Stadium n. 9-10/2001

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Stadium Stadium

Lo sport contro la globalizzazione dell’odio

È difficile parlare di sport in quest'inizio di autunno L'attentato terroristico che ha distrutto le Twin Towers di New York ha fatto crollare, insieme ai due grattacieli, molte delle nostre speranze che le guerre e gli stermini fossero rimasti imprigionati nel millennio che si è appena concluso.

Quando questo numero di Stadium arriverà ai lettori, quasi certamente si saranno aperti scenari di guerra in Afghanistan e chissà dove altro Milioni di profughi già si ammassano alle frontiere del Pakistan. E intanto andiamo scoprendo che neanche noi siamo al sicuro qui, a casa nostra

La globalizzazione sembra aver investito, dopo i mercati, anche gli odi e le intolleranze mortali

Che senso possiamo dare al nostro fare e organizzare lo sport, quando la tragedia ci tocca così da vicino? Di certo non possiamo credere che lo sport sia l'antidoto decisivo ai conflitti. Sono finiti i tempi di Olimpia, quando le guerre si fermavano in nome dello sport E poi lo sport che conta, quello dei lustrini e dei privilegi, delle quotazioni in borsa e delle multinazionali del merchandising, dei teatrini mediatici e delle fanfare, ha un'anima ormai così poco immacolata da non poter parlare in nome dell'umanità sofferente

Il senso di questa nostra fatica è un altro, più impalpabile ma comunque importante. Scriveva don Tonino Bello ai tempi della Guerra del Golfo che la pace scritta negli impegni delle organizzazioni internazionali è come se fosse scritta sulla sabbia, mentre invece è necessario inciderla nella roccia delle coscienze.

In altri termini, l'unica e autentica speranza di pace per l'umanità è nell'avvento di generazioni nuove, educate al bene supremo della pace.

Educare è il compito fondamentale dello sport promosso e praticato nel CSI. Di fronte agli inquietanti atti di terrorismo di questi giorni, e ai conseguenti venti di guerra, è giusto che anche il CSI spenda atti e parole per invitare tutti ed ognuno a stemperare odi, fanatismi e spirito di vendetta Ma il lavoro più proficuo che possiamo fare è quello di sempre: lavorare con i ragazzi e con i giovani, educandoli con attenzione e con amore anche maggiori, attraverso lo sport, ad un mondo più tollerante, più solidale e più umano.

sommario

4 Ingiustizia è fatta di Alberto Caprotti

6 Stadio di polizia di Andrea De Pascalis

19 Tifiamo per l’Agil di Filippo Alloatti

22 Dove re è potere? diTito Della Torre

54 Il futuro si chiama Agensport di Rosita Farinosi

60 L a partita della vita di Rita Salerno

8 Il villaggio dello sport

12 Sul tetto d’Europa di Antonio Albanese

26 I gamberi di Poviglio di Danilo Vico

47 Verso il Forum dei Giovani di Daniele Pasquini vitacsi

21 Sport alla crema di Elena Gatti e Roberto Serina

32 Malta: è di nuovo record di Filippo Alloatti

39 La sabbia d’oro di Lignano di Marcello Sala

33 Circolo culturale-sportivo in parrocchia

40 Matrimoni in alto mare! di Franco Menconi

43 Gran torneo dei quartieri di Francesco Gallo

45 Almanacco

n. 9/10 settembre - ottobre 14 24 27 fuorigioco

27 Uno sport alla volta - Ginnastica artistica di Vito Antonio Cuppone

36 Spicchi di pallone - Il pa llone d’or atorio di Bruno Longhi

41 Sport al femminile - Dia na Bianchedi di Solen De Luca

44 Parole di sport - Esultanza di Claudio Arrigoni

9/10 argomenti

48 Perallenamento - La preparazione atletica generale di Alfredo Stecchi sport&sport

24 Nati nel CSI - Marco Tardelli di Felice Alborghetti

30 Salute - Ecco l e “coordinate” della ginnastica di Sergio Cameli

35 WWW Sport on line

37 Per gioco - Un biliardino per sognare di Rosita Farinosi

50 Buone notizie - La spe ranza usa lo sport di Darwin Pastorin

52 Formare - A scuola di sport di Michele Marchetti

56 Comunicare - C ostruire l’ufficio stampa: come e dov e di Marco Pigliacampo

58 Tuttoleggi a cura di Francesco Tramaglino

62 Agenda

63 Allo specchio - Fra mmenti di Vittorio Peri

64 Il racconto - A te e duca tor e del CSI che non incontro ma i di Edio Costantini rubriche

14 Il difficile “ me stiere” dell’arbitro di Andrea De Pascalis dossier

Stadium

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èfatta Ingiustizia

Sono cresciuto con due idoli sul comodino: una foto di Boninsegna e una frase incorniciata di Guido Lajolo, pronunciata quando ancora non sapevo che nella vita avrei fatto il suo stesso mestiere e che per quella lo avrei considerato per sempre il più grande: "Meglio un cross di Roccotelli che la finale dell'NBA...". Non è razzismo sportivo, è verità allo stato puro E mi perdoni chi gioca a basket o ha vedute più larghe di un'area di rigore Ho visto Paolo Rossi segnare al Brasile in un pomeriggio impossibile a Barcellona Ho visto Maradona sniffare

deliziosamente l'erba del San Paolo quando ancora quel prato non valeva un euro bucato come adesso Ho visto Ronaldo zampettare incerto e felice qualche sera fa a Trieste e nel marasma esplosivo di questo mondo bastardo e crudele ho pensato che di lui non si può fare a meno nella vita, vergognandomi un po'. Ma noi guardoni della pelota siamo fatti così: per lavoro o per passione, o per tutte e due le cose insieme Una finta vale un pezzetto di cuore, un bel gol è un soffio d'ossigeno.

Per questo adesso non vi sopporto Davids, Recoba, e la

compagnia tutta degli impuniti cronici; Guariniello, giudici e pagliacci; avvocati e nandroloni, passaporti e prostititute, Carraro e la tua banda, Galliani, Moggi e tuoi fratelli Non vi sopporto perché vi guardo in faccia e in quella vedo che forse ho sbagliato tutto, che Roccotelli a calcio non gioca più ma che magari anche il suo cross sbilenco era falso, bacato come voi Vi detesto, biscazzieri di un gioco che ancora mi fa emozionare e mi dà da mangiare Ma non tanto perché lo sporcate e lo state distruggendo: la cosa peggiore è che ridete mentre la barca affonda Nessuna tempesta vi ferisce: taroccate i passaporti e vi perdonano; avete una regola sola: l'assenza di regole, e cambiate pure quella, in corsa e come se fosse doveroso; sapete che il doping è la morte dello sport ma non muovete un dito per fermarlo Anzi, anche quando una provetta vi condanna, vi offendete, vi indignate e soffiate finché chi ha sbagliato non paghi affatto.

E allora almeno vergognatevi, voi piccoli uomini eletti da un pallone che non vi merita Vivete nel vostro castello, incantato e inespugnabile, guardate dall'alto quelle formiche derelitte che vanno in bicicletta, saltano gli ostacoli o usano altri strumenti per sudare E pagano, sempre e comunque Loro soltanto. Come se lo sport avesse due facce, due velocità, due misure, due giustizie separate. La vostra non esiste e se qualcuno prova a farla rispettare, lo cacciate È successo quest'estate, ma lo hanno saputo in pochi. Perché è chiaro, c'erano cento coppette del nonno da onorare e mille imperdibili amichevoli da ombrellone in diretta tv Distratti dal nulla sotto vuoto spinto, non ci siamo accorti che siete riusciti a decapitare anche quell'esile parvenza di giustizia sportiva che ancora vi faceva il solletico. Tra un'onda e un gelato, avete tolto la sedia anche al procuratore federale Porceddu, l'uomo che da un secolo indagava sulle storture pallonare, che aveva avuto il coraggio di chiedere decenza di fronte a anni di partite truccate e - sua ultima condanna - si era permesso di far notare che falsificare un

passaporto non è consentito. Mesi di indagini, di falsa indignazione, di processi. Risultato? Tutti assolti o quasi, tranne Porceddu naturalmente, rimosso dall'incarico. Scacciato con un cenno della mano, come un moschino fastidioso

Alvaro Recoba, lui no. Mentre scrivo lui è ancora squalificato per quella storiaccia, vittima colpevole di una vicenda che meritava sanzione soprattutto per chi di Recoba illegalmente in campo ha tratto vantaggio Niente invece, nulla è più sacro della classifica.

Ma il copione è già scritto, la logica perversa è inevitabile: non può pagare solo lui Se cento buoi scappano dal recinto, bastonare il più lento che è rimasto impigliato nella rete è iniquo Potrebbe servire come monito alle galline che meditano la fuga, ma il perdonismo dilaga anche sui giornali e allora, vedrete, anche Recoba finirà come Davids e compagnia, graziati o quasi e con tante scuse perfino. Come se il nandrolone nelle vene lo avessimo messo noi.

L'unico giudice del vostro tribunale di Porta Portese è la prassi dell'accomodamento: si patteggia, si tratta, si taglia, si assolve E se per sbaglio si condanna, ora c'è pure la Camera di conciliazione e arbitrato per lo sport, nata apposta per sanare l'errore C'è un atleta che si chiama Longo, corre con la maglia azzurra ma non ha la fortuna di possedere palloni: e rischia 4 anni per il nandrolone

Davids già gioca, evviva

No cari signori: vi detesto ma non cambio idea

Resto forse l'ultimo italiano a pensare che se un atleta trovato positivo sia un'atleta che si dopa, che chi aveva un passaporto non in regola per giocare, non poteva giocare anche se poi le regole cambiano.

Perché se io rubo una mela oggi andrò sotto processo e mi condanneranno anche fra dieci anni quando magari le mele le regaleranno.

Ma io sono quello che aveva Boninsegna e la frase di Lajolo sul comodino, voi siete quelli che ridete. C'è differenza, ma non vi invidio E mi tengo Roccotelli.

Una nuova legge sullo violenza nello sport

Stadio polizia di

di Andrea De Pascalis

Il 20 agosto, alla vigilia dell'inizio del campionato di calcio 2001-2002, il Governo ha emanato l'annunciato Decreto-legge contro la violenza negli stadi I media e il mondo dello sport professionistico hanno accolto il provvedimento molto favorevolmente, ma non si può dire che si tratti di una legge d'avanguardia, tutt'altro Il Decreto, che porta il numero 336, inquadra e risolve l'intero problema aggiornando la normativa esistente con un mero ampliamento delle misure giudiziarie e di polizia Ora chiunque lancia corpi contundenti o altri oggetti nei luoghi dove si svolgono le competizioni agonistiche, nei luoghi dove transitano atleti e spettatori, o contro i mezzi che li trasportano, è

punito con la reclusione da sei mesi a tre anni Chi invade il terreno di gioco è passibile di arresto fino a sei mesi. Chi viola la legge all'interno dello stadio, ove non lo si possa identificare e bloccare subito, può essere arrestato nelle 48 ore successive, con una specie di prolungamento della flagranza di reato

Quanto alla prevenzione, si stabilisce che il questore può disporre il divieto di accesso ai luoghi delle competizioni agonistiche, ed a quelli dove transitano le squadre e gli spettatori, per tutte le persone denunciate o condannate per reati connessi alla violenza da stadio o che abbiano incitato, inneggiato o indotto alla violenza. Come dire che, nell'imminenza di un incontro che si prevede particolarmente "caldo", si può inibire la presenza allo stadio a chiunque abbia avuto una denuncia per reati da violenza da stadio, anche se costui non ha ancora subìto alcuna condanna o quella condanna l'ha già scontata. Non è poco, sul piano del diritto, perché in pratica affida alla polizia la responsabilità di una cernita preventiva della "ammissibilità" di un cittadino al recinto dello stadio

Tutto qui. Che si tratti di

una legge piccola piccola, che bada ad alzare il livello della dissuasione unicamente per mezzo di pene più dure delle attuali, lo dimostra il raffronto con la proposta di legge presentata dal centrosinistra nella scorsa legislatura e "mandata in secca" tra mille obiezioni nonostante fosse stata approvata in sede di commissione giustizia Si è trattato di una scelta precisa Il testo "affossato" la scorso inverno, era stato ripresentato al Parlamento il 13 giugno, e di lì si sarebbe potuto ripartire.

Quella proposta di legge (DDL 4579 nella XIII legislatura, diventato 805 nella XIV) si articolava su più livelli, operando sostanzialmente da una parte attraverso correttivi in grado di garantire la prevenzione del fenomeno e dall'altra attraverso una fitta rete di norme finalizzate alla repressione della degenerazione violenta del tifo.

Essa si preoccupava di prevedere principalmente, oltre ad una maggiore severità sanzionatoria per i tifosi violenti e una più celere definizione dei processi per reati commessi in occasione di manifestazioni sportive:

• sanzioni anche per i tesserati che si fossero resi protagonisti di gravi violenze ed intemperanze;

• un'opera di prevenzione efficace e sempre aggiornata, mediante l'istituzione di un Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, deputato anche a "promuovere e coordinare iniziative di educazione alla pratica sportiva e di prevenzione, attraverso la partecipazione allo sport,

Prime cifre incoraggianti sul Decreto anti-violenza

Primi bilanci dell'applicazione del D.L. antiviolenza: nell'ambito di un seminario organizzato dalla Lega cui hanno partecipato i responsabili sportivi degli impianti sportivi delle principali città italiane, l'Osservatorio dei fenomeni di violenza del Ministero dell'Interno, ha fornito cifre incoraggianti: nelle prime giornate dei campionati di A, B e C e nei primi turni di Coppa Italia, le forze dell'ordine hanno applicato 68 provvedimenti di divieto d'accesso agli impianti, 32 arresti, 46 denunce Il tutto in assenza di incidenti sugli spalti. Il Ministero è molto soddisfatto di quest'avvio di stagione e sta verificando la validità del nuovo approccio al problema: meno cariche di polizia, in cui possono rimanere coinvolte persone incolpevoli e più indagini a ridosso dell'evento.

della devianza e della dipendenza dall'alcool o dalla droga, anche in collaborazione con associazioni, enti locali, enti statali e non statali";

• una concreta forma di collaborazione delle società sportive finalizzata ad un drastico isolamento delle frange più violente che, estranee alla genuina passione che anima la tifoseria, usano l'avvenimento sportivo come un mero pretesto per abbandonarsi ad atti teppistici;

• un maggiore coinvolgimento delle

società sportive nella fase di prevenzione del fenomeno attraverso una trasparente collaborazione con i club di tifosi organizzati;

• la previsione per le società sportive che si rendano responsabili di "connivenze" e rapporti di collegamento con tifosi violenti, di sanzioni pecuniarie e di obblighi di risarcimento.

La differenza è evidente, e forse si può anche immaginare il motivo per cui certe norme del DDL 805 non siano state riprese:

• l'Osservatorio, essendo sotto l'egida del Ministero dell'Interno e, dunque, indipendente dal mondo dello sport professionistico, aveva l'effetto di porre l'intera materia sotto gli occhi e la competenza di "estranei";

• le Società professionistiche potevano essere ritenute corresponsabili, in taluni casi, degli atti di violenza verificatisi;

• gli stessi atleti erano chiamati a rispondere di atti che, dentro o fuori dei margini del campo, si fossero configurati come violenza o come incitamento ad essa;

• si andava ad incidere sul sottobosco (da tutti ammesso ma sempre vago) dei rapporti tra frange ultras e club di tifosi da una parte e società di calcio dall'altra.

Così invece il tifoso resta l'unica causa e l'unico responsabile della violenza da stadio. Nessuno ha mai pensato e pensa di educarlo ai valori dello sport, ma non importa: l'acquisto del biglietto di curva deve trasformarlo istantaneamente in un gentleman, estremamente controllato anche nelle sue manifestazioni verbali, visto che è passibile di carcere chi genericamente inneggi alla violenza E ciò anche se nessuno sa di preciso quale sia il confine tra il folklore da stadio, becero ma

sempre folklore (ad esempio i cori "Devi morire" rivolti all'avversario a terra, o il romanesco "Arbitro, te possino ammazzate"), e l'autentico incitamento alla violenza

Non dimentichiamo che qualche mese fa il tribunale ordinario ha assolto gli ultras della Lazio che avevano issato il famoso striscione inneggiante alla "tigre" serba Arkan, colpevole di genocidio, perché lo striscione, pur esprimendo un'opinione riprovevole, non costituiva né incitamento alla violenza, né apologia di fascismo e rientrava comunque nell'ambito della libertà di opinione. È facile prevedere polemiche e ricorsi in tribunale allorché si dovrà giudicare il potenziale che ha un grido, un coro o uno striscione di costituire incitamento ad atti violenti

E poi, perché limitare il campo di applicabilità del Decreto 336 allo sport agonistico? Malmenare un arbitro è meno grave se la competizione ufficialmente non è agonistica? E come si farà a distinguere tra manifestazioni agonistiche e non agonistiche, visto che lo Stato in materia non ha ancora varato alcuna norma di distinzione? E considerando che il CONI evita di usare il termine "agonistico" per l'intero sport degli enti di promozione?

Secondo alcuni osservatori questa Legge non poteva che nascere così com'è, con le sue lacune, le sue omissioni e le sue nebulosità: a vararla, infatti, è stato un Governo presieduto da un Primo Ministro che è anche presidente di una delle massime società del nostro calcio professionistico. Quel calcio, per intenderci, che il Decreto riconosce come vittima e non come corresponsabile (in certe sue dinamiche) dei fenomeni di violenza, così che è stato spiegato da un'abbondante letteratura di sociologia e psicologia dello sport.

Personalmente preferiamo pensare che il provvedimento sia nato così "povero" soltanto per via della fretta e del solleone e che si vorrà e potrà migliorare Entro il 20 ottobre 2001 il Decreto dovrà essere convertito in Legge: sperare in qualche miglioria è sempre possibile

Lo sport la vita e Lo sport la vita e

promuove la pace

promuove la pace

Dal 3 al 7 ottobre a Roma, sulla terrazza del Pincio, per rilanciare il manifesto dello sport

deL Santo Padre

Sommo Pontefice rivolge beneaugurante saluto at organizzatori et partecipanti manifestazione villaggio dello sport promossa da Centro Sportivo Italiano in collaborazione con vicariato di Roma et ufficio CEI per pastorale tempo libero et esprime compiacimento per così importante iniziativa destinata at riaffermare valori dello sport at servizio sviluppo integrale persona umana. Sua santità mentre auspica che incontro contribuisca at intensificare sentimenti di amicizia et condivisione incoraggia dirigenti animatori et educatori CSI at perseverare nel loro generoso impegno in favore giovani generazioni et invocando dal Signore su ciascuno divina assistenza invia di cuore at presenti tutti implorat Benedizione apostolica.

Cardinale angelo Sodano segretario di stato

L’augurio

Ad un anno dal Giubileo degli sportivi, il Centro Sportivo Italiano, in collaborazione con il Vicariato di Roma - Ufficio della Pastorale Giovanile, l'Ufficio per la Pastorale del Tempo Libero e Sport della Conferenza Episcopale Italiana e il Provveditorato agli Studi di Roma, organizza il Villaggio dello Sport sulla Terrazza del Pincio. Al fianco del CSI anche la Presidenza

del Consiglio dei Ministri è voluta scendere in campo: durante il Villaggio sarà infatti attiva la campagna «Giovani Il vero sballo è dire NO», promossa dal Dipartimento degli Affari Sociali

Il messaggIo

"Lo sport promuove la vita e la pace": è il messaggio che accompagnerà ogni momento dell'evento

Nel Villaggio si parlerà il linguaggio dello sport - fatto di gare, di vittorie, di sacrificio, di sconfitta e di fatica - e il linguaggio dell'uomo, fatto di integrazione, di incontro, di amicizia e di festa.

L'intento sarà unico: far appassionare i ragazzi e i giovani ad una pratica sportiva e fare in modo che l'interesse per lo sport li aiuti a dare più "senso" alla loro vita.

Lo sport costituisce per i ragazzi e i giovani di oggi un centro di interesse da cui possono partire alla ricerca degli altri e del mondo

le attIvItà sportIve

Gli sport che saranno praticati nello splendido scenario del Pincio: basket, basket 3x3, volley, soccer jam, calcetto, orienteering, free-clymbing, giocasport, fantathlon, footvolley, spinning, rowing e fitness.

Un tema di valore sociale sarà il "filo rosso" di ogni giornata di attività del Villaggio: handicap, solidarietà, parrocchia, famiglia, con i tornei di basket in carrozzina, calcio a 5 per ipovedenti, match di wheelchair hockey.

Nelle mattinate saranno i ragazzi delle scuole ad invadere i campetti "open". Pomeriggio e sera saranno invece all'insegna del free-sport, lo sport per tutti

Ad un anno dal primo Villaggio dello Sport organizzato dal CSI nei giardini di Castel Sant'Angelo in occasione del Giubileo degli Sportivi, verrà presentato il video "2000: Anno Santo degli sportivi", che aiuterà a ripercorrere le

tappe salienti di uno straordinario anno di sport, in ricordo di un evento che ha segnato il mondo.

Il Villaggio dello Sport al Pincio ospiterà inoltre la prima finale del campionato italiano di FootVolley, la nuova divertente disciplina approdata quest'estate in Italia che coniuga il calcio e volley in versione beach (8 le finaliste).

Nel calcio a 5 si affronteranno i campioni d'Italia della RCB Roma e la Lazio, dando così vita ad una partitaesibizione che si sposa bene con il messaggio di pace, leitmotiv del Villaggio

I convegnI

Sono previsti due momenti di riflessione: "Il bene ed il male dello sport italiano Fatti, analisi, proposte" e "Lo sport per la cultura della pace" con la partecipazione e le testimonianze di atleti, campioni ed autorità sportive. Verrà presentato il progetto del CSI "Sport in parrocchia"

Ci saranno anche alcuni momenti di spiritualità animati dai giovani della Diocesi di Roma presso la Chiesa di Santa Maria in Montesanto - Piazza del Popolo.

Il 2000, l'anno del Grande Giubileo, è stato anche uno straordinario anno di sport, coronato, il 28 ottobre, dal Giubileo degli Sportivi celebrato a Roma in uno Stadio Olimpico gremito di folla. Dodici mesi densi di avvenimenti, che il Centro Sportivo Italiano ha onorato con decine di iniziative ed ora affida alla memoria collettiva con questo documentario, che ne ripercorre le tappe più importanti: dall'arrivo del tedoforo CSI in piazza S. Pietro il 31 dicembre 1999, al termine di una maratona che, partita da Gerusalemme, aveva percorso gran parte della penisola, alla cronoprologo del Giro d'Italia per le vie della Città eterna, alle Olimpiadi, alle manifestazioni che hanno accompagnato l'appuntamento con il Papa all'Olimpico. Tra un avvenimento e l'altro, sfilano tanti campioni e altri personaggi chiamati a dire la loro sul significato che lo sport può e deve assumere nel Terzo Millennio

tettoSul

Straordinario risultato della rappresentativa italiana del CSI agli EUROPEI FICEP di Atletica: 29 medaglie.

d’Europa

A Kerkrade, nel sud dell'Olanda, si sono svolti dal 16 al 20 agosto scorsi, i Campionati europei di Atletica Leggera della FICEP (Fédération Internationale Catholique d'Éducation Physique et Sportive) Un luogo carico di significati quello di questa cittadina olandese, incastrata come il tassello di un puzzle tra il Belgio e la Germania, in questa zona del Limburgo, non lontano dalla più famosa Maastricht, luogo storico per la creazione dell'Unione europea. Sette le nazioni impegnate nelle diverse gare: oltre all'Italia e all'Olanda - il paese ospitante - l'Austria, la Germania, la Polonia, la Repubblica Ceca e la Svizzera

L'edizione di quest'anno è stata veramente unica, indimenticabile con i nostri connazionali finiti più volte sul podio, seppur in competizioni spesso con nazioni più forti, sulla carta Globalmente, l'Italia si è infatti aggiudicata ben ventinove medaglie, oltre ad un primo posto nella classifica generale, seguita dalla Germania e dall'Austria

La rappresentativa italiana, selezionata tra i tesserati del Centro Sportivo Italiano, era composta da 44 atleti Nel primo pomeriggio del 15 agosto, giunti da "Eurode" - la città virtuale formata dall'olandese Kerkrade e dalla tedesca Herzogenrath (n d r EU da Europa

RODE nome dell'antica terra su cui sono sorti i due centri) che da anni ormai operano come un unico agglomerato urbano - gli atleti italiani sono stati accolti da un'ottima organizzazione,

curata nei minimi particolari, ed hanno potuto apprezzare le strutture tecniche del Centro che li avrebbe visti come protagonisti assoluti alcuni giorni dopo.

Le prime medaglie sono giunte già dall'inizio della manifestazione. Nella mattinata del 16 agosto, l'Italia si aggiudica così un oro nel triplo maschile, con Mattia Gasperini e un argento con il secondo posto di Andrea Pelucco nei 100 m piani Le atlete non sono da meno, ottenendo ben due medaglie nel lancio del martello: un oro per Angela Tomasoni e un argento per

Pamela Della Schiava

E se nella seconda giornata, è da segnalare il secondo posto di Lino Santinato nel giavellotto, nelle gare di velocità, l'Italia non ha ottenuto i risultati sperati Una certa soddisfazione si è registrata solo per la vittoria di Luca Pollastri negli 800 m Il mezzofondo ed il fondo hanno, invece, pienamente risposto alla sete di vittorie da parte della rappresentatività italiana. Hanno così parlato italiano i 5 000 m maschili con i primi due posti di Valerio Brignone - vincitore di ben due ori nei 5 000 e nei 10 000 metri - e Manuel

Dallabrida, impostosi sulla Germania e la Svizzera

Ultima disciplina sportiva di questi Campionati Europei di Atletica della FICEP, una staffetta 800600-400-300-200-100 un po' speciale, che vede coinvolti assieme come frazionisti della stessa squadra atleti di tutte le nazioni partecipanti

Per quanto riguarda le ragazze, le nostre atlete hanno gareggiato, con grande soddisfazione, contro Austria e Germania, ottenendo ottimi risultati La squadra assoluta femminile si è infatti aggiudicata un secondo posto, preceduta dalla Germania Da segnalare, le vittorie di Ilaria Goi - oro nel peso e argento nel disco - e quelle di Chiara Vulcan, oro negli 800 m e bronzo nei 1 500 metri Sempre in campo femminile, ricordiamo il bronzo di Francesca Endrizzi - nei 100 e nei

200 metri - l'oro di Aida Valente nei 400 ostacoli - un terzo posto anche nei 400 piani - oltre al terzo posto di Ilaria Bertoldi - e Mersia Galbier, terza nel triplo e quinta nel lungo

Altri due argenti sono stati conquistati dalle staffette femminili 4x100 e 4x400, con una Germania in testa per 2/100 di secondo. Infine, il pentathlon, una categoria per la quale non è ancora stata allestita una solida formazione in Italia. Le premiazioni di questa disciplina si sono svolte la sera del 20 agosto con un bilancio piuttosto positivo per i nostri connazionali: un doppio terzo posto, terzo sia per la squadra maschile che per quella femminile

Per tutti i partecipanti, è stata sicuramente una grande esperienza, fatta nel più puro spirito di amicizia, nello scambio e nella condivisione di quelli che sono i valori umani fondamentali della tradizione sportiva della FICEP

Tante sono state le persone che hanno collaborato per fare di quest'evento un appuntamento anche umano Il successo dell'Italia in questi Campionati europei di atletica leggera della FICEP non solo

Olanda

Svizzera

Polonia

Rep. Ceca

fa sperare nel futuro dello sport pulito nel nostro paese, ma aumenta inoltre il valore del Centro Sportivo Italiano nel contesto europeo Un augurio per gli anni che vengono è, quindi, quello che attraverso lo sport si possa raggiungere quella maturità psico-fisica necessaria per vivere l'esperienza sportiva come cammino di vita e di comunità verso l'uomo, sia a livello territoriale sia internazionale Nella speranza che lo sport possa aiutare chi lo pratica a migliorare se stesso.

Appuntamento perciò ai prossimi campionati della FICEP che si svolgeranno a Lienz, nel 2005

Il difficile “mestiere” dell’arbitro CSI

È un mestiere difficile quello dell'arbitro: sempre al centro dell'attenzione di giocatori, dirigenti e spettatori; tenuto ad applicare in frazioni di secondo regolamenti e casistiche complessi; capro espiatorio per antonomasia di ogni anomalia di un incontro sportivo; costretto a tenere sottochiave umanissime emozioni ed incertezze, con la responsabilità di rappresentare non uno dei molti elementi del gioco ma il Gioco stesso, quello con la maiuscola, inteso come aureo principio È quasi un miracolo che, con tante difficoltà in vista, si trovi ancora gente disposta a rischiare, a sacrificarsi indossando una divisa per garantire la vita stessa dello sport. Eh sì, perché senza arbitri si ferma tutto, dal torneo di quartiere alle coppe europee Gli atleti di questo o quello sport puoi andare a raccattarli anche ai confini del mondo, in Perù, in Sudafrica o in Cina. Gli arbitri no, devi prepararli qui E "fare" un arbitro costa tempo e lavoro.

Da sempre il CSI ha una pretesa: creare da sé il proprio corpo di arbitri/giudici Altre associazioni gli arbitri preferiscono farseli prestare da chi li ha, magari dalle stesse federazioni, ma il CSI la decisione della "autarchia arbitrale" l'ha presa tanto tempo fa e non intende tornare indietro. Il motivo è semplice: il suo progetto sportivo ha implicazioni particolari, e l'arbitro è tenuto ad essere, oltre che il custode del regolamento e il garante della par condicio tra i contendenti, anche il primo degli educatori

Non sono pochi a pensare che fare l'arbitro nel CSI sia più difficile che farlo altrove. Che la sua vita sia più "tormentata" lo dimostra questo breve elenco di "doveri" cui è tenuto l'arbitro CSI secondo i dettami della SNES:

• l'arbitro del CSI è un arbitro che non sceglie solo di arbitrare;

• è un arbitro che non può mai dire "a

me interessa arbitrare le partite e del resto non mi importa nulla";

• è un arbitro che condivide ideali e finalità dell'Associazione;

• è un "educatore sportivo" che vuole testimoniare stile e valori del CSI;

• è un operatore chiamato a farlo fuori del campo e dentro il campo;

• è un operatore che svolge il suo servizio arbitrale ma partecipa anche, in modo attivo, ai tanti momenti della vita del CSI

E ancora: «Durante lo svolgimento delle sue mansioni arbitrali l'arbitro CSI è il CSI in persona Dirigenti, giocatori, pubblico raramente conoscono il Presidente provinciale o altri dirigenti del CSI, sicuramente conoscono l'arbitro Per loro il CSI è l'arbitro che hanno di fronte Questa è una grande responsabilità. All'arbitro CSI può capitare di arbitrare male una partita, ma non può e non deve mai "tradire" lo stile e i valori dell'Associazione»

Quando non arbitra egli "è chiamato, come tutti gli operatori associativi, ad andare oltre l'ambito in cui svolge il suo servizio per appassionarsi alla vita del Comitato nel suo complesso Questo può avvenire: leggendo la stampa associativa; partecipando ai momenti associativi e formativi del Comitato; collaborando a manifestazioni, feste, iniziative provinciali; svolgendo incarichi in ambiti differenti da quello arbitrale; conoscendo personalmente oltre agli arbitri altri operatori associativi del Comitato; candidandosi al Consiglio provinciale"

Belle parole, senza dubbio. Ma come si concretizza tutto ciò nell'esperienza quotidiana? Come vedono i diretti interessati, gli arbitri e giudici del CSI, la peculiarità del loro ruolo, anche in rapporto al mondo federale?

Q ualche dIFFerenza c'è....

Dice Roberto Sandretto, arbitro di

pallacanestro del CSI Torino: "Noto effettivamente una maggiore umanità da parte degli arbitri CSI rispetto a quelli federali. I nostri sono di solito più aperti al confronto, disponibili a spiegare le proprie decisioni più che a imporle ai giocatori, e poi sono emotivamente più coinvolti Al contrario, quelli federali pensano di sedere su un piedistallo… In manifestazioni come quelle del CSI è essenziale riuscire a mantenere una sorta di filo diretto con gli atleti, le famose quattro parole scambiate ad inizio gara Questo rituale ci ricorda, qualora ce ne fosse ancora bisogno, i nostri compiti, come dobbiamo interpretarli e la nostra comune missione educativa".

"Disponibilità" è la parola chiave anche per Mario Bruscoli, giudice di atletica leggera del CSI Grosseto: "L'arbitro CSI, ancor più di quello federale, deve rispettare il sacrificio dell'atleta. Questo vuol dire perfino soprassedere in

presenza di una parola di troppo ascrivibile alla tensione da gara Di solito in questi casi prendo sottobraccio a fine gara lo sportivo e gli spiego che forse non era il caso Molte volte si finisce per far amicizia".

Antonio Papa, responsabile arbitri regionali e provinciali di pallavolo a Napoli, parla a ragion veduta: «Alla luce della mia esperienza di arbitro sia federale che del CSI posso affermare che le differenze tra le due categorie ci sono e sono ben marcate Le regole, ovviamente, sono scritte per essere rispettate ma in ambito CSI la flessibilità nell'applicazione è maggiore. Va da sé che questo porta ad un rapporto arbitro- giocatori più stretto. Arbitrando partite tra formazioni nelle quali sono cresciuto non mi sono mai sentito né, credo di poterlo dire, sono stato percepito come un "estraneo" Viceversa a livello federale e di campionato non si conoscono i giocatori, non si possono prendere certe confidenze e al termine della gara l'arbitro va a casa consapevole di aver portato a termine il suo servizio. Tutto lì, punto»

...ma non tuttI glI sport sono ugualI

Alcuni possono richiedere un atteggiamento più "rigido", come il judo. «Nella nostra disciplina il ruolo dell'arbitro non può essere messo in discussione, è centrale Basti pensare che il giocatore e i maestri non si possono rivolgere al direttore di gara, è severamente vietato L'arbitro è, in un certo senso, intoccabile. Semmai nel CSI qualcosa cambia perché le competizioni riguardano prevalentemente i bambini. Per questo motivo l'arbitro tende a rispettare il fattore umano. Mi spiego: se un giocatore sbaglia e rischia di far male allo sfidante, non gli infliggo subito la penalità, prima provo a fargli capire lo sbaglio e le eventuali pesanti conseguenze che questo potrebbe comportare Anche per questo motivo penso che più che arbitrare il vero

compito dell'arbitro sia quello di "confermare" gli insegnamenti impartiti all'allievo dal maestro. Tra i compiti del direttore di gara rientra anche quello di saper far scaricare le tensioni dei ragazzi, in modo da proteggerli. A questo punto devo aggiungere che è difficile assistere a delle penalità in ambito CSI In un contesto federale, il direttore di gara è, invece, condannato a non sbagliare. Lì le pressioni sono molteplici e conta soprattutto il risultato Per quanto riguarda le sanzioni non si va tanto per il sottile, non esistono seconde possibilità stile CSI». Una caso particolare è quello di Maurizio Paladini, consigliere provinciale del CSI Bologna nonché arbitro di calcio, formatosi come arbitro federale e poi passato sui campi dell'Associazione «Provenendo dalla federazione - dice - posso affermare che l'impatto con una realtà come quella del CSI è stato all'inizio difficile, se non traumatico. Mi è infatti più volte capitato di scendere in campo con la mentalità del "federale". Ciò comporta un'attenzione quasi maniacale al regolamento e una pressoché totale non curanza del lato psicologico degli atleti In federazione non si guarda in faccia a

nessuno e l'applicazione del regolamento è piuttosto drastica. Da noi, invece, sta acquistando sempre più centralità il famoso "articolo 18", quello non scritto del sano buon senso».

segnalI da consIderare Tutto bene? Non proprio. Anzitutto in alcuni sport, a partire dal calcio, si comincia a notare un lievitare del livello di tensione tra gli atleti «Osservo con una certa preoccupazione - dice ancora Paladini - il peggioramento del livello di correttezza degli atleti CSI impegnati nei tornei di calcio e di calcetto Sino a una dozzina d'anni fa il gioco aveva mantenuto una dimensione amatoriale che ne esaltava i punti di continuità con la più ampia missione del CSI Ora questa caratteristica si sta appannando, sostituita da una specularmente sempre maggiore attenzione ai risultati Questa maggiore propensione delle diverse squadre alla competitività va, in parte, salutata con favore ma non bisogna dimenticare che questo fenomeno rischia di minare le basi stesse delle manifestazioni sportive del CSI. Per cercare di recuperare lo spirito originario penso sia utile organizzare incontri periodici tra arbitri, comitati e società per discutere di norme e regolamenti A Bologna, dove l'organizzazione di questi appuntamenti e già in vigore da lunga data, il bilancio è più che positivo»

Conferma Bruscoli: «Per quanto siano ancora piuttosto rari, casi di comportamenti poco edificanti da parte dei giocatori si cominciano a notare Quasi sempre in sport a squadre»

Come rimedio, c'è chi mette l'accento sulla valorizzazione di "Coppe disciplina" che incentivino la correttezza Una proposta innovativa viene da Paolo Checchi: «Una buona

preparazione per il giovane che si avvicina al judo dovrebbe comprendere anche una tappa nel ruolo dell'arbitro. È proprio da quella postazione che si può cogliere l'essenza della nostra disciplina sportiva».

Più semplicemente, un buon allenatore potrebbe fornire ai suoi ragazzi qualche nozione di regolamento, potrebbe perfino farli arbitrare a turno negli allenamenti. Il guaio è che proprio l'incerta conoscenza dei regolamenti spinge talvolta gli allenatori a contestare gli arbitri

la parola alla FormazIone

La palla passa allora alla formazione

Che da un lato dovrà badare a migliorare nei tecnici la conoscenza dei regolamenti e la consapevolezza del rispetto dovuto agli arbitri, dall'altro dovrà migliorare la preparazione degli arbitri CSI sia sotto il profilo tecnico sia sotto quello associativo

«L'iter di formazione degli arbitriricorda il coordinatore nazionale della formazione, Michele Marchetti - è stato appena rivisto Ora per conseguire il Diploma di Educatore Sportivo Arbitro di primo livello CSI è necessario partecipare ad un corso di primo livello per arbitri e poi svolgere un anno di attività arbitrale con tutorato Questi arbitri potranno quindi partecipare ai corsi per Arbitri di secondo livello Sono inoltre previste verifiche e aggiornamenti. Infatti, accedono all'albo regionale (cosa indispensabile per arbitrare a livello regionale) gli arbitri che abbiano superato le prove attitudinali e tecniche all'inizio di ogni anno sociale Gli arbitri regionali che hanno superato le prove previste ad inizio stagione possono accedere all'albo nazionale Ma neanche qui si vive di rendita. La permanenza nell'albo nazionale è legata alla partecipazione allo stage annuale di aggiornamento tecnico-associativo»

Un problema diverso, ma ancor più basilare, è quello del reclutamento. "In prospettiva - riconosce Roberto Sandretto - il problema più serio è quello della mancanza di vocazioni Questo deficit produce effetti a spirale

aumentando pericolosamente l'età media. Di soluzioni ne sono state provate abbastanza Un riconoscimento economico potrebbe essere un di più, ma la vera molla resta la passione»

A tale proposito suggerisce Maurizio Paladini: "Di certo bisogna porre una maggiore attenzione al reclutamento di nuove leve, allargando il fronte del reclutamento e migliorando il modo di comunicare la proposta. Un canale interessante potrebbe essere quello delle scuole La convenzione con la Federazione per uno scambio nel settore giovanile è già una consolidata realtà"

Un'ultima annotazione viene da più fonti: "La nuova presidenza nazionale ha dimostrato una lodevole attenzione alle esigenze dei Comitati locali Forse si potrebbe istituzionalizzare una serie di incontri tra un membro della presidenza e una delegazione di arbitri, per discutere ma anche ascoltare i problemi della categoria”

La seconda Convention nazionale degli arbitri, organizzata a Mirabilandia, a metà settembre, e di cui parliamo a parte, costituisce già una prima risposta.

arbitri a rapporto!

l fine settimana del 14 settembre il parco di Mirabilandia ha ospitato la seconda Convention degli arbitri e giudici di gara del Centro Sportivo Italiano.

Sul tappeto c'erano diverse questioni piccanti concernenti il difficile mestiere dell'arbitro, figura sempre al centro dell'attenzione di giocatori, dirigenti e degli stessi tifosi, spettatori.

Lo stesso settore arbitrale ha posto una serie di interrogativi, sollevato problemi attuali e prospettici e chiesto rassicurazioni su un futuro che assume tinte sempre più fosche Alla Presidenza nazionale del CSI è spettato il difficile compito di cercare di venire incontro alle esigenze dei direttori di gara. Questa attenzione agli arbitri è giustificata anche dal fatto che nell'ambito del Centro le giacchette nere oltre che custodi del regolamento e garanti del fair play sono o dovrebbero essere anche i primi educatori

Iniziata con la proiezione di una serie di interviste realizzate a rappresentanti del mondo dello sport, la due giorni ravennate ha visto la partecipazione di oltre 350 arbitri

Evento clou della manifestazione è stata la tavola rotonda dallo stimolante tema "Arbitrare oggi: una sfida nella sfida" A dibattere erano presenti in sala l'arbitro internazionale Angelo Amendolia, l'arbitro romano di pallacanestro Maurizio Martolini e la giornalista di Tele + Alessandra Ferrari. Amendolia ha riscosso un discreto successo di fronte alla platea arbitrale grazie ad un intervento che ripercorrendo la sua carriera di arbitro internazionale ha lodato i princìpi costitutivi del CSI e stigmatizzato il protagonismo di certi fischietti che tenderebbero più ad apparire e ad essere protagonisti che semplicemente ad essere. Secondo l'ex giacchetta nera siciliana,

l'ideale direttore di gara è "quello che c'è ma non si vede", colui che né la sera stessa né il giorno successivo va in televisione e finisce sulle pagine dei quotidiani.

Che il "trasferimento" di competenze dal mondo arbitrale federale a quello del Centro Sportivo sia possibile lo dimostrano le numerose domande di una attenta platea. Sulla "madre di tutti i problemi", ovvero il tasso pericolosamente decrescente di ingressi nel mondo delle giacchette nere, si è registrato una convergenza da approfondire sulla proposta avanzata da Maurizio Martolini: quella di seguire i giovani aspiranti arbitri in modo fattivo con una sorta di monitoraggio dei loro progressi professionali e un vero e proprio servizio di consulenza

Di questa possibile soluzione ha esperienza ad esempio il CSI di Modena che invia una decina di osservatori di campo e commissari speciali ad assistere alle partite arbitrate dalle giovani leve. Anche Amendolia ha auspicato un maggior coinvolgimento del canale scolastico e universitario

Nella sessione pomeridiana dedicata all'analisi tecnica delle diverse discipline sportive sono state analizzate con dovizia di particolari dettagliate casistiche anche con l'ausilio di questionari a risposta multipla. Domenica sono stati presentati dal vicepresidente nazionale del CSI, Massimo Achini, i risultati della campagna "Day arbitro: una scommessa vinta insieme" con il quale il CSI ha raccolto le diarie raccolte nel salvadanaio degli arbitri e giudici di gara CSI e ne ha devoluto l'incasso all'associazione Emergency per la costruzione di un ospedale in Sierra Leone

Nel suo intervento conclusivo il presidente nazionale, Edio Costantini , ha invitato gli arbitri convenuti a sentirsi parte di una grande casa comune, appunto il CSI

Dall’oratorio alla seria A: suor Giovanna Saporiti racconta la favola di Trecate

Tifiamo l’Agil! per

All'inizio confesso di esser stato curioso di scoprire se le favole hanno una voce che le può raccontare. A quanto pare sì. La favola è quella dell'Agil volley di Trecate (NO) È la semplice storia di un club partito dal nulla 18 anni fa che ha costruito un successo dopo l'altro grazie alla passione per la pallavolo di uno sparuto gruppo di ragazzine, fino a vincere una Coppa Italia (quest'anno) e ad approdare in serie A1 La voce, invece, quella di Suor Giovanna Saporiti, la fondatrice della società, suona al telefono calma e rilassata È proprio vero che la tranquillità è la virtù dei forti È forte l'Agil volley lo è davvero, ora che entrata nell'élite del volley. Nessuna ombra di appagamento, né autocompiacimento per questo "miracolo" sportivo. Suor Giovanna delinea scenari futuri con la tranquillità di chi sa che le ragazze di Trecate si

presenteranno pronte ai nastri di partenza della prossima impegnativa stagione Ma cerchiamo di capire la formula magica, se esiste, formula segreta alla base del successo dell'Agil. Suor Giovanna nega che ve ne sia una e preferisce parlare di buona sorte. "La fortuna ci ha sicuramente

aiutate. Nel corso di tutti questi anni, tante componenti si sono messe dalla nostra parte e così abbiamo potuto costruire la scalata alla massima serie"

tanta fortuna, ma alla base una forte dose di sacrifici

«Beh, siamo riusciti a superare davvero tanti ostacoli e, alla fine, il nostro impegno è stato ripagato. In verità, nessuno di noi si aspettava di arrivare così lontano in così poco tempo. Certo è innegabile che si è operato bene nella programmazione a medio termine ma, con i mezzi economici a disposizione, non pensavamo affatto di arrivare fino ai vertici della pallavolo».

un successo costruito sul binomio sporteducazione all'insegna del rispetto di consolidati princìpi di base.

Quale ruolo gioca nella vostra squadra

La

storia

L ' A G I L V o l l e y T r e c a t e n a s c e n e l

1983/84 grazie all'impegno di Suor Giovanna Saporiti, in comunità dall'età di 20 anni, e Marilena Bertini, prima istruttrice di educazione fisica e poi Suora all'età di 36 anni, che per creare un centro di aggregazione per giovani hanno cominciato questa stupenda avventura che ha portato la prima squadra fino alla serie A1. AGIL che molti associano ad un marchio commerciale è, invece, una sigla che identifica tutt'oggi l'impegno della nostra società sportiva, infatti: a = amicizia

g = gioia

I = impegno

l = lealtà

L'idea della società sportiva è frutto, come detto, di un impegno preso nei confronti dei giovani abbandonando il progetto di costruzione di una Casa per anziani per aggregare in una struttura tanti ragazzi che attraverso lo sport potessero crescere e formare un solido gruppo. Questo era l'obiettivo iniziale e questo è stato il risultato finale tanto da costringere la neonata società ad abbandonare la piccola "palestrina" da dove si era cominciato e ad investire sulla costruzione di un palazzetto che con gli anni ha visto realizzarsi intorno un vero e proprio centro sportivo con campi da BeachVolley ed una struttura polivalente che permette la pratica di calcetto, basket oltre ai vari corsi di avviamento alla pallavolo.

la componente religiosa?

«La componente religiosa è senz'altro ben presente ed è rappresentata dall'attenzione all'uomo come individuo e persona»

ma come ha avuto inizio questa avventura?

«Tutto è iniziato quando si decise di sfruttare un terreno attiguo all'oratorio Si trattava di festeggiare i 250 anni di fondazione della congregazione. Allo stesso tempo si voleva fare qualcosa per i giovani. L'idea della società sportiva è frutto di un impegno preso nei confronti dei giovani abbandonando il progetto di costruzione di una Casa per anziani per aggregare in una struttura tanti ragazzi che attraverso lo sport potessero crescere e formare un solido gruppo. L'entusiasmo delle ragazze per la pallavolo è stata poi la classica miccia. Siamo partiti da quel momento con la costruzione di una palestra Quindi ci siamo iscritti ai campionati Pgs. Dopo un po' di anni, però, mi sono accorta che il gruppo che si era creato a Trecate era davvero forte e così decisi di iscrivere l'Agil Volley ai campionati di Lega»

cosa si ricorda di quei meravigliosi anni?

eravamo soltanto in Terza Categoria e per noi sembrava già tanto Non bisogna dimenticare che la nostra formazione è fatta da ragazze per le quali la pallavolo è una grande passione anche se comporta grandi sacrifici Poi, sempre con una squadra "parrocchiale", riuscivamo a conquistare una promozione all'anno fino a raggiungere la serie B1 nella stagione 1995/96. Nell'anno successivo, pagammo lo scotto del noviziato nella nuova categoria e retrocedemmo in B2 »

e da lìè partita la grande scalata al vertice della pallavolo nazionale con una progressione degna di un crescendo rossiniano...

purtroppo, però, l'agil dovrà emigrare a novara per l'indisponibilità del palazzetto dello sport di trecate...

«Faremo di necessità, virtù Il Comune ci ha promesso il nuovo Palazzetto, nel frattempo giocheremo a Novara le nostre partite interne»

dopo l'accoppiata tally cup (coppa Italia) e promozione in a1, in precedenza riuscita solo al vicenza, si punta diritti allo scudetto?

«Se ci salviamo è già una grossa impresa»

come cambia la squadra per la prossima stagione?

«Anni fantastici! Mi ricordo per esempio la partita di esordio ai nuovi campionati:

«Ci riscattammo subito conquistando ancora la B1, dove siamo rimaste per due stagioni prima della promozione in A2. Ancora due campionati in seconda divisione e l'anno scorso il grande salto Ce l'abbiamo fatta, nonostante tante difficoltà»

adesso le difficoltà sembrano esser state lasciate indietro, vero?

«Sì. Per disputare un campionato di A1, non potevamo più contare sulle nostre forze e così abbiamo accettato la collaborazione dell'Asystel, l'azienda che sponsorizza anche il Volley Milano Maschile".

«Ci sono stati degli innesti, in particolare consiglio di seguire l'americana Adams, che promette grandi numeri»

Solo alla fine della conversazione Suor Giovanna cede finalmente e mi rivela qualche trucchetto, qualche piccolo rito propiziatorio

«Le ragazze sono molto attente alle calze e alle maglie che indossano; evitano di pettinarsi in una certa maniera. Inoltre mi chiedono sempre di tenere un breve discorso alla squadra riunita poco rima della partita».

e cosa dice, suor giovanna, alle sue ragazze?

«Bè questo non posso proprio dirglielo Il senso comunque è che il desiderio aumenta la volontà»

Che sia questa la chiave per il successo?

Nel dubbio auguriamo agli amici, meglio alle amiche, dell'Agil una stagione ricca di successi.

La carovana di Stadium si è spostata nella cittadina lombarda

Sport... Crema alla

Si è svolta a Crema la manifestazione "StadiumSport in Tour", organizzata nella cittadina lombarda dal 31 Agosto al 2 Settembre, grazie ad una fattiva collaborazione tra il Comitato CSI locale e l'Amministrazione Comunale. La manifestazione itinerante, alla quale hanno partecipato atleti di tutte le età, si è tenuta nella centralissima

Piazza Duomo colorata per l'occasione da campi di pallavolo, basket, calcio 3vs3 e calcio-balilla, tennistavolo, oltre ad una parete di roccia,

senza dimenticare lo spinning, il nuovo sport importato dagli U S A che sta riscuotendo sempre più successo nelle palestre italiane

Dopo un'inaugurazione si può dire "baciata dalla fortuna" in quanto risparmiata dal maltempo, sono iniziate le prime gare di "Stadium - Sport in Tour", dirette da due arbitri per ogni campo, come ogni vero campionato che si rispetti!

Purtroppo, il successo del primo giorno non si è potuto ripetere l'indomani Sabato, infatti, il maltempo non ha risparmiato Crema, e sono stati pochi i coraggiosi che hanno osato sfidare temporali ed acquazzoni per giocare a ping pong sotto i portici Finalmente, verso le 18.00, il tempo ha concesso uno squarcio di sereno ed è stata di nuovo festa.

La serata è trascorsa con tornei organizzati ai quali hanno partecipato 16 squadre di calcio, sei di basket e altrettante di pallavolo Tutte hanno continuato a giocare nonostante il maltempo imperversasse di nuovo sulla piazza.

La domenica, giornata

conclusiva della manifestazione, ha visto tutti riuniti in Cattedrale alle 11 per l'appuntamento con la Messa celebrata dal

Consulente regionale don Eugenio Mondini, affiancato da don Francesco Ruini, guida spirituale del Comitato di Crema

Alle 14 è stato poi fischiato l'inizio delle finali dei diversi tornei che si sono concluse con le varie premiazioni. I "Nudi per casa" si sono aggiudicati il primo posto nella pallavolo maschile, mentre la "Frassati" ha vinto nella categoria femminile. Per il basket, hanno guadagnato il gradino più alto del podio i "76ers" e, nella categoria minibasket i "Philadelphia". Infine, nel calcio si è distinta la squadra del "Bar Duomo".

Tre giorni indimenticabili, davvero gustosi, di festa e spettacolo per lo "StadiumSport in Tour" di Crema che hanno soddisfatto sia autorità civili che dirigenti e collaboratori del CSI

Approvato il regolamento CONI-Enti

sport per tutti: un faticoso passo avanti

Dovere è potere?

Lo scorso primo agosto il Consiglio Nazionale del Comitato Olimpico Italiano ha approvato finalmente il Regolamento CONI-Enti di promozione sportiva, mettendo la parola fine ad una vicenda che si è protratta per mesi e mesi in modo finanche stucchevole, tanto che lo stesso presidente del CONI, Gianni Petrucci, l'ha definita una specie di "Saga dei Forsyth", dal nome di uno dei più interminabili e noiosi romanzi polpettone.

Il Regolamento assume un importanza tecnica e politica rilevante. È fin troppo noto quale sia stato per più di 50 anni il clima tra CONI e Federazioni da un lato e gli enti di promozione dall'altro In mancanza di una legge-quadro dello sport, che attribuisse ruoli e compiti ai due poli dell'attività sportiva, impedendo concorrenze e sovrapposizioni, si è andati avanti un po' alla giornata, passando da situazioni di collaborazione ad altre di contrapposizione Non è un caso che, nel lungo processo di formulazione del Regolamento, il motivo del contendere siano stati soprattutto i primi due articoli, riguardanti rispettivamente la definizione degli Enti di promozione e le loro attività.

Senza rifare la storia delle diverse versioni del documento, basti dire che esse sono state sempre ritenute insoddisfacenti o dalle Federazioni o dagli Enti: dalle prime allorché si riteneva che una certa formulazione affidasse agli Enti compiti troppo vasti, dai secondi allorché quei compiti venivano inquadrati in termini restrittivi Né sono mancate situazioni in cui la formula adottata diventava equivoca, prestandosi ad un'interpretazione per cui gli Enti venivano collocati in una posizione subordinata alle Federazioni, quando non di autentica dipendenza

Tanto per fare capire che non si è combattuto sull'aria fritta, basta fare alcuni brevi esempi.

Nella bozza di inizio giugno 2001, concordata da CONI ed Enti, l'art 2 attribuiva agli Enti il compito di promuovere e organizzare attività sportive "a carattere amatoriale, seppure con modalità agonistiche " Ma poi le Federazioni imponevano una "limatura" quasi invisibile, e in realtà piena di conseguenze: dalla frase scompariva quel "seppure con modalità agonistiche", cosicché sulla carta agli Enti restava unicamente la possibilità di organizzare attività ricreative. Ancora, lì dove si diceva che "Le attività a carattere agonistico potranno essere organizzate previa stipula di convenzioni con le Federazioni Sportive Nazionali", il "potranno" veniva cambiato, alla chetichella, con "dovranno": bastava quel cambio di verbo per fare degli Enti altrettante appendici delle Federazioni

Problemi ci sono stati anche nel definire le attività formative

gli altri contenuti del regolamento

Tra gli altri principali punti di interesse del Regolamento approvato, ci sono i seguenti: criteri di riconoscimento - Oltre ad avere uno Statuto adeguato, che sancisca l'assenza di fini di lucro e l'osservanza del principio di democrazia interna, per ottenere il riconoscimento è essenziale avere non meno di mille società sportive con un totale di non meno di 100 000 iscritti, ed avere una presenza organizzata in almeno 15 regioni e settanta province contributi - Il CONI fissa ogni anno, nel bilancio di previsione, il contributo da assegnare agli Enti Esso viene ripartito in riferimento alla consistenza organizzativa e alle attività svolte.

degli Enti di promozione L'articolato ispirato dalla Federazioni diceva: "Corsi ed altre iniziative a carattere formativo per tecnici, arbitri, giudici di gara e altre figure similari di operatori sportivi sono realizzati d'intesa con le Federazioni Sportive Nazionali o con le Discipline Associate, e con la presenza di loro esperti".

L'approvazione di questa dicitura comportava per il CSI la fine dell'autonomia del proprio sistema formativo, dovendo ogni piano formativo avere l'approvazione delle Federazioni interessate, ed essendo il suo svolgimento sottoposto alla supervisione degli esperti federali. Alla fine di un ulteriore lavoro di mediazione, si è pervenuti alla dicitura poi approvata, che subordina i corsi formativi degli Enti alla cooperazione di una Federazione soltanto nel caso in cui si voglia che il patentino di allenatore o arbitro sia riconosciuto valido anche da tale federazione Insomma, una storia infinita, con il colpo di scena di una bozza concordata da CONI ed Enti e bocciata sorprendentemente in Consiglio nazionale ai primi di luglio Insomma, si è sfiorata la rottura completa. Tanto che alle metà di luglio il CSI ha portato

Il Regolamento approvato dal C N del CONI il 1° agosto inquadra così le attività degli Enti di promozione: "Gli Enti di Promozione Sportiva promuovono e organizzano le seguenti attività:

a) motorio-sportive

1 a carattere amatoriale, seppure con modalità competitive, con scopi di ricreazione, crescita, salute, maturazione personale e sociale; 2 di formazione fisico-sportiva e di avviamento alla pratica sportiva, realizzate specie attraverso "centri di formazione fisico-sportiva" per tutte le fasce di età e categorie sociali.

b) Formative

1. corsi e altre iniziative a carattere formativo per tecnici, arbitri, giudici di gara e altre figure similari di operatori sportivi

2 i corsi sono realizzati d'intesa con le Federazioni Sportive Nazionali o con le Discipline Associate, con la

all'attenzione della stampa nazionale l'incredibile vicenda, ponendo la questione della miopia del sistema sportivo CONI-Federazioni, o almeno di una sua parte rilevante, che continua a ritenere legittimi unicamente i diritti dello sport che mira alle Olimpiadi e alle medaglie Mentre, invece, la domanda sportiva è fortemente cambiata, e lo sport federale è diventato minoritario nei confronti della pratica sportiva che esprime bisogno di salute, di socializzazione, di aria aperta, di gioco e di divertimento

partecipazione di esperti/docenti delle Federazioni Sportive Nazionali, qualora l'E P S desideri ottenere il riconoscimento della qualifica nell'ambito federale

c) sussidiarie

1 di cultura, di comunicazione, d'indagine e di ricerca, finalizzate alla promozione e alla diffusione della pratica sportiva;

2. editoriali a carattere culturale, informativo e tecnico-didattico, finalizzate alla promozione e alla diffusione della pratica sportiva. Le attività di carattere agonistico devono rispettare quanto sancito dai Regolamenti tecnici delle Federazioni Sportive Nazionali e/o Discipline Associate per il miglior raggiungimento delle specifiche finalità I calendari delle manifestazioni provinciali, regionali, nazionali ed internazionali, ove possibile, potranno essere concordati

rendere funzionante quel Comitato nazionale Sport per Tutti previsto nell'ordinamento del CONI, organismo, ha soggiunto, "che interessa tutti, il CONI, le Federazioni e gli Enti di promozione e, marginalmente anche le Regioni".

Non è un caso che, nel presentare al Consiglio Nazionale del 1° agosto l'ultima bozza di Regolamento faticosamente mediata, il presidente Gianni Petrucci abbia richiamato tutti ad un comportamento responsabile, approvando un documento non più rinviabile "Gli Enti di promozione - ha detto - sono una bellissima realtà, che sono d'aiuto alle stesse Federazioni". Quindi ha ricordato ai consiglieri che lo sport per tutti è ormai una realtà sancita dalle leggi, e perciò ostinarsi a contrastarlo non ha senso. Ed ha annunciato per i primi giorni di autunno i lavori preparatori per

Quest'ultima frase del presidente del CONI ha fatto balenare la possibilità di un recupero, all'interno del Comitato, delle Regioni e degli Enti locali, istituzioni che invece, per quanto se ne sa, se ne sono chiamate fuori Ed è forse a questa posizione che ha alluso Petrucci parlando della difficoltà di avviare unitariamente una politica di sport per tutti, visto che in materia "ognuno si ritiene titolare di competenze specifiche". Petrucci ha anche accennato a come intende impostare il lavoro per rendere vitale il Comitato: avviare una fase di studio congiunta con i soggetti interessati, per la stesura di un documento programmatico, quindi elaborare uno Statuto, reperire i finanziamenti e infine impostare le attività

Sperando, aggiungiamo noi, che il travagliato percorso del regolamento CONI-Enti di promozione abbia insegnato qualcosa, e nel prossimo futuro si possa procedere con un più autentico spirito di collaborazione, nel rispetto di diritti sportivi di tutti i cittadini italiani.

CSI Marco

Tardelli

81 presenze in Nazionale, 6 gol in azzurro, due memorabili, all'Argentina e alla Germania nel Mundial '82. Pisa, Como, Juventus, Inter le sue squadre. Questo il ritratto di Marco Tardelli cresciuto come terzino, divenuto col tempo uno dei più forti centrocampisti che il calcio italiano abbia mai avuto. In pochi però lo ricordano giocare all'ala sinistra da bambino nel CSI pisano…

"Fil di ferro lo chiamavamo, tanto era secco! Le gambette di Marco quasi non si vedevano; sparivano nei calzettoni" Così raccontano Pierluigi Ficini e Romano Paffi, rispettivamente dirigente e primo allenatore di Marco Tardelli, quando giocava a 7 sui campini d'oratorio di S Caterina e S Francesco a Pisa. "Era bravissimo - prosegue Paffivoleva diventare un calciatore e posso dire che anche da piccolo aveva una caratteristica speciale: era lui l'allenatore migliore di se stesso Aveva un gran carattere e già a 13 anni faceva di tutto per migliorarsi Sempre primo agli allenamenti, passava le mezzore a calciare al muro della chiesa di sinistro Era innamorato di Riva. Voleva imitarlo " " È vero, mi piaceva Rombo di tuono, ed infatti giocavo come lui da attaccante di sinistra"

La palla dei ricordi passa ora al campione del mondo "Dei tempi lontanissimi del CSI ricordo i compagni di scuola, i compagni dell'oratorio Lanteri Ero molto piccolo, all'incirca avrò avuto dieci anni. Qualche anno

dopo passai al S Martino, poi a 16 andai al Pisa (due rate da 50 000 il suo cartellino n.d.r.), poi la serie A con il Como"

21: non le sembra che al giorno d'oggi questi ragazzi abbiano troppo e troppo all'improvviso, troppo presto?

se pensa ai ricordi legati al csI, quali considera "i più belli"?

Ricordo con gioia il momento in cui tutti noi ragazzi abbiamo costruito il campo da calcio all'oratorio insieme a Padre Bianchi, il Parroco di allora: ho stampato quel giorno nella memoria

Quante ore trascorreva in oratorio?

Tante, tantissime! Cercavo di andarci in qualsiasi momento della giornata: appena potevo scappavo a giocare: del resto, era anche vicinissimo a casa mia Una volta gli oratori erano punti di aggregazione fondamentali, un po' la seconda casa dei ragazzi, ed avevano oltre a ciò anche un'importante funzione educativa

a questo proposito, lei anche come allenatore ha avuto a che fare con i giovani, con i giovanissimi dell'under

Non credo che si possa dire che questi giovani hanno troppo, perché in realtà hanno quello che gli dà la società; del resto le cose stanno così ormai da tempo, e non si può tornare indietro. Inoltre non c'è alternativa, perché gli oratori non ci sono più, e allora devi arrangiarti con qualcos'altro, con quello che hai

e che pensa dell'importanza che può rivestire una famiglia che sta dietro ad un ragazzo che muove i suoi primi passi nel mondo del calcio?

Penso che ognuno ha una sua storia al riguardo: personalmente io sono sempre andato avanti da solo, perché i miei genitori non avevano tempo di seguirmi… Una volta ti davano le sberle se giocavi a calcio: adesso invece te le danno se non ci giochi!

a proposito, sempre più ragazzi, in età adolescenziale decidono, pur di sfondare, di andare a giocare all'estero: Francia, Inghilterra…

Certo, ma questo è normale ora: noi parliamo di "Italia", ma non è più l'Italia: adesso si parla di Europa e si va in giro per il mondo. Vengono i giocatori stranieri in Italia, e gli italiani vanno a giocare all'estero. È così, eh…

ma considera giusto anche ad un'età molto precoce lasciare studi e famiglia per andare a giocare lontano?

Sì, ritengo che sia comunque un'esperienza positiva: impari la lingua, fai conoscenze. Poi naturalmente dipende dal caso singolo: è necessario che il ragazzo abbia una profonda educazione e che sia forte, abbia delle radici forti

da allenatore, qual è l'aspetto della personalità di un ragazzo esordiente che la colpisce di più?

Direi certamente l'umiltà e il noncambiamento, cioè il fatto di rimanere sempre com'è, che sia in auge o no

In chi ha potuto riscontrare questo valore cosìimportante?

Di sicuro per me Gattuso è un ragazzo così, rimasto sempre se stesso Ripeto comunque che per me il valore "sommo" è l'educazione, senza la quale non si può essere neanche dotati di quell'umiltà di cui parlavo prima L'educazione la si ha dentro, e dipende dalle radici che ognuno ha, se cioè esse sono forti o meno

lei anche come allenatore ha dimostrato più volte di essere molto attento anche a questi aspetti nel corso della formazione di un calciatore: penso ad esempio, a recoba…

Beh, devo dire proprio di sì Per me un giocatore, anche validissimo tecnicamente, non è comunque completo se presenta lacune caratteriali di questo tipo

una curiosità: l'anno scorso, proprio contro la sua Inter due calciatori matuzalem (napoli) e Italiano (verona), realizzarono entrambi il loro primo gol

in serie a e furono ammoniti per la gioia seguente… lei trova che ciò sia giusto?

No, penso che sia una norma troppo severa Capisco che vada punito il fatto di andare sotto alle tribune e insultare o prendere in giro i tifosi avversari, ma esultare non mi sembra nulla di male Al di là dello spettacolo, è la gioia che hai dentro

a proposito di esultanza: la sua gioia ai mondiali dell'82, l'urlo di tardelli al Bernabeu è oggi leggenda. che cosa hanno significato per lei quei mondiali?

Un grande traguardo nella carriera di qualsiasi calciatore di certo, e poi ho avuto anche la fortuna di fare un goal così importante che non ha fatto altro che aumentare il mio entusiasmo

che sensazioni dà la maglia azzurra?

Tutte le sensazioni che ti dà un grande e rispettato club, ma triplicate.

In campo lei è scaramantico?

Direi di no, anche se poi mi ritrovo puntualmente ad indossare sempre la stessa giacca, o la stessa camicia, o la stessa

cravatta… se invece perdo la partita le cambio!

parliamo di ronaldo, un idolo di molti: per lei è più "alegria" o più "Fenomeno"? cioè come è o come lo dipingono?

Ronaldo è senza dubbio un ragazzo positivo, allegro, sensibile e naturalmente un grandissimo giocatore.

chi, appartenente al mondo del calcio, è rimasto suo amico a tutt'oggi?

Certamente Gentile, Rossi, Zoff: quel famoso gruppo dell''82, insomma.

vede qualche squadra favorita per lo scudetto in questo campionato appena cominciato?

Per me le favorite sono l'Inter, la Roma e la Juventus

nell'ordine che ha menzionato oppure "in ordine sparso"?

No, no: in ordine sparso!

Infine, il calcio ha una sua formula magica?

Ai giovani dico: il connubio vincente è fortuna mista a tanta voglia di calcio

I risultati della “corsa all’indietro”

digamberi Poviglio I

Il CSI va avanti, correndo all'indietro Oltre ottanta atleti hanno infatti partecipato alla decima edizione della curiosissima gara di retrorunning (corsa all'indietro) svoltasi a Poviglio, in provincia di Reggio Emilia, in occasione dei festaggiamenti in onore di Sant'Anna, patrona di casa Questa gara vanta una tradizione ormai consolidataquella dei gamberi reggiani - anche se molti la trovano ancora molto originale ed innovativa Quest'anno la località di S Anna di Poviglio ha ospitato un manipolo di atleti che, stanchi della solita routine, del normale footing o della solita corsa occhi al traguardo, hanno preferito voltare le spalle

all'arrivo e correre all'indietro Si è disputata così su un percorso classico di 3 km la 10ª edizione del Gambero d'Oro, da molti definita la gara più bella al mondo di retrorunning, valevole quale Campionato Italiano CSI L'edizione scorsa si concluse con la nuova vittoria e definitiva consacrazione di Stefano Morselli. Questa volta il corridore reggiolese, vero e proprio campione di questa particolare specialità essendosi aggiudicato ben sette delle sinora dieci edizioni disputate, ha invece mancato il consueto appuntamento con il podio A spodestare Morselli dal trono di "Re Gambero" è stato il giovane montecchiese Gian Matteo Reverberi, già vincitore in una delle precedenti edizioni, con il tempo di 13' e 35". Morselli, tuttavia, detiene ancora ben saldo il primato assoluto della corsa con il record imbattuto di 12' e 48". "Credevo di riuscire a stare dentro i 13' e 30" - spiega Morselliperché sapevo che questo era più o meno il tempo di Reverberi La forma, invece, alla distanza, si è rivelata quella che è, cioé scarsa" Un risultato deludente, questo 4º posto "Mi alleno poco, appena un paio di volte la settimana, ho la soglia aerobica sotto i piedi. Se non corri in avanti c'è poco da fare, non vai bene neanche all'indietro"

È dunque Reverberi l'astro nascente?

"A Gian Matteo faccio i miei complimenti, così come a Stefania (Stefania Zambello, fidanzata di Reverberi, prima delle donne sabato a Sant'Anna, ndr), che è stata mia "allieva" Gian Matteo è nelle mie stesse condizioni, si allena poco, ma ha grandi potenzialità, una freschezza atletica che gli permette di preparare una gara come questa in quindici giorni".

Dobbiamo dunque considerare tramontata l'era Morselli?

"Nel podismo non conta l'età, ma i chilometri. Spero di tornare in auge appena mio figlio mi permetterà di allenarmi con continuità e con la dovuta concentrazione".

Parliamo del retrorunning Com'è la situazione circa questa disciplina? "Il retrorunning in Italia è in forte espansione È l'unico Paese al mondo in cui le gare vengono organizzate bene. Anche quella di New York - ne ho fatte due e una l'ho anche vinta - nonostante l'organizzazione sia la stessa di quella della famosissima maratona, sotto questo punto di vista lascia molto a desiderare: si corre su metà strada in pochi metri, con il rischio di scontrarsi con quelli che seguono Questa di Sant'Anna, a mio parere, è la più bella, la meglio organizzata, la migliore in assoluto".

Un’ultima curiosità su questa insolita specialità viene dal doppio successo ottenuto dalla coppia di fidanzati, entrambi primi al traguardo È proprio vero che l'unione fa la forza in tutti i sensi anche di marcia!

Ginnastica artistica

un pò dI gInnastIca!

È giunta l'ora della ginnastica! Chi non si ricorda ancora oggi quel grido liberatorio spesso associato a orde di scolari in volo verso la palestra della scuola. Ma la ginnastica è ben altro. Vediamo qual è il bagaglio ideale per un aspirante atleta. Di sicuro la flessibilità, la coordinazione, la forza muscolare, la resistenza, la velocità, l'abilità, nonché una buona dose di coraggio, costituiscono gli aspetti fisici-caratteriali (i tratti salienti) di un ginnasta che fa attività a livello agonistico.

Qual è lo stato attuale di questa affascinante disciplina?

Dopo la Grande Guerra con la massiccia diffusione degli sport provenienti da oltre oceano, la ginnastica da un lato ha subìto una forte diminuzione della sua diffusione, dall'altro si è chiusa in un esasperato tecnicismo dimenticando la sua funzione altamente educativa.

Riassumiamone brevemente le sue tappe evolutive.

la storIa

I Cinesi sono considerati i primi ad aver

praticato attività di ginnastica, con particolare attenzione alla destrezza e all'acrobatica, attività in cui ancora oggi sono maestri. Per trovare riscontri nella nostra cultura europea occorre spostarci invece in Grecia. Intorno al XX sec. a.C. l'isola di Creta fu il punto di irradiazione dell'attività ginnastica in tutto il mar Egeo Alla Grecia va poi un altro merito: aver esteso la pratica ginnastica anche alle donne, come metodo per dare eleganza ed armonia al corpo ma anche per "diventare forti madri per generare forti figli" Fra Sparta ed Atene due concetti di ginnastica: la prima credeva che le finalità uniche della ginnastica fossero indirizzate verso la preparazione bellica; la seconda prendeva in considerazione le finalità più propriamente educative della ginnastica Facendo un bel salto in avanti, intorno al 1500, Leon Battista Alberti, nel "Dialogo Della Famiglia" affrontava i temi dell'educazione dei figli. Nell'opera poneva in evidenza la grande rilevanza della ginnastica nella formazione dei giovani, non soltanto come miglioramento del corpo e della salute, ma persino come contributo alla formazione della personalità.

Agli inizi del 1800 fu poi Girolamo Battaglia ad iniziare la pratica ginnica presso un collegio, ma si deve a Rodolfo Obermann la nascita di una vera e propria scuola di Ginnastica presso l'Accademia militare di Torino. Da questo momento da Trieste a Napoli è tutto un fiorire di società di ginnastica.

la gInnastIca artIstIca nel csI

La ginnastica come promozione sociale nasce con la F A S C I (Federazione delle Associazioni Sportive Cattoliche Italiane poi CSI) "La ginnastica serve per trattenere i giovani dell'Oratorio il più che sia possibile nei giorni festivi, e per tenerli nel medesimo ogni sera, quando finite le occupazioni della giornata, troppo facilmente girerebbero per la città…" si legge nella storia di Stadium La FASCI si costituisce nel 1906 e due anni dopo è già in grado di organizzare un "Concorso internazionale Cattolico di Ginnastica e Sport" aperto a società italiane ed estere aderenti a Federazioni cattoliche di tutto il mondo. Il movimento cattolico subito si contraddistingue per la sua visione educativa della ginnastica e per la concezione della società sportiva quale

Ginnastica artistica

luogo di impegno sociale Fedele al concetto di sport quale momento di fondamentale importanza nella formazione dei giovani, nel dopoguerra, con il diffondersi degli sport quali il calcio, o il basket: anche nella F A S C I la ginnastica non è più la disciplina sportiva per eccellenza; inizia lentamente il declino della ginnastica artistica quale sport di massa

glI attrezzI

Le gare di ginnastica artistica maschile si svolgono su sei attrezzi: Corpo libero, Cavallo con maniglie, Anelli, Volteggio, Sbarra, Parallele. Per la sezione femminile cambiano alcuni attrezzi, le prove che devono superare le atlete sono: Corpo libero, Trave, Parallele asimmetriche e Volteggio

Vediamo questi attrezzi un po' più da vicino

Entrambi i settori, maschile e femminile, devono superare la prova al Corpo libero. Per questo attrezzo è prevista una pedana elastica di m 12 per 12, sulla quale i ginnasti/e eseguono esercizi in cui prevalgono elementi di slancio, di forza e di equilibrio (es verticale di impostazione: importante in tale elemento è la mobilità articolare coxofemorale, della colonna vertebrale e della spalla) ed in cui la parte acrobatica è preponderante

Al Cavallo con maniglie il ginnasta esegue due schemi motori fondamentali: oscillazioni pendolari e movimenti circolari Movimenti di slancio, forza ed equilibrio sono richiesti agli Anelli, basti pensare alla famosa posizione a squadra del nostro pluri campione mondiale ed olimpionico Yuri Chechi.

Il Volteggio sia maschile che femminile è caratterizzato da una rincorsa, presalto in pedana, primo volo, spinta delle mani sulla groppa del cavallo, secondo volo ed arrivo sui tappeti di protezione. Alle Parallele vengono sviluppati prevalentemente movimenti di slancio, forza ed elementi statici (verticali, squadre) La Sbarra è l'ultimo dei sei attrezzi maschili ed è caratterizzata da soli elementi di slancio, si pensi alle giravolte dorsali e frontali oppure ai salti e ai cambi di mano Questo è, con il

Corpo libero, l'attrezzo maschile più spettacolare, forse perché si conclude con acrobatiche uscite lasciando gli spettatori con il fiato sospeso Di pari valore tecnico ed acrobatico sono le Parallele asimmetriche femminili Derivano dalle parallele pari maschili e sono state introdotte definitivamente nel programma di gara femminile soltanto in occasione dei Campionati del Mondo del 1950 Attrezzo tipicamente femminile è la Trave in cui risulta di facile intuizione dire che la caratteristica fondamentale è l'equilibrio.

la tecnIca

La ginnastica artistica globalmente è una disciplina sportiva molto complessa In tanti rimangono estasiati e sbigottiti nel vedere le spettacolari evoluzioni al corpo libero se non alla sbarra o alle parallele asimmetriche Occorre però fare un'analisi dettagliata, ovvero bisogna prendere in considerazione movimento per movimento Ci si renderà conto che esiste "una

conseguenza diretta di dipendenza e di successione neuro muscolare e che il primo movimento costituisce la chiave, la premessa indispensabile per l'apprendimento dei movimenti più difficili che vengono dopo [B Grandi, Didattica e Metodologia della Ginnastica Artistica, Società Stampa Sportiva, Roma]". In definitiva si può dire che ci sono dei movimenti semplici che sono la base per apprendere quelli complessi Si definiscono così i primi movimenti di base: verticali, ruote, rondate, oscillazioni agli attrezzi etc, assimilati i quali per il ginnasta sarà stimolante affrontare la preparazione per i movimenti più ostici.

Si pensi per esempio alla ruota che è uno dei primi movimenti che i ginnasti imparano Con la ruota si ha un passaggio del corpo sulle braccia con appoggio successivo delle stesse, un andamento a ventaglio Derivazione diretta della ruota è la rondata Il ginnasta, nell'eseguire la rondata, deve imprimere un'azione più veloce e spinta e terminare con ¼ di giro in verticale.

rItorna la gInnastIca artIstIca nel csI È ormai da qualche anno che nel CSI si avverte la voglia di fare Ginnastica In diverse realtà territoriali si organizzano gare e manifestazioni Le finali nazionale Joy Cup di Paestum 2001 hanno visto più di cento ginnaste provenienti dalla Campania, dalla Liguria e dall'Emilia Romagna confrontarsi sul campo di gara Il principio che ispira oggi la ginnastica artistica CSI è lo stesso che ispirava gli atleti di Atene o quelli della FASCI dei primi del novecento: il confrontarsi con se stessi e con gli altri, senza chiudersi in esasperati tecnicismi. Lo sport è festa: nello scorso mese di giugno, a Paestum, si è svolta la grande festa nazionale

della ginnastica.

Certamente la ginnastica è quella dei grandi campioni che agli attrezzi presentano esercizi di elevato valore tecnico, tuttavia ritengo che sia ancor di più di chi (come me) gioisce nel presentare un semplice esercizio composto da una capovolta avanti e una indietro, e forse per le prossime finali 2002, arricchito da una ruota. E ancora, la ginnastica è di coloro che insieme preparano un esercizio collettivo, impegnandosi ad inserire qualche elemento più difficile quale la rondata oppure il flic flac.

La ginnastica artistica del CSI dà a tutti la possibilità di praticare una disciplina che, vista in televisione, sembra quasi inavvicinabile Tra le tante novità della nuova stagione CSI 2001-2002 quella della Ginnastica Insieme a tema e senza elementi imposti, che daranno grande risalto alla libertà di espressione È previsto, inoltre, un settore di specialità per chi si diletta nel provare elementi sempre più difficili Insomma, dai più ai meno bravi, dai più ai meno giovani, tutti avranno la possibilità di accedere alle finali nazionali 2002.

Ecco le “coordinate” della ginnastica

Sergio Cameli

La ginnastica artistica è caratterizzata da una grande capacità di coordinazione da parte dell'atleta che si cimenta in tale disciplina. Infatti, soltanto possedendo questa qualità il ginnasta si può permettere di produrre equilibri statici e dinamici in grado di sfidare la forza di gravità

Le abilità motorie necessarie al raggiungimento di un alto grado di perfezione tecnica, sono in parte iscritte

nel codice genetico, ma sono anche frutto di molte ore di allenamento e di concentrazione Il ginnasta di alto livello, infatti, riesce a raggiungere un rapporto quasi "confidenziale" con lo spazio che lo circonda Tali qualità necessitano naturalmente del supporto dei centri nervosi che sono deputati al controllo degli equilibri posturali. Essi controllano l'apparato vestibolare e visivo permettendo a muscoli ed articolazioni di sostenere equilibri e movimenti complessi Queste strutture sono quelle che consentono all'atleta di percepire il proprio corpo nello spazio intervenendo anche nella correzione di gesti tecnici sbagliati

Da un punto di vista fisiologico, il ginnasta deve possedere una muscolatura il più possibilie elastica, ma anche in grado di sviluppare elevati picchi di potenza (forza rapida) Il metabolismo che interviene nel corso di una gara di ginnastica è esclusivamente quello anaerobico alattacido, per cui l'energia muscolare richiesta per la prestazione non necessita dell'intervento dell'ossigeno e non vi è produzione di acido latico L'allenamento è quindi improntato allo sviluppo della forza pur senza ipertrofia pura che potrebbe andare a scapito della velocità di esecuzione.

Altra caratteristica richiesta al ginnasta è

la destrezza Si tratta di una qualità che può essere allenata anche se la capacità di apprendimento del gesto tecnico, nonché la capacità di modificare un'attività motoria in relazione alle esigenze tecniche, rappresentano elementi di differenziazione tra un ginnasta e l'altro L'atleta, quindi, con grandi doti di destrezza riesce a coordinare in ogni condizione, anche di squilibrio, le azioni del proprio corpo in rapporto alla figura richiesta. L'educazione alla destrezza è strettamente collegata con la preparazione tecnica per cui si rende necessaria grande attenzione nell'allenare le abilità motorie I grandi ginnasti riescono a sentire il corpo nello spazio e ad avere delle sensazioni muscolari attraverso un sistema nervoso centrale geneticamente più predisposto a svolgere tali funzioni

La buona riuscita della ginnastica artistica, ma anche ritmica, pressuppone anche buone doti di flessibilità sia della colonna vertebrale che delle articolazioni coxo femorali, per eseguire dei gesti tecnici di grande ampiezza. La colonna vertebrale in particolare deve possedere una grande mobilità articolare in tutti i distretti dal momento che una insufficiente mobilità ne potrebbe limitare notevolmente i movimenti. Altrettanto importante è la motilità

scapolo omerale, dei gomiti e delle articolazioni radiali e carpiche soprattutto nell'esecuzione di esercizi che prevedano l'uso di attezzi come le oscillazioni e le circonduzioni. La mobilità attiva è quella maggiormente interessata nell'esecuzione di movimenti complessi, anche se il giusto equilibrio con quella passiva, consente di giungere alla mobilità ottimale

Laddove non vi siano predisposizioni congenite, il mantenimento di posture fisse per un tempo prolungato e le sollecitazioni dinamiche sia in allenamento che in gara, possono essere causa di svariate patologie della colonna

vertebrale I danni principali derivano da compressioni, torsioni, iperestensioni durante l'esecuzione delle figure artistiche, e possono condurre a spondilolisi. Si tratta della frattura dell'istmo vertebrale prevalentemente a livello L5-S1 ed è cinque volte più frequente nel sesso femminile In molti casi tale patologia ai associa allo scivolamento in avanti della vertebra stessa, in questo caso si parla di spondilolistesi. Va ricordato che i portatori di forme anche modeste di scoliosi, devono essere controllati attentamente e frequentemente nel periodo dello sviluppo puberale, poiché in questa fase i carichi possono accentuare le rotazioni della colonna stessa

La conoscenza dei gesti tecnici, permette di instaurare corrette strategie preventive. La correzione di un movimento sbagliato o di una postura scorretta, il rafforzamento di alcuni muscoli paritcolarmente sotto pressione, nonché l'allungamento corrispondente degli antagonisti, possono rappresentare condizioni in grado di prevenire danni da sovraccarico funzionale.

L'osservazione di atleti praticanti sport anche diversi, mostra che la carenza di ferro (anemia) negli atleti è un'evenineza piuttosto frequente. Essa principalmente può derivare da un insufficiente apporto (vegetariani), dalla riduzione dell'assorbimento intestinale, all'aumento delle perdite con urine, sudore e feci

L'apporto nutritivo consigliato nello sportivo adulto è di circa 10 mg/die, che può essere quintuplicato nei periodi di massimo allenamento (soprattutto di resistenza)

Il modo migliore per introdurre il ferro nell'organismo è rappresentato dalla dieta Esso è abbondante in:

• pesce

• carne

• fegato,

• tuorlo d'uovo,

• lenticchie,

• fagioli,

• frutta secca

Non va tuttavia dimenticato che il ferro è poco assorbito (circa un decimo di quello introdotto), e che la sua biodisponibilità è migliore se proveniente da carne rossa rispetto a quella dei vegetali.

La supplementazione con ferro per via orale non sempre fornisce i risultati sperati, specialmente se la dieta non è adeguata Infatti l'assorbimento del ferro introdotto con prodotti farmaceutici, è notevolmente inferiore rispetto a quello della dieta, tanto che spesso viene addizionato con l'introduzione di vitamina

C al fine di facilitarne un pochino l'assorbimento Ciò comporta comunque dei problemi, poiché, eccetto gli stati carenziali acuti, non è perfettamente certa l'innocuità dei farmaci contenenti ferro

l'apporto di ferro nell'atleta

Malta: è di nuovo record

Duecentoventidue ore: tanto hanno resistito i quarantotto giovani pallavolisti del movimento Kerygma. Hanno sfidato temerariamente l'afa della torrida estate mediterranea - un tasso di umidità del 67% e più di 30 gradi - e si sono alternati sul campo da volley per raccogliere fondi destinati ai 132 bambini portatori di handicap ospiti della Casa della Provvidenza di Malta. Con questa iniziativa Padre Charles Fenech e il suo Movimento Kerygma sostengono ed aiutano Don Michelesacerdote diocesano e consulente ecclesiastico dell'Azione Cattolica maltese - a tenere in piedi una struttura creata 35 anni fa. Perché questa "Casa

autogestita" non vive di risorse pubbliche, bensì della solidarietà dei cittadini di Malta.

La Maratona maltese di pallavolo, promossa dal Movimento Kerygma, si svolge come ogni anno dal 13 al 22 agosto e può essere considerata come una delle più grandi manifestazioni mediterranee di sport e solidarietà La manifestazione è, infatti, organizzata sotto l'auspicio diretto del Presidente del CIO, della Federazione Internazionale di Pallavolo (FIVB), della Federazione nazionale Maltese di Pallavolo, della Lega Pallavolo d'Italia e naturalmente del CSI Un appuntamento al quale non mancano mai le più alte cariche dello

222 ore consecutive di volley

Stato maltese - Presidente della Repubblica e Primo Ministro - oltre ai vari leader politici e alle autorità ecclesiastiche, e che coinvolge annualmente più di un migliaio di volontari

Quest'anno sono state esattamente 1 356 persone - tra addetti alla cucina, medici ed atleti - ad essere impegnati per circa quattro mesi Tutti volontari scelti ogni anno tra quanti rispondono agli annunci diffusi dal Movimento fra le varie associazioni, scuole ed università È, infatti, attraverso questi canali che si riesce a coinvolgere intere famiglie le quali dedicheranno poi gran parte del loro tempo libero estivo all'organizzazione dell'intera maratona

Le attività, suddivise nel lavoro di una ventina di cooperative, non prevedono solo sport o raccolta di fondi, ma anche corsi di formazione per i volontari e discussioni sull'organizzazione nei suoi minimi dettagli.

Anche quest'anno il pubblico sembra aver gradito la maratona e, soprattutto, il nuovo primato che è stato realizzato proprio l'ultimo giorno della manifestazione Lo conferma, infatti, il numero di presenze registrate: 82 000 persone. Un vero record se consideriamo che già l'anno scorso più di 71.000 persone avevano partecipato all'evento Tra migliaia di bagher, battute e schiacciate, sono stati raccolti ottocento milioni di lire da devolvere in beneficenza ad una casa per bambini disabili sull'isola e ad una missione dei Padri domenicani maltesi a Durazzo in Albania.

UNA "MISSIONE SENZA CONFINI"

Oggi più che mai quella della parrocchia è una "missione senza confini", chiamata a svilupparsi in modo da raggiungere i diversi ambienti della vita familiare, professionale e sociale, per incidere più efficacemente sui modi di pensare e di vivere della gente .

Affinché la "missione senza confini" non diventi una "missione impossibile", la parrocchia è sollecitata, secondo le indicazioni della Chiesa italiana, a recuperare la propria centralità quale luogo, anche fisico, cui la comunità cristiana guarda come costante riferimento

Ciò richiede che la parrocchia operi un processo di ripensamento delle proprie forme di presenza e di rapporto con il territorio, dotandosi di strumenti adeguati ed aprendosi ad un'azione concertata con associazioni, movimenti e gruppi di ispirazione cristiana

IL PROGETTO DEL CSI

Per aiutare la parrocchia in questo suo difficile compito, il Centro Sportivo Italiano lancia il "Progetto circolo culturale-sportivo in parrocchia". Si tratta di una proposta concreta, facile, moderna, completa e flessibile, che può essere adottata da qualsiasi parrocchia o oratorio, quali che siano le sue dimensioni e le caratteristiche della comunità cui essa fa riferimento Il Progetto scaturisce da un approfondito percorso di riflessione e di studio, e poggia sulla consolidata competenza

tecnico-organizzativa del CSI nel campo della promozione di attività sportive, educative, culturali e sociali.

ABITARE LA PARROCCHIA

Il Progetto individua in una particolare, e del tutto nuova, forma di circolo culturalesportivo la struttura in grado di favorire una migliore aggregazione delle persone all'interno della parrocchia, rendendola ancora di più una casa viva, da "abitare" in pienezza, con gioia, nella dimensione dell'incontro. Assumendo un'ampia gamma di attività, il circolo diventa portatore di una proposta che è al tempo stesso educativa, culturale e di animazione del tempo libero, e che si innesta come "valore aggiunto" nello specifico del piano pastorale della parrocchia

Per i giovani, in particolare, l'impegno del circolo non è quello di generare "passatempi", ma, attraverso le molteplici proposte di attività, fare emergere una domanda di fede e di impegno che altrimenti potrebbe restare inespressa

UN PACCHETTO DI STRUMENTI E SERVIZI

La proposta che il CSI rivolge a parrocchie ed oratori consta nell'offerta di un "pacchetto" di strumenti e di servizi che, nell'insieme, consentono a ciascuna realtà di creare e gestire facilmente il proprio circolo, organizzandolo ex-novo o aggiornando una struttura già esistente. Gli strumenti sono semplici e accessibili, in modo da non richiedere per il loro uso un impegno troppo gravoso alla comunità parrocchiale, così spesso oberata da mille compiti I servizi vengono forniti nel modo più diretto e immediato, anche mediante consulenze on line

I punti di forza del pacchetto sono:

• itinerari formativi mirati e di qualità, per creare operatori a misura di parrocchia;

• un piano operativo che mette le parrocchie in grado di avviare da subito le attività che essa sente come più congeniali, scegliendole in un ventaglio abbastanza ampio;

• una formula assicurativa che fornisce ampie garanzie e sicurezze a fronte delle responsabilità derivanti dalle attività previste;

•consulenza fiscale e legislativa;

• affiliazione ed altre procedure burocratiche semplificate e ridotte al minimo

LE ATTIVITÀ

Le attività che un circolo culturalesportivo può organizzare sono davvero tante, spaziando dallo sport al turismo, dagli eventi culturali alla ristorazione.

Il Circolo può:

• organizzare al proprio interno tornei ricreativi di tutte le discipline sportive riconosciute dal Centro Sportivo Italiano, con proposte mirate per ogni fascia di età e ogni situazione ambientale;

• riqualificare e gestire strutture e impianti

• promuovere attività di turismo religioso, culturale e sociale;

• valorizzare l'ambiente e la conoscenza del territorio;

• incentivare attività teatrali, musicali, ludiche;

• organizzare mostre, dibattiti ed altri eventi culturali;

• gestire servizi di ristorazione, per la somministrazione di alimenti e bevande ai propri associati.

QUOTE DI AFFILIAZIONE

Per le parrocchie e gli oratori che aderiscono al "Progetto circolo culturalesportivo in parrocchia", il CSI ha previsto una particolare forma di affiliazione a condizioni facilitate

La quota di affiliazione è di Euro 51,65 pari a £ 100 000 annuali per ogni circolo, e dà diritto all'intero pacchetto di servizi del Progetto, tra cui:

• copertura assicurativa, mediante convenzione con la Compagnia Le Generali, per i rischi di infortuni e RCT (Responsabilità Civile verso Terzi) per tutte le attività interne dei Circoli;

• corsi di formazione, per un monte ore di circa 50 ore ciascuno, volti a preparare due figure di operatori: il coordinatore-promotore, cui affidare il compito di progettare, gestire e promuovere l'attività del circolo;

l'animatore-organizzatore, cui spetta organizzare e animare le attività promosse al fine di aggregare tutte le persone della comunità;

• quattro abbonamenti annuali al mensile Stadium, la rivista del CSI dedicata ai problemi dello sport, della società civile, dell'associazionismo non profit.

TESSERAMENTO GRATUITO

Per i primi 100 soci di ogni circolo, il tesseramento è gratuito

Oltre i 100 soci, il costo del tesseramento è di Euro 1,03 pari a £ 2.000 per ogni tessera.

IL CENTRO TURISTICO GIOVANILE

Per la promozione delle attività turistiche e dell'animazione culturale e ambientale, il Progetto si avvale della

collaborazione del Centro Turistico Giovanile Il CTG è qualcosa di più di un semplice "organizzatore di viaggi" per giovani

Le sue attività perseguono obiettivi educativi, motivando le persone, attraverso l'animazione del tempo libero, ad un rapporto di responsabilità, autenticità e creatività nelle relazioni uomo-ambiente.

Per il doppio numero di Stadium, abbiamo scelto per voi ulteriori nuovi siti che vi proponiamo ancora una volta in questa pagina a loro dedicati. Buon viaggio virtuale

www. www.

www.legapallanuoto.it

La Lega Pallanuoto Serie "A1" maschile, nasce ufficialmente il 3 agosto 1998 a Roma ed è costituita dai sodalizi sportivi affiliati alla Federazione Italiana Nuoto, titolari dei diritti sportivi di partecipazione al Campionato di serie "A1" maschile Per le donne, visitate invece il sito www pallanuoto net e scoprirete le incredibili atlete della nazionale italiana, vincitrici dei recenti Campionati mondiali di Fukuoka, in Giappone

www.gioca.cc

Per tutte le società sportive, ecco il sito che fa per voi. Con Gioca, infatti, è possibile fare entrare in rete la vostra società. Gioca realizza in poco tempo ed automaticamente siti internet per società dilettantistiche Senza alcun costo, né di tempo, né a livello economico Belli graficamente e ricchi di informazione utili i siti Gioca possono contenere foto dei tesserati, dati e classifiche aggiornate dei vari campionati In un dominio personalizzato (tipo www. il nome della società It) con infinite caselle di posta. Tutto facilmente Basta un clic

www.backward-runningbackward.com

ll primo sito mondiale sulla corsa all'indietro. In questo numero di Stadium si è parlato di “Gambero d'oro”. Tutti coloro che si sono incuriositi a questa specialità, qui troveranno il modo di andare "avanti" nei particolari di questa disciplina: le origini, le tecniche di corsa, l'allenamento, le principali gare internazionali (USA, Francia, Italia), gli articoli, le storie personali, il calendario dei retropodisti e - perché noi benefici del correre all'indietro In più tante bellissime e curiose fotografie!

www.aia-figc.it

Arbitri protagonisti nelle pagine di questo numero di Stadium Se però c'è ancora qualcuno che non conosca bene le regole, con un clic su questo sito avrà libero accesso al regolamento ufficiale del Gioco del Calcio, con le ultime modifiche. Tra l'altro le immagini sui diversi casi di fuori gioco punibile o non punibile nonché i casi di falli inquadrabili o meno nella condotta gravemente sleale. Fischia arbitro, ma fischia correttamente!

www.dianabianchedi.com

Nelle pagine dello "sport al femminile" di questo numero, abbiamo pubblicato l'intervista alla campionessa olimpica e vice-presidente del CONI

Diana Bianchedi Questo è il suo sito ufficiale sul quale troverete: notizie biografiche, curiosità, palmares e medagliere, oltre ad una bella galleria fotografica di questa bella e simpatica atleta.

www.scinautico.com

Anche se la stagione estiva si è ormai conclusa, ricordiamo che anche il mese di settembre ha riservato qualche gradita sorpresa agli amanti degli sport acquatici. Si è, infatti, svolto a Recetto, in Lombardia, dal 25 al 30 di questo mese, il campionato mondiale di sci nautico Sul sito ufficiale della federazione è possibile ottenere oltre alle informazioni sulla manifestazione, quelle sul mondo dello sci nautico in generale: gli atleti, i regolamenti, il calendario e una piccola "storia" di questa disciplina che potrebbe fare il suo ingresso nei giochi olimpici a partire da Atene 2004

www.calcioclick.com

Il più grande sito calcistico del mondo dedicato alle 184 squadre di calcio che partecipano a campionati di serie A, B, C (oltre alle principali squadre delle serie minori).

Troverai storia, statistiche, formazioni, le schede con le caricature di tutti i giocatori della squadra della tua città e con il tasto 'tifo in curva' entrerai - partita per partitanelle curve degli stadi virtuali; dove potrai diventare protagonista di un modo nuovo di tifare.

Se invece la tua passione sportiva non è per il calcio, clicca su www lasquadradelcuore com ed entrerai nell'orbita del BASKET, VOLLEY e RUGBY, nei loro universi così come non li hai visti mai

www.allafrica.com/athletics

Per chi ama l'atletica, ecco il sito dove troverete tutto sull'Africa dei campioni, il paese dove sono nati e si allenano mezzofondisti, maratoneti, crossisti di altissimo livello. Gare, segreti e racconti di un continente che vive di corsa.

d’oratorio Il pallone

C'è un'importante distinzione che Arrigo Sacchi usa fare allorché giudica i calciatori. Secondo lui o sono bravi nella tecnica individuale oppure sono bravi in quella che definisce tecnica collettiva. In soldoni il virtuoso, il talentuoso, l'estroso, difficilmente conosce i meccanismi che regolano i movimenti del moderno gioco di squadra. Nel caso in cui il calciatore sappia fare l'uno e l'altro, beh allora siamo al cospetto del campione È questa, naturalmente, una visione integralista del concetto calcistico, ma le idee di Sacchi sono ormai da tempo le idee di tutti coloro che professionalmente o amatorialmente si avvicinano all'insegnamento del gioco del calcio Ma un conto è spiegare i meccanismi della zona, del pressing e del fuorigioco a chi ha già acquisito le basi fondamentali del gioco. Un conto è inculcare gli stessi a dei ragazzini che ancora debbono imparare a "dominare la pelota", come usano dire in Argentina. Il tentativo di molte scuole calcio è proprio quello di voler insegnare a dei bambini sia i fondamentali tecnici che quelli tattici contemporaneamente. Con il risultato che spesso essi imparano i sincronismi e i movimenti, ma non l'amore per il pallone che è per loro soltanto un attrezzo da colpire con forza. La F.I.G.C., sollecitata nel tempo a più riprese, ha cercato di correre ai ripari facendo si che per i più piccolini le partite fossero giocate in un campo di dimensioni ridotte, con sette giocatori per parte e con un pallone più leggero. Il tutto allo scopo di aumentare il numero dei contatti giocatore-pallone nel corso di una partita e per migliorare, conseguentemente, la tecnica individuale dell'allievo Ma è innegabile che anche in questa situazione il piccolo calciatore si sente legato, osservato, incapace di svincolarsi dalle imposizioni suggerite

dall'allenatore. E allora che fare?

Non ci resta che rimpiangere i tempi in cui l'unica vera scuola-calcio era l'oratorio Si,proprio così

Non a caso tutti i grandi campioni degli anni Settanta hanno cominciato a diventare tali nelle interminabili partitelle all'oratorio. Tre contro tre, cinque contro cinque, dodici contro dodici, in quelle giornate che si sperava non finissero mai "All'oratorio dalle parti di Corso Italia, a Milano - ricorda Sandro Mazzola - ho imparato ad avere un rapporto confidenziale con il pallone. A dargli del tu, come si dice in gergo Ed è grazie all'abilità acquisita all'oratorio se poi venni tesserato per le giovanili dell'Inter Difficilmente qualcuno può insegnarti tutto quello di giusto o di sbagliato che l'oratorio ti può dare Si perché anche un movimento non corretto, ma efficace, diviene parte integrante di te, del tuo bagaglio tecnico" E le stesse cose potrebbe ripetere Gianni Rivera, oppure Gigi Riva che negli interminabili pomeriggi all'oratorio di Leggiuno, - sotto lo sguardo attento e severo di Don Giovanni Cerutti che al padre del futuro campione prematuramente scomparso, si era in pratica sostituito - aveva imparato a bombardare la porta con inaudita potenza Prodotti dell'oratorio sono stati anche Paolo Rossi e Roberto Baggio e non li citiamo casualmente ma a proposito perché si tratta dei nostri ultimi vincitori del Pallone d'oro E negli interminabili pomeriggi in un campetto attiguo ad una Chiesa hanno sicuramente appeso l’ABC del calcio i Maldini, gli Inzaghi, i Nesta, i Totti, i Vieri, insomma gli ultimi autentici portabandiera del football made in Italy. Paradossalmente negli ultimi anni coloro che sono stati penalizzati maggiormente dall'avvento dei centri di allevamento sono stati i difensori E non a caso Giovanni Trapattoni si ritrova con una

massiccia rappresentanza di attaccanti da vestire d'azzurro, mentre i pochi soliti noti sono coloro che posseggono le credenziali per appartenere alla retroguardia della Nazionale. Il perché è presto spiegato Sia che il metodo d'allenamento prediliga la zona o la marcatura mista o a uomo, l'attaccante è sempre costretto a sviluppare e a migliorare il senso del gol È la "condizio-sine-qua-non" per chi vuole restare a galla. Al contrario, al giovane difensore non viene più insegnata la marcatura a uomo, unocontro-uno; sicché egli impara i movimenti della zona realizzati in sintonia con gli altri compagni, ma non riesce ad essere insuperabile come insuperabili erano stati in passato i vari Burgnich, Rosato, Anquilletti, Guarneri, Gentile, Cabrini e chi più ne ha più ne metta E questi campioni erano diventati tali affannandosi nei campetti degli oratori a rincorrere e a bloccare coloro che tra i pari età avevano già l'etichetta del "piccolo fenomeno". D'accordo, esiste Nesta, esiste Cannavaro e ancora qualcun altro. Ma essi sono delle autentiche mosche bianche di un calcio la cui prerogativa era quella di produrre soprattutto validissimi difensori. Che fare allora per porre rimedio a questa situazione? Tornare indietro di solito non si può Ma permettere ai ragazzini in tenera età di liberare il loro istinto, questo si, si può e si deve fare Converrebbe a tutti

Un per

sognare biliardino

Da ottanta anni il biliardino coinvolge in tutto il mondo generazioni di appassionati Passatempo non estemporaneo, ma gioco di singolo o di squadra con precise e consolidate regole.

Qualche moneta in tasca, due coppie di giocatori dai polsi d'acciaio e poter sognare per una buona mezz'ora di imitare i funambolismi tecnici e tattici dei campioni della serie A. Il tutto, però in pochi decimetri quadrati, con l'intero campo di calcio sotto gli occhi, da porta a porta. Schema rigorosamente a zona, un 2-5-3 adottato obbligatoriamente da ogni squadra. In parrocchia, al bar e nelle sale giochi, il biliardino, calcetto o calcio balilla, che dir si voglia, continua a far registrare un numero sempre altissimo di aficionados che lo preferiscono ai video games. Questi ultimi, molto spesso, durano il tempo di una stagione, il piacere di una partita a biliardino, invece, ha abbracciato diverse generazioni e non ha alcuna intenzione di andare in pensione. Qualche regola facile da imparare, nessuna predisposizione particolare, se non una certa abilità e velocità a far calciare correttamente ed efficacemente gli undici ometti rossi o blu, il biliardino

di Rosita Farinosi

sognare biliardino

è conosciuto un po' in tutto il mondo. "Tischfussball spielen" in Germania, "tablesoccer" in Inghilterra, "babyfoot in Francia, "pebolim" in Portogallo, "foosball" negli States: l'elenco potrebbe essere molto più lungo a dimostrare che è possibile scovare praticanti di questo passatempo un po' ovunque, tanto che è facile assistere nelle località vacanziere ad interminabili e appassionanti mondiali tra giocatori di ogni Paese che sudano le proverbiali sette camicie a far roteare le quattro manopole.

Quanti anni ha il calcio balilla? Un'ottantina d'anni Probabilmente è questa l'età del calcetto che ha visto la sua nascita in Germania tra il 1920 e il 1930, ma a contendere il primato ai tedeschi e a vantarne la paternità ci sono anche i francesi Di certo in Germania il gioco del biliardino si sviluppò più in fretta che in ogni altro luogo Subito dopo venne esportato negli USA dove in breve diventò un vero e proprio fenomeno di massa, soprattutto nel dopoguerra. Il primo campo di calcio in miniatura comunque aveva poco a che vedere con quelli a cui siamo abituati oggi: ovvero, campo verde in cristallo, giocatori in plastica dura agganciati ad una pesante stecca d'acciaio Nei primi tavoli da gioco era il legno il materiale preponderante e i vari costruttori (una ventina) immettevano sul mercato i propri modelli con propri regolamenti.

Niente a che fare con la situazione attuale, con due grandi aziende al mondo che fabbricano calcetti praticamente identici e con un unico regolamento Di certo, però, fu in Italia che il calcio balilla ebbe una diffusione capillare. A parte le già citate parrocchie, sale giochi di bar e stabilimenti balneari, c'è stato il periodo tra gli anni '60 e '70 in cui era facile ritrovarsi a giocare nella cantina di qualche amico, il cui genitore, chissà dove, era riuscito a rimediare il mitico biliardino, ancor più mitico in quanto, in questo caso, le partite erano gratis. Una bella consolazione dopo l'ultima ramanzina ricevuta dal garzone del bar che ci aveva scoperti, in una giornata con pochi soldi in tasca, a mettere uno straccio all'interno delle porte per evitare che le palline, dopo il gol, venissero irrimediabilmente ingoiate dai meccanismi interni di distribuzione delle sferette.

Quante regole?

Girelli, virgole, ganci, cartocci… Niente di più vietato nel calcetto ufficiale, quello dei tornei per intenderci. Tuttavia si ha notizia di una folta schiera clandestina "del dissenso" che, anzi,

considera questi stratagemmi vere e proprie finezze che rendono il gioco ancora più avvincente

Ma atteniamoci alla normativa accettata dalla maggioranza che vede come fumo negli occhi il far roteare le stecche di 360°, segnare passando la palla da un giocatore all'altro, toccandola due volte con lo stesso o sfruttando il rimbalzo delle sponde Altra cosa vietata è tirare in porta a palla ferma.

La squadra che dà inizio alla partita o che rimette la palla in gioco, dopo aver subìto una rete, deve farlo dalla difesa. Sbagliato, come invece si vede fare spesso, lanciare la palla al centro del campo

Ogni incontro è costituito da tre match, ognuno dei quali sarà vinto dal giocatore o dalla coppia che arriva per prima a sette gol (forse è da questa regola che la FIFA ha avuto l'idea di introdurre il golden gol).

in Quanti giocare?

È possibile giocare a biliardino in singolo o in coppia Nel primo caso: mano sinistra fissa sulla stecca del portiere, e con la destra volare dalla difesa al centrocampo e all'attacco, cercando di bruciare sul tempo l'avversario e anticipare le sue mosse Comunque il modo di giocare più consueto è in due, di solito un esperto e granitico difensore insieme con un funambolico attaccante Raramente i due ruoli sono intercambiabili, anzi solo così si crea tra i due protagonisti quella fondamentale intesa mentale che permette in pochi centesimi di secondo di capire le intenzioni l'uno dell'altro Un esempio? Gli spettacolari gol dalla difesa che spesso si realizzano grazie all'istantanea mossa del compagno che solleva le gambe dei giocatori di centrocampo e attacco per eliminare ostacoli al percorso della palla verso la porta

Facile no? E allora buon divertimento, col consiglio di dar fondo alle cento lire. Tra poco, con l'arrivo dell'Euro, potrebbe esserci qualche ritocco delle tariffe anche nel calcetto.

sabbia d’oro La di Lignano

Se lo sport è salute e Stadium è divertimento, aggiungete anche un tocco di magia e la miscela produrrà un successo Così come accaduto a Lignano Sabbiadoro dal 24 agosto fino a domenica 26 nella Beach Arena lungo lo splendido lungomare friulano. Da promuovere c'era lo Sport con la "s" maiuscola, quello che unisce e non divide, con un particolare occhio di riguardo ai meno fortunati Nel corso dei tre giorni lo sport ha offerto mille gusti. A partire dagli abituali sport da spiaggia, volley, basket, soccer e tennis, per arrivare ad attività più esotiche, vere e proprie novità della stagione, come il twirling e il fit- ball, trenta palloni

variopinti di diverse dimensioni sui quali le istruttrici hanno fatto divertire i più piccoli facendo loro assumere sane posture Anche i cicloni, biciclette pensate per i disabili, hanno trovato il loro percorso dimostrativo dal lungomare Trieste fino alla centralissima piazza Fontana Sui cicloni si sono esibiti una dozzina di atleti, tra cui due ragazze dei giovani di "Basket e non solo", quasi tutti reduci da incidenti stradali. A mantenere vivo l'interesse hanno anche pensato una serie di manifestazioni collaterali, "eventi nell'evento" come le outrigger, le favolose canoe polinesiane Per l'occasione era presente un maestro

Stadium sport in tour

d'eccezione: il campione olimpionico Daniele Scarpa. Non da meno capaci di emozionare la nutrita platea si sono rivelate anche le azzurre paraolimpioniche di tiro con l'arco Sandra Truccolo e Paola Fantato, e anche l'artista circense Toni Zavatta che, con i suoi giochi di prestigio, equilibrismi e soprattutto con le marionette, manovrate con i piedi mentre accompagnava la recita al suono di una fisarmonica, ha acceso la fantasia di tutti gli astanti Oltre ai campioni in carne ed ossa, c'è uno spazio anche per quelli ideali Ecco che alcune figure appartenenti al mondo dello sport si sono così materializzate su un tronco d'albero grazie alle sapienti mani dello scultore Sergio Pacco Degne di nota anche le esibizioni di marzial fitness, un particolare tipo di danza aerobica all'insegna del ritmo e delle arti marziali, da parte delle accademie di danza di Udine e Pordenone Ulteriori ed accattivanti proposte sono state il torneo di dama in spiaggia e quello di "braccio di ferro".

A Lignano la manifestazione è nata all'insegna dello sport come aggregazione, divertimento dove non esistono né vinti né vincitori e lo spirito che regna è stato ben riassunto dallo slogan: "giocare per vincere un gelato" Nella persistente calura estiva i coni gelato si sono in questo modo ritagliati il ruolo appartenuto alla gassosa negli oratori di un tempo.

XIII Giochi di Ferragosto e IV Trofeo di Canoa CSI: il K2 è di coppia!

alto mare! Matrimoni...

Grande festa di sport per il "Ferragosto 2001" di Massa Carrara. Com'è ormai consuetudine da 13 anni, il CSI locale assieme alla società sportiva Canoa Kayak Massa Carrara organizza in piena estate una manifestazione competitiva e giocosa riservata a tutti gli amanti del mare, della canoa e del divertimento Lo scenario in cui si colloca questa giornata di sport e amicizia è quello dell'alta Toscana ad una manciata di metri dal confine con la Liguria, in uno specchio d'acqua, come quello antistante la Partaccia di Marina di Massa che fa bella mostra di sè circondato dalla splendida cornice delle Alpi Apuane che lo osservano maestose.

La splendida giornata di sole ha contribuito all'ottima riuscita di questo evento che, ancor più degli altri anni, ha visto una grande partecipazione di pubblico

Lo sport della canoa, non è solito smuovere grandi folle, ma 150 partecipanti tra adulti e ragazzi, nelle varie specialità possono considerarsi davvero grandi numeri I canoisti, suddivisi in squadre miste, si sono affrontati in quattro prove: staffetta, percorso a slalom, tiro alla fune e prova di abilità Ventidue le imbarcazioni in acqua nel K2, vinto da Ernesto Spadoni e Stefania Orsini, mentre nel K1, il successo è andato a Luigi Spadoni (della società apuana), vincitore per il 4° anno consecutivo.

Quest'anno poi una novità assoluta in mare, una gara unica in Italia: il 1° Campionato Italiano di K2 per coniugi Numerose le coppie partecipanti: un successo tale che gli organizzatori hanno dovuto rinunciare ad alcune iscrizioni per la mancanza di barche, pur avendone "rastrellate" alcune dagli stabilimenti balneari vicini. Tutte le gare della giornata, dalla più competitiva mezzo fondo di 6 Km in mare aperto, riservata ai K1 e K2 senior, master e ragazzi, fino alle staffette a squadre cui partecipavano tutti i presenti, dai bambini agli anziani, hanno avuto risonanza e grande partecipazione, ma lo spirito e la freschezza che si sono sprigionati nella competizione tra coniugi fa storia a parte. Tra moglie e marito non mettere un dito ma una canoa sì! Magari con due pagaie per volare in alto mare Al momento dell'iscrizione alla gara gli equipaggi "minacciavano" divertimento e spirito di comunione tra coppie Bellissimo poi assistere al tifo incitante e assordante dei figli che si levava dalla spiaggia. "Dai mamma, dai papà... siete forti!" o " forza pagaia più forte!" Un bel quadretto familiare, sfondo mare e monti, con alle spalle una famiglia più grande: quella del CSI

E allora: fidanzati di tutto il mondo unitevi!

Appuntamento al prossimo anno, per un Ferragosto in canoa, magari per un indimenticabile tête-à- tête

al femminile

Diana

Bianchedi

Nata a Milano, il 14 novembre 1969, Diana Bianchedi è campionessa olimpica, mondiale ed europea di fioretto, oltre ad essere stata eletta Vicepresidente del CONI il 18 aprile 2001. Tanti impegni che non le hanno però impedito di laurearsi in medicina nel 1996 e di studiare per specializzarsi in medicina dello sport, cosa che accadrà a novembre prossimo. Diana Bianchedi, sicuramente una delle più importanti atlete del panorama sportivo italiano, ci ha svelato i segreti della sue numerose vittorie.

come è nata la tua passione per la scherma?

È nato tutto per caso. Per seguire mio zio che già praticava questo sport, i miei genitori hanno deciso di iniziarmi alla scherma. Secondo loro era anche un modo per irrobustire un po' il mio fisico, tutt'altro che possente. Avevo sei anni quando sono incominciati i primi allenamenti. Data la mia giovane età, avrei potuto scoraggiarmi presto Invece, a otto anni sono cominciate le prime gare e, per fortuna, anche le prime vittorie, che mi hanno dato lo slancio per continuare.

Sarai stata sicuramente additata dai tuoi compagni di scuola come bambina prodigio…

A Milano, dove abitavo, erano tutti incuriositi da questo sport così

particolare. Soprattutto a quell'epoca, poi, per una bambina non era molto usuale praticare la scherma. Mi sentivo come una sorta di "Zorro" con la sua spada, al femminile però Con le mie compagne di scherma, poi, si era creato un notevole affiatamento Andando alle gare sempre insieme, avevamo formato un gruppetto e ci stimolavamo a vicenda.

nei tuoi sogni c'è sempre stata una vittoria alle olimpiadi?

Assolutamente no A dire il vero, non sapevo neanche che cosa fossero. Anche perché da piccola, non ero certo un fenomeno: vincevo e perdevo come tutte le mie compagne. Con il passare degli anni, mi sono allenata tanto ed ho fatto molte gare. Tutto è avvenuto lentamente, in modo graduale

al di là di questa tua modestia, ti senti un'atleta?

Anche se non sembra, la scherma è uno sport molto completo Da piccola, durante le gare, perdevo addirittura quattro o cinque chili. Un po' per l'armatura - che all'epoca era fatta da diversi strati di cotone, quindi pesantissima - un po' perché gli allenamenti sono stancanti e si suda tanto Oggi, per fortuna, è diverso: il materiale impiegato è lo stesso dei giubbotti antiproiettile, notevolmente più leggero e soprattutto più sicuro Perciò, per rispondere alla tua domanda, credo di sì Ogni giorno, faccio una preparazione atletica apposita. La mattina, mi alleno per circa due ore; poi, il pomeriggio, per altre cinque ore, comprese due di lezione. Senza contare poi che praticamente tutti

Diana Bianchedi

i sabati e le domeniche ci sono le gare…

Segui qualche dieta particolare per tenerti in forma?

Lasciata a me stessa, tendo a mangiare in maniera scandalosa. Pensa che, quando ero piccola, mia madre mi faceva cenare prima per evitare che mi abbuffassi davanti a tutti La mia fortuna, rispetto a tutte le altre atlete, è quella di avere un fisico così leggero: 48 kg di peso per un metro e 58 Non ho tendenza ad ingrassare, e questo è decisamente un bel vantaggio Adesso, tra l'altro, sto studiando un regime un po' particolare. Si tratta di una dieta, usata anche dagli atleti del Santa Monica, non di quantità ma di bilanciamento di carboidrati e proteine, che mi porta a mangiare moltissimo. Ma comunque, la scherma è uno sport talmente tecnico che in realtà il peso influisce poco.

Quali altri risultati, oltre a quelli fisici, ti ha portato la pratica di questo sport a livello agonistico?

Non credo di esagerare, se dico che la scherma mi ha cambiato il carattere Ero una bambina tendenzialmente chiusa,

stavo sempre sui libri, tanto che alle medie mi davano della "secchiona". Quando ho incominciato a tirare, mi sono aperta agli altri e sono diventata più tollerante.

cosa è cambiato nella tua vita, dopo la vittoria alle olimpiadi di Sidney?

Avevo già vinto nel 1992, ma ero troppo piccola e troppo incosciente per accorgermene Invece, questa volta è stato tutto molto diverso. Quattro anni fa, mi ero fatta male ad Atlanta, e quindi erano molti anni che aspettavo di poter tornare a vincere Dal punto di vista dell'opinione pubblica, poi, c'è stato un grande riscontro pubblicitario, dovuto forse al fatto che abbiamo cantato l'inno nazionale in coro, e così le foto di Sidney hanno fatto il giro del mondo Posso affermare di essermi veramente goduta questa vittoria

oltre ad essere una campionessa di scherma, hai anche studiato medicina. È stato difficile fare ambedue le cose?

Ormai sono medico da cinque anni, ed a novembre mi specializzerò in medicina dello sport In realtà, il mio primo obiettivo era quello di studiare ginecologia, ma sarebbe stato troppo difficile far conciliare l'ospedale con la mia attività agonistica La scherma è uno sport che richiede una grande concentrazione. Quindi, fin da piccola, ho imparato a concentrarmi molto, e questo mi è servito per l'università. Appena mi si presentava l'occasione - in aeroporto, in treno - aprivo i miei libri e studiavo.

Quali sono gli ingredienti per fare un buon atleta?

Il primo di tutti è sicuramente la passione. Ma conta molto anche l'educazione che danno i genitori I miei mi hanno insegnato a pormi degli obiettivi e fare di tutto per raggiungerli

Per me che ho vinto è facile dirlo, ma credo sinceramente che - al di là di qualsiasi vittoria o sconfitta - quello che più mi rimane della scherma è l'ambiente nel quale ho vissuto Lo sport ti insegna ad avere una mentalità diversa: l'importante è tentare, mettercela tutta, avere costanza e non mollare mai, e questo vale per qualsiasi disciplina Poi, per vincere, bisogna solo avere fortuna…

nel tuo sport, essere donna è mai stato un limite?

Nelle prime Olimpiadi alle quali ho partecipato, le donne della rappresentativa italiana erano pochissime. In questi ultimi otto anni siamo addirittura triplicate Questo significa che le bambine si appassionano sempre di più all'attività sportiva e che oggigiorno, per le donne, esiste una maggiore possibilità di riuscita in queste discipline Quando facevo le elementari, invece, la situazione era totalmente diversa: il calcio era lo sport per i maschietti, mentre la pallavolo quello per le femminucce.

Qual è il tuo giudizio sullo sport in italia?

Credo che, nel nostro Paese, la scuola dovrebbe dare un insegnamento di base ai vari sport, come si fa ad esempio a Cuba o in Cina, in modo da abituare il fisico dei bambini alla pratica sportiva

Da noi, a sei anni, ti mettono una racchetta o un fioretto in mano, e poi sei in grado di praticare solo quello sport. E, infatti, io so a malapena sciare Ci vorrebbe, invece, una vera cultura dello sport, che in Italia ancora non esiste.

le tue aspettative per il futuro?

Ad essere sincera, non so proprio cosa chiedere: ho avuto una vita bellissima Adesso, comunque, la mia priorità è crearmi una famiglia Se mi dovessi sposare ed avere un bambino, sarei pronta a rinunciare alla mia carriera

A Sessa Aurunca sfila il Medioevo

Gran Torneo

Quartieri dei

Anche quest'anno ha preso il via, nelle strade del centro storico di Sessa Aurunca in provincia di Caserta, il Gran Torneo dei Quartieri organizzato dal CSI e dal Comune di Sessa Aurunca con la collaborazione della Regione Campania, dell'Associazione Turistica Pro-Loco e della F A F I T (Federazione Associazioni Folcloriche Italiane). A fronteggiarsi nel Torneo per aggiudicarsi il sospirato Palio sono le nove contrade cittadine. Organizzato per la prima volta nel settembre del 1971 nell'intento di assegnare a Sessa una manifestazione spettacolare che, rievocando alcuni degli episodi più significativi della sua storia millenaria, fosse di attrazione per i turisti e potesse consentire alla cittadinanza intera di prendere parte a gare e giochi tradizionali in simpatica e stimolante attività agonistica Gradevole premessa della "singolar tenzone" è stato il Corteo Storico, vero e proprio tuffo nella tradizione che, rievocando scene del passato, ha attraversato le contrade L'apertura delle danze l'ha data l'esibizione del Gruppo Sbandieratori di Fontana Fredda e la sfilata per il centro storico degli atleti partecipanti Grazie alla spettacolare scenografia del Castello Ducale, Piazza XX Settembre diventa "palcoscenico" dei giochi animata dai cori e dai pittoreschi colori delle accalorate tifoserie dei Quartieri partecipati dove risuonano gli applausi del numeroso pubblico presente. A suggellare l'inizio delle competizioni lo scambio del "Palio" e il "Giuramento dell'atleta" da parte del Quartiere vincitore della passata edizione. Giochi e gare rispecchiano fedelmente la ultra secolare tradizione aurunca: "Pettola", "Portatori d'acqua" e "Rottura della pignatta" sono i tornei che hanno caratterizzano e chiuso la prima giornata La "Corsa per lo Borgo" ha aperto in mattinata il secondo giorno della manifestazione La gara prevedeva la corsa podistica maschile e femminile per le strade ed i vicoli del centro storico Nel pomeriggio la maggior parte dei giochi tra cui il "Tiro all'Ercole", simbolo della città di Sessa Aurunca, la "Spaghettata" e la "Castellana" Momento di particolare commozione è stato per quest'anno il ricordo di un'atleta del quartiere

"Carmine" recentemente scomparso "Giovanni Melucci" che ha sempre dato tanto a questi giochi e che entusiasmava tutti nella gara di Tiro alla fune. Domenica 9 settembre, giornata conclusiva delle gare, ad aprire le danze l'animazione coreografica in ricercati costumi d'epoca per le vie del centro con "i Musici della Giostra del Saracino di Arezzo", il "Corteo Storico Città di Acquapendente" (VT) , la "Compagnia Balestrieri e Corteo Storico di Norcia", il "Gruppo Sbandieratori e Musici di Castelmadama" ed il "Gruppo Sbandieratori Città di Sessa Aurunca". A rendere ancor più affascinante la giornata è stata celebrata la Santa Messa in costume medievale nella Cattedrale Romanica Si è così giunti al momento clou della giornata con le finali dei giochi di "Tiro alla fune" e "Corsa dei sacchi" per concludersi nella spettacolare e avvincente Gara dei "Balestrieri" che assegna l'ambìto "Palio" con le insegne della città La manifestazione si è chiusa tra gli applausi del pubblico entusiasta, con i contradaioli di "San Leo" e del "Carmine" a festeggiare una vittoria ex-aequo

esultanza “

Si è sempre detto, e giustamente, che lo sport è una grande metafora della vita Dove da grandi sacrifici, grandi sconfitte nascono spesso le imprese più belle, le migliori soddisfazioni, in una parola le vittorie E siccome la gioia, come altri sentimenti, è un piatto che va gustato caldo, l'esultanza dell'atleta subito dopo una grande prestazione diventa parte irrinunciabile alla coreografia di un evento sportivo È il momento in cui il pubblico riesce per un attimo a identificarsi con l'aspetto più umano dell'atleta Se prima, infatti, lo vedeva come un "essere superiore", dotato di qualità e talento non comuni, nel momento della gioia, dell'esultanza, riconosce in lui la sua stessa natura umana. "Marziano" quando gareggia, "uomo" quando esulta Anzi bambino Sì, perché l'alone di gioia che avvolge un atleta vittorioso è paragonabile soltanto allo stupore, misto a meraviglia, che possiamo leggere nello sguardo innocente di un bambino Chi ha seguito la sesta prova della Golden League di atletica leggera, disputata allo stadio re Baldovino di Bruxelles, ne sa qualcosa L'esultanza di Boulami, un giovane marocchino che si è imposto nella gara dei 3000 siepi stabilendo il nuovo primato mondiale, ha letteralmente contagiato i 60 000 spettatori presenti e tutti coloro che l'hanno visto in televisione. Dopo aver tagliato il traguardo si è gettato a terra, ha lanciato uno sguardo, quasi incredulo, al tabellone luminoso forse ancora ignaro che il suo futuro di atleta era tutto racchiuso lì, nel 7'55" e 28 di quella magica serata Più appariscente, e anche in un certo senso più "teatrale", l'esultanza che caratterizza il mondo del pallone. Qui alla gioia del singolo, il goleador, si aggiunge anche quella dell'intera squadra, pronta a fare quadrato intorno all'eroe di turno. Da un po' di tempo a questa parte, però, il singolo sembra quasi voler godere in solitudine la propria gioia Così, non appena ha

parole di sport ”

segnato un gol, corre freneticamente verso la curva, incurante dei compagni, per raccogliere lui, da solo, l'osanna dei tifosi. È un rituale questo a cui il pubblico degli stadi e quello televisivo si è ormai abituato, anzi lo esige. Per la verità l'esultanza calcistica ha conosciuto ultimamente anche talune varianti di gruppo: il famoso trenino dei giocatori del Bari, il goleador che si fa simbolicamente lustrare le scarpe dal compagno, il "mitra" (diciamo basta alla guerra mischiata allo sport) di Batistuta, la maglia sopra la testa di Ravanelli, quella sventolata come una bandiera, le braccia tese di Ronaldo Mille modi insomma per esultare, per scaricare la tensione accumulata nei giorni precedenti la partita e che si materializza poi nelle gambe, nei muscoli non appena l'arbitro dà il fischio d'inizio. Fino a prova contraria, e nonostante il nuovo status giuridico dei club calcistici divenuti a tutti gli effetti vere e proprie società per azioni, il calcio resta pur sempre un gioco e come tale ha in sé il germe dell'esultanza per chi vince Una gioia salutare, contagiosa, purché inserita in una cornice di lealtà sportiva, senza sconfinare nell'offesa verbale o violenta per il perdente, che sia l'avversario in campo o il tifoso rivale sugli spalti

L'hanno capito, anche se un po' in ritardo, gli stessi "legislatori" del pallone Lo scorso aprile, infatti, è stata riformata la norma che sanciva provvedimenti disciplinari (ammonizione) nei confronti di quanti si abbandonavano a forme di esultanza poco "ortodosse" Così chi si leva e si rimette la maglia non vedrà più il giallo, mentre l'arbitro l'ammonirà soltanto se tale gesto si dimostri appunto, come si diceva, di natura provocatoria o intenda ridicolizzare l'avversario o i tifosi della squadra avversaria Inoltre resta passibile di ammonizione il giocatore che per troppa esultanza si rende responsabile di eccessiva perdita di tempo Insomma, piena libertà alla gioia. Per dovere di cronaca dobbiamo però registrare un'altra abitudine, o moda che dir si voglia, che da un po' di tempo si sta diffondendo sui campi di calcio: la non-esultanza In breve. Quando un giocatore realizza una rete alla sua ex squadra o a quella che a breve diventerà la sua futura squadra, in segno di rispetto non alza le braccia al cielo ma se ne ritorna quasi dispiaciuto nella propria metà campo. Sinceramente ci sfugge la logica di un simile comportamento. Rispetto per l'ex squadra, rispetto per la futura squadra e per quella attuale (dalla quale, tra l'altro, si prende lo stipendio)? È già stato difficile, per molti di noi, abituarsi a un mercato sempre più frenetico che sposta giocatori da una squadra all'altra, incurante del legame affettivo che si è instaurato tra la "piazza" e il campione Rinunciare adesso anche all'esultanza del giocatore, con cui idealmente si festeggiava il gol, ci sembra un eccesso di fair-play che spiazza e isola il tifoso. Se la gioia è spontanea, se non è provocatoria e non ha quindi altri fini che quelli di esprimere nella maniera più immediata e talvolta anche pittoresca il proprio momentaneo "stato di grazia", non c'è nulla di più bello da vedersi, nulla di più coinvolgente e contagioso. Esultate dunque! Esultate pure!

Luigi Gedda e lo sport

La figura di Luigi Gedda, colui che fondò il CSI nel 1944 e lo guidò da presidente per circa vent'anni, è stata ricordata a Roma lo scorso 24 settembre, nell'ambito della conferenza commemorativa "Il ricordo di Luigi Gedda - scienziato e apostolo di Dio", organizzata presso la facoltà di Giurisprudenza della LUMSA.

A dare il benvenuto e ad aprire il convegno è stato il Cardinale Fiorenzo Angelini. Sono quindi seguite diverse relazioni, che hanno messo in rilievo i differenti e molteplici settori di attività di Luigi Gedda, genetista di valore internazionale e figura di spicco della spiritualità e della cultura cattolica italiana

Tra i relatori, il presidente del Centro Sportivo Italiano, Edio

Costantini, ha ricordato l'apporto dato da Gedda alla nascita e allo sviluppo dello sport italiano Già nel 1931, quando aveva appena 29 anni, Gedda pubblicò Lo sport, un libro di un centinaio di pagine in cui puntualizzava cosa dovesse essere lo sport in un paese che volesse dirsi "civile". Costantini ha rievocato le numerose intuizioni contenute in quel testo: dalla necessità di un rapporto più stretto tra scienza e sport alla pericolosità della specializzazione sportiva precoce, all'uso della pratica sportiva come strumento di crescita umana e civile, più che come mezzo per guadagnare record e medaglie Importante, poi, l'opera svolta da Gedda nel processo di ricostruzione dello sport italiano nel dopoguerra, con importanti lotte sostenute a favore della libertà dell'associazionismo sportivo, dell'idea di sport sociale, della necessità di una politica pubblica, dello Stato e dei Comuni, a favore della diffusione dello sport.

Stadium a Milazzo

N e l p e r i o d o c o m p r e s o t r a i l 2 8 l u g l i o e i l 5 a g o s t o S t a d i u m

h a i n c o n t r a t o l a f a m o s a M a r i n a G a r i b a l d i d e l c e n t r o

m a m e r t i n o . L a s t r u t t u r a c h e p r e v e d e v a l ' a l l e s t i m e n t o d i

p a r e c c h i c a m p i h a p o r t a t o m o l t i c o l o r i e v i v a c i t à e h a

p e r m e s s o a t a n t e p e r s o n e d i g i o c a r e a p a l l a v o l o ,

p a l l a c a n e s t r o e a c a l c i o a c i n q u e P i ù d i u n m i g l i a i o g l i

a t l e t i c o i n v o l t i n e l l e " d a n z e " I n o l t r e u n n u t r i t o g r u p p o d i

s p e t t a t o r i è s t a t o r i c h i a m a t o d a l l ' e v e n t o , c o m p l i c e l a

b e l l e z z a d e i l u o g h i e l a b u o n a q u a l i t à t e c n i c a m e s s a i n

m o s t r a d a i p a r t e c i p a n t i . M i l a z z o h a c o n f e r m a t o l a s u a

l u n g a t r a d i z i o n e c e s t i s t i c a o r g a n i z z a n d o u n m e r a v i g l i o s o

t o r n e o d i b a s k e t , f o r t e a t t r a z i o n e p e r i l f o l t o g r u p p o d i

a d o l e s c e n t i c h e l o h a a n i m a t o A c o m p l e t a r e i n m o d o

f o r m i d a b i l e i l g i à a t t r a e n t e q u a d r o i l 2 9 l u g l i o s i è s v o l t a l a

S t r a m i l a z z o , g a r a p o d i s t i c a o r g a n i z z a t a d a l C S I i n s i e m e c o n

l a P o l i s p o r t i v a M i l a z z o

Record sulle due ruote

Record mondiale ciclistico per il CSI a Cava de' Tirreni il 14 e 15 luglio sull'anello di tartan dello stadio Simonetta Lamberti A stabilirlo il 63enne Mario Pisapia che ha percorso 515,967 km, pari a 1139 giri di pista, in 24 ore su una bici con rapporto di 52/13 Tenendo conto della superficie della pista di atletica dello stadio, il tartan, che per le sue caratteristiche poco si presta a simili prestazioni, il risultato assume ancor più spessore. Un duro allenamento di 15 ore al giorno, tra ginnastica, nuoto e corsa podistica unite ad un totale di ventiseimila chilometri percorsi in sella sono gli ingredienti della formula per il successo del cavese Una curiosità: Pisapia ha percorso la pista da sinistra verso destra, in senso opposto a quello consueto, non solo perché mancino ma anche per non affaticare la gamba sinistra, operata da meno di un anno Il campione ha annunciato le sue prossima sfide: un pellegrinaggio in bicicletta a Lourdes e la Cetara-Vietri a nuoto

Mangiatori d'anguria

Sissa torna ad essere la capitale mondiale dell'anguria Il titolo questa cittadina parmense se lo è conquistato portando nel suggestivo parco della Montagnola centinaia di persone, giovani e meno giovani, per nulla intenzionati a perdersi la 36^ edizione della sagra intitolata all' appetitoso melone rosso 47 uomini e 23 donne si sono fronteggiati per aggiudicarsi l'ambìto trofeo. 946 grammi di cocomero sono stati divorati dal campione di quest'anno, mentre la campionessa ha bissato il titolo iridato conquistato l'anno scorso ingurgitandone 658 grammi Quale degna cornice dell'evento culinario-sportivo è stata eletta la "Miss mondo anguria".

d e c i m a p r o v a d e l q u i n t o " G r a n P r i x V e n e t o C S I d i M o u n t a i n B i k e " . Q u a t t r o c h i l o m e t r i p e r l a c a t e g o r i a

" c u c c i o l i " , i n a t i t r a l ' 8 8 e i l 9 3 , s e i , d a r i p e t e r s i d u e v o l t e ,

p e r l e p a r t e c i p a n t i d e l g e n t i l s e s s o , t r e g i r i d a s e i c h i l o m e t r i

p e r i m a s c h i e t t i

Gran Prix Veneto di mountain bike a Meano

Almanacco

40º Podistica internazionale San Lorenzo

Tra lo sventolio colorato delle bandiere, 300 atleti provenienti da tutto il mondo hanno onorato a Cava de' Tirreni tra le tortuose e fascinose strade di San Lorenzo, dei Cappuccini, di San Pietro, di Rotolo e Pregiato la quarantesima edizione della gara podistica internazionale di San Lorenzo. Ormai la dimensione nazionale sta un po' stretta al drappello di organizzatori, che come ogni anno è guidato dal neo "discobolo d'oro" Antonio Ragone: il vento ha cominciato a soffiare tra un numero crescente di vessilli ed un semplice quanto pregnante motto del "Gareggiate con impegno e siate esempio di lealtà I più giovani vi guardano!". Il 16 settembre il particolarmente impegnativo circuito della podistica ha riacceso il mai sopito fuoco della sfida E questo mentre nel cavese iniziano a sbocciare fiori luminosi. Come ad esempio Antonella Di Martino, campionessa italiana di salto in alto e quarta saltatrice al mondo

“È il bambino che sceglie lo sport, non più lo sport a scegliere il bambino"

Massa - Oltre 250 persone hanno preso parte alla cerimonia per l'assegnazione del "Discobolo d'oro" al merito sportivo assegnato dal CSI al maestro di Sport Elio Lazzarotti. L'ambìto riconoscimento è stato consegnato presso il centro giovanile "San Carlo" di Via Marina Vecchia. Alla manifestazione hanno preso parte il vescovo di Massa Carrara mons. Eugenio Binini, il vicepresidente nazionale del CSI Massimo Achini, il presidente regionale Marcello Tognoni, il presidente del CONI provinciale Elio Fabrizi "Una bella sorpresa, inattesa, - ha commentato visibilmente soddisfatto Lazzarotti - che mi fa molto piacere. In questi ultimi anni il lavoro svolto nella promozione sportiva ha trovato una comunione di intenti tra CONI ed Enti, ed un apprezzato slogan rappresentativo: "È il bambino che sceglie lo sport, non più lo sport a scegliere il bambino", che spiega bene il senso della polisportività che stiamo cercando di diffondere e far sperimentare nelle scuole materne ed elementari ai bambini che si avvicinano agli sport e non ad un solo".

E p p u re i l ve n t o s o f f i a a n c o ra …

N o n l e g g e r e t e d i u n c o n c e r t o d i B e r t o l i , m a i l c e l e b r e

r i t o r n e l l o d i u n a s u a v e c c h i a c a n z o n e b e n s i a d a t t a a l c l i m a

( m e t e o r o l o g i c o ) c h e h a t e m p e s t a t o S a n B e n e d e t t o d e l T r o n t o ,

n e i g i o r n i i n c u i S t a d i u m è s c e s o i n s p i a g g i a s u l l a r i v i e r a

m a r c h i g i a n a E r a v a m o a F e r r a g o s t o , e d i l v e n t o i n c e s s a n t e ,

a n c o r a u n a v o l t a c o m e l o s c o r s o a n n o , h a f u n e s t a t o i

b a g n a n t i e i v a c a n z i e r i p r e s e n t i n e l l u n g o m a r e

s a m b e n e d e t t e s e , o s t a c o l a n d o l a m a n i f e s t a z i o n e

p r o g r a m m a t a n e l l ' a r c o d i 5 g i o r n i , e c h e h a v i s t o g i o c o f o r z a

r i d u r r e a d u e i g i o r n i d i g a r a D a l p o m e r i g g i o d e l 1 4 a g o s t o

f i n o a l l a m a t t i n a d e l 1 5 , c i r c a 5 0 0 s p o r t i v i s i s o n o r i v e r s a t i

i n s p i a g g i a p e r d a r v i t a a l l a n o - s t o p p i ù d i v e r t e n t e

d e l l ' A d r i a t i c o . L a m a n i f e s t a z i o n e p r e v e d e v a g a r e d i b e a c h -

v o l l e y , g i o c h i d i a b i l i t à , r e g a t e v e l i c h e ( r e a l i z z a t e i n

c o l l a b o r a z i o n e c o n l a L e g a n a v a l e d i S a n B e n e d e t t o , s o c i e t à

d e l C S I ) , i l t u t t o i n u n a c o r n i c e e n t u s i a s m a n t e , c o n d a n z e i n

Fe s t a t l e t i c a 2 0 01 a M a n t ova

C o m e l ' a n n o s c o r s o l a F e s t a t l e t i c a n o n

h a o f f e r t o n e l p r o g r a m m a s o l o a t l e t i c a

m a a n c h e s p e t t a c o l a r i l a n c i d e i

p a r a c a d u t i s t i d e l l a s e z i o n e d i M a n t o v a ,

a t t e r r a t i n e l c e n t r o d e l c a m p o d i g a r a

p r i m a d e l p r a n z o . I n c a b i n a d i r e g i a

o l t r e a i m a n t o v a n i e a i l e c c h e s i a n c h e i

c o m i t a t i C S I d i V i c e n z a , P a d o v a , R e g g i o

E m i l i a e U d i n e . A l l ' i n s e g n a d e l l a f e s t a e

d e l l a p i ù c o m p l e t a a r m o n i a , i l

p r o g r a m m a d e l l ' e d i z i o n e 2 0 0 1 e r a

p a r t i c o l a r m e n t e g h i o t t o , r i c c o d i g a r e

n e i 3 . 0 0 0 , n e i 2 . 0 0 0 , n e i 1 . 5 0 0 , n e l

s a l t o i n a l t o , n e l l a n c i o d e l p e s o e n e l

v o r t e x U n b e l s u c c e s s o !

Sport in piazza a Mariano del Friuli

Nell'apposita area ricreativa istallata a Mariano del Friuli il CSI di Gorizia in collaborazione con il comune e l'associazione "Intrepido Mariano" ha avuto luogo l'annuale "Sport incontra la piazza" Ai tradizionali calcio a cinque, mini volley, tennis tavolo, karate e corsa campestre sono state affiancate prove alternative come il calcio con la scopa, le gare di formaggi rotolanti e l'immancabile gara di briscola Quale degna cornice di una fine settimana dedicata allo sport più autentico, si sono svolte altre attività come le gare di moto cross, volo a vela, e tiro di fionda Durante la giornata sono stati raccolti fondi per la missione "Destinazione Romania" in aiuto ai ragazzi rumeni

a c q u a , g i o c h i d a

s p i a g g i a , e c c t a n t a v o g l i a e t a n t o s u d o r e p r i m a d i s e r a ,

q u a n d o , a c c e s e l e l u c i , l a s p i a g g i a s i è t r a s f o r m a t a i n u n a

i m m e n s a d i s c o t e c a , d o v e c e n t i n a i a d i g i o v a n i h a n n o b a l l a t o , i n a l l e g r i a , f i n o a l l ' a l b a !

D o v e s s e c r e d e r e a l p r o v e r b i o : n o n c ' è d u e s e n z a t r e , i l

c o m i t a t o p r o v i n c i a l e C S I d o v r e b b e g i à a b b a n d o n a r e u n a n n o

p r i m a l ' i d e a d i u n a p r o s s i

Ad Assisi dal 7 al 9 dicembre: forza venite giovani

Verso Forum dei Giovani il

Ad Assisi dal 7 al 9 Dicembre 2001, si svolgerà il 2º Forum Nazionale dei Giovani promosso dalla Consulta Nazionale dei Giovani.

Il Forum si propone come un viaggio in due tappe: in vista della conclusione dell'anno dedicato al Volontariato la prima tappa sarà un volo panoramico sul mondo del volontariato, dalla situazione europea alla realtà italiana e infine giungendo al volontariato sportivo e quindi alla nostra associazione Nella seconda parte l'attenzione si sposterà sulla figura del volontario, nel tentativo di farne emergere le motivazioni

profonde che spingono molti giovani a prestare questo servizio alla società. La concomitanza con la festa dell'8 dicembre sarà l'occasione per un forte momento di spiritualità e meditazione che aiuterà l'approfondimento dei contenuti del Forum.

Saranno diverse le tappe del viaggio: conferenze, laboratori, divertimento ed occasioni di conoscenza tra i partecipanti; momenti di riflessione e spiritualità, impostati in un'ottica giovane e dinamica

Gli obiettivi che la Consulta Nazionale dei Giovani si propone di raggiungere

Programma

Venerdì7 dicembre

Pomeriggio - Accoglienza.

Sabato 8 dicembre

Mattina - Riflessioni sul tema: “Volontariato sportivo.Passione, identità, competenza”.

Pomeriggio - Laboratori di approfondimento.

Sera - Incontro di spiritualità: “una notte con Francesco”. Fiaccolata

Domenica 9 dicembre

Mattina - Presentazione del nuovo Progetto culturale sportivo del cSi.

con questo Forum sono tre Innanzitutto chiarire e rinnovare le motivazioni dei giovani che partecipano da volontari all'interno dell'associazione; quindi, ottenere un quadro più preciso della tipologia di volontariato presente nel mondo sportivo italiano (in particolar modo nel CSI), capirne le prospettive e le potenzialità; infine, creare un movimento di giovani che si appassionino all'impegno dell'educazione attraverso lo sport. L'invito a partecipare è ovviamente rivolto a tutti, giovani in particolare, ma anche a chi non più giovane fosse curioso di confrontarsi con il tema proposto. Vi aspettiamo tutti e numerosi!!!

1º Forum dei giovani “Giovani al Tie-break” (Roma 19/20 aprile 1996)

La preparazione atletica generale

la PreParazione “SPeciale” e Quella ”generale”

La preparazione atletica moderna può essere comodamente suddivisa in "generale" e "speciale".

Quella "speciale", tipica delle competizioni di livello superiore, è rappresentata da esercitazioni che richiamano elementi tecnici e movimenti della gara con carichi specifici ed elevate intensità di lavoro

La preparazione "generale" invece, si prefigge l'obiettivo di edificare le basi fisiologiche, anatomiche, posturali e biomeccaniche, perché il giovane o l'atleta principiante, possano praticare qualsiasi disciplina sportiva nella migliore funzionalità atletica e nelle migliori condizioni di salute fisica. Indispensabile anche per atleti avanzati che evidenzino delle carenze, l'attività "generale", può essere attuata dai 13-14

Fig 1

Alfredo Stecchi

anni in poi dopo che si è superata quella fase basata esclusivamente su attività di tipo ludico dove la coordinazione, con il controllo della respirazione e dell'equilibrio, trovano un ruolo fondamentale

Uno dei problemi maggiori è rappresentato dal fatto che i ragazzi di questa età difficilmente intuiscono l'importanza di un lavoro e di una programmazione a lungo termine, visto che i loro interessi e le loro emozioni sono indirizzate al presente e al gioco piuttosto che al miglioramento di capacità motorie a medio e lungo termine.

Di conseguenza, i loro allenamenti atletici dovranno fondarsi sul divertimento e presentare frequentemente novità che stimolino il loro impegno per gli scopi prefissati; oltre a questo aspetto, l'allenatore dovrà concentrarsi per fornire loro la massima gradualità nelle progressioni didattiche, sia per quanto riguarda la difficoltà delle esercitazioni sia per i carichi di lavoro.

la coStruzione Delle baSi MuScoloarticolari

L'esercizio più facile deve essere padroneggiato ed eseguito correttamente prima di passare a varianti più complesse; a tal proposito, considerando la maturazione lenta e incompleta dell'apparato muscolo-scheletrico, si sconsiglia almeno fino all'età di 16 anni l'utilizzo di sovraccarichi esterni Superata questa fascia di età, possono essere introdotti bastoni di ferro,

2

manubri, palloni medicinali e attrezzi vari che consentano di dare stimoli maggiori e progressivi di pari passo con la maturazione del sistema osteoarticolare e muscolare

Altro aspetto sostanziale è dato dalla acquisizione di schemi motori di esercizi fondamentali, come ad esempio i piegamenti sulle gambe (Fig. 1), importantissimi per gli arti inferiori, che dovranno essere eseguiti correttamente per evitare che non insorgano problemi alla colonna vertebrale o all'articolazione delle ginocchia quando si inizierà a utilizzare sovraccarichi

Fig

esterni

Lo squat jump (Fig. 2), è una diversificazione dei piegamenti sulle gambe e sarà indispensabile per migliorare le capacità di salto o di velocità in generale

Perché esercizi di questo tipo possano essere impostati nel modo più corretto e razionale è indispensabile allenarsi molto tempo sulla riduzione della rigidità articolare generale (in particolare della colonna vertebrale, Figg 3 e 4) e di tutte le catene muscolo-tendinee accluse, facendo molta attenzione ai vizi posturali e all'equilibrio del bacino

Risulta evidente allora che la funzionalità della parete addominale (Fig 5) e di quella dorso-lombare (Fig 6) siano la base per chiunque desideri praticare una qualsiasi disciplina sportiva professionistica o dilettantistica che sia

la coStruzione Delle baSi reSPiratorie e carDio-VaScolari

Una buona preparazione aerobica di base solleciterà la strutturazione di un cuore in buona salute capace di sottoporsi agli sforzi richiesti in tutta tranquillità: per cui, potranno essere alternati periodi di corsa lenta relativamente lunghi (15-25 min ), a ripetizioni di scatti (20-40 min.) intervallati da opportuni recuperi Quest'ultimo sistema, denominato anche intervall training, è estremamente vantaggioso soprattutto per coloro che praticano giochi sportivi, dal basket al volley, dal calcio alla pallamano in quanto vengono riprese le caratteristiche degli sport di squadra: ad un breve o relativamente lungo periodo di sforzo eseguito abitualmente in velocità, si

sussegue un'interruzione del gioco. La resistenza alla velocità diventa di conseguenza la capacità primaria da curare.

Arrivati ad un certo punto, però, la caratteristica di "generale" in assoluto, dovrà gradualmente assumere un aspetto più "orientato", dato che ogni disciplina sportiva contiene peculiarità estremamente differenti fra loro

Per intenderci, il ragazzo che sceglie di fare attività riferite alla velocità, non potrà seguire gli stessi schemi di lavoro di chi opta per specialità di resistenza, e viceversa

Nella preparazione "generale orientata", l'allenamento a circuito rappresenta un validissimo sistema per lo sviluppo ottimale di tutti gli apparati in rapporto

con il movimento; tra l'altro, oltre ad essere di facile attuazione ed organizzazione, appaiono decisamente interessanti per chi li affronta

All'interno di un singolo circuito, potranno essere stabilite 8-12 stazioni, ognuna con obiettivi differenti, ma che in forma alternata e a seconda dei risultati che si vogliono raggiungere potranno stimolare sia le capacità condizionali (forza, velocità, resistenza, elasticità) che quelle coordinative.

PianiFicazione Dell’allenaMento

Nel periodo che precede l'inizio di una stagione agonistica, le sedute di allenamento possono ovviamente essere intensificate: 3 per settimana da un'ora e mezza circa ciascuna per un periodo di 15-20 giorni Durante il periodo delle competizioni, invece, un richiamo settimanale di un'ora dovrebbe risultare più che sufficiente per mantenere vivi i risultati ottenuti e cercare di intensificare la complessità esecutiva delle varie esercitazioni facendo attenzione, come già detto, alla cauta gradualità delle progressioni

Ogni singola seduta deve approssimativamente essere così composta:

• una fase iniziale di riscaldamento;

• una fase centrale dedicata a esercizi per l'equilibrio e la coordinazione;

• una fase centrale dedicata allo stimolo della forza, della resistenza e della velocità;

• una fase finale dedicata alla mobilità articolare e al defaticamento

Fig. 4
Fig. 3
Fig 6
Fig 5

Lasperanza loUSA

sport

La tragedia americana ha colpito la Coscienza del mondo. Di un mondo che non potrà più essere come prima Quando gli aerei-kamikaze si abbattevano su New York, ho pensato a mio figlio Santiago: al suo presente e al suo futuro, e a come avrei voluto disegnargli una vita diversa, di pace, di tolleranza, di serenità Quel martedì 11 settembre ci siamo sentiti tutti più soli, più nudi, più indifesi Anche lo sport si è fermato, salvo qualche caso grottesco: vedi la Uefa, che non ha fermato il

primo turno di Champions League Lo ha fatto il giorno dopo, in colpevole ritardo Il calcio italiano ha dato, in seguito, il buon esempio, con le lacrime di Marcello Lippi prima di JuventusChievo, con i giocatori mano nella mano, con i minuti di silenzio e riflessione Lo sport americano si è proprio fermato. Quello sport che rappresenta un polmone vitale per la società, la cultura e l'economia statunitense. Tutti gli stadi e i palazzetti e i diamanti: vuoti Fermo il baseball, ferma la boxe, fermo il basket e fermo il football americano Sono stati giorni di lutto, impossibile gioire per una mèta, per un canestro, per una base conquistata Mai l'America, a casa propria, aveva provato un dolore così forte, così intenso E anche le “buone notizie”, anima di questa rubrica, sono passate in secondo piano, come il ritorno del mitico Jordan ai fasti della NBA o le sorelle Williams finaliste agli Usa Open Lo sport ha fatto bene a chinare il capo, non è vero che lo spettacolo deve ”comunque” continuare, non sempre almeno Lo sport appartiene alla gente, non ai tecnocrati che badano soltanto al profitto, al marketing. Lo sport è, per davvero, un elemento fondamentale della cultura contemporanea, come dettò Eliot, premio Nobel per la Letteratura. Lo sport è, per davvero, una metafora della vita (o è la vita, come suggerisce il filosofo Givone “rovesciando” Sartre, a essere una metafora del calcio?) Lo sport deve

uscire, ora più che mai, dalla sua torre d'avorio, recuperare il linguaggio del popolo e le sue radici storico-sociali Lo sport deve essere utilizzato come strumento per educare, insegnare, far capire: perché non portare, ad esempio, il calcio nelle scuole? Anche per studiare, da vicino, la vita degli americani. Penso, ad esempio, al baseball e al pugilato in Hemingway, al football americano in Kerouac (che lo ha praticato a ottimi livelli), al giornalismo sportivo in Ford Il baseball è tornato negli stadi il 18 settembre. Ha scritto Lorenzo Soria su La Stampa: “Per gli americani, il baseball non è solo uno sport che genera passione ed emozioni È un rito, un simbolo nazionale ( ) Da una costa all'altra, i segni del lutto e del dolore erano ovunque E dell'orgoglio Invece che con le magliette e i cappellini delle loro squadre del cuore, i fan erano vestiti a stelle e strisce”

Dalle ceneri della paura deve nascere (anche) una speranza legata allo sport Basta con le pratiche da laboratorio, con i professionisti del “trucco” e dell'illecito, con gli allenatori che possiedono soltanto il culto della vittoria e la sconfitta diventa uno psico-dramma Basta con i presidenti che badano alle casse sociali, senza rispetto per l'uomo, e le sue debolezze. Basta con lo sport dello stress, degli interessi economici portati all'esasperazione, ai giocatori schiavi dell'ingaggio miliardario e che hanno smarrito il cuore in qualche salvadanaio. Viva lo sport che apre alla felicità, alla fratellanza, alla libertà

formare

A scuola sport di

Come abbiamo già avuto occasione di illustrare in questa sede, il Centro Sportivo Italiano ha ottenuto dal Ministero della Pubblica Istruzione, in data 27 aprile 2001, il riconoscimento quale "soggetto accreditato e qualificato per produrre attività di formazione" Due riviste specializzate quali Scuola Italiana Moderna (n. 2 del 15 settembre 2001, pagg. 105-106) e L'educatore (n 1 del 1 settembre 2001, pag 72) hanno recentemente dato risalto alla deliberazione Emergono due punti da tenere in considerazione:

1 il CSI è l'unico ente di promozione sportiva riconosciuto; 2. il CSI è l'unico ente accreditato il cui ambito disciplinare prevalente è quello delle attività motorie Si tratta di due considerazioni estremamente importanti Vediamone brevemente il perché Nella cosiddetta scuola dell'autonomia, i dirigenti scolastici possono rivolgersi, per la formazione e l'aggiornamento degli insegnanti, sostanzialmente a chi vogliono, ma l'elenco compilato dal Comitato Tecnico Nazionale del Ministero dell'Istruzione offre garanzie certe rispetto agli enti che posseggono determinati e prestabiliti requisiti In altre parole, si potrebbe dire che il CSI, al contrario di altri enti e agenzie, ha ottenuto dal Ministero dell'Istruzione una certificazione di qualità

• dei propri progetti formativi,

• dei propri formatori, qualificati tramite scuole (SNES e SNAD) e percorsi ben definiti,

• dei propri sussidi, la cui validità è ormai riconosciuta da tutti, al punto che alcuni di

essi sono ordinariamente adottati da istituti universitari e da numerosi docenti di scuole materne ed elementari

Da ciò deriva che il Centro Sportivo Italiano gode di un vantaggio meritato e, meglio ripeterlo, certificato, rispetto ad altri ente ed agenzie non accreditati A questo corrisponde la possibilità di promuovere e proporre i moduli formativi del CSI su tutto il territorio italiano

In secondo luogo, anche con un certo rammarico da parte di quanti, come noi, sono impegnati nella promozione sportiva, è evidente che sui 59 soggetti finora accreditati soltanto il CSI sia impegnato nell'ambito disciplinare delle attività motorie. Non è qui il caso di riprendere l'annoso problema della poca

corso di aggiornamento per operatore sportivo scolastico dell'attività ludica, motoria, sportiva dei bambini

Finalità

Fornire le conoscenze e le competenze necessarie per la progettazione e la realizzazione di un percorso di attività ludica, motoria, sportiva dei bambini. obiettivi

• Presentare il Progetto Sport a scuola del CSI.

• Illustrare i processi e le tecniche di comunicazione, espressione e relazione attraverso il corpo, il gesto e il movimento

• Evidenziare il legame tra processi

ludico-motori e processi cognitivi, osservando i nessi interdisciplinari. Metodo

Lezioni frontali, laboratori, giochi di ruolo

Sussidi

A tutti i partecipanti verranno forniti i sussidi del Centro Sportivo Italiano Formatori

I corsi saranno tenuti dai formatori del Centro Sportivo Italiano, qualificati e iscritti all'albo nazionale della Scuola Nazionale Educatori Sportivi.

Modulo 1 (6-7 anni)

area metodologico-didattica (ore 20)

• La progettazione e la programmazione: procedure logiche, fasi, contenuti e metodologie

• Conoscenze generali delle problematiche tecnico-sportive

• Il movimento, il gioco, lo sport: criteri, principi, struttura.

• Gli assi e i piani del movimento.

• Il movimento globale, il movimento segmentario

• La contrazione ed il rilassamento

• Il tempo e lo spazio, l'approccio all'attrezzo, la senso-percezione, le unità basiche del movimento: giochi e proposte ludiche.

• I linguaggi: musica - gestualitàgrafica

• La fabulazione

area laboratoriale (ore 20)

• Conoscenza di base dei linguaggi espressivo-comunicativi. Orientamenti didattici e metodologici.

• Potenzialità dei linguaggi non verbali

• Fondamentali dei linguaggi: il segno/lo scarabocchio/il gesto/il colore/il suono/il rumore.

• Le forme artistiche, gli strumenti, le tecniche.

• Socializzazione attraverso il linguaggio

• Proposte di animazione per costruire storie, ideare narrazioni, ricreare ambienti

rilevanza attribuita alla pratica motoria e sportiva nella scuola: possiamo solo prenderne atto Non passivamente, però Ancora una volta, è giunto il momento che il CSI assuma le sue responsabilità. Il miglior modo per dimostrare di meritare un riconoscimento, tanto importante quanto quello derivante dall'accreditamento del Ministero dell'Istruzione, è quello di impegnarsi affinché l'attività motoria nella scuola sia oggetto di riflessione, di formazione e di aggiornamento da parte dei docenti

A questo punto, è necessaria una scelta preliminare. Per l'anno 2001/2002, il CSI intende promuovere uno specifico intervento di aggiornamento rivolto agli insegnanti delle scuole materne ed elementari Le motivazioni sono le seguenti:

• gli insegnanti delle scuole materne ed elementari dimostrano competenze rilevanti e motivazioni profonde rispetto a proposte e metodologie innovative nell'ambito dell'attività motoria;

• la progettazione ludico-motoria per i bambini dai 0 ai 10 anni promossa e realizzata dal CSI è, da sempre, una delle migliori e all'avanguardia in Italia e in Europa;

• soprattutto a livello formativo, il CSI è in grado di avanzare proposte che rispettano la professionalità dei docenti come educatori e come formatori, si integrano armoniosamente nei programmi scolastici e costituiscono un riferimento per interventi interdisciplinari.

Per questo, la Scuola Nazionale Educatori Sportivi del CSI ha elaborato i moduli formativi a sostegno del Progetto Sport a scuola del CSI, illustrati nei box di questo articolo. Gli stessi moduli formativi possono:

• essere promossi dai comitati territoriali presso le scuole materne ed elementari e successivamente prenotati alla Presidenza nazionale;

• essere prenotati dai dirigenti scolastici interessati, direttamente alla Presidenza nazionale;

• essere promossi, in seminari a livello nazionale, dalla Presidenza nazionale. Si tratta di un importante servizio che mira a qualificare la presenza del CSI all'interno della scuola, dando vita ad un ciclo di corsi di aggiornamento che vadano davvero incontro alle richieste dei docenti e dei dirigenti scolastici La prima esperienza di questo ciclo avrà luogo a Roma dal 15 al 18 novembre 2001.

Come già spiegato, l'organizzazione dei moduli compete alla SNES e per qualsiasi informazione è possibile rivolgersi al Coordinamento nazionale della formazione per e-mail all'indirizzo formazione@csi-net it

Modulo 2 (8-10 anni)

area metodologico-didattica (ore 20)

• Il gioco come strumento per cogliere e organizzare le esperienze

• Sviluppo delle capacità motorie di base e sensoriali attraverso il gioco

• La polivalenza e la polisportività per l'approccio tecnico-sportivo

• Il principio di obliquità.

• Multilateralità e polivalenza

• Le capacità motorie coordinative e condizionali

•La formazione, lo sviluppo e il riadattamento degli schemi motori

• La formazione e lo sviluppo delle abilità motorie

• La valutazione e la verifica

• Le abilità cognitive/espressive/relazionali

• Il triangolo di Cohen.

• I circuiti, i percorsi e le staffette

area laboratoriale (ore 30)

• Tecnica dei linguaggi: il tempo, il ritmo, l'intensità, il disegno, la pittura, la comunicazione espressiva e gestuale

• La scoperta dei materiali e loro interazione: sabbia, farina, riso, diapositive, strumenti musicali.

• Giochi espressivo-comunicativi

• Giochi di movimento.

• Giochi cooperativi e relazionali

• I giochi sportivi semplificati.

• I giochi di animazione

• I giochi di squadra.

• Giochi di elaborazione della polivalenza.

• Poligono moltiplicatore nel lavoro dei laboratori.

• Lavoro di "introspezione" (lavorare sulle emozioni, materializzarle, rappresentarle corporeamente, disegnarle, musicarle, ecc.).

• Il problem solving o movimento finalizzato.

• Il concetto di interdisciplinarietà e di multidisciplinarietà: sviluppi e connessioni

La politica sportiva delle Autonomie

Locali: la Regione Lazio

Il futuro

Agensport si chiama

In attesa che il nuovo Governo espliciti le sue intenzioni in materia di riforma sportiva, il modello sportivo italiano resta aggrappato al "sistema CONI", al cui interno confluiscono le responsabilità attinenti allo sport di vertice, lo sport dilettantistico e lo sport per tutti

D'altro canto la legislazione nazionale vigente riconosce alla Regioni e agli Enti locali alcune importanti funzioni, peraltro "ritoccate" dalla cosiddetta "Bassanini bis", per cui le Regioni sono ancor più lo snodo in cui si concretizzano le scelte di politica sportiva

Ma andiamo con ordine. Prima dell'entrata in vigore della legge n 59 del 15 marzo 1997 (appunto la "legge Bassanini"), la competenza delle Regioni in materia di sport era fissata dall'art.56 del DPR 616/1977, che trasferiva alle Regioni funzioni relative "alla promozione di attività sportive e ricreative e la realizzazione dei relativi impianti ed attrezzature", pur restando ferme "le attribuzioni del CONI per l'organizzazione delle attività agonistiche ad ogni livello e le relative attività promozionali" La medesima normativa attribuiva ai Comuni, ai sensi dell'art 118, primo comma della

Costituzione, le funzioni amministrative in materia di promozione di attività ricreative e sportive

A seguito della legge n 59/1997 e il relativo Decreto di attuazione 112/98 le Regioni hanno considerato la materia della promozione dello sport trasferita del tutto a sé e agli Enti locali Di qui il contenzioso di principio circa il Comitato nazionale sport per tutti, organo del CONI, del quale le Regioni non vogliono sentir parlare rivendicando piena autonomia per quanto riguarda lo sport sociale.

Se, dunque, finora le Regioni hanno operato nell'ambito sportivo attraverso l'emanazione di leggi regionali facenti riferimento alle funzioni attribuite dal DPR 616/77, presumibilmente le novità introdotte dalla 59/97 spingeranno ad una revisione delle leggi regionali in materia di promozione sportiva

il "teSto unico" Della regione lazio

La Regione più solerte in questo senso è stata il Lazio, che il 27 agosto ha approvato una legge ("Norme per lo sviluppo dello sport e del tempo libero") che detta nuove norme per lo sviluppo delle "attività fisiche e sportive al fine di promuovere l'integrazione sociale, la crescita culturale, la tutela della salute e

delle condizioni psico-fisiche dei cittadini di qualsiasi ceto ed età".

Lo scopo generale della legge - dicono alla Regione - è quello di aggiornare la normativa esistente, tenendo conto dei cambiamenti intervenuti negli anni Ottanta e Novanta nella legislazione nazionale e regionale, nonché di arricchire la disciplina dei servizi e della promozione sportiva per avvicinarsi agli standard europei, semplificando e abrogando le leggi ormai superate. Tra gli obiettivi assume rilievo la cooperazione con gli enti locali: la Regione, infatti, svolge il ruolo istituzionale di indirizzo, programmazione, coordinamento e vigilanza, mentre si demanda alle Province il ruolo decisionale nell'ambito del processo di decentramento e di programmazione.

Importante, dal punto di vista del CSI, il comma e) dell'Art 2, che pone tra gli obiettivi prioritari della programmazione regionale in materia di sport il "sostegno, per favorire processi di aggregazione sociale, alle iniziative e alle manifestazioni promosse dagli enti di promozione sportiva ad ordinamento democratico riconosciuti dal CONI, dalle società ed associazioni sportive". Ancora una volta un legge regionale

riconosce esplicitamente il ruolo degli enti di promozione quali soggetti primari nella promozione dello sport sociale, mentre a livello nazionale questo riconoscimento ancora non c'è (vedi mancata approvazione della legge sugli enti di promozione nella scorsa legislatura)

non Più contributi a Pioggia

Tanto più in considerazione della crisi economica del CONI, è sempre più chiaro che l'associazionismo di promozione sportiva dovrà guardare alle Regioni come primaria fonte di contributi. Ed è sempre più chiaro che il trend di finanziamento sta cambiando binario, spostandosi dai contributi per "quote di presenza" ai contributi per progetti

Le legge approvata dalla Regione Lazio va in tale direzione La volontà è di programmare e gestire efficacemente le risorse per offrire delle garanzie di sviluppo razionale e duraturo a tutto il settore sport e contrastare, invece, le scelte che privilegiano interventi a pioggia, utili solo ad assistere alcune categorie di operatori

Tutto il Capo III della legge riguarda la programmazione In estrema sintesi, ci si muoverà così: la Regione indicherà le linee generali di una programmazione triennale, in base ad un piano settoriale predisposto mediante consultazione (conferenza programmatica) con una pluralità di soggetti interessati a sviluppare la materia sul territorio

un'agenzia Per lo SPort

Una vera e propria novità è l'istituzione della "Agenzia Regionale per lo sport" (Agensport), ente strumentale di diritto pubblico della Regione, dotato di autonomia amministrativa, patrimoniale, contabile e finanziaria

Conformandosi alle direttive della programmazione regionale, l'Agensport promuove iniziative in proprio, tra cui: attività di studio e ricerca, attività di osservatorio, campagne di sensibilizzazione dell'opinione pubblica Fornisce altresì consulenze e servizi a terzi, anche in materia di formazione degli operatori L'organismo

a colloquio con luigi ciaramelletti, assessore alla cultura, sport, turismo e spettacolo della regione lazio.

Quali sono gli obiettivi primari dell'amministrazione regionale in questa proposta di legge quadro? La "filosofia" che guida questa legge si può sintetizzare in tre punti. Prima di tutto, semplificare al massimo le leggi, con poche norme semplici, chiare e comprensibili per tutti In secondo luogo, chiaramente, c'è la diffusione dello sport con particolare riferimento al mondo della scuola e soprattutto al mondo degli adulti e della terza età, vale a dire quelle persone che, specialmente qui in Italia, abbandonano la disciplina sportiva Inoltre c'è il decentramento, ovvero il coinvolgimento di province e comuni nel tentativo di razionalizzare la rete di impianti sportivi che sono spesso mal distribuiti Ad esempio, a fronte di tante piscine, in tutta la regione ci sono solo due velodromi e il ciclismo è una disciplina importante in Italia Per programmare degli interventi mirati, attendiamo l'esito del censimento degli impianti sportivi, avviato in collaborazione con il CONI

Dovranno quindi aumentare le risorse economiche l'agenzia regionale per lo sport potrà favorirne l'incremento? Allo stato attuale le risorse per il settore in questione sono modeste perché la Regione è maggiormente impegnata sul fronte della sanità, dei lavori pubblici e di altri interventi di carattere sociale Il compito dell'AGENSPORT, creata come società per azioni, è proprio quello di convogliare le forze anche dei privati in iniziative valide e qualificate in ambito sportivo E qui dovranno recitare un

potrà, in autonomia, mediare i rapporti tra Enti Pubblici e forze economiche private, realizzare sponsorizzazioni e progetti integrati pubblico-privato Dall'articolato della Legge è difficile capire quale pista batterà l'Agensport: se sarà una struttura a disposizione dei soggetti sportivi, per aiutarli a superare difficoltà e incertezze, o se si proporrà essa stessa come soggetto realizzatore di avvenimenti sportivi, ponendosi così, in qualche modo, in concorrenza con l'associazionismo. In questo secondo caso, a nostro avviso, potrebbero esserci non pochi rischi di "schiacciamento" del pubblico sul privato

grande ruolo sia le Federazioni, sia le organizzazioni e le associazioni di promozione dello sport, come anche le imprese del settore. Per queste ultime, molta della comunicazione propagandistica, passa attraverso questo tipo di collaborazione Inoltre bisogna attingere alle risorse dello Stato Spero che il governo distribuisca a tutte le regioni i 1000 miliardi nel "cassetto" dal 1990, anno dei mondiali.

lo sport, soprattutto quello che non è sotto i riflettori, chiede attenzione. Sarà incoraggiato?

L'aspetto dello sport dilettantistico è sostanziale perché riguarda l'educazione fisica, psicologica e comportamentale soprattutto delle giovani generazioni. Per esso, l'attività agonistica a livello professionistico, nel suo aspetto più nobile, ha la valenza del modello. Il grande successo di una squadra, ad esempio, fa nascere altre piccole squadre con altrettanti ragazzi che, invece di stare per strada, si vanno ad allenare, giocano, socializzano e scoprono i valori della solidarietà e della sana competizione Una grande attenzione va riservata agli sport non professionistici perché rappresentano la nervatura dell'educazione fisica di una società

un grande passato da ricordare, quello dello sport italiano. Questo il motivo del Museo dello sport?

Come assessore alla cultura sono molto attento alla memoria perché non ci si può proiettare nel futuro senza la consapevolezza delle nostre radici e di ciò che siamo stati. Il museo come memoria e come vissuto del nostro passato serve a rivivere la tradizione del grande sport italiano

Tra i compiti dell'Agensport trova spazio anche l'istituzione e la gestione di un Museo dello Sport, luogo della memoria storica ed esempio per il futuro di una cultura ricca di testimonianze positive. Le risorse economiche dell' AGENSPORT sono costituite da fondi annuali assegnati alla Regione per spese di funzionamento e per l'attività promozionale, da contributi dell'Unione Europea e della Regione per la realizzazione di manifestazioni e iniziative di rilevanza regionale, nazionale e internazionale, ed infine, da sponsorizzazioni di privati alla attività previste dalla legge

l’ufficio stampa: Costruire come e dove

un uFFicio PerManente

Per un'associazione o società sportiva di piccole dimensioni, il primo passo da compiere in un progetto di crescita delle proprie competenze comunicative è la costituzione di un ufficio stampa stabile, che possa permette di offrire al pubblico e ai mass media una immagine corretta della società per informare o per farsi conoscere e riconoscere. La scelta di una struttura permanente è legata alla volontà dell'associazione di andare oltre l'attività quotidiana per costruirsi strategie d'immagine di lungo periodo. Oggi anche le società sportive o i comitati circoscritti ad una realtà locale non possono permettersi più di lavorare in maniera estemporanea, rinviando ancora nel tempo l'organizzazione e l'allestimento di un ufficio stampa permanente. Finora, invece, nella maggior parte dei casi un vero e proprio ufficio stampa è stato allestito solo periodicamente, in concomitanza con eventi sportivi o ricreativi di rilievo, obbligando così chi vi lavora a rifare spesso le stesse cose, poiché non riesce a fare tesoro dell'esperienza precedente Eppure l'ufficio stampa può rappresentare un punto di contatto comunicativo fondamentale tra la società sportiva e tutti suoi referenti

primari: le istituzioni (Comune, Provincia, Regione, CONI, etc.), le aziende sponsor o potenzialmente tali, gli associati, i volontari, il pubblico generico dei tifosi, degli appassionati e dei semplici interessati Si tratta - in sintesi - di una struttura che deve saper offrire "notizie" ai mass media ed allo stesso tempo ottenere da questi dei "riscontri", verificando se le notizie trasmesse sono state o meno recepite ed inviate al pubblico. Il lavoro dell'ufficio stampa, specialmente quelli cui fanno capo piccole realtà, si concentra spesso sull'obiettivo di convincere i vari mezzi di comunicazione che ciò che riguarda la società è davvero una notizia degna di essere pubblicata o diffusa

Un ufficio stampa "improvvisato" raggiungerà difficilmente questo obiettivo, mentre l'ufficio stampa stabile sarà in grado di raggiungerlo agevolmente, poiché i giornalisti e chi lavora nei mezzi d'informazione non pubblica una notizia soltanto per il valore della notizia in sé, ma soprattutto per il rapporto di fiducia professionale che ha instaurato con coloro da cui giungono le notizie. Poiché questo concetto è fondamentale per la riuscita dei progetti di comunicazione, occorre costituire ed allestire un ufficio stampa

che fin dall'inizio si predisponga per fornire ai giornalisti e ai propri interlocutori un servizio d'informazione in maniera continua e intelligente, in modo da mettere le basi per costruire con loro un rapporto stabile e solido

l e attrezzature neceSSarie Riflettere su come funzioni la promozione giornalistica degli eventi sportivi aiuta a comprendere a grandi linee come una società sportiva dovrebbe allestire una struttura per gestire l'ufficio stampa e, in genere, tutta la comunicazione verso il pubblico Un ufficio stampa al passo con i tempi dovrebbe muoversi con la stessa familiarità sia nei confronti dei mass media tradizionali, come i giornali, che di quelli di ultima generazione, come Internet, che si stanno diffondendo sempre più velocemente modificando le nostre stesse abitudini comunicative Inoltre, un ufficio stampa dovrebbe attrezzarsi per muoversi in maniera coerente nei confronti di più mezzi di comunicazione, sapendo che in ogni azione che compie comunica innanzitutto l'immagine della propria società, oltre che gli eventi specifici che di volta in volta vengono promossi. Per ogni evento, poi, è fondamentale saper

scegliere i mezzi di comunicazione idonei, ossia quelli che possono essere più interessati e recettivi alle informazioni fornite, anche in base al loro pubblico di riferimento.

Nel costituire un ufficio stampa occorre ragionare fin dall'inizio sulle attrezzature necessarie, considerando che le innovazioni tecnologiche degli anni '90 hanno profondamente cambiato il lavoro dei giornalisti e dei loro interlocutori Paradossalmente, oggi la creazione di un ufficio stampa è più veloce e facile del passato, perché i Personal Computer collegati ad Internet sono riusciti ad accentrare in sé una serie di funzioni che negli anni precedenti, fino alla fine degli anni '80, erano svolti da numerose macchine. Oggi la macchina da scrivere, il telex, il fax, persino il telefono possono essere tutti sostituiti da un unico computer, su cui far girare gli opportuni software E oltre a permettere economie e a facilitare il lavoro dell'ufficio stampa, il PC connesso in rete velocizza notevolmente il lavoro dei

giornalisti, che oggi lavorano esclusivamente su supporti digitali, e, quindi, non hanno più bisogno di riscrivere il materiale che arriva trasportandolo dal fax alla macchina da scrivere o viceversa Il PC quindi si configura come una vera e propria workstation, una "stazione di lavoro" che è sicuramente necessaria in un ufficio stampa permanente. Riguardo le caratteristiche tecniche, occorre dire che più che macchine molto potenti è importante avere a disposizione software aggiornati e di ultima generazione, in modo da non avere problemi nel caso un giornalista o un interlocutore ci inviasse del materiale digitale. Gli addetti stampa che seguono eventi itineranti, oppure hanno l'esigenza di lavorare e scrivere mentre viaggiano, troveranno utilissimo avere a disposizione un PC portatile, che negli ultimi anni si è diffuso come lo strumento caratteristico del giornalista, specialmente dell'inviato.

Tra le attrezzature che un ufficio stampa deve avere a disposizione rimane comunque il fax, che è lo strumento a tutt'oggi più utilizzato per inviare i comunicati stampa alle redazioni tradizionali; mentre i giornalisti che scrivono per giornali on line fanno ormai un uso quasi esclusivo della posta elettronica E la presenza dei giornali in Rete sta aumentando in maniera esponenziale, stimolata dal boom dei consumatori di Internet e dal tempo che alla Rete si dedica anche in Italia.

Oltre a poter contattare direttamente le riviste "on line", inoltre, l'ufficio stampa può trovare in Internet tutte le Agenzie di stampa: dai siti dell'ADN-KRONOS, dell'AGI, dell'ANSA, etc. vengono lanciati in tempo reale i "take", i comunicati stampa Utilizzando lo stesso strumento è più facile per un ufficio stampa contattare le agenzie, risparmiando tempo e lavoro. Lo stesso comunicato può essere inviato con un

click a numerose agenzie, le quali, al tempo stesso, sono facilitate nel lavoro, in quanto possono far "girare" lo stesso comunicato (già in formato elettronico) o comunque lavorare direttamente su di esso

Si può dire, quindi, che Internet sarà il terreno sul quale giornalisti e addetti stampa saranno chiamati sempre di più a confrontarsi: un buon comunicatore deve conoscerne i vantaggi, e saper accedere facilmente a banche dati, quotidiani online e tutto quanto sulla rete può servire ad un comunicatore del nuovo millennio.

l a SeDe

Contrariamente a quanto si possa pensare, la scelta della sede dell'ufficio stampa non è una banalità È vero che non è necessario trovare grandi spazi per ospitare un alto numero di macchine, ma la sede di lavoro resta importante. Innanzitutto bisogna dire che non è opportuno costituire gli ambienti di un ufficio stampa all'interno o in prossimità di quelli tradizionalmente utilizzati dalle società per lo svolgimento delle attività sportive: può creare ostacoli e interferenze nel lavoro, e inoltre può sembrare un indice di improvvisazione e dilettantismo

Inoltre è opportuno scegliere una sede con almeno un vano molto ampio, che possa essere allestito come sala per le conferenze stampa. Solitamente, in realtà, le conferenze stampa importanti si organizzano lontano dalla sede, in luoghi prestigiosi della propria città o comunque in posti accoglienti, ma avere comunque a disposizione nella propria sede una sala appositamente riservata alle conferenze, oltre a comunicare una immagine positiva, permette di organizzare e sostenere appuntamenti continui con la stampa, anche solo per un'intervista o uno scambio di materiale

La scelta della sede dell'ufficio stampa, infine, dovrebbe essere fatta alla luce di considerazioni legate alle proprie realtà locali: sicuramente in una piccola città avere la sede dell'ufficio stampa in un luogo centrale e di passaggio, e per di più in un palazzo prestigioso, può essere più importante ed efficace di molte campagne di comunicazione

Il contratto di sponsorizzazione: aspetti giuridici e fiscali

Con il volgere della stagione delle dichiarazioni e l'inizio della pausa estiva, Tuttoleggi tira un sospiro di sollievo e volta pagina In questo numero approfondiremo, infatti, alcuni aspetti giuridici e fiscali relativi al contratto di sponsorizzazione sportiva, un business che, pur facendo registrare fatturati impressionanti nel settore dello sport professionistico, interessa in maniera tutt'altro che marginale anche quello dilettantistico.

Sotto il profilo giuridico il contratto di sponsorizzazione è un contratto atipico (privo, cioè, di una specifica disciplina da parte del Codice Civile) riconducibile alla vastissima categoria dei contratti di pubblicità Ma, a differenza del contratto di pubblicità vero e proprio, ove oggetto del negozio è la mera diffusione diretta di un messaggio finalizzato a promuovere le vendite di un determinato bene o servizio, nella sponsorizzazione l'ente di promozione, la società sportiva, (nel mondo professionistico, persino il singolo atleta), cedono all'azienda sponsor il diritto di accostare il proprio marchio o il proprio prodotto alla manifestazione, evento o impresa sportiva realizzata, in modo che quest'ultima possa sfruttarne il richiamo e la notorietà presso il pubblico, per comunicare un'immagine "forte e positiva" del proprio marchio e amplificarne, in maniera indiretta, le vendite Per quanto atipico e libero nella forma il contratto di sponsorizzazione presenta dei requisiti che la dottrina ha individuato con sufficiente precisione e

in assenza dei quali si è in presenza di altre fattispecie giuridiche diversamente collocabili Esso è, innanzitutto, un contratto a prestazioni corrispettive e a carattere oneroso Non esistono, ossia, contratti di sponsorizzazione di tipo gratuito, in cui lo sponsee (la società sportiva) cede all'azienda sponsor i diritti di abbinamento del proprio marchio senza la corrispondente pretesa di una somma di denaro o di un'utilità economica (anche sotto forma di beni o servizi da quest'ultima prodotti) La sponsorizzazione è, altresì, un contratto consensuale che si perfeziona con la semplice manifestazione di volontà delle parti ed è, da quel momento, pienamente vigente ed operativo Non richiede la forma scritta, ma come tutti gli accordi complessi, è bene sia stipulato per iscritto quantomeno ai fini probatori La forma scritta è opportuna

anche ai fini fiscali: in assenza di prove documentali i costi per sponsorizzazione (deducibili interamente nell'esercizio e detraibili per la relativa imposta sul valore aggiunto) vengono spesso assimilati a spese di rappresentanza, che, per l'azienda sponsor, scontano una limitata deducibilità ripartita, per giunta, su più esercizi, oltre che una totale indetraibilità ai fini IVA Altro aspetto di fondamentale importanza, non sempre sottolineato con l'opportuna evidenza, è che il contratto di sponsorizzazione comporta per la società sportiva un'obbligazione di mezzi e non già di risultato. In altri termini chi organizza la manifestazione è tenuto a fornire allo sponsor la visibilità promessa, rispettando gli accordi in materia di spazi promopubblicitari a quest'ultima riservati, di citazione nei comunicati ufficiali, nelle locandine e presso i media eventualmente coinvolti e, soprattutto, realizzando l'evento con serietà e diligenza nella consapevolezza che ogni errore può comportare danni, anche gravi all'immagine della ditta o del marchio (con conseguenze anche sul piano risarcitorio) A parte ciò, la società sportiva non è tenuta, tuttavia, a garantire volumi di vendite o incrementi di fatturato: se il contratto, infatti, dovesse prevedere una simile obbligazione, non saremmo di fronte ad una sponsorizzazione ma, più plausibilmente ad altre e diverse fattispecie contrattuali che sfociano nel rapporto di mediazione

Sotto il profilo fiscale uno degli aspetti di maggior rilievo che riguarda la prassi del mondo sportivo dilettantistico riguarda le sponsorizzazioni occasionali di eventi o tornei Molte società sportive, per scelta o necessità, concentrano attenzione esclusiva o prevalente sull'attività istituzionale, mentre pubblicità e sponsorizzazioni, per definizione, sono attività di tipo commerciale implicanti l'apertura della posizione IVA per i soggetti che intendono sfruttarle Tuttavia, in presenza di sporadiche offerte di sponsorizzazione, di importo esiguo o limitato, è possibile incamerare gli importi senza emissione di fattura soggetta all'imposta sul valore aggiunto. Il D P R 633/1972 all'art 4 consente, infatti, l'emissione di note di debito per lo svolgimento puramente occasionale ed episodico di attività commerciali che costituiscono, altresì, documenti atti a documentare costi pienamente deducibili per l'impresa sponsor. Errata è, invece, la prassi che confonde, sovente, la sponsorizzazione con la raccolta fondi o con le erogazioni in denaro da parte di soggetti privati Quest'ultime, infatti, sono forme di donazione in denaro la cui caratteristica è quella di essere erogate in funzione di un'adesione ideale del donatore alle finalità della società sportiva beneficiaria. La sponsorizzazione, come già detto, prevede, invece, uno scambio di prestazioni di natura commerciale: pertanto, scambiarle con forme di liberalità gratuite e disinteressate costituisce un illecito fiscale e una simulazione giuridica Per le società in regime forfetario (legge 398/1991), giova ricordarlo, esiste la possibilità di sottrarre all'imposizione IRPEG le sponsorizzazioni e gli introiti commerciali in genere, legati a non più di due eventi per periodo d'imposta per un plafond massimo di lire 100 milioni Le prestazioni in questione sono, tuttavia, soggette ad Iva e vanno, pertanto, fatturate Inoltre entro quattro mesi dalla chiusura di esercizio è obbligatorio redarre un rendiconto degli eventi su registri preventivamente vidimati

domande & risposte

1. È possibile configurare in una società sportiva, un rapporto di collaborazione gratuito alternativo al modello del volontariato? Si è possibile, seppure nel rispetto di condizioni molto stringenti. Sono le collaborazioni a titolo, cosiddetto, onorifico e gratuito alle quali la recente sentenza n 3304/1999 della Cassazione Sezione Lavoro ha dedicato apposita analisi Il Supremo Collegio chiarisce, infatti, che il rapporto di lavoro, autonomo o subordinato che sia, ha natura essenzialmente onerosa per cui richiede, di norma, la corresponsione di idonea retribuzione. Tuttavia è ammesso che il lavoratore possa trarre vantaggi di altra natura dallo svolgimento della prestazione lavorativa, non ultimo quella di ricevere un beneficio in termini di impegno ideale su temi e finalità ad egli consone sotto il profilo morale

Il carattere gratuito della prestazione lavorativa può essere giustificato esclusivamente da queste ragioni di impegno etico, quali, ovviamente, sono rintracciabili negli scopi istituzionali delle società sportive dilettantistiche. La Cassazione aggiunge, tuttavia, che tali motivazioni vanno rigorosamente provate (meglio se per iscritto) e sono soggette, in caso di contenzioso, al giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità

2. È possibile escludere un terzo dal diritto di associarsi ad una società sportiva pur in presenza di tutti i requisiti di natura morale e materiale prescritti dallo statuto?

In linea generale non è possibile Tanto il Codice Civile, infatti, quanto il D Lgv 460/1997 concepiscono le società sportive (e tutte le associazioni senza finalità di lucro) come strutture "aperte" alla partecipazione di chiunque ne condivida le finalità e gli scopi ideali, pur escludendo, ovviamente, tale diritto ai soggetti che, in partenza, non intendono assumere gli obblighi, soprattutto di natura economica, connessi allo status di socio. Fissati i requisiti per l'associazione non sembra possibile, pertanto, escludere arbitrariamente da simile facoltà coloro che ne sono in pieno possesso, a meno di non infrangere le clausole di democraticità dell'associazione poste dall'art 111 del TUIR e perdere, conseguentemente, i benefici di ordine fiscale concessi agli enti di tipo associativo La recente legge sull'associazionismo di promozione sociale va, poi, in più profondità escludendo dai vantaggi connessi a questa qualifica a quelle strutture che connettono il diritto di associazione alla presenza di requisiti discriminatori di tipo religioso, razziale, etnico, ecc

3 Nel bilancio consuntivo di un comitato è corretto imputare al conto economico le quote di ammortamento di un mutuo acceso per l'acquisto di beni strumentali? No, è errato. La restituzione per quote di un prestito è una partita di tipo finanziario il cui svolgimento genera effetti visibili esclusivamente nello stato patrimoniale A seguito del pagamento delle suddette quote si ha, infatti, una riduzione della liquidità bancaria (nell'attivo) e una corrispondente riduzione nell'ammontare dei debiti a medio e lungo termine (nel passivo). Il conto economico è interessato invece dalla quota di ammortamento dei beni strumentali acquistati con il mutuo in questione e che corrisponde al grado di usura e di obsolescenza che i medesimi hanno subìto in ragione dell'utilizzo effettuato nell'esercizio Ciò, evidentemente, sempre che i beni in oggetto non siano già stati ammortizzati negli esercizi precedenti o non abbiano subìto distruzione, furto, perdita totale di valore

La della vita partita

Un titolo d'effetto per foto altrettanto eloquenti Cinquantacinque fotogrammi a colori o in bianco e nero scattati per documentare il legame indissolubile tra il Papa e lo sport Pagine ricche d'immagini che lo ritraggono o che documentano manifestazioni sportive legate ad altrettante riflessioni del pontefice sul tema: punta all'essenziale il libro edito dal Comitato di Cesena che è stato presentato alla ventiduesima edizione del meeting di Rimini lo scorso mese d'agosto. In una sala gremita di grandi e piccoli, il popolo del meeting,

Giovanni Savini parroco di Bulgarnò località poco distante da Cesena ha raccontato la genesi del libro "È nato dalla sorpresa per la capacità del Papa di comunicare allo sport e soprattutto per il fatto che, quando parla di sport, Giovanni Paolo II comunica un fascino che nasce dal suo rapporto d'intimità con il Signore" All'incontro riminese ha preso parte anche Jaroslaw Cielecki, corrispondente in Vaticano per l'emittente polacca Polsat, che si è soffermato sullo sguardo del Papa, sottolineando una volta di più l'interesse

che il Papa sa suscitare in chi gli è vicino "I suoi non sono occhi di un giudice - ha detto Cielecki - ma occhi pieni di amore che guardano con attenzione la persona che hanno di fronte". Per questo nel libro assumono grande importanza le immagini del pontefice la cui valenza comunicativa è spesso di gran lunga superiore alle parole Tradotto in lingua inglese e in spagnolo in segno di omaggio ai bimbi in difficoltà dell'Ecuador destinatari di parte del ricavato delle vendite del libro. Ma lo sport, pur non essendo tra i temi presenti nel ricco cartello della kermesse, ha goduto di uno spazio e di un interesse non comune Dalle esperienze dei campioni che fanno grande il nostro sport come Valentino Rossi in corsa nel motomondiale 2001 a Walter Magnifico, un passato da giocatore di basket ed ora membro dello staff della Scavolini Pesaro. Per finire con Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari. Accoglienza caldissima per tutti e tre Rossi e Magnifico hanno da subito attratto la platea raccontando come si sono accostati alla pratica sportiva Esperienze diametralmente diverse se è vero che Rossi ha avuto come padre un ex pilota che non lo ha mai ostacolato, mentre Magnifico ha dovuto imporsi sulla famiglia Da questa situazione, l'ex cestista ha tratto alcune considerazioni che ha voluto offrire al pubblico del meeting. A proposito dei genitori, ha affermato che "ce ne sono troppi

di Rita Saler no

interessati alla carriera futura dei propri figli", mentre "bisognerebbe far vivere ai ragazzi l'esperienza dello sport senza interferenze familiari". Strade diverse anche sul fronte della presa di coscienza del loro ruolo di campioni. Per Magnifico è stata naturale e graduale, senza salti di qualità clamorosi Non è stato il caso di Rossi che, quando si è accorto di poter diventare un vero pilota e dunque che il suo non era più un gioco, ha compreso che "era meglio prima" Conscio di rappresentare per tantissimi ragazzi un modello, Rossi ha aggiunto che "prima potevo fare quello che volevo, mentre adesso sto più attento sapendo che molti ragazzini mi imitano". È lo stile a fare la differenza, secondo Magnifico per il quale un campione sportivo si riconosce dal comportamento che dall'impegno di gioco Anche se non bisogno tralasciare la spontaneità. Il che non vuol dire che un fuoriclasse non debba convivere con le paure, che nel caso di Valentino Rossi

sono legate alla paura di invecchiare e del tradimento da parte degli amici più cari Il giovanissimo pilota ha confidato al popolo del meeting i suoi desideri: vincere il motomondiale 2001 ed essere ricordato da tutti come il migliore del mondo nel suo settore E di sport non si è solo parlato visto che il palazzetto dello sport di Rimini ha ospitato durante i giorni del meeting l'amichevole di basket tra Italia e la statunitense Cleveland State University E non è tutto Una gara ciclistica, trekking e regate sono state tra le manifestazioni collaterale legate alla grande kermesse di Comunione e Liberazione. Caloroso il popolo del meeting che ha riservato un'accoglienza ugualmente trionfale a Luca Cordero di Montezemolo Accantonati per un momento pneumatici e record da circuiti, il presidente Ferrari ha discusso non solo di economia industriale ma anche di tecnologia all'avanguardia. Anche perché si può far convivere l'impresa sportiva e il successo

imprenditoriale È la storia di un'azienda vincente quella raccontata da Luca Cordero di Montezemolo, reduce dai successi di formula uno. Il racconto di una vicenda che in pochi anni ha permesso ad uno storico marchio di tornare a imporsi sui circuiti di tutto il mondo Un messaggio propositivo il suo, quasi una sorta di invito a trasferire nel paese la passione per il lavoro, il gioco di squadra vincente del team di Maranello Parole d'ordine: pragmatismo e decisione se si vuole vincere nella vita. "Pensando alla vittoria nel mondiale mi vengono in mente - ha detto il presidente Montezemolo - tre ingredienti: un pilota, un mezzo meccanico e un'organizzazione eccezionali Alla base c'è un'etica del lavoro che fa leva sullo spirito di gruppo, sull'innata passione, sul rispetto e sulla capacità di programmazione fin nei minimi dettagli. Questa è la filosofia: credere in quello che si fa Con lo sguardo e la mente rivolti al futuro".

Giornata nazionale dei Risvegli dal coma

Bologna 7 ottobre

7 Bologna

Giornata nazionale dei Risvegli dal coma

7 Reggio Emilia

40° Palio di atletica leggera "Città del tricolore"

14 Mestre

Finali Trofeo Lattebushe - Mountain Bike

13 Milano

Torneo "Carcere e Sport"

Il 7 ottobre si celebra la "Giornata nazionale dei Risvegli", ideata e organizzata dall'associazione Amici di Luca con l'obiettivo di raccogliere fondi per la costruzione della "Casa dei risvegli", primo ospedale per la ricerca sul coma dei giovani. Come ogni anno il CSI bolognese sostiene questa iniziativa di solidarietà Patrocinato dal CSI, dalla Croce Rossa Internazionale, e dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri saranno la solidarietà, lo sport e lo spettacolo, come sempre nel cuore della città felsinea Accattivante il palcoscenico della giornata: il caratteristico parco della Montagnola sarà infatti trasformato in una palestra "open", dove si giocherà a basket e green-volley.

Per i più piccoli grandi sorprese nella no-stop di burattini In serata Alessandro Bergonzoni, testimonial della ricerca sul coma, si esibirà all'Arena del Sole Dopo Stadium nell'ottobre scorso e la calda giornata del 1 luglio all'ombra della Torre degli Asinelli con questo appuntamento prosegue il sodalizio tra il CSI bolognese e l'associazione Amici di Luca

Torneo "Carcere e Sport"

Milano 13 Ottobre È pronta a scendere in campo la formazione del S. Victory Boys, la selezione tra i detenuti della casa circondariale, che dal nome del noto carcere milanese hanno coniato la loro sigla Partirà infatti sabato 13 il campionato di calcio a 7 del CSI milanese, nelle cui liste è iscritto la compagine dei detenuti. Ogni sabato alle 13, una ospite, andrà a farli visita. Conferenza stampa di presentazione per il torneo venerdì 5 ottobre presso la rotonda del carcere. Ogni sabato alle 13 un confronto sportivo con l'esterno, con il vantaggio per il S Victory Boys… del fattore campo!

Allo

di mons. Vittorio Peri

specchio

Frammenti

I n A s s i s i , p r e s s o l a B a s i l i c a d i S

F r a n c e s c o , s t a r i p r e n d e n d o i n q u e s t o

t r a m o n t o d ' e s t a t e i l " c a n t i e r e

d e l l ' u t o p i a " . S i t r a t t a d i u n c o m p l e s s o

l a v o r o , p o r t a t o a v a n t i d a u n a f o l t a

è q u i p e d i p e r s o n e , f i n a l i z z a t o a

r i c o m p o r r e a l c u n i a f f r e s c h i d i C i m a b u e

e d i G i o t t o p r e c i p i t a t i a t e r r a n e l

t e r r e m o t o d e l 1 9 9 7 . Q u e i p r e z i o s i

d i p i n t i , c o m e t u t t o i l m o n d o s a ,

d i v e n t a r o n o i n q u e l d r a m m a t i c o

m a t t i n o , i n p o c h i s e c o n d i , u n c u m u l o

d i m a c e r i e s o t t o l e q u a l i r e s t a r o n o

q u a t t r o p o v e r e v i t t i m e . I c i r c a

d u e c e n t o m i l a p e z z i d e l l e v o l t e , r a c c o l t i

i n d e c i n e e d e c i n e d i c a s s e , v e n n e r o

p o i s t i v a t i i n u n a n t i c o a n g o l o d e l

g r a n d e c o n v e n t o

L e s p e r a n z e d i r i c o m p o r l i n e l l e f i g u r e

o r i g i n a l i e r a n o q u a s i n u l l e L ' a m o r e è p e r ò s e m p r e p i ù f o r t e d e l l a m o r t e ,

a n c h e q u e l l o p e r l ' a r t e E c c o a l l o r a i l

" c a n t i e r e d e l l ' u t o p i a " p e r c e r c a r e d i r i c o m p o r r e , c o n c e r t o s i n a p a z i e n z a ,

a l m e n o q u a l c u n a d e l l e s t u p e n d e f i g u r e m e d i e v a l i . E c c o l e s t u p e n d e i m m a g i n i

c h e r i p r e n d o n o p i a n p i a n o v i t a p e r e s s e r e d i n u o v o c o l l o c a t e s u l l e a l t e

v e l e

A n c h e i f r a m m e n t i p i ù m i n u t i s o n o p r e z i o s i O g n u n o r a c c h i u d e i n f a t t i u n

b a r l u m e d e l l ' i n t e r o a f f r e s c o ; o g n i p i c c o l a s u a p a r t e r i f l e t t e l a b e l l e z z a d e l

t u t t o È i l m i r a c o l o d e l l ' a r t e

P e n s a n d o a q u e s t o i l c a n t i e r e è

d i v e n t a t o u n s i m b o l o L e g r a n d i v e l e

i n n u m e r e v o l i f r a m m e n t i O g n i g i o r n o h a 8 6 . 4 0 0 s e c o n d i , 1 . 4 4 0 m i n u t i , 2 4

o r e O g n i g i o r n o r a c c h i u d e c e n t i n a i a d i

p a s s i , m i g l i a i a d i p a r o l e d e t t e e

a s c o l t a t e , u n a m i r i a d e d i p i c c o l i g e s t i

r i p e t u t i c o n m o n o t o n a s c a n s i o n e L a

v i t a d i c i a s c u n o è u n a g a l a s s i a f a t t a d i

m i l i a r d i d i p i c c o l e c o s e E p p u r e , è b e n

p i ù g r a n d e c h e l ' i n s i e m e d i e s s e , a l l o

s t e s s o m o d o c h e u n a s i n f o n i a d i M o z a r t

è b e n a l t r o c h e l e m i g l i a i a d i n o t e

s c r i t t e s u l p e n t a g r a m m a .

U n o d i q u e s t i f r a m m e n t i d e l l a v i t a

u m a n a è l o s p o r t E n o n è d e i p i ù

p i c c o l i , s e s i g u a r d a a l l ' i n t e r e s s e c h e

m i l i o n i d i p e r s o n e h a n n o o g n i g i o r n o

v e r s o l o s p o r t , c h e s e m p r e p i ù a p p a r e

c o m e u n v a r i e g a t o c a l e i d o s c o p i o o v e s i

a c c a v a l l a n o n o t i z i e , a v v e n i m e n t i ,

p r o t a g o n i s t i , d i c h i a r a z i o n i , r i s u l t a t i , p o l e m i c h e E a n c h e v i o l e n z e ,

p u r t r o p p o S e u n o g u a r d a l o s p o r t d a

t i f o s o , o d a l l a s o l a a n g o l a t u r a t e c n i c a o

c o m m e r c i a l e , i n r e a l t à n o n v e d e l o

s p o r t , c o n i s u o i v a l o r i u m a n i e l e

h a n n o p r e s o i l v o l t o d e l t e m p o , i f r a m m e n t i c o l o r a t i i l v o l t o d e i m i n u t i . I n f o n d o , a n c h e l a n o s t r a v i t a è i n q u a l c h e m o d o c o m p o s t a d i

g r a n d i p o t e n z i a l i t à e d u c a t i v e V e d e

s o l o a l c u n i p e z z i d e l l a v i t a s p o r t i v a , n e

c o g l i e g l i a s p e t t i e c l a t a n t i c h e d i s o l i t o

s o n o q u e l l i s u p e r f i c i a l i V e d e g l i a t l e t i , n o n l e p e r s o n e ; l e c l a s s i f i c h e , n o n i

v a l o r i u m a n i ; i r i s u l t a t i t e c n i c i , n o n i

r i s v o l t i p s i c o l o g i c i e m o r a l i . V e d e i n

s o s t a n z a l ' i m m a g i n e e s t e r i o r e , n o n l a

v e r i t à d e l l o s p o r t E f a c o m e q u e l T i z i o

c h e c r e d e v a d i c o n o s c e r e l a m a g i a d e i

n o t t u r n i d i C h o p i n s o l o p e r c h é a v e v a

s m o n t a t o l e p a r t i d e l p i a n o f o r t e c o n c u i

e r a n o s t a t i e s e g u i t i

U n p i c c o l o c o c c i o t r o v a t o i n u n s i t o

a r c h e o l o g i c o è i m p o r t a n t e ; m a l o è

s o p r a t t u t t o p e r c h é s p i n g e g l i s t u d i o s i a

r i c o m p o r r e i l v a s o d i c u i e r a p a r t e .

P r e n d i a m o a d e s e m p i o l ' a g o n i s m o

A n c h ' e s s o è u n p e z z o d i v i t a s p o r t i v a .

V u o l d i r e l o t t a , c o m p e t i z i o n e , s f o r z o

L a s t e s s a a g o n i a a l t r o n o n è c h e i l

d r a m m a t i c o d u e l l o d e l l a v i t a c o n t r o l a

m o r t e L ' a g o n i s m o s p o r t i v o s p i n g e a

c o n f r o n t a r s i c o n a l t r i e s u p e r a r l i , a d

a n d a r e o l t r e l e m i s u r e p r e c e d e n t i , a

v i n c e r e l e g a r e . S e n z a a g o n i s m o n o n p u ò e s s e r c i a t t i v i t à s p o r t i v a

A p e n s a r c i b e n e , p e r ò , q u e s t o

f r a m m e n t o d i v i t a s p o r t i v a è b e n p i ù

c h e l o s f o r z o d i v i n c e r e u n a p a r t i t a ;

e s p r i m e i n v e c e u n b i s o g n o p r o f o n d o

c h e è i n s i t o , a n c h e s e s p e s s o i g n o r a t o , i n o g n i p e r s o n a : q u e l l o d i a n d a r e o l t r e ,

d i p r e n d e r e i l l a r g o , d i r a g g i u n g e r e

t r a g u a r d i a l t i C e r t o , b e n p i ù n o b i l i d i

q u e l l i c h e i n t e r e s s a n o t e c n i c i , s p o n s o r e t i f o s i I l p i ù a l t o d i q u e s t i t r a g u a r d i

l ' h a i n d i c a t o G e s ù s t e s s o : " S i a t e

p e r f e t t i , c o m e p e r f e t t o è i l P a d r e v o s t r o

c h e è n e i c i e l i " .

E c c o a l l o r a c h e i l f r a m m e n t o

" a g o n i s m o " r i v e l a u n o r i z z o n t e n u o v o ,

f a s c o p r i r e i l v a l o r e c u l t u r a l e e

s p i r i t u a l e d e l l ’ a t t i v i t à s p o r t i v a P e r c h é

c u l t u r a è a n c h e v e d e r e i l t u t t o n e l l a

p a r t e ; s p i r i t u a l i t à è r i s a l i r e d a u n a

" s c h e g g i a " d i v i t a a l l ' i n t e r o p r o g e t t o c h e

l a r e n d e d e g n a d i e s s e r e v i s s u t a .

il racconto

A te educatore del CSI che non incontro mai

Buona giornata! Per una volta ho deciso di dimenticare l'impostazione tradizionale di questa rubrica e di rivolgermi a te in modo più diretto, senza tanti giri di parole Questo non è un "racconto". Non è nemmeno una lettera aperta È soltanto il modo più diretto che ho a disposizione per rivolgermi a chi non incontro mai.

Nell'Associazione ci sono circa 120 000 persone come te: operatori impegnati ai più diversi livelli e in ruoli differenti per mandare avanti ogni giorno, con fatica e dedizione, le attività delle 12.500 società sportive e dei Comitati territoriali e regionali. Un numero troppo grande perché sia possibile incontrare tutti.

Certo, ci sono le assemblee, i convegni e le tante altre occasioni di vita associativa Ma è fatale che lì ci si incontri sempre tra i pochi soliti noti, quelli che il CSI lo rappresentano in base alle sue regole elettive E, dunque, i discorsi che si fanno e i problemi che si sviscerano tendono a fornire sempre la stessa identica "fotografia" dell'Associazione.

Che pochi, liberamente scelti da molti, parlino per tutti costituisce la regola base della democrazia La migliore possibile. L'unica possibile. Su questo non si discute.

Il problema è un altro Lo sport italiano attraversa un periodo di stagnazione tra le cose vecchie che non funzionano più tanto bene e quelle nuove che non è chiaro come dovrebbero essere e il CSI

non può rimanere indifferente.

C'è bisogno di una nuova passione, di un nuovo slancio di creatività, che significa capacità di tornare ad essere "missionari" in mezzo ai ragazzi e ai giovani, partendo dall'interesse per lo sport e cercando di orientare la loro esperienza di vita quotidiana in una luce diversa dal solito… piattume. Ecco perché mi piacerebbe incontrare proprio te che non incontro mai. Mi piacerebbe ascoltare delle tue fatiche, dei tuoi problemi, delle tue soluzioni, delle tue passioni e anche delle tue solitudini

Non posso fare a meno di pensare al rischio che corri, nell'incapacità di collegarci l'un l'altro, di essere un frammento gettato nell'abisso del mondo sportivo, una ricchezza ignorata, perduta, sciupata.

Prendi coraggio, cancella il tuo silenzio o cambia gli schemi del tuo modo di comunicare. Con la tecnologia attuale, gli strumenti per parlarci non mancano Aspetto di ascoltare la tua voce, e con la tua tante altre, così da incominciare a costruire insieme, all'interno del CSI, una rete più efficace di relazioni significative per una nuova generazione di educatori sportivi.

Gli argomenti di dialogo non mancano, a partire dalle tante attività sportive, ai percorsi formativi, fino al nuovo Progetto culturale e sportivo che, per nascere al meglio, ha bisogno di perfezionarsi con il contributo di tutti.

edio costantini edio.costantini@ csi-net.it

La nuova Tremenda 2002 avrà come filo conduttore

l a m u s i c a . L e g i o rn a te saranno accompagnate da testi tratti da canzoni famose di Renato Zero, 883, B a g l i o n i , L i g a b u e , P i n o Daniele, Dalla, Max Gazzè, Bluevertigo e tanti altri. Tra un mese e l'altro alcuni racconti tratti da autori come Gibran, Indro Monta n e l l i , O s c a r W i l d e , P . Bicshsel, M. Teresa di Calcutta. Coloreranno l'agenda foto e immagini di Pino Daniele, John Lennon, Bono degli U2, Laura Pausini, Lunapop, Gazosa, Eros Ramazzotti, Sting, Nomadi, Pooh e tanti altri.

tremenda menteCS

Quest’anno Tremenda ha incontrato il CSI. Ordina la tua agenda ad Aranblu edizioni e scopri cosìil mondo di Tremenda.

Un modo intelligente (e divertente) di dare una mano alla Fondazione Exodus. Parte del ricavato andrà infatti a sostegno della missione di solidarietà, voluta da Don Mazzi.

Lire 15.000 (Euro 7.75) +spese di spedizione

Tremenda voglia di vivere è un'agenda-diario sbocciata nel 1998 da un'idea di don Antonio Mazzi. La scelta che sta dietro a Tremenda è parlare ai ragazzi attraverso uno dei loro mezzi di comunicazione preferiti: il diario.

Da qualche anno infatti stiamo assistendo alla progressiva evoluzione del diario scolastico da semplice "memorandum" a vero e proprio compagno di viaggio. I ragazzi ormai affidano alle pagine del diario, i loro segreti e le loro emozioni: in due parole la loro voglia di comunicare.

TREMENDA

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