, con tratti di modernità importanti. Condizione che credo abbia attratto an-

che un target molto giovane, poco interessato a ricreare statuine del passato. Per quanto concerne i miei articoli preferibili da ricercare, ho una passione sconfinata, che sfocia nel collezionismo, per le felpe prodotte tra gli Anni ‘40 e ‘60. Avere la possibilità di fare ricerca e selezione non solo da archiviare, ma anche da proporre al cliente mi colma di gioia, la massima espressione di conciliazione tra utile e dilettevole. Fin dal lancio di Cocci sei stato molto attivo sui social network, una rarità in un ambiente normalmente molto chiuso. Cosa ti ha spinto a esporti in questo modo? Ti ha aiutato a raggiungere un pubblico più giovane oltre a clienti più esperti? Altro tema molto interessante. Quando mi sono affacciato in questo mondo ho annusato una chiusura disarmante nei confronti dei nuovi interessanti, del nuovo e della condivisione di una cultura fin troppo elitaria per i miei gusti. Non ho mai percepito questa cosa a livello personale, ho sempre trovato gente super disponibile nei miei confronti, sono grato e immensamente fortunato per questo. Quando però si arrivava al momento di parlare di una condivisione più generale, più massificata, ecco che le porte si chiudevano e si intravedevano i primi principi di gelosia culturale. La condivisione di nozioni è diventata quasi mandatoria, fin da quando ho iniziato, affinandola e facendola fluire attraverso una quantità di canali sempre maggiore. Ulteriore fattore rilevante è la differenza di età con i veri guru del vintage italiano, prevalentemente over 40. Questo mi ha conferito una mansione quasi naturale di intermediario tra loro e un pubblico giovanissimo, forte del fatto che potessi sfruttare media a loro quasi sconosciuti, come Tik Tok (@cocci.it). Ricevere messaggi di giovanissimi fan che mi rivelano di aver iniziato ad approcciarsi a questo mondo dopo aver interagito con i miei contenuti mi riempie il cuore di gioia, soddisfazione impagabile. Oltre alla selezione vintage da un po’ Cocci è anche una label con cui hai realizzato una piccola selezione di capi. L’ispirazione è abbastanza chiara, ma com’è nata l’idea di un “own brand” e qual è stato il processo che ti ha portato dalla ricerca alla realizzazione di nuovi articoli? La label Cocci è stato uno sviluppo completamente naturale del progetto, una necessità, per una volta, di non raccontare la storia degli altri, ma di plasmarne una nostra. È molto bello essere i vettori di storie di capi d’atri tempi, ma essere il demiurgo di qualcosa è impagabile. La grande fortuna di avere come designer un amico vero (Edoardo Cavrini, ndr) ha aiutato le cose. Il flow del processo creativo è completamente naturale e, anche se abbiamo estetiche diverse, ci troviamo sempre nel punto perfetto della strada tracciata. Abbiamo grandi progetti io ed Edo, essendo ai primi approcci di supply chain produttiva stiamo ancora rodando la macchina, ma siamo entusiasti e pronti per quello che verrà.

L’intervista completa su hubstyle.it

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S N E A K E R

N E W S

KITH INAUGURA UN NEGOZIO A TORONTO

Dopo le importanti aperture a Tokyo, Parigi, Los Angeles e Honolulu lo store newyorkese KITH ha esteso la sua presenza anche al Canada, inaugurando un nuovo punto vendita a Toronto. Il negozio, situato al numero 78 di Yorkville Ave, ha aperto i battenti lo scorso 22 settembre e propone l’intera brand list di KITH oltre ai molti articoli dell’own brand curato da Ronnie Fieg, fondatore del negozio statunitense. Per celebrare la nuova apertura, il marchio ha presentato in esclusiva una nuova collaborazione con New Balance che include due paia di 1700 in colorway speculari realizzate con un mix di suede e nylon rosso e bianco, i colori della bandiera canadese.

HANON CHIUDE DEFINITIVAMENTE I B AT T E N T I

Alla fine di ottobre, lo store scozzese Hanon ha chiuso il suo store online, cessando così ogni attività a oltre 30 anni dalla sua inaugurazione. Il negozio con sede ad Aberdeen aveva annunciato la chiusura dello store fisico lo scorso mese di giugno, una notizia che ha colpito molti appassionati: i proprietari del negozio hanno motivato la dolorosa decisione con le numerose difficoltà riscontrate a causa della pandemia e del processo di uscita dall’Europa della Gran Bretagna che ha enormemente danneggiato il loro giro d’affari. Nei suoi 30 anni di attività Hanon ha avuto la straordinaria capacità di affermarsi come un punto di riferimento nel mondo delle sneakers, realizzando alcune delle più belle collaborazioni degli ultimi decenni e rendendo una piccola cittadina scozzese un luogo di pellegrinaggio per appassionati provenienti da tutto il mondo.

HOKA SBARCA NEL CENTRO DI LONDRA

All’inizio del mese di ottobre, HOKA ha inaugurato a Londra il suo primo flagship store europeo. Il nuovo negozio si trova al 2 di James Street, una delle vie che porta a Covent Garden, tra le aree della capitale londinese maggiormente frequentate dai turisti e più rinomate per lo shopping. Il monomarca si sviluppa su una superficie di oltre 500 mq disposti su due piani e offrirà ai clienti l’intera gamma di prodotti per HOKA, pensati per la corsa on e off-road, oltre alle sempre più popolari edizioni lifestyle. Il nuovo negozio farà anche da base per un fitto calendario di attività ed eventi con i brand ambassador, oltre all’istituzione di un running club che organizzerà uscite settimanali per i jogger londinesi.

AT M O S L A S C I A G L I US A P E R CO N C E N T RA RS I S U L M E R C ATO A S I AT I CO

Dopo quasi 20 anni di attività il retailer giapponese Atmos ha deciso di chiudere i suoi negozi statunitensi per focalizzarsi sul mercato asiatico. Nato nel 2000 da un piccolo store nel cuore di Harajuku, Atmos è cresciuto fino ad affermarsi come una delle più importanti sneaker boutique a livello globale. Il primo store statunitense fu inaugurato nel 2005 a New York, rimasto l’unica presenza di Atmos negli USA fino alla fusione con il retailer di Philadelphia UBIQ, portata a termine nel 2020, dando vita ad Atmos USA. L’anno successivo Foot Locker ha completato l’acquisto di Atmos, acquisendo non soltanto i punti vendita con base negli Stati Uniti ma anche i molti attivi in Asia. A seguito dell’annuncio arrivato nelle scorse settimane Atmos ha chiuso i suoi negozi di New York, Washington D.C. e Philadelphia, oltre all’online store Atmos US.

J E F F S T A P L E M E T T E A L L’A S T A IL SUO ARCHIVIO

Il designer newyorkese Jeff “Staple” Ng ha scelto il suo account Instagram personale per annunciare che parte del suo vastissimo archivio sarebbe stato per la prima volta disponibile al pubblico attraverso un’asta organizzata in partnership con la piattaforma eBay Sneakers. I lotti comprendono pezzi provenienti dalla collezione privata di Jeff Staple, oltre a gadget e memorabilia accumulati negli oltre 30 anni di carriera in cui ha collaborato con brand del calibro di Nike, Puma, Reebok e Clarks. Tutti i proventi dell’asta saranno devoluti alle organizzazioni Art Start e Welcome to Chinatown, che si occupano rispettivamente di offrire opportunità ad artisti provenienti dalle comunità di NYC e Milwaukee e supportare negozi e attività del quartiere cinese di New York.

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S N E A K E R

S H O W C A S E

ASICS AL LAVORO CON ABOVE THE CLOUDS

L’A R C H I V I O I S P I R A L E K A R H U D I F O O T PA T R O L

Lo store londinese FootPatrol e Karhu hanno da poco rilasciato il loro ultimo progetto collaborativo, un particolare paio di Fusion 2.0 dal look vintage ispirate a un vecchio paio di Snowstar conservate nell’archivio del brand finlandese. Le prime anticipazioni riguardo questo progetto sono arrivate nel novembre 2022 durante i festeggiamenti per i 20 anni di FootPatrol, che a un evento celebrativo a Londra aveva “nascosto” uno dei primi prototipi all’interno di un blocco di ghiaccio celandone i dettagli. Poco meno di un anno dopo, la Fusion 2.0 “Snowstar” è pronta per la release, accompagnata da una capsule collection di abbigliamento curata per Karhu e FP da Sasu Kauppi.

ASICS e il negozio di Sidney Above the Clouds tornano a collaborare per la terza volta in tre anni. Protagonista questa volta la GT-2160, modello proveniente dal catalogo running di metà Anni ‘00 rilanciato proprio quest’anno da ASICS. La particolare colorway “Cream/Shamrock Green” è arricchita da una serie di abbinamenti di materiali insoliti, come mesh a trama larga, patent leather, snakeskin metallizzato e una originale membrana semitrasparente per la tomaia. Il progetto, curato dall’ufficio australiano di ASICS, è stato presentato ufficialmente con un evento in anteprima ospitato da Above the Clouds il 5 ottobre, seguito da una prima release il giorno successivo.

STONE ISLAND E NEW BALANCE P R E S E N TA N O L A 9 9 1 V 2

A 22 anni di distanza dal lancio del modello originale, New Balance ha presentato una “Versione 2” della 991, tra i modelli più celebri del marchio del New England nonché un simbolo della loro produzione nel Regno Unito. Per mostrare al pubblico la prima 991v2 in assoluto, New Balance ha voluto coinvolgere il leggendario brand italiano Stone Island, a cui è legata da una partnership quasi ventennale. Lo special make-up d’ispirazione militare sviluppato per l’azienda di Carlo Rivetti è stato inizialmente distribuito in esclusiva nei flagship store Stone Island di tutto il mondo, con una release più ampia qualche settimana più tardi.

SAUCONY ORIGINALS E JAE TIPS INSIEME ANCHE NEL 2024

Le particolari Azura 2000 nate dalla collaborazione tra il rapper newyorkese Jae Tips e Saucony Originals è stata una delle migliori sorprese del 2023, arrivata in silenzio la scorsa primavera e rapidamente inserita tra le candidate a miglior uscita dell’anno. Mentre stiamo ancora aspettando maggiori dettagli riguardo l’uscita del prossimo progetto collaborativo di Saucony e Jae Tips, che prevede la release di due nuove versioni della Grid Shadow 2, l’artista del Bronx ha scelto il suo profilo Instagram per mostrarci con largo anticipo una Progrid Omni 9 a cui sta lavorando in questi mesi, la cui uscita è prevista per la fall 2024. Abbiamo già una delle migliori sneakers del prossimo anno?

TERZO PROGETTO P E R A I R J O R D A N E J B A LV I N

Dopo qualche mese di anticipazioni, tra Montecarlo e il Gran Premio di Miami, Air Jordan e la superstar colombiana J Balvin hanno finalmente rilasciato le nuove Air Jordan 3 SP “Medellín Sunset”, terza collaborazione tra il Jumpman e l’artista, che aveva già messo mano a Jordan 1 e 2 per realizzare delle versioni personalizzate. Come racconta il nome, la particolare colorway di queste Air Jordan 3 è ispirata ai colorati tramonti della metropoli colombiana, città natale del rapper. Una seconda colorazione con base nera è apparsa sui social nelle scorse settimane, ma non sono ancora disponibili informazioni riguardo una sua possibile release.

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S N E A K E R

S H O W C A S E

SLAM JAM MOSTRA L E S U E S A LO M O N A PA R I G I

Da qualche anno la Fashion Week di Parigi non attira soltanto l’attenzione degli addetti ai lavori del mondo della moda, ma anche quella degli appassionati di sneakers. Proprio durante la kermesse, Salomon ha deciso di mostrare le prime immagini della sua nuova collaborazione con il retailer emiliano Slam Jam. La base scelta per questa nuova limited edition è la XT Quest 1, proposta in una colorway asimmetrica in scala di grigi con dettagli argentati e accenti rossi. Molto probabilmente la release delle Salomon XT Quest 1 x Slam Jam avverrà entro la fine dell’anno.

O N A L D E B U T T O C O N PA C K E R S H O E S

In oltre 100 anni di storia, Packer Shoes ha saputo affermarsi prima come uno dei più importanti retailer al mondo e, successivamente, come un assoluto maestro delle collaborazioni. Non fa eccezione l’ultimo progetto presentato con gli svizzeri di ON Running, che ha visto il negozio di Teaneck NJ, realizzare una versione personalizzata della Cloudventure Waterproof, modello di punta di ON per la corsa outdoor. L’intera campagna realizzata per presentare il progetto ha avuto come sfondo i paesaggi dell’area di Okutama, vicino a Tokyo.

STA P L E F I R M A U N PA I O D I A U T R Y M E D A L I S T

Staple Design ha aggiunto al suo portfolio di collaborazioni anche Autry, realizzando uno special make-up della Medalist. Lo special pack, che oltre alle scarpe comprende anche un outfit completo, è fortemente ispirato dal mondo del vintage e del tennis, rivisitato da Staple in chiave newyorkese. Le Autry Medalist x Jeff Staple sono già disponibili online e in molte delle migliori sneaker boutique del mondo.

NUOVA RELEASE PER NIKE E COMME DES GARÇONS

Qualche settimana fa il chapter store londinese di Dover Street Market ha pubblicato sul suo profilo Instagram le prime immagini dell’ultimo capitolo della lunga partnership tra Nike Sportswear e Comme Des Garçons. Si tratta di due paia di Pegasus 2005 nelle ormai tradizionali colorway monocromatiche in bianco e nero. A far discutere, però, non è stato certamente il contributo creativo di CdG, quanto la scelta insolita del modello: in passato questa collaborazione ha saputo riportare in auge veri e propri pezzi d’archivio dello Swoosh. Servirà un po’ di pazienza per scoprire se la Pegasus 2005 si aggiungerà alla lista dei loro grandi successi.

S T Ü S S Y “ C A L A L’A S S O ” CON CLARKS ORIGINALS

Prosegue l’impressionante 2023 di Clarks Orignals, anno della consacrazione per le collaborazioni e gli special project dello storico marchio inglese. Nelle ultime settimane, alla già lunga lista di partner si è aggiunto anche l’iconico marchio californiano Stüssy, che ha firmato una nuova Wallabee Low con base black on black, arricchita da alcuni ricami personalizzati dei classici semi delle carte da gioco. L’uscita è stata accompagnata dalla pubblicazione sui social di un bellissimo shooting curato in ogni dettaglio, come da tradizione per Stüssy.

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I N S I D E

RICERCA

T H E

E

S T O R E

TRADIZION E

Oltre 100 anni di storia tra menswear classico e nuove proposte. Lorenzo Di Meo ci parla della boutique Guerciotti di Legnano di Marco Rizzi

Da circa un anno sei parte della nuova proprietà di Guerciotti, oltre che alla guida del negozio come store manager. Qual è, però, la storia del negozio? È un onore poter proseguire l’attività di un’insegna che negli anni per me, come credo per molti sia in provincia che non, è stata un punto di riferimento per il suo stile unico ma anche per la sua proposta. Guerciotti nasce nel 1879 come fabbrica di filati, la boutique nascerà circa 50 anni più tardi come vendita di tessuti e così fino alla realtà odierna, dove si occupa di abbigliamento principalmente maschile, unendo una proposta classica a una continua ricerca di nuove tendenze e nuovi marchi. Guerciotti è una realtà con oltre un secolo di storia, con un’identità riconoscibile e una clientela solida e affezionata. Cosa ti ha fatto preferire l’ingresso in un contesto di questo tipo rispetto a un’esperienza completamente nuova? Il nome e la storicità di Guerciotti hanno avuto un peso nella scelta. Non sarebbe stato lo stesso con un negozio qualsiasi. Come accennavi, lo store ha oltre un secolo di storia, negli anni è stato un contenitore di altissimo livello con proposte di grandi marchi ma, soprattutto, una grandissima ricerca. Spesso e volentieri si è arrivati fin troppo in anticipo sui trend. Però scegliere una realtà come questa ti mette alcuni piccoli paletti per lavorare: non parti dal classico foglio bianco dove poter esprimere ciò che vuoi al 100%, devi rispettare la boutique e la clientela e questa è una sfida davvero eccitante e uno dei motivi che mi hanno portato a voler mettere anima e corpo.

la a questo tipo di varietà? Fortunatamente la nostra clientela è abituata e apprezza ciò che facciamo e le novità che introduciamo, cerchiamo di incuriosirli sempre a partire dalle vetrine e questo lavoro viene apprezzato. “Voi avete sempre cose diverse/ nuove...”. Quando guardiamo a nuovi marchi da inserire ci chiediamo sempre quale potrebbe essere il suo cliente e con quali altri nostri marchi potrebbe lavorare e combinarsi. A volte capita di sbagliare, di prendere determinati marchi non nel periodo giusto, però è parte del lavoro ed è uno stimolo veramente importante per tenere vivi noi e la boutique.

Fin dall’inizio della tua esperienza con Guerciotti l’ampliamento e il rinnovo degli spazi del negozio è stato tra gli obiettivi principali. A metà ottobre avete riaperto il secondo piano. Cosa ospita? Quali sono i prossimi step in programma? Da quando abbiamo deciso di entrare in Guerciotti avevamo subito in mente di sfruttare ogni parte disponibile, dovevamo però darci i tempi giusti. Abbiamo deciso di portare il negozio su due piani di superficie di vendita, sfruttando l’estetica della boutique. Al piano terra diamo spazio ad una proposta più classica, mentre al primo l’offerta è legata a ricerca ed ai nuovi trend oltre a una selezione footwear che include ON, Clarks e Strype. La struttura della boutique comprende un piano terra con materiali e finiture di pregio, ristrutturato completamente nel 1984 è ancora attuale e non replicabile, condito con elementi di design e modernariato, che alterniamo sia per l’esposizione in piano vendita che per la costruzione delle nostre vetrine. Il primo piano è figlio di tempi più moderni, ma sempre con uno stile caldo ed accogliente: il parquet, la struttura a stanze e i banchi sono elementi distintivi della boutique. Questo ampliamento però è ancora in dive-

Nella brand list di Guerciotti sono presenti nuove proposte e marchi con decenni di storia alle spalle, quali sono le principali difficoltà nel farli convivere? Come risponde la cliente-

nire. Legnano è una piazza piccola ma molto competitiva, rientrare con i marchi giusti ed una selezione completa richiede tempo e stiamo ancora lavorando per definire al meglio la nostra proposta.

In alto: una foto di Lorenzo Di Meo Sotto: alcune immagini dello store L’intervista integrale la trovate su hubstyle.it

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