Stadium n. 24/1956

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illuniiiu òl óHIUJ La sana dottrina Insegna a rispettare II corpo, ma non a stimarlo oltre II giusto. La massima è questa: cura del corpo, Invigorimento d e I corpo, sì; culto del corpo, di­ vinizzazione del corpo, no, come neanche divinizzazione della razza e del sangue e dei loro presupposti soma­ tici o elementi costitutivi. Il corpo non occupa nell'uomo Il primo posto, nè il corpo terreno e mortale, com’è ora, nè quello glorificato e spiritualizzato, come sarà un giorno.

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LA MIA PISTA di Sandro Cassone dn 5. pagina

lt ìimiM.. lì Mi Concessionaria esclusiva per la pub­ blicità: PUBL1AC1 - Roma • Corso Vittorio Eman. n. 287 . Tel. 556.068 Costo d’inserz. L. 150 a mm. col. Spedizione in abb. postale gr. I

Dal discorso di SS. Pio XII ai partecipanti al congresso scienti­ fico nazionale dello sport e della

Un numero L. 20

educazione fisica.

Anno XI - H. 24 - Roma 21 giugno 1956

SETTIMANALE DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO DIRETTO DA LUIGI GEDDA

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GROSSE SORPRESE SULLE ACOLE IH CASTELGANDOLFO

L’asino

i «I» dello Nonno

di Troia Il cavallo di Troia fu abilmente inven­ tato dai greci per far cadere quella città che da anni resisteva al loro assedio. Ed il trucco riuscì. Da allora, nella storia, molte scopiazza­ ture furono fatte, tant'è che il povero ca­ vallo ha perso la sua nobiltà ed è diventato un asino. Ad usare di questo strumento, che è un tranello, sono giunti, buoni ultimi, i comunisti. Vanno da un giornalista e gli offrono la collaborazione sportiva per la loro stampa, abilmente camuffata; oppure organizzano un viaggio nell'URSS per i giornalisti spor­ tivi per far loro conoscere questo angolo del paradiso organizzato dalle democrazie popolari. Un viaggio in URSS a mangiare il caviale del Volga, o in Cina, come da qual­ che tempo si parla, fa sempre comodo come fa comodo ricevere la prebenda per un arti­ colo scritto per una loro innocua rivista. « Noi siamo sportivi — dicono gli inge­ nui — e non facciamo politica, quindi pos­ siamo accattare ». Sono i novelli « asini di Troia ». E* vero che tu non fai politica, ma la fanno loro, infatti chi legge i tuoi articoli incomincia a credere che tu sia di quella tinta anche se ci tieni a smentirlo ai tuoi amici. Quando torni dall’URSS, dove ti avran­ no ospitato con il massimo riguardo, non potrai che parlar bene dei campi sportivi che hai visto e non potrai parlar male dei campi di concentramento che non ti hanno fatto vedere. E chi ti legge pensa che il paradiso oltre cortina ci sia o per lo meno che 1 inferno non sia tanto rosso come viene dipinto. Chi si presta al gioco è un asino di Troia perchè offre il suo nome e la sua collaborazione a chi assedia la cittadella della libertà per farla crollare. La libertà è come la salute: la si apprezza quando si è persa. Ora in Italia, purtroppo, c’è ancora chi non apprezza la libertà e verrebbe da conclu­ dere « chi non apprezza la libertà non è degno di essa ». Ed è sconcertante il pensare che molti uomini e donne, di tutte le categorie sociali comprese le più umili, lottano per assicu•

ALDO NOTARIO (continua in 2. pagina)

e Martinoli (singolo)

Moni del temo Nella maggiore regata dei « campionati » l’otto della Marina Militare precede nettamente l’armo dei « Corazzièri » min il unni lumi in il in min unni tm mi il mi tifi il in nm mi il min li il 11 h i ni i imi mi iiiiiiim i mimii il in iiiiiiiii h i ih 111111111 h 11 in 11 h h i h 111 mi hi ih 11 unni mi mi

I cavalieri italiani confermando gloriose tradizioni hanno conquistato due medaglie d’argento e una di bronzo ed un onorevole piazzamento collettivo nel concorso completo di equitazione Medaglia d’argento a Rai­ mondo D’Inzeo e di bronzo al fratello Piero nella classifica individuale. Il secondo posto (e, quindi, altra medaglia di argento) alla squadra azzur­ ra nella graduatoria colletti­ va del Gran Premio di salto. Gutierrez e Capuzzo rispetti­ vamente settimo e nono (con l’Italia al quinto posto nel­ la classifica di squadra) nel Concorso Completo di Equitazione. Da quando le prove equestri sono state in­ cluse nel programma delle Olimpiadi, la nostra rappre­ sentativa non aveva mai con­ seguito una così onorevole affermazione. Possiamo quindi esultare con giusta ragione, anche se la nostra gioia rimane un po’ velata dalla considerazione che per un soffio il più pic­ colo dei due fratelli D’Inzeo ha mancato il successo pieno. Quattro penalità lo hanno di­ viso dal tedesco Winkler, che ha conquistato l’alloro olim­ pico e che fu già campione mondiale. Cosa sono quattro penalità? Un ostacolo, un solo ostacolo abbattuto. Una questione di pochi centimetri, in virtù della quale gli zoccoli del baio Merano (montato appunto da Raimondo D’Inzeo) hanno urta­ to contro la barriera, laddo­ ve quelli dell’addestratissimo Halla (che ha dato la vitto­ ria al cavaliere germanico) Raimondo aveva però realizl’hanno soltanto sfiorata. Ma

zato, in entrambe le « manches », un tempo inferiore a quello fatto registrare dal te­ desco, per cui — a parità di penalità — il successo sareb­ be stato suo. Una questione di centime­ tri: e la palma olimpica ha cambiato mano. Pazienza, contentiamoci così e conside­ riamo che nessuno può to­ gliere ai fratelli D’Inzeo la platonica qualifica di miglio­ ri cavalieri del mondo, dal momento che i tedeschi (i quali hanno appunto conqui­ stato il primato anche nella classifica collettiva) possono giovarsi di cavalli di gran lunga più addestrati dei no­ stri. Diamo a Raimondo e Piero la possibilità di salire in sella a quadrupedi della levatura di Halla o di Meteor o soltanto di Voulette (con la quale il francese D’Oriola — già olimpionico del ’52 — si è classificato quest’anno al sesto posto) e li vedremo gareggiare senza conoscere avversari. Facciamo un po’ di croni­ storia. Le prove olimpiche equestri sono — come già da noi spiegato un mese fa — di tre specie: a) Concorso Com­ pleto di equitazione; b) Gran Dressage; c) Gran Premio di Salto ad Ostacoli. E' ovvio che quest'ultima gara sia quella maggiormen­ te ambita dalle varie nazioni partecipanti, dato che essa ricalca fedelmente il regola­ mento della Coppa delle Na-

LO SCUDETTO ATLETICO SrÈ AVVICINATO AL SCO

Le «Fiamme Gialle» Campioni d’Italia dopo duri anni di intensa preparazione

zioni nei Concorsi Ippici In­ ternazionali. H cavaliere che vince il Gran Premio di Sal­ to alle Olimpiadi è insomma il vero campione mondiale delta specialità. Assenti tradizionalmente nel Gran Dressage, gli italia­ ni — come detto più sopra — hanno conquistato un lu­ singhiero piazzamento nel « Completo »; tanto più ono­ revole se si tiene conto che questa specialità è ben poco praticata da noi (per non di­ re addirittura semi-scono­ sciuta). Un settimo e un no­ no posto individuali e un quinto di squadra, davanti a

il primato nazionale di Maria­ ni ( 10”4): il che significa che non ci si dovrà affatto mera­ vigliare allorché Gnocchi rag­ giungerà e supererà quello che è stato finora il nostro più grande velocista. Perchè Gnocchi, sia detto senza tema di smentite, è decisamente in condizioni da Olimpiadi. Un malaugurato temporale ha impedito che si conseguis­ sero risultati altrettanto bril­ lanti nei 400 dove era lecito aspettarsi grandi cose: si è corso su un terreno pessimo: si provi perciò a togliere ad ogni tempo della serie più forte un secondo e si avrà il valore quasi esatto d’una ga­ ra bellissima. Meno rosea la situazione sulla distanza me­ dia. evidentemente poco cu­ rata. ma sulla quale lo stes­ so Gnocchi, con un poco più di applicazione, è in grado di fare molto bene. Solite appassionanti prove di mezzofondo. Peccato che sugli 800 una partenza ecces­ sivamente lenta, alla vecchia maniera tanto per intenderci, abbia imoedito il raggiungi­ mento d’un risultato che avrebbe potuto essere sonante.

Assai più emozionanti i 1500 durante i quali Baraldi, neo primatista italiano dei 3.000 con 8’26”8, ha fatto quasi pen­ sare all'abbattimento d’un al­ tro dei più solidi record: una gara letteralmente «vissuta» da tutto il pubblico che se­ guiva contemporaneamente lo atleta e la lancetta del crono­ metro in una lotta affasci­ nante. Una lotta che ha tol­ to l’ultimo velo sulle possi­ bilità di Baraldi, le cui ulti­ me prove avevano fatto sor­ gere qualche dubbio: Baraldi arriverà a scendere sotto i 3’49”: si tratterà di giornata e di avversari, soprattutto. E non vanno trascurati almeno Fontanella e Coliva, due tra le più belle realtà alle spalle del fuoriclasse bergamasco. Nel fondo, ad un Perrone in vena di fare e spesso di strafare,, si contrappone un Lavelli un po’ abulico che tenta soprattutto di sfruttare il « passo » del grande rivale, il quale, tuttavia, irrimedia­ bilmente finisce per batter­ lo. Perrone, non è una novi­ tà, insegue anch’egli i suoi record e finirà per raggiun­ gerli: dovrà solo essere tanto

fortunato di trovare l’avver­ sario che lo aiuti. Sorpren­ dente il « ritorno » di Pappi­ celi!, che migliora invecchian­ do ed ha costituito un serio pericolo per lo stesso Perro­ ne sulla distanza più breve. Il meglio è venuto però dai salti. Lasciando da un lato l’alto, awersatissimo dalla pioggia scrosciante, e il lungo, in cui è mancato il solito duello Bravi-Ulivelli per la assenza di quest’ultimo, oc­ cupiamoci di triplo ed asta. Nel triplo è balzato improv­ visamente alla ribalta il 23enne piemontese « romano » Massa, il quale ha trovato la sua grande giornata, arrivan­ do a soli quattro centimetri dal prestigioso primato di Franco Bini (15,01 nel ’39). Massa salta da diversi anni ed aveva conseguito finora 14,37 nel 1953, 14,28 nel 1954, 14,20 nel 1955 con evidente azione continua di regresso. Da tempo tuttavia stava cu­ rando la sua preparazione, conscio di essere in possesso di mezzi non comuni. La seSERG1O GATTI

(continua in 2. pagina)

corso. Dei sessantasei con­ correnti scesi in pista, ben diciotto sono stati eliminati, mentre la media delle pena­ lità collezionate da ciascun concorrente è stata di 35, os­ sia più del doppio di quella dei Giochi Olimpici di Hel­ sinki. In questo primo per­ corso, nessuno dei concor­ renti in gara è riuscito a fi­ nire indenne da penalità. Winkler, abbattendo l’ultimo ostacolo, si limitò a quattro. Sette ne collezionò il fran­ cese D’Oriola (un ostacolo e G. L.

(continua in 5. pag.)

Dai 50 mila calciatori del CSI scaturite le 8 squadre aspiranti ai titoli Sui campi di Bologna, Chia­ vari, Roma e Messina si so­ no presentate le semifinaliste dei Campionati calcistici oltre ai del C.S.L Quest'anno ’ ragazzi si svolgono i campionati dei Juniores; ne can­ segue che nella corrente stùgione vedremo una rassegna completa delle forze calcisti­ che del C.S.L Abbiamo rilevato che nei quattro concentramenti l’equi­ librio nel complesso è stato perfetto. Anzi il lancio della moneta da parte dell’arbitro ha indicato delle squadre vin­ citrici. Peccato. Quando ci si affida alla sorte non sempre la bilancia della giustizia indica i più meritevoli, sono le sentenze meno gradite perchè lasciano il dubbio se la Dea bendata ha premiato i mi­ gliori. Dure e leali battaglie hanno caratterizzato le semifinali, ed il caldo non è riuscito a de­ bellare l’entusiasmo dei giova­ ni calciatori che hanno offerto tutto il loro entusiasmo e la loro energia per la conquista della vittoria.

Le varie vicende Ricchissima di motivi di al­ to interesse la finale del Cam­ pionato di Società maschile, tanto da far presto dimenti­ care tutti i difetti di una for­ mula che, si, pone i valori individuali al di sopra di quelli di massa, ma ha il pre­ gio di dare un tono d’eccezio­ ne alle gare. Così come è ap­ punto avvenuto a Torino. E vediamo, in una rapida sinte­ si, quali sono stati gli episo­ di cruciali della manifesta­ zione. Nella velocità è apparso un grandissimo Gnocchi: il gal­ la ratese attraversa uno stato splendido di forma ed ha chiaramente raggiunto il suo periodo di massimo fulgore. La sua azione è sciolta, facile, disinvolta, irresistibile ed ha veramente impressionato tutti i tecnici presenti ed entusia­ smato il foltissimo pubblico torinese. Sui 200 è andato meno bene, non facendo cor­ rispondere ad un’ottima cur­ va un altrettanto vivace retti­ filo di chiusura. Ma sulla di­ stanza più breve è apparso veramente grande: basti dire che più d’uno dalle tribune ha preso un tempo che eguaglia

concorrenti e rappresentative (vedi la Svizzera, l’Argentina e l’U.R.S.S.) che in que­ sto campo vanno per la mag­ giore, non è affermazione da poco. Ma la riprova della ge­ nuinità della nostra scuola e della felice impostazione del­ la nostra preparazione olim­ pica (merito precipuo dei di­ rigenti della F.I.S.E.) la si è avuta nel cimento principe: quello appunto di salto ad ostacoli, disputato domenica a chiusura dei Giochi. Che si sia trattato di un cimento durissimo lo si è constatato subito dopo lo svolgimento del primo per-

I campionati Nazionali as­ soluti del remo riportati que­ st’anno in prova unica e per di più in apertura di stagio­ ne avrebbero dovuto laureare non soltanto gli equipaggi per le regate europee di fine agosto ma anche e principal­ mente quelli da vestire della maglia azzurra per i giochi olimpici di Melbourne. Ho detto avrebbero in quanto le indicazioni fornite dagli « as­ soluti » sul grazioso Lago di Castelgandolfo. un tantino ir­ requieto più del necessario hanno lasciato perplessi più d’uno di coloro cui compete il non lieve compito di proce­ dere alla formazione degli armi azzurri. La sorpresa maggiore si è avuta per l’appunto nella im­ barcazione più notevole, quel­ la dell’« otto » in quanto non vi erano dubbi alla vigilia circa il pronostico favorevole senz’altro all’equipaggio delle guardie del Presidente della Repubblica, i simpatici « co­ razzieri » mai così impacciati come nella competizione fina­ le di domenica scorsa sullo specchio di regata in predi­ cato quale sede olimpionica. La notizia della indi sposi­ zione del capo voga il simpa­ tico e tanto bravo Giulio Mio è serpeggiata nella mattinata di domenica, a poche ore dalla competizione. Il caso ha vo­ luto che fosse proprio un me­ dico della Marina Militare a visitare e constatare le im­ provvise minorate condizio­ ni fisiche del forze capovoga dell’equipaggio romano sul quale tante speranze erano riposte. A mio parere conver­ rà comunque non drammatiz­ zare. pur facendo tanto di cappello allo schieramento della Marina Militare, pos­ sente carico di forza in bar-

Una constatazione: le gare svoltesi il sabato hanno avuto un contenuto tecnico di alto valore, nel mentre nelle finali della domenica, malgrado fos­ sero in campo le squadre mi­ gliori, il giuoco è stato indub­ biamente meno brillante. Colpa della stanchezza? Forse questo sarà il motivo principale; sai rà cura della Commissione Na­ zionale trovare una formula di svolgimento per le finali nazio­ nali più idonea delle semifinali.

La rinuncia ligure

vinto meritatamente il loro girone e siamo certi che si fa­ ranno valere nelle finali. Bella la prestazione del Volterra èli­ minato nella finale col minimo scarto. \> Il Mantova nella eliminatoria è stato battuto dal sorteggio, sono sconfitte che onorano ma che lasciano nel contempo la più dura amarezza. Nei Juniores il Pontedera ha dettato la legge del più forte; la sua vittoria finale nel giro­ ne del Nord è stata netta e pos­ siamo dire che la sua afferma­ zione non presta il fianco al pur minimo dubbio. La Nasetto di Cuneo, che aveva eliminato il Molinello di Genova, nulla ha potuto contro i -Toscani, comunque, il suo comportamento merita la più elogiativa considerazione. An­ che la Folgore di Pavia ha lot­ tato con entusiasmo nelle eli­ minatorie ma il Pontedera è stato per lei un avversario trop­ po forte.

Girone Centro Nord i ragazzi di Trieste sono riu­ sciti a vincere a Bologna con l’ausilio del sorteggio. Forse il Legnago era la squadra più meritevole, ma esso non ha sa­ puto profittare della sua supe­ riorità anche perchè la difesa triestina si è dimostrata di un valore non comune I ragazzi di Trieste si faran­ no valere anche nelle finali na­ zionali perchè oltre ad avere una difesa eccellente, usano con sufficiente perizia l'arma del «■ contropiede ». I ragazzi di Macerata e Ce­ sena più inferiori alle loro di­ rette avversarie non hanno mancato di mostrare la loro encomiabile volontà. Nei Juniores la Lizzano di Trento è riuscita a vincere age­ volmente la finale contro la Juvenilia di Imola che si è di­ fesa estremamente ma ha do­ vuto cedere ai più forti av­ versari. La Gloria di Verona e la Acli di Macerata hanno brillato per la loro tecnica e per lo spirito combattivo ma si sono dimostrati inferiori alle loro dirette avversarie

Possiamo considerare come una rinuncia della squadra di Genova nella Categoria «■ Ra­ gazzi » per la vittoria finale nel concentramento del Nord. I liguri della Shell pur sapen­ do di avere un giuocatore in posizione irregolare ne hanno consentito la partecipazione nella gara eliminatoria; con­ seguentemente pur vincendo per sette a zero sono stati eli­ minati dal regolamento. Peccato! Avremo veduto mol­ to probabilmente i ragazzi li­ Il Centro Sud guri in finale e la loro esclu­ sione ci addolora perchè logi­ Le squadre romane sono riu­ camente non sono le sconfitte scite ad imporsi nel girone del a., tavolino quelle che convin­ Centro Sud con sufficiente chia­ cono. rézza. 1 ragazzi del Novara hanno Nei ragazzi l’Orione si è im-

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posto agevolmente nella elimi­ natoria sulla Fulgida di Gub­ bio che è riuscita a contenere onorevolmente la superiorità dei romani. La Karalis di Cagliari si è imposta sulla Palizzi di Vasto con autorità, gli abruzzesi so­ no mancati come insieme di squadra ma non come volontà e tenacia. Nella finale fra l’Orione e il Karalis sono stati necessari i tempi supplementari, i romani pur non mantenendo lo stesso ritmo della semifinale hanno meritato la vittoria sui caglia­ ritani che si sono strenuamente difesi.

Negli juniores i romani della La Sorta si sono imposti facil­ mente sulla Cong. Mariana di Aquila, nel mentre i sardi di Villa Speciosa hanno vinto net­ tamente sulla Pro Nunziata di Napoli. Nella finale i romani hanno vinto nettamente sui sardi di­ mostrando un eccellente tenuta di gara e mettendo in vetrina delle ottime individualità.

Sud La Casalbore di Salerno ha costituito la sorpresa del giroGENEROSO DATTILO (continua in 6. pagina)

ca anche se cosi lontano nel­ lo stile di voga, così pesante nella palata a confronto con l’equipaggio dei « corazzieri ». Decisamente questi ultimi hanno oltretutto sbagliato la impostazione di gara. Pensan­ do di non poter far reggere al proprio « numero uno » una competizione di attacco hanno lasciato ai marina4- la iniziativa, pensando di poter contare sulla upresa e sul vertiginoso serrate, a n <mero altissimo di colpi, per ri­ portarsi in vantaggio. L’ini­ ziativa è stata così presa dai marinai ma anche conservata spavaldamente fin sotto la immaginaria linea dell’arrivo tra un autentico tripudio di gioia della numerosissima fol­ la dai « solini tlu » scesa di proposito in riva al ^ago di Castello non certo convinti del miracolo dei loro commi­ litoni. Non che ci sia da ociét*are qualcosa sul risultato tec­ nico del confronto diretto tra «corazzieri» e Marina Mi.itare ma sono convinto che i dirigenti e gli allenatori fe­ derali dovranno per lo meno ricorrere ad una prova sup­ plementare di appeJo e di collaudo definitivo prima di prendere una decisione in proposito. Così è stato fatto del. resto molte altre volte quando la finale degli « assoluti » non ha data sufficiente garanzia e chiara valutazione degli equi­ paggi. Ricordo non una ma tre prove di qualificazione tra canottieri Aniene e Livornesi per i giuochi olimpici di Ber­ lino ed altre qualificazioni ancora tra Motoguzzi e co­ razzieri, sicché non deve toc­ care la suscettibilità di alcuno il fatto di essere richiamati all’esame. In fondo se la Ma­ rina Militare, pome tutti ci auguriamo, nel breve volger di pochi mesi è riuscita a sin­ cronizzare un equipaggio co­ sì possente ed armonioso, su­ periore nella forza e quindi anche con possibilità tecniche maggiori assai prossime al­ l’anno delle Guardie del Pre­ sidente della Repubblica, la conferma non mancherà. Ma d’altra parte non si può con­ dannare d’acchito un equi­ paggio, detentore del titolo assoluto, per aver perduto una prova, in condizioni di spiri­ to piuttosto basse e comunque pervaso da un nervosismo giustificato, per l’indisposizio­ ne che proprio ha colpito a poche ore dal campionato l’a­ tleta più importante dell'e­ quipaggio stesso. Seconda grossa sorpresa quella fornita nel « due con timoniere » dall’equipaggio NATALE BERTOCCO (continua in 5. pag.)

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PRESENTIAMO LE SQUADRE CHE GAREGGERANNO A PESARO

si i la passi vi la le finaliste di pallacanestro ( • Dal 30 giugno al 1. luglio, l’ospitale Pesaro vedrà scen­ dere in campo quattro finaliste della categoria Seniores ed altrettante in quella Gio­ vanile, per la disputa del ti­ tolo di Campione Nazionale di Pallacanestro del CSI. La scelta di Pesaro que­ st’anno sembra dare un to­ no particolare alla manife­ stazione, dato die la graziosa città adriatica è considerata giustamente come la capita­ le de! cestismo nazionale; ciò non tanto per le numerose affermazioni conseguite fino­ ra in ogni categoria, ma so­ prattutto in virtù del notevo­ le allevamento che ogni an­ no fornisce nomi nuovi al basket italiano. A conferma di ciò, voglia­ mo ricordare che le due gior­ nate dedicate alla finale na­ zionale corrispondono alla conclusione di un corso al­ lievi e aspiranti allenatori, pure organizzato dal CSI su scala nazionale e alla cui gui­ da sarà il prof. Canmine Pa­ ratore, e al raduno naziona­

le degli aspiranti arbitri or­ [nuove per le scene del cam­ ganizzato dal CIA. pionato del CSI, mentre la Un così denso susseguirsi compagine ambrosiana, supe­ di manifestazioni agonistiche rata la dura e combattuta fa­ e tecniche non si era mai se provinciale, ha conferma­ verificato nel passato e sia­ to le sue notevoli doti riu­ mo certi che i pesaresi non scendo ad accedere per la si lasceranno sfuggire l’occa­ prima volta alla finale nazio­ sione per correre sui campì nale dopo aver vinto tanto e riprendere il loro vivace e la fase regionale che quella caloroso tifo. interregionale. Dodo tanti titoli conquistati Si presenta. l’OPSA, come nelle precedenti edizioni dal­ il vero outsider della catego­ la Victoria Benelli e tutti su ria e quindi un suo successo campi neutri o addirittura non dovrebbe meravigliare. avversi, è venuto anche il Restano, così, CSI Catania momento — per questa bel­ ed Esperia: pur avendo nota­ lissima Società — di poter to ragguardevoli migliora­ contendere la vittoria finale menti fra i ragazzi siciliani sul proprio campo; e tutto non crediamo che essi possa­ dovrebbe far pensare, con no andare oltre qualche er* questi fattori favorevoli, ploìt imprevisto: tanto me­ una facile affermazione dei glio se saranno capaci di sov­ ragazzi di Fava se non ci si vertire il pronostico. prendesse cura di dare uno La squadra di Siddi, inve­ sguardo ai nomi delle avver­ ce. scende in campo con le sarie. carte in regola per apporsi La Categoria Seniores ve­ lo scudetto sulla maglia. Os­ de la partecipazione del CSI servatori neutrali ci hanno Catania, dell’Esperia di Ca­ dichiarato che Carta e comgliari e dell’OPSA di Mila­ G. GOMEZ DE TERAN no. Tanto la prima come la (continua in 2. pagina) seconda squadra non sono


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