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rassegna
MENSILE
ILLUSTRATA
SPORT
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Rassegna mensile illustrata di tutti gli sport Anno VI • N. 11-12 - Roma . Novemb.-Dicemb. 1051 - Direzione e Amministrazione Roma, Via Conciliazione 1 - Tel. 561.735 - 561.064 - 55.55.61 - 50.020
DIRETTORE RESPONSABILE
LUIGI GEDDA
S O M M A R I O PAG.
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Il binomio Consolini-Tosi
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FRA ROSARIO CHIUCCHI Un grande discorso . .
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ALDO NOTARIO 3" Congresso Nazonale de C.S.I........................................
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La sede dello sport cat tolico ................................. PIERO MONTI Ciclismo in angustie . . NINO LOMBARDI Molte delusioni dai gio vani professionisti . . .
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12 NATALE BERTOCCO Sintesi azzurra del 1951 . 13 MARIO MURA Baldassarre, lo zingaro marciatore........................... 16 ENZO SASSO Allenatori al microscopio 17 RAFFAELLO GUZMAN Alla « Carrera messicana » 19 trionfo di Taruffi . . G.M. Motociclismo : sport e 21 mezzo per gli italiani .
G. SABELLI FIORETTI Giuochi del Mediterraneo 22 EGONE CENNI Problemi del nuoto ita25 liano . . . ALFONSO CASTELLI Hanno scoperto la pesi stica.................................................. 28 N.B. Il « Campo Francesco Pa celli » inaugurato a Roma 32 G. GOMEZ DE TERAN Decadenza della « zona » 34 FRANCESCO CRITELLI Maturità cestistica nel 36 C.S.I............................................. DECIO LUCARINI L'obiettivo sul « ring » . . 38 A.C. Anno di messi d’oro per i nostri lottatori ....
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NOTIZIARIO DEL C.S.I.
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In copertina: Il Cardinale Cle mente Micara consegna ad Adolfo Consolini una targa con l’effigie della Madonna della Neve offerta dal C.S.I.
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Pubblicità: S.A.E.P. (Sezione Periodici Sportivi) . Roma. Vip Nazionale 172 . Tel. 684,260-07.133
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1100 • Semestrale L. 600 60 0 - Benemerito L. 5.000 - Un numero
Distribuzione. S. E. M. C. I. - Vio Conciliazione. 1 - Roma
C. S. I. PRESIDENZA KAZIGUAIE
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Il binomio Consolini-Tosi è certo tra i più popolari nel mondo dello sport italiano. Quasi quanto quello Bartali-Coppi, un po’ per le carat teristiche fisiche particolari, un po' per la celebrità olimpica, europea e mondiale conquistata ben meritatamente dai due giganti dell’atletica leggera. Ciò che caratterizza il binomio è in particolar modo la grande amicizia, che li tiene fraternamente legati, priva di ogni rivalità, e compromesso. Vinca l’uno, vinca l’altro, Adolfo e Beppone sono egual mente soddisfatti. Consolini era stato invitato nei giorni scorsi all’alle namento collegiale, indetto a Roma dalla FIDAL, ma, caso eccezionale è giunto in ritardo di qualche giorno all’appuntamento. Un affare importantissimo lo aveva trattenuto a Milano, nientemente che il suo matrimonio. Si è presentato timido a Roma e al Commissario Tecnico Oberweger ha chiesto scusa come uno scolaretto in difetto. Ma scusa ha anche chiesto alla sua mogliettina, una dinamica ex-atleta vien nese, per talune improvvise assenze dal tetto coniugale — che altro non era se non la stessa pensione Giardino, ove alloggiano gli azzurri della FIDAL a Roma — per correre con tanto di < sacco , da allena mento, allo stadio delle Terme a sgranchire le gambe e a lanciare un paio di dischi. E questo pur essendo in viaggio di nozze. Alla inaugura zione della nuova sede del Centro Sportivo Italiano, Adolfo Consolini, si è presentato con l’inseparabile amico Tosi. La foto che riproduciamo è stata scattata per l’appunto nella sede del C.SJ. Con i due grandi eppur modesti campioni sono il Sottosegretario on. Giulio Andreotti e il Vice Presidente del Centro Sportivo Italiano, Aldo Notarlo.
UN GRANDE DISCORSO Con grato stupore si legge, dopo aver ascol tato assorti e gaudiosi, il discorso tenuto dal Papa il 10 novembre scorso ai partecipanti all’Assemblea Plenaria dell’Associazione Inter nazionale della Stampa Sportiva, in Castelgandolfo. Pio XII, quest’uomo consacrato dal crisma divino della verità, sublima quello che tocca; inalzato, come eccelso fiore sullo stelo dell’u manità, vede e giudica ogni vicenda ogni con tingente espressione — sub specie universali, sub specie aeternitatis —. Così le sue parole rivolte a. degli sportivi, se pur pensate anzi meditate, si illuminano d’una pacata luce uguale, immutabile come le righe d’una Legge: per questo oserei definire il Discorso citato — quale Magna Carta dello Sport. Il Papa del nostro tempo, accennato all’in teresse avuto per lo sport e all’ufficio che la stampa sportiva adempie « di informare e, co sa incomparabilmente più importante, di for mare l’opinione » nell’ambito della specialità, precisa: « Abbiamo insistito sui felici risultati fisici, morali, intellettuali, non ne abbiamo neppure dissimulato gli scogli e i pericoli ». Di qui la profonda disanima di tutto il problema sportivo sul pia?io umano, sociale, cristiano. Parte della stampa — che non deve risolversi in un « reportage » scintillante d’un genere letterario — sui generis — ma in un vero im pegno carico di responsabilità, per quella « con vinzione persuasiva » che la deve animare e che sa mettere in evidenza i vantaggi, i meriti, il valore della sport, con « quella sobria discre zione mille volte più eloquente e potente dei ragionamenti noiosi o dei ditirambi lirici » (condanna elegante alle... esigenze di cassetta di alcuni quotidiani sportivi). Non mancano alla stampa sobria e sagace le occasioni a pun teggiare « il valore e le promesse per l’avvenire di un adolescente o di un giovane » o di susci tare emulazione, lealtà, tenacia, attenzione, fierezza morale, spirito di squadra « esteso ad ogni società di cui si è membro: famiglia, pro fessione, popolo e patria, finalmente alla so cietà suprema quaggiù: la Chiesa». Evidente la conseguenza, che taccia di « antisportivo » ogni atto lesivo di una di queste palpitanti realtà. La stampa ha il compito grave ed im pellente oggi che tanto pervasi di materiali smo, molti inclinano ad adorare la forza fisica, la bellezza somatica, il successo rapido, il cam pione prestigioso laminato d’oro, di indicare allo sport il posto che gli spetta, come pure di fissare « i limiti che gli assegnano la dignità dell’uomo, i suoi doveri superiori e il bene co mune ».
Notazioni più acute, psicologia più attenta, valutazione più esatta non si poteva dare del l’attività sportiva vista in piena luce, come una faccia del complesso poliedro eh’è... tutta l’at tività dell’uomo. Nelle parole del Pontefice confluisce in unica corrente luminosa, tutta la tradizione antica e moderna: dalla Grecia a Roma, alla. « Casa giocosa » del Rinascimento, alle case gioiose dei Santi, precursori in educa zione, alle Università cristiane del tempo no stro, alle innumeri compagini sportive. Non si possono omettere quindi quei « quattro prin cipi » nei quali il Papa intende riassumere quello che in altre circostanze ebbe a dire, e che ci danno una visione netta, totale, chiara, stillata come una legge scolpita nel bronzo, dello sport, di tutto lo sport cristianamente inteso: lo sport dell’uomo che sa vivere in armonia col pensiero e con l’azione, che si muove in pei (etto equilibrio di volere e di mu scoli, che conosce le esigenze di salvaguardia per quella formazione umanistica che deve re stare alla base di ogni atto educativo. Solo così compreso, lo sport si può inserire in una supe riore visione di umanesimo integrale. Ecco i punti, ecco i cardini che non convie ne toccare per non sciuparne la preziosità, per non appannarne la lucentezza, per non spo starne menomamente l’« a piombo ». Questi principi tengano presenti e responsabili, i ge nitori, gli educatori, tutti quelli che lottano faticano e soffrono per la elevazione totale, di « corpo e anima » dell’umanità. 1. - « Non diversamente dalla cura del corpo nel suo insieme, lo sport non deve essere un fine a se stesso ». A quanti sportivi, ma sopratutto a quanti impresari managers giornalisti va l’ammoni mento papale! Il corpo è un motto che ci ri piomba nel paganesimo deteriore o ci avvili sce nell'imbroglio commerciale di bassa lega. Il fine è l’uomo tutto intero nella sua ansia di « perfezionamento morale e spirituale » poiché di questi uomini ha bisogno l’umanità in cam mino. 2. - ... Lo sport ha lo scopo di procurare una distensione « all’attività professionale » al la voro mentale, al lavoro manuale. Così conce pito lo sport ha valore di medicina, indispen sabile nella nostra Era dominata dalla tecnica dalla macchina dagli affari, da un ingranaggio cioè che non perdona e stritola assai spesso il sistema nervoso. Penso alla pratica sportiva degli anglosassoni che chiedono agli sport al l’aria libera un compenso per la loro ingorga ta settimana.
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A giusto titolo Pio XII può essere definito il «Papa degli sportivi». A Lui accorrono festosi e devoti gli atleti (fogni paese. Ec co i! gruppo delle campionesse dell'atletica leggera nel cortile della sede Pontifìcia di Costei Gandolfo dopo essere state ricevute dal Santo Padre.
C’è uno sport per tutti, ed è il contatto con la natura in tutte le stagioni, molto indicato contro le tentazioni del cinema e del varietà che sembra oggi fagogitare le intere città ne gli altri lussuosi e luminosi saturi di aria con sumata. 3. - « ... Lo sport non dovrebbe compromet te l’intimità tra gli sposi, nè le sante gioie della vita famigliare ». E’ questo avvertimento quanto mai perspi cace e prezioso per molti genitori che lascia no indiscriminata libertà ai figli e alle figlie d’andare e venire, viaggiare e scorrazzare per incontri e competizioni sportive da cui deve, talora, scaturire unicamente un campione o una campionessa da adorare sull’ara della fa cile fama. Nè si preoccupano questi buoni pa renti di seguire incoraggiare correggere ac compagnare assistere i figli sui campi di gioco, della neve, alle palestre chiuse, ove germoglia il flirt che conduce molto lontano dai terreni sportivi. 4. - «... nella giornata della domenica a Dio il primo posto ». A questo comandamento sa cro segue la scena valida ancora per tanta gente, della famiglia che si reca tutta insieme fuori porta o ben più lungi su due o quattro ruote per ricevere dalla « grande natura di Dio » il dono di ossigeno puro, d’un po’ di san gue nuovo, d’una gioia cara e infantile. Ma l’esercizio sportivo vero e proprio, oggi in mille e mille casi, fa a meno di Dio, salta la Messa 4
d’obbligo, dimentica di esigere in primo luogo il cibo e la luce dello spirito. Quanti giovani si levano prestissimo, d’estate per il mare, d’in verno per la montagna, spesso per le gare ubi cate lontano e partono senza un segno di cro ce, o, peggio, arrivano a irridere chi della co mitiva sosta in chiesa. Conosciamo purtroppo e dobbiamo bollare di incivile e inconsulso lo sport di certi Governi irreligiosi che, a bella posta, strappano la gioventù in massa, dalla casa, la domenica albeggiante, e la convogliano, impettita, alle esercizioni ginnico-militari. Al lavoro estenuante, contrQuantissimo, discipli natissimo, fa seguire, senza un respiro, uno sport che è una fatica cieca, chiusa ad ogni luce dello spirito. Per opera soprattutto dello C.S.I. spunti vi goroso questo fiore gentile della sobria sentita tradizionale pietà cristiana dal campo aperto dello sport, dalle tappe, dalle escursioni, ovun que gareggiano atleti per una bella vittoria. La vittoria unica, duratura, la addita, infine il Papa, con le parole tutte sportive del grande Paolo atleta modello che portò il Cristo su tutte le strade romane non correndo invano ma conseguendo anzi un immarcescibile co rona. Il grande discorso si conclude con una frase che vale una perla: « La funzione dello sport è secondo il detto classico, di fare, di corpi sani e vigorosi, l’involucro di anime belle e forti». Fr. ItoNurio Chiueclil S. C.
I HNCBISS1 Milli B 11 a Roma: 6 - 9 dicembre 195! «li Alili» Notarli»
A Roma si svolge in questi giorni il 3" Congresso Naziona le del Centro Sportivo Italiano che raduna alla Domus Pacis i Delegati eletti attraverso 80 Congressi Provinciali e gli altri dirigenti qualificati che con sacrificio e zelo reggono le sorti del C.S.I. in tutte le zone d’Italia. A soli sette anni dalla sua nascita questo Ente, che, ha già racolto sotto la sua bandiera azzurro-arancione ben 40 mila atleti che svolgono la loro attività agonistica in 2.500 Unioni Sportive, invia i suoi rappresentanti periferici alla massima Assemblea nazionale per elaborare nuovi program mi per nuove conquiste. I Delegati del C.S.I. non ven gono a Roma soltanto per de cidere con voto deliberativo su questioni tecniche ed organizzative ma sopratutto per stu diare ed approfondire i proble mi educativi che lo sport, diffuso tra le masse giovanili, suscita. E’ noto a tutti che il C.S.I. non lavora soltanto per creare il campione, l’olimpioni co che difenda i colori della Patria negli stadi internazio nali, anche per questo lavora ed i nomi di Siddi, Filiput, Consolini, ed altri ne sono una conferma, ma oltre a questo il C.S.I. lavora sulla grande mas sa dei giovani a cui la vita sportiva può far del bene al corpo e all’anima. Noi credia mo che lo sport sia un ele mento educativo e combattia-
li questo II frontespizio del numero spedalo di «Studiami col program, ma del C.S.L presentalo al 3° Congresso Naz.
NUMERO STRAORDINARIO CON 11. PROGRAMMA DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO PER IL 1952 RASSEGNA
ILLUSTRATA
mo tutte le forme in cui lo sport, venuto a patti con i mer canti, si è degradato fino al basso piano del commercio. Il C.S.I. non vanta grandi affermazioni tecniche, anzi ama lavorare alle periferie deile grandi città praticando quello sport che è chiamato « minore » perchè ha la sfor tuna, o la fortuna forse, di non essere sbandierato sui grandi quotidiani; la sua organizza zione « cenerentola » perchè si lenziosa, poco conosciuta (il che importa poco) e anche poco riconosciuta (il che im porta molto), felice di fare quell’ingrato e silenzioso lavoro di ricerca, di preparazione e <._. ’ _ di lancio'■degli atleti, i quali un giorno, vestendo i colori fe derali avranno del C.S.I. il no stalgico ricordo che si ha per le persone che ci hanno fatto del bene e dalle quali la realtà della vita ci ha distaccati.
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TUTTI
GLI
SPORT
CSI 135!
li C.S.I. però vanta di avere dei Dirigenti che sanno guar dare con occhio educatore i giovani atleti, i quali nel mo mento in cui calzano le scar pette chiodate, o calciano il pallone, o inforcano la biciclet ta, nascondono sotto la realtà ’ : dell’atleta una contingente realtà superiore che è quella dell’uomo impegnato in una corsa più ardua verso un filo di lana più lontano. Questo è l’uomo di cui si cura il Centro Sportivo Italiano: l’uomo che può anche giungere fuori tempo massimo all’ appuntamento del cronometrista ma non può giungere assolutamente in" ritardo agli appuntamenti delle proprie responsabilità di uomo che corre verso i suoi traguar di terreni e di cristiano che cor re verso i suoi traguardi eterni. Lo sport oggi è poco educatore ma molto sfruttatore dei giovani, in taluni casi si giunge
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ad una vera « tratta dei bian chi » dove dell’uomo si valuta no i muscoli ed i riflessi e il suo valore è in rapporto diretto con la loro efficienza. Si tratta di insorgere contro queste dif fuse forme di sfruttamento, in tegrale come uomini prima an cora che come cristiani. Come uomini perché sovente il ra gazzo per uno sport malsano sacrifica la sua dignità di uomo, si lascia incantare da chimeriche prospettive di gua dagno e di vita facile, abban dona la serietà dei suoi studi e del suo lavoro e domani, messo in disparte dallo sport, sarà uno spostato, senza un mestiere o una professione. Come cristiani inoltre per chè la morale cristiana soven te viene calpestata da una vita corrotta a cui si arriva quando si hanno troppi soldi e troppo tempo a disposizione. Il diri gente sportivo che grida allo scandalo per il mancato ren dimento della sua squadra o per il boicottaggio organizzato dai suoi giocatori, si autocon danna. Le radici del male stan no nell’impostazione della vita sportiva che si dà al giovane sin dai suoi primi passi nella arena. Il dirigente che invita, palesamento o non, il ragazzo a studiare di meno per rendere di più sul campo, è un tradi tore che compie il suo gioco poco pulito alle spalle di un giovane inesperto ed illuso, usa un’arma che un giorno colpirà lui stesso: si autolesiona. Per fare l’opposto dell’an dazzo comune, per andare contro corrente, ci vogliono uomini di grande serietà e co scienzioso equilibrio. Il C.S.I. confida di averne di questi uo mini ma ne vuole di più. Per questo indice il suo 3° Congres so e si augura che da esso non nascano solo direttive precise di marcia nella vita tecnica ed organizzativa ma anche in quella educativa. Il C.S.I. la vora per avere dei dirigentieducatori: così sentirà ancora più vivi la sua funzione e il suo diritto di vita nella società di oggi.
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Nella nuova sede del C.S.I., dopo l’inaugurazione il Sottosegretario alla Presi denza del Consiglio, on. Giulio Andreotti in cordiale conversazione con il prof. Carlo Carretto, Presidente della G.I.A.C. e con Fon. Arrigo Paganelli, rieletto per acclamazione Presidente parlamentare dello Sport.
Alla inaugurazione della nuova sede del Centro Sparivo Italiano il prof. Gedda, pro Presidente Centrale, dalla fondazione, dell’Ente, pronuncia il suo discorso J; grammatico alla presenza delle Alte Autorità Ecclesiastiche e dei Governo.
li «III Dil o SMI Munito La nuova sede del Centro Sportivo Italiano è stata inaugurata nei giorni, scorsi da S. Eni. Rev.nia il Sig. Cardinale Clemente Micara presenti le Au torità del Governo, della Camera e dello Sport. S. Em. il Card. Micara è giunto alla sede del C.S.I. in Via della Conciliazione a Roma, accom pagnato dai Monss. Spallanzani e De Marchi rice vuto dal Presidente Centrale del Centro Sportivo Italiano Prof. Luigi Gedda e dai Dirigenti Cen trali oltreché dal Presidente della G.I.A.C. Pro fessore Carretto con i Vice Presidenti On.le Co lombo e. Dr. Talentino. Erano presenti il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio On.le Giulio Andreotti, il Sottosegre tario ai Trasporti On, Mattarello, S. E. Rev.ma Mons. Giovanni Urbani Assistente Generale della A.C.I. con il Presidente Generale Avv. Vittorino Veronese, S. E. il Principe Don Carlo Pacelli, il Conte Enrico Galeazzi, l'On. Arrigo Paganelli, Pre sidente del Gruppo Parlamentare Sportivo, l’Onorevole Valdo Fusi, il Dott. Marcello Garrone in rap presentanza della Presidenza del CONI, il Dottore Agostino Maltarello, Presidente dell’Unione Uomi ni di A. C... il Prof. La Cava Pres. dei Medici Spor tivi, i Re.v.mi Monsignori Sargolini, Angelini, Pio vesana, Capoferri, Montanaro, Galletto, Cardini, il Prof. Marchisio, Presidente della Federazione Gin nastica Italiana. Il Ministro della Pubblica Istruzione era rap presentato dal Sottosegretario On. Carlo Fischia. Sua Eminenza il Card. Micara all'ingresso della nuova sede del C.S.I. ha tagliato il nastro tricolore che chiudeva simbolicamente i locali, quindi se guito dalle Autorità ha visitato, impartendo la S. Benedizione, gli spaziosi ambienti.
spiccate, personalità del mondo politico e sportivo e di tanti amici; questa nuova sede del C.S.I., vale a dire la nuova casa di una opera feconda della Azione Cattolica Italiana. Di questa nostra Azione Cattolica che dopo la liberazione, quasi come un immenso albero, ha ramificato opere fruttuose. Vor rei dire che ogni ramo ha a sua volta prodotto altri rami, sorretti dal robusto tronco che rappre senta e sintetizza la Gioventù Italiana di Azione Cattolica che ha oltre 80 anni di vita. La Benedizione impartita ai nuovi locali del
C.S.I. da V. Eminenza, non scende soltanto sul Centro Sportivo Italiano, voglio dire su queste stanze di lavoro, ma anzitutto sui 40 mila suoi atleti e sulle 2 mila Unione Sportive che hanno realizzato in quest'anno, che sta per concludersi, almeno 3 mila competizioni.
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In questo momento di particolare risonanza storica per la vita del Centro Sportivo Italiano,
Nella sala maggiore della nuova accogliente se de, il Presidente Centrale del C.S.I., Prof. Gedda, ha rivolto all'alto Prelato e alle Autorità presenti parole di saluto, illustrando il programma dell'Ente. Tra l'altro il Prof. Gedda ha detto: « E' motivo di soddisfazione e di gioia per la grande famiglia del Centro Sportivo Italiano di
inaugurare alla presenza di S. Eminenza, di cosi
S. Km. Il Cardinolo Elemento Mlcnra dopo l'inaugurazione doliti sodo dal (tK I esalta I valori dello sport.
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è la grande madre del Centro Sportivo Italiano, si rallegra di questa espansione, ne gioisce e ne segue logicamente orgogliosa i progressi. Anche lo sport ufficiale, quello facente capo cioè al Comitato Olimpico Nazionale Italiano, se gue oggi coti attenzione ed interesse il movimento del C.S.I. confidando ormai in esso per un’opera sana di propaganda atletica tra i giovanissimi, e per l'orientamento morale delle masse giovanili.
Al riguardo mi è gradito rivolgere al Sottose gretario alla Presidenza, all’On. Andreotti il rin graziamento del Centro Sportivo Italiano per gli aiuti e la simpatia dimostrata al C.S.I. in ogni occasione, e voglio assicurarlo che la nostra Opera proseguirà ininterrotta sulla via del bene e della
morale, convinti come siamo di poter giovare allo Il Cardinale: Hi cara, osserva con granila affobilità la gigantesca mole di Ceppe Tosi e di Adolfo Conso'ini.
sviluppo dello sport del nostro Paese, preparando anzi proprio con l’integrazione dello spirito alla
materia viva, ai muscoli, uno sport nazionale mi gliore. sentiamo il dovere di tornare col pensiero a co loro che furono i fondatori dello sport cattolico, i fondatori dell’antica Federazione delle Associa
zioni Sportive Cattoliche Italiane che all'inizio di questo prestigioso secolo, hanno intuito l’impor tanza che lo sport avrebbe avuto nella vita del Paese ed hanno creato per questo una istituzione
Le discipline atletiche quale il Centro
Spor
tivo Italiano si vanta di praticare, costituiscono
un nuovo movimento ascetico, un innalzamento umano a Dio. A Vostra Eminenza, alle Autorità e agli amici
intervenuti, il C.S.I. è dunque lieto di dare il benvenuto in questa nuova sede, modesta sede,
capace di portare il lievito cristiano tra lo stesso sport ed i suoi attori, dirigenti ed atleti.
perché tale è del resto lo stile dello sport, aperta
Noi siamo i continuatori di quella Organizza
però a tutti gli sportivi e non soltanto nostri. A
zione sportiva e cerchiamo di rinverdire una tra dizione che ha radici profonde e feconde nella
averli amici anche se non inseriti nei suoi qua
pratica agonistica e fìsico educativa.
dri, data l’impostazione della nostra Organizza
Nel dopoguerra la ripresa della vita sportiva
cattolica è stata immediata e a tal proposito va ricordata, quale gemma fulgidissima per la storia
Centro
del
Sportivo
Italiano,
l" indimenticabile
maestosa adunata degli atleti e delle forze dello
sport cattolico nel grandioso scenario del cortile di San Damaso in occasione della Pentecoste del 1945. Quel giorno il Sommo Pontefice, ai piedi del
Quale si può dire erano genuflessi migliaia di spor
tutti gli sportivi italiani perché il C.S.I. desidera
zione, che consente di avere anche soci soltanto aderenti. Il C.S.I. vuole essere in seno allo sport italiano, un coefficente concreto e costruttivo. Richiaman doci alla recente riunione degli Esponenti dei Paesi intervenuti a Roma per il Consiglio del Patto Atlantico, è motivo di soddisfazione constatare che essi si sono radunati in una sede che ha ormai
le impronte dello spirito di Olimpia. Questo stesso programma — nella più limpida
teggiato la storia del C.S.I. tracciando la via che
espressione della purezza olimpicail C.S.I. ha tracciato per sé, orgoglioso di allineare i suoi atleti come in passato al servizio della Patria e della
il Centro Sportivo Italiano avrebbe dovuto per
Chiesa ».
correre. Questa strada il C.S.I. ha iniziato con lo
S. Eni, il Card. Micara ha chiuso la significa tiva cerimonia con un elevato discorso sulla fun zione morale ed educatrice dello sport impartendo alle Organizzazioni del C.S.I., ai Dirigenti e agli
tivi e di atleti, con un discorso lapidario ha pun
slancio giovanile che le proviene dalla dinamica
sportiva e con la volontà che attinge alla linfa
cristiana.
La Gioventù Italiana, di Azione Cattolica che
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intervenuti la S. Benedizione.
—
Il giro d’Italia è veramente la corsa del popolo e della consacrazione dei campioni. Ogni anno il film si ripete sulle strade della penisola, anche se variano i suoi attori. Giordano Cottur ricorderà certo questo tratto della Parma-Viareggio del 1948 che egli percorse in « maglia rosa>.
CICLISMO IN ANGUSTIE Al termine di un’annata, che se non può essere definita trionfale, è stata senza dubbio una delle più confortanti per il ciclismo italiano, la parte, dire mo meno agonistica, quella che legi fera, quella che discute, quella che fa del tavolino, della circolare ciclosticata, delle telefonate nelle ore piccole, degli incontri cosidetti di corridoio, la base della sua ragione di vita, tanto per non smentire le belle tradizioni par lamentari, si è messa a pestare i piedi, a formulare ordini del giorno, a in ficiare deliberazioni, ha instaurato in breve il regime d’emergenza, quasi si sentisse la necessità di creare diversivi, o di instaurare nuove leggi.
E’ un gran bel mondo quello del ciclismo, ma bisogna saperci vivere, al trimenti si arrischia di finire da uno specialista, c uscirne, come minimo, con una diagnosi di male di fegato, di esali-
rimento nervoso, l’una e l’altra irnpa-
tentate con la perdita della tranquilli tà. Cose di tutti i tempi, cose vecchie di tanti anni, cose che spesso lasciano il tempo che trovano, ma sempre cose uggiose, inutili e dannose. Il cielo dell’U.V.I. non può rimanere eternamente sereno, l’orizzonte della bicicletta non può vivere, se alla bonaccia non al terna i periodi burrascosi.
Quest'anno, è inutile negarlo, l’anna ta è stata particolarmente felice per gli atleti della bicicletta, quest’anno si è giunti alla chiusura del bilancio ago nistico, con un notevole margine attivo nella partita del dare e dell’avere. Tutto sommato, una volta tanto, ci possiamo guardare d’attorno con una cert’aria di compunzione e sfoggiare la sufficienza che, anche se è sinonimo di presunzio ne, non guasta affatto, in quanto dai ragazzi e dagli uomini maturi, che pe-
dolano sotto le insegne dcU’U.V.I., è stato raccolto un bottino che non è esagerato affermare, ci è invidiato da tutte indistintamente le nazioni, dove lo sport della bicicletta è tenuto nella massima considerazione. Per gli insazia bili dei peccati di gola, ci sarà sempre la valvola di sicurezza ogni volta che si mettono a gridare che si poteva fare di più. Abbiamo perduto la MilanoSanremo e il Giro di Lombardia sulle
nostre strade, abbiamo fallito il bersa glio lungo il periplo del Tour, non ab biamo azzeccato nessun primo estratto alle ruote del lotto elvetico, non siamo riusciti a ripetere la razzia della pri
mavera del 1950, sulle strade del Bel gio. In fondo, siamo dell’avviso, che
qualche sonante sconfìtta sia più utile di molti facili successi, perchè se non altro serve di stimolo, sprona all’emu lazione, impedisce 1'atrofizzazione del-
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l'entusiasmo. Per contro, di
fronte a
quattro o cinque punti neri, vi sono i
fari luminosi accesi da Fiorenzo Ma gni coi terzo clamoroso successo con
secutivo nel Giro delle Fiandre, da Antonio Bevilacqua, con la smagliante vittoria nella Parigi-Roubaix, da Gui do De Santi con la sorprendente, quanto meritata affermazione nel Giro della
Germania, da Primo Volpi con la bril lante galoppata nel Giro della Catalo gna, e possiamo anche aggiungerci quel la cosettina ottenuta da Fausto Coppi nel 2. G. P. Vanirli a cronometro, dove per l'occasione il fior fiore degli spe cialisti europei, che sono poi i migliori pedalatori del mondo, venne tenuto in scacco dal poderoso ritorno in forze del rinato atleta della Bianchi.
Rientrando nei confini nazionali si fa presto a fare i conti. Vittoria di Enzo Sacelli nel campionato mondiale di ve locità dilettanti, vittoria di Mino De Rossi nell’inseguimento tra i migliori dilettanti del mondo, riconferma di An tonio Bevilacqua tra i professionisti,
sebbene quest’anno fosse sceso in lizza quell’Ugo Koblet, che nell’annata aveva dato una formidabile dimostrazione delle sue possibilità, in questo genere di gare, trionfale affermazione di Gian ni Ghidini, ribadita dal secondo posto di Benedetti e dalla spettacolosa fuga di Nencini, nel campionato mondiale dei dilettanti su strada e infine, non è poi) stata una semplice formalità, quel la di ottenere il secondo e terzo posto (Fiorenzo Magni e Antonio Bevilacqua), nella corsa dei professionisti.
Questa seconda parte è quella senza dubbio che dà il maggior lustro all’as sistenza, al potenziamento, alle direttive impartite dall’U.V.I. per raggiungere
A Gino Bartali, vincitore del « Tour de France 1948 » il Presidente del Consiglio on. De Gasperi inviò una sua foto con affettuosa dedica, dando incarico di consegnarla allo sportivissimo Sottosegretario alla « Presidenza ». un sempre maggior rendimento e mi glioramento in tutte le specialità della bicicletta. E bisogna riconoscere, che le provvidenze dell’U.V.I. sono state ve ramente pregevoli e consistenti a tutti gli effetti. Felice scelta di C.T. (Costa e Proietti hanno lavorato con la pa
zienza dei certosini e con l’abilità dei chirurghi di gran fama, tanto che an che all’Estero i loro nomi sono stati citati spesso come un esempio da se guire), tempestive le disposizioni per l’invio, durante l’inverno, a Parigi, dei dilettanti da mettere sotto pressione, in
modo da conoscere sistemi finora igno rati, da raggiungere insomma quel l’esperienza che è indispensabile per raggiungere i maggiori successi, super ba tutta la regìa che ha portato a quel gioiello d’organizzazione che sono stati i campionati del mondo. Vi è, come si vede, fior di un patrimonio consolidato, una valorizzazione di tutto quello che
ci riguarda sia in campo nazionale che internazionale. Un bellissimo quadro senza perifrasi, un magnifico colpo d’oc chio da qualunque parte si esamini la situazione agonistica, una confortante spinta per guardare con serenità al fu turo. La medaglia, purtroppo, ha un ro vescio opaco ed i riflessi stridenti, nel gioco dei colori pennellati qua e la con la bravura degli atleti. Rintocchi sto
nati di campane sono saliti al cielo non appena è passala l’euforia delle vit torie riportate, ingiustificati malumori, ripicchi di cattivo gusto, decisioni av ventate, deliberazioni e prese di posi zioni, che non trovano giustificazione alcuna nelle pretese avanzate nei di versi consessi regionali, dove, in que sti ultimi tempi, si è registrata una.
La pioggia batte violenta sulle spalle e sopra le robuste gambe dei corridori. L’asfalto è lucente, ma viscido, insi dioso. E' difficile reggersi in equilibrio. Eppure sono proprio queste difficoltà che rendono avvincente il ciclismo.
levata di scudi che per poco non ha spezzato in due tronconi l’unità del ciclismo italiano. Sta bene che alla resa dei conti — e speriamo che sia anche
così nelle giornate congressuali che si svolgeranno in terra sarda —, è pre
valso il buon senso ma. è inutile na sconderlo, il palato è rimasto amaro, malgrado la pronta somministrazione d’ottimismo, in seguito alla tirata di remi in barca effettuata dopo il solle vamento.
Tutto è bene con quel che segue, ma non ci si venga a dire, che « l’arrangia mento » della C.T.S. ha convinto lutti della perfezione dell’operazione. Non siamo contro Malinverni, anche se sia-
mo vicini a Rimedio, per il suo digititoso gesto di rinuncia una carica che, così come si sono s'sviluppati i fatti, ha dato l’impressione fosse imperniata, più che sull’abilità degli uomini, sui fattori estranei, quali possono essere <definiti, gli accordi di corridoio intercorsi al
Congresso di Trieste, quando in sede privata, all'insaputa dello sidente
dell’U.V.I.
si
stesso
stabilì
che
Pre la
C.T.S. dovesse avere sede permanente — almeno per il ciclo quadriennale —, a Milano, che lombardo dovesse essere il Presidente, toscano il Vice Presiden
te e via di seguito. Adriano Rondoni è senza dubbio un magnifico esempio di pazienza, di furberia e di accortezza, doti queste che gli permettono di volta in volta di equilibrare e vincere le situazioni, di plasmarle e di incanalare i recalcitranti, ogni volta che si pro nunciano pericolosi tentativi di devia zionismo. La continua e perniciosa colluttazio ne tra nord e sud, a meno di avere
una limitatissima cognizione della realtà, è motivo continuo di appren sione per chi deve guidare le sorti del ciclismo. Il Presidente dell’U.V.I., co
nosce così bene questo stato d’animo,
che da molto tempo ormai, oseremo dire da sempre, non fa più questione di regionalismo, bensì di unità nazio
nale. Perchè allora tornare sempre sul
lo spinoso c così di cattivo gusto argo mento? Non si voleva venire a Caglia ri — d’accordo che era lutto un pre-
La pioggia ha cessato di tormentare gli atleti. Via gli impermeabili per godere appieno il delizioso sole d'au tunno, e correre più velocemente verso il traguardo.
testo per mascherare altre manovre —, con la scusa della lunga assenza dalle sedi e del notevole costo della trasfer ta. Cavilli e null’altro, specialmente se
riandiamo al Congresso di Trento, dove una gran parte dei maggiori fautori del Congresso a Cagliari, furono pro prio i lombardi e i toscani. A questo punto viene spontanea una domanda. Fin quando durerà la fac cenda dei patteggiamenti in vista di ogni Congresso, alla vigilia di ogni de liberazione, che abbia per oggetto una nomina, o l’attribuzione di una carica?
Fin quando il Presidente dell’U.V.I. do vrà girare armato come un poliziotto per evitare l’assalto alla diligenza?
Nord e Sud, pomo della discordia. Ma quale discordia, di grazia? 11 Sud è ormai una sacrosanta realtà che nessuno può e deve discutere, nel Sud vi sono
uomini ed energie che non possono es sere lasciati nell’abbandono, nel Sud vi sono possibilità allo stato potenziale che non attendono altro che di essere valorizzate. A Cagliari, purtroppo, si farà della politica spicciola e forse si trascureranno molti problemi che sono di importanza nazionale. Si va affermando, con esasperante
continuità, che a Cagliari, ci saranno pochi congressisti. Fosse vero, ma che quei pochi fossero veramente buoni. Noi abbiamo ancora fiducia in questa Assemblea che dovrebbe esprimere il potenziale del ciclismo italiano. Si ri cordi, che gli atleti pedalano lungo l’arco di tutta la stagione, ma nei mo menti di tregua, sanno anche leggere e giudicare. A Cagliari si avranno discussioni ca lorose ma ci auguriamo che il duello oratorio non abbia a degenerare in pet tegolezzo da cortile. Vi è ad esempio
il caso della C.T.S. che a Cagliari do
vrà avere il viatico del C.D. Se Um berto Malinverni ha accettato vuol dire che si sente di ottenere una votazione che gl faccia dimenticare ciò che av venne a Livorno. Vi è poi la faccenda dell’A.N.U.G.C. che attende da qualche mese la sua definitiva sistemazione. Da diverse parti, o per meglio dire in Lom bardia, si stanno spezzando lance su lance per una condidatura Rodoni. Sia mo d’avviso che ciò sia un grave er rore, senza contare l’evidente incompa tibilità tra Rodoni Presidente dell’UVI e il Rodoni Presidente dell’ANUGC, in quanto il primo, in molti casi, do vrebbe giudicare il secondo e per es sere più precisi se stesso. E la faccenda dei Vice Presidenti? Si afferma che uno deve essere assegnato al Piemonte, uno alla Toscana, uno al... E il Sud? Ro doni, ripetiamo, gode, meritatamente, la stima di tutti, ma non può assolutamente farsi accentratore di ogni carica. Oggi la figura del Presidente dell’UVI è qualche cosa di più di una modesta carica onorifica. Vincendo la battaglia
per Cagliari, il ciclismo italiano ha vinto una grande battaglia. Bisogna però che a Cagliari non si
piantino le tende per godervi i famosi ozi. Da Cagliari si deve tornare sul Continente
con
un
programma
ben
chiaro, con le idee limpide, spoglie di
ogni personalismo. L’anno prossimo vi saranno le Olimpiadi, si cerchi quindi di non partire in un sacco e giungere in un baule. II tema da svolgere era molto più largo, noi lo abbiamo trat teggiato per sommi capi. Chi vuole in tendere però non farà certamente fatica a individuare qual’è il suo compito, me glio il suo dovere.
Piero Monti
Alla fine della stagione ciclistica so no di moda i consuntivi ed anche noi non verremo meno a questa consuetu dine fermando però l’attenzione sui giovani, su quei corridori cioè che si sono messi in luce e che in fin dei conti rappresentano la parte più inte ressante del settore perchè da essi do vrà uscire, la linfa potenziatrice del cicl ism o prò fessi onistiro. Dieci mesi di corse in linea, su cir cuito e a tappe hanno portato alla libalta di volta in volta nomi nuovi o quasi, ma non ne hanno imposto nes suno con l’impronta della vera classe. Facciamo un po' di storia retrospettiva. Si cominciò a sperare moltissimo in Soldani vincitore del Giro di Lombar dia 1950 e della Sassari-Cagliari 1951, ma fece in complesso poco, deludendo a volte benché potesse accampare scu santi per due incidenti abbastanza seri, ritrovando se. stesso solo al « chiusura > ilell'anno. Un altro toscano. Loretto Petracci, divenne in seguito il capofila dei giovani con un terzo posto assoluto nel la San Remo 1951 e con la vittoria nel Giro della Toscana. Ma un appanna mento di forma nello scorcio di sta gione sembrò tarpare le ali di Petrucci il quale nel frattempo, dalla Taurea era passato sotto i colori della Bianchi a fianco di Fausto Coppi. Fu la volta poi ili Minardi che con un bel secondo posto al Circuito delle Valli Varesine si mise in evidenza tanto da meritare In maglia azzurra nella pattuglia italiana ai cam pionati mondiali. E Minardi non deluse le aspettative restando sempre con il primo gruppo in fuga sin dal quarto gi ro e terminando la massima prova in linea su strada a ridosso del vincitore Kubler. E fu addirittura sorprendente, il « contadino - di Solarolo quando sul l'assito del Vigorelli si inserì nella lotta per la vittoria assoluta, nel Giro di Lombardia 1951, battendosi alla pari con Bobet e Coppi e terminando al po sto d’onore.
mone Delusioni
dai giovani professionisti
categoria anche se la classifica finale anziché a tempi fosse stata compilata a punteggio. Con due vittorie di tappa nel Giro delle Dolomiti (a Merano e a Tre viso) Roma era atteso al Giro di Sicilia con attenzione. E invece, a parte i due piazzamenti a Caltanissetta 4°) e a Pa lermo 12°). combinò poco di buono. Si disse che fu colpa dell’inadeguato mez zo meccanico con cui aveva dovuto com piere i primi 400 km. delle due tappe di esordio. E questa può essere una scu sante; ma noi siamo indotti a credere che oltre (dia bicicletta sia dipeso da
Roma, durante il Giro d’Italia, fu uno dei più interessanti e la sua classifica finale risente della sua incostanza di rendimento al contrario di Padovan re golarissimo tanto da poter essere con siderato lo stesso come il vincitore della
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Qualche sprazzo si è visto nell’emi liano Barozzi (quarto al campionato de gli indipendenti, terzo nel Giro del Ve neto. nono nella M ilano-San Remo e ottavo nei Giri del Lazio e dell'Emilia) in Rivola, in Zampini (benché quest’an no non abbia confermato in pieno quanto da lui si aspettasse dopo la scorsa stagionai, nella coppia dei fra telli Brasala, in Pettinati. Barbiero e Ciolli che doveva far onore al « trico lore » ili dilettante.
Ma forse occorre risalire a Sartini. ottimo quarto assoluto al Giro di Si cilia, per trovare una vera conferma. Il toscano ha recitato in Sicilia un ruolo di grande importanza ; finito all'imme diato ridosso del terzetto degli ultra trentenni Volpi, Patti e Fondelli, Sartini fotografò la sua prestazione con la gra duatoria d’onore di un ipotetico primo posto tra i giovani.
Nel frattempo c’era stata la felice ri velazione di Arrigo Padovan, maglia bianca al Giro d'Italia e secondo asso luto al Gir odella Provincia di Reggio Calabria dietro Luciano ,Muggini. La massima corsa a tappe italiana portò poche schiarite nel mondo dei rincalzi e dei giovani; soltanto Falzoni riuscì a vincere a Genova mentre si af facciò alla ribalta quell’Albani che sul finire della stagione doveva vincere la Milano-Modena inserendosi di diritto nel novero delle belle promesse insieme con Giovanni Roma il quale fu l’indi pendente che impressionò maggiormen te sulle montagne con il terzo posto assoluto nella tappa a cronometro in salita di San Marino e con il quinto della Trieste-Cortina d’Ampezzo, dopo aver vinto il traguardo sul Macerane passando in seguito terzo sulla Mauria e quinto a Misurino.
una carriera dilettantistica dove aveva « spopolato , in tutte le gare giungendo al titolo di campione d’Italia a squadre con il quartetto della Vilco di Bologna. Siamo convinti che per Isotti si tratta soltanto di morale perchè il ragazzo pesarese (classe 1927) possiede doti fi siche e una indubbia dose di classe.
Lorctlo Petruccl : In grande speranza 1951, rimasta ancora tnlc~.
un suo scarso periodo di vena, avendolo visto troppe volte confuso tra ruote sconosciute. Continuando nel nostro esame tro viamo che molto di più si attendeva da Isotti che nella San Remo ebbe un coro di elogi per la sua condotta sbarazzina conducendo una fuga stroncata a pochi chilometri dalla città dei fiori dal tan dem francese Robet-Barbolin. Poi con il morale in cantina per qualche deluden te prova si allineò al Giro d’Italia; ma ebbe scarsa fortuna ed abbandonò senza farsi mai notare. Eppure proveniva da
La leva giovanile rappresentata in partenza a Palermo da elementi quali Barbiero, Dordoni, Gaggero, Albani, Ridolfi. Pettinati e Vitali tenne fede sol tanto a tratti al suo nome. Barbiero, Dordoni, Gaggero e Albani meritano tutte le attenuanti per alcuni incidenti che ne hanno menomate le buone pos sibilità; Ridol/i, Pettinati e Vitali in vece ovattarono la loro corsa restando nell’ombra. Ripetiamo che soltanto Sar tini e il « regionale • Ciarcià tennero fede alle promesse. Per Ciarcià si deve, parlare anzi di una vera e propria ri velazione essendo il corridore siciliano andato al di là di ogni benevola esvettati va. In una corsa dura come quella siciliana quando era logico attendersi molti attacchi a Volpi e agli altri di testa, la preparazione dei giovani lasciò molto a desiderare. Ma forse fu troppo duro per questi il dover superare tutte le dif ficoltà che normalmente presenta ai partecipanti una gara tutta partico lare per condizioni ambientali ed orga nizzative, come quella varata dal C.R. dell’UVI sui 1160 km. del periplo del l’isola che hanno riportato alla ribalta un anziano duro a morire, Primo Volpi.
Nino Lo ni borili
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SINTESI AZZURRA Il prossimo numero di « Stadium » porterà la data del nuovo anno: anno bisestile e per gli sportivi anno olimpio nico. I giuochi olimpici si svolgono ogni quattro anni: senza soluzione di continuità, nè sosta nel conteggio delle edi zioni. Voglio dire che se anche una edizione non viene ef fettuata, la numerazione continua egualmente. Quella di Berlino fu ad esempio l’XI edizione delle olimpiadi e la prossima del 1956 a Melbourne sarà la XVII si celebri o meno.
Ed è giusto: come la luce del sole, lo sport non s’arresta, vive la sua vita dinamica e avvincente e prosegue nel suo cammino noncurante di tutto ciò che le accade intorno. Nel dopo guerra lo sport è stata la prima attività capace di rial lacciare l’amicizia e le relazioni tra Paese e Paese. Basta dire che ad Helsinki i tedeschi della Germania occidentale e quelli della Germania orientale parteciperanno insieme e che hanno accettato di selezionarsi da soli. E’ questa la di mostrazione luminosa della potenza e della forza dello sport che abbatte i confini e affratella le genti.
Anno olimpionico dunque quello del 1952 e mi parrebbe giusto che all’inizio di quest'anno sui pennoni degli stadi dovesse garrire il bianco vessillo olimpico coi cinque anelli e le campane delle torri di maratona suonassero a festa. L’anno di vigilia delle olimpiadi di Oslo (invernali) e di Helsinki (estive) va morendo, ma lascia dietro di sè una fascia luminosa di successi, tanti successi azzurri che con tinuano le tradizioni dello sport italiano e che hanno ripe tuto la sua eccezionale vitalità. Il 1951 è stato, sportiva mente parlando, un anno storico. Lo sport è entrato a vele spiegate nella scuola. Val dunque la pena passarlo rapida mente in rassegna.
Sedetevi per un attimo con me nella sala di proiezione dello sport e come in un interniinabile documentario lasciate che sfilin odavanti — in vibrante carrellata — i nostri cam pioni, le nostre squadre vittoriose. Può darsi che qualcuno non faccia' in tempo a balzare sullo schermo al momento
giusto. Può darsi che il coordinatore dimentichi qualcuna
di queste vittorie, qualcuno dei campioni. Sarà stato per puro caso e scusatelo. Nell’atletica leggera è stata sopratutto una stagione di impostazione. Due primati italiani nuovi comunque: quello della « fiamma gialla », Giulio Chiesa nel salto con l’asta con m. 4,20 e l’altro di Silvana Pierucci la travolgente atleta genovese, una autentica catapulta nel pentathlon. Ma ab biamo anche vinto importanti titoli. Tosi è campione inglese, dei giuochi del Mediterraneo, d’Italia, e dei giuochi pana temene!, nel disco, e Consolini che proprio quest'anno ha raggiunto il traguardo del matrimonio ha messo anche lui all’attivo tante vittorie. Campioni < inglesi > sono anche Matteucci nel giavellotto e Taddia nel « martello », mentre Siddi ha vinto nei giuochi del Mediterraneo i 200 piani, Dordoni la marcia, la formazione azzurra la staffetta 4 X 100 e Taddia il « martello ». Negli incontri ufficiali gli azzurri hanno largamente superato il Belgio e sono stati battuti di misura dalla Germania a Stoccarda, mentre le azzurre hanno
del 1951 a panoramica „ <11 datale llertocco dominato nei tre incontri internazionali con la Svizzera, la Francia e la Jugoslavia. Tra gli sports l’atletica pesante è una delle discipline che ha dato maggiori soddisfazioni quest’anno allo sport italiano. Cinque vittorie nella « greco-romana » ai giuochi del Mediterraneo con Fabbra nei « mosca » Bandi nei « piu ma » Cerroni nei « medi », Silvestri nei « medio-massimi » e Fantoni nei «massimi»; e due titoli euroepi conquistati da Ettore Amati ed Ermanno Pignatti rispettivamente nei pesi gallo e piuma nei recenti campionati mondiali di solle vamento pesi. L’Italia nell’atletica pesante è inoltre in testa alla classifica delle Colombiadi, mentre Nizzola ha conqui stato il secondo posto nel campionato euroepo di lotta libera, pesi leggeri.
L’alpinismo è riuscito quest’anno ad avere persino dai gfìrandi giornali in rotocalco pagine intere di cronaca per l’eccezionale impresa di Ghigo e Bonatti conquistatori per primi del « Gran Cappuccin » nel gruppo fanlastioso e av vincente del « Bianco ». E’ stata una data luminosa questa per l’alpinismo italiano già vittorioso in mille impervie « vie ». A Ghigo e Bonatti facevano seguito ed a tempo di record, un mese dopo neppure, i due cortinesi Ghedina e Lacedelli. Le imprese della montagna nel 1951 non si limi tano a queste e sono purtroppo anche costellate di olocausti di giovani vite, forse per l’eccessiva spregiudicatezza con cui taluni giovani affrontano le inesorabili « pareti ». Il campione del mondo dell’automobilismo è l’argentino Manuel Fangio, ma italianissima è la macchina che l’asso sudamericano ha portato alla vittoria, la stessa del resto che già aveva conquistato il massimo titolo lo scorso anno con Farina. A ridosso di Fangio però i piloti italiani, particolar mente sfortunati, confermano l’eccellenza di una tradizione e di una scuola: Ascari, Villoresi, Farina, Taruffi, Bonetto, Marzotto, Cabianca, Biondetti e la schiera potrebbe conti nuare con i nomi di gente di valore internazionale. La sta gione si chiude con il grande successo di Piero Taruffi, vit torioso sopratutto anche della sfortuna, che sempre lo ha perseguitato in campo automobilistico, nella « Carcera mes sicana >. Dall’A passiamo alla C, che non vi sono nomi italiani di sport che hanno inizio per B. E nella < C » balza in primo piano di prepotenza il calcio con i milioni dei suoi sosteni tori oltreché con quelli del Totocalcio che elargisce setti mana per settimana. Sapete tutto del campionato nazionale di tutte le Serie e Divisioni. Basterà dunque solo ricordare che gli incontri della « nazionale A » nel 1951 sono stati quattro : in prima vera Italia-Francia a Genova e Portogallo-Italia a Lisbona,
vinti tutti e due dagli azzurri rispettivamente per 4 a 1 e per 3 a 1 e in autunno i due pareggi per 1 al a Firenze con la Svezia ed a Lugano con la Svizzera. Il bilancio dei
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Ancho so lo stadio è vuoto i giovani studenti gareggiano lo stesso con gran cuore, spinti dulia invisibile inolia dell’orgoglio personale e dal sogno di correre nei grandi stadi, colmi di folla.....
« cadetti » eccezione attraversa mancanza presto, se
si chiude con maggiore vantaggio, facendo solo il secco imperdonabile 3 0 del Cairo. Il calcio un momento di crisi internazionale dovuta alla
di attaccanti, ma ha tali e tante risorse da far veramente vorrà, a rimontare l’iiandicap.
I canottieri son passati da tre titoli europei del 1950 a due soltanto nel 1951: stagione particolarmente sfortunata per le cattive condizioni di forma, dovute ad una serie di
disavventure, delT« otto » del Varese e del « quattro senza » campione d’Europa e olimiponico della Moto Guzzi di Man-
dello Lario. 1 canottieri azzurri hanno ribadita tuttavia la loro superiorità nel « quattro con timoniere 3> con l’equipag gio della Sebino di Lovere e nel « due con timoniere » della
Libertas di Capodistria: una formazione di giovani ed una
di anziani.
II capitolo del ciclismo è carico di successi specie in campo dilettantistico: Sacchi, De Rossi e Ghidini sono campioni del mondo grazie a delle smaglianti vittorie con quistate rispettivamente nella velocità, nell’inseguimento c su strada. E campione del mondo, battendo Hugo Koblel, è anche Toni Bevilacqua che ha conservata la maglia iridata conquistata lo scorso anno a Rocour. Quattro titoli mondiali in una sola volta l’Italia non li aveva mai ottenuti! E poco è mancato non arrivasse anche il quinto che Magni e Bevi lacqua sono terminati al secondo e terzo posto nel campio nato se strada, dietro Ferdj Kubler. In campo internazionale Magni ha vinto il Giro delle Fiandre e il Giro d’Italia, Be-
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te;'.
vilacqua la Parigi-Roubaix, Volpi il Giro della Catalogna e De Santis il Ciro della Germania. Per i professionisti non è stata una stagione grassa quella del 1951 e certo sfigurano alquanto nel confronto con i dilettanti, vincendo vincendo alquanto nel confronto con i dilettanti. Vincendo alle parallele e alla sbarra la squadra nazio nale dei giovani ha battuto la Slovenia. Nel golf e nella ginnastica non si sono avuti risultati eccezionali anche se il campione d’Italia di artistica Figone è stato secondo ai giuochi del Mediterraneo. Il motociclismo ha avuto molte vittorie e purtroppo
anche molte vittime per una stagione particolarmente di sgraziata. A questi eroi immolatisi per lo sport va il pen siero vivo di tutti gli sportivi. Duke e la Norton sono cam pioni del mondo nella massima cilindrata ma Milani e la Gilera hanno chiuso il ciclo delle prove assai a ridosso del binomio inglese. Due titoli mondiali comunque sono anche stali conquistati dall’Italia: Ruffo con la Guzzi 250 cmc. e Ubbiali con la Mondial nella 125 cmc. Nelle tre attività dell'Hokey, su prato, su ghiaccio ed a rotelle, gli azzurri non hanno ancora raggiunta una maturità tale da poter aspirare a grandi vittorie internazionali. Tut tavia v’è già qualcosa di concreto nelle nostre formazioni, specie in quella di Hokey su prato, sport d’avvenire e di
passione. Nella motonautica l’Italia è con l’America la nazione che detiene il maggior numero di primati mondiali: il che vuol
dire eccellenza delle nostre imbarcazioni e dei nostri motori costruiti da carpentieri e da tecnici di eccezione. Ed eccoci alla pallacanestro e pallavolo, i due sport della gioventù che hanno ormai una consistenza floridissima. Nella prima l’Italia è terminata al quinto posto nei campionati europei c terza nei giuchi del Mediterraneo, mentre negli incontri ufficiali la squadra maschile ha supe rato il Belgio per 56 a 46 ed è stata battuta per un solo punto (...ma forse più dall’arbitro italiano fungente da segnapunti) dalla Francia per 54 a 53; mentre la squadra femminile ha vinto tutti e due i confronti con Francia e Belgio e si è classificata al secondo posto nel torneo inter nazionale di Nizza, dietro la Francia. Per la pallavolo le due squadre maschile e femminile (questea seconda partecipava per la prima volta} si sono comportate discretamente nei campionati europei degli az zurri, tenuto conto della evoluzione e tecnica completa di molte nazioni partecipanti quali la Russia e la Cecoslovac chia, e al contrario l’improvvisazione italiana. Nen pentathlon moderno ai campionati mondiali l'Italia s’è comportata onorevolmente. A gonfie vele invece nel pugilato: pugilato dilettantistico intendiamoci bene, che raramente si è avuta una stagione peggiore in campo professionistico. Gli azzurri, già in preparazione per Helsinki hanno con quistato ai campionati europei del maggio scorso a Milano (ed ai itali qla Russia all’ultimo momento ha dichiarato il solito ingiustificabile forfait) quattro titoli con Pozzali nei «mosca», Dall’Osso nei «gallo», Visentin nei «leggeri» e Di Segni nei « medio-massimi ». Negli incontri internazio nali ufficiali l’Italia ha battuto in campo pugilistico l’In ghilterra ed ha pareggiato con Jugoslavia, Svezia e Finlan dia. In campo professionistico buio pesto. Unica luce la recente viteria di Fontana sull’olandese Le Bruin a Rot terdam grazie alla quale l'italiano è divenuto competitore per il titolo europeo dell’inglese Turpin. Il rugby ha avuto un solo incontro internazionale, a Roma, tra gli azzurri e la Spagna e si è risolto con la vit toria italiana, netta e convincente. E’ uno sport che mal grado tutto conserva la sua piena vitalità, scaturita in particolar modo dall’enorme passione dei praticanti. La rap presentativa nord-Italia ha inoltre incontrato la Germania in u limateli di andata e ritorno vincendo tutte e due le volte. Due titoli mondiali hanno pure conquistato gli scher midori azzurri, abituati del resto ai grandi trionfi, nella spada con Edoardo Mangiarotti e nel fioretto con Di Rosa. Sono due vittorie importantissime che compensano il risul tato individuale piuttosto magro ottenuto nei Giuochi del Mediterraneo. E dire che in questi l’Italia ha vinto invece tutti e tre i titoli di squadra nel fioretto come nella spada e nella sciabola in modo schiacciante, ciò che rende ancor più incomprcnsibile il risultato individuale. L’Italia ha inol tre vinto a Nizza la Coppa Caudini di « fioretto » con la Francia e la Coppa Moulie, di spada, pure con la Francia a Genova. Negli sport equestri grande alloro si stacca da tutti gli altri: il Gran Premio delle Nazioni vinto dall’Italia nel Concorso ippico internazionale di Roma del maggio scorso con Piero e Raimondo L’Inzeo, Alessandro Perrone e il Cap. Serpi. L’Italia ha inoltre partecipato ai concorsi ippici internazionali del Cairo, Madrid, Londra, Dublino, Ales sandria d’Egitto e Viski, ottenendo numerosi successi indi viduali. La classe famosa dei cavalieri italiani ha conser vato dunque anche nel 1951 intatta la sua luce.
Dello sci non v’è molto da diro perchè è stato un anno di preparazione olimpionica. Gli sciatori saranno i primi ad entrare in scena nel prossimo febbraio ad Oslo, nelle gare olimpiche. Tuttavia non sono mancati dei successi interna zionali, tra i discesisti sopratutto con Zeno Colò ed Eugenio Monti, i migliori del lotto delle « frecce ». Infine il tennis che ha offerto nei campoinati italiani la grande rivelazione dei giovanissimi, Cardini e Merlo. La Coppa Davis è andata avanti alla meno peggio fino alla semifinale euroepa dove gli azzurri hanno ceduto, ma Car dini in Argentina proprio recentemente s’è fatto grande onore e pare che il tennis possa ormai contare su forze nuove. E’ questo del resto il desiderio di tutti i dirigenti dello sport italiano, del calcio, del ciclismo, dell’atletica, del nuoto (dove successi internazionali non se ne sono avuti ma v’è pur sempre la prodezza di Pedersoli nei 100 metri stile libero a far testo mentre nella pallanuoto l’Italia ha otte nuto un risultato inaspettato nell’incontro quadrangolare con Jugoslavia, Olanda e Svezia vincendo tutti i confronti) del pugilato, e via via di tutte le altre specialità. Perchè è sui giovani che lo sport italiano deve contare e per rinverdire i quadri e per continuare le tradizioni che da quasi trent’anni ormai vogliono gli azzurri in primissimo piano nell'immenso anfiteatro agonistico del mondo.
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«... alzandosi presto al mattino, qualche lavoretto lo si fa sempre...» dice
BALDASSARRE lo zingaro
marciatore
Ritratto di Mario Mura
da CAGLIARI - Dicembre Baldassarre: l'eroe del giorno. Il silo nome che sa di Bibbia e di incenso, ci ricorda il nome d’un Re che ha viaggiato a lungo, seppure seduto tra una gobba e l’altra del suo cammello, al seguito d’un’affascinante cometa che gli guidava l’orientamento, indicandogli dove avrebbe final mente avuto termine il suo vagabondare. Tanti e tanti secoli più tardi, è venuto il nostro Baldassarre, Igino, nomade camminatore per adozione. ,
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I cagliaritani l’han visto passare per le loro vie, in una bella mattina d’ottobre dello scorso 1950, quando con passo un po' strascicato e pesante seguiva la traccia dei più forti avversari che si chiamavano Bordoni, Cascino, Bettolini, Arcangeli, alla caccia disperata del titolo di Campione Italiano di terza serie, sui 50 Km. di marcia. Povero Baldassarre, era il più scalcinato della vivace co mitiva dei partenti. In Piazza Garibaldi sgusciò via con andatura ondeggiante, con un chiodo fisso nel cuore: quello che — se non avesse conquistato la maglia tricolore tra i « terza Serie », — l'anno successivo non avrebbe più potuto marciare avendo superato l’età massima. Per Igino Baldassarre, nemmeno la soddisfazione d’attaccare le scar pette dietro la porta di casa. Perché Baldassarre non ha casa e — fuori della gara — forse non ha nemmeno più le scarpette. E’ un po’ triste, la vicenda di Baldassarre, ispido e rossicico « barbone » romano, che si alza dal suo improvvisato giaciglio di periferia, alle quattro del mat tino, per portare qualche valigia alla stazione, per zap pare qualche campo, per raccogliere qualche cica. « Alzan dosi presto, al mattino, qualche lavoretto lo si fa sempre ». Parole sue: e — dai suo sorriso buono — si capiva che tra quei suoi « lavoretti » non c'era niente di male. A Cagliari, ottenne il suo scopo. Vinse tra i «terza serie » e potè continuare a marciare. Fu tra i primi, seppure an cora mediocre, tra i protagonisti della « cento chilometri » dello scorso anno. Quest'anno, sulla « Cento » forse l’aveva covato, il colpo gobbo: ma non fu, un colpo gobbo, chè la sua vittoria — se fosse venula — non sarebbe stata una fortuna: e, se gobba vi fu, questa fu per Hubert, il muratore francese cui la moglie cambiava le scarpe ogni tanti chilometri. Baldassarre, partito alla bersaglierà fin dai primi passi sotto il buio cielo d'alluvione, sulle strade del Milanese riuscì a mettere il rosso suo ciuffo avanti a tutti, per tutte le fasi della marcia. Non gli si poteva credere, al vederlo cosi esaltato: non gli si poteva dar fiducia, dati i suoi scarsi mezzi atletici, troppo inferiori al suo grande cuore. Ma il cuore, il generoso cuore di Igino Baldassarre, la fece da padrone fin sull’ultimo chilometro. Li, in agguato per sventare l’irriverenza dello scanzonato zingaro romano alla classe dei grandi campioni venuti in Lombardia ver la c Cento », li — a compiere il più disumano gesto di mi sconoscimento sportivo —, c'era ancora io stretto spazio per la <i crisi ». L,a « cotta » feroce che Igino aveva vinto per 9u Km., lo schiantò. Le scarpe gii si fecero piu pesanti, quasi avesesro assoroito tutta la pioggia caduta in quelle tu ore ai fatica; il fango gii chiuse neua sua morsa inesoraoile quei piedi martoriati dalia fatica, e quel miracolo Che pareva non dovesse piu compiersi (la vittoria di Huoert, distaccato ai 1 Km. nega ultimi uf potè esser cosa jatia. Ferito net suo orgoglio, quando già il ronzio cupo dei « seguito » di Huoert gii assordava le orecchie e gii rintronava nei capo ormai vuoto, ossessionandogli la la nca ai tutti quei chilometri e u sorriso ai quella vittoria erte si dissolveva in tutta ta pioggia ai quei mattino ai novembre, Baldassarre dovette piegare te ginocchia, t-eli so erte non si possa concepire una ] altea piu forte, uno schianto piu triste, per uno sportivo. Huoert comprese, e la sua stretta ai mano pochi metri prima del traguardo ju jorse il piu grande riconoscimento deità fortuna che gii capitava. Ma Baldassarre non se ne avvide. Non aveva te forze per piangere. Ed il traguardo era li, a pochi metri da lui: era sempre ed ancora li, come alcuni minuti prima, quando il rumore della « carovana »con Hubert gli ingi gantiva tutto lo spasimo d’Una grande vittoria che gli sfuggiva. Come nell'incubo d’un bambino febbricitante.
Questa è l’avventura di Baldassarre. Un’avventura che commuove e che fa male ascoltarla. Ma è un’avventura bella come bello è ogni atto di dedizione allo sport, costi quel che costi. Costi la stessa vittoria.
a qualche anno si tengono a Firenze quei corsi per allenatori che, se in teoria dovrebbero aggiornare gli an ziani ed « iniziare » i giovani, in pratica si risolvono in un festoso incontro tra vecchi amici di passate e gloriose avventure calcistiche. O certo, vi è alla fine del corso tanto d'esame, e solo a chi lo supera e concesso quel • pezzetto » di carta, che autorizza il candidato ad iniziare ufficialmente la < noble arte » ilei « trainar », ina in effetti, in ben poca cosa si risolvono quelle prove finali, che pur dovrebbero vagliare i concorrenti. E (pii si ritorna alla solita differenza fra teoria e pra tica: perchè una cosa è disegnare ipotetiche figure geome triche su quel fittizio ed immaginario rettangolo di giuoco che è la lavagna, ed un’altra è far applicare quelle trarne ad undici atleti che sono anche undici individualità, do tate di un estro personalissimo. A questo proposito vo gliamo citare l’esempio di Fulvio Bernardini, che giunse alla Roma con la lesta « imbottita » di teoria e con la la vagna ed il gessetto sempre a portata di mano. Tante belle cose diceva Bernardini ai suoi ragazzi, le ricordiamo, e tutti ascoltavano attentamente, ma poi, in campo, ben rara mente la palla seguiva la stessa traiettoria del gessetto sul rettangolo nero; quest’anno l’ex romanista è al Vicenza, senza lavagna e con minor teoria, ma con maggior pratica e maggior esperienza (quanto dura!...). Se ben si ricorda, il compianto Erbestein fece il grande Torino, basandosi più che sugli schemi, sull’estro e sulla classe di giuocatori tuttora rimasti insuperati. Nè d’altra parte si può dire che il • sistema » è schema fisso, perchè noi abbiamo sì preso dall’Inghilterra la nuova tattica di giuoco, ma subito l’abbiamo adottata al temperamento dei nostri calciatori. Del resto si deve ancora dare la dimostrazione, che con il « sistema » di giuoco oggi adottato dalla nostra nazionale, potremo avere gli stessi trionfi che il metodo ci donò a piene mani... L’allenatore deve anche essere una ineccepibile figura morale: non si può infatti pretendere obbedienza e disci plina, se chi domanda ciò non dà il buon esempio. Qualche tempo fa un allenatore, del quale taciamo il nome per ov vie ragioni, ogni sera era trovato ubbriaco in una qualsiasi bettola della periferia della città che lo ospitava: è facile immaginare, quando i giuocatori affidati alle sue cure sep pero una tal cosa, con quanto e quale serietà lo ubbidis sero. Conosciamo invece un altro « trainer » che dopo una vittoriosa partita esterna della sua squadra, trattò con du rezza alcuni giuocatori che avevano un po’ troppo alzato il gomito. Non è semplice fare l’allenatore, non è semplice perchè è difficile trattare con un gruppo di uomini, in mezzo ai quali vi sono inevitabilmente i « lavativi », coloro cioè che allenandosi, par che facciano un favore chissà a chi... E’ necessario sopratutto, non essere troppo duri e non agire con maniere villane: naturalmente ed al contrario, è pe ricoloso lasciar correre, perchè spesso, così facendo, si fini sce per esser considerati tre volte buoni... Una via di mezzo insomma ci vuole, ma è facile solo a dirsi, e gli amici allenatori saranno senz’altro del nostro parere.
Uno dei fattori più determinanti per il buon funziona mento di una squadra, è l’atletica: solo infatti quando si ha un’adeguata preparazione atletica, si può resistere alle
t’ L.
Tre personaggi veramente illustri del calcio italiano: due allenatori Bigogno e Sperone; e il terzo, un indimenti cabile ex azzurro: Giampiero Combi. Certo il grande por tiere della nazionale non avrebbe pensato di divenire, salendo alla carica di componente della C. T., bersaglio centratissimo di tante critiche
Allenatori al microscopio.,. 17
fatiche di una dura partita, si può emergere su qualsiasi
un allenatore. Gippo Piani è poi tra i « trainar » più intel
terreno. E qui entra in campo la figura dell’istruttore di atletica.
ligenti del calcio italiano: ha sempre una tattica prónta
Molti allenatori curano loro stessi la preparazione fisica
dell’atleta: a nostro avvso è un errore, perchè solo la sciando un tal compito a maestri di atletica preparati ed
all’altezza della situazione, si può esser certi che i fisici dei giocatori, saranno minuziosamente preparati per quel parti
colare sport che è il foot-ball. L’allenatore non può e non deve fare a meno dell’istruttore di ginnastica, ed il fatto
che le nostre maggiori squadre hanno riconosciuto una tal necessità, è la più chiara dimostrazione che non si può
giocar bene, se una mano esperta non adeguatamente pre para i muscoli degli atleti.
da sfornare, un giovane asso da scoprire; il romanista inol tre sa far rigar diritto i suoi ragazzi, anche se per ottenere
ciò egli è spesso costretto ad usare la « grinta » dura. Anche Olivieri dell’Internazionale è un buon allenatore, che spesso
però si fa trascinare dal suo carattere passionale e nervoso. Molta differenza vi è tra Bigogno e Sperone: Bigogna e calmo e ben raramente si scompone o si sbraccia dietro i
suoi uomini, Sperone al contrario, corre anche lui, brontola, fa la faccia feroce a chi sbaglia. Un’altra differenza tra il
laziale ed il torinese è la seguente: mentre il primo, durante la partita, quasi mai fa sentire la sua voce ai giocatori, il secondo invece dà direttive dal primo al novantesimo mi
nuto. Comunque sono ambedue ottimi allenatori, e come Un’altra cosa, alla quale non si dà l’importanza che merita, è l'allevamento dei così detti « pulcini », spesso
abbandonati a se stessi, quando invece andrebbero curati onde un giorno poter tirar fuori l’asso per la prima squa dra. A questo proposito diremo che in una società di cal
cio, le squadre « minori » non dovrebbero mai essere af
Il tanto discusso Ferrerò è un lavoratore: ben raramente
si abbandona a chiacchiere o a previsioni : fa il suo mestiere con onestà e serietà. Sinora i risultati, seppur non eccelsi, gli hanno dato ragione. Frossi è tra i nostri allenatori più arguti: non tanto per l’invenzione di quel sistema ad M
assumere l’incarico : è noto infatti che solo Briareo aveva
che da lui ha preso il nome, quanto per aver saputo fare
cento braccia e che, non essendo i nostri maggiori allena
del modesto Monza, una entità rispettabile. I due fratelli
tori tanti « briarei », e troppi essendo i grattacapi che af fliggono il « trainer » della prima squadra, non si può pre tendere che egli possa, pur con tutta la sua buona volontà, occuparsi di correggere i tal difetti di un ragazzo o di im
nato mantenute le promesse, mentre il palermitano Galli è
Varglien, specie il primo, non. hanno nel presente campio
da considerarsi la rivelazione delVannata. Anche Foni della
Sampdoria e Janni dello Spai, stanno dimostrando di sapere il fatto loro.
Saggio piuttosto ci sembra affidare le « minori » ad un
Come abbiamo già detto pochi tra gli allenatori stranieri,
ex giuocatore, affezionato alla società e perciò quasi sem pre senza dannose ed inutili ambizioni. S’intende, anche
quelli che meritano di essere menzionati. Czeiler è il primo
se non sono « ex » non vuol dire, purché tutti sappiano il fatto loro e tecnicamente e moralmente : guai affidare, spe
anche se vi sarebbe da dire che, straniero o italiano, facile è allenare un Milan, specie quando si ha un Busini alle
cie i ragazzi, a gente incompetente, messa lì solo per rac comandazioni o cose del genere. Diciamo ciò, in quanto
spalle. L’inglese Carver è senz’altro un formidabile tecnico, ma siamo lì, egli è inglese ed i nostri calciatori mal sop portano i « sistemi » albionici. Un ottimo allenatore è Sa-
sappiamo che molti presidenti di società sono spesso super
rosi, forse il migliore degli importati, anche se sinora non
ficiali ed incauti nella difficile scelta.
è stato apprezzato a dovere.
In Italia quanto ad allenatori non possiamo davvero la
Naturalmente quando si parla dell'allenatore, non si deve
mentarci; ne abbiamo alcuni veramente ottimi, ed altri
trascurare la grande importanza che ha la figura del diret tore sportivo. Anzi qui dobbiamo dire che bene si farebbe
dotati di buone qualità ma sfortunati (guai se la fortuna abbandona l’allenatore!). Solo l’Inghilterra forse può reg
a lasciar da parte la parola • tecnico • parlando dei diret
gere al nostro confronto, anche se v’è da notare che i « trainer » britannici, quasi mai si sono imposti da noi,
tori, e ciò per non creare pericolosi dualismi, spesso alla fonte di tutte le crisi ed i guai delle società. Il direttore
ricevendo invece aspre critiche, specie in rapporto ai loro
sportivo non dovrebbe mai far sentire il « peso » della sua presenza, e sopratutto non dovrebbe mai ingerirsi nei det
sistemi di lavoro inadatti per i calciatori italiani. Si dirà: ma se in Italia non mancano gli allenatori,
tagli tecnici della squadra; ma solo dare consigli, lavorare
corn’è allora che molle nostre squadre sono affidate a stra
in silenzio, essere l’ideale ponte di passaggio tra i giuocatori, l’allenatore, i dirigenti, la stampa e, perchè no, i tifosi.
nieri? Difficile rispondere a questa domanda. Solo diremo
l-
mandali a guidare le squadre nazionali.
fidate al « trainar » titolare, anche se questi insiste per
parare ad un altro come si « stoppa • la palla.
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tali degni dell’alto riconoscimento che a loro si fa, chia-
che per gli ellanatori succede come per i calciatori: se ne
Ad esempio ciò che fanno: Busini al Milan, Combi alla
importano troppi dall’estero senza badare alla loro qualità,
Juventus e Biancone alla Roma, non è appariscente, ma
senza minimamente preoccuparsi di guardare un po’ ciò
quanto beneficio viene alle società dall’opera appassionata
che è disponibile tra le mura di casa nostra.
dei tre anzidetli direttori sportivi!
«
Perchè non ci si illuda: come è difficile fare l’allenatore,
è oltremodo diffeile essere il sfactotum » di una società,
Monzeglio è, a nostro avviso, l’allenatore che ha sinora dato miglior prova: egli non solo ha portato il Napoli dalla B alla A, ma ha anche infuso alla sua squadra una
spiccata personalità, e questo è il compito più difficile di
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riuscendo ad andare — udite, udite! — d’accordo con tutti,
anche con i giornalisti...
Enzo Sasso
Alla
“Carcera messicana,, trionfo di
T A II U F F1 cronaca di llaffaello Giixinan
Il 7 novembre scorso Pietro Taruffi. a bordo del suo originalissimo « bisiluro » (un bolide di sua concezione — giacché Taruffi è anche ingegnere e valoroso proget tista — azionato da un motore « Maserati •(, tentava sul la - fettuccia » di Terracina di migliorare alcuni primati mondiali. La prova quella volta purtroppo non riuscì, per difetto d’alimentazione del motore: e Taruffi finì
soffiando a pieni polmoni dentro un tubo. 1 ulto questo sarebbe interessante ma non eccezionale per un « asso » del l’automobilismo, se non si aggiungesse che l’indomani mattina, otto settembre, il prefato Piero Taruffi doveva imbar carsi (come si imbarcò) su un aeropla no di linea per raggiungere il Messico: appena due o tre giorni di viaggio, sia pure con veloci velivoli. Una volta uno che doveva partire « per le lontane Americhe » — come si diceva allora — ci pensava su settimane intere, e si preparava al gran viaggio assai per tempo ; e del resto, ancor oggi, in quest’epoca tumultuosa in cui vivia mo, qualunque mortale che è in pro cinto di trasvolare l’Oceano, almeno il giorno prima si preoccupa di passare qualche ora con i suoi e di prepararsi le valigie. Specie, poi, se scopo del
viaggio è di andare a correre a tutta velocità, lungo più di tremila chilome tri, attraverso un Paese le. cui contrade non si possono certo considerare civi lizzate e tranquillanti come le nostre. Ma Taruffi è un uomo « sui generis»: fa le cose più impensate con estrema na turalezza; le sue azioni possono appa rire scanzonate a chi non lo conosce, e
L’ing. Piero Taruffi, asso dell’automobilismo italiano è a tutt’oggi detentore di 25 primati mondiali in motocicletta tra cui quello assoluto dell’ora (205 km.) e più, con la Gilera 4 cilindri. Non a caso dunque la grande « casa » di Arcore ira voluto affidargli la direzione tecnica e sportiva dei suoi corridori, che stimano in modo incredibile e del resto meritato, il grande pilota e centuaro. A vederla quieta e sorridente nella hall di un albergo la comitiva pare più composta da turisti che da gente abituata a filare a 200 all’ora. Eppure è proprio lo squadrone della Gilera: Milani, Masetti e Pagani (in piedi) con lo stato maggiore della « casa » : il comm. Giuseppe Gilera con il figlio Ferruc cio e con Pietro Taruffi, a Barcellona dopo la vittoriosa prova di primavera.
invece sono equilibratissime. E’ « inge gnere » anche quando corre, è l’uomo dal regolo calcolatore nella testa; è il
30') avendo rimontato lo svantaggio du rante la seconda e la terza tappa, le più difficili, snodantisi tutte in alta
pilota saldo e sicuro, che parte e arriva (se non gli tolgono la macchina sul più bello) ma che può dare le più impen sate sorprese. Come a Berna, nel mag gio scorso, durante il « Gran Premio di Svizzera », prima prova del Campio nato del Mondo 1951, quando s’insediò di forza al secondo posto e lo manten ne fino al traguardo battendo i più forti avversari; come nella recente « carcera » messicana, che ha vinto autoritariamen te dopo un inizio scoraggiante (finì la prima delle otto tappe al 14" posto, a causa di tre • dechapaggi » delle gomme posteriori che gli fecero perdere oltre
montagna su un tracciato pieno di curve affacciate su paurosi abissi. Taruffi partì per il Messico fiducioso ma non eccessivamente ottimista. Devo dire in verità che egli non lo è mai, prima delle prove; anzi ha sempre fatto dei ragionamenti matematici assai chiari e convincenti, che invariabilmente con cludono col dimostrare quali sono le
sue reali possibilità in relazione alla macchina da pilotare, alla caratteristi che del percorso, alla composizione del la squadra di cui farà parte. Prima di lasciare Roma mi riferì esattamente i suoi propositi, esaminò le sue • chances »Ascari era più favorito di lui, e
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!
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gli americani erano un’incognita. Si è visto poi che questi americani, la bel lezza di 93 vetture su 98 concorrenti, erano effettivamente quasi tutti scrupo losamente preparati, molti correvano ufficialmente per le Case, e godevano di un’assistenza quale quei famosi « trusts • possono dare; ma s’è visto an che che non ce l’hanno fatta contro le leggere e veloci beriinette • Ferrari » di 2560 cmc., nonostante queste fossero state entrambe attardate da noi alle gomme nella prima tappa. Non ce l’han no fatta neppure le possenti • Crvslcr Saratoga >, che rendevano oltre 210 ca valli con 1800 kg. di peso, e che erano state entrambe attardate da noie alle Cunnieham il quale, avendo partecipato nel 1950 e 1951 alla • 24 Ore • di Le Mans. si era aegiornato sulla tecnica, sullo stile di guidai e sulle abitudini eli ropee. Infatti le sile macchine erano state rimaneggiate ia fondo, i motori — cosa quanto mai insolita per la tecnica americana, basata sulle grosse cilindrate e basso regime di rotazione — raggiun gevano i 5.500 giri, molte soluzioni adottate erano di tipo prettamente eu ropeo. Tutte le 93 macchine avversarie delle europee (due « terrari >, due « Aprilia » e una « Delahaye pilotata dall'asso monegasco Chiron. tolto di ga ra a causa di un incidente di strada nel la terza tappa) erano di cilindrata più che doppia: si trattava insomma d’un confronto, su un percorso estremamente probante, fra due diversi stili di guida. E perciò la corsa aveva un'importanza eccezionale, perchè le ripercussioni sui capacissimi mercati del Nord e dei Sud America (che guardavano alla « carréra » col massimo interesse) dovevano essere, e saranno, notevolissime. Taruffi dunque era partito fiducioso, si, ma non — come si suol dire — con la vittoria in tasca: questa, se mai gli italiani avessero potuto conquistarla, avrebbe dovuto andare, secondo lui, al la fortissima coppia Ascari-T ilioresi. Occorre ora dire, per amor di verità, che i due settentrionali furono ancor più sfortunati di Taruffi nella I tappa, che terminarono nientemeno che al 45° posto, e che se fu drammaticamente ap passionante il loro inseguimento (Ascari vinse la II, la IV, la V e la VI tappa, guadagnando regolarmente posizioni nel la classifica generale) fu assai sportivo — e prudente — il loro comportamento nel finale, giungendo al traguardo ap paiati alla coppia Tarujfi-Chinetti. 1 due equipaggi della « Ferrari » rinun ciarono di loro precisa volontà a vin cere l’ultima tappa per non rischiare inutilmente la vittoria definitiva che or mai appariva sicura: tennero i motori a 5000 giri, cioè 1500 giri meno del re gime massimo, il che è quanto mai lo devole perchè dimostra che i nostri pi-
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loti sanno far prevalere, quando occor ra, il cervello sul cuore. Le macchine sono arrivate al termine della gara freschissime in ogni loro or gano, addirittura in condizioni di rico minciare: e si che si è trattato di una gara lunga e severa, su 3113 km. divisi in otto tappe, corse in un totale di 5 giorni, dal 20 al 25 (il 23 i concorrenti si sono ripotati a Durango). Le prime tre tappe, partendo da Tuxtla Gutierrez, nel Sud del Paese, erano tutte mon tuose, piene di curve, difficilissime ; le altre invece erano pressoché pianeggian ti e tutte composte di interminabili ret tilinei, raccordati tra loro da curve in significanti. In quest’ultima parte, ove le macchine americane si ritenevano fa vorite (come sanno tutti i nostri gui datori che le hanno viste sulle nostre strade, le vetture costruite oltre Accano sono veloci e comode in piano ma in montagna diventano un vero guaio) so no state invece ancora una volta le « Ferrari > che hanno dominato. Purtroppo non si è potuto avere il confronto anche con le « Aurelio Sport • le vetture di minor cilindrata dell’intero lotto di concorrenti: la loro partecipa zione alla « Carrara » è stnta sfortunata sin da principio. Scotti, che doveva es sere il quinto... tra cotanto senno, non aveva potuto imbarcare la macchina in Europa ed aveva rinunciato ; Bonetto subì ogni sorta di peripezie, perchè re catosi con la vettura a Cherbourg non trovò un piroscafo che glie la portasse in America, a causa dello sciopero dei por tuali, e dovette perciò dirottare su Am sterdam, ove riuscì a spedirle per via aerea, non senza grossi sacrifici (tanto più che soltanto le due « Ferrori » e i relativi piloti erano « invitati • dal Cen tro Deportivo Italiano di Città del
Messico); nella prima tappa poi ebbe noie di gomme, e infine ruppe la te stata, ragioni per cui dovette ritirarsi. Bracco dal suo canto, 58" in classifica generale dopo la prima tappa a causa di un guasto alla pompa della benzina, compì un magnifico exploit nella se
conda e nella terza tappa, classifican dosi rispettivamente sesto e secondo, e risalendo fino al 10° posto della clas sifica generale a 40’51” dall’americano Ruttman, che in quel momento era al comando, e a circa 29’ da Taruffi; ma nella IV tappa fu eliminato da un in cidente di strada, per fortuna senza conseguenze nè per lui nè per il suo compagno Cornacchia. A proposito d’incidenti, bisogna ri cordare che la corsa ne ha causati tre. mortali: il campione Estrada Menocal e il suo compagno Gonzales, e l’italomessicano Carlos Panini vi hanno la sciato la vita, mentre la figlia di Pa nini, che correva col padre, è rimasta illesa. Naturalmente questi incidenti fortuiti hanno dato la stura a numerose lagnanze e discussioni : ma l’entusiasmo indescrivibile che ha accom pagnato i concorrenti (assottigliatisi da 98 partenti a soli 38 arrivati) lungo tutto il percorso, e che li ha accolti all'arrivo a Ciudad Juarez, presso il confine con gli Stati Uniti, ha fatto tacere ogni voce discorde. In America infatti la passione per lo sport del vo lante raggiunge vertici da noi scono sciuti: e la « carrara » è riuscita a bat tere ogni primato del genere. Catene di giornali, radio, cinema, televisione hanno tentilo costantemente al corrente dei suoi svolgimenti tutti i popoli del Nord e del Sud: cosicché la vittoria di Taruffi è stata una magnifica, pre ziosa propaganda d’italianità.
L’osso della «Gllera» Alfredo Milani, campione d’Italia o Vico compiono do) mondo 1051 della cat. 500 trac nella grondo curva dell’autodromo di Monsa
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Esaminato sotto tutti gli aspetti il mo tociclismo italiano può, oggi, essere considerato in primissima linea nello schieramento internazionale. Tecnicamente è all’avanguardia in ogni settore e primeggia in ogni ordine di grandez za. I micromotori di cilindrata inferiore ai 50 cmc. ancora la scorsa settimana raccoglievano una nutritissima serie di recorde mondiali culminata nel record delle 48 ore stabilito a ben 63 km.-ora. Le motoleggere di 125 detengono da tre anni il campionato del mondo per guidatori e per marca. Gli scooters di 125 conquistarono poco tempo fa quel primato assoluto a 200 km.-ora che può ritenersi un prodigio. Tra le motociclette di media cilindra ta l’Italia non ha rivali al mondo e questo perdura da almeno un venten nio. Il campionato mondiale uomo e macchina da quando esiste è appannag gio dell’Italia c ancora fra le macchine di maggior cilindrata l’Italia dopo aver vinto il campionato mondiale 1950 per dette quello del 1951 per un’inezia quando non si voglia considerarla do minatrice assoluta in fatto di velocità per la squillante vittoria conseguita all’Autodromo di Monza nel settembre scorso dove furono nettamente battuti i detentori dei titoli mondiali nella clas se 500 e sidecar stabilendo primati at testanti una superiorità che gli stessi avversari riconoscono ed ammirano.
D'altronde, sempre fra le macchine di maggior cilindrata l’Italia detiene il primato mondiale dell’ora che resiste, con i suoi 205 chilometri di media, dal 1939 ed al quale fanno corona altri 20 primati mondiali. Sempre in tema di velocità pura ap partiene tuttora all’Italia il record dei records mondiali, la qual cosa significa che fra tutte le nazioni del mondo l'Ita lia è quella che possiede il maggior numero di primati. Come se ciò non bastasse nella super gara mondiale di regolarità, la Sei Giorni Internazionale, svoltasi nel settembre scorso a Varese, uno scooter italiano potè conquistare un alloro diffìcilmente uguagliabile : dieci macchine partite, nove macchine classificate prime ex aequo e premiate con medaglia d'oro. Fino a qualche anno fa il nostro Paese poteva, sì, gloriarsi di essere pri mo in fatto di qualità ma era, purtrop po, buon ultimo in linea quantitativa. Ottime macchine circolavano sulle no stre strade: belle, lucenti, confortevoli, stabili, veloci, ma erano poche, troppo poche! Oggi anche il traguardo della quantità è stato raggiunto e le scarse 200.000 unità circolanti nel 1938 sono divenute più di un milione nè siamo lontani dal milione e mezzo il che si gnifica che pure l’Inghilterra e la Fran cia sono superate così come potrebbe essere superata la Germania anche se la
cortina di ferro non la dividesse in due parti. Primato di qualità, primato di quan tità! Ecco l’attuale situazione del moto ciclismo italiano: di quel motociclismo italiano che ancora recentemente inte ressava il Centro Sportivo Italiano il quale nell’ultima riunione del Consiglio Direttivo deliberava di costituire una Commissione Tecnica Nazionale affidan dole l’incarico di avvicinare sempre maggiormente i giovani del centro stes so al motociclismo. A quel motocicli smo che è bensì sport ma che è anche e soprattutto elemento di operosità e di diletto; a quel motociclismo al quale ogni italiano deve sempre più avvici narsi in quanto è segno precipuo di progresso civile e di elevatezza sociale. La gioventù aderente al Centro Spor tivo Italiano è senza dubbio la più qua lificata per l’uso del motoveicolo. Si tratta di giovani intelligenti e perciò tendenzialmente disciplinati; di giovani moralmente e fisicamente sani e quindi permeati di spirito evolutivo nel senso che aspirano alla conquista di un be nessere reale e non ipotetizzato da teo rie dimostratesi troppo fallaci per poter essere ritenute valide da chi è abituato a pensare con la propria testa ad agire in libertà senza coercizioni nè false lu singhe. La gioventù deve abituarsi all’idea che il primo passo verso la conquista del benessere è quello che ha per tra guardo la motorizzazione L’uomo mo derno ed evoluto deve motorizzarsi e l’Italia è il Paese che meglio d’ogni al tro può offrire a chiunque tale possi bilità. L’industria italiana produce mo torini ausiliari per bicicletta veramente meravigliosi tant’è vero che essi vengo no costruiti, su licenza italiana, in In ghilterra e in Francia, cioè in Paesi già precursori del motorismo ma oggi ben distanziati dal genio creativo italiano. Questi motorini sono pi posti in vendita a prezzi ancora un po’ elevati ma tut tavia accessibili a chiunque. Dal motorino alla imotoleggera allo scooter il passo è breve ond’’ è che può e deve reve end ritenersi fondato l’augurio e il vati cinio di un sempre più vasto sviluppo dei motoveicoli, arra sicura di grandez za potensiva e benessere dell’Italia.
G. M.
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GIUOCHI DEL MEDITEIIRANEO ALESSANDRIA
D'EGITTO, novembre
$
.
Non si può dire davvero che il cam mino iniziale, per i Giochi Mediterra
nei, sia stato pieno di rose e fiori. Nati fra la diffidenza generale, con il con trasto vivissimo provocato dall’avversio ne dell’Italia e sopralutto della Fran cia a parteciparvi per ragioni di ca
rattere economico e della Jugoslavia per motivi politici (sebbene a Macon sia stato rotto il ghiaccio, i transadria-
tici continuano ad evitare ogni possi bilità di confronti con rappresentanti dello sport spagnolo), si è temuto sin
quasi sulla soglia di ottobre, che que sta prima grande adunata mediterranea,
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realizzata in terra egiziana, dovesse tra
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mutarsi in un fiasco tecnico ed organiz zativo. Il che invece, per buona for tuna, non è stato. Nonostante tutte le traversie, gli ostacoli e i bastoni fra le ruote, la prima edizione dei Giochi può
dirsi felicemente giunta in porto, con risultati tecnici complessivamente no tevoli (la mediocrità di taluni è com pensata dalla bontà superiore di altri) e con un successo propagandistico, che non mancherà di rendere rapidi e be nefici frutti in tutta l'area mediterra nea e specialmente nel settore orien tale. L’Italia esce con alto prestigio dalla competizione, anche se la presenza de gli azzurri ai Giochi non è stata, come avrebbe potuto essere, completa. Co munque si facciano i conti, difatti, sia per numero di medaglie d’oro conqui state, che per punteggi nei singoli sport, l'Italia s'è aggiudicata il primato col lettivo finale, con leggero vantaggio sull'Egitto che, presentandosi al gran com pleto, ha potuto beneficiare — accanto alle sue effettive eccellenti affermazio ni di carattere mondiale (lotta e pesi) o quanto meno europeo (pallacanestro)
— anche dei punteggi lasciati a sua disposizione dall’incompletezza dei ranghi dei grandi paesi partecipanti: Ita lia, Francia, Jugoslavia, Spagna.
Nel sollevamento pesi, ad esempio, pur facendo tanto di cappello alla BU periorità egiziana, che si sarebbe COmunque affermata, è ovvio che la gra duatoria finale avrebbe potuto avere sensibili modifiche, solo che francesi cd italiani avessero mandato tutti i loro migliori esponenti, anziché riservarne una buona parte per i successivi « mon diali » di Milano. Classifica complessi va: 1. Egitto; 2. Francia; 3. Italia.
Nell’atletica leggera, abbiamo perdu to una buona occasione per precedere la Francia, la quale aveva inviato ad Alessandria soltanto i concorrenti ma tematicamente sicuri della vittoria. Di fatti un solo francese è stato battuto: Degats, preceduto da Siddi nei 200, ma a sua volta vincitore del sardo nei 400. A nostra volta, ci siamo assicurati ben
i
1
La sta penda sfilata dogli atleti Italiani nella sfarzosa cerimonia di apertura dei Giuochi del Mediterraneo ad Alessandria d’ Egitto. Gli azzurri Indossano ano smagliante e ainiulratlsslma divisa sportivo.
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sci vittorie con Taddia (martello), Bor doni (marcia), Filiput (100 osi.), Tosi (disco), Siddi (200) e con la staffetta 4 per 100 (Montanari, Frizzoni, Lecce se, Siddi); ma ben più cospicuo avreb be potuto essere il bottino, se non avessimo asciato a casa atleti che avreb bero potuto assicurarci altre vittorie o comunque preziosi punti per la gradua toria collettiva (Peppicelli, Corsaro, Ca scino, Chiesa. Ballotta. Carbone. Bruci lo, Ardizzone, Albanese, Bertacca, Ber ti, Matteucci e così via). La classifica finale è stala pertanto la seguente: 1. Francia; 2. Italia; 3. Grecia. Passeggiata turca nella lotta libera, dove peraltro abbiamo avuto sfortuna con il fortuito incidente che ha im pedito a Nizzola di battersi per il pri mo posto. Classifica: I. Turchia; 2. Egit to; 3. l ibano. Ci siamo rivalsi, in ma niera stupenda, nella « grecoromana », dove abbiamo sgominato tutti i pronostiri, realizzando cinque vittorie e la sciandone tre sole al fortissimo Egitto. Gli azzurri campioni del Mediterraneo si chiamano: Ignazio Fabra, di Palermo (mosca), Antonio Bandi, di Faenza (piuma), Antonio Celioni, Cerconi, di Bontà (medi), Umberto Silvestri, di Bontà (mediomassimi), Guido Fantoni, di Bologna (massimi). Classifica: 1. Italia: 2. Egitto; 3. Libano. Nel canottaggio, c’era poco da di scutere. La classe superiore dei nostri vogatori si è imposta di lontano, no nostante la formazione a mosaico del l’otto, realizzato sul posto all'ultimo momento con i pochi canottieri dispo nibili, i quali hanno cosi compiuto tutti due percorsi: nella propria specialità c nell’imbarcazione più lunga. Sellino di Lovere (quattro con), Libertas di Capodistria (due con), Can. Milano (doppio) ed equipaggio misto (otto) hanno dato le ali alle nostre quattro vittorie, mentre la sola sconfitta (Bergamini, nel singolo) è giustificata in gran parte dall’incidente toccato al milanese, che ha rischiato di finire con tro una boa. Classifica: 1. Italia; 2. Egitto; 3. Grecia.
Al giuochi dei Mediterraneo, dì Alessandria d’Egitto: la premiazione del concorso ginnastico. Sul podio, il francese Dot ha alla sua destra l’italiano tigone ed alla sua sinistra l’egiziano Ali Zahl
Potevamo ottenere qualche risultato migliore nel nuoto, dove tuttavia abbia mo conseguito un magnifico secondo posto di Pedersoli, nell’immediata pros simità del grande Jany ed un nuovo primato nazionale nella 3 per 100 tre stili. In compenso, sarebbe ora di smet tere di gettar dalla finestra del denaro con la partecipazione alle gare di tuffi, dove siamo ancora estremamente in ar retrato; e sarebbe anche ora di instau rare una ferrea disciplina, la cui man-
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■
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j
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:
I primi Irò noi gotto dui poso. Un sinistro: Profeti (2°), Il greco Yatngonos, vincitore por un solo centimetro, o II turco Turati (3°l canza è probabilmente alle radici del nostro faticoso progresso in questa stu penda disciplina sportiva. Classifica: 1. Francia; 2. Italia e Egitto, ex-aequo. Non eravamo presenti nella palla nuoto, dove avremmo vinto a mani bas se, nonostante la presenza della buona formazione spagnola (1. Spagna; 2. Egit to; 3. Grecia) e nel calcio, dove pro babilmente sarebbe avvenuta la stessa cosa, nonostante la recente... batosta del Cairo (1. Grecia; 2. Egitto; 3. Siria). L’incompletezza dei ranghi si è fatta sentire nel pugilato, dove ci è sfuggito il primato complessivo, appunto per la nostra assenza in due categorie e per un errato verdetto, che ha dato scon fìtto un Sentimenti che non aveva af fatto perduto. Pozzali (mosca), Visentin (leggeri), Buggeri (welters), Alfonsetti (mediomassimi) e Di Segni (massimi) hanno dato il nome ai cinque titoli vinti dall’Italia. Classifica: 1. Egitto; 2. Italia; 3. Siria. Il tiro a segno ed il tiro a volo sono stati disputati al Cairo; e mentre que sta seconda specialità ha dato modo agli azzurri di vincere tanto individualmen te che come squadra, ad onta del va lore degli egiziani, nella prima il con tegno dei nostri rappresentanti è stato inferiore alle generali aspettative, la sciando che Spagna ed Egitto si con tendessero le vittorie con chiara supe riorità. Classifica: 1. Egitto; 2. Spagna; 3. Libano. Dot e l’intera squadra francese, par tecipanti dell’ultima ora, hanno impedi to di ottenere nella ginnastica i risul tati che speravamo, aiutati peraltro da giurie non troppo competenti o non
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troppo imparziali. Figone ha tuttavia ottenuto due buone affermazioni indi viduali e li secondo posto conclusivo. Classifica : 1. Francia; 2. Italia; 3. Egitto. Uno dei tornei meglio riusciti di questi Giochi è stato quello di pallacanestro. Ben cinque formazioni avreb bero potuto vincerlo: esattamente, le rappresentanze d’Egitto, Italia, Spagna, Turchia e Grecia. Ne sono scaturiti confronti scintillanti e di grandissimo interesse spettacolorae e talvolta anche tecnico. V ittima di un programma mal congegnato l’Italia è stata battuta di misura dalla Spagna ed è caduta con tro l’Egitto, finendo così al terzo posto; Egitto e Spagna sono state poi le pròtagoniste di una fantasmagorica finale, conclusasi con la vittoria dei locali con minimissimo scarto. Classifica: 1. Egitto; 2. Spagna; 3. Italia. E finalmente, la scherma. I nostri di rigenti avevano deciso di lanciare nel l’agone internazionale gli schermitori delle... penultime covate, lasciando a casa molte nostre lame di grande pre stigio. Il tentativo è pienamente riu scito. Pur venendoci a mancare le vit torie individuali, i tre successi collet tivi dimostrano mi abundantiam come
la scherma italiana sia ancora ben lontana dal declino ed abbia anzi un avvenire più roseo e radioso della gran de avversaria francese. Classifica: 1. Italia; 2. Francia; 3. Egitto. « * o Ed ora, una breve incursione nel futuro. La seconda edizione dei Gio chi è stata assegnata alla città di Bar cellona, la qual cosa dovrebbe assicu rare una più vasta partecipazione fran cese ed italiana, oltre che naturalmente spagnola. Renderà invece del tutto qua tifativi i ranghi dei paesi del Mediter raneo orientale. Non è ancora possibile precisare peraltro, la data esatta in cui verrà disputata: si vorrebbe nel 1954, ma si pensa che sia più opportuno nel 1955. La mia opinione è che sia meglio includere i Giochi Mediterranei legli anni dispari, più poveri di grandi ma nifestazioni internazionali; ma penso che forse sia più opportuno mettere i Giochi all’immediato seguito delle Olimpiadi (e quindi, la seconda edi zione nel 1953) che non negli anni pre cedenti, ammenoché per i Mediterranei non vengano stabiliti limiti di età, au spicabili da un lato (tecnico), depre cabili dall'altro (spettacolare). L’avve nire dei Giochi Mediterranei è pertanto chiuso nell’acume, nel buon senso e rol la avvedutezza dei loro promotori.
Giuseppe Sabelli Fioretti
LE NOZZE DI BRUNO PONTISSO
Nella Chiesa della Gran Madre di Dio a Ponte Milvio in Roma, Mons. Albino Galletto, che ha celebrate le nozze, consegna alla giovane felice coppia Bruno Pontisso e Francesca Micheli il certificato di matrimonio ed augura al bravo corridore dell'Arbos brillanti vittorie nelle prossime corse.
n Mirai IHL NUOTO ITALIANO
li nuoto è lo sport che nella gerarchia olimpionica cede il pas so alla sola atletica leggera. Tutti i Paesi di più illustre censo spor tivo pongono difatti il nuoto ad uno dei due più alti gradini per l’educazione fisica del popolo e lo antepongono addirittura all’atle tica leggera quando si tratti di sport femminile. Non v’è fisiolo go, da Mosso a Herlitzka, a MitoIo, a Margaria, che non abbia in dicato lo sport dell’acqua, sia es sa marina o dolce, come il più
idoneo allo sviluppo scheletrico, muscolare ed organico del corpo umano, con particolare riguardo alla donna.
Crediamo quindi che solamente la nostra spaventosa deficienza di attrezzatura abbia finora sconsigliato le massime autorità sportive e civili della nostra Na zione di avviare la scuola — ele mentare e media — alla pratica del nuoto attraverso le sue varie fasi di istruzione: galleggiamen to, stile, giochi acquatici, tuffi bassi, salvamento a nuoto, brevi gare. Sarebbe forse un program ma realizzabile nel volgere di un solo anno scolastico, in capo al quale lo scolaro o lo studente po trebbero intonare le loro vacanze ad una delle più salubri e meno
Il punto sui primati al 1° dicembre 1951 MASCHILI METRI 100 STILE LIBERO
Primato Primato Primato Primato Primato Primato
sima di spiagge, ma è povera di piscine scoperte, quasi sfornita di quelle coperte. Si pensi che inen-
USA USA Francia Francia S.S. Lazio S.S. Lazio
1948 1948 1947 1947
2’ 4”6 Marshall
Australia
1950
2’ 5”4 Jany
Francia
1946
2’15”7 Paliaga 2’15”9 Samoiedo
R.N. Napoli
1950
Chiavari Nuoto
1951
Australia USA Francia Francia R.N. Napoli Chiavari Nuoto
1951 1948 Ì951 1947 1950 1951
9’30”7 Fanno
USA
1951
9’50”2 Csordas
Ungheria
1951
R.N. Napoli
1950
Giappone Giappone Ungheria Svezia
1949 1932 1951
55”4 57”3 55”8 56”2 58”9 60”2
Ford Ris Jany Jany Pedersoli Pedersoli
1951 1950
METRI 200 STILE LIBERO
Primato Primato Primato Primato Primato Primato
mondiale olimpionico europeo dei Campionati europei italiano dei Campionati italiani
Primato Primato Primato Primato Primato Primato
mondiale olimpionico europeo dei Campionati europei italiano dei Campionati italiani
METRI 400 STILE LIBERO 4’26”9 4’41”0 4’33”2 4’35”2 4’54”6 4’58”8
Marshall Smith Boiteux Jany Paliaga Samoiedo
METRI 800 STILE LIBERO
Primato Primato Primato Primato Primato Primato
mondiale olimpionico europeo dei Campionati europei italiano dei Campionati italiani
Primato Primato Primato Primato Primato Primato
mondiale olimpionico europeo dei Campionati europei italiano dei Campionati italiani
costose attività sportive: gli sport dell’acqua. Dalle piscine coperte
a quelle scoperte, dunque, ai la ghi, al mare! Sì, l’Italia è ricchis
mondiale olimpionico europeo dei Campionati europei italiano dei Campionati italiani
10’34”2 Paliaga
METRI 1500 STILE LIBERO 18’19”0 19’12”4 18’49”6 19’ 7”2 19’55”5 20’58”9
Fttruhashi Kitamura Csordas A. Borg Paliaga Guerra
R.N. Napoli R.N. Florentia
1927 1950 1951
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k
ire con gravi sacrifizi finanziari si riescono a far funzionare piscine invernali a Torino, a Genova, a Firenze, c mentre solamente a Mi
lano e a Roma la gestione inver nale risulta nettamente attiva, (e
questo è tutto quanto abbiamo in Italia), in Belgio, in Olanda, in
Danimarca (nazioni di poco più estese della nostra Lombardia) le piscine invernali — quasi
tutte
comunali — salgono a quantità
sbalorditive,
di
mila abitanti:
ogni 40-50
una
in Germania nel
dopoguerra sono stati ricostruiti
e rimessi in funzione già più di 60 impianti, mentre in America
sono oramai innumerevoli.
L’esistenza
di
queste
piscine,
architettonicamente modeste, ma ben attrezzate, amministrate a fi-
ne di modico lucro ma con alto
senso sociale c sportivo, dalle va sche corte e poro profonde, ma
aperte al pubblico con ampio ora rio quotidiano fanno sì che in es
se nascano e crescano, con natu rale
emulazione,
i
gruppetti,
i
gruppi, le società nei vari strati della
popolazione:
lo
studente
sco, l’operaio, l’impiegatizio, per
sino il militare: e ciascuno con
una ben definita, finalità sportiva
Il problema dei giovani e del reclutamento di massa per la benefica indispensabile attività natatoria è l’assillo maggiore per la Federazione Italiana Nuoto e per i suoi dirigenti. Logico dunque che il Presidente della F.I.N., contm. Giovanni 'Cappella (a destra) sia felice di quanto va facendo in materia di « leve • il C.S.I., e si congratuli con il suo Presidente della Commissione Nazionale per il. Nuoto, comm. Benedetto Fabris, assertore convinto, pioniere e propagandista della attività natatoria da almeno trentanni.
e agonistica. La Francia ha più tesserati nel nuoto che in altri
sport, in Inghilterra e nel Nord America i nuotatori sono al se-
condo posto. 8000 ne ha la Svizzera, 2 milioni, diceva nel ’47 Tchikin « sovietski delegai » ne
conta la Russia. E’ logico che da queste situazio
ni escano i grandi campioni e che
la
loro
posizione sia
continua-
mente minacciata dall’incalzare di nuove forze provenienti dagli inesauribili vivai invernali.
re ed ai laghi e la grande preoc cupazione di ancora troppe no
stre società è quella di organiz zare una traversata, una gara di fondo o di gran fondo, dal titolo
roboante, dai premi spropositati, priva di elementi propagandistici e vuota di senso olimpionico.
Per fortuna la Federazione Ita
gliare tutta l’attività agonistica sul binario dei programmi olim pionici; offrire a tutte le società un’attività federale che attraver so i Campionati di Società impon ga la produzione di atleti giova nissimi; valorizzare i centri di più più radicate tradizioni: Ro
ma, Napoli, Firenze, Trieste, Ge Salerno,
liana Nuoto tende da qualche an
nova,
no a bonificare questa mentalità
Venezia; portare su piano nazio nale i più promettenti centri mi
deficitaria ed il suo programma sembra di una semplicità lineare:
nori:
Pesaro,
Lecco,
Crotone,
Taranto, Mantova,
Trento,
Levanto,
Catania,
Ca
Da noi invece — triste discor
entrare là dove si può (Roma - Fi renze - Bologna - Genova - Tori
so — quando viene l’estate ci si
no - Milano) nella scuola, nella
gliari; stipulare convenzioni di reciproco interesse con tutte le
affaccia quasi timidamente al mu
scuola per ora solo media; convo-
organizzazioni che abbiano parti-
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METRI 200 A RANA
1951 1948
Primato mondiale
2’27”3 Klein
Germania
Primato olimpionico
2’29”3 Vcrdeur
USA
Primato europeo
2’27”3 Klein
Germania
Primato dei Campionati europei
2'38”6 Klein
Germania
1951 1950
Primato italiano
2’46”3 Grilz
U.S. Triestina
1950
Primato dei Campionati italiani
2’48”4 Grilz
U.S. Triestina
1951
METRI 100 SUL DORSO Primato mondiale
l’3”6 Stock
USA
1949
Primato olimpionico
l’5”9 Kiefer
USA
Primato europeo
l’4”9 Voliere)'
Francia
Primato dei Campionati europei
l’7”6 Vallerey
Francia
1936 1949 1947
Primato italiano
1’8” 1 Massaria
Fiumana Nuoto
1950
Primato dei Campionati italiani
1’9”! Massaria
Sipra Torino
1950
FEMMINILI METRI 100 STILE LIBERO Primato mondiale
l’4”6 Den Ouden
Olanda
1936
Primato olimpionico
l’5”9 Mastenbroeck
Olanda
1936
Primato europeo
T4”6 Don Ouden
Olanda
1936
Primato dei Campionati europei
l’6”2 Hveger
Danimarca
1938
Primato italiano
l’9”5 Gamacchio Fine U.S. Triestina
1950
U.S. Triestina
1951
l’9”5 Gamacchio Fine U.S. Triestina
1950
l'9”5 Calligaris
Primato dei Campionati italiani
METRI L00 STILE LIBERO Primato mondiale
5’ 0’T Hveger
Danimarca
1940
Primato olimpionico
5’17”8 Curtis
USA
Primato europeo
5’ 0”l Hveger
Danimarca
1948 1910
Primato dei Campionati europei
5’ 9”0 Hveger
Danimarca
Primato italiano
5’28”8 Calligaris
U.S. Triestina
Primato dei Campionati italiani
5’46”0 Calligaris
U.S. Triestina
1938 1951 1951
METRI 200 A RANA
Primato mondiale
2’48”5 E. Novak
Ungheria
Primato olimpionico
2’57”2 Vari Vliet
Olanda
Primato europeo
2’48”5 E. Novak
Ungheria
Primato dei Campionati europei
2’55”6 Van Vliet
Olanda
1951 1947
Primato italiano
3’11’T Solari
Can. Lecco
1951
Primato dei Campionati italiani
3’11’T Solari
Can. Lecco
1951
1951 1918
METRI 100 SUL DORSO
Primato mondiale
l’10”9 Kint
Olanda
1939
Primato olimpionico
l’14”4 Harup
Primato europeo
l'10”9 Kint
Olanda Olanda
Primato dei Campionati europei
1T5”O Kint
Danimarca
1948 1939 1938
Primato italiano
l’23”5 Canipregher
R.N. Trento
1951
R.N. Trento
1951
Manazzon C.
Primato dei Campionati italiani
l’23”5 Campregher Manazzon C.
colare cura di propagandare il nuoto fra gli studenti. A proposito di quest’ultimo punto è bene considerare che il nuoto è sport di grande consumo di energie al quale pertanto pos sono adattarsi solo quei giovani le cui famiglie abbiano una certa tranquillità economica. Perciò il nostro feudo ideale è la scuola: l’apprendista fabbro, il ragazzo del barbiere, il commesso di dro gheria non saranno mai nuota tori. E soprattutto è bene conside rare che lo sport italiano in ge nere si sta dibattendo nei disagi del dopoguerra : gioventù che ha sofferto la denutrizione o che è stata, solo fino all’altroieri, irra zionalmente nutrita: ribassato li vello morale un po’ in tutti; bra mosia di facili guadagni. Diciamo tutti: piscine e nuota tori! a gran voce lo pretendiamo! Ma a nulla varranno piscine c campioni se prima non avremo ri costruite le nostre case e riedu cato il nostro spirito. Ognuno di noi è impegnato alla grande opera. E siamo già sulla buona via, se, nonostante l’ingrata premessa ed il continuo pericolo di scivolare nell’errore, siamo riusciti — noi del nuoto — a far bene frut tare le Società con la nostra im postazione, ed unificare i sistemi tecnici, a rinnovare quasi tutto il nostro patrimonio atletico di anteguerra, a migliorare tutti i nostri primati d’anteguerra. Un’occhiata alle nostre tabelle di consuntivo 1951 non può che confermarlo. Ci viene ora logico porre il quesito: potendo nuotare- in «sub condizione» per 12 mesi all’anno (e non per 4 come ora) quale sa rebbe, all’occorrenza di un con fronto, il nostro livello interna zionale? natlcus
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—
Hanno “scoparlo,, la pesistica.... Accade talvolta, nel frugare in un vecchio cassetto alla ricerca di un oggetto introvabile, che ci ca piti fra le inani qualche cosa di beilo o di interessante, che fran camente non sapevamo neppure di possedere.
Ai campionati mondiali di sollevamento pesi di Milano, è un po’ accaduta la stessa cosa. Re candosi alla gara per debito di ufficio, i giornalisti italiani, spor tivi e non, hanno scoperto che esisteva questo sport meraviglio so, ma quasi completamente igno rato. Ari illuminarli è probabilmente servita ottimamente la organiz
zazione veramente esemplare che ha provocato gli entusiastici com menti dei dirigenti della Fédération Internationale Haltérophile ed Culturista, di tutti i diri genti stranieri c di tutti coloro che hanno potuto apprezzarla. Ma sopra tutto sono servite le ma gnifiche imprese atletiche dei ses santa campioni di diciotto Nazio ni, che si sono dati battaglia sullo ampio palco del Palazzo del Ghiaccio. Da molti si riteneva che il sol levamento pesi, dove manca il confronto diretto e immediato dell’uomo contro l’uomo, non fos se uno sport agonisticamente spct-
.
-
•
L’axxturro Giordano, quinto assoluto nulla cat, pesi piuma ai Campionati mondiali sollev. posi
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tacciare c che, a lungo andare, il vedere sempre il ripetersi mono tono degli stessi motivimenti, po tesse essere noioso. Quei molti hanno dovuto cambiare idea ed hanno scritto sui loro giornali entusiastiche colonne di com menti, non tanto sulla gara, quan to sullo sport in se stesso. La gara, infatti, non è stata sempre eccellente. Lo è stata dal punto di vista agonistico, ma non sempre da quello tecnico. Il pub blico che si aspettava i 480 kg. di John Davis è rimasto un po’ de luso, quando il magnifico negro si è fermato ad un totale di 432,5, in seguito al riacutizzarsi di un vecchio strappo muscolare che gli ha consigliato di non forzare inu tilmente. E in effetti forzare sarebbe sta to vano, dato che il solo avver sario capace di infastidire Davis — almeno sulle misure raggiunte a Milano — era l’altro negro americano James Bradford, ma i tecnici yankee avevano già prov veduto a fermare Bradford, per evitare che superasse Davis. Gli sportivi puri arricceranno il naso per questo giuoco di squa dra, che peraltro è in gran voga in molti altri sport. Ma prima di arricciarlo riflettano un momento al significato morale della cosa. John Davis è dal 1938 l’imbattuto detentore del titolo mondiale. Per questa gara non aveva potuto curare una preparazione eccezio nale in quanto, per poter com pletare un suo corso di studi ave va dovuto accettare un faticoso la voro in California. Era comunque il gran favorito, prima che lo strappo muscolare, riacutizzatosi al primo esercizio, non lo ponesse in condizioni di inferiorità da vanti al suo connazionale. Qual siasi altro atleta, colpito da uno strappo alla coscia in uno sport che richiede proprio dalle gambe sforzi subitanei e violenti, avreb be rinunciato alla gara. Davis non ha voluto perdere il titolo che gli appartiene ininterrottamente da
1 13 anni c, mordendosi le labbra per resistere al dolore, ha ugual mente compiuto la sua gara. Sa rebbe stato moralmente e sporti vamente giusto che il titolo do vesse sfuggirgli? Il buon gigante negro Bradford ha compreso il dramma dell’ami co ed ha accettato, con uno spi rito veramente fraterno, il più grande dei sacrifici. Tanto più grande in quanto la vittoria era realmente a portata della sua grossa mano nera. Ma questo di Bradford e di Da vis non è stato il solo piccolo dramma dei campionati. Il più toccante è stato forse quello dei pesi medi, pure fra i due ameri cani George e Sheppard. Fra i due si ergeva minacciosa la figura di E1 Touny, l’egiziano detentore del titolo mondiale. Fino alle ul time battute la lotta è stata incer tissima, ma negli esercizi di slan cio, l’egiziano ha voluto troppo osare ed ha dovuto rinunciare alla lotta per il titolo. Restavano in gara i due americani : Peter Geor ge, che già aveva conquistato il massimo alloro mondiale nel 1947 nei leggeri e lo aveva sfiorato nel 1948, nel 1949 e nel 1950; Shep pard un ragazzo diciottenne dalle guance ancora imberbi, che per la prima volta si presentava ad un campionato del mondo. Ma que sta volta il ragazzo non voleva ce dere al più anziano. Sheppard ha visto balenare, sul balco del Pa lazzo del Ghiaccio, il sogno più luminoso della sua vita e ha fatto tutto il possibile per stendere la mano a coglierlo. Dopo l’ultimo esercizio, Shep pard aveva totalizzato 395 kg. sol levando 152,5 di slancio. George, che aveva fallito la seconda prova di slancio di kg. 152,5 era su di un totale nettamente inferiore. Lo ex campione del mondo tentava la prova disperata con 157,5: riu scire significava raggiungere an ch’egli i 395 kg. e vincere la gara per una lieve inferiorità di peso nei confronti del giovani rivale, fallire voleva dire segnare ancora una volta il passo, nel suo de stino di eterno secondo, anche quest’anno in cui era finalmente riuscito a superare E1 Touny. La prova si svolgeva in un si lenzio sepolcrale: tutti i cuori
L’italiana Amati, compiono europeo « pesi gallo »
erano sospesi, consci del dramma che i due atleti vivevano. La gi rata era faticosa e stentata, ma poi George, mettendo l’anima nei muscoli delle braccia, riusciva a slanciare in alto l’attrezzo con un prodigio di volontà. Era cam pione del mondo. E il giovane Sheppard, fra le braccia di Bob Hoffman, piangeva sconsolato per il bel sogno svanito...
» * « La sensazione precisa di quanto nel sollevamento pesi giuochino i fattori psichici è stata data ai profani dalla gara di Namdjou. L’iraniamo campione del mondo dei pesi gallo è un atleta di 56 kg. che è stato capace di solle vare 130 kg. di slancio e un totale, nei tre esercizi, di 317,500. Namdjou compie, sul palco, una vera e propria preparazione psicologica. Dopo una breve e nervosa passeggiata su e giù per il palco, egli si ferma, voltando le spalle al bilanciere, in una con centrazione intensissima. Le sue
labbra mormorano qualche cosa di incomprensibile, forse una pre ghiera, forse un sortilegio. Poi co mincia ad agitare violentemente il corpo, squassando i muscoli delle braccia quasi a scuoterli da un torpore misterioso. Infine si volta verso l’attrezzo : nei suoi oc chi è un indescrivibile furore con tenuto, un autentico odio saturo di minaccia. Avanza due passi, af ferra il bilanciere e parte di scat to per l’esereizio, lanciando un grido selvaggio, forse una supre ma invocazione alla Divinità. Al nostro valoroso Amati, l’ira niano diceva serio serio: Voi ita liani fare esercizi molto bene, ma non odiare bilanciere... Forse perchè nel cuore dei no stri cari ragazzi non può alber gare l’odio, neppure quello inof fensivo contro un attrezzo d’ac ciaio. Ma gli azzurri non sono stati da meno degli altri per volontà di affermazione e per tenacia ed i superbi risultati conseguiti, fra i
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j
quali spiccano i due titoli euro pei di Amati c Pignalti, ne sono la prova. Amati, il piccolo venditore am bulante ferrarese — che si auto definisce pomposamente indu striale dei tessuti fra le risale c i frizzi mordaci dei compagni — ha compiuto una prova che ha qualche cosa di eroico. Pochi giorni prima della gara, nell’alle namento collegiale compiuto nel l’eremo di Torno, si produceva una fortissima contusione allo sterno, per cui il medico sconsi gliava assolutamente la partecipa zione alla gara e ordinava un mese di riposo assoluto. 1 diri genti italiani erano molto per plessi, ma il ferrarese non volle sentire ragioni. E disputò la sua gara, vincendo ad ogni prova il dolore intenso che lo attanaglia va, e riusciva a conquistare il ti tolo di Campione d’Europa. Altra prova magnifica quella del massimo leggero Zardi, che nel duello ad oltranza col fran cese Herbaux per il titolo euro peo, spinto dalle vicende della gara, tentava all’ultima prova uno slancio di kg. 147,500: dicci chili al di sopra del record italiano. Impresa disperata, ma Zardi riu sciva a girare bene l’attrezzo e, con un prodigio di volontà riu sciva a slanciarlo in alto. Era un
attimo, ma la sorte non gli era favorevole e il bilanciere, non bene fissato sulle braccia, ricade va prima che passassero i rego lamentari due secondi. Per un soffio soltanto lo sfortunato atleta ferrarese aveva perduto il titolo europeo. Ma tutti i sei azzurri — Gior dano, Fiorentini. Mancinelli, Pignatti, oltre i due già citati — hanno compiuto una prova alta mente meritoria, dimostrando che la pesistica italiana è veramente sulla buona strada. Il solo Lizzio, in cattiva forma c infortunatosi flopo le prime prove, non riusciva a dare la misura esatta delle sue possibilità. Luigi Fattorini, Pietro Bianchi e Val Osmond, i tre artefici della affermazione azzurra, coloro che hanno amorosamente preparalo e curato gli atleti attraverso mesi di lavoro appassionato, possono es sere orgogliosi dei risultati otte nuti. E la pesistica italiana, che ha vinto a Milano la sua grande bat taglia organizzativa ed è riuscita a farsi conoscere ed ammirare dal mondo sportivo nazionale che la ignorava, può ora puntare, con sguardo e cuore sereno, a maggiori e più concrete afferma zioni. Alfonso Castelli
^campioni europei AMATI (gallo) o PI GAI ATTI (leggeri) col Commissario Tecnico, Fattorini
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UN PRODOTTO DEL C.S.I.
Balla leva del uesisla: alla squadra nazionale
Luciano de Uniiova
Luciano De Genova, dell’unione Sportiva Bogliasco quando, non an cora diciottenne, (è nato il 19 mag gio 1931) prese parte alla prima «Leva del Pesista», non aveva neanche la più lontana idea di quello che fosse il sollevamento pesi. Vincendo l’eliminatoria di Bo gliasco, si accese in lui la passione per la pesistica. Fin dalla sua prima gara in cam po nazionale si rivelò atleta di si curo avvenire; e difatti l’ascesa fu talmente brillante e rapida da sta bilire un record, nella pesistica ita liana, difficilmente abbassabile. De Genova appartiene alla categoria pesi piuma. Ecco il suo « stato di servizio » : 30 marzo 1949: vince l’eliminato ria L. P. a Bogliasco; 30 aprile 1950: vince il Trofeo Galimberti a Taormina; 14 maggio 1950: vince il Camp. Italiano III serie a Ri mini; 25 settembre 1950: vince il Trofeo Benegola a Modena; 8 ot tobre 1950: vince il Camp. Italiano II serie a Milano; 24 novembre 1950: vince il Gran Premio Roma a Beneventi; 2 giugno 1951: de butta in Squadra Nazionale, vin cendo brillantemente il suo 1« in contro internazionale a Genova (Italia-Svizzera); 8 luglio 1951: vin ce il Campionato Italiano Assoluto (I serie) a Brescia. E’ detentore del record italiano di III serie della distensione a due braccia con Kg. 81,700 stabilito a Milano 1’8 ottobre 1950.
Una risposta necessaria Dal Prof, don Enrico Corbella riceviamo con viva preghiera di pubblicare, la presente lettera; ciò che facciamo volentieri, in quanto scaturita da una po lemica sorta a seguito di un articolo su « Stadium » interpretato a modo suo dal Prof. Mazzarocchi sulla sua pubblicazione di Educazione fisica nella scuola
Mi vengono segnalati (e solo ora posso rispondere) i due articoli contro di me diretti e contenuti nei numeri 4 e 5 di questo anno. Mi è di meraviglia che il sig. prof S. Mazzarocchi non mi conosca; ci siamo incontrati più volle sui campi sportivi in occasione di Concorsi gin nici. Io conosco bene lui ed anche conosco le sue pub blicazioni. Non mi è dato di sapere chi ha steso l’articolo « Sport - Corbellerie », non essendovi apposta la firma Chiedo scusa se mi presento. Insegno Educazione Fi sica da trentanni ed insegno pure materie scientifiche in Scuole Medie Superiori. Ho qualche pubblicazione di carattere scientifico; seguo i problemi attinenti alle insegnamento; ho organizzato Concorsi e gare atletiche, ginnastiche, ecc. Scrivo, per richiesta, articoli su riviste e giornali; quindi anche su « Stadium». Con tutto que sto, il prof. Mazzarocchi può anche ritenermi un «asino» autentico. La presentazione serve solo a richiamare me alla memoria di detto professore. Nemmeno mi preoccupo della storpiatura del mio no me a significare quanto nel vocabolario passa sotto il vocabolo « corbellerie ». Io non faccio una storpiatura del nome « Mazzarocchi », perchè sento rispetto della sua persona, di suo padre, del suo casato, certamente onorabili. Trovo penoso (vorrei dire volgare) l'insistere sul mio carattere di sacerdote, con una ironia grossolana che appioppa giudizi inesistenti nei fatti. Proprio per cose che io non ho detto affatto. I due articolisti mi dicono: maldicente, non sincero... che io giudico una classe da pochi meno degni... la mia è prosa cattiva (questo « cattiva » pare abbia un signi ficato morale)... quale don Abbondio, colpisco chi ha bisogno di difesa, mi metto al servizio delle forze del denaro corruttore dimentico del mio dovere di servire la verità e la giustizia... e mi consiglia di « fare il prete ». Consiglio che accolgo, tanto è vero che tralascio al tre ingiurie, e che mi guardo dal portare rancore agli articolisti. Mazzarocchi conclude una tiritera di autentici insulti cosi: si è tanto inzaccherato ■ da aver deturpato la sua figura di sacerdote; mi invita quindi a ritornare alla Fede, per avvertire la bruttura della maldicenza, della ingiustizia, del servilismo, della vanità... e mi consiglia di « fare il prete ». Proj. Mazzarocchi e benevoli lettori, ascoltatemi un momento solo. Lei non ha letto bene i miei articoli; forse la mania di veder male ha velato il suo giudizio. Voglio esser più riguardoso: forse non mi sono spiegato bene, perchè lei mi interpretasse tanto male.
Mi conceda che in un articolo non si può dire tutto quello che si vuole e si dovrebbe; v'è sempre tirannia di spazio. Ebbene in vari articoli su « Stadium », su la « Gaz zetta dello Sport», sul il «Ginnasta», e su altri gior nali e riviste, il mio pensiero balza in evidenza. Ho sempre sostenuto la necessità di una Scuola Superiore di E. F„ la necessità di corsi di perfezionamento e ag giornamento, la necessità di retribuire con uno stipen dio decoroso per l’insegnante; ho difeso i diritti della Ed. Fis. nella Scuola nel confronto delle altre discipline; se ho accennato ad acciacchi di età non era per smi nuire la personalità dell’insegnante, come è evidente an che dal brano citato nel n. 4; se ho denunciato la avver sione di molti giovani alla Ed. Fis., ho fatto una constatazione evidente a chi ha occhi per vedere, e ho dato grande colpa alle attrezzature insufficienti e a cause indipendenti dalla buona volontà dell'insegnante; il " saltucchiare” era preso per problema di una lezione insufficiente di mezzi e di volontà; ho scritto e parlato e agito perchè CONI, Governo, Società approntino e mettano a disposizione campi e palestre. Nella diocesi di Milano, ho dato un impulso vigoroso alla costruzione di campi e palestre negli Oratori, ho diffuso e soste nuto con tutte le forze società e attività ginniche e spor tive nelle Associazioni cattoliche. Come si può accusar mi di maldicenza, di essere un lustrascarpe, di infamare la benemerita classe insegnante... bisogna travolgere tutto il senso dei miei articoli. E la critica alla proposta di mettere le Scuole sul campo sportivo? Ma lo esperimento è già stato fatto. Ben si intende, non quell'esperimento a cui accenna l'articolista nel n. 5 Ma un esperimento riuscitissimo, dal punto di vista sco lastico e atletico. Nel mio Liceo Scientifico questo espe rimento è in atto da oltre vent'anni, nonostante la man canza di una pista. Di tra i miei alunni sono usciti ot timi giocatori di calcio, velocisti, lanciatovi, ginnasti... appunto perchè la Scuola di Ed. Fis. è fatta con il me todo della realizzazione sul campo. Tre anni fa, feci fare un esperimento simile in un grande Collegio di Milano: campo Giuriati, e Arena; palazzo del ghiaccio, tiro a se gno alla Cagnaia, scherma, equitazione, ecc. sotto la di rezione di insegnanti e allenatori, in mezze giornate ài esercitazione. L’esperimento diede piena soddisfazione. Mi dia ascolto prof. Mazzarocchi: ci vuol chi sappia fare, e poi tutto cammina. Dirmi che la Ed. Fis. non è la mia materia... « in una materia che non è la sua... dice cristalline corbellerie »... confessi che s'è sbagliato. Proprio non penso di essere « malefico » e spero di di non deturpare la figura di sacerdote ». E debbo anche annotare che « Stadium », quanto sopra ho esposto, conosce e difende. E dire che io grido « abbasso la Educazione Fisica. Evviva lo Sport » è dire una cosa goffa. Mai ho sognato simile abbasso. Ma grido sempre: viva la Ed. Fis., viva lo sport — facciamo camminare tutte e due le cose nel migliore dei modi.
Don Enrico Corbella
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IMPIANTI SPORTIVI PER LE BORGATE
Il campo “Francese Pacelli,, inaugurato a Roma dal Cardinale Micara « E’ sempre con un senso di in tima soddisfazione che si vede sor gere un nuovo Centro Sportivo Cattolico, perché è lecito pensare che la nuova palestra che si apre alla educazione, agli esercizi fisici di tanti giovani, non si limiterà a sviluppare le loro forze, le loro capacità corporali, ma avrà un be nefico influsso, anche c soprat tutto nella loro formazione spi rituale e religiosa, realizzando così l’antico adagio, che è per noi, oggi, un augurio, « mens sana in corpore sano ». « Questa soddisfazione è anche più viva in me in questo momento poiché ha avuto il privilegio di invocare su questo nuovo campo sportivo le benedizioni del Signo re. Ed è con tutto il cuore che io ho presentato a Dio le invocazioni, i voti, le preghiere che la Chiesa mette sulle labbra del suo Mini stro e che sono l’espressione della
materna sollecitudine di Essa per i suoi figli ». « La soddisfazione vostra e mia è poi tanto più grande se pensia mo al nome che il campo sportivo che inauguriamo oggi, avrà il pri vilegio di portare. Nome illustre fra tutti, tanto caro ai nostri cuori e che ciascuna pronuncia con un senso di profondo rispetto, di in tima venerazione, di sincera grati tudine. « Esso è una bandiera, un sim bolo, un programma. Bandiera intorno alla quale si stringeranno «pianti quanti amano il bene, de siderano il trionfo dei più sani e nobili ideali e sono decisi a com battere per essi. Simbolo di elevatezza di senti menti, di nobiltà, di propositi, di generosità sempre viva, di retti tudine a tutta prova, di costante disposizione a far tutto a tutti, ed essere sempre al primo posto là
Il Card. Micara giungo al nuovo campo u Francesco Pacelli „ accompagnato da Mons. Spallanzani • ricevuto dal Presidente del Comitato Provinciale romano Prof. Bartolo Paschotta.
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ove vi è una causa giusta da di fendere, del bene da operare, del male da impedire. Programma di profondo ed ope roso attaccamento a Dio, alla Sede Apostolica, alla Chiesa, alla Pa tria ed alla famiglia ». Con queste parole S. Em. il Card. Clemente Micara ha inau gurato lo scorso mese di novem bre il nuovo campo sportivo in titolato a Francesco Pacelli, nel popoloso e fervido quartiere « Quadrato » di Roma. Si tratta del primo di una serie di im pianti sportivi che vedranno la luce man mano che sarà possibile, allo sport cattolico, sintetizzato e degnamente espresso in Roma dal Comitato Provinciale del C.S.I., che in questo senso va operando proprio in modo meritevole. Mancano ovunque gli impianti sportivi, non quelli calcistici che bene o male si racimolano qua e là per l’Italia, in ogni dove: bensì gli altri che giovano maggior mente alla impostazione fisico atletica dei giovanissimi e quindi con ampiezza per i giuochi che più si addicono alla loro forma zione. L’inaugurazione, pur maestosa e significativa, trascende dunque il suo stesso particolare valore per allacciarsi ad un programma che. è non soltanto nella mente dei Dirigenti provinciali romani del C.S.I. ma in quella della stes sa Presidenza Centrale del Cen tro Sportivo Italiano la quale va adoperandosi perché ogni par rocchia e quindi ogni rione di Ita lia abbia una minima attrezza tura che consenta lo sviluppo pra tico di una attività fisico-atle tica. La manifestazione romana me rita tuttavia d’essere sottolineata e inquadrata ' nella festosa cor nice.
1 j.—sajFjwjstìSfo
n
L’Avv. Vittorino Veronese, Presidente Generale dell'A. C. I. rievoca la luminosa figura del Principe Francesco Pacelli
L’11 novembre sui terreni di Via della Columella ancora in fase di allestimento, attorno alla lucente figura del Card. Vicario erano Mons. Borgoncini Duca Nunzio Apostolico in Italia, i Principi Carlo, Marc’Antonio c Giulio Pacelli con le loro fami glie; il Sindaco di Roma Ing. Re becchini, Mons. Guerri in rap presentanza di S. Em. il Cardi nale Canali; i Sottosegretari Ondi Mattarclla e Maria Cingolani, il Prefetto di Roma; i Mon signori Pietro Ercoli, Spallanzani c Galletto; i rappresentanti del CONI, del Centro Sportivo Libertas e delle molte Organizza zioni politiche e sportive oltre naturalmente ad un fiammeggiare di bandiere delle Unioni Sportive del C.S.I. di tutta Roma, con lar ghe rappresentanze, liete di fe steggiare la nascita di un nuovo impianto. 11 Card. Vicario, tagliato il simbolico nastro che era sorretto da due atleti all’ingresso del cam po si inoltrava per i viali che delimetano i vari settóri, benedicen doli e predeva posto unitamente
alle Autorità nel recinto centrale che era stato festosamente addob bato con il concorso del Comune di Roma. Il Presidente del Comitato Pro vinciale Romano del C.S.I. Pro fessore Bartolo Paschetta, rivol geva un deferente e riconoscente saluto a Sua Eminenza e alle au torità presenti, esprimendo al S. Padre la più devota e filiale riconoscenza sua e del Comitato Provinciale, per le continue pro ve di generosa benevolenza rice vute, rinnovando la promessa di voler sempre più estendere il pro prio lavoro a beneficio della gio ventù delle Borgate Romane, al fine di fare della attività sportiva un mezzo per conservarla alla Chiesa e alla Patria. Al Prof. Paschetta faceva se guito l’Avv. Vittorino Veronese, Presidente Generale dclPAzione Cattolica Italiana che si rivolgeva in particolare ai giovani sportivi presenti i quali avrebbero avuto quotidianamento sotto gli occhi il nome di Francesco Pacelli e li esortava ad avere nel ricordo la Sua figura come quella di un ro-
mano esemplare che amò con pas sione la Patria alle cui istituzioni lealmente ed efficacemente collaborò. L’Avv. Veronese ha lumeg giato la personalità di Francesco Pacelli attraverso i tempi e nella sua feconda opera costruttrice per ii bene della Chiesa e dei giovani in particolare. Alle parole dell’Aw. Veronese, applauditissime, si associava il Sindaco di Roma, lieto della nuo va realizzazione sportiva, assicu rando che il Comune della Ca pitale si preoccupa quotidiana mente per aiutare alla realizza zione di queste installazioni spor tive che sono indispensabili non soltanto per la formazione fisica, > ma anche e soprattutto per quel la morale del giovane. Agli oratori cui abbiamo fatto cenno, rispondeva e concludeva con le belle parole che hanno aperto la nostra breve relazione, il Card. Vicario il quale conclu deva impartendo a tutti i pre senti la S .Benedizione auguran do uno sviluppo costruttivo e benefico per lo sport.
n. b.
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■
Pallacanestro - Gioco o spettacolo?
nuora om /oh «li Gi«>vniiiii GÓiimw «le Termi
li a recente crisi di
una
società
di
serie A, che ha portato all’allontana mento dell’allenatore, è stata generata da contrasti d’indole esclusivamente tecnica. 1 giocatori hanno dichiarato che non andavano più d’accordo eoi loro istruttore perchè si vedevano ri dotti a dei numeri; che in campo non avevano e non dovevano avere alcuna
iniziativa ma ricordare soltanto le le zioni imparate a memoria e applicare gli schemi passati e ripassati durante gli allenamenti. Continuando il nostro colloquio con un altro giocatore, no
stro vecchio compagno di squadra ed ora una delle colonne della nazionale italiana, apprendemmo come, già da un pezzo, in America la zona fosse stata abbandonata. E ci citava il caso della vittoria della sua squadra con «pici la americana del Sewanee a Milano in cui, alla line dell’incontro, gli avversari si congratularono con i loro vincitori ma li accusarono anche di aver praticato un gioco ostruzionistico. E, alla meraviglia degli italiani, i « yankee » replicarono dicendo che gli
avversari, giocando a zona, non ave vano fatto un gioco degno di esser definito tale. Beh! A parte il fatto che la predica veniva da un pùlpito non proprio adatto, c’è da rimarcare che
gli stessi creatori della zona oggi ripudiano. Meglio tardi che mai!
la
Non siamo mai stati amanti della zona e non per antipatia, o qualcosa di simile, ma perchè essa rappresenta un sistema di gioco che snatura l’es senza prima dell'atleta; che lo fa ri sparmiare là dove, negli anni passati,
profondeva un tesoro di energie e di generosità agonistica; che gli dà un
automatismo e un meccanismo che con trasta in modo sensibile con la na
tura stessa dello sport in genere e del basket in particolare. L’improvvisazio ne che scaturisce da dogmi e schemi è sempre una cosa molto approssima
tiva; il contropiede, che spesso dà tono ad un’intera partita, è quasi bandito. Resta quell’esasperante andazzo « del l’io a tc e tu a me » in attesa che la zona avversaria si squilibri; resta quel
trottérellare
verso
la
propria
area,
dopo aver segnato, in attesa pacifica dell’ofTensiva avversaria. Quando ci siamo azzardati, nel pas sato, a condannare questo stato di cose, a disapprovare i vari 2-1-2, 1-3-1, 2-3, 4-1 ecc. abbiamo fatto la figura di no
PnllacanoKtro i ■ Inno lo, lotta, armonia, oototloa»
nn
stalgici... e di incompetenti. Ora, però, che gli stessi americani l’hanno ripu diata, ora che, anche in Italia, gio catori di serie A si ribellano aperta mente alla loro funzione di puri au tomi, ora si ritorna all’antico. In quale antico, poi, non è altro che « l’uomo a uomo tutto campo » o, se preferite, « a pressing ». Purtroppo, oggi non esiste in Italia una sola squa dra capace di realizzare un siffatto gioco fin dal primo minuto. Ai nostri
tempi — brutta frase, d’accordo, ma niente affatto anacronistica — ai no stri tempi, dunque, c cioè circa 10 anni or sono, la palaeanestro godeva di po che ed essenziali regola che, pur in frenando, da una parte, la perfetta li bertà atletica del giocatore, dall’altra gli lasciava ampia facoltà di improvvi sazione e di creazione. Poi si volle pas sare ad un gioco meno tirato, più ri posante, più... furbo; si ebbe, così, la zona con tutti i vari schieramenti, si ebbe il bloccaggio e lo sfondamento, i tre e i dieci secondi, il velo e l’incro cio ecc. Il tutto adatto, secondo i crea tori, a rendere il gioco più ragionato (di qui il fattore mnemonico e la stuc chevole aridità degli allenamenti), più spettacolo. E, parlando di spettacolo, non intendiamo alludere ai negri dell’Harlem. Il buon Naismith, nel 1891, non im maginava quale sviluppo polemico avrebbe avuto la sua creatura. Egli creò il basket come gioco; gli americani
fisticata, leziosa, meccanica il cui rego
sono essere utili al nostro stile e alle
lamento viene continuamente trasforma to a tavolino secondo un indefettibile filo logico, di cui i rinnovatori alta
nostre capacità. Con questo sistema cor riamo sempre il rischio di trovarci, sia pure per un metro o per un secondo,
mente si compiacciono, ma mai secondo
indietro agli altri.
un indirizzo pratico per un concreto
La zona vuol dire stasi o, almeno, costruzione paziente di un mosaico i
adattamento all’atleta sul campo.
Giunti a questo punto dovremmo li
rare le immancabili conclusioni...
cui pezzi
sono
stati
costruiti
certosi
Sono presto fatte. La zona, costruita
namente in palestra; è difficile, con queste basi, far scaturire dell’entusia
ed accettata da tutti come uno dei tanti
smo fra il pubblico italiano. Difficile
« ultimo grido », non è nata in funzione
perchè mezzi, impianti, frequenza agli
di gioco ma, ripetiamo, di spettacolo. Secondo questo presupposto, ogni spet
allenamenti non ci consentono di pro
tacolo ha bisogno di essere cambiato o rinnovato. Ma mentre in America —
secondo i concetti essenziali per i quali
grazie al numero sbalorditivo di pra ticanti — tale sistema di gioco ha po
durre clementi idonei a giocare la zona
fu creata. L'« uomo
uomo »
vuol
dire lotta
tuto avere dei cultori che hanno sa
se nza respiro, combattimento, creazione, tecnica che anch’essa può creare lo
puto e potuto valorizzarne i lati buo ni, in Italia la tecnica, per quanto in
spettacolo.
netto miglioramento, non ha potuto fare altrettanto.
con i dovuti aggiornamenti, non solo
E di qui la constatazione, non pro prio piacevole, come il nostro conti nuo aggiornamento abbia tutto l'aspet to di un rassegnato adattarsi all’evo luzione altrui, anziché di un obbiettivo
assorbimento di quelle cose che pos-
Il ritorno al vecchio è
opportuno
e
stile, seppure
desideralo
anche
ma,
quando si vorrà fare dello spettacolo,
si avrà il merito di crearlo genuino e non si scodellerà al pubblico un pro
dotto che saprà di chiuso e di biblio teca.
Nuovi campi di pallacanestro
; I
oggi — causa il professionismo che lar vatamente o esplicitamente s’introduce in tutti gli sport — ne hanno decretato la trasformazione in spettacolo. Di qui la necessità di rivedere continuamente le regole.
i
Ma diamo uno sguardo ad altri sport. Vedremo come lo stesso « sistema » nel calcio, sebbene discusso, non sia « stro
:
logato » e «artificioso»; come la palla
nuoto, grazie alle innovazioni, si sia
snellita c articolata... La pallacanestro, invece, ha voluto andare troppo in là,
tropp ooltre le sue stesse possibilità spettacolari intrinseche, ha voluto for zare la mano senza pensare che, per
far ciò, ci vogliono elementi eccezionali ■
e che, in ogni caso, non solo non rap presentano mai la normalità e la massa, ma non faranno mai dello sport per lo sport. Quindi non si può più parlare di ge nerosità, agonismo, dedizione, intelli
genza ma, purtroppo, di un’attività se
■
:
La prima attrezzatura sorta al campo sportivo “ Francesco Pacelli „ è stata quella ccstistica.
35
1
5'
f.
Maturità cestistica nel C.S.l. Si è avuto bisogno di un’altra giornata di gare, oltre le tre pre viste, per poter rompere Fequilibrio stabilitosi dopo gli incontri finali, valevoli per i tre primi po sti della classifica generale, fra le balde squadre di Trento, Milano e Taranto. Questo fatto dimostra meglio di ogni altra lunga argomentazione, come la lotta per l'aggiudicazione de! titolo sia stata incerta ed av vincente e come la preparazione tecnica ed agonistica non fosse monopolio di alcuna squadra. Ci. dimostra pure come, dalle origini, Fattività cestistica del C.S.l. sia stata concepita e sviluppata con serietà ed avvedutezza. Ma sarem mo ingiusti se, dopo le prime tre classificate, non ricordassimo qui anche le encomiabili gare dispu tate dai veloci ragazzi della « Dia voli Gialli » di Ravenna, dai tecni ci Pescaresi, dagli istancabili Sar di e dai volitivi giovani napo letani. Occorre anche dire che, se l'alloro è toccato ai baldi atleti di Trento, anche i giovani cestisti di Taranto e di Milano, classificatisi nell'ordine, si sono dimostrati degni dell'afefrmazione. Nel 1950 l’attività cestistica del Centro Sportivo Italiano si dilata e prende maggiormente consisten za tecnica in ogni zona d’Italia, tanto che il numero delle finaliste nazionali, venute fuori da altret tante eliminatorie regionali, si è accresciuto ancora di altre unità. S<? in queste ultime finali na zionali non si è verificato quanto successo in quel di Bari Fanno precedente, ciò è dipeso princi palmente dai sorprendenti pro gressi raggiunti dai ragazzi della Victoria di Pesaro, Unione Spor tiva questa che si è dimostrata, come meglio vedremo appresso, una vera fucina di campioni del la specialità. Tale manifestazione ha fatto costatare anche come le tattiche di gioco, ancora in em brione Fanno precedente, si siano
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evolute in efficacia e in bellezza in aveva fatto da cuscinetto alle al dipendenza della migliorata im tre finaliste, quest’anno, invece, postazione tecnica delle squadre pur essendo impegnata nel girone e della più razionale preparazio eliminatorio più difficile, ha di ne individuale. Si sono visti ap sputato una serie di gare brillan plicare sistemi di attacco e di di ti, tanto da riscuotere le generalifesa « a zona » e ad « uomo a simpatie dei tecnici, della stampa uomo » con la sicurezza e la pra- e de! pubblico. dicità di atleti esperti: il giudizio L’aggiudicazione del titolo na lusinghiero espresso a tal propo zionale è spettata, come già nel sito dai Tecnici e Dirigenti pre « 50, ai prestigiosi ragazzi pesa senti sui campi di gara, è stato, resi che hanno saputo vincere ogni per tutti quei bravi ragazzi, il con Ir mito, mettendo in mostra, ol riconoscimento maggiormente am tre che un armonioso assieme di bito. squadra, le migliori capacità in L’anno sportivo, che ormai vol dividualità. E se il premio del ge alla fine, ha rilevato, però, più migliore giocatore del torneo è degli altri, i progressi sorpren stato assegnato al Riminucci, an denti del cestismo del C.S.l. In che gli altri componenti la squa fatti, si sono avute le magnifiche dra sono stati altrettanto merite finali nazionali di Reggio Emilia voli della maggiore considera (27-29 luglio) dove si è potuto as zione. sistere a incontri di pallacanestro Insieme ai ragazzi di Pesaro di un livello tecnico e agonistico vanno doverosamente ricordati tali- da fare invidia a molti in quelli di Vercelli, Cremona, Sas contri dei maggiori campionati sari, Muterà, Roma, fino a quelli italiani. Si è vista, in altri termini, della Calabria, delle Marche e della autentica pallacanestro, gio della Sicilia. Le squadre finaliste a Reggio cata con impegno massimo, ma con correttezza, e disciplina vera Emilia hanno rappresentato l’eli mente esemplari: schemi di gioco te di circa 200 squadre, sparse in improntati ai dettami della mi quasi tutte le provincie d’Italia. L’attività dei giovanissimi del gliore tecnica moderna, giovani cestiti operare con lo stile e le C.S.L, anche se più sviluppata facoltà realizzatrici di autentici quest’anno, si è dovuta limitare assi nascenti, tanto che si è sentita alla fase regionale. In compenso, la necessità di premiare sul cam insieme ai sopracennati campio po i due migliori atleti e gli al nati promossi dal Centro, si sono lenatori delle due squadre meglio avute anche intense attività locali a iniziativa dei vari Comitati Pro classificate. A Reggio Emilia, per le finali vinciali dipendenti. Di queste, per di questo campionato nazionale, la loro maggiore importanza, me si sono incontrate le quattordici ritano di essere, ricordati il « Tor squadre vincenti le rispettive eli neo Epifania. » di Parma, al quale, minatorie regionali. Alcune di es hanno partecipato cinque squadre; se nuove a tali manifestazioni: in il « Campionato Cittadino » di Pe tendiamo parlare dei ragazzi ca scara (sei squadre); il « Torneo labresi e dei marchigiani. Essi, ti Provinciale » di Treviso (otto midi alle prime gare, con un cre squadre) ; il « Torneo Notturno » scendo meraviglioso, hanno realiz di La Sesia (Vercelli) (sei squa zato prestazioni degne di ogni dre); il « Trofeo di Ferragosto » considerazione. La stessa squadra di Sassari (quattro squadre) ; « la romana, la « Nive Candidior » Coppa Città di Fiorenzuola » (Reg che, nel precedente campionato, gio Emilia) (quattro squadre) e
il « Trofeo d’apertura » di Roma (sedici squadre).
Altra importante attività cestistica del C.S.I., a carattere nazio nale, è stata quella del « I Trofeo Nazionale del C.S.I. ». Ad esso hanno partecipato la maggior par te delle squadre che avevano già preso parte al Cam pionat o Nazio nale, conclusosi a Reggio Emilia, nonché le squadre del C.S.I. che avevano disputato i campionati federali. La eliminazione delle squadre partecipanti al trofeo nazionale è incominciata con i tornei provin ciali ed ha proseguito con quelli regionali al fine di ammettere alle finali nazionali una squadra per ognuna delle quattro zone: Nord, Centro-Nord, Centro-Sud e Sud. Pertanto nei giorni 20 e 21 otto bre u.s. si sono incontrati a Roma la « Landini » (La Spezia), la «Esperia» (Cagliari), la «Victo ria» (Pesaro) e la «Vomero» (Napoli). Le suddette squadre si sono clas sificate come segue: 1. Victoria, 2. Esperia, 3. Vomero, 4. Landini. Come si è visto, anche il « I Tro feo Nazionale del C.S.I. » è stato appannaggio dei magnifici cestisti pesaresi. I pupilli del Prof. Filippucci noti conoscono ostacoli: per essi ogni gara è una vittoria. Nè potrebbe essere altrimenti, ove si consideri ché il buon Fava, oltre ad essere giocatore ed alle natore della prima squadra del C.S.I. Pesaro, che milita degna mente fra le elette della F.I.P., ogni anno mette fuori ottimi nuo vi cestisti, alcuni dei quali- gioca no ora nella sua stessa squadra: uno di loro, il Minelli, ha già avu to l’onore di vestire la maglia az zurra nella rappresentativa italiaHO, inviata ultimamente in Tur chia. Nel luglio del 1949, pur assi stendo alle belle finali del campio nato nazionale del C.S.I., nessuno avrebbe potuto prevedere di assi stere, in breve volgere di tempo, cioè nel 1951, a manifestazioni cestistiche veramente elevate, per contenuto tecnico e spettacolare, come quelle, svoltesi nei campi di giuoco di Reggio Emilia e di Ro ma. E, s’è pur vero, che nella squa dra del Pesaro figurano molti gio vani già temprati alle esigenze del
massimo campionato italiano, è al trettanto vero che hanno gareg giato in maniera egregia pure i giovani che ancora non hanno var cato ancora le soglie del C.S.I. In vero, tanto rincontro finale per il terzo e quarto posto, disputato dalle squadre di .Napoli e di La Spezia, quanto quello per il pri mo e secondo posto, da quelle di
Pesaro e di Cagliari, sono stati oltremodo combattuti ed incerti. Alla fine la graduatoria sportiva si è dovuta pur fare, ma tanto le squadre che gli aiteti, sono stati tutti vittoriosi di una cavalleresca e spettacolare manifestazione cestistica che rimarrà nei graditi ri cordi dei presenti. FrunccNeo Critelli
Le migliori^del “ Trofeo Nazionale H - C. S. I.
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L’OBIETTIVO SUL RING “carrellata,, in tutto il mondo ili Declo Lucarini
Forse Rocky Marciano è l’atteso messia della razza bianca - Joe Louis é caduto su quello stesso ring che ne segnò l’ascesa ■ Con l’eclissi di Tiberio Mitri la boxe italiana ha’jDerduto l’ultima sua stella • Le maglie azzurre, invece, brillano ancora nel cielo del firma mento olimpico, pronto per Helsinki.
Il 5 aprile del 1915, a Toledo, Jess Willard mise k.o. alla 26" ripresa il negro Jack Johnson e si impossessò del campionato mondiale dei pesi massimi che il colossale negro aveva conquistato sette anni prima togliendolo al canadese Tommy Burns dopo 14 rounds di lotta. Fu tale il furioso entusiasmo per il fatto che il negro fosse finalmente buttato giti da quel trono che per anni aveva occupato, che nes suno si soffermò sulla circostanza che il massiccio cow-boy del West fosse un campione di mezza tacca, forte soltanto di membra, quel che contava era soltanto che la razza bianca potesse risollevare il capo che l'avvento del grande Johnson aveva per sì lungo tempo costretto all’inchino. Da allora, e per 22 anni di seguito, i campioni mondiali assoluti furono tutti bianchi: Dempsey, che spodestò Wil lard nel 1919, Tunney, Schmeling, Sharkey, Cantera, Baer, Braddock. Poi, la sera del 22 giugno 1937 ecco un altro negro assurgere nuovamente alla dignità di campione del mondo: era costui Joe Louis, il quale spodestò l’ex scari catore di porto Braddock in otto riprese. E la razza bianca fu tenuta ancora in i soggezione per altri dodici anni, fino a quel giorno del marzo del 1949 in cui il « bombardiere negro » annunciò il suo ritiro dal ring. Fu, codesto atto, un altro titolo di merito per Joe Louis il quale aveva saputo ritirarsi in tempo, imbattuto, alla rispettabile età per un boxeur di 35 anni. Due altri negri furono chiamati a contendersi l’eredità : Joe Walcott ed Ezzard Charles. Vinse quest'ultimo, più giovane, più svelto, pugilisticamente più intelligente ed estroso. Soltanto due anni dopo, vale a dire nello scorso mese di luglio, i due si ritrovarono di fronte e l’ex pugile affamato — realizzando un’impresa che sembrava ormai essergli definitivamente preclusa — sovvertì il precedente risultato battendo per k.o. Charles e divenendo campione del mondo agli ultimi passi della sua travagliata carriera ed alla non più verde età di 36 anni. Ma Joe Louis aveva voluto intanto riuscire dall’ombra in cui si era volontariamente cacciato. A stanarlo non fu la fiaccola dell’orgoglio ma il lumicino del bisogno. A conti fatti, egli si accorse di essere tanto poco ricco da non poter neppure pagare il fisco senza intaccare i suoi beni immo bili; e così si decise a riprendere quel cammino che non poteva che procurargli gioie effimere e delusioni incancel labili. Dopo circa 18 mesi di... tregua, tornò alle battaglie del ring il 27 settembre del 1950 e se la prese subito con l’anzidetto campione del mondo Ezzard Charles, il suo nome avendo ancora tanto lustro da risparmiargli le soste in an ticamera. Venne battuto ai punti in 15 riprese ed il solo applauso che si meritò fu quello tributato al suo coraggio, alla sua tenacia che confinò in certi momenti con lo stoicismo; ma quanto lontano era il Joe Louis di quella sera da colui che aveva riempito per anni ed anni il ring della sua marcata personalità di campione ricco di classe, di stile e di auto rità! Tuttavia Joe non poteva dichiararsi vinto: gli occorreLouis sta por crollare sotto la potente azione di Marciano.
: vano dollari, dollari e poi ancora dollari. Continuò, così a perdere sudore in palestra, si assoggettò ad una vita di sacri fici c di rinunce e, bene o male, riuscì ad eliminare uno dietro l'altro il giovane argentino Cesar Brion, il negro cubano Omelio Agramente, l’americano Lee Savold, i fra telli di colore Andy Walker e .lini Bivins. A tappe faticose ma vittoriose, Joe Louis si era riportato, così, sulla porta del titolo mondiale, quel titolo che non fu mai per la seconda volta dello stesso detentore, dai tempi di Jim Jeffries ad oggi. Ma Louis accarezzava anche questa illusione. Non era forse ad attenderlo Joe Walcott, colui che egli aveva battuto per due volte, una ai punti e l’altra per k.o.? Forse egli avrebbe potuto fregiarsi anche di quest'altra splendente medaglia. Forza, dunque, Joe! Mancava una sola tappa per arrivare; disgrazia ha vo luto che essa si chiamasse Rocky Marciano, nome appartenente ad un aitante giovanottone italo-amcricano dal nome originario di Rocco Francesco Marcheggiano, figlio di un ciabattino del Brockton, emigrato in America dalla sua natia Chieti. Rocky ha 27 anni, è forte come un bue. ha appreso l’arte del pugno da militare e nella sua breve car riera professionistica ha disputato soltanto 37 incontri. Ma non ne ha perso uno, ha disteso ai suoi piedi 32 competi tori, 5 li ha sconfitti ai punti. Joe Louis sperava di farla franca: del resto doveva guar darsi solo da quel terribile pugno, che in fatto di abilità e di esperienza egli poteva dire di avere la partita già in tasca. Eppure la tragedia è avvenuta. All'ottavo round, un colpo d’ariete lo ha stroncato e tutto è crollato intorno a lui: sogni, speranze, illusioni. Per la seconda volta nella sua superba carriera, Joe Louis ha conosciuto l’onta del k.o.; ma mentre la prima, inflittagli dal tedesco Max Schmeling
lici 1936 (e cancellata clamorosamente due anni dopo) recava il segno della giovinezza e dell’inesperienza, l’attuale porta impresso il marchio della suprema legge della natura che
non può concedere che fallaci deroghe. Su quello stesso ring del Madison Square Garden che ne segnò le prime affermazioni, Joe Louis è caduto senza gloria c senza infamia, ma sopratutto — e questo è vera mente triste per lui — cancellando dalla mente degli spet tatori, presenti c dinanzi alle migliaia e migliaia di appa recchi televisivi, il ricordo delle sue passate splendide im prese, con questa ultima la quale non ha destato che pietà. In Rocky Marciano si vorrebbe vedere il nuovo Jack Dempsey: ma c’è dell’euforia in un simile avvicinamento tra colui che fu il più grande campione dell ultimo tren tennio ed uno dei più grandi di tutti i tempi e costui che è, fin qui, armato solo della sua forza fisica e della eccezionale potenza di pugno. E' peraltro vero che in un periodo di magra in cui regna ancora quel Joe Walcott che ha il tempo non meno crudelmente segnato dello stesso Joe Louis, al figlio del ciabattino del Brockton è lecito guardare come al tanto invocato « messia » della razza bianca nel mondo dei pugni.
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Riportando l’obiettivo in casa nostra, troviamo una situa zione tutt’altro che lieta. Sullo schermo del pugilato italiano brillavano fino a quelche tempo fa tre nomi che si identificavano con altrettante conquiste di titoli continentali: Ro berto Proietti campione europeo dei pesi leggeri, Livio Minelli campione dei pesi welters c Tiberio Mitri campione dei pesi medi. Nel breve volger di tempo che va dai primi dello scorso anno ad oggi, queste tre stelle sono cadute, per ragioni diverse, una dietro l’altra. Proietti ha abdicato vo
Un altro Incontro famoso : Mitri atterrato da Hnmea al 2° tonti
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lontariamente, prima che avesse inizio anche per lui la inevitabile parabola discendente; Livio Minelli, nettamente al disotto del giovane che conquistò i primi posti sui rings degli Stati Uniti appena quattro o cinque anni or sono, ha ceduto dapprima il titolo al « San-Gri-La » della boxe ita liana Michele Palermo (il quale lo ha perduto or non è molto di fronte all’inglese Eddie Thomas) e poi ha conti nuato a barcamenarsi in una serie di incontri di media le vatura e di nessuna risonanza internazionale. Tiberio Mitri, invece...
Le vicende di Tiberio Mitri sono complesse e complicate, in certi dettagli addirittura inspiegabili. Dal 1946 al 1949, guidato con rara perizia dal suo manager Pasquale Gramegna, egli percorse a passo cauto ma sempre più sicuro tutte le tappe che dal noviziato lo condussero al campionato d’Europa. Cinquanta e più tappe, tutte vittoriose. Poi Pa squale Gramegna passò ad altra vita e Mitri restò solo. Ma fu, la sua, una solitudine alla quale non volle neppur cre dere, illudendosi, anzi, di poter fare a meno di trovarsi un altro degno manager. Volle fare da sè e si ribellò al suo nuovo procuratore Saverio Turiello il quale gli spianò la strada al campionato del mondo che gli fece disputare al suo secondo incontro americano, alleata la sorte che pose Mitri dinanzi alla favorevole occasione di rimpiazzare il progettato avversario di Jacke La Motta in quel match per il titolo. Mitri perse e non seppe perdere con la stessa virilità e intrepidezza con cui aveva tante volte saputo vincere. Si guardò intorno, cercò scuse, gettò la croce addosso a Tu riello. Da allora non si è ritrovato ancora e mentre sem brava avviato su una giusta vita di ripresa, ecco il grosso lano errore consumato la sera del 22 ottobre a Parigi dove egli accettò di misurarsi con Charles Humez, campione di Francia e d’Europa dei pesi welters, categoria inferiore alla sua e quindi in ogni caso da evitare in quanto una affer mazione sarebbe stata già sminuita da questa circostanza mentre una sconfitta avrebbe avuto ripercussioni addirittura disastrose.
un Palazzo dello Sport che, almeno nelle metropoli di Roma e Milano, vorrebbe dire attività ritmica, manifestazioni di risonanza internazionale e di propaganda — il pugilato pro fessionistico italiano vive uno dei suoi periodo meno felici e solo la comprensione delle massime autorità sportive e la ferma volontà degli uomini che ne hanno a cuore le sorti clic se non è potrà strappare alla morsa di una « crisi » che ancora in atto, certamente è nell’aria. Il pugilato dilettantistico, invece, vive ancora della sua
gloria olimpionica, rinverdita dalla smagliante affermazione colta ai Campionati Europei del maggio scorso, a Milano, dove l’Italia conquistò il primo posto tra le venti nazioni in gara e quattro titoli individuali su dieci. Dopo di che, la squadra azzurra ha conseguito ancora un netto successo ai recenti Giuochi del Mediterraneo e, senza concedersi ri poso, è passata sul ring di Gotemburgo dove ha pareggiato con la forte squadra nazionale svedese mentre due giorni dopo, a Stoccolma, ha nettamente piegato una forte rappre sentativa locale; il 2 novembre scorso, a Dublino, ha ancora bloccata sul 10 a 10 la massiccia compagine irlandese. Il giorno 14 novembre a Londra, infine, ultimo cimento con la prestigiosa squadra nettamente sconfitta per 14 a 6. Sono, codesti, risultati che inorgogliscono; eppure la vicina im presa olimpionica si presenta irta di difficoltà, per noi, oltre che di responsabilità. Il materiale a disposizione è ottimo, nel complesso, ma non eccellente in ogni sua sezione; vo gliamo dire che mentre in alcune categorie possiamo arrivare perfino ad individuare il continuatore delle gesta dei vari Tamagnini, Orlandi, Toscani, Sergo e Fermenti, in altre più di una apprensione è giustificata. Tuttavia Helsinki offre an cora 250 giorni di lavoro e di preparazione; e si può essere
E così è stato. Mitri ha perduto ed in questa « Waterloo » ha smarrito tutto quanto di forza intima e morale sembrava aver recuperato attraverso talune precedenti prove. Al punto come stanno le cose, egli è da considerarsi in piena eclissi e sarà un miracolo se riuscirà a tornare in una zona di luce adeguata ai suoi trascorsi; eppure siamo dinanzi ad un gio vane di 26 anni, cioè a dire nella piena maturità fisica e mentale di un atleta. Per noi, Mitri commise il primo errore nell’andar sposo alla bella « miss Italia 1948 » nel periodo cruciale della sua carriera, poiché lo sport — ed in modo particolare quello del pugno — non può accettare compro messi se non a tempo debito ed in casi del tutto particolari che non erano davvero quelli del giovane Tiberio e della giovanissima Fulvia. Secondo errore, che ancora perdura mentre il primo può essere ridotto ormai di proporzioni per forza normale di cose, quello di non decidersi a scegliersi una guida capace, sicura, autorevole, che lasci l’atleta ai soli compiti che gli comeptono e che si riassumono poi nella parola « palestra ». Fino a che Mitri non capirà tutto questo, inutile sperare in una sua possibile, seppure in ogni caso problematica, ripresa.
* * * Privo di nomi di prima grandezza, osteggiato nella sua azione di rifornimento dalla carenza di palestre e di im pianti sportivi — e sopratutto dalla assoluta mancanza di
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Aristide Poxzall o Brano Vlslutln, riapottlvamonto compiono ouropoo dal poat mosca o loggori I duo “ Atonia „ axxurro par Halalnahl
Un anno ili mossi [l’oro noi1 i lottatori azzurri Qualche volta, a causa di condizioni atmosfe riche particolarmente difficili, le messi sono in ri tardo di maturazione. Ma quando il solleone splen de alto nel cielo, non solo le spighe svettano dorate sui campi, ma sono in genere più alte, più festose, più allegre delle altre stagioni. E’ quanto è avvenitelo per l’atletica pesante. Dopo la terribile crisi della guerra, che ha colpito questo sport come tutti gli altri, il lavoro dei tec nici, delle società, degli atleti, dei dirigenti ha tar dato a dare risultati. C’è stala — è vero — la gem ma di Londra, dove i lottatori azzurri hanno con quistato una medaglia d’oro e due di bronzo, ma nel complesso del quinquennio 1946-1950 c’era an cora poco in relazione agli sforzi della Federazione ed al valore degli atleti. Il 1951 è stato l’anno delle messi dorate. L’anno si è aperto con la vittoriosa « tornée » della squadra di lotta del C.A. Faenza in Jugosla via. conclusasi con 4 vittorie su 4 incontri dispu tati. contro le più forti formazioni della vicina re pubblica. E’ poi venuto il difficile incontro della rappresentativa romana con la squadra parigina, chiuso alla pari. E ancora la gradita visita nel nostro Paese della squadra dello Spartak di Subolica, che ha dovuto inchinarsi alla superiorità della rappresentativa ternana ed ha chiuso alla pari coi Lombardi a Milano. Nel mese di marzo si è svolto a Genova il pri mo dei tre grandi tornei internazionali sui quali si impernia la preparazione olimpica dei lottatori azzurri. Erano stati invitati i migliori atleti della lontana Finlandia, nazione che è stata lungamente maestra nella lotta greco-romana e che ancora oggi deve essere considerata fra le maggiori, di Francia e di Jugoslavia. Su otto categorie, sette sono state vinte dagli azzurri: Fabra, Lombardi, Suppo, Gra naiola, Gesino, Introno e Fantoni conquistavano il successo, mentre solo nei « medi » (dove erano assenti per infortunio i nostri migliori) trionfava il finlandese Rauhala. Dopo il torneo la squadra nazionale finlandese disputava due incontri amichevoli, a Faenza ed a Napoli. In Romagna i finnici vincevano di stretta misura, mentre a Napoli, contro una squadra di giovanissimi, ottenevano un più largo successo. Nel mese di aprile si disputavano ad Hensinki i campionati del mondo di lotta stile libero. Baldo Nizzola, non ostante fosse partito con una caviglia dolorante, riusciva a conquistare un luminoso se condo posto, che apre le maggiori speranze per le Olimpiadi del prossimo anno. Il tenace Vecchi con quistava nei massimi un eccellente terzo posto. Poche settimane dopo i « liberisti » azzurri af«
Coniavano a Zurigo la Svizzera e l’Austria nella prima prova del torneo triangolare per la Coppa del Centenario Colombiano. Contro la Svizzera es si perdevano di stretta misura, ma si prendevano una chiara rivincita contro gli austriaci, che erano battuti per 8 a 0. Nel giugno entravano in scena i pesisti, con la luminosa vittoria di Genova, per 6 a 0 contro la Svizzera, vittoria che coronava degnamente una stagone sportiva che aveva visto, nello spazio di otto mesi, il miglioramento di ben 50 primati na zionali ! Poco dopo i lottatori azzurri partivano per la Spagna, con una formazione prevalentemente gio vanile, per affrontare la squadra iberica. L’incon tro ufficiale d Madrd s concludeva con un clamo roso 7 a ] n nostro favore, mentre i due amiche voli di Saragozza e Barcellona erano vinti dagli azzurri entrambi per 8 a 0. Ed eccoci al magnifico torneo di Salsomag giore, svoltosi alla fine di giugno, con la parteci pazione di atleti egiziani, finlandesi, greci, belgi, svizzeri e naturalmente italiani. Contro i fortissimi egiziani, giustamente considerati fra i primissimi nel mondo, gli azzurri Fabra, Gesino e Fantoni con quistavano tre brillanti vittorie. Tre successi con seguivano gli egiziani con il campione mondiale Hassan, Osman e Orabi e due i finlandesi con Talosela e il campione del mondo Simanainen. Una puntatina internazionale era fatta anche dai judoisti italiani, che partecipavano alla Mitropa Cup a Salisburgo. Alla loro prima uscita in ternazionale i giovani judokas azzurri non pote vano che difendersi onorevolmente contro i più esperti tedeschi ed austriaci. La squadra del Neauhing di Monaco compiva poi una « tournée » in Italia, ma sia a Roma che a Bologna doveva abbassare bandiera di fronte alle formazioni del C.U.S. Roma e del C. A. Bologna. I « cussini » romani restituivano poco dopo la visita in Germania e il loro viaggio si concludeva con mia vittoria ed una sconfitta di misura. Dopo la sosta estiva, la stagione si riapriva con i Giuochi del Mediterraneo. Questa manifestazio ne, che per taluni sport risultava scarsamente im pegnativa dato il limitato valore tecnico delle Nazioni partecipanti, per l’atletica pesante aveva invece un valore di collaudo eccezionale, conside rando che egiziani in lotta greco-romana, turchi in lotta libera ed ancora egiziani nel sollevamento pesi costituiscono quanto vi sia di meglio sul piano dei valori mondiali. Gli azzurri si recavano ad Alessandria senza troppe speranze, dato il ristretto tempo per una adeguata preparazione e data l’epoca della gara,
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le vacanze invernali col Centro Toristico Giovanile Nel complesso delle sue attività, miranti anzitutto a cu rare unii sana coscienza turistica nel mondo giovanile, il C.T.G. prevede tra l'altro la possibilità di vacanze invernali sulla neve, in soggiorni accoglienti, sani e convenienti. Per ciò il Centro Turistico Giovanile riapre alcune delle sue case alpine, che funzioneranno nella stagione invernale e particolarmente durante le vacanze natalizie e sino al Car nevale. Situale presso le migliori stazioni invernali dell’arco alpino, esse offrono dal lato tecnico ed organizzativo quanto di meglio può esigersi in fatto di conforts e di attrezza ture sportive; gli alloggi sono comodi, ben riscaldati, parti colarmente curati nel loro aspetto funzionale; inoltre scio vie, slittovie, funivie attrezzalissime provvedono a collegare le case con i campi di sci, e funzioneranno scuole di sci affidate a scelti ed esperti insegnanti. Le quote si aggirano sulle L. 1000-1200 giornaliere e comprendono vitto, alloggio, riscaldamento e vari servizi. Diamo un elenco delle Case alpine del C.T.G. che fun zioneranno ne) periodo invernale:
CERVINIA BREUIL. — Rifugio « Nive Candidior » a me tri 2050, nell’incantevole conca del Cervino. Posti n. 30. Pensione completa L. 1200. Aperto dal 1" dicem bre al 10 marzo. A Cervinia gli sciatori hanno circa 100 km. di piste. La funivia più alta d'Europa li porta in mezz’ora da ni. 2050 ai 3500 di Plateau Rosa. Scuola di sci. Rivolgersi a: Guerrino Campassi - Rifugio «Nive Candidior» Cervinia (Aosta).
MADES1MO (Sondrio). — Casa Alpina «Alpe Motta» a me tri 1800. Posti n. 300. Pensione completa L. 1350. La casa è aperta tutto Fanno. L’Alpe Motta è fornita di slittoni. Rivolgersi direttamente alla Casa.
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PENIA DI CANAZEI. — Casa Alpina « Madonna delle Nevi » a m. 1500 in Val di Fassa. Posti n. 40. Pensione completa L. 1000. Aperta dal 26 dicembre. Canazei gode di rinomala attrezzatura: due funivie la colle gano a Passo Pordoi e con il Col Rodella; una scio via si inerpica sulle pendici della Marmolada. Maestri di sci dello Sci Club Canazei. Rivolgersi a: Rag. Elvo Cavitili - Cassa di Risparmio • Crevalcore (Bologna).
PASSO TONALE. — Villa «Piacenza» situata a ni. 111. 1730 tra Passo Tonale e Ponte di Legno, tra due delle più belle Valli d'Italia: la Val Camonica e la Val del Sole. Posti n. 40. Pensione L. 1000 esclusa tassa di soggiorno. Aperta dal 26 dicembre al 15 gennaio. Fu nivia a Ponte di Legno e sciovia a Passo Tonale. La casa lia un proprio maestro di sci. Rivolgersi a: Centro Turistico Giovanile - Via S. Gio vanni, 7 - Piacenza. MEZZOLDO. — Rufugio « Madonna delle Nevi » a ni. 1330. Posti n. 70. Pensione completa L. 850. Aperta dal 26 dicembre al 6 gennaio. Rivolgersi a: Ufficio Oratorio • Via Paleocapa, 4 Bergamo.
ALBA DI CANAZEI. — Casa per Ferie a ni. 1514 in Val di Fassa. Posti n. 40. Soggiorno completo L. 1000. Aperta dal 27 dicembre. Piste naturali con magnifiche escursioni e dislivelli fino a 3300 metri. Seggiovie e sciovie. Regolare servizio di auto-corriera PredazzoAlba. Rivolgersi a: ONARMO - Via Indipendenza, 22 Bologna.
BARDONECCHIA. — Casa Alpina « Porta Paradisi » a me tri 1300. Posti n. 70. Pensione completa L. 1000 circa. Aperta dal 6 dicembre alla fine di marzo. Bardonecchia è una delle più attrezzate stazioni in vernali delle Alpi occidentali: funivia, sciovie, ottimi maestri di sci a prezzi assai modesti. Rivolgersi a: Don Aquilino Molino - Via Casabianca, 57 • Asti.
S. VIGILIO DI MARBBE. — Albergo «Belvedere» a inetri 1279. Soggiorno completo L. 1000. Aperto dal 27 dicembre. S. Vigilio è per la sua posizione centrale nelle Dolomiti il luogo maggiormente preferito e frequentato dagli sciatori di ogni classe. Seggiovia e sciovia. Regolare servizio di auto-corriera BrunicoS. Vigilio. Rivolgersi a: ONARMO - Via Indipendenza, 22 Bologna.
GRESSONEY - St. JEAN. — Casa Alpina «Gino Pistoni» a ni. 1400 nella meravigliosa valle di Gressoney. Posti n. 30 in camerate. Soggiorno completo L. 1100. Aperta dal 25 dicembre al 7 gennaio. Seggiovia, skilift, mae stri di sci. Rivolgersi a: Piero Morello • Oratorio S. Giuseppe Ivrea (Torino).
ENTREVES DI COURMAYEUR. — Villa « Somaschi » a m. 1300 alle pendici del Monte Bianco. Posti n. 30. Soggiorno completo L. 1500. Aperta dal 26 dicembre al 6 gennaio. Entreves è fornita di rotovia e maestri di sci. Rivolgersi a: Direzione Collegio Trevisio Casale Monferrato (Alessanlria).
assolutamente inadatta a presentare una compagine veramente allenata. I risultati andavano tuttavia assai al di là delle più rosee previsioni. 1 pesisti conquistavano, con lere partecipanti, tre eccellenti secondi posti; i li beristi ottenevano un secondo posto con Io sfor tunatissimo Nizzola che era costretto da un inforteunio a rinunciare alla finale col turco Yuce, un terzo posto con Vidali, un terzo posto con Vecchi ed un quarto con Trippa; i greco-romanisti infine ottenevano cinque clamorose vittorie, con Fabra, Randi, Cerroni, Silvestri e Fantoni, un secondo posto con Cocco che terminava dietro al campione del mondo Hassan, ed un terzo con Trippa. A chiudere la stagione internazionale 1951, restava ancora una gara: la seconda prova della r
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Coppa del Centenario Colombiano di lotta libera, che si disputava ad Innsbruck. Le prospettive non erano troppo rosee, sia per la precedente sconfitta di Zurigo contro gli elvetici, sia per la forzata as senza di Baldo Nizzola, ancora sofferente per l’in fortunio egiziano. Ma i nostri ragazzi superavano se stessi e coglievano una brillante vittoria per 6 a 2 sulla Svizzera, mentre ripetevano la clamorosa affermazione per 8 a 0 contro l’Austria. Nelle gare a squadre — considerando tutti gli incontri internazionali disputati, sia dalle squadre nazionali, sia da quelle delle singole società — si registrano 15 vittorie, 1 pareggio e 7 sconfitte (due delle quali riferentisi al judo). Nelle gare indivi duali 15 primi posti, 11 secondi e 10 terzi. c.
Supplem. al n. 10-11 di STAOIIIM per le Unioni Suorlive e i Comilali Provinciali del C.S.I. novcm. - (licerli. 11151
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“Tregiorni,, Nazionale (l’introduzione al III1’ Congresso del C.S.I.
Roma, 6 dicembre 1951 Con la prolusione sull’importante tema « Sport ed educazione» ha avuto inizio, giovedì 6 Dicembre a Roma, nella ______ed ____ Domus« Pacis», sulla Via Aurelia, la I Tregiorni Nazionale del Centro Sportivo Italiano di intro quieta ampia duzione al 3" Congresso Nazionale che sarà aperto sabato prossimo nel pomeriggio, presenti le maggiori Autorità Ec clesiastiche, del Governo e dello Sport. La lezione inaugurale sarà tenuta stamane dal Prof. Luigi Gedda, Presidente Centrale del C.S.I. dalla fondazione dell’Ente. Al Prof. Gedda farà seguito, nella seconda parte della mattinata, il V. Presidente Centrale del C.S.I. Prof. Aldo Notorio per la lezione sugli « Orientamenti organizzativi del C.S.I. ». Nel pomeriggio sei specialità tecniche agonistiche saranno trattate dai rispettivi Dirigenti specializzati del Centro Sportivo Italiano con l’intervento degli esponenti delle relative Federazioni Sportive Nazionali. Il programma delle specializzazioni per la prima giornata deU'interessante raduno organizzativo del C.S.I., com prende: l’Atletica Leggera, il Ciclismo, il Mototurismo, il Calcio, il Rugby e il Tennis da Tavolo. Si tratta di un programma notevole e praticamente delle maggiori discipline agonistiche e fisico-recreative che saranno completate nella seconda giornata, quella di domani venerdì 7 dicembre, con delle conversazioni pratiche sulla Pallacanestro, Pallavolo, Scherma, Sci e Montagna (e quindi l’intera gamma delle attività degli sport invernali e della Montagna estiva in genere) Bocce e Nuoto. Prima di queste lezioni specializzate, nella mattinata di domani si avranno due importanti relazioni. La prima sullo « Sport e sviluppo fìsico del giovane » che sarà tenuta dal Prof. Giuseppe La Cava, Presidente della Federazione Italiana Medici degli Sportivi, e la seconda sulla «Unione Sportiva del C.S.I.» tenuta dal Dr. Mario Mura di Cagliari, uno dei Dirigenti più giovani e pure esperti in materia, proveniente dalle file dell’atletismo agonistico puro. Infine nella mattinata di sabato S dicembre, il Rev.mo Fr. Sigismondo delle S. C., educatore insigne e Rettore per molti anni dell’Istituto S. Giuseppe-Collegio De Merode di Roma, terrà una lezione sullo « Sport e vita spirituale del giovane », seguito dal Dr. Enrico Nosari che tratterà i compiti e le funzioni del « Comitato Provinciale del C.S.I. ». Sono queste in pratica lezioni quanto mai utili e orientative sul 3” Congresso Nazionale del C.S.I. che si aprirà con la verifica dei poteri, il saluto delle Autorità e la relazione morale e finanziaria del Presidente Centrale nel po meriggio di sabato stesso, per proseguire nella domenica mattina con la discussione e le elezioni del Consiglio Diret tivo, dopo una Udienza speciale e un discorso, certo programmatico e vivissimamente atteso, del Santo Padre. Alla Tre Giorni e al Congresso partecipano 260 Dirigenti di oltre 70 province.
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delle Commissioni Tecniche Nazionali d e I C. S. I.
ATLETICA LEGGERA RIUNIONE DEL 14 OTTOBRE 1951 Presenti: Bolletta, Bonarelli, Crinii, Cristoni, Magini, Pa scila, Porta. Composizione della Commissione: Presidente: cav. Ma rio Bolletta; V. Presidente: sig. Renato Magini; Segreta rio: geom. Riccardo Bonarelli; Membri: rag. Antonio Crimi, comm. Vincenzo Cristoni, rag. Oberdan Pascila, rag. Ferruccio Porta (rappr. della FIDAL). Saluto. — La Commissione, prima di iniziare i propri lavori, ringrazia la Presidenza del Centro Sportivo Italiano per la fiducia accordata ai suoi componenti; rivolge un saluto ai dirigenti periferici sui quali fa assegnamento per una efficace collaborazione che contribuisca allo sviluppo dell’attività fondamentale dello Sport: l’Atletica leggera. Runioni della Commissione. — I membri della Com missione residenti a Roma stabiliscono di riunirsi il giovedì di ogni settimana, alle ore 18, per lo svolgimento dei lavori organizzativi.
Basi dell’attività per l’anno 1952. — Rimandata ad altro comunicato l'indicazione delle manifestazioni che verranno organizzate nel corso dell’anno, vengono fissati fra i 16 ed i 20 anni i limiti di età per la partecipazione alle gare di campionato estendendo invece fino ai 24 anni il limite di partecipazione a tutte le altre manifestazoni. Il tesseramento degli atleti partecipanti alle gare di Campionato deve avere una decorrenza di almeno 30 giorni anteriore a quella dello svolgimento della gara. Alle gare di campionato non saranno ammessi atleti che praticano attività presso altre organizzazioni sportive. Non sarà consentito il passaggio degli atleti dall'una all altra Unione Sportiva nel corso della stagione. Alle gare non potranno partecipare atleti classificati dalla FIDAL in I e II Serie.
RIUNIONE DEL 18 OTTOBRE 1951 Presenti: cav. Mario Bolletta, Presidente; sig. Renato Magini, V. Presidente; geom. Riccardo Bonarelli, Segretario; rag. Oberdan Pascila, membro. Attività per l anno 1952. — Le manifestazioni che raggiungeranno la fase nazionale sono: 1) Campionato Nazionale di Corsa Campestre; 2) Campionati Nazionali su pista.
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Verranno inoltre indette una «Leva del Mezzofondista», una « Leva del saltatore con Fasta » e una Leva delle staf fette 3X1000 e 3x2000 che iniziate su basi locali potranno eventualmente raggiungere la fase nazionale. Tutte indistintamente le manifestazioni, dovranno essere iniziate nelle fasi locali e provinciali. I programmi di tali manifestazioni dovranno essere sottoposti ad approvazione da parte dei locali Comitati della FIDAI, ed i risultati, con trollati da giudici della FIDAL dovranno essere rimessi alla Commissione Tecnica Nazionale subito dopo lo svolgimento delle gare.
Attività ufficiale 1951-52. — Anche quest’anno verrà fatto svolgere il Campionato Nazionale Ragazzi come da Rego lamento riportalo su « Stadium » N. 9. Verrà anche curata l’organizzazione di Tornei o Campio nati a carattere provinciale riservato alla categoria adulti secondo le disposizioni emanate a parte con circolare or ganizzativa. Approvazione preventiva regolamenti. — Questa C.N.G.C. non riconosce valida, sotto nessun aspetto, tutta quella atti vità calcistica provinciale di cui non ne abbia preventiva mente approvato i relativi regolamenti facendone oggetto di Comunicato.
RIUNIONE DEL 25 OTTOBRE 1951
Presenti: cav. Mario Bolletta, Presidente; sig. Renato Magini, V. Presidente; geom. Riccardo Bonarelli, Segreta rio; rag. Oberdan Pascila e rag. Antonio Crimi, Membri. Commissioni Tecniche Provinciali. — I Comitati Pro vinciali del C.S.I. sono invitati a procedere, al più presto possibile, alla organizzazione o riorganizzazione delle Com missioni Tecniche Provinciali. La composizione delle dette Commissioni dovrà essere sottoposta a ratifica da parte della Commissione Tecnica Nazionale.
Campionati Nazionali su pista. — Nel programma dei Campionati Nazionali su pista sono comprese le seguenti specialità : 1) Corsa piana m. 100; 2) Corsa piana in. 200; 3) Corsa piana m. 400; 4) Corsa piana in. 800; 5) Metri 5000 di corsa; 6) Staffetta in. 4X100; 7) Staffetta in. 4X400; 8) Salto in lungo; 9) Salto in alto; 10) Lancio del disco; 11) Lancio del peso; 12) Lancio del giavellotto. Il Segretario
II Presidente
Geom. RICCARDO BONARELLI Cav. MARIO BOLLETTA
Composizione Commissioni tecniche provinciali calcio. — Si invitano i Comitati Provinciali a voler trasmettere a que sta Commissione, per la ratifica, i nominativi del compo nenti le Sezioni calcio provinciali. RIUNIONE DEL 10 OTTOBRE 1951
Presenti: Cornili. Comm. Dattilo, rag. Federici, col. Ferrerò, rag. Rossi, doti. Sansoni, comm. Di Tommaso, sig. Bernini. Approvazione regolamenti campionati e tornei: Si approvano i regolamenti dei sottoelencali Campionati e Tornei con le relative modifiche comunicate direttamente alle Commissioni Calcio Provinciali o Zonali: Trento ■ Campionato Ragazzi. Mantova - Campionato Ragazzi; Campionato I Treviso - Coppa Coca Cola. Firenze - Campionato Amatori. Livorno - II Coppa C.S.I. Lodi - Campionato Ragazzi. Asti - Campionato Ragazzi.
Categoria.
Torino - Campionato Seniores (liberi di età); Campionato Juniores (nati dal 1" gennaio 1931); Campionato Ragazzi A (nati dal 1" gennaio 1933); Campionato Ragazzi B (nati dal 1“ gennaio 1935).
CALCIO
Biella - Campionato Ragazzi; Campionato Juniores; Cam pionato III Divisione.
RIUNIONE DEL 16 SETTEMBRE 1951
Ratifica nomine Commissioni Calcio Provinciali : Si ratifica la nomina delle sottoelencate Commissioni Cal cio Provinciali che risultano così composte:
Presenti: Bernini, Dattilo, Federici, Ferrerò, Minoia, Sa vio, Siddi; assenti giustificati : Di Tommaso, Rossi. Sansoni. Composizione Commissione. — La Commissione Nazio nale Giuoco Calcio per la stagione 1951-52 risulta cosi composta :
Presidente: comm. Generoso Dattilo di Roma; vice pre sidente: rag. Renato Federici di Roma; Segretario: sig. Re nato Bernini di Roma; Membri: prof. Osvaldo Savio di Torino, prof. Mario Siddi di Cagliari, sig. Costante Minoia di Bergamo, comm. Angelo Sansoni di Roma, comm. Giu seppe Di Tommaso di Roma, col. Giacomo Ferrerò di Roma, rag. Eraldo Rossi di Roma.
Saluto. — Nell’assumere la Presidenza della C.N.G.C. del Centro Sportivo Italiano ringrazio la Presidenza Centrale per la fiducia nuovamente accordala e porgo il saluto della Commissione tutta ai Dirigenti Centrali, ai Consiglieri, agli Ispettori Regionali, a tutti i dirigenti provinciali ed alle Unioni Sportive del C.S.I. che si accingono ad intraprendere un nuovo anno di attività calcistica, certo di contare sulla collaborazione di tutti per una buona riuscita della nostra attività e per una sempre maggiore affermazione dei colori
del C.S.I. Riunioni settimanali. — Il Comitato di Presidenza di questa Commissione, formato dai Membri residenti in Roma, si riunirà tutti i mercoledì ed emetterà settimanalmente un Comunicato ufficiale che verrà pubblicato sul notiziario or ganizzativo.
Torino :
Presidente: Sig. Renzo Righetti - Rappr. F.I.G.C. V. Presidente: Sig. Ferdinando Lombardi. Segretario: Sig. Gino Bera. Amministratore: Sig. Alberto Cadario. , Delegalo Tecnico: Sig. Domenico Giari. Membri: Sig. Alberto Lievore, sig. Eraldo Boggio, signor Alessandro Cornetto, sig. Umberto Destreri, sig. Lorenzo Oberto. Asti :
Presidente: sig. Aldo Ginella. Segretario: sig. Domenico Viarengo. Membri: sig. Lorenzo Perosino, sig. Piero D’Acida. Corsi arbitri del C.S.I.: 1 utte le Commissioni Calcio Provinciali, che ne abbiano lotte la possibilità, possono indire Corsi Arbitri di Calcio del C.S.I. con le modalità previste dalla vigente Convenzione F.I.G.C. - C.S.I. Tali Corsi debbono avere la preventiva autorizzazione di questa C.N.G.C. che si interesserà presso l’A.I.A. Centrale per le nomine delle Commissioni esaminatrici. Fidiamo molto nella completa collaborazione di tutte le nostre Commissioni Calcio Provinciali per pc; una sempre inaggiore affermazione dei colori del C.S.I. anche nel campo arbitrale.
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= RIUNIONE DEL 10 OTTOBRE 1951 Presenti- conun. Dattilo, rag. Federici, col. Ferrerò, ragio niere Rossi, dott. Sansoni, comm. Di Tommaso, sig. Ber nini.
Approvazione regolamenti campionati e tornei. — Si ap provano i regolamenti dei sottoelencati Campionati e Tor nei con le relative modifiche comunicate direttamente alle Commissioni Calcio Provinciali o Zonali: Trento: Campionato Ragazzi. Mantova: Campionato Ragazzi; Campionato I Categoria. Treviso: Coppa fioca Cola. Frenze: Campionato Amatori. Livorno: Il Coppa C.S.L Lodi: Campionato Ragazzi. Asti: Campionato Ragazzi. Torino-, Campionato Seniores (liberi di età); Campionato Juniores (nati dal 1" gennaio 1931); Campionato Ragazzi A (nati dal 1" gennaio 1933); Campionato Ragazzi B (nati dal 1° gennaio 1935). Iliella: Campionato Ragazzi; Campionato Juniores; Cam pionato III Divisione.
Ratfica delle nomine Commissioni Calcio Provinciali. — Si ratica la nomina delle sottoelencate Commissioni Calcio Provinciali che risultano così composte: Torino: Presidente: sig. Renzo Righetti, Rappr. FIGC; Vice Presidente: sig. Ferdinando Lombardi; Segretario: si gnor Gino Bera; Amministratore: sig. Alberto Cadario ; Delegato Tecnico: sig. Domenico Giaci; Membri: signor Alberto Lievore, sig. Eraldo Boggio, sig. Alessandro Cor netto, sig. Umberto Destreri, sig. Lorenzo Oberto. Asti: Presidente: sig. Aldo Ginella; Segretario: sig. Dome nico Viarengo; Membri: sig. Lorenzo Perosino e signor Piero d’Adda.
Corsi Arbitri del CS.I. — Tutte le Commissioni Calcio Provinciali, che ne abbiano la possibilità, possono indire Corsi Arbitri di Calcio del C.S.L con le modalità previste dalla vigente Convenzione F.I.G.C. • C.S.L Tali Corsi debbono avere la preventiva autorizzazione di questa C.N.G.C. che si interesserà presso l'A.I.A. Centrale per le nomine delle Commissioni esaminatrici. Fidiamo molto nella completa collaborazione di tutte le nostre Commissioni Calcio Provinciali per una sempre mag giore affermazione dei colori del C.S.L anche nel campo arbitrale.
C.S.L riservato esclusivamente ad Unioni Sportive Jel C.S.L che nel corso della stagione abbiano preso parte a Campio nati di Lega Giovanile. (.on successivo comunicato verranno diramate le norme e le modalità di svolgimento di tale Trofeo. Squadre del C.S.I. svolgenti attività federale. — Si in vitano le Commissioni Calcio Provinciali a volerci comuni care, nominativamente, le Unioni Sportive del C.S.L che svolgono attività calcistica in seno alla F.I.G.C. o Lega Gio vanile specificando in quale categoria partecipano. Rappresentanti F.I.G.C. e A.I.A. — Si rammenta alle Commissioni Calcio Provinciali che delle Commissioni Tecniche medesime debbono far parte, in base alla Con venzione F.I.G.C. ■ C.S.L, il rappresentante della F.I.G.C. e dell’A.I.A. qualora le manifestazioni calcistiche rivestano un carattere ufficiale. Contatti con organi della F.I.G.C. e dell'A.I.A. — Qual siasi divergenza dovesse sorgere tra le Commissioni Calcio Provinciali del C.S.L ed i rappresentanti della F.I.G.C. o dell’Associazione Italiana Arbitri deve essere portata imme diatamente a conoscenza di questa Commissione.
Attività ufficiale. — Si ribadisce la disposizione che non sarà riconosciuta come attività ufficiale qualsiasi manifesta zione calcistica che non abbia avuta la preventiva appro vazione di questa Commissione. Approvazione Campionati e Tornei. — Si approvano i regolamenti dei sottoelencati Campionati o Tornei con le relative modifiche comunicate direttamente alle Commis sioni Calcio Provinciali interessate: Ancona: Campionato Ragazzi.
Roma: Torneo S. Giusto. Genova: Campionato Ragazzi.
Alessandria: Campionato Ragazzi; Coppa Ragazzi Calcia tori. Pisa: II Coppa C.I.F. Padova: Coppa Autunno; Coppa Torino.
Parma: Categoria Allievi: Coppa R. Capra; Campionato Provinciale; Categoria Ragazzi: Campionato Ragazzi (Nazionale); Coppa R. Capra; Categoria Juniores: Cam pionato Provinciale; Coppa R. Capra. Treviso: Campionato Ragazzi; Coppa Pio X.
Lucca: Campionato Ragazzi.
Lodi: Torneo Renzo Nichetti. RIUNIONE DEL 30 OTTOBRE 1951 Presenti: cornai. Dattilo, rag. Federici, col. Ferrerò, dottor Sansoni, comm. Di Tommaso, rag. Rossi, sig. Bernini. In rappresentanza della F.I.G.C.: comm. Ramoni. In rappresentanza dell'A.I.A.: rag. Riselli. Convenzione F.I.G.C. ■ CS.I. — Anche quest’anno è >n vigore la Convenzione tra la F.I.G.C. e il C.S.L stipulata lo scorso anno.
Corsi Arbitri. — Si rinnova l’invito alle Commissioni Calcio Provinciali, che ne abbiano la possibilità, ad indire corsi arbitri di calcio con le modalità eontemlate nella Con venzione F.I.G.C. • C.S.L
Questa Commissione Nazionale fornirà, a richiesta, un regolamento tipo per tali corsi che debbono avere la pre ventiva approvazione della C.N.G.C. Si invitano le Commissioni Calcio Provinciali che ab biano già fatto effettuare tali corsi a volerci rasmeltere una relazione dettagliata comprendente i nominatisi dei promossi e la loro attuale posizione. Trofeo CSA. per Unioni Sportive Federate. — In consi derazione delle molteplici richieste pervenute a questa (..N.G.C. da parte di nostre UU.SS. che svolgono anche attività federale è stata decisa l’organizzazione di un Trofeo
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■
Ratifica delle nomine Commissioni Calcio provinciali. — Si ratifica la nomina delle sottoelencale Commissioni Calcio Provincali che risultano così, composte :
Alessandria: Presidente: sig. Giovanni Picchio (delegato tecnico); Segretario: prof. Sergio Caudino; Membri: prof. Guido Bistolfi, sig. Vittorio Rangone, sig. Piero Tricerri. Parma: Presidente: sig. Enrico Culti (Rappr. F.I.G.C.); V. Presidente: sig. Giuseppe Chierici (Delegato tecnico); Segretario: sig. Valentino Mattavelli; Membri: sig. Ma rio Bertolini e sig. Riccardo Montani.
Treviso: Presidente: sig. Anseimo Zussa (Delegato Tec nico); V. Presidente: sig. Antonio Pini; Rappr. F.I.G.C.: sig. Piero Bianchin; Segretario-: sig. Francesco Bressan; Membri: Univ. Antonio Manildo e sig. Romolo Mogno. Rrescia: Presidente: sig. Siro Franchi (Rappr. FIGC e De legato Tecnico); sig. Mario Dioni, sig. Umberto Savoia, sig. Angiolino Agnellini, sig. Bortolo Possenti, sig. An gelo Damonti, sig. Alessandro Scotuzzi, sig. Franco Cristofoletto, sig. Ferdinando Zanini, sig. Franco Lazzarini, sig. Duilio Prato. il Segretario RENATO BERNINI
Il Presidente
GENEROSO DATTILO
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r H’ L I S 11 o RIUNIONI DEL 29
30 SETTÈMBRE 1951
Presenti; Bonarelli, Concas, Mealli e Stinchelli. zi.ssenti giustificati dalla riunione del 29 settembre; Andernello, Bianchi, Latini, Assenti giustificati dalla riunione del 30 settembre; Concas, Latini.
Composizione della Commissione. — La Commissione Tecnica Nazionale per il Ciclismo, risulta così composta per l’anno 1951-52:
Presidente: comm. Giuseppe Stinchelli; V. Presidente: sig. Carlo Bianchi, Bergamo; Segretario: geom. Riccardo Bonarelli; Membri: cornili. Lorenzo Andernello, Torino; prof. Sebastiano Concas, Rappr. dell’UVl; sig. Armando Latini; sig. Franco Mealli. Saluto. — Nell’accingersi al lavoro la Commissione rin grazia i Dirigenti Centrali della fiducia accordatale; saluta gli Ispettori Provinciali, i Dirigenti periferici delle Unioni Sportive affiliate, sicura di poter fare assegnamento sulla intelligente collaborazione di questi, per svolgere r.el set tore del Ciclismo, una proficua attività agonistica e soprat tutto un’opera di formazone del carattere morale degli aderenti.
Riunione della Commissione. — 1 Membri della Com missione residenti in Roma stabiliscono di riunirsi periodi-coniente il mercoledì d’ogni settimana, alle ore 20, per lo svolgimento dell’ordinario lavoro organizzativo. Per ogni riunione verrà redatto un comunicato ufficiale, da pubbli carsi sul notiziario del C.S.l. Convenzione ILICI. - C.S.1. — La Convenzone stipulala nel 1950, con l’appendice aggiuntavi nel 1951, verrà rive duta all’atto del suo rinnovo, stilata in nuovo lesto unico, per adeguarla alle circostanze verificatesi nel frattempo e tenendo conto dell’esperienza maturatasi nei due anni in cui è rimasta in vigore. Attività per l’anno 1952. — Ferme restando le due ma nifestazioni principali della strada: i Campionati Nazionali delle categorie: «Allievi» e «Dilettanti Junior» la Com missione darà sviluppo ad una notevole attività su pista. Per l’attività su strada viene stabilito che le rappresenta tive provinciali saranno costituite su base proporzionale, in ragione dei corridori tesserati in ciascuna provincia. Per i Campionati Provinciali, da svolgere su prove multiple, verrà predisposto un regolamento tipo, da adottarsi per tutte le prove.
Corsi per ufficiali di gara. — Viene stabilito di indire, prima dcU’apertura della stagione 1952, dei corsi per Uffi ciali di gara e Cronometristi, fra i Dirigenti periferici, allo scopo di assicurare alle gare uno svolgimento il più rego lare possibile.
RIUNIONE DEL 10 OTTOBRE 1951 Presenti; comm. Giuseppe Stinchelli. Presidente; geometra Riccardo Bonarelli, Segretario; sig. Franco Mealli e sig. Armando Latini, Membri.
Attvità per il 1952. — I Comitati Provinciali sono invi tati a presentare al più presto possibile i propri programmi
e calendari di massima, tenendo presente che tutte le prove di Campionato Nazionale, per qualunque specialità e per qualunque categoria, precederanno di una settimana circa le corrispondenti prove indette dall’UVI e che i Comitati Provinciali ed i corridori che intendono di partecipare ai Campionati Nazionali del C.S.L dovranno aver precedentemente organzzato o disputato corrispondenti prove di Cam pionato Provinciale. Non è fatto obbligo di condurre a termine tutte le prove di Campionato Provinciale prima dei Campionati Nazionali, ma in quelle provincie nelle quali sarà già stato proclamato il Campione Provinciale, questi verrà iscritto d’Uffìcio al Campionato Nazionale, in aggiunta ai componenti della rappresentativa provinciale.
Attività su pista. — Verrà iniziata sotto forma di « Leva della Velocità » che potrà aver sede, ove manchino piste vere e proprie o velodromi, su rettilinei stradali pianeggianti, rettilinei c possibilmente asfaltati. L’attività locale portata in fase provinciale si trasferirà sulla pista e raggiungerà su questa la fase nazio.nale. Gare classiche. — Viene stabilito di dar vita a una gara su strada, da disputarsi a cronometro ed a squadre; tipo Coppa Italia, dotata di un premio Challenge trasmissibile. RIUNIONE DEL 17 OTTOBRE 1951
Presenti; comm. Giuseppe Stinchelli, Presidente; geometra Riccardo Bonarelli, Segretario; sig. Armando Latini e Mealli Franco, Membri.
Campionati su strada. — I regolamenti dei Campionati Nazionali su strada, per le due categorie: «Allievi» e «Di lettanti Junior » non differiranno in massima da quelli che hanno disciplinato i corrispondenti Campionati, svolti a Lucca ed a Treviso nel 1951. La composzione delle rappresentative provinciali è sta bilita come segue: 2 corridori per le provincie che contano da 10 a 50 tesserati; 3 corridori per le provincie che con tano da 51 a 100 tesserati; 4 corridori per le provincie che contano da 101 a 200 tesserati; 6 corridori per le provincie che contano più di 200 tesserati. In aggiunta ai citati corridori verrà iscritto d’ufficio, il Campione provinciale di quelle provincie nelle quali, esau rite le prove in programma, sia già stato proclamato il Cam pione medesimo.
Lasciando al competente ufficio di stabilire le norme amministrative da attuare in occasione dello svolgimento dei Campionati, resta fissato che sarà ammesso a carico del l’organizzazione, un accompagnatore, soltanto se la squadra accompagnata sarà costituita da 3 corridori almeno. Per le squadre costituite da un numero inferiore, l’inlervenlo dell’accompagnatore dovrà far carico al Comitato Provinciale. RIUNIONE DEL 31 OTTOBRE 1951
Presenti; conmi. Giuseppe Stinchelli, Presidente; geometra Riccardo Bonarelli, Segretario; sig. Franco Mealli e sig. Armando Latini, Membri.
Campionati su strada. — Si invitano i Comitati Provin ciali che intendono di porre la propria candidatura per ospitare una delle prove di Campionato Nazionale su strada, per le Categorie « Allievi » e « Dilettanti Junior » a presen tare le proprie proposte, accompagnate dalla relativa docu-
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mentazione ecc. — non come è già circa prima delle prove
— planimetrie, profili, possibilità logistiche, più tardi del 31 gennaio 1952. Le prove stesse, stato indicato, si effettueranno una settimana della data stabilita dall’UVI per l’effettuazione per la corrispondente categoria di corridori.
Affiliazione e tesseramento. — Si invitano le UU.SS. che praticano Fattività ciclistica a sollecitare per quanto possibile la presentazione delle domande di affiliazione ali'UVI allo scopo di non ritardare il rilascio del bollino sulle tessere dei rispettivi corridori. // Segretario RICCARDO BONA BELLI
Il Presidente GIUSEPPE STINCHELLI
(Piacenza) l"22"0 p. 226; 6. Mazzuoli p. 226; 7. Troggi (Lucca) l’23”6 p. 200.
(Livorno)
l’22”0
Staffetta 3 X 100 artistica: 1. Sassari 4'26”2 p. 616; 2. Livorno 4'27"3 p. 603; 3. La Spezia 4’32”3 p. 516; 4. Catania 4’50”0 p. 371; 5. Lucca 5’09”3 p. 214; 6. Brescia 5’12”8 p. 188.
Classifica per provincie
1. La Spezia p. 1655; 2. Livorno p. 1434; 3. Sassari p. 1111; 4. Catania p. 1387; 5. Brescia p. 829; 6 Cagliari p. 637; 7. Lucca p. 414; 8. Piacenza p. 307; 9. Novara p. 70. CAMPIONATI
NAZIONALI STUDENTESCHI
Metri 50 dorso : 1. Cirillo E. (Venezia) 35”9 p. 455; 2. Bazzoni C. (Sassari) 36'8 p. 410; 3. Icetù (Savona) 42”0 p. 203.
K I’ O T O CLASSIFICA CAMPIONATI NAZIONALI 1951 Si trascrivono le classifiche nazionali per le gare di nuoto riservate agli atleti del C.S.I. ed agli studenti medi svoltesi nel mese di agosto a Livorno, Venezia, Alghero, Catania. 1 punteggi sono stati ottenuti applicando la tabella dei punteggi della F.I.N. Si chiarisce che non contemplando la tabella ufficiale il punteggio dei 50 metri a rana, si è applicato per analogia, quello relativo ai 50 metri a dorso; per la staffetta 3 X 50 stile libero si è calcolato un tempo medio raddoppiando il
relativo punteggio. Si ringraziano i Comitati Provinciali del C.S.I. che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione certi che, per l’avvenire, una maggiore collaborazione di tutti i Comitati Provinciali e di tutte le Unioni Sportive consenta un sempre maggiore sviluppo delle discipline natatorie tra le file del Centro Sportivo Italiano.
CAMPIONATI NAZIONALI DEL C.S.I. Metri 200 stile libero: 1. Messina C. (Catania) 2'52”0 punti 337; 2. Strambi (La Spezia) 2’52”2 p. 335; 3. Marongiu M. (Cagiari) 2’52”3 p. 334; 4. Badagnoni R. (Piacenza) 3‘28”1 p. 81; 5. Poddigbe (Sassari) 3’36”3 p. 42.
Metri 50 rana: 1. Bergamini F. (Venezia) 36”0 p. 150; 2. Scarpa (Savona) 41”2 p. 229; 3. Bazzoni P. (Sassari) 43”3 p. 165; 4. Compiani ( Livorno) 45”8 p. 95.
Metri 50 stile libero: 1. Zangrossi G. (Venezia) 29"! p. 612; 2. Roncolini (Sa vona) 32”0 p. 417; 3. Torcerlo (Livorno) 32”6 p. 384; 4. Ma rinaro Lucio (Sassari) 34”! p. 308; 5. Podda (Cagliari) 35'0 p. 270.
Staffetta 3 X. 50 stile libero: 1. Savona l’40”0 p. 696; 2. Sassari l’40”4 p. 676; 3. Li vorno l’46”5 p. 498; 4. Cagliari l’50”4 p. 396. Classifica per provincie
1. Sassari p. 1559; 2. Savona p. 1545; 3. Venezia p. 1517; 4. Livorno p. 977; 5. Cagliari p. 666.
Si assegnano pertanto i seguenti premi: Al Comitato Provinciale del C.S.I. di La Spezia (Campione nazionale 1951) Coppa F.I.N. Al concorrente Bazzoni Carlo del Comitato Provinciale di Sassari vincitore dei metri 100 dorso in l’22”2 per il miglior punteggio individuale Medaglia speciale del C.S.I. Al Provveditorato agli Studi di Sassari (Campione nazio nale 1951) Coppa del C.S.I.
Allo studente Zangrossi Giorgio dell’istituto Pacinotti di Venezia vincitore dei 50 metri stile libero in 29”! per il miglior punteggio individuale, Medaglia Speciale del C.S.I.
Metri 100 dorso: 1. Bazzoni C. (Sassari) l’22”2 p. 467; 2. Ceppi (Livorno) 1’33”! p. 255; 3. Badanoni (La Spezia) l’39”6 p. 165; 4. Di Grazia S. (Satania) l’40”0 p. 160; 5. Bonfandini F. (Brescia) l’48”4 p. 67.
Metri 100 rana:
1. Micheli (Livorno) l'31”2 p. 350; 2. Gherardi (La Spe zia) l’33”9 p. 303; 3. Bazzoni P. (Sassari) l’34”9 p. 286; 4. Lancini F. (Brescia) l’36”8 p. 257; 5. Viscuso S. (Catania) l’38”0 p. 239; 6. Sandri (Novara) l’52”5 p. 70. Metri 100 stile libero:
k %
1. Passeri S. (Brescia) 1T7”O p. 317; 2. Ferrari (La Spe zia) l’17”6 p. 306; 3« Marongiu F. (Cagliari) l’17”8 p. 303; 4. Persichino G. (Catania) 1'19”0 p. 280; 5. De Angelis A.
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PALLACANESTRO RIUNIONE DEL 25 SETTEMBRE 1951 Saluto : Si rivolge il saluto augurale a tutte le Unioni Sportivo
del C.S.I. per Fattività dell’anno venturo.
Convenzione C.S.I. - F.I.P.: Sono state esaminate le modifiche da apportare alla Con-
volizione in vigore e sono state fatte al riguardo delle con crete proposte alla Presidenza Centrale.
Corsi arbitri federali: Nello spirito della Convenzione C.S.l. - F.I.P., si ravvisa l’opportunità di invogliare i Comitali Provinciali C.S.L a istradare dei loro elementi idonei alla carriera arbitrale fa cendoli affluire ai corsi clic verranno organizzati dai Gruppi Arbitri provinciali della F.I.P.
Attività anno sportivo 1952: Si è deciso di organizzare i Campionati Nazionali delle Categorie « A » e « B » con finali nazionali per entrambe. Per la categoria « A » ammettendo in finale la prima e la seconda classificata di ciascuna eliminatoria zonale; per la categoria « B » semplicemente le prime classificate.
E’ stato stabilito anche che il Trofeo Nazionale C.S.L 1952 venga svolto con carattere ad invito c limitato a quattro sole squadre, a scelta insindacabile della C.T.N. Ai due Campionati saranno ammessi unicamente atleti affiliati al C.S.L
Date di svolgimento dei Campionati Categoria "A” e ”lì”: Fase provinciale dal 1° gennaio al 31 marzo 1952. Fase regionale 19-20 aprile 1952. Fase zonale 4 e 11 maggio 1952. Fase nazionale 31 maggio, 1 e 2 giugno 1952.
Data di svolgimento del Trofeo nazionale: Il Trofeo avrà svolgimento nella prima decade del mese di settembre 1952.
Partecipazione atleti ai campionati: Categoria «A» fino al 22° anno di età; Categoria «B» fino al 17" anno di età.
PALLAVOLO Composizione Commissione : La Commissione Nazionale 1951-52 risulta così composta:
Pallavolo
per
la
stagione
Presidente: comm. Filippo Dragotto di Roma. V. Presidente: sig. Giulio Salsa di Roma. Segretario: sig. Roberto De Cristo di Roma. Membri: sig. Angelo Costa di Ravenna; sig. Amedeo Sa lerno di Napoli; prof. Adriano Melgari di Bergamo; signor Orazio Sgorbini di Genova; sig. Alfredo Gelsomini di Roma. Rappr. F.I.P.A.V.: sig. Giovanni lommi.
Saluto:
Nel riassumere la Presidenza della Commissione Tecnica Nazionale Pallavolo del Centro Sportivo Italiano rivolgo il mio ringraziamento alla Presidenza Centrale per la fiducia nuovamente accordatami e porgo, anche a nome della Com missione tutta, un caloroso saluto ai Dirigenti Centrali, ai Consiglieri, agli Ispettori Regionali, ai Dirigenti Provin ciali ed ai Gruppi ed Unioni Sportive del C.S.L Sono certo che anche per quest'anno l'attività pallavolistira sarà potentemente sviluppata dagli Organi periferici e che si raggiungeranno e sorpasseranno le significative mète dello scorso anno. Conto sulla fattiva collaborazione di tutti c formulo i migliori auguri per l'attività che si va a intraprendere.
Attività pallavolistica 1951-52: Con comunicato successivo verranno resi noti i programmi ed i Regolamenti per Fattività pallavolistica 1951-52.
4 RIUNIONE DEL 21 NOVEMBRE 1951
Composizione Commissione-,
La Commissione Nazionale Pallacanestro per la stagione 1951-52 risulta così composta: Presidente: Sig. Critelli geom. Francesco di Roma.
V. Presidente: Sig. Garcea rag. Umberto di Roma. Segretario: Sig. Gomez prof. Giovanni di Roma. Membri: Sig. Citriniti geom. .Arturo di Cosenza; sig. Reverberi rag. Piero di Reggio Emilia; sig. Borella Mario di Milano.
Presenti: Dragotto Filippo, Salfa Giulio, de Cristo Roberto, Gelsomini Alfredo, ed il rappresentante della F.I.P.A.V.
rag lommi Giovanni.
Attvità ufficiale 1951-52. — Quest’anno saranno svolte le seguenti manifestazioni a carattere nazionale: a) Campionato nazionale C.S.I.:
fasi provinciali, entro e non oltre il 31 maggio; fasi regionali, entro e non oltre il 30 giugno;
Saluto :
fase nazionale, nella prima quindicina di agosto.
Nell’aseuinere la Presidenza della Commissione Tecnica Nazionale Pallacanestro rivolgo, a nome della Commissione tutta, il più sentiti ringraziamento alla Presidenza Centrale del C.S.l. per la fiducia accordata. Rivolgo inoltre il nostro saluto a tutti i Dirigenti Provinciali ed alle Unioni Sportive certo di avere, per il prossimo anno, la più completa colla borazione di tulli onde ottenere, in campo cestistico, una sempre maggiore affermazione dei colori del C.S.L
b) Trofeo nazionale C.S.l.: fasi provinciali, mese di luglio agosto;
prima decade
di
I
fasi regionali, entro il 30 ;agosto. . Eventuali fasi interregionalii e nazionali.
I
c) Trofeo nazionale giovanissimi:
fasi provinciali, entro e non oltre il 31 maggio; Attività Pallacanestro 1951-52:
fasi regionali, entro e non oltre il 30 giugno.
Col successivo comunicalo ufficiale n. 2 verranno diramati i Regolamenti tecnici cd i programmi dell’attività 1951-52. Il Segretario GIOVANNI GOMEZ
Il Presidente FRANCESCO CRITELLI
I relativi regolamenti saranno emanati sul Numero Spe ciale di Stadium n. 9. Si raccomanda inoltre ai Comitati Provinciali di curare al massimo l’attività propagandistica organizzando Tornei e manifestazioni a carattere locale.
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Approvazione preventiva regolamenti. — Si precisa che
non sarà considerata attività ufficiale tutta quella attività pallavolistica di cui la Commissione Tecnica Nazionale non abbia preventivamente approvati i relativi regolamenti; i quali dovranno essere inviati con tempestività ed in duplice copia. A manifestazioni ultimate dovranno essere inviati alla C.T.N.PV. i risultati e le classifiche delle manifestazioni.
Commissioni tecniche provinciali. — Si invitano i Comi tati Provinciali a voler trasmettere a questa C.T.N.PV. per la ratifica, i nominativi dei componenti le Commissioni Tecniche Provinciali Pallavolo. Riunioni settimanali. — Il Comitato di presidenza di questa Commissione formato dai membri residenti a Roma si riunirà tutti i giovedì alle ore 18. Approvazione regolamenti. — Si approvano i regolamenti delle seguenti manifestazioni a carattere locale: Parma: Torneo «Roberto Capra».
Poma: Torneo d’Apertura. Il Presidente
Il Segretario DE CRISTO ROBERTO
DRAGOTTO FILIPPO
SCI E MONTAGNA Si è riunita il giorno 13 ottobre 1951 la Commissione Tecnica Nazionale per lo Sci e Montagna, costituita dai signori : Bonarelli Riccardo di Roma; Di Paolo Giovanni di Roma; Firenzani Renato di Roma; La Porta Vincenzo di Roma; Vecchi Antonio di Bergamo. Il comm. Generoso Dattilo in rappresentanza della Presi denza del C.S.I., ha insediato la Commissione alla quale ha presentato i ringraziamenti della Presidenza stessa ed ha augurato il miglior esito per l’attività che la Commissione andrà a svolgere.
Passando all’ordine del giorno la Commissione ha pro ceduto alla distribuzione delle cariche in seno alla Com missione medesima. Sono stati nominati:
S C11 E R M A RIUNIONE DEL 30 NOVEMBRE 1951 Presenti: Comm. Musumeci Greco di Roma, Col. Vitucci di Bari, Comm. Sprcafico di Milano, Comm. Zangirolami di Roma, Dr. Di Grazia di Roma. Assenti Giustificati: R.ga Andrea Murazzi.
In rappresentanza della Presidenza Centrale del C. S. I. assiste il Comm. Dattilo. La Commissione Tecnica Nazionale Scherma, per il 1952, risulta così composta:
Presidente: Comm. Enzo Musumeci Greco B. Presidente: Col. Francesco Vitucci V. Presidente: Comm. Piero Sprcafico Segretario: Dr. Attilio Di Grazia Membri: Comm. Mirko Zangirolami Rag. Andrea Marazzi La Commissione Tecnica Nazionale rima di iniziare i lavori si è resa interprete del sentimento di tutti gli scher mitori del CSI rivolgendo un pensiero alla memoria di Giulio Caudini già membro della Commissione Tecnica Na zionale del Centro Sportivo Italiano fin dal suo sorgere. Ri volge inoltre un pensiero al giovane schermitore Mario Spreafico appartenente alla famiglia del C.S.I. quale atleta e quale Senior della G.I.A.C. recentemente spentosi a Mi lano.
CONVENZIONE F.I.S. C.S.I. Esaminate le contropoposte della FIS di una Convenzione per una profonda collaborazione tra i due Enti nel campo schermistico, la C.T.N. dà mandato al suo Presidente per una stesura completa onde sottoporla alla firma dei Pre sidenti dei due Enti. ATTIVITÀ’ AGONISTICA 1952
Viene approvato il Regolamento per il Campionato Na zionale individuale di Fioretto pubblicato su STADIUM Notiziario n. 9.
Convenzione fra la F.I.S.I. ed il C.S.I.;
Viene inoltre approvata all’unanimità l’istituzione e l’orga nizzazione di un Trofeo Triennale non consecutivo dedicato alla memoria dello schermitore Mario Spreafico. Tale ma nifestazione si svolgerà col sistema a staffetta di Fioretto, a squadre di tre schermitori, classificati regionalmente nel Campionato Individuale di Fioretto, con le modalità che
Programmazione e regolamentazione deH’attività 1952;
verranno in seguito rese note.
La Porta; V. Presidente: sig. Antonio Vecchi; Segretario: geom. Riccardo Bonarelli. Presidente:
don. Vincenzo
Dopo aver esaurito gli argomenti posti all’ordine del giorno c cioè:
Varie ed eventuali;
la Commissione ha dato incarico al Presidente, in collaborazione col Segretario di elaborare il programma dell’attività da svolgere nell’anno 1952 ed ha stabilito di riunirsi il giorno 19 ottobre per prendere cognizione del detto pro gramma che verrà presentato al Consiglio Generale del C.S.I. nella riunione del 21 ottobre e comunicato ufficial mente ai Comitati Provinciali dopoché avrà riportato la necessaria approvazione. Il Presidente Don. VINCENZO LA PORTA
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ATTIVITÀ’ ORGANIZZATIVA
La C.T.N. onde facilitare lo svolgersi dell’attività scher mistica nelle varie provincie si adopererà per un ulteriore sviluppo delle Sezioni di tale branca sportiva al fine unico di poter ottenere la massima propaganda e penetrazione nelle organizzazioni periferiche. A tale scopo verranno diramate precise disposizioni.
IL SEGRETARIO Dr. Attilio Di Grazia
IL PRESIDENTE M" Enzo Musumeci Greco
NOVARA Novara ha lanciato alle soglie dei 1952 il nuovo programma: «Ogni Cam panile un Gruppo Sportivo del Cen tro Sportivo Italiano! » Programma di penetrazione e di propaganda, ma an che di equilibrio e maturità, che le linee fissate per l’attività futura dimo strano molto chiaramente. 1. Ogni Associazione G.I.A.C. abbia il Gruppo Sportivo. 2. Per vivere si eviti il passo più lun go della gamba. 3. Fedeltà al C. S. I. 4. Formazione dei dirigenti. Era indubbio che il Congresso pro vinciale di un Comitato che avesse questi propositi nel campo organizza tivo e morale, dovesse avere un’otti ma riuscita. Infatti il 23 settembre, sotto la Presidenza dell’ispettore re gionale della Liguria, dott. Valgoglio, ha avuto luogo il 3" Congresso Pro vinciale del C.S.I. La relazione morale del rag. Rizzotti, Presidente del C. P. e la rela zione tecnica di E. Nervi, direttore tecnico, sono state il riassunto del la voro svolto nel 1951, concretatosi nel l’organizzazione dei Campionati di 11 sports, e partecipazione alle gare re gionali e nazionali. Con piacere si nota l’iniziativa dei corsi per dirigenti sportivi, per i quali saranno realizzati corsi di formazio ne in autunno e primavera, come an che lezioni per aspiranti arbitri e giu dici di gara. Intanto è già stata impostata l’atti vità di calcio, che si presenta divisa in Campionati provinciali di tre serie: A, B e C. Al Campionato classificato di serie A potranno partecipare Società prov viste di campo regolamentare con atleti nati nel 1937, a squadre di 11 giocatori. La serie B avrà un campionato per Società provviste di campi a misura ridotta, con atleti nati nell’anno 1937, a squadre formate da 7 giocatori. Mentre il Campionato provinciale va levole per il titolo di Campione nazio nale, è stato classificato di serie C.
BERGAMO GINNASTICA. — Campionati So ciali. La Presidenza della Società «In robore virtus », dopo il ritorno dal Concorso Ginnico di Firenze, che ha dato il battesimo alla nuova squadra allievi, il 14 ottobre u, s. ha fatto svolgere i campionati sociali di gin nastica, per constatare 1 progressi fat
ti e preparare gli atleti alle future competizioni. Oltre ai ragazzi della squadra allievi presentatisi a Firenze, altri 24 ragazzi hanno affrontato, do po soli 2 mesi di preparazione, la prova. Si ebbe così un bel complesso di allievi partecipanti alla manifesta zione, suddivisi nelle seguenti catego rie: Allievi «A» - Allievi «B» - Al lievi «C», inoltre nella categoria esordienti gareggiavano altri 2 gio vani. I campionati, svoltisi nel pomerig gio del 14 ottobre u. s., alla presenza di numeroso pubblico, hanno ottenu to un vivo successo sia dal punto di vista tecnico che da quello propagan distico ed hanno suscitato grande entusiasmo ed ammirazione. Negli esercizi individuali si è particolarmen te distinto l’anziano, ma sempre bravo, Carminati, le cui prestazioni sono state sottolineate da vibranti applausi. Alla manifestazione, pienamente riuscita, hanno contribuito il Rev. Di rettore dell’oratorio, animatore in stancabile dello sport ginnastico, ed il sig. Gardoni Giovanni, istruttore ap passionato e tenace che tanto si pro diga per l’affermazione della Ginna stica, oltre a tutta la Presidenza della Società, che con tanto amore e vivo interesse segue e incoraggia i suoi ragazzi. I vincitori della manifestazione so no i seguenti: Allievi «A»: Brembilla. punti 36,55; Allievi tBt: Coltro, punti 36,80; Allievi «C»: Bolognini punti 26.85; Esordienti: Piatti Luigt punti 51,20.
PADOVA « Non esibizione di muscolatura e forza bruta, o smania orgogliosa di preminenza, ma sport educativo e co struttivo per i giovani ». Sono gli amici di Padova che par lano, e che chiamano tutti gli spor tivi cattolici all’opera, con buona vo lontà e coraggio. Il Congresso Provinciale C.S.I. di Padova del 7 ottobre, ha espresso questa esortazione per lo sport pata vino. Ci saranno i frutti? ■ Guardiamo i presupposti dello sport educativo, che ci dicono lo spirito ani matore del Comitato Provinciale C.S.I. di Padova: 1. Organizzazione e organizzazione, non baraonda. 2. Conoscenza e pratica integrale controllata dalle norme tecniche. 3. L’emulazione e lo spirito agoni stico sono necessari, come gli esami delle scuole, ma ne è pessima l’esa gerazione.
4. Il primato e il record non deb bono essere fine allo sport, ma l’edu- . cazione, che non li esclude bensì li valorizza; 5. L’eccessivo strapazzo fisico è an tieducativo, perchè distrugge quella armonia tra anima e corpo, ricercata dallo sport. 6. Sport disinteressato lontano dal lo spirito mercantile e dall’amore del guadagno o dall’esagerata corsa ai premi. La base morale c’è, ora è necessa rio irrobustire l’attività atletica, e so lo quando avremo raggiunto piena mente la fusione tra lo sforzo musco lare e l’educazione deH’animo, potre mo dire di aver fatto qualcosa per lo sport giovanile italiano. Crei Padova le sue U.U.S.S., formi i suoi atleti al la luce dei presupposti suddetti, e Pa dova sarà all’avanguardia della batta glia che noi andiamo combattendo su tutti i campi ove si oda la parola sport.
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SAVONA Anche Savona ha impostato il suo programma agonistico per il 1952, e lo ha redatto come si conviene ad una città che va sempre più rinsaldando lo sport del C.S.I. nel rigoglioso vi vaio di giovani atleti della Liguria. Ma non siamo di fronte al solito snocciolare di gare e campionati loca li, che per tutti gli sports non man cano nel calendario del Comitato pro vinciale savonese; siamo di fronte ad iniziative di preparazione e di forma zione, notiamo cioè l’inizio per il C. P. di questa città, della fase non più di remmo di nascita, ma della fase di assestamento. Inizia il periodo della giovinezza, in cui il corpo si armo nizza, i muscoli si rassodano, e lo spirito diviene cosciente di se stesso. Dimostrano ciò tutte le scuole isti tuite, scuole di nuoto per allievi, di atletica leggera per staffette, scuole sci e di Judò per allievi. Ma non solo nel carneo strettamente sportivo il C. P. ‘di Savona realizzerà i suoi programmi, il campo assistenziale offrirà campo di lavoro per i suoi dirigenti. Saranno infatti create o sviluppate, scuole per analfa beti, per disegnatori, radiotelegrafisti brevettati, per padroni di imbarca zioni (piccolo cabotaggio); ed inoltre scuole a carattere istruttivo su mate ria sindacale, previdenziale e assi stenziale. Come si vede a Savona attività sportiva e attività sociale sono sorelle, e creano intorno agli iscritti al C.S.I. quell’atmosfera di cura fisica e com-
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prensione dei b ogni sociali, che indi cano l’ottimo fu. ■’ionamento di que sto nostro Cornila, provinciale. Non resti nuda l’o, "*ra atletica, ma ogni Comitato Provili :ale imiti Sa vona. istituendo scuole . ssistenziali ed educative, così avremo i . ’omitati Pro vinciali completi.
PERIGEI
Tuoro su Trasimeno ha avuto il campo sportivo del C.S.I., e lo ha vi sto sorgere in una cornice di verde, perché i giovani hanno cr duto nel loro lavoro, nei loro desideri. Essi in fatti hanno costruito con le ' -ro mani questo spiazzo ove si intrecc ‘anno le trame delle gare sportive. In aticabili, sotto la direzione del simpa :co Par roco, si sono avvicendati ) :i lavori manuali, a cui i più non erai > iniziati, i ragazzi del C.S.I. di Tuoro • che han concretato in tal modo i pr pri sogni. Così il 14 ottobre u. s. si s io riuniti tutti, dirigenti e iscritti, e il Rev.mo Arcivescovo, quasi padre di quella grande famiglia, ha bened< to la loro opera. Ed il campo sportiv si stende tra i campi, testimone del i passione dei nostri giovani, che lo lanno for nito degli spogliatoi, ed h: ino inten zione di completarlo con campi per pallavolo e pallacanestro. Una gara sportiva, che imprimesse appieno il carattere al te reno, e lo inaugurasse degnamente, .on poteva mancare; così i giocatori ella Unio ne Sportiva locale, hanno incontrato amichevolmente gli atleti ella U. S. « Aquilotti Azzurri » di S. (aria degli Angeli, rendendo compiuta questa festa di giovinezza. TREXTO
Il bilancio, che ogni e: ìe compie del suo lavoro, a fine d’ai io, non si presenta solo come l’enum razione di quel che l’abilità e la capa ità dei di rigenti ha saputo produrre, per poi ri mirarlo con sterile ed inut e compia cimento, ma serve sopratut > per scor gerne i difetti, le lacune, :on spirito obiettivo e sereno, ma : limato da grande passione; e quest- perchè si eliminino le manchevolezz e si com pleti l’opera in tutti i se ;ori del la voro.
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Questo è quanto han fatto i diri genti di 43 Unioni Sportive, nell'Assemblea provinciale del C.S.I., riuni tasi a Trento, nel giorno di domenica 28 ottobre, a cui presenziavano inoltre il dott. Aldo Notario, V. Presidente del C.S.I. eletto con entusiasmo presiden te del Congresso, e l’ispettore regio nale del Trentino a Alto Adige. Aldo Ceri in rappresentanza anche del Pre sidente il C.P. di Trento, on. senatore Mott, trattenuto a Roma da impegni parlamentari. Le parole di apertura del dott. No tario, hanno illustrato ai convenuti il continuo svilupparsi del Centro Sportivo Italiano, che dà tm notevo lissimo apporto allo sport italiano, ne rinnovano le file, forniti di valida pre parazione tecnica, fisica, e di ima sal da morale. Le parole di Ceri, portante il saluto dell’on. Mott, hanno esaltato i successi conseguiti dal C.P. di Tren to nelle varie competizioni sportive dell’anno trascorso, successi che però, ha egli affermato, non debbono fare da paravento a quel molto che c’è ancora da fare. E’ seguita poi la rela zione dell’attività organizzativa, illu strata dal segretario, sig. Zadra. Vastissima attività, non solo, ma vi vida di successi e di affermazioni, lo cali e nazionali; basti considerare la parte del leone, che l’U.S. Dolomitica ha fatto a Bardonecchia, nei Campio nati Nazionali Sci del Centro sporti vo, in cui si classificò prima assoluta; così nell’atletica leggera, in cui sebbe ne il programma non sia stato attua to come nei desideri, si devono regi strare le vittorie conseguite da Gino Jacob della U.S. Quercia, il quale do po aver conquistato il titolo di cam pione nazionale FIDAL nella corsa dei 400 metri a Bari, riportò un vero trionfo a Genova, in occasione delle finali nazionali del C.S.I., ove vinse il duplice titolo dei 100 metri piani, (col tempo di 10”9) e dei 400 metri piani. Un onorevolissimo 2-> posto as soluto, Trento conseguì pure a Roma, durante le prove di tennis da tavolo, per l’aggiudicazione del titolo di cam pione italiano C.S.I. 1951, per merito dei bravi ragazzi trentini dell’U.S. Olimpia di Trento, Filippi per il sin golo, e la coppia Spagnolli-Pegoretti per il doppio. Per non parlare della impeccabile manifestazione della 3"
edizione del Trofeo dell:1. Montagna, a cui presero parte squadre di cittadini, valligioni e militari, c la cui vincitrice U. S. Cornacci dì Tesero, in lotta con le migliori squadre di marciatori in montagna di tutta Italia ad Aosta si impose, brillantemente, facendo suo il 3" posto assoluto. Considerevoli i risultati nel campo calcistico, per il notevole contributo dato dalle nostre Unioni Sportive, al lo sport giovanile: infatti la U.S. Am brosiana di Trento e l’U.S. Quercia di Rovereto, hanno vinto rispettivamente il Campionato regionale della Lega Giovanile, e il Campionato regionale federale «ragazzi . Non mancano purtroppo gli sforzi con esiti negativi; così nella pallacanestro. che si dibatte in una crisi problematica: ma il C.P. di Trento continuerà ad insistere in questo set tore. per riportarlo a nuova vitalità, cercando di incrementare la costitu zione di squadre di questa disciplina sportiva, attraverso particolari accor gimenti di agevolazione. Come si vede, è bene ripeterlo, atti vità vastissima, condotta da uomini che danno allo sport passione e fede, in cui si incontrano dirigenti e atleti, per un unico ideale di lealtà e corag gio cristiano.
TERNI
Ormai l’attività sportiva ha rag giunto tanta importanza nella vita del nostro paese, che la sua funzione non si limita più all'allenamento o all’a gone atletico, ma esplica altresì un compito sociale di educazione e di di fesa. Il delegato diocesano G.I.A.C. di Amelia nel Congresso provinciale del C.S.I., che si è svolto in Terni 1’11 no vembre, ha posto in viva luce un pro blema che è di viva attualità, e che il C.S.I. tutto, dai centri periferici, alla Presidenza Centrale, cerca di ri solvere. per vincere una battaglia. Esi stono zone ove ancora il nostro orga nismo non è conosciuto, ha detto il Delegato di Amelia, ed esprimo l’au gurio che al più presto i giovani di queste zone dell’Umbria si organizzi no sotto le insegne e i colori dell’Ente sportivo cattolico. Essi sono abban donati e senza mezzi, ed è urgente e vitale per noi e per essi venir loro in aiuto. Vi sono organizzazioni, che per fini eminentemente politici, e che so no nettamente in contrasto con le no stre concezioni di vita cristiana, cer cano di attirarli nelle loro file, con propositi di sfruttamento propagandi stico. Se non si voglion perdere questi giovani, che appartengono ai nostri ideali, è necessario estendere l’opera del C.S.I. in questi paesi e tra questi ragazzi, che non attendono se non aiuto. Queste parole sono state pronunzia te alla presenza dei dirigenti delle UU. SS. affiliate al CSI, dei dirigenti delle Diocesi di Terni, Amelia, Spoleto e Narni, e di un folto gruppo di spor tivi, che han seguito con interesse i lavori del Congresso, presieduto dal sig. Burdisso Giuseppe, Ispettore per l’Umbria, e Delegato della Presidenza Centrale. Interessante l’intervento del Presi dente Diocesano G.I.A.C., che ha for mulato l'auspicio di una stretta colla borazione tra le Società sportive del C.S.I. e le Associazioni di Azione Cat tolica.
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elenco UNIONI E GRUPPI SPORTIVI IN REGOLA CON L’AFFILIAZIONE 1954
A tutte le UU. e GG. Sportivi di nuova costituzione viene inviato gratis il diploma di affiliazione, tramite il Comitato Provinciale. ALESSANDRIA ROVERETO - Presso Parrocchia S. Maria di Castello Alessandria. CRAL MINO - Via Canova, 6 - Alessandria Cristo. MANDROGNE - Parrocchia - Mandrogne (Alessandria) CELLERINO - Via Palermo, 2 - Alessandria. IVALDI - Via Savonarola, 5 - Alessandria. BRICIOLA - Via Isonzo, 13 - Alessandria. LIBERTAS - Via Felice Cavallotti, 22 - Valenza (Aless.). FORTITUDO - Corso Garibaldi, 2 - Valenza (Aless.). DOMINANTE - Piazza San Rocco, 1 - Alessandria. FULVIUS - Viale Vicenza, 8 - Valenza (Alessandria). CRISTO - Piazza Duomo - Alessandria.
ASTI
FULGOR - Via G. Testa, 39 - Asti. MONTECHIARESE - Montechiaro. SAN PAOLO - Via Cavour, 21 - Asti. JUVENTUS DON BOSCO - Via Don Bosco, 4 - Asti. BIELLA
MONGRANDO - Casa Comunale - Mongrando Ceresane (Vercelli). SAN LORENZO - Via Leverà, 1 - Andorno Micca (Ver celli). PRO CANDELO - Via Libertà, 20 - Candelo (Vercelli). FULGENS CANDELO - Via Matteotti - Candelo (Vercelli). SAN GIOVANNI BOSCO - presso Rettore Villaggio Ri vetti - Vigliano (Vercelli). ENRICO CERVETTA - Via San Giovanni Battista de La Salle, 5 - Biella (Vercelli). S. PAOLO - Via Zara, 16 - Biella (Vercelli).
BERGAMO Via XXV Aprile Chignolo d’Adda GHIGNOLESE (Bergamo). CAPRINO - Presso Oratorio Maschile - Caprino Berga masco (Bergamo). MARIANO - Presso Oratorio Maschile - Mariano (Cal mine) (Bergamo). OLIMPIA - Via della Vittoria - Bonate Sopra (Bergamo). SARNICO - Piazza Besenzani - Sarnico (Bergamo). CALCINATESE - Piazza Chiesa, 2 - Calcinate (Bergamo).
OSIO SOPRA - Via A. Locatello - Oslo Sopra (Bergamo). FULGOR NOVA - Via Tassis, 12 - Bergamo Alta. PRO LURANO - Via Chiesa, 3 - Lutano (Bergamo). CREDARESE - Via A. Facanoni - Credaro (Bergamo). ASPERIA ISMA - Presso Oratorio Maschile - Spirano (Bergamo). FULGOR - Piazza Santuario - Nossa (Bergamo). Locate LIBERTAS LOCATESE - Via Don Minzoni, 10 Ponte S. Pietro (Bergamo). CISANESE - Via Mazzini, 5 - Cisano Bergamasco (Ber gamo). Adraro P.M. (BerADRARESE - Via Umberto I, 101 gamo). INTERVITES - Via Indarno, 8 - Bergamo.
BRESCIA COSSIRANO - Via Oratorio - Cossirano (Brescia). ARDENS - Via Mantova, 69 - S. Polo di Brescia (Brescia). CHIESANUOVA - Via Orzinuovi, 23 - Brescia. S. MARIA DELLA VITTORIA - Via Cremona, 37 - Bre scia. FOLZANO - Via Rione, 17 - Folzano (Brescia). PULCINI ORZINUOVI - Via Cavour, 13 - Orzinuovi. ORATORIO CHIARI - Via Garibaldi, 5 - Chiari (Brescia). CAMPIONE - Camipone del Garda (Brescia). RONDINELLE - Via San Martino, 11 - Pontoglio (Brescia) SAN GIORGIO - Via Roma, 7 - Pontoglio (Brescia). VOBARNO - Via Roma, 2 - Vobarno (Brescia). VALVERDE - Via Roma, 23 - Rezzato (Brescia). LEONASSA - Via Re Desiderio, 37 - Leno (Brescia). POMPIANO - Via Pompeo, 21 - Pompiano (Brescia). CIGOLESE - Presso Oratorio - Cigole (Brescia). BASSANO - Via San Michele, 8 - Bassano (Brescia). INTREPIDA - Via Dante, 1 - Zanano V.T. (Brescia). FOLGORE - Via Pieve, 8 - Concesio (Brescia). AUDAX - Via Scuole, 3 - Gerdane V.T. (Brescia). PAVONI - Via M. Castellini, 7 - Brescia. FIONDA - Via Circonvallazione - Presso Don Luigi Bonametti - Bagnolo M. (Brescia). CAGLIARI
G.E.I. - Via San Domenico, 13 - Cagliari. AUSONIA - Parrocchia San Giacomo - Cagliari. CREMONA S.A.S. - Via B. Gatti, 2 - Cremona. FLORIS - Via Garibaldi, 119 - Presso Santi Dino Cremona. GENOVA PESCA SUBACQUEA - Vico Falamonica, 1 Genova.
FIRENZE S. MARGHERITA MONTICI - Via S. Margherita Mon tici - Firenze. FRECCIA JUVE - Via Cammori, 9 - Quaracchi (Firenze). ALBOR - Via Tegolaia - Grassina (Firenze). LIBERI E FORTI - Via delle Panche, 32 - Rifredi (Fi renze). AURORA - Via Mazzini, 50 - Figline Valdarno (Firenze). BISENZIO - Via 13 Martiri, 155 - S. Pietro a Ponti (Fi renze). IMPRUNETA - Piazza Buondelmonti, 28 - Impruneta. AUDACE - Presso Parrocchia - Castelnuovo Sabbioni (Arezzo). SESTO - Piazza della Chiesa, 10 - Sesto Fiorentino (Fi renze). GREZAR S. DONNINO - Via Trento (Chiesa Parrocchia le) - S. Donnino di Campi (Firenze).
LA SPEZIA
S. CARLO - Via C. Vaccari - Ponzano Magra (La Spezia). AUDAX - Via della Canonica, 2 - La Spezia. CANALETTESE - Via Montegazza, 3 - La Spezia. LUCCA L. ROSSELLINI - Sala Parrocchiale (Sede AGLI) - Pieciorana (Lucca).
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DINAMICA - Piazza 8. Francesco, 19 - Lucca. ASTOR - Piazza del Giglio - Lucca. AURORA - Presso Chiesa Parrocchiale - Massa Macinala (Lucca). ANDREA DORIA - Via Buiamonti, 31 - Lucca. GIAC PORCARI - Via alla Chiesa - Poicari (Lucca). D. GIORGIO BIGONGIERI - Lunate (Lucca). NOVA JUVENTUS - Presso Canonica S. Marco - Lucca. PALMEIRAS - Chiostro S. Martino, 10 - Lucca. VOLTO SANTO - Via S. Nicolao, 78 - Lucca. NAVE - Presso Chiesa Parrocchiale - Nave (Lucca). SAN GEMIGNANO - Via Canonica - Ponte Morigno (Lucca). SALUS - Via Pola, 9 - Marco Polo - Viareggio (Lucca). MANTOVA
ARDITA - Presso Caffè Centrale - Acquanegra sul Chiese (Mantova). S. EGIDIO - Via Trattini, 36 - Mantova. EL CASTEL - Via Bottini, 2 - Castel Goffredo (Mantova). SAN GIORGIO - Via Teatro Vecchio, 4 - Mantova. FELTRINESE - Via XX Settembre, 9 - Mantova. BAGNOLESE - Via Roma, 80 - Bagnolo S. Vito (Mantova) SUPERGA - Via Trieste, 69 - Mantova. AQUILOTTI - Via Frattini, 28 - Mantova. SEMPRE AVANTI - Guidizzolo (Mantova).
MASSA CARRARA ROBUR - Presso geom. Pellegrino - Genio Civile - Massa. VIRTUS AULLA - Piazza Mazzini - Aulla.
SOMMA - Via Roma « Trattoria Reali » - Sommo (Pavia). FULGOR - Fraz. Rotto - Cava Manara (Pavia). TICINUM - Via dei Mille, 35 - Pavia. SALUS - Piazza della Chiesa - Beregnardo (Pavia). CELERES - Via Pedotti, 8 - Pavia. SAN GIOVANNI BOSCO - Presso Giovanni Gnocchi Marcignago (Pavia). CAVEbE - piazza Vittorio Emanuele, il - Cava Manara (Pavia). AQUILA - Montebolognola di Villanterio (Pavia). GIOVANNI S1ZIANE8I - Via Roma, 6 - Siziano (Pavia). ivirtUxziivO - via E. Boezio, 25 - Pavia. FOLGORE - Via Menocchio, 21 - Pavia. VOLANTE - Presso Casa Parrocchiale - Certosa di Pavia (Pavia). S. Lanlranco Via San Lanlranco SAn LANFRANCO (Pavia). LIGURI - Via Liguri, 12 - Pavia. V1TT - Via Dante - Binasco (Pavia). GUINZANO - Via Princiaple, 21 - Guinzano (Pavia). PICCOLI CAIROLI - Via Libertà - Gropello Cairoli (Pavia). PESARO LORETO - Via Lorenzo Gasparri, 24 - Pesaro. ROBUR - Piazza S. Agostino, 31 - Pesaro. ZANDONA1 - Viale Trieste, 401 - Pesaro.
PISA JUVENTUS - Piazza Umberto I, 22 - Pontedera (Pisa).
PISTOIA
MODENA
FIDES - Parrocchia - Campo Tizzano (Pistoia).
LEPANTO - Viale Storchi, 249 - Modena.
POTENZA FULGOR - Via San Rocco, 9 - Potenza. BALLARIN - Via Scafarelli, 5 - Potenza.
NOVARA DOFOUR - Via San Giovanni Bosco, 5 - Varallo Sesia (Novara). FIOVO NEGRI - Via Don Bosco, 24 - Romentino (Novara)
REGGIO EMILIA VIRTUS - Stilo S. Martino in Rio (R. Emilia). INVICTA - Via IV Novembre - S. Ilario D’Enza (Reggio Emilia). C.S.I. CORREGGIO - Corso Cavour, 3 - Correggio (Reg gio Emilia). HERBERIA - Via Emilia, 8 - Rubiera (R. Emilia). CERVO - Chiesa - Messansetico (Reggio Emilia). POLISPORTIVA « EDERA » - Via Nobili (Teatro) - Reg gio Emilia. REGINA PACIS C.S.I. - Via Gorizia, 11 - Reggio Emilia. S. AGOSTINO - Corso Garibaldi, 18 - Reggio Emilia. PIEVE - Vialla Pieve Moddena, 1 - Reggio Emilia. DANTE ALIGHIERI - Via Emilia S. Stefano, 39 - Reggio Emilia.
PADOVA PONTEVIGODARZERE - Via Pontevigodarzere, 269 Padova. VIRTUS - Via S. Maria Assunta - Padova.
PARMA Via Mantova, 4 (Parrocchia)
JUVENTUS (Parma). LAMBRUSCHINI - Via Mantova, 99 - Parma.
Vicopò 3
PAVIA
GLORIA - Torre d’isola (Pavia). STELLA BIANCA - Via Lorenzo Fasolo, 5 - Pavia. CONSTANTES - Via Cairoli, 56 - Beigioioso. DINO BRAGA - Viale Partigiani, 37 - Pavia. AUDACES - Via XX Settembre, 8 - Pavia. AURORA - Via E. Fiocchi, 7 - Corteleona.
RIETI
AQUILOTTI - Piazza Vittorio Emanuele, 25 - Forano Sa bino (Rieti).
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55
ROMA
TORRES - Via Monte d’Oro, 19 - Roma. PIO XII - Via Monte della Farina, 64 - Roma. CERVINIA - GINEVRI - Salita de’ Crescenzi. 9 - Roma. VIRTUS - Via aBravetta, 148 - Roma. STADIO - Via Paolo Sarpi, 117 - Roma. TERNI
ARDITA - Via S. Nicandro, 130 - Terni. VIRTUS - Viale Curio Dentato - Terni. VIS TERNI - Via Roma, 172 - Terni. SERENISSIMA - Via Carrara, 1 - Terni. ERIBERTO BOSICO - Piazza S. Francesco, 4 ENRICO GIAMMEI - Via Petrucci, 5 - Terni. CASSIAN BON - Via Volturno, 15 - Terni.
TRENTO ROVERETO - Presso Albergo Rialto - Rovereto — Piazza Nazario Sauro - Trento. DOLOMITICA - Via SS. Apostoli Giacomo e Filippo, 26 Predazzo (Trento).
TREVISO
Terni.
TORINO
CONDOR - Via San Bernardino, 3 - Torino. Corso Unione Sovietica, 327 FERRANTE APORTI Torino. AUGUSTA - Via San Secondo, 100 - Torino. LINGOTTO - Via Carmagna, 1 - Torino. LAMARMORA - Corso Re Umberto, 42 - Torino. LABOR - Via Leoncavallo, 18 - Torino. AUXILIUM - Via Salerno, 12 - Torino. BARCANOVA - Via Damiano Chiesa, 53 - Torino (Bertolla). SPARTANOVA - Corso G. Cesare, 8 - Torino. BACIGALUPO - Via Sacelli, 54 - Prov. Annovati - Torino. SAN PELLEGRINO - Via Brunetta, 11 - Torino. MADONNA DEL PILONE - Corso Casale - Torino. FIAMMA - Via Maria Vittoria, 35 - Prov. Platazia Torino. ANDOLI - Via Tarino, 6-bis - Torino. POLISPORTIVA CASTAGNOLE Presso Parrocchia Castagnole Piemonte (Torino). PINO MAINA - Via Pollenzo, 4 - Torino. AUTONOMI - Via Accademia Scienze, 2 - Torino. SAN SECONDO - Via Parini, 7 - Torino. SAN GIORGIO - Via Spallanzani, 7 - Torino. GABETTO - Via Fiume, 77 - Allessano (Torino). JUVENTUS - Piazza San Carlo, 206 - Torino. LEONCELLI - Via Vittorio Emanuele, 76 - Chieri (Torino) JULIA - Via Veglia, 44 - Torino. CANTALUPA - Presso Scuole Qomunali - Cantalupa di Frossasco (Torino). AURORA - Parrocchia P. Annunziata - Venaria (Torino). ARDTTT - Corso Francia - Casa Parrocchiale - Leumann (Torino). CARMINE - Via Carmine, 3 - Torino. CUMINARESE - Presso Casa Parrocchiale - Cumiana. S. ALFONSO - Via Netro, 3 - Torino. PIOSSASCO - Caffè del Tranvai - Piossasco (Torino). TARCISIA SASSI - Strada Superga, 15 - Torino. REBAUDENGO - P. Rebaudengo, 22 - Torino. CONDOR - Via dei Mercanti, 30 - Torino. VERITAS - Via Arnaldo da Brescia, 22 - Torino. SENECTUS TAURINA - Via Medail, 30-F - Torino. AIRASCHESE - Via Roma, 5 - Airasca (Torino). G. SAVONAROLA - Via P. Baiardi, 8 - Torino. PADUS - Via Po, 16 - Torino. BRIOHERASIO - Via Vittorio Emanuele II, 18 - Bricherario. CITTA’ DE’ RAGAZZI - Strada Drusio, 27 - Torino Sassi. Direttore responsabile: LUIGI GEDDA
VIRTUS - Corso Francia, 226 - Torino. STELLA - Piazza Municipio, 5 - Orbassano (Torino).
DUOMO FOLGORE - Via Canoniche, 2 - Treviso. PIOMBINESE - Via Roma - Piombino Dese (Padova). QUINTO JUNIOR - Via Nogaro - Quinto di Treviso (Tre viso). C.S.I. MIANI - Piazza S. Maria Maggiore - Treviso. JUVENTINA - Via Canonica - S. Bona (Treviso). HESPERIA - Borgo Cavour, 63 - Treviso. POLISPORTIVA S. POLO - Presso sig. Antonio Visotto S. Polo di Piave (Treviso). LA CRODA - Via Conti d’Onigo, 12 - Pederobba (Tre viso). VENEZIA CONDOR - Via S. Girolamo, 3022 - Venezia. FRARI - Calle della Passion, 2986 - Venezia. FALCHI - Via Piossetta, 16 - Burano.
VERONA MACEDONIA - Via Anfiteatro, 2-b - Verona. FOLGORE - Parrocchia SS. Apostoli - Verona. VIRTUS - Via San Carlo, 5 - Verona. PINDEMONTE - Via Felice Cavallotti, 7 - Verona. S. GIORGIO - Via Mentana, 5 - Verona. DOMEGLIANA - Presso Canonica - Domegliano (Verona). MARCUS - Piazza Isolo, 19 - Verona. BERTONI - Via Artigliere, 2 - Verona. VIRTUS VIGO - Piazza - Vigo di Legnago (Verona). SALUS - Viale dei Caduti - Legnago (Verona). VILLABARTOLOMEA - Via Roma - Villabartolomea (Verona). CASALEONE - Via Canonica, 18 - Casaleone di Verona. VALPOLICELLA - Via Cheisa - S. Pietro in Cariano (Ve rona). BRUNO GAIGA - Casa Canonica - S. Lucia (Verona). SCALIGERA - Via Ponte Pietera, 20 - Presso Damiani Rino (Verona). BOSCHI S. ANNA - Piazza - Boschi S. Anna (Verona). AUDAX - Piazza Veronella - Veronella (Verona). VIRTUS MINERBE - Piazza IV Novembre, 1 - Minerve (Verona). VICENZA ROBUR - Via San Gaetano, 49 - Thiene (Vicenza).
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che variano fra gli 800 e gli 850 km. ognuna. 1“ tappa: Nizza-Pirenei; 2J tap pa: Pircnei-La Baule; 3” tappa: La Baule-Ostenda. attraverso la Bretagna, la Normandia e la costa nord della Fran cia; 4* tappa: Ostenda-Vittel. passando per Parigi; 5* tappa; Vittel-Ginevra, passando per Aix-les-Bains, Anneey, Montreux, e Losanna; 6’ tappa: Ginevra-Nizza, attraverso i grandi passi delle Alpi.
<> NEW YORK — Il ribasso dei corsi della gomma a Londra e a Singapore e le notizie secondo le quali il gover no acquisterebbe esso stesso tutta ’.a gomma importata allo scopo di elimi nare la concorrenza degl'interessi pri vati hanno provocato un ribasso uei corsi della gomma a termine di 4 centr per libbra ossia il limite massimo _____ accugiornaliero autorizzato, ed mularsi di ordini di vendita si è avuto sui prezzi più bassi. «' WASHINGHTON I tecnici della General Electric sono riusciti a fabbricare unc. speciale tipo di turbocompressore per motori da aeroplano aeropl; , e» r» ì l-v ■ 1 -, 11 ’: che rende possibile all ’apparecchio sul quale è installato una maggiore ve locità e autonomia oltre a un carico utile superiore a quello normale. Di stinto con la sigla C. H. 9. questo tur be- compressore sarà installato soprat tutto sugli arei delle grandi linee civili. Dagli esperimenti effettuati è risultato che può fornire a un motore 150 Kg. d’aria al minuto ad una pressione sei volte maggiore di quella atmosferica normale. Applicato a un motcro a pi stoni Pratt and Whitney R. 4360-G ne ha moltiplicato la potenza.
® BERLINO — Secondo una classifi ca pubblicata dalla » Corrispondenza Sportiva Internazionale » (I.S.K.) il miglior atleta tedesco del 1950 è il nuotatore Klein. L’I.S.K. ha svolto un referendum fra 300 giornalisti sportivi tedeschi. Ciascun giornalista aveva a disposizione per il referendum 15 pun ti di cui 5 da assegnarsi all’atleta mi gliore e poi 4, 3, ecc. ai successivi. Ecco la classifica: 1) Klein (nuoto) p. 1511; 2) Schade (atl. .leggera) 570: 3’ Sepp Hipp (sport invernali) 380; 4) Earan Falck (hockey su ghiaccio) 339:
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5) S. Weiler (sport invernali) 289: ò) Fleischmann (motociclismo) 207; 7) Von Cramm (tennis) 150; 8) Bautz (ci clismo) 132; 9) Neuhaus (pugilato) 121; 10) Dickhut (ginnastica) 120.
<• BUENOS AIRES — I Campionati del mondo di pallacanestro sono stati vinti dalla squadra argentina che ha proceduto nell’ordine di classifica: Sta ti Uniti, Brasile. Cile, Egitto, Francia. <• BOLOGNA — 11 Comitato Allena tori Emiliani ha girato un corto me traggio didattico-sportivo sulla tecnica del « passaggio » con il concorso dei più noti giuocatori bolognesi. Lo stesso Comitato sembra abbia in programma di produrre altri due cortometraggi riguardanti il giuoco individuale e o.uello di squadra. L’iniziativa costitui sce un esempio veramente degno di lode, e sarà veramente utile allo sport emiliano.
O GINEVRA — Non difficile successo dei nostri giuocatori a Ginevra, nell'in contro Italia-Svizzera. I nostri quarantasette punti contro i 31 degli av versari, hanno giustamente coronato un giuoco in cui la diversità di • clas se » fra le squadre era evidentissima. Il brillante giuoco degli azzurri ha con tinuamente dominato la scadente tecni ca individuale e il mal impostato giuo co di squadra deji svizzeri, i quali del resto serrati dal nostro giuoco non hanno mai avuto il tempo di riaversi.
<• MILANO — Sul ring dell’Orfeo, il campione dei paesi piuma, Fermenti, ha battuto durante un incontro durato dodici « rounds • lo sfidante Funari. Fermenti ha giustamente conservato il titolo per la sua evidente superiorità tattica e tecnica sullo sfidante. ♦ PARIGI — Ray Robinson, il campio ne « nero » dei leggeri, ha con le sue vittorie e con i suoi « incassi », attira to l’attenzione di molti campioni nord americani che fino ad oggi sembravano scettici di fronte alla valuta europea. Quest’anno, molti si lasceranno « con vincere » a venire a combattere in Europa.
• LONDRA — Il campione spagnolo dei medi, Eduardo Lopez, incontrerà Randolph Turpin, campione britannico della categoria, il 22 gennaio a Bir mingham sulla distanza di dieci riprese. Lopez ha tolto il titolo spa gnolo ad Antonio Soldavilla nello scor so febbraio. • AMBURGO — Peter Mueller, campione: tedesco dei medi ha conservato jl il titolo battendo ai punti, in dodici riprese, il pari peso K. Schmidt, sfic/c. Poitole - Roma 1/3905
dante. L’incontro, tuttavia, è stato molto equilibrato. Esso ha avuto luogo ad Amburgo. ® PARIGI — Gilbert Benaim ha in tenzione di organizzare, al Palazzo de gli Spert di Parigi, per il prossimo 15 gennaio, una serata, interamente dedi cata ai pesi gallo. Sneyers, Sandeyron, Chemama, Annaloro, Medina. Confor ti. Mathieu e Mousse dovrebbero es tere della partita. Il vincitore di questo torneo dovrebbe eessere opposto, secondo le intenzioni di Benaim, al campione del mondo della categoria Vie Towell.
® PARIGI — Albert Yvel, campione d’Europa dei medio massimi sarà forse opposto, il 9 gennaio a Parigi, a Robert Villemain.
<• ROMA — In occasione della festivi tà dell’immacolata Concezione, ha avu to luogo, organizzato dal Comitato Pro vinciale Romano del Centro Sportivo Italiano, il Giubileo degli Sportivi. La manifestazione, riuscitissima, è stata seguita oltre che dai numerosi spor tivi e campioni dello sport romano e nazionale, anche da un folto gruppo di personalità, fra cui il Sen. Resta gno, il Comm. Zenobi, Adolfo Leoni e signora. £ OSLO — Continuano sempre più intensi i preparativi per l’organizza zione dei Giochi Invernali di Oslo. La maggior parte degli atleti verrà allog giata al Villaggio studentesco di Sogn, dal quale si giunge, con una iventina... di minuti di tram, alla pista di Holmenkollen. Vengono peraltro costrui te anche nuove abitazioni, con un bagno ed una cucina per ogni cinque stanze. Il villaggio è riservato esclu sivamente agli uomini mentre le scia trici verranno ospitate in una scuola di Huseby. Per le giornate di alle namento, verranno intensificati i mez zi di trasporto tra i campi di neve e gli alloggi. Gli impianti di Holmenkollen sono veramente imponenti. E’ pure in corso avanzato di costruzio ne quello che sarà il primo stadio di salti con gli sci del mondo. I tecnici locali prevedono che potranno assi stere alle gare di salto non meno di 150.000 persone. Lo stadio di Bislet potrà ospitare circa 30.000 spettatori per le partite di hockey su ghiaccio. Le gare di slalom si disputeranno a Rddleiva località situata a una die cina di minuti di cammino dalla sta zione di Lillerann a poco meno di mezz’ora dalla Capitale. Il terreno su cui si svolgeranno i Giochi del 1952 per lo slalom ha un dislivello di cir ca 200 m. ed il tempo approssimativo per la gara dovrebbe aggirarsi sui 70”. E’ in corso di costruzione un ascensore, verranno installati impian ti per l'illuminazione elettrica, una grande tribuna d’onore e per la stam pa. Lo slalom gigante e la gara di di scesa si disputeranno a Novefjell a cir ca 110 km. da Oslo. Non è la miglio re delle soluzioni ma è stato impossi bile trovare di meglio. Tip. A.T.E.N.A. Via del Seminarlo 87 - Roma
abb. postale - Guppo III - Autorizzazione della Commissione Nazionale Stampa N 1769 del 14-11-1945
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