Stadium n. 2/1954

Page 1

l—

L MENSILE

ILLUSTRATO

D E L

CENTRO

ANNO IX - FEBBRAIO 1954 - Spedizione in abb. postale

SPORTIVO

ITALIANO


//

___ .

„ I

OGNISPORT,, -r

irv

-r

e I ’ attr ezzatissi m o servizio

del C. S. I.

e del C.T.G. per il rifornimento di tutti

gli articoli per lo sport e il turismo "OGNISPORT,, presenta nuovi prezzi dei principali ar&icoii in vendita

I

PER IL CALCIO: Calzettoni in cotone zebrati . . . . Calzettoni in cotone semplici . . . Calzone, in tela colori e misure varie Calzoncini imbottiti pei- portiere . . Cavigliere elastiche misure varie . . Ginocchiere imbottite per portiere . Guanti in pelle e gomma per portiere Lacci per scarpini cm. 120 colori vari Maglie extra in lana colori assortiti Maglie in cotone doppio tessuto col. ass. Maglie in cotone leggero colori ass. Palloni extra gara a valvola A 5-18 Palloni extra gara a valvola C 5-18 Palloni allenamento valvola 5-18 . . Palloni allenamento a laccio 5-18 . Scarpe extra cucite Scarpe extra chiodate ............................

L. L. Ij.

350 300 450 600 450 800 2.000 50 2.800

Li. L. Li. Ij. Li. L. L. Li.

1.200 500 6.000 4.500 3.200 2.600 2.800 2.000

L.

450

L. L. li. Li.

L.

Per pallavolo e pallacanestro: Maglie cotone leggero « canottiera » Palloni pallacanestro extra gara a valvola.................................................. Palloni pallavolo extra gara a valvola Scarpette tipo stivaletto gomma-tela extra Scarpette tipo stivaletto gomma-tela economiche........................................ Scarpette tipo tennis gomma-tela

L. 1.500 L. 1.200

Per gli altri sport: Calzoncini per ciclista con pelle daino Guantini per ciclista in pelle-gomma Maglie in lana per ciclismo colori ass. Scarpette extra per ciclismo . . . Scarpette economiche per ciclismo .

L. L. L. L. L.

“OGNISPORT,,

L. 5.000 L. 3.500 L. 2.000

1.500 1.200 2.800 2.500 1.600

Scarpette per atletica semplici . . Scarpette per atletica a 6 chiodi . Tute olimpioniche felpate blu . .

. . .

Ij. 2.500 b. 3.300 Ij. 3.000

Materiale artistico per premiazioni : Ciondoli in bronzo « Madonna della L. neve » . Ciondoli in smalto discobolo CSI -. . E.

8

60 60

Coppe extra in metallo « argenta­ tura » : Tipo A 1 altezza cm. 32 . . . L. 4.500 L. 4.000 » » 31 . » A2 s> » L. 3.500 » B1 30 . » 30 . L. 2.600 » » C1 » 26 . L. 2.300 » » C2 30 L. Diplomi generici CSI 30 Distintivi dorati CSI........................... Li. Medaglie generiche CSI mm. 50 ar­ L. 300 gentate 350 Li. Astucci extra per dette Medaglie per tutti gli sport, mm. 28 L. 75 dorate . . . .......................... Medaglie per tutti gli sport, mm. 28 L. 55 argentate ........................................... Medaglie per tutti gli sport, mm. 28 L. 45 bronzate L. 250 Astucci extra per dette Scudetti in panno semplici e per cam­ L. 60 pioni Targhe base velluto per vari sport . Li. 1.600 Targhe in bronzo « Madonna della L. 3.200 neve »................................................

ATTENZIONI*]...! A tutti coloro che richie­ deranno materiale per un minimo di L. 4.000, invieremo in omaggio il famoso volume : «TUTTO SUL CALCIO»!

- Via della Conciliazione 1 -ROMA

I


Rassegna mensile illustrata di tutti gli sport Anno IX - N. 2 - Roma - Febbraio 1954 - Direzione e Amministrazione Roma, Via Conciliazione 1 - Tel. 55(1.113 - 555.5G1 LUIGI GEDDA

direttore

SOMMARIO PAG.

PAG. I

i

NICOLA PAVONI Il primo nemico dello sport LUIGI FERRARIO Campionati europei a Berna ........................ GAETANO ZAPPALA' Il medico sociale . . FILIPPO MUZI Il calcio nella giusta via

NABER 3 | Cena a casa Coppi ! GINO PALUMBO

.

.

I problemi dello sport sul convegno di Napoli . . .

6

9 ! 13 !

32

35

SAS

Gli applausi dei campioni non giungono in famiglia

37

I

ENZO SASSO L’Ungheria è la favorita, Periscopio 39 ma chissà?! ................... 41 Notiziario G. B. FABJAN Melbourne e Cortina bino­ mio dell’olimpiade 1956 . 17 In copertina : Cortina ci ha NICOLO’ DE SANDRE dato quest’anno nei campionati A Misurina il pattinaggio mondiali di bob, o guidoslitta, la di velocità........................ 20 graditissima sorpresa di un tiNATALE BERTOCCO j tolo mondiale. Lo hanno conqui­ Chiaro orizzonte per i no­ stato Scheimbeier e Zambelli, i stri fondisti ................... 21 quali si sono portati improvvisa; mente al comando della clas♦ 0 ♦ i sifica alla terza prova surclasSi organizzano così le tre specialità alpine . . . . 23 ■ sando tutti gli altri equipaggi nella prova decisiva, scendendo • per il labirinto ghiacciato ad Sulle nevi dell’Aprica . . 26 i una-velocità pazzesca. ; L’ardimento e la classe del G. GOMEZ DE TERAN giovane nuovissimo equipaggio Panorama cestistico . . . 28 I azzurro sono posti in luce da FILIPPO DRAGOTTO i questa meravigliosa foto scattata La pallavolo alle olim­ , da Ghedina, il fotografo più piadi .................................. 30 i sensibile e tecnico delle Dolomiti.

15 Ì

ABBONAMENTI Annusalo

1100 - Semestrale L. 400 600 - Benemerito L. 5.000 - Un numero L. 100

Dijtnbuzione S. E M C. I. - Via Conciliazione. 1 - Roma

#

C. Se I. PRESIDclìlA hÀuUÌiàLE

l ARCHIVIO SUICO


Il 13 gennaio u. s. il S. Padre si è benignamente degnato di concedere un’udienza privata ai rappresentanti della F.I.S.E.C. (Federazione Interna­ zionale dello Sport nelle Scuole Cattoliche) riunitisi a Roma per prendere

dei contatti col Centro Sportivo Italiano. Erano presenti i rappresentanti di Belgio, Francia, Germania e Spagna. Il S. Padre ha avuto per tutti paterne parole di incoraggiamento che hanno

profondamente commosso i presenti. Ai rappresentanti del CSI ha chiesto: «

Come va lo sport? ». « Non

troppo bene », hanno risposto, e il S. Padre: « Perche non troppo bene?»

« ... perché molti pensano che sia pericoloso alle nostre organizzazioni cat­ toliche! ». E allora il S. Padre con forza: « Pericolo? Pericoloso? Ma non hanno letto i nostri discorsi sullo sport? ». I giornali scrivono che le condizioni fìsiche di Pio XII non sono buone. Tutti gli sportivi italiani sono in ansia e formulano fervidi auguri e innal­

zano preghiere a Dio per un completo ristabilimento del S. Padre che si è onorato del titolo di Papa degli Sportivi.


IL PRIMO NEMICO DELLO SPORT <11 Xlcola Pavoni

II S. Padre Pio XII nel discorso tenuto agli sportivi romani (1945) dice testualmente: « Lontano dal vero è tanto chi rimprovera alla Chiesa di non curarsi dei corpi e della cultura fisica, quanto chi vorrebbe restringere la sua competenza e la sua azione alle cose puramen­ te religiose, esclusivamente spirituali. Come se il corpo creatura di Dio al pari dell’anima, alla quale è unito, non dovesse avere la sua parte nell’omaggio da rendere al Creatore! Sia che mangiate — scriveva l’Apostolo delle genti ai Corinti — sia che beviate, sia che facciate al­ tra cosa, fate tutto per la gloria di Dio ». C’è un giornaletto comunista (Avanguar­ dia) che tenta di dimostrare come il cristiane­ simo sia il primo nemico dello sport, non solo, ma il più accanito in quanto lo combatte «con­ seguentemente ad una concezione generale del mondo e della vita ». E sapete quale è la concezione? Sentite come il sig. Argilli, sin­ tetizza la concezione del mondo e della vita secondo il cristianesimo : « Spirito contro cor­ po, ascesi contro vita sociale, bellezza ed ener­ gia del corpo come tentazione al peccato, ma­ cerazione della carne per la purificazione del­ lo spirito ». In queste frasi, pei' il Collega di « Avan­ guardia », sarebbe racchiusa tutta la teologia e la morale cattolica e perciò conclude affer­ mando che il cristianesimo è il primo nemico dello sport. Riprendiamo il discorso del Santo Padre che è il Rappresentante vivo della dottrina cattolica, per chiarire le idee e per sgombrare i pregiudizi che stordiscono certe menti ma­ late. « S. Paolo, dice il S. Padre, parla dell’at­ tività fisica e la cura del corpo, lo sport, ben rientra dunque nelle parole: sia che facciate altra cosa, che anzi egli ne discorre spesso esplicitamente: parla delle corse, delle lotte, non con espressioni di critica o di biasimo, ma da conoscitore che ne eleva e ne nobilita cri-

stranamente i concetti. Poiché infine che cosa è lo sport se non una delle forme dell’educa­ zione del corpo? Ora questa educazione è in stretto rapporto con la morale. Come dunque potrebbe la Chiesa disinteressarsene »? La Chiesa non è contro il corpo, né contro la sua armoniosa bellezza. Contro il corpo so­ no coloro che lo riducono ad un ammasso di cellule come fanno i materialisti. Seguita ancora il Santo Padre : « E in real­ tà (la Chiesa) ha sempre avuto verso il corpo umano una sollecitudine ed un riguardo, qua­ le il materialismo, nel suo culto idolatrico, non ha mai manifestato. Ed è ben naturale, poiché questo non vede e non conosce del cor­ po che la carne materiale il cui vigore e la cui bellezza nascono e fioriscono pei’ poi presto appassire e morire come l’erba del campo che finisce nella cenere o nel fango. Assai diversa è la concezione cristiana. Il corpo umano è, in sé stesso, il capolavoro di Dio nell’ordine della creazione visibile. Il Signore lo aveva de­ stinato a fiorire quaggiù, per schiudersi im­ mortale nella gloria del cielo. Egli l’ha unito allo spirito nella unità della natura umana, per far gustare all’anima l’incanto delle opere di Dio, per aiutarla a rimirare in questo spec­ chio il loro comune reatore, a conoscerLo, ad adorarLo, ad amarLo! ». Alla voce di Pio XII si unisce quella di Pio XI che in una lettera scritta al Cardinal Vicario di Roma il 2 maggio 1928 difende il vero sport che ha lo scopo di dare al corpo, nobi­ lissimo strumento dell’anima « agilità e gra­ zia, sanità e forza vera ». Nemico dello sport è colui che è nemico del­ l’uomo. Per i comunisti la personalità umana non esiste: è stata disintegrata, e l’uomo è diventato una cosa. Le foibe, il trattamento ai prigionieri, la violazione delle tombe, la viola­ zione della libertà e di tutti i sacri diritti umani, sono le conseguenze di questa conce-

3


zione. Nello sport hanno creato il professioni­ smo di Stato dove l’uomo atleta è diventato un cartello pubblicitario per fare propaganda allo Stato. « Anche ridotti in polvere la Chiesa, rispet­ ta ed onora i corpi, morti per poi risorgere » (Pio XII agli sportivi romani (1945). Il materialista ha il culto del corpo, o me­ glio promuove il culto del corpo perché, di­ strutta l’anima è l’unica cosa che gli rimane. La Chiesa non adora i corpi ma li coltiva co­ me templi dello Spirito Santo: « Bisogna ama­ re e coltivare la dignità, l’armonia, la casta bellezza di questo tempio » perché « non sa­ pete voi che il vostro corpo è tempio dello Spi­ rito Santo che è in voi»?. Ma l’uomo non è soltanto un ammasso di cellule come vorrebbero i materialisti, bensì è un essere ragionevole composto di anima oltre che di corpo. « L’anima è il fattore de­ terminante e definitivo di ogni esterna ope­ razione ». « Nello sport e nella ginnastica, dunque, come nel suono dell’artista, l’elemento prin­ cipale, dominante, è lo spirito, l’anima; non ristrumento, il corpo ». Quando il cristianesimo mette in guardia l’uomo dai pericoli che derivano dal corpo, non lo fa pei’ combatterne lo sviluppo armonioso ed equilibrato ma perché « venga assunta, come criterio fondamentale, l’osservanza di questa gerarchia dei valori, così che il mag­ gior pregio non sia attribuito a colui che pos­ siede i più forti muscoli, ma a chi dimostra anche più pronta capacità di sottometterli al­ l’impero dello spirito». Quando poi la Chiesa pone dei limiti all’at­ tività sportiva, non agisce contro ma in fa­ vore dello sport poiché lo pone nel suo più lo­ gico e naturale suo piedistallo. « Elevare la ginnastica, lo sport, a supremo scopo della vita, sarebbe in verità troppo poco per l’uomo, del quale ben più elevate aspirazioni, tenden­ ze e doti formano la primaria grandezza. E’ perciò ufficio di tutti gli sportivi di conser­ vare questa retta concezione dello sport non già per turbare o diminuire la gioia che trag­ gono da esso, ma per preservarli dal pericolo di trascurare doveri più alti concernenti la lo­ ro dignità e il rispetto verso Dio e verso sé stessi ». Il secondo argomento con cui il sig. Ar­

4

gini vorrebbe dimostrare la sua tesi, è un argomento storico. Egli dice infatti che la Chiesa è stata nella storia sempre nemica del­ lo sport: 1) perchè ha condannato lo sport pa­ gano; 2) perchè « il famoso apologeta Tertul­ liano attorno al 200 D. C. arriva (?) a dire: Palaestrica diaboli negotium » (l’arte della pale­ stra è un’attività diabolica). Come si vede tut­ to l’argomento è basato su una frase di Tertul­ liano che il compagno da buon latinista cerca di tradurre svisando e commentando : « Lo sport, temperando e abbellendo il corpo, non è che una tentazione del diavolo! ». Ma, po­ vero Argilli, un articolo doveva pur farlo...! Le cause del crollo dello sport pagano, so­ no molteplici; la decadenza politica, religio­ sa, il malcostume, il professionismo, ecc. Dapprima infatti il cristianesimo con San Paolo aveva apertamente preso una po­ sizione favorevole verso lo sport e se Gesù nel Vangelo non ne parla e non adopera nep­ pure vocaboli sportivi, lo si deve al fatto che parlava ai contadini della Palestrina e per­ ciò i termini rurali erano i più adatti a far comprendere le Verità divine. San Paolo parla a cittadini nati e cresciu­ ti in clima fortemente sportivo e nelle sue let­ tere ricorrono spesso termini e immagini spor­ tive ma non trovate mai parole di biasimo o di condanna dello sport. « Egli anzi ne discor­ re spesso esplicitamente : parla delle corse, delle lotte, non con espressione di critica o di biasimo, ma da conoscitore che ne eleva e ne nobilita cristianamente il concetto ». La condanna degli sportivi la troviamo in­ vece negli scrittori pagani. Aristofane attacca violentemente gli atleti nelle sue satire ed Eu­ ripide se ne esce in una frase che invano il buon Argilli si sforzerebbe di trovare negli scrittori cristiani. Dice infatti lo scrittore gre­ co: «Ci sono molte persone cattive nell’Attica, ma i più grandi mascalzoni sono gli atleti ». Non ci si può quindi meravigliare se Am­ brogio o Tertulliano mettono in guardia i cri­ stiani da certe forme di sport e dal frequen­ tare le palestre che avevano suscitato le ire di tutti i buonpensanti pagani. Caro Argilli, quando lei dirà al suo bam­ bino (se ne ha uno) di non frequentare la pa­ lestra del suo rione perchè là dentro avven­ gono cose ignominiose, e quindi dannose per un ragazzo (anche se questo è figlio di un mar-


xista), non credo che le piacerebbe essere giu­ dicato il primo nemico dello sport e ogni in­ dividuo che possegga due grammi di cervel­ lo, sosterrebbe la sua posizione appunto per salvare i valori dello sport oltre che il corpo e l’anima del proprio figliolo. Sono così chiare queste idee che scriven­ do, mi meraviglio come mai certi individui possano pensare e scrivere diversamente. Ma gli ordini di scuderia e qualche altra cosa, fan­ no fare e scrivere questo ed altro. Se i primi scrittori cristiani si oppongono alle forme degeneranti dello sport, d’altro lato ne difendono e ne mettono in risalto i lati po­ sitivi. « Clemente Alessandrino » pensava che per curare l’anima era necessario curare il corpo. Egli dice infatti che per poter rinvigorire il corpo e lo spirito è necessario osservare un re­ gime di vita moderato e perfezionare le atti­ vità psico-fisiche e morali mediante la ginna­ stica e il bagno (Pedagogo, 175). « Il grande Agostino » nel De Catechizandis rudibus, 354, raccomanda la cura ragione­ vole del corpo mediante i giochi e i bagni e le varie esercitazioni fisiche che conservano forza e agilità e addita agli educatori l’impor­ tanza di tali pratiche per vincere la sensualità. Proprio nel « Medio Evo », accanto alle chiese di parrocchia o alle grandi cattedrali, è nato lo sport di massa e hanno avuto ori­ gine tutti i grandi sports moderni. Con la « cavalleria » poi si giunge alla con­ cezione più perfetta dello sport. Infatti nella cavalleria lo sport educa « l’uomo completo » (anima, corpo, relazioni sociali) e fa del ca­ valiere un grande atleta perfezionando il cor­ po e l’anima, dando per la prima volta allo sport uno scopo sociale; difesa della povera gente, difesa dei sacri diritti umani. Per i pagani lo sport si esaurisce nel cor­ po e il corpo si esaurisce nello sport. Per i cri­ stiani lo sport ha come scopo supremo la per­ fezione dell’anima, il benessere della società, la gloria di Dio. Concludendo, se il vero sport deve essere un mezzo di perfezione della persona umana, e di miglioramento della società, solo il cri­ stianesimo teologicamente e storicamente si dimostra e si è dimostrato capace di riportare lo sport nella sua vera posizione. Nicola Pavoni

S’

i

<d

Scheibmeier e Zambelli Campioni del mondo ! Per la prima volta, nella storia del bob, due ita­ liani hanno vinto un titolo mondiale. Ciò è acca­ duto nelle scorse settimane a Cortina d’Ampezzo, nella stupenda pista olimpionica di Ronco. Scheib­ meier ò un albergatore di Misurina, proprietario del maggiore albergo della deliziosa località dolo­ mitica, Zambelli è invece un artigiano tuttofare di Zuel — la frazione dove sorge il trampolino olim­ pico cortinese — che d’inverno fa il maestro di sci. Un anno addietro i due simpatici sportivi si sono incontrati per la prima volta ed hanno messo su l’equipaggio che ha bruciato le tappe e da zero è salito nientemeno che al vertice della graduatoria mondiale. Svizzeri, americani, austriaci, tedeschi e tutti gli altri equipaggi espertissimi hanno dovuto inchinarsi di fronte alla maestria ed alla spregiudi­ catezza dell’equipaggio cadorino, il cui successo ò stato completato dall’equipaggio dell’areonautica ita­ liana che si era aggiudicato quindici giorni prima il titolo nazionale. Ottimo auspicio questo per le olim­ piadi invernali che si svolgeranno sulle stesse piste e tracciati di gara di Cortina fra due anni.

5


. ... mentre maturano le ampie “leve,, italiane

Campionati Europei a Berna «li I.uljH Ferrarle»

in una stagione di attesa per atlete e atleti azzurri

Non è stata felice la chiusura dell’annata atle­ tica 1953: le sconfitte subite dagli azzurri ad ope­ ra dei brasiliani e degli argentini hanno costitui­ to una doccia fredda per gli atleti e l’atletismo, sicché crediamo non sia fuori luogo definire l’an­ nata che stiamo per iniziare un periodo di attesa per ragazzi e ragazze, periodo durante il quale le reclute dovrebbero formarsi le ossa c gli anzia­ ni ridursi a quella esigua schiera che potremo an­ cora portare a Melbourne. Peccato però che in quella che dovrebbe essere l’annata di attesa sia­ no programmati i campionati d’Europa! La F.I.D.A.L. ha definito il programma della imminente stagione, una attività che ricalca le orme del passato e limita assai l’attività interna­ zionale degli « azzurri », cercando per essi degli incontri di modesta levatura, in parte per costrin­ gerli a dare il maggior rendimento ai campionati europei, in parte per vedere di incoraggiare la crescita di elementi nuovi e per non spegnere Fen­ tusiasrno di questi nuovi con dei confronti die possono apparire troppo duri e faticosi.

Le campestri in apertura In campo nazionale la stagione si inaugura con le campestri, ai quali è data speciale impor­ tanza nel settore giovanile e studentesco, mentre l’attività dei I e II Serie è assai limitata, poiché la F.I.D.A.L. non ha ancora accettato il concetto che queste prove possono servire e di preparazione in­ vernale e di formazione dei fondisti. Così i cam­ pionati per III Serie si svolgeranno a Roma il 21 febbraio, quelli di I e II Sèrie il 19 marzo nel ver­ cellese e precisamente a Trivero, mentre quelli femminili avranno sede a Reggio Emilia nella stes­ sa sede dei maschili e su un percorso di Km. 1,200. I campionati nazionali maschili saranno preceduti dalle selezioni regionali e forse da una gara inter­ nazionale, quella di San Vittore Olona per la qua­

I

6

le verrà definita in questi giorni la data. Il successo di queste manifestazioni dipenderà però in gran parie dal numero delle gare che le precede­ ranno e purtroppo finora il programma non è ric­ co di manifestazioni, fatta eccezione del settore propagandistico, cioè delle gare aperte alle forze

del C.S.I. L’attività all’aperto è stata preceduta dai radu­ ni invernali giovanili di Chiavari, di Napoli e Roma e questo per gli atleti, mentre la F.I.D.A.L. ha organizzato dei corsi per allenatori, allo scopo di distribuire in ogni centro dirigenti che abbiano cura degli atleti e sappiano « impostarli » con me­ todi precisi.

Toccherà dunque alle campestri aprire l’attività atletica del 1954 e saranno i soliti Peppicclli, La­ velli, Pelliccioli, Righi, a primeggiare, a meno che il vivaio dei giovani forniti dalle scuole medie, riesca a scovare qualche elemento capace di rin­ novare il tema delle prove che fin qui si sono sus­ seguite. Nel settore della pista, la F.I.D.A.L. tiene anco­ ra in programma il campionato di società al quale non ha portato nessuna innovazione. Ciò gli pro­ curerà le solite critiche, comunque il campionato terrà uniti i vari nuclei sociali. Qui, per impegnare il maggior numero di atleti, toccherà ai diversi Co­ mitati Regionali organizzare, a simiglianza di quanto avviene già in alcune zone e comunque per­ le maggiori società, dei campionati regionali di so­ cietà aperti solamente agli atleti di III Serie in maniera da impegnare tutti quegli atleti che le statistiche elencano ogni anno nelle diverse gra­ duatorie e che quest’anno la F.I.D.A.L. ha compi­ lato sino al centesimo atleta in ciascuna specialità. Dai campionati di società bisognerà trarre il mas­ simo vantaggio in fatto di preparazione primave­ rile, perchè è noto che tale manifestazione occu­ pa tutto il primo periodo della nostra stagione su


pista.

I campionati di società saranno accompa­

gnati dal campionato podistico di società, dal Gran Premio dei Giovani che si svolgerà secondo il pro­ gramma dello scorso anno, il Gran Premio del Mezzogiorno c via dicendo. Ma una attività che va intensificala — c questo ad opera «lolle società — è quella delle riunioni nazionali, che potranno non solo ravvivare la stagione, ma serviranno a mettere in luce i vari elementi, che dal continuo gareggiare traggono quei vantaggi ben noli: miglio­

rare cioè le loro qualità combattive.

Gli incontri internazionali La nostra massa di atleti va aumentando e, co­ me. dicono le statistiche, il cocfficcnte medio di rendimento va progredendo di anno in anno. Però quando cerchiamo di disccrnere da questa massa il risultato eccezionale, allora si cade nel buio più fitto. Perchè tutto questo? Perchè manca agli atle­ ti nostri l’abitudine a gareggiare ed ecco quindi la necessità per i diversi atleti di intensificare la loro attività, che può venire offerta sia dalla F.I.B.A.L. attraverso i campionati nazionali — anche que­ st’anno verranno tenuti in vita, dati i buoni risul­ tati ottenuti lo scorso anno, i campionati di III Se­ rie — sia dalle società. Queste ultime, come abbia­ mo detto, devono aumentare il numero delle riu­ nioni nazionali, ma devono anche spingere i loro atleti a gareggiare con maggiore frequenza. Ab­ biamo bisogno di gare, di molte gare ed anche di riunioni per aiteti di II e III Serie, perchè sola­ mente in tal maniera riusciremo ad appassionare all’atletica, clic è sport agonistico per eccellenza, i nostri giovani cd il pubblico. In attesa dunque che le società entrino in que­ st’ordine di idee, di aumentare cioè la loro atti­ vità, vediamo quello che è il programma interna­ zionale stabilito dalla F.I.B.A.L. Ripetiamo, non

attività intensa per non spremere tutte le energie in breve spazio di tempo, ma attività ben regola­

frontare i campionati europei che si svolgeranno a Berna dal 25 al 29 agosto e riuniranno quanto di meglio vanti l’Europa nel settore dello sport prin­ cipe. Manifestazione di grande rilievo quella di Berna che trova confronto solo nelle Olimpiadi e dove i russi, che del resto partecipano agli stessi campionati dal 1946, hanno già assicurata la loro adesione.

Ai campionati europei L’Italia difficilmente si troverà a parteciparvi nelle stesse condizioni di Bruxelles nel 1950, quan­ do Bordoni, Filiput e Consolini ci regalarono tre titoli insperati e inaspettatamente Leccese si rive­ lò il secondo velocista di valore europeo dietro il francese Bailly. Per questi campionati d’Europa la F.I.D.A.L. ha previsto dei brevi allenamenti collegiali sia per le donne sia per gli uomini, allenamenti che si svol­ geranno in due diverse località. Purtroppo però il materiale non è quello del 1950, perchè ormai qua­ si tutti gli anziani che allora valevano ancora qual­ che cosa, o sono scomparsi o sono nella parabola discendente del loro rendimento. Vano è sperare

nei giovani, fatta eccezione della velocità, dove i giovani potrebbero fornirci una staffetta di un cer­

to pregio, semprechè si riesca a trovare il perfetto affiatamento e soprattutto un migliore rendimento individuale dei componenti la squadra, si riesca in­

semina ad avere finalmente quattro uomini che as­ sicurino il tempo di 10”8 sui 100 metri. Teorica­ mente tutto questo sembra possibile, stando spe­ cialmente alle statistiche dei vari risultati toccati nella passata stagione, che non è stata certo delie più brillanti; praticamente però questo non avvie­ ne, perchè i nostri atleti mancano di abitudine alle gare ed è proprio per questo che noi precedentemente abbiamo insistito sul fatto che è necessario aumentare il volume delle competizioni dei nostri atleti.

ta che comprenderà, per il settore maschile, gli in­ contri con l’Austria e la Svizzera, mentre sono in corso trattative per affrontare la Grecia c la Tur­ chia, e per il settore femminile i confronti con l’Au­ stria e la Germania. Veramente per il settore fem­

nati europei con sette mesi di anticipo, noi dovrem­ mo dire che per gli italiani la sola prova che of­ fre qualche possibilità è quella della marcia dei

minile il termine di « attesa » da noi usato non si adatta, perchè la Germania è nazione forte, ma

troverà un Ljundgreen in condizioni di forma mi­ gliori di quando lo svedese vinse il titolo olimpio­

è bene riconoscere che le nostre atletc forse han­ no raggiunto collettivamente un livello di maturità

nico a Londra e fu poi battuto nel 1950 dallo stes­ so Bordoni nei campionati europei di Bruxelles.

che forse è superiore a quello degli atleti. Contenuta dunque l’attività internazionale in

Potremmo aggiungere che anche Consolini dovreb­

limiti assai modesti da noi qui annunciati, l'atleti­ smo italiano si troverà inoltre quest’anno ad af-

Sul piano della realtà e guardando ai campio­

50 chilometri, ma questa volta il bravo Bordoni

be ripetere il successo nel lancio del disco, a meno che la Russia o l’Ungheria non sfornino durante l’annata un campione capace di superare con si-

7


curezza i 52 metri. Nelle altre gare invece non

vediamo quale altro elemento possa farsi luce e nello stesso settore femminile la Leone, che pure è velocista ili grande avvenire, dovrà progredire assai per riuscire ad entrare in finale, il che del resto è nelle sue possibilità. Pure nel settore fem­ minile la gara staffetta può fornirci qualche gra­ dita sorpresa. Siccome le nostre possibilità nei cam­ pionati europei a sette mesi di distanza appaiono assai ridotte, ecco- perchè insistiamo nella necessi­ tà di costringere i nostri giovani ad impegnarsi se­

riamente. a prepararsi con cura massima, ad ap­ passionarsi al rendimento in gara, al tempo, al ri­ sultato record, perchè solo così noi riusciremo ari allargare le nostre speranze per la riunione di Berna.

Confronti eccezionali a Berna I campionati europei, come abbiamo detto, rap­ presenteranno veramente una manifestazione di grande rilievo e se i russi metteranno in luce qual­ che reale progresso nel settore tecnico, progresso che dovrebbe essere rappresentato non solo dal campionissimo, ma da una media notevole di ren­ dimento da parte di tutti gli atleti componenti la squadra, forse ci troveremo di fronte a dei limiti che potranno, in taluni settori, appannare quelli delle ultime Olimpiadi. Ad esempio uno degli atleti più attesi sarà il cecoslovacco Zatopek, tre volte campione olimpio­ nico ad Helsinki nel 1952 ed una volta a Londra nel 1948. Nel combinare il programma delle gare la I.A.A.F. ha accomunato nella prima giornata i dieci chilometri e la maratona e tale programma­ zione ha posto di fronte a Zatopek il dilemma: partecipare ai dieci chilometri, o alla maratona?

Zatopek ha già risposto all’interrogativo: parteci­ perà ai dieci chilometri. Ma vi è una ragione tec­ nica per questa scelta : mentre ad Helsinki la ma­ ratona chiuse le Olimpiadi e cioè la faticosa prova venne disputata quando Zatopek aveva di già vin­ to tanto i 5 quanto i 10 chilometri, qui la gara

aprirebbe il ciclo delle prove ed in conseguenza i suoi effetti si farebbero sentire sui 5 chilometri programmati due giorni dopo la prova dei 10 e della maratona. E’ difficile che la maratona non la­ sci nell’atleta conseguenze ed ecco perchè Zatopek ha scartato l’idea di una... sconfitta in una delle gare che dovrà disputare ed ha scelto i 10 chilo­ metri. Zatopek si dice avrà un grande avversario

sui 5 chilometri o sui 10, nell’inglese Pirie, che aveva palesata l’intenzione di emigrare negli Stati Uniti, ma che i suoi dirigenti sono riusciti a trat­

tenere proprio per offrirgli la possibilità di dispu­ tare i campionati europei. Noi abbiamo citato solo uno dei numeri inte­

ressanti della riunione di Berna, ma quando si pen­ sa alle battaglie che vedremo nelle prove di mez­ zofondo tra inglesi, tedeschi, scandinavi vi è vera­

mente da entusiasmarsi sin d’ora c vicn da pensare che quella di Berna sarà forse la più bella edizione dei campionati europei sin qui visti. Annata di attesa dunque per l’atletismo italiano quella del 1954, con la sua punta di collaudo rap­ presentata dai campionati europei, annata in cui gli atleti dovranno farsi le ossa per mirare su Mel­ bourne, annata difficile e dura perchè si tratta di ricostituire i nostri quadri, annata che ci auguria­ mo felice come quella del 1950, quando i campio­ nati europei ci videro, quasi improvvisamente, ri­ salire la scala dei valori europei dell’atletismo. Ma

per fare questo occorre lavorare sodo fin d’ora. Liiijii Ferrarlo

L’On. EFISIO CORRIAS Presidente della Regione Sarda L’on. Elìsio Corrias è stato eletto il 22 gennaio Presidente Regionale Sardo. E’ una nomina che giunge particolarmente gradita al C.S.I. in quanto l’illustre parlamentare è anche da tempo Presiden­ te del Comitato Provinciale di Cagliari del Centro Sportivo Italiano, al quale ha dato particolare im­ pulso ed eccezionale sviluppo. A lui si deve la rea­ lizzazione a Cagliari dei Campionati Nazionali di atletica leggera del C.S.I. dello scorso ottobre; ma­ nifestazione questa che è stata definita la maggiore rassegna atletica che si sia avuta nella fervorosa isola. L’on. Elisio Corrias ha 43 anni di età, essendo nato il 31 maggio 1911. Egli sale alla Presidenza del Consiglio della Regione sarda dopo avere per cinque anni c cioè dall’inizio della vita autonoma regionale, profuso le sue doti di organizzatore nell’impianto degli uffici e per il loro potenzia­ mento, superando brillantemente, per la specifica conoscenza della materia, le innumerevoli difficol­ tà che si frapponevano all’afterinazione del nuo­ vo istituto autonomista. Laureato in giurispru­ denza entrò giovanissimo nella carriera dell’am­ ministrazione finanziaria dello Stato raggiungen­ do il grado di vice intendente di Finanza, grado che ancor oggi ricopre. Educato a profonda fede cristiana e cattolica milita nelle file dell’associazione fin da giovanis­ simo. E’ stato consigliere e assessore del Connine di Cagliari nei 1946 e commissario governativo per la requisizione degli alloggi nel 1947. Studioso e appassionato dei problemi del la­ voro, venne chiamato nel ’46 ad organizzare le Associazioni cattoliche dei lavoratori italiani (ACLI) della provincia di Cagliari di cui tuttora è presidente. La grande famiglia del C.S.I. e Stadium sono lietissimi dell’alto riconosci mento.


IL MEDICO SOCI Al del Prof. Gaefmio Zappala

Qtiando giorni or sono l’amico Natale Bcrtocco mi ha offerto in omaggio una copia del suo «ABC dello Sport» e compiaciuto ha soggiunto: «C'è anche un capitolo dedi­ cato al ” Medico Sociale ” ». con acume degno del fine psi­ cologo che egli è, ha valutato esattamente i sentimenti di di soddisfazione che avrebbe suscitato in un vec­ orgoglio chio medico sociale il suo affettuoso riconoscimento. Al prof. Gaetano Zappala « aggiustatore delle ossa c dello spirito dei campioni, questo mio lavoro dedicato ai veri amanti dello Sport », è la dedica che accompagna il suo ponderoso e poderoso lavoro. Quale migliore elogio per un medico sportivo? Il giusto avvicinamento del concetto del conforto dello spirito, al materiale aggiustamento delle ossa, è il fatto spe­ cifico che trasforma il medico ortopedico in medico spor­ tivo in generale, e in medico sociale in particolare. Il concetto di medico Sociale porta a vedere — nel complesso dei rapporti umani — qualcosa che fa pensare al medico di famiglia ove il medico conosce tutta la vita dei suoi assistiti, vi interviene spesso, anche non chiamato, ma forte solo della sua autorità morale; prende parte alle loro gioie ed ai loro dolori familiari. E’ questa caratteristica di paterna (ma non troppo), in­ fluenza del medico sociale che — facendogli acquisire, nel tempo, le cognizioni soggettive della premessa diagnostica — gli consentiranno, al momento venuto, di diagnosticare rapidissimamentc c soggettivamente — con più sicura co­ gnizione. aderente all'atleta — colpito nel momento della competizione febbrile, quando il momento non consente immediatamente accertamenti ed indagini costituzionali. Nella comunanza di rapporti, che prendono talvolta anni della vita di un atleta, il medico Sociale finisce con il di­ ventare il medico dei familiari dell'atleta che si rivolge a lui con fiducia e sicurezza. Ecco perché ho rilevato «l’aggiustatore dello spirito». Se il piedico Sociale non avesse nella sua parola e nella sua autorità questa facoltà di entrare nello spirito, egli non sarebbe un medico sociale, sarebbe forse un medico spor­ tivo — se adusato in modo particolare all’indagine trau­ matologica, in quello della medicina sportiva e sportivo lui stesso — sarebbe un medico in ogni altro caso. Il medico sportivo esercita oggi il controllo su tutte le attività ginnico-sportivc eseguite nei campi, nelle palestre, nelle scuole, mentre la medicina sportiva ha fatto negli ul­ timi anni passi da gigante. Mi sia permesso tributare un doveroso elogio al mio amico prof. Giuseppe l.a Cava al quale si deve gran parte della realizzazione di questo con­ trollo e di tante altre conquiste nel campo della medicina dello Sport. Medico sociale neH’Associazione Sportiva Roma da circa 15 anni, non posso non sottolineare le grandi soddisfazioni che mi hanno procurato il rispetto, l’attenzione, l’apprezza­ mento da parte di atleti, dirigenti, tecnici e « tifosi », un tutto che ha abbondantemente compensato il mio modesto lavoro, svolto con affetto, se pure talvolta con quelle im­ mancabili ansie ed incertezze che la professione stessa del medico comporta, come non altra. Berlocco ad un certo punto del suo libro ricorda: «Nell’Unione Sportiva si richiede la presenza tra i Soci ordi­ nari e benemeriti di un medico giovane, in ogni modo ap­ passionato che prenda a cuore tutti i suoi atleti c possibil­ mente li studi nella loro prassi agonistica ». Gli aggettivi di giovane e appassionato uniti all’appartenenza quale benemerito alla Società sportiva si traducono e si devono tradurre in una chiara deduzione.

! :

■< ■■

ì

-ly

7. X" £&. ’

"1

1 •

!

fi I'

$5

■IF : r »

-«r

l

La Roma e la Lazio da anni hanno la fortuna di poter contare sulla preziosa assistenza medica di due illustri clinici, il prof. Zappala e il prof. Bani che curano con affetto ed eccezionale conoscenza della materia i giocatori giallorossi e biancoazzurri

Il medico presta disinteressatamente la sua opera per i suoi atleti. Per questo deve essere socio, benemerito, appas­ sionato. j bue categorie di tecnici affiancate allo Sport sono ancora oggi dei benemeriti: il medico e l’arbitro. Per que­ st’ultimo la questione del professionismo remunerato è sem­ pre attuale e periodicamente viene sollevata. Per il medico pare si voglia sanzionare il diritto ad uno sipendio. Personalmente, per il medico sono nettamente contrario alla corresponsione di una renumerazione fissa che com­ porta naturalmente una contropartita irta di possibilità ed imprevedibili inconvenienti. Non voglio qui parlare per ovvie ragioni — volutamen­ te — di quelle poche società che hanno il medico fra i dirigenti, medico e più spesso Chirurgo Direttore di Case di Cura con annesse tutte le specialià medico-chirurgiche talché ne risulta un’assistenza agli atleti completa e nello stesso tempo affettuosa, familiare, cordialissima, ma mi riferisco a tutte le altre società, e sono certamente le più nume­ rose, per le quali volere imporre un medico sociale sti­ pendiato appare un provvedimento che porrebbe, fra l’al-

9


tro, il medico stesso in una situazione che fin d’ora appare delicata, difficile, irta di sorprese, di incertezze, e di inter­ ferenze. La figura del medico sociale merita un breve cenno che la illumini anche sotto l'aspetto, diremo così, umano. Il medico sociale non è soltanto un medico o un chi­ rurgo < he per avere approfondite le sue conoscenze nel cam­ po della medicina sportiva è divenuto diremo così, uno spe­ cialista della materia; egli è in genere anche un vero ed ap­ passionato amante dello sport. Dalla obiettiva e rigida tecnica medico-chirurgica al ser­ vizio della speciale categoria, si passa all’esercizio profes­ sionale fra « tifosi » come sogliono essere chiamati i soste­ nitori della Società e della squadra del cuore. Prendere parte attiva alle competizioni sportive è ima abitudine da incoraggiare fra le masse dei giovani e degli adolescenti che incalzano, perché abitua a pratiche che in­ ridano nella sanità del corpo e creano un godimento dello spirito, libero da ansie non nobili. Lo spirito agonistico e cavalleresco che subentra nel­ l’animo dello sportivo scaccia ogni senso di meschinità. Si ama e si sostiene la propria squadra, ma si ammira il giuo­ co, la manifestazione per la manifestazione anche se ci viene dal campo avverso e questa educazione dello spirito demolisce sempre più la morbosità che le competizioni pos­ sono suscitare; morbosità che potrebbe degenerare ma che rappresenta proprio per questo l'antitesi del vero Sport. Essa va sempre più scomparendo fra i popoli civili fra i quali siamo sicuramente all’avanguardia. Ma se la morbosità va scomparendo per l’alto livello cui lo spirito sportivo conduce l’uomo, non per questo la « pas­ sione. », di questa figlia primogenita, manca di premere — spesso prepotentemente — spingendosi intralciare l’opera dei dirigenti, dei tecnici c naturalmente con loro del me­ dico sociale. E’ per questo che l’esercizio professionale espletato in questo speciale e singolare ambiente assume speciali caratteristbhe e richicde particolari attitudini nei riguardi «Ielle infinite difficoltà non solo tecniche ma contingenti e d'ordine piscologico che vanno ricordate. La situazione del medico sociale va esaminata e con­ siderata nei suoi poliedrici aspetti tra cui i più importanti, sono certo quelli che riflettono i suoi rapporti con gli atle­ ti, con i tecnici (ufficiali ed ufficiosi) con i dirigenti, con i tifosi e con i soci. Tutti hanno diritto di parola, in nome della passione comune ed a tutti il medico deve spiegare il perché di quell’esclusione il perché di quel ritorno... Oggi che la medicina, e più ancora la chirurgia dello sport, hanno fatto passi da gigante e numerosi sono gli spe­ cialisti, fra cui alcuni di fama nazionale, la situazione di un dato medico sociale in occasione di un incidente qual­ siasi ad un noto atleta, la cui assenza debba prolungarsi più di qualche giorno, può diventare mollo delicata, e non, intendiamoci bene, per ragioni tecniche professionali ma esclusivamente per ragioni contingenti, locali, e voglio su­ bito aggiungere nell’ambito di persone leali in perfetta buo­ na fede. ■ Figuratevi un grande asso di quelli che in una grande città di provincia sono addirittura idolatrati dai sostenito­ ri, figuratecelo immobilizzato e dolente ad un ginocchio, ad esempio con attorno tifosi, dirigenti, tecnici, ecc. Che sarà? Speriamo che non sia il menisco azzarda qualcuno, o il legamento crociato!! e poi c’è liquido nell’articolazione... Che fare? Il medico sociale è presente; specie se giovane è, naturalmente, imbarazzatissimo in queste condizioni come potrebbe non esserlo? e Esclude lei dottore che si tratti di cosa grave? Potrà guarire domenica»? Che rispon­ dere? Essere ottimisti o pessimisti? In casi simili spesso una diagnosi precisa, lì per lì è clinicamente impossibile ed allora.? Che dire? Esprimere i propri leciti dubbi signifi­ ca, in ogni modo, tacciarsi agli occhi dei « tifosi » di in­ competenza o peggio. Intanto qualcuno comincia ad innervosirsi ed a mani­ festare, per accelerare i tempi, il desiderio di interpellare questo o quello specialista famoso. Anche il tecnico, che paventa l’indebolimento della squadra per indisponibilità dell'atleta —_.\.a e per riflesso l’indebolimento della propria po-

10

sizion c c del proprio prestigio, non può che appoggiare l'iniziativa. I dirigenti talvolta pressati, minacciati addirittura, fini­ scono col perdere il sangue freddo ed alla semplice attesa consigliata dal medico, preferiscono l'azione e finiscono col trasportare l’infermo, con i mezzi più rapidi, non esclusa la via aerea, in un grande centro di chirurgia dello sport. Ed il giovane medico sociale? Il «tifo», la passione sportiva, travolgono spesso lutto, compresa la deontologia, le formalità anche se, come spesso accade, cariche di so­ stanza. si:

=Sc

Situazioni quindi difficili queste, per un giovane medi­ co sociale se gli manca l’autorità deH'espericnza per affer­ mare decisamente la via da seguire. Tuttavia il male è della passione. Talvolta anche il chi­ rurgo più sperimentato e più famoso imo trovarsi in situa­ zioni come queste: dopo aver visitato un atleta di grande valore nel mercato calcistico, presenti naturalmente i diri­ genti e constatala una rottura di menisco, erede opportuno illustrare il caso ampiamente nei suoi particolari. Si inta­ vola un'ampia discussione c si crede alla fine di aver con­ vinto tutti. Quando il dirigente responsabile, talvolta an­ ziano, domanda: Professore, come mai tutte queste rotture di menisco? Ai mici tempi ricevevamo le stesse botte e seguitavamo a giuocare lo stesso... Non è vero, non era lo stesso. 1 giuocatori non erano noti come oggi e seguiti come oggi da una folla di milioni di appassionati. I campionati non avevano la regolarità cronometrica propria di una grande impresa nella quale si muovono interessi colossali. Lo sport non aveva i grandi giornali che ogni giorno fanno di tutti, i suoi fatti più piccoli. Allora un giuocàtore poteva scomparire per un certo tempo, nessuno se ne meravigliava; una frattura al ginoc­ chio era considerata un gravissimo accidente spesso insa­ nabile. Questa coscienza rendeva più rassegnati. Oggi la tecnica chirurgica relativa al menisco ed ai le­ gamenti crociati od alla traumatologia in genere ha rag­ giunto risultati tali che ci rendono orgogliosi per la loro semplicità e per i risultati conseguiti e collaudati dall’espe­ rienza e dal tempo. Ma non sempre si tratta di cose gravi. Talvolta invece, per fortuna, si tratta di lievi incidenti. Spesso si tratta di lesioni di entità trascurabile che non avrebbero destato preoccupazione per nessun altro soggetto... neppure un Mi­ nistro in carica. Ma non per un atleta. Per lui tutti si preoc­ cupano. L'esasperazione derivante dall'entusiasmo talvolta mor­ boso, che può giungere al parossismo, nei sostenitori, allar­ ma e preoccupa i tecnici che paventano l’assenza dell’atle­ ta da una o più gare domenicali con -tutte le conseguenze che ne derivano. E’ impossibile immaginare quante telefonate, quante let­ tere con consigli, suggerimenti, ecc. giungono in queste oc­ casioni al medico sociale. L’anno scorso, in occasione della frattura del perone del giuocàtore Galli, ad esempio, un medico tifoso mi fece sa­ pere che sarebbe stato in grado di consigliare un nuovo metodo, rapidissimo, per la cura delle fratture in pochi giorni... Se il medico è giovane e inesperto, anche se capace, na­ turalmente le difficoltà aumentano. Numerosi sono gli inci­ denti traumatici che si verificano durante una partita di calcio ad esempio. In genere però si tratta di lesioni di poco conto che il massaggiatore risolve facilmente da sè. Qualche volta però l’incidente assume aspetto o proporzio­ ni di una certa gravità. Un giuocàtore colpito alla testa da un calcio o da una testata dell'avversario crolla al suolo tramortito Da qui, necessità di trasportarlo ai bordi del campo. Quivi si nota la perdita della coscienza, mentre dal naso o dalla bocca — in conseguenza del trauma diretto subito, può fuoruscire del sangue. L’incidente ha tutte le apparenze di essere grave ma ad un certo punto il giuocatore si riprende, si scuote, dice di sentirsi bene e chiede


ponsabilità del di ritornare in campo. Qui comincia la medico. In genere, durante la partila, da parte di tutti si tende a sottovalutare un incidente del genere, laiche con grandi applausi viene sottolineato il rientro in campo del giuocatorc infortunalo. Dopo però cominciano le dolenti note e le critiche: in genere il trauma cranico accompagnato da perdita, sia pu­ re transitoria, della coscienza viene definitio « commozione cerebrale » per cui non mancano i soliti che definiscono azzardata o addirittura colpevole la decisione di aver fatto riprendere il giuoco all'inlortunato. Sono noti in proposito i casi recenti di Pendolimi e di Galli; quesl'ullimo a Mi­ lano è rimasto in uno stato di grave choc per circa dieci minuti, la decisione del suo rientro o meno in campo ap­ pariva (pianto mai delicata anche perché, come poi suc­ cesse, la squadra se completa, dimostrava di poter facil­ mente superare l’avversario, mentre senza Galli il risultato poteva risultare compromesso. In tale occasione mi trovavo personalmente sul campo e dopo una visita accurata mi convinsi che il giuocatore poiteva essere ancora utilizzato c in ciò fu d’accordo amile l’altro collega molto competente il doti. Frattini.

Ora qualcuno dei segni clinici certezza, in casi agonistica di un

potrebbe domandare al medico. Esistono tali da poter ammettere o escludere con del genere, la possibilità di una ripresa giuocatore colpito? Risponderemo clic in

genere la diagnostica clinica ci mette in grado di poter emettere un giudizio obiettivo e clinicamente ineccepibile, ma solo nei limiti delle acquisizioni scientifiche. In altri termini la diagnosi può risultare anche in seguito prati­ camente sbagliata, per (pianto clinicamente esatta. Ed allora come restare completamente tranquilli? Vo­ glio in proposito ricordare due episodi che non possono non lasciare perplessi. Un motociclista durante una gara cosidetta di regola­ rità cade e riporta un leggero trauma cranico tanto leg­ g'— par ; ­ gero che riprende poco dopo la gara e ad altre gare tecipa nel periodo successivo, senza più riportare alcun in­ cidente. Sei mesi dopo accusa improvvisamente un senso di debolezza all’arto superiore e indi all’arto inferiore dello stesso lato ed a brevissima scadenza sopraggiunge paralisi, per­ dita della favella e perdita della coscienza. Operato quasi in extremis fu riscontrato, al tavolo ope­ ratorio. un ematoma sub-durale nella sede del vecchio e insignificante trauma. Altro episodio del genere. Era stato richiesto il mio intervento per una squadra militare calcistica, che doveva espletare una serie di gare. \ isilai accuratamente i singoli atleti e li riconobbi per­ fettamente idonei al lavoro da compiere. Immaginate con quale stupore appresi che, durante uno dei primi allena­ menti. uno degli atleti, caduto per un incontro con l’av­ versario, era rimasto al suolo inanimato e che trasportato d iligenza in ospedale vi era poco dopo deceduto. Mi interessai naturalmente del caso, e assistetti perso-

Tutti ì giocatori, come gli atleti di qualsiasi disciplina sportiva agonistica, necessitano di una consultazione periodica del loro stato di efficenza fisica. Nella foto il prof. Gaetano Zappala esplora alla radioscopia il torace del giocatore Sundwist subito dopo il suo arrivo in Italia.

11

-


nalmente all'autopsia. La causa di morte fu individuata in piccolissimo tumore del terzo ventricolo, tumore pedunco­ lato e che evidentemente per l'urto subito si era distac­ cato, per rottura del peduncolo, causando conseguentemen­ te i disturbi che avevano portato a morte il paziente. Questi casi, che rendono superfluo ogni commento, in­ dicano «inalilo delicata e difficile sia la mansione «lei me­ dico in queste circostanze. Certo, sarebbe molto facile e molto semplice che per ogni lesione articolare, addominale, toracica, il medico de­ cidesse l'allontanamento dal campo del giuocatore. Ma dal punto di vista pratico e per ovvie ragioni è ciò possibile? Bisogna essere stati sui campi «li giuoco ed aver constatato ile visti le conseguenze di una sconfitta per comprendere quanta amarezz.a. quanto dolore, esse comportino e «pianto sarebbe accanita la critica dei tifosi, della -lampa, dei diri­ genti contro quel medico che fo.-se stato ritenuto colpevole «Iella sconfitta stessa, a causa dell'allontanameiito dal cam­ po di giuoco di un atleta, allontanamento dimostratosi poi non completamente giustificaio. Da tempo, sostengo e ritengo che sia assolutamente ne­ cessario arrivare alla possibilità di sostituire almeno un giuocatore durante una gara «li calcio. Non assisteremmo più così a quelle penose esibizioni di atleti fasciati e doloranti, « spostati all'ala » che si buttano allo sbaraglio, cadono e si rialzano, pur di rendersi utili alla propria squadra. E’ que­ sto un esempio di abnegazione commovente da parte di questi atleti, generosi, ma dal punto di vista medico va giu­ dicato severamente e considerato in «'erte circostanze vero e proprio autolesionismo. L’influenza del medico sociale sugli atleti, va riconosciu­ ta, diviene sempre più decisa: essi accettano giudizi e con­ sigli anche a costo di qualche rinunzia. Tuttavia qualche volta non ascoltano. Non c detto che sempre sbaglino. . qual­ che volta, raramente, il caso si diverte a mettere in imba­ razzo anche il medico più attento... Ricordo, il caso di un grande atleta olimpionico il quale improvvisamente si am­ mala, deperisce e si ridine in condizioni assolutamente de­ plorevoli. Visitato e sottoposto ad esame radiografico si riscontra la presenza di una caverna polmonare tuberco­ lare. Naturalmente consiglio all'atleta non solo la cessazione immediata della sua attività, resa del resto necessaria dalle condizioni fisiche, ma gli prospetto la assoluta necessità di pensare alla rinuncia dello sport. Rividi l'atleta dopo circa un anno perfettamente ristabilito; dalla stampa ho poi ap­ preso che egli aveva ripreso l'attività agonistica con grande successo e che era passato al professionismo. Ancor oggi, dopo circa venticinque anni, l’atleta è sulla breccia come insegnante. Cosa penserà egli di me? Le risorse individuali intervengono a volte in misura imprevedibile al metro della normalità. In altra occasione un lottatore dilettante viene traspor­ tato in clinica con segni cerebrali gravi; si tratta di una emorragia subracnoidea spontanea per cui l'atleta rimane in Clinica per circa un mese uscendone guarito. Naturalmenta faccio presente la gravità del suo caso e gli proibi­ sco nella maniera più assoluta la ripresa dello sport favorito. Anche questa volta il consiglio non viene accettato: ho seguito l'atleta per nove anni. Quando rincontravo mi domandava per celia: «Ma dot­ tore, l’avrò avuta poi, questa commozione cerebrale? ». Una sera, mentre cenava, decedette improvvisamente; le risorse individuali avevano solo ritardato l'ineluttabile.

* * Sono questi alcuni casi che possono dare un’idea della diffìcile situazione in cui si trova in molti casi il medico sociale; da una parte grande ottimismo, desiderio di mini­ mizzare le malattie e i traumi, volontà di tornare all’ago­ nismo sportivo, dall’altro la necessità di essere cauti, con­ sigliare la prudenza, limitare l'attività, quando questa possa diventare pericolosa. Il tutto considerato nel quadro rea­ listico della imperfezione dei nostri mezzi clinici e diagno­ stici che necessariamente rendono talvolta incerto il no-

12

stro giudizio e tentennanti le nostre decisioni.

Il medico sociale sportivo, olire alle difficoltà inerenti alla professione del medico in genere, deve superare anche quelle inerenti all'ambiente particolare in cui vive. Fatalmente affiorano contrasti, pareri discordi, talora epi­ sodi incompatibili con la dignità professionale. Ciò accade ambe perché il lavoro de) medico ha interferenze nel la­ voro dei tecnici, nelle decisioni dei dirigenti, talvolta nella volontà testarda degli atleti, nel tifo... dei sostenitori. E poiché tutti credono di intendersi non solo di calcio... ma anche di medicina, è facile intuire «piale autorità, quale buon senso, quale diplomazia c quale competenza, occor­ rano al medico sociale per barcamenarsi in tale maro magnimi.

* * « Se fosse opportuno, come certo lo è trarre dalle divaga­ zioni che precedono un sia pur modesto contributo allo sport, sarà bene fissare alcuni concetti: — Nella regolamentazione del giuoco del calcio sia am­ messa la sostituzione di almeno ili! giuocatore durante la partita. — Sia impedito e represso il giuoco violento. Per dare efficacia a questa remora siano dati agli arbitri più ampi poteri di quelli di cui non si avvalgano. Oggi l'arbitro di­ spone di punizioni o troppo lievi (calcio di punizione) o troppo gravi (esclusione del giuoealore). Atteso che la pu­ nizione per essere efficace, deve essere immediata, baste­ rebbe la facoltà all’arbitro di adottare una soluzione inter­ media, quella cioè deH’allontanamcnlo temporaneo (da cin­ que a trenta minuti) del giuoealore dal campo. — Sia fatta una revisione del contratto assicurativo dei singoli atleti che li tuteli più efficacemente nel caso che incidenti di giuoco ne pregiudichino temporaneamente o definitivamente l'avvenire sportivo. — Non sia corrisposto alcuno stipendio fisso al medico sociale. Sarebbe un errore che renderebbe ancora più deli­ cata la posizione di questi verso la Società che le paga, verso i dirigenti da cui la sua scelta dipende, verso gli atleti c verso i tifosi. Il medico sociale deve essere a mio avviso l’espressione di uno stato d'animo, di un sentimento che — nato nel tem­ po — è cresciuto e si è materiato nelle stesse fortune e nelle stesse disavventure del complesso umano affidato alle sue cure ed i cui colori si sono fusi nella stessa sua opera in una dedizione ed in un attaccamento che ha abbraccialo non solo quei quindici o venti uomini che con cuore e in­ telletto sono la « Società » ma tutta la loro vita, con le loro famiglie con i loro segreti, con le loro rivalità con i loro sacrifici. Naturalmente gli anni passano, i compiti si ingiganti­ scono, le generazioni si susseguono e mentre una squadra riassume le glorie sociali, altre in vivaio si addestrano e si preparano per fornire le sostituzioni e ricoprire i vuoti di domani. Solo la grande esperienza fatta di maturità scientifica e professionale può plasmare i ragazzi perché divengano giovani, perché si maturino giuocalori. L’oculatezza di questa preparazione può tradursi in mi­ lioni quando anche un solo « ragazzo » ogni due o tre anni divenga giuocatore di squadra. E allora il medico sociale aiutalo dai suoi allievi, cre­ sciuti a quella esperienza, a quella specifica scienzft e a quello stesso amore potrà un giorno trasferire la fiaccola di Maratona c con esso tutta una dedizione ed un attacca­ mento che non si improvvisa e non si paga a un tanto al mese. Va sempre ricordalo che la naturale bellezza dello sport è insita in una evoluzione da cui possono trarsi dei pro­ fitti sociali, quali l’irrobustiniento delia volontà, la larghez­ za' di vedute, la generosità dei sentimenti, il riconoscimeli- • to spontaneo dei valori. A queste affermazioni deve tendere la missione educa­ trice connessa allo sport. Ove la sanità dello spirilo, non deve mai essere seconda alla sanità del corpo.

(ìaetano Znppalà


Insegnamenti degli ultimi confronti internazionali

Il calcio nella giusta via <11 Filippo lluzl

Le recenti vittorie degli az­ zurri sulla Cecoslovacchia e sull’Egitto e della « primave­ ra » sulla nazionale giovanile inglese hanno rasserenato i volti preoccupati dei dirigenti del calcio italiano. In effetti stiamo riprendendo quota, stiamo riacquistando fiducia nelle nostre forze, ma quel che più vale, stiamo giocando mol­ to meglio. A che si deve questo miglio­ ramento tanto notevole quan­ to improvviso? Su questo punto, che vale la pena di analizzare, le opinioni sono discordi. C’è chi sostiene che il gioco italiano superato il periodo di rinnovamento e di adattamento al sistema, ha ripreso la marcia verso le po­ sizioni più alte della classifica d e i valori mondiali. E’ una ipotesi che ha fondamento; i nostri giocatori si sono final­ mente assuefatti al gioco mo­ derno, si sono impadroniti del­ la tecnica della manovra, si so­ no adattati, in una parola, alle esigenze del sistema. Hanno imparato la lezione: ed eccoli di nuovo, più baldanzosi che mai, sui campi di gioco, decisi ad affermarsi anche nella Coppa del mondo che già vide trionfare i nostri magnifici az­ zurri. Questa è la tesi di chi giura e spergiura sul sistema, di chi

fino a ieri giurava e spergiu­ rava sui catenacci, mezzi si­ stemi e altre astruserie del ge­ nere. Ma con buona pace dei no­ stri illustri avversari credia?no che le cose non stiano esatta­ mente in questi termini. La ve­ rità è un’altra e lo dimostrere­ mo in termini molto chiari e precisi. Basta sfogliare la collezione di un quotidiano sportivo di due anni fa per leggere frasi di questo genere : non abbiamo giocatori di classe, manchiamo di mezze ali, dobbiamo perciò importare dall’estero: lo esige 10 spettacolo, lo esige il cam­ pionato. Altri elementi vi salte­ ranno agli occhi: la battaglia delle tattiche, la prevalenza ac­ cordata da tutti o quasi gli al­ lenatori alla difesa, gli accor­ gimenti escogitati da questo o da quel trainer per rinforzare ancora di più i reparti arretra­ ti, la marcatura strettissima — uomo contro uomo — il trion­ fo del «non gioco», della di­ struzione del gioco avversario, 11 decadimento del gusto che nasce dalla costruzione. Ma non è tutto: essendosi il gioco fatto più poderoso, spigoloso e duro, si cercano uomini abili nello sfondamento. Il peso di­ venta un elemento essenziale per certi determinati ruoli, la velocità un elemento prevalen­

te. La battaglia specialmente in area di rigore assume aspet­ ti tragicomici: tragici perché gli incidenti sono all’ordine del giorno, comici perché gli arbi­ tri sono ormai venuti nella de­ terminazione di lasciai' corre­ re, di non fischiare più niente. Per far accordare un calcio di rigore, ci deve scappare l’inci­ dente grave. Il non gioco, la scarponeria, la diffusa tendenza a distrugge­ re più che a costruire, le varie tattiche ostruzionistiche, tutto questo ha determinato una cri­ si profonda nel calcio italiano. Una crisi, intendiamoci, non costituzionale c h é altrimenti non ne saremmo usciti tanto presto: una crisi di valutazio­ ne del gioco, mortificante la tecnica, la nostra tradizione, il nostro temperamento.

La sconfitta subita, allo Sta­ dio Olimpico ad opera dei « campionissimi » dell’Unghe­ ria è stata una salutare frusta­ ta e, al tempo stesso, la luce che ha fatto comprendere an­ che ai più ostinati quanto fal­ lace fosse stato sino allora lo orientamento del calcio ita­ liano. Bisogna ringraziare l’Unghe­ ria e bisogna ringraziare l’on. Andreotti. La prima ci ha fat­ to capire che i grandi progres­ si realizzati dai suoi giocatori, fanno perno sulla classe, sulla

13

> h


maestria del trattamento della palla, sul tradizionale gioco «danubiano», sull’arte di co­ struire. In una parola l’Un­ gheria non ha dato un calcio alla sua tradizione calcistica, non ha ripiegato sulle tattiche distruttive ed ostruzionistiche (cause di tante tendenze « deviazionistiche »), ma è andata avanti per la « sua » strada, te­ nendo conto soltanto della ne­ cessità di sveltire la costruzio­ ne, rendendo più semplice la manovra e più piccanti le azioni. L’on. Giulio Andreotti ha avuto il grande merito di bloc­ care l’importazione dei calcia­ tori stranieri. Non è per i po­ chi che non sono venuti dal Nord se i nostri giovani sono riusciti ad emergere; ma è in­ dubbio che il veto posto da An­ dreotti ha obbligato le società a cercare sul nostro mercato gli elementi di cui avevano bi­ sogno. Il veto dunque è stato una iniezione di sfiducia pene­ trata nella parte più carnosa del testardo degente che non voleva saperne. Oggi lo stesso

ing. Barassi può sentenziosa­ mente dichiarare : « non abbia­ mo più bisogno di stranieri ». Allora aveva ben ragione un « incompetente » di urlare il suo « basta » ai medici che cu­ rano il calcio nostrano. Basta con questi inassimilabili nordidici che ci hanno allontanati ancora di più dal solco della nostra tradizione, del nostro temperamento, della nostra estemporanea genialità; tor­ niamo ai vecchi usi alla stra­ da che è la nostra strada; e ritornino, se mai, i sudamerica­ ni che anche se portati allo spettacolo artistico, sono in­ . dubbiamente più vicini al no­ stro modo di giocare. Quando avremo riaperti be­ ne gli occhi alla realtà, riapri­ remo le porte anche ai gioca­ tori danubiani. Anche questi ci sono fratelli in gioco. Per il momento, ci accontenteremo di « zio Lajos », dell’acuta bo­ nomia di Czeizler, direttore tec­ nico della nazionale azzurra, fautore convinto dello spetta­ colo che può soltanto germo­ gliare dal gioco costruttivo.

Addio, dunque, per sempre scarponi che avete riempito coi vostri robusti interventi le bianche cliniche (che hanno fatto fortuna); addio per sem­ pre tattiche ostruzionistiche, catenaccio al quale ricorse per­ sino la squadra campione; ad­ dio per sempre « non gioco », prevalenza della difesa, si tor­ na finalmente a giocare col gu­ sto e la passione di una volta. Non più legati a ferrei schemi, i nostri calciatori tornano a costruire con latina estempora­ neità: tornano cioè ad essere « loro stessi », ad esprimere la loro personalità, mentre sono stati sino a ieri dei pessimi imitatori di un tipo di gioco che non abbiamo mai saputo digerire. Per sollecitare questo prov­ videnziale ritorno alle nostre attitudini, l’ukase di Andreotti è stato veramente prodigioso. Però, che stranezze! E’ stato un incompetente ad indicare la via giusta ai nostri esperti. Dio sia lodato. (Filippo .ìliazi

Il centrattacco è senza dubbio l'iiomo più bersagliato della squadra. E tra i centrattacco il giallorosso può dirsi il più colpito dalle... carezze delle difese avversarie. Per cui non si può dar torto al Presidente della Roma, avv. Sacerdoti quando — come dopo rincontro con la Fiorentina — dice: «Sino a che sarà consentito impunemente a taluni difensori di "bloc­ care ” gli uomini di punta delle squadre, licci si avrà mai in Italia un gioco del calcio degno del suo nome ». Nellci\ foto Galli, in uno dei tanti incidenti occorsigli in questa stagione esce dal campo sorretto dal. prof, /appaiò, medico sociale della Roma, e dal premuroso massaggiatore Ceretti.

14

......

.

»

»


——

—-----

ORMAI PROSSIMA LA COPPA DEL MONDO

L’Ungheria Un

pano ra m a a p p ross i m olivo delle squadre che in giugno par­ teciperanno all’ appassionante competizione sul suolo svizzero di Emo Sasso

La Coppa del Mondo è per il calcio mondiale l'esa­ me di laurea delle singole nazionali e dei rispettivi giocatori. Nel giugno del ’54 in Svizzera, saranno pertanto moltissime le rappresentative agguerrite e desiderose di affermarsi. Attualmente lo schieramen­ to delle sedici qualificate per disputare il girone fi­ nale appare fluida e suscettibile di molti mutamenti. Oltre l’Uruguaj e la Svizzera qualificate di diritto, la prima perché campione del mondo e la seconda in quanto sul proprio suolo si svolgeranno le partite

la favorita, ma chissà ? ! ! per la Coppa, affronteranno senz’altro la competi­ zione finale in terra elvetica, le seguenti nazionali: Belgio, Francia, Austria, Ungheria, Cecoslovacchia, Messico e Italia. Per le altre, sarà il campo a dire la sua parola definitiva. Per i nostri lettori esaminiamo ora i singoli grup­ pi, onde trarre delle conclusioni approssimative sul valore delle nazionali che si contenderanno l’ambito scettro messo in palio dal francese Rimet. Tre squa­ dre troviamo nel primo gruppo: Germania, Sarre e Norvegia. Le continue esportazioni di calciatori, han­ no indebolito in modo decisivo i norvegesi, che di fronte ai tedeschi non sono riusciti a combinare molto. Davvero miracolosa in proposito la rinascita calcistica della Germania. Risorta dalle ceneri di una paurosa disfatta, essa è riuscita nelle cinque partite di qualificazione sinora disputate, a superare tanto la Norvegia quanto i tenaci rappresentanti della Sarre. Il 28 marzo i tedeschi dovranno vedersela per l’ultima volta appunto con la Sarre, ma distando due

I

i I

! I

A

Lo schieramento dell’incontro internazionale più discusso che si è avuto nella scorsa stagione in Italia. Le formazioni d'Italia e d'Ungheria al'centro dello stadio Olimpico nella giornata dell’inaugurazione-, il 17 maggio 1953. I magiari conservano ancor oggi in squadra molti uomini che hanno giocato nel vittorioso incontro di Roma e che successiva­ mente hanno dato scacco al calcio britannico allo stadio olimpico di Wembley

15


punti in classifica dai loro indomabili avversari, ed essendo superiori ad essi in classe, non è difficile prevedere la vittoria o il pareggio dei germanici. Nel secondo gruppo si è qualificato il Belgio. Non è da trascurare l’affermazione dei belgi (che saranno nostri avversari, essendo stati inclusi come vedremo nel medesimo girone degli azzurri), affermazione ottenuta sulla Svezia, in evidente declino, e sulla Finlandia. Nei due incontri decisivi tra Belgio e Svezia, la prima si impose con netto scarto, togliendo quindi ai nordici qualsiasi velleità. Nel terzo gruppo vi saranno da qualificare due squadre. La prima sarà senz’altro l’Inghilterra e la seconda dovrebbe uscire dal duo Scozia-Galles, essen­ do ormai l’Irlanda tagliata fuori. Le maggiori prefe­ renze vanno accordate naturalmente agli scozzesi, i quali non è improbabile facciano in Svizzera miglio­ re figura degli sfiduciati albionici. Il declino dell’In­ ghilterra avrà anzi in terra elvetica il suo vaglio decisivo, e ciò in quanto tuttora si è portati a con­ siderare i britannici come avversari pericolosi. Nel quarto gruppo c’è già la finalista: la Francia, ed è una finalista che non ha dovuto superare osta­ coli ardui per raggiungere il traguardo. 11 Lussem­ burgo e l’Eire infatti sono delle entità modestissime, per poter competere con la rinnovata e rimbaldanzi­ ta nazionale tricolore, che sarà avversaria durissima per i nostri azzurri in aprile a Parigi (fuori torneo per la precisione). L’Austria superando la prima volta per 9 a 1 il Portogallo e pareggiando la seconda a Lisbona, si è assicurato il diritto di qualificazione con largo mar­ gine. Gli austriaci non sono più quelli irresistibili di una volta, anche se rappresenteranno pur sempre una scuola che è tuttora temibile. Al riguardo si deve dire che i viennesi si sono in parte aggiornati ai ca­ noni del gioco moderno, praticando un « metodo » che è parente prossimo del più ortodosso dei sistemi. Non vi dovrebbero essere dubbi sulla qualificazio­ ne della Spagna che dopo aver sconfitto la Turchia a Madrid per 4 a 1, se la vedrà in marzo con la stessa Turchia a Istanbul. Gli iberici hanno fatto in questi ultimi tempi dei passi da gigante in fatto di gioco collettivo e di classe individuale. La naturalizzazione dei molti importati (Kubala sopra tutti) permetterà agli spagnoli di presentare in Svizzera una rappre­ sentativa in grado di competere con le migliori. Nel VII gruppo troviamo poi la grande favorita della Coppa Rimet: l’Ungheria. La strepitosa vittoria colta dai magiari a Londra, rapportata con quella me­ no clamorosa ma ugualmente eclatante conquistata dagli ungheresi a Roma, ha fatto salire incredibil­ mente le quotazioni dei rossi, ai quali spetta la cita­ zione di diritto in sede di pronostico. L’Ungheria con il suo formidabile complesso di atleti, è squadra che sa dare spettacolo e che mira sodo al gol, sospinta da quel fuori classe che risponde al nome di Puskas. Sarà interessante in proposito osservare lo scontro tra la scuola sud americana e quella ungherese, scontro che a nostro parere non potrà non favorire i più pratici e più classici magiari. Superando di slancio Romania e Bulgaria, la Ce­ coslovacchia si è qualificata per la Coppa Rimet. I limiti modesti dei cechi furono da noi osservati a Marassi di fronte ai nostri azzurri. Consideriamo per­ tanto la Cecoslovacchia, squadra eliminabile alle pri­ me battute del torneo. Non così sarà per l’Italia che si è qualificata nel nono gruppo, appioppando ai co­ raggiosi egiziani una duplice batosta. Ma degli az­ zurri parleremo dopo.

16

Lotta ai ferri corti nel decimo gruppo tra Jugo­ slavia e Grecia, con terzo incomodo la rappresenta­ tiva d’Israele, per la verità un terzo incomodo senza pretese. Saranno gli incontri Israele-Grecia (7 marzo a Tel Aviv); Israele-Jugoslavia (21 marzo a Tel Aviv) ed infine Grecia-Jugoslavia (28 marzo ad Ate­ ne), a decidere sul nome della prescelta. La Jugosla­ via è in testa alla classifica con 4 punti e le bastereb­ be vincere o pareggiare il confronto diretto con i greci per qualificarsi. Ma non sarà semplice, anche perché gli jugoslavi sono sembrati in questi ultimi tempi piuttosto giù di tono. Nell’undicesimo gruppo una qualificata a pieno punteggio: il Messico. I messicani hanno infatti vin­ to i quattro incontri eliminatori, rifilando agli Stati Uniti ed all’Haiti la bellezza di 19 reti. Evidente­ mente gli Stati Uniti non riescono proprio a pro­ gredire nel foot ball. Il Messico comunque non sarà contendente pericolosa. Nessuna indicazione ci viene dal dodicesimo grup­ po, e ciò perché sono ancora da disputare tutti gli incontri. In questo gruppo saranno impegnate: Paraguaj, Cile e Brasile. A rigor di logica dovrebbe im­ porsi la miglior classe dei brasiliani, ma essi do­ vranno in specie guardarsi dai paraguaiani che li hanno recentemente battuti in un torneo tra squa­ dre sud americane. Sarebbe un vero peccato se il Brasile non si qualificasse, e ciò perché verrebbe a mancare in anticipo una delle principali attrattive della Coppa del Mondo: il confronto tra la scuola sud americana e quella europea. Assente ingiustifi­ cata l’Argentina, La tredicesima squadra dovrebbe essere il Giap­ pone, non essendo in grado i coreani di contrastare il passo ai giapponesi. Completeranno il quadro l’Uruguaj e la Svizzera. Sull’Uruguaj sono giunte a noi notizie contraddit­ torie: c’è chi dice che i sud americani sono miglio­ rati, c’è chi giura che sono peggiorati. Vedremo sul campo la veridicità di tali notizie, pur se sin da ora si può prevedere nell’Uruguaj la squadra da bat­ tere, anche perché vincendo essa per la terza volta la Coppa, si verificherebbe l’assegnazione definitiva. Frattanto il Comitato organizzatore ha diramato il programma per i mondiali di calcio. Si tratta del calendario per le prime quattro giornate che vedrà 10 svolgimento di 16 partite, quattro per ogni gior­ nata. Tralasciando i dettagli e ciò a causa dell’incom­ pleto quadro delle qualificate, vediamo quali incontri spiccano. Facile il compito degli ungheresi che il 17 giugno se la vedranno con il Giappone (o con ia Corea, ma è da escludersi). Il 19 giugno vi sarà una partita spettacolare tra i campioni del Mondo dell’Uruguaj e gli inglesi. Il 20 giugno a Basilea l’Un­ gheria se la vedrà con i tedeschi e sarà l’occasione propizia per vagliare la vera forza della Germania. Quanto all’Italia il suo programma iniziale è tutt’altro che agevole. Nella giornata inaugurale le si parerà dinnanzi la Svizzera padrona di casa ed av­ versaria ostica. In questa prima partita i nostri az­ zurri dovranno scoprire tutte le loro batterie, perché sarebbe imperdonabile una iniziale battuta d’arresto. Più facile invece il compito che attende gli italiani 11 20 giugno, giorno in cui giocheranno con i belgi, quei belgi ai quali dovremo mostrare che la famosa sconfitta incassata a Bruxelles, non fu altro che il momentaneo smarrimento di una squadra che ormai ha ripreso il suo posto nell’ambito del calcio mon­ diale. Enzo Sasso


SI AVVICINANO I VII GIOCHI OLIMPICI INVERNALI

Melbourne e Cortina binomio dell’ Olimpiade 7 956

I

di Giordano Bruno Fabjan

Del resto l’Olimpiade invernale migliaia su tutto l’arco alpino e Si parla così spesso, nei giornali e nei circoli sportivi, delle Olim­ sulla dorsale appenninica. Pur es­ ha bruciato davvero le tappe di­ piadi di Melbourne; assai meno di sendo l’Italia un paese prevalente­ ventando, nel corso di meno di sei lustri, un fatto di enorme impor­ quelle di Cortina. Eppure l’una e mente marino ed i campi sportivi, l’altra manifestazione altro non so­ più o meno completi, non man­ tanza, la cui risonanza si può porre no che due aspetti della medesima chino, non è difficile constatare che quasi sullo stesso livello di quella Olimpiade 1956: estivo, il primo; in­ Io sci ed il ghiaccio insieme rap­ estiva. La sua estensione abbrac­ vernale, il secondo. E’ vero che, a presentano oggigiorno un comples­ cia oramai i confini del mondo e proposito di Melbourne, l’opinione so di praticanti attivi, siano essi tutti i cinque continenti sono più pubblica è, soprattutto, tenuta in agonistici o no, in grado di regge­ o meno ugualmente interessati ai agitazione dalle incerte vicende di re il confronto con i nuotatori e Giochi invernali, così come lo sono quell’organizzazione ed ora anche con gli atletici. Senza dire che ac­ a quelli maggiori d’estate. Dal dalla oramai sicura esclusione degli qua e campi sono assai più facil­ punto di vista della celebrazione e mente (ed in maniera più econo­ della formalità protocollari non vi sport equestri, questione che finirà per dar luogo ad un’appendice olim­ mica) accessibili dei campi di sci. è più alcuna differenza apprezza­ pica del tutto inconsueta negli an­ In quanto ad allori agonistici, se bile; il significato ideale delle due nali del CIO. Sembra invece che a si fanno bene i conti, si potrebbe manifestazioni si trova sullo stesso Cortina le cose vadano un po’ più giungere alla sorpresa che una gra­ piano ed i campioni olimpionici del­ l’uno e dell’altro settore sono i figli regolarmente, sebbene non manchi­ duatoria di merito in questo senso no problemi le cui soluzioni sono troverebbe gli sport invernali di­ esaltati ed ammirati della stessa tutt’altro che a portata di mano. Da nanzi a diversi altri rami di atti­ grande famiglia sportiva univer­ questa maggior regolarità si po­ vità sportiva, i quali pure usufrui­ sale. trebbe dedurre che, almeno per il scono di una più vasta eco pubbli­ Fu appena nel 1924 a Chamonix momento, non esistano motivi tali citaria. Non vogliamo, per brevità, (Francia), nell’anno della ottava sui quali richiamare l’attenzione addentrarci nell’esame comparativo Olimpiade (Parigi), che i candidi delle folle nell’attuale fase prepa­ dei valori fisico-educativi, morali e Giuochi fecero la loro prima appa­ ratoria dei Giochi invernali 1956. Si spirituali, anche per non urtare le rizione. Allora richiamarono il potrebbe concludere con il vecchio altrui suscettibilità... concorso di un limitato numero di adagio « nessuna nuova, buona Ad ogni modo una cosa è certa paesi, prevalentemente europei, con nuova s>. Ne resterebbe eccettuata e va sottolineata. E’ la prima volta, una rappresentanza complessiva di quella parte di discussioni e di com­ nella storia del nostro sport, che appena 293 atleti. L’assunzione nel menti, la quale può interessare sol­ all’Italia tocca l’onore di organiz­ regno olimpico ebbe indubbiamente tanto una cerchia ristretta di tec­ zare una manifestazione olimpica, una ripercussione favorevole nello nici e di responsabili, le cui pre­ sia pur invernale. Tutti aneliamo a sviluppo degli sport bianchi, i qua­ occupazioni, in generale, non costi­ vedere in Italia Un’Olimpiade esti­ li in quel tempo erano praticati in tuiscono sufficiente attrazione per va e ci auguriamo, con tutta la for­ maniera intensa e diffusa soprat­ il pubblico anche sportivo e tanto za della nostra passione, che il 1960 tutto dai paesi nordici. Il titolo meno per le cronache, a meno che sia l’annata del voto compiuto. Ma olimpico fu un grande stimolo, tan­ non si tratti di una... mossa falsa per ora i Giochi invernali 1956 son to che quattro anni dopo a St. Mo­ da rimbeccare più o meno vivace­ già una palpitante realtà, mentre ritz il numero dei paesi parteci­ mente. quelli estivi del 1960 sono ancora panti salì subito a 25 e quello degli Ma c’è forse un’altra ragione per un’ardente speranza. 11 messaggio atleti aumentò quasi del doppio. cui Cortina finora suscita poco in­ dell’olimpiade invernale non va Negli anni successivi la passione teressamento. Perché si tratta di pertanto trascurato, perché anche per lo sci e per le attività sul sport invernali, settore sportivo esso, è altamente capace di darci ghiaccio dilagarono abbondante­ che non gode ancora di una spic­ soddisfazioni materiali e morali e mente fuori dal continente euro­ cata popolarità, come il calcio, il costituisce una meravigliosa occa­ peo, raggiungendo le sponde di là ciclismo o il pugilato, anche se gli sione per aumentare il prestigio dagli oceani. Mentre in Europa ac­ sciatori si contano oggi a diecine di della nostra maturità sportiva. canto ai paesi scandinavi (ed a

17

?

ì


Lu zona delle discese dei VII Giochi Olimpici invernali, nel gruppo delle Tofane. Da sinistra: la pista olimpica di discesa libera maschile, quella femminile e il Col Druscié con il tracciato di slalom speciale. Ancora più a destra e in basso si trova la pista di bob (noci è segnata).

quelli che, come la Svizzera e l’Au­ stria, per favore dell’ambiente pro­ ducevano di già un vasto movimen­ to sportivo invernale) si venivano allineando anche altre nazioni fa­ vorite dalla neve, come l’Italia la Francia e la Germania, nel conti­ nente americano gli sport invernali prendevano decisamente piede. Av­ venne così che la terza edizione dei Giochi si trasferì proprio negli Sta­ ti Uniti, a Lake Piacici, dove si con­ fermò la consistenza della manife­ stazione, anche se l’intervento fu alquanto ridotto, principalmente a causa della distanza e della conse­ guente durata e costo del viaggio. Nel frattempo 1' organizzazione internazionale degli sport inver­

18

nali raggiungeva la sua piena effi­ cienza in tutti i settori. Per quanto riguarda il pattinaggio artistico e di velocità su ghiaccio, va ricordato che il massimo ente disciplinatore, l’« International Skating Union », era stato fondato fin dal 1892 in Olanda e, quindi, risulta uno dei più anziani organismi internazio­ nali del mondo. Ad esso aderiscono ben 24 stati, di cui 18 europei compreso l’URSS, più gli Stati Uni­ ti e il Canadà, l’Australia, il SudAfrica e, infine, il Giappone e la Corea. La « Fédération Internatio­ nale de Ski » fu fondata nel 1924, proprio in occasione dei primi Gio­ chi invernali e rapidamente estese la sua rete di adesioni in tutti i

continenti; oggi conta nei suoi ran­ ghi 32 nazioni. L’anno prima era stata fondata a Parigi la « Fédération Internationale de Babsleigh et de Tobogganing» per la disciplina e lo sviluppo del bob, skeleton e slittino della quale ora fanno parte 15 paesi. Da parecchi anni operava anche la « Langue Internationale de hockey sur giace » che attual­ mente conta una trentina di paesi affiliati. Per mezzo di questi enti vennero rafforzati i rapporti fra le singole nazioni praticanti gli sport inver­ nali e si promossero i campionati europei e mondiali delle diverse specialità, competizioni che rag­ giunsero un contenuto quantitati­ vo e qualitativo veramente ragguar­ devole, sia dal punto di vista tec­ nico che spettacolare. 1 Giochi olimpici invernali ebbe­ ro l’eco più clamorosa con l’edizio­ ne del 1936 celebrate a GarmischPartenchirchen, con un’organizza­ zione memorabile per dovizia di mezzi e apparato di preparazione. Ne risultò la più grande rassegna agonistica invernale di tutta la sto­ ria precedente la seconda guerra mondiale. Si disputarono 19 gare con 820 partecipanti in rappreseli tanza di 28 paesi. Per la prima volta il programma olimpico pre­ sentava anche le specialità alpine dello sci, che da poco erano entrate nel repertorio della F.I.S. Fino al 1934 infatti, le manifestazioni uffi­ ciali sciatorie comprendevano esclusivamente le gare nordiche (fondo e salto) che per molti anni costituirono il nerbo fondamentale di questo sport nel quale domina­ vano esclusivamente i tre paesi nordici. L’introduzione delle gare di discesa, nelle specialità della li­ bera e dello slalom, con inclusa la formula della combinata, permise­ ro alle nazioni centro-europee di rompere il monopolio scandinavo nel mondo dello sci e segnarono una volta decisiva nella evoluzione dello sport sciatorio. E’ per effetto della discesa, forma più suggestiva e meno sacrificante del fondo, che lo sci ebbe una straordinaria e ra­ pida valorizzazione in molti paesi nei quali la neve e il freddo non costituiscono elementi predominan­ ti della vita nazionale, come lo so­ no per la Norvegia, la Svezia e la Finlandia, dove gli sport invernali fanno parte del costume e delle tra­ dizioni più antiche di quei popoli. Con Garmisch, i Giochi inverna­ li ottennero il loro lancio definiti­ vo. Da quel momento cessavano di


PARTECIPAZIONE AI GIOCHI OLIMPICI INVERNALI ATLETI

0)

LOCALITÀ

Anno

§ t

<ó

2 ì>

n

ì 3

o

E

*

Uomini

Donne

Totale

g O

1

Paesi

1924

CHAMONIX

7

16

280

13

293

1G

1928

ST. MORITZ

7

15

464

27

491

25

1932

LAKE PLACID

7

19

277

30

307

1936

GARMISCH/PA

7

19

744

76

820

17 320

28

1948

ST. MORITZ

8

24

788

90

878

338

28

1952

OSLO

6

23

837

123

960

459

30

1956

CORTINA

6

23

?

?

?

?

?

esser un semplice complemento, o un episodio marginale della Olim­ piade vera e propria e diventavano una parte integrante di essa; assu­ mevano cioè un ruolo comprima­ rio nella quadriennale rappresenta­ zione olimpica. E difatti nel 1948, a ben dodici anni di distanza da Garmisch, i Giochi invernali, come quelli esti­ vi, confermarono la loro solidità che neppure i triboli della lunga guerra avevano potuto intaccare. A St. Moritz, la manifestazione rac­ colse ancora l’adesione di ben 28 paesi, come nel 1936, ma con un numero superiore di atleti e di gare. Ma come Helsinki, nei Giochi estivi così Oslo in quelli invernali superò tutti i precedenti nel 1952. L’entità della partecipazione e la complessità delle diverse competi' zioni, impose la soluzione di pro­ blemi che, fatte le debite propor­ zioni, non furono diversi da quelli affrontati dei finlandesi. Secondo i dati ufficiali forniti dagli organizzatori ai Giochi di Oslo parteciparono 960 atleti, fra cui 123 donne, 459 accompagnatori ed oltre 700 giornalisti, radiocronisti e fotografi. Le bandiere di trenta paesi sventolarono per undici gior­ ni sul grigio cielo norvegese; furo­ no disputate 23 gare di sei sport differenti. A Helsinki i Giochi esti­ vi svolsero un programma di di­ ciotto sport con 149 gare che eb­ bero 5.867 partecipanti di cui 753 donne. Se si fa una media per i due settori a Helsinki si ebbero 326 concorrenti per sport, ad Oslo 160. Paragonando le due cifre e tenen­ do presente' quante ardue difficol­ tà e quale diverso ordine di pro­ blemi presentano le gare degli sports invernali, non vi è chi non veda come l’olimpiade bianca sia

divenuta un’impresa tutt’altro che secondaria. Va inoltre tenuto pre­ sente che in Norvegia, i Giochi eb­ bero l’inconsueta fortuna di poter appoggiarsi ad una città. Ma que­ sta è un’eccezione, mentre la rego­ la è che i Giochi si disputino in piccole città di montagna, come so­ no Chamonix, St. Moritz e Cortina. Non è, né semplice, né facile pre­ parare una impresa così ponderosa in una piccola città delle Alpi, ba­ sta pensare al complesso di attrez­ zatura occorrente affinché 500 o 600 giornalisti possano indirizzare i loro « servizi » in tutto il mondo. Occorre ancora ricordare che, tran­ ne per il torneo di hockey, non esi­ stono, nella maggior parte degli sports invernali, eliminatorie e bat­ terie. Per cui si corre la gara di fondo con oltre cento concorrenti e quella di discesa magari con cen­ tocinquanta, in un’unica prova. Si è ormai giunti al punto che anche in tema di sport invernali viene affiorando la spinosa questio­ ne delle riduzioni, così come da anni si sta pensando in alto loco per cercare di contenere in termi­ ni meno impetuosi la partecipazio­ ne dei concorrenti e la pletora de­ gli accompagnatori. Intanto un pri­ mo diradamento si potrebbe conse­ guire livellando la partecipazione invernale con quella estiva. Fino à questo momento il regolamento olimpico ammette al massimo tre concorrenti di ogni paese per cia­ scuna gara individuale della ses­ sione calda, mentre ne ammette quattro per le gare della sessione fredda. Non è escluso che nella prossima sessione di Atene il C.I.O. decida l’equiparazione per la quale esiste già agli atti analoga proposta. Ma più che ai concorrenti, biso­ gnerà badare agli accompagnatori ed ai rappresentanti della stampa.

Sarà opportuno studiare acconce formule per alleggerire questi due categorie, le quali, se pur necessa­ rie ed in buona parte indispensa­ bili, debbono comunque adeguarsi alla realtà delle situazioni contin­ genti ed alle capacità ricettive dei centri di montagna, per quanto at­ trezzati questi possano essere, turi­ sticamente parlando. Qualora il rit­ mo di crescenza dei Giochi bianchi dovesse continuare, le stazioni in­ vernali propriamente dette, per quanto famose, dovranno rinunzia­ re all’ambizione di ospitare una ma­ nifestazione olimpica in futuro. Ta­ le possibilità potrà esser riservata soltanto a qualche città, come Oslo, o Innsbruck, dove d’inverno esisto­ no le normali condizioni climati­ che dei centri di montagna. Tutta­ via anche in questi casi, le dislo­ cazioni dei campi di gara saranno piuttosto complicate e disagevoli come lo furono ad Oslo pei- quasi tutte le gare di sci che costituisco­ no la maggior parte del program­ ma olimpico. Ad ogni modo per Cortina i pia­ ni organizzativi sono già in corso di esecuzione con una visione con­ forme alla massima portata del­ l’avvenimento. Se, come non si du­ bita, tutte le forze interessate con­ correranno a togliere di mezzo ogni ostacolo, anche il minore, per una perfetta celebrazione dei VII Giochi olimpici invernali, l’Italia avrà posto un’altra fondamentale pietra miliare sul cammino dello sport nazionale.

G. B. Fabjau

Labe dello sport La società sportiva eli Natale Bertocco — indispensabile a tutti i di­ rigenti di qualsiasi disci­ plina sportiva, — indispensabile a tutti gli educatori, organizzatori e società. Richiederlo all’« A.V.E. » - Via della Conciliazione, 1 ■ R o ni a. Costa L. 3000 - Sconti speciali a federazioni enti e società spor­ tive.

19


minali

1 MISIRINt II HTT1IUMI0 II KIWI di Xicolò Ile Saudrc

C'è uno sport popolare in Svizzera, forse uno dei più popolari, i cui cam­ pione vengono festeggiati ed applau­ diti, come da noi vengono festeggiati ed applauditi Coppi e Banali. Sono i praticanti del pattinaggio di velocità sul ghiaccio. La Svizzera possiede tei fat­ ti ottimo terreno di gara per m-anifestasiceli ilei genere, sia per la durata della stagione fredda, sia perchè il pat­ tinaggio di velocità, richiede una larga e ben levigata superficie, che difficil­ mente si potrebbe creare artificialmen­ te, e che invece in quella pacifica Nazio­ ne si forma naturalmente sopra le lar­ ghissime distese di ghiaccio sicuro, di quei bei laghi alpini. Una pista regolamentare per una ga­ ra di velocità sii ghiaccio deve avere uno sviluppo di almeno 400 metri, di­ visa in due corsie dalla larghezza cia­ scuna di cinque metri. Da noi, i nostri stadi del ghiaccio non detengono tali possibilità che un po' più un po' ine­ no hanno tutti unti forma quasi quo­ dratica, e per tante sono insufficienti per gare regolari o per cam piovati nazionali di ve'ocità. E’ certamente mi­ che questo mi fattore negativo, che non permette a questo genere di sport di svilupparsi nelle nostre stazioni in verunii. Solo Madonna di Campiglio, ha il vantaggio di annoverare tra le sue molteplici attrezzai tire sportive, l'unica

pista regolamentare italicxia di patti­ naggio di velocità, ed è per questo che buona parte dei dieci azzurri di questa specialità, appartengono alla Stazione invernale Campigliese. —La Sportivi Ghiaccio di Cortina, che nel campo delThochej c dell'artistico conta buoni atleti che militano in cam­ po internazionale con le formar, Ioni azzurre non ha fino ad oggi potuto of­ frire una effettiva possibilità di allena­ mento ai suoi appassionati atleti per la velocità. Non ostante ciò ai campiona­ ti Italiani assoluti, la sede della I II CIlimpiade d'inverno, allineerà due ottimi elementi azzurri e diversi altri di II e di III categoria. E per le olimpiadi:' / tecnici hanno ormai pensato di abbandonare — unito caso questo in tutte le svariate speciali­ tà di giochi che comportano le olimpia­ di — la sede di Cortina, per ricorrere a quanto Madre Natura ha elargito con co­ modità nella vicina Misurino. L'idea di ricorrere alla internazionale stazione di soggiorno cadorina. è stata infatti suffragata da fattori tecnici, logi­ stici, di comunicazioni e di sviluppo, tan­ to che una apposita commissione sporti­ va del ghiaccio, unitamente a quella del­ le olimpiadi, ha già esaminato il proble­ ma « in loco », ancora nella decorsa estate. Misurino possiede per l'inverno 600 letti in camere con riscaldamento a

Il lago di Misurino, a 13 km. da Cortina, località prescelta per la pista di velocità di pattinaggio su ghiaccio dei VII Giochi olimpici invernali» Sullo sfondo i celebri Monti Codini.

L

20 'I

termosifone, 100 letti in camere con ri­ scaldamento a legna; due strade di colle­ gamento con Cortina, attraverso Carbo­ nili e Ct'mabanche (bisogna notare che nell'eccezionale inverno 1950-51, put con le enormi nevicate il tratto Carbo nin-Misttrina, è stato sempre mantenu­ to aperto al traffico), ed attraverso il passo di Tre Croci (m. 1.801) la cui strada per l’allargiamento in corso e Iter l'asfaltatura che sarà ultimata en­ tro il 1955, sarà indubbiamente la più comoda, il terzo collegamento Misurina lo conserva con il « Suo » Connine di Auronzo. Nel vomito delle attrezzature sporti­ ve, Misurino possiede una sciovia e ben cinque piste da sci, di una lunghezza variabile dai 5.000 ai 2.500 metri. Ma quello che più interessa ai tecnici Cortinesi, che si accingono alla organizza­ zione pratica delle olimpiadi, è la lar­ ga e ben levigata distesa di ghiaccio, che si forma sul lago di Misurino per uno spessore di un metro e venti, con una superficie totale di ben 1 15.000 me­ tri quadrati. La larghezza massima è dì ben 280 metri e la lunghezza di circa 820 metri. A Misurino il freddo si fa sentire assai presto, e già in questa epoca il ghiaccio del lago incomincia a diventare così spesso da non offrire timore alcuno a coloro che vi si cimen­ tano sopra. L'area per la delimitazione della pista, che dovrà servire al patti­ naggio di velocità wi occasione delle olimpiadi, dovrebbe essere riservata — a detta dei tecnici — nella parte terminale del lago, verso le Tre Cime di Lavaredo, ove appunto la profondità è minima e dove per l'acqua calma e stagnante il ghiaccio diventa come una pietra. Né gli organizzatori, hanno trascurato la costruzione delle attrezzature ac cessorie. quali tribune, spogliatoi, ap­ parecchiatane per la levitazione d\el ghiaccio ecc. La Tclve. che è- arrivata ila qualche settimana a Corticia, con il cavo interi -rbano Venezia-Cortina, ha già predisposto per allacciare tinche Misurino, come già ha fatto con cavi che colleglleranno la centrale di Cortina con il trampolino olimpionico di Zitei, e con gli altri vari campi di- gara. Le olimpiadi d'inverno, con questo atto di assegnazione a Misurino dei cam­ pionati di velocità, e se non interverran­ no altre (ause, anche per le olimpiadi, entrano così ufficialmente e • de facto » nella giurisdizione diretta del territorio del nostro Cadore, che per le olimpiadi, costituirà — con le sue note stazioni di soggiorno estive ed invernali — un si­ curo apporto tecnico oltre che logistico, all'enorme impegno della « Regina del­ le Dolomiti ».

■■r


ci® orizzonte pur i nostri Misti <11 datale Ilertocco

Pei- soddisfare le esigenze turistiche c sportive di due centri invernali di primaria importanza, la FISI ha suddiviso quest’anno i campionati dello

sci in due parti: a Tarviso le specialità nordiche: fondo, gran fondo, staffette, salto e combinata, e all’Abetone quelle alpine, la discesa libera c due prove di slalom, lo speciale ed il « gigante » inse­ rito da qualche anno in qua al solo scopo di ac­ crescere il programma olimpico e dei « mondiali ». Il che non ha una funzione tecnica specifica in quanto la discesa e lo slalom speciale, più breve e spettacolare — che comporta due discese consecuti­ ve su pista interamente scoperta e visibile — sono di-

per sé sufficienti a dimostrare la valentìa e la spre­ giudicatezza ad un tempo di un discesista 'della neve. Dovessi esprimere tuttavia un parere al ri­ guardo direi che lo slalom gigante è preferibile in linea tecnica c di sicurezza alla discesa libera, pe­ ricolosa e spesso luttuosa per i molti incidenti che infiorano le prove internazionali e nazionali, pro­ prio perché non si pongono dei limiti alle velocità e si lasciano andare degli atleti giovanissimi per labirinti paurosi, tracciati nei boschi in vertiginosa pendenza. Dove logicamente si raggiungono velo­ cità pazzesche che superano c di non poco i cento chilometri orari. Cento all’ora su due esili tavole di legno pur stagionate c sagomate alla perfezione e laminate ancora per consentire i frenaggi ed i bloccaggi fulminei, ma pur sempre manovrate da

due gambe umane che spesso per stanchezza o esau­ rimento sono incapaci di obbedire o assecondare gli ordini ed i riflessi della mente dei giovani.

Si sperava, con l’apparizione sulla scena dello sci della specialità di slalom gigante — un tracciato ve­ loce e lungo di discesa punteggiato di passaggi

Arrigo Delladio è stato hi grande rivelazione. della stagione 1954. Il brillante fondista della Scuola alpina delle Guardie di P. S. di iMoena. è nato nelle file del C.S.l. a Tesero. In pochi anni ha bruciato le tappe e quest'anno si è aggiudicato due titoli nazionali ; nel gran fondo e nella staffetta, fallendo per un’inezia il campionato di "fondo” che è stato vinto dalTatìziano Perruchon. Nella foto Arrigo Delladio alla partenza della prova di fondo sotto la neve.

obbligati — che le prove di discesa libera, venissero abolite. Invece nulla è mutato anche nei programmi nazionali che debbono giocoforza adattarsi a quelli internazionali e olimpici; e mentre in campo motoristico la velocità pura tende ad essere ridotta dalle nuove formule, nello sci, attività altrettanto pericolosa e spregiudicata, tutto è rimasto allo « sta­ ti! quo ante », vale a dire ai sistemi di 15-20 anni fa, ai percorsi tipo Gannisci! o tipo Colomion che sono costati la vita a illustri nostri campioni.

* * * Senza volerlo sono andato un tantino fuori del campionato, pur mantenendomi nel tema. Ma tant’è. Qualunque cultore dello sport della neve, qua­ lunque organizzatore ma in particolar modo chiun­ que s’occupi oltreché della messa in scena delle manifestazioni anche dei loro attori, voglio dire degli atleti e in particolar modo dei più giovani di questi, di solito non in grado di misurare il rischio

21


L

che affrontano, non può non dolersi nel vedere in­ sistere su talune gare che non giovano né alla tec­ nica né alla propaganda dello sci.

Per questo forse, proprio perché molti nostri elementi di primo piano sono stati eliminati da incidenti più o meno sentiti (Ilio Colli, Eugenio Monti) e altri che non hanno più lo spirito intatto per osare l’inosabile, mi pare delle due rassegne quella conclusiva a Tarvisio e l’altra che va ad ini­ ziarsi alI’Abetone, la prima meriti una maggiore considerazione. C’è oltre tutto, tra i fondisti, una più spiccata completezza atletica c preparazione fisica. I recenti risultati internazionali hanno di■ mostrato una vitalità insperata sino a non mollo

tempo addietro da parte italiana nelle specialità nordiche. Pur dovendo rinunciare e anche questo per un malaugurato incidente dovuto alla errata ingiustificata inclusione in un percorso di « fondo » di una ripidissima discesa, ad Ottavio Compagnoni, il nostro fondismo ha trovato degli eccellenti uo­ mini in Delladio, Ciocchetti, Mismetti, Prucker, Vincenzo Peruchon oltreché ben s’intende in Federico De Florian, doppio campione italiano dello scorso anno. I campionati italiani edizione 1954 hanno confermato l’eccellente stato di grazia di quasi tutti questi nostri fondisti ai quali si pos­ sono aggiungere Bieler, Vuerich, Carrara, Giacomo Mosele e Zanolli. Su tutti ha prevalso, e di gran

ha affrontato i campionati nazionali con nn morale

altissimo per la superba vittoria di Badgadcn ma giusto nel finale della gara ha dovuto cedere per un improvviso malore al fegato. E’ terminato così al secondo posto dietro al risorto c ormai anziano Peruchon (il debutto vittorioso in campo nazionale del valdostano di Cogne risale nienlemenle che al .1941 e fu nel primo campionato italiano di mezzo fondo del dopolavoro disputato a Campo Impera­ tore), ma si è subito rifatto nella staffetta domi­ nando il campo insieme ai compagni Ciocchctti e Chatrian. Ha vinto cioè il terzetto della scuola alpi­ na di Mocna sulle formazioni delle Truppe Alpine delle fiamme gialle di Prcdazzo dello sci-club Chauriol, e ancora della stessa Cogne forte di Peru­

chon e Bieler. Il capolavoro di Delladio è stato tuttavia com­ piuto nella « gran-fondo », dove Ottavio Compa­ gnoni ha dato tuttavia per buoni 20 km. dimostra­ zione di una eccezionale potenza c quindi d’essere pur sempre il numero uno della specialità, ritiran­ dosi per evidenti ragioni prudenziali e per non sot­ toporre il fisico intaccato dalla recente disavven­ tura ad uno sforzo irrazionale. Compagnoni era in vantaggio di oltre un minuto, dopo metà percorso. Basta questo per dire quale potrà essere il ruolo del caposquadra della scuola di Mocna nella se­ conda parte della stagione.

lunga, Arrigo Delladio. Poco più di un mese ad­ dietro il simpatico « N. 2 » della Scuola alpina del­ le Guardie di P. S. di Moena è venuto a Roma per una premiazione. Era allora in allenamento colle­ giale ina non appariva ancora soddisfatto del suo grado di forma.

Per avere possibilità di valutare il duello ser­ rato, pure a distanza — che nelle gare di sci, fatta eccezione della staffetta, si corre a cronometro c quindi pressoché individualmente — occorre sapere quanti chil.tri vi sono tra Tesaro e Ziano di Fiemme. Ce ne sono quattro o cinque in tutto e ne] mezzo vi è una piccola frazione chiamata Panchià.

* * *

De Florian è di Ziano, Delladio di Tesaro. Sono av­ versari da anni, da quando, ragazzi, hanno calzato i primi pezzi di botte a ino’ di sci. E’ facile pensare al resto. Ed è facile immaginare la gioia di Delladio

La prima gara della stagione svoltasi, come è ormai tradizione, sulle nevi di Passo Rolle, giusto

ai piedi del Cimon della Pala, ha confermato per Delladio quanto già pensavano i tecnici. Ragazzo rude, abituato a tagliar legna e a galoppare per i boschi, prima di entrare a far parte di quel me­

raviglioso complesso di allievi della montagna e della polizia che è per l’appunto la scuola di Moena, Delladio che è stato azzurro ad Oslo, aveva ancora bisogno di macinar chilometri prima d’es­ sere a posto. Alla Zatopeck il fiemmese si è sotto­ posto ad un severo lavoro quotidiano ed in Au­ stria nella prima uscita internazionale ha sbalor­ dito. Una rondine non fa primavera, osservò qual­

cuno e fece delle riserve sulle possibilità imme­ diate ed avvenire del buon Arrigo. Questi invece

22

e l’autentico dolore, pur nella sua dignità e caval­ leria sportiva di Federico De Florian, spodestato nel giro di tre giorni di ben due titoli nazionali. In campo femminile la situazione è altrettanto soddisfacente. Superlativa la Taffra, eccellenti la Pompanin e la Mus, ma tant’altre ragazze spuntano già nelle valli e fanno del « passo triplo » come gli

uomini. Tra qualche anno, solo che si insista, an­

che i quadri dello sci femminile saranno più com­ pleti. Perché chi ha gambe fiato e cuore fa presto a passare dal « fondo » alle acrobazie delle discese

obbligate. [Vaiale Bertocco


TECNICA DELLO SPORT SCIISTICO

Si organizzano

COSÌ

le tre specialità alpine

1. - In tutte le gare, le difficoltà de­ vono essere dosate in rapporto al valo­ re ed alla classe dei concorrenti. Fat­ tore da osservare particolarmente per le gare femminili. Nelle gare di discesa questo « dosaggio » viene esercitato in­ serendo, intelligentemente, sul percorso qualche porta di controllo in più.

2. • Le piste dovrebbero sempre esse­ re preparate in maniera tale che, possi­ bilmente, tutti i concorrenti possano ga­ reggiare nelle stesse condizioni, o, se non tutti, almeno quelli assegnati allo stesso gruppo. Si presuppone, quindi, che in tutte le gare il sorteggio dei con­ correnti venga fatto, previa formazione dei gruppi di merito, da parte della Giuria. 3. - Il rappresentante della FISI, il Comitato organizzatore e la Giuria de­ vono in ogni loro disposizione organiz­ zativa preoccuparsi seriamente dell’in­ columità dei concorrenti. I rischi che comporta una gara a forte andatura so­ no già di per sè grandi, senza che ven­ gano aumentati, a seguito di una orga­ nizzazione difettosa o superficiale.

4. - Gli Ufficiali di gara devono esse­ re d’esempio agli atleti, nell'espletamento dei compiti a loro affidati. Essi dovrebbero essere al loro posto non me­ no di mezz’ora prima che s’inizi il la­ voro loro affidato. 5. • In ogni Ufficiale di gara dovreb­ be prevalere il desiderio che vinca il migliore. Tutte le sue decisioni e la sua attività in gara devono essere quindi, im­ prontate alla più schietta imparzialità. 6. • Per ogni gara deve essere nomi­ nata, tempestivamente, la Giuria. I suoi compiti sono chiaramente definiti nel Regolamento. E’ raccomandabile che la Giuria, anche in gare di minor impor­ tanza : a) stabilisca, prima del sorteggio, gruppi di merito fra i concorrenti; b) in occasione di gare di discesa, faccia un sopraluogo alla pista;

c) che dopo la gara (spirato il ter­ mine per la presentazione dei reclami, ma anche se non ve ne sono) si riuni­ sca brevemente per ratificare i risultati.

7. - Durante ogni gara deve essere isti­ tuito un adeguato servizio di pronto soccorso.

8. • Lungo il percorso di gara, essen­ zialmente ove la visuale è limitata, deve essere piazzato personale di sorveglian­ za, perché il pubblico non attraversi la pista durante la manifestazione. 9. Il traguardo deve essere tenuto sgombro da spettatori. Nessun estraneo deve accostarsi al tavolo o alla cabina dei giudici di gara. 10. - 1 cronometristi devono essere si­ stemati in modo che essi possano svol­ gere il loro delicato lavoro senza essere disturbati.

11. Preparazione dei traguardi di arrivo e partenza. Le istruzioni sono contenute in uno speciale opuscolo. 12. • In vicinanza del traguardo d’ar­ rivo e lungo la pista i cani devono es­ sere tenuti al guinzaglio.

13. - I fogli di controllo per i Giu­ dici alle porte vanno riempiti prima del­ la gara ed integralmente dalla Segrete­ ria, in modo che il Giudice non debba che « spuntare » il numero del concor­ rente, premesso che il passaggio sia sta­ to regolare. 14. - Le comunicazioni ai concor­ renti ed Ufficiali, riguardanti la mani­ festazione. vanno fatte mediante affis­ sione su apposita tabella, collocata ge­ neralmente all’esterno dell’ufficio gare. 15. - Il Direttore di pista deve prov­ vedere affinché vi sia in ogni gara al­ meno un < battistrada ». 16. - Qualora venga installalo un al­ toparlante all’arrivo, sarà bene che l’an­ nunciatore si limiti a trasmettere annun­ zi di carattere tecnico, precisi ed inte­ ressanti.

17. - E’ raccomandabile che la distri­ buzione dei numeri di gara avvenga non all’ultimo momento al traguardo di par­ tenza, ma possibilmente la sera prima della gara. 18. - I tre membri della Giuria che rappresentano i Sodalizi invitati, do­ vrebbero suddividersi i compiti, doran­ te la gara, nel seguente modo. Uno di essi sorveglia il funzionamento alla par­ tenza; il secondo assolve lo stesso com­ pito al traguardo d’arrivo, mentre il Giudice arbitro si recherà alla parten­ za, per scendere, circa 20 minuti prima dell’inizio della gara, lungo il percorso, controllando se non vi sono manchevo­ lezze. Potrà scendere direttamente fino al traguardo, oppure, se lo ritiene, fer­ marsi lungo il percorso. Al termine del­ la gara deve trovarsi al traguardo.

19. - Il rappresentante della F.I.SI., nei casi in cui non ha funzioni di Giu­ dice arbitro, esercita la funzione di Consigliere Tecnico. Egli sorveglia il lavoro della Giuria ed in genere tutto il funzionamento tecnico ed organizza­ tivo. Deve assistere a tutte le riunioni della Giuria. Durante la gara egli si piazzerà dove riterrà più conveniente. Deve essere presente sulla pista durante tutta la gara e trovarsi al traguardo al termine della manifestazione, e si fer­ merà fino a tanto che il Giudice arbi­ tro ha potuto raccogliere i fogli di con­ trollo dei giudici di porta. 20. - Se in gara di discesa libera e slalom gigante di minor importanza il cronometraggio non avviene, come è da supporre, con apparecchiatura meccani­ ca, è consigliabile che le partenze ai concorrenti vengano effettuate al minu­ to preciso, naturalmente dando i pre­ scritti preavvisi a norma di regolamen­ to, e non a un tempo conguagliabile en­ tro un secondo e mezzo (mezzo secon­ do prima e un secondo dopo il minu­ to preciso) come avviene ora general­ mente, quando vi è il cronometraggio elettrico. Se il cronometraggio viene esercitato a mano, quest’ultimo sistema porterebbe indubbiamente a complica­

zioni.

23

r

0


zioni, devono essere riportati in modo chiaro e deciso.

per la libera 1. - Non si devono disputare gare di discesa libera su piste dalle quali non siano stati eliminati tutti i pericoli obiettivi, come sassi o coppaie affioran­ ti, o anche solamente coperte da un leg­ gero strato nevoso. Nella stagione pas­ sata sono avvenuti sei incidenti mortali (vittime anche due olimpionici) per cozzi contro ostacoli del genere. Gli oiganizzatori ed Ufficiali di gara verreb­ bero coinvolti in gravi responsabilità in caso di incidenti.

2. - Altrettanto pericolosi sono i pas­ saggi nel bosco, che i concorrenti supe­ rano a forte velocità. I venti metri di larghezza della pista, prescritti, non sono molti. Conviene, quindi, imporre con­ trolli alla velocità dei concorrenti. E’ consigliabile far erigere muretti di ne­ ve ai lati della pista, ove esiste anche un lontano pericolo per i corridori. 3. • Se la gara si effettua con scarsa visibilità o luce diffusa, oltre alle ban­ dierine di segnalazione è utile seminare sulla pista, ma principalmente dove il terreno è ondulato, dei piccoli ramoscel­ li d’abete, della lunghezza di 5-10 cnt.

per lo slalom 1. - E’ consigliabile che i pendii, sui quali è prevista la disputa di gare di slalom, vengano « battuti a piedi » dopo la caduta della prima neve e cosi, in se­ guito, ad ogni nuova nevicata.

2. - Per quanto riguarda la posa del tracciato, il tipo dei pali e bandierine da usare e quant’altro, istruzioni preci­ se sono riportate nell’apposito libretto di cui sopra. 3. - E’ consigliabile, allo scopo di ri­ durre la durata delle gare di slalom, che la competizione si svolga seguendo il sistema dei « due concorrenti sulla pi­ sta allo stesso tempo ». Il secondo con­ corrente non dovrebbe però partire, fino a tanto che il primo, rispettivamente il suo predecessore, non è arrivato alla quartultima porta. 4. - Il Regolamento stabilisce che i Giudici di porta nelle gare di slalom sono responsabili del buon manteni­ mento della pista, nel tratto fra le por­ te affidate al loro controllo. Premesso ciò, è indispensabile che ogni Giudice venga munito di una pala od altro at­ trezzo alto per eseguire tale lavoro. 5. - Ad ogni Giudice non dovrebbe­ ro essere assegnate più di 4 porte. E’ consigliabile che, nei punti ove sono piazzate combinazioni di porte difficili, i giudici siano due; cioè un giudice ti­ tolare ed un assistente. Potranno così controllare meglio eventuali errori sog­ getti a penalizzazione e rimpiazzare più rapidamente i pali rovesciati; inoltre con questo sistema si accresce il numero di giovani ufficiali di gara.

24

a-

6. - E’ molto raccomandabile che tut­ to il percorso di una gara di slalom, o almeno tutta la metà inferiore, venga de­ limitato con corde, in maniera che il pubblico non si avvicini troppo alla pi­ sta e tolga la visuale ai concorrenti. Il Giudice di porta dovrebbe essere piaz­ zato, nettamente staccalo dal pubblico, in modo che non venga nè distratto nè influenzato nelle sue osservazioni e nei suoi giudizi che, in caso di penalizza-

7. - E’ consigliabile che il Giudice di porta, quando infligge una penalizzazio­ ne, eseguisca sul foglio-controllo un FU­ dimentale schizzo, dal quale appaia COme è avvenuto l'incidente, onde possa dare le necessarie spiegazioni in caso di proteste.

8. - Se la gara si svolge su di un percorso unico c il « tracciatore » reputa necessario cambiare il tracciato per la seconda discesa, tale decisione deve sere immediatamente comunicata ai concorrenti.

“BREVIARIO,, PER LO SLALOM Lavori preliminari 1. - Il tracciatore deve tener presente che è possibile su ogni pista tracciare dei percorsi di varie gradazioni rii dif­

ficoltà. Le difficoltà del tracciato devono es­ sere adeguate alla classe dei. concorren­ ti; il tracciatore dovrà, quindi, orien­ tarsi presso il Comitato Organizzatore o presso la Giuria sul valore degli atle­ ti in gara. Come concetto normativo, si ritiene che la difficoltà del tracciato dovrebbe essere adeguata al valore medio dei pri­ mi 15 concorrenti.

2. - La responsabilità del tracciatore è limitata alla palettatura del tracciato, che però deve essere eseguita nel modo più aderente al concetto espresso ed alle norme che seguono. Spetta al tracciatore il farsi indicare tempestivamente dagli Organizzatori : a) il terreno su cui si svolge la gara; b) Vara e il giorno in cui il tracciato deve essere ultimato. Il tempo necessario per segnare un tracciato è sempre mi maggiore di quanto si supponga e di ciò è bene tenere senipre conto.

3. - Il tracciatore dovrà accertarsi pres­ so l’attrezzista, in merito al materiale disponibile per la palettatura del trac­ ciato, e cioè: paletti da slalom; bandie­ rine da applicare ai paletti; sbarra di ferro e mazzuolo, per il caso di terre­ no gelalo e scarsezza di neve; numeri per la segnalazione delle porte; colo­ rante per segnare la posizione dei pa­ letti.

NOTA — E’ consigliabile che i pa­ letti abbiano la grossezza massima (4 cm. di diametro) e siano ben piantati nel terreno, allo Scopo di prevenire: a) la facile rottura di essi; b) il facile spo­ stamento del palo, anche a seguito di un leggero sfioramento da parte del concorrente. E’ raccomandabile l’uso di tronchi di alberelli giovani, che si vedono spesso in uso all’estero. Hanno il vantaggio di non scheggiarsi in caso di rottura,

sono molto consistenti e mantengono anche un po' di elasticità. 4. - Il tracciatore dovrà chiedere agli Organizzatori che per il trasporto dei pali sia messo a sua disposizione un sufficiente numero di operai durante il lavoro di tracciatura. Ad essi il trac­ ciatore darà precise istruzioni perchè il lavoro possa svolgersi senza intoppi. 5. - Il tracciatore prenderà anche ac­ cordi con il Direttore di pista, per quan­ to riguarda la battitura della pista, sia che vi siano da eseguire solo lavori di miglioria, sia che la pista debba essere battuta interamente ed a nuovo.

La palettatura 1. Il concetto fondamentale che deve guidare il tracciatore nell’esecuzione della palettatura è lo sfruttamento in­ telligente del terreno. 2. - Qualunque sia il grado di diffi­ coltà che egli voglia dare al suo per­ corso, questo deve risultare scorrevole e ben concatenato. 3. - Prima di iniziare la palettatura è utile che il tracciatore percorri len­ tamente tutto il pendio di. gara, sia in salita che in discesa, per individuare la linea migliore da seguire con il trac­ ciato e per rendersi conto in quali pun­ ti è più conveniente piazzare determina­ te figure. 4. - Il terreno migliore per un trac' ciato da slalom, premesso che vi siano il dislivello e la ripidezza prescritta, è, come si sa, il terreno ondulato in senso verticale ed orizzontale. Un pendio uni­ forme e liscio non acconsente la traccia­ tura di un percorso interessante, mantre è favorevole il terreno intersecato da gobbe ed avvallamenti, che. permet­ tono di dosare agevolmente le difficoltà e. rendono la corsa brillante. 5. • E’ necessario che il fondo della pista sia bene indurito; le porte più impegnative e le figure di porte vanno piazzale nelle zane con un fondo nevo­ so ben resistente, mentre nei punti me­ no resistenti potranno essere inserite le porte più facili e a grande raggio, per


evitare la /orinazione di rotaie, spesso pericolose.

6. ■ La palettatura può essere iniziata sia dall'alto che dal basso; i più comin­ ciano dal basso. Cominciando dal fondo vi è il vantaggio che le eventuali modi­ fiche al tracciato si possono apportare scendendo ; mentre cominciando dall’al­ to si dovrà poi risalire per apportare quelle modifiche che sempre si recidono necessarie.

7. ■ L’arrivo viene spesso stabilito già in anticipo, altre volte, la scelta è lascia­ ta al tracciatore. In ogni caso, questi deve accertarsi che la zona d’arresto per i. concorrenti sia berte delimitata, con­ venientemente battuta e preparata, af­ finchè non avvengano incidenti.

r

8. - L’ultima porta, prima del traguar­ do, deve essere facile e piazzata in mo­ do che il concorrente venga automati­ camente guidato al centro del traguardo e possa passarlo a buona andatura. Anche la prima porta, dopo la par­ tenza, è bene sia una porta facile.

9. ■ La partenza deve essere piazzata e preparata in modo che il concorren­ te possa sostare rilassato e comodamen­ te sulla linea di partenza, e che al e. via» possa acquistare subito velocità. 10 .— Il tracciato ultimato non deve risultare una successione di porte uni­ formi o poco diverse. Deve essere inve­ ce una composizione intelligente di fi­ gure, piazzate sul terreno più idoneo ed intercalate da porte semplici e doppie in modo che la corsa risulti fluida, con passaggi ben concatenati, che impongo­ no un susseguirsi di curve a raggio di­ verso e, possibilmente, anche in terreno sempre vario. La palettatura deve imporre al caci­ corrente prima un esatto studio del per­ corso, poi una condotta di gara accor­ ta, sebbene il più veloce possibile.

te come detto al punto 1. dal 5 al 25 cento superiore in secondi al numero delle porte piazzate, comprese quelle di partenza ed arrivo. Esempio: 50 porte — 55 secondi. cale un secondo per ogni porta più il 10 per cento; 40 porte — 50 secondi, cioè un secondo per ogni porta più il 25 per cento.

c) che faccia piazzare, fuori pista e nei punti più convenienti, il numero ne­ cessario di paletti, di vario colore, di ricambio. Questi devono essere piazzati in modo che non costituiscano un pe­ ricolo in caso di cadute e che non con­ fondano i concorrenti durante la di­ scesa ;

Evidentemente il rapporto della du­ rata varia a seconda della natura del terreno e le difficoltà del percorso.

d) che coìlabori con il capo dei con­ trolli per il piazzamento conveniente dei controllori delle porte.

14. - La distanza fra un paletto e l’al­ tro di due porte distinte non può essere inferiore a 75 cm. La distanza minima fra i due paletti di una porta deve es­ sere non meno di tre metri. E’ racco­ mandabile che porte piazzate in linea verticale od obliqua siano tenute un po' più larghe.

18. - Durante la prima prova, il trac­ ciatore deve seguire attentamente lo svolgimento della gara, con particolare riguardo alla tenuta del fondo nevoso ed ai passaggi più impegnativi del per­ corso che causano il maggior numero di penalizzazioni o cadute. Deve preve­ dere in tempo, e decidere, se, nel caso di un solo tracciato, sono necessari spo­ stamenti di porte per la seconda percoerenza, spostamenti che — è bene ricordarlo — vanno segnati con colore diverso.

15. - La distanza massima fra due por­ te semplici, oppure fra una porta ed una successiva figura o viceversa, non dovrebbe superare i 15 metri; altrettan­ to vale per il dislivello, che non do­ vrebbe essere superiore ai 1-5 metri.

16. - Ogni tracciatore può dare un ca­ rattere speciale al suo percorso; è d'uo­ po però che non si scosti da queste norme già acquisite ed esperimenlate.

17. - E’ consigliabile : a) che il tracciatore eseguisca sem­ pre uno schizzo del suo tracciato; b) che controlli la numerazione del­ le porte (dall’alto al basso) e la segna­ tura del piazzamento dei paletti;

19. - A richiesta del Direttore di Ga­ ra o del capo dei controllori, il trac­ ciatore dovrà collaborare con essi e con­ sigliare circa il numero necessario di giudici di porta, ovvero per stabilire lo studio del percorso da parte dei con­ correditi. 20. - Nel corso di una riunione della Giuria, il tracciatore esporrà il suo con­ cetto di tracciatura del percorso ( figure che intende inserire, ecc.).

c) di scegliere una linea del percor­ so che richieda troppo lavoro di spinta con i bastoni; <1) oppure una linea con percorsi in diagonale troppo lunghi, che rendono la corsa lenta e difforme;

13. - Il tempo impiegato per percor­ rere un tracciato di slalom ben segna­ to, dovrebbe essere, per un concorren-

!

k

12. - Il tracciatore deve evitare:

e) di inserire nel percorso passaggi troppo lunghi in linea di massima pen­ denza (oppure troppe porte o varie fi­ gure) in modo da rendere la corsa trop­ po veloce.

: ■

11. - Si devono evitare le porte che impongono al concorrente frenate bru­ sche che interrompono il ritmo scorre­ vole della corsa. Conviene alternare i passaggi difficili con altri più facili, affinchè il concor­ rente possa con naturelazza riprendere il controllo della velocità e della posi­ zione.

a) di piazzare delle porte in zone piane, tali da ridurre troppo la velocità della corsa;

!

Gli atleti sciatori della attivissima Scuola del Corpo delle Guardie di P. S. sele­ zionati per i campionati mondiali di sci che avranno luogo a Falun (Svezia) dall'll al 17 febbraio 1954. Da sinistra: Compagnoni Ottavio. Chatrian Innocenzo, Chiocchetti Valentino, Delladìo Arrigo (nel centro il V. Brig. Avico Federico ■ allena­ tore della Scuola).

25


SULLE NEVI DELL’APRICA 18 - lil Febbraio 1954

La sinfonia sciistica giovanile del C.S.I. si rinnova e prosegue lungo l’arco fantasioso delle Alpi. Da Cortina ad Asiago, da Asia­ go a Bardonecchia, da Bardoneccliia a Ponte di Legno, e da Ponte di Legno ad Aprica, la rassegna annuale del Centro Sportivo Ita­ liano si ripete sempre più comple­ ta. Di anno in anno si è infatti miglioralo e nella esecuzione tec­ nica. e nella messa in scena e in­ fine nella partecipazione qualita­ tiva dei giovani che hanno com­ preso il valore delle competizioni nazionali che costituiscono altret­ tante « leve » per lo Sci. Il grande raduno comprende an­ che quest’anno tre distinte mani­ festazioni: i Campionati del C.S.I. le finali nazionali dei « Campani­ li Alpini » e infine il Criterium Studentesco della Neve 1954, affi­ dato ancora una volta dal Mini­ stero della Pubblica Istruzione al maggiore Ente polisportivo italia­ no che del resto più di ogni altro si è occupato dell’attività studen­ tesca dall’immediato dopoguerra ad oggi. All’Aprica del resto gli studenti tornano per la seconda volta chè la prima manifestazione ad essi riservata, su iniziativa del Comita­ to Provinciale di Milano si ebbe diversi anni addietro, nel 1948, proprio sulle stesse nevi e sui co­ stoni che fronteggiano il grazioso e moderno centro invernale lom­ bardo. Anche quest’anno il C.S.I. asse­ gnerà ben 13 titoli che andranno a premiare coloro che più degli altri avranno saputo prepararsi e addestrarsi con impegno e che più degli altri in gara sapranno porre maggiore impegno e volontà. Ai Dirigenti, ed ai collaboratori che salgono ad Aprica per la vivace ce­ lebrazione dei giuochi della neve, il C.S.I. porge l’affettuoso saluto ed agli atleti, l’augurio più fervi­ do di brillanti affermazioni.

26

Il programma della rassegna sciistica del C. S. I GIOVEDÌ’ 18 FEBBRAIO Arrivo concorrenti Campionati del CSI e Campanili Alpini.

Ore 17

: Estrazione a sorte dei numeri di partenza delle gare di fondo del C.S.I. e Campanili Alpini, dello slalom gigante del C.S.I. e dei Campanili Alpini.

VENERDÌ’ 19 FEBBRAIO Ore

9

» 14

: Gara di fondo C.S.I. km. 6 circa. Gara di fondo Campanili Alpini km. 3 circa. : Slalom gigante C.S.I. Slalom gigante Campanili Alpini.

Arrivo concorrenti Criterium Studentesco della Neve. Estrazione a sorte dei numeri di partenza gara di fondo Studenti Slalom speciale C.S.I. e Campanili Alpini - Discesa controllata studenti.

SABATO 20 FEBBRAIO Ore

9

: Gara di fondo Neve km. 5.

del

Criterium

» 10,30: Eventuale gara di fondo

Studentesco

della

valevole per incontro in­

ternazionale.

» 14

: Slalom speciale C.S.I. Discesa controllata Criterium Studentesco della N eve. Slalom Speciale Campanili Alpini. Estrazione a sorte numeri partenza staffetta stu­ denti; staffetta C.S.I.; staffetta Campanili Alpini.

DOMENICA 21 FEBBRAIO

Ore

»

7.30 : S. Messa.

8,30: Staffetta 3x5 Criterium Studentesco della Neve. Staffetta 3x6 Campionati C.S.I. Staffetta 3x3 Campanili Alpini.

» 14

: Eventuale gara «li slalom gigante e speciale, vale­ vole per rincontro internazionale.

» 16 » 17

: Premiazione. : Partenza.


Criterium sliitalesco della neve In occasione dello svolgimento dei Campionati Na­ zionali di Sci per i propri tesserati, il Centro Sportivo Ita­ liano indice ed organizza, in accordo con il Ministero della Pubblica Istruzione, col C.O.N.I. e con l’approvazione del­ la F.I.S.L, il «Criterium Studentesco della Neve 1951» da effettuarsi in due prove individuali ed una prova di squadra. La manifestazione si svolgerà ad Aprica secondo lo speciale programma orario che pubblichiamo a parte. Le prove individuali comprendono: una gara di fondo < Km. 51 ed una discesa controllata < Km. 1,300, dislivello m. 3001; la prova collettiva: una staffetta 3 x Km. 5. Al Criterium possono partecipare i Provveditorati agli Studi delle seguenti province: Alessandria, Aosta, Asti. Bel­ luno, Bergamo, Bolzano, Brescia, Como, Cuneo, Genova, Gorizia, Milano, La Spezia, Novara, Padova, Pavia, Savona, Sondrio, Torino, Trento, Treviso, Trieste. Udine, Varese. Vercelli, Venezia, Verona, Vicenza. Ogni Provveditorato potrà iscrivere un massimo di 9 partecipanti tenendo presente che alle prove individuali non potranno partecipare più di quattro elementi per cia­ scun Provveditorato ed una sola staffetta. Alle gare potranno partecipare, secondo il numero pre­ cisato nel .precedente art. 4. gli studenti appartenenti agli Istituti o Scuole Medie Statali, pareggiate e legalmen­ te riconosciute nonché i Convitti con corsi di studi interni A tale uopo i concorrenti, prima dell’estrazione a sorte dei numeri di partenza, dovranno presentare alla apposita Com­ missione un documento rilasciato dal Capo del rispettivo Istituto, comprovante l’appartenenza e la regolare frequenza ai Corsi dell’istituto o Scuola stessi, unitamente al docu­ mento legale di identità personale. La verifica dei documenti di cui al precedente art. 5, è demandata ad una speciale Commissione clic verrà costi­ tuita in loco e che sarà presieduta da un rappresentante de­ signato dall’ufficio Speciale di Educazione Fisica del Mi­ nistero Pubblica Istruzione. I concorrenti alla gara di discesa controllata, dovranno essere nati fra il 1° gennaio 1935 e il 31 dicembre 1938; quelli concorrenti alla gara di fondo dovranno essere nati tra il 1° gennaio 193-1 e il 31 dicembre 1937. Questi ultimi dovranno inoltre esibire alla Giuria dichiarazione medica di idoneità alla gara di fondo precedente la gara dalle ore 18 alle ore 20, nel luogo che sarà tempestivamente comu­ nicato. I Provveditorati sono tenuti a selezionare la propria squadra mediante gare similari svolte tra Istituti o scuole della provincia da effettuarsi almeno 10 giorni prima del Criterium. Al Criterium Studentesco sono ammessi anche i tesse­ rati F.I.S.L purché classificati di 3“ categoria; gli appar­ tenenti alle categorie superiori, sono esclusi. Non è prevista nessuna classifica per Provveditorati; i premi saranno esclusivamente individuali e per la staffetta.

Campionati IVazionali C.S. I. Il Centro Sportivo Italiano indice ed organizza, con la collaborazione del Comitato Provinciale che sarà successi­ vamente indicato e con l’approvazione della F.I.S.L, i Cam­ pionati Nazionali di Sci per il 1951, fra gli atleti tesserati per le Unioni Sportive ad esso affiliate. Le gare si svolgeranno ad Aprica dal 18 al 21 febbraio. Le specialità in programma sono : Fondo-. Km. 6 circa; Slalom Gigante; Slalom Speciale; Staffetta 3 x Km. 4 circa. I percorsi delle gare di discesa saranno stabiliti secondo le nonno del Regolamento tecnico della F.IS.l. Alle prove di campionato saranno ammessi atleti in pos-

sesso della tessera C.S.I. per l’anno 1954, iscritti anterior­ mente al 1° febbraio 1954, purché non classificati I e II Ca­ tegoria dalla FJ.S.I. Quelli classificati III Categoria dovran­ no essere tesserati per la stessa Unione Sportiva per la quale prendono parte ai Campionati, restando esclusi gli atleti comunque tesserati per altri Enti sportivi. Gli atleti partecipanti alle varie specialità in programma dovranno essere nati: per le gare di Fondo ed a Staffetta non prima del 28 febbraio 1933 e non dopo il 1° marzo 1937; per le gare di Slalom Gigante e speciale, non prima del 28 febbraio 1935 c non dopo il lr marzo 1938. Ogni Comitato Provinciale potrà iscrivere n. 4 titolati e n. 2 riserve per ciascuna specialità in programma e nume­ ro 2 Squadre staffetta. I concorrenti alle prove individuali dovranno aver partecipalo ai Campionati Provinciali. Non sarà ammessa alcuna sostituzione degli atleti iscritti, essendo consentita l’iscrizione di un numero di atleti supe­ riore a quello necessario per la classifica delle rappresen­ tative provinciali. Agli effetti della classifica per rappresentative provinciali si terrà conto dei due migliori piazzati nelle prove indivi­ duali c della migliore squadra staffetta. Per la classifica delle rappresentative provinciali, saranno attribuiti al vincitore di ogni prova individuale tanti punti quanti sono gli atleti classificati, agli altri un punto in me­ no, a scalare, sino all’ultimo classificato, al quale sarà attri­ buito un punto. Alle squadre staffetta sarà assegnato un pun­ teggio doppio. Ciascun Comitato Provinciale partecipante dovrà designa­ re un proprio rappresentante accompagnatore, che potrà es­ sere anche uno degli atleti gareggianti e che sarà il respon­ sabile tecnico e morale della propria rappresentativa. I concorrenti dovranno trovarsi a disposizione del Giu­ dice di partenza mezz’ora prima dell’ora fissata per il «via». In caso di ritardo l’atleta si riterrà partito col tempo asse­ gnatogli dal sorteggio.

“Campanili Alpini Il Centro Sportivo Italiano indice ed organizza, con la collaborazione dell’ufficio Centrale Aspiranti della G.I.A.C. e del Comitato Provinciale che verrà successivamente indi­ cato e con la approvazione della F.I.S.I. i Campionati Na­ zionali dei «Campanili Alpini» per l’anno 1951, fra gli atleti tesserati alla G.IA.C. e per le Unioni Sportive affi­ liate al C.S.I. esclusi comunque gli atleti tesserati alla F.I.SJ.

Le specialità in programma sono: Fondo- Km. 3 circa; Slalom Gigante; Slalom Speciale; Staffetta 3 x Km. 3. I percorsi delle gare di discesa saranno stabiliti secondo le norme del Regolamento Tecnico della F.I.S.I. Alle prove di Campionato saranno ammessi atleti in pos­ sesso della tessera G I.A.C. e C.S.I. per l’anno 1954, nati: per le gare di fondo ed a staffetta, non prima del -28 febbraio 1937 e non dopo il 1° marzo 1939; per le gare di slalom gigante e speciale non prima del 28 febbraio 1938 e non dopo il 1° marzo 1941. Ogni Comitato Provinciale ed ogni Diocesi potrà iscri­ vere numero 4 titolari e n. 2 riserve per ciascuna specia­ lità in programma e n. 2 squadre staffetta. I concorrenti alle prove individuali dovranno aver par­ tecipato alle eliminatorie provinciali o diocesane. Agli effetti della classifica per rappresentative provinciali o diocesane si terrà conto dei due migliori piazzati nelle prove individuali e della migliore squadra staffetta. Per la classifica delle rappresentative provinciali o dio­ cesane saranno attribuiti al vincitore di ogni prova indi­ viduale tanti punti quanti sono in meno, a scalare, sino al­ l’ultimo classificato, al quale sarà attribuito un punto. Alle squadre staffetta sarà assegnato punteggio doppio.

27

s

*

i i


PANORAMA CESTISTICII Nel prossimo ottobre, in Brasile, avrà luogo il II Campionato Mon­ diale di Pallacanestro a quattro anni di distanza da quello del 1950 disputato in Argentina. La classifica di allora vide al pri­ mo posto l’Argentina, padrona di casa, cosa questa che inorgoglì non poco i sudditi di Peròn che, passionali come al solito, non stet­ tero a guardar molto per il sottile e si rifiutarono automaticamente di esaminare le cause e gli effetti dell’affermazione colta, più che su una massa notevole di buone squa­ dre, su quella « bau-bau » ameri­ cana. I « padroni » del basket, i depo­ sitari del bel gioco, giunsero se­ condi e, forse, avrebbero accettato in santa pace la classifica se — co­ me dicevamo — i vincitori non avessero voluto stravincere per K. O. (sui giornali) invece di ac­ contentarsi della vittoria ai punti. Allora gli americani precisarono che avevano partecipato per puro onor di firma in quanto, a quei tempi (22 ottobre-3 novembre), l’at­ tività cestistica negli Stati Uniti è al punto morto. Dimostrazione mi­ gliore fu quella di aver inviato una squadra di società anziché una qualsiasi rappresentativa. Questo per la storia. E per la sto­ ria aggiungeremo che l’Italia fu rappresentata soltanto nel settore arbitrale dove Follati scese in cam­ po proprio nell’incontro finale, di­ retto, fra Stati Uniti e Argentina. La situazione ambientale fu, inoltre, determinante: al 3° posto si piazzò il Cile, al 4° il Brasile, poi al 5° e al-6° si verificò la «for­ zatura » da parte di Egitto e Fran­ cia, per riprendere con i coinquili­ ni (7° Perù, 8° Ecuador) e termi­ nare con la Spagna al 9° posto e la Jugoslavia al 10°. Dopo 4 anni moltissime squadre ci riprovano, quasi tutte con mol­ te speranze di buoni piazzamenti ma poche con illusioni di afferma­ zione finale. Anche nel basket la palla è rotonda ma il caso, la gior­ nata, la fortuna sono normalmente più imbavagliate e tenute a freno dalla classe del singolo e dall’estro di squadra. Quindi anche sulla carta sono consentiti pochi scantonamenti :

28

N

I N N

LMONDO ITALIA £

l di G. Gómcz Ile Termi

qualche assaggio si è avuto alle Olimpiadi, la conferma, seppure indiretta, si è avuta ai Campionati Europei di Mosca: noi crediamo senz’altro alla bontà del gioco del­ le squadre sud-americane (qualcu­ na è stata da noi ma, in verità, non ci ha fatto aprire la bocca per l’en­ tusiasmo o per i clamorosi ap­ plausi...); crediamo nella Jugosla­ via e nella Francia specie se, per quest’ultima, si dovesse verificare il bis delle Olimpiadi dove fu molto fortunata con i gironi; crediamo so­ prattutto nella Cecoslovacchia (i Campionati di Parigi gridano an­ cora vendetta!) e, infine, nell’Un­ gheria. Ma non vediamo che due sole antagoniste: Russia e America sia pure con una pronunciata pun­ ta di vantaggio per la seconda. Non sappiamo se l’America — coincidendo il periodo di svolgi­ mento con quello di quattro anni or sono — potrà schierare una buo­ na squadra; se le sarà possibile, pe­ rò, restano ancora a lei i favori del pronostico. I progressi russi sono stati vera­ mente formidabili, anche in questo sport, ma abbiamo l’impressione che non siano giunti ancora l’an­ no, il mese e l’ora per l’affermarsi della supremazia totale in un set­ tore dove gli americani ancora det­ tano perentoriamente legge.

* * * L’Italia non parteciperà. Ha fatto bene, ha fatto male? Ha fatto decisamente bene, secondo noi. In un massacrante Tor­ neo che raccoglie il fior fiore delle energie mondiali, noi ci saremmo graziosamente prestati a far da sacco e da cavia agli esperimenti

tattici e tecnici delle nostre avver­ sarie, senz’altra speranza che una qualche inattesa affermazione par­ ziale di rilievo (anche con la Fran­ cia, con la Jugoslavia e con l’Egit­ to, purtroppo, bisogna parlare di affermazione inattesa, oggi...), sen­ z’altro consuntivo che i numerosi milioni da spendere — che non ab­ biamo — per un beneficio addirit­ tura latitante. Il perdere per apprendere, per imparare; il cimentarsi con squa­ dre più forti diventa proficuo quan­ do non si è « soli » ad essere deboli e quando la supremazia altrui non è schiacciante; quando le spese or­ ganizzative si riversano in benefi­ cio nel campo tecnico. La rinuncia contrastata ai Cam­ pionati del Mondo è stato uno de­ gli elementi che, insieme con altri più di famiglia, ha suggerito il Presidente Mairano di alzarsi dalla sedia presidenziale e lasciarla, sem­ bra, definitivamente. La decisione ha lasciato sconcer­ tati un po’ tutti, specie la perife­ ria che vedeva navigare la navicel­ la federale in una bonaccia alimen­ tata dal venticello fresco e propi­ zio del regolare e pieno svolgimen­ to di tutti i Campionati. La verità sta in fondo al pozzo: se è accertato questo detto, sarà necessario attendere la sera del 28 febbraio quando il Presidente della Assemblea Straordinaria delle so­ cietà leggerà il risultato delle nuo­ ve elezioni. Infatti, oltre il Presi­ dente, bisognerà eleggere anche i due Vice e tutto il Consiglio Fede­ rale. Sui motivi che hanno indotto il comm. Mairano ad abbandonare l'incarico si fanno le più disparate


congetture e chi sa la verità se la tiene, non ama confidarsi, sia pure per non esclusivo segno di riserva­ tezza. La crisi che oggi è esplosa era già più che chiara dal Congresso di Napoli. Tra i vari « se » e « ma », tra le numerose supposizioni, ri­ flessioni, ecc., non sarebbe estranea la lotta -e la guerra in sordina por­ tata da « qualche Consigliere » al­ l’operato del Presidente. A noi non interessano i nomi di questi consi­ glieri, non interessano gli altri mo­ tivi, più o meno validi, che Marna­ no probabilmente sviscererà in se­ de di Congresso; non interessano le reazioni. Diciamo soltanto: se la crisi doveva venire e deve essere apportatrice di benefici tecnici, benvenuta sia; ma se, all’attuale an­ dazzo tecnico in campo internazio­ nale e nazionale, deve affiancarsi una crisi più o meno cronica di sa­ pore arrivistico speriamo soltanto che tale crisi muoia sul nascere... Siamo troppo affezionati all’anda­ mento puramente tecnico del gio­ co per poter discutere, per di più senza carte concrete in mano, su faccende di natura burocratica che pure son quelle che devono regge­ re le sorti del gioco stesso. In ambiente democratico si vo­ ta: è la pluralità, la maggioranza quella che decide prò e contro. Ci auguriamo soltanto che tutto si svolga in ambiente sereno e obiet­ tivo e che tali importanti elementi portino a decisioni ponderate e si dimostrino le migliori. Da qualche avvisaglia — unita al­ l'attuale grande incertezza e man­ canza di un decisivo orientamento — sembra che non mancheranno correnti contrastanti e dissidenti; sembra, purtroppo, che si tenterà ancora di attuare il proverbio che « il pesce grande mangia quello pic­ colo » e, peggio ancora, che si vor­ rà ricordare che l’Italia, oltre che in numerose regioni, è divisa in tre zone nettamente e geograficamente distinte secondo l’orientamento dei poli... Per questo è importante la data del 28 febbraio, quando si saprà se la pallacanestro italiana ha saputo scegliere o no; ma ancora più im­ portante sarà lo sviluppo degli an­ ni futuri che dovranno sanzionare un’incresciosa situazione rii fatto oppure riusciranno a svincolarsi e a ridare al basket italiano una stra­ da tranquilla e sicura. Lo starter ha abbassato la ban­ dierina sul Campionato Nazionale di pallacanestro del C.S.I. Al consuntivo dello scorso anno noi abbiamo creduto che si fosse

giunti dopo uno sforzo non indif­ ferente da parte di tutti: circa 7000 atleti con un movimento di oltre 300 squadre che hanno dato vita al Campionato stesso e con altre che hanno movimentato quasi un centinaio di tornei provinciali. Ma adesso, con l’inizio dell’anno, già ci accorgiamo che quelle cifre devono essere considerate sorpas­ sate. Località dove finora la pallacanestro non era possibile fare, già sono sul piede di guerra; chi con poche chi con molte squadre; i tes­ serati aumentano di giorno in gioì no... e le provinole che si erano mosse prima sono in agitazione adesso... Il nostro livello tecnico, purtrop­ po, non è dei migliori; in compen­ so escono a getto continuo dalle nostre squadre elementi che volen­ tieri vengono ceduti alle squadre federali per una migliore valoriz­ zazione delle loro possibilità tecni­ che ed agonistiche. 11 rinnovo — chiarificato — della Convenzione CSI-FIP ha dato un tono ancor più cordiale ai già pree­ sistenti buoni rapporti fra i due Enti. Questo vuol dire concretare ancor di più quell’immancabile sen­ so di collaborazione che deve neces­ sariamente esistere fra due perso­ ne — seppure non fisiche — che fanno la stessa cosa. O, almeno sembra! Sia chiaro, infatti, una volta per sempre, che la pallacanestro del CSI deve considerarsi l’ausiliaria di quella FIP nel senso che non ci

sono — nè ci saranno mai — con­ trasti di vedute o di interpretazio­ ne di Regolamenti, bensì un reci­ proco aiuto perchè gli atleti del CSI sono, potenzialmente, quelli fu­ turi della FIP. Anche quest’anno andrà in fase nazionale la Categoria C; anzi l’im­ missione dei federati è stata por­ tata da tre a quattro, ma con una leggera variante: non più di due potranno essere di 1" Divisione mentre gli altri due dovranno ap­ partenere o agli Allievi o ai Juniores. Naturalmente sono esclusi que­ gli atleti che hanno già una statura tecnica di una certa consistenza e cioè quelli che hanno partecipato — sia pure con una sola partita — a una qualsiasi Nazionale. La Categoria B è quella dei pic­ coli; da queste stesse colonne non ci siamo mai stancati di apprezza­ re l’ardore, la volontà e lo stile di questi ragazzetti... Non ci si accu­ si di partigianeria se vediamo con occhio molto benevolo lo sviluppar­ si progressivo e metodico di questo settore. A parte la piccolezza di età e statura, ci sorregge sempre la speranza.di trovare quei 5 o 6 can­ noncini in erba che dovrebbero ali­ mentare le nostre speranze per creare finalmente un buon basket in Italia. Ora il Campionato è partito... Gli auguriamo un ottimo cammi­ no e un migliore percorso. E lo attendiamo con serena fidu­ cia all’arrivo. Giovanni Gómcz De Tcran

La classifica 1954 dei tennisti 111:1.1,1 Pillili ClTI-lillHll GIUOCATORI 1. Gardini Fausto, T. C. Ambro­ siano, Milano - 2. Merlo Giuseppe, Virtus, Bologna - 3. Cuccili Gianni, T. C. Ambrosiano, Milano - 4. Del Bello Marcello, Tennis Club, Mi­ lano - 5. Del Bello Rolando, Y. C. C. Posillipo, Napoli - 6. Bergamo Um­ berto, T. C. Ambrosiano, Milano e Sirola Orlando, Società Tennis, Co­ mo - 8. Pietrangeli Nicola, C, T. Pa­ ridi, Roma - 9. Pautassi Enzo, Ten­ nis Club, Milano - 10. Belardinelli Mario, Y. C. C. Posillipo - Napoli 11. Sada Carlo, G. S. Lancia, Tori­ no - 12. Gori Renato, Circolo Ten­ nis Firenze - 13. Medici Ugo, C. T. Edison, Milano - 14. Fachini Gior­ gio, Tennis Club Milano - 15. Maggi Antonio, Società Tennis Como - 16.

Lazzarino Alberto, C. T. Parioli, Ro­ ma - 17. Clerici Gianni, Società Tennis Como - 18. Scribani Giulia­ no, C. T. Parioli, Roma - 19. Ebner Oscar, Tennis Club Genova - 13-bis Matous Milan (s.) Tennis Club Mi­ lano. GIUOCATRICI 1. Lazzarino Silvana, C. T. Pario­ li, Roma - 2. Migliori Nicla, Virtus Bologna - 3. Manfredi Lucia, Ten­ nis Club Milano - 4. Tonolli Vitto­ ria, Tennis Club Milano - 5. Scian­ done Andreina, T. C. Marflsa, Fer­ rara - 6. Vignali Arma, T. C. Am­ brosiano, Milano - 7. Ramorino Chiaretta, C. T. Parioli, Roma 2-bis Matous Elena (s.). Tennis Club Milano.

29


r La faticosa ascesa della pallavolo LA MÈTA È RAGGIUNTA nella considerazione dei massimi esponenti dello sport internaziona­ le sembra finalmente esser giunta al suo termine. Dopo i brillanti ri­ sultati dei Campionati Mondiali del 1952, svoltisi a Mosca i quali, per la completa assenza dei « maestri » (per il fatto che loro l’hanno inven­ tata) americani, hanno visto il com­ pleto trionfo della scuola slava, il sport purissimo, vero simbolo del In questi nuovi Organismi l’Italia C.I.O. (Comitato Olimpico Interna­ più sincero dilettantismo, ad am­ ha avuto particolari soddisfazioni, e zionale) aveva nominata una Com­ metterlo nel novero degli sports specialmente nel delicato settore ar­ missione di studio allo scopo di eletti. bitrale è riuscita ad ottenere la Pre­ ammettere sia pure come sport fa­ Naturalmente . questo riconosci­ sidenza della Commissione Interna­ coltativo, la pallavolo ai Giuochi mento comporta sia per la Federa­ zionale Arbitri. La nomina dell’ar­ Olimpici. Questa Commissione dopo zione Internazionale Pallavolo che bitro internazionale Begliomini a ampio studio formulava delle pro­ per le varie Federazioni Nazionali Presidente della Commissione, è, ol­ poste che venivano favorevolmente una notevole responsabilità, in tre al più palese riconoscimento accolte dal Consiglio Direttivo del quanto una partecipazione qualita­ dell’indiscussa abilità della nostra C.I.O. Infatti veniva stabilito che tivamente scarsa potrebbe pregiu­ classe arbitrale, anche il premio più qualora 20 Comitati Olimpici Nazio­ dicare tutto il lavoro svolto.. ambito che viene a riconfermare la nali avessero avanzata la proposta La Federazione Internazionale attività di uno dei più validi rap­ dell’inclusione della pallavolo nel ha immediatamente varate, unifor­ presentanti all’estero della pallavo­ programma dei Giuochi olimpici e mandosi ai concetti espressi dal lo italiana. 16 di essi avessero provveduto ad C.I.O., le norme di partecipazione Infine la Federazione Internazio­ assicurare la loro partecipazione, la alle Olimpiadi del 1956. nale nella sua ultima riunione ha pallavolo sarebbe stata definitiva­ Pertanto alle Olimpiadi saranno provveduto a stilare il programma mente inclusa nel programma delle ammesse 8 squadre maschili e 8 dell’attività internazionale. In esso Olimpiadi del 1956. Poiché è quasi squadre femminili così suddivise: si trova per il 1954 una manifesta­ sicuro che tali presupposti si avve­ 5 del Campionato Continentale Eu­ zione internazionale ad inviti, in­ reranno, possiamo sin d’ora con ropeo; 2 del Campionato Americano detta ed organizzata dalia Federa­ gioia prendere atto della significa­ ed 1 del Campionato Asiatico. zione Brasiliana, denominata « Cop­ tiva vittoria. Inoltre la Federazione Interna­ pa Brasile »; per il 1955 il IV Cam­ Il C.I.O.. pur continuando a man­ zionale ha provveduto ad aggiorna­ pionato europeo maschile e femmi­ tenere il suo programma di limita­ re i suoi quadri ed alla formazione nile a Bucarest. Per il 1956, nella zione, è stato costretto di fronte di nuovi organismi per disciplinare dannata ipotesi che non si riuscisse all’avanzata trionfale questo ed organizzare l’accresciuta attività. a partecipare alle Olimpiadi, sono stati programmati il 3. Campionato mondiale maschile ed il 2. Campio­ nato mondiale femminile, che quasi sicuramente si svolgerebbero a Pa­ rigi, essendo stata accertata la can­ didatura dalla Francia. Programma interessante e nutrito quello prepa­ rato dalla Federazione Internazio­ nale, ma per l’Italia, purtroppo, pu­ ramente accademico. La pallavolo italiana, infatti, dopo il felice esordio nei primi Campio­ nati Europei, organizzati a Roma nel 1948, nei quali si classificava terza, si è un po’ estraniata dalla attività internazionale pei- molte­ plici motivi. Si deve risalire al 1951 per regi­ strare un incontro internazionale: Francia-Italia a Parigi. Data ultima e dolorosa in quanto in quella oc­ casione avemmo a subire una scon­ fìtta che, seppur prevista, ci ha la­ sciato la bocca amara, dopo l’eufo­ La F.A.R.I. <li Roma ha vinto il Campionato Federale femminile della Categoria ria della convincente vittoria otte­ Propaganda di pallavolo 1953. La squadra è composta da ottime ragazze studen­ nuta nel 1950 a Parma dalla nostra tesse e lavoratrici che fanno del loro sport una sana ricreazione fisico-agonistica nazionale. pur nella sua elevata espressione associativa e spirituale. Loro Direttore Sportivo Ma questa nostra assenza ufficia­ è Filippo Dragotto, esperto del giuoco e autore di questo panorama pallavolistico le non significa che la pallavolo ita­ mondiale, nonché Presidente della C.T.N del C.S.I. Nella foto: le simpatiche liana si sia chiusa nel suo guscio o ragazze romane della F.A.R.I. in una brillante fase di una partita di Campionato. Classe di giuoco, brio femminile, ma anche grazia e compostezza si che la Federazione voglia usare la tattica dello struzzo. Tutt’altro! Anintegrano a meraviglia.

la Pallavolo allo Olioipiatlì

30


zi la Federazione Italiana giusta­ in volta di nuovi utilissimi ele­ mente pensosa delle sorti dell’atti­ menti. Ma oltre il programma ufficiale vità pallavolistica italiana e conscia della delicatezza del compito di sal­ molti incontri amichevoli interna­ vaguardare il prestigio della Nazio­ zionali e diversi Tornei Internazio­ ne negli incontri con le squadre nali sono già stati approvati. Molto presto a Roma, organizzato straniere, ha già approntato un va­ sto programma per il miglioramen­ dalla S. S. Lazio, avrà luogo un im­ to tecnico dei pallavolisti italiani, portantissimo Torneo internaziona­ mentre, contemporaneamente fa le, al quale prenderanno parte due tutto quanto le è possibile per favo­ fortissime squadre di « oltre-cortirire, nei limiti del suo striminzito na », molto probabilmente Cecoslo­ bilancio, incontri amichevoli inter­ vacchia e Bulgaria, due forti squa­ dre italiane e qualche altra squadra nazionali o Tornei internazionali. A tal fine ha favorito una tour­ jugoslava e francese. In agosto, ad née in Italia della Nazionale de­ Alessandria, sarà organizzato un gli Stati Uniti, che ha disputato Torneo internazionale femminile tre incontri: uno a Brescia, uno a con la partecipazione di squadre Trieste ed uno a Sesto Fiorentino, jugoslave, francesi ed italiane; men­ vincendoli naturalmente tutti e tre. tre a Palermo sarà organizzata la Ma il bilancio di questo contatto terza edizione del Torneo di Fer­ con gli « inventori » della pallavolo ragosto, maschile e femminile che non è stato per nulla negativo: le avrà il lusinghiero successo delle nostre squadre si sono onorevol­ due precedenti edizioni. Questo in campo internazionale, mente comportate e specialmente si sono avute delle ottime indicazioni ma anche in campo nazionale si sta per la formazione della nostra na­ lavorando per migliorare il livello tecnico del giuoco. zionale. Infatti la nuova regolamentazio­ Si è reputato però necessario se­ guire questi promettenti elementi ne dei Comitati Nazionali sia ma­ ed allora il Consiglio Federale, con schili che femminili servirà ad in­ illuminata deliberazione, ha istitui­ quadrare nel migliore dei modi tut­ to il Gruppo Giocatori Controllati. ta l’attività maggiore. . Di esso faranno parte tutti i gio­ La prima divisione nazionale con­ catori e le giocatrici che possono ta 7 squadre, già regolarmente in­ dare affidamento per la formazione scritte, dovendo lamentare la dolo­ rosa scomparsa della benemerita delle squadre nazionali. Inoltre il Consiglio Federale ha « Robur », già per molti anni ves­ riconfermato il prof. Del Chicca nel­ sillifera della pallavolo italiana. l’incarico di Commissario tecnico La lotta per lo scudetto sarà dura per le squadre nazionali, e nelle ed avvincente, ma quasi sicuramen­ funzioni di Allenatore federale il te rimarrà saldamente cucito sulle bravo Trinajstic. casacche della Minelli di Modena, Queste sono state le prime neces­ la cui marcia trionfale potrà essere sarie provvidenze attuate dalla Fe­ contrastata dal forte squadrone del­ derazione, ma per poter collaudare la Multedo di Peglio, dalla sorpren­ quanto si andrà facendo per miglio­ dente Luna Amica di Reggio Emi­ rare le nostre schiere pallavolisti­ lia, che sicuramente saprà farsi va­ che, la solerte Federazione Italiana lere anche nel massimo Campiona­ ha già varato un programma di to, dopo aver bruciato le tappe del­ massima d’incontri internazionali. le due Divisioni inferiori. Si parla già quasi sicuramente di I Campionati femminili quest’an­ un incontro con la nazionale tur­ no sono stati unificati in un’unica ca, che dovrebbe aver luogo nella Divisione che conterà 11 squadre seconda metà di maggio di quest’an­ per la rinuncia della Pavoniana di no. Poi si è già in trattative con Brescia. l’Austria per due incontri, uno ma­ Queste squadre saranno divise in schile e uno femminile, ed infine 4 gironi di cui tre ad andata e ritor­ un altro incontro maschile in no ed uno a concentramento. Belgio. Certamente questa innovazione servirà a far progredire con una * * * certa uniformità tutte le squadre Come è facile notare, il program­ femminili in quanto in quest’unico ma è nutrito ed interessante ed an­ campionato sono rappresentate le che consono al nostro valore tecni­ forze femminili di quasi tutte le re­ co. Siamo certi che da questi con­ gioni che pallavolisticamente han­ fronti la pallavolo italiana ne usci­ no un’attività preminente. rà rafforzata ed i nostri giocatori Naturalmente sarà compito diffi­ potranno farsi un’esperienza inter­ cile, se non arduo, detronizzare la nazionale che si arricchirà di volta attuale detentrice del titolo, l’Audax

di Modena, ma sicuramente la Fari Brescia e le altre emiliane le con­ trasteranno con tutte le loro forze la luminosa via che porta allo scu­ detto. Praticamente tagliate fuori dalla lotta le due neo-promosse Fari Ro­ ma e Libertas Petriolo di Firenze, ma decise a farsi valere e a non re­ trocedere dopo aver pregustata la gioia della massima divisione. * * * In quest’opera di propaganda, specialmente nell’ambiente giovani­ le, si distingue particolarmente il Centro Sportivo Italiano, che ha fatto della pallavolo il suo sport di squadra preferito. Il C.S.I. organizza tutti gli anni due Campionati a carattere nazio­ nale, uno per i giovani sino ai 21 anni ed uno per i giovanissimi sino ai 16 anni, ed un Trofeo a carattere regionale libero ai giovani sino ai 24 anni senza nessuna limitazione di Categoria federale. Lo scorso anno oltre 11 mila atle­ ti hanno risposto all’appello che il C.S.I. ha lanciato attraverso i suoi Enti periferici ed hanno par­ tecipato all’imponente attività svol­ ta dagli 84 Comitati Provinciali. Anche quest’anno il C.S.I. ha lan­ ciato il suo invito ai giovani e sicu­ ramente essi non mancheranno di accorrere sempre più numerosi nel­ le sue schiere pallavolistiche. Già moltissimi Comitati provin­ ciali hanno iniziata la loro attività ed in parecchie città fioriscono in­ numerevoli iniziative per favorire lo sviluppo di questa branca spor­ tiva. Corsi arbitri ed allenatori, cor­ si di perfezionamento e poi Tornei, Tornei ed ancora Tornei. Con questi presupposti siamo cer­ ti che quest’anno i due Campionati Nazionali avranno la più brillante riuscita e serviranno come sempre a completare nel settore giovanile 10 sforzo della competente Federa­ zione Nazionale per portare la pal­ lavolo italiana a quel livello tecnico ed organizzativo che l’abilità dei suoi Dirigenti e la loro abnegazione meritano ampiamente. Siamo certi che ben presto la pallavolo in Italia balzerà prepo­ tente alla ribalta dello sport na­ zionale, anche per il fatto che essa affermatasi nel mondo, ha ricevuto 11 crisma ufficiale da parte del C.I.O. di sport olimpico. Naturalmente il C.O.N.I., già benevolmente interes­ sato, dovrà ben presto togliere la Federazione da quello stato di disa­ gio morale ed economico in cui at­ tualmente si trova dandole il ran­ go e lo « status » che le compete. Filippo Dragotto

31


S

Cena a casa

?pi

di ÌVaber

;

La strada da Tortona a Novi Ligure l'ho percorsa sulla « 1100 » di Giovan­ nino Chiesa, tra due muretti di neve, su un fondo bianco ghiacciato che con­ sigliava prudenza. Alla stazione di Tor­ tona il. trenino di Novi mi aveva bur­ lato, lasciandomi con un palmo di na­ so come un qualsiasi provinciale che non sa distinguere tra il rapido di Pa­ rigi e la vaporiera della l al Gardena. Il trenino se n’era andato senza neppu­ re un fischio dall’ultimo binario, uscen­ do tranquillo dalla stazione, completa­

mente bianca per l'abbcxidante nevicata. Per buona fortuna venne a trarmi in salvo Giovannino Chiesa. Questi è il consigliere n. 2 di Coppi, dopo Cavati­ na ben s'intende, ma si vuole che sia lui ad avere le chiavi del cuore del Campione. E’ un brav uomo, piccolo in­ dustriale di legname, amico dei Coppi da tanti anni. Da quando faceva il gar­ zoncello a Castellania, ivi paesino ab­ barbicato a metà collina sulla sinistra della strada che per l'appunto percorre­ vamo quella sera, ma che io ho percor­

so, senza mai possibilità di fissare il pae­ saggio. altre 15 volle almeno; tante sono le mie "Sanremo" (in veste di croni­ sta, naturalmente e non di corridore) poiché la classicissima passa per l’appun­ to per di Pi. Un tratto di strada dive­ nuto famoso anch’esso, agganciato alla notorietà di Fausto. 1 Coppi abitano a Castellania da molti anni. Hanno delle pertiche di terra. Le avevano anche pri­ ma che Fausto divenisse corridore e cam­ pione. Producono del grano eccellente e del vino squisito. Ci tenne a dirmi queste cose Giovannino Chiesa per svia­ re un po’ la storia abituale di tutta la gente che nata povera un bel giorno di­ venta milionaria. La villa di Coppi a Novi Ligure è ap­ pena fuori la graziosa cittadina, poco lontana da quella di Girardengo, l'altro Campionissimo, il primo Campionissimo anzi della storia del ciclismo. Pur gran­ de coinè, l'Italia, larga e lunga soprat­ tutto, i due nomi famosi della biciclet­ ta, gli unici cui è stato dato per plebi­ scito universale l’appellativo di Campio­ nissimo, abitano a 200 metri l uno dal­ l’altro. Girardengo si occupa ancora di biciclette e di moto. Ha una bella fab­ brica ad Alessandria ma continua ad abitare a Novi. A Novi del resto si è installato ormai anche Coppi. Per esse­ re più vicino alla sua mamma e a Ca­ vatina, che è per lui assai di più di un massaggiatore. Era ormai notte quando Giovannino Chiesa scosse il silenzio, avverti l'arrivo ceri i tre colpi di clacson familiari. Ven­ ne ad aprirci il suocero, il papà della signora Bruna.

« La ” caccia ”, questo si che è uno sport sano — ha detto Coppi. — Se potessi lo praticherei tutto l’anno ». Invece deve occuparsi del ciclismo e di... campionati mondiali, avendo intenzione il grande Fausto di puntare al secondo titolo assoluto su strada

32 —

— Di qua, prego. Fausto è giù nella sala di ginnastica, sta allenandosi sui "rulli". Quando invece passando nel garage dove era V "Aurelio” fuori serie rico­ perta da un grosso tendone, con un altro paio di macchine a fianco, entrammo in palestra, Fausto era scomparso. Da po­ co, tuttavia, che il rullo anteriore sibi­ lava ancora sulla pedona per il recente movimento, con scorrevolezza incre­ dibile. — Devo pensare anche al rullo — disse il suocero — perché Fausto ci la-


vara molto e lo vuole sempre in ordine. E" un arnese preziosissimo per fare del fiato, per sciogliere le gambe ed anche per buttar giù qualche chilo.

Coppi era in bagno, un grosso bagno quasi pompeiano, con una enorme va­ sca. maiolicato coìti gusto in verde e ne­ ro. Giovannino Chiesa altri l'uscio e in­ trodusse la testa. La voce di Coppi si fece sentire. "Aspettatemi vi prego nel­ la stanza qui decanto, tra poco verrà Ca­ vatina per i massaggi”. La stanza accanto è un elegante e pur sobrio soggiorno, con un divano e dei mobili di legno maturale: un grosso ar­ madio carico di medicinali di ogni spe­ cie, di unguenti, di pomate, di creme, bocce, boccette e di fascette. Sulla sinistra un altro settore dello stesso armadio, a giorno anche questo, è riservato alle maglie. Ve ne sono di ogni specie: di seta, di lana di cotone; e d’ogni colore: rosa, bianche con la fa­ scia dell’iride, bianco-celesti, gialle, az­ zurre; l’intera gamma dei distintivi di onore che spettano al Campione. Il Cam­ pione che proprio qui in questa simpa­ tica stanza ha il suo trono: una poltrona gomma piuma ricoperta di stoffa azzur­ ra con lo schienale attraversato, proprio a rno’ d’arcobaleno, da una fascia iridata. Entrò in quel momento Cavatina, anche lui da una porta laterale. Lo aveva ac­ compagnato un ragazzo fino al cancello della villa, ma avrebbe potuto venire an­ che solo, tanto conosce la strada, se non ci fosse stata la neve ghiacciata per ter­ ra. Mi riconobbe al solo saluto, come sa distinguere il famoco ceco massaggiatore cento voci l’una dall'altra. Comparve anche Coppi, sorridente, pettinato, in pantofole e con una tuta a maglia gri­ gia molto aderente. Mi siedo sul tuo trono — dissi scher­ zando. —. .. pare giusto un trono — rispose Fausto. Me l’ha mandata uno sportivo di Livorno. E’ stato molto gentile ma quella fascia di traverso sulla spalliera non mi piace, vorrei coprirla. — I regali non si possono alterare — disse Cavatina — se luti deciso di cam­ biarle faccia, dalla a me. Io non vedo i colori per mia disgrazia, ma ci si sta così bene seduti... farà un figurone in casa mia.

— I regali non si regalano — precisò sorridendo Coppi. Giovannino Chiesa era dietro il Cam, pione vicino alla porta e alla battuta di Fausto mi fece un segno molto espres­ sivo, eloquente, portando il pollice della mano destra traversando il viso sino al mento e aggiungendo : non si può dire non siate genovesi. La piccola Marina gironzolava per la stanza e prima che arrivasse il papà, do­ po avermi mostrato il quaderno con i due immancabili ”10” che qualsiasi barn-

bino tiene a disposizione degli ospiti, aveva svuotato metà della bottiglia d’al­ cool per massaggiarsi con dei batuffoli d'ovatta le guancine, già rosse per il sole, sino a renderle di fuoco. Coppi si preparò per il massaggio e Cavatina, sedendosi sulla sponda del sotnier cominciò a "lavorare” le gambe del suo uomo, senza smettere di parlare. — Potevi anche degnarti di avvertir­ mi prima. Tutti i giorni mi blocchi in casa ad aspettare i tuoi ordini. — Mi scusi, Biagio — mormorò Coppi — quasi umiliato, ma poi subito si ri­ prese e con un certo tono aggiunse: ’’E’ un onore comunque essere massaggia­ tore e consigliere del Campione del mondo”. — Va là, Campione!, se non ci fossi io. Piuttosto devi buttar giu questo gras­ so. Ce n’è in abbondanza sul torace. — Sei piuttosto rotondetto, osservai. Quanto pesi?

— Ora sono 19, in una settimana di pedalare e di rulli, sono già calato un chilo. Ne ho ancora cinque da buttar via per raggiungere il mio peso.

Il peso del Campionato del mondo? — No, i miei 74 chili base. Al Cam­ pionato del Mondo ero qualcosa meno. Non ripeterei queirallenamento per tut­ to l’oro del mondo. E’ stata una fatica di Sisifo. Che corag­ gio ho avuto, allenarmi per un mese di seguito dalle dieci del mattino alle dieci di sera, con il solleone e un’arsura da bruciare la gola. Ah! potessi andare a caccia anche d’estate. Quello sì che è uno sport, altro che la bicicletta! — La caccia però non ti dà i milioni.

— Milioni: è una storia anche que­ sta. Va a finire che il fisco ci crede dav­ vero. La gente pensa che mi piovano ad­ dosso da ogni parte, guardando le stelle. Gli è però che la gente sa solo, o per lo meno fantastica su quelli che entrano, ma non si preoccupa dei molti che esco­ no in quanto la vita del corridore ri­ chiede spese notevoli. — La mia ad esempio, vero Campio­ ne? — disse Cavatina. Se non ti aves­ si pungolato, se non ti avessi inculcato, la convinzione di poter diventare Cam­ pione del Mondo, a Lugano non avresti fatto quel che hai fatto... Con il per­ messo del Signor Commissario Tecnico, ben s'intende.

— La lingua batte dove... — No, non è questione d’essere ma­ ligni, ma nessuno potrà negare che Cop­ pi ha avuto a Lugano, e prima di Lu­ gano in ìspecie. durante la preparazione personalissima, soltanto che me, soltan­ to questo povero cieco, e un bravo fi­ gliolo a dargli una mano, quale Gismon­ di. Non sapeva neppure Binda che an­ che Filippi era un mio "collegiale”, che

anche lui aveva divorato per dei mesi i minestroni e le bistecche ai ferri prepa­ rate da mia moglie; a proposito, Fausto, perché non mi mandi la selvaggina che hai racimolato ieri, sparando a più non posso: scalo qui sulla spalla come uno gnocchetto, deve essere il calcio del fu­ cile ad avertelo procurato..e mostrò una certa meraviglia quando qualcuno dopo la vittoria del ragazzo d’Ivrea glie­ lo disse. Le confesso che quella sera, alla vigilia del Campionato del Mondo da questi occhi spenti è scesa una prima lacrima di gioia. — Diceva tutto questo senza smettere un istante di manovrar le mani, palpeg­ giando con quanta grazia non so dirvi, i muscoli e il corpo del Campione. Nes­ suno di noi osò interromperlo. E il cie­ co che a tratti sostava nel suo dire, qua­ si per ascoltarsi o meglio per misurare talune riflessioni delicate, continuò. — Mi son detto quella sera tra me e me: vecchio Biagio, questa è la volta buona. Oggi Riccardo, domani Fausto. E lo dissi anche a Fausto, quando rientrò in albergo, raggiante anche lui per il grande successo del nostro allievo. Vero Fausto che te lo dissi?

— Proprio cosi — precisò il Campione. — Nè s’ha da credere sia stata una vittoria facile. Ricordate tutti, quanti amici aveva in- squadra Coppi. Meglio non parlarne, meglio non ricordarlo più. Una squadra nazionale composta di otto uomini di cui sette tiravano alla vitto­ ria, senza occuparsi dei compagni. Una squadra con sette capitani, con sette massaggiatori. Per buona fortuna han­ no consentito a Fausto di avere con sè Gìsmondi, il quale del resto se Fera ben guadagnata la Maglia Azzurra vincendo o quasi la selezione di Roma.

— Son cose che non accadranno più. Può andar bene una volta ma in simili condizioni non è possibile osare il bis. Bisogna pensarci per tempo — prese a dire Coppi. — Mi dicono che son esi­ gente. Può anche darsi perché quando corro tutti sono contro di me. Se vinco è la cosa più maturale del mondo, se perdo scateno l'ira di Dio. Eppure sono un uomo come tutti gli altri. Non si può andare ad un Campionato del Mon­ do, al Giro di Francia se non si è an­ zitutto sereni. La serenità, la tranquillità del cuore valgono quanto la più severa preparazione. Il fegato è un organo in­ dispensabile per il corridore, non deve essere gonfio. Ho un programma denso quest'anno. Devo accelerare i tempi, poi­ ché comincio ad invecchiare. Ne ho 35 di anni sulle spalle. E non sono Bartali io che non la smette più. Quello a cin­ quantanni correrà ancora. Io ho inten­ zione di terminare molto prima. Forse con un paio di stagioni. Ma è ora d’an­ dare a tavola, ho una fame che non vi dico. Stamattina in riviera ho fatto una

33


bella sgroppata. Pedalo però con piacere.

— Pedalerai meglio tra un mese — aggiunse Cavatina — quando sarai meno grasso. Nel tinello, di fronte alla cucina. — grande e azzurra. — in fondo ad un lun­ go corridoio dove sono sulla destra le stanze da letto e sulla sinistra, dopo il soggiorno per i massaggi, lo studio gra­ ziosissimo allestito con gusto e sempli­ cità da Fausto stesso, e ancora, una enor­ me sala da pranzo con un meraviglioso salotto azzurro, avevano apparecchiato per tre. La signora Bruna era andata a Torino per delle spese e giunse quando ormai la cena stava per terminare. Ma­ rina aveva mangiato di già con la nonna alle 7 e mezzo in punto. I tre posti a ta­ vola erano dunque per Fausto, per Ca­ vatina e per il sottoscritto. Giovannino Chiesa malgrado l'affettuosa insistenza di Coppi, aveva dovuto far ritorno a Tortona.

Fu. un pasto semplice, ma buono: un carciofo, a ma' di introduzione, verde e puntuto, — omaggio di un amico sardo: primizia di stagione — condito con del­ l'olio purissimo, anche questo attenzione particolare di un sostenitore del Fog­ giano; un minestrone che mandò in sol­ lucchero Cavatina, un buon quarto di pollo alla griglia e della frutta. Tanta frutta. Per noi, per Cavanna ed il sotto­ scritto, un vinello rosso che andava drit­ to alle gambe; per Fausto invece solo dell'acqua minerale. Quella che porta sull’etichetta la testa del diavolo e che è molto radioattiva. Fausto non bevve che di quella, -senza mai sentire il desi­ derio di versare un po’ di vino, malgra­ do le mie insistenze. — Non desidero che acqua, che è la migliore bevanda del mondo. E non fac­ cio eccezione. Se si vuol correre sul se­ rio, il vino bisogna lasciarlo da parte.

— Non <1 vero che faccia sangue, ag­ giunse Cavanna. E’ veleno per i corri­ dori. So ben io ciò che fa sangue: so­ no le bistecche e i minestroni. I miei ragazzi non mangiano che quelli.

—■ Quest'anno — ha ripreso Coppi — dovessi dar retta a tutte le richieste, dovrei correre due volte al giorno. — Invece — interloquì la signora Bru­ na che era giunta da poco e che si era inserita con cordialità nella conversa­ zione — deve limitarsi. Non gli manca la terra sotto i piedi. Ne ha vinte tante di corse. Non gli bastano tre campiona­ ti del mondo (due ad inseguimento), il Primato dell’Ora, cinque Giri d'Italia, tre Campionati Italiani assoluti, cinque ad inseguimento, due volte il G. P. delle Nazioni, 4 Giri della Lombardia...

— Ha il libro d'oro di Fausto in te­ sta, signora — dico.

il

— Oh, no, io so certo meno sporti­ vomente di lui di quanto ne sappia un

I

34

ragazzo delle elementari. Ma che vuole, sono pur sempre la moglie e sapesse quanta preoccupazione. Sapesse quanto ho trepidato quel giorno a Lugano. Cer­ to vederlo Campione del mondo, con la maglia iridata indosso è stata per me una gioia nuova. Ecco, dovessi essere sincera, vorrei ne vincesse altre due... — Per mando.

raggiungere

Binda?

do-

La signora Bruna, abbassa gli occhi, quasi arrossendo. Involontariamente ho colto nel segno.

In casa Coppi ci sono tutti i trofei ciclistici che un corridore possa vin­ cere. Ci sono anche tre maglie iridate,

ma due non hanno il sapore e il valore che danno quelle conquistate su strada. Coppi ha eguaglialo in tutto Binda, co­ me prove nazionali, lo ha superato di gran lunga nel bilancio internazionale, nei giri di Francia, nel primato dell'ora, nel g. p. delle Nazioni, in tante altre gare, specie in quelle a cronometro. Ma di Campionati Mondiali su strada eie ha vinti uno soltanto. Binda ne ha tre.

Ecco perché, pensavo mentre il taxi chiamato da Fausto, mi portava alla sla­ zione di Novi, nella notte fredda ma limpida, Fausto correrà ancora almeno per due anni, il tempo indispensabile per far tornare il conto.

Xaber

Repressione del “drogaggio La Federazione medico-sportiva ita­ liana ha diramato la seguente impor­ tantissima circolare per la repressione del drogaggio sportivo. « Da tempo questa Federazione segue con la più vigile e cauta at­ tenzione, il diffondersi dell’uso del drogaggio (doping) in taluni setto­ ri dell’attività sportiva, ed in tale campo ha cercato di intervenire il più efficacemente possibile, sia con opportuna propaganda che con ri­ cerche volte alla identificazione delle sostanze adoperate, sia anco­ ra con la repressione sui campi di gara attraverso i propri medici sportivi. In tale volenterosa azione la F.M.S.I. ha potuto contare sull’ap­ poggio di illuminati dirigenti e tec­ nici sportivi, che in parecchie occa­ sioni hanno appoggiato l’opera per­ seguita da questa Federazione: la U.V.I., la F.P.I., la F.I.D.A.L., han­ no incluso già nei loro regolamenti il divieto dell’uso del drogaggio, prevedendo gravi sanzioni per i trasgressori. Perseguendo nell’azione intrapre­ sa, appare ora più che opportuno alla F.M.S.I., nell’esercizio delle at­ tribuzioni di tutela sanitaria delle attività sportive conferite dalla leg­ ge 28.12.1950, n. 1055, che le varie Federazioni ed Enti sportivi inclu­ dano nei loro regolamenti norme che sanciscano esplicitamente il di­ vieto dell’u.so di sostanze eccitanti o ergogenetiche, non alimentari, al­ lo scopo di aumentare artificial­ mente il rendimento in gara. Nonostante l’argomento sia ora­ mai noto a tutti, e pertanto ovvio, appare opportuno riassumere i mo­ tivi per cui il drogaggio non deve essere consentito agli atleti. Tali

5?

ragioni sono di ordine medico e di ordine sportivo. Dal punto di vista medico è stato dimostrato che l’uso di droghe sti­ molanti il sistema nervoso solo ap­ parentemente aumenta il rendimen­ to muscolare; tali sostanze, infatti, provocano, per stimolazione nervo­ sa, il consumo rapido e fino all’e­ saurimento delle riserve energeti­ che del muscolo. Viene portato ad esempio il paragone del cavallo stanco che,- frustato, cade per terra. Esse, inoltre, e specialmente le simpaticomimetiche, sopprimono le sensazioni premonitorie della fatica (e cioè il campanello d’allarme con il quale la natura avverte che ol­ tre quel limite il fisico non può an­ dare senza grave pericolo) ma non sopprimono la fatica in sé stessa e le tossine che essa produce. Si ag­ giunga poi che l’uso abituale degli stimolanti, porta, per il ben noto fe­ nomeno dell’assuefazione, ad au­ mentare progressivamente la dose del prodotto, fino a giungere ad una vera e propria intossicazione che, associata a quella causata dalla fa­ tica, può in qualche caso condurre a morte. Le ragioni di indole sportiva so­ no evidenti: colui che vince la ga­ ra perché drogato deve sentire nel suo animo che la vittoria è falsa: egli non ha lottato ad armi uguali, ha ingannato i suoi compagni, i giudici, e i suoi stessi ammiratori. Ma soprattutto egli ha danneggiato sé stesso. Si prega pertanto di voler sotto­ porre agli organi direttivi di code­ sto Ente, la proposta oggetto della presente circolare e di voler comu­ nicare a suo tempo i provvedimenti adottati in merito. Distinti saluti. Presidente Prof. G. La Cava


I PROBLEMI DELLO SPORT

SUL CONVEGNO DI NAPOLI Pubblichiamo volentieri questo articolo del collega Gino Palumbo del "Mattino” di Napoli. E' una interessante panoramica del Convegno di studi sportivi indetto dalla Associazione Polisportiva Partenope a Napoli il 15-16 gennaio 1954. Problemi scottanti dello Sport italiano sono stati messi sul tap­ peto a richiamare l’attenzione degli Organi responsabili. Sinceramente ammirati per quanto si è detto nel Convegno, ci saremmo però aspet­ tati mia concreta disamina del problema dirigenti e una imposta­ zione chiara, coraggiosa per un'azione moralizzatrice di uno sport che sta degenerando. Riservandoci a presto un commento sereno all’Ordine del Giorno emanato in detto Convegno, ringraziamo il col­ lega Palumbo del suo interessante articolo che sottoponiamo all’atten­ zione dei nostri lettori.

« Siamo un popolo di spettatori, e dobbiamo tendere invece ad es­ sere un popolo di atleti. Nei nostri stadi le tribune sono sempre gre­ mite, e le piste spesso desolatamente deserte. Che cosa impedisce alla gioventù italiana di accorrere allo sport e cosa bisogna fare per ottenere che questo avvicinamento torni a realizzarsi »? Fu questo il tema, e furono que­ sti gli interrogativi posti a .base dell’originale convegno di studi sportivi, fatto svolgere a Napoli, il 15 ed il 16 gennaio, dalla Polispor­ tiva Partenope, una società che è giovane di anni — 2 appena — ma che è già in promettente sviluppo, e che lo sport lo « vede » non sol­ tanto in funzione agonistica ma sovrattutto come fatto sociale, in as­ soluto rispetto di quel connubio — sport nelle scuole e sport nelle fab­ briche — che è alla base delle sue norme costitutive. L’idea di « lanciare » questo con­ vegno parve indubbiamente una idea audace, allorché se ne comin­ ciò a discutere. Si correva il ri­ schio di farla naufragare nella ge­ nerale indifferenza, proprio per quella idiosincrasìa che gli spor­ tivi nutrono verso tutto ciò che concerne la teoria dello sport, cioè i problemi dell’organizzazione e della diffusione dello sport. Invece fu un’idea felice, ed eb­ be fortuna. Scrisse Bruno Roghi, presentandola, che se fosse stato possibile tradurla in numeri, quel-

l’idea, il terno secco alla ruota di Napoli sarebbe stato suo. Avvenne così che l’iniziativa si ingrandì per strada, crebbe a di­ smisura, superando quelle che era­ no le aspettative e le previsioni (non si voleva andar oltre un con­ vegno che interessasse i problemi dello sport napoletano) tanto da assumere un’importanza come suol dirsi « nazionale » che spaventò quanti, ignari di così inatteso svi­ luppo, avevano accettato di buon grado di portare un modesto con­ tributo all’impostazione e allo svol­ gimento dei lavori. Nella palestra del Gymnasium, ove il Convegno ebbe luogo, pre­ sieduto da Bruno Roghi, si trova­ rono infatti riuniti — durante tut­ to il corso dei lavori — non soltan­ to i dirigenti e le figure preminenti dello sport napoletano, ma alcuni tra i maggiori giornalisti sportivi italiani Presidenti di Federazioni, deputati di tutte le correnti poli­ tiche, rappresentanti del Gruppo Parlamentare sportivo, nonché il Presidente del Coni, il cui inter­ vento al Convegno costituì — per gli organizzatori, e per l’ing. Mar­ cello Rodinò che ne fu l’ideatore — il riconoscimento più ambito de­ gli intenti « costruttivi » che essi si erano posti nel realizzare l’ini­ ziativa. Né si trattò, come spesso accade, di presenze platoniche, poiché tut­ ti vollero portare alla discussione il proprio contributo di idee, di

esperienze e di passione sovratutto, e lo stesso Presidente del Coni — che pure aveva preannunciato il suo proposito di restare estraneo alla discussione — non seppe tener fede al suo proponimento, « tocca­ to » forse anche lui dal clima nel quale il convegno si svolse, e non solo entrò nella discussione ma volle riservare proprio al Conve­ gno napoletano l’annuncio di un piano di costruzione di piccole pa­ lestre e di piccole piscine in ogni parte d’Italia, il che — unito alla riaffermazione del desiderio del Co­ ni di studiare e concretare le for­ me più adatte per la diffusione del­ lo sport tra i giovani — costituì uno dei « punti fermi » del Con­ vegno. Dalla discussione ampia e viva­ ce, due esigenze infatti emersero prepotentemente: la necessità di « organizzare » la diffusione dello sport tra i giovani, e quella di ac­ compagnare questa opera di « dif­ fusione» con la costruzione di im­ pianti sportivi idonei prima a rac­ cogliere la gioventù, e poi ad in­ vogliarla a restare vincolata allo sport. Mentre in tutto il mondo — si disse — la gioventù riceve un’ade­ guata educazione sportiva (in Ame­ rica attraverso l’inserimento del­ lo sport tra le materie d’insegna­ mento; in Russia con l’obbligato­ rietà di un brevetto sportivo per tutti i giovani; nei paesi nordici per germinazione spontanea, per

. 35


atavismo diremmo) in Italia da quando il mutamento politico pro­ dotto dalla guerra ha spezzato i le­ gami precedentemente esistenti tra lo sport e la gioventù, ravvicina­ mento dei giovani alle discipline sportive è rimasto affidato ai pote­ ri di attrazione e di suggestione che dallo sport promanano. Troppo poco per ottenere un’educazione sportiva collettiva o per poter ope­ rare quell’ampio reclutamento e quella vasta selezione che sono fat­ tori indispensabili per l’incremento dello sport agonistico,- sovrattutto in quelle branche fondamentali — come l’atletica leggera —che sono invece le più trascurate. Troppo poco, perché gli ostacoli che si frap­ pongono ad un avvicinamento spontaneo dei giovani allo sport so­ no molti (le distrazioni della vita moderna e la necessità di un pron­ to guadagno, tra le altre) e poi per­ ché quei giovani i quali l’impulso spontaneo verso lo sport lo sento­ no, trovano molto più facile e lieve e soddisfacente la strada che li con­ duce al calcio, ove peraltro giun­ gono privi di quella preparazione fisica generale che li porterebbe a raggiungere (nel calcio come negli altri sport) risultati decisamente migliori. Fu citata ad esempio — per di­ mostrare il distacco profondo che separa i giovani dallo sport — una inchiesta condotta da un giornale napoletano nell’università parteno­ pea, un’inchiesta dalla quale risul­ tò che su ventisettemila iscritti sol­ tanto trecento, e molti in modo sal­ tuario, praticano discipline sporti­ ve, là dove in molti paesi del mon­ do è proprio nelle Università che lo sport attinge le sue migliori energie. Le discussioni al Convegno espressero quindi soprattutto la ne­ cessità, impellente anche, di studia­ re ogni formula idonea a « con­ durre » lo sport dovunque vivano i giovani: nelle scuole, nelle fabbri­ che, nelle campagne, la necessità cioè di dare alla gioventù una edu­ cazione sportiva, ricorrendo anche — se indispensabile —• ad una for­ ma di obbligatorietà, a partire dalle scuole elementari. E’ per la democrazia — fu detto — un impegno di onore: sarebbe ben triste per essa confessare la propria incapacità a dare allo sport quell’organizzazione e quella dif­ fusione senza le quali esso non può svilupparsi. Così come sa­ rebbe ben triste — fu ribadito — per gli uomini di sport giungere all’amara confessione della propria incapacità ad organizzare e a dif-

fondere Io sport tra gli italiani, ap­ pena privi della coercizione gover­ nativa. Occorre — questa fu la conclusio­ ne — una più ampia collaborazione ed una maggiore comprensione da parte di tutti. Lo sport nella scuo­ la — che costituisce il fattore fon­ damentale per la soluzione nel pro­ blema — non giungerà mai a risul­ tati concreti, fin quando esso do­ vrà vivere ai margini dei normali orari d’insegnamento, o peggio se dovrà essere esplicato nelle ore de­ dicate alle cosiddette lezioni a casa provocando così la logica resisten­ za dei genitori; lo sport nelle fab­ briche non potrà mai entrare fin quando gli industriali non com­ prenderanno che fare dello sport non significa dare la propria eti­ chetta publicitaria ad una squadra di calcio o di pallacanestro da man­ dare in giro per l’Italia, ma signifi­ ca creare ai propri dipendenti le condizioni più favorevoli allo svol-

gimento di una attività sportiva di­ retta. La diffusione dello sport non potrà mai essere un fatto compiuto fin quando il problema degli im­ pianti resterà scottante come lo è oggi, sovrattutto per ciò che con­ cerne le attrezzature sportive delle scuole, i campi di calcio per le squadre giovanili, le palestre; nè la diffusione dello sport potrà com­ piersi se all’azione per condurre i giovani sui campi non si adeguerà un’altra azione tendente a trattenerveli, creando cioè di pari passo tutte quelle forme di assistenza e di svago che varranno a tenerli lon­ tani da più allettanti distrazioni. Sintesi della densa discussione fu una dettagliata mozione finale, che può essere considerata davvero una carta fondamentale per lo svilup­ po dello sport, nella speranza, si intende, che i voti in essa formula­ ti, trovino nel tempo e con la spon­ tanea e sincera collaborazione di tutti, pratica realizzazione.

tennistica . • Una notizia interessante anche per gli italiani viene pubblicata dal­ la Rivista inglese « Lawn Tennis and Badminton » nella parte che ri­ porta le deliberazioni ufficiali della Lawn Tennis Association. Anzitutto in data 5 novembre la Federazione inglese aveva già stabi­ lito quali sono le palle riconosciute ufficialmente per l’anno 1954 e cioè: Dunlop - Slazenger - Spalding Philips - Wisden e Gray e Sons. Ma v’è di più: viene reso noto ufficialmente che i prezzi di queste palle saranno eguali per tutte le marche in Inghilterra nel 1954 e precisamente : 37 scellini alla dozzina (Lit. 3100 circa) per la vendita al pubblico; 35 scellini alla dozzina (Lit. 2900 circa) per la vendita ai Clubs. Non facciamo commenti. I con­ sumatori italiani di palle da tennis possono fare i loro confronti...

!

• A proposito dei « falli di piede » che sono stati segnati con eccessiva severità ai giuocatori americani in Australia, l’ex-giuocatore di Coppa Davis australiano Adrian Quist ha dichiarato che ritiene sia molto dif­ ficile affermare che Seixas e Trabert compiono dei falli di piede sul servizio. In un articolo apparso su di un giornale di Melbourne, Quist ha scritto : « Seixas rimane per una trentina

di centimetri dietro alla linea di fondo campo quando serve, ed è assurdo pensare ch’egli possa su­ perare la linea fatale servendo da questa distanza. « D’altra parte il giudice dei falli di piede che deve badare a che nel momento in cui chi serve colpisce la palla la sua racchetta non superi la verticale di questa linea, oltre a non sorpassare beninteso la linea di fondo campo con i piedi. Ritengo sia quasi impossibile poter osservare entrambi i movimenti ed esprimersi su essi con sicurezza ». Come si vede anche in Australia l'interpretazione dei falli di piede è piuttosto discorde. • Il giovane tennista francese Jean Noel Grinda che — com’è noto — si trova in Australia per partecipare alle più importanti prove tennisti­ che di laggiù, pare che non sia riu­ scito a trovare delle carpe da tennis del suo numero (porta il 48!) tan­ to che è stato costretto a giuocare scalzo l’ultimo set del suo incontro con Candy, nei Campionati della Nuova Galles del Sud, perché le scarpe che aveva provvisoriamente calzato erano tanto strette da pro­ curargli delle vesciche ai piedi... Il fatto è stato commentato iro­ nicamente dal giornali australiani; ma vedrete che a quest’ora Grinda sarà riuscito a farsi fare delle scar­ pe della sua misura da qualche ope­ raio specializzato australiano...


Qli applausi dei campioni non giungono in

I a miglia

Raramente quando si parla di un campione famoso, si pensa alla sua famiglia, ai suoi affetti più cari, so­ prattutto a sua moglie. Il campione sportivo infatti è considerato rac­ chiuso nella sua personalità, idola­ trato ed innalzato su un ideale pie­ distallo, circondato da una sorta di bonaria e particolarissima gelosia. Eppure anche gli idoli dello sport, sono degli uomini come tutti gli al­ tri: hanno i loro affetti, hanno del­ le simpatiche donnine che li atten­ dono a casa, magari indaffarate in­ torno ad una cucina o ad un pullover di lana e trepidanti se i loro famosi mariti tardano nel rien­ trare. E non pensa la folla anonima, che sono proprio quelle fragili crea­ ture ad infondere nell’animo dei campioni una grande forza morale e psicologica, aiutandoli e sorreg­ gendoli nei momenti più brutti del­ la carriera. Ed è proprio quando i campioni trovano una donna pron­ ta a comprenderli ed a spronarli, che lo spettro della crisi si allonta­ na da essi ed una nuova e genuina tenacia li fa progredire sulla stra­ da impervia della notorietà. In pro­ posito uno dei casi più significativi accaduti in questi ultimi tempi, è quello del calciatore interista Skoglund. Il giovanissimo svedese, det­ to dai suoi tifosi Naka, non rende­ va come nelle aspettative, a causa di un tenore di vita non consono alle necessità di un calciatore pro­ fessionista. Cominciarono a preoc­ cuparsi i dirigenti interisti, allor­ ché Skoglund si innamorò di una ragazza meneghina, vincitrice di parecchi concorsi di bellezza. L’idil­ lio finì in un matrimonio, e d’allora l’Inter ha riavuto nel biondissimo Naka, uno dei suoi più attivi e seri rappresentanti.

Nino Farina, ex campione del mondo, è tra i piloti di classe internazionale più apprezzato ed ammirato. E’ rimasto fedele alla "Ferrari ” e sembra debba essere affidata a lui la macchina costruita a Mararello per Indianapolis. Nella foto: la moglie sorridente, ma non troppo tranquilla, ritratta col campione prima del suo recente viaggio nel Sud America

Vi sono però delle circostanze che telefonata, della morte del suo caro consiglierebbero un ritardo nel ma­ congiunto. trimonio. Si ricorderà ad esempio Sempre a proposito dell’automo­ che Tiberio Mitri per una cosa del bilismo, ultimamente la signora Fa­ genere si giocò in partenza il titolo rina ha chiesto a suo marito di la­ mondiale dei medi. Prima di parti­ sciare lo sport attivo. La signora re per l’America infatti, il bel Tibe­ Farina è una donna abituata a fre­ rio invaghitosi dell’allora Miss Ita­ quentare l’alta società. Possiede a lia Fulvia Franco, la sposò senza Torino una avviata casa di moda, e porre tempo in mezzo, e decise an­ potrebbe essere felice. Senonché la che di portarsela con sé nell’avven­ professione del marito angustia la tura americana che stava per intra­ signora Elsa, che ultimamente non prendere. Ma la bellissima Fulvia potendone più pregò Nini di dedi­ occupò troppo i pensieri del pugile carsi a più pacifica attività, altri­ triestino, che alla resa dei conti fu menti una separazione si sarebbe battuto sonoramente. In seguito resa necessaria. Ma il bravo Farina l’influsso della signora Mitri si ri­ con un discorso pacato e sincero, velò più benefico sul suo celebre fece comprendere alla sua Elsa che marito, tanto che Tiberio è tornato una cosa del genere era impossi­ con fiducia sul ring, giungendo di bile, e che d’altra parte non era nuovo alle soglie del titolo europeo nemmeno da immaginarsi la sua della categoria. vita senza di lei. La signora Farina La posizione più imbarazzante è comprese ed abbracciò il celebre quella delle mogli dei campioni del­ automobilista pregando in cuor suo l’automobilismo e del motociclismo. che la Provvidenza continui a vigi­ Ad ogni corsa, esse sono costrette lare su di lui. a soffrire le pene dell’inferno, sino Anche la signora Coppi non è a quando non ricevono notizie dai molto entusiasta dei pericoli che loro coraggiosi mariti. Nell’ultima corre il suo Fausto, pericoli che più Carrera Messicana, ad esempio, la volte si sono rivelati superiori ad signora Tarulli, per evitare quelle ogni più pessimistico timore. Di qui snervanti attese e quegli incubi che il desiderio della signora Bruna di l’avevano assalita negli anni passa­ vedere Fausto appendere in soffitta ti, ha preso l’areo insieme a suo la diabolica bicicletta, e di starsene marito ed ha seguito da vicino le a casa in pantofole e con la bimba sue imprese. La signora Bonetto in­ sulle ginocchia. Fausto che dopo la vece, rimasta nella sua casa di Mi­ sua ultima caduta sembrò deciso a lano, ha appreso da una laconica seguire i consigli della moglie, in

37


Il Consiglio direttivo del C. S. 1. convocato a Roma il 14 febbraio Il Consiglio Direttivo del C.S.I. è stato convocato a Roma per domenica 14 febbraio 1954. La riunione avrà luogo nella sala delle CC. TT. NN. con inizio alle ore 9 precise. L’ordine del giorno dei lavori è il seguente: 1) Relazione Presidenza

a) Situazione organizzativa b) Situazione* tecnica C) Rapporti con resterno (CONI - (LI. • LIBERTARI 2) Nomine Ispettori Regionali

3) Potenziamento C.D. 4) Autonomia CC.ZZ. di Conversano - Prato - Vittorio Veneto.

seguito preso nel vortice di una passione irresistibile, tornò ad alle­ narsi sulle strade della Riviera. A proposito poi della signora Coppi si deve dire che essa segue con enorme interesse la carriera di suo marito, non disdegnando di matta­ re alcuni ingaggi, specie con orga­ nizzatori restii a sborsare molti quattrini.

« «

h

La signora Bartali è più condi­ scendente verso il ciclismo, né met­ te il naso negli affari del suo Gino. Al riguardo allorché dopo il capi­ tombolo fatto con l’automobile di un amico, il fiorentino aveva deciso di lasciare lo sport, la sua metà lo spronò a tornare in sella per di­ mostrare ad ammiratori ed amici che lui è ancora in gamba. Gino ha seguito il consiglio di sua moglie e con quasi certezza lo vedremo al nastro di partenza della MilanoSan Remo, la corsa che apre la sta­ gione ciclistica. Quanto a Magni ed alla sua si­ gnora si racconta un episodio che merita di essere raccontato. Fioren­ zo dunque era alla ricerca di un Gruppo Sportivo sotto il cui nome correre il corrente anno lui ed i suoi gregari. Ne parlò anche a sua moglie, e quella in tono scherzoso gli rispose: « Perché non scegli la Nivea? Così potrò avere a disposi­ zione molti tubetti di crema per la pelle ». Fiorenzo ascoltò e subito mise in pratica il consiglio. Prese contatto con i proprietari della ce­ lebre casa di cosmetici, ed in pochi giorni raggiunse l’accordo. Così Ma­ gni correrà per la Nivea e la sua metà avrà crema in quantità. Tra le mogli dei calciatori ve ne sono alcune che con il loro carat­ tere influiscono beneficamente sul-

38

la carriera dei mariti, altre invece sortiscono l’effetto opposto. Abbia­ mo già citato il caso della signora Skoglund: parleremo ora di quello della signora Nyers. La celebre ala sinistra dell’Inter, sembrava in un primo tempo decisa a non voler vestire la maglia nerazzurra. I mesi passarono ed il « grande » Stefano continuava a tenere un comporta­ mento sprezzante nei confronti dei dirigenti interisti, ed in specie del presidente Masseroni. Ma ad un certo punto intervenne la signora Nyers e con un paio di telefonate sistemò tutto. Avvertì Masseroni che Stefano voleva una cifra tot per rifirmare per la società milanese: avutane risposta affermativa, con­ vinse suo marito ad accettare. Così un bel giorno, l’attiva donnina te­ lefonò alla sede interista e disse: « Tutto fatto: Nyers giocherà anco­ ra per voi ».

« « *

Altre mogli di calciatori pur non essendo così' autoritarie, influisco­ no ugualmente in maniera benefica sui loro mariti. E’ il caso della si­ gnora Sentimenti, moglie del quar­ to della celebre famiglia di Bomporto. La signora Sentimenti da pa­ recchi anni è compagna amorosa del suo Cochi: lo fa cenare sempre ad una determinata ora della sera, ed alle nove va anch’essa a letto. Non c’è pertanto da meravigliarsi se il portiere della Lazio conserva una così invidiabile freschezza, che è conseguenza diretta della sua vita da vero atleta. Non sempre però le mogli dei cal­ ciatori aiutano i mariti nella loro carriera. Non trovando attualmen­ te un caso tipico in proposito, ri­ corderemo quello che successe pa­ recchie stagioni fa ad un celebre

atleta del Napoli, precisamente At­ tila Sailustro. Attila si innamorò di una soubrette che ancora fa furore sulle scene italiane: la Lucy d’Al­ bert. A quei tempi Lucy era una stupenda ragazza e Sailustro un ai­ tante atleta. Si sposarono, ma la unione risultò ben presto infelice, tanto che l’ex idolo della folla par­ tenopea, a soli 29 anni lasciò il foot ball. Lucy ed Attila si divisero, e solo ultimamente si sono apparen­ temente riappacificati. Ora vivono ambedue a Roma in una casetta si­ tuata a Monteverde: hanno un fi­ glio ormai grandicello e cercano di mascherare il loro passato disac­ cordo. Sempre in tema di calcio, il lazia­ le Fuin è risultato in parte andicap­ pato dal matrimonio. Fuin si affac­ ciava alla ribalta del foot ball ita­ liano come uno dei più promettenti elementi, allorché, si sposò con una ragazza di 19 anni, la quale lungi dal tranquillizzarlo lo fece sempre più peggiorare. Ora il mediano la­ ziale è ben lontano dal brillante giocatore di qualche stagione fa, e la colpa è da individuarsi nel suo poco indovinato matrimonio. Interessante è, tra gli altri, quan­ to è accaduto nel caso del para­ guaiano Arce. Dionisio Arce, acqui­ stato dalla Lazio, andò successiva­ mente nel Napoli e nella Sampdoria, ma sempre mise in mostra il suo spirito bollente e la sua intol­ leranza, che lo resero inviso ai di­ rigenti ed ai tifosi. Ma un bel gior­ no si apprese che Arce aveva spo­ sato una signorina di Bracciano, paesetto ad un tiro di schioppo da Roma e che era deciso a mutare abitudini. Nessuno prestò fede alla cosa, sino a quando il Novara die­ tro le insistenze del suocero del gio­ catore, accettò di tesserarlo, riser­ vandosi però di pagarlo secondo il suo rendimento. Così Arce con la sua mogliettina e la sua bambina, si è trasferito in Piemonte, e stare- mo a vedere se la ragazza di Brac­ ciano è riuscita effettivamente a do­ mare il bollente guaranj. Non è dunque impresa facile rap­ presentare la parte della moglie del celebre campione, ed è titolo di me­ rito per le donne italiane il consta­ tare che nella maggior parte dei casi, si è trattato e si tratta di ma­ trimoni felici. E’ segno che le rap­ presentanti del gentil sesso alle quali capita di sposare un atleta, sanno assolvere il loro compito. E poco importa che la folla le ignori: esse amano e soffrono in silenzio, e spesso non si interessano nemme­ no di sport! Sas.


i PERISCOPIO Concorsi a premi per mo­ nografìe sull’educazione stradale. L’AC.I. indice sei concorsi per mo­ nografie sulla educazione stradale. Ec­ co il bando dei concorsi:

Art. 1. - L’Automobile Club d’Italia, nell’intento di contribuire allo svilup­ po dell’educazione stradale nelle scuole primarie e secondarie, indice per lo anno 1953-51 sei concorsi a premi per monografie inedite, concernenti i se­ guenti argomenti:

1. Concorso: Gli elementi, l’orga­ nizzazione e la funzione economica del traffico, gli aspetti della sua evoluzione le sue difficoltà e i suoi pericoli.

La psicologia del 2. Concorso : traffico: dati generali e dati tecnici concernenti i pedoni, i conducenti c i regolatori del traffico. 3. Concorso: L'educazione stradale nelle scuole elementari: principi, metodi c particolarità.

4. Concorso: L'educazione strada­ le nelle scuole secondarie inferiori: principi, metodi e particolarità. 5. Concorso: L'educazione stradale nelle scuole secondarie superiori: prin­ cipi, metodi e particolarità. 6. Concorso: L'educazione stradale e l’educazione fisica: in particolare, il modo di sviluppare l’educazione stra­ dale mediante giuochi ed esercizi ginnico-sportivi. Art. 2. - Le monografie dovranno es­ sere esaurienti, chiare e organicamente concepite: esse dovranno contenere ogni dato utile alla perfetta conoscenza del problema da parte degli insegnanti, cui la monografia si deve intendere rivolta, e dovranno possedere il pregio di una viva e convincente trattazione. Art. 3. - I concorsi sono aperti ai capi di istituto e insegnanti delle scuo­ le secondarie, statali e, non statali, e agli ispettori scolastici, direttori di­ dattici e insegnanti delle scuole elemen­ tari statali e non statali. La stessa persona può partecipare a più concorsi.

Art. 4. - I lavori, che non dovranno di regola superare le 60 pagine datti­ lografate, dovranno pervenire in tripli­ ce copia all’ispettorato Scuole dell’Automobile Club d'Italia Via Po. n. 14 • Roma - entro il 31 marzo 1954. Ciascuna copia del dattiloscritto do­

vrà essere contrassegnata da un motto da ripetersi su una busta sigillata, con­ tenente una scheda con indicazione del motto, del cognome, nome, paternità, data e luogo di nascita del concorren­ te, della scuola in cui questi presta ser­ vizio, della sua qualifica (chiarendo se di ruolo o non di ruolo) e del suo do­ micilio. Art. 5. - Una commissione nominata dal Presidente dell’ACI esaminerà i lavori pervenuti entro il termine e nei modi stabiliti e proclamerà i vincitori dei concorsi. I nomi dei vincitori saranno pubbli­ cati sul bollettino « Noi e la strada », non oltre il 31 dicembre 1954. II giudizio della Commissione è insin­ dacabile. I lavori dei concorrenti non saranno restituiti. Art. 6. - Al vincitore di ciascun con­ corso sarà attribuito un premio di Li­ re 100.000.

Preparazione all’agonismo sportivo. La mia attività sportiva è cominciata assai per tempo, a 10 anni, quando fre­ quentai l'oratorio, retto da una indi­ menticabile figura di educatore, e mi iscrissi alla Società Ginnastica Triden­ tati! che aveva allora tre fiorenti sezio­ ni: ginnastica, atletica leggera e calcio. Naturalmente l’aspirazione di noi gio­ vanissimi fu quella di entrare a far parte dell’atletica o del calcio in quanto la ginnastica di squadra poco si addi­ ceva al nostro spirito un po’ ribelle. Tuttavia ogni tentativo di sfuggire alla severa disciplina della sezione ginna­ stica si trovò sempre a cozzare contro il veto del Consiglio Tecnico (nessuno di questi tecnici superava i vent’anni’) che stabiliva: "Per far parte delle se­ zioni atletica e calcio bisogna prima frequentare la ginnastica. Quando avrete fatto il vostro tirocinio fisico e. di­ sciplinare potrete accedere alle altre se­ zioni”.

Ho citato questo ricordo giovanile che risale agli anni 1921-22, in quanto oggi, alia distanza di oltre trentanni, volendo parlare della preparazione dei giovani agli sports agonistici, non pos­ so fare a meno di pensare a quei tempi e constatare quanto fosse assennato il principio sancito da quell'imberbe Con­ siglio Tecnico e quanto sia di viva attualità. Troppi giovani, ambiente studentesco

compreso, si mettono in gara nel calcio, nel ciclismo, nello sci, nell’atletica, nel tennis ecc. senza avere provveduto a una adeguata preparazione generale. E’ perciò cosa naturale che molti dei no­ stri campioni nazionali, mancando la preparazione base, non figurano nem­ meno tra i mediocri della graduatoria mondiale. Purtroppo quando un giova­ ne ha raggiunto anche un modesto suc­ cesso regionale non è più possibile in­ durlo ad acquisire o migliorare le doti che gli difettano ; è come voler rad­ drizzare una pianta ormai adulta. I giovani d'oggi hanno uno spirito irrequieto e sfuggono a tutto ciò che è studio e ponderata preparazione; essi tendono più all’improvvisazione e in questo non sempre riescono. Però oggi che, per merito del CONI lo sport nella scuola non è più "all’indice” e gli stu­ denti lo possono praticare senza tema di rappresaglie, è dovere degli inse­ gnanti di educazione fisica riportare, per quanto è possibile, la mentalità dei giovani al convincimento della indi­ spensabilità di questa preparazione ge­ nerale dell’organismo per affrontare lo sport agonistico. Alla base della preparazione agoni­ stica in senso generale, specialmente se trattasi di giovanissimi, sta la ginna­ stica. Essa irrobustisce simmetricamen­ te i loro corpi, li rende armoniosi ed agili, li prepara a sostenere senza al­ cun danno gli sforzi intensi della gara sportiva. La ginnastica, specialmente agli at­ trezzi, ha inoltre un elevato valore mo­ rale in quanto più delle altre discipli­ ne infonde nel giovane l’abitudine alla disciplina, al sacrifico, al controllo co­ stante dei propri alti e questo lato edu­ cativo non deve essere trascurato per­ ché ha anch'esso la sua importanza.

Per convincerci che nella ginnastica sta la base di ogni sport basta dare uno sguardo in giro a tutti gli sports attualmente in voga. Nel periodo di "riposo”- dalle competizioni, dal calcio al­ l’atletica. dal ciclismo al tennis ecc. in tutti gli sports ci si prepara alla fu­ tura stagione agonistica con un intenso lavoro in palestra basato per la mag­ gior parte su un buon numero di eser­ cizi di ginnastica. Perciò questa disci­ plina è il denominatore comune di ogni preparazione sportiva. Alla preparazione ginnastica si affian­ cherà poco per volta l’atletica leggera che un 'tempo era parte integrante del­ la ginnastica stessa, staccatasi e svilup­ patasi poi per conto proprio. L’eser­ citarsi nell ’atletica leggera completa nell'atletica perciò mirabilmente la preparazione ìca e introduce allo sport preagonistica agonistico vero e proprio il giovane. La sola atletica leggera, come si vuo­ le affermare con uno slogan divenuto ormai di uso corrente, serve poco ed è incompleta. Per rendersene convinti basta pensare alla intensa preparazione ginnica cui si sottopone un atleta du­ rante la stagione invernale. Nella intelligente fusione fra ginna­ stica e atletica leggera si deve ricerca­ re quindi la vera base di partenza per

39


la preparazione dei giovani allo sport agonistico. Sano quindi e tuttora di palpitante attualità il velo imposto al giovanile entusiasmo nostro da quelliimberbe Con­ siglio Direttivo della mia vecchia so­ cietà. Oggi purtroppo i tempi sono mu­ tati, allora le società facevano proprio cZcZZ'educazione fisica oltre che dello sport o deZZ'allcvamento come si suol dire oggi con una parola che mi piace poco. lìisogna mutare fa forma c adeguarsi ai tempi, ma il principio rimane sem­ pre quello di trent'anni fa: "In anti­ camera dell'agonismo sportivo c’è la ginnastica con tutti i suoi benefici fi­ sico-educativi”.

« pagamento, ma accettando e sollecitan­ do esclusivamente offerte volontarie, e impegnarsi a versare, dedotte le spese eventuali, gli introiti superiori alla cifra minima di cui sopra. I films devono essere usati con il mas­ simo riguardo, impiegando apparecchi di proiezione adatti, specialmente quan­ do trattasi di films sonori o parlati. Le Società richiedenti saranno responsabili degli eventuali danni alle pellicole cau­ sati da evidente incuria. Le richieste devono essere indirizzate alla Segreteria della FISI, che le eva­ derà in rapporto alle disponibilità con­ sentite dal ciclo distributivo, che tiene conto appunto dell'ordine con cui le richieste pervengono.

Prof. CARLO COVI

Dieci films disponibili. La FISI mette a disposizione delle Società affiliate e delle Unioni del C.S.I i seguenti films, passo 16 nini.:

1) Giochi Olimpici Invernali 1952 Oslo - bianco e nero, parlato in tedesco, durata 2 ore circa. 2) Settimana Internazionale del Se­ striere 1953 - bianco e nero - didascalie in italiano, durata 45 minuti circa. 3) « Ski Camps » - Campionati Del Mondo di Aspen 1950 - a colori - colon­ na sonora; parlato in inglese; durata 90 min. circa.

4) Tecnica Francese - bianco e nero; parlato francese; durata 40 minuti circa. 5) Sci e Scioline ■ bianco e nero; parlato in italiano; durata 25 minuti circa. 6) Come si insegna lo Sci nelle Scuole Austriache - bianco e nero - mu­ to; durata 45 minuti circa.

7) Il Fondo a Volodalen ■ bianco e e nero; muto; durata 30 minuti circa. 8) Voli di Obersdorf - bianco'e ne­ ro; muto; didascalie in tedesco; durata 25 minuti circa. 9) Film Didattico sul Salto - bianco e nero; muto; didascalie in norvegese; durata 25 minuti circa. 10) Film Didattico sul Fondo bianco e nero; muto; durata 15 minuti circa.

I films vengono concessi alle seguenti condizioni :

a) versamento prò Fondo Assistenza Atleli della somma minima di Lire 15.000 per i film di cui al n. 1):

b) versamento prò Fondo Assisten­ za Atleti della somma minima di Li­ re 10.000 per il film di cui al n. 2); c) versamento prò Fondo Assisten­ za Atleti della somma minima di Li­ re 5.000 complessive per un gruppo a scelta, e secondo la disponibilità, di due o tre degli altri film dell’elenco;

d) le Società dovranno impegnarsi a proiettare detti films ai propri Soci non

i

40

I "Mondiali,, militari di sci a Solleftea dal 22 al 29 Febbraio. I Campionati mondiali militari di sci 1954 si svolgeranno a Solleftea (Svezia) dal 22 al 29 febbraio, nella settimana cioè di intervallo fra i campionati del mondo di Falun e di Are. Le gare militari comprenderanno:

«) gara di pattuglia (ogni pattuglia composta di 4 uomini, un ufficiale, un sottufficiale e due soldati) su un per­ corso di 25 chilometri con tiro al ber­ saglio (tre tiratori aventi diritto a 3 col­ pi ciascuno a 150-200 metri di distanza). Peso totale dello zaino Kg. 25; b) gare individuali di combinata slalom - slalom gigante, di fondo 10 chi­ lometri, corsa, tiro. Solleftea ha circa 10 mila abitanti ed è situata a 583 chilometri a nord di Stoc­ colma, 280 chilometri a est di Are e 495 a nord-est di Falun. In treno da Stoccolma a Solleftea si impiegano 10 ore, circa 11 ore da Falun e 6 ore e mez­ za da Are.

Il Calendario Nazionale ’54 di ginnastica Il Consiglio Direttivo della Federa­ zione Ginnastica d’Italia, riunitosi in Roma sotto la presidenza del commen­ datore Ginanni, ha approvato il se­ guente calendario nazionale 1954: Febbraio. — In tutte le regioni Gare esordienti di preparazione disputa « Cop­ pa Federale» femminile. In tutte le re­ gioni Gare esordienti preparazione di­ sputa «Coppa Buriani» maschile; marzo. In tutte le regioni Gare esor­ dienti preparazione disputa « Coppa Fe­ derale » femminile. In tutte le regioni Gare esordienti di selezione per la fi­ nale nazionale «Coppa Buriani» ma­ schile; aprile: 4 - Firenze. Corso dimo­ strativo del programma per la Festa Internazionale di Roma, per i Capisqua­ dra delle regioni Centro-Sud (maschile): 11 Modena: Corso dimostrativo del pro­ gramma per ]a Festa Internazionale di Roma per i Capisquadra delle regioni del Nord (maschile): 11 - Finale na-

zinnale « Coppa Federale » (esordienti femminili): 25 - Finale nazionale «Cop­ pa Buriani» (rappresentative sociali ed individuali, Esordienti, maschile); 9 maggio - Gara di prima selezione per la formazione della squadra nazionale per i Campionati del Mondo (maschile); giugno 2 - Gara per la formazione della rappresentativa nazionale parteci­ panti ai Campionati del Mondo (maschile): 28-30 - Roma. Campionati del Mon­ do; luglio: 1 - Roma: Campionati del Mondo c Feste Internazionali di ginna­ stica artistica per squadre maschili c femminili. In tutte le regioni prima ga­ ra per i campionati regionali di ginna­ stica artistica individuale (maschile); settembre: 26 - Gara nazionale di quali­ ficazione Esordienti e Juniores (fem­ minile); ottobre - In tutte le regioni se­ conda gara Campionati regionali (ma­ schile). In tutte le regioni prima gara Campionati regionali di ginnastica arti­ stica (femminile): 17 - Trofeo « L. Ca­ pello » gara artistica di rappresentanza ed individuale (maschile). In tutte le regioni seconda gara Campionato Re­ gionale (femminile): 31 - Coppa «Gina Nardi » gara artistica di rappresentanza ed individuale (Seniori e Juniori ma­ schile); novembre: 21 • Campionati na­ zionali di ginnastica artistica individua­ le (Seniori e Juniori maschile): 28 Campionati Nazionali di ginnastica ar­ tistica individuale (Seniores e Juniores femminile).

Ventinove Nazioni ai «mondiali» di ginnastica. Si è riunita a Roma sotto la piesidenza del comm. Ginanni l’Ufficio di presidenza del Comitato organizzatore dei Campionati del Mondo di ginnastica. Alla riunione hanno partecipato il dot­ tore Marcello Garroni, V. Segretario Generale del C.O.N.I., il Cav. Quadre!li c il Prof. Gotta. V. Presidenti della F.G.I, ed il Dr. Riva, Segretario Ge­ nerale della F.G.I. Questi ha fatto una ampia relazione sul lavoro svolto fino ad oggi ed ha nformato i convenuti che ben 28 Nazioni, oltre l’Italia, hanno as­ sicurato ufficialmente la loro parteci­ pazione ai « mondiali » di Roma. L'Uf­ ficio di Presidenza ha preso atto con vivissimo compiacimento di quanto c stato fatto per la migliore riuscita dei campionati che si presentano, rispetto alle precedenti edizioni, di gran lunga più importanti sia come numero che come qualità di partecipanti. E’ stato anche tracciato un prcyiramma di mas­ sima del campionati che verranno inau­ gurali ufficialmente domenica 27 giu­ gno alle ore 10.30 in Campidoglio e so­ lennemente aperti lo stesso giorno alle ore 19 allo Stadio Olimpico dove si svolgeranno, nei giorni successivi, tutte le gare riservate ai campionati maschi­ li e femminili. La chiusura della ma­ nifestazione avrà luogo giovedì 1. lu­ glio alio Stadio dei Marmi dove le au­ torità procederanno alla premiazione dei primi, secondi e terzi classificati in ogni singolo attrezzo. La cerimonia si con­ cluderà con una esibizione dei campio­ nati del mondo.


Supplem. al n. 2 ili STADIUM per le Unioni Sportive e i Comilali Provinciali del C. S. I. Febbraio 1054

Verso la base missionaria nel mondo dello sport.. o

gli altri

li Congresso Nazionale del C.S.I. non ha messo a fuoco il problema degli Al­ tri. Non c’era tempo. Forse. «Gli Altri» dovrebbe rappresentare il problema ossessivo del C.S.I. Sono tanti gli Altri, si contano a milioni. Li ho visti sfilare in Piazza del Duo­ mo a Milano, avvolti nella pioggia stan­ ca di dicembre ed erano esseri anoni­ mi che sognavano stipendi, tredicesima, regali natalizi. Li ho visti al Valentino grigio di nebbia a Torino. Uguali, im­ penetrabili. Li ho visti a Palermo nei vicoli dei vecchi quartieri ed erano ragazzini sporchi, scalzi che giocavano a soldi sul selciato sconnesso e lurido alle spalle di via Roma, vicino al Viale della Li­ bertà dove le fuoriserie filavano lucide, ardite, sfacciate, schiaffeggiami. C’era un ragazzino vicino alla Pietà insieme ad altri ragazzini. Ma lui non giocava perché non aveva denaro. Non aveva le scarpe, non aveva i calzoncini ma negli occhi vivi spuntava limpida un’anima luminosa come il sole della Conca d'Oro. Ho pensato a quell’anima, ho pensato al pianto della Madonna di Siracusa, ho pensato al pianto della Conca d’Oro. Noi dobbiamo fare qualche cosa per loro. I Cavalieri antichi avevano uno sco­ po apostolico: la difesa dei deboli. A quella tradizione vogliamo legare la no­ stra attività sportiva. Difesa dei deboli di corpo, difesa dei deboli di spirito. Ha letto « 1 nemici dello sport » su «Avanguardia»? Come di solito i cari compagni dimenticano la storia e di­ cono proprio tinello che dicevano i li­ berali dell’800. Il Cristianesimo sareb­ be nemico dello sport. Ma leggano Cle­ mente Alessandrino, Agostino, Tommaso, diano uno sguardo alla Cavalleria e all’Ora et labore di S. Benedetto <> poi scrivano cose meno stupide. Ma questo è un ragionamento che faremo più a lungo. Per me, tre dovrebbero essere i putì-

ti essenziali e animatori Sportivo Italiano:

del

Centro

1) educare il corpo perché possa as­ solvere la sua funzione di elemento umano chiamato insieme con l’anima a far parte del Corpo Mistico; 2) educare lo spirito attraverso una visione soprannaturale dello sport e uno sviluppo delle virtù morali attraverso an­ che l’attività fisica; 3) preparare degli Apostoli che con lo sport e nello sport portino i principi sacri deposti da Dio nel seno della Chiesa. Ho pensato proprio in questi giorni ad attuare la base missionaria nel Mon­ do dello sport. II Santo Padre nel di­ scorso pronunciato in occasione della inaugurazione dello Stadio Olimpico di Roma ricorda « che il Cristianesimo è tale dappertutto e che nessuna circostan­ za deve impedire al buon odore di Cri­ sto di sprigionarsi dalla sua persona a edificazione di molti, sia che egli si raccolga in preghiera sotto la volta di un tempio, sia che si conceda il sacro svago dello sport sotto il cielo di uno stadio. Nel Radio messaggio ai giovani di A. C. 4 novembre 1953 specifica me­ glio il Santo Padre il modo e il metodo per un fruttuoso apostolato di ambiente e dice testualmente: «Vi è poi un la­ voro, dal quale nessuno di Voi dovrebbe ritenersi dispensato: il lavoro dell’accostamento individuale, anima ad anima, in ogni luogo, in tutte le circostanze. Vorremmo che nessuno parlasse con voi, trattasse con voi, lavorasse con voi, sen­ za riceverne un raggio di luce cristiana nella mente. Per quanto insistiamo sulla necessità, l'urgenza e l’efficacia del lavoro « capil­ lare » da farsi sulla « Base Missionaria it­ iti collaborazione coi diversi rami di Azione Cattolica e con « i militanti di tutte le opere ». Il C.S.I. opera dell’A.C. non può ri­ manere statica di fronte a questi appas­ sionati orientamenti del Santo Padre e vorrei dire a tutti i dirigenti C.S.I. di studiare i principi della base missiona­ ria perché in seno ai 50.000 nasca un nu­ cleo di militanti decisi a portare Gesù nel mondo dello sport.. Il nuovo anno sarà l’Anno della Base Missionaria in seno al C.S.I. Molti Sa­ cerdoti e laici guardano ancora con per­ plessità a volte giusta, a volte egoistica

verso questa posizione di attacco in seno alle nostre organizzazioni. Hanno paura degli altri. Questa è la verità: spesso ab­ biamo paura di avvicinare i ragazzini della Bella Tripoli di Roma, abbiamo paura di avvicinare i bocciofili bestemmiatori del rione popolare, abbiamo paura di incunearci nella carne viva dell'umanità imbastardita c scappata dal­ l’amplesso del Padre. Gesù non ebbe paura di Zaccheo: aiv dò a pranzare con Ini. Non ebbe paura della Maddalena, delI’Adultera, dei pe­ scatori, dei filosofi, dei capi di stato. Noi abbiamo paura e allora chiudiamo a doppia chiave la nostra casa d’oro e ci esauriamo in adunanze interminabili e in disquisizioni da far paura agli an­ tichi sofisti. E’ facile stare chiusi den­ tro al caldo delle nostre sedi, ma non basta, il S. Padre ci grida: «Fate, di­ letti figli, che per mezzo vostro Gesù penetri. Maestro e Salvatore, ovunque ha diritto di entrare, dovunque ci sono anime, che. anche senza accorgersene, attendono ed anelano di incontrarsi con Lui ». A noi il Santo Padre ha assegnato il settore sportivo. In questo settore della via umana ci sono tante anime che at­ tendono ed anelano di incontrarsi con Lui. Il Primo decennio ha servito per fare le ossa e per raggiungere una deci­ sa inquadratura tecnica, organizzativa, spirituale. Adesso dobbiamo andare al­ l’attacco. Sarà una azione difficile per­ ché dobbiamo cozzare contro barriere di ferro in cui il linguaggio divino si è perduto nel boato disumano di una uma­ nità materializzata. Bisogna avere co­ raggio, fede, costanza, insistenza e ca­ pacità di sfondamento. I nostri militanti devono essere ragazzi in gamba, moder­ ni, aperti, forti nel corpo e nell'anima. Queste idee, per ora è necessario far­ le conoscere ai nostri e poi. molto pre­ sto le concretizzeremo in un program­ ma preciso che sto preparando. Io chiedo aiuto agli uomini di buona volontà e mi auguro che in questo An­ no della Madonna sorgano schiere di atleti che sappiano unire alla loro po­ tenza fisica una grande vita interiore e una bruciante capacità di espansione, apostolica. Se cammineremo così, se lotteremo con questi ideali uni giorno forse la Madonna ritornerà a sorridere i X. P.

41


IL C. S. I. PER I GIOVANISSIMI

Il vasto programma 1954 per i ragazzi aspiranti Dopo un anno di attività sportiva per i ragazzi svolta dal Movimento Aspiranti in collaborazione con il C.S.L, l’Uftìcio Centrale Aspiranti e il Centro Sportivo Italiano presentano le linee programmatiche di tale attività per il prossimo anno 1953-54. Le esperienze di lavoro in tal senso ci hanno portato a migliorare i criteri e il metodo per uno sport dei ragazzi. E’ pensando al valore positivo dello sport per ravvicinamento e la educazio­ ne dei ragazzi che chiediamo agli orga­ ni periferici della nostra Organizzazione uno studio profondo del problema ed una conseguente e ben organizzata at­ tività. Il pensiero del Movimento Aspiranti sul problema dello sport per i ragazzi è sempre stato il seguente: lo sport è una attività indispensabile per i nostri fini educativi quando ci sono queste tre ga­ ranzie : che sia adatto all’età dei ragazzi, che sia organizzato con perfezione tec­ nica, che ci sia la presenza attiva del­ l’educatore.

i

PRECEDENTI AZIONE.

DELLA

NOSTRA

Nella vita normale del Movimento Aspiranti lo sport ha sempre giocato un ruolo di grande importanza sia in sede parrocchiale che in sede diocesana, ma purtroppo non si può dire che sempre sia stato organizzalo con i requisiti di ordine educativo e tecnico che erano auspicati. Parlando di tale attività non intendiamo riferirci a quel « gioco spor­ tivo » che viene fatto ogni giorno nelle nostre parrocchie, ma specialmente a quei cicli periodici di attività che la parrocchia e la diocesi in particolare, organizzano in determinati periodi del­ l'anno per i loro iscritti e per la massa dei ragazzi. Sono ormai molti gli Uf­ fici Diocesani Aspiranti che hanno chiesto insistentemente ed hanno spe­ rimentato una attività sportiva in seno al Centro Sportivo Italiano attraverso i Comitati Zonali e Provinciali. Ci pare quindi ottima cosa valerci di tali esperienze per dare alle parroc­ chie ed alle diocesi la possibilità di or­ ganizzare uno sport per i ragazzi che risponda alle nostre finalità ed agli in­ teressi dei ragazzi stessi.

:

IL C.S.L PER GAZZI. Possiamo

che il Centro Sportivo Italiano, come Opera della Gioventù a finalità alta­ mente educativa, organizzerà lo sport dei ragazzi in stretta collaborazione con FUfficio Diocesano Aspiranti della Pre­ sidenza Diocesana della G.I.A.C. per i ragazzi di età 12-15 anni attraverso una preordinata serie di campionati che en­ trano nel calendario annuale del C.S.L e con finali zonali — provinciali — re­ gionali e nazionali. I Regolamenti e le modalità dei cam­ pionati sono quelli del Centro Spor­ tivo Italiano opportunamente studiati per l’età dei giovanissimi.

ORGANIZZAZIONE E’ indispensabile che tutti gli Aspi­ ranti o i ragazzi che attraverso il Mo­ vimento Aspiranti intendono svolgere attività sportiva si valgano del C.S.I. che è ben lieto di mettere a disposi­ zione il suo apparato organizzativo e tecnico sia centrale che periferico.

TESSERAMENTO Sia gli Aspiranti che i ragazzi, per aver diritto a partecipare a tale attività sportiva, dovranno essere in possesso della tessera C.S.I-, tessera che viene ceduta al costo di L. 100.

ASSICURAZIONE

La tessera richiesta non è soltanto un valido legame organizzativo, ma è una garanzia onde evitare qualsiasi respon­ sabilità per eventuali infortuni. Infat­ ti la tessera C.S.L è praticamente un contratto assicurativo chq, per even­ tuali incidenti, dà le seguenti garanzie: — in caso di morte L. 250.000;

— in caso di invalidità permanente L. 500.000; — in caso di infortuni L. 250, gior­ naliere. AFFILIAZIONE

LO SPORT DEI RA­

E’ pure indispensabile che la Sezio­ ne Aspiranti che vuole partecipare di per se stessa o attraverso il Centro Dio­ cesano all’attività ufficiale del C.S.L faccia l’affiliazione al C.S.L come Grup­ po Sportivo. La necessità di questa clau­ sola è evidente non potendo concepirsi una partecipazione di isolati. Si presentano però alcuni casi per i quali diamo la nostra soluzione:

questo punto

a) se esiste già in Parrocchia un Gruppo Sportivo di Associazione già

affermare

a

affiliato al C.S.L, l’affiliazione non è più necessaria in quanto gli Aspiranti e i ragazzi che desiderano svolgere at­ tività sportiva, han solo da aderirvi come soci atleti; ò) se in Parrocchia non esiste an­ cora il Gruppo Sportivo, la Sezione Aspiranti può costituire di sua inizia­ tiva il Gruppo Sportivo, la Sezione Aspiranti può conslituirc di sua inizia­ tiva il Gruppo Sportivo affiliandosi al C.S.L ed il Gruppo Sportivo avrà per nome il nome stesso della Sezione A. All’infuori dei casi a) e b), si consi­ glia l’U. D. A. di prendere l’ini­ ziativa di costituirsi in Gruppo Spor­ tivo affiliandosi al C.S.I. ed avente alle sue dipendenze tutte le Sezioni A. che non rientrano nei casi sopradetti: in questo caso la Sezione A. che aderisce avrà come denominazione « U.D.A. — nome della Sezione» (Esempio: UDA Rieti — Domenico Salvio). La sigla U.D.A. sarà comune a tutti questi Gruppi. Si ricorda che la quota di affiliazio­ ne per la G.IA.C. è di L. 900., quota che dà diritto all’abbonamento annua­ le alla rivista del C.S.L « Stadium ». Per l’affiliazione ed il tesseramento valgono le norme già diramate dalla Presidenza Centrale C.S.L di cui potrà essere presa visione presso i CC. PP. e ZZ.

CAMPIONATI Il Centro Sportivo Italiano e rufficiò Centrale Aspiranti, hanno operato una scelta fra gli sports da realizzarsi in campionato durante l’anno in corso. L’età utile ai fini dei campionati è, naturalmente, quella corrispondente all’età degli Aspiranti Maggiori e PreJuniores delle Sezioni Aspiranti: 13,14, 15 anni, perché più confacente allo sfor­ zo fisico richiesto. Per ogni campionato sono previste le fasi zonali, diocesana, regionale e nazionale. I campionati prescelti sono i scguenti : Tennis da Tavolo: Fasi: zonale, diocesana, regionale. Senza limiti di età minima, massima 15 anni, con il regolamento del Centro Sportivo Ita­ liano.

Campanili Alpini. e nazionali (fine 13, 14, 15 anni per le per il fondo. Prove: slalom speciale; fondo itali

(Sci): Fasi: zofebbraio). Età: discese; 15, 16 slalom gigante, km. 3; staffetta

3 x 3. Pallavolo ■ Pallacanestro: queste due attività sono incluse nell’attività C.S.L categoria giovanissimi, limitando la partecipazione ai ragazzi di 15-16 anni. Queste manifestazioni sono a fase zonale, diocesana, regionale, nazionale.

I

42 .


Nuoto-, Fasi: diocesana, regionale, nazionale. Categorie: ragazzi sino ai 14 anni; allievi: 15-16 anni; entrambe le categorie sono incluse nell’attività C.S.f , Prove : ni. 50 dorso; in. 50 rana ortodossa; ni. 50 stile libero; staffetta 3 x 50 artistica. Triathlon di atletica leggera per ragazzi (Corsa ni. 80 — salto in alto — salto in lungo). Per questa attività che dovrebbe essere la grande leva di massa riservala agli Aspiranti ed ai ragazzi di 14-15 anni, si apportano le modifiche necessarie alle specialità se­ condo i criteri della competente Com­ missione Tecnica Nazionale per l'Atletica Leggera. Pattini, a Rotelle. Per questa atti­ vità non prevista fino ad ora nel C.S.I. si stabilisce un regolamento a parte prevedendo due categorie: categoria A 12-13 anni; categoria B, 11-15. IL C.SJ. E LU.D.A.

Il Centro Sportivo Italiano tramite i suoi organi periferici, garantisce tutta l’assistenza tecnico-organizzativa neces­ saria per qualunque manifestazione. Si rende quindi necessario un completo accordo tra U.D.A. e Comitati Provin­ ciali C.S.I. i quali organizzeranno l’at­ tività per gli Aspiranti e i ragazzi at­ traverso l’Ufficio Diocesano Aspiranti. Qui si ricorda che il Delegato Dio­ cesano Aspiranti è chiamato a far parte di diritto del Consiglio Provinciale del C.S.I., e quindi tutta l’attività sportiva aspirantistica passerà attraverso il suo controllo in quella sede. E’ evidente che la necessità di una più scria attività

sportiva per i ragazzi, rileva il dovere da parte del Delegato Diocesano Aspi­ ranti di sentirsi veramente impegnato ad essere presente nel Consiglio Pro­ vinciale del C.S.f. Con l'augurio di un fecondo lavoro secondo le direttive previste in sede nazionale, il Centro Sportivo Italiano e l’Ufficio Centrale Aspiranti saranno

ben lieti di vedere realizzato in peri­ feria questo programma sportivo che potrà essere un messaggio cristiano per tanti ragazzi.

p. Il Centro Sportivo Italiano (Aldo Notorio)

p. L’Uflicio Centrale Aspiranti (Cesare Graziati!)

In Sicilia la prima tre giorni per dirigenti C. S. I. Iniziando l’opera di sensibilizzazione sportiva nelle regioni centro-meridio­ nali, la Presidenza del C.S.I., di comu­ ne accordo con il Nucleo Regionale G.T.A.C. della Sicilia, ha organizzato a Palermo un Corso di tre giorni per Di­ rigenti Sportivi. Comitati Provinciali c Zonali erano rappresentati da elementi qualificati ed animati dalle più serie intenzioni. Era presente inoltre l’ispettorato Regionale al completo, nonché un numeroso stuolo di Dirigenti tecnici del Comitato Pro­ vinciale di Palermo.

Per Ire giorni intensissimi sono stati studiati a fondo i problemi interessanti la Regione c si è potuto cosi formulare un piano di lavoro che sicuramente da­ rà copiosi frutti. La veemente ed infuocata oratoria di Don Nicola Pavoni, Assistente Centrale del C.S.I.. è riuscita ad operare mira-

La 1. Consulta Assistenti del C.S.I. alla '’Dunins Paris” dal 10-11 gennaio In seno alla Presidenza Centrale del CSI. è stata costituita la Consulta degli Assistenti Ecclesiastici con lo scopo di:

1) unire un gruppo di Sacerdoti specializzati nel settore sportivo perché tra loro si comunichino esperienze c formulino un programma capace di dare al movimento sportivo italiano un pensiero e una anima; 2) studiare un collegamento concreto con tutti i Sacerdoti che si interessano di sport; 3) coordinare il lavoro degli Assistenti Eccle­ siastici dei Gruppi e Unioni Sportive; 4) studiare un piano completo di penetrazione negli ambienti ecclesiastici perché ci sia un più forte e intelligente interessamento per lo sviluppo dello sport cristiano; 5) discutere e definire una linea spirituale da dare al Centro Sportivo Italiano. La Consulta è formata da Sacerdoti che si inte­ ressano di attività sportiva e che con la loro solida esperienza di Ministero Sacerdotale, possano dare un

coli ed a galvanizzare tutti i presenti, sia quelli del C.S.I. che i partecipanti alla 3 Giorni CIAC, facendoli diventare di punto in bianco dei Missionari dello Sport Cristiano. La profondità c l’ardi­ tezza dei concetti espressi da Don Ni­ cola hanno addirittura entusiasmato quei giovani che non si stancavano di ascol­ tarlo e di applaudirlo. Se il fervore del­ le opere sarà pari all’entusiasmo da essi dimostrato sicuramente il C.S.I. in Sicilia avrà un luminoso avvenire ed un rigoglioso sviluppo. spiriOltre alla formazione morale male dei Dirigenti è stata curata a ri­ che la loro preparazione tecnica ed organizzativa che è stata particolare fa­ tica ilei Comm. Filippo Dragotto, che ha tenuto una serie di lezioni sulle va­ rie discipline sportive culminate in una discussione generale nella quale hanno preso la parola quasi tutti gli inter­ venuti.

valido apporto di idee spirituali ed educative tali da contribuire alla soluzione di questi e di altri pro­ blemi evidentemente di carattere religioso-spirituale. La prima tornata si avrà a Roma nei giorni 10-11 febbraio p. v., presso la Domus Pacis. Alla Consulta hanno aderito una trentina di Assi­ stenti in rappresentanza di tutte le regioni. Il programma-orario definitivo deH’intercssantissimo Raduno è il seguente: 9 febbraio: Entro la serata arrivo alla Domus Pacis (dalla Stazione Termini salire sul n. 64 c a Largo Tassoni passare sul n. 98; scendere alla prima fermata di Via di Torre Rossa). 10 febbraio - ore 9: Meditazione dettata da S. E. Rev.ma mons. Giovanni Urbani — ore IO: Inizio dei lavori - Conversazione dal tema: « Teologia e morale nello sport»; relatore: S. E. Rev.ma nions. Primo Gasbarri, Vescovo di Velletri — ore 15.30: Ripresa dei lavori - Conversazione dal tema: « Fisionomia dell’Assistente Ecclesiastico del CSI »; relatore: M. R. don Antonio Zanchctton — ore 20.30: Cena — ore 21.30: Incontro con i Dirigenti Centrali del CSI; 11 febbraio - ore 9: Seconda meditazione det­ tata da S. E. mons. Urbani — ore 10: Ripresa dei la­ vori - Conversazione dal tema: « Funzione formativa ed apostolica del CSI »; relatore: don Nicola Pavoni. — ore 15: Ripresa dei lavori - Conclusioni deU’Ill.mo c Rev.ino mons. Federico Sargolini.

43


CAMPIONATO DEI CG.PP. Avendo riscontrato delle inesat­ tezze di dizioni nelle tabelle dei punteggi dei Campionati dei Comi­ tati Provinciali, al fine di evitare malintesi nel corso della compila­ zione delle classifiche finali, si chia­ riscono le tabelle stesse pubblicate sul n. 1 di « Stadium » 1954, avver­ tendo i Comitati Provinciali e Zo­ nali che agli effetti della classifica finale hanno valore i sottoelencati punteggi: CAMPIONATI NAZIONALI A TLETI ( A LEGGERA Organizzazione fase provinciale con un minimo di sei qualificati per ogni specialità. Minimo tre staffette classi­ ficate. Per ogni specialità (staffetta punteggio doppio) punti cinque. Partecipanti alle Finali Nazionali per ogni specialità (staffetta punteggio doppio): al 1. p. 60; al 2. p. 55; al 3. p. 50; al 4. p. 45; al 5. p. 40; al 6. p. 35; al 7. p. 30; all’8. p. 25; al 9. p. 20; al 10. p. 15; all’ll. p. 10; al 12. p. 5. Corsa campestre - minimo classifica­ ti 12. Organizzazione fase provinciale p. 20. Finale nazionale: al 1. p. 180; al 2. p. 165; al 3. p. 150 e così a scalare di 15 punti fino al 12. classificato. BOCCE Organizzazione fase provinciale con un minimo di 20 partecipanti nelle tre specialità obbligatorie (singolo, coppia, terna), p. 15. Partecipazione fase re­ gionale, p. 10. Finalisti nazionali: al 1. classificato: singolo p. 36, coppia p. 48, terna p. 60: al 2. p. 33, p. 44, p. 55; al 3.. p. 30, p. 40, p. 50; al 4. p. 27, p. 36, p. 45; al 5. p. 24, p. 32, p. 40; al 6. p. 21, p. 27, p. 35; al 7. p. 18, p. 24, p. 30; all’8. p. 15, p. 20, p. 25; al 9. p. 12, p. 16, p. 20; al 10. p. 9. p. 12, p. 15; all’ll. p. 6, p. 8, p. 10; al 12. p. 3, p. 4, p. 5. CALCIO - Campionato Ragazzi Organizzazione fase provinciale (mi­ nimo 4 squadre), p. 100. Partecipazione fase regionale p. 50. Fase interregionale : al 1. p. 200; al 2. p. 150; al 3. p. 100; al 4. p. 50. Finale Nazionale: al 1. p. 500; al 2. p. 375; al 3. p. 250; al 4. p. 125. CICLISMO - Su strada Organizzazione fase provinciale, mi­ nimo 10 classificati per ogni categoria nelle gare individuali e 4 classificati nelle gare a squadre, pei- queste secon­ de punteggio doppio, punti 10. Finale Nazionale, per ogni categoria, gare a squadra, punteggio doppio: al 1. p. 60; al 2. p. 55: al 3. p. 50; al 4. p. 45; al 5. p. 40; al 6. p. 35; al 7. p. 30; all’8. p. 25; al 9. p. 20; al 10. p. 15; all’ll. p. 10; al 12. p. 5. Su pista Organizzazione fase provinciale, mi­ nimo 4. classificati per ciascuna cate­ goria e per ciascuna specialità (velo­ cità, chilometro a cronometro, insegui­ mento individuale) punti 5. Finale Nazionale per ciascuna cate-

44

goria e per ciascuna specialità (come sopra): al 1. p. 60; al 2. p. 55; al 3. p. 50; al 4. p. 45: al 5. p. 40; al 6. p. 35; al 7. p. 30: all’8. p. 25; al 9. p. 20: al 10. p. 15: all’ll. p. 10: al 12. p. 5. NUOTO Organizzazione fase provinciale (mi­ nimo 6 atleti classificati per ogni gara, minimo 4 staffette classificate per ogni gara; staffetta punteggio doppio) per ogni specialità punti 10. Finale Nazio­ nale (per ogni specialità, staffetta pun­ teggio doppio): al 1. p. 60: al 2. p. 55; al 3. p. 50; al 4. p. 45; al 5. p. 40; al 6. p. 35; al 7. p. 30; all’8. p. 25; al 9. p. 20; al 10. p. 15; all’ll. p. 10; al 12. p. 5. PALLACANESTRO Organizzazione fase provinciale (mi­ nimo 4 squadre) p. 50. Partecipazione fase regionale p. 30. Fase interregionale: al’1. p. 100; al 2. p. 75; al 3. p. 50: al 4. p. 25. Finale nazionale: al 1. p. 320; al 2. p. 240; al 3. p. 160; al 4. p. 80. PALLAVOLO Organizzazione fase provinciale (mi­ nimo 4 squadre) per ogni categoria p. 50. Partecipazione fase regionale p. 30. Fasi interregionali: al 1. classificato p. 100; al 2. p. 75; al 3. p. 50; al 4. p. 25. Finale Nazionale: al 1. p. 320; al 2. p. 240; al 3. p. 160; al 4. p. 80. SC I Organizzazione fase provinciale (mi­ nimo 10 atleti-gara complessivi; staf­ fetta punteggio doppio) per ogni spe­ cialità p. 10. Partecipazione fase zonale p. 20. Fi­ nale Nazionale (per ogni specialità; staffetta punteggio doppio): al 1. p. 48; al 2. p. 44; al 3. p. 40; al 4. p. 36; al 5. p. 32; al 6. p. 28; al 7. p. 24; all’8. p. 20; al 9. p. 16; al 10. p. 12; all’ll. p. 8; al 12. p. 4. Per la categoria dei « Campanili Alpini » i punteggi saranno identici a quelli della categoria normale. TENNIS DA TAVOLO Organizzazione fase provinciale (mi­ nimo 20 giuocatori complessivi nelle due specialità obbligatorie) p. 15. Partecipazione fase regionale p. 10. Finale Nazionale: al 1. singolo p. 36, doppio 48; al 2. p. 33, p. 44; al 3. p. 30, p. 40; al 4. p. 27, p. 36; al 5. p. 24, p. 32; al 6. p. 21, p. 28; al 7. p. 18, p. 24; all’8. p. 15, p. 20; al 9. p. 12, p. 16; al 10. p. 9, p. 12; all’ll. p. 6, p. 8; al 12. p. 3, p. 4.

TROFEO DELLA MONTAGNA Organizzazione fase provinciale (fa­ coltativa) minimo 5 squadre classifica­ te p. 40. Finale nazionale: al 1. p. 96; al 2. p. 88; al 3. p. 80; al 4. p. 72; al 5. p. 64; al 6. p. 56; al 7. p. 48; all’8. p. 40; al 9. p. 32; al 10. p. 24; all’ll. p. 16; al 12. p. 8. MANIFESTAZIONI LOCALI Verranno inoltre assegnati i seguenti punteggi valevoli esclusivamente per l’attività a carattere locale e provin­ ciale (con esclusione cioè di tutte quel­ le prove sopra previste e che prevedo­ no il passaggio a fasi superiori: Regio­ nali, Interregionali, Nazionale).

ATLETICA LEGGERA Per ogni manifestazione a carattere locale o provinciale con un minimo di 6 qualificati in gare individuali ed un minimo di tre staffette classificate in ogni prova per ogni specialità (staffet­ ta punteggio doppio) p. 5. CORSA CAMPESTRE Per ogni gara a carattere locale e provinciale con un minimo di 12 clas­ sificati p. 20. BOCCE Per ogni manifestazione con le tre specialità obbligatorie (minimo 20 par­ tecipanti complessivi) p. 15. ( ,'ALCIO Per ogni manifestazione (Tornei, Coppe, Campionati) a carattere locale e provinciale con un minimo di 4 squa­ dre, p. 50. Per tornei a 7 giocatori p. 25, minimo 4 squadre. CICLISMO Pei' ogni corsa organizzata con un minimo di 10 corridori classificati per ogni categoria o specialità (a squadre, minimo 3 squadre, punteggio doppio) p. 10. Per le gare su pista (minimo 4 concorrenti per specialità) verranno as­ segnati 5 punti (a squadre punteggio doppio) per ogni specialità e categoria di corridori. Le gare di velocità disputate su stra­ da vengono considerate come se effet­ tuate su pista. NUOTO

Per ogni manifestazione a carattere provinciale con minimo 20 atleti par­ tecipanti complessivi. Ogni specialità (staffetta punteggio doppio) p. 10. Mi­ nimo 4 atleti classificati per ogni gara individuale e 3 staffette classificate. Gare in linea su mare, fiume e lago con un minimo di 10 classificati p. 15. CAMPANILI MARINI Prova unica m. 25. Con un minimo di 10 classificati p. 20. Con oltre 20 classificati p. 30. PALLACA N EST RO Pex' ogni manifestazione a carattere provinciale con un minimo di 4 squa­ dre partecipanti p. 50. PALLAVOLO Per ogni manifestazione a carattere provinciale con un minimo di 4 squa­ dre partecipanti p. 50. SCI Per ogni manifestazione organizza­ ta con un minimo di 20 atleti comples­ sivi: ogni specialità (staffetta punteg­ gio doppio) p. 10. TAMBURELLO Per ogni manifestazione organizzata con un minimo di 4 squadre parteci­ panti, p. 50. TENNIS DA TAVOLO Per ogni manifestazione organizzata con le due specialità. Minimo 25 giuocatorl partecipanti, complessivamente punti 15. CORSI ARBITRI E GIUDICI CORSO ALLENATORI - CORSO DIRIGENTI TECNICI Candidati abilitati da 5 a 9: p. 150. Candidati abilitati da 10 a oltre: punti 250.


La voce delle Province Bollettino Informazioni del

(OMIIAIO PftOVIH(IAl( DI MllAHO

Il C.S.I. Milano e il 1954 Riaffermatosi ormai, grazie alla bella attività svolta nel 1953, come uno dei più attrezzati e fattivi Comitati Provin­ ciali d’Italia, il C.S.I. Milano inizia l’an­ no nuovo con programmi e intenzioni ben definite: rafforzare il prestigio ac­ quistato in questi ultimi anni in virtù di una organizzazione sempre accurata e tecnica dei propri Campionati provin­ ciali, e confermare con nuove vittorie le belle affermazioni conquistate nei Campionati Nazionali dagli atleti del C.S.I. Milano. I campionati di calcio, per la massa di giovani che domenicalmente metto­ no in moto sotto la comune bandiera del C.S.I., hanno indubbiamente — al­ meno in questo periodo invernale — il posto d’onore nella attività del C.S.I. Milano. Particolarmente delicata e im­ pegnativa è l’organizzazione di tali tor­ nei, cui la nostra sezione calcio fa otti­ mamente fronte con una serietà di in­ tenti veramente ammirevole. Per cui ci auguriamo che dalle molte squadre che lottano per i rispettivi titoli di campione provinciale, noi si abbia al­ trettanta stima e fiducia, esprimibile con un degno comportamento in campo ed una scrupolosa osservanza delle norme impartite. La pallacanestro ha un titolo di Cam­ pione d’Italia — quello della catego­ ria B, conquistato dagli « Artigianelli » — da difendere. Pertanto il lavoro della sezione ha una doppia azione: insistere nella propaganda in profondità, seguen­ do un criterio ormai da anni sperimen­ tato, e curare nel contempo la buona impostazione tecnica delle squadre mi­ gliori, quelle che dovranno rappresen­ tare il C.S.I. Milano nelle ardue compe­ tizioni nazionali. Che dalla assemblea delle nostre società cestistiche, indetta per il 18 gennaio, si abbia una schiarita ed un rafforzamento per questa impor­ tante sezione. Ai dirigenti delle nostre Società, l’invito vivissimo a collaborare coi tecnici del Comitato Provinciale. Più modesta come significato sporti­ vo, ma pur sempre aderente al nostro intendimento di sport-svago fisico e mo­ rale, l’attività di tennis da tavolo, svolgentesi non per lo più nelle sale delle nostre Associazioni o addirittura nella sede del CSI in via S. Antonio. La Cop­

pa S. Ambrogio ha dato inizio alla no­ stra attività pongistica ufficiale che — in questo periodo invernale — si prospetta molto intensa. Prima del solito si sono messi in mo­ to gli aeromodellisti, che vogliono esse­ re degni della tesi tanto caldamente so­ stenuta dai delegati del Comitato Pro­ vinciale di Milano al recente Congres­ so Nazionale del C.S.I. svoltosi a Roma, tesi che tende a riconoscere l’aeromo­ dellismo tra le attività ufficiali del C.S.I., con manifestazioni nostre non più a ca­ rattere locale, ma su base nazionale. In ritardo invece la sezione atletica, che ha atteso l’anno nuovo per lanciare la sua duplice attività invernale: le cor­ se campestri ed il corso di preparazio­ ne pre-atletica in palestra. Poche tradi­ zioni da difendere in tali settori, ma la­ voro intenso per dare solida base alla attività principale: la classica gamma atletica delle riunioni su pista. E qui c’è il titolo di Campioni d’Italia del C.S.I. che va difeso con onore. Se poi aggiungiamo la attività di pal­ lavolo, quella lanciata ma non ancora bene ingranata degli sport invernali — e il tempo darà ragione alle nostre non vane speranze per la costituzione di una bella sezione anche in tale campo — e di altre discipline collaterali, c’è da de­ finire che il programma del CS.I. Mi­ lano per l’anno 1951 è denso ed at­ traente. Agli Assistenti, ai Dirigenti, agli Atle­ ti e a tutti coloro che seguono con sim­ patia il nostro movimento, il compito di renderlo esecutivo. Per onorare il nostro sport e per favorire la nostra opera di apostolato tra i giovani. RENATO TAMàL-YRO

* -• ««

*’*" ■*

* «'.'■e « e* • Gioventù

(lenire Z^pcrlh»ó cJlalìi-----

(Olio COMITATO PROVINCIALI DI VERONA

Vw C^S.3 «

Xei »U . -S.-W -_•

Ginnastica e sport Le immense energie racchiuse nel no­ stro organismo devono essere ravviva­ te mediante un metodico esercizio di ginnastica c di sport. Tutti gli esercizi sportivi hanno come scopo immediato l'allenamento e l'irrobustimento dei muscoli, però l’osserva­ zione e l'esperienza dimostrano che la loro influenza si estende in modo sor­ prendente a tutto il meccanismo corpo­ reo ed anche alla vita dello spirito. Non si dovrebbero tralasciare mai que­ sti esercizi ginnici neanche nell’età più

avanzata; per i giovani poi sono indi­ spensabili. Procurare a se stesso un cor­ po robusto, sano, ricco di energie e man­ tenerlo quanto più lungamente è possi­ bile in tali condizioni è uno scopo ve­ ramente morale e cristiano. Sugli individui nervosi o esauriti dalla fatica, tali esercizi hanno delle ri­ percussioni di primaria importanza, per­ chè non solo vengono con tali mezzi ricondotti ad una vita normale di sa­ lute, ma ridanno il senso della fiducia fisica e l’energia del lavoro. La monotonia del lavoro professiona­ le, la costrizione in un ambiente di la­ voro chiuso, l’unilaterale applicazione ad un tipo di lavoro manuale o intel­ lettuale, la mancanza di moto, rendono necessaria un’attività delle membra; at­ tività che conferirà all’individuo benes­ sere e gioia, perchè ogni esercizio fisi­ co produce un senso di soddisfazione. Il Centro Sportivo Italiano che ha co­ me scopo l'educazione morale del gio­ vane sportivo, riconosce l’indiscutibile valore degli esercizi ginnici, li consigla a tutti i giovani delle UU.SS. perché educano i sentimenti di autocontrollo, e prontezza al sacrificio, e perchè eli­ minano ogni inclinazione alla fiacchezza. DON BRUNO

PESCARA Attività del Centro Sportivo Ita­ liano a Pescara.

Dopo la brillantissima annata del 1953 il C. P. di Pescara si prepara ad affron­ tare il nuovo anno con duplicata ener­ gia in tutti gli sports. Ne da notizia il Comitato stesso .nel suo Comunicato nu­ mero 2, dal quale stralciamo ora qui di seguito tutte le notizie più importanti. CALENDARIO ATTIVITÀ’ Tennis da tavolo assoluto di singolo e di doppio: 2 e 3 Gennaio; Tennis da ta­ volo a Squadre: 10 Gennaio; Tennis da tavolo Giovanissimi: 17 Gennaio. Corse campestri : 3-6-10 Gennaio su distanze progressive. Il Comitato Provinciale invita poi tut­ te le Unioni Sportive a rinnovare celer­ mente le affiliazioni, allo scopo di da­ re subito inizio all’attività. Anche quest’anno gli amici Sponsilli, Di Girolamo. Sanzò, Colini si prepara­ no alla lotta e ben conoscendo lo spirito di iniziativa che anima i nostri amici, siamo certi che faranno ancora molto bene. Non ancora si è potuto tracciare un programma completo dell'attività, in quanto la Presidenza Centrale non anco-

45


ra provvede ad inviare i programmi par­ ticolareggiati per ciascuno sport. l’escara sportiva è orgogliosa del quin­ to posto in classifica nazionale conqui­ stato dal suo C.P. e pertanto non ap­ pena S.E. il Vescovo tornerà in sede, riceverà dai Dirigenti, quale omaggio di sentito riconoscimento e di devozione, la medaglia premio brillantemente con­ quistata. VITTORIO MATURO

MESSINA --------------c&dra

datia*6

I.

>

^5

Da dieci anni al servizio

do c principalmente con gli ultimi tem­ pi si propaga con intensità in tutti gli ambienti. Il Comitato del C.S.I. di Fi­ denza interpretando il desiderio di mol­ ti giovani, da oltre un triennio organiz­ za un torneo valevole per il titolo Dio­ cesano e con diritto di partecipare alla fase provinciale per il Campionato ita­ liano. Anche quest’anno, fedele alla tra­ dizione, il Comitato ha organizzato il torneo a Castelvetro, con numerosi par­ tecipanti. Dopo aver ascoltata la Santa Messa appositamente celebrata per gli atleti, si è iniziata nei locali del Labo­ ratorio Femminile, gentilmente conces­ so dall’arciprete D. Mezzadri, e reso ac­ cogliente dalle Rev.de Suore del Sacro Cuore, la gara. Nella mattinata si sono svolte, in un cordiale c simpatico clima le fasi eliminatorie, dei vari aspiranti al titolo. A mezzogiorno tutti i parte­ cipanti hanno consumato il pranzo of­ ferto dagli organizzatori del C.S.I. Dopo una leale lotta la vittoria è sta­

3ÙZLTO-MpVlMCIAU PI YÌIMJI!S

MOTIXIABIO PtLÌZOi

Congresso Nazionale. — Un primo obiettivo esame dei lavori del IV Con­ gresso Nazionale del CSI — coincidente con le celebrazioni del 1° decennio di vita della nostra grande Organizzazione sportiva — tenutosi a Roma dal 6 all’8 dicembre ha confermato, ammesso che ce ne fosse bisogno, l’ascesa imponente compiuta dal movimento stesso in tale

dello

sport e dei giovani

« Record » non ha la pretesa di esse­ re un grande periodico sportivo che si fa apprezzare per la sua veste tipografi­ ca policroma o per le grandi firme del giornalismo sportivo nazionale; vuole essere un giornalino sportivo senza pre­ tese. un notiziario tecnico organizzati­ vo. che sia di collegamento tra le nu­ merose unioni sportive che stanno sor­ gendo sempre più numerose e folte di giovani speranze dello Sport Italiano. Il Centro Sportivo Italiano, mirabile opera della Gioventù Italiana di Azione Cattolica, che inizia con il 1951 il suo decimo anno di vita, consapevole degli impegni tecnici e morali, che stanno al­ la base di una seria organizzazione, si inette al servizio di tutta la Gioventù Italiana, conscio di vedere nel giovane che pratica lo sport non soltanto l’atle­ ta proteso verso il traguardo, ma un uo­ mo che cammina verso le sue respon­ sabilità sociali di cittadino con dei de­ stini terreni ed eterni. E’ con questo augurio che nasce il Vo­ stro giornale, sicuro di trovare tra voi i dilettanti che un giorno faranno par­ lare dei loro record, dei record conqui­ stati nelle corsie di uno’ stadio o al co­ perto di una palestra, ma quello che conterà di più sarà un altro Record, come ebbe a dire il Papa degli sporti­ vi, S. S. Pio XII, ai dirigenti del CSI nel Dicembre del ’52:

FIDENZ A Torneo di Tennis da tavolo Lo sport, quando è praticato con mo­ derazione, contribuisce notevolmente a sviluppare ed a rendere sano il corpo e a ricreare la mente. Non tutte le attività si addicono alla massa dei giovani desiderosi di affer­ marsi in un lecito svago. Uno sport che tutti possono fare è senz’altro il tennis da tavolo, o più popolarmente il pingpong. Questo si va rapidamente sviluppane

&.:•

.t K. • Alla Presidenza Centrale del C.S.I.

ROMA

Bonatti - Orlandini vincitori del doppio

ta colta per il doppio dalla giovanissi­ ma coppia salsese Bonatti-Orlandini che ha vinto non per fortuna ma per abi­ lità e volontà. Poca sorpresa si è avu­ ta alla vittoria singola di Losi, ottimo elemento di provata capacità. Secondo si è classificato Melega. Tutti però si so­ no dimostrati preparati, disciplinati e veramente sportivi nel vero senso della parola. Il tutto si è chiuso con la premiazio­ ne ‘effettuata dal Presidente del C.S.I, alla presenza dei dirigenti zonali, con­ sistente in diplomi, medaglie, scudetti, ed una meravigliosa targa alla Società prima classificata. Quindi atleti e diri­ genti hanno assistito alla Santa Bene­ dizione. Il Comitato è riconoscente a tutti co­ loro che hanno contribuito alla buona riuscita del torneo.

Esprimo a codesta Presidenza i sensi della mia più viva gratitudine per avere concessa in questa zona la istituzione del Comitato zonale, affidato a uno dei nostri più bravi e attivi giovani, l’insegnante Araldo Vispi; come pure per il contribu­ to finanziario dato per le attività svolte durante l’anno sportivo 1953. Pur non essendo uno sportivo, io comprendo e apprezzo in pieno il valore dello sport, specialmente se attuato nel quadro delle attività cat­ toliche, dove si è più sicuri di non cadere negli eccessi, che sono sem­ pre viziosi. Sta di fatto che molti successi nel campo dell’apostolato si sono ottenuti qui attraverso lo sport. Numerosissimi giovani, anche se non sono stati attratti tutti nell’Azione Cattolica, hanno deposto quell’avversione che avevano per le persone e le cose di Chiesa e han­ no cambiato mentalità : non pensa­ no più che la vita cristiana sia in­ compatibile con gli onesti piaceri e divertimenti. Insamma si è fatto e si farà — lo spero — ancora del bene con questo mezzo. Dopo che alla Divina Provviden­ za io sono immensamente grato ai Dirigenti centrali e in modo parti­ colare all’ispettore regionale Prof. Burdisso che ha avuto per noi e per tutta l’Umbria tanta comprensione e simpatia. Con devoto ossequio BENIAMINO UBALDI Vescovo di Gubbio


breve ciclo di tempo e rivelato specialmente un assestamento qualitativo nei quadri dirigenti centrali c periferici, no­ tevolmente maturatisi, da costituire, a nostro avviso, la nota più confortante e saliente della imponente manifesta­ zione romana. I contatti con la nutrita rappresenta­ tiva trentina ha potuto avere in questa occasione con le delegazioni di tutta Ita­ lia, i confronti che inevitabilmente si sono fatti con i Comilati delle altre pròvincie, sul piano dell’attività organizza­ tiva ed agonistica per trarne degli utili ammaestramenti, gli orientamenti di ca­ rattere generale che, attraverso il vaglio di ampie e proficue discussioni, sono stali suggeriti ai Dirigenti periferici nell’esplicazione del rispettivo mandato, la lieta e gradita conferma del nostro Ispettore Regionale in seno al Consiglio Centrale del movimento, sono tutti que­ sti elementi positivi che hanno non solo giustificato, ma reso vivo ed operante l’intervento della Delegazione Trentina. Le impressioni riportale sono buone e l’entusiasmo affiorato in Congresso di fronte alle relazioni di Don Nicola, di Gedda, Notarlo e Dattilo non ha lascia­ to indifferente chi come noi, ha avuto il piacere e l’onore di presenziare a que­ sta eccezionale manifestazione. Pensia­ mo che occasione ed evenienza migliore non possa annoverarsi per ravvivare 1 animo ad una più intensa azione e ad operare fra i giovani con più vivo at­ taccamento a quegli ideali che informa­ no tutto il nostro grande movimento sportivo. Questa carica di entusiasmo vorrem­ mo poterla e saperla comunicare a tutti i Dirigenti delle nostre Società alla vi­ gilia di un nuovo anno di vita che ci auguriamo, fatte queste premesse, sia veramente proficuo per l’azione che andiamo sviluppando sotto l’insegna del CSI e ci riservi quelle soddisfazioni che, anche operando nel campo dello sport è legittimo attendersi.

Ratifica Commissioni Tecniche. — La Segreteria Generale ha dato comunica­ zione che il CSI Centrale ha provvedu­ to a ratificare la composizione delle due Commissioni tecniche testò costituitesi presso il Comitato Provinciale per l’Atletica Leggera cd il Ciclismo.

MO'DENA

*11'2

VM • < J»|Q Ut 5UUM Pm •sic/»». »i/j P» rlrf C i i THorte ne;e

ti’2

L’ora '.presente in Presidenza

Al comitato provinciale, di tanto in tanto arrivano lamentele da parte del­ le singole UU.SS. c noi siamo contenti perché si vede che le circolari vengono lette e discusse Ma fra le tante, alcune si riferiscono a particolari con­ dizioni di ambiente delle UU.SS. ti a difficoltà interne di organizzazione e a queste difficoltà, noi non possiamo sop­ perire, ma vorremmo incoraggiare, se si vuole solo a parole, tali UU.SS. per­ ché tutte le organizzazioni cattoliche si arrabbattono sempre in molte diffi­ coltà che però vengono col tempo e con la buona volontà superate ma sopra­ tutto si pensa che il fine è buono e perciò Dio è con noi. Per quanto riguar­ da le cauzioni depositale dalle UU.SS. nello scorso anno per i campionati di calcio la Presidenza si fa interprete dei giusti diritti di esse e assicura che prima della fine dell'anno verrà sistemata ogni cosa. Questo per principio e per giustizia, ma vorremmo pure che le UU.SS. che si trovano in debito con il C.P. facessero altrettanto. Per finire un elogio e un ringraziamento U.S. Massese prima iscritta nelle file del CSI modenese per la zona della bassa. Alle altre UU.SS. della bassa spetta di seguirne l’esempio, senza pensare al passato, ma guardando con fiducia all’avvenire del C.S.I. Nello scorso numero vi abbiamo annunciato la lieta novella, della nascita del CSLRagazzi. Ora è necessario illustrare il programma. Si inizia il 26 dicembre (giorno di S. Stefano) con una gara propagandistica di tennis-ta­ volo chiamata Trofeo « Vitt » e un tro­ feo di calcio balilla e si svolgeranno contemporaneamente a Modena. A gen-

UMBERTO VACCASI

COMO

Commissioni Tecniche per lo Sci e Tennis da tavolo. — La stesura del re­ golamento relativo al Campionato Pro­ vinciale e l’abbozzo di un calendario di massima dell’attività da esplicarsi con il patrocinio diretto del Comitato, sono stati gli argomenti principe all’esame delle Commissioni succitate. Le Società verranno in questi giorni in possesso dei regolamenti particolari delle diverse manifestazioni in programma c sono pre­ gate di segnalare con tutta urgenza la loro eventuale adesione. Assemblee di Società. — Non sfugge all attenzione del Comitato il fatto che si susseguano in questi giorni le assem­ blee generali delle Società sportive af­ filiate. . E’ gradita in questi casi la se­ gnalazione della data c dell’Ordine del Giorno dei lavori da parie delle Società stesse.

naio avremo le prime due manifesta­ zioni a carattere nazionale e sono: Campionati Prov.li di sci e il campio­ nato prov.le di tennis-tavolo. In ambe­ due le gare i primi due parteciperanno di diritto alla fase regionale. A marzo l’attesissimo torneo Pulcini con la coppa del trentesimo Aspiranti. Nello stesso mese avremo il trofeo pri­ mavera a squadre, di tennis-tavolo. L’atletica leggera inizia in aprile con la gara di apertura che si svolgerà a Vignola. Maggio, mese della Madonna, verrà onorato dagli Aspiranti, con le tradizionali sagre, nelle quali i nostri atleti si cimenteranno in un triathlon (un salto, un getto, una cors.a) ed in base al punteggio verrà loro assegnato il diploma o brevetto di 1, 2. e 3. gra­ do. Giugno si presenta denso di atti­ vità, non c’è più il problema della scuola ed è ancora presto partire per le colonie, in questo mese organizze­ remo le olimpiadi Vitt. fase zonale; trofeo giovanissimi di pallavolo; la corsa dei campanili (gara ciclistica ri­ servata agli esordienti, cioè ai ragaz­ zi nati nel solo 1938). Luglio è il mese dei ciclisti e noi organizzeremo per loro il campionato provinciale esor­ dienti ed i vincitori avranno diritto di partecipare alla fase nazionale. Ago­ sto ci riserva quest’anno una graditis­ sima sorpresa: i campionati provincia­ li di nuoto che si svolgeranno nella piscina della città dei ragazzi. Se sarà possibile; in questo mese, faremo una gara a cronometro per tutti i ciclisti però tesserati CSI e provvisti di casco Nella pista dell’autodromo o nel velo­ dromo di Cavezze. Settembre, inizio della nuova stazione... e degli esami: un torneo di calcio ci sta bene, ed al­ lora organizzeremo la coppa d’Autunno (C.d R.). Questo, carissimi dirigenti, è il programma, ricordatevi, che chi più ne ha più ne metta. Vi rammentiamo inoltre che tutte que­ ste manifestazioni saranno riservate ai soli ragazzi iscritti al CSI.

La «Vtetus» dijFontanollato cho ha,vinto II premio di disciplina 1952-53 noi Campionato Lega Giovanile della Provincia di Parma

Conferenza del Prof. Peduzzi Nel salone degli Amici de L’Ordine il dott. Amelio Peduzzi ha parlato agli studenti medi, convenuti per la premia­ zione del Torneo studentesco di tennis da tavolo sul significato dello Sport. Il conferenziere ha presentato l’attivi­ tà sportiva come un’attività veramente umana, che deve tendere non solo a raggiungere un risultato agonistico im­ mediato, ma anche a sviluppare in mo­ do progressivo ed armonico l'equilibrio tra il corpo e lo spirilo. E le regole tecniche viste nella luce della legge morale tradotta sul campo di gara acquistano calore di convinzjo.— lealtà i—i.i e cava |leria nascono sponne: cavalleria tanee. Dominare e regolare le energie fisiche e affermare il sopravvento delle energie spirituali. 11 dott. Peduzzi ha terminato ricor­ dando i discorsi del Papa sullo sport,

A7


in cui è espressamente affermato che lo sport può essere scuola di fede e di vita cristiana. I presenti nella successiva discussio­ ne, hanno chiarito dubbi, affermato man­ canze attuali e anche formulalo rimedi: opera individuale di miglioramentoi e azione collettiva con associazioni sul campo nazionale come il Centro Spor­ tivo Italiano. La manifestazione si è chiusa con la consegna dei Trofei messi in palio dalla Gioventù Studentesca e dal C.S.I. ai vin­ centi de] Trofeo Studentesco 1953-'51 di tennis da tavolo

CUNEO Splendida eliminatoria a Robi­ lante dei "Campanili,,

La IH Edizione Provinciale dei «Cam­ panili Alpini », gara di sci per ragazzi dai 12 ai 16 anni — organizzata dal C.S.I. e dalla G.I.A.C., — si è svolta in questo caratteristico Comune della Val­ le Vermenagna in una radiosa giornata di sole, di festa e di appassionante com­ petizione sportiva. Un primo bilancio dà un'idea sulla riuscita della singolare manifestazione : 15 Associazioni presenti; oltre 200 ra­ gazzi iscritti alle tre gare in program­ ma; 5 coppe, n. 1 Trofeo e n. 82 premi individuali distribuiti. Il Sindaco e la Giunta Comunale di Robilante, il Capitano e il Tenente dei C.Cn il simpatico Dirigente deli'Ufficio Centrale Aspiranti di A. C. Corrado giunto espressamente da Roma, le Au­ torità scolastiche e religiose di Valle Stura e Vermenagna, i Dirigenti provin­ ciali del C.S.I. e Diocesani della G.IA.C. hanno seguito con cordiale animazione e generoso slancio i giovani concorrenti nelle varie fasi delle interessanti gare. Dal confronto fra le squadre di ra­ gazzi partecipanti a questa movimentata III edizione provinciale dei « Campanili Alpini », sono emerse le ottime qualità delle rappresentative di Vinadio, Festiona-Demonte, Limone Piemonte, Asei Cu­ neo e Robilante, alle quali è andato in gran parte il copioso bottino di Coppe e .premi. Per una migliore classificazione e per una più equa distribuzione di premi nel­ le gare di fondo, e discesa obbligata gi­ gante, i partecipanti sono stati divisi in due categorie: la prima comprenden­ te i ragazzi dai 14 ai 16 anni: la seconda per i ragazzi di 13 anni e classi più gio­ vani. L’appassionante gara di staffetta si è svolta invece con un’unica cate­ goria. Il forte Giuseppe Audisio (Pimi) di Festiona-Demonte ha rinnovato nella ga­ ra di discesa obbligata gigante, il bril­ lante successo conseguito nei Campiona­ ti provinciali « Campanili Alpini 1953 », mentre nella categoria « B » ha primeg­ giato il piccolo Marco Durerò di Limo­ ne Piemonte.

Direttore responsabile: LUIGI GEDDA

Nella combattuta gara di fondo — Ca­ tegoria A — ha colto la vittoria il gio­ vane Guido Sigaudo di Demonte, segui­ lo dal cuncese Cesare Bicollo; nella Cat. « B » si è distinto ancora una volta il ragazzo di Vinadio-Pralolungo Arman­ do Biancardi. Nella gara di staffetta i piccoli campioni di Vinadio hanno net­ tamente dominato, facendosi ammirare per continuità, impegno e bravura. La Coppa « Ezio Marenco » è andata alla compagine della A.S C.f. di Cuneo, 1 classificata nella gara di discesa ob­ bligata gigante; la Coppa «Trentennio Aspiranti » all’Ass. C.l.A.C. di Vinadio 1" classificata nella gara di staffetta; la Coppa «Valle Vermenagna» all’Ass. di Demonte 1" classificata nella gara di fondo; la Coppa «Caduti Alpini» al­ l’Ass. « Fede e Ardire » di Robilante, 1" classificata della Valle Vermenagna nel­ la gara di staffetta; il trofeo «Girando Corrado » all’Ass. di Vinadio clic ha avu­ to i ragazzi meglio classificati nei pri­ mi 10 arrivati della gara di fondo.

VICENZA

Notiziario C.S.I.

4 11» «»l CwUli >■««■■»<.«.

311.

«

Iti M

« Notiziario C.S.I. » non ha grandi pretese. Esce modestamente in ciclosti­ le, desiderando diventare l’amico atte­ so di tutti gli sportivi, la voce del Co­ mitato, il simbolo di un grande ideale. E’ questa sua semplicità che lo ren­ derà più caro ed accetto. Sarà la voce ufficiale della Presidenza Provinciale poiché mensilmente dirà un buon pen­ siero, annuncerà manifestazioni, pro­ grammi, attività relazioni. Se non ha grandi pretese ha però una unica esigenza: quella di essere letto. Confido che l’uscita di « Notiziario », si­ gnificativa coincidenza con l’inizio del • primo Decennio di fondazione del Cen­ tro Sportivo Italiano, trovi generosa ac­ coglienza e piena soddisfazione di tutti i suoi lettori sportivi e contribuisca real­ mente ad una consapevole e preziosa rinascita di ideali e di attività. A Maria, che particolarmente vene­ riamo in questo anno Mariano, nel suo cuore, poniamo tale augurio e tali spe­ ranze. ANGELO GIULIANI

FERRARA Al settimo posto in Italia

La direzione tecnica nazionale del Cen­ tro Sportivo Italiano ha comunicato la tabella riassuntiva dei punteggi e clas­ sifica generale finale valevole per il II campionato nazionale dei comitati pro­ vinciali 1952-53. Il comitato centrale del Centro Spor­ tivo di Ferrara è lieto di cogliere 1 oc. casione per far conoscere agli sportivi e

c/c Postale - Roma 1/10266

alla cittadinanza tutta che gli sforzi compiuti per la riorganizzazione delle forze giovanili estensi del capoluogo e della provincia sono stati coronati dal più completo successo. 89 sono stati i comitati provinciali in lizza per il li campionato nazionale e quello di Ferrara si è classificato al set­ timo posto assoluto (primo dell’EmiliaRomagna) con punti 268, preceduto solo da Roma, Bergamo, Brescia, Genova. Pe­ scara e Firenze. Esaminando poi le classifiche e pun­ teggi parziali ottenuti nelle singole spe­ cialità si trova che Ferrara è quinta nel­ l’atletica leggera con punti 895 precedu­ ta da Genova, Bergamo, Milano e Bre­ scia: nella pallacanestro quarta con pun­ ti 770 preceduta da Roma. Cremona e, Reggio Emilia; nel tennis da tavolo set­ tima con punti 116; nella pallavolo ottava con punti 530, nel calcio 15" con punti 350 e nel ciclismo 23" con punti venti. In totale quindi punti 2681, riflettenti attività svolta in sei settori sportivi. Non è stata invece svolta alcuna attività nel­ le seguenti branche: sci e montagna, boc­ ce, nuoto. Analizzando i punteggi parziali tro­ viamo che si è ottenuto in linea gene­ rale un notevole progresso in tutte le specialità all’infuori del ciclismo dove non si è riusciti a mantenere quel lo1’ posto conseguilo al termine del primo semestre del 1952-53. Non è senza co­ gnizione di causa che si interviene a proposito del ciclismo in seno al ' CSI affermando che profonde sono le ragio­ ni che hanno impedito lo svolgersi di una adeguata attività in questo settore. Ma si vorrebbe aggiungere una cosa e cioè che si potrebbe invece ottenere molto, solo che i dirigenti si adoperas­ sero in maniera più fattiva, Ma andiamo oltre. Il settimo posto ot­ tenuto dal CSI di Ferrara su 89 rappresentantive provinciali è stato legittimato con la consegna di una magnifica e ar­ tistica coppa offerta dalla Federazione italiana sport invernali, che ora fa bel­ la mostra presso la sede di via Monte­ bello. Prima di chiudere queste note vogliamo indicare le classifiche ottenute nel 1951-52 per trarre giuste e significa­ tive considerazioni. Atletica leggera: 41; calcio 27, cicli­ smo 10, pallacanestro 16, pallavolo 13, tennis da tavolo 32; sci, nuoto, monta­ gna e bocce, non partecipato. Nella classifica generale di fine an­ nata Ferrara si classificò 30" con 599 punti e 5“ in quella regionale. Le commissioni tecniche dei vari sport sono stale da tempo riunite e ai componenti di esse sono stati dati pre­ cisi mandati circa l’elaborazione dei programmi di attività per il 1953-54 che siamo sicuri non risulterà inferiore alla precedente, poiché finanziamenti permet­ tendo, dovrebbero trovare pratica attua­ zione anche su quelle specialità che non sono state svolte nelle precedenti annate.

P. s.

Tip. ATENA - Via del Seminario, 87 - Roma

Sped. abb. postale * Gruppo III - Pubblicazione inscritta al n. 758 del Registro Slampa del Tribunale di Roma



vince il campionato mondiale assoluto 1953

I i

attraverso una serie di vittorie che non hanno precedenti nella storia delle competizioni motociclistiche della massima cilindrata

ASSEN 27 giugno

Gran Premio d’Olanda

<ILER» <ILER> <ILER^ <ILER> <ILER>

<ILER*> Armstrong;

D uke

FRANCORCHAMPS 5 luglio

Gran Premio del Belgio

<ILER> <ILER^ <ILER> <ILER^ <ILER^ <ILER» <ILER> Armstrong;

Milani

ROUEN 2 agosto

Gran Premio di Francia

Duke

BERNA 23 agosto

Gran Premio di Svizzera

Duke

MONZA 6 settembre

Gran Premio delle Nazioni

Duke

zlrmstrong;

Milani

Milani

Armstrong:

Baie

TA borati

t

r V X

ì-

classifica finale

marche: 1°

MOTO GILERA punti 40

i;

punti 38 punti 24 punti 18

e

conduttori: 1° DUKE 2° ARMSTRONG 3° MILANI

Gomme PIRELLI

Olio CASTROL

K

V

Catene REGINA

1


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.