Stadium n. 10/1954

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gf; iwnWyì Rassegna mensile illustrata di tutti gli sport Anno IX - N. 10 - Roma - Ottobre 1954 - Direzione e Amministrazione Roma. Via Conciliazione 1 - Tel. 550.113 - 555.561

LUIGI GEDDA

direttore

SOMMARIO FILIPPO MUZJ Specializzazione e masse .

Pag. | 1Pag. I OTTAVIO PERONE 3 '■ In margine al campionato allievi del CSI . . . . 35

OLIMPICUS La prodezza di Ballotta al centro degli assoluti . .

MARIO BOLLETTA Una convincente rassegna: i campionati del CSI . . N. B. Affermazione genovese nel­ lo stadio più suggestivo . NATALE BERTOCCO Alle « Fiamme d’oro » del­ la P.S. il VI Trofeo della Montagna ...........................

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UMBERTO DE MARTINO Lo sport e la scherma ne­ gli Stati Uniti d’America .

j IL CSI IV Criterium Studentesco di atletica leggera 1954 . .

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! ALDO ROSSINI

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Pieno successo dei campio­ nati bocciofìli del CSI . .

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Di tutto un po’

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15 I

i EMANUELE LORO Melanconico bilancio degli I « europei » di Torino . . 23 i

NICOLO’ DE SANDRE Più stranieri che italiani sulle « erode » dolomitiche

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5! i

5000 anni di pugilato nella « Mostra di Roma » . . . 22

AUGUSTO ZEROLI Storia vera di una fusione che non fu ...........................

Don NICOLA PAVONI Cervia-mare, ovvero: il 2° Corso dirigenti CSI . . .

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( 24 i '■ I 25 ; ■

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) 27 '

In copertina: L’attività atle­ tica propagandistica del Centro Sportivo Italiano è stata intensa, quest’anno, in ogni settore. I campionati di atletica leggera del C.S.I che hanno prece­ duto i « criterium » studente­ schi ed il Gran Premio delle Regioni, hanno messo in evidenza le forze nuove della grande organizzazione polisportiva, che assicura ormai, in più d’una specialità, l’apporto concreto di copiose « leve » allo sport italiano ed alle federazioni nazionali. La f_:_ _ cccc dei 5000 foto ritrae ;i :: finalisti metri, in piena azione, allo Stadio delle Terme di Roma.

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Roma

C. S. I. PRESIDENZA MZIOKUE g ARCHIVIO SBRIGO

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Sfilzo l[ 'FIAMME OW DEIIH N8IUCII Lo sport è ormai entrato e non solo in funzione agonistica, ma anche e principalmente con scopi fìsico educai ivi e format ivi nei reparti dell'Eser­ cito e dei Corpi militarizzati. ì campionati militari estesi ormai allo schieramento completo delle Forze Armate italiane impegnano e creano uno spirito di emulazione che non potrà che giovare assai presto allo sport italiano. Specie in quelle disci­ pline che più delle altre abbisognano di metodo, di preparazione razio­ nale, di vita militare per intenderci. Anche con il Corpo delle Guardie di P. S., come con l'Esercito e la Finanza, il CONI ha stipulato di recente particolari convenzioni che assicurano agli Enti militari l'assistenza tecnica e materiale delle Federazioni e degli Organi sportivi nazionali.

Il Corpo delle. Guardie di P. S. tramite il suo Ispettorato Generale, e gli Ispettorati di Zona, ha già fissato un proprio programma sportivo e di educazione fisica e lo va realizzando nei singoli Reparti con larga, entu­ siastica rispondenza. Nella recente rivista delle Forze della Polizia Italiana passata dal Capo dello Stato e dal Capo del Governo, sono state particolarmente ammirate le formazioni motorizzate e speciali. Ecco il plotone rappresentativo degli alpini sciatori e rocciatori per l’impiego in montagna, le « Fiamme ri'oro » di Moena, mentre sfila applauditissimo davanti alle, più alte cariche dello Stato ed alle Rappresentanze diplomatiche, sull’ampio viale della Passeg­ giata Archeologica, a Roma.

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PROBLEMI-BASE DELLO SPORT ITALIANO

Speciaìi»»a35Ìoiie e masse <ii FILIPPO MIZJ

Ormai certi principi che una volta erano sdegnosamente respinti vengono generalmente accettati. L’evoluzione dello sport non è che il frutto della specializzazione e come nel set­ tore industriale le necessità del progresso hanno imposto la formazione di operai specia­ lizzati e di alta specializzazione così nel set­ tore sportivo l’alto livello raggiunto dall’atle­ tismo mondiale ha obbligato i dirigenti a creare una categoria di specialisti. Come abbiamo fatto rilevare in altra occa­ sione la specializzazione richiede tempo, mez­ zi, sacrifici di ogni genere, applicazione meto­ dica e scientifica. Mentre in tempi ormai pas­ sati l’atleta si allenava quando poteva e come poteva, oggi se vuole riuscire o se vuole per­ fezionarsi deve assoggettarsi ad un severo re­ gime di vita, deve frequentare giornalmente il terreno di gioco o la palestra o la piscina per migliorare il suo rendimento. L’atleta deve in una parola dedicarsi allo sport che preferisce, di qui la necessità che le organizzazioni sportive provvedano alla prepa­ razione degli atleti; di qui la necessità che tali organizzazioni siano provviste di mezzi ade­ guati e di qui la necessità che gli atleti siano posti in grado di ottemperare alle disposizioni delle Federazioni. E’ facile comprendere come i grandi pro­ gressi raggiunti dallo sport moderno abbiano determinato una nuova situazione per quanto riguarda il dilettantismo puro. Mentre lo sport avanza, la concezione del dilettantismo senza macchia rimane fermo sul passato: ormai tut­ ti sanno che anche nei settori delle discipline sportive dove non c’è professionismo, il dilet­ tantismo integrale è una specie di ideale in­ franto : un rudero vetusto che affiora dalle ca­ ligini della stòria, che si guarda ammirati

pensando magari ai bei tempi di una volta che purtroppo non temeranno più. Ora è tempo che certe regole vengano ri­ vedute e corrette; a noi sembra, ad esempio, che debba considerarsi professionista soltanto colui che percepisce un utile dalle sue presta­ zioni sportive; mentre è ovvio che non possa e debba considerarsi tale chi percepisce un rimborso spese per mancato guadagno, chi si allena anche per lunghi periodi a carico delle organizzazioni sportive in vista di un importante cimento nazionale e internazio­ nale. Il problema della preparazione degli atleti dopo l’avvento della specializzazione non è stato finora compiutamente e felicemente ri­ solto nei Paesi del mondo occidentale. Que­ sto vitale problema è intimamente connesso alle possibilità finanziarie delle società e delle Federazioni nazionali. In Italia un piano or­ ganico e utile allo scopo non è stato realizzato in quanto le Federazioni sportive e le società dispongono di mezzi assai limitati. Si tenga inoltre presente che tutto il peso della specia­ lizzazione grava sulle spalle delle organizza­ zioni sportive in quanto lo Stato non intervie­ ne con contributi destinati né a questo né ad altri scopi sportivi. Soltanto in piccola parte l’Italia ha potuto adattarsi alle esigenze dei nuovi tempi; ovviamente, difettando le nostre possibilità nel campo della specializzazione, di­ fettano anche i buoni risultati; e questo è uno dei motivi principali della famosa crisi dello sport italiano. Auguriamoci che questo problema fonda­ mentale possa venire presto risolto per ripor­ tarci fra le nazioni dove la specializzazione ha trovato migliore soluzione; pei- oggi ci occu­ peremo di un altro aspetto fondamentale del-

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la vita e del progresso dello sport: quello che si riferisce alla materia grezza, alla massa in­ dispensabile per ringiovanire e per progredire. Lo sport nella scuola ha dato (o meglio in­ comincia a dare) un forte impulso all’atleti­ ca leggera, sport base per eccellenza. Questa grande iniziativa sta felicemente maturando: sono emersi dalla massa molti elementi che convenientemente preparati potranno darci in campo nazionale e internazionale molte sod­ disfazioni. Detto grazie a chi ne è stato l’arte­ fice, bisogna riconoscere che il reperimento della massa ha avuto un avvio felicissimo ma che per conseguire più concreti risultati oc­ corre proseguire nella ricerca dei giovani an­ che in altri settori della vita nazionale. Il punto dolente della situazione è costi­ tuito dalla decadenza delle società afflitte da perenne anemia. Se avessimo in piedi una or­ ganizzazione potente, ricca di mezzi probabil­ mente la deficienza di giovani che si riscontra in quasi tutti gli sport (fatta eccezione per il calcio e per il ciclismo) non si sarebbe mai verificata. Ci si domanda: possono le società e quin­ di le federazioni provvedere da sole al rifor­ nimento di materiale umano per alimentare lo sport italiano? Così come stanno le cose non ci sembra possibile; e in verità dove è mancata l’opera delle società è intervenuto il Centro Sportivo Italiano che ha svolto un prezioso lavoro nel campo del reclutamento e dell’avvio all’ago­ nismo dei giovani. Non è nostro compito sot­ tolineare i meriti del CSI che sono noti e non hanno bisogno di essere ricordati; ci piace in­ vece rilevare che questo prezioso apporto alla causa sportiva ha molto giovato per eliminare certe vecchie avversioni allo sport che, forma­ tesi in altri tempi in seno alle nostre famiglie, continuano a resistere sia pure in forma assai meno accentuata. L’avere una grande associazione cattolica abbracciata la causa dello sport ha indubbia­ mente modificata l’opinione di molti timorosi genitori che pensano allo sport come ad una distrazione troppo pericolosa e impegnativa per i loro figli che debbono invece studiare. Fortunatamente questa mentalità sta ora len­ tamente scomparendo: non è più concepibile una buona preparazione intellettuale disgiun­ ta da una buona preparazione del fisico. 4

Un altro utile elemento che sta contribuen­ do alla ricerca e al primo dirozzamento dei giovani è costituito dal Centro Propaganda Sportiva Giovanile recentemente istituito dal CONI. Questo Centro voluto dall’aw. Giulio One­ sti e funzionante sotto la diretta responsabi­ lità del dott. Mario Sami ha già attratto al­ cune ottime iniziative nel settore del nuoto, del tennis e dell’atletica leggera. Finora Cen­ tri di addestramento permanenti di nuoto per ragazzi dai 7 ai 14 anni sono stati istituiti a Roma, Bologna, Torino, Trieste e Genova e so­ no stati frequentati nel loro primo anno di vita da oltre 2000 allievi che hanno imparato a nuotare sotto la guida di abili istruttori. Di questi 675 hanno superato le prime prove di brevetto. Inoltre in collaborazione con la Fe­ derazione Italiana di Nuoto dal 10 agosto al 15 settembre sono stati riuniti all’Aquila 65 fra nuotatori e nuotatrici (in periodi separati) scelti fra coloro che. si erano affermati in base ai tempi ottenuti in gare ufficialmente rico­ nosciute e che non avevano superato il 16“ an­ no di età. A tale periodo di addestramento, che si è chiuso il 15 settembre, hanno partecipato anche gli istruttori dei Centri giovanili; du­ rante le prove sono stati migliorati 7 primati nazionali della categoria allievi e 56 primati personali. Presto entreranno in funzione anche i cen­ tri di Milano e di Firenze e altri ancora saran­ no istituiti non appena possibile. Tutto questo fervore di iniziative miranti alla ricerca di giovani atleti per gli sport dove c’è carenza di massa, darà quei risultati che i dirigenti dello sport italiano fervidamente si augurano. Da rilevare inoltre che l’insegnamento del nuoto viene impartito da istruttori di provata capacità; l’impostazione tecnica dell’allievo viene attentamente curata. Anche qui è la specializzazione che si af­ ferma, che trionfa. Ma anche il problema de­ gli istruttori merita una più attenta conside­ razione da parte dei dirigenti sportivi nazio­ nali. Dobbiamo arricchire e migliorare la ca­ tegoria degli istruttori; senza di che la spe­ cializzazione degli atleti rimarrà sempre un problema insoluto. Filippo ìlluzj


Fruttuosa la massima rassegna^oAleti^jm2wnale I

La prodezza di Ballotta al centro dedli assoluti o

Abituati a leggere e a sentire risultati eccezionali che piovono in questo scorcio di. stagione da ogni parte d’Europa (TAmerica o per meglio dire gli Stati Uniti sembrano fermi, da qualche mese in qua) in campo atletico, anche la notizia di un primato nazionale sembra poca cosa. Eppure è ormai tempo di convincersi che Patietica a differenza di altre discipline — severe se praticate con equilibrio e coscienza ma più superficiali nel loro esame se non hanno per uni­ tà di misura giudicante il tempo o il metro — presenta caratteristi­ che tali, del tutto particolari, in netto contrasto con qualsiasi im­ provvisazione. Sicché il risultato scaturisce da una prestazione tec­ nica ben definita e non già dal colpo di fortuna che talvolta ge­ nera il successo nei giuochi di squadra. Voglio dire per l’appunto che i giuochi di squadra, bene o male che vadano vengono accettati e so­ stenuti senza badare al sottile con pregi, e difetti. Mentre però siamo pronti ad accogliere il risti!tato delle partite di. calcio o di pallacanestro, di pallavolo e di rugby e persino le valutazioni del tutto soggettive dei giudici di pugilato o di scherma o di ginnastica, senza commenti che non siano infiora­ ti. o impregnati di spinta passio­ nalità, difficilmente si accettano per buoni i risultati dell’atletica o del nuoto se questi non si avvi­ cinano nei tempi e nelle misure « quelli di valore mondiale o perlo­

meno europeo. E ciò tanto per ci­ tare le due discipline che compon­ gono per buona metà almeno l’ar­ co del vasto programma olimpico. Per il calcio, per la pallacanestro, per il pugilato insomma tutto è buono, colpi destri o mancini, azioni congegnate o da autentici scarpari. Per l’atletica tutto sem­ bra poco, tutto sembra facile e non si sente che parlare della in­ feriorità dei nostri rispetto agli esponenti dei paesi che più matu­ rità hanno in questo campo o che. perlomeno più rapidi sono stati nella ripresa del dopoguerra. E si dimentica con faciloneria come la eccezione nell’atletica leggera na­ sca e fiorisca non già quale frut­ to del caso ma attraverso due si­ stemi inconfondibili: per virtù di una selezione amplissima su deci­ ne, talvolta centinaia, di migliaia di elementi o per profonda, co­ scienza sportiva innata in taluni paesi e nelle rispettive genti. Co­ me si verifica nel primo caso in Russia, in Germania e negli Stati Uniti e nel secondo in Ungheria, nei Paesi Scandinavi oltre ben si intende che in Inghilterra e nelle nazioni non intossicate da un pro­ fessionismo spinto oltre misura. L’Italia, perché nasconderlo?, manca di una vera coscienza spor­ tiva e tanto più di una coscienza atletica che è alla base del mi­ glioramento fisico della stessa no­ stra razza. E solo attraverso un du­ ro cammino si cerca la strada del­ le "leve”, nella scuola e si spera assai presto anche nel lavoro.

Il discorso porterebbe lontano poiché investe tante responsabilità visto che così raramente i nostri parlamentari si occupano della gioventù e dei problemi anche fisici di questa e ritengono d’aver assolto al loro compito di rappre­ sentanti dei rispettivi collegi sol­ tanto riuscendo a spillare contri­ buti ad enti sportivi e non spor-

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La « grinta » di Angiolone Profeti, campione italiano... a vita del lancio del peso e primatista assoluto di volontà e di rettitudine sportiva

tivi per la solita squadra di cal­ cio del proprio paese composta per lo più da gente estranea al paese stesso. Il discorso porterebbe lontano ma non è questa l’intenzione di chi vuole oggi esaltare la prodezza di Edmondo Ballotta nuovo pri­ matista italiano nel salto con l’asta con metri 4,26. D’accordo che con­ frontati alle misure ottenute di recente in campo internazionale, comunque tuttialtro che irraggiun­ gibili, questo volo del rotondetto un tantino dinoccolato saltatore emiliano non rappresentano l’ec­ cellenza. Ma sono invece moltissi­ mi questi 426 centimetri di salto con l’asta se vengono raffrontati alle misure precedenti ed alla lunga storia italiana della specia­ lità prima di giungere alla appa­ rizione sulla scena del binomio Chiesa-Ballotta all’agonismo e alla rivalità del quale spetta per l’ap­ punto il merito del nuovo limite nazionale. Ballotta vale qualcosa di più ancora. Lo scrissi del resto anche il giorno in cui lo vidi sva­

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gato gironzolare nervoso e impa­ ziente sul campo del Neufeld a Berna, in attesa via via, del suo turno. E m’accorsi quanto diffici­ le fosse per il piacentino superare l’esile assicella dopo aver fallito la prima prova a metri 4,15. Colpa del nostro benedetto temperamen­ to latino, colpa del nostro cuore, o meglio del cuore dei nostri atleti

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così difficile da frenare e da sof­ focare quando sono in competizio­ ne. Da un errore molti nordici od orientali traggono lo slancio per l’immediata rivincita su se stessi. Dopo un errore i nostri, il 90 per cento almeno, crollano e non vale il richiamo della folla, non vale l’incitamento a rimetterli in car­ reggiata. Ballotta avrebbe potuto anche superare domenica scorsa al "comunale di Firenze” metri 4,30. Un risultato questo che difficil­ mente sarebbe stato raggiunto da altri nell’immediato avvenire, ben conoscendo le difficoltà del salto con l’asta, e la necessità del ba­ gaglio di esperienza e di volontà che esso richiede come del resto la maggior parte delle prove atle­ tiche. Sono proprio, secondo ine, l’insegnamento e l’abitudine alla gara appresi a Berna nella recente edizione dei campionati europei che hanno consentito a Ballotta il nuovo risultato. Oltreché, ben si intende, la vicinanza e lo stimolo continuo della presenza di Chiesa. Lo ha detto lo stesso neo primati­ sta dopo la gara. In effetti il 4,21 conquistato a fine primavera e che gli aveva, consentito di sganciarsi dalla "fiamma gialla” nel condo­ minio del titolo, non gli piaceva granché. Sentiva nelle gambe e

nelle braccia la forza e la possi­ bilità di salire oltre la misura e da tempo carezzava il sogno. Ma è impossibile supporre che una vol­ ta raggiunto il nuovo limite di 4,25 (risultato poi, 4,26 in una accura­ ta misurazione) Ballotta fosse in grado di proseguire. Ha provato

MIGLIORI

NELL’ATLETICA

PALME AL MERITO 1954 Ili GRADO Taddia martello II GRADO

Simonetti 800 Ballotta asta Ziggiotti giavellotto Bordoni marcia Lombardo 400 Bravi lungo Trogn triplo Farina giavellotto

1 GRADO

Benzon peso Giardi alto Ferrarlo 200 Albano 800 Netzgandt disco Masoero alto Macchione giavell. Jacob 100 Galbiati 100

Vene lungo Bessone giavellotto Maggioni 1500 Martini 10.000 Roveraro alto Carnevali alto Dani 400 Dallafontana peso Fan tozzi 400 Bonsignore triplo


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sa che portò a 4,20 il nuovo li- Meggioni vincitore dei 3000 siepi e dei 1500 piani. mite (da m. 4,17). Inseguimento Peppicelli scottato nei 10 mila raggiungi m ento a di Ballotta, raggiungimento quota 4,20 (in apertura di que­ che ha condotto troppo lentamente sta stagione) superamento qual­ portandosi al traguardo il roma­ gnolo Martini, ha usato altra tatche settimana dopo sino a 4,21. Infine a Firenze per i campio­ nati assoluti la consacrazione di una superiorità già apparsa evi­ dente da qualche tempo, sul di­ Mi par giusto nifarne brevemen­ retto rivale, che comincia ad ac­ te la storia. Erba lo portò nel 1914 cusare gli anni: comunque pro­ a m. 3.24; quindi per tanti anni prio dal timore di una nuova mi­ Lambitisi appare il nostro miglior naccia Ballotta trarrà la forza c l'incentivo per andare oltre. Se uno solo è il risultato ecce­ n u zionale e per questo più lucente e gradito e meritato dal protago­ nista come dai suoi consiglieri ed allenatori Taglioni e Calvesi che. lo seguono da tempo, molte sono le prestazioni eccellenti o buone. Grosse sorprese non se. ne sono avute, ed è difficile del resto re­ gistrarle nell'atletica, Bonsignore «a HBHM ha avuto via libera nel "triplo" .- A -, per l'assenza di Trogu, così come Montanari ha battuto Gnocchi nei II pesista genovese del CSI, Maggio, in piena azione. 200 m. in una di ([nelle giornate di grazia che capitano raramente in una stagione, pur tenendo con­ fica nel fondo-breve vincendo i to della classe notevole e anche 5000 in un tempo soddisfacente. dell'esperienza del ternano. Gnoc­ Martini per contro aveva già rag­ 1 -.t chi si è così lasciata sfuggire la giunto il vertice della gioia e del­ possibilità di un magnifico dop­ la... gloria con il successo nella pietto. Ciò che invece è riuscito a prova più lunga del programma.

a m. 4,30 e alla seconda prova per pura disdetta l'assicella è caduta appena sfiorata, quindi i nervi te­ si da troppe ore hanno ceduto e {'ultimo tentativo è stato come sempre il meno felice. In -11 anni (da Ventura anno 1913, m. 3.21) : il limite italiano del salto coni l'asta è stato miglioralo di un metro.

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Teseo Taddia ancora una volta cam­ pione assoluto nel lancio del martello

astista sino a raggiungere ni. 3,59 e 10 conservò sino a che nel 1927 11 capitane pilota Contali, uno dei più completi atleti (Fogni tempo, non raggiunse m. 3,61. L’avversa­ rio diretto di Contali fu Innocenti. I continui confronti dei due gio­ varono all'uno e all’altro, ma so­ pratutto alla nostra atletica che si trovò alla chiusura dell'attività del fiorentino Innocenti il prima­ to a m. 4,01. Comparve sulla sce­ na Romeo, altra fiamma gialla ed elemento di prim’ordine e questi dopo tredici anni di predominio (dal 1939 al 1951) venne supera­ to dal suo compagno (Tarmi Chic-

Il Segretario Generale del CONI e Presidente della FIDAI,, dott. Bruno Zauli, si congratula con Aldo Notario, Don Pavoni e Dattilo per la brillantissima rassegna atletica giovanile del CSI allo Stadio delle Terme

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diale dei 5000 metri con 13’51”2; quindi in campo nazionale. Al primato di Ballotta hanno fatto seguito a breve distanza due nuovi limiti nazionali, quello della Paternoster nel pentathlon femmi­ nile con un punteggio che testi­ monia il netto miglioramento del­ le nostre atlete in quanto anche la Musso ha superato nella diffi­ cile competizione il suo limite, pre­ cedente; e la nuova misura di Zig­ giotti nel lancio del giavellotto. Come del resto accennavo sopra nel commento ai campionati asso­ luti.

Bis milanese nelle staffette : ecco i vincitori della 1x100 con ti fianco i genovesi e i bresciani terminati ai posti d'onore

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Da tempo Martini registra tempi e prestazioni notevoli e nulla si può obiettare alla sua conquista dello scudetto dei fondisti. Sui suc­ cessi di Taddia, Profeti, Consoli­ ni, Ziggiotti, Filiput, Lombardo, rispettivamente nel martello, peso, disco, giavellotto, 400 ostacoli e 400 piani non mi pare vi siano da fare considerazioni di sorta. Dei sei solo due praticamente interes­ sano l’atletica di domani: Ziggiot­ ti e Lombardo, in grado di com­ petere ormai anche in campo in­ ternazionale e in possesso di qua­ lità fisiche tali da poter senz’altro migliorare i loro limiti personali, registrati del resto proprio questo anno. Meglio può fare anche Nardelli nei 110 ad ostacoli dopo aver tolto ancora una volta- ad Albane­ se la grande speranza di poter ri­ salire la corrente, cosa non facile se si pensa alla sua età. Ed assai di più e di meglio ci si deve attendere, da Bravi, appe­ na diciottenne e già su limiti di valore nel salto in lungo. Sempreche non abbia davanti alla pedana lo spauracchio dello scudetto! Al­ la sua età per quanto già collau­ dato e un tantino spregiudicato Pemozione fa sempre capolino. Druetto e Olivelli comunque non lo hanno impegnato granché. Al­ tra graditissima conferma quella di Roveraro a quota m. 1,90 la

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qual cosa ha ridato valore al tito­ lo italiano del salto in alto, dove due giovani Degoli della Panaro e Zanunceìli della Bentengoni son finiti a m. 1.87. Le ultime setti­ mane atletiche ci hanno portato delle graditissime buone nuove in­ campo internazionale anzitutto con la prodezza di Chatawaj che nella grande rivincita con il russo Kuts ha stabilito il nuovo primato mon­

Infine il Gran Premio delle Re­ gioni svoltosi a Roma, — e nelle formazioni erano una infinità gli atleti diplomatisi ai campionati del C.S.I. — ha messo in luce ele­ menti di. valore', il fondista Perrone, il saltatore abruzzese Spinucci, ^ostacolista Sbernadori, il triplista Zucchermaglio, il pesista Pavone — a conferma dell’intenso lavoro di propaganda atletica che si svol­ ge nelle Puglie — ed il velocista Crescenzi. Quando si dirà che su dieci gare in sette è stato miglio­ rato il limite precedente, ve n’è abbastanza per essere più che mai convinti dell’avvenire finalmente roseo per la nostra, atletica e per i suoi, giovani esponenti. Olimpicns

ALBI DELL'ATLETICA LEGGERA

I CAMPIONI D’ITAEIA 1954 100 Metri 200 Metri 400 Metri 800 Metri Metri 1.500 Metri 5.000 Metri 10.000 Metri 110 ostacoli Metri 400 ostacoli Salto in alto Salto in lungo Salto triplo Salto con l’asta Lancio del peso Lancio del disco - Lancio del, giavell. Lancio del mart. Marcia km. 10 Metri 3.000 siepi Decathlon Sta filetta 4 x 100 Staffetta 4 x 400

, • -

GNOCCHI (Gallaratese) . . MONTANARI (Lav. Terni) LOMBARDO (Fiamme Gialle) LENSI (Virtus Lucca) . . MAGGIONI (Gallaratese) PEPPICELLI (Fiat Torino) MARTINI (Bagnocavallo) . NARDELLI (A.T.A. Battisti) FILIPUT (Gallaratese) . . ROVERARO (Ati. Albenga) BRAVI (Atletica Bra) . . BONSIGNORE (Libertas Catania) BALLOTTA (Diana Piacenza) . PROFETI (ASSI Giglio Rosso) . CONSOLINI (C. S. Pirelli) . • • ZIGGIOTTI (Marzotto) TADDIA (C. S. Pirelli) . . BORDONI (Diana Piacenza) MAGGIONI (Gallaratese) VECCHIUTTI (Udinese) ETRURIA, Prato . • • • L. A. ALESSANDRIA . . •

10"7 21”7 48”6 l’55"4 3'59”4 15’07”2 31’41”2 15”4 53”3 1,90 7,27 14,36 4,26 14,62 51,32 66,61 54,58 47’26”3 9’32” 5247 42”5 3’19”8


UNA CONVINCENTE RASSEGNA:

I Campionati del C. S. I Nella suggestiva cornice che cir­ conda lo « Stadio delle Terme » di Roma si è conclusa la nostra rassegna nazionale di atletica leg­ gera che ha impegnato, dal 24 al 26 settembre, circa sci centurie di atleti, fra i 17 ed i 20 anni, pro­ venienti da ogni contrada d’Italia. Questa imponente manifestazio­ ne, articolata nel clima del pili

' v' Diploma, scudetto e targa ad ogni vinci­ tore dei campionati atletici del CSI. Que­ sta volta premiano il prof. Borghi e il doti. Stassano della FIDAL

puro entusiasmo, contenuto nella più leale combattività agonistica, è riuscita una convincente dimo­ strazione di maturità, per cui non è azzardato sperare che altri gio­ vani atleti del C.S.l. andranno ad allinearsi con i campioni che già numerosi si sono inseriti nell’elet­ ta schiera dei « maggiori ». La serietà con cui si sono svolte le varie fasi delle prove in pro­ gramma, durante il periodo pre­ paratorio di questa stagione atle­ tica, meravigliosa fatica delle no­ stre Organizzazioni periferiche, è stata dimostrata dalle tre giornate romane, il cui risultato conferma il successo. Tutti si sono prodigati perché l’anniversario del 1” decennio del Centro Sportivo Italiano fosse ce­ lebrato, anche in questo settore basilare dello sport, con la mi­ gliore dimostrazione possibile, per documentare la sua raggiunta ef­ ficienza.

Infatti, è bene precisare che questi nostri campionati, oltre a rappresentare una rassegna di gio­ vani atleti militanti nelle più di duemila Unioni Sportive del C.S.l, sono, soprattutto, il consuntivo di una azione selettiva svolta fra i ventiduemila giovani che, nelle no­ stre Associazioni, hanno chiesto quest’anno di praticare l’atletica leggera. L’omogeneità delle forze in cam­ po ed i risultati tecnici consegui­ ti sono una realtà viva. Nelle 14 gare in programma, ben 8 primati sono stati superati fra quelli già stabiliti nelle prece­ denti edizioni dei campionati del C.S.L primati che, nella maggio­ ranza dei casi, sono stati ottenuti da più di un concorrente. Perciò il successo non è fondato soltanto sulla eccezionalità di af­ fermazioni individuali, ma è di­ mostrato dalla configurazione dei risultati ottenuti nelle varie spe­ cialità. Ci piace notare ancora che i giovani convenuti a Roma non

hanno fatto economia delle loro energie fin dalle prove eliminato­ rie, per cui si è sovente assistito a puntigliose lotte combattute fra i protagonisti per la conquista del posto nelle fasi finali. La serie di benevoli considera­ zioni potrebbe continuare ancora, c ci porterebbe mollo lontano, se la tirannia dello spazio non ci im­ ponesse un limile. Perciò se differiamo un partico­ lareggiato esame dei risultati con­ seguiti e se rimandiamo anche di procedere ad un confronto con i risultati del passato, sentiamo tut­ tavia vivo il desiderio di rivolgere il plauso della C.T.N. ai vincitori delle 14 gare ed alla squadra di Genova che riconquista, dopo due anni, il primo posto. Ad essi ac­ comuniamo con sicuro convinci­ mento tutti gli altri partecipanti i quali si sono strenuamente im­ pegnati per ottenere migliori af­ fermazioni. Al riconoscimento dovuto ai protagonisti della nostra imponen­ te rassegna atletica, non va di­ sgiunto un sincero grazie a tutti coloro che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione. Primieramente alla Presidenza ed alla Direzione Tecnica che han­ no accolto i nostri programmi con elevata sensibilità e particolare comprensione. Alle Autorità del C.O.N.I. ; al

La vivacisìma partenza dei finalisti degli 800 ni. piani nei Campionati del CS.I.

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suo Presidente avv. Onesti, al dot­ tor. Zauli Segretario Generale del CONI c Presidente della FIDAL, al doli. Garroni vice segretario ge­ nerale del CONI, al rag. Massimi e al doti. Stassano della Presiden­ za della FIDAL, nonché al Chia­ rissimo Prof. Virno Commissario straordinario dell’istituto Superio­ re di Educazione Fisica ed alla eletta schiera di Insegnanti di Ed. F. che hanno voluto onorare con la loro presenza questa nostra ma­ nifestazione. Un ringraziamento particolare • • finfine esprimiamo ai Giudici del­ ia FIDAL ed ai Cronometristi per la cordiale collaborazione offer­ taci. La. favorevole risonanza che ha prodotto questa edizione romana dei nostri campionati, non solo Conclusa con la vittoria della formazione milanese della « Riccardi » nell’ambito della grande famiglia la staffetta 4 x 100 del CSI, ci dice quanto sia vivo l’interessamento e quanto sia dif­ fusa la passione per l’atletica leg­ gera, la quale, è bene ripeterlo, sta alla base di ogni sport ed è saldamente ancorata al più effi­ ciente dilettantismo. Ma quello che più ci ha confor­ MASCHILI tato non sono state soltanto l’or­ ganizzazione c l’esecuzione per­ - Gnocchi Luigi (Gallaratcse) . . . 10.8 Metri 100 22.0 - Gnocchi Luigi (Gallaratcse) . . . 200 Metri fette della manifestazione, quanto 49.9 - Archilli Enrico (Atl. Firenze) . . Metri 400 l’aver constatato che si è finalmen­ - Franchi Franco (FF. GG.) . . . 1.57.6 800 Metri te raggiunto un felice clima d’in­ 4.03.0 - Grasso Alberto (Lancia) .... Metri 1.500 tesa e di comprensione tra atleti 15.11.8 - Azzani Riccardo (Rovatese) . . . Metri 5.000 32.13.0 - Martini G. B. (Bagnava vallo) . . Metri 10.000 e dirigenti con significative espres­ 15.7 Metri 110 ostacoli - Bauletti Osvaldo (Virtus Lucca) sioni di cavalleria direi di finezza 56.3 Metri 400 ostacoli - Bonanno Giovanni (Maurolico) morale, segno evidente che l’atle­ 1,84 • Roveraro G. M. (Albenganese) . . Salto in alto tica leggera comporta di per se 6,87 I Salto in lungo - Gnocchi Luigi (Gallaratcse) . . . 14,27 Salto triplo - Bonsignore Stefano (Lib. Catania) stessa un’alta finalità educativa. 3,80 ■ Scaglia Pietro (Lancia) .... Salto con l’asta E se tutto questo sta a confor­ 13,96 - Meconi Silvano (Assi Giglio Rosso) Lancio del peso tare Formai nostra vecchia tesi 44,75 Lancio del disco ■ Giacobbo Alberto (Crai Bussano) . della prevalenza dello spirito std 55.24 Lancio del giavell. - Rosati Piero (Etruria) . . 46,68 Lancio del mart. - Quasso Carlo (Lancia)..................... dato meramente tecnico-organizza­ 49.00.0 Marcia km. 10 - Santoro Antonio ' (C.U.S. Bari) . . tivo dello sport, l’abbraccio spon­ Staffetta 4 x 100 - CRAL REDAELLI Milano (Bozzi taneo, fraterno, generoso scambia­ 43.3 Rossi, Berretta, Simi) .... to in mezzo ad applausi scroscian­ Staffetta 4 x 400 - LIBERTAS Alessandria (Polastri, 3.23.3 Gallina, Allegrone, Albertelli) ti fra Tammaro e Zurli ne costi­ tuisce il più ambito e autorevole sigillo. F E M’ MINILI E nella commozione di questo 13.2 Meti'i 100 Savorelli Delma S. C. Italia) . . . scambio d’affettuoso saluto, frutto 20.9 200 Metri Ferrarlo Lucia (S.C. Bergamo) . . d’educazione e gentilezza d’animo 2.29.2 800 Metri Mauri Anna (Libertas Corvetto) . . squisitamente sportive, abbiamo 12.7 Metri 80 ost. Bosio Carla (SIP Torino)..................... sentito un pressante monito: va­ 1,47 Salto in alto Giardi Osvalda (CUS Pisa) . . . 4,87 Salto in lungo Baroni Mirella (S. C. Bergamo) . . lutare sempre più adeguatamente 10,49 Lancio del peso Ricci Elivia (S. C. Bergamo) . . . l’atletica leggera perchè l’esercizio 36,70 Lancio del disco Bondesan A. M. (Fiat)..................... ne sia diffuso su raggio sempre più 30,88 Lancio del giavell. Pupp Brigitte (SAF Bolzano) . . • vasto in mezzo alla nostra prospe­ Staffetta 4 x 100 S. C. BERGAMO (Gerosa, Bedini, 52.0 Fassi, Baroni)............................ rosa e promettente gioventù. Alarlo Bolletta

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CAMPIONI DI SECONDA SERIE

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Affermazione Genovese nello Stadio più suggestivo VENERDÌ... La rassegna atletica nazionale del Cen­ tro Sportivo Italiano a conclusione di una intensa stagione dedicata ai giovani, ha avuto inizio venerdì 24 settembre allo Stadio delle Tenne con la partecipazio­ ne di oltre 500 atleti qualificati nelle precedenti eliminatorie in 60 province. Tre competizioni sono già state por­ tate a termine nel primo giorno: il peso, la marcia dei 5000 metri e il lungo, meri-

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un anno. E’ studente di prima liceo e l'ansio prossimo frequenterà il "classico" alla Nunziatella di Napoli. Nelle batterie dei 1500 si sono avute buone prestazioni da parte di Lucaroni. Morin e Dalla Betta di littorio Veneto. Ottima la prova di Annoili sui 200 metri. . Il secondo vincitore della giornata è stato il genovese Pescetto, veterano or­ mai dei campionati del CSI, avendo già partecipato a 4 edizioni. Il suo risulta­ to più che eccellente (6.56) non costitui­ sce tuttavia il suo primato personale che è stato di 6.63. Pescetto è prossimo ragioniere, terzogenito di sette figli. Terzo ed ultimo laureato infine nella prima giornata il leccese Francesco Perulli, piccolo ma ben piantato marcia­ tore, dallo stile tuttavia non ortodosso, che si e aggiudicato il titolo dei 5000 metri dopo una gara serratissima con il romano Fondi, stilisticamente migliore, che ha conteso sino sul filo di lana la vittoria al pugliese e che il pubblico ha cal orosamen te ap pi alidi t o.

SABATO...

Il Segretario Centrale della GIAC dott. Bersia, ottimo sportivo pratican­ te. consegna a Tammaro. Presidente del CSI Milano, la gran Coppa vinta dai « gialli » lombardi

tre le giurie hanno dovuto lavorare a lungo per l’effettuazione delle numerose batterie delle corse piane. Già dalla pri­ ma giornata in condizioni di clima idea­ li ed alla quale ha presenziato il dottor Garroni con i maggiori dirigenti del CSI si socio avuti risultati più che sod­ disfacenti che lasciano prevedere presta­ zioni notevoli nelle prove finali. Nelle batterie dei 100 il miglior ri­ sultato si è avuto da parte del milane­ se Franco Faletti, di queU’autentico vi­ vaio che è la Riccardi con 11”4, alla pa­ ri del cagliaritano Cesaraccio che ha se­ gnato lo stesso tempo. Brillanti e vivaci anche le batterie dei 400 dove il varesino Giuseppe Rosanna ha compiuto una prodezza facendo registrare un eccellente 52”8, mettendo in tal modo una ipoteca sul. risultato finale della gara. La prima finale portata a termine, quella del peso, ha diplomato campione il simpatico ragazzone bresciano Turlini; 17 anni, 1,85, kg. 84. A” un gioviale atle­ ta cresciuto alla scuola di Calcesi, che ha iniziato Fattività dei lanci da appena

La seconda giornata liti registrato una serie di risultati eccellenti in particola­ re da parte dei vincitori delle tre fi­ nali: il salto tei alto, il lancio del disco e i 5000 metri piani. Ma anche nelle corse veloci come nelle staffette, le cui finali si svolgeranno domattina dome-

nica, le prestazioni sono state piu che eccellenti. Il Presidente del CONI Avv. Onesti ha assistito stamane alle prove, ricevuto dai dirigenti del Centro Sportivo Italiano prof. Notorio, Borghi, Dattilo e dal Pre­ sidente della Commissione Tecnica Na­ zionale cav. Mario Bolletta. Il Presiden­ te del CONI è apparso vivamente com­ piaciuto della imponente partecipazione dei giovani, frutto di un intenso e ra­ zionale lavoro di propaganda e di penetrazione atletica in ogni dove d Italia sviluppato dal CS.I. con la collabora­ zione degli organi tecnici della FIDAL. I risultati di questo lavoro in profon­ dità appaiono per l’appunto di anno in anno sempre più evidenti. Nella mattinata si è avuta la finale del lancio del giavellotto alla quale hanno partecipato una trentina di con­ correnti. La lotta tuttavia si è ristretta a tre elementi anzitutto che si sono stac­ cati subito e di forza da tutti gli altri: Pietro Bologna dell’Atletica Rimini, Franco Radman della Nova Juventus di Lucca, e Ferruccio Sias della "Riccardi" di Milano. Dei tre il riminese Bologna è stato il migliore sfiorando con bello stile e di potenza i 50 metri. Si tratta di giovani naturalmente che miglioreran­ no con il tempo. Buone anche le pre­ stazioni di Raimondi di Genova e di Salis di Sassari. Sempre nella mattinala sono state por­ tate a termine le batterie degli 800 me­ tri piani, dove il bresciano Bonfadini ha posto nuovamente una ipoteca per il ti­ tolo. già vinto lo scorso anno a Cagliari, stabilendo il miglior tempo della pro­ va; le semifinali dei 100 ni. piani ed i quarti di finale delle due staffette: 4 x 100 e 4 x 400. Le prove del pomeriggio si sono ini­ ziate con le semifinali dei 100 metri piani vinte rispettivamente dal bresciano Bertuelli (11”7) sul reatino Leonzio e

I CAMPIONI DEL C.S.I. 1954 11 ”5 Bertuelli Gaspare (Atletica Brescia) 23” Arnioni Enzo (Riccardi Milano) 53”4 Agostani Angelo (Riccardi Milano) 2’O3”3 Bonfadini Aldo (Atletica Brescia) 4’15”5 Morin Mario (Castelletto Genova) 16’03” Gandini Giorgio (Atletica Brescia) 25’05” l Perulli Francesco (Fulgor Lecce) . 1,75 Causavano Vincenzo (Coin Mestre) 6,56 Pescetto Paolo (Castelletto Genova) 12,21 Turlini Damiano (Atletica Brescia) 94,77 Bologna Pietro (Atletica Rimini) . 37,78 Maggio Angelo (Corniglian. Genova MILANO (Bancolini, Savi, Annoni 43”9 Fa letti)........................................... - MILANO (Milani, Savi, Pigini, Ago Staffetta 4 x 400 3’36”6 stani)................................................ Comitati: 1. GENOVA - 2. MILANO - 3. TRENTO

Metri 100 Metri 200 Metri 400 Metri 800 Metri 1.500 Metri 5.000 Metri 5.000 marcia Salto in alto Salto in lungo Lancio del peso Lancio del giavell. Lancio del disco Staffetta 4 x 100

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Sul perugino Gaggi otti; e dal trentino Faletti (1I”8) sul cagliaritano Cesaraccio e il genovese Pierluigi. Nelle semifinali dei 100 piani il miglior tempo è stato ottenuto da Faccini di Parma (53”7) ma anche il trentino Palle, il milanese Ago­ stani; il chietino Cipolla, il genovese Frassinelli ed il romano Di Rossi sono apparsi buoni finalisti per la gara de­ cisiva che si svolgerà domattina. Cosi nei 200 piani, giunti anche que­ sti alle semifinali. II milanese Animai ha stabilito il primato dei campionati del CSI con un ottimo 23” mentre degni avversari, per la finale, sono apparsi il perugino Paletta (23”7) il trentino Berlamini (23”7) e il genovese Minetti (23”8). La finale dei metri cinquemila alla quale ha partecipato uno stuolo notevole di giovani fondisti è stata vinta, bril­ lantemente. ma dopo durissima lotta dal bresciano Gandini con un buon tempo: 16’. Gandini che è studente del terz'anno ili Istituto ladusinole vanta delle pre­ stazioni personali interessanti avendo già vinto tra gli studenti i 1500 m. in 1’10” ed i 1000 metri in 2'42”. Occorre dire tuttavia che se G (indi ni ha raggiunto meritatamente la vittoria altrettanto meritevole è stato il geno­ vese De Florenlis, generoso ed inesau­ ribile alFattacco, conducendo per tre quarti la gara, sino a che nel finale non è stato affiancato e superato da Gandi­ ni e ancora dal trentino Facchini e dal niolfettese Assi. NelCultimo giro De Florentis ha avuto ancora la forza di rimontare una posizione terminando al secondo posto in 16’08” davanti a Fac­ chini e ad Assi.

Altrettanto brillante ed emotiva la finale del salto in alto che ha visto tre atleti terminare a m. 1,75. sicché so­ lo la precedenza del superamento della misura ha determinato la .classifica. Que­ sta vede al primo posto il veneziano della Coin di Mestre, Causarono, un gio­ vane diciannovenne longilineo, di un me­ tro e ottanta che già lo scorso anno ha vinto la finale nazionale di tetrathlon. Causarono non aveva nini saltato comun­ que più di ni. 1,70, ed è stata proprio Caria e Cambiente delle "Terme" a far­ gli raggiungere il nuovo primato perso­ nale. Con Causarono hanno tentato di­ rettamente il metro e ottanta il trenti­ no Piccolroaz ed il milanese Guarnerio. E tutti e tre hanno dato la sen­ sazione di avere nelle gambe la misu­ ra. ma forse l’emozione e certo ancora l’inesperienza hanno mandato a vuoto le loro ultime tre prove. Nettamente quar­ to con 1,70 il lucchese Lombardo. An­ che in questo campo il CSI ha dimostra­ lo di possedere un eccellente vivaio. Ultima finale, della seconda giornata di gare, il lancio del disco che ha per­ messo a Genova di conquistare ancora un titolo con Angelo Maggio, robusto e saldo atleta di 18 anni. Maggio ha staccato nettamente gli altri, raggiungen­ do la distanza (m. 37,78) al secondo lan­ cio di finale, mentre vivacissima è sta­ ta la lotta per il secondo posto tra il cremasco Faliva ed il bresciano Gui­

doni.

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Suggestiva visione dello Stadio delle Terme durante la S. Messa al campo, cele­ brata da don Nicola Pavoni, Assistente Centrale del CSI, prima dell’inizio delle prove dell’ultima giornata

Apoteosi della staffetta 4 X 400: 1. Milano (naturalmente!), 2. Genova, 3. Ferrara


Metri 800 piani: 1. Bonfadlni di Bre­ scia, 2. Canal di Trento. 3. Massobrio di Alessandria

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Metri 200 piani: 1. Annoni di Milano. 2. Minetti di Genova, 3. Paletta di Perugia

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Metri 5000 plani: 1. Gandini di Bre­ scia, 2 De Florentis di Genova, 3 Fac­ chini di Trento

Metri 1500 piani: 1. Morin di Genova. 2. Ragazzini di Brescia, 3. Scollo di Catania

Il dott. Pasquale Stassano della FIDAL consegna al rag. Zurli, accompagnatore della squadra genovese, il trofeo per il Comitato Provinciale classificato primo assoluto

Lancio del peso: 1. Turlini di Brescia. 2. Maggio di Genova, 3. Minardi di Parma

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Metri 100 piani: 1. Bertuetti di Brescia, 2. Faletti di Milano, 3. Cesaraccio di Cagliari

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Salto in lungo: 1. Pescetto di Genova, 2. Cesaraccio di Cagliari. 3. Cavagnolo di Cremona

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Nelle semifinali della staffetta 4 x 100 Milano (Bancolini, Savi, Armoni e - F"' letti) e. Genova ~ (De Ambrogio, Pescetlo, Pierluigi e Minetti) sono apparse con Brescia e Pur ligia le formazioni miglio­ ri. Come anche nelle semifinali Iella staffetta 4 x 100.

DOMENICA ... La giornata conclusiva dei. campio­ nati rii atletica leggera del Centro Spor­ tivo Italiano è stata dedicata alle finali delle corse piane e delle staffette che hanno suscitato notevole interesse ed eri hanno registrato prestazioni davvero eccellenti da parte di tutti i finalisti. Ciò malgrado un vento piuttosto sensi­ bile che spirava contro proprio sul ret­ tilineo rii arrivo e che ha influito indub­ biamente sui risultati tecnici rielle prove. Alla terza ed ultima giornata rii gare della grandiosa rassegna giovanile del CSI che ha radunato a Roma seicento finalisti di circa 60 province, a conclu­ sione di una intensa stagione atletica sviluppata in ogni dove d'Italia, ha as­ sistito il Segretario generale del CONI e Presidente della FIDAL. dott. Bruno Zauli. La finale dei cento metri ha visto ima lotta serrata fin sul filo di lana ria parte del bresciano Bertuelli, del milanese Faletti, del cagliaritano Cesaraccio e del genovese Pierluigi, Ber­ tuelli tuttavia con un finisci) eccezio­ nale s’è staccato di forza dagli altri tre. Altra vittoria bresciana s’è avuta negli 800 piani per merito di Bonfadini. un magnifico atleta diciottenne. Buone in questa gara le prove del viterbese Lupi, dell’aretino Villa e del genovese Buzzi. Brillante e appassionante anche la fi­ nale dei 400 piani, dove è prevalso con autorità e stile il milanese della « Ric­ cardi » Angelo Agostani, anche questi studente di ragioneria poco più che di­ ciottenne. Enzo Armoni della « Riccardi » rii Mi­ lano ha vinto- i 200 piani staccando di forza, giù in curva, ai primi cento metri il lotto degli avversari. Chiara la vittoria di Mario Morin nel­ la finale dei 1500 piani. Infine le due prove di staffetta. Nella 4 x 400 la lotta si è presto ristretta a

Questo lo squadrone genovese, con i propri dirigenti, che ha dato al Comitato Provinciale della Dominante la vittoria collettiva nei campionati C.S.I. 1954

milanesi e genovesi. Per il terzo e quar­ to posto vivacissima la lotta tra Ferrara e Trento, terminata a favore dei ferra­ resi, mentre Lucca e Roma Iran chiuso la serie degli arrivi. Ancora Milano egualmente su Genova nella finale della staffetta veloce, l’ap­ passionante 4 x 100 metri. In classifica generale Genova è finita al primo posto assoluto nella bella e riuscita rassegna atletica del CSI. con una serie di piazzamenti onorevolissimi. Ottimo logicamente il comportamento dei milanesi, una volta tanto secondi, dopo aver dominato per anni l'atletica del CSI, e più che brillante e merite­ vole il terzo posto di Brescia. Ma la sorpresa maggiore nella graduatoria ge­ nerale è data dal quarto posto dei peru­ gini, che hanno presentato uno schiera­ mento di atleti preparati e disciplinati. Perugia, Lucca, Parma, Arezzo, Vene­ zia e Chieti occupano nella graduatoria gli altri posti di onore.

L'organizzazione, sul campo è apparsa impeccabile e toccante e preziosa la collaborazione tecnica del Comitato Re­ gionale della FIDAL presieduto dal Dott. Ferruccio Porta. Giudice Arbitro preciso e attento il Dott. Cavedogna di Bologna e direttore di riunione il Rag. Tartaglia direttore dello Stadio delle Terme.

Alla premiazione il Prof. Aldo No­ torio Vice presidente del CSI ha por­ tato alle autorità presenti, ai dirigenti ed agli atleti tutti, il saluto cordiale del Presidente prof. Luigi. Gedda ringra­ ziando gli intervenuti e sottolineando il valore della imponente rassegna giova­ nile che costituisce ormai un effettivo e concreto apporto per lo sport italiano. Era anche Presente il Prof. Vincenzo Vinto direttore dell'istituto Superiore di Educazione fisica che ha espresso ai di­ rigenti del CSI il suo vivo compiaci­ mento.

BRILLANTI 1 ‘LmiTI 33 DECmLI ATLETI DEL C. S. I. NUOVI PRIMATI

PRIMATI ESISTENTI 10”9 (1951) 23”1 (1952) 51”3 (1951) 2’01”4 (1952) 4’23”3 (1951) 16’15”2 (1953) 25’00”0 (1951) 1,70 (1952) 1,70 (1953)

Metri 100 200 Metri Metri 400 800 Metri Metri 1.500 Metri 5.000 Metri 5.000 mare Salto in alto

Jacob L., La Quercia, Rovereto Ghiselli G., Voluntas, Novara Jacob L., La Quercia, Rovereto Rizzo A., CSI Riccardi, Milano Fontanella G., CSI Cremona Ambii A., Libertà», Cagliari . Màssara S., CSI Potenza . . Pieri R., U. S. Fulgor, Firenze Dalpozzolo C., Atletica Brescia

Salto in lungo Lancio del peso Lancio del disco Lancio del giav. Staffetta 4 x 100 Staffetta 4 x 400

Strata G., C.R.D.M., La Spezia Monguzzi P., Riccardi, Milano 12,71 Lelli M., CSI Arezzo . . . . 35,48 Benevegna A., Atletica Brescia 51,75 C.S.I. VENEZIA.......................... 45”2 C.S.I. MILANO.......................... 3’37”2

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Annoili Enzo, CSI Riccardi, Milano

23”0

Morin Mario, U.S. Castelletto, Genova 4’15”5 Gandini Giorgio, U.S. Atlet., Brescia 16’03”0

Causavano Vincenzo, Coin, Mestre . Piccolroaz Fabio, La Quercia, Rover. Guarnerio Pierluigi, Riccardi, Milano 6,41 (1953) Pescetto Paolo, Castelletto, Genova . (1952) (1951) Maggio Angelo, Corniglian., Genova (1953) . . (1952) C.S.I. MILANO . . . . (1953) C.S.I. MILANO . .

1,75 1,75 1,75 6,56 37,78

43”9 3’3tì”0


NELLA SUPERBA CORNICE DEI MONTI PALLIDI

Alle ((Fiamme (l’eroe della P. S. il VI" Trofeo della Montagna il C.S.l. di Velo d’Astica primo tra i Cittadini

e l’“ Anpisport,, di Aosta tra i Valligiani.

Superbo bilancio tecnico della

Grandiosa l’asse-

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rina di atletismo o

alpino realizzata dal C. S. I.

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Coppe e trofei ai ragazzi di Velo d’Astico. autentici camosci

E proprio in questa sede qualificata s’è. avuta la consacrazione della bella prova realizzata dal Centro Sportivo Italiano, con la collaborazione vi­ va e impeccabile dei servizi tecnici del Corpo del­ la V. S., sicché la sesta edizione del «Trofeo della Montagna » è stata di gran lunga più viva e inte­ ressante delle precedenti. In particolare per la qualità dei suoi competitori, preparati e consci delle difficoltà da affrontare sui costoni fantasiosi ed avvincenti dei monti che fan da specchio alle pallide pareti del Rasentai, delle Torri del Fajolet e del Catinaccio. 7 ra le molte competizioni alpine che si svol­ gono, disarticolate purtroppo nella regolamenta­ zione per la mancanza di un ente nazionale che tale attività coordini e disciplini ■—■ ed è questo il voto espresso dalla giuria del VI Trofeo della Montagna : unificare le formule della gara in mon­ tagna —, la prova di Moena può essere senz'altro ritenuta la più severa e completa, la più appassio­ nante ed aspra. Per il tracciato anzitutto delle tre frazioni, egualmente difficili, anche se di diversa natura, quindi per Vagonismo che si accende Ira le staffette partecipanti. Vero è. che nessuno osa più affrontare la gora senza una preparazione spe­ cifica, senza un collaudo preventivo senza una se­ lezione singola degli elementi cui affidare le sin­ gole frazioni. La limitazione della partecipazione militare è stata suggerita proprio dall’opportunità, che può essere discussa ma che è comunque evi­

dente, di far gareggiare soltanto le squadre-staf­ fetta in grado di perdere il minor tempo possibile nei confronti delle formazioni che da qualche tem­

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po ormai il pronostico, ben meritatamente, indica favorite. Ma nella pochezza, relativa anche questa, delle squadre v’è l’eccellenza assoluta della quali­

ì\on che fosse una novità la stafffetta in mon­ tagna, ma ci son voluti degli anni per far inten­ dere Tutilità e l’interesse tecnico del «Trofeo» d’estate, a più cTun ostinato negatore. Infine, come sempre per le iniziative nuove ed eccellenti, è pre­ valso il buon senso e tutti si son convinti. L’accet­ tazione plenaria della formula, pur con il giusto suggerimento di talune varianti delle quali non potrà non essere tenuto conto nelle edizioni futu­ re, s’è avuta proprio in sede di giuria della gara della quale facevano parte esperti civili e vasta rappresentanza dei reparti militari o militarizzati di montagna: ufficiali degli Alpini, delle Fiamme Gialle della Finanza e del Corpo delle Guardie di P. S., balzato in primissimo piano da qualche tempo in qua nella considerazione nazionale e sportiva per gli eccezionali risultati raggiunti sui

su percorso vario, accidentato, per abituare al supe­ ramento di difficoltà naturali quali può presentare un percorso di campagna, (come la frazione cosid­

campi di neve come sulle impervie pareti dolomi­ tiche dagli allievi della Scuola Alpina di Moena.

detta di pianura con un certo dislivello) oppure le altre due assai più difficili, anche se apparen-

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tà. A Moena erano presenti senza dubbio alcuno le staffette della P. S., della Finanza e dei reparti alpini più capaci: le migliori, così come tra le squa­ dre civili erano rappresentati gli enti e le società sportive che vanno per la maggiore nel campo del­ l’atletismo montano. Poiché di atletismo vero e proprio si parla in una competizione del genere, in quanto l’elemento uomo è solo a lottare contro se stesso, senza alcun strumento accessorio, senza alcun surrogato. Voglio dire senza sci od altri arnesi usati in montagna. E’ la classica competizione di atletica


temente più brevi di chilometraggio, in salita e in discesa. Quest'ultima è stata praticamente quel­ la che ha provocato la maggiore selezione, scen­ dendo a rompicollo da Forcella Pozzil alla grazio­ sa piazza di Moena dove era collocato per l’ap­ punto il traguardo d’arrivo.

Questo tipo di preparazione atletica- estiva per i campioni della neve è stato del resto pienamente accettato dai dirigenti della Federazione Italiana Sport. Invernali ed in particolare dai tecnici che si occupano delle specialità del fondo e del gran fondo. Se si riuscirà a disciplinare le varie, ma non troppe per fortuna, competizioni similari che pro­ mosse da più enti si svolgono d’estate prevalente­ mente in- montagna, sarà possibile arrivare al « Trofeo della Montagna » come all’autentica pro­ va di campionato nazionale di staffetta alpina. In­ tuì senso dovrebbero orientarsi gli esperti che addestrano i reparti specializzati del nostro eser­ cito e dei corpi militarizzati. Nè deve spaventare

la competizione e tanto meno il timore di un piaz­ zamento che, gioco forza, non può essere per tutti vittorioso o brillantissimo. Al riguardo occorre di­ re che le formazioni civili così numerose, nelle due categorie dei « cittadini e valligiani » sono per certi aspetti più... spregiudicate. Affrontano con maggior disinvoltura la lotta spingendo a fondo dalla prima frazione senza preoccuparsi del risul­ tato finale, pur conscie della difficoltà dell’impresa ma anche fiduciose della preparazione compiuta.

Lo stesso ad onor del vero deve dirsi- per ta­ lune rappresentative militari che hanno gareggia­ to con un ardore, entusiasmante. Del resto tanto più spinto sarà l’ardimento, quanto più brillante il successo. Ecco perché hanno ben ragione i re­ parti. del Corpo della P.S. di gioire per la vittoria assoluta finalmente conquistata dopo anni di at­ tesa. Lo sport vuole la sua anticamera in ogni competizione. Più ancora la montagna insidiosa ed avvincente. Le staffette, e prima le. squadre, della P. S. hanno atteso cinque anni prima di giungere al risultato conseguito a Moena il 19 settembre dello scorso mese. Di pari passo del re­ sto con le loro imprese alpinistiche che proprio quest’anno hanno raggiunto il vertice della pira­ mide delle estreme difficoltà. La conquista della Roda dei Magoni, nel gruppo del Catinaccio, che

ho potuto ammirare nella sua orrida bellezza, proprio da Forcella Pozzil alla vigilia del Trofeo della Montagna in un limpido tramonto, coincide con l autentico trionfo nel 6° Trofeo della Monta­ gna, a conferma della bontà di un metodo, della

Mistico e suggestivo fotogramma: la Consacrazione nella S. Messa al Campo in suffragio dei Caduti della montagna celebrata da S. E. Mons. Pintonello, Arcivescovo Castrense

razionalità di un lavoro di impostazione di cui è doveroso dare atto alla Scuola Alpina della P.S. di Moena. Mi pare insomma — e sia consentita l’affermazione al sottoscritto che ha avuto imme­ ritatamente l’onore e l’onere di dirigere la com­ petizione — che proprio sull’esempio della tre­ menda ascensione sulla parete strapiombante, e sui vertiginosi "tetti” della Roda dei Magoni, di Innerkofler e di De Franceschi, il terzetto composto da Antonio Faè, Giovanni Busin e Dino Tornatasini, abbia preso lo slancio per giungere vincitore e dominatore incontrastato al traguardo del t>° Tro­

feo della Montagna unendo così in armonioso sim­ bolico anello il predominio dei. ragazzi di Moena nella intera chiostra dei Monti Pallidi.

Due grandi vittorie, volute da tutti, dagli uf­ ficiali che sovraintendono e coordinano la vita dell’intero Corpo, dagli appassionati istruttori, dai dirigenti di Servizi tecnici indispensabili in ogni

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impresa, dagli atleti protagonisti infine che nulla hanno risparmiato pur di giungere allo scopo. Due

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I Valdostani primi tra i «Valligiani

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vittorie che onorano il Corpo il quale ha già dato il suo contributo di sangue (dia montagna. E non privo di significato davvero è l'episodio toccante, e coni movente dello scoprimento e della benedi­ zione della lapide a memoria della giovane guar­ dia Giuseppe Moschitz, da parte di S. E. Mons. Pintonello Arcivescovo Ordinario Militare d’Italia, nella stessa sede della scuola, pochi istanti prima della celebrazione della Messa a suffragio dei Ca­ duti della montagna, che ha precedilio di pochi minuti la partenza delle staffette. I valori della montagna per l'appunto, la sua bellezza ma anche la sua asprezza, sono stati sottolineali dall’Arcive­ scovo Militare con toccanti parole che hanno ria­ perto nella mente di ognuno le leggendarie gesta dei rocciatori e dei competitori alpini molti dei quali hanno per l’appunto immolato le esube­ ranti vite sulle erode dolomitiche e sulle, vette dell’arco alpino.

Delle sei edizioni della gara l’ultima del set­ tembre scorso m’è parsa la più riuscita anche dal

lato tecnico, per Pini pegno delle squadre che ha sviluppato l’alternativa nelle tre categorie. Il Tro­

Organizzazione tecnica perfetta: i quadri di informazione

feo della Montagna ha proprio questa caratteristica di far vivere alle genti delle valli che hanno la

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L’intera popolazione di Moena e tanta gente delle valli di Flemme e di Fassa nella graziosa piazzetta della perla

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ventura di assistervi, il palpito di tre competizio­ ni in una. D'accordo che le ''Fiamme d'Oro" (ed è un vanto del Trofeo della Montagna quello di ave~ tenuto a battesimo la nuova denominazione dei gruppi sportivi delle Guardie di P.S.) hanno dominato senza discussione da capo a fondo, ma molta alternativa si è avuta nelle categorie, citta­ dini e valligiani.

La prima squadra delle Fiamme d'Oro, della categoria dei militari a lunga forza, composta da Antonio Faè, da Giovacchino Busin e da Di­ no Tommasini, ha ottenuto infatti il primato as­ soluto sul duro percorso di complessivi ventidue chilometri dei quali 9 di falso piano con 300 me­ tri. di dislivello, 6 di salita con 1000 metri di di­

Partono i frazionisti del piano della categoria «Valligiani»

slivello (da Moena a Forcella Pozzi!; e sette di discesa, con altrettanto dislivello, per tornare al traguardo di partenza dove si è anche verificato il cambio degli staffettisti della prima e seconda frazione.

Le squadre partecipanti erano una cinquanti­ na, suddivise nelle tre categorie, ma tutte, già qua­ lificate in precedenti, eliminatorie, tutte in grado di reggere, lo sforzo, come lo dimostra la classi­ fica finale, che vede escluse solo le formazioni della Monti. Pallidi di Moena e del Sesto Alpini, particolarmente sfortunate nella frazione di di-

Ecco i primi assoluti carichi di Trofei c di bottiglie : Faè. G. Busin c Tommasini

oonti Pallidi s è unita alle Autorità, per ascoltare la Messa al campo ed agli atleti presenti al VI Trofeo della Montagna


scesa. Tutte le altre non solo hanno raggiunto il traguardo ina hanno portato a termine la fatica in eccellenti condizioni fisiche. Naturalmente il tratto di salita è slato come sempre determinante. Specie nelle due categorie civili, mentre non vi è stata, come ho già detto,

soluzione di continuità al comando dei due grnppi militari da parte delle Fiamme d’Oro, vale, a dire tanto tra i giovanissimi militari di leva, quanto tra i più esperti e maturi elementi di lunga ferma.

Nella categoria cittadini l'inizio è stato bril­ lante da parte dei fiorentini della U.S. Alce, ma ben presto in salita questi dovevano cedere il pas­ so ai vertovesi e infine ai giovani "cervi" di Velo d’Astico (Somaggio, De Rosso, Marchiando) che riuscivano a precedere il terzetto del Gruppo Al­ pinistico vertovese (Gazzetta. Bellram e Sonzogni) di soli 24”. I bresciani Adelino ed Enzo Tameni e Stefanini, vincitori dello scorso anno, pur classi­ ficandosi al terzo posto sono stati nettamente bat­ tuti dai bergamaschi e più ancora dai veneti. Tra i valigiani l’ANPI Sport di Aosta, assunto il com­ pito a metà della frazione di salita con Nicoletta, dopo una sbalorditiva prodezza compiuta in falso pùnto da Angelo Grasso della Zafferano. Etnea di Catania, vinceva aneli essa con larghezza sulla U.S. Corno e sui meravigliosi siciliani. Inutile nascondere, come l’attesa maggiore del­ le categorie militari, scaturisse dal confronto tra le Fiamme d’Oro di Moena e dei Reparti di Padova della P. S. e le due squadre delle Fiamme Gialle di Predazzo iscritte nel Gruppo B (a lunga ferma). Se è vero che il Tenente Marcatelli comandante della scuola, con i suoi, collaboratori aveva prepa­ rato le staffette della P.S. con metodo indovinatis­ simo, facendole giungere in piena forma al giorno della gara, è altrettanto certo che Ze Fiamme Gial­ le di Predazzo guidate da quel grande esperto che è il Capitano Chichizzola, commissario tecnico del­ la FISI battevano da mesi il tracciato di gara. Questi sperava soprattutto nella, frazione di sa­ lita di recuperare l’eventuale vantaggio che le Fiamme d’Oro avrebbero per virtù dei loro fondi­ sti, ottenuto nel primo tratto di pianura. Per certi aspetti le cose sono andate secondo le previsioni, ma, mentre nella categoria, militare Gruppo A le

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Dall alto: Martinelli della Scuola di Moena dà il cambio ad Ottavio Compagnoni frazionista in salita. - Faè dopo la spettacolosa frazione in pianura riceve il cambio da Gioacchino Busin. - L’arrivo vittorioso di Cornaz dell’cAnpisport > di Aosta, dopo la velocissima discesa. - Il cambio dopo la prima frazione della* squadra più < stracittadina » : l’cUniversitas» di Roma tra Loriga (piano) e il dott. Valenti.

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due squadre delle Fiamme. d’Oro, la prima com­ posta da Dalmasso, Ovilio Busin e d’Acapiti, e la seconda da Migoni, Filograna e Deledda guidavano indisturbate la gara pressate solo dall’Ottavo Reg­ gimento Alpini di Tolmezzo (Antolini, Petris e Tortora) e dal 5° Alpini di Merano; nel Gruppo


le "Fiamme Gialle" si sono viste superate an­ che laddove pensavano di avvantaggiarsi o quanto meno di recuperare. Fai la pena al riguardo, dare la parola alle cifre. O meglio, al cronometro. E questi dicono come Faè frazionista della pianura per la P.S. abbia guadagnato 2’21” su Viviani della Finanza e come, ancora Giovacchino Busin frazio­ nista di salita impiegando 4':’ e 32” (miglior tem­ po assoluto di tutte le categorie} abbia soffiato al suo diretto avversario Macor qualcosa come 1’42”. Per ultimo /’afformazione è stata confermata an­ che nella frazione di discesa. Il tempo di Dino Tom masini è stato di 18’41” contro 18’53” di Dalli Zotti delle Fiamme Gialle. Anche nel confronto di­ retto tra le due squadre B, la P. S. l'ha spuntata con 2'28” di vantaggio sulla... collega delle Fiam­ me Gialle. Nella formazione della P. S. con Marti­ nelli per la pianura e Gabbi per la discesa era sta­ to incluso nientemeno che Ottavi e Compagnoni. Questi, presente il fratello Aristide, che è stato a mio parere il miglior fondista italiano di tutti i tempi, ha spinto finché ha potuto, ma infine ha ac­ cusato lo sforzo. La classifica Generale del Trofeo vede al primo posto le Fiamme d'Oro con Faè, Busin Giovacchi­ no e Tommasini, seguiti dai ragazzi della Cervi di Velo d’Astico e quindi dalla Squadra A della categoria Militari di Leva delle stesse Fiamme d'Oro. Quindi il Gruppo Alpinistico di Vertova è al 5" posto, davanti alla prima squadra di Predazzo, l’ANPI Sport di Aosta, vincitrice della ” Valligia­ ni". Si tratta di un Gruppo di formazioni poderose che possono essere considerate le migliori in cam­ po nazionale, così come citazione meritano le squa­ dre della Gorno del CSI Brescia, gli esuberanti e simpatici ragazzi della Zafferano Etnea ed i Val­ ligiani di Fiemnie, della Cornacci di Pesaro e del­ la Monti Pallidi di Moena. Quest'ultimi hanno avuto proprio sfortuna. Ma i Moenesi han potuto consolarsi con un successo che essi ritengono egual­ mente proprio: quello della Scuola Alpina che da anni ormai costituisce un vanto ed una. gloria per Moena che ha ospitato con toccante signorilità e con slancio la 6“ edizione del Trofeo della Monta­ gna, fiduciosa, di essere ancora preferita l'anno prossimo.

Infine l'organizzazione sulla- quale non tocche­ rebbe a noi esprimerci. Diremo soltanto che la col­ laborazione dei Reparti e dei Servizi della P. S., <fi Padova e Moena in specie, ha consentito il trion­ fo. L’ospitalità di Moena ha suggellato Lapoteosi.

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Dall'alto: Visioni del VI Trofeo della Montagna: i vinci­ tori della cat. Militari gruppo B; il gcn. Galli premia le Fiamme Gialle c Mons. Pintonello i « picciotti > di Zafferano. Etnea. Una scena della punzonatura degli atleti effettuata dal Segretario Centrale Prof. Borghi e daU’Ispettore del Trentino Dott. Ceri.

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5000 ANNI DI PUGILATO NELLA “MOSTRA DI ROMA

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Al Palazzo delle Esposizioni (Sa­ le di Via Milano - Traforo) è stata inaugurata la prima Mostra Inter­ nazionale di Pugilato altrimenti de­ finita « 5.000 anni di pugilato ». Sono infatti 50 secoli di storia pugilistica che si offrono all’occhio del visitatore, attraverso i quattro grandi periodi in cui si suddivide la Mostra stessa: « antichissimo » ed « antico » (che si estende dal 3000 a. C. alla caduta dell'impero Romano di Occidente 476 dell’era nostra); «medioevale» e «rinasci­ mentale ». (sino, all’incirca, ai pri­ mi del ’700); « prize fighting britan­ nico» e «americano» (che ebbe a trascinarsi, malgrado le regole in­ trodotte dal marchese di Queensberry per gli incontri con i guanti, fino al famoso combattimento Sullivan-Corbett svoltosi il 7 settem­ bre 1892); «contemporaneo». Dall’artistico e significativo in­ gresso alla Mostra, costituito dalla riproduzione, in ogni dettaglio, di un angolo del quadrato di combat­ timento, che è dominato dal pan­ nello di un enorme pugile romano del celebre mosaico lateranense con a fianco un’allegoria di bandie­ re delle nazioni partecipanti al III Congresso dell’Associazione Inter­ nazionale Pugilato Dilettanti, in oc­ casione del quale la Mostra è stara organizzata, le varie documentazio­ ni dei quattro periodi storici proce­ dono senza soluzioni di continuità, in modo che, esauritone l’intero ci­ clo. il visitatore si trovi all’uscita. Nello spazio riservato al periodo « antichissimo » ed « antico » sono sistemate le documentazioni rela­ tive al pugilato presso i Sumeri, gli Egizi, i Cretesi, i Babilonesi, Greci, Etruschi e Romani; ed in questa Sezione della Mostra potranno es­ sere ammirati anche pezzi archeo­ logici originali (vasi, dipinti, lucer­ ne in terracotta, statuine di bronzo, un curioso oggetto di palestra e la cosiddetta « cista Scoroni », famo­ sissima in tutto il mondo), messi a disposizione da alcuni Musei roma­ ni, i cui Direttori, insieme al Diret­ tore Generale delle Antichità e Bel­ le Arti, hanno simpaticamente di­ mostrato grande comprensione perl’iniziativa della Federazione Pugi­ listica Italiana. Di particolare curiosità è la Se­ zione « mediovale » e « rinascimen­ tale » che tratteggia un periodo quasi del tutto ignorato della sto­ ria pugilistica e che dimostra, at­ traverso «gride», «bandi» (il più antico dei quali è della città di Luc­

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ca e rimonta — nientemeno — al 18 maggio 1332), stampe, mano­ scritti ed opere d’arte, come il pu­ gilato fosse tenacemente praticato, allora, e quando non se ne aveva notizia altrove, in molte città ita­ liane, quali Gubbio, Siena, Venezia, Lucca, Milano, Busto Arsizio e Ge­ nova. In questa Sezione potranno pure essere ammirati due dipinti ad olio di S. Ubaldo da Gubbio (ese­ guito dal Barocchi) e di S. Bernar­ dino da Siena, per lunga tradizione protettori della scherma ad armi naturali. Molto interesse è suscitato nei visitatori, iniziati o no, al pugilato, il terzo periodo illustrato dalla Mo­ stra, quello del « prize-fìghting bri­

tannico e americano » ovverosia dei pugni nudi e della lotta libera in sé a somiglianza dell’antico Pan­ crazio. Qui abbondano le stampe originali, taluna delle quali, di grandi dimensioni, acquarelli, pit­ ture ad olio, curiosità come la cin­ tura del famoso campione a pugni nudi Cribb, caratteristiche sciarpe con i colori di grandi nomi del « ring », ecc., il tutto di grande fa­ rità. Le opere d’arte e le curiosità so­ no pure notevolmente presenti nel­ l'ultima sessione del ciclo storico; la « con temporanea » che presenta, tra l’altro, insieme a tutti i campio­ ni assoluti nel mondo sinora succe­ dutisi sul trono mondiale e le bat­ taglie in cui si attribuirono il tito­ lo, talune serie di fotografie relati­ ve a Camera, Jack Dempsey, Luigi Angelo Firpo (il toro della Pam­ pa), Gene Tunney ed altri. La Mostra — che rimarrà aperta sino al 19 corrente — fu ideata dal compianto Edoardo Mazzia ed è stata organizzata dalla F.P.I. e rea­ lizzata dal dott. Romolo Passamonti.

MONTANELLI: brillante a modo suo Indro Montanelli chi non Io conosce? — è senza dubbio uno dei più brillanti giornalisti che allignano sotto il patrio cic­ lo. Ma spesso si tratta di un « brillante » che è tale solo per la forma, non certo per il conte­ nuto. In una delle sue più recen­ ti «lettere aperte» ospitate sul­ le colonne de «Il Corriere della Sera », il Nostro si rivolge a Fausto Coppi, per dirgli che la sua vera colpa non è di avere una « dama bianca » (« in questo Paese — aggiunge in verità trop­ po gratuitamente — dove virtuo­ si son considerati coloro che ne hanno una sola e dove, se tutte le « dame bianche » venissero ar­ restate, non basterebbe una ga­ lera vasta come la pianura del Po a contenerle»), ma di aver perso la maglia di campione del mondo e di non aver rinverdito con nuovi allori il serto delle sue vittorie sportive. Se questo fosse , successo — riportiamo il ragiona­ mento che Montanelli fa con tutt’altro stile che il nostro — nes­ suno avrebbe trovato a ridire sul comportamento di Coppi. Eh, no, signor Montanelli! Qui ini sem­ bra che Ella sia troppo semplici­ stico. Che nuove vittorie sporti­ ve avrebbero giovato alla fama dell’ex campionissimo, nessuno lo mette in dubbio ma che il fat­ to di arrivare prima di tanti al­ tri pigiando sui pedali della sua bicicletta avrebbe assolto Fau­ sto Coppi dalla colpa di aver ro-

villato due famiglie e di aver ab­ bandonato per i begli occhi di un’assai più giovane « dama bianca » la figlia e la moglie che lo amò quando lui era ancora uno sconosciuto e che lottò e sofferse con lui e per lui in tem­ pi assai più duri degli attuali, beh — lo creda signor Monta­ nelli — non sarebbe stata pro­ prio una cosa sicura. Che se poi, come il Nostro aggiunge con la sua elegantissima prosa, davve­ ro nessun magistrato avrebbe in tal caso spiccato mandato di cat­ tura contro la « dama bianca », nessun presidente dell’Unione Velocipedistica Italiana avrebbe osato squalificare Coppi, nessun deputato si sarebbe azzardato a chiedere al Ministro delle Finan­ ze — nell’aula di Montecitorio — chiarimenti sulla dichiarazione di redditi del ciclista, se tutti insomma gliela avessero mandata buona, ebbene — può starne cer­ to il Montanelli — che in tal caso ci sarebbe stato Qualcuno che avrebbe tenuto conto dell’of­ fesa che Coppi ha fatto al sacra­ mento del 'matrimonio, Qualcu­ no che — prima o poi, in questo oppure in quell’altro mondo in cui non esiste tempo né spa­ zio — avrebbe posto i colpevoli di quest’oltraggio di fronte alle loro responsabilità. Ma —: già — Montanelli a queste cose non ci pensa.' Lui scrive forbitissima prosa, e basta.


Melanconico bilancio degli "europei,, di Torino (per gli azzurri s intende!) L’estate 1951 passerà agli annali sportivi come una delle più dense di avvenimenti internazionali; in giugno canipionati mondiali di calcio in Svizzera, in agosto mondiali Solingen ec a Colonia, europei di atletica di ciclismo Berna, europei di canottaggio al Bosbaan in Olan­ leggera da, ed infine, ai primi di settembre europei di nuoto.

Questa Vili edizione del campionato europeo di nuoto è risultala interessantissima per il numero delle nazioni partecipanti: infatti se negli altri sports i confronti inter­ nazionali, sia pure parziali, del dopoguerra sono stati assai frequenti, nel nuoto invece bisogna risalire fino ai lontani europei del 1917 per trovare un confronto un pò più pro­ bante, anche se le assenze della Russia, della Polonia, della Cecoslovacchia resero quella rassegna incompleta. Questa volta invece il nuoto europeo si è presentalo al gran completo, per cui oseremmo dire che la rassegna torinese è stata ancora più importante di quelle calci­ stiche. atletiche, di ciclismo e di canottaggio. Torino è stuta degna sede di sì grande confronto: cera qualcuno che diceva che la piscina delio Stadio era ina­ datta ad ospitare avvenimenti di portata mondiale, per il fondo troppo basso e per l’acqua «dura»: il nuovo prinumerosi altri muto mondiale stabilito dalla Langenau tempi di valore eccezionale hanno smentito ogni appren­ sione, ed ora la piscina torinese ha la sua brava lapide spirituale che la consacra tempio sportivo del nuoto eu­ ropeo. Ma veniamo alle gare. Come era nelle previsioni gene­ rali, Lungheria è stata la grande dominatrice del campio­ nato: i nove titoli conseguiti (su sedici in palio) hanno confermato che la piccola nazione magiara è più che mai alla testa del nuoto europeo, ne è la maestra c la guida, ed a essa si deve se il nuoto del vecchio continente può ancora competere con quello americano e giapponese. Soprattutto in campo femminile gli ungheresi han di­ mostrato un maggior valore nei confronti di un ipotetico duello intercontinentale: i tempi della Szoke e della Gycnge, come quelli della squadra per la 4 x 100, sono di valore supcriore a quelli delle spécialiste americane, per cui si può pensare che a Melbourne il nuoto europeo, almeno in campo femminile, possa dire una parola molto autorevole.

Una nota lieta è stata fornita dalla Germania, con le giovani Langenau e Happe Krey: i loro successi nella farfalla e nella rana ortodossa rappresentano non tanto punti di arrivo, quanto tappe importanti nell’ascesa della scala ilei valori mondiali.

In netto regresso invece il nuoto danese e olandese (vittoria della Wielema a parte), così conte in campo ma­ sellile ha profondamente deluso la Francia. Jn sostanza, quindi, la vittoria ungherese, pur netta e completa, deve essere anche guardata alla luce del netto regresso del nuoto dell’Europa occidentale e, in un certo

senso, anche della mancala affermazione della Russia, dalla quale (tuffi a parte) si aspettava di più. E veniamo all’Italia. Note melanconiche nel campo az­ zurro: a parte infatti la grande prestazione di Romani nel­ la sua frazione della 4 x 200 e nei 400. che lo hanno con­ sacralo campione di valore mondiale e gli hanno permesso di portare il record italiano sui 200 a 2’09”6 e quello sui 4’40”4,, si è dovuto registrare ia sua assenza nei 1500 400 ' (motivata da ragioni di stanchezza), lo spiacente insuccesso del dorsista Massaria, dal quale ci si attendeva una buona prestazione sia per il tempo con cui si era pre­ sentalo ai campionati < un l’07”2. che lo poneva al sesto posto nella graduatoria stagionale alla pari con l’ungherese Gyongyossi) che per la sua esperienza e maturità; e infine

Telegrammi del Presidente del CONI al Sindaco ed al Delegato del Comitato Provinciale del CONI di Trieste. li Presidente del CONI. avv. Giulio Onesti, in occasione del ritorno di Trieste alla Madre Patria, ha inviato al Sindaco della italianissima Città, il seguente telegramma: « Dott. Bartoli - Sindaco di Trieste. — In que­ sta felice giornata il Comitato Olimpico Nazio­ nale Italiano desidera esprimere nel nome di tutti gli sportivi italiani la gioia di salutare il ritorno del Tricolore nella nobile Città giu­ liana. Siamo vicini col cuore alla cittadinanza triestina che vanta nel suo seno una magnifica e generosa collettività sportiva vincitrice di tante leali battaglie combattute nel nome della Patria comune». L’avv. Onesti ha fatto inoltre pervenire il se­ guente telegramma a Bruno Avon, Delegato del Comitato Provinciale del CONI di Trieste: « Bruno Avon - CONI Trieste. — TI Comitato Olimpico Nazionale Italiano la prega di portare alle organizzazioni sportive di Trieste il saluto commosso dei loro fratelli di tutta Italia. In tutti questi anni di attesa Trieste sportiva ha dato alle nostre rappresentative nazionali va­ lentissimi atleti che hanno conquistato gloriose vittorie per lo sport e sono stati sempre in prima linea nella affermazione dei diritti della loro città. Oggi che il Tricolore sventola in Trieste noi esultiamo nella gioia comune».

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le troppe rinunce, di moltissimi convocati, di cui si è sen­ tilo parlare al momento dell’iscrizione e che poi hanno preferito non prendere la partenza perché chiusi nettamen­ te da fortissimi avversari. Una situazione, quella del nostro nuoto, assai precaria: è vero elle l’impresa di Romani è cosa di non piccolo va­ lore, ma Romani non è tutto il nuoto italiano, e nep­ pure è il salvagente che possa impedire al nostro nuoto di precipitare nel baratro di una insanabile mediocrità. G'è da sperare che il confronto dei nostri criteri di al­ lenamento, di preparazione atletica, di organizzazione, pur­ troppo legati al passato, a idee ormai sorpassate, con i cri­ teri di altre nazioni, quali l'Ungheria, la Germania la Francia, l’Olanda, non sia stato inutile. La materia da imparare è molta: si tratta di ricomin­ ciare in un certo senso dalle fondamenta, di migliorare, meglio di rivoluzionare le tecniche degli allenamenti, dello stile, delle partenze, delle virate per i nuotatori, dell’equi­ librio. dello scatto per i tuffatori. Purtroppo in Italia il nuoto non è popolare come il calcio ed il ciclismo e l’appoggio di cui gode, non è certo pari a quello che ottiene, ad esempio, in Olanda ed in Svezia (per non parlare dei paesi di «oltre cortina» dove lo sport è in funzione dello stato e dallo stato vieti sovvenzionato e incrementato). Si tratta perciò anche di lavorare sui giovani e sui giovanissimi, intraprendendo in mezzo ad essi un’attività simile a quella intrapresa nel cam­ po atletico. Soltanto così potremo dire di aver fatto frut­ tare la lezione appresa a Torino: in caso contrario il no­ stro nuoto continuerà a discendere una china molto peri­ colosa. Meno fosco l'orizzonte nella pallanuoto. Anche in que­ sto campo vittoria ungherese: una vittoria dovuta soprat­ tutto ad un impianto di gioco più agile, più fresco di quello delle altre squadre, rimaste quasi tutte ancorate ai vecchi sistemi di gioco del 1947 e del 1918. La squadra magiara si basa sulla velocità e sul ritmo, svolgendo un gioco che presenta molte affinità con la pal­ lacanestro: veloci «contropiede» rapide manovre di smar-

cemento, tagli, scatti, un gioco insomma arioso, fresco divertente. L’unico legame con il passato è rappresentato dall’accorgimento del centrattacco fermo con il grande, ina an­ ziano Szivos: ma si tratta di un accorgimento di emer­ genza, e le presenze dei Markovies, dei (Carpati sono la dimostrazione più chiara della vitalità del loro vivaio in continuo rinnovamento.

La Jugoslavia invece è rimasta legata ai vecchi schemi di gioco: la diversità delle due concezioni è apparsa evi­ dente nel confronto diretto tra le due squadre che, pur concludendosi alla pari, ha segnato il definitivo tramonto del gioco praticato dagli jugoslavi, potente quanto si vuole, ma pesante, antiestetico, e anche stancante dal punto di vi­ sta spettacolare e agonistico. La squadra italiana con il suo terzo posto ha superato tutte le aspettative: si pensava che gli azzurri fossero chiusi non solo da ungheresi e jugoslavi, ma anche da olandesi e inglesi: invece i nostri giocatori si sono dimostrati più nuotatori di quanto si credesse alla vigilia e soprattutto in condizioni di spirito quanto mai felici. La nostra squadra sembra aver ritrovato quello spirito aggressivo ed entusiasta che è indispensabile per assicurar­ si il successo, e siccome quattro o cinque elementi sono uomini di classe e ancora giovani, si può guardare con un certo ottimismo a Melbourne. Si tratta ora di adeguare il più possibile il nostro gioco a quello magiaro: tramontato il mito del giocatore poten­ te e gigantesco, la nostra preoccupazione dovrà essere di preparare pallanotisti veloci e tecnici, di una tecnica clic faccia tutt’uno con la velocità e sia sempre più istintiva ed automatica. Se riusciremo ad attuare questo programma, cliissà che non ne raccogliamo già i frutti nelle ormai non più lon­ tane Oliampiadi del 56...

Storia wra di una lusione elio non In. [insto Arsizio e Legnano sono due po­ polose e industri città dell’alto milanese. Molti anni fa erano divise dalla brughie­ ra e da una accesa rivalità; ora grandi strade uniscono le due città i cui cen­ tri distano fra loro solo sei o sette chi­ lometri, ma la accesa rivalità di un tem­ po è venuta man mano accentuandosiNacque dunque sotto una cattiva stel­ la l’idea della fusione fra i "tigrotti” di Busto e i "lilla” di Legnano. In pro­ posito già lo scorso anno se nera parla­ to ma i consigli direttivi delle due so­ cietà non si erano accordati e la cosa andò in fumo. L’idea tornò però d'at­ tualità nel luglio scorso: i giornali della zona usciti in edizione straordinaria parlavano di "fusione" come di cosa cer­ ta e la gente, nei caffè e per le strade non aveva altro argomento da discutere. I pareri però erano contrastanti: molti, i tifosi all'ultimo sangue, si dicevano as­ solutamente contrari ; i più, appellan­ dosi ad un senso altamente sportivo, di­ cevano che l’idea era da sostenere e in­ coraggiare. D’altra parte anche in seno

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ai consigli delle due società non tutti erano d’accordo e, per definire la fac­ cenda, si stabilì di convocare in assem­ blea straordinaria i soci ordinari e di. procedere quindi alle votazioni. Parti­ colare interessante i presidenti della ProPatria e del Legnano erano dalla par­ te di chi diceva ”no”. E qui è necessa­ rio specificare un’altra cosa: in un pri­ mo tempo, per appoggiare l'idea della fusione si prometteva un grande stadio ed una bella squadra ma, poi, si disse che la fusione era necessaria per sanare il "bilancio" delle società E allora an­ che l’entusiasmo di coloro che già pen­ savano alla nuova squadra come ad una formazione di primo piano e che sa­ pesse finalmente dare spettacolo di bel gioco, si smorzò e, logica conseguenza, fu un niente di fatto. Del resto non si poteva pretendere che i tifosi ammainas­ sero la bandiera della squadra del cuore per "vendersi” ad un altro vessillo senza essere sicuri di quanto stavano per fare. La loro era una decisione sommamente importante perché sanzionava il destino di due vecchie e gloriose società. E quali-

Emanuele Foro

do si seppe che le assemblee avevano votato contro la fusione, i bustocchi si sentirono più che mai vicini ai colori della ProPatria cosi come si sentirono i Legnanesi vicini alla loro squadra. A Busto Arsizio anzi, persone che anni ad­ dietro diressero con perizia i "tigrotti” magari rimettendoci anche di tasca pro­ pria e che poi si erano dimesse dalla loro carica per ragioni diverse, ritorna­ rono alla loro squadra pur di non ce­ derla soccombere. Per la cronaca l’idea della fusione è sorta giacché gli introiti delle società sono davvero modesti; si calcola che una partita di campionato è seguita da tremila spettatori (facendo una media fra gli incontri importanti e quelli di minor rilievo) per il campio­ nato di serie B e 3500 per la serie A. Forse, la ragione per cut l’affluenza del pubblico allo stadio è scarsa è da ricer­ carsi nell’elevato prezzo del biglietto ma, soprattutto, si deve alla poca popola­ zione: le due città, infatti, messe assie­ me, assommano a poco più di 110 000 abi­ tanti! Un’altra ragione è la vicinanza con Milano; e dal momento che molti vo­ gliono il "gioco”, preferiscono alla squadra locale l’inter o il Milan. Comun­ que, appare certo che, anche se dovran­ no ancora passare molti anni, la fusio­ ne fra ProPatria e Legnano, per ovvie ragioni, è necessaria. Augnato Zerdi


PIU' STRANIERI CHE ITALIANI sulle

erode,, dolomitiche di Xlcolò De Sani! re

CORTINA D'AMP, settembre

Il tempo veramente buono per le scalate e quindi la « stagione d’oro » per le guide alpine, è il mese di set­ tembre. Il cielo quand’è sereno mantiene per tutto il giorno una limpidezza cristallina mancano le solite nebbiette, i nebbioni di lu­ glio e d’agosto con strascichi di temporali, e chi s’avventura in ero­ da con il bel tempo può dormire tranquillo « in bivacco » che assai difficilmente il cielo cambia così re­ pentinamente. A Cortina su di un grande tabel­ lone affisso sulla facciata del vec­ chio Municipio, leggiamo i nomi delle quindici provette guide alpi­ ne che sono a disposizione dei vari « Clienti ». Durante l’inverno fanno i maestri di sci, d’estate invece la­ sciano le racchette per la corda e la piccozza. Sono quindici nomi più o meno famosi, alcuni famosissimi nell’ambiente alpinistico. Ogni no­ me ha di sua proprietà un cartelli­ no, con due scritte: libero da una parte; occupato dall’altra. Il mon­ dano popolo ospite che pullula nel contro di Cortina, che fa ressa in piazza, che sfoggia la moda e l’ele­ ganza lungo il corso, passa fretto­ loso lo sguardo su questo tabello­ ne, sulla cui sommità spicca a ca­ ratteri di scatola: « Club Alpino Ita­ liano - Cortina - Consorzio guide al­ pine e portatori » presieduto da de­ cenni dall’accademico Bepi Degregorio. Scorriamo un po’ i nomi: Alpino Alverà, Silvio Alverà, grandi cam­ pioni di sci; e chi non li conosce al­ meno per averli sentiti nominare? Marino Bianchi, campione di bob, e vecchi e giovani; « Bibi » il Luigi Ghedina della Cima Scotoni e di cento altre scalate famose e poi più in risalto di tutti, Lino Lacedelli, il conquistatore del K2. Vi­ cino al suo nome una bandierina italiana; il suo cartellino segna da alcuni mesi: « occupato »; ma per pochi giorni ancora!

11 mondano popolo ospite di Cor­ tina — dicevamo — non si interes­ sa eccessivamente di alpinismo. Non ha la passione di voler esplo­ rare, di voler « attaccare » cime e torri e nemmeno di fare ascensioni più facili come l’Antelao od il Sorapis o le Tofane. Con le guide so­ no montagne raggiungibili assai fa­ cilmente, basterebbe cacciare di dosso un po’ del solito torpore da « dancing » e si avrebbe la possibi­ lità di spaziare con lo sguardo su tutta la zona delle Dolomiti e giù fino al monte Bianco. Gianni Bonafede, guida alpina del gruppo « Caprioli » abituato a farsi una ventina di volte alla stagione Antelao e Sorapis, ci dice che questo anno ha avuto veramente pochi « Clienti ». A Cortina, poi, alcune guide al­ pine hanno praticamente abbando­ nato la loro professione. Esercita­ no anche in tempo di stagione il loro mestiere di « stagione morta » e soltanto in qualche eccezione si muovono pei- supplire ad altri col­ leghi impegnati in scalate. Ma pur­ troppo questo capita di raro. Con gli stranieri è molto diverso. Tedeschi, svizzeri e moltissimi americani, hanno vera passione di alpinismo. 1 tedeschi li vedi a cento metri di distanza. Vengono vestiti da roccia, con scarponi e sacchi da montagna enormi, pantaloncini di cuoio. Non si fermano a guardare i manifesti del cinema, la posa di un attore, gli inviti ai balli e bal­ letti. serate di profumi, di reginet­ te, di miss, di varie « noche mejicana » o « noche de fiesta » mani­ festi stilati in spagnolo perché così « fa molto snob ». Essi guardano at­ torno le erode e poi quando trova­ no un tipo cavato dalla normalità, perché calza le pedule ed ha la giacchetta di fustagno, allora lo av­ vicinano. Se poi questo tizio ha la fortuna di saper parlare il tedesco o l’inglese (le guide di Cortina par­ lano quasi tutte il tedesco, molti

parlano bene anche l’inglese) allo­ ra è finita. M’è capitato d’imbattermi un giorno al bar in un gruppo di alpi­ nisti tedeschi. In un sol giorno, con Celso Degasper, che è una specie di segretario del gruppo guide di Cortina, avevano fatta la Cima Pic­ cola e la Grande di Lavaredo. I te­ deschi, non fanno perdere tempo alla guida per l’incertezza del tem­ po. Quando hanno deciso di partire partono con qualsiasi tempo, a me­ no che non piova o prometta di piovere per tutta la giornata. « Qual'è la percentuale di alpini­ sti stranieri che usano della guida alpina qui a Cortina? », chiediamo a Celso. « Vengono a vedere di noi in maggior parte in luglio e settem­ bre. Puoi calcolare una media del 70 per cento. Ci sono americani che sanno andare benissimo in roccia. Negli Stati Uniti hanno molti club alpinistici. Nello Stato di New York, a qualche ora di macchina da grossi centri abitati hanno at­ trezzate palestre di roccia, ed otti­ me scuole con diversi corsi. Al ter­ mine dei corsi regolari rilasciano un tesserino d’iscrizione ai loro club accademici di roccia. Quando vengono da noi in Italia, li possia­ mo portare tranquillamente anche in quinto grado. « Invece per gli italiani la pas­ sione per la eroda va diminuendo rispetto al '36, ’37 e ’38, anni in cui avevamo più richieste da parte di connazionali che di esteri. Pri­ ma della guerra c’erano molti stu­ denti universitari, veri appassio­ nati di roccia, che prendevano a Cortina la guida per conoscere gli itinerari e le scalate principali, poi con un po’ di allenamento portava­ no in eroda gli amici e facevano conoscere loro le nostre monta­ gne ». « Quasi quasi vi portavano via il "mestieraccio” » gli dico a Celso. « Non si può proprio dire così, ma certo è che con la loro grande passione infondevano agli altri l’a­ more per le scalate, facendo rima­ nere accesa questa piccola fiamma alpinistica ». Per renderci persuasi. Celso sfo­ dera il « suo » libretto personale. E’ il curriculum vitae della guida vidimato ogni anno dal presidente del CAI di Cortina. Ci sono dei « Clienti » italiani che sono venuti a Cortina ininterrottamente dal 1930 al ’39, facendo tutte le salite della Valle d’Ampezzo. Passiamone alcuni: on. Antonio Locatelli, aviatore della prima guerra mondiale, due medaglie

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d’oro, presidente del CAI di Berga­ mo. Melloni Giancarlo e Gherardo Andrea hanno fatto con Celso di­ verse vie nuove nelle Dolomiti dal 1935 al ’-ll. Particolare rarissimo: un alpinista francese, certo Wibratte, a 77 anni ha scalato la torre Wundt, nei Cadini di Misurino. Questi appossionati alpinisti ita­ liani, mancano oggi in grandissima parte. Ci sono per contro, troppe disgrazie in montagna. Alcuni poco pratici di alpinismo si avventurano su « vie » per loro troppo difficili, e superiori alle proprie forze. Altri che non hanno mai visto la monta­ gna e non conoscono della monta­ gna insidie, cengie e sentieri, van no alla cieca. Sono questi « gli in­ coscienti » della montagna. Inco­ scienti veri e propri senza tema di avere usato un aggettivo troppo pesante. Cadono, « s’incrodano », mettono in subbuglio interi paesi di notte, telefonate, abbandoni re­ pentini del lavoro. Si noleggiano le «Jeeps» si preparano i socchi, le lampade a pila, le corde, i chiodi, La « jeep » arriva fin dove può, è tutto di risparmiato, tutto tempo guadagnato. E sempre così. In que­ sti ultimi anni, poi la cosa è diven­ tata ossessionante. Dopo una notta­ ta intera di scalata, con la nebbia, arrivano magari a raggiungere l’al­ pinista incrodato che aveva chia­ mato aiuto. Aspettava intirizzito, attaccato alla parete. Quando gli furono vicino — è capitata questa estate ai « Caprioli » di Sanvito — gli chiesero se stava bene e come aveva fatto ad incrociarsi. Rispose il salvato che non conosceva la cengia e la via ma che aveva con sé la bussola, mostrando lo stru­ mento, che, secondo lui, lo avrebbe dovuto portare a salvamento. Sembrerebbe incredibile ma è autentica. E poi basterebbe chie­ dere a Bepi Degregorio che è il de­ cano degli alpinisti e delle squa­ dre di soccorso. Si adopera in tutte le maniere per smussare gli ango­ li, incita, incoraggia, va a «chie­ dere l’elemosina » agli Enti ed or­ ganismi per pagare le spese vive del rifugio, per acquistare il mate­ riale. Volontarismo senza assicurazio­ ne, senza ricompense, senza nome! Come si potrebbe ovviare all’incon­ veniente, chiediamo all’amico Bepi? Bisognerebbe infondere il vero amore per la montagna, cambiare la coscienza a tanti alpinisti, pro­ pagandare la necessità per i non pratici dell’alpinismo con le guide. Ma purtroppo tutto questo non è semplice! Nicolò De filandre

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ROMA OLIMPICA Con la costruzione del Velodromo e del Palazzo dello Sport nella zona dell’E.U.R. può ritenersi concluso il cerchio degli impianti olimpici di Roma. In vista delle Olimpiadi dei I960 — che, come è noto, verranno asse­ gnate dall’assemblea del C.I.O. nel 1955 a Parigi — Roma si è già attrez­ zata con lo Stadio Olimpico che costituisce il punto centrale dell’organizzazione con i vari campi sussidiari che sono indispensabili per una Olimpiade (Stadio della Farnesina, Stadio degli Eucalipti al Valco Ostien­ se, Stadio delle Terme). In aggiunta allo Stadio Olimpico, nella zona del Foro Italico esiste già la piscina coperta di dimensioni olimpiche, più la piccola piscina pensile di metri 25. Entrambe queste vasche serviranno come sussidiarie allo Stadio del nuoto che sorgerà nella zona attigua al palazzo della Piscina. Lo Stadio del nuoto comprenderà tre vasche di cui una regolamen­ tare di metri 50, una per i tuffi ed una terza per gli allenamenti. Questo complesso verrà realizzato dal C.O.N.I. dopo che avranno avuto inizio i lavori del Velodromo. La parte principale delle istallazioni olimpiche sarà quindi conte­ nuta nella zona del Foro Italico dove si trovano anche il Palazzo della Scherma e lo Stadio tennistico che potranno essere utilizzati per lo svolgimento di gare di vario genere. Per ragioni ovvie di decentramento il C.O.N.I. ha ritenuto oppor­ tuno che gli altri impianti-base sorgessero nella nuova zona di sviluppo che si chiama E.U.R. Questa zona, che è in continua espansione, è, oltre tutto, servita da ampie e magnifiche strade ed è ricca di grandiosi edi­ fici che potrebbero anch’essi servire per i Giochi Olimpici. Il Velodromo costituisce per le Olimpiadi il centro che ospita tutte le gare di ciclismo su pista. Per un Paese come l'Italia dove il ciclismo è assai popolare, sarà necessario che rimpianto abbia una capacità di circa ventimila persone. Sappiamo che il C.O.N.I. ha già inviato i propri tecnici a studiare i più moderni velodromi d’Europa e che scambi di vedute ci sono sfati anche a Roma fra ingegneri italiani ed ingegneri tedeschi. Perciò si può ritenere fin da ora che il Velodromo di Roma sarà un’opera di grande valore tecnico e architettonico. Esso rimarrà, nel grande complesso degli impianti sportivi della Capitale, come un’opera preziosa ed utilissima per lo sport nazionale. La costruzione esigerà uno studio molto serio e la realizzazione dell’edifìcio sarà condizionata ad un bando di concorso di carattere na­ zionale, che in questi giorni gli uffici competenti stanno stendendo. Il Palazzo dello Sport dovrà essere in grado di ospitare tutte le ma­ nifestazioni sportive al coperto che hanno grande importanza in una Olimpiade (lotta, ginnastica, pugilato, pallacanestro, ecc.). Per ora non si possono fornire dati tecnici precisi, ma si può essere certi che anche questo Palazzo dello Soprt sarà degno di Roma. Esso sarà assai versatile e consentirà a notevoli masse di pubblico di assi­ stere agli spettacoli al coperto. Può dirsi perciò che anche a prescindere dalle Olimpiadi, Roma sarà fra pochi anni una delle città europee meglio dotate in materia di im­ pianti sportivi. L’opera costruttiva del C.O.N.I. procede parallelamente in altre città con la realizzazione di opere quali il Palazzo dello Sport di Bologna, lo Stadio di Pescara, il Centro di addestramento atletico di Formia, mentre si conclude rapidamente la dotazione degli impianti olimpici invernali di Cortina. Inoltre, entro breve tempo, si porrà mano alla co­ struzione delle, palestre e piscine tipo e intanto i primi campi sportivi per la Scuola cominciano ad essere inaugurati. Questa enorme quantità di lavoro che assorbe gran parte delle en­ trate dei C.O.N.I., costituisce tuttavia la base necessaria per lo sviluppo in profondità dello sport nel nostro Paese.


\ LA PAROLA D'UNESPERTO

Il IMI E II ffli negli Siali Uniti Oiwù Dei generale Umberto ex campione olimpionico scherma, ma soprattutto Ufficiale impareggiabile, questa panoramica sullo ricano.

De Martino, e d’Italia di Dirigente e riportiamo sport ame­

Per poter parlare con finalità costruttive dello sport in genere e della scherma in particolare negli Stati Uniti, è necessario ammettere, in precedenza, da parte di chi legge, una sufficiente conoscenza delle leggi fondamen­ tali che regolano la vita di quel grande Paese, i principi su cui è basata l'attività nazionale nei suoi vari aspetti, gli elementi essenziali del carattere americano che, se trae le sue origini dalla consanguineità anglo-sassone, si è ve­ nuto mano mano modificando sino a conseguire differente fisionomia, con possibilità di ulteriori positivi sviluppi. Perché è bene intenderci subito. Sull’America molto si è scritto e parlalo; molti si sentono di essa profondi co­ noscitori, ma. purtroppo, le valutazioni sono, quasi sempre, personalistiche, non sono scevre di contraddizioni e trat­ te, sovente, da conoscenze superficiali o di limitata am­ piezza o da brevi visite turistiche, finiscono con il consi­ derare essenziale l’accessorio, facendo perdere di vista, al frettoloso osservatore, il quadro d’insieme complesso e profondo. Questa precisazione cautelativa mi è sembrata neces­ saria perché da quando sono rientrato dagli S. U. non mi è occorso, quasi mai, di ascoltare giudizi equilibrati e con­ sapevoli su quel Paese, ma spessissimo mi sono trovato a dover subire, da parte di persone responsabili e colte, che in America non erano mai state, lunghe e dotte dis­ sertazioni su un aspetto della vita statunitense, prece­ dute, quasi sempre, da frasi come questa: « Permetti? Adesso ti spiego io come è la cosa!! ». Vorrei concludere questa breve premessa onde avvalo­ rare l'efficacia, confessando quello che è accaduto a me negli Stati Uniti. Alla fine del primo anno mi sembrava di sapere tutto. Il secondo anno è stato un anno di crisi, durante il quale ho rivisto e corretto molti dei giudizi che avevo dati, pur con una certa cautela, durante il primo anno e solo nel terzo e quarto anno mi sono incominciato a sentire a mio agio nell’esame e nella valutazione dei vari aspetti della vita ameriqana. Questo, ben s'intende, per le attività non professionali, perché nel campo della indagine militare le cose sono andate, e dovevano andare, differentemente. Ancor oggi, dopo un’esperienza di oltre quattro anni, durante i quali ho visitato le organizzazioni più importan­ ti degli S. U. e del Canada, compiendo dalla calotta Arti-

ca al Canale di Panama, con ogni mezzo di locomozione, oltre trecentomila chilometri, quando qualche amico mi fa domande di attualità in relazione a fatti politici, mili­ tari o economici, sento il peso e la difficoltà dell’indagine e la costante incapacità a rispondere in maniera cate­ gorica. Ogni attività americana e fra queste non ultimo lo sport, in qualsiasi settore essa possa essere svolta, è spes­ so conseguenza e quasi sempre influenzata da una men­ talità, temperamento e carattere tipicamente semplici e pratici e da una natura di rapporti sui quali hanno pre­ valente peso un grande e irrefrenabile bisogno di libertà e un conseguente insuperabile rispetto della dignità umana. Se pure il Paese ha un prevalente stile anglo-sassone, è molto più europeizzato della cugina Inghilterra. In esso le varie correnti che hanno contribuito alla sua formazio­ ne si sono assimilate in forma elevata, cedendo ciascuna la parte migliore di se stessa. Ne è scaturito un popolo di intelligenza più profonda che vivace, assai più lento di noi nei riflessi, consapevole delle sue limitazioni, che all'in­ dividualismo ha sostituito il lavoro in collaborazione, di forte carattere e di alto livello educativo. La legge vi è chiara è inequivocabile ed è rispettata più per convinzione personale che per timore della sua notevole efficienza. Praticità, decisione, amore del rischio sono comuni alla maggioranza, unite al rispetto delle parola data, alla fidu­ cia verso il « partner » e naturale timore e sfiducia verso le forme ambigue, troppo intelligenti, machiavelliche. In questo quadro si nota subito verso quali forme di sports vada la maggioranza degli americani: gli sports nei quali possa trovare sviluppo la semplicità del loro temperamento e cioè: atletica leggera, nuoto, giochi. Ma soprattutto l’atletica leggera, dove il loro fisico rigoglioso, la semplicità di vita, l’assenza di cerebralismi e la filiale e assoluta dipendenza dagli istruttori, concorrono a fare di loro, oltre che le superbe macchine che noi conosciamo, anche uomini di saggio equilibrio psico-fisico. L’eccellente nutrizione scientificamente controllata (an­ che se per noi non molto appetitosa), l'igiene del corpo assai diffusa e l'immensa possibilità di gratuite attrez­ zature sportive, concorrono a fare del popolo americano ini popolo d'avanguardia nelle attività sportive in genere e in quelle atletiche in particolare. Si sa in Italia che in tutte le scuole, nei « colleges » e nelle università si praticano tutti gli sports e che gli S. U. hanno circa trentacinque milioni di studenti? Si sa in Italia che fra gli esami di ammissione nelle scuole mili­ tari (e non solo a West-Point), scuole che si contano sulle molte diecine, la valutazione dell’efficienza fisica è preva­ lente sulle altre? Si sa in Italia che nel « curriculum vitae » delle perso­ nalità politiche o industriali l'attività sportiva ha un posto di rilievo? Non si nota nel linguaggio corrente americano quante espressioni sportive sono state inserite con significati ana­ loghi agli originari onde giungere alla reciproca compren­ sione, secondo uno stesso modo di sentire? E la intelligente e scrupolosa organizzazione della vita americana, fatta di cinque giorni veramente lavorativi e di un « week-end * obbligatorio, non è fatta forse per con­ sentire la pratica dello sport e del riposo fisico così ne­ cessari alla vita moderna per un sano e durevole equili­ brio mentale e spirituale? Lo sport, quindi, influenza fortemente la vita del Pae­ se, ma non è generalmente fatto per esaltazione indivi­ duale, né per fornire strani e qualche volta sospetti idoli alle folle, ma per un bisogno naturale, frutto della sanità fisica e di un costante ed equilibrato autocontrollo. Pur

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ridotto alle minime espressioni e contenuto nelle possibi­ lità fisiche di ciascuno, è praticato a tutte le età nella gioia di tutti e nel reciproco rispetto. Quest’ultimo parti­ colarmente curato verso gli anziani che frequentano i cìr­ coli insieme ai giovanissimi in una fusione cosi semplice e naturale da non dar mai luogo al minimo dissenso o attrito. Lo sport, in sintesi, concorre fortemente alla forma­ zione del carattere e, abituando al controllo di se stessi, determina uomini sportivi nel vero senso della parola non solo nei campi di gioco, ma nella piti grande palestra della vita. In questo quadro, che potrebbe sembrare idilliaco al­ l’ironico lettore, ma che è, in sostanza, realìstico e fedele, quale posto ha la scherma con le sue caratteristiche otto­ centesche e con i suoi contorni cosi difficilmente definibili nel giudizio e nelle finalità? Essa, come tutti sappiamo, è fatta di certosino lavoro, di ossessionante precisione, di fervida fantasia, di im­ provvisazioni geniali, di scaltrezza, di intelligenza, dì pa­ dronanza e di autocontrollo. Come avrebbe potuto trovare un terreno favorevole per il suo sviluppo negli S. U.. dove tendenze e caratteristiche portano cosi facilmente verso forme di attività sportive meno cerebrali e più gioiose? Il merito è del costante e crescente apporto degli scher­ mitori europei, maestri e dilettanti, che hanno conferito a questa recente attività un sostenuto e solido inquadra­ mento, rimpolpato gradualmente da appassionati sportivi locali, attratti da una forma di sport più complessa ed avvincente. Vi sono attualmente negli S. U. molte migliaia di pra­ ticanti la scherma ed oltre duemila tesserati ed i migliori hanno già un nome noto oltre frontiera e incominciano a lambire, con le loro aspirazioni, i limiti marginali dei caposaldi schermistici europei, preceduti dalle valide pat­ tuglie degli immigrati ungheresi, francesi, italiani e belgi, alcuni dei quali di autentica classe internazionale. Il giovane organismo schermistico americano è, cosi, in netto progresso anche se tuttora esistono gravi deficienze relative all’esiguo numero dei maestri e alla lontananza recìproca dei principali centri schermistici. Ma le suddette difficoltà non devono indurci in facili errori nel tentativo assai comodo di sottovalutare le qua­ lità di un sorgente valido avversario. Infatti, ai nomi di Nylas, Worth, Armitage, Buchantz, Lubell, Lewis, Crauss si incominciano ad aggiungere diecine e diecine di buoni schermitori, frutto dei vivai di New York. Chicago. Fila­ delfia. Los Angeles che sono fisicamente molto ben dotati, hanno buoni maestri e che solo mancano di esperienza, specie di quella intemazionale. Questo sia nel campo ma­ schile sia in quello femminile. Ho parlato di mancanza di esperienza; è giusto, però,, riconoscere che non solo questa fa difetto ai giovani ame­ ricani, ma anche una più spiccata personalità. Quella per­ sonalità schermistica, frutto di temperamento, tradizioni, modo di vivere e qualità mentali che fanno dell'europeo, quando alla tecnica e al talento si aggiunge il carattere, un elemento di classe di caratteristiche insuperabili. Abbiamo esaminato molti aspetti positivi del carattere americano e ad essi possiamo aggiungere la frugalità e semplicità di vita, specie negli anni dell'adolescenza e della prima giovinezza, durante i quali c’è poco tempo per gli snobismi e le avventure sentimentali, limitate, queste ul­ time, alla relazione con la « girl-friend » che, generalmen­ te, diviene sua moglie. Ma questo genere di vita limitato ai vasti ma isolati ambienti dei < colleges » e delle università non dà vera esperienza spirituale; è priva dei contrasti d’ogni genere cui noi siamo costretti ad andare quotidianamente incon-

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tro, che danno alla nostra gioventù una più vigorosa per­ sonalità. che tanta parte ha nella risoluzione dei divi­ eni problemi della vita e nelle forine complesse di attività combattive, fra le quali emerge impareggiabile lo sport della scherma. Questa scarsa maturità psichica della gioventù ameri­ cana che ha poca influenza sulle attività semplici e na­ turali come gli sports atletici in genere, fa sentire il suo influsso limitato sull’agonismo cerebrale, sull’immagina­ zione. sulla prontezza delle reazioni e sulla geniale inven­ tiva. Di che cosa è fatta la scherma se non di questo? Gli anni, l’influenza degli ambienti internazionali, gli scambi con l’Europa stanno lentamente modificando que­ sta incompletezza del carattere giovanile degli americani e non è lontano il giorno nel quale, a mio avviso, questo complesso di inferiorità sarà superato. Quel giorno segnerà per noi schermitori europei un grosso pericolo! Anche perché, purtroppo, da noi sembra essersi esaurito il periodo dello splendore. Scomparsa o meglio assottigliatasi la gagliarda schiera dei « matadores » di eccezionale talento, superbi dal lato tecnico e d’artagnaneschi nell’aggressività, saremo, fra qualche anno, nelle mani di un'onesta schiera di buoni schermitori, di tecnica appena sufficiente (perché lavorano poco e gli ot­ timi maestri stanno scomparendo) con i nostri difetti originari leggermente inaspriti e con le qualità fondamen­ tali, rese un po’ opache dalla mancanza di volontà e di fede e dall’eccesso di orgoglio e presunzione. Le distanze cosi si serreranno fra noi e loro e il peri­ colo sarà ancora più evidente, pressante e, come elementi recenti hanno dimostrato, avvisaglie di dispiaceri in arrivo si delineano anche ad Oriente. Se questa è, come io credo di rilevare, la situazione quale può apparire ad un esame equilibrato, allora è segno evidente che se noi non coalizziamo tutte le nostre facoltà ed energie nel superare la crisi spirituale che attraversiamo, siamo avviati a perdere il nostro primato. Possiamo rassegnarci a questo dopo aver perduto tante posizioni primarie in altre attività sportive? Io penso di no. Ma la vera risposta dovrebbe essere nel cuore d’ogni schermitore. Vorrei finire queste poche note prima che la penna o il sentimento mi prendano la mano, dicendo due parole sul Campionato degli S. U. che ebbi la ventura di vincere nel 1949, ma mi si permetta ancora per quella vìvida pas­ sione sportiva che è sempre integra nel mio animo, di rilevare che. oltre l’intensità della preparazione e alla inesausta fede, un più elevato costume morale sarebbe necessario da noi per riprendere la quota che ci compete. Un più rigido costume morale porterebbe logicamente lo schermitore a non perdere mai il senso delle propor­ zioni nella valutazione di se stesso e a rinvigorire il senso di responsabilità che. come tutti sanno, non ha solo valore sportivo. Questo stile, è doveroso ammetterlo ed apprezzarlo, esiste fra gli sportivi e fra gli schermitori americani ed è appunto in simile cordiale ed accogliente atmosfera che può accadere ad uno straniero come me, di diventare campione degli S. U. in un ambiente e con giurie ame­ ricane. Quando al termine della gara lunga ed estenuante (sette giorni durante la sera e nei « weeek-ends ») i primi sentimenti si fecero luce nel groviglio delle esasperate sensazioni del momento, un pensiero brillò nella mia men­ te ed ebbe eco nel cuore, non di orgoglio nazionale, né di soddisfazione per l’inaspettato successo, ma di profondo rispetto ed ammirazione verso quelle forme di dignità, di cavalleria e dì gentilezza che tale successo avevano reso possibile.

Gen. Umberto Ile Martino


CERVIA MARE: ouvtJL’o il 2“ Corso dirigenti C.S.L

Diario di campo «12

!> LUGLIO Per Cervia, Rimini, Ravenna, Capo! Primo binario, signore, gra­ zie. Prego. Terribile questa terza classe. Sportelli antidiluviani, seg­ giolini duri come quelli di scuola. Però adesso si parte. Appena il tempo di slacciale il colletto men­ tre un grosso signore maledice il caldo, poi il treno corre verso Pe­ scara. Addio, Cervia! Inutile stril­ lare con il capostazione di Loreto. Nascosto dietro i suoi occhiali gi­ ganti, con una Macedonia oro tra le labbra, impassibile sorrideva. Nulla da fare. Attesa quasi ner­ vosa e poi il diretto sospiratissimo. Adesso ci siamo. Ma a Rimini nien­ te coincidenza. Mezzo di fortuna c finalmente Milano Marittima. Dedalo non avrebbe trovato via di uscita o porta di entrata in tan­ to notturno labirinto. Gente che si sveglia e impreca, gente che dorme al di là del lecito. E poi, finalmen­ te, una tenda, un Ietto e un cuore dissanguato perché Sandro s'è per­ sa la borsa di cuoio. Più tardi verrà la borsa ingoiata dalla notte incosciente e con la bor­ sa il sonno. Sono le due dopo la mezzanotte. Dall’anima esausta e dal corpo sudato non esce neppure una preghiera. Sola una ridda di idee confuse, mescolate a desideri di serenità, di perdono... Uno sguardo al Crocifisso di legno e poi più nulla. Mentre lassù una stella gioca a nascondarella con i pini devoti e il mare tranquillo osserva divertito. 10 LUGLIO Il sole di Cervia è incolore ma punge maledettamente. La tenda è poco esposta e il Ietto meno duro di quello calabrese. I cento ragazzi che mi vivono intorno sono sani, intelligenti e ordinati come tutti i ragazzi del Nord, e cantano come quelli del Sud. Dopo tanti occhi

Sbavoni

neri ci stavano proprio bene gli j occhi celesti e i capelli biondi. La S. Messa non è al campo, sii perde in poesia, ma si acquista ini raccoglimento. C’è una chiesetta vicino al campo. Ci sono pure due frati minori dall’aspetto duro e aspro come la rocca della Verna ma il cuore è sempre quello de’ Cantico delle Creature. i Dorme con me don Iginio. E’ di Mestre. Sembra un tipo insignifi­ cante quando tace. Se ci parli, così sotto la tenda, ti accorgi d’essere dinanzi ad un prete dosato ed in­ cisivo. E’ venuto Pascila. Cronometrico, troppo. I ragazzi erano ormai in libera uscita. Ha parlato stamane^ di atletica. Ha un volto alla fran­ cese. Gli occhi ti scarnificano, tan­ to sono parlanti. Bei-tocco è un vulcano di idee, sempre in via di assestamento. Un valore nel suo campo di giornali sta. Parla in modo brillante, sole la voce ti spezza le membrane. Simpatico, però, e atletico. E’ un pioniere del C.S.L E’ lui che ha compilato il primo regolamento della nostra organizzazione. Goinez finalmente ha fatto il ba gno. Ha paura dell’acqua. Il solitecomplesso. Come fisico potrebbe pure passare, ma, signori, comples­ so è complesso. Però l’hanno lega to a un palo con una fune. 1 mali­ gni raccontano che dopo il bagno, anzi, dopo il primo tuffo, è rimasto insabbiato alla riva, simile a un glorioso veliero arenatosi sul fal­ della notte. (Ma questo è un pezzo di vecchio romanzo spadaccino e filibusticro). Degli Esposti oggi sorride. Sor-1 sidiamo pure noi. Che paura, Re-I nato, il primo giorno: quei tre ma-' ledetti e sconfortanti pezzi di vitel-M la chiusi in un lago rosso di san I gue arrabbiato e poi perduti tra lei ire di uno stomaco da coccodrillo!

affamato... Stavamo per fucilarti come un criminale di campo. Gra­ zie, caro Renato e... che Dio te la mandi buona. 11 LUGLIO

Stamane S. Messa anticipata. Sveglia alle sei. Ragazzi puntuali. La lezione sugli aspetti teologici ri­ guardanti lo Sport ha interessato vivamente. Poi il mare. Due giorni intensi di lezioni, due ore. di mare ierano necessarie. Una spiaggia piatta e arida, quella adriatica, ma 'il mare è di un azzurro vivace. Contemplavo : riflessi d’argento che le onde donavano alla sabbia assetata : somigliavano alle luci pure che vedi schizzare dagli occhi dei cento. Ero contento. Oggi non ho più paura. Temevo il primo giorno, e soffrivo. Attorno al campo c’ò troppa gente e troppa libertà. I ragazzi sono proprio veri aristocratici dello spirito. Bravi, ra­ gazzi del Nord, e grazie dell’esem­ pio che mi date. A pranzo è venuto Dattilo. Parla come un romano, ha il cuore di un siciliano ed il portamento signorile come un senese. E’ pratico, aperto, incisivo. Ha fatto bene, la sua ve­ nuta. Grazie, vecchio commendato­ re, il C.S.L vuol bene a lei come al papà, al nonno, e le sue parole, anche se a volte amare, ci fanno bene, perché cariche di mille sane sesperienze. Il torneo di pallavolo è in pieno svolgimento. Marche, Piemonte e Toscana hanno dominato la prima giornata. Gioco modesto, passione bruciante. Stasera è venuta la pioggia. An­ che le tende hanno sorriso. Erano aride, boccheggianti. Abbiamo aspi­ rato l’aria umida con la voluttà dei cantonieri del Sahara. Stanotte si dormirà sodo. I colori del tramonto sono smor­ ti, e i pini anonimi e indifferenti.

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12 LUGLIO

Dopo la tempesta, un cielo di un turchino lavato. Mattinata pura. Mare invitante, calmissimo. Ho no­ tato un certo rilassamento nell’or­ dine e nella precisione. Forse il 'caldo ne è la colpa. Aldo è partito all’alba. Avrei tan­ to voluto che restasse ancora. Con Aldo ci si sente più sicuri. Parla

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poco ma sorride molto. Il suo sor­ riso è capace di riempire un cam­ po. Grazie, Aldo, per i giorni che ci hai regalato e per l’esempio che ci hai dato. E' partito anche Dattilo, e il duello con Goniez, fatto di parole e parolacce alla romana, è termi­ nato. Peccato. Era una nota allegra, e in un campo ci vuole pure quella. E' arrivato Abre. Tutti lo cono­ scono. Ha un temperamento da panzer divisionem. Parla coti chia­ rezza ed è preparatissimo. Per il ciclismo ha parlato invece il signor Bianchi. Ha gii ocelli lu­ minosi da norvegesi* e il naso da tecnico sportivo consumato. Punti­ glioso nella sua tecnica, piacevole nel parlare, simpatico nel porta­ mento. Filippueei è scappato da Pesaro pei* farsi vivo. E’ il vice Presidentone. Vorrei tenerlo legato al cam­ po fino al termine. Non può. La mo­ glie minaccia scioperi vari e divor­ zi a causa della sua passione per il C.S.I. E’ quadrato come le colline marchigiane e sorride come ii mare adriatieo. E’ intimo amico di Go­ mez che lo ricambia a furia di bar­ zellette e di sguardi da giaguaro raffreddato.

Nella tenda 10, furti a continua­ zione. Porca miseria, se si scopre chi è il reo lo leghiamo al palo per una notte intera a contare le stelle. Adesso c'è un picchetto di guar­ dia: tre ragazzetti emiliani dai mu­ scoli di ferro. Speriamo bene. 13 LUGLIO

Giorno sereno. Ultimo diario. Ho passato un'ora in pineta. Sole e lie­ ve canto di pini. Sentivo la voce metallica di Bruno Abre che scan­ diva la sua bella lezione con la me­ todicità e 1'esattezzti di un notaio che legg.a l'est ratto di un severo in­ ventario. Ti sono grato. Bruno, per quanto hai fatto e per quello che farai. Mi hai capito. Anch'io credo di averti compreso. Insieme potremo fari' molta strada. E' venuto lilialmente Sergio San­ tucci. E’ discepolo di Pende e quan­ to a pendenze non c’è male. E’ fi­ losofo, teologo, pittore, e anche medico specializzato in psicologia professionale. Ha una valigia di pelle all’inglese, ii ciuffo alla '.'alter Chiari, gli occhi che cercano sem­ pre qualche cosa. Parla a furia di paradossi. E’ difficile capirlo al primo incontro. Quando parla però

Corrado Mosca, del G. S. Spedini che si è laureato campione italiano nella categoria allievi individuale.

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L'ab c dello Sport di NATALE BERTOCCO

— Indispensabile a tutti i diri­ genti di qualsiasi disciplina sport iva. — Indispensabile a tutti gli edu­ catori, organizzatori e alle società.

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ti fa sempre pensare. E’ più poeta che pensatore, più pittore che me­ dico. Un miscuglio di Francesco d’Assisi, di Bernanos e di Picasso. Per me uno dei più cari, indimenti­ cabili amici. Grazie Sergio. Oggi nel dancing di Cervia la massa dei bagnanti è richiamata dall’elezione di Mister Vitellone. Il vitello più rappresentativo delle spiaggie marchigiane sarà scelto da una giuria di selezionate vitelline. Un vitello al vincitore. Non so se piangere o ridere. Mentre scrivo Gomez sta tenendo l'ultima lezione. E’ applauditissimo. 1 ragazzi si sono affezionati a lui. E’ simpatico, intelligente, bravo. Un magazzino di canestri e di bar­ zellette. Grazie. Anch'io ti sono af­ fezionato; moltissimo. Domani gior­ nata di ritiro. Verrà l’archi vescovo di Ravenna. Prima di consegnare l’ultinia car­ tella, a nome di tutti i ragazzi del sud e del nord ringrazio Sandro, di­ rettore dell’ufficio stampa. E’ muto come un pesce, capelli biondi, occhi di chi ha penato. Coraggio Sandro, conosco la tua storia. Per questo ti voglio bene. Non vorrei finire più. Vorrei che questo diario fosse eterno, per ri­ chiamare le cose sognate e non scritte, le gioie godute sul quadrato di tela sotto i pini indifferenti. Ad­ dio ragazzo del C.S.I. Biondo o bru­ no non ti dimenticherò. Sono certo che da te nascerà un domani mi­ gliore. Da te nascerà lo sport di

Gewft

Nicola Pavoni


IN APERTURA DELL'ANNO SCOLASTICO

Ili" Criterium steiteutesco ili Èlica lesserà 1951

24 OTTOBRE 1054

a MILANO ROMA CATANIA

31 OTTOBRE 1054

a FOGGIA

Organizzato dal Centro Sportivo Italiani»

Di

pari

passo

con

l’eccezionale

movimento

atletico studentesco che va sviluppandosi con fa­ zionalc metodo c con frutti copiosi ormai nella scuola anche il Criterium Nazionale Studentesco di Atletica Leggera ingigantisce. Per cui necessa­ riamente anche il numero delle sedi aumenta. Que­ st’anno sono cpiattio le città prescelte: Milano, che ben meritava il privilegio per il rigoglioso suo fervore atletico; Roma, oltre che per la posizio­ ne geografica anche per la concretezza del suo lavoro propagandistico: Catania, altro centro di notevole importanza come testimoniano i risul­ tati raggiunti proprio nell’attuale stagione, ed infi­ ne nelle Puglie, Foggia — dove la manifestazione si svolgerà il 31 ottobre — per accelerare in queste zone lo sviluppo e la comprensione atletica. La data delle prime tre sedi sarà quella del 21 ottobre. A breve distanza cioè dall’apertura delle Scuole con giusta ed opportuna tempestività in

quanto è bene che i giovani affianchino allo stu­ dio la parte sportiva e fisico ricreativa, indispen­ sabile per rafforzare il corpo e la mente per la pratica quanto pili assidua di un programma atletico agonistico svolto su un piano morale e ideale: tesori che con la virtù cristiana debbono accotii* pagliare lo sviluppo dei nostri ragazzi. II Centro Sportivo Italiano che si accinge a rea­ lizzare, con il benestare del Ministero della Pub­ blica Istruzione c con l’approvazione e l’assistenza tecnica della FIDAL. la quarta edizione del « Cri­ terium » è lieto dell’onore ancora una volta con­ cessogli e porge con il saluto agli atleti parteci­ panti, il ringraziamento più vivo ai Provveditori agli Studi, agli Insegnanti, ai dirigenti ed ai col­ laboratori, che con toccante sensibilità si prestano per la riuscita del quadruplice superbo avveni­ mento. IL C.S.I.

i

Il prof, Fimo, direttore dell’istituto Su­ pcriore di Educazione Fisica, animatore dello sport giovanile, consegna il premio ad un vincitore dei Campionati atletici del C.S.I.


RIGOIAMENTO

I VINCITORI DEL 1952 PADOVA

1. - Il Centro Sportivo Italiano, in accordo con il Ministero della Pubbli­ ca Istruzione e con Cappi-ovazione tec­ nica della F.I D.A.l... indice ed organiz­ za un Criterium Nazionale Studentesco di Atletica Leggera riservato agli stu­ denti medi. 2. - La manifestazione si svolgerà il 24 ottobre 1951 in quattro sedi: a Mi­ lano per il Nord; a ROMA per il Cen­ tro. a LECCE e CATANIA per il Sud. /\d essa potranno partecipare gli stu­ denti medi regolarmente iscritti e fr* ire­ quentanti gli Istituti scolastici, statali non statali, nati non prima del 1" gennaio 19.35 anche se tesserati per la F.l.D.A.L., purché non classificati di I e li serie. 3. - Alla manifestazione potranno par­ tecipare gli studenti medi scelti possi­ bilmente tra i classificati nei primi po­ sti nelle gare dei Campionati Provin­ ciali studenteschi di atletica leggera, in­ detti dal Ministero della Pubblica Istru­ zione - Servizio Centrale per l’Educazione Fisica e Sportiva per l’anno sco­ lastico 1953-54. Si precisa che sono am­ messi a partecipare alle gare anche quegli elementi che abbiano già conse­ guito la vittoria nelle stesse gare in pre­ cedenti Campionati Provinciali di atle­ tica leggera di Provveditorato.

4. - Le gare in programma sono le seguenti: corsa piana m. 100; corsa pia na in. 1000; m. 80 ad ostacoli (1); salto in alto; salto in lungo, lancio del pe­ so (Kg. 5); lancio del disco (Kg. 2); staffetta 4x100. 5. - Ogni Provveditorato potrà iscri­ vere un atleta per ogni gara individua­ le ad una sola staffetta. 6. pare alla non alla

- Ogni concorrente potrà parteci­ ad una sola gara individuale ed staffetta. I partecipanti ai m. 100 potranno prendere parte neppure staffetta.

7. - La ' manifestazione si svolgerà se condo il regolamento tecnico della F.l.D.A.L. e sarà diretta da Giudici di gara della Federazione stessa. 8. - Le gare di corsa m. 100, m. 80 ad ostacoli e della staffetta, si svolge­ ranno attraverso batterie, eventuali se­ mifinali e finali; quelle di corsa m. 1000, attraverso batterie c finali; quelle del sal­ to in lungo, lancio del peso e lancio del disco, attraverso eliminatorie e finali. Per • le eliminatorie gli atleti saranno riuniti in gruppi di 8 per• il salto in il lancio lungo, ed in :n gruppi di 6 per i. del pesò e iil lancio del disco. Per il salto in alto le altezze da superare so­ no le seguenti; ": ni. 1,45; ni. 1,55; m. 1,70; m. 1,75; ni. 1,60; m. 1,65; I m. 1,78; m. 1,81; m. 1,84 e così di se­ guito di tre in tre centimetri. 9. - In ciascuna gara verranno clas­ sificati i primi dodici.

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Metri

100

Metri 1000 Salto in lungo Salto in alto Lancio del peso Staffetta 4 X 100

Vincenzini - Liceo classico Città di Ca­ stello (Perugia) Rizzo - Istituto Solferino (Milano) . . Gasperinetti - Istituto Zanon (Udine) Michela ■ Liceo Scientifico (Trento) Falchieri - Istituto Agrario (Bologna) Provv. VENEZIA (Pagnes, Farnea, Siinionato, Bellotto)

11 ”4 2’38”8 6,51 1,70 14,88

44”6

POTENZA Metri 100 Metri 1000 Salto in lungo Salto in alto Lancio del peso

Staffetta 4 x wo

Mereu (Roma) Cantarella (Roma) Spinozzi (Roma) Volpini (Terni) Ribeca (Terni) Provv. ROMA (Solai-oli, Spinozzi, Val­ letti, Mereu)

11 ”9 2’49”4 6,10 1,75 14,30

47’’2

I VINCITORI DEL 1953 VARESE Metri

100

M etri 1000

Metri

80 ost.

Salto in alto Salto in lungo Lancio del peso Lancio del disco

Staffetta 4 x 100

Peata Giorgio - Liceo Classico « Petrar­ 11”4 ca » (Trieste) Bonfadini Aldo - Scuola Tecnica Moni2’38’’8 piano (Brescia) Moncgo Alfredo - Ist. Tecn. Industriale Il ”5 « Pacinotti » Mestre (Venezia) . . Vaccarone Roberto - Ist. Tecn. « Lear­ 1,84 di » Casale (Alessandria) . . . . Geremia Pietro - Istituto « Fogazzaro » Vicenza 6,38 Roncatolo Gaudenzio - Ist. Tecn. Indu­ striale (Vercelli)........................ 16,05 Giacobbo Alberto - Ist. « Zanella » Schio 40,11 (Vicenza) 44’3 TORINO . .

ROMA Metri

100

Metri 1000 80 ost. Metri Salto in alto Salto in lungo Lancio del peso Lancio del disco

Staffetta 4 x 100

Archilli Enrico - Ist. Tecnico « Duca d’Aosta (Firenze) Garnero F. Paolo - Lic. Scient. (Terni) D’Antonio Mario - Ist. Tecn. (Pescara) .Multineddu Giacomo - Ist. Tecn. Geo­ metri Carbonia (Cagliari) . . . . Venè Giorgio - Scuola Tecnica (Massa) Ribeca Romeo - Liceo Ginn. (Terni) Masci Vincenzo - Ist. Tee. « L. da Vin­ ci » (Roma) ROMA (Filippini, Cresci, Gandini, Di Cenzo)

11 ”3 2’41 ”6 11 ”6 1,75 6,38 15,69 39,43 44”8

REGGIO CALABRIA Bommai-ita Giuseppe - Lic. Scientifico « Canizzaro » (Palermo) . . . . Spavara Giovanni - Istituto Nautico Metri 1000 (Messina) Donati Camillo - Ginn. Liceo (Brindisi) Metri 80 ost. De Vito Zito - Ginnasio (Catania) . . Salto in alto Marsiglio Gaetano - Liceo « La Farina » Salto in lungo (Messina) Lancio del peso - Pavone Mario - Ist. Tecnico (Taranto) Lancio del disco - Gangeri Antonio - Scuola Tecn. Indu­ striale « Panella » (Reggio Cai.) Staffetta 4 x 100 - PALERMO (Di Blasi, Calandra, Mu­ sco, Bommarito) Metri

100

11”1

2’48"4 11”7 1,65 6,36 14,38 26,29

46"!


Un'adesione totalitaria di atleti, un alto livello agonistico, una perfetta or­ ganizzazione: questo il semplice, bril­ lante consuntivo che scaturisce dopo aver assistilo alla quarta edizione dei campionati italiani di bocce del CSI disputatasi domenica scorsa sui bocciodromi della nostra città. Pieno successo anche dal lato delio spettacolo, in quanto che sin dal mat­ tino la folla Ita fatto siepe ai bordi dei campi, interessandosi, entusiasman­ dosi quando le partite entravano nel pieno -della combattività. Impressio­ nante addirittura è stato lo spettacolo visto nel pomeriggio sui campi del bocciodronto « Boifava » dove hanno avuto luogo le finali. Un bocciodromo tutto pieno di bandiere, di luci, di manifesti multicolori, con la gente impossibilitata a contenersi tutta nel pur molto spazio adiacente ni campi, cosicché parte di es­ sa c stata costretta a rimanere fuori, sulla strada, a far « colore » in uno scomposto aggrapparsi alla rete metalli­ ca di cinta. Successo pure dal lato qualitativo, in quanto che si sono visti giocatori — fos­ sero essi dei giovani come degli adulti — ottimamente preparati, pieni di leale, appassionato agonismo, di voglia di ga­ reggiare. di praticare questo sport che alcuno — a torto — non vuol riconosce­ re per tale punto o male apprezzandone l’intrinseca bellezza. Giocatori ehe per poter competere con gli altri campioni provinciali hanno dovuto sobbarcarsi ore ed ore (per non dire intere giornate come ad esempio quelli della lontanis­ sima Cagliari) di viaggio disagevole, ar­ rivando nelle ultimissime ore precedenti hi gara a Brescia pieni di sonno, di stanchezza.. Il tutto per tentare la con­ quista della medaglietta, al più della tar­ ga del valore materiale di poche centi­ naia di lire. Questo, miei signori, è sport, vero, purissimo sport. Venendo a parlare delle gare c’è da dire ehe, anche in campo boeciofilo, il CSI Brescia ha fatto la parte del leone vincendo due titoli assoluti, piazzandosi inoltre ottimamente in altre categorie tanto da riuscire primo nella classifica per comitati aggiudicandosi così il bel­ lissimo Trofeo messo in palio, quale pre­ mio assoluto dal nostro giornale.

Nell’individuale allievi, il giovane Mo­ sca, che già l’anno scorso a Verona si era comportato ottimamente c riuscito ad imporsi su tutti cogliendo per il nostro comitato la prima vittoria. 1 veronesi, che costituivano poi i nostri diretti av­ versari si aggiudicavano il titolo riser­ vato alle coppie mentre la nostra, for­ mata da Rossini e Chiappini non riusci­ va ad andare più in là di un onorevole quarto posto. Nella terna, sempre per allievi, vitto­ ria di Cappellazzo-Brasolin-Secoli i qua­ li nella finule per il primo e secondo posto riuscivano ad imporsi al forte ter­ zetto veronese. Avvincente, fra gli adulti la finalissi­ ma del singolo fra il romano Narducci ed il bergamasco Cimini. Il bergamasco, più pronto ad assuefarsi al campo di

Pieno successo dei campionati bocciolili del C. S. I. Il Trofeo "La Voce del Popolo,, al Comitato di Brescia,

ma hanno vinto anche i veronesi, i trevigiani e i romani.

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< Il Vice Presidente del C. S. I., prof. Filippucci, sottolinea il successo della manifestazione prima di premiare gli atleti

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gioco andava subito in vantaggio riu­ scendo fino a condurre per 14 a 7 (le finali, com’è noto, si dovevano disputare ai 15 punti). Ma quando sembrava che la vittoria non dovesse più sfuggire a Cimini, Narducci, rimontava inesorabil­ mente fino a riuscire ad aggiudicarsi il bellissimo incontro ed il relativo titolo. La stessa situazione, questa volta ai danni dei bresciani, si è verificata fra le coppie dove i nostri Mambretti-Mosea. dopo essere riusciti a portarsi sul 11 a IO non riuscivano più a conseguire quel-

runico punto che avrebbe permesso lo­ ro di fregiarsi del titolo italiano. Mi­ gliore sorte è però fortunatamente toc­ cata alla terna composta da Lampugnani-Mostarda-Lazzarini i quali avevano ragione seppure a fatica dei trevisani e coglievano la seconda vittoria per il CSI Brescia. A chiusura di queste note è doveroso rivolgere un ringraziamento ai dirigen­ ti del CSI Brescia ed a quelli dell’U.S. Spedini per la perfetta organizzazione e l’affettuosa ospitalità fatta ai circa tre­ cento convenuti.

E' davvero uno sport che appassiona! Un tempo, io, delle bocce, avevo ::na concezione maledettamente errata: cre­ devo non si trattasse di uno sport, di una delle solite castigate discipline, ma di un semplice, libero divertimento, ma­ gari d’un sapiente... "sganciamento” co­ niugale operata dal capo famiglia la do­ menica altrimenti dedicata al riposo... Ecco, dunque, il nostro bravuomo allen­ tare beato la cinghia dei calzoni, arro­ tolare fino oltre il gomito le maniche della camicia che sa di fresco e di bu­ cato e puntare allegramente al pallino ordinando bottiglie di rorido viti nero. Questa, la mia concezione d’un tem­ po. E il bello è. che tale gustosa con­ cezione l’esposi ingenuamente un giorno proprio ad un gruppetto di persone che — seppi poi — per le bocce impazzi­ vano a dir poco, l'idi a poco a poco le loro pupille smisuratamente dilatarsi, le orecchie tendersi e fremere nell’ansia di captare ogni minima parte di quella mia tremenda ed imperdonabile cantonata... in breve, se quel giorno i miei zigomi non ebbero intimi rapporti con le noc­ che di quelle mani solide e incallite è perché i bocciofili sono gente buona, educata, gentile. Tanto gentile che per­ sero poi ore ed ore nel lodevole e ge­ neroso tentativo di convincermi a mu­ tare parere su quell’arcaico, salubre sport, pieno di gioiose sensazioni, di semplici ma tanto desiderate soddisfa­ zioni. Così, ecco perché, oggi, dei campio­ nati di bocce del C.S.I. come del re­ sto di tante analoghe, precedenti, ma­ nifestazioni, non ho perso un solo in­ contro: la mattina, e presto, anche, a far la spola fra la mezza dozzina di bocciodromi impiegati per la lunga "setacciata”, nel pomeriggio — per le finali — ad un "Boifava” festoso, scop­ piettante di gioia e di luce, saturo di garrule bandiere, di carta colorata fre­ sca di inchiostro e di colla, con un pub­ blico a far ressa, a far "colore” nel suo scomposto aggrapparsi alla rete metallica che cinge i bordi del campo. Ed al "Boifava”, a pomeriggio inoltra­ to, è rimasto il meglio dei duecento

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campioni provinciali venuti qui da ogni dove, da vicino e da lontano, in rappresentanza di trenta Comitati. So­ no rimasti quelli che sono passati in­ denni attraverso la lunga trafila delle eliminatorie, e che nelle ultime ore di gioco hanno puntato grosso, al titolo di campione nazionale. Giocano le attinie bocce con lentez­ za, con quella stessa lentezza che tro­ vi nei loro gesti misurati e calcolati: sono le bocce della possibile vittoria, dello scudetto tricolore, non bisogna sprecarle. 1 finalisti si attardano così più del solito a calcolare le distanze, a scoprire — la mano sinistra a para­ luce all’altezza della fronte — il modo cui meglio s’addice per risolvere o

creare un'intricata situazione; a scova­ re in quel quadro asimmetrico lo spi­ raglio bastevole per ficcarvi la boccia buona; a cercare e "studiare" il palli­ no. tanto piccolo che tu, malgrado l’a­ guzzare degli occhi più non vedi ma solo intuisci nascosto com’è dalle sfe­ re maggiori e che loro, un momento più tardi, lo faranno schizzare da do­ ve sembrava proprio impossibile E l’applauso meritato del pubblico rimasto fino allora in silenzio, esplo­ derà solo a gara finita e sarà un applauso sincero, spontaneo. S'attarda, a sera, il sole a scherza­ re sulle punte degli alberi, s’insinua ad ogni stormire fra fronda e fronda sino a baciare il luccichio delle coppe trofei che fan bella mostra di se sul tavolo della giuria. Poi, e siamo alle ultime battute, si fa d’un colpo notte: scompare il sole e viene in sua vece il chiaro dei "neon”. L’incanto però non muta, è rimasto intatto. Schivi di notorietà, di quella gloriuz­ za da due soldi tanto cura e ricercata invece in altri settori sportivi, s’ap­ pressano al tavolo dei giudici e della autorità i nuovi campioni italiani di bocce del C-S.l. Poi, a notte fonda ritorneranno lut­ ti alle loro setti e sarà la fine di un giorno settembrino di sport, di uno sport che alcuno — a torto — non vuol ancora riconoscere per tale punto o ma­ le apprezzandone l'intrinseca bellezza. Un bel giorno fattoci vivere dai com­ ponenti la Commissione tecnica nazio­ nale, dai dirigenti del C.S.l. Brescia e da quelli del G.S. Spedini, ed è ap­ punto a tutti questi che noi rivolgiamo un grazie doveroso e sincero.

Aldo Hossini

Una fase della finalissima delle terne per adulti, a Brescia


Un giorno di Insta nell agro pontino

hi margine ai campionato allievi del C.S.1. A concludere una felice annata di proficuo lavoro in tutte le bran­ chie dello sport di cui daremo un preciso rendiconto in seguito, e al quale hanno partecipato -12 Unioni Sportive affiliate di tutta la nostra Provincia da Minturno a Cisterna, con la folta partecipazione di circa 1000 tesserati, il Comitato Centrale con ammirevole comprensione ha voluto premiare la fattività di don Luigi Belletti affidandogli l’organiz­ zazione della finale del Campionato Nazionale Ciclistico Allievi. Questa assegnazione piovuta a ciel sereno ha colto alla sprovvista i dirigenti del Comitato Provinciale pur abi­ tuati a muoversi tra mille difficoltà ed incomprensioni e mentre, ad al­ cuni di essi la prova sembrava one­ rosa e carica di responsabilità, don Luigi Belletti, con lo spirito gari­ baldino che lo anima, accettava mettendosi subito al lavoro (e qua­ le lavoro!) tra le tante difficoltà prò vinciali che si sono dovute supe­ rare. Questo lavoro ci ha permesso di presentare agli ospiti, venuti da ogni parte d’Italia, una gara tale che anche i supercritici questa vol­ ta, non potendo far altro, hanno fatto tacere la loro bocca. Molti di essi, onestamente hanno riconosciu­ to che la gara è stata la più perfet­ ta come organizzazione. Tutto ha funzionato cronometricamente chec­ ché borbotti l’egregio Vassallo, ed infine essa è stata largamente lo­ data dai dirigenti ed atleti del no­ stro Centro e Sud. Dei tre percorsi preparati quello del Circeo è stato scelto dai tecnici centrali per la perfezione dello stato delle strade, ed infatti gli atleti hanno gareggia­ to come su pista e questo lo ha dimostrato la forte media oraria, il numero dei corridori arrivati, e le esigue forature subite dagli atleti (quattro su cinquantasei parteci­ panti). Altri si sono occupati larga­ mente del lato tecnico della mani­ festazione mettendone giustamente in risalto i pregi, ma, nuovi dell’am­ biente, nei loro servizi non hanno indicato agli sportivi del C.S.I. al­ cuni nomi che effettivamente si so­ no adoperati per la buona riuscita della gara. Crediamo inutile ripete­ re gli elogi per don Luigi Bellotti.

Pensiamo che siano bastati a lui quelli espressigli pubblicamente in sede di premiazione dal Prefetto, dall’on. Cervone, dal sindaco di Sabaudia, dal prof. Pasquetta. ecc. Noi veramente non troveremmo parole per ringraziarlo e con noi gli spor­ tivi ed appassionali del pedale dell’Agro Pontino che, mercè sua, han­ no potuto avere, in questa Provin­ cia, la prima prova nazionale ci­ clistica dalla sua fondazione. Come non dimostrare poi la nostra gra­ titudine all’avv. Bolle, sindaco di Sabaudia, che fin dal primo momen­ to si è messo a disposizione degli organizzatori. Le sue innumerevoli cortesie ci hanno commossi ed a queste l’av­ vocato Bolle ha voluto aggiungere una medaglia d’oro per il vincitore. (E poi, i cattivi lo hanno condan­ nato in sede « cucinaria » al paga­ mento di diverse bottiglie di ottimo spumante!). Come non ricordare la cara collaborazione del collega Criscuoio corrispondente da Sabaudia del « Corriere dello Sport » con giorni di continua attività telefoni­ ca per rispondere alla chiamata quotidiana? Come dimenticare il bravo Franco Viciconte degno col­ laboratore di Domenico Pecoriello? Alla loro collaborazione si deve se i servizi logistici hanno funzionato alla perfezione. Gli indicati sono stati così perfetti da dimenticare i propri letti rimettendoci anche una contravvenzione elevata per occu­ pazione di suolo pubblico. Come di­ menticare i superbi dipinti stradali di Cosimo Memoli? Confessiamo che la sua arte ci era sconosciuta, bisognava vederlo con pennello e secchio con la calce come si dava da fare nel segnare il percorso. Ed il comm. Generoso Dattilo. Dome­ nico Francioni. Pecoriello, Natalino Moricone, tutte vecchie glorie che animate ancora dalla passione mai assopita per lo sport prediletto... non si sono curati di passare l’in­ tera notte della vigilia a darsele di santa ragione attorno al tavolino da tresette, s e n z a farne uscire il morto... A questi bisogna aggiungere i più bei nomi del ciclismo nazionale e laziale che vollero onorare con la loro presenza la manifestazione e

pertanto i nostri ringraziamenti va­ dano all’on. Vittorio Ccrvone e al comm. prof. Bartolo Pasquetta. al prof. Concas rappresentante della U.V.I, al cav. Maurizio Subiaco che rappresentava Fon. Paolo Bonomi, al prof, agrario Bartolini presiden­ te della S. S. Sabaudia, cav. Giovan­ ni Ciotti, a Natalino Monconi ri­ spettivamente presidente e segreta­ rio del GRANUGC del Lazio, al si­ gnor Raffaele Grandi del Comitati? nazionale, ad Armando Latini, al rag. Carlo Bianchi, vice presidente della Commissione nazionale che questa volta (bontà sua!) non ha borbottato. Al comm. Gino Quat­ trocchi, direttore di gara due pa­ iole a parte: a lui si deve la scelta del percorso comprendente la su­ perba riviera balneare del Circeo ammirata dai dirigenti al seguito delle rispettive macchine, e dai con­ correnti in gara con nostalgico oc­ chio di lince. Per il prefetto Mondio che ha voluto premiare personalmente gli atleti non bastano parole per rin­ graziarlo per il suo cortese interes­ samento, a cui vanno uniti quelli vivissimi per il comm. D’Angelo, Questore della Provincia e per i suoi dipendenti per il servizio di ordine veramente esemplare e de­ gno di lode. Chiudiamo non rin­ graziando Fon. Paolo Bonomi dona­ tore del Trofeo in palio e mecenate della gara. 1 ringraziamenti sareb­ bero poca cosa. A lui al quale sia­ mo legati da anni da vincoli di sin­ cera devozione, la preghiera degli sportivi pontini di darci agio di ri­ vivere tali giornate più spesso e con queste, potere avere tra noi la sua amata figura di sportivo e di­ rigente. Ottavio Perone

SEGNALAZIONI

IN CORDATA E’ un libro di meditazione edito dalla Tipografia Svuole Professiona­ li, Orfanatrofio M. - Bergamo. E' stato scritto da Don Giuseppe Canova C. S. J.. un Giuseppino che conosce a fondo i problemi giova­ nili c sa interpretare gli aspetti più intimi. L’ho trovato adattissimo per i nostri Dirigenti e Atleti c invito cordialmente i nostri Confratelli a diffonderlo nelle nostre Unioni Spor­ tive.

Potete richiederlo direttamente a'la Direzione Stampa del Contro Spor. tifo Italiano - Fio della Conciliazio­ ne. 1 - Roma.

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di tutto un po

rimandare al 1955 ogni attività in­ ternazionale con rappresentative sia nazionali che regionali. Nella riunione è emersa una per­ fetta. cordiale intesa fra tutti 1 presenti ed il lavoro che sarà in­ tensificato di comune accordo fra dirigenti federali c dirigenti tecni­ ci non mancherà di dare, in un tempo che ci auguriamo non trop­ po lontano, i migliori frutti.

y

e E N TRI 1)1 DI PROPAGANDA SCIISTICA V A L LIGIA N A.

PARTECIPAZIONE REC ORD A CORTINA. Alla data del 30 settembre, trentatrè Nazioni hanno restituito il questionario di massima loro inviato dalla Segreteria Generale dei VII Giochi Invernali e soltanto sette di esse (Singapore, Eire. Saar. Thai­ landia, Cina, Brasile e Bermuda) hanno dichiarato di non essere in condizioni (per ragioni varie) di partecipare ai Giochi stessi. Le cifre provvisorie indicate dalle altre ventisei Nazioni nella casella «gareggianti» sono tali da far ri­ tenere che il numero degli atleti in lizza supererà largamente quello delle precedenti edizioni delle Olim­ piadi Invernali. La cifra più alta è stata segnala­ ta dalla Germania (100), seguita dall’Austria (84), dalla Svizzera (77), dagli Stati Uniti (75), dalla Norve­ gia (67), dall’Ungheria (66), dalla Polonia e dalla Svezia (63), dalla Cecoslovacchia (61), dall’Inghilterra (55). dalla Finlandia (51). dalla Ju­ goslavia (43). dal Canadà (41), dal Giappone e dall’Australia (40), dal­ la Francia (37), e così via, per un totale di oltre 1.100 partecipanti. Se si considera che in questo elenco non figurano l’URSS (che si ha ragione di ritenere presente a Cortina d’Ampezzo, dopo i grandi successi riportati nei campionati dei Mondo) e il Paese organizzatore, cioè l’Italia (che, per dovere di ospi­ talità si allineerà a ranghi comple­ ti), è giusto pensare che la lista dei concorrenti supererà largamente la quota di 1.300 partecipanti, mai at­ tinta e neppure mai avvicinata nel­ le sei precedenti edizioni dei Giochi Olimpici Invernali (1924 Chamonix; 1928 St. Moritz: 1932 Lake Placidi 1936 Garmisch-Partenklrchen; 1948 St. Moritz; 1952 Oslo). • LA PISTA OLIMPIONICA DI PATTINAGGIO DI VELOCITA’ DI MISVRINA.

La Segreteria del Comitato Or­ ganizzatore dei VII Giochi Inver­ nali di Cortina d’Ampezzo ha rice-

Direttore responsabile: LUIGI GEDDA

vuto assicurazioni che anche nel prossimo inverno la sistemazione della pista olimpionica di pattinag­ gio di velocità a Misurina avverrà a cura del noto tecnico svedese Gósta Nillson che si trasferirà in Italia in tempo debito.

LE DIRETTIVE DELLA PRE­ SII) ENZA FEDERALE GINN ASTICA AI TECNICI NAZIONALI. Nella riunione tenutasi a Firenze domenica 26 dei dirigenti tecnici nazionali della Federazione Gin­ nastica, convocati dal Presidente cav. Guido Ginanni, dopo un pro­ fondo esame della situazione at­ tuale, sia in campo maschile come in quello femminile e dopo un’am­ pia discussione alla quale hanno partecipato tutti i presenti, è stato deciso: 1) di raccomandare a tutti i Comitati Regionali il massimo in­ teressamento per la più larga par­ tecipazione possibile di Società, gin­ nasti e ginnaste a tutte le gare in calendario per i prossimi mesi e perché vengano effettuati in ogni Regione i Campionati Regionali maschili e femminili, nelle quattro categorie: seniores, juniores, esor­ dienti e allievi, facilitando la par­ tecipazione più numerosa possibile ed avendo cura che l’esito di tali Campionati permetta di rendersi conto con esattezza delle forze gin­ nastiche di cui attualmente la Fe­ derazione dispone; 2) che i tecnici effettuino sopraluoghi nelle Socie­ tà che hanno ginnaste o ginnasti nazionali od aspiranti a tale qua­ lifica, riunendo anche in luoghi centrali tali elementi per un esa­ me delle loro condizioni e per ef­ fettuare brevi corsi di addestra­ mento; 3) di preparare al più pre­ sto un vasto, concreto programma di attività generale maschile e femminile per il 1955 con partico­ lare interessamento verso i giova­ ni, onde poter disporre al più pre­ sto di nuovi elementi di rincalzo alle nazionali. Detto programma dovrà essere comunicato a tutti gli organi periferici ed alle Società en­ tro la fine dell’anno corrente; 4)

c/c Postale - Roma 1/10266

Le truppe Alpine già da due an­ ni hanno messo in efficienza talu­ ni Centri di Propaganda Sciistica Valligiano allo scopo di avvicinare alla conoscenza dello sci i giovani e gli adolescenti delle alte valli al­ pine ed appenniniche. L’esito della iniziativa alla quale la F.I.S.I. ha collaborato con mez­ zi necessariamente limitati e che ha portato nella scorsa stagione invernale circa 1.500 elementi allo sci agonistico, ha incoraggiato lo Stato Maggiore dell’Esercito ad estenderla e perciò, in armonia agli accordi felicemente operanti tra il Ministro della Difesa ed il C.O.N.I.. da quest’anno i Centri di Propaganda Sciistica Valligiana in­ tensificheranno la loro attività. Lungo l’arco alpino, nell’Appennino tosco-emiliano e nelle località innevate dell’Abruzzo, ufficiali e sottufficiali degli alpini istruiran­ no i giovani da 8 a 20 anni che vo­ lontariamente si iscriveranno ai corsi di preparazione sciistica. Per l’intervento del Centro di Propaganda Giovanile del C.O N.I. e della F.I.S.I., materiale tecnico sarà dato in uso ai giovani mentre l’Esercito provvederà alla organiz­ zazione generale e, come si è detto, agli istruttori. Alla fine del ciclo di tre mesi di corso le Brigate Alpine competen­ ti per territorio promuoveranno, in collaborazione con la F.I.S.I. dei Raduni tecnici regionali i qua­ li consentiranno di esaminare il grado di maturità raggiunto dagli allievi e la capacità degli istruttori che li hanno curati. E’ previsto per l’anno prossimo un Raduno finale nazionale anche per premiare i ragazzi che nei me­ si invernali, nelle ore libere, si de­ dicano ad una attività sportiva fra quelle che richiedono maggiore sa­ crificio, maggior tenacia, nell’inte­ resse non soltanto sportivo, ma della Patria.

Tip. ATENA - Via del Seminario, 87 - Roma

Sped. abb. postale - Gruppo III - Pubblicazione inscritta a) n. 758 del Registro Stampa del Tribunale di Roma


DOMENICA SARAI MILIONARIO !


Monza, 12 settembre 1954

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« 1953

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Vince

GRAVI PREMIO DELLE NAZIONI 1° assoluto: DUKE su GIEERA alla media di K. 179,474 (nuovo record)

Giro più veloce: DUKE alla media di Km. 182,022

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ili Francia del Belgio d’Olanda di Germania della Svizzera delle Nazioni

la MOTO GILERA con queste vittorie mantiene e difende la supremazia

dell'industria italiana nelle competizioni

mondiali delle massime cilindrate

1

OLIO CASTROE

CATENE REGINA SllPERCORTEMAGGIORE

I


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