PADELBIZ 10-2023

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Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n. 6796/2023 del 12 giugno 2023 - Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - conv. in Legge 46/2004 Art. 1 Comma 1 - LO/MI - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.

Allegato redazionale a Running Magazine n. 7-8 - Anno: 2023

BRAND PROFILE

B I E N J U G A D O : M E N O S T R A B A J O , M Á S PA D E L

CENTRO DEL MESE

Nella foto: da sinistra Delfi Brea, Bea González, Arturo Coello e Agustín Tapia vittoriosi al Premier Padel di Madrid Foto credits: Premier Padel

@padel.biz

N. 10/2023 - ANNO 2

B O L A PA D E L N E X T D I A N C O N A

PA D E L & T R AV E L

D A P P E R T U T TO, A N C H E I N M E Z Z O A L M A R E

R E P O R TA G E

B A B O L AT: T R A H E R I TA G E E F U T U R O

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N. 10/2023 - ANNO 2

S OT TO L A L E N T E 8 L’UNICA COSTANTE È IL CAMBIAMENTO

D AT I & S TAT I S T I C H E 1 0 L’ANTROPOLOGIA DEL PADELISTA EUROPEO

FA N S O M E T R O 1 2 UNA GARA A SUON DI LIKE

I N C H I E S TA E S C LU S I VA 1 4 LA CARICA DEI 101: DOPO I NEGOZI PARLANO LE AZIENDE

PA D E L L E G A L 1 8 L’OBBLIGO DI ADEGUAMENTO STATUTARIO (SECONDA PARTE )

V I S TO D A L C O A C H 2 0 INDOOR O OUTDOOR?

R E P O R TA G E 2 2 BABOLAT: TRA HERITAGE E FUTURO

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BRAND PROFILE 24 BIENJUGADO: MENOS TRABAJO, MÁS PADEL

S TO R I E 2 6 JOMA: VINCE CHI CORRE VELOCE

FO C U S P R O D OT TO 2 8 GHIBLI E MAESTRAL DI VIENTO 3 0 LA LINEA EXTREME DI HEAD 3 2 VERTEX LINE DI BULLPADEL

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COMUNICAZIONE 3 3 LIBERI DI NON ESSERE PERFETTI

"Esempi virtuosi come l’Italia ci fanno capire che il padel non ha limiti"

CENTRO DEL MESE 3 4 BOLA PADEL NEXT DI ANCONA

FO C U S S E R V I Z I 3 6 ECOVER: UNA RICERCA CONTINUA

Eric Babolat, pag 22

PA D E L S H O P

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3 8 A TUTTO CAMPO DI CARPI (MO)

I N TO U R C O N PA D E L N U E S T R O 4 0 SIRACUSA: DOVE TUTTO È COMINCIATO

FIERE 4 2 PADEL TREND EXPO

EVENTI 4 4 PADEL VS RACISM 4 5 CUPRA GHOST PADEL – DARSENA DERBY

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PA D E L & T R AV E L 4 6 DAPPERTUTTO, ANCHE IN MEZZO AL MARE 3


EDITORIALE

IL GIOCO DELLE COPPIE di Benedetto Sironi

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arallelamente alla sua pratica, che continua a crescere in modo importante in Italia e non solo, anche il seguito mediatico del padel, pur con numeri inferiori, è in costante aumento. Vuoi per la sua indubbia spettacolarità, vuoi per la dinamicità degli scambi, vuoi per il ritmo incalzante di molte sfide, vuoi per il desiderio di emulazione verso i campioni, il cui livello si alza anno dopo anno. Ma c’è un altro motivo che, a mio parere, alimenta l’attenzione e l’affetto del pubblico verso questo sport. È proprio quello richiamato nel titolo di questo editoriale con un apparente gioco di parole, valido in questo caso anche in senso puramente letterale. Già, perché è bene ricordarlo, il padel è uno sport di coppia. Se ci pensiamo bene, uno dei pochissimi nei quali due atleti sono chiamati a sviluppare così tanto doti come l’intesa, l’affiatamento e l’armonia, fondamentali per una buona e soddisfacente prestazione sul campo, che si vinca o si perda. O più semplicemente per divertirsi. Gli altri? Si contano sulle dita di una mano. Potremmo citare il beach volley, che è pure sport olimpico. Ma sulla cui reale diffusione, nonché sul suo appeal, fatta eccezione per particolari appuntamenti internazionali, si potrebbe di certo discutere. Ovviamente c’è il doppio nel tennis. Anche se, diciamo la verità, è considerato un po’ come il figlio povero del suo più nobile e ricco padre, quello delle sfide uno contro uno. Una semplice riprova su quanto detto? Alzi la mano chi sa quali siano oggi le prime coppie al mondo maschili e femminili di queste due discipline. Praticamente nessuno. Tutta un’altra musica per il padel. Sempre più appassionati sanno esattamente chi c’è in cima al ranking mondiale della disciplina. E non si parla quasi mai del singolo atleta. Bensì di Coello/Tapia, Di Nenno/Stupa, Galán/ Lebrón. O, tra le donne, di Sánchez/Josemaría, Ortega/

Triay, González/Brea, tanto per citare chi siede oggi sul podio globale secondo il ranking del World Padel Tour (l’anno prossimo ci sarà peraltro un’unica classifica sotto l’egida del Premier Padel, come abbiamo già spiegato in Padelbiz 8/9). Accostamenti in grado di catturare e polarizzare l’attenzione e il tifo del pubblico, che certo si può appassionare anche a un singolo, ma pur sempre parte di un meccanismo ben funzionante solo se azionato da entrambi i giocatori o giocatrici. I quali in campo si parlano continuamente sia durante lo svolgimento dei punti per “chiamare” gli avversari, sia nelle altre fasi di gioco, aumentando l’importanza di sviluppare delle ottime capacità d’intesa. Oltre che le peculiarità tecniche e il rapporto tra i due player dentro e talvolta anche fuori dal campo, ad alimentare questa passione contribuiscono anche gli avvicendamenti tra le varie coppie. Si veda a proposito l’articolo che abbiamo realizzato sul tema a pagina 8: se si escludono Juan Lebrón e Ale Galán, oltre ad Ari Sánchez e Paula Josemaría, praticamente tutti i top player hanno cambiato partner, magari anche più volte, nelle ultime due-tre stagioni. Tra litigi, incomprensioni, infortuni o semplicemente voglia di nuovi stimoli, è innegabile che questo vortice di continui mutamenti rimescoli ogni volta le carte e i valori sul campo. Creando peraltro nuovi schemi di gioco, situazioni tecnico-tattiche, oltre che clamorose (anche se rare) inversioni tra giocatori da sinistra a destra, o viceversa. Tutte dinamiche che contribuiscono a rendere il padel ancora più imprevedibile, divertente, coinvolgente. Anche quando non lo si gioca ma lo si ammira dietro uno schermo o, meglio ancora, dal vivo. Ecco perché potremmo già a ragione definirlo – perlomeno in ambito sportivo - come il più grande e coinvolgente gioco delle coppie che sia mai stato ideato.

Editore: MagNet srl SB - Direttore responsabile: ANGELO FRIGERIO - Direttore editoriale: BENEDETTO SIRONI Editors: MANUELA BARBIERI, DAVIDE L. BERTAGNA, BENEDETTA BRUNI, SARA CANALI, ANDREA FARANO, ANDREA FIERRO, DANIELE PANSARDI, CRISTINA TURINI Art director: SIMONE COMI Redazione: via Tertulliano 68, 20137 Milano Tel: 02.87245180 - Fax: 02.87245182 Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Email: redazione@padelbiz.it Website: padelbiz.it Anno 2 - Numero 10 - 2023 - Periodico mensile Registrazione al Trib. di Milano n . 6796/2023 del 12 giugno 2023. Poste Italiane SpA - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 - conv. in L. 46/2004 Art.1 Comma 1 - LO/MI. Iscrizione al ROC n. 16155 del 23 novembre 2007 Stampa: Gierre Print Service Srl Una copia 1.00 euro. L’editore garantisce la massima riservatezza dei dati in suo possesso. Tali dati saranno utilizzati per la gestione degli abbonamenti e per l’invio di informazioni commerciali. In base all’Art. 13 della Legge n° 196/2003, i dati potranno essere rettificati o cancellati in qualsiasi momento scrivendo a: MagNet srl SB Responsabile dati: Benedetto Sironi Questo numero è stato chiuso il 18 ottobre 2023 @padel.biz

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MagNet srl SB


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NEWS

EVENTI & TORNEI

IL CLUSTER SARÀ PRESENTE A ISPO MONACO

MILANO PREMIER PADEL: IN VENDITA I BIGLIETTI PER IL TORNEO DI DICEMBRE

A ISPO Monaco, la fiera dello sport che si riunisce dal 28 al 30 novembre 2023, sarà presente per il secondo anno consecutivo anche ISPO Padel Village. Situato nel padiglione B3, nella zona Health & Fitness, ci saranno due campi da padel e differenti aree espositive. Il Cluster Internazionale del Padel realizzerà una conferenza stampa presso l’ISPO Padel Village il 29 novembre alle 12. La presentazione per la stampa e gli invitati avrà luogo in una zona dedicata, dove i rappresentanti della giunta spiegheranno cos’è il Cluster, i suoi obiettivi, le cifre del settore in termini di materiali e campi. Inoltre, saranno presenti anche 15 imprese associate, tra cui Drop Shop, J’Hayber, Playtomic, Starvie e Varlion.

Sono in vendita i biglietti per il Milano Premier Padel P1 2023. All’Allianz Cloud dal 4 al 10 dicembre il torneo torna in Italia con una grande novità rispetto allo scorso anno: la presenza anche delle migliori giocatrici del mondo a dare vita al tabellone femminile. Sul portale Ticketone i tagliandi sono disponibili per sessione di gioco: per lunedì 4 e domenica 10 dicembre (giorno delle finali) è prevista una sessione unica, mentre da martedì 5 a sabato 9 sono disponibili la sessione mattutina e quella serale. Per la prima volta nel circuito, grazie a YourSeats360 sarà possibile scegliere il posto avendo la visualizzazione esatta del campo dal proprio seggiolino. I tesserati FITP potranno inoltre usufruire del 20% di sconto.

FIP PLATINUM: A CAGLIARI SI CHIUDE CON UNA GRANDE FESTA

ROMA PADEL TOUR HA LANCIATO UN PROGRAMMA RADIO DEDICATO ALLA DISCIPLINA

In un TC Cagliari sold out, il FIP Platinum in Sardegna (1-8 ottobre) si è trasformato in una grande festa nella giornata conclusiva. Nel torneo più importante dell’anno per il circuito organizzato dalla Federazione, a imporsi sono stati Federico Chingotto con Mike Yanguas e Patty Llaguno con Lucia Sainz. Una grande conferma del padel nell’isola: se in Italia l’aumento dei campi da gioco è stato pari al 20% arrivando a quota 8.520 (+1.392), nella regione la crescita ha toccato il +23%. A oggi i campi sono 336 (55 indoor), distribuiti su 144 strutture. La prima provincia della regione è Sassari (65 club per 154 campi), seguita da Cagliari (47 club per 125 campi) e Nuoro (17 campi su 10 circoli). In totale è presente un campo ogni 4.480 abitanti, su ispirazione della Spagna (uno ogni 3.000).

L’organizzazione del Roma Padel Tour, circuito di tornei che si svolgerà nella Capitale, ha lanciato una trasmissione radiofonica interamente dedicata alla disciplina iniziata sabato 7 ottobre. Il nome dello show riprende proprio quello del circuito e va in onda tutti i sabati dalle 13 alle 14 sulla web radio Radio Godot. La conduzione è affidata ad Alessia Pellegrino e Fabio Rossi e il programma prevede anche gli interventi di nutrizionisti, preparatori e mental coach. Durante le trasmissioni si alterneranno al microfono diversi ospiti, tra cui il conduttore tv Filippo Bisciglia. Per seguire la puntata, è sufficiente collegarsi sul sito della radio alle ore 13 oppure sul sito di Roma Padel Tour. In alternativa, è possibile scaricare l’app di Radio Godot.

DAVIS PLUS CENTER: A CARPENEDO UNA RISTRUTTURAZIONE CON PADEL E PICKLEBALL

BABOLAT E CLUB MED ESTENDONO LA PARTNERSHIP ANCHE AL PADEL

A Carpenedo (VE), il tennis club TC Davis rinasce con una ristrutturazione completa sia nell’aspetto sportivo sia nei propositi di offrire aggregazione e servizi di alta qualità per gli appassionati di sport di racchetta. Il rinnovamento coinvolge i tre campi da tennis, la costruzione di tre nuovi campi da padel e uno di pickleball, sport esploso negli Stati Uniti e che sta lentamente crescendo anche in Italia. Il restyling sarà anche completato da tre spogliatoi, una club house e, per i campi, una copertura con palloni pressostatici. Nel progetto di ristrutturazione del centro, il pickleball è di fatto la grande scommessa della famiglia Rallo, che gestisce il circolo e che proverà a inserirsi in questo settore ancora tutto da esplorare.

Dal 2005, la collaborazione tra Babolat e Club Med offre a tutti gli sportivi attrezzatura da tennis e un allenamento premium durante le loro vacanze. Nel 2023 la partnership si amplierà ulteriormente grazie al crescente numero di campi da padel che il secondo metterà a disposizione nei suoi resort e la conseguente decisione di Babolat di fornirgli il materiale necessario. Il marchio lionese si occuperà quindi di gestire l’attività di padel proposta nei resort del partner, supportando l’azienda a sviluppare la sua offerta. La prima scuola di padel del Club Med è stata inaugurata nel 2021 nella sede delle Seychelles, seguita poi da sei campi nel 2022 a Marbella. Due anni dopo, l’azienda vanta 20 campi in sei resort nel mondo attrezzati da Babolat.

POLTRONE ENO POLO NUOVO CEO DEL PREMIER PADEL Eno Polo è stato scelto come nuovo ceo del Premier Padel per gestire la fusione con il WPT e guidare la nuova realtà unificata. Classe 1967, riferirà al consiglio del Premier Padel e inizierà il suo incarico a partire dal 16 novembre 2023. Ha avuto una carriera ampia e ricca di successi nel mondo dello sport maturando una vasta esperienza nel padel e nel tennis attraverso ruoli dirigenziali in Nike sia in Europa sia in Nord America. È stato poi presidente di Havaianas EMEA e Nord America, di Global Brands Group Europe e consulente senior della FIFA. Eno è entrato a far parte di Premier Padel da LeDap Group per il quale ricopriva il ruolo di ceo. Dal gennaio 2021, è anche membro del consiglio di amministrazione dell’ATP Tour.

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NEWS

FITP: INIZIA IL PERCORSO PER DIVENTARE ISTRUTTORE È stato aperto dalla FITP un bando di concorso straordinario per la conversione delle qualifiche relative al pickleball ottenute presso altri enti. Questa operazione permetterà di diventare istruttori di primo livello FITP. Ciò rappresenta un altro passo verso un percorso di formazione sulla disciplina. Il numero di strutture dotate di campi da pickleball è prossimo a superare quota 100, e la promozione del gioco, sia a livello amatoriale sia in termini di attività, sarà uno dei principali obiettivi della Federazione per il 2024. “Nell’ultimo trimestre di quest’anno proporremo tre bandi di concorso straordinari, per permettere a chi lo desiderasse di convertire, nella qualifica di istruttore FITP pickleball di primo livello, le qualifiche acquisite entro il 30 settembre presso enti convenzionati con la nostra Federazione”, ha evidenziato Michelangelo Dell’Edera, direttore dell’Istituto Superiore di Formazione Roberto Lombardi. I corsi del bando avranno una capienza massima di 40 posti.

DOPPIO D’ECCEZIONE ALL’ADRIANO PANATTA RACQUET CLUB Sabato 14 ottobre all’Adriano Panatta Racquet Club sono stati inaugurati dei nuovi campi di pickleball. La giornata è stato caratterizzata da un torneo fino a metà pomeriggio, quando si è svolta l’esibizione clou: un doppio in cui si sono sfidati Flavia Pennetta e Francesca Schiavone, vincitrici rispettivamente degli US Open 2015 e del Roland Garros 2010, e Adriano Panatta e Paolo Bertolucci, storico doppio che si aggiudicò la Coppa Davis 1976. Il circolo, nell’ottica di far testare a tutti la disciplina, ha fornito gratuitamente a noleggio racchette e palline a chi ne fosse sprovvisto. L’Adriano Panatta Racquet Club si aggiunge dunque al centinaio di campi da pickleball già presenti in tutta Italia.

EUGENIE BOUCHARD ESORDIRÀ NEL 2024 NEL PPA TOUR La storia del tennis ha spesso sorpreso con vicende di rientri più o meno fortunati, con percorsi di atlete che sono riuscite a risalire la china dopo essere state fuori dal professionismo per un periodo. Ma le favole a lieto fine non sono per tutti e non sempre chi torna riesce a lasciare il segno. Eugenie Bouchard, per esempio. In tanti aspettavano di vedere il nome della canadese tornare ai fasti del 2014 quando si spinse fino alla posizione numero 5 del ranking mondiale, ma la 29enne di Montréal, dopo aver provato negli ultimi anni a rincorrere un sogno troppo distante, sembra aver deciso di cambiare rotta. La sorpresa è che “Genie” ha scelto il fascino del pickleball. Cosa abbia stregato la bionda finalista di Wimbledon 2014 ancora non è dato a sapersi. Sta di fatto che il ritmo veloce e gli scambi lunghi del pickleball hanno sedotto l’atleta che nel 2024 esordirà nel PPA Tour (un po’ l’ATP della disciplina). 7


SOTTO LA LENTE

L’UNICA COSTANTE È IL CAMBIAMENTO Perché di recente ci sono stati così tanti stravolgimenti nelle coppie? Il punto su un trend in crescita nelle ultime due stagioni, dettato principalmente dalla poca pazienza di giocatori e giocatrici nel lavorare su progetti condivisi di Daniele Pansardi

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ualche tempo fa, quando il tuo partner ti lasciava o ti chiamava perché aveva in mente un altro progetto, era terribile. Ora è tutto molto naturale”. Le parole sono di Sanyo Gutiérrez, i temi sono i tanti cambiamenti tra le coppie di alto livello delle ultime due stagioni e, in generale, il modo in cui è cambiato il rapporto con i propri compagni. Negli anni scorsi il fenomeno era gradualmente aumentato, ma alla fine del 2022 il domino aveva coinvolto di fatto tutti i principali giocatori maschili del mondo a eccezione di Juan Lebrón e Ale Galán, in uno sconvolgimento più unico che raro nella storia del padel. La rivoluzione, tuttavia, è durata ben poco. Nel giro di pochi mesi dall’inizio della stagione 2023, le carte si sono rimescolate con sorprendente rapidità. Anche più di una volta. Gli esempi più calzanti nella Top 20 maschile sono forse quelli di Momo González e Mike Yanguas: il primo, attuale n.11 del ranking WPT, ha iniziato l’anno insieme ad Álex Ruiz, ha continuato proprio con Yanguas per soli due tornei, si è poi spostato al fianco di Sanyo e sta infine concludendo la stagione con Javi Garrido. Il 21enne aveva cambiato già quattro compagni a fine aprile: Alex Arroyo, Leo Augsburger, Momo González e Fernando Belasteguin, con cui sta avendo finalmente continuità. Si potrebbe pensare che tutto (o quasi) sia partito da Paquito Navarro, dalla sua scommessa di passare a destra e tentare un esperimento inedito a 33 anni insieme a Juan Tello. Un azzardo rivelatosi troppo grande anche per il talento dell’andaluso, che con la decisione di separarsi da Tello ha rimesso in moto le danze che si erano interrotte solo qualche mese prima. Il resto lo ha fatto l’infortunio subito da Bela a marzo, che ha costretto lui e Sanyo a saltare quattro tornei su sette nella fase iniziale della stagione. Il Mago di San Luis, a quel punto, non ha avuto la pazienza di aspettarlo, complici vista l'età d’identità di entrambi. Il ranking, del resto, non aspetta nessuno e una striscia negativa di risultati in determinati periodi dell’anno (in cui magari si difendono tanti punti in classifica) può avere conseguenze molto pesanti nei tabelloni dei tornei. SOLO FRENESIA? La poca pazienza, di questi tempi, è forse una delle ragioni principali che ha portato a questi continui rimpasti. Potrebbe essere mancata, per esempio, a Gemma Triay quando ha deciso di troncare la sua partnership con Alejandra Salazar, che ha lasciato quest’ultima e sorpresa e non poco amareggiata, anche perché la decisione di Triay è arrivata durante il recupero di Salazar da un infortunio. La minorchina ha specificato che il problema alla spalla della 38enne non ha influito sulla sua decisione, che però a questo punto potrebbe essere stata quantomeno la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso, se è vero (come ha ammesso Triay) che le due si trascinavano diversi problemi dal 2022. Triay ora sta proseguendo la sua carriera con Marta Ortega, accoppiamento che però al momento non garantisce un rendimento alla pari delle dominatrici Ari Sánchez/Paula Josemaría. Salazar, nel frattempo, si è legata alla portoghese Sofia Araújo, ma non solo. Durante l’estate, inoltre, è arrivata anche la separazione tra Patty Llaguno e Carolina Orsi, con la prima che ha scelto di formare una coppia quantomai esperta con Lucia Sainz: 77 anni in due (rispettivamente 38 e 39) per cercare di giocarsi al massimo le "ultime cartucce" qui e ora. Nessuna delle due ha molto altro da programmare in carriera. Da qui anche le due nuove coppie che si vedono sul circuito da qualche mese: Aranzazu Osoro-Jessica Castellò e Orsi-Carla Mesa. Tirando le fila, possiamo dire che solo una piccola parte di questi cambiamenti riguarda delle incompatibilità tecnico-tattico-personali. Molto spesso è la scarsa pazienza nel costruire un percorso condiviso e, direttamente collegato a questo, anche un certo cinismo nel porre fine a determinati sodalizi. Cinismo che, è bene ricordarlo, è parte integrante di uno sport professionistico come il padel in cui non c’è un compenso fisso, ma tutto ruota attorno a sponsor che richiedono visibilità (e quindi di avanzare nei tabelloni) e premi che stanno crescendo solo di recente. Se a questo quadro aggiungiamo anche l’incombenza del ranking e la necessità (più o meno impellente) di trovare dei compagni in grado di garantire determinati risultati, ecco che trovare gli incastri giusti per far decollare un progetto può diventare sempre più complicato. Coppie nate subito per brillare come Coello/Tapia e Di Nenno/Stupaczuk, di questi tempi, sono sempre più rare. Al contrario, come diceva Sanyo, cambiare è diventato “molto naturale”.

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Marta Ortega e Gemma Triay

Paquito Navarro e Federico Chingotto

ALEX ARROYO, IL RECORDMAN Tra i primi 30 giocatori del ranking mondiale, ce n’è uno in particolare che è riuscito a superare anche Momo González e Mike Yanguas. Parliamo di Alex Arroyo, spagnolo classe 2001 che è arrivato a cambiare cinque compagni tra febbraio e maggio: Mike Yanguas, Momo González, Ivan Cardona, Lucho Capra e Gonzalo Rubio. Con quest’ultimo sembra aver trovato una certa stabilità, se non nei risultati (non esaltanti finora) quantomeno nel numero di tornei giocati insieme.


NEWS

PEOPLE

WINTER CUP TPRA: AL VIA IL TORNEO INVERNALE Il 30 ottobre riprende la Winter Cup 2023, il circuito che con formula Tpra si svolgerà attraverso fasi provinciali, regionali e nazionali. I giocatori ammessi sono quelli di quarta e quinta fascia con tessera agonistica e non agonistica. Alla 1ª edizione, svolta nel 2022, parteciparono oltre 1.000 squadre. Tra le categorie in gara: campionato maschile, femminile e misto. Le squadre possono essere composte da un minimo di quattro a un massimo di 10 giocatori, per il misto un minimo di due giocatori e due giocatrici fino a un massimo di 10 a testa. I gironi saranno composti da un minimo di tre a un massimo di sei squadre, e le prime due di ogni girone accederanno al tabellone Oro. Non ci saranno eliminati: i team sconfitti continueranno grazie al tabellone Argento. La fase provinciale si concluderà con i Master e le finaliste di ciascun tabellone accederanno ai Master regionali. Le squadre vincitrici staccheranno i pass per andare al Master Nazionale.

AGUSTÍN TAPIA SI UNISCE ALLA FAMIGLIA MMR BIKES MMR Bikes, azienda produttrice di bici asturiana, ha annunciato che uno dei suoi nuovi ambassador è Agustín Tapia. La casa spagnola metterà quindi a disposizione la sua gamma di bici per il talento argentino. Il classe 1999 si unisce ad altri ambassador come i piloti di F1 Fernando Alonso e Carlos Sainz, l’allenatore di calcio Luis Enrique e gli ex ciclisti professionisti Oscar Freire e Samuel Sanchez. MMR offre una gamma completa di bici, dalla strada alla mtb passando per elettrico e gravel, senza dimenticare le proposte per i più piccoli. È impegnata nel settore, con la fornitura alla squadra maschile Professional Team Caja Rural-Seguros RGA e a quella femminile della Sopela Women’s Team, sia off-road con la Nesta-MMR Cyclocross Team. In Italia, MMR Bikes è distribuito dalla società Greenlife Mobility.

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PABLO LIMA SI RITIRA: A 36 ANNI SI CHIUDE LA CARRIERA DI UN GIGANTE Al Master WPT di Madrid, il 36enne brasiliano ha perso al primo turno contro Juan Lebrón e Ale Galán in coppia con Agustin Silingo e ha chiuso un capitolo della storia di questo sport, che lo ricorderà come uno dei suoi più grandi giocatori degli ultimi trent’anni. Avrebbe dovuto ritirarsi alla fine di questa stagione, ma i problemi alla schiena lo hanno costretto ad anticipare il ritiro. “Ho avuto il privilegio di fare un lavoro bellissimo”, ha dichiarato commosso. “Lascio il padel molto felice e soddisfatto, con la consapevolezza di aver sempre rispettato al massimo questo sport”. Nel corso della sua carriera, Lima ha vinto 68 tornei tra Padel Pro Tour, World Padel Tour e Premier Padel, restando al comando del ranking mondiale tra il 2015 e il 2017.

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DAT I & S TAT I S T I C H E

L’ANTROPOLOGIA DEL PADELISTA EUROPEO La seconda edizione del Global Report di Monitor Deloitte e Playtomic si sofferma sulla natura dinamica, inclusiva e sociale della disciplina per spiegare comportamenti, interessi e scelte degli appassionati di Davide L. Bertagna

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volontà di sperimentare ambienti diversi per potersi mettere alla prova quando vogliono. Questa adattabilità si estende oltre i confini dei centri sportivi locali, incoraggiando una comunità vivace e interconnessa di sportivi pronti a sfidarsi, non importa dove e quando. Inoltre, a testimonianza del forte valore inclusivo della disciplina, oltre il 50% è disposto a giocare anche fuori dal proprio gruppo di amici. Il padel viene visto secondo il report come una porta verso la socializzazione, con molti giocatori (specialmente in Spagna) impegnati in più attività dopo aver terminato la partita.

opo la prima edizione del Global Padel Report, Playtomic e Monitor Deloitte hanno riunito le forze per condividere una visione aggiornata del documento, prendendo in esame nel dettaglio il periodo dal 2016 al 2022 che certifica quanto il padel sia sempre più apprezzato in tutto il mondo e quanto sia entrato nel cuore degli appassionati. Negli ultimi due numeri di Padelbiz, abbiamo analizzato il peso specifico dei vari stakeholder che gravitano intorno alla disciplina, i margini di crescita nei vari Paesi e quali sono le previsioni per il futuro. Su questo cercheremo di offrire un’analisi “antropologica” di chi si avvicina alla pala e “non la lascia più”.

Inoltre, una parte sostanziale degli intervistati ha espresso piacere nel mescolare i propri compagni di gioco, indicando la volontà di incontrare continuamente persone diverse. Ciò evidenzia la natura dinamica, aperta e sociale del padel, dimostrando come favorisca nuove connessioni promuovendo allo stesso tempo uno stile di vita attivo.

Lo studio si sofferma sulle preferenze degli appassionati europei interpellati tra gli utenti Playtomic: la stragrande maggioranza afferma di aver cominciato a giocare per puro divertimento (ma oltre il 40% anche per tenersi in forma). In pochi (circa 3 su 10) hanno dichiarato di aver scelto la pala come sport competitivo. 2023 Release Interessante il grafico legato a quando si è cominPlayer behavior and dynamics Player behavior and dynamics ciato a giocare. In Spagna, il 43% ha dichiarato di Perché hai iniziato a giocare a padel? aver preso per la prima volta in mano una pala oltre cinque anni fa (meno del 4% dei giocatori nel resto d’Europa). Il padel, pur essendo una disciplina relati73% vamente nuova per la maggior parte degli that intervistati 71% back An overwhelming majority of players indicateci There is a strong desire to play more, held 66%only by the constraints of time and scheduling theirindicato primary motivation for playing padel (è stato che circa il 40% ha iniziato negli the sheer fun and enjoyment it brings conflicts, where finding a suitable time slot that59% ultimi isdue anni), ha avuto un impatto significativo in aligns people and courts availability often poses a 53% gran parte delle nazioni del Vecchio Continente. La 51% 52% challenge 45% bellezza di questo sport risiede nella sua accessibilità 41% The survey that of physical e inclusività, e reveals perché inthe uncombination certo senso trascende i This underlines the passion and dedication activity, strategy, teamwork and dal the social towards padel, revealing a community that yearns limiti di età indipendentemente fattoaspect che si tratti of padel is what makes it a delightful leisure activity for more28% opportunities to engage in the sport they di un for giovane many entusiasta diretto verso una nuova sfilove 20% 19% da (circa il 45% di chi gioca ha un’età compresa fra i 18 e i 39 anni) o di un senior alla ricerca di un'attività This underscores appeal of traumatico padel as a sportper thatle artidivertente e a bassotheimpatto brigs joy, amusement, and a unique sense of colazioni. Spagna Resto d'Europa Paesi Scandinavi community to its players

Playtomic Survey lnsights

Playtomic Survey lnsights

Secondo il report, il 73% degli intervistati è "nomade", nel senso che gioca in più di un club. Questo eviden-Souree: Playtomic Proprietary Survey Global Padel Report by Playtomic, Powered by Deloitte Global Padel Report by Playtomic, Powered by Deloitte zia la flessibilità degli appassionati e mostra la loro Divertimento

Souree: Playtomic Proprietary Survey

2023 Release

Player behavior and dynamics 100

100

28%

A significant number of players actively 36% engage1-2 inanni 28% 39% playing across multiple locations, highlighting the flexibility of padel players and showing their 2-5 anni 35% willingness to experience different environments 31% in order to be able 4% to play when they 4% want / >5 anni

th most

n the

Spagna

Resto d'Europa

27%

44%

31%

Paesi Scandinavi

39%

30%

43%

9%

Souree: Playtomic Proprietary Spagna Survey

Resto d'Europa

10

Paesi Scandinavi p LA V T o M I e Monitor Deloitte.

43

71% 58% 43%

42%

32%

31%

20%

18%

Spagna

Resto d'Europa

3%

Paesi Scandinavi

Mancanza di disponibilità di campi • Mancanza di tempo

p LA V T o M I e Monitor Deloitte.

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2023 Release

Resto d' Europa

Spagna

3%

12%

Con chi preferisci giocare? 68%

36%

41% 24%

35% 21%

27% 4%

Sì, in quartieri lontani dal mio

/ Sì, in tuttʼaltra zona

p LA V T o M I e Monitor Deloitte.

30%

Spagna Il solito gruppo di persone

Paesi Scandinavi

Global Padel Report by Playtomic, Powered by Deloitte

Paesi Scandinavi

Si

No, gioco solo nel mio quartiere

21%

Souree: Playtomic Proprietary Survey Resto d'Europa Spagna

Paesi Scandinavi

Perché non giochi di più a padel?

Giocare in club diversi

57% 58% highlights This the dynamic, open, and social nature of padel, demonstrating how new Sì, in quartieri vicini al mio 59% it fosters connections while promoting and active lifestyle

>55 anni

Resto d'Europa

73%

27-39 anni

40-54 anni

No

13%

10%

Spagna

Pianifichi altre attività una volta finito di giocare a padel?

A substantial portion of players expressed enjoyment in mixing up their game partners, Saresti disposto a spostarti per giocare a padel? indicating a willingness to continually meet and 100 100 with different play people100 10%

si

42

delle persone giocano in più di 1 club

Giocare in alcuni dei miei club preferiti

Giocare nello stesso club

100

100

50%

42%

39%

100

2023 Release

26%

21%

Global Padel Report by Playtomic, Powered by Deloitte

p LA V T o M I e Monitor Deloitte.

Padel is often a gateway to socialization, with many 14% players (specially in Spain and other mature countries) engaging in more activities after Resto d'Europa Spagna finishing their match Paesi Scandinavi

This adaptability extends beyond the boundaries of their localhai? clubs, encouraging a vibrant, Quanti anni interconnected community of padel enthusiastics 100 100 who100 are ready for a match, no matter where it might 18-26 anni 12% 15% be 15%

ty and gardless or a new impact

34%

Vorresti giocare di più a padel?

• Difficoltà a trovare altri tre giocatori

Competizione

Player behavior and dynamics

<1 anno

19%

Socializzazione

Qual è la tua preferenza riguardo i padel club? Playtomic Survey lnsights

Da quanto tempo giochi a padel? Playtomic Survey lnsights 100 10%

Esercizio

2023 Release

44

Resto d'Europa Più di un solo gruppo

Paesi Scandinavi Nuove persone

p LA V T o M I e Monitor Deloitte.

46


NUOVA LINEA

FEMMMINILE 2023

11


FA N S O M E T R O

UNA GARA A SUON DI LIKE Con questa rubrica, Padelbiz analizza i brand più performanti a livello social. I dati evidenziano un forte incremento dell’utilizzo delle varie piattaforme dopo la pandemia, che ha portato le aziende padel a investire sempre più nel digitale e nella qualità dei contenuti. Vediamo la classifica di Cristina Turini

P

rima di passare al Fansometro vero e proprio, vi riportiamo un’analisi generale aggiornata alla prima metà del 2023 sui comportamenti, sulle tendenze e sulla demografia degli utenti a livello mondiale. Quello che occorre subito precisare è che, dopo due anni anomali, il 2020 e il 2021, gli utenti sembrano aver leggermente “normalizzato” il loro approccio all’utilizzo dei social con una diminuzione del 5% del tempo trascorso online rispetto al 2022 (report We Are Social in collaborazione con Melwater). Nel 2023 la popolazione mondiale ha superato gli 8 miliardi. Di questi, il 68% utilizza i telefoni cellulari e il 64,4% è online. Gli utenti dei social rappresentano poco meno del 60% della popolazione che, seppur con un rallentamento negli ultimi mesi, registra una crescita annuale del 3%. Facebook rimane la piattaforma più utilizzata al mondo, con 2.963 miliardi di iscritti. Si conferma al secondo posto YouTube. Al terzo e quarto posto sempre Meta con WhatsApp e Instagram affiancati (grafico sopra). La rapida crescita che abbiamo visto da TikTok non mostra segni di rallentamento: il social cinese aveva 1,4 miliardi di utenti attivi mensili nel 2022 e si prevede che raggiungerà 1,8 miliardi entro la fine del 2023. Anche se Facebook è la piattaforma più utilizzata in assoluto, è fondamentale considerare le diverse tendenze per i diversi dati demografici. Facebook è il soPIATTAFORMA SOCIAL PIÙ UTILIZZATA IN ITALIA Whatsapp Facebook Instagram Youtube Telegram Tiktok Pinterest Twitter Linkedin 18% Skype 13,7% Imessage 9% Snapchat 7,4% Discord 6,8% Reddit 4,7% Tumblr

89,1% 77,5% 72,9% 50,6% 46,5%

37,5% 26,8% 26,4% 25,9%

PIATTAFORMA SOCIAL PIÙ UTILIZZATA AL MONDO Facebook Youtube Whatsapp Instagram 1.313 Wechat 1.092 Tiktok 1.036 FB Messanger 750 Snapchat Douyin 730 Telegram 700 Kuaishhou 640 Sina Weibo 586 QQ 572 Pinterest 450

2.963 2.527 2.000 2.000

cial più utilizzato da Boomer (1946-1964) oltre il 18%, seguiti da Generazione X (1965-1980) e Millennial (1981-1996). Instagram si conferma l’ambiente social preferito ancora dai Millennial e poi dalla Generazione Z (1997-2012). Di TikTok il report offre un quadro parziale perché l’età minima presa in considerazione sono i 16 anni e i tiktoker si trovano per la maggior parte nella fascia d’età precedente (grafico sotto). In Italia, la classifica dei social più usati vede la conferma di WhatsApp in testa in tenuta (89,1% vs 90,8% del ’22). Si mantiene al secondo posto Facebook (77,5% vs 78,6% dell’anno scorso) e al terzo Instagram (72,9% vs 71,4%) che continua la sua avanzata. Dopo l’area Meta si segnala la crescita di TikTok dal 28,9% del 2022 al 37,5% di quest’anno. Aumenta di tre punti anche Telegram, che passa dal 45,3% al 46,5%. Prosegue a perdere posizioni Twitter, che dalla settima scende all’ottava, sorpassato da Pinterest (grafico sotto). Anche nella classifica dei social preferiti in italia si conferma in testa WhatsApp con il 40,5% (vs il 39,7% del 2022). Al secondo posto Instagram con il 21,6% (stabile rispetto al 2022). Facebook, anche se mantiene la posizione, continua a perdere punti percentuali e dal 16,4% del 2022 passa al 15,8%. Sale al 4° posto TikTok (dal 3,4 del 2022 al 5,5% del 2023), mentre Telegram perde mezzo punto percentuale (oltre che una posizione).

COME AVVIENE LA SCOPERTA DEL MARCHIO %

Social media (net)

PIATTAFORMA SOCIAL PREFERITA NEL MONDO TRA LE DONNE PIATTAFORMA ETÀ SOCIAL

ETÀ

ETÀ

77

TRA GLI UOMINI ETÀ

ETÀ

16-24 25-34 35-44 45-54 55-64

PIATTAFORMA ETÀ SOCIAL

ETÀ

ETÀ

ETÀ

social network

23

sito di video

Post o recensioni di blogger esperti

22

sito di domande e risposte

Approvazioni da parte di celebrità o persone note

10,5% 15,7% 17,1% 16,8% 18,4%

17

forum/bacheca

8,4%

16

messanging

16

micro-blog

15

vlogs

11

bacheca online

INSTAGRAM 21,3% 14,6% 9,4%

FACEBOOK

6,9%

13,5% 14,7% 16,9% 18,9%

FACEBOOK

WECHAT

8%

13,4% 15%

WECHAT

7,5%

5,5%

4,6%

3,2%

TIKTOK

23 44

INSTAGRAM 23,1% 17,6% 13,2% 10,6% 7,6%

12%

7,7%

7%

12,1% 13,8% 14,1% 5,1%

4,4%

4,1%

4,9%

15% 2,2%

17 16 15 Annunci su applicazioni di messaggistica

14 Vlogs

13 Forum/bacheche

HIGHLIGHTS Quali sono le tipologie di post contenuti che creano migliori condizioni di “engagement” in Facebook? Status, post e foto, mentre sono da evitare i link post. Quindi, evitare link esterni per esempio a eventi, articoli, ma anche a video su YouTube: l’algoritmo di Facebook non “gradisce” di “uscire” dalla piattaforma. Quali sono le tipologie di post contenuti che creano migliori condizioni di “engagement” in Instagram? Il top post si conferma il carosello di immagini, possibilmente con scritte e

12

28

Raccomandazioni/commenti sui social media Aggiornamenti sulle pagine social media del brand

WHATSAPP 15,5% 15,4% 17,1% 18,5% 19,5%

TIKTOK

social media (net)

ETÀ

16-24 25-34 35-44 45-54 55-64

WHATSAPP 12,3% 13,3% 15,4% 16,4% 20,3%

13,1% 11,7%

Annunci visti su social media

% 64

grafiche. Al secondo posto, i video/reel. Del resto, gli utenti usano prevalentemente il mobile e questi sono i formati migliori da proporre per la condivisione dei contenuti e della narrazione. Ultimo dato molto interessante: come avviene la scoperta di un brand? Per loro natura, i social media implicano conversazioni amichevoli e famigliari. Questa, per i brand, è una grande sfida, perché devono necessariamente utilizzare una comunicazione più emotiva e informale, avvicinandosi il più possibile alla sensibilità degli utenti (grafico sopra).

12


FA N S O M E T R O

LA CLASSIFICA SOCIAL DEI TOP BRAND ATTIVI NEL PADEL Al netto dei marchi segnati in rosso con asterisco che, pur essendo importanti player di mercato, non hanno un account social dedicato specificamente al padel

1.

PUMA*

13,1 MLN

1.

2.

LOTTO*

406MILA

2. ASICS PADEL*

4.5 MLN

3.

NOX PADEL

276MILA

3. MIZUNO EUROPE*

2.2 MLN

4.

BULLPADEL

202MILA

4. WILSON PADEL

669MILA

5.

ADIDAS PADEL

193MILA

5. BABOLAT PADEL

558MILA

6.

JOMA*

167MILA

6. JOMA*

507MILA

7.

MACRON*

153MILA

7.

MACRON*

187MILA

8.

HEAD PADEL

132MILA

8. DROP SHOT

156MILA

9.

MIZUNO EUROPE*

132MILA

9. LOTTO SPORT*

133MILA

10. BABOLAT PADEL

115MILA

10. NOX PADEL

130MILA

11. WILSON PADEL

106MILA

11. HYDROGEN

106MILA

12. STARVIE PADEL

106MILA

12. STARVIE PADEL

63MILA

13. SIUX PADEL

73MILA

13. BULLPADEL

34MILA

PUMA*

22 MLN

14. VARLION

59,3MILA

14. VARLION

34MILA

15. HYDROGEN

56,1MILA

15. HEAD PADEL

31MILA

16. DROP SHOT

45,2MILA

16. ADIDAS PADEL

29MILA

17. ASICS PADEL

42,5MILA

17. SIUX PADEL

25,5MILA

18. SANE

31,8MILA

18. AUSTRALIAN

23MILA

19. AUSTRALIAN

23MILA

19. PROKENNEX

11MILA

20. ROYAL PADEL

19,9MILA

20. SANE

4MILA

21. DUNLOP PADEL

12,4MILA

21. ROYAL PADEL

4MILA

22. HIROSTAR PADEL

11,4MILA

22. HEROES PADEL

1346

23. HEROES PADEL

6MILA

23. HIROSTAR PADEL

916

24. PROKENNEX

4,3MILA

24. DUNLOP PADEL

0

25. QUICKSAND

4,3MILA

25. QUICKSAND

------

*divisione padel La redazione ha analizzato accuratamente tutti gli account presenti sui social presi in esame, pubblicando solo i più "performanti". Se siete un brand e pensate di dover rientrare nella classifica, siete pregati di inviarci una segnalazione alla email redazione@padelbiz.it

Essendo questa la nostra prima edizione del Fansometro sul padel, non abbiamo termini di paragone rispetto agli anni passati, ma sappiamo che i social media hanno un enorme impatto sullo sport. I fan preferiscono entrare in contatto con le persone reali più che con i brand, ecco perché questi ultimi tendono sempre di più a veicolare la loro comunicazione tramite ambassador, atleti e influencer. Dalla pandemia a un mondo in ripresa, sempre più utenti si sono rivolti a piattaforme come Instagram e TikTok, per potersi confrontare con un linguaggio più confidenziale e per discutere dei loro argomenti sportivi preferiti. Fatta questa premessa e analizzando le due piattaforme social Instagram e Facebook, vediamo come la classifica cambi completamente. Riguardando ai dati demografici della pagina precedente sull’utilizzo di Facebook, potremmo associare i posti della parte alta della classifica nella colonna di destra (Wilson, Babolat, Drop Shot e Hydrogen, al netto dei brand con pagina global segnati in rosso)

a un pubblico più “datato”, come la Generazione X che, attualmente, domina la richiesta di mercato (vedi Dati & Statistiche a pag. 10). La decisione di molti brand, presenti in più sport, di staccarsi dalla pagina global per dedicare un account esclusivamente al padel, rientra in una strategia di comunicazione più mirata e targhettizzata e quindi sicuramente più efficace in termini di sponsorizzate e awareness. Analizzando gli account Instagram, soprattutto per la seconda metà della classifica, viene da pensare che alcuni di questi non stiano tenendo il passo con i cambiamenti a livello di mercato e comunicazione. Su questo aspetto ci sono molte variabili da considerare, come per esempio l’”età” dell’account. Ecco perché torneremo con la nostra rubrica il prossimo anno per fare un ulteriore confronto con considerazioni più precise. 13


I N C H I E S TA E S C L U S I VA

DOPO I NEGOZI, PARLANO LE AZIENDE Completata "La Carica dei 101", la nostra indagine si è concentrata sui brand, che ci hanno raccontato quali sono le previsioni per il 2023, i feedback ricevuti dai retailer, quali prodotti stanno ottenendo i migliori risultati in termini sell in e sell out e che strategie attuare sul mercato nel medio-lungo termine di Manuela Barbieri, Davide Bertagna, Daniele Pansardi e Cristina Turini

S

ui numeri 1/2, 3, 4, 5 e 6/7 di Padelbiz del 2023, abbiamo pubblicato “La Carica dei 101”, la nostra inchiesta esclusiva sull’andamento del mercato padel che ha coinvolto ben 101 punti vendita italiani selezionati. In chiusura di un anno piuttosto esplosivo per il settore come il 2022, l’indagine ha tracciato un interessante quadro sugli umori del canale retail, l’anello fondamentale della filiera distributiva.

Intervistando i più importanti brand del settore, abbiamo invece voluto approfondire alcune criticità, ma anche opportunità emerse. Come, per esempio, le iniziative adottate dalle aziende per supportare i negozi che, dopo aver registrato un generale aumento delle vendite nel 2022, nei primi mesi del 2023 “lamentano” un certo allentamento. Qui di seguito la prima puntata con le prime 6 interviste.

LE DOMANDE 1. La maggior parte dei negozi ha fatto registrare delle vendite ancora in aumento nel 2022, ma nei successivi mesi e in generale nel 2023 si è registrato per tutti un rallentamento. Che feedback avete avuto dai negozianti durante gli ultimi mesi? Quali iniziative avete adottato e adotterete per supportarli? 2. Questo rallentamento è dovuto solo a un’eccessiva quantità di prodotto immessa sul mercato o ci sono altre motivazioni? Come state gestendo in generale come azienda questa situazione? E quali sono le vostre previsioni e strategie nel medio e breve termine nell’ambito della distribuzione e vendita del prodotto padel? 3. Quali le vostre previsioni di vendita per fine 2023 e per il 2024? 4. Corner di vendita o veri e propri shop all’interno dei club di padel: ritenete che possano costituire un vantaggio per il mercato e per i praticanti o che – viceversa – vadano a influire negativamente sui classici canali di vendita? Se sì, in che modo? 5. Quali tipologie di prodotti e di gamme stanno ottenendo risultati migliori in termini di sell in e sell out? 6. Dalla nostra inchiesta è emerso come le racchette più vendute riguardino la fascia medio-alta, mentre le entry level faticano a trovare spazio. Come giudicate questo trend? Potrebbe cambiare le vostre strategie in futuro? 7. Quanto incide la vendita delle racchette in percentuale per il vostro brand? E quanto invece gli altri segmenti (abbigliamento, scarpe e borse/zaini)? Vi soddisfa questo rapporto percentuale o in che modo vorreste modificarlo? 8. Quali azioni di marketing e comunicazione state attuando per promuovere il vostro brand e i vostri prodotti in chiave b2b e b2c? 9. Altre eventuali considerazioni.

Le interviste LOTTO Fabio Berti

HEAD OF SALES ITALY 1. La categoria sta vivendo un generale rallentamento della domanda dopo

4. La presenza di corner e/o shop all’interno dei club non è "tout-court" una

un iniziale esuberanza dell’offerta che è risultata eccedente rispetto all’espansione attesa della richiesta di prodotto. Una situazione fisiologica quando uno sport si afferma per la prima volta. Avremo ancora delle situazioni di "stop&go" che tuttavia tenderanno ad attenuarsi nel tempo e assisteremo a una progressiva stabilizzazione del mercato. Per quanto ci riguarda, abbiamo adottato delle politiche di continuità nell’offerta supportando il cliente con una strategia di valorizzazione della continuità e dei prodotti disponibili, anche attraverso maggiori riassortimenti.

soluzione funzionale al miglioramento del servizio per il consumatore finale. La gestione di queste iniziative richiede la presenza di competenze che vanno valutate caso per caso. Il quadro è molto variegato e richiede la capacità di selezionare con attenzione a mantenere alto e qualificato il servizio al cliente.

2. La richiesta di un prodotto specifico per il padel da parte del

consumatore è ancora contenuta. Serviranno ancora alcune stagioni perché si consolidi una diffusa conoscenza da parte dei praticanti. Lotto, per altro, continua a presidiare attentamente le esigenze di mercato e le necessità dei praticanti, sviluppando prodotti con contenuti tecnici ad hoc, soprattutto per quanto riguarda la calzatura. 3. Si prospetta un calo generale delle vendite per l’ultimo trimestre 2023 e

per il primo semestre 2024, seguito da una graduale ripresa a partire dal secondo semestre 2024.

14

5. La categoria dell’abbigliamento risulta essere al momento la più

interessante in termini di sell in e sell out. 6. Non produciamo racchette. Per il futuro, vedremo. 7. Non produciamo racchette. 8. Attualmente abbiamo un nutrito programma di sponsorizzazioni

in particolare a livello europeo. Continueremo puntando soprattutto sui giovani. Lo scorso anno avevamo investito molto anche sugli eventi. Ora attendiamo di comprendere come si struttureranno i circuiti per il 2024 e poi decideremo come muoverci. Promuoviamo i nostri prodotti anche sulla stampa, tramite attività di relazioni pubbliche e advertorial.


I N C H I E S TA E S C L U S I VA

HEROE’S Andrea Tonelli COO

1. Il mercato sta vivendo una fase di assestamento e le vendite, a partire dal

II Q 2023, hanno subito un rallentamento. Da parte nostra, stiamo cercando di supportare i negozi con azioni mirate per salvaguardare il loro margine. 2. Questa situazione è legata a un’eccessiva quantità di prodotto dovuta a una ripresa delle produzioni dopo un difficile periodo di carenza di materie prime (situazione legata al Covid), ma anche a una dinamica di riduzione della capacità di acquisto da parte delle famiglie italiane, che impatta su tutti i beni non di prima necessità. Questo a seguito dell’aumento dell’inflazione e dei costi delle commodities.

che i clienti vadano a comprare passivamente. Questa carenza di servizio ha fatto sì che diversi circoli si siano attrezzati per poter seguire meglio i clienti, ottenendo in molti casi un buon successo. Ovviamente la cosa migliore sarebbe una stretta collaborazione fra centri e negozi. 5. Il mercato si sta orientando verso una fascia alta di prodotto. Nel nostro

caso, il top seller del 2023 è stata la racchetta Predator Limited Edition che è anche la più costosa della nostra gamma. 6. Da parte nostra, questa tendenza era già chiara nel 2021. I no-

3. Le previsioni sul 2023 vedono un mercato flat: grazie a nuovi

stri sforzi nello sviluppo prodotto si concentrano infatti sulla fascia medio-alta.

mercati, abbiamo sopperito ad altre zone che hanno subito un calo. Per il 2024 ci aspettiamo un anno in crescita grazie:

7. Le racchette rappresentano oltre il 60%. L’apparel, almeno in Italia,

• all’apertura di distributori su mercati emergenti; • a nuove collabo, come quella appena presentata con Hydrogen, che ci permetteranno di inserirci meglio e avere maggiore visibilità su nuovi segmenti di mercato; • alla collaborazione con nuovi atleti pro per aumentare la visibilità del marchio, come per esempio Tito Allemandi che è diventato uno dei nostri top player, insieme a Gonzalo Rubio. 4. Su questo argomento non esiste una risposta univoca. Quello che abbia-

mo da parte dei negozi è stata una vendita “passiva”. Il padel è arrivato ed esploso in poco tempo e, in alcuni casi, i negozi non hanno capito che per poter essere vincenti devono dare un valore aggiunto e non solo attendere

non è ancora considerato un elemento importante per la maggior parte dei giocatori, mentre in altri mercati la ricerca dell’abbigliamento specifico per padel è di maggior interesse. Pensiamo che possa diventare sempre più richiesto in futuro anche nel nostro Paese. 8. A partire dal 2024 abbiamo investito insieme a Hydrogen per creare una collaborazione su racchette e abbigliamento che possa aumentare la visibilità e la penetrazione nei mercati dove i due brand hanno maggior successo. Un altro strumento di comunicazione che stiamo utilizzando è legato alla collaborazione con giocatori pro che possano portare il nostro marchio nei più importanti tornei (Premier, A1) e club in giro per il mondo. Stiamo inoltre aumentando la rete di distributori per cercare di essere sempre più capillari nella vendita al di fuori dell’Italia.

VIENTO Davide Colla CEO

1. Essendo una società nuova e non avendo, quindi, uno storico del venduto,

non siamo ancora in grado di fare valutazioni approfondite in questi termini.

di posizionamento del brand, anche se di norma vanta volumi più alti rispetto alle fasce medie e alte.

2. In questi mesi abbiamo riscontrato che gli store sono molto impegnati sul sell-out, avendo eccessive giacenze in magazzino. Di conseguenza, le vendite sono rallentate, ma sappiamo che sono fasi che accadono in maniera ciclica nei mercati e per questo restiamo positivi e fiduciosi che questa situazione si sblocchi il prima possibile.

6. La fascia di mercato a cui puntiamo è proprio quella medio-alta, perché siamo convinti che i prodotti di alta qualità, progettati con cura, offrano risultati immediati e duraturi, sia in termini di prestazioni del prodotto che di feeling durante il gioco. Quindi possiamo dire che certi prodotti valgono davvero il prezzo.

3. Avendo iniziato come startup è difficile avere certezze e previsioni

stabili per i primi tempi. Il nostro brand è in costante crescita ed evoluzione, quindi aspettiamo l’inizio del 2024 per analizzare il consuntivo 2023 e il preventivo 2024, così da valutare se saranno in linea con i nostri budget annuali. 4. La presenza di shop nei club e negli store è un punto di forza e non uno svantaggio per i classici canali di vendita. Siamo certi sia una grande opportunità per le vendite inserire nei club di padel i prodotti dello sport amato, perché si è forse ancora più ispirati e incentivati ad acquistare. 5. Attualmente, nel nostro catalogo prodotti sono presenti solo articoli di

fascia alta (racchette e apparel), ma nel breve periodo abbiamo in programma il lancio di altre due racchette di fascia medio-alta. Abbiamo scelto appositamente di non puntare alla fascia bassa per una questione

7. Le racchette sono il nostro articolo di punta, progettate interamen-

te dal nostro team e curate nei minimi dettagli, e fortunatamente hanno riscosso molto successo, rappresentando l’80% delle vendite totali. L’apparel e gli altri accessori - tranne le palline che noi non trattiamo - contribuiscono per il restante 20% delle vendite, ma al momento riteniamo che questo balance sia perfettamente in linea con le nostre aspettative. 8. Abbiamo lavorato molto per creare una strategia di comuni-

cazione coerente che ci rispecchiasse. Per farci conoscere sia dagli sportivi che da possibili rivenditori, utilizziamo principalmente Ads sui canali social Instagram e Facebook. In particolare, su Instagram abbiamo aperto il nostro profilo su cui è possibile rimanere aggiornati su tutte le promozioni e novità. Inoltre, ci promuoviamo tramite Adv su magazine specializzati e, per quanto riguarda il b2b, solitamente contattiamo direttamente i possibili rivenditori per instaurare una comunicazione diretta con loro. Presto usciremo anche con un Adv su tv.

15


I N C H I E S TA E S C L U S I VA

DUNLOP Michele Gaspari

MARKETING E COMUNICAZIONE ITALIA 1. Il 2023 è stato un anno difficile per il padel dal punto di vista commer-

ciale. Abbiamo riscontrato molte difficoltà da parte dei clienti nell’inserire materiale e una perdita di fiducia nei confronti dell’attività quotidiana di vendita al dettaglio. Questa tendenza, manifestatasi dall’inizio dell’anno, è stata confermata per tutto il 2023, e i numeri degli ultimi mesi testimoniano il rallentamento nel sell in e sell out del prodotto padel. Il negoziante, spinto anche dal timore di un comprensibile assestamento del settore, ha preferito così limitare il suo rischio di impresa privilegiando il materiale in stock 2022 e limitarsi a comprare in piccolissima quantità. Per venire incontro alle esigenze dei nostri clienti, abbiamo adottato interventi straordinari quali cancellazioni di ordini programmati, o dilazioni di pagamenti. Crediamo che queste manovre ci abbiano aiutato a mantenere un livello di fiducia con il cliente, certi di loro futuri nuovi ordini o iniziative di sostegno al brand. 2. Crediamo che l’eccessiva quantità di prodotto presente sul mercato non sia l’unica motivazione che giustifichi questo rallentamento. Il ruolo dell’online e i suoi prezzi, la vendita diretta ai circoli da parte dei brand, la presenza di maestri/giocatori che smerciano prodotto per business, e la poca conoscenza del negoziante verso l’attrezzo sono alcuni degli aspetti che hanno portato il consumatore finale lontano dal negozio con, di conseguenza, una richiesta ridotta di riassortimento dei clienti rivolta alle aziende. La posizione di Dunlop è quella di mantenere i suoi principi, continuando a credere nella qualità del prodotto e soprattutto nella sua storia. Un brand che, oltre ad aver scritto la storia del tennis e a essere stato il primo produttore di palle da padel, aspetterà il riassestamento del mercato per proporre nuovamente prodotti rivolti alla sostenibilità e al futuro. 3. In termini di vendita crediamo che negli ultimi mesi del 2023

continuerà a esserci movimento nel mercato del consumo delle palle. Promozioni e offerte speciali in ricorrenza del nostro centesimo anniversario, per la campagna Dunlop 100 years, rappresenteranno sicuramente una spinta verso questa direzione. Per il 2024, invece, ci aspettiamo una lieve ripresa di attività da parte dei negozi, che potrebbe portare a uno scenario di domanda/offerta sicuramente più stabile. Quanto a numeri veri e propri, il 2022 sembra ancora un anno lontano, ma dopo il tracollo di questi mesi basta riprendere la rotta giusta. Con questa visione, Dunlop si proporrà ancora più prepotentemente nel mercato padel del prossimo anno grazie a prodotti nuovi come la modernissima Slinger Bag Padel, unico lanciapalle adattato al padel che esista, e una linea di calzature K-Swiss Padel che rivoluzionerà il look e la comodità di appassionati e addetti ai lavori. 4. Riteniamo che i pro shop e/o corner di vendita all’interno dei club rappresentino uno sfogo commerciale necessario che possono spingere i brand a investire su determinate realtà. La presenza di un negozio, infatti, alimenterebbe la richiesta di acquisto verso i prodotti, e il flusso di persone a contatto con il negoziante. Crediamo che questo tipo di approccio sia fondamentale per “ripulire” il mercato e riproporre un tipo di vendita più strutturata e lineare. 5. Per quanto riguarda la nostra azienda, il prodotto che ha registrato i nu-

meri di vendita più significativi è la palla. Da questo punto di vista, il brand sta facendo un importante lavoro di comunicazione, sfruttando la notorietà data dalla palla da tennis, insieme a una visione più sostenibile e green con nuovi design di packaging e materiali riciclabili. Nonostante lo scenario descritto precedentemente, e numeri alla mano, il 2023 testimonia infatti la crescita della palla Dunlop Padel, sempre più apprezzata dal mercato e sempre più tra i top brand di riferimento. 6. La scelta della racchetta è un passaggio fondamentale per chi si affaccia

per la prima volta al mondo del padel, o per chi, più esperto, si appresta a iniziare un’attività agonistica. Analizzando soprattutto il campione degli “amatoriali”, è facile comprovare come l’attrezzo sia spesso fuori portata rispetto al livello del giocatore. È qui che si deve intervenire con una comunicazione ad hoc da parte di addetti ai lavori, maestri e negozianti. Capire l’importanza della prevenzione, su uno sport già di per sé traumatico per le articolazioni come il padel, aiuterà a indirizzare anche la scelta dell’attrezzo, favorendo di conseguenza racchette dal peso più leggero, meno rigide e più morbide. Come Dunlop ci impegneremo a organizzare demo days e test che prevedano l’intera gamma di racchette, affidandoci sempre a specializzati del settore che sappiano interpretare il livello di chi hanno davanti, capendone bisogni e necessità. 7. Parlando di numeri, la vendita delle racchette ammonta più o

meno a un 10% del nostro fatturato Dunlop Italia. Siamo stati vittime, come tutti, di un quadro complessivo in forte calo ma questo prodotto necessita sicuramente di penetrare sul mercato in maniera più aggressiva. Garantire una stabilità dei prezzi, presentare un prodotto duraturo e maneggevole, e sfruttare i canali di comunicazione quali social, print media, word of mouth e con un rappresentano alcuni degli step fondamentali per guadagnare quote di mercato sull’attrezzo. 8. Come detto precedentemente, in chiave marketing siamo attivi su diver-

si canali. Magazine, website e social media sono piattaforme che abbiamo cercato di sfruttare al meglio, ma anche partnership b2b con aziende di altri settori merceologici che hanno garantito presenza nei tornei e visibilità territoriali. Abbiamo anche sfruttato al meglio il nostro centenario, una ricorrenza storica che quest’anno ha vissuto la sua massima celebrazione. Promo mirate e campagne specializzate hanno aiutato a promuovere il brand e la sua storia. L’ultima, in termini di novità ma non di importanza, è l’annunciata partnership con Favaretti che ci porterà su una nuova dimensione per presenza nei club grazie a campi personalizzati dal look moderno, innovativo e inconfondibile. 9. Il movimento del padel non ha smesso di crescere. L’aumento in numero di campi e club (seppur meno significativo rispetto agli ultimi due anni) confermano una tendenza verso l’alto come concetto di sport puramente ricreativo. Questo assestamento, però, sicuramente dovuto anche alla ripresa di sport di contatto come il calcetto, troverà la sua dimensione nel 2024. Da qui vogliamo ripartire per portare avanti i nostri obbiettivi di crescita. Perché non esiste sport di racchetta che possa fare a meno di Dunlop.

ASICS Elena Bosticardo

MARKETING MANAGER ITALIA 1. Dopo la crescita esponenziale registrata nel periodo post Covid e prose-

guita nel 2022, il 2023 è stato l’anno di presa di beneficio per i retailer sui volumi generati nel padel. Parliamo comunque di un settore in continuo fermento, in cui riteniamo che la formazione tecnica verso i negozianti e, a cascata, per i giocatori di ogni livello, sia l’argomento in più per fidelizzare i consumatori e fargli scegliere in modo consapevole il prodotto che meglio aderisce alla proprie esigenze di gioco. 2. Riteniamo che il rallentamento dei consumi sia legato a più fattori: l’euforia generata dal continuo flusso di praticanti ha indotto molti retailer a inserire l’offerta padel nei loro punti vendita oppure a investire budget cre16

scenti sulla categoria, generando una super offerta di prodotto al mercato. Contestualmente la ripresa della pratica di sport quali il calcetto e tutte le attività fitness indoor hanno richiamato una parte di consumatori che si erano dedicati totalmente al padel; quindi aumento dell’offerta e selezione della domanda hanno creato un eccesso di prodotto sul mercato, soprattutto nella fascia entry level. ASICS opera unicamente nella categoria footwear and apparel padel, nel corso delle ultime stagioni abbiamo investito nello sviluppo di un’offerta di collezione che vada a soddisfare tutte le esigenze di gioco, sia in base al tipo di superficie del campo che allo stile di gioco del praticante. Due, quindi, le linee guida che stiamo seguendo: focalizzazione sui punti


I N C H I E S TA E S C L U S I VA

vendita specializzati padel, che rappresentano il riferimento per i consumatori ed educational per spiegare le tecnologie specifiche e i benefici da testare direttamente sul campo. Riteniamo che lo scenario futuro vedrà una selezione del distributivo, in cui solo le realtà che sappiano fornire assortimento mirato e consulenza a 360° sul mondo padel possano attrarre gli appassionati di questo sport.

5. Proponiamo sul mercato una gamma completa di calzature che soddi-

sfano le esigenze sia di coloro che si affacciano alla pratica del padel che dei giocatori più avanzati. Nelle ultime stagioni abbiamo assistito ad uno spostamento dei consumi verso i prodotti di media e alta gamma, che continuiamo a rinnovare di stagione in stagione inserendo le tecnologie che vengono sviluppate e testate dal nostro Istitute of Sport Science di Kobe.

3. Prevediamo che i prossimi mesi, fino a metà del 2024, sa-

ranno caratterizzati da un assestamento del distributivo e dalla progressiva riduzione e smaltimento del prodotto immesso sul mercato nelle ultime stagioni; nella seconda metà del 2024 ci aspettiamo di vedere una situazione più stabile, ripulita dei tanti elementi di disturbo generati dall’inflazione dell’offerta. 4. Secondo noi i punti di riferimento per i consumatori devono rimanere gli store organizzati e specializzati sull’offerta padel, gestiti da imprenditori e commessi che abbiano competenze e passione da trasferire ai giocatori. Alcuni retailer stanno investendo sull’apertura di pro-shops all’interno dei club di padel in modo da portare il prodotto in prossimità del luogo di pratica. È sicuramente un strategia che innalza il livello di servizio offerto ai giocatori e ai frequentatori dei circoli, ma riteniamo che debba rimanere nell’ottica della door in più gestita direttamente dal retailer tradizionale.

6. / 7. Attualmente la collezione ASICS padel si compone di ftw e

apparel, stiamo valutando i tempi per riproporre la nostra collezione di racchette, non prima che il mercato si sia completamente stabilizzato sia nella domanda che nell’offerta. 8. Le azioni di marketing che abbiamo intrapreso sono rivolte principalmente

a guidare il consumatore nella scelta corretta della calzatura. L’appassionato di padel non sempre conosce le specifiche tecniche delle scarpe e i benefici che derivano dall’utilizzo di quella giusta, tenendo conto dei movimenti in campo e il tipo di superficie. Promuoviamo questa strategia attraverso gli eventi di shoe test nei club, la formazione dello staff di vendita e i piani media di comunicazione digital con i nostri contenuti esplicativi di prodotto.

PUMA Sergio Muffolini SALES DIRECTOR ITALIA

1. A partire dalla seconda metà del 2022, il mercato ha registrato un gene-

rale rallentamento delle vendite principalmente causato dai grandi volumi di prodotto immessi nel mercato, sia dai marchi già affermati che dalle tante new entry. La mancanza di prodotto nel 2021 e la continua ascesa di popolarità dello sport e del numero di praticanti ha spinto retailer e produttori a incrementare eccessivamente gli acquisti, generando l’attuale situazione di overstock. Affianchiamo i nostri clienti con un mix di azioni che vanno dal supporto alle vendite (in termini di risorse dedicate o marginalità), alla sostituzione dei prodotti fino anche alla revisione degli ordinativi per i casi più estremi. Storicamente abbiamo da sempre cercato di supportare i nostri clienti nei momenti di difficoltà perché siamo convinti che solo con un vero rapporto di reciproca collaborazione si possano costruire solide e durature partnership nel canale wholesale. 2. Credo che oltre ai volumi di stock, ci sia stata una distribuzione

poco attenta da parte di molti brand. Parecchi rivenditori generalisti hanno introdotto un assortimento padel pensando di venderlo facilmente solo grazie al ‘trend positivo’ dello sport, sottovalutando invece il livello di servizio e competenze necessari per poter offrire ai consumatori la necessaria consulenza ed esperienza di shopping. Per quanto ci riguarda intensificheremo la formazione dello staff, la presenza della nostra forza vendita sul territorio con figure dedicate al padel e cercheremo di agevolare la connessione tra Puma e i consumatori attraverso un maggiore coinvolgimento dei nostri retailer. 3. Essendo rientrati nella categoria solamente nel 2022 (a distanza di oltre

dieci anni da quando ne uscimmo in Spagna) prevediamo di continuare a crescere in modo significativo per i prossimi cinque anni. 4. Credo che i pro shop possano diventare una importante estensione dei canali classici di vendita. Sono i punti di connessione più vicini ai praticanti e se attivati in maniera strategica possono portare grandi risultati. Non solo quindi dei piccoli ‘cash & carry’ per chi compra overgrip, palline o dimentica i pantaloncini e le ciabatte, ma delle aree dove potersi confrontare con i maestri sui nuovi prodotti dei vari brand, dove poter chiedere di testare e poi eventualmente finalizzare l’acquisto.

5. Abbiamo ottenuto sin da subito risultati eccezionali sulle linee di ab-

bigliamento e a seguire sulle calzature e sulle racchette. Ovviamente la popolarità del marchio e il nostro know-how sulle prime due hanno sicuramente contribuito a un più veloce riscontro dai consumatori. Per quanto riguarda la categoria racchette abbiamo sofferto problematiche di ritardi di produzione e qualche errore di ‘inesperienza’ che abbiamo fortunatamente risolto in breve tempo. 6. Confermiamo questo trend che certamente cambierà il bilanciamento

dell’architettura delle collezioni in futuro e anche un possibile potenziamento della capacità produttiva nelle nostre fabbriche in Spagna per il prodotto più ‘statement’. Ciò non significa che non produrremo più prodotti entrymid price made in Far East, anche perché certamente ci saranno molti mercati emergenti in Europa (e nel mondo) che ne avranno sempre più necessità; questo ci potrà aiutare a essere ulteriormente competitivi in termini di costi alla fonte e conseguentemente di marginalità e prezzi al pubblico. 7. Attualmente riportiamo una incidenza delle racchette di circa il 35%, le calzature pesano il 30%, l’abbigliamento il 25% e il 5% gli accessori. Per il 2024 ci aspettiamo una maggiore crescita dell’abbigliamento e un leggero ridimensionamento delle racchette. 8. I nostri maggiori investimenti marketing sono le sponsorizzazioni degli atle-

ti che rappresentano il nostro brand. Con Momo Gonzalez e Victoria Iglesias come ambassador in Spagna e Marco Cassetta e Martina Parmigiani in Italia, abbiamo raccolto sin da subito una importante riconoscibilità e credibilità. La loro attivazione sui nostri e i loro social media è sicuramente un fattore chiave, così come la visibilità sul trade delle nostre campagne nei migliori punti di vendita. Sempre a supporto del trade organizziamo attività di affiancamento alla vendita con nostri sales ambassador di formazione dello staff dei nostri migliori clienti e ultimamente abbiamo facilitato e accelerato la connessione tra consumatori, circoli, maestri e retailer con il progetto ‘Faster Net’. Non ultimo continueremo a offrire ai consumatori la possibilità di testare i nostri prodotti con dei test day organizzati nei migliori circoli di Milano e Roma.

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padeLegal pillole di padel e diritto

L’OBBLIGO DI ADEGUAMENTO STATUTARIO (SECONDA PARTE) La Riforma dello Sport ha introdotto specifici adempimenti per le aggregazioni sportive dilettantistiche, cui spetta innanzitutto la modifica del proprio Statuto societario di Andrea Farano, avvocato in Milano

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ullo scorso numero di Padelbiz abbiamo iniziato ad affrontare la questione relativa alla modifica degli statuti societari – al fine di renderli conformi ai criteri recati dal comma 1 dell’art. 7 del D. Lgs. n. 36/2021 – offrendo ai nostri lettori una prima panoramica su contenuti, clausole da inserire e modalità di adempimento delle nuove prescrizioni legislative. Prosegue quindi la disamina dell’argomento - seppur ovviamente sommaria - con odierno riferimento all’esclusività delle cariche elettive, alla liceità del perseguimento di utile finalizzato alla successiva distribuzione ai soci e, infine, ai termini per l’attuazione del contenuto impositivo della Riforma. L’INCOMPATIBILITÀ DELLE CARICHE ELETTIVE Probabilmente la questione non ha avuto particolare eco tra gli addetti ai lavori, ma la Riforma ha modificato anche le previgenti disposizioni relative all’incompatibilità nell’assunzione di cariche elettive per chi riveste ruoli gestori in ASD e SSD – nella Relazione accompagnatoria si legge “allo scopo di non creare conflitti di interessi” – costringendo così gli operatori alla verifica degli Statuti anche con riferimento a tale aspetto. Secondo la disciplina precedentemente in vigore, il divieto trovava applicazione solo se il medesimo soggetto assumeva, in due distinti sodalizi sportivi, la stessa qualifica sostanziale (ad esempio presidente, tesoriere, revisore, probiviro, segretario, ecc…, in entrambe le compagini). Oggi, viceversa, l’incompatibilità si configura anche nel caso in cui l’interessato sia presidente di una Associazione e, per esempio, segretario di altra realtà dilettantistica. Inoltre, mentre in passato per le ASD affiliate a Federazioni Sportive Nazionali (FSN) o ad Enti di Promozione Sportiva (EPS) la clausola di incompatibilità operava solo quando la medesima carica era ricoperta in due società della stessa disciplina sportiva, la normativa riformata ora vieta il doppio incarico anche qualora gli sport siano diversi, ma i sodalizi facciano riferimento ai medesimi Enti o Federazioni. Precisato che, a ben vedere, il Decreto non impone l’inserimento nello statuto di una espressa previsione in tale senso, il provvedimento tuttavia esige il rispetto della richiamata preclusione. Lo statuto potrebbe pertanto genericamente prevedere che i componenti dell’organo amministrativo non debbano trovarsi in condizione e/o in cause di incompatibilità come previste dall’ordinamento vigente, ivi incluso quello sportivo (salvo verificare se sia l’EPS o la FSN di riferimento ad obbligare l’associazione a formulare una specifica previsione statutaria di divieto). Resta il dubbio circa le conseguenze dalla violazione di tale veto tanto per il soggetto coinvolto, quanto per le società presso cui (illecitamente) opera, ma appare evidente come la carenza di una previsione sanzionatoria indebolisca l’intento dissuasivo della normativa.

L’ASSENZA DI FINI DI LUCRO E I LIMITI ALLA DISTRIBUZIONE DEGLI UTILI Secondo la novella legislativa, lo statuto oggetto di revisione dovrà espressamente prevedere che la ASD/SSD non abbiano fine di lucro; a tale riguardo è stabilito che le Associazioni e le Società Sportive Dilettantistiche devono destinare i propri utili allo svolgimento dell’attività statutaria o all’incremento del proprio patrimonio. È per l’effetto vietata la distribuzione, anche indiretta, di sopravvenienze ed avanzi di gestione, fondi e riserve, comunque denominati, a soci o associati, lavoratori e collaboratori, amministratori ed altri componenti degli Organi sociali. Tuttavia, è lo stesso decreto di riforma ad introdurre un’ipotesi di lecita distribuzione degli utili, mettendo al contempo rigidi paletti dimensionali e limitazioni alle compagini interessate. Nello specifico, tale facoltà è concessa esclusivamente alle società sportive costituite nelle forme di cui al Libro V, Titolo V, del codice civile, vale a dire come società di capitali (e quindi, s.p.a., s.r.l., s.a.p.a.) e alle società cooperative (escluse però quelle a mutualità prevalente di cui all’art. 2512 c.c.). Tale possibilità è realizzabile con due differenti modalità: l’aumento di capitale sociale “gratuito” e successivo rimborso al socio, o quella più diretta e immediata rappresentata dalla distribuzione degli utili annuali. Entrambe sono tuttavia accomunate da un limite quantitativo: infatti non si possono destinare a premio per gli investitori importi che eccedano il limite del 50% degli utili o degli avanzi di gestione annuali. È bene tuttavia rammentare che secondo l’attuale normativa fiscale di favore per le ASD/SSD di cui all’art. 148 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) – e specificamente ci si riferisce alla completa detassazione dei corrispettivi specifici percepiti dagli associati o tesserati, in relazione all’espletamento di attività istituzionali – i benefici sono concessi a condizione che le società sportive dilettantistiche rinuncino alla finalità lucrativa. Logico quindi supporre che nel caso della distribuzione di utili, seppur legittima in quanto previsto dal decreto di riforma, ne deriverebbe la decadenza dalle richiamate agevolazioni fiscali. LE TEMPISTICHE DI ATTUAZIONE E LE CONSEGUENZE DELL’OMISSIONE Il cosiddetto secondo Decreto Correttivo (D. Lgs. n. 120/2023) ha reso l’obbligo di conformazione degli statuti – entro il 31 dicembre 2023 – alle nuove disposizioni introdotte dalla Riforma un adempimento non solo formale, ma anche e soprattutto sostanziale, posto che il mancato rispetto dei requisiti previsti dal Decreto Legislativo n. 36/2021 rende inammissibile la richiesta di iscrizione al Registro Nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche (RNASD) e, per quanti ne facciano già parte, comporta la cancellazione d’ufficio dallo stesso, con la conseguente perdita della possibilità di accedere a benefici, fiscali e non, e a contributi pubblici statali. Due gli aspetti da osservare al riguardo. A livello fiscale, associazioni e società dilettantistiche beneficeranno dell’esenzione dell’imposta di registro solo per gli interventi di mero adeguamento statutario, cioè soltanto qualora assumano modifiche per allinearsi alle norme inderogabili previste della Riforma. A livello operativo, per procedere alle richieste modifiche gli enti sono tenuti a convocare le rituali assemblee, perché assumano decisioni da approvarsi con i quorum rafforzati delle delibere straordinarie.

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VISTO DAL COACH

INDOOR O OUTDOOR? Le cinque differenze principali che si incontrano giocando una partita competitiva di padel in queste due diverse tipologie di campi di Andrea Fierro

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a storia del padel ci ricorda che il suo inventore, Don Enrique Corcuera, intese questo sport come un’attività da svolgere all’aria aperta. Questa scelta fu sicuramente dettata dallo spazio a sua disposizione (il giardino della sua proprietà), dalle condizioni atmosferiche del luogo favorevoli alle attività outdoor praticamente tutto l’anno (il Messico) e dai materiali utilizzati (il cemento). L’espansione globale di questo sport nato nel 1969, come fu per moltissime altre discipline sportive, ha portato nel tempo a valutare le possibilità di giocarlo anche in strutture indoor più o meno grandi. Dal “semplice” tetto del campo singolo, ai palloni pressostatici, alle grandi tensostrutture a costruzioni in muratura, l'obiettivo è principalmente quello di garantire continuità di gioco anche quando le condizioni atmosferiche non lo permetterebbero. Vediamo quali sono le cinque differenze principali che incontrerete giocando una partita competitiva a padel in queste due tipologie di campi:

ANDREA FIERRO Sono nato e cresciuto sui campi da tennis a Milano, grazie alla passione di mio padre per questo sport, ed è diventata la mia professione ufficiale dal 2005. Ho maturato molte esperienze all’estero (USA, UK, Spagna) lavorando anche nella prestigiosa Academia Sanchez-Casal di Barcellona. Proprio qui ho iniziato a giocare a padel per divertimento, senza sapere che da lì a pochi anni sarebbe diventata la mia professione una volta tornato in Italia. Sono Maestro Nazionale di padel della FITP e lavoro per la Spector Padel House presso il tcentro di Milano Barona. Per SPH ricopro anche la posizione di coach manager.

1. ESPERIENZA DI GIOCO Indoor: in generale questi campi offrono un’esperienza di gioco migliore perché il campo diventa una specie di “bolla”. Si hanno meno distrazioni dall’esterno, lo sfondo intorno al campo è studiato (di solito) per offrire un buon contrasto di colori con la palla e la profondità è limitata, quindi è tutto più ben visibile. Anche un pallonetto sarà più semplice da leggere grazie al contrasto e alla minore altezza della struttura. Tutto questo facilita la “lettura della palla", e quindi direzione, angoli, velocità e, in aggiunta, la palla non subisce impulsi esterni come per esempio il vento.

Outdoor: per moltissimi giocatori la migliore esperienza di gioco è quella sui campi outdoor per la sensazione di libertà e gioco all’aria aperta che trasmettono. I campi nei parchi o direttamente sul mare offrono una grande sensazione di benessere, ma hanno alcuni limiti di gioco a parte quelli chiaramente atmosferici. Spesso, infatti, il gioco è influenzato dalla profondità e dallo sfondo intorno ai campi che può creare confusione. Inoltre i campi outdoor risultano spesso in condizioni peggiori di quelli indoor (il manto soprattutto) perché subiscono di continuo i cambiamenti climatici o semplicemente ci picchia il sole tutto l’anno.

2. ALTEZZA Indoor: essendo il padel un gioco basato moltissimo su palle alte e pallonetti, l’altezza della struttura influisce parecchio sul gioco. La Federazione Internazionale Padel - F.I.P. richiede un'altezza minima di sei metri per tutto lo spazio interno al campo, ma consiglia almeno otto metri per le nuove strutture. Nonostante essi possano sembrare sufficienti, quando il livello di gioco si alza, possono diventare “stretti”.

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Outdoor: la possibilità di giocare con più libertà in altezza, cambia di molto la tattica di gioco. I giocatori in fase difensiva hanno più possibilità di alzare e rallentare il gioco, creando scambi più lunghi e impegnativi. Armatevi quindi di pazienza e attenzione ai cambi di campo.


VISTO DAL COACH

3. CLIMA E TEMPERATURA Indoor: giocare indoor vi permette di subire meno sbalzi di temperatura, ma può essere un po’ scomodo quando è presente molta umidità. È normale sudare di più durante un match indoor e quindi di stancarsi prima. Giocare nelle ore più calde della giornata indoor sarà complicato, ma almeno non avrete la sensazione di avere il sole in testa tutto il tempo. Ricordatevi anche che, se la temperatura è elevata, la pressione interna della palla potrebbe aumentare e di conseguenza potrebbe essere più veloce.

Outdoor: la temperatura influisce molto sul rimbalzo della palla, sia a terra che alle pareti. Nelle prime ore della mattina, o verso sera, un vetro umido e un filo bagnato, tende a fare scivolare il rimbalzo della palla verso il basso, quindi è molto più difficile il gioco difensivo. In questo caso, dovrete anticipare più spesso la palla quando sarete a fondo campo e cercare di giocare più profondo quando sarete a rete. Al contrario, i vetri e il terreno di un campo al sole con poca umidità restituiranno molto rimbalzo alla palla, premiando i giocatori molto offensivi dotati di grandi smash e por-tres. Durante una giornata ventosa, inoltre, la forza e direzione del vento va tenuta in grande considerazione e obbliga i giocatori a cambiare tattica di continuo.

Nonostante queste differenze non siano determinanti, ricordatevi anche che spesso il gioco outdoor è più lento, quindi anche in questo caso sarà determinante la regolarità.

4. SOLE Indoor: quando il sole picchia forte, è preferibile giocare indoor per vari motivi, ma non tutti i giocatori la pensano allo stesso modo. Personalmente preferisco, per esempio, subire il caldo solo come temperatura, ma non avere il “sole in testa” o addirittura in faccia. Le tensostrutture offrono la possibilità di aprire le coperture laterali, favorendo, anche se poco, il ricircolo d’aria.

Outdoor: il sole è un fattore determinante che va sfruttato a vostro favore durante una competizione. Quando gli avversari hanno il sole di fronte, infatti, dovrete giocare con più pazienza con palle alte. Di sera, fate attenzione invece a quando la palla molto alta esce dal fascio luminoso dell'illuminazione artificiale perché sarà più difficile capirne l’altezza.

5. RUMORE Indoor: durante il gioco bisognerebbe essere totalmente concentrati, ciò nonostante i campi indoor amplificano tutti i rumori generati all’interno della struttura (impatto della pala con la palla, le urla, i telefoni, le chiacchiere, eccetera). Questo può creare molte distrazioni e diminuire la vostra esperienza e performance di gioco. Molti centri padel si stanno attrezzando ricoprendo alcune zone delle pareti e tetto con pannelli fonoassorbenti, ma è molto dispendioso.

Outdoor: in base alla location del campo, si può subire più o meno il rumore esterno, ma in generale l’esperienza di gioco è superiore grazie al minor rimbombo che genera una struttura indoor.

In conclusione, è chiaro che il padel indoor ha dei vantaggi sotto molti punti di vista, in primis quello della possibilità di giocarlo tutto l’anno, ma il fascino del padel all’aria aperta e della grande sensazione di libertà che trasmette rimane un grande punto a vantaggio del gioco outdoor da tenere in considerazione. Molti giocatori infatti scelgono comunque di giocare all’aperto anche in condizioni climatiche meno ideali, soprattutto per non provare la sensazione di chiusura che genera una struttura indoor poco ampia.

E voi dove preferite giocare? Taggatemi su instagram @andrea.fierro.coach sul vostro campo da padel preferito! 21


R E P O R TA G E

TRA HERITAGE E FUTURO A settembre il marchio di Lione ha presentato il suo nuovo e ambizioso progetto: il Babolat Padel Studio, laboratorio catalano dedicato alla ricerca e sviluppo delle pale e all’innovazione della disciplina. Tra i presenti, il ceo Eric Babolat e il campione Juan Lebrón dal nostro inviato Benedetto Sironi e Benedetta Bruni

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ivere un’azienda che è sia multinazionale sia a conduzione familiare porta con sé gli ostacoli di entrambi i mondi. Eppure, le cinque generazioni dei titolari e discendenti Babolat hanno sempre saputo dimostrare il loro valore, cogliendo le opportunità dei tempi che correvano, sapendosi anche reinventare e mettendosi in discussione, sotto un unico motore trainante: l’innovazione. L’ultima e audace novità è stata presentata il 12 e il 13 settembre a Madrid: la prossima apertura del Babolat Padel Studio in Catalogna, precisamente a San Fruitos de Bages, nei pressi di Barcellona. L’annuncio è giunto nell’ambito di una due giorni dedicata a questo segmento sportivo, all’interno della Torre Emperador dov’è situato il campo da padel più alto della città. E dove, tra gli altri, erano presenti Eric Babolat, ceo dell’azienda, e Juan Lebrón, ambassador del brand dal 2017 e l’unico atleta a vedersi dedicata un’intera collezione recante nome e logo brandizzato “El Lobo”, soprannome con cui è noto il professionista. L’apertura di un centro dedicato in un Paese che non è la Francia manda un segnale ben preciso sulla direzione che l’azienda vuole intraprendere circa lo sviluppo della disciplina.

BABOLAT PADEL STUDIO Il Babolat Padel Studio sarà una fabbrica interamente dedicata alla ricerca e lo sviluppo delle racchette da padel, il loro concept e i materiali. Le pale saranno rea-

lizzate a mano, in piccole quantità e in edizione limitata, con un occhio di riguardo alla performance sostenibile, la prima delle quali verrà rilasciata nel 2024. Il laboratorio aiuterà inoltre Babolat a rispondere al meglio alle esigenze dei giocatori e a mantenere all’avanguardia l’azienda nell’evoluzione degli sport di racchetta. Non a caso, una delle parole chiave del centro è “innovazione”, accompagnata da “servizio al giocatore”, “produzione su misura” e, con un’inversione rispetto alla classica rotta, “made in Spain”. Questa è una scelta strategica: l’intenzione di Babolat è quella di essere un brand esperto di padel. Ciò significa fornire ogni prodotto di cui ogni giocatore, dall’amatore al top di gamma, potrebbe avere bisogno approcciandosi a questo sport di racchetta. Da qui la necessità di trovarsi nel centro della cultura del padel, comprendendo il dna di questo sport dalle sue stesse radici. Lo studio troverà dunque terreno fertile nella nazione dove adesso il padel trova maggiore spazio per crescere e maturare. Questa è inoltre la prima volta dagli Anni ‘90 in cui il marchio investe in una fabbrica specializzata allo sviluppo prodotto – altre tre filiali dedicate al tennis e al badminton sono situate in Francia. La vicinanza alla sede di Babolat Madrid e la presenza sul suolo spagnolo, più propenso al padel rispetto al cugino francese, contribuirà a dare una spinta non indifferente all’esplorazione di nuovi metodi di produzione e di tecnologia di racchetta. Senza dimenticare un’intuibile velocizzazione circa lo sviluppo di nuovi prototipi.

NUMERI E DATI Di seguito alcuni numeri svelati e commentati da Babolat riguardanti il proprio business e anche il mercato padel in generale. Oltre a Paesi già maturi come Spagna, Argentina e Svezia, molti altri sono in fase di sviluppo e perciò in una posizione molto vantaggiosa per Babolat. Se l’Italia è la migliore tra gli Stati che stanno vivendo il “boom” – in termini di performance, campi e club – tanti altri si stanno ancora aprendo a questo sport e rappresentano pertanto un potenziale ancora da sfruttare.

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10 MILIONI

DI GIOCATORI NEL 2022, ERANO 1,5 MILIONI NEL 2000

4 MILIONI

46 MILA I CAMPI TOTALI NEL MONDO

14 MILA

90 SU 150

I PAESI IN CUI BABOLAT È PRESENTE CON IL PADEL

15-20%

DI RACCHETTE VENDUTE IN GENERALE NEL 2022 (ERANO 300.000 NEL 2000)

IL NUMERO DI CLUB NEL MONDO

LA PERCENTUALE DEL PADEL NEL BUSINESS BABOLAT

55% E 45%

35 ANNI

200 MILIONI

LA PERCENTUALE DI UOMINI E DONNE CHE GIOCANO

L’ETÀ MEDIA DEI GIOCATORI NEL MONDO

DI EURO IL FATTURATO DEL BRAND NEL 2022


R E P O R TA G E

L'intervista Eric Babolat

ESPONENTE DI 5^ GENERAZIONE E CEO DEL MARCHIO

"Esempi virtuosi come l'Italia ci fanno capire che il padel non ha limiti" La storia di Babolat si lega indissolubilmente alla discendenza dell’omonima famiglia, che non ha solo saputo tenersi stretta un’eredità lunga 150 anni, ma anche tenersi al passo con i tempi ogni volta correnti. Spesso anticipandoli. Arrivato alla quinta generazione, Eric Babolat è ben intenzionato a continuare nella crescita del marchio. Abbiamo avuto occasione di fargli qualche domanda.

Tu appartieni alla quinta generazione Babolat. Ora è un business di famiglia completamente privato?

La nostra struttura fa la differenza nella visione a lungo termine e nelle relazioni che abbiamo con le persone, che sanno cosa facciamo e da quanto tempo lo facciamo. Inevitabilmente fa la differenza anche negli affari, perché ci dona il lusso del tempo: ciò che non ci riesce nell’immediato la possiamo portare a termine anche in futuro. All’esterno restituisce poi un’immagine di qualità, di costanza. E il cliente nel tempo resta contento perché sa che questa qualità non diminuisce e che possiamo offrire sempre di più, e sempre meglio. Preferisci restare indipendente anche perché in questo modo non hai pressioni interne?

Le pressioni arrivano da parte del mercato, ma non abbiamo bisogno di altri tipi di struttura: queste sono le nostre radici, è il nostro modo di lavorare da sempre. Valuteremmo un cambiamento solo se questa condizione diventa un limite al nostro sviluppo. D’altra parte, mostrarci come un business famigliare ha un grande valore a livello di mercato: oggi viene visto molto meglio rispetto a 20 anni fa. Le persone sanno che possono contare su di noi, sul fatto che siamo qui per restare, per il lungo periodo. Rispetto ad altri Paesi dove il padel è in stato più avanzato, come le già citate Spagna, Svezia e Italia, state attuando strategie diverse di mercato in Paesi come Germania, Francia e Regno Unito dove questa disciplina è ancora agli albori?

Sì, organizziamo degli eventi specifici dove cerchiamo di supportare e far crescere il gioco. Il limite principale che abbiamo riscontrato è il numero dei campi: se non ce ne sono abbastanza, sarà difficile far decollare questa attività. Ci sono però esempi virtuosi come l’Italia che ha visto molti investimenti a riguardo, perciò sappiamo che è un ostacolo superabile. Il Covid d’altronde ha dimostrato che lo sport fa bene; il padel, in particolare, è facile e tutti ci possono giocare anche in senso non strettamente agonistico. Inoltre, possiamo far leva anche sulla partnership con Club Med che offre vacanze sportive e a cui forniamo attrezzatura da tennis e padel. A dimostrazione che non c’è alcuna barriera per la diffusione e la pratica. Pensi che la Francia sarà il prossimo Paese a vivere il boom del padel?

Ci piacerebbe molto. I francesi amano molto gli sport e in particolare quelli di racchetta, come abbiamo visto anche per il tennis. Per questo siamo sicuri che, quando capiranno effettivamente che cos’è il padel, lo accoglieranno in modo molto positivo. Anche perché, come l’Italia stessa ci ha mostrato, aggiungere il padel all’offerta non significa eliminare il tennis né uno sport sentito a livello nazionale come il calcio. Alcune persone credono che in Italia Babolat padel diventerà più grande di Babolat tennis. È possibile?

Sì, in futuro sarà così. Il padel in effetti raggiunge potenzialmente più persone del tennis. Il nostro marchio coinvolge per lo più chi lo sport già lo pratica e ci scopre strada facendo. Tuttavia, adesso riusciamo a entrare in contatto anche con altri giocatori: coloro che vivono il padel come un passatempo, i bambini e tantissime donne, che rappresentano quasi il 50% della nostra clientela. La sua facilità inoltre permette di giocare anche in misto, cosa meno frequente nel tennis.

Pensi lo stesso anche riguardo i tuoi giocatori? Dato che vi considerate in una famiglia. Sì. Siamo una famiglia anche perché siamo sempre le stesse persone, e per quanto ci possiamo perdere siamo certi che ci ritroveremo sempre. È anche un ambiente dove possiamo parlare in modo più libero, dirci cosa va bene e cosa no. C’è supporto da entrambe le parti: i giocatori sanno che possiamo aiutarli nei loro momenti più difficili, e noi possiamo contare su di loro per questioni interne all’azienda. Non è sempre tutto rose e fiori, ma un rapporto così amichevole fa la differenza. Seguendo l’esempio di Club Med, credi che ora in Europa e nel mondo si possano creare dei club con tutti gli sport di racchetta, con maestri che giocano anche a livelli molto alti?

Club Med (con cui peraltro abbiamo una forte partnership da 20 anni nel tennis, e ora estesa anche al padel) da questo punto di vista è molto attivo lato famiglie, ma spero vivamente che quello che dici si possa avverare. D’altronde, il padel si presta bene sia per chi si vuole solo divertire sia per chi vuole raggiungere in fretta un buon livello. Bisogna tuttavia considerare che tennis e padel spesso non si trovano allo stesso modo nello stesso Paese, tantomeno nello stesso centro, ma forse trovarsi di fronte al secondo potrebbe stimolare la curiosità di provarlo. Come va il pickleball? È possibile che nel futuro realizzerete anche prodotti di altri sport o volete concentrarvi solo su sport di racchetta?

Oggi trattiamo di pickleball solo negli Stati Uniti, dove sta crescendo come il padel qui in Europa ed è praticato per lo più da vecchi tennisti. Non credo che i due sport vivranno la stessa crescita ovunque, sebbene il primo stia prendendo piede anche nel nostro continente. Lo trovo comunque divertente e interessante perché è ancora più facile del padel, per realizzare un campo serve solo disegnare le linee ed è molto facile da giocare e da organizzare. Per quanto riguarda gli altri sport, sì: vogliamo introdurne altri in Italia, ma sempre nell’ambito degli sport di racchetta. Noi facciamo questo da sempre e in questo vogliamo essere bravi. Buttarci in altro non avrebbe molto senso.

DALLE CORDE AL TOTAL LOOK La storia di Babolat inizia a Lione nel 1875, quando il fondatore Pierre Babolat inventa le corde per racchette in budello naturale; due anni dopo, al primo Wimbledon di sempre gli atleti giocano con le corde del marchio e l’azienda diventa la prima specializzata negli sport di racchetta. Le incordature vengono via via migliorate fino ad arrivare al 1955, alle prime sintetiche in nylon (Elascord) e al 1992, con le sintetiche multifilo. Il 1994 segna l’anno della svolta: viene inventato il primo telaio da racchetta, passando dunque dagli accessori al prodotto vero e proprio e incassando, quattro anni dopo, il primo Gran Slam con Carlos Moya. Nel 2001 vengono introdotto le palline e nel 2003 le scarpe e gli indumenti da tennis. In quegli anni, Rafael Nadal e Carlos Alcaraz iniziano a giocare e vincere con corde e telai Babolat. Il marchio introduce il padel nel 2001, quando il team spagnolo informa la sede in Francia della forte ascesa della disciplina. Nel 2010 arrivano poi le prime scarpe, nel 2017 (contestualmente al decimo Roland Garros di Nadal) Juan Lebrón diventa ambassador e dal 2019 al 2022 scalza ogni concorrenza come campione del mondo, portando a casa 28 titoli del World Padel Tour e 4 del Premier Padel. Nel 2021 Babaolat ottiene il premio di miglior racchetta da padel dalla Federazione Spagnola, che dal 2018 al 2020 nomina le Premura come migliori scarpe da padel nel mercato. 23


BRAND PROFILE

MENOS TRABAJO, MÁS PADEL È il claim che dal 2020 accompagna Bienjugado, marchio di abbigliamento dedicato solo a questo sport. Uno dei suoi punti di forza è la personalizzazione dei prodotti, con cui l’azienda, fondata da Andrea Panegos, guarda ai circoli oltre che al pubblico finale di Daniele Pansardi

L

che questa strada. La nostra mission è quella di entrare solo all’interno di grandi catene di rivendita, ma non siamo riusciti ancora a concretizzare un'operazione del genere. Siamo focalizzati principalmente sul b2c, tenendo aperte anche altre strade se dovessero aprirsi opportunità interessanti”. Per raggiungere il cliente finale, Bienjugado si muove principalmente attraverso le campagne di sponsorizzazioni su Facebook, Instagram e motori di ricerca, che l’azienda non ha sospeso neanche nei periodi più complicati vista la loro importanza. Grazie all’esperienza di Fabrizio Caprotti nel mondo della pubblicità, Bienjugado ha realizzato uno spot andato in onda su Sky Sport durante le pause delle partite del World Padel Tour, trasmesso per il secondo semestre 2021 e tutto il 2022, compreso anche il Milano Premier Padel. Con una media di 60 passaggi da 10 secondi al giorno, come riconosce Andrea, lo spot “ha sicuramente influito sulla nostra brand identity, anche se non ha avuto un ritorno reale nelle vendite. Al contrario, se stoppiamo il nostro meccanismo delle inserzioni pubblicitarie, la macchina rischia di incepparsi”.

a storia di Bienjugado, come molte altre del settore, nasce in pieno periodo pandemico. Per Andrea Panegos, fondatore dell’azienda con sede a Massarosa (LU), l’ispirazione è arrivata nell’estate 2020 durante un torneo organizzato da Fabrizio Caprotti, noto imprenditore, che poi diventerà socio della startup. “Mi presentai a quest’evento portando delle magliette che volevano imitare le divise dei giocatori del World Padel Tour, con i nomi delle aziende davanti e i nostri dietro”, ci racconta Andrea. “Durante il torneo questi completini catturarono molta attenzione da parte degli altri presenti, che si complimentarono per l'idea. Il marchio Bienjugado non esisteva ancora, ma ho cominciato a pensarci seriamente proprio dopo quell’evento. Qualche anno prima avevo prodotto delle felpe per me e degli amici con cui giocavamo in giro per la Toscana con il claim "Menos trabajo, más padel". A quel punto, io e il grafico pubblicitario abbiamo fatto delle prove per trovare un nome che andasse bene, e alla fine è venuto fuori Bienjugado”. Il logo, invece, è nato dall’idea di creare qualcosa che si integrasse al meglio con l’immagine di una racchetta. “Abbiamo provato varie soluzioni, e alla fine abbiamo ritenuto che la migliore fosse un teschio tagliato a metà. Nelle nuove collezioni, tuttavia, punteremo molto anche sulla scritta Bienjugado e su "Menos trabajo más padel", non solo sul logo. L'idea è che il claim, in futuro, possa rimandare in automatico al brand, visto che ci siamo molto affezionati e crediamo sia di sicuro impatto”.

MERCATO E SPONSORIZZAZIONI Analizzando la situazione attuale del settore, anche Andrea Panegos riconosce come ci sia stata una flessione durante gli ultimi mesi. “Il mercato è stato un po' drogato durante il post-Covid, anche se non siamo così preoccupati. È uno sport destinato a crescere, che a volte è concepito ancora come un gioco. Bisogna an-

CUSTOMIZZAZIONE COMPLETA Andrea ha messo sul piatto la sua esperienza nel settore con T&C Factory, che da 20 anni ricerca, seleziona e propone abbigliamento promozionale, gadget e materiale stampato per svariate esigenze. Dalla pubblicità di prodotti ai regali aziendali, dalla sponsorizzazione di eventi alla partecipazione a fiere di settore. La T&C Factory può vantare collaborazioni con marchi di prestigio come Brooks e HOKA, che le affidano la produzione del proprio materiale per il marketing sul territorio italiano. Il punto di forza di Bienjugado, del resto, è proprio la customizzazione. Dalle t-shirt alle canotte, passando per i calzini, gran parte della proposta del marchio è personalizzabile con il proprio nome o, nel caso delle magliette, con delle bandiere da applicare sul retro, sotto il colletto. Un marchio che, come si potrà ben immaginare, può essere allettante soprattutto per i circoli che puntano ad avere delle divise per le proprie squadre, ma non solo. “Su circa 20 mila ordini arrivati dal pubblico finale, circa 19 mila hanno un qualche tipo di personalizzazione”, ci spiega Andrea. È anche il motivo per cui Bienjugado è sostanzialmente fuori dal mercato del retail. “In negozio, ovviamente, questa cosa non sarebbe più possibile e il format non sarebbe replicabile. Siamo presenti all’interno dei pro shop di alcuni circoli, mentre siamo stati piuttosto reticenti nei confronti dei retailer che ci hanno contattato. Inizialmente avevamo provato a percorrere an-

Da sinistra: Andrea Panegos e Fabrizio Caprotti

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BRAND PROFILE

che riconoscere che si tratta di uno sport che in Italia è quasi nuovo, perché del resto mancano le scuole padel e i corsi per adulti. In alcuni posti hanno iniziato, ma il movimento juniores è molto indietro”. All’estero, invece, Bienjugado ha cercato di studiare delle strategie commerciali anche in Spagna. “Finora il ritorno tra gli utenti privati non è stato molto consistente, mentre abbiamo avuto degli ottimi feedback dai circoli spagnoli, che non offrono servizi particolari da questo punto di vista. Anche i club di media grandezza hanno tante squadre e un potenziale enorme su cui lavorare. Abbiamo ottenuto qualche buon riscontro anche in Svizzera, dove la disciplina è in rampa di lancio. Il sito è comunque disponibile in multilingua e le spedizioni sono attive su tutto il territorio europeo”. Il discorso poi si è spostato sull’opportunità di sponsorizzare degli atleti e su quali strategie attuare per ottimizzare al meglio il lavoro degli ambassador. “Abbiamo avuto diversi giocatori sotto contratto, anche nella top 30 in Italia. Di recente, avevamo avuto un contatto con un atleta maschile tra i primi 35 al mondo. Dobbiamo valutare attentamente perché le cifre sono importanti, ma è anche vero che ci potrebbe garantire un ritorno di visibilità rilevante. Da questo punto di vista, se dobbiamo fare questo investimento dobbiamo puntare su atleti che facciano quarti di finale, semifinale o finale con regolarità. In tutti i casi siamo in attesa di capire come il cicrcuito cambierà l’anno prossimo. Al momento, il giocatore più forte che sponsorizziamo è Federico Galli (al 10 settembre n.16 della classifica italiana, ndr) e uno dei migliori mancini che abbiamo in Italia”. Puntare su un nome di rilevanza internazionale o impegnato nei circuiti internazionali in pianta stabile, insomma, non è necessariamente un obiettivo da inseguire a tutti i costi. “Per quanto ci riguarda, è molto più importante investire sul giocatore del circolo, su un maestro o su un atleta di seconda categoria che sta in campo tutti i giorni con il nostro completino, perché è il modo più facile per influenzare le persone ed per questo che il nostro obiettivo per il 2024 sarà quello di aumentare le collaborazioni con i circoli e il loro staff”. LA PROPOSTA DI BIENJUGADO Nel suo catalogo, il marchio offre collezioni uomo e donna complete di t-shirt, pantaloncini, materiale termico, gonne, culotte, tute e felpe, giacche e calzini. L’abbigliamento è disponibile anche per bambini e ragazzi tra i 6 e i 14 anni. Parlando di come sono ripartite le vendite tra uomo e donna, Andrea ci spiega che la parte femminile pesa per un 15% circa. “Il trend è stato in crescita negli ultimi mesi, da quando abbiamo inserito nel completino anche una culotte con la tasca, un prodotto che si trova poco anche

nel tennis. Anche i tornei misti ci permettono di aumentare le vendite femminili da questo punto di vista. A prescindere dalle percentuali, abbiamo sempre lavorato in parallelo con entrambe le collezioni: se inseriamo una novità per l'uomo, lo facciamo anche per le donne. Siamo fra i pochi, inoltre, ad avere tutte le collezioni fino alla 3XL, che nei negozi è invece spesso difficile da trovare”. L’offerta è completata anche da accessori e prodotti per il recupero dopo l’attività fisica.

Bienjugado - 329.4620853 - info@bienjugado.it 25


STORIE

VINCE CHI CORRE VELOCE La storia di Joma Italia nasce nel 2000 e il marchio inizia a farsi conoscere con le scarpe da calcio. Anche se il percorso per arrivare ai giorni nostri non sia stato sempre in discesa, è stato affrontato con l’obiettivo di arrivare prima degli altri. Ce lo racconta Mirko Annibale di Cristina Turini

È

passato a trovarci in redazione per raccontarci gli aneddoti che, in questi 23 anni, hanno portato il marchio ad affermarsi in quasi tutti i segmenti dello sport. Mirko Annibale, responsabile Joma Italia, è partito da zero creandosi una rete vendita e affrontando il cambiamento senza paura, ogni volta che il mercato lo richiedeva. Partito in sordina con quello che allora era il fiore all’occhiello di Joma, la scarpa da calcio, la prima operazione importante del brand è stata la

sponsorizzazione di un (allora) grande Chievo Verona. Il resto è storia, con svariate partnership di squadre e gare, l’entrata nel mercato dell’abbigliamento sportivo con il teamwear e l’ingresso in due delle federazioni più importanti in Italia, la FIDAL e la FITP. Un’ascesa che sembra inarrestabile, non senza difficoltà, ma con l’ambizione di arrivare sempre prima dei competitor. Come? Correndo più veloce di tutti. Parola di Annibale.

L'intervista Mirko Annibale

RESPONSABILE JOMA ITALIA La storia di Joma in Italia parte agli inizi del 2000, come è nata l’avventura con Joma e il tuo rapporto con gli spagnoli?

Verso la fine degli Anni ‘90 lavoravo per un’azienda spagnola nello stesso comparto, che però non andava bene. Iniziò una migrazione dei colleghi manager in altre aziende del settore. Una tra queste era Joma. Il fondatore cercava una figura per aprire la filiale italiana e mi proposi. Andai a Toledo e in pochissimo tempo decisi di intraprendere questa nuova sfida. Ufficialmente Joma è nata in Italia il 2 gennaio del 2000, anche se ho cominciato a lavorare per l’azienda già nel luglio del 1999, quando in tre giorni mi recai a Torino, Bari, Reggio Calabria e ancora Torino, per preparare la rete di vendita. Non con poche difficoltà ovviamente, perché nessuno conosceva il marchio. Ma con qualche conoscenza e un po’ di fiducia, sono riuscito a costruire le basi.

poco per volta siamo andati avanti. In che modo? Lavorando tantissimo. Recentemente ho avuto una riunione con gli agenti, in cui ho mostrato loro 22 marchi competitor che negli anni 2000, quando siamo arrivati noi, erano fortissimi e ora sono praticamente spariti. Perché la forza di Joma sta nell’aggressività commerciale, nella voglia di lavorare e nel correre più veloci degli altri. Il punto di svolta è arrivato nel 2007/2008. Fino ad allora vendevamo solo footwear. In quel periodo è entrata Nike nel segmento delle scarpe da calcio. Anche se i primi prodotti che realizzarono furono un disastro, sapevo che a lungo termine non avrebbero fallito. Così, decisi, in accordo con la sede in Spagna, di spostare il nostro core business dalle scarpe da calcio all’abbigliamento team wear: il primo catalogo italiano dedicato è stato fatto nel 2006. L’anno dopo, la stessa collezione venne riportata sul catalogo generale di Joma. Da allora ogni anno abbiamo avuto un trend di crescita importante, fino al 2014, quando abbiamo deciso di entrare nella calzatura casual.

Come si è evoluta Joma Italia nel tempo e quali sono stati i momenti più salienti di questi oltre vent’anni di presenza nel mondo dello sport?

Joma si fregia della partnership con due federazioni importanti, tra le quali FITP.

Partimmo subito abbastanza bene. Forte dell’esperienza precedente, non volevo presentarmi al mercato con un marchio nuovo senza avere una referenza importante. Decisi così di sponsorizzare una squadra di calcio, cosa non facile per un’azienda come Joma che fondamentalmente ancora non esisteva. Individuai il Chievo Verona, una squadra di borgata senza storia, che avrebbe preteso poco ma che aveva il nome di una città molto conosciuta all’estero. Allora il Chievo stava facendo un buon campionato in serie B. Chiudemmo il contratto dal 2000/2001 e a questo punto subentrò anche la fortuna. In quei due anni oltre ad andare in serie A, venne considerata una squadra di tutto rispetto. Questa è stata la nostra prima operazione fondamentale. Un altro momento importante è stato quando abbiamo superato i 100 milioni di lire di fatturato. Un’impresa davvero difficile da realizzare, ma da lì

Proprio quando stavamo esplodendo nel segmento abbigliamento, quattro anni fa decidemmo, con il mio team, di investire nel tennis. Sono convinto che il miglioramento avvenga con il cambiamento. Anche in un segmento dove partivamo da zero, ma dove c’era comunque molta concorrenza e quindi anche mercato. Siamo andati agli Internazionali di Roma per due anni dove abbiamo visto gli stand dei marchi più blasonati nel settore. Il terzo anno siamo tornati con il nostro stand di 16 mq (2016), diventato di 32 mq l’anno dopo. E poi siamo entrati dalla porta principale diventando, nel 2021, sponsor prima della Federazione e poi anche degli Internazionali. Oggi padel e tennis all’interno di Joma Italia rappresentano il 25% del fatturato. L’avventura con il padel è iniziata a marzo del 2014, quando il circolo Due Ponti di Roma decise di inaugurare il primo campo

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Che ruolo rivestono padel e tennis all’interno di Joma Italia?


STORIE

La sede di Joma in Spagna, 1987

Nel 2013 il nr. 1 padel di allora Juani Mieres si vincola a Joma

Le scarpe Joma dedicate al World Padel Tour

Da sinistra, Mirko Annibale con Matteo Arosio, responsabile tennis e padel Joma Italia, e Marina Lopez, responsabile marketing worldwide e componente della famiglia proprietaria del brand

da padel, e noi li supportammo portando la coppia di giocatori numero uno del momento, Juani Mieres e Juan Restivo. Da lì siamo andati avanti a investire su questa disciplina parallelamente con il tennis. Ovviamente non ci siamo fermati e dal 2023 siamo entrati nel mondo dell’atletica, sponsorizzando la FIDAL. A livello invece di running e atletica, Joma è al fianco anche della FIDAL dallo scorso anno, oltre a sponsorizzare gare importanti come la maratona di Roma e Firenze (nel 2022), quali sono i vostri prossimi focus e/o iniziative nell’ambito di questa disciplina?

Sponsorizziamo la maratona di Roma perché è la più importante d’Italia e d’Europa. Facciamo le scarpe a edizione limitata per ogni maratona, stiamo già preparando il modello per Firenze del prossimo anno, quando la gara compirà 40 anni.

quasi tutti i segmenti. Arriveremo anche dove non siamo presenti (il nuoto). Di tutte le partnership e sponsorizzazioni che avete, qual è la più redditizia per voi e quale invece vi dà più soddisfazione?

Non ce n’è una in particolare. Non possiamo calcolare quale sia stata la più utile in termini di ritorno economico. E anche a livello di soddisfazione penso a tutte le partnership. Nel running a Roma so di essere il numero uno, a Firenze siamo riusciti a mettere il nostro arco in prossimità del battistero di Giotto. Non abbiamo parlato del volley ma da cinque stagioni abbiamo la squadra femminile più forte al mondo. Con l’Atalanta lavoriamo benissimo per esempio, perché è la società calcistica meglio strutturata. Ogni ambito a modo suo ci dà grandi soddisfazioni. Dal 2024 World Padel Tour e Premier Padel saranno un circuito unico. Come si collocano Joma Italia e International all’interno di questo accordo?

Parliamo di prodotto, perché anche da questo punto di vista avete avuto un’evoluzione importante. Dal calcio, al running fino al padel, non solo abbigliamento, ma anche le calzature. Su quale sport siete più “performanti” da questo punto di vista e come vi posizionate sul mercato? Alle spalle abbiamo dipartimenti di Ricerca e Sviluppo importanti, siamo partiti dalla nostra famosa scarpa da calcetto, la Top Flex. La stessa calzatura da 15 anni. Ed è ancora considerata tra le migliori. Non produciamo scarpe nelle fabbriche dove già ci sono i nostri concorrenti. Siamo partiti dalla nostra personale esperienza e siamo cresciuti di collezione in collezione, non considerandoci mai arrivati. La nostra scarpa da running per esempio può tranquillamente competere con i migliori prodotti in circolazione. I runner sono abitudinari, usano sempre gli stessi modelli. Quindi noi dobbiamo avere pazienza, aspettare che arrivino le nuove generazioni, entrando in questo mercato poco alla volta. Ci sentiamo comunque performanti su

Joma è sempre stata partner del World Padel Tour, ma attualmente siamo un po’ confusi. Il padel non ha ancora una struttura ben definita, tanto che attualmente la Federazione si chiama FITP, perché cercano di strutturarlo a livello italiano. A livello di eventi e fiere non abbiamo dati certi, prima di entrare come partner cerchiamo di capire come si evolvono gli equilibri. A livello di casa madre, una volta che la nuova realtà si sarà strutturata in via definitiva, noi saremo in prima fila. Il padel sarà sicuramente uno dei segmenti principali di Joma. Ma stiamo a vedere come procede la nuova organizzazione. È sicuramente un mercato che si deve assestare. La domanda si consoliderà, ma l’offerta è tanta e quindi scenderanno i prezzi. Fino a un anno fa il padel si vendeva da solo, oggi il mercato è un po’ saturo. Bisogna puntare sullo specializzato, sulla qualità del prodotto e sulle modalità di vendita. Nel padel è ancora tutto in divenire. Staremo a vedere. 27


FOCUS PRODOTTO

VIENTO: NO MORE COMPROMISE Ghibli e Maestral sono le nuove pale del marchio italiano, pensate per soddisfare le esigenze di un vasto spettro di appassionati. Progettate insieme ai feedback di un atleta come Vinicius Trevisan, sono l’ideale per chi è alla ricerca di potenza e controllo. Eccole a confronto

GHIBLI

MAESTRAL

Il design della Ghibli è stato concepito per soddisfare le diverse esigenze degli utenti, indipendentemente dal loro livello di abilità o preferenze di gioco. Questa pala è stata creata per garantire un'ottima potenza senza compromettere il controllo, un equilibrio che spesso è difficile da trovare. L'innovativo sistema AirFlow, che costituisce il cuore pulsante di questo modello, introduce un flusso d'aria superiore, il che si traduce in un ottimo compromesso tra maneggevolezza e spinta. Il telaio è realizzato completamente in carbonio al 100%. Nel nucleo interno è presenta la Viento EVA di media densità, un materiale che bilancia in modo impeccabile morbidezza e rigidità, offrendo prestazioni di alto livello in qualsiasi situazione. Il piatto, con la sua texture in carbonio 12K, è stato progettato per offrire un controllo preciso della rotazione della palla, favorendo colpi d'effetto e consentendo ai giocatori di sfruttare diverse tattiche. In breve, la Viento Ghibli è la pala ideale per chi cerca allo stesso tempo il massimo della potenza e del controllo.

Il design della Maestral è frutto di un'attenta progettazione mirata a soddisfare le esigenze di un vasto spettro di appassionati, indipendentemente dal loro stile di gioco. Questa pala è stata appositamente creata per garantire il massimo controllo, senza dover sacrificare la potenza che molti desiderano. L'innovativo sistema AirFlow, nel cuore di questa racchetta, rivoluziona l'esperienza di gioco, aumentando significativamente il flusso d'aria per garantire un’ottima maneggevolezza e spinta. Il telaio è costruito interamente in carbonio al 100%. Il nucleo interno è realizzato con la Viento EVA di media densità, un materiale che equilibra abilmente morbidezza e rigidità, garantendo prestazioni ottimali in ogni situazione. Il piatto, con la sua texture in carbonio 3K, è stato progettato per consentire un controllo preciso della rotazione della palla, favorendo colpi a d'effetto e offrendo al giocatore un'ampia gamma di soluzioni. In breve, la Viento Maestral è la pala che unisce controllo e potenza in un'unica soluzione.

Peso 355 g +/- 10 g

Peso 355 g +/- 10 g

Composizione Superficie: 12K carbonio Nucleo: Viento EVA

Composizione Superficie: 3K carbonio Nucleo: Viento EVA

Telaio 100% Carbonio

Telaio 100% Carbonio

Spessore 38 mm

Spessore 38 mm

Bilanciamento Medio / Alto

Bilanciamento Medio / Basso

Tipologia di giocatore Intermedio

Tipologia di giocatore Intermedio

vientopadel.com 28


supporta le aziende nel loro percorso di responsabilità sociale e ambientale Progettiamo strategie a supporto delle imprese per sviluppare modelli di business più sostenibili e virtuosi in partnership con

Strategia

Assessment

• Consulenza strategica ESG • Supporto per certificazione B Corp • Passaggio a Società Benefit • Piano di decarbonizzazione • Consulenza sugli SDGs

• Valutazione ESG • Analisi dei risultati • Stakeholder engagement • Analisi di materialità • Analisi dei rischi

Comunicazione • Bilanci e report di sostenibilità • Report d’impatto • Sviluppo del Manifesto ESG • Strategie di comunicazione ESG • Analisi dei Green Claims

Implementazione • Piano operativo e supporto • Formazione ESG • Coinvolgimento dei dipendenti e volontariato aziendale • CdA e Comitato ESG

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FOCUS PRODOTTO

L’ESTREMO (QUASI) PER TUTTI Quattro modelli dedicati in particolare a giocatori esperti e che prediligono la fase di attacco, ma senza rinunciare a una platea più trasversale e di livello intermedio, soprattutto nel caso di Motion e Elite. La nuova linea Extreme firmata Head va a sostituire in toto la storica e apprezzata gamma Delta. Con alcune soluzioni all’insegna della continuità ma anche numerose novità, tra le quali la sorprendente “One” con un solo foro

S

i chiama Extreme ed è la nuova linea di racchette pensata da Head per giocatori d’attacco esperti (ma anche amatoriali) e che sono alla ricerca di un’ottima potenza, soprattutto nel gioco di volo, senza rinunciare comunque a buone doti di manovrabilità e controllo. Ma è proprio nella capacità di imprimere forza al colpo dall’alto che risiede la caratteristica principale dei modelli che la compongono:

EXTREME PRO La Extreme Pro è la racchetta più pesante della serie ed è in grado di trasferire elevata potenza a ogni colpo grazie al perfetto mix tra bilanciamento avanzato (27,2 cm), gomma Power Foam e tecnologia Auxetic. Costruita in carbonio ma arricchita dalle facce in fibra di vetro, questa pala offre un perfetto mix tra comfort e potenza. La dotazione di serie di un tappo morbido a fondo manico migliora il feeling d’impugnatura e riduce le vibrazioni. La superficie d’impatto ha una costruzione ibrida per aumentare la velocità di palla e il suo utilizzo è destinato a giocatori avanzati e professionisti. Non a caso sarà infatti la pala che accompagnerà in campo il top player Arturo Coello.

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Pro, Motion, Elite e l’innovativa One. Come la precedente collezione Delta (che la serie Extreme sostituisce), le nuove pale mantengono la forma a diamante, migliorandola però nella zona del ponte e presentando un telaio più spigoloso ai lati. Questi accorgimenti, insieme al nuovo schema di fori, consentono di trasmettere maggiore potenza alla pallina, allargando al contempo la zona dello sweetspot.

TESTATA PER VOI di Andrea Farano

In campo si fa notare indiscutibilmente. Innanzitutto perché la rinnovata estetica è senza dubbio indovinata e la scelta cromatica, con una tonalità di verde inconfondibile, ruba l’occhio. Poi perché è pur sempre la pala adottata da uno dei migliori giocatori del circuito professionistico, che fa dell'aggressività e della potenza il proprio tratto distintivo: logico aspettarsi dalla racchetta il medesimo comportamento sul terreno di gioco. In effetti la Extreme Pro all’atto pratico non delude le aspettative: la palla esce dal piatto sempre veloce, facilitata da un impatto secco che garantisce uno swing rapidissimo, soprattutto in uscita dal vetro. Il nostro esemplare in prova pesa 370 grammi e rispecchia fedelmente le specifiche costruttive, con bilanciamento alto (di poco superiore ai 27 cm). Il comfort e la maneggevolezza della pala sono adeguati per la sua tipologia, ma è soprattutto la nuova forma del telaio, segmentato sulle bordure laterali, a impressionarci maggiormente, aumentando uno sweet spot – anzi un “punto dulce”, come direbbe Arturo Coello – di rara generosità per questa categoria di attrezzi. Promossa a pieni voti!


FOCUS PRODOTTO

EXTREME MOTION Molto simile per conformazione alla versione Pro, la Motion si caratterizza per un peso leggermente inferiore rispetto alla sorella (360 g) pur mostrando caratteristiche di elevata potenza, grazie allo stampo a forma di diamante e al bilanciamento medio-alto (26,8 cm). Anch’essa dispone di tecnologia Auxetic, gomma Power Foam e una superficie ibrida che mixa fibra di vetro e carbonio sulle facce, per fornire un grip eccezionale sulla palla. Raccomandata dalla campionessa Paula Josemaría, Extreme Motion è una pala molto potente ma anche estremamente maneggevole e comoda nel colpire.

EXTREME ELITE Questa è la pala pensata per giocatori di livello avanzato, ma anche intermedio, e si può considerare la più adattabile ai giocatori amatoriali. La fibra di vetro sulla superficie di impatto migliora il feeling e insieme garantisce una facile uscita di palla. Il suo peso di 365 grammi la colloca tra la versione Pro e la Motion, regalandole così il perfetto equilibrio tra potenza e manovrabilità. La tecnologia che la rende speciale, in comune con tutte le pale della famiglia Extreme, è il cosiddetto "Auxetic", componente che consente alle pale di deformarsi all’impatto della palla, secondo un sistema unico nel suo genere. Grazie alle loro proprietà interne, le strutture e i materiali dotati di Auxetic si dilatano quando viene applicata una forza di trazione e si contraggono quando vengono compresse. Questo sistema variabile aiuta il giocatore nei colpi decentrati e migliora sensibilmente il tocco della giocata, regalando in campo fiducia e sensibilità all’impatto.

EXTREME ONE Siamo di fronte alla racchetta più leggera della serie (la specifica di fabbrica è di 345 g) - ma non per questo meno solida - che, grazie alla sua forma a diamante ed al bilanciamento decisamente in testa (a 27,5 cm) è comunque in grado di trasmettere la necessaria potenza. Si tratta dell’unico modello sul mercato che si presenta con un solo foro sul piatto, ovvero il minimo indispensabile perché una pala sia regolamentare. Decisamente aerodinamica, grazie alla massa contenuta, è caratterizzata da uno spin consistente che garantisce un gioco molto veloce. I piatti sono contraddistinti da un design rivoluzionario, in cui la fibra di carbonio 12K trasparente è arricchita da una finitura lucida e opaca per garantire una maggiore durata d’utilizzo. Studiata per giocatori di livello avanzato (ha già fatto la sua comparsa in tornei pro), grazie al suo peso leggero può risultare adatta anche a giocatori di livello esperto e intermedio. Le tecnologie Auxetic, Soft Butt Cap e Optimized Sweet Spot la rendono una pala morbida, con poche vibrazioni.

Info: Mares – 018.52011 – info-head@it.head.com

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FOCUS PRODOTTO

VERTEX LINE: CREATE PER ESSERE IMBATTIBILI Bullpadel presenta la nuova collezione di racchette pensata per giocatori di livello avanzato, caratterizzata da un ampio sweetspot. Questi modelli, utilizzati da campioni come Delfi Brea, Juan Tello e Martín Di Nenno, sono in grado di offrire una buona maneggevolezza senza inficiare su potenza e controllo

VERTEX 04 La racchetta utilizzata da Juan Tello, numero 11 nella classifica WPT, presenta una forma a diamante con una superficie ruvida Top Spin ed è progettata per giocatori pro. Il modello ha due novità nel telaio in fibra di carbonio al 100%: il sistema Curvaktiv, per ottenere una trasmissione più uniforme delle sollecitazioni, e la tecnologia Air Power, evoluzione dell’Air React Channel, per offrire più resistenza. Il nucleo esterno è realizzato in Xtend Carbon 12K, quello interno in gomma MultiEva. Il sistema CustomWeight può modificare il bilanciamento della racchetta in base alle esigenze di ciascuno e la tecnologia Vibradrive permette di assorbire al meglio le vibrazioni. Peso: 365-375 g Profilo: 38 mm Bilanciamento: alto Forma: diamante Nucleo esterno: Xtend Carbon 12K Nucleo interno: MultiEva

VERTEX 04 COMFORT Racchetta dalla forma a diamante con telaio in fibra di carbonio al 100%, utilizzata da Martín Di Nenno (attuale numero 7 della classifica WPT), che garantisce massima potenza senza inficiare sul controllo, con una superficie ruvida Top Spin per decidere quali effetti imprimere alla pallina. Come per i modelli Vertex, anche questo presenta le tecnologie Curvaktiv e Air Power. Il nucleo esterno è realizzato in fibra ibrida Fibrix, mentre quello interno in gomma MultiEva. Peso: 360-370 g Profilo: 38 mm Bilanciamento: alto Forma: diamante Nucleo esterno: Fibrix Nucleo interno: MultiEva

VERTEX 04 HYBRID Pala dalla forma ibrida con telaio in fibra di carbonio al 100% in grado di offrire massimo controllo dei colpi, progettata per giocatori di livello avanzato. Anche questo modello è caratterizzato da una superficie ruvida Top Spin e dispone delle tecnologie Curvaktiv e Air Power. Il nucleo esterno è realizzato in carbonio Xtend Carbon 12K, mentre quello interno in gomma MultiEva. Dispone del grip Hesacore e del sistema CustomWeight che consente di modificare il bilanciamento della racchetta in base alle esigenze di ciascun giocatore. Peso: 365-375 g Profilo: 38 mm Bilanciamento: basso Forma: ibrida Nucleo esterno: Xtend Carbon 12K Nucleo interno: MultiEva

VERTEX 04 W Pala leggera a forma di diamante utilizzata dall’argentina Delfi Brea che presenta caratteristiche simili alle altre della gamma Vertex, dal Curkaktiv per una maggiore rigidezza e assorbimento delle vibrazioni all’Air Power per un' elevata resistenza nel tempo. Il piatto è in fibra ibrida Fibrix, il nucleo interno è in MultiEva con gomma di due diverse densità, mentre il telaio è in fibra di carbonio al 100%.

Peso: 345-360 g Profilo: 38 mm Bilanciamento: alto Forma: diamante Nucleo esterno: Fibrix Nucleo interno: MultiEva bullpadel.com 32


COMUNICAZIONE

Un personal best non è un numero. È sentirsi sicuri di sé.

Un personal best non è un numero. È un’emozione.

Un personal best non è un numero. È sentirsi in equilibrio.

LIBERI DI NON ESSERE PERFETTI “A personal best is not a number. It’s a feeling”. Il claim di ASICS dedicato al nuovo progetto parla forte e chiaro: svincolare le persone dall’idea che i propri traguardi sportivi debbano essere numeri, valori, misure. A sostegno invece dell’attività fisica come veicolo per il benessere mentale di Benedetta Bruni e Daniele Pansardi

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n una realtà sportiva ultracompetitiva, aizzata anche dai social media, praticare attività per divertimento può essere delicato. L’esaltazione per il raggiungimento di un obiettivo si traduce automaticamente in un podio, e di conseguenza ciò che non è oro non vale neanche la pena che luccichi. Il GPS come gendarme del passo del runner, i set persi che gravano sull’umore del padelista, ed ecco che lo sport è necessariamente prestazione anche quando dovrebbe essere un semplice diversivo. ASICS vuole opporsi a tutto questo. In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, che cade il 10 ottobre, il marchio ha lanciato la sua nuova campagna per contrastare una cultura dello sport ossessionata dalla performance e che scoraggia le persone a praticare esercizio. Il progetto “New Personal Best” vuole promuovere il potere edificante che lo sport ha sulla salute mentale, senza statistiche, senza tempi e senza numeri. ASICS spera così di motivare più individui a praticare attività fisica per il benessere psichico, ridefinendo il personal best sulla base dei benefici dell'esercizio piuttosto che su un valore misurabile. Ed effettivamente dare forma all’idea fondante dell’azienda: Anima Sana In Corpore Sano. A sostegno della propria campagna, ASICS ha anche presentato i dati di uno studio condotto fra gli italiani che non praticano attività

fisica. Il 46% degli intervistati si dichiara di sentirsi troppo in imbarazzo ad andare in palestra perché ritiene di non corrispondere al “tipico” soggetto che si allena, mentre il 75% vorrebbe avere più fiducia in se stesso per fare movimento. L’81% crede che la frase “no pain, no gain” sia ancora valida quando si parla di sport e il 38% ammette che vedere contenuti che esaltano l’attività fisica sui social media li fa sentire un fallimento prima ancora di iniziare. Eppure, lo sport è lo strumento ideale per agire sul proprio benessere psicologico: l’87% ne è a conoscenza, ma la sola consapevolezza non sembra sufficiente a far smuovere queste persone. ASICS spera così di motivare più individui a praticare attività fisica per il benessere psichico, ridefinendo il personal best sulla base dei benefici dell’esercizio piuttosto che su un valore misurabile. L’iniziativa si svolge in collaborazione con l’associazione di beneficenza per la salute mentale Progetto Itaca, a cui verranno devoluti 5 euro per ogni foto condivisa tra il 10 ottobre e il 10 dicembre 2023 sui social (Instagram, Facebook, TikTok e Twitter) inserendo #NewPersonalBest.

L'intervista Emiliano Carchia FONDATORE DI PADEL REVIEW

L’evento di presentazione di “New Personal Best”, tenutosi al BasicVillage di Milano il 4 ottobre, ha visto l’intervento di otto ambassador che hanno prestato il loro volto alla campagna. Tra questi Emiliano Carchia, giornalista e fondatore di Padel Review, scelto da ASICS come uno dei volti protagonisti del progetto.

riuscito a vincere anche la mia timidezza. E per me è una soddisfazione incredibile, perché non me lo sarei mai aspettato due anni fa. Il padel è lo sport che per antonomasia negli ultimi anni è stato associato di più alla socialità e alla condivisione di un momento di svago, piuttosto che alla performance. È una disciplina che ha trovato la chiave per essere accessibile

Cosa ha significato per te l'adesione a questa campagna?

Innanzitutto per me è stato un orgoglio che ASICS abbia proposto a me un progetto del genere. Accettare la proposta è stato molto semplice nel momento in cui mi è stato spiegato il loro significato di New Personal Best. Cosa significa per te Personal Best?

Sentire energia. Lo sport mi ha cambiato e mi ha salvato la vita. Nel 2015, a 34 anni, pesavo più di 100 kg e da quel momento, oltre a seguire una dieta, ho cominciato a praticare sport correndo e andando in bicicletta. Da allora non ho più smesso. Quando mi sono trasferito a Milano ho cominciato a giocare a padel, che da semplice passione è poi diventato un lavoro a tutti gli effetti. Con i video sui social, inoltre, sono

e divertente per tutti?

Sicuramente, perché è uno sport giocato anche da persone che non ha mai fatto nulla e che hanno trovato nel padel un momento di svago e di socialità, anche perché si gioca in quattro e non in due. Ed è abbastanza facile per chi si approccia le prime volte. Come dico sempre, a racchettoni in Italia ci abbiamo giocato un po' tutti. Per tutti questi motivi, è uno sport che si associa molto bene alla campagna di ASICS. Guardando la foto che ti rappresenta in questa campagna, cosa rivedi di te stesso e del tuo percorso personale?

Spero semplicemente di poter avere sempre lo stesso sorriso e di poter essere sempre così felice quando gioco a padel.

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CENTRO DEL MESE

BOLA PADEL NEXT: L’EVOLUZIONE DELLA SPECIE La seconda sede di uno dei più noti circoli della capitale si trova ad Ancona, dove, dalla riconversione di uno scenografico spazio industriale, è sorta una moderna cattedrale interamente dedicata al padel di Andrea Farano

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arte da Roma e giunge nel capoluogo marchigiano l’avventura imprenditoriale degli ideatori del Bola Padel Club, che sulle rive dell’Adriatico concepiscono e realizzano un importante intervento di recupero edilizio, con l’obiettivo (riuscito) di creare un vero luogo di culto per il padel. La struttura - quasi solenne nella sua maestosità - custodisce un club dove convivono eventi sportivi di livello assoluto e spazi

dedicati al team building, ma soprattutto in cui si ritrova e si moltiplica una comunità di giocatori sempre più coinvolta dalle iniziative di un management illuminato. Ci svela ogni segreto di uno dei migliori circoli del centro Italia il direttore sportivo e club manager Marco Paialunga, in delicato equilibrio tra il consolidamento di una realtà giovane ma in costante ascesa, e la continua sperimentazione di nuove soluzioni gestionali.

L'intervista Marco Paialunga

DIRETTORE SPORTIVO E CLUB MANAGER Quando e come nasce questo importante progetto?

La famiglia Ceci, proprietaria del brand “Bola” e ideatrice degli omonimi circoli, ha un forte legame con il territorio marchigiano e la decisione di investire ad Ancona è stata quasi naturale. L’idea nasce prima della pandemia ma l’effettiva inaugurazione del centro risale al gennaio 2022, una volta superati tutti i problemi di quel periodo. I soci hanno qui replicato il format del circolo d’origine, con il dichiarato intento non solo di diffondere questo sport, ma anche di creare un contesto di forte aggregazione. Anche la scelta del numero di campi, undici, non è affatto casuale ma è il frutto di uno studio i cui risultati dimostrano come una tale ampiezza di offerta facilita la nascita di una solida comunità di giocatori e appassionati. Qual è oggi la vostra dimensione? A chi vi rivolgete?

Il centro si sviluppa su 7.500 metri quadri e dispone di sette campi coperti, di cui un singolo, e quattro campi all’aperto. La fascia oraria con maggior concentrazione di partite comincia dalle ore 17 sino alla chiusura delle 23, mentre la mattina è quasi totalmente dedicata alla formazione, con lezioni singole a cui seguono, nel pomeriggio, corsi di gruppo e soprattutto le attività dell’Academy. L’età media dei fruitori si sta via via abbassando e i primi feedback stagionali lasciano presagire un prossimo grande sviluppo tra i più giovani - che si dimostrano attratti da uno sport nuovo e da un ambiente pulito - facilitato anche da nostre iniziative specifiche come gli open day e la collaborazione con le scuole. Il Bola Padel Next è di gran lunga il club più grande delle Marche: in cos’altro mirate a distinguervi?

Il circolo attrae giocatori in un raggio di 50 km, anche in ragione di una po34

sizione facilmente raggiungibile per chi vi arriva da più lontano, grazie alla vicinanza al casello autostradale. Detto questo, non percepiamo il nostro vantaggio dimensionale come un punto d’arrivo, ma semmai è un incentivo e una spinta a offrire un servizio ogni giorno migliore. Vogliamo garantire un’esperienza di gioco a chiunque, indipendentemente dal livello tecnico e per noi è fondamentale che ognuno trovi il modo di potersi esprimere sul campo. Aggregazione e socialità sono valori su cui investiamo energie in misura pari al profilo strettamente sportivo. Per questo la nostra attenzione si concentra su un ricco programma di eventi ricorrenti, come i tornei sociali a cadenza settimanale o le clinic dedicate a fasce di giocatori di pari qualità, da cui nascono rapporti personali ma anche partite equilibrate e, quindi, più divertenti. Nella filosofia del Bola è il legame umano che si crea tra giocatori che condividono sul campo una passione comune il valore primario da sviluppare e, poi, tutelare. Arrivando qui è impossibile non rimanere affascinati dall’imponenza di questo fabbricato, tanto che la sua struttura pare caratterizzare indissolubilmente l’immagine – ma anche l’anima – del club.

In questa enorme costruzione era allocata un’azienda (Busco) che produceva vetroresina ed è impressionante pensare a com’era questo edificio quando è stato rilevato. L’architetto Ruggero Taddei, insieme allo Studio Arch. Ceci, hanno immediatamente percepito la visione di quello che questo posto sarebbe potuto diventare, ed il progetto edilizio ha conservato le imponenti colonne e le campate a vetri. Oggi mi piace definirlo e chiamarlo “Palasport del Padel”, perché la sua conformazione lo rende versatile e adatto a ospitare grandi eventi sportivi, e non a caso abbiamo già accolto le finals four di serie B, le fasi conclusive dei campionati categoria veterani e


CENTRO DEL MESE

le finali regionali Marche. Sotto altro punto di vista, poter giocare in un contesto così imponente suscita un senso di orgoglio anche nei nostri amatori, che calcando questi campi si sentono importanti come la struttura. Senza dimenticare che i nostri spazi consentono di essere sede idonea per eventi aziendali e meeting, in cui il padel è l’elemento “facilitatore” per lo sviluppo di dinamiche relazionali tra colleghi. Lo hanno già sfruttato importanti realtà imprenditoriali come Mediolanum e Rotary.

Come vi ponete in ambito agonistico e di chi si compone il comparto maestri?

Quale rapporto vi lega alla sede romana del Bola?

Nella nostra prima stagione competitiva abbiamo allestito due squadre maschili di serie D e una femminile, che si è fermata a un set dalla promozione. Accanto a loro vestono i nostri colori quattro team di Coppa Italia TPRA, di cui una qualificata per il master finale di Terni. Da quest’anno puntiamo ad assemblare uno staff composto di almeno tre istruttori, considerato lo sviluppo dell’Academy, l’incremento del settore agonistico e i cicli ordinari di lezioni. Oltre a loro è previsto il supporto di assistenti di cui stiamo curando internamente il perfezionamento e la formazione.

Non c’è dipendenza di una sede dall’altra, ma entrambe si avvalgono della consulenza di un gruppo di lavoro unico, costituito da Victor Soler Gallardo, ideatore del format assieme alla famiglia Ceci, Alessandra Della Rocca (Responsabile Commerciale), Lorenzo Giannakoulas (Responsabile Eventi) e Caterina Porfidia, quale Responsabile Shop e Club Manager di Roma. Con loro analizziamo e aggiorniamo quotidianamente il concept Bola. Va

L’iniziativa prende avvio a Roma in un momento in cui l’affluenza di clienti era tale da rendere difficoltoso persino l’accesso ai servizi basilari del club, come la prenotazione di campi o lezioni. Si decise quindi di premiare chi per primo aveva scelto il Bola, sposando sin

da sé che si tratta di due territori che necessitano poi di approcci in parte diversi, in quanto differenti per mentalità, dimensione e tradizione padelistica. Posso dire che il Bola marchigiano è più votato allo sviluppo di attività indoor rispetto alla sede capitolina che vive maggiormente all’aperto, ma in sostanza sono medesime le intenzioni, l’offerta di prodotti sportivi e le iniziative rivolte al pubblico. Tanto che quello del Bola è considerato un “sistema” che viene preso a modello da altri circoli, che spesso chiedono supporto nella organizzazione presso le loro strutture di eventi che palesino il nostro tratto distintivo. Chi sono i vostri sponsor e partner tecnici?

Uno dei legami più forti è con Cupra di Domina Garage, cui ci lega un rapporto diretto e di interscambio con le rispettive comunità di clienti. Aggiungo le partnership con Birra Castello (eccellente prodotto friulano), il brand di gelati Nuii, CK Servizi (realtà dinamica nel settore edilizio) e Ankongrafica (agenzia pubblicitaria di cui abbiamo ospitato una sfilata di moda). Per la parte sportiva abbiamo realizzato una linea interna d’abbigliamento tecnico, mentre i campi sono stati forniti da Paddle-it di Stefano Magnaldi.

Parliamo del famoso “Gruppo dei 300’s”: chi sono i vostri… spartani?

da subito la causa del circolo e magari rendendosi involontario promoter nel farlo conoscere alla sua cerchia di amici. La nostra app gestionale ci ha quindi permesso di capire chi sono i clienti più affezionati e che trascorrono più tempo con noi: a loro – i famosi “300”, iscritti in un albo dedicato – sono dedicate delle piccole attenzioni, come per esempio le prenotazioni di campi a maggior scadenza o la conoscenza anticipata degli eventi in programmazione. Per finire vorrei che mi dicessi cosa vedi nel futuro del Bola Padel Next e del nostro sport.

Abbiamo ancora grandi margini di crescita e mi riferisco, per esempio, al miglior sfruttamento dell’ampia area esterna, magari con una piscina che è già nei nostri progetti e che potrebbe ulteriormente caratterizzare il “terzo tempo” e la fruizione a tutto tondo del club. Di certo l’intenzione è quella di coprire anche i campi esterni, per aumentare la disponibilità di soluzioni di gioco che non soffrano le evoluzioni metereologiche. Se allargo la visione all’intero movimento, l’attenzione non potrà che rivolgersi alle nuove leve, anche in termini di promozione e pubblicità di una disciplina che oggi nel suo dna soffre della mancanza di storicità nel nostro paese. Senza dimenticare la necessità di maggior attenzione e spazio per la nostra disciplina sui media generalisti.

IN BREVE Indirizzo Via Giorgio Umani 6, Ancona 60131 Campi 7 indoor (1 singolo) 4 outdoor

Sauna e bagno turco Area spinning Area “siesta” Area “salotto” Sala conferenze Ampio parcheggio

Servizi Ristorazione Palestra al chiuso

Orari di apertura Lunedì-venerdì 9-23 Sabato e domenica 9-21

Bola Padel Next - bolapadelnext@gmail.com - 349.2639429 35


FOCUS SERVIZI

UNA RICERCA CONTINUA Un pool di ingegneri e progettisti è l’anima di Ecover. Obiettivo: una progettazione in situ e tailor made per rispondere il più possibile alle richieste e alle aspettative del cliente. Parla l’ingegnere Daniele Vitali, project manager dell’azienda di Sara Canali

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nnovazione, ricerca, utilizzo di materiali alternativi: in Ecover si è sempre puntato a guardare verso il futuro per offrire soluzioni personalizzate ai propri clienti. L'azienda, che da diversi anni si è specializzata nella copertura di campi da padel, ha fatto della qualità il suo tratto distintivo. A dirlo è l’ingegnere Daniele Vitali, project manager e coordinatore del reparto ricerca e sviluppo dell’azienda.

L'intervista Daniele Vitali

PROJECT MANAGER E COORDINATORE RICERCA E SVILUPPO Quanto conta il reparto ricerca e sviluppo per un’azienda come Ecover?

È fondamentale e rappresenta la base per il miglioramento del nostro prodotto. Ci impegniamo sempre al massimo per fornire soluzioni innovative ai nostri clienti, definendo obiettivi e procedure aziendali volte a semplificare la gestione dei carichi di lavoro. Anche quando riceviamo delle richieste progettuali fuori standard, siamo in grado di rispondere in modo adeguato senza gravare sulla tempestività, questo grazie a tutto il processo di ricerca e sviluppo precedente che contribuisce guardare già oltre. Come si può pensare a uno sviluppo continuo?

Ecover sposa la formazione continua del suo personale con corsi sia interni sia esterni. Come azienda, seguiamo l’analisi critica e il monitoraggio di ogni commessa sia in fase pre, che post vendita e questo per analizzare tutto quello che succede ed emerge, al fine di ricercare soluzioni e procedure migliorative nei lavori a seguire.

ottenuti dallo sviluppo ingegneristico è sicuramente il fronte delle coperture a timpano con pareti verticali che massimizzano il volume interno garantendo massima giocabilità e l’utilizzo di tutto il volume della copertura. A questo si aggiunge anche un’ottima resistenza ai venti resa possibile dall’introduzione di una trave tridimensionale tralicciata che risulta resistente sia nel piano che fuori piano. Il tutto sempre nel rispetto delle normative vigenti. Cosa rende una struttura Ecover tra le migliori del settore?

La malleabilità del ferro ci permette di creare un “abito su misura” in funzione delle esigenze del cliente in termini di lunghezza, altezza e larghezza. La struttura è realizzata in traliccio che permette un’ottima penetrabilità della luce non essendo un solido pieno. Questa struttura la possiamo considerare a manutenzione nulla in quanto viene realizzata con una zincatura a caldo che ha una durata di circa 50 anni. Inoltre, questo tipo di struttura ci permette di realizzare delle tende scorrevoli di 4 metri e 20 che sono le più alte della categoria.

Verso che innovazioni vi sta portando questa ricerca?

Stiamo sviluppando nuovi modelli di strutture pensando a materiali innovativi polimerici o ibridi oltre a efficientare tutte le coperture in chiave di green building. Questo è un argomento fondamentale per quelle che saranno le nuove coperture che proporremo a partire dalla stagione 24/25. A oggi, che risultati vi ha portato?

Siamo riusciti a migliorare molti elementi rispetto alla tradizionale tensostruttura, basti pensare all’ergonomia di prodotto, agli ampi spazi interni con fruibilità e giocabilità dell’intero volume disponibile. Oltre a offrire una panoramicità (indoor e outdoor) unica, grazie al sistema integrativo di pannelli o tende scorrevoli interamente apribili. Sicuramente, uno dei grandi risultati

Cosa ci dici di queste tende?

Le tende scorrevoli brevettate Ecover vengono realizzate con una duplice riloga: una aerea e una a terra per facilitare lo scorrimento delle stesse. Quella a terra è realizzata ad aggetto rispetto al cordolo di fondazione. Questo fa sì che, sia in entrata che in uscita, questa non sia da inciampo e rimane all’esterno. Le tende hanno un’altezza di 4,20 metri e questo ci permette di rendere l’ambiente all’interno ottimale grazie alla corretta areazione. Per esempio, su una struttura che copre 4 campi, quindi con 1200 metri quadri di struttura, abbiamo circa 600 metri di tende apribili che, in pochi minuti, trasformano una struttura totalmente chiusa in un grande ombrellone aperto dove all’interno puoi avere il migliore clima possibile.

Ecover srl - 085.2012216 - commerciale@ecoversrl.com - ecoversrl.com 36


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FOCUS SHOP

A TUTTO CAMPO: PALA AL CENTRO Lo store di Carpi è un progetto lungo 20 anni, nato quando il fondatore Massimo Corradi ne aveva appena 25. E che come lui, quindi, è cresciuto e si è evoluto insieme alle persone che aveva intorno. Nello specifico, grazie a clienti appassionati di calcio che gli hanno fatto scoprire il padel di Benedetta Bruni

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l nome del negozio di Massimo Corradi potrebbe essere didascalico già di per sé, anche senza specificare gli sport che tratta. Eppure, tra questi ce n’è uno che è riuscito ad accaparrarsi in soli tre anni ben un quarto delle vendite totali: il padel, ovviamente. Introdotta quasi per scherzo, su consiglio di alcuni amici e clienti che non sapevano dove recuperare delle pale, in pochissi-

mo tempo questa disciplina è diventata una “calamita” per chiunque orbitasse intorno ad A Tutto Campo. Complici anche i 20 anni di carriera e residenza nella cittadina di Carpi, affezionati, habitués, persino tennisti incuriositi si sono lasciati consigliare da Massimo e, a sue parole, 9 persone e mezzo su 10 non tornano indietro.

L'intervista Massimo Corradi TITOLARE

Quando è nato il negozio e da dove proviene il nome?

Nasce da un’idea che ho avuto intorno ai 22-23 anni, quando lavoravo come dipendente in un negozio generalista sportivo ed ebbi il desiderio di aprirne uno invece tecnico. Da quel momento, non ci è voluto molto: all’età di 25 anni, esattamente il 12 aprile 2003 ho aperto il mio store. Il nome era già in programma: proviene da una rubrica all’interno di una rivista di calcio di cui ero appassionato, e mi ha folgorato sin dal primo momento in cui l’ho letto. Da lì, mi sono ripromesso che, se mai avessi aperto un negozio sportivo, lo avrei chiamato in questo modo. La vostra offerta spazia in realtà anche su altri sport. Quando e perché avete deciso di introdurre il padel?

Il negozio, un po’ a ripresa del nome, nasce proprio per dedicarsi al calcio e al calcetto. Piano piano, potendo contare sia sulla vendita al dettaglio al cliente finale che sulla fornitura all’ingrosso di centri e club limitrofi, mi sono "spostato" sulla pallavolo e sul running, ampliando l’offerta di materiale tecnico. Nel corso degli anni ho quindi attirato tantissimi clienti e amici calciatori, e sono stati proprio loro che nel 2020-21, in pieno periodo Covid, mi hanno fatto scoprire il padel. Non solo: hanno chiesto che introducessi qualche pala in catalogo perché non sapevano dove reperirle altrimenti. E così è iniziato tutto, con il “virus” del padel che hanno trasmesso poi anche a me. Oggi ho una parete di sei metri solo dedicata a questo sport e fornisco tutti i club della zona con pale, palline, abbigliamento e ogni prodotto di cui possono avere bisogno. Quanto occupa ora questa disciplina in termine di richiesta e dove risiede la parte di ricerca prodotto?

È cresciuta molto in soli tre anni e a oggi copre fino al 25% della richiesta dei clienti. In questo lasso di tempo, seppur breve, è stato il periodo natalizio a riflettere il reale andamento di questo sport, indicando la direzione della clientela in termini di interesse. Abbiamo infatti ricevuto tantissime richieste da parte di neofiti che hanno giocato una prima volta e si sono subito appassionati. E giustamente volevano acquistare una pala. Uomini, donne, 30enni, 50enni: un bacino molto ampio e variegato che si allarga tutti gli anni, perché sempre più persone iniziano a giocare. È un trend che non sta conoscendo battute d’arresto. Avete notato un cambio nella clientela con lo sviluppo della disciplina?

Nella città di Carpi i primi campi da padel sono nati nel 2018, all’interno del perimetro della piscina comunale. Inizialmente erano solo tre per un bacino di 70 mila abitanti. Quest’anno abbiamo raggiunto quota 16 campi, quintuplicando di fatto la disponibilità in soli cinque anni. Ciò ha portato anche a un aumento nel numero dei giocatori, vista la maggiore possibilità che avevano di trovare un campo. Nei primi tempi, con così poco spazio dove praticare, era difficile scovare le ore libere in cui poter organizzare una partita e tanti abbandonavano ancora prima di iniziare. Oggi questa eventualità non si verifica più. Questo rapido prendere piede della disciplina ha portato una specializzazione della clientela, che ora è più esperta e appassionata. Conosce i nomi dei giocatori, i modelli delle pale che utilizzano, guardano le partite in tv. È chiaramente un’utenza molto più ricettiva: ora ci capita meno 38

spesso che il cliente abbia bisogno di una spiegazione dalla A alla Z. Avete anche un e-commerce? Come si dividono le vendite tra fisico e online e che differenze riscontrate in generale?

Sì, e vale per il 30% delle nostre vendite. La stragrande maggioranza della clientela viene ancora richiamata dal fascino del negozio. L’esperienza di entrare in uno store tecnico d’altronde fornisce sempre dei vantaggi in più rispetto all’acquisto online. Forse è una dimensione che riguarda la città di Carpi, ma trovo che il cliente sia ancora molto legato all’idea di ricevere un servizio. Per fortuna noi possiamo contare anche su una clientela che ci è affezionata. Tante persone che ho conosciuto da adolescenti quando entravano per comprare le scarpe da calcetto, oggi, dopo una decina d’anni, entrano perché cercano materiale da padel. Quello tra questi due sport d’altronde è un filo conduttore reale: basti pensare che il torneo benefico di Milano Marittima con le glorie del calcio di recente si è convertito dal tennis al padel. Organizzate eventi o partecipate a tornei in qualità di sponsor?

Sì, specialmente nella nostra città. È un ottimo veicolo per presentare nuovi prodotti e un mezzo molto veloce per attirare le persone dal campo al negozio, e poi nuovamente in campo con la nostra attrezzatura. Il territorio per noi conta molto; avendo aperto 20 anni fa, senza mai spostarmi, ho visto crescere tanti ragazzi e li ho visti affidarsi a me in tutto e per tutto. Si è creato un tipo di rapporto molto stretto che trovo essere la parte più bella di questo lavoro, una experience che sa andare veramente nel profondo della richiesta.


FOCUS SHOP

In quanto negozianti multisport, come trovate che si stiano ponendo le aziende dedicate al padel rispetto alle altre discipline che trattate?

Stanno entrando nel mercato sempre più grandi aziende: adidas, Wilson, Babolat, Puma. Un po’ tutti i “big” si stanno ritagliando una fetta importante. Questo è un gran bel segnale perché significa che i budget aumentano, i contratti dei professionisti anche, e se ne ricaverà molto in termini di visibilità. Come nel caso delle aziende super specializzate che fino a cinque anni fa nessuno conosceva e che ora sono richiestissime. È un elemento molto positivo perché l’avvento dei marchi più grandi traina di conseguenza anche il resto del mercato. L’Emilia-Romagna è una regione dove il padel detiene un grande potenziale. Come

SCHEDA NEGOZIO

valuti questa crescita, in particolare nella vostra provincia? C’è sostegno tra gli enti?

La nostra regione ha indubbiamente avuto un incremento molto significativo, uno tra i più forti in Italia. Questo anche perché non è venuto a meno il sostegno reciproco tra enti, comunità, organizzazioni. Quello del padel è un movimento positivo e rispettoso, composto prevalentemente da una fascia medio-alta di persone. È una disciplina ben vista anche dai tennisti puri, che si stanno ormai quasi tutti convertendo al padel e al suo potere aggregante. È un praticare diverso: a parte l’organizzazione di una partita, che è molto più facile, anche al termine del gioco l’atmosfera è decisamente più amichevole. Si sta a mano a mano scoprendo che il padel riesce a dare di più nonostante ci sia meno tecnica e agonismo. Ma più divertimento, più platea. Su 10 che provano, siamo sicuri che nove e mezzo continuano a giocare.

Nome negozio: A Tutto Campo di Corradi Massimo Indirizzo: via G. e S. Caboto 46/b, 41012, Carpi (MO) Numero di telefono: 0596229547 E-mail: info@atuttocampo.com

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Metri quadrati totali: 220 mq Discipline: calcio, volley, running, padel Marchi pale: adidas, Babolat, Nox, Puma, Starvie, Varlion Marchi calzature: adidas, ASICS, Babolat, Joma, Mizuno, Puma

Sito: atuttocampo.com Facebook: A Tutto Campo Carpi Instagram: @atuttocampocarpi

Sì, come sempre da 20 anni a questa parte. Quello che ci interessa maggiormente, intanto, è aiutare ad ampliare la platea dei partecipanti ed elevare il livello di chi gioca offrendo prodotti di qualità. Il nostro obiettivo è far divertire tutti con l’attrezzatura giusta, e su questo fondiamo le nostre prospettive per il futuro.

Numero vetrine: 3

Numero sedi: 1 Titolare: Massimo Corradi Anno di nascita negozio: 2003

Marchi abbigliamento: Babolat, Mizuno, Puma Marchi accessori: adidas, Babolat, Head, Mizuno, Puma, Varlion Altri servizi: forniture per società sportive, stampe

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“LA CHIAVE PER UNO SPORT SENZA LIMITI. PROTEZIONE, BENESSERE, LONGEVITÀ SPORTIVA!”


I N TO U R P E R L ' I TA L I A C O N PA D E L N U E S T R O

SIRACUSA: DOVE TUTTO È COMINCIATO Lo store di Padel Nuestro della città siciliana è stato uno dei precursori in Italia (e il primo al Sud), e si inserisce in un’area geografica densa di campi e circoli come poche altre nel nostro Paese di Daniele Pansardi

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uca Scarfi è stato uno dei primi in Italia a interessarsi all’apertura di un potenziale franchising di Padel Nuestro. “Lavoravo nell'ambito sportivo con un negozio di calcio, e conoscevo Padel Nuestro solo per il sito internet. Quando chiamai a Roma, l'allora unica referente italiana mi disse che ero il primo a chiamare per l'apertura di un franchising. Con me hanno siglato il loro primo contratto”. Padel Nuestro Siracusa, insomma, può essere considerato un precursore nella storia del gruppo spagnolo nel nostro Paese fino a questo momento, oltre che il primo negozio del Sud Italia. Ed è proprio dal punto vendita della città siciliana che riparte il nostro speciale tour tra gli store della catena iberica, che oggi vanta 11 negozi fisici sul nostro territorio. Avendo anticipato i tempi, Luca si è ritrovato anche a rispondere alle domande di chi, nel frattempo, stava pensando di investire in progetti simili. “Nel primissimo anno di attività, c’è stato un susseguirsi di telefonate a livello nazionale di persone che chiamavano per avere informazioni sulla gestione di negozi padel, su come si lavorava o su com'era strutturata l'azienda”. Anche le collaborazioni con i circoli abbracciavano un’area geografica decisamente ampia. “Quando abbiamo aperto, collaboravamo con padel club anche molto lontani, da Roma in giù. Siamo stati i primi a fornire materiale di consumo ai club e li abbiamo sostenuti anche nelle loro attività agonistiche. Ora collaboriamo con circa 35-40 circoli”. Ripercorrendo gli inizi, ci racconta anche come si è evoluta nel corso del tempo la clientela che entra nel negozio siracusano. “All'inizio il boom della vendita di racchette è stato inevitabile. In negozio entrava chiunque: per esempio, una volta è arrivata da noi una signora di circa 80 anni a chiederci tutto il necessario per giocare, visto che l'indomani avrebbe avuto la sua prima lezione di padel. Le pale più richieste erano le entry level, dopodiché questo trend è comprensibilmente scemato e negli ultimi anni la domanda si è spostata su una fascia di racchette più alte. La clientela è più specializzata”. Sul rapporto tra uomini e donne che entrano

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in negozio, invece, ci dice che “era quasi alla pari nei primi mesi, mentre con il passare del tempo il pubblico femminile è diminuito”. Oggi, dunque, Padel Nuestro Siracusa lavora principalmente con i giocatori amatoriali di livello medio-alto, quelli che hanno cominciato uno o due anni fa e che nel frattempo hanno continuato a praticare la disciplina. “Su questo tipo di utenza c'è ancora una forte crescita, mentre ci sono sicuramente meno neofiti. Questo ci porta a essere molto più tecnici nel nostro lavoro. Le nostre competenze sono aumentate sia nello spiegare le racchette sia nei materiali. Il nostro team, composto al momento da tre persone, è cresciuto insieme all'attività stessa”. Il negozio, inoltre, si inserisce all’interno di una delle aree più dense di padel in assoluto della regione, e non solo. “Siracusa è una delle città con più campi in Italia rispetto alla popolazione. Ce ne sono circa 90 (con una media di circa sei a circolo) su 120 mila abitanti”. La crescita costante del settore, e il suo assestamento, ha inevitabilmente portato ai primi segnali di saturazione. “A Siracusa il rapporto campi-popolazione è diventato molto alto, e si vede anche da alcune tariffe un po’ più basse rispetto al passato. Si partiva, in ogni caso, da cifre veramente importanti e soprattutto qui il boom è arrivato in anticipo rispetto ad altre realtà come per esempio Catania, dove abbiamo un altro franchising Padel Nuestro e le dinamiche sono state un po’ diverse”. In questo contesto, lo staff di Padel Nuestro Siracusa non può esimersi dall’offrire un servizio di qualità ai propri clienti. “Direi che il punto forte del negozio è l'onestà nel modo in cui trattiamo il pubblico. Sappiamo che non dobbiamo vendere la racchetta più cara perché così ci guadagniamo di più. Dobbiamo vendere la pala più adeguata a quel determinato cliente, che sia una da 40 € o da 300 €. Abbiamo sempre puntato su questa politica ed è sempre stata molto apprezzata da chi viene in negozio. E si capisce da chi ritorna nel nostro punto vendita a distanza di mesi, perché magari lo stile di gioco di una persona è cambiato e ha bisogno di un consiglio diverso”.


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FIERE

CHE LO SHOW ABBIA INIZIO Dopo il successo della prima edizione, torna dal 19 al 21 gennaio a Milano Padel Trend Expo, la fiera di riferimento per il mercato italiano e non solo. L’evento infatti sarà di portata internazionale, con un occhio di riguardo al turismo sportivo e al pickleball di Cristina Turini

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avalcando ancora l’onda di un esordio con il botto, la seconda edizione di Padel Trend Expo si preannuncia ricca di nuovi scenari e opportunità per tutti gli operatori del settore. L’evento, che lo scorso anno ha contato 18.000 presenze in tre giorni di cui 2.000 “attive” sui sei campi allestiti per l’occasione, e che ha pienamente soddisfatto visitatori, aziende ed espositori, animerà ancora una volta gli spazi di Allianz MiCo, nel quartiere CityLife. Un programma ricco attende i partecipanti a cui la fiera è rivolta, coinvolgendo, oltre a B2C, anche il settore B2B e diventando così una vetrina significativa per il mercato: lo scorso anno il volume di affari delle tre giornate, tra contatti chiusi, trattative e potenziali clienti, è stato stimato intorno ai 10 milioni di euro. Protagonista di questa prossima edizione anche il binomio sport e turismo. Oltre ai club e circoli sportivi, molti sono infatti gli operatori turistici che hanno inserito i campi da padel all’interno delle proprie strutture ricettive e ora a bordo anche delle navi da crociera. Tra le novità di Padel Trend Expo c'è il ruolo di direttore dei contenuti affidato ad Alessandro Lupi, volto di Sky Sport e, soprattutto, voce del padel in Italia. L’edizione 2024 si preannuncia di respiro internazionale grazie anche a una campagna di comunicazione massiva lanciata partendo dal canale digitale, con banner, attività social e newsletter a livello globale che ha attirato i Paesi “emergenti” in questa disciplina. Spazio anche al pickleball, che negli States sta spopolando e che in fiera verrà maggiormente valorizzato rispetto allo scorso anno.

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Tolito Aguirre in azione

L'intervista Luigi Spera

DIRETTORE GENERALE DI PADEL TREND EXPO Quest’anno la fiera promette di essere di respiro internazionale, confermi?

Assolutamente sì. Padel Trend Expo è diventato un punto di riferimento mondiale. Anche se siamo in Italia, abbiamo fatto una campagna di comunicazione massiva che ha catalizzato l’attenzione di più aree geografiche. Arriveranno buyer ed esponenti del settore da Stati Uniti, Regno Unito, Belgio, Francia, Germania, Emirati Arabi, Estremo Oriente. C’è molto interesse anche da parte di Australia, Nuova Zelanda e Sud America (Cile). Ci sarà spazio anche per il pickleball come lo scorso anno?

I campi da pickleball saranno sempre due, ma verranno maggiormente valorizzati, ad esempio intorno avranno delle tribune per dare modo agli spettatori di assistere e fare il tifo. Molto probabilmente ci sarà anche l’intervento di importanti associazioni americane in rappresentanza di questo sport. Ma non posso dirti di più… Quali saranno i momenti salienti, rispettivamente per il B2C e il B2B?

Il gioco del padel in campo verrà spettacolarizzato ancora di più. Questo

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grazie all’ampliamento delle tribune. I campi saranno sempre sei ma il programma, tra clinic, tornei ed esibizioni, sarà ancora più coinvolgente dello scorso anno. Posso dirti che saranno presenti giocatori di fama mondiale, anche se non posso fare nomi per ora. A livello B2B invece prevediamo dieci convegni sui maggiori argomenti che girano intorno al mondo del padel, iniziando dalla traumatologia e dalla prevenzione degli infortuni. Ci saranno anche dei workshop, uno dei quali sarà incentrato sul turismo sportivo, coinvolgendo anche operatori del settore e aziende. A livello di numeri, cosa cambierà rispetto allo scorso anno?

Lo scorso anno gli espositori erano 130, quest’anno saranno 160. Abbiamo fatto un piano media pazzesco, siamo negli aeroporti, nelle metropolitane, cinema, display digitali in punti strategici delle città. Ovunque insomma. E abbiamo la radio ufficiale, radio Deejay. Ecco perché aspettiamo 30.000 visitatori.


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EVENTI

“PADEL VS RACISM”: QUATTRO A ZERO Per il quarto anno consecutivo l’Aspria Harbour Club di Milano ha ospitato l’evento a scopo benefico, con l’obiettivo di supportare e finanziare il progetto “Io Tifo Positivo”. Grande divertimento e tanti volti noti della pala come Alex Arroyo, Fernando Poggi, Marta Talaván oltre al coach Vinicius Trevisan di Davide L. Bertagna

Sopra da sinistra: Vinicius Trevisan, Fernando Poggi, Marta Talaván e Alex Arroyo Di fianco da sinistra: Alex Arroyo e Andrea Fierro

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abato 30 settembre l’esclusivo country club milanese Aspria Harbour Club ha ospitato la quarta edizione del torneo a scopo benefico “Padel vs Racism”. Il centro, punto di riferimento in città per lo sport (nella struttura si contano 18 campi da tennis e quattro da padel), ha fatto da cornice all’evento amatoriale organizzato dall’agenzia Touche Eclat, grazie al contributo di sponsor sensibili alla causa quali Autorigoldi, Commvault e Pure Storage, impegnati nella lotta contro ogni forma di discriminazione. Padelbiz, oltre a partecipare alla manifestazione, è stato anche media partner dell’evento. Il ricavato di questa edizione verrà interamente devoluto all’associazione Comunità Nuova per il progetto “Io Tifo Positivo” che si rivolge agli studenti delle scuole, alle società sportive e agli oratori, con l’obiettivo di educare al rispetto reciproco e alla tolleranza, contro qualsiasi tipologia di violenza verbale e fisica. IL PROGRAMMA DELLA GIORNATA La giornata ha previsto un palinsesto ricco di eventi, a partire dal programma sportivo coordinato da Por Tres, con il supporto della Padel Academy di Vinicius Trevisan con cui l’Aspria Harbour Club vanta una collaborazione. Ci sono state anche sfide collaterali nell’area giochi tra cui un calcio balilla gigante e altre novità dal mondo sportivo grazie alla presenza di Head, partner dell’iniziativa, oltre

al punto vendita Colombo Sport, che ha messo in palio materiale tecnico per i partecipanti. Durante il torneo “Padel vs Racism”, la cui quota di ingresso è stata totalmente devoluta in beneficenza, i partecipanti sono stati divisi in quattro squadre, rispettivamente con quattro capitani, quattro colori e un solo obiettivo: scendere in campo per una buona causa. Alle ore 12 sono stati nominati i capitani dei team e, dopo una breve fase di riscaldamento, ha avuto inizio la vera e propria competizione, terminata alle ore 18.30. Dalle 9 alle 12 è stato possibile partecipare a clinic esclusive e giocare con volti noti e professionisti del mondo del padel come Alex Arroyo, Fernando “Metela” Poggi, Marta Talaván oltre al coach Vinicius Trevisan. Durante l’evento, agli ospiti è stata riservata una lounge room dedicata immersa nel verde del club, per conoscersi, divertirsi e rilassarsi grazie alla collaborazione di partner come Alta Qualità e Heineken che hanno offerto una varietà di eccellenze culinarie e un open bar ricercato. “Padel vs Racism” rappresenta quindi un’occasione unica per i partecipanti di toccare dal vivo il fairplay sportivo, ricevere consigli di gioco e tattica da campioni di calibro internazionale. Appuntamento a questo punto per tutti gli appassionati all’edizione numero 5.

Il team vincitore del torneo 44


EVENTI

UN DERBY SULL’ACQUA (A COLPI DI PALA) Buona la prima per il Cupra Ghost Padel – Darsena Derby, una tre giorni rossonerazzurra con vip e legend del calcio per raccogliere fondi a favore della onlus Comunità Nuova di Manuela Barbieri

“Lo scenario d’impatto al centro della movida, i colori delle due squadre di calcio della città e il nostro format originale sono stati il mix vincente del nostro progetto. Milano ha partecipato con entusiasmo a Cupra Ghost Padel – Darsena Derby. Per noi è stata un’occasione di grande effetto per far conoscere al pubblico quanto è divertente e spettacolare Ghost Padel”. Paolo Bertolini, ideatore del Ghost Padel

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a venerdì 22 a domenica 24 settembre, su un vero e proprio playground galleggiante allestito in Darsena, nel cuore della movida milanese, personaggi dello spettacolo e leggende rossonerazzurre si sono sfidati a colpi da pala. Il primo appuntamento con Cupra Ghost Padel – Darsena Derby, organizzato da Aka4 e First Class PR, è stata un’occasione unica sia per gli appassionati di padel che hanno avuto la possibilità di giocare in uno scenario inedito, sia per i dilettanti che hanno potuto cimentarsi nello sport del momento. Ogni sera poi, all’imbrunire, grande engagement per il torneo di Ghost Padel: una variante innovativa e più coinvolgente di questo sport che si pratica su un campo completamente al buio, dove gli unici elementi visibili e fluorescenti sono le linee perimetrali, la pallina, le racchette e l’abbigliamento dei giocatori. Nelle tre serate, si sono giocati complessivamente una ventina di incontri: a slot dedicati al pubblico si sono alternate partite organizzate con giornalisti, vip e personaggi dello sport e dello spettacolo. Domenica 24 settembre gran finale invece con gli ex calciatori delle due squadre di Milano.

“Accomunati da valori condivisi quali innovazione, inclusività, passione e determinazione, Cupra e il padel hanno sin da subito stretto un legame naturale e innato. Il padel è lo sport in più grande crescita in Europa e in poco tempo in Italia è diventato un fenomeno sociale, creando un parallelismo interessante con il percorso di crescita che ha fatto Cupra”. Pierantonio Vianello, direttore di Cupra Italia

I SOSTENITORI: SPONSOR E PARTNER Patrocinata dal Comune di Milano, Cupra Ghost Padel – Darsena Derby ha avuto il sostegno del title sponsor Cupra, di Cerba HealthCare Italia e degli sponsor tecnici Pioneer DJ e Gruppo Pellegrini. Cerba, gruppo attivo nel nostro Paese con più di 400 centri medici, è sceso in campo anche con una rappresentanza di propri giocatori capitanati dal ceo Stefano Massaro. TRA INFLUENCER, VIP E LEGEND DEL CALCIO All’evento Cupra Ghost Padel – Darsena Derby hanno partecipato le legend dell’Inter Ivan Cordoba, Lampros Choutos, Borja Valero, Massimo Paganin e quelle del Milan Nelson Dida, Demetrio Albertini, Stefano Eranio, Serginho. Nella serata di sabato, si sono sfidati Emanuele Stivala e Fabio Tocco (il duo di “Che fatica la vita bomber”), l’ex tennista Francesca Schiavone, il personaggio televisivo Moreno Morello, il comico Fabrizio Fontana e il duo dei Padelisti Anonimi. LA RACCOLTA FONDI Parte del ricavato di Cupra Ghost Padel – Darsena Derby è stato devoluto al progetto “Io Tifo Positivo – Nel segno di Candido” di Comunità Nuova (comunitanuova.it), onlus fondata da Don Gino Rigoldi nel 2007 con l’obiettivo di diffondere i valori dello sport fra le giovani generazioni, primo fra tutti il rispetto reciproco.

Nelson Dida 45


PA D E L & T R AV E L

DAPPERTUTTO, ANCHE IN MEZZO AL MARE Navi da crociera, campi galleggianti, terreni di gioco itineranti: sono tante le occasioni per dedicarsi un viaggio a tema padel fuori dall’ordinario. Anche in Italia con l’offerta congiunta di World Padel Village e Costa, che per il 2024 offrono un pacchetto all inclusive con maestri italiani e spagnoli di Sara Canali

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el 2024, l’agenzia World Padel Village organizzerà la seconda crociera a tema padel con maestri italiani e spagnoli. Con partenza da Savona il 26 marzo, la nave Costa Pacifica attraccherà a Marsiglia e poi a Barcellona per tornare nella città ligure il 30 marzo. Un’occasione per viaggiare inseguendo la propria passione e godendo di una modalità di vacanza dove tutto è a portata di mano. Un’idea che Raffaella Viglione, fondatrice della realtà turistica con base a Genova, ha avuto due anni fa durante una telefonata con Luca Tonetti, maestro e Fiduciario della FIT per Piemonte e Valle d’Aosta. “Avevo chiamato Luca per organizzare un soggiorno padel a Biella, poi, parlando, abbiamo pensato che proporre un viaggio di più giorni su una nave da crociera con maestri di alto livello avrebbe potuto rappresentare un’occasione unica per gli appassionati di questo sport. Lui ha subito coinvolto Mauricio Lopez, Maestro Nazionale di Padel FIT, ex Giocatore della nazionale Messicana e oggi commentatore di Sky Sports che ha deciso di appoggiare l’idea. A lui si è aggiunta Camilla Diaz, maestra presso il Palavillage di Torino”. Un roster di tecnici di alto

livello per un’adesione di 32 partecipanti totali di livello intermedio provenienti da Liguria, Toscana, Lombardia e Piemonte. “Quando ho proposto l’idea a Costa Crociera, la risposta è stata subito di grande entusiasmo. Ci hanno riservato le cabine e dato la possibilità di utilizzare lo spazio sportivo all’esterno per due ore al mattino e due al pomeriggio dove è stata montata una rete in modo da fare alcuni esercizi in fase di navigazioni utili per la gestione della palla e per far capire agli insegnanti il livello del loro parterre”. A ogni arrivo nei porti, i clienti hanno potuto giocare nei campi prenotati apposta, prima del tempo libero per visitare le città. La sera, poi, ha rappresentato il momento perfetto per divertirsi insieme tra discoteca e altre attività che la crociera propone. “La formula è piaciuta molto, poiché rappresenta un’alternativa perfetta per ogni tipo di cliente, dal single alle famiglie che, grazie all’animazione e al miniclub, hanno modo di organizzare il loro tempo con i figli”. L’edizione 2024 vedrà una grande novità, ovvero la presenza di maestri spagnoli a Barcellona che affiancheranno i connazionali per delle lezioni ad hoc.

NAVI E CAMPI DA PADEL World Padel Village è un’idea che è venuta a Raffaella durante la pandemia, quando giocare a padel era una delle poche attività sportive consentite. La sua esperienza è maturata in sei anni di lavoro presso un’agenzia di viaggi grazie a cui ha stretto un ottimo rapporto con il direttore commerciale di Costa Crociere. “Quando ho contattato per una crociera tema padel ho trovato subito una grande apertura. La mia idea però andava oltre: volevo capire se fosse stato possibile istallare dei campi sulle navi della compagnia crocieristica che batte bandiera italiana. Abbiamo fatto un sopralluogo con i tecnici dell’azienda, ma abbiamo dovuto subito escludere l’opzione dei campi indoor per i soffitti troppo bassi. Poi anche all’esterno poiché, in alcuni porti, il vento soffia talmente forte che non sarebbe semplice garantire la sicurezza necessaria per la tenuta delle strutture. Molto più semplice, invece, potrebbe essere l’installazione di campi da pickleball, attività già ampiamente testate da altre realtà e verso cui mi sto indirizzando”. RACCHETTE IN MEZZO AL MARE

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Sulle navi della compagnia Royal Carribean esistono dei veri e propri campi da padel dove si può giocare mentre si solcano le acque cristalline dei Caraibi, ma la vera tendenza è quella dei campi da pickleball che stanno popolando i ponti delle navi più grandi della flotta. Questa attività inclusiva, permette di sfidarsi in un mix tra tennis, badminton e ping-pong su dei campi dalle dimensioni ridotte e con una palla forata che dunque non vola troppo lontano. La Crystal Cruises invece, ha preferito puntare sul padel tennis, una variante del tennis che prevede l'uso di racchette di legno corte e di una pallina sgonfia su un campo di dimensioni giovanili installati sul ponte 13 della Crystal Serenity. In Kuwait, la Pano Padel Academy, ha costruito un campo da gioco su una nave e tiene sessioni di allenamento di padel durante la navigazione nel Golfo Persico. La società svedese Instantpadel ha fornito e mon-

tato il campo su una nave in un progetto di collaborazione con Waves, una società di viaggi in barca per turisti. Anche a Stoccolma esiste una struttura galleggiante per il padel a due campi con snack bar, panchine per gli spettatori, spogliatoi, servizi igienici e negozio per il noleggio delle attrezzature che naviga in diverse località della città e viene ormeggiata pronta per il gioco. Costruita da Rocket Padel e inaugurata nell'estate del 2021, Stockholm Sea Padel offre pacchetti per catering ed eventi. Infine a Dubai, che sta vivendo un boom del padel, due campi galleggianti sono stati costruiti sul lago artificiale delle Jumeirah Lake Towers dall'azienda svedese Padelx. Accessibili tramite una passerella, i due terreni di gioco sono radicati nel fondo del lago ma circondati dall'acqua su tutti i lati e possono essere prenotati sull'app Playtomic e sono utilizzati anche per eventi aziendali.

I campi galleggianti delle Jumeirah Lake Towers a Dubai

La nave di Pano Padel Academy in Kuwait


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