STADIUM
RASSEGNA
MENSILE
OTTOBRE 1951
ILLUSTRATA
- Spedizione in abb. postale
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Rassegna mensile illustrata di tutti gli sport Anno VI - N. 10 - Roma - Ottobre 1951 - Direzione e Amministrazione:
Roma, Via Conciliazione 1 - Tel. 561.735 - 561.064 - 564.962 - 50.020 DIRETTORE RESPONSABILE
LUIGI GEDDA
SOMMARIO PAG.
PAG.
LUIGI BORGOGNO Lo sport mezzo di educa zione .......................................
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S. GERARD Ipertrofia del cuore degli sportivi .................................
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Atletismo giovanile .
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NATALE BERTOCCO Lucca e Treviso, hanno organizzato due tra le massime competizioni ci clistiche nazionali giova nili ............................................. 12 UGO DI VALLEPIANA « Sci » prime nevi ed ar gomenti di attualità scii stica ....................................... 15 NABER Trofeo della montagna . 17 FRANCESCO CRITELLI Pallacanestro e allenatori 22 GENEROSO DATTILO A Torino sul campo « Fi ladelfia j>.................................. 24
DUILIO MARCANTE Vicissitudini della pesca subacquea . . .
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L’Italia, vincolo creatore fra la antichità e i tempi 29 moderni.................................. F. MEALLI Convegno turistico alla 32 Madonna del Ghisallo (da "L’AUTOMOBILE”) Le jeeps italiane LIVIO LUIGI TEDESCHI Un dimenticato pioniere della educazione fisica, Nicola Micele . . . . 36
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Seguono le rubriche : Posta di Chirone — Da tutto il mondo. NOTIZIARIO TECNICO ED ORGANIZZATIVO DEL C.S.I. da pag. 41 a pag. 48.
In copertina: L’arrivo della fi nale dei 400 m. vinta da Jacob di Trento. :n:
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C. S. I. PRESIDENZA NUDALE )i ARGHÌVÌ3 SfJìiQ
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i» su mwo si kwi di Luigi Borgognu
Lo sport è un fatto così universalmente diffuso e natu rale, come naturale all’uomo è il bisogno dell’attività fisica e del movimento : così profondamente sentito e vissuto, che non si può misconoscerlo come fattore di civiltà nella so cietà moderna. E nessuno può ormai, dopo Fautorevole consacrazione del discorso di Pio XII agli sportivi, essere dubbioso sulla bontà dello sport; bontà che può essere na scosta sotto le apparenze ed involucri a volta non solo in differenti, ma nocivi e negativi nella formazione della gio ventù. Ma come anticamente gran parte della civiltà di Grecia fu operata nelle palestre, così oggi ancora lo sport in genere può e deve essere potente mezzo di educazione delle giovani generazioni le non solo di quelle), potendo raggiungere « un potere di educazione di straordinaria effi cacia, perchè ha la sua cattedra non tra quattro pareti di un’aula, ma sotto il cielo simpatico ed attraente dello sta dio ». Occorre perciò affrontare in pieno e con coraggio tutto il complesso e faticoso problema; bisogna risolverlo sempre più positivamente, prendendo lo sport sempre più integrativo dei mezzi di educazione fino adesso conside rati: famiglia. Chiesa, scuola, ecc.; bisogna con uno studio accurato delle sue possibilità pedagogiche e con un trat tamento, ma soprattutto un uso razionale, rendere lo stadio come il campo da gioco, la palestra come la montagna, atti ad educare l’anima alle cose « belle e buone » e con lotte incruenti, leali e cavalleresche, delle quali l’emula zione e non Finvidia, la forza scoperta e non il raggiro subdolo, la vittoria onesta e non la sopraffazione sono gli strumenti e le mèle, « preparare a quelle più importanti e decisive della vita ».
EDUCHIAMO! Ci si. può chiedere: ma infine lo sport è o può essere mezzo di educazione? Educazione è armonico sviluppo di tutto Fuomo, frutto di un’opera a due, di una collabora zione integrantesi nell’opera delFeducatore e dell’educando,
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ove più collaboratore è Feducatore e all’educando spetta la parte più attivamente personale, per cui avremo una educazione tanto più perjetta quanto più attivamente per sonale sarà vissuta dall'educando l’azione che inizia dallo educatore. Ma nello sport massima deve essere Fattività e la parte personale del giovane, mentre un’azione direttiva e illuminatrice è sufficiente da parte dell’educatore, che sappia enucleare e servirsi degli spunti pedagogici di esso. Perciò premesso che Pio XII nel suo discorso agli sportivi ha detto esplicitamente lo sport mezzo di educazione, e che grande stima e largo uso ne hanno fatto tutti gli educatori cattolici, da Vittorino da Feltre a Don Bosco, passiamo a dare un rapido sguardo come lo sport sviluppi o possa sviluppare armonicamente tutto l’uomo, e come perciò possa riuscire propriamente mezzo di educazione : analizziamo cioè i principali spunti pedagogici sprigionantisi dallo sport, dal semplice sport svolto secondo i regolamenti.
LO SPORT FATTORE DI SVILUPPO FISIOLOGICO Lo sport quale esercizio fisico più accetto e quindi più facile ed attraente è il più adatto per rilevare ed accrescere le qualità positive delForganismo e per diminuire ed an nullare le qualità negative, se anche logico, interessante, variato. Non occorre però insistere molto sull’importanza e sulla modalità in questo perchè di troppo immediata evi denza: il « mens sana in corpore sano » è di un latino tra sparente e di una attualità più chiara ancora, di cui però forse si trascura nella pratica troppo l’importanza per una educazione cristiana che deve fondarsi sulla formazione di un uomo completo il quale consta anche della parte animale. E chissà che questa ftenesia sportiva moderna non sia una violenta ripresa dei diritti del corpo, forse troppo e troppo a lungo dimenticati o erroneamente valu tati, Piuttosto mettiamo in relazione — bisogna insistervi molto e si comprenderà anche meglio la bellezza dello sport — Farmonico sviluppo delle singole membra come dello
insieme; la grazia esteriore, la grazia ed agilità nei movi menti; la pronta precisa efficace reazione dei nervi e dei muscoli agli stimoli, che mette in piti intimo contatto l ani mo col mondo e con Dio in esso rivelantesi; la robustezza fisica, la resistenza al dolore e alle malattie ; la dignità bella e maestosa dell'alpinista o deU’artista dello sport, col pensiero cristiano sul corpo, magistralmente sintetizzato dal S. Padre. Il corpo deve essere non lo schiavo, il nemico, il peso dell’anima, ma, quale capolavoro di Dio nella crea zione visibile e con principio /Iella natura umana, destinato a fiorire quaggiù per schiudersi alla gloria del cielo, è alleato perchè unico mezzo all'anima di giungere alla sco perta del comune Creatore attraverso il sensibile contatto con le cose, ma va considerato ed amato soprattutto quale « tempio dello Spirito Santo », secondo l’insegnamento di S. Paolo. E come tale ne va « amata e coltivata la dignità, l'armonia, la casta bellezza » (Pio XII), secondo l’invito del Salmista « domani tuoni dece! sanctitas, Domine! ».
LO SPORT FATTORE RICREATIVO, DI SERENITÀ E DI GIOIA Lo sport dà poi sempre un sollievo alle facoltà intellet tuali, tese nello sforzo dello studio; offre le necessarie pa rentesi di svago all'arco troppo teso per lunghe ore di sosta forzata al tavolino o al lavoro snervante di una macchina. E' sempre esercizio fisico, quando non sia esagerato, che • affatica sanamente il corpo per riposare la mente e di sporla a nuovi lavori e per acquistare una maggiore inten sità th penetrazione delle facoltà intellettuali * (Pio XII). Nello stesso tempo, se sanamente inteso, è fattore di rasserenamento e di equilibrio della psiche umana tesa ed esasperata sovente dalle circostanze della vita e di lavoro, disponendola così a molla serenità nel giudiio degli avve nimenti personali ed altrui; produce infine una distensione salutare del subcosciente dando forte aiuto alla risoluzione di molte crisi, specie, crisi di pubertà. Ma è anche fonte di gioia intensa e purissima : gioia che non dipende • dal guadagno o dalla lode che possono de rivare ma dal fatto di vivere lo sforzo intensamente, libe ramente, disinteressatamente*; gioia e godimento pieno dell’alpinista quando, colpito da profonda commozione, tra felato, affascinato, quasi sente il tocco di Dio riveluntesi nell’abisso e .nel ghiacciaio della montagna ; gioia e godi mento del giovane nella cosciente padronanza e dominio del corpo nella foga di una dura corsa; godimento dello animo che solo conosce chi ha saputo conquistare la vit toria sudata in una combattuta classica partita a pallone.
LO SPORT FATTORE Di BUONA EDUCAZIONE E DI GALATEO Serenità, equilibrio, gioia che nobilitano e ingentiliscono l'animo verso di se e soprattutto veso gli altri, trattando coi quali passa gradatamente dal tratto garbato e corretto, richiesto anche dal freddo regolamento, a vere e squisite finezze e delicatezze, perchè lo sport, aprendo il chiuso e gretto cerchio dell io, lo eleva alla conoscenza e coscienza delle proprie possibilità e limitatezza confrontate con il valore e l’abilità forse superiore dei competitori; competitori ; e nella esperienza amara di uno sforzo personale vinto per pc un caso o per sfortuna fa comprendere e quindi ammirare . _* e stimare quello altrui, forse non altrettanto fortunato del proprio: ammirazione et' ' sono vgià fondamento necessario stima che della carità, di cui la buona educazione deve essere il fiore. — Non ci meraviglierà punto perciò un Bartali, nella MiInno-San Remo 1947, sorpassare Cecchi, già quasi sicuro, della vittoria, sul ciglio della "strada quasi senza farsi no tare, silenzioso, senza voltarsi, quasi dispiacente del van teggio e tutto, a confessione sua, per rendere meno gravosa la sconfitta al competitore.
LO SPORT FATTORE DI CARATTERE E PERSONALITÀ Ma per l’educatore cristiano questi non sono che dei presupposti, . . —, anche — "se necessari, e solo la formazione morate,, vera- .perchè- veramente --------j umana, è quella che vuole
ricercare, e se questa non dà, lo sport per lui sarebbe nulla o molto poco. Ma nella passione sportiva — ad una considerazione che sia un po’ più che superficiale — troviamo erompente o latente sempre il bisogno di eroismo e Iti sete di grandezza, di cui il giovane ha bisogno insostituibile ed urgente; e alle volte un modo di evadere dalla sciatta e mortificante quotidianità: « in tutto ciò è facilmente riconoscibile un sigillo di nobiltà spirituale (sia pure non sempre rettamente intesa) preliminare di ogni grandezza, non esclusa la santità* (Gnocchi). A parte queste che possono essere solo tendenze primordiali, anche se significative, forse confuse e proprie della psicologia giovanile, si deve riscon trare un margine di formazione delle caratteristiche della personalità e dell’ energia del carattere veramente impo nente. Lo sport, insegnando come governarsi e difendersi nei pericoli presenti ed educando al sangue freddo neces sario per il calcolo calmo e sicuro delle situazioni perico lose come di quelle ordinarie, educando alla signoria dei propri atti attraverso alla acquistata coscienza della propria capacità, sanila, saldezza fisica e morale, forma diretta mente al coraggio obbligando lo sportivo ad affrontare de cisamente l’elemento e le circostanze — non ultima il pubblico e il suo giudizio — in cui si svolge il suo sforzo fisico. Ma nello stesso tempo esige lo sviluppo deU’agilità mentale di intuizione, di percezione, di risoluzione, la virtù di saper scegliere e dosare i mezzi al fine come pure insegna ad « aver ben saldi in mano i freni e il controllo di tutti i sentimenti, padroneggiare la paura improvvisa, l'impazienza della mèta, lo scoraggiamento per l'insuccesso, l’ira e la foga inconsiderata* ( G nocchi ) : frutto tutte di una costanza, tenacia, fortezza che devono crescere quanto più a lungo dura l’esercizio e più si fa difficile. E dopo le lanche aell’allenamento insegna ancora ad affrontare e sopportare « la crudezza del gelo e del caldo, le fustigate dell’insuccesso e dello smacco, il capriccio popolare », e tutto un mondo di cose che mettono allo scoperto tutto l’io di fronte a sè e agli altri, « che mette il giovane a contatto diretto delle forze originarie dell'uomo e< della natura, che finisce per semplificare il tono di vitai e con tribuisce a snebbiare la mente da tante bubbole, a formare l’amore della vita semplice e primitiva *, allontana dai lacci delle complicazioni degli equivoci, educa a quella emulazione cavalleresca e cortese che eleva gli spiriti al di sopra delle meschinità, delle frodi, dei raggiri di una vanità ombrosa e vendicativa » (Pio XH). Inoltre, bru ciando distanze o distruggendo muri di divisioni, squarcia nello stesso tempo il chiuso e piccino cerchio dell’individualismo e delle grettezze e pregiudizi di campanilismo di ogni genere, perchè avvicina in cordiale cameratismo e re ciproca cavalleria ed ospitalità giovani di opposte tendenze, di diversa classe sociale spesso, di differenti abitudini, o educati con metodi e ambienti diversi; forma allo spirito di socialità, alla solidarietà, al senso dell’unione e della massa, alla fratellanza nazionale e, se in campo più ampio, internazionale. Ma non fa perdere l’io nella massa amorfa, perchè sveglia l’attività ed educa allo spirito di iniziativa ed intraprendenza, come anche al coraggio di prodursi in pubblico vincendo l’impressione e fin il rispetto umano; il tutto necessariamente e quasi automaticamente guidato e frenato dal controllo e autodoniinio personale: postulati inderogabili del giusto equilibrio, miglior dote e garanzia di riuscita di ogni attività umana singola o collettiva, non ultima quella sportiva per non divenire boriosa indipen denza,, antipatica e impudente temerarietà, sconsiderata ostentazione.
LO SPORT FATTORE DI EDUCAZIONE ALLA VIRTÙ In senso largo andrebbero catalogate qui già quasi tutte le virtù umane, fondamento indispensabile ed ottimo a quelle cristiane, e cristiane esse stesse, anzi meritorie qua lora un soffio soprannaturale le avvivi e le perfezioni. Quella che si esercita forse su più vasta scala e profondamente, già rilevata positivamente da S. Paolo, è la
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iemepranza, lati positivi considerati, ma anche in senso più stretto dobbiamo con soddisfazione riconoscere che lo sport forma a vere virtù perchè < vi è in ogni sport un regime che importa astinenza da certi cibi e certi piaceri, un deter minato orario di vita, privazioni nella stanchezza, nella sete e nel dolore » (Gnocchi) ; perchè non solo il campione ma anche chi solo vuole darsi mediocremente allo sport e pas sabilmente riuscire deve giurare « di astenersi dal vizio trifase demolitore : bacco-tabacco-venere » (Stadium). Di non minore importanza e forse più percettibile e appariscente è l'educazione alla disciplina: dalla esecuzione delle norme tecniche alla nobile precisione e puntualità agli orari e alla organizzazione, alla vera sottomissione e obbedienza ai diri genti e capi: ottimo esercizio, anche se gradito e piacevole, in un clima in cui qualunque « disciplina — quella della scuola e della casa, quella religiosa e civile — è subita senza
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convinzione e còme un giogo inevitabile ». Non manca pure l’educazione all’umiltà, implicita nella sottomissione e disci plina, corollario e complemento dello spirito di squadra, fattore di successo e di vittòria, che insegna a posporre la gloria e l’affermazione personale alla sicurezza della vittoria della squadra o del gruppo, coronamento simpatico di una gloria e del disprezzo del pericolo, fattore di ripresa e di costanza nella sfortuna, come pure postulato per la giustizia dei giudizi di sè, dei competitori, degli arbitri e giudici. Nello stesso tempo insensibilmente, ma sicuramente, lo sport forma il giovane ad una buona dose di sopportazione del dolore e della sofferenza, delle ingiustizie e delle parzialità; forma alla generosità, al perdono, alla pazienza, e a tante piccole virtù, vere virtù sode perchè provate quotidianamente e per lungo tempo nelle occasioni più diverse ed eccitanti, quando il sangue bolle ed urge potentemente nelle vene.
LO SPORT FATTORE DI ASCESI Quanto abbiamo passato in rassegna contiene già (anche se qualcuno lo nasconde) molti e forti elementi pedago gici, ma sotto questo punto di vista lo sport presenta mate riale pedagogico di prima qualità e preziosissimo, che può essere usato c sfruttato con grande rendimento anche sul fronte soprannaturale. L’Ascesi non ha tanto per scopo di castigare il corpo nel senso di punirlo — siamo già abba stanza puniti mediante il peccato e le sue conseguenze — quanto piuttosto, partendo da un beninteso e vero amore del corpo, vuole fargli riprendere il giusto posto di armonia e di potere, sanandolo e redimendolo, migliorandolo e libe randolo. E’ pacifico che l’ascesi è necessaria a tutti i ceti di persone e in qualunque età, specie ai giovani per uno svi luppo integrale della persona umana, anche dal punto di vista naturale — benché sia purtroppo persuasione assai frequente che sia una cosa ormai sorpassata o solo dei con templativi. Però, perchè un mezzo — e i mezzi si adattano secondo che sono più o meno effcaci — attualmente va inculcata una forma di ascesi attiva e animatrice, perchè più consona all’anima, alla mentalità, ai bisogni moderni. Una forma di tale ascesi, facilmente accettabile e accessibile a tutti perchè gradevole e quindi facile, che nello stesso tempo può rendere i. benefici deU’ascesi come era anticamente in tesa e praticata, potrebbe essere lo sport. Premesso, che il sano, perchè la malattia è conseguenza del peccato originale, trova meno difficoltà a santificarsi di uno il cui organismo è congestionato da squilibri c contrasti, o arso e consumato dal male, dobbiamo riconoscere che lo sport allena alla perfetta intesa e collaborazione tra anima e corpo, che ven gono avvicinati l’un l’altro, imparando lietamente a cono scersi, a sentirsi; progressivamente allena al dominio ed impero dell’anima sul corpo, il quale, progredendo l’eser cizio, diventa sempre più preciso e pronto esecutore degli ordini delle facoltà superiori ; esercizio utilissimo anche se avviene per un principio e fine piacevole e gradevole di una vittoria e una palma corruttibile. E’ evidente poi in questo svolgersi di esercizi fisici una educazione ed un raf forzamento graduale della volontà, perche si verjica nello sport una ripetizione di atti anche in condizioni difficili, e difficilissime alle volte, sostenuti e diretti da motivi ed ideali molto chiari e vivi, molto sentiti e soprattutto vissuti, dai grandi richiami e risonanze ininterrotte nell’anima giovanile. E saranno appunto questi molivi molto cari e vissuti che at tireranno l’attenzione e desideri del giovane, occupandolo utilmente e quasi ininterrottamente anche quando non sarà dedito allo sport, tenendolo lontano da altri pensieri e de sideri, propri dei periodi di ozio e dei sogni ad occhi aperti, tanto nefasti per le anime giovanili. Lo sport poi, considerato più strettamente sotto il punto di vista di ascesi, edttcando ad un regime di vita duro, austero, serio, deciso, è un forte esercizio preventivo contro i dolci e facili declivi di tutte le mollezze dei delicati gagà o di certi ragazzi molluschi leccati come balocchi di lusso; è esercizio saggio di vera mortificazione, che in grado anche maggiore è richiesta dalla pratica energica della temperanza e di ogni altra virtù, postu lato a cui non si può derogare da chi anche solo voglia mediocremente tenere il suo posto. Lo sport è inoltre una valvola salutare, perchè esercizio fisico e sforzo muscolare che, mentre stanca e sfibra il corpo, usufruendo e sfruttando una esuberanza di forze accumulate durante il lavoro men tale e utilizzabili altrimenti ai danni dell’anima, da quelle leggi < quae militant adversus animam », consegue pure Vej(etto « di utilizzare le energie sessuali nella formazione del corpo. E opinione di molti scienziati che parte di queste energie siano riassorbite come alimento di certi tessuti umani » (Paganuzzi). E da aggiungersi infine che lo sport è mezzo mirabile per una conoscenza approfondita e completa del tempera mento c del naturale del giovane, che esplode sincero nel bollore del sangue riscaldato dall’interesse e non più frenato da preoccupazioni alcune; e che, mentre non ne è peggioramento o rafforzamento degli istinti bruti — perchè l occasione rivela qual’e ritorno, non lo fa tale — è an-i
razionale e progressivo esercizio di miglioramento e risana mento del medesimo frenato dal regolamento stesso.
MA Ecco il materiale pedagogico prezioso che ci mette in mano lo sport! E' cosa delicata e non facile e va trattato, come ogni cosa bella e buona, con profondo spirito di sa crificio, inesauribile buon senso e giusta misura e valuta zione delle cose; ma poi anche occhio ai presupposti dello sport educativo :
1. Organizzazione il più possibile perfetta, non baraonda. 2. Conoscenza e pratica integrale controllata dalle norme tecniche. 3. L’emulazione e lo spirito agonistico sono necessari, come gli esami (dia scuola, ma ne è pessima Eesagerazione.
4. Il primato e il record non debbono essere fine dello sport, ma l'educazione, che non li esclude bensì li valorizza.
5. L’ammirazione ed il culto del campione sono buoni per chè la massa sia attratta dall'esempio, ma non devono farne un dio. 6. La specializzazione, ottima ai fini puramente olimpionici, se troppo precoce è dannosa, come ogni unilateralità. 7. L’eccessivo strapazzo fisico è antieducativo, perchè distrugge quell’armonia tra anima e corpo, ricercata dallo sport. 8. Giusta e sapiente abbondanza e variazione di sport senza pregiudizio dei doveri per non contribuire all’abbassa mento intellettuale e al rialzo dei valori bruti.
9. Sport disinteressato lontano dallo spirito mercantile e dall'amore del guadagno. 10. Bando alla falsa rettorica — grottesca orgia di colori — nelle relazioni e nella stampa sportiva, che riempie il cervello dei giovani, di tutta una pirotecnica di paradisi e di miti artificiali, facendo perdere all’animo giovanile il senso della misura e della proporzione nella valuta zione delle cose. E ALL'OPERA con buona volontà e con coraggio perchè le circostanze sono a noi favorevoli; perchè siamo in un tempo in cui lo sport pur essendo così universalmente dffuso — e forse proprio per questo — e manifestamente in crisi (almeno per qualche categoria e per l’incomprensione di qualche atleta), essendo fenomeno troppo comune uno sport venale e com merciale, uno sport affare e bestiale, esibizione di musco latura e di forza bruta; o smania orgogliosa di preminenza con conseguente compromesso delle facoltà superiori, a danno dello sport medesimo. Accogliamolo dunque decisa mente, infondiamogli nuova vita con il sangue giovane e ri goglioso, che viene dai principi cristiani; facciamolo nostro, facciamolo un mezzo fecondo in nostra mano e formeremo dei giovani vigorosi e baldi, coscientemente gioiosi padroni di se, di tutto se stessi, dotati di un’anima grande e signorile; che sentono pulsare in sè la vita buona e santa delle altezze a cui li porta la vita cristiana e da cui sappiano, attraverso il capolavoro di Dio nell’ordine della creazione visibile, il loro corpo rinobilitato e potenziato dalla giazia, far gustare all’anima l’incanto delle opere di Dio, per rimirare in que sto specchio il comune Creatore, per conoscerlo, adorarlo, amarlo! Freschezza di anima e di corpo che dia la vera « kalokagathia », unione del bene col bello! Bando agli inu tili piagnistei, perchè i giovani si allontanano, attratti negli stadi e nei campi di pallone per divertirsi: andiamo loro incontro attraverso lo sport, anzi precediamoli nello sport, in uno sport educativo e costruttivo, ed i giovani saranno ancora oggi, come sempre, di Cristo!
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IPERTROFIA DEL CUORE DEGLI SPORTIVI : Riportiamo dalla rivista « ERMES » dell'istituto di Educazione Fisica dell' Università Cattolica di Lovanio questo attuale ed interessantissimo studio del Dott. Gerard noto per la sua at tività scentifica nel campo della medicina sportiva
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Doti. 8. Gerard
Numerosi autori hanno studiato la questione della rea zione a distanza di tempo degli sforzi muscolari sul volume del cuore. E’ utile riassumere e comparare i risultati dei lavori e delle ricerche allo scopo di stabilire lo stato attuale delle conoscenze in questo settore.
Oggetto di questo lavoro sarà dunque lo studio del < cuore sportivo » in situazione di riposo. Questa denomina zione fu usata per la prima volta dal medico Henschen nel 1899 per delincare una ipertrofia del muscolo cardiaco in esito a pratica sportiva. L’ipertrofia e la dilatazione delle cavità cardiache sono
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due mezzi di adattamento del cuore ad una anormale accre scila di lavoro. La dilatazione è il mezzo di fortuna per un adattamento immediato e temporaneo. Ma questa si accompagna, dopo che sia entrata in gioco, ad una tendenza all’ipertrofia così che questa appare per il fatto che le cause di adattamento per dilatazione si prolungano o si ripetono e, a più forte ragione, se questi diventano permanenti. L’ipertrofia si manifesta con un ispessimento delle pareti del cuore donde ne risulta l’aumento di volume e di peso dell’organo. Questa ipertrofia del mioeardo può essere causata dalla pratica sportiva? Ecco ciò che occorre determinare.
METODI DI STUDIO DEI. CUORE Per studiare il volume del cuore noi disponiamo di dif
ferenti metodi tra cui i principali sono:
L’ndice di Bernuth: indica il rapporto esistente fra la superficie del cuore e: due altri dati somatici: la statura e la indice larghezza del torace. Questo < statura X larghezza torace
La percussione: la quale non dà che dei risultati molto
imprecisi c poco sicuri.
larghezza X lunghezza cuore
L’autopsia: esame del cuore degli sportivi deceduti acci dentalmente durante le competizioni. Tali situazioni non seno così numerose, fortunatamente, benché molto precise, per poter rendere possibile l’elaborazione di statistiche. Z metodi radiologici: (tomografie, teleradiografie, radio scopie, ortodiagrafic) possono dare risultati ottimi, purché si prendano le precauzioni necessarie per evitare gli errori in cui si può incorrere per fattori di ordine tecnico. Questi però presentano un inconveniente: l’ombra cardiaca ottenuta sullo schermo, non è che l’immagine statica del volume cardiaco. Occorre egualmente tener conto della divergenza dei raggi, che ingrandiscono sullo schermo l’immagine reale del cuore, del ritmo cardiaco, dello stato di inspirazione od espirazione, della cassa toracica, della posizione del dia framma, tutti fattori che influenzano la rappresentazione or todossa del volume cardiaco.
Il miglior metodo sarà di usare diverse tecniche. La com parazione, dei risultati permetterà una valutazione globale di maggior esattezza.
Occorrerà poi comparare le misure così ottenute con le dimensioni normali del cuore. Esse risultano funzione di differenti fattori come la statura, il peso, l’età, il perimetro toracico ecc. Taluni autori hanno ricercato tali dimensioni e stabilito così dei punti di riferimento ai quali noi pos siamo richiamarci. Questi sono: le tavole di Rautinann ; che dànno il diametro trasver sale medio del cuore per una determinata statura, un determinato peso ed un determinato perimetro toracico; il eoe]fidente di Hug; che rappresenta la comparazione tra la larghezza della cassa toracica e il diametro trasversale del cuore.
Si ottiene quest’ultimo coefficiente misurando le distanze maggiori dell’asse medio della cassa toracica al bordo sini stro e destro del cuore. Il diametro trasversale è uguale alla somma di queste due distanze. Coefficiente di Hug = diametro trasversale torace = dia metro trasversale del cuore; in media circa 1,98 per un cuore normale. Il quoziente d’Eerxheimer-, ricerca il rapporto che corre tra il volume del cuore ed il peso corporale. Questi due dati devono logicamente rimanere in rapporto poiché essi esprimono l’uno, il valore del muscolo cardiaco, l’altro il valore della massa muscolare totale del corpo (in genere circa il 50% del peso totale). Le variazioni del quoziente per effetto deU’esercizio fisico indicheranno dunque una influenza elettiva di questo me desimo esercizio sul miocardio. Si calcola il volume del cuore come se si trattasse di una sfera avente il diametro trasversale come diametro cioè ap plicando la nota formula (Voi. = 4/3 X 3,14 X R3 ove R è la metà del diametro trasversale).
Il valore medio del quoziente d’Herxheimer: volume del cuore
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peso del corpo
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ha un valore normale pari a 28.
CAUSE DIgUNA EVENTUALE IPERTROFIA Un muscolo si ipertrofizza sotto un lavoro intenso e ri petuto. Possiamo noi applicare tale legge al miocardio? Lo vedremo più tardi. Cerchiamo dapprima quali fattori sono suscettibili di accrescere il lavoro del cuore e se questi fattori agiscono al di fuori del lavoro muscolare. Noi troviamo due situazioni circolatorie dove uno sforzo
superiore è richiesto al miocardio: 1) nel caso dove un ostacolo ripetutamente si oppone aill’espulsione del sangue circolatorio del cuore. E’ la situazione descritta dal Corvisart nel suo trattato delle malattie organiche del cuore e risalente al 1806. Suppone presso un soggetto di sana costituzione un cuore
di volume ordinario ma dei vasi sanguigni stretti per nulla in rapporto con la quantità di sangue che essi devono smistare. In tali condizioni il cuore dovrà sospingere in arterie
strette una colonna di sangue troppo voluminosa. I vasi sop porranno alla progressione del liquido che dovrà necessa riamente reagire sull’agente del suo impulso (il cuore) ed
avrà su questo i tre effetti seguenti: un’estensione ed un allungamento delle fibre cardiache; una sosta maggiormente prolungata del sangue nelle cavità cardiache quindi una maggiore impressione del suo stimolo; delle arterie coronarie congestionate onde assicu rare una migliore nutrizione del muscolo cardiaco stesso.
Donde la dilatazione delle cavità, dell’allungamento delle fibre e dell’ispessimento dei loro fasci, ed anche la consi stenza maggiore delle pareti in seguito alla più vigorosa azione dell’organo. Si tratta perciò d’un vero allenamento del cuore ad uno sforzo intenso. Lo troviamo in patologia nel caso caratteristico di stenosi, di arteriosclerosi e di ipertensione ove il cuore deve portare
uno sforzo di contrazione superiore per conservare inva riato il suo rapporto volume/minuto; 2) il caso in cui il volume del sangue posto in circola zione aumenta.
In risposta ad un afflusso di sangue venoso più intenso, il cuore aumenta la rimessa del moto sistolico in applica zione della legge di Starling. Si dilata, si riempie più com pletamente durante la diastore e la sistole successiva diventa più energica.
In quest’ultimo caso il volume/minuto cardiaco, aumenta proporzionalmente lo sforzo più grande del cuore. Tale meccanismo si produce appunto nella pratica spor tiva. Infatti noi sappiamo, che lo sforzo fisico provoqq, .usan do come intermediario l’adrenalina, una vasocostrizione degli organi del cuore e pone in circolazione il sangue im mobilizzato nella rete sanguigna.
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D altra parte Krogh ha dimostrato che il corso del sangue si accelera al di fuori del lavoro fisico e che il cuore ha dunque un lavoro più impegnativo. L’esercizio fisico realizza le condizioni capaci di gene rare 1 ipertrofia del cuore. Kirch adotta egualmente le mede sime vedute parlando di una « dilatazione tonogena » del cuore in esito ad un afflusso di sangue venoso oltre il normale, il quale provoca di per se stesso l’ipertrofia rea zionale.
Il dott. Marklen parla parimenti d’una ipertrofia sccondacia all’attività muscolare per l’aumentato afflusso venoso che produce anzitutto una dilatazione diastolica. Nulla s’oppone dunque in teoria alla possibilità di una ipertrofia del cuore in coloro che si dedicano all’esercizio fisico: la reazione fisiologica d’adattamento del cuore ad un riempimento diastolico più cospicuo.
INFLUENZA DELL’ESEIICIZIO SUL MIOCARDI!
STAIlTOM t. Quii Il numero 9 di « STADIUM „
del mese di settembre è
uscito in
questi giorni sottoforma di supple-
mento
organizzativo
del
Centro
Sportivo Italiano e contiene il pro
Talune osservazioni sugli animali pare indichino un rap porto tra lo sviluppo del miocardio e quello della musco latura scheletrica.
gramma tecnico ed organico di tutte
Bergmann, sin dal 1884, dimostrò che il cuore degli ani
1952/53 nonché i regolamenti dei
mali domestici è relativamente più piccolo che non quello degli animali selvaggi della medesima razza
Peso del cuore per chilo Passero
gr.
7
Passero selvatico
» » »
11
Coniglio domestico Coniglio selvatico
.
Lepre
le attività
Campionati INazionali C. S. I.
2,7
Altri ricercatori hanno posto in parallelo i cuori di ani mali della medesima specie, gli uni sedentari, gli altri sot toposti a degli sforzi di corsa molto frequenti: cani corridori, levrieri, cavalli da corsa, ecc., ed ebbero modo di constatare un cuore molto più grande in questi ultimi. L’allenamento dei cani da corsa, rileva egualmente il rapporto peso del cuore/peso del corpo; il peso del cuore variante da 8-10 gr. al chilo, di peso vivo presso i cani non impegnati, da 13 a 18 gr. presso i cani allenati.
e
le
linee di tutta l’azione sportiva gio
vanile propagandistica. 11 medesimo numero di carattere
2,4
7,7
della stagione sportiva
straordinario
é stato
Unioni Sportive,
inviato
Gruppi
affiliati regolarmente al
alle
Sportivi C. S.I. ed
in un certo quantitativo, a tutti i Comitati Zonali e Provinciali non-
chè ai Dirigenti del
Centro Spor
tivo Italiano.
Magnan considera il cuore come un muscolo che si lascia iperirofizzare come, chiunque altro sotto l’influsso di un lavoro muscolare. Egli pone in evidenza questo fatto soprat tutto presso i mammiferi e presso gli uccelli.
Gli uccelli da fronda (passeracei ecc.) hanno un cuore molto più sviluppato che non quelli che praticano invece il volo librato, a causa del violento sforzo che essi debbono effettuare per via dello sbattimento d’ali molto energico.
D’altra parte gli uccelli che hanno perduto l’uso del volo, hanno sempre il cuore molto piccolo. Però questi risultati non possono essere trasportati presso l’uomo senza le dovute investigazioni complementari.
Nel dominio dell’umano noi vediamo che la questione dell’ipertrofia cardiaca ha arrecato notevoli controversie. Per maggiore chiarezza ci è parso utile distinguere le diverse questioni che sono state poste a proposito di un
aumento di volume del cuore in esito allo sforzo fisico.
(Segue al prossimo numero)
8
ne
Di tale numero straordinario esistono presso l a Presidenza
Centrale del C. S. I., ancora un certo
numero di copie.
I Comitati, ai quali interesseranno
per motivi propagandistici, possono ri chiedere tali copie direttamente alla Segreteria via Conciliazione 1 - Roma.
E
stato
festeggiato nella scorsa
settimana il 30” anno di fondazione della Moto Guzzi. A Mondello Lario, con una gran de .-agra sportiva turistica e popola re, ha avuto luogo la riuscitissima celebrazione da tempo programmata <:o>i ogni cura nei particolari, con partecipazione notevole di sportivi, ex campioni, dirigenti, tecnici e maestranze della Casa costruttrice della motocicletta di fama mondiale. Tra gli altri intervennero pure il corridore inglese Toiiimy Wood, lo scozzese Amin che doveva poi farsi così onore al Circuito di Senigallia e molti altri corridori giovani ed anziani della Moto Guzzi. La celebrazione del trentennio non poteva essere, nella sua semplicità, più bella. E per la Moto Guzzi han no parlato tutti i modelli di macchi ne costruiti dalla fabbrica, gli im ponenti reparti di lavorazione, il fa moso tunnel aerodinamico al quale guarda con ammirazione il mondo intero; parla la prosperità della stes sa Mandello del Lario, parlano le casette costruite sui dorsali delle col line, che fan corona alla grande So cietà, costruite per le famiglie degli operai e dei funzionari. E parlano i trionfi, i campionati, i primati con seguiti dagli atleti con le portentose macchine. Ma soprattutto ci dice, la « Moto Guzzi » che il Motociclismo rappresenta un indice di benessere e di civiltà nel suo esponente indu striale e sportivo. E’ di questi giorni la notizia che le l’oste e Telegrafi della Confedera zione Elvetica hanno deciso di dare in dotazione a tutti i propri funzio nari, per un più rapido servizio di smistamento della posta e dei pac chi postali, il popolarissimo « Gal letto » costruito nelle officine del Mandello Lario. Questa innovazione, che pone la Svizzera all’avanguardia della cele rità nei servizi di recapito postale, rappresenta una notevole affermazio ne della trentennale marca italiana. Infatti non a caso, tra le tante mar cite di costruzione straniera ed ancue costruite nella stessa Svizzera, di mo tociclette e di motoscooter, è stata scelta la Guzzi per le sue caratteri stiche di prestazione, di leggerezza e di arrampicatrice, dote indispensabile quest’ultima per il terreno accidentato e la configurazione alpina, ben nota a tutti, della Repubblica Elvetica.
Ecco il «lìallclto» attrezzato per il servizio dei portalettere della Confederazione elvotic
IL TRENTENNALE
DELLA GUZZI 9
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IL BRILLANTE RISULTATO DELLE MANIFESTAZIONI ATLETICHE ORGANIZZATE DAL CENTRO SPORTIVO ITALIANO A GENOVA
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musili] moni Non può sfuggire ad alcuno il risultato tecnico e più ancora quello propagandistico delle due imponenti manifestazioni atleti che giovanili organizzate dalla Presidenza del Centro Sportivo Italiano e conclusesi domenica scorsa a Genova. 240 giovani hanno partecipa to al Criterium Nazionale Stu dentesco di Atletica Leggera, in rappresentanza di 34 Provvedito rati agli Studi e quindi di altret tante provincie, nella prima tor nata della riuscitissima settima na atletica genovese, che ha avu to ancora una volta per teatro raccogliente e completo stadio Shell. Si è trattato dei migliori elementi che in primavera ave vano gareggiato in ogni provincia e prima ancora in ogni comune, in attuazione dell’indovinato pro gramma dello sport nella scuola. La partecipazione è stata note vole in ogni specialità. Basti ac cennare alla necessità di nove batterie negli 80 m. piani e di tre batterie nei 1.000 m. e più ancora a 6 batterie di staffette 4 x 100 m. Si tratta di giovani che non han no neppure raggiunto il 19° anno di età e quindi i risultati tecnici sono suscettibili di notevoli svi luppi. Nell’alto, il timore di farsi Campionati atletici del C.SJ. - Dal l’alto in basso: m. 100 piani: 1. Jacob Gino di Trento; 2. Ghiselll Giovanni di Novara; 3. Azzoni Enzo di Novara. m. 5000 marcia: 1. Massara Salvatore di Vibo Valentia; 2. Acerboni Giovan ni di Bergamo; 3. Massara Massimo di Vibo Valentia. - m. 1500 piani: 1. Fontanella Giuseppe di Cremona, 2. Accetta Ignazio di Lucca; 3. Garetti Giovanni di Novara. - SijJto in lungo: 1. Pescetto Paolo di Genova; 2. Mogno Romolo di Treviso; 3. Mustlcchlo Pier Luigi di Arezzo.
sorprendere dall’oscurità della se ra ha costretto ad accelerare la prova. Ciò malgrado oltre 30 con correnti avevano superato il limi te di m. 1,60. Almeno 10 di questi sono capaci di andare oltre il m. 1,70, e lo stesso vincitore, Pa ride Pace di Pescara, è elemento da m. 1,80. La finale degli 80 m. piani, è stata vivacissima per la lotta ser rata tra Albertelli di Alessandria, Tognolo di Venezia e Conte di Ge nova. Tutti e tre in batteria ave vano corso la distanza in 9” netti. Nel salto in lungo, vinto da Bertozzi di Udine, con m. 6,65, davan ti a Corvaro di Ascoli Piceno e a ’ Colatore di Varese, almeno una ventina di concorrenti hanno di mostrato di poter superare age volmente i m. 6. I m. 1000 piani sono stati vinti dal genovese Carlier in 2’ 40” e 5, ma a ridosso sono terminati Del Grande di Lucca e Cantarella di Roma. Tutti i finalisti del resto hanno gareggiato, pur giovani co me sono, con tenacia e stile eccel lente. Si tratta di una massa di atleti che, senza nessuna precipi tazione di preparazione e di tem po, darà buoni risultati in avve nire. Pur tenendo conto che il peso era di Kg. 5 (alla pari della sfera di ferro adottato nei campionati provinciali studenteschi) il mila nese Pierino Monguzzi ha scara ventato l’attrezzo con perfetta sincronia atletica a m. 14,70, stac cando nettamente i diretti avver sari, Ajelli di Roma, Ravera di La Spezia, Picchetti di Pescara e Ribeca di Terni. Brillantissima e serrata è stata la finale dei primi della staffetta 4 x 100 m. I genovesi, con Conte,
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Ronca, Pitto e Farinetti, l’hanno spuntata con 44” e 4 sui venezia ni Tognoli, Luise, Simionato e Farnea e sui milanesi Giovanelli, Sassi, Da Rosi e D’Asnach, che hanno impiegato 45” e 4. Nel complesso una brillante riu scita della prima edizione del Cri terium Nazionale Studentesco, a somiglianza del resto delle nume rose manifestazioni riservate agli studenti medi e organizzate dal C.S.I. In particolare in questa oc casione è stata efficace la colla borazione degli Insegnanti di Educazione Fisica e dei Coordina tori dei Provveditorati. I Campionati del Centro Spor tivo Italiano riservati anche que sti ai giovani, non superiore ai 20 anni, hanno visto una partecipa zione di 270 atleti, in rappresen tanza di 40 Comitati Provinciali e zonali, per un complesso di oltre 700 atleti gara. I risultati tecnici, fatta eccezione per il salto in alto ostacolato da un vento impetuoso di tramontana, sono stati superio ri a quelli del Criterium studen tesco. Basti dire che il trentino Jacob ha fatto registrare in batte ria il tempo, di valore nazionale, di 10” e 9, seguito dal novarese Ghiselli in 11” netti. Lo stesso Ja cob ha vinto la finale dei primi dei m. 100 piani in 11” e 1 prece dendo i due novaresi Gihiselli e Azzoni, e ancora la finale dei 400 m. piani in 51” e 3, pur risenten do logicamente dello sforzo prece dente per la velocità pura. Nei 1,500 m. piani il cremonese Fon tanella, con un tempo che sareb be stato migliore se non ostacola to dal vento, ha superato Accetta di Lucca, Garetti di Novara, Lanzetta di Milano e Pettinau di Ca gliari. Nei 3.000 m. piani il grup po dei vincitori delle corse piane è stato completato dal genovese Colivicchi in 9’26” e 5 davanti a Pelosi di Cremona, -Gandolfì di Bergamo, Armellini di Trento e Orlandi di Lucca. Nei « concorsi » disputati tutti con gli attrezzi regolamentari dei Campionati assoluti, Lelli di Arez zo si è aggiudicato la prova del disco con m. 35,48 davanti al sas sarese Vitali (m. 34,56) al mila nese Monguzzi e a Morziani di Pe saro. Nel getto del peso Monguzzi
si riprendeva una chiara rivincita sfiorando i 12 m. e precedendo an cora Vitali di Sassari, Celant di Milano, Cesari di Modena e Perucca di Novara. Nel giavellotto ancora una vittoria genovese con Francesco Bagnasco, che ha lan ciato a m. 46,51, precedendo Pa terlini di Genova, Marziani di Pe saro, Cleva di Firenze e Celant di Milano. Nei due salti, il bresciano Colombo ha vinto quello in alto superando Falsimeli! di Firenze, Martino di Savona, Michela di Trento, e Zito di Catania, mentre nel « lungo » il genovese Pescetto è riuscito a prevalere sul trevigia no Mogno su Musticchio di Arez zo, Peani di Massa Carrara e Co lombo di Brescia. La gara di marcia ha offerto la sorpresa e ad un tempo la nota più gradita, in quanto ha rivelato dei giovani meridionali di buon valore anche se necessitano di un completamento fisico. I due fra nteli! Massara, Salvatore e Massi mo, si sono classificati rispettiva mente al 1° e 3° posto dei m. 5000 di marcia, dove il bergamasco Acerboni si è classificato al 2° po sto. Il tempo del vincitore di 25’ avrebbe potuto essere migliore se maggiormente impegnato. Infine nelle staffette la lotta serrata ha dato vincitrice quella di Milano con Ermirio, Milani, Gioacchini e D’Asnach, davanti a quelle di Novara e di Genova. Nella classifica generale dei Co mitati Provinciali del C.S.I., Ge nova, che già aveva preceduto nel Criterium Studentesco i Provvedi torati di Pescara, Venezia, Mila no, Udine, Ascoli Piceno e Lucca nell’ordine, si è imposta, su Mila no, Novara, Trento, Firenze, Arez zo, Savona, Napoli, Bergamo e Massa Carrara. B. Enne Criterium Nazionale Studentesco Dall’alto in basso: La staffetta di Genova (Conte, Ronca, Pitto e Fari netti) vincitrice della 4 x 100 m.; 2. Ve nezia; 3. Milano. - 1000 metri piani: 1. Carlier Xenio di Genova; 2. Del Grande Umberto di Lucca; 3. Canta rella Salvatore di Roma. - 80 metri piani: 1. Albertelli Luigi di Alessan dria; 2. Tognolo Fernando di Venezia; 3. Conte Giorgio di Genova. - Salto in lungo: 1. Bertozzi Serhio di Udine; 2. Corvaro Ferdinando di Ascoli Pi ceno; 3. Colatore Valerio di Varese.
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IUCCA E TREVISO
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hanno organizzato due tra le massime competizioni ciclistiche nazionali giovanili
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Ai comitati provinciali di Lucca e di Treviso la Presidenza del Centro Spor tivo Italiano aveva affidata l’organizza zione delle due sue massime rassegne nazionali ciclistiche: quella dei dilet tanti junior alla prima, degli allievi al secondo. Si tratta, com’è facile capire, delle due categorie che interessano la convenzione, stipulata ormai da quattro anni e pienamente funzionante con to tale soddisfazione dei due enti, tra la Unione Velocipedistica Italiana e il C.S.I. che ogni anno di più si estende in potenza e numero. Al punto da es sere ritenuto non già un accessorio dell’UVI, ma una ramificazione indispen sabile per lo sviluppo del movimento ciclistico in Italia in campo agoni stico. E occorre dire che i due Comitati Provinciali non avrebbero potuto far meglio di ciò che hanno fattoi così co me le due città, la toscana e la veneta, hanno preso viva parte ai due avvenimenti e vorrei dire si sono com piaciute di ospitarli. Lucca ha delle tradizioni in campo sportivo che ab bracciano tutti i settori agonistici: dal calcio all’atletica, dal ciclismo al pu gilato.
E così Treviso che ha avuto campioni formidabili, di classe internazionale. Valga per tutti il nome e il ricordo di Omobono Tenni. Ma v’è di più. Treviso ha senza dubbio alcuno una delle più fiorenti società ciclistiche d’Italia e fors’anche d’Europa la < Ciclisti Trevigia ni > coi suoi cinquantanni e più di vita ormai e le sue vetrine enormi, col me di trofei e di ricordi. Della « Ciclisti Trevigiani » è socio, numero uno, il campione del mondo Toni Bevilacqua e della stessa sono anche i nuovi del ciclismo, i Roma, Menon, Pinarello e tanti tanti altri. Nelle due città non è stato dunque difficile andare in scena con due avvenimenti riguardanti le ca tegorie più belle del ciclismo, quella
12
fresca e fiorente degli allievi e l’altra, un tantino più temprata e ragionata, dei dilettanti junior. Si tratta del resto del le due categorie che interessano di più: perchè sono quelle che offrono al ci clismo le nuove linfe vitali, che assicu rano la continuità ad uno sport che più in alto nel settore professionistico, of fre forse meno contento allo spirito dei dirigenti. Non per nulla del resto le tre più scintillanti vittorie nei campionati mondiali di Varese e di Milano ci $ono giunte proprio dal campo dilettantistico con Ghidini, De Rossi e Sacchi e dagli altri ancora che hanno ottenuto piazza menti eccezionali per virtù degli atleti senza dubbio e della loro classe, ma an che e sopratutto per merito dei dirigenti tecnici, capaci di amalgamare e razio nare la preparazione dei giovani, otte nendo obbedienza, assai meglio di quan to si possa in campo professionistico. Ecco perchè attorno ai giovanissimi corridori del CSI si sono visti a Treviso
aperte ma anche per abituare i ragazzi a ragionare col proprio cervello ed a trarre dai propri riflessi l’immediata so luzione dei problemi agonistici che in corsa si presentano a rotazione. Il ci clismo è fatto di gambe ma anche di ragionamento e questo non va mai di menticato.
Mi sia consentito ora di sdoppiare le due manifestazioni e osservarle separa tamente con l’occhio del direttore di corsa che le ha manovrate, senza co munque prendere troppi appunti perchè purtroppo nel ciclismo è l’ordine di arrivo quello che fa testo. Il ricordare gli episodi sfortunati in gara non fanno che rodere ancor più il fegato ed è be ne dimenticarli. A Lucca le iscrizioni hanno raggiunto la sessantina, in rappresentanza d’una ventina di province. E’ un numero ec cellente trattandosi di una finale nazio nale a cui si accedeva soltanto attra-
CAMPIONATO NAZIONALE ALLIEVI (LS.I. - TREVISO 10 - IX - 1951
1. - MODO GIORGIO U. 8. Augurano - Vicenza che compie il percorso di Km. 83 in ore 2,22'53 alla media di Km. 30,625. 2. - VERONESE LUIGI E. 8. Radoere - Treviso
3. - FLORI PIETRO E. S. S. Eufemia - Bresela
ed a Lucca dirigenti appassionati e preoccupati del rendimento t della gui da dei loro atleti che avrebbero voluto guidare anche in corsa, sicché ci sa rebbero volute decine di vetture al se guito per accontentarli tutti. Ciò che invece non conviene fare per non intralciare il bùon andamento delle prove già così difficili a condursi in porto quando si svolgono su strade
verso la selezione provinciale. E su que sto Bonarelli, segretario della commis
sione ciclistica, è stato inesorabile. D’al tra parte ad un campionato nazionale si può pervenire solo attraverso una pre parazione seria ed una altrettanto ope rosa e fruttuosa selezione.
La gara è stata vivace dalla partenza ed ha avuto quale protagonista della prima parte il bolzanino Collegati, un
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ragazzo solido e tenace che non ha ba dato a buttar nella prova tutto il suo ardore sognando il successo isolato. Ha però sbagliato il calcolo, perchè c’eran di mezzo "le Piastre, che anche i professionisti mal digeriscono e tant’altre cosuccc che alla fine stroncan le gambe e fanno pagar caro le sbarazzinate. Ma a Callegari resta pur sempre il merito d’aver squinternato il plotone appena dieci chilometri dopo la partenza e non aver più permesso che si ricomponesse. Al termine della salita, scendendo verso Pistoia, ormai in vista del traguardo, con un tempo pazzerello che ci ha of ferto il repertorio più vario, sole e pioggia: un acquazzone coi fiocchi da mezza estate, in testa si son trovati in sette-otto, che all’arrivo un po’ per in cidenti, ma più ancora per la stanchezza erano ridotti a cinque.
Gli ultimi a sganciarsi sono stati Lorenzon e Mason di Treviso e Bolla di Savona. I- cinque invece della pattuglia di testa erano: Camanini di Bergamo, il più scaltro della compagnia ma forse anche il più forte, i due romani Vagnoni — che ha un bel gruzzolo di vit torie all’attivo sulle strade laziali — e Chiari suo degno compare, il savonese Gasperini forte ma poco esperto e Schmidt di Bolzano, il più bello della compagnia in linea atletica. Sembrava anche il più forte Schmidt e tutto la sciava prevedere dovesse spuntarla in volata, ma ha avuto il torto di scam biare lo striscione dell’* ultimo chilo-
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Così la volata è stata praticamente a quattro, anzi a tre, perchè anche Gasperini non s’è troppo impegnato. Tra i due romani e il bergamasco per intenderci. e quest’ultimo s’è fatto strada facendo viaggiare con intelligenza i due avversari che avrebbero forse potuto meglio accordarsi prima. La qual cosa non è facile perchè il titolo e la maglia fanno gola a tutti — Bartali e Magni insegnano — e così Camanini ha appro fittato dell’occasione offrendo al sinda co di Bergamo, che era a Lucca per la prima uscita dell’Atalanta, una bella vittoria. (E’ vero che altrettanto non ha fatto nel pomeriggio l’Atalanta... ma sono cose che non ci riguardano). In compenso Roma otteneva il risultato collettivo.
Otto giorni dopo la macchina orga nizzativa del Centro Sportivo Italiano si spostava a Treviso. E anche a Treviso le cose sono andate in modo eccellente con un numero' Mi partecipanti ben maggiore, quale del re sto consente la categoria degli allievi, la più numerosa tra tutte nel CSI (il che dimostra la piena vitalità propagan distica e di reclutamento dell’ente). Una novantina di partenti di 34 province. Tanti indubbiamente e tante anche le
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provincie, tra cui non mancano le me ridionali, dove si sa le leve ciclistiche come quelle atletiche in generale non sono mai state facili.
Più breve il percorso, più vivace e serrata la lotta naturalmente, ma anche più elevato il numero dei protagonisti. Primo attore sulla scena Burganti di Perugia, anzi di Santa Maria degli An geli ad essere precisi. Il simpatico tran quillo Burganti che, subito dopo il via. ha iniziato la sua corsa quasi a crono metro, sganciandosi di prepotenza dal plotone folto e filando a pieno gas per i primi trenta chilometri, mandando anche lui in pezzi il gruppo. Avevano gli amici di Treviso incastrata nel per corso una brutta salita, praticabile si e no, ma il convento... stradale da quelle parti non passa altro per chi voglia ave re un anello di un centinaio scarso di chilometri, e così è stato giocoforza ac cettarla. Del resto tutto è filato liscio. Dopo Burganti altri si sono messi in luce al comando della gara. Ricordo i numeri più ancora dei .nomi, il 51, il 74 e il 75, che corrispondono poi a Gattoni di Pesaro, magnifico promet tente ragazzo ed ai due trentini Franceschini e Moser venuti su alla scuola di Ceri e quindi impastati di volontà e di intelligenza, oltreché di muscoli. Con Moser nel finale s’è trovalo anche, per essersi liberalo dalla morsa dei compa gni inseguitori, anche il romano Fabbri, ma senza fortuna. Perchè Fabbri, che
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LECCA 9 - B - 1951
1. . CAMANINI MARIO U. 8. Tarrls - Bergamo che compie il percorso di Km. 127 in ore 3,45 «Ha media di Km. 38.859. 2. - VAGNONI 8CAEABR1NO C.S. Brusca - Boma
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riagganciarsi al plotone dei primi che aveva inghiottito il fuggitivo e ad arri vare in gruppo. La volata non è stata facile da deci frare per il giudice di arrivo: venti atleti su un fronte stradale di venti
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metri, distesi e lanciatissimi ingarbu gliano le idee e appannano la vista. Ma tutto è andato per il meglio anche per chè il vicentino Moro (ch’era stato pro
CAMPIONATO NAZIONALE DILETTANTI (LSJ.
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prio l’ultimo ad iscriversi) aveva sul traguardo una buona macchina di van taggio sul trevigiano Veronese e . sui bresciani Fiori e Orsi, mentre il berga masco Riva, i veronesi Longo, Bramhin e Danoli, i bergamaschi Serpellini e
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Galimberti e il romano Fabbri terminavano proprio in un fazzoletto.
Le premiazioni hanno ripagato tutti della fatica. A Lucca come a Treviso premi ne sono stati distribuiti in quan tità. Ed a Treviso in specie la corsa è stata ravvivata da un numero incredibile di traguardi a premio: uno ogni due o tre chiometri, sicché anche di questi è i merito della media elevata. Gli allievi hanno marciato infatti assai più forte dei dilettanti. La media a Lucca è stata di 33,859 orari, quella di Treviso 37,625. E il prof. Concas, che ha assistito alla seconda rassegna in rappresentanza delITIVI, non cessava di elogiare l’organiz zazione e di dire tutta la sua ammira zione per la messa in scena ma anche per l’opera proficua e concreta che il CSI svolge in campo ciclistico come ne gli altri settori dello sport.
Natale Bertoceo
PfilME NEVI ED ARCDMENII di aituaiiia’
SCIISTICA di Urto di Vullepiann
Quest’anno la stagione sciatoria pare sia notevolmente anticipata dalle favorevoli (...favorevoli naturalmente per gli sciatori, che per gli altri si tratta solamente di persi stente maltempo) precipitazioni nevose, perciò non sarà male riprendere l’argomento degli sport invernali con un discreto anticipo.
Non vorremmo questa volta soffermarci su considera zioni di carattere tecnico-sciistico oppure di contenuto, di ciamo così propagandistico, per gli sport della neve. Pen siamo invece sia bene all’inizio della stagione, trattare quanto può stare a cuore ad organizzatori ed appassionati dello sport bianco, in merito a questioni riguardanti la F.I.S.I. e la necessità che questa si attrezzi maggiormente per rispondere ad una esigenza che va ogni anno più ma nifestandosi tra le schiere di coloro che vedono lo sci come un accostamento alla montagna invernale con tutte le sue funzioni di carattere educativo e di elevazione, particolar mente per le schiere giovanili che praticano gli sport della neve. L’argomento è stato trattato ampiamente sulle colonne dello «SCARPONE» diversi mesi orsono, da un appas sionato tecnico il quale indubbiamente rappresenta il traitd’union tra la vecchia e la nuova generazione di alpinisti e di sciatori c perciò in grado di poter compiere una equi librata sintesi dei valori positivi che vanno posti in prima linea per una revisione o per lo meno per una nuova inser zione, di attività nuove nel quadro di quelle federali tradizionali della F.I.S.I. E’ questi il Dr. Ugo di Vallepiana al quale lasciamo la parola riportando, dal periodico « Lo Scarpone » quanto egli asserisce in merito ai compiti attuali e possibili della F.I.S.I. Lo « Ski » organo ufficiale della S.S.V. (Federazione scia toria svizzera) scriveva nel suo numero di novembre 1950: « La pubblicazione di Guide sciistiche è uno dei compiti della S.S.V. «Un primo volume O/fizieller Ski-Toitrenliìhrer der Schtvciz apparve nel 1933: esso era suddiviso in 17 carte 1 : 200.000 e comprendeva i più conosciuti itinerari sciistici di allora. « Lo sport sciistico si è però andato sviluppando, la tec nica è migliorata ed i turisti percorsero con il passare degli
anni, un maggior numero di itinerari sempre più difficili. « Dopo che fu esaurita la prima edizione, se ne rese ne cessaria una seconda. « Nel 1943 si decise di far uscire la guida in 6 piccoli volumi e di comprendere tutto il territorio svizzero. L’allora direttore di gite, signor Pierre Blanc, s’accollò la compila zione della zona Vallese-Svizzcra occidentale. « Quale base per questo lavoro servì la carta Siegfried 1 : 50.000, nel mentre gli itinerari vennero riportati su una carta 1 : 100.000 e ciò per economia di spazio. Allorché il lavoro era quasi terminato, apparve la nuova carta topo grafica, opera mirabile dell’istituto Topografico Federale. « Dopo numerosi colloqui e trattative, si addivenne ad un accordo con l’istituto Topografico Federale, in forza del quale questo, convintosi di poter riporre la sua fiducia nel l’opera della Federazione Svizzera dello Sci, le consentiva di segnare gli itinerari sciistici direttamente sulla carta topo grafica ufficiale al 1 : 50.000 autorizzandone pure la pub blicazione.
« Attualmente sono ottenibili presso gli uffici di vendita ufficiali dell’istituto Topografico Federale, le tavole 258 Arolla e 262 Rochers-de-Naye. « Sul ” recto ”, direttamente sulla carta topografica stessa, sono tracciati in rosso gli itinerari sciistici; sul "verso” della carta sono descritti i singoli itinerari, le possibilità di alloggio e di vettovagliamento. La particolare piegatura della carta consente al turista di consultare contemporanea mente la parte della carta con l’itinerario e la relativa de scrizione. « Si tratta di un’opera che richiede molto tempo e la cui compilazione comporta un lavoro di più anni. L’attuale situazione di queste pubblicazioni è la seguente: « Sono uscite le tavole 258 Arolla e 262 Rochers-de-Naye. « Usciranno alla fine di novembre le tavole n. 272, SaintMaurice, e n. 253 Gantrisch. ut * tav°la n- 248 Praettigau uscirà in primavera. « Le tavole n. 282 Martigny, n. 263 Wildstrubel, n. 264 Jungfrau. n. 265 Nuefenenpass; numero 273 Montana, n. 274 Visp, n. 284 Mischabel, come pure i fogli n. 505 Bulle,, n. 550 ------------Val d’Antigorio, n. 585 Courmayeur e n. 586 Valpellinè*, . sono pronte per la stampa.
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« Come regola, i fogli delle carte con gli itinerari sciistici usciranno contemporaneamente con le nuove carte topo grafiche, oppure al momento in cui verrà messa in conimercio una ristampa di qucst'ultiina. « I soci della Federazione Svizzera dello Sci riceveranno, unitamente al bollino di rinnovo per la tessera sociale per il 1950-51, quattro buoni da 50 Rp. (centesimi di franco svizzero) per l’acquisto della carta topografica con gli iti nerari sciistici ad un prezzo ridotto. Con questi buoni si può acquistare pesso i negozi ufficiali di vendita dell’istituto fonografico federale o 4 carte uguali (ad es. esemplari n. 258 Arolla) oppure 4 carte differenti (ad es. 258 Arolla, n. 262 Rochers-de-Naye, n. 272 Saint-Maurice, n. 253 Gantrisch) al prezzo di Fr.sv. 5 l’esemplare. « E’ ovvio che non è possibile utilizzare tutti i buoni per un’unica carta e cioè per acquistare la stessa ad un prezzo di Fr.sv. 3,50. « I redattori delle carte sono ben volentieri disposti ad accettare qualunque suggerimento di modifica relativo alle descrizioni degli itinerari sciistici stessi ». *
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Ed ora alcune considerazioni. E’ noto che la nostra F.I.S.T. ha come solo scopo le ma nifestazioni agonistiche; basta confrontare i due statuti, tinello della E.I.S.T. e quello della S.S.V. (Federazione Scia toria Svizzera) per constatarne la notevole differenza. In un primissimo tempo e cioè prima del 1922, la F.I.S.T. si era, sia pure indirettamente, interessata alquanto anche di turismo e alpinismo sciistico ma in seguito, assorbita essa pure dal « regime », divenuta feudo di uno di quei tanti gerarchi i quali, non avendo mai esercitato alcuno sport, ve devano e concepivano l’incremento di questo unicamente in funionc agonistica perchè più spettacolare e più reclami stico ed in quanto permetteva allo stesso gerarca di atteg giarsi a sportivo facendo la parte di spettatore e di distri butore di premi, in tale epoca, ripeto, la F.I.S.T. assunse il carattere che ancora oggi ha, quello cioè di organismo uni camente intento a manifestazioni agonistiche. A ciò si aggiunse, all’epoca appunto del «regime» il fatto che una mala intesa divisione di sfere di competenza, unitamente alla gelosia reciproca dei caporali travestiti da generali, e presidenti delle varie federazioni (i quali teme vano sempre che la loro sfera di azione venisse invasa da altri pari grado concorrenti, diminuendo così la loro propria importanza di fronte al «padrone»), facesse sì che le varie organizzazioni sportive fossero gelosissime delle proprie pre rogative e per impedire che altri invadesse il proprio campo, proibivano alle società dipendenti di invadere 1 campo al trui, non comprendendo che qualunque alleanza e collaborazione è utile purché essa serva per conseguire dei fini superiori. In tale epoca poteva ad esempio succedere, come è in fatti realmente successo, che il dirigente di uno Sci C.A.I. venisse chiamato a Roma « ad audicndum verhum » per sen tirsi rinfacciare di avere organizzato, ad esempio, una gara di fondo, invadendo, dicevano, il campo della F.I.S.T. nel mentre il gerarca, allora presidente della stessa F.I.S.I. fosse molto meravigliato quando, alla sua domanda: «Cosa ne direbbe lei (il Voi non era ancora stato imposto) se i miei (sic?) sci-clubs organizzassero gite in montagna invadendo il campo del C.A.I.?» si sentì rispondere: «Riguarderei tale attività come una preziosa collaborazione ». Questa lunga e noiosa premessa, quasi una parentesi, non è però del tutto inutile per comprendere l’attuale-limitazione di attività e l’attuale impostazione della F.I.S.T. che ancora risente, come tante cose nostre, di un passato le cui croste anche le più energiche grattate non riescono a staccare e ciò pur anche se alcuni dell’attuale mondo della F.I.S.T-, specie quelli più sensibili al fatto sportivo inteso nella sua polie-
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drica varietà, quale il presidente Oneglio, De Luca ed altri, ne siano, ne sono certo, pienamente convinti. Bisogna infatti tenere presente che la F.I.S.T., come del resto tutte le altre Federazioni sportive d’Italia, ritrae il suo finanziamento unicamente dal C.O.N.I. mediante il To tocalcio. Orbene, questo finanziamento è dato unicamente per fini agonistici in quanto, se anche i gerarchi di un tempo sono spariti, il loro modo d’intendere lo sport si è tramandato nei loro successori e troppa gente crede ancora che lo sport s'incrementi e si propagandi solo attraverso le gare, menta lità che se può forse, avere una certa giustificazione per qualche manifestazione sportiva, non l’ha certo, in maniera assoluta, per lo sci. Così stando le cose mi permetto domandare: 1) Può una federazione sportiva che prende il nome degli « sports invernali» assolvere in pieno il suo compito occu pandosi unicamente d; -agonismo, ignorando gli altri pro blemi che investono il mondo dello sci? 2) Il C.O.N.I. e la F.I.S.I. credono veramente (a dir il vero ne dubitiamo) che le sia pur luminose vittorie interna zionali, le società la cui attività si limita a coltivare soltanto gli atleti per le gare e, infine, la folla festaiola che conce pisce lo sci come un pretesto per fare la « scarlighetta », tutto ciò significhi contibuire seriamente alla diffusione di uno sport così importante, vario, anzi poliedrico, qual’è lo sci, specie se viene considerata l’imponenza della struttura orografica dell’Italia, stupenda palestra per l’educazione fisica giovanile? 3) Non potrebbe il C.O.N.I. consentire (dando così dimo strazione di possedere una elevata comprensione del pro blema sportivo in generale) alla F.I.S.I. di dedicare anche una modesta parte dei contributi annuali all’incremento dello sci-alpinistico e turistico, come avviene tanto brillan temente in Svizzera, Austria, Germania e perfino nei lontani Stati Uniti? 4) Quali riconoscimenti e sopratutto quali incoraggiamenti hanno avuto quei pochissimi Sci Clubs i quali, operando in profondità, hanno pubblicato guide e carte sciistiche di lo calità anche non di moda e organizzato delle gite le quali, facendo conoscere le bellezze vere della montagna invernale, si differenziano dalle «balere» camuffate da sport? Sono sicuro che i dirigenti della F.I.S.I., alcuni dei quali, ed in primo luogo il suo presidente l’amico Oneglio, il quale è realmente uno sportivo e non uno spettatore dello sport altrui, sarebbero ben lieti di poter modificare lo statuto della Federazione, nel senso S.S.V., sempre che il C.O.N.I. fosse d’accordo affinchè almeno qualche briciola della mo numentale torta del Totocalcio venisse sacrificata al ristoro delle energie sportive dello spirito e della cultura, anziché soltanto all’incremento dei muscoli atletici. Se ciò accadesse, la nostra Federazione verrebbe messa in condizioni di svi luppare parallelamente una attività varia ed interessante, magari in collaborazione con il C.A.I. e gli altri enti turi stici, tale da favorire, ne siamo convinti, una concreta dif fusione e, soprattutto, una ben più intelligente conoscenza dello sport sciistico. E’ infatti assolutamente inutile nascondersi la verità. Lo sci è, in altri Paesi, realmente uno sport popolare, nel men tre esso è da noi puramente, in genere, o un professionismo o un modo od una scusa per fare finta di seguire una moda. La stessa assoluta specializzazione agonistica limitata a pochi elementi, le nostre ben scarse affermazioni in campo internazionale, al di fuori di quelle del discesismo, e ciò senza volere minimamente diminuire i meriti di un gruppo di montanari o di pochi cittadini entusiasti, ma anzi perchè appunto l’eccezione conferma la regola, dimostra la giustezza di queste mie considerazioni. Per troppi nostri frequentatori, maschi c femmine, dei campi nevosi, il « fare dello sci » è nuli altro clic un sino nimo di «mi sta bene il costumino da sci? ».
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Il III" TDOFED DELIA MONTAGNA Una volta tanto concorrenti, tecnici, accompagnatori e stampa si son trovati tutti d'accordo e la formala del Trofeo della Montagna, ideato dal CSI, è stata realizzata e collaudata il mese scorso ad Aosta, per la terza edizione della ma nifestazione agonistica di montagna, con pieno successo. Dalla marcia a squadre a cronometro si è passati quest’anno alla formula della gara a staffette, riducendo anche il numero dei componenti di ciascuna formazione. Le due prime edizioni, co
ronate tuttavia da esito propagandistico e di partecipazione enormi, richiedevano una preparazione accuratissima e un al lenamento severo da parte delle squa dre; allenamento particolare, collettivo per intenderci, e questo non sempre è possibile specie tra gli elementi delle valli, che sono i più, impiegati proprio nel periodo estivo nei più svariati la vori della campagna o del movimento turistico. La nuova formula a staffetta ha favorito oltreché la partecipazione notevole, che sarà elevatissima nei pros simi anni, anche la preparazione indivi duale, in quanto a ciascun elemento del la pattuglia-staffetta, era affidato un setto re di fisionomia altimetrica ben diversa: al primo un percorso misto prevalente mente pianeggiante con dislivello molto relativo; al secondo una severa impen nata con uno scarto notevole di quota, circa 1800 metri di dislivello ; al terzo infine ima picchiata, dello stesso disli vello della salita, con l’aggiunta di un lieve tratto a mezza costa, tecnicamente utile per scaldare i muscoli del terzo staffettista. Nessuna limitazione v’è stata circa la partecipazione delle staffette, apparte nenti o meno al Centro sportivo italia no, che la manifestazione vuole essere di sostanziale apporto al movimento agonistico della montagna estiva, utile per non dire indispensabile alla stessa preparazione sciistica invernale. Per questo appare strana la decisione della Federazione italiana degli Sport inver nali, di vietare la partecipazione dei
suoi atleti a questo genere di prove. Ciò che non si verifica davvero in nessun altro Paese e in particolare nelle na-
zioni scandinave, dove si guarda a que ste prove podistiche-escursionistiche con lo stesso interesse tecnico delle
gli alpini si sono imposti, ma con una sola squadra, con quella dell’8" di Tolmezzo, composta dal vecchio azzurro
competizioni dello sci, in quanto so no ad esse strettamente collegate. La messa in scena e l’ospitalità in Aosta è stata completa ed accurata. Dal la prima alla terza edizione si è passato in questo settore come dire? di com prensione locale, dalla diffidenza al più calilo entusiasmo. E le autorità della Valle e del Comu ne di Aosta considerano oggi il Trofeo della Montagna, come cosa propria, sic ché sarà davvero difficile all’eccezionale avvenimento alpino-escursionistico del CSI spostarsi in altra sede. Il pubblico, una autentica folla di
Tassati, da Zonolli e Dolussi, che al secondo posto tra le penne nere s’è
migliaia di persone, ha gustato la mani festazione. Un perfetto servizio di col legamenti radiotelefonici ed un altret
tanto preciso servizio di cronometrag gio (i cronometristi di Aosta sono or mai degli specialisti di questa compe tizione ha consentito di seguire la gara metro per metro e di viverne le sue fasi più belle. Già il fatto del resto della partenza della prima frazione in linea da Aosta e l’effettuazione del pri mo cambio sullo stesso punto di arrivo, favorivano la parte spettacolare dell’av venimento, ma i collegamenti, per i
quali occorre dire grazie ai reparti spe cializzati dell'Esercito, hanno completa to il quadro e sono serviti a tener desta l’attenzione. Del resto non si è trattato di una sola gara, ma di tre competizioni distinte, anche se collegate da una classifica generale che la ha riassunte ai fini di un bilancio tecnico unico. Cittadini, Valligiani e Militari hanno corso suddivisi in tre distinte
categorie, le cui partenze in linea si sono succedute alla distanza di venti minuti. Il tempo sufficiente per assi stere alla partenza, data dal sottosegre tario alla Difesa Esercito On. Baresi, della categoria militari (la terza e più
numerosaJ e veder piombare sul tra guardo i primi staffettisti della categoria cittadini. Una competizione serrata dunque e avvincente. La lotta maggiore s é avuta naturalmente tra le squadre militari, sulle quali ancora una volta
inserita una delle staffette della Scuola Alpina delle Guardie di P.S. di San Candido, con Martinelli, Mar tinelli, Pellin e De Franceschi. L’affermazione della Scuola Alpina delle Guardie di P.S. di San Candido costituisce la nota nuova e più interes sante del terzo Trofeo della Montagna. Ciò vuol significare che va sorgendo in Val Posteria una nuova fucina di atleti della montagna e conforta il fat to che si tratta di reparti militari dove la disciplina e la possibilità di un lavo ro di preparazione collettivo consentono risultati eccellenti. Le due squadre di San Candido si sono classificate al secondo e quinto posto della categoria militare e forse Franceschi avrebbe anche potuto spun tarla sulla stessa agguerritissima forma zione dell’8° alpini, se nella frazione in salita non avesse perduto, nel confronto diretto, circa quattro minuti. Per contro — a significare l'eccellente comporta mento dei due frazionisti in pianura il distacco tra le due formazioni militari al traguardo era di appena 1’12". Concludendo si può già sin d’ora de durre che sulla bilancia della categoria militari del IV Trofeo della Montagna é già assicurata in partenza la appassio nante rivincita tra gli alpini e le guar die di frontiera di San Candido. Il 4° Alpini di Torino (battaglione Aosta) con Bellone, Pala e Barmasse e con Villa, Lantelme e Casserà ha occu pato il terzo e quarto posto nella gra duatoria militare, la quale si inserisce in quella generale e quindi tra le squa dre dei valligiani e dei cittadini. Perchè occorre precisare che la cate goria militare è stata superata anche
quest’anno dai valligiani, espertissimi, di Calolzio Corte (Bergamo) con due formazioni di autentici marciatori al pini e dal trio della Val di Fiemme composto dai fratelli Delladio e da Zeni. Il ritmo indiavolato di queste tre formazioni, che possono gareggiare in
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In alto: Il Rev.ino Mons. Trossi \ icario Generale dell'Ordinario Militare rivolge agli atleti e alle autorità prescnt', alla S. Messa per i caduti della Montagna celebrata da S. E. il Vescovo di Aosta un caldo e seguito discorso sul valore e la bellezza delle competizioni alpinistiche e montane. - — In basso: I concorrenti della prima frazione della calegoi ia militari sono già allineati sulla linea di partenza in attesa del segnale del \ ia che sarà dato da S. E. Baresi. Il n. 13 è il Sergente Maggiore dell’8" Alpini, l'ex azzurro Tassotti che con il vantaggio nella sua frazione 'ha assicurato alla sua staffetta l ambita vittoria di categoria, davanti alle Guar die di B. S. della scinda .Alpina di S. Candido.
In alto: S. E. Baresi Sottosegretario alla Difesa Eserciló si
congratula con il valdostano Franzosi che ha compiuto la frazione di salita (sette chilometri con 1,300 metri di disli vello) in 53". — In basso: La staffetta Vincitrice della U. S. Victoria di Calolzio Corte davanti al palco delle Autorità dopo la conclusione della grande prova.
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prove podistiche di fondo (la squadra della Pro Victoria di Calolziocorte, si è classificata al nono posto nella staffetta internazionale di Genova per la Coppa Mainino) ha provocato infatti una sele zione nettissima. Conti, Zanchi e Gaz zetta, che compongono la staffetta prima assoluta del III Trofeo della Montagna, sono atleti di classe che nelle competi zioni sciistiche, come in quelle atletiche e più ancora naturalmente in quelle escursionistiche-alpine, hanno conquista to successi notevoli. Conti e Zanchi fecero parte lo scorso anno della squadra vincitrice del li Tro feo ed il risultato sbalordi. Si credeva che con la formula nuova a staffetta i ragazzi della Pro Victoria non fossero capaci di imporsi e invece essi non solo hanno rinnovato il successo ma, chia mando in gara altri due elementi, hanno formato due staffette che hanno conqui stato i primi due posti assoluti. La se conda staffetta, che ha superato nel fi nale la squadra della Cornacci di Tese ro, era composta da Maggi, Pararvicini e Satini.
Questo per quanto riguarda le prove collettive. Occorre dire tuttavia che spetta al valdostano Franzoni, dell’US. Arpailles, la maggiore prodezza della grandiosa competizione montana di Ao sta realizzata dal CS.I. Franzoni aveva il compito della seconda frazione, quel la in salita e nel bieve tratto da Aosta a Pila, sul costone del monte che si spinge sin verso Cogne, egli è salito, come uno scoiattolo, toccando il tra guardo della seconda frazione nell’incre dibile tempo di 53’. Selle chilometri cir ca con 1800 metri di dislivello in meno di 55’. E’ impresa questa possibile solo ai « fuori classe » della montagna. Le squadre di Brissogne, della Virtus di Aosta, del Crai Ceppomorelli di No vara e degli immancabili « picciotti » dell’Etna (quelli di Zafferano Etnea) si sono comportate onorevolmente tra i valligiani. Tra i cittadini, assenti i ragazzi di Subiaco vincitori delle prime due edi zioni del « Trofeo », la grande, gradita sorpresa è stata data dai... marinai di Savona. La staffetta delVUS. Gloria di Savona, fatica particolare del buon Stombellinì, ha assunto il comando del la categoria alla seconda frazione, dopo lo scatto iniziale della Polisportiva Libertas di Massa Carrara e la tenace re sistenza della Cesare Battisti di Verona, dello SCAI « Nosari • di Bergamo, della
« Cintone » di Arsiero e del C.SJ. di Vittorio Veneto e l’ha tenuto salda-
mente sino al traguardo, segnando per giunta un tempo migliore di tante for mazioni valligiane tale da meritare il
settimo posto assoluto in classifica ge nerale. La staffetta savonese era composta da Siccardo, Facchini e Panchetti, tre ra gazzi in gamba, che hanno qualità anche per le prove atletiche di fondo. Complessivamente tremasene, delle trentotto staffette partite, hanno raggiunto il traguardo finale in tempo massimo, ciò che dice con quanto pun tiglio e volontà essi si siano preparate
(dia magnifica prova. Al mattino nella Piazza Chanoux, da vanti al monumento dei Caduti della prima grande gitana mondiale, il Ve scovo di Aosta ha celebrato per gli atleti c per le autorità una messa in suffragio dei caduti della montagna, ch’è stata commentata da Mons. Trassi, l'icario dell'ordinario Militare. Le partenze sono state date dal Sotto segretario alla Difesa-Esercito on. Pare si, presenti il Comandante del Territo rio Militare di Torino, Generale di Corpo d’Armata Pialorsi ed i rappre sentanti dei vari corpi militari; oltre c.ll’avv. Bondaz, Presidente del Consiglio della Valle d’Aosta ed al Sindaco, si gnor Savioz.
Nel pomeriggio, prima della premia zione effettuata nella Piazza principale alla presenza della cittadinanza, il Sin daco di Aosta ha offerto nella sala con solare del Comune un ricevimento alle autorità ed ai partecipanti, rivolgendo parole di saluto agli atleti e di ringra ziamento alle autorità e al CS.I., per aver realizzato in modo superbo la terza edizione del Trofeo della Montagna.
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Dall'alto in basso: 1. - Un cambio di staffetta della categoria valligiani. 2. - La squadra dell’U.S. Gloria di Savona vincitri ce della categoria cittadini davanti al palco delle autorità. 3. - S.E. il Generale del Corpo D’Armata Pialorsi comandante il territorio mili tare di Torino premia la staffetta delle Guardie di P.S. di San Can dido. 4. - Il Sottosegretario alla Di fesa Esercito Ecc. Baresi parla agli atleti e alla popolazione di Aosta prima della premiazione. 5. - Le staffette partecipanti schierate al centro della Piazza Chanoux di Ao sta, ascoltano i discorsi delle auto rità intervenute prima di ricevere dalle loro mani i premi meritatamente conquistati nella terza riu scitissima edizione del Trofeo della Montagna.
Il 3° Trofeo
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« I Numeri - Questi simpaticoni ». Con questo titolo Pietro Silvio Rivetta, il brillante ed eruditissimo scrittore più generalmente conosciuto sotto il pseudo nimo di « Toddi », ha pubblicato un vo lume nel quale, in 233 pagine, infiorate delle più bizzarre ed eterogenee illu strazioni, è riuscito a far ingoiare d’un sol fiato e senza far boccacce, non so quanti problemi di matematica e geo metria. Senza pretendere un uguale successo, ma seguendo un sistema non molto dis simile e ricorrendo all’ausilio di quelle « simpaticone » che sono le linee, cer cherò di darvi una visione sintetica di quelli che furono gli sviluppi e i risul tati del III Trofeo della Montagna, nella sua nuova formula di gara a staffette.
gnificano che il concorrente ha guada gnato terreno rispetto agli altri, nel percorrere la propria frazione, mentre quelle discendenti significano che il concorrente ha perduto terreno. Le li nee orizzontali infine significano che il concorrente, al termine della propria frazione, non si è avvantaggiato nè ha perduto terreno rispetto alla posizione che occupava il suo precedente compa gno di squadra. Nei riguardi della prima frazione del percorso, il grafico non contiene, appa rentemente, alcuna indicazione; ma il comportamento del primo frazionista ri sulta evidente dalla posizione che esso occupa all’inizio della seconda frazione, in quanto la partenza per la prima fra zione è stata data in linea per tutti gli atleti della stessa categoria e dell’inter Il grafico che vi presento contiene la vallo di 20 minuti fra una categoria e indicazione esalta delle squadre che l’altra è stato tenuto conto nel computo parteciparono alla competizione: tren dei tempi, sicché tutti i concorrenti deb totto complessivamente, delle quali una bono considerarsi come partiti contem sola, relegata all’ultimo posto nella clas poraneamente. sifica generale, non portò a compimento la gara e si ritirò durante la seconda Pur lasciando ai volenterosi ed agli frazione. interessati l’esame dettagliato dei risul tati quali emergono dal grafico, credo La formula « a staffette » consentiopportuno di dare un cenno di quelli rebbe di individuare anche quelli che più evidenti e che più si impongono rappresentarono gli elementii più pro alla considerazione dei comeptenti. duttivi delle varie squadre agli effetti della classifica generale, ma siccome la Nella classifica finale la squadra deldetta formula darebbe anche la possibi • l’U.S. Arpailles di Aosta è quella che ha lità di identificare anche quelli che co realizzato il miglioramento più sensibile stituirono gli elementi negativi, così nel sulla posizione occupata alla fine della grafico ho sostituito ai nomi dei sin prima frazione; essa ha guadagnato ben goli concorrenti altrettanti dischetti, cia 18 posti, passando dalla ventiquattresi scuno dei quali il lettore benevolo, che ma alla sesta posizione. La seguono a avrà avuto la pazienza di leggere sino in breve distanza quella dell’A.S. CRAL fondo queste note,- potrà sostituire, se lo Ceppomorelli di Novara, che ha gua riterrà opportuno, il nome corrispon dagnato 14 posti ed a distanza maggiore la Squadra B della Scuola Alpina della dente per gridare l’< osanna » od il ccrucifigge» a seconda dei casi. Guardia di Finanza di Predazzo, che ha guadagnato 8 posti. Unico segno di differenziazione fra i dischetti è che quelli pieni corrispon Per contrario la squadra del Plotone dono a concorrenti della categoria mi Genio Alpino di Torino ha perduto 18 litari, quelli riempiti a tratteggio a con posti nelle posizioni occupate alla fine correnti della categoria valligiani e della gara in confronto della posizione quelli bianchi a concorrenti della cate occupata alla fine della prima frazione goria cittadini. Similmente le linee che è passata cioè dal 15° al 33° posto. Se dici posti ha perduto la squadra deluniscono i dischetti sono piene, quando si riferiscono a squadre militari, a~ tratti: l’U-S. Pro Juventate di Cogne ed un e punti, quando si riferiscono a squadre dici la squadra della SCAI di Bergamo. valligiano ed a tratti, quando si riferì* La squadra dell’U.S. Arpailles di Ao scono a squadre cittadine. sta, come ho detto, è quella che ha rea E dopo queste premesse, la lettura lizzato il miglioramento più sensibile del grafico non dovrebbe offrire diffi nella classifica generale, nel tratto fra coltà di sorta : le linee ascendenti si la fine della prima frazione e l’arrivo,
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ma tale risultato, veramente sensazio nale, è dovuto al comportamento in gara del secondo frazionista, il quale da solo ha guadagnato tutto il vantaggio nel tratto più faticoso, la salita da Ao sta a Pila, con dislivello di circa 1800 metri. Anche la squadra del C.S.I. Re coarese di Reocaro ha realizzato un notevole miglioramento nel medesimo tratto passando dal 32“ al 21” posto e quella della U.S. Brissogne di Aosta che è passata dal 12” al 5” posto, realizzando un miglioramento di 7 posti. Le squadre del Plotone Genio Alpino di Torino e quella dell’U.S. Pro Juven tute di Cogne sono quelle che hanno accusato la maggior deficienza nei pro pri scalatori, ai quali deve imputarsi il poco lusinghiero piazzamento delle squadre stesse. Essi hanno infatti deter minalo la discesa dal 15° al 32° posto e dal 14° al 26°, rispettivamente, delle proprie squadre. Nella stessa frazione le squadre della Polisportiva « Libertas » di Massa Carrara e quella dell’U.S. Lavoratori di Terni, hanno perduto cia scuna 9 posti. L’ultima frazione, in discesa, è quella nella quale si sono verificati gli sposta menti di minore importanza nella clas sifica. In essa infatti la squadra dell’U.S. CRAL Ceppomorelli di Novara, la squadra li della Scuola Alpina delle Guardie di Finanza di Predazzo e la squadra B della Scuola Alpina delle Guardie di P.S. di S. Candido hanno migliorato rispettivamente la propria posizione in classifica di 8, di 6 e, di 4 posti, mentre la squadra della SCAI Nasari di Bergamo, quella del C.S.I. Recoarese di Recoaro e quella dell’U.S. Pro Juventute di Cogne hanno retroces so rispettivamente di 7, di 5 e di 4 posti. Questo e tante altre cose ancora di cono, nel loro muto linguaggio, le linee che si intersecano nel grafico. Esse sono « spezzate » nel loro complesso, ma « rette » fra un dischetto e l’altro. Esse affermano delle verità e non temono smentite e su di esse potranno meditare e trarre conclusioni i dirigenti delle squadre che, attratti dal fascino del Terzo Trofeo della Montagna, vorranno degnamente prepararsi per confermare la già manifestata superiorità o per ten tare l’agognata rivincita nella quarta edizione della manifestazione.
Riccardo Ilo carelli
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PALLACANESTRO E ALLENATORI di Francesco tritelli
NelFanno 3891 il giovane doti. James Naismith ideava le regole di un ” nuovo gioco ” che poi si chiamò ” palla a canestro ” per il fatto che il gioco medesimo consisteva nel far entrare la palla in un vero e proprio canestro, sistemato al posto del l’attuale cerchio di ferro. La ragione che spinse il clott. Luther H. Gulick capo della. Sezione di Educazione Fisica d’uria scuola di Springfield, nel Massachussetts, U.S.A., a commettere il ” nuovo gioco ” all'ideatore sopra detto, va ricercata nella necessità di disporre di un gioco che si potesse praticare in palestra e che risultasse sia dilettevole nello svolgimento che ef ficace per il mantenimento o il miglioramento del le condizioni fisiche degli atleti, durante i mesi della loro inattività invernale. E’ superfluo dire come impianti sportivi, at trezzature tecniche e norme di gioco si siano man mano perfezionati a seguito delle esperienze fatte attraverso campionati e tornei che si sono sempre organizzati negli anni successivi. Diremo anzi che negli Stati Uniti, che sono tuttora all’avanguardia del cestismo mondiale, spe cialmente da qualche decennio in quà, si è cer cato continuamente di perfezionare le regole di gioco in modo da ottenere uno spettacolo sempre più bello ed avvincente. Dopo pochi anni dalla sua apparizione negli S.U., il gioco della pallacanestro varca l’oceano e pianta le sue radici anche nel continente europeo. Dapprima si fa strada timidamente per opera di
sparuti pionieri. Poi si diffonde speditamente, spe cie dopo la fine della prima guerra mondiale, per la presenza di molti cestisti fra le truppe ameri cane, dislocate in vari paesi europei. Il periodo aureo dello sviluppo tecnico-propa gandistico del cestismo italiano si ebbe dal 19.31 al ”40. In tale periodo, infatti, si viene a formare quella classe arbitrale italiana i cui esponenti mag giori riescono a riscuotere i più ampi consensi an che in campo internazionale. Contemporaneamente, agli arbitri, si forma, at traverso respletamento di appositi corsi, anche una schiera di capacissimi allenatori. La Federazione Italiana Pallacanestro organiz zava questi corsi allenatori, perchè i Dirigenti del l’epoca erano perfettamente convinti che, senza istruttori opportunamnete preparati, il cestismo non poteva progredire in modo rapido e sicuro. Occorre pur dire che detti Dirigenti, persuasi come erano delle qualità del gioco, desideravano anche, con la diffusione di esso, contribuire alla formazione fisico-spirituale della nostra gioventù. Infatti, il gioco del canestro, di alto valore, fìsico ed estetico, perfeziona le qualità atletiche dei gio vani e ne sviluppa la resistenza, l’equilibrio, la prontezza e l’intuizione. E per il fatto stesso di es sere il più complesso ed esigente sport, di squadra, sviluppa anche le facoltà mentali e il senso della disciplina, essendo il giocatore costretto a sacrifi care il proprio successo per l’affermazione della squadra. Per tali caratteristiche, il gioco della pai-
lacanestro è il più indicalo diversivo per i prati canti degli altri sport in genere, quando essi vo gliano migliorare le condizioni fisiche generali ed in special modo quelle della respirazione. Ira lo altro il cestismo costituisce lo sport anche piu in dicato per la donna in quanto, senza turbarne, la armonia delle forme, ne sviluppa la robustezza, la agilità e. la prontezza. Abbiamo detto che la pallacanestro è gioco di squadra per eccellenza. Difatli, i cinque atleti iti campo idealmente dovrebbero agire come un sol uomo guidato da un vivido intelletto. Affinchè un Allenatore, riesca a formare una squadra che agisca approssimativamente in tal maniera, deve assog gettarsi ad uno studio approfondito, quanto ap passionato, del gioco, nonché ad un costante e paziente lavoro, inteso ad incidere, oltre che svile qualità tecniche degli allievi, anche su quelle del loro carattere.
Pertanto, un buon Allenatore, oltre che un pro fondo conoscitore della pratica del gioco, deve an che essere un esperto psicologo. Invero, per otte nere dei risultati tangibili, egli deve far sì che le sue lezioni riescano agli allievi sempre interes santi, mai monotone e noiose. Del pari, deve saper intuire la stanchezza o l’esuberanza fisica nonché le condizioni spirituali dei singoli affinchè adegui la preparazione atletica alle esigenze di essi o ri sollevi morali abbattuti. In altri termini, non deve uniformare sempre e comunque rallenamento di tutti i suoi allievi a un programma di allenamento fisso c invariabile. Deve, quando non può altri menti, adattare i suoi schemi di gioco alla qualità e possibilità degli atleti a sua disposizione e non viceversa.
Pur tenendo presenti gli accorgimenti sopra cennati, /’Allenatore coscenzioso deve, preventiva mente. studiare il suo programma di allenamento, inteso a gradualmente raggiungere i suoi fini. Egli deve pure sottoporre i propri allievi alle varie pro ve. di efficienza fisica per controllare lo stato atle tico di ciascuno di essi e, all’occorrenza, provve dere o direttamente, con opportuni adattamenti dell'allenamento, o attraverso l’opera specifica del medico sportivo. Oggetto di particolare attenzione dell’Allenatore è quello di spiegare ciascun eser cizio con proprietà di linguaggio e sicurezza di cognizioni, perchè {tossa farsi intendere e riscuo tere la necessaria completa fiducia da parte, di chi l'ascolta. Ove occorra, dovrà ripetere la spiegazio ne, spezzettando opportunamente l'argomento, sen za dimostrare minimamente d'infastidirsi per que sto. Tutto ciò che egli spiega deve dimostrarlo ai suoi giocatori o eseguendo personalmente l’eser cizio o servendosi di uno dei migliori allievi, ba dando, in quest'ultimo caso, di non criticare in modo sconveniente gli eventuali errori rilevati, ma portare gradatamente l'allievo medesimo, nonché
i suoi compagni, al superamento di ogni difficoltà, adoperando pazienza ed adatte parole d'incorag giamento. Egli deve sapere ottenere una effettiva disciplina, non in dipendenza delle, proprie qua lità gerarchiche, ma in virtù della sua autorevo lezza, cosa questa che si ottiene con una profonda conoscenza tecnica, col controllo assoluto delle proprie azioni, col trattare gli allievi con fermez za di carattere, con comprensione ed affabilità e col non dimostrare preferenze per nessuno di essi. Il vero Allenatore deve preparare la propria squadra in modo tale che la medesima, sid terreno di gara, a un suo cenno, passi facilmente da un si stema di attacco o difesa ad un altro, (piando a suo giudizio, così facendo, possa trarne vantaggio. A questo stesso proposito egli deve saper indivi duare i punti di forza e di debolezza, dello schie ramento avversario, per tentare di neutralizzare i primi e sfruttare i secondi mediante un avveduto impiego dei propri uomini. Egli, in altri termini, nel corso della gara, deve essere il geniale stratega ed ispiratore della condotta di gioco della propria squadra. L’Allenatore, infine, deve conoscere anche no zioni elementari di medicina sportiva con partico lare riguardo a quanto si riferisce ai ” massaggi ”, all’igiene e all’alimentazione degli atleti. Non vi è perciò chi non si renda conto, dopo quanto abbiamo dianzi fugacemente, accennato, e l'abbiamo fatto unicamente per questo, come sia diffìcile giungere ad una effettiva maturità nella categoria degli allenatori della pallacanestro.
Per agevolare il compito degli appassionati di tale branca sportiva, molto lodevolmente la F.I.P., fin dal 1948, ha ripreso la organizzazione dei corsi per aspiranti allenatori, e di quelli di perfeziona mento. Dobbiamo però osservare che se la pro grammazione delle lezioni di detti corsi fosse stata ispirata ad un più razionale orientamento didat tico si sarebbero ottenuti certamente risultati mi gliori. Un contributo non indifferente alla diffusione della tecnica di gioco l’ha apportato la pubblica zione dei settimanali specializzati che, purtroppo, è andata man mano estinguendosi. Meritorie sono state anche le pubblicazioni usci te a cura del Comitato Federale Allenatori nonché i due ” Quaderni di pallacanestro ” di Lino Scarso. I corsi allenatori e le. pubblicazioni suddette, d’ispirazione statunitense, non sono valsi però a fare riconquistare al cestismo italiano le vette delle graduatorie europee, raggiunte nel periodo pre bellico, specialmente nel campo femminile. Il che dimostra come la questione della diffusione del gioco della pallacanestro e l’approfondimento del la sua tecnica sia ancora di palpitante attualità.
Per far sì che. tale questione venga superata, a nostro avviso, gli attuali Dirigenti Federali dovran no affrontare il problema degli Allenatori in ma niera più organica e razionale di quanto finora
fatto.
23
A TORINO SUL CAMPO I I L A il
<11 Generoso Muffilo
Quanti ricordi si affacciano nella nostra mente.
Vi abbiamo ricordali cari Atleti granata in una
In esso vi è molta storia del calcio italiano, è una storia che inorgoglisce e rattrista.
atmosfera • di rimpianto mentre il sole sembrava
Eppure è un campo modesto c non ha le at trezzature maestose del grande stadio, è un Po’ come un nobile decaduto, ma il suo stemma è si
che volesse partecipare alla cerimonia dandoci la
stia luce d’oro.
Il C.S.I. ha voluto dedicare le finali del suo
nonimo di aristocrazia e brilla di lucentezza pura.
Campionato nella Vostra città, nella città dei Cam pioni di sempre. Si sono svolte 4 gare, vi è stata
Vecchi campioni del Torino! Dalla maglia gra
la proclamazione dei Campioni d’Italia del C.S.I.
nata avente al lato del cuore lo stemma d’Italia,
della balda schiera dell’Unionc Sportiva « Ponle-
oggi siete tornati tra noi. Avete risposto all’appello
dera ». Ma al di sopra delle fasi agonistiche vi è
delle schiere dei ragazzi del Centro Sportivo Ita
stato un qualchecosa di più elevalo, uno spirito
liano, che hanno voluto dedicarVi il loro titolo,
superiore, uno spettacolo di forza e di cavalleria,
che hanno voluto combattere su questo Vostro campo onusto di gloria. Voi giovani di sempre,
una generosa dimostrazione di sport puro, si, sul Vostro campo è stata scritta una bella pagina spor
avete ascoltato l’affettuoso richiamo di 44 ragazzi
tiva.
che rappresentano i trentamila calciatori del C.S.I. La commozione ci attanagliava il cuore quan
I vessilliferi del Sud
do stamane a Superga è stato celebrato un rito
Sabato mattina poche ore prima della gara si
compiuto con semplicità eppur tanto colmo di sen
sono presentati a Torino i ragazzi dcll’U.S. « Di
sibile tenerezza.
vieta » di Potenza che rappresentavano le forze
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del Sud. Essi non sono scesi da ma da una modesta terza classe che li ha ospitati
per oltre 30 ore. I loro pranzi durante il viaggio sono stati rappresentati da modesti cestini. Mada ma Povertà è stata la loro compagna durante tutto il faticoso tragitto.
Cari e bravi ragazzi aventi nel viso l’espres sione della stanchezza e negli occhi la vivacità e il desiderio di scendere presto in campo per dare la chiara dimostrazione del loro valore c della loro disciplina.
La partita dell’ Invicta di Potenza 1 ragazzi dcll’« Invicta » hanno onorato la ter
ra del Sud, la loro gara è stala un esempio per la generosità profusa fino all’ultimo istante c ognuno di essi ha dato tutto se stesso per raggiungere la meritata vittoria. La sorte, più che il valore in campo, hanno sen tenziato la loro sconfìtta, una sconfitta che onora
più di ogni vittoria. Lo sportivissimo pubblico torinese abitualo ai grandi incontri è rimasto commosso nel vedere
questa modesta squadra, così volitiva, così valorosa
quanto sfortunata. Sul Campo « Filadelfia » echeg giava un solo grido: Forza Potenza! E gli sportivi
di l’orino lanciavano il loro incitamento stando in piedi, dando così una prova di ammirazione c di rispetto verso i modesti ragazzi che davano esempio ai campioni di ieri di oggi e di domani. Un triplice trillo emerse su tanto clamore, i
ragazzi del Sud avevano perduto, era la sentenza dell’ingiustizia.
Poveri piccoli atleti! Gli applausi non potetevano lenire il loro dolore. Il loro volto era ri
galo di lacrime, ma esse non testimoniavano una debolezza ma erano espressione di dignità, di forza.
Li volemmo abbracciare, volemmo dire loro qualche parola buona, cercammo di attenuare la
loro cruda amarezza, essi ci dissero con la voce
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dello sconforto di avere promesso ai loro fratelli
del Sud la vittoria.
Noi possiamo affermare clic se anche la vit toria non è stata loro compagna, essi hanno vinto
I Giovani Campioni lidia manifestazione atletica ili Genova
ugualmente e, forse in modo più bello, la dura
contesa.
Vecchie glorie Ci rattrista un po’ quando si comincia a par lare di un passato perchè a volte esso è effettiva mente remoto. Quante vecchie glorie del Calcio
Italiano abbiamo incontrato delfia » !
sul Campo
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Vecchi c cari amici di 20 anni fa, ci siamo ri
trovati e vedendo molti fili d’argento sulle nostre teste, il ricordo è volato lontano, quando la gio
vinezza esprimeva il suo canto di gioia. Quanti ricordi di quel vecchio campo che ci
vide attori, sia pur in funzioni diverse, ci rendevano l’anima triste e lieta nello stesso tempo, erano ricordi che appartengono a un passato, che spesso rivive e ci conforta.
Quante battaglie abbiamo ricordate? Quanti episodi sono stati rivissuti? Una gamma di partite c di nomi che non ripeteremo per la tema di di menticarne qualcuno. Ma il nostro sguardo si posava spesso su un fascio di fiori, i fiori del Centro Sportivo Italiano. Essi adornavano una lapide, quella dei Campioni d’Italia e mentre che le nostre parole rievocavano tanta gloria del Calcio italiano, quella lapide stava vicino ai nostri cuori che non potevano dimenti care quei cari ragazzi c sembrava che il Campo « Filadelfia » parlasse solo di Loi^
Il gruppo dei vincitori dei Campionati atle tici del C.S.I., dopo la vestizione delle maglie di campioni tra il sindaco di Genova on. Vit torio Pertusio, il V. sindaco, il comm. Aldo Mairano, membro della Giunta del C.O.N.I., Aldo Notarlo e Natale Bertocco della Presiden za Centrale del C.S.I. Sono presenti nel gruppo il vincitore dei m. 100 e dei m. 400 piani Jacob di Trento, dei m. 1500 Fontanella di Cremona, dei m. 5000 di marcia Massara di Vibo Valentia, del salto in alto Colombo di Brescia, del lancio del disco Belli di Arezzo, del peso Monguzzi di Milano, del salto in lungo, Pescetto di Genova, CRITERIUM NAZ. STUDENTESCO 1951 80 piani 1.000 » Alto Lungo Peso Staffetta 4X100
Ecco il glorioso Invitto Torino, la squadra cinque volto campione d’ Italia cosi come portano viva nel cuore gli sportivi italiani
26
Albertelli, Alessandria Carlier, Genova Pace, Pescara Bertozzi, Udine Monguzzi, Milano (Conte, Ronca, Pitto, Farinetti), Genova
CAMPIONI DEL C.S.I. 1951 Jacob, Trento 100 piani Jacob, Trento 400 » Fontanella, Cremona 1.500 » Colivicchi, Genova 3.000 » Massara, Catanzaro 5.000 » Colombo, Brescia Alto Pescetto, Genova Lungo Lelli, A rezzo Disco Bagnasco, Genova Giavellotto Monguzzi, Milano Peso Staffetta 4X100 (Ermirio, Milani, Gioacchini, D’Asnach), Milano
9”1 2’40”5 ni. 1,71 » 6,65 2> 14,70 44”4
11”1 51”3 4’23”3 9’26”5 25’ ni. 1,65 » 6,13 » 35,48 » 46,51 » 11,92
45”6
ARPIONI SOTT’ ACQUA E PENNINI SOPRA
Vicissitudini della pesca s ii b a c q u e a Uno sport purissimo, esaltato sin dai poeti della Grecia classica, dopo un notevole progresso tecnico, pare stia inquinandosi tra interessi e ambizioni
Non
intendo
fare,
per
l’ennesima
volta, la * vera storia » della pesca su bacquea, ma è opportuno che ricordi le origini antichissime di questo sport me raviglioso praticato dai Greci, noto ai Romani, oggetto di fantasiosi studi nel l’evo medio e moderno e posto infine all’attualità contemporanea per iniziati va di due pescatori giapponesi che, re duci dall’esposizione di Barcellona del 1929, ne dettero dimostrazione in Ita lia, all’isola d'Ischia, più di ventanni
fa. Sino a quel momento, si trattava — come del resto durante le prime espe rienze dell’austriaco Hans Hass e dei suoi compagni nel Mar dei Caraibi — della purissima gara di forza a di astu zia giuocata sott’acqua tra i pesci e lo uomo armato di solo arpione a mano.
D’altronde, la superiorità dell’uomo sugli altri esseri viventi è basata sulla sua intelligenza; essa gli permette di sfruttare tutte le forze e le leggi della natura con l’invenzione di mezzi tecnici e meccanici che, dalla ruota ai motori azionati dalla forza nucleare, ne fanno il re del creato. Nel campo particolare, l’uomo sosti
tuì allo scatto ed alla forza muscolare la potenza ideile molle d’acciaio, co
struendo, con il franco-polacco Alee Kramarenko, il primo « fucile subacqueo ». Da questo momento si deve in effetti
considerare battezzato lo sport della pe sca subacquea nelle forme moderne, ed il battesimo — come è evidente — esso lo ebbe in Francia sulla Còte d’Azure. Nell’estate del 1938, la pesca col fuci le subacqueo immerse ufficialmente i suoi primi cultori italiani, e precisa-
mente sui fondali della nostra Riviera. Vi era stato però un precedente nella tarda estate del 1937, quando Alee Krumarenko, giunto dalla Francia per con trattare la cessione del brevetto, si recò all’isola di Bergeggi per una battuta dimostrativa insieme ai Signori Giusti e Malagamba, loro ospite l’attuale Sinda co di Genova Avv. Pertusio. Ma questa nuova attività ebbe ai suoi inizi pochi cultori perchè la parentesi bellica, apertasi quasi immediatamente, ne limitò lo sviluppo; si può dire per ciò che solo nell’ultimo dopoguerra, e cioè nel 1945, cominciò la sua divulga zione. Migliorarono le attrezzature, in effetti più nella forma che nella sostan za, si formarono società, se ne interessò la Federazione Italiana Pesca Sportiva.
Non è molto dunque che si sia giunti ad un inquadramento dei « sub » e ad un tentativo di regolamentazione della attività agonistica creatasi nel frattempo. E' opportuno parlare di tentativo, in quanto i regolamenti attuali, nel pen siero dei tecnici, sono imperfetti e do vranno essere completamente riveduti;
questo beninteso mediante le esperienze acquisite con l'applicazione del regola mento vigente, che permetteranno nel tempo di individuarne le pecche per op portune modifiche.
Stando così le cose, è prematuro ac cusare di inerzia o di disinteressamento gli Enti e le Società qualificate, come L. S. sulle colonne del n. 46 di « Epo ~ ca ». L. S. rimprovera alla Federazione ed alle Società di non aver curato nello sport italiano quella disciplina e quella organizzazione che già esistono in Fran cia; lamenta la mancanza di « scuole » e suggerisce metodi e graduatorie discu tibilissimi. Forse ignora che questo sport è giunto a noi dalla Francia e che per ciò è praticato ed organizzato colà da un tempo assai precedente; come ignora i « corsi di pesca subacquea e sull’uso degli autorespiratori » funzionanti da
quattro anni sotto la direzione del Prof. Luigi Ferrara, e l’esistenza della « scuo la formativa di pesca subacquea » del Centro Sportivo Italiano di Genova. La direzione tecnica di questa « scuola » ha introdotto l'insegnamento di varie cognizioni complementari di indiscuti bile utilità, seguendo un metodo che la FJ.P.S. si ripromette di adottare in tutte le altre consimili iniziative. Ma l’articolo di L. S.. salvo alcune inesattezze frutto di difetti di aggiorna mento, rientra nella normalità degli ar-
27
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I ticoli scritti da persone di buona volon tà che non possono, però, per amore dell’esattezza, crearsi quell’esperienza personale che si acquista soltanto fre quentando l’ambiente, al disopra e al di sotto del livello del mare. E l’inte ressamento della stampa è il ben venuto
nel nostro sport, per quanto sarebbe me glio se essa fosse obbiettiva e, quel che più conta, alimentala dagli scritti delle poche persone, veramente in grado di trattarne la parte, tecnica con vera com
petenza.
Chi scrive è conosciuto nell’ambiente come un novelliere e non si è mai ad dentato con i suoi articoli nei meandri della tecnica pura; ma su queste co lonne, affinchè i lettori possano dare il peso adeguato alle sue dissertazioni, è
sport — dice Bucher ». « Gli altri pe scatori col fucile — e son moltissimi — s’accontentano di molto meno, scendono si e no a cinque, a otto metri, stanno sotto un minuto, fiocinano i pesci più facili e se vedono un grosso polpo o una murena scappano via, tornano alla superficie, presso la barca dove qualcu na sta a guardarli scendere e risalire nel pericoloso giuoco. A volersi battere con un polpo di tre chili o con una murena di un metro, bisogna essere troppo bra vi ed audaci, un tentacolo fa presto od avvinghiarsi al fucile, al braccio dello incauto e a trattener sotto; Allora non c’è coltello che valga a recidere quel tentacolo, la presa è mortale come mor
tale potrebbe essere il morso di una morena, avventata contro il pescatore
sceso a coglierla nella sua tana. » I gratuiti e cervellotici apprezzamenti su tutti gli altri subacquei (• e sono 193S, e con l’autorespiratore, dal 1945. moltissimi •) offendono ed umiliano i Da quando cioè la specie quasi estinta numerosi « sub » che scendono sui venti, dei primi sommozzatori sportivi, schiava trenta e più metri, nonché uno stuolo della grande passione, giuocava in im di altri « sub » che se ne infischiano di mersioni empiriche la propria pelle sul murene e di polpi, infilandosi in tane la scorta di informazioni raffazzonate inverosimili alla ricerca della ormai di da questo e da quel reduce dei « mezzi radata fauna subacquea. Se non tutti, d’assalto > della Marina. In sovrappiù, almeno molti sono felici di incontrare dal 1940 ad oggi, è stato collaboratore murene e polpi come gli esemplari del tecnico di una delle più importanti Dit la popolazione del fondo più facili ad te costruttrici di attrezzature subacquee. avvicinare ; ed alcuni, se vedono un pe Ha letto perciò con occhi meravigliati scecane, lo attaccano come un altro pe e con attonita stupefazione l’articolo di sce qualsiasi; vedi Stuart, Catalani e C. Mario Stefanile, apparso sul n. 34 de sulle coste dell’isola Asinara, dove gli • Il Lavoro Illustrato ». In esso l’autore, squali sono numerosi, ma non tanto co del tutto a digiuno di cose subacquee, raggiosi da farsi avvicinare a tiro... dopo aver dato dimostrazione della suri Raimondo Bucher è l’inventore dello ignoranza specifica con termini inesatti" sportivo, a raggiungere i trenta metri e con ragionamenti illogici, conclude controllati; ma oggigiorno vi sono di con un’esaltazione pacchiana di Raimon versi altri, come Falco e Novelli, che do Bucher, di Napoli, campione italiano raggiungono questo limite, mentre Gior di pesca subacquea per quest’anno. Ma dani e Stuart scesero già due anni fa ciò sarebbe ancora sopportabile se l’ar senza stringinaso ai venticinque metri. ticolista non desse luogo contempora L’articolista scrive un « pezzo » che neamente ad un’avvilente svalutazione vorrebbe essere un peana in onore dello di tutti gli altri subacquei e non attri stesso Bucher, senza pensare che, se buisse allo stesso Bucher parole che lo veramente tutti i subacquei non supe scrivente si rifiuta di credere siano state rassero il limite di otto metri, la vittoria da lui pronunciate. Leggiamo fra l’al di Bucher nel recente campionato — ot tro: • adesso il Golfo di Napoli non ha tenuta contro dei novellini verrebbe più pesci interessanti per Bucher: sono forse pesci da « sparare » con gusto le orate di quattro chili, i saraghi di mezzo a. metro, i gronchi che pesano si e no tre chili? A Ponza, a Ventatene, a Palmarota, anche a Procida, almeno si può incocciare una buona ricciolo di venti chili, una grossa cernia di trenta, maga ri un palombo, se non un tonnetto da mezzo quintale; ma andare intorno a Ustica e a Lampedusa e tentare di fio cinare un pescecane, quello si che è •
necessario si presenti come praticante dello sport subacqueo, in apnea, dal
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automaticamente svalutata. E’ doveroso ricordare anzi che i campionati 1919
discesa in profondità con l’ausilio dello stringinaso, e lo scrivente gliene ha dato
atto in un articolo apparso in altra sede, ed è stato pure il primo, nel campo e 1950, partecipante lo stesso Bucher, sono stati vinti rispettivamente da Luigi Stuart e da Gigi Lombardi-Boccia, e non hanno dato luogo a nessun can-can con troproducente e dannoso al nostro sport. Articoli simili, infatti, possono sol tanto nuocere, falsando le idee della massa dei lettori profani e fomentando rivalità e risentimenti fra gli atleti. I giornalisti come Mario Stefanile, se proprio vogliono scrivere di cose su bacquee, indossino una mascherina e se ni vadano a gironzolare, oppure gusti no, accompagnati da un istruttore, una immersione con l’autorespiratore. O si contentino di seguire le battute di più d’uno di quelli che ci sanno fare, at tingendo i loro spunti da fonti diverse e bene informate. Allora potranno scrivere articoli di colore, dove ^immaginazione può effi cacemente giuocare il suo ruolo senza far male a nessuno; ma a trattare i pro blemi tecnici siano solamente i pochi in grado di farlo: non ne verrà' che bene al nostro sport. Chi scrive apaprtiene ancora a quel numero, e sono i più, che intendono questa attività come una riposante ri creazione dello spirito. Quando, ritro vandosi in uno scantinato di Corso To rino. quattro « sub » di Genova decisero di fondare la prima associazione subac quea d’Italia, non credevano nel loro semplice ottimismo di iniziare l’èra de cadente delle scartoffie, delle classifiche e delle concorrenze commerciali. La vita della « tribù delle roccia • era bella, e lo è ancora, lontana da tutte le complicazioni della vita organizzata. Nel tempo passato, quando la tribù vi veva ignorata, gli « evasi dall’atmosfera • erano felici, nessuno saliva in cattedra — neppure chi scrive — e non si aggre gavano alla nostra incompresa e noma de vita gli immancabili parassiti delle cose già fatte. Allora non vi erano graduatorie, ma solo una passione grande come il cuore di quelli che nel mare e per il mare sono morti: Gonzalti, Crespellani, D’A sta, Fragaglia ed altri. Uomini che, pur di non rinunciare o di porre limiti alle loro discese, affrontavano consapevoli ben altri pericoli delle murene e dei
polpi del signor Stefanile.
Duilio marcante
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l’Italia, vincolo creatore
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tra la antichità e i tempi moderni (dai BDi.r.ETiro un
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teneva in eccellente condizione fisica. Egli si vestiva in ugual maniera tanto in estate quanto in inverno: metteva dell’acqua nel suo vino. La sua vita era temperante e pura praticando un'au
stera disciplina ; raramente aveva scatti d’ira. Non usava mai punire severa
Tutte queste istruzioni del XJZI se colo, formavano la letteratura consacra ta alla ginnastica in generale sempre in risalto in Italia, fatte specialmente nel XIZ secolo a Mantova sotto la prote zione del Duca già ricordato. Qui si tro vava Vittorino da Feltre (1307-1466) che dapprima insegnò ai figli del Duca, poi ebbe altri allievi nobili; però ebbe an che allievi che usufruivano di borse di studio: questi ragazzi, poveri, ma pieni di ingegno, raggiunsero qualche volta il numero di 70, e furono nutriti ed alle vati (per amore di Dio) nella sua stessa casa. I principi ed i nobili dovevano dividere la loro vita e la loro educa zione con i poveri. L'istruzione che essi ricevevano era varia e scientifica. Inol tre essi ebbero tutti i giorni delle le zioni di ginnastica, di equitazione, di lotta, di scherma, di corse, e di nuoto. Al fine di irrobustirli era proibito a loro di dormire molto e di vestirsi cal damente. Essi dovevano fare molto mo to; Vittorino credeva che ciò fosse utile anche allo spirito. Lui stesso ne dava l’esempio ai suoi allievi. Grazie agli esercizi ginnastici quotidiani egli si man-
mente i suoi allievi. Anche se questa accademia « fisico letteraria morale » per cui il duca di Mantova fece costruire la « Casa gio cosa », non trovò dei successori diretti, la sua fama non diminuì. Essa ha visto il suo risorgere nei collegi inglesi, nei Licei destinati ai giovani nobili, nelle scuole filantropiche, è nei pensionati campestri americani. Se dunque noi ab biamo scoperto nello sviluppo degli sports in Italia la forza che ha assicu rato la continuità dell’idea olimpica, l’Opera di I-'ittorino e di Mercurici lasciano intravedere la seconda forza, quella spirituale. La fecondità scientifica e pedagogica che apparve nello sport italiano del
importanti. Ma noi consideriamo che questa tecnica è una conseguenza diret ta della Rinascenza poiché essa emana dalla separazione deU’umanesimo con la idea scolastica « Eppur si muove ». L'origine della tecnica si trova in In ghilterra, il primo paese industriale dei tempi moderni. Essa diede luogo allo sport moderno molti dei tratti caratte ristici della tecnica moderna, visibil mente e sanamente progressiva con la divisione del lavoro. Ciò che si faceva in Inghilterra era il frutto delle espe rienze di una vita che stava per urba nizzarsi. Dall'organizzazione della tecni ca scaturisce l’organizzazione dello sport. Infatti lo sport era un mezzo di difesa contro la tecnica, contro delle condizio ni di esistenza e di lavoro in case di pietra, senza luce e senz’aria. Un grido si innalzò dall’umanità : « Ritorniamo alla natura » ; questo grido, dato da Rousseau, fu anch'egli l’origine dello
La grandezza della cultura antica era crollata e quasi pareva scomparsa dal mondo. Ma molto lontano dal luogo di nascita e senza visibile rapporto un rinnovamento si produsse, che non si limitava però a scoprire il bene antico e spiegarlo, ma ne sviluppava una nuo
sport moderno. Ma il Rinascimento Ita liano aveva anche esso risvegliato il de siderio di ritornare alla natura. Dante ci mostrava la natura ostile e paurosa. Nelle • Canzoni Pietrose» (1290) è la natura pietrificata della Divina Comme dia, è la natura maliziosa, nell’inferno la natura distruggitrice. Per la prima volta un’altra voce si fa ceva udire, era quella del Petrarca. Egli viaggiò molto, e dopo aver visitato Auxla Chapelle e Cotogne nel 1333 traversò a cavallo la foresta delle Ardenne, la sciandosi cullare da melodiosi pensieri:
va cultura. Questo scambio spirituale non ha ancora dato tutti i suoi frutti fino ad oggi, negli sport praticati at tualmente e nel movimento olimpico rinnovato si possono scorgere le vesti gio nella Rinascenza Italiana. Certamente l’origine degli sports mo
«...e sono abeti e faggi! Parme d’udirla, udendo i rasi e l’ore e le frondi e gli augei lagnarsi, e Tacque mormorando fuggir per l’erba verde. Raro un silenzio, un solitario orrore d’ombrosa selva mai tanto mi piacque,
XIT secolo faceva parte del grande movimento generale che modificò defi nitivamente il volto dell'occidente : il Rinascimento Italiano, uno dei più gran di avvenimenti della storia del mondo.
derni nella modo dalla
non si deve cercare unicamente Rinascenza. Il cambiamento del di vivere in un epoca dominata tecnica è una delle sorgenti più
se non che dal mio Sol troppo si perde >.
Con una anima inclina a gustare le bellezze della natura questo primo lirico
italiano moderno esalta le bellezze ru-
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rali del suo paese. Non è vano pensare che. noi possiamo ammirare in lui il primo alpinista moderno, poiché nel 1336 e precisamente il 26 Aprile, par tendo da Carpentras egli scalò la cima del monte Ventoux, alto 1612 m. in Pro venza. Prima di Lui, solo l'imperatore Adriano aveva voluto ammirare il « le var del sole » dall’alto dell'Etna. Da quell’epoca la prima poesia italiana è tutta piena di allocuzioni per l’amore verso la natura. E da questo che è sorto l'alpinismo italiano, come è sorta an che l'idea eroica degli « Alpini ». E an che da quell'epoca che la pittura ita liana riprese contatto con Li natura. Già Giorgoine dava ai suoi dipinti rurali un valore particolare. Con Leonardo da l inci la grazia tranquilla dei suoi pae saggi, come nel ritratto di Monna Lisa assai caratteristico. Gli aspetti atmosfe rici delle sue pitture rappresentano una nuova scuola. Il paesaggio e l’episodio si incontrano sollevandosi drammaticamente dando cosi luogo al soggetto del quadro un secondo piano di eterna tran quillità. Con il Tiziano noi abbiamo l’indipen denza assoluta del paesaggio per esem pio nella sua opera: « Noli me tangere » (1512) e nel < Paesaggio col gregge con le pecore » (1534). Tutt’ad un tratto gli uomini guardano diversamente, una nuo va bellezza si rileva. Cosi in Germania. Dtirer, con i suoi paesaggi all’acquarello, dipinge la natura e noi sappiamo che anche lui ha imparato dall’Italia e che ha profondanìente ammirato la tecnica di Leonardo da Vinci. Tutto questo suc cedeva nel XVI secolo.
Le seguenti belle linee dedicate al nuoto dall’umanista Guarino da Verona dimostrano che già in quel tempo da questo sentimento della natura scaturiva Videa sportiva. « E così clic da un prato in fiore tu nelle onde ti lasci bagnare le membra, alle volle ti immergi, alle volte scivoli sulla superficie d$l fiume, poi traversi i flutti usando alternativamente la forza delle braccia ». Questa esperienza della natura rappre senta il principio dell’era sportiva. Là si trova la vera forza dell’impulso sopra le masse che oggi giocano sui prati, che fendono, (solcano) i flutti con barche a vela, sia a forza di remi ,o a nuoto: che viaggiano che scalano le montagne, e che infine godono dello sport alCaria libera, per controbilanciare le loro coa lizioni di lavoro e la vita vissuta nellr città. (Continua)
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L’artista, ispirandosi ai motivi della più pura classicità ha ritratto l’imperatore Augusto con po tenza di espressione che manifesta un lineamento atletico nell’opera d’arte quale di rado è dato di ri scontrare nelle opere scultoree dei secoli successivi.
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Gongilo turista alla Madonna [Ini Ghisallo I nostri fratelli triestini e giuliani sentono come noi il va lore spirituale del tempio del Ghisallo ove la nostra Protet trice, liberamente eletta, irra dia non soltanto la fede, ma anche lo spirito di solidarietà umana, di serenità e di eleva zione alle nostre pratiche spor tive. I triestini e i giuliani verran no in pellegrinaggio per recare la loro fiaccola votiva dalla Cat tedrale di S. Giusto al Santua rio ove verrà posta la prima pietra della Casa del Ciclista. Quel piccolo tempio, posto non per puro caso in quel luo go poetico, ha già una grande storia, nota anche oltre i con fini nazionali, che ci mostra il significato solenne e nobile del le manifestazioni che si ripeto no con ammirevole frequenza. Sopra il confuso incontro del le continenze quotidiane il la voratore si converte settima nalmente nella personalità tu ristica per rigenerare le prò-
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prie energie e per elevare il donna del Ghisallo avrà luogo proprio intelletto ed è perciò sabato e domenica 13 e 14 ot che persevera in quest’attività tobre 1951 un Convegno inter perchè vi trova effettivamente regionale Ciclo-Moto-Auto-Tu una grande soddisfazione. ristico alla Madonna del Ghi Il Convegno alla Madonna sallo in occasione del pellegri del Ghisallo promosso dai no naggio dei rappresentanti la stri fratelli giuliani rappresen Città di Trieste e degli sportivi ta quindi un supremo bisogno giuliani che porteranno la fiac del cuore. cola votiva dalla Cattedrale di Siamo certi fin d’ora che i S. Giusto al Santuario del Ghi cicloturisti lombardi, cui è par sallo e pei’ la cerimonia della ticolarmente rivolto l’appello, posa della prima pietra della interverranno numerosi ad ac Casa del Ciclista. clamare in piena armonia spi Alla manifestazione possono rituale lo scopo del pellegri partecipare in numero illimi naggio. Si crea la Casa del Ciclista. tato i ciclo-moto-turisti e scoo Ci sembra un programma ar teristi e gruppi di gitanti au dito, ma la concorde volontà totrasportati, le rappresentatidei turisti saprà realizzarla per chè è un’opera buona e gene rosa he ha già trovato ferven ti animatori in tutti i ceti so ciali. E siamo certi in anticipo che la manifestazione sarà degna dello scopo che l’ha ispirata. Indetto dal Comitato Ma
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Domenica 14 Ottobre |?ve dei Crai, delle Associazioni ‘Combattenti e Mutilati, d’ArOre 10: Chiusura del Radu ma e dei gruppi sportivi delle no al Ghisallo agli effetti del provincie d’Italia. le premiazioni. Le formazioni possono giun Ore 10,30: Arrivo della dele gere al luogo del raduno pres gazione Triestina recante la so la Madonna del Ghisallo Fiaccola votiva. Messa al cam (prov. di Como) con inizio dal po celebrata dal Rettore del le ore 15 del sabato 13 Ottobre Santuario, Don Ermelindo Vi fino alle ore 10 della domeni gano, posa della prima pietra della Casa del Ciclista e discor ca 14 Ottobre. si celebrativi. Le iscrizioni al convegno do Ore 12: Cerimonia comme vranno pervenire all’ufficio morativa di Serse Coppi con in Provinciale Enal di Como en serimento dell’effìgie nella la tro e non oltre il giorno 11 Ot pide dei ciclisti caduti. A tale tobre corredate dalle relative rito presenzieranno il fratello tasse di: Fausto con la famiglia ed assi L. 150 (tassa individuale) del ciclismo italiano. con diritto alla medaglia ri Le rappresentanze ciclistiche cordo, L. 500 (tassa per grup di Cremona, Mantova e Sondrio pi) che dà diritto ai vari con consegneranno le fiaccole vo corsi dei premi di rappresen tive provinciali a completa tanza. mento di quelle, già esistenti nel Santuario, delle consorelle Lombarde. Sabato 13 Ottobre Il raduno è pure patrocina Ore 15: Arrivo della Delega to dalla Commissione Naziona zione Triestina a Milano. le Ciclismo del Centro Sportivo Ore 16,30: Inizio della ceri Italiano la quale sarà ufficial monia in Piazza del Duomo mente presente alla celebrazio con la consegna dei messaggi ne con i propri atleti ciclisti delle Autorità Religiose e Ci della regione lombarda e con vili di Trieste al Card. Schu- la partecipazione di una dele stei' ed al Sindaco di Milano, gazione ufficiale della Presi indi benedizione della Fiacco denza Centrale del C.S.I. ca la da parte del Cardinale. peggiata dal Comm. Paschetta Al Ghisallo frattanto avrà il quale alla Domenica, nella inizio l’afflusso dei gruppi par commemorazione prevista in tecipanti al convegno. mattinata, recherà il saluto
ufficiale del C.S.I. e darà lettu ra del telegramma augurale che Sua Santità Pio XII invie rà in occasione della cerimo nia unitamente alla Benedi zione Pontificia. Il Centro Sportivo Italiano non poteva essere assente a questa celebrazione che rive ste un carattere tutto partico lare per il significato morale ed educativo verso un settore di così vasta presenza, il cicli smo, nel mondo sportivo gio vanile. Ore 15 sino alle 16,30: Esibi zione di bande e complessi di fisarmoniche con esecuzione di canti patriottici e di cori popo lari: sfilata di gruppi folclori stici e premiazione dei gruppi partecipanti al Raduno. Ore 17: Estrazione dei doni da assegnarsi fra gli aderenti elargitoli alla fondazione della Casa del Ciclista. Ore 1730: Assegnazione del le biciclette di Bartali, Coppi e Magni (trofei Tour de France 1949 donati dai 3 corridori al Santuario del Ghisallo). Siamo certi che la celebra zione rappresenterà un note volissimo contributo per la realizzazione della tanto auspi cata onera di assistenza e di carità di Don Ermelindo inti tolata appunto « La casa del Ciclista ». F. Menili
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IL Ji:i:i’S ITAI.IAVi: II tipo Fiat e quello Alfa Romeo - Veicoli per tutti gli usi, 4 ruote motrici, 1900 di cilindrata - Confronto con le vetture similari costruite attualmente in America e in Europa
I A grande utilità e versatilità della L* « jeep » sia in guerra che in pace ha spinto diverse case costruttrici ad intraprendere la costruzione di veicoli similari destinati principalmente agli agricoltori. In questi ultimi due anni oltre al perfezionamento della jeep Willys, che può essere considerata il capostipite di questa famiglia di vetture, è nata la Landrover, della Rover bri tannica, la jeep della Delahaye, che su bì un duro collaudo al Rallye AlgeriCittà del Capo e, proprio in questi gior ni, la « Campagnola » della Fiat e la jeep dell’Alfa Romeo. Tutti questi vei coli hanno in comune l’estrema sempli cità della linea, una certa rozzezza nella finizione e, per quanto riguarda la par te meccanica, la trazione su tutte e quat-
19 cav.). Rapporto di compressione 6, 7. Telaio a due longheroni scatolati e col legati da traverse. Sospensione anteriore a ruote indipendenti (con ammortizza tori idraulici); sospensione posteriore con molle a balestra e ammortizzatori idraulici telescopici a doppio effetto. —Cambio i 4 velocità normali, 4 velocità ridotte e due rctromarcie. — Ingranaggi di seconda e terza sempre in presa. In nesto con sincronizzatori ad anello li bero per la seconda, terza e quarta ve locità. — Comando del cambio con leva sul tunnel; altra leva per l’innesto del riduttore e della trazione anteriore. — Ponti anteriore e posteriore con coppia conica ipoidale rapporto 9/40. Freni idraulici sulle quattro ruote e freno a mano sulla trasmissione. — Ser-
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tro le ruote, disinnestabile, quella sulle batoio benzina 58 litri (sotto il sedile ruote anteriori, a mezzo leva di coman del guidatore). — Ruote a disco con do. La cilindrata e la potenza di cia cerchi 4)4 K, gomme tipo 6,40X16”. scun motore sono le seguenti: Willys Impianto elettrico 12 volt — Accen Overland 4 cilindri di 2200 etne, 72 sione a batteria 38 /Ih, dinamo 300 watt. HP a 4000 g/min; Landrover, 4 cil. di Proiettori a tre luci con dispositivo 1600 cmc, 50 HP a 4000 g/min; Dclaper illuminazione camera motore, fanale haye, 4 cil. di 2000 cmc, 63 HP a 3800 posteriore illuminazione targa, fanali g/min; «Campagnola» della Fiat, 4 cil. postoriori di posizione e arresto, cata di 1900 cmc., 53 HP a 3700 g/min; Alfa rifrangente. — Deviatore a pedale dei Romeo, 4 cil. di 1900 cmc, 70 HP a ' proiettori anabbaglianti. — Indicatore 4400 g/min. di direzione comandato meccanicamen La « Campagnola » è stata presentata te da interruttore sistemato sulla plan alla Mostra di Bari, come riportiamo cia portastrumenti. Due tergcristalli eanche in altra parte del giornale. lettrici. — Avvisatore e teleruttore per Ecco le caratteristiche principali dei lampi luce con pulsanti di comando due nuovi veicoli italiani. sul volante di guida. Presa di corrente sul cruscotto e presa posteriore per luce LA CAMPAGNOLA rimorchio. Cruscotto portastrumenti Motore a benzina 4 cilindri 82 X 90 completissimo. min. cilindrata 1900 ente. Potenza mas sima 53 cav. a 3700 giri (potenza fiscale La carrozzeria è dotata di due porte
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laterali aprentisi a 180°. In questo caso le porte possono essere fissate alla fian cata. Il parabrezza è ribaltabile total mente sopra il cofano e fissabile su di esso; le luci delle porte laterali sono in plexiglas asportabili; lo sportello po steriore è anch’esso ribaltabile in modo da consentire il migliore accesso al cas sone posteriore. A richiesta può essere montata una presa di forza e la puleggia operatrice per l’uso delle quali è con sigliabile l’adozione del regolatore di giri de] motore da fornirsi a richiesta. La Campagnola può superare pen denze dell’85% (angolo d’inclinazione 40%) e può trainare rimorchi del peso complessivo di 2500/3000 kg. La sua portata è di 500 kg., corrispondente 2 persone più 250 kg. di bagaglio o a 6 persone più 50 kg. di bagaglio. Velocità massima 100 km. all’ora. Il prezzo è stato fissato in 1.600.000 lire. LA JEEP DELL’ALFA
La jeep dell’Alfa Romeo, presentata lunedì 17 alla stampa a Milano ha le seguenti caratteristiche: — capienza normale 6 persone, di cui 2 affiancate fronte marcia (condu cente compreso) e 4 sistemate a 2 a 2 sui sedili laterali del cassoncino poste riore; — capienza massima: dalle 9 alle 10 persone. Sospensione anteriore a ruo te indipendenti con barre di torsione; sospensione posteriore a ponte rigido con balestre semiellittiche; — cambio a 4 velocità ad ingranaggi elicoidali sem pre in presa, con sincronizzazione su 3“ e 4’; riduttore a due velocità, all’uscita del cambio. Trasmissione alle 4 ruote con riduttore. Passo m. 2.200, carreggiata ant. m. l. 290, carreggiata post. m. 1.290, lun ghezza max. m. 3,520, larghezza max. m. 1.480, altezza max. m. 1.820, altezza minima da terra mm. 230, altezza di guado m. 0,700, raggio di volta m. 5.500, pneumatici m. 6.00X16, peso a vuoto kg. 1.300, velocità max. 105 km/h; pen denza max, superabile a limite di ri baltamento. Il motore è un 4 cilindri in linea, alessaggio mm. 82,55, corsa mm. 88, ci lindrata complessiva 1884 cmc, rappor to di compressione 7, potenza massima 70 cav. a 4400 g/min. Coppia max. 12,5 kgm. a 2500 g./min. Velocità massima del tipo militare: 105 km/h; velocità massima tipo nor male 120 km/h. da < L’AUTOMOBILE »
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UN DIMENTICATO PIONIERE DELLA EDUCAZIONE FISICA
(ÌICOLfl Nel lungo elenco dei pedagogisti che hanno trovato il loro degno posto nella storia della pedagogia o della educazione, non vi trovia mo, ed a torto, menzionato il nome di un dotto scrittore e grande educatore: Nicola Micele. Nacque il Micele in Senise il 26 gennaio 1792 e vi morì il 30 gennaio 1872. Fin dalla sua prima gioventù si dedicò all’insegna■ mento. Ebbe la sua istruzione nel Seminario di Anglona a Tursi, che era allora considerato uno dei migliori istituti del Regno di Napoli. Il Micele, non ancora promosso agli ordini sacri, fu destinato dal Vescovo Cela e dal Ret tore Cascini, ad insegnare filosofia e mate matica nel Seminario Diocesano dal 1813 al 1821. Passò quindi ad insegnare''le medesime discipline nel liceo di Chieti, in cui occupò la carica di Vice Rettore. Nel 1838 passò nel Se minario di Pozzuoli e vi si trattenne fino al 1841, quando si trasferì in Napoli, ove fermò
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moie
la sua dimora, continuando a professare l’in segnamento privato fino al 1870, allorché per la grave età fu costretto ad abbandonare que sta nobile missione e ritornò nella sua terra natale. L’opera educativa di questo prelato e filo sofo ha qualche cosa di importante sia per il tempo, sia per l’opera prestata a favore della educazione popolare. Egli scrisse ed agì, ma il suo nome è rimasto oscuro. Il non comune valore educativo del Micele si desume specialmente dal suo « Saggio di Educazione Fisica, Morale e Scientifica », questo trattato vide la luce a Napoli nel 1822 e dovette senza dubbio portare i suoi buoni effetti nell’educazione, almeno in quel tempo ed in quell’ambiente. Nella dedica a Monsignor D. Arcangelo Cela, il Micele dice che il suo saggio di Educa zione Fisica, Morale e Scientifica, prende di mira la distruzione di inveterati pregiudizi,
che, « malgrado i lumi del corrente secolo, tut tavia regnano, resi rispettabili non per altro che per la loro antichità ». Queste parole giudicano i metodi educativi antichi, che restano inalterati e stazionari, rendendo difficile l’affermarsi delle forme e a.pplicazioni nuove. Il saggio è dato alla luce solamente per amore della gioventù. E chi non conosce — Egli dice — i pregiudizi che ancora regnano nella educazione del fisico? Il trattato non è molto voluminoso ma il Micele si era impegnato a sviluppare più am piamente le tre materie, ed in special modo quella attinente al « negletto studio della pre parazione del fisico ». Il libro del Micele è diviso in tre parti, ognuna delle quali è suddivisa in due capitoli ed opportunamente in paragrafi. Al paragrafo « Se si debba prendere cura del fisico e come » l’autore domanda: Ma si dovrà prendere cura del corpo? E ne completa cosi la dimostrazione: « Fu un sogno dei Pitago rici, di Socrate e degli stoici il credere il corpo carcere della mente, e di formar l’anima solo l’essenza dell’uomo, onde assoggettavano il fi sico a duri maltrattamenti. Bisogna che si prenda la dovuta cura del fisico, ed è neces sario che vi si badi di buon’ora. La gioventù scrisse Linneo naturalista è un tempo imporportante per formarsi in robusta salute ». Cita poi il Micele la preparazione fisica del Cretese, dello Spartano del Romano e prose gue: « Quali poi saranno i mezzi, che ci deb bono dirigere alla etera del fisico?. Son quasi tanti, quanti sono gli uomini. Alcuni assog gettano l’educazione fisica a regolamenti troppo severi, ed altri a regolamenti troppo liberi e stravaganti. Pochi son quelli che ne convengono circa il metodo. Io abbraccerò il meglio di ciò che ne han lasciato scritto i più illuminati educatori del mondo, e quel che più mi persuade ». E’ tale l’entusiasmo del Micele circa il fatto . dell’educazione e della Educazione Fisica spe cialmente, ed è si grande l’ardore e così pro fonda la sua dottrina e la sua esperienza, che egli asserisce con decisione, sicurezza e preci sione impareggiabili. Eono felici le sue espressioni « a regolamenti troppo severi » e « a regolamenti troppo liberi e stravaganti », egli aveva profondamente stu diato la materia e giustamente concludeva « io abbraccerò il meglio che ne han lasciato scritto i più illuminati educatori del mondo ». Il Micele si appalesa uno studioso eclettico, proprio secondo lo spirito educativo, che solo sta incamminandosi per la giusta via. Dopo avere analizzato alcuni sistemi della educazione dell’epoca egli ammonisce: « Piut
tosto che imporre errati metodi, quali quelli di oggidì, sarebbe desiderabile che gli educa tori lasciassero alla natura il formar il corpo, come le pare, essendo quella tanto esatta, che non ha bisogno della nostra direzione ». Dopo aver lungamente trattato sulla igiene della alimentazione egli scrive: « Non meno del nutrimento contribuisce alla fisica costi tuzione l’esercizio del corpo. L’acqua che sta gna in lago, si fa putrida e fangosa; laddove se fra sassi e sassi si rompe, divien limpida e cristallina. Tanto avviene nella macchina umana. Se questa non ha esercizio a nulla serve, ma se si mette in moto diventa vegeta, valida e forte ». E cita nuovamente la preparazione fisica dei greci e dei romani, il loro vigore, la loro robustezza, frutto dei continui esercizi nella ginnastica atletica, nella lotta, nella corsa, nel pugilato, ecc. E più oltre: « In conseguenza dei grandi vantaggi che si ricavano dall’esercizio, e de’ perniciosi effetti, che risultano dal trascu rarlo, dee la educazione attendere a far ben esercitare i suoi allievi nel camminare, nel correre, nel danzare, nel divertirsi alle spalle, ed in tutt’altro che possa contribuire a far mglio vegetare, ed a rendere robusto il corpo ». Ed eccolo precursore della tesi di Angelo Mosso nel condannare l’esercizio in locale chiuso: « L’esercizio però è necessario che si faccia all’aria aperta, perchè salubre, e da pre ferirsi all’aria chiusa, eh’è malsana e mici diale ». E si dilunga ad illustrare i notevoli bene fici della attività in aperta campagna, ed il desiderio di moto e di azione da cui la gio ventù è pervasa. Esorta i suoi colleghi a ren dersi conto di tutto ciò e li consiglia a saper tollerare la vivacità giovanile e giustificarla: « Che deve dunque dirsi di quegli educatori, che fanno trattenere immobili per quattro, e più ore, i loro allievi, ed hanno l’insolenza di chiamarli impertinenti, incapaci di freno, se li veggono per poco correre o saltare? Il decida altri, perchè io non voglio deciderlo, questi non sanno l’arte di educare la gioventù, perchè non hanno considerata la natura dell’uomo ». Le sue idee, i suoi concetti, svolti così mode stamente, e che pur sono il frutto della sua esperienza e delle sue felici applicazioni, hanno la impronta e la freschezza dei nostri tempi e sembrano quasi tratti da noi stessi, dai nostri metodi attuali. Possiamo meditare ancora oggi su quanto ha scritto il dimenticato Nicola Micele oltre centotrenta anni or sono.
Livio Luigi Tedeschi
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GIGI FRUNZIO - Napoli. — A lei non pare vero ma è effettivamente così. Lo scooter dell'ing. Torre ormai popolarissimo in Italia e nel mondo ha fatto 202 Km. in un’ora. Lo scooter Lambretta di 125 cc.., puro prodotto della Società Innocenti, ha percorso il miglio lanciato, con ba se sull’autostrada Ingoldtadt-Monaco, alla favolosa inedia di km. 202. La spettacolosa impresa, svoltasi alle ore 4 dell’8 agosto, è stata realizzata dal giovane milanese Romolo Ferri il qua le, sulla fettuccia di Terracina, aveva già raggiunto con la stessa macchina la velocità di chilometri 190,476 bat tendo il precedente primato mondiale di velocità della cilindrata. Ma il nuo vo primato della Lambretta, valido, — riteniamo, dopo le note decisioni della Commissione Sportiva Interna zionale della F.I.M. in materia di pri mati — anche per la classe 175 cc., supera ogni aspettativa e ogni imma ginazione, ci troviamo effettivamente di fronte ad un miracolo della tecnica motociclistica. Già alla vigilia del tentativo uffi ciale Romolo Ferri aveva largamente battuto il suo vecchio rècord, ma gli apaprecchi di registrazione elettrica avevano male funzionato. Il motore dello scooter, quindi, si è dovuto ri presentare in linea e la fatica, natu ralmente, è stata doppia. Ma in com penso il risultato non poteva essere più sbalorditivo e più trionfale per il motore e per il suo progettista ing. Torre. Romolo Ferri, con lo scooter puro sangue della Società Innocenti, ha battuto anche il primato del Km. lan ciato mentre ha stabilito, per la clas se 125 e — crediamo — anche per la 175 — i nuovi rècord del km. da fer mo, del miglio da fermo e dei 5 km. lanciati. Per cui’- nella tabella del primati tutte le macchine e tutti i piloti della classe 125 cc. figurano col nome . italiano se ci eccettua il primato delle 5 miglia da fermo rimasto alla moto leggera francese di 125 cc. Jonghi. I nuovi primati stabiliti dallo scoo ter Lambretta per la classe 125 cc. sono i seguenti: Km. 201 di media sul
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km. lanciato. Km. 105 sul km. da fermo; Km. 202 sul miglio lanciato; Km. 123 sul miglio da fermo; Km. 183 sui 5 km. lanciati. PROFILI MARIO, Sassari. — Po trai cedere la tua biblioteca sportiva, riviste comprese, al Comitato Olimpi co, che ha rivolto invito a tutti gli sportivi di inviare alla Biblioteca del CONI (Roma, Foro Italico) l’elenco delle opere (libri, riviste, collezioni-di giornali od altro eventuale materiale di biblioteca) che sarebbero disposti a cedere, indicando accanto aH’oflerta il prezzo richiesto. Sono particolarmente ricercate le collezioni della « Gazzetta dello Sport » e del « Corriere dello Sport » degli anni 1942-1945 inclusi, pubblicazioni edite in occasione delle prime quattro olimpiadi od opera di antiquariato.
ENZO PETRUZZELLI, Torino. — E’ vero quello che lei dice della Fiat messicana, ma solo per gli autocarri. La Società Messicana « Diesel Nacional » ha in programma la fabbri cazione di autocarri Fiat entro un anno. La nuova società, che ha un capi tale di 75.000.000 pesos (pari a dollari 7.300.000) è finanziata per il 51 per cento dalla « Nacional Financiera», lo organizzazione attraverso la quale ven gono effettuati gli investimenti go vernativi. Il resto del capitale è stato fornito da forti capitalisti messicani. Lo statuto della nuova società è sta to firmato il 6 agosto, ma la società ancora non ha scelto la località nella quale saranno installati gli stabilimen ti. Funzionari governativi stanno cer cando di far cadere la scelta sullo stato di idalgo, circa 150 chilometri da Città del Messico dove si spera di creare un grosso centro industriale. < Lo stabilimento comincerà a monta re pezzi spediti per mare dall’Italia, ina la Società intende svincolarsi da questo sistema per produrre essa stes sa anche le varie parti dellle macchine. Questo programma verrebbe comple tato nel giro di quattro anni. Se ciò sarà attuato, la «Diesel Nacional» sa-
rà la prima organizzazione automo bilistica messicana a fabbricare com pletamente autocarri. Secondo imormazioni riportate dal la stampa locale — e riferite dall’Associated Press — la Fiat italiana sarà interessata per il 10 per cento nella nuova industria in cambio della con sulenza tecnica che fornirà nell’orga nizzazione e nell’avviamento del nuo vo stabilimento. Il nuòvo stabilimento avrà licenze che lo autorizzano a fabbricare soltan to autocarri e chassis di autocarri. Nello statuto della società non risulta peraltro che essa si riprometta la fab bricazione di autovetture.
VITTORIO BELLUCCI, Roma. — Ecco qui la tabella che ti interessa cosi come risulta dopo gli « Assoluti Femminili » di Lucca. Le campioni d’Italia 1951 sarebbero dunque: metri 100: Vittoria Cesarmi; m. 200: Vittoria Cesarmi; m. 800: Lo redana Simonetti; m. 80 ost.: Marisa Rossi; Alto: Gianna Jannoni; Lungo: Silvana Pierucci; Peso: Amelia Pic cinini; Disco: Edera Cordiale; Giavell.: Ada Turci; 4x100; Cestistica Bologna (De Bernardini, Orsoni, Ce sarmi, Martelli). Se ti interessa eccoti pure i « Pri mati » dei Campionati Assoluti Fem minili: Corsa piana m. 100: 12.2, Sivi (Gin nastica Triestina) 1950; 12.2, Cesarmi (Cestistica Boi.) 1951 - Corsa piana m. 200: 25.5, Sivi (Ginnastica Triesti na) 1950; 25.5, Cesarmi (Cestistica Boi.) 1951 - Corsa piana ni. 800: 2.19.6, Simonetti (Edera Trieste) 1950 - Cor sa ostacoli m. 80: 11.5, Testoni (Ven eti! Unica Torino) 1939 - Salto in alto: 1,53, Jannoni (Bruno Mussolini) 1942; 1,53, Palmesino (Sipra - Torino) 194g Salto in lungo: 5,56, Testoni (Virtus Bologna) 1935 - Lancio del peso: 13,12, Piccinini (Venchi Unica) 1948 - Lan cio del disco: 43,55, Cordiale (Venchi Unica) 1948 - Lancio del giavellotto: 39,28, Turci (Sport Club Bergamo) 1951 - Staffetta 4x100: 49,7 Cestistica Bologna (Venturi, Orsoni, Cesarini, Martelli) 1950.
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♦ STOCCOLMA — Ecco i magnifici tempi realizzati dagli atleti tedeschi e .svedesi nell’incontro Germania Svezia : Corsa ostacoli in. 110: 1. Lundberg (S) 14"9; 2. Trossbach (G) 14”9; 3. Theilman (G) 15”1; 4. Mattson (S) 15"6. — Corsa piana m. 100: 1. Kraus (G.) 10”9; 2. Ryden (S) 11”1; 3. An dersson (S) 11”2; 4. Futterer (G) 13”5 (stiramento muscolare). — Lancio del disco: 1. Fransson (S) 46,81; 2. Hipp (G) 46,63; 3. Rosendahl (G) 44,81; 4, Arvidsson (S) 44,33. — Corsa piana m. 400: 1. Geister (G> 47”5; 2. Haas (G) 47”7; 3. Brannstron (S) 48,4; 4. Wolfbrand (S) 48”7. — Salto in alto: 1. Gungvist (S) 1,96; 2. Svensson (S) 1,96; 3. Baehr (G) 1,91; 4. Naumann (G) 1,85. — Corsa piana m. 5.000: 1. Schade (G) 14'21”; 2. Muller (G) 14’ 34”; 3. Albertsson (S) 14’35”; 4. Lindmark (S) 15’33”. — Lancio del peso: 1. Arvidsson (S) 15,07; 2. Hipp (G) 14 e 95; 3. Theurer (G) 14,84; 4. Edlund (S) 14,26. — Salto in lungo: 1. Gabel (G) 6,99; 2. Israelsson (S) 6,90; 3. Gleim (G) 6,81; 4. Palm (S) 6,69. — Stafjetta 4x100: 1. Germania (Haas, Krauss, Zandt, Geister) 41”8; 2. Sve zia (Andersson, Christensson, Palm, Ryden) 43”1. — Corsa piana in. 200: 1. Krauss (G) 21”6; 2. Zandt (G) 22”1 ; 3. Brannstrom (S) 22”4 ; 4. Andersson (S) 22”4. — Salto triplo: 1. Ahman (S) 14,72; 2. Martinsson (S) 14,62; 3. Trozowski (G) 14,28; 4. Bodenhagen (G) 14,19. — Corsa piana m. 1.500: 1. Aberg (S) 3’54”2; 2. Dundqvist (S) 3’ e 55”6; 3. Lueg (G) 3’57”8; 4. Kluge (G) 4’03”. — Lancio del giavellotto: 1. Berglund (S) 71,31; 2. Eriksson (S> 70,36; 3. Schmid (G) 59,95; 4. Sick (G) 59,82. — Corsa piana metri 10.000: 1. Schade (G)t 29’55”4 (nuovo primato tedesco); 2. Nystrom (S) 30’38”4; 3. Muller (G) 31'04”2; 4. Karlsson (S) 31’13”. — Lancio del martello: 1. Storch (G) 58,89 (nuovo massimo sta gionale del mondo); 2. Wolf (G) 54,95; 3. Ringstrom (S) 53,45; 4. Eriksson (S) 53,05. — Salto con l’asta: 1. Lund berg (S) 4,25; 2. Schneider (G) 4,20 (primato tedesco eguagliato); 3. Allard (S) 4,00; 4. Stuhrk (G) 3,70.
DATUTTO il campionato di Francia di insegui mento fra Matteoli e Piel. Matteoli non ha avuto eccessiva difficoltà a confermare il titolo battendo l'avver sario di 80 metri dopo essere stato di stanziato di una decina di metri nei primi giri. Il tempo realizzato da Mat teoli, 6'38", non è notevole e conferma la non buona forma del campione di Francia. Ecco i risultati: Inseguimento: Matteoli b. Piel di 80 m., tempo 6'38”. Velocità, finale: 1. Bellanger (H”2); 2. Senfftleben; 3. Even.
♦ BERLINO — Si è chiuso a Berlino il 16 scorso il Salone dell'Automobile al quale avevano partecipato 22 Case costruttrici e, considerando anche i fabbricanti di accessori, un formida bile complesso di 280 ditte. L'Italia era rappresentata dall’Alfa Romeo, e dalla Lancia, mentre la Francia presentava gli ultimi modelli della « Dyna-Panhard » e della « Re nault ». Molto interesse richiamavano le « Opel » con il suo nuovo modello «Kapitan 1951», e la «Mercedes Benz», con i suoi modelli «200 » e «300». In occasione del Salone esponenti dell'industria automobilistica tedesca hanno illustrato le fasi della ripresa di questa importante attività produt tiva rilevando che, nel 1950, le fab briche tedesche hanno esportato auto mobili per il valore di 500 milioni di marchi e che tale cifra era stata già superata nei primi otto mesi del 1951.
♦ PARIGI — Bellanger ha riconqui stato il titolo di campione di Fran cia di velocità che questa primavera Senfftleben gli aveva strappato ♦ MILANO — La Commissione dei subito dopo la fine della Sei Giorni Trasporti deH’Automobil Club di Mi e aveva riconfermato più tardi in giu lano, recentemente ha preso in esame gno a Buffalo. Fra i due migliori sprin il grave problema dei passaggi a li ter francesi si è inserito felicemente vello. il giovane Even pervenuto alla Anale La Commissione ha approvato una dopo due ricuperi. Bellanger, che ave semifiva già L - battuto Gérardin ' " nelle ___ — . mozione con la quale si chiede agli evitare organi competenti di c.L. — che 1i «ali ed Even con grande autorità è passaggi a livello vengano lasciati in riuscito ad avere la meglio sui due custoditi. La sicurezza della strada e avversari dopo una lunga volata che della circolazione impongono che lad ha fatto segnare il notevole tempo di dove non è possibile evitare l’attraver 11"2 sui 200 m. samento di una sede ferroviaria, si Nella stessa riunione ha avuto luogo
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appresti un sistema di avvertimento e di segnalazione efficace. La Commissione ha preso anche in esame il problema dei ponti sul Po, dichiarandosi stupita ed allarmata del lungo ritardo con il quale si procede al completamento delle opere di rac cordo a Mezzanacorte. Da un esame superficiale, si può ri tenere che la manutenzione del ponte in legno venga a costare circa 10 mi lioni al mese e molto più grave ancora è il disagio che grava sugli automezzi.
Le Società di Divisione Nazionale in conformità dell’art. 54 R.O., comma b), si sono impegnate di assicurare il giuocatore contro infortuni dipendenti dalla sua attività di calciatore, com presi allenamenti e trasferte anche per via aerea, per i massimali fissati dalla F.I.G.C. con circolare 24-4-1951 N. 6 Prot. 66907, integrati fino ai se guenti: Per i giuocatori della rosa di Serie A: L. 4.000.000 per morte e L. 5.000.000 per invalidità permanente totale spe cifica; Per i giuocatori della rosa di Serie B: L. 3.000.000 per morte e L. 5.000.000 per invalidità permanente totale spe cifica; Per i giuocatori della rosa di Serie C: L. 1.500.000 per morte e L. 2.000.000 per invalidità permanente totale spe cifica; Per i giuocatori di riserva della Se rie A e B: L. 1.500.000 per morte e L. 1.500.000 per invalidità permanente totale specifica; Per i giuocatori di riserva della Se rie C e per i giuocatori titolari della promozione: L. 1.000.000 per morte e L. 1.000.000 per invalidità permanente specifica. (Dall’art. 17 delle disposizioni gene rali ammesse alle Norme Economiche 1951-52).
♦ MODENA — Si è tenuto il Raduno Nazionale Arbitri di Pallacanestro che ha recato interessanti elementi co struttivi specialmente per quanto ri guarda l’unità di indirizzo da seguire nell’arbitraggio. Esaminati tutti gli articoli del rego lamento tecnico, con particolare rife rimento ai falli personali e ai falli tec nici, è stata approvata una mozione tendente a rendere meno rigida la funzione degli arbitri. Anche la casistica è stata oggetto di attento esame da parte dei presenti che hanno tutti portato il contributo delle loro capacità e delle loro espe rienze. La necessità di accelerare 1 corsi degli arbitri per immettere nuo ve forze è stata particolarmente sotto lineata come quella dello scambio di settore nel doppio arbitraggio. Inte ressante l’istituzione del gruppo giudici gare.
Sopplemenlo al n. 10 di STADIIIM per le Unioni Sportive e i Gomitati Provinciali del G.S.I. ottobre 1051
PER ,UNO STUDIO PIÙ APPROFONDITO D E I NOSTRI PRINCIPI
L’ASCETICA DELLO SPORT L’agonismo sportivo, insegna la
Lo sport, sotto questo aspetto,
E uomo considerato unitariamente
psicologia, si edifica su di un fat
è una delle leve più potenti aven
ed organicamente quale essere fi
tore istintivo assai la combattività.
importante :
ti fulcro nel terreno più valido:
sico, intellettuale e morale. Per ciò
dell’animo
la gioventù, per una migliore edu cazione della nuova generazione.
Insita
nell’intimo
questo
educato
istinto
dovrà
essere
intellettual
fisicamente,
mente e moralmente.
umano c’è infatti una buona e
Difatti posto quanto sopra af
una cattiva combattività. Il ragaz
fermato, che cioè radice di tutta
zo di strada che si trasforma in un
l’ascesi cristiana è la combattività,
della
questa dovrà realizzarsi in tutto
(abitudine ad acquisire una capa cità di sintesi frutto di maggiore
piccolo delinquente misurandosi con rischi non indifferenti, il gio
Prescindendo dalla educazione
combattività
intellettuale
vane che aggredisce il coetaneo;
cultura,
oppure ancora l’adolescente che soccorre il compagno pericolante,
polemica ed alla critica costrutti
l’amico che sta per essere sopraf
della parola) e della educazione
fatto o travolto da una situazione
delia combattività morale (supe
improvvisa, sono altrettanti aspet ti della cattiva o della buona com battività.
ramento del sentimentalismo e del
Meglio sarebbe dire che v’è un
educazione della combattività so
unico istinto combattivo che deve
prannaturale (conquista alla gra
essere educato socialmente ed in dirizzato al bene.
zia, invadenza apostolica, ricerca
consuetudine
alla
sana
va, alla dialettica del pensiero e
romanticismo, conquista della vir
tù)
e
prescindendo
pure
dalla
del sacrificio, accettazione del do
lore
In questa combattività che è il
e
della
sofferenza,
scuola
fondamento di ogni agone sporti
eroica della santità) prescindendo
vo sta in radice molta parte della
da tutto ciò, a noi interessa il pri
ascesi cristiana. E tutto ciò non
OfltA MnHìwiT
mo e fondamentale: quello del fi
deve essere ignorato dai nostri
sico. La vita fisica è infatti pre
militanti sportivi i quali soprattut
supposto di tutte le altre facoltà umane; non dicevano i saggi « pri-
to se impegnati come dirigenti, debbono conoscere profondamen
te i motivi animatori ed i valori positivi dell’azione sportiva.
«FAR DI MIA VITA UNA COSTANTE ASCESA» Jsta scritto sul rilievo del Trofeo della [Montagna o rappresenta In sintesi tutto II programma educativo che li C. S. I. propone al propri giovani
mum vivere deinde philosofare »? La combattività che affiora nel giovane deve
essere
considerata
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come manifestazione di vita fisica
individualmente
sia
che
social
RICORDATI...
mente. Ora noi affermiamo che solo lo
Atleta ricordati! ad affiancare le leggi della natura e per il loro perfetto completamento, per rendere più retta e armoniosa la vita di ogni uomo, Iddio ha fatto pervenire a Mosè, sul Monte Sinai, delle leggi divine perchè le tramandasse a tutti gli altri uomini, al fine di elevarli a sua somiglianza, e, per chi le ha se guite e rispettate, concedere il meraviglioso premio eterno. E’ perciò una competizione, il cui traguardo dista quanto noi viviamo; e tutti si arriva al traguardo, tutti senza eccezione alcuna. Ma come ci si può arrivare? vittoriosi o sconfitti! Può esserci anche un secondo premio che ci permetta, in seguito ad una migliore preparazione (purificazione) di raggiungere in un secondo tempo l’ambito premio, ma è meglio non coniarci trop po perchè basta perdere il secondo posto per colpa di una gom ma bucata o per una ruota scassala, per un fallo in area di rigore o causa una frazione di secondo perduta in disattenzione, o man cando il guizzo finale che permetta la classificazione, per essere esclusi dalla rosa dei vincitori. E una volta giunti, bene o male, è la fine della gara. Non vi sono recuperi e nemmeno ulteriori prove di selezione; quando il Giudice di gara ha omologalo la partita, e questo avviene immediatamente dopo l’arrivo e secon do un giudizio estremamente rigoroso e con una giustizia che è divina, non sono permessi reclami di sorta perche quel giudizio è infallibile, è una sentenza inappellabile. Il referto a cui segue il giudizio di Dio è minuziosamente compilato: vittoria per vittoria, sconfitta per sconfitta. E’ una classificazione di ogni atto della nostra vita dai primi vagiti al traguardo. Regolamento perfetto che non ha alcun precedente, e non permette la falsificazione del proprio cartellino personale! Siamo proprio noi che, spogli di ogni retorica umana, ci si pre senta al Supremo giudizio. Come ne usciremo? Vittoriosi o scon fitti ? Dicci sono i Comandamenti che Mosè ci ha trasmessi e coi quali, nessuno escluso, si può arrancare per l’erta salita per arri vare così vittoriosi alla striscia di arrivo. Abbandonarne uno, uno solo, è come lasciare alla partenza un mezzo per condurre una gara senza rilassamenti, senza incertezze, è come cercare e volere immediatamente il fallo, o respingere sufficienti gomme di ricambio da usare nel travagliato correre della nostra esi stenza, su strade tanto impervie quanto più si dimenticano le dieci Regole che Iddio ci ha indicate come àncora di salvezza. Si buca spesso, ogni giorno, ma il cambio della gomma è pos sibile e si può riprendere a correre con maggior vigore per ricon quistare il tempo perduto. Regolamento rigido che richiede da parte nostra un notevole sacrificio, la sua inosservanza porta auto maticamente alla retrocessione in classifica, finanche a formare il fanalino di coda; occorre riprendere da capo e la sua bontà in finita ci ha permesso di poterlo fare. Per noi atleti, se veramente tali, per la rigida disciplina che ci siamo imposti onde competere con tutte le forze fisiche, morali e spirituali di cui siamo in possesso, e per la nostra particolare ricreativa attività festiva, il Giudice Arbitro della nostra compe tizione, oltre all’invito di attenerci alle Regole che ci ha imposte per gareggiare con speranza di succèsso, una ne ha voluto sotto lineare per presentarla in continuità alla nostra maggiore atten zione; ricordati e sembra rivolgersi a noi atleti che svolgiamo soprattutto attività festiva: « ricordati di santificare la festa ».
sport concepito come agonismo fi sico-atletico innestato e gerarchiz-
zato agli
altri
aspetti superiori
di vita (intellettuale, morale e so prannaturale) può assumersi que
sto importante ruolo educativo. Ma noi qui vogliamo affermare
ancora qualcosa di più. L'educa zione della combattività fisica che
solo lo sport può realizzare pie namente non può esaurirsi dal punto di vista umano nel settore
fìsico stesso. Questo perche ogni educazione, pena la sterilità, non può realizzarsi a compartimenti stagni; ma v’è tra fisico intellet tuale e morale una reciproca in
terdipendenza per cui l’educazio ne del corpo si riflette potentemente su quella della mente e del
cuore ed anche sulla stessa educa zione soprannaturale e viceversa. Ecco perchè, a parità di altri ta lenti, assicura una migliore riu
scita
della
Gioventù
di Azione
Cattolica e del suo metodo educa
tivo nell’affermazione e nella for mazione integrale del giovane. E per la medesima ragione, la pratica illuminata dello sport, cioè un’atleta intelligente, ha mo
tivo di prevalere su altri egual
mente dotati dal punto di vista
fisico. Il Centro Sportivo Italiano pa
lestra dei militanti e dei dirigenti sportivi della Gioventù Italiana di Azione Cattolica rappresenta per
ciò la migliore garanzia di riuscita
nelle conquiste, atletiche della gio ventù e le recenti manifestazioni ed affermazioni in ogni settore
dello sport nazionale ne sono la lusinghiera riprova.
IL C. S. I. (Da -IL MILITANTE- ottobre 1951)
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Si raccomanda vivamente di voler inserire nel prospetto in parola, le generalità dei Presidenti delle Commissioni Tec niche provinciali perche si possa aggiornare tempestiva mente gli schedari della Direzione Tecnica. Infine si prega di voler trasmettere l’indirizzo preciso della sede del Co mitato Provinciale al quale dovrà essere inviata tutta la corrispondenza e la stampa edita dalla Presidenza Centrale.
TESSERAMENTO. — Si richiama l’attenzione di tutti i Comitati Provinciali affinchè nelle operazioni di tesseramento vengano osservate scrupolosamente tutte le norme impartite a suo tempo con circolare a parte e ripor tale su Stadium Notiziario n. 8 dello scorso mese. Affinchè i Comitati Provinciali possano regolarsi in merito, si comu nica che entro la fine del corrente mese verrà inviata a tutte le UU.SS., GG.SS. ed Associazioni G.I.A.C., una busta contenente oltre ai moduli di affiliazione ed elenchi assi curativi un numero speciale di Stadium Notiziario conte nente tutte le norme relative al tesseramento ed alle affilia zioni. nonché i regolamenti delle principali attività sportive che verranno attuate nel nuovo anno. Si raccomanda viva mente ai Comitati Provinciali di inviare alla Presidenza Centrale richieste per l’invio di nuove tessere nel numero realmente necessario in modo che non si abbia a verificare quanto accaduto negli scorsi anni e cioè che presso molti C. P. rimangono giacenti parecchie tessere in bianco.
46 CONGRESSO NAZIONALI. — Per inderogabili ragioni tecniche e logistiche il Congresso Nazionale che doveva aver luogo il 4 novembre p.v. è stato spostato al 9 dicembre; di conseguenza la Tre Giorni Nazionale per dirigenti sportivi verrà svolta nei giorni 6, 7 e 8 dello stesso mese. Il rinvio di cui sopra potrà tornare utilissimo a quei Comitati Provinciali che a causa della grande attività agoni stica di questo periodo non avevano ancora provveduto ad indire il proprio Congresso o lo avevano fatto in modo affrettato. Si sollecitano quindi tutti i Comitati Provinciali che ancora non hanno indetto il proprio Congresso a voler provvedere tempestivamente inviando alla Presidenza Cen trale la notifica della data almeno 20 giorni prima di quella fissata in modo che si possa inviare il rappresentante. Il termine ultimo utile per poter indire il Congresso Provin ciale scade il 4 novembre p.v. Con circolare a parte ver ranno inviate norme precise per la partecipazione al Con gresso Nazionale ed alla Tre Giorni Dirigenti; a proposito di queste, si richiama l'attenzione dei Presidenti Provinciali affinchè facciano partecipare elementi idonei e che diano garanzia di poter domani lavorare con continuità in seno al Consiglio Provinciale. I partecipanti alla Tre Giorni Nazionale avranno ('obbligo l’obbligo di frequenza frequenza a tutte le lezioni.
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COMITATI ZONALI. — Con il termine dell’anno sociale (31 agosto 1951), salvo per le manifestazioni nazionali in corso di svolgimento, decadono tutte le con cessioni fatte dalla Presidenza Centrale per la costituzione dei Comitati zonali. I Dirigenti dei Comitati Zonali già funzionanti nel decorso anno e gli uffici diocesani CIAC che intendono chiedere la costituzione per il 1951 e 1952 del Comitato Zonale, dovranno inviare regolare domanda alla Presidenza Centrale entro e non oltre il 21 ottobre p.v., data in cui si riunirà il Consiglio Centrale che dovrà esprimere il proprio parere in merito. Tutte le domande dovranno essere fatte dagli uffici diocesani competenti e dovranno portare in calce la firma dell’Assistentc Diocesano GIAC, il parere del Comitato Provinciale nella cui giurisdizione dovrà funzionare il Comitato Zonale, nonché il visto del l'ispettore Regionale competente. Si fa presente fin da ora che non potranno essere rinnovate le concessioni a quei Comitati Zonali che nel decorso anno non abbiano prov veduto all affiliazionc di un minimo di tre Unioni Sportive o che non abbiano dato prova di una certa attività organiz zativa ed agonistica.
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DIRIGENTI PROVINCIALI. — Poiché a seguito seguito dei Congressi avvenuti in questo periodo di tempo possono essere avvenute variazioni nei quadri dei Dirigenti Provinciali, si pregano i Comitati a voler trasmettere con cortese sollecitudine un prospetto dal quale risultino tutte le cariche con a fianco segnato il nominativo della persona alla quale detto incarico è affidato e l’indirizzo personale.
SEDI FINALI NAZIONALI. — Allo scopo di poter provvedere tempestivamente alla assegnazione delle finali nazionali dei Campionati C.S.I. si invitano i Comi tati Provinciali che lo desiderano ad inviare alla Presidenza Centrale una richiesta dalla quale deve risultare la specialità agonistica della quale si intende organizzare la finale nazio nale, il preventivo di spesa di vitto ed alloggio per ciascun atleta, il preventivo delle spese organizzative, l’indicazione precisa dove verranno sistemati gli atleti e dove verranno sistemati i dirigenti, il contributo che potrà dare o le spese che potrà sostenere in proprio, il Comitato Provinciale ri chiedente, ed infine, la descrizione degli impianti sportivi a disposizione. Si fa presente che verranno prese in conside razione le richieste che saranno trasmesse complete di tutti i dati di cui sopra e naturalmente nell’ordine in cui perver ranno le richieste stesse alla Presidenza Centrale.
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TROFEO C.S.I. — Perchè la Presidenza Centrale possa provvedere tempestivamente all’invio dei Tro fei destinati all’Unionc Sportiva prima classificata di ogni Comitato Provinciale in base alla tabella pubblicata su Stadium Notiziario n. 7-8-9 dell’ottobre scorso anno, si invi tano i Presidenti dei CC.PP. a voler trasmettere tempestiva mente la classifica finale delle rispettive Unioni Sportive e Gruppi Sportivi. Si fa presente che non verranno assolutaniente inviati trofei a quelle provincie che non avranno ottemperato a quanto sopra entro il 30 novembre 1951.
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INDIRIZZO TELEGRAFICO E NUMERI TELEFO NICI. — Ad evitare una maggiore spesa a carico dei CC.PP. si rammenta che l’indirizzo telegrafico della Presi denza Centrale è il seguente: « CENTROSPORT ROMA». Inoltre si-fa presente che dopo il cambiamento di sede dal 4° al 1° piano, i numeri telefonici del Centro Sportivo sono i seguenti: 555561 e 50113 mentre il telefono del negozio « OGNISPORT » porta il numero 555507.
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RIVISTA MENSILE ILLUSTRATA diretta da LEONARDO BINI Inviare vaglia o assegno a:
E’ L’UNICA PUBBLICAZIONE ITALIANA CHE TRATTI DEL TENNIS E DEL TENNIS DA TA VOLO : : ABBONAMENTO ANNUO NELLE DUE EDIZIONI: IN PATINATA L. 1.200 (PER I COMITATI C.S.I. L. 1.000); ECONOMICA L. 500.
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ELENCO
UNIONI E GRUPPI
SPORTIVI IN REGOLA CON L'AFFILIAZIONE
1954
A tutte le UU. e GG. Sportivi di nuova costi tuzione viene inviato gratis il diploma di affiliazione, tramite il Comitato Provinciale. BRISSOGNE - pr. Grimod Gildo - Brissogne (Aosta). VITA NOVA - Via Tom. Ambrosetti - Morbegno (Como). AUDACE - Convitto Nazionale - Fermo (Ascoli Piceno). PICENUM - Via Visconti d’Oleggio, 34 - pr. Conservatorio Maschile - Fermo (Ascoli Piceno). SCORZA - Via della Scorza, 3 - La Spezia. C.S.I. VIETTI - Piazza XI Febbraio, 9 - Borgotaro (Mas sa Carrara). Via San Rocco, 4 PALLACANESTRO « MONZA » Monza (Milano). AUGUSTO LUGLI - Via Alla Chiesa, 4 - Soliera (Mo dena). VERIUS - Via Filippo Parlatore, 67 - Palermo. LORETO - Via Lorenzo Gasparri, 24 - Pesaro. SKATE CLUB - Via Diaz, 10 - Sassari. VITTORIA - Via Duomo, 44 - Salerno. SANSOBBIA - Via Matteo Repetto, 33.5 - Albissola Ma rina (Savona). MARZANESE - Marzano Appio (Caserta). CORNACCI - Via Fia, 4 - Tesero (Trento). DENNO - Via San Gervasio e Protasio, 3 - Denno (Tr). EXCELSIOR, P.za Cesare Battisti - Aldeno (Trento). AURORA - Via Coppa, 8 - Alba (Cuneo). ALANESE - Via Marconi, 91 - Alano (Belluno). FOLGORA - Cervinara - S. Marciano (Avellino). MOSSESE - Via Italia - Mosso S. Maria (Biella). DON BOSCO - Via Portici Maggiori, la - Bressanone (Bolzano). ALESSANDRO MANZONI - Piazza Duomo, 13 - Brindisi. MAZZOLA - Parrocchia S. Maria del Monte - Caltagi-, rone (Catania). ALDO BALLARIN - Oratorio Salesiano - Soverato (Co senza). MONTEBELLO - Piazza Cavour - Vailate (Cremona). ORFANOTROFIO - Via Felice Geromini, 3 - Cremona. SPINADESCO - Via Mazzini, 8 - Spinadesco (Cremona). OLIMPIA C.S.I. - Via Vado, 3 - Ferrara. GINO BARTALI - Via Buorini, 18 - Piteli! (La Spezia).
Pr. Rev. Parroco - Bagnone (Massa CarBAGNONE rara). OLIMPIA - Via Carpi Ravarino - Sozzigalli (Modena). BRUNO BARBIERI - Via Emilia Est, 989 Canonica S. Lazzaro - Modena. PRO CULTURA - Via Giovanni Brombeis, 70 - Napoli. PIOVESE - Piazza Immacolata - Piove di Sacco (Pa dova). AQUILOTTI - Via Roma, 79 - Fossona (Padova). GUIDO NEGRI - Via Asilo - pr. Canonica - Gallio (Pa dova). IVO REGINI - Via Don Giuseppe Celli, 6 - Cagli (Pesaro). AQUILOTTI - Via Provinciale Vicarese - Cucigllana (Pisa). VERRUCANA - Piazza Vittorio Veneto - Lagnano (Pisa). VIS PUTEOLI - pr. Dr. Dante Pasquale - Via Marconi, 5 Pozzuoli (Napoli). Via ConsolaPRO CARMINE - Parrocchia S. Maria zione - Pozzuoli (Napoli). GIAC RAGUSA - Via Felice Schininà, 74 - Ragusa. CSI RAGUSA - Via Raniolo, 12 - Ragusa. « G .S. ROBUR » - Via Nino Bixio, 17 - Ravenna. AURORA - Via Fola - Albinea (Reggio Emilia). CASINA - Casina (Reggio Emilia). LIGONGHIESE - Ligonghio (Reggio Emilia). Via Roma, 1 - Castelnuovo CASTELNUOVO MONTI Monti (Reggio Emilia). Borzano Bosco - Reggio BORZANESE - Via Borgo, 1 Emilia). GAZZATESE - Via Cazzate, 22 - Cazzata (Reggio Emilia). REGNATESE - Chiesa Parrocchiale - Regnano (Reggio Emilia). ESPERIA - Corso Garibaldi - Salerno. ALBA - Larga S. Tommaso d’Aquino, 9 - Salerno (Parr. S. Domenico). Pastena PRO MAZZOLA Via Cristoforo Colombo (Salerno). FOLGOR - Cepriglia di Pellezzano (Salerno). ARDEA - Via Pio XI, 19 - Salerno. ALOISIANA (Vasco De Gama) - Via loceto, 122 - Salerno. RENATO CASALBORE - pr. Convento S. Cuore - Piazza Ferrovia - Salerno. AUXILIUM - Via San Giovanni Bosco - Alassio (Savona). LA CICLISTICA - Via Aurelia pr. Trattoria Pera - Vado Ligure (Savona). S.S.R.O. - Via Gramsci pr. Mazzanti Aldo - Ostra (An cóna). POLISPORTIVA FICULLESE Bar Cola di Rienzo Borgo Garibaldi, 1 - Terni. MONTE CORONA - Palù di Giovio (Trento). POLISPORTIVA MOLINA - Via Segherie - Molina Flem me (Trento). ROSENGARTEN - Via Canonica - Moena (Trento). MARCO - Via 2 Novembre, 10-62 - Marco (Trento). EXCELSIOR - Piazza Cesare Battisti - Aldino (Trento). VITT - Via S. Maria - Cori (Latina).
Dal prossimo Notiziario inizieremo l’elenco delle nuove affiliazioni 1952. RETTIFICA: a quanto pubblicato su « Stadium » n. 8 dell’agosto 1951 ROSENGARTEN - Via Canonina - Moena (Modena) errata ROSENGARTEN - Via Canonina - Moena (Trento) corretta
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Ecco la relazione della cospicua at tività svolta nel mese di agosto dal dinamico Comitato provinciale del C.S.I. di Brescia: Nuoto (29 luglio): A Iseo, Campio nati Prov. II eliminatoria, indetti dal Comitato Prov. ed organizzati dall'U.S. «Don Bosco» Iseo. Classifica: metri 100 s.l.: 1. Bonfadini Fausto; 2. Maffezzoni Carlo; 3. Ghitti Giuseppe; me tri 100 dorso: 1. Maffezzoni Carlo; 2. Zatti Valentino; 3. Bracchi Giu seppe; m. 100 rana: 1. Passeri Sergio; 2. Ghitti Giuseppe; 3. Angoni Gio vanni; staffetta artistica 3x100: 1. Squadra U.S. Don Bosco, Iseo. Pallavolo (1" agosto): A Desenzano «Festa del Lago». Torneo Regionale di pallavolo, prima assoluta C.S.I. Bre scia. Hanno partecipato 6 squadre di Verona, Brescia e Desenzano. Calcio: A Brescia inizio torneo not turno di calcio, organizzato dall’U.S. Urago Mella. Calcio (5 agosto): A Torbole Casaglio è terminato il torneo di calcio or ganizzato dall’U.S. Torbole Casaglio, con la partecipazione di 7 squadre. A Ospitaletto è terminato il torneo notturno di calcio organizzato dall’U.S. Ospitaletto con la partecipazio ne di 14 squadre. Pallavolo: Il giocatore nazionale Isé Adriano della squadra del C.S.I. di Brescia partecipante al Campionato Naz. serie A è stato convocato dalla FIPAV all’allenamento collegiale per la formazione della squadra italiana che parteciperà ai Campionati euro pei che si svolgeranno a Parigi dal 15 al 23 settembre. A Salò terminò del torneo notturno di calcio organizzato dall’U.S. Audaci e Liberi di Salò con la partecipazione di 8 squadre. Ciclismo: A Bergamo, Coppa Pe dale Bergamasco; partecipazione delle UU.SS. Gardonese e C.S.I. S. Eufemia. Calcio (12 agosto): A Brescia è terminato il torneo notturno di calcio organizzato dall’U.S. Urago Mella,. con la partecipazione di 12 squadre. Ciclismo: A Chiuduno (Bergamo), Campionato Regionale lombardo Cop pa Valotta. 2. ass. Fiori Pierino; 4. Or si Giovanni, entrambi del C.S.I.
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S. Eufemia; 9. Foriini Giovanni (U.S. Brescia batte Fiamme Gialle Trento Voluntas); 10. Avrella Firmo (U.S. Va- - 3 a 1. lentini). La Coppa Guido Valotta è Ciclismo: A Trescorre Cremasco stata assegnata al C.S.I. S. Eufemia « Coppa Zavardelli » : partecipazione avente il massimo numero di classifi delle UU.SS. C.S.I. S. Eufemia e Au cati fra i primi cinque. dax Virle. Classifica: 1. assoluto Fiori Pierino; 3. Orsi Giovanni; 5. Festini Campionato Provinciale valevole per Angelo; 7. Savio Giovanni; 10. Espo l'assegnazione del titolo di Campione sito Renato, tutti del C.S.I. S. Eufe Provinciale categorie Allievi e Dilet mia. La Coppa è stata vinta dalla tanti, indetto dal Comitato Provin ciale ed organizzato dall’U.S. C.S.I. U.S. C.S.I. S. Eufemia della Fonte. S. Eufemia. Classifica: TREVISO Ciclismo (15 agosto): Cat. Allievi: 1. Fiori Piero (S. Eufemia); 2. Orsi Anche Treviso è fra i Comitati più Giovanni (id.); 3. Brignoli Arrigo attivi per le iniziative. Ecco la rela (Urago Mella); 4. Pellizzari Silvio zione delle attività dei mesi di agosto (Audax Virle); 5. Nava Aldo; Catego e settembre 1951 : ria Dilettanti: 1. Marchina Mario Ciclismo (12 agosto): A Salvatronda (Valentini); 2. Camuncoli Bruno (id.); di Vedelago (Treviso), Coppa Pio X, 3. Brognoli Fausto (id.); 4. Pinzoni riservata ai dilettanti, junior e allievi Italo (Audax Virle); 5. Affrini Ce del C.S.I., vinta per distacco dal neo sare (id.). campione provinciale C.S.I. dilettanti Ciclismo (19 agosto): A Trescorre Lorenzon Lino. La Coppa è stata as « Coppa Trescorre Terme » ; parteci segnata all’U.S. Aurora di Treviso per pazione delle UU.SS. C.S.I. S. Eufemia merito del vincitore e del secondo ar e Valentini. Classifica: 2. assoluto rivato Moscon Attilio. Fiori Pierino; 5. Orsi Giovanni del(9 settembre) : La rappresentativa l’U.S. C.S.I. S. Eufemia; 12. Masetti del Comitato Provinciale di Treviso Gino (U.S. Valentini). La coppa Tre formata da Lorenzon, Pavan, Mason e scorre Terme è stata assegnata al Visonà, ha partecipato a Lucca al C.S.I. S. Eufemia per il maggior nu Campionato nazionale C.S.I. dilettanti mero di arrivati nei primi cinque. juniores ottenendo i seguenti piazza Nuoto (26 agosto): A Venezia: fase menti: 6. Lorenzon; 7. Mason; 10. interregionale, organizzata dal Comi Pavan; 23. Visonà. Treviso risultava tato Provinciale del C.S.I. di Venezia. primo tra i Comitati Prov. per numero Classifica: metri 50 rana studenti: di arrivati in tempo massimo e l’U.S. 2. Lanctoi Franco (Virtus S. Fausti Aurora prima tra le Società. no); m. 200 s.l.: 2. Maffezzoni Carlo (16 settembre): Campionato Nazio (Don Bosco Iseo); m. 100 rana: nale Allievi C.S.I. sul seguente percor 1. Lanctoi Franco (Virtus); 2. Ghitti so di km. 89,600: Treviso, Biadene, Giuseppe (Iseo); m. 100 dorso: 1. Bon tadini Sergio (Iseo); 2. Maffezzoni Crocetta, Valdobbiadene, Combai, Fol Carlo (Iseo); m. 100 s.l.: 1. Passeri iina, Pieve di Soligo, Ponte della Sergio (Iseo); staffetta artistica Priula/'Spresiano, Treviso. Come nel campionato dilettanti i giovani rap 3x100: 1. assoluta Brescia (Maffez presentanti del Comitato Prov. di Tre zoni, Lanctoi, Passeri). viso hanno avuto modo di distinguersi Ciclismo : A Nembro «Coppa Nemclassificandosi al 2. posto con Vero bro», partecipazione dell’U.S. Valen nese, al 7. con Carretto, ed al 14. con tini; 4. assoluto Camucoli Bruno. . Libralesso. Nella graduatoria tra i Co Pattinaggio : A Brescia, in occasione mitati Prov. Treviso occupa il secondo dei Campionati Nazionali E.N.A.L. posto. (30 settembre): A S. Angelo di Tre Classifica: Gara inseguimento a Cop viso, Coppa Maggiore Pilota Enzo pie maschile: 1. assoluta coppia C.S.I. Martissa (recentemente caduto in un Brescia (Tedeschi-Migliorlni). incidente di volo) per dilettanti junior Pallavolo: A Brescia,. incontro ami chevole fra le squadre del Centro e allievi C.S.I. e U.V.I. Percorso di gara km. 100 in circuito. Sportivo Italiano di Brescia e le Fiam Atletica (15 agosto): Ha avuto luogo me Gialle di Trento. Risultato: C.S.I.
in città — parrocchia di S. Maria Maggiore — una manifestazione atle tica notturna comprendente una corsa piana m. 5000, ed una staffetta 4 x 1000 metri. Martini Umberto dell'U.S. Con dor si è affermato nei 5000, mentre la staffetta è stata appannaggio della compagine del C.S.I. Miani formata da Mogno, Simeoni, Balzali e Conte. (26 agosto): Partecipazione della squadra C.S.I. Treviso alla prima pro va del Campionato regionale III Serie FIDAL a Venezia. Polo Antonio vin ceva i 5 km. di marcia, mentre i giovani Erri, De Villa, Dotto, Martini e Kercok ottenevano ottimi piazza menti in altre gare. La classifica per Società assegnava al C.S.I. Treviso un onorevole 7’ posto.
zio con la prima giornata di gare il Torneo di Calcio Coppa Coca-Cola, abbinato ad una manifestazione di atletica leggera denominata « Coppa C.S.I. di atletica » che si svolgerà alla fine del torneo. Ventitré sono le squa dre partecipanti divise in 6 gironi. Tennis da tavolo (31 agosto-1 e 2 settembre): La squadra del C.S.I. Tre viso formata da Piazza, Ravini, Bi gotto e Minute, ha partecipato al « Torneo Coppa Notturna » organizza to dal Co.Te.T. di Mogliano Veneto, classificandosi al 2" posto.
nEIIUAMO Premiazioni 1950-51
(2 settembre): I marciatori del C.S.I. hanno disputato a Padova l’ultima prova del G.P. Italia sulla distanza di km. 10. Polo Antonio si è classificato al 2" posto. Nella graduatoria finale Polo occupa il 1" posto tra gli atleti, ed il C.S.I. Treviso risulta primo tra le Società.
Diamo un elenco degli atleti e delle Unioni Sportive bergamasche che du rante l’annata sportiva 1950-51 hanno ottenute delle affermazioni nelle ma nifestazioni indette od organizzate dal Comitato provinciale. La premiazione ufficiale si è tenuta nella sede di Via Paleocapa, 4, il 30 settembre.
(9 settembre): Partecipazione a Schio alla 2" prova del Campionato regionale III Serie FIDAL. Il C.S.I. Treviso si è piazzato al 9" posto. (9 settembre): Da noi organizzate si sono svolte allo Stadio Comunale di Treviso le eliminatorie comunali delle «Popolari di Atletica 1951». Ecco i nomi dei vincitori: Sfera d’argento: Valentin Bruno (m. 8,85); metri 100: Bassetto Giancarlo (12”); salto in al to: Valentin Bruno (m. 1,40); giro del campanile metri 2500 : Lovat Mario (8’35”). Altre eliminatorie comunali da noi patrocinate hanno avuto luogo il 9 settembre a Pederobba, Loria. Cor nuda e Roncade. (23 settembre): Stadio Comunale Treviso : Campionato Provinciale di atletica leggera 1951 comprendente le seguenti gare: corse piane m. 100, 400, 1500, 3000, salto in alto e in lungo, getto del peso, lancio del disco e del giavellotto, staffetta 4 x 100 metri, marcia km. 5. Calcio (2 settembre): Ha avuto ini-
Calcio: Campionato prov. I cat.: 1. U.S. Filante (Costa Monticelli); 2. U.S. Cervice; 3. U.S. Caprino (Capri no Bergamasco); Campionato provin ciale II cat.: 1. U.S. David A (Nembro); 2. U.S. Villa (Serio); 3. U.S. Da vid B (Nembro); 4. U.S. S. Giorgio (Bergamo); Campionato prov. ragazzi: 1. U.S. Zanico; 2. U.S. S. Martino de’ Calvi.
Pallacanestro : Campionato provin ciale: 1. U.S. Polisportiva C.S.I. (Ber gamo); 2. U.S. Olimpia (B. Palazzo Bergamo); 3. U.S. Irides (B. Palazzo Bergamo). Pallavolo: Campionato provinciale: 1. U.S. Aurora (Seriate); 2. U.S. Da vid (Nembro); 3. U.S. Nosari (Ber gamo). Tennis da tavolo: Campionato pro vinciale - Categoria « Inferiori » Singolo: 1. Bresciani Giuseppe (Fuci); 2. Sensi Enzo (La Rocca); 3. Pezzotta Paolo (Scanzo); Doppio: 1. PruinelliGornoldi (Fiorita-Romano); 2. Bar bieri-Vitali (Fuci); 3. Ronzoni-Gironi
(Chignolo); Campionato provinciale Categoria «Superiori» - Singolo: 1. Castelli Giuseppe (Fuci); 2. Bertolizzi Sergio (Olimpia); 3. Pessina G. Franco (Juventus N.); Doppio: 1. Ca vagna-Corti (La Rocca); 2. CarissoniGentilini (Fuci); 3. Zanchi-Gualandris (Gerbi). All’USFUCI di Bergamo la l. classificata fra le UU. EE. viene as segnato un diploma di primo grado. Atletica leggera: Campionato pro vinciale: m. 100: 1. Sella Mario (Poi. C.S.I.); 2. Grismondi Giuseppe (id.); 3. Ravasio Marino (id.); m. 400: 1. Redondi Pietro (Poi. C.S.I.); 2. Pessina Franco (Juventus); 3. Farina Claudio (id.); m. 1500: 1. Falgeri Piero (Villa Almè); 2. Marabini Vittorio (Poi. C.S.I.); 3. Noris Rino (Juventus); m. 3000: 1. Gandolfi Sandro (Pro Vic toria); 2. Gotti Giovanni (Juventus); 3. Rota Fausto (Villa Almè); m. 5000: 1. Acerboni Giovanni (Pro Victoria); 2. Arrigoni Enrico (id.); Staff. 4x100: 1. Polisp. C.S.I. (Zonca, Grismondi, Sella, Meggiolaro); 2. Juventus Nova (Almè); 3. Pro Victoria (Calolzio); salto in alto: 1. Meggiolaro Enzo (Poi. C.S.I.; 2. Grismondi Giuseppe (id.); 3. Galli Ignazio (Nosari); salto in lun go: 1. Redondi Pietro (Poi. C.S.I.); 2. Sella Mario (id.); 3. Meggiolaro Enzo (id.); lancio giavellotto: 1. Bre viario Guido (Nosari); 2. Quadri Giu seppe (Juventus); 3. Madona Franco (id.); lancio del disco: 1. Bonacina Alessandro (Pro Victoria); 2. Mangili Renzo (Juventus); 3. Ferrari Sergio (Pro Victoria); getto del peso: 1. Piccinelli Ezio (Poi. C.S.I.); 2. Cavalli Amil care (Pro Victoria); 3. Quadri Giusep pe (Juventus); classifica generale per UU.SS.: 1. Juventus Nova (Almè); 2. Polisp. C.S.I. tBergamo); 3. Pro Vic toria (Calolzio); finale provinciale «Leva delle Campestri»: Campestri » : 1. Quazzi Marino (Juventus Nova); 2. Gazzetta Vittorio (Pro Victoria); 3. Maggi An gelo (id.); 4. Corna Luciano (Juventus Nova). Bocce: Campionato provinciale Categoria Ragazzi - Singolo: 1. Tu rani Luciano (Villa Adda); 2. Caldana Fernando (Olimpia); 3. Chiodi Anto-
TI^SI’R llII VTO tosa Il tesseramento 1950-51 si può considerare praticamente chiuso in quanto dal 1° ottobre u. s. non si accet accet- .1 ciclismo, —-i 1 tano che le tessere degli atleti che effettuano il sport questo della durata dell’anno solare;; .per {ter poter praticare tutti gli altri sport, è invece richiesta la nuova tessera. Congrui quantitativi di tessere sono stati spediti a tutti i Comitati Provinciali e Zonali per cui non resta che provvedere al ritiro delle medesime presso le rispet tive sedi. Il costo delle tessere è rimasto inalterato (L. 100) e una prima rata (L. 50) va versata direttamente al Comitato Provinciale o Zonale, unitamente a L. 500 deH’affiliazione al momento di ritirare la tessera in bianco. Riassumendo: una volta in possesso delle tessere, e compilate, queste vanno spedite all’ufficio Centrale Tesseramento unitamente alla ricevuta del versaménto fatto sul c.c.p. dell’importo di L. 1000 per l’affiliazione e L. 50 per l’assicurazione di ciascun atleta. E’ in corso di preparazione un numero speciale di < Stadium » contenente, tutti i regolamenti tecnici dei vari sport, le norme per le operazioni di tesseramento e i moduli relativi all’affiliazione e all’assicurazione. E’ pure in corso di preparazione l’elenco delle Unioni Sportive che devono ancora ricevere gli arretrati della Rivista «Stadium». Ai Comitati Provinciali o Zonali sarà spedito un prospetto numerico aggiornato relativo allo svolgimento del tesseramento 1950-51 e nello stesso tempo saranno regolarizzate le eventuali pendenze amministrative.
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nio (Acov); coppie: Turani-Viscardi (Villa Adda); 2. Chiodi-Lodettl (Acov); 3. Caldara-Rosa (Olimpia); terne: 1. Turani - Viscardi - Carenini (Villa d’Adda); 2. Caldara - Rosa - Grotti (Olimpia-Bergamo); Campionato pro vinciale Categoria Adulti - Singolo: 1. Capoferri Francesco (Olimpia); 2. Agostinelli Giuseppe (Acov); 3. Regonesi Giuseppe (Acov); coppie: 1. Propersi-Rinaldi (Olimpia); 2. Agostinelli-Rocchetti (Acov); 3. CorreggiBernasconi (Olimpia); terne: 1. Ago stinelli-Rocchetti-Regonesi (Acov); 2. Pansa-Carminati-Cassina (Olimpia) ; 3. Correggi-Bernasconi-C a p o f e r r i (Olimpia); classifiche per UU.SS.: Ca tegoria Ragazzi: 1. U.S. Villa d’Adda; Oat. Adulti: 1. U.S. Olimpia B. Pa lazzo. Alpinismo: Campionato provinciale di Marcia in Montagna: 1. U.S. Pro Victoria di Calolziocorte (Squadra A); 2. U.S. Pro Victoria di Calolziocorte (Squadra B); 3. U.S. Scais-Nosari di Bergamo.
La premiazione dell'attività ciclisti ca avverrà alla riunione delle Società praticanti ciclismo e comunque al ter mine del calendario delle gare ancora in programma.
sassari Il CSI ha vinto il Trofeo di basket in notturna. Per prima cosa ecco la classifica finale del torneo notturno di pallaca nestro, vinto in modo più che bril lante dalla squadra dei bianco-blù del Centro Sportivo Italiano di Sassari: C.S.I. . .. 3 3 0 0 203 92 6 Juvenilia ..3 2 0 1 67 74 4 Turritana. ... 3 1 0 2 71 106 2 Robur ............ 3 0 0 3 55 126 0 Insperato successo, specie dal lato tecnico, ha avuto il Trofeo notturno. Esso ci ha dimostrato quale enorme passo avanti abbia compiuto la pallacanestro sassarese in questo ultimo periodo. A chi il merito? Ai solerti dirigenti della sezione pallacanestro del CSI professori Fadda e Casu; agli atleti del CSI che con instancabile serietà hanno compiuto in ultimi mesi continui e severi allenamenti per im parare e assimilare ciò che avevano appreso dalle squadre continentali che si valgono di splendide attrezzature e di valenti allenatori (e su questo pun to torneremo in seguito); infine buona parte di merito a tutti i giovani che. pur tecnicamente inesperti, hanno dato il meglio di se stessi per la riu scita del Torneo. Abbiamo visto nelle due partite disputate dal CSI dome nica sera, del vero gioco da manuale. Contro la zona della Turritana, 1 biancoblù attaccavano con una prepara zione larga, ariosa, quasi perfetta, con passaggi veloci e precisi sui pivots e a conclusione canestri limpidi come il sole. Non si è visto uno solo dei cosi
detti « tiri di fortuna » contro l’uomo della Juvenilia, gioco ancora piti arioso e brillante, specie nel secondo tempo. E’ stato in questa partita che si è potuto notare l'alto grado di forma raggiunto dalla squadra del CSI. I migliori giocatori: Giovenali, Po iane e Cordella. Dopo degli atleti par liamo della organizzazione. Perfetta. Campo illuminato a giorno (mai visto cosi bello il campo Meridda) ottimi arbitraggi, competente giuria. Un riconoscente grazie a Fadda e Casu con preghiera a loro e a chi di dovere di farci più spesso godere di questi spettacoli .almeno più di quanto fino ad ora non sia stato fatto. Circa l’arbitraggio, perfetto e al di sopra di ogni encomio quello di Pro fili, meritevole di elogio quello di Fad da (alle prime armi come arbitro) e bravo anche Casgittu di Sassari. Auguriamoci che questa ripresa, ini ziatasi col Torneo Notturno sia il ma gnifico principio della rinascita del cestismo turritano. GE.VOVA
Il Comitato Provinciale prima an cora di aver terminato l’attività 1951, ha già lanciato per la stagione 1951-52 un intenso programma che riguarda circa venti discipline sportive. La cir colare inviata a tutte le Unioni Spor tive della provincia di Genova dice: siamo certi che tutte le UU.SS. prov vederanno, con quella tempestività che è propria degli sportivi, in modo che a settembre si abbia già un completo inquadramento generale per poter da re inizio al lavoro. Forti della espe rienza acquisita nel passato esercizio, qui sotto indichiamo a grandi linee il nostro programma che riteniamo sia da tutti accolto con entusiasmo in quanto si tratta di un inquadramento che ci sembra sia il perfezionamento di quanto è stato fatto nell’anno pre cedente con raggiunta di nuove bran che di attività sportive di grande in teresse per i giovani. In questa atmo sfera 11 lavoro profondo in campo educativo, con l’entusiasmo che ani ma tutti, noi siamo certi che l'anno 1951-52 riserverà al C.S.I. nuove af fermazioni nella organizzazione, in campo agonistico ed in campo tec nico ».
Ecco il sunto dell’attività: Calcio: Categoria I: riservata ai giovani che abbiano compiuto il 14° anno di età e fino a coloro che sono nati nel 1933. Categoria II: riservata ai giovani che abbiano compiuto il 14° anno di età e fino a coloro che sono nati nel 1935. Categoria IH: riservata ai giovani nati negli anni 1936-37-38. Categoria Amatori: libera a tutti 1 giovani di qualsiasi età.
Trofeo Giovanni Santolini: riser vato ai giovani delle classi 1936-37-38. Coppa C.S.I. (Torneo finale attività calcistica 1951-52) riservata ai giovani nati fino al 31 dicembre 1933. Atletica leggera: Campionati ai so cietà, Campionati individuali categoria senior e juniores, categoria allievi (anni 1936-37-38), Riunione di sele zione per i Campionati nazionali, Triathlon, Pentathlon: 10 prove, eli minatorie corse campestri, Campiona to provinciale corsa campestre, Staf fetta S. Giovanni Battista (interregio nale), Staffetta S. Siro, incontri fra Società, incontro interregionale di pro paganda.
Atletica pesante: La carenza di pa lestre ha troncato tutte le nostre ini ziative in questo campo. Ci stiamo adoperando e ci auguriamo che le competenti autorità ci assegnino al meno una o due palestre, affinchè i nostri giovani possano cimentarsi nel la specialità che loro piu è gradita. Bocce: Dalla disputa del I Campio nato provinciale della specialità che avrà inizio fra pochi giorni, si cer cherà di ritrarne gli insegnamenti per l’anno venturo per il quale variamo il seguente programma: Campionato di Società; Campionati individuali; Tor nei vari organizzati dalle diverse Unioni Sportive. Ciclismo: Difficoltà di ogni genere hanno reso difficile il compito della Commissione Tecnica. Resta invariato per l’anno venturo il programma dei due Trofei: Trofeo «Prime Pedalate» e Trofeo «Novizi».
Hokey su prato: Campionati pro vinciali categoria allievi; Campionati provinciali categoria seniores juniores (1“ categoria). Montagna: Organizzazione Campeg gi; Escursionismo ed Alpinismo. Par tecipazione con più squadre al « Tro feo della montagna». Judo: Con il 25 settembre prossi mo, avrà inizio la scuola, mentre per il programma futuro si prevedono le seguenti manifestazioni: Campionati provinciali allievi; Partecipazione ai Campionati federali con una nostra squadra. Nuoto: Scuola di nuoto; Campio nati provinciali. ..Pesca subacquea: H Corso per bre vettò nuoto, pronto soccorso, salva mento e pesca subacquea; Dimostra zioni pratiche di pesca subacquea con frequenti gite a mezzo motobaleniera espressamente attrezzata; Campeggio ir», sede da destinarsi. Tamburello e pallone elastico: Tor neo Coppa Genova riservato agli al lievi; Torneo « Apertura » riservato alle squadre di seconda categoria in terregionale; Campionati federali di H e III categoria.
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