Stadium n. 12/1956

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« Rispetto all'attività pro­ fessionale — lavori di mente, lavori di mano — lo sport mi­ ra a procurare un sollievo che permette di tornare al­ l'opera con rinnovata vigo­ ria di volontà e con disten­ sione di nervi. Sarebbe un non senso e, a lungo andare, dannoso al bene comune, se, invece, venisse a prendere II primo posto nelle occupazio­ ni personali, sicché l’eserci­ zio della professione o del mestiere, finisse col dare l'impressione di una fasti­ diosa interruzione dell’affare principale della vita », Dal

discorso del

Santo

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il film di Cortina 9n 5. pagina

Ciassìiìche e risultali dei campionati di “campestre,. eJtennis da tavolo,, Concessionaria esclusiva per la pub­ blicità: PUB LIA CI - Roma - Corso Vittorio Eman, n. 287 - Tel, 556.068 Costo

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Un numero L. 20

Anno XI - H. 12 - Roma 29 marzo 1956

SETTIMANALE DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO DIRETTO DA LUIGI GEDDA

DUE CENTURIE DI ATLETI E PONGISTI HANNO GAREGGIATO PER I MAGGIORI TITOLI DEL C.S.I

Muova struttura della Federcalcio I vari aspetti della crisi calcistica — Le scuole giovanili — Necessità di calmierare il mercato — Il « trust dei banchieri » ha fallito la mèta — La Federazione deve de­ dicarsi al settore dilettantistico e governare

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Non conosciamo la < tecnica > della riforma strut­ turale della Federazione Italiana Gioco del Calcio: la questione la si potrà trattare con cognizione di causa allorché ci sarà data la possibilità di esaminare l'intero progetto: comunque, come abbiamo rilevato in altre occasioni, ciò che conta non è la forma, ma la sostanza del nuovo ordinamento; è certamente lodevole dividere il dilettantismo dal professionismo se non altro dal punto di vista dell’ordine che è indi­ spensabile sia alla vita del singolo che della collett;vità. Ciò che vale è lo spirito della riforma, che si farà per dare la massima propulsione al dilettan­ tismo (che è e deve rimanere la base dello sport) e per moralizzare l ambiente. Prima di entrare nel vivo déH'argomento vogliamo precisare che questa volta non si rimarrà inerti di fronte al un eventuale atteggiamento negativo delle società. Sulla sostanza della riforma il Consiglio Fe­ derale dovrà essere intransigente: o il progetto passa o il Consiglio deve rassegnare le dimissioni. E’ un errore credere che il Consiglio debba limitarsi a pren­ dere atto di quanto decidono le società o il Consiglio delle Leghe: questa non è democrazia, è soltanto assenteismo. A lungo andare non le società sono re­ sponsabili del declino del gioco e della crisi delia in­ fo ¡ente, ma la Federazione che non ha saputo proporre a tempo i rimedi, suggerire le vie di uscita, indiriz­ zare gli sforzi: in una parola che non ha saputo governare. L’opinione pubblica è per la riforma; se sarà ne­ cessario reclameremo altri provvedimenti dall’alto per obbligare le società a curarsi convenientemente. Ciò premesso per la chiarezza diremo la nostra opinione sulla riforma. Questa deve tendere verso mete ben definite allo scopo di eliminare i vari aspetti della crisi: crisi tecnica, crisi organizzativa, crisi com­ merciale, crisi spettacolare e crisi di produzione. Incominciamo da quest’ultima. Per crisi di produ­ zione noi intendiamo ]a difettosa ed empirica prepa­ razione dei giovani. La Federazione ha di recente deciso di istituire dei centri di addestramento giovanili. L'idea è ottima, lo abbiamo già scritto. Afa queste scuole modello non saranno sufficienti se le grandi società (quelle che dovrebbero avere più mezzi) non torne­ ranno a interessarsi come facevano una volta della ____ FILIPPO MUZI (Continua in 2.

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Slupeima riuscita dei due Campionati invernali a Ruma Si è conclusa felicemente a Roma la settima edizione del Campionato Nazionale di cor­ sa campestre del C.S.I. La decisa affermazione di Vittorio Festa della Ginna­ stica Irpina di Avellino e quella del Comitato di Reg­ gio Calabria e di Messina, per la classifica di squadra, di­ mostrano come nelle Provin­ cie meridionali si è lavorato con puntiglio per strappare alle altre Regioni del nord e del centro d'Italia quel pri­ mato che finora detenevano. Nessuna distinzione diffe­ renziale ha caratterizzato il grado di preparazione delle 69 squadre rappresentative dei Comitati presenti a que­ sto Campionato, dimostrando­ lo ampiamente il comporta­ mento dei singoli durante tut­ ta la gara. Notiamo infatti nell’ordine di arrivo di questa bella ma­ nifestazione, riportato in al­ tra parte del giornale, che i migliori si alternano con va­ ria promiscuità indifferente­ mente dalla provenienza, con­ fermando il convincimento più volte sostenuto sulla se­ rietà del lavoro svolto dal Centro Sportivo Italiano nel settore propagandistico per la diffusione dell'atletica leggera fra i giovani. E’ un dato positivo e pieno di promettenti speranze que­ sta nuova prova così ben riu­ scita, che possiamo analizzar­ la liberamente nei suoi vari ispetti. Il numero dei partecipanti, our contenuto in limiti più ristretti per ragioni di carat­ tere tecnico, ha veduto alli­ neati alla partenza 111 con­ correnti, dei quali 88 sono stati classificati nei limiti del tempo massimo. Il percorso vario e abba­ stanza impegnativo, appesan­ tito dalla pioggia caduta ab­ bondante fino a pochi minuti dalla partenza, ha messo a dura prova le possibilità ago-

nistiche di questi nostri gio­ vani atleti che, è bene ricor­ dare, sono tutti di età fra i 17 ed i 20 anni. Il loro immediato impegno ha detto subito che non inten­ devano darsi un solo istante di tregua. Dopo una partenza velocis­ sima, facilitata dall’ampiezza del lungo viale del primo trat­ to, che misura più di 300 me­ tri, il primo assestamento per guadagnare le prime posizio-

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Il Vittorio... so Festa ni avviene dopo aver percor­ so altri 300 metri nell'ampio prato, il cui terreno erboso molto inzuppato come già si è detto, ha fatto allungare l’ancor compatto plotone. Ai seicento metri conduce Festa, tallonato da Romeo e seguito a brevissima distanza da Michelazzo, Gemelli, Biraghi, Chillé e poi Serra, Ca­ sati, Baghini, Mazzei e via via tutti gli altri.

Vera confermai della vali­ dità del movimento atletico del Centro Sportivo Italiano, la finale dei Campionati Na­ zionali di Corsa Campestre disputata a Roma, ha costi­ tuito una autentica festa del­ lo sport giovanile, proprio perchè il C.S.I. nei mesi in­ vernali sviluppa ogni anno una vasta opera di recluta­ mento in ogni dove d’Italia. yba festa dello sport dove la passione, le spiccate qua­ lità agonistiche dei concor­ renti, l’emozione provata da coloro che per la prima vol­ ta partecipavano ad un campionato nazionale, hanno rappresentato i motivi domi­ nanti, conferendo alla mani­

Nencini e Bartalini protagonisti generosi e sfortunati della Limina - In piena ripresa Aido Moser - Magni, Monti, Astrua e Fornara grandi sconfitti

Remo Bartalini, altro redi­ vivo. Nencini ha subito un pau­ roso crollo, morale più che fisico, giusto alla fine del giro d’Italia, dalla famosa sera di San Pellegrino, dopo la gior­ nata di prepotente di riscossa dei due « grandi » che gli co­ stò la « maglia rosa ». Meglio non ricordarlo a Nencini, quel giorno. Si rab­ buia in volto e mastica ancor oggi parole strane di biasimo verso qualche compagno di squadra ed avversari italiani e stranieri poco scrupolosi. A Reggio Calabria, nel lun­ go giro della provincia, alle­ stito con tanto amore e ca­ pacità dagli amici dello Sporting Club Reggino, ha voluto dimostrare di essere tutt’altro che finito. Sincera­ mente si può essere soddi­ sfatti di ciò che ha saputo

fare, pur non portando a ter­ mine la sua impresa. Ma con il nuovo percorso eccessiva­ mente allungato nessuno ci sarebbe riuscito, che l’incubo della distanza, o meglio il ricordo della « Sanremo » grava ancora nella mente dei nostri giovani quasi li terro­ rizza. (Ne sa qualcosa Monti, che inspiegabilmente preci­ pita dopo i 250 chilometri). In fondò le posizioni acqui­ site al vertice di Sant’Elia, che ha dato il colpo di grazia a più d’uno, sono rimaste im­ mutate sino al traguardo, con il particolare notevole in linea tecnica, che i tre mag­ giori: due notorietà ed una sorpresa che si sono aggan­ ciati ai fuggitivi raggruppa­ tisi dopo la resa di Nencini sono stati i più veloci al tra­ guardo sul lungomare di Reg-

II nuovo campione di singolo Roberto Mameli in azione

fotogrammi olle "Copoimelle

al traguardo nella prima di campionato a leggio C

ULTIMA SCENA: Beppe Minardi soffia la vittoria a Cleto Maule

di serrati incontri

Al primo chilometro avven­ gono i primi distacchi ed al secondo si verifica qualche ritiro dei meno preparati a sostenere l’andatura imposta dai migliori. Le posizioni di testa, a me­ tà gara, sono ormai presso­ ché le stesse; al secondo giro del percorso conduce Miche­ lazzo, ma sono a lui micini Bergnani, Festa, Romeo, Biraghi, Baghini, Failo e Chillé. poi vengono Tangheroni, Mazzei, Gagliotto, seguiti dagli altri che si sgranano in una lunga fila per oltre centocin­ quanta metri. Ormai la gara ha assunto la sua fisionomia che farà va­ riare di poco le posizioni più lontane, mentre rimane viva e vitale la lotta per le piaz­ ze migliori, conclusasi sul viaMARIO BOLLETTA

£>o scaltro Minardi doranti a Maule

La vittoria di Minardi a Reggio Calabria nella prima prova del campionato italia­ no assoluto è stata la con­ clusione delia « operazione Leo Ghlorodont » iniziata quasi duecento chilometri prima, verso Siderno da un altro « leoncello », egualmen­ te importante, quasi famoso... Gastone Nencini per l’ap­ punto, finalmente alla ribalta dopo tanti mesi di grigiore ingiustificato, alla ricerca di nuovo credito da parte delle folle, della stampa sportiva e dei tecnici. Si è trattato di una vitto­ ria convincente, chiara, così come possente era stata l’a­ zione iniziale del protagoni­ sta dell’ultimo giro d’Italia per lunga parte del percorso, con una qualche incertezza sulle ultime rampe della Limina per l’irrequietezza di

DUE GIORNI

Aspetti e raffronti

co: Minardi, Maule e Zambini. Minardi non.è uno sprinter nato, bensì corridore di fondo, ciò che spiega la vittoria di due anni addietro su Coppi sullo stesso rettilineo e di domenica scorsa su Maule ed il resto della compagnia. Una compagnia abbastanza nume­ rosa ma esausta. Temporeg­ giando fino a cinquanta me­ tri dallo striscione per im­ porre più che uno scatto ir­ resistibile da velocista, ral­ lungo poderoso di autentico fondista. Come gli consentono le sue gambe forti, ed il suo fisico sano. Una vittoria che non fa una Diega, meritata e mano­ vrata. La corsa è stata veloce e piacevole dinamica e varia, come il suo tracciato che re­ sta il più vario e adatto per una gara di campionato. Un tracciato pe:- corridori com­ pleti quali dovrebbero esser per l’appunto coloro che ve­ stono la maglia tricolore nume ro uno. II fotogramma principale della gara è costituito dalla fuga del quartetto: Nencini, Bartalini, Falaschi e Baffi a Siderno smembratosi sulla salita della Limina per la ri­ nuncia forzata di Baffi e Fa­ laschi impossibilitati a reg­ gere il treno imposto dai due arrampicatori toscani, quindi per la sberla della sfortuna affibbiata a Bartalini dopo che questi era arrivato primo e solo, con buon vantaggio in vetta. Sicché Nencini re­ stava solo al comando della prova, superando in discesa Bartalini mentre stava cam­ biando alla disperata un tu­ bolare forato, strappandolo coi denti dal cerchione, in uno scenario cupo di nebbia e di pioggia. Lassù c’era, malgra­ do il tempaccio, tanta gente ad attendere i corridori, ma in particolare Coppi, il quale aveva rinunciato a prendere il via, e seguiva la gara in una « fuori serie » di amici, provocando non so dirvi quale delusione. D’accordo che il

tempo non è stato dei mi­ gliori, anche se molto sole ci ha accompagnato per lun­ go tratto ed un bel sole ci ha accolto al traguardo, ma tanto valeva allora che Coppi non si facesse neppur vedere a Reggio Calabria. (E dire che cineasti fotografi e illustri colleghi del nord s’erano sco­ modati proprio per lui. e già erano pronte le copertine dei « rotocalco ». che — debbo dirlo con estrema schiettezza usano ed abusano esagerataNATALE BERTOCCO (Continua in

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festazione un prestigio ed un successo notevoli. Nella edizione 1956 si è re­ gistrata una affermazione de­ gli atleti rappresentanti i Co­ mitati Provinciali del meri­ dione che, senza dubbio, as­ sume un significato del tutto particolare in considerazione dello sviluppo sportivo che caratterizza, tra l’altro, l’at­ tuale situazione del Mezzo­ giorno. La vittoria dell’avellinese Festa, i piazzamenti dei Co­ mitati di Reggio Calabria e di Messina, rispettivamente al primo e al secondo posto nella relativa classifica, vogliono appunto dire che il progresso sportivo del meridione è or­ mai un dato positivo. Natu­ ralmente, poiché per la prima volta nella storia dei campio­ nati del C.S.I. il titolo nazio­ nale è andato ad un atleta di una regione del sud e due comitati provinciali (posti proprio all'estremità della Pe­ nisola) hanno avuto una af­ fermazione prestigiosa, vuol dire che ad essi tocca l’onore di essere considerati gli al­ fieri della emancipazione sportiva e agonistica di quel­ le zone che per un complesso di motivi sono rimaste sportivimente arretrate rispetto ad altre più fortunate. Centoundici atleti, che con i loro sgargianti costumi fa­ cevano un bel colpo d’occhio, erano allineati in bell’ordine alla partenza. Impazienti di slanciarsi sui quattromila me­ tri del percorso (scelto in modo veramente felice dalla C.T.N. di atletica leggera) sembravano tanti puledri di razza saltellanti. Forse il freddo e l'umidiià dell’atmo­ sfera causata dall’abbondante pioggia caduta poche ore pri­ ma della partenza, costringe­ vano gli atleti a movimenti che, oltre a tradice l’ansia per

la partenza, volevano essere una reazione al cattivo tem­ po e, al momento stesso, una preparazione per i loro gar­ retti che avrebbero poco do­ po affrontato la dura fatica agonistica. La gara è stata affascinan­ te per tanti motivi. La ric­ chezza di spunti combattivi, il senso spiccato di rivalità, il richiamo possente della posta in palio, hanno senza dubbio contribuito a rendere l’edi­ zione 1956 dei campionati di Corsa Campestre del C.S.I. GERMANO BARIGELLI (continua in

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Un altro capitolo degli an­ nuali Campionati del C.S.I. si è chiuso a Roma nei giorni 24 e 25 marzo; parliamo delle Fi­ nali valevoli per l’assegnazio­ ne dei titoli per le Categorie Singoli e Doppio per la spe­ cialità del Tennis da Tavolo. Tutte le Regioni d’Italia si sono avvicendate sui tavoli del Salone di Via della Concilia­ zione e possiamo ben dire di aver assistito ad una bella ma­ nifestazione. nella quale oltre alle doti agonistiche, hanno fatto spicco quelle morsili di questi nostri ragazzi che non sono stati causa del ben più piccolo diverbio o divergenza. Fin dal primo giorno si è in­ travisto tra i gareggianti quale fosse lo spirito che li animava, e man mano che le gare si svolgevano, guidate impecca­ bilmente dal caro Salerno (il quale non ha fatto altro che ribadire il successo riportato nell’organizzare gli assoluti del GI.Te.T.) si andavano deli­ neando quelli che avrebbero potuto contendersi il titolo di Campione. Difatti in un referendum in­ detto intimamente fra i tecnici presenti, erano saltati fuori i nomi dei vari Trotta, Boemi, Ravaioli, D'Elia, Fioli e Mame­ li; mentre però per i cinquesesti dei predetti parlavano a favore solo le vittorie riporta­ te; per il Campano Trotta, pu­ pilla degli occhi di Pasquale Bianco, simpaticissimo e in­ stancabile componente la C.T.P.T.T. di Napoli, deponeva a suo pro’ un gioco più bril­ lante, più volitivo e infiorato di finezze e di acrobazie da far presagire molte cose buone. Senonché. verso il tardo po­ meriggio di Sabato, mentre il girone finale dei primi era ad uno stadio avanzato di svolgi­ mento si è iniziato il dramma di questo napoletanino dal ciuffo al vento. Dopo una par­ tita risolta in proprio favore

Il orogran del Congresso ¡Issalo dal Consiglio Dlrelilvo Il Consiglio Direttivo riunitosi in Roma ha attenta­ mente esaminato e discusso l’ordine del giorno presenta­ to dalla Presidenza riguardante in modo particolare il prossimo Congresso Nazionale. In apertura dei lavori il Vice Presidente Notario illustrando i vari punti messi in discussione si è soffermato in modo particolare sul settimanale « Stadium », sui Congressi Provinciali e sulla attività organizzativa di questo primo periodo dell’anno sociale. Successivamente è stato illustrato da Borghi lo schema della relazione organizzativa da presentare al Congresso Nazionale mentre Dattilo ha ampiamente il­ lustrato la relazione tecnica. Passando alla discussione sui punti illustrati prece­ dentemente, il consigliere Burani rihiamava l’attenzione del Consiglio sulla necessità di dare al Congresso lo sche­ ma provvisorio del nuovo Regolamento elaborato da una Commissione ristretta e già presentato ai vari Consi­ glieri per il loro parere. Notario rispondendo a Burani precisava che tanto lo Statuto quanto il Regolamento sono stati completati e che si attende solo di conoscere il parere della Presidenza Centrale della G.I.A.C. in me­ rito. Dopo ampia discussione cui hanno preso parte tut­ ti gli intervenuti si è concluso di presentare al Congres(continua in 2.

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Un venerdì fortunato per il nnoto italiano La giornata di venerdì 23 marzo 1956 ha rischiara­ to il nuoto italiano di una luce più viva, più brillan­ te. Sull’asse Roma-New York tre primati nazionali sono stati migliorati ed uno è stato eguagliato. I pro­ tagonisti dell’impresa di Ro­ ma sono una ragazza ed un ragazzo. Il protagonista del­ l’impresa di New York è stato un giovane ormai no­ tissimo in Italia e all’estero e sopra tutto caro all’orga­ nizzazione del CSI che lo annovera tra i propri iscritti. Nella piccola vasca dello stadio romano la quindicen­ ne Sandra Valle si è affac­ ciata per la prima volta nelle pagine dell’albo d’oro dei primati nazionali co­ prendo la distanza dei 200 dorso in 2’52”2 mentre, su­ bito dopo, Federico Danner­ lein ha impiegato per per­ correre i 100 a farfalla l’6”3 ed i 200, sempre a farfal­ la, 2'38”. Queste tre imprese han­ no un grande valore tecni­ co nell’ambito del nostro nuoto. I due giovani che, diretti da Hunyadfi, si so­ no cimentati nelle riuscite

Sull’asse Roma-New York tre primati nazio­ nali migliorati: Sandra Valle e Federico Dannertein; ed uno eguagliato: Angelo Romani prove, hanno dimostrato al colto e all’inclito che pei’ essere nuotatori di valore internazionale, o aspiranti a divenire tali, è indispen­ sabile essere nuotatori com­ pleti cioè occorre saper nuotare in tutti gli stili con eguale competenza, con ri­ sultati quasi analoghi. La Valle e il Daniierlein, infat­ ti, non sono né dorsista, la prima, né farfallista, il se­ condo, essendo entrambi specialisti nello stile libe­ ro. Ma il talento di un nuotatore non deve essere unilaterale, in modo che il nuotatore stesso possa espri­ mersi in tutta la sua predi­ sposizione tecnico-atletica. Hunyadfì ebbe modo qual­ che mese addietro di dimo­ strare codesta tesi lancian­ do Galletti alla conquista di grandi soddisfazioni nel dorso prima ancora di far­ gli raggiungere un buon grado dì efficienza nello sti­ le libero e particolarmente

nei « quattrocento » e nei « millecinquecento ». Nella piscina di Roma, la tesi ha trovato una solare conferma nelle prestazioni della Valle e di Dannerlein ma particolarmente nel modo come codèste prestazioni so­ no state ottenute. Si è trat­ tato, infatti, di prestazioni in « souplesse ». La Valle, ohe è destinata a grandi imprese specialmente se riuscirà ad irro­ bustire le spalle e ad armo­ nizzare l’ampiezza dii queste con il bacino, ha nuotato i 200 dorso con lo stesso «pas­ so» che avrebbe tenuto se avesse dovuto compiere un allenamento sui 400 metri. Questo particolare è impor­ tantissimo. Perchè dimo­ stra che lo « sprint », se la gara è bene impostata, non ha nessun motivo di essere operato. La Valle nuotando con un ritmo di 21 braccia­ te ogni 25 metri, ha mante­ nuto codesto ritmo per tutto

il percorso senza mai acce­ lerare e senza mai diminui­ re il ritmo stesso. Partita in - souplesse », la nuotatrice allenata da Hunyadfi è arri­ vata in « souplesse » tanto che noi ci siamo chiesti il perchè l’allenatore, così co­ me ha fatto, poi, per Dannerlein, non le abbia fatBALDO MORO (continua

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all'ultimo momento, il destino per Trotta si è chiamato Boe­ mi; il tutto mancino messinese Boemi il quale è riuscito più che a battere Trotta a spez­ zarne ia resistenza psichica; difatti abbiamo veduto un Trotta, che, nelle battute finali dell'incontro, non riusciva neanche a controllare la dire­ zione da imprimere alla palli­ na facendo prendere a questa le vie più impensate. Intanto gli altri candidati al titolo finale si davano batta­ glia senza risparmio di colpi, e la Domenica seguente, al ter­ mine delle gare è saltato fuori vincitore Mameli della U.S. Portuali di Livorno, che con una regolarità più unica che rara, senza farsi troppo nota­ re, ma in possesso di un gioco indubbiamente redditizio, si è laureato Campione C.S.I. per il 1956 (a questo proposito spe­ riamo che la rittoria sia riu­ scita a far fermare Floriano Rosaspina presidente del Co­ mitato cui appartiene il vinci­ tore. il quale per tutto il tem­ po delle gare non ha fatto altro che camminare, camminare, camminare). La lieta sorpresa però di que­ sti Campionati ci è venuta dal­ la Lucania la quale si è piaz­ zata al terzo posto dopo uno spareggio disputato con l'Emi­ lia. Abbiamo detto lieta sorpre­ sa e lo confermiamo, dato che questa affermazione (speriamo seguita da altre ancora) è il frutto che raccolgono i dirigen­ ti Lucani che quest’anno sem-? brano animati da- novello spi­ rito e questo nostro pensiero è suffragato dalle cifre date dal tesseramento in corso. Prose­ guano su questa strada i diri­ genti Lucani; loro, meglio di noi, sanno di avere in mano una zona che sportivamente è particolarmente depressa anche per le Federazioni del C.O.N.I., Chiusa questa digressione (che d’altro canto si imponeva) non ci resta che analizzare le partite del Doppio. Anche in questa Categoria sdno venute fuori alla distanza le coppie già pronosticate migliori e la vittoria ha arriso ai Toscani Bartoli-Cagnina i quali con re­ lativa facilità si sono imposti agli avversari, pur se dalla cop­ pia Laziale Mastrofini-Grancini (quest'ultimo Campione Ita­ liano di III categoria) era lo­ gico aspettarsi di più. Ed ora calato il sipario sui Campionati, lo si rialza sulla scena del V Trofeo a squadre e del Trofeo Giovanissimi. Altri atleti si stanno avvi­ cendando e si avvicenderanno nelle fasi eliminatorie; nuova passione e nuovo spirito di abnegazione dovranno profon­ dere i dirigenti perché tutto si svolga nel migliore dei modi; ad essi ed agli atleti tutti, va il saluto della C.T.N. Tennis da Tavolo. A questo punto non ci resta altro che chiudere; prima però sentiamo il bisogno di ringraziare quanti con la loro opera hanno contribuito alla riuscita della manifestazione e ci rivolgiamo di nuovo ad Ame­ deo Salerno che ha condotto mirabilmente le gare in qua­ lità di Giudice Arbitro; ad Al­ do Scadérmi per quanto ha fatto affinché la sala fosse bel­ la ed accogliente; ai membri periferici della C.T.N. Rag. Ni­ lo Steffan e dott. Gianni Maz­ zera, specialmente quest’ultimo, il quale, pur essendo nuovo nell’ambito familiare del C.S.I , si è subito ambientato e siamo certi sia ripartito per Parma portando con sé un ottimo ri­ cordo del C.S.I.; ricordo che lo spronerà a più operare, met­ tendo al servizio dei nostri giovani le sue indiscutibili do­ ti di tecnico e di appassionato. Ed ancora grazie all’ing. Pac­ ioni ed a Pasquale Bianco per l'efficiente lavoro di segreteria e a tutti un sincero arrivederci ai prossimi Campionati del 1957 ALVARO GAETANI


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