• La ginnastica e lo sport hanno come fine prossimo di educare, sviluppare e fortifi care il corpo dal lato statico e dinamico; come fine più re moto, l’utilizzazione da parte dell’anima, del corpo così preparato per lo sviluppo della vita interiore ed este riore della persona; come fine anche più profondo, di contribuire alla sua perfe zione; da ultimo, come fine supremo in generale e comu ne ad ogni attività umana, avvicinare l’uomo a Dio »,
per il Congresso Nazionale 9n 3. pagina
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Dal discorso di Pio XII ai parte cipanti al Congresso Scientifico Nazionale dello Sport e dell’Educazione Fisica, tenutosi a Roma nell’anno 1952.
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svolta L’INVITO del calcio DI GEDDA
Spa“°JnaÌ^o di limitata perdita. La grande massa delle società italiane — indotta a una sorta di inco scienza amministrativa dalla mancanza di precisi disposti sul professionismo ed anche dalla fiducia che gli errori po tranno essere riparati da qualche provvidenziale inter vento < esterno > — si è la sciata prendere la mano dai malvezzi dello sperpero, ha incoraggiato le forme più av vilenti di professionismo ¿mar ron >, ha mancato nel compito che era alla base della loro stessa origine: cioè propagandare • l’attività sportiva, considondola come soddisfazione personale per i promotori, be neficio morale e fìsico per i praticanti, sano diversivo per gli spettatori. Non bisogna essere ecces sivamente ed inutilmente se veri. Se il nostro calcio è pro gredii io verso una situazione assurda dal punto di vista am ministrativo e disastrosa dal punto di vista sportivo, è col pa anche del momento stesso che viviamo. La suggestione delle più diverse e clamorose propagande istintivamente in duce molti giovani a guarda re solo a tali aspetti — i più affascinanti — della gloria sportiva: ed allo stesso modo induce i dirigenti a credere che le loro difficoltà possano essere risolte, come per il tocco di una bacchetta magi ca, dalla < vendita » di un giocatore. Il considerevole au mento delle esigenze personali di ciascun individuo — carat teristico di questo, come di
qualsiasi dopoguerra — non è stato ovviamente accompa gnato da un equipollente in cremento dei redditi. Logico,, quindi, che i giovani siano stati indotti a seguire deter minate attività sportive solo considerando in esse la pos sibilità di rsolvere il proble ma che si presentava loro aIl’affacciarsi alle responsabilità della vita: ottenere, cioè, ra pidamente la autosufficienza economica. D'altro canto i di rigenti, costretti ad affrontare spese sproporzionate alle loro, possibilità e difficilmente col mabili con i normali incassi, si sentivano trascinati a rico-l vera re le loro speranze al l’ombra del < divismo >. Con ciò, esaltando capacità medio cri e non suscettibili di mi glioramento, facevano, tenta vano di risolvere le loro dif ficoltà. procrastinando le ine vitabili scadenze al pascolo delle illusioni. Ben presto si presentò in netta evidenza la necessità di addivenire a una sistemazio ne del calcio italiano, stron candone il macroscopico pa rassitismo professionale: ma già si era stabilita una catena LUIGI SCARAMBONE (continua in 5.
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Inno XI - II. 14 - Roma 12 aprile 1956
BATTUTA DI MISURA LA MASERATI DALLA FERRARI
La sfortuna di Tarulli nel XVI Ciro di Sicilia
II Presidente Centrale prof. Gedda ha rivolto agli organi periferici e ai dirigenti del C.S.I. il seguente caldo invito al Congresso di Roma, che siamo certi sarà accolto con entusiasmo da tutti i componenti la nostra grande famiglia :
Ho il piacere di trasmetter vi l’ordine del giorno e le norme relative al V Congres so Nazionale del Centro Sportivo Italiano che si svol gerà a Roma nei giorni 29, 30 aprile e 1. maggio. Questo V Congresso assume una parti colare importanza in quanto viene a chiedere le cele brazioni del 1. maggio e ad aprire il nuovo ciclo di vita della nostra Organizzazione. Dato questo particolare si gnificato che assume il V Congresso Nazionale, sono certo che tutti i Dirigenti Cen trali e Periferici vorranno es sere presenti all’eccezionale manifestazione per approfon dire tutti quei problemi edu cativi, organizzativi e tecnici che l’esperienza ha sollevato in questi dieci anni e di cui
In
L.
Un numero L.
SETTIMANALE DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO DIRETTO DA LUIGI GEDDA
ROMA ATTENDE TUTTI I DIRIGENTI DEL C.S.I
Il 14 aprile, a Roma, si riu nirà il Consiglio Nazionale delle Leghe della Federcalcio per ascoltare la relazione del presidente Barassi sulle rifor me di struttura che, nel giro di quattro anni, dovrebbero dare un definitivo nuovo as setto al più popolare e prati co fra gli sports italiani, im pedendone così lo slittamento verso una involuzione che, in questo momento, sembra fa tale e che. appunto, ha deter minato i supremi reggitori del calcio a correre ai ripari. Ap parentemente, la questione in teressa soltanto le grandi so cietà: le quali, intendiamoci, sono il fulcro dell’attività na zionale. Infatti proprio la loro attività, in campo nazionale ed internazionale, richiama l'attenzione delle folle, cata lizza d proseliti!, amplifica per imitazione l’attività dei soda lizi minori. Tuttavia è anche vero che solo un piccolo nucleo di so cietà — al massimo cento, in cludendo nel novero, oltreché le tre serie nazionali, anche una parte della Quarta Serie — ha modo di realizzare, al meno in linea teorica, una at tività spettacolare e sportiva che abbia la speranza di una autosufficienza economica. Di cento, poi, solo una ventina
d’ìnserz.
L’esordio della nuova Ferrar’ dodici cilindri di 3500 cmc. e la superba prova delle Osca 1500 cmc.
Un aspetto dell’Eliseo di Roma in occasione del IV Congresso
la responsabilità educativa che investe ognuno di noi, chiede urgentemente una so luzione. Da parte mia sarebbe do loroso constatare l'assenza di qualche Comitato provinciale che non essendo presente a Roma con i suoi rappresen tanti verrebbe così a manca re di un grande ed efficace proprio movimento sportivo. Di conseguenza Vi invito tutti a voler superare le dif ficoltà. affiancandovi così allo sforzo evidente che fa la Pre sidenza Centrale, per non mancare. A Roma attendia mo per ogni Provincia il De
legato al Congresso, il Presidente ed il Direttore Tecnico; questa meglio ancora se ” équipe ” avrà con sè l’Assistente Ecclesiastico. Poiché è intenzione della Presidenza Centrale di aprire il V Congresso Nazionale in una grande sala romana dove si procederà anche alla solenne premiazione per il Campionato dei Comitati Pro vinciali e Zonali per gli an ni 1953-54 e 1954-55, racco mando vivamente che tutti i Delegati ed i partecipanti al Congresso stesso si trovino a Roma nella serata di sabato 28 aprile o al massimo nelle
primissime ore di domeni ca 29. All’apertura del Congresso interverranno autorità reli giose e politiche nonché i Di-, rigenti Nazionali del C.O.N.I. e delle Federazioni. E’ neces sario quindi che il Centro Sportivo Italiano dia anche in questa occasione una chiara/ dimostrazione di vitalità or ganizzativa e sportiva. Nell’attesa di rivedervi tut ti a Roma e pregandovi di prepararvi onde collaborare con una positiva discussione alla riuscita del Congresso Vi attendo a Roma. IL PRESIDENTE CENTRALE
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Con il XVI Giro di Sicilia ha avuto inizio la serie delle grandi competizioni interna zionali europee ed insieme hanno preso l’abbrivio le cor se su strada che avranno nel la prossima Mille Miglia la loro regina. La grande corsa con tra guardo d’arrivo e partenza a Palermo aveva un tema più d'ogni altro importante, quel lo cioè del collaudo agonistico di alcuni mezzi meccanici, che dovranno poi contendersi il successo nella Mille Miglia. stata la Ferrari specialmente che ha voluto soste nere in pieno questo esperi mento scendendo in campo con due nuovissime vetture dodici cilindri da 3500 cmc. affidate a Castelletti e Luigi Musso e lasciando come rin calzo la affermata 3500 quat tro cilindri, la stessa vettura crie aveva vinto la 12 Ore di Sebring, con pilota l'inglese Peter Collins. Per suo conto invece la Maserati aveva de ciso di affidarsi complexamen te alla classe ed all’esperi-enza di Piero Taruffi al volante
della sperimentata 3000 sei cilidri che se pure in fatto di potenza era chiaramente in teriore alla diretta avversaria tuttavia su un tracciato mol to misto come quello sicilia no poteva avere i suoi numeri per farsi valere. Ora è possibile soppesare il risultato dall'esperimento Ferrari ed insieme di giudi care la puntata della Maserati., Effettivamente la nuo va Ferrari dodici cilindri ha dimostrato di andare molto bene, tanto da permettere a Castelletti di tenere il co mando della corsa con rela tiva facilità per un lungo tratto. Poi tuttavia la vettura non ha più risposto (quella di Luigi Musso non è neanche entrata in corsa per noie ai fari e quindi non può essere considerata) molto probabil mente proprio per qufeirinconveniente che si temeva: la aumentata potenza del moto re non è stata retta dal siste_ ma delle trasmissioni eia vtettura ha ceduto. Un inconve niente per niente nuovo alla Ferrari. Un inconveniente già
lamentato sulle vetture di ol tre quattro litri di cilindrata ed ora, sembra, in ripetiz.one su queste nuove macchina. Ad ogni modo la Ferrari ha vinto con. la 3500 ed il merito del suo successo è andato ai giovane pilota inglese Peter Collins, uno che alla vigilia non poteva godere il favore del pronostico non perché non sia un corridore di classe, quanto perché egli aveva una scarsa conoscenza del percor so rispetto ai suoi avversari, tra i quali in particolar modo proprio Taruffi ritenuto, e non solo pter le sue due precedenti vittorie nella stessa gara, un vero esperto sui Km. 1080 del la corsa siciliana. Collins in vece si è imposto e la sororesa è derivata proprio dal fatto che l’inglese, nettamele staccato dal romano fino a Messina, è riuscito ad annul lare il duro distacco che ave va nello spazio di poco più di 200. Km. L’impresa di Collins è tanto eccezionale da farci MARIO CmiACHI (continua in 5.
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L’IMMERITATA SCONFITTA DEI CICLISTI ITALIANI NELLA CLASSICA FRANCESE... BILANCIATA DALL’AFFERMAZIONE DEI CALCIATORI IN GRIGIOVERDE
RITORNODLBOBET
CIHHMIU 14 giocatori complessivamente schierati - 16 gol realizzati (4 in eliminatoria con la Grecia e 12 nelle finali in Portogallo) - I migliori: Galli, Lojodice, Luison, Garzena e Colombo
La volata finale della Parigi-Roubaix è stata un capolavoro di scioltezza -Ma senza le sberle della sfortuna sareb bero stati di scena anche gli italiani Il « pavé » del nord Europa è cosa conosciuta come le me raviglie del mondo. Non so' tuttavia quanto possa avere attinenza con lo sport e con l’onestà sportiva. Voglio dire che non si può pretendere oggi che le biciclette pesano sette chili scarsi e che ci sonp stra de asfaltate dirette e piatte co me biliardi di continuare ad incastrare nelle grandi prove ciclistiche internazionali questi autentici trabocchetti, questi inutili « castighi di Dio » per il solo gusto di veder la gente, gli atleti, non quelli che se guono e anch’essi non beata mente in automobile, a far danno ai ciclisti per giunta, a gambe all’aria, e perdere san gue. Come è accaduto a Minordi e a tanti altri domenica scorsa nella Parigi-Roubaix. Oppure quando va bene con le cadute, quando si resta in pie di tra le buche del «pavé» ve dere decine di corridori appie dati per forature o per pas saggi a livello che con un tan tino più d’attenzione e di scru polo organizzativo potrebbero essere magnificamente evitati o quanto meno controllati. Tutto questo è avvenuto do
menica per l'appunto nella classica delle classiche france si. in quella grande competi zione internazionale di apertu ra che ha visto all'opera i più forti corridori d'Europa e quin di del mondo eccezione fatta per Magni, troppo agganciato, a mio mo’ di vedere, alla for mula deH’abbinamento sportivo individuale, senza accettare il compromesso del «do ut des ». E' un discorso che proseguire più avanti questo in quanto la industria può e deve servirsi dello sport per adoperare le ampie enormi masse che lo sport mobilita nelle sue mani festazioni ma deve anche ri dare qualcosa allo sport dei molti utili che tr»e d° quec'p propaganda, altrimenti sono anch'io costretto a d-r? r'g o ne al « Patron » a Jacques Godde*. quando costando le sue manifestazioni decime di milioni è giusto che chi vuole sfruttarle pubblici tariamente paghi la sua quota parte! Tornando alla corsa vera e oropria penso che sia orma? tempo che i soloni della Unio ne ciclistica internazionale che tutto accettano e tollerano da
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ALLA VIGILIA DEI RECUPERI DELLA “SERIE A„
Quasi certo al Treviso lo scudetto,, del rugby E’ molto difficile che . due turni Frelich è un altro del Treviso che di recupero del massimo campio è riserve della < nazionale ». nato di rugby possano alterare Eppure in un esasperato cal l'attuale ordine di classifica del colo di probabilità, il campionato torneo. Oramai, il campionato potrebbe dare una seconda solu 1955-56 ha scello la squadra che zione cioè la soluzione dello spa dovrà fra breve cucisi sulle ma reggio. Uno spareggio tra il Tre glie lo « scudetto ». Questa squa viso ed il Parma. Perchè questo dra si chiama Treviso ma si chia fatto possa verificarsi occorrereb ma anche volontà. Uria volontà be che il Trevsio perdesse una meravigliosa ha fatto d-i una delle due ultime partite che de squadra di provincia, la squadra ve recuperare fuori casa, con il campione d Italia. Già due anni Rho ed il Rovigo. Attualmente la la. il Treviso fu ad un soffio dal squadra di Milani è a quota 23. conquistare lo « scudetto ». Lo Se perdesse un incontro andreb perse in una epica gara di spa be a quota 25. Il Parma deve ri reggio con’ il Rovigo. Allora alie cevere l'A.S. Roma e giocare al nava il Treviso Mario Battaglinl. l'Aquila. Il Parma è a quota 21. Un grande prodotto del rugby Se vincesse entrambi gli incontri rodigino. Oggi allena il « quin andrebbe a quota 25. Ecco allora dici » della Marca. Mario Milani, sorgere la necessità <tl uno spa un altro grande alfiere del rugoy reggio. Potrebbe anche accadere rodigino. Sicché viene da pensare che il Parma vincesse con 1 glalche sull’asse Rovlgo-Treviso «>' 'orosfl e con gli aquilani mentre sviluppa da qualche tempo il il Treviso non riuscisse a supemiglior rugby italiano. Ciò nor are neppure parzialmente gii si discosta molto dalla realtà ove stacoll di Rho e di Rovigo. In si pensi che nella « nazionale » presto caso mentre il Treviso re italiana piu recente possiamo terebbe fermo a quota « 23 » 11 contare ben tre trevigiani (Zur ’quindici” parmense andrebbe a cbeiio. Sartorato. Lavorato) e .piota « 25 ». Ecco, allora, una due rodigini (Ralsl, Malostl). terza soluzione di questo mo-
vlmentato • ed Incerto campio nato. Tutto è possibile ma non tu'.-, to è1 probabile. E, francamente, non ci sentiamo di ritenere probabile una soluzione diversa da quello che vuole, per tenuta di gioco e per volontà agonistica, il Treviso campione d’Italia an che se Parma e più ancora Pe trarca hanno facilitato con 11 lo. ro saltuario e a volte incompren sibile comportamento agonistico, l’ascesa vittoriosa in vetta alla Classifica della squadra del Tre viso. Domenica scorsa sono naufra gate del tutto le residue speran ze deir A. S. Roma di poter con tendere sino alla fine il titolo ai trevigiani. C’era stata una piccola illusione nelle file gial lorosse circa la possibilità di af fiancarsi alla prima In classifica. Illusione per la verità non dei tutto assurda se si tiene a men te la forza potenziale e l’at,tpez zatura fisica della squadra alie nata da Barillari. Ma questa 11BALDO MORO (continua
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Bob^L vincitore della « classica » prova parte francese si accorgano che l’era dei pionieri e del velo cifero o della dranesina è su perata. Oggi siamo in tempo atomico ed anche i corridori debbono essere messi in condi zioni di poter dimostrare ap pieno le loro qualità e possi bilità fisiche, su strade aper te si ma praticabili e ben con trollate. Ciò che non è stata la classica francese; la bella Pa rigi-Roubaix ch’è rimasta quel la dei nostri padri solo per in-: coscienza sportiva o meglio per sadismo intollerabile ed ingiu stificabile. E' andata male sopratutto agli italiani ma gli stessi guai avrebbero potuto capitare an che alla pattuglia di avanguardia franco-belga, quella che si è trovata al comando della cor sa negli ultimi trenta chilome tri. dopo il blocco forzato al passaggio a livello, divenuto anch’esso famoso, che ha arre stato il gruppetto di testa nel quale erano Conterno, Gervasoni, Michelon e Minardi. Si potrà obiettare che non è bello protestare quando si è sconfitti; ma a mio parere è giusto e umano farlo quando la sconfitta non è il risultato di una inferiorità fisica o di classe, bensì generata da una serie di colpi mancini, gran carte dei quali avrebbero potu to essere evitati. Del resto è stato dimostrato nelle ultime prove nazionali: il giro dèlia orovincia di Reggio Calabria e il giro della Campania come i nostri giovani ed i nostri nuo vi uomini siano senz’altro me ritevoli d'essere posti al livel lo dei migliori stranieri pur non avendo ancora in Italia il fuori classe della potenza di un Bobet, al quale va ricono sciuto il merito della vittoria. Il successo del tre volte vin-, citore, consecutivo!, del giro di Francia è stato manovrato con quella rara intelligenza che fa per l’appunto di Bobet uno dei corridori più completi d’ogni tempo. Ha saputo sfruttare il gioco degli altri, senza mai nerdere di vista le ruote più importanti ed al momento opoortuno è balzato sulla scena con la potenza del suo nome e della sua classe. Ma occorre dire che i primi sei nomi del l'ordine di arrivo, e più avan-
ti ancora, con l’elencazione, so no quelli di autentici campioni. Bobet ha vinto ma De Bruyne e Van Steenbergen come Forestier, Gauthier e Lauredi sono stati degni avversari del vinci tore in virtù anche della loro conoscenza del tremendo « pa vé ». Con un pizzico di più di fortuna avremmo potuto ave re nel gruppetto di testa anche Monti e Conterno. Invece è ac caduto che i due nostri miglio ri elementi in gara nella se conda parte della severissima prova condotta alla media ec cezionale di quasi 42 km. alNATALE BERTOCCO (continua in
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Gli avvenimenti sportivi na zionali non hanno potuto (e non avrebbero) distrarre l’at tenzione degli appassionati dalla finale del Tomeo Inter nazionale calcistico fra rap presentative militari che si è svolto dal 1. all'8 aprile in terra portoghese. Infatti la partecipazione italiana — voluta e diretta dalla competente Autorità grigiovierde — è risultata es senziale nel quadro del Tor neo, al quale ha offerto non solo il rilevante contributo tecnico per la felice selezione dei giocatori, ma anche un esempio di organizzazione e disciplina che ha giovato ol tre ogni dire al nostro pre stigio. Il doveroso riconoscimento ai dirigenti — cui il Ministe ro ha concesso la particolare, accurata ed indispensabile as sistenza — naturalmente deve estendersi ai tecnici Capitano Roberti e serg. maggiore Vol taggio (allenatore) e ai calcia tori-soldati che hanno supe rato ogni aspettativa, domi nando dall’alto della loro clas se superiore ogni avversario, dalla Grecia al Portogallo,
dalla temuta Turchia allo Egitto. Non a caso è stato fatto il riferimento agli ellenici, per chè proprio ad Atene i nostri ragazzi esordiron ufficialmen te il 26 febbraio u.s.. Quel giorno il risultato fu di parità (1-1) ed esso rispettò esattarriente i... piani prestabiliti, dovendosi disputare ITI mar zo a Napoli rincontro di ri vincita. Questa volta il nostro successo fu limpido e il pun teggio eloquente, perchè il so litario gol del pareggio rea lizzato ad Atene da Vicini si aggiunsero quelli di Brugola, Campagnoli a Colombo. Il 3-0 equivalse per l’Italia, ad un biglietto di viaggio per Li sbona. Qui l’esordio fu strepitoso, soprattutto considerate le in sidie che la partita iniziale riservava alla squadra di « capitan » Galli, costretta a cimentarsi con giocatori « di casa ». Ma il Portogallo riu scì ad opporre solo la gene rosità 'e l’esuberanza alla scaoigliata vena ed al talento de gli azzurri. Segnò Colombo al 5’ e poi Lojodice azzeccò una doppietta, sicché fu ripetuto
Galli, uno dei migliori protagonisti
alla perfezione il 3-0 ottenuto a Napoli contro la Grecia; ma questa volta avvalorato dal fattore campo e dagli applau si di un pubblico quanto mai ospitale. L'ottimismo quindi comin ciava a trapelare fra i nostri malgrado fosse imminente il confronto maggiormente te muto, appunto quello con la robusta Turchia vincitrice sull’Egitto nella prima gior nata per 3-1. Fu quello di mercoledì 3 aprile il pomeriggio della no stra più grande vittoria per chè la Turchia — da molti considerata candidata al sucdesso finale — fu travolta da
una valanga di palloni... gri gioverdi: addirittura 7 (con tro uno)! Purtroppo la partita rivelò qualche momento di nervosi smo che fu pagato con l’espul sione di Vicini e Campagnoli, ma la squadra italiana non ne soffrì e, con gli innesti di Carradori a mediano e di Montico a mezzo destro e con il ritorno di Brugola. riuscì a neutralizzare l'ultima con correnza liquidando anche lo Egitto (2-1). Dopo il pareggio di Atene, quindi, ì calciatori grigioverdi hanno sempre vinto, totalizM A RIO PEN N ACCHIA (continua in 5.
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Il concreto e sereno volto odierno del C. S. I. L'approssimarsi della data fissata per la grande Assise dei dirigenti dello sport cri stiano che si chiama V Con gresso Nazionale del C.S.I. ci dà l'occasione propizia por aprire ancora un’altra paren tesi e fare alcune considera zioni. Il C.S.I. ha chiuso, con la memorabile manifestazione romana del Decennio, il pri mo volume che contiene l’e sperienza dei suoi primi dieci anni di attività e illustra tan ti passi, inediti per molti, del suo glorioso cammino; fa la storia dei suoi uomini miglio ri, i dirigenti periferici che nel silenzio e nel nascondi mento come il lavoro clan destino nelle catacombe che ha prodotto la fioritura della Chiesa di Cristo, essi hanno posto le basi e dato una si curézza organizzativa al no stro Ente. Noi lo sappiamo che hanno faticato assai per por re queste basi ed assicurare la stabilità: è stato davvero un lavoro duro e non sempre stimato, sorretto dalla com prensione di pochi e ha la
La « Pasqua dello Sportivo », tradizionale manifestazione del CSI, richiama in questi giorni migliaia di atleti nelle Chiese dell’intera Penisola sciato le impronte della fa tica e della sofferenza. Constatandone i risultati al traguardo del primo decennio dobbiamo essere grati alla Gioventù Italiana di Azione Cattolica che ha voluto re galare al C.S.I. uomini mera vigliosi, avvicendatisi nel tem
po con altri della stessa tem pra, indubbiamente bene al lenati alle battaglie della vita. Abbiamo sempre guardato con simpatia e fiducia al. Movi mento Senioristico che si è sempre rivelato il mezzo più adatto per riprodurre i qua dri dirigenti, dato che lo sport,
sebbene rivolto ai giovani ado lescenti, non può che essere diretto dagli adulti e quindi ecco, che al rifiorire del mon do dei Seniores della G.I.A.C., lo salutiamo con entusiasmo e siamo certi riuscirà a darci il meglio dèlia sua élite come al tempo in cui era rigoglioso. Il Centro Sportivo Italiano mira ancora completare i suoi strumenti per mostrarsi sem pre più adatto a svolgere la sua opera di ricupero e di educazione delle masse spor tive giovanili. Esso svolge per tanto un’azione di proseliti smo e cioè di conquista del mondo sportivo giovanile al quale deve dare, attraverso l’esercizio delle virtù cristia ne, il volto del Divino, Im pareggiabile Atleta: Cristo Gesù. Perchè questo ideale non si affievolisca occorre sempre poter contare su uo mini specializzati, diremmo provati, completi, qualificati; uomini che fortemente creda no nel Signore e nei mezzi della Grazia! 11 C.S.I., poten zierà pertanto, le sue scuole dirigenti c appoggerà, nei li
miti del possibile, tutte le ini ziative periferiche rivolte al lo scopo. L'attuale formula del C.S.I. si è mostrata in questi anni quanto mai provvidenziale e avveduta. Quanto bene ha latto l’Unione Sportiva del C.S.I. penetrando in un mon do non ancora sviluppato dal la Grazia e il Gruppo Spor tivo che seppur sensibilizzato dall’Associazione G.I.A.C. ha saputo dare ad essa, in mol ti casi, un maggior mordente e rivelarsi un provvidenziale mezzo di apostolato. A que sto punto sarebbe necessario aprire nua parentesi ma for se non basterebbe; ci andreb be forse una serie di articoli per trattare diffusamente Lar go mento. E allora se sarà pos sibile lo riprenderemo succes sivamente per dare modo a tutti coloro ai quali stanno a cuore i problemi dell’educazione e delia postolato di pronunciarsi perchè col con tributo delle idee e delle espe rienze si possa battere la stra da giusta! BEPPE BURDISSO