Tira , t i r a . . . l a c o r d a s i spezza D a l 1 9 0 6 i l m e n s i l e d e l C e n t r o S p o r t i v o I t a l i a n oM a r z o 1 9 9 9 3 Lire 2 500 Sp ed in abb po St art 2 Comma 20/b Legge 662/96 FiL iaLe di roma
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editoriale
03 Tira, tira... la fune si spezza di donato renato mosella
vitacsi
06 A Lavarone il Gran Premio di Sci di marco Croci
14 Joy Cup: aria nuova nello sport di edio Costantini
17 Piccoli profughi adottati dai bambini di marco d’amico
19 Conoscere il Parco attraverso lo sport di Francesca petruccioli
20 A.A.A. Cercansi volontari di Claudio Fontaneto
22 Un fischio per la vita di massimo achini
23 Giocasport in Camerun di Suor assunta tonini
24 Romagna in sella di alessandro Cappelli
dossier
08 Il boom della danza sportiva di andrea de pascalis
sport&sport
04 Il Palazzo degli sprechi di tito della torre
18 Il calcio a 5 è dolce come il cioccolato di paolo Cardini
argomenti
12 Alla scoperta del pianeta Mister di Lucia teormino
16 Lo sport piace se vale di arianna Cucinotta
27 El Camino de Santiago
28 Come ti rubo il pupo di alberto Caprotti
rubriche
26 Allo specchio di emerenziana rossato
30 Il racconto di edio Costantini
radici
31 Pellegrini verso il giubileo di Vittorio peri
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o n s i g l i o d i
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Via della Conciliazione, 1 - 00193 roma tel 066867941- Fax 0668802940 http:\\www csi-net it e-mail: csi@csi-net it P u b b L I C A z I O N E I S C R I T TA al n 4987 del reg Stampa del tribunale di roma del 4/1/1956
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L E f O T O D I q u E S T O N u M E R O S O N O D I :
a Criscuoli: pagg.6,7, 12,14, 16, 17, 24, 28, 32; theo Schraven: pagg 8, 10; LdC : pagg 20, 26;
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sommario period co assoc ato a l USpi (Un one Stampa per od ca tal ana)
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Tira, tira... la corda si spezza
Questo è l'editoriale che speravo di non dover scrivere. Perché sapevo che sarebbe stato difficile annunciare ad un'associazione che negli ultimi anni ha lavorato magnificamente - raddoppiando rispetto al 1992 i tesserati, dec u p l i c a n d o l e a t t iv i t à , va r a n d o u n nuovo sistema formativo, impegnandosi a progettare meglio nel socialeche è arrivato il tempo di stringere la cinghia; che ci sono programmi da c a n c e l l a r e , c o n t r i bu t i d a a z z e r a r e , m a n i f e s t a z i o n i d a r i d i m e n s i o n a r e ; che ci tocca rallentare, frenare, fermarci proprio mentre si era preso l'abbrivio verso una stagione ricca di soddisfazioni. Un giro di vite che il Consiglio Nazionale, preso atto della situazione, ha dovuto avallare.
Di chi è la responsabilità? Forse abbiamo gestito male le risorse assegnateci? O abbiamo operato senza trasparenza e legalità? Siamo stati spreconi, affaristi, falsari? Niente di tutto ciò Questi peccati nel mondo dello sport esistono, lo sappiamo noi ed ora lo sta scoprendo anche la magistratura, ma non riguardano il CSI. La nostra associazione può camminare a testa alta, perché tutto ciò che è e che fa è scritto nei minimi dettagli nei
documenti della certificazione che il CONI ha imposto a tutti gli enti di promozione Anche se il CONI i risultati di quella certificazione non si decide a tirarli fuori, forse perché preferisce continuare ad amministrare lo sport sociale con la mancanza di certezza che consente di trattare tutti come vassalli cui si concedono privilegi in cambio di obbedienza.
Se siamo costretti ad una stagione di emergenza, la colpa è di altri Le forbici del CONI, come paventavamo nell'editoriale del precedente numero di Stadium, si apprestano a tagliare i contributi che l'ente olimpico assegna a federazioni ed enti. Non vanno per il sottile, i "Figaro" del Foro Italico: intendono sforbiciare a destra e a manca più o meno nello stesso modo, a chi vive di spiccioli e a chi vive di miliardi; a chi lavora per far crescere il paese e a chi pensa soltanto a sollazzarlo
Non sarà facile venirne fuori. Il CONI può anche inventare nuovi concorsi che alimentino le risorse sue e di tutto lo sport, ripristinando una situazione di benessere. Ma la vicenda attuale insegna almeno tre cose: che lo sport sociale non può continuare a vivere delle briciole di un'incerta lotte-
ria; che il nuovo CONI somiglia troppo al vecchio, ricco di promesse e povero di fatti nei confronti dello sport per tutti; che anche questo Governo, dopo gli exploit post-veltroniani, esita a portare avanti la riforma del sistema sportivo italiano
I nuovi vertici del CONI ci chiedono di avere pazienza, dicono di aver bisogno di tempo per aggiustare le cose. Di fronte a programmi che siamo costretti a mutilare, non c'è più tempo, e la fune della pazienza si sta spezzando Lo scenario impone all'Associazione di tornare ad agire in termini di politica sportiva forte e unitaria, mobilitandosi in centro come in periferia per denunciare sperperi, incongruenze, incapacità, connivenze del governo sportivo Tutti i dirigenti del CSI, ai vari livelli, devono reimparare a sentirsi "opposizione", ad essere una spina nel fianco del sistema Al contrario di altri, che di fronte alle decisioni del CONI hanno reagito con un silenzio-assenso, non abbiamo né padrini né padroni È una grande risorsa: usiamola per dare un senso più compiuto ai nostri sacrifici
Donato Renato Mosella
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Nelle prime settimane del 1999 totocalcio, totogol e totosei hanno accumulato una sensibile flessione rispetto all'analogo periodo del 1998. Tanto è bastato al CONI per decidere di decurtare del 30% i contributi concessi a Federazioni ed Enti di promozione Considerando che nel 1998 i contributi erano già stati tagliati del 10%, nell'arco di pochi mesi il taglio totale è stato del 40%. Al bilancio del CSI la sforbiciata ha portato via 2 500 000 000 di lire Il Consiglio Nazionale dell'associazione si è dovuto riunire di corsa per approvare un nuovo bilancio preventivo, fatto di pesanti rinunce a spese ed iniziative già programmate
Stringendo la cinghia, il CSI per ora regge la botta Però comprende che ormai si sta minacciando la sopravvivenza stessa dello sport di base. Al contrario di quel comico televisivo che dichiarava "Non capisco, ma mi adeguo", il CSI intende adeguarsi solo in via temporanea e comunque vuole capire Attribuire al boom del superenalotto la responsabilità di quanto accade è perlomeno semplicistico
I ritardi del CONI
L'andamento in flessione dei concorsi pronostici sportivi è cosa vecchia L'agonia del totocalcio è iniziata nel 1992, e proprio come parziali correttivi sono nati il totogol e il totosei. Il superenalotto è apparso solo il 3 dicembre 1997, e il suo arrivo non ha modificato granché il decremento del totocalcio, che era del 14 0% nel '97 ed è rimasto del 15 5% nel 1998 Dunque, le responsabilità vanno cercate altrove.
Il CONI ha avuto anni di tempo per analizzare il fenomeno della flessione e trovare i modi per invertire la tendenza Non sono state fatte cose che probabilmente contavano: modificare il vecchio "tredici", magari introducendo il quindici e il jackpot; varare la giocata on-line, che pure è possibile per lotto e superenalotto; investire adeguatamente in rilancio pubblicitario
Il CONI si è mosso come il peggiore dei ministeri, si è mosso come se i soldi non fossero suoi, dilazionando, spendendo e
Tito Della Torre
Il Palazzo degli sprechi di
campando alla giornata È lecito pensare che il superenalotto funzioni come un orologio perché è gestito da privati (la SISAL), che nulla lasciano al caso. In mano a privati anche il totocalcio, rimesso a nuovo, potrebbe fare faville.
Che il CONI non abbia un gran fiuto nella gestione dei concorsi, è cosa dimostrata dai fatti Non tutti ricordano che l'enalotto, padre del superenalotto, era gestito un tempo dal CONI, che lo lasciò ai privati ritenendolo affare da poco Di questo "peso morto" il CONI volle liberarsi, ma tenendosi sul groppone un paio di centinaia di impiegati, che sono tuttora a stipendio.
Le stesse scommesse sportive - il cosiddetto totoscommesseche avrebbero dovuto pescare nei presunti 4 000 miliardi delle scommesse clandestine, così come sono si stanno rivelando un mezzo fallimento: nel 1998 hanno incassato appena 198 miliardi D'accordo che si è in una fase di avvio, ma - stando a chi conosce le cose - è un errore di fondo aver affidato il gioco alla rete delle agenzie ippiche: sono troppo poche ed hanno una frequentazione (i giocatori incalliti, i "cavallari") che non incoraggia pensionati e madri di famiglia a recarsi al banco Insomma, nel gestire i mezzi di sostentamento suoi e di tutto lo sport italiano, il CONI si muove poco, lentamente, con scarsa fantasia e altrettanto scarsa managerialità
Gli sprechi del CONI
Abituato per decenni a incassare molto e sperperare di conseguenza, oggi il CONI incassa meno ma continua a dilapidare allegramente. Nelle pieghe dell'attuale bilancio del CONI ci sono miliardi di finanziamento a aereoclub, automobilclub, federcaccia, pesca sportiva; altri contributi vanno a "discipline associate" come biliardo, bowling, bridge, dama, scacchi Le sole spese di pulizia delle sedi CONI - ha denunciato proprio il presidente del CSI - sono superiori a quanto destinato allo sport per tutti
Prima di tagliare i contributi a tutti nella stessa misura, sarebbe stato giusto disboscare
Ma come avrebbe potuto farlo, l'elefante CONI, che spende la maggior parte dei suoi soldi per mantenere se stesso?
La cattiva gestione dello sport per tutti
Il taglio indiscriminato dei contributi CONI chiama in causa i criteri con cui è finanziato lo sport per tutti Attualmente il CONI assegna all'insieme degli Enti di promozione sportiva solo
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La crisi del Totocalcio e le colpe del CONI
lo 0,90% delle sue entrate Come dire, le briciole
Per poter accedere a questi finanziamenti, gli Enti devono sottoporre a certificazione - all'inizio di ogni quadriennio olimpico - le società sportive iscritte, le attività sportive e formative svolte, qualsiasi altra iniziativa attuata, badando anche al valore delle cose fatte. Sulla base dei dati certificati, e di parametri di merito prefissati dallo stesso CONI, gli Enti dovrebbero suddividersi il finanziamento per il quadriennio
A parte il fatto che nessun controllo analogo esiste per le Federazioni, i criteri con cui il CONI sta assegnando i contributi agli Enti non seguono i risultati dell'ultima certificazione. Ufficialmente perché sono in corso ulteriori studi e verifiche Ufficiosamente perché sembra che non si sappia come fare per applicare i parametri, distinguendo qualità da quantità (ma allora, perché imporre una certificazione siffatta?) Secondo altre indiscrezioni, gli esiti dell'ultima certificazione sono conservati nel cassetto per continuare a distribuire "politicamente" i pochi fondi destinati allo sport per tutti, senza scontentare i gruppi di pressione che sostengono quegli enti che sarebbero usciti ridimensionati dalla certificazione
Fosse vera l'ultima ipotesi, sarebbe una colpa da aula giudiziaria Evidenti le responsabilità morali: nell'attuale momento di difficoltà, ridistribuire i fondi secondo i parametri di merito effettivi avrebbe limitato l'effetto del taglio per quegli Enti di promozione che erano stati premiati dai risultati della certificazione
Il ritardo delle istituzioni
La difficoltà in cui viene a trovarsi lo sport per tutti dopo i tagli dei contributi CONI mostra una volta di
più quanto sia grave e colpevole la lentezza con la quale Governo e Parlamento hanno gestito l'iter della legge sullo sport dilettantistico, che comprende norme sulla disciplina e il finanziamento dello sport per tutti
Il finanziamento dello sport per tutti non può restare affidato all'andamento di alcune lotterie e agli umori del CONI Ma nessuno può dire se e quando la proposta di legge sullo sport dilettantistico sarà approvata, e se nella sua formulazione finale comprenderà anche la parte relativa agli Enti di promozione.
In questo campo resta agli atti soltanto l'impegno assunto più volte dal ministro Melandri per un completo riordino legislativo del sistema sportivo italiano, di cui la riforma del CONI dovrebbe essere solo il primo passo. Resta da capire se, di fronte al Parlamento, la parola di un Ministro valga più delle pressioni delle lobbies sportive interessate a fare in modo che tutto resti allo statu quo La tribù degli affossatori, che da venticinque anni impedisce che sia approvata una legge quadro dello sport, potrebbe vincere ancora E allora, sport sociale addio.
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A Lavarone il Gran Premio Nazionale di Sci
Sleepers & Runners
Quattro giorni di gare, 450 atleti finalisti divisi in 16 categorie, tra maschile e femminile, di 53 società sportive CSI in rappresentanza degli oltre 20.000 atleti che hanno partecipato alle diverse gare e manifestazioni locali, hanno dato vita, a Lavarone, in Trentino, ad una magnifica ed appassionata finale nazionale di sci. Suggestiva la fiaccolata di apertura sulla pista Tablat Duecento atleti hanno sciato nel buio della notte, illuminata dalle fiaccole e scaldata dal vin brulè L'obiettivo della manifestazione non è stato solo quello di decretare i vincitori nelle diverse categorie ma soprattutto di rilanciare l'attività sciistica nel CSI che, in questi ultimi anni, un po' per la mancanza di neve, un po' per il calo di interesse da parte dei comitati provinciali, ha perso quell'intensità e quella carica tipica degli anni Sessanta
La pratica dello sci nel CSI risale agli anni cinquanta ed è rimasta una disciplina sempre molto praticata nonostante che fosse la prerogativa esclusiva dei "ricchi", visti gli alti costi: skipass, sci, alberghi, le lezioni e così via Le gare sono sempre più spettacolari e per molti sciare è sempre un piacere Molte le competizioni e le gare svolte un po' su tutto il territorio nazionale e buone le prestazioni tecniche degli atleti che sono arrivati in finale I luoghi di qualità per sciare sono ormai molti in Italia, alcuni famosi altri un po' meno e Lavarone non ha niente da invidiare alle località più amate dagli italiani. Alla finale nazionale i partecipanti dello sci alpino sono stati divisi in due trofei, Sleepers e Runners, mentre i partecipanti alle prove nordiche si sono contesi il trofeo Super Skating singolo e a squadre. Al Comitato CSI che aveva ottenuto i migliori
piazzamenti nelle prove individuali è andato il trofeo Super Team, aggiudicato quest’anno al Comitato di Bergamo Ma oltre alle gare ufficiali, la finale ha avuto anche momenti di divertimento, musica e spettacolo, di folklore tipico di certe manifestazioni sportive di montagna
Non sono mancati momenti di vera festa La gara di slittino a coppie è stata vissuta all'insegna dell'allegria, senza lasciare da parte quel sano agonismo che dà sale a questo tipo di competizioni E poi la serata delle regioni, che è stata superiore alle più rosee aspettative Tanti banchetti su cui erano sistemate varie specialità regionali: formaggi, salumi, dolci e poi ancora canzoni e filastrocche locali, ma sono stati soprattutto i vini, le grappe e i liquori a scaldare la fredda notte montana
Sono anche questi i momenti che caratterizzano le
manifestazioni del CSI, dove tutti si riuniscono a fare festa, sentirsi parte di un'unica Associazione. Grande è stato l'impegno organizzativo sostenuto dalla Commissione nazionale Sci, dal Comitato CSI Trento e del Consiglio Regionale CSI guidato dal sempre presente Renzo Sartori.
Sono molti quelli che attraverso il CSI hanno conosciuto lo sci, lo hanno praticato e hanno anche raggiunto risultati più che ragguardevoli L'esempio più eclatante è forse Franco Nones, Medaglia d'oro nella 30 km dell'Olimpiade di Grenoble nel 1968, che proprio nel CSI, nell'ormai famoso Trofeo Laurino, mosse i primi passi e arrivarono le prime vittorie Il CSI fu il suo trampolino di lancio
Festa dai mille colori e dalle mille emozioni capace di lasciare un buon ricordo, un segno indelebile nella memoria di chi vi ha partecipato
di
Marco Croci
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D O S S I e r
Sono circa centomila gli italiani che si dedicano alla danza sportiva, più di quanti ne attragga qualche sport olimpico tradizionale Un numero in aumento, pare Eppure, non si tratta di una cosa facile facile. Avete presente le gare di danza che Mediaset inserisce nei suoi palinsesti domenicali? La danza sportiva è quella. Richiede preparazione tecnica e fisica, qualità precise, una concentrazione mentale grandissima Qualcosa, insomma, di molto diverso rispetto al ballo nelle discoteche che tanto affascina i ragazzi il sabato sera Perché allora tanto successo?
La promozione televisiva spiega il fenomeno fino a un certo punto Forse è più logico tirare in ballo il significato profondo che questa attività sembra assumere per l'essere umano. Non a caso la gara di danza come metafora della vita è un tema ricorrente nella cinematografia moderna: da Non si uccidono così anche i cavalli? di Sidney Pollack, a Ballando ballando di Ettore Scola, al recentissimo Lezioni di tango di Sally Potter La coppia che si esibisce ballando - sembra dirci il cinema - esprime tensioni assai vicine al nostro sentire: impegno, fatica, desiderio continuo di migliorarsi, ricerca di rapporto armonioso tra uomo e donna, voglia di esprimersi corpo e anima, volontà di affermarsi Comunque sia, dopo essere stata confinata per tanti anni nei locali di periferia e nelle sagre di paese, la danza sportiva è tornata di moda.
Una foresta di sigle
"Intorno alla danza sportiva - conferma Ferruccio Galvanio, che cura la rivista Danza Sportiva - si muovono oggi in Italia almeno 100 000 persone, tra quelle che seguono le attività promosse dalla Federazione Italiana Danza Sportiva e quelle che si muovono nelle attività promosse da altri" La FIDS è una Federazione vera, riconosciuta tale dal CONI il 28 febbraio 1997, che ha dichiarato la danza sportiva "disciplina associata". Un riconoscimento, a dire il vero, che ancora non riesce a fare chiarezza in una situazione alquanto intricata, con tante sigle a pretendere di rappresentare la danza sportiva in Italia
E s i s t o n o , a d e s e m p i o , u n a F e d e r a z i o n e N a z i o n a l e D a n z a Sportiva, che in realtà è una struttura dall'AICS, e una Lega Nazionale Danza Sportiva, espressione dell'UISP Un'altra sigla è quella del Consiglio Italiano Danza Sportiva, organo di collegamento delle tre federazioni italiane dei maestri di danza sportiva: ANMB, FIPD, FITD Insomma, una piccola babele
"L'attività di danza sportiva - spiega Franco Querzè, presidente della Federazione riconosciuta dal CONI - è cominciata ufficialmente in Italia nel 1957 Prima del riconoscimento della FIDS nel settore si muovevano ben 17 sigle di altrettante federazioni, che il 31 agosto del '98 hanno cessato ogni attività confluendo tutte nelle Federazione. Continuano a sussistere altre sigle, che fanno capo ad
Ballando, ballando di
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Il boom della danza sportiva
Andrea De Pascalis
alcuni Enti di promozione, con cui peraltro abbiamo rapporti di buon vicinato."
AIC S e UISP
L'AICS è probabilmente l'Ente di promozione più interessato alla danza sportiva Ad esso fa capo la Federazione Italiana Tecnici Danza, che dispone di un proprio sito internet, all'interno del quale si legge: "Oggi centinaia di associazioni di danza sportiva operano all'interno dell'AICS ed è per questo che la stessa ha iniziato una rivoluzione che la porterà ad essere il primo Ente italiano di Danza Sportiva.
Tutto questo si otterrà con la costituzione della Lega Dilettanti Danza e della Federazione Italiana Tecnici Danza Sportiva "
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I numeri della FIDS
La danza sportiva è attualmente praticata in 68 nazioni dei cinque continenti
La Federazione Italiana Danza Sportiva, è stata riconosciuta, oltre che dal CONI, dal CIO il 5 settembre 1997
La FIDS organizza, tramite le olt r e 1 0 5 0 s o c i e t à , c i r c a 1 4 0 competizioni l'anno nei palasport di tutta Italia, Inoltre organizza i campionati regionali e le selezioni provinciali
La Federazione seleziona anche una nazionale italiana, che partecipa alle competizioni internazionali, compresi i campionati del mondo
Nel 1998 la Federazione contava 25 900 tesserati Nei primi due mesi del 1999 i tesserati erano oltre 17 000
Anche l'UISP muove numeri interessanti nel settore La sua Lega Danza Sportiva è nata nel 1983. Lo sviluppo è stato costante: dai 1 200 tesserati del 1985, si è arrivati ai 40 000 dichiarati nel 1997 "La tendenza - dicono all'UISP - è in crescita soprattutto nel settore danza (diverso dal settore liscio). La Lega è impegnata ogni anno in diverse manifestazioni, anche a livello agonistico: Coppa Italia di ballo moderno e liscio, campionati italiani di ballo moderno e liscio, il circuito Città in danza, la rassegna internazionale di danza, i campionati italiani ballo spettacolo e gruppi. Per la formazione la lega prevede corsi e stage in tutti i settori inclusi nelle attività sportive"
E il C SI?
Nel CSI la danza sportiva è una sconosciuta o quasi "Ci sono solo iniziative sporadiche di qualche Comitato - ammette il coordinatore nazionale dell'attività sportiva, Renato Picciolo - perché a livello nazionale non abbiamo ancora impostato una linea specifica Certo, l'esistenza di una vera e propria Federazione riconosciuta dal CONI apre altre prospettive".
A sfavore gioca probabilmente una certa atipicità di questo sport Querzè non è d'accordo: "La danza sportiva - dice - è uno sport come un altro. Può essere paragonata al pattinaggio su ghiaccio. Come ogni sport ha le sue regole, i suoi giudici, i suoi direttori di gara" Ma è inutile nasconderselo: una cosa del genere non si improvvisa, se è estranea alla tradizione associativa Eppure, la domanda da parte della gente c'è e talvolta è forte. Una domanda di attività amatoriale, senza pretese di competere a chissà quali livelli Così è accaduto a Cava dei Tirreni, dove la danza è entrata nel calendario associativo da tre anni, grazie anche a qualche piccola innovazione per renderla più aderente allo spirito del CSI Racconta Pasquale Scarlino, presidente del Comitato: "Abbiamo cominciato tre anni fa, proprio perché c'era domanda All'inizio abbiamo allestito una manifestazione con gare vere e proprie, grazie alla collaborazione di maestri e giudici di scuole di danza locali Poi ci siamo detti che questo limitava la partecipazione ai più bravi, ossia al 30% dei potenziali ballerini Abbiamo seguito la filosofia del CSI ed abbiamo pensato di portare la danza in piazza, nell'ambito di grandi feste cittadine che concludono le varie prove di Gran Prix di ballo liscio e latino-americano lanciate nelle scuole. La festa finale è giocata come esibizione libera".
Dopo il riconoscimento da parte del CONI, la FIDS ha badato a potenziare le sue strutture organizzative, per affiancare i comitati provinciali ai 17 comitati regionali esistenti nel 1997 I rapporti tra Federazione ed Enti di promozione, dice Querzè, saranno impostati così come regolamentato dal CONI, cioè sulla base di convenzioni Se tutto va come si prevede, in autunno si potranno stipulare gli accordi Il CSI ha tutto il tempo per decidere se mettersi in ballo.
Specialità e categorie
Le discipline della danza sportiva sono:
a) le danze olimpiche, riconosciute dal CIO ed ugualmente regolamentate in tutto il mondo, che si dividono in:
- danze standard (valzer inglese, tango, valzer viennese, slow fox trot, quick step;
- danze latino americane (samba, cha cha cha, rumba, paso doble, jive);
b ) d a n z e t r a d i z i o n a l i i t a l i a n e (liscio unificato, ballo da sala, liscio piemontese, danze folk); c ) d a n z e t r a d i z i o n a l i ( d a n z e caraibiche, rock'n roll, boogie boogie)
I praticanti sono suddivisi in cinque categorie di età, alcune delle quali hanno sottocategorie:
juvenales: 6-9 anni; 10-11 anni;
juniors: 12-13 anni; 14-15 anni;
youth: 16-18 anni;
amatori: 19-34 anni;
seniors: 35-45 anni; 46-55 anni; 56 e oltre
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"È stato l'unico convegno dove a pochi giorni di distanza si pregava la gente di non venire ": lo ha detto mons Agnesi (Pro vicario generale della Diocesi di Milano) nel dare il via ai lavori del Convegno "Pianeta Mister", svoltosi a Milano lo scorso 13 marzo e organizzato dalla Consulta diocesana per lo sport di cui fa parte il CSI milanese
L'esortazione a declinare l'invito era motivata dal numero inaspettato delle adesioni, che sfiorava le 500 unità Tanti erano, infatti, gli allenatori presenti presso il chiostro di via S Antonio (sede del CSI), pronti ad affrontare i percorsi prescelti
Le quattro piste di lavoro
Quattro erano infatti le opzioni su cui era possibile lavorare sotto il coordinamento di altrettanti esperti
L'assemblea dei partecipanti, dopo un primo momento destinato ai saluti e alla fase introduttiva, si è divisa in quattro sottogruppi, ognuno dei quali (attraverso una scelta effettuata all'atto della preiscrizione) aveva un argomento da approfondire
Una formula senz'altro vincente, poiché ha permesso di entrare nel vivo dei problemi che interessano gli allenatori.
Il primo gruppo, capitanato da Alessandro Gamba (ex CT della nazionale di basket) ha analizzato il tema della sconfitta e della vittoria Come gestire la squadra nei momenti di grande euforia e di inevitabile delusione quando il risultato non è favorevole?
Questo l'interrogativo al quale gli oltre 150 partecipanti hanno cercato di rispondere facendo appello alla grande esperienza dell'ex CT
A Mario Mereghetti (responsabile settore giovanile Inter) e Francesco Iorio (dirigente settore giovanile Inter) è stato affidato un altro tema scottante… pane quotidiano per gli allenatori: il rapporto con i genitori dei ragazzi
Sono emerse problematiche di vario genere che evidenziavano la necessità di un confronto ad ampio raggio e una realtà familiare spesso incapace di gestire il giovane in una fase
Lucia Teormino
Arcidiocesi di Milano:
Alla scoperta del pianeta mister di
delicata come quella della preadolescenza
Quali rapporti intrattenere con i genitori, è bene tenerli a distanza o cercare di coinvolgerli nell'attività svolta dai loro ragazzi? Interrogativo di non facile soluzione a cui ciascuno ha tentato di dare una risposta certo è che, pur non avendo una ricetta uguale per tutti, i consigli migliori sono stati enucleati dal progetto sportivo del CSI, dove i genitori vengono indicati come partner fondamentali all'interno però di una logica rispettosa dei ruoli e delle figure educative presenti in ambiti diversi, quali appunto il campo sportivo o il focolaio domestico
Provocatoria in tal senso può sembrare una frase pronunciata con intenti diversi da Alessandro Gamba in un'aula accanto "Dieci anni fa, nel corso di una famosa trasmissione sportiva televisiva, dichiarai che il mio ideale era allenare una squadra di orfani Mai come in quell'occasione ricevetti tante lettere d'approvazione Forse sarebbe meglio educare i genitori prima che i figli"
Un invito senz'altro condivisibile, che la dice lunga sulle difficoltà di comunicazione tra due realtà che dovrebbero invece cooperare in termini educativi per il bene dei ragazzi
Grandi applausi per Dan Peterson (allenatore di basket), coordinatore del terzo gruppo che ha saputo regalare ai suoi compagni di viaggio spaccati umani di rara intensità, resi ancor più veri da quel simpatico accento americano che tutti ricordavamo a seguito della campagna pubblicitaria di una nota marca di the "Campioncini, monelli e paciocconi come gestirli?" Questo il rompicapo che ha impegnato il gruppo del noto allenatore di basket per oltre due ore Come far convivere all'interno di una squadra i ragazzi "difficili", quelli che si credono già campioni e lo sono, ma rappresentano anche il prototipo del monellaccio e infine coloro che pur impegnandosi non mostrano grandi abilità?
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viaggio tra problemi ed esperienze dell’allenatore
Peterson ha offerto un'infinità di consigli e ha risposto a mille domande, ma ci preme sottolineare una frase che a nostro avviso è particolarmente significativa: "Ricordate che comunque farete degli errori, io stesso ne ho commessi e di alcuni ancor oggi non riesco a capacitarmi, ma non bisogna darsi per vinti è normale che accada L'unico rimedio è usare buon senso, logica e chiarezza". "Inoltre - ha continuato Peterson - è sempre inopportuno discutere con i ragazzi subito dopo la partita; è utile farlo il giorno dopo, quando gli animi sono più calmi, e dopo aver meditato sulle cose da dire"
In sostituzione del Pizzul nazionale (che per impegni di lavoro è riuscito solo ad intervenire per un breve saluto) il figlio Fabio, anche lui giornalista e direttore della Radio della Diocesi di Milano. Un tema scottante quello affidato a Fabio, che riguardava il rapporto tra l'allenatore e l'arbitro
Tantissime le domande e le proposte in senso migliorativo, volte a investire sempre più la figura del direttore di gara (all'interno di una realtà come il CSI) di responsabilità educative in relazione al processo di interiorizzazione delle regole e del rispetto dell'autorità
Presenti al Convegno tutti gli Enti di Promozione che costituiscono la CDS sotto la direzione di Don Romeo Maggioni (responsabile dell'ufficio di Pastorale dello sport, tempo libero e turismo): PGS, U S ACLI, LIBERTAS, M S P e ovviamente il Centro Sportivo Italiano
L'iniziativa "Pianeta Mister" è il terzo appuntamento formativo targato CDS, un organismo che, negli ultimi 3 anni si è dato molto da fare per contribuire alla crescita in termini umani e cristiani dello sport di base e in particolare di quello giocato in ambito oratoriano Nel '97 fu la volta del convegno "Dio in campo", nel '98 "Sport in Oratorio" e nel '99 "Pianeta Mister" Progetti futuri? Nelle prossime settimane è già previsto un incontro tra i responsabili per studiare nuovi programmi.
Avanti tutta con la Joy Cup Se la formula di gioco inventata, un anno fa dal CSI, ha scatenato qualche palpitazione tra gli amanti del classico campionato, ora sta provocando un vero boom di simpatia e di interesse Pensata non come saldo di fine millennio ma come "diga" per frenare l'invasione delle Federazioni su un campo, quello dello sport per tutti, ora ha assunto proporzioni tali da qualificarsi come migliore "attività dell'anno"
La Joy Cup piace e a sostenerlo con forza sono gli atleti, gli allenatori e i dirigenti Non può essere che un successo "Dài che ce la facciamo ad arrivare alla finale nazionale", ha gridato Giorgio Vimercati, allenatore della PGC Bresso, alle sue ragazze subito dopo aver espugnato per 3-1 la prestigiosa Nabor, grande squadra di pallavolo del CSI di Milano "Sono tesserato nel CSI da oltre 20 anni e devo dire che sentivo il bisogno di tornare a disputare le fasi regionali e nazionali".
Per questo anno sportivo sono state proposte solo cinque discipline: calcio, calcio a 5, pallavolo, campestre ed atletica leggera; ora l'obiettivo è quello di approfittare del successo ricevuto per rilanciarne altre nel prossimo anno sportivo.
Ci sono discipline sportive che pur essendo popolari come il tennistavolo, la pallacanestro, la ginnastica e il nuoto, hanno bisogno di essere continuamente riproposte all'attenzione delle nuove generazioni perché rischiano di scomparire Basta pensare alla popolarità di un tempo del tennistavolo e al quasi totale abbandono in questi ultimi anni
"A dire il vero - afferma Donato Mosella, presidente nazionale - la formula della Joy Cup è nata non tanto per creare quella diga contro le Federazioni ma per portare una ventata di aria nuova nello sport. Creare nuovi ostacoli alle Federazioni non ce n'era bisogno e quella diga non è stata mai costruita perché le stesse, che fino a ieri non faticavano ad imporre i loro prodotti, oggi hanno il fiato corto, continuano a proporre slogan ma nei fatti tutte le proposte sportive si traducono in vivai, avviamento precoce alla specializzazione, selezione dei più bravi e tutto consolidato da
Edio Costantini
Joy Cup: Un vero boom di partecipanti. Ad aprile il via alle fasi regionali
Aria nuova nello sport di
un vincolo che ha il sapore più di diritto di proprietà sull'atleta che di promozione"
Il vero motivo era quello di rivitalizzare la proposta sportiva tra i giovani, creare novità, tentare di sconvolgere l'impianto del sistema sportivo tradizionale, ormai desueto ed ammuffito
Ed è stato un vero boom di
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partecipazione Lo scorso mese di settembre sono partiti in contemporanea 310 campionati in 18 regioni con 8 900 squadre e con oltre 150.000 atleti partecipanti. Ad aprile inizieranno le finali regionali e interregionali e a giugno le finali nazionali a Levico Terme, nel Trentino I tremila atleti finalisti si contenderanno la mitica Joy Cup, disegnata da Rò Marcenaro Cosa c'è dietro il successo della formula Joy Cup? Tante innovazioni, una buona organizzazione, servizi sportivi di valore e persone in grado di servire non solo lo sport ma soprattutto gli atleti Tra le innovazioni sono previste le
gare di abilità, l'espulsione a tempo, il time out Le gare di abilità come il calcioslalom, il cross cieco, la palla al piede non sono altro che delle occasioni che consentono agli atleti del calcio di cimentarsi, oltre alla partita, in prove individuali.
È un grande sostenitore del progetto Joy Cup a fare queste affermazioni, il coordinatore tecnico nazionale Picciolo, che non cessa di rilanciare la propria visione sul valore educativo dello sport L'ambizione è di conquistare sempre di più il "mercato" dello sport per tutti, considerato lo scarto dello sport competitivo e professionistico
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Attenzione: ai giovani la pratica sportiva continuativa interessa sempre meno, e l'impegno nelle società sportive non sembra il massimo della vita. È quanto emerge, tra l'altro, da una ricerca IARD su "Valori e partecipazione tra i giovani" appena pubblicata Un grido di allarme che, pur con tutti i limiti di affidabilità che bisogna attribuire ad indagini statistiche effettuate in tempi diversi con metodi diversi, come nel caso dello IARD, è giustificato da un dato clamoroso: la frequenza di partecipazione giovanile ad attività sportive non occasionali sarebbe calata dal 45.6% del 1987 al 28.3% del 1992 e al 28.2% del 1996; la partecipazione più sporadica sarebbe addirittura crollata, dal 27 3% del 1987 al 5 2% del 1992 e al 6 4% del 1996
In linea generale i dati dello IARD sarebbero in linea con quelli di altri istituti di ricerca, ISTAT compresa, che hanno segnalato con percentuali diverse un sensibile calo dei praticanti in Italia negli ultimi 7-8 anni Eppure non si sa bene come interpretare certi risultati, perché stridono con quanto sappiamo della pratica sportiva giovanile presso federazioni ed enti di promozione, dove globalmente il calo c'è ma non è così forte Nella stessa indagine IARD cui facciamo riferimento, la percentuale di giovani che dichiarano "molto importante" nella loro vita il valore delle attività sportive è rimasto pressoché costante dagli anni '80: nel 1983 questi giovani erano il 32 1% degli intervistati, nel 1987 il 31.9%, nel 1992 il 36.1%, nel 1996 il 34.3%.
Costante è rimasto anche il posto in graduatoria occupato dalla pratica sportiva tra le cose ritenute di maggior valore dai giovani: lo sport si colloca, oggi come ieri, al sesto posto dopo la famiglia, l'amicizia, il lavoro, lo svago nel tempo libero, lo studio e gli interessi culturali
In sede di conclusioni, lo IARD parla di "forte discesa della partecipazione ad organizzazioni sportive... mentre al contrario può essere significativo l'aumento che registrano le organizzazioni di impegno sociale e assistenziale " Ed è questo dato, ricorrente in tantissimi studi, che deve realmente far riflettere, perché sta a significare che un'attività sportiva ed una vita associativa fini a se stesse interessano sempre meno Perché ci sia vera appartenenza ad un'associazione, nel senso di partecipazione e impegno, deve esserci una missione associativa che sia percepita dai giovani come evidente e importante
In attesa che siano disponibili i risultati definitivi dell'inchiesta tra i giovani del CSI, che dovrebbe chiarire l'andamento di certi trend nella nostra associazione, prendiamone atto.
Arianna Cucinotta
Lo sport piace se vale di
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I giovani nelle ricerche IARD
Napoli: progetto per l’integrazione
Piccoli profughi adottati dai bambini
«Bambini che vivono prigionieri delle mura domestiche, confinati davanti ad una bambinaia elettronica Ne escono solo per essere trasportati come pacchi, a scuola e in palestra Bambini dimenticati, come sacchetti della spazzatura, per strada, e la strada è la loro palestra. Bambini che vivono in case di cartone, esposti alle intemperie e alle violenze E chi non ha consapevolezza li bolla come diversi Noi vediamo la loro bellezza. Noi abbiamo un sogno: farli "crescere" insieme».
É questo il manifesto programmatico del progetto "I have a dream", elaborato dal CSI di Napoli per favorire l'integrazione razziale nei quartieri di Piscinola-Marianella e Scampia Una zona che agli antichi problemi, povertà e disoccupazione in testa, aggiunge oggi la presenza di alcune migliaia di extracomunitari, di cui almeno cinquecento sono i minori di diciotto anni Quasi tutti sono di etnia rom, profughi dalla ex-Jugoslavia in guerra, disseminati in "campi" di fortuna privi dei più elementari servizi. Per restare ai rom, a complicare le cose dentro il campo ci sono i contrasti tra musulmani e ortodossi, fuori c'è la guerra dei poveri tra vecchi residenti e nuovi arrivati.
Il "sogno" del CSI napoletano è di contribuire a spostare la sensibilità del maggior numero possibile di residenti verso coloro che in qualche modo vivono fuori dalla normalità, e contemporaneamente far percepire a coloro che si sentono esclusi che esiste una società solidale e disponibile al confronto
E allora si comincia dai bambini rom, privilegiando il loro diritto a vivere un'attività educativa sia all'interno della comunità che con i coetanei sul territorio I piccoli rom saranno inseriti a gruppetti nei settori operativi di catechesi, sport di squadra e individuali, danza, attività di Fantathlon e di Giocasport. Per loro saranno creati eventi di grande respiro, come feste su strada o nelle sedi dei vari partecipanti al progetto Feste che saranno anche "incontri ravvicinati" tra residenti e nomadi, perché si svolgeranno nelle adiacenze del campo rom
Operare con i bambini avrà un'utilità
limitata, se il contesto familiare si porrà in difformità con gli sforzi degli educatori. Ecco dunque programmata un'attività di supporto, formazione e informazione alle donne rom, anche tramite un confronto con le operatrici del progetto
Detto così, può suonare facile. Invece «I have a dream» comporta la cooperazione tra CSI e tanti altri soggetti: il 42° circolo didattico, la parrocchia del Sacro Cuore, il Centro Donna "Nuova alba", l'Opera Nomadi Impegnativa anche la durata dello sforzo, da gennaio a settembre '99.
Il progetto, approvato e finanziato dal CSI nazionale, fa affidamento anche sulle risorse messe a disposizione dalle associazioni coinvolte. Ma una mano la daranno gli stessi bambini del quartiere, tramite una "banca delle rinunce". Si tratta di un mezzo educativo già sperimentato nel CSI: per ogni ambito di intervento viene creato un "minisportello bancario", curato dagli stessi bambini sotto la supervisione di un adulto. Su un registro si annotano le piccole rinunce cui i bambini si sottopongono spontaneamente per contribuire con una donazione alla riuscita dell'impresa Ogni bambino riceve in cambio un certificato di adozione con il nome di un suo coetaneo rom che beneficerà dell'aiuto E a conclusione del progetto ci sarà un "patto di fratellanza" tra coppie di bambini: ciascuno riceverà un bracciale con inciso il nome dell'altro.
diMarco D’Amico
Anche quest'anno la Mars Incorporated, ed in particolare la sua consociata italiana Dolma, offrirà ad oltre 9000 ragazzi tra gli 11 ed i 14 anni la possibilità di cimentarsi, non solo in una tra le discipline sportive più praticate e seguite dai giovani, il calcio a 5, ma anche e soprattutto nella affermazione e diffusione dei più nobili valori sport
È partita infatti il 1º marzo la seco edizione della "Coppa Fair Play Snickers", grazie alla quale questa importante azienda intende ribadire una volta di più la sua battaglia di sensibilizzazione a favore del fair play nell'ambito dello sport
Ricordiamo infatti che, oltre a promuovere la Coppa Fair Play, la Mars Incorporated, in quanto sponsor dei Mondiali del '90, del '94 e del '98, si era già impegnata nella singolare iniziativa di selezionare ragazzi che prima di ogni gara dei Mondiali portavano a centrocampo un drappo giallo con il simbolo del fair play
È stato dunque naturale perseverar questa campagna di prevenzione, an per stigmatizzare comportamenti vio cercando di coinvolgere direttamente i più giovani, ed è nata così l'idea del Torneo Snickers. Come l'anno scorso la manifestazione verrà organizzata grazie alla collaborazione di tre Enti di Promozione sportiva che da sempre incarnano lo spirito ed i valori propugnati dall'iniziativa: CSI, Uisp e US Acli, naturalmente con il patrocinio del CONI.
Lo svolgimento della Coppa Fair Play si articolerà in due fasi, preliminare e finale
La fase preliminare, iniziata l'1 marzo e che continuerà fino al 18 aprile, vedrà coinvolti novemila giovani e sarà disputata in 32
Coppa Fair Play Snickers: novemila ragazzi al via
città distribuite su tutto il territorio nazionale Le 32 formazioni che si aggiudicheranno la vittoria in questa fase provinciale avranno quindi la possibilità di accedere alla fase finale, che verrà disputata a Fano il 15 e 16 maggio.
Chi si aggiudicherà il titolo a Fano seguirà la liana di Zoff in Svizzera per alla partita Svizzera-Italia, valida qualificazioni alla fase finale del pionato Europeo Vale la pena, a questo proposito, di cordare la fantastica esperienza vissuta lo scorso anno dalla S S Poggese, società CSI proveniente da Poggio di Bretta, una frazione di Ascoli Piceno
I ragazzi della Poggese ebbero infatti il grande merito di vincere la fase nazionale del torneo, battendo nella finale di Pavia la U S S Elena delle Acli di Cagliari, guadagnandosi così l'accesso alla ickers Mini World Cup, svoltasi in uito a Parigi In quella sede i nostri nissimi eroi hanno avuto l'onore di ntare l'Italia, ed hanno concluso itatissimo terzo posto assoluto Quest anno, infatti, si punta a raddoppiare il numero degli atleti partecipanti e delle società coinvolte, prevedendo per ogni città ospitante da un minimo di 24 ad un massimo di 48 società
Vi è infine da ricordare una simpatica iniziativa collaterale al torneo. Quest'anno Snickers ha infatti coinvolto le scuole medie inferiori delle 32 città ospitanti, organizzando un concorso creativo che premierà non solo l'autore del disegno o elaborato scritto più rappresentativo sul tema del fair play, ma anche le scuole che, grazie ai propri alunni, vi prenderanno parte.
di
Paolo Cardini
Il calcio a 5 è dolce come il cioccolato
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La pratica sportiva può contribuire ad innovare il modo di gestire i parchi extraurbani e le aree urbane protette? La domanda diventa attuale nel momento in cui si considera che negli ultimi anni sono stati istituiti in Italia 13 nuovi parchi, 507 aree protette, 71 parchi regionali e alcune riserve marine E che a fronte dell'aumentare di zone a vocazione ambientale, sta emergendo il problema degli stili di gestione, che oggi come oggi denotano una serie di inadeguatezze: scarsa funzionalità operativa, rapporti difficili tra amministrazioni centrali e autonomie locali, gestione puramente virtuale di alcuni parchi Ecco allora che lo sport, quello più portato all'impegno sociale, si interroga: posso fare qualcosa? E come?
Questo è stato lo scenario di riferimento del convegno "Conoscere il parco attraverso lo sport", organizzato a Santo Stefano di Sessanio (Aquila) dal Parco Nazionale del Gran Sasso, dal CSI regionale, dalla locale Comunità montana e dal Comune E quasi a dare dimostrazione concreta di come attuare il tema dell'incontro, nei dintorni, a Lago di Racollo, il CSI ha organizzato la festa interregionale "Giocaneve", con oltre 300 bambini di Abruzzo, Lazio, Molise e Umbria
Relatori del convegno sono stati alcuni rappresentanti di spicco degli Enti organizzatori, oltre all'assessore regionale all'urbanistica e all'ambiente, Stefania Pezzopane, il Presidente della Comunità Montana di Campo Imperatore Giovanni Costantini, in rappresentanza del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga Silvia De Paolis, moderatore dell’incontro il Sindaco di Santo Stefano di Sessanio Altero Leone Per il CSI erano presenti il vice presidente nazionale Edio Costantini, il presidente regionale Enrico Melonio e altri presidenti di Comitati CSI dell’Abruzzo
Sono intervenuti numerosi Sindaci dei Comuni del Parco che hanno animato il dibattito con sollecitazioni e proposte per promuovere iniziative sportive capaci di animare la vita delle aree protette evitando l'invasività: non è improbabile che una campestre "selvaggia" e massiccia, se organizzata in zona tutelata, danneggi invece di promuovere. Ma certo, si è detto in
Conoscere il parco attraverso lo sport diFrancesca
Abruzzo, la questione non è tutta qui Con le iniziative sportive possono nascere forme di turismo familiare e nuovi posti di lavoro per i giovani evitando l’esodo verso le grandi città.
Il CSI, attraverso le sue strutture territoriali, può partecipare sicuramente alla gestione di "pezzi" di zone tutelate, a promuovere educazione ambientale, a valorizzare le risorse naturalistiche e contribuire all’animazione della vita del Parco con attività di sport di base Un parco semiabbandonato può trarre vantaggio da questo “patto di alleanza” tra l’associazionismo, gli enti e le autonomie locali Un progetto di sviluppo sportivo può impedire che una zona, una volta messa sotto tutela ambientale, diventi territorio interdetto agli estranei, con relativa stagnazione economica delle attività turisticocommerciali, rischio questo che spaventa non poco le popolazioni che devono accogliere un nuovo parco L'affidamento ad un'associazione sportiva può salvare un'area protetta dal degrado, e anzi favorirne il recupero
In definitiva, ciò che è emerso nel convegno di S. Stefano di Sessanio, e che deve far riflettere il CSI e il resto dell'associazionismo sportivo, è la necessità di mettersi a tavolino per prefigurare un modello di gestione dei beni ambientali diverso da quello centralistico oggi adottato, e nel quale la proposta sportiva si inserisca armoniosamente Proibire per tutelare è una politica che non paga più
Petruccioli
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S. Stefano di Sessanio (AQ): due giorni di cultura, sport e natura
Giornata Mondiale della Gioventù
“Non basta accettare di vivere un evento, occorre riempire l’evento di contenuti precisi, che esprimano un chiaro progetto di vita”. Lo ha detto mons. Giuseppe Betori, sottosegretario della Cei e vicepresidente del Comitato per la Giornata mondiale della Gioventù (GMG) intervenendo al quinto convegno nazionale degli incaricati diocesani della pastorale giovanile che si è svolto ad Ischia. Lo scopo del convegno era di suggerire alcune riflessioni in merito ai grandi eventi dell’anno giubilare e che il programma pastorale della Giornata della gioventù venisse integrato nel “tessuto ordinario della pastorale giovanile”. Sono stati forniti, alla nutrita assemblea, alcuni elementi di fondo su cui impostare azioni concrete per questi eventi che rappresentano una grande avventura di fede per il mondo giovanile
La GMG è un evento del Giubileo e dovrà essere vissuta come un avvenimento missionario per diventare esperienza di forte conversione, di riconciliazione, di perdono e gioia Essa sarà un singolare momento di grazia per tutti i giovani credenti e un singolare annuncio evangelico di pace, libertà, speranza anche per i non credenti In questo ogni giovane è perciò chiamato a riscoprire e rinnovare i grandi momenti del cammino di fede iniziato nella propria comunità parrocchiale d'origine. La GMG sarà anche 1'incontro dei giovani italiani con il mondo, incontro attraverso l'ospitalità nelle singole diocesi e nel volontariato necessario per dare vita a tutte le esperienze giubilari. Sarà necessario cercare e coinvolgere i giovani anche nel servizio di volontariato, ne occorrono solo per la GMG, circa 25 000 Anche il CSI è stato coinvolto nella ricerca di volontari e ha aderito con la consapevolezza di offrire questa opportunità come esperienza umana e cristiana ai propri giovani e per questo vengono sollecitati i dirigenti delle società sportive e dei Comitati territoriali a ricercare nel proprio territorio giovani disponibili a vivere questa avventura.
A.A.A. Cercansi volontari diClaudio
Fontaneto
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Il pellegrinaggio nazionale a Santiago de Compostela
Una tappa di avvicinamento al grande evento giubilare sarà il pellegrinaggio a Santiago de Compostela previsto per il prossimo mese di agosto Santiago è il simbolo dell'unità europea, e sarà la grande occasione per tutti i giovani d'Europa di incontrarsi su “el camino”, in spazi di preghiera e riflessione, per preparasi alla celebrazione della GMG È desiderio del CSI organizzare un pellegrinaggio (circa venti km a piedi al giorno) sulla tomba dell'apostolo san Giacomo. Esso ci ricorda che possiamo essere fedeli al Signore appoggiandosi alla sua parola, accettando la sua volontà, e nella vita offrendo generosa disponibilità per rispondere alla chiamata che Dio fa a ciascuno di noi.
Il volontariato per il giubileo e la GMG
Chi desidera dovrà fin d'ora comunicare alla Presidenza nazionale del CSI la propria disponibilità affinché possa essere inserito nel progetto del volontariato e del relativo corso di formazione.
Inoltre segnaliamo due appuntamenti da non perdere: il giubileo degli sportivi previsto per il 29 ottobre del 2000 e ancor prima quello dei bambini che, come primo evento dell’anno giubilare, previsto dal 31 dicembre 1999 al 2 gennaio del 2000, sancirà in modo inequivocabile l'apertura verso il terzo millennio Diverse saranno le funzioni e le competenze richieste: animazione pastorale, servizio informazioni, accoglienza nei luoghi di culto, distribuzione materiali e logistica
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Gli arbitri di calcio, una casta arrogante e malata di protagonismo? Lasciamolo dire a chi non li conosce, ai tifosi che il pallone lo guardano solo da una gradinata o agli urlatori dei vari processi massmediatici. A Milano la Sezione Arbitri di calcio del CSI ha deciso di devolvere in solidarietà 500 lire per ciascuna delle gare arbitrate durante le prossime stagioni sportive A dire poco, qualcosa come ottomila gare l'anno Insomma, una bella cifretta che anno per anno la Sezione Arbitri destinerà ad un progetto scelto in collaborazione con il Consiglio provinciale CSI.
Per il 98-99 il frutto dell'impegno degli arbitri CSI sarà devoluto a favore di "Famigliamica", iniziativa promossa dal Gruppo Alemair di Melzo, destinata ad aiutare i minori ospiti in Istituti Né la cosa si limita ad un'erogazione di fondi Si troverà il modo per
Un fischio per la vita di
seguire da vicino questi bambini, ed una delegazione degli arbitri si impegnerà ad andare a trovarli almeno una volta al mese.
"Il nostro progetto pluriennale - spiega il presidente della Sezione Arbitri calcio, Davide Massarani - lo abbiamo voluto chiamare 'Un fischio per la vita' perché nel suo insieme intende testimoniare concretamente che anche gli arbitri CSI hanno a cuore la dimensione educativa dell'Associazione Ci piaceva testimoniarlo con i fatti, e così abbiamo chiesto ad ogni arbitro di rinunciare ad una piccola somma della diaria di ogni partita I centotrenta arbitri di calcio del Comitato hanno aderito con entusiasmo, e credo che questa iniziativa possa diventare una piacevole tradizione che si rafforzerà anno dopo anno"
Arbitri di calcio, ma non solo "Mi preme ricordareaggiunge Giuseppe Valori, presidente del Gruppo Arbitri Unico del CSI milanese - che questa iniziativa si affianca a quella della Sezione pallavolo, che già da anni raccoglie fondi a favore di iniziative di solidarietà Credo di potere affermare con orgoglio che questi traguardi sono frutto di una forte attenzione educativa da parte dell'intero corpo arbitrale".
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Iniziativa degli arbitri del C SI di Milano
Massimo Achini
Dal 5 al 31 luglio 200 ragazzi/e della parrocchia di NSAMYoundé 3 - avranno la possibilità di vivere insieme il tempo libero delle grandi vacanze
Ahala, Nsam, Obobogo, Efoulan… sono alcuni quartieri che fanno capo alla Parrocchia "Ste Trinité", una parrocchia di periferia, completamente priva di strutture aggregative e di animazione. Una realtà complessa, contrassegnata da situazioni di forte precarietà e di miseria
Da circa 3 anni, una comunità missionaria delle Suore Dorotee opera sul posto insieme a un gruppo di educatori laici, con una particolare attenzione alla realtà dei ragazzi… che sono davvero tanti, vivacissimi, aggressivi talvolta soprattutto se lasciati a se stessi
Il problema del tempo libero, quello delle grandi vacanze in particolare, preoccupa non poche famiglie Terminata la scuola, gran parte dei ragazzi restano sulla strada, aiutano qualche ora
nel piccolo mercato; oppure sono inviati al villaggio per il lavoro nei campi e altri servizi Ma quest'anno non sarà del tutto così, grazie all'iniziativa del Progetto Solidarietà, proposta ai ragazzi dal Centro Sportivo Italiano all'interno del Trofeo Polisportivo di Giocasport (San Benedetto del Tronto, 24-27 giugno 1999)
Un'iniziativa fortissima, come "forti" sono loro, i ragazzi e gli animatori, che beneficeranno di questo gesto corale.
Il primo passo del progetto CAJ (Camp Amitié Jeunesse) prevede un'azione previa di sensibilizzazione delle famiglie attraverso un'inchiesta sulla gestione del tempo libero e la conseguente elaborazione di un dossier, per cogliere come la gente vive questo problema Saranno circa 300 le famiglie raggiunte e altrettanti i ragazzi/e
In seguito ci sarà la selezione dei destinatari dell'iniziativa (200 tra ragazzi e ragazze dai 10 ai 14 anni); la programmazione delle attività ludico-sportive (sport, attività pratiche, messaggio, giochi collettivi di intelligenza e di movimento); la selezione e formazione degli animatori (da un minimo di 12 a un massimo di 15) e, non ultimi, il recupero di materiale di animazione e sportivo e l'attrezzatura minimale di alcune infrastrutture indispensabili.
Per la prima volta, forse i ragazzi potranno giocare insieme, impegnarsi divertirsi nel proprio ambiente: una scommessa educativa di alto valore, con un progetto chiaro e condiviso Trascorrere insieme il tempo delle vacanze non è certo poca cosa per dei ragazzi che vivono in un ambiente sociale in cui la differenza delle appartenenze tribali e religiose crea discriminazione, separazione, distanza
Terminata la scuola, la strada resta il solo luogo di incontro e di svago, con i rischi delle strade delle grandi città
Da tempo le famiglie chiedevano qualcosa per loro ed ora quel qualcosa prende fisionomia grazie al Centro Sportivo Italiano e ai suoi ragazzi e animatori Più avanti, saranno i ragazzi stessi a farsi sentire e a mettersi in contatto con gli amici italiani che giocano per loro e come loro Tra non molto il "Progetto di solidarietà" avrà un nome e tanti volti.
Suor Assunta Tonini
Suore Dorotee - Yaoundé
Il gioco della solidarietà di
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Giocasport in Camerun
Il ciclismo italiano vive da una parte momenti di gloria, con gli splendidi risultati ottenuti da Marco Pantani, e dall'altra si ritrova con la magistratura dietro la porta per colpa degli scandali legati al doping Ma anche se non sono più i tempi di Bartali e Coppi, della bicicletta in ogni casa, del ciclismo secondo solo al calcio come popolarità, lo sport delle ruote continua ad avere un buon seguito tra giovani e meno giovani. Lo dimostra, tra l'altro, lo stato di salute di cui gode il cicloturismo, anche in tanti Comitati del CSI
Particolarmente vivaci in questo campo il CSI Ravenna e il Comitato di Rimini
Le settimane cicloturistiche
A Ravenna il G S C San Rocco organizza e propone dal 1990 splendide settimane cicloturistiche per i numerosi amatori Dopo le prime esperienze che portarono i nostri ciclisti prima in Austria e poi in Olanda, si pensò che invece di cercare terra ciclabile all'estero, conveniva avventurarsi per la nostra bella Italia Così sono divenute meta estiva l'Umbria nel '93, il Parco Nazionale d'Abruzzo nel '94, il Lazio nel '95, la Toscana nel '97 ed ultima, l'anno scorso, l'Emila Romagna
Denominatore comune di tutte le manifestazioni è stato il grande entusiasmo dei partecipanti, la creazione di uno splendido momento di socializzazione e di un modo nuovo di trascorrere il tempo libero in compagnia della natura L'estate 1999 vedrà confermato l'appuntamento: dal 13 al 19 giugno ciclisti, turisti e curiosi, sono invitati ad esplorare le meraviglie della Puglia attraverso le strade del Gargano
Mare, valli e monti
Sempre la sezione ciclismo del G S San Rocco propone ai cicloamatori competizioni molto interessanti con l'iniziativa denominata "Percorsi permanenti mare, valli e monti".
Questa ormai "classica" del cicloamatoriale (esiste dal '91) ha
Alessandro Cappelli
Cicloturismo a Ravenna e Rimini
Romagna in sella di
lo scopo di movimentare l'interesse nel percorrere gli spesso ripetitivi tracciati romagnoli Infatti l'introduzione di punteggi, di una classifica in base alle prestazioni e di premi finali, sembra essere un ottimo incentivo per ovviare alla monotonia di percorsi
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ormai noti Quattro sono gli itinerari anche quest'anno, diversi per lunghezza e difficoltà, che potranno essere percorsi nell'ambito dell'iniziativa, in giorni ed orari assolutamente liberi dal 1° marzo al 30 settembre
La primavera cicloturistica di Rimini
Altrettanto valida la risposta organizzativa del G.S. La Pedivella del CSI Rimini che, per la primavera-estate dei cicloamatori, ha in serbo numerosi progetti La Rimini sportiva, in collaborazione con Comune e Provincia, si sta adoperando affinché l'estate romagnola possa offrire nuovi servizi ai turisti ed in particolar modo ai più giovani Saranno infatti organizzate passeggiate su due ruote per chiunque lo vorrà, esperto o meno che sia, garantite da un'assistenza specializzata che farà da accompagnatrice attraverso percorsi sicuri e prestabiliti Saranno inoltre costruiti tracciati per bambini nei parchi e sulle spiagge Finalmente intere famiglie potranno godersi in serenità una tranquilla vacanza di mare e bicicletta.
La maratona Rimini-Roma
Fra le varie escursioni organizzate dal CSI Rimini (ricordiamo quella tra i passi dolomitici, nel Parco del Delta del Po e all'Argentario), spicca la "maratona" Rimini-Roma del 25-27 giugno, che ha un sapore di festa veramente speciale.
La lunga passeggiata cicloturistica si propone di raggiungere Roma, attraverso i luoghi più belli della Val Tiberina, catturando attenzione e partecipazione.
L'iniziativa ha tra i suoi meriti, infatti, anche quello di coinvolgere le strutture associative delle regioni attraversate dalla corsa Il CSI di Rimini si è rivolto ai Consigli regionali di Emilia Romagna, Marche, Umbria, Lazio e ai Comitati di Perugia, Foligno, Orvieto-Todi e Gubbio, per ricevere consigli sulle strade da percorrere, sollecitare la partecipazione dei cicloamatori locali nelle varie tratte, per allestire ristori e soste di gemellaggio lungo il percorso. L'obiettivo è di arrivare domenica nella capitale il più numerosi possibile, per assistere tutti insieme all'Angelus in Piazza S Pietro
Popolo di cicloamatori, l'estate sta arrivando e con le più valide proposte!
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Dove sta la differenza?
I n v i s t a d e l G i u b i l e o m o l t i c a t t o l i c i hanno parlato e scritto su Gesù Cristo: salvatore del mondo ieri, oggi e sempre; poi sullo Spirito Santo: che è Signore e dà la vita; adesso lo stanno facendo sul Padre: che è misericordia infinita. Libri, cassette e volumi, firmati dai nomi più significativi della teologia, della Scrittura e della pastorale, hanno avuto uno spazio notevole nelle librerie e sulle bancarelle. Immagini corrispondenti hanno avuto un lancio ed un successo impensabile, Rembrandt, in particolare può veramente esultare: i poster con il suo Figlio prodigo non si possono davvero contare Giornate di studio, tavole rotonde, conferenze a tema, hanno richiamato molti in luoghi favorevoli alla meditazione e alla Lectio Divina: sul Padre, sul Figlio e sullo Spirito Santo
Davvero la SS. Trinità ha avuto in questi tre anni, pre-giubilari, un ricupero ed un risalto che, a detta di molti, andrà ben oltre il duemila. E di questo dobbiamo ringraziare il Signore e quanti, con slancio notevole, si sono prodigati in tale mirabile impegno
Rimane per noi il rischio e il pericolo che, 1'aver sentito sviscerare tali argomenti, in svariate forme e modi, e l'aver provato tanto interesse in merito, equivalga ad averne afferrato la portata ed incarnato il contenuto L'incarnazione di queste realtà sta nel conformare la nostra vita al progetto che la Trinità ha su ciascuno di noi. È un atto di fede, lo scopo dei tanti aiuti ricevu-
ti, e fa mettere la vita nelle mani di Dio, in u n a r e s a i n c o n d i z i o n a t a e q u o t i d i a n a Questo è andare oltre a quanto abbiamo ascoltato e appreso: dalla ricerca, dalla cultura e dalle capacita umane Ed è qui che
nasce la differenza; e ci sarà sempre chi pensa di vivere le verità della fede per averne letto ed ascoltato il valore, e chi le vive, non dico senza saperlo, ma forse senza ritenere di doverne parlare
di
Emerenziana Rossato
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allo specchio
El camino de Santiago
È nota l'importanza del cammino di Santiago nella costruzione dell'Europa
L'occidente cristiano ha reso la basilica giacobea una delle grandi pietre miliari di riferimento per la spiritualità dell'uomo
Anche oggi Santiago è il simbolo dell'unità europea in modo particolare per i giovani, chiamati ad essere i protagonisti del nuov Ricorre quest'anno l' Santo Compostelano e anniversario della IV Giornata Mondiale del gioventù che si è tenut a Santiago nel 1989
L'incontro Europeo dei Giovani sarà la grande occasione per tutti i giovani d'Europa di incontrarsi sul cammino comune della fede in Gesù Cristo in uno spazio di preghiera e riflessione sui grandi valori umani e cristiani
Alla base della convocazione sta il tem "Nella tua Parola lo possiamo!" (Matteo 20
Per l’occasione e come preparazione al Grande Giubileo del 2000, il CSI, in collaborazione con la Conferenza Episcopale Italiana, organizza per i dirigenti, gli educatori e soprattutto per i giovani atleti un pellegrinaggio che si svolgerà dal 30 luglio al 11 agosto 1999
Programma
Venerdì 30 luglio - In serata partenza in pullman da Roma, Firenze e Milano
Sabato 31 luglio - Arrivo a San Sebastian Inizio del pellegrinaggio. Cena e pernottamento. Visita alla città.
1 agosto - Da San Sebastian a Samos in (500 Km) Visita alla città di Burgos Inizio amino de Santiago” a piedi unedì 2 agosto - Camino de Santiago. Da amos a Portomarin
Martedì 3 agosto - Camino de Santiago Da Portomarin a Palas de Rei.
Mercoledì 4 agosto - Camino de Santiago. Da Arzua a Santiago nel pomeriggio arrivo e festa di accoglienza Inizio dell’incontro europeo.
Giovedì 5 agosto - Catechesi, lavoro di gruppo, celebrazione, manifestazioni varie
Venerdì 6 agosto - Catechesi, lavoro di gruppo, celebrazione, manifestazioni varie
Sabato 7 agosto - Catechesi, lavoro di gruppo, celebrazione Nel pomeriggio salita al monte di Gozo Veglia e pernottamento Domenica 8 agosto - Al mattino S Messa clusiva dell’incontro europeo. In serata o a Santiago
ì 9 agosto - Partenza al mattino presto in pullman per Lourdes.
Marterdì 10 agosto - Esperienza di spiritualità a Lourdes sulle orme di S Bernardette In serata partenza in pullman per l’Italia
Mercoledì 11 agosto - Viaggio di ritorno e arrivo alle destinazioni di partenza
Pellegrinaggio a Santiago de Compostela 27
La guerra dei procuratori di calcio
Il sasso in uno stagno limaccioso e infido l'ha lanciato Dario Canovi, avvocato di qualifica, procuratore di mestiere, uno che da 25 anni naviga nelle sabbie mobili di questo pallone sempre più sconcertante "L'ambiente dei manager dei calciatori è una vera giungla: slealtà, strane manovre e ricatti sono all'ordine del giorno...": Canovi ha convocato una conferenza stampa per denunciarlo, inoltrando poi due esposti a Federcalcio e Fifa, querele per diffamazione e cause in sede civile per risarcimento danni contro altrettanti "colleghi" Considerando che proprio lui è stato - se non l'inventore - almeno uno dei precursori di questo "mestiere", c'è da credere che ciò di cui si lamenta sia verosimile, anche se il ruolo di vittima innocente francamente non gli si addice
Quella che sembra una faida interna tra personaggi chespesso senza aver mai toccato un pallone - sul calcio vivono (vegetano?) senza sapersi regalare un'immagine limpida, in realtà è una vicenda che non può non interessare chi ha a cuore le sorti dello sport, che non è abitato solo da Ronaldo e dal più anonimo dei terzini di provincia ma che è sempre più condizionato dalla "casta" dei manager che ai Ronaldo come ai terzini di provincia si attaccano come polpi, vivendo poi in simbiosi con loro. Valga per tutti l'esempio di Del Piero che - anche in questi mesi di inattività - non fa un passo senza l'ombra del suo procuratore D'Amico - scuderia Pasqualin - che mangia, viaggia, si muove e forse ragiona costantemente con e come il suo pupillo (lo scriviamo dopo averlo visto di persona ordinare in un ristorante gli stessi piatti di Alex aggiungendo il sale sulla bistecca solo e quando lo faceva anche Del Piero).
Ma è forse fatale che accada, considerando che curandone gli interessi, i procuratori - una volta li chiamavano "i signori 5 per cento", oggi sono cresciuti - dipendono dalle fortune dei loro assistiti, intascandone fette di guadagni e diventando così ricchi e famosi, a volte - è il caso di Claudio Pasqualin - più "stelle" dei giocatori stessi, al punto da diventare opinionisti televisivi, il che ci pare una delle degenerazioni più deprimenti. Affari loro. Che diventano nostri quando - grazie soprattutto al signor Bosman e
Alberto Caprotti
Come ti rubo il pupo di
alle consegue - la generazio esercito. In Ita fronte del num diminuisce og all'assistito sp procure strapp strane manovr alcuni talenti l'esclusiva "pa con buona pac come sempre che sta sulle n La denuncia fatto partire d dell'Ufficio In ispettore potrà bassifondi del quelle che rig che appena va dell'oratorio o comunali - ma prima e il cas bambino napo acquistato dal dimostra - per approdare alle formazioni "Primavera", sono già pred ambitissime Difendersi da chi li dovrebbe difendere è la
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paradossale prospettiva che attende - specie se quanto denunciato da Canovi fosse vero - chi debutta in questa giungla, magari abbagliato dalla moda di fornirsi di un "guardaspalle" prima ancora di comprarsi un paio di scarpette da calcio
Che esistano professionisti seri anche in questo settore non si può certo escludere E che un procuratore sia necessario a certi livelli può essere comprensibile, non solo per trattare l'ingaggio, il trasferimento, la sponsorizzazione o la durata del contratto con la società di appartenenza, ma anche per incombenze più semplici. In un momento di confidenza qualche anno fa Roberto Baggio ci confessò di non sapere nemmeno come si pagasse il bollo dell'auto "perché altri lo hanno sempre fatto per me" Il che da un lato rende l'idea del mondo a parte in cui vivono certe "stelle" e dall'altra fa comprendere come la loro quotidianità possa essere diversa da quella di chi gioca a pallone, anche con accanimento e passione, senza doverne per forza mutuare tutte le abitudini.
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racconto il Il polentone e il terrone
Coccolato, vezzeggiato, il polentone viene presentato spesso come svolta aziendalistica per l’Associazione. E giù le critiche al terrone, al Sud come costo senza ricavi e all’assistenzialismo improduttivo. Cosa c’è di autentico in tutto ciò? Solo problemi, che esistono e che vanno affrontati e risolti
Capita ad ogni riunione del Consiglio Nazionale, nelle Commissioni, nei Congressi Si trovano seduti l'uno accanto all'altro, e dialogano cordialmente, come gente che si intende a meraviglia, perché è tutta di marca CSI Quando si va al sodo e si parla di risorse, invece, non rinunciano ad essere un "polentone" e un "terrone" Il primo si lamenta: "Sud, sud, ma quanto mi costi?" Il secondo si indigna: "Nord, nord, pensi solo a te stesso"
Nell'associazione la diatriba è vecchia. È un periodo di grandi ristrettezze economiche, e quando la coperta si fa troppo corta ciascuno la vorrebbe tirare un po' di più verso di sé, e poco importa se il compagno rimane con i piedi scoperti
Al "polentone" non sta bene che preziose risorse associative, ancora più preziose in tempo di magra, vengano dirottate ad aiutare il "terrone", senza che costui si decida a crescere e a produrre.
Al "terrone" non va bene che lo si tratti da peso morto, perché anche lui, più attento ai valori associativi, lavora spesso come un matto, ma non è colpa sua se il terreno su cui lavora è bruciacchiato dal sole e dall'abbandono, molto diverso da quello irrigato dalle acque misericordiose del Po Proprio perché è tempo di grandi difficoltà, sarebbe ora di cominciare a ragionare sul serio, per vedere come venirne fuori insieme È vero, il Sud è un problema, non solo per il CSI ma per tutto il Paese Non decolla, e spesso non riesce a
sfruttare le opportunità che gli sono offerte. Ma parlare di vocazione irreversibile è fuori dalla storia. Senza riandare ai tempi della Magna Grecia, appena due secoli fa, nel Settecento, Napoli era all'avanguardia in Europa in fatto di cultura e di scienze Lasciamo perdere, allora, i cromosomi dei "terroni"
Il Sud è una risorsa potenziale che può farci tutti più ricchi. Lo dicono pure quelli delle Commissioni europee, che però sono i primi a rifiutare la logica dei contributi a pioggia. Per avere un rilancio il Sud ha bisogno di darsi innanzi tutto tre cose: assumere una nuova cultura di protagonismo; darsi una progettualità seria; lavorare alla formazione di una nuova classe dirigente Qualche giorno fa mi ha scritto un presidente regionale della Terronia Era preoccupato per i limiti che le modifiche statutarie potrebbero introdurre sui Comitati territoriali, che o hanno una consistenza associativa o non possono avere esistenza autonoma
E diceva: "Non è giusto, certe norme vanno bene per il Nord ma possono distruggere il Sud" Non sono d'accordo sul principio. Invocare norme protettive, significa riconoscere che si deve continuare a procedere con un'Italia, e un CSI, a due velocità Meglio imparare a lavorare "senza rete", aguzzando l'ingegno, moltiplicando con orgoglio gli sforzi progettuali per ridurre il gap: non per somigliare al Nord, ma per essere fieri del Sud. O, se vogliamo metterla sul piano dei valori, è un modo di sposare lo spirito della parabola evangelica dei talenti, sapendo che il Signore chiede a ciascuno di noi di far fruttificare i suoi doni per lo sviluppo del suo regno Di tutto il suo regno, sia Padania o sia Terronia
Edio Costantini
di
Meno abiti e più progetti
"È da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio de l'Altissimo: chiamansi palmieri, in quanto vanno oltremare, là onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini, in quanto vanno alla casa di Galizia, però che la sepultura di sa ' Iacopo fue più lontana de la sua patria che d'alcuno altro apostolo; chiamansi romei, in quanto vanno a Roma" Così l'Alighieri nella Vita nuova parlava dei pellegrini diretti a Gerusalemme, a S Giacomo di Compostela e a Roma
Al tempo di Dante, lungo la Francigena e la Romea, i pellegrini attraversavano gran parte dell'Europa secondo una prassi che da sempre connota non solo la dimensione religiosa, ma la stessa condizione umana, avvertita come un cammino. «Dalla nascita alla morte - scrive Giovanni Paolo II nella bolla con cui ha indetto il giubileo - la condizione di ognuno è quella peculiare dell’homo viator»
Gli stessi 73 libri della Bibbia, dalla Genesi all'Apocalisse, marcano la condizione itinerante dell'intero popolo d'Israele Abbiamo così l'uscita di Adamo dall'Eden verso i deserti aridi della storia (il peccato è rappresentato nella Bibbia come un "andare fuori pista"); il cammino di Abramo da Ur dei Caldei verso l'ignoto, sostenuto dalla fede nel Signore; l'esodo di Israele dall'Egitto, che fece di molte tribù un popolo solo; la salita del profeta Elia verso l'Oreb, dove avrebbe incontrato il Signore "in una voce di sottile silenzio"; le annuali ascensioni degli israeliti verso Gerusalemme nelle tre grandi feste di Pasqua, delle Settimane e delle Capanne; il viaggio definitivo verso il Regno di Dio che tutta l'umanità è chiamata a compiere.
E, soprattutto, c'è il lungo peregrinare di Gesù per le vie della Palestina, privo perfino di una propria casa e di un cuscino su cui posare il capo, verso la città della sua passione, morte, risurrezione e ascensione
La stessa Chiesa - cioè coloro che accolgono l'invito di porsi alla sequela di Gesù - è presentata dal Concilio come pellegrina, come un'esule "che cerca e desidera le cose di lassù, dove Cristo siede alla destra di Dio" (Lg, 6) Nella celebre Lettera a Diogneto, del II secolo, si legge che i cristiani "risiedono nella loro patria come forestieri; abitano nel mondo ma non sono del mondo. Ogni patria è per loro staniera".
Vittorio Peri
Anche la nostra associazione si porrà nel prossimo anno giubilare in situazione di itineranza. Lasciando per qualche tempo le nostre case, molti di noi si faranno pellegrini (per agere significa andare lontano), in atteggiamento non tanto devozionale, ma penitenziale, teso cioè alla conversione.
Sarà pertanto opportuno tenere presenti alcuni traguardi - termine quantomai caro agli sportivi - che, con simbolismo biblico, chiama "tende" In queste tende avvengono molti incontri: l'incontro con Dio, origine e termine del nostro itinerario terreno, da scoprire con il volto di Padre; l'incontro con la parola di Dio, nella lettura e meditazione della Bibbia, perché sia lampada ai nostri passi; l'incontro con la Chiesa che ci salva dal rischio di vivere la fede in modo individualistico; l'incontro nella riconciliazione, per diventare creature nuove attraverso il sacramento del perdono; l'incontro con l'eucaristia, perché se la Bibbia è il libro del pellegrino, l'eucaristia è pane che lo sostenta nel cammino; l'incontro con la carità, perché se l'amore verso Dio è il primo come comandamento, l'amore verso il prossimo è il primo come attuazione; l'incontro cosmico, perché il rispetto della natura e la contemplazione delle sue bellezze sono fonti di spiritualità; l'incontro con Maria, infine, stella che orienta il cammino di tutta la Chiesa
Si può tuttavia essere pellegrini senza andare da nessuna parte. S Benedetto da Norcia diceva che si può digiunare anche non digiunando Nel suo Viaggio attorno alla mia camera (1794) lo scrittore francese Xavier de Maistre racconta il suo intenso viaggio esplorativo compiuto all'interno di quattro mura nel corso di 40 giorni di forzata immobilità Non c'è solo il pellegrinaggio dei passi; c'è anche quello del cuore Più che i piedi, anzi, bisogna mettere in movimento pensieri e sentimenti, progetti e decisioni.
Da parecchi mesi a questa parte, in vista del giubileo non si fa che parlare di progetti per l'accoglienza dei pellegrini, di nuovi parcheggi e alberghi, di attrezzare agenzie, uffici, strumenti informatici, ecc Col bel risultato che molti, ormai, guardano al giubileo come a una ghiotta opportunità turistica da sfruttare a scopi economici.
Ma non è questo lo scopo più volte precisato e ribadito dalla Chiesa progettando il giubileo E non dev'esserlo nemmeno dei pellegrinaggi che ci appressiamo a compiere nei prossimi mesi Perché siano spiritualmente efficaci sarà bene che anche gli sportivi, nelle loro sacche mettano la metà dei soliti vestiti e il doppio dei soliti progetti
r a d i c i Pellegrini verso il Giubileo
di
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allenatore di strada?
tecnico, o compagno Centro Sportivo Italiano