Stadium Stadium
Mirabilandia - Ravenna 14-16 settembre 2001
Mirabilandia - Ravenna 14-16 settembre 2001
Metà dell'Italia è in vacanza, l'altra metà aspetta di andarci nei prossimi giorni. Siamo tutti un po' affaticati e distratti. Eppure accadono cose importanti, come il G8 di Genova La domanda è: globalizzazione sì o no? E in caso affermativo, come la vogliamo: liscia, gassata o ferrarelle? Nel senso di globalizzazione selvaggia, del tutto frenata o guidata con un occhio allo sviluppo del Terzo Mondo? Anche nello sport accadono tante cose.
Accadono cose gravi, con la bozza di regolamento CONI-Enti di promozione che il Foro Italico vorrebbe approvare a fine luglio Una bozza che limita oltre il tollerabile la libertà d'azione degli Enti, e li incatena al ruolo di valletti dell'attività federale, con tanti saluti al diritto degli italiani di associarsi liberamente per fare lo sport come meglio credono La bozza è già alla sua terza o quarta versione, ne abbiamo perso perfino il conto, ma ad ogni nuova stesura diventa peggiore Assediato dalla calura, che in questi giorni picchia a 30° e oltre sul Palazzo ad H come su tutta Roma, il CONI dimentica che dopo la "riforma Melandri", che è ormai legge dello Stato, non è più la Federazione delle Federazioni, ma l'organismo che deve accogliere e garantire allo stesso modo tutte le componenti dello sport
Accadono anche cose che sanno di follia, nel mondo dello sport. Lasciamo perdere la fiera dei calciatori da 100 miliardi A Messina è morto il ragazzo colpito, alla metà di giugno, da una bomba carta lanciata nello stadio locale E il nuovo Governo annuncia una legge antiviolenza severissima per i primi di settembre Sarà la volta buona?
Il CIO cambia faccia: da quella nobiliare del marchese Samaranch a quella "borghese" del medico belga Rogge È il segno di una svolta? Della fine dell'arroccamento del massimo organismo olimpico, impantanato nella melma dell'intreccio tra gli ideali olimpici del tempo che fu e il modernissimo giro d'affari da 3.000 miliardi delle Olimpiadi?
Il nuovo Parlamento, anche se sogna la pausa di Ferragosto, trova il tempo di rilanciare una legge per il pugilato che prevede: accesso alle donne pugili, pensioni, vitalizi per i vecchi campioni, assicurazioni obbligatorie, defiscalizzazione per gli sponsor. Come dire: che si ammazzino sul ring anche le donne, poi daremo la pensione a tutti E poco importa che le società sportive dilettantistiche stiano ancora aspettando di sapere dal nuovo Ministro cosa intende fare per loro
Accadono cose insolite: ai mondiali di atletica under 18 ha fatto incetta di medaglie il Qatar, piccolo emirato arabo ricco di petrolio Se gatta non ci cova (il trainer è russo), è un miracolo
Accadono cose furbe, come il finale a tarallucci e vino dello scandalo dei passaporti falsi e di quello del nandrolone.
Siamo in estate, sotto l'ombrellone è facile chiudere gli occhi e sognare Sognate uno sport che cambia? Allora, come lo vorreste: liscio, gassato o ferrarelle?
Accentrato su un CONI fermo al "modello 42"? Con l'associazionismo di sport per tutti che se ne va per conto suo e il CONI ridotto a mero organismo burocratico? O come un sistema libero, democratico, aperto e ben integrato tra tutte le sue componenti? Comunque lo vogliate, non preoccupatevi Andate in vacanza tranquilli: al ritorno troverete tutto come prima
Anche il CSI sarà quello di sempre, quello che sogna in grande. Il suo ultimo sogno è di far nascere migliaia di società sportive a misura di parrocchia. Come potete leggere in questo stesso numero di Stadium
Buone vacanze a tutti e arrivederci a settembre
Ombre cine si di Alberto Caprotti
12 La democrazia esiliata di Leo Leone
19 Guardiamo il G8 negli occhi di Andrea Sarubbi
36 L ’Osservatore speciale di Rita Salerno
48 Ca mpioni d’Italia di Felice Alborghetti
6 Joy cup 2001 di Marco Cerigioni
10 Come si vince la partita della vita? di Luca Baschi 21 A Mantova Stadium gioca in città di Roberta Trezza
Nel cuore di Bolognadi Daniele Perini
32 Il primo gran premio di mountain-bike di Tomaso Bottichio 40 Palla in centro! di Vittorio Bosio 43 Il grande cocomero di Filippo Alloatti
Almanacco 47 Gioco: sport per la mente! di Paolo Fasce
CSI e FOM hanno fatto Strike! di Lucia Teormino
44 Parole di sport - R igore di Claudio Arrigoni sport&sport
rubriche
14 Par rocchi a: cosa posso fare per te? di Andrea De Pascalis dossier n. 7/8 luglio/agosto 27 6 34
27 Uno sport alla volta - Beach volley di Beppe Basso
34 Spicchi di pallone - C hi più spende più guadagna? di Bruno Longhi
39 Storie di Sport - Uno su mille: Gia nni Morandi di Daniele Perini
41 Sport al femminile - Sv eva Sagramola di Solen De Luca
13 Controcorrente - Una morte di serie C
Nati nel CSI - Gelindo Bordin di Felice Alborghetti
Salute - Beach volley: pallavolo da spiaggia? di Sergio Cameli
WWW Sport on line 37 Per gioco - Le ali della libertà di Rosita Farinosi 50 Buone notizie - Iva nise vic, che favola! di Darwin Pastorin 52 Formare - La formazione di nuovi educatori sportivi di Michele Marchetti 56 Comunicare - C artelloni e manifesti di Marco Pigliacampo
58 Tuttoleggi a cura di Francesco Tramaglino
60 Agenda
63 Allo specchio - Gre ga ri di Vittorio Peri
64 Il racconto - Non passar e oltre di Edio Costantini
DIRETTORE•RESPONSABILE
Edio Costantini
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Juan Antonio Samaranch lascia il CIO e regala le Olimpiadi a Pechino
di Alberto Caprotti
IlSignore degli Anelli se ne è andato lasciando la sua firma a caratteri cubitali Non contento di aver fatto e disfatto lo sport mondiale negli ultimi 21 anni, Juan Antonio Samaranch ha scelto il modo più fragoroso per dire addio, regalando i Giochi del 2008 alla Cina, il Paese che in assoluto meno risponde all'idea di olimpismo, scegliendo di fatto il suo successore alla presidenza - quel Jacques Rogge che per anni gli ha portato la borsa da un capo all'altro del mondo - e cooptando pure il proprio figliolo all'interno del sinedrio olimpico. Come dire: me ne vado per raggiunti limiti di età, ma sentirete il mio nome e la mia presenza per un altro secolo almeno.
Si chiude una pagina, se ne apre un’altra molto simile, se non identica "Lotterò contro il gigantismo dei Giochi e mi batterò
per estirpare la piaga del doping", ha detto Rogge nel suo discorso di insediamento Propositi illuminati, certo, ma lontani dalla realtà e soprattutto dall'eredità che ha ricevuto. Con Samaranch lo sport si è aperto agli atleti anche nella stanza dei bottoni, è diventato una religione universale, riconosciuta e venerata ovunque Ha superato i confini, ha riunito popoli in guerra, ha lanciato messaggi di pace più ascoltati di quelli di qualunque politico, re o statista nella storia E di questo occorre rendergli merito Ma si è anche piegato alla commercializzazione più selvaggia inventando il sesto cerchio, quello degli interessi e del denaro: circostanza inevitabile forse ma inseguita con tale intensità da risultare nauseante Con Samaranch le Olimpiadi hanno sepolto il concetto di dilettantismo, svolta epocale che ha eliminato l'ipocrisia, ma anche aperto il baratro di un'altra concezione di sport, più moderna certo, ma meno romantica Inevitabile come molti mali, triste comunque Ma lo sport che Samaranch ci lascia soprattutto non ha fatto nulla o quasi per curare la sua piaga storica peggiore. Ora è confortante che il nuovo presidente del CIO prometta una lotta finalmente aperta contro le sostanze stupefacenti, ma credergli è difficile se il suo padre putativo e grande ispiratore non più tardi di poche settimane fa dichiarava senza vergogna: "Il doping? Non si può fermare" Parole e musica del Signore degli Anelli, che sotto la voce "cose fatte" in 21 anni di presunta battaglia agli stupefacenti può scrivere una
sola riga, datata 1988: squalifica di Ben Johnson, l'uomo più veloce del mondo. Tutto qui "Fu un gesto di coraggio", ha ricordato Samaranch. Sarebbe stata la peggiore viltà non compierlo, rispondiamo noi. Ma se la storia della lotta olimpica al doping si riassume in una squalifica - sia pure simbolo di molte altre che l'hanno preceduta e seguita - i conti non tornano E il piatto piange.
L'arrendevolezza di Samaranch d'altronde è l'emblema di un sistema che di tutt'altro si è occupato in questi anni, stringendo alleanze e allargando i confini, senza capire che senza pulizia, lo sport non potrà mai crescere A che serve ora regalare i Giochi a Pechino come segno di fiducia se la Cina è stata per anni la culla del doping di Stato? A che servono mille sessioni del Cio dedicate alla politica sportiva se i laboratori di analisi di mezzo mondo continuano a ricevere beffe dalla farmacologia?
Fingere normalità, e usare lo sport come arma per nascondere la realtà: sono queste le parole d'ordine. E la scelta della sede olimpica del 2008 non sfugge ad una coerente logica perversa. Le argomentazioni a favore della candidatura di Pechino d'altronde sono state unanimi nel sostenere che i Giochi permetteranno alla Cina di aprirsi al mondo. Soprattutto nel portafoglio, con la possibilità per sponsor e grandi multinazionali di violare un mercato vergine e potenzialmente immenso Un'apertura che però già esiste: decine di migliaia di stranieri lavorano in Cina e il turismo non conosce cali di presenze. Centinaia di migliaia di cinesi lasciano il loro paese per studiare, viaggiare o lavorare. La Cina sarà molto presto integrata nell'Organizzazione mondiale del commercio (WTO) e moltissime imprese internazionali sono già installate sul territorio Il vero problema non è l'"apertura" ma la persistenza della dittatura E i Giochi non faranno altro che rafforzare questo regime, privo di una legittimità democratica
A chi guarda più lontano non resta che armarsi di pazienza: sette anni sono tanti
per verificare un sospetto o ribaltare una realtà, ma probabilmente pochi perché la Storia modifichi le cose. Bastasse una colata di cemento olimpico per cancellare millenni di soprusi, di violenza e di sistematica violazione della libertà, saremmo i primi a festeggiare. Ma Houdini non corre i 100 metri e lo sport non è un'opera pia: ha fatto grandi cose per elevarsi sopra le bassezze umane e stemperare le divisioni ma per i miracoli non è attrezzato, anche se si sta allenando. Gli abilissimi prestigiatori cinesi hanno
tempo sino al 2008 per rifarsi il trucco e dimostrare di meritare la legittimazione politica concessa loro dai grandi elettori del "museo delle cere" del CIO che in un impeto di solidale convinzione hanno addormentato insieme alla palpebra anche la propria coscienza civile. Rammaricarsi ora serve a poco, vigilare perché le fragili promesse di democratizzazione dei dirigenti cinesi risultino vere, invece, può essere un esercizio valido per arrivare in forma sino a Pechino. E giudicare allora, sempre che non sia tardi
Cesenatico: tutti i numeri di un successo!
Avete presente i Giochi della Gioventù dei bei tempi, quelli in cui 3/4000 ragazzi si contendevano nell'arco di una settimana una miriade di medaglie in 50 discipline diverse? Bene, quanto a partecipazione e ritmo di svolgimento, se non siamo su quei livelli poco ci manca Almeno nel numero degli iscritti e nell'imponenza della macchina organizzativa, le finali Joy Cup di Cesenatico non hanno nulla da invidiare alle più grandi manifestazioni sportive giovanili ed amatoriali, presenti e passate.
Qualche cifra? Ben 79 squadre nella pallavolo, che si sono contese gli 8 titoli in palio disputando quasi 170 partite su 13 campi diversi Il calcio ne ha sommate 75, fra formazioni a 11 e a 5, mettendo in palio anch'esso 8 "scudetti". La pallacanestro ha potuto contare complessivamente su 25 club, ripartiti in 6 campionati (di cui uno femminile) A ciò vanno aggiunti i 410 concorrenti dell'atletica ed i 250 circa del nuoto
Insomma, era una grossa scommessa, perché rispetto allo scorso anno gli atleti e le squadre finaliste sono cresciuti in maniera esponenziale Ma il CSI l'ha stravinta, riuscendo a regalare a tutti, vincitori e vinti, un bel ricordo di questa esperienza in Romagna
Prima di parlare dei protagonisti, però, vorremmo parlare di ciò che l'occhio non ha potuto vedere Ovvero dell'oscuro lavoro dei tantissimi volontari che sono venuti da ogni parte d'Italia per garantire alla Joy Cup il migliore svolgimento C'è anche chi ha lavorato 18 ore al giorno per far quadrare i conti delle classifiche e per fare i conti con una logistica spaventosamente ampia e complessa È stato davvero un bel rompicapo pianificare arrivi e partenze, realizzare gli incroci fra squadre, pullman e campi, risolvere gli imprevisti dell'ultima ora.
Dal volley un bell'esempio Di fair-play
Ci sono due classifiche nella Joy Cup: quella "tecnica" e quella del fair-play
Quella di istituire, sin dalle prime fasi, una classifica Fair-Play che avesse un "peso" anche sul piano tecnico è stata una "provocazione" vera e propria da parte del CSI
È un regolamento suscettibile di essere migliorato ancora Si accettano suggerimenti. Ad esempio, secondo Daniele Paoletti, responsabile della C T Calcio, visto che si sta percorrendo una strada così coraggiosa, bisogna fare un passo ulteriore: "L'ideale sarebbe creare, in ogni sport, un quadrangolare finale tra squadre premiate per il fair play; solo così il nostro messaggio potrà giungere definitivamente a segno"
Uno degli episodi più edificanti verificatisi sui campi della Joy Cup è quello che ha avuto per protagonista l'allenatore della Volley 19 di Roma, Stefano Funari: di fronte ad un episodio
che stava ingiustamente favorendo la propria squadra, il tecnico ha convinto gli arbitri a cambiare la propria decisione!
"Per questo - sottolinea il responsabile della CT Pallavolo Vincenzo Rusticaleabbiamo deciso di assegnare il premio del fair play (categoria Open maschile) proprio alla formazione romana, poi giunta quinta"
Il fatto che la pallavolo sia stato lo sport principe della Joy Cup non deve sorprendere. Non c'è comitato che non sia in grado di allestire almeno un campionato: merito, si dirà, della particolare esiguità delle strutture richieste Merito anche, aggiungiamo noi, di una tradizione mai vecchia, che fa del CSI uno dei primi autentici promotori della disciplina in Italia E la storia non si dimentica.
Arrivare in cima al podio è stata una faticaccia per tutti, credeteci. Praticamente scontato che la parte del
leone la facesse l'Emilia Romagna, anzi per meglio dire Modena, che ha vinto due titoli e un argento con squadre di Carpi, nonché due argenti e un bronzo con compagini del capoluogo Fra queste, l'alfiere è sicuramente l'Amendola (due secondi posti ed un quinto) Molto positivo è da considerare inoltre il bilancio dei club della Toscana (3-1-0), altra regione che ha un gran feeling con la pallavolo. Da non dimenticare poi le brillanti partecipazioni del S Paolo Catania (due terzi posti e un settimo) e della Scuola Media Livio Tempesta di Taranto (un terzo e un quarto posto).
b asket: fortituDo-tiber, scontro fra titani
La forza della Joy Cup è anche quella di attrarre nella propria orbita società di prestigio In questa chiave, la pagina più bella è stata scritta dal basket, dove, nella categoria Juniores, si sono misurate per il titolo Fortitudo Bologna e Tiber Roma, ovvero la società che ha conteso lo scudetto in A1 alla Kinder ed una di livello B2, che vanta uno dei migliori vivai romani Dopo aver superato brillantemente le rispettive avversarie, hanno dato vita ad un match entusiasmante per almeno 30 minuti, ovvero fino a quando i felsinei, giovandosi anche di un'età media superiore di due anni, hanno posto tra sé e i talentuosi (ma un po' acerbi) avversari la distanza di sicurezza. Ma non è questo che conta Siamo pronti a scommettere che più d'uno di questi ragazzi, fra qualche anno, si troverà a calcare i parquet dei campionati nazionali.
Per il resto, la rassegna del basket, pur non esaltante, ha offerto nel complesso dei match dignitosi Troppo poco sud, però: un paio di squadre pugliesi targate Mediterranea, la sarda D. Bosco Nulvi ed il Roma Nord, che capitolino non è affatto, bensì di Acireale.
calcio, la rivincita Del suD È proprio vero che calcio e "calcetto" sono due sport molto diversi Mentre sul campo grande se ne sono viste di tutti i colori, sul "ristretto" l'atmosfera ha
rasentato l'idillio. Molto edificante, in particolare, la solidarietà e diciamo pure l'amicizia che si è creata non solo fra gli atleti, ma anche fra questi e gli arbitri. E non è un caso perciò che le sanzioni disciplinari siano state ridotte all'osso: solo 7 cartellini in 107 partite! Salvatore Follo, che è tra i componenti della commissione tecnica nazionale del calcio, parlando di arbitri ci tiene a sottolineare che: "tutti, dal più giovane che ha 18 anni, al più anziano, che ne ha 60 (giusto citarlo: Reali di Frosinone) hanno accettato di rimanere sui campi da mattina a sera, anche quando non erano designati Questo ha indubbiamente contribuito a creare un clima di distensione, facendo si che le società potessero avere dei direttori di gara un'immagine diversa, meno austera "
Degli 8 titoli assegnati da calcio e calcio a 5, ben 4 sono stati appannaggio delle squadre del Sud Se poi scorriamo l'ipotetico medagliere ci accorgiamo che dietro la capolista Lombardia (3 oro,
1 bronzo), figurano la Campania (2 oro, 2 argento, 1 bronzo) e la Puglia (1-2-1)
A dir poco storica è poi la classifica Allievi di calcio, con Sant'Agnese Matera sul gradino più alto, seguita da Robur Sennori (Sassari) e AS Canicattì (Sicilia)
Nel calcio a 5, invece, senza nulla togliere agli altri, va segnalata una società su tutte: la Onlus Medaglia Miracolosa, società nata all'interno di un oratorio situato in un popoloso quartiere di Napoli che svolge molteplici attività finalizzate al recupero dei giovani disagiati, è la dimostrazione di come si possa realizzare un'organizzazione efficiente pur in un contesto sociale non proprio favorevole Con le sue due squadre, l'Onlus ha centrato due finali: la prima, a livello allievi, l'ha persa nettamente contro l'imbattibile formazione pugliese del Calimera (Lecce); nella seconda (torneo Juniores) si è ampiamente riscattata superando il S Famiglia Bari
a tletica: c'è Da lavorare Parlavamo di numeri: 410 concorrenti, più di 1300 atletigara sono quelli registrati nell'atletica
Tra le diverse specialità, non ha deluso il mezzofondo, dove si sono visti buoni 1500 m come anche i 5000. In quest'ultima gara un amatore ha fermato il cronometro sui 14,47; davvero niente male! La velocità, da molti considerata la regina dell'atletica, ha fatto segnare discreti tempi nei 100 metri: segnaliamo un lecchese vincitore di categoria con 11,1 Buoni gli 800 femminili. Come categoria in forte crescita va segnalata quella dei cadetti e delle cadette
Secondo Pietro Albanese, presidente della commissione tecnica nazionale di atletica leggera, "questo sport va sempre più verso una ricerca di specializzazione ed anche a Cesenatico abbiamo visto società presenti con dei velocisti, dei mezzofondisti, dei saltatori, insomma dei veri e propri specialisti. C'è da lavorare ancora Il livello delle finali Joy Cup è stato discreto, occorre però fare ancora uno sforzo, specie nel settore dei giudici di gara"
In cantiere, per il 2002, ci sono diverse novità, che dovrebbero adeguare i programmi tecnici alle esigenze reali di un campionato che si rispetti Ma c'è un altro aspetto da tenere in altrettanta considerazione: "la scarsa conoscenza dei regolamenti", come evidenzia il tecnico nazionale Nicola Di Paola. Il caso più clamoroso ha avuto per protagonista infatti la B&RC Castiglione D'Adda (Lodi), che avrebbe stravinto, cifre alla mano, la classifica complessiva, avendo già vinto quella maschile, ma è stata declassata per non aver schierato la staffetta femminile, requisito richiesto per regolamento Accortisi dell'ingenuità commessa, gli stessi lodigiani si sono mangiate le mani Per la cronaca, lo scettro è passato nelle mani della Spera Trento, una delle società di maggiore tradizione
CSI, che sforna regolarmente atleti di buon livello. La parte del leone l'ha fatta proprio il Trentino Bene anche le province lombarde, Udine, Reggio Emilia e Catania, che ha vinto la bella gara del salto in alto maschile ed il lancio del peso. Considerazione finale, che ci riporta al punto di partenza: "l'agonismo non fa male, anzi, educa il ragazzo a fare le cose per bene"aggiunge ancora Pietro Albanese"L'ideale sarebbe che le grandi società cominciassero a vedere la Joy Cup come una manifestazione complementare, prendendo in considerazione la possibilità di partecipare ad altre competizioni di livello Ma è un
discorso difficilissimo In Lombardia ci sto provando da tempo, con risultati che vi lascio immaginare"
nuoto: semplicemente esemplare
Basta dare un'occhiata ai risultati del nuoto per capire che la vasca CSI pullula di talenti Tant'è vero che alcuni sfruttano questa occasione come un test in vista degli imminenti impegni federali. Insomma, nell'acqua della Joy Cup si sono viste gare d'ottimo livello Né poteva essere altrimenti, data la presenza di sodalizi rinomati come il CC Aniene Roma, pluridecorato in campo nazionale, che per una precisa scelta tecnica ha partecipato solo con atleti
Esordienti o il CSI Nuoto Ravenna, che ha dominato in tutte le categorie, portando a casa 49 medaglie d'oro, 18 d'argento e 13 di bronzo, senza considerare le staffette
Ma nel fermarci a questi, faremmo torto ai vari Aurora Legnago, Park Club
Frosinone e Ober Ferrari, che hanno portato numerosi ragazzi sul podio. Soprattutto nel settore Esordienti si sono visti dei talenti interessanti. E se a queste valutazioni aggiungiamo che la manifestazione è corsa via con regolarità svizzera, e in un clima particolarmente gioioso, si può concludere che la Joy Cup di Nuoto ha mantenuto appieno le attese
Dall’interessante convegno, nell’ambito della Joy Cup, cinque risposte alla domanda:
di Luca Baschi
È una domanda ricorrente ogni qualvolta si raggiunga un risultato sportivo a livello professionistico e se ne ricerchi la causa dell'effetto prodotto. Ma avete mai pensato quanto sia importante un buon allenatore nella partita più importante di tutte? Non mi riferisco alla finale di Champion's League, ma alla partita che iniziamo a giocare il giorno stesso in cui veniamo al mondo: la partita della vita. E proprio questo è stato il tema affrontato venerdì 22 giugno a Cesenatico, durante una bella serata fra amici E che amici! Il convegno, organizzato dal CSI nell'ambito delle finali nazionali della Joy Cup, intitolato appunto "La partita della vita", ha visto protagonisti Alberto Zaccheroni, ex allenatore di Udinese e Milan calcio, Don Antonio Mazzi del gruppo Exodus, Stefano Pillastrini, allenatore di basket della Scavolini Pesaro, Mons. Carlo Mazza, direttore dell'Ufficio Nazionale della CEI per la pastorale del tempo libero, turismo e sport, Alain Ngaleu, un atleta camerunese che ha raccontato la sua esperienza nel calcio professionistico italiano e Don Giovanni Savini, consulente ecclesiastico del CSI di Cesena e autore - insieme ad un altro sacerdote, Don Jaroslaw Cielecki - di un libro-vocabolario che raccoglie i principali pensieri di Papa Giovanni Paolo II dedicati allo sport e agli sportivi Titolo del libro, neanche a farlo apposta, "La partita della vita". Moderatore di eccezione, di fronte ai
tanti dirigenti, arbitri ed allenatori impegnati nella quattro giorni di gare romagnole, è stato Edio Costantini, Presidente nazionale del CSI, che ha voluto personalmente condurre la serata per far sì che tutto si svolgesse in un clima assolutamente familiare ed informale. Nelle sue parole di introduzione ha sottolineato l'impegno dell'Associazione verso la promozione di uno sport a misura d'uomo, sport che aiuta i giovani e li segue nella crescita, per la vita.
Costantini ha poi chiesto agli ospiti presenti di comunicare la loro personale esperienza di educatori sportivi (e non), perché - come ricorda il Pontefice in uno dei suoi discorsi - i valori che si acquisiscono grazie allo sport sono utili anche quando il corpo non risponde più alle esigenze del gioco, perché la partita della vita richiederà ugualmente l'impegno di uomini.
alberto Zaccheroni
«La mia carriera di allenatore è nata del tutto casualmente. Ero solito andare a correre su di un campo di calcio dove si allenavano abitualmente due squadre di ragazzini.
Un pomeriggio, nel bel mezzo dell'allenamento, i mister delle due squadre iniziarono a litigare ed uno dei due abbandonò il campo lasciando il suo gruppetto di giovani. Fu allora che l'altro allenatore, vedendomi nei paraggi, mi chiese di dare un'occhiata a quei ragazzi Familiarizzai
immediatamente con loro e ne divenni di lì a breve l'allenatore Anzi, l'educatore Perché l'impegno principale che mi ero prefissato non era quello di forgiare campioni, né di ottenere chissà quali risultati - che peraltro stentavano ad arrivare - ma di insegnare loro la passione per il calcio, il divertimento, il rispetto per le regole e per l'altro Fu così che da un gruppetto di 7-8 ragazzi, mi ritrovai con una ventina o più; ed allora il mio impegno divenne quello di farne giocare quanti più possibile nelle gare ufficiali, magari portandomeli tutti in panchina Tutto ciò risulta oggi impossibile da perseguire nelle massime divisioni, dove la prima regola è vincere. Ma di sicuro quello che ho imparato nella vita, grazie allo sport, è saper gareggiare sempre lealmente, rispettando le regole, al di là dell'interesse per i risultati Non me la prendo mai con chi dirige l'incontro e, in una intera stagione con il Milan posso vantarmi di non aver avuto nessun ragazzo espulso per gesti di reazione o proteste».
stefano pillastrini
«A differenza di Alberto Zaccheroni, prima di diventare allenatore sono stato giocatore. Tuttavia nel ruolo di giocatore ho avuto una carriera molto breve: a 22 anni ero già assistente allenatore ed a 29 sono divenuto allenatore titolare. Oggi mi sento più insegnante che coach; con le squadre giovanili forse addirittura "padre" dei ragazzi che seguo Perché
ritengo che in alcune fasce di età l'allenatore diventi punto di riferimento al di là del parquet per gli atleti e debba trasmettere loro segnali e concetti positivi, valori di indiscussa importanza Accettare una sconfitta, essere altruisti e generosi, saper agire in squadra per la squadra, è importante sul campo quanto nella società»
Don antonio maZZi
«Io sono un allenatore del tutto particolare perché nella vita ho fatto una scelta un po' azzardata: allenare i perdenti, quei ragazzi che in gergo chiamiamo "tossici". Ho preso questa strada in seguito alla morte di un caro ragazzo per overdose ed ho fondato il gruppo Exodus convinto che la musica, il teatro e soprattutto lo sport siano i migliori strumenti per combattere il flagello droga Le statistiche ci dicono che riusciamo a salvare solamente un ragazzo ogni tre Ed allora, per questo motivo, ritengo che un allenatore debba per prima cosa allenare se stesso, rimotivarsi continuamente, pensando che si può vincere malgrado le sconfitte Ben vengano le associazioni di volontariato perché sono l'ultima grande risorsa di una società in cui si è sempre meno capaci di stare insieme. Fare sport con certi princìpi significa fare una scelta di vita, significa affrontare ogni situazione con lealtà, senza dover arrivare primi a tutti i costi, rispettando gli avversari. Infine, ci tengo a sottolineare che usare bene lo sport
significa anche incanalare l'aggressività tipica degli adolescenti nella giusta direzione: un corpo fortemente sviluppato, vigoroso, è il miglior contrasto con una personalità fragile, giovane, tutta da costruire».
alain ngaleu
«Sono arrivato in Italia a 16 anni, con l'illusione di diventare famoso, con il sogno di poter tornare un giorno a casa e cambiare la vita alla mia famiglia
Niente di più lontano dalla realtà. In Italia ho passato mesi facendo provini a destra e a sinistra, in tutti i club di calcio più blasonati, dal Milan, all'Inter, alla Juventus
Sempre accompagnato dalle menzogne di un procuratore senza scrupoli Ma oltre alle continue grandi delusioni, un giorno è arrivato il peggio: sono stato abbandonato completamente, privo di una casa e di un lavoro.
Oggi, a distanza di due anni, ho capito tante cose in più e per fortuna sono riuscito, grazie all'incontro di un sacerdote che mi ha aiutato, ad impostare la mia vita in un'altra direzione, fatta di amicizia, di studio, di semplicità e di un lavoro che mi soddisfa
Ho capito che nella vita il successo è solo uno dei tanti aspetti, forse il più inutile: la serenità è il traguardo più grande.
Oggi gioco ancora a pallone e seguo anche lo sport di vertice, ma con un altro spirito Se qualcuno mi chiede se
tifo per una squadra o per un'altra, rispondo che tifo per il calcio, perché oggi per me la parola sport significa solo divertimento».
mons. carlo maZZa
«Se praticata con continuità, l'attività sportiva finisce con l'essere un'esperienza di vita importante nel processo di crescita di un ragazzo La responsabilità dell'allenatore è grande: che lo voglia o no, viene a costituire un modello educativo. È bene che l'allenatore abbia coscienza di questo ruolo E che si ponga degli obiettivi sicuri, sapendo di allenare alla partita della vita Deve allenare alla concentrazione, deve stimolare i ragazzi, pensando non soltanto al traguardo finale, ma ai piccoli successi parziali, che sono il raggiungimento degli obiettivi interiori di ciascun ragazzo. Oltre che all'apprendimento di gesti tecnici, deve mirare all'apprendimento di valori, di ideali di vita
Penso, ad esempio, agli obiettivi indicati nella nota Sport e vita cristiana: imparare a vincere, ad accettare la sconfitta, a misurarsi con se stessi e con gli altri, a convivere con i propri limiti La vita è proprio così: ogni giorno ti propone una partita diversa, in cui si può vincere e si può perdere, e qualunque esito va accettato serenamente facendone un pilastro di esperienza su cui costruire un domani migliore»
Tempi duri per la democrazia se oggi non trova accoglienza neppure al tavolo delle organizzazioni che dovrebbero tutelarne se non addirittura presidiarne le regole.
Non si tratta solo di una sensazione che discende da una stagione di malinconie diffuse per un ciclo politico in fase crepuscolare o per l'attesa logorante di un processo di rinnovamento della politica che tarda a svelare la stella del mattino.
Molto più semplicemente riconosciamo che abbiamo dovuto assistere a manovre e procedure non proprio lineari anche all'interno di un organismo come il Forum del Terzo Settore che era nato per farsi portavoce e garante dei valori della democrazia, del solidarismo e della trasparenza ai quali dovrebbero ispirarsi le circa cento associazioni e sigle che ne fanno parte
Non si tratta di sensazione e neppure del classico ripiegare nel disfattismo dei pochi scontenti, se nell'assemblea generale del 28 giugno a Perugia alto e vibrante si è levato il dissenso di molti delegati che hanno lamentato la superficialità e l'approssimazione con cui l'evento è stato preparato e gestito Molte sedie vuote al tavolo del coordinamento nazionale e carenza di documentazione per un assemblea generale che impegnava i rappresentanti delle organizzazioni aderenti al Forum su questioni quali la revisione del patto associativo, l'approvazione del bilancio e le strategie da intraprendere per il futuro immediato
di Leo Leone
In democrazia il metodo non è mai neutrale. Le procedure e gli strumenti danno gambe e linfa all'agire democratico. Non ci allineiamo a coloro che hanno assistito di recente, con rassegnazione colpevole, alle manfrine, alle prassi adottate da tutte le formazioni politiche (diciamo tutte, senza esclusioni di sorta !) nel definire programmi e candidature soprattutto nell'ultima tornata elettorale Non ci siamo allineati e non lo faremo in futuro Per questo siamo indignati e tanto meno consentiremo che tali prassi diventino normali all'interno di organismi che dovrebbero fare da avamposti nel tentativo di riappropriazione della politica da parte dei cittadini.
Ci preme anzi dichiararlo che saremo sempre più irriducibili censori di ogni tentativo rivolto ad omologare volontariato e libero associazionismo alle sregolatezze in cui si è adagiata una buona fetta della politica di oggi
Il Forum del Terzo Settore è chiamato a dare un contributo autorevole al rilancio della presenza attiva dei cittadini nella vita del Paese e non può ridursi a mutuare prassi e comportamenti che invece, non appartengono alla storia e non rispondono alle attese di un autentico rilancio della partecipazione politica e della società civile organizzata
Poiché non ci sentiamo parte della derelitta categoria dei mugugnanti
impenitenti riteniamo che gli incidenti in cui si è incorsi possono essere stati causati anche (ma non esclusivamente) dai ritmi intensi che hanno caratterizzato la vita del Forum in coincidenza con una stagione politica alle prese con significative novità anche sul piano normativo a proposito di riforma del welfare.
Ma tutto questo non può giustificare errori di metodo che rischiano di tradire la natura stessa di un organismo che si rifà ai principi di "pluralismo, democraticità e solidarietà", come recita il patto associativo, anche perché si darebbe l'impressione che la stessa società civile organizzata non è poi riuscita a inventarsi forme e meccanismi di governo non dissimili da quelli divenuti ormai di rito nelle sedi della politica
Fermarsi quindi non per volontà di resa ma per riflettere su ciò che ci si richiede oggi in una società che, a fronte di eventi che invocano la restituzione della politica ai cittadini (vedi cronaca e dibattito legati al G8), presenta ancora segnali preoccupanti quanto a deficit di democrazia
Della morte si usa dire che sia la grande uguagliatrice. Il concetto risale al Medioevo, quando le arti figurative lo tradussero in un genere pittorico alla moda, le "danze della morte", con le quali si rammentava ai vivi che imperatori e poveracci diventano tutti uguali al momento del trapasso Nel calcio di oggi le cose vanno diversamente Oltre ad esserci squadre di serie A e altre di serie C, arbitri di A e di C, giocatori e allenatori di A e di C, ci sono anche morti di serie A e di serie C Antonino Currò, ventitré anni, è stato colpito da una bomba carta il 17 giugno, mentre assisteva a MessinaCatania, spareggio dei play-off di serie C Entrato in coma, è morto il 2 luglio Questa volta nessun processo televisivo ha fatto rullare i tamburi dello sdegno, nessun quotidiano ha titolato a nove colonne, nessuno ha invocato minuti di silenzio e sospensioni di campionati Rispetto a tanti altri poveri coetanei uccisi da un tifo contorto e imbecille, Antonino ha avuto forse la "colpa" di morire quindici giorni dopo essere stato colpito: la notizia era ormai vecchia, il campionato era finito, il calciomercato già smerciava bufale di giocatori comprati e venduti per cento e più miliardi Fatto sta che la sua sorte infelice ha meritato pochi colonnini di giornale E probabilmente non avrebbe avuto neanche quelli se non ci fosse stato uno scambio di lettere tra il Ministro dell'Interno, Scajola, e suo padre, Santo Currò. Il Ministro, almeno lui, ha avuto la
sensibilità di esprimere il proprio rammarico al genitore della vittima, assicurando l'impegno istituzionale per fare cessare la violenza da stadio Anche se, ha scritto Scajola, non sarà facile, perché "la violenza negli stadi verrà arginata solo quando tutti decideranno di fare la propria parte, senza finzioni e senza ipocrisie, dal Governo alle società sportive, dalle organizzazioni dei tifosi ai calciatori, ai giornalisti"
Parole di grande civiltà sono giunte dal padre di Antonino: nessuna accusa, nessuna invettiva per chi ha lanciato il petardo assassino, solo la speranza che il proprio lutto sia l'ultimo generato da una domenica di calcio, e poi il sogno di un mondo sportivo diverso, fatto di gente che lo sport lo ama perché sa cos'è: "C'è tanto bisogno che bambini e ragazzi vengano educati ai valori della lealtà sportiva! E capiscano che gli avversari, in campo o sulle tribune, non sono nemici da abbattere, ma persone che, come loro, intendono solo divertirsi".
Queste parole avrebbero meritato le copertine dei rotocalchi sportivi di ogni emittente radiotelevisiva O almeno lo spazio mediatico che, in quegli stessi giorni, si riservava alle ragioni e ai torti dei tifosi di Lazio e Fiorentina che contestavano le cessioni dei campioni del cuore O lo spirito di comprensione usato dalla stampa per celebrare l'orgia festaiola consumata dai tifosi romanisti a spese di antichi monumenti Vorremmo essere smentiti dai fatti, ma crediamo di poter affermare che il
Ministro Scajola ha ragione quando chiede la collaborazione di tutti per stroncare la violenza, ma ha torto se pensa di poterla ottenere con le buone maniere. Lo dimostra la sorte avuta dalla legge antiviolenza presentata nella scorsa legislatura, affondata in Parlamento tra cavilli politici e le obiezioni sollevate dal calcio che conta, sempre restio ad assumersi le responsabilità dei propri eccessi Si dice che la legge arriverà prima dell’inizio del prossimo campionato Se è vero, basterà? Di certo una morte di "serie C" come quella di Antonino, per di più consumata in una stanza di rianimazione, lontano dalle telecamere, sarà stata dimenticata Per riuscire a cambiare le cose dovremo forse aspettare che arrivi una bella morte di "serie A" con tanto di diretta televisiva, una scena da passare e ripassare alle moviole piangendo lacrime di coccodrillo. E sull'onda dello sdegno mediatico, pur sempre finto, e della conseguente emozione popolare, pur sempre passeggera, si riuscirebbe forse a varare qualche provvedimento serio Ma non disperiamo: il nuovo campionato è alle porte Denso di veleni, di sospetti e di rancori. Proprio come piace ai patiti del calcio-baruffa
Nel maggio scorso l'Assemblea
Generale dei Vescovi italiani ha approvato il documento "Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia", che offre gli orientamenti pastorali per il primo decennio del 2000.
Nella parte centrale del documento un lungo passaggio è dedicato alla parrocchia, che viene invitata a recuperare la centralità della sua missione e a rileggere la sua funzione storica concreta
"La parrocchia - ha commentato Mons Paolo Doni, delle Pontificie Opere Missionarie - ha un ruolo oggi non più scontato" che richiede un ripensamento e "un itinerario di conversione e di formazione" per passare da "istituzione spesso ricca di strutture e iniziative a quel luogo di autentica comunicazione della fede
Per essere "una comunità radicata sul territorio che vive e trasmette con gioia e con ansia missionaria la fede - ha aggiunto mons.
Doni - la parrocchia ha bisogno, accanto ai
sacerdoti, di un laicato preparato e corresponsabile e a questo fine occorre valorizzare i movimenti e i gruppi associativi presenti perché è al loro interno che possono essere delineati e proposti efficaci itinerari di formazione alla fede per giovani, adulti e famiglie"
Percorsi stabili e qualificati: questa, secondo mons. Doni, la priorità su cui "investire energie e risorse al fine di creare laici di alto profilo, capaci di coniugare la fede con la vita quotidiana, inseriti in modo organico nella comunità parrocchiale respirandone l'aria e, al tempo stesso, rivitalizzandola"; in grado di "essere missionari presso i 'lontani' e di rivolgersi, nell'attuale contesto multietnico, anche a coloro che professano altre religioni"
Ecco dunque che le prospettive aperte dagli orientamenti pastorali chiamano in causa anche un'associazione come il CSI, affinché si metta alla prova con proposte "forti" di sport, le quali si inseriscano organicamente nella pastorale della parrocchia come uno strumento in più di formazione ad una vita quotidiana orientata dai valori cristiani
Non è la prima volta che nell'ultimo decennio l'Associazione, sollecitata dalle esortazioni dei vescovi (si pensi alla nota pastorale "Sport e vita cristiana" e agli altri documenti elaborati dalla commissione della CEI per la pastorale dello sport e del tempo libero) o da propri meccanismi di riflessione, si pone il problema del come mettersi con spirito nuovo al servizio delle
parrocchie E sempre ha incontrato difficoltà insormontabili. Cosa può cambiare ora?
parrocchia e sport in un'inDagine Della cei
Da un bel po' di tempo il rapporto tra parrocchia e sport si è fatto difficile, e le stesse esortazioni della CEI non hanno sortito molto effetto Mons Carlo Mazza, direttore dell'Ufficio della CEI per la pastorale dello sport, ha voluto vederci chiaro e recentemente ha distribuito ad un certo numero di parrocchie un questionario Cinque erano le domande poste agli interlocutori:
1) È auspicabile un "progetto pastorale diocesano per lo sport"?
2) Quali sono i dati positivi e negativi attualmente emergenti dal rapporto "parrocchia e sport"?
3) C'è un'attenzione da parte della pastorale parrocchiale allo sport?
4) Parrocchia (Oratorio)-Associazioni sportive: problema o risorsa?
5) Quali suggerimenti si sentono di dare le parrocchie?
Prima ancora di considerare le risposte ottenute, va detto che solo un numero ridotto di parrocchie ha riempito il questionario: 14 al Nord, 7 al Centro, 12 al Sud. Segno, questo, di una mancanza di attenzione e di disponibilità alla questione posta. Ma andiamo alle risposte
Diocesi e sport - Solo una parrocchia ha segnalato che nella propria diocesi già è in atto un progetto pastorale diocesano per lo sport. Gli altri, in gran parte, auspicano che tale progetto ci sia, ma chiedono che esso non sia staccato, ma sia integrato all'interno del progetto pastorale della diocesi, o che comunque all'interno del piano diocesano si diano una serie di orientamenti e suggerimenti su ciò che le parrocchie devono fare in ambito sportivo
lati positivi e negativi - È questo uno dei dati più interessanti: anche se sono poche le parrocchie che già fanno attività sportiva, i sacerdoti esprimono un alto grado di apprezzamento per ciò che lo sport potrebbe dare, mostrando di attribuire alla pratica sportiva un lungo elenco di effetti positivi: facilita il coinvolgimento nella vita parrocchiale; è potenziale strumento di catechesi; favorisce il primo approccio della Chiesa con il mondo giovanile; favorisce l'aggregazione dei giovani in parrocchia; facilita la formazione sociale, liturgica e morale dei giovani; riqualifica l'azione missionaria della parrocchia; valorizza le competenze laicali Unica nota stonata, qualcuno indica tra gli effetti positivi il raggiungimento di buoni risultati agonistici.
Quanto ai lati negativi, le preoccupazioni sono tutte per la possibilità che l'attività sportiva fagociti le altre proposte parrocchiali, e spinga i giovani a disinteressarsi della restante vita della comunità L'attività sportiva andrebbe studiata in modo di non sovrapporsi, negli orari e nei programmi, alle altre attività. Vengono poi segnalate talune difficoltà concrete: mancanza di un volontariato disponibile, carenze di strutture e mezzi, scarsa collaborazione da parte di associazioni e federazioni, mancanza sul territorio di una politica di sport giovanile in cui inserirsi Alcune risposte denotano un atteggiamento preconcetto ostile nei confronti dello sport, e sarebbe interessante approfondire se esso nasce da esperienze sfortunate o dipende da un modello culturale superato. Comunque sia, si esprimono dubbi sull'incompatibilità del ruolo sacerdotale con l'attività sportiva ("il sacerdote deve fare l'assistente spirituale non l'organizzatore sportivo"), sulla possibilità che uno sport educativo riesca ad interessare ragazzi che invece sono sempre più attratti dal modello agonistico puro
Una ristrettissima minoranza giudica lo sport attuale ormai estraneo alla pastorale e considera fondamentalmente estranee le associazioni laicali che promuovono lo sport
alcune linee-guiDa Del progetto/proposta
Del csi per le parrocchie
attività: gioco, sport, momenti ricreativi, turismo, musica, teatro, incontri ed altri momenti culturali, come attività poste dentro un cammino di relazione basato sulla Parola. risvolti operativi: possibilità di organizzare o riorganizzare nella parrocchia infrastrutture di socializzazione, come bar, cinema, refettorio.
principali supporti forniti dal csi: sussidi, formazione degli operatori, consulenze, assistenza personalizzata per l'avvio e la gestione
Quote di partecipazione: 100.000 lire per ogni parrocchia, comprensive di 100 tessere gratuite. Le ulteriori tessere sono erogate al costo di L 2000 ciascuna Le cifre sono "chiavi in mano", comprensive di quota assicurazione, assistenza, formazione e quanto altro necessario.
l'attuale grado di attenzione delle parrocchie allo sport - Qui le note sono dolenti L'attenzione allo sport non c'è o è scarsa Qualcuno si sta organizzando proprio ora, grazie a sacerdoti più giovani e aperti Taluni dicono che tutto dipende dal prete ("se è sportivo, si fa"), altri dicono di aspettare laici motivati, pronti a farsi coinvolgere dai "valori" che la parrocchia attribuisce allo sport L'attenzione allo sport è maggiore nelle parrocchie di dimensioni più grandi, segno della grande difficoltà dei "piccoli" ad organizzare un'attività in più E quando l'attenzione c'è, si segnala la difficoltà di sottoporre a verifica, dal punto di vista della pastorale, quanto fanno gli operatori sportivi laici. parrocchia ed associazioni - Questo è forse il campo di risposta in cui le indicazioni fornite convergono maggiormente L'associazionismo sportivo è visto come una risorsa, ma in gran parte tale risorsa è vista come potenziale e non reale. Le associazioni: si mostrano poco accessibili; sono
scarsamente interessate ai piani pastorali della parrocchia, quando non fanno riferimento a matrici del tutto estranee a quella dell'ispirazione cristiana; anche se sono tutte di area cattolica, vanno ciascuna per proprio conto invece di lavorare in modo organico; mancano di progettualità; tendono ad esasperare il lato agonistico e ad ignorare quello educativo
i suggerimenti
Su questo campo di risposte al questionario della CEI vale soffermarsi un po' più a lungo.
Alla CEI si chiede uno sforzo teso da una lato alla sensibilizzazione delle ragioni della pratica sportiva, dall'altro ad un'opera di coordinamento dell'esistente nell'ambito della pastorale giovanile Si auspicano poi scelte precise, linee-guida, finanche un esempio pratico di progetto/piano per inserire lo sport nella pastorale diocesana/parrocchiale per aiutare la progettualità locale
Alle associazioni cattoliche si chiede di operare in modo congiunto, per allargare poi la collaborazione, presto o tardi, a tutti i mondi giovanili, e quindi anche a tutte le realtà sportive presenti sul territorio.
Tra le cose da fare viene segnalata la necessità di formare non già gli operatori di sport parrocchiale, ma i formatori che dovranno formare quegli operatori, poiché agli educatori sportivi della parrocchia si richiedono competenze complesse, che vanno dall'area catechistica a quella dell'organizzazione sportiva. Ugualmente importante sarebbe disporre di un sussidio con indicazioni concrete, operative, da porgere alle Diocesi. Così come una certa gamma di modelli e progetti operativi finalizzati a mettere le parrocchie in condizione di organizzare attività che facciano scoprire o riscoprire valori fondanti attraverso la pratica sportiva
Qui le proposte si sfrangiano in dettagli diversi, ma alla base c'è, abbastanza univoco, un desiderio di indicazioni concrete, di progetti e strumenti già confezionati che possano essere presi ad
esempio.
La sensazione che se ne ricava è quella di una parrocchia che vorrebbe anche uscire dall'immobilismo, ma che proprio non sa come fare; che non sente tanto il bisogno di ulteriori teorizzazioni sulla pastorale dello sport, ma ha bisogno di opere, di gesti, di chi si accolli la parte più difficile e pesante del cammino, quella che consente alle ruote di prendere l'abbrivio per procedere alla velocità di crociera
un progetto Del csi
In campo sportivo c'è un dogma che nessuno discute: la società sportiva è la cellula di base del sistema Senza società sportiva non ci sono praticanti veri (lo sport "fai da te" non fa testo), non ci sono né addestramento sportivo né azione educativa (entrambi richiedono programmazione e continuità), non ci sono gare ed altre attività di spessore
Da questo concetto nasce un nuovo progetto del CSI, che è ancora da definire in alcuni dettagli, ma che indubbiamente fa alle parrocchie una proposta del tutto nuova.
Si abbandona la pista, usata altre volte, di portare alla parrocchia programmi CSI già confezionati, "prestando" operatori e strumenti, e chiedendo alla parrocchia di recepire gli uni e gli altri inserendoli nel proprio piano pastorale
Questa volta, proprio prendendo le mosse da talune obiezioni e richieste emerse dall'indagine CEI, si pensa alla possibilità di "seminare" nel tessuto parrocchiale un bel po' di società sportive, che però, per come sono concepite, sono molto "speciali"
Con una schematizzazione facile da capire, si potrebbe dire che esse sono strutturate in modo da essere una via di mezzo tra il circolo (quanto ad obblighi associativi ridotti) e la comunità (quanto a caratteristiche di "qualità" di vita), facile da mettere in piedi, da avviare e da gestire
Tutte le società del CSI hanno l'attività sportiva a fondamento del proprio agire, e da quella discendono anche i momenti di vita associativa (si pensi alle feste di premiazione, alle gite collaterali
ad un torneo ) Una società "sportcentrica" è proprio ciò che spaventa di più la parrocchia ed interessa di meno. Il progetto del CSI prefigura una società
sportiva che si apre a più attività, come i viaggi, il teatro, gli incontri culturali e tutto ciò che può interessare e coinvolgere i giovani. Tutte queste cose non sono finalizzate a rendere più
gradito lo sport, ma a fare vivere in pienezza lo spazio e il tempo della parrocchia.
Per far nascere e lievitare questo tipo di società/comunità, il CSI mette a disposizione una sorta di "kit" ideale, una "scatola" al cui interno la parrocchia può attingere tutto quanto le serve per costruire la propria società sportiva, ad immagine e somiglianza delle sue caratteristiche e delle sue necessità Certamente nel "kit" dovranno entrare parecchie cose: tecnologie, sussidi, corsi di formazione, consulenze, schemi di progetti, oltre a una forma di tutoraggio per coloro che ne avvertano il bisogno Solo così si possono superare molte delle titubanze di cui sopra, fondate o infondate che siano. L'estraneità dell'associazionismo sportivo, la "concorrenza" tra gli orari delle attività, la possibilità che lo sport fagociti le altre occasioni di vita in comune della parrocchia, il timore di derive diseducative, il giusto inserimento dello sport nel piano pastorale della parrocchia: sono tutte cose superabili nel momento in cui la parrocchia sente davvero "propria" la società sportiva. Essendo una propria creatura, non ne avrà paura e guarderà all'attività sportiva come ad uno strumento di arricchimento e non di impoverimento della vita parrocchiale.
Non pochi nodi passano, però, attraverso le diocesi. Ed ecco che il nuovo progetto del CSI, se vuole procedere, deve trovare un momento di forte promozione presso le diocesi
È una gran lavoro, che rovescia l'ottica tradizionale. Il CSI non chiede più alla parrocchia: "Cosa puoi fare per lo sport?", ma "Cosa può fare lo sport per te?" Le parrocchie in Italia sono oltre 20.000; quelle che hanno dimensioni e/o capacità per recepire un progetto di società sportiva sono certamente un po' di meno. Resta comunque un campo grandissimo da seminare e poi curare per un quadriennio, il tempo che si giudica sufficiente perché le nuove realtà sportive parrocchiali possano camminare completamente con le loro gambe e costituire una novità piena di freschezza nel panorama della Chiesa e dello sport italiano
di Andrea Sarubbi
Gli zaini colorati sono gli stessi di Tor Vergata, e pure le stuoiette morbide dove appoggiare il sacco a pelo. Ma in mezzo è passato un anno, il tempo giusto perché i semi piantati a Roma cominciassero a dare frutto. E così, le "sentinelle del mattino" si presentano a Genova con uno spirito più maturo. Sono in tremila, e vengono da tutta Italia. Spesso accompagnati da quei sacerdoti che, ad agosto del 2000, ascoltavano insieme a loro l'appello del Papa: "Non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro Vi sforzerete con ogni energia di rendere questa terra sempre più abitabile per tutti". Quando un maxischermo ritrasmette quelle immagini, a fine mattinata, il teatro Carlo Felice viene giù per gli applausi
L'impressione, a luci spente, è che siano
stati due giorni ben pensati. Due giorni in cui le realtà del mondo cattolico hanno rinunciato alle proprie sigleAcli, Pax Christi, Focsiv, Caritas, Csi, Sant'Egidio e tante altreper riflettere insieme su quello che, di questa globalizzazione, non convince E lo hanno fatto nel modo più costruttivo, non limitandosi a denunciare i mali del mondo ma proponendo ai Grandi della Terra delle alternative valide e concrete La denuncia, comunque, è forte Basta sentire l'ecuadoriana Mónica Espinoza (Rete Jubileo 2000), mentre racconta le fughe dal suo Paese, che in pochi anni ha perso un decimo degli abitanti D'altra parte, con 11 centesimi di dollaro al giorno, la vita non deve essere facile Ed anche ai più fortunati, che guadagnano 50 dollari al mese, l'Occidente sembra il Paradiso Le fa eco Filomeno Lopes (Radio Vaticana), giornalista, teologo e cantante, che conquista la platea con la storia di un castello che crolla per una battaglia tra due draghi Per l'Africa, spiega, la globalizzazione non è che "l'invasione dei porti" da parte dei più potenti Più tardi, nel concerto all'Acquasola, il suo
pezzo trascinante farà ballare anche le sedie.
Dal Congo giunge la testimonianza di padre Francesco Bernardi (Missionari della Consolata), che racconta di come, durante la Messa di Pasqua dell'anno scorso, mille persone si alzarono in piedi gridando che "la guerra è peccato" E fa stringere il cuore quando riferisce delle bugie di tre soldati bambini, costretti a mentire sulla loro età per poter combattere.
Arriva quindi la lettura del "Manifesto ai leader della Terra", che verrà poi consegnato all'ambasciatore Vattani I punti - guerre, commercio internazionale, ambiente e debitosaranno sviluppati nei lavori di gruppo, che occuperanno la prima parte del pomeriggio Ed è un manifesto convincente, concreto, con quella punta di utopia che i cristiani possono permettersi Ma la cosa più bellaspiega Riccardo Moro (Cei) - è che lo ha scritto uno staff di giovani: gli stessi che la stampa si ostina a chiamare "Papa boys", dimenticando che "i cristiani, pur avendo un punto di riferimento imprescindibile, riflettono liberamente, spesso portando ogni giorno sulle spalle la loro croce".
Anche la tv dà il suo contributo Ad illustrare le varie richieste ai Grandi della Terra aiutano alcune schede filmate, preparate dalla redazione di "A sua immagine" (Raiuno), che domenica mattina trasmette in diretta dal Municipio la consegna del Manifesto al sindaco, Giuseppe Perìcu Mentre a Gianni Ippoliti (Raitre) spetta il compito
commercio internazionale
Protagonista, a Santa Maria delle Vigne, il consumo consapevole "Ogni volta che prepariamo il caffè - ha detto Francuccio Gesualdi (Centro nuovo modello di sviluppo) - entriamo in contatto con i braccianti del Brasile ed i contadini della Costa d'Avorio che lavorano n e l l e p i a n t a g i o n i " . T r a l e p r o p o s t e e m e r s e , i l b o i c o t t a g g i o a d a l c u n e imprese ed il commercio equo e solidale Sostanzialmente d'accordo l'economista Riccardo Moro (Cei), più morbido nel proporre soluzioni: creare regole per organizzare meglio il mercato, sensibilizzare i cristiani sull'importanza del settore pubblico, adottare uno stile di vita coerente con i propri principî
di far riflettere sulle storture dell'informazione, e le sue interviste realizzate per strada ci riescono benissimo: dal signore un po' stufo di questi vertici ("Arriviamo al massimo al G9 o al G10, ma poi basta") a chi si dice certo che "il G8 è una manifestazione organizzata ogni volta che Berlusconi diventa presidente del Consiglio".
La parte più corposa dei due giorni, almeno da un punto di vista contenutistico, è negli interventi di alcuni rappresentanti delle associazioni promotrici Sergio Marelli (Focsiv) denuncia la "cultura della superficialità", a cui occorre rispondere con "un'etica della responsabilità" Il commercio delle armi, il debito, la speculazione finanziaria, l'iniqua distribuzione delle risorse e la violazione dei diritti fondamentali sono questioni a cui i Grandi devono dare una risposta concreta, perché "gli spot non servono, e la creazione di fondi straordinari non ha mai risolto nulla".
La responsabilità - di tutti e di ciascunoè anche il punto di partenza dell'intervento di Luigi Bobba (Acli), per il quale "questa globalizzazione senza regole è il nuovo nome del colonialismo" I suoi effetti negativi sono evidenti nel mondo del lavoro, dove milioni di donne e di immigrati si trovano ancora a dover affrontare
l'esclusione, ed i più piccoli vengono spesso ingaggiati come manodopera a basso costo. "Ben 200 milioni di bambini tra i 6 ed i 9 anni - conferma Ernesto Diaco (Ac) - svolgono lavori pesanti per almeno 12 ore al giorno", ed altrettante persone vivono "in condizioni di schiavitù". Gente che non può neppure permettersi il lusso di morire, perché non ha i "soldi per il funerale". L'invito, dunque, è a "non rassegnarci a vivere in un mondo senz'anima", adottando uno stile di vita fondato su "preghiera, digiuno e servizio"
La voce degli scout arriva tramite Edo Patriarca (Agesci), che sulle orme di Baden Powell affida ai giovani la "costruzione di una fraternità mondiale" e chiede loro di cominciare con il rifiuto del consumismo, perché "saranno gli stili di vita quotidiani a fare la differenza". Mario Giro (Sant'Egidio) esorta invece ad "aprire una breccia nel
povertà e debito
Davanti a più di 600 persone, nella chiesa della Nunziata, Massimo Aquini (Focolari) ha illustrato il legame tra debito e povertà: "gli interessi dei debiti contratti negli anni '70 impediscono a molti Paesi, soprattutto africani e latinoamericani, di sostenere la spesa sanitaria" Ma i progetti di cancellazione del debito non ne hanno toccati che a l c u n i , e s c l u d e n d o - a d e s e m p i oArgentina e Brasile. Di lotta all'Aids ha invece parlato Mario Giro (Sant'Egidio), soffermandosi sul costo elevatissimo dei brevetti dei farmaci, che molti Stati africani non possono permettersi di comprare. L'età media in Mozambico è di 37 anni, "la stessa dei tempi dell'impero romano".
muro di omertà" che nasconde i poveri dal resto del mondo, e reputa "scandaloso" che "ancora oggi, dopo milioni di morti e di malati, la comunità internazionale sia ancora timida sulla cura dell'Aids in Africa".
Quando è il momento delle istituzioni, l'atmosfera si surriscalda. Umberto Vattani, segretario generale del Ministero degli Esteri, viene ripetutamente interrotto dai fischi mentre tenta di difendere la causa del G8, e soprattutto quando sostiene che "i Paesi poveri sono rimasti indietro perché non hanno avuto la possibilità di entrare attivamente nella globalizzazione" Ma poi aggiunge che "al primo punto dell'ordine del giorno del G8 deve essere inserita la strategia per la riduzione della povertà", ed una buona metà delle contestazioni si trasforma in applausi
Chiude il dibattito il cardinale Dionigi Tettamanzi, ponendo l'accento sul "popolo dei distratti, degli indifferenti e degli insofferenti" che chiude le orecchie di fronte alla voce dei poveri: "una voce che non fa notizia, che ha un indice di ascolto molto basso" Ai giovani chiede di incontrarsi in profondità, di impegnarsi nel volontariato (che "raddrizza le vie della globalizzazione") e di "abbracciare la sfida" della politica senza preconcetti né riferimenti obsoleti E così, mentre i giornalisti tentano l'ultimo assedio ai relatori, i ragazzi si spostano nelle quattro parrocchie del centro storico per proseguire il dibattito Poi, dopo il concerto nel Parco dell'Acquasola, la marcia silenziosa fino al monumento del Milite ignoto Anche lui, in un certo senso, "sentinella del mattino", simbolo di una guerra che, dopo di lui, continua ancora ad uccidere
"Lasciate che i bambini sorridano non importa se in mezzo ad un campo o ad una piazza non importa se c'è baraonda il sorriso di un bambino ripaga di ogni sforzo". Nella giornata di Stadium Gioca in Città questo pensiero si è concretizzato a pieno nelle piazze di Mantova, dove i bambini hanno assunto il ruolo di veri protagonisti, pur coinvolgendo nel clima di festa tanti adulti Anche diversi turisti e molti passanti sono stati catturati e trascinati
di Roberta Trezza
dal divertente contesto, dove lo sport non era evidentemente espressione di antagonismo ma momento di gioia e di condivisione di valori comuni L'adesione ai tornei sportivi non si è fatta attendere: già alle ore 9 il gazebo CSI era in piena attività, preso d'assalto da bambini che volevano iscriversi al giocagoal, fanthavolley e basket La manifestazione entrava nel vivo con l'inizio della prima partita di giocagoal sul campo di calcetto in piazza Erbe
mentre il basket esordiva in piazza Mantegna I due campi, come pure il 2° campo di giocagoal in piazza Concordia, erano contornati da un pubblico festante che sottolineava le prodezze sportive dei mini-atleti con applausi e grida d'incitamento La mattinata volgeva al termine e si procedeva con la premiazione dei 140 bambini del giocagoal e delle squadre vincitrici dei tornei giovanili di calcio CSI Per la cronaca ricordiamone alcune: FC Luzzara vincitrice del campionato Ragazzi e la polisportiva Comunale Borgoforte campioni provinciali Under 15; ma gli applausi più forti sono stati riservati alle squadre dei pulcini del Suzzara 2000, Audace Castel d'Ario, San Lazzaro, Ac Goito e alla scuola calcio della polisportiva Virgilio che orgogliosi mostavano i trofei vinti. Diversa emozione ha suscitato la consegna del Discobolo d'oro a Guido Bertoli, che per 40 anni è stato il responsabile dell'ufficio stampa del CSI mantovano, una figura di primo piano nella realtà locale ma soprattutto una di quelle figure di operatore volontario che hanno fatto la fortuna dello sport italiano L'esibizione di jujitsu e quella del Group Rowing, coordinati da Gianluca Farina, medaglia d'oro di Seoul nell'88, hanno concluso la prima parte della giornata. Alle ore 15 era di scena in piazza Concordia la pallavolo mentre in piazza Erbe il calcio a 5 dei dilettanti riscuoteva
un grosso successo di pubblico e di partecipanti
Anche il basket richiamava i suoi appassionati e numerose sono state le sfide 3x3 che si sono succedute in piazza Mantegna malgrado un sole cocente
La giornata si è conclusa con il saluto del vicesindaco di Mantova, Albino Portini e con le premiazioni delle squadre di pallavolo che meglio si sono
classificate nei campionati provinciali e nella classifica Fair Play Sorridono i bambini al momento delle premiazioni: nelle loro facce brilla l'entusiasmo. Poi le numerose grida di gioia sono state il ringraziamento più chiaro per lo "staff" dirigenziale che ha creduto nel valore di questa iniziativa.
Premiati per i delettanti maschili la Revere volley e l'oratorio S Giuseppe di Casaloldo giunti rispettivamente 1° e 4°
nel campionato provinciale mentre per il settore femminile venivano premiate oratorio S Luigi Gonzaga di Goito 1° nel Dilettanti Femminile e 1° nel torneo Primavera; il GS Splendor Marmirolo vincitrice del campionato provinciale
Cadette e del torneo Primaverile, la pallavolo Medole trionfatrice tra le allieve, la polisportiva Bagnolese 1° tra le Giovanissime nel campionato provinciale e 2° nel torneo primaverile vinto dalla Pallavolo Piadena, anch'essa presente alle premiazioni
Per il CSI mantovano si è trattato di uno degli eventi di maggior spessore dell'anno sportivo che ormai sta per concludersi e all'indomani della manifestazione non sono mancati gli elogi Un giovane dirigente di società, nel ringraziare il CSI anche a nome dei bambini e delle loro famiglie, si è lamentato di un'unica cosa: "È stata una giornata bellissima, ma troppo breve…". In vista dell'edizione del prossimo anno, i dirigenti del CSI mantovano stanno pensando a come ampliare lo spazio dedicato ai bambini e rendere ancora più vivibile il piccolo "Villaggio dello sport" che è il cuore della manifestazione.
Il Progetto è nato da un lavoro di collaborazione di docenti accomunati sia dalla necessità di risolvere problemi urgenti come il fenomeno della dispersione scolastica: l'evasione dall'obbligo, l'abbandono, lo scarso profitto, l'insuccesso scolastico, sia dalla necessità di ampliare le conoscenze e le abilità degli alunni, cercando una convergenza tra l'educazione fisica, da sempre la favorita tra le discipline, e tutte le altre attività educative Insieme ai ragazzi si è cercato di proporre giochi sportivi nuovi e di ricercare quelli vecchi, di strada, di cortile, appartenuti ad una tradizione troppo in fretta dimenticata l'esperienza degli insegnanti coinvolti nel progetto (cinque delle scuole secondarie di I grado e nove delle scuole secondarie di II grado) ha rivelato la necessità di collaborare per creare una "officina del movimento"
Il gruppo di studio composto dai ragazzi e dagli insegnanti è riuscito a svincolarsi dalla dipendenza delle cose già fatte, già pronte, e si è aperto a nuove dinamiche possibilità: la ricerca personale, la flessibilità, la liberazione delle potenzialità creative hanno permesso di togliere il gesso degli automatismi scontati
Alla scrittura creativa, al disegno creativo, alla lettura creativa e più in generale alla comunicazione creativa, si è aggiunta così la creatività sportiva
I l MovI Me nto dI verge nte
Con la proposta del gioco-sport : la Pal larmonica
Pagg 80, 2001, £ 20 000
ArAnBlU editore via della Conciliazione, 1 00193 roMA
Sport, burattini, voli in mongolfiera e altro
di Daniele Perini
Una bella giornata, calda, forse troppo, visti i 33 gradi registrati all'ombra della Torre degli Asinelli. Nel cuore della città, proprio come nel titolo di questa giornata, nella centralissima Piazza 8 agosto, per un'intera domenica lo sport del CSI ha accompagnato il grande progetto dell'Associazione
Amici di Luca per la costruzione della "Casa dei risvegli", struttura per la ricerca e la terapia nel coma La lunga kermesse è iniziata all'alba quando tre temerari, tra i quali un dirigente della nostra Associazione, autotassandosi con 400 000 a testa hanno volato sui tetti della "dotta", sorvolando la città in mongolfiera.
Un'avventura, un volo sopra una città dormiente, di lì a poco pronta a risvegliarsi nel segno dello sport e della solidarietà
Sotto il cielo bolognese, alle ore 9.00, anche la piazza chiamava a sé i passanti "apparecchiata" ed imbandita a festa
Menu al pubblico: un campo da calcio 3x3, uno da volley, due portate col basket, una zona adibita al calciobalilla, e 2 tavoli da tennistavolo. In più uno spazio interamente adibito alle arti marziali che hanno accompagnato i bolognesi, celebri "ghiottoni", nella grande tavola sportiva servita in piazza
Particolarmente apprezzata l'esibizione di alcune specialità delle arti marziali con sei maestri che si sono affrontati nel karate e in altre antiche discipline che prevedono l'uso di bastoni, machete e spade.
Anche i più piccini, e non solo loro, si sono divertiti con gli spettacoli di burattini, che hanno animato i teatrini delle tre compagnie presenti in piazza
Con il calare della sera suggestiva esibizione della jazz band del "Chet baker club" di Bologna che ha accompagnato i voli ancorati in mongolfiera per la gioia di tutti i bambini presenti. Grande è stata l'emozione di vedere ancora salire la mongolfiera con il vessilo del CSI
Gran successo inoltre per l'angolo del gelato, dove uno stand apposito ha contribuito con una piccola offerta al progetto ed infine il consueto lancio dei palloncini tra le nuvole, con i messaggi per la Casa dei
Risvegli Luca De Nigris
Fulvio De Nigris, il papà di Luca ne ha inviato uno a Stadium: "Un grande grazie agli amici del CSI per l'amicizia e l'entusiasmo con cui hanno sempre aderito agli appelli dell'Associazione Amici di Luca"
Dopo Stadium nell'ottobre scorso, questa giornata sancisce il sodalizio tra il CSI bolognese e l'Associazione Amici di Luca Il prossimo ottobre, in occasione della "giornata nazionale dei risvegli dal coma"
è già in cantiere un'altra bellissima iniziativa che avrà come leit-motiv la solidarietà, lo sport e lo spettacolo, come sempre nel cuore della città e nel cuore della solidarietà
di Felice Alborghetti
Raccontiamo la corsa di Gelindo Bordin, dai
suoi primi passi nel CSI all'oro di Seoul...
I Queen e Springsteen favoriti nel suo walkman da allenamento, il tifo per il Milan, le sue amicizie ed il suo lavoro. La passione per le passeggiate a cavallo, ed uno speciale "doping" davvero tutto suo.
Da quando avevo 12 anni "correre" è il verbo che più ho usato nella mia vita
Mi piace correre sempre alla giusta velocità, in macchina, a piedi, nella vita come in gara. Senza eccessi. Ho cominciato a correre nel 1972-73 nel CSI Montegalda, una società del vicentino, vicino al mio paese Longare, dove sono nato Ho corso lì finché ero giovane, più o meno fino al 1977. Nella prima gara a cui partecipai, una corsa campestre, vinsi il titolo regionale. Due anni dopo arrivò il titolo italiano di maratonina a Brescia nel ‘76.
cosa ricorda di quei tempi?
La squadra vicentina del CSI che era fortissima, (tra gli altri Pizzolato, ndr) Poi tutti gli atleti del Montegalda, che saluto E Giacomo Dalla Pria, il mio primo allenatore Fu lui a scoprirmi in una gara non competitiva, dove correvamo assieme Prima di allora, facevo il portiere in una squadra di calcio, il mio sport preferito a quel tempo e di cui sono ancora un gran tifoso, del grande Milan naturalmente Giacomo mi convinse a provare;
cominciai a correre e già dopo tre mesi, nella prima campestre, venne la prima vittoria, tra i miei ricordi più belli dell'infanzia In quella squadra eravamo un gruppo particolare, di veri amici; facevamo sempre le vacanze insieme Ci allenavamo sì, ma fondamentalmente era un gruppo che stava bene insieme, e che si divertiva Eravamo tutti un po' pazzi a quell'età e sarebbe tutto un aneddoto raccontare
il passaggio ai prof è stata una scelta difficile?
Dai 19 ai 24 anni ero, come geometra, direttore di cantiere, ma in quegli anni decisi di provare fino in fondo con l'atletica Ho mollato il lavoro a 25 anni, ed è stato un bel rischio. Iniziare a correre da professionista con uno stipendio minimo non è mai una scelta facile. Per fortuna è andata bene.
come ti ha catturato la maratona? È una gara molto affascinante, non solo per i grandi atleti, ma per tutti i milioni di maratoneti che al mondo ci provano sempre
Il risultato poi importa solo a certi livelli È chiaro che occorre avere particolari qualità fisiche per fare maratona; bisogna amare le lunghe distanze, e soprattutto riuscire a correre dentro sé stessi La corsa interiore è fondamentale, altrimenti si rischia la noia. Ed invece occorre gioire, correndo A me piaceva questo della maratona: gioivo correndo per tanti km.
e le difficoltà della maratona?
Vincere la fatica, superare le crisi
Bisogna avere una resistenza organica e psicologica migliore, che ti permetta d'ottenere il grande risultato Tutto ciò passa attraverso la preparazione. Occorre sapere come comportarsi quando si è in crisi di fame o ancora peggio di disidratazione Ci sono poi le crisi mentali Ad esempio: é già un'ora e mezzo che corri, cominci a sentire la fatica, mancano però soli 10 km all'arrivo e allora… Allora bisogna riuscire a rompere quel momento
A volte rimane difficile andare incontro alla fatica, riuscire a sopportarla e a vincerla
e quando arriva il ritiro?
In carriera mi sono ritirato due sole volte: la prima mi è accaduta a Londra, in una gara in cui avevo avuto enormi problemi. Dopo l'ho vissuta malissimo. È stata per me una batosta, una grande sconfitta. Ho voluto subito correre nuove gare per ritrovare la fiducia Poi quella sfortunata a Barcellona nelle Olimpiadi, però lì mi ero rotto il menisco a causa di una caduta che ha coinvolto 8 corridori. Una grossa delusione logicamente, ma nessun rimpianto perché non era dipeso da me. Generalmente non mi sono mai ritirato, neanche a Roma nell'86, quand'ero in testa ai campionati italiani, con 2 minuti di vantaggio Poi una crisi fortissima; chiusi secondo, ma finendo piano, con i crampi Ero soddisfatto comunque Sul ritiro penso che se arriva un momento in cui pensi che fermandoti, finisce la fatica, quello è un momento pericoloso; perché perdi la sfida con te stesso
prima di barcellona, seul. l'oro olimpico '88 quanto brilla nei tuoi ricordi?
Sono arrivato a quelle Olimpiadi nel momento giusto, dopo aver vinto gli Europei nell'86 ed il terzo posto ai Mondiali di Roma'87. Da lì un anno di allenamento durissimo con la convinzione di potercela fare in Corea. Avrei accettato qualsiasi risultato, ma andavo per vincere Quando a 4 km dalla fine mi staccai da Salah e Wakihuri, certo m'ero demoralizzato Mi sono rincuorato vedendo che perdevano il ritmo e dopo, nello stadio ho raggiunto l'apoteosi Oggi dico che fondamentale fu la serenità del giorno prima e la certezza che avrei potuto vincere, che mi ha sempre sorretto dall'inizio alla fine Ero pronto per il grande risultato.
Tagliato il traguardo baciai la terra per ringraziamento, un gesto istintivo
nella preparazione, negli allenamenti ad una corsa, c'è spazio per la preghiera? Sono credente; è chiaro che c'è sempre un pensiero al Signore, ma non amo chiedere molto Non prego Dio per
ottenere vittorie nello sport, mi sembrerebbe poco da credente
e la tua corsa interiore, oggi qual è?
Vivo a Biella per lavoro. Corro ancora per relax, cercando zone isolate, dalle strade ai luoghi più solitari, in mezzo alla natura
Questa sorta di isolamento da quello che ti gira attorno mi fa star bene. Così come da giovane, più stavo in mezzo alla natura più stavo meglio. Mi piace la musica e il cinema, ma nel mio tempo libero adoro andare a cavallo Ne ho uno a Biella, e come ho tempo corro da lui Anche qui prevale la mia grande voglia di farmi il vuoto attorno e di stare a contato con la natura Anche se sono una persona aperta, estroversa, cui piace stare in mezzo agli amici, a volte sento questo bisogno di ritrovarmi, ed il cavallo è un bel passaggio tra il correre nella vita quotidiana e il correre spensierati a galoppo, piacevolmente.
ferri di cavallo o le tue scarpe: a chi sei più affezionato?
Come amuleto ai primi, ma come affetto quotidiano alle mie scarpe da corsa, vere compagne di vita. Le studiavo e mi interessavo di scarpe già quando correvo. Ancor più oggi che lavoro come responsabile marketing della FILA per la linea running. Ad ottobre 2001 uscirà una nuova linea per una nuova collezione molto tecnica Il segreto sono sempre i materiali: abbiamo eliminato tutte le cuciture dalla tomaia e poi proporremo un mash nuovo, di nylon con delle fibre particolari
un messaggio ai giovani sui valori dello sport e del tuo sport
Credere nelle proprie capacità, fino in fondo, riuscire a tirare fuori quello che hai e quello che sei, dentro. Poi avere grande rispetto per gli altri, quelli che nello sport sono chiamati avversari
Quanto alla maratona e l'atletica in genere probabilmente è uno degli sport più belli, perché non lascia nessuno in panchina
A tutti è data la possibilità di misurarsi e di provarci davvero
e sul doping cosa pensi?
Sono stato sempre contro qualsiasi aiuto esterno. Lo sport va riportato a dei valori normali Deve essere bravo l'atleta, non il medico. La sfida dev'essere tra uomo e uomo, in modo pulito e leale, altrimenti chiamiamolo spettacolo, ma non più sport. Un valore vero è ad esempio avere la consapevolezza che vincere o perdere non cambia tantissimo. Questo ti aiuta anche a non fare certi tipi di scelte in certi momenti
Quindi se arrivo lì con le mie forze bene, sennò non era giusto che ci arrivassi.
Dobbiamo credere a gelindo, uno sportivo vero, che ha vinto tanto grazie alle sue gambe, alla sua testa, e perché no… alla sua inconfondibile barba.
Ecco finalmente scoperto il mio segretodice sorridendo - Che sia la barba il mio doping? Può essere, insieme ad un bel bicchiere di vino rosso!
uno sport alla volta
di Beppe Basso
Il beach-volley da "sport da spiaggia" è diventato ormai sport con la S maiuscola, specialmente da quando nel 1996 è diventato disciplina olimpica ai Giochi di Atlanta ‘96
Mentre nei primi anni '90 quasi tutti i giocatori provenivano dai campionati indoor e si dedicavano al beach solo in estate, ormai quasi tutti i giocatori specialisti si allenano e giocano tutto l'anno nei vari circuiti internazionali professionistici in cui i montepremi raggiungono diverse centinaia di milioni
Ma accanto ai circuiti professionistici esistono numerosissime occasioni di cimentarsi nel beach volley nei tornei amatoriali organizzati ormai da quasi tutti gli enti di promozione sportiva, dai circoli ricreativi, dai "bagni marini" e… da numerose società
le formule Di gioco e le nuove regole
La formula di gioco ufficiale (quella olimpica) del beach volley è il "2 contro 2", ma si possono organizzare tornei anche giocando "4 contro 4" (ad es. la Coppa Italia per società di serie A) o "3 contro 3" (molto frequente nei tornei femminili), nei quali le formule di
svolgimento sono a libera iniziativa dell'organizzatore
Per quanto riguarda le regole ufficiali, dalla stagione 2001 (5 marzo 2001comunicazione circolare FIVB) sono state modificate le dimensioni del campo di gioco che è stato ridotto a 8 m x 16 m mentre l'altezza è rimasta invariata 2,43 per il settore maschile 2,24 per il settore femminile (l'altezza della rete può essere modificata per le categorie giovanili)
Inoltre, durante la stagione 2001 sarà testato il Rally Point System come segue:
• due set su tre, i primi due a 21 punti, con vantaggio di due punti, senza limite;
• il terzo set, se giocato, è a 15 punti, con vantaggio di due punti, senza limite;
• il cambio campo avviene ogni 10 punti nei primi due set Devono essere immediati, senza riposo Durante il tiebreak ogni 5 punti, senza riposo;
• ciascuna squadra ha diritto a due time out per ciascun set. La durata di un time out è di 30 secondi;
• l'intervallo tra i set è di un minuto;
• le sanzioni non sono cumulate
nell'incontro, bensì per ciascun set. Ogni set comincia da zero penalità;
• in ogni incontro è consentito un solo time out per infortunio a ciascun atleta;
• il perdente del sorteggio per il primo set ha diritto di scelta nel secondo set. In caso di tie-break, si ripete il sorteggio.
I risultati dell'applicazione delle regole sopra descritte forniranno al prossimo World Council una base di valutazione per la scelta del formato di gara da adottare con il sistema Rally Point Sistem
il pallone
Il pallone deve essere di colore brillante (arancione, giallo, colorato…) con una circonferenza di 65-67 cm, un peso di 260-280 gr. e gonfiato ad una pressione da 0,175 a 0,225 Kg/cm quadrato (171/221 mbar o hpa).
la tecnica
Mentre nella pallavolo indoor i ruoli tecnici sono ben definiti (schiacciatori, palleggiatori, libero,..) nel beach volley ogni giocatore deve essere in grado di alzare, attaccare, ricevere, difendere oltre a murare e battere: insomma
dovrebbe essere in grado di fare tutto e possibilmente bene !!! In realtà non esiste un giocatore simile, però il concetto è che il giocatore di beach dovrebbe essere in grado di conoscere tutti i fondamentali naturalmente con particolare predisposizione o all'attacco o alla difesa.
Ma addentriamoci nella tecnica e nella tattica cercando di capire quale può essere la coppia ideale per il beach
bagher - Entrambi i giocatori devono essere dotati di una buona tecnica di ricezione sia perché il campo è molto grande per 2 giocatori, sia perché gli spostamenti sulla sabbia sono più lenti, sia perché il regolamento prevede che il "primo tocco" debba essere tecnicamente perfetto (la palla deve essere colpita nettamente e non trattenuta); generalmente il giocatore più bravo cercherà di coprire più campo, costringendo l'avversario a battere in una zona più ristretta, aumentando così le possibilità di errore. palleggio - Entrambi i giocatori devono essere in grado di alzare una palla alta in modo preciso; i giocatori con maggiori predisposizioni al palleggio saranno anche in grado di alzare palle più veloci, ma generalmente gli avversari tenteranno di impedirglielo servendo su di lui. attacco - È il fondamentale che assume aspetti totalmente differenti dalla pallavolo indoor in quanto non è necessario possedere colpi molto potenti, ma piuttosto si deve avere una grande manualità con la palla e una variante di colpi il più ampia possibile. Infatti molte azioni non si concludono con forti attacchi ma con palle piazzate, smorzate alla ricerca degli spazi liberi lasciati dai giocatori a muro e in difesa. Si rende quindi necessario un allenamento mirato allo sviluppo della visione periferica e della sensibilità sulla palla anche se spesso i giocatori si aiutano a scegliere le direzioni di attacco, comunicando (a voce) la zona lasciata scoperta dall'avversario. Un aspetto importante in questo fondamentale è il salto che nella sabbia è reso più difficoltoso: sarà quindi importante avere una buona capacità di
salto da fermo a differenza dell'indoor dove la rincorsa d'attacco aiuta il giocatore ad elevarsi maggiormente N.B. (regolamento tecnico): si precisa che è considerato fallo un attacco eseguito piazzando la palla con un "pallonetto" (dirigendo la palla con le dita) e anche quando un giocatore esegue un attacco in palleggio la cui traiettoria non è perpendicolare all'asse delle spalle, ad eccezione dell'"alzata" al proprio compagno battuta - Rispetto a quanto avviene
nella pallavolo indoor, nel beach volley esistono molte più varianti sia tecniche che tattiche I tipi di servizio che in genere si utilizzano sono la battuta in salto (di potenza o piazzata) la battuta flot (quasi sempre piazzata sul giocatore più debole in ricezione o in attacco) o la battuta a parabola alta in cui il giocatore cerca di far salire la palla il più alto possibile in modo da rendere difficoltosa la ricezione soprattutto a causa della scarsa visibilità in caso di sole.
Nel beach la battuta assume un'importanza tattica fondamentale in quanto ogni giocatore cercherà di costringere gli avversari ad attaccare con il giocatore più debole in questo fondamentale in modo da avere maggior possibilità di difesa e contrattacco muro e Difesa - Questi due fondamentali sono stati appositamente accostati insieme in quanto ritengo che nel beach volley la "correlazione muro-difesa" raggiunga la sua massima espressione tecnico-tattica.
Infatti, essendo le dimensioni del campo così grandi per due giocatori, l'intesa tra di essi deve essere perfetta: vi sarà capitato più volte di vedere strani segnali dietro le schiene dei giocatori. Essi non fanno altro che indicare quale sarà la scelta che faranno a muro, cioè se contrastare l'attacco diagonale o lungolinea, il difensore dovrà di conseguenza coprire la zona lasciata scoperta dal muro, cercando di spostarsi il più tardi possibile in modo tale che l'attaccante avversario non possa capire le sue intenzioni.
Come si può intuire, il tatticismo è esasperato, ma si possono anche vedere molte acrobazie e salvataggi spettacolari proprio perché la sabbia li favorisce N.B. (regolamento tecnico): si precisa che la palla nel beach volley può essere toccata con qualsiasi parte del corpo ma deve essere colpita nettamente ad eccezione della difesa su una schiacciata potente: in questo caso è consentito trattenere momentaneamente la palla con le dita in "palleggio". Si ricorda che il tocco nel muro è considerato come tocco di squadra. La squadra a muro avrà a disposizione soltanto due tocchi dopo il contatto del muro.
la preparaZione fisica
Non potremmo in questo spazio addentrarci nella metodologia di lavoro nell'ambito della preparazione fisica ma è comunque importante sottolineare alcuni aspetti di cui qualsiasi giocatore che si avvicini al beach deve tener presente. L'aspetto più importante è rappresentato dal terreno di gioco: la sabbia infatti rende i movimenti più lenti sia negli spostamenti che nel salto, quindi il giocatore che proviene dai campi
indoor avrà la sensazione di essere impacciato in quanto dovrà adattare i propri gesti tecnici alla nuova superficie e a traiettorie della palla completamente differenti. Come fare? il mio consiglio è quello di giocare, giocare, giocare, giocare soprattutto in considerazione del fatto che sulla sabbia il rischio di traumi (distorsioni, carico sulla colonna,…) è notevolmente inferiore rispetto all'indoor e poi in genere non si ha mai il tempo per impostare una preparazione fisica mirata a meno che non si tratti di giocatori professionisti (ma questo è un altro mondo!)
Infine, un aspetto da tenere in grande considerazione è la situazione climatica in cui il beach volley viene praticato: la spiaggia, quindi il caldo ed il sole Attenzione quindi a colpi di sole e di calore, ma soprattutto attenzione a reintegrare i liquidi con opportune bevande zuccherate (no doping!!! Grazie). Ricordatevi: prevenire è importante e rivolgersi ad un medico sportivo preparato è fondamentale
in conclusione
Per giocare e divertirsi a beach volley è necessario solo un pallone, una rete ed
una spiaggia.
Per i principianti ed i più piccoli, il mio consiglio è quello di iniziare con un campo più ridotto e una rete più bassa in modo da avere la possibilità di giocare più azioni consecutive in una condizione facilitata sino a quando non si è acquisita una buona manualità sul pallone Per coloro che invece sono già dei buoni giocatori della pallavolo indoor il mio consiglio è quello di allestire una coppia equilibrata in quasi tutti i fondamentali di gioco in cui almeno un giocatore deve essere alto e possedere buone qualità di muro e attacco, mentre il compagno dovrà almeno possedere buone doti di difensore e di alzatore. È fondamentale invece che entrambi i giocatori sappiano ricevere e possibilmente siano dotati di un buon servizio (almeno quello piazzato)
Per chi si vuole divertire la cosa fondamentale è che la coppia sia formata da giocatori che si stimano reciprocamente e che, perché no, siano buoni amici in questo modo sarà sicuramente più divertente vincere e meno traumatico perdere
Buon divertimento!
di Sergio Cameli
Il beach volley è lo sport che negli ultimi dieci anni ha rappresentato meglio il connubio tra attività sportiva e spettacolo Nato come "stratagemma" da parte dei giocatori di pallavolo per mantenersi in forma durante il periodo
estivo, è diventato a tutti gli effetti uno sport con una sua collocazione e precise caratteristiche fisiologiche, tanto che oramai nessuno parla più di "pallavolo da spiaggia"
Dal punto di vista metabolico, pur non presentando caratteristiche anaerobiche lattacide, il dispendio energetico è ai massimi livelli anche a causa delle condizioni climatiche nelle quali viene praticato, spesso nelle ore più calde della giornata estiva con temperature torride e un elevato tasso di umidità I primi studi sui giocatori risalgono a una quindicina di anni fa e nel corso di questi anni è stato a più riprese confermato che non vi è accumulo importante di acido lattico anche nel caso di partite molto lunghe e impegnative e in condizioni ambientali estreme
Il metabolismo più impegnato è quello
anaerobico alattacido, mentre tra le caratteristiche fisiologiche importanti troviamo qualità muscolari di resistenza alla velocità, capacità da parte del giocatore di anticipare le intenzioni dell'avversario associata ad elevata rapidità di spostamento Tali qualità sono necessarie per coprire al meglio la superficie del campo dal momento che ogni squadra è normalmente composta da due soli giocatori, ognuno dei quali deve occuparsi di una notevole fetta di terreno
Le patologie più frequenti nel praticante beach volley sono abbastanza differenti rispetto a quelle del pallavolista Infatti, se da una parte le lesioni da sovraccarico a carico della spalla sono sovrapponibili, dall'altra le patologie croniche del ginocchio (ginocchio del saltatore) e del piede presentano un'incidenza nettamente inferiore. Per quanto riguarda le patologie acute, le più frequenti rimangono le distorsioni dell'articolazione tibiotarsica, anche se la minore possibilità di contatto con gli altri giocatori sotto rete e la superficie sabbiosa sono condizioni che ne riducono la prevalenza in valore
assoluto. I problemi clinici che vengono maggiormente evidenziati nei praticanti questo sport sono gli arrossamenti degli occhi, (è sempre buona norma proteggerli mentre si gioca), le scottature della pelle (meglio usare creme protettive), vesciche provocate dalla sabbia bollente.
Tuttavia i rischi più temibili per il giocatore di beach volley sono a carico dell'equilibrio idrico ed elettrolitico: la perdita di acqua e sali minerali con il sudore può essere rilevante portandolo alla disidratazione Normalmente durante l'esercizio fisico, vi è un aumento della temperatura corporea e il calore prodotto viene disperso attraverso la sudorazione
Durante una partita di beach volley, si verifica l'aggravante della situazione ambientale che accentua tali perdite Se non vi è un continuo ripristino di liquidi e sali, si ha una riduzione del contenuto di acqua in tutti i compartimenti corporei, primo fra tutti il sangue con conseguente riduzione della possibilità di trasporto dell'ossigeno. L'atleta disidratato presenta dei sintomi che possono essere anche molto gravi,
Il principale elemento di cui ha bisogno l'organismo durante l'attività fisica è l'acqua, la cui mancanza può rapidamente compromettere la prestazione L'idratazione andrebbe cominciata già due ore prima della gara, bevendo quantità pari a circa 250 ml ogni quarto d'ora fino all'inizio Durante lo sforzo oltre a bere frequentemente, possono essere utilizzate delle miscele con modiche quantità di sali minerali e zuccheri oppure ci si può aiutare mangiando qualche frutto
Le bevande più indicate durante l'attività fisica sono:
• acqua
inizialmente può andare incontro a crampi muscolari, nausea, debolezza, vertigini fino a confusione mentale e a insufficienza cardiocircolatoria (colpo di calore) che può condurre fino al coma e alla morte Bere molto durante il gioco, è la strada per evitare questi rischi. È meglio se
• tè
• succo di agrumi diluito
• succo di frutta diluito
Da evitare il nettare di frutta che possiede una quantità di liquido non superiore al 50% I frutti da preferire sono quelli che possiedono almeno l'80% di acqua:
• albicocca
• pera
• pesca
• prugna
La banana possiede circa il 70% di acqua, ma è indicata per il suo contenuto di potassio, per cui può tranquillamente accompagnare l'acqua semplice
nell'acqua è presente una piccola quantità di sali minerali, che a bassa concentrazione vengono assorbiti ed utilizzati meglio dall'organismo Il ripristino di tali sostanze, infatti, è il mezzo più idoneo a proseguire l'attività senza cali di rendimento e soprattutto senza rischi per la salute.
Il CSI Vallecamonica, con il patrocinio della Provincia di Brescia, della Comunità Montana e del Comune di Borno, ha organizzato dall'8 al 10 giugno la prima edizione del Gran Premio Nazionale di Mountain Bike, che ha raggruppato a Borno più di cento validissimi bikers per l'assegnazione delle prime maglie tricolori
Un'esperienza nuova, che ha interessato - è vero - solo alcuni comitati, ma che, visto il grande successo di questo sport, in forte crescita a livello nazionale, ma non troppo tra i nostri tesserati, promette miglioramenti e nuove partecipazioni, onde divenire uno tra gli appuntamenti da non perdere nel vasto panorama CSI (già programmata la seconda edizione prevista a giugno 2002)
Positivo il buon livello organizzativo raggiunto: infatti, a fronte dei 120 partecipanti, si sono mobilitate oltre 60 persone tra addetti ai controlli, giudici, commissari di percorso, sanitari e volontari per la logistica e il rinfresco
Nulla, dunque, è stato lasciato al caso (pure il controllo antidoping) ed i complimenti spontanei di tutti gli osservatori presenti (anche federali), hanno gratificato gli organizzatori
A parziale giustificazione del numero limitato dei concorrenti ci sono state anche le avverse condizioni meteorologiche che in quei giorni hanno flagellato tutto il nord Italia,
di Tomaso Bottichio
Vallecamonica compresa. La pioggia ha inoltre contribuito a rendere difficoltoso il percorso che gli amici camuni avevano meticolosamente studiato, distribuito tra mulattiere e prati scoscesi, tipici aspetti del territorio lombardoalpino All'arrivo tutti mostravano la
caratteristica "faccia da fango" e, tra placche di carbonato e caolino, come due fanali all'imbrunire, spiccavano gli occhi stanchi ma pieni di gioia, di chi ha dato il meglio di se stesso e sa di aver comunque vinto, a prescindere dall'ordine di arrivo A Borno abbiamo
visto, per fortuna, anche molti Esordienti e Giovanissimi che, seppur percorrendo tracciati limitati, hanno impressionato per la dedizione e l'impegno profusi Oltre al titolo individuale, che ha vestito 8 nuovi campioncini, è stato assegnato anche il titolo a squadre che ha premiato la compagine dell'U S Sellero Novelle - Team Exodus che dal nome già lascia trasparire le diverse attività sociali svolte sul territorio Le due giornate di gara hanno riempito il week end degli appassionati iniziando da sabato 9 giugno con il prologo a cronometro (specialità poco diffusa ma spettacolare) che ha contribuito a determinare la classifica a squadre: una sparata di 4 minuti circa che ha comunque selezionato i valori. La domenica, di buon mattino e sotto pioggia battente, si sono susseguite le partenze delle varie categorie, raggruppate in tre diverse tipologie e con percorsi differenziati. Gli ultimi concorrenti, stremati, chiudevano la loro gara dopo quasi due ore di fatica intorno a mezzogiorno, per poi ritrovarsi tutti insieme a festeggiare i vincitori e ad assistere alla novità della vestizione di quelle maglie che, con onore, indosseranno per tutto un anno, ma che l'anno prossimo dovranno per forza rimettere in gioco e non sarà così scontata la riconquista Questo si leggeva negli occhi di coloro che per poco hanno mancato tale obiettivo e dal gradino inferiore del podio guardavano al centro col capo leggermente chino ma con la dignità di chi sa accettare la
sconfitta e mai abbandona i sogni di rivincita. Così va lo sport anche nel CSI, la competizione non deve per forza paragonarsi a valore negativo e fino a che stregoni ed alchimisti non la lorderanno con i loro imbrogli, riteniamoci soddisfatti. Il seme ormai è gettato, speriamo che il terreno sia fertile e generoso e che altre realtà raggiungano il livello del confronto e della compartecipazione di una manifestazione nazionale che all'interno di qualsiasi associazione deve rappresentare "il" più che "un" momento aggregativo
ATLETA SOCIETà
esordienti
1) Bonomelli Denny Pol Valle Adamè
2) Mirko Pogna U S Sellero Novelle
3) Andrea Tos U S Sellero Novelle
giovanissimi
1) Cristian Cominelli U S Sellero Novelle
2) Calzaferri Matteo U.S. Malonno
3) Mosconi Andrea Televideo Edolo
Juniores
1) Mutti Fabio Televideo Edolo
2) Bertoni Stefano G S MTB Nimis
3) Mazzoli Diego A S Boario
seniores a
1) Stefano Lenzi Isam Team
2) Bellicini Tommaso G.S.O. Breno
3) Defendente Bellicini A S Boario
seniores b
1) Zonta Enrico U S Sellero Novelle
2) Berera Michele Isam Team
3) Bondioni Tiziano G S O breno
adulti a
1) Garattini Tiberio A S Boario
2) Laffranchi Mauro U S Sellero Novelle
3) Borgi Lorenzo MTB S Marinella
adulti b
1) Giordano Bontempi A S Boario
2) Gervasoni Giovanni Isam Team
3) Salvatore Antonio Vissone Montecampione
veterani
1) Riccardo Luoni U S Sellero Novelle
2) Garattini Valerio A S Boario
3) Piergiacomo Pasinetti U S Sellero Novelle
femminile
1) Chiappini Maria Televideo Edolo
2) Panada Elena Vissone Montecampione
di Bruno Longhi
Ciak! Si ricomincia. Il grande Barnum del calcio ha praticamente riacceso i riflettori sulla nuova stagione, quella che culminerà con il mondiale 2002 di Giappone e Corea I suonatori sono pronti e con loro gli acrobati, i saltimbanchi e i domatori di leoni
Alle bancarelle del Crown Plaza di San Donato Milanese, a partire dai primi giorni di luglio, era iniziata l'operazione di lifting per molti club Ad alcuni era bastato qualche piccolo ritocco Per altri c'è voluto il bisturi. Ma la domanda è d'obbligo: è stato un buon mercato oppure un mercato frenetico, ricco, in cui si è badato più al marketing che all'aspetto squisitamente tecnico del problema?
A bocce ferme si possono proporre alcune considerazioni dalle quali si evince che nessuna tra le cosiddette grandi ha risolto appieno i suoi problemi d'organico, a cominciare dalla Juventus che doveva rinforzare l'attacco e invece - attraverso gli acquisti di Gigi Buffon e Lilian Thuram ha solidificato ancor di più il reparto che già era forte di suo A centrocampo, si trova con Nedved ma senza Zidane ovvero il miglior giocatore del mondo come dimostrano i 150 miliardi spesi dal Real Madrid Discorso analogo, ma capovolto si può fare per il nuovo Milan di Fathi Terim D'accordo: il turco è un offensivista, ma con Rui Costa e Inzaghi, Adriano Galliani ha reso ancor più penetrante e prolifico l'attacco mentre i guai, nel passato campionato, li aveva procurati l'insicura difesa La Lazio è decisamente indecifrabile Ha acquistato Giannichedda e Fiore, ma ha perduto Veron e Nedved, due delle pedine fondamentali nell'assetto della squadra di Dino Zoff, e indecifrabile è pure l'Inter Pare essersi sistemata in difesa, ma non ha ancora il cosiddetto leader a centrocampo mentre là davanti Ronaldo e Vieri, per motivi differenti, sono inquietanti incognite.
Il Parma si è consolato con Nakata delle partenze di Buffon e Thuram e soprattutto
dei rifiuti di Rui Costa e Toldo. Mentre la Roma - per concludere - non è riuscita a fare del proprio pacchetto difensivo un reparto affidabile come l'attacco e il centrocampo Ma al di là delle considerazioni tecniche è giusto ricordare che un buon mercato lo si fa avendo un occhio di riguardo all'aspetto tecnico, a quello economico ed evitando di ritrovarsi tra un anno con tanti svalutati fondi di magazzino Lo hanno detto e ripetuto i cosiddetti boss delle trattative: per risanare la situazione esistono solo due strade. O si riducono gli ingaggi e le spese folli per l'acquisizione dei cartellini, o si riducono drasticamente le rose Non più 35/40 giocatori in organico, ma al massimo 22 o 25 Da un paio d'anni a questa parte assistiamo a questo inconcepibile fenomeno: i dirigenti di società cercano all'estero lo "scoop", ovvero quel o quei giocatori a basso prezzo o addirittura a costo zero sperando in una improbabile esplosione nel campionato di serie A Eventualità questa che si verifica rarissimamente Ciò che ne deriva è un eccessivo infoltimento delle rose, difficoltà nel piazzare i giocatori in esubero e tanti, troppi stipendi a sei o nove zeri da pagare. Una realtà questa che è davanti agli occhi di tutti Ma i nostri operatori di mercatosiano essi procuratori o dirigenti di società - continuano imperterriti in questa azione di imbarbarimento del nostro campionato. Nell'ultimo mercato - pensate - i nuovi stranieri tesserati sono stati all'incirca 40, e tra questi gli unici noti sono Claudio Taffarel, 35 anni, cavallo di ritorno al Parma, i due turchi dell'Inter, Emre e Okan, e i due neo milanisti Contra e Javi Moreno. Caso a dir poco clamoroso è quello dell'Udinese che, ad un certo punto, aveva in organico ben 22 stranieri, manco fossimo al palazzo di vetro delle nazioni unite Per contro, se tanti carneadi sono venuti ad innervare il nostro campionato, campioni come Veron e Zidane, sono emigrati in Inghilterra e
Spagna per rafforzare le velleità di Manchester e Real, mentre Leonardo, purissimo talento brasileiro è rientrato in patria a San Paolo per guarire dalla "saudade". Per non aggiungere a questo breve elenco i vari Amoroso, Boban, Zanetti, Bierhoff, Kovacevic, Blanc, Seedorf tutti ottimi giocatori che se ne sono andati o sono stati vicinissimi a farlo. Insomma abbiamo esportato oro, incenso e mirra Abbiamo importato fuffa in quantità industriale, alla faccia del cosiddetto buon mercato
Ciak si gira, dicevamo all'inizio. Ricominciano i sogni, le speranze, la voglia di calcio. A lottare, come ormai avviene nelle ultime stagioni, saranno le solite sei con una differenza: l'asse Milano - Torino ha riguadagnato terreno nei confronti delle romane vittoriose dei due ultimi tornei.
Chi vincerà? Per non rimediare figuracce postume mi limito a raccontare quanto confidatomi giorni fa dal presidente di una delle grandi "Alla fine finiscono ai primi posti quelle società in cui gli stipendi rappresentano una voce importante in bilancio. Insomma chi ha i giocatori migliori li paga di più E alla fine vince
Per cui se volete sapere a chi andrà lo scudetto 2001-2002 cercate, magari su Internet, questi dati E probabilmente avrete la risposta che cercate”.
Stadium continua a indicarvi i siti e portali di grande interesse per chi opera nel mondo dello sport. Anche per luglio sono sempre tanti quelli curiosi e degni di nota
www.schumacher-fanclub.com
È il sito ufficiale del fan club dedicato a Michael Schumacher, il pluricampione tedesco, punto di riferimento e di ritrovo per i suoi numerosi tifosi Molte le notizie e curiosità interessanti sul pilota Ferrari che si avvia a vincere il suo secondo mondiale con la scuderia di Maranello
www.unb.ca/sportmanageme nt/
Sarà perché lì gli sponsor abbondano o perché tutto è profit, negli USA il management dello sport, che da noi è ancora ai primi passi, è una scienza molto consolidata Non c'è, o quasi, università americana che non abbia adottato un proprio libro di testo sull'argomento, e spesso anche sul management dello sport ricreativo.
Questo sito, in realtà canadese, è trasversale a quanto realizzato nelle università americane, ed ha lo scopo di un costante aggiornamento per tutto ciò che concerne il management sportivo
www.working.it/adv/coniva/m ain.htm
Consente di accedere ad una massa davvero rilevante, per quantità e qualità, di informazioni, trattandosi dello "Sportello informativo e documentale" del CONI. Organizzatore del servizio è il CONI di Varese
Dalla pagina di apertura si accede alla rivista on line "Punto G", sicuramente rilevante per tutti gli operatori CSI. Sul numero 10 di luglio 2001, abbiamo in sommario questi articoli: Perché e come riscaldarsi; Il circuit training; Perché, come e quando stirarsi; Gli addominali: caratteristiche, funzioni, valutazione, miglioramento; Scheda bibliografica: Fisiologia dello sport; Recensioni. Sono consultabili i numeri arretrati Altra pagina cui si può accedere attraverso working it è quella dell'Osservatorio Nazionale delle Capacità Motorie, istituito dall'Ufficio Manifestazioni Promozionali Centri Giovanili del CONI
Altre interessanti rubriche di working it riguardano le biblioteche sportive italiane, impianti sportivi e mutui relativi, scuola e sport
www.scuolasportsic.it È il sito della Scuola regionale sport della Sicilia. Oltre agli operatori sportivi dell'isola, può interessare chiunque si occupa di sport, grazie ad alcuni settori che fanno servizio di documentazione. Così la rubrica "Centro documentazione", la parte dedicata alle dispense in uso nella Scuola, la riproduzione di studi la rassegna stampa, l'elenco e le caratteristiche delle varie iniziative formative.
www.libridellosport.it
Nato dall'esperienza dell'agenzia giornalistica multimediale Datasport, presente da quindici anni in ambito sportivo, si propone come un sito di approfondimento sulle pubblicazioni sportive L'obiettivo primario del sito, quale libreria italiana completamente informatizzata e gestita esclusivamente in rete, è fornire sia le chiavi di lettura di quanto avviene nel mondo sportivo sia nuovi punti di riferimento, grazie anche al supporto di un vastissimo catalogo continuamente aggiornato ad ogni nuova uscita
www.kitesurf.it
Nelle pagine interne parlavamo di aquiloni Da un paio di anni una nuova disciplina sta letteralmente animando tutte le spiagge d'Italia: il Kitesurf, ovvero una sorta di connubio tra surf e paracadutismo, che permette di svolgere acrobazie veramente spettacolari sfruttando contemporaneamente la potenza del mare e quella del vento In pratica si tratta di planare sull'acqua con un surf, appesi ad un aquilone Il sito della F.K.I., la Federazione ufficiale di Kitesurf, è ancora lontano dall'offrire un servizio completo, ma le premesse comunque non sono male vista la buona grafica, la facilità di navigazione e la presenza già da ora di un motore di ricerca interno.
www.atleticaleggera.com
Sito bilingue - italiano e inglese - interamente dedicato all'atletica leggera: contiene le classifiche aggiornate con i record assoluti e quelli olimpici, statistiche, foto e curiosità varie sui protagonisti di questo sport
Da centoquaranta anni al servizio del Papa.
L'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede, ha compiuto il primo luglio scorso centoquaranta anni Fondato il primo luglio 1861, pochi mesi dopo la proclamazione del Regno d'Italia, il giornale vaticano ha saputo attraversare le vicende storiche con una speciale "lente d'ingrandimento": quella della fedeltà al magistero petrino. Un "giornale atipico" così lo definì Papa Paolo VI proprio perché oltre ad essere voce della Chiesa universale, dai tempi della breccia di Porta Pia, il quotidiano ha concentrato il suo impegno sulla situazione politica italiana e sulla cronaca di Roma Un lavoro, quello dello staff redazionale, impegnativo che è stato elogiato dal Papa durante l'angelus di domenica 1 luglio in piazza san Pietro Una missione professionale ed ecclesiale che l'attuale direttore della testata vaticana, Mario Agnes, non esita a definire "l'esperienza di un cattolico, senza aggettivi" E la stessa scritta che campeggiava sullo striscione in piazza San Pietro "da centoquaranta anni ogni giorno con il Papa" può sembrare uno slogan privo di valore Ma non è così "Perchéprecisa Agnes alla guida della testata dal 1984 - "contiene realmente quello che è il nostro pane quotidiano Soprattutto mio e dei miei predecessori. Mi piace pensare che sono centoquaranta anni di quotidianità, come per ogni giornale, e di storia di cui qui più che altrove si avverte il palpito universale"
Cosa significa essere il direttore dell'Osservatore Romano? Può parlarci dell'esperienza umana e spirituale di guida della testata vaticana?
di Rita Saler no
"Leggere ecclesialmente le vicende umane: questo significa ricoprire il ruolo di direttore dell'Osservatore Romano Ciò comporta che nulla deve sfuggire al direttore dell'Osservatore Romano: dai grandi ai piccoli avvenimenti, dallo sguardo universale alle storie apparentemente piccole che hanno per protagonista l'Italia o altri paesi del mondo Offrire ai lettori una lettura ecclesiale delle piccole e grandi cose, dei grandi eventi. Significa fornire ai lettori una interpretazione con l'occhio della Chiesa".
Quale il ruolo ha saputo ritagliarsi oggi l'Osservatore Romano nel panorama dei media mondiali?
"Il compito impegnativo che ci spetta è a mio avviso di non far mai perdere di vista l'essenza del magistero del Papa Perché, se è vero che c'è stata molta attenzione da parte dei mezzi di comunicazione sociale nei riguardi della Chiesa durante tutto l'Anno Santo, interesse di cui siamo grati ai colleghi degli altri quotidiani, non dobbiamo dimenticare che tutto questo non basta È necessario puntare su problemi nodali riguardanti il futuro e la vita dell'uomo, temi che il Papa sottolinea ogni giorno Ritengo che per noi sia essenziale porre al centro di tutta la nostra azione l'uomo e il suo avvenire Perché diversamente le cose non potranno che peggiorare Oggi, non scuote le coscienze sapere che ogni giorno in Italia muoiono in media quattro persone sul luogo di lavoro È questa l'ottica che, in contro tendenza, distingue noi dell'Osservatore Romano da tutti gli altri Occorre guardare
all'uomo nella sua essenza Con gli occhi con cui lo guarda Gesù Cristo".
L'Osservatore Romano, dunque, sa cogliere e interpretare i segni dei tempi?
"Si sforza di farlo. E crede di averlo saputo sempre fare Soprattutto alla luce dell'operato dei miei predecessori. Penso ai tempi del conte DallaTorre, che ha diretto dal '20 al '60 o di Raimondo Manzini che guidò il giornale durante il periodo del Concilio Vaticano II, stagione proficua per la Chiesa".
E il futuro dell'Osservatore Romano come lo vede? Si parla tanto di globalizzazione, anche il giornale del Papa si adeguerà alle esigenze dell'attualità che vedono argomenti del genere al centro di vertici internazionali?
"Daremo lo spazio che sarà necessario. Abbiamo pubblicato recentemente il documento elaborato sull'argomento dai vescovi liguri Ma, in generale, ritengo che il nostro futuro è nel futuro di questi temi Di come sapremo affrontarli e dipanarli. Nulla di ciò che riguarda l'uomo è alieno dall'Osservatore Romano".
È stato inventato migliaia di anni fa, ma il suo fascino non è mai invecchiato. L'aquilone, protagonista di giochi senza età e di spettacolari acrobazie, continua a volare alto e a tenere con il naso all'insù migliaia di appassionati e di veri e propri sportivi.
Poche migliaia di lire per far volare la fantasia. Un telaio, una vela e un filo sottile che raccorda tenere braccia o solide mani adulte al cielo sconfinato. L'aquilone si presta facilmente a sollecitazioni poetiche e, più o meno carico di simboli, si libra nell'aria tra l'ingenuo e l'ingegno di chi, nel terzo millennio, ha perfezionato vere e proprie tecniche di volo per allargare le possibilità acrobatiche di questi volatili artificiali
C’ERa una vOLta
Un vento d'oriente lo ha portato fino in Europa attraverso i tempi. I cinesi costruirono in seta e bambù i primi aquiloni che si librarono nell'aria molti secoli prima di Cristo. Da lì, in breve tempo, la pratica dell'aquilonismo si diffuse in tutto l'Oriente, caricata di significati religiosi o di credenze
popolari In Corea si affida agli aquiloni il nome e il destino dei neonati augurando loro una lunga e prosperosa vita e in Thailandia li si usa per spazzare le nubi dai campi attirando i venti del Nordest L'aquilonismo acrobatico, ultima evoluzione ipertecnologica di questa pratica, nasce invece presumibilmente negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale. Per allenare i tiratori della contraerea a colpire bersagli mobili, pare infatti che gli ufficiali della marina ebbero l'idea di
levare in volo aquiloni che, abilmente manovrati, descrivevano percorsi simili a quelli di un caccia all'attacco
L a nuOva ERa
L'aquilonismo sportivo è una disciplina che conta ormai migliaia di appassionati di tutto il mondo Si pratica sia all'aperto che indoor In quest'ultima specialità ci sono veri e propri maestri così bravi da fare addirittura a meno del vento e a riuscire a far volare i loro aquiloni in spazi coperti Per le gare in esterni, si
utilizzano invece tre tipi di aquiloni: ascensionali, acrobatici e a trazione I primi sono quelli più classici, sostenuti da un solo filo e con le vele variamente decorate, spesso delle opere d'arte in movimento che stupiscono per il loro fascino estetico Gli acrobatici hanno invece 2 o 4 cavi che consentono al pilota di dirigerli in varie e più complesse evoluzioni Infine, gli aquiloni a trazione hanno la possibilità di trainare efficacemente il pilota seduto sul "buggy", un carrello a tre ruote oppure di spingere l'abile manovratore in equilibrio su una tavola da surf in mare.
LE gaRE
Le competizioni di volo acrobatico si svolgono tra concorrenti singoli, coppie o team Le prove da sostenere sono tre: precisione, free style e balletto, un po' come accade nella ginnastica artistica. Nella prima prova il pilota disegna in cielo 5 figure geometriche decise un mese prima della riunione Nella seconda, in un tempo compreso tra i 2 e i 4 minuti, il concorrente effettua una serie di evoluzioni a scelta (picchiate, stop in aria, yo yo). L'ultima prova è la più difficile e spettacolare Una vera
danza celeste eseguita sulle note di un brano musicale Fantasia e tecnica qui si fondono con stupefacente armonia Le regole (misure del campo di gara, velocità massima e minima del vento) e i giudici di gara vengono forniti in Europa dalla Stack (Stunt team and competitive kiting), l'organo ufficiale che gestisce queste competizioni
L'"azzurro" italico si è fatto notare anche in questa particolare disciplina L'anno scorso in Finlandia, Guido Maiocchi di Brugherio (Milano) è diventato campione d'Europa di specialità "2 cavi".
I matERIaLI
Per la vela si usa una leggera tela antistrappo I cavi, lunghi dai 10 ai 40 metri per una portata massima di
150 chili, sono di nylon, kevlar o dyneema (fibra sintetica ad alta tecnologia) Importante: i cavi devono essere più sottili e meno elastici possibili La struttura rigida è di carbonio e quindi vale la pena di segnalare qualche "controindicazione".
Mai superare i centro metri di altezza e far volare gli aquiloni in prossimità degli aeroporti: i radar dell'aeronautica captano il carbonio. E poi, attenzione ai temporali perché questo metallo è un ottimo conduttore elettrico
gLI aPPuntamEntI
Il 28 e il 29 luglio a Caulonia Marina (Reggio Calabria), si tiene il "Secondo festival nazionale aquiloni". Il 4 e 5 agosto a Monte Petrano (Pistoia) si celebra il festival di aquilonismo e buggy cross "Voglia di volare" ed infine ad Arma di Taggia (Imperia), il giorno di ferragosto per la "Festa storica".
Quanta storia è passata sotto i voli ampi o maldestri degli aquiloni! Nel 1899 Giovanni Pascoli, ispirato dai ricordi d'infanzia di quel volteggio colorato nel cielo di Urbino, scrisse la poesia intitolata appunto "L'aquilone" Non ha perso lo smalto quel fascino antico che si evolve tecnicamente con il tempo Complici: l'uomo, lo spazio, il vento
C'erano tanti ragazzi che, come lui, giocavano a pallone nei campi a Monghidoro. Uno su mille si chiamava Gianni Morandi Scoprire il segreto dell'enorme successo, inalterato nel tempo, di questa stella della musica italiana, non è assolutamente facile ma le sue parole possono svelarlo.
Come concepisci lo sport e che significato ha per te come uomo e come musicista?
Sport è una parola una disciplina che mi ha accompagnato tutta la vita, mi ha insegnato molte cose importanti per me stesso, come lo stare con gli altri, imparare a convivere con le vittorie ma anche con le sconfitte, perché purtroppo non si può vincere sempre. Sport e musica sono un abbinamento formidabile, è la sintesi della mia vita
Quali sono i personaggi sportivi che ammiri e quale canzone gli abbineresti? Chi si impegna in una disciplina è sempre da ammirare, ma mi piace soprattutto chi gareggia negli sport cosiddetti poveri, come l'atletica, il mezzofondo, il peso, che non hanno, come altri, le prime pagine dei giornali,
di Daniele Perini
come il calcio o il motociclismo Atleti che, al pari di quelli più famosi, si sono fatti con grande impegno, fatica e passione Qualche nome? Abebe Bekila, Livio Berruti, Pietro Mennea, atleti che al loro fisico hanno chiesto sempre il meglio e quindi, " Si può dare di più" perché ogni record può essere battuto oppure "Uno su mille" perché non tutti riescono a raggiungere l'obiettivo, ci sono altre variabili nella vita
In passato hai avuto un'esperienza calcistica nel Colleverde di tor Lupara, ricordi qualche aneddoto?
Parliamo ormai di 25 anni fa, abbiamo fatto diversi campionati, quando giocavamo in 2° categoria in un campetto di pozzolana ci siamo scontrati con la SAMO (che sta per Sandra Mondaini) la squadra di Raimondo Vianello che ci fece gol su punizione
molte delle tue canzoni hanno dei titoli che fanno pensare che ci sia un nesso con lo sport: andavo a 100 all'ora, vincere per te…
Sì, credo di sì, in fondo la musica racconta la vita e nella mia sono due passioni che si sono sempre intrecciate senza mai essere trascurate e senza che l'una prevaricasse sull'altra.
Sei sempre stato un tifoso fedele del Bologna?
Sì, fin da bambino, il mio idolo è stato Ezio Pascutti, ala sinistra del Bologna che vinse lo scudetto il 7 giugno del 1964 per 2 a 0 con gol di Fogli e Nielsen
Hai assunto un grande impegno sociale con la nazionale Italiana Cantanti, quali traguardi avete tagliato?
In 20 anni di attività i traguardi sono
stati tanti, tantissimi e non solo per la grande somma raggiunta, abbiamo superato i 75 miliardi, ma per come sono stati spesi, aiutando concretamente chi aveva bisogno, in maniera tangibile.
Quali sono i pregi e difetti dello sport di vertice oggi?
Il calcio di oggi è diventato più businnes che sport, muove troppi miliardi, non vorrei che quello che è sempre stato un gioco fantastico si perda per i grandi interessi che lo circonda il bello del calcio è quando il Chievo riesce ad andare in serie A
Cosa pensi dell'impegno che la nostra associazione dedica all'attività sportiva nell'intento di aiutare i giovani a diventare uomini?
L'amore e l' attenzione per gli sport spesso dimenticati, il piacere di ritrovarsi la domenica mattina per fare la corsa insieme, per trasmettere un messaggio di vita, di speranza, di pulizia: penso che con voi, i giovani possano trovare ancora dei valori
C'è più tensione al debutto di una tournèe o alla partenza di una maratona?
In entrambi i casi la tensione è al massimo e la scarica di adrenalina è forte, ma bisogna tenere tutto sotto controllo. C'è poi una differenza sostanziale In concerto devi fare i conti con il pubblico, alla fine della corsa li fai con te stesso.
I programmi a medio-lungo termine coinvolgono lo sport o la musica?
Dopo l'estate, senz'altro la musica perché intendo dedicarmi al nuovo disco, in autunno vorrei entrare in sala per iniziare a lavorarci, poi per l'uscita vedremo
Bergamo: due mesi di calcio a cinque
indi Vittorio Bosio
Si è concluso giovedì 12 luglio, dopo quasi due mesi di gioco e con un totale di circa un migliaio di atleti in campo, il "memorial Giuseppe Lazzarini e Cavalier Angelo Agnelli" di Bergamo 64 squadre di Liberi, 16 di Over 35, 8 di Femmine e 4 di Over 45: questi i numeri del torneo di calcetto iniziato il 19 maggio che raccontano la storia di una manifestazione riuscita Successo annunciato e confermato dalle capacità degli organizzatori di riproporre una formula perfetta che permette di valorizzare tutti gli elementi-ingredienti migliori e che assicura il pieno coinvolgimento della gente accorsa in gran numero in piazza. Ma il "vero" successo del torneo di Piazza Libertà, promosso da una felice collaborazione fra il comitato bergamasco del CSI, il Comune di Bergamo e la società Pubblicità Dinamica, è un altro. È l'interesse provocato in tutta la provincia e anche
fuori, è l'affetto del pubblico stipatosi ogni sera nelle tribune, è l'incredibile afflusso delle squadre che ha costretto gli organizzatori, a poche ore dall'apertura delle iscrizioni, a chiuderle per esaurimento delle disponibilità In altre parole, è la forza di una manifestazione che in breve è riuscita a radicarsi come tradizione cara a tutta la comunità Il torneo in piazza è divenuto nel breve volgere di quattro anni un motivo persino di attrazione turistica Molti sono infatti i turisti in visita che, venuti a conoscenza dell'esistenza di questa manifestazione, hanno volentieri incluso nel loro tour una puntata in Piazza Libertà, dopo aver magari consumato una pizza in un locale della Città Alta. In questo modo la piazza si riprende il suo ruolo sociale di punto d'incontro e d'aggregazione. Ci si trova tra amici, ci si incontra, si scambiano quattro chiacchere e si assiste ad una serie di incredibili partite di calcetto: ben quattro per sera e quasi tutte di notevole livello tecnicoagonistico
Tra i numerosi visitatori quotidiani, molti bergamaschi illustri, tra i quali non sono passati inosservati alcuni giocatori atalantini, come i fratelli Zenoni, Domenico Morfeo, Carrera La società nerazzurra era presente inoltre al momento delle premiazioni, alle quali hanno partecipato il presidente Ruggeri ed il vicepresidente Benigni. Va inoltre ricordato che gli organizzatori hanno saputo "guardare oltre" il calcio, creando lo spazio per altre discipline Sul campetto verde in piazza si sono così svolte alcune partite di tennis e anche i tennisti in carrozzina hanno avuto modo di esprimere tutte la loro voglia di confrontarsi e le loro potenzialità Molto coinvolgenti sono anche risultati gli incontri tra la rappresentativa di "bg-on line" e i ragazzi dei centri socioeducativi Come si è potuto vedere, tanto sport, ma di quello vero, che fa incontrare e rende piacevole passare qualche ora insieme
di Solen De Luca
Sbarcata in Tv all'età di 25 anni, Sveva ha un passato da gior nalista. Prima di condurre su Raitre la trasmissione Geo&Geo ha infatti lavorato per il programma di Giovanni Minoli, Mixer, "una vera scuola televisiva che mi ha insegnato tutto". Poi, l'amore per la natura ha preso il sopravvento. Ha una grande passione per l'atletica e si definisce un tipo da sport all'aria aperta…
Sveva, quali sono le attività sportive alle quali sei più affezionata?
Prima di tutto, adoro il nuoto. Anche se fondamentalmente sono una pigra, d'estate mi piace nuotare per almeno due ore, se non di più, senza pinne né maschera Faccio delle vere spedizioni Poi, la subacquea. La mia ultima immersione risale a qualche anno fa, a Filicudi, quindi non si può dire che abbia una grande esperienza in questo campo Ma è uno sport molto entusiasmante, che ti fa toccare con mano la limitatezza dell'essere umano La mia vera passione sono, però, le passeggiate Camminare, per me, è una forma di meditazione nella quale mi rigenero, e dunque cerco di farlo appena possibile Come vedi, sono un tipo semplice che ama stare all'aria aperta e a contatto con la natura
Quindi ti piacerà anche l'atletica?
Mi entusiasma, soprattutto alle Olimpiadi. Vedere un corpo che si esprime al massimo delle sue potenzialità è un fenomeno veramente affascinante. In ogni caso, preferisco l'atletica maschile a quella femminile, perché lo sforzo fisico e muscolare mi sembra più naturale per un uomo, mentre i corpi delle atlete diventano troppo sviluppati - quasi maschili, appunto - e perdono armonia È lo stesso discorso per il pugilato. Certo, è fondamentale che le donne abbiano pari opportunità rispetto all'uomo, ma vedo nella boxe una manifestazione di violenza: è uno sport primitivo ed arcaico, "maschio", nel senso peggiore del termine Non la tollero negli uomini, figuriamoci nelle donne!
mi rimane solo da chiederti cosa pensi degli sport che si praticano nelle palestre, tipo aerobica, spinning o altri. Se devo essere sincera, sono anni che non metto più piede in una palestra Come dicevo prima, sono più un tipo da sport all'aria aperta e, quindi, preferisco fare ginnastica nel parco. Ho un po' di diffidenza verso le persone che sono ipersportive come, per esempio, tutte quelle fanciulle che praticano la pesistica con così tanta intensità.
Perché?
Per praticare una qualsiasi attività fisica ad un livello intenso, come per il culturismo, non è possibile puntare semplicemente sulle capacità fisiche Entrano, infatti, in gioco fattori quali la volontà e la disciplina, ma anche la
semplicità e l'autocritica.
A certi livelli, e non parlo solo di agonismo, lo sport ti porta per forza ad esercitare una forma di meditazione molto profonda. Per questo, credo che allenarsi in palestra, come nel caso del culturismo appunto, in mezzo a tanta gente e con musica assordante, non possa avere un effetto benefico Per di più, in questi ambienti, contano spesso aspetto esteriore ed abbigliamento. In questi casi, credo quindi che non si possa più parlare di sport, ma di vanità
La mia idea di sport si riallaccia, invece, alla dimensione del pensiero e non del solo fisico.
a proposito di capacità fisiche, certi atleti sembrano purtroppo fare uso di sostanze dopanti. Il doping toglie qualsiasi gusto: lo sport è la tua capacità di spingerti oltre, di confrontarti con te stesso, e quindi è una sfida Allora, se fai uso di questi mezzi, che valore ha? Per me, lo sport è l'espressione massima di quello che puoi ottenere con il tuo corpo, con la tua mente e la tua volontà, il tutto con grande disciplina
economica e commerciale, ad un contratto o ad un record
E questo ha fatto dimenticare la nobiltà intrinseca allo sport, ben nota già agli antichi Greci
Credo che un atleta dopato si perda il senso profondo dello sport.
ma allora, perché il doping riguarda così tanti atleti?
Negli ultimi tempi, lo sport soffre del fatto che tutto viene riportato ad una dimensione
Sport vuol dire gioco di squadra, agonismo in senso sano, sfida dell'uomo con se stesso. Il doping - nato da interessi economici enormi, dalla commistione con la pubblicità - non può che svilirlo profondamente e degenerarlo
Quando assumi anabolizzanti, entri in un meccanismo in cui perdi il senso vero delle vita e di te stesso: chi cade nella trappola non è un furbo, come crede, ma piuttosto un debole. E più colpevole di lui, è chi lo convince a farlo
mi sembra che tu tenga molto alla cura ed al mantenimento del fisico in maniera naturale. Hai qualche ricetta segreta per mantenerti in forma, specialmente adesso che arriva l'estate? Il rapporto che ho con il mio fisico è particolare: lo tratto bene, perché sono vanitosa Tra cure estetiche, bagni a
base di alghe e massaggi, cerco di rigenerarlo appena posso E poi, sto un po' attenta a quello che mangio, perché sono golosa
Tento - e dico tento - di mangiare sano: quindi, molta frutta e verdura. Ho anche smesso di fumare Inoltre, passo almeno tre o quattro mesi all'anno vicino al mare
Certo, bisogna poterselo permettere, ma con il tipo di lavoro che faccio, per fortuna, questo è possibile Il mare è una dimensione che io amo profondamente, perché mi rigenera
Mi aiuta a sgomberare l'animo da tutti quei sedimenti che si depositano durante l'inverno a causa dello stress, dei ritmi di vita che purtroppo facciamo, e che non sono naturali per gli esseri umani.
Vicino al mare, mi sento talmente protetta e libera, ed ho finalmente il tempo per pensare, per leggere e scrivere, e soprattutto per guardare e vivere tutto quello che mi circonda da un'altra prospettiva
Meloni a spicchi: a Parma la notte dell’Anguria d’oro
Mangiatori d'anguria di tutto il mondo unitevi! L'invito può anche sembrare provocatorio Certo cinquanta quintali d'anguria "attendono" il loro destino nelle segrete della quattrocentesca Rocca di Sissa, presso Parma Il conto alla rovescia è iniziato: sabato 28 luglio il CSI di Parma organizza la 33^ edizione della sagra dell'anguria Per la prima volta il comitato parmense raccoglie il "testimone" dalle esperte mani dell'attuale presidente onorario Ezio Bosi Si tratta di una tradizionale festa popolare che rievoca i bei tempi che furono quando i giovani trascorrevano le afose serate estive rintanandosi nei capanni delle cocomeraie e lì consumavano il rito di rinfrescarsi gola e faccia con gigantesche e copiose fette d'anguria
Per tutta la durata del campionato tutti i presenti, anche i buongustai non agonisti, potranno sorbire, nella tranquillità più riposante, tutte le fette di cocomero che desiderano, serviti dalle "cocomerine", gentili vallette mascherate "a tema".
Autentici "tagliatori di cocomero" avranno il compito di "squartare" con fendenti "chirurgici" le appetitose cucurbitacee rosse che andranno ad imbandire le lunghe tavole preparate Contemporaneamente la "Minestron band", orchestra folclorista locale, fornirà la colonna sonora della manifestazione Da un po' tutto il mondo sono attese partecipazioni, anche se sarà difficile "bissare" il duplice successo iraniano dell' 84-'85
Allo scoccare delle 23, come vuole la tradizione, prenderà il via il campionato mondiale nelle categorie maschile e femminile Si aggiudicherà il titolo e la conseguente "anguria d'oro" colui e colei che "divoreranno" la maggiore quantità possibile di anguria in un minuto primo. Record da battere è ancora quello stabilito dal pilota dell'Alitalia Silvio Cavazza che, nell'edizione del 1998, è riuscito a "trangugiare" 1.100 grammi di cocomeri in un minuto Per la categoria femminile i 780 grammi della tre volte campionessa Rita Ricco sono ancora una vetta difficile da scalare Campione in carica è il reggiano Pier Paolo Sassi Questo sembra confermare come ciò che il pallone a scacchi divide, il "pallone a spicchi verdi" unisce Per il secondo e il terzo piazzamento sono previste angurie d'argento e di bronzo. Statisticamente su un migliaio di visitatori della Sagra, un centinaio di uomini e una cinquantina di donne cedono alle lusinghe della competizione agonistico-culinaria Se l'edizione di quest'anno sarà l'eccezione che conferma la regola, ce lo dirà il tempo Cosa aggiungere? L'iscrizione è libera e si effettua sul posto prima della gara Certamente gli addetti all'antidoping non avranno tempi lunghi da attendere…
Nello sport, c'è rigore e rigore. C'è quello che tutti ricordano per un errore o per una vittoria. Oppure c'è quello che serve per non cadere negli errori, quello che serve per avere una linea precisa di comportamento, anche nello sport Quello che serve per non cadere nel pericolo doping, magari. La parola rigore non si riferisce solo al calcio, dunque Anche se è la prima cosa che viene in mente La ricorda bene Evaristo Beccalossi. E ai tifosi dell'Inter che l'hanno dimenticata, ci ha pensato Paolo Rossi (il comico) a ricordare quella volta che a San Siro tirò due calci di rigore, uno dietro l'altro e li sbagliò entrambi È diventata una gag, ma in quel momento per Evaristo fu un colpo psicologico tremendo. È il destino: solo chi lavora sbaglia, solo chi tira un calcio di rigore può fallirlo E ci si ricorda solo di quelli, fateci caso. Chi si ricorda di Adelio Moro, l'uomo che non sbagliava mai? Dieci calci di rigore tirati, dieci calci di rigore segnati Mai un errore Eppure alzi la mano chi lo sapeva "Il segreto è guardare negli occhi il portiere. Non ti devi preoccupare di nient'altro Io appoggiavo il pallone sul dischetto, mi allontanavo di due-tre passi e cominciavo a fissare il portiere. Una guerra psicologica, dove vince chi sa mantenere i nervi saldi fino all'ultimo E poi ci vuole una grande serenità interiore". Così raccontava Adelio Moro a Furio Zara per il Dizionario del calcio edito da Baldini e Castoldi. "Una grande serenità interiore" Ma forse non basta. Forse anche in questo caso non esiste una ricetta specifica C'è un giocatore famoso per la sua "serenità interiore", un fenomeno, ma il rigore che ci si ricorda di lui non è uno di quelli segnati. E ne ha segnati tanti. Il destino di Roberto Baggio è strano In Italia è uno dei migliori rigoristi di tutti i tempi: ha il 90 per cento circa di percentuale di realizzazione Un fenomeno
Praticamente un rigore con lui sul dischetto è come mettere in cassaforte un
di Claudio Arrigoni
gol Qualcuno ne ricorda uno segnato da Robi? Forse. Sicuramente tutti ricordano quello sbagliato da Baggio il 17 luglio 1994, stadio di Los Angeles, finale mondiale fra Italia e Brasile. Quello è il rigore che si ricorda di Baggio O di Franco Baresi. Nessuno ricorda che in quella partita Franco giocò (in modo impeccabile) dopo che aveva subito, all'inizio della stessa manifestazione, un intervento chirurgico a un ginocchio Ci si ricorda solo che pianse dopo un errore fatale dal dischetto E pianse anche Gigi Di Biagio, quando ai mondiali successivi toccò a lui centrare la traversa invece di mandare in rete il pallone che ci condannò Non fu l'unico a sbagliare Ma fu l'ultimo E noi solo di quel suo errore ci ricordiamo come di quello che ci costò un'altra edizione dei Mondiali "È anche una questione di fortuna", ricorda ancora Adelio Moro È soprattutto una questione di fortuna, aggiungiamo noi Il resto sono solo parole. Nello sport la fortuna (il caso) sono importanti, spesso fondamentali Questo è uno di quei momenti. Sembra così facile tirare dagli undici
metri. Almeno quando si guarda alla televisione La televisione fa vivere la tensione del calcio di rigore ai massimi livelli, la sua attese, le paure e le speranze, le gioie e il dolore. "Il portiere immobile e l'attaccante che prende la rincorsa (l'attesa, l'immobilità, la tensione, il fischio, il colpo, la vittima) è una scena che viene bene sul piccolo schermo, meglio di un traversone, di un'azione veloce che la telecamera fa fatica a inquadrare. La tv rende bene i primi piani, le statue, i colori fissi e, per quanto riguarda le storie d'amore e d'avventura, i duelli e i colpi di scena. Il rigore è tutto questo: viso, statua, bacio, duello, colpo di scena, colore e soprattutto descrizione epica di un uomo a terra sconfitto e di uno in piedi esultante" Lo ha scritto Nicola Bottiglieri sulla rivista Panta e rende perfettamente quello che accade quando si è lì in poltrona e si soffre anche più che allo stadio. I rigori non sono solo per chi li tira C'è anche chi fa di tutto perché non vadano a buon fine Quando si tira un rigore ci sono due tipi di speranze. Il portiere incarna l'altra speranza Le grandi parate di Francesco Toldo agli scorsi Europei lo hanno ricorda ancora una volta. E ci sono stati tanti portieri. E c'è uno strano caso: il miglior pararigori del campionato italiano si chiama con lo stesso nome del miglior goleador, che abbiano ricordato all'inizio: Moro, ma questa volta il nome è Giuseppe, che dal '47 al '55 ha parato 16 rigori su 44 Ma, anche in questo, pochi o nessuno lo ricordano Perché quasi sempre si pensa al rigore come a un errore dell'attaccante, mai come a una prodezza del portiere. C'è rigore e rigore, torniamo all'inizio Nello sport come nella vita. Come sempre E non bisogna aver paura di tirare un calcio di rigore E da quello che si riconosce un giocatore. De Gregori perdonerà se copiamo senza vergogna Ma è così sempre. Per chi segna e per chi sbaglia Nello sport come nella vita
Oltre duecento, tra giovani e meno giovani, hanno onorato una delle regole di vita più care al compianto Fra' Ciccio Carbonara: il podismo. Dedicata alla memoria dell'umile frate del convento di San Francesco di Paola di Massalubrense, in provincia di Napoli, la manifestazione si proponeva il lancio d'una leva di podisti Per questo motivo veniva richiesta ai partecipanti oltre la consueta certificazione medica, anche, nel caso di minori, l'autorizzazione dei genitori. Lo spirito e la passione per il certosino vigore dell'attività podistica hanno assicurato il successo dell'iniziativa nella Terre delle Sirene. Valenti artefici della riuscita sono stati la società sportiva "Saldea" di Meta, il comitato "Amici di San Francesco", il gruppo "Recupero e sviluppo delle tradizioni popolari", il comune di Massalubrense e l'immancabile CSI della penisola sorrentina Tutto è stato organizzato nel segno della migliore tradizione della disciplina, si pensi ad esempio ai "mitici" Giochi della Gioventù. A difendere i colori di casa ha pensato il gruppo sportivo "Folgore Massa", già in luce in numerose categorie della Fidal
Il 12 giugno scorso ha avuto inizio il 2° torneo di bocce per coppie presso il campo adiacente la parrocchia San Giacomo di Matera. Requisito imprescindibile per la partecipazione era la partecipazione in coppia, ovvero marito con moglie Bizzarro? Non proprio. Infatti con l'impegno scolastico dei figli concentrato sul consueto " rush finale" e con gli stessi genitori pronti alla conclusione delle loro rispettive attività prima delle ferie s'era fatto sempre più pressante il bisogno di un momento di svago "di coppia". La numerosa prole presente alle diverse "tappe" della manifestazione ha potuto in questo modo "saggiare" la capacità competitiva e sportiva dei propri genitori Le 76 combattute partite hanno incoronato il 12 luglio la coppia più brava Il tutto si è svolto nel segno dello "Sport per tutti" filosofia di base del CSI, degnamente rappresentato dagli sforzi organizzativi del locale comitato
La palestra della Scuola Elementare San Nicola di Pregiato è stata teatro del campionato regionale silenziosi 4 squadre della Regione Campania classificatesi nei vari tornei provinciali sono state coinvolte nella manifestazione Sotto l'abile regia del CSI di Cava de' Tirreni, dell'Unione Culturale Sordomuti Cavensi in collaborazione con il comitato regionale della FISS e con il patrocinio del Comune di Cava l'evento è trascorso piacevolmente in un clima di allegria e di amicizia A completare in modo formidabile il quadro di uno splendido pomeriggio hanno pensato il ben preparato staff tecnico-organizzativo e i competenti arbitri, cortesemente messi a disposizione dal CSI La sentita e convinta partecipazione dei ragazzi sordomuti campani è stata la più bella dimostrazione di come si possa "dare voce ai silenziosi" Basta volerlo…
A Fiesco vincono le "Fantasiadi"
Per il terzo anno consecutivo si sono svolte a Fiesco in collaborazione con il CSI di Cremona le "Fantasiadi" Si tratta di gare di atletica leggera "adattate" ai disabili. Riservata "a chi della competizione fa un gioco" come recita l'invito a partecipare, la manifestazione si proponeva di essere per l'atletica quello che il "Pepo Goal" è stato per il calcio. Quindi una sorta di gioco nella festa con l'obiettivo di far partecipare, e conseguentemente giocare, i portatori di handicap assieme ai loro educatori Gimkana, lancio del peso, 40 metri piani, calci di rigore, tiri a canestro, salto in lungo e una staffetta mista: questi gli ingredienti della attività svolta nell'oratorio di Fiesco Mattinata conclusiva il 29 giugno scorso; su tutto vince naturalmente la… fantasia.
1° Memorial "Giovanni Sorge"- gara di Mountain bike
Nella splendida cornice del sottobosco della località Madonna della Folgore si è svolto domenica primo luglio 2001 il primo memorial dedicato all'indimenticabile presidente del CSI di Viterbo, Giovanni Sorge I centoventi partecipanti si sono cimentati in una gara di mountain bike, organizzata dal comitato provinciale del CSI di Viterbo in collaborazione con la Mtb Santa Marinella Cicli Montani, su un percorso sterrato di circa 6 chilometri per un totale di 6 giri Alle signore e agli juniores fino ai 18 anni spettavano "solo" tre giri.
La Mtb Santa Marinella Cicli Montani è stata "ripagata" dell'impegno profuso dal suo responsabile, Stefano Carnesecchi, nella puntuale organizzazione, da un duplice successo Alla affermazione collegiale della squadra, per il maggior numero di rappresentanti, si è infatti affiancato quello personale del primo assoluto Zefferino Grassi nella categoria master 1, over trenta
V Gran Prix Veneto di mountain bike "Lattebushe 2001"
A C e s i o m a g g i o r e l ' 8 l u g l i o l a p a r o l a
d ' o r d i n e e r a c i c l i s m o I n o c c a s i o n e
d e l l a s e s t a p r o v a d e l q u i n t o G r a n P r i x
V e n e t o " L a t t e b u s h e 2 0 0 1 " l e v i e d e l
p a e s e s o n o s t a t e a d d i r i t t u r a
s o t t o t i t o l a t e a i c a m p i o n i d e l c i c l i s m o
d i i e r i , u n p i t t o r e s c o g r a p p o l o d i
p a l l o n c i n i c o l o r a t i a n n u n c i a v a a i v a r i
G i r a r d e n g o , B a r t a l i , B i n d a l e n u o v e
" d e d i c h e " . A t e s t i m o n i a r e l a
" v i c i n a n z a " d e l l a d i s c i p l i n a s p o r t i v a
c ' e r a n o c i c l i s t i d i c h i a r a f a m a c o m e i
f r a t e l l i M o s e r , F r a n c e s c o e A l d o ,
B a s s o , F a v e r o , G i u s t i , R e n i c a , e i l
f i g l i o d i G i n o B a r t a l i . P e r f e s t e g g i a r e è
s t a t a a n c h e o r g a n i z z a t a u n a p e d a l a t a
n o n c o m p e t i t i v a a p e r t a a t u t t i , l a
" P e d a l a C e s i o " O l t r e 3 0 0 p a r t e c i p a n t i ,
t r a i q u a l i a n c h e v e c c h i e g l o r i e , s i
s o n o c i m e n t a t i s u u n p e r c o r s o d i 2 0
c h i l o m e t r i . A l l a g a r a d i M T B h a n n o
i n v e c e p r e s o p a r t e i n t o t a l e u n a
s e s s a n t i n a d i a t l e t i c o n u n n u t r i t o d r a p p e l l o f e m m i n i l e . A t t e n t o r e g i s t a d e l l a g i o r n a t a s p o r t i v a è
Torneo internazionale "città di Torino"
Anche quest'anno i viali del Parco Ruffini di Torino hanno ospitato l'ormai tradizionale Torneo Internazionale di basket giovanile e minibasket giunto alla 16ª edizione, organizzato dalla Polisportiva AKENA con la collaborazione del CSI Comitato provinciale torinese
La manifestazione che è sicuramente tra le più conosciute in Europa, ha visto la partecipazione di circa 100 squadre in rappresentanza di 40 Società provenienti da più parti d'Italia e dall'estero come Svizzera e Slovenia.
In totale circa 1 200 atleti, divisi in 9 categorie, hanno calcato i 20 campi appositamente attrezzati nei viali del Parco. Questa manifestazione, che negli scorsi anni si chiamava Trofeo Topolino, da due è diventato Trofeo NPL (Nike Playground League)
I ragazzi provenienti da fuori Torino sono stati ospitati presso alcune famiglie torinesi, strutture cattoliche e hotel a seconda della loro scelta Prossima edizione dal 13 al 16 giugno 2002.
2 ° Tro f e o G a l l u ra " 4 S p o r t C u p "
A p p a s s i o n a t o a g o n i s t a s p o r t i v o , H e r r i K l u g e è s t a t o r i c o r d a t o
p e r i l s e c o n d o a n n o c o n s e c u t i v o c o n l a " 4 S p o r t C u p " ,
p r o m o s s a d a l l a a s s o c i a z i o n e s p o r t i v a M o u n t a i n b i k e " L a
M a n d r i o l a " D a l c u o r e m o n t u o s o f i n o a l l a s p i a g g i a , g l i s p o r t
n a t u r a l i s t i c i p r a t i c a t i d a l l o s c o m p a r s o g i o v a n e , c o r s a
c a m p e s t r e , e q u i t a z i o n e , w i n d s u r f e l ' i m m a n c a b i l e m o u n t a i n b i k e " l ' h a n n o f a t t a d a p a d r o n i " T e m p i o P a u s a n i a p e r i l
s e c o n d o a n n o c o n s e c u t i v o h a r i p r o p o s t o l a f o r m u l a d e l l a
s t a f f e t t a d i v i s a n e l l e 4 d i s c i p l i n e s p o r t i v e c o n s c a m b i o d i
t e s t i m o n e . I p o d i s t i s i s o n o c i m e n t a t i i n u n p e r c o r s o ,
d i s s e m i n a t o d i s a l i s c e n d i d i 6 - 7 k m c o n p a r t e n z a d a l
N u r a g h e M a j o r i A i c a v a l i e r i e r a r i s e r v a t a u n a g a r a d i
e n d u r a n c e s u u n a d i s t a n z a d i 2 0 k m . U n a g a r a d i " C r o s s -
2 ° G i ro d e l F r i u l i i n h a n d y b i k e
P e r c h i n o n a v e s s e d i m e s t i c h e z z a c o n i l
t e r m i n e , h a n d y b i k e è u n a p a r t i c o l a r e
b i c i c l e t t a , f a m i l i a r m e n t e c h i a m a t a
C i c l o n e , s i m i l e a l l a t r a d i z i o n a l e d u e
r u o t e t r a n n e c h e p e r u n a p e c u l i a r i t à : i
p e d a l i , p o s t i s u l d a v a n t i , v e n g o n o
a z i o n a t i d a l l e m a n i . Q u e s t o o v v i a m e n t e
c o n s e n t e a i d i s a b i l i , c o l o r o c h e a c a u s a
d i t r a u m i o m a l a t t i e , n o n p o s s o n o
u t i l i z z a r e g l i a r t i i n f e r i o r i , d i p r a t i c a r e
u n o s p o r t c h e è a n c h e v e l o c i t à e
d i v e r t i m e n t o . L e a s s o c i a z i o n i " B a s k e t e
n o n s o l o " e i l C S I , s o n o s t a t e l e p r i m e i n
I t a l i a a s o s t e n e r e q u e s t a d i s c i p l i n a e a
s p i n g e r e p e r i l s u o r i c o n o s c i m e n t o
u f f i c i a l e . U n a d e t e r m i n a z i o n e n a t a s u l l a
s c o r t a d e l l ' e n t u s i a s m o c h e i s e m p r e p i ù n u m e r o s i a t l e t i c h e s i d e d i c a n o a
q u e s t o s p o r t , h a n n o s a p u t o d i m o s t r a r e .
I l C i c l o n e r i e s c e a c o n c e n t r a r e i n s è s i a
l a r i s p o s t a a l l a n e c e s s i t à d i p r a t i c a r e
u n ' a t t i v i t à f i s i c a c h e a n c h e l e p e r s o n e
d i s a b i l i h a n n o , c h e i l p i a c e r e d e l l o s t a r e
i n s i e m e e s s e n d o s p o r t s i n g o l o m a
a n c h e d i s q u a d r a D o p o i l l u s i n g h i e r o
s u c c e s s o d e l l a p r i m a e d i z i o n e d e l G i r o
d e l F r i u l i , s v o l t a s i n e l 2 0 0 0 a Z o p p o l a ,
q u e s t ' a n n o i l " p a l c o s c e n i c o " s i è
t r a s f e r i t o a M a n i a g o I l p e r c o r s o , d i v i s o i n 6 t a p p e , h a p r o c l a m a t o i l v i n c i t o r e i l 1 4 l u g l i o
I p a r t e c i p a n t i p r o v e n i v a n o d a t u t t a I t a l i a
m a a n c h e d a l l ' A u s t r i a e d a l l a S l o v e n i a
a d i m o s t r a z i o n e d e l " r i c h i a m o " d i
q u e s t o s p o r t a l i v e l l o e u r o p e o .
N e l l ' o c c a s i o n e s o n o s t a t e a n c h e
o r g a n i z z a t e i n i z i a t i v e c o l l a t e r a l i p e r
r a c c o g l i e r e f o n d i d a d e v o l v e r e a l l a L e g a
I t a l i a n a H a n d i c a p
c o u n t r y " s u t r e n t a c h i l o m e t r i s p e t t a v a a i b i k e r s M o l t o
i m p e g n a t i v o s i p r e s e n t a v a i l t r a t t o i n d i s c e s a s u s t e r r a t o
s a b b i o s o c h e s e g u i v a u n a r i p i d a e i n s i d i o s a s a l i t a A
c o n f e r m a r l o h a n n o p e n s a t o l e a t t r e z z a t u r e p e r f i b r a t u r e e p e r
v a r i p r o b l e m i m e c c a n i c i , r i v e l a t e s i p r e s s o c h é v i t a l i .
A d d i r i t t u r a s p e t t a c o l a r e l a " L o n g D i s t a n c e " n e l l o s p a z i o d i
m a r e t r a V i g n o l a e B a i a d i C a p o t e s t a . 8 m i g l i a m a r i n e d i
p a n o r a m a " m o z z a f i a t o " p a s s a n d o M a r i n a d e l l e R o s e e c a p o
d i M o n t e R u s s u c o n d e s t i n a z i o n e f i n a l e l a s p i a g g i a d i
C a p o t e s t a A g l i a t l e t i d e l l a c l a s s e r e g a t a è s t a t a l a s c i a t a
l i b e r a s c e l t a c i r c a q u a l e v e l a i m p i e g a r e L o s t a f f a r b i t r a l e p e r
l e g a r e d i a t l e t i c a , s u r f e c i c l i s m o è s t a t o m e s s o a
d i s p o s i z i o n e d a l c o m i t a t o C S I d i G a l l u r a e A n g l o n a A
c u r a r e l a p a r t e i p p i c a h a p e n s a t o " L a M a n d r i o l a " i n
c o l l a b o r a z i o n e c o n i " C a v a l i e r i d i S a r d e g n a "
Si chiama "il giocatore genovese dell'anno" il torneo che ogni anno a Genova, ormai alla sesta edizione, collega una ventina di giochi diversi e si distende lungo tutta la stagione del CSI, parallelamente alle attività sportive Si gioca singolarmente ed in coppia; maschi e femmine, con quest'ultime che si candidano seriamente per il futuro prossimo al primo posto assoluto, specie nelle discipline legate al mondo dei giochi di carte Se il G8, non si parla d'altro in questi giorni in Liguria, raccoglie solamente 8 potenze mondiali, in questo torneo sono invece considerate "n" specialità, ciascuna con diversi gruppi tematici Quest'anno, ad esempio, le categorie hanno previsto:
• i giochi di carte (competizione generale chiamata: "il re e la regina di cuori") dove si vedevano sfide di King (una variante molto semplificata di Bridge, o se preferite, una variante più complessa della famiglia della briscola), Cuori (quello che alcuni chiamano "Peppa" e che sui PC su piattaforme Microsoft è noto come Hearts), Scopone e Cirulla (quest'ultimo un gioco simile al precedente, molto popolare nella nostra città) e un gioco che abbiamo promosso come "torneo di carte a sorpresa" invitando a scoprire quale fosse direttamente in sede di gara;
• i giochi di società (competizione generale chiamata "il re e la regina di denari") che vedeva giochi tradizionali quali Risiko e Scrabble (di quest'ultimo è stato particolarmente apprezzato il maxi tabellone in polistirolo prodotto da
di Paolo Fasce
alcuni appassionati), ma anche alcune novità del panorama ludico quali Coloni di Katan e Carolus Magnus ed una serata dedicata ad una miscellanea di "giochi di parole";
• i giochi di riflessione (competizione generale chiamata "il re e la regina di fiori") che annoverava sfide della tradizionalissima Dama (ma anche della sua variante "internazionale"), del conosciutissimo Othello (il gioco delle pedine bicolori), oltre che gli antichissimi Backgammon e Wari (quest'ultimo poco noto ai più, ma
È molto importante evidenziare come molti dei giochi citati hanno alle spalle una tradizione o comunque delle organizzazioni e/o delle federazioni che a Genova hanno delle ramificazioni e che abbiamo coinvolto e che quindi ci hanno supportato Parlo principalmente della Federazione Italiana Dama (www fid it), d e l l a F e d e r a z i o n e n a z i o n a l e G i o c o Othello (www fngo it), della Federazione Italiana Risiko (risiko.firk.net), della Federazione Italiana Gioco King (gilda it/labyrinth/king), oltre che, naturalmente, dell'ass Labyrinth (gilda it/labyrinth) e dell'Ass La Chiocciola (per quel che riguarda il Minigolf). Diverse sono le strutture che ci hanno permesso di operare In primis la segreteria del Centro Sportivo Italiano di Genova, efficacemente messa a disposizione dal Segretario Paolo Andolfi, sempre efficace e disponibile. Non si può dimenticare il Circolo Ozanam di Cornigliano e il Circolo Borgo Pila all'interno
affascinante e noto nel mondo con molti nomi: Awelé, Mancala, Warri… di origini africane);
• i giochi "sportivi" (competizione generale chiamata "il re e la regina di picche") che vedeva sfide del sempre verde calcio balilla, di Ping Pong e di Minigolf
Tutti questi giochi, collegati in un unico circuito, hanno decretato un vincitore (il giocatore genovese dell'anno: Paolo Bianchi) ed una vincitrice (la giocatrice genovese dell'anno: Roberta Risso).
dei quali abbiamo organizzato i nostri tornei più popolosi. Le associazioni e le f e d e r a z i o n i s u c c i t a t e e n u m e r o s i s s i m i volontari che hanno ciascuno portato il loro contributo (penso al responsabile delle classifiche Marco Ferrando, ai vari coordinatori dei tornei tra i quali spiccano Roberto Dagnino, Enzo Bartolini, Federica Pellegrini, Stefano Iacono e molti altri). Naturalmente il CSI ha pure contribuito a promuovere questi tornei tramite i comunicati e la rivista CSI Genova Notizie che talvolta è stata interamente dedicata agli eventi ludici, ma non è certo da trascurare l'appoggio che alcune aziende produttrici di giochi hanno saputo offrire. Alle premiazioni generali, infatti, i premi raccolti grazie a delle sponsorizzazioni sono stati più rilevanti delle quote raggiunte giacché aziende quali Venice Connection (www.venice-connection.com) e Nexus Editrice (www nexusgames com) hanno voluto dare il proprio contributo.
Nel grande coro "Roma campione" esulta anche il Centro Sportivo Italiano per i suoi due speciali scudetti vinti a Roma. Nella stagione calcistica appena conclusasi ha infatti seguito da vicino e con trepidazione le sorti di due ragazzi, accumunati dall'aver svolto il servizio civile nei suoi locali, ed entrambi laureatisi nel giugno scorso campioni d'Italia: Cristiano Lupatelli, portiere della Roma in serie A, e Marco Foschini, centrocampista della Lazio Primavera. Un derby tutto speciale, quello tra i due obiettori di coscienza, in servizio il primo alla Presidenza nazionale, ed il secondo presso il comitato provinciale del CSI
Un derby, giocato effettivamente sulle opposte sponde del Tevere, visto che gli
di Felice Alborghetti
uffici per Cristiano erano ad un passo dal Vaticano, sul lato di Castel S. Angelo, mentre per Marco erano quelli del centro sportivo che si trova in Lungotevere Flaminio, giusto ad un ponte di distanza dallo Stadio Olimpico "Un derby, mai disputato - precisa sorridendo Edio Costantini, presidente nazionale del CSI - in quanto abbiamo tutti insieme tifato per questi due validissimi ragazzi, senza distinzione di bandiere, ed abbiamo festeggiato le rispettive vittorie con i colori arancio e blu della nostra associazione. Una coincidenza curiosa, venuta a galla in occasione del Giubileo degli Sportivi, lo scorso anno Sono felice per loro Sono stati bravi Evidentemente il Giubileo ed anche il CSI han portato loro fortuna". Nel ruolo di obiettori, come in campionato, Cristiano e Marco si sono ben comportati, il primo svolgendo ulteriore attività sportiva, visto che, assegnato a questo settore, inseriva nel computer i dati riguardanti le manifestazioni nazionali proposte dal CSI; il secondo facendo diversi turni al centralino, e lavorando in piscina, dove controllava gli ingressi in vasca, in aiuto anche di alcuni atleti disabili Cristiano, passato da luglio al neopromosso Chievo Verona, ha lasciato a Roma molti amici, tra i compagni di squadra e molti tra quelli del CSI "Ho trascorso un anno speciale, diverso in ogni senso - racconta l'ex romanistaHo conosciuto gente nuova nel CSI, di grande valore. Con gli altri obiettori, poi, è stato particolare: anche quella una
bella squadra, con loro nei corridoi erano frequenti gli sfottò con i laziali. In questi mesi, lavorando al tesseramento, e partecipando direttamente ad alcuni appuntamenti nazionali, come Stadium ed il Villaggio dello Sport, ho potuto constatare le moltissime attività che il CSI riesce ad organizzare, tutte molto interessanti, e soprattutto molto vicine al mondo giovanile Mi piace il CSI perché mira a promuovere lo sport nel suo valore essenziale e poi sono rimasto stupito dall'ottima organizzazione, degna delle migliori società di serie A"
Marco Foschini, ventenne centrocampista, cresciuto nel Fusignano, poi al Cesena e al Bologna, prima di arrivare alla Lazio, da pochi giorni è in forza all'Imolese (C2) con cui ha firmato un triennale. Ci racconta la sua esperienza nel CSI: "Preferivo il servizio civile al militare e, una volta assegnatomi al CSI romano, a Lungotevere, mi son trovato benissimo, con tutti, gli altri obiettori, gli addetti, i collaboratori Stefano, Guido, Alessandro, Daniele, Massimiliano, Titty: una vera famiglia Sono stato benissimo con loro È stato anche divertente, un'esperienza particolare. Ringrazio quest'associazione per avermi fatto sentire in una grande famiglia".
Per entrambi la felicità del tricolore 2000-2001 corona i sogni fatti da bambini
"Una gioia immensa - spiega Lupatelliera nell'aria, ma non appena l'arbitro ha fischiato la fine, siamo tutti impazziti
negli spogliatoi a cantare ed a festeggiare: un'immagine indelebile tra i miei ricordi romani, assieme al derby, uno spettacolo singolare, appassionante per il calore che offre la gente alle due squadre Mi mancherà un pò la stracittadina, anche se prossimamente anche Verona avrà Chievo-Hellas, la prima sfida in A tra Romeo e Giulietta. Non scorderò poi il Circo Massimo, dove ho partecipato alla festa: quella massa di gente aveva dell'incredibile.
Ovunque bandiere della Roma, uno spettacolo davvero irripetibile".
Gli fa eco Foschini, doppiamente felice per aver siglato proprio lui la rete del vantaggio biancazzurro nella finale Primavera, giocata a Jesi contro il Pescara:
"Lo scudetto è il coronamento dei sacrifici fatti da piccolo. Una emozione grandissima che ho diviso con tutti i miei compagni Un bel gruppo: essere molto amici ci ha aiutato nella vittoria
finale".
Marco è rimasto buon amico con Daniel Ola, oggi in prima squadra, a servizio di Zoff. Ci lascia con un pensiero proprio a lui, ghanese di colore, spesso fischiato anche sui campi della Primavera: "Purtroppo devo registrare che c'è del razzismo anche nel settore giovanile
In trasferta qualche ululato (Palermo, Napoli, ndr) lo abbiamo sentito anche noi Come noi calciatori cerchiamo di imitare i campioni della serie A, qualche tifoso, stupidamente, pensa di imitare i tifosi, che di serie A non sono. Quelli non sanno nemmeno cosa vuol dire razzismo. Lo fanno solo per moda. Comunque Daniel non ne ha mai sofferto troppo e mi fa piacere sentire e leggere sui giornali che i laziali in ritiro a Brunico lo abbiano applaudito, chiedendogli autografi".
All'assemblea generale della Consulta dei Laici, di cui il CSI è parte significativa e importante, c'era il Presidente della Commissione Episcopale CEI per il Laicato, Monsignor Rabitti, a portare oltre al suo pensiero sulle Aggregazioni anche il saluto e l'augurio della Chiesa È venuto nella gioia, sicuro di trovarsi tra collaboratori, fratelli, lavoratori del Signore, primizie di varie realtà, componente preziosa della cattolicità italiana. All'assemblea ha ricordato come in un tempo, caratterizzato da fatti epocali che rischiano di farci diventare refrattari anche alle realtà più stupefacenti, la Chiesa si sia risvegliata nelle anime Ciò vale a dire che tutti siamo Chiesa e reciprocamente necessari perché ad ognuno è stata data grazia secondo la misura di Cristo per l'utilità comune (1 Cor, 12, 7) ed è questa una «trasfigurazione» che metabolizza l'uomo e lo porta ad essere da «isolato» a membro della Chiesa Come tale ne condivide le gioie e le prove, rigetta ogni polemica, custodisce l'unità e diventa da fruitore a costruttore della Chiesa, da avventore a protagonista, da mero uditore della Parola a banditore e irradiatore di essa, così da rendere la Chiesa non «pia unione di devoti» ma «sacramento della storia e del mondo»
Ci siamo sentiti dire che in essa non siamo ospiti ma gente di
casa, non estranei ma familiari, non inservienti ma figli, non esecutori inerti ma collaboratori creativi Il Vescovo Rabitti, ha detto anche che la Chiesa in Italia ha bisogno di un laicato vivo, operoso, rispondente alle esigenze del momento, impregnato di vangelo, con coscienza di Chiesa, capace di coraggio, esercitato al dialogo con le diverse culture, pronto a sobbarcarsi le fatiche della missione e duttile nelle scelte operative e che si faccia desiderare da tutta la Chiesa. Di qui il «tuc in Altum», l'uscire dalle secche di un cristianesimo abitudinario, il guardare lontano, il ripartire dalla speranza e «protesi al futuro, correre verso la mèta»
È giunta l'ora in cui ciascuna Chiesa compia una verifica del suo fervore, recuperi nuovo slancio nella pastorale ordinaria con la varietà dei suoi doni, nell'unità del suo cammino
Tutto va osservato con occhi penetranti e cuore grande per captare ogni bisogno altrui e ritenerlo più importante del proprio
Non è un impegno facile quanto ci è stato proposto, sembra fatto per veri atleti però richiede un allenamento che va oltre ogni possibile sforzo. Ci rende in cambio testimoni visibili di vita e, poiché «di parole vuote il mondo è sazio da gran tempo», questa è la principale sfida da intraprendere.
Amo lo sport che ritorna a essere una favola, una storia fantastica da narrare. Il tennis, nel mese di luglio, ha riscaldato il nostro cuore con la vittoria, nel tempio di Wimbledon, del croato Goran Ivanisevic. 6-3 3-6 6-3 2-6 9-7 nei confronti del fortissimo australiano Pat Rafter Dopo la quarta finale (con Agassi e due volte con Sampras), è giunto il successo: non facile, non sperato, infine meraviglioso. E, per giunta, grazie alla «wild card»: il nuovo idolo è arrivato, cioé, a Wimbledon su invito, visto che non avrebbe potuto partecipare alla manifestazione in virtù della sua deludente classifica. Senza vittorie da tre anni, Goran ha ribadito che nello sport nessun traguardo è vietato Nessun sogno Basta inseguire la gloria con fatica e lealtà: in tempi amari di doping, è spuntata - come per incantamento - una vicenda edificante, un esempio per i giovani che si avvicinano a questo sport mitico Bella
di Darwin Pastorin
la sua dedica: «Per Drazen Petrovic, che mi ha sorriso dal cielo» Belle le lacrime di papà Srdjan: «Grazie a Dio e alla pioggia». Bella la sua intervista a fine match: «Quando hanno chiamato il vincitore non mi sono alzato, non posso essere io, mi dicevo, io arrivo sempre secondo!». Le telecamere di Stream hanno proposto tutte le partite del più prestigioso torneo su erba: hanno accompagnato Ivanisevic sino all'ultimo colpo contro Rafter, hanno seguito il suo pianto e la sua felicità, la sua commovente e struggente voglia di tenerezza. A Spalato, sua città natale, la festa è stata grande, da finale di Coppa del Mondo di calcio: molti fans si sono gettati in mare, altri hanno brindato sino a tarda notte, il suo ritorno a casa è stato degno di un eroe popolare.
Adesso, attendiamo un nostro tennista far festa: c'è voglia di rivivere i fasti dell'ultima epopea, quella di Panatta e Pietrangeli, Bertolucci e Barazzutti L'attesa sta durando da troppo tempo, eppure non mancano i talenti, gli aspiranti assi. Il movimento, malgrado la crisi, sta crescendo Intanto, godiamoci la lieta novella di Ivanisevic, con un avvertimento del maestro Rino Tommasi, a conclusione del suo fondo sulla «Gazzetta dello Sport»: «Sarà interessante vedere quale Ivanisevic ci riconsegnerà questo torneo, ma è certo che la Croazia, che dovremo incontrare a Roma in settembre in coppa Davis, ci sembra (dopo il successo di Ivanisevic, ndr) un avversario più pericoloso»
L'altro maestro, Gianni Clerici, su «Repubblica», ha chiosato: «La vicenda,
che Goran stesso ha appena cercato di spiegare appellandosi al soprannaturale, citando potenze angeliche e il santo patrono di Spalato, è accaduta in un giorno diverso da quello solito delle finali, il lunedì, e di fronte ad un pubblico diverso da quello abituale Un pubblico che è finalmente potuto entrare in massa senza acquistare il biglietto a mezzo sorteggio, ma facendosi soltanto una codina di un par d'ore, una passeggiata al confronto dei campeggi notturni con tende e materassini. Insieme a Ivanisevic e a Pat Rafter, questo pubblico è stato protagonista della finale C'erano, tra i 14mila presenti, mille croati con le loro bandiere biancorossoblu, e mille australiani in maglia gialla, pronti a gettare i loro totem, enormi canguri gonfiabili»
Ecco: lo sport dei campioni veri, della gente in visibilio, di cuore e batticuore. Ecco il racconto senza veli, senza misteri, senza inquietanti retroscena. Il tutto, nella cornice di Wimbledon E ritornano, così, i versi di Giuseppe Brunamontini:
Sottrarre la primavera all'emisfero nord e ripristinarla solo a patto di usarla a fin di bene: trasformare le racchette in padelle di girasoli le pallette in melograni acerbi i giudici in cocomeri colmi di semi sull'erba di Wimbledon, miracolosa di corde pizzicate sulle dita per le estreme vibrazioni degli occhi perduti sulla luna del lancio arcuato della prima palla di servizio.
di Michele Marchetti
Con 365 partecipanti e 27 corsi di formazione, si è appena conclusa la settimana di formazione promossa dalla SNES (la Scuola Nazionale Educatori Sportivi) dal 16 al 22 luglio a Bagni di Nocera Umbra.
Si è trattato del più importante sforzo formativo compiuto dal CSI negli ultimi anni. L'iniziativa si è collocata nel pieno della
fase di riscrittura del Progetto culturale sportivo dell'Associazione E tutti i corsi hanno sottolineato con estrema chiarezza la necessità di adeguare la proposta sportiva ed educativa alle ultime tendenze emerse dai nostri ragazzi, dalle società sportive, dai dirigenti e dagli allenatori che vivono quotidianamente lo sport e che sono state rilanciate in occasione della Conferenza nazionale di Loreto Dopo due anni di pausa di riflessione, che sono serviti a ripensare tutti i percorsi formativi e ad inserirne di nuovi, si è voluto studiare una formula di svolgimento dei corsi efficace, dinamica, strutturata, finalizzata a qualificare e preparare i tecnici di primo, secondo e terzo livello e per operatori di progetti specifici (terza età, parrocchia, disabili, operatori di strada )
L'idea di fondo di "campus" della formazione è stata condivisa ed appoggiata dalle équipe di docenti, che hanno contribuito a creare un clima di condivisione delle esperienze, degli ideali, delle ipotesi qualitative di fondo: Chi siamo? Da dove veniamo? Dove vogliamo andare? E perché?
Partendo dalla convinzione che l'attività sportiva è il principio generativo della vita associativa, in ciascuna iniziativa si è sottolineato come soltanto allenatori e operatori preparati tecnicamente e capaci di mettere in gioco la qualità delle relazioni umane in maniera significativa possano garantire il successo dei nostri progetti sportivi Infatti, la formazione qualifica le competenze e le abilità degli operatori alla luce della visione dell'uomo e dello sport del CSI, che trovano il proprio riferimento nel terreno evangelico
Il nuovo Progetto culturale e sportivo è il basso ostinato che da qualche mese fa fermentare le menti ed i cuori del popolo
CSI. L'idea di partecipare, ciascuno con il suo contributo, a riscrivere le regole che approfondiscono la nostra cultura è stata davvero stimolante per gli esperti che, a vario titolo, hanno partecipato a questa avventura É quasi un debito d'onore nei confronti di un'associazione che fa dello sport per tutti la sua pratica quotidiana e che dà a molti la possibilità di realizzarsi ed esprimersi attraverso la pratica sportiva, di studiare e di confrontarsi con docenti di alto livello, di interrogarsi comunque sui valori di fondo che animano la pratica sportiva I corsisti hanno risposto positivamente agli stimoli, hanno seguito i ritmi (seppure intensi) delle lezioni teoriche e pratiche ed hanno creato il consueto stile di vita che anima i corsi: impegno e ascolto, discussione, gioco, divertimento I formatori CSI hanno efficacemente insistito sui quattro concetti sportivi e formativi che devono animare i nostri programmi di attività:
- continuità: nel tempo e nel rispetto delle età e delle tappe evolutive;
- aggregazione: il gruppo è fattore di attivazione superiore all'energia sviluppata dallo sforzo dei singoli; rilancio del valore e del ruolo della società sportiva e della squadra come comunità educante-insieme;
- attivazione: entusiasmare e appassionare per dare una scossa alla vita dei comitati, valorizzando i nuovi arrivi e accompagnandoli in un'opera costante di monitoraggio e di vicinanza; - senso di appartenenza: riscoprire l'identità e il senso dell'operare insieme, nell'associazione, condividendo idee, progetti, valori
Il campus di Bagni di Nocera Umbra è stato tutto questo e molto di più, anche grazie alla presenza dei formatori del CSI cresciuti negli ultimi anni e divenuti risorsa preziosa per tutta l'Associazione. Fra sei mesi, i corsisti dovranno concretamente confrontarsi con se stessi, in occasione dell'esame che li abiliterà nel rispettivo percorso Nel frattempo, ci auguriamo che possano sperimentare e promuovere, raccontare e costruire ciò che hanno incontrato, elaborato e conosciuto
A Milano un mese di Sportlandia: un mega-oratorio nel Parco Sempione.
Domenica 15 luglio ha chiuso i battenti il Villaggio dello Sport in Piazza del Cannone. Dopo un mese di intensa attività a Milano cala il sipario su Stadium e già si progetta il futuro.
Da una parte è grande la soddisfazione e ci spinge a dire che CSI e FOM si sono resi protagonisti di un evento davvero straordinario che lascerà un segno nella città, ma soprattutto nel cuore di coloro che hanno avuto la fortuna di parteciparvi. Dall'altra, siamo certi che avvertiremo non poca nostalgia per i tanti momenti trascorsi al Villaggio in compagnia dei ragazzi provenienti dagli oratori. Tutto iniziò non più di tre mesi fa quando l'idea sembrò davvero un sogno irrealizzabile Strada facendo il sogno si è tramutato in realtà e ogni giorno, in mezzo a mille problemi, si riusciva a fare un piccolo passo in avanti fino a quando la grande macchina organizzativa è stata pronta per partire alzando il sipario sul "più grande oratorio del mondo"
di Lucia Teormino
"La nOttE da SBaLLO POSItIvO" aPRE IL vILLaggIO dELLO SPORt
Così si è arrivati al fatidico venerdì 15 giugno, data in cui era stata fissata la 12 ore di sport non stop dalle 20.00 alle 8 00 del mattino seguente Come succede quando si decide di comporre un puzzle, dopo le incertezze iniziali, il quadro ha cominciato a prendere forma e… che forma! Quasi 100 le squadre iscritte (fra calcio, pallavolo e basket) e tutte hanno continuato a giocare fino al mattino Per dovere di cronaca
dobbiamo dire che solo una formazione si è ritirata alle 6 30 del mattino di sabato al grido di "ragazzi, non ce la facciamo più!" Tutte le altre hanno continuato indisturbate godendosi prima il tramonto e poi il sorgere dell'alba all'ombra del bellissimo maniero milanese. Una notte da "vero sballo positivo" all'interno della quale ha trovato spazio anche la musica (si sono esibiti ben 5 gruppi musicali) e il caratteristico "spuntino di mezzanotte" a base di insalata di riso. Oltre mille giovani hanno quindi vissuto un'esperienza a dir poco insolita e grande è stata per tutti la soddisfazione… il pensiero correva già al lunedì seguente, ossia il giorno di apertura del più grande oratorio del mondo: circa 700 ragazzi animati da una incredibile voglia di giocare
SI RIPaRtE COn StadIum!
Ore 7.00 del mattino di lunedì 18 giugno Tutti gli organizzatori in Piazza del Cannone per gli ultimi preparativi Ore 9.00: lo squadrone di animatori (soprannominati magliette rosse) sono pronti ai posti di combattimento e via… il Villaggio prende vita Ogni gruppo viene dotato di pass e, come un' immensa giostra, ogni punto gioco si riempie di colore, movimento e tanta allegria. C'è chi si cimenta nei tornei di calcio o pallavolo, chi preferisce le macchinine, chi raccoglie la sfida della parete di roccia, chi invece preferisce i tappeti elastici Ore 11 00: la lezione di aerobica seguita da quella di funky dance, dalle esibizioni di arti marziali e dall'inizio delle miniolimpiadi. Qualcuno poi si lancia senza dubbio e a tutta velocità a bordo di una fiammante mountain bike lungo il percorso arricchito da ben due ponti sopraelevati, qualcun altro preferisce riscoprire il piacere del monopattino e dei più moderni rollerblade. Affollatissimi anche i biliardini e i tavoli da ping pong I ragazzi non si fanno di certo pregare e a rotazione sperimentano tutti i giochi messi a loro disposizione Solo una piccola pausa (dalle 13.00 alle 14.00)… si deve pur mangiare! Così il circo di
Il saluto del Card. martini "Stadium il più grande oratorio del mondo"
Sono bastate poche parole all'Arcivescovo di Milano per esprimere la sua gioia nell'incontrare i giovani ospiti a Stadium, lo scorso 6 luglio. Dopo aver visitato i numerosi campi di gioco, essersi cimentato in una veloce partitella a biliardino (gol al primo tiro!) ed aver ammirato divertito un giovanissimo scalatore arrampicarsi sulla parete di roccia, è stato accolto dalle centinaia di ragazzi al grido "qua mi ci gioco…" , vero e proprio inno degli oratori estivi della Diocesi «È il più grande oratorio del mondo, senz'altro della Diocesi - con queste parole ha esordito il Cardinal MartiniVoi siete qui a dimostrare che lo sport può assumere un ruolo educativo Lo slogan dell'oratorio "qua mi ci gioco" mi impressiona molto: significa che nella vita bisogna buttarsi e che nella vita vince chi gioca in team e pensa agli altri prima che a se stesso. Il gioco insegna a vivere - ha continuato Martini - insegna a costruire rapporti con gli
Stadium è partito per quell'avventura meravigliosa chiamata Sportlandia durata un mese intero (dal 15 giugno al 15 luglio), dalle 9 00 alle 17 00, tutti i giorni dal lunedì al venerdì.
Protagonisti ben 214 oratori per un totale di quasi 33.000 ragazzi, oltre 800 giovani ogni giorno
Cifre importanti che segnalano l'entusiasmo con cui gli oratori hanno risposto all'invito di CSI e FOM Un traguardo esaltante, una autentica testimonianza del forte interesse che gli oratori avvertono verso l'attività sportiva vissuta e praticata con finalità ludiche ed educative Un chiaro invito a riproporre Stadium il prossimo anno! In proposito ci sono già impegni precisi da parte delle istituzioni affinché si possa riproporre il Villaggio dello Sport non solo nelle zone centrali, ma soprattutto nelle periferie e nei quartieri disagiati della grande metropoli milanese
Non c'è che dire, questa volta CSI e FOM hanno fatto strike!
Un grazie particolare ai sacerdoti, le
altri e ad esprimere la propria personalità». Il Cardinale ha inoltre ricordato come il gioco purtroppo spesso non sia per tutti, in particolare per i ragazzi meno fortunati che non hanno la possibilità di giocare per difficoltà fisiche o economiche. Non è mancato il riferimento ai temi di attualità e in particolare alle logiche di mercato che fanno male allo sport ed un preciso monito alle conseguenze negative della violenza nello sport. L'attenzione del Pastore Milanese è poi tornata sugli oratori e sugli spazi dedicati al gioco "gli spazi ci sono"ha concluso Martini - "quelli degli oratori e delle parrocchie, per esempio, che potrebbero diventare sempre più dei punti di riferimento. È importante che tutti se ne accorgano" Terminato il breve discorso i ragazzi hanno continuato a far festa al loro Cardinale; tra i doni consegnatigli, una fascia di capitano naturalmente al capitano di Sportlandia
suore e i responsabili d'oratorio che con autentico "spirito sportivo" hanno vissuto al nostro fianco questa straordinaria avventura, credendoci fin dal primo momento. Un grazie a tutti i ragazzi CSI e ai volontari che, con allegria, hanno dato vita e voce al Villaggio di Piazza del Cannone Cala il sipario su Stadium, ma non la nostra voglia di vivere, in futuro, esperienze così esaltanti.
Lo sviluppo tecnologico che sta rivoluzionando il mondo della comunicazione non appare tuttavia capace di ridurre l'importanza dei cosiddetti "old media", ovvero dei canali tradizionali di pubblicità e promozione
Crescono nuove forme d'investimento, l'informazione corre verso nuove vie di trasmissione, le forme e i mezzi cercano continuamente di rinnovarsi e reinventarsi, eppure l'introduzione continua di "nuove tecnologie della comunicazione" non rende meno efficace l'uso delle forme pubblicitarie più classiche, come la cartellonistica
Gli esperti di marketing parlano di "pubblicità esterna" per indicare tutte le forme di comunicazione pubblicitaria che possono essere sfruttate all'aperto: affissione, pubblicità dinamica, cartellonistica permanente, manifesti, vetrine Si tratta di forme di pubblicità
solitamente considerate minori, ma che invece possono essere efficacissime, soprattutto per quanto concerne la pubblicità su panorama locale
La comunicazione di un evento con l'uso di manifesti e cartelloni, nello specifico di un evento sportivo, acquista maggiore capacità d'impatto se l'affissione è correttamente pianificata: può essere sufficiente un'immagine attraente associata ad uno slogan appropriato, per ottenere una immediata e totale comprensione del messaggio
Un manifesto pubblicitario efficace è l'arte della sintesi: occorre evitare tutto ciò che non è indispensabile e concentrarsi sull'essenziale, cogliere l'anima del concetto ed esprimerlo con una formula che comunichi l'atmosfera dell'evento Tutte le forme di pubblicità esterna sono un mezzo d'impatto istantaneo L'importante è trasferire l'idea chiaramente, in modo che possa essere memorizzata immediatamente; può essere utile ad una più veloce comprensione del messaggio una grafica con scritte visibili e immagini d'effetto
È importante, inoltre, che le affissioni siano sistemate in luoghi strategici, di passaggio, sempre affollati, in modo così che il messaggio possa arrivare ad un alto numero di persone. Per colpire il pubblico può essere d'aiuto realizzare cartelloni di formati differenti, magari sistemati in prossimità del luogo o i luoghi dove avverrà l'evento stesso che si promuove. Bisogna quindi studiare attentamente la città o l'ambiente di riferimento e le aree di transito più frequentate per rendere la comunicazione più efficace Uno dei vantaggi della pubblicità esterna è il fatto di generare una comunicazione costante: in qualsiasi momento chiunque potrà leggere le informazioni legate all'evento. Per quanto riguarda i contenuti è fondamentale coinvolgere in maniera emozionale Nella comunicazione di un evento sportivo, come nella promozione di una campagna abbonamenti, potrebbe essere fondamentale puntare sull'idea di partecipazione, sul sentimento di sfida, sulla voglia di vincere, ma anche sul rispetto delle regole, degli altri giocatori
o semplicemente sullo sport e la voglia di divertirsi In aggiunta ai soliti poster, stendardi e striscioni pubblicitari, può essere molto efficace l'utilizzo della cosiddetta "pubblicità dinamica". Si tratta della pubblicità che utilizza i mezzi di trasporto pubblici urbani ed extraurbani: si può fare pubblicità, ad esempio, all'interno delle vetture: chiunque viaggerà sul mezzo anche per brevissimo tempo sarà raggiunto dal messaggio. E in molti casi esiste la possibilità di utilizzare i tabelloni esterni ai mezzi pubblici, che sono visibili ad un altissimo numero di persone. Si possono utilizzare anche mezzi privati, affittati per l'occasione, che si muovono in città mostrando i cartelloni pubblicitari e, in alcuni casi, annunciando l'evento con un megafono Questo tipo di comunicazione potrà essere efficace soprattutto nei piccoli centri urbani Con un utilizzo pianificato dei vari tipi di affissioni, comunque, si può star certi di poter contattare tutta la popolazione di una città in tempi brevi. Nell'ambito dell'associazionismo sportivo le affissioni possono essere
utilizzate anche in altri casi, oltre che per la promozione di uno specifico evento sportivo. Per esempio, l'utilizzo delle affissioni può giocare un ruolo fondamentale nel periodo delle "campagne soci" Nel periodo precedente all'inizio dell'anno associativo sarebbe utile - infattirealizzare una buona campagna pubblicitaria, puntando anche sull'utilizzo di manifesti e affissioni, cercando di comunicare il messaggio di uno sport legato alla salute, al benessere dello star bene insieme, oltre che l'importanza del gioco, del divertimento, della competizione sportiva
Una buona campagna di comunicazione, quindi, dovrebbe tenere in grande considerazione la pubblicità tramite affissioni, che può assicurare una copertura totale del pubblico di riferimento con costi molti più contenuti rispetto ad altre forme di comunicazione, che magari sono più all'avanguardia, ma sicuramente sono meno appropriate per una comunicazione mirata e legata ad un contesto locale
Il sacro furore legislativo che caratterizza da qualche tempo a questa parte il settore non profit investe anche i circoli Con il D.P.R. n. 235 del 4/4/2001, entrato in vigore il 5 luglio 2001, cambiano, infatti, le regole per il rilascio delle autorizzazioni
amministrative alla somministrazione di alimenti e bevande La novità di maggior rilievo consiste nella distinzione che viene operata tra circoli associati agli enti con finalità assistenziali riconosciute (c.d. Associazioni di Promozione sociale iscritte nell'apposito registro tenuto presso il Ministero degli Interni) e circoli che, invece, non aderiscono a tali associazioni
Particolare importanza viene attribuita anche alla natura democratica e partecipativa del circolo, il cui statuto deve rispettare i requisiti imposti dall'art 111 comma 4-quinquies del TUIR In carenza di tali elementi, infatti, il circolo non potrà esercitare l'attività di somministrazione alimenti e bevande se non iscrivendosi al REC e dotandosi di regolare autorizzazione amministrativa del tipo commerciale Vediamo, dunque, le novità in dettaglio alla luce della distinzione tra tipologie di circoli operata del decreto:
A) Circoli iscritti ad associazioni di promozione sociale riconosciute dal Ministero degli Interni (come il CSI) e retti da statuto registrato contenente le clausole di democraticità di cui all'art 111 comma 4 - quinquies del TUIR Questi circoli, purché rispettino
a cura di Francesco Tramaglino
entrambe le condizioni di cui al punto a), possono svolgere l'attività di somministrazione di alimenti e bevande esclusivamente a favore dei soci e nei locali della sede istituzionale presentando semplicemente una denuncia di inizio attività al Comune competente per territorio Sarà compito del Comune, poi, trasmettere detto documento alla ASL competente per il rilascio del parere preventivo necessario per il rilascio dell'autorizzazione igienico-sanitaria
Nella denuncia il legale rappresentante del circolo dichiara, inoltre, con il sistema dell'autocertificazione: l'ente nazionale di appartenenza, il tipo di attività di somministrazione che si intende svolgere, ubicazione e superficie dei locali adibiti alla somministrazione,
conformità edilizia e natura democratica dell'associazione
L'unico documento da allegare alla denuncia è la copia in carta semplice dello statuto o dell'atto costitutivo Il legale rappresentante non deve essere iscritto al REC
B) Circoli non iscritti ad enti di promozione sociale riconosciuti dal Ministero degli interni ma retti da regolare statuto o atto costitutivo registrato adeguato alle clausole dell'art 111 comma 4 quinquies del TUIR. Questi circoli, qualora intendano direttamente svolgere l'attività di somministrazione alimenti e bevande per i propri soci devono presentare al Comune di appartenenza una domanda di autorizzazione del tipo prevista dall'art. 3 legge 287/91 (e non già una semplice denuncia) e non potranno esercitare l'attività in questione se non sono trascorsi almeno 60 giorni dall'invio della domanda Trascorso tale periodo, infatti, la domanda si intende accolta per effetto dell'istituto del silenzio-assenso. Anche in questo caso il legale rappresentante dovrà autocertificare i dati già indicati nel punto a) e produrre in copia semplice lo statuto o l'atto costitutivo dell'associazione. Non è necessaria l'iscrizione al REC del legale rappresentante ma la mancata associazione ad ente di promozione sociale, vincola il rilascio dell'autorizzazione al contingentamento numerico programmato dal Comune (la
domanda, in altri termini, non è accolta automaticamente).
C) Circoli privi di statuto registrato redatto a norma dell'art. 111 comma 4 quinquies, iscritti o meno ad enti di promozione sociale riconosciuti.
In tal caso il circolo potrà svolgere l'attività di somministrazione alimenti e bevande solo previa autorizzazione comunale concessa ai sensi degli artt 3, 4 e 5 della legge 287/1991 (in sostanza la medesima autorizzazione per gli esercizi commerciali) e previa iscrizione al REC del legale rappresentante o del preposto Ovviamente si tratta di autorizzazioni delimitate da un rigido controllo numerico legato alla programmazione degli esercizi commerciali effettuata dal Comune
In definitiva, quindi, tanto la non appartenenza a enti di promozione sociale quanto l'assenza delle caratteristiche di democraticità interna penalizzano il circolo sotto il profilo dei benefici amministrativi.
La legge sottolinea, inoltre, che i Comuni hanno anche poteri ispettivi in materia di controllo della democraticità formale (statuti registrati e in regola con l'art. 111 TUIR) e sostanziale (elezione periodica degli amministratori, adeguata pubblicizzazione delle assemblee, divieto di distribuzione degli utili, ecc ) dei circoli
Le sanzioni previste per la violazione delle norme in materia di denuncia e di autorizzazioni amministrative variano da uno a sei milioni di lire e vengono irrogate dalla Camera di Commercio competente per territorio, d'ufficio o su segnalazione della Polizia urbana o tributaria.
In considerazione di ciò si raccomanda ai circoli associati al CSI, qualora non vi abbiano già proceduto, di redigere e registrare il proprio statuto in ottemperanza alle norma di cui all'art. 111 comma 4 - quinquies del TUIR, nonché di rispettare le norme di democraticità interna (libera eleggibilità degli amministratori, elezioni periodiche, adeguata comunicazione delle assemblee, approvazione dei rendiconti, non distribuzione degli utili, principio del "una testa, un voto", ecc )
1. È possibile consentire l'accesso ai bar circolistici anche ai non tesserati purché accompagnati da un socio?
In linea generale la risposta è negativa Con alcune importanti osservazioni: sotto il profilo fiscale la recente legge sull'associazionismo di promozione sociale (L 383/2000) consente l'ingresso anche ai familiari conviventi dei soci, quantunque privi di tessera. Sotto il profilo amministrativo e, più precisamente, dell'autorizzazione alla somministrazione di alimenti e bevande, invece questo beneficio non sussiste e le recentissime innovazioni introdotte in materia (si veda Tuttoleggi su questo numero) continuano a prescrivere il requisito del tesseramento quale presupposto per il godimento dei beni e dei servizi realizzati dal circolo medesimo La somministrazione di alimenti e bevande è dunque riservata in via esclusiva ai soci del circolo; dubbi sussistono sulla possibilità di estendere alle norme amministrative in materia di somministrazione alimenti e bevande il principio contenuto nel D Lgv 460/1997 in base al quale qualunque persona fisica in possesso della regolare tessera CSI può fruire delle prestazioni di qualsiasi società sportiva affiliata al Centro Sportivo Italiano Tale norma, che consentirebbe l'ingresso nel circolo a tutti i tesserati CSI, soci o meno del circolo stesso, vale, infatti, ai fini fiscali, ma non risulta confermata ai fini amministrativi.
2 Quale regime fiscale per i premi in natura corrisposti agli atleti nell'ambito di una competizione dilettantistica?
Le norme in materia di imposte sui redditi assimilano i redditi in natura (corrisposti, cioè, sotto forma di beni e servizi) a quelli in denaro prevedendone l'assoggettamento a IRPEF. Nel caso dei premi erogati in occasione di competizioni da parte delle società sportive dilettantistiche ad atleti dilettanti si applica l'art 81 lett m del TUIR come modificato dall'art 37 legge 342/2000 (compensi per esercizio diretto dell'attività sportiva dilettantistica) che prevede il non assoggettamento ad IRPEF di questi emolumenti fino a concorrenza del plafond annuale di lire 10 milioni Ai fini dell'attribuzione di valore ai premi in natura occorre, tuttavia, una preventiva osservazione: se il premio consiste in un bene di tipo commemorativo (targa, trofeo, ecc ) di valore modesto non si è, evidentemente, di fronte a forme di reddito in natura Diversamente premi di valore significativo e natura fungibile (viaggi, veicoli, fornitura di alimenti, ecc ) devono essere valutati al loro valore normale, di norma coincidente con il costo che la società sportiva ha sopportato per il loro acquisto
3. Le associazioni sportive dilettantistiche possono organizzare viaggi e soggiorni a favore dei propri iscritti?
Si, ma solo se associate ad enti di promozione sociale le cui finalità assistenziali siano riconosciute dal Ministero degli Interni come previsto dall'art 111 4-bis del TUIR Infatti, l'attività di organizzazione di viaggi e soggiorni è di norma considerata commerciale; l'agevolazione prevista dal TUIR è concessa alle associazioni sportive dilettantistiche non in quanto tali ma perché facenti parte di associazioni di livello nazionale (come il CSI) le cui finalità di promozione sociale siano state riconosciute a livello istituzionale Diversamente una società sportiva non iscritta a questi enti non potrà organizzare viaggi e soggiorni se non praticando regolari corrispettivi gravati da IVA e imposte sui redditi e ciò anche se il servizio è offerto ai soli soci.
gLI aPPuntamEntI dEL mESE
21 Poviglio
10° "Super" Gambero d'oro
26 Sestola
Calcio: Bologna FC - Rappresentativa CSI
28 Rocca di Sissa
Campionato mondiale "Mangiatori d'Anguria"
29 Campel - Feltre
8ª prova Trofeo Lattebushe 2001
10° "Super" Gambero d'oro
Poviglio 21 Luglio
È la più grande gara di retrorunning in Italia, ovvero di corsa all'indietro L'originale manifestazione, valevole per il campionato italiano CSI, si terrà, in occasione della festa di S. Anna, come ogni anno a Poviglio (RE) Almeno 100 gamberi, pardon retropodisti, sono attesi ai nastri di partenza di questa decima edizione. Ci sarà ancora una volta il pluridecorato Stefano Morselli, 7 vittorie su 9 partecipazioni ed Antonella Benatti, prima tra le donne. Si corre sui 3 km, i grandi, 1,5 km di gara per i ragazzi e per la retrocorsa non competitiva
Calcio: Bologna FC - Rappresentativa CSI
Sestola 26 Luglio
Beppe Signori torna a casa Il campione del Bologna, già tesserato CSI, guiderà il 26 luglio a Sestola la sua squadra contro un rappresentativa del comitato di Modena. A difendere i colori arancio-blu del CSI una formazione selezionata tra i giocatori impegnati nel "Trofeo della Montagna", arrivato quest'anno alla sua 38ª edizione, con una pioggia di iscrizioni: ben 18 squadre Iniziato il 17 giugno si concluderà domenica 12 agosto.
Finali 1° Torneo polisportivo Est-adò
Torino 29 Luglio
29 Torino
Finali 1° Torneo polisportivo Est-Adò
29 Agrigento
3° Trofeo S Calogero
Estate e adolescenti insieme formano Est-adò, un percorso in città alla ricerca di occasioni interessanti e divertenti, per giovani dai 14 ai 18 anni In collaborazione con il Comune di Torino il CSI locale propone un'estate a tutto sport, organizzando un torneo polisportivo aperto alle fasce d'età specificate per ribadire lo sport come strumento di aggregazione tra ragazzi Tre quadrangolari previsti (pallavolo, pallacanestro e calcio a 5), ed un torneo ancora più fitto per il calcio a 11 Si giocherà nelle ultime due settimane di luglio su tre impianti cittadini fino al 29, giorno delle finali (impianto Bagneaux) Arbitri: i 40 ragazzi appena usciti dai corsi di Est-adò, svoltisi la prima quindicina di luglio Un’occasione per testare subito quanto hanno appreso.
Palio dell’ASSunta
Beach-Stadium Summer-Games
San Benedetto del Tronto 14-16 Agosto
Beach-Stadium Summer-Games
Campionati FICEP di atletica
13-22 Malta
Maratona di Malta
24-26 Lignano - Beach Arena
"Stadium" - 3 giorni di sport e divertimento
31agosto /2 settembre Crema
Stadium, lo sport incontra la piazza 3 Rimini
A cavallo di Ferragosto il lungomare sambenedettese diverrà una immensa palestra per tre giorni ininterrotti di sport, di giochi ed animazione in spiaggia Calcetto, volley, racchettoni, uno spazio-bambini ed un palco dove s'alterneranno diversi spettacoli Al calar del sole, via alla discoteca-beach, per unire così musica-movimento-sport in serate indimenticabili Da non perdere la non-stop di beach-volley, programmata nella lunga notte di Ferragosto
Maratona di Malta
Malta 13-22 Agosto
Anche quest'anno Malta ospiterà la maratona di pallavolo da Guinness. Pensata per coinvolgere migliaia di giovani da diversi paesi d'Europa, l'iniziativa si propone di abbinare assieme lo sport e la solidarietà. Dal 13 al 22 si giocherà notte e giorno per ben 222 ore di fila, per entrare nel prestigioso albo dei primati Grande impresa sportiva sicuramente, ma anche importante atto di solidarietà, dato che lo scopo è quello di aiutare 150 bambini portatori di handicap della Casa della Provvidenza di Malta e i bimbi della Missione dei padri Domenicani a Durazzo, in Albania
"Stadium" - 3 giorni di sport e divertimento
Lignano 24-26 Agosto
Per il secondo anno consecutivo la Beach Arena di Lignano vestirà CSI, nella lunga estate sportiva 2001. Il motto del CSI friulano è sempre quello di "uno sport che non esclude nessuno" Tradotto: sport per tutti e, aggiungiamo, per tutti i gusti Le tribune della Beach-Arena vedranno infatti calcio, tennis, basket, volley alternarsi in spiaggia Ed ancora tornei di dama, braccio di ferro ed i giochi con la gym-ball, palloni giganteschi con cui si fa fitness Immancabile il ciclone che avrà un suo percorso dimostrativo. In più Tony Zavatta, una lunga tradizione circense alle spalle, giocoliere ad animatore che stupirà e allieterà la platea di bagnanti e di sportivi in costume Poi Sergio Pacco, noto scultore del legno, che nel corso della tre-giorni lignanese, modellerà, da un tronco della Carnia, l'immagine di uno sportivo, a sua scelta.
" C o r r i d o r e p r o l e t a r i o / c h e a i c a m p i o n i
d i m e s t i e r e / d e v e f a r d a c a m e r i e r e , / e
s u l p i a t t o , s e n z a g l o r i a / s e r v e l o r o l a
v i t t o r i a . / A l t r a g u a r d o , q u a n d o a r r i v a /
n o n h a a p p l a u s o , n o n h a e v v i v a C o l
s a l a r i o c h e s i p i g l i a / f a c a m p a r e l a
f a m i g l i a ; / e d a v e c c h i o p o i s i a c q u i s t a /
u n n e g o z i o d a c i c l i s t a "
L a s o t t i l e i r o n i a d i q u e s t i v e r s i s c r i t t i d a l
p o e t a G i a n n i R o d a r i f o t o g r a f a l a f i g u r a
d i q u e l c i c l i s t a d i s e c o n d a f i l a c h i a m a t o
g r e g a r i o L a p a r o l a , d a l l a t i n o
" g r e g a r i u s " , i n d i c a c h i f a p a r t e d i u n
g r e g g e . E n e l g r e g g e , s i s a , l e p e c o r e
s o n o i n t r u p p a t e ; f a n n o n u m e r o , m a n o n
s i d i s t i n g u o n o m o l t o l ' u n a d a l l ' a l t r a .
N e l c i c l i s m o i g r e g a r i s o n o q u e i
c o r r i d o r i m e s s i a s e r v i z i o d e i r i s p e t t i v i
c a p i t a n i , u o m i n i d i s e c o n d a f i l a c h e
c o r r o n o p e n s a n d o p i ù a i l o r o l e a d e r
c h e a s e s t e s s i , c h e s i f e r m a n o a l l e
f o n t a n e l l e l u n g o l e s t r a d e p e r r i e m p i r e
l a b o r r a c c i a d e i c a m p i o n i , c h e
i n s e g u o n o g l i a v v e r s a r i i n f u g a p e r
r i p o r t a r l i n e l g r u p p o , c h e ,
a l l ' o c c o r r e n z a , c e d o n o u n a r u o t a o l a
s t e s s a b i c i c l e t t a a l c a p i t a n o a p p i e d a t o
I l r u o l o d e l g r e g a r i o è , p e r q u a l c h e
v e r s o , p i ù u t i l e o g g i d i i e r i I n t e m p i
o r m a i l o n t a n i , p e r r i f o r n i r s i d i p a n i n i e
b i b i t e i c o r r i d o r i p o t e v a n o p e r f i n o
f e r m a r s i d a v a n t i a l u n g h i t a v o l i i m b a n d i t i d a l l ' o r g a n i z z a z i o n e . O g g i
n o n è p i ù c o s ì S i p e d a l a c o n l e r i s e r v e
e n e r g e t i c h e d e l l a p a r t e n z a . C h i h a
b i s o g n o d i r e i n t e g r a r l e - e c h i n o n n e
h a ? - d e v e a r r a n g i a r s i s t a n d o i n s e l l a
D a q u i l ' i m p o r t a n z a d e i g r e g a r i
L a s t o r i a d e l c i c l i s m o è p i e n a d i c e l e b r i
a c c o p p i a t e c a m p i o n e - g r e g a r i o C h i a d
e s e m p i o n o n r i c o r d a i b i n o m i B a r t a l i e
C o r r i e r i , o p p u r e C o p p i e M i l a n o , p e r
r e s t a r e a i t e m p i d ' o r o d e l n o s t r o
c i c l i s m o ? M o l t e d e l l e l e g g e n d a r i e
i m p r e s e d i q u e s t i g r a n d i c a m p i o n i n o n
c i s a r e b b e r o s t a t e , s e n z a l ' u m i l e e
g e n e r o s o l a v o r o d e i l o r o f e d e l i g r e g a r i
I l l o r o è u n r u o l o i n s o s t i t u i b i l e , s e b b e n e
s i a r e l e g a t o a i m a r g i n i d e l l e c r o n a c h e ,
o a d d i r i t t u r a i g n o r a t o M a c ' è f o r s e d a
m e r a v i g l i a r s i ? N o n a c c a d e c o s ì a n c h e
p e r l a s t o r i a c h e s i s t u d i a s u i b a n c h i d i
s c u o l a ? A l e g g e r e i l i b r i c h e l a
r a c c o n t a n o , l a s t o r i a d e l m o n d o s e m b r a
c h e s i a e s c l u s i v o a p p a n n a g g i o d i u n
m a n i p o l o d i i l l u s t r i p e r s o n a g g i : r e ,
i m p e r a t o r i , p a p i , c o n d o t t i e r i , s c i e n z i a t i ,
c a p i t a n i d i v e n t u r a e u o m i n i d i g o v e r n o E t r a q u e s t i , i p i ù i n f l u e n t i
s a r e b b e r o s t a t i a d d i r i t t u r a i p i ù
p r e p o t e n t i e s a n g u i n a r i
M a l e c o s e n o n s t a n n o c o s ì L a s t o r i a
v e r a d e l l ' u m a n i t à n o n è a f f a t t o o p e r a d i
p o c h i È o p e r a c o r a l e d i m i l i o n i , d i
m i l i a r d i d i u o m i n i e d o n n e d i c u i
n e s s u n l i b r o p a r l a A n c h e s e d i e s s i
n e s s u n o r i c o r d a i l n o m e e i l v o l t o , l a
l o r o e s i s t e n z a h a c o m u n q u e l a s c i a t o u n a t r a c c i a , n e l b e n e o n e l m a l e
A c c a d e c o s ì a n c h e p e r l e o p e r e l i r i c h e .
A i c r i t i c i m u s i c a l i , c o m e p u r e a i l e t t o r i ,
i n t e r e s s a n o s o l o i g r a n d i c a n t a n t i , n o n i
c o r i s t i , l e c o m p a r s e o i t e c n i c i c h e
h a n n o a r m e g g i a t o d i e t r o l e q u i n t e
E p p u r e , s e n z a q u e s t i " g r e g a r i " , l ' o p e r a
n o n s a r e b b e a n d a t a i n s c e n a . A n c h e i
m a r i n a i c h e l a v o r a n o s o t t o c o p e r t a ,
v e d e n d o m a r e e s o l e d a g l i o b l ò d e l l e
s t i v e , f a n n o a n d a r e l a n a v e E s o n o
a n c h ' e s s i , a m o d o l o r o , p r o t a g o n i s t i
d e l l a n a v i g a z i o n e .
È i m p o r t a n t e r i c o r d a r e t u t t o q u e s t o , p e r c h é n e s s u n o s i s e n t a e s c l u s o d a l l a
g a r a d e l l a v i t a T u t t i , q u a l e c h e s i a i l
n o s t r o r u o l o , s c r i v i a m o p a g i n e b e l l e o
b r u t t e d i v i t a ; s t a n d o d a l l a p a r t e d i c h i
l a s p i n g e v e r s o l ' a l t o , u m a n i z z a n d o l a , o
d a l l a p a r t e d i c h i l a f a r e g r e d i r e v e r s o i
b a r a t r i d e l l ' i n c i v i l t à
L a s t o r i a s i a m o n o i , c o m e
c o r r e t t a m e n t e r e c i t a i l t i t o l o d i u n
p r o g r a m m a t e l e v i s i v o
A f a r p r o g r e d i r e l ' u m a n i t à v e r s o i l
" n u o v o c i e l o e l a n u o v a t e r r a " d i c u i
p a r l a l ' A p o c a l i s s e , o v e " n o n c i s a r à p i ù
m o r t e , n é l u t t o , n é l a m e n t o , n é a f f a n n o "
s o n o p e r ò s o p r a t t u t t o c o l o r o c h e
s p e n d o n o l a v i t a a f a v o r e d e g l i a l t r i I
g r e g a r i , a p p u n t o
C h e i l o r o n o m i r e s t i n o s c o n o s c i u t i a g l i
s t o r i o g r a f i p o c o i m p o r t a I m p o r t a ,
i n v e c e , c h e s i a n o s c r i t t i n e l l i b r o d i
D i o A i s e t t a n t a d u e d i s c e p o l i c h e
t o r n a r o n o u n g i o r n o d a G e s ù , l i e t i d i
a v e r d a t o u n a m a n o a t u t t i i b i s o g n o s i
c h e a v e v a n o i n c o n t r a t o p e r s t r a d a , e g l i
d e t t e u n ' a s s i c u r a z i o n e p i e n a d i
s p e r a n z a : " R a l l e g r a t e v i , p e r c h é i v o s t r i
n o m i s o n o s c r i t t i i n C i e l o " ( L c 1 0 , 2 0 ) .
È l a m i g l i o r e c o p e r t u r a a s s i c u r a t i v a
s u l l a v i t a E v a l e a n c h e p e r n o i
"Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto...". Inizia così la parabola del buon Samaritano, che racconta come di quell'uomo accasciato lungo la strada non si fossero curati un sacerdote e un levita passati di lì, cosa che invece fece un samaritano, il quale fasciò le ferite del poveretto, versandovi olio e vino, e poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò ad una locanda e pagò chi lo assistesse. Racconta Timothy Radcliffe che in un seminario americano questa parabola fu oggetto di un esperimento. Fu chiesto ad un gruppo di seminaristi di prepararci su un'omelia come addestramento alla predicazione I giovani prepararono i loro discorsi con cura e con grande sfoggio di esegesi Poi furono invitati ad uscire dal seminario e ritrovarsi tutti in una sala parrocchiale poco distante. Lungo la strada, sul marciapiede, c'era un uomo ferito e coperto di sangue che chiedeva aiuto. In realtà, si trattava di un attore, messo lì apposta I seminaristi gli passarono di fianco senza neanche notarlo: avevano appena finito di studiare la parabola e di commentarla con belle parole, ma ciò non impedì loro di passare accanto all'uomo ferito ignorandolo completamente, proprio come avevano fatto nella parabola il sacerdote e il levita da loro stessi stigmatizzati nelle omelie. Cosa accadrebbe se ognuno di noi fosse sottoposto a questo "esperimento"? Ogni giorno sulla strada della nostra vita passiamo accanto a persone che sono state in qualche modo "percosse" dalla vita o che comunque sono rimaste al margine della strada che percorriamo Il nostro cammino è sempre quello ispirato dagli interessi personali, dalle simpatie, dai gusti, dalle idee radicate: tutte cose che non ci consentono distrazioni, perdite di tempo, deviazioni
Il racconto di Radcliffe ci provoca a tenere gli occhi ben aperti. Soprattutto gli occhi del cuore.
La parabola del buon samaritano pone un problema al cuore di ogni uomo, soprattutto in questa epoca contemporanea che ci obbliga ad un'esistenza convulsa tra mille obblighi. Il samaritano incarna l'invito a "farsi prossimo", cioè ad amare. Ma come si fa ad aprirsi all'altro? Chi "ama", non sceglie il prossimo, si fa prossimo
Le parabole non sono favole. Sono eventi forti che trasformano la nostra vita, che ci cambiano dentro. Sono fatte per catturarci dentro. Ma troppe volte oggi non ci sorprendono più.
Ascoltarle è come ascoltare una favoletta amena di cui si sa già come va a finire. Dobbiamo tornare a lasciarci sorprendere.
La parabola incomincia come una storia di ebrei e samaritani e diventa la storia di due esseri umani Gli unici che mantengono la loro vecchia identità sono quelli che si limitano a passare oltre, ma in realtà sono immobili nel loro cristallizzarsi in un'identità che li chiude al mondo.
Questa parabola suonò scandalosa all'orecchio dei primi che la ascoltarono. Saremo fortunati se riusciremo a riscoprire quello "shock" iniziale, lo shock che si prova quando ci si accorge dell'altro.
È la fortuna di riuscire ad essere sorpresi nella durezza delle proprie abitudini e dei propri convincimenti. Lo shock da sperimentare è quello di smettere di essere il sole, il centro dell'universo, per provare ad essere la luna... che vive di luce riflessa
Questo è il viaggio più radicale che si chiede a ciascuno di noi, e che ha come mèta la liberazione dal proprio egoismo Se abbiamo il coraggio di correre questo rischio... allora mettiamo gli altri al centro della nostra vita...
Nel Vangelo di Luca la parabola si chiude con un invito perentorio rivolto da Gesù al dottore della legge che l'aveva interrogato: "Va e anche tu fa lo stesso".
Ciascuno di noi è quel dottore della legge!
Edio Costantini
La nuova Tremenda 2002 avrà come filo conduttore
l a m u s i c a . L e g i o rn a te saranno accompagnate da testi tratti da canzoni famose di Renato Zero, 883, B a g l i o n i , L i g a b u e , P i n o Daniele, Dalla, Max Gazzè, Bluevertigo e tanti altri. Tra un mese e l'altro alcuni racconti tratti da autori come Gibran, Indro Monta n e l l i , O s c a r W i l d e , P . Bicshsel, M. Teresa di Calcutta. Coloreranno l'agenda foto e immagini di Pino Daniele, John Lennon, Bono degli U2, Laura Pausini, Lunapop, Gazosa, Eros Ramazzotti, Sting, Nomadi, Pooh e tanti altri.
Quest’anno Tremenda ha incontrato il CSI. Ordina la tua agenda ad Aranblu edizioni e scopri cosìil mondo di Tremenda.
Un modo intelligente (e divertente) di dare una mano alla Fondazione Exodus. Parte del ricavato andrà infatti a sostegno della missione di solidarietà, voluta da Don Mazzi.
Lire 15.000 (Euro 7.75) +spese di spedizione
Tremenda voglia di vivere è un'agenda-diario sbocciata nel 1998 da un'idea di don Antonio Mazzi. La scelta che sta dietro a Tremenda è parlare ai ragazzi attraverso uno dei loro mezzi di comunicazione preferiti: il diario.
Da qualche anno infatti stiamo assistendo alla progressiva evoluzione del diario scolastico da semplice "memorandum" a vero e proprio compagno di viaggio. I ragazzi ormai affidano alle pagine del diario, i loro segreti e le loro emozioni: in due parole la loro voglia di comunicare.