Pointbreak 3_2013

Page 1

Editore Sport Press S.r.l. - Corso della Resistenza, 23 - 20821 Meda (MB) Tel. +39 0362.600469 - Fax 0362.600616 - e-mail: redazione@pointbreakmag.it - Direttore responsabile: Angelo Frigerio Periodico mensile - Registrazione al Trib. di Milano n. 540 del 19 luglio 2004 - Poste Italiane SpA Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 - Conv. in Legge 46/2004 - Art.1 Comma 1 LO/MI - Stampa: Ingraph - Seregno (MB) - In caso di mancato recapito, inviare all’ufficio postale di Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa.

magazine

anno 10 / n.3 / 2013



magazine

Periodico B2B del settore boardsport & action sport

anno 10 / n.3 / 2013

Il nostro inviato Dino Bonelli in visita all’hq Skullcandy di Park City, dove ha incontrato il fondatore Rick Alden, il CEO Hoby Darling, tecnici e ingegneri. Alla scoperta di come è iniziata un’avventura che, partita nel 2003 con 6.000 pezzi venduti solo negli USA, è arrivata a registrare 26 milioni nel 2012 in tutto il mondo.

20-21

The sound revolution 13

Inquinamento, NO GRAZIE

Red Bull Innsnowation a Monte Bondone, Chiesa Valmalenco e Val Senales

17

Le iniziative Oceaniche di Surfrider Foundation

Rewoolution Raid, la carica dei 160

22

18

DESIGN IT, BUILD IT… ...And Ride It!

ambiente

24-25

parla enrico guala

14

Custom shape firmato Whitezu

freeride

Scott Media Event 2013: noi c’eravamo

Superenduro World Series, the next level redazione@pointbreakmag.it / www.pointbreakmag.it

Bràulio 16 Vertical Tour, finale col botto


Editoriale

Lo spirito delle origini Nei momenti più difficili della propria vita e del proprio lavoro è certamente importante guardare avanti, pensare al futuro con positività, voglia di fare e nuove idee. Sulle pagine di Pointbreak Magazine lo abbiamo spesso ribadito. Tuttavia a volte è utile anche guardarsi all’indietro. Senza che le due cose siano in contrasto tra loro. Mi spiego meglio: capita che dopo tanti anni durante i quali si svolge un’attività, ottenendo magari anche degli ottimi risultati, si perda per strada la vera motivazione per la quale quella medesima attività è iniziata, si è sviluppata e ha eventualmente avuto successo. Capita che si tenda a guardare più al “come” o al “quanto”. E che il “perché” venga trascurato o dimenticato. Non è per forza di cose uno svantaggio o una colpa. La crescita e l’evoluzione sono di per sé aspetti più che positivi se non auspicabili. Ma nei momenti di crisi - come quello profondo che sta attraversando il nostro mercato - può

essere utile se non risolutivo andare a riscoprire l’essenza che ha generato un progetto, la forza creatrice e le profonde motivazioni a esso connesse, lo spirito delle origini. Un discorso che vale in particolar modo in un mondo come quello dei board & action sport. Nel quale, molto più che in altri settori, l’autenticità e il legame con le radici di moltissime realtà – siano esse marchi, negozi o altre attività - sono quasi sempre imprescindibili e fondamentali. Se tutti dentro di sé e dentro la propria azienda, a ogni livello, facessero questo piccolo grande esercizio, ovviamente non basterebbe a risolvere tutti i problemi. Ma sono certo che aiuterebbe ad affrontare il presente e il futuro con un atteggiamento diverso, più puro, intraprendente e costruttivo. Più umile, ma all’occorrenza anche ambizioso, più attento ai cambiamenti degli uomini e della società, più in grado di rimettersi in gioco e di trovare continuamente nuovi stimoli. Uno spirito diverso insomma. Magari proprio lo stesso spirito delle origini.

Dal 14 al 16 giugno a Bologna Fiere

Salva con nome

The JamBO, il countdown è cominciato Cresce giorno dopo giorno l’attesa per The JamBO, il nuovo super evento del quale vi abbiamo ampliamente parlato in apertura dello scorso numero di Pointbreak Magazine. E che qui si presenta anche in una veste grafica prorompente, grazie alla speciale sovracopertina che avvolge il nostro magazine: all’interno del poster centrale trovate tra l’altro il rendering delle varie strutture con alcuni dei principali protagonisti che le animeranno nel corso dei 3 giorni di action sport e musica assolutamente da non perdere (14-16 giugno). L’arena di

Distribuzione

a cura di Benedetto Sironi

gioco sarà l’area esterna e interna di Bologna Fiere, che ospiterà un set up di altissimo livello (sotto la pianta con le principali strutture). Da segnalare un’area dirt di 12 mila metri quadrati, 17 rampe e atterraggi in terra che consentiranno salti in contemporanea fino a 6 moto per la sezione FMX e BMX; vert di 400 metri quadrati per lo SKATEBOARD; area di 600 metri quadrati con ostacoli per il PARKOUR; flowrider con onda artificiale per il SURF e una pool gap per il WAKEBOARD; infine 2mila metri quadrati per CALCIO e BASKET FREESTYLE, wall di 100

metri per i patiti di STREET ART e addirittura una spiaggia con beach volley e relative tribune più aree chill out. Non certo da meno l’area dedicata alla musica con un padiglione di 12 mila metri quadrati, palco di 120 metri quadrati e videowall. Prevista anche una ricca area espositiva dedicata agli articoli sportivi, oltre alla presenza di atleti di riferimento italiani e internazionali. Per scoprire tutti i protagonisti, per apprezzare il ricco programma musicale e per tutti gli altri dettagli visitate il sito ufficiale. www.thejambo.it

Racetech nuovo distributore in Italia per il marchio Fox Fox è un marchio nato nel 1974 e dedito da sempre alla creazione di prodotti sviluppati per gli action sport. A partire da questa stagione sarà l’italiana Racetech di Manzano (Udine), da 10 anni impegnata nel settore moto e accessori, a occuparsi della gestione totale di Fox nel territorio nostrano. Contando sulla sua forza vendita presente in tutto il territorio nazionale e sul brand manager Federico Fantini. L’azienda, forte della nuova sede europea a Barcellona, ha in programma per il prossimo futuro grandi cose dal punto di vista della distribuzione, del team (ne verrà creato uno surf) e degli eventi: non a caso Fox sarà sponsor degli X-Games a Barcellona a maggio. Racetech by Mecplast S.R.L. 0432.1610100 - info@racetech.it www.foxhead.com/eu/

O’Neill con Area Sport, l’azienda della calzature Lacoste Importanti novità nel nostro paese per O’Neill, lo storico brand fondato da Jack O’Neill nel 1952 che ha festeggiato i 60 anni nel 2012. Dopo l’ultimo periodo passato sotto l’egida dell’azienda spagnola Sportzun, la gestione del marchio sul mercato italiano passa alla società piemontese Area Sport. Una realtà nata nel 1999 come distributore esclusivo delle calzature Lacoste sul territorio italiano, dapprima come SRL e da gennaio 2011 come SPA. Oltre 10 anni di grande impegno e cura nella distribuzione delle calzature “con il coccodrillo più famoso al mondo” cucito sopra hanno sancito il successo dell’azienda, che a oggi fornisce oltre 1.000 clienti, con più di 1.200 punti vendita serviti. Tra i partner anche grandi catene della distribuzione al dettaglio di calzature e dell’abbigliamento sportivo e non, come Cisalfa, Coin, Universo Sport, Athletes World. Sulle strategie e iniziative future che riguardano O’Neill nel mercato italiano vi terremo aggiornati sui prossimi numeri di Pointbreak Magazine. Area Sport Spa Via Aosta 8/n 10152 Torino tel. 011.5536800

Rilancio per Simmer Style con Claudio Bertagna Simmer Style, storico brand di windsurf, torna in forze sul mercato italiano e lo fa attraverso la persona di Claudio Bertagna, ora agente in esclusiva per tutto il territorio nazionale. Simmer Style è nato 30 anni fa, iniziando l’attività come produttore di vele da windsurf e ampliando successivamente l’offerta con altri prodotti quali tavole, alberi, boma, accessori e mute. Claudio, prima promoter, ora è l’unico referente del brand e gestisce direttamente le consegne ai negozi dal magazzino centrale situato in Svezia. Tale cambiamento offrirà la possibilità ai negozi di ottenere marginalità superiori oltre a un servizio di consegna rapida in 5/6 giorni lavorativi. Per la parte promozionale è in programma la creazione di un team nazionale nelle varie discipline wave, freestyle e slalom, affiancato da un team di promoter strettamente legati a negozi e scuole. Inoltre è prevista anche la creazione di un numero ristretto di proshop Simmer con tutta la gamma del brand a prezzi competitivi e assistenza post vendita qualificata. Claudio Bertagna Simmer Style Italia claudio@simmerstyle.com

4

Pointbreak Magazine 3 / 2013



news

Collaborazioni

Bear e Italia Independent firmano il nuovo Malibu Bear e Italia Independent hanno presentato nel corso di Pitti Uomo 83 (a Firenze lo scorso gennaio) una nuova collaborazione per il boardshort Malibu, entrato nella storia grazie al cult movie “Un mercoledì da leoni” di John Milius. “Abbiamo voluto creare dei prodotti unici che rappresentassero il saper fare delle due aziende. Così abbiamo rivisitato il costume Malibu, celebre must have di Bear, e realizzato occhiali e t-shirt dedicate a questo progetto. La filosofia di Bear è in linea con Italia Independent, la cui caratteristica è reinterpretare le icone classiche operando nei settori più diversi”, ha

spiegato Andrea Tessitore, presidente e amministratore delegato di I-I. Malibu è disponibile in quattro varianti: due con la stampa camouworld in verde e in blu, due in tinta unita nei colori azzurro e bianco ottico. Tutti i modelli hanno le due bande laterali in versione floccato, uno dei trattamenti che caratterizzano Italia Independent, utilizzato anche per il logo sul taschino posteriore. In abbinamento al costume è stata realizzata una t-shirt in slab-jersey con scollo a V, disponibile in blu e bianco con dettagli in verde, oltre a una unique edition di occhiali, il modello 090, in quattro varianti.

DC Shoes e W.1910 nel progetto estivo Double Label Nel contesto della sua collezione estiva streetwear 2013, DC si è unita a W.1910, azienda francese di motociclette vintage creata da Melanie Clemencon. La collaborazione fra i 2 marchi intende unire così lo stile delle due ruote vintage custom con il moderno skateboarding. L’idea è nata dalla passione che molti skaters del team DC hanno per le moto custom e il marchio W.1910 è risultato perfetto, in quanto specializzato in questo campo e nella realizzazione di apparel e ac-

cessori per motociclisti dallo stile inconfondibile. Insieme i 2 brand hanno creato una esclusivissima collezione per la serie DC Double Label TM. Una capsule collection che include scarpe da skate, pantaloni chino e short pant da passeggio, giacche da motociclisti, felpe, t-shirts e un’ampia gamma di accessori ispirati a entrambi i mondi. La linea si completa con una borsa da viaggio ideale per i road trip ed è disponibile in negozi selezionati a partire da aprile.

Rip Curl in partnership con Woolmark per Mick Fanning Il marchio Rip Curl si è reso protagonista di una inusuale collaborazione con The Woolmark Company allo scopo di realizzare una serie di indumenti in lana per il surfer australiano Mick Fanning. La collezione include un poncho in lana merino certificato

Woolmark, disegnato per essere indossato prima e dopo

aver infilato la muta, in modo da mantenere calore e isolamento. Mick ha avuto modo di provare gli indumenti per la prima volta in occasione della tappa mondiale ASP a Bells beach, nello stato Victoria, in Australia, durante il weekend di Pasqua.

Bis di collaborazioni per Northwave & Drake L’azienda italiana Drake & Northwave ha firmato due importanti collaborazioni nell’ultimo periodo. La prima riguarda il rinomato studio italiano Momodesign, siglata allo scopo di creare una capsule collection, comprensiva di scarponi, tavola e attacco. “Abbiamo iniziato questo progetto con Momodesign con l’obiettivo di realizzare una serie unica che potesse colpire l’attenzione dei riders più aggressivi ed esigenti. Abbiamo combinato l’esperienza nei prodotti ad alte prestazioni di Drake & Northwave con l’alto livello di stile Made in Italy di Momodesign e devo dire che è stato un bel colpo d’occhio”, ha spiegato l’hard e soft goods product manager di Drake & Nortwave, Davide Smania. Manuel Tavano, head designer dello studio Momodesign, ha invece dichiarato: “Grazie a questa collaborazione con Drake & Northwave siamo stati in grado di affrontare una nuova sfida nel campo degli sport invernali. Un progetto interessante e complesso che ha coinvolto le migliori risorse del nostro studio di design, in particolare dal team specializzato nei materiali R&D e Helmet Design”.

6

etirvse izia RInid

Pointbreak Magazine 3 / 2013

Training & holidays all’insegna degli action sports Allenarsi su un’isola con paesaggi mozzafiato, selvaggia e ospitale, ideale per gli sport outdoor, circondati dalla forza dell’oceano e da spiagge caraibiche. Black Rocks TC organizza dei training camp a Fuerteventura (dal weekend lungo a più settimane) rivolti a club, singoli e gruppi di amici che vogliono praticare il proprio sport, allenarsi in modo più specifico oppure semplicemente conciliare l’attività all’aria aperta e l’avventura con il relax della vacanza. L’isola, con le sue condizioni morfologiche e climatiche, è terreno ideale per l’allenamento di moltissime discipline: si va da quel-

le acquatiche (surf, kite, windsurf e sup) a running, mountain bike e bici da strada, hiking e sport di squadra, e poi ancora golf, equitazione, solo per citarne alcuni. Senza dimenticare poi l’allenamento multilaterale, specifico e motivante per gli sport invernali, come snowboard, sci e pattinaggio. La Black Rocks Villa, con sistemazioni di ogni genere, offre tutto l’occorrente: 15 posti letto, piscina, wifi, barbeque e attrezzature sportive. Nel mese di giugno verrà ospitata la nazionale Italiana di snowboardcross che si allenerà in vista dei Giochi Olimpici di Sochi 2014 e con loro verrà girato un video per SkyTV.

www.blackrocksfuerte.com www.facebook.com/BlackRocksTrainingCamp

Mix & Match/Style & Share contest, O’Neill in cerca di una stylist Un’occasione imperdibile per tutte le ragazze che desiderano partecipare a un’esperienza unica in compagnia del fashion team di O’Neill. Il contest Mix & Match/ Style & Share firmato dal brand americano consentirà infatti alla fortunata vincitrice di far parte di un shooting O’Neill in qualità di stylist, ovviamente in compagnia di modelle, pro surfer, fotografi e una delle fashion bloggers europee più famose. Per partecipare è necessario avere minimo 18 anni, stile e creatività faranno il resto. I passaggi sono semplici: entrare nel sito apposito (vedi

sotto) e selezionare la combinazione di bikini preferita, abbinandoci fino a 4 oggetti selezionati dalla Fashiolista (scarpe, vestiti e accessori). A quel punto basta condividerlo su Facebook con i propri amici. Tutto entro il 20 maggio. Una giuria composta da O’Neill sceglierà 5 finaliste cui verranno spediti dei bikini Mix & Match da personalizzare con qualsiasi accessorio dispongano. A quel punto le stesse dovranno inviare via mail una foto dell’outfit entro il 29 maggio, per sottoporli al giudizio della giuria che valuterà stile, creatività e personalità. www.fashiolista.com/mixandmatch

Girls Only, in programma a Sarzana il primo raduno longboard femminile

La seconda collaborazione è con la Scuola Sci Monte Bianco di Courmayeur, una delle più antiche in Italia (risale infatti al 1936). I 2 marchi collaboreranno con la Scuola e con i suoi maestri, fornendo loro ogni singola attrezzatura tecnica. L’obiettivo principale dei maestri di Courmayeur è diffondere sia fra i più piccoli che fra i più grandi la passione e il rispetto per la montagna insegnando a viverla in modo completo. Un intento prettamente educativo, passato attraverso la pratica sportiva, che si adegua alla perfezione con la passione di Drake & Northwave per lo snowboard. La scuola conta nel suo organico 180 maestri. Tra questi alcuni allenano lo Snowboard Club Crammont team con giovani promesse della tavola i cui risultati parlano da soli. Basta pensare a Emiliano Lauzi, entrato quest’anno nella nazionale italiana freestyle, e Francesca Gallina, attualmente nella squadra Asiva.

Il 27 e 28 aprile la città di Sarzana (SP) è protagonista di un evento decisamente nuovo nel panorama skate nostrano: Girls Only, ovvero il primo raduno di longboard italiano al femminile. Nato e cresciuto sul web all’ombra della Longboard Girls Crew spagnola, vuole essere un’occasione di incontro per tutte le ragazze appassionate di longskate sparse per l’Italia. I partecipanti si preannunciano numerosi e l’evento può contare su diversi

sponsor e partner, a partire soprattutto da Sector 9 e dal suo distributore italiano, The Maccaroni Project, che offre test tavole per tutti. Dowhill, freeride, freestyle e flatskate sono le specialità previste, ovviamente a seconda delle capacità e preferenze di ognuna. Inoltre nel secondo giorno l’evento è aperto anche ai maschi, vista la grande richiesta. Durante il weekend sono in programma anche shooting e video professionali.

Contatti: carmyamarchini@gmail.com - francesca.terzi.mail@gmail.com


Red Bull ha lanciato un video contest volto alla ricerca di nuove promesse dello skate, della BMX e della mountain bike. Si tratta del Red Bull Phenom, un concorso che invita tutti gli aspiranti campioni a presentare un video di 60 secondi su YouTube, attraverso il canale Red Bull Phenom, inviando il link e altre informazioni al sito www.redbullphenom.com. L’obiettivo è mostrare il proprio talento per ottenere un viaggio spesato agli X Games. I video saranno valutati da una giuria composta da 3 leggende degli action sports: il campione di BMX Mike Escamilla, il pioniere del mountain bike freestyle Richie Schley e lo skater Steve Caballero. La partecipazione è aperta a tutti i non professionisti di età compresa tra 13 e 19 anni. I sei finalisti di ciascuna disciplina vinceranno un viaggio spesato agli X Games dove dovranno sfidarsi per vincere la possibilità di avere un proprio video profilo prodotto da Red Bull. I finalisti della mountain bike slopestyle saranno presenti agli X Games di Monaco, mentre quelli di BMX e di skate andranno agli X Games di Los Angeles. “Il nostro settore è esploso e ci sono moltissimi rider che lavorano sodo per avere successo sulla scena internazionale. Red Bull Phenom è la tua occasione per farti notare”, è l’invito di Steve Caballero. Le iscrizioni per accedere al MTB slopestyle sono aperte fino al 20 maggio. Le iscrizioni per skate e BMX sono aperte fino al 17 giugno. GoPro è partner del contest e fornirà Hero3s gratuite ai vincitori.

Salva con nome

Il contest Red Bull Phenom apre la via agli X Games

Ripartono le serate a suon di longboard Nonostante gli ultimi sussulti, l’inverno è ormai alle spalle e riprendono le nottate passate a suon di slide e carvate per la Longskate Night, ideata e realizzata da SnowPress con l’unico scopo di diffondere e promuovere il longboard a Roma. Quando? Tutti i mercoledì, dalle ore 21.15, con ritrovo direttamente nello spot sito in zona EUR, piazzale dell’industria. Longskate Night intende essere un appuntamento settimanale per tutti gli appassionati, un’occasione per incontrarsi e confrontarsi sull’universo longboard. Tutti possono partecipare, dai principianti ai più esperti, a una sola condizione: casco sempre indossato e allacciato. Per chi non ha la tavola c’è sempre la possibilità di averne una dall’organizzazione.

info@snowpress.org www.facebook.com/Longskatenightroma

www.redbullphenom.com

Iscrizioni aperte al Red Bull Illume Image Quest 2013

Mancano oramai poche settimane alla chiusura delle iscrizioni al Red Bull Illume Image Quest, l’importante contest fotografico a livello mondiale di sport d’azione e avventura, giunto alla sua 3a edizione (le prime 2 si sono tenute nel 2007 e nel 2010). I fotografi che intendono partecipare hanno infatti tempo fino al 30 aprile per caricare le proprie immagini online attraverso il sito di riferimento e essere selezionati tra i migliori 50. Il vincitore finale riceverà la nuova Leica S, mentre i migliori di ogni categoria riceveranno una Leica X2. Molti altri premi sono inclusi. Tutti i nomi saranno rivelati durante una cerimonia che si terrà a Hong Kong. Con il suo iconico skyline e la sua fiorente scena culturale, cornice ideale e punto di partenza perfetto per ospitare la prima tappa della mostra. Le 50 immagini più belle viaggeranno in tutte le capitali e nelle principali metropoli del mondo come un’unica e indipendente esposizione fotografica notturna. “Red Bull Illume è un progetto fantastico che offre ai fotografi la possibilità di mostrare a tutto il mondo il proprio talento”, ha commentato Angélique De Weerd, direttore creativo del magazine Menzo e membro della giuria Red Bull Illume. Migliaia di immagini sono già arrivate da ogni angolo del mondo. Il contest mette in campo 10 diverse categorie: lifestyle, playground, energy, spirit, close up, wings, sequence, new creativity, experimental e illumination. I candidati saranno valutati e selezionati da un team di giudici composto da alcuni photo editor delle maggiori testate internazionali. www.redbullillume.com

Pointbreak Magazine 3 / 2013

7


Green

news

Market

Aussie industry award a Etnies per il progetto di riforestazione

Blue Tomato intende espandere la rete di negozi fisici

Mophie in Italia grazie a Holysport

Sin dal 2011, anno in cui è partito il progetto globale Buy a Shoe, Plant a Tree, Etnies ha piantato più di 200.000 alberi per combattere la deforestazione in Brasile e Costa Rica. Per questo programma ambientale il marchio è stato insignito del prestigioso Australian Surf Industry Environment Award, riconosciuto dall’organizzazione no-profit Surf Retailers Federation (SRF). “Siamo onorati e grati di aver ricevuto questo premio”, ha dichiarato Pierre-Andre Senizergues, proprietario e CEO di Etnies. “Negli ultimi 13 anni ci siamo impegnati a ridurre l’impatto ambientale e andare nella giusta direzione. Siamo incoraggiati dal fatto che la nostra comunity comprende questa esigenza e ne abbraccia l’importanza”. Le iniziative ambientali sono un fattore fondamentale per l’azienda, che prevede di diventare carbon-neutral nel 2020.

Secondo quanto riportato dalla rivista trade tedesca Sport-Fachhandel, Blue Tomato progetta di aprire 6 nuovi negozi fisici in Europa nel corso di quest’anno. Il retailer austriaco specializzato nei board sports e nell’online non ha ancora specificato le esatte location, a eccezione dei 2 store di prossima apertura a Stoccarda e Amburgo, in Germania, dove sono presenti da tempo altri 3 punti vendita (2 a Monaco e uno a Rosenheim). Nel 2012 Blue Tomato è stato acquisito dalla catena retailer Zumiez (USA), specializzata negli action sports.

Holysport ha aggiunto al proprio portafogli di prodotti Mophie, brand specializzato nella realizzazione di accessori per iPhone, iPad e smartphone. Uno dei prodotti di spicco è certamente OutRide, una custodia a prova di elementi che ti consente di trasformare l’iPhone in una vera e propria action camera. Impermeabile fino a 5 metri, è molto facile da usare e presenta diversi accessori per montarlo su ogni attrezzo. La lente consente un angolo di vista di 170°. A fine aprile sarà disponibile anche il modello per iPhone 5, anti urto e stagna fino a 15 mt. È inoltre disponibile l’apposita app per caricare e condividere i propri video con la web community.

www.etnies.com/buyashoeplantatree

Burton con Protect Our Winters contro il mutamento climatico Burton ha annunciato con orgoglio di aver inaugurato una collaborazione con la fondazione Protect Our Winters (POW), la cui missione è quella di unire la community degli sport invernali per combattere gli effetti del mutamento climatico. Burton e POW si focalizzeranno assieme per richiamare l’attenzione sul riscaldamento globale e per combatterlo attraverso campagne social media, team rider ed eventi. L’azienda e la fondazione erano già in qualche modo legati grazie agli atleti Nicolas Muller, Danny Davis e John Jackson, team rider Burton e attivi per la POW Riders Alliance, la community di atleti. “Siamo rider e prendiamo sul serio il cambiamento climatico perché lo snowboard è la nostra vita, la nostra passione”, ha spiegato Donna Carpenter, presidente Burton. “Lavorando a stretto contatto con POW speriamo di incoraggiare gli snowboarder a farsi coinvolgere in questo importante lavoro portato avanti dalla fondazione”. www.burton.com/sustainability www.protectourwinters.org

Volcom inaugura un importante progetto triennale eco-sostenibile Volcom ha deciso di focalizzare maggiormente il proprio impegno alla sostenibilità. Fin dal 2006 l’azienda ha proposto una gamma di prodotti facenti parte della collezione V.Co-logical Series, con la quale contribuiva, attraverso l’1% delle vendite, a progetti no-profit ambientali. Ultimamente ha deciso di andare più a fondo in questo impegno con una strategia specifica in grado di guidare un business in cui l’impatto ambientale viene ridotto. “Abbiamo un’opportunità importante per un cambio determinante”, ha spiegato il nuovo CEO Jason Steris. “I nostri investimenti in un’annuale EP&L (Environmental Profit & Loss) ci aiuteranno a prendere decisioni più efficaci sul nostro impatto ambientale e a valutare al meglio i rischi a lungo termine mentre cresciamo come azienda”. Come primo passo del progetto triennale previsto, Volcom inizierà a valutare attentamente l’intero processo di produzione e vendita e il suo impatto ambientale. Dopo tale analisi, si procederà con il perseguimento vero e proprio degli obiettivi: ridurre le emissioni, la spazzatura e l’uso dell’acqua del 25%, mai più PVC nelle collezioni, carta e packaging sostenibili derivanti unicamente da riciclo o da foreste certificate, crescita di materiali e processi sostenibili, il certificato Deep Blue Surfing Events al Volcom Pipe Pro (circuito ASP) e feedback continui sul programma alla community. www.volcom.com/newfuture

8

Pointbreak Magazine 3 / 2013

Holysport - 0584.913743 - info@holysport.com

International Surfing Day, a giugno la 10a edizione

Per Snowsports Industries America un inverno positivo negli States

Dopo il lancio nel 2004 a opera dell’EuroSIMA, nel corso degli anni l’International Surfing Day è diventato un’opportunità unica per tutti (ma proprio tutti, esperti e principianti, giovani e vecchi) coloro che desideravano iniziare alla grande la stagione estiva con una giornata interamente dedicata alle onde. Supportato dalla European Surfing Federation (ESF), da Surfrider Foundation Europe e da Surfers Against Sewage (SAS), l’evento internazionale ha visto crescere sempre di più la sua importanza, diventando manifestazione di riferimento e portando sempre più partecipanti. Nel 2012 sono stati organizzati ben 202 eventi in 33 paesi, incluse lezioni di surf, pulizie di spiagge, concerti, test e altro ancora. Per questa 10a edizione l’appuntamento è per il 23 giugno. www.surfing.-day.com

La federazione Snowsports Industries America (SIA) ha presentato il rapporto vendite del mercato sportivo invernale 2013, evidenziando una crescita del 2% nel periodo che va da agosto e febbraio rispetto allo scorso anno. Le vendite nei negozi di sport invernali hanno raggiunto i 3,1 miliardi di dollari, dei quali 1,7 generati dai punti vendita specializzati. Un declino dell’1%, cui fa però da contraltare la notevole crescita della vendita online, passata da 68 milioni di dollari a 737 milioni. Le catene sportive più importanti hanno visto una certa stabilità nella vendita di articoli sportivi per l’inverno, circa 694 milioni. Suddividendo per tipologie, il 55% delle vendite deriva dall’abbigliamento, il 36% dagli accessori (berrette e guanti soprattutto) e solo l’8% dall’equipaggiamento.

Chiude la fabbrica Elan Snowboard di Fürnitz in Austria La fabbrica Elan Snowboard di base a Fürnitz ha chiuso i battenti dichiarando bancarotta. Lo stabilimento di produzione austriaco stava soffrendo enormemente per l’innalzamento dei costi delle materie prime e per la perdita di ordini. Pare che la situazione abbia raggiunto l’apice della criticità al rifiuto dello stabilimento madre (sito in Slovenia) di accorrere in aiuto. Secondo quanto riporta il quotidiano locale Der Standard, i debiti che gravavano sull’azienda ammontavano a circa 8,7 milioni di euro e le banche non erano più disposte a garantire. Dalla sua fondazione nel 1987, sono state prodotte più di 4 milioni di tavole. Nel 2011 lo stabilimento aveva registrato un turnover di 18,25 milioni di euro (+5,5%), ma con una perdita operativa di 1,5 milioni. Nel 2012 le vendite totali sono crollate a 13,75

milioni, mentre i costi di gestione sono rimasti più o meno gli stessi. Questa bancarotta lascia inattivi 78 impiegati full-time e 90 stagionali.

Billabong: vicina la cessione al gruppo Sycamore Partners Sembra essere finalmente giunta al capitolo finale la vicenda della cessione del marchio Billabong, che negli ultimi mesi ha attirato l’attenzione degli addetti al settore come neanche la migliore delle soap opera. A più di un anno dalla prima offerta di Tpg Capital di oltre 760 milioni di dollari australiani (pari a circa 600 milioni di euro), cui è seguita nei mesi scorsi quella del colosso americano VF Corporation, a spuntarla sarebbe invece una terza proposta. Secondo quanto riportato dal quotidiano australiano Australian Financial Review, Billabong verrà acquisita da un consorzio gui-

dato dalla società di private equity Sycamore Partners e dal manager Paul Naudé, ex direttore USA del marchio, dimessosi proprio per dare vita a una cordata che salvasse il brand dal collasso (il marchio ha archiviato il primo semestre di questo esercizio fiscale con una perdita per 550 milioni di dollari australiani, pari a circa 450 milioni di euro). Sycamore avrebbe messo sul piatto 287 milioni di dollari australiani per rilevare la società, ovvero 0,60 dollari australiani per azione, un valore superiore a quella di VF che proponeva 50 centesimi ad azione.



People Dragon da il benvenuto a Kyle Martin in qualità di snow marketing manager

Già operativo dall’1 febbraio, Daniel Aeberli è passato a Fanatic nel ruolo di international product manager dopo aver lavorato in F2 come brand manager/shaper. “Conosco Dani da molti anni”, ha raccontato Craig Gertenbach, brand manager Fanatic. “Porta con sé una grande esperienza nello sviluppo prodotto e nel marketing e sarà un’ottima risorsa per il nostro team, insieme a me, Sebastian Wenzel e Juergen May nel dipartimento sviluppo prodotto”. “Che grande opportunità! Sono più che felice di essere parte del team Fanatic”, ha commentato Daniel. “Credo di aver dimostrato in F2 di avere elevate qualità nel design, nell’organizzazione e nel marketing. Perciò sono entusiasta di aggiungermi a questo gruppo già forte per sviluppare ancora meglio i prodotti Fanatic”.

Kyle Martin fa il suo ingresso nella famiglia Dragon dopo essere stato nominato snow marketing manager del marchio. “Fin da quando ero bambino”, ha raccontato Kyle, “i rider e i prodotti firmati Dragon hanno sempre avuto un risalto particolare per me. Il brand sostiene un grande impegno per il futuro dello snowboard e sono entusiasta di far parte del team, è un vero onore”. Kyle, che vanta un solido background nel marketing (recentemente ha ricoperto il ruolo di manager eventi e promozione in Mt. Bachelor) supervisionerà e coordinerà tutte le iniziative su neve del marchio: supporto agli atleti (compreso l’elite team composto da Gigi Rüf, Danny Davis, Luke Mitrani, Jamie Lynn e Chris Benchetler), eventi, photo shoots e le strategie aziendali di promozione. “Siamo contenti che Kyle faccia parte del nostro team”, ha affermato Rick Irons, global brand manager. “La sua prospettiva da snowboarder è essenziale e non vediamo l’ora di vedere cosa porterà di nuovo”.

Photo credit: Lukas Weber

Daniel Aeberli nuovo international product manager per Fanatic

Electric accoglie Reid Pinder come managing director EMEA Il veterano di Billabong Europe, Reid Pinder, ha cambiato “casa” ed è stato nominato nuovo managing director di Electric per Europa, Mediorente e Africa. Tale incarico segue una serie di decisioni e iniziative prese dall’azienda (che 2 anni fa è stata acquisita dal gruppo PPR) nell’intento di espandere la portata del brand californiano di accessori sport e lifestyle. Pinder ha un passato da professionista del surf e ha iniziato a lavorare nel 1992 per Billabong Europe come brand manager. In seguito è stato incaricato per la divisione equipaggiamento surf del marchio australiano. Pinder è inoltre cofondatore (ed è stato direttore) di Eurosima, l’associazione europea dell’industria surf.

Michael Daly nominato ceo dal cda del Rip Curl Group Il consiglio d’amministrazione di Rip Curl ha annunciato la nomina di Michael Daly in qualità di nuovo CEO del gruppo a partire dal 1o luglio 2013. Daly lavora da 11 anni in Rip Curl e ha ricoperto diversi ruoli dirigenziali, mentre in precedenza è stato senior manager al Pricewaterhouse Coopers (dal 1993 al 2002). Brian Singer, CEO ad interim fino al 30 giugno, tornerà a rivestire la carica di founder director nel consiglio.

Paul Speaker, nuovo CEO dell’ASP, guarda al futuro del surf

www.dragonalliance.com Leo Fioravanti trionfa in Australia all’International Gromsearch Il giovane talento Leonardo Fioravanti, surfer italiano del Team Quiksilver, ha conquistato a Bells Beach (Australia) il primo posto nella finale dell’International GromSearch, prestigioso contest riservato agli atleti under 16 più forti del mondo. Nell’ultima heat a quattro Leonardo ha ottenuto un punteggio di 15.27, troppo difficile da battere per gli avversari australiani Jackson Baker (14.25) e Jacob Willcox (14.04), rispettivamente secondo e terzo classificato, e per il brasiliano Lucas Silveira, giunto infine quarto. “Sono felicissimo, mi sono divertito tanto” ha commentato Leo. “Sono riuscito a ottenere subito un buon punteggio e ho vinto. È stato incredibile. Questa gara è sempre stata vinta dai surfer più forti del mondo. Se continuo a impegnarmi al massimo, posso avere una chance per raggiungere il mio obiettivo: entrare a far parte del Tour ASP”. Leonardo è il primo italiano a vincere un contest internazionale di tale livello. L’International GromSearch è stato infatti il trampolino di lancio per molti campioni dell’élite del surf, come Gabriel Medina, Owen Wright, Stephanie Gilmore e Sally Fitzgibbons. “Amo Bells Beach e questo evento è fantastico” ha continuato Leo, “Jackson, Jacob e Lucas hanno surfato alla grande! Ringrazio i miei sponsor, la mia famiglia e tutti coloro che mi supportano”.

Jeremy Jones Champion of Change: il premio ricevuto dal presidente Obama

Da sinistra: gli atleti Laura Enever, Joel Parkinson, Lakey Peterson, il CEO Paul Speaker, il commissario ASP ad interim Kieren Perrow e Brett Simpson.

In occasione di una speciale conferenza stampa tenutasi il 19 marzo, il nuovo CEO dell’Association of Surfing Professionals (ASP) si è rivolto per la prima volta al pubblico da quando la sua azienda, Zosea Media, fondata assieme a Terry Hardy (manager di Kelly Slater), aveva annunciato una partnership con l’ASP nell’ottobre 2012. Paul, prima di essere nominato nel nuovo ruolo a febbraio, è stato presidente dei Time Inc. Studios e membro del cda Quiksilver. Durante la conferenza Speaker ha spiegato che l’ASP sta vivendo un periodo di acquisizione dati in cui non si vedranno cambiamenti significativi nell’associazione stessa, nonostante il recente ingaggio di Kieren Perrow come commissario a interim. L’obiettivo concreto è quello di aumentare la riconoscibilità del surf attraverso le piattaforme globali multi-media broadcast. “Quest’anno è un po’ anomalo. Anche se controlliamo l’ASP e io stesso ne sono CEO, gli eventi verranno ancora condotti e gestiti dai brand surf, come in passato, e noi coglieremo l’occasione in qualità di ospiti per meglio comprendere cosa è possibile fare per rendere migliore questo sport, gli eventi e l’esperienza degli appassionati”, ha spiegato Paul, precisando che non vi sono comunque progetti riguardanti la Pay-Per-View, in quanto rappresenterebbe una barriera per l’ingresso di nuovi potenziali appassionati. “Negli ultimi 5 anni ci è verificato un cambiamento significante per quello che riguarda la modalità di consumo media e referenti che forse un tempo non avremmo considerato ora si trovano al tavolo con noi. Ci sono nuovi protagonisti come Google e Apple. Così stiamo spendendo buona parte del nostro tempo per parlare con tutti questi gruppi e decidere qual è il miglior modello di distribuzione per noi. Probabilmente bisognerà attendere ancora 1 o 2 mesi, forse 3, prima di annunciare i nostro global broadcast partners”. Nel mentre si registra anche la nomina di Michael Lynch a responsabile marketing e funzionario delle entrate dell’ASP.

www.aspworldtour.com

10

Pointbreak Magazine 3 / 2013

Il team rider O’Neill, nonché leggenda vivente dello snowboard, Jeremy Jones è stato accolto alla Casa Bianca per ricevere dalle mani del presidente Barack Obama il premio Champion of Change. Tale prestigioso riconoscimento premia l’impegno serio e continuo di Jones per l’ambiente in qualità di fondatore di Protect Our Winters (POW). Insieme a Jones sono stati insignite altre 12 persone, tra comuni cittadini, business men e community leaders, per la medesima ragione. A consegnare le onorificenze hanno provveduto, oltre al presidente degli USA, anche Nancy Sutley, presidente del concilio della Casa Bianca sulla qualità ambientale. “Quando è partita Protect Our Winters, volevamo mettere l’organizzazione di fronte ai più importanti legislatori e influenzare chi aveva un impatto reale per il cambiamento, perciò è molto bello vedere che il nostro messaggio è passato”, ha spiegato Jeremy. “Siamo lieti che il presidente Obama e altri leaders riconoscano la minaccia reale del mutamento climatico”.

Skullcandy nomina Hoby Darling nel ruolo di presidente e CEO Il consiglio di amministrazione di Skullcandy ha nominato, con effetto immediato, Hoby Darling in qualità di nuovo presidente e ceo dell’azienda (vedi anche la nostra cover story alle pagine 20-21). Darling vanta un curriculum veramente interessante, con importanti ruoli ricoperti in Nike e Volcom. Per quest’ultima è stato membro del team Nike Affiliates Global Leadership e ha svolto la mansione di responsabile strategy and planning per i marchi affiliati Nike (Converse, Cole Haan, Hurley e Umbro). Prima di approdare nella multinazionale americana, è stato vice presidente senior e consigliere strategico generale e dello sviluppo in Volcom, dal 2005 al 2011. “Sono estremamente contento”, ha raccontato Hoby, “di entrare a far parte di Skullcandy. Ho ammirato i progressi del marchio fin da quando, 10 anni fa, è nata l’azienda, e ci vedo un potenziale incredibile”.

www.skullcandy.eu

Photo credit: ASP-RipCurl

news



EVENTI

Il primo Open Freestyle Contest di slackline

La prima tappa il 13 e 14 aprile

FREESTYLE slack Esordio in Val Senales per lo Snowboard Test Bel tempo e condizioni nevose ottime hanno accolto numerosi appassionati snowboarder, pronti a testare le novità del prossimo inverno per quanto riguarda le tavole. All’evento, in concomitanza con il Red Bull Innsnowation, erano presenti i marchi Burton, Ride, K2 Snowboarding, Never Summer e Nitro. Si prospettava un buon esordio per il primo appuntamento del tour itinerante Snowboard Test e le aspettative non sono state deluse. Le temperature quasi estive infatti non hanno intaccato la qualità della neve sul ghiacciaio, rendendo decisamente piacevole il weekend di test su campo rivolto ai consumatori finali. Inoltre, la concomitanza voluta con la tappa conclusiva di Red Bull Innsnowation, ha offerto a tutti i presenti un programma ricco di attività: oltre ai test in anteprima della stagione 2013/14, la fine dell’evento di snowboard e freeski, la grigliata in snowpark e il party al sabato sera. Realizzato dagli organizzatori del Pro Shop Test, il tour prevede al momento altri 4 appuntamenti con data da definire nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2013. L’idea nasce da un bisogno comune di aziende e negozianti

specializzati di offrire al consumatore finale l’occasione per provare i prodotti della stagione in corso. Le aziende presenti a questo primo appuntamento erano Burton, Ride, K2 Snowboarding, Never Summer e Nitro (con il suo partner Fiat Freestyle Team). L’affluenza dei rider curiosi di provare i materiali della prossima stagione è stata decisamente buona, grazie anche al bel tempo (con temperature ben al di sopra della media) e alla neve, ottima per farsi qualche discesa in snowboard. Inoltre diversi partecipanti hanno approfittato del servizio di prenotazioni online messo a disposizione dal partner logistico www.snow-booking. com, mentre i negozi specializzati hanno potuto beneficiare delle convenzioni di gruppo stipulate con l’ufficio skipass.

Calendario provvisorio Snowboard Test tour 2013/14 - Ottobre 2013 - Val Senales - Novembre 2013 - Cervinia - Dicembre 2013 - San Martino di Castrozza - Dicembre 2013 - località da definire nel Centro Italia In tutte le tappe saranno disponibili pacchetti alberghieri convenzionati. Il programma prevede feste, demo e altre attività. Gadget in omaggio per tutti i partecipanti L’imponente struttura costruita in Val Senales per la 3a tappa del Red Bull Innsnowation

12

info@snowboardtest.it - www.snowboardtest.it www.facebook.com/snowboardtest Pointbreak Magazine 3 / 2013

L’evento organizzato dal Team Indoborditalia / Elephant Slackline è stato ospitato all’interno della fiera nautica Big Blu, a Roma. Da sabato 23 febbraio, cinque giorni di sfide ed esibizioni e la possibilità di provare tavole indo, slackline Elephant, protezioni G-Form nonchè Vibram FiveFingers. Il contesto era fra i più promettenti e le aspettative per una prima edizione all’insegna dell’energia e del divertimento erano molte. A fine febbraio scorso, si è tenuto il primo Open Contest Freestyle di slackline. L’evento organizzato dal Team Indoborditalia / Elephant Slackline è stato ospitato all’interno dell’ultima presentazione della fiera nautica Big Blu, a Roma. Si parlava di un contesto promettente e a conferma di ciò basti pensare che il salone nel suo complesso ha contato un’affluenza di oltre 93.000 presenze totali. All’interno del padiglione Outdoors Experience, è stato dunque allestito un ampio spazio espositivo di 100 mq. Una sorta di mini villaggio, al cui interno sono stati presentati tutti i modelli di tavole indo, slackline Elephant, protezioni G-form Rpt e Vibram FiveFingers. Energia e condivisione - Questa intensa cinque giorni è cominciata sabato 23 febbraio. Atleti e ospiti sono stati a stretto contatto per condividere esperienze ed energia. Da sottolineare che infatti il format dell’evento si è caratterizzato per lo svolgimento di sfide ed esibizioni, la presentazione dei prodotti in allestimento, ma soprattutto dalla testimonianza e dai consigli degli esperti che si sono messi a disposizione dei più giovani e dei neofiti. Nello stand era presente oltretutto un’area indo fitness, una indo trick, la struttura bassa della Elephant slackline per i principianti dell’equilibrismo e una jumpline da 17 metri. La sfida freestyle - La gara principale è iniziata nel tardo pomeriggio di sabato, quando in occasione del freestyle contest gli atleti si sono cimentati in evoluzioni acrobatiche di alto livello. “Sono contento di vedere che gli atleti italiani sono già a un buon livello e in rapido miglioramento” ha commentato Andrea Bino responsabile e

organizzatore Contest Elephant Slackline. “Fino a un anno fa non immaginavamo di poter chiudere manovre in buttflip o mojo tap spin. Oggi inoltre anche il numero di atleti è in aumento e sembra che i nostri sforzi nel far conoscere questa disciplina in Italia stiano cominciando a dare dei frutti. Per questo ringrazio Guido Virgulti e l’organizzazione del team Indoborditalia ed Elephant Slackline, oltre a Slackline Passion Team di Milano, Gli Arceri della Slack di Bassano del Grappa e la Valanga Family. È grazie a gruppi come loro che il nostro sport sta crescendo nel nostro Paese”. contest indo - Domenica si è tenuto un altro contest indo valevole per il campionato italiano di indoborditalia 2013. Supportato da Surf to live e Surfday, si è caratterizzato per l’elevato livello della competizione. Gli atleti hanno dimostrato fantasia, tecnica precisione. Ma soprattutto quanto è emerso da questa emozionante sessione è che attraverso gioco e divertimento è possibile trovare gli stimoli per superare i propri limiti. In fondo, il freestyle è prima di tutto una sfida con se stessi. Al termine della manifestazione, i responsabili si sono detti senz’altro soddisfatti. Fra i partner che hanno reso possibile l’evento, oltre a Outdoors Experience e Fiera di Roma, l’organizzazione ha ringraziato Windsurf Paradise, Surf to live, Surfedei.com. Oltre ovviamente a Indoborditalia e Elephant.

www.indoboard.it


INIZIATIVE

Sensibilizzazione alla problematica dei rifiuti acquatici, promozione della pulizia di spiagge, laghi, fiumi e fondali marini

a cura di Davide Corrocher

Inquinamento, NO GRAZIE Surfrider Foundation Europe è un’associazione no profit nata nel 1990, complice il tre volte campione del mondo Tom Curren. Impegnata in progetti per la salvaguardia dei litorali, a marzo assieme ad alcune scuole surf ha riproposto le Iniziative Oceaniche anche in Italia. mo rapporto pubblicato. “Ci batteremo per promuovere i nostri valori in tutto il territorio, al fine di sostenere con la competenza dei nostri specialisti sempre più azioni in maniera sempre più efficace”.

Era ancora il 1984 quando a Malibu, in California, i bagnanti si coordinarono per organizzare un’azione di pulizia delle loro spiagge. I surfisti che frequentavano quei luoghi sentivano il bisogno di proteggere dall’inquinamento l’ambiente in cui praticare il loro sport preferito. Questo fu il primo segnale di un impegno da parte di molti appassionati in questa direzione, che nel giro di qualche anno portò alla nascita della Surfrider Foundation. Ideatori del progetto furono proprio alcuni atleti, fra i quali anche il tre volte campione del mondo Tom Curren. La fondazione a scopo non lucrativo venne creata nel 1990 a Biarritz e da allora si è proposta di sostenere la valorizzazione dei litorali e la cura delle acque. Attualmente si contano in tutta Europa circa 1.500 volontari che vi partecipano, 10.000 aderenti, 40 antenne locali e oltre 40.000 sostenitori. Le prime MISSIONI - In oltre vent’anni di attività la Fondazione si è proposta come obiettivo principale quello di incoraggiare al cambiamento la società e di incentivare una condotta attenta alla protezione degli spazi marini. Fin dal 1996 si ripetono con regolarità eventi di pulizia delle spiagge, ai quali partecipano con interesse molti volontari e operatori. Basti citare che a marzo 2005, in occasione del decimo anniversario dalla nascita di questo tipo di iniziative, si sono contate 7.700 adesioni e 35.000 partecipanti totali. Nello stesso anno, l’associazione tenne incontri a Bruxelles e a Strasburgo concernenti la regolazione della qualità delle acque e i suoi delegati si incontrarono con il presidente del parlamento europeo perché ne sostenesse i propositi. La competenza tecnica degli operatori e la loro forte presenza sul territorio che consente di avere un chiaro quadro della situazione sono stati alla base degli importanti risultati ottenuti in campo di sensibilizzazione e promozione di attività. impegno capillare in tutto il territorio Tra le fasi salienti della storia della fondazione, in Francia nel 1997 venne redatta la prima edizione del rappor-

Alcuni istanti dell’evento che si è tenuto a Ostia il 24 marzo

to “Black Flags”, in cui venivano evidenziati i principali problemi di inquinamento dei mari del Paese. Dal 2001 è stato allestito il primo laboratorio di ricerca, nato per consentire una raccolta informazioni sullo stato delle acque più precisa. Attualmente in tutto il Vecchio Continente sono avviate collaborazioni con laboratori indipendenti. L’aspettativa della Surfrider Foundation è quella di raccogliere il maggior numero di dati possibile su tutto il territorio e di incoraggiare in questo modo la comunicazione fra gli operatori locali. “Continueremo a muoverci come abbiamo fatto in tutti questi anni” ha dichiarato Stephane Latxague, ceo dell’associazione, in occasione dell’ulti-

Obiettivo trasparenza: il rapporto finanziario del 2011 In occasione dell’ultimo rapporto del 2011 pubblicato dalla fondazione, sono stati resi noti i principali dati finanziari riguardanti l’attività di Surfrider Foundation. Attraverso questa operazione di trasparenza, emerge come sia il 71% circa delle risorse economiche dell’associazione a essere destinato alla gestione delle principali missioni. Nello specifico, tali fondi provengono principalmente da donazioni pubbliche, altre forme di raccolta fondi private e sussidi pubblici. L’82% delle donazioni pubbliche viene impiegato per le missioni dell’associazione. Il 10% viene utilizzato per il mantenimento dell’organizzazione di tali iniziative.

Le Iniziative Oceaniche - Surfrider Foundation oggigiorno continua dunque a operare in vari campi, quello dell’educazione prima di tutto. Fra i programmi educativi volti a promuovere la cultura dell’oceano e a trasmetter temi quali l’assoluta necessità di proteggerlo, da ormai 18 anni si tengono in tutta Europa le Iniziative Oceaniche. Nel 2012 si sono contati circa 55.000 partecipanti in tutto il territorio e oltre 1.230 pulizie organizzate. Si tratta di incontri organizzati per promuovere la pulizia di spiagge, laghi e fiumi. In Francia e Spagna hanno già da tempo riscosso un grande successo di partecipazione e a poco a poco anche in Italia si sta registrando un crescente interesse. L’iniziativa è completamente gratuita. L’evento principale di quest’anno si è tenuto dal 21 al 24 marzo. Gli iscritti sono stati più del doppio rispetto al 2012: 98 contro 45. Prime ad aderire sono state le scuole di surf e kayak provenienti da tutto il Paese. Ogni insegna ha coinvolto in media circa quaranta volontari per la pulizia delle spiagge. Oltre alle scuole, hanno aderito anche le associazioni delle aree protette e delle riserve naturali. Per la prima volta sono state inoltre coinvolte anche le scuole elementari e medie attraverso i centri di educazione ambientale. La fondazione ha messo a loro disposizione materiale didattico, libri e dvd. È la prima volta che in Italia si sono raggiunti numeri pari a quelli della Spagna. Molte società che non hanno potuto aderire in tempo utile stanno tuttora organizzando nuovi cleaning proprio in questi giorni. È inoltre aperto un concorso fotografico che raccoglie le migliori immagini scattate in occasione delle Iniziative Oceaniche in tutta Europa e che si concluderà a Biarritz: per partecipare è possibile iscriversi tramite la pagina: www.facebook.com/oceaninitiatives

DISTRIBUZIONe DEI FONDI nel 2011 Fondi privati investiti per la ricerca 1%

fondi raccolti nel 2008

Fondi pubblici 17%

1.481.000 euro fondi raccolti nel 2009

Altro 1% Mantenimento dell’organizzazione 10%

1.003.000 euro

Costi organizzativi delle missioni 71%

2.140.000 euro fondi raccolti nel 2010

2.384.000 euro fondi raccolti nel 2011

Pointbreak Magazine 3 / 2013

13


freeride

Testo: Gianandrea Lecco Foto: www.mysticfreeride.com

Dal 5 al 7 marzo a Lötschental, Svizzera, l’evento di presentazione dedicato alla stampa

Scott Media Event 2013: come sempre c’eravamo Nel cuore del Canton Vallese, il marchio ha presentato alla stampa europea le novità del prossimo inverno. Con l’ingresso della nuova linea Boots, la collezione di prodotti è ora in grado di soddisfare le esigenze dello sciatore dalla testa ai piedi. La collezione invernale di casa Scott si presenta innovativa e sempre più attenta alle esigenze dello sciatore orientato all’esplorazione. La collezione “attrezzo” si arricchisce di due nuove linee di sci. La prima, dedicata al mountaineering e relizzata in legno Paulownia con inserti in carbonio, si declina in tre modelli: Rock’air, Surf’air e Fly’air. L’obiettivo è stato quello di realizzare una linea altamente performante, studiata per coprire agevolmente anche parecchi metri di dislivello in ascensione senza mettere in crisi la discesa, garantendo velocità e rigidità torsionale. Rispetto alla collezione già conosciuta in carbonio, ideale per condizioni di sci alpinismo e ripido, la nuova si presenta più permissiva. Anche la fascia di prezzo è tale da colpire un target più ampio di praticanti del mountaineering. La seconda collezione presentata è denominata, senza false modestie, The Ski. Declinata in quattro altezze, The Ski è uno sci all mountain studiato per gestire al meglio ogni condizione di neve e tecnica di sciata. Universale per antonomasia. Grazie alla sua unica struttura ellittica della costruzione a sandwich offre rigidità alla torsione e un flex molto omogeneo. Il disegno della geometria deriva dalle sperimentazioni fatte negli anni passati sui modelli da freestyle. È stato infatti verificato sul campo come la forma della sciancratura 3D e un profilo rocker medio garantiscano la massima versatilità e performance in ogni condizione di neve. Anche nella categoria freeride spicca una gustosa novità, lo Scrapper. Sci dalle dimensioni molto generose, anch’esso basato sulla geometria 3D. Sostituisce il Mega Dozer. Nelle mani di Seb Michaud e Jeremie Heitz durante le gare di Freeride World Tour, si presenta come uno sci dedicato a giornate memorabili in neve profonda, sicuro e performante anche su fondo duro e ad alte velocità. Dopo la collezione sci, la grande novità di casa Scott per la prossima stagione è l’ingresso nel settore boots. Il marchio infatti presenta una collezione di scarponi con stampi di proprietà. Il product manager Hervè Maneint ha apportato numerose modifiche e migliorie: i modelli di punta sono Delirium e Asylum per il free-

14

Pointbreak Magazine 3 / 2013

ski e i modelli Cosmos e Celeste per mountaineeing. La collezione completa conta 19 scarponi per quattro categorie: freeski, mountaineering, freeski touring e telemark. Salendo dai piedi verso l’alto, Scott sta dedicando sempre maggiore attenzione all’abbigliamento, con particolare attenzione al mountaineering. La collezione apparel è studiata per proteggere da vento, freddo e neve senza mettere in crisi la traspirabilità, fondamentale durante attività outdoor intense. Il tutto con tagli che non limitano alcun movimento e rendono facile e veloce l’accesso a tasche e cappuccio. Tra i prodotti più innovativi spicca la giacca Scott Hamahama in Windstopper, che fa parte della collezione All Year di casa Scott, quindi adatta a tutti i settori coperti dalla casa svizzera, cioè outdoor, running, mountaineering e mountain biking. La gamma zaini è stata ridisegnata nella nuova linea Air Packs, vincitrice del premio prodotto dell’anno a Ispo 2013. Studiato nelle dimensioni da 32 e 36 lt per mountaineering, è l’ideale per raccogliere e stivare ordinatamente tutto il materiale necessario per un tour di uno o più giorni e anche nelle misure 24lt e 16 lt per freeski non lascia nulla al caso. Anche la collezione RAS, adatta ad accogliere il sistema Removable Airbag System (RAS) di Snowpulse, si amplia col modello Freeski da 20 lt, che si affianca al fratello maggiore da 30lt.

Sci Fly’air

Giunti alla testa, le novità sono il nuovo casco Symbol con tecnologia MIPS, in grado di ridurre il trauma anche su impatti laterali e la nuova maschera LCG Goggle, che viene fornita con due lenti velocemente intercambiali anche indossando i guanti, grazie a un ingegnoso e innovativo sistema di sgancio che è valso a Scott la vittoria di numerosi premi sia in Europa che in USA. Casco Symbol

Zaino Air 36

Scarpone Delirium

L’opportunità di provare in anteprima tutte queste novità, insieme alle persone che le hanno ideate e prodotte, ci ha permesso di capire quanto passione stia alle spalle di un prodotto che non è solo bello da vedere o performante da utilizzare. Scott è un’azienda leader nel settore ciclismo e fortemente in crescita in quelli snow, outdoor e running, grazie alle persone che vivono quotidianamente lo sport in prima persona. Sulle proprie esperienze e su quelle dei propri tester, primo fra tutti la guida alpina Luca Rolli, i prodotti si sviluppano e si migliorano per evolvere e far evolvere lo sport in modo sicuro e performante. L’esperienza vissuta a Lötschental è stata un’altra occasione per conoscere un lato della Svizzera non illuminata dai riflettori tipici delle grandi località rinomate come Verbier, Laax, St Moritz, ma che rispecchia perfettamente la bellezza e la qualità della montagna più genuina. Tutto questo anche grazie alla famigliare ospitalità dei gestori dell’Hotel Fafleralp, che vi invito a scoprire senza fretta con un paio di sci e pelli ai piedi.

www.scott-sports.com



FOCUS ON

Conclusa l’edizione 2013 dell’ormai popolare tour freestyle

a cura di Simone Berti

Le “brauline” in posa prima di una Bràulio Vertical Night

Un finale col botto per il Bràulio Vertical Tour Livigno e il Passo Tonale hanno segnato gli ultimi appuntamenti di questa stagione con i Freestyle Contest e Freestyle Show supportati dallo sponsor Bràulio. E i numeri sono sempre più soddisfacenti: 160.000 spettatori e turisti presenti, più di 200 atleti al via e un montepremi complessivo di quasi 10.000 euro.

le tappe CERVINIA 29-30 dicembre

Il mese di marzo ha segnato la conclusione del Bràulio Vertical Tour 2013, con l’ultimo appuntamento agonistico di Livigno (13-14) e la passerella finale al Passo del Tonale (16-17), per la prima volta protagonista del circuito. L’evento voluto nel 2007 dall’agenzia torinese Event’s Way è cresciuto in maniera esponenziale e, nonostante le difficoltà che permeano una manifestazione di tal fatta, ha ormai raggiunto una maturità e una visibilità assolutamente invidiabile. Ne dà conferma la gara conclusiva a 3 stelle TTR e il fatto di aver coinvolto negli anni oltre un milione di spettatori. La formula è quella classica e prevede una parte competitiva, il Bràulio Freestyle Contest con montepremi dedicato, e la parte demo, i Freestyle Show, nella quale tutti i riders possono dare libero sfogo alla propria fantasia. Il contest finale - Il tour itinerante ha voluto congedarsi alla grande con una doppia gara snowboard e freeski sul kicker allestito perfettamente dagli shaper di LivignoPark nella ski area di Carosello 3000-Tagliede. I 26 riders iscritti, equamente divisi tra snowboarders e skiers, hanno dato vita a un contest d’altissimo livello, fatto probabilmente prevedibile vista la qualità dei nomi in campo. Per quanto riguarda lo sci è stato il “piccolo” americano (in futuro ne sentiremo parlare molto) Zachary Pham a trionfare: un concentrato di talento e sfrontatezza già nel giro della nazionale juniores americana. Zachary ha sconfitto il connazionale, di origini olandesi, Joey van der Meer, mentre sul gradino più

16

basso del podio si è piazzato l’idolo di casa Emanuele Galli, premiato anche con il Best Trick di giornata. Veramente adrenalinico si è rivelato lo scontro fra gli snowboarders, fra i quali è prevalso il giovane veneto Nicholas Bridgman. Alle sue spalle si sono piazzati il valsusino Yuri Maciotta, autore del Best Trick, e Mauro Bisol da Alleghe. La serata poi è collimata alla perfezione nella Bràulio Vertical Night, il momento di festa caratteristico di tutte le tappe del tour che a Livigno ha segnato un arrivederci. “Ogni anno partiamo con delle certezze e altri punti interrogativi, perché al di là dei meccanismi da oliare c’è soprattutto l’incertezza nella risposta del pubblico”, ha raccontato Flavio Gallarato, responsabile dell’organizzazione Event’s Way. “Ancora una volta siamo rimasti piacevolmente stupiti e travolti dall’accoglienza e dall’attenzione che ci è stata riservata. Merito del nostro staff, che ormai lavora quasi a memoria, ma anche delle località turistiche che ci hanno accolto e che all’atto del commiato ci hanno già dato appuntamento per la prossima stagione. Per noi è il riconoscimento migliore”. Tappe e numeri - Nelle undici tappe che hanno toccato sei regioni italiane, partendo da Cervinia e passando per Monte Bondone, Prato Nevoso, Ovindoli, Sestrière, Madesimo, Alleghe, S. Martino di Castrozza, Bormio e Livigno prima del Passo del Tonale, sono passati complessivamente dal Vertical Village almeno 160.000 fra spettatori e turisti (il 40% dei quali stranieri), con una punta massima di

30mila nella prima tappa. E ovviamente sono anche fioccate le prove tecniche di materiale dedicato alla montagna, insieme alle degustazioni di tutti i prodotti offerti dagli sponsor. Nello specifico, le cinque tappe di Contest, con il montepremi complessivo di 10.000 euro, hanno registrato al via più di 200 atleti. E nell’occasione il nostro Paese è stato ben rappresentato dalla nazionale azzurra di freestyle, che sta preparando le Olimpiadi di Sochi 2014. Grazie e arrivederci - Fondamentale in questa 6a edizione è stato il supporto degli sponsor. “Anzitutto l’Amaro Bràulio”, spiega ancora Gallarato, “con il quale abbiamo rinnovato un rapporto consolidato. Lo stand è sempre stato preso d’assalto e l’idea di proporlo con formule nuove, come quella calda, si è rivelata vincente. E poi le Bràulio Vertical Night non hanno mai tradito, lì il divertimento all’insegna del bere responsabile è assicurato, sempre”. Tra le altre aziende che hanno supportato vi sono Beretta, Citroën, Entremont, Grok, Latte Candia, Lumberjack, Nesquik, Nikon, Panmonviso, Rìcola e West Scout. La parte esclusivamente tecnica è appannaggio di Scott e Hostile, presenti rispettivamente con sci e tavole, apprezzatissimi in tutte le tappe. Tra le novità c’era anche Neveitalia (www.neveitalia. it), per la prima volta legato al Bràulio Vertical Tour 2013. Noi di Pointbreak Magazine, insieme a Tuttosport, abbiamo appoggiato l’evento in qualità di media partner.

www.verticaltour.it Pointbreak Magazine 3 / 2013

M.TE BONDONE 19-20 gennaio

PRATO NEVOSO 26-27 gennaio

OVINDOLI 2-3 febbraio

SESTRIERE 9-10 febbraio

MADESIMO 16-17 febbraio

ALLEGHE 23-24 febbraio

S. MARTINO DI CASTROZZA 2-3 marzo

BORMIO 9-10 marzo

LIVIGNO 13-14 marzo

PASSO DEL TONALE 16-17 marzo


eventi

Gran finale del Red Bull Innsnowation, tra Chiesa Valmalenco, Monte Bondone e Val Senales

a cura di Davide Corrocher

Qui e a fianco: Jack in the Box (Val Senales)

And… Ride It! Dopo le prime due fasi Design It e Build It, il concorso si è concluso con le sessioni di alcuni dei migliori atleti italiani che hanno messo alla prova le strutture realizzate dai tre candidati finalisti. Design It, Build It, Ride It. È stata una sfida all’insegna dell’innovazione che Red Bull ha lanciato ai park italiani lo scorso anno quella che si è conclusa lo scorso 14 aprile. Innovazione, o meglio “Innsnowation” come recita il titolo del contest. Tre fasi hanno per l’appunto caratterizzato il concept del concorso. Nella prima gli snowpark candidati hanno presentato un progetto per la realizzazione di una struttura speciale da realizzare nel proprio ski resort. Selezionati in base ai criteri di novità, versatilità, qualità, fattibilità e creatività, i tre finalisti sono stati Chiesa in Valmalenco, Monte Bondone e Val Senales. La seconda fase è stata quella della costruzione e ha fatto da apripista alla terza e ultima sessione, vale a dire: Ride It. Ogni park ha selezionato un proprio team composto da due skier e due snowboarder che lo aiutasse ad aggiudicarsi la vittoria finale. 1a tappa: Chiesa in Valmalenco - Nel corso di tre week end, le location prescelte hanno ospitato i rider di ciascun team: 12 fra i migliori italiani. La struttura che il 2 marzo scorso ha esordito per prima è stata quella di Chiesa in Valmalenco, ribattezzata Palù Park Arena: un ostacolo composto da jump e rail che poteva essere utilizzato in contemporanea da quattro atleti. Al termine di una sessione di alto livello, i vincitori fra gli snowboarder sono stati Simon Gruber (pro Team Val Senales) e Matteo Zappaterra (amateur Team Chiesa in Valmalenco), mentre fra i freeskier Denis Battisti (pro

Palù Park Arena (Chiesa in Vallmalenco)

Team Monte Bondone) e Christof Schenk (amateur Team Val Senales).
Il progetto della Palù Park Arena è stato inoltre valutato dal punto di vista tecnico e ha ottenuto un ulteriore punteggio sulla base dei criteri di “realizzazione” e “versatilità”: la somma di questi voti con i risultati ottenuti dagli atleti in ogni gara è stata determinante per l’assegnazione della vittoria finale. 2a tappa: Monte Bondone – Jib in the Pipe. Questo il nome della struttura realizzata a Monte Bondone, aperta il 9 marzo per la seconda data del tour Red Bull Innsowation. Sulla base dell’halfpipe permanente del resort, lo staff del park ha integrato nuovi elementi per jump e jibbing. A impegnare in particolar modo i rider presenti per questa giornata sono stati due grandi wall ride, alti due metri e lunghi sei. A farla da padroni nella categoria snowboard sono stati gli atleti di casa Stefano Benchimol e Andrea Mainenti. Discorso differente per i freeskier, dove fra i pro il successo è stato attribuito a Raffaele Cusini (Team Chiesa Valmalenco), mentre fra gli amateur a Daniel Tschurtschenthaler (Team Val Senales). Guest star dell’evento, caratterizzato da una situazione meteo meno favorevole del primo, anche Valentina Barengo, una delle rider di punta della nazionale italiana di snowboard. 3a tappa: Val Senales – La data conclusiva del tour è stata il 14 aprile, quando sulla struttura Jack in the Box le tre formazioni si sono sfidate per l’ultima volta. Su un impianto dell’altezza di 12 metri con quattro linee di riding, big air, spina, rail e wallride, gli atleti hanno potuto mettersi alla prova per dar vita a una sessione emozionante. Al termine della gara, il titolo di vincitore assoluto del Red Bull Innsnowation è andato proprio al park di Val Senales, grazie anche a una prova eccellente da parte dei suoi atleti. Tutti i rider di casa sono andati sul podio: Simon Gruber (snowboard pro), Christof Schenk (freeski pro), Max Vieider (snowboard amateur), Daniel Tschurtschenthaler (freeski amateur). Alla squadra sono stati assegnati un premio in materiali e servizi del valore di 10.000 euro e la possibilità di usufruire del gatto delle nevi offerto da Pisten Bully per la stagione 2013 / 2014.

JIb in the Pipe (Monte Bondone)

Le tre formazioni Team Palù Park (Chiesa in Valmalenco) Nicola Dioli - snowboarder pro Emiliano Lauzi - snowboarder amateur Dimitri Sartor - freeskier pro Giulio Dioli - freeskier amateur Team Monte Bondone Snowpark Stefano “Benky” Benchimol - snowboarder pro Andrea Mainenti - snowboarder amateur Denis Battisti - freeskier pro Luca Tonelli - freeskier amateur

Il podio della 3a tappa. Da sinistra Simon Gruber, Markus Eder, Christof Schenk e Benno Plank

Team Gentlemen’s Snowpark (Val Senales) Simon Gruber - snowboarder pro Benno Plank - snowboarder amateur Markus Eder - freeskier pro (del team Red Bull) Christof Schenk - freeskier amateur

Pointbreak Magazine 3 / 2013

17


eventi

La partnership tra l’innovativa azienda di Cesena e la crew Curve a cura di Simone Berti

Custom shape firmato

Whitezu

Nata dall’unione con un team di ragazzi appassionati di snowboard e wakeboard, la nuova company produce ostacoli e strutture in fibra di vetro e resine poliestere per boardsport. Il suo punto di forza: lavorare fianco a fianco con chi pratica lo sport. Wakeboard e snowboard fanno parte di una categoria di sport in cui abbigliamento, accessori e attrezzature tecniche sono da anni in continua evoluzione. Ciò che manca a volte è piuttosto la creazione e lo sviluppo delle strutture dedicate. Partendo da questo presupposto è nata nel 2011 una collaborazione esplosiva tra il team Curve e quello che diventerà successivamente il team Whitezu. Una partnership nata senza una pianificazione e senza una correlazione immediata: cosa c’entra un team di ragazzi, che praticano le più svariate discipline di sport estremi, con un’azienda industriale romagnola che lavora materiali compositi a base di fibra di vetro e resine poliestere? Proprio dall’unione di queste 2 diverse esperienze si origina una novità: Whitezu, uno tra i primi brand italiani a produrre ostacoli e strutture per il wakeboard. Il primo passo è stato quello di riunire un team di rider italiani appassionati di action sport, dotati di quella sana follia che spinge a ricercare e realizzare soluzioni innovative per ostacoli da snow e wake con carat-

teristiche senza precedenti. Perché non esistono riders che non vogliano un park fatto su misura, siano essi skaters, snowboarders, kiters e wakerboarders. Tutti con la stessa passione e la voglia di eseguire le proprie evoluzioni su strutture appositamente sviluppate per loro. Ragazzi esperti, appassionati, con anni di esperienza passati a “slaidare” ogni superfice possibile, capaci di dare consigli e indicazioni precise al team di Whitezu pronto ad assorbire ogni suggerimento, misura o raggio utile a poter fare le prime strutture. Fin da subito Whitezu ha deciso di puntare su determinate peculiarità quali leggerezza, sicurezza, solidità, semplicità costruttiva, oltre a un approccio totalmente custom che permettesse di costruire ostacoli in qualsiasi forma e misura, a tutto vantaggio del divertimento e dell’immagine degli sponsor. È stato immediatamente chiaro che la costruzione classica degli ostacoli con l’utilizzo di telai in ferro, l’impiego di legno, viti e rivestimento in polietilene portava le strutture a pesare ec-

cessivamente e a renderle dunque irremovibili. Inoltre impongono l’obbligo di una continua manutenzione, di una forte costrizione geometrica delle forme e di un costo più elevato. Era necessario pensare in un altro modo. Così, per superare questi limiti, la ditta di Cesena ha stravolto gli schemi e la solita concezione di struttura slaidabile, aprendo la possibilità di realizzare forme e curve senza eguali. Da qui poi la scelta di utilizzare tecniche e materiali derivati dal mondo dei compositi, in modo da rendere le strutture decisamente leggere, facili da trasportare e assemblare, senza l’utilizzo di viti, estremamente lisce e molto scivolose per tutte quelle tavole prive di lamina. Dunque perfette per il cable wake e il kite. Un discorso a parte è da fare per gli ostacoli da snowboard, ove la presenza della lamina impone ancora l’uso del coping e di uno strato di polietilene nella traiettoria di contatto. Ciò però non impedisce all’atleta di inventarsi trick fantasiosi in altre parti della struttura, che rimane sempre solida, sicura e divertente. Proprio per questo i ragazzi della crew Curve non hanno perso tempo e sono corsi a provare, ancora prima che uscisse dal piazzale, l’ultima idea nata in casa Whitezu: un “rainbow” da snowboard che traccia un arco sopra una splendida auto. Esaltati e gasati per queste strutture alternative i ragazzi del team sono di nuovo al lavoro con il team di ricerca e sviluppo di Whitezu per studiare nuove idee per le loro evoluzioni. www.whitezu.com www.facebook.com/whitezu

18

Pointbreak Magazine 3 / 2013

The story

Whitezu è un marchio nato nel 2010 dall’incontro tra il team Curve di Davide Baldi, l’atleta Marco Camagni e un’azienda italiana con oltre 30 anni di esperienza nella progettazione e lavorazione di materiali compositi per applicazioni industriali. Curve vanta una lunga esperienza nell’organizzazione e nella pratica sportiva di wakeboard, kitesurf, snowboard e skateboard, e cercava da tempo qualcuno in grado di supportare le sue idee per sviluppare in Italia ostacoli professionali leggeri e polivalenti, adattabili a svariati sport estremi. Lo staff Whitezu ha immediatamente intuito le potenzialità dei materiali compositi per realizzare strutture dalle caratteristiche innovative: leggerezza, solidità, forme sagomabili ed elasticità. Manifesto fin da subito l’obiettivo comune: rendere più sicura e divertente l’esperienza di ogni rider, sperimentando materiali e forme. Così gli atleti forniscono le informazioni su velocità e traiettorie ottimali, la produzione simula forme al cad3D e produce prototipi da testare subito in acqua o neve. Una collaborazione proficua insomma, che sfrutta appieno la disponibilità del vicino Wakepark MiMa e la forte passione del team, con il contributo della vivace scena romagnola.



around the world Il nostro inviato Dino Bonelli in visita all’hq di Park City

Testo e foto: Dino Bonelli

Skullcandy, la rivoluzione del sound Nella sede aziendale abbiamo incontrato il fondatore Rick Alden, il nuovo CEO Hoby Darling e alcuni tecnici e ingegneri: l’anima del brand. Un viaggio alla scoperta di come è iniziata un’avventura che, partita nel 2003 con 6.000 pezzi venduti solo negli USA, è arrivata a registrare 26 milioni nel 2012 in tutto il mondo.

Park City è una delle più belle e blasonate cittadine di montagna del mondo. Le sue piste da sci, perfettamente intagliate nel verde di infinite pinete, hanno ospitato le più grandi manifestazioni del settore, Olimpiadi di Salt Lake City (sita a 50 km) comprese. Il suo centro storico è rimasto inalterato, ma ben ristrutturato, da metà ‘800, quando questa era una fiorente cittadina mineraria, mentre le zone di recente costruzione sono una bella realtà di urbanistica intelligente. Non c’è da stupirsi quindi che Rick Alden, quarantottenne ideatore, creatore e tutt’ora timoniere della Skullcandy, azienda leader

Rick Alden (a destra) e Hoby Darling, rispettivamente fondatore e CEO di Skullcandy

mondiale delle cuffiette acustiche per stereo, telefonini, computer e video giochi, l’abbia scelta come sede del quartier generale per la sua azienda. Le origini - A dire il vero, Alden si spostò su queste belle montagne del nord dello Utah ben prima di fondare questo piccolo grande colosso dell’acustica, e lo fece per lo smisurato amore che ha sempre avuto per la montagna e per la neve. Fu proprio qui che Rick, patito snowboarder già della prima era (iniziò nel 1985), ebbe l’ispirazione da cui partì il suo grande progetto. Era il 2002 quan-

do, seduto su una seggiovia durante una sessione di snowboard in neve fresca, gli squillò il telefono e per poter rispondere fu costretto a togliersi i guanti con relative scomodità, tra cui il rischio di congelamento delle dita. In quel momento Rick stava ascoltando musica come suo solito durante le discese con la tavola e in un istante ebbe la visione di un apparecchio che gli consentisse di ascoltare la musica e rispondere al telefono senza dover togliere le cuffiette e senza doversi togliere i guanti. Rick maturò l’idea per diversi mesi, poi trovò un’azienda cinese che materializzò il suo progetto e nel

2013, investendo i pochi soldi che aveva in tasca, creò Skullcandy, auricolari a doppio uso: musicale e telefonico. Una crescita internazionale Il primo anno vendette 6.000 pezzi, un risultato soddisfacente e fine a se stesso, ma ancora poco logico nell’ambiziosa testa del suo creatore. Per crescere necessitava di nuovi capitali da investire e, fortemente incoraggiato dalla moglie Holly, Rick decise di ipotecare la sua casa di Park City, appena finita di pagare. Incominciò così la sua bella avventura che nel giro di un decennio lo portò dai 6.000 pezzi iniziali del 2003, solo in USA, ai 26 milioni di pezzi venduti in tutto il mondo nel 2012. Da quel lontano 2003, dai primi esperimenti tecnici e dalle prime vendite dirette coadiuvato da un amico, la Skullcandy è passata da un misero ufficio fino ad avere un head quarter in cui lavorano 180 persone, una sede a San Clemente, nella costa sud della California, in cui una sessantina di tecnici lavorano su marketing e nuove tendenze, una sede metropolitana a San Francisco, dedita allo sviluppo delle cuffie da videogame, e altre sedi, con varie mansioni, sparse in giro per il mondo (Giappone, Cina, Svizzera, Mexico, Canada). Visita all’hq - Incontro Rick nel suo ufficio di Park City e la sobrietà dell’arredo mi fa subito capire che snowboarder era e snowboarder è rimasto. È una persona semplice e la sua semplicità lo porta a essere molto socievole e ben amato da tutti. Una lunga chiacchierata

Il manichino utilizzato per i test sulla recettività dei microfoni

20

Pointbreak Magazine 3 / 2013


mi trasmette tutto il suo immutato entusiasmo per lo snowboard e per un progetto nato quasi per caso e ora grande realtà in continua evoluzione. Poi Rick mi affida a Tom Bishop, 35 anni, vicepresidente dello sviluppo del prodotto e della produzione, un giovane ingegnere e snowboarder (come quasi tutti quelli che lavorano in questa ditta), con un passato lavorativo nella Burton factory in Vermont e alcuni anni direttamente operativo sul campo di produzione in Cina. Tom mi concede il privilegio di una super visita guidata all’interno dell’azienda. Nella sala dell’acustica, prima tappa del nostro giro, mi mostra un video con particolari effetti sonori ottenibili attualmente solo in questa tipologia evoluta di sale cinematografiche. Qui mi spiega come il loro fine sia quello di portare la pulizia del suono con relativi effetti speciali che ho appena ascoltato, nelle cuffiette portatili. L’ennesimo progetto ambizioso a cui si stanno avvicinando step by step. “Per realizzare questo, e altri progetti legati al suono”, mi spiega Tom, “nel 2010 si è deciso di convogliare tutte le forze interessate a questo settore e quindi farle interagire gomito a gomito, nello stesso stabile, ovvero nell’head quarter di Park City. Per provare a essere i migliori, bisogna soddisfare tutti i 5 requisiti richiesti, magari anche inconsapevolmente, dai rivenditori e dall’utente finale, che in ordine di importanza sono: 1) il comfort delle cuffie e degli auricolari, 2) l’acustica, 3) l’affidabilità dell’oggetto, 4) lo styling e 5) il nome”. Siamo sempre nella sala dell’audio e alle nostre spalle si trova un manichino con vari microfoni collegati a un computer: lo usano per vari test sulla recettività dei microfoni. “La Skullcandy attualmente propone una trentina di oggetti diversi nell’uso (per telefonini, computer, videogame, stereo, dj, professionisti... ecc) e nel prezzo (dai 10 agli oltre 300 euro), e per poter essere affidabili e competitivi in tutte queste svariate opzioni abbiamo deciso di raggruppare i nostri tecnici di elettrica, meccanica e acustica, unitamente ai designer e ai responsabili di ingegneria fattori umani (es. effetto comfort), sotto lo stesso tetto. La collaborazione tecnica istantanea ha avuto il suo effetto immediato e il risultato è stato sorprendente, sia sotto il profilo pratico, tanto che i prodotti Skullcandy sono migliorati esponenzialmente

Rick Alden in posa davanti alla gigantografia di Kate Upton, modella e testimonial di Skullcandy. Alla sua sinistra i due celebri giocatori di basket americani James Harden e Kevin Durant

in qualità e in affidabilità (diventando un prodotto di qualità molto più alta rispetto all’aspettativa), che sotto quello dell’innovazione e della ricerca”. Relativamente a quest’ultimo argomento, Tom, spostandomi di sala, mi introduce e abbandona nelle sapienti mani di Tetsuro Oishi, 38 anni, giapponese, direttore dei concetti avanzati di ingegneria, ovvero il mago di tutto quello che è audio e suono, di tutto quello che è nuovo. Tetsuro mi mostra la zona dove i designer riproducono le loro visioni artistiche prima al computer, poi, a volte, con lavorazioni manuali e infine con l’avanzatissima stampante 3D.

orgoglioso, a parlarmi delle nuove cuffie Crusher. Queste bellezze tecnologiche, oltre a un’acustica pressoché perfetta, forniscono anche, grazie a una seconda coppia di driver (sensation driver) che affianca la prima (normal driver), un effetto vibrazione del cuscino morbido che appoggia alla testa, una sorta di soul-round tipo concerto. Per farmi capire ancor più dettagliatamente il concetto, il “mago del suono” giapponese me le fa provare collegandole al suo iPod e mettendo una canzone rap, non proprio il mio genere preferito: il risultato è semplicemente sbalorditivo, strabiliante.

I progetti di domani - Quindi, cambiando ancora sala, mi vengono mostrati i driver. Alla mia inesperta vista sembrano mini dischi volanti, ma in realtà sono le piccolissime casse acustiche inserite nelle cuffie. Tetsuro, ben comprendendo la mia ignoranza settoriale, mi parla in modo semplice e comprensivo e mi mostra un paio di nuove creazioni. La cuffia wi-fi, tramite un trasmettitore collegato via cavo nei pressi dell’apparecchio in uso, trasmette alla cuffia le onde informative e quindi i suoni, senza l’ingombro del filo. Prodotto nato soprattutto per i videogame, ma utilizzabile con qualsiasi fonte. Poi si sofferma, visibilmente

Con il nuovo CEO - Finita la visita nei settori tecnici dell’azienda, Tetsuro mi accompagna al piano superiore dell’head quarter, dove si studiano i packaging, gli espositori, il marketing, le nuove partnership di co-branding, le strategie di vendita e tutto quello che non è direttamente connesso con la costruzione vera e propria dell’oggetto da vendere. Qui incontro nuovamente Rick a cui esterno tutta la mia meraviglia per le cose che ho visto, sentito e provato. Rick sta lavorando a nuove politiche di estensione con il nuovo CEO Hoby Darling, a cui cederà ben presto il completo comando operativo dell’azienda per ritagliarsi un po’

più di tempo libero da dedicare alla sua famiglia (Rick ha 4 figli), alle sue amate montagne, allo snowboard e ai viaggi di piacere. Hoby, 38 anni, manco a dirlo, come tutti gli altri è uno snowboarder, ha un glorioso passato lavorativo con incarichi di supremo controllo in Latham Watkins Legal office, Volcom e infine in Nike. Hoby è in Skullcandy solo da 15 giorni, ma sembra essersi adattato benissimo, sente che è il posto che cercava da tempo, sente di poter far bene, sente di essere a casa. Dopo un paio di battute che servono anche reciprocamente come presentazione, Hoby e Rick ripercorrono e riassumono a parole la mia visita guidata, mentre nei corridoi altri addetti, di chissà quali settori, si muovono veloci sui loro skateboard, perché in un’azienda occupata da quasi tutti snowboarder, è logico pensare che questo non solo sia un mezzo tollerato, ma addirittura “consigliato”. Mi congedo quindi dalla dirigenza Skullcandy e uscendo butto l’occhio qua e là tra le scrivanie, i banconi di lavoro e gli uffici rinchiusi in enormi vetrate semitrasparenti. Noto tra l’altro la “sportiva bellezza” di tutti i lavoranti, i loro sorrisi e la composta sensualità di alcune ragazze. Se è vero che la vivacità di un’azienda si vede anche da chi ci lavora dentro, beh… lunga vita a Skullcandy.

Pointbreak Magazine 3 / 2013

21


eventi

Quello che però è importante, anzi molto importante sottolineare in questa manifestazione è la partecipazione della gente, dei team iscritti, della bontà dell’organizzazione, della bellezza dei posti scelti per i due eventi, per la competenza e soprattutto dello spirito con il quale ci si confronta e sfida

Il 16 e 17 marzo all’ombra delle Dolomiti

a cura di Simone Berti

Rewoolution Raid,

la carica dei 162 “dolomitici”

Con la seconda tappa si conclude l’evento multiraid invernale ideato e supportato da Rewoolution. 54 i team partecipanti nelle categorie Pro e Amatori, di cui un bel numero organizzati da negozi. Vincitore del viaggio è il team X-Max BG, che volerà in Nuova Zelanda in compagnia dell’altra squadra estratta a sorte, Tuscania. “Pronti, partenza, via! Prendi gli sci. Ecco l’impianto di risalita, Controlla il road boook, dov’è il primo check point? Tavola in spalla, tocca risalire il crinale. Ora una bella foto e poi la prova di slalom”… Ritmo serrato (non per forza ovviamente), la cornice stupenda delle Dolomiti e la carica dei 54 team presenti. Tutto questo nel corso della seconda e ultima tappa dei Rewoolution Raid Winter 2013, che hanno finalmente premiato, per merito e per fortuna, i due team che usufruiranno del meraviglioso viaggio nella terra dei maori, la Nuova Zelanda, alla scoperta della lana merino. Raid sulle Dolomiti - Dopo l’ottimo risultato ottenuto all’esordio di Livigno, che ha visto al via 35 team, il numero di partecipanti presentatisi a Plan de Gralba era quasi raddoppiato. Sciatori, snowboarder e telemarker, Road Book alla mano, si sono fin da subito cimentati nelle numerose prove da affrontare rigorosamente in orienteering: parallelo, freeride, freestyle, slalom gigante, ski cross, gobbe e km lanciato, alla ricerca dei Check Point disseminati lungo il tracciato compreso fra Val Gardena, Val di Fassa, Val Badia,

Bellissimi anche in questa tappa dolomitica, ci siamo divertiti davvero tanto. E poi la bellezza di conoscere tante persone con cui condividere la passione per l’outdoor e lo sport… non ha prezzo

22

È un po’ come la maratona di New York. Non è difficile arrivare alla fine, c’è chi ci arriva dopo 10 ore, in sedia a rotelle o vestito da Batman, e chi arriva dopo meno di 3 ore. È l’approccio che è determinante

Rewoolution Raid Summer, a giugno - Dopo il successo ottenuto dalle 2 tappe a Livigno e sulle Dolomiti dell’edizione invernale recentemente conclusa, fervono già i preparativi per la versione estiva dei Rewoolution Raid. L’evento sportivo multiraid tornerà infatti con altre 2 tappe: l’1-2 giugno a Bergamo e il 21-22 settembre a Nago Torbole. Una nuova occasione per tutti gli appassionati sportivi di vivere un’entusiasmante esperienza all’insegna

Arabba e Marmolada. Purtroppo non è stata replicata la ciaspolata notturna tenutasi a Livigno, ma il sole e le buone condizioni di neve hanno implementato il divertimento degli atleti. I vincitori - A dominare la classifica della categoria Pro di questa tappa è stato il team Italian Cowboys, che ha completato il percorso totalizzando 29.250 punti. Primo nella categoria Amatori invece il team X-Max Bergamo con 27.250 punti totalizzati. Ma il momento clou di tutta la premiazione è stato quello dell’annuncio dei vincitori del viaggio in Nuova Zelanda offerto da ZQ in collaborazione con Rewoolution. Ad aggiudicarsi un’esperienza outdoor nel paradiso neozelandese sono stati due team, entrambi partecipanti alle due tappe dei Rewoolution Winter Raid (come da regolamento): X-Max Bergamo, che ha raggiunto la miglior classifica globale nelle due tappe, e Tuscania, estratto a sorte e dunque baciato dalla fortuna. Con la proclamazione dei vincitori si chiude così la sessione invernale dei Rewoolution Raid.

CLASSIFICHE CATEGORIA PRO 1 - Team Italian Cowboys (29.250) 2 - Team White Spirit (26.100) 3 - Team Engadina (25.000) CATEGORIA amatori 1 - Team X-Max Bg (27.250) 2 - Team Sciare Mag (23.500) 3 - Team Fredarola Tesla (22.250) CATEGORIA shop 1 - Team X-Max Bg (27.250) 2 - Team Unico Sport Reloaded (16.250) 3 - Team Essence Of Freedom (15.500) CATEGORIA DONNE 1 Pari Merito - Team Skadi (16.000) 1 Pari Merito - Team Oma’s Sister Canazei (16.000) classifica combinata 1 - Team X-Max Bg (56.250) 2 - Team Engadina (54.000) 3 - Team Italian Cowboys (53.350)

del divertimento a stretto contatto con la natura. I team, come da format, sono composti da 3 elementi e durante il raid dovranno affrontare numerose prove in orienteering come trail running, mountain bike e roping down, suddivisi nelle categorie Pro e Amateur. In palio per chi saprà conquistare il migliore risultato nel corso delle 2 tappe uno straordinario viaggio in Nuova Zelanda, alla scoperta della lana merino utilizzata nei prodotti Rewoolution. Le iscrizioni sono già aperte sul sito.

www.rewoolutionraid.com/it/ www.facebook.com/Rewoolution Pointbreak Magazine 3 / 2013



freeride

Intervista a Enrico Guala, fondatore del circuito internazionale

a cura di Gianandrea Lecco

A Punta Ala, il prossimo 18-19 maggio, prenderà il via l’Enduro World Series, primo tour di Coppa del Mondo della disciplina. Uno sport che sta riscuotendo sempre più successo e consensi, sia fra il pubblico che per le aziende, grazie soprattutto al suo carattere meno estremo, al suo format e alla sua accessibilità.

Tra i molteplici ruoli di Enrico Guala, anche quello di speaker e presentatore del circuito

Enduro World Series,

the next level Il 2013 è l’anno della svolta. Stagione dopo stagione, la disciplina dell’enduro ha preso sempre più consistenza, forma e contenuti. Stretta tra le gare di endurance e gravity, ha trovato linfa nell’animo dei biker alla ricerca di nuovi stimoli, emozioni e contenuti e nei dipartimenti R&D delle aziende, desiderose di allargare il mercato con mezzi polivalenti e innovativi. Anche la migliore idea però non prolifera se non è sviluppata da persone competenti, motivate e determinate e se non viene lasciata crescere con il giusto tempismo. L’Italia ha giocato un ruolo primario in questo sviluppo, portando un contributo fondamentale per il primo circuito di Coppa del Mondo, l’Enduro World Series, che prenderà il via con la tappa Superenduro Powered by SRAM Pro di Punta Ala, prevista il prossimo 18/19 maggio 2013. Uno dei protagonisti indiscussi, cuore, anima e corpo del movimento enduro è sicuramente Enrico Guala, fondatore del circuito Superenduro. A lui abbiamo posto un po’ di domande per far meglio conoscere la storia dell’enduro e le chiavi del suo successo internazionale. Ciao Enrico, per chi ancora non ti conoscesse presentati ai lettori di Pointbreak Magazine. Quali sono le tue radici e il tuo background? Sono nato a Genova, nel 1969 e non ho mai posseduto una moto, solo bici. Dal punto di vista sportivo vengo dal bike trial, che ho praticato a cavallo degli anni ‘80-90 correndo a un buon livello internazionale. Quando nel ‘85 ho visto le prime mountain bike nel negozio che mi passava i pezzi di ricambio me ne sono fatta comperare una (GT Backwoods, 1985), al posto della moto. Mi si è aperto un mondo tutto nuovo. La tua passione per il ciclismo, e più precisamente per la mountain bike, ha una lunga storia che ti ha visto protagonista in diversi ambiti, dalla promozione turistica, all’organizzazione delle prime gare di 24h, per poi entrare attivamente nel settore commerciale. Quali sono state le tappe salienti che ti hanno portato fino ad oggi? Il mio primo lavoro è stato fare il meccanico presso il negozio locale, poi ho iniziato a vendere al banco, a fare l’agente e a collaborare con alcune aziende tra cui STM e Race-

24

Pointbreak Magazine 3 / 2013

Non c’è enduro senza passaggi tecnici e capacità di guida. I primi americani che sono venuti a correre da noi lo hanno riconosciuto e credo che il messaggio si stia diffondendo anche da loro

La gara di Finale Ligure dell’anno scorso

ware. Entrambe le esperienze mi hanno dato moltissimo e aiutato a formarmi come sono oggi. Il periodo di Finale Ligure in particolare è servito molto soprattutto dal punto di vista dell’attitudine allo sviluppo di una destinazione turistica legata alla MTB e all’organizzazione di eventi. Nel 1999 lavoravo con Mauro (Bertolotto, ndr) e ci coinvolse nell’organizzazione della prima 24H, del Funky Day e del Museo della MTB che dal Colorado abbiamo “spostato” a Finale per tre mesi. Credo quello sia stato il weekend più importante della mia vita, la svolta per Finale e per me. Dopo una piccola parentesi nel settore moto, ancora con STM a inizio del 2000, nel 2006 ho deciso che volevo mettere a frutto le tante esperienze maturate in una mia azienda e il primo pensiero è andato ad Andrea Balli, con cui abbiamo costruito la 4Guimp. Una buona idea cresce su un terreno fertile di persone capaci, chi si nasconde dietro al successo Superenduro? Non si nasconde nessuno, anzi siamo lì sotto la tenda e sul palco. Scherzi a parte, l’idea originale del Superenduro è di Franco Monchiero, il quale mi ha letteralmente convinto che era ora di fare qualche cosa in Italia. Venivo da molti anni di organizzazione di 24H e gare DH e con Franco c’era già una lunga conoscenza e stima. Inoltre volevamo creare uno strumento per dare una “ragione” alle nuove tipologie di bici, per essere spinte e capite. Dato che in Italia siamo competitivi, l’unica possibilità era dare a queste bici un format di gara. Inoltre i negozi che hanno iniziato a lavorare sull’enduro sono in salute e crescono in quel segmento più che in ogni altro, segno che la via è buona. Quali sono state le origini competitive dell’Enduro in mountain bike? Bisognerebbe chiedere a Franco che cosa lo spinse a organizzare a Rocchetta Belbo la prima gara di enduro in MTB oltre 25 anni fa. Probabilmente ti risponderebbe che quello è per lui il modo di andare in bici e che il parallelo con la moto rende tutto logico. In realtà in Europa è stata la Francia con la Tribe 10.000 a proporre l’enduro moderno. Entriamo ora nella settima stagione del Superenduro italiano, come ha contribuito l’espansione del movimento a livello internazionale?


Rimane interessante nell’enduro, più che in altre discipline, il fatto che non esiste una bici perfetta, ma un mix rider-bici che esprime al meglio il potenziale e che può essere diverso da rider a rider

Se devo dare un merito a Superenduro è quello di avere creato un format più maturo di quello che c’era sul mercato quando abbiamo iniziato, indicando chiaramente una direzione e una meta. Dietro noi e alla nostra apertura, sono nati molti altri circuiti nazionali in tutto il mondo con cui abbiamo bellissimi e solidi rapporti. Credo che il livello di professionalità che abbiamo messo in campo sin dalle prime gare nel 2008 abbia fortemente contribuito all’immagine della disciplina e sia servito ad attirare investimenti da parte dell’industria. La stessa che oggi è alla base dello sviluppo internazionale. Quali sono state le maggiori sfide, i maggiori ostacoli da superare? Ancora oggi la sfida più grossa è trovare il tempo per fare tutto e coniugare il lavoro di tutti i giorni con l’organizzazione delle gare e tutto quello che c’è dietro. Ecco forse la cosa che più mi pesa è che pochi capiscono lo sforzo e l’impegno che richiede un’organizzazione come la nostra, sia dal punto di vista economico che temporale. Enduro World Series, come si è giunto a questo traguardo? È stata una logica evoluzione del percorso intrapreso dalla UCI nel gennaio 2012, quando ci ha convocato, insieme ad altri organizzatori, per scrivere le regole dell’enduro mondiale e poi “congelato” il progetto a settembre. Tutto il lavoro fatto sino ad allora e le aspettative dei rider e dell’industria erano in grave pericolo. Il pericolo era che qualcuno che non sa nulla di enduro cogliesse la palla al balzo per proporre una serie di gare sotto una titolazione comune, ma lontana dalla visione enduro che avevamo sviluppato sino a qual momento. Superenduro, Enduro Series, Crankworx e Colorado MTB Festival si sono quindi riuniti per dare

vita a una serie che potesse dare credibilità e visibilità allo sport al massimo livello e validare la disciplina e chi la pratica. Da una recente statistica fatta su MTB Forum in atto mentre stiamo scrivendo, pare l’enduro sia la seconda scelta di competizioni dopo le gran fondo. Dove ricade tanto successo nella scelta dei praticanti amatori? Ritengo che con il nostro format di gara l’enduro rimarrà molto più accessibile a un’ampia fascia di utenza dell’XC o della DH che sono estreme per definizione, in quanto il cronometro parte all’inizio della prestazione e finisce alla fine. Nell’enduro ci sono sempre due momenti: il trasferimento e la speciale. Starà ovviamente all’intelligenza di chi organizza tenerlo interessante e accessibile e gli strumenti ci sono in quanto li abbiamo costruiti “intrinsechi” nel formato. È per questo che per diversi anni abbiamo cercato di organizzare quante più gare possibile, per “formare” staff locali e indicare la direzione, eliminando il rischio che qualcuno potesse guidare l’enduro “fuori strada”. Oggi le regole sono chiare e il format assimilato. Siamo felici di vedere sempre più circuiti che nascono in Italia. Enduro e professionisti. L’Enduro World Series ha attirato immediatamente professionisti del XC e del downhill lanciati verso un nuovo settore per avere visibilità, popolarità e quindi sponsor. Chi ritieni abbia le carte vincenti per emergere? In parte la EWS attira anche xc’er e downhillers, ma ritengo che sarà un pilota di enduro a portare a casa il primo titolo mondiale nel 2013. Visibilità, popolarità e sponsor arrivano in enduro non solo se il pilota va forte e vince, ma anche se è capace a parlare al pubblico dei suoi sponsor. Infatti nell’enduro rimane una

componente che non ritroviamo nelle altre discipline e cioè la possibilità di correre tra amatori e pro. Le aziende credono fortemente in questa specialità. Specialized ha addirittura scelto la tappa Superenduro di Finale Ligure per presentare in anteprima alla stampa internazionale le novità oggi presenti nei negozi. Quali sinergie stanno nascendo? È molto semplice, siamo persone dell’industria che hanno sempre tenuto presente che per la sostenibilità di una disciplina sportiva serve il supporto del mercato e dei piloti. L’enduro come lo abbiamo concepito è fatto per dare goduria e visibilità ai rider e alle aziende. Siamo stati i primi a portare le bici sul podio insieme ai rider e ora anche gli altri stanno seguendo. Anche se operatori del settore legati ai marchi con i quali lavoriamo, siamo sempre stati aperti e collaborativi con tutti coloro che hanno avuto e hanno voglia di sostenere la crescita della disciplina. Guarda il Superenduro come una piattaforma sulla quale si fonda un mercato e vedrai che diventa logico per tutta l’industria sostenerlo. Sia a livello nazionale che internazionale. Quali mezzi stanno riscontrando maggiori consensi tra gli atleti per affrontare le gare di Enduro? Difficile rispondere ma credo che oggi le aziende abbiano tutte a catalogo bici specifiche con diverse caratteristiche. Rimane interessante nell’enduro, più che in altre discipline, il fatto che non esiste una bici perfetta, ma un mix rider-bici che esprime al meglio il potenziale e che può essere diverso da rider a rider. Pensi che la tecnicità riconosciuta dei tracciati italiani rimanga una caratteristica di unicità o prevarrà il maggior flow tipico delle gare internazionali? Ritengo che ancora una volta stiamo facendo scuola. Non c’è enduro senza passaggi tecnici e capacità di guida. I primi americani che sono venuti a correre da noi lo hanno riconosciuto e credo che il messaggio si stia diffondendo anche da loro. Come vedi l’Enduro tra altri 6 anni? Con una miriade di gare locali che serviranno a fare provare l’emozione di una gara in MTB a un pubblico sempre più vasto ed eterogeneo. Siamo alla nuova vita della MTB che non è altro che il ritorno alle origini dello sport. Ma tu ti ricordi che alle prime gare di MTB (erano XC) ci andavamo tutti e tutte le domeniche? Ecco, vedo l’enduro così, con la differenza che per definizione tecnica e di formato possiamo tenerlo interessante per tutti senza estremizzarlo come XC e DH. Grazie Enrico per il tempo che ci hai dedicato. Avrei mille altre domande, entrando nel tecnismo dei materiali, di allenamento, nell’organizzazione di una gara e dei suoi tracciati. Ma lasciamo questi argomenti per altri futuri incontri sulle pagine di Pointbreak Magazine. Vuoi ringraziare qualcuno concludendo? Prego ragazzi, magari del resto parliamo davanti a una birra a un fine gara, ringrazio tutti quelli che hanno letto sino all’ultima riga.

Foto di gruppo per gli organizzatori del circuito Superenduro. A destra il campione italiano Davide Sottocornola

Pointbreak Magazine 3 / 2013

25





Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.