N.1/2 GENNAIO/FEBBRAIO 2004 WEB SITE WWW.CSI-NET.IT Sp. IN ABB. pOST. ART. 2 COMMA 20/B LEGGE 662/96 FILIALE DI ROMA
1,80
VIA DELLA CONCILIAZIONE, 1 00193 ROMA
L’ ULTIMA FUGA APPROFONDIMENTI LA PAZIENZA DI EDUCARE CON LO SPORT
NATI NEL CSI ANTONIO CABRINI
VITA CSI FORMAZIONE IN TOUR
EDITORIALE di Edio Costantini
Dopo il nandrolone e l'eritropoietina arriva il doping amministrativo. La crisi etica dello sport è evidente, ma è solo colpa dello sport? O le radici ultime della responsabilità vanno cercate altrove, in una società essa stessa dopata e perciò dopante?
IL DOPING
e le pezze calde
N
on bastasse il doping chimico, lo sport italiano si ritrova alle prese con un altro agente inquinante: il doping amministrativo, che a differenza dell'altro non ammazza ma resta comunque un brutto e illecito modo di mischiare le carte per vincere anche quando non ce ne sarebbero i presupposti. In un'epoca di facili moralismi, come è quella attuale, è facile puntare il dito accusatore sul mondo dello sport come matrice e sentina di tutti i vizi dopanti. Certamente lo sport ha le sue gravi responsabilità, perché nonostante le tante grida di allarme lanciate negli anni recenti da osservatori autorevoli - e in particolare penso ai reiterati appelli di Giovanni Paolo II sulle conseguenze della strisciante deriva etica dello sport - evidentemente non si è fatto abbastanza per evitare che la bolla scoppiasse. Ma dato a Cesare ciò che è di Cesare, non tutte le colpe possono essere accollate alle dinamiche interne del fenomeno sportivo. Scandalizzarsi sulla pipì al nandrolone o sui bilanci taroccati serve a poco se non si allunga lo sguardo oltre lo sport, e non si chiamano in causa gli stessi stili di vita della nostra quotidianità.
I ragazzi che assumono pericolosi intrugli in palestra sono gli stessi che inghiottono altrettanto pericolose pastiglie in discoteca, e sono i figli di quei genitori che hanno i cassetti di casa pieni di tranquillanti e di antidepressivi. I dirigenti maneggioni che si dilettano tra fatture false e fondi neri per ingaggiare il supercampione, sono... compagni di reato dei milioni di furbi e furbetti che, nel loro piccolo, appena possono evadono il fisco per
SCANDALIZZARSI SULLA PIPÌ AL NANDROLONE O SUI BILANCI TAROCCATI SERVE A POCO SE NON SI ALLUNGA LO SGUARDO OLTRE LO SPORT, E NON SI CHIAMANO IN CAUSA GLI STESSI STILI DI VITA DELLA NOSTRA QUOTIDIANITÀ.
pagarsi una vacanza in più nei paradisi esotici. Pretendere che lo sport prodotto da una società inquinata rimanga immune da quello stesso inquinamento è pretendere davvero troppo. Il disagio esistenziale e la patologia delle coscienze affligge gli uomini e le donne sia quando indossano una tuta sportiva sia quando la svestono, perché loro sono sempre gli stessi, con i loro problemi e le loro incoerenze sia quando fanno i normali cittadini sia quando salgono sul palcoscenico sportivo come atleti o come dirigenti. Se questo è vero, per costruire uno sport "pulito" le leggi antidoping, chimico o finanziario che sia, serve come le pezze calde per curare la polmonite. Per sradicare il problema bisogna partire invece dalla costruzione di una società "pulita", che restituisca all'individuo gioia di vivere, fiducia, equilibrio, capacità di affrontare le difficoltà serenamente. Ma nulla accade per caso. Un mondo e uno sport migliore non ci saranno mai, se non ci impegneremo allo spasimo affinché vedano la luce. Battersi per la causa dello sport educativo ha oggi anche questa primaria e insopprimibile funzione. 1
SOMMARIO
N. 1/2 GENNAIO FEBBRAIO 2004 ARGOMENTI
3 L’ultima fuga di Alberto Caprotti
4 2004: un anno da non sciupare
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12 Percorsi formativi 13 Gli enti di promozione nel governo dello sport italiano di Andrea De Pascalis
16 È a Betlemme la nostra Olimpiade
9 VITACSI 6 La pazienza di educare con lo sport
Stadium Mensile del Centro Sportivo Italiano
9 Gli atleti di domani sul camper dei sogni di Andrea De Pascalis
14
10 Un calcio alle barriere di Felice Alborghetti
11 Piccoli, grandi passi di Paolo Seghedoni
11 Il calcio capovolto allo specchio di Cesare Liverio
DIRETTORE•RESPONSABILE Edio Costantini EDITORE ARANBLU s.r.l. Società Unipersonale del Centro Sportivo Italiano Via della Conciliazione 1 - 00193 Roma DIREZIONE REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Via della Conciliazione, 1 - 00193 Roma Tel. 06.68404590 - Fax 06.68802940 http://www.csi-net.it e-mail: aranblu@aranblu.it
18 Volontari per sport
20 20 Il CSI a Lourdes di Danilo Vico
20 Il Signore s(c)ia con voi di Marcello Sala
23 S. Vittore, settimana da S. Siro
PUBBLICAZIONE ISCRITTA al nº 4987 del Reg. Stampa del Tribunale di Roma del 4/1/1956
di Danilo Vico
24 Lista dei candidati a presidente regionale Csi
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di Danilo Vico
PROGETTO GRAFICO ARANBLU s.r.l. REDAZIONE Felice Alborghetti, Andrea De Pascalis.
RUBRICHE 14 Nati nel CSI: Antonio Cabrini
IMPAGINAZIONE Gianluca Capponi, Marco Croci, Alberto Greganti, Loretta Pizzinga.
di Felice Alborghetti
21 Educare in famiglia
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Ennio Card. Antonelli
25 Libri 26 Agenda
STAMPA SO.GRA.RO. Società Grafica Romana S.p.A. Via Ignazio Pettinengo, 39 - 00159 Roma Spedizione in abbonamento postale Art.2 Comma 20/B legge 662/96 Filiale di Roma Abbonamento annuale euro 18,08 Una copia euro 1,80
27 Allo specchio di Vittorio Peri
28 Per rimanere intensi di Edio Costantini
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Periodico associato all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.
FUORIGIOCO di Alberto Caprotti MORIRE DI SPORT MALATO
L’ULTIMA FUGA
"La morte di Pantani è un evento che ci fa riflettere profondamente sullo sport, su quelle attività non sportive che purtroppo inondano lo sport italiano. Io credo che ci sia un deficit di umanità. Ho sempre avvertito questa carenza. Certamente, di fronte a questo evento dobbiamo pur renderci conto che se lo sport vuole essere umano, ha bisogno di gente esperta di umanità, persone vere che fanno il bene vero e autentico dell'atleta. Questo manca". Mons. Carlo Mazza
I
l coraggio della verità: questo ora è l'unico traguardo da tagliare a braccia alzate. Perché non serve il gelido verdetto di un'autopsia, al momento fumoso e insignificante, per capire che Marco Pantani si è lasciato morire anche senza suicidarsi. Non conta sapere l'esatta meccanica dell'addio definitivo di un uomo che dalla vita si è distaccato gradualmente, precipitando in una sorta di perdizione volontaria. Non interessa certificare questo, se l'epilogo resta irrecuperabile. E se la storia ha una sua precisa e crudele dinamica. La verità è altra cosa. È la consapevolezza di un dramma, la scomoda presa d'atto di quello che l'ha provocato. E il coraggio della verità, oggi, può apparire impietoso, perché dice che Marco Pantani è comun-
que morto di doping. E che un atleta pescato con il sangue sregolato all'apice della sua fortuna, sulla bici c'era salito per fuggire da un'esistenza che non sapeva percorrere a piedi. Dice che l'eroe che aveva riportato il ciclismo ai tempi mitici di Coppi è finito in frantumi, sepolto dai processi, e da un accanimento giudiziario mai visto. Ma che il suo suicidio esistenziale era iniziato prima, nel vortice di una logica perversa che considera la vittoria indispensabile e i mezzi per rag-
imprese. E a dimenticarsi il suo lato peggiore, quella benzina sleale che consentiva, a lui come a molti altri, forse tutti, di far girare quei pedali maledetti. Era un genio, ed è stato compreso. Per questo aveva un dovere in più e non l'ha rispettato lasciandosi andare. Perché i meriti sportivi di un uomo perennemente in fuga, dagli avversari, dalla sfortuna, purtroppo anche da se stesso, non giustificano la sua resa. La forza l'ha tradito, lui che tante volte si era
"IL DOPING È UN PROBLEMA ETICO: È COME CONVINCERE TUTTI A PAGARE LE TASSE QUANDO NON LE PAGA NESSUNO".
giungerla tutti leciti. Possiamo anche dirlo allora, in questo delirio mediatico di retorica e qualunquismo, che Marco Pantani è morto di solitudine, di disperazione, di rabbia impotente, di depressione cronica. Ma questo non è il modo per restituirgli la dignità, dovuta a chiunque, e ancor più doverosa nei confronti di un personaggio che ha fatto sognare la folla, l'ha inchiodata sulle salite, l'ha obbligata a commuoversi per le sue
rialzato dall'asfalto non ha avuto il coraggio di metabolizzare le avversità, la tappa che tutti prima o poi devono affrontare. Altri atleti di primo piano si sono ripresi da vicende di doping. Hanno ammesso, pagato, sono ripartiti più o meno pentiti. Ma migliaia di persone comuni soffrono la solitudine più buia e la depressione più vigliacca. E resistono, reagiscono, non si cancellano con gli psicofarmaci, si aggrappano alla vita conside-
randola la cima più bella pur avendo ricevuto neanche un millesimo della gloria di Marco Pantani. Si levava la bandana nei giorni più belli, innescava la fronte lucida e partiva. Meraviglioso e solo, anche lì. Anzi no. Perché era pieno di folla e poteva succhiare l'amore di chi lo aspettava sulle curve e non l'ha tradito nemmeno quando non vinceva più. Ciascuno di noi ha il suo pirata, il suo desiderio di grandezza. La gente l'aveva barattato in suo onore. "Dio è pelato", c'era scritto sull'asfalto tra Sassuolo e Maranello in una tappa del Giro. Inutile volare leggerissimo sulla punta di un manubrio se ti porti nell'anima un corpo che pesa come un macigno. Il coraggio della verità oggi impone pietà. Ma anche il rifiuto senza appello di quella frase che lui stesso sussurrò un giorno: "Il doping è un problema etico: è come convincere tutti a pagare le tasse quando non le paga nessuno". Non è questa la strada, Marco. Non è nemmeno una scorciatoia. "Io scatto in salita per rendere più breve l'agonia", diceva. Un'altra fuga, l'ultima. 3
ARGOMENTI
2004 un anno da non sciupare INAUGURATO A VILLA ERBA, COMO, L'ANNO EUROPEO DELL'EDUCAZIONE ATTRAVERSO LO SPORT, UN'OPPORTUNITÀ UNICA PER RILANCIARE IL TEMA DELLE FINALITÀ FORMATIVE DELL'ATTIVITÀ SPORTIVA. L'IMPEGNO DEL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE E DEL CONI.
Il 20 gennaio è stato inaugurato ufficialmente in tutta Europa l’"Anno europeo dell'educazione attraverso lo sport". In Italia l'evento è stato celebrato a Villa Erba, Como, con una cerimonia alla quale erano presenti il Ministro dei Beni culturali, Giuliano Urbani, il presidente del CONI, Gianni Petrucci, il sottosegretario all'Istruzione, Stefano Caldoro, e numerosissimi rappresentanti del mondo dello sport.
Come è noto, la decisione di dichiarare il 2004 anno dell'educazione attraverso lo sport era stata presa nella primavera 2003 dal Parlamento dell'Unione Europea, su suggerimento del commissario alla cultura e sport, signora Viviane Reding. Scopo dell'iniziativa rilanciare l'idea di una pratica sportiva largamente diffusa tra i cittadini e caratterizzata in modo da integrarsi nelle politiche educative di ogni Paese.
ADEGUARE MENTALITÀ, STRUTTURE E ORGANIZZAZIONE
STADIUM
GENNAIO FEBBRAIO 2004
Gianni Petrucci, presidente del CONI
«Noi crediamo che il corpo è un valore, e che "fare sport" vuol dire valorizzare se stessi, in tutte le dimensioni dello sviluppo della personalità. Facendo sport, gioco, lavoro, vivo con gli altri, acquisto, non solo teoricamente, il senso di appartenenza con gli altri... Se ora si può fare più sport, anzi lo si deve fare, se lo sport, come crediamo, è fonte di educazione e di crescita, ci vuole un adeguamento delle diverse esigenze, sia nella mentalità, che nelle strutture, che nell'organizzazione. Nella mentalità perché la nostra strada va sgombrata da timori, da paure, da invasioni, da sospetti, da tranelli posti in ogni dove. Nelle strutture perché in situazioni nuove, ci vogliono diverse risposte, più congeniali al contesto che si è venuto a creare. Nell'organizzazione perché il grande lavoro che si è scoperto di dover e di poter fare va affrontato con approcci più funzionali, direi quasi, se me lo consentite, con alcune riforme per noi e per voi.
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Su questo io vi prego di continuare a lavorare da oggi per il futuro. Ed è un'impresa non facile. Naturalmente il tutto tenendo presente almeno due capisaldi che non possono essere toccati. Innanzitutto l'autonomia, vostra e nostra. Pur dialogando, è spesso facile cercare di interferire sull'altro. Lo sport ha diritto ad una sua autonomia in tutti i sensi, ha alcuni compiti precisi che lo Stato, meglio la comunità civile, gli assegna, è un servizio che si struttura e si offre. Anche la scuola, ovviamente, ha questo diritto-dovere perché ha delle finalità che nessuno può mettere in discussione. Il volontariato, poi, che è tipico del nostro mondo. Per alcuni ci sono stipendi stellari, ma per il 90% almeno dei nostri iscritti c'è un dono, un interesse, una forza, una passione. È un servizio sociale ed educativo che la maggioranza dei nostri è in grado di dare e cerca di donare...».
LA SCUOLA E L'EDUCAZIONE ALLO SPORT Stefano Caldoro, sottosegretario all'Istruzione, Università e Ricerca
«L'obiettivo centrale della scuola è la formazione della persona, in tutte le sue componenti di valori, intellettuali, fisiche, in un equilibrio di crescita e maturazione tra queste componenti che facilitano uno sviluppo armonioso del corpo e della mente. Ecco perché l'educazione attraverso lo sport, la maturazione di un'autentica cultura sportiva deve pienamente entrare a far parte dell'offerta educativa e della partnership tra scuola e famiglia... È opportuno sottolineare che, indipendentemente dalla vittoria o dalla sconfitta, lo sport deve essere soprattutto un’esperienza che aiuta a trovare il giusto equilibrio e consapevolezza di sé . L'educazione attraverso lo sport deve servire a combattere la dispersione scolastica, le varie forme di disagio giovanile e i tanti rischi di esclusione sociale che minacciano i giovani. Educare i giovani a fare volontariato nell'associazionismo sportivo, in un modello di educazione informale al quale la scuola partecipi attivamente, può essere un modo per accostarli a nuove forme di solidarietà e di cittadinanza attiva.
Rafforzare l’educazione attraverso lo sport può aiutare a far accrescere la positività della scuola e contribuire, così, a contrastare il fenomeno degli abbandoni precoci che, ancora oggi in grande numero, rappresentano un dramma sociale. Incoraggiare lo scambio di buone pratiche sul ruolo che lo sport svolge nei sistemi educativi e formativi può contribuire a promuovere l'inclusione sociale di chi è meno favorito e meno fortunato. Ecco perché è necessario che l’educazione fisica e sportiva abbia, anche nella scuola, una funzione sempre più ampia. Una funzione nella quale la competizione assume un valore di formazione morale e sociale e diventa uno strumento di crescita individuale e collettiva, psicologica e affettiva. Ed attraverso l’educazione allo sport la scuola può stabilire un rapporto proficuo con il territorio e le sue tante risorse, valorizzando altre strutture educative esistenti e stipulando importanti intese con le associazioni delle famiglie, con gli enti e le organizzazioni sportive, con il privato sociale...».
Il Csi partecipa concretamente all'iniziativa con il progetto "Formazione in tour", approvato dalle istituzioni comunitarie e di cui si parla in altra parte del giornale. Per tornare alla cerimonia di Villa Erba, alcuni passaggi interessanti sono stati esposti dal sottosegretario Caldoro sull'impegno della scuola per lo sport educativo, e dal presidente del Coni Petrucci sulla necessità di adeguare alcune componenti del fatto sportivo
per rispondere adeguatamente alla nuova domanda di sport. L'avvio dell'Anno europeo dell'educazione attraverso lo sport è stato contrassegnato anche in altri paesi europei da iniziative di riflessione e di studio. Ma lo stesso Cio, nell'agosto 2002 aveva lanciato a Wiesbaden, in Germania, un Forum internazionale sul tema, a dimostrazione di quanto sia ritenuto rilevante difendere ed accentuare gli aspetti educativi della pratica sportiva.
I SETTE OBIETTIVI DELL'ANNO EUROPEO Gli obiettivi dell'Anno europeo dell'educazione attraverso lo sport sono i seguenti: 1 sensibilizzare le organizzazioni educative e quelle sportive al lavoro in comune, tenendo conto dell'importanza educativa dello sport come fenomeno sociale dotato di una grande capacità di penetrazione in tutti gli strati sociali e soprattutto tra i giovani; 2 considerare l'uso dei valori offerti dallo sport per lo sviluppo delle competenze educative di base che consentono soprattutto ai giovani di sviluppare capacità fisiche e sociali come il lavoro in gruppo, la solidarietà, la tolleranza e il fair-play; 3 sottolineare il contributo positivo del volontariato all'educazione parallela dei giovani nonché allo sviluppo del movimento sportivo; 4 promuovere la mobilità e gli scambi degli studenti soprattutto in un ambiente pluriculturale attraverso l'organizzazione di incontri sportivi e culturali nel quadro dell'attività scolastica; 5 incoraggiare la riflessione e il dibattito sulle misure richieste per promuovere l'integrazione sociale dei gruppi sfavoriti attraverso attività sportive nei sistemi educativi; 6 incoraggiare le attività sportive nel curriculum scolastico in modo da lottare contro il carattere sedentario della popolazione scolastica e contribuire quindi ad un miglioramento della condizione fisica degli alunni; 7 considerare i problemi connessi con l'educazione dei giovani sportivi interessati a carriere sportive sempre più precoci.
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di Andrea De Pascalis
Verso l’Assemblea nazionale LA TRACCIA DI RIFLESSIONE PREDISPOSTA DALLA PRESIDENZA NAZIONALE PER LE SOCIETÀ SPORTIVE E I CIRCOLI CULTURALI SPORTIVI IN PREPARAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE DEL CSI:
Il cammino dell'associazione verso l'assemblea nazionale di maggio 2004 è già cominciato. In tutta Italia si stanno già svolgendo le assemblee territoriali, che dovranno eleggere coloro che guideranno i Comitati per il prossimo quadriennio. Ma il fatto elettivo non esaurisce il compito delle assemblee, che vanno viste anche come occasione per analizzare e dibattere tutti insieme situazioni, idee, progetti. Allo scopo di fornire alla base associativa materiali utili per impostare tale dibattito con l'indispensabile dose di unitarietà, la Presidenza nazionale ha preparato e quindi inoltrato a tutte le realtà territoriali dieci brevi schede, che invitano alla riflessione su altrettanti temi che ciascuno può reinterpretare alla luce dell'esperienza personale. Per allargare ulteriormente la riflessione intorno a tali punti problematici, li proponiamo qui di seguito. 1. PER L'ITALIA DI OGGI E DI DOMANI L'Unione Europea ha dichiarato il 2004 "Anno europeo dell'educazione attraverso lo sport", dopo che negli ultimi tempi aveva espresso più volte forte preoccupazione per l'indebolimento della funzione educativa dello
sport, ritenuta invece di primaria importanza per la formazione delle giovani generazioni. Ad indebolire lo sport educativo è la rincorsa allo sport di consumo. E l'Italia è tutt'altro che esente da questo fenomeno. L'ultima cosa di cui ha biso
Per l’Italia di oggi e di domani
LA PAZIENZA DI EDUCARE CON LO SPORT
gno il nostro Paese oggi è uno sport che non lascia traccia di sé, un'attività fine a se stessa, "usa e getta" al pari di tante altre che caratterizzano la vita moderna. Lo sport di cui ha bisogno è, invece, quello che si propone di lavorare per il futuro, per lasciare dietro di sé un mondo migliore di quello che ha trovato.
GENNAIO FEBBRAIO 2004
• Quale modello di sport è prevalente sul tuo territorio? • Quale contributo può dare il Csi per il recupero e la valorizzazione della valenza educativa dello sport sul territorio?
STADIUM
2. LA PAZIENZA DI EDUCARE CON LO SPORT Lavorare per il futuro significa lavorare con i giovani per i giovani, perché essi rappre6
sentano la speranza di domani. Svolgere opera di educazione giovanile attraverso lo sport fa parte dei carismi storici del Csi. È però innegabile che oggi educare attraverso lo sport è: - un mestiere che diventa sempre più difficile, per via di alcune dinamiche sociali (crisi della famiglia, modelli televisivi....); - un mestiere che richiede pazienza, nel senso di idee chiare, coraggio, fiducia, ed anche ostinazione; - un mestiere dove nulla è garantito, perché sarà sempre una "imprevedibile avventura", in cui bisogna correre "l'azzardo di tendere la mano, di rivolgere la parola, di indicare la strada" anche quando le prospettive di successo sono ridotte.
• Fino a che punto ritieni che lo sport possa essere
ancora uno strumento di educazione? • Quali sono le principali esigenze/emergenze educative sul territorio? 3. DOVE: LA SOCIETÀ SPORTIVA COME LUOGO DI RELAZIONI L'età giovanile è una stagione della vita in cui, molto spesso o sempre, l'esempio conta più di mille discorsi, e la qualità delle relazioni umane che si instaurano in un gruppo vale più di ogni precetto. È per questo che vogliamo costruire una società sportiva che sia luogo di relazioni significative, capace di accogliere, affascinare, orientare alla vita. Il Csi immagina la Società sportiva come una comunità dinamica, aperta, che accoglie tutti (anche gli "scarsi" e gli emarginati), che coinvolge, che emoziona, che stimola, che accompagna, che incoraggia all'assunzione di responsabilità; e così facendo contribuisce alla costruzione del capitale umano del Paese.
• Che difficoltà hanno le nostre società sportive ad essere luogo di relazioni significative, che cambiano la vita, che fanno crescere? • Quale accoglienza, quale "clima" trovano i ragazzi nelle società sportive del territorio? Più in generale, la vita delle società sportive favorisce l'inclusione sociale? 4. CON QUALI ORIZZONTI L'attività sportiva è il principio generativo della vita e dell'esperienza associativa, che si caratterizzano in quanto:
e in ogni area di disagio, dovunque il Csi sia necessario.
• Come si caratterizza l'attività sportiva del Csi sul territorio, sia sotto il profilo quantitativo sia qualitativo? • In che rapporto si pongono nell'area locale le due "gambe" dello sport associativo (di complementarietà, di conflittualità, di incomunicabilità...)?
a) ancorate a quattro pilastri ideali: la centralità della persona; la tensione al bene comune (sentirsi corresponsabili del bene comune); la dimensione della partecipazione (che per i giovani è "invito a farsi avanti"); la ricerca di un'attività che sia un insieme di fondanti esperienze di vita (l'educazione si realizza nell'esperienza); b) riferite a quattro orizzonti di impegno: umano (rispetto per la dignità della persona); culturale (per affermare una cultura sportiva alternativa a quella dominante); politico (per la diffusione di una rinnovata coscienza civile, matrice di cittadinanza attiva); di comunicazione (la società sportiva come comunità aperta, che dialoga con la comunità, rendendo visibile ciò che fa e lasciandosi interpellare dai bisogni della
comunità).
• Quale impatto effettivo hanno questi ideali sull'attività concretamente svolta dal Csi sul territorio? 5. CON QUALE SPORT L'attività sportiva del CSI cammina su due gambe distinte, pur se organicamente riconducibili l'una all'altra: a) l'attività istituzionale, che è attività continuativa, saldata in circuito dal territoriale al nazionale, caratterizzata dalla ricerca di una validità tecnica coniugata alla tensione verso un ideale di agonismo etico; b) l'attività per ambiti e progetti specifici, che nasce dai bisogni del territorio e si pone alla ricerca degli ultimi: nella strada, nell'handicap, nel carcere, tra gli immigrati
6. IN TRE AMBITI PRIVILEGIATI Pur ricercando la più ampia pluralità delle esperienze, nel periodo attuale il Csi privilegia tre particolari opzioni: a) la parrocchia, per la promozione dei circoli culturali sportivi parrocchiali; b) la scuola, per esperienze congiunte e per la promozione di circoli giovanili di studenti; c) la strada, intesa simbolicamente come luogo cui fanno riferimento tutte le marginalità.
• Qual è, ad oggi, la realtà dei circoli parrocchiali e scolastici sul territorio? • Quali possibilità di sviluppo si prefigurano per l'azione associativa nei tre ambiti a livello locale? 7. CON OPERATORI ISPIRATI DA PASSIONE E COMPETENZA Educare è una questione di cuore, perché è un atto d'amore, ed è un'esperienza capace di affascinare e di coinvolgere, che riesce ad aprire al gusto della vita, della responsabilità. Ma è anche questione di competenza, perché è un mestiere esigente, dove è 7
come soggetti che si sentono corresponsabili dello sviluppo della collettività.
STADIUM
GENNAIO FEBBRAIO 2004
• Come si caratterizza il rapporto del Csi con le istituzioni locali? • Quale politica il Csi attua sul territorio?
basilare la passione di fare, che però diventa insufficiente se non si sposa alle giuste competenze. Per il Csi il volontariato degli operatori resta una risorsa imprescindibile, da sostenere e valorizzare rinnovando le motivazioni e alzando le competenze attraverso una formazione esigente.
• Quale livello di motivazione e di competenza caratterizza gli operatori Csi? • Quale formazione si indirizza loro? 8
8. ...CON PIÙ CORAGGIO POLITICO Un'associazione viva e presente sul territorio è quella capace di guardare lontano, instaurando e mantenendo rapporti con le istituzioni locali, agendo da soggetto di politica sportiva sul territorio, capace di rappresentare bisogni della collettività e dettare programmi pubblici per dare ad essi risposta. Si tratta di stare nella politica non come opportunisti, ma con un atteggiamento coraggioso, senza compromessi,
9. ...CON CHIARA CAPACITÀ ORGANIZZATIVA E DECISIONALE Quella odierna è una domanda sportiva esigente. La qualità degli ideali e della vita associativa, la generosità e la dedizione possono non bastare se viene a mancare una sufficiente qualità del servizio offerto. E questa dipende in larga misura dalla capacità organizzativa della struttura associativa e dalla capacità decisionale e gestionale dei dirigenti. I fattori di successo organizzativi vanno ricercati attraverso: - la "sapiente" gestione delle risorse umane, siano esse a carattere di volontariato o professionali, e tale da garantire in ogni circostanza continuità, efficacia e dinamismo ai servizi offerti; - la capacità di assicurare autonomia finanziaria adeguata ai programmi, senza la quale non può esservi continuità nella progettazione e nello svolgimento a medio e lungo termine delle iniziative, esaurendosi ogni azione in una rincorsa alle esigenze del momento: - la salda capacità decisionale di un gruppo dirigente, capace di assumersi responsabilità nella scelta e nel perseguimento degli obiettivi.
• Le risorse umane di cui dispone l'associazione sul
territorio sono congrue rispetto agli obiettivi dichiarati? Cosa si può fare per migliorarne la gestione? • Il reperimento di risorse economiche avviene usando tutti i possibili canali di finanziamento? Gli obiettivi di crescita associativa sono frenati, accompagnati o stimolati dal modo in cui avviene la raccolta di risorse? 10. IL CSI CHE VERRÀ Le sfide per il Csi di oggi e di domani. Essere: • un'associazione che mantiene sempre chiara la coscienza della propria "mission"; • un'associazione capace di una tensione costante al risultato da raggiungere; • un'associazione che promuove cultura, perché approfondisce, studia, analizza; • un'associazione critica, in quanto capace di discernimento nei confronti delle istituzioni, dello sport, di se stessa, anche in quanto sottopone a verifica periodica il proprio agire; • un'associazione libera, perché capace di affrancarsi da esigenze di mera sopravvivenza, per rispondere in coscienza della propria vocazione e dire la sua sul futuro dello sport e della società italiana; • un'associazione responsabile, che avverte il dovere di contribuire concretamente alla costruzione di un'Italia migliore; • un'associazione capace di promuovere fiducia e speranza, a partire dal suo interno e di lì nella collettività, aprendo un varco nella diffidenza che caratterizza tanti giovani; la fiducia resta, infatti, uno dei doni più grandi, più rari e più gioiosi della convivenza associativa.
VITACSI di Andrea De Pascalis
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L'ITALIA PER RECLUTARE GIOVANI.
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CORSI E INCONTRI PER RILANCIARE LA FUNZIONE EDUCATIVA E DARE UN VOLTO ALLO SPORT DEL FUTURO
A.A.A.: GIOVANI EDUCATORI SPORTIVI ED ANIMATORI PARROCCHIALI CERCANSI
È
questo il messaggio che il Centro Sportivo Italiano rivolge agli studenti di tutta Italia, ma anche ai ragazzi facenti capo alle parrocchie e alle società sportive; un messaggio che nei prossimi mesi sarà consegnato ad personam e in modo capillare in oltre cento città italiane da una specialissima delegazione del Csi impegnata nel progetto "Formazione in tour". A sensibilizzare i ragazzi alle nobili ragioni del volontariato penserà infatti una piccola carovana composta da due camper, ciascuno dei quali avrà a bordo un'équipe di formatori, volontari ed animatori dell'associazione. Progressivamente, nell'arco di alcuni mesi, il tour attraverserà la penisola regione per regione, e in ciascuna di esse farà tappa in sei città, una dopo l'altra. In ogni località, grazie ad un lavoro di sensibilizzazione svolto precedentemente dai Csi locali, le équipe dei
camper avranno a disposizione due giorni per realizzare il programma previsto dal progetto, che in ogni tappa seguirà uno schema ricorrente. Il primo giorno sarà dedicato allo svolgimento di un convegno diocesano con i sacerdoti e gli educatori laici impegnati nelle parrocchie e negli oratori sul tema generale dell'educare attraverso lo sport. L'occasione servirà anche alla presentazione dei circoli culturali sportivi in parrocchia così come sono configurati nello specifico progetto che il Csi ha avviato lo scorso anno. Nel pomeriggio ci sarà un altro convegno, questa volta dedicato al 2004 quale Anno europeo dell'educazione attraverso lo sport, che vedrà impegnati i dirigenti, gli allenatori e gli operatori delle società sportive della provincia. Evento centrale del secondo giorno è un talk-show dedicato alle scuole, per proporre a
studenti, insegnanti, genitori il tema dell'educazione allo sport secondo le linee culturali indicate dall'Unione Europea. Ma il reclutamento di volontari è solo un aspetto dell'iniziativa, come tiene a precisare Michele Marchetti, coordinatore nazionale della formazione Csi: "Abbiamo chiamato il progetto 'Formazione in tour' perché l'obiettivo di fondo è rilanciare la funzione educativa
dell'attività sportiva in tre ambiti strategici: le parrocchie, le scuole e le società sportive. Vorremmo aiutare i giovani delle comunità parrocchiali a riflettere sulla funzione sociale degli oratori e dei circoli culturali sportivi promossi dal Csi. Alle scuole proponiamo di attivare percorsi di associazionismo sportivo studentesco, gestiti dagli stessi stu-
L'obiettivo di fondo è rilanciare la funzione educativa dell'attività sportiva in tre ambiti strategici: le parrocchie, le scuole e le società sportive. 9
denti e legati al concetto di sport educativo, dove lo sport diventa uno strumento in più di formazione globale. Alle società sportive chiediamo di approfondire i significati proposti dall'Anno europeo dell'educazione attraverso lo sport, di farli propri vincendo la tentazione di un'attività povera di contenuti pedagogici. L'appello al volontariato viene dopo, sarà una conseguenza logica per quei ragazzi che avremo saputo convincere delle nostre ragioni".
Per i ragazzi che risponderanno all'appello, il Csi attiverà a livello locale corsi diocesani per animatori culturali sportivi in parrocchia e nelle scuole corsi per educatori sportivi arbitri, allenatori, dirigenti. "Ci aspettiamo - dichiara Marchetti - una risposta interessante da parte dei ragazzi. L'obiettivo ideale è quello di arrivare a formare 5.000 nuovi animatori parrocchiali e 2.000 educatori sportivi, oltre a incrementare la partecipazione ai circoli parrocchiali e
CAMPIONATO CALCIO A 5 “SILENZIOSI”
Un calcio alle barriere
GIRONE A GSS Torino US Ens Scaligera Verona SSS Milano GS Ens Modena DI
FELICE ALBORGHETTI
STADIUM
GENNAIO FEBBRAIO 2004
S
ilenzioso sì, ma con grande slancio, è partito lo scorso 24 gennaio il campionato nazionale di calcio a cinque "Silenziosi", per atleti sordomuti, organizzato su tutta la penisola dal Centro Sportivo Italiano. A contendersi il tricolore quest'anno saranno 28 agguerrite formazioni, che dopo una prima fase, quattro squadre per ciascuno dei sette gironi, con partite di andata e ritorno, disputeranno i play off (passano le prime due di ogni girone e le due migliori terze), divise in 4 gironi "all'italiana". Successivamnete quarti, semifinali e finali, in programma dal 14 al 16 maggio a Modena. Il Campionato italiano di calcio a cinque per sordomuti è l'ennesimo esempio tangibile di come lo sport sia in grado di unire senza distinzioni; un modello da sempre fatto proprio dal Csi, ovunque in prima fila nell'abbattimento di tutte le barriere (economiche e sociali) che impediscono qualsiasi pratica sportiva. Di più c'è da dire infatti che all'insegna della ricerca d'integrazione fra atleti normodotati o meno, molte delle squadre iscritte al campio10
favorire la nascita di circoli studenteschi. È un risultato raggiungibile, visto che l'iniziativa ha avuto l'importante avallo sia del Ministero dell'Istruzione sia dell'Ufficio CEI per la pastorale dello sport. E poi, abbiamo preparato tutto con cura, dalla formazione delle équipe che viaggeranno in camper ai materiali informativi da consegnare ai giovani. Le premesse per far bene ci sono tutte. Ora tocca ai ragazzi".
GIRONE B GSS Patavini Padova GS Ens Trieste GSS Trevigiani Treviso GSS Ferrarese GIRONE C GS A. Pontevecchio Perugia AS Ens Arezzo SSS Siena GS Ens Pesaro GIRONE D Ist. Convitto Roma AS Golfo Formia GSS Pontini Latina GSS Ciociaria Frosinone GIRONE E GS Ens Bari GS Ens Foggia PS Adriatica Pescara GS "Teate 88" Chieti
nato per sordomuti 2004 gareggiavano già lo scorso anno nei campionati provinciali del Csi, parimenti e senza sfigurare affatto con i rivali senza disabilità. L'unico espediente da adottare per aiutare i calciatori sordomuti sta negli arbitraggi, nel sanzionare azioni fallose; niente fischi, bensì segnalazioni con apposite bandierine. Da nord a sud (vedi colonna a fianco) è ricco e competitivo il panorama delle squadre iscritte.
GIRONE F GS Ens Catanzaro GSS Potentini Potenza GS Jonico Siderno GS Ens Aversa GIRONE G GSS Ens Akragas GS Ens Ragusa GS Ens Catania GS Ens Messina
VITACSI
MATERA
MODENA
Piccoli, grandi passi
DI
PAOLO SEGHEDONI
CESARE LIVERIO
Il calcio capovolto allo specchio
T
ra Csi di Modena e solidarietà il connubio è da anni molto stretto. Questa volta, però, il Comitato ha fatto le cose davvero in grande, coinvolgendo anche altri soggetti istituzionali e non, come il Comune, la Caritas diocesana, una ong locale (Overseas di Spilamberto) e la Piccola Famiglia dell'Annunziata, una congregazione religiosa operante in Terra Santa. Già, perché proprio di Terra Santa si parla, per un progetto che ha visto il Csi modenese capofila nella costruzione di un centro sportivo moderno e ben attrezzato ad Ain Arik, villaggio palestinese a due passi da Ramallah. Una iniziativa di grande rilievo, anche simbolico, suggellata dalla visita di una delegazione modenese molto nutrita proprio ad Ain Arik e in Terra Santa in genere, all'inizio di gennaio. Il Csi era rappresentato ai massimi livelli, col presidente provinciale Stefano Prampolini e col segretario, Stefano Gobbi, insieme a due assessori comunali (Alberto Caldana e Mauro Tesauro), al vicario generale della diocesi di Modena-Nonantola, mons. Paolo Losavio, e tanti altri esponenti del mondo dell'associazionismo e del volontariato modenese. Una visita non solo di cortesia: è stato il momento per fare il punto all'inizio dei lavori del centro sportivo, già comunque a buon punto, per parlare con la presidente della Caritas di Gerusalemme, Claudette Habbesh, e anche per impostare relazioni per eventuali interventi futuri. Il centro sportivo sarà composto da un campo sportivo
DI
A MATERA UN TORNEO CSI PROPONE OGNI SETTIMANA LE PARTITE DI SERIE A E B E LE COPPE. E PER UNA VOLTA DAVANTI A TUTTI C’È IL PERUGIA.
U polivalente che servirà da campo da calcio, da basket e da pallavolo (con annessa tribuna da 300 posti), e da un centro telematico, per far conoscere internet e l'inglese ai giovani abitanti del villaggio. La gestione del centro sarà a carico della Caritas di Gerusalemme. "Occorre procedere per piccoli ma significativi passi", ha spiegato la presidente della Caritas di Gerusalemme, piccoli passi di integrazione e di conoscenza reciproca, anche tra cristiani e musulmani che vivono ad Ain Arik, ma pure per una conoscenza tra abitanti di quelle zone e noi occidentali. "Abbiamo gettato un piccolo seme di pace - ha detto il presidente del Csi di Modena, Prampolini - il ponte di solidarietà tra Modena e Ain Arik comincia a portare frutto. Credo che il Csi debba essere fiero e soddisfatto di quanto è stato fatto. Siamo consapevoli di aver vissuto una esperienza straordinaria sia sotto il profilo umano sia dal punto di vista della fede, l'accoglienza è stata calorosa e piena di affetto. Ora dobiamo proseguire sulla strada intrapresa".
n consiglio al presidente Gaucci, spesso infuriato con la classe arbitrale in questa stagione? Basterebbe cliccasse sul sito ciessino www.fanta-lega.net. per farlo (forse) tornare di buonumore. Troverebbe infatti il "suo" Perugia primo in classifica; non è affatto fantacalcio, ma l'istantanea esatta del campionato di calcio a 7, che il Csi disputa nella zona di Matera. Qui le squadre iscritte alla fase provinciale della Joy Cup hanno nomi, colori e maglie identiche alle formazioni di serie A. In più quest'anno, visto il successo del 2003, ed il boom delle società che hanno richiesto l'iscrizione, si è potuto pensare anche ad una "serie B". Due gironi paralleli, di 18 il primo, di 24 il secondo (anche qui si è atteso il verdetto estivo sulla riforma dei campionati), con l'aggiunta della Coppa Italia e della Champions League, che vedrà disputarsi circa 900 partite nell'anno solare. Scorrendo i nomi nelle rose, come pure osservando la "linea" dei calciatori dalle foto formato figurina presenti sul sito si trovano le differenze: è possibile trovare un
Amoruso nel Milan, Ferrante nel Brescia campione d'Italia, Galante al Siena, Fiore nella Juventus, ma soprattutto qualche chilo di troppo. L'idea è venuta al proprietario dell'impianto sportivo del capoluogo lucano intitolato all'indimenticato "Andrea Fortunato", due campetti in erba sintetica, dove regolarmente si gioca ogni sabato, domenica e lunedì, anche qui - specularmente alla massima serie - si è dovuto evidentemente ricorrere ad una spalmatura di partite lungo l'arco del week-end. Il Csi di Matera ha curato al meglio il tesseramento, la scelta degli arbitri e la giustizia sportiva, oltre all'organizzazione dei calendari, che comunque settimana dopo settimana ricalca (salvo qualche rinvio) gli stessi incontri di quelli federali. Raccolte le iscrizioni il sorteggio ha stabilito l'abbinamento delle squadre di serie A e B, ed il regolamento prevede che inderogabilmente si debba entrare in campo con le divise mutuate dalle due massime serie. Chi leggesse la classifica a fine febbraio, troverebbe la Roma in zona retrocessione, Milan e Lazio in zona playout. Valori stravolti anche ai vertici della graduatoria. Dopo il Perugia seguono infatti il Brescia, il Siena, il Modena, il Chievo e l'Ancona. Juve ed Inter sono a metà classifica. Forse è troppo… ma forse anche Gaucci sorriderà. 11
VITACSI IL SUCCESSO DEI CIRCOLI CULTURALI SPORTIVI IN PARROCCHIA
I PROSSIMI CORSI
PERCORSI formativi
Cava de’ Tirreni, 5-7 marzo Cosenza, 12-14 marzo S. Benedetto del Tronto, 14-16 maggio
I NUMERI PARLANO DA SOLI: A OTTO MESI DAL LANCIO DELLA CAMPAGNA DI FORMAZIONE PER ANIMATORI CULTURALI SPORTIVI IN PARROCCHIA, SONO PIÙ DI 500 I GIOVANI FORMATI NEI VARI CORSI CSI IN TUTTA ITALIA E VISTI I NUMEROSI APPUNTAMENTI GIÀ IN PROGRAMMA PER IL 2004 QUESTO NUMERO È DESTINATO A CRESCERE SENSIBILMENTE.
I
comitati territoriali hanno dimostrato molto interesse, comprendendo pienamente l'opportunità offerta loro da questo progetto, estremamente versatile e adattabile alle esigenze locali. Le stesse parrocchie hanno ben capito quale valore aggiunto può offrire l'attività seria e strutturata svolta dal Csi, nella prospettiva del rilancio della funzione sociale ed educativa degli oratori. I corsi si articolano in weekend per un massimo di 14 ore e possono variare da due a cinque laboratori: il laboratorio ludico-motorio sportivo, quello grafico pittorico, quello musicale, quello teatrale e quello multimediale non insegnano ai giovani a diventare allenatori, attori o
REGIONE TESSERATI NORD Emilia Romagna 5.502 Friuli Venezia Giulia 63 Liguria 1.929 Lombardia 15.553 Piemonte 956 Veneto 902 CENTRO Abruzzo 339 Lazio 3.834 Marche 4.523 Molise 39 Toscana 3.274 Umbria 984 SUD Basilicata 77 Calabria 833 Campania 3.492 Sardegna 867 Sicilia 836 TOTALI 44.003
CONFERENZE
Luogo Reggio Calabria Imperia Reggio Emilia Osimo Teramo Cosenza
Partec. 300 200 300 100 100 100
STADIUM
GENNAIO FEBBRAIO 2004
CORSI PER ANIMATORI CULTURALI SPORTIVI IN PARROCCHIA
Luogo Cesenatico, 25-27 aprile Bagni di Nocera Umbra, 16-23 agosto Osimo, 2-7 settembre Paestum, 4-7 settembre Reggio Calabria, 17-19 ottobre Matera, 19-21 dicembre Teramo, 23-25 gennaio - 20-22 febbraio Massa, 31 gennaio-1 febbraio Senigallia, 30 gennaio-1 febbraio
Partec. 40 58 24 70 82 21 42 26 66
CORSI PER COORDINATORI DI CIRCOLI PARROCCHIALI
Pescara, 13-15 febbraio Senigallia, 30 gennaio-1 febbraio Teramo, 23-25 gennaio - 20-22 febbraio Totale partecipanti 12
30 29 46 504
musicisti ma intendono offrire loro degli strumenti efficaci che potranno utilizzare con bambini e ragazzi negli oratori per esprimersi
CIRCOLI 40 1 28 118 9 16 8 30 40 1 31 9 2 14 46 12 17 422
attraverso la musica, il teatro, lo sport, la grafica e le più moderne tecniche di comunicazione. Sono svolti dai docenti nazionali che il più delle volte riescono a far passare un "messaggio" che va ben oltre le competenze meramente tecniche. Il kit formativo, poi, distribuito gratuitamente a tutti i corsisti, è senza dubbio uno strumento molto efficace messo a disposizione degli animatori che opereranno nelle parrocchie. Molti giovani conosciuti nei corsi per animatori in parrocchia sono al loro primo approccio con l' associazione e questo "assaggio" di Csi, a giudicare dalle loro stesse richieste, fa nascere la voglia di approfondire queste materie all'interno dei nostri corsi di specializzazione.
ARGOMENTI di Andrea De Pascalis
TERZO DECRETO DI RIORDINO IN CINQUE ANNI PER IL CONI. DOPO IL DL 242/99, PIÙ NOTO COME "DECRETO MELANDRI, E IL DL 138/2002 - CON CUI ERANO STATE SOTTRATTE ALL'ENTE OLIMPICO ALCUNE FUNZIONI PER AFFIDARLE ALLA NEONATA SOCIETÀ DI STATO "CONI SERVIZI SPA" E LA GESTIONE DEI CONCORSI SPORTIVI ERA STATA TRASFERITA AI MONOPOLI DI STATO - L'8 GENNAIO SCORSO IL DL N.15 È INTERVENUTO A MODIFICARE ULTERIORMENTE L'ASSETTO DEL CONI.
Gli enti di promozione nel governo dello sport italiano T
re le novità più rilevanti: 1) il Coni torna ad essere "Confederazione delle federazioni sportive nazionali e delle discipline sportive associate", etichetta che era stata cancellata dal Decreto Melandri; 2) gli Enti di promozione sportiva conquistano il diritto di essere rappresentati nel Consiglio nazionale del Coni (cinque membri) e nella Giunta (un membro); 3) il Comitato nazionale Sport per Tutti posto all'interno del Coni dal DL Melandri, viene abolito. È chiara la rilevanza politica della conquistata rappresentatività degli enti di promozione all'interno dei due massimi organismi di governo dello sport italiano, dopo mezzo secolo di vane battaglie di politica sportiva. Certo, sarebbe stato ancora meglio se nell'art. 1 del decreto 15/2004 il Coni fosse stato definito "Confederazione delle federazioni sportive nazionali, delle
discipline sportive associate e degli enti di promozione", perché ora si crea una situazione "anomala", con gli enti di promozione che non sono esplicitamente indicati in alcun luogo tra gli elementi "costitutivi" del Coni eppure sono presenti tra gli organismi di governo del Coni medesimo. Quanto all'abolizione del Comitato nazionale dello Sport per Tutti, bisogna spiegare che in fase di preparazione del
decreto era trapelato che tale cancellazione sarebbe stata superata da un diverso ordinamento della materia da parte del Ministero. Ora sembra che si vada in altra direzione, stando al comunicato emesso dalla Presidenza del Consiglio per illustrare il nuovo decreto dell'8 gennaio, comunicato il quale, dopo aver ricordato che il Comitato è fallito per la ferma posizione assunta da Regioni e Enti locali, titolari di competenze proprie in materia, così si esprime: «Si prevede pertanto la soppressione di tale Comitato. Allo stesso tempo si rende
necessaria una adeguata valorizzazione dell'organizzazione territoriale del Coni, finalizzata all'attuazione di nuovi metodi di connessione con gli Enti locali e le Regioni, nella prospettiva di un "federalismo sportivo" che possa efficacemente coniugare le esigenze di unitarietà e decentramento insite nel fenomeno sportivo». Sembra dunque si vada, nel campo dello sport per tutti, verso "tavoli" regionali promossi da Coni regionali e Regioni medesime. Il che lascerebbe irrisolto il nodo dell'eventuale organismo di coordinamento nazionale dello sport per tutti, nodo che però potrebbe essere superato anch'esso da un "tavolo" informale di livello nazionale, composto da Coni, Federazioni, Enti di promozione, Regioni ed Enti locali. Ed è proprio questa la proposta che il Csi intende avanzare nelle prossime settimane. 13
NATINELCSI
di Felice Alborghetti
CABRINI
DA QUALCHE SETTIMANA È TORNATO A FARE IL MISTER. ANTONIO CABRINI, IL TERZINO SINISTRO DELL'ITALIA DI BEARZOT E DELLA JUVENTUS DI TRAPATTONI, È TORNATO A SEDERE SU UNA PANCHINA, QUELLA DEL PISA (SERIE C1-A), DOPO CIRCA UN ANNO E MEZZO DI ASSENZA. AREZZO E CROTONE LE SUE PRECEDENTI ESPERIENZE DA TECNICO.
“Due stagioni, nel Casalbuttano. Avevo 12-13 anni. Primi calci - è vero - ma erano comunque campionati molto interessanti a livello provinciale e regionale. Giocavamo nel campo ad 11, la squadra era l’US. San Giorgio di Casalbuttano, paesino di 2000 abitanti, a due km da casa mia. Il Csi ha rappresentato per me la scuola di base dove imparavi i fondamentali del calcio. Un qualcosa in più della scuola calcio”. Frequentava l'oratorio? Ovviamente. Andavo spesso in oratorio. In tutti gli oratori si giocava col muro della casa parrocchiale, era valido anche nelle partite. Valeva proprio tutto. Era un campo in terra battuta recintato da quattro mura, dove in mezzo - mi ricordo - dribblavamo perfino alcune piante. La regola dell'oratorio era che si giocava tutti, non c'erano categorie. Il Csi era già qualcosa di diverso. I campi dove
si giocava erano migliori ed anche il livello non era lo stesso dell'oratorio. Dei grandi campioni, con cui ha giocato, chi ha ammirato di più? Su tutti come compagno e come uomo Scirea vero simbolo di quella mia Juventus. Garantiva alla squadra una tranquillità assoluta. Pochi consigli a voce, ma sempre l'esempio della mitezza nel suo modo di giocare e di interpretare la vita.
Anche Zoff, che è stato uno che faceva gruppo in mezzo al gruppo, assai diverso da come può apparire in tv, così introverso. Poi direi anche Bettega, Brady e Platini, uomini veri, campioni in campo ed anche al di fuori, gente che dello sport ha saputo farne una professione ed ha avuto successi e risultati anche alla fine della carriera calcistica. E da avversario? Bruno Conti, che è poi un
PALMARES
ZOFF… GENTILE…
STADIUM
GENNAIO FEBBRAIO 2004
CABRINI:
6 Scudetti
LO RICORDANO TUTTI
2 Coppe Italia
NELL'EPICA
1 Coppa dei Campioni
FILASTROCCA CHE
1 Coppa delle Coppe
APRIVA LA POESIA
1 Coppa UEFA
“MUNDIAL”. IN POCHI
1 Supercoppa europea
CONOSCONO INVECE
1 Coppa Intercontinentale
I SUOI TRASCORSI
1 Coppa del Mondo
NEI CAMPIONATI CSI. 14
LA•CARRIERA 1973/1975 Cremonese (C) 1975/1976 Atalanta (B) 1976/1989 Juventus (A) 1989/1990 Bologna (A) • IN SERIE A Esordio 13/2/77 (Juventus-Lazio 2-0) Presenze: 329 Reti: 33 • IN NAZIONALE Esordio 2/6/78 (Italia-Francia 2-1) Presenze: 73 Reti: 9
molti che rivedono in Zambrotta il Cabrini di oggi. È d'accordo? Beh, da terzino sinistro spinge molto, ma ha caratteristiche diverse dalle mie. Colleziona maglie? Ne ho moltissime, pressoché di tutti i più grandi campioni, da Platini a Maradona. Conservo quelle mie del Mundial '82, ma forse quella che mi suscita i ricordi più belli è proprio quella grigiorossa della Cremonese, dove sbocciai come calciatore. L'Italia sportiva è in lutto per Pantani. Lei fu testimone di un'altra tragedia nazionale: l'Heysel.
Giocavamo nell’US. San Giorgio di Casalbuttano, paesino di 2000 abitanti, a due km da casa mia. Il CSI ha rappresentato per me la scuola di base dove imparavi i fondamentali del calcio. Un qualcosa in più della scuola calcio”.
Quali le sensazioni e i ricordi di quel giorno? Tanta confusione, non capivamo niente, sapevamo di gravi incidenti e problemi. In campo la partita fu regolare. Ma l'Heysel, anche per chi ha vinto, rimane e rimarrà per sempre una sconfitta. Dal passato al presente. Sotto la "torre" pisana quali i nuovi stimoli? Quelli di sempre, di fare il meglio possibile. Non guardo la classifica, ma punto sul gioco della squadra. Avevo avuto offerte in Egitto e anche dalla Cina e dalla Grecia, ma ho preferito il Pisa, avevo tanta voglia di ricominciare.
grande amico, è stato indubbiamente il più difficile da marcare. Le amicizie che valore hanno? Quelle vere continuano, le altre meno. Sono molto amico di Cesare Prandelli; sta facendo molto bene a Parma. Cos'è il famoso stile Juventus? È uno stile sportivo di comportamento. È un modello che tu assorbi quasi involontariamente senza accorgertene, una filosofia di vita. Parlando di Juve, sono 15
VITACSI
È a Betlemme la nostra
OLIMPIADE
È STATA PRESENTATO GIOVEDÌ 12 FEBBRAIO, A ROMA, PRESSO LA SEDE DELL'OPERA ROMANA PELLEGRINAGGI, IL PROGRAMMA DELLA "MARATONAPELLEGRINAGGIO GERUSALEMME-BETLEMME", EVENTO MESSO IN CANTIERE CONGIUNTAMENTE DAL CENTRO SPORTIVO ITALIANO, DALL'UFFICIO DELLA CEI PER LA PASTORALE DI TEMPO LIBERO, TURISMO E SPORT, DAL CONI E DALLA STESSA OPERA ROMANA PELLEGRINAGGI.
STADIUM
GENNAIO FEBBRAIO 2004
I
l calendario e gli scopi dell'iniziativa sono stati illustrati dal segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Betori; dal presidente del Coni, Gianni Petrucci; dal presidente del Csi, Edio Costantini; da mons. Liberio Andreatta, presidente dell'Orp; da mons. Carlo Mazza, direttore pastorale del tempo libero e sport della Cei. L'idea che anima la maratona è quella di portare nei difficili scenari palestinesi una testimonianza chiaramente visibile della volontà di riconciliazione e di pace degli uomini di buona volontà. Una testimonianza in cui lo sport diventa solo il tramite, il mezzo di espressione, lo strumento capace di assicurare appunto visibilità ad un pellegrinaggio diverso nella forma ma che rimane comunque classico nella sostanza. Ma più di ogni spiegazione, è chiarificatore il programma presentato: i partecipanti, sportivi famosi e non, partiranno da Roma e da Milano mercoledì 21 aprile per sbarcare a Tel Aviv e di lì recarsi a Gerusalemme. Il 22 aprile sarà dedicato alla visita della città santa e ad incontri con le comunità ebraica, cristiana e musulmana. Il 23 aprile si svolgerà la maratona-pellegrinaggio, con percorso da Gerusalemme a Betlemme, a conclusione della quale ci sarà una messa nella Basilica della Natività a Bet16
lemme. La partenza è prevista domenica 25 aprile dall'aeroporto di Tel Aviv con destinazione finale Roma. Sono dunque tre le componenti fondamentali del programma: il pellegrinaggio vero e proprio nei luoghi santi, gli incontri con le diverse comunità religiose presenti in quei territori e l'evento sportivo della maratona che ne rappresenta il culmine. Il filo rosso che li lega è quello di un appello diretto affinché la pace possa ristabilirsi in Terra Santa. La stessa maratona si ispirerà a questo tema. Ogni partecipante alla gara indosserà una maglietta multicolore, con il bianco-rosso-verde dell' Italia e il bianco e giallo, della Santa Sede. Su ogni maglia sarà scritto in ita-
Sia la maratona sia il pellegrinaggio sono due simbologie dello stesso significato: camminare per raggiungere un traguardo. Camminare insieme crea sempre rapporti, relazioni, quindi crea sempre pace. Anche superare l'ostacolo della fatica è significativo per dire a tutti che è superabile ogni ostacolo, anche quello della
liano, ebraico e arabo la parola "pace". La maratona-pellegrinaggio passerà attraverso i check-point e sfiorerà la tomba di Rachele, dove le autorità israeliane da tempo hanno costruito un muro di protezione. Se l'Opera Romana Pellegrinaggi curerà la parte "pellegrinaggio" del programma, il Centro Sportivo Italiano collaborerà per il suo settore di competenza specifica, ovvero l'organizzazione della maratona. D'altro canto, come ha ribadito in conferenza stampa il presidente del Centro Sportivo Italiano Edio Costantini, "il Csi è stato il primo e più convinto sostenitore in Italia della possibilità di allestire maratone che fossero testimonianza personale di convincimenti profondi, oltre che impegni sportivi. L'ultimo evento di questo tipo organizzato dal Csi si è avuto lo scorso ottobre, con la maratona San Giovanni Rotondo-Tirana in occasione della beatificazione di madre Teresa di Calcutta". Costantini ha poi sottolineato come "anche nel periodo buio della guerra fredda lo sport è stato l'unico fattore capace di unire popoli su sponde diverse. Questo camminare o meglio correre insieme da Gerusalemme a Betlemme è un ulteriore gesto simbolico che vuole risvegliare i sentimenti di pace. La pace si fa con le persone e lo sport è il mezzo per rimettere in gioco la persona". Ed anche il recente appello di Giovanni Paolo II affinché i giovani siano educati alla pace sta trovando nel Csi pronto e concreto riscontro nei suoi programmi di attività. La maratona in Terra Santa promette di essere solo un inizio.
Opera Ufficio della CEI per la
Romana
pastorale del tempo libero
Pellegrinaggi
Con la partecipazione del
turismo e sport
GLI SPORTIVI ITALIANI IN TERRA SANTA Ambasciatori di pace 21-25 APRILE 2004 PROGRAMMA
22 aprile-giovedì GERUSALEMME. Visita della Città Santa. Ingresso al Santo Sepolcro, celebrazione della Santa Messa e incontro con le Comunità Ebraica, Cristiana e Musulmana.
www.csi-net.it
Per maggiori informazioni visita il sito
21 aprile-mercoledì ROMA. Partenza per TEL AVIV. Arrivo e trasferimento in pullman a GERUSALEMME o BETLEMME.
23 aprile-venerdì Maratona-pellegrinaggio Gerusalemme-Betlemme Ingresso nella Basilica della Natività, celebrazione della Santa Messa e incontro con la comunità locale. Visita a Yad Vashem, a Gerusalemme. 24 aprile-sabato GERUSALEMME. Escursione in pullman, attraverso il deserto di Giuda, celebrazione della Santa Messa a Wadi el-Qelt. Sosta al Mar Morto, visita ai Santuari del Monte degli Ulivi e rientro a Gerusalemme.
Per iscrizioni: OPERA ROMANA PELLEGRINAGGI Via della Pigna, 13 - 00186 ROMA Tel. 06 698961 - fax 06 69880513 e-mail biblici@orpnet.org
VITACSI
EDUCARE ATTRAVERSO LO SPORT
CSI:
la carica dei volontari
IL 31 GENNAIO HANNO SALUTATO IL CSI I PRIMI 26 VOLONTARI DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE. ATTUALMENTE SONO INVECE GIÀ 56 I RAGAZZI ALL'OPERA NELLE VARIE SEDI TERRITORIALI DEL CSI E DA APRILE 2004 NE ARRIVERANNO ALTRI 85. MOLTI I COMITATI, IN PARTICOLARE NEL CENTRO SUD (COME MOSTRANO LE TABELLE), CHE HANNO PRESENTATO PROGETTI ALLETTANTI, CUI HANNO FATTO SEGUITO NUMEROSE DOMANDE. RICORDIAMO INOLTRE CHE TUTTI I PROGETTI DEVONO GARANTIRE LA FORMAZIONE CIVICA, SOCIALE, CULTURALE E PROFESSIONALE DEI VOLONTARI E CHE A TALE SERVIZIO POSSONO ACCEDERE RAGAZZE DAI 18 AI 26 ANNI E I RAGAZZI DELLA STESSA ETÀ RIFORMATI PER INABILITÀ AL SERVIZIO MILITARE. ALLA PRESIDENZA NAZIONALE SONO STATI ASSEGNATI 3 NUOVI VOLONTARI, VINCENZA, DANIELA E STEFANO, CHE HANNO MOTIVATO COSÌ LA LORO SCELTA.
STADIUM
GENNAIO FEBBRAIO 2004
IL CSI TRA GLI ENTI ACCREDITATI PER IL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE
Con lettera del 28 gennaio 2004 l'Ufficio nazionale per il servizio civile ha comunicato l'avvenuto accreditamento e la relativa iscrizione del Csi all'albo nazionale provvisorio degli enti del servizio civile nazionale. Il prossimo 1 giugno entrerà in vigore definitivamente il Decreto Legislativo n° 77/2002 che insieme alla circolare 29 novembre 2002 "Enti e progetti di servizio civile nazionale" prefigura un sistema di accreditamento come condizione necessaria per presentare progetti di servizio civile nazionale. L'accreditamento ha lo scopo di assicurare le condizioni perché l'impiego dei volontari sia efficace, in termini di utilità 18
per la collettività, ed efficiente, in rapporto alle risorse pubbliche impiegate; garantisce altresì che la proposta rivolta ai giovani sia chiaramente definita e comunicata in modo trasparente, e che l'esperienza di servizio civile costituisca effettivamente un momento di crescita personale e di miglioramento delle capacità dei giovani. La procedura di accreditamento consiste perciò nell'accertamento del possesso, da parte degli enti, di requisiti strutturali e organizzativi adeguati, e di competenze e risorse specificamente destinate al servizio civile nazionale.
QUADRO DEI PROGETTI DI SERVIZIO CIVILE NAZIONALE E DEI VOLONTARI RICHIESTI PER IL PRIMO SEMESTRE 2004 COMITATO DENOMINAZIONE PROGETTO VOLONTARI INIZIO PREVISTO Csi Agrigento Csi Ostuni
Vincenza Sepe 25enne laureanda in Lettere
"Ho scelto il Csi perché è un'esperienza importante per la mia formazione professionale, uno strumento per conoscermi meglio e valorizzare le mie capacità. Mi sono avvicinata a questa realtà, tramite un amico che prima di me, ha scelto d'intraprendere la strada del Csi. Mi colpiva il suo entusiasmo che solo ora posso capire".
Csi Csi Csi Csi Csi
Puglia Teramo Salerno Perugia Roma
Csi Csi Csi Csi Csi
Caserta Macerata Ascoli Piceno Ancona Acireale
Crescere nel sociale con il Csi 4 Svantaggio sociale: mobilità e integrazione in attività ludico-motorie e sportive 4 Àncora 25 Oratori in città 5 Educare a vivere lo sport 15 Città aperta 4 Promozione dell'attività oratoriale e parrocchiale 4 Percorsi di solidarietà: io, tu …noi 4 Città aperta 4 Città aperta 4 Città aperta 4 Oratorio aperto 8 TOT. 85
Stefano Aragona
"Ero in cerca di un'occupazione e allo stesso tempo volevo mettermi alla prova nel campo del volontariato. Ho scelto il Csi, perché il mondo dello sport è il mio elemento naturale. Infatti, lo pratico da quando ero bambino e oggi scrivo per un giornale sportivo locale. Inoltre, mi sono subito ritrovato nei valori che animano
Non camminerai mai solo Dal gioco allo sport all'integrazione sociale Fantaragazzi S.O.S. sport Col Csi per crescere "In CSIeme" 2004: anno europeo dell'educazione attraverso lo sport Csi Ancona Insieme è più bello - in oratorio Csi Ascoli Piceno Insieme è più bello - in oratorio Csi Macerata Insieme è più bello - in oratorio Csi Pesaro-Urbino Insieme è più bello - in oratorio Csi Napoli Dal gioco allo sport all'integrazione sociale
1.04.2004 1.04.2004 1.04.2004 1.04.2004 1.04.2004 1.04.2004
Daniela Capelli 21enne, educatrice dell’infanzia
QUADRO DEI PROGETTI DI SERVIZIO CIVILE NAZIONALE E DEI VOLONTARI ATTUALMENTE IN SERVIZIO AL CSI COMITATO DENOMINAZIONE PROGETTO VOLONTARI INIZIO Genova Puglia Foggia Noto Lucca Pres. naz.
1.04.2004 1.04.2004 1.04.2004 1.04.2004 1.04.2004
questa associazione, in particolare nel principio dell'educare attraverso lo sport. Dopo un solo mese di lavoro qui alla Presidenza nazionale, posso tracciare un bilancio sostanzialmente positivo: le responsabilità sono tante, ma ti fanno crescere e migliorare; sto imparando un sacco di cose e allo stesso tempo mi sento utile per gli altri; opero insieme ad un fantastico gruppo di persone e la fiducia che ripongono in me, mi spinge a dare sempre di più!"
25enne laureando in Scienze politiche
Csi Csi Csi Csi Csi Csi
1.04.2004
3 10 6 1 1
1.10.2003 1.10.2003 1.10.2003 1.10.2003 1.10.2003
3 4 4 4 2 18 tot. 56
2.01.2004 2.01.2004 2.01.2004 2.01.2004 2.01.2004 2.01.2004
“Volevo nuove esperienze lavorative e per un’alchimia di coincidenze presenti e passate ho conosciuto il Csi. Grazie al servizio civile ho potuto anche constatare con i miei occhi un modo diverso di vivere lo sport; in cui i valori e il rispetto sono al primo posto. Ho scelto infatti il progetto 2004 Anno Europeo dell'educazione attraverso lo sport; principalmente mi sto occupando delle attività che il Csi sta svolgendo con i sordomuti. Per maggiori informazioni: www.csi-net.it www.serviziocivile.it
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VAL DI FIEMME DI
MARCELLO SALA
Il Signore s(c)ia con voi
L'
11 e il 12 marzo 2004 si terrà a Cavalese, in Val di Fiemme (TN), l'ormai tradizionale appuntamento con il Gran Premio Nazionale di Sci per preti sciatori. La competizione, che rientra nell'ambito del 6° Gran Premio Nazionale di Sci del Centro Sportivo Italiano, è riservata a preti e frati provenienti da tutta Italia, che sotto l'abito talare, indosseranno tute, scarponi e un veloce paio di sci, alla ricerca del miglior tempo tra le porte di uno slalom gigante.
PELLEGRINAGGIO DI
DANILO VICO
Il Csi a Lourdes con "La Piccola Famiglia"
STADIUM
GENNAIO FEBBRAIO 2004
I
l Csi, in collaborazione con "La Piccola Famiglia" - una Onlus che dal 2001 si occupa dell'assistenza a portatori di handicap e infermi affetti da malattie croniche, organizza dal 28 aprile al 4 maggio 2004 un pellegrinaggio a Lourdes. Sarà l'occasione giusta, per i tanti giovani, atleti e dirigenti del Csi, come per chiunque altro voglia aderire, di vivere un'esperienza forte, al servizio dei numerosi malati (saranno circa un centinaio) che parteciperanno al viaggio in treno. Le partenze previste sono da Roma Ostiense, da Imperia, e da Milano (in pullman fino a Ventimiglia e poi in treno). Il Csi si augura che l'iniziativa possa aiutare l'associazione a crescere, lasciandosi contaminare anche dalle 20
esperienze di altri gruppi di volontariato. Ognuno potrà infatti offrire parte del proprio tempo, scoprendo un modo diverso di offrire il proprio servizio per aiutare chi è più bisognoso. Le iscrizioni al pellegrinaggio di Lourdes si trasmettono all'Ufficio Promozione e Sviluppo del Centro Sportivo Italiano (tel.06 68404595, email: promozione.sviluppo@csi-net.it), scaricando un modulo allegato al sito www.csi-net.it.
Sono già una cinquantina i sacerdoti che finora si sono iscritti alle gare, ma si spera in una partecipazione ancor più massiccia. Tre le categorie previste: gli under 35, gli under 55, e gli over 55. Il "prete da battere" sarà ancora una volta il bresciano don Paolo Svomera, cappellano della base aeronautica di Ghedi, che seppe conquistare il titolo tricolore lo scorso anno sulle nevi di Tarvisio. Ma buone chance hanno anche don Franco Martini da Sambuco (CN), don Niccolò Anselmi da Genova, don Michele da Lanciano ed il 73enne don Paolo Ghidi da San Dalmazio (MO). Prologo del campionato italiano, è stato il trofeo interregionale sempre dei sacerdoti sugli sci, ideato dal consulente ecclesiastico del CSI modenese don Aronne Magni, disputatosi il 18 e il 19 febbraio sulle nevi di Sestola, nell'Appennino emiliano. Sulle piste tanto care ad Alberto Tomba, nella prima giornata di gare è andato in pista lo sci nordico. Sugli sci stretti lungo la pista "Lago-
IL CSI ORGANIZZA IN VAL DI FIEMME IL CAMPIONATO ITALIANO DI SCI PER SACERDOTI SCIATORI. APPUNTAMENTO L'11 E IL 12 MARZO.
della Ninfa" il miglior tempo l'ha piazzato il varesotto "under 60" don Rinaldo Venturini (10' 06'' 70'''), mentre tra le 27 porte larghe, nello slalom tracciato da Romolo Pelloni sulla pista "Beccadella" di Passo di Lupo, battuta dalla neve fresca, il più veloce è risultato don Stefano Bianchi di Vercana (CO) davanti al corregionale don Gianluca Dei Cas di Berbenno in Valtellina, ed al trentino don Stefano Maffei, figlio di due maestri di sci di Madonna di Campiglio, parroco ad Arco di Trento. Ci sarà anche sulle "nevi di casa" della vicina Cavalese in cerca di rivincite. Si è potuto così intuire chi saranno i "don" da battere per la gara trentina.
ARGOMENTI di Ennio Card. Antonelli
EDUCARE
in famiglia
PER ONORARE IN PIENO IL 2004 COME ANNO EUROPEO DELL'EDUCAZIONE ATTRAVERSO LO SPORT, DIVIENE IMPORTANTE RIFLETTERE, OLTRE CHE SUI PARAMETRI EDUCATIVI DELL'ATTIVITÀ SPORTIVA, ANCHE SUL TEMA DELL'EDUCAZIONE IN SÉ. SU QUESTO TEMA STADIUM PROPORRÀ NEL CORSO DELL'ANNO ALCUNI INTERVENTI AUTOREVOLI. INIZIAMO CON LA LETTERA PASTORALE ALLE FAMIGLIE, SUL TEMA APPUNTO DELL'EDUCARE IN FAMIGLIA, SIGLATA RECENTEMENTE DAL CARDINALE DI FIRENZE, ENNIO ANTONELLI, DELLA QUALE PROPONIAMO ALCUNI STRALCI SIGNIFICATIVI.
L'EDUCAZIONE È RECIPROCA "Il rapporto genitori-figli è un dono reciproco. Voi educate i vostri figli; ma anche i figli educano voi. È vero che il bambino, per vivere e per crescere bene, ha bisogno di voi ed esige la vostra dedizione totale. Eppure egli è per voi una benedizione e una grazia, una promessa e una speranza di futuro, una risposta al desiderio di avere qualcuno per cui vivere. Vi libera dalla solitudine, dall'egoismo a due, dalla tristezza di sentirvi inutili. Suscita tenerezza e vi rende buoni, anche se avete un carattere scorbutico. La novità ineffabile della sua persona che sboccia sotto i vostri occhi vi riempie di gioiosa meraviglia e quasi di venerazione. In lui intuite qualcosa di sacro... Se dunque sarete disponibili e attenti a lasciarvi educare, riceverete molto dai vostri figli…".
LA DIFFICILE ARTE DI EDUCARE "L'arte di educare, essendo rivolta allo sviluppo della persona, è più nobile delle varie arti che creano capolavori per il nostro senso estetico. Ed è forse un'arte più difficile, che non si finisce mai di imparare. Oggi la difficoltà è accentuata dal fatto che la nostra società è ricca di risorse materiali, ma è povera di verità e di ideali condivisi, di certezze sul bene e sul male. Nel vortice di tante opinioni, modelli e proposte, la personalità del ragazzo rischia di rimanere disorientata, instabile, incapace di scelte definitive che danno senso alla vita. Ciò, carissimi genitori, rende più necessario che mai il vostro accompagnamento educativo". Educare è chiamare alla luce le potenzialità nascoste; è far
nascere pienamente i figli, aiutarli ad essere se stessi secondo il disegno che Dio ha su di loro…". "Come Maria e Giuseppe, anche voi dovete accompagnare i vostri figli con amore rispettoso della loro personalità e della loro vocazione. Accompagnateli però attivamente, proponendo loro, con i gesti concreti del vissuto quotidiano, i valori che rendono umano l'uomo: essi non hanno bisogno solo di cibi, vestiti, medicine, inserimento sociale; ma anche e soprattutto di verità e di significati che rendono la vita bella e degna di essere vissuta. Quanti giovani hanno "tutto" e sono profondamente infelici, senza sapere neppure perché! Fate sentire ai vostri figli che sono amati e apprezzati, perché possano sviluppare in se
Il vostro amore non sia possessivo, ma disinteressato. Abbiate cura dei vostri figli come di un dono che vi è stato affidato e che dovete restituire. "Non vengono da voi, ma attraverso di voi; e, benché con voi stiano, non a voi appartengono. Potete dare loro il vostro amore, non i vostri pensieri: hanno i pensieri propri. Potete dare alloggio al loro corpo, non alla loro anima, perché l'anima loro dimora nella casa del domani, che voi non potete visitare, neanche in sogno.
“
(K. Gibran).
”
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EDUCARE I BAMBINI "Ora qualche considerazione sull'infanzia. È un'età importantissima in cui si mettono le radici della personalità, che poi condizioneranno il successivo sviluppo in senso positivo o negativo. I bambini sono recettivi; assimilano tutto ciò che l'ambiente offre; continuamente guardano, esplorano, toccano, lavorano, fantasticano. Vogliono essere come gli adulti, specialmente come i genitori. Se voi create un clima di gioia serena, sono tranquilli e contenti. Se siete instabili e ansiosi, sono inquieti. Se amate, imparano ad amare. Se siete litigiosi, sono irascibili. Se siete sinceri, dicono la verità. Se siete bugiardi, dicono le bugie. Se pregate, pregano con voi. Se dite parolacce e bestemmie, imparano parolacce e bestemmie. Dato che i bambini desiderano essere come voi, li rispettate pienamente solo se cercate di trasmettere loro, attraverso la comunicazione affettiva, i valori in cui voi stessi credete, a cominciare dalla fede in Dio…".
I BAMBINI HANNO BISOGNO DI TENEREZZA; VOGLIONO ESSERE ACCOLTI, GUARDATI, APPREZZATI. SOLO COSÌ MATURANO LA FIDUCIA NECESSARIA PER ACCETTARE SE STESSI E IL MONDO.
STADIUM
GENNAIO FEBBRAIO 2004
LA SOLITUDINE E L'INDIFFERENZA LI DISTRUGGONO.
stessi la fiducia di fondo verso la realtà, la riconoscenza, la gratitudine, la gioia di essere immersi nell'amore del Padre celeste. Aiutateli a passare dall'amore ricevuto all'amore donato, a sperimentare che è bello fare il bene, pregare, essere onesti, sinceri, giusti, generosi, umili, sobri, casti, laboriosi, coraggiosi, pacifici. Sappiate dire sì o no al momento giusto e di comune accordo tra voi. Motivate i divieti; correggete cercando di persuadere. Siate sufficientemente liberi nei confronti dei figli dal 22
punto di vista affettivo, per poterli servire e aiutare, senza subirne i ricatti e senza asfissiarli con eccessive premure. Evitate l'autoritarismo, che crea i ribelli e i pusillanimi, e il permissivismo, che crea i deboli e gli egoisti…".
EDUCARE GLI ADOLESCENTI "Infine qualche annotazione sull'adolescenza, età di transizione gravida di futuro. Gli adolescenti sono alla ricerca di se stessi, della propria identità personale. Hanno bisogno di affermare la loro libertà e autonomia e nello stesso tempo di allargare il loro campo di esperienza, di entrare in rapporto con i coetanei, di porsi grandi domande. Simboli emblematici di questa duplice esplorazione del proprio io e di un mondo più ampio possono essere considerati il diario, il motorino e il cellulare. I genitori possono incontrare grosse difficoltà a relazionarsi con i figli dopo i quattordici anni e, a volte, purtroppo rinunciano all'accompagnamento educativo e li lasciano soli con i loro problemi. L'atteggiamento rinunciatario è un errore. Se i figli escono di casa, bisogna aiutarli a uscire senza che si perdano. Rispettare le loro idee e le loro scelte senza discuterle genera estraneità reciproca. È preferibile il contrasto: i figli hanno bisogno anche dell'opposizione dei genitori, che può confermarli nei valori ricevuti durante l'infanzia e ora messi in discussione dalle proposte provenienti dalla società".
VITACSI SUPERDERBY CSI
di Danilo Vico
MILAN - INTER NEL CARCERE MILANESE: UNA PARTITA
San Vittore, settimana da San Siro
LUNGA 30 ORE
VINCONO I ROSSONERI 84-72.
A
Premio Fair Play per un rappresentante di Inter 11 (Penale). La compagine nero azzurra si è distinta per il comportamento sportivo e corretto dimostrato sul campo. Consegna il premio Milly Moratti
Al termine dell'ultima partita del superderby Csi Milan-Inter di cui sono stati protagonisti i detenuti di S. Vittore, foto di gruppo insieme a Milly Moratti e Candido Cannavò. A sinistra anche il vicepresidente nazionale del Csi Massimo Achini e Lino Burgaretta
l fischio finale dell'arbitro il tabellone segnava 84-72, ma il basket non c'entra affatto. Era calcio, anzi "calcetto", ovvero 5 contro 5, però con una cornice e un significato particolari. Parliamo infatti di un derby Milan-Inter giocato non a San Siro ma a San Vittore, il carcere milanese, dove con le maglie delle due squadre si sono alternate in successione ventotto formazioni diverse di detenuti e sei di agenti di custodia. Alla resa dei conti, sono state sommate le reti segnate dai milanisti e quelle degli interisti. E come nel rocambolesco 3-2 di serie A, nemmeno questa volta è andata bene ai nerazzurri, che hanno avuto la peggio con dodici gol di differenza. Come spesso accade per le cose belle e nuove, l'idea del singolare torneo è nata abbastanza per caso all'interno del Csi meneghino, una proposta buttata lì ai detenuti,
tra le celle di San Vittore, dove il Centro Sportivo Italiano opera da 7 anni e cerca di fare la sua parte per portare, attraverso lo sport, un po' di libertà e di gioia. Il progetto ha preso forma pian piano: si trattava di formare due mega squadre, una neroazzurra e una rossonera. Ciascuna delle due formazioni sarebbe poi stata divisa in squadre di calcio a 5 che si sarebbero affrontate per un'intera settimana. Durata prevista del megaderby: 30 ore circa. Ma come calcolare il punteggio, considerando che in realtà si trattava di tante partite diverse con squadre diffe-
La regia interna dell'evento è stata affidata al responsabile della polisportiva di San Vittore, e la sua autorevolezza è stata davvero provvidenziale, perché l'adesione è stata immediata e massiccia in tutti i raggi della
ALLA FINE C'ERA CHI CHIEDEVA ANCORA DI POTER TIRARE QUATTRO CALCI ALLA PALLA, COSÌ, TANTO PER FARE, PER SENTIRSI ANCORA UN PO' LIBERI DI CORRERE E DI VIVERE...
renti? Scontata l'unica soluzione a portata di mano: sommare i gol degli uni e degli altri, e alla fine chi l'ha buttata di più in rete ha vinto.
casa circondariale: troppi aspiranti calciatori anche per un superderby di 30 ore, bisognava scegliere, anche se scegliere significava togliere dolorosamente a qualcuno quello spicchio così prezioso di "ore diverse", di ore liberate in giorni sempre uguali. Per fare quelle scelte c'è voluta un'intera mattinata, al termine della quale erano pronte le formazioni delle ventotto squadre di detenuti e delle sei di agenti di custodia. Poi stilare il
calendario è stato quasi un gioco da ragazzi: cinque incontri al giorno, con partite dimostrative il venerdì per i giornalisti, e alla fine le premiazioni. Il resto è... storia. Si comincia di lunedì, e alla conclusione della giornata i rossoneri sono già in fuga, con 32 gol contro 17. Nei giorni successivi si è replicato, e nemmeno la neve è riuscita ad impedire che ci si impegnasse a scalciare il pallone sul campetto sintetico messo a disposizione. E si può stare sicuri che se la settimana è sembrata lunghissima agli organizzatori del Csi, con quell'interminabile succedersi di partite, è passata sin troppo alla svelta per gli "interni". Alla fine, terminate anche le premiazioni, c'era chi chiedeva ancora di poter tirare quattro calci alla palla, così, tanto per fare, per sentirsi ancora un po' liberi di correre e di vivere. 23
LISTA DEI CANDIDATI A PRESIDENTE REGIONALE CSI
CANDIDATO A PRESIDENTE NAZIONALE CSI COSTANTINI EDIO Comitato di appartenenza: ASCOLI PICENO Assemblea Nazionale: 21/23 maggio 2004
ABRUZZO COCCIA FRANCESCO
LAZIO DI LORENZO GIANFRANCO
PUGLIA LOIUDICE CIPRIANO
Comitato di appartenenza: TERAMO Assemblea Regionale: 24 aprile 2004
Comitato di appartenenza: LATINA Assemblea Regionale: 25 aprile 2004
Comitato di appartenenza: BARI Assemblea Regionale: 18 aprile 2004
BASILICATA CALIA LORENZO
LIGURIA CAPOCCIONI ZACCARIA
SARDEGNA PIRAS MAURO
Comitato di appartenenza: MATERA Assemblea Regionale: 3 aprile 2004
Comitato di appartenenza: LA SPEZIA
PELLEGRINI LUCA
Comitato di appartenenza: SAN GAVINO MONREALE Assemblea Regionale: 28 marzo 2004
Comitato di appartenenza: GENOVA Assemblea Regionale: 3 aprile 2004
SICILIA RUSSO SALVATORE MARIA
CERZOSIMO SAVERIO
LOMBARDIA TAGLIETTI EUGENIO
Comitato di appartenenza: CALTAGIRONE Assemblea Regionale: 21 marzo 2004
Comitato di appartenenza: COSENZA Assemblea Regionale: 24 aprile 2004
Comitato di appartenenza: BRESCIA Assemblea Regionale: 18 aprile 2004
TOSCANA BARNI PIER PAOLO
MARCHE SPINACI RONALDO
Comitato di appartenenza: PRATO Assemblea Regionale: 25 aprile 2004
Comitato di appartenenza: ANCONA Assemblea Regionale: 28 marzo 2004
UMBRIA PASCUCCI ROBERTO
CALABRIA CANNIZZARO DON NUCCIO Comitato di appartenenza: REGGIO CALABRIA
CAMPANIA REGINE GIOVANNI Comitato di appartenenza: SALERNO Assemblea Regionale: 22 marzo 2004
Comitato di appartenenza: PERUGIA
MOLISE LEONE LEO
PULA CARLO
Comitato di appartenenza: REGGIO EMILIA Assemblea Regionale: 3 aprile 2004
Comitato di appartenenza: CAMPOBASSO Assemblea Regionale: 16 aprile 2004
Comitato di appartenenza: PERUGIA Assemblea Regionale: 18 aprile 2004
FRIULI VENEZIA GIULIA BARDINI CLAUDIO
PIEMONTE IMPERATORI EUGENIO
VENETO SALVIATI GIUSEPPE
Comitato di appartenenza: UDINE Assemblea Regionale: 2 aprile 2004
Comitato di appartenenza: NOVARA Assemblea Regionale: 18 aprile 2004
Comitato di appartenenza: VENEZIA Assemblea Regionale: 18 aprile 2004
STADIUM
GENNAIO FEBBRAIO 2004
EMILIA ROMAGNA VACCARI GIUSEPPE
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LIBRI
Palla avvelenata MORTI MISTERIOSE, DOPING E SOSPETTI NEL CALCIO ITALIANO di Fabrizio Calzia e Massimiliano Castellani
S
e ne parla, ma troppo poco: ecco il perché di “Palla avvelenata”, che parte dalla famosa intervista a Zdenek Zeman e dalla conseguente indagine avviata dal procuratore torinese Raffaele Guariniello per fare il punto sul fenomeno del doping e delle morti misteriose nel calcio nostrano. Un’indagine a tappeto, che ripercorre e ricostruisce gli avvenimenti degli ultimi anni (dalla chiusura del laboratorio dell’Acqua Acetosa al processo – ancora in corso – alla Juventus) per soffermarsi in particolare, attraverso interviste, ricostruzioni, ritratti di vita, sui tanti, troppi casi “sospetti” che ammalano il nostro calcio: dalle troppe morti dovute al morbo di Gehrig (150 in più rispetto alla media mondiale) ai casi di leucemia, di tumori al fegato, di infarto. Le morti non chiarite di Bruno Beatrice, Giuliano Taccola, Nello Saltutti, Mauro Bicicli, Guido Vincenzi, Ernst Ocwirk, Gianluca Signorini, Fabrizio Gorin,
Andrea Fortunato... Una lista lunga, drammatica, mai completa, che chiede chiarezza attraverso le voci delle vedove, dei familiari, o ancora di vecchi compagni di squadra preoccupati per le loro stesse sorti.“Palla avvelenata” non lancia accuse avventate, ma fa il punto della situazione anche con l’aiuto di medici ed esperti. Gli autori non considerano il volume un punto di arrivo bensì un punto di partenza. Per approfondire, discutere un drammatico mistero ancora tutto da risolvere.
Bradipolibri - Torino 224 pagine, • 14.50
CITAZIONI DAL VOLUME
“Io vorrei che il calcio uscisse dalle farmacie e dagli uffici finanziari e rimanesse soltanto sport e divertimento.” Zdenek Zeman, luglio 1998 “Le flebo ci sono utili: se no come farei a giocare 70 partite all’anno?” Zinedine Zidane “Passò un thermos. Dovevamo bere, ci dissero, perché era un caffè e ci avrebbe fatto bene.
Io non lo prendevo mai il caffè e non vedevo la ragione di cominciare proprio quella sera che giocavamo una partita così prestigiosa contro il Manchester United” (...) “Quel caffè ci aveva fatto bene in campo, correvamo tutti il doppio. Il mattino dopo però all’aeroporto mi ricordo che avevamo certe facce. Le tenevamo tra le mani, distrutti, e non so se fosse solo per la fatica della gara.” Nello Saltutti
CARNEVALE, OGNI SPORT… VALE! DI
TITO DELLA TORRE
Il CSI in “costume”
S
ono sparsi in tutta la penisola i coriandoli del Carnevale targato Csi. Lo sport raddoppia il divertimento in questo periodo. E così lo scorso 15 febbraio a Viareggio l’incontro interregionale (Liguria e Toscana) di nuoto, svoltosi nella piscina adiacente alla darsena, nel pieno del Carnevale, ha visto i 220 costumi impegnati al mattino in piscina, cambiarsi nel pomeriggio in maschere e “tuffarsi” nel celebre corteo della località toscana. Sempre a Viareggio abbiamo ritrovato sul carro di apertura del corteo (foto in alto), vestita da Ondina (la compagna del Burlamacco viareggino) Sara Paolini, 24enne centrale del Csi Versilia, società vicecampione d’Italia Csi nella pallavolo open femminile. Due anni fa, prima viareggina doc ad essere insignita di qesto premio, fu eletta Miss Carnevale. Giocava già nel Csi in questa brillante squadra, amante sì della baldoria e del festoso clima carnascialesco, ma assai concreta anche sotto rete, essendosi piazzata sempre sul podio nelle ultime tre edizioni delle finali nazionali Joy Cup. Sempre in Toscana, sempre a metà febbraio, il Palazzetto dello Sport di Porto Santo Stefano ha ospitato duecento
ragazze impegnate nella ginnastica artistica ed aerobica. Dopo gli attrezzi ed i programmi obbligatori mattutini, alcune società hanno esibito delle coreografie in maschera, ispirate al Carnevale ed anche in quest’occasione il passo successivo, a fine gara, è stato quello di aggiungere le sportive in costume al Carnevale in piazza. Scendendo più a sud, ad Andria domenica scorsa, alcune società sportive del Csi locale si sono ispirate, nel corso della tradizionale sfilata dei carri allegorici per le vie cittadine, al musical “Il Gobbo di Notre Dame”, facendo sfilare ragazzi coi bellissimi costumi di scena. Tra i tanti Carnevale da ricordare c’è poi quello organizzato dal Csi Cava de’ Tirreni, che martedì 24 febbraio ha radunato un corteo di oltre cinquecento mascherine, che dalla località Pianesi, si è snodato lungo le strade cittadine, fino ad arrivare presso la scuola elementare “Dalla Corte”. Lì, a concludere la manifestazione, c’ è stata l’esibizione di un gruppo folk, la distribuzione di simpatici giocattoli ai bambini mascherati e tanta animazione sportiva, guidata dagli operatori del Csi. 25
Age marzonda 04 13-14 marzo S. Stefano (aQ)
GIOCAPARCO Sulle nevi di Campo Imperatore sono attesi per il 14 marzo centinaia di ragazzini. In progrmma c'è GIOCAPARCO, manifestazione ludico-sportiva, che propone ai giovani due giornate di divertimento: il sabato per gli atleti provenienti da Abruzzo, Molise, Umbria, Marche e Lazio si corre l'interregionale del gran premio di sci; la domenica spazio ai giochi sulla neve.
11-14 marzo roma
III GIORNATA DI SPIRITUALITÀ CON LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE DI ISPIRAZIONE CRISTIANA "Cuore, Fede, Sport. Relazioni significative in parrocchia". È questo trinomio il punto centrale cui sarà dedicata la terza Giornata di spiritualità con le associazioni sportive di ispirazione cristiana. L'appuntamento, voluto dall'Ufficio Nazionale CEI per la pastorale del tempo libero, turismo e sport, è fissato come di consueto al Santuario del Divino Amore. Il programma vede al mattino gli interventi di mons. Sergio Lanza, docente di teologia pastorale alla PUL, Roma e del dr. Tonino Cantelmi, docente di psichiatria all’uneversità Gregoriana, Roma. Pomeriggio dedicato ai gruppi di studio e alle relazioni assembleari.
26-28 marzo CaStion di Belluno
7° GRAN PREMIO NAZIONALE DI CORSA CAMPESTRE
11-14 marzo Val di fiemme
Sci e Csi si incontrano nel primo evento nazionale del 2004. A Cavalese il seconda fine settimana di marzo è interamente dedicata allo sci. Tre gli appuntamenti incorniciati nel bianco della neve ciessina. Assieme al classico fondo trentino del Trofeo Laurino di sci nordico, gara individuale di 12 km a tecnica libera, in programma domenica 14, faranno da apripista il 2° Gran premio Nazionale dei sacerdoti sciatori ed il Gran Premio Nazionale Csi di sci (fondo e gigante) - sesta edizione quest'anno - dalla quale scaturiranno i primi campioni d'Italia Csi.
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6° GRAN PREMIO NAZIONALE DI SCI TROFEO LAURINO
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La scena del Csi a fine marzo si colorerà di verde, in occasione del secondo appuntamento nazionale: si tratta del 7° Gran Premio di corsa campestre, che al solito si disputa allo spuntare della primavera. Quest'anno si corre in Veneto a Castion di Belluno. Dopo le edizioni passate (Alberobello, Boario Terme, Fiuggi, Rocca di Papa, Paestum) sarà ancora un fiorire di campioni in erba, e sarà ancora un impegno doppio, grazie all'ormai "classico" Staffettone delle Regioni, una gara nella gara, che si disputa il giorno successivo all'individuale e aperto a tutte le categorie, con in pista squadre formate da atleti della stessa regione, scelti tra i partecipanti alle finali individuali.
ALLO SPECCHIO di Vittorio Peri IL 2004 INTERPELLA IL MONDO CATTOLICO
COME IL DENARO, lo sport vale per l’uso che se ne fa L'iniziativa della Comunità europea di intitolare un anno all'educazione attraverso lo sport, non può lasciare indifferente il mondo cattolico che ha sempre mostrato grande attenzione al fenomeno sportivo. Si può anzi dire che alcuni sport moderni hanno trovato il terreno più fertile per il loro sviluppo proprio nelle parrocchie e negli oratori. LA PROSPETTIVA PASTORALE Il fondamento dell'interesse educativo della chiesa nei confronti dell'attività sportiva è indicato in una densa seppur concisa affermazione che troviamo nella dichiarazione conciliare Gravissimum educationis dedicata all'educazione cristiana. Il documento dopo aver rilevato che tra i "mezzi suoi propri" la chiesa pone l'istruzione catechistica, afferma che "la Chiesa valorizza e tende a penetrare del suo spirito e a elevare gli altri mezzi che appartengono al patrimonio comune degli uomini e che sono particolarmente adatti al perfezionamento morale e alla formazione umana, quali gli strumenti della comunicazione sociale, le molteplici società a carattere culturale e sportivo, le associazioni giovanili e in primo luogo le scuole". Compito specifico della pastorale attraverso lo sport è allora quello di impostare un fecondo raccordo tra una realtà "profana", qual è quella sportiva, e l'evangelizzazione, di inculturare il vangelo nell'ambito sportivo; di attivare itinerari di educazione alla fede a partire dalle concrete esperienze sportive. È un compito certamente affascinante, perché tale è ogni attività sportiva, anche se tutt'altro che semplice perché - bisogna pur dirlo, e con chiarezza - lo sport non educa automaticamente, non fa cioè crescere l'umanità delle persone quali che siano le modalità con cui si pratica e gli scopi che
s'intendono perseguire. Lo sport può certo diventare scuola di educazione, ma solo all'interno di un quadro di valori conosciuti e condivisi e promosso da dirigenti e tecnici animati da intenzionalità educative. Come il denaro, lo sport vale per l'uso che se ne fa. Bisogna pertanto imparare a valutarlo con pacata riflessione, con stile critico e, in un contesto cristianamente ispirato, alla luce del messaggio evangelico. Lo sport va pertanto sottoposto a una difficile operazione di restyling globale. Chi guardasse a questo variegato caleidoscopio di gesti, parole, emozioni, sentimenti e azioni individuali o di squadra con l'occhio del tifoso o del semplice tecnico, vedrebbe solo qualche aspetto esteriore; vedrebbe un frammento, ma non la sua verità globale. Si troverebbe nella stessa condizione di chi, avendo tra le mani un coccio tratto da un sito archeologico, ignorasse il vaso di cui era parte. LO SPORT RIVELA LA PERSONA A SE STESSA È anzitutto necessario aiutare gli sportivi a partecipare criticamente agli avvenimenti agonistici, renderli capaci di conoscerne i limiti e gli aspetti positivi. L'atteggiamento critico rende possibile il passaggio da uno sport come "fatto impulsivo" a uno sport "valore culturale e spirituale". E poiché cultura non è semplice sapere ma conoscere, lo sport diventa valore culturale quando è capace di rivelare l'uomo a se stesso: la persona dietro il personaggio, il volto sotto la maschera, l'uomo al di là dell'atleta. L'identità reale della persona, paragonabile ad un iceberg che affonda per nove decimi sotto il pelo dell'acqua, è nascosta; bisogna perciò scoprirla attraverso un viaggio che conduca alle sorgenti. RIGENERA LA PERSONA Ma oltre a questa valenza rivelatrice, lo sport ne ha una creativa. Rende presenti alla coscienza i valori umani e li ri-crea quasi, collocandoli nella sfera esistenziale attraverso esperienze che diventano uno snodo su cui passa il messaggio educativo.
Qualsiasi messaggio, non escluso quello evangelico, per diventare comprensibile necessita di espressioni culturali, di linguaggi, di rappresentazioni simboliche, di esperienze soprattutto. Perché chi ascolta dimentica con facilità, chi vede ricorda, ma solo chi compie esperienze toccanti comprende appieno. I valori diventano vita attraverso esperienze, riflessioni ed emozioni forti, specie se gioiose e coinvolgenti, come se l'essere di una persona fosse generato dal suo agire. Poche altre attività umane possono forse vantare una ricchezza di contenuti come quella sportiva. Farne un inventario è superfluo perché tutti li conoscono: creatività, coraggio, solidarietà, entusiasmo, forza, rispetto delle norme e degli altri (partner e avversari), vita sociale, lavoro di gruppo, ricerca della qualità, festa, amicizia, gioia di vivere ecc. Quest'orizzonte educativo presuppone con evidenza una visione della persona non statica ma dinamica, che non nasce tale ma lo diventa, che è spinta dall'interno e nel contempo sollecitata dall'esterno. Dall'esperienza sportiva si esce arricchiti o impoveriti, costruiti o destrutturati. ORIENTA VERSO DIO L'azione educativa del cristiano attraverso lo sport non può tuttavia arenarsi sulle sue sponde psico-fisiche e sociali; deve andare oltre, fino ad aiutare chi lo pratica a cogliere negli allenamenti e nelle gare messaggi di vita piena, a leggervi in filigrana la buona notizia del Vangelo. Gli sportivi non sempre percepiscono appieno i valori e i significati del fatto sportivo. Giocano perché piace o conviene giocare, ma difficilmente si rendono conto dei perché: perché ad esempio è bello giocare e perché si sente l'esigenza di competere, ma chi opera con intenzionalità educativa sa che questi due elementi essenziali dello sport - gioco e agonismo - possono diventare tappe di partenza per un cammino di fede. L'importante è compiere il primo passo. Anche il più lungo Giro d'Italia comincia con un colpo di pedale. 27
PER RIMANERE INTENSI edio.costantini@csi-net.it
Quando siamo impegnati in un compito che ci vuole responsabili di fronte ad altri - genitore, insegnante, dirigente - non possiamo lasciarci avvelenare dalle incertezze. Dobbiamo tenere
CHI SI FERMA è perduto
ben fermo lo sguardo sulla mèta da raggiungere
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GENNAIO FEBBRAIO 2004
È
vero, la situazione globale non è allegra. Fame, povertà, guerre: non ci facciamo mancare proprio nulla. Come se non bastasse, ogni tanto spunta un’epidemia che, come ai tempi del Medioevo, minaccia di diventare incontrollabile e travolgerci tutti: neanche il tempo di superare mucca pazza e capire cos’è la SARS, che arriva l’influenza dei polli thailandesi. E tocca a noi sentirci come polli, di fronte a un futuro imprecisabile, che non sentiamo più come fatto di un progresso inarrestabile, e di fronte al quale ci sentiamo smarriti, disorientati, pieni di dubbi. Gli ottimisti ad oltranza diventano sempre di meno. Un po’, ammettiamolo, li invidiamo anche. Vorremmo avere anche noi la forza e lo stomaco per scherzare su tanti guai e tante incertezze, perché di cose che non quadrano ce ne sono davvero molte. La forza di ridere viene meno ancora di più quando i problemi sono lì, tangibili, davanti a noi; quando investono le vicende quotidiane, e ad annusarle così da vicino emanano cattivi odori, il tanfo che viene dallo spregio per le regole, dall’arroganza, dall’immoralità esibita e portata a vanto. La questione morale, il disprezzo per la vita umana e la mancanza di speranza sono diventate “emergenza nazionale”, ma nessuno sembra preoccuparsene. Nasce legittima una domanda: sarà possibile contrapporre a tutte queste “mediocrità” una nuova forza capace di ridare un po’ di speranza? “Chi si ferma è perduto”, recitava un vecchio detto. Il motto vale soprattutto oggi e per ciascuno di noi, nessuno escluso. Dobbiamo riuscire a non farci sconfiggere 28
dalle preoccupazioni. Bisogna ripartire da noi stessi, dalle nostre amicizie, dalle persone che frequentiamo, per poi liberarci dalle corazze che ingabbiano la nostra voglia di lottare, quelle che spesso ci impediscono di trovare un ruolo, una dimensione, un senso alla vita. Invidie, gelosie, ipocrisie, piccoli e grandi imbrogli – e come se non bastasse, anche tanta stupidità - producono azioni distruttive, al punto di farci rinunciare a lottare. SARÀ POSSIBILE CONTRAPPORRE A TUTTE QUESTE “MEDIOCRITÀ” UNA NUOVA FORZA CAPACE DI RIDARE UN PO’ DI SPERANZA? “CHI SI FERMA È PERDUTO”, RECITAVA UN VECCHIO DETTO. IL MOTTO VALE SOPRATTUTTO OGGI E PER CIASCUNO DI NOI, NESSUNO ESCLUSO. Ci fanno perdere nei meandri delle complicazioni quotidiane, nei piccoli e grandi drammi dell’esistenza. Quando siamo impegnati in un compito che ci vuole responsabili di fronte ad altri genitore, insegnante, dirigente - non possiamo lasciarci avvelenare dalle incertezze. Dobbiamo tenere ben fermo lo sguardo sulla mèta da raggiungere.
Non ci sono formule magiche, contano solo la voglia e la determinazione ad andare avanti, costi quel che costi, verso la mèta. La risposta alle difficoltà e alle spudoratezze altrui che vanno ad inquinare il nostro operare è nell’impegno quotidiano, intelligente, creativo. Non c’è limite alla possibilità di migliorarsi. Se guardiamo le cose in questo modo, è più facile non scoraggiarsi e procedere diritti. È una pratica che può funzionare per tutti coloro che sono chiamati ogni giorno a “dare ragione della speranza che è in noi”. Far emergere la forza vitale che è in noi significa non arrendersi di fronte alla difficoltà anche se dobbiamo ricominciare mille volte daccapo, anche se costa passare attraverso le sofferenze Per riuscire, perciò, dobbiamo metterci in gioco, scendere in gioco. Perché se siamo sempre a rinunciare, a tirarci indietro, vinceranno sempre i furbi, i disonesti, gli incapaci. Viviamo in un sistema competitivo e ogni volta che rinunciamo a far valere il nostro impegno e i nostri valori e stili di vita, lasciamo solo campo libero al nulla, permettiamo che vincano le mode. Dobbiamo confrontarci e batterci per fare le cose bene. Ma senza ostinarci a fare da soli. Insieme si riesce meglio. Quando diciamo che abbassiamo le braccia perché è impossibile continuare a lottare in un mondo che non conosce più regole e dignità, in realtà ci arrendiamo perché non abbiamo lottato abbastanza. O forse non abbiamo lottato affatto. Coraggio e rimbocchiamoci le maniche. Chi si ferma è perduto.