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editoriale
03 Un ponte verso il Giubileo di Donato Renato Mosella
vitacsi
04 Una carovana carica di sogni di Giampiero Spirito
14 L’Europa nella racchetta di Marco Croci
17 Il CSI incontra Fier di Paolo Fradeani
25 El camino de Santiago
28 Stadium ’98 taglia il traguardo di Renato Picciolo
dossier
08 Un Arbitro o tanti arbitri? di Davide Iacchetti
sport&sport
18 Sport verso l’autoriforma di Andrea De Pascalis
22 Il CSI protesta il ministro tace di Tito Della Torre
argomenti
12 Adulti insieme di Ernesto Preziosi & Paola Tessarolo
20 Tempo libero: rischio o risorsa? di Arianna Cucinotta
24 Voci e simboli. Roma 2000
26 Giovani 2000 di don Domenico Sigalini
rubriche
16 Allo specchio
30 Il racconto di Edio Costantini
radici
31 Pellegrini verso il giubileo: Un “ anno di grazia” di Vittorio Peri
I O n E , R E D a z I O n E E a m m I n I s T R a z I O n E Via della Conciliazione, 1 00193 Roma
p u b b l I c a z I O n E I s c R I T Ta al n 4987 del Reg Stampa del Tribunale di Roma del 4/1/1956 p R O g E T T O g R a f I c O Medias Pubblicità - Napoli I m pa g I n a z I O n E
C SI Editore l E f O T O D I q u E s T O n u m E R O s O n O D I :
A Criscuoli: pagg 10, 11, 18-19; Ag Eden: pagg 14, 15;
M Leopardi: pagg 20, 21, 22-23;
A Bertoncin: pag 7; Pianeta Immagine pag 27; pag 30 disegno di Nevio De Zolt f O T O l I T O Punto & Linea s Ta m pa Romana Editrice s r l Via Colle Ara della Signora, 8 San Cesareo (RM)
Spedizione in abbonamento postale Art 2 Comma 20/C Legge 662/96 Filiale di Roma
C e n t r o S p o r t i v o I t a l i a n o E d i t o r e Via della Conciliazione, 1 - 00193 Roma Tel 06/6867941-2-3-4-5 Fax 06/68802940
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D I R E T T O R E Donato Renato Mosella D I R E T T O R E R E s p O n s a b I l E
Costantini D I R E z
Edio
sommario Period co
20 8 26 25
n°5
assoc ato al USPI (Un one Stampa Periodica It a iana)
UnponteversoilGiubileo
La nostra Associazione ha l’abitudine di lavorare senza concedersi grandi pause In questo mese di giugno, mentre si stanno concludendo le attività della stagione ’97-’98, già sono arrivate in periferia le linee programmatiche per il prossimo anno
Il 1999 non sarà un anno come gli altri A renderlo speciale c’è la circostanza che esso, come un ponte, ci cond u r r à d i r e t t a m e n t e i n b r a c c i o a l Giubileo del 2000, e dunque sarà il t e m p o d e l l a p r e p a r a z i o n e a q u e s t o Evento straordinario che ci coinvolge tutti, come credenti e come Associazione di ispirazione cristiana Com’è ribadito nel Patto Associativo, la “carta d’identità” del CSI, il nostro modo di concepire e proporre l’esperienza sportiva si basa su “ una visione cristiana della persona e della storia”, e la dimensione ecclesiale dell’Associazione ci conduce a camminare “nel r i f e r i m e n t o c o s t a n t e a l l ’ e s p e r i e n z a viva della Chiesa italiana ”
Il Grande Giubileo del 2000 celebra la ricorrenza bimillenaria della data tradizionale della nascita di Cristo, un avvenimento da vivere, appunto, nel “giubilo”, in uno spirito di gioia checome ci ha detto Giovanni Paolo II nella Tertio Millennio Adveniente - è giusto abbia anche una sua manifestazione esteriore E proprio il Pontefice,
nella sua Lettera Apostolica, ci ha ricordato il senso antico, originale, dell’anno giubilare come occasione per ristabilire l’uguaglianza tra i figli di Dio, di ripristinare la giustizia sociale, di farsi voce di tutti i “poveri” del mondo
A queste intenzioni possiamo aderire con il nostro specifico, con il nostro modo di concepire lo sport quale momento di festa, di gioia e, contemporaneamente, di solidarietà e di impegno sociale
Incominceremo nel 1999, sforzandoci di improntare le nostre iniziative, anche le più piccole, allo spirito del Giubileo, ricercando in questo la collaborazione e la partecipazione delle Chiese locali
Più che mai il nostro sport parlerà di gioia: non a caso prenderà il via un ’attività che ha il nome di Joy Cup, Coppa della Gioia, una sfida lanciata per dimostrare che anche lo sport più tradizionale, con i suoi campionati e tornei, può essere festa, divertimento, “giubilo” E più che mai tutte le nostre attività parleranno di valori, mettendo al centro la persona umana e guardando agli “ultimi” della Terra
Forti della preparazione effettuata, nel 2000 potremo vivere con pienezza il Giubileo: dando il nostro apporto al volontariato per l’Evento; gettando le
basi per un “carta dei principi” dello sport del terzo millennio; partecipando al Giubileo degli sportivi; vivendo come pellegrini le giornate speciali del calendario giubilare - quelle destinate ad esempio alle famiglie, ai bambini, ai giovani, alla terza età - in stretta connessione con le iniziative della Chiesa italiana per il Giubileo
Nel prepararci, sarà bene ricordare che qualsiasi iniziativa voglia davvero sposare lo spirito del Giubileo, dovrà cercare di essere seme e segno per il terzo millennio, ben oltre il richiudersi della Porta Santa
Per riuscirci dovremo fare esercizio di discernimento, interrogandoci con sincerità sul nostro modo di essere Associazione di ispirazione cristiana È inutile nascondersi che questa ispirazione in alcuni si è affievolita, in altri si è fatta assente Se è vero, come si dice n e l l a Te r t i o M i l l e n n i o , c h e “ Tu t t o dovrà mirare all’obiettivo prioritario del Giubileo che è rinvigorimento della fede e della testimonianza dei cristiani” dovremo cercare in noi stessi il coraggio della riconversione, per trovare la coerenza tra ispirazione cristiana e agire quotidiano È questo il regalo più grande che potremo fare, in occasione del Giubileo, allo sport e alla comunità cristiana del nostro paese
D o n a t o R e n a t o M o s e l l a
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e e d i t o r i a l e
D o n a t o Re n a t o M o s e l l a
Stadium: lo sport incontra la piazza
Una carovana caricadisogni
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Nelle filastrocche si parlava dell’arrivo di un bastimento carico di Nel caso di “Stadium: lo sport incontra la piazza” e trattandosi di una manifestazione che volge al 2000, i protagonisti sono i super-Tir
Il loro carico di passione, divertimento e allegria per tutti è capace di trasformare una piazza in un mega-impianto sportivo all’aperto
C’è di tutto dentro quei bestioni: due campi di calcio 3x3, otto campi di pallacanestro, otto campi di superminivolley, due piste di atletica leggera, un campo di hockey su prato, due campi di funball oltre ad attrezzature di vario genere È l’evento sportivo dell’anno, quella manifestazione che, come dice lo slogan, è per tutti e per tutte le età e soprattutto non discrimina, non seleziona, non annoia Comunica e molto la voglia di fare sport, anzi appaga questo desiderio che è forte in molte regioni Non si potrà tutti i giorni prendere possesso di una piazza, trasformarla in un villaggio sportivo ma si può rispondere in termini concreti alla domanda di sport In tante situazioni i ragazzi, i loro genitori hanno chiesto agli organizzatori di riprovarci, di allestire un’altra occasione dove lo sport è veramente alla portata di tutti E gratis
Foligno: Stadium inaugura la nuova sede
L’evento di Foligno è stato particolare Tra gli spazi della città che sono stati occupati, piazza della repubblica, piazza Matteotti ed il parco dei Canapè Si può fare sport dai sei agli ottanta anni è stato lo slogan lanciato dal presidente del C SI Foligno, Pietro Mariani per annunciare lo Stadium umbro Spazi insoliti per lo sport come piazze e parchi sono stati rivitalizzati da questa massa di partecipanti che non ha conosciuto soste per due giorni nel passare da un campo di calcio a quello di basket, dalla pista di atletica al tavolo di tennistavolo Per il presidente regionale umbro del C SI, Giovanni Noli, è stato raggiunto lo scopo dell’iniziativa «di coinvolgere socialmente persone magari sconosciute tra loro»
I cittadini di Foligno si sono ritrovati a giocare negli spazi del
centro storico con alcuni extracomunitari, ed anche in termini d’integrazione, la presenza dei ragazzi disabili dell’istituto Serafico di Assisi è stata significativa
Suggestiva la cerimonia di inaugurazione della nuova sede locale del C SI, situata in via dei Mille, nella zona dell’ex Foro Boario da parte di autorità locali, del Presidente nazionale del C SI Donato Renato Mosella, del vice presidente Edio Costantini
La mobilitazione del C SI è stata generale già all’indomani del sisma che ha provocato tra gli altri danni alle strutture sportive locali
La valutazione positiva della stampa nazionale e locale
Un messaggio importante è stato lanciato proprio da Foligno, come ha sottolineato in un corsivo il quotidiano
“Il Messaggero”: “Sport in piazza con le migliaia di ragazzini mobilitati dal Centro Sportivo Italiano - scrive tra l’altro Alfonso Toschi - Il cuore di Foligno, piazza della Repubblica è sede di iniziative di grande richiamo E bene fa l’amministrazione comunale ad aderire a tutte quelle manifestazioni che possono rappresentare occasione di appello turistico e che sono in grado, nel contempo, di far dimenticare la Foligno città del
Giampiero Spirito
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terremoto Una Foligno che tutti vogliono cancellare L’auspicio è che, in attesa di vedere piazza della Repubblica nuovamente dominata dal “Torrino”, essa sia sempre più teatro di iniziative, spettacoli e manifestazioni” Ben esprime il senso della partecipazione e della voglia di ripresa dei cittadini di Foligno, l’articolo del Messaggero
Il C SI ha saputo ancora una volta esserci ed esserci tra i primi Il segnale di speranza e di ripresa, dei colori vivaci al posto dello “scuro” che, arrivato all’improvviso sembrava non dover mai scomparire Con dignità Foligno ha saputo ricominciare “Migliaia di ragazzi portano il sorriso nella città” e poi “la città conquistata dai bambini”, e ancora “inizia la maratona del divertimento”, alcuni dei titoli apparsi sui quotidiani locali tra il 15 e il 18 maggio, a cavallo della manifestazione
Sport di vertice e sport di base
nel Convegno di Genova
Siamo partiti da Foligno per questa secondo spezzone che vuole raccontare le tappe di Stadium 1998 perché i momenti
vissuti in Umbria rappresentano il successo di tutte le società sportive, i comitati, gli atleti e i dirigenti che hanno contribuito alla ripresa dell’attività sportiva e associativa umbra
E con questo spirito altruistico e di vera solidarietà e partecipazione nessuno si lamenterà, siamo certi, se il resto del tour verrà trattato, per ora, a volo d’uccello
Latina, Matera, Termoli, Como, Fano, Modena, Chianciano, Genova, Cuneo, Trento sembra il giro d’Italia Potrebbe diventarlo un giorno Non c’è solo lo sport praticato nelle tappe Ma anche quello ragionato Con i protagonisti dello sport, pur di alto livello
È stato il caso di Genova dove il 21 giugno ad aprire la tappa del capoluogo ligure è stata organizzata una tavola rotonda con presenze importanti
C’era il responsabile del settore giovanile del Genoa calcio, Claudio Maselli, ex giocatore rossoblù e l’attuale capitano della Sampdoria, Moreno Mannini Quindi l’allenatore della Rari Nantes Savona di pallanuoto, Claudio Mastrangelo, altri atleti e tecnici e il consulente ecclesiastico nazionale, Vittorio Peri che non si è lasciato sfuggire l’occasione per provocare
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simpaticamente proprio i rappresentanti dello sport professionistico
Si è parlato anche di sfruttamento dei minori nella fabbricazione dei palloni di calcio, una piaga che coinvolge milioni di bambini nei paesi in via di sviluppo Quindi è stata trasmessa anche una lunga intervista registrata a Fabio Fazio, il popolare conduttore della fortunata trasmissione “Quelli che il calcio ” che ha messo tutti in guardia sul pericolo di uno sport virtuale assoggettato totalmente alle esigenze televisive
E per finire: Como, Trento e Termoli
A Como non si sono certo persi d’animo Le imminenti elezioni amministrative e qualche difficoltà nell’ottenere la centrale piazza Cavour, necessaria per i comizi ha fatto volgere l’attenzione dei capaci dirigenti locali a distribuire le attività in spazi diversi, quattro piazze ed un giardino, unite tra di loro da un percorso segnato sull’asfalto da adesivi a forma di piede con la scritta “C SI-segui le orme” Nessuno si è perso e il successo è stato garantito e suggellato dai fuochi d’artificio del sabato sera Cuneo ha fatto le ore piccole Giochi, concerti con artisti locali ma soprattutto tanti bambini che a mezzanotte affollavano ancora i campi di gioco, spesso rincorsi dai genitori che volevano riportarseli a casa
A Trento tutti di corsa Proprio il pistino di atletica è stato lo spazio più frequentato Numerose le gare di velocità individuale e staffetta che si sono svolte nelle due giornate Riuscita anche la dimostrazione pratica sul campo di hockey su prato che ha coinvolto nell’apprendere i rudimenti della disciplina, molti giovanissimi Anche sul versante delle parole la tappa di Trento si è rivelata efficace Il convegno su “parrocchia e sport” ha presentato anche dati interessanti su una ricerca condotta a livello regionale
Esibizioni di karate, gare di mountain bike, afflusso notevole al Giocasport hanno caratterizzato la tappa di Termoli Oltre mille in piazza ma il Molise non aveva niente da dimostrare Il C SI affonda le sue radici di associazione storica e popolare
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U n A r b i t r o
D O S S I E R
t a n t i a r b i t r i ? o
L’Arbitro, quello con la “A” maiuscola, quello che tutti noi abbiamo nella mente o vorremmo che fosse, come un ideale sognato e “purtroppo” non realizzato: un arbitro che sia fotocopia, che anche se cambia nome e fisionomia in ogni gara, tuttavia è sempre uguale a se stesso, ha le stesse reazioni, si comporta allo stesso modo. Ma esiste un arbitro così?
E ancora: si può parlare dell’Arbitro, o gli arbitri (con la “ a ” minuscola) sono tanti? Arbitri alti o bassi, smilzi o grassi, bianchi o rossi, aperti o riservati, attenti o un po ’ svaniti, sicuri o un po ’ spauriti, muti o chiacchieroni, seriosi o buontemponi, …
Andando in giro per l’Italia a tenere incontri formativi mi sono divertito a sottoporre agli arbitri e giudici di varie discipline sportive un semplice questionario che aveva una domanda centrale: “Per me arbitrare è un piacere. Perché?…”. Le risposte sono state piuttosto sorprendenti Innanzitutto, pur raggruppando le risposte in grandi categorie per somiglianza, meno di un terzo si trovano nello stesso gruppo Insomma c’è proprio una grande variabilità e pare proprio che non si possa parlare di un arbitro “tipo”, ma di varie e articolate tipologie di arbitri
La seconda considerazione è che la risposta più frequente è: “Mi piace arbitrare perché incontro altre persone, sto con gli altri, stabilisco nuove amicizie” Pare proprio che il più grande desiderio degli arbitri sia quello di stabilire relazioni con altre persone: è l’esatto opposto dell’immagine che tante volte si ha dell’arbitro come quello che non dà “confidenza”, che deve evitare cordialità e amicizia, che deve “stare sulle sue ” Si direbbe che anche gli arbitri paiono uomini come gli altri, che trovano nelle relazioni interpersonali la maniera migliore per esprimere se stessi e l’occasione per vivere fino in fondo la propria personalità.
Per capire di più quale sia il vissuto degli arbitri ho rifatto la stessa domanda alla fine dell’incontro per verificare come la discussione ed il confronto potessero fare emergere ulteriori aspetti che all’inizio non apparivano. Altre sorprese. Se il desiderio di stabilire relazioni con altri resta al primo posto delle risposte, fare un servizio agli altri e ancor più maturare se stessi fanno un balzo in avanti consistente Si scopre così che c’è un ’attenzione e un bisogno di dare un senso autoformativo e di ricerca spirituale all’esperienza arbitrale, che prima ancora di essere utile agli altri è un ’ occasione per scoprire, maturare e migliorare se stessi, alla ricerca di una dimensione più vera e autentica della propria vita
Arbitri da scoprire, arbitri da svelare, arbitri che vanno conosciuti e valorizzati nella diversità delle situazioni, delle esperienze, dei vari caratteri, delle sfaccettature.
Accorciando, da ambedue le parti, la distanza che separa arbitro e atleta, arbitro e allenatori, arbitro e pubblico
La consapevolezza del ruolo
Arbitri autoritari o arbitri permessivi? C’è chi interpreta il ruolo in un modo e chi nell’altro Ma il problema è altrove, nella giusta consapevolezza del ruolo
«È fondamentale - dice Francesco Francescon, ex arbitro inter-
di
Davide Iacchetti
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D O S S I E R
Arbitrare, perché?
Così hanno risposto alcuni arbitri C SI alla domanda “Perché è un piacere arbitrare?”, rivolta loro prima e dopo incontri di formazione
nazionale di calcio - recuperare prima della gara la giusta motivazione in relazione alla funzione arbitrale In particolare, l’arbitro CSI dovrebbe rendersi consapevole del ruolo che esercita anche come operatore - educatore con un obiettivo che va oltre la prestazione arbitrale. Più ci si identifica con le finalità dell’Associazione, più si cercherà di attuarle»
Gridare “arbitro c ” è facile Più difficile per chi è a bordo campo è giudicare la prestazione di un arbitro secondo una buona conoscenza del regolamento e delle qualità che rendono grande un arbitraggio Già, ma quali sono queste qualità?
“Anzitutto la sicurezza e la decisione - risponde FrancesconQuindi la naturale autorevolezza, la disinvoltura, l’ascendente che riscuote, l’indifferenza verso il pubblico, la misura e la signorilità nei contatti con gli altri...”.
E i difetti?
“Gli atteggiamenti forzati e quindi innaturali, la supponenza, l’incertezza, l’eccesso di loquacità e di gestualità, la preoccupazione di rimediare ad un errore ” .
“Arbitri, aiutiamo i giovani”
E chi non mira ad arbitrare in serie A? Cosa può dargli l’arbitraggio?
Padre Alvaro Durante, Domenicano, dal 1966 fino al 1996 ha svolto l’attività di arbitro nella disciplina della Pallavolo: sia nel CSI che nella FIPAV
«Essere anche arbitro è sempre stato per me un trasmettere il messaggio che lo sport, a qualunque livello e disciplina sia vissuto, deve essere il più possibile sentito in maniera pulita e bella; e che non deve essere soltanto “ successo ” ; anzi, che è autentica elevazione umana: cioè un “ crescere in umanità”.
«Ma come arbitro di pallavolo, nella mia veste di prete era importante il poter creare, con i giocatori e i dirigenti anche un clima spirituale Incontrare giovani e ragazze che per la prima volta, forse, affrontavano il duro impatto con i regolamenti, con le delusioni, con i propri limiti, con altri atleti mai visti né conosciuti rendeva un’impresa ardua educare L’arbitro, quale figura pubblica, è chiamato a rispondere delle sue scelte di fronte a tutti Inoltre deve essere una persona che non si lascia andare in escandescenze, essere estremamente prudente, e non cadere in stati depressivi
«Faccio un appello: - conclude - arbitri: aiutiamo i giovani, compresi i giocatori, a crescere “dentro”, a far comprendere sempre più i limiti tra il lecito e l’illecito, il buono o il cattivo. Io credo che ogni arbitro, con la sua vita, attraverso questo servizio, abbia a contribuire affinché la nostra società sia sempre più umana, più onesta, più pacifica»
L’Arbitro è un bene di tutti
Per concludere un ’esperienza di Società sportiva, da tenere a mente nel progettare un nuovo stile CSI per i rapporti con gli arbitri
D O S S I E R 10
prima dopo nº % nº % Relazione con altre persone 42 31% 38 31% Fare sport 23 17% 8 7% Fare un servizio 18 13% 29 24% Divertimento 31 23% 10 8% Maturare se stessi 7 5% 31 25% Altro 13 10% 6 5% 134 122
La Società sportiva S Bernardino ha lanciato una campagna, che ha chiamato “ per un tifo sano ” , a difesa degli arbitri
«L’idea - spiega il responsabile della Società - è nata da un problema pratico: le multe accumulate dalla nostra Società per comportamento offensivo del pubblico nei confronti degli arbitri Abbiamo scritto al nostro Comitato provinciale chiedendo che fosse tolta la norma del regolamento che consente di punire una Società per il comportamento del pubblico.
«Il nostro Comitato non ha accolto la richiesta di modificare il regolamento, sostenendo che in certi casi c’è una stretta correlazione tra responsabilità della Società e comportamento del pubblico. Allora ci siamo mossi per un ’altra strada, più ardua: cercare di educare il pubblico
«La campagna ” per un tifo sano ” non consiste altro che in vignette simpatiche che invitano il pubblico ad un maggior rispetto nei confronti dell’arbitro, stigmatizzando violenza e maleducazione Riprodotte in formato poster e plastificate, queste vignette vengono esposte sui campi di calcio e nelle palestre che utilizziamo. Per ora le vignette sono solamente 4, ma se la verve dei nostri disegnatori non si esaurisce, aumenteranno.
«Cosa si aspetta la S Bernardino da questa campagna? È facile il pessimismo. Non si riesce ad educare il singolo, figurarsi un pubblico di molte persone attraverso delle vignette Ma l’alternativa è definita chiaramente: cosa resta se abbandoni il tentativo di educare? Inoltre devo riconoscere che questa campagna un aspetto positivo, almeno per noi Società, l’ha già presentato: abbiamo chiesto, ed ottenuto, al nostro Comitato provinciale di finanziare la campagna a favore degli arbitri con le multe accumulate dalla nostra Società per offese del pubblico ai direttori di gara A questa pena alternativa ci credo È una forma da usare più spesso, anche nei confronti di dirigenti e giocatori: quando ne combini una abbastanza grossa, ripari con un gesto in positivo Un gesto buono ripetuto nel tempo diventa virtù. Spero in una ricaduta positiva anche nei confronti degli arbitri Anche loro potranno capire che noi siamo interessati ad avere una stretta collaborazione e amicizia con loro Ci accomuna l’intento educativo e come si dice “L’unione fa la forza!”».
L’arbitro visto dalla moglie
Ho accettato di esprimere qualche riflessione legata all’esperienza arbitrale di mio marito con gioia e con un pizzico di perplessità perché, forse, non riuscirò a spiegare l’importanza che questa attività ha avuto nella sua e nella nostra vita
Carlo ha iniziato ad arbitrare la pallacanestro circa cinque anni fa,un po’ per passione sportiva, in parte per cercare una realizzazione personale che non aveva completamente raggiunto con la famiglia ed il lavoro e infine per soddisfare il suo inguaribile desiderio di “protagonismo”
Rivestire un ruolo spesso contestato è stato uno stimolo ad essere sempre più autorevole e non autoritario, tollerante, teso alla comprensione e al dialogo in campo e in ogni momento della sua vita Entrare a far parte del C SI lo ha reso più sereno e realizzato perché gli permette di contribuire alla realizzazione di un progetto comune
Inoltre questa attività gli ha dato la possibilità di rafforzare alcune amicizie e l’occasione di nuovi incontri E per concludere posso aggiungere che anche per i nostri figli è bello ogni tanto seguirlo durante le partite: diventa uno stimolo e un esempio concreto e credibile di come sia importante aprirsi agli altri
Daniela Cattaneo Dati
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Pellegrini di speranza a Roma il 5 settembre
ltiinsieme Adultiinsieme
Il 5 settembre prossimo gli adulti dell’Azione Cattolica converranno a Roma per un grande incontro nazionale sul tema “ADULTI INSIEME” Pellegrini di speranza Essere casa associativa tra le case degli uomini
Perché “adulti insieme”?
L’incontro nazionale di tutti gli aderenti adulti, dopo quelli del Settore Giovani e dell’ACR, costituisce una tappa significativa all’interno del cammino verso la X Assemblea dell’Azione Cattolica Italiana e una importante occasione per manifestare e promuovere la vitalità della componente adulta nell’associazione Spesso, anche nell’ambito ecclesiale, si è portati a non considerare quella adulta come un’età in cui investire in formazione I rapidi mutamenti sociali e culturali richiedono invece continui cambi di mentalità, un adeguamento che si sviluppa nella linea di una formazione permanente Una presenza adulta è significativa rispetto al contesto ecclesiale e sociale in cui l’AC si pone; in particolar modo la testimonianza adulta è decisiva nei confronti delle nuove generazioni
di
Ernesto Preziosi & Paola Tessarolo
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a r g o m e n t i
Perché “pellegrini di spera
Pellegrinare significa mettersi in mento per annunciare speranza ag uomini e alle donne del nostro tem È il grande richiamo giubilare che sentire anche gli adulti di AC protagonisti di una stagione semp nuova di annuncio che va incontro con gioia alle attese e alle speranze degli uomini d’oggi
Perché “essere casa associativa”?
Il Settore Adulti è una realtà varie composta da diverse età e condiz e dove tutti si sentono accolti, mes cammino di crescita personale e c nella tradizione tipica dell’AC
A questo incontro non sono invit aderenti al Settore Adulti di tutte le Movimento Lavoratori, ma anche i simpatizzanti, perché la “ casa associativa” vuole essere una casa aperta
Perché “tra le case degli uomini”?
Chiedere di costruire con un progetto la casa associativa significa rendere gli adulti consapevoli e responsabili della propria vocazione laicale, radicarli nel grande progetto della Chiesa, aperti verso le grandi frontiere dell’annuncio e della missionarietà sullo scorcio del nuovo secolo in cui entreremo attraverso la porta del Giubileo del 2000
Per prepararsi all’incontro sono suggerite tre piste di lavoro sui contenuti essenziali per definire la nostra identità e la nostra vocazione missionaria di credenti:
• L’itinerario biblico sulla parabola dell’amico importuno (Lc 11,5) per gli Adulti-Giovani e gli Adulti-Adulti, ovvero
all’impegno apostolico
• Proporre un incontro nazionale è occasione per rendere più visibile la dimensione di un’associazione che cammina nelle varie chiese particolari, ma che assicura un collegamento più ampio, nazionale e anche internazionale Per esprimere questo aspetto sono proposti gemellaggi che coinvolgano diocesi del Nord e diocesi del Sud, oppure diocesi di una stessa regione
• Incontrarsi vuol dire mettere a fuoco l’appartenenza, da adulti, a un’associazione Aderire all’AC significa coinvolgere la propria vita La scelta dell’AC non esprime solo un servizio alla comunità: nell’AC gli adulti possono trovare, prima di tutto, un aiuto fraterno, associativo appunto, per un serio cammino di formazione laicale L’associazione è una ricchezza che va offerta ad ogni adulto non per fare proseliti, ma nella prospettiva di una nuova stagione di missionarietà
All’incontro “Adulti insieme Pellegrini di speranza ” partecipa anche il CSI, in quanto Associazione che trae la sua origine e la sua ispirazione dalla medesima “ casa associativa” dell’Azione Cattolica
Per gli adulti del CSI sarà anche un ’ottima occasione per riflettere, in una prospettiva allargata, sul ruolo di un’Associazione laicale, sul rapporto tra associazioni consorelle, sulla “missione” dell’adulto nei confronti dei giovani
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o e i e à e e a di
a r g o m e n t i
A Brescia i Campionati
Europei FICEP di tennistavolo
L’Europa nella racchetta
uropa ella cchetta
Non si è ancora spenta l’eco della kermesse nazionale di Tennistavolo svoltasi a Terni che questo sport sale di nuovo sulla ribalta non più nazionale ma europea Questa volta gli atleti erano in numero inferiore rispetto alla manifestazione umbra, 240 contro i 600, ma erano il meglio delle Associazioni aderenti alla FICEP Si sono infatti svolti a Brescia dal 20 al 24 maggio scorso i Campionati Europei FICEP di tennistavolo organizzati dal C SI Erano presenti i migliori atleti della DJK (Germania), NKS (Olanda), KKSFB (Belgio), FSCF (Francia), ÖTuSU (Austria), OREL (Repubblica Ceca) e per il C SI i vincitori de “L’Italia nella racchetta”, maifestazione che in due anni ha registrato lo svolgimento di oltre 800 manifestazioni provinciali, interprovincilai e regionali per 80 000 presenze La camapgna nazionale ha confermato l’entusiasmo che il tennistavolo riesce a suscitare tra le tantissime discipline sportive Non a caso le parrocchie hanno sempre guardato con attenzione a questo sport fin dalle origini
La nascita ufficiale risale al 1922, il tennistavolo ha svolto un
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v i t a c s i
ruolo fortemente aggregativo tra i ragazzi e i giovani e la parrocchia ne è stata sempre la “complice” per il suo sviluppo e la sua promozione sul territorio Ancora oggi è forse uno dei pochi sport di cui fa piacere considerare ed apprezzare non tanto i successi strepitosi degli atleti che lo praticano e capaci di colpi velocissimi, i cosiddetti “top-spin”, quanto l’aspetto meno spettacolare, quello che fa del simpatico ping-pong uno sport alla portata di tutti Basta poco: un tavolo, una racchetta e una pallina
La cerimonia di apertura dei Campionati europei si è svolta nella suggestiva cornice del Castello di Brescia A rendere ancora più unico il momento è stato l’inserimento di auto storiche della Mille Miglia, che proprio da questa città prende il via ogni anno Ogni delegazione ha sfilato preceduta da una di queste auto che fungeva da portabandiera Poi le gare
Al termine dei due giorni passati al Palazzetto San Filippo fra scambi veloci e incrociarsi di racchette, al momento di tirare le
somme, si sono visti assegnati 18 titoli: 7 alla Germania, 5 all’Austria, 4 alla Francia, 1 al Belgio e 1 all’Olanda; la Repubblica Ceca si è aggiudicata la coppa disciplina e l’Italia è rimasta a bocca asciutta, ma senza rimpianti «È stato bello confrontarsi a questi livelli - diceva una giovane atleta italiana durante la premiazione della sua sfidante - ho dato il massimo, ho perso, ho capito molti miei limiti e poi, mi sono divertita tantissimo, è stata un’esperienza indimenticabile» Ed indimenticabile lo sarà di certo anche per il Comitato C SI di Brescia, che ha profuso tutte le sue forze per la riuscita di questa manifestazione, e i risultati danno merito al presidente Eugenio Taglietti e tutto il suo staff
Ma cosa rende gli incontri FICEP in generale indimenticabili?
Forse questa occasione di scambio tra culture, questo sentirsi vicini nonostante la diversità di lingua e di costume; l’essere giovani dentro ed uniti sotto una stessa bandiera fatta di ideali che vanno oltre il comune senso dello sport Non solamente la “gita” a Brescia o a Sirmione, non solo ballare tutti insieme sotto la pioggia il sabato sera «Questi Campionati europei - ha detto il Presidente nazionale del C SI Mosella - intendono offrire anche la possibilità di sperimentare di persona l’identità dell’essere inquilini della “Casa europea”, una occasione per costruire l’Europa della cultura dopo quella monetaria Lo sport è una delle strade perché i cittadini europei possano sentirsi a casa loro anche qui a Brescia»
diMarco Croci
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Buon lavoro CSIPiscinola
In occasione della chiusura della stagione 1997-98 del C SI Piscinola, il Ministro della Famiglia e della Solidarietà sociale, on Livia Turco, ha indirizzato alle Società sportive napoletane, e per estensione a tutto il C SI che lavora in zone di disagio, il seguente messaggio:
“Sono lieta di esprimere il mio apprezzamento per la preziosa azione di promozione dell’attività sportiva che il C SI svolge da anni So che è un’azione condotta con passione ed entusiasmo da tanti volontari che negli oltre vent’anni vi si sono dedicati
Sono convinta che lo sport sia un elemento importantissimo nel cammino di crescita di ogni individuo, ma soprattutto e a maggior ragione per coloro che vivono in un contesto sociale e familiare a rischio di devianza
Lo sport aiuta i ragazzi ad esternare la propria energia in modo positivo, favorisce la socializzazione, sviluppa il senso di responsabilità ed il coraggio, la lealtà e l’amicizia È molto importante, quindi, un’azione capillare come quella che il C SI svolge sul territorio per dare a tutti i giovani, a rischio e non,
l’opportunità di praticare un’attività sportiva
La qualità del tempo libero dei bambini e dei ragazzi di cui lo sport è parte essenziale, è uno degli obiettivi principali del Piano d’azione governativo varato lo scorso anno e ad esso è destinata buona parte dei fondi con cui la legge 285/’97 finanzia, attraverso le Regioni e i Comuni, progetti destinati ai minori È in preparazione anche una leggequadro sui giovani il cui intento è quello di renderli sempre più protagonisti del proprio tempo e della vita sociale del nostro Paese
Nell’incoraggiarvi a proseguire sulla strada intrapresa vi rivolgo i miei auguri di buon lavoro”
Livia Turco
Ministro della Famiglia e della Solidarietà Sociale
allo
o 16 r u b r i c a
specchio
Racconto di un viaggio in Albania
IlCSI incontraFier
Nel quadro delle iniziative internazionali intraprese dal C SI, quelle in Albania e in Camerun hanno una validità che va ricercata nella capacità di integrare un progetto di formazione sportiva in un contesto di interventi tesi ad avviare un cammino di promozione umana e sociale
Per questa ragione si è realizzato un incontro con i Padri Giuseppini di Fier, cittadina a 70 Km da Tirana, sud del Paese
Il viaggio aveva come obiettivo quello di proseguire il progetto di collaborazione avviato con la Caritas, affiancandosi all’importante lavoro svolto dai Padri Giuseppini con la realizzazione di un programma formativo e sportivoorganizzativo riservato agli insegnanti elementari e di Educazione fisica
La finalità dell’iniziativa è riferita alla costituzione di un movimento sportivo che possa contribuire alla rinascita di questo Paese
La sensazione immediata è quella di essere ritornati agli anni del dopo guerra italiano, in una realtà estremamente drammatica e così incredibilmente vicina
I bambini qui non hanno la pelle nera come quelli africani ma come loro giocano nelle strade di fango a piedi nudi e ci sorridono
La povertà e la deprivazione hanno sempre la stessa faccia ma qui a differenza del Camerun la voglia di ricominciare è allagata dallo stesso fango che ricopre le strade quando piove
Devastazione ed espropriazione della dignità umana sono i prodotti di una storia secolare, profondamente segnata dai quasi 5 secoli di dominazione turca prima e dal regima comunista poi
Un popolo brutalizzato infine dai nuovi scenari consumistici, affacciatisi in questo paese a seguito della caduta del regime e non adeguatamente controllati dai nuovi governi che continuano a succedersi
Ospiti dei Padri Giuseppini di Fier, abbiamo partecipato all’inaugurazione di una scuola di specializazione voluta e realizzata dalla congregazione dei Giuseppini con l’aiuto della
Paolo Fradeani
cooperazione internazionale
IlCSI incontraFier di
Potremmo definirla una piccola oasi nel deserto perchè all’interno di essa abbiamo visto aule luminose e pulite, computer su ogni banco, una sala per lo studio delle lingue perfettamente attrezzata, una biblioteca, ma sopprattutto respiravamo forte al suo interno un’aria di grande partecipazione e di forte comunione di ideali
Una realizzazione dunque in forte contrasto con quanto invece presenta l’esterno che tutto è fuorché nuovo, pulito ed efficiente Una realtà che non stenteremo a definire stonata se proprio i ragazzi che vivono quella realtà esterna non affermassero con convinzione di sentirsi qui, all’interno della scuola, cittadini d’Europa
Un messaggio importante che può senz’altro veicolare un segnale positivo, una speranza sulla quale ricostruire
Una scommessa in cui i Padri Giuseppini credono fortemente e per la quale continuano a lavorare con impegno encomiabile Padre Carmelo, reale factotum dell’istituto, ci dice che qui in Albania bisogna soprattutto ricostruire l’uomo con i suoi valori e le sue speranze
Un cammino reso ancor più difficile dalla cancellazione di ogni forma di religiosità imposta dal regime e della quale è stato possibile conservare soltanto la memoria dell’appartenenza ma senza più conoscerne i connotati essenziali
Il progetto intrapreso con l’avvio della scuola potrà dare una risposta ad uno dei problemi più drammatici che vive oggi questa terra in termini sociali ed economici attuando una politica che arresti la massiccia emorragia provocata dalle fughe all’estero e la progressiva diminuzione di forze giovani
Il C SI accettando di collaborare a questo progetto è anche cosciente che il suo operato non potrà essere finalizzato ad una prodigalità legata esclusivamente ad un momento di festa
La nostra partecipazione non dovrà rimanere isolata o vivere di momenti sporadici ma legarsi alla sofferenza di questa gente che da troppo tempo ha smarrito il senso della festa
Recuperare questo significato anche attraverso lo sport significherà restituire dignità soprattutto ai giovani che in esso potranno ritrovare aspetti che valorizzino il senso della vita
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v i t a c s i
port verso utoriforma
Sport verso l’autoriforma
Riforma dello sport tra speranze e delusioni A fine aprile il CONI ha insediato la “Consulta programmatica dello sport”, avente l’incarico di preparare la strada al lavoro del “Congresso olimpico dello sport italiano”, dal quale potrebbero scaturire le linee di un’autoriforma globale del nostro sistema sportivo Intanto, a diciannove mesi dalla sua presentazione si sono perse le tracce del Disegno di Legge Veltroni sulla disciplina delle società sportive dilettantistiche e degli enti di promozione sportiva Secondo il Vicepresidente del Consiglio Veltroni la responsabilità dello stop è da attribuire all’ostruzionismo di Forza Italia
Comunque, per sbloccare la situazione, nella seconda metà di giugno CONI ed Enti di promozione si incontreranno per concordare forme di pressione sulle forze politiche
Ma tutto il panorama è confuso, vago Ad esempio, non è dato sapere a quali conclusioni sia approdata l’indagine conoscitiva sullo sport svolta da una Commissione della Camera lo scorso anno E , al limite, a cosa sia servita la Commissione stessa, se non, di fatto, a bloccare la Legge Veltroni La riforma dello sport scolastico (che ha anch’essa i suoi lati oscuri, vedi articolo su questo stesso numero di Stadium) e la riforma dell’ISEF sembrano indicare per ora che lo sport può cambiare più facilmente tramite provvedimenti settoriali che per effetto di una vera e propria legge-quadro
La consulta programmatica
Negli ultimi mesi si è sviluppata una certa polemica, sia pure molto velata, tra Palazzo dello sport e Palazzo della politica Il primo teme ingerenze, un colpo di mano che intacchi l’autonomia dello sport Il secondo concorda sul principio dell’autonomia dello sport rispetto alla politica, ma poi rivendica alla politica compiti di vigilanza certamente legittimi, ma che non si sa dove debbano cominciare e finire
In questo quadro di riferimento, il colpo di acceleratore che il CONI ha dato con la convocazione della Consulta
Programmatica è stato interpretato anche come il tentativo di autoriformarsi prima di essere riformati dall’esterno secondo strategie incerte
Proprio quest’urgenza fa sperare che la Consulta non sia la solita “tigre di carta”, un organismo fittizio buttato lì tanto per gettare fumo negli occhi E che il Congresso Olimpico, da anni promesso e rinviato, si faccia davvero
D’altro canto, l’agenda di lavoro della Consulta mostra una certa voglia di mettere sul tappeto tutte le questioni importanti: dall’assetto istituzionale dello sport italiano alla natura giuridica delle Federazioni sportive e all’inquadramento delle società sportive dilettantistiche, dalla tutela sanitaria allo sport scolastico, dalla rappresentatività degli atleti allo sport femminile, dal sottosviluppo sportivo del Mezzogiorno alla revisione della Legge 91 sul professionismo sportivo
Quale assetto?
L’argomento principe è certo l’assetto da dare al
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s p o r t & s p o r t
diAndrea De Pascalis
Le novità della politica sportiva
sistema sportivo italiano Lo schema su cui lavorerà la Consulta sottolinea il principio della autonomia del sistema, parlando di “autogoverno dello sport italiano” e individua al proposito tre organismi: il Consiglio Nazionale CONI, integrato con rappresentanti degli Enti di promozione e degli atleti; la Giunta esecutiva del CONI; il Comitato Sport per Tutti
Si prevedono poi due organismi di partecipazione: l’Assemblea generale dello sport, da riunire ogni anno; il Congresso Olimpico, da convocare ogni
Le materie allo studio della Consulta
1) Autogoverno dello sport italiano
2) Le Federazioni Sportive
3) Le Società sportive dilettantistiche
4) Gli atleti
5) L’Organizzazione Territoriale
6) Regioni ed Enti Locali
7) Enti di Promozione Sportiva
8) Professionismo sportivo
9) Risorse finanziarie
10) Impianti sportivi
Varie:
a) Sport nella scuola
b) Sviluppo Mezzogiorno ed aree metropolitane
c) Tutela salute degli atleti
d) Donne e sport
e) Sportass
f ) Giustizia sportiva
quattro anni All’una e all’altro parteciperebbero tutte le componenti del sistema sportivo, e dunque anche quelle non presenti nel Comitato Sport per Tutti
Organismi consultivi sarebbero la Consulta degli organi territoriali del CONI e la Commissione nazionale atleti
Tra le novità in vista per le Federazioni, la riduzione del numero dei mandati per le cariche federali, l’elettorato attivo per tecnici e atleti, norme di salvaguardia per la presenza femminile nei quadri dirigenziali
La Consulta opererà tramite gruppi di lavoro, fornendo le loro conclusioni per il Congresso Olimpico che dovrebbe svolgersi in autunno Un segnale di novità viene dalla circostanza che a far parte della Consulta siano stati invitati due atleti di rango, in rappresentanza dei milioni di praticanti, e il vicepresidente del Comitato nazionale sport per tutti, Donato Mosella, quale voce dell’associazionismo di promozione
L’occasione è di quelle importanti Bisognerà vedere con quale spirito si siederanno al tavolo comune le diverse componenti del mondo sportivo, finora impegnate troppo spesso a conservarsi posizioni di potere o ad acquisirne di migliori
Il Comitato Sport per Tutti
Nel momento in cui si tende ad indicare il Comitato Nazionale Sport per Tutti come uno degli organismi di autogoverno dello sport italiano, è logico che qualcosa torni a muoversi anche intorno al Comitato
Sono in corso riunioni per dotare finalmente il Comitato di un progetto organizzativo e di riferimenti programmatici per renderlo operativo sul territorio nazionale
Al momento non è possibile prevedere come andrà a finire quest’altro capitolo della politica sportiva, se prevarrà la volontà di agire, di mettere in piedi qualcosa di nuovo e di efficace, o se il Comitato, dopo qualche sussulto, continuerà ad essere quell’organismo di facciata che è stato costretto ad essere finora Sul prossimo numero di Stadium potremo dire di più
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schioorisorsa?
Rischioorisorsa?
Il progetto di ridurre a 35 ore l’orario di lavoro ha riaperto in Italia e in Francia il dibattito sulla funzione del tempo libero, con prospettive del tutto nuove rispetto a quelle disegnate negli anni Sessanta e Settanta
Oggi per alcuni la riduzione del tempo di lavoro “ apre una finestra sul sogno, promettendo di trasformare il dramma della disoccupazione in libertà condivisa”, libertà che sarà investita in attività utili per l’individuo e per la società Per altri è inutile farsi illusioni: eventuali affrancamenti dal tempo di lavoro non si tradurranno in tempo libero autentico, né si trasformeranno in una leva di progresso sociale e culturale, anzi potrebbero provocare un’ulteriore marginalizzazione delle classi sociali più povere Dunque, tempo libero come grande incognita Vediamo perché
I limiti del tempo libero
“Non c’è tempo per un’amicizia estiva/ Non c’è tempo per l’amore che tu dai/ Non ti resta tempo per te stesso/ Non c’è tempo per te stesso/ Non c’è tempo/ Non c’è tempo”: sono i versi di una canzone rock americana del 1970, che centrava il paradosso del tempo libero come già si andava delineando in quel periodo Ci si accorgeva che lo sviluppo economico e l’aumento di ricchezza si rispecchiava in ritmi di vita sempre più convulsi, che investivano non tanto il tempo di lavoro (la catena di montaggio, per fare un esempio, non aveva più i ritmi denunciati da Charlie Chaplin in “Tempi moderni”) quanto il tempo libero
In realtà il tempo della nostra giornata appare diviso in più compartimenti (“Il mito del tempo libero”, E Mayo):
- il tempo di lavoro;
- il tempo che necessariamente dobbiamo occupare per mantenere noi stessi e la famiglia (mangiare, dormire, portare i
di
Arianna Cucinotta
20 L’aumento del
libero
tempo
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bambini a scuola ) ed acquistare o mantenere i beni primari (andare al supermarket, pulire casa, lavare l’auto );
- il tempo per consumare e usare i diversi prodotti e servizi di cui ci circondiamo;
- il tempo della cultura, dedicato a migliorare le nostre conoscenze e il nostro spirito;
- il tempo che non viene utilizzato nelle precedenti occupazioni
Il guaio è che si va dilatando il secondo e terzo tipo di tempo, a scapito degli ultimi due Soprattutto il tempo del consumo, individuale e di massa, è diventato centrale
Il tempo libero come tempo di separazione
Nasce da qui la visione dell’aumento del tempo libero come rischio per l’uomo (“L’utopia del tempo libero”, D Mothé)
L’aumento del tempo libero rafforzerebbe la preponderanza del tempo del consumo, poiché “tenuto conto delle dinamiche socioculturali attualmente all’opera, ogni nuovo spazio di libertà è immediatamente colonizzato dal consumo mercantile”
Ne deriva che è ingenuo sperare che l’aumento del tempo libero favorisca lo sviluppo dell’impegno associativo o politico, o la partecipazione ad attività di solidarietà, e dunque sia fattore di vicinanza tra gli uomini; anzi, è probabile che esso si traduca in un fattore di divisione sociale Gli uomini non sono uguali di fronte al consumo di tempo libero: ci sono i ricchi e i poveri, coloro che, ad esempio, possono permettersi settimane bianche in alberghi esclusivi e coloro che non possono consentirsi neanche il biglietto di un cinema E se il tempo libero si trasforma in tempo di ineguaglianza e di separazione, c’è il rischio di rimpiangere il tempo del lavoro come tempo di socializzazione
Senza contare l’aumento di quell’altra particolarissima forma di tempo libero costituita del tempo del disoccupato, che è vissuto come tempo di doppia emarginazione, in quanto emarginazione dal lavoro ed emarginazione dal consumo Anche l’ingresso dell’informatica tra le occupazioni del tempo
libero (giochi e sistemi di apprendimento interattivi, internet) accentua la separazione sociale: tra chi ha il computer e chi non lo può avere, tra chi ha la cultura di base per usarlo e chi non ce l’ha
Progetto politico o progetto culturale?
Come uscire da questo rischio? Dando senso al nostro tempo libero Secondo la visione del pessimista D Mothé “ è assolutamente imperativo inscrivere il tempo libero in un progetto politico, cercando non già di aumentarne la quantità ma di regolarlo ”
Solo attraverso una politica di regolazione e di incentivazione ad un uso sociale del tempo libero si scavalca il pericolo che questo sia il terreno di nuove discriminazioni e l’occasione di un ripiegamento generale sulla sfera privata
Non è questione di progetto politico - ribatte la Chiesa - ma di progetto culturale Affrancare il tempo libero dal dominio del consumo e farne un tempo che dia senso al vivere dell’uomo è un fatto di cultura
Appartiene alla comunità cristiana il compito di farsi portatrice di proposte che impediscano al tempo libero di declassarsi a tempo “vuoto” da riempire con il consumo di beni e servizi, e lo facciano diventare occasione per interiorizzare valori e convinzioni che facciano maturare consapevolezze e operatività (“Tempo libero, turismo e sport” - sussidio pastorale CEI)
Anche questa strada non è facilmente percorribile “La comunità cristiana - ha ammesso mons Salvatore Boccaccio, presidente della Commissione Ecclesiale CEI per la Pastorale dello sport, turismo e tempo libero - è in ritardo rispetto all’acquisizione della cultura del tempo libero: la considera normalmente ininfluente, quantitativamente residuale e marginale ”
Non battersi per recuperare questo ritardo significa abbandonare il tempo libero alla logica del mercato o alla regolamentazione invasiva dello Stato Ed è difficile stabilire cosa sarebbe peggio
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Sport a Scuola
iIlCSIprotesta l Ministrotace
Ancora nubi sul futuro dell’educazione motoria, fisica e sportiva nella scuola dell’autonomia Il presidente del Centro Sportivo Italiano, Donato Renato Mosella, ha inviato il 5 giugno al Ministro della Pubblica Istruzione, on Berlinguer, la lettera aperta di protesta che riproduciamo a lato, per lamentare la scarsa trasparenza con cui l’Ispettorato di Educazione fisica e sportiva del Ministero ha proceduto a siglare un accordo di collaborazione con l’Unione Italiana Sport per Tutti
L’accordo è stato preparato e varato nel più assoluto segreto, senza darne notizia al C SI e agli altri Enti di promozione e dunque senza dare loro l’opportunità di pervenire ad analoghi accordi con il Ministero Basti dire che il C SI è venuto a conoscenza dell’intesa solo tre settimane dopo la sua firma e in modo del tutto casuale, per una fotocopia del documento capitata causalmente nella mani di un dirigente associativo del Nord-Italia
Rischia di trasformarsi in un boomerang la possibilità che ogni
istituto scolastico, avvalendosi dell’autonomia riconosciutagli dalla legge, adotti programmi di attività motorie e sportive proposti da enti ed associazioni presenti sul territorio, anche avvalendosi della collaborazione di questi per realizzarli Una possibilità da tutti conclamata, avallata dal protocollo d’intesa CONI-Ministero della Pubblica Istruzione dello scorso anno, ma che stenta a realizzarsi nel pluralismo
Sul finire dello scorso anno scoppiò la grana dell’esclusiva che il Ministero sembrava voler concedere di fatto ai progetti delle Federazioni, prima tagliando fuori gli Enti di promozione sportiva dalla possibilità di presentare proposte, poi dimenticando in un cassetto quelle proposte nell’imminenza della scadenza dei termini di presentazione
Le proteste del C SI contribuirono a sbloccare la situazione e portarono al riconoscimento del Comitato Sport per Tutti come interlocutore unitario della Scuola per conto degli Enti di promozione
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Tito Della Torre
A pochi mesi di distanza, il Ministero ha cambiato nuovamente rotta, concordando e siglando con l’UISP (Ente tenuto anch’esso fuori dalla porta a fine ‘97) un accordo di cui sono stati tenuti all’oscuro sia le altre associazioni di settore sia lo stesso Comitato Sport per Tutti Un privilegio inspiegabile, che ha alzato il livello di allarme di quei settori del sistema sportivo timorosi che la sinistra di governo voglia mettere le mani sulla cabina di comando dello sport italiano, mettendo tutto sotto controllo con una riforma ad hoc Nessuno dimentica, infatti, che per radici storiche e sensibilità, l’UISP trova i suoi riferimenti nella sinistra italiana
Dietrologia all’italiana? È possibile che il pasticcio combinato dal Ministero abbia una sua spiegazione meno inquietante, che si tratti di un equivoco o di una dimenticanza Ma allora è strano che nel momento in cui scriviamo, sette giorni dopo l’invio della lettera di protesta all’onorevole Berlinguer, tutto taccia presso il Ministero della Pubblica Istruzione
Caro Ministro, solo oggi vengo a conoscenza, attraverso un anonimo dirigente della mia periferia associativa che ha avuto casualmente il documento per le mani e me ne ha fatto pervenire la copia, che il 18 maggio scorso l’Ispettorato per l’Educazione Fisica e Sportiva del Ministero della Pubblica Istruzione ha firmato un protocollo d’intesa con l’UISP, Unione Italiana Sport per Tutti. Per il modo in cui è stata preparata e gestita, l’intesa, firmata dal prof Luigi Calcerano per l’Ispettorato e dal Prof. Nicola Porro per l’UISP, si colloca come un ’ennesima, palese violazione del principio di pluralismo cui anche lo sport scolastico dovrebbe ispirarsi.
Il documento, che certo non è nato da un giorno all’altro, è stato preparato nel silenzio più assoluto, senza comunicare alle altre associazioni di promozione sportiva che il Ministero intendeva aprirsi ad accordi del genere, tanto più che in precedenza il Ministero aveva mostrato di voler accettare come unico interlocutore a nome di tali associazioni il Comitato Sport per Tutti Sia stato per malafede o per superficialità, il documento è stato inviato, con lettera dell’Ispettorato protocollata 1584/A1 dello stesso 18 maggio (quanta solerzia, mi consenta di rimarcarlo, in quest’invio effettuato nello stesso giorno della firma) ai provveditori, ai direttori didattici e ai responsabili degli istituti scolastici di tutta la Repubblica, ma non ai referenti del resto dell’associazionismo sportivo italiano La lettera di accompagnamento segnalava, è vero, la “disponibilità a siglare analoghe intese attuative” con tutte le Associazioni ed Enti promozionali, ma di tale disponibilità si informavano appunto gli apparati scolastici e non chi quelle proposte di intesa doveva presentarle Se non ci fosse stata la “ fuga di notizie” di cui ho detto, ancora oggi il Centro Sportivo Italiano non ne saprebbe niente
L’episodio avviene dopo che, nello scorso autunno, il tentativo dell’Ispettorato di appaltare lo sport scolastico in esclusiva alle Federazioni sportive è saltato per le proteste del mio Ente e per lo scalpore che ne è derivato sulla stampa nazionale. Si pensava che il Ministero avesse ormai cambiato rotta e metodi, per gestire lo sport scolastico all’impronta della trasparenza e della democrazia. Evidentemente così non è. Tramontata l’esclusiva al CONI, che forse è diventato scomodo e ingombrante perché ha deciso di autoriformarsi facendo meno degli apparati politici, arriva l’accordo in sordina con l’UISP, che, per il modo in cui si è concretizzato, si configura c o m e u n i n g i u s t i f i c a t o p r i v i l e g i o a c c o r d a t o a t a l e Associazione.
Sia chiaro, signor Ministro Ciò che contesto a nome del Centro Sportivo Italiano non è l’accordo in sé, né la capacità dell’UISP di fare un buon lavoro con la scuola Ciò che non va, ancora una volta, è il metodo, che sembra tradire da parte degli apparati del suo Ministero una insopprimibile incapacità a gestire lo sport scolastico all’insegna di quella autonomia sulla quale tutti proclamano di voler impostare il futuro della scuola italiana
Gradisca signor Ministro i miei più distinti saluti
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Donat o Renato M osella Presidente Nazionale CSI
di
Giornata Mondiale della Gioventù
Vociesimboli Roma2000
La Giornata Mondiale della Gioventù del 200 verrà celebrata a Roma
In occasione del Giubileo, Roma, la diocesi del Papa e centro di tutta la cristianità, accoglierà milioni di persone; tutte le Parrocchie italiane saranno impegnate in prima persona nella preparazione e nella celebrazione di questo evento; al centro di esso per i giovani si colloca la Giornata Mondiale della Gioventù È importante allora dare spazio ai giovani, la Chiesa del presente e del futuro, affinché si sentano non solo collaboratori nella celebrazione, ma anche protagonisti n preparazione: essi stessi, nei linguaggi loro più consoni, dovranno sprigionare fantasia e creatività, scavando nell esperienza di fede e di vita, dando essi stessi senso a q giornata
Messaggio ai giovani
Provate a scrivere un canto per la Gi ornata m ond ial e d Gioventù Roma 2 000 !
Provate a realizzare un’i mma gine per la Giornata Mond dell a Gioventù Roma 2000 !
Sarà un modo concreto per prepararsi ad essere attivi interlocutori tra di voi, con il vostro Vescovo, la vostra Ch Santo Padre per celebrare assieme un nuovo incontro co Cristo da uomini e donne rinnovati
Non è un concorso, ma una rassegna di canti e immagini
Chiediamo a tutti i giovani di partecipare a questa rassegna
Le cinque canzoni e le cinque immagini che saranno giudicate migliori verranno rispettivamente pubblicate su un compact disc e su un poster che il comitato nazionale metterà in circolazione per la XV Giornata Mondiale della Gioventù
Gli autori, due per ogni opera, saranno ospitati gratuitamente a Roma per la Giornata Mondiale della Gioventù
Buon lavoro
del duemila
Informazioni:
COMITATO PER LA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOvENTù ROMA 2000
C/O CONFERENzA EPISCOPALE ITALIANA
CIRCONvALLAzIONE AURELIA, 50 00165 ROMA - TEL. 06/663981 - FAx 06/6623037
E-mail: giovani@mb. chiesacattolica.it
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rassegna di canti e immagini per la giornata mondiale della gioventù
Elcamino deSantiago
Da Roncisvalle a Santiago de Compostela, ovvero 750 chilometri dalla Francia all’Atlantico, attraverso la Navarra, la Rioja, la Castiglia, la Galizia. Era ed è la strada che dal Mille ad oggi ha indirizzato milioni di pellegrini alla tomba dell’apostolo Giacomo.
“El Camino”, in spagnolo suona semplicemente così. E proprio sul Cammino di Santiago è nata l’antica anima europea, quella artistica, quella letteraria, quella musicale. Soprattutto quella religiosa.
Il 1999 è l’anno giubilare campostelano. Per l’occasione e come preparazione al Grande Giubileo del 2000, il CSI organizza per i dirigenti, gli educatori e soprattutto per i giovani atleti un pellegrinaggio che si svolgerà dal 2 al 12 agosto 1999.
v i t a c s i Il C SI in pellegrinaggio
La
pastorale giovanile accoglie la sfida della missione
vani2000
Giovani2000
Dopo Parigi: convocazione e missione
Dicevamo appena tornati da Parigi, alla fine della scorsa estate, che la pastorale giovanile italiana si stava orientando su un binomio portante: la capacità di convocare e lo slancio dell’annunciare Convocare significa fare l’esperienza di essere chiamati fuori dai propri mondi a condividere con tutti una esperienza di vita e di fede, a celebrare nella gioia e nella festa i piccoli o grandi segni di speranza che ciascuno ha intercettato nella vita, a stare assieme con gli altri, in tanti, tutti orientati a un ideale, diversamente vissuto, ma intensamente sentito
Annunciare significa rompere l’accerchiamento di un quotidiano troppo da routine, per farlo diventare un quotidiano di relazioni nuove, di approcci coraggiosi, di condivisione della vita di tutti, di proposta esplicita della fede, di realizzazione di piccoli progetti motivati e firmati
Si sta forse facendo strada non solo la necessità, ma anche la bellezza, l’arte di trasformare il quotidiano, spesso ripetitivo e scontato (gli adolescenti dicono chiaramente che se la felicità deve esserci, sicuramente non è mai nell’ordinario), in spazio di novità e di racconto, di attesa progettuale e di concretizzazione dei sogni Si sono sentiti dire in tutti i modi che non bisogna vivere di emozioni, che è troppo facile entusiarmarsi e “gasarsi” nelle grandi occasioni, che il vero cristiano si vede meglio il lunedì mattina che il sabato, quasi che si abbia paura di vederli qualche volta di più contenti e incontenibili, loro non rinunciano alle emozioni e sanno dimostrare di tenerle in riserva per la quotidianità È vero che la prova sta nella ordinarietà, ma intanto non rinunceranno mai a salire su un grande albero per vedere dove sta il senso del quotidiano e per avere stampata nella carne, nella forza dell’esserci stati, tutto quello che non potranno non raccontare Sono missionari di cose sperimentate, non di idee imparate
Che cosa sceglie la pastorale giovanile?
Prima di tutto il vangelo, il vangelo vivo, che non è un libro di massime eterne, ma la persona di Gesù Se anche non
don Domenico Sigalini
avessimo altro da offrire ai giovani, il vangelo è sempre una grande speranza e ci incombe l’obbligo, ma soprattutto la gioia, di annunciare loro che solo in Gesù troveranno la vita piena Il vangelo sarà per ciascuno forza di rinnovamento della vita e della situazione di povertà in cui il giovane si trova, saprà sprigionare da loro tutte le energie che sono date a ogni uomo perché sperimenti liberazione e salvezza da Dio Per un giovane che in questo mondo in cui i mass-media presentano modelli e idoli è spesso vittima di incantesimi e sottili adescamenti è necessario che si stagli netta, precisa, affascinante, provocatoria una figura potente che lo sconvolge, lo prende, lo sorprende per la sua assoluta novità e meraviglia, per il suo non essere dato per scontato, per la novità assoluta che presenta e che è
Orientarsi e orientare ogni iniziativa al vangelo è incarnare in termini radicali l’evangelizzazione, cuore della missione Offrire al giovane missionario il compito dell’evangelizzazione è metterlo al riparo da proselitismi, perché evangelizzare è un processo complesso, costituito “da rinnovamento dell’umanità, testimonianza, annuncio esplicito, adesione del cuore, ingresso nella comunità, accoglimento dei segni, iniziative di apostolato “(EN 24)
Evangelizzare non è solo cogliere il senso che Dio ha immesso nella storia, ma è anche dare senso, costruire con Dio nella Chiesa il senso della propria vita e di quella dell’umanità (Salvini) La Chiesa è una cattedrale che ha le sue fondamenta e il suo disegno, ma che ciascuno contribuisce a costruire È entrare in una storia assumendo il progetto di Dio per fare storia Missione è mettersi ancora in un cammino millenario ininterrotto, sempre nuovo con una Parola che non ci ha mai abbandonato e che è sempre da riattualizzare Oggi, non dimenticando gli elementi razionali che Paolo VI ha sempre collocato in un giusto apprezzamento, i giovani esigono che si tocchino molto le ragioni del cuore, la testimonianza della vita, il dialogo con altri progetti storici
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di
Finestra informativa
La pastorale giovanile italiana si dà ogni due anni un appuntamento istituzionale per collegare tutte le esperienze diocesane, aiutarle nella loro rogettualità definita in loco, approfondire linee di crescita comuni e accogliere con intelligenza le indicazioni dei pastori Questo in sintesi il lavoro fatto a Brescia nei giorni 27-29 Aprile 1998 Il tema che dava unità a tutto l’incontro, che ha visto la partecipazione dei due terzi delle diocesi italiane, era la missione In un tempo di grande slancio comunicativo, nato nei gruppi e nelle esperienze di base del mondo giovanile, approfondito come linea di impegno comune al convegno ecclesiale di Palermo, esplicitato nell’entusiasmo alla Giornata Mondiale della Gioventù di Parigi, era necessario sostare e riflettere sul significato vero della missione alla luce di un documento della Chiesa, la Evangelii Nuntiandi, che molti giovani preti conoscevano solo per qualche citazione e che rimane ancora oggi, aggiornato dalla Redemptoris missio, il documento che meglio chiarisce e fonda il compito di ogni cristiano di evangelizzare L’occasione del centenario della nascita di Paolo VI ci dava anche l’opportunità di conoscere la sua grande figura di evangelizzatore Molto interessante e di grande liricità al riguardo la meditazione sui suoi pensieri alla morte, recitati in sinossi con la passione di Gesù, sottolineati da originali momenti musicali Nello stesso tempo il convegno ha avuto il compito di aiutare le diocesi italiane a orientare il mondo giovanile alla celebrazione del Giubileo, nel cuore del quale, per loro, si celebrerà la Giornata Mondiale della gioventù.
a r g o m e n t i
La finale nazionale di Salsomaggiore -Fidenza
agliatraguardo
Stadium Lo sport incontra la piazza nasceva due anni fa un po’ per scommessa e un po’ per sfida La promozione dell’attività sportiva nella nostra associazione esigeva una sferzata di novità e le Feste nazionali non apparivano più una risposta adeguata alle mutate esigenze con le quali il C SI si confrontava Da più parti veniva invocata la necessità di una maggiore apertura al territorio e l’esigenza che al C SI fosse riconosciuto quello spazio sociale conquistato in oltre mezzo secolo di attività
Siamo giunti alla seconda edizione Le tappe locali hanno dato prova delle grandi potenzialità organizzative e tecniche dei nostri Comitati e di come i dirigenti e gli operatori hanno saputo dare vita, con fantasia e creatività, ad articolate manifestazioni
Non sono certo mancati i problemi, soprattutto evidenziati nel mancato raccordo tra le strutture regionali e i Comitati direttamente coinvolti nell’organizzazione, seppure fosse stata prevista la costituzione dei Comitati organizzatori locali
Ancora una volta è apparso chiaro come sia difficile da debellare lo scarso rispetto delle regole, la superficialità con cui vengono accettati ed assunti impegni e condizioni che - solo alla fine - ci si accorge di non potere mantenere
Nel complesso è emersa un’immagine vitale di Associazione che ha voglia di andare incontro alla gente, che desidera attivare canali di confronto e comunicazioni con le istituzioni locali, che possiede concrete proposte sportive ed educative da potenziare
Seppure con fatica, la manifestazione nazionale si presenta
Renato Picciolo
tagliailtraguardo di
all’appuntamento non quale vetrina o palcoscenico ma per creare consapevolezza sull’impatto e la risonanza che l’attività dei Comitati C SI, degli operatori e degli atleti può generare ad un più ampio livello
A Salsomaggiore si allarga il raggio di azione con diverse proposte che vanno dai momenti culturali a quelli sportivi a quelli spirituali
Si pensi al Seminario “Per una spiritualità dello sport” : sicuramente occasione di approfondimento e confronto ma
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soprattutto un termomet sulle ragioni che motivan l’appartenenza al C SI e valori che l’Associazione riesce a comunicare Oppure al Convegno rivolto agli arbitri e allo Stage rivolto ai formatori degli arbitri
Si pensi ancora alla tavola rotonda “Lo sport nella Scuola dell’autonomia” : più voc indicheranno come il C SI potrà individuare i percorsi che possono condurlo nelle scuole in orario curricolare o extracurricolare
O, ancora, ad alcune proposte nuove Il Trofeo polisportivo di Giocasport per esempio, elaborato con una formula che - dopo la manifestazione nazionale - verrà proposta ai Comitati per creare un circuito di manifestazioni locali
Le proposte ludico sportive di Giocasport sono delle vere proposte esperienziali per condurre i ragazzi sui sentieri dell’incontro, dell’amicizia, della responsabilità verso le cose che si hanno a cuore
Il Free sport che sarà potenziato attraverso la contemporanea proposizione sia sulle piazza di Salsomaggiore che su quella di Fidenza con l’obiettivo di raggiungere e coinvolgere proprio tutti, giovani e meno giovani, incerti, timorosi o diffidenti Tra le novità è necessario un riferimento al Fun ball: uno spazio utile alla presentazione di uno sport innovativo che può essere definito quasi un cocktail tra ping pong, tennis, badminton: uno sport divertente e veloce, dalle regole facili e dal campo da gioco posizionabile su qualsiasi superficie piana
La manifestazione di Salsomaggiore sarà veramente un’esperienza sportiva e soprattutto un’occasione per dare e ricevere un po’ di “umanità” Questa società civile ne ha proprio bisogno
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Mollo tutto e vado via
Un presidente di una grande Società sportiva, qualche tempo fa, stanco per i continui problemi di conflittualità con gli altri dirigenti, mi disse: «Mollo tutto e vado via Mi sono trovato un socio ed ho aperto una palestra, tutto fitness; ho tanti clienti e si guadagna bene, al punto che ho lasciato il mio vecchio lavoro e, soprattutto, sono tranquillo»
È un po’ che l’ho perso di vista ma mi è capitato di ripensare a lui l’altro giorno durante una pausa dell’Assemblea di verifica
C’era il presidente provinciale del CONI che mi confidava: «Sono 42 anni che faccio il dirigente sportivo, sempre a servizio dello sport, spesso ho trascurato gli impegni di famiglia e soprattutto ci ho rimesso tanti soldi »
Nel frattempo due allenatori si stavano lamentando dei loro rispettivi presidenti perchè “guadagnavano” poco La colpa era individuata nella “stoltezza” dei loro presidenti più portati a fare gli animatori e a promuovere i nuovi progetti sportivi del C SI che ad orientare ed organizzare le scelte della Società sportiva sulle nuove mode e sui nuovi programmi di ginnastica, di fitness e di aerobica
Per un attimo ho pensato che avesse ragione quel filosofo inglese Jeremy Benthan, vissuto agli inizi dell’800 che affermava: “Nessuno può agire, né può essere tenuto ad agire, se non per proprio interesse personale“
Forse è un sogno, ho pensato Non può essere vero! Non è possibile pensare che un presidente provinciale del CONI sia costretto a rimettere soldi di tasca propria per portare avanti il suo onorato impegno nel mondo dello sport italiano e qualche dirigente o allenatore C SI che dovrebbe avere la vocazione al volontariato e al gratuito molli tutto perché non ci guadagna
È un sogno o è una realtà?
Era presente a quella conversazione anche un ragazzotto, un tipo molto sveglio che ha insistito nel dire che il vecchio modello di Società sportiva del
ra cc o tn o i l diEdio
C SI saprà resistere alle tentazioni del “ nuovo “ che avanza perché è l’unico modello che ancora ha un’anima Ma per promuovere quel patrimonio di valori attraverso lo sport - che il C SI proclama da oltre cinquant’anni - occorrono dei presidenti motivati, competenti Una sorta di missionari
La scommessa non è di poco conto Anche perché a parole nessuno si sottrae ma poi subentrano i tanti “però”, le eccezioni, le deroghe, le incoerenze, le superficialità Così le parole e i princìpi restano spesso solo delle belle enunciazioni e quei valori vengono nominati in continuazione ma resi sempre inoperanti
I presidenti delle Società sportive non possono limitarsi a dare solo le loro generalità per compilare il modulo dell’affiliazione ma devono recuperare e trasmettere al gruppo dei dirigenti e dei tecnici della propria Società sportiva tutte quelle motivazioni per essere dei veri educatori
Per questo essi vanno aiutati e formati Questo è un faticoso impegno dei Comitati locali spesso tralasciato
Se molti presidenti non ce la fanno a tenere il passo è forse perché sono rimasti soli, coi loro dubbi, le incertezze, i tormenti, le diffidenze, le insicurezze qualcuno preferisce desistere e abbandonare l’avventura
In altre parole sono pochissimi quei presidenti che hanno mollato tutto per altri “interessi”; invece sono molti quelli che hanno dovuto arrangiarsi da soli, camminando nel buio, sbagliando spesso strada, attingendo informazioni da tutte le parti, vagando qua e là senza una meta precisa
Oggi una Società sportiva cresce solo se al suo interno ospita un livello ideale, creativo ed organizzativo interessante e se i suoi dirigenti e tecnici riescono a fare “squadra” e ad essere “curiosi” nel senso della curiosità intellettuale verso il nuovo, verso la sperimentazione di nuovi percorsi per non appiattirsi sulle solite attività Allora, coraggio Non mollate
Costantini
La Società sportiva G S Virtus continua a raccontarsi
verso il Giubileo
Un “ anno di grazia”
In una Roma che nel 1300, anno del primo Giubileo cristiano, contava appena 50 000 abitanti, i pellegrini giunti da ogni parte d’Europa furono più di 200 000
Un testimone oculare di quel Giubileo, lo storico Giovanni Villani, nella Nuova Cronica scrisse che “ gran parte dei cristiani che allora vivevano, feciono il detto pellegrinaggio così femmine come uomini, di lontani e diversi paesi ( ) E fu la più mirabil cosa che mai si vedesse( ) Andavano el marito e la moglie e figlioli e lassavano le case serrate e tutti di brigata con perfetta devotione andavano al ditto perdono; e molti ne morì per lo santo viagio”
Ma quel primo Giubileo della Chiesa non ebbe origine, come si potrebbe pensare, per iniziativa del papa, ma dei semplici fedeli Gli storici hanno infatti appurato che nella notte del Natale del 1299, nell’imminenza del trapasso dal Duecento al Trecento, nella basilica vaticana convenne una grandissima folla per chiedere un’indulgenza eccezionale in occasione di quel “centesimo anno” In una famosa cronaca del tempo (De centesimo seu jubileo anno liber) scritta dal cardinale Iacopo Stefaneschi si legge che quei pellegrini “cominciarono a correre a frotte verso la Basilica di San Pietro e si accalcarono davanti all’altare; l’uno ostacolava l’altro rendendo difficoltoso l’avvicinarsi Sembrava quasi che credessero che con la fine di questo giorno svanisse anche questa grazia”
E così, il 22 febbraio del 1300, giorno in cui come tutt’oggi avviene si celebrava la festa della Cattedra di San Pietro, il celebre Bonifacio VIII, succeduto nel 1294 all’umile Celestino V, indisse il primo Giubileo della Chiesa Esso si sarebbe poi concluso il successivo 24 dicembre
Nella bolla di indizione, il cui testo si può leggere sopra la “porta santa”, sull’estrema sinistra dell’atrio della basilica vaticana, era detto: “A tutti quelli che nel presente anno mille e trecento ( ) accederanno alle basiliche con riverenza e veramente pentiti e confessati, e a quelli che veramente si
pentiranno in questo presente centesimo anno e in qualunque anno centesimo avvenire, concediamo il perdono dei loro peccati non solo pieno e assai largo, ma anzi pienissimo” E , in calce, il documento riportava in latino tre versetti che per lungo tempo, poi, i pellegrini cantarono durante il cammino verso la “perdonanza romana”
“Annus centenus Romae est iubilenus / Crimina laxantur cui poenitet ista donantur / Hoc declaravit Bonifacius et roboravit” (Ogni anno centenario a Roma è sempre giubilare I peccati sono assolti e le pene condonate Così ha stabilito e convalidato Bonifacio)
Tra quell’anonima folla di pellegrini c’era lo stesso Alighieri nella cui Divina Commedia è fedelmente registrato il doppio senso di circolazione dei pellegrini sul ponte davanti Castel Sant’Angelo, unica via d’accesso, in quel tempo, verso San Pietro: “Come i Roman per l’esercito molto / l’anno del Giubileo, su per lo ponte / hanno a passar la gente modo colto, / che dall’un lato tutti hanno la fronte / verso il Castello e vanno a Santo Pietro / dall’altra sponda vanno verso il monte” (Inferno 18, 28-33) E , come si sa, è proprio nella settimana santa di quest’anno giubilare che il poeta situa il viaggio descritto nel suo poema
L’esperienza giubilare fu spiritualmente assai incisiva, tanto da far credere a moltissimi pellegrini di essersi trovati a Roma come all’inizio di una nuova epoca storica
E affinché il prossimo Giubileo diventi anche per noi una forte esperienza spirituale, a partire da oggi i lettori troveranno ogni mese su questa parte di Stadium brevi note storiche, bibliche, teologiche, come anche di “colore”, sui 27 Giubilei del passato, nella prospettiva di quello del 2000
di
Vittorio Peri
31 r a d i c i Pellegrini