Stadium n. 21/1960

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/Inno XV - N. 21

Direzione Redazione AmmhnftruioM • Roma Vie della CoocilìazìoDe 1 t. 655561 650113

QUINDICINALE DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO

Pobblicazione in omarrio e torti eli iterici

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Roma 27 oltobre 19C0

CALCIO, PALLACANESTRO E PALLAVOLO HANNO DATO L’AVVIO ALLA STAGIONE AGONISTICA

Prendere un impulso nuovo dai Giochi Olimpici di Roma La rassegna delle forze giovanili dell’atletica legge­ ra del CSI ha posto il sug­ gello ad una vibrante atti­ vità della nostra Organizza­ zione per l'anno 1959-60. A Piacenza abbiamo avuto quindi una celebrazione del­ lo sport base di tutte le di­ scipline agonistiche, al quale il CSI riserva ogni possibile quanto doveroso riguardo. La nostra Organizzazione si presenta sui campi nazio­ nali dello sport come una polisportiva ed essendo ef­ fettivamente tale, sia il Cen­ tro che la periferia non co­ noscono periodi aventi una certa stasi o meritati riposi. Perché praticamente ogni giorno dell’anno ha il signi­ ficato del lavoro, dato che per ogni periodo vi sono de­ gli sport che vivono la loro vita stagionale, come ad esempio nel periodo autun­ no-primavera troviamo lun­ go la strada della nostra at­ tività il calcio, la pallaca­ nestro, la pallavolo, lo sci e la corsa campestre e dalla primavera al ricongiungersi dell’autunno abbiamo atleti­ ca leggera, ciclismo, nuoto, tennis. A tutte queste disci­ pline sportive potremmo ag­ giungere altri sport che, pur non costituendo la base ago­ nistica del CSI. rappresen­ tano una parte attiva che non può essere trascurata. A tale riguardo rammentiamo la ginnastica, il tennis da tavolo, le bocce, ecc. Concludendo la nostra sin­ tetica esposizione, dovrem­ mo porre sul rigoglioso qua­ dro del nostro lavoro dei dati statistici che, pur aven­ do espressioni numeriche, rivestono un significato alta­ mente morale che ravviva il prestigio del CSI nello sport nazionale. E’ d’uso effettuare i con­ suntivi di ogni singola disci­ plina agonistica al momento in cui si conclude il relativo campionato: ne consegue che oggi non dobbiamo ripetere un consuntivo generale del lavoro svolto, ma ne possia­ mo trarre le conclusioni che possono servirci come valido isegnamento per le prossime attività. I saggi affermano che si deve guardare sejnpre avan­ ti, sempre più lontano e che praticamente non esistono traguardi perché è possibile migliorarci sempre più. ren­ dere maggiormente perfetta ogni onera, anche se ritenuta magnificamente idonea. Noi forse pecchiamo di presun­ zione se, venendo meno al detto dei saggi, ci voltiamo indietro per vedere il cam­ mino percorso dal CSI per­ ché la constatazione può non renderci orgogliosi, ma in­ dubbiamente ha dei validi motivi di gioioso conforto.

Oggi il CSI rappresenta in campo nazionale una entità Lo sport, concepito sulla che non può essere sotto­ valutata, sia vedendola sot­ to l’aspetto formativo, che in quello strettamente spor­ tivo. Noi sosteniamo che ap­ partenere al CSI costituisce per ogni dirigente o atleta un titolo di privilegio. Per­ ché la funzione di ogni diri­ gente e di ogni atleta non si limita semplicemente al crudo lavoro organizzativo o ad una lotta verso i < tempi » o verso le < misure ». La nostra Organizzazione trova l’alto motivo di essere perché esprime alla base un purissimo volto di una vali­ da opera di propaganda gio­ vanile che unisce alla for­ mazione spirituale e morale dei giovani lo sport agoni­

stico, in una viva quanto armoniosa fusione per la tutela della nostra gioventù, consistente piattaforma del­ la lealtà e del rispetto, co­ stituisce un sano mezzo ri­ creativo che non può subire deformazioni o addirittura brutalizzazioni come in ta­ lune circostanze si verifica. Il CSI deve indirizzare la sua attività propagandistica in favore delle schiere giova­ nili e tentare ogni possibile mezzo affinchè le stesse sia­ no avviate verso quelle di­ scipline sportive, che, oltre a significare una ricreazio­ ne, siano idonee per un sano sviluppo fisico dei ragazzi. Consideriamo l’opera prin­ cipale del CSI quella che ab­ biamo sinteticamente de­ scritta, però dobbiamo anche convenire che l’opera stessa non sarebbe completa e non

potrebbe essere valida in-già può considerarsi adulto campo nazionale se non fos­ ed è per tale logico motivo sero mantenuti per le varie che ha sempre percorso le discipline sportive i campio­ vie di un dignitoso progres­ nati nazionali, ormai da mol­ so. I nostri Comitati e le no­ ti anni programmati, e che stre Unioni Sportive hanno hanno sempre avuto uno avuto un naturale sviluppo svolgimento e dei risultati e numerico e tecnico, e quin­ di, onde assolvere agli im­ di apprezzato livello. E’ indubbio che se il CSI pegni morali assunti verso i ha potuto far sentire la sua propri atleti, si sono indiriz­ voce in ogni sfera sportiva zati anche verso lo svolgi­ della nazione lo deve al com­ mento di un’attività' sportiva plesso di queste sue attivi­ presso le Federazioni. Consi­ tà. Lo deve al rigido rispetto deriamo questi atleti le sen­ di quelle norme che talvol­ tinelle del CSI perchè il loro ta appaiono per la nostra pe­ atto di nascita sportivo por­ riferia eccessivamente... du­ ta la sigla della nostra fa­ re, ma che costituiscono una miglia. Noi pretendiamo da base di serietà organizzativa loro non semplicemente dei che viene apprezzata nel mo­ cari ricordi, ma una effetti­ do più lunsinghiero dalle va presenza nelle federazio­ autorità sportive della Na­ ni con i presupposti spiritua­ li e morali dell’atleta cri­ zione. Il CSI, pur avendo sola­ stiano. Rileviamo, per quanto rimente quindici anni di vita.

GENEROSO DATTILO

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Mentre esplode l’interesse per il campionato di Serie A, su centinaia di campi decine di mi­ gliaia di giovani del CSI si ritemprano dilettantisticamente con la pratica di un sano sport

IL NOSTRO ANNUARIO - PROGRAMMA

ELOQUENTE LINGUAGGIO DELLE ULTIME MANIFESTAZIONI ATLETICHE GIOVANILI

Merita maggiore attenzione \ “CSI 1961 il progresso del Sud sportivo

Siamo lieti di pubblicare la presentazione del­ l’annuario CSI '61 in corso di spedizione in questi giorni ai Comitati Provinciali.

Il salernitano Moscardi!, vincitore dei 1.500, è stato uno dei migliori atleti dei Gomita to del Sud

Le finali nazionali del Gran Premio della Gioventù indetto dalla FIDAL hanno costituito un altro efficace banco di pro­ va per le forze giovanili del Centro Sportivo Italiano, che sono state validamente pre­ senti tra le centinaia di con­ correnti di tutta Italia. Spulciamo a caso alcuni dei nomi che hanno meglio figu­ rato nella grande rassegna fe­ derale: Grillenzoni, Piccin, Masi, Corti, Carabelli, Pozzi, Montagna, Rossini, Sorrenti, Contrada Ciccarelli, Zoia, Pe­ retta, Velotti, Agostini, Fontanesi, De Flavis, Catenacci, Ge­ rocami, Manzini, Bellagamba, Gatti, Giardulli, Rosati e via dicendo. Naturalmente la pre­ senza gialloblù alle finali del Gran Premio della Gioventù 1960 è stata ben più nume­ rosa ed anzi chiediamo venia a tutti coloro che possono es­ sere sfuggiti ed a quelli vo­ lutamente tralasciati. Certo è che non può essere passato inosservato ad alcuno quale contributo sia stato dato dal nostro ente alla nianifezione con le numerose società classificate, tra le quali è emerso ancora una volta il CSI Napoli, terminato diret­ tamente a ridosso delle mi­ gliori. Ma va segnalato anche il comportamento e quindi la opera di propaganda svolta in modo più o meno appariscente dai vari CSI Reggio Emilia, Atletica Riccardi, Vigor Reg­ gio Calabria, CSI Lecco, CSI S. Giorgio Casalbuttano, Daini Carote, CSI Roma, Ussa Olim­ pia, CSI Vittorio Veneto, ecc.

E’ infatti soltanto in virtù di un lavoro capillare, con­ dotto spesso con mezzi inade­ guati anche nelle località più sperdute, che il CSI ha potuto presentare vari elementi di certa statura come il milanese Carabelli, classificatosi secon­ do nei m. 600, l’altro il lom­ bardo Pozzi, anch’egli secondo nei 1200 m„ il napoletano Sor­ renti, vincitore della prova di marcia, il reggiano Fontanesi ed il cremonese Catenacci, ri­ spettivamente primo e secondo nel salto con l’asta, il calabrese Gerocami, quarto nel peso e quinto nel disco, il napoletano Giardulli, quarto nel giavel­ lotto. Come appare evidente, più d'un nome di quelli citati ap­ partiene ad atleti delle regioni meridionali, quasi a voler ri­ badire quei segni di risveglio da parte del Sud, che il nostro a Stadium » ha voluto porre nel dovuto rilievo negli ultimi tempi. E’ altresì importante osser vare, al proposito, che tali segni appaiono più evidenti laddove l’opera del Centro Sportivo Italiano è più viva ed impegnata. Non per nulla la gran parte degli atleti me­ ridionali che compaiono nelle graduatorie del Gran Premio della Gioventù appartengono a ^sodalizi che appunto nel Centro Sportivo Italiano han­ no le radici. Vuol dire che è proprio il Centro Sportivo Ita­ liano l’ente che sta operando la propaganda più intensa ed efficace nel Meridione e che è finalmente giunto il momento

BENEFICI EFFETTI DELLA VASTA AZIONE DI PROPAGANDA OPERATA IN OGNI DOVE

Hilintcie ccmplefnmeiiie attive per l’annata ciclistica tiiallc-Mu Forse non a caso quest'anno sono stati premiati quattro atleti ai nostri tre campionati ciclistici. Non a caso, in quan­ to fattività ciclistica dell’almo olimpico è stata intensamente vissuta da una grande teoria di dirigenti ed appassionati e fermamente voluta in tutto il suo svolgersi. Lo stesso spirito maggior­ mente propagandistico che la Presidenza Nazionale aveva voluto dime alla nostra attivi­ tà. doveva indubbiamente su­ scitare molte perplessità nei Comitati e nelle Società che maggiormente vivono all'om­ bra delle due'ruote, ma poteva anche permettere uno svilup­ po maggiore ed una maggiore pratica ad altri Comitati che, proprio quest’anno, ¡’anno se­ gnato dai cinque cerchi di Olimpia, avrebbero Iniziato la cosi bella e sana disciplina sportiva. E così, forse per allargare la ristretta area dei vincitori.

guarda l’attività federale, che si distingue su vie di­ verse, consistenti in quelle di Unioni sportive che svol­ gono la duplice attività del CSI e federale ed in quelle che, saliti rapidamente i gra­ dini del livello tecnico, svol­ gono esclusivamente attività federale pur appartenendo al CSI. Ne consegue che il CSI, pur avendo per base, come effettivo motivo della sua esistenza, quello di es­ sere un centro di propagan­ da giovanile, è nello stesso tempo un ente propulsore di una vasta organizzazione di­ lettantistica in varie specia­ lità agonistiche ed è presen­ te nel modo più tangibile nelle attività federali. Da quanto sopra esposto

imo strano gioco del caso ha « regolato » assai bene i pro­ pri fili, tanto da permettere che due atleti (splendidi atle­ ti) tagliassero simultaneamen­ te la linea bianca di arrivo del Campionato dilettanti di Reggio Emilia e mettessero in serio Imbarazzo la giuria. La parità, in ciclismo, pra­ ticamente non esiste ed anzi è abbonita dagli stessi cultori che vedono in essa un misco­ noscimento dei valori sportivi, ma a Reggio Emilia, ora dopo quasi un mese dallo svolgersi della gara, sarebbe stato pro­ prio impossibile fare altri­ menti. Grandi o Zandegù? Zandegù o Grandi? Ancora, certa­ mente, ci saranno decine e de­ cine di tifosi che a Brescia ed a Padova sosterranno la «net­ ta » vittoria del loro beniami­ no. Ancora si potrà parlare e discutere su quella volata, sul­ l’arrivo. sulle vicende del dopo corsa. Ma un fatto è certo. Se

la vittoria fosse stata asse­ gnata ad uno del due bellis­ simi protagonisti della corsa, sarebbe stato travisato lo spi­ rito stesso del campionato del Centro Sportivo Italiano, oltre che creare un’ombra di dubbio e di amarezza che non è pos­ sibile trovare, né tanto meno permettere, nelle gare aperte al giovani del CSI. Il caso (diciamo) non ha dunque permesso che la sta­ gione ciclistica del CSI si chiu­ desse con dei volti scuri. Bene. Era antipatico ciré un Comi­ tato. brillantemente in primo piano nell’intero svolgersi del­ l’annata sportiva, venisse pri­ vato di quelle soddisfazioni che permettono, alla fine di una stagione, di chiudere in attivo e di programmare, con più se­ renità. impegni per il futuro. Quest'anno, analizzando più da vicino l’intera attività ci­ clistica, il Centro Sportivo Italiano ha avuto oltre 35 Co­ mitati Provinciali e Zonali che

hanno programmato ed orga­ nizzato. tramite le proprie So­ cietà. gare per le varie cate­ gorie. Una messe di corse in ogni parte d’Italia, un fiorire di risultati, di nomi, di medie che potrebbero benissimo da sole riempire cartelle e cartelle dattiloscritte e essere oggetto di più ampi articoli. Le statistiche, in questi casi, a noi non interessano troppo. Quello che vogliamo far notaro, e sottolineare, invece è la ripresa in alcune zone del nostro ciclismo. Ad esempio. Acquaviva delle Fonti che. ol­ tre ad organizzare alcune pro­ ve nelle vicine zone, ha pre­ sentato. unico Comitato del Sud, un proprio rappresentan­ te alla finale nazionale di Reg­ gio Emilia; Acqui Terme, con una unica società sportiva, ma con una tale « passione », fo­ riera di ulteriori sviluppi; Nuoro, che potrebbe in Sarde­ gna essere l'autentica testa di ponte per l'incremento cicli­

stico della bellissima isola; Udine, ritornata sulla scena nazionale, con quattro Società operanti e una quindicina di giovani atleti che promettono per l’imminente avvenire. Il successo, o meglio il conti­ nuarsi della tradizione che ha sempre posto il ciclismo del CSI nelle primissime posizioni in campo nazionale e federale, si può comunque notare dalle oltre 140 Società che hanno quest'anno tesserati al CSI e che hanno quindi partecipato attivamente a tutta la nostra attività, oltre che a quella dell’UVI. Tra le regioni ancora ima volta la Lombardia (da nota­ re l’incremento veramente no­ tevole dei Comitati di Milano e Cremona) è al primo posto sia come tesserati (la sola Bergamo supera abbondante­ mente i 330 tesserati) sia co-

___ à. C. (continua in 3. pagina)

di pensare con maggiore dedi­ zione a queste regioni, che stanno dimostrando una note­ vole dose di buona volontà e che pertanto si stanno anche meritando la piena fiducia e l’aiuto di chi di competenza. Il fatto che oggi, come non mai, un così gran numero di atleti provenienti dalle spesso troppo lontane regioni meri­ dionali, dopo viaggi quanto mai lunghi, faticosi e disagiati, con una preparazione molto approssimativa data la scar­ sezza di impianti e di tecnici a disposizione, riesca tuttavia a farsi luce tra quei rappresen­ tanti del Nord che gareggia­ no generalmente in altre condiizoni, è veramente signifi­ cativo. Il fenomeno « sport » sta compiendo un vero miracolo in località dove per lo più oc­ correrebbe pensare e provve­ dere prima a mille altri pro­ blemi e poi all'attività spor­ tiva. Lo sport nella scuola ha permesso indubbiamente di rompere il ghiaccio in manie­ ra forse definitiva anche dove lo sport era conosciuto a ma­ lapena soltanto attraverso i giornali o la radio. Ma è chia­ ro che la Scuola da sola non avrebbe potuto sortire alcun effetto positivo, ove la sua azione non fosse stata sor­ retta, seguita, affiancata da una adeguata organizzazione esterna che, con i suoi diri­ genti, le sue società, le sue pur modeste sedi, potesse rap­ presentare un naturale sfogo per quei giovani che. conoscinto ed apprezzato più o meno adeguatamente lo sport, avessero inteso continuarne la pratica. Non basta. La Scuola ha sì mille diramazioni, ma non può tuttavia raggiungere tante lo­ calità, dove, se si studia, non si va oltre certi ben determi­ nati limiti, ammenocchè non ci si assoggetti a vere e pro­ prie trasferte. Bene, in queste località è proprio lo sport che ha accesso più facile, sia at­ traverso l'opera di Unioni Sportive locali, sorte e cre­ sciute per mezzo di un grande ente nazionale che ne coordini ed aiuti il lavoro, sia anche soltanto attraverso quelle ma­ nifestazioni, spesso occasiona­ li, che hanno il potere di pro­ pagandare l'attività sportiva assai più ed assai meglio che qualsiasi chiacchiera detta o scrìtta. Oggi come oggi ben poche organizzazioni sportive in Ita­ lia possono contare su una diffusione così capillare come quella del Centro Sportivo Italiano. Non per nulla è pro­ prio il Centro Sportivo Italia­ no quello che in centinaia di località « dà una mano » alla Scuola ed almeno in altrettan­ te promuove tante iniziative minime che servono a risve­ gliare interi ambienti e spes­ so addirittura a conquistarli alla mai troppo decantata cau­ sa sportiva. Sarebbe qui forse il caso di illustrare quali e quanti be­ nefici sia in grado di appor­ tare una ben organizzata atti­ vità sportiva anche in quei pic­ coli centri dove le necessità

sono numerose ed appare a prima vista impossibile e per­ fino poco serio dedicare qual­ che attenzione ad un capitolo che molti, troppi giudicano an­ cora (con leggerezza che sol­ tanto a noi sembra soverchia) dell'ordine di quelli addirittu­ ra « voluttuari ». Risparmiamo al lettore la serie di meriti che possono al contrario essere ascritti allo sport ovunque, certi che, al­ meno lui, ne sia perfettamente al corrente o per averne ab­ bondantemente letto sul no­ stro giornale o per intuirne na­ turalmente la reale consisten­ za, grazie soprattutto ad una « educazione sportiva » con­ dotta sul binario giusto e non sulla base di pregiudizi o preconcetti che trovano la loro ragione d'essere esclusivamente nell'impreparazione a quei problemi giovanili, mai troppo sbandierati e, purtrop­ po, altrettanto trascurati od ignorati nella loro sostanza. Vogliamo soltanto porre l’accento, in questa sede, sulla necessità di studiare a fondo i problemi delle attività giova­ nili e quindi anche i problemi della propaganda sportiva che vi sono strettamente connessi da parte di quelli cui sta e deve stare a cuore la migliore educazione dei cittadini, edu­ cazione alla quale non può essere estraneo, come elemen­ to formativo dei più efficaci, lo sport, inteso, si capisce, alla maniera del Centro Sportivo Italiano. S. G.

Suonato per l’ultima volta l’inno Olimpico, diventato familiare a noi italiani, assegnata la ultima medaglia, partito l'ultimo atleta, le Olim­ piadi di Roma sono un caro ricordo. Si tirano le somme ci sono gli osanna ed i crucifìge, i contenti e gli scontenti. A noi del CSI questo poco importa. Interessa invece che le Olimpiadi abbiano fatto del bene, e su que­ sto punto possiamo essere d’accordo. Le beghe le lasciamo agli altri. A noi inte­ ressa che le Olimpiadi abbiano fatto capire due cose: 1) agli uomini della politica che lo sport è un fenomeno sociale che va affrontato con piena responsabilità come si affrontano gli al­ tri problemi sociali, dalla piena occupazione alla riforma agraria, dalla pubblica istruzione al turismo. 2) agli uomini dello sport che l’élite che sale sul podio per ricevere la medaglia è espres­ sione di una larga selezione su una larga base di propaganda sportiva. Il vertice della pira­ mide è tanto più alto quanto più larga è la base. Questa base in Italia è molto modesta se si pensa che solo il 12% dei giovani in età valida pratica sport. Il CSI è, come sempre, pronto a seguitare la lotta perchè quel 12% aumenti e lo sport sia mezzo di educazione e di elevazione sociale. CSI ’61, con il suo contenuto, dice a chi sa leggerlo, queste cose. LA PRESIDENZA

PER UN PIU' APPROFONDITO ESAME DELL'ORDINE DEL GIORNO

Continuerà a novembre il Consiglio Direttivo La vastità deH’ordine del giorno dei lavori del Consiglio Direttivo tenuto a Roma nei giorni 15 e 16 corrente non ha consentito il completamento di un esame approfondito e immediato dei singoli ar­ gomenti posti in discussione. L’ordine del giorno, com’è noto, era contenuto schematicamente in tre punti (attività formativa, organizzativa ed ago­ nistica del 1959-60; attività federale ed attività futura) ed il Consiglio Direttivo Nazionale si è posto di fronte ai problemi da esaminare per rivederli ed aggiornarli sulla base dell’esperienza delle Olimpiadi di Roma vissuta dallo sport italiano. E poiché non è stato possibile nel breve volgere di una tornata passare in rasse­ gna le varie questioni organizzative e tecniche agitate e discutere le proposte necessarie per stabilire le linee di azione per il futuro, è giunta la decisione di con­ tinuare la riunione in una successiva tor­ nata che si svolgerà entro il mese di no­ vembre. Il Consiglio Direttivo, evidentemente, si

è posto di fronte a problemi di ordine tecnico ed organizzativo così vasti da ri­ chiedere una analisi particolarmente det­ tagliata nella sostanza e nella forma; e prima di giungere alla sintesi delle de­ cisioni ha espresso la volontà di riprende­ re il lavoro dopo aver offerto al singoli consiglieri nazionali il tempo ed il modo di esaminare in profondità le varie solu­ zioni che sono state prospettate nel corso della riunione, svolta. «Stadium» non mancherà di riportare nel prossimo numero (che uscirà dopo il c.m.) la sintesi delle deliberazioni che sa­ ranno adottate nella riunione del prossi­ mo mese, nella quale il Consiglio Diretti­ vo inquadrerà e definirà con la consueta chiarezza l’impostazione dell’attività futu­ ra con particolare riferimento al settore propagandistico. Some, in fondo, le nuove esigenze ma­ turate alla luce dei Giochi di Roma ri­ chiedono con lo slancio ideale di sempre.

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