Sport in parrocchia: palla al centro
D a l 1 9 0 6 i l m e n s i l e d e l C e n t r o S p o r t i v o I t a l i a n oG e n n a i o / F e b b r a i o 1 9 9 9 1/2
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editoriale
03 Giù le forbici dal CSI! di Donato Renato Mosella
vitacsi
04 Senza trucchi e senza inganni di Edio Costantini
06 A proposito di statuto e di “ vil meccanici” di Marco D’Amico
07 Grande è la vostra responsabilità... di Roger Etchegaray
12 Avere 20 anni e fare sport nel CSI di Gianni Cavazzoni
15 Arturo a spasso nel tempo di Marco Croci
24 Mohamed e la supertifosa di Vincenzo Di Pinto
25 Una convenzione che conviene di Enrica Tassi
28 Quando il CSI è più forte della politica di Marco Guizzardi
dossier
08 Sport e diocesi di Andrea De Pascalis
sport&sport
18 CONI d’ombra di Giampiero Spirito
20 Quando la domenica è un giorno speciale di Paolo Cardini
22 Lo sport con l’acqua alle ginocchia di Alberto Caprotti
argomenti
16 La storia del signor Sigit Budiarto di Alessandro Cappelli
27 Paola Bignardi alla guida dell’Azione Cattolica
rubriche
26 Allo specchio di Emerenziana Rossato
30 Il racconto di Edio Costantini
radici
31 Pellegrini verso il giubileo di Vittorio Peri
1/2 D I R E T T O R
Donato Renato Mosella
D I R E T T O R E R E s p O n s a b I l E Edio Costantini
D I R E z I O n E , R E D a z I O n E E a m m I n I s T R a z I O n E Via della Conciliazione, 1 00193 Roma
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sommario Period co assoc ato a l USPI (Un one Stampa Per od ca tal ana) 4 20 12
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Giù le forbici dal CSI!
L'elezione di Gianni Petrucci all'incarico di presidente del CONI, e la contemporanea presentazione del disegno governativo di riforma dell'Ente olimpico, potrebbero far pensare che lo sport italiano stia uscendo dall'emergenza Purtroppo, non è così facile
L'intero sistema ha pagato a caro prezzo i mesi di vuoto lasciati dalle dimissioni di Pescante: il processo di autoriforma dello sport si è arrestato; nel dialogo con il governo, pronto a rivedere per proprio conto il quadro del settore, è venuto a mancare un interlocutore solido; la flessione del totocalcio è diventata un crollo, nell'assenza di interventi correttivi
Non è chiaro in che modo il neopresidente Petrucci pensi di recuperare il ritardo. Dei suoi progetti, stando a quanto si apprende dalla stampa, si conoscono solo due punti fermi: dialogo con il governo e lotta al doping Continuiamo ad ignorare, invece, come Petrucci intenda affrontare tutti gli altri problemi che minano un sistema cresciuto molto in fretta e senza regole. Bravissimo a farsi eleggere senza p r e s e n t a r e a l c u n p r o g r a m m a ve r o , Petrucci non ha spiegato nemmeno come intende ripartire il deficit provocato nelle entrate CONI dal tramonto dei concorsi pronostici Su quest'ulti-
mo punto, se è vero quanto si apprende ufficiosamente, il correttivo individuato dal neo presidente e dalla Giunta sarebbe un pesante taglio dei contributi, percentualmente uguale per tutti.
Troppo facile e poco giusto usare le stesse forbici per chi ha molto e per chi ha molto poco, per chi sperpera e per chi amministra al meglio anche le briciole, per chi si muove fuori da ogni controllo e per chi lavora con trasparenza. Vocazione alla riforma e spirito d i m a n a g e r i a l i t à c o n s i g l i e r e b b e r o un'altra strada, certo più faticosa ma più "nobile": quella di una verifica attenta del bilancio del CONI, voce per voce, per cassare gli sprechi, eliminare gli assistenzialismi, salvaguardare le priorità vere nell'interesse di tutto lo sport e non di qualche componente.
Per i nuovi vertici del Foro Italico sarebbe davvero un brutto inizio tagliare ulteriormente quello 0 90% delle entrate CONI destinate allo sport per tutti, con il risultato di risparmiare spiccioli e minare in maniera drastica un sistema di base che costituisce il grande serbatoio dal quale le stesse federazioni attingono dirigenti, tecnici, arbitri Sarebbe anche il segnale di una politica di stampo non riformista E di fronte alla scelta delle "forbici selvag-
ge", il CSI darebbe battaglia in ogni sede possibile per la revisione dell'intero sistema dei finanziamenti a federazioni ed enti.
N e l f r a t t e m p o l ' A s s o c i a z i o n e fa r à bene a prepararsi ad un futuro immediato fatto di austerity, adottando al suo interno l'uso delle "forbici intelligenti", privilegiando la qualità sulla quantità, limando ciò che è meno funzionale allo svolgimento delle attività sul campo, rinviando ciò che può essere rinviato.
Sono certo che l'Associazione saprà adeguarsi, perché i sacrifici è abituata a farli Anzitutto, però, abbiamo il diritto di essere ascoltati, di dire la nostra In secondo luogo, vorremmo che i sacrifici fossero proporzionalmente di tutti e servissero alla costruzione di un sistema nuovo e migliore per la moltitudine dei cittadini, non al mantenimento di vecchi e ingiustificati privilegi per una piccola élite
Siamo dunque ancora lontani dal fare uscire lo sport italiano dall'emergenza e dalla conflittualità Un risultato che sarebbe possibile solo così: con un grande progetto collettivo e il coraggio comune di portarlo avanti.
Donato Renato Mosella
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Lo sport nelle parrocchie potrebbe ripartire con un patto di alleanza con il CSI È l’appello lanciato da tanti vescovi e sacerdoti per contrastare la sindrome di abbandono in cui versano molte strutture sportive e ricreative parrocchiali È un problema di gestione e di proposte sportive serie - afferma don Mario Lusek, della diocesi di Fermo (AP) - e il CSI, forte delle sue radici, deve tornare a “rianimare” con lo sport quel mondo giovanile che sempre più sta scomparendo dalle parrocchie
Lo stesso segretario generale della CEI, monsignor Ennio Antonelli, ha affermato che le parrocchie devono convertirsi a inserire la pastorale dello sport nella pastorale ordinaria e che il CSI potrebbe offrire buoni contributi nella programmazione pastorale, nell'elaborazione ed attuazione di progetti sportivi educativi non solo per i giovani, ma anche per le famiglie e le altre componenti della comunità
Nel documento della CEI “Sport e vita cristiana” si afferma anche che “lo sport è di casa nelle nostre realtà ecclesiali a cominciare dalla parrocchia e da quella realtà così preziosa che è l'oratorio" Alla luce dei fatti, quest'affermazione oggi potrebbe apparire troppo ottimistica, o forse anche consolatoria, tanto più se si considerano le tendenze che attraversano il mondo giovanile e riguardano anche la Chiesa in generale e la parrocchia in specie
Nell’ultimo rapporto IARD sulla condizione giovanile in Italia si registra una flessione dell'impegno dei giovani nell'associazionismo in genere e in quello cattolico in particolare; rispetto agli anni ottanta la flessione è del 10% (dal 26% al 16%). Occorrerà allora interrogarsi sulla svolta da dare alla pastorale giovanile e sulle linee e gli strumenti da utilizzare perché la parrocchia riaccosti l'universo giovanile
Si tratta solo di scendere in strada e avviare il cammino, con le dovute sensibilità e competenze, ma anche con la determinazione che una evangelizzazione di strada comporta Di più lo sport, quello educativo e di servizio alla persona, può e deve ritrovare uno spazio che in passato occupava anche per i ragazzi e i giovani inseriti nel tessuto vitale della pastorale parrocchiale
Edio Costantini
Senza trucchi e senza inganni di
sotto le più diverse vesti: catechisti, animatori e associati ai vari gruppi
Collaborazione con sacerdoti e vescovi
Sono queste le premesse da cui nasce la “Millennium Cup”, che conferma al primo posto l'impegno del CSI nella "riconquista" della parrocchia È il progetto che l’Associazione sta preparando per il Grande Giubileo Un modo di ripartire da zero? Forse, anche se negli ultimi cento anni di storia l'associazionismo sportivo cattolico ha investito molte risorse ed energie nella promozione dello sport negli oratori Ora il CSI ci riprova mettendo in cantiere un progetto specifico per il rilancio nelle parrocchie di un’attività sportiva e pastorale insieme. Migliaia di iniziative sportive a carattere diocesano e nazionale, unitamente a campus formativi per operatori sportivi costituiranno un autentico modello da proporre alle parrocchie e alle chiese locali
Il progetto - denominato appunto “Millennium Cup” - si articolerà in iniziative sportive per l’anno 2000 e sfocerà nella realizzazione di un mega incontro nazionale previsto a Roma per il 29 ottobre del 2000, in occasione del Giubileo degli sportivi che, come ha detto il Cardinale Roger Etchegaray, non sarà un'Olimpiade religiosa ma un incontro tra le persone per un rinnovamento del cuore, affinchè l’umanità possa affrontare le sfide gigantesche del prossimo millennio
È un progetto da sogno che l’associazione lancerà nell’anno del Giubileo per farlo decollare subito dopo il 2000. Anche se può apparire un sogno si scopre poi che è un sogno reale e realizzabile È uno di quei progetti destinati a far bene, perché frutto non dell’improvvisazione, ma della progettazione più attenta e di esperienze già consolidate. La forza del progetto sta certamente nei servizi organizzativi e pastorali che il CSI intende offrire alle parrocchie: dalle proposte sportive per i ragazzi, i giovani e gli anziani, alla formazione permanente di allenatori, tecnici, animatori, alla collaborazione nella gestione delle
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Il C SI nelle parrocchie
strutture sportive parrocchiali, alla costituzione e gestione di circoli ricreativi ma soprattutto a lavorare e collaborare con i sacerdoti e con i vescovi perché lo sport entri nella pastorale ordinaria della comunità parrocchiale.
Alcune caratteristiche del progetto
Vediamo più da vicino alcuni requisiti generali della Millennium Cup Essa proporrà attività significative, in quanto rivolte a tutte le fasce di età, praticabili anche unitariamente dalle famiglie e che abbiano come punti di svolgimento privilegiati i luoghi della celebrazione giubilare (i santuari a livello locale, le piazze delle Cattedrali e Roma per il Giubileo degli Sportivi); attività sportive parrocchiali in quanto accompagnate da un invito e un aiuto a costituire in ambito parrocchiale dei “gruppi sportivi”, con persone di tutte le età, per organizzare la partecipazione alle attività programmate e come primo passo di un impegno sportivo da proseguire oltre il Giubileo
Fare sport non è tempo perso!
Richiamo l’attenzione su un episodio evangelico: Gesù a Cana di Galilea Cosa ci va a fare Gesù a un banchetto di nozze? È pastorale inutile? - si domanderebbe qualcuno Gesù a Cana non predica Non è forse t e m p o p e r s o ? L e g g o d e n t r o queste possibili obiezioni a Gesù che perde tempo per condividere l’amore di due giovani, le obiezioni di chi pensa che dedicare tempo e persone a una esperienza sportiva costruttiva con i ragazzi è tempo perso Gesù entra in campo proprio nel momento stesso in cui manca vino alla festa Mi sembra che l’episodio possa essere
icona di una parrocchia che intende servire la speranza delle persone là dove esse vivono Una parrocchia che porta il vino della speranza e della gioia Una parrocchia che è ricchezza di futuro È importante che non r inunci a questo compito di seminare gioia: anche nello spor t Maria ci dice: “Non hanno più vino” Traduciamo: ci sono ragazzi, senza gioia, altri senza amore, altri ancora a cui è venuto meno il gusto della vita Noi chiesa di oggi vogliamo, non per arroganza ma per missione, portare questo vino nuovo, questa freschezza rinnovata, il sapore del Vangelo Perché l’uomo di oggi abbia vita e l’abbia in abbondanza Anche attraverso lo sport
Don Eugenio Mondini
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"Cosa ci sarà mai sotto? Perché questi vogliono cambiare lo statuto?" qualcuno mugugnava nei corridoi della Domus Pacis durante i lavori dell'Assemblea nazionale di verifica, mostrando di non aver capito l'urgenza e la necessità del cambiamento Per fortuna la stragrande maggioranza dei presidenti provinciali aveva ben chiari i motivi che costringevano a rimettere mano allo Statuto appena quattro anni dopo il Congresso di Rimini e la sua appendice di Roma
Il motivo principe si chiamava D L 460/97 che ha disciplinato il trattamento fiscale delle associazioni non commerciali, costringendo tali associazioni ad adeguare i loro statuti In mancanza di adeguamento, si sarebbe venuta a modificare la natura stessa dell'Associazione ed essa, tra l'altro, sarebbe stata costretta a compilare, ai vari livelli, la denuncia annuale dei redditi
Il D L 460/97 ha consentito che, per accelerare l'iter, le modifiche statutarie previste fossero approvate dall'organo direttivo nazionale dell'associazione e poi ratificate dal Congresso
In base a ciò, l'Assemblea di verifica ha affidato tre compiti al Consiglio nazionale: adeguare immediatamente lo Statuto secondo quanto previsto dal D L 460/97; provvedere ad una nuova formulazione dell'intero testo per armonizzarlo alle nuove esigenze; convocare il congresso straordinario per l'approvazione finale
I tre compiti sono stati assolti Il Consiglio nazionale nella riunione del 13 dicembre scorso ha espletato il primo e il terzo compito, nella riunione del 31 gennaio '99 ha esaurito il secondo. Anche se sembra che non sia successo nulla, in realtà oggi è già in vigore il nuovo testo, con il quale si andrà avanti fino al 4 luglio 1999, giorno conclusivo del Congresso straordinario convocato per l'approvazione finale del nuovo Statuto.
Veniamo alle questioni statutarie, e vediamo in estrema sintesi cosa è cambiato:
l il ruolo della società sportiva, che diventa il socio del CSI,
diMarco D’Amico
Verso il Congresso straordinario
mentre atleti e dirigenti sono i "tesserati";
l ogni società sportiva esprime un voto, a prescindere dalla sua consistenza associativa;
l l'istituzione di nuovi organismi associativi, quali la consulta dei presidenti di comitato e la consulta dei presidenti regionali, in quanto la legge prevede che negli organismi associativi ai vari livelli non vi siano membri di diritto ma soltanto consiglieri eletti
Il nuovo ruolo della società sportiva è una novità ma fino a un certo punto La centralità delle società sportive è sempre stato un principio-guida dell'Associazione, che ora trova semplicemente il suo riconoscimento statutario Un ruolo non solo simbolico, ma che segna profondamente il rapporto tra base associativa e vertice nazionale, rendendolo più visibile e diretto
Gli obblighi impostici dal D L 460/97 dimostrano che ormai non ci si può più rifiutare di fare i conti con la dimensione pratica o, se si vuole, "tecnica" dei problemi, da quelli fiscali a quelli organizzativi Se è giusto porre al centro di ogni tensione associativa la questione dei fini e dei principi, non ci si può fermare a discutere solo dei "fini" e mai dei "mezzi", ignorando quanto ci impone la conoscenza documentata e globale dei problemi in termini di costi e benefici Anche se una piccolissima parte dei dirigenti preferirebbe navigare nei cieli fumosi dell'ideologia e delle teorie, nella convinzione che le discussioni su mezzi, costi e benefici siano noiosi "tecnicismi" da delegare alla competenza dei "vil meccanici"
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A proposito di statuto e di “vil meccanici”
"Lo sport era una volta un gioco di società, o meglio, un gioco che contribuiva a fare la società Lo spazio sportivo entrava nell'equilibrio, nella regolazione di una vita di quartiere, di comune, di città E la Chiesa, fino al fondo delle parrocchie, non ha tralasciato, senza peraltro accaparrarla, di incoraggiare la pratica sportiva al triplice livello dell'educazione fisica, morale e sociale, prestandole una vocazione al tempo stesso estetica ed etica Oggi, molti si pongono la domanda: quali valori veicola lo sport? Può lo sport avere ancora una morale, quando il suo unico obiettivo è la vittoria, vittoria sull'avversario più che vittoria su se stesso? Corpi commercializzati dal denaro, corpi segnati dalla violenza, corpi robotizzati dal doping, corpi irregimentati dalla politica Corpi che dividono invece di riunire
"Mi direte: ecco un quadro assai cupo, forse troppo cupo, che non tocca che lo sport ad alta competizione Ma, in realtà, il più minuscolo stadio subisce, più o meno, il contraccolpo della società ambiente. Nessuno stadio, nessun club è un'isola, un giardino chiuso.
"Grande è la vostra responsabilità al servizio dello sport, la vostra responsabilità di cristiani, portatori di una Buona Novella al variato mondo dello sport. Un'associazione ha bisogno di fiato, esattamente come lo sportivo di cui essa è il supporto Non è facile per voi esserne l'allenatore tenace, vigilante come un portiere, lungimirante come il primo di un gruppo Non è facile per voi - come per ogni responsabile nella Chiesa, sia vescovo o prete - tenere il più alto possibile la barra di un Vangelo esigente
"Per ravvivare le vostre energie umane e cristiane, non basta questa messa domenicale, non basta il costante sostegno dei vostri preti e vescovi Già da due anni la Chiesa ci invita tutti a prepararci ad accogliere la grazia del Giubileo dell'Anno 2000
"Non si tratta di qualche olimpiade religiosa, di qualche performance spirituale, ma più profondamente, più universalmente di un rinnovamento del cuore di ogni uomo affinché, illuminato, fortificato dal Cristo Salvatore, possa affrontare le sfide gigantesche del prossimo millennio. È tempo
Il Cardinale Roger Etchegaray all’Assemblea di verifica del C SI
Grande è la vostra responsabilità... di
per voi di entrare in questa maratona di una conversione invero mai incompiuta Questa mattina non vi richiamo che su un punto, illuminato dal Vangelo di oggi: ritrovate un'anima di povero per farvi portavoce dei poveri delle vostre associazioni: lo sport non è riservato ai giovani o ai ben portanti, anche gli handicappati vi hanno diritto così come gli anziani, ciascuno alla propria misura e al proprio ritmo.
"Anche gli extracomunitari vi hanno diritto Grazie a voi, lo sport può e deve essere un luogo abituale di integrazione sociale per tutti, in particolare per quelli che si sentono marginalizzati in una società divenuta selettiva e affascinata dalla redditività Possiate essere numerosi il 29 ottobre dell'Anno 2000 a celebrare, a Roma, il Giubileo di tutti gli sportivi del mondo"
Roger Etchegaray
del Comitato Centrale per il Grande Giubileo del 2000
Il Card Roger Etchegaray con il presidente C SI Donato Renato Mosella e il consulente ecclesiastico nazionale mons Vittorio Peri
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Presidente
D o S S I E R
Delle duecentoventisette diocesi distribuite sul territorio italiano, solo ottantasei hanno un Ufficio per la pastorale del turismo, sport e tempo libero E quando l'Ufficio c'è, non è detto che si occupi realmente di tutti e tre i settori Insomma, se i numeri del rapporto tra sport e parrocchia sono avari, non si può dire che le cose vadano meglio a livello diocesano. Perché? Quali problemi e quali situazioni reali si nascondono dietro il dato numerico? Come è considerato effettivamente lo sport nelle diocesi?
Le domande acquistano un forte rilievo nel momento in cui si pensa di rilanciare lo sport parrocchiale. La diocesi è l'anello passante tra qualsiasi progetto nazionale e le parrocchie, è il soggetto che più di ogni altro può stimolare l'insieme delle parrocchie del territorio ad inserire la proposta sportiva negli strumenti della pastorale ordinaria, e può fare da raccordo tra associazioni sportive e comunità parrocchiali Di questo ruolo era consapevole la nota pastorale della CEI Sport e vita cristiana, che raccomandava: "Il livello diocesano curerà - con intelligenza, cordialità, costanza, spirito di servizio - la reciproca conoscenza e talune forme di coordinamento tra le diverse istanze, istituzioni, organismi, associazioni impegnate nello sport Soprattutto stimolerà una programmazione pastorale che valorizzi le forme educative culturali e religiose, così che lo sport diventi realmente risorsa di umanizzazione e cammino di preparazione al Vangelo" (42)
A quasi quattro anni di distanza dalla pubblicazione della nota pastorale, come si può dire che sia stato accolto questo appello? "Nel fare un bilancio - raccomanda Mons Carlo Mazza, direttore dell'Ufficio nazionale per la pastorale del turismo, sport e tempo libero della CEI - bisogna fare una distinzione tra le due strade tracciate dalla nota per le diocesi: da un lato promuovere iniziative in proprio, dall'altro affiancare e sollecitare le associazioni che lavorano in diocesi Se parliamo di azione diretta, non c'è dubbio che l'attenzione delle diocesi allo sport sia marginale, che lo sport entri con difficoltà nella pastorale diocesana. Ciò che frena è la difficoltà ad inquadrare giustamente il fenomeno dello sport moderno, la sua importanza La Chiesa locale fa fatica, non ha le categorie chiare per interpretare la realtà ed intervenire direttamente a livello pastorale. Se guardiamo all'azione indiretta, vediamo però che le diocesi delegano con fiducia all'associazionismo sportivo cattolico il compito di essere fermento, di animare la realtà con le loro proposte"
Per l'associazionismo resta la difficoltà di rapportarsi alla diocesi in assenza di un referente, di un Ufficio con cui costruire insieme un programma non effimero
Sport e catechismo
"Le difficoltà ci sono - conferma Mons Igino Cardin, responsabile diocesano di Belluno per la pastorale del turismo, sport e tempo libero
Sport e diocesi L’Ufficio c’è ma non si vede di
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Andrea De Pascalis
- Non si può dire che la base della comunità ecclesiale mostri grande attenzione per lo sport. La nota Sport e vita cristiana ha cambiato poco, non si legge, si perde tra la grande quantità di documenti della Chiesa. Per cambiare le cose occorrono tempi lunghi e tenacia Seminari e convegni? Sarebbero utili, ma il motore di ogni cambiamento resta la presenza di qualche sacerdote zelante che lavori capillarmente per aiutare a capire lo sport"
Dello stesso avviso è don Giorgio Benedetti, responsabile della diocesi di Verona per la pastorale del turismo, sport e tempo libero "Il nostro compito è annunciare il Vangelo nello sport. Lo facciamo incontrando le persone, gli atleti e i dirigenti delle Federazioni, delle associazioni, i responsabili per lo sport dei Comuni, della provincia e della Regione. É un compito capillare che si basa molto sul contatto personale".
La fatica non è solo nel procedere "porta a porta" Nel fare passare il messaggio dello sport educativo si incontrano difficoltà proprio con i sacerdoti e le parrocchie. I motivi della resistenza sono sempre gli stessi: scarsa comprensione del valore educativo dello sport, timore che l'attività sportiva distragga i ragazzi dall'attività catechistica "Nel nostro territorio - conferma Mons Cardin - le cose sono cambiate quando abbiamo eliminato il conflitto dei tempi tra catechismo e sport, evitando sovrapposizioni Il lunedì, ad esempio, non si fa sport, la giornata resta libera per il catechismo"
Formazione e coordinamento
Le azioni dirette delle diocesi si incanalano quasi tutte nella direzione della informazione e della formazione. Si organizzano incontri, si diffondono sussidi sulla dimensione dello sport letto alla luce di Sport e vita cristiana, si promuovono corsi di aggiornamento per dirigenti di società sportiva.
Ma la vocazione più autentica delle diocesi resta comunque quella del coordinamento "Abbiamo appena costituito - conferma Mons Cardinuna commissione diocesana composta da dodici elementi, in maggioranza laici responsabili di associazioni di ispirazione cristiana che agiscono nel campo del turismo, sport e tempo libero Tuttavia c'è il problema di spostare l'ago dell'interesse verso lo sport Le parrocchie sono molto attente alle attività di turismo, di cui recepiscono la valenza socioculturale. Vogliamo far capire che l'attività sportiva ha una valenza sociale altrettanto forte, che è potenzialmente in grado di muovere gruppi di persone più ampi e che certamente interessa i giovani in misura maggiore".
"Anche a Verona - dice don Giorgio Benedetti - è appena stata formata una Commissione diocesana per lo sport, di cui fanno parte rappresentanti di tutto il mondo dello sport presente sul territorio Mi risulta che altrettanto sia stato fatto in tutto il Triveneto e in Lombardia. Su scala nazionale solo una diocesi su tre ha un ufficio per la pastorale dello sport? Credo che il problema tocchi le diocesi più piccole e quelle di alcune regioni". Forse è questione di tempo, considerando che
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anche nel Triveneto e Lombardia le commissioni sono appena state costituite.
La stampa diocesana
Circa la metà delle diocesi dispone di un proprio periodico a stampa. Secondo l'ultimo annuario cattolico italiano (1996/97) i periodici delle diocesi italiane sono centoventicinque
Peccato che un canale di informazione così massiccio e diffuso serva molto poco la causa della pastorale sportiva É quanto emerge sfogliando i primi 18 periodici diocesani pervenuti al CSI nazionale nel 1999
Delle 646 pagine totali, appena 50 sono dedicate allo sport Numero che si riduce ulteriormente se si pensa che 30 di quelle pagine sono inserti del CSI Solo 20 sono dunque le pagine sportive redatte in proprio dalle diocesi
Di che cosa parlano? Un conteggio approssimativo, fatto con righello e calcolatrice, dice che appena l'8% dello spazio è dedicato ai temi dello sport sociale e della cultura sportiva; il 92% è dedicato a cronache e commenti di basket, calcio e pallavolo delle squadre professionistiche o semiprofessionistiche locali. Il modello informativo di riferimento sembra essere quello acritico della grande stampa sportiva Insomma, nessuna controlettura dello sport, nessun esercizio di quella virtù del discernimento cui invita Sport e vita cristiana.
Un'occasione mancata, si può dire. Perché? "Il modo in cui la stampa diocesana si occupa di sport - conferma Mons Carlo Mazza - rivela tutta la marginalità della cultura sportiva nell'ambito delle Chiese locali. L'evento sportivo è vissuto ed interpretato in un modo che non incide sullo stile di vita Si procede sulla linea della massima informazione, minima cultura Servirebbe non solo la capacità di commentare l'attività sportiva in sé al di là dei risultati, ma anche di 'entrare' nel merito dei valori dello sport. Inviterei i settimanali diocesani a fare un salto di qualità Ma occorrono risorse che probabilmente la stampa diocesana non ha Ci vorrebbero giornalisti formati a cogliere elementi di valore sportivo ed etico. Dove trovarli?".
"Nella mia diocesi - ammette don Giorgio Benedetti - il compito di scrivere qualcosa di diverso sullo sport toccherebbe a me Ogni tanto lo fa c c i o , l o s p a z i o c ' è M a n c a i l tempo. E manca chi potrebbe farlo al posto mio"
Il pallino del gioco sembra tornare ancora una volta nelle mani delle associazioni. La diocesi non può fare di più con le sue forze Se le a s s o c i a z i o n i n o n t r ove r a n n o i l modo di fare opera di formazione e di informazione presso le diocesi, anche nel campo della comunicazione, ben difficilmente le cose potranno cambiare.
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Anche in questa indagine si conferma l'orientamento dei giovani italiani messo in luce dalle più recenti ricerche
Infatti al primo posto delle cose che contano si colloca la famiglia, seguita dal ragazzo o dalla ragazza e dagli amici
La religione, l'impegno sociale e la politica occupano rispettivamente il terzultimo, il penultimo e l'ultimo posto della graduatoria.
Il lavoro, lo sport, lo studio e lo svago nel tempo libero si collocano in una posizione intermedia
Questa una delle prime e sommarie conclusioni espresse da Mario Pollo, il ricercatore che nei mesi scorsi ha condotto un sondaggio su “giovani, sport e associazione”
Sono state intervistate 873 persone, nella quasi totalità adolescenti e giovani: l'età media degli intervistati è di 19,3 anni.
Si tratta di un campione scelto tra i tantissimi giovani dai 15 ai 25 anni che fanno parte del CSI e praticano diverse discipline sportive nelle migliaia di società sparse per tutta Italia.
La maggior parte sono studenti (66%), ma tanti anche i lavoratori (1/4 degli intervistati) e una presenza significativa di disoccupati: 6%
Del tutto rilevante la presenza delle donne, 42%.
Dunque, gente normale, con tante relazioni con i coetanei, dentro e fuori dell'Associazione Arrivati a praticare lo sport specialmente per l'influsso del padre e degli amici.
Equilibrati nella pratica sportiva (5 ore alla settimana tra allenamenti e gare), non “malati” di attività sportiva: lo sport, ricordiamolo è al 5º posto dei valori di riferimento
Gente contemporaneamente esigente, per quanto riguarda la pratica sportiva e, insieme, soddisfatta per quanto si trova a vivere nell'Associazione
Impegni soddisfatti per i momenti di allenamento, per lo svolgimento delle gare e per i diversi momenti, anche extrassociativi della vita associativa, portati avanti nelle società sportive
È li che è particolarmente vissuto e valorizzato lo stare insieme, il rapporto con gli altri, proprio a motivo dello sport
Avere 20 anni e fare sport nel CSI diGianni
praticato: apprezzate in modo particolare le relazioni con i compagni, un po' meno, a decrescere, quelle con l'allenatore e con i dirigenti.
Si tratta di un “profilo” particolarmente consapevole dei vantaggi che offre lo sport vissuto nelle società sportive del CSI
È interessante, a questo proposito, che si avvertano particolari benefici: “al primo posto si colloca quello di ottenere uno svago e un divertimento sano - così commenta
Cavazzoni
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I primi risultati della ricerca sui giovani nell’Associazione
Mario Pollo - seguito dalla possibilità di scarico delle tensioni e dell'aggressività, di conoscere ambienti e persone nuove e dall'opportunità di costruirsi delle amicizie solide. Anche la possibilità che lo sport offre ai giovani in libertà è fortemente apprezzata
“I benefici maggiormente ricercati dai giovani intervistati sono collocati nella dimensione autenticamente ludica, in quella di compensazione dello stress e della frustrazione e in quella relazionale
“Sono benefici ben diversi da quelli che si ricercano nello sport di tipo professionistico come il prestigio sociale ed il guadagno, che sono apprezzati fortemente solo da un minoranza degli intervistati
“Lo sport sembra da questi dati essere apprezzato nella sua qualità di contributo alla costituzione di una persona
sana, equilibrata ed in grado di godere il gioco della vita”
Si è cercato, inoltre, di ricavare elementi di valutazione delle eventuali attività propriamente pastorali e catechistiche: non sono aspetti particolarmente apprezzati dai giovani intervistati, insieme a quelli formativi; ma, rivela Pollo, quasi un terzo del campione dichiara che queste attività non sono presenti nella loro realtà di società sportiva.
Questo è certamente materiale su cui occorrerà ritornare quando i risultati del sondaggio verranno pubblicati nella loro interezza; intanto ne deriva per l'Associazione grande impegno per rispondere con autenticità alle esigenze che i giovani avanzano con forza
compagni a llenatore dirigenti non risposto 2 4% 4 9% 4 2% molto soddisfatto 49 6% 36 0% 29 9% abba stanz a s oddisfatto 35 4% 36 1% 34 1% poco soddis fa tto 4 1% 6 9% 9 3% né s oddisfatto né ins oddis fa tto 3 4% 7 7% 13 4% poco insoddisfa tto 0 3% 1 4% 1 7% abba stanz a ins oddis fatto 2 4% 3 2% 2 1% molto insoddisfatto 2 3% 3 9% 5 3% 13
Grado di soddisfazione nei confronti dei componenti la propria società sportiva
FIRENZE - 25 MARZO 1999
SAL A DEI CINQUECENTO - PALA ZZO VECCHIO
Vallecamonica: attività Fantathlon
Il suo nome è Arturo È un seme di quercia che non è mai voluto germogliare perché non contento del posto o del mondo in cui si trovava. Arturo ha viaggiato tanto sino a quando non incontra uno scienziato che lo stava aspettando da tempo. Lo scienziato con una macchina trasporta Arturo nel tempo per fargli trovare un periodo dove mettere radici
È questa la favola sulla quale si snoda l’attività Fantathlon organizzata dal CSI Vallecamonica quest’anno
Lo scienziato si chiama Skitz, è un buffo e simpatico scienziato pieno di idee futuristiche Il suo compito è di accompagnare i duecento bambini del Centro Fantathlon CSI di Vallecamonica in un viaggio alla scoperta della Fantastoria Skitz ha diviso i bambini in dodici gruppi, che a rotazione si sono cimentati, da buoni Camuni, prima di tutto nell'incisione di graffiti, poi nella tessitura di stoffe, nel pescare con lunghe canne e nella raccolta di bacche e frutta, oltre che eludere la sorveglianza di terribili cavernicoli armati di clava
Ma Skitz non si è limitato alla preistoria, nel secondo appuntamento ha guidato i bambini per le strade della Storia antica, tra gli Italici, gli Assiri, gli Egiziani e i Romani, poi nel Medio Evo. Dopo la visita di un periodo storico, ad un cartellone, in origine grigio, viene applicato un tassello colorato che rappresenta qualcosa di buono trovato in ogni periodo visitato
Il "cicerone" Skitz è una delle tante invenzioni con cui gli animatori Fantathlon della Vallecamonica rendono più appetibile e divertente l'attività proposta, che cambia ogni anno la tematica che fa da filo conduttore, lo scorso anno Mastro Gaio ha guidato i bambini attraveso gli antichi mestieri della valle Lo scopo di fondo è sempre quello di conciliare nel miglior modo possibile ludicità e educazione. Ed è per questa sua collaudata capacità di sollecitare la fantasia di grandi e piccini che Fantathlon riscuote tanto successo Non a caso, grazie a un Protocollo d’intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione, il programma sta ora entrando in molte scuole.
Marco Croci
Arturo a spasso nel tempo di
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Avreste mai immaginato che anche dietro un gioco divertente e apparentemente innocuo come il badminton potessero celarsi le insidie del doping? Il badminton è proprio il gioco a cui state pensando, quello in cui ci siamo dilettati da bambini, con racchette leggere e volano di piume Ebbene, il doping è arrivato pure lì. Le cronache dei giorni scorsi hanno riportato la notizia che un giocatore di badminton indonesiano, tale Sigit Budiarto, è stato trovato positivo ad un controllo antidoping effettuato a Singapore durante un torneo Il signor Budiarto è stato trovato positivo al nandriolone, che è uno steroide anabolizzante.
Verrebbe da ridere ed invece c'è da piangere
Dove sta finendo il nostro amato sport?
Doping: non abbassiamo la guardia!
La fine dello scandalo non è la fine del problema
Facciamo qualche passo indietro e riflettiamo. Il nostro Paese, ma per fortuna non solo il nostro (il famoso detto "mal comune mezzo gaudio" mai come in questi casi appare appropriato), viene spesso investito da scandali, scalpori e quant'altro desti curiosità o vergogna
Non ci sarebbe bisogno per nessuno che io ricordassi il boom che fece tangentopoli nel mondo. La scoperta di quel sistema che prevedeva taciti pagamenti in cambio di favori, appalti, false dichiarazioni e corruzione in genere Poi, quasi all'improvviso, l'uomo, svegliatosi folgorato da lume della ragione e del rimorso e resosi conto che qualc non andava (forse in modo coatto ), ha fatto sì che tutto tornasse alla normalità Tutti si sono pentiti Qualcuno ha pagato ed altri no
Ma voi ci credete a questa bella favola con lieto fine? I
La corruzione c'è ancora, è insita nell'uomo, ma non è pubblicizzata come prima
Passa del tempo e, tanto per citare qualcos'altro, penso scandalo della pedofilia Qualcuno può avanzare dubbi ch
Alessandro Cappelli
pedofilia sia una deformazione patologica della sfera sessuale nata da poco, grazie alla sua entrata in cronaca? Io, molto ragionevolmente, si. È una patologia come tante altre, ma può evidentemente colpire la nostra sensibilità più delle altre. Possiamo ora, che non è più di attualità, considerarla sconfitta?
Altrettanto certamente no
Lo sport è bello se rimane sport
Qualcuno si chiederà dove voglio arrivare ed eccomi pronto a farmi comprendere.
Io lo sport lo amo, lo pratico e ne sostengo utilità e
La storia del signor Sigit Budiarto di
o che I nostri dello siness e del secolo, olo al r Forse o non a di purchè gano re i i veri cipi per ha gione di istere e il
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pr do so al tempo di soffocarlo Non illudiamoci di averlo risolto solo perché non è più da prima pagina Non diamo modo a chi ha costruito intorno al doping la ricchezza della propria vita, di continuare a godersela Preoccupiamoci di tenere vivo il problema
Lottiamo e non aspettiamo che un'altra notizia di prim'ordine ci confonda le idee. Questo è il mio intento, questo è quello che mi sento vada fatto per far sopravvivere lo sport. Quello vero.
Ora attraversiamo un momento di stasi, in cui sono ancora troppi i dubbi, le situazioni irrisolte, ma qualcosa deve emergere, si deve arrivare alla verità. Ci aspettiamo tanto dal CONI, dai nuovi uomini che devono garantirci lo sport del domani
Le parole di Francesco Botrè, nuovo responsabile del laboratorio antidoping del CONI, sono di buon auspicio In un recente meeting ha sottolineato punti importanti: il perseguimento di un meccanismo di salvaguardia dell'atleta fin dai primi anni di attività; la necessità di verificare continuamente il comportamento, su tutti i livelli, degli operatori del mondo sportivo ed infine il bisogno di porre in essere una nuova campagna culturale, scientifica e legislativa atta alla prevenzione del problema
Insomma è stato tutto ben messo a fuoco, ora vogliamo essere certi dei risultati
a campagna “io non rischio la salute”
Un ottimo inizio si è concretizzato con la Campagna zionale "Io non rischio la salute!", in cui CONI, FSN e mmissione Scientifica Antidoping del CONI stesso, invitano ni atleta o uomo di sport in genere, all'impegno verso un iettivo comune: combattere per la difesa della salute. Come? l migliore e più intelligente dei modi: sottoponendosi a riodici controlli grazie ai quali da un piccolo prelievo di ngue ed urina, l'atleta potrà conoscere le proprie condizioni di ute e potrà competere nel massimo della lealtà e tranquillità Ogni volta che ci allontaneremo dalla soluzione del problema, ni volta che mancherà trasparenza, noi saremo qui, pronti a ricordare a tutti che l'obiettivo non è stato ancora raggiunto. Perché già da domani vorrei poter ridere ripensando al signor Sigit Budiarto
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"Non esistono gli inossidabili, tutti, in quanto uomini, nella vita e nel lavoro, siamo a tempo" Detto così potrebbe anche sembrare un anatema. Ma la frase di Gianni Petrucci, pronunciata, nel bel mezzo del consiglio nazionale che il recente venerdì 29 gennaio l'ha eletto (pardon, designato) 14° presidente del CONI, ha tutt'altro significato. Filosofico, forse, rassegnato, niente affatto. Sicuro comunque di impiegare, al massimo, tutti gli otto mesi a disposizione per rimanere in sella E guidare l'organizzazione sportiva nel momento più difficile, con il totocalcio che crolla, da una parte, e il presunto assalto alla diligenza da parte del governo, dall'altra
Le sue priorità sono state indicate da Petrucci più volte subito dopo l'elezione, ai presidenti federali e ai cronisti: "Innanzitutto le Olimpiadi di Sidney 2000. Abbiamo dato tanto come sport italiano, lasciateci continuare il nostro lavoro Poi la lotta al doping severa, e la possibilità di far riprendere a funzionare la macchina organizzativa sportiva, rivitalizzando il concorso pronostici"
Il CONI nel progetto Melandri
Mentre Petrucci illustrava il suo programma per l'immediato, a Palazzo Chigi la ministro Melandri incassava l'unanimità dai colleghi dell'Esecutivo sulla riforma del CONI. Diciotto articoli che hanno messo tutto a soqquadro, con i presidenti federali che si mettevano le mani nei capelli e i 3000 dipendenti del Foro Italico e delle federazioni che hanno smesso di lavorare e sono scesi in piazza.
Una riforma che una volta approvata definitivamente (dopo il parere delle Camere, tornerà al consiglio dei ministri) vedrà la distinzione tra CONI, ente pubblico, e federazioni sportive, con natura privatistica. Quindi l'ineleggibilità dei presidenti federali in Giunta, per rompere il rapporto controllori-controllati, e la maggiore presenza di tecnici e atleti nel consiglio, giunta e organi federali.
Dall'entrata in vigore del decreto dovranno passare 180 giorni
Giampiero Spirito
Incerte prospettive per il nuovo governo del Foro Italico
CONI d’ombra di
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La ministro Giovanna Melandri Nella pagina accanto, il neopresidente del CONI Gianni Petrucci
per la ricostituzione degli organi dirigenziali In tutto duecentoquaranta giorni, e cioè otto mesi per ricominciare tutto daccapo, elezioni comprese.
Una Giunta debole?
Oltre a quelle indicate, ci sono altre questioni urgenti sul tavolo del presidente del CONI: la scuola, lo sport per tutti, la candidatura di Torino 2006 Ma il Petrucci dirigente sportivo, già segretario generale della federbasket e della federcalcio (erano i tempi del mondiale '90) e ancora presidente della Fip, dovrà mettere in campo tutta la sua abilità politica per salvare il salvabile Giovanna Melandri, nel pomeriggio del venerdì di passione per lo sport italiano, non ha esitato a definire "capo di un governo di transizione", l'appena nominato Petrucci
E sono cominciati i colloqui, i trasferimenti dal Palazzo H al Palazzo senza acca ma con intenzioni manifeste: riformare lo sport italiano da cima a fondo. Cosa potrà fare allora il 54enne Petrucci? Il suo è stato definito un governo debole È rimasta fuori infatti l'atletica leggera, regina delle discipline olimpiche, con Gola che ha rinunciato ad entrare in Giunta; e fuori anche Ceruti del ciclismo. Dentro alcune federazioni cosiddette minori. Ricordiamo che le due vicepresidenze sono andate a Grandi (ginnastica) e Conforti (canoa), mentre i sei posti in Giunta sono stati conquistati da Rizzoli (bocce), Nizzola (calcio), Pellicone (lotta, pesi, judo), Notari (baseball), Testa (aeroclub), Magri (pallavolo) Petrucci è convinto che non si sia affatto trattato di un autogol: “Le persone sono più importanti dello sport che rappresentano. E poi mi ricordo che 18 anni fa non c'era il calcio”
L'incognita calcio
Già, il pallone L'accusa è che i legami con il potente calcio e soprattutto con il presidente della Lega, Franco Carraro, siano troppo stretti, al limite della dipendenza. "Le pagine dei giornali
e l'interesse della gente sono calamitate nell'80% proprio dal calcio È uno sport con cui dover fare i conti E aver fatto esperienza in quel mondo è una cosa che può giovare non certo penalizzare", ha assicurato il neo presidente del CONI
Non ha fatto incetta di voti Petrucci ne ha ottenuti 27 su 39 votanti (contro i 7 di Checcoli, le 4 schede bianche tra cui quella dichiarata del suo predecessore Pescante e l'unica segnalazione per Bruno Grandi) Meno del previsto, forse, non abbastanza per dominare ma sufficiente per governare ed è quello che conta Dopo le dimissioni di Pescante nell'ottobre scorso, per uno scandalo, legato al doping, che lo riguardava solo come responsabile oggettivo, la scelta interna era la migliore
Il timore è che, dopo aver perso Pescante, lo sport italiano possa veder bruciato anche Petrucci, che - ognuno la pensi come vuole - è sicuramente un uomo di sport che ha vissuto di sport e conosciuto lo sport da dentro Un pregio, in questo momento di trasformazione ricevuta. Un terribile difetto per chi, ignaro di sport, questo cambiamento ha tenacemente perseguito
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Ho appuntamento con mio fratello al solito posto
Lo troverò già lì, puntuale come il tuono dopo un lampo; arriva sempre prima di me, parcheggia per benino, e mi fa pesare uno per uno ciascun minuto che porto di ritardo
Oggi il ritardo è particolarmente grave, perché ho dimenticato a casa le tessere e, benché abbia fatto marcia indietro in fretta e furia, adesso sono quasi le due, adesso che me lo vedo correre incontro, frettoloso ed accaldato nella giacca a vento
Percorrendo la strada che ci porta allo Stadio, rimango totalmente assorbito dall'aria frizzante della domenica, e scorro con occhi diversi perfino i palazzi ed i marciapiedi che ogni giorno costeggio
La domenica è così, è un giorno speciale; talmente diverso dagli altri, che perfino quei luoghi che nel traffico dei giorni feriali mi opprimono e mi mortificano, la domenica sembrano salutarmi, e trasmettermi come un senso di strana sicurezza
Intanto lo Stadio si avvicina, si avvicina la Folla, si avvicina la Squadra Qualcosa nello stomaco si muove, la carica si fa tensione
L'attesa è senza dubbio il momento più intenso La paura di una sconfitta è certamente più lacerante della sconfitta stessa, così come il sogno della prossima vittoria è assolutamente più intrigante della vittoria appena raggiunta
Temendo e sognando, percorro la strada che cinge lo Stadio; sopporto le spinte; ascolto le voci; mi confondo in un mare di colori e di clacson; provo il gusto di inserirmi in un discorso solo perché lo trovo interessante anche se non conosco minimamente coloro che lo stanno facendo (sembrerà una follia, ma al di fuori dello Stadio è ormai impossibile fare questo, in una grande città, senza essere presi per matti)
Mentre supero la biglietteria, e poi, di seguito, la perquisizione dei carabinieri, avanzo senza fare fatica, sospinto dalla concentrazione e da chi mi cammina dietro
Ed eccoci qua, tutti dentro lo Stadio
E posso finalmente vedere la Magia.
Il nostro bisogno così umano di ricercare nella grande Folla un
Paolo Cardini
momento di maggiore vicinanza a Dio
Ciò che più mi colpisce è la chiara e rassegnata convinzione di non poterli conoscere tutti.
Ma tutti, più o meno tutti, sono lì.
Ci sono i politici, i ricchi, i torlupinatori; i vecchi, i matti, i trilli del telefonino; ci sono i dolci, gli aspri, vittime e approfittatori; i fornai, i calzolai, gli usurai, i cappellai, i marinai, i salumai, i librai, gli orologiai; ci sono tutte le lancette che girano insieme; e i cappotti, i borselli, gli zainetti, i cappelli; le gonne delle donne con le gonne; ci sono i sorrisi dei bambini, dei ragazzi, degli adulti e degli anziani; i prelati, sfiniti dal lavoro; e poi gli occhi di uomini e donne, di tutti i disegni e di tutti i colori; le loro sensazioni, le speranze, i dolori e gli amori, i fardelli, i rimpianti, le paure, l'incoscienza, la presenza e l'assenza di chi ancora non c'è
Dovrei sentirmi piccolo e numero in quella moltitudine di gente; però non è così, ed anzi penso che ce l'abbiamo fatta, che Dio ci vede e che ci benedice, e fortemente benedice me, perché Dio non riconosce gruppi, ma soltanto coscienze
Provo un gusto speciale ad osservare la Folla.
Quando la domenica è un giorno speciale di
Direi, anzi, che quella diventa la cosa principale, e la partita si fa pretesto
Ciò che ho davanti agli occhi è uno spettacolo meraviglioso, e non credo che in campo riusciranno a trasmettere tanti brividi quanti ne offre adesso lo Stadio
È un braciere, e proprio come un braciere che con un soffio o alito di vento si riveste di rosso palpitante, così basterà un goal, un'azione o solamente un fallo, per farlo esplodere in un oceanico grido
Rimango affascinato da ciò che vedo intorno, inorgoglito dalla certezza di esserne parte.
Mi viene da pensare al giudizio negativo che tanta gente esprime nei riguardi del pubblico calcistico, e tuttavia tanta acredine mi fa solo sorridere
L'insieme di tutti i colori porta a vedere il bianco, la somma
Allo stadio 20
di tutte le sfaccettature che può avere la vita porta a vedere ovvietà: la cosa non mi stupisce affatto
Mi capita, a volte, di provare a contare tutte le persone che sono passate nella mia vita
Mi chiedo se entrerebbero qua dentro.
Ma intanto, mentre sono assorto nei miei pensieri, quasi estraniato dalla Vita che mi circonda, un urlo improvviso anticipa e provoca un molteplice girarsi di teste.
Dopo l'urlo il silenzio, e mille sguardi che cercano un obiettivo
La curva si sta spaccando, squarciata nel cuore da una striscia di poliziotti armati.
Automi impazziti picchiano con i loro manganelli senza mira né selezione
Mi rendo presto conto che picchiano per sedare uno scontro tra diversi gruppi di tifosi; la loro furia è ostinata quanto necessaria
Mi sembra incredibile, la partita non è ancora iniziata e già esplode la violenza.
Ma la Vita già c'era, anche senza partita, e la violenza fa parte della Vita, ancor prima che del calcio
Molte persone dibattono sul problema della violenza negli Stadi, e su come si potrebbe risolvere eliminando quei piccoli gruppi di delinquenti; con i divieti, con la prigione, con i manganelli
Il discorso, pur comprensibile, mi sembra tuttavia da approfondire
Quello che voglio dire è che non basta punire un ragazzo che commette un atto di violenza, sebbene ciò sia giusto ed
inevitabile; molto più fondamentale sarebbe capire come mai molti ragazzi ogni domenica escano, magari armati, con l'unico scopo di aggredire dei coetanei
Quale tragico malessere affligge la mia generazione?
Una diffusa ed insostenibile sofferenza, ingigantita dal fatto di non vedere il volto di chi ce la procura
Una guerra senza nemico, e che proprio per questo diviene la più snervante, cruenta e sanguinosa che si possa combattere.
E con la rabbia e lo smarrimento del soldato cieco, che in preda allo spavento sferra colpi di spada contro il vuoto, così i più deboli si arrendono al disagio, accettando anche l'ultimo, umiliante sacrificio : quello di scegliersi dei colori convenzionali e di ammazzarsi l'un l'altro
Lentamente il chiasso diminuisce
Ognuno riprende il suo posto, come se nulla fosse accaduto.
Da sopra sembra di vedere un filmato che torna indietro, mentre tutti vanno a riempire gli spazi lasciati vuoti
Intanto qualche coro si accende e si spegne ad intermittenza, assecondato dai mille colori delle bandiere.
Tutto è tornato normale
L'orologio segna le tre e la partita sta per iniziare
Ed eccoli, finalmente, i giocatori!
Entrano in campo come veri gladiatori del duemila, confusi dalle grida da rito pagano Si guardano intorno e con gli occhi ci ringraziano, consapevoli di essere solo i nostri rappresentanti: siamo noi i padroni di quelle maglie, gliele abbiamo soltanto prestate
L'arbitro fischia e la partita inizia
Ma questa è un'altra storia.
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CIo, doping e altri scandali
Un gol Semplice, pulito Oppure un salto, un colpo di racchetta, uno scatto a canestro, un giro di pista senza sospetti, senza "però", senza "chissà". Il timore a questo punto è di averli persi per sempre, antichi ricordi dietro la nebbia degli scandali e dello scandalismo a tutti i costi La nostra Repubblica fondata sulle Lotterie truccate e sulle crisi di governo che durano lo spazio di un caffè, ha prodotto uno sport di vertice che non sa più distinguersi, inglobato nel "marmellatone" gigante di un sistema a pezzi
Pasticche e polverine, scheletri che escono dagli armadi e si mettono a correre, poltrone che cambiano e polemiche da record: potremo consolarci guardando quanto accade all'estero, ma anche qui l'illusione vale per cinque secondi Nagano, Salt Lake City e Sydney coinvolte in tre storiacce con un unico comun denominatore danno il polso della situazione internazionale, con lo sport olimpico - massima espressione di certi valori vergini e superiori - ridotto ad uno straccio e venduto al miglior offerente. La vicenda è nota e forse non vale neppure lo sforzo di riassumerla perché si arricchisce ogni giorno di particolari che fanno male Due edizioni dei Giochi invernali (1998 e 2002) e una dei Giochi estivi (2000) sono sotto inchiesta per le tangenti, i favori, le ruberie perpetrate da chi per vedersele assegnate stanziava decine di miliardi in bilancio sotto la voce "unguenti" Olio carissimo, inevitabilmente da prevedere per far scivolare la decisione dei membri del CIO verso questa o quella direzione. Valigie di dollari ma anche semplici biglietti aerei in omaggio, gioiellini per le signore, persino fermacravatte e foulard, perché l'uomo è debole ma si compra anche con poco quando non concepisce altro modo per assolvere al proprio dovere Nemmeno se si chiama Juan Antonio Samaranch, il grande vecchio del carrozzone, l'uomo che ad Atlanta, tre anni fa, ci accolse per un'intervista in una modesta "suite" grande come piazza del Duomo, in un hotel sfavillante dove i mortali pagavano 400 dollari a notte e il presidentissimo occupava tre piani interi già due anni prima dei Giochi.
Questo è il primo male che poi degenera nel resto, il
Lo sport con l’acqua alle ginocchia di
Alberto Caprotti
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A sinistra il presidente del CIO, Juan Antonio Samaranch, alla Conferenza mondiale sul doping nello sport
Dopo gli scandali sulle “vendite” delle Olimpiadi, quale credibilità si può attribuire all’impegno di moralizzazione antidoping del CIO?
gigantismo spendereccio degli intoccabili che nello sport come nelle altre vicende del mondo, regala quell'aura di potenza che allontana dalla spontanea purezza e dalla gratuità del gesto atletico Non siamo illusi, non siamo inguaribili romantici, ma se un modo ancora c'è per tornare indietro, per riavvolgere il nastro bruciato di un film nauseante e già visto, è quello di provare a ricordare ciò che lo sport dovrebbe essere, senza lasciarsi inquinare la mente dagli alibi dei "tempi che cambiano" Il tempo dello sport, i suoi record, la sua mentalità devono tornare indietro perché non si stava meglio quando si stava peggio ma almeno non esisteva l'impressione di oggi, quella di essere tutti in libertà provvisoria.
Le inchieste in corso forse stabiliranno chi, dove e quando, e la raffica di dimissioni già presentate nelle stanze del massimo organismo olimpico faranno il resto, ma non è col giustizialismo che lo sport guarirà dai suoi mali. Al CIO come in casa nostra, dove punire chi usa o fornisce le sostanze dopanti dovrebbe essere una misura necessaria ma non conclusiva del problema, liberarsi dai nostri scandali quotidiani è una questione di fondo, non di nomi Perché la muffa ricresce in fretta se non si elimina l'umidità: lo sport con l'acqua alle ginocchia non può continuare a fingere di non saperlo.
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Lui, il piccolo “ vu ' cumprà”, lo conoscono solo pochissimi amici Lei, la supertifosa laziale, è nota al grande pubblico per la sua partecipazione alla trasmissione televisiva "Quelli che il calcio" Due storie agli antipodi che si incrociano a Benevento Mohamed e suor Paola Lei viene da Pordenone, dove ha tenuto banco in una kermesse di solidarietà organizzata dalla "Carovana di Stadium". Il negretto, invece, si è appena tuffato nel mare di festa del TIR inviato a Brindisi dal CSI nazionale Quando si dice Nord e Sud
A portarli nel capoluogo sannita ci pensa la "Papa Orsini", la scuola elementare a tempo pieno sulla statale Appia, in contrada Epitaffio Anzi ci pensano i suoi alunni, dopo aver incontrato Mohamed e suor Paola nelle pagine di "Stadium" E così,
Benevento: rassegna artistica legata a Fantathlon
Vincenzo Di Pinto
Mohamed e la supertifosa di
attraverso una dozzina di "pennellate bambine", Concetta Morante e Maurizio D'Alessio li fanno entrare in quel festoso girotondo di colori che è la rassegna sulla cronaca bianca realizzata appunto dalla scuola beneventana.
Su queste due tessere del singolare mosaico - lo compongono cento "belle notizie" apprese dai giornali e disegnate dai baby artisti della 5ª A - si sarà fermata anche l'attenzione del prefetto Enrico Laudanna e del provveditore Mari Pedicini in visita alla mostra? Un interrogativo legittimo La fan biancoceleste è quasi una star, ma il "ritratto" le somiglia veramente? E poi quel tuffo nella gioia del piccolo " vu ' cumprà" riescono a coglierlo proprio tutti?
Nessun dubbio, invece, sulla simpatia dei ragazzi di Fantathlon: quelle "pennellate" sono bellissime. E poi, qualche volta, un pizzico di sano campanilismo non guasta affatto Perché Maurizio e Concetta appartengono doppiamente alla "parrocchia" scolastica e del CSI.
All'Epitaffio il blu arancio risalta sempre tra i colori dei bambini L'anno scorso, ad esempio, a Benevento furono in tanti a notarlo in occasione della gara di solidarietà verso i terremotati di Colfiorito Una gara che si è ripetuta recentemente, in concomitanza con le iniziative a favore delle popolazioni di Sarno.
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Vicenza:
I Centri Olimpia comunali di Vicenza sono una realtà unica nel suo genere in tutta Italia La convenzione tra comune di Vicenza e CSI viene rinnovata da 30 anni. Trae origine dall'attenzione e dalla sensibilità che l'amministrazione comunale pone da anni sull'importanza e sui benefici che una corretta attività ludicomotoria esplica sulle fasce più giovani, contribuendo oltre che ad un sano ed equilibrato sviluppo psico-fisico, alla maturazione socio-morale impegnando in modo corretto il tempo libero dei giovani
Dal primo anno di attività l'Assessorato allo sport del Comune di Vicenza ha ritenuto di avvalersi dell'esperienza pluriennale in questo settore del CSI Nell'accordo si legge, tra l'altro, che l'Amministrazione si riserva la facoltà di revocare l'affidamento della gestione dei Centri Olimpia qualora lo svolgimento dell'attività avvenga in contrasto con i principi stabiliti Ma in 30 anni questo non solo non è accaduto, anzi, il CSI è da sempre l'unico interlocutore dell'Amministrazione comunale nell'ambito dei vari enti di promozione sportiva e, cosa non da poco, la bontà delle proposte e la serietà con cui vengono attuate ha portato ad un altro evento eclatante: su tutte le palestre comunali, il CSI ha, all'inizio dell'anno di attività (ottobre), il diritto di prelazione per le sue attività su quelle delle federazioni sportive
Quest'anno il CSI ha in gestione 18 palestre di scuole, in maggioranza elementari, diffuse in tutti i quartieri della città veneta. I costi fissi che deve sostenere sono quelli relativi al pagamento mensile degli insegnanti, tutti rigorosamente diplomati Isef come vuole la convenzione, (15 insegnanti per 400mila lire mensili) e dei bidelli atti alla sorveglianza nelle ore extracurricolari L'affitto delle palestre scolastiche viene pagato in quasi tutte le scuole dallo stesso Comune È un'attività che alla fine del periodo di gestione (ottobre-giugno) si chiude in pareggio non costituendo quindi un'attività profit.
Al 31 dicembre scorso gli iscritti erano 396; le attività sono rivolte a bambini di età compresa tra i 5 ed i 10 anni e si svolgono di pomeriggio con due incontri di un'ora ciascuno per un totale di 56 ore annue Per il primo ciclo sono previste attività
Avanti tutta con il Comune di
quali educazione all'igiene ed alla salute, attività ludico motoria di base, socializzazione, ecc , mentre nel secondo ciclo trova spazio l'avviamento vero e proprio ai giochi, i centri di gioco e sport e si cerca di rendere più vivace l'attività organizzando periodicamente feste di varie discipline sportive (mini basket, pallavolo, calcio, ecc )
La quasi totalità degli insegnanti Isef che presta servizio nei Centri Olimpia collabora con il comitato e partecipa anche ad altre iniziative da questo promosse. Le scuole sono entusiaste di quest'attività che esiste da molti anni e si pone come attività complementare e non sostitutiva di quella curriculare
Enrica Tassi
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da 30 anni il C SI gestisce con successo 18 palestre scolastiche
o
Mi alzerò e andrò da mio padre
È più che iniziato il 1999, anno che ci porta verso il Terzo millennio
A Roma sono in azione 700 cantieri di lavoro ed hanno: aperto voragini, abbattuto barriere, deviato percorsi, modificato strutture, pulito e rinnovato Basiliche e palazzi; per offrire immagini e servizi belli ed efficienti ai pellegrini che qui verranno per il Giubileo
Di certo tutto questo è cosa buona e utile, ma non può non far riflettere anche su altri versanti
Pensando al significato vero e profondo che il Grande Giubileo del 2000 porta con sé, pensando alla nostra vita, al nostro andare verso il Signore, al Suo disegno su di noi, al Suo posto nei nostri cuori, al nostro rapporto con i fratelli, viene da chiederci: avranno anche queste nostre realtà bisogno di "nuovi cantieri" di lavoro?
Abbiamo anche noi scavi da compiere, diaframmi da dissolvere, pensieri da cor-
reggere, affetti da purificare, "Elisabette" da visitare, lupi da ammansire, lebbrosi da baciare, perdoni da offrire e testimonianze da dare?
Come prepararci per essere secondo il cuore di Gesù; il festeggiato del Giubileo?
In questi anni di attesa la Chiesa ci ha condotto a riflettere sulle tracce della presenza di Dio nel nostro tempo e nella nostra vita. E, nel segno della Trinità, ci ha incamminato "per Cristo, nello Spirito Santo, a Dio padre" cammino di fede e termine ultimo, quando finalmente i nostri occhi contempleranno in eterno il Suo volto.
Ogni cammino prevede una partenza ed un arrivo
Partiamo da una società che ha quasi annientato la figura del padre e ha fatto nascere una folla di orfani con tanti padroni che seminano disagi e spaesamento, che distruggono certezze e valori, che tolgono speranza e senso alla vita
E allora, che fare?
Forse la parola del Figliol Prodigo (Lc 15,18) "mi alzerò e andrò da mio padre" potrebbe essere la molla giusta che ci fa ripartire ogni giorno per andare verso il Padre: grembo e cuore, focolare, casa e patria, porto e rifugio
Il Padre che aspetta il nostro ritorno e nelle cui braccia si è accolti, capiti, porto e rifugio.
Sono tutti aiuti ed occasioni preziose che il Signore ci offre per allontanarci da una pericolosa mediocrità che non convince nessuno ed è desolante per tutti
diEmerenziana Rossato
allo specchio 26
Succede a Giuseppe Gervasio
Paola Bignardi alla guida
dell’Azione Cattolica
È l a p r i m a d o n n a a l l a g u i d a d e l l ' A z i o n e C a t t o l i c a I t a l i a n a : P a o l a B i g n a r d i , c r e m o n e s e , c i n q u a n t ' a n n i , I t a l i a n a : P a o l a B i g n a r d i , c r e m o n e s e , c i n q u a n t ' a n n i l a u r e a t a i n p e d a g o g i a , h a a p p r e s o c o n s t u p o r e l a l a u r e a t a i n p e d a g o g i a , h a a p p r e s o c o n s t u p o r e l a n o t i z i a c h e i l C o n s i g l i o p e r m a n e n t e d e i v e s c o v i l ' h a n o t i z i a c e i l C o n s i g l i o p e r m a n e n t e d e i v e s c o v i l ' h a d e s i g n a t a a s u c c e d e r e a G i u s e p p e d e s i g n a t a a s u c c e d e r e G i u s e p p e G e r v a s i o . " N o n p e n s a v o G e r v a s i o . " N o n p e n s a v o p r o p r i o d i a v e r e q u e s t o p r o p r i o d i a v e r e q u e s t o f u t u r o " h a c o n f i d a t o a c h i f u t u r o " a c o n f i d a t o a c h i l e h a c h i e s t o l e s u e p r i m e l e h a c h i e s t o l e s e p r i m e i m p r e s s i o n i a l l ' i n d o m a n i i m p r e s s i o n i a l l ' i n d o m a n i d e l l a n o m i n a . E p p u r e h a d e l l a n o m i n a . E p p u r e h a m o s t r a t o s u b i t o d i a v e r e m o s t r a t o s u b i t o d i a v e r e l e i d e e c h i a r e s u l l e i d e e c h i a r e s u l c a m m i n o d a p e r c o r r e r e . c a m m i n o d a p e r c o r r e r e . " L a i c i t à e f o r m a z i o n e " " L a i c i t à e f o r m a z i o n e " s a r a n n o l e p a r o l e c h i a v e s a r a n o l e p a r o l e c h i a v e d e l s u o m a n d a t o , d e l s u o m a n d a t o , p e r c h é - p e r c h éc o m e h a c o m e h a s p i e g a t o - l a s p i e g a t o - l a l a i c i t à è u n l a i c i t à è u n
È l a p r i m a d o n n a a l l a g u i d a d e l l ' A z i o n e C a t t o l i c a
s e g n o d e l l ' a m o r e d i D i o s e g n o d e l l ' a m o r e d i D i o p e r t u t t i , p e r q u e s t o p e r t t t i , p e r q u e s t o t e m p o , p e r t u t t e l e c o s e . t e m p o , p e r t u t t e l e c o s e . L a f o r m a z i o n e s e r v e a f a r L a f o r m a z i o n e s e r v e a f a r c r e s c e r e l a c o s c i e n z a d e l l e r e s c e r e l a c o s c i e n z a d e l l e p e r s o n e , a m o d e l l a r e l a p e r s o n e , a m o d e l l a r e l a n o s t r a v i t a d i c r i s t i a n i n o s t r a v i t a d i c r i s t i a n i p e r c h é s i a p i ù v i c i n a a l l a v i t a p e r c h é s i a p i ù v i c i n a a l l a v i t a d i o g g i " . d i o g g i " . I s c r i t t a s i n d a b a m b i n a a l l ' A z i o n e C a t t o l i c a I s c r i t t a s i n d a b a m b i n a a l l ' A z i o n e C a t t o l i c a - h a c o m i n c i a t o t r a l e " b e n i a m i n e " - è s t a t a - h a c o m i n c i a t o t r a l e " b e n i a m i n e " - è s t a t a v i c e p r e s i d e n t e n a z i o n a l e d e l s e t t o r e a d u l t i , v i c e p r e s i d e n t e n a z i o n l e d e l s e t t o r e a d u l t i d a l 1 9 7 7 a l 1 9 8 3 . D a l 1 9 8 9 a l 1 9 9 8 h a d a l 1 9 7 7 a l 1 9 8 3 . D a l 1 9 8 9 a l 1 9 9 8 h a r i c o p e r t o l ' i n c a r i c o d i p r e s i d e n t e d i o c e s a n o d i r i c o p e r t o l ' i n c a r i c o d i p r e s i d e n t e d i o c e s a n o d i C r e m o n a . C o m e r e s p o n s a b i l e d e l l ' u f f i c i o C r e m o n a . C o m e r e s p o n s a b i l e d e l l ' u f f i c i o f o r m a z i o n e h a c o o r d i n a t o u n o s t u d i o s u i f o r m a z i o n e h a c o o r d i n t u o s t u d i s u i p r o g e t t i f o r m a t i v i , r e a l i z z a t o i n p r o g e t t i f o r m a t i v i , r e a l i z z a t o i n c o l l a b o r a z i o n e c o n i l d i p a r t i m e n t o d i c o l l a b o r a z i o n e c o n i l d i p a r t i m e n t o d i p e d a g o g i a d e l l ' U n i v e r s i t à c a t t o l i c a . p e d a g o g i a d e l l ' U n i v e r s i t à c a t t o l i c a . R e s p o n s a b i l e d e g l i e d u c a t o r i d i u n a R e s p o n s a b i l e d e g l i e d u c a t o r i d i n a c o o p e r a t i v a s o c i a l e , d a q u a l c h e a n n o c o o p e r a t i v a s o c i a l e , d a q u a l c h e a n n o d i r i g e u n a c a s a p e r d o n n e i n d i f f i c o l t à . d i r i g e u n a c a s a p e r d o n n e i n d i f f i c o l t à . U n i m p e g n o c h e n o n i n t e n d e U n i m p e g o c h e n o n i n t e n d e s a c r i f i c a r e , p e r c h é - c o m e h a s a c r i f i c a r e , p e r c h é - c o m e h a a f f e r m a t o" s i g n i f i c h e r e b b e a f f e r m a t o" s i g n i f i c h e r e b b e i m p o v e r i r e a n c h e l ' i m p e g n o i n i m p o v e r i r e a n c h e l ' i m p e g n o i n A z i o n e C a t t o l i c a e l a m i a A z i o n e C a t t o l i c a e l m i a t e s t i m o n i a n z a l a i c a l e " . t e s t i m o n i a n z a l a i c a l e " .
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Ravenna è una città difficile per l'associazionismo cattolico Qui l'anticlericalismo culturale si trasmette su base genetica e l'appartenenza politica ha sempre facilitato quell'associazionismo palesemente schierato ai danni del CSI Così, mentre gli Enti di Promozione Sportiva di area vicina al governo locale hanno sempre avuto occasioni, strutture sportive, convenzioni nella gestione di impianti e aiuti economici, il CSI non è stato mai preso in considerazione
Pertanto una delle più grosse difficoltà è sempre stato il rapporto con le Pubbliche Amministrazioni: conflittuale, di indifferenza reciproca o influenzato e soggiogato dalle appartenenze politiche "pro" e "contro", che grande peso hanno nelle Amministrazioni locali Il risultato finale comunque è stato uno solo: la perdita di mille opportunità e di collaborazioni. E a rimetterci sono sempre i cittadini
Finalmente, dopo anni di mancate occasioni, la grande notizia: la Giunta Comunale di Ravenna ha concesso in gestione al CSI l'uso di un campo sportivo in disuso, da ristrutturare e riattivare come impianto polivalente La lunga trattativa con l'Assessorato e il superamento di ostacoli di tutti i tipi, è sfociata con il meritato premio atteso da decenni.
Un risultato che al CSI di Ravenna sembrava quasi impossibile fino a ieri Probabilmente la fibrillazione del momento politico ha indebolito alleanze e posizioni da sempre dominanti in questo territorio, e ciò ha favorito chi era rimasto, da sempre, fuori dai giochi Probabilmente è servita anche l'azione forte, credibile e propositiva del CSI che ha saputo corrodere in questi anni anche le più strenue resistenze.
Significativi sono stati i progetti sportivi che il CSI di Ravenna ha realizzato negli ultimi anni Tante le occasioni di sport per le 90 società sportive operanti nel territorio e rivolte alle diverse fasce di età. Un'altra conquista del CSI è stata l'aggiudicazione di una gara d'appalto per l'attività motoria della terza età, di appannaggio da sempre di un ente di
Marco Guizzardi
Quando il CSI è più forte della politica di
promozione sportiva fortemente schierato Inizialmente rigettata e poi ripresentata nel 1998, l'offerta del CSI è stata accettata perchè economicamente più conveniente. Il risultato è che oggi in tre Circoscrizioni cittadine su 10 si svolgono corsi comunali di attività motoria per anziani, con istruttori e metodologie del CSI, che consistono soprattutto nel mettere la persona al centro del progetto.
Sono esperienze che insegnano a non abbandonare il campo, a non desistere, a lavorare sul territorio con serietà, ma anche a superare quel senso di impotenza che spesso si ha di fronte ai "potenti". Le società sportive del ravennate e, più in genere, il mondo dell'associazionismo cattolico, sono chiamati ad essere più presenti e a fare sentire di più la loro voce attraverso fatti concreti, progetti vissuti. Tra una delusione e l'altra, arriveranno anche i risultati, che renderanno più significativa la presenza dei cattolici nel campo del sociale
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Un campo polivalente, corsi per anziani: Ravenna si è "convertita"
CENTRO SPORTIVO ITALIANO
NO ALLA PENA DI MORTE
Insieme con altre associazioni, il CSI ha aderito alla campagna per l’abolizione della pena di morte promossa dalla Comunità di Sant’Egidio Uno dei primi atti del gruppo di associazioni è stato quello di lanciare una campagna internazionale perché, in vista del Giubileo di fine millennio, sia attuata una moratoria della pena di morte di qui al duemila Un appello è stato lanciato in proposito a tutti i governi del mondo
Noi sottoscritti firmatari dell'appello, convinti che la pena di morte:
- sia negazione del diritto alla vita riconosciuto universalmente
- sia pena finale, crudele, disumana e degradante, non meno abominevole della tortura
- sia incapace di combattere la violenza, in realtà legittimazione della violenza più completa: quella che recide la vita umana, a livello degli stati e delle società
- disumanizzi il nostro mondo dando il primato alla rappresaglia ed alla vendetta, mentre elimina gli elementi di clemenza, perdono e riabilitazione del sistema della giustizia
Invitiamo tutti anche quanti sostengono l'uso della pena di morte a riflettere serenamente sulla necessità di una sospensione delle esecuzioni:
- oggi nel mondo più della metà degli stati non utilizzano la pena di morte, alcuni l'hanno abolita totalmente, mentre altri hanno deciso, nei fatti di non metterla in pratica
- le Nazioni Unite riconoscono l'assenza di dati capaci di dimostrare che il suo uso sia un deterrente efficace contro i crimini più efferati
- da anni i reati gravi non hanno subito alcuna riduzione significativa, li dove la pena di morte è stata reintrodotta
- esistono metodi alternativi di grande efficacia per proteggere la società anche da quanti abbiano commesso i crimini più orribili
- la logica "occhio per occhio, dente per dente" e "vita per vita" è avvertita come arcaica e inaccettabile in gran parte del nostro pianeta Il sistema giudiziario praticamente ovunque cerca di superare questo modo inumano di trattare persone che hanno commesso crimini, anche i più gravi
- nei paesi democratici, il costo della pena di morte è più alto del costo della detenzione a vita PER
TUTTE QUESTE
CHIEDIAMO AI GOVERNI OVUNQUE NEL MONDO DI OSSERVARE UNA MORATORIA DELLA PENA DI MORTE ENTRO L'ANNO DUEMILA
RAGIONI
Comunità di SANT’EGIDIO
racconto il Il rottamatore
Di questi tempi è un mestiere alla moda quello del rottamatore. Si rottamano le automobili, le motociclette, perfino i frigoriferi: si fa una legge, e subito un certo oggetto diventa un ferrovecchio, da scambiare con il nuovo senza pensarci troppo su
È un mestiere che molti vorrebbero fare anche nel CSI, approfittando del momento Siamo alla fine del mandato quadriennale e sono moltissimi i presidenti che, ai vari livelli della struttura associativa, devono abbandonare il campo perché lo statuto vieta loro una ulteriore rielezione al ruolo di presidente Perciò: buttiamoli via e tanti saluti!
È vero anche che qualcuno dei "vecchi" comincia a dire che, poiché è in atto la revisione dello statuto, si potrebbe eliminare il problema ...cambiando le regole statutarie. Così, molti outsider sarebbero costretti a mordere il freno, a tenere a bada quell'impazienza maledetta ...e rimanere a guardare, rassegnati allo scorrere dei quadrienni Andrebbe bene anche ad altri, più "giovani", che essendo timidi sarebbero contenti di continuare a collaborare rimanendo dietro le quinte. Ma è poi vero che è iniziata la rottamazione? È una mia impressione? O è solo una malignità? In quest'ultimo caso, accettate le mie scuse
Comunque, se non fosse solo una mia impressione ...sarebbe bello incominciare a pensare come "aiutare" gli amici non più rieleggibili a rimanere nell'Associazione, magari non come soprammobili ingombranti ma con altri ruoli operativi ed altri compiti E poi, se hanno una colpa è solo quella di aver speso i migliori anni della loro vita al servizio del CSI. E questa preziosa esperienza non può essere rottamata
Tra meno di un anno si aprirà il Giubileo Tempo di gioia - ci ha detto il Santo Padre - ma anche tempo di esami di coscienza, di prese d'atto, di aperture. Non ci sarà Giubileo vero fino a quando continueremo a servirci delle scomuniche, degli ostracismi, delle esclusioni e delle
menzogne per denunciare più che testimoniare, per protestare più che per darci da fare, per sdegnarci e scandalizzarci più che piegare la schiena e cercare di produrre qualcosa di nuovo È un sogno, non un'utopia. Nei sotterranei di questa Associazione (e speriamo che non sia solo nei sotterranei) si scorgono ancora tracce di questo sogno, si sente ancora il suono del corno, si sperimenta nel vissuto di ogni giorno la voglia di accogliere, di promuovere, di valorizzare ogni risorsa. Il Giubileo ci
consegna la possibilità di riscoprire questo sogno, ma è solo uscendo dagli steccati del fariseismo e sedendo alla mensa dei "poveri" che lo potremo scoprire Allora, meglio lasciar perdere il mestiere di rottamatori e mettersi a studiare da ingegneri, per progettare un piano di valorizzazione e di impiego nell'Associazione dei tantissimi dirigenti che hanno fatto grande e originale questo CSI E che non meritano di essere abbandonati nelle mani di chi il rottamatore lo vuole fare a tutti i costi
Edio Costantini
di
La “porta santa”
Possiamo dire di essere già entrati nell'anno del grande giubileo. Esso avrà infatti inizio, come ha stabilito Giovanni Paolo II con la bolla di indizione Incarnationis mysterium del 29 novembre scorso, nella notte del prossimo Natale Il rito inaugurale, secondo la tradizione, avverrà con l'apertura della porta santa che so trova sull'estrema destra dell'atrio della basilica di San Pietro in Vaticano E sarà il papa stesso a compiere questo gesto, che precederà di poche ore l'apertura della porta santa in altre due basiliche patriarcali romane: S. Giovanni in Laterano e di S. Maria Maggiore. In quella di S Paolo fuori le mura l'apertura avverrà invece il successivo martedì 18 gennaio, inizio della settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, e questo per sottolineare il peculiare carattere ecumenica del giubileo
La "porta santa" fu aperta la prima volta nella basilica romana del Laterano durante il giubileo del 1423 celebrato, per volontà del grande papa umanista Martino V, in un festoso clima per la fine del "grande scisma d'occidente" (1378-1417), che fu un penoso strascico del trasferimento della sede dei papi da Roma ad Avignone
La porta santa simboleggia anzitutto il passaggio che ogni cristiano è chiamato a compiere dal peccato alla grazia, comunemente chiamato conversione Ma oltre a questo significato di ordine morale, la porta santa assume un valore teologico: è infatti simbolo della persona stessa di Gesù che di sé ha detto: “Io sono la porta” (Gv 10,7)
Questa breve ma intensa definizione che Gesù fa di se stesso attesta che egli soltanto è il salvatore, la strada che porta nel Regno del Padre Non è una porta, ma "la" porta; non è una luce, ma "la" luce del mondo, "il" salvatore universale Semi di verità ispirati a Dio possono certo trovarsi in tanti uomini saggi, e negli stessi libri sacri di altre religioni, come tracce di autentica rivelazione divina Ma noi cristiani crediamo fermamente che solo in Gesù la rivelazione del volto di Dio è stata portata alla sua pienezza definitiva, essendo egli non un profeta ispirato da Dio, ma lo stesso figlio di Dio Questi, nel prologo del vangelo
Vittorio Peri
secondo Giovanni, è definito "il Verbo", la Parola". Egli è una semplice voce (phonè) che fornisce una informazione e magari suscita un'emozione; è la Parola (lògos) che comunica un messaggio di vita, e che anzi la partecipa a chi l'accoglie
Queste affermazioni sono quanto mai attuali in un tempo in cui molti si presentano come portatori di verità salvifiche e profeti di nuova civiltà, oppure negano che Gesù sia veramente Dio Come, ad esempio, i Testimoni di Geova che negano la divinità di Gesù È la riproduzione dell'antica eresia ariana che riteneva Gesù non consustanziale al Padre, ma da lui creato: una creatura come noi, anche se di altissimo livello umano e spirituale Un'opinione questa - ma per i cristiani è un'eresia, negazione cioè di una verità di fede - oggi assai diffusa come mostrano, ad esempio, alcune espressioni del cantautore De André ricordate recentemente in occasione della sua morte: "io, un ateo che ammira la figura di Cristo, riconosco in Cristo il più grande rivoluzionario di tutti i tempi; come filosofo, è stato il più grande degli anarchici"
Grandissimo, sì, ma solo uomo Una porta, ma non la porta del Regno di Dio.
Quando, nella notte del prossimo Natale, vedremo la porta santa aprirsi, dovremmo sentirci chiamati ad oltrepassarla, a confessare che Gesù Cristo è il Signore e a deciderci a vivere la vita nuova delle beatitudini evangeliche, ad agire in coerenza con la sua Parola Tutto il resto sarà folclore, più o meno ammantato con patine di superficiale religiosità
Si tratta di decisioni non facili perché richiedono il coraggio di lasciare abitudini consolidate, di salpare dalle rive dei quotidiani egoismi verso orizzonti più ampi Di dare insomma un senso pieno alla vita, perché non sia una mera sopravvivenza e un lento rotolare verso le sponde del nulla
Si tratta, insomma, di non fare come quell'aquila che, nata casualmente in un pollaio, per tutta la vita si comportò da pollo: beccava il mangime, frugava per terra alla ricerca di vermetti, svolazzava per qualche decimetro
Ma un giorno, ormai vecchia, alzando lo sguardo vide nel cielo un maestoso uccello che planava tranquillo tra forti correnti d'aria. "Chi è quello?" chiese piena di stupore. "È un'aquila, il re degli uccelli", le fu risposto "Appartiene al cielo Noi invece, che siamo polli, apparteniamo alla terra" Era fatta per il cielo, ma visse e morì come un qualsiasi pollo, perché pensava di essere tale.
Ma per noi non è mai troppo tardi per scoprire chi veramente siamo e dove stiamo andando Il vicino giubileo sarà un'occasione da non perdere
r a d i c i Pellegrini verso
il Giubileo
di
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gioco osport?
...meglio