Stadium n. 3-4/2004

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N.3/4 MARZO/APRILE 2004 SP. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 NÀ 46) ART. 1 COMMA 1, DCB ROMA

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M A R AT O N A G E R U S A L E M M E - B E T L E M M E Israeliani, palestinesi e italiani uniti nello sport.

UNA FIACCOLA DI PACE VITACSI 7º GRAN PREMIO NAZIONALE DI CORSA CAMPESTRE

NATI NEL CSI CRISTIAN ZORZI

VITACSI 6º GRAN PREMIO NAZIONALE DI SCI



ARGOMENTI di Massimiliano Castellani

UNA FIACCOLA DI PACE può spiazzare l’odio GRAN SUCCESSO DELLA MARATONA GERUSALEMMEBETLEMME: ISRAELIANI, PALESTINESI E ITALIANI, UNITI NELLO SPORT.

Emozione alla partenza con la fiaccola consegnata dal cardinal Ruini, commozione al traguardo davanti alla Basilica della Natività. Viva soddisfazione della Cei, del Csi, della Orp e del Coni, organizzatori dell'evento.

U

n'alba santa, in una terra e in un giorno da ricordare: venerdì 23 aprile 2004. Piove su Gerusalemme, nell'attimo in cui il cardinale Camillo Ruini consegna la fiaccola al gigante buono della maratona della pace, Fabrizio Della Fiori, per noi del gruppo, israeliani e palestinesi compresi, semplicemente "Ciccio". Alle otto del

mattino il mondo fuori dalle mura di New Gate, sembra ancora in ordine, e allora gli stoici tedofori italiani sotto la bandiera del Cio capiscono che è il momento di andare insieme ai fratelli israeliani. Via, verso quella Betlemme assediata, dove li aspettano altri fratelli palestinesi. "Il gruppo è compatto", sorride dopo un chilometro, Moreno Argentin, il campione del mondo di ciclismo. Non tenta mai lo scatto, ma se ne sta lì in mezzo ai due vecchietti, Mario Ferracuti e Renzo Frattari, 78 e 74 anni, che non si vogliono fermare: "Noi dicono - bomba o non bomba arriveremo a Betlemme". Gli israeliani osservano

con stupore il passaggio di questa strana e pulita comitiva, nessuno di loro sa che alla testa degli italiani c'è un monsignore, Liberio Andreatta, direttore dell'Opera romana pellegrinaggi, che sfoggia la tuta del Csi e la t-shirt gialla con su stampato: "Shalom, salam, pace". Appena dietro il monsignore, con passo felice c'è il presidente del Coni, Gianni Petrucci, arrivato nel cuore della notte in Israele, per essere presente al via di Notre Dame, dove ha salutato tutte le autorità israeliane citando il profeta Isaia: "Non ricordate le cose del passato, non pensate alle cose antiche, ma pensate soltanto a quelle del futuro".


GLI SPORTIVI ITALIANI SONO ANDATI IN MEDIO ORIENTE, IN UNA REGIONE DEVASTATA DA ODIO E DOLORE, PERCHÉ LO SPORT VUOLE LA PACE, LO SPORT È PACE.

STADIUM

MARZO APRILE 2004

E il futuro di Israele è tutto negli occhi neri e scintillanti di Ruti, 22 anni di Gerusalemme, un piccolo idolo locale, ha il sorriso fresco della studentessa di Monte Skopus, parla con i gemelli Gennari, Elvino e Loris, due vecchie volpi della maratona, già pronti per la prossima San Francisco-New York, "ma questa - dicono emozionati -

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è la gara più importante della nostra vita". In realtà sembra tutto fuorché una gara e lo si capisce dall'andatura lenta, più attenta ad osservare ogni singolo volto e ogni impercettibile movimento della scorta, da Porta Jaffa alla sontuosa Piscina del Sultano, il "lago di Erode". "È la corsa dei giusti questa, per salvare gli innocenti",

dice con un minimo d'affanno Johny, musulmano d'Israele che ci indica di guardare alla nostra sinistra nella salita di Betlemme Road. "Quella è AbuNem...". Uno dei nuovi insediamenti ebraici come quello di Gilo, "da lì sono partiti gli ultimi kamikaze". Non c'è tempo per fermarsi a pensare, "verrebbe solo voglia di ripulire tutto quel filo spinato", dice Marco indicando il ciglio della strada. È il più giovane degli italiani, con Luca il "modenese" che affonda la gamba allenata, anche perché confida felice: "È una giornata incredibile, non vedo l'ora di tornare a casa per raccontarlo ai miei, ma adesso voglio conoscere gli amici palestinesi". E i palestinesi si vedono all'orizzonte. Nel loro arcobaleno di magliette, un chilometro prima del check-point la formazione è schierata. Sono ragazzi, tutti allievi della scuola francescana di Betlemme, diretta da padre Ibrahim Faltas, che è lì con loro, pronto a correre con la tonaca. La dolce Ruti porta per l'ultimo tratto la fiaccola, poi il


“FATE IN MODO CHE LO SPORT CONTRIBUISCA ALL’AFFERMARSI NEL MONDO DELLA NUOVA CIVILTÀ DELL’AMORE”. SONO QUESTE PAROLE, PRONUNCIATE DAL PAPA IN OCCASIONE DEL GIUBILEO DEGLI SPORTIVI NELL’OTTOBRE DUEMILA, AD ISPIRARE LA MARATONA IN TERRA SANTA.

suo volto smette di trasmettere gli unici raggi di sole di una giornata uggiosa, ma radiosa di speranza. "Stop here!", le ricordano

"È la corsa dei giusti questa, per salvare gli innocenti", dice con un minimo d'affanno Johny, musulmano d'Israele.

le scorte della polizia israeliana che li segue dall'inizio con occhio vigile. La sua corsa, e quella degli altri tedofori di Gerusalemme finisce lì. Abbracciano gli amici italiani. Dopo cinque chilometri l'unica vera fatica che si legge in ogni

sguardo è provare a far finta che sia tutto normale. Ruti in questo non sarà mai una campionessa, si commuove e fa piangere anche i nostri tedofori. Si voltano a guardare Ruti e gli altri che restano come tante di quelle pietre a terra, lanciate dai bimbi e dagli uomini dell'Intifada. Mentre i nostri maratoneti lasciano il testimone acceso ai ragazzi palestinesi, Ruti si volta e torna a Gerusalemme con il terrore interrogativo nel cuore: "Forse io non li abbraccerò mai?". Non c'è tempo per piangere, ricorda la sirena spiegata della macchina della milizia, siamo in Palestina. I soldati israeliani giocano a nascondino dietro muretti divelti e la corsa rallenta ancora, siamo davanti alla "vergogna". Il muro grigio più del cielo che ammanta Betlemme e il suo sindaco cristiano, Hannah Nasser, che ricorda amaro: "Quando il Papa venne a Betlemme mi disse: qui non ci vogliono muri, ma ponti. Io non dimenticherò mai la risposta di Sharon: Pontefice, le prometto che i nostri muri non saranno più alti di quelli del Vaticano...". È questo il "vero" muro voluto dagli israeliani per chiudere ancora di più il ghetto in cui è imprigionato il popolo palestinese. Ehabodea, 15 anni, musulmano di Betlemme, oggi non ci vuole pensare: "Sto correndo per la pace del mio popolo ed è un giorno di festa". Fanno festa i bimbi di Betlemme al passaggio di Ciccio il gigante

buono italiano, e il gruppo si sfalda perché ognuno vuole una foto, un frammento di memoria di questo luogo dove è nato Gesù, e dove vive quest'umanità offesa e imprigionata. I ragazzi palestinesi indicano la strada per la Piazza della Natività, e finalmente ecco la Fiaccola che arriva dopo 1 ora e 25 minuti. Ma il tempo non conta. Tutti si abbracciano. Mario e Renzo hanno gli occhi segnati dalle lacrime: "Ce l'abbiamo fatta, siamo riusciti a portare la pace". Non ci sono molti palestinesi nella piazza. Non ci sono i profughi dei campi di Aida e Deheshe: loro, che una maratona possa portare anche solo un giorno di pace non ci credono più. E forse è un po' lo stesso pensiero nuvoloso del ministro palestinese per lo sport e la gioventù, Salah ElTamari che grida al mondo intero: "Pace vuol dire libertà, senza libertà non ci sarà mai pace". Ora, più che mai però, non ci si può fermare. La Chiesa italiana e i suoi splendidi uomini riuniti dall'Ufficio Cei per la Pastorale dello sport guidato da monsignor Carlo Mazza, la loro parte l'hanno fatta. Adesso sta al mondo venire qui. Anche solo per vedere gli occhi della piccola Blal, guarita dalla talassemia dal prof. Lucarelli, che con la sua manina, ci indica gli anni, 5, e ci saluta ringraziando a nome di tutta la sua gente. L'ultima scheggia di un giorno di pace, in cui tutti ci siamo sentiti meno soli davanti alla follia degli uomini in guerra. 3


SOMMARIO

N. 3/4 MARZO APRILE 2004 ARGOMENTI

1 Una fiaccola di pace può spiazzare l’odio di Massimiliano Castellani

19 Fermi tutti! Fischio io...

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di Alberto Caprotti

25 Dammi tre parole... di Andrea De Pascalis

VITACSI 6 La valanga azzurra ha trovato gli eredi

12

di Felice Alborghetti

9 Shalom gigante di Felice Alborghetti

10 Il Csi scieglie la formula tre di Andrea De Pascalis

12 Studente sportivo cittadino 13 Decolla il Trofeo polisportivo

14

14 Dove lo sport è una staffetta di cuori 15 Crema molisana di Simone Riboldi

18 Danone Nations Cup al via!

22

20 1300 crosser è record assoluto! 23 Il pallone e le mimose di Daniele Morini

23 Sprint per le finali! di Danilo Vico

24 90 anni di Raffaele Grandi

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24 Il CSI torna nel Paese di Seridò 24 1º Trofeo mountain bike: Città di Marineo 2004

Stadium

Mensile del Centro Sportivo Italiano DIRETTORE•RESPONSABILE Edio Costantini EDITORE ARANBLU s.r.l. Società Unipersonale del Centro Sportivo Italiano Via della Conciliazione 1 - 00193 Roma DIREZIONE REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE Via della Conciliazione, 1 - 00193 Roma Tel. 06.68404590 - Fax 06.68802940 http://www.csi-net.it e-mail: aranblu@aranblu.it PUBBLICAZIONE ISCRITTA al nº 4987 del Reg. Stampa del Tribunale di Roma del 4/1/1956 PROGETTO GRAFICO ARANBLU s.r.l. REDAZIONE Felice Alborghetti, Andrea De Pascalis.

RUBRICHE 16 Nati nel CSI: Cristian Zorzi

IMPAGINAZIONE Gianluca Capponi, Marco Croci, Alberto Greganti, Loretta Pizzinga.

di Felice Alborghetti

23

26 Libri Itinerari di educazione alla fede su strade sportive

27 Allo specchio di Vittorio Peri

28 Per rimanere intensi di Edio Costantini

STAMPA SO.GRA.RO. Società Grafica Romana S.p.A. Via Ignazio Pettinengo, 39 - 00159 Roma Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 nº 46) Art.1 comma 1, DCB Roma Abbonamento annuale euro 18,00 Una copia euro 1,80 Periodico associato all’USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) I dati forniti dai sottoscrittori degli abbonamenti vengono utilizzati esclusivamente per l’invio della pubblicazione e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.


di Edio Costantini

EDITORIALE

SE NON AIUTA A CRESCERE, che sport è? G

li arbitri italiani, ancora una volta al centro di sospetti e polemiche furibondi. Da più parti si è tornati a chiedere, come unica alternativa agli errori arbitrali, un qualche congegno elettronico in grado di sigillare le verità espresse dal campo di gioco con la freddezza e il rigore che solo le macchine possono assicurare. Ipotesi curiosa, che conferma l'idea che la colpa più grande addebitata a Collina e soci in fondo non sia l'insufficiente conoscenza del regolamento o l'inclinazione a compiacere i potenti attraverso il fischietto, ma solo quella di essere persone e non macchine. Se davvero andrà a finire così, con arbitri robottizati, ci sarà poco da meravigliarsi. Lo sport spettacolo subisce da un pezzo derive disumanizzanti, e al suo interno sempre meno può essere tollerato il fattore umano, sia che esso esprima la giocata anomala del campione che rompe gli schemi o lo sbandieramento improvvido di un segnalinee che annulla un gol. È giusto? In linea teorica non lo è, poiché lo sport si connota come attività profondamente umana, che vive di pulsioni e gesti umani fondamentali, che si nutre di relazioni

umane altrettanto fondamentali. Però che lo sport spettacolo snaturi tale caratteristica fino a smarrirla può anche starci, visti i presupposti. La deriva sarebbe invece inaccettabile se la mancanza di umanità toccasse lo sport di tutti i giorni. Purtroppo sta avvenendo proprio questo, nel seso che i nostri ragazzi vivono spesso la loro avventura sportiva in un modo epidermico, distratto, passivo, che non tocca dentro, che non riesce a diventare esperienza umana vera e dunque non fa creIL DIRITTO ALLO SPORT VA ORMAI CONCEPITO ED APPLICATO IN UN SENSO PIÙ LARGO CHE IN PASSATO, COME FACENTE PARTE DI UN NUOVO DIRITTO DI CITTADINANZA, CHE PER I GIOVANI SIGNIFICA ANCHE OPPORTUNITÀ DI FRUIRE DI PERCORSI RELAZIONALI E CULTURALI CHE LI FACCIANO CRESCERE COME PERSONE CONSAPEVOLI E RESPONSABILI.

scere. Colpa in gran parte di una cultura sportiva che non c'è, di uno sport che non sa comunicare ai giovani tutta la sua potenziale capacità di stupire, di coinvolgere, di affascinare. Contrastare questa crescente mancanza di senso dovrebbe essere compito di chiunque ama lo sport. A partire dalle Società sportive di base, che oggi sono così attente nel fornire servizi e strutture inappuntabili da perdere talvolta di vista che il loro compito fondamentale dovrebbe essere quello di proporsi come vere e proprie scuole di umanità. Il diritto allo sport va ormai concepito ed applicato in un senso più largo che in passato, come facente parte di un nuovo diritto di cittadinanza, che per i giovani significa anche opportunità di fruire di percorsi relazionali e culturali che li facciano crescere come persone consapevoli e responsabili. Uno sport giovanile incapace di umanizzare, di far diventare buoni cittadini e di educare alla convivenza civile, difficilmente meriterebbe di chiamarsi ancora sport. A questo complesso tema il Csi dedicherà l'assemblea nazionale in programma a Salsomaggiore alla metà di maggio. 5


DOPO LA PRIMA EDIZIONE ('99) DISPUTATA SULLE NEVI DI LAVARONE, LE FINALI NAZIONALI DELLO SCI CSI SONO NUOVAMENTE APPRODATE IN TRENTINO. LA VALANGA ARANCIOBLU, GLI OLTRE MILLE ATLETI CHE HANNO RAGGIUNTO CAVALESE DALL'11 AL 14 MARZO PER DISPUTARE IL 6° GRAN PREMIO NAZIONALE DI SCI DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO, HA RISCOSSO GRANDE

MARZO APRILE 2004

SUCCESSO, OLTRE CHE NEI NUMERI DEI PARTECIPANTI, ANCHE NELLA QUALITÀ MOSTRATA SIA TRA I

STADIUM

PALETTI DEGLI SLALOM, COME SUI BINARI DEL FONDO. 6

LA VALANGA AZZURRA di Felice Alborghetti

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a neve fresca caduta nei giorni antecedenti le gare aveva reso ancor più piacevoli le discese sui pendii delle cime trentine, il resto ce l'hanno messo i concorrenti, motivatissimi in queste finali nazionali, arrivati da ogni angolo d'Italia, dopo aver superato lo scoglio delle fasi locali. Dopo la cerimonia di apertura tenutasi nella serata di giovedì 11, in cui hanno sfi-

ha trovato gli eredi lato i rappresentanti dei 24 comitati Csi e delle 12 regioni presenti in Val di Fiemme, oltre la tanto attesa delegazione dei sacerdoti sciatori, che il giorno dopo ha catturato l'attenzione nelle due manches di gigante che hanno decretato il "prete delle nevi", l'attenzione si è prontamente spostata al cancelletto di partenza, ai ragazzi dello sci alpino. Il venerdì tutte e nove le categorie,

maschili e femminili, in un ventaglio di età che andava dagli Esordienti ai Seniores, si sono ritrovate in gara sulle piste dell'Alpe di Pampeago, sabato e domenica per le manches decisive al Cermis. Mario Deflorian e Paolo Seppi nelle tre giornate sciistiche, hanno tracciato slalom ben ritmati - muri in alto sulle prime porte, parte centrale più scorrevole, e muretto finale - diversificando, dove opportuno, il percorso degli sleepers, da quello dei runners. La distinzione, classica nelle finali nazionali Csi, separa infatti nella giornata di apertura chi sa misurarsi su pendii più difficili e su porte più angolate (i più veloci runners), da chi invece scende con maggior prudenza su tracciati più abbordabili (gli


sleepers, letteralmente dormiglioni). Tutto ciò per non limitare la partecipazione dei finalisti e dare comunque chances di vittoria anche a chi tra le porte di un gigante non scende proprio "a bomba". Suspense fino in fondo nella sfida per la conquista del TROFEO SUPERTEAM, la speciale classifica a punti, che somma i punteggi ottenuti dai primi due slalomisti di ciascun comitato per ogni categoria, maschile e femminile, per ogni Trofeo sia Sleepers sia Runners. Alla fine l'ha spuntata il comitato di Udine (7292 punti totali), davanti ai 7000 punti di Bergamo, nonostante il comitato orobico abbia otenuto il maggior numero di punti nel singolo TROFEO RUNNERS, ed ai 6438 punti raggiunti da quello di Reggio Emilia. Quarta la Valcamonica (più punti di tutti nel Trofeo Sleepers), davanti ad Aosta e Trento. Da segnalare l'11° posto di Cava de' Tirreni: i suoi 663 punti provenivano infatti dal capoluogo più distante dalla Val di Fiemme. A contribuire al successo del comitato friulano molti vincitori di categoria: i due esordienti runners Sharon Lucchini e Federico De Antoni

(Sauris e Ovaro le società di appartenenza), Luca Bombieri (Sauris, ragazzi), Michela Zanier (Ovaro, allievi-juniores), Marta Martinis (Ovaro, adulte-veterane). A Bergamo è andata meglio nel maschile con la società Rovetta: oro per Diego Palazzi (juniores), per Claudio e Dario Visinoni, rispettivamente primi nella categoria adulti e seniores. Vittoria inoltre nelle donne con Sasha Masseroli (Rovetta, ragazze) e Maddalena Mognetti (Alpini Sovere, seniores). Reggio Emilia è finita prima nei runners grazie a Mariano Gigli (Sci Club Lupi, veterani) e a Nicola Martinelli (Monte Nuda, allievi). Nel TROFEO SLEEPERS hanno vinto due lombardi nei ragazzi, Simona Palazzi e Michele Ducoli, e negli esordienti l'udinese Linda Covassi ed il feltrino Christian Pauletti. L'aostano Simone Gottardelli ha segnato il miglior tempo finale tra gli junior, mentre i veronesi Paolo Schena, Cristina Zambon e Carla Peretti hanno conquistato l'oro degli adulti, delle seniores e delle veterane ed i camuni Nicola Vitali ed Angelo Piscinelli

quello degli allievi e dei veterani. Successo piemontese nei seniores maschili con Matteo Piana di Verbania e ancora Bergamo con Laura Pedersoli vincitrice nelle allieve-juniores. IL TROFEO LAURINO Contemporaneamente alle gare di sci alpino, sull'altro versante di Cavalese, precisamente a Passo Lavazé sopra Varena, domenica 14 è andato in scena il mitico Trofeo Laurino, da 44 anni ormai un classico dello sci nordico giovanile trentino, quest'anno abbinato al Gran Premio Nazionale Csi del fondo. Non splendeva il sole sulla fatica degli oltre 600 fondisti, ma ciò non ha affatto disturbato i partecipanti. Ad accogliere i piccoli grandi

A Pampeago, al Cermis, e sulle piste di Passso Lavazè sono state tre giornate di vero sport per tutte le età. Presenti molte famiglie nella gara del fondo. 7


L’IRRESISTIBILE TRASVERSALITÀ DELLO SCI ...PAROLA DI ROBERTO CONTENTO Gradito ospite del CSI, a Cavalese c'era Roberto Contento, candidato a diventare dal giugno prossimo presidente della Fisi. Una presenza, la sua, motivata da un'idea ben precisa: «Lo sport è trasversale, bisogna capire che non c'è solo l'alto livello ma sono da curare anche tutte le attività promozionali sul territorio, in collaborazione con gli enti locali, gli enti di promozione e la scuola. Trasversalità per me significa anche curare, insieme a tali soggetti, la diffusione degli sport invernali presso gli anziani, i disabili o altre categorie particolari. Soprattutto lì dove gli sport invernali sono poco diffusi, è inutile mirare alla ricerca del talento. Meglio pensare a radicare presso i normali cittadini una cultura dello sport invernale, che col passare degli anni va divenendo sempre più uno sport adatto a tutti. 24000 miliardi annui di vecchie lire formano un indotto economico straordinario per il settore "neve", ma non c'è solo l'abbigliamento, il turismo, o l'aspetto vacanziero dietro ad un paio di sci, ma anche un contatto con la natura, un benessere fisico non trascurabile. Trovare a Cavalese un migliaio di atleti del Csi impegnati nel fondo e nell'alpino non può che farmi piacere. Mi auguro che partecipino tutti con la volontà di vincere ma che sappiano accettare eventuali sconfitte nella medesima maniera. Non bisogna demonizzare l'agonismo. Magari non ai prossimi Mondiali di sci alpino in programma nel 2005 a Bormio, o alle Olimpiadi di Torino 2006, potremmo, perché no, trovare qualche bella speranza, oggi in gara a Cavalese. Me lo auguro».

Da sempre il Csi intende lo sport anche come festa. E così anche quest'anno, tra una discesa e l'altra a Cavalese non è mancato lo spazio e il tempo per ritrovarsi tutti insieme in piazza per vivere gustosi momenti. Tolti sci e scarponi e smesse le tute da neve, oltre cinquecento persone hanno preso parte alla "Festa delle Regioni", svoltasi presso le Corti di Tesero; una serata conviviale all'insegna della degustazione di prodotti tipici di tutte le regioni impegnate nel Gran Prix. Impossibile nella circostanza stilare classifiche di merito, facendo slalom tra formaggi, vini, grappe, salumi, piadine, birre presenti negli stand. Una ricca scorpacciata di sapori, condita da quello col miglior retrogusto: l'amicizia.

STADIUM

MARZO APRILE 2004

LA FESTA DELLE REGIONI

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protagonisti del Laurino due tracciati di gara, che hanno visto un ripetuto e colorato susseguirsi di partenze, dai piccolissimi baby e cuccioli, ai più scattanti ragazzi ed allievi, per finire con gli esperti aspiranti e juniores. Successo nella classifica a squadre della Dolomitica di Predazzo, davanti alla US Cornacci e della AS Cauriol. La società gialloneroverde si è così aggiudicata il Trofeo Laurino intitolato a Carlo Dallatorre, suo fondatore. Nella categoria baby hanno vinto Mattia Bosin (Cauriol), e Alice Casali (US Carisolo); nei cuccioli vittoria di Giulia Sturz (US Cornacci) e di Giovanni March (Dolomitica) che al traguardo ha preceduto il compagno di squadra Simone Pederiva. Gaia Vuerich, anch'essa della Dolomitica, ha conquistato il primo posto nelle ragazze; nei ragazzi invece è veneta la vittoria con Sebastiano Pozza (CS Bassano).

Ancora fuori dal Trentino è andato il titolo delle allieve per merito di Federica Sanfilippo (SV Ridanna), mentre nei pariquota maschi ha trionfato Gabriele Simi (Sporting Club). Nella categoria aspiranti donne vittoria di una delle migliori promesse del fondo trentino, Monica Boschetto (Dolomitica), negli uomini sprint vincente di Cristian Lorenzi (Flavé), 2 secondi il distacco su Davide Tonet. Le juniores femminili hanno visto vincere l'esperta predazzana Denise Dellagiacoma (Dolomitica) davanti all'atleta di casa Daniela Jellici (US Lavazé). Di rilievo l'oro negli junior conquistato dal carabiniere Mirco Pezzi, un minuto di vantaggio su Simone Zugliani. A far da cornice al continuo alternarsi tra partenze ed arrivi tanti genitori ed accompagnatori, pronti a scendere in pista un istante dopo nell'affascinante edizione del Revival, prova skating in linea, con oltre 130 fondisti in gara. Al termine dei 12 km del tracciato la vittoria ha premiato l'altoatesino Alois Niederstatter,

bravo a precedere Federico Redolf e l'evergreen Marcello Delladio, e la fiemmese Paola Nones tra le donne, spesso battuta in passato dalla sorella Rita, e solo pochi attimi prima impegnata a fare il tifo per il suo piccolo baby. Vedere intere famiglie impegnate nello sport è stato forse l'aspetto più bello di questa rassegna dello sci nordico. “Crescere senza l'assillo del risultato ad ogni costo è fondamentale - ha commentato Marco Pasqualini - presidente del Csi Trentino. Se poi a gareggiare accanto a loro ci sono i genitori è più facile per i ragazzi avvicinarsi ad una disciplina e praticarla regolarmente”. Nel pomeriggio domenicale al Palacongressi di Cavalese le pemiazioni, precedute da un minuto di silenzio in memoria delle vittime dell'attentato di Madrid, hanno chiuso il sesto Gran Premio Nazionale. Poi la carica dei mille Csi ha salutato il Trentino, dandosi appuntamento per il prossimo anno.


VITACSI di Felice Alborghetti

IL GRAN PREMIO NAZIONALE DEI SACERDOTI SCIATORI DIVENTA

SHALOM Gigante

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n un amen, dal cancelletto di partenza sono piombati giù sulla pista dell'Agnello. Benedetto il tracciato, tra le 32 porte del gigante c'è chi ha perso uno sci, chi in tuta integrale è venuto giù "ad uovo" nel tratto più pianeggiante, chi nello stesso arrancava a pattinare. E ancora chi, cadendo, ha celebrato la sua personale "Via Crucis" ed è stato simpaticamente sfottuto a lungo dai colleghi. Alla fine tutti felici e soddisfatti della splendida giornata trentina, al di là di ogni classifica e risultato. Sommati i tempi delle due manches programmate, il miglior tempo l'ha ottenuto don Stefano Bianchi, lunga barba sotto gli occhiali da neve, parroco sul lago di Como, che però al di là della medaglia, ha tenuto subito a sottolineare «l'importante era partecipare in questa splendida iniziativa». Gli fa i complimenti don Aronne Magni, consulente ecclesiastico del Csi modenese e dell'Emilia Romagna, ideatore di questa originale rassegna sciistica. «Ho inventato la gara proprio per il Centro Sportivo Italiano. Sono 5 anni che a Sestola ci troviamo richiamati dallo slogan "Il Signore scia con voi" e mi fa piacere che anche qui a Cavalese siamo giunti in tanti». Al traguardo don Paolo Svanera, cappellano alla base aeronautica di Ghedi, 60 anni a marzo, ha difeso al meglio il titolo conquistato lo scorso anno a Tarvisio.

«C'è una forma espressiva diversa anche in queste esperienze d'incontro». «È andata benissimo - ha commentato poi padre Vigilio Torresani, parroco di Santa Caterina di Rovereto, e consulente ecclesiastico del Csi trentino - perché è bello vedere i parroci tra tutti questi ragazzi. Lo sport è un valore importante per la loro educazione. Ci vorrebbe che lo sport sia sempre pulito e candido come questa neve» don Paolo Ghidi, parroco di San Dalmazio e Ospitaletto, vicino a Maranello, non poteva che andar veloce come una Ferrari, nonostante i suoi 75 anni. «Ho rischiato troppo sono andato al massimo e alla fine ho perso l'attacco dello sci. Ma sarebbe capitato anche a Tomba. Una bellissima giornata comunque, perché sempre “il Signore scia con noi”». Ancora don Mietek Olowski parroco di Cambiano, diocesi di Torino «ho messo 10 ore per arrivare , a causa del traffico, ma ne è valsa indubbiamente la pena». Il 31enne Stefano Maffei, sacerdote più giovane a Pampeago, figlio d'arte, padre e madre maestri di sci, a 4 anni già sugli sci, è caduto e si è rialzato, riuscendo a non saltare la porta. Se la ride: «Le vie del Signore sono infinite, ocorre percorrerle nel verso giusto, però». Qualche pecorella smarrita è saltata fuori pista; e così il riminese don Marco Foschi berrettino di Valentino Rossi

DIVERTENTE PROLOGO AL GRAN PREMIO NAZIONALE DI SCI IN VAL DI FIEMME È STATO "IL SIGNORE SCIA CON VOI", OVVERO IL CAMPIONATO NAZIONALE DEI SACERDOTI SCIATORI. A FARE DA APRIPISTA AI NUMEROSI GIGANTISTI DEL CSI SONO STATI SULL'ALPE DI PAMPEAGO UNA QUARANTINA DI PRETI, DA OGNI PARTE D'ITALIA, IMPEGNATI NELLO SLALOM.

Dopo gli attentati di Madrid, non poteva mancare un pensiero e una preghiera per tutte le vittime e per la pace nel mondo.

autografato in testa, all'arrivo col fiatone scherza: «stavo attaccando a tutta come lui, ma ho finito con uno sci solo, e non potevo fare di più». Nonostante i suoi 118 chili il genovese don Giandomenico Torre ha voluto esserci a tutti i costi ribadendo il suo invito ai giovani "allo sport sano, senza troppi eccessi" e fa un commento meno tecnico e più spirituale: «è stato un ritrovarsi festoso tra il candore della neve, è bello pensare alle bellezze che Dio ha creato. Vuole essere un invito ad uno sport fatto per ritrovarsi insieme». Infine don Renzo Caserotti, parroco di Cavalese che giocava in casa: «l'importante è

arrivare non il piazzamento. Conoscevo bene le piste, ma si vede che con la testa ero alla Via Crucis della serata». E infatti, smessi gli scarponi, è andato di corsa dai suoi parrocchiani a celebrare messa. In ultimo, dopo gli attentati di Madrid, non poteva mancare un pensiero e una preghiera per tutte le vittime e per la pace nel mondo. E così la gara dei sacerdoti sugli sci è divenuta "shalom 9


VITACSI di Andrea De Pascalis

Il CSI sceglie la

FORMULA TRE

A PARTIRE DALLA STAGIONE 2004/2005 I CIRCUITI DELL’ATTIVITÀ SPORTIVA CSI DIVENTERANNO TRE: CAMPIONATI NAZIONALI, ATTIVITÀ TERRITORIALE MARZO APRILE 2004

E ATTIVITÀ DI PROGETTO.

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VEDIAMO COSA CAMBIA.

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C

on la stagione associativa 20042005 lo sport del Csi volta pagina. I possibili modelli di attività diventano tre, pur sempre vincolati tutti a quelle caratteristiche di fondo che devono qualificare ogni formula di sport associativo rendendola immediatamente riconoscibile dall'esterno. Caratteristiche che si possono così riassumere:

• essere un'attività sportiva fatta bene, organizzata nel rispetto di chi la pratica e delle finalità che essa ha, con regole semplici ma certe; • essere un'attività sportiva continuativa, che duri cioè, nel corso dell'anno sportivo, un periodo di tempo che la faccia diventare in tutti i suoi momenti - il ritrovarsi per fare la squadra, l'allenamento,

le riunioni, le partite, lo stare insieme…, - qualcosa di significativo nella vita di ciascuno; • essere un'attività sportiva dove ciascun protagonista - atleti, dirigenti, tecnici, arbitri, familiari e amici, spettatori, tifosi - sa che il suo "fare sport" non è un fatto isolato ma fa parte di una grande esperienza vissuta in una grande associazione che mette insieme e


aiuta a crescere centinaia di migliaia di persone; • essere un'attività sportiva che senza stravolgere la struttura e le regole proprie di ciascuna disciplina sportiva introduce alcune innovazioni - il cartellino azzurro, il timeout nel calcio, nuove modalità per compilare le classifiche, un diverso sistema di procedure organizzative, un modo nuovo e garantista di amministrare la giustizia sportiva… - che rendono l'esperienza e la pratica sportiva più coerenti con l'obiettivo di educare con lo sport e danno alle attività del Csi una loro specificità ed originalità, rendendole riconoscibili subito e in maniera evidente. Ma vediamo quali sono le tre formule previste, o meglio i tre differenti circuiti di attività. I CAMPIONATI NAZIONALI TROFEO JOYCUP È l'attività preminente che attualizza in maniera chiara ed evidente la proposta sportiva del Csi, si sviluppa su tutto il territorio nazionale, coinvolge le società, i comitati territoriali, quelli regionali e la struttura nazionale, presenta all'esterno il Csi nella sua complessità di associazione che educa attraverso lo sport, costituisce la "provocazione" positiva con cui il Csi intende essere protagonista nel sistema sportivo italiano. Ciascun Comitato, ai sensi di quanto previsto dall'art. 72 dello Statuto, "promuove la partecipazione del territorio di sua competenza" ai campionati nazionali ed è tenuto a organizzare le relative fasi locali. ATTIVITÀ TERRITORIALE È l'attività che, garantita comunque la partecipazione del territorio ai campionati

nazionali, viene svolta a livello locale dai Comitati e dalle Società in risposta alle esigenze del territorio o di ambiti particolari: parrocchie, scuole, aziende, comunità locali… Ha quindi tempi e ritmi diversificati, legati alle esigenze locali del gruppo dei praticanti. Nell'attività terrritoriale non si cambia il modello né si stravolgono le regole con cui si fa sport nel Csi, tuttavia sono possibili innovazioni relativamente alle formule di svolgimento e, laddove necessario, anche alle categorie o ai vari limiti di età previsti. ATTIVITÀ DI PROGETTO È l'attività che sperimenta, cerca nuovi percorsi, verifica possibili innovazioni, lancia uno sguardo di speranza verso un futuro con un modello sportivo sempre migliore e più adeguato alle persone. È l'attività che va effettuata con intelligente creatività, curando la progettualità e con la necessaria assistenza da parte delle strutture associative. Rimandando per maggiori spiegazioni alla documentazione che la Presidenza nazionale ha predisposto, è il caso di spendere qualche parola in più per anticipare cosa saranno i Campionati nazionali. Essi distinguono tra sport di quadra e sport individuali. I primi si svolgono per l'intera durata di un anno sportivo, e comprendono la fase locale, quella regionale e la finale nazionale. Le fasi locali si svolgono con la formula del girone all'italiana per un numero di squadre compreso tra 8 e 12. Dalla fase locale si accede alla regionale. Ma in alcune situazioni specifiche sarà anche possibile istituire a livello

Nell'attività territoriale non si cambia il modello né si stravolgono le regole con cui si fa sport nel Csi, tuttavia sono possibili innovazioni relativamente alle formule di svolgimento e, laddove necessario, anche alle categorie o ai vari limiti di età previsti. locale una "serie di eccellenza" - che qualifica alla fase regionale e alla quale si accede per "titolo sportivo" - e altre serie "inferiori" alle quali si accede con l'iscrizione annuale. La "serie di eccellenza" può anche avere la dimensione di un vero e proprio campionato regionale, al quale si qualificano le squadre che hanno prevalso nella fase locale. La fase regionale dura circa un mese, dalla metà maggio alla metà giugno, e qualifica alla fase nazionale. È anche possibile che più Regioni diano vita ad "aree di collaborazione" comuni, ciascuna delle quali prevedrà la disputa di un'unica fase regionale comune o di più fasi regionali separate con lo sbocco di una finale interregionale. Negli sport individuali la for-

mula ricalcherà quella dei "Gran Premi", sempre con centralità della fase locale e sviluppo in fasi regionali e nazionali. Potranno partecipare a ciascun Gran Premio Nazionale coloro che avranno disputato un certo numero di gare a livello locale e/o regionale. Per l'ammissione, poi, degli atleti al "Gran Premio nazionale" si terrà conto dei seguenti criteri: • una quota sarà riservata agli atleti meglio classificati nelle fai locali e/o regionali; • il resto dei posti disponibili sarà messo a disposizione degli altri atleti che abbiano comunque partecipato al numero minimo di gare previsto a livello locale e/o regionale.

11


STADIUM

MARZO APRILE 2004

STUDENTE SPORTIVO CITTADINO Dopo il grande successo che ad un anno dal suo avvio accompagna ancora il progetto "A scuola di valori in parrocchia", il Centro Sportivo Italiano alza il tiro e lancia quest'anno una nuova proposta educativa destinata al mondo della scuola: i circoli culturali sportivi studenteschi. L'idea è nata in seguito alla decisione del Consiglio europeo di dichiarare il 2004 "anno europeo dell'educazione attraverso lo sport". La volontà del legislatore europeo è quella di stabilire una forte connessione tra il mondo dello sport e la scuola; in particolare, si richiede un legame tra l'organizzazione di eventi, la possibilità di implementare e acquisire capacità relazionali, il lavoro in équipe, la capacità di cooperare…, tutti valori, questi, che lo sport porta con sé.

medie superiori allo scopo di favorire l'aggregazione e l'educazione dei giovani intorno ad attività di comune interesse. Quali attività si possono fare, dunque, in un circolo culturale sportivo studentesco? • organizzare tornei in tutte le discipline riconosciute dal Csi; • partecipare a tutte le

mazione sulle attività del circolo (giornalini, siti internet ecc.); • organizzare eventi culturali, mostre, dibattiti, attività sociali. Al Centro Sportivo Italiano spetta il compito di offrire tutto questo ventaglio di possibilità, agli studenti quello di mettere in pratica ciò che nessuna scuola e nessuno può insegnare: il dover fare delle scelte. La Presidenza nazionale ha creduto talmente tanto in questo progetto che per realizzarlo ha prodotto un kit di appositi materiali che verranno presentati e distribuiti gratuitamente all'interno di un grande tour formativo che percorrerà il Paese con cam-

attività sportive, culturali e ricreative del Csi; • promuovere attività di turismo (religioso, culturale, sociale); • dedicarsi ad attività teatrali, musicali, ludiche; • realizzare mezzi d'infor-

per, a partire dal mese di maggio. "Formazione in tour - metti in gioco il cuore" è lo slogan che accompagna questa operazione con quasi 100 tappe nelle principali città italiane. Uno dei momen-

È ORMAI PROSSIMO IL VARO DEL PROGETTO "CIRCOLI CULTURALI SPORTIVI STUDENTESCHI"

S

tando queste premesse, il Csi, la maggiore associazione sportiva di promozione sociale di questo Paese, non si è fatto attendere per offrire a tutti gli studenti uno strumento che potesse sintetizzare al suo interno i vari stimoli provenienti da Bruxelles.

Tali considerazioni, inoltre, sono riprese e sviluppate anche nel testo del recente protocollo d'intesa che il Centro Sportivo Italiano ha siglato con il Ministero dell'Istruzione in cui si punta l'accento sull'importanza di informare studenti e genitori sulla funzione sociale dello sport. In questa prospettiva, l'attività sportiva non serve solamente ad occupare il tempo libero, ma diventa uno strumento per perseguire la formazione del cittadino. I circoli culturali sportivi studenteschi sono libere associazioni costituite dagli studenti delle scuole

ti di spicco sarà proprio l'incontro con gli studenti delle scuole medie superiori. Attraverso un video clip appositamente creato per l'evento si vuole stimolare la discussione e aprire il dibattito sulle luci e le innumerevoli ombre che oggigiorno invadono il mondo dello sport. Le parole del Presidente nazionale del Csi, Edio Costantini, sintetizzino molto bene il significato profondo che sta alla base di questo progetto ambizioso: «In ogni ragazzo c'è un bisogno di vita, di relazioni autentiche e significative, d'impegno. In quest'epoca di paure, di incertezze, di inquietudini, si rischia di perdersi, di rinchiudersi nella propria nicchia: per alcuni è la scuola; per altri è la propria famiglia; per altri ancora il proprio gruppo; per qualcuno è il niente. Si rifiuta di andare oltre, di guardare più in là. Questo, però, non risponde all'anelito di felicità a cui tutti aspiriamo. Puoi scegliere di essere passivo osservatore del mondo, oppure di giocare all'attacco la partita della tua vita. Gli strumenti a disposizione sono tanti. Noi del Centro Sportivo Italiano vogliamo offrirne uno: il Circolo culturale sportivo studentesco».


VITACSI

30 MAGGIO / 2 GIUGNO

di Felice Alborghetti

Decolla

il TROFEO POLISPORTIVO A LIGNANO SABBIADORO SONO ATTESI UN MIGLIAIO DI MINIATLETI DEL CSI.

L'obiettivo è quello di dare concretezza alla proposta sportiva del Centro Sportivo Italiano per i preadolescenti, che si basa su due princìpi fondamentali: la polivalenza e la polisportività.

È

ormai pronto a decollare il 5° Trofeo Polisportivo Giovanile, in programma dal 30 maggio al 2 giugno a Lignano Sabbiadoro (UD). È la manifestazione che testimonia al meglio l'impegno e la qualità del modello che il Csi rivolge ai ragazzi preadolescenti. I partecipanti hanno infatti tutti dagli 8 ai 13 anni e si apprestano a vivere un'esperienza "forte" e ricca di contenuti sul piano tecnico e su quello aggregativo. L'obiettivo è quello di dare concretezza alla proposta sportiva del Csi per i preadolescenti, che si

SPORT DI SQUADRA ESORDIENTI Disciplina N° atleti per squadra Min Max Calcio a 5 7 10 Calcio a 7 9 12 MiniVolley a 4 6 8 MiniBasket 7 10

basa su due princìpi fondamentali: la polivalenza e la polisportività. Partendo dagli sport di squadra, quali basket, volley e le tre declinazioni del calcio, a 5, a 7 ed a 11, i ragazzi in Friuli avranno la possibilità di testare altri sport, passando dai campi d'atletica alla piscina, dai lanci alle staffette, in una formula ormai ben rodata, che esclude a priori meccanismi di eliminazione diretta e che sviluppa nel ragazzo in gara, in rispetto della sua crescita sia fisica sia educativa, una migliore convinzione sulle proprie abilità tecniche, misurate in diverse discipline sportive. Il tutto si svolgerà in una fantastica cornice; all'interno del Villaggio Adriatico Sportivo di Lignano Sabbiadoro, un megaparco sportivo ricco d'impianti di ottimo

livello (foto a lato), dove squadre regionali o rapnel 2005 si svolgerà il presentative di comitato Festival Olimpico dei suddivise in due categoGiovani Europei, una rie: sorta di Miniolimpiade, • gli esordienti, ambo l'unico evento multispor- sessi nati tra il 1993 e il tivo a livello europeo 1995 che nel corso della riconosciuto dal Cio. manifestazione si alterneIl Villaggio degli atleti ranno tra Giochi sportivi dispone di modernissimi di squadra; Giochi di impianti, e sorge all'inter- movimento polivalenti; no di una splendida pine- Giochi di animazione; ed ta (60 ettari di verde) a alla fine premierà in una due passi dalla spiaggia (1 speciale classifica polikm) riservata agli ospiti sportiva le squadre tenendel villaggio. Una colloca- do conto di tutte le attivizione che facilita l'incon- tà svolte. tro, l'aggregazione, la • i ragazzi, ambosessi nati festa, e che renderà piace- tra il 1990 ed il 1992 vole il soggiorno anche ai ogni squadra parteciperà tanti genitori ed accom- ad un torneo per l'attività pagnatori che seguiranno sportiva scelta. In aggiunil migliaio di piccoli s p o r t i v i SPORT DI SQUADRA RAGAZZI Disciplina N° atleti per squadra Csi. Min Max Sui campi Pallavolo Maschile 8 12 all'aperto Pallavolo Femminile 8 12 scendeCalcio a 5 Maschile 8 12 ranno Calcio a 7 Maschile 9 12 Calcio a 11 Maschile 13 17 Pallacanestro Maschile 7 12 ta al torneo verranno proposte due diverse esperienze sportive polivalenti alle quali ogni squadra dovrà partecipare al fine di stabilire una classifica "polisportiva" finale determinata dai risultati ottenuti nelle gare polivalenti e nel torneo.

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VITACSI DA OGGI ANCHE IL CSI HA UN SUO INNO.

UNA STAFFETTA DI CUORI COM’È NATO IL PROGETTO DI SCRIVERE L’INNO DEL CSI? A RACCONTARCELO È IN PRIMA PERSONA LO STESSO AUTORE DI “VIVA LO SPORT”, MARCELLO MARROCCHI.

L'idea si è affacciata per la prima volta nella mia mente ad Assisi, da quella serata di dicembre alla Domus Pacis, dal successo del mio recital e dal calore di tutta quella gente che oltre all'animo sportivo, ho notato, aveva un fondo di spiritualità. Ad Assisi ho conosciuto il Csi, mi ha colpito la sua gente sorridente e l'entusiasmo. Ho trovato delle persone "aperte". Così da ex atleta - in passato ho fatto gare di velocità e anche salto con l'asta - ho cercato di musicare questa ricerca di migliorarsi in un inno che canta lo sport fondato sull'interiorità, uno sport che appartiene a tutti, di chi collabora a far fuoriuscire

le qualità migliori in ciascuno di noi. Anch'io penso infatti che lo sport fine a se stesso, non è utile a nessuno. E che al di là dell'egoismo, la vittoria più bella è dove c'è collaborazione, dove c'è appunto… come nel mio testo una "staffetta di cuori". Tecnicamente nel giro di una serttimana avevo già musica e parole. Scrivendo, nei miei occhi scorrevano immagini di tante discipline, non di una sola: il vento contro, gli spruzzi d'acqua, la staffetta, i centimetri dei salti, la fatica della voga… Quanto alla musica ho puntato sul ritmo e sulla coralità tipici dello sport. Sono proprio gli sportivi che a volte chiedono il ritmo, il plauso della gente come a sospingerli nella performance. Insomma, una sorta di partecipazione attiva, come le voci in un concerto, o i cuori in una staffetta!

SARÀ PRESENTATO UFFICIALMENTE A SALSOMAGGIORE TERME NEL CORSO DELL'ASSEMBLEA ELETTIVA DEL CSI.

VIVA LO SPORT

Testo e musica di M. Marrocchi

È bello avere il vento nei capelli scattare come un lampo alla partenza volare in alto e vincere barriere ma non è questo che ti fa migliore. È bello scivolare sopra l’acqua la senti addosso quando remi forte un grande urlo e una medaglia al petto ma non è questo che merita il rispetto. Lo leggi dentro gli occhi della gente nessuno tra di voi è il più importante eravate in otto alla partenza e ognuno nel suo cuore sognava di spezzare quel nastro col suo petto “Vinca il migliore!” ...è questo il nostro motto. Questo è lo sport che ci fa diventare migliori che ci apre le menti ed i cuori e non è vero che importa solo chi vincerà. Viva lo sport che ci aiuta a superare la meta che c’insegna come è fatta la vita perché è solo con gli altri che vinci ed abbatti un secondo di più. Viva lo sport .................. contro tutte le guerre! Viva lo sport................... guarda quante bandiere! Viva lo sport................... coi suoi mille colori! Questo è lo sport........... una staffetta di cuori! Amico mio dài corriamo insieme tu spingi un po’ ed io ti seguirò a volte basta poco a far coraggio non ti fa dire... “Io non ce la farò!”.

STADIUM

MARZO APRILE 2004

MARCELLO MARROCCHI Marcello Marrocchi vanta trenta anni di

di essere testimone in prima persona,

attività e 500 canzoni scritte per famosi

comunicando la propria fede attraverso

interpreti italiani, da Patty Pravo a Moran-

un repertorio che privilegia temi d'attualità

di, da Ranieri (per il quale ha scritto "Per-

e afferma con forza i valori di libertà, vita,

dere l'amore" vincitrice del festival di San-

amore, giustizia. Don Tonino Bello, usan-

remo '89), a Minghi (per il quale ha scritto

do le parole di una poesia di Turoldo, ha

e musicato "Un Uomo Venuto da Lonta-

detto che Marrocchi maneggia la musica

no", che Minghi ha cantato davanti a Gio-

e le parole come uno "scabro sasso", e

vanni Paolo II). La scelta di proporsi come

parla della vita quotidiana illuminandola

cantautore cristiano è nata dall'esigenza

con la luce della fede.

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Saltare due centimetri più in alto a farlo no non sei soltanto tu ci sono i tuoi compagni che ti spingono più sù a farlo no non sei soltanto tu. Viva lo sport .................................................. chi vincerà. Noi siamo qui......... una sfida alla vita! CSI......................... che c’insegna la strada! Noi siamo qui ........ mille e mille colori! CSI......................... una staffetta di cuori! Viva lo sport........... contro tutte le guerre! Viva lo sport .......... su tutti i mari e le terre! CSI ........................ coi suoi mille colori! Viva lo sport... viva viva lo sport........... se ci sono anche i cuori!


VITACSI di Simone Riboldi

IL GUSTO DELL’AMICIZIA E DELL’OSPITALITÀ. UN GEMELLAGGIO BEN RIUSCITO.

CREMA molisana

G

rande entusiasmo e gioia. Queste le sensazioni che, di primo acchito, la visita dei ragazzi del Molise ha saputo offrire a tutta la dirigenza del Csi di Crema ed ai coetanei cremaschi che, nel corso di una tre giorni ricca di appuntamenti, hanno avuto modo di confrontarsi con loro. Arrivati venerdì 26 marzo ed accolti dal presidente Giavaldi, i giovani del Molise sono stati coinvolti da subito in una ricca proposta caratterizzata dall'alternanza di momenti sportivi e di momenti di svago e di visita ai luoghi più significativi del territorio cremasco. La proposta sportiva è stata la nota dominante della giornata del sabato, con un duplice appuntamento. Al mattino, infatti, presso il palazzetto dello sport di Crema, era stato predisposto un percorso in nove sezioni in cui si sono cimentate le squadre, composte da giovani del Molise e da ragazzi delle scuole medie di Crema e dintorni (per la precisione sono intervenuti alunni dei plessi di Sergnano, Offanengo, Vailate e delle scuole medie cittadine "Nuova Scuola Media", "Vailati" e "Dante Alighieri"). In ogni sezione era prevista una prova basata su di una variante "alternativa" di calcio, pallavolo e pallacanestro. A "presidiare" ogni singola postazione si sono alternati i giocatori del Pergocrema (Serie D di calcio), del Basket Team Crema (serie B1 femminile di

Il Comitato di Crema ha ospitato una rappresentativa del Molise per una tre giorni di sport e di solidarietà. Il prossimo anno si replica a parti invertite.

pallacanestro) e della Reima Crema (serie A2 maschile di pallavolo): oltre a "sorvegliare" la propria area i giocatori avevano anche il compito di sfidare i partecipanti nella versione modificata del proprio sport. Gli atleti intervenuti, inoltre, hanno regalato ai ragazzi del Molise un pallone con tutte le loro firme. Al pomeriggio, presso le strutture del Centro giovanile San Luigi di Crema e grazie alla presenza delle società Oratorio Frassati, Boffalorese, Crema

Nuova, Rivoltana Giovanile e Oratorio San Paolo Soncino e Sergnano del Csi di Crema e Nabor del Csi di Milano, si sono invece disputate gare più classiche, a base di pallavolo e calcio a cinque. A conclusione dell'impegnativa giornata un momento di relax presso l'oratorio di Ombriano, con il mago Harry che, al pari del suo omonimo collega nato dalla penna della scrittrice inglese Rowling, ha incantato i presenti con una serie ben riuscita di illusioni, culminate

con la lievitazione dello stesso mago tra lo stupore dei presenti. Davvero portentoso il nostro mago Harry! Più diluiti nel tempo, invece, gli appuntamenti dedicati allo scambio di opinioni ed alle visite, con momento conviviali presso gli oratori di Campagnola, Ombriano e Sergnano e visite ai santuari di Caravaggio e di Santa Maria della Croce ed al centro storico di Crema. In definitiva, come ha rimarcato il presidente del Csi di Campobasso Igino Tomasso, si è tratto di un'esperienza davvero unica, resa tale soprattutto dal calore umano che si è sviluppato fra cremaschi e molisani e che ha segnato la nascita di rapporti destinati a durare nel tempo. E proprio per questo, al momento dei saluti, si sta già pensando all'anno prossimo, con i cremaschi che saranno chiamati a ricambiare la visita recandosi in Molise, ospiti dei loro nuovi amici. 15


NATINELCSI

di Felice Alborghetti

ZORZI

LO ABBIAMO INCONTRATO A CAVALESE, IL PAESE DOVE NACQUE 32 ANNI FA. IN OCCASIONE DEL TROFEO LAURINO 2004, CRISTIAN ZORZI, PLURICAMPIONE DEL MONDO NELLO SPRINT E NELLA STAFFETTA DELL O SCI DI FONDO, È TORNATO ALLE

"Mi fa molto piacere tornare e vedere tanti giovani appassionati avvicinarsi a questa storica rassegna del fondo Trentino." Spiegaci subito: cos'è il Trofeo Laurino? Il Trofeo Laurino non è solo la festa di fine stagione dello sci nordico giovanile, ma anche la vetrina delle migliori promesse della disciplina sportiva invernale più faticosa. Il Trofeo Laurino per noi piccoli atleti trentini è stato sempre molto importante, un riferimento, lo si aspettava come una festa comandata. Era e lo è tuttora una festa, costruita sullo spirito Csi, che privilegia il divertimento prima della competizione. Tante partecipazioni, quante vittorie? L'ho vinto che avevo 17 anni, ma onestamente ricordo maggiormente e con più felicità il mio primo Laurino, corso 5 anni prima.

Ero molto più piccolo, erano le prime volte che gareggiavo, quella medaglia d'argento la ricorderò sempre; mi ha dato infatti tanta voglia di migliorarmi e la consapevolezza che nel fondo potevo andare bene. La vita di un atleta non è fatta solo di vittorie, ma di piazza-

menti, esperienze, momenti. Come nella vita sono importanti anche le non vittorie. Come sei arrivato al fondo: una tua scelta o è inevitabile per chi nasce in Val di Fiemme? La passione per lo sci arriva da bambino, a 5 anni, mi

PALMARES VITTORIE IN CDM: 5Sprint Reit im Winkl (Ger) 2003, Sprint

ORIGINI, E, TRA RE LAURINO E LA REGINA

Garmisch (Ger) 2001, Sprint Cogne (Ita) 2001, Sprint Salt Lake City (Usa) 2001, Sprint Engelberg (Svi) 2000.

MEDAGLIE OLIMPICHE: 1 bronzo Sprint Soldier Hollow (Usa)

STADIUM

MARZO APRILE 2004

SIMILDE, CI HA

2002.

MEDAGLIE MONDIALI: RACCONTATO UN PO' DEI SUOI RICORDI CSI. 16

1argento Sprint Lahti (Fin) 2001.

ANNO D'ESORDIO SQUADRE NAZIONALI: 1988


ria consideri la più importante? Ne ho vinte tante di gare, ma anche in questo caso trattasi di un piazzamento. D'altronde la medaglia d'argento alle Olimpiadi di Salt Lake City nella staffetta ed il bronzo nello sprint sono state per me un sogno che si è realizzato. Come tutti i sogni oggi è però tornato nel cassetto, però per i prossimi Mondiali del 2005 o per Torino 2006 ho già la bava alla bocca…

sono subito avvicinato alla discesa, perché è più facile da affrontare. Ho fatto anche altri sport; il merito del passaggio al fondo è di mia madre, che mi ha fatto provare sugli sci stretti, poi le amicizie, le persone che non m'han dato pressione ma passione han fatto il resto. Che valori nasconde in sé il fondo? La resistenza e la fatica su tutti. A differenza della discesa si soffre molto e più a lungo. Ma si sa che quando si soffre, si conquista qualcosa e in ogni caso ti senti a posto con la coscienza per aver dato tutto. Nello sci alpino, invece, è spesso questione di centesimi, per cui si ha sempre il rammarico di aver sbagliato qualcosa. Dopo il Laurino quale vitto-

Quali sono i luoghi dove ti alleni più spesso o ti concentri meglio? Con la Coppa del Mondo cominciamo a giugno e siamo sempre fuori in giro per i ghiacciai e a casa si sta ben poco. Quando sono in Trentino mi alleno spesso a Passo Lavazé, a San Pellegrino e al Lago di Tesero, che sono poi le piste dei Mondiali, per cui sono piste professionali, ma allo stesso tempo assai belle da visitare come turisti. Hai fatto altri sport? Ho giocato ad hockey su ghiaccio e sono ancora tifoso del Fassa, ho fatto discesa, salto, biathlon, tutto ciò che riguarda gli sport invernali. Altrimenti mi diverte anche la corsa in montagna, la mountain-bike, e lo sky-roll. Quali altri hobbies hai? Sono interista e seguo l'Inter, poi soprattutto mi piacciono i motori. Sono un accanito motociclista, sono amico ed iscritto al fans club di Valentino Rossi. Ma questo "Zorro" chi te lo ha appioppato?. Me lo han dato i colleghi, dopo una vacanza al mare in Romagna. Avevo sempre gli occhiali da sole addosso e mi rimase il segno a lungo, pro-

Come mai “Zorro”? Ero al mare e avevo sempre gli occhiali da sole addosso e mi rimase il segno a lungo, proprio come fosse la maschera di Zorro. Poi il cognome ha fatto il resto.

prio come fosse la maschera di Zorro. Poi il cognome ha fatto il resto. Cosa può consigliare un campione ai giovani? Di divertirsi. Una volta non c'era tutto questo business intorno agli sport cosiddetti poveri, adesso i bambini hanno il fuoco negli occhi, tanta voglia di strafare, spero che la stessa voglia la abbiano più in là da grandi. Il fondo come il ciclismo viene spesso associato al doping. Cosa dici a riguardo? Penso che con la dedizione e

la voglia di arrivare a certi traguardi si riesce tranquillamente a raggiungerli senza far uso di sostanze illecite. Ci vuole molto più tempo e molto più impegno; si arriva comunque, si è a posto con la coscienza e alla fine, quel che conta di più, non si ruba niente ai propri avversari. Ci sarà sempre qualche ombra, essendoci tutto questo business dietro. Molta gente nasce ladra e rimarrà ladra, ma per fortuna sono ben pochi. Finita la stagione del fondo, a cosa ti dedichi? A fare il pupazzo di neve con mio figlio… scherzo! Ma indubbiamente voglio sfruttare al meglio i momenti liberi per stare con lui e con mia moglie. Ha 2 anni ad aprile, si chiama Harald. Quanto cambia un figlio la vita di uno sportivo? Molto, specie quando sei lontano da casa. Vorresti esserci di più ma al contempo ti alleni con più stimoli, sapendo che il tempo che dedichi allo sport è un sacrificio per mio figlio. Quest'anno forse ho pagato anche per questo, alcuni tempi di allenamento gestiti male. Il Csi compie quest'anno 60 anni. Cosa gli auguri? Ho iniziato nel Csi quando è stato presentato il Museo Olimpico a Losanna ed ho portato il cerchio olimpico da Venezia fino in Svizzera. È stato l'inizio della mia carriera. Gli auguro quindi di continuare a promuovere un'attività che ti fa crescere dentro ma anche mentalmente. Lo sport Csi è una gran scuola di vita. 17


VITACSI IN ITALIA È IL CSI AD ORGANIZZARE IL “MONDIALE” DI CALCIO PER RAGAZZI TRA GLI 11 E I 12 ANNI.

Danone

NATIONS CUP al via!

S

i sono aperte lunedì 5 aprile 2004 le iscrizioni alla quinta edizione di Danone Nations Cup, la più grande manifestazione calcistica internazionale per ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 12 anni, organizzata dal Gruppo Danone con l'approvazione della FIFA attraverso tornei organizzati a livello locale in 32 Paesi del mondo. Quest'anno la Danone Nations Cup, promossa in Italia dal brand Danette, con il supporto operativo del Centro Sportivo Italiano (CSI), ha come obiettivo quello di qualificarsi quale evento ludico-sportivo giovanile, tra i più importanti, stimolanti e coinvolgenti presenti a livello nazionale.

STADIUM

MARZO APRILE 2004

La Danone Nations Cup darà la possibilità a 3.600 ragazzi, nati tra l’1 gennaio 1992 e il 31 dicembre 1993, di giocare sui campi appositamente allestiti in otto città italiane con le seguenti modalità: una serie di 8 gironi di qualificazione da 32 squadre ciascuno che si disputeranno durante i week-end del 8-9 maggio e del 1516 maggio in otto città italiane (8-9 maggio: Bergamo, Milano, Napoli, Torino; 15-16 maggio: Bari, Bologna, Reggio Emilia, Roma). Ad attendere le 8 squadre vincitrici delle fasi regionali sarà poi lo splendido contesto dell'Arena di Milano, dove il 23 maggio si disputerà la Finale nazionale. La giornata conclusiva della fase nazionale che si terrà a Milano, rappresenterà non solo la fase finale del torneo, la cui rilevanza sarà garantita anche dalla presenza di Ciro Ferrara in qualità di padrino ufficiale della manifestazione, ma una vera e propria festa per i ragazzi e le loro famiglie. 18

È ATTESA LA PARTECIPAZIONE DI 3.600 PICCOLI CALCIATORI E DI 256 SQUADRE ALLA QUINTA EDIZIONE DI UNO TRA I PIÙ IMPORTANTI, VISIBILI E COINVOLGENTI EVENTI LUDICO-SPORTIVI GIOVANILI A LIVELLO INTERNAZIONALE.

Lo stesso spirito della Finale nazionale si ritroverà anche nella Finale internazionale, che si disputerà dal 2 al 6 settembre al Parco dei Principi di Parigi, dove la squadra vincitrice della Danone Nations Cup Italia potrà orgogliosamente rappresentare il nostro Paese indossando la maglia ufficiale della nazionale italiana e confrontandosi con i ragazzi di tutto il mondo, di diverse culture, ma con un'unica grande passione: il calcio! Alla Danone Nations Cup potranno partecipare squadre, non necessariamente già tesserate per una federazione o un ente sportivo, e formate da 14 ragazzi, di cui 9 in campo, in un'insolita formula sportiva (9 contro 9) che garantisce spettacolarità e divertimento alle partite, come d'altronde è stato riscontrato nelle precedenti edizioni.

Più che prediligere l'aspetto agonistico del calcio, la DNC ne valorizza quello finalizzato sull'integrazione ed interazione fra culture.

È importante sottolineare che l'evento Danone Nations Cup, più che prediligere l'aspetto agonistico del calcio, ne valorizza quello improntato sull'integrazione ed interazione fra culture, sul rispetto dell'avversario e delle regole, sulla socializzazione e sullo spirito di gruppo e dunque, su tutti quei valori positivi fatti propri da Danone, e che

Per formalizzare l'iscrizione è necessario rivolgersi ai comitati CSI delle città che ospiteranno le fasi locali. I siti CSI dei comitati locali sono: Reggio Emilia: www.csire.it tel. 0522/512946 Bologna: www.csibologna.it tel. 051/405318 Roma: www.csiroma.org tel. 06/3225129 Bergamo: tel. 035/360053 Milano: www.csi.milano.it tel. 02/58391412 Torino: www.csi-torino.it tel. 011/4369322 Napoli: www.csinapoli.org tel. 081/5440099 Bari: tel. 080/5023226 È inoltre possibile ricavare ulteriori informazioni visitando il sito www.danonecup.it, oppure contattando il CSI al numero telefonico 06 68404523 (dal lunedì al venerdì h.10.00-12.00, 16.00-18.00) o all'indirizzo e-mail danonecup@csi-net.it.


di Alberto Caprotti

FUORIGIOCO

TRE ULTRAS BLOCCANO IL DERBY DEL CUPOLONE. COSÌ L’INOSSIDABILE PALLONE SI È FERMATO DAVANTI AL NULLA!

FERMI TUTTI! FISCHIO IO... C'

Ci resta la bella torta con le candeline del derby ripetuto al motto di «vogliamoci bene», con tanto di incasso devoluto in beneficenza.

è qualcosa di intimamente perverso e drammaticamente illuminante nella vicenda che ha portato alla sospensione prima e alla ripetizione poi del derby di Roma. Scriviamo questa riflessione all'indomani di Lazio-Roma 11, in campo un mese dopo l'allucinante notte dell'Olimpico, che tanto inaccettabile non dev'essere sembrata agli organi di giustizia sportiva viste le sanzioni irrisorie che ha nno comminato ai due club. Ma non è questo il punto. Il peso vero di un pallone sfasciato sta a monte, all'origine dei fatti, e nella gravità del precedente creato da un terzetto di ultras che scendono in campo, minacciano più o meno velatamente i calciatori raccontando loro una panzana truculenta e ottenendo che tutti se ne vadano a casa. L'inossidabile pallone, quello che non si è fermato nemmeno il giorno dell'attentato alle Torri Gemelle, quello che ha detto «lo spettacolo deve continuare» obbligando le squadre spagnole e le loro rispettive avversarie a scendere in campo anche poche ore dopo le bombe e i morti di Madrid, si è paralizzato

davanti al nulla, ha onorato un lutto che non c'era, si è arreso ai fantasmi della propria fragilità. Le tragedie mondiali? Irrilevanti per lo sport che tutto fagocita. Ma il teppistello tifoso, quello bisogna ascoltarlo, bloccare tutto, credergli a prescindere anche se racconta fatti che un prefetto e un questore smentiscono ufficialmente. E dunque fermi tutti: campioni celebrati e comprimari, fuoriclasse e panchinari. Fermi. Impietriti. Ostaggi di chi può, magari, rigar loro la macchina se non li si ascolta. Quella del primo LazioRoma, anche a ragionarci adesso che sembrano passati anni luce, eliminazioni europee, decreti spalma-debiti ipotizzati e poi accantonati, improvvise resurrezioni economiche, miracolose e intriganti (ma come, doveva fallire mezza serie A e d'un colpo sono

tutti vivi e vegeti?) resta una pietra miliare francamente vergognosa. Una vicenda tragicomica, parzialmente soffocata dagli incidenti fuori dall'Olimpico che hanno catalizzato l'indignazione generale insieme alle polemiche sull'opportunità di ripetere, come, quando e con quale scenario, quella allucinante partita interrotta. Il mondo del calcio ha sottilizzato sull'intervento di Galliani, qualcuno è riuscito persino a giustificare quegli ultrà - peraltro e ovviamente quasi subito a piede libero parlando di uno «spiacevole equivoco», e non ha perso tempo a riflettere sull'omertà di certi calciatori sorpresi dalle telecamere a dire in campo: «non giochiamo, altrimenti questi ci ammazzano» e poi prontissimi ad assicurare al magistrato di turno di non aver ricevuto alcuna minac-

IL PESO VERO DI UN PALLONE SFASCIATO STA A MONTE, ALL'ORIGINE DEI FATTI, E NELLA GRAVITÀ DEL PRECEDENTE CREATO DA UN TERZETTO DI ULTRAS CHE SCENDONO IN CAMPO, MINACCIANO PIÙ O MENO VELATAMENTE I CALCIATORI RACCONTANDO LORO UNA PANZANA TRUCULENTA E OTTENENDO CHE TUTTI SE NE VADANO A CASA...

cia. Che bel quadretto, che bello sport. E che grande esempio di fermezza quello delle stesse forze dell'ordine, incapaci di imporre la propria autorità di fronte alla sacralità del pallone. È vero, la sicurezza di una manifestazione a scopo di lucro deve essere curata dagli organizzatori, e non certo dallo Stato, che semmai dovrebbe prevenire quanto avviene fuori dallo stadio. Nessun ente pubblico paga i buttafuori alle discoteche, ma la polizia, quando c'è, ha titolo per non consentire ai capi ultrà di assistere indebitamente alle partite stando a bordo campo, anche se sono gli stessi club calcistici ad assicurare loro questi privilegi. Parole nel vento, situazioni inaccettabili che decenni di disorganizzazione pallonara hanno incancrenito, nodi che vengono al pettine. Tardi, troppo tardi. Ci resta la bella torta con le candeline del derby ripetuto al motto di «vogliamoci bene», con tanto di incasso devoluto in beneficenza. Che bravi, che gesto nobile. Come se la verginità potesse ricostruirsi con una colletta… 19


7° GRAN PREMIO NAZIONALE DI CORSA CAMPESTRE

1300 CROSSER

è record assoluto!

MAI VISTI COSÌ TANTI PARTECIPANTI AD UNA FINALE NAZIONALE CSI, COME NELL’EDIZIONE 2004 SVOLTASI ALLA NOGHERAZZA DI CASTION DI BELLUNO IL 27 ED IL 28 MARZO SCORSI. DUE GIORNATE DI CORSA, LA PRIMA DOVE ERANO IN PALIO I TITOLI INDIVIDUALI, LA SECONDA DEDICATA INVECE ALLE STAFFETTE.

STADIUM

MARZO APRILE 2004

L’INDIVIDUALE Una giornata uggiosa ed un terreno pesante, particolarmente fangoso, hanno reso più difficile il compito dei tantissimi runners, nella prima uscita, impegnati nei diversi tracciati, a seconda delle categorie ed età. Dopo una breve cerimonia di apertura, dove hanno sfilato gli alfieri delle tredici regioni presenti a Castion, in rappresentanza delle 142 società e dei 37 comitati che hanno raggiunto il Veneto, il presidente nazionale Csi Edio Costantini si é rivolto ai ragazzi e a tutti i partenti chiedendo loro "di fare dello sport uno strumento per migliorare se stessi, di godersi queste giornate di felicità, e di non dare rilievo soltanto alle medaglie ma soprattutto ai valori più importanti quali l'amicizia e l'affetto reciproco" ed il presidente del Csi bellunese Roberto De Barba, ha giocato 20

sulla coincidenza del cambio dell'ora legale augurando loro "che siano 60 minuti di bei ricordi bellunesi da custodire nell'album personale di ognuno". LA VISITA DI DIEGO FORTUNA Gradito ospite della mattinata, a far visita ed a premiare le


belle speranze del Csi, è stato l'olimpionico del disco Diego Fortuna, un passato nel Csi (Fiamm Vicenza), primo ai recenti Mondiali Militari di Atletica Leggera a Catania, 11 titoli italiani alle spalle ed un oro ai Giochi del Mediterraneo, in corsa anch'egli per un posto nella spedizione azzurra verso Atene. Per lui tanti autografi e fotografie da firmare ed un breve discorso ai ragazzi incentrato sul diritto di non diventare campioni, ma di dare sempre il massimo. Poi il via in rapida successione alle gare, con gli arrivi ad inseguire le partenze, in una mattinata in cui anche cronometristi e giudici di gara hanno viaggiato su ottimi ritmi.

al traguardo, Paolo Zanatta, bronzo ed Alessio Rinaldi. Da registrare ancora il quinto successo consecutivo dell'atleta molisana Adelina De Soccio, della Virtus Campobasso, tra le juniores, nel

I RISULTATI 18 le maglie tricolori assegnate alle 9 categorie in gara, maschili e femminili: esordienti, ragazzi, cadetti, allievi, juniores, seniores, amatori A, amatori B e veterani. Assai combattute le gare seniores che hanno visto trionfare la trevigiana Michela Zanatta ed il bellunese Claudio Cassi, azzurro di corsa in montagna, vincitore quest'anno della Ciaspolada e della Coppa Europa sempre sulle "ciaspole" le tipiche racchette da neve. I due, ben conosciuti anche a chi segue le gare federali della campestre, si sono detti felici per aver conquistato la medaglia nonostante la grande concorrenza così competitiva. Proprio Cassi al traguardo ha sottolineato il timore di non farcela a metà gara, abituato più alle "ciaspe" sulla neve che al fango e all'erba, ed il grande sforzo che ha sostenuto, sorretto dal calore del tifo locale per imporsi su atleti di rango quali Carlo Rigoni, argento 21


STADIUM

MARZO APRILE 2004

Cavalli della Corno Marco Italia, e veterane con la lecchese Rota Mistica (GSC Cortenova). Bologna porta a casa il titolo Amatori B femminile con Paola Lambertini, mentre il titolo veterani è andato al trevigiano Giorgio Redolfi (Atl. Ponzano).

2004 al suo attivo il record italiano indoor nei 3000 metri ed il secondo posto ai campionati Fidal della Cinque Mulini. Dietro alla De Soccio il successo molisano è stato completato dall'argento di Laura Palladino, compagna di squadra ed amica. Importante nella categoria cadetti il successo del pugliese Amedeo Nacci, dell'Atletica Città bianca di Ostuni, unico atleta del Sud capace di salire sul podio. Il crosser pugliese con il tempo di 8'12"7 ha battuto in volata due atleti trevigiani. Trentini e veneti, che insieme avevano in campo quasi 800 atleti, hanno piazzato comunque sul podio il maggior numero di atleti: ricordiamo la vittoria negli amatori A del solito "prete volante" don Franco Torresani (US Genzianella), e negli amatori B di Damiano Da Riz della bellunese Pro Loco Trichiana, poi ancora le gare esordienti e ragazzi tutte trentine, con Irene Baldessari (Trilacum Vicolo Baselga) e Valeria Bonenti (GS Bondo) prime tra le femmine e Marco Lorenzi della Polisportiva Oltrefersina e Stefan Premstaller altotesino in gara con la 5 stelle Seregnano. Venezia prima con la giovane Giovanna Epis (Atletica Murano) nelle allieve, Treviso d'oro con la cadetta Serena Poser e con lo juniores Abdoulla Bamossa, entrambi dell'Atletica San Giacomo. In Lombardia sono approdati i titoli allievi, conquistato da Jacopo Manetti dell'Atletica Fanfulla Lodi, amatori A femminile ottenuto da Giovanna 22

LA FESTA DELLE REGIONI A cavallo tra sabato e domenica, dopo le premiazioni e la consegna delle maglie scudettate, ha tenuto banco la classica Festa delle Regioni, con stand ricchi di cibi e vini tipici delle varie terre d'Italia. E qui, sono state meglio apprezzate le rappresentative della Sardegna e della Sicilia. LO STAFFETTONE Con il classico "Staffettone delle regioni" della domenica mattina, disputatosi nel cuore di Castion, passa agli archi-

vi anche il 7° Gran Premio nazionale Csi di corsa campestre. Nelle gare a staffetta, con cinque frazionisti corregionali per squadra, hanno prevalso nella classifica giovanili le rappresentative del Trentino (donne) e del Veneto (uomini), mentre in quella assoluti l'oro è andato al Friuli Venezia Giulia (maschile), e ancora al Veneto (femminile). Buoni piazzamenti anche per Lombardia ed Emilia Romagna.


CAMPIONATI SILENZIOSI DI

DANILO VICO

SPRINT per le finali

CALCETTO IN ROSA PER L’8 MARZO EUGUBINO DI

DANIELE MORINI

Il pallone e LE MIMOSE

A

ncora una grande festa dello sport "coniugato" al femminile. Il comitato di Gubbio del Csi ha voluto rendere omaggio anche quest'anno alle donne appassionate di pallone, con la settima edizione del torneo interregionale di calcio a cinque. Quello del "Calcetto in rosa" è un appuntamento assai singolare e davvero unico nel suo genere, organizzato proprio in occasione della festa dell'8 marzo. Per due giorni (6 e 7 marzo) formazioni arrivate da varie parti d'Italia si sono affrontate nelle palestre della cittadina umbra. E in finale si sono ritrovate una squadra toscana e una pugliese: la Quarrata Lady di Pistoia e la Focus di Foggia. Hanno avuto la meglio le ragazze toscane, che si sono imposte sulle pugliesi con il punteggio di due gol a uno. Nella classifica finale del tor-

neo interregionale "Calcetto in rosa", al terzo posto è arrivata la formazione del Borgorosso Football Club Ravenna, seguita nell'ordine dalla Polisportiva Osservanza Cesena (che ha partecipato al torneo di Gubbio fin dalla prima edizione), Polisportiva Agape 2000 Umbertide, Scheggia, Al Alpes Cesio e Madonna del Ponte Gubbio. Quello del 2004 è stato un torneo che sarà ricordato per la correttezza e la lealtà delle atlete: su un totale di venti gare disputate gli arbitri non hanno mai alzato alcun cartellino giallo. Il giallo, invece, è stato il colore protagonista al momento delle premiazioni, visto che - accanto a coppe e trofei - tutte le squadre partecipanti hanno avuto in dono anche una pianta di mimosa, come augurio per la festa della donna.

Da gennaio diverse strutture provinciali del Csi stanno organizzando, insieme alla Presidenza nazionale, il Campionato Silenziosi di calcio a 5 maschile. A fine aprile si son chiusi i play-off. Modena e Pesaro, Ferrara e Milano, Catania e Chieti, Bari e Aversa sono le otto squadre che hanno timbrato il cartellino in vista delle finali, che si disputeranno a Modena, a metà maggio. Nel girone A, dietro la capolista Modena, che ha chiuso a punteggio pieno (6 vittorie su 6) Pesaro e Trieste hanno chiuso entrambe a 9 punti, ma la classifica avulsa ha premiato i marchigiani, grazie ad un migliore differenza reti ottenuta negli scontri diretti. Decisivo lo scontro diretto anche nel girone D, dove Aversa con i tre punti ottenuti nell'ultima vittoriosa gara su Ragusa, l'ha anche scavalcata in classifica, ottenendo così il visto per le finali. Il 24 e il 25 aprile, sempre nel calcio a 5, sono scese in campo anche le donne ( US “L. Pavoni” Brescia, GS Ens Ravenna, US Ens Firenze, GSS Trevigiani). A Terni è andato in onda il torneo loro risevato, cui hanno partecipato 4 squadre. La classifica ha premiato le rondinelle bresciane, capaci di vincere tutti e 3 gli incontri disputati nel week-end; piazza d'onore per Firenze, poi Ravenna e Treviso.

A FINE APRILE CONCLUSI I PLAY-OFF DEL CALCIO A 5 MASCHILE. FINALI A MODENA. IN CAMPO SI GIOCHERÀ ANCHE A BOWLING E TENNIS

Il torneo ha voluto inoltre assegnare tre premi speciali: la palma della miglior giocatrice a Denise Gardoni (Brescia), il titolo dei cannonieri a Sabrina Vella (Firenze), e il miglior portiere a Adele Di Lorenzo (Ravenna). Ma il matrimonio Csi-Silenziosi, va oltre al calcio a 5. Si è infatti concluso a fine febbraio il Campionato nazionale di Biliardo Sportivo disputato presso l'impianto "Goriziana" a Curno (BG). I grossetani Giovanni Pucci ed Angelo Borghi han portato a casa rispettivamente l'oro e il bronzo, mentre l'argento è andato ad Ivano Capocchia, della USS Bergamo, società prima nella classifica a squadre. Sarà poi basket, che tra fine aprile ed i primi di maggio, vedrà sotto canestro sei squadre (Ravenna, Bologna, Milano, Pesaro, Padova e Napoli) nella palestra "Morigia" a Ravenna. E ancora partirà l'8 ed il 9 maggio il campionato nazionale di bowling, a Firenze sulle piste del Grazy Bowling. Per concludere gli appuntamenti con i Silenziosi, a giugno sarà la volta del beachvolley, del tennis, della pallamano, e della pesca sportiva. 23


VITACSI

90 ANNI DI RAFFAELE GRANDI

il Csi lo premia col discobolo al Lunedì 29 marzo, nel corso del consueto appuntamento mensile con le "Vecchie Glorie" di Roma e Lazio, il presidente del Csi capitolino Franco Mazzalupi, a nome della presidenza nazionale ha consegnato il discobolo al merito sportivo, simbolo del Csi al Comm. Raffaele Grandi, nel giorno del suo 90° compleanno. Pioniere dell'associazione, nel 1944 tra gli artefici della rinascita,

VITACSI DI

Il Csi torna nel PAESE DI SERIDÓ

D

con il nuovo nome di Centro Sportivo Italiano, Grandi ha inoltre ricevuto in dono (vedi foto) la medaglia d'argento dal comitato provin-

opo le felici esperienze degli anni passati, per la quarta volta il Csi Brescia, torna “nel paese di Seridò”, la manifestazione riservata alle scuole e a tutte le famiglie della provincia che si svolge da alcuni anni all'interno del Centro Fiera del Garda a Montichiari. La kermesse riservata ai piccoli

VITACSI

I° trofeo mountain bike

CITTÀ DI MARINEO 2004

STADIUM

MARZO APRILE 2004

Nella splendida cornice che il boschetto comunale di Marineo (Palermo) offre, si è svolto domenica 14 marzo il primo trofeo di mountain bike "città di Marineo", specialità four cross, organizzato dalla società ciessina "Extreme racing team". Su un circuito misto di circa

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1.300 metri di salite veloci, discese tecniche e salti di varia difficoltà da ripetere due volte, gli atleti, quasi tutti provenienti dalla provincia di Palermo, sono rimasti entusiasti della nuova formula di gara adottata che prevedeva la sfida diretta a quattro.

TULLIO SABADINI

si svolgerà quest'anno tutta nel mese di maggio, nei primi due week-end dell'1-2 e dell' 8-9 con un'apertura speciale riservata alle scuole materne il 6-7. Seridò 2004, è organizzato come sempre dall'ADASM, associazione delle scuole materne cattoliche, che anche quest'anno offre un intero padiglione alla promozione sportiva. Il Csi, forte della esperienza maturata negli anni allestisce questo padiglione con la consueta maestria e precisione dedicando spazi adeguati: • alle arti marziali, judo e viet vo dao in particolare, con l'esperienza entusiasmante per i bambini di indossare un vero kimono; • alla bmx, dove l'entusiasmo per una pedalata (fosse anche a tre ruote per i piccolissimi) sale alle stelle, il casco, le gomitiere e le ginocchiere creano quell'ambiente di contorno che non guasta;

• al calcetto, indispensabile per far giocare i bambini con i propri genitori; • al minivolley, esperienza molto gradita soprattutto alle bambine, anche qui in compagnia dei genitori; • al minibasket, certamente gratificante per il continuo interesse dimostrato; • infine, ma solo in ordine cronologico perché rappresenta una novità, alla miniatletica, che svilupperà il salto in lungo, il salto in alto, la staffetta, la corsa e il lancio del martello e del peso. Ovviamente Seridò, gode della variopinta e arricchente presenza dei bambini anche delle scuole elementari e medie, potendo godere, non solo nel padiglione Csi, anche di proposte variegate che vanno poi dal teatro alla musica, dal disegno al trucco, dalle costruzioni ai mitici gonfiabili. La presenza del Csi punta alla crescita della proposta in questi ambiti di età, avendo in quest'annata avviato anche un progetto di attività ludica inserito nella scuola elementare. Seridò 2004, sarà anche l'ennesima occasione per portare le meravigliose esperienze associative dei nostri operatori orangeblue anche in questo settore piuttosto inusuale per l'attività che si propone e si svolge durante la tradizionale stagione sportiva.


ARGOMENTI

L’INCONTRO DELLE ASSOCIAZIONI

di Andrea De Pascalis

SPORTIVE DI AREA CATTOLICA

DAMMI TRE PAROLE...

AL DIVINO AMORE.

CUORE, FEDE, SPORT: COME RENDERE SIGNIFICATIVI I RAPPORTI UMANI NELLE PARROCCHIE.

«Per il momento dice il direttore dell'Ufficio Cei per lo sport, mons. Carlo Mazza - mi auguro che la nostra giornata di spiritualità, vissuta in clima fraterno e solidale, abbia contribuito ad arricchire la mente e il cuore dei giovani e degli adulti sportivi. Spero che, impegnati generosamente nelle attività sportive delle parrocchie e sul territorio, sentano ancora di più la responsabilità e la bellezza di promuovere uno sport dal volto umano, permeato di passione e di valori trascendenti».

«N

el trapasso culturale che viviamo e nel rinnovato slancio di evangelizzazione che caratterizza l'attuale stagione della Chiesa, anche le Associazioni sportive sono chiamate a porsi a servizio di un nuovo progetto di "umanesimo" cristiano fondato sul "vangelo di Dio" annunciato da Gesù e vissuto intensamente in parrocchia, in famiglia e nella società. Per questo motivo ho ritenuto utile invitare le associazioni sportive di ispirazione cristiana a riflettere con spirito sciolto e libero sulle "relazioni" di vicinanza o di distanza, di apertura o di chiusura, di coinvolgimento o di indifferenza attuate dal "mondo dello sport" in relazione al "mondo della parrocchia", per verificare la necessità e l'urgenza di opportune "conversioni" di mentalità e di comportamento». Mons. Carlo Mazza, direttore dell'Ufficio CEI per la pastorale del turismo, tempo libero e sport spiega così il significato della giornata di spiritualità, centrata sul tema "Cuore, Fede, Sport. Relazioni significative in parrocchia", che ha avuto luogo a Roma lo scorso 20 marzo, presso il santuario del Divino Amore. Un incontro con le associazioni di area cattolica,

che mons. Mazza ha fatto diventare un appuntamento fisso da qualche anno, alle soglie della primavera, come momento indispensabile per rivisitare e ridefinire collegialmente le motivazioni dell'operatore sportivo che agisce in un contesto così specifico. Anche quest'anno il CSI ha partecipato alla giornata di spiritualità con una rappresentanza folta, guidata dal presidente nazionale Edio Costantini. I lavori sono stati introdotti da due relazioni: la prima, di mons. Sergio Lanza, docente di teologia pastorale alla PUL di Roma, su "Sportivi e parrocchia. Relazioni vitali?"; la seconda, del prof. Tonino Cantelmi, docen-

te di psicologia alla Gregoriana di Roma, su "Agonismo e spiritualità. Sportivi, uomini del cuore?". L'incontro era stato preparato minuziosamente da mons. Mazza attraver-

LE ASSOCIAZIONI SPORTIVE SONO CHIAMATE A PORSI A SERVIZIO DI UN NUOVO PROGETTO DI "UMANESIMO" CRISTIANO FONDATO SUL "VANGELO DI DIO" ANNUNCIATO DA GESÙ E VISSUTO INTENSAMENTE IN PARROCCHIA, IN FAMIGLIA E NELLA SOCIETÀ

so alcuni materiali di riflessione distribuiti ai partecipanti, tra i quali una griglia di domande alle quali hanno poi cercato di dare risposta alcuni gruppi di studio, le cui conclusioni sono in corso di valutazione. «Per il momento - dice il direttore dell'Ufficio Cei per lo sport - mi auguro che la nostra giornata di spiritualità, vissuta in clima fraterno e solidale, abbia contribuito ad arricchire la mente e il cuore dei giovani e degli adulti sportivi. Spero che, impegnati generosamente nelle attività sportive delle parrocchie e sul territorio, sentano ancora di più la responsabilità e la bellezza di promuovere uno sport dal volto umano, permeato di passione e di valori trascendenti». 25


LIBRI

Itinerari di educazione alla fede

Vittorio Peri Itinerari di educazione alla fede su strade sportive Aranblu editore anno 2004 84 pagine, € 8,00 Contiene il CD con l’Inno CSI

STADIUM

MARZO APRILE 2004

SU STRADE SPORTIVE

Un itinerario di fede può iniziare all'interno di ogni esperienza umana, quindi anche all'interno dello sport. Anzi lo sport, se liberato dei suoi aspetti discutibili, se sottoposto ad una operazione di restyling globale, si rivela strumento assai efficace, perché capace di rivelare l'uomo a se stesso, di ri-generarlo come "uomo nuovo" e attraverso questo cammino gli permette di scoprire il Progetto di Dio. È questo il motivo ispiratore di un sussidio fresco di tipografia che porta la firma del consulente ecclesiastico nazionale del Csi, mons. Vittorio Peri. Ma il termine sussidio, seppur tecnicamente esatto, rischia di non rendere giustizia a quello che è un piccolo gioiello editoriale ed un grande regalo per l'associazione. "Itinerari di educazione alla fede su strade sportive", questo il titolo del sussidio, si compone di una introduzione e di diciassette schede sciolte inserite all'interno di un raccoglitore. Ogni scheda propone, spesso in forma di interrogativo, in ogni caso sviscerando pro e contro, un argomento o tema di riflessione inerente l'attività sportiva: la centralità della persona; l'agonismo; la corporeità; il rapporto con gli altri; l'elemento ludico; la fatica di essere dirigente e quella di essere allenatore; l'educazione; il fattore tempo; il doping; il saper vincere e il saper perdere; l'allenamento; la violenza; le relazioni di gruppo; la disabilità; la scoperta e il rispetto dell'am26

biente. Nell'insieme esse costituiscono dunque tappe di un percorso di riflessione, ma tappe indipendenti l'una dall'altra, in modo che ciascuno possa sistemarle nella sequenza che più gli aggrada, in ciò aiutato dal fatto che si tratta appunto di schede "sciolte". Ma anche le singole schede sono concepite come percorso, fornendo un una sequenza di sette spunti sull'identico tema: un fatto o un racconto, che fa da introduzione; la parola di Dio; un passo del magistero della Chiesa; elementi per una riflessione congiunta; una testimonianza; l'attualizzazione nel "qui

e adesso"; una preghiera. Si tratta di spunti rapidissimi ma sempre efficaci. Le schede non hanno uno sviluppo logico e organico. Sono una 'batteria' di flash posti nelle mani degli animatori dei gruppi sportivi; un tentativo di impostare il difficile raccordo tra una realtà “profana” e l'evangelizzazione; uno strumento per imparare a guardare gli eventi sportivi con l'occhio della fede. Purtroppo questa presentazione schematica, se serve a

far comprendere la struttura del sussidio, non vale a rappresentarne l'efficacia, né la preziosità culturale e la qualità di dottrina. Per apprezzarlo in pieno, bisogna leggerlo. Gli animatori sportivi Csi, ai quali il piccolo volume è chiaramente destinato come strumento per rendere meno difficile il loro impegno educativo e dare concretezza al Progetto culturale e sportivo del Csi, farebbero bene a non perdere l'occasione.

NOTA DELL'AUTORE DI VITTORIO PERI

La Gestazione è stata lunga, ma finalmente siamo riusciti a dare alla luce il fascicolo intitolato Itinerario di educazione alla fede su strade sportive. Tutta l'associazione ne sentiva la mancanza? Probabilmente no. Quelli che stanno in essa non per passare il tempo o, peggio, per fare carriera o soldi perché affascinati dal suo proggetto educativo, chiedevano un qualche pratico sussidio che li aiutasse a raggiungere gli obiettivi indicati nel patto associativo e, più ampiamente, nelle pagine del Progetto culturale. In poche parole, il fascicolo appena edito contiene una ventina di schede diversamente "tematizzate", ma strutturate tutte allo stesso modo, in sette punti. Eccoli in succesione logica. Si

inizia con la lettura di un episodio o di una pagina di cronaca quotidiana: per imparare ad essere attenti alla vita sociale. Segue una lettura biblica, quasi a proiettare sul tema proposto un fascio di luce evangelica: perché siamo un'associazione d'ispirazione cristiana. Si continua con qualche citazione tratta dai documenti della Chiesa: perché l'associazione è anche ecclesiale. Vengono poi suggeriti alcuni spunti di riflessione sui vari aspetti dell'argomento della scheda: siamo o no "teste pensanti"? Segue, ma non sempre è stata trovata, la testimonianza di qualche protagonista dello sport: per non dimenticare che è questo il terreno su cui giochiamo. C'è poi un invito a tradurre nel vissuto associativo

le parole dette e ascoltate: per non appagarci delle parole. E, infine, la scheda - o, meglio, il tempo della riflessione fatta insieme, del confronto e anche del silenzio - si conclude con la preghiera. Che si utilizzi quella riportata nella scheda o un'altra non importa, importa pregare. Ha scritto Bernanos: "è strano come le mie idee cambiano quando prego". Per concludere avvertiamo che le schede non hanno una successione logica. Sono come una batteria di flash posta nelle mani degli animatori sportivi, un tentativo di impostare il non facile raccordo tra l'attività "profana" dello sport e l'impegno cristiano dell'evanglizzazione in breve uno strumento per imparare a guardare gli eventi sportivi con gli occhi e con il cuore della fede.


ALLO SPECCHIO di Vittorio Peri

Vincenzo Savio: un amico e un maestro Con la morte di mons. Vincenzo Savio, vescovo di Belluno-Feltre, il Csi ha perduto un amico e un maestro. Molti ricordano la sua magistrale relazione al nostro convegno pastorale del giugno 1997. Giunse a Perugia pochi minuti prima della sua relazione dopo un lungo viaggio dall'Austria e dopo dovette subito ripartire. Ne vogliamo ricordare alcuni passaggi sia per fare memoria di lui sia per riproporre il dono culturale che fece al Csi. La relazione era incentrata sulle diverse visioni dell'uomo perché nessun educatore può agire senza una chiara visione antropologica. C'è anzitutto in ogni persona una duplice vocazione: alla trascendenza (apertura all'amore assoluto, alla contemplazione del mistero) e alla storicità (vivere nella realtà tempo-spazio in modo responsabile). La persona è dentro il "qui e adesso" e, insieme, in cammino verso l'infinito. Nel concreto però ciascuno è libero di accogliere o di rifiutare una delle due vocazioni, e perfino ambedue. Si possono così avere in sintesi, quattro principali antropologie: SPIRITUALISTA L'orientamento alla trascendenza è totalizzante. La persona sta dentro la storia, ma senza slanci come disincarnata; è più proiettata in sé che all'esterno, verso il passato più che verso il futuro. Verbi qualificanti la sua identità sono: ripetere e conservare.

NICHILISTA Ignora sia l'orizzonte trascendente e nega ogni verità oggettiva. Ma è debole anche l'impegno storico per costruire un mondo diverso. La persona si percepisce come bloccata sul frammento di vita. Conta solo il "qui e ora". SCIENTISTA Al rifiuto della trascendenza si contrappone una forte apertura all'impegno storico. Forme valide di conoscenza sono quelle scienze positive. La conoscenza religiosa e teologica, il sapere etico ed estetico sono relegati nella sfera dell'immaginario. Una visione che assume i volti del pragmanesimo (esclusione di valutazioni fondate su principi etici) o dello storicismo (la verità di una scelta è determinata dalle esigenze del tempo in cui si vive). CRISTIANA Fondamentali sono in questa visione sia la trascendenza sia l'immanenza. Il cristiano guarda con attenzione al presente, ma non è chiuso in esso. È cittadino di due patrie.

In rapporto a quella terrena con Gaudium e spes il Concilio insegna che il messaggio cristiano lungi dal distogliere gli uomini dal compito di edificare il mondo e dall'incitarli a disinteressarsi del bene dei propri simili, li impegna piuttosto a tutto ciò con un obbligo ancora più stringente (35). E ancora: "l'attesa di una terra nuova non deve indebolire, bensì piuttosto stimolare la sollecitudine nel lavoro relativo alla terra" (39). In rapporto alla vita futura, poi, insegna che i beni e i valori storici lì li ritroveremo di nuovo, ma purificati da ogni macchia, illuminati e trasfigurati. Qui sulla terra il regno di Dio è già presente, in mistero; con la venuta del Signore giungerà a perfezione (39). La conclusione di mons. Savio presentava una prospettiva esaltante: la fede cristiana ci chiede la salvezza non "dalla" storia ma "della" storia, e ci illumina su due versanti della storia umana: quello del già che ci appartiene, e quello del "non ancora" che ci è permesso. 27


PER RIMANERE INTENSI edio.costantini@csi-net.it

Non ci ardeva forse il cuore...?

STADIUM

MARZO APRILE 2004

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a storia di ognuno di noi, prima o poi, finisce per somigliare a quella di quei due di Emmaus. E ciò avviene nel momento in cui ci si pone la domanda sul senso della propria vita, cioè nel momento in cui si chiede da dove viene, dove va e il perché di questa storia che è la vita... e ci si mette in cammino. Ci si sente, dicevo, come quei due discepoli di Emmaus dopo i "tristi fatti" di Gerusalemme. Come erano diventati discepoli i due non lo sappiamo, ma possiamo immaginarlo. Un bel giorno sentono parlare di un certo Gesù che faceva tanti miracoli, che sapeva parlare alle folle, che scacciava i demoni, che moltiplicava il pane e il pesce: cose dall'altro mondo. Allora, con tutto il carico di domande e di scetticismo provocato dalle difficoltà del vivere, si erano messi sulle tracce di quell'uomo straordinario, un po' per curiosità, un po' per quella loro ricerca di una vita migliore, di un modo per continuare a credere che la vita vale la pena di essere vissuta, che è possibile trovare un senso per ogni cosa. Anche loro, come avevano sentito dire da alcuni, volevano poter dichiarare di essere contenti della propria vita. Incontrato Gesù, l'avevano seguito, sentendo dentro di loro il riaccendersi quella speranza abbandonata un giorno, quando si erano accorti di non essere più dei ragazzi, scoprendo che la vita è un'altra cosa rispetto alle prospettive che trascinano il cuore di un giovane. Che non fosse proprio lui l'uomo della libertà? Ma poi, quel morire su una croce aveva rimesso tutto in dubbio: una fine infamante, inutile, anche evitabile. Come dire: ci avevano creduto. Sì, certo, quelle pretese di essere figlio di Dio erano sembrate eccessive anche a loro, ma i pro28

digi che faceva e la forza delle sue parole erano un fatto innegabile. Forse Figlio di Dio no, ma qualcuno fuori dal comune doveva esserlo davvero. Eppure niente, tutto si era dissolto in un batter d'occhio. Tanta potenza, tanta forza soprannaturale e neanche aveva saputo difendersi dai suoi oppositori. Tanto forte quanto imprudente, avrebbe dovuto stare attento: "speravamo fosse lui a liberare Israele!", ma niente. Gesù però era risorto e quei due non lo sapevano, e nemmeno ci avevano fatto caso... tanto sembrava inverosimile. La loro tristezza era tale che non solo non potevano minimamente sperarlo, ma non riuscirono neanche a riconoscere il Maestro quando lui in persona si avvicinò e parlò con loro, interrogandoli: "Di che cosa parlate... Cosa vi è successo?". Dobbiamo sempre stare attenti alla tristezza, ci impedisce di innalzare lo sguardo verso Dio. Chi è triste ha il cuore appesantito e fissa l'occhio verso la terra, riesce a vedere nient'altro che le cose della terra, le sue miserie e il pantano a cui affoga. I nostri due amici sono sconsolati e che fanno? Si allontanano dalla città. Spesso i tristi sono anche malinconici, gente che cerca di isolarsi dai luoghi dove si vive, fuggono la vita e cercano i luoghi dove poter dar sfogo alla propria tristezza mortale. "E Gesù si fece loro incontro" e chiese cosa li preoccupasse così tanto da lasciare la città... Allora essi iniziarono a parlare: ma come, non sai niente? Ma dove vivi? Gesù conosce bene cosa c'è nella mente dei due, sa che hanno bisogno di parlare, di svuotare il cervello da ciò che li opprime e così consentire al loro cuore di ripartire.

Con una domanda fa scoccare la scintilla di un lungo discorso e lui ascolta in silenzio. I due sono stracarichi di parole, pensieri, idee, immagini, ricordi, il tutto forma come un magma incandescente che esca e consenta al pensiero di scendere più in profondità, bisogna stappare il cervello per liberare il cuore dallo sforzo a cui è sottoposto. E Gesù ascolta i due in silenzio: che grande servizio è quello di ascoltare, che grandi uomini sono quelli che sanno ascoltare. In tutti noi c'è un fondamentale bisogno di incontrare la Verità, ed ogni momento della nostra vita, del nostro cammino quotidiano può essere buono, se ci poniamo nell'atteggiamento giusto, se ci mettiamo in ascolto. Anche nello sport possiamo trovare ciò che ci predispone all'incontro con la Verità a patto di metterci un po' più di testa, un po' più di cuore e, forse, un po' più di fede. Quando Gesù sparisce dalla loro vista, dopo aver parlato a lungo con loro ed esser stato alla fine riconosciuto, si dicono l'un l'altro:"Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre lungo il cammino ci spiegava le Scritture?". L'anelito di ogni persona è la ricerca di felicità, di star bene dentro, di ritrovare il senso vero e ultimo delle cose che si fanno. È in questo anelito che si dischiude tutto il valore dello sport quale strumento prezioso con il quale scoprire il senso autentico della vita. Così facendo ci riscalda il cuore e ci rende capaci di incontrare, sulle strade dello sport, il misterioso Risorto, il solo che può dare senso pieno e stabile alla nostra vita.




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