Padelbiz 05-2024

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In foto: Ale Galán e Federico
Chingotto festeggiano la vittoria nel BNL Italy Major Premier Padel

SCATENA LA FURIA IN CAMPO

Liberate la vostra potenza interiore con la nuova racchetta da padel Blade v3.

N.5/2024 - ANNO 3

PADEL&TRAVEL

10 IN VIAGGIO CON WEEBORA

CIRCUITI

12 AWT: LA CHIUSURA DI UNA STAGIONE INDIMENTICABILE

46 IL SUCCESSO DEL SICILIA PADEL TOUR

DATI&STATISTICHE

14 LA PRIMA EDIZIONE DEL WORLD PADEL REPORT DELLA FIP

LA CARICA DEI 101

18 NUMERI, TREND E CLASSIFICHE

20 DOPO I NEGOZI, PARLANO LE AZIENDE

COMPANY PROFILE

22 PADEL MI AMOR: LARGHE VEDUTE

INTERVISTE

24 JOSÉ ENRIQUE FERNÁNDEZ DEL CAMPO CARREÑO

26 HUBERTUS VON HOHENLOHE

34 GUSTAVO SPECTOR

FOCUS PRODOTTO

28 JET PREMURA 2 DI BABOLAT

29 LA SPARAPALLINE SLINGER BAG

"Più che un gioco, è un ritrovo sociale per incontrarsi, avere relazioni umane e divertirsi"

Hubertus von Hohenlohe, dirigente Alfonso Hohenlohe Padel Club Pag. 26

40 12 36 30

30 LA COLLEZIONE SIGNATURE RACQUET DI HEAD

32 LA TERZA GENERAZIONE DELLA LINEA BLADE DI WILSON

FOCUS SERVIZI

31 NUCLEON1: NUMERI 1 PER QUALITÀ E INCLUSIONE

SOTTO LA LENTE

33 AIBALL: L’IA AL SERVIZIO DEL PADEL

SPECIALE PREMIER PADEL

36 UN FORO ITALICO DA MAJOR

37 IL PAGELLONE

38 A TU PER TU CON LE PROTAGONISTE

39 IL P2 DI GENOVA: ESORDIO A LIETO FINE

PROGETTI

40 GPADEL: ATTENTI AL GORILLA!

NUOVE APERTURE

42 UN MALL CHE RIVOLUZIONA IL CONCETTO DI SPORT

CENTRO DEL MESE

44 27PADEL: STORIA DI UNA RINASCITA

INIZIATIVE

47 WEB PADEL TOUR: INFLUENCER A CONFRONTO

EVENTI

48 GLI EUROPEI DI CAGLIARI

ATLETI

49 THE BULLPADEL INTERNATIONAL TEAM

VISTO DAL COACH

50 LA CORSA NEL RANKING VISTA DA QUATTRO AGONISTI

PADEL SHOP

52 SWAP PADEL DI ROMA

PADEL LEGAL

54 IL RAPPORTO TRA CAMPI PADEL E SPIAGGIA DEMANIALE

SOGNI E SUGGERIMENTI OLIMPICI

di Benedetto Sironi

Arrampicata sportiva, atletica leggera, badminton, basket 3x3, beach volley, breakdance, calcio, canoa (velocità e slalom), canottaggio, ciclismo (BMX, ciclismo su pista e su strada, mountainbike), ginnastica (artistica, ritmica e trampolino elastico), golf, hockey prato, judo, lotta (libera e greco-romana), nuoto (piscina, artistico e di fondo), pallacanestro, pallamano, pallanuoto, pallavolo, pentathlon moderno, pesi, pugilato, rugby a 7, scherma, skateboarding, sport equestri (completo, dressage e salto a ostacoli), surf, taekwondo, tennis, tennis tavolo, tiro a segno, tiro a volo, tiro con l'arco, triathlon, tuffi, vela.

Come molti di voi avranno intuito, l’elenco di cui sopra si riferisce ovviamente ai 32 sport (e anche più considerando le varianti di una stessa disciplina) ammessi alla 33esima edizione dei Giochi Olimpici dell’era moderna. In piena fase di svolgimento quando scrivo questo editoriale. Ebbene, parliamoci chiaro: dopo averli snocciolati e scanditi tutti per bene, scopriamo per esempio dell’esistenza di sport dei quali il 99,9% delle persone sul pianeta era probabilmente ignaro. O rimanendo quantomeno sorpresi scoprendo che la breakdance, per quanto spettacolare e impegnativa, sia a tutti gli effetti considerata uno sport. Perché quindi non aspettarsi nelle prossime edizioni anche il ballo acrobatico, il biliardino, il wrestling o la boxe a 4.

Al di là delle battute e delle scelte, talvolta poco comprensibili, del comitato olimpico, è chiaro che spicca ingombrante l’assenza del padel. La quale, beninteso, non è una sorpresa, come vi avevamo già annunciato in tempi non sospetti proprio su uno dei primi numeri di Padelbiz. Lo stesso presidente della FIP Luigi Carraro nell’articolata intervista che ci aveva rilasciato all’inizio dello scorso anno si era soffermato sull’argomento e ci pare significativo riprendere il suo punto di vista: “Il padel come sport olimpico è qualcosa su cui lavoriamo da tempo. È una disciplina che ha tutto per esserlo, perché è giovane, è praticata da uomini e donne e ha grande appeal su tutti i media. Ci stiamo lavorando seriamente, stiamo compiendo tutti i passi necessari e le porte non sono del tutto chiuse per Los Angeles 2028. Cerchiamo comunque di non ragionare per slogan, ma di lavorare sodo anche attraverso eventi sempre più seguiti e importanti anche in ambito internazionale. E il mondo olimpico nel frattempo monitora tutto”.

Un ottimismo e una finestra (o finestrella) tenuta aperta per i prossimi Giochi Olimpici di Los Angeles che parrebbe - ahinoiscontrarsi con il crudo e inappellabile disciplinare del CIO che, lo ricordiamo, è il Comitato Olimpico Internazionale (in francese Comité International Olympique, organizzazione non governativa creata da Pierre de Coubertin nel 1894 per far rinascere i Giochi olimpici della Grecia antica attraverso un evento sportivo quadriennale dove gli atleti di tutti i Paesi potessero competere fra loro). Già, perché per poter essere ammessa ogni disciplina deve (ci verrebbe da dire dovrebbe, rileggendo l’elenco sopra…) essere valutata in base a ben 33 criteri, tra i quali il più importante rimane comunque la diffusione dello sport a livello internazionale (si parla di almeno 75 Paesi e quattro Continenti richiesti per le discipline maschili e 40 Paesi e tre Continenti per quelle femminili).

Visto anche il lodevole e incessante lavoro che proprio la FIP e il suo (e in qualche modo un po’ “nostro”) presidente sta svolgendo ci verrebbe da pensare che tali requisiti il nostro amato sport li possa già anche avere. Ma c’è poi un’ulteriore complicazione, in quanto pare che l'agognata approvazione per ogni nuova disciplina debba essere concessa almeno sette anni prima rispetto all’edizione dei Giochi Olimpici d’esordio. E che quindi più che al 2028 si debba puntare al 2032, quando le Olimpiadi saranno per noi sempre Oltreoceano, precisamente a Brisbane, Australia. Nell’attesa che i cervelloni del CIO lavorino sulla questione, ci permettiamo di proporre una soluzione che risolverebbe alla grande la situazione, liberando uno spazio decisamente ampio. Riflettendo peraltro sulle parole di uno dei più grandi calciatori di tutti i tempi, nonché ex presidente Uefa, ossia il francesissimo Michel Platini. Il quale ha detto a chiare lettere che il calcio non è uno sport olimpico. Sottolineando la non eccelsa qualità dei convocati (che devono essere per forza under 23 tranne tre fuori quota) e l’evidente disinteresse della Fifa e degli stessi giocatori. Nonché di buona parte del pubblico, che peraltro già segue la disciplina ai massimi livelli tutto l’anno e tutti gli anni. Da qui, appunto, il nostro semplice suggerimento: eliminare il calcio come sport olimpico e inserire al suo posto proprio il padel. Siamo certi che anche molti altri calciatori - non per forza exsarebbero d’accordo.

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Anno 3 - Numero 5/2024 - Periodico mensile Registrazione al Trib. di Milano n . 6796/2023 del 12 giugno 2023.

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Questo numero è stato chiuso il 1 agosto 2024

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RACQUET TREND, UN EVENTO UNICO

PER GLI SPORT DI RACCHETTA: IN FIERA A MILANO 24 CAMPI

Dopo due edizioni che hanno richiamato oltre 40.000 visitatori, coinvolto 265 brand e 4.500 club, Padel Trend Expo si trasforma in Racquet Trend e sbarca a Fiera Milano a Rho dal 7 al 9 marzo 2025. Un’evoluzione che fa di questo appuntamento il primo format in Europa interamente dedicato a tutti i principali sport di racchetta, coinvolgendo sia il B2B che il B2C. Tennis, padel, pickleball, beach tennis, tennis tavolo, squash e badminton: tutto il mondo della racchetta sarà presente con aree dedicate, dove trovare le novità di settore, cimentarsi sui 24 campi allestiti, partecipare a clinic, eventi, competizioni e spettacoli alla presenza di campioni, vip e leggende di questi sport. Ad attenderli, un percorso immersivo che vede la collaborazione e il coinvolgimento delle federazioni sportive mondiali di competenza e di aziende di oltre 20 Paesi. Tra gli ambiti di sviluppo più promettenti, verrà data rilevanza anche al turismo sportivo, con appuntamenti che mettano in connessione espositori, tour operator, strutture ricettive, academy e buyer.

BOOM DELLA DISCIPLINA IN SARDEGNA:

+400% DI CAMPI IN TRE ANNI

LA PUGLIA CONTINUA A CRESCERE: SUPERATA QUOTA 500 “PISTAS”

I grandi tornei disputati negli ultimi quattro anni nell’“isola del padel” hanno dato una forte spinta alla diffusione della disciplina, che sta circolando ad alta velocità, seguendo il trend delle regioni che più rapidamente hanno aumentato il numero di campi, i praticanti e i club. Dal gennaio 2021 i campi sull’isola sono aumentati del 400%, un dato che definisce chiaramente il boom padel da queste parti. In Sardegna a oggi si contano 372 campi distribuiti su 157 strutture sportive, alcune delle quali “pure”, cioè dedicate solo alla disciplina. Secondo il World Padel Report presentato dalla FIP, in tutto il Paese sono disseminati ben 9.340 campi.

IL GRUPPO PADELUS ANNUNCIA IL TERZO CLUB A ROVELLO PORRO (CO)

PadelUs Rovello è il nuovo centro del Gruppo PadelUs, un network di padel club premium indoor in Italia, aperto l’8 luglio a Rovello Porro (CO) a pochi chilometri da Milano Ovest. Il club dispone di sette campi indoor Italian Padel, con un’altezza di 10 metri e un ambiente riscaldato e raffrescato. Si affiancano altri servizi come una zona dedicata al fitness con personal training e corsi di gruppo, uno studio osteopatico, una specialista in scienze della nutrizione, un corner pro shop e una club house con caffetteria e snack bar. All’interno sono già operativi i maestri dell’Academy PadelUs, mentre l’inaugurazione è fissata per sabato 14 settembre.

PADEL8: UN’INAUGURAZIONE NEL CUORE

DELL’IPPODROMO SAN SIRO A MILANO

Giovedì 11 luglio a Milano è stato inaugurato il nuovo centro Padel8, aperto all’interno dell’Ippodromo Snai San Siro, immerso nel verde del parco. L’impianto è realizzato in collaborazione con Snaitech. I campi saranno sei: cinque super panoramici all’interno di una singola struttura progettata e realizzata da Italgreen, e uno outdoor che sarà coperto in un secondo momento. Il centro comprende inoltre spogliatoi con ogni comfort e un parcheggio privato, per un’esperienza completa per tutti gli appassionati di questo sport. La direttrice tecnica del centro è Karin Cappelletti, già fondatrice di Padel Wood e maestra nazionale FITP.

La Puglia conta 100 comuni nei quali si gioca a padel, cioè il 40% rispetto al totale dei comuni presenti sul territorio: ciò ne fa la prima in Italia per distribuzione dei club nell’area regionale. I campi hanno superato le 500 unità e ciò comporta anche l’aumento del livello dei tornei ospitati, come la Mediolanum Padel Cup disputato al Green Park di Bari. Ogni club/struttura pugliese conta una media di 2,4 campi e poco più di un terzo sono indoor (173). Le province con il maggior numero di club e campi sono Bari (47 strutture e 134 campi), Lecce (54/130), Barletta-Andria-Trani (22/74), Brindisi (29/65), Foggia (27/53) e Taranto (27/51).

OASI ZEGNA ACCOGLIE IL PADEL NEL PROPRIO CENTRO

Sabato 22 giugno è stato aperto il nuovo campo Oasi Zegna presso il Centro Zegna di Trivero Valdilana (BI). Il nuovo impianto sportivo sarà gestito in collaborazione con Oasi Zegna dalla società InSport. Per l’occasione sono state organizzate partite dimostrative ed è stata data la possibilità di cimentarsi con il padel in compagnia di giocatori del calibro della seconda categoria nazionale e insieme al campione italiano Nicolò Cotto. L’atleta biellese vanta un titolo di campione italiano assoluto 2019, bronzo ai mondiali senior di Malaga 2018, convocazione ai campionati europei senior 2023 e raduni nella nazionale assoluta dal 2020 al 2022.

PADEL NUESTRO ARRIVA IN VENETO E APRE UN PUNTO VENDITA A VERONA

Venerdì 12 luglio il gruppo Padel Nuestro ha inaugurato un nuovo franchising a Verona. Il negozio va ad aggiungersi a quelli già aperti a Palermo, Roma, Siracusa, Milano, Brescia, Catania, Napoli, Crotone, Guidonia, Latina, Torino e Caserta. L’apertura di uno store nella città scaligera rappresenta un passo in avanti per il gruppo spagnolo, dato che si tratta del primo store in Veneto. In questo senso, Verona è stata individuata come la base ideale per questo progetto, vista la community di giocatori e giocatrici piuttosto nutrita. Il nuovo negozio sarà gestito da Beppe Bugatti, già proprietario del franchising a Brescia.

CENTRI & CAMPI
STORE

ROGER FEDERER:

“PICKLEBALL PIÙ FACILE DEL TENNIS, È DIVERTENTE”

Il pickleball ha trovato un nuovo fan. Ed è nient’altro che Roger Federer, che ha detto di averlo provato una volta in Vietnam e di averlo trovato “divertente”. L’ex fuoriclasse svizzero, vincitore di 20 Slam nel corso della sua carriera, ne ha parlato nel corso di un’intervista a Extra’s. “Mi è sembrata una versione più grande del ping pong. È stato piuttosto strano, anche perché c’erano circa 40 gradi quel giorno, per cui mi sono ritrovato ad affrontare più la temperatura che il gioco stesso”. Federer ha anche aggiunto di guardare a volte gli highlights di Jack Sock (anche lui ex tennista e impegnato a livello pro nel PPA Tour). Sulla sua esperienza sul campo da pickleball, ha concluso dicendo che “è uno sport più facile del tennis, ed è divertente”.

A NOVEMBRE AL VIA L’EUROPEAN PICKLEBALL TEAM CHAMPIONSHIP

Si terrà sabato 23 novembre e domenica 24 novembre 2024, presso il David Lloyd Tennis Centre di Southampton, il Campionato Europeo di Pickleball a squadre. La Federazione Europea di Pickleball (EPF) ha scelto la città della contea dell’Hampshire, in Inghilterra, dove saranno a disposizione fino a 20 campi su superficie acrilica dura. Le squadre dei Paesi membri dell’EPF si contenderanno il titolo di “Campioni d’Europa”. L’evento comprenderà una cerimonia di apertura con tutte le squadre che entreranno nello stadio in parata. Per dare a tutti gli agonisti che non faranno parte delle loro squadre nazionali l’opportunità di partecipare, giovedì 21 e venerdì 22 novembre 2024 verrà organizzato un torneo Open Pre-EPC.

"ROAD TO TORINO":

CONCLUSA

ANCHE LA SECONDA TAPPA

Se la prima tappa, andata in scena a fine giugno, ha fatto registrare numeri da capogiro, la seconda del 20-21 luglio non è stata da meno. E il “Road to Torino” di pickleball, il primo circuito nazionale dedicato alla disciplina, conta di fare ulteriori passi avanti nella terza prova, in programma tra il 21 e il 22 settembre. “C’è molta curiosità attorno a questi eventi – spiega Michelangelo Dell’Edera, direttore dell’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi – e c’è una grande partecipazione in ogni zona del Paese”. Dopo la tappa di settembre, spazio ai Master regionali (12-13 ottobre) e in seguito i migliori di ogni regione saranno promossi al Master nazionale, in programma a Torino durante le Nitto Atp Finals.

PREMIER PADEL NOMINA

DAVID SERRAHIMA COME DIRETTORE GENERALE

POLTRONE

VIBOR-A: IL CEO E FONDATORE LASCIA IL MARCHIO

Premier Padel ha annunciato la nomina di David Serrahima a direttore generale. Da quando è diventato l’unico circuito mondiale, Qatar Sports Investments (QSI) ha deciso di rinnovare il team di gestione del tour. David Serrahima fa ora parte del nuovo comitato esecutivo e sarà responsabile della gestione complessiva del tour di 25 tornei, che ora si estendono in 17 Paesi. Promuoverà inoltre la strategia con un focus su giocatori, calendario e innovazione. Altri nomi del comitato sono il vicepresidente Premier Padel e presidente FIP Luigi Carraro, il ceo di Premier Padel e dirigente senior di QSI David Sugden, il direttore commerciale Rob Mitchell.

LA PPA CAMBIA IL PROPRIO CONSIGLIO DIRETTIVO

È stato reso ufficiale il cambio di direzione per la Professional Padel Association (PPA), l’Associazione dei Giocatori maschili. Dopo un’assemblea generale straordinaria avvenuta lo scorso 26 giugno, è stata indetta una votazione per rinnovare i nomi del consiglio di amministrazione. Il nuovo cda è quindi così composto: presidente Álex Ruiz (in foto), vicepresidente Martín Di Nenno, consigliere Federico Chingotto, segretario José Antonio García Diestro. Il neoeletto consiglio ha poi determinato la nomina di due nuovi consiglieri esecutivi: Jose Luis López come direttore sportivo e Carlos Alonso González come responsabile di strategia e business.

L’azienda spagnola Vibor-A ha annunciato che il suo fondatore e ceo, Jorge Gutiérrez, ha deciso di lasciare il marchio per prendersi “un periodo di relax, vacanza e riflessione”. Gutiérrez ha creato il brand 14 anni fa, portandolo ad alti livelli di visibilità grazie a collaborazioni importanti, come la pala Diva con cristalli Swarovski, e sponsorizzazioni di squadre nel Campionato Assoluto di Madrid e a livello nazionale. Ora, però, Jorge Gutiérrez si ferma, lasciando Vibor-A nelle mani del Gruppo Jim Sports, che già la commercializzava dal 2019, quando aveva firmato l’accordo di distribuzione per la durata di cinque anni.

TOLITO AGUIRRE CONSOLIDA IL SUO RAPPORTO CON HIROSTAR

Tolito Aguirre, tra i giocatori più amati dal pubblico e il numero uno del circuito A1 Padel, è diventato socio di Hirostar, il brand italiano in rapida espansione internazionale di cui l’argentino era già ambassador dal 2021, contribuendo alla crescita del brand grazie alla sua presenza scenica. Risale inoltre a novembre 2023 il lancio di Hirostar Alien by Tolito Aguirre, una racchetta in carbonio ispirata ai suoi tatuaggi più caratteristici e firmata da lui stesso. Il passaggio da una collaborazione alla partecipazione in azienda in qualità di socio darà un’ulteriore spinta evolutiva all’internazionalizzazione del marchio. Hirostar è attualmente presente in 19 Paesi e fare affidamento su una figura come quella del campione argentino (è recente l’esordio di Tolito anche nel Premier Padel) gli permetterà di aver un approccio più mirato in alcuni mercati strategici come gli Stati Uniti, dove da poco il brand ha iniziato la distribuzione.

MARTÍN DI NENNO È AMBASSADOR SAVE THE CHILDREN

Martín Di Nenno si è unito alla causa di Save the Children diventandone il nuovo ambassador: da questo momento il giocatore appoggerà il lavoro dell’organizzazione nell’educazione, specialmente nell’ambito internazionale. In occasione di un evento che ha avuto luogo approfittando della sua presenza a Malaga per il torneo P1, l’argentino ha visitato lo "Spazio Sicuro" di Save the Children a Malaga, che si occupa di bambini, bambine e giovani migranti senza famigliari o tutori che si trovano da soli in città. Di Nenno ha chiesto ai presenti la loro storia, raccontando inoltre le sue vicende personali e come lo sport lo abbia aiutato a superarle.

ALE GALÁN RINNOVA LA SUA COLLABO CON ADIDAS

E DIVENTA PARTNER DI CHECKOUT.COM

Ale Galán ha rinnovato il suo contratto con adidas, a cui è legato dal 2018. A dimostrazione dell’interesse dell’azienda verso il padel, Galán è il primo giocatore di questo sport a essere incluso nell’“universo degli eletti” di adidas, al pari di leggende come Muhammad Ali, Stan Smith o Zinedine Zidane. Inoltre, il numero uno ha siglato una partnership con Checkout.com, attiva nel settore dei pagamenti digitali. L’azienda si impegnerà però a 360 gradi per la disciplina, con azioni di promozione dello sport in tutto il mondo e l’obiettivo di sostenerne la candidatura per l’ingresso nel programma olimpico a Brisbane 2032.

NUOVO GIRO DI COPPIE: TUTTE LE NOVITÀ DA LEBRÓN-DI NENNO A YANGUAS-STUPACZUK

Il P2 giocato a Nokia (Finlandia) dal 28 luglio al 2 agosto è stato il battesimo per le nuove coppie dell’ultima piccola rivoluzione vissuta dal Premier Padel. Tutto è partito probabilmente dalla decisione di Paquito Navarro e Juan Lebrón di separarsi, dopo risultati e prestazioni non all’altezza delle aspettative. Lebrón ha quindi stravolto il suo 2024 per la seconda volta, decidendo di passare a sinistra per giocare al fianco di Martín Di Nenno. Ma El Lobo saprà adattarsi rapidamente a questo cambiamento? Di Nenno, invece, ha sciolto il sodalizio con il connazionale Franco Stupaczuk, con cui aveva raggiunto 11 semifinali in stagione perdendone 10 e senza mai scalfire il dominio di Coello/Tapia e Chingotto/Galán. Stupaczuk ci proverà al fianco di Mike Yanguas, indietro sulla griglia di partenza. Paquito sarà al fianco del bombardiere Pablo Cardona, mentre Javi Garrido formerà un’altra coppia molto esplosiva con Alex Ruiz. Momo González ripartirà invece con il classe 2001 Edu Alonso.

ATLETI

JOB OPPORTUNITIES

AGENTE DI COMMERCIO

Per importante azienda sita in Lombardia, settore padel, siamo alla ricerca di un/a agente di commercio, con esperienza nelle vendite e passione per questo sport.

Requisiti:

• esperienza pregressa di vendita nel settore padel

• ottime doti comunicative e organizzative

• spiccata attitudine commerciale e consulenziale

Si offre contratto in plurimandato a P.IVA, interessante piano provvigionale in grado di garantire una rendita continua negli anni, incentivi, bonus, lead qualificati e supporto operativo.

SPORTS MARKETING & EVENT SPECIALIST

– MOUNTAIN RUNNING

Per La Sportiva siamo alla ricerca di persone appassionate di montagna che abbiano entusiasmo nel portare il proprio valore aggiunto all’interno di una realtà dinamica, caratterizzata da un’importante tradizione. Il/La candidato/a ideale sarà inserito/a nel team brand and communication marketing per garantire la presenza del marchio La Sportiva in tutti i mercati, attraverso la pianificazione di sponsorizzazione eventi, attivazioni sul territorio e coordinamento atleti.

Mansioni:

• affiancare il team nello sviluppo di piani operativi per la valorizzazione del brand attraverso strategie di sponsorizzazione di atleti, eventi e relazioni con partner tecnici

• assicurare la corretta gestione della relazione diretta con il pool atleti: dalla stipulazione, rinnovo e gestione del contratto al monitoraggio delle performance sportive e la cura dell’immagine

• garantire la collaborazione con i key player della community mountain running assicurando la gestione degli aspetti contrattuali e dei materiali di cui rifornirli

• elaborare il forecast dei prodotti destinati a uso parco test materiali e garantirne un uso organizzato e calendarizzato in base agli eventi sponsorizzati

• contribuire all’organizzazione di grandi eventi sportivi in linea con le strategie e budget assegnati

• supportare operativamente l’ufficio sales per attivazioni e gestione degli eventi in partnership con i clienti

Requisiti preferibili:

• laurea in discipline economiche o diploma supportato da comprovata esperienza nel ruolo

• buone doti organizzative e time management

• ottima conoscenza della lingua inglese

• ottima conoscenza del pacchetto Office

• passione per il prodotto e le discipline outdoor, preferibile conoscenza e/o appartenenza al mondo mountain running

• buona capacità di lavoro in team

• disponibilità a trasferte nazionali e internazionali

Sede di lavoro: Ziano di Fiemme (TN)

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SUPERBONUS DEL 120% PER CHI ASSUME A TEMPO INDETERMINATO

Il decreto attuativo del Ministero dell'Economia e del Ministero del Lavoro, del 26 giugno scorso, in attuazione della riforma dell'Irpef prevede per quest'anno una maggiorazione fino al 120% della deduzione ammessa in caso di incremento del numero di dipendenti con contratto a tempo indeterminato. Prevede anche un ulteriore aumento del 10% (che porta la deduzione al 130%) delle agevolazioni fiscali per imprese e professionisti nel caso in cui si assumano lavoratori provenienti da categorie svantaggiate. L'agevolazione fiscale è rivolta a tutte le imprese, indipendentemente dalla forma societaria, e riguarda anche i lavoratori autonomi che assumono dipendenti. La deduzione riguarderà tutte le assunzioni a tempo indeterminato che verranno effettuate dal primo settembre del 2024 e fino al 31 dicembre 2025.

IN VIAGGIO CON WEEBORA

La nuova piattaforma, tutta italiana ma con un respiro già globale, si presenta sul mercato come punto di riferimento nel settore dei viaggi e delle esperienze legate al padel. Combinando le migliori destinazioni per le vacanze, le academy più prestigiose, opportunità di apprendimento con clinic di ogni genere e biglietti per i più importanti eventi e tornei

Vi abbiamo svelato i primi dettagli negli scorsi giorni con una notizia in apertura della nostra newsletter settimanale. La quale – come era prevedibile –ha generato grande interesse e curiosità. Del resto il progetto di cui parliamo è di quelli davvero ambiziosi e interessanti. Nato grazie a un’intuizione di Fabio Zecchini, imprenditore proveniente da una lunga e proficua esperienza nella progettazione e nello sviluppo di piattaforme online proprio nel settore viaggi. È stato infatti uno dei founder di Musement, realtà di grande successo venduta nel 2018 a Tui Group, una delle più grandi compagnie di viaggio al mondo, con un’exit definitiva nel 2023 (quando Musement è arrivato a fatturare oltre un miliardo di euro).

COME E PERCHÉ È NATA WEEBORA

Per scoprire quando e come esattamente sia nata la piattaforma, vi rimandiamo a un’ampia intervista proprio a Fabio che pubblicheremo su uno dei prossimi numeri di Padelbiz, svelandovi tutti i dettagli e le particolarità di Weebora, che è già online e operativa ma che andrà a pieno regime con tutte le sue funzioni e servizi entro il secondo semestre di quest’anno. Ma è già possibile comprendere quanto una piattaforma del genere possa essere utile e strategica nel nostro settore, nel quale il binomio padel & travel è destinato a crescere in modo continuativo e importante. Specialmente se consideriamo la domanda già esistente ma soprattutto le potenzialità ancora inespresse di mercati fondamentali se si parla di turismo (pensiamo solo agli USA e a tutta l’Asia, oltre che a paesi europei come Germania, Francia, UK). Weebora è nata proprio per essere il più grande e completo aggregatore di viaggi, esperienze e vacanze legate al padel. Una vera e propria Online Travel Agency che porterà gli appassionati della disciplina nelle località più belle del mondo, con destinazioni per le vacanze a tema padel, da resort costieri mozzafiato a pittoreschi rifugi di montagna e molto altro. Un portale unico dove ogni utente può disegnarsi su misura l’esperienza che preferisce. Si stima che, come già accaduto per altri sport, il padel sia ormai pronto a diventare motivo di viaggio per più di 40 milioni di giocatori in tutto il mondo (con già migliaia di persone che viaggiano e numeri in costante crescita).

ACCORDI STRATEGICI

Per comprendere la portata del progetto basti pensare che Weebora ha già sottoscritto un accordo in esclusiva con la Federazione Internazionale (FIP) oltre che con Premier Padel, del quale è già diventata official partner per alcune delle tappe più importanti del circuito, facendo il suo “esordio ufficiale in società” al P1 di Malaga (814 luglio), durante il quale Fabio e il suo team hanno presenziato con uno stand nella venue del torneo, consolidando e intessendo anche nuove importanti relazioni con appassionati e operatori. Molti avranno anche notato il video promo Weebora in onda durante le trasmissioni dei vari match internazionali delle ultime settimane. A questo

seguirà anche la collaborazione con il Madrid Premier Padel P1 dal 2 all'8 settembre, con il Premier Padel Milano P1 (2-8 dicembre) dove organizzerà experience e momenti interessanti e con le conclusive finali del Premier 2024 a Barcellona (19-22 dicembre). Tutti eventi per i quali Weebora mette a disposizione pacchetti di vario genere sulla piattaforma, appunto, spesso legando il torneo alla visita delle relative città e alla partecipazione a clinic e academy. È proprio questo uno degli altri punti di forza: le più importanti realtà su questo fronte hanno già siglato accordi con Weebora, tra cui CEPAC Academy, Paquito Navarro Academy, HelloPadel, Padel Travel, Sevilla Padel Experience e molte altre in fase di definizione.

DESTINATION, PADEL CLUB E… PADELBIZ

La forza di Weebora è che può diventare un partner strategico e un amplificatore di realtà come le destinazioni e di coloro che già organizzano esperienze sportive e padelistiche a più livelli. Così come dei padel club (e, perché no, anche dei retailer) e di qualsiasi azienda operante nel nostro settore. Ma sono proprio i centri padel a costituire dei referenti ideali, con la possibilità di creare per loro proposte e servizi dedicati, con il supporto del team di Weebora e potendo contare sull’appoggio di una travel agency ufficiale, con tutti i vantaggi del caso. Se siete un centro e siete interessati a saperne di più scrivete alla mail della nostra redazione (redazione@padelbiz.it) e saremo lieti di fornirvi ulteriori spunti e informazioni nonché mettervi in contatto diretto con il team di Weebora. Anche perché a sua volta il nostro gruppo collaborerà con i suoi asset e il suo team in modo attivo a questo nuovo, elettrizzante progetto. Prossimo appuntamento quindi a Madrid… oltre che sul prossimo numero di Padelbiz, con un ampio articolo dedicato al presente ma soprattutto al futuro di Weebora. weebora.com

Fabio Zecchini, founder di Weebora

LA CHIUSURA DI UNA STAGIONE INDIMENTICABILE

Le Finali AWT al 27Padel di Bergamo sono state l’atto conclusivo del campionato. La ciliegina sulla torta di un percorso da 1500 partite. Ma l’organizzazione guarda già al futuro, con una grande novità per l’annata 2024/2025 a cura della redazione

Le Finali della seconda stagione dell'AWT Padel League, andate in scena al 27 Padel (Bergamo) domenica 15 giugno, hanno offerto uno spettacolo avvincente a tutti gli appassionati di questo sport. Con oltre 800 atleti partecipanti, divisi in 120 squadre, il campionato è stato caratterizzato da ben 1.500 partite in un anno, con la ciliegina sulla torta di una serie di sfide entusiasmanti nelle varie categorie.

SERIE C2: TRIONFO DEI BENACO WARRIORS

In Serie C2, la finale è stata un susseguirsi di emozioni, con i Benaco Warriors che hanno avuto la meglio sui Minnesota al terzo set. Nonostante il rammarico per le squadre camune, eliminate al primo turno, il Villanuova Padel Team 2 ha tentato l'impresa, fermandosi solo in semifinale contro i campioni nazionali dopo due set combattutissimi (7-6 7-6).

SERIE C1: DOMINIO DI EDIL SERVICE

La Serie C1 ha visto il dominio assoluto di Edil Service. La squadra di Bonardi ha dimostrato una forza notevole, sconfiggendo tutti gli avversari. Delusione per la regina del campionato, PadHell, sconfitta al primo turno da Ottica Leonardo. L'Eclipse Padel Team ha invece abbandonato la competizione al terzo set contro una DTM Brescia in grande crescita.

SERIE B: IL MORO SOUL FOOD SUL TRONO

In Serie B, Il Moro Soul Food ha confermato il suo strepitoso periodo di forma, di cui abbiamo già parlato sul precedente numero di Padelbiz. Dopo aver concluso la stagione regolare al primo posto, hanno vinto con fatica contro gli All Scars al terzo set e si sono imposti in finale contro Babol Fusion con un punteggio di 6-4 6-4.

L’ANTIPASTO DEL TROFEO SEMERARO

Prima delle Finali, giocate nel pomeriggio, il 27Padel ha anche ospitato il primo Trofeo Semeraro, torneo che ha visto la partecipazione di 21 coppie pronte a darsi battaglia per conquistare il titolo.

LE SEMIFINALI

Le semifinali hanno riservato grandi emozioni e colpi di scena. La solida coppia bresciana composta da Andrea Astori e Francesco Maggi ha dovuto arrendersi al tie-break del terzo set contro i futuri campioni, Nicolò Belotti e Mattia Delcarro. Nonostante la sconfitta, Astori e Maggi hanno dimostrato una grande resistenza e un gioco di altissimo livello. Anche le speranze della coppia formata da Rho e Gregis si sono infrante in semifinale. Nonostante una prestazione eccellente, non sono riusciti a superare l'ostacolo rappresentato da Enrico Belotti e Guido Melani, dimostrando comunque un grande spirito combattivo.

LA FINALE

La finale è stata una sfida avvincente tra due coppie di grande talento. La coppia composta da Belotti e Delcarro ha battuto Belotti-Melani vincendo con un punteggio di 4-3 4-2. La partita è stata caratterizzata da scambi intensi e momenti di alta tensione, ma alla fine Belotti e Delcarro sono riusciti a imporsi e a portare a casa il trofeo.

SERIE B FEMMINILE: VITTORIA PER DARFO

La Serie B femminile ha visto trionfare la squadra di Darfo. In semifinale, il derby del Michelangelo tra Le Tuonate e Padelmano ha visto quest'ultima prevalere, mentre in una finale al cardiopalma Elettro Green Solution del Center Loft ha avuto la meglio al terzo set.

SERIE A2: L'IMPRESA DI HD 2-0-6

La Serie A2 ha regalato spettacolo puro. I giovani Carlucci e Tonelli di HD 2-0-6 hanno realizzato un'impresa straordinaria, vincendo una semifinale mozzafiato contro Dorhub 4.0 e affrontando poi gli Hubelli in finale, dove Taglietti e Signoroni non sono riusciti a portare a casa il titolo.

SERIE A FEMMINILE: LE GALANTICHE CAMPIONESSE

In Serie A femminile, Le Galantiche hanno rubato lo scettro alle campionesse in carica, Le Bandejas del Bontempi, con una finale giocata al massimo livello da entrambe (7-5 6-4). Dopo aver dominato in semifinale contro le Benaco Girls, hanno dimostrato la loro superiorità anche nell’atto conclusivo. Dall'altra parte del tabellone, le ex campionesse hanno dovuto lottare duramente per superare le Diableone, che si sono arrese solo al terzo set.

SERIE A MASCHILE: IL REGNO DELLE PANTERE

In Serie A maschile, la squadra Las Panteras ha offerto una prestazione perfetta. Dopo aver eliminato i campioni in carica di EFC Acciai in semifinale, hanno vinto la finale contro LPR Air Sea Service, che si è arresa dopo quasi due ore di partita. Quest'ultima aveva ottenuto una vittoria sudata in semifinale contro il Team For Padel di Rovato.

IL PROSSIMO APPUNTAMENTO

L'entusiasmo per il padel non si ferma qui. AWT dà l’appuntamento a tutti gli appassionati al secondo Trofeo Semeraro che si terrà a settembre all'Hub 4.0 di Rovato. Sarà un'altra occasione per vivere insieme momenti di sport, competizione e divertimento.

Oltre ai tornei estivi in programma nel corso di queste settimane, l’organizzazione dell’AWT è già al lavoro sul campionato 2024/2025. Con una grande novità: le finali nazionali a fine giugno, dove le migliori squadre di ogni provincia si affronteranno per un montepremi straordinario di 30.000

euro in buoni valore (B.V.). Le iscrizioni sono ora aperte ed è possibile registrare la propria squadra scaricando l’app AWT SPORTS. L'app fornisce tutte le informazioni necessarie, la gestione del calendario delle partite e i dettagli delle categorie. LE ISCRIZIONI PER IL CAMPIONATO 2024/2025

Nicolò Belotti e Mattia Delcarro, al centro, con il premio del Trofeo Semeraro
Edil Service: un trionfo meritato, e ora si punta al grande salto

PADEL PLAYER POPULATION

LA FOTOGRAFIA

DEL PADEL GLOBALE

From estimates made by individual federations and analysis by the FIP Department of Research and Data Analysis, the number of amateur padel players is nearly 30 million, more than half of whom play more frequently (1 time per week).

Quanti giocatori amatoriali ci sono al mondo? E quanti campi?

Un dettagliato report presentato dalla FIP mette in ordine i numeri sul movimento internazionale, con l’Italia grande protagonista di Daniele Pansardi

More than 59 percent play the sport in Europe, 23 percent in South America, 7 percent in Central and North America, 7 percent in Asia, Africa, still growing, exceeds 4.3 percent, and Oceania has a few fractions of a percentage point. The majority of amateur players are men (60%), despite that it is one of the sports most played by women, who account for 40% of the total.

La FIP ha presentato la prima edizione del World Padel Report. Il lavoro analizza nel complesso il livello di partecipazione nel mondo legato al padel, il numero di strutture e campi esistenti, l'attività federale nei tornei e i risultati sportivi. Un lavoro fondamentale per tenere traccia, da qui ai prossimi anni, di come evolve e come cambierà l’intero movimento. A coordinare le ricerche è stato il FIP Research & Data Analysis Department, il centro studi FIP del quale fa parte Carlo Ferrara dell’osservatorio Mr Padel Paddle, che ha potuto usufruire del contributo delle Federazioni affiliate (che nel frattempo sono arrivate a 71 durante l’ultima assemblea generale ad Asunción, in Paraguay) in rappresentanza dei cinque continenti attraverso il FIP National Federation Survey 2024, la raccolta dati utilizzata per alcuni aspetti del report.

IN WORLD

GIOCATORI

Gli ultimi dati, aggiornati al 31 dicembre 2023, parlano di 130 Paesi in cui si gioca a padel, quasi 20 mila club e altre strutture e circa 63 mila campi da gioco. La stima dei giocatori amatoriali è di circa 30 milioni. Oltre il 59% dei praticanti gioca in Europa, il 23% in Sudamerica, il 7% in America centrale e settentrionale e la stessa percentuale si ritrova anche in Asia. L'Africa si attesta al 4,3%, mentre l'Oceania è ancora di poca sopra allo zero. La maggioranza dei giocatori amatoriali sono uomini (60%), nonostante sia uno degli sport più praticati dalle donne, che rappresentano il 40% del totale.

NUMBER OF PADEL CLUBS

There are more than 19,800 clubs and accommodation facilities worldwide where to play padel, of which 5,820 clubs are affiliated with national federations.

Compared to 2022, where there were 3,923 affiliated clubs, FIP saw an increase of 48 percent. There are 130 nations and 12 dependent territories where to play padel, in 2021 there were about 90.

Nearly two-thirds of the world’s nations have facilities where padel can be played, the ratio is 66 percent; in Europe, there is at least one club in all 53 nations on the continent.

by individual federations and analysis by the FIP Department of Research and Data Analysis,

of a percentage point. amateur players are men (60%), despite that it is one of the sports most played by women, who total.

All'inizio del 2024, è stato raggiunto il traguardo dei 60 mila campi nel mondo. In Europa, il continente in cui si gioca di più, si stimano più di 42.600 campi da padel (il 70% del totale). Rispetto a tre anni fa, la crescita è stata del 240%, ma escludendo la Spagna (oltre 16.000 campi), la cui posizione è consolidata da tempo, lo sviluppo negli altri Paesi europei è stato sei volte superiore. Dei 19.800 club/strutture nel mondo, 5.820 sono affiliati alle federazioni nazionali. Rispetto al 2022, dove i club affiliati erano 3.923, la FIP ha registrato un aumento del 48%. Se oggi i Paesi che hanno abbracciato il padel sono 130, nel 2021 invece erano 90. Ciò significa che due terzi delle nazioni sul pianeta hanno strutture in cui si può giocare. In Europa c'è almeno un club in ogni Stato del continente.

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DOVE SONO I CLUB DI PADEL NEL MONDO numero di nazioni per continente in cui si gioca a padel

TOP 15 PAESI PER NUMERO DI CAMPI

All’inizio del 2024, la FIP segnala che è stata raggiunta la cifra di 60 mila campi da padel. L’Italia contribuisce per circa il 15% del totale.

PAESI A CONFRONTO

Detto dello sviluppo globale del padel, ci concentriamo ora sulle differenze tra quei Paesi in cui la disciplina è già affermata (Argentina, Italia, Spagna e Svezia) e quelle nazioni da cui ci si aspetta a breve un deciso passo in avanti, soprattutto per il potenziale bacino di utenti. In questo momento, la Francia sembra essere lo stato più promettente in assoluto, oltre a essere quello più avanti al momento tra quelli definiti come “emergenti”. Chi sembra più fermo, o comunque fa registrare una crescita piuttosto lenta, sono il Regno Unito e la Germania, mentre gli Stati Uniti rappresentano un caso a parte. La concorrenza del pickleball potrebbe essere difficile da scalfire in alcune aree del Paese, e al momento lo sviluppo maggiore si è concentrato soprattutto nell’area di Miami.

Strutture e campi

Giocatori amatoriali

Ratio campi per popolazione

La Svezia ha il tasso più basso tra questi Paesi nel rapporto campi/popolazione, a testimonianza anche di una certa saturazione sopraggiunta nel frattempo.

Ratio campi/Giocatori amatoriali

In Italia viene stimato un campo ogni 166 amatori, il dato più basso tra i Paesi presi in considerazione e di gran lunga inferiore anche alla Spagna. Il dato sui giocatori amatoriali è tuttavia da prendere con le pinze, poiché non è specificato chi sono questi ultimi e con che frequenza praticano la disciplina. Una persona che gioca una volta al mese può essere considerata un amatore?

UAE Finland P D E M B Paraguay Cile Argentina Ital S

The FIP circuit (from 2020 named Cupra FIP Tour) was born in June 2019 and aimed to ensure that Padel would continue its worldwide growth by allowing players from less developed countries to participate with their earned points, in World Padel Tour tournaments first and Premier Padel later, and to develop their professional growth by participating in tournaments of international relevance.

L’ATTIVITÀ AGONISTICA

Originally three categories of tournaments changed according to prize money, scores and player ranking, in order of importance: Star, Rise and Promotion, to which Gold and Platinum were added in later years.

Il Premier Padel è la punta dell’iceberg dell’attività agonistica che coinvolge la Federazione. Un po’ più lontani dalle luci dei riflettori, tuttavia, c’è il circuito FIP: dove si formano i campioni del futuro e dove si lotta per cercare di guadagnare punto dopo punto un posto al sole nella classifica mondiale. Ma non solo. Il Cupra FIP Tour, nato nel giugno 2019, ha l'obiettivo di garantire che il padel continui la sua crescita a livello mondiale anche tra i Paesi meno sviluppati.

From the beginning of the circuit until April 2024, 355 tournaments were played in as many as 36 different nations from all continents (222 in Europe, 51 in South America, 33 in Asia, 22 in North Central America, 21 in Africa, and 6 in Oceania) and winners from 28 different nations.

In origine erano tre le categorie di tornei, modificate in base al montepremi, ai punteggi e alla classifica dei giocatori, in ordine di importanza: Star, Rise e Promotion, alle quali negli anni successivi si sono aggiunte Gold e Platinum. Dall'inizio del circuito fino all'aprile 2024, sono stati disputati 355 tornei in ben 36 nazioni diverse di tutti i continenti (222 in Europa, 51 in Sudamerica, 33 in Asia, 22 in America centro-settentrionale, 21 in Africa e 6 in Oceania) e vincitori provenienti da 28 stati diversi.

FIP PROMISES

FIP in 2021 created a new youth circuit addressed to the Under 14, Under 16 and Under 18 boys and girls.

In 2021, it was called FIP Promises Europe because the tournaments were held in countries continent; since 2022 it has become international.

To date, 39 tournaments have been held (85% held on the European continent), 38 of which one for men:

LA CATEGORIA FIP PROMISES

ANNO 2021 3 tornei

ANNO 2022 12 tornei

ANNO 2023 18 tornei

ANNO 2024

Al 30 giugno i tornei disputati nel 2024 erano 16. Entro fine anno gli eventi combined saranno più di 30

Nel 2021, inoltre, la FIP ha creato un nuovo circuito giovanile rivolto alle categorie Under 14, Under 16 e Under 18. Nel 2021 si chiamava FIP Promises Europe, perché i tornei si svolgevano in Paesi del continente europeo, ma dal 2022 è diventato internazionale. A oggi ne sono stati disputati 39 (l'85% nel continente europeo), di cui 38 "combined" e uno solo al maschile.

From 2024, more than 30 percent of the tournaments will take place outside Europe.

IL CUPRA FIP TOUR DAL 2019 IN PILLOLE
Flavio Abbate e Giulio Graziotti, una delle migliori coppie italiane nel 2024 sul FIP Tour. A oggi hanno vinto cinque FIP Rise

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LA CARICA DEI 101: NUMERI, TREND E CLASSIFICHE

È stato un anno tutt’altro che semplice per il commercio del padel. Overstock e prezzi al ribasso hanno reso la vita difficile alla maggior parte dei negozianti, come emerso dalla nostra inchiesta esclusiva. Ecco i dati che raccontano il momento complesso per i retailer di Alessandro Marra e Daniele Pansardi

Se sui campi e nei circoli il movimento nazionale comincia a stabilizzarsi, tra i negozi e le aziende il padel continua a generare grandi turbolenze. È la naturale conseguenza di quello che è accaduto in quest’ultimo biennio: alla fase di scarsità che ha caratterizzato il periodo 2020-2022, è sopraggiunto inevitabilmente un momento di eccesso dell’offerta, a fronte di una domanda che non poteva proseguire sugli stessi livelli del primo exploit. I magazzini, lungo l’intera filiera, si sono quindi riempiti di racchette, il mercato si è saturato (e soprattutto svalutato) velocemente e a farne le spese sono stati in particolare i negozianti. In che modo?

A spiegarcelo sono stati proprio loro nel corso della nostra inchiesta esclusiva “La Carica dei 101”, in cui abbiamo dato voce ai dealer di tutto il Paese. Dalle testimonianze raccolte, si comprende come il momento difficile degli articoli sportivi diventi per loro ancor più complicato per via della posizione all’interno del mercato, che amplifica i problemi quando il commercio tende a contrarsi.

Nel padel, un settore giovane e ancora poco maturo, queste criticità sono sembrate ancora più marcate.

Di seguito, riportiamo quanto emerso dalle nostre analisi e rielaborazione dei dati, frutto delle 101 interviste ai negozi presenti sul territorio italiano.

Nello specifico: 50 del nord, 32 del centro e 19 di sud e isole.

Le singole risposte sono visionabili sui numeri 2, 3 e 4 di Padelbiz pubblicati nel 2024, oppure sfogliando o scaricando il magazine sul portale di MagNet inquadrando il QR Code.

NEL 2023 QUAL È STATO L’ANDAMENTO DELLE VENDITE DEI NEGOZI RISPETTO ALL’ANNO PRECEDENTE?

Solo 28 negozi hanno dichiarato di aver chiuso il 2023 in crescita nelle vendite. Oltre la metà (53) degli intervistati ha fatto registrare un segno meno (+35 sull’annata precedente), mentre in 16 hanno segnalato una stabilità. In quattro casi il trend delle vendite non è stato segnalato.

QUALI SONO STATE LE PRINCIPALI PROBLEMATICHE RISCONTRATE NEL 2023?

L’overstock, di cui abbiamo accennato in precedenza, ha innescato una svendita di racchette di cui molti negozianti si sono lamentati. I player più aggressivi nell’applicazione degli sconti sono gli e-commerce e, in generale, la concorrenza che si sviluppa online, che ha ricevuto il maggior numero di segnalazioni durante la nostra indagine. I prezzi a cui vengono vendute le pale hanno ridotto in maniera consistente i margini dei retailer che, per tentare di stare al passo con certe cifre rischiano di vendere al prezzo di costo. Per alcuni negozianti, la questione è anche più ampia: se un prodotto viene svenduto in questo modo, come si dovrebbe giudicare realmente il valore di un articolo? In questo modo, secondo diversi intervistati, sono le stesse aziende a perdere credibilità sul mercato.

QUALI SONO LE PRINCIPALI RICHIESTE DEI CONSUMATORI?

Chi entra in negozio è sempre più esigente. Grazie alle tante informazioni reperibili su internet, il consumatore è già molto preparato al momento del suo ingresso in uno store fisico e con le idee molto chiare sul potenziale acquisto da fare. Le preferenze degli utenti sono soprattutto per le racchette di alta gamma e, nello specifico, per quelle dei grandi campioni di questo sport. La bassa e la media gamma hanno perso terreno, anche perché il livello medio degli amatori nel frattempo si è alzato e i principianti sono sempre meno. Data la grande diffusione del mercato online e del second hand sulle racchette, in alcuni casi le richieste di abbigliamento e soprattutto scarpe hanno superato quelle relative alle pale.

Il mercato del padel è caratterizzato in questi anni da un grande numero di brand. Molti negozianti, tuttavia, cercano i marchi più noti, vuoi per una questione di affidabilità vuoi perché sono legati a essi attraverso il tennis. La maggior parte degli intervistati, inoltre, prevede che sul mercato faranno la voce grossa soprattutto i tre grandi brand provenienti proprio dal tennis (Head, Wilson, Babolat), più gli specializzati spagnoli utilizzati dai top player mondiali (Bullpadel, Nox, Siux), adidas e alcuni che sapranno costruirsi una propria nicchia.

QUALI SONO I CRITERI NELLA SCELTA DEI BRAND CHE VENGONO PROPOSTI IN NEGOZIO? IL MARCHIO RIVELAZIONE DEL 2023

Nel corso della nostra inchiesta, abbiamo chiesto ai negozianti di indicarci il brand rivelazione del 2023. adidas si è posizionato sul primo gradino del podio, superando di appena un punto Nox. Siux chiude il podio.

QUAL È STATO IL VOTO COMPLESSIVO DEL 2023 DA 1 A 10?

Per accedere al report completo de “La Carica dei 101”, con tutti i dati dell’inchiesta, contattare la redazione di Padelbiz scrivendo un’email a redazione@padelbiz.it

DOPO I NEGOZI, PARLANO LE AZIENDE

Dopo aver intervistato i retailer, "La Carica dei 101" si è spostata sui marchi del settore. I brand ci hanno raccontato quali sono stati i feedback ricevuti dal mercato, quali prodotti stanno ottenendo i migliori risultati in termini sell in e sell out e le previsioni sul breve-medio termine di Daniele Pansardi

Sui numeri 2, 3 e 4 di Padelbiz del 2024, abbiamo pubblicato “La Carica dei 101”, la nostra inchiesta esclusiva sull’andamento del mercato padel che ha coinvolto 101 punti vendita italiani selezionati. In chiusura di un anno piuttosto turbolento per il settore come il 2023, l’indagine ha tracciato un quadro sugli umori del canale retail, l’anello fondamentale della filiera distributiva. Intervistando i più importanti brand del settore, abbiamo voluto approfondire le tante criticità emerse nel corso dell’anno, oltre a capire quali iniziative sono state adottate dalle aziende per supportare i negozi. Di seguito trovate le risposte alle nostre domande.

Le domande

1.Nel 2023, il 51% dei negozi intervistati ha registrato un calo delle vendite. I retailer hanno sottolineato soprattutto problemi di overstock. Che feedback avete avuto dai negozianti durante l’ultimo anno? Che iniziative avete adottato per supportarli?

2.Oltre ai magazzini sempre più pieni, molti negozianti intervistati hanno lamentato forti sconti applicati dai grandi e-commerce e dalle stesse aziende per alleggerire magazzini sempre più pieni, che di fatto “hanno drogato” il mercato scatenando una guerra dei prezzi al ribasso. Come rispondete a queste considerazioni?

3.E-commerce, circoli, rivendite fra privati e maestri. In questi ultimi due anni, i canali di vendita delle racchette si sono moltiplicati, rendendo spesso la vita difficile ai negozianti. Quali consigli pensate di dare ai retailer e alle altre realtà connesse alla vendita in questa fase?

4.Nel 2023, quali tipologie di prodotti e di gamme hanno ottenuto risultati migliori in termini di sell in e sell out?

5.Quanto incide la vendita delle racchette in percentuale per il vostro brand? E quanto invece gli altri segmenti (abbigliamento, scarpe e borse/zaini)?

6.Com’è andato il primo semestre del 2024 e quali previsioni avete per il prosieguo dell’anno?

7.Altre eventuali considerazioni.

Le interviste

1. Confermiamo il feedback che anche voi avete raccolto intervistando i punti vendita italiani. Il problema dell’overstock ha inevitabilmente coinvolto anche brand come il nostro, che ha dato la precedenza ai punti vendita fisici evitando la battaglia del prezzo che spesso si trova online. Se un negoziante fa fatica a far fuori lo stock, anche se non è relativo al tuo brand, cerca (giustamente) prima di concentrarsi sul problema principale (il magazzino) piuttosto che la vendita di qualità o con margini interessanti. Purtroppo è una questione di tempo, di attenzione da parte dei marchi e da parte dei retailer nell’essere più lungimiranti e meno “attaccati” alle discutibili percentuali di crescita delle vendite. La nostra iniziativa principale per supportarli è basica ma fondamentale: mantenere le promesse fatte in fase di presentazione del brand. Essere selettivi, dare priorità agli store fisici, non usare maestri o atleti per vendere direttamente al cliente finale e sviluppare opportunità di visibilità che permettano al brand di uscire dall’anonimato delle start up.

2. Consapevoli di questo scenario, abbiamo fin da subito evitato la vendita ai web dealer e non perseguito la vendita online diretta tramite e-commerce. La nostra strategia ci ha premiato laddove abbiamo trovato imprenditori e commercianti competenti, ma ogni tanto le risposte non sono state positive. Alla vostra domanda mi permetto di farne una io. Se un brand ti dà un buon prodotto, buoni margini, una gamma semplice da capire e fa quanto promette, perché poi decidi di riempirti il magazzino di altro e di lamentarti per qualcosa che storicamente succede nel mercato dello sport di racchetta, come la vendita online tramite sconti che riducono il margine di tutti?

3. Affidarsi a brand e a persone che li gestiscono con serietà e professionalità senza farsi trascinare da altre dinamiche non sempre utili in un contesto di vendita difficile. Valutare il contesto padel all’interno del mondo “reale” ed essere consapevoli che i grandi numeri avuti durante il Covid rappresentano per molti motivi una “bolla” difficilmente ripetibile ogni anno. Di fare “cultura”

sportiva e di investire tempo e risorse nel capire il valore di un prodotto sulla base della sue tecnologie e performance e non solo sul “sogno marketing”. Di affidarsi a maestri e istruttori validi e competenti per trasmettere contenuti educativi sullo sport e sulla prevenzione agli infortuni. E tanto altro, ma forse ci vuole più tempo.

4. La nostra gamma è formata da 10 racchette differenti per quattro macro categorie diverse, in base alle tecnologie e ai materiali utilizzati. Due categorie per agonisti più due per amatori ed esordienti. Siamo stati piacevolmente sorpresi dalle performance delle categorie per amatori ed esordienti, non tanto perché non credevamo nel nostro prodotto, ma perché quando abbiamo presentato il progetto ai negozi (inizio 2023) il problema principale era quello di far fuori il medio/basso gamma che non era considerato dal cliente finale. Nel frattempo, le richieste del mercato sono cambiate e un buon prodotto, magari più leggero di peso e con un prezzo contenuto, ha avuto buone performance rispetto a pochi mesi prima. Una piacevole sorpresa.

5. Le racchette incidono per il 100%.

6. A parte qualche defezione last minute, comprensibile ma di certo non piacevole, quanto noi abbiamo fisicamente prodotto era allocato per la vendita e la promozione del brand. Quindi diciamo che ci troviamo in una situazione positiva. È altrettanto vero che il malessere commerciale del mercato non è una cosa buona da gestire e che, se il sell out generale non è positivo, inevitabilmente da qualche parte inciampi. Le previsioni per tutto il 2024 sono di proseguire con questo periodo di “passione”, con l’auspicio di un 2025 con ordini più equilibrati, prezzi coerenti con le qualità tecnologiche dei prodotti e messaggi comunicativi più tecnici.

7. Il padel è qui per rimanere. Cerchiamo di lavorare tutti per dimenticare gli errori fatti nel periodo della “bolla” e di far crescere questo sport in maniera omogenea.

1. Non possiamo far altro che confermare quanto emerso dai vostri estratti nelle varie interviste rivolte ai negozianti di settore. Purtroppo il comparto del padel nel 2023 ha subito un forte calo in termini di vendite, tendenza che stiamo riscontrando anche nella stagione in corso. La sensazione che traspare dai piccoli negozianti fino alle catene più strutturate è un generale pessimismo dovuto a un settore troppo dominato dall’online, con una guerra di prezzi che non giova al retail. Oltre a questo, si riscontra un’offerta troppo ampia di prodotto. Numerosi sono infatti i brand che cercano di penetrare il mercato e che approcciano il mondo del padel in modo aggressivo. Per cercare di supportare la nostra rete vendita, abbiamo adottato politiche di pagamento più flessibili, e focalizzato il nostro sell-out sullo stock obsoleto e racchette di primo prezzo invece che lanciare una nuova gamma di prodotto. Questo approccio è stato colto e apprezzato dai nostri clienti.

2. La questione dei prezzi online è un tema che ci vede quotidianamente coinvolti. È evidente come questo fattore abbia forte ripercussioni sulla vendita rivolta al negozio fisico o al pro shop all’interno del club. Il consumatore finale è fortemente influenzato da ciò che può trovare sui vari siti, scegliendo spesso il canale di acquisto che offre le condizioni migliori. Per tenere sotto controllo l’andamento online, abbiamo stabilito un prezzo minimo su cui i nostri rivenditori e clienti a livello europeo devono mantenersi. Questa situazione implica comunque un controllo continuo sull’andamento generale dei prezzi.

3. A questo proposito, ciò che consigliamo al negoziante è di affidarsi a figure come promoter o maestri fidati che possano interagire con il consumatore finale e generare traffico presso lo store. In questo modo il negoziante, grazie anche al servizio e alla consulenza che potrà offrire, sarà sicuramente in grado di distinguersi rispetto al resto dei canali di vendita. Un altro aspetto che riteniamo sia fondamentale, e che si collega al punto precedente, è la formazione del personale. Conoscere nel dettaglio il prodotto, capire le esigenze del cliente, sapere indirizzare l’acquisto verso un determinato articolo sono solo alcuni degli aspetti chiave che possono aiutare il mercato a comprendere le necessità di affidarsi a uno specializzato piuttosto che a un sito online.

Fabio Maraccani

DIRETTORE GENERALE E COMMERCIALE PADEL MI AMOR

1. Da quel che ci risulta, il calo persisterà per tutto il 2024. Quello che le aziende dovrebbero fare è adottare una politica dei prezzi coerente e rispettosa delle marginalità di tutte le parti in gioco.

2. Il mercato è malato di bulimia. C’è troppa merce e di conseguenza troppi sconti. Questo genera nell’immediato un beneficio a uso esclusivo del consumatore, ma ben presto verranno a galla i problemi di bilancio di chi ha abusato nelle produzioni e di conseguenza delle scontistiche esagerate per smaltire i magazzini.

3. È necessario affidarsi a brand consolidati, che garantiscano una distribuzione sana e coerente e soprattutto una politica di prezzi univoca. Non ci sono scorciatoie.

4. Noi di Padelstyle, col marchio di proprietà Padel Mi Amor, abbiamo intra-

4. Il nostro brand, anche nel settore del padel, si sta distinguendo sempre di più per la qualità della palla. Il know-how messo a disposizione dall’azienda e la qualità dei nostri materiali garantiscono un prodotto molto apprezzato dal mercato e dai giocatori professionisti. Ricordiamo che il gruppo del quale facciamo parte, Sumitomo Rubbber Industries, è una multinazionale specializzata proprio nella produzione di una vasta gamma di prodotti a base di gomma, tra cui le palle da padel. Nel 2023, inoltre, abbiamo lanciato la nuova Fort Padel, una palla premium che rispetta le caratteristiche richieste dagli appassionati: veloce, consistente e durevole. La famiglia di prodotto della palla da padel ha rappresentato nel 2023 circa il 55% del nostro fatturato totale della disciplina.

5. Sulla base dei dati raccolti alla fine del 2023, possiamo sostenere che la vendita delle racchette ha rappresentato circa il 35% del fatturato totale. Crediamo che questi dati vengano confermati anche nel 2024, con l’obiettivo di invertire la tendenza nel 2025 grazie al lancio di una nuova linea di pale Galactica. Il restante delle “fette della torta” è da assegnare alle altre famiglie di prodotto quali accessori (borse, grip, overgrip), scarpe K-Swiss e abbigliamento per squadre padel.

6. Il primo semestre del 2024 sta confermando l’andamento già verificatosi nel 2023, con una forte resistenza da parte dei negozianti a trattare il mondo padel. Non prevediamo cambiamenti di rotta nella seconda metà dell’anno, ma continueremo a cercare nuove opportunità di business attraverso prodotti innovativi come la Slinger Bag Padel, macchina lanciapalle distribuita in Europa proprio da Dunlop. La Slinger Padel, unica nel suo genere, è adatta e utile per l’insegnamento dello sport nei centri, ed è supportata dalla Federazione Italiana Tennis e Padel (è la “official sparring machine” della FITP).

7. Dunlop lavora nel mondo del padel da oltre 40 anni, ed è una vera e propria promotrice di questo sport. È stata una delle prime aziende a produrre materiale tecnico per la disciplina. Per questo motivo, continuerà con passione a seguire questo mondo e a investire sulla crescita del movimento, certi che presto il brand troverà un suo posizionamento forte e consolidato.

preso un percorso legato alla qualità dei nostri completi da gioco. E a questa si affianca la credibilità dei testimonial pro che li indossano. Le maglie di Victor Ruiz e di Teo Zapata sono le più vendute in assoluto.

5. Al momento l’abbigliamento Padel Mi Amor rappresenta la fetta più consistente del nostro volume d’affari. Siamo comunque felici di come abbiamo iniziato la nostra collaborazione con Royal Padel.

6. Oltre le aspettative, dal momento che ci affacciavamo per la prima volta sul mercato dei retailer. Stiamo sviluppando interessanti progetti distributivi anche all’estero.

7. È un 2024 tutto in apnea per il mercato del padel. Affidabilità, credibilità, politiche commerciali e distributive coerenti premieranno i più virtuosi.

1. Il problema di overstock c’è stato e i motivi li conosciamo. L’altissima richiesta e le mancate consegne dei rifornimenti dai produttori nel 2022 hanno portato a un eccesso di prodotto rispetto alla domanda nel 2023. Noi stessi, come Head, abbiamo dovuto gestire questa situazione. Per sostenere i negozianti abbiamo fatto il possibile, analizzando caso per caso annullando o posticipando eventualmente gli ordini. In questo senso, abbiamo customizzato le nostre strategie.

2. È una conseguenza della situazione di overstock. Quando c'è tanta offerta rispetto alla domanda, gli e-commerce spingono per far uscire il prodotto e rispettare gli impegni finanziari con le aziende. È un mercato con tantissimi attori, per cui questa problematica viene amplificata facilmente.

3. Mi collego sempre al punto precedente. Tra il 2021 e il 2022 sono entrati nel mercato tantissimi brand anche fuori settore. Mi sento di suggerire di avere pazienza, perché alcune aziende ne usciranno e sospenderanno gli investimenti sul padel. Questi brand nello specifico hanno poi avuto difficoltà a vendere attraverso i canali standard e hanno dovuto ripiegare su strade secondarie, approcciando per esempio i club e i maestri. Sul medio-termine,

dunque, ci sarà un numero minore di marchi e un maggiore equilibrio. Rimaniamo ancora positivi sul futuro del padel, perché c’è un numero di campi importante che continua a crescere seppur a un ritmo inferiore.

4. La nuova linea Extreme, con testimonial Arturo Coello e Paula Josemaria, è stata sicuramente la famiglia di maggior successo della nostra azienda. La One Technology, che ha portato allo sviluppo della racchetta con un solo foro, ha avuto altrettanto successo e ha creato grande interesse e soddisfazioni in termini di vendita.

5. Le due categorie che producono i numeri maggiori sono le racchette e le palline. Crediamo molto nelle calzature, che offrono ottimi riscontri, mentre l’abbigliamento e gli zaini restano un passo indietro dal punto di vista del fatturato.

6. In termini di vendita c'è stato un leggero calo rispetto al primo semestre del 2023, figlio sempre di questa situazione di overstock. A nostro avviso, nel corso del secondo semestre e del 2025 ci sarà maggiore equilibrio e chiarezza attorno al business del padel.

LARGHE VEDUTE

Padel Mi Amor è un brand che sa come farsi riconoscere. Vuoi per le fantasie e i colori dei suoi capi d’abbigliamento, vuoi per i suoi ambassador internazionali. Ma di certo anche per una strategia commerciale e di marketing che sa con precisione dov’è indirizzata

di Benedetta Bruni

Nel corso di queste uscite abbiamo imparato a conoscere Padel Mi Amor, brand di abbigliamento nato a Milano nel 2021 su desiderio di Paolo Fina e della sua compagna, nel lavoro e nella vita, Alessandra. Ci siamo abituati ai suoi colori sgargianti, alla finezza dei materiali con cui realizza i prodotti, al suo appeal internazionale che però non tradisce una fiera provenienza italiana. Non solo: abbiamo anche avuto l’occasione di intervistare i suoi quattro ambassador, che vestendo i completi del marchio durante i tornei più importanti del Premier Padel stanno portando la sua fama anche oltre i confini

L'intervista

Fabio Maraccani

nazionali. Insomma, stiamo seguendo un percorso di crescita con pochi eguali nella storia del padel italiano. Prima di tutto perché può annoverare un top 25 tra i suoi testimonial. In secondo luogo perché la qualità dei suoi capi parla da sé – come confermano non solo gli ambassador, ma anche gli appassionati che hanno avuto l’occasione di incontrare il team di Padel Mi Amor durante in BNL Italy Major Premier Padel di Roma. Ma quali sono gli sviluppi di un marchio così fortemente proiettato verso una crescita su larga scala? Ne abbiamo parlato con Fabio Maraccani, direttore generale e commerciale.

DIRETTORE GENERALE E COMMERCIALE DI PADEL MI AMOR

A giugno siete stati presenti a Roma in qualità di espositori per il BNL Major Premier Padel. Cosa vi aspettavate da questa partecipazione e quali erano i vostri obiettivi?

Per un brand giovane come il nostro, il semplice fatto di essere presenti nell'area espositiva al fianco dei grandi big del tennis e del Padel quali Head, Babolat e Wilson è già motivo di orgoglio. Eravamo gli unici specialisti dell'abbigliamento padel e questo ha creato grande interesse.

Che riscontro avete ottenuto da parte del pubblico, appassionati e operatori del settore? L'obiettivo primario era fare in modo che chiunque potesse conoscere da vicino il valore e soprattutto la qualità dei nostri tessuti e dei prodotti in generale. Non eravamo a Roma per “svendere”, ma per farci apprezzare da tutti gli appassionati.

L’esperienza di Roma, e in precedenza quella di Padel Trend Expo, vi è stata utile? Avete qualcosa in programma per il torneo di Milano? Siamo in una fase di grande spinta a livello di comunicazione e le partecipazioni ai due grandi tornei vanno di pari passo alle sponsorizzazioni di campioni del calibro di Víctor Ruiz e Teo Zapata, quest'ultimo in grande crescita. Fermo restando che saremo sicuramente presenti il prossimo dicembre a Milano, su Genova sono stati i nostri ambassador Ruiz e Zapata a rappresentare al meglio il nostro brand.

da. Insieme allo staff che ha gestito lo stand, la presenza degli atleti ha dato agli occhi dei clienti un'aura di solidità, di distintiva presenza sui mercati e, sempre grazie al confronto con loro e all'analisi delle loro necessità in fatto di comfort e affidabilità dei prodotti indossati durante le competizioni, abbiamo ricevuto un feedback fondamentale per lo sviluppo di tessuti e forme legate alle nostre future collezioni.

Quale valore aggiunto e visibilità vi hanno dato gli atleti internazionali?

Un brand giovane e ambizioso per essere credibile deve vestire i protagonisti. Questo accelera drasticamente il processo di credibilità e di conseguenza la nostra crescita. Oltretutto siamo stati il primo marchio di padel italiano a sponsorizzare un top 25, Víctor Ruiz. Questo ha creato tanta curiosità attorno alla nostra realtà.

State lavorando sullo scouting di giovani e nuove promesse o collaborazioni?

Quali sono, invece, a livello commerciale e di marketing, i vostri obiettivi a breve e medio termine?

A livello commerciale il vero kick-off avverrà a breve con la presentazione a tutta la forza vendita italiana della nuova collezione SS25. La faremo nella nostra nuova sede appena aperta a Milano, nello splendido contesto dell’area ex Richard Ginori. Per quel che riguarda il marketing, abbiamo dato con questa operazione di Roma un boost di autorevolezza al marchio consolidando fortemente i rapporti con i nostri quattro testimonial di livello mondiale che in loco hanno avuto in tutto e per tutto la vicinanza dell'azien-

In Italia stiamo vestendo e seguendo con orgoglio alcuni juniores under 14 e under 16 che hanno partecipato al FIP Promises di Roma classificandosi tra i primi. La didattica in questo sport sta crescendo esponenzialmente e a tal proposito mi sento di ringraziare i fautori e promotori di tante academy che stanno nascendo in vari centri padel nazionali. I ragazzi sono attratti dalla bellezza e dal divertimento che deriva da questa disciplina, ma allo stesso tempo hanno voglia di fare sacrifici per imporsi: questa per noi è la strada giusta per scoprire potenziali campioni in erba e accompagnarli nella crescita sportiva, educativa e professionale di successo, e allo stesso tempo è una grossa opportunità di migliorare insieme a loro. E siamo solo all'inizio del nostro progetto.

Avete delle novità in piano per il 2024-25?

Nell'ambito del processo di crescita di Padel Mi Amor, possiamo dire che ogni giorno ci sono novità. Siamo contenti del team che stiamo creando, del lavoro sul campo dei nostri agenti e dell'accordo distributivo raggiunto con Royal Padel. Speriamo a breve di affiancare a Padel Mi Amor e Royal Padel un altro prestigioso brand da distribuire.

Teo Zapata
Lo stand di Padel Mi Amor al BNL Italy Major Premier Padel 2024

VIVERE L’EVOLUZIONE DEL PADEL

È ciò che è accaduto a "Pepe" Fernández del Campo, al secolo José Enrique Fernández del Campo Carreño. Dagli Anni ’90 costruttore di campi e racchette in Spagna, oggi segue Bullpadel per il mercato italiano. E lavora per una crescita della disciplina pari a quella nella penisola iberica di Benedetta Bruni e Benedetto Sironi

Le grandi rivoluzioni dello sport molto spesso sono prima intuizioni, che poi si concretizzano in seguito a uno studio profondo delle condizioni esterne per rompere dogmi e consuetudini, il blasonato “si è sempre fatto così” che spesso blocca la modernizzazione. Come passare da un campo che prevede pareti di cemento a uno con quattro muri in vetro. Che ora può sembrare scontato, ma un tempo non si poteva dire che fosse così ovvio. Il fautore di questa rivoluzione, José Enrique Fernández del Campo Carreño, detto anche “Pepe”, non si è limitato a questo cambiamento epocale nel gioco del padel. Anzi: a lui si deve l’eliminazione del “pico”, l’impiego della griglia elettrosaldata, la redazione della prima e unica rivista della FEP, la realizzazione di tante pale per i principali marchi di settore, persino lo sviluppo della disciplina in Italia grazie alla sua attuale collaborazione con Bullpadel. Tanti traguardi quante sono state le sue vite, ma tutte accomunate dalla passione per il padel. Come ci racconta lo stesso Pepe in questa bella chiacchierata iniziata al Premier Padel di Roma e proseguita poi in quello di Genova tra il giugno e il luglio scorsi.

L'intervista

José Enrique Fernández del Campo Carreño

Raccontaci un po’ della tua storia personale e com’è nata la tua relazione con lo sport e il padel in particolare.

Sono nato in una città costiera nel nord-ovest della Spagna, Ferrol, nella provincia di La Coruña (Galizia), nella cosiddetta “Finis Terrae”. Successivamente mi sono trasferito a Madrid, dove ho studiato legge. Inoltre, ho conseguito due Master, il primo in Direzione Commerciale e Marketing e recentemente un Master in Diritto dell'Intelligenza Artificiale. Attualmente sono impegnato con la tesi di dottorato in Blockchain e commercio internazionale.

Come si unisce il tuo nome allo sviluppo del padel?

Nel ‘95 un amico mi propose di costruire un campo da padel e sin da allora ho capito le possibilità che mi si aprivano, sviluppando man mano modelli sempre più facili da assemblare. Durante questo periodo ho apportato diverse soluzioni che sono state approvate dalla FEP (Federazione Spagnola di Padel) e che rimangono ad oggi. Tra queste c'è la rimozione di quello che era chiamato “el pico” nel gioco, molto usato nei campi fatti in cemento perché allora la rete non era allineata con la fine del muro, bensì stava nel mezzo, e ciò creava uno scarto di qualche centimetro tra rete e muro dove i giocatori erano soliti lanciare la palla per farla rimbalzare e tornare al proprio campo. Un altro contributo è stato l’introduzione della griglia elettrosaldata al posto di quella a “torsione semplice”, che finiva per allentarsi e piegarsi, per cui la palla smetteva di ruotare o lo faceva in modo irregolare. Ho proposto alla FEP anche le dimensioni delle aste e del quadrato che formano (5 x 5 cm), e infine ho convinto l'allora presidente Miguel Medina ed è diventata la griglia con le dimensioni ufficiali. È in questo periodo che ho fondato un’azienda di pale e ho iniziato a realizzarle per la maggior parte dei marchi. Questi anni hanno coinciso con il mio ruolo di professore di Tecnologia della FEP, con cui ho girato i club di tutta Spagna insegnando come si costruisce un campo e come fabbricare le pale. Poi ho creato una rivista su incarico della Federazione, El Padelista, di cui sono stato direttore per tutta la sua esistenza.

Quali sono le differenze tra il padel degli inizi e quello di oggi?

stema. Un tempo erano la posizione del campo e una buona dose di riflessi ad assicurare la vittoria. Oggi i metodi di allenamento si sono ammodernati con analisi video e attrezzi per migliorare il rendimento. A questo bisogna aggiungere una maggiore importanza alla preparazione fisica.

Qual è stata e qual è attualmente la tua relazione con i migliori giocatori del circuito? Due o tre decadi fa era più facile conoscere tutti. Condividevamo spesso momenti insieme, c’era una certa complicità. Oggi, dove tutto è più professionalizzato, avere altri interessi in gioco è molto più difficile e io mi relaziono solo con i giocatori sponsorizzati dal marchio.

Avrai tantissimi aneddoti particolari e divertenti su alcuni di questi. Ce ne puoi raccontare qualcuno?

Ricordo un’occasione qui in Italia. Avevamo costruito i primi campi da padel a Roma e un imprenditore che pretendeva di entrare nel mercato invitò alcuni dei migliori giocatori al mondo per alcune partite da esibizione. L’aneddoto consiste nel fatto che hanno giocato da soli, senza pubblico. Abituati a mille appassionati nei tornei spagnoli, qui nessuno li conosceva e i pochi aficionados che occupavano gli spalti non li guardavano neanche, perché non sapevano chi fossero. Forse provarono un po’ di vergogna. Ma non era colpa loro, che stavano solo facendo il loro lavoro, bensì della fretta dell’imprenditore.

Come sei arrivato allo sviluppo delle pareti di vetro rispetto a quelle di cemento che c’erano prima?

Ho scoperto i campi di vetro da un’azienda messicana, Paddy Glass, e li ho semplificati: ogni vetro di 2 x 3 m per loro era composto da quattro parti. Con questo materiale si è ottenuta anche la visibilità da parte del pubblico e non c’era più la sensazione di “bunker” come con il cemento.

Essendo nel settore da tanto tempo, hai vissuto anche alcune delle maggiori rivoluzioni. Ce ne racconti qualcuna?

In primo luogo gli elementi del gioco e lo sviluppo delle racchette, dalle prime fatte in legno alle attuali di schiuma e fibra. Un altro cambiamento importante è stato quello dei campi, con il passaggio dalle pareti di cemento al vetro, grazie al quale ora sono diversi il rimbalzo, la visibilità e la prospettiva. Inoltre, il giocatore si può lanciare contro la parete per salvare il colpo, cosa che non si poteva fare sul muro. In quanto al gioco, rispetto a prima è cambiato il si-

All’inizio c’è stato il cambio di materiale delle racchette dal legno alla schiuma e l’aumento della loro grandezza fino dai 22 ai 38 mm attuali. Poi, come dicevo, è seguito il passaggio al vetro, alla griglia elettrosaldata e la finitura in erba sintetica, mentre fino a quel momento la maggior parte delle superfici dei campi erano di calcestruzzo poroso (tennis quick). Inoltre, ho contribuito all’internazionalizzazione del padel girando diversi Paesi per diffonderne la pratica. Ma non bisogna dimenticare quello che è stato per me il migliore presidente della FEP, Miguel Medina, che ha sviluppato e professionalizzato il

Il primo campo da padel in vetro a Roma, Club La Molette, maggio 2009

padel, riuscendo a rendere un vero sport quello che era quasi un passatempo. In ultimo, la disciplina è cambiata anche grazie allo sforzo e al know-how di diverse aziende che hanno scommesso sulle prime prove che poi hanno dato luogo a un circuito professionale.

Come sei entrato in Bullpadel?

Nella nostra azienda di racchette realizzavamo le collezioni di tanti marchi sul mercato, cosa che mi ha permesso di consocerli tutti. Con la costruzione del primo campo a Roma, ho percepito che l’Italia potesse essere un buon mercato. Dopo aver contattato i principali brand, io e il mio socio Stefano Magnaldi percepimmo che l’azienda con più potenziale, per la sua serietà, proiezione al futuro e sicurezza, era Bullpadel. Perciò decidemmo di realizzare un accordo di distribuzione per l’Italia insieme a loro, e non ci siamo sbagliati.

Ci sono ancora margini per l’evoluzione delle forme, dei materiali e delle tecnologie delle pale o credi che la gran parte dello sviluppo sia già stato fatto?

Ci sono elementi che compaiono a distanza di pochi anni per ridurre le vibrazioni, equilibrare il peso, aumentare la durabilità della pala. Nuovi materiali che sostituiscono il nucleo, altre fibre al posto delle classiche in vetro e carbonio. Ma non credo che le cose principali cambieranno.

Alcuni dicono che ci sono troppi marchi nel mercato, in particolare in Spagna si parla di oltre 200 brand. Cosa ne pensi?

La fabbricazione delle pale è ancora abbastanza semplice e artigianale. Per le racchette da principianti e intermedi non c’è praticamente differenza se non nella forma e nell’aspetto. Essendo un prodotto così artigianale possono anche essere realizzate una alla volta, perciò chiunque può creare il proprio marchio. Però credo che alla fine resisteranno solo i brand associati al tennis e due o tre specialisti, con cui si ridurrà sensibilmente il numero dei player.

Quali brand presenti all’inizio della diffusione del padel esistono ancora oggi e quali hanno cessato la loro attività?

Uno è Marcraft, che costruiva attrezzatura negli Stati Uniti per altri sport e poi è entrato nel settore padel in Argentina. Poi le racchette Royal Padel, fatte in legno e alluminio. Di quelli che non esistono più, tra i più emblematici in Spagna c’era Padel Lobb, il mio primo brand. Poi sono arrivati Visión, Vairo, Varlion, Bullpadel... Dei marchi “di sempre”, probabilmente Bullpadel è quella che si è adattata meglio al passare del tempo, nonostante il cambio del logo e l’acquisizione da parte del gruppo Aguirre.

Qual è stata in questi anni la tua relazione con la FEP e la sua rivista?

Miguel Medina era appena diventato presidente della FEP nel 2000 quando mi presentai nella sede della Federazione e gli raccontai che stavo costruendo dei campi da padel. Da quel momento ho iniziato a contribuire allo sviluppo di questo sport nei suoi aspetti più tecnici. Per diversi anni, tutti i venerdì tenevo corsi di formazione nei club: analizzavamo i campi e i possibili difetti con i futuri maestri. Dopo molti anni di collaborazione, Medina mi propose di creare una rivista ufficiale della Federazione. Così creammo El Padelista, della quale sono stato direttore finché la nuova presidenza non

volle più darle continuità.

Quali sono i tuoi piani per il futuro e come vedi l’evoluzione di questo sport fuori dalla Spagna?

Vorrei restare a contatto con il padel e più concretamente con Bullpadel in Italia, per contribuire allo sviluppo della disciplina come feci in Spagna. C’è ancora molto lavoro da fare ma il futuro è molto promettente.

Tu segui Bullpadel per il mercato italiano insieme al distributore e conosci bene il nostro settore. Cosa manca per arrivare allo stesso livello degli spagnoli in quanto a giocatori e numero di praticanti?

Uno dei successi più grandi della FEP durante l’epoca di Medina fu lo sviluppo di questo sport tra le donne e tra i bambini. I migliori giocatori spagnoli non provengono dal tennis, come invece accade ancora in Italia. Perciò c’è bisogno che i bambini che già stanno giocando a padel continuino con questo sport e si convertano in futuri campioni.

CONSIGLI UTILI PER I NEGOZIANTI

Che suggerimenti daresti a un negozio italiano che si è avvicinato al padel negli ultimi anni e ora si trova in difficoltà in termini di vendite e margini?

Come distributore mi sono reso conto di alcuni dei problemi che hanno i negozi, in molti casi come conseguenza degli e-commerce. Per loro credo che si dovrebbero applicare alcuni dei seguenti punti.

1. Focalizzarsi sull’esperienza del cliente. Offrire un servizio personalizzato che gli e-commerce non possono eguagliare, come una consulenza esperta, prove prodotto in negozio e consigli basati sulle necessità individuali. Organizzare eventi, tornei locali e lezioni di padel. Queste attività non solo attraggono clienti potenziali, ma creano una community.

2. Ottimizzare l’inventario e l’offerta dei prodotti con alcuni esclusivi, non disponibili online e difficili da reperire, e mantenere una selezione curata che attragga sia i principianti che gli avanzati.

3. Strategia di prezzo competitiva. Creare pacchetti di prodotti (per esempio, una pala con borsa e palline) e promozioni che offrano valore aggiunto e siano difficili da replicare online. Implementare un programma fedeltà per ricompensare i clienti abituali con sconti, prodotti esclusivi e accesso a eventi.

4. Creare un negozio online per complementare le vendite fisiche. Offrire promozioni come click-and-collect per approfittare dell’inventario del punto vendita. Incrementare la presenza sui social e utilizzare strategie di marketing digitale per attrarre un’audience più ampia. Pubblicare contenuti rilevanti, come consigli di gioco, recensione prodotti e testimonianze dei clienti.

5. Stabilire partnership di fornitura con club locali. Questo può includere sconti per i membri. Cercare influencer e ambassador, collaborare con i giocatori influenti o locali. Questo può aumentare la visibilità e attrarre i follower.

6. Innovazione e adattamento. Assicurarsi che il personale sia competente e possa offrire consulenze esperte e un’eccellente attenzione al cliente. Ricompilare e analizzare i feedback dei consumatori per identificare aree da migliorare e adattare l’offerta e i servizi secondo le necessità di mercato.

A destra José Enrique Fernández del Campo Carreño, e a sinistra Martín Di Nenno
Inaugurazione del primo campo a Dubai, dicembre 2010

DALLE ORIGINI A OGGI...

A fine maggio, a Spresiano (TV) si è tenuta l’inaugurazione dell’Alfonso Hohenlohe Padel Club, in onore di uno dei precursori della disciplina per come la conosciamo oggi. Tra i suoi fautori, anche il figlio Hubertus che ha subito il fascino delle quattro pareti pur provenendo dallo sci alpino di Benedetta Bruni e Benedetto Sironi

Di storie di rilievo lo sport ne è pieno, ma questa merita una menzione particolare. Parliamo di quella del Principe Alfonso von Hohenlohe che, in visita a un suo amico in Messico negli Anni ’70, è stato rapito da una versione ancora embrionale del padel; versione subito perfezionata nel suo hotel di lusso a Marbella con la costruzione delle quattro pareti intorno a un campo inizialmente delimitato da reti. Oggi, questo stesso spirito di intraprendenza, divertimento e iniziativa si può

L'intervista

Hubertus von Hohenlohe

DIRIGENTE ALFONSO HOHENLOHE PADEL CLUB

Quando hai giocato a padel per la prima volta?

Era marzo o aprile del ’74, a Marbella, dove è nato questo campo. Prima si giocava in singolo, ma abbiamo capito che in doppio era più divertente, e da lì è nata la storia. Io e papà giocavamo spesso per invogliare anche le altre persone a unirsi a noi.

Da lì poi hai giocato sempre?

ritrovare in suo figlio Hubertus, ex sciatore olimpico per il Messico (anzi, a dirla tutta, il fondatore della Federazione sciistica per il Paese) nonché fautore dell’Alfonso Hohenlohe Padel Club, aperto a Spresiano (TV) a fine maggio. L’inaugurazione del centro, che celebra il centenario del padre della disciplina, è stata anche l’occasione per presentare la nuova linea firmata Head e disegnata da Hubertus, un omaggio al Messico degli Anni ’70. Ne abbiamo parlato con lui di persona.

Sì, fino ai 28-30 anni, poi ho dovuto smettere perché, con le gare di sci, sentivo che le ginocchia ne soffrivano. A padel giocavamo sul cemento, dunque scattare era molto difficile e la superficie era piuttosto dura. Poi sono passato per un po’ al golf finché un anno fa mi sono ritrovato a casa di Sergio Scariolo, allenatore della nazionale spagnola di ba sket: lui è molto appassionato di padel e ha il suo campo. È stata in quell’occasione che mi sono innamorato di nuovo di questo sport. Adesso ho ripreso e credo che giocherò sempre di più.

C’è l’idea di aprire altri centri?

Siamo in trattativa con un centro di Dobbiaco, che credo sarà molto bello perché attireremmo gli sciatori mattinieri che di pomeriggio scendono dalle piste, compresi i fondisti. Poi abbiamo un contatto in Austria, a Kitzbühel, dove un ragazzo vorrebbe investire in un club come il nostro. E in Italia stiamo cercan do un franchise partner che voglia prendere il nostro nome e lo stesso spirito del centro. Sarebbe tutto in capo al partner, salvo una piccola fee ogni anno. È una tassa più per il nome che per il guadagno in sé. Quello che realmente ci interessa è che la storia degli Hohenlohe viaggi per il mondo.

Tu sei un uomo anche di relazioni, proprio come il padel. Cosa ne pensi?

siamo combinare il Messico, la Spagna, gli Anni ’70 e il pop? Quindi abbiamo individuato un simbolo, il cactus, che già era nella mia divisa alle Olimpiadi dell’84 ma in forma più semplice. Ho proposto di realizzare una versione più sofisticata, e così è nata la linea.

Un altro filone che potrebbe crescere tanto sono le esperienze di viaggi legati al padel. C’è qualcosa che vi piacerebbe fare in questo ambito o altri legati a questo sport?

Io ho questo cugino, Alex von Fürstenberg, che abita in una delle zone più ricche di Los Angeles, circondato da persone famose. In casa sua aveva un campo da tennis che non usava mai nessuno. Da quando ha messo il campo da padel, invece, non ci può più giocare perché è sempre occupato da altri. Casa sua è diventata il “place to be” per il solo fatto di avere un campo da padel. Più che un gioco, è un ritrovo sociale che la gente usa per incontrarsi. E non per fare business, come succede con il golf, bensì per avere relazioni umane e per divertirsi.

Tornando alla linea, sei intervenuto anche sul disegno?

Sì, io da anni disegnavo i vestiti da sci della Kappa. Quando ho proposto a Head di fare qualcosa anche per il padel, la mia idea verteva sull’immaginario dei Giochi Olimpici del Messico del ’68. E ci siamo chiesti: come pos-

Quello che vorrei fare è un torneo dedicato a mio padre a Marbella, e poi un bel campo con un muro in stile “Hall of Fame” con le foto dei giocatori. Trovo che sia più facile viaggiare per il golf perché la conformazione del campo da gioco è sempre diversa. Il padel è più legato a un’idea di viaggio dove conoscere gente nuova in un posto bello. Questo perché divertirsi e condividere dei bei momenti sono fattori che rientrano nel suo spirito. Per quello credo che sia importante riproporre una cosa come abbiamo fatto qua.

Come vedi gli altri sport di racchetta, principalmente tennis e pickleball?

Io trovo più divertente il padel. Il tennis è bello, ma è anche più elitario, e bisogna essere davvero molto bravi per divertirsi. Nel padel invece se uno è più bravo di te hai pur sempre l’opportunità di creare situazioni di gioco. Soprattutto adesso che le palline saltano di più rispetto a quando ho iniziato io e questo sport in generale è migliorato molto. Il pickleball l’ho provato in America, e anche questo mi ha divertito.

Foto storiche del Marbella Club
La famiglia Hohenlohe all'inaugurazione del centro insieme agli ospiti Di Biagio e Corradi

UNA SCARPA VINCENTE

Babolat è consapevole che la sua Jet Premura 2 è una calzatura che vince anche ai piedi del suo n.1 Juan Lebrón, grazie a una combinazione di caratteristiche che l’ha resa un’icona riconoscibile nel tempo

Quando un prodotto resiste alla prova del tempo e delle prestazioni di atleti esigenti significa che ha superato un processo di messa a punto meticoloso e attento, che gli permette di essere sempre attuale anche dopo anni. È il caso della Jet Premura 2 di Babolat, nata alla fine del 2019 evolvendo la versione precedente e posizionatasi subito come scarpa ideale per i giocatori alla ricerca di sicurezza e velocità in campo. Una dimostrazione? È stata premiata da Padel Spain per due anni consecutivi, nel 2019 e nel 2020, come migliore calzatura della disciplina. Un modello progettato

ESTREMA TRASPIRABILITÀ

La caratteristica della Jet Premura 2 è, rispetto alla precedente versione, la maggiore traspirabilità. Presenta infatti due ampie aree di ventilazione sui lati e una soletta microforata che favorisce la traspirazione. La suola è dotata anche di due nuove piccole finestre di ventilazione, nella zona dell’arco del piede, per facilitare il flusso dell’aria. Queste caratteristiche contribuiscono a ridurre il surriscaldamento e i punti di attrito sul piede per un maggiore comfort, sia in allenamento che nelle partite più intense.

MASSIMA

LEGGEREZZA

Come nella sua prima versione, la Jet Premura 2 conserva la leggerezza e il dinamismo che caratterizzano la gamma, senza compromettere la vestibilità e il sostegno. Tutto questo è possibile grazie alla migliorata aderenza al piede e all’implementazione della tecnologia MatryxEVO. Questa combinazione garantisce stabilità in ogni movimento. Risultato? Una calzatura che aderisce al piede come una seconda pelle.

in esclusiva per il padel e per il comfort di chi la indossa, che così può concentrarsi solo sul gioco e sprigionare le sue massime potenzialità. Oltre a un’aderenza perfetta su qualsiasi superficie e flessibilità a ogni passo, offre una straordinaria traspirabilità, leggerezza e stabilità nel movimento. La scarpa è anche disponibile in una nuova colorazione sia per la versione standard che per la Jet Premura 2 Juan Lebrón, dal design innovativo e completata dal logo “El Lobo”, per “mettersi nelle scarpe” del campione e provare le sue stesse sensazioni in campo.

COMFORT E FLESSIBILITÀ

Anche per questo nuovo modello, Babolat ha collaborato con Michelin per dotare le proprie calzature di una suola ridisegnata e sviluppata appositamente per il padel. Jet Premura 2 mantiene le caratteristiche innovative della precedente, offrendo la combinazione ideale di ammortizzazione, flessibilità e durata. Il sistema KPRSX si è evoluto per proteggere l’intera area del tallone e assorbire gli urti da qualsiasi tipo di appoggio. Sono state peraltro mantenute le aperture aggiuntive nell’avampiede e la struttura con scolpiture FLEX a 360º, specificamente progettata per il padel, che assicurano all’utilizzatore un’aderenza e una fluidità incomparabili a ogni colpo e movimento, evitando possibili infortuni.

LA PERFETTA COMPAGNA D’ALLENAMENTO

Slinger Bag permette di elevare il proprio livello di gioco grazie alla possibilità di variare i tipi di effetto, velocità, rotazione e frequenza. Un prodotto portatile, versatile e leggero pensato per essere allo stesso tempo sia una borsa da padel che una macchina lancia palle

“Metti la cera, togli la cera”. Se ai più giovani questa citazione potrebbe non dire nulla, agli appassionati di cinema, probabilmente, porterà alla mente molte cose. Questa frase pronunciata da Pat Morita, in Karate Kid, è diventata un'espressione tanto celebre da essere utilizzata talvolta anche nel gergo quotidiano. Nella pellicola il sensei spiegava con quella frase il suo metodo per insegnare i fondamenti delle arti marziali all’allievo. Nel film la ripetizione continuativa del gesto permetteva al giovane d’acquisire una certa

PORTATILE

Slinger Bag è trasportabile senza sforzo come un borsone a rotelle estendendo la maniglia

FACILITÀ D'USO

La macchina è configurabile in pochi minuti. Velocità, frequenza, altezza e rotazione della pallina sono regolabili. Inoltre, la batteria agli ioni di litio è rimovibile per una facile ricarica

VERSATILE

All’interno della Slinger Bag è possibile conservare tutta l’attrezzatura da padel: pale, scarpe, abbigliamento e accessori

predisposizione verso l’ascolto del proprio mentore e gli consentiva di apprendere una determinata metodologia d’apprendimento. Perché siamo partiti da questo per raccontare la Slinger Bag? È fuori dubbio che la ripetizione di un gesto tecnico o sportivo permetta di migliorare il proprio livello di gioco. Celebre in questo senso la “regola delle 10 mila ore” che sostiene che per eccellere in un’attività servono 10 mila ore di pratica. Purtroppo, tutto questo tempo per allenarsi non lo si ha a disposizione. Ma con un prodotto come la Slinger Bag migliorare sensibilmente le proprie performance non è un sogno. Realizzata pensando alla comodità, Slinger Bag è versatile e può essere posizionata ovunque sul campo impostando qualsiasi tipo di colpo a velocità variabile, frequenza e altezza del rimbalzo.

L'uso della Slinger Bag, che unisce l'essere una borsa da padel, all'essere una macchina lancia palle, può essere molto utile all'allenamento di un giocatore che possiede già una buona tecnica, ma può risultare di grande aiuto anche al maestro che può concentrarsi nel vedere meglio quali sono i problemi dell’allievo e correggerli. Il vantaggio è che oltre a variare i tipi d’effetto e la direzione di tiro ci si può allenare via via a un ritmo superiore. Inoltre, la sua facile trasportabilità la rende versatile e in grado di essere posizionata ovunque sul campo. Con i parametri di velocità, rotazione, altezza di lancio (manopola regolabile sul versante laterale in basso) e frequenza modificabili, ogni colpo può essere allenato in modo ottimale. Il pacchetto Padel Slam Pack include la macchina lancia palle, l'oscillatore, il tubo raccogli palle e un supporto per la fotocamera. Oltre a un supporto chiamato lob accessory che viene applicato sotto alla macchina per creare un ulteriore elevazione di 20°. Questo strumento serve per simulare i lob che vengono giocati con molta frequenza durante uno scambio.

SCHEDA TECNICA

• Peso: 19 kg

• Dimensioni: 35,5 x 45,7 x 86,3 cm

• La velocità del lancio varia da 16 a 73 km/h

• La batteria a ioni di litio dura fino a tre ore

• Può contenere fino a 120 palle

• Facile da accendere/spegnere sia la Slinger Bag che l'oscillatore con il comodo telecomando

• L'oscillatore offre un angolo di lancio che copre il campo da parte a parte

FIRME DI PRESTIGIO

La nuova collezione Signature Racquet di Head Padel in edizione limitata è stata progettata con le tecnologie più avanzate e disegnata in collaborazione con i giocatori numero uno al mondo: Arturo Coello, Ari Sánchez e Paula Josemaría

Questa esclusiva gamma di racchette è pensata per i giocatori più esigenti e include le firme personali dei campioni. Ogni pala della collezione vanta le più avanzate tecnologie di Head, come il rinomato sistema Auxetic e una superficie d’impatto ibrida in fibra di vetro e carbonio. Inoltre, il nuovo tappo morbido alla base dell’impugnatura migliora il tocco e la sensibilità.

EXTREME PRO LTD - ARTURO COELLO

Come co-designer, Arturo Coello ha scelto i colori per la Extreme PRO LTD – Arturo Coello. "È una delle racchette Head che mi piace di più: è sorprendente e ha una forte personalità. È la testimonianza di un grande lavoro di squadra", afferma il campione.

Per ottenere un’estetica davvero di alta qualità, la racchetta include la firma di Arturo ed è caratterizzata da una finitura opaca. Il design raffinato si unisce perfettamente a potenza estrema e tocco eccellente ed è la scelta ideale per i giocatori professionisti e di livello avanzato che cercano una pale a forma di diamante.

La superficie d’impatto ibrida assicura sensibilità e tocco superiori. La tecnologia Extreme Spin fornisce migliore feeling e sicurezza di gioco.

EXTREME MOTION LTD - PAULA JOSEMARÍA

La racchetta Extreme Motion LTD - Paula Josemaría, progettata in collaborazione con la numero uno al mondo, mette in mostra l‘opera d’arte della giocatrice affettuosamente conosciuta come ‘Paulita Dinamita’, integrata nel motivo 3D per aggiungere un tocco di vivacità. L'atleta ha selezionato personalmente i colori di questa pala in edizione limitata, migliorando ulteriormente il design elegante ed esclusivo e con finitura opaca, che include la sua firma. Riflettendo sulla collaborazione, Paula commenta: "Ho avuto il piacere di lavorare a stretto contatto con il team Head, di chiacchierare con loro e di dare il mio feedback. Sono davvero felicissima del risultato". Realizzata con una nuova struttura a forma di diamante, questa racchetta è ideale per i professionisti e per i giocatori di livello avanzato, che cercano l’equilibrio ottimale tra potenza estrema e manovrabilità.

SPEED MOTION LTD - ARI SÁNCHEZ

Co-disegnata da Ari Sánchez, questa racchetta in edizione limitata vanta un look esclusivo con dettagli ‘magici’ e vivaci. La numero uno del mondo è famosa per il suo tocco magico e ha avuto un ruolo importante nel design della racchetta. "Mi è piaciuto molto scegliere i colori; credo che si abbinino perfettamente, migliorandone l’estetica. Inoltre, le illustrazioni ‘magiche’ aggiungono un bel tocco", ha dichiarato Ari. Anche questa racchetta porta la sua firma e viene proposta con una finitura lucida. Il modello incorpora le stesse specifiche della Speed Motion, la più leggera della serie Speed, ed è ideale per i giocatori di livello avanzato. Ha una forma a lacrima e offre la migliore combinazione di potenza e controllo.

NUMERI 1 PER QUALITÀ E INCLUSIONE

Prestazioni elevate, customizzazione completa delle palline e impegno sociale. Queste in sintesi le peculiarità di NucleoN1, azienda trevigiana fondata da Piero Giardina e Marco Ragazzi che ha debuttato quest’anno sul mercato

NucleoN1 è un progetto che nasce nel 2021 da un'idea dei due cofondatori, Piero Giardina e Marco Ragazzi, che si sono accorti di come il movimento padelistico stesse crescendo durante la pandemia. Dopo tre anni di ricerca e sviluppo e dopo aver analizzato le richieste del mercato e selezionato i migliori produttori di articoli da tennis e padel, il brand ha fatto il suo debutto ufficiale in questo 2024. L’obiettivo di NucleoN1 (new-co con sede a Treviso) è di offrire solo prodotti di alto livello, a partire dalle palline da padel, che hanno già ottenuto la certificazione FITP e sono immediatamente diventate quelle ufficiali per i tornei di Padel Trend Expo svoltosi a Milano nel mese di gennaio.

CUSTOMIZZAZIONE COMPLETA

Il marchio è in grado di offrire un innovativo servizio di customizzazione per eventi privati e aziendali. Al cliente viene data una doppia possibilità: personalizzazione delle palline, mediante la stampa di un logo/immagine monocromo direttamente su di esse, o del tubo che le contiene, con una grafica appositamente studiata

sulle etichette esterne, trasformandole così in un efficace veicolo di comunicazione e promozione. Ma non è tutto: NucleoN1 “veste” i suoi prodotti di un abito speciale, proponendo il tubo in due cromie distinte, una blu e una fucsia; una scelta tanto inconsueta quanto significativa.

L’IMPEGNO SOCIALE

Una vera e propria dichiarazione di stile made in Italy, con un concreto impegno sociale come dimostrano le recenti collaborazioni con due importanti realtà come Movimento Femminile Padel e Donne.it.

Con la prima è attiva una sinergia per la promozione e l'organizzazione di eventi specifici che favoriscano il riconoscimento dell'importante presenza rosa nel mondo del padel e per incrementare il numero di donne che praticano la disciplina. Con Donne.it, comunità digitale gestita da donne per le donne, sono stati avviati progetti volti a sostenere le pari opportunità e iniziative educative contro la violenza di genere. Questo è solo il primo passo di una visione a lungo termine verso la promozione del rispetto e dell’inclusione sociale.

NucleoN1 srl - info@nucleon1.com - nucleon1.com

CHI VUOLE UNO SMASH PIÙ FORTE?

La terza generazione della linea Blade di Wilson è studiata per i giocatori esplosivi, in grado di sprigionare grande potenza dall’alto. La versione Pro sarà nelle mani di Javi Garrido

Il nome Blade per gli appassionati di tennis è una garanzia. È una delle linee di Wilson più apprezzate da giocatori e giocatrici di tutto il mondo, in grado di offrire prestazioni di altissimo livello. L'azienda americana ha voluto sviluppare la stessa gamma anche sul padel, ottenendo ottimi riscontri fra chi si districa in mezzo ai cristalli di vetro. Ora Wilson lancia la terza generazione della Blade, presentata in anteprima in occasione del P1 di Malaga con uno dei suoi testimonial principali, Javi Garrido, che stava già utilizzando la V2 della stessa gamma.

La Blade V3, nella sua versione Pro, sarà dunque la prossima pala dell'andaluso, giocatore di grande potenza e aggressività e dotato di uno degli smash più devastanti sul circuito. La pala ha quindi le caratteristiche che possono enfatizzare le qualità di Garrido. Ha una forma a lacrima ed è realizzata in un composito di fibra di carbonio. Offre una maggiore potenza con una sensazione esplosiva, grazie anche al nucleo in schiuma Eva dura, e di stabilità anche nei colpi decentrati. Il bilanciamento è medio-alto a 26,5 cm. Rispetto alla V2, la zona del ponte è completamente aperta e ciò dovrebbe far aumentare la maneggevolezza della pala, mentre è stata rivista anche la disposizione dei fori sul piatto.

SCHEDA TECNICA

Blade V3

Forma: lacrima

Bilanciamento: 267 mm

Peso: 365 g

Piatto: fibre di carbonio e vetro

Telaio: fibra di carbonio

ESTETICA RINNOVATA

Wilson ha rivisto anche il progetto grafico della Blade V2. Nella nuova versione, il brand americano ha scelto il verde come unico colore per telaio e piatto, con la grande W in nero e la scritta Wilson bianca lungo il telaio. Il nome della racchetta, sulla parte bassa del piatto, è stato rimpicciolito per un risultato generale più pulito ed elegante, in linea anche con quanto fatto con la linea Bela. “Siamo entusiasti di lanciare la nuova gamma Blade V3”, ha spiegato Iñaki Cabrera, direttore globale del padel per Wilson. “Continuiamo con il nostro impegno per portare prodotti innovativi e storie stimolanti per migliorare il gioco. Siamo anche molto entusiasti di vedere Javi Garrido portare la Blade V3 Pro al massimo livello possibile”.

LA LINEA BLADE V3 COMPLETA

L’intera gamma soddisfa le esigenze di potenza e comfort di un’ampia categoria di padelisti, con diversi livelli di peso e rigidità, a seconda delle preferenze del giocatore. Presentano anche una maggiore resistenza grazie al rinforzo aggiunto sulla testa della racchetta. Accanto alla Blade Pro V3, Wilson ha lanciato anche la Blade V3 e la Blade LS V3. La prima, di livello intermedio, ha un piatto ibrido e una schiuma Eva dura, mentre il modello LS è per giocatori che cercano minore rigidità grazie alla faccia in fibra di vetro e al nucleo più morbido.

SCHEDA TECNICA

Blade Pro V3

Forma: lacrima

Bilanciamento: 270 mm

Peso: 365 g

Piatto: fibra di carbonio

Telaio: fibra di carbonio

Schiuma: Eva dura wilson.com

Schiuma: Eva dura

SCHEDA TECNICA

Blade LS V3

Forma: lacrima

Bilanciamento: 260 mm

Peso: 355 g

Piatto: fibra di vetro

Telaio: fibra di vetro

Schiuma: Eva morbida

L’IA AL SERVIZIO DEL PADEL

Aiball è una realtà che si propone di analizzare partite e allenamenti con l’obiettivo di far migliorare le prestazioni in campo. Il sistema, già utilizzato dai professionisti, dopo poco più di un anno e mezzo di presenza sul mercato conta più di 5.000 utenti di Davide L. Bertagna

Un professionismo sempre più strutturato, come quello che vediamo da qualche anno nel padel, richiede inevitabilmente maggiori competenze. Approfondimenti minuziosi, più strumenti a disposizione di allenatori e giocatori e uno studio sul campo da sviscerare nei minimi dettagli. Ed ecco che, come in tutti gli sport di alto livello, subentrano anche figure come data analyst e matematici, che con il supporto dei numeri possono portare a un livello sempre più alto la complessità delle analisi tecnico-tattiche. È quello che, per esempio, sta facendo Aiball, una società che sfruttando l’intelligenza artificiale analizza con il 97% di precisione partite e allenamenti con l’obiettivo di migliorare le prestazioni di chi usufruisce del servizio. Attraverso delle telecamere installate in campo, un software di IA genera statistiche e offre consigli (indica i punti forti e quelli deboli e mostra due video riassuntivi, uno sui migliori punti e l’altro sulla partita in generale). Offre, inoltre, una mappa termica sugli spostamenti in campo e un obiettivo concreto da raggiungere nel prossimo match. Aiball è già entrato nelle grazie dei professionisti, visto che tra chi l’utilizza c’è anche Ari Sánchez, attualmente n.1 al mondo nella classifica FIP.

COSA ANALIZZA AIBALL?

Aiball può essere impiegato per capire la posizione tenuta in campo. Nello specifico, la percentuale di tempo in cui il giocatore si è trovato sotto rete (tra 0 e 5 m), nella zona di transizione (da 5 a 7 m) o a fondo campo (dietro la linea di servizio). Il software può anche calcolare il posizionamento di coppia, quindi il periodo trascorso da entrambi nel coordinarsi per coprire il campo in senso orizzontale o verticale. Aiball può ricavare dati da cinque categorie.

Distribuzione: percentuale di colpi diretti all’avversario sul dritto, sul rovescio o al centro.

Buon posizionamento: percentuale dei colpi che hanno costretto l’avversario a spostarsi di due metri o più per restituire la palla (o tentare, se non ci è riuscito). Successo del primo servizio: percentuale di servizi in cui la prima è stata valida. Velocità dei servizi: velocità media in km/h dei servizi del giocatore.

Distribuzione dei servizi: percentuale di servizi inviati alla parete laterale, al centro (zona “T”) e al corpo dell’avversario.

Allo stesso tempo, il software stila un report sulla varietà dei colpi utilizzati, dal globo alla bandeja passando per la vibora e le volée.

NON SOLO PER PROFESSIONISTI

Aiball è un servizio particolarmente interessante per i pro, per via del livello di profondità di analisi a cui può arrivare. Ma il software e l’app collegata sono a disposizione anche degli amatori, che possono richiederlo nei club che hanno scelto di integrare questo strumento sui propri campi. Aiball è già disponibile in più di 40 centri in Spagna, con altri 50 in lista d’attesa per l’installazione. Dopo poco più di un anno e mezzo di presenza sul mercato, conta già più di 5.000 utenti.

Oltre all’app il club avrà a disposizione una piattaforma dove poter usufruire di quattro strumenti.

Servizio streaming per condividere, per esempio, dei tornei in diretta sui social. Video analisi delle lezioni, con l’obiettivo di condividere con l’alunno i video delle lezioni con consigli pratici e note dell’allenatore.

Calendario ed esercizi in programma, dove l’alunno può consultare non solo le date delle lezioni future, ma anche il contenuto. Sia scritto che con grafiche animate. Video tutorial dove poter studiare tutte le fasi delle progressioni dei colpi.

COSA SI PROPONE AIBALL PER IL FUTURO?

Aiball è una tecnologia in continua evoluzione. Il software è sempre in aggiornamento, inserendo nuove tipologie di statistiche e analisi. La prossima, in lavorazione, sarà allenare la Aiball a valutare il livello dei giocatori, non solo in base al risultato del match, ma in base al miglioramento personale. Infatti, il software impara nel tempo. Più giochi, più assimila dati utente per valutarne l’evoluzione.

ALLA SCOPERTA DEL PADEL

CON GUSTAVO SPECTOR

Ct della nostra nazionale maschile dal 2014 al 2022, nonché co-fondatore di SPH (primo network di padel club in Italia), nel suo libro Gus raccoglie decenni di esperienza e passione. Per scoprire tecniche, schemi di gioco, curiosità e soprattutto per divertirsi in campo di Manuela Barbieri e Benedetto Sironi

Qual è l’impugnatura migliore per la vibora? Come si contrasta una nevera? Quale posizione è meglio avere in campo? Il libro “Alla scoperta del padel” di Gustavo Spector risponde in maniera approfondita a queste e a tante altre domande, guidando giocatori di ogni livello nel perfezionamento di colpi specifici e nella strategia di gioco. Questo manuale può essere consultato sia in modo tradizionale, dalla prima all’ul-

L'intervista

Gustavo Spector

PADEL COACH E CO-FONDATORE SPECTOR PADEL HOUSE

Come è nata l’idea di scrivere un libro e quanto tempo ci hai messo a scriverlo?

In realtà l’idea del libro è stata di un giornalista poco esperto di padel che, facendo delle ricerche, ha scoperto che in Italia esiste pochissima letteratura su questo sport. Ho proposto quindi a Rizzoli di pubblicare il libro e loro hanno accettato. Il progetto è iniziato a gennaio del 2023, ma, dopo soli due mesi, ho deciso di interrompere la collaborazione con il giornalista perché non aveva una conoscenza sufficiente del padel. A quel punto, ho contattato un altro giornalista assai più esperto che inizialmente ha accettato, ma poi ha rinunciato a causa dell’eccessiva mole di lavoro. A luglio dell’anno scorso mi sono ritrovato quindi con poco più di due capitoli scritti. È stato un momento difficile, durante il quale ho pensato anche di rinunciare al progetto. L’unica possibilità per finirlo era sfruttare il mese di agosto, quando mi trovavo in Argentina. Ogni mattina mi svegliavo alle cinque e scrivevo per almeno quattro ore. Ho scritto il libro direttamente in italiano, chiedendo qualche volta aiuto a un giornalista che si allena di tanto in tanto con me. La maggior parte del libro l’ho scritta in Argentina, poi a settembre l’ho completato e a dicembre ho consegnato tutto.

In futuro uscirà anche in spagnolo e magari in inglese? È una prospettiva di cui hai parlato con Rizzoli o è ancora presto? Se il libro dovesse vendere molte copie, potremmo pensarci. In Argentina, chi mi conosce mi ha subito suggerito di tradurlo.

Hai letto il libro di Nito Brea? Il tuo approccio è diverso? Sì, l’ho letto e penso che il mio sia un approccio più globale. Rizzoli mi ha lasciato campo libero e la prima domanda che mi sono fatto è stata: “Per chi dovrei scrivere questo libro? Maestri? Professionisti? Semplici appassionati?”. La risposta che mi sono dato è stata semplice: per tutti, non importa se dall’altra parte della rete c’è un numero 1, oppure il più inesperto dei partecipanti. In questo libro chi allena troverà sicuramente spunti interessanti per il proprio lavoro; il padelista di livello avanzato scoprirà dettagli importanti che miglioreranno il suo gioco; l’amatore avrà modo di esplorare e comprendere ogni dinamica relativa a questo sport meraviglioso, e in campo si divertirà ancora di più. L’obiettivo che mi ero posto era quello di sviluppare sia la tecnica che la tattica, analizzando le situazioni che si verificano normalmente in campo, per raggiungere un pubblico più eterogeneo.

tima pagina, oppure approfondendo di volta in volta l’argomento che più interessa. Corredato da decine di foto inedite scattate in campo, schemi di gioco, schede tecniche e illustrazioni esplicative, oltre a indicazioni, suggerimenti e curiosità, il volume raccoglie decenni di esperienza e passione. La stessa che ha contraddistinto la carriera di maestro di Gustavo Spector.

rato per puro caso. In Argentina non c’erano maestri, a quelli più bravi io e il mio compagno davamo 6-0/6-0, quindi ci allenavamo da soli.

Quando sei arrivato in Italia, e non c’erano ancora campi da padel, cosa facevi?

Sono arrivato in Italia a novembre del 2001. Nel 2002, mentre lavoravo come maestro di tennis, avevo già in testa il padel, ma praticamente non c’erano campi, tranne a Bologna, dove il movimento però era ancora troppo piccolo, quindi ho preferito lasciar perdere. Nel 2006 mi hanno chiesto di allenare quella che allora era la nazionale e l’ho fatto per un anno e mezzo. Solo più tardi, nel 2014, la federazione ha deciso di prendere in mano il padel e di cominciare a svilupparlo. Proprio lo stesso anno, ho vinto l’Internazionale di Italia con il mio amico messicano Gabo Loredo. Poco dopo, la Federazione mi ha chiesto di diventare il ct della nazionale e di tenere i corsi per i maestri.

Secondo te, quanto tempo ci vuole prima che l’Italia possa diventare davvero competitiva come Spagna e Argentina?

Dipende da diversi fattori. Sono convinto che se si prendessero 20 ragazzi e 20 ragazze - non di 12/14 anni, ma ventenni con una buona base di tennis (non abbiamo bisogno di un Sinner o di un Alcaraz) in soli cinque anni potrebbero raggiungere un livello altissimo. Non ho nessun dubbio a riguardo. Gemma e Paula, per esempio, arrivano entrambe dal tennis. Tuttavia, ci tengo a precisare però che non tutti i tennisti si adattano bene al padel.

C’è una differenza, a tuo avviso, tra la scuola argentina e quella spagnola?

Anche nel tennis si è parlato molto di questa cosa. Gli spagnoli hanno sempre fatto tanto volume di gioco e hanno approcciato il padel nello stesso modo, non ottenendo grandi risultati. Non è un caso se i migliori coach sono argentini, come, per esempio, Rodrigo Ovide e Gabriel Reca, per citarne due. Loro sono in Spagna da più di 15 anni e, ancora oggi, sono i più bravi. In Argentina, l’approccio è sempre stato più tattico, come è il gioco stesso. I giocatori che alleno spesso vengono dal tennis e sono abituati a tirare centinaia di palline al cesto. Quello che faccio io invece durante gli allenamenti è metterli in condizione di sviluppare una soluzione per risolvere in campo qualsiasi problema. È fondamentale.

All’interno del libro racconti anche qualche tuo aneddoto personale?

Sì, per esempio quando racconto la storia della nevera e come contrastarla. Lo faccio narrando una partita proprio contro Nito Brea, giocata insieme al mio compagno di sempre quando eravamo entrambi professionisti, e di come siamo riusciti a batterlo.

Racconti anche un po’ della tua storia?

Sì, per esempio racconto come ho scoperto la vibora, un colpo che ho impa-

Oggi, secondo te, quanto pesano le componenti fisica, tecnica e tattica nel padel di livello alto?

Questo è un argomento sul quale si discute sempre ampiamente. In generale, a parità di abilità tecnica, la componente tattica diventa cruciale. Tuttavia, sebbene una solida preparazione tecnica e tattica siano essenziali, non si può ignorare l’importanza della preparazione fisica. Ci sono giocatori magari anche molto più talentuosi, con un'eccellente mano e visione di gioco. Ma se fisicamente non sono al pari dei migliori atleti, non possono giocare a certi livelli.

GUSTAVO SPECTOR

Argentino classe ‘69, Gustavo Spector, dopo essere stato giocatore professionista, è diventato un celebre maestro di padel. In Italia da oltre vent’anni, dal 2014 al 2022 è stato ct della nostra nazionale maschile, guidandola alla vittoria nell’Europeo del 2019, a un secondo posto nel 2021 e a uno storico quinto posto ai Mondiali del 2021. È cofondatore della Spector Padel House, primo network di padel club in Italia.

SUN FORO ITALICO DA MAJOR

Roma si conferma una location ideale per ospitare uno degli eventi più importanti del circuito. Restano ancora delle criticità, ma per la terza edizione i numeri parlano di 30 mila spettatori di Daniele Pansardi

"Questo viene definito, da giocatori e giocatrici, come il più bel torneo di padel.

Tutti amano Roma"

Luigi Carraro, presidente FIP

e c’è una location degna di ospitare un Major del Premier Padel, capace di sprigionare quell’aura da grandi occasioni, quella è senz’altro il Foro Italico di Roma. Chi non rimarrebbe affascinato dalla prospettiva di giocare sul Centrale o – meglio ancora – sull’iconico Pietrangeli? La terza edizione del torneo capitolino (17-23 giugno) non ha fatto altro che confermarlo, sebbene non tutto (anzi) possa considerarsi perfetto e l’organizzazione abbia ancora notevoli margini di miglioramento. Il Premier è appena oltre la sua fase embrionale, e la stretta collaborazione tra FIP e giocatori e giocatrici (seppur tra alti e bassi) può lasciare ottimisti sul medio-lungo termine. L’entità con cui non si può imbastire nessun tipo di trattativa invece è madre natura: anche quest’anno il Major romano è stato costretto a fare i conti con temperature proibitive per gran parte della settimana, che vengono parzialmente smorzate dalla brezza serale ma che comunque possono influire in modo significativo sulle prestazioni delle sessioni diurne (il calendario, tuttavia, non sembra consentire grandi stravolgimenti).

Il pubblico, in ogni caso, ha risposto in maniera positiva anche questa volta. L’affluenza si è concentrata come di consueto dal giovedì in avanti, ma il conto finale

ha fatto segnare ben 30 mila spettatori che, come abbiamo imparato a notare, sono tutti veri appassionati e competenti del gioco. Non è raro, del resto, veder spuntare striscioni (e cartelli) dedicati a questo o quel giocatore, per un entusiasmo che si vede in pochissime arene nel circuito finora. Come per Genova (trovate il report del torneo a pagina 39 di questo numero), la distribuzione degli spettatori lungo la settimana è ancora problematica, perché l’unica vera fonte di attrazione per la maggior parte delle persone sono inevitabilmente i big. La programmazione, invece, resto una nota in parte dolente, soprattutto quando l’ultimo match di una giornata va in scena oltre l’una di notte. Ma non solo. Sarebbe necessario che l’organizzazione comunicasse per tempo l’order of play di tutte le giornate del torneo, in modo che chi acquista i biglietti sia ben consapevole di cosa andrà a vedere. Peccati di gioventù che ci auguriamo saranno corretti nel corso dei mesi. In questo senso, proprio a Roma è arrivata la nomina di David Serrahima come direttore generale del Premier Padel. Attuale managing director di Octagon, una delle più importanti agenzie di sport in Europa, sarà una figura chiave nella “normalizzazione” di questi processi ancora da ottimizzare. Per promossi e bocciati, vi rimandiamo al nostro pagellone.

30.000

SPETTATORI AL FORO ITALICO

Paula Josemaría e Ari Sánchez
Paquito Navarro, come sempre, è stato il beniamino del pubblico durante la settimana
Vincitori e vincitrici. Da sinistra, Federico Chingotto, Paula Josemaría, Ari Sánchez e Ale Galán

IL PAGELLONE

FORO ITALICO

Cosa dire del Foro Italico, se non che si conferma la più bella location del circuito? E questa non è (soltanto) la nostra valutazione, ma il coro unanime di giocatori e addetti ai lavori. Quando la brezza serale s’incunea tra i pini marittimi svettanti sul lungotevere e le strutture che trasudano il fascino di una storia secolare, ci si sente obiettivamente fortunati a poter godere di tanta magnificenza. Quest’anno, in particolare, il sito ha mostrato di poter sopportare agevolmente il peso di più eventi in contemporanea: negli stessi spazi si svolgevano il trofeo Settecolli di nuoto, ovviamente il Premier Padel ma anche la tripletta dei concerti di Ultimo, eppure non abbiamo mai avvertito una particolare congestione o rilevanti sofferenze organizzative.

Il torneo è innegabilmente partito azzoppato dal forfait di Bea Gonzalez, privando la manifestazione di una coppia in rampa di lancio a livello sportivo e mediatico. Ma sarebbe riduttivo giustificare con la sola assenza della giocatrice spagnola il più o meno evidente difetto di attenzione del pubblico che ha mediamente accompagnato le esibizioni femminili, quanto meno sino alle fasi finali del torneo (abbiamo assistito all’inesorabile svuotarsi dello stadio Pietrangeli in concomitanza delle gare maschili). Se è pur vero che la finale è stata, nei fatti, una partita a senso unico (Ari Sánchez e Paula Josemaría l’hanno dominata senza apparente sforzo), restano nella nostra memoria la caparbietà e il padel old style della coppia Sainz/Llaguno (in foto) – espresso soprattutto in una semifinale memorabile – e, agli antipodi, la freschezza atletica e l’esplosività in formato tascabile di Claudia Jensen, stella italo-argentina di cui sentiremo ancora parlare.

ORGANIZZAZIONE

Il Premier Padel ha la carta d’identità di un neonato, e quindi gli si perdona qualche inevitabile defaillance, soprattutto quando dimostra di voler migliorare e investire sul proprio futuro: così abbiamo interpretato la nomina del nuovo direttore generale David Serrahima, uomo di grande esperienza nel tennis, che si occuperà della gestione del Tour. Non possiamo certamente sostenere che l’organizzazione del torneo abbia mostrato chissà quali lacune, ma ci aspettiamo che l’anno prossimo non si ripetano le modifiche agli orari di gioco “dell’ultimo minuto”. La tutela della salute dei giocatori è fondamentale (a rischio insolazione nei turni di metà giornata), ma lo è anche il rispetto per gli spettatori muniti di biglietto comprato in anticipo.

Torneo promosso a pieni voti a giudicare dai numeri (30 mila spettatori), e dalla miglior distribuzione delle presenze lungo l’intera settimana. La vera sfida ora è quella di congegnare formule di ingresso che alimentino la partecipazione del pubblico anche durante i primi turni di gara: pensiamo a soluzioni mirate a favorire gli accessi di bambini, adolescenti e ragazzi, ma anche ai padel club che potrebbero organizzare trasferte di gruppo con le dovute agevolazioni. In ogni caso sulle tribune si respiravano amore per questo sport ed esaltazione per le magie in campo, ma anche un livello di competenza che altre platee probabilmente invidiano al pubblico del padel (sarà che abbiamo assistito a un match a stretto contatto con un gruppo di maestri impegnati nel corso federale, e che studiavano con rigorosa dedizione movimenti, colpi e posizioni dei protagonisti in campo).

TORNEO MASCHILE

Tante luci e qualche piccola ombra per la contesa maschile, e ci riferiamo soprattutto al non memorabile percorso del beniamino incontrastato del pubblico romano Paquito Navarro. Il giocatore andaluso ci è parso visibilmente nervoso (ha persino urlato contro il vento che gli allungava il globo verso il vetro di fondo), quasi avesse già maturato la consapevolezza che l’avventura con Juan Lebrón fosse agli sgoccioli, senza aver ottenuto i risultati attesi. Gli fa da contraltare la calma olimpica con cui i finalisti annunciati Tapia/Coello e Galán/Chingotto hanno agguantato la sfida conclusiva, annientando con nonchalance qualsiasi coppia gli si parasse davanti (eccezion fatta per la sfida in semifinale tra i “Chingalan” e i “Superpibes” Di Nenno/Stupa, forse l’apice agonistico del torneo). A conti fatti, il Major che ha comunque reso secondo aspettative, ma da spettatori attendiamo che le seconde linee e i giovani emergenti compiano quel salto di qualità che garantirebbe una maggiore imprevedibilità sul podio.

STAND E ATTIVITÀ COLLATERALI

Lo avevamo già notato nell’edizione 2023, e con un filo di dispiacere lo ribadiamo anche quest’anno: il torneo romano ha ancora enormi potenzialità inespresse dal punto di vista commerciale. Non possiamo sapere perché molte tra le maggiori aziende del settore rinuncino a un palcoscenico che vede transitare decine di migliaia di persone – e che sarebbe il contesto ideale per il lancio di nuove collezioni, progetti ed eventi esclusivi – ma il modello di riferimento a cui puntare resta quello degli Internazionali d’Italia di tennis, quando la passerella degli stand è presa d’assalto da appassionati e curiosi, spesso nelle vesti di acquirenti. C’è sicuramente chi ha ottenuto la meritata visibilità dalla spedizione romana (tra i presenti Babolat, Bullpadel, Head, Padel Mi Amor, Wilson), ma il gap deve essere colmato quanto prima.

TORNEO FEMMINILE 7 8 …all’anno prossimo! 7

PUBBLICO

A TU PER TU CON LE PROTAGONISTE

Essere al Foro Italico ci ha permesso di entrare in contatto con i migliori atleti e le migliori atlete del mondo. Tra una partita e l’altra, siamo riusciti a intercettare due campionesse del calibro di Gemma Triay e Paula Josemaría, che a Roma sono arrivate rispettivamente in semifinale e alla vittoria del torneo insieme ad Ari Sánchez

L'intervista

Gemma Triay

N°3 RANKING FIP

Quanta intesa avete con Claudia al momento?

C'è ancora margine per migliorare. Stiamo giocando insieme da circa cinque mesi, senza aver fatto la pre-stagione insieme, e piano piano stiamo trovando un'identità precisa sul campo. Lei sa di dover spingere di più in attacco, soprattutto a rete, perché il mio stile di gioco è aggressivo, e in generale di avere più presenza sul campo.

È cambiato il modo di allenarvi negli ultimi due anni, visto il maggior livello atletico generale e i tanti viaggi che dovete affrontare?

te, e anche quando stavamo vincendo tanti tornei con Alejandra (Salazar, ndr) puntavamo sempre a migliorarci.

Mi sto allenando da cinque anni con Rodri (Ovide, ndr) e credo che il metodo non sia poi cambiato granché. Sono una giocatrice molto esigen-

Cambia qualcosa tra Europa e Sudamerica?

È stato molto bello vivere quell'atmosfera, ma in Europa chiaramente c'è una sicurezza maggiore. Anche il cibo è migliore, e nel nostro continente in generale è tutto più semplice.

Per il prossimo anno pensi che ci sarà un maggior livellamento delle coppie?

Penso che ci saranno tornei con varie sorprese. Tutte si allenano di più e tutte migliorano, ma credo che per questa stagione ci sarà ancora una certa predominanza di poche coppie su tutte le altre.

L'intervista

Paula Josemaría

N°1 RANKING FIP

Ti senti un modello da seguire per le giocatrici di padel? Credi che l’interesse per questo sport stia crescendo nel mondo e anche nel nostro Paese, o è più rilevante solo in alcuni come Italia, Spagna e Argentina?

Credo che il padel stia vivendo un boom in tutti i Paesi in cui sta arrivando. Inoltre, ora si sta internazionalizzando di più grazie al Premier Padel: ogni volta ho l’opportunità di conoscere posti sempre diversi. Spero che in un futuro i bambini diranno che mi seguono perché sono un punto di riferimento, dentro e fuori dal campo. Mi piacerebbe che fosse così, sia dal punto di vista personale che professionale.

Più tornei significa anche più viaggi. È cambiato il tuo modo di allenarti negli ultimi due anni?

All’inizio non eravamo molto abituati a stare tante settimane fuori casa. Però alla fine il corpo si adatta, anche se non è sempre semplice.

Quest’anno abbiamo potuto alleggerirci un po’ con il fatto di poter scegliere a quali tornei partecipare. Penso che sia una lezione importante e spero che in un futuro si crei un calendario un po’ più dettagliato per non stressare tanto il corpo durante i viaggi. Credo che sia una cosa che vogliamo tutti: stabilire i gironi e sì, soffrirne, ma poi poter avere una settimana di pausa.

Head ha lanciato la tua nuova racchetta, che è anche la prima edizione Signature. Cos’è cambiato rispetto a prima?

A metà della stagione e tra tornei non possiamo cambiare pale, quindi la racchetta è la stessa: Head me l’ha fatta uguale a quella che avevo e ora la userò da qui a settembre, che è il periodo in cui sarà disponibile anche per l’acquisto essendo in edizione limitata. Ne sono molto contenta perché i colori sono spettacolari.

Paula Josemaría, a destra, insieme ad Ari Sanchez con il trofeo del Major romano
Gemma Triay, a sinistra, e Claudia Fernandez
Ari Sanchez, a sinistra, e Paula Josemaria

UN ESORDIO A LIETO FINE

Il P2 di Genova ha richiamato 6 mila spettatori, con il tutto esaurito delle giornate di sabato e domenica. Un risvolto positivo per un torneo in bilico fino all’ultimo, a causa delle potenziali assenze dei top player maschili

di Daniele Pansardi

La storia del P2 di Genova era cominciata in modo piuttosto travagliato. Non solo per il cambio di data (in origine doveva essere dal 15 al 21 luglio, poi è stato anticipato), ma soprattutto per rischio boicottaggio da parte di tutti i principali giocatori maschili del circuito. Fino al mercoledì dell’Italy Major (19 giugno), nessun uomo della Top 200 si era iscritto al torneo in partenza il 2 luglio: una protesta in blocco che rischiava di mettere a repentaglio tutto l’evento. La situazione si è poi risolta dopo una lunga trattativa tra PPA e Premier Padel, consentendo al pubblico genovese di godersi tutti i migliori al mondo sia al maschile sia al femminile, e all’Italia di avere ben tre tappe nel calendario. A conti fatti, a Genova è andata anche meglio di Bordeaux, per fare un paragone con l’altro P2 europeo più recente: mentre in Francia erano presenti solo due Top 10, in Liguria c’erano proprio tutti. Nell’area del tennis club Valletta Cambiaso, c’è stata anche la prima occasione per vedere come avversari Juan Lebrón e Ale Galán. In una semifinale intensa e molto combattuta, alla fine hanno prevalso il madrileno e Federico Chingotto, ma al termine di una maratona di 2 ore e 49 minuti. E se qualcuno pensava che gli sforzi del sabato avrebbero potuto condizionare Chingalan nella finale si sbagliava di grosso. Galán e Chingotto hanno poi inflitto una sconfitta pesantissima ad Arturo Coello e Agustín Tapia, battendoli in appena 45 minuti di gioco. Quando poi a Malaga i due si sono presi la rivincita, Coello ha detto senza mezzi termini di essere usciti “umiliati” dal campo. La prestazione più impressionante, nel dettaglio, è stata offerta da Galán, che ha confermato di essere probabilmente il giocatore più forte al mondo in questi mesi, e lo si può vedere da come ha istantaneamente alzato il livello di Chingotto non appena l’argentino è passato al suo fianco. Tra le donne, il Valletta Cambiaso è stato scosso da un’eccezionale prestazione dell’inedita coppia Marta Ortega-Sofia Araujo, che ha addirittura battuto Paula Josemaría e Ari Sánchez in una delle più grandi sorprese dell’anno. Ortega e Araujo avevano già diviso il campo per un breve periodo nel 2023, ma di lì a poco si erano dovute dividere per il “sì” di Marta a Gemma Triay. La portoghese ci era rimasta male senza nemmeno nasconderlo, ma perché evidentemente credeva (a ragione) nelle potenzialità della coppia.

LA RISPOSTA DEL PUBBLICO

Tiepida (a dir poco) nella prima parte del torneo, ma è una costante di quasi tutti i tornei Premier Padel. È inutile girarci attorno: i trascinatori delle “folle” sono perlopiù solo uomini e limitati a pochissimi nomi (Galán, Chingotto, Tapia, Coello, Paquito, Lebrón, Di Nenno, Stupaczuk), che iniziano il torneo dal mercoledì con partite non proprio attraenti. Dal venerdì l’afflusso cresce sensibilmente, e anche a Genova è stato così: per le semifinali di sabato e le finali di domenica i picchi di pubblico sono stati di 1.800 presenze, mentre lungo tutta la settimana ci sono stati 6.000 spettatori.

UN’INAUGURAZIONE SPECIALE

Il P2 di Genova è stato inaugurato in una location più unica che rara: la nave Garibaldi, storica portaerei ormeggiata nel porto ligure. Sul ponte del vascello della Marina, le due coppie numero uno al mondo (Coello/ Tapia e Sánchez/Josemaría) insieme a Gemma Triay e Claudia Fernández, Federico Chingotto e Alex Arroyo hanno giocato nell’impianto allestito da MejorSet, per un’esibizione senz’altro suggestiva. Durante la settimana del torneo, lo speciale campo è stato messo anche a disposizione dei cittadini, che potevano usufruirne insieme ai tecnici della Federazione.

Ale Galán e Federico Chingotto
Marta Ortega e Sofia Araujo

GPADEL: ATTENTI AL GORILLA!

Per costruire un network di centri padel occorre un modello gestionale che unisca eventi, comunicazione e pratica sportiva: ecco la proposta di una realtà giovane e di successo di Andrea Farano

Forse non tutti sanno che il gorilla ha un carattere sostanzialmente quieto e pacifico: soltanto se si sente minacciato si solleva sulle zampe e batte i pugni sul petto (con quelle movenze che lo hanno reso un’icona anche cinematografica), ma lo scopo è solo quello di mostrare la propria forza, e mai quello di offendere. Ma ancor più difficile immaginare che il gorilla – forse il primate più simile all’uomo nella sua scala evolutiva – è un animale altamente sociale, che crea interazioni continue non solo con famiglia e parenti, ma anche con una moltitudine di amici, formando ampi gruppi per trascorrere insieme il proprio tempo. Ci piace pensare che a questa peculiare caratteristica abbiano pensato i fondatori di GPADEL nell’eleggere il gorilla a simbolo della propria attività, guardando appunto alla “socialità” – a tratti "animalesca", per quanto irrefrenabile – tipica del padel. Fuor di metafora, ci troviamo di fronte a una realtà giovane, capace di proporre ai club un modello gestionale a tutto tondo, innovativo e di successo, tanto che in pochissimo tempo ha già piazzato nove bandierine in area piemontese, ma non arresta le proprie mire di espansione anche fuori regione. Avventuriamoci nella giungla insieme a GPADEL, per scoprirne i segreti e conoscerne le più sincere ambizioni.

L'intervista

Quando nasce GPADEL?

GPADEL nasce nel 2022 dall’idea di due soci - Armando Calvetti e Lorenzo Veglia - entrambi già attivi nel mondo dell’imprenditoria da molti anni, ma anche sportivi di livello. Armando pratica questo fantastico sport dal 2015, raggiungendo la classifica 2.1 e giocando in serie A per due stagioni, dopo una carriera nel tennis e golf; Lorenzo, invece, vanta una carriera professionistica nell’automobilismo.

Vi definite “il primo network di centri padel in Italia”: qual è la formula imprenditoriale che si cela dietro questo claim?

Ci vantiamo di essere il primo network in Italia capace di assicurare in tutti i centri affiliati i medesimi servizi di academy, creazione eventi e segreteria: la replicabilità della formula gestionale è il nostro pregio distintivo. Un team giovane e dinamico garantisce poi l’enorme passione che viene riversata in ogni attività. Teniamo due riunioni a settimana tra i club manager – figura fondamentale per ogni centro – e i nostri referenti di area (Alberto Sibona, responsabile academy; Riccardo Vaj, responsabile eventi; Ilaria Raineri, responsabile comunicazione e Elia Purita, responsabile agonistica). A nostro avviso qui risiede l’elemento distintivo di GPADEL: siamo sempre attivi nell’ideare nuovi servizi per tutti i clienti, che diventano a tutti

gli effetti parte attiva della nostra organizzazione.

Siete sempre alla ricerca di nuovi spazi: quali caratteristiche deve avere un centro che desidera affiliarsi alla vostra insegna?

Ogni club che desidera presentarsi sotto l’egida GPADEL deve innanzitutto avere uno spazio adeguato per l’installazione di campi indoor (crediamo molto in questa tipologia di impianto), oltre che disporre di una segreteria stabile e di ampi spogliatoi per garantire al giocatore un’esperienza confortevole e familiare, in cui possa esprimere la sua passione sportiva in piena comodità.

Quali sono i servizi che offrite al circolo che sceglie la vostra gestione? I servizi che possiamo garantire si sostanziano sicuramente in una segreteria attivissima nella gestione delle chat e nella comunicazione dei nostri eventi, ma anche in un’academy sempre all’avanguardia, grazie al confronto costante con il direttore tecnico Alberto Sibona (classificato al numero 30 in Italia), senza dimenticare un’esposizione sui social all’avanguardia.

Cosa trova invece il giocatore in un centro GPADEL?

Un giocatore agonista, così come l’amatore, trova una struttura che cura a

360 gradi le esigenze dell’atleta. Per gli amatori organizziamo tornei sociali ogni settimana, con i quali si accumulano punti per concorrere nella G-CUP (ovvero la battaglia tra i circoli GPADEL per vincere l’ambito premio “gorilla d’oro” ed essere eletto miglior club della nostra galassia). Mentre per i nostri atleti agonisti FITP o TPRA abbiamo numerosissimi gruppi di allenamento suddivisi per capacità tecniche, oltre che una quantità notevole di squadre: sono ben 27 i team TPRA, che ci consacrano per il secondo anno consecutivo la società con più formazioni di tutta Italia, ma anche Serie C o D, con ottimi risultati e giocatori di livello internazionale come Marco Cassetta, Alvaro Montiel e Jose Jimenez Casas.

La vostra espansione è al momento fortemente radicata in Piemonte: cosa vi lega a questo territorio? Avete l’ambizione di valicare i confini regionali?

Siamo in effetti molto presenti nella provincia di Torino (con strutture a Bor-

garo, Leini, Torino, Vinovo, Rivalta, Bruino, Torrazza e Sestriere), ma possiamo annunciare con orgoglio che a metà settembre sbarcheremo nella provincia di Cuneo, e precisamente a Fossano. Ci aspettiamo grandi risultati da questa apertura, perché mancava nella zona un circolo con più di quattro campi sotto lo stesso tetto, e con una miriade di servizi esclusivi (come il condizionamento della temperatura, un’assoluta novità). Non vi nascondiamo, però, che miriamo a espanderci a breve oltre i confini regionali.

Nell’ambiente si sente spesso discutere dell’ingresso nel mercato italiano di club esteri - soprattutto spagnoli - con l’obiettivo di “colonizzare” il nostro Paese, magari creando una catena di centri sportivi. Eppure, all’atto pratico, al momento questa resta una prospettiva inattuata. Quali sono le difficoltà che potrebbe incontrare un player straniero in questa iniziativa?

Le difficoltà possono essere molteplici, a cominciare dalla complessa localizzazione del sito in cui insediarsi, per non parlare della lentezza burocratica che spesso scoraggia gli imprenditori a investire nel settore. Altro fattore di problematicità è saper creare un team coeso e sapiente sia sull’argomento sportivo, sia in ambito finanziario/gestionale.

Cosa c’è nel futuro di GPADEL?

Il nostro obiettivo è quello di diventare, con il tempo, il punto di riferimento del padel a livello nazionale, rendendo accessibile a tutti la pratica di questo meraviglioso sport.

UN MALL CHE RIVOLUZIONA IL CONCETTO DI SPORT

Si chiama Mall of Sport, appunto. Un progetto, il primo al mondo, che porta il concetto di infrastruttura sportiva a un altro livello: un centro al servizio della comunità con un modello innovativo e sostenibile in grado di generare valore sociale, economico e culturale. Ce lo racconta il suo ideatore Francesco Monastero

Un progetto ambizioso quanto rivoluzionario, che racchiude una serie di intenti volti a cambiare il modo di vivere non solo lo sport, ma anche lo spazio urbano.

Mall of Sport è un’idea di Expandia Srl, azienda specializzata nello sviluppo di soluzioni immobiliari complesse e in particolare nello sviluppo e progettazione di spazi commerciali, di cui Francesco Monastero (con cui abbiamo fatto una chiacchierata che pubblichiamo nel seguito di questo articolo) è il ceo. Mall of Sport vuole evolvere il concetto di Centro Commerciale e di Centro Sportivo, coniugando le due anime, mettendo il retail a servizio dello sport. Pensate, quindi, piuttosto a un forum polisportivo al servizio della comunità, che riqualifica un’area urbana con la sua struttura di alta qualità, innovativa e sostenibile, con spazi e servizi focalizzati sul benessere e sulle passioni dei clienti, in grado di generare valore sociale, economico e culturale.

L’apertura della prima megastruttura è prevista a Pero, nel 2027. Il progetto prevede poi il coinvogimento di altre città, con masterplan in via di approvazione per Genova e Trento. Ma in una visione più ampia e mirata a promuovere la cultura e i valori legati all’attività sportiva, l’obiettivo futuro è quello di averne uno in ogni regione d’Italia, dando la possibilità a un numero sempre più crescente di persone di utilizzare strutture di impiantistica sportiva visto che, tra quelle dislocate su tutta la penisola, circa 70.000 sono inattive.

IL FORMAT

Mall of Sport prevede un sistema integrato di funzioni che ospiterà impianti sportivi per decine di discipline, negozi specializzati, ristorazione, sport virtuali, attività di formazione, servizi di ospitalità.

I PROGETTI

PERO (MI)

Superficie 64.931 mq

Retail and food 4.500 mq

Outdoor sport 3.700 mq

Indoor sport 10.500 mq

Entertainment 7.790 mq

Executive 4.300 mq

Spa 1.000 mq

Studio di registrazione 2.000 mq

Parcheggio 900 posti

Campi indoor polivalenti

con posti in tribuna per:

1 campo da pallamano

3 campi da basket

3 campi da pallavolo

6 campi da padel

Piscina con posti in tribuna:

1 vasca 25x16 metri

2 vasche 6x16 metri

Aerobica in acqua

Hydrobike

Nuoto sincronizzato

Corsi di nuoto

Discipline sportive:

Atletica, rugby, football, padel, tennis, pallavolo, nuoto, basket, gym, sky simulator, danza, arti marziali, boxing, skateboarding, scherma

Il progetto è concepito come un forum multidisciplinare, dotato di strutture sportive e commerciali di alta qualità, spazi e servizi focalizzati sul benessere e sulle passioni dei clienti.

Mall of Sport è stato concepito come elemento di riqualificazione pensato per rivalutare luoghi abbandonati trasformandoli in valore aggiunto per la comunità, recuperando appezzamenti di terreno inutilizzati o da bonificare. L’obiettivo è costruire una “economia di scala indipendente” per dotare il territorio di un ecosistema autonomo a uso e godimento della popolazione. Tutto ciò che circonda i clienti è concepito con un obiettivo di benessere psico-fisico. Dall’healthy food presente nei punti di ristorazione, fino a tutte le discipline sportive, indoor e outdoor, coordinate dalle rispettive federazioni, che sia gli atleti professionisti, sia gli amatori possono praticare. Un valore aggiunto questo soprattutto per i bambini, che hanno la possibilità di scegliere il loro sport preferito semplicemente provandolo.

Il complesso inoltre comprende diverse strutture legate al mondo dell'istruzione e con un centro di Medicina dello Sport che fornisce servizi sanitari specialistici per la cura dell’atleta a 360 gradi, un liceo sportivo destinato allo studio delle Scienze Motorie, l’università di scienze motorie, una facoltà volta a formare personalità in ambiti sportivi e un asilo sportivo.

Oltre all’attività fisica, è possibile cimentarsi anche in quella virtuale con WeArena, il primo parco tematico digitale. Dove il visitatore può trovare giochi, realtà aumentata, esperienze interattive, un mondo di divertimento ad altissimo contenuto tecnologico. WeArena non si limita solo al Gaming ma sviluppa un intrattenimento che coinvolge anche la sfera artistica e reale, con la concertistica e gli spettacoli teatrali.

GENOVA

Superficie 37.000 mq

Retail and food 11.258 mq

Medicina dello sport 1.472 mq

Wellness Spa 759 mq

Palathletics 9.976 mq

Indoor sport 4.905 mq

Outdoor sport 4794 mq

Studio di registrazione 495 mq

Parcheggio coperto 12.068 mq

Parcheggio all’aperto 776 mq

Campi indoor polivalenti con posti in tribuna per:

1 campo da calcio a 5

1 campo da pallamano

2 campi da basket

4 campi da pallavolo

Sala attrezzi per attività a corpo libero e sala corsi

Outdoor: 15 campi da padel

L'intervista

Qual è la filosofia alla base di questo progetto?

Parliamo di un centro sportivo all’avanguardia che per sopravvivere deve fornire esperienze diverse: non solo fitness e wellness ma anche preparazione atletica declinata sia ai pro che agli amatori, due mondi che solitamente sono separati, qui si incontrano.

Provenendo dal mondo dei centri commerciali, negli anni ho capito che per far stare in piedi un impianto di grandi dimensioni, occorre inserirvi una serie di attività sinergiche tra di loro, offrendo contenuti importanti basati sulla cultura e sull’insegnamento, attraverso lo studio, l’università e i migliori tecnici delle varie federazioni coinvolte.

L’obiettivo è la multi-disciplina, dando la possibilità, per esempio, ai bambini, di non fare solo un unico sport, ma di provarne tanti prima di scegliere. Cosa che normalmente non avviene, soprattutto nei paesini di provincia dove o giochi a calcio o fai la campestre. Nel Mall of Sport invece i ragazzi possono scegliere, accompagnati da un’adeguata analisi delle loro condizioni fisiche, grazie al Centro di Medicina dello Sport. Questo è un modo anche per raccogliere le informazioni relative all’utenza e creare una banca dati di grande interesse.

Un centro commerciale con declinazione sportiva quindi funziona?

assolutamente accessibile. Tutte peculiarità che attirano, oltre che un pubblico adulto, soprattutto i giovani.

Come saranno gli accordi con le varie parti che lavoreranno con voi? Si tratta di un modello dove le federazioni e le associazioni che aderiscono avranno un sistema amministrativo, logistico e di servizi integrato gestito da una società di scopo, proprietaria di un modello di gestione innovativo. Questa è un’idea vincente, già accolta molto bene.

In Italia c’è spesso ancora troppa poca attenzione alla cultura dello sport… Funziona alla grande! Immaginate un enorme campus dove convivono l’impiantistica sportiva, lo studentato, la Medicina dello Sport, retail declinati e specializzati, healthy food, università, liceo sportivo e asilo. Le funzioni sono molteplici e sinergiche, un progetto innovativo che ancora non esiste in tutto il mondo. I modelli con cui aprono i nuovi centri commerciali sono obsoleti, infatti stanno andando male. Il valore aggiunto di Mall of Sport va oltre lo shopping, dando la possibilità alle persone di passare tempo di qualità per il proprio benessere psico-fisico. Inoltre si inserisce in un contesto, quello italiano, ancora arretrato da questo punto di vista. Basti pensare che la Francia investe 2,2 miliardi l’anno per lo sport. L’Italia 700 milioni una tantum, con la logica che il primo che arriva “porta a casa”. A causa di questa mentalità si contano 70 mila impianti inagibili su tutto il territorio. Le carte vincenti di Mall of Sport sono le dimensioni, impianti di altissima qualità, la multi-disciplina e il prezzo

Quando vedremo realizzato Mall of Sport? E cosa offrirà agli sportivi? Abbiamo stimato 10 mesi per l’approvazione del progetto e 18 mesi per l’esecuzione. L’area interessata dalla costruzione ha già ottenuto la variante urbanistica. Puntiamo alla massima qualità e al servizio, ad esempio, i campi saranno smart per una gestione più facile e agevolata. Avremo la migliore selezione di preparatori atletici e 16 sport da poter scegliere (parliamo di Pero) dislocati tra l’indoor, outdoor e la parte acquatica, la palestra e la parte di corsi e attività a corpo libero. Oltre all’attività fisica, ci sarà la possibilità di vivere la parte virtuale con l’e-sport, un settore che In Italia ha un potenziale enorme anche se non è ancora decollato. Non ci sarà solo il gaming nell’area entertainment ma anche musica (concerti) e teatro. Ci saranno ovviamente anche la parte di ristoro e quella commerciale.

Per la parte di retail qual è la vostra visione?

Il tema della salute e del tempo libero è molto vasto, fare un unico mega-store all’interno della struttura secondo me è sbagliato. Credo sia più logico coinvolgere realtà più specializzate e verticali sulle attività sportive presenti. Da un lato è necessario servire tutte le discipline che si praticano all’interno in maniera specifica.

La parte fondamentale di un potenziale negozio o brand con il quale andremo a collaborare, è capire come vede la vendita del futuro, che non sia semplice esposizione ma un’esperienza a 360 gradi. E soprattutto come viene gestita l’esperienza di acquisto: avere a disposizione un impianto multi-sport significa dare la possibilità ai propri clienti di far testare i prodotti in tempo reale.

27PADEL: STORIA DI UNA RINASCITA

Nella sua seconda vita da imprenditore, Cristiano Doni ha già lasciato il segno come in campo. Con il suo centro ha riqualificato un’area abbandonata da anni, diventando in poco tempo un punto di riferimento per la città orobica

di Adelio Rosate - team e marketing manager di O&B Padel e Giacomo Cirelli - data manager

Photo credits: Visual World di Norberto Pezzotta

Il calcio gli ha dato molto, ma anche tolto. Una carriera nomade, ricca di esperienze e di luoghi diversi. Fondendo quelle calcistiche a quelle di vita. Cambiamenti spesso rigeneratori di stimoli, ma anche di impliciti nuovi esami, giudizi e necessità di mostrarsi all’altezza delle aspettative. Nuovi compagni e allenatori con cui trovare rapida sintonia. Cristiano inizia ragazzino a fare la valigia. Una carriera professionale distribuita in ben sette diverse città per altrettante squadre. Luoghi differenti per clima, dimensione, tenore e ritmo di vita, tradizione calcistica. E una gavetta a tutto tondo, verticale come poche altre, che lo vede partire dalla C2. Per un incedere di trasferimenti sino alla serie A e alla nazionale del Trap con un mondiale non tra i più fortunati. Promozioni e retrocessioni in cui la costante è un rendimento sempre di spicco, con un crescendo di reti gonfiate. Ma è nella città orobica che il secondo principio della dinamica psicologica secondo Alberoni (la reciprocità) emerge e si cementa: è con la Dea e Bergamo che Cristiano incrocerà indissolubilmente il suo destino. Presto amata icona di una curva, la Nord, tra le più tumultuose e passionali d’Italia. È a Bergamo che le grandi soddisfazioni avranno uno strascico di momenti sof-

L'intervista

Cristiano Doni

FONDATORE

ferti. La gratificazione per il conferimento della cittadinanza onoraria, unica a oggi a un calciatore. E poi inviso, per faccende che rimarranno controverse. In carriera, dei poco meno di 400 incontri disputati in sette diverse squadre, oltre il 70% saranno con la casacca nerazzurra (ben 296). Qui vive un primo periodo arrivando dalla rivale Brescia nel 1998 e ci ritorna dopo l’avventura maiorchina, nel 2006. Ed è con la squadra orobica che stabilisce un record non ancora infranto, con 112 centri. Nonostante un ruolo non precisamente da “presidiatore“ dell’area avversaria. L’esperienza spagnola gli offre anche l’opportunità di varcare i sottopassaggi di due templi, il Camp Nou dei Blaugrana e il Bernabeu delle Merengues.

DA BRILLANTE GIOCATORE A ILLUMINATO IMPRENDITORE

Il Doni calciatore è comunque facilmente riscontrabile nella letteratura calcistica. Qui vogliamo scoprire l'altro, relativamente “nuovo”, l'imprenditore Sull’isola di Moya e Nadal, Cristiano ha modo di prendere confidenza con un curioso sport, forse a prima vista un po’ banale, che la tradizionale cultura spagnola gli rivela in tutto il suo fascino, il padel. Così quando questa disciplina è in crescendo anche in Italia Cristiano, più di altri,

Stefano Fumagalli

DIRETTORE DEL CENTRO

Cristiano, intanto un piccolo flashback, quanto ti manca il calcio?

Poco ormai, sono passati un po’ di anni. Il calciatore professionista deve sottostare quotidianamente a una serie di regole, impegni, una disciplina oserei dire da soldato. Per contro vive in una bolla “ovattata”, ai margini della vita reale. Personalmente ho sempre cercato di sviluppare altre conoscenze, interessi. Così il passaggio è stato più naturale e indolore.

Calciatore prima e imprenditore da un po’. Più facile approfondire la preparazione economico-finanziaria necessaria al ruolo o la condizione mentale che lo stesso richiede? Il cambiamento mentale è importante e da affinare: da calciatore come dicevo, hai una quotidianità super programmata da altri. Qui devi farti l’agenda in base alle priorità emergenti. Un ruolo più ampio e dirette responsabilità. In termini di formazione, un po’ di basi economiche e finanziarie le avevo, altre le ho approfondite. Oggi posso avvalermi anche di esperienza acquisita in precedenti simili attività. In ogni caso la “brigata” in cucina è una squadra che presuppone coordinamento e affiatamento, non molto diverso da quanto avviene in campo.

Parecchi gli investimenti nella ristorazione da parte di calciatori. Molti non durano. Forse perché ci si illude che non siano necessarie specifiche competenze? Mentre tu hai “raddoppiato” a Palmanova di Mallorca, con una nuova apertura dove avevi già il super avviato “Chiringo”.

Bisogna distinguere: un conto è un investimento finanziario, altra cosa è il coinvolgimento diretto. La presenza specialmente in fase di avvio è fondamentale. Per imparare quello che non sai; essere il punto di riferimento, percepire l’andamento. Rapido nell’apprendere e nel correggere gli errori. In sintesi, lavoro e formazione sono due ingredienti imprescindibili. A Mallorca, per due anni, per avviarlo, ci ho lavorato personalmente. Oggi facciamo qualche centinaio di coperti al giorno, e come hai costatato siamo il riferimento per una buona parte di spiaggia. Non era così quando l’ho acquistato. Ora ne abbiamo aperto un secondo a 500 metri.

Veniamo quindi al 27Padel da poco inaugurato: è già punto di riferimento per molti appassionati, in città e non solo. Un “parto” di ben più di nove mesi... Raccontaci come e quando ti è nata l’idea. I tempi burocratici un po’ li avevamo stimati. Poi però, appena avuta l’autorizzazione credo siamo andati veloci e nell’arco di un anno, seppur a centro non completato (mancavano solo piscina e parcheggio), è stato inaugurato. Quanto all’idea è nata parecchio tempo fa, nel 2016-2017. Come dici, ho conosciuto il padel in Spagna quando vivevo lì e ho pensato da subito che si sarebbe diffuso anche in Italia. Ma ho atteso, non mi convinceva il format del capannone, avevo in mente modelli di centri di maggior respiro e con offerte complementari. Per cui solo quando ho trovato l’opportunità di quest’area ho deciso che valesse la pena dare vita al progetto.

Via Boccaleone 4, Bergamo – 24125

Campi

8 indoor riscaldati

2 outdoor

2 singoli outdoor

1 polifunzionale (tennis o calcetto)

2 da pickleball

Servizi

Bar Bistrot

Sala meeting Noleggio attrezzatura Palestra Piscina Fisioterapista Spogliatoi Parcheggio

Orari di apertura

7:30-23:30 lunedì – venerdì

7:30-22 sabato

7:30-20 domenica

ne intravede la potenzialità imprenditoriale. Sull’isola spagnola apre il Chiringo Palmanova, che per la verità, del chiringuito ha davvero poco. Tutt’altro che un chiosco, un ristorante e pizzeria da almeno 200 coperti. Prospicente a una delle spiagge più grandi e frequentate dell'isola. Un successo al punto da aprirne, qualche anno dopo, un secondo a 500 metri. Anche in chiave imprenditoriale, la cultura della gavetta non l’abbandona e si cimenta in modo crescente ma graduale. Circa tre anni fa, decide per il progetto più impegnativo per complessità, burocrazia e investimento, il 27Padel di Boccaleone. Il centro lo consacra impareggiabile riferimento per lo sport più trendy, per Bergamo; il maggiore qui, ma anche tra i più grandi della Lombardia e d’Italia. Un investimento importante, un ritorno stimato nel medio-lungo periodo, che presuppone una forte convinzione nella solidità dell’iniziativa. Un rischio per lui, proprio grazie all’esperienza spagnola, più facile da valutare, scommettendo (a ragione secondo noi) che il padel non sarà un fuoco di paglia. Supererà l’euforia del momento, consolidandosi e affiancando gli altri sport classici. Un ingente investimento dicevamo, per un progetto che prevedeva una riqualificazione di un’area abbandonata da anni. Prima appartenente a un convento (delle Clarisse) e successivamente acquistata dall’Atalanta nell’ipotesi di trasferirvi il suo centro giovanile. Un incedere di permessi, autorizzazioni, progetti da ritoccare che hanno dilatato parecchio i tempi previsti di realizzazione. Implicazioni che avrebbero scoraggiato molti.

Coinvolgiamo anche Stefano Fumagalli, stretto collaboratore di Cristiano, direttore del Centro.

Il nostro analista di O&B, Giacomo Cirelli, ha dati empirici che dicono che, pur con una buona offerta, Bergamo è ancora potenzialità per la crescita de padel. Questo però è un investimento ingente. Ben diverso anche da un punto di vista finanziario dall’affittare un capannone (con tutto il rispetto per coloro che hanno optato per quella locazione). Per strutturare un’area di 17 mila metri quadri, quali sono state le leve che vi hanno portato a decidere la numerica dei campi? Avete pensato all’ottimizzazione degli spazi potenziali dell’area o alla stima della domanda ancora emergente?

S.F: La seconda, la struttura che vedi è il risultato di nostre considerazioni sulla potenziale attuale domanda. Vi è spazio ancora per altri campi. Ma 10 (più due singoli) abbiamo considerato poter essere per ora sufficienti.

Il padel, in Argentina e Spagna, come dicevamo sopra, è prettamente popolare, non uno sport d’élite. Abbiamo detto che il vostro posizionamento è “premium”: pensi che in prospettiva si possa mantenere? Frequenza di gioco e orientamento verso un settore sin qui mancante (quello giovanile) lascerebbero presupporre una riduzione dei prezzi-slot in prospettiva. Anche il marketing ci insegna che in un mercato saturo, la variabile prezzo diventa più rilevante.

S.F: Confrontandoci con la Spagna in particolare, sappiamo che, seppur con la popolarità e il numero di praticanti, la loro qualità media delle strutture

O&B Padel è un osservatorio specializzato nel marketing legato al padel. Effettua indagini e sondaggi mirati su mercati nazionali e internazionali, si occupa di definire bacini di attrazione per centri e accademie e propone stime di mercato e business plan dedicati.

Note: l'indice A/C1 esprime il numero di abitanti per un singolo campo. Indicatore con valenza di comparazione Fonte: Giacomo Cirelli, data manager di O&B Osservatorio e Business

IL CENTRO

Distribuito su quasi 18 mila metri quadri, è il più grande di Bergamo, tra i maggiori della Lombardia e d’Italia. L’offerta sportiva è stata sapientemente dosata, facendo emergere la centralità del padel e integrandola con una diversificazione di sport sintonici. Dodici i campi vetrati di cui otto indoor, suddivisi in due tensostrutture da quattro ciascuna, ai quali si aggiungono due all’aperto (di cui un centrale con prevista tribuna) più due da singolo. Un campo multifunzionale (calcetto e tennis) e due da pickleball. Tutta la costruzione degli impianti sportivi è stata affidata a Italgreen, un leader ormai internazionale, che alla pluridecennale esperienza nella produzione di erba sintetica ha rapidamente aggiunto il necessario know how per la costruzione di campi e coperture. Un’offerta incrociata di sport e servizi in oculato equilibrio grazie all’efficace display disegnato dall’architetta Maria Teresa Franceschin unito all’esperienza di Daniele Gilardi (ceo di Italgreen). Anche la ristorazione, con il valore aggiunto della società Doni-Baccanelli è ben integrata, intercettando le possibili esigenze “fast-food” del post partita e, al tempo stesso, con il menu più completo e sofisticato del ristorante. Grazioso l’ambiente interno, rilassante quello esterno, integrato coreograficamente, dalla piscina e dal verde intorno. Non sappiamo se Cristiano sia a conoscenza della locuzione benedettina “ora et labora”; certamente l’ha parafrasata, nel suo modo di intendere il mestiere di imprenditore, in “lavora e migliora”.

non equivale alla nostra. Con il 27Padel abbiamo pensato a un servizio superiore, che va dal ricevimento agli spogliatoi, a un’offerta food anche dosata e con prezzi accessibili. Servizi che riteniamo sopra la media, a fronte di solo qualche euro in più per slot. Siamo abbastanza tranquilli che questo gap verso i competitor possa continuare a essere recepito dall’utenza.

C.D: Tieni conto che, a fronte dei servizi citati da Stefano, aggiungendoci la palestra e la fisioterapia, abbiamo escluso (io per primo) la formula del circolo privato. Format che ritengo obsoleto, da Anni ‘80.

Il team. Infine, la diversificazione dell’offerta e la dimensione del centro, comportano una gestione complessa. Necessità di competenza e affidabilità, in ruoli strategici. Qualcuna l’abbiamo già citata. Le vuoi presentare?

S.F: La scelta del team è stata rigorosa e come direttore del centro posso costatare che, dall’accoglienza alla didattica, si respira un clima effervescente e di cordialità. Ecco, a tal proposito una figura che ritengo chiave, dal momento che il nostro sport “core” è il padel, è quella del direttore tecnico. Luca Rovetta, oltre che vantare un trascorso tennistico professionistico (best ranking 900 dell’ATP) è oggi istruttore di secondo livello padel e 170’ nell’agonistica FITP. È molto apprezzato dagli allievi. L’obiettivo a breve è di affidargli la scuola che sarà integrata con due nuovi ingaggi di assoluto rilievo.

IL SUCCESSO DEL SICILIA PADEL TOUR

Nove tappe, un Master Finale e oltre 500 giocatori coinvolti in tutta l’isola. Per il circuito ideato da Francesco Russo è solo l’inizio: l’obiettivo è continuare a crescere e creare un franchising di Daniele Pansardi

La Sicilia e il padel hanno un rapporto speciale. La regione è la terza per numero di campi in Italia (821 a fine 2023), ma soprattutto è una delle più vive nel suo movimento amatoriale, sempre in grande fermento. Non è un caso che in questo contesto abbia avuto successo il Sicilia Padel Tour, ormai diventato il punto di riferimento per gli appassionati di tutte le nove province dell’isola. Il circuito amatoriale ha vissuto nei mesi scorsi la sua seconda edizione, culminata con il Master Finale di sabato 13 luglio al Mangia's Torre del Barone Resort & SPA di Sciacca. Una location esclusiva per un tour che, nel corso delle nove tappe precedenti, ha coinvolto circa 500 giocatori e giocatrici tra aprile e giugno. Al Master hanno parte cipato 17 coppie, otto maschili e nove femminili, che hanno animato il momento clou dell'evento ideato e organizzato da Francesco Russo (in foto), affiancato da Davide Gullotta.

Tra gli uomini il successo è andato a Giammarco Cosentino e Roberto Indovina, che hanno superato in finale Massimo Fiore e Roberto D’Arpa con un netto 6-1 6-1. Tra le donne invece la vittoria è andata a Nicole Perillo e Marilena Potenza, che hanno avuto la meglio su Chiara Grillo e Rosalia Lentini per 6-1 6-3. “È stata un’e-

Tutti i quattro vincitori del Master Finale hanno vinto un weekend a Malaga, firmato Padel Travel (tra i partner del Sicilia Padel Tour), in cui potranno fare sei ore di lezione con coach di alto livello e affrontare delle coppie spagnole. Ai secondi classificati è stato riservato un soggiorno di due notti per due persone in un resort siciliano a scelta Mangia’s, che ha ospitato il Master a Sciacca. I vincitori delle tappe hanno ottenuto dei premi offerti da Macron, uno dei partner principali del Sicilia Padel Tour, che tra gli altri ha potuto contare anche sul sostegno di Sicilbanca, le società degli aeroporti di Catania e Comiso, Padel Trend (ora Racquet), Plurimpresa, Padel TV, Sporty e in ultimo BlitheDigital, società di marketing, comunicazione ed eventi che segue la manifestazione dalla sua prima edizione.

dizione stupenda, che ha confermato le aspettative iniziali”, ha dichiarato Francesco Russo, che abbiamo raggiunto telefonicamente. “Abbiamo coinvolto 500 giocatori, con una media di 60 a tappa. Siamo molto soddisfatti anche del riscontro mediatico e della copertura avuta, con passaggi su Sky e molti articoli anche sui siti Corriere dello Sport e di Tuttosport”. Il testimonial d’eccezione del Sicilia Padel Tour è stato Marco Biagianti, ex calciatore e capitano del Catania in Serie A che però non si è accontentato di fare da semplice ambassador. Biagianti ha vinto la tappa di Enna ed è arrivato fino alle semifinali del Master, mettendo in campo tutto l’agonismo e l’intensità che lo caratterizzava anche sul rettangolo verde. “Durante il master ho avvertito quella tensione che vivevo da calciatore, provando alcune delle emozioni che per vent'anni ho sentito anche con il pallone tra i piedi”, ha dichiarato l’ex centrocampista, che gioca a padel da 4-5 anni e milita anche in una società di Serie D (Leo Padel). “Sicuramente parteciperò anche l'anno prossimo e proverò a conquistare la vittoria finale”.

IL FUTURO DEL SICILIA PADEL TOUR

Archiviata l’edizione 2024, gli organizzatori hanno già alcune idee chiare per il futuro a breve-medio termine del circuito. “Ci impegneremo ad ampliare ulteriormente la partecipazione nazionale, continuando a migliorare l’organizzazione e a offrire nuove opportunità di crescita per gli atleti”, ha aggiunto Francesco Russo. “Vogliamo confermare quanto fatto quest’anno e aprirci nuove opportunità. Faccio qualche esempio: vorremmo organizzare delle attività collaterali come esibizioni di padel in carrozzina, legandovi una raccolta fondi per beneficenza, ma anche far diventare ogni tappa una vera e propria festa, coinvolgendo sempre di più famiglie e bambini”. Il format e il nome “Sicilia Padel Tour”, nel frattempo, non è rimasto solo confinato alla Trinacria, e la popolarità acquisita in questi mesi potrebbe rappresentare la base per una futura espansione fuori regione. “Ci hanno già chiesto di replicare il circuito in altre zone d’Italia, perché può diventare a tutti gli effetti un franchising“, ha spiegato Francesco. La macchina organizzativa del Sicilia Padel Tour, insomma, è in continuo fermento. “Ringrazio di cuore tutti coloro che hanno contribuito al successo di questa edizione, da Davide Gullotta, grande professionista e compagno di questa avventura, al testimonial Marco Biagianti, persona di valore, dentro e fuori dal campo, gli atleti, il pubblico, i club, i nostri partner e l'intero team organizzativo. L’appuntamento è per il prossimo anno”.

PREMI E SPONSOR
Giammarco Cosentino e Roberto Indovina
Nicole Perillo e Marilena Potenza
Marco Biagianti impegnato nel Sicilia Padel Tour

INFLUENCER A CONFRONTO

Dieci di loro, con regole bizzarre e piuttosto singolari, si sono affrontati nella prima tappa del Web Padel Tour, che ha preso il via al GetFIT Village a Milano a cura della redazione

Al GetFIT Village di via Pinerolo a Milano, il 15 giugno si è svolto il launch event del Web Padel Tour powered by LeoVegas.News. Il progetto nasce da un’idea di Gabriele Surfa (Surfasport), Alessandro Crippa & Francesco Po (Quelli del Padel) e Alessio Stigliano (theShow). Un evento in cui si sono sfidati 10 influencer, divisi in due categorie: Valerio Mazzei, Simone Berlini, Filippo Caccamo, Andrea Zenga, Alessio Stigliano per quanto riguarda i Pro e Florin Vitan, Alessio & Luca degli UfoZero2, Jaser dei theShow, Federico Felletti per i Beginner. Ogni coppia, composta da un pro e da un beginner, è stata estratta a sorte. I vincitori del torneo sono stati Andrea Zenga (Pro) e Jaser (Beginner). Oltre ai trofei, hanno ricevuto come premio un viaggio offerto da Red Bull per le finali del Premier Padel a Barcellona, in programma a dicembre.

LE VARIABILI IMPAZZITE

A rendere il Web Padel Tour un evento unico nel suo genere è stata l’introduzione de “El Dado”: una serie di variabili per sparigliare le carte durante i match, una per ogni faccia del dado. Questi sei “imprevisti” erano i seguenti: giocare con le padelle al posto delle racchette, la pallina che si trasforma in una palla gigante da colpire con i piedi, dare la scossa ai propri avversari, indossare dei giubbotti da 10 kg ciascuno, far entrare in campo altri 2 giocatori per un 4 vs 2 e infine assegnare un punto alla coppia sfidante togliendone anche uno all’altra.

Oltre al torneo, sono state organizzate delle attività di intrattenimento per gli ospiti: un mini torneo di sfide a tie-break con in palio una racchetta, delle lezioni con il maestro Filippo Rizzi, dei test di abilità con AceMaster e delle partite sugli altri campi. La giornata si è conclusa con un aperitivo offerto da Panino Giusto, open bar con cocktail e dj set con Exo Dj.

UNA DISTANZA INCOLMABILE?

Gli Europei giocati a Cagliari sono finiti nel modo più scontato possibile: un doppio trionfo spagnolo contro l’Italia, che si conferma la seconda potenza del nostro continente. Ma a grande distanza dagli iberici di Daniele Pansardi

L’estate italiana del padel è stata rovente. A distanza di poche settimane, il nostro Paese ha ospitato il Major di Roma, il P2 a Genova, un FIP Platinum a Cagliari (con Bela e Tolito, tra gli altri) e la 13esima edizione degli Europei, organizzati sempre nel capoluogo sardo con il sostegno della FITP e della Regione Sardegna. La massima rassegna continentale non ha avuto molta storia per quanto riguarda i risultati: le seconde e le terze linee spagnole erano più che sufficienti per vincere l’oro sia al maschile sia al femminile con il minimo sforzo, visto il divario con le altre nazionali. Invincibili per tutti. In entrambe le finali, le iberiche hanno affrontato e battuto l’Italia guidata dalla ct Marcela Ferrari, che ha di fatto raggiunto gli obiettivi che potevano essere prefissati all’inizio: essere la seconda potenza a livello europeo. Del resto lo siamo già in termini di campi, strutture, numero di praticanti e coinvolgimento di pubblico: esserlo anche a livello agonistico è solo una naturale conseguenza, pur non essendo del tutto scontato.

Non lo è stato in particolare per gli azzurri. Gli uomini hanno dovuto rimontare sia ai quarti contro la Svezia sia nelle semifinali contro la Francia per guadagnarsi la finale. Ai quarti, dopo la sconfitta iniziale di Dominguez/Sinicropi, Cremona/Cassetta e Graziotti/Patiniotis hanno pareggiato e poi vinto il match. In semifinale, la

Uomini

situazione si era fatta ancor più complicata: Les Bleus erano avanti di un match e un set prima che Dominguez/Sinicropi riuscissero ancora una volta a pareggiare i conti dopo 2 ore e 37 minuti di partita. A quel punto, sempre Simone Cremona e Marco Cassetta non hanno vanificato gli sforzi dei loro compagni di squadra, conquistando l’accesso alla finale in tre set. La semifinale è stato l’ostacolo più complicato anche per la nazionale femminile. È stata sempre la Francia a trascinare alla partita decisiva le azzurre: Casali/Stellato avevano inaugurato il match con una vittoria, prima della sconfitta di Sussarello/Orsi in tre set che ha alzato il livello di tensione. Nel momento decisivo, però, Chiara Pappacena e Giorgia Marchetti non hanno tremato. Sulle finali, come detto, a conti fatti c’è poco da segnalare. Marcela Ferrari ha provato a massimizzare le chance degli uomini schierando l’affiatata coppia oriunda Dominguez/Patiniotis, che ha in effetti messo a dura prova Alex Ruiz e Alejandro Arroyo, ma ottenendo in cambio ‘solo’ una sconfitta per 7-5 6-4. Pablo Cardona e Momo Gonzalez hanno poi regalato il trionfo alla Spagna lasciando due game a Graziotti e Sinicropi. Tra le donne, invece, le giovanissime Ustero/Alonso (2006 e 2007) e Ortega/Castello hanno lasciato solo sette giochi a Orsi/Stellato e Pappacena/Marchetti.

IL PODIO DEGLI EUROPEI 2024

Donne

nell'ottica del rafforzamento della disciplina a livello continentale e mondiale. Il nuovo ente è stato costituito alla presenza del presidente della Federazione Internazionale Padel, Luigi Carraro,

Gli Europei 2024 hanno rappresentato anche l’occasione per inaugurare Padel Europe, una nuova realtà in seno alla FIP che avrà sede in Spagna e nasce
e dei rappresentanti delle Federazioni di
31 Paesi - Armenia, Austria, Azerbaigian, Bulgaria, Belgio, Cechia, Città del Vaticano, Croazia, Danimarca, Estonia, Francia, Georgia, Germania, Irlanda, Italia, Kosovo, Lituania, Lussemburgo, Malta, Montenegro, Olanda, Principato di Monaco, Polonia, Regno Unito, San Marino, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia, Ucraina e Ungheria. NASCE PADEL EUROPE
Le nazionali che hanno concluso sul podio gli Europei. Le squadre maschili e femminili di Italia e Spagna, la Francia femminile e il Portogallo maschile
Gli italo-argentini Facundo Dominguez e Aris Patiniotis durante la finale contro la Spagna Spagna Spagna
Italia
Italia
Portogallo Francia

THE BULLPADEL INTERNATIONAL TEAM

Oltre a giocatori storici come Paquito Navarro e Gemma Triay, il marchio spagnolo può avvalersi di professionisti di altri Paesi in posizioni di spicco all’interno del ranking FIP. Fra questi, tre provengono dall’Italia di Benedetta Bruni

Bullpadel nasce nel 1995 da alcuni professionisti argentini e spagnoli e dalla loro ambizione, grazie alla quale accolgono da subito un giovane Paquito Navarro che inizia a giocare a padel con i prodotti del marchio. Da lì a poco viene acquisito dal distributore Aguirre y Cía, che si fa carico del brand adattandolo alle esigenze dei giocatori, modificando il logo e sistematizzando i processi di disegno e produzione. Rinnovamenti che giovano a Bullpadel, che ben presto ingaggia altri ambassador del calibro di Cristian Gutiérrez e il rinnovo dei migliori partecipanti ai tornei della disciplina: il già citato Navarro, Martín Di Nenno, Gemma Triay e Alejandra Salazar sono solo alcuni dei nomi che fanno parte del team attuale. L’intesa è vincente proprio per la sua natura. Di fatto, accanto all’orgoglio di Bullpadel di poter contare su figure d’eccezione nel panorama padelistico spagnolo, i pro dal canto loro sanno di poter fare affidamento su un’azienda che, definendosi un “brand fatto di giocatori”, conosce a fondo le loro specifiche esigenze. È questo che ha sempre guidato le decisioni di Bullpadel: il suo dna ruota intorno all’innovazione, all’ossessione di creare e sviluppare alcuni dei migliori prodotti sul mercato che possano essere unici per ogni utilizzatore. Lo stesso spirito che gli ha permesso di sviluppare tra le tecnologie più avanzate del mercato, che mette sapientemente a disposizione nelle pale che propone.

Tuttavia, Bullpadel non si ferma ai suoi giocatori spagnoli. Molti altri portano alto il suo stendardo tramite pale, scarpe e abbigliamento su un palcoscenico internazionale. Tra questi, si annoverano anche tre italiani: Carolina Orsi, Giorgia Marchetti e Daniele Cattaneo.

FORMAZIONE ATTUALE

• Martín Di Nenno (Argentina)

• Juan Tello (Argentina)

• Fede Chingotto (Argentina)

• Juan Martín Díaz (Argentina)

• Delfi Brea (Argentina)

Carolina Orsi

• Carolina Orsi (Italia)

• Giorgia Marchetti (Italia)

• Daniele Cattaneo (Italia)

• Bastien Blanque (Francia)

• Bram Meijer (Olanda)

Classe ’91, è la prima italiana secondo la FITP e la prima connazionale nella classifica FIP, dove attualmente detiene la 29esima posizione. Il suo risultato più recente è stato il quarto di finale al Banco de Chile Santiago Premier Padel P1 di maggio 2024 insieme ad Aranzazu Osoro. In questa occasione è stata la prima italiana ad aver giocato ai quarti di finale in un torneo Premier Padel. Sempre di recente, inoltre, ha partecipato alla Pro Padel League nella squadra dei Los Angeles Beat, vincendo l’edizione di aprile. Insieme a Marchetti è campionessa d’Italia per il Circolo Canottieri Aniene.

GLI ITALIANI DI BULLPADEL

Giorgia Marchetti

L’italiana del 1995 è al momento al n.3 del ranking FITP e al n.58 della classifica FIP. Ha conquistato due medaglie di bronzo con la squadra italiana durante i campionati del mondo di Dubai nel 2021 e di Doha nel 2022, mentre nel 2023 ha esordito al Premier Padel e ottenuto l’oro ai Giochi Europei insieme a Carolina Orsi. Storicamente in coppia con Chiara Pappacena, anche lei legata al Circolo Canottieri Aniene, di recente è arrivata agli ottavi del BNL Italy Major Premier Padel con Léa Godallier, eliminando proprio Orsi.

Daniele Cattaneo

L’italiano classe ’89 occupa attualmente la posizione n.9 nella classifica FITP e la n.134 per la FIP. Appassionatosi al padel da relativamente poco tempo, appena quattro anni, nel 2020 e nel 2023 è stato numero 1 italiano e quattro volte campione nazionale, mentre nel 2021 ha raggiunto uno storico quinto posto ai mondiali di Doha. Nel 2022 ha vinto a Roma la prima partita di un italiano nel main draw di un torneo maggiore e nel 2023 la prima sul Centrale. È stato in coppia con Di Giovanni e Iacovino e attualmente gioca con Juan Ignacio Rubini.

LA CORSA NEL RANKING

VISTA DA QUATTRO AGONISTI

Abbiamo chiesto a Emily Stellato, Nicola Remedi, Leonardo Bulgarini e Clarissa Aima come gestiscono il loro calendario, conciliando allenamenti e competizioni di Andrea Fierro

La nuova puntata di questa rubrica è stata dedicata alle interviste a due giocatori e due giocatrici che gravitano nelle zone più alte della classifica italiana - la famosa prima e seconda fascia - che viene aggiornata quasi mensilmente dalla FITP (Federazione Italiana Tennis e Padel). Come vedrete, il loro approccio al ranking è molto personale e diverso tra loro. I fattori che influenzano le scelte di questi atleti sono dettati da vari fattori tra cui l’età, gli obiettivi a medio-lungo termine e dalle possibilità che in questo momento

storico il padel concede al di fuori dell’agonismo. Su una cosa tutti sono d’accordo: per migliorare bisogna per forza di cose avere molta dedizione e tempo da dedicare all’allenamento in campo, fuori dal campo e alle competizioni di livello adeguato. Ad aprire questa rubrica è una delle giocatrici di punta del movimento, Emily Stellato, n. 5 in Italia e n. 75 del ranking FIP che mi ha dedicato del tempo prezioso durante una settimana piena di impegni con la nazionale italiana durante gli Europei.

Le domande

1. Anno di nascita.

2. Ranking attuale (italiano e mondiale).

3. Quali sono gli step che ritieni necessari per poter salire ancora nel ranking?

4. Attualmente qual è la tua programmazione di allenamenti?

5. Dalla sua introduzione nel 2019, come il FIP Tour ha cambiato e migliorato il movimento italiano secondo te?

6. È necessario dover andare in Spagna per migliorare in modo decisivo il proprio livello di gioco e provare a essere competitivi con i migliori?

7. Quanto è importante avere un coach in panchina durante i tornei in uno sport così tattico come il padel?

8. Perché secondo te i cambiamenti di coppie sono così frequenti negli ultimi tempi? E come gestisci i momenti di difficoltà con la tua compagna?

1. 1982.

2. A giugno 2024, n. 5 della prima fascia in Italia.

Al 29 luglio 2024, n. 75 del ranking mondiale FIP con 512 punti.

3. Allenarmi, allenarmi e allenarmi ancora.

9. Qual è il tuo colpo migliore? E quello ancora da migliorare?

10. Il giocatore e la giocatrice preferiti della Top 20?

11. Con chi ti piacerebbe provare a fare un torneo?

12. Qual è l'avversario/a più forte mai affrontato/a?

13. Quale colpo ruberesti a un top giocatore/giocatrice mondiale?

14. Quale racchetta utilizzi attualmente?

15. Sponsor e/o partner?

16. Tra cinque anni dove ti vedi?

17. Una volta terminata l'attività agonistica ti immagini un futuro nel padel? In quale ruolo?

18. Qual è il consiglio tattico che vorresti dare ai giocatori amatoriali per migliorare sensibilmente il loro gioco?

Emily Stellato

lucida. Può toglierti della tensione e permetterti di concentrarsi su cosa fare.

8. Bisogna lavorare tanto bene insieme e credere in progetti a lungo termine. A me non piace cambiare spesso compagna, cerchiamo di stemperare i momenti di tensione e difficili anche facendo una battuta e magari cercando il sorriso.

4. Quattro sessioni a settimana in campo da 90 a 120’. Una volta a settimana, invece, preparazione atletica in palestra da 120’. Cerco anche di programmare qualche match, compatibilmente con le lezioni di padel.

5. È stato sicuramente molto positivo per tante giocatrici che non riuscivano a fare match di livello. Similmente al tennis, il movimento ne gioverà.

6. In Italia abbiamo tutte le possibilità per allenarci bene ad altissimo livello, l’importante è che gli allenamenti siano ben seguiti e programmati. È vero che allenarsi in Spagna può aiutare perché si ha la possibilità di confrontarsi con un metodo diverso e soprattutto con una grande quantità di giocatrici di livello, ma ricordiamoci che possiamo anche allenarci con gli uomini.

9. Migliore: volée. Da migliorare: vibora.

7. È molto importante perché ti aiuta nei momenti difficili quando sei poco

10. Franco Stupaczuk e Gemma Triay.

11. Sicuramente con Gemma.

12. Gemma, sempre lei!

13. Ruberei la vibora di Gemma, ma senza portargliela via, la potremmo usare entrambe.

14. Heroe’s Predator Master Hydrogen.

15. Heroe’s, Telematica, Padel Nuestro Milano e ASICS per le calzature.

16. Spero ancora nel mondo del padel, come giocatrice o come allenatrice.

17. Vorrei allenare e accompagnare le giocatrici agoniste ai tornei.

18. Giocare il più possibile per divertirsi e cercare di giocare con margine.

Leonardo Bulgarini

1. 2001.

2. Al 23 luglio 2024 seconda fascia n. 24. Al 29 luglio 2024, n. 877 del ranking mondiale FIP con 3 punti.

3. Reputo di poter aumentare la parte di preparazione atletica, un aspetto sempre più determinante. Sono sempre alla ricerca di competizioni con molti gioca tori iscritti, perché danno più punti totali. Mi è capitato di vincere anche tornei che reputavo importanti ma con poche coppie iscritte, quindi con un apporto minimo di punti per scalare la classifica.

4. In questo periodo sto disputando molti tornei e ho programmato tre allenamenti da 90 minuti in campo a settimana con il mio coach Marco Adamoli. A volte sono da solo, altre in gruppo. Il venerdì cerco sempre di fare una partita pre-torneo. Per la preparazione atletica mi segue un preparatore che vedo due volte a settimana per sessioni da 60minuti. Nei mesi invernali, con meno tornei nei fine settimana, aumento a quattro volte.

5. Lo ha migliorato considerevolmente perché prima, con il solo WPT, per acce dere ai tornei bisognava fare pre-previa e previa in Spagna. Con il circuito FIP si riesce invece a partecipare a tornei che danno punti FIP e la possibilità di partecipare a tornei di valore internazionale.

6. Non ci sono mai andato, ma mi sono ripromesso di farlo presto. A mio parere, per cavartela in prima fascia in Italia ci si può allenare benissimo qui. Se si punta a entrare nei tabelloni principali dei tornei Major, credo che bisogna ancora allenarsi in Spagna dove si ha la possibilità di giocare con una grande quantità di giocatori di alto livello.

7. Per me è fondamentale. Quando il mio coach era in panchina mi ha sempre dato un supporto emotivo e tattico molto importante. Ci sono situazioni, durante i match tesi, in cui i giocatori non vedono le soluzioni. Devi affidarti alla sua capacità di leggere la partita. Un coach del quale non ti fidi, invece, può influenzare negativamente sulla tua performance.

Io la penso come Sanyo: il padel è più individuale di quanto si pensi. Il ranking è individuale ed è spesso difficile trovare una persona con la quale “conviene” giocare. In seconda fascia si cerca il compagno ideale per vincere, non tanto per simpatia, quindi lavorare a lungo termine non è sempre facile. Non lo è nemmeno gestire le difficoltà insieme. Bisogna parlarne subito, in modo che non precluda tornei futuri.

9. Sento come colpo migliore lo smash, mentre sento di avere ancora molto margine di miglioramento sulle volée.

10. Spesso mi capita di cambiare lato di gioco. Quando gioco a destra mi ispiro

a Lebrón, mentre da sinistra a Paquito.

11. Tra i giocatori italiani con Simone Cremona. Tra gli internazionali Paquito, così ci beviamo anche una cerveza insieme.

12. Sicuramente Alvaro Cepero, che ho incontrato l’anno scorso in Serie A, e Valentino Libaak che ho sfidato al FIP Gold a Perugia.

13. La vibora di Paquito.

14. Head Gravity.

15. Sono sponsorizzato Head Padel e Sportime Mantova.

16. Agonisticamente parlando spero in prima categoria e con qualche punto

FIP in più.

17. Sono istruttore di 2° livello FITP e già effettuo lezioni di padel nella zona di Brescia. Mi piacerebbe portare avanti questa professione e assumere un ruolo importante per un progetto sportivo con impronta agonistica.

18. Sicuramente quello di tenere in campo la palla il più possibile. Per farlo è importante aumentare il margine di gioco ed evitare colpi troppo complicati, soprattutto quando si è in una situazione di svantaggio. Consiglio bonus che sembra banale ma spesso non viene applicato: cercare di giocare negli spazi aperti.

Nicola Remedi

1. 1988.

2. A giugno 2024, n. 28 prima fascia in Italia. Non ho punti FIP.

3. Mi dovrei allenare molto di più (ride, ndr), sia in campo sia per la parte atletica, che non faccio mai. Per me il professionismo è secondario, perché la mia attività principale è l’insegnamento. Ci vorrebbe più dedizione su ogni aspetto per salire di classifica.

4. Non ho un programma di allenamento, cerco di giocare qualche partita di buon livello quando possibile. I tornei durante il fine settimana per me fanno sia da allenamento che da competizione.

5. Proprio come fu per l'introduzione dei tornei Futures, grazie a questi tornei ci sono molte più possibilità di scalare le classifiche. Inoltre, sono molto stimolanti per gli atleti più giovani che cercano di entrare nel professionismo di questo sport.

cano sempre giocatori che reputano migliori. La penso come Sanyo su questo tema. Secondo me, in questo momento storico, le dinamiche sono cambiate e i giocatori stessi non sanno bene come gestirle. L’aumento di velocità, il cambio di materiali e tanto altro hanno destabilizzato le certezze e i giocatori cambiano anche le coppie per trovare una chiave di lettura nuova.

9. Migliore: kick alla grata. Da migliorare: volée di dritto.

6. Per stare nella fascia più alta italiana, credo non ci sia bisogno di andare in Spagna. Per scalare la classifica top internazionale assolutamente sì. Al momento i maestri italiani, me compreso, non sono in grado di portare gli atleti ai massimi livelli internazionali perché non abbiamo le competenze e la storicità a livello di insegnamento. Che io sappia, tutti i Maestri Nazionali di padel in Italia arrivano dal tennis.

7. È una domanda che mi coglie nel vivo, perché mi è capitato di recente di avere una persona fidata in panchina. È stato molto utile e mi son reso conto di dettagli che non avevo notato negli avversari.

8. Nel mio caso particolare, dopo due anni insieme e avendo un gioco simile, principalmente difensivo, stiamo cercando soluzioni con più potenza. I top cer-

10. Adoro Chingotto dentro e fuori dal campo. il suo gioco è totalmente diverso dal mio, ma lo trovo simpatico e mi piace tantissimo il suo stile. Porta divertimento nella coppia.

11. Ho avuto il piacere di giocare con Lucho Capra e Arturo Coello e sono stati simpaticissimi. Farei un torneo con Coello così da risolvere il problema della potenza.

12. Coello sicuramente.

13. Ruberei lo smash di Galán.

14. T91 Nick Remedi Edition.

15. T91 per quanto riguardo l’abbigliamento e pala. Sulla maglia porto Immobiliare Freedom, Hall Pub Crema, ASICS e Padel Attack.

16. Spero sempre nel mondo del padel ma con meno ore in campo.

17. Sono già istruttore di 2° livello FITP e ho una attività come istruttore di padel avviata

18. Conta moltissimo non sbagliare, la regolarità è essenziale in questo sport.

Scelte semplici e pochi rischi permettono di vincere molti match non solo a livello amatoriale, ma anche avanzato.

Clarissa Aima

1. 2001.

2. Al 25 luglio 2024 n. 5 della seconda fascia. Al 29 luglio 2024, n. 189 del ranking mondiale FIP con 38 punti.

3. Sicuramente devo continuare a fare tornei di alto livello nazionali e internazionali per aumentare esperienza e punti. La preparazione atletica è molto importante, e ho iniziato un programma specifico.

4. Due volte a settimana, sessione da 90’ in campo con Gustavo Spector e 60’ in palestra. Più almeno un match a settimana.

5. Il numero di tornei femminili è aumentato moltissimo. Questo mi ha dato la possibilità di fare tante partite di alto livello internazionale. Nello stesso fine settimana a volte è possibile scegliere tra due FIP in due location. Il punteggio per il ranking ora è più omogeneo anche se non arrivi in fondo ai tornei.

6. Io non sono ancora andata in Spagna ad allenarmi “seriamente”, mi piacerebbe farlo anche per capire il loro metodo. Secondo me può essere di aiuto andare lì già con una buona base tecnica, tattica e fisica. Reputo che in Italia ci siano ottimi allenatori e mi sento di poter competere con tutte le giocatrici al momento. Magari tra un anno o due ci penserò.

Io e la mia compagna siamo molto competitive e vogliamo giocare sempre in modo perfetto. Quando questo non succede riusciamo a parlarne e a uscire dai momenti difficili, a volte anche in allenamento. Mi reputo una persona perseverante, che non molla subito a causa magari di un piccolo disguido. Il dialogo aiuta molto, ma bisogna essere predisposti ad accettare critiche e trovare punti di incontro con i compagni.

9. Credo che il mio colpo migliore sia la volée di rovescio (invece è la vibora mancina, ndr). Il colpo che devo migliorare è sicuramente la volée di dritto.

10. Tapia e Bea Gonzalez.

7. Nell’ultimo FIP Platinum ho avuto Gustavo in panchina, era la prima volta che capitava. Tatticamente mi ha aiutato a fare chiarezza su quello che andava fatto, ha trovato la chiave per portare una partita, che sembrava a senso unico, al terzo set. Il coach in panchina è di grandissimo aiuto a livello tattico e ti aiuta a rimanere concentrata e di giocatore più rilassata.

8. Principalmente penso sia un problema di carattere. Oggi il padel è diventato più individuale, come ha detto Sanyo, quindi si pensa tanto al proprio ranking.

11. Sarei onorata di giocare con Emily Stellato, la metto a sinistra. Tra le giocatrici internazionali, sicuramente Bea Gonzalez.

12. Emily Stellato, incontrata allo Slam a Perugia. Nelle letture di gioco è molto avanti rispetto a me.

13. Il por tres di Bea e la vibora di Delfi Brea.

14. NOX T10 di Tapia.

15. Purtroppo no, sono alla disperata ricerca. Contattatemi!

16. Spero di essere riuscita a entrare tra le top italiane in prima categoria. Sarebbe un sogno quello di vestire la maglia della nazionale. A livello internazionale spero di essere nelle top 100 ed entrare sempre nei tabelloni principali dei P1 e P2 e di giocarmi le qualificazioni per i Major.

17. Sono già istruttrice di 1° livello e mi piacerebbe tantissimo insegnare e diventare allenatrice di atleti e atlete.

18. Non avere fretta di chiudere il punto, ma lavorare, lavorare e lavorare e aspettare il momento opportuno per accelerare.

ANDREA FIERRO

Sono nato e cresciuto sui campi da tennis a Milano, grazie alla passione di mio padre per questo sport, ed è diventata la mia professione intorno al 2005. Ho maturato molte esperienze all'estero (USA, UK, Spagna) lavorando anche nella prestigiosa Academia Sanchez-Casal di Barcellona. Proprio qui ho iniziato a giocare a padel per divertimento, senza sapere che da lì a pochi anni sarebbe diventata la mia professione una volta tornato in Italia. Sono Maestro Nazionale di padel della FITP e ricopro la posizione di direttore tecnico del The Padel Hub con base a Desenzano del Garda.

IL PADEL ACCESSIBILE A TUTTI

Con questo spirito Swap Padel di Roma ha ideato un modello innovativo di fruizione di questo sport: una formula di noleggio che permette di abbattere i costi e usufruire comunque della stessa attrezzatura dei pro di Benedetta Bruni

Di negozi come Swap Padel – sito a Roma, nel cuore di questo sport in Italia – se ne vedono pochi in giro. In questo specifico caso anche perché offre servizi che non si vedono spesso, come quello da cui deriva il nome del negozio. Si tratta di una formula di noleggio racchette di alta qualità, nato ispirandosi ai modelli nel mondo automotive e che, come questo, prevede sia la possibilità di riscatto, ovvero di acquisto della pala al termine del periodo di nolo, sia di “swap”, cioè di scambio con un’altra. Quest’ultima opzione non è soggetta a nessun vinco-

L'intervista

Gennaro Eboli PROPRIETARIO

Quando è nato il negozio e su quali premesse?

L’idea di Swap Padel è nata durante il Covid, mentre il negozio è stato aperto a dicembre 2022.

Voi volete “rendere il padel accessibile a tutti”, e infatti avete proposto un servizio di noleggio che va dal breve al lungo termine, fino a 12 mesi. Ci raccontate in cosa consiste e come è nata questa idea?

L’idea è nata dalla mia compagna, che lavorando nel mondo del mar keting dell’automotive ha suggerito di provare a creare un brand di noleggio anche nel mondo delle racchette da padel. Dunque, abbiamo analizzato le formule più innovative di noleggio auto e abbiamo sviluppato una formula ideale per tutti gli appassionati di padel. Proprio per questo, il nostro motto è “Scegli, swappa e riscatta”. Con “scegli” indirizziamo il cliente, sulla base delle sue caratteristiche, a una racchetta iniziale che può noleggiare a nuovo. “Swappa” significa che, se la pala non dovesse andare bene o per semplice curiosità di provarne un’altra, è possibile cambiare la racchetta a noleggio e iniziare a utilizzarne un’altra. Infine “riscatta” vuol dire che il cliente alla fine del periodo di nolo può decidere se riscattare o meno la racchetta a un prezzo molto conveniente.

lo: si può decidere di provare una fascia superiore o inferiore per semplice curiosità, per un feeling sbagliato con l’attrezzatura, per il salto a un livello più professionistico. L’idea è innovativa e di certo spinge anche i più indecisi a tentare un approccio al padel. Questo accade proprio a Roma, dove sì la disciplina sta vivendo un assestamento come in generale in Italia, ma allo stesso tempo si sta preparando a fare il passo successivo – lo testimoniano i circuiti internazionali che stanno arrivando nella Capitale. Ne abbiamo parlato con il proprietario Gennaro Eboli.

Il servizio è stato accolto con curiosità e ne hanno usufruito sia clienti indecisi nella loro scelta iniziale, sia utenti che amano provare a giocare con tante racchette. La fascia platinum è sicuramente quella più gettonata e richiesta: si tratta di racchette che costano dai 350 euro in su e con questa modalità è inclusa una franchigia in caso di rottura della pala.

Come avete scelto i brand nella vostra offerta?

Abbiamo selezionato i top brand, quindi Head, Wilson e Babolat, ovvero le multinazionali del tennis che secondo noi in futuro cresceranno sempre di più nel mercato del padel. Poi ci siamo indirizzati su adidas, Nox, Bullpadel, Siux e StarVie, che al momento sono riconosciute come aziende storiche nel settore. In più abbiamo inserito ProKennex che, con la sua tecnologia, crediamo che sia l’unico marchio veramente in grado di aiutare il cliente per la problematica dell’epicondilite.

Avete notato dei cambiamenti da parte dei consumatori nel corso degli anni? I consumatori sono attenti osservatori del mercato e giustamente sono alla ricerca di un equilibrio qualità/prezzo. Anche le aziende più importanti lo stanno capendo e infatti abbassano gradualmente i costi dell’attrezzatura.

Questo servizio è stato ben accolto da parte del pubblico? È stato un incentivo a provare a giocare e poi a comprare una racchetta? Quale fascia di gamma preferisce noleggiare?

Qual è l’andamento del padel a Roma in termini di gioco e consumatori?

Da anni Roma è al centro del mondo del padel. Ormai ci sono tantissimi campi, nati durante e subito dopo la pandemia, e di conseguenza ora i con-

sumatori hanno tanta scelta per giocare. Secondo noi, il padel sta vivendo un momento di stallo. C’è molta più offerta rispetto alla domanda e le persone stanno iniziando a scegliere i circoli che possono offrire i migliori servizi all’interno dei migliori campi.

Come avete realizzato le vostre maglie brandizzate Swap e come sono state accolte?

Le nostre magliette ci servono per sponsorizzare maestri e istruttori da noi selezionati e per promuovere attività o eventi, il tutto riconducibile a Swap Padel. Grazie però al lavoro di branding che stiamo portando avanti, il marchio interessa anche ai nostri clienti. In futuro ci piacerebbe avere la possibilità di dedicare più spazio a questi articoli.

Organizzate degli eventi o collaborate con dei circoli? Assolutamente sì, ora stiamo proponendo la Swap Padel Experience, con una formula innovativa di organizzazione di tornei a squadre per incentivare il gioco amatoriale e momenti di aggregazione all’interno dei circoli da noi sponsorizzati.

Avete qualche progetto per il futuro? Tanti, e il primissimo che vedrete sarà il lancio della nostra app.

SCHEDA NEGOZIO

Swap Padel

Indirizzo: via Trionfale 59-61-63, 00195 - Roma

Numero di telefono: 353 3697960

E-mail: commerciale@actionpadel.it

Sito: swappadel.it

Pagina Facebook: Swap padel

Pagina Instagram: @swap_padel

Numero sedi: 1

Titolare: Gennaro Eboli

Anno di nascita negozio: 01-09-2023

Numero vetrine: tre

Metri quadrati totali: 120

Marchi racchette trattati: adidas, Babolat, Bullpadel, Head, Nox, ProKennex, Siux, StarVie, Wilson

Marchi calzature trattati: adidas, ASICS, Babolat, Bullpadel, Head, Joma, Nox, Siux, Wilson

Marchi abbigliamento trattati: adidas, Babolat, Bullpadel, Head, Joma, Nox, Siux

Marchi accessori trattati: 4on, adidas, Babolat, Bliz, Bullpadel, Head, Nox, Shockout, Soxpro, Wilson

Altri servizi: noleggio racchette, prova in store con Dragonet, diagnosi e customizzazione racchette con Diagnostic Multiracket Head

padeL egal

ANCORA SUL (DIFFICILE) RAPPORTO

TRA CAMPI PADEL E SPIAGGIA DEMANIALE

Il TAR di Ancona torna a pronunciarsi sulla convivenza tra lidi balneari e strutture a carattere permanente, districandosi tra diritto allo sport e tutela dell’ambiente di Andrea Farano

Padelbiz torna sul luogo del delitto o, meglio, del… diritto: a distanza di un anno e in concomitanza del periodo estivo ci occupiamo nuovamente della vicenda che vede contrapposti gli interessi del Surf Club - titolare di un lido nel lungomare sud di Civitanova (MC), sul cui arenile sorgono i campi della discordia - e l’associazione Civita Svolta, il cui chiosco “Biblioexpress”, con funzioni culturali, risulterebbe impossibilitato a operare, anche in ragione della presenza delle strutture fisse che coprirebbero la vista del mare e/o ne impedirebbero il libero accesso (per una puntuale ricostruzione vedasi Padelbiz n. 06-07/2023, pag. 44). Durante l’anno trascorso dalla sentenza n. 521 del 27 luglio 2023, il Tar anconetano ha avuto modo di pronunciarsi per altre due volte, respingendo in entrambi i casi le istanze dell’associazione. Tra libri e padel ci asteniamo dal parteggiare, ma possiamo sicuramente raccontare e approfondire quanto sta accadendo sulla riviera marchigiana.

L’ANTEFATTO

Il contenzioso trae avvio dalla realizzazione in spiaggia di due campi padel - poggiati su basamenti cementizi amovibili (così ritenuti, come meglio diremo in seguito) - e dalla richiesta presentata dal gestore dell’impianto per mantenerli fissi e in posa sino alla scadenza della concessione demaniale, senza doverli quindi smontare e rimontare all’inizio e al termine di ogni estate. Da questa esigenza scaturiva la delibera di indirizzo assunta dal Comune di Civitanova, con cui si proponeva di modificare il Piano di Spiaggia, introducendo la possibilità di allestire apposite strutture, dedicate al padel ma non solo, anche su aree fronte mare date in concessione ad associazioni sportive. Per la precisione, la variante in questione avrebbe concesso la possibilità di realizzare zone attrezzate per il gioco e lo sport, ampliando da 50 a 400 metri quadrati la dimensione delle pedane poggiate sulla sabbia, ed eliminando così il vincolo della rimozione stagionale. Tale proponimento incontrava da subito la ferma opposizione degli Enti interpellati: la Regione Marche per prima esprimeva il proprio diniego alla modifica paventata e, al contempo, la Provincia di Macerata assoggettava la variante votata dalla giunta comunale alla procedura Vas (Valutazione Ambientale Strategica), non potendo escludere che dalla stessa derivassero impatti significativi sul litorale.

La Sovrintendenza, infatti, dal canto suo aveva paventato il rischio della compromissione del carattere paesaggistico, ambientale e naturalistico tipico dell’arenile, qualora a strutture a servizio della fruizione balneare dei luoghi si fossero preferite aree destinate a ospitare impianti sportivi “di carattere urbano”, come veniva rite-

nuto un campo padel. Sulla stessa linea interpretativa si poneva la Asur Marche (Azienda Sanitaria Unica Regionale) che, nel valutare il parametro della salute umana, sollevava dubbi persino in relazione all’impatto acustico dell’attività, "anche per la possibilità di utilizzare tali strutture in ore notturne"

LA PRIMA DECISIONE

DEL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE

La controversia giungeva dinnanzi al massimo giudice amministrativo territoriale, chiamato a esprimersi sulla richiesta rassegnata dal Surf Club per l’annullamento dell’atto con cui la Soprintendenza delle Marche aveva dato parere paesistico ambientale negativo alla domanda di realizzazione dei due campi padel a carattere definitivo-permanente. Il Tar di Ancona, nel dirimere la vertenza, avvalorava i precedenti dinieghi istituzionali, confermando il carattere temporaneo delle strutture di gioco e imponendone lo smantellamento al termine di ogni sessione estiva. In particolare, per il collegio giudicante decisiva si rivelava la tipicità dell’esercizio del padel in un luogo peculiare come l’arenile, dal momento che labile veniva giudicato il collegamento di tale attività con il mare durante la stagione invernale, periodo in cui “la spiaggia non è frequentata per scopo balneare”. Vi è da dire tuttavia, come notammo all’epoca, che le caratteristiche del lungomare del comune marchigiano parevano aver orientato la decisione del Tribunale, laddove era stato osservato che la spiaggia di Civitanova risultava "già in parte compromessa con le strutture fisse e permanenti citate in ricorso, ovvero chioschi, ristoranti, chalet, attività commerciali, servizi pubblici", tanto da considerarla "bisognevole di maggiore protezione al fine di evitare ulteriori compromissioni".

LA SECONDA SENTENZA DEL NOVEMBRE 2023

Le doglianze successivamente avanzate da Civita Svolta hanno viceversa subito una battuta d’arresto all’esito della sentenza emessa dal TAR lo scorso 22 novembre/04 dicembre 2023. Al tribunale amministrativo erano state devolute le istanze di pretesa conservazione della spiaggia libera antistante il chiosco “Biblioexpress” che – secondo la tesi della ricorrente – per effetto della concessione demaniale rilasciata al Surf Club avrebbe perso il suo carattere di libera fruizione da parte di chiunque (e, soprattutto, a svantaggio degli avventori dei servizi offerti dall’associazione culturale). Tuttavia, il giudice ha ritenuto colpevolmente tardive le richieste di tutela – dichiarando pertanto inammissibile il ricorso – in quanto "se la tutela della spiaggia libera rientrava effettivamente nello scopo associativo", questo andava azionato immediatamente (vale a dire nel 2019, allorquando Civita Svolta "ha ottenuto dal Comune la sub-concessione dell’area su cui ha poi realizzato il suo chiosco"), e non dopo l’avvio dei lavori per realizzare le strutture di cui al permesso di costruire e alle autorizzazioni paesaggistiche oggetto di contenzioso.

LA TERZA PRONUNCIA DEL GIUGNO 2024

Decisamente più interessante, ai nostri fini, il terzo capitolo della disputa legale, che ha visto anche in questo caso soccombere l’associazione civica o, se preferite, prevalere il gestore dell’impianto sportivo. Restava in effetti da affrontare la questione della rimozione delle piattaforme: manufatti amovibili, secondo il Surf Club, che le equipara a camminamenti e piazzole; fissate al suolo, secondo Civitasvolta (e, quindi, pressoché impossibili da maneggiare, in ottemperanza alla sentenza del luglio 2023). Sul punto “massetto”, il Tar ha risolutamente evidenziato che "I ricorrenti non forniscono alcun elemento di prova per ritenere che i basamenti in calcestruzzo siano opere di difficile rimozione, contrariamente a quanto ha dedotto e documentato la controinteressata circa la realizzazione dei predetti basamenti con lastre appoggiate al terreno e rimovibili", per poi così concludere: "Si può anche convenire, con parte ricorrente, che movimentare piastre di calcestruzzo da 2 metri per 1 metro con altezza di 10 centimetri non sia un lavoro di pochi minuti, ma da qui a sostenere che si tratti di opere rimovibili solo mediante loro distruzione la differenza è notevole e deve essere adeguatamente dimostrata". Non sappiamo se la vicenda riserverà ulteriori sviluppi (fuori o dentro le aule di giustizia): certo è che Padelbiz continuerà a monitorare la situazione e ad aggiornare i suoi lettori. Nel frattempo, è arrivata l’estate, e i campi sulla spiaggia marchigiana sono pronti ad accogliere i giocatori.

pillole

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