Stadium n. 13/1956

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Lo sport non dovrebbe compromettere l’intimità tra gli sposi, nè te sante gioie della vita di famiglia, tanto meno deve spingere le sue esigenze, in quanto le dure necessità della vita, disper­ dendo per forza padre, ma­ dre, figli e figliuole per il la­ voro quotidiano, fanno già fin troppo sentire il loro pe­ so. La vita familiare è tal­ mente preziosa, che non si può ricusarle questa prote­ zione.

Uno dei tanti di Sandro Cassone 9n U. pagina

La settimana

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Dal discorso del Santo Padre al partecipanti alla Assemblea della Associazione Internazionale della

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Stampa Sportiva.

Direzione Redazione Amministrazione - Roma

Anno XI - H. 13 - Roma 5 aprile 1956

SETTIMANALE DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO DIRETTO DA LUIGI GEDDA

Via della Conciliazione, 1, t 555561-550113

UtdOIIfJi TO DEL GIORNO

ARRIIRISTRANIIRI e proiessionismo arbitrale E’ l'argomento del giorno, potremmo dire che è l'argomento che da circa dieci anni fa testo nell’imponente massa degli appassionati del calcio e particolarmente si distin­ guono nella discussione gior­ nalisti e dirigenti di società. Il professionismo arbitrale e, recentemente, l’esperimento degli arbitri in Italia sono i motivi che in quest’ultimo pe­ riodo hanno determinato le più vivaci dissertazioni e i due problemi, se tali si pos­ sono definire, sono stati cucinati in tutte le salse e con i pareri più svariati. Da più parti anche a noi è stato chiesto il nostro parere, parere che avremmo dovuto esprimere per mezzo di giornali sportivi elevati e di giornali che si interessano in larga misura del giuoco del calcio. Il tempo sempre tiranno non ci ha consentito di esaudire ]e cortesi richieste, se nonché, improvvisamente — e la cosa è piovuta come fosse una sor­ presa — la stessa richiesta ci è stata formulata da Stadium. A tale appello ci siamo tro­ vati disorientati ma non ab­ biamo avuto esitazioni per­ chè non avremo il rammari­ co di avere avuto preferenze particolari. Stadium rappresenta il Cen­ ♦ro Sportivo Italiano e quindi ■ ’ " ci troviamo in famìglia, nella più completa intimità ed è per tale preferenza che non abbiamo mancato di esaudire le molteplici richieste perve­ nuteci.

Il professionismo arbitrale Come abbiamo detto è un problema che viene sciorinato da almeno un decennio; da più parti si eleva il grido < sti­ pendiamo gli arbitri > come se ciò costituisse il toccasana del­ la perfezione arbitrale. Trascuriamo, anche se è un fatto basilare, che la maggior parte dei sostenitori del «pro­ fessionismo arbitrale > non ci dice come potrebbe essere ap­ plicato e che in definitiva non sarebbero i veri propugnatori di tale professionismo a soste­ nere... le spese. Ma il problema viene spes­ so presentato, questo è il pun­ to più importante, con accom­ pagnamento di acerbe critiche contro i dirigenti arbitrali che, come è noto, sono manifesta­ mente contrari a qualsiasi for­ ma di professionismo. Noi condividiamo la ferma decisione dei dirigenti delTA.I.A., non solamente per­ chè intendiamo difendere una bandiera che è pura, ma per­ chè siamo convinti che dagli ■ arbitri professionisti non si ot­ terrebbe un rendimento mag­ giore, nel mentre avremmo senza dubbio una certa declassazione e una più diffi­ cile scelta fra coloro che aspi­ rano ad intraprendere la car­ riera arbitrale.

La carriera arbitrale Rapidamente vogliamo de­ scrivere come un arbitro può raggiungere la massima divi­ sione e cosa deve superare per giungere a tale traguardo che è riservato a pochi ele­ menti. Si diventa aspiranti arbitri dopo aver frequentato un cor­ so tecnico e aver superato i conseguenziali esami. Si co­ mincia ad arbitrare partite di Lega Giovanile o di altri Enti. Ammesso che l’arbitro si di­ stingua fra i suoi colleghi, l’anno successivo sarà promos­ so arbitro effettivo ed arbi­ trerà in seconda divisione; in seguito in prima divisione; in­ fine in Promozione. Dopo es­ sere stato sottoposto al giudi­ zio di moltissimi Commissari speciali tecnici potrà essere scelto, normalmente con un minimo di tre anni di per-

manenza nella categoria in­ feriore, per sostenere gli esa­ mi onde essere promosso in Quarta Serie. Dovrà sostenere un severissimo esame a carat­ tere nazionale, dove se l’esito è positivo, verrà incluso ne­ gli arbitri a disposizione dell'Organo Tecnico di Quarta Serie. Nella Quarta Serie milita­ no oltre centottanta arbitri i quali sono sottoposti ad un costante controllo tecnico, i migliori di questi a fine d’an­ no possono essere proposti per l’esperimento alla Commissio­ ne Arbitri Nazionale. Da rile­ vare che su oltre centottanta elementi cinque o sei potranno

essere promossi in Serie C. Dopo la prova nella Se­ rie C e sempre che la stessa abbia avuto esito felicissimo, sarà messo a completa dispo­ sizione del massimo Organo Tecnico per l’anno successivo. Quindi arbitrerà gare della Serie C e per passare in Se­ rie B e successivamente nello stesso anno nella Serie A, de­ ve essere un arbitro che rap­ presenti una autentica ecce­ zione. Cosa che difficilmente si può verificare, anche se ta­ li episodi si sono verificati e che costituiscono, non sola­ mente eccezioni ma atti di in­ dubbio coraggio da parte dei componenti l'Organo Tecnico della C.A.N.

L’attuale situazione Conseguentemente abbiamo voluto dimostrare con quanta scrupolosità si vagliano gli ar­ bitri prima che siano consi­ derati idonei per la massima divisione. Inoltre devesi tene­ re presente che l’arbitro è te­ nuto a frequentare le sedi se­ zionali, qualunque sia la sua anzianità e la divisione alla quale appartiene. Così gli ar­ bitri, obbligati ad intervenire alle riunioni tecniche, sono co­ stantemente aggiornati sulle direttive tecniche che gli orgami di competenza imparti­ scono. Si rileva che almeno il 10 per cento degli attuali diret­ tori di gara che normalmente dirigono gare di Serie A sono funzionari di banche, istituti assicurativi, parastatali, sta­ tali; un numero, viceversa, ir­ risorio sono i liberi profes­ sionisti. Da rilevare infine che la scelta degli arbitri per la mas­ sima divisione avviene su una massa di circa tremilacinquecento unità; si può ritenere tale numero di entità rilevante sotto tutti gli aspetti. Se per ipotesi dovesse veri­ ficarsi l’attuazione del profes­ sionismo arbitrale, avremmo come immediata conseguenza che oltre il 90 per cento de­ gli attuali arbitri che dirigo­ no gare di Serie A dovrebbero dimettersi perchè non sarebbe loro consentito di svolgere at­ tività sportiva lucrativa da parte delle direzioni dei loro istituti. In base alle considerazioni esposte ci troveremmo nella impossibilità materiale di ave­ re un numero sufficiente di

direttori di gara per la massima divisione. Si parla di professionismo ed abbiamo sentito due pro­ poste quelle che più delle al­ tre ci sembrano assurde in ogni loro dettaglio e cioè: in­ dennità di un minimo di cen­ tomila lire più le spese di viaggio e soggiorno per ogni gara della massima divisione. Altri sostengono: si crei una scuola arbitrale e si formino nuclei di arbitri professionisti con stipendio, quando saran­ no idonei per la Serie A, di almeno cinquecentomila lire mensili. A conforto delle proposte si sostiene che i liberi pro­ fessionisti: avvocati, ingegne­ ri, insegnanti, si iscrivereb­ bero in notevole numero alle scuole arbitrali oppure intra­ prenderebbero la carriera ar­ bitrale con l’aspirazione di giungere successivamente nel settore professionistico. Dobbiamo eccepire: sui tremilacinqnecento arbitri attual­ mente a disposizione degli or­ gani tecnici, vi sono varie centinaia di laureati e di li­ beri professionisti e malgrado queste idonee qualità molti di essi non riescono ad emergere. Si può validamente sostenere che l’arbitraggio è un dono naturale; se così non fosse non si potrebbe spiegare come uomini che nella vita privata emergono e per cul­ tura e per capacità di diri­ genti, non riescano ad emer­ gere sui campi di gara. Nel mentre altri, di media cul­ tura e che nella vita privata svolgono mansioni meno imGENEROSO DATTILO (Continua

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L’ALFIERE DEL C.S.I. A OTTO MESI DA MELBOURNE

LE SPESE «POLITICHE» DELL’AVV. ONESTI « Il Borghese », rivista petulante e pet­ tegola, ci ha concesso l’onore delle armi citandoci in una sola pagina del n 11 sotto il titolo « Le spese politiche delVavvacato Onesti ». Tra le tante spese politiche che sostiene il Presidente del CONI, secondo la rivista, vi sono quelle relative al CSI che con la Libertas forma « le due principali or­ ganizzazioni sportive del Governo ». Tant’è che il CSI « ha avuto 500 milioni anche dal Governo per allestire il famoso raduno romano, di cui la partita di pal­ lacanestro giocata in piazza S. Pietro, fu la sola manifestazione sportiva ». Inoltre, sempre secondo « Il Borghese » « la somma che il CSI e la Libertas rie­ scono ad avere dall’avv. Onesti si aggira sui 300 milioni l’anno ». E per concludere l’allegra commedia «il CSI, che non ha atleti, quando deve organizzare gare o parate si serve dlegli atleti delle autentiche società sportive, le quali (poverette!) non essendo deH’Azionie Cattolica, sono lasciate in miseria ». Intanto non sappiamo cosa c’entrino le sovvenzioni del Governo al CSI con le spese politiche dell’avv. Onesti. Il CSI non ha la fortuna di ricevere una lira dal Governo e se la ricevesse direbbe grazie, conscio d’avere il diritto di riceverne più di una! Mentre dal CONI le lire il CSI le ri­ ceve e ringrazia regolarmente con tanto di lettera ufficiale firmata dal suo Presi­ dente. Perchè le riceve queste lire? Per il semplice fatto che il Centro Sportivo Italiano è l’unica organizzazione fuori del CONI e convenzionata dal CONI che non sia legata ad un partito politico, inoltre perchè di tutti gli organismi extra CONI è il più forte ed è l’unico rimasto fedele ai suoi principi di propaganda sportiva giovanile. Invitiamo Tertulliano, l’articolista de « Il Borghese », a visitarci in Presidenza

Centrale e si renderà conto se il CSI non ha atleti. Non tutti possono essere esperti di sport e non tutti, compreso Hertulliano, posso­ no sapere che Romani, primatista recen­ tissimo europeo dei 400 m. stile libero, che Tolin neo campione italiano di salto-sci, che la staffetta di atletica leggera 4x100 campione italiana assoluta 1955, che Fab­ bri, Maule e Moser e tanti altri sono cam­ pioni usciti dalle migliaia di atleti orga­ nizzati dal CSI. Il CSI crea i campioni da una larga base di società sua (sono 3500 mentre gli atleti cartellinati raggiungono quest’an­ no i 100.000) senza avere i 150 milioni del CONI come dice Tertulliano (300 con la Libertas). Si consoli, ne riceviamo molti di meno, nemmeno un terzo. La forza del CSI sta nelle sue società e nei suoi diri­ genti periferici che con il loro sacrificio mandano avanti faticosamente la barcac­ cia, spinti dalla passione sportiva e dal­ l’amore per i giovani, ì quali vengono da noi e si pagano 100 lire di tessera perchè credono in noi, nel nostro disinteresse. Infine migliaia di giovani presenti a Ro­ ma, al Convegno del decennio, sono testi­ moni che la partita di pallacanestro gio­ cata in Piazza S. Pietro non è stata l’unica manifestazione sportiva del grande ra­ duno. Infatti con l’occasione si sono svolti a Roma: i campionati nazionali CSI di atle­ tica leggera; il criterium giovanile delle Nazioni (ciclismo e motociclismo); i gran premi di ciclismo per esordienti allievi, dilettanti (3 gare); un incontro di calcio tra le due finaliste del campionato na­ zionale CSI. Totale sei manifestazioni sportive. Suggeriamo a Longanesi di cambiare il titolo alla sua rivista. E’ meglio chiamarla « la portinaia », perchè sovente è di questa categoria l’es­ sere male informati! NOTARALDU

Angelo Romani sorrideva già così sereno a Roma due anni addietro Fummo facili profeti su Romani. Il 29 marzo scri­ vevamo su queste colonne: « a noi sembra che Romani si stia ripetendo troppe volte per non dimostrare di essere, oramai, più che maturo per scendere sotto i 4’35” ». E aggiungevamo: « Cosa aspetti il suo allenatore Berti a far compiere a Romani una pre­ parazione idonea per portarlo sui migliori limiti mondiali, francamente non riusciamo a comprenderlo », E conclude-

vamo: « Questo indugiare sui 4’36”2 quasi si trattasse di un ’’ tempo ” incantatore sia per l’allievo che per il suo allenatore, ci sembra contro­ producente. La tattica di Fa­ bio Massimo è accettabile sino ad un certo punto, poi di­ venta uggiosa, specialmente nello sport ». L’inchiostro non si era an­ cora asciugato sui fogli di « Stadium » che Angelo Ro­ mani dalla lontana piscina di New Haven del Payne Whitney Gimnasium ci faceva giungere la meravigliosa no­ tizia del suo prestigioso re­ cord; record che frantumava quello già da lui detenuto e che era migliore di sette de­ cimi di quello europeo stabi­ lito da Boiteux alle Olimpiadi di Helsinki. Chi ci ha seguiti nei nostri articoli sul nuoto italiano e su Romani in particolare, sa perfettamente che noi da molto tempo andavamo solle­ citando l’ottenimento di pre­ stazioni di grande rilievo da parte del forte nuotatore pe­ sarese. Su « Stadium » del 15 marzo scrivevamo che il dramma di Romani era il dramma di un nuotatore che avrebbe potuto sin da due anni a questa parte realizzare primati di valore mondiale se il suo allenatore non prefe-

risse andare <on i piedi di piombo di una cautela assurda in considerazione della per­ fetta efficienza fisica del suo allievo. Oggi, finalmente, Osvaldo Berti ha rotto gli indugi. In America egli si deve essere reso conto che è un male comprimere in un atleta l’esuberanza e le ca; pacità di rendimento. Cosi come è un male non spendere tempestivamente i talenti tec­ nici sul panno verde dei ri­ sultati. L'America è stata miracolosa più per Berti che per Romani. Questa è la im­ portante constatazione che si trae dal recente risultato di New Haven. Ma per Romani le prove nelle acque americane non so­ no finite. Nella stessa vasca in cui ha fissato il nuovo pri­ mato europeo ed in cui ha ot­ tenuto uno dei « tempi » mi­ gliori di tutte le epoche sui 400 metri, Angelo Romani gareggerà ancora nelle giornate di venerdì e di sabato. Queste ultime gare di Romani in ac­ que americane saranno vale­ voli per i campionati USA « indoor ». Romani nuoterà con atleti della sua stessa sta­ tura atletica c’è, dunque, da BALDO MORO (Continua

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Lo sport per i meno abbienti

PADRE AL C.S.I Al filiale messaggio augurale indirizzato dal Centro Sportivo Italiano al Santo Padre in occasione del suo 80. genetliaco, particolarmente grati della at­ tenzione che Pio XII ha dedicato in particolar modo al CSI nei suoi primi anni di vita sorreggendolo e spronandolo con paterno amore, il Sommo Pontefice si è compiaciuto così rispondere:

tema di centro al Congresso Nazionale Il Congresso Nazionale del zitutto la possibilità di far CSI, il V della serie iniziata praticare una qualsiasi disci­ nell’ormai lontano 1946 a Ro­ plina atletica agonistica come ma, è chiamato ad affrontare fisico-ricreativa a tutti i gio­ e risolvere problemi di fon­ vani, in particolare ai meno da non soltanto per il Cen­ abbienti in quanti questi, più tro Sportivo Italiano ma per degli altri, abbisognano di l’intero sport nazionale, ap­ una pratica sportiva davvero punto perchè alla base di es­ sana in un ambiente morale so sono gli scottanti argo­ E’ stato quest’ultimo il pro­ menti, riguardanti i giovani blema presentato con maggior ed i quadri direttivi, di efficacia, con patema parola chiunque voglia sviluppare dal Santo Padre nel memora­ un programma educativo e bile discorso di Piazza San morale, Pietro il 9 ottobre in occa­ Nella recente riunione del sione delle celebrazioni del Consiglio Direttivo il Presi­ Decennio del CSI. Doppia­ dente Centrale prof. Gedda, mente, dunque, ciascuno di autentico pioniere oltreché noi deve sentirsi impegnato a primo Dirigente della nostra risolverlo nel volgere del tem­ organizzazione, ha sottolinea­ po offrendo il proprio contri­ to gli argomenti che il Con­ buto di opere e di idee. Pro­ gresso Nazionale dovrà trat­ prio per questo al Congresso tare nei tre giorni romani: converrà sbrigare con la mag­ la vita associativa delle Unio­ gior sollecitudine possibile la ni sportive, la formazione discussione sulla triplice re­ morale e psicologica dei lazione formativa organizzati­ rigenti e dei tecnici, di emi va e tecnica, per lasciare il tanta carenza vi è nelle file!maggior tempo possibile alla an-lesposizione dello sport italiano, ma an-l esposizione delle idee sul te te ­ ma centrale dettato da Pio XII. al quale ogni congressi­ sta deve sentirsi direttamente cointeressato. E’ bene che sin d’ora e vieppiù nei giorni di imme­ diata vigilia del nostro bien­ sino, bollare antiquati meto­ nale raduno che ciascuno di di educativi^ forme di supe­ noi si soffermi e fìssi nella rato caporahsmo di certi am- mente il quadro di tanta gio­ । bienti, il marciume morale e ventù bruciata anzitempo pro­ , l'incapacità psicologica di al- prio perchè nessuno sa an­ ; cuni qualificati dirigenti. darle incontro, nessuno pensa E’ tempo di mettere in lu­ a stanarla dai caffè o dalle ce certe cose — mi diceva — bettole e non soltanto nei ì nello stesso spirito col quale, giorni festivi ma anche nelle 1 facendomi un caso partico­ così dette giornate di lavo­ lare, si esprimeva nei ri­ guardi di una determinata ro, trascinandola letteralmen­ persona: « Io gli voglio bene, te all’aperto a farla rivivere, però non posso non dissen­ a farle respirare a pieni pol­ tire da lui e combattere certe moni l’aria sana delle nostre sue idee -. Una denuncia chia­ pianure e dei nostri monti ra, aperta, per non perpe­ prima ancora che l’atmosfera trare un inganno, ma in as- gaia degli stadi. Lo sport abituando questi : soluto spirito di carità; lo amore che muove non può e- giovani ad un’autodisciplina, sprimersi che attraverso vie ad un impiego razionale delle di amore. oroprie forze indirettamente E ho raccolto dalle sue lab­ può avviare ed allenare al bra l’impegno di raccogliere lavoro manuale od intellet­ attorno a sé un gruppo di tuale tante vite umane, che persone che si indirizzino in nel fiorire degli anni intristi­ questo senso, perchè tanti di- scono nell’ozio e spesso nél ' ’•en’ino ali uomini e i gio­ vizio. vani siano sempre meno av­ Il problema che il Beatis­ viliti e traditi. simo Padre, Papa dello Sport, Ho incontrato un uomo: ed è di conforto pensare che la- ha sollevato toccando di certo j vara nelle file del C.S.I., per il punto più delicato e sen­ l’affermazione dei nostri sibile della gioventù meno abbiente ma vorremmo an­ principi, A B che aggiungere più trascu­ rata. deve essere alla base

Ho incontrato un uomo Ho incontrato un Uomo: a I qualcosa di avulso dalla Roma, alla nostra Campestre vita ». Nazionale. Innamorato della attività L'ho visto dopo la gara, sportiva, ma innamorato so­ avvicinarsi a un suo ragazzo, prattutto della vita, innamo­ non dei primi, per compli­ rato dell'uomo, perchè pazzo mentarlo e riconoscere che di Dio. aveva corso con intelligenza Una forte personalità, una Ho avuto la fortuna di par­ spina dorsale, un’intelligen­ za al servizio di una neces­ lare a lungo con lui. Esube­ saria carica interiore, questi rante, entusiasta, semplice, i presupposti di una benin­ due occhi vivaci e sereni, un teso pratica sportiva, il punto continuo sorriso da bambino, di arrivo perchè la vita, at­ senza alcuna posa nella sua traverso lo sport, si arric­ forza e chiarezza di idee: un chisca di un uomo. Non il uomo « caricato », di una ca­ tradimento di freddi, se pu­ rica umana meravigliosa. re poderosi, muscoli, l’ingan­ Ed ho conosciuto il suo no­ me, il nome di un campione no di un primato che ha die­ tro di sé il vuoto, che non è ancora in attività, più volte campione d’Italia, più volte espressione di un'anima, di un nobile cuore, di un uomo • azzurri» », nell'atletica leg­ gera. completo, tale nello Stadio come nel vivere quotidiano. Mi è tornato alla mente quanto di lui mi diceva, alHo coìnpreso quanto amas­ cuni anni or sono, un amico: se i suoi ragazzi, cosa potesse « prima di affrontare l’asti­ dare loro, come li educasse nel modo più completo, men­ cella lo vedi concentrarsi, tre da essi traeva l'atleta, quasi estraniarsi da tutto forte nei muscoli, prepara­ quanto lo circonda, mentre il suo cuore e la sua intelli­ to tecnicamente, moralmente ferrato, atleta nel fìsico, nel­ genza si distendono in una preghiera, perchè rito diven­ l'intelligenza e nello spirito. L'ho sentito, ancora, sca­ ta anche quel salto, perchè il gharsi contro ogni empirisuo sport non deve essere

ANGELO ROHANI

delle discussioni. E si ricordi bene che non basta dare a questi giovani, una corsia di pista, un attrezzo da scaglia­ re, una palla da calciare o da lanciare, ma occorre ac­ compagnare l’esercizio e l’allenamento fisico con il con­ dimento della umana sensi­ bilità e comprensione. Sicché realizzando per quanto pos­ sibile questo stupendo, pesan­ tissimo progetto, il CSI po­ trà davvero dire di avere as­ solto al proprio compito, di avere trovato la giusta ragio­ ne della sua vita

Tutti dobbiamo sentire la serietà e la gravità del pro­ blema che non deve spaven­ tare. D’accordo che la solu­ zione non potrà aversi in un anno e forse neppure in dieci anni. Ma si cominci almeno a costruirne la base, a fissare salde e possenti le fondamen­ ta su cui altri che verranno dopo di noi potranno conti­ nuare ad operare e raccoglie­ re magari nel tempo il la­ voro che il CSI ha avuto l’onore e l’orgoglio, per mandato di un Sommo Pontefìce. di iniziare.

DELL’ACQUA, Sostituto

La ribellione dei "comprimari,, nel gran mondo ciclistico italiano Un certo equilibrio si è- ri­ stabilito nel ciclismo maggio­ re dopo il giro della Cam­ pania. I giovani tanto bistrat­ tati ed umiliati dopo la scial­ ba prova della Milano-Sanremo — dovuta per gran par­ te alla mancanza di una pre­ parazione adeguata per la pessima stagione invernale — si sono riabilitati in pieno. Hanno recitata la loro parte brillante di attacco nel giro della provincia di Reggio Ca­ labria, pur estenuante per il suo percorso sinuoso e diffi­ cile, completando l'opera nel giro della Campania. Poiché se nella corsa calabra il cam­ po dei partenti era esclusivamente a carattere nazionale e quindi limitato alle faccende di casa nostra; in Campania, nella stupenda gara organiz­ zata dai colleghi de *11 Mat­ tino», lo schieramento era completo. Unico assente Fau­ sto Coppi, come a Reggio Ca­ labria, ma non già per svo­ gliatezza bensì per seria indi­ sposizione fìsica, dalla quale gli auguro di tutto cuore che si rimetta presto. E’ diffìcile dire comunque quando il grande alleata potrà tornare alle gare ha già rinunciato al Giro della Spagna e chissà quello d'Italia. Una ricaduta potrebbe infatti precludergli la carriera per molto tempo, e a quasi trentasette anni s'ha ben poco da scherzare. Dice­ vo dunque come fatta ecce zione di Coppi al giro della

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Devoto messaggio augurale dirigenti et atleti Centro Sportivo Italiano inviato occa­ sione recenti fauste ricorrenze molto gradito da Sua Santità che auspicando sempre nuovi incrementi partemamente ringrazia e bene­ dice persone proposito attività.

C’È NEI GIOVANI POTENZA E VERA CLASSE

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Prof. Luigi Gedda - Presidente centrale C.S.I. Via Conciliazione, 1 - ROMA

Campania fossero presenti tut­ ti gli altri, ben compresi tre campioni del mondo, come Luison Bobet, Ferdy Kubler e l’attuale Stan Ockers, e fos­ se anche presente quel De Bruyne il vincitore delle due prime maggiori prore della stagione: la Parigi-Nizza e la Milano-San Remo. Ed ambe­ due per distacco, e quindi di potenza. Ebbene a tutti questi illustri signori, il cui quadro può essere completato dal lus­ semburghese Gaul e dallo svizzero Graf, i nostri giovani hanno dato scacco matto. Proprio come si sperava, sic­ ché l’affermazione dì Conter­ no e di Astrua va recata al pubblico non già su di un servizio feriale, con posate di alluminio, ma in un piatto di porcellana della più bella Bavaria e le posate almeno di argento. Proprio così. Il suc­ cesso dei primi cinque giunti al velodromo Arenacela di Na­ poli, stracolmo di folla, per lo ingresso gratuito offerto dagli organizzatori con il concorso dell’Azienda di Cura e Soggior­ no di Napoli e di quell’entu­ siasta sportivo e dirigente che è per l’appunto il gestore del Velodromo. Peppino Improta; è frutto dì una azione combi­ nata che ha avuto come a Reg­ gio Calabria per Arciere, un generoso atleta toscano: il ri­ sorto Gastone Nencini che ha NATALE BERTOCCO (Continua

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