Stadium n. 5/1999

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D a l 1 9 0 6 i l m e n s i l e d e l C e n t r o S p o r t i v o I t a l i a n oM a g g i o 1 9 9 9 L ire 2 500 Sped in ab b poSt art 2 Co mma 20/b L egge 662/96 FiLiaLe di roma 5 d’ombra

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editoriale

03 “Alzate gli occhi al cielo!” di Donato Renato Mosella

vitacsi

06 Nuovo Statuto: fuori i dubbi! di Michele Marchetti

12 Sport in piazza: vince la fantasia di Alessandro Cappelli

16 Campioni di Fair Play di Massimiliano Giombini

18 Un progetto per l’integrazione di Marco D’Amico

19 Un calcio alle sbarre di Edio Costantini

20 ... da sportivi verso il Giubileo

21 Staffetta tra i santuari di Rocco Iacchetti

24 Campionato Europeo di Calcio FICEP di Marco Croci

25 Lo sport dei valori per un’Europa migliore

27 Regala un gioco a un bambino del Kosovo

dossier

08 Terzo settore e riforma dello stato sociale di Giovanni Bianchi

sport&sport

04 Insieme per la riforma di Andrea De Pascalis

28 Presidenti sull’orlo di una crisi di nervi di Alberto Caprotti

argomenti

14 Attenzione: arrivano i crediti formativi di Leo Leone

22 La città dei bambini di Paolo Cardini

rubriche

26 Allo specchio di Gianni Cavazzoni

30 Il racconto di Edio Costantini

radici

31 Pellegrini verso il giubileo di Vittorio Peri

1 - 00193 Roma Tel 066867941- Fax 0668802940 http:\\www csi-net it E-mail: csi@csi-net it P u b b L I C A z I O N E I S C R I T TA al n 4987 del Reg Stampa del Tribunale di Roma del 4/1/1956 P R O g E T T O g R A f I C O Medias Pubblicità - Napoli I M PA g I N A z I O N E Gianluca Capponi, Marco Croci, Alberto Greganti

L E f O T O D I q u E S T O N u M E R O S O N O D I :

A Criscuoli: pagg 6, 13, 16, 17, 20, 24;

LDC : pagg 4, 10, 26; M Leopardi: pag 15;

A Laurenzi: pag 18; ANSA : pagg 27, 28; Eusebi/Fano: pag 23

sommario

S TA M PA

SO GRA RO Società Grafica Romana S p A Via Ignazio Pettinengo, 39 - 00159 Roma

Spedizione in abbonamento postale Art 2 Comma 20/B Legge 662/96 Filiale di Roma

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D a l 1 9 0 6 i l m e n s i l e d e l C e n t r o S p o r t i v o I t a l i a n oM a g g i o 1 9 9 9
5 M E N S I L E D E L C E N T R O S P O R T I V O I TA L I A N O D I R E T T O R E R E S P O N S A b I L E Edio Costantini E D I T O R E ARANBLU s r l Società unipersonale del Centro Sportivo Italiano Via della Conciliazione, 1 - 00193 Roma P R E S I D E N T E d e l C o n s i g l i o d i A m m i n i s t r a z i o n e Donato Renato Mosella D I R E z I O N E , R E D A z I O N E E A M M I N I S T R A z I O N E Via della Conciliazione,
Period co assoc ato a l USPI (Un one Stampa Per od ca tal ana) 12
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Alzate gli occhi al cielo!”

"Alzate gli occhi al cielo!": ci congedò con questa esortazione il Presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, a conclusione dell'udienza concessaci per il 50° del CSI, il 25 giugno 1994. Con quell'esortazione il Presidente, che conosceva da sempre la nostra storia, ci volle richiamare a continuare a guardare in alto, alle ragioni profonde del nostro servizio e della nostra testimonianza E ci fece capire che la nostra identità, che si afferma nell'ispirazione cristiana, ci carica di maggiori responsabilità e doveri nei confronti della comunità. Oggi che il Presidente Scalfaro ha concluso il suo settennato, ricordare quel messaggio è un modo per esprimergli il nostro ringraziamento Lo facciamo con rispetto ed emozione, rinnovando la promessa di non perdere mai di vista la mèta principale che lo sport deve necessariamente perseguire Vale a dire la crescita e la maturazione globale di ogni persona

Grazie Presidente! L'associazionismo sportivo le deve molto, poiché in questi anni di faticoso travaglio, e di cambiamenti spesso subìti e non progettati, tutto lo sport ha avuto in lei un tenace difensore, soprattutto quello sport dei valori che noi come altri ci sentiamo di difendere e di rappresentare Uno sport che rischia ogni gior-

n o d i s o c c o m b e r e s o t t o l a s p i n t a d i r o m p e n t e d i u n " m e r c a t o " c h e ormai non ha confini. Anche la maglia della nazionale, che per il popolo italiano è una seconda bandiera, sarà deturpata dalle scritte pubblicitarie degli sponsor che avranno offerto di più Davvero non riusciamo a immagin a r e c o s a p o s s a c o m u n i c a r e a l l a gente, e soprattutto ai giovani, questo sport votato al business. Serve a poco raggiungere il podio più alto, se nel p a e s e n o n a t t e c c h i s c e , a n c h e p e r m e r i t o d e l l o s p o r t , l ' e d u c a z i o n e a valori profondi come la tolleranza e la pace Se poi un treno brucia, o una stazione viene devastata, invece di meravigliarsi o di scaricare le colpe sulla società, quello sport dovrebbe interrogarsi sulla violenza e le divisioni che produce giocando con molta disinvoltura sui sentimenti e sulle capacità di controllo delle masse dei tifosi

Importa poco discutere come debbano essere ripartiti i costi di queste devastazioni. Occorre invece decidere, e presto, cosa fare per invertire queste pericolose derive. E l'unica soluzione efficace risiede in cambiamenti strutturali e radicali, in un cambio di tendenza generale che metta lo

sport in grado di produrre una cultura sportiva largamente diffusa, mettendo in gioco la famiglia, la scuola, le associazioni, gli enti locali, il mondo della cultura e quello della politica.

Sarebbe importante riaprire il "cantiere" dello sport non sotto la spinta dell'emergenza, come sta avvenendo, ma con ragioni fondate su un riformismo onesto e reale L'ideale sarebbe la sollecita convocazione di una conferenza nazionale dello sport che, nel suo insieme, tenesse anch'essa "gli occhi alzati al cielo".

Nel frattempo al Quirinale si è insediato un nuovo Presidente Le parole d a l u i p r o n u n c i a t e d i f r o n t e a l l e Camere costituiscono un grande segno di speranza Al Presidente Carlo Azeglio Ciampi va il nostro augurio sincero per un proficuo lavoro. Siamo certi che anche presso di lui lo sport dei valori troverà ascolto e attenzione.

Davanti ai due Presidenti, quello che lascia e quello che arriva, il CSI non può che simbolicamente alzarsi in piedi con tutte le migliaia di sue società sportive sparse nel paese per unirsi, come il popolo ideale di sportivi che vorremmo vedere negli stadi, in un unico fragoroso e lunghissimo applauso.

Donato Renato Mosella

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Un appello alle strutture periferiche è stato lanciato in questi giorni dalla presidenza nazionale, affinché l'Associazione agisca con unità di intenti su tutto il territorio nazionale per raggiungere un identico obiettivo: una riforma del sistema sportivo che riconosca pari dignità e considerazione a tutte le componenti del settore. Insieme a questo richiamo all'impegno, i nostri Comitati hanno ricevuto copia del documento che CSI, US ACLI e UISP hanno elaborato congiuntamente e presentato alle istituzioni e al CONI Vediamo come si è arrivati a questo passo

A fine aprile, tre mesi dopo la sua elezione, il presidente del CONI, Gianni Petrucci, ha convocato al Foro Italico, per il 5 maggio, gli enti di promozione Una convocazione secca, improvvisa e senza spiegazioni, sbagliata anche nella forma, visto che la lettera di invito era firmata da un funzionario e non dal presidente del CONI Insomma, uno stile perentorio che non si usa più neanche tra padroni e subalterni, e che è sembrato volutamente provocatorio dopo le critiche rivolte dal CSI e da altri Enti alla presidenza Petrucci per la scarsa considerazione mostrata verso lo sport per tutti CSI, US ACLI e UISP hanno deciso di comune accordo di disertare la riunione, inviando a Petrucci una lettera per chiedere chiarezza e un documento di presa di posizione sui futuri assetti dello sport italiano. Al centro del documento un concetto limpidissimo: la pratica sportiva si va divaricando sempre più tra sport di selezione/prestazione e sport per tutti, con il primo che non è più maggioritario nei numeri rispetto al secondo; e poiché il CONI ha sin qui mostrato di avere realmente a cuore solo lo sport di prestazione, è tempo che il sistema sportivo italiano si sdoppi in due sistemi autonomi e indipendenti, il CONI e l'associazionismo sportivo per tutti Di qui il rifiuto di accettare in via definitiva l'idea, presente anche nel Decreto Melandri di riordino del CONI, del Comitato nazionale sport per tutti quale organo interno del CONI e dunque ad esso sottoposto

Ventiquattro ore prima della riunione convocata al Foro Italico, CSI, US ACLI e UISP avevano illustrato questi stessi concetti

Politica sportiva: azione unitaria C SI, US ACLI e UISP

alla “bicameralina” incaricata di ascoltare pareri sul Decreto Melandri Analoghi concetti i tre enti li avevano espressi nel corso di audizioni chieste ed ottenute presso parlamentari dell'area di governo.

Un'opera di sensibilizzazione, questa, che aveva trovato un primo riscontro nelle osservazioni licenziate il 29 aprile dalla VII Commissione cultura della Camera dei Deputati al termine dell'esame del Decreto Melandri Nel parere firmato dall'on Giovanni Castellani, presidente della Commissione, si diceva appunto che "considerato che lo sport, prima ancora che prestazione atletica, è ormai un diritto di cittadinanza ed interessa tutte le fasce di età, la previsione tra gli organi del CONI del Comitato sport per tutti potrebbe considerarsi una soluzione ponte, in attesa del riordino generale in materia di promozione sportiva " Insomma, un invito ad estrapolare appena possibile lo sport per tutti dai compiti del CONI

Nelle varie sedi istituzionali CSI, US ACLI e UISP avevano anche fatto presente la necessità che il Governo convocasse quanto prima una conferenza nazionale dello sport, un’assise a largo raggio nella quale trovare un quadro organico e ragionevole di riforma sportiva da portare concordemente in Parlamento

I bene informati dicono che il CONI non voglia né la conferenza dello sport, né lo stesso Decreto Melandri, né la legge sugli enti di promozione e che stia premendo dentro e fuori il Parlamento perché tutto finisca in una bolla di sapone, come è avvenuto per le tantissime proposte di legge quadro presentate negli ultimi venticinque anni

Quali le reazioni ufficiali del CONI alla presa di posizione di CSI, US ACLI e UISP?

Apparentemente nessuna: nel comunicato stampa emesso dal

Andrea De Pascalis

Insieme per la riforma di

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CONI al termine della riunione con gli altri enti di promozione non si è fatto cenno né all'assenza di quei tre enti né al documento da essi inviato. Nel comunicato il CONI si è limitato ad esprimere "fiducia in una chiarificazione del generale quadro di riferimento dello sport, e quindi in una soluzione in tempi brevi di molti problemi che rendono difficile lo svolgimento delle attività diverse e complesse che competono a federazioni ed enti di promozione"

Difficile capire da queste poche righe, e in mancanza di altre dichiarazioni ufficiali, se il CONI intende realmente perseguire un chiarimento sulle linee delle riforma o se mira a prendere tempo, se è interessato ad ascoltare le opinioni altrui o vuole soltanto imporre le proprie.

In un caso o nell'altro il CSI e i suoi compagni di strada sono consapevoli che il pallino del gioco è nelle mani delle istituzioni Probabilmente è stata proprio l'azione intrepresa presso le componenti parlamentari a spingere improvvisamente il CONI a cercare un abboccamento con gli enti di promozione Di qui la decisione del CSI di continuare a percorrere la via intrapresa: a livello nazionale continuando a rappresentare a tutte le forze politiche la necessità di dare riconoscimento e dignità allo sport per tutti, e l’urgenza di arrivare ad una Conferenza nazionale dello sport; a livello decentrato rapportandosi meglio e di più con le Regioni e gli enti locali, poiché sono questi i soggetti pubblici che hanno l'interesse e la responsabilità di realizzare sul territorio lo sport sociale

29 gennaio - Elezione di Petrucci

Petrucci viene eletto presidente del CONI a larga maggioranza Il suo programma non viene presentato né prima né dopo l'elezione

29 gennaio - Il Decreto Melandri

Il Ministro Melandri presenta il suo DDL di riordino del CONI All'interno del provvedimento, il Comitato Nazionale Sport per Tutti viene istituito come organo del CONI

2 marzo - Il taglio dei contributi CONI

Il CONI annuncia al C SI il taglio del 30% dei contributi 1999 a causa del cattivo andamento dei concorsi pronostici

17 marzo - Va avanti il DDL sulle società sportive Terminato l'esame degli emendamenti, la Commissione VII Cultura della Camera licenzia il testo del DDL 2761 sulle società sportive dilettantistiche e gli enti di promozione Nel testo è stato eliminato quanto concerne il Comitato Nazionale Sport per Tutti, non si nomima lo sport per tutti, si tenta di limitare i compiti degli enti di promozione, si allargano i criteri di riconoscimento degli Enti

26 marzo - Rapporto di Petrucci al CN del CONI

Petrucci espone al C N , a nome della Giunta, la situazione del CONI e del movimento sportivo Non fa parola dello sport per tutti e degli enti di promozione

7 aprile - Consultazione con i parlamentari di maggioranza

Su loro richiesta C SI, US ACLI e UISP sono ascoltati in via informale da un gruppo di parlamentari dei vari partiti di maggioranza, ai quali viene presentato un documento con osservazioni e proposte sulla veste assunta dal DDL 2761

Si stabilisce di aprire un tavolo di consultazione periodico, di carattere informale, tra le tre associazioni e i parlamentari per vigilare sull'iter del DDL 2761

22 aprile - Seconda consultazione con i parlamentari della maggioranza C SI, US ACLI e UISP presentano un documento unitario con le loro proposte per una nuova legislazione sportiva

4 maggio - Audizione presso la Commissione Consultiva La Commissione parlamentare consultiva per il decreto di riforma del CONI riceve C SI, UISP e US ACLI (unici EDP) affinché esprimano le loro osservazioni sul provvedimento Le tre associazioni presentano alla Commissione un documento unitario sulla riforma del sistema sportivo

5 maggio - C SI, US ACLI e UISP disertano l'incontro con il CONI C SI, US ACLI e UISP inviano al presidente del CONI Petrucci una lettera unitaria con cui non accettano di partecipare all'incontro con gli enti di promozione da lui convocato Inviano a Petrucci il loro documento in cui espongono il loro punto di vista sulla riforma dello sport e il riordino del CONI

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La politica sportiva nei primi cento giorni della presidenza Petrucci al CONI

Salsomaggiore:Congresso straordinario per l’approvazione del nuovo Statuto C SI

Nuovo Statuto: fuori i dubbi!

Si svolgerà a Salsomaggiore Terme dal 2 al 4 luglio il Congresso straordinario per l’approvazione del nuovo Statuto e Regolamento Organico del CSI. Conosciamo tutti le motivazioni che hanno portato alla sua celebrazione.

Le nuove norme previste dal DL 460/97 sul riordino della disciplina tributaria degli enti non commerciali e delle ONLUS ha creato tanta incertezza nell’Associazione. Ciò ha costretto l'Assemblea nazionale di verifica del Centro Sportivo Italiano, riunitasi a Roma nei giorni 11-13 dicembre 1998, a invitare il Consiglio nazionale, con una mozione ad hoc, ad indire un Congresso straordinario. Obiettivi: salvaguardare la democrazia associativa, garantire una grande partecipazione della base, ascoltare le istanze delle oltre 12 000 delegazioni delle Società sportive e dei 144 Comitati locali.

Ben 114 Presidenti di comitato, la mattina di domenica 13 dicembre 1998, hanno votato a favore di quella mozione; soltanto due i voti contrari e nessun astenuto Al Consiglio nazionale dello stesso 13 dicembre non è restato altro che indire il Congresso straordinario e adeguare lo Statuto alle norme previste dal DL 460/97

Una partecipazione...distratta

La democrazia e la partecipazione sono state garantite, ma come stanno andando le cose? Cominciamo dalle convocazioni dei congressi dei Comitati Sono state sbagliate oltre 50 convocazioni per svariati motivi: meno di 24 ore tra la prima e la seconda convocazione; ordini del giorno incompleti o completamente errati, oppure inesistenti. Sono stati necessari 40 solleciti scritti e 65 telefonici perché tutti i Comitati territoriali convocassero in tempo i Congressi Un dato, però, che accomuna (una volta tanto) il nord e il sud riguarda la partecipazione delle società sportive ai vari congressi: troppo spesso intorno al 10% Certamente, non si tratta di un dato incoraggiante, soprattutto perché si ha notizia di congressi di 10 minuti, poi trasformati in solenni premiazioni; di delegati che

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diMichele

hanno consegnato gli accrediti alla Commissione per i poteri e le garanzie e sono andati al mare o in montagna; di soci tesserati per quattro società diverse che, da soli, hanno deciso e alzato la mano; di obiettori tesserati pochi giorni prima del Congresso per rappresentare società, altrimenti assenti Tutto legale, per carità, ma non troppo onesto Anche perché la democrazia e la partecipazione hanno un altro significato. Insomma, la domanda sorge spontanea: ma a chi interessa questo Statuto?

Voglia di non cambiare?

Eppure, la proposta del nuovo testo dello Statuto e del Regolamento Organico, così come uscita dal Consiglio nazionale del gennaio 1999, definisce soci del CSI proprio le società sportive Probabilmente, però, non è un caso che nei Congressi non si sia parlato o, almeno non si parli ancora di questa scelta, che intende riportare al centro del CSI la cellula fondamentale e propulsiva dell'Associazione, ma di ben altro: di collegi elettorali per salvaguardare la consistenza del tesseramento, ovviamente sempre il proprio; di incompatibilità necessarie e di incompatibilità opportune (ma di chi?); di limite dei mandati; del numero delle società per mantenere in vita un comitato... Tutti argomenti che possono interessare gli attuali dirigenti o i possibili futuri, non certo le società sportive

Anziché tentare di rispondere alla domanda: “come cambiare le regole per porre al centro la società sportiva?” sembra che si cerchi di rispondere alla domanda: “come cambiare le regole perché le cose cambino il meno possibile?”

Ogni cambiamento in una comunità, quale può essere definita, almeno in un certo senso, anche il CSI, se vuole essere davvero democratico, deve essere anche partecipato e sapiente Scrive il Cardinale Martini: “...una comunità è ricca di sapienza spirituale quando sa dare alla carità il primo posto in tutte le sue scelte e i suoi rapporti, quando cioè non esclude nessuno, non rigetta nessuno, non giudica e non misura soltanto sui criteri della propria appartenenza...” Prendiamola come un augurio.

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D O S S I E R

Terzo settore e riforma dello stato sociale

Siamo in una fase "calda" della storia del Paese, in cui si intrecciano fattori differenziati, ma tutti potenzialmente a rischio di conflagrazione della struttura sociale, politica ed economica. La contemporanea presenza nell'agenda politica delle riforme istituzionali e di quelle sociali, unitamente al continuo rullare dei tamburi di guerra sono ragione di allarme e di preoccupazione in vasti settori sociali.

I dati economici più recenti ci dicono di una lenta ripresa dell'occupazione, che tuttavia è ancora poca cosa nel momento in cui molte persone in età da lavoro sono alle prese con la cosiddetta disoccupazione di lunga durata. In termini generali si può dunque parlare di una disoccupazione strutturale, che viene ad inserirsi in uno scenario preoccupante in cui il potere d'acquisto di salari e pensioni continua a diminuire e si affermano forme di precarizzazione del lavoro che di fatto escludono la possibilità di un ritorno a scenari più tradizionali e più rassicuranti

Un ulteriore elemento di preoccupazione è dato dal progressivo ridursi dei meccanismi di tutela sociale che progressivamente erano stati costruiti per garantire i diritti primari dei cittadini: l'estremo rigore nella gestione dei conti pubblici, che inevitabilmente si scontra con la tutela degli interessi sociali dei meno abbienti, come è nell'interesse dei sindacati e, per la verità, anche dell'attuale maggioranza di Governo

Il Governo si trova quindi a fronteggiare quella che Dahrendorf ha definito la "difficile quadratura del cerchio": sviluppo e competitività dell'economia in uno scenario globale coniugati con la difesa dello Stato sociale che sempre Dahrendorf definisce come la "maggiore invenzione politica del XX secolo"

È chiaro che le forze che compongono l'attuale maggioranza possono meno di ogni altro eludere gli interrogativi soggiacenti agli attuali delicati equilibri socio-economici, a pena di una caduta verticale della loro credibilità presso quei settori sociali che hanno visto nell'Ulivo la forza capace di non far pagare i costi del risanamento a chi è rimasto maggiormente esposto alle conseguenze dello "sviluppo recessivo" degli ultimi anni.

Ripensare lo stato sociale

Il problema che si pone è dunque quello del ripensamento dello Stato sociale, di una riduzione dei suoi costi che non infirmi il principio dell'universalità e della sostanziale gratuità delle prestazioni

Giuliano Amato rilevava qualche tempo fa che "la statalizzazione dei servizi sociali la inventarono i conservatori, non i padri socialisti: loro inventarono le mutue": aggiungendo ai "padri socialisti" anche gli animatori del cattolicesimo sociale, potremmo convenire che effettivamente il problema attuale è quello di riconferire alla società quelle funzioni di autotutela e di mutuo soccorso che progressivamente si sono spostate sul livello istituzionale, creando nuovi luoghi di aggregazione e di tutela degli interessi diffusi.

La difficile quadratura del cerchio di

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on. Giovanni Bianchi

Questo passaggio però deve fondarsi su di un riposizionamento delle prestazioni anche sulla dimensione territoriale, e questo non per omaggio alla moda federalistica, ma per una necessità oggettiva di risposta a bisogni che sono sempre più frammentati sul territorio e che difficilmente possono essere ricondotti ad una concezione centralistica secondo il negativo modello top-down così bene descritto da De Rita

In questo senso, le polemiche di qualche tempo fa a proposito della nuova disciplina del terzo settore, culminate con il ritiro delle forze dell'associazionismo dalla Commissione Zamagni sono indubbiamente un sintomo preoccupante della difficoltà di sistematizzare il ruolo del privato sociale in un impianto di governo rimasto fin qui ispirato ad una logica statalistica

Forze sociali e servizi pubblici

Senza voler entrare nel merito della vicenda, credo di poter dire che è necessario - anzi indispensabile - che le realtà associative siano parte integrante del progetto di ripensamento dello Stato sociale.

Proprio perché non vogliamo arrenderci alla logica falsa e bugiarda del neoliberismo, proprio perché non ci interessa uno smantellamento complessivo del sistema di tutela sociale che va sotto il nome di Welfare State, noi crediamo che il cammino della riforma passi di necessità attraverso un sempre maggiore coinvolgimento delle forze sociali nella gestione dei servizi pubblici

Un esempio sbagliato di riforma dello Stato sociale è la sciagurata legge sulla riforma sanitaria approvata dal Consiglio regonale della Lombardia e giustamente bocciata per due volte dal Governo e prima ancora dagli enti locali, che di fatto - nella sua prima stesuraavrebbe cancellato la nozione s t e s s a d e l s e r v i z i o p u b b l i c o , costituendo un grazioso regalo alla lobby della medicina privata ed in pari tempo una seria limitazione del potere di intervento degli enti locali sulle polit i c h e s o c i o - s a n i t a r i e d e l l o r o territorio Questo deve anche metterci in guardia dalla tentazione di troppo facili scorciatoie federalistiche che di fatto portano a costituire venti piccoli centralismi invece di uno

È chiaro che dal Governo di centrosinistra ci si può e ci si deve aspettare ben altro che p a n n i c e l l i c a l d i : c i s i d eve aspettare una nuova architettura d e l l ’ a r t i c o l a z i o n e d e i p o t e r i pubblici

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Gli Enti locali

Gli Enti locali, a partire dalla dimensione municipale, e l’associazionismo sono così chiamati a riscrivere un nuovo profilo della cittadinanza, riservando allo Stato quella funzione regolatrice generale che più gli spetta, mirando, oltre alla salvaguardia del livello di benessere dei soggetti interessati, alla ricostruzione di un diverso e più maturo rapporto fra cittadini, corpi sociali e istituzioni.

È noto infatti che la legge 142/90 ha affidato al Comune in via primaria la competenza sulle questioni dello sviluppo economico, della gestione del territorio e dei servizi sociali, e che in pari tempo ha rilanciato la funzione delle Province attribuendo loro importanti funzioni programmatorie Segna ancora il passo - ed è importante dirlo in questo contesto - l’istituzione dell’area metropolitana Sotto questo profilo credo ci debba essere uno sforzo comune perché gli enti locali, dai quali nasce la legittimità statuale, siano sempre più messi in condizione di esercitare la loro originaria autonomia anche in termini di autonomia delle risorse economiche Le due leggi “Bassanini” e la legislazione delegata conseguente sono già un importante tassello di un mosaico più ambizioso che solo la maggioranza di centro-sinistra può realizzare perché solo in essa vi sono forze realmente radicate nella dimensione locale. Del resto, anche un prestigioso intellettuale della sinistra “critica” come Marco Ravelli ha ricordato che l’errore della sinistra è stato quello di rimanere prigioniera del paradigma hegeliano della centralità dello Stato nel momento in cui lo stesso Marx individuava la società civile come il luogo del cambiamento e della tensione al superamento delle rigidità e delle incrostazioni del passato Quanto poi alla questione delle riforme istituzionali, essa non può e non deve caratterizzarsi per un “di meno” di democrazia diffusa, ma semmai deve tendere a realizzarne “di più”. Più in generale ritengo necessario chiarirsi sulla questione della sussidiarietà in modo che non venga messa in dubbio la permanente responsabilità delle strutture pubbliche nei confronti della società civile.

Il volano del terzo settore

In questo senso l'esperienza del terzo settore assume una sua centralità, in quanto esso deve in qualche modo divenire il volano di nuove forme di imprenditività diffusa e solidale sul territorio, che integrino la loro azione con quella pubblica al fine di obiettivi condivisi che comunque debbono sempre essere fissati dall'ente pubblico

Il terzo settore è ormai nel nostro Paese una presenza consolidata ed accertata nei più disparati settori della vita pubblica, dallo sport al mutuo soccorso, dall'impresa artigianale a quella agricola, dai servizi alla persona, alla costruzione di alloggi È poi in dirittura di arrivo il processo di capitalizzazione della Banca etica, vale a dire di quel soggetto totalmente nuovo che dovrebbe essere il punto d'appoggio finanziario della costellazione che faticosamente va componendosi ed assumendo soggettività politica intorno al Forum del Terzo settore

BANCA ETICA

È p o s s i b i l e d a r e c r e d i t o a l sociale? È possibile realizzare a t t i v i t à e c o n o m i c h e e c r e a r e sviluppo e ricchezza rimanendo fedeli ai princìpi della solidarietà?

Per dare una risposta positiva a queste domande, agli inizi degli anni '90 alcune organizzazioni i m p e g n a t e n e l v o l o n t a r i a t o e nella solidarietà sociale hanno lanciato l'iniziativa della Banca Etica

La Banca Etica è un istituto di credito che promuove e sostiene le attività economiche non profit, finanziando progetti sociali che si propongono la riduzione del disagio delle fasce deboli della popolazione, la salvaguardia dell'ambiente, la cooperazione con i paesi poveri del mondo, la promozione di attività culturali e sportive che migliorino la qualità della vita

La Banca ha un capitale versato di 16 miliardi, sottoscritto da persone fisiche e da organizzazioni Anche il C SI è socio della Banca Etica

Al risparmiatore la Banca offre la possibilità di sottoscrivere Certificati di Deposito con un tasso di interesse che oscilla tra un massimo e lo zero, secondo il grado di sostegno che il sottoscrittore intende dare alle finalità dell'istituto Il risparmiatore può anche decidere quale tipologia d i i n t e r v e n t o s o c i a l e p o s s a e s s e r e f i n a n z i a t a c o n i l s u o denaro

Per ora la Banca Etica ha una sola sede, a Padova: tel 0498771166

e-mail: posta@bancaetica com sito Internet: www bancaetica com ma è convenzionata con altri istituti di credito

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Nel week-end di sabato 24 e domenica 25 aprile, "Stadium: lo sport incontra la piazza" è sbarcato, come da calendario, in Sardegna e più precisamente nella città di Nuoro. L'accoglienza verso questa manifestazione è stata calda ed appassionata, come per tradizione è solito fare la gente di questi luoghi Il presidente del CSI regionale, Danilo Migliorini, ha accolto non solo i nuoresi ma molti giovani e giovanissimi da ogni località della Sardegna D'altra parte quello di Nuoro era l'unico incontro che "Stadium" aveva programmato nella stupenda isola sarda

Sono accorsi in numero di milleduecento in una Piazza solitamente sconvolta dal traffico per tornare ad una dimensione che ravviva il ricordo di come era interpretato lo sport dalle passate generazioni Quello sport fatto di duro asfalto, di irregolari rimbalzi del pallone, di regole non scritte ma tacitamente accettate dai contendenti Insomma, tutto quello sport genuino che veniva quasi preferito alla pratica nei tradizionali impianti sportivi per via della carica di spontaneità e fantasia che emanava.

Un tempo pur di far sport si adottavano mille stratagemmi Piazze circolari per magia e necessità calcistica diventavano rettangolari, cestini per rifiuti si animavano in canestri dove schiacciare il pallone: tutto era fantasiosamente utile. La strada o la piazza di una volta presentavano un solo avversario da dribblare: era l'amico di quartiere con cui ci si dava appuntamento per giocare.

Oggi, purtroppo, gli avversari sono aumentati e sono ben più duri da sconfiggere La strada ospita pericoli che un tempo non avevano le dimensioni attuali Il grande merito del CSI è di aver riportato, grazie alla carovana di "Stadium", le antiche sensazioni dello sport in piazza, per farle rivivere almeno una volta l'anno

Calcetto, volley, basket e altro ancora

Così è stato a Nuoro, dove nel rione Istiritta sono stati attrezzati sei campi di calcetto, altrettanti di volley, quattro di

Sport in piazza: vince la fantasia di

basket, uno spazio per judo e karate, un campo di pallamano e due centri Giocasport per la gioia dei bambini più piccoli Gli oltre mille ospiti di età dai cinque anni in su hanno dato una piacevole sensazione di sana vitalità. Grida e schiamazzi non hanno turbato i luoghi ma li hanno ravvivati Le maglie degli atleti, bagnate dal sudore e dal tempo inclemente, hanno dipinto strade e piazze di mille colori.

L'organizzazione nuorese, a latere dell'avvenimento ludicosportivo, ha proposto altri momenti di piacevole intrattenimento come quello del concerto di alcune band giovanili tenutosi sabato sera presso l'Anfiteatro.

Sicuramente originale e da ricordare è stato il torneo di calcetto che ha visto premiati con una cena, a base di carne di pecora, i più abili. Domenica sera la comitiva, stanca ma felice, si è congedata dalle autorità rappresentanti il Comune e la Provincia e dagli organizzatori del CSI con la speranza di ritrovarsi tra un anno

La tappa di Genova

Il seguito dello "Sport in Piazza" - targato Stadium - è stato rappresentato dalla tappa ligure di Savona svoltasi sabato 15 e domenica 16 maggio Su Savona è confluita tutta l'attività dei vari Comitati provinciali del CSI ligure I giochi da tavola, come la gara di orientamento urbano, sono stati curati dalla sezione di Genova; il basket è stato organizzato da Chiavari; la pallavolo, il tennistavolo e l'atletica, rispettivamente da Sanremo, La Spezia e Albenga, non prive dell'apporto della stessa Savona

In calendario anche un tuffo nel passato calcistico e volleystico con gli incontri tra vecchie glorie savonesi e medici dell'ASL locale

Un altro aspetto sicuramente interessante e degno di essere evidenziato è che all'intera manifestazione si è voluto dare carattere di internazionalità, con la partecipazione di giovani spagnoli (madrileni) e di giovani provenienti dal Marocco

Inoltre è da segnalare la grande disponibilità mostrata dagli Enti delle cittadine interessate A rinfrescare la gola dei partecipanti ci sono stati bibite e gelati; souvenirs sotto forma di gadget sono stati distribuiti a tutti i partecipanti.

Insomma, un altro fantastico week-end che ha coinvolto sportivi, meno sportivi e curiosi, impegnati negli avvenimenti che hanno avuto come teatro Piazza Sisto IV, Piazza Giulio II, Corso d'Italia, Via Manzoni, Via Ratti, Via Verzellino e Via Astengo

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La carovana di "Stadium ‘99” dalla Sardegna alla Liguria

Una... strana circolare del Ministero P.I.

Attenzione: arrivano i crediti formativi

È approdato di recente nel porto della scuola, superaffollato dai neologismi e dalle sigle rampanti (PEI, POF...), il vascello dei crediti formativi

Recita l'articolo (senza numero) di una circolare (senza numero anch'essa, perché mai partorita): “Il credito formativo rappresenta l'acquisizione, da parte dell'allievo, di particolari conoscenze, competenze o capacità mediante un'attività svolta fuori dell'ambito curricolare e/o scolastico ”

Di crediti formativi si è assistito, nell'arco di qualche anno, ad un vero e proprio assalto

Li abbiamo visti emergere come i nuovi eroi liberatori lungo la navigazione più o meno burrascosa che ha compiuto la scuola in quest'ultima stagione di frenetiche riforme. Li troviamo nel recente regolamento sull'autonomia scolastica: nel cosiddetto POF (Piano dell'Offerta Formativa), nelle opportunità formative che la scuola può rappresentare per gli adulti; saltano fuori con grande baldanza nel nuovo modello degli esami di stato; sono infine apparsi con grande prestanza fisica e intellettuale nella recente legge sulla riforma dei cicli

Il tono scherzoso e non velatamente burlone con cui mi è piaciuto affrontare una questione che invece è seria si spiega per quel che sto per dire e che il tono iniziale ha avuto l'intento quanto meno di esorcizzare

Punto primo: Quali gli standard di qualità che i crediti formativi dovrebbero possedere nell'ambito dell'istituzione scuola?

Punto secondo: Chi è che valuta e che distribuisce lungo una scala di misurazione (in senso educativo e formativo, ovviamente) quegli standard?

Ed ecco allora che il tono usato in apertura si vede svanire d'incanto e resta la metafora della navigazione, dell'invasione e dello sbarco, perché i crediti formativi potrebbero costituire una forma di travestimento di veri e propri... pirati della scuola.

Andiamo allora a scoprire il velo che nasconde gli intenti perniciosi che lasciano trapelare alcuni passaggi della circolare,

senza numero , di cui ho già citato la definizione letterale di credito formativo

Nel suo testo, dopo aver distinto le quattro categorie dei crediti formativi in culturali, artistici, lavorativi e sportivi, giunto a quest'ultimi si premura di argomentare che nell'assegnare i tre punti per anno ai portatori di tali crediti, occorre evitare di cadere nell'assegnazione automatica degli stessi. Come dire: non basta che uno studente abbia fatto una qualsiasi attività sportiva per poter usufruire dei crediti E, con questo esordio, ci aspetteremmo di veder definiti i famosi criteri per gli standard di qualità formativa ed educativa.

Se non che, ed ecco una bella sorpresa che merita di essere portata alla ribalta, in pieno palcoscenico delle oscenità, citando testualmente: "...Si dovrà inoltre tenere conto dell'ambito in cui tale attività si è svolta, cioè con le Federazioni sportive Nazionali riconosciute dal CONI, ovvero in altro ambito (Enti di promozione, scolastico, ecc ); è appena il caso di evidenziare,prosegue la circolare senza numero (e senza faccia...) - che un'attività svolta con le Federazioni Sportive Nazionali implica un impegno da parte dell'allievo di gran lunga superiore a quello svolto presso altri enti, anche in considerazione della selezione che lo sport agonistico determina per sua stessa natura..."

Ed eccoci tornati ai pirati

Davvero se sono questi e così definiti e caratterizzati i crediti formativi a cui la scuola dovrebbe dare credito, è meglio non averne affatto

Di più, una scuola che si aprisse all'accesso di tali "offerte formative" (e qui non si tratta di omologare al basso l'attività sportiva federale, anzi di denunciare l'appiattimento che di essa viene arbitrariamente operato da non sappiamo bene quale malaccorto ispiratore di quel virtuale documento ministeriale) ripiomberebbe nella preistoria di una idea di educazione e di formazione che si pensava archiviata

E, a questo punto, il nostro discorso si snoda necessariamente su un registro linguistico più meditato.

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di
Leo Leone

Quali connotati di qualità deve ricercare la scuola nel determinare crediti formativi autentici? Può rincorrere le logiche correnti del mercato e dello spettacolo o deve saper selezionare la qualità nell'universo complesso e variegato delle offerte che le vengono proposte dagli enti, associazioni, agenzie operanti sul territorio (art 7 del regolamento dell'autonomia scolastica)?

Sembra che la formulazione adottata nella famigerata bozza di circolare ministeriale avalli un'idea di scuola come di uno spazio lasciato alla conquista di chi ha più potere di mercato, a prescindere dalla valenza educativa e formativa della proposta Ci rifiutiamo di credere che sia questo il criterio a cui ci si dovrà attenere per accedere al progetto di Piano delle Offerte Formative della scuola del futuro Ci rifiutiamo di credere che la qualità delle stesse possa fondarsi su un criterio discriminante fondato sulla selezione, che sembrava ormai escluso da tutte le forze culturali e sociali che hanno contribuito a delineare un progetto di scuola per tutti, laica e democratica, centrata sul principio che garantisse pari opportunità a tutti gli alunni, pur nella valorizzazione delle potenzialità di ciascuno

Quell'idea di credito formativo riferito alle attività sportive ricalca un'idea di sport arcaica, superata e fuori dalla storia, ancor più quando ignora tutta la valenza educativa e formativa che lo sport sociale dignitosamente e rigorosamente esprime

nelle fasce di popolazione, giovanile e non, e nelle categorie sociali marginali alle quali lo sport selettivo non è in alcun modo interessato. Ma c'è di più: non hanno diritto al riconoscimento di valenza formativa, e quindi di credito formativo, le manifestazioni di sport che esaltano la ludicità e la valorizzazione di linguaggi non verbali (visto che oggi si va affermando l'ipotesi fondata di un riconoscimento delle intelligenze multiple e degli stili cognitivi) anche per coloro, studenti e non solo, che si impegnano in percorsi formativi di qualità e articolati per livelli?

E tutto questo non solo per vendere, a nostra volta, il nostro prodotto, ma per rivendicare cittadinanza culturale e formativa ad un'idea di sport e di tempo libero che è stanca di attendere alla porta delle istituzioni, a chiedere udienza, con il berretto in mano, come il povero Renzo davanti alla porta dell'Azzeccagarbugli di manzoniana memoria Ma poi a zappare le terre del disagio giovanile e a tracciare i percorsi di un'educazione altenativa, e non solo in ambito ludico-motorio, si correrà ancora a ricercare il buon Renzo

E allora, per tornare all'inizio del discorso, siamo lieti che la circolare senza nome non abbia trovato in ambito ministeriale un padrino disposto ad adottarla. Ma ci sorprende che quelle tesi siano ancora in circolazione presso qualche provveditorato agli studi e ci preoccupa che prima o poi qualcuno possa riprendere a navigare un mare così fortemente inquinato da idee di educazione e di sport che poco hanno a che fare con una prospettiva di scuola che si apre al territorio, per valorizzare idee e risorse che meritano davvero una cittadinanza scolastica nei termini di crediti formativi autentici.

Finale nazionale Snickers

Cup Campioni di Fair Play

La squadra “Momenti di sport” di Reggio Calabria ha vinto la 2ª edizione della Snickers Cup che si è svolta a Fano dal 15 al 16 maggio La squadra vincitrice, al termine di una emozionante partita, ha prevalso ai rigori sulla squadra “Green Park” di Bari con il punteggio di 3 a 2. Anche in questo caso ha trionfato il fair play: l’incontro che ha decretato la squadra vincitrice si è concluso con un’amichevole stretta di mano tra i giocatori delle due squadre Adesso come premio la vincitrice andrà in Svizzera Infatti è proprio un viaggio in terra elvetica, per seguire la nazionale di Zoff durante le qualificazioni per la finale del Campionato Europeo, il premio che attende la squadra prima classificata

Hanno partecipato le 32 squadre che hanno vinto le fasi locali, in rappresentanza di 9000 giovanisssimi di tutta Italia Un portentoso sforzo organizzativo da parte di tutti, organi centrali e provinciali dei tre Enti di promozione sportiva, CSI, US•ACLI, UISP, ha consentito anche quest'anno di dare vita ad un torneo che piace alla gente, che entusiasma e che, a differenza dello scorso anno, ha coinvolto quasi il doppio delle città e degli atleti Da nord a sud tutti hanno giocato con le stesse attrezzature messe a disposizione dalla Snickers: stessi palloni, stessi fratini, stessi striscioni, rincorrendo lo stesso sogno: giungere a Fano e vincere nella finalissima giocando sempre nel segno del fair play.

L'ospitale località della riviera marchigiana è stata proprio il posto ideale per trascorrere due giorni di sport, festa, divertimento e amicizia all'insegna del calcio e del fair play Qui tutto è vicino ed in cinque minuti a piedi si va dallo Sport Park, centro dell’attività calcistica, agli alberghi sul lungomare, alla spiaggia dove la Snickers ha organizzato giochi ed intrattenimenti Infatti, dopo ogni partita o in attesa del proprio turno, tutti i ragazzi si sono divertiti con i giochi e le sorprese preparate dal team Snickers oppure si sono scatenati in un'entusiasmante gara di rigori con le due "mega porte" gonfiabili realizzate in esclusiva per l'occasione.

Al termine della finalissima, tutti gli atleti sono stati chiamati di nuovo in campo per vivere il momento più emozionante della

diMassimiliano Giombini

Fair Play

Snickers Cup: la premiazione della squadra vincitrice e di tutti i giovani calciatori che, giocando all'insegna del divertimento e del fair play, hanno rappresentato la propria città alla fase finale del torneo

Ecco le 12 squadre del CSI vincitrici delle fasi provinciali, che hanno preso parte alla due giorni fanese: S Pietro e Paolo (Ascoli), S S Excelsior (Bergamo), Scuola media ACI Bonaccorsi (Catania), Cus Raimondo Marino (L'Aquila), POB Binzago (Milano), Sporting Club S Francesco (Napoli), Constantes Belgioioso (Pavia), U S S Pellegrino (Reggio

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Emilia), Centro Olimpia Aurelio (Roma), Oratorio Gesù Operaio (Torino), Mogliano A (Treviso), Donatello A (Udine), La 2ª Snickers Fair Play Cup si è conclusa e già si pensa al prossimo anno L'edizione 2000, che concluderà l'accordo triennale con la multinazionale statunitense leader nel settore dolciario, si preannuncia ricco di novità: dovrebbe infatti siglarsi in autunno un'intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione che darà la possibilità anche a squadre scolastiche di aderire in forma massiccia alla manifestazione Dunque più giovani, più gioco, più festa caratterizzeranno in modo ancora più marcato la prossima edizione

I valori del fair play, della lealtà e del rispetto sul campo sono senza dubbio princìpi quanto mai preziosi da promuovere e coltivare tra le nuove generazioni, soprattutto in tempi come questi dove gli scandali e il doping imbrattano copiosamente le cronache sportive

In quest'ottica, trova valido e significativo il fatto che l'evento sia stato sponsorizzato da una multinazionale che, nonostante persegua prima di tutto scopi commerciali e di profitto, sia sensibile e leghi il suo marchio a simili iniziative che hanno dato la possibilità di giocare e divertirsi a migliaia di ragazzi in tutta Italia

Molti guardano con sospetto la presenza degli sponsor nel sociale, ma i tempi stanno cambiando, come dimostra il taglio dei contributi CONI. Volenti o nolenti, l’appoggio degli sponsor sarà sempre più decisivo Se i canali tradizionali per avere fondi si chiudono, bisogna necessariamente aprirne di nuovi Allora ecco che il privato costituisce una risorsa importante.

Questo non vuol dire doversi vendere Basta restare coerenti con le proprie finalità Come è accaduto con la Snickers: il CSI ha utilizzato i soldi dello sponsor, in questo caso Snickers, per fare promozione sportiva tra le fasce giovanili più delicate e preziose da coltivare (11-14 anni), diffondendo quegli ideali che da sempre sostiene con forza La multinazionale, da parte sua, usa l'esperienza nel settore ed il nome delle tre Associazioni, per promuovere indubbiamente se stessa ed un suo prodotto, legandolo però a concetti cari e tipici dello sport sociale: il fair play, la lealtà sul campo da gioco, il rispetto per la persona Fino a quando gli sponsor metteranno i loro marchi al servizio di giusti ideali, lasciando operare i soggetti che lavorano nel sociale, negli àmbiti che gli sono propri, allora ben vengano gli sponsor!

Questo, in sintesi, è anche il pensiero espresso dal capo dell'Ispettorato per l'Educazione fisica e sportiva Luigi Calcerano favorevole a patrocinare l'edizione 2000 della Snickers Fair Play Cup, avendo riconosciuto all'iniziativa una forte valenza sociale ed educativa, non in contrasto con i princìpi della Scuola italiana

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Un progetto per l’integrazione

Crisi familiari, scarso supporto alla famiglia, abbandono, abuso, maltrattamento, inadeguata attenzione istituzionale e sociale verso i più deboli sono le cause principali dell'aumento delle situazioni di difficoltà che ogni giorno sempre più bambini sono costretti a vivere

La legislazione nazionale vigente, la legge n. 216/91 ed il recente Piano d'Azione del Governo per l'infanzia e l'adolescenza 1997-2000 (legge n 285/97) hanno messo in evidenza la necessità di mettere in campo sinergie atte alla creazione di una rete di servizi a sostegno dei minori in stato di disagio, prima che questo sfoci in disadattamento e devianza minorile

È in questo quadro che si colloca "Time Out" il progetto che il CSI di Noto, di concerto con il locale Assessorato alla Solidarietà, ha presentato al Ministero degli Interni per chiederne un finaziamento nell'ambito della legge 216/97 Il progettotiene a precisare Corrado Di Lorenzo, coordinatore provinciale della formazione nonché referente della regione Sicilia per le politiche sociali - partirà comunque il prossimo 15 giugno, anche se a fine anno il Ministero degli Interni decidesse di non concedere alcun contributo.

L'iniziativa è rivolta a 50 minori tra gli 11 ed i 14 anni, in prevalenza nomadi e extracomunitari, che vivono in condizioni di totale assenza di opportunità educative e sociali e risiedono in aree dove la forte presenza di criminalità organizzata determina alti tassi di devianza minorile I giovani, tutti indicati dall'Assessorato alla Solidarietà Sociale del Comune di Noto, seguiranno un percorso educativo a tappe, curato da un'équipe del CSI, della durata di un anno

Il programma Giocasport è stato individuato come strumento privilegiato nella prima fase, quella della socializzazione, grazie alle numerose possibilità di confronto e comunicazione che il gioco e le attività sportive offrono per passare dall'isolamento alla cooperazione, in una società sempre più proiettata verso la multietnicità e l'approccio interculturale

Alle attività condotte nelle strutture messe a disposizione dall'Amministrazione comunale e dalle parrocchie, si alternano momenti di più ampio respiro legati a manifestazioni di free sport realizzate nelle piazze cittadine, alle quali potranno prendere parte anche ragazzi esterni all'iniziativa

La parte educativa prevede lezioni volte alla conoscenza delle origini etniche dei giovani, associate a nozioni sulle tradizioni e sulla cultura siciliana L'informazione sulle istituzioni locali e sul tessuto urbano completeranno la panoramica tesa alla creazione di un bagaglio di conoscenze che possa aiutare questi minori a gettare delle solide fondamenta su cui costruire una propria identità civile

L'idea di fondo, che anima l'iniziativa, è la convinzione che solo ciò che non si conosce fa paura ed alimenta il pregiudizio, vale a dire che i minori extracomunitari da una parte e i cittadini di Noto dall'altra, devono finalmente prendere coscienza che le proprie diversità etniche e culturali devono essere accettate reciprocamente per dare vita ad una serena convivenza in pace

Noto: politiche sociali
18 di
D’Amico
Marco

Ve l'immaginate un gruppo di seminaristi che, smesse le "tonache" e abbandonato il seminario, infilano magliette e pantaloncini e vanno a farsi una partita di calcetto in un campetto? Roba vecchia, si dirà E invece non lo è se accade che il campetto è dislocato da qualche parte nel cortile di un carcere, con tanto di guardie a girare intorno come fossero guardalinee.

L'immagine non è provocatoria. È successo nel carcere di Massa, con una partita tra detenuti e seminaristi La direttrice del penitenziario massese, signora Emilia Ortensio, ha accolto la proposta del Comitato provinciale CSI ed ha ospitato il piccolo "evento"sportivo Gli ospiti, anche loro eccezionali, coordinati dal responsabile del seminario diocesano, don C hanno aderito con entusiasmo all'iniziativa

Circa un centinaio di tifosi hanno applaudito l gara diretta da Ernesto Benedetti, presidente provinciale del CSI di Massa Carrara Per la cronaca, l'incontro si è concluso con il risultato d 6-1 per i detenuti È stata una bella gara, ben giocata e in un clima di schietta cordialità ed amicizia "L'importante è dare continuità a quest esperienze sportive - ha sostenuto Benedettialtrimenti, se rimangono solo iniziative sporadiche, sono solo belle illusioni"

Comunque, fuori dai clamori e dai ritmi che caratterizzano le migliaia di attività sportive del CSI su tutto il territorio nazionale, sono tantissime le iniziative che vengono organizzate a favore dei detenuti.

Ogni sabato, a Milano, il cortile del carcere di S Vittore si trasforma in un campo di calcio per ospitare la partita del torneo amatoriale CSI I padroni di casa sono i Victor's boys, tutti detenuti del secondo raggio. Sono talmente bravi che hanno vinto il torneo

A Siena gli operatori CSI, coordinati dal prof Gianpaolo Lucatti, svolgono ormai da oltre dieci anni attività sportive presso la casa circondariale S Spirito E poi ci sono i progetti di

Massa Carrara: sport nelle carceri

"sport in carcere" del CSI torinese

Vi sono inoltre le iniziative sportive promosse dai Comitati CSI di Verona, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia e Vicenza negli Istituti di prevenzione e pena della Regione Veneto

La vita dietro le sbarre di un carcere, ghettizzata, lontana dai contatti con il mondo esterno, sempre uguale, ha bisogno di trovare piccoli spazi di libertà. Giocare una partita di calcio o di pallavolo con una squadra di atleti esterna al carcere può rappresentare un momento di "vita e di libertà", sconvolge i ritmi monotoni e ripetitivi della giornata, aiuta a sognare... Purtroppo la dura realtà in cui vivono i detenuti spesso sfugge alla piena percezione di chi vive fuori dal carcere; e la poca considerazione che si ha della condizione del carcerato, ne aumenta la distanza e la separazione Entrare in contatto con questo mondo può costituire un'occasione arricchente e formativa per tutti

Sulla scia di quanti hanno già cominciato a lavorare nell'ambito "carcere e sport", diversi Comitati CSI stanno attivando convenzioni e progetti a favore dei detenuti in diverse carceri italiane In genere si comincia con cose semplici, con una partita di calcio e poi si continua con veri progetti sportivi di alto valore sociale e riabilitativo L'unico per dire, è che i detenuti giocano sempre in casa, sfruttando appieno il fattore campo. Forse per questo vincono sempre loro

In realtà non mancano iniziative dove viene concesso il permesso di uscire dal luogo di detenzione per giocare la partita La cosa spesso dipende dalla sensibilità di chi regola la vita carceraria Perciò non rimane altro che incoraggiare iniziative del genere affinché riscuotano l'interesse non solo da parte delle realtà associative ma anche da parte dei magistrati di sorveglianza

Un calcio alle sbarre di

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Pellegrinaggio del C SI in preparazione al Grande Giubileo del 2000

...da sportivi verso il Giubileo

I dirigenti del CSI (Società sportive, Consigli provinciali e regionali) vivranno tre momenti di un pellegrinaggio di preparazione al grande evento giubilare:

Santuario di Caravaggio (BG) 24 ottobre 1999

Santuario di Loreto (AN) 31 ottobre 1999

Santuario di Pompei (NA) 7 novembre 1999

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“Il pellegrinaggio è sempre stato un momento significativo nella vita dei credenti”
Giovanni Paolo II

Nelle diocesi di Cremona e Crema

Staffetta tra i santuari

Si è svolta sabato 1 maggio la Staffetta dei Santuari La manifestazione, ormai tradizionale, consiste in una staffetta podistica per le strade delle diocesi di Cremona e Crema. Partendo dal Santuario di Casalmaggiore sono stati toccati ben dieci santuari, giungendo infine al Santuario di Caravaggio, in provincia di Bergamo.

La staffetta dei santuari vede la luce nel 1996 quando, in occasione delle celebrazioni per il cinquantennio del CSI cremonese, viene per la prima volta pensata ed organizzata, volendo essere occasione di amicizia e di incontro per tutti gli atleti delle società sportive disseminate sulla "piccola, ma lunga" provincia

Nell'edizione di quest'anno gli atleti, percorrendo un piccolo tratto ciascuno, hanno coperto i 140 km che separano i lembi estremi della diocesi cremonese, nel tempo di una giornata In ogni santuario ci si è fermati per una pausa di 15 minuti circa, nella quale, con l'aiuto dei sacerdoti custodi delle chiese stesse, si è assistito ad un momento di riflessione

I significati della staffetta possono essere diversi Tra questi c'è certamente il tema "sport e spiritualità" che da tempo il Comitato CSI di Cremona propone con attenzione Si vuole mostrare come una giornata di festa e di sport si coniughi particolarmente bene con la riflessione e la preghiera. Altro significato importante è lo sport per tutti. La staffetta, infatti, è un'esperienza popolare per due motivi: innanzitutto perché si svolge nei luoghi dove la gente vive (le strade) e nei luoghi che normalmente sono molto cari alla tradizione popolare (i santuari stessi); inoltre il fatto di dover percorrere semplicemente un chilometro rende questa esperienza sportiva sostenibile anche da chi non soltanto non pratica l'atletica leggera, ma addirittura non pratica sport.

Da quest'anno è stata instaurata una

collaborazione con il Sermig e con il suo fondatore Ernesto Olivero, il quale è intervenuto telefonicamente alla conclusione della manifestazione. La staffetta allora ha voluto essere anche un'occasione per ripensare alla pace e per portare in mezzo alla gente un messaggio di speranza, anche alla luce degli sviluppi che sta avendo la vicenda jugoslava.

Per il prossimo anno, che è quello del Giubileo, il comitato organizzatore sta pensando ad un allargamento dell'iniziativa: si vorrebbe che il Comitato regionale CSI facesse sua la proposta, promuovendo, pur con il supporto organizzativo dei Comitati cremonesi, una staffetta che possa toccare più di cento santuari lombardi Sarebbe una degna celebrazione dell'anno 2000, raccogliendo l'eredità di una proposta ormai tradizionale e allargandola a molte più persone

di
Iacchetti
Rocco

Ancora una volta la città di Fano si è saputa distinguere per l'attenzione che, ormai da diversi anni, riserva ai più piccoli Si è infatti svolta, dal 19 al 25 aprile, una intera settimana di manifestazioni organizzate dall'assessorato ai servizi educativi dal titolo "Io e la mia città: come e dove giochiamo" Il filo conduttore dell'evento era quello di mettere in primo piano il rapporto tra i bambini e la propria città. E come accade ormai ogni anno dal 1991, ha visto coinvolte le scuole ed alcune associazioni fanesi tra cui il CSI

Il disagio che i bambini incontrano ad utilizzare le strade come sede ideale per i loro giochi, e soprattutto il senso di alienazione che li divide dal proprio ambiente cittadino sono stati i temi portanti dei dibattiti che si sono succeduti durante i sette giorni Ma la manifestazione non si è comunque limitata al dibattito L'idea centrale è stata quella di coinvolgere i ragazzi nella riprogettazione degli spazi cittadini, sotto forma di plastico, di cartellone, di video etc , affinché le strade, le piazze e i giardini diventino nuovamente accoglienti e forieri di opportunità di gioco

Nella giornata finale, domenica 25 aprile tutte le strade sono state chiuse al traffico, e numerose associazioni hanno fornito il proprio contributo al fine di rendere la domenica più divertente possibile La partecipazione del Centro Sportivo Italiano, anche questa volta, si è caratterizzata per la particolarità dei suoi progetti e

La città dei bambini diPaolo

delle sue proposte ludico-motorie Ai piccoli fanesi sono state proposte le attività Fantathlon, ed il successo è stato evidente Tutti i partecipanti si sono infatti cimentati entusiasticamente nelle varie discipline proposte, da quelle di gioco a quelle più propriamente sportive

È importante sottolineare come l'impegno del Comune di Fano ed in particolare del Laboratorio Comunale "La città dei bambini" sia stato costante ed efficace in questi anni Proprio la costanza e l'applicazione con cui persegue questi scopi gli ha permesso di migliorare molto la città Il giusto riconoscimento per tutti questi sforzi è giunto finalmente il 26 marzo scorso: il Ministero dell'Ambiente ha infatti riconosciuto Fano come "Città sostenibile delle bambine e dei bambini". La cittadina marchigiana si è dunque classificata al primo posto in questa classifica, che si prefiggeva di individuare, sulla base di specifici indicatori, attività e progetti particolarmente significativi realizzati dai Comuni italiani per migliorare le opportunità di vita e di crescita dei minori che vivono in città. Significative sono state le motivazioni addotte dalla Commissione giudicante per la scelta del Comune di Fano, che ha prevalso su tutti gli altri comuni perché, “le iniziative hanno un carattere sistematico, programmato, tendono

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Fano: “Io e la mia città: come e dove giochiamo”

a replicarsi e a protrarsi nel tempo Gli interventi sono caratterizzati da elementi innovativi nelle procedure, e spesso nei risultati e nelle realizzazioni. Il coinvolgimento dei bambini nelle iniziative ha carattere strutturale, sia attraverso l'utilizzazione sistematica del Consiglio dei Bambini, che esercita una funzione di incentivazione e supervisione, sia attraverso l'utilizzazione sistematica dei laboratori di partecipazione nella progettazione degli interventi Significativa la decisione di elaborare il nuovo Piano Regolatore Generale in forma partecipata con il coinvolgimento dei bambini. È di particolare interesse l'attività di sensibilizzazione ed educazione dei bambini e della cittadinanza al senso della collettività”

Un esempio che tutti i comuni italiani dovrebbero sforzarsi di seguire, e che invece viene troppo spesso ignorato. Troppe volte vengono infatti tralasciate proprio le esigenze di chi come i bambini, non protesta Giocare non deve essere un lusso solo per pochi, ma dovrebbe diventare un diritto irrinunciabile di tutti i bambini: è questo il messaggio fondamentale che può e deve essere sostenuto ed alimentato dalle istituzioni

Ma il primo passo per far sì che ciò possa accadere, è quello di riconsegnare ai più piccoli un ambiente in cui possano muoversi con relativa tranquillità L'impegno del Comune di Fano in questo senso, e l'iniziativa a cui anche il CSI può vantarsi di aver contribuito con progetti veramente innovativi, non è che il primo passo: il cammino è ancora lungo

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Campionato Europeo di Calcio FICEP

Uherské Hradišté è la città della Repubblica Ceca che ha ospitato dal 12 al 16 maggio il campionato europeo FICEP di Calcio.

Ha rappresentato il CSI la Algo, una Società Polisportiva di Oratorio del Comitato di Milano, costituita nel 1982 e conta 265 atleti tesserati. La squadra allievi che ha partecipato ai Campionati Europei è stata messa insieme due anni fa, per scommessa, del Coadiutore don Claudio Burgio È formata da 18 ragazzi che prima frequentavano l'Oratorio solo occasionalmente

Quest'anno si è classificata 2ª nel campionato provinciale Allievi di Calcio a 11 Un ottimo risultato

Questa squadra nello scorso mese di febbraio, insieme ad altri adolescenti dell'Oratorio, ha fatto un'esperienza interessante: una settimana di divisione tutta vissuta in Oratorio a mattina a scuola, poi pranzo in Oratorio, gruppi di studio nel pomeriggio, allenamenti, cena, serata di confronto e riflessione e poi tutti a dormire nelle brandine del salone della Parrocchia

L'allenatore è don Claudio Burgio, famoso in Diocesi per la competenza e la serietà con cui interpreta il ruolo del mister" Ha un passato di iatore prima di entrare in seminario

“In questi due anni da allenatore - spiega don Claudio - ho avuto modo di provare come lo sport possa essere un vero strumento di pre-evangelizzazione nei confronti dei ragazzi ed in particolare per i preadolescenti Quando sono arrivato in questa parrocchia molta dell'attività sportiva era dedicata agli adulti poi, grazie anche all'impegno di un validissimo gruppo di genitori e di dirigenti, siamo riusciti a far

tornare in Oratorio molti ragazzi”

Per una Società sportiva è importante l’esperienza internazionale, perché permette il confronto con altre realtà europee, scoprire i limiti o la superiorità della propria preparazione tecnica e soprattutto stabilire nuovi rapporti e nuove amicizie.

Il Campionato Europeo di Calcio ha visto la partecipazione di sei nazioni Oltre all'Italia erano presenti Austria, Belgio, Germania, Olanda, Repubblica Ceca e Repubblica Slovacca con 13 squadre divise in tre categorie: due maschili, Under 16 e Under 14 e una femminile, Under 16

Per la cronaca l’Olanda è risultata vincitrice nelle categorie Under 16 e Under 14 maschile, nella categoria femminile si è invece imposta l’Austria Alla Algo è andato il premio Fair Play

La Algo di Milano a Uherské Hradišté diMarco

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Vienna:

Lo sport dei valori per un’Europa migliore

Vienna, l'antica capitale asburgica della Mitteleuropa, ha accolto la FICEP per il suo 62° congresso All'ordine del giorno l'elezione dei membri della presidenza, del bureau e dei responsabili delle commissioni Il presidente del CSI, Donato Renato Mosella, è stato eletto vicepresidente Alla presidenza è stato nominato l'olandese Dick Wjtie.

Interessante e attuale la relazione di apertura, tenuta dal presidente dell'associazione austriaca Hermann Gruber, sul rapporto tra associazionismo sportivo cristiano ed Europa nel futuro immediato. C'è il rischio che questa nuova Europa si riconosca molto nel mercato, nei consumi e nella tecnologia e molto poco nei valori, che sono poi ciò che conferisce senso, spessore e dignità alla vita umana Ha perso importanza anche c h i t r a d i z i o n a l m e n t e è s t a t o luogo di valori come la famiglia, la comunità, la Chiesa Q u e s t o va l e n a t u r a l m e n t e a n c h e p e r l e a s s o c i a z i o n i sportive Spesso un assoluto bisogno di successo e un eccessivo edonismo lasciano poco spazio all'amicizia, alla condivisione e al puro senso di benessere.

Quando conta solo il successo e ogni mezzo che lo garantisce è consentito, lo sport viene ridotto solo ad una pura possibilità di guadagno e quindi a valore materiale Chi pratica lo

sport si ritrova molte volte nella posizione sbagliata e quando il successo viene a mancare c’è il vuoto e il senso di smarrimento

Nella stessa misura in cui si svuotano le chiese, si riempiono i templi delle sette Libri di esoterismo e di ricerca di sé hanno avuto un boom Evidentemente, la comunicazione dei portatori di valori tradizionali ha fallito e non si può più sottrarre nulla al mondo virtuale che, grazie ai sistemi informativi possibili oggi, ci propone quotidianamente l'esempio di uomini belli e pieni di successo

L'associazionismo sportivo di ispirazione cristiana può rendere testimonianza della sua ispirazione non pubblicizzando il messaggio di Cristo, compito che resta della Chiesa, ma lottando contro il degrado del fenomeno sportivo e promuovendo esperienze di vita che conferiscano valori E poiché questo obiettivo va perseguito in tutta Europa, il compito di realizzarlo va ricondotto all'intera FICEP, non essendo sufficienti gli sforzi di singole organizzazioni

Nel corso del congresso è stata assunta un'importante decisione, che riguarda da vicino il CSI Il 63° congresso FICEP si svolgerà in Italia, a Orvieto, dal 27 al 30 aprile 2000 In coerenza con la decisione dell'ONU di dichiarare il 2000 "Anno internazionale della cultura della pace", tema del congresso sarà "Lo sport, la pace e la riconciliazione"

La nuova presidenza FICEP

Presidenza presidente: Dick W itje (NKS); vicepresidente: Donato Renato Mosella (C SI); segretario-tesoriere: Clément Schertzinger (FSCF)

Membri del Bureau

DJK: Wolfang Reifenberg; OROL: Jozef Galik; OREL: Ladislav S u s t r ; K S S R P: W l o d z i m i e r z S t r z y z e w s k i ; F R C B C G S : A c h i l l e Dieganant

Presidenti delle Commissioni

Sport: Sepp Born (SKTSV); Giovani: Werner Sobotka (OTuSU);

Pastorale: Herman De Mulder

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62º Congresso
FICEP

allo specchio

o Giù le armi!

Signore, noi abbiamo ancora le mani insanguinate dalle ultime guerre mondiali, così che non ancora tutti i popoli hanno potuto stringerle fraternamente fra loro Noi oggi siamo tanto armati come non lo siamo mai stati nei secoli prima d'ora, e siamo così carichi di strumenti micidiali da potere, in un istante, incendiare la terra e distruggere forse anche l'umanità Signore, noi abbiamo fondato lo sviluppo e la prosperità di molte nostre industrie colossali sulla demoniaca capacità di produrre armi di tutti i calibri e tutte rivolte ad uccidere e a sterminare gli uomini nostri fratelli così abbiamo stabilito l'equilibrio crudele della ricchezza di tante nazioni potenti basata sul mercato delle armi alle nazioni povere, prive di aratri, di scuole e di ospedali

Noi ascoltiamo ogni giorno impotenti, le notizie di guerra ancora accese nel mondo

Sono parole di preghiera di trenta anni fa: di un papa, Paolo VI che non temeva di rompere gli schemi accomodanti ed insipidi di certa liturgia per chiamare, quando si rivolgeva a Dio, le cose con il loro nome: ipocrisia nel sostenere la pace, spirito di distruzione, interesse economico legato al traffico legale e no delle armi, miseria di tanti costruita sulla ricchezza illecita di alcuni

Sembrano scritte per oggi, per questa tragica avventura kosovara. Con una situazione che sembra vincente: il cadere di ogni speranza, la rassegnazione

Eppure, nella sua grande fede, papa Montini aggiungeva: Signore, è vero! Noi non camminiamo rettamente

guarda tuttavia i nostri sforzi inadeguati ma sinceri, per la pace nel mondo

Vi sono propositi di disarmo e per la trattativa

Vi sono soprattutto tante tombe che stringono il cuore, famiglie spezzate dalle guerre, dai conflitti, dalle repressioni; donne che piangono, bambini che muoiono, profughi e prigionieri accasciati sotto il peso della solitudine e della sofferenza;

Signore, tu lo sai, vi sono anime buone che operano il bene nel silenzio coraggiosamente, disinteressatamente, e che pregano con cuore puro.

Vi sono cristiani, e quanti al mondo vogliono seguire il tuo Vangelo, che professano il sacrificio e l'amore

Vogliamo provare ad essere noi questi uomini, queste donne, a cui è ancora possibile sperare, parlare di Dio e di salvezza, credere in uno Spirito che costruisce nell'uomo e con l'uomo libertà e amore?

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di

Regala un gioco a un bambino del Kosovo

Vivere in un campo profughi è un’esperienza terribile. Lo è ancora di più per un bambino, perché significa:

- aver abbandonato all’improvviso la sicurezza della propria casa

- aver lasciato dietro di sé tutte le proprie cose, ed anche i giocattoli

- aver vissuto il terrore di una fuga disperata

- non vedere più accanto a sé familiari e compagni

- ritrovarsi in condizioni igieniche spaventose

- di notte dormire per terra, di giorno vivere nell’inedia.

E un bambino tutto questo non può capirlo!

Non dire che questa tragedia non ti riguarda. Le sue immagini sono entrate anche in casa tua in tutta la loro evidenza. Non puoi ignorarle.

Aiuta i bambini del Kosovo a ritrovare un po’ di serenità! Contribuisci all’allestimento del TIR di giocattoli che il CSI invierà in Albania questa estate.

Puoi inviare il tuo contributo di solidarietà al conto corrente nº 51000, cab 03215, abi 02008, presso il Credito Italiano, ag. 15 di via della Conciliazione, Roma.

A volte ritornano, anche prima di essere andati via Finti dimissionari, disperati di una sola notte, esemplari privilegiati di un pentitismo d'elite che quasi sempre sfocia in una piena ritrattazione del proprio desiderio di dire basta Strani personaggi questi presidenti del calcio Una volta, usando un'espressione bonariamente offensiva resa celebre da un distintissimo dirigente, li chiamavano "ricchi scemi": a distanza di anni sono rimasti ricchi ma molto meno scemi E questo almeno conferma che il calcio sotto qualche aspetto è progredito Il problema semmai è che sono diventati troppo furbi, affinando la propria scaltrezza esattamente come nella savana, dove la gazzella impara a correre tanto più forte quanto maggiore è la potenza dei felini dai quali deve difendersi

Ora il paragone sembra addirittura riduttivo se pensiamo ai tifosi dell'Inter: più che leoni sono coccodrilli a dieta, pronti a sbranare chiunque ma anche a versare copiose lacrimucce se il loro "salvagente" dichiara di dimettersi per eccesso di disperazione Ma quella di Massimo Moratti è una vicenda emblematica: più si sente ripetere che il calcio è un'azienda e più i fatti tendono a smentirlo Moratti si dimette da numero uno della società ma resta azionista di maggioranza della stessa, continua a gestirne il mercato, a sedersi al suo posto in tribuna, a fare insomma il presidente È un po' come dimettersi dalle proprie scarpe evitando però di andare in giro scalzi.

Mentre scriviamo, Massimo Moratti non ha ancora deciso se tornare sui suoi passi dopo aver ottenuto indirettamente l'addio della parte della dirigenza che non aveva il coraggio di licenziare, ma il caso-Inter non è molto diverso da quello accaduto pochi giorni fa a Bologna, dove Gazzoni Frascara si è dimissionato giusto il tempo per farsi rieleggere presidente dal consiglio d'amministrazione In più la stagione sismica dei padroni del vapore si è arricchita dei moti tellurici di Genova, dove Mantovani aspetta di poter vendere qualche altro pezzo pregiato e di trovare volontari disposti a rilevare la Sampdoria

O da Perugia, dove Luciano Gaucci è talmente contestato da dover andare allo stadio scortato come ad una gita a Belgrado

Presidenti sull’orlo di una crisi di nervi di

Boss del calcio in crisi 28

O ancora da Roma o da Bari, dove rispettivamente Sensi e Matarrese sono considerati nemici dai loro stessi tifosi. Fino a Salerno, dove Aliberti ha pagato con una sediata in testa e probabilmente con la retrocessione, il diritto (tardivamente rimandato) di poter cambiare l'allenatore. Poveri presidenti Ricchi e paradossali ostaggi di coloro che pagano il riscatto del biglietto la domenica, padroni di imperi non del tutto loro, perennemente afflitti da un sottile mal di calcio che fa tanto male ma al quale non riescono a rinunciare Verrebbe voglia di compatirli, di schierarsi dalla loro parte sempre e comunque, se non fosse per quella leggera follia che anno dopo anno anima sempre più le loro scelte. Perché alla fine pagano in prima persona, ma come si fa a giustificarli in un sistema che permette all'Udinese di avere in organico 25 stranieri, che fa arrivare la torta dei diritti tv a cifre impronunciabili, che fa cambiare all'Inter più tecnici che scarpe in una sola stagione, che rende l'abbonamento agli stadi caro come un viaggio in Polinesia, che spinge la Lazio ad andare a prelevare i suoi azzurri (tra i quali Pancaro - con tutto il rispetto - mica Pelè) con un aereo privato a Zagabria per regalar loro un'ora di sonno in più?

I microbi che hanno generato il male sottile che poi li fa dimettere, protestare, ritornare e perennemente agitarsi, quei microbi insomma nessun altro se non loro stessi li hanno generati E la comprensione - purtroppo - la si concede volentieri ad un malato. Molto meno ad un aspirante suicida

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racconto il Metterci l’anima!

“In tutte le cose della vita bisogna metterci l’anima” ha detto, appena eletto, il nuovo presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi È una frase che calza a pennello anche per la nostra Associazione, dove le motivazioni contano un bel po’ Anche se tutti dicono: "Ma chi me lo fa fare?" e nessuno li obbliga, eppure ogni anno, in oltre centomila, impegnano tutto il loro tempo libero per l'Associazione Sono gli "animatori" del CSI Fanno di tutto, dagli arbitri, ai dirigenti di società sportiva, dagli allenatori ai guardalinee Ogni giorno timbrano il cartellino, chiudono lo studio o la bottega ed eccoli lì pronti ad accollarsi impegni da far venire i brividi: in società, in comitato, su un campo di gara.

È un miracolo straordinario che si ripete ininterrottamente da quasi un secolo, da quando un gruppetto di volonterosi fondò la FASCI, poi diventata CSI Un miracolo che si chiama volontariato, e che fra qualche anno, nel 2006, consentirà all'Associazione di guardarsi indietro con legittimo orgoglio per aver educato attraverso lo sport generazioni e generazioni di italiani Ma che cosa offre di tanto speciale il CSI da indurre i suoi "promotori" a dare tutto in cambio di nulla?

Le motivazioni possono essere tante e diverse, ma all'origine c'è quasi sempre il desiderio sincero di rendere un servizio: ai ragazzi, alla parrocchia, alla comunità civile

Talvolta, però, con il passare degli anni qualcosa si incrina nella limpidezza delle motivazioni Accade, ad esempio, quando si percepisce di non ottenere riconoscimenti adeguati alle proprie fatiche, quando si pensa che gli altri non comprendano la preziosità del nostro lavoro

Il desiderio di essere approvato, apprezzato, ammirato è connaturato all'essere umano; è un bisogno del tutto legittimo, che alcuni cercano di soddisfare nel lavoro, altri fuori dalla professione, qualcun altro nello sport. Fare finta che

negli operatori del CSI questo bisogno non ci sia, perché si annulla nelle motivazioni associative, è da sognatori Anzi, il bisogno di riconoscimento - così spiegano gli esperti - è tanto più forte in chi svolge da volontario compiti socialmente utili Se il riconoscimento non c'è, o semplicemente non viene percepito, arriva la frustrazione e talvolta l'abbandono. Non sempre, però, le cose sono così limpide e lineari La frustrazione a volte genera voglia di rivalsa. E ogni tanto c'è chi finisce con il trasformare il bisogno di riconoscimento con il desiderio di potere sugli altri E così il presidente di società sportiva vuole diventare a tutti i costi presidente provinciale, quello provinciale vuole diventare presidente regionale... e via crescendo

Quando è così, è difficile far capire che, nella vita come nell'Associazione, il riconoscimento più importante non è una promozione, una poltrona più larga o un discobolo al merito, ma la consapevolezza davanti alla propria coscienza di essere stati "dono" per gli altri.

Ciò non significa accontentarsi, non avere ambizioni, vivere all'insegna del "volemose bene", appiattirsi sulle posizioni dei "capi" per evitare di contraddirli Ogni rinnovamento passa attraverso il percorso difficile ma intelligente dell'umiltà, del coraggio delle proprie opinioni, della perseveranza, del coraggio della verità

Bisogna essere portatori di progetti e di sogni, senza però che essi ci prendano la mano fino al punto di diventare i nostri cattivi consiglieri, o il nostro alibi per non avere più regole

Un popolo di volontari è fatto di gente comune, che ha i vizi e le virtù della gente comune Per fortuna, ciò che resta nella storia del CSI non sono le azioni dei singoli, con le loro audacie e le loro debolezze, ma il cammino di progresso che quelle audacie e quelle debolezze hanno saputo generare tutte insieme.

di

L’indulgenza giubilare

In uno dei precedenti numeri abbiamo parlato della penitenza. L'attenzione va ora ad un tema strettamente connesso a quello: l'indulgenza

Fin dal Duecento le indulgenze - o assoluzioni dalla pena temporale connessa al peccato - erano stabilite dal confessore all'atto della confessione sacramentale Il penitente doveva "pagare i debiti" contratti col peccato attraverso penitenze e opere di carità

Più tardi, invece, la remissione della pena temporale venne staccata dal sacramento della confessione e donata in maniera gratuita dall'autorità della Chiesa I teologi ritenevano infatti che la Chiesa, avendo l'autorità di attingere al tesoro infinito dei meriti di Gesù Cristo, della Vergine e dei santi, poteva anche concedere le indulgenze

Il tesoro della salvezza "guadagnato" dal Cristo con la sua vita terrena - dall'incarnazione all'ascensione - era considerato come un fondo inesauribile di grazie spirituali a disposizione della Chiesa. Essa poteva disporne per il bene dei fedeli Gesù non aveva forse detto a Pietro: "A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli"? E non aveva poi ripetuto agli apostoli: "Tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto ciò che scioglierete sulla terra sarà sciolta anche in cielo"?

I pastori della Chiesa hanno dunque ricevuto da Cristo l'autorità di poter sciogliere (liberare) gli uomini da qualsiasi peccato e da qualsiasi pena meritata col peccato Il trasferimento dei meriti di Gesù, di Maria e dei santi alle persone viventi, come pure ai defunti, è comprensibile alla luce della verità del Corpo mistico di Cristo La Chiesa è un corpo di cui - come afferma s Paolo - Cristo è il capo e i fedeli sono le membra. E ciò che appartiene al capo appartiene anche alle membra

Si tratta di una comunione vitale che unisce tutti, nel bene e nel male Il bene compiuto dal singolo torna a vantaggio di tutti; e il male individuale ferisce in qualche modo l'intera comunità. "Se un membro soffre - scrive ancora l'Apostolo - tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato tutte le membra gioiscono con lui".

Vittorio Peri

Se le cose stanno così, appare evidente come le guide della Chiesa possono mettere a disposizione di tutti i fedeli la salvezza portata da Gesù, una salvezza idonea a cancellare sia le colpe sia le pene Da qui la dottrina sull'indulgenza

Essa è dunque il condono della pena che ognuno dovrebbe scontare per i peccati commessi

Nel Medioevo venne legata ad opere di carità, di ascesi e di devozione Un posto speciale, tra questi gesti devozionali, avevano i pellegrinaggi in Terra Santa, a Roma, a S. Giacomo de Compostela e, ancora, alla Porziuncola di Assisi, a Loreto, a S Michele al Gargano

L'indulgenza plenaria, che cancella ogni pena derivante dai peccati fu concessa dai papi inizialmente solo ai crociati che andavano a riconquistare i luoghi santi della Palestina in mano ai mussulmani Unica eccezione fu l'indulgenza della Porziuncola, concessa a s. Francesco d'Assisi da Onorio III nel 1216, senza documento scritto

Con Celestino V si ebbe poi l'indulgenza plenaria della "perdonanza", legata alla Chiesa di S. Maria di Collemaggio all'Aquila, dove era stato consacrato papa nel 1294.

Dopo la caduta di S Giovanni d'Acri nel 1291 e la fine delle crociate, l'indulgenza plenaria trovò la sua collocazione nel giubileo.

Lungo i secoli, come è noto, si ebbero abusi anche gravi riguardo alle indulgenze, specie quando furono legate a offerte in denaro per opere di carità o per la costruzione di edifici sacri Era diventato automatico, in alcuni luoghi, lucrare indulgenze anche senza devozione Alcuni sprovveduti predicatori insegnarono addirittura che l'indulgenza possedesse una specie di potere magico: versando l'elemosina si guadagnava il Cielo.

Al tempo di Lutero il principe di Sassonia-Wurtenberg aveva raccolto nella chiesa di Wittenberg molte reliquie alle quali erano annesse indulgenze per chi deponeva un'offerta

Nel 1517 in occasione della ostensione di tali reliquie, Martin Lutero appese sulla porta della chiesa le note 95 tesi di contestazione alle indulgenze e alla Chiesa in generale dando così inizio allo scisma protestante.

r a d i c i Pellegrini verso il Giubileo
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di

CURRICOLO DI BASE PER OPERATORI SPORTIVI

È una collana di libri che il CSI ha progettato perché siano utilizzati come sussidi didattici per la Scuola Nazionale Educatori Sportivi e, in linea più generale, per potenziare il patrimonio di competenze dei tecnici associativi e di tutti gli operatori sportivi

In Concreto la collana prevede due tipologie di testi: quelli che mirano a fornire le conoscenze di basepedagogiche, associative, metodologiche, medicheindispensabili a tecnici di qualsivoglia disciplina e quelli specificamente dedicati a tecnici di un singolo sport

SPORT & EDUCAZIONE

Duilio Olmetti, Ermanno Mazza, 1996, pagg 96, £ 15 000

ELEMENTI DI BASE

DI MEDICINA DELLO SPORT

S Cameli, M Donisi, R Vannicelli, 1996, pagg. 96, £ 20.000

CENNI DI TEORIA E METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO M. Bellucci, R. Longhi, M. Stera 1998, pagg 120, £ 25 000

IL CALCIO

M. Sartori, F. Nalesso, R. Longhi, O. Jaconi, 1996, pagg. 160, £ 26.000

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LA PALLAVOLO Massimo Stera, 1997, pagg. 272, £ 35.000

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LA PALLACANESTRO

N Bevacqua, M Mondoni, G Salviati 1998, pagg 208, £ 30 000

L’ATLETICA LEGGERA

Renato Marino, Fabio Sebastiani 1997, pagg 128, £ 20 000

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