• Maratone in Terra Santa • GPN di Corsa Campestre • Smettila di crederci • Clericus Cup
Il magazine di chi ama lo sport pulito
Fondato nel 1906 - N. 3/4 marzo/aprile 2009
FARINA
IL DIFFICILE RUOLO DELL’ARBITRO AL VIA LA DANONE NATIONS CUP 2009 GLI ITALIANI E LO SPOR T Dopo la sintesi parziale resa nota a metà novembre, il 1° Rapporto Sport & Società realizzato da Censis Ser vizi è ora disponibile nella sua totali tà. Viene così a completarsi il quadro dell'andamento del fenomeno spor tivo in Italia e la sua percezione nel Paese. V ediamo quali sono le prin cipali novità rispetto a quanto già pubblicato su Stadium on line di dicem bre 2008.
PAROLA DI PRESIDENTE
Massimo Achini Presidente nazionale CSI
Pronti a "scendere in campo"
Qualcuno ha scritto che il grado di civiltà di un Paese si misura anche dalla qualità delle sue realtà sportive. Se questo è vero credo che , ancora una volta, abbiamo fatto la nostra parte per testimoniare che siamo un'Associazione sempre pronta a "scendere in campo" di fronte ad ogni emergenza del Paese. Anche quando questa ha il volto così drammatico e sconcertante come quello di un terremoto.
2
È la mattina di lunedì 6 aprile. Sono circa le 6.30 quando mi metto in macchina per raggiungere Linate, dove mi aspetta un aereo per Roma. Non so ancora nulla della scossa di terremoto che - poche ore prima - ha sconvolto l'Abruzzo. Sono ancora in macchina quando inizia a squillarmi il cellulare. La prima telefonata arriva da un Presidente di un Comitato della Campania: "Ciao Presidente, hai saputo del terremoto? Hai notizie degli amici del CSI de L'Aquila? Stanno tutti bene? Cosa possiamo fare per aiutarli? ". Poi è un susseguirsi di chiamate per tutta la mattinata. Uno dopo l'altro telefonano tantissimi dirigenti dell'Associazione, tutti con un desiderio di sapere e di mettersi a disposizione. Ancora una volta l'Associazione mi ha sorpreso. Può sembrare banale ma è la verità. Dopo nemmeno 4 ore dalla tremenda scossa notturna la macchina della "solidarietà associativa" era già avviata. Persino Bertolaso sarebbe orgoglioso della nostra tempestività. Nei giorni successivi la musica non è cambiata. Infinite le e-mail e le telefonate arrivate da ogni parte d'Italia. Dirigenti dei Comitati e delle società sportive che non riuscivano a trattenere il desiderio di dire : "Noi ci siamo; siamo pronti a mobilitarci per raccogliere indumenti, soldi.. o qualsiasi altra cosa possa servire". Ora spetta a noi il compito non facile di "valorizzare" questo patrimonio di umanità dimostrando, nel nostro piccolo, di saper coordinare nel modo migliore i nostri interventi. Immediatamente vogliamo gemellare 100 città italiane con l'Aquila. Ci riusciremo. Non ne ho il minimo dubbio. Con altrettanta tempestività vogliamo far tornare a giocare i bambini che oggi si ritrovano a vivere nelle tendopoli (o comunque in situazione di emergenza). Per questo stiamo raccogliendo adesioni di animatori sportivi disposti a dedicare qualche settimana di impegno ad un immenso "centro estivo" permanente che vogliamo aprire il 1 giugno e chiudere il 31 agosto. A queste prime iniziative ne seguiranno altre che lanceremo nelle prossime settimane sapendo di poter contare sulla sensibilità di tutta l'Associazione.. Qualcuno ha scritto che il grado di civiltà di un Paese si misura anche dalla qualità delle sue realtà sportive. Se questo è vero credo che , ancora una volta, abbiamo fatto la nostra parte per testimoniare che siamo un'Associazione sempre pronta a "scendere in campo" di fronte ad ogni emergenza del Paese. Anche quando questa ha il volto così drammatico e sconcertante come quello di un terremoto. D'altronde non potrebbe essere diversamente. Il CSI è sempre stato e sempre sarà così.
ANGELI & DEMONI
mons. Claudio Paganini Consulente Ecclesiastico Nazionale CSI
Dio non sta in panchina
"Il compito di testimone non è facile. Vi sono molti, oggi, i quali pretendono che Dio debba essere lasciato "in panchina" e che la religione e la fede, per quanto accettabili sul piano individuale, debbano essere o escluse dalla vita pubblica o utilizzate solo per perseguire limitati scopi pragmatici". Benedetto XVI
Da molti anni seguo la "domenica delle Palme" con passione. Prima da giovane e poi da sacerdote ho sempre guardato, restandone affascinato, al Papa che parla giovani, che vuole coinvolgerli utilizzando il loro stesso linguaggio per farsi capire e trasmettere loro un messaggio. Da 24 anni per intuizione di Giovanni Paolo II, la GMG (Giornata Mondiale della Gioventù) rappresenta una grande occasione di incontro, festa e preghiera tra tutti i giovani del mondo. È celebrata solitamente nella domenica delle Palme (tranne quando ogni 2-3 anni vaga per il mondo) per trasmettere la gioia di chi accoglie Gesù, e poi trasmettere, nel corso dei decenni, la gioia della festa e dell'evento. Sul sagrato di San Pietro ho rivissuto pochi giorni fa la stessa emozione durante il passaggio della croce dai giovani australiani (GMG 2008) ai giovani di Madrid, dove si svolgerà la GMG 2011. Nei giorni precedenti ho preso parte al "Forum dei giovani" promosso dal Vaticano per programmare il prossimo evento di Madrid. Una voce, per ora solo sussurrata, vuole che anche lo sport entri a far parte di questo evento. Tra tanti documenti e discorsi e preghiere lo sport sarebbe una vera novità a servizio della evangelizzazione. Ma nel mio cuore riecheggiano
anche le parole che Benedetto XVI ha pronunciato ai giovani della GMG, a Sydney, lo scorso 17 luglio 2008: "Il compito di testimone non è facile. Vi sono molti, oggi, i quali pretendono che Dio debba essere lasciato "in panchina" e che la religione e la fede, per quanto accettabili sul piano individuale, debbano essere o escluse dalla vita pubblica o utilizzate solo per perseguire limitati scopi pragmatici". Parole suggestive non tanto per i contenuti ben conosciuti: testimoniare la fede, essere protagonisti, partecipare della vita pubblica… quanto perché l'uso del linguaggio sportivo traduce immediatamente i concetti della fede. Il Dio dei cristiani è un Dio gagliardo, ama il campo aperto della vita e della storia degli uomini. Non sta silenzioso di fronte a chi lo vorrebbe "irrilevante nella vita pubblica". Il più delle volte affida la risposta alle sue creature. "La panchina" non è un dunque un problema di Dio ma di chi ancora non si è accorto che egli è al centro del campo, aspetta di essere raggiunto per giocare la partita più grande e decisiva della storia, a cielo aperto. Ma questo, molti commentatori non l'hanno capito o non vogliono capirlo. Ci sarà un perchè anche a questo.
3
SOMMARIO
16
25
26 2 PAROLA DI PRESIDENTE Pronti a “scendere in campo” 3 ANGELI E DEMONI Dio non sta in panchina 5 PRIMO PIANO Gli italiani e lo sport
30
11 STAGE STAGE ARBITRALE In campo si educa attraverso le scelte.
26 FORMAZIONE Doping? Smettila di crederci!
13 ALCHIMIE PASTORALI PASTORALI Oratorio e sport
28 D ANONE NATIONS NATIONS CUP Te lo do io il Brasile
16 VITACSI VITACSI Una campestre da record 20 VOLKSWAGEN VOLKSWAGEN CUP Siamo alla Final 8
8 STAGE STAGE ARBITRALE Chi fischierà alle finali scudetto?
22 AGENDA AGENDA La crescita è centrale
9 STAGE STAGE ARBITRALE Un arbitro deve sempre sapere cosa fare
24 CHIESA E SPORT SPORT Due buone ragioni per correre
30 GPN SCI Davvero Speciali i nostri Giganti! 34 CONVEGNO Gedda e lo sport 36 CLERICUS CUP Quattro posti per sette sorelle 38 FISCALE Tra Sport e Fisco trionfi sempre la chiarezza!
39 GEMELLAGGI Fruttano i Gemellaggi!
Mensile del Centro Sportivo Italiano www.csi-net.it Autorizzazione del Tribunale Civile di Roma n. 423 del 15/12/2008 Direttore responsabile Claudio Paganini claudio.paganini@csi-net.it Hanno collaborato a questo numero Massimo Achini. Felice Alborghetti, Andrea De Pascalis, Claudio Paganini, Mauro Stefani Redazione: stampa@csi-net.it Tel. 06 68404592/93 Fax 06 68802940
PRIMO PIANO
Politica Sportiva
Gli italiani e lo sport Dopo la sintesi parziale resa nota a metà novembre, il 1° Rapporto Sport & Società realizzato da Censis Servizi è ora disponibile nella sua totalità. Viene così a completarsi il quadro dell'andamento del fenomeno sportivo in Italia e la sua percezione nel Paese. Vediamo quali sono le principali novità rispetto a quanto già pubblicato su Stadium on line di dicembre 2008. di Andrea De Pascalis
Da qualche settimana dal sito web del CONI si può scaricare (pagina http://www.coni.it/fileadmin/ops2008/ 09/ReportSport_e_Societ_2008_01.pd f) la versione completa del 1° Rapporto Sport & Società, una cui sintesi era stata anticipata dal Censis l'11 novembre. Su Stadium on line dello scorso dicembre avevamo proposto alcuni elementi di riflessione proposti da quella sintesi, ma le novità contenute nella versione integrale consigliano di tornare brevemente sull'argomento per aggiornarlo. Quali linee di tendenza? Nuovo è il capitolo che si interroga sulle linee di tendenza dell'associazionismo sportivo (3.9: "Le questioni aperte"). La premessa è che la domanda sportiva conosce profondi cambiamenti, cui il sistema deve adeguarsi: "Le trasformazioni socio-economiche, le mutazioni demografiche, l'evoluzione della domanda, la diffusione dello sport per tutti, l'utilizzo del tempo libero dei cittadini che sempre più manifestano interesse e cura per la propria persona pongono l'esigenza di un adeguamento della pratica sportiva alle nuove esigenze. E' aumentata, soprattutto da parte delle donne e degli anziani, la richiesta di attività fisico-motorie individualizzate, svolte anche al di fuori delle
tradizionali associazioni o società sportive, mirate al raggiungimento di un maggiore equilibrio interiore, al benessere psicofisico e alla voglia di socializzazione, al divertimento, e in ultima analisi, a un modo nuovo di vivere e praticare lo sport". Lo sviluppo di queste considerazioni avrebbe dovuto portare il Censis a
chiedersi quanto il sistema italiano, tutto centrato sulle esigenze olimpiche del CONI, sia rispondente ai nuovi bisogni, ma in proposito l'istituto di ricerca tace e va oltre, delineando due possibili tendenze nel mondo associativo di base: "Il modello italiano dello sport di base costruito sulla pervasività di organismi sportivi basati sul volonta5
riato e sulla bassa fiscalità, fino ad ora ha retto bene l'urto con i cambiamenti e le trasformazioni in atto. Ma indicare quali saranno i possibili scenari evolutivi degli organismi sportivi…appare difficile. Innanzitutto bisognerà riscontrare quale sarà la tendenza al costituirsi di nuovi organismi sportivi. In altre parole, si assisterà ad un trend crescente di organismi sportivi con le caratteristiche analizzate nel presente capitolo - piccole dimensioni, alto ricorso al lavoro volontario, ecc. - oppure si verificheranno fenomeni di concentrazione con riduzione del numero complessivo di organismi e aggregazioni in forme associative più strutturate?". Il quesito del Censis può essere sviluppato altrimenti, tenendo conto delle analisi condotte già da anni dall'U.E. sul futuro dello sport continentale (Sport e occupazione in Europa, 1999): resta da vedere se, alla lunga, resisterà il modello di un associazionismo diffuso, non profit, su base volontaria, sostenuto anche economicamente dalle politiche pubbliche, o si andrà verso un modello "privato", con il progressivo ritrarsi delle istituzioni e l'affermarsi di una standardizzazione dell'offerta sportiva ad opera di un modello imprenditoriale di associazionismo indirizzato al profit? Il valore dello sport nell'opinione degli italiani Ma alla fine quale valore si può attribuire a quel rilevante fenomeno chiamato 6
"sport" che investe il pubblico e il privato della vita degli italiani? Il Censis ha cercato di rispondere interrogando proprio gli italiani. Lo sport ha valore per i suoi…valori. Il suo contenuto valoriale, a tutti i livelli, non viene negato ed anzi sembra resistere ad ogni contaminazione: "L'immagine dello sport nel suo insieme, o meglio ancora dello sport in quanto tale, è un'immagine decisamente positiva; alla parola sport vengono associati, nella stragrande maggioranza dei casi, concetti positivi come il benessere fisico e il divertimento, mentre i disvalori, ancorché presenti e rilanciati spesso dai media, come il doping e i troppo facili guadagni dei professionisti, vengono associati solo secondariamente al concetto di sport. Per quanto riguarda la capacita pedagogica, sembra che il mondo dello sport in buona parte riesca ancora a trasmettere i suoi valori tradizionali. Non solo: dai risultati emerge una forza ispirazionale ed emozionale, che permette, o meglio, potrebbe permettere allo sport di essere un traino di sviluppo civile". Attenzione, avverte però il Censis: i segni di immoralità, ancorché individuali e non di sistema, si avvertono e rischiano di snaturare i tradizionali valori positivi. Colpa anche della società, che è percorsa anch'essa da crisi etica. Lo sport è specchio della società [ma da quanto tempo lo andava dicendo il CSI! e lo sport italiano oggi rappresenta il paese nella sua contraddittorie-
tà, nella quale affiorano la forza delle identità locali, alcuni eccessi di protagonismo, ma anche una società che ha voglia di guardare oltre, di trovare ed affrontare nuove sfide, di darsi regole più stringenti, ma anche più chiare. Cosa altro dicono gli italiani dello sport? Che praticarlo è molto più bello che guardarlo (solo il 16.4% pensa il contrario); e che lo sport di squadra è preferibile a quello individuale perché insegna la solidarietà, il "fare squadra" mentre l'altro isola e insegna l'individualismo. Quando sentono la parola "sport" gli italiani pensano soprattutto alla salute psicofisica (85,8%) e al divertimento, e solo in misura limitata alla competitività o al guadagno. Come fenomeni negativi (i disvalori del fenomeno) sono percepiti principalmente il doping, la violenza, l'eccesso di interessi economici, la corruzione. E che l'etica dello sport sia messa in dubbio da molti lo evidenzia anche un'altra affermazione, la convinzione che nello sport che conta le regole non siano uguali per tutti. Questi sono i difetti di una parte "viziata" dello sport. Per fortuna gli italiani pensano anche che una pratica sportiva di base serva a contrastare le discriminazioni e la cultura dell'illegalità, favorendo l'integrazione culturale e l'inclusione sociale. La Scuola e le Regioni Nota dolente è lo sport scolastico per via di: la scarsità di risorse assegnate al sistema scolastico; l'appesantimento di nuove e sempre diverse funzioni assegnate al sistema scolastico in special modo alla scuola primaria; l'impietoso confronto con altri paesi europei sul numero di ore curriculari assegnate allo sport ; uno stato dell'edilizia scolastica e dell'edilizia sportiva non esaltante, anche se i dati in merito sono incompleti. Interessanti sono anche le informazioni proposte dal Rapporto sulle politiche regionali dello sport e sui modelli gestionali applicati da alcune Amministrazioni comunali. Ma è argomento che merita un diverso approfondimento.
EVENTI
SPECIALE STAGE ARBITRALE
Circa duecento alla tre giorni del raduno arbitrale
Chi fischierà alle finali scudetto? Dal 24 al 26 aprile il Csi propone come ogni anno la consueta verifica arbitrale per i fischietti che andranno poi a dirigere in estate le finali nazionali degli sport di squadra. A Chianciano Terme si ritroveranno i direttori di gara di basket, volley, e calcio. Due arbitri di calcio in serie A, Stefano Farina e Christian Brighi, incoraggiano i colleghi del Csi, con un saluto-testimonianza e dei consigli sempre efficaci. Leggiamoli nelle interviste delle prossime pagine. di Sergio Filippini hianciano Terme è pronta ad ospitare dopo la Santa Pasqua circa duecento arbitri di basket, calcio e volley del Centro Sportivo Italiano. Vengono da 16 regioni diverse, e si ritrovano in Toscana per il consueto momento di verifica e di aggiornamento regolamentare proposto nello Stage arbitrale nazionale, appuntamento fondamentale in vista dei campionati nazionali degli sport di squadra. Da Chianciano infatti - dopo una serie di incontri tenutisi nelle varie zone d'Italia, tesi a qualificare la classe arbitrale associativa - i direttori di gara usciranno con la qualifica di arbitro nazionale, coloro cioè che fischieranno nelle prossime finali nazionali della pallavolo, della pallacanestro e del calcio a 5, a 7 a 11. Le gare sono in calendario a fine giugno a Lignano Sabbiadoro per le categorie allievi e juniores ed ai primi di luglio nello stesso capoluogo termale toscano per le categorie top junior e gli open. Il programma del week end prevede sia prove fisiche attitudinali, sia propedeutiche riguardo ai diversi regolamenti tecnici. Dopo la presentazione dello Stage prevista per venerdì 24 aprile, sabato i partecipanti affronteranno, sotto lo sguardo del dott. Giovanni Boni, medi-
C
8
co sportivo del CSI, alcuni test fisici (Leger, CMJ, sprint…). Poi si passerà all' analisi in aula e sul campo delle varie problematiche (di gioco) nelle singole
discipline, coordinati dai docenti delle differenti commissioni tecniche nazionali.
Il difficile ruolo dell’arbitro
Un arbitro deve sempre sapere cosa fare Farina: Il consiglio che do a chiunque arbitri è questo: non date mai l'impressione di essere persone non coraggiose, non competenti e soprattutto del non sapere cosa fare. Parlare tra arbitri e calciatori va bene, ma purché sia dialogo e non monologo. di Felice Alborghetti Non ha avuto bisogno di alcun cartellino, pur avendone per la prima volta tre nel suo taccuino. L'arbitro Farina, il fischietto di Novi Ligure, chiamato a metà febbraio a dirigere il battesimo della Clericus Cup 2009, è uscito dai Marmi, soddisfatto e un po' sorpreso dall'inconsueto "terzo tempo" di preghiera. "Un' iniziativa lodevole. E' stato per me un onore essere stato scelto per questa partita. Una giornata diversa, per un calcio vissuto in maniera diversa da quello cui sono abituato domenicalmente.
Scherzosamente i miei colleghi saputa di questa designazione mi hanno detto "dopo quello che hai combinato vai a guadagnarti il paradiso alla Clericus Cup…". Scherzi a parte. Quanto è difficile il ruolo dell'arbitro? E' difficile essere arbitri, bisogna essere al di sopra delle parti, garantire correttezza, che tutti rispettino le regole. È evidente che quando ci si trova a dover gestire un gruppo di persone che vogliono vincere ad ogni costo, anche non rispettando le regole, è evidente
che il problema si amplifica. L'arbitro non deve farsi condizionare da tutto ciò, ma deve essere sereno, tranquillo, con il regolamento in mano che è l'unica strada giusta. Ed è chiaro che spesso decidere significa in molti casi non avere consenso, per noi in serie A dai giornali dalle televisioni, o dai protagonisti delle partite. Magari nel Csi dagli stessi giocatori o dai dirigenti, che la domenica vengono al campo per divertirsi e magari scimmiottano quel che vedono in televisione. Attività difficile ma che dà grandissime soddisfazioni.
9
EVENTI
SPECIALE STAGE ARBITRALE Quanto è importante il lato umano, avere un dialogo con i calciatori, spiegarsi ? Conta ed è importante come tutte le cose se dall'altra parte c'è chi è disposto ad ascoltare. Come si dice non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire. Credo che parlare tra arbitri e calciatori va bene, ma purché sia dialogo e non monologo. Il calciatore concettualmente é propenso a contestare, e quindi è chiaro che un arbitro non può dare spazio a questo tipo di atteggiamento. L'arbitro può scambiare una o due battute; qualche parola, l'ultima parola deve essere sempre dell'arbitro. Non si può fare un mercato, ad ogni livello si deve sì dialogare ma fare sempre capire che l'autorità in campo l'ha sempre chi ha il fischietto e non certo i calciatori. Ma questa tv non ha troppo potere. Non si rischia di cambiare le regole del gioco, con questo uso eccessivo della moviola e della tecnologia? E' chiaro che la battaglia che sta facendo Pierluigi Collina e noi come gruppo della CAN, di cercare di spiegare alla gente che un conto è la partita alla sua reale velocità, con gli occhi dell'arbitro e degli assistenti, un conto sono le venti 10
telecamere, i ralenty, la tecnologia sofisticata del replay. Il futuro che ci aspetta sarà forse con microcamere su ogni calciatore e sull'arbitro….Immaginiamo quali scenari…Gli arbitri saranno sempre perdenti. Siete molto più fortunati voi, a livello amatoriale, perché comunque decidete una cosa, nessuno la riguarda, e quindi alla fine il calcio resta un giuoco, resta un divertimento, almeno per chi lo gioca con questo spirito. Quali i segreti di un bravo arbitro. Tre regole… Fondamentalmente tre caratteristiche: personalità, concentrazione e la decisione. Per cui un arbitro prima di ogni gara deve preparare immaginare, studiare quello che sarà l'evento. Anche voi nei tornei Csi, arbitrate le squadre, poi le riarbitrate per cui cominciate a conoscere i giocatori, il capitano, l'attaccante, i movimenti in campo ed il loro comportamento anche. Perciò arrivare alla gara pensando quello che potrà accadere è un elemento importante. Altre cose fondamentali nei novanta minuti: vedere, quindi restare sempre concentrati, interpretare le regole, per cui uniformità di giudizio, se decido che è trattenuta, lo è per tutti, dal primo al 90°, senza guardare il colore delle maglie.
Scegliere un metro di condotta e portarlo avanti. Poi naturalmente decidere. Lo si può fare bene o male, oppure anche non decidere. A me lo dirà la moviola se era rigore o meno. A voi lo dirà fuori dagli spogliatoi un genitore un osservatore o altri. Molte volte si può anche non decidere, girandosi, di fronte ad un fallo. Io mi soffermerei su questo ultimo aspetto. Il consiglio che do a chiunque arbitri è questo: non date mai l'impressione di essere persone non coraggiose, non competenti e soprattutto del non sapere cosa fare. Un arbitro deve sempre sapere cosa fare. Un gesto particolare di fair play, in tutta la carriera. Mi ha colpito molto positivamente quanto successo in questa stagione in Palermo-Reggina con due calciatori a terra a centrocampo e Brienza, involato in porta, resosi conto dell'accaduto, ha buttato via il pallone senza volerne approfittarne. Un gesto che ha fatto onore al giocatore. Mi ha fatto piacere sapere poi che il Csi ha consegnato un premio a Brienza (il discobolo d'oro al merito ndr ) per questo gesto. Un'altra bella iniziativa così come la Clericus Cup, di cui ho avuto l'onore di arbitrare il match inaugurale.
In campo si educa attraverso le scelte. Tra i giovani è più semplice Stadium ha incontrato anche Christian Brighi, attuale arbitro di calcio nella massima serie, che ha mosso i primi passi nei campionati del comitato cesenate del Csi.
di Marco Fiumara
Christian,tu hai conseguito nel 1988 il patentino da arbitro di calcio nel Csi di Cesena; cosa ricordi delle tue prime esperienze nell'ambito della nostra associazione? Ho iniziato a fare l'arbitro perché quando da calciatore a volte non capivo le motivazioni delle decisioni arbitrali sia a favore che contro e per curiosità frequentai il corso presso il comitato cesenate del Csi, forte del fatto che mi veniva data la possibilità di arbitrare e contemporaneamente di continuare a giocare in Federazione. Il corso si tenne sotto la presidenza di Luciano Morosi (presidente del Csi cesenate) e studiai il regolamento avvalendomi della guida del "grande" Gianfranco Rudi; conseguito il patentino, incominciai ad arbitrare per vedere come ci si trovava ad "essere dall'altra parte". Dopo un paio d'anni mi feci male seriamente giocando a pallone e mi dedicai all'atletica leggera, anche se mi dispiaceva abbandonare il mondo del calcio; per questo, sollecitato anche dalla dirigenza del Csi, passai a fare l'arbitro in Federazione. Delle esperienze all'interno del Centro sportivo Italiano ricordo la mia prima
partita da arbitro, valevole per i campionati del settore giovanile, quando dovetti sospendere il gioco 10-15 volte a causa del lancio frequente di petardi, per cui la gara durò tantissimo, avendo l'obbligo di recuperare il tempo perso per le interruzioni. Hai accennato al fatto che ti sei
dedicato ad un certo punto della tua vita all'atletica leggera;quale specialità praticavi? I 400 metri piani, che mi sono serviti pure per la preparazione atletica da arbitro. In campo ho sempre corso abbastanza ed è questa, accanto alla conoscenza del regolamento,una delle 11
EVENTI
SPECIALE STAGE ARBITRALE
doti principali di un buon giudice di gara, perché gli permette di essere sempre vicino all'azione, non avvertire la fatica e poter quindi giudicare in ogni occasione con lucidità. Esistono secondo te differenze ed analogie tra gli arbitraggi delle partite di calcio amatoriale e quelli delle gare di calcio professionistico? Quando fischio l'inizio di una partita, a parte il fattore tecnico che caratterizza in modo spiccato il calcio professionistico, non trovo sostanziali differenze: incontro ugualmente giocatori che hanno voglia di vincere, che si divertono o meno durante la gara, persone che sanno o no "stare al gioco". Il bello del calcio è che in quei 90 minuti non c'è diversità tra il grande campione o chi va a giocare il sabato pomeriggio con gli amici in un campo di periferia. Quali difficoltà trovi, arbitrando in serie"A"? Non c'è stress, tra le pressioni dei mass-media, dei tifosi, e quel troppo straordinario valore dato ad alcuni match? In Federazione si inizia ad arbitrare gradualmente dal settore giovanile, per arrivare ai campionati di categoria, eccellenza e man mano fino alla serie "A".L'arbitro perciò si abitua ad un'escalation di pressioni dell'opinione pubblica, dei tifosi presenti allo stadio, dei giornali e delle televisioni e di tali esperienze ne fa tesoro, in modo tale da non sentirsi stressato quando è chiamato a dirigere le partite della massima serie. La connotazione dell'arbitro nel Csi va oltre la figura del giudice di gara e chiama in causa la missione di educatore; quale spazio c'è, a tuo parere, a livello federale in questa direzione? In Federazione a livello giovanile è più semplice per un arbitro svolgere anche la funzione di educatore; diventa invece 12
più difficile via via che si sale di categoria, perché ci si rapporta con persone adulte, che fanno per lavoro il calciatore. L'arbitro è al servizio del gioco del calcio, né dei giocatori né delle società, e deve in una frazione di secondo prendere decisioni; il fatto educativo consiste nelle scelte che egli compie (avvertimenti, ammonizioni, espulsioni), ma anche le stesse società sportive assolvono a tale funzione quando multano un giocatore, ammonito o espulso per proteste nei confronti del giudice di gara, dal momento che sono sensibili a tutelare la loro immagine di fronte all'opinione pubblica. Cosa ne pensi dell'esperimento introdotto dal Csi del cartellino azzurro,che dà, in caso di falli non gravi, una sospensione temporanea dal gioco? Se ne è parlato a livello di FIFA per cui dico che il Csi è stato un precursore. Il cartellino azzurro, diverso da quello giallo e rosso, può essere una buona innovazione per determinati comportamenti che col giallo verrebbero sanzionati troppo poco e col rosso invece in modo eccessivo. Noi arbitri federali sottostiamo alle direttive della Federazione
Internazionale e dobbiamo quindi attenerci alle decisioni che vengono prese a livello mondiale, in tutti i campi di gioco. Il Csi, viste le sue dimensioni nazionali, è un'associazione che può sperimentare più liberamente ed in maniera più elastica certi cambiamenti. Il Csi avverte la difficoltà di reclutare arbitri: la situazione è la medesima pure per la Federazione? Purtroppo sì, perchè spesso le campagne mediatiche fatte contro gli arbitri scoraggiano i giovani ed anche gli episodi di intolleranza, se non di violenza, nei confronti dei giudici di gara non li motivano certamente. Personalmente credo che, se si concedesse la possibilità di arbitrare e contemporaneamente di giocare a calcio (come è successo a me e come continua ad accadere in molti comitati CSI) ovviamente non negli stessi gironi e nel medesimo territorio, forse ci potrebbe essere un reclutamento maggiore. Di recente ho visto una bella campagna lanciata dal Csi in un noto quotidiano sportivo. Mi è piaciuto lo slogan. Fate bene.
ALCHIMIE PASTORALI
Indagine conoscitiva sulla funzione dello sport negli oratori della Lombardia
Oratorio e sport Si è svolto sabato 7 marzo 2009 presso il Bergamo Centro Congressi Giovanni XXIII di Bergamo la presentazione dell'indagine promossa del CSI Lombardia e dagli oratori lombardi. È la prima indagine di questo genere. Da un lato conferma molte intuizioni presenti nell'associazione, dall'altro apre nuove prospettive di lavoro e progettazione. Nei prossimi numeri della rubrica, presenteremo ulteriori approfondimenti e stimoli alla riflessione. Viene oggi pubblicato l'intervento di presentazione dell'indagine fatta dal prof. Davide Iacchetti al consiglio regionale lombardo di Davide Iacchetti PREMESSA La ricerca è stata promossa da OdL (Oratori della Lombardia) e CSI. Lo scopo è: 1) Conoscere la situazione degli oratori che fanno sport con una società sportiva, 2) Avere indicazioni per un progetto pastorale dello sport e del CSI in oratorio 3) Valutare i bisogni formativi degli operatori degli oratori. METODO a) Costituzione di una commissione di progettazione e monitoraggio composta da rappresentanti di OdL (Don Michele Falabretti-Direttore Ufficio Pastorale Giovanile Bergamo, Don Luca Discacciati-Direttore Ufficio Pastorale Giovanile Vigevano, Don Alessio Albertini-Direttore Ufficio Pastorale Giovanile Milano), CSI regionale (Davide Iacchetti), Caterina Gozzoli-Psicologa, Docente Università Cattolica Milano, coordinatrice master sulla gestione dello sport in Cattolica, , Diego MesaSociologo, ricercatore dell'università Cattolica di Brescia, impegnato con Odl e collaboratore dell'ufficio di pastorale giovanile bresciano. b) 1° fase di interviste a "focus group" di una decina di oratori, per raccogliere dati approfonditi su singole situazioni anche
allo scopo di poter elaborare un questionario da somministrare ad un numero significativo di oratori. c) 2° fase di somministrazione ed elaborazione dei questionari (i questionari sono già stati raccolti e si sta completando l'analisi approfondita dei risultati). d) 3° fase (da realizzare) di discussione dei risultati con OdL e successiva organizzazione di un convegno di restituzione, di confronto e di proposte pastorali (Il convegno è già programmato per il 7 marzo). RISULTATI La sintesi dei risultati qui presentata è da considerarsi del preliminare in quanto nei
prossimi mesi i ricercatori offriranno una lettura più dettagliata. Si tratta in sostanza di prime impressioni, più che di riflessioni approfondite supportate da analisi dettagliate. A. I Risultati dei Focus Group. I Focus Group sono stati condotti come interviste semistrutturate e quindi rappresentano discussioni in gruppo cui hanno partecipato operatori sportivi e operatori degli oratori. Gli oratori sono stati scelti in modo da "coprire" varie tipologie (dimensioni della Parrocchia, ambito territoriale, presenza o meno di una società sportiva, ecc.). Il numero è molto basso, sia perché il focus group implica un notevole impegno di svolgimento, sia perché le analisi quantitative erano demandate al questionario che è stato elaborato e somministrato ad un numero molto più alto di oratori. I risultati quindi sono molto più legati alle singole situazioni e la loro generalizzabilità è molto ridotta. In compenso sono più approfonditi e portano le esperienze dirette degli "attori" interessati. In estrema sintesi: 1. Lo sport è riconosciuto come strumento educativo soprattutto perché insegna il rispetto delle regole e della disciplina. Rappresenta comunque una delle attività dell'oratorio e necessita di 13
integrarsi con le altre. L'enfasi educativa prevale sul gruppo piuttosto che sull'individuo. 2. Parlando di sport in oratorio emerge una molteplicità di categorie: divertimento, passione, vittoria, sconfitta, regole, crescita, individualità, gruppo, oratorio come realtà complessa e complessiva, società sportiva come realtà a valenze multiple, pluralità di figure coinvolte nel fare sport. 3. La "filosofia" dello sport in oratorio: Gruppo che condivide vittoria e sconfitta, unito nella responsabilità sul risultato, senza divisioni ed emarginazioni; soprattutto divertimento e gioco, ma… non solo; complementarietà con altre attività e operatori cresciuti in oratorio e che svolgono altre funzioni; valori aggiunti dello sport in oratorio: gratuità e volontariato, valori cristiani, attenzione al benessere più che alla vittoria, far partecipare e giocare tutti. 4. Gli "attori" sono molti, con responsabilità diverse (politiche, educative, operative e di servizio). Il direttore (sacerdote) spesso non ha un ruolo formale, ma un sostanziale ruolo dirigente. 5. Al CSI sono riconosciuti sia la scelta educativa, sia la disponibilità ad andare incontro alle esigenze degli oratori. Tuttavia la scelta di aderire al CSI (o ad altre organizzazioni) è dettata da vari fattori (es: possibilità organizzative, sbocchi tecnici, offerte concrete di attività, ecc.) 6. La formazione di cui si sente necessità: 1° motivazione degli operatori, 2° credere nei valori dello sport e dell'oratorio, 3° capacità relazionali con giocatori e genitori. B. I Risultati dei questionari Di nuovo occorre sottolineare che si tratta di valutazioni preliminari, da prendere con molta prudenza. Inoltre la scelta degli oratori, cui sottoporre i questionari, è stata fatta tenendo conto delle dimensioni, dell'ambito territoriale, della Diocesi, ma anche privilegiando in modo consistente gli oratori con una società sportiva. I dati pertanto possono essere riferiti a questo tipo di oratori e non possono assolutamente essere generalizzati a tutti gli oratori. Sono comunque stati intervistati 270 responsabili di oratorio (90% sacerdoti) e 250 dirigenti di società sportiva (di cui 55% Presidenti). 14
La suddivisione per Diocesi: Bergamo 41, Brescia 53, Como 23, Crema 6, Cremona 25, Lodi 14, Milano 82, Mantova 18, Pavia 11, Vigevano 5. Gli oratori con una o più società sportive sono il 92%. Anche qui si farà una sintesi estrema. 1. Quanto è importante che un oratorio proponga sport? molto abbastanza totale Direttore 67% 32% 99% Dirigente 84% 14% 98% 2. Perché? Per incrociare gli spazi di vita dei giovani Direttore 36% Dirigente 27% Sana aggregazione Direttore 21% Dirigente 26% Proporre stile cristiano di fare sport Direttore 25% Dirigente 21% Somma 82% Dirigente 74% 3. Com'è la società sportiva in oratorio? Ha un proprio statuto, ma è integrata con l'oratorio Direttore 87% Dirigente 84% 4. Iscritti maschi 79%, femmine 29% Dirigenti maschi 84%, femmine 20% 5. Dirigenti che svolgono altro servizio in oratorio o parrocchia 43% 6. L'88% dei gruppi sportivi è iscritto al CSI. Perché ha un progetto educativo valido (44%), organizza un campionato adeguato alle esigenze (44%), è la federazione di riferimento in ambito ecclesiale (36%), ha un occhio attento alle esigenze degli oratori (25%). Il 48% è iscritto solo al CSI. 7. Tra i rischi del gruppo sportivo dell'oratorio si evidenziano: a) gli allenatori non tengono conto dei bisogni spirituali dei ragazzi e b)i genitori vedono nei figli il campioncino e non si collocano in prospettiva educativa. 8. È importante che l'attività si svolga nelle strutture dell'oratorio? 9. I dirigenti sportivi sono presenti in modo attivo negli organismi degli oratori: 75% 10. Il Responsabile dell'oratorio non ha un ruolo formale nella società sportiva (84% direttori, 85% dirigenti) , ma il suo parere è richiesto sempre o spesso (72% direttori, 87% dirigenti) ed influisce sulle decisioni molto o abbastanza (85% direttori, 91% dirigenti) 11. Il rapporto tra oratorio e gruppo sportivo è collaborativo (52% direttori, 44% dirigenti), in perfetta sintonia (15%
direttori, 23% dirigenti). Somma (67% direttori, 67% dirigenti). Le attività sportive sono coordinate con le altre dell'oratorio (40% direttori, 49% dirigenti) o sono integrate (23% direttori, 23% dirigenti) o sono in linea (25% direttori, 20% dirigenti). Somma (88% direttori, 92% dirigenti). 12. Dirigenti e allenatori sono carenti nella formazione su conoscenza della funzione pastorale dell'oratorio e sulla capacità di gestire la relazione con i ragazzi e le famiglie. Le necessità formative sono innanzitutto di tipo pedagogico/educativo e di tipo pastorale. I dati preliminari (ma attenzione a non trarre conclusioni affrettate!) sembrano dire che laddove c'è una società sportiva, che fa attività in oratorio: 1) le scelte educative sono più precise, 2) si è attenti alla crescita di gruppo, 3) i dirigenti sportivi sono integrati in oratorio, 4) i rapporti tra società sportiva e oratorio sono positivi, 5) Lo sport è prevalentemente maschile sia negli atleti che nei dirigenti, 6) le società sportive sono iscritte al CSI. I problemi sono soprattutto: 1) nella gestione della relazione individuale con gli atleti, 2) nel rapporto con le famiglie, 3) nella formazione pastorale. PROSPETTIVE È prematuro trarre delle conclusioni, ma si possono già intravedere alcune prospettive. La prima è il grande interesse e la massima opportunità di aver svolto tale ricerca, sia per poter approfondire gli argomenti, sia per testimoniare il desiderio di stretta collaborazione del CSI con gli oratori. Poi si conferma e rafforza la validità di collaborazioni e integrazioni con gli oratori, che sembrano essere tutt'altro che in crisi. Quali ricadute in termini di programmazione sportiva e di programmazione pastorale? Infine c'è un'esigenza di formazione che potrebbe essere presa in considerazione insieme, quantomeno su alcuni temi quali la relazione educativa, la pastorale, la motivazione al volontariato e al servizio.
VITACSI
GRAN PREMIO NAZIONALE DI CORSA CAMPESTRE
Padova ha ospitato il 12° Gran Premio Nazionale di cross, al Brentella e in Prato della Valle
Una campestre da record Più di 1500 finalisti al via; 18 le maglie tricolori assegnate, ciascuna ad una diversa società. Nel medagliere 8 ori al Trentino 5 al Veneto, 3 alla Lombardia, 2 all'Umbria. Nove delle 14 regioni presenti in Veneto conquistano almeno un podio. Cortenova Lecco società leader nella classifica generale di Felice Alborghetti ole e pioggia si son passati il testimone nella due giorni di gara del 12° GP nazionale di cross, l'edizione record quanto a partecipazione: ben 1529 atleti al via, poco più di un terzo donne, oltre la metà sotto ai 15 anni. Ogni pettorale una storia diversa, un racconto, un battito, un istante; emozioni e sprint decisivi per conquistare il miglior risultato possibile. Solo alcuni corrono infatti per la maglia sculettata di campione nazionale. Dal quartier generale ad Abano Terme, la prima giornata di gara si disputa nel verde del Centro Brentella di Padova, mentre per la giornata conclusiva ci si sposta in centro a Padova, prima per la Messa alla Basilica del Santo, poi in Prato della Valle, dove cinque frazionisti per squadra, corrono il must CSI, lo Staffettone delle Regioni, risultato il più intriso d'acqua degli ultimi anni. E' una pioggia di medaglie che bagna specialmente il Trentino, la Lombardia e il Veneto come sempre protagoniste nel panorama del cross Csi. Ma le belle sorprese arrivano anche dal Centro Italia con Campobasso, Foligno e Massa Carrara, capaci di nove medaglie sonanti nelle prove individuali, a reclamare per i propri comitati, una vetrina importante su scala nazionale. Al sabato è dunque tempo di rincorse,
S
16
Tutte le foto su www.fotorex.it spari, volate, sprint e premiazioni. C'è la banda dell'Esercito a dare il via alla sfilata dei 39 comitati e delle 14 regioni, il vicepresidente nazionale Santo Gagliano a dichiarare aperto il Gran Premio, dopo la promessa all'insegna del rispetto delle regole, letta dalla giallorossa Sofia Santinello, giovane speranza della Usma Padova. Nove le
categorie in gara ambosessi nella prova individuale (percorsi dai 900 metri degli esordienti ai 5000 m dagli juniores ai veterani). Diciotto i campioni nazionali 2009, che vestono la maglia tricolore di specialità, ciascuno appartenente a società diverse (140 sodalizi al via): buon segnale per il movimento dell'atletica Csi che ha così palesato un livello
tecnico di qualità, diffuso e differnziato. Anche geograficamente, perché se è vero che le regioni padane e del Triveneto hanno come sempre fatto la voce grossa (5 ori sono finiti in Trentino, e 5 in Veneto), nell'individuale dietro ai tre successi lombardi, si sono registrati 4 podi molisani (tutti griffati Virtus Campobasso), 3 umbri (Asal Foligno) e 2 toscani (Asd Atletica Massa Carrara). Nomi noti - come la più affermata azzurra Michela Zanatta (Pol. Sporting Club Noale), tornata campionessa dopo il successo del 2004 a Castion di Belluno, sempre in Veneto - affiancano facce nuove, come l'allievo sondriese Abdelhak Moumen, un ragazzo dalle grandi potenzialità. Nell'albo d'oro torna ad iscriversi il biondo Michele Fontana, il forte juniores lariano del Cortenova Lecco, al suo quarto titolo Csi così come la vicentina Chiara Renso, atleta di punta della Pol. Dueville, unica a riconfermarsi un anno dopo Paestum. L'unica a tornare a casa con due medaglie d'oro (individuale e staffetta) è stata però la perugina Costanza Martinetti, tesserata per l' Asal Foligno. L'ordine d'arrivo della gara individuale ha inoltre decretato le speciali graduatorie per categoria, a loro volta sommate nella più importante classifica generale per società. Per il terzo anno consecutivo il sodalizio migliore è risultato quello del Cortenova Lecco, 14 punti in più dei cugini della Virtus Calco, avanti al tandem del comitato di Sondrio, Morbegno (terzo) e Talamona (quarto). Nelle 4 prove a staffetta, giovanili e assolute ambosessi con 600 atleti in gara, (380 nelle frazioni giovanili e 220 nelle assolute) netto predominio dei runners di Trento ben amalgamati dal presidente Zappini. Tre volte Trentino campione, mentre l'altro quintetto d'oro è delle giovani frecce umbre di Foligno. La classifica generale a squadre sorride ancora una volta al Cortenova Lecco
BARBIERI: QUANTO CORRE LA DYNASTY LIGURE "Vai, nonna". Niente di strano. Ai nazionali Csi può succedere anche questo. Casomai la cosa strana è un'altra: a incitare la nonna, Dina Rabai, 58 anni, che corre nella categoria Veterane a Padova, è il nipote Matteo Braggio, 10 anni, che porta sulle guance rosse, nei capelli ancora scarmigliati e nel filo di sudore che gli scende sul volto la prova che anche lui ha appena finito di correre. E' arrivato cinquantacinquesimo tra i 146 che hanno gareggiato nella categoria esordienti, con la maglietta dell'Atletica Ceriale, comitato Csi di Savona-Albenga. Un'ora prima era lui a correre nello scenario splendido del parco delle Bretelle, poi, in mezzo, è toccato ad altri di famiglia: mamma Sabrina Barbieri , ventiduesima nella categoria Amatori A e papà, Alessandro Braggio, ingegnere elettronico, sessantatreesimo nella stessa categoria al maschile. E non è finita: arrivata nonna Dina, ottava, nella prova dei Veterani è partito nonno Sergio Barbieri, 60 anni, che guida un'azienda agricola che produce ortaggi nella piana di Albenga. Cinque di una stessa famiglia, quasi una dinasty che tocca tre generazioni. E peccato che Elisa, 6 anni, abbia potuto soltanto incitare fratellino, genitori e nonni: per correre è troppo piccola. A dire il vero, nelle fasi locali della provincia di Savona, prima a Celle, poi a Villanova d'Albenga (a due passi da casa), poi ancora a Vado Ligure e alla finale regionale, a Finale, nelle prove promozionali per i più piccini, c'era anche lei a sgambettare con i coetanei. Solo a Varazze non c'era, perché la famiglia Braggio si era presa una vacanza. Ma i nonni non sono mancati neppure quella volta. A sentirli, si capisce subito che per tutti correre è la cosa più naturale del mondo. Solo lo zio Tiziano, fratello di Sabrina, ingegnere chimico, da qualche anno non corre: in casa scherzosamente lo considerano un po' la pecora nera. Perché per i Barbieri, che si allenano (tutti!) mediamente due volte la settimana, la domenica non è tale se non c'è una "garetta" da fare: quelle del Csi, innanzi tutto (Sabrina, che aveva partecipato a un Gran Premio nazionale appena un mese dopo la nascita di Matteo, è stata in passato presidente del comitato zonale di Alberga), ma anche quelle tante strapaesane che vengono organizzate a ciclo quasi continuo. <Basta aver voglia di far qualche chilometro in auto - spiega nonna Dina - Quando non c'è niente dalle nostre parti, si va a correre a in Francia, attorno a Montecarlo o a Cannes. La domenica, per noi, è il giorno della corsa>. N. Basso
17
VITACSI
GRAN PREMIO NAZIONALE DI CORSA CAMPESTRE
FUORICAMPO Nel diluvio di emozioni sportive anche le parole pastorali di Mons Paganini, il consulente ecclesiastico nazionale che, nella Messa celebrata alla Basilica del Santo, ha ricordato agli oltre mille fedeli sportivi come "occorre essere atleti nel campo di gara, nel campo della vita e della fede. Nel correre c'è tanto impegno e sacrificio, ma ad un certo punto ci si domanda "In cosa crediamo? Dove vogliamo arrivare? Alcune risposte ce le può suggerire il percorso di S.Antonio - ha quindi spiegato don Claudio - un santo cui bisogna affidarsi in determinati momenti ed il cui esempio non va mai dimenticato". L'album dei ricordi patavini ha in evidenza anche la rinnovata serata del sabato dove un migliaio di persone all'Hotel Alexander Palace di Abano Terme hanno preso parte alla serata associativa, un po' di relax in cui tra premiazioni di società e le gag di Perrone (comico di "Colorado Caffè"). é' intervenuta la fondazione "Operation Smile" che cura bambini con gravi malformazioni al viso e a cui quest'anno il Csi destinerà fondi.
SUL PODIO DELLO STAFFETTONE DELLE REGIONI GIOVANILE FEMMINILE (5x900 metri): 1. Asal Foligno 16'06'' (Maria Teresa Vizioli - Lucrezia Vagnoli - Cecilia Tomba - Leila Mouhib - Costanza Martinetti) 2. Cassano D'Adda 16'13'' (Francesca Ilaria Bussone -Maddalena Prestipino - Giulia Spadoni - Alice Manzotti - Giorgia Veneruso) 3. Pol Arceto 16'22'' (Yasmine Toury - Silvia Incerti - Martina Parisi Francesca Mazzoni - Francesca Pedocchi) GIOVANILE MASCHILE (5x900 metri): 1. Trento 14'08'' (Michele Vaia Cermis- Roberto Monsorno Cermis Giovanni Battista Iellici Cermis - Nicolò Peverato Stella Alpina Carano Velton Hasani Cermis) 2. Belluno Feltre 14'23''; (Andrea Noal - Luca Scopel - Luca Perenzin Simone Sacchet - Dylan Oselin) 3. Union Creazzo 14'36'' (Matteo Cegalin, Marco Casarotto, Marco Meneguzzo, Mattia Quagli, Filippo Glavaz) ASSOLUTA FEMMINILE (5x1.200 metri): 1. Trento 22'29'' (Giorgia Brugnara Atl. Valdicembra - Elisa Baitella Pol Oltrefersina - Elisabetta Nicoletti Ads Mollaro - Valeria Bonenti GS Bondo - Veronica Bonardi GS Bondo) 2. Virtus Calco Lecco 22'52''; (Giulia Valtolina - Monica Cagliani - Silvia Airoldi - Maria Sala - Filomena Furlan) 3. Talamona Sondrio 23'50'' (Tiziana Simonetta - Cristina Bonacina Debora Zenoni - Francesca Duca - Angelica Perlini) ASSOLUTA MASCHILE (5x1.500 metri): 1. Trento (foto in alto); (Gianfranco Molinari, GS Bondo - Devis Franzoi Atl. Valdicembra - Michele Degiuli Stella Alpina Carano - Luca Piazza Atl. Team Loppio - Diego Viesi Crus Pedersano 2. VirtusCampobasso; (Renato D'Ottavio - Manuel Colangelo - Paolo Di Tosto - Martino Rosin - Leo Paglione) 3.Creaville Vicenza (Giovanni Marola - Massimiliano Cattani - Fabrizio Micheletto - Mirko Melotto - Francesco Palma)
18
DIECI COMITATI SUL PODIO CON I 18 CAMPIONI NAZIONALI Cognome Bazzanella Nwachukwu Giobelli Manini Martinetti D'Angelo Ruffini Moumen Renso Fontana Zanatta Barcarolo Bottura Beninca' Damin Bertazzoli Monsorno Campini
Nome Michela Gift Chukwudi Sofia Daniele Costanza Piermarco Sonia Abdelhak Chiara Michele Michela Michele Roberta Stefano Carla Paolo Daria Luigi
Società Polisportiva Oltrefersina C.S.I. Tezze Sul Brenta Atl.Prisma Spedizioni A.S.D. A.S.D. Atletica Cast. Monti Asal Foligno G.S.Virtus Asd Atletica Massa Carrara G.P. Santi Nuova Olonio Polisportiva Dueville C.S.C. Cortenova Pol. Sporting Club Noale Atletica Valchiampo U.S. 5 Stelle Seregnano A.P.D. Valdagno G.S. Trilacum Atletica Clarina C.R. Aldeno S.V. Trodena G.S. CSI Morbegno Ivc
Comitato Trento Vicenza Verona Reggio Emilia Foligno Campobasso Massa Carrara Sondrio Vicenza Lecco Treviso Vicenza Trento Vicenza Trento Trento Trento Sondrio
Categoria esordienti f esordienti m ragazze ragazzi cadette cadetti allieve allievi juniores f juniores m seniores f seniores m amatori A f amatori A m amatori B f amatori b M veterane veterani
LA CLASSIFICA GENERALE PER SOCIETÀ Società 1 C.S.C. Cortenova 2 Asd G.S. Virtus Calco 3 G.S. CSI Morbegno Ivc 4 G.P. Talamona 5 Polisportiva Dueville 6 B&rc Castiglione D'Adda 7 Pol. Arceto A.D. 8 Pol. Dil. Montecchio Precalcino 9 Atletica Union Creazzo 10 A.S.D. Atletica Valle di Cembra 11 A.S.D. Atlet. Alba Docilia 12 G.S.Virtus 13 U.S. Villazzano 13 Asd Atl. Ponzano 15 Pro Loco Trichiana
Comitato Lecco Lecco Sondrio Sondrio Vicenza Lodi Reggio Emilia Vicenza Vicenza Trento Savona Campobasso Trento Treviso Belluno
Punti 448 434 431 426 420 394 366 356 350 346 340 335 316 316 308
19
EVENTI
VOLKSWAGEN JUNIOR MASTERS
Siamo alla Final 8 Otto società per un posto in Sudafrica al piccolo mondiale di "Volkswagen Junior Masters 2009", che a Coverciano dopo Pasqua eleggerà la sua vincitrice
Atletico Real, Pro Vigevano, Romanese, Donatello Calcio, Bakia ASD, Polisportiva Montelupo, Sporting Club Picentia e Despar San Pio X: ecco i nomi delle otto finaliste, di Volkswagen Junior Masters 2009, il torneo di calcio a 11 promosso dalla casa automobilistica tedesca in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano e aperto ai ragazzi dagli 11 ai 13 anni.
Ecco il lotto delle pretendenti al titolo nazionale: Atletico Real - Di Viesto - Torino
San Pio X - ACAT - Catania
Un appuntamento che si rinnova di anno in anno, giunto questo anno alla quarta edizione, che mette sempre più in evidenza la promozione dell'aggregazione, il rispetto degli avversari e dei propri compagni, la crescita e le emozioni sane del calcio e incoraggia i più giovani a tenere, in campo e fuori, comportamenti positivi. Dopo aver vinto le otto tappe interregionali, che si sono giocate nelle città di Torino, Milano, Bergamo, Verona, Rimini, Firenze, Napoli e Catania, questi piccoli calciatori si ritroveranno il 18-19 Aprile presso lo splendido Centro Tecnico di Coverciano, dove non solo potranno calpestare l'erba della nostra Nazionale, campione del mondo, ma soprattutto proveranno ad aggiudicarsi il torneo e la qualificazione alla finalissima internazionale, prevista in Sudafrica nel 2010.
20
ASD Bakia - Gino Ricci - Cesena
ASD Donatello Calcio - Eurocar - Udine
Pol. Montelupo - Corsinovi & Peruzzi - Empoli
ASD Pro Vigevano Parona - Corredato - Vigevano
Romanese - Bonaldi Motori - Bergamo
S.C. Picentia - Autodue - Salerno
EVENTI
AGENDA
La crescita è centrale L'appuntamento è da non perdere. Venerdì 22 maggio si terrà presso la comunità di San Patrignano, il workshop "La crescita tecnico tattica di difensori e attaccanti", dove scenderanno in campo Ciro Ferrara, Maurizio Ganz e Angelo Pereni. In serata dibattito sul tema "Prima uomini poi calciatori": sul palco anche Arrigo Sacchi, Andrea Muccioli e il presidente nazionale del csi, Massimo Achini. Per gli allenatori del CSI ci sono trenta posti a disposizione. Iscrivetevi subito! ppuntamento da non perdere a San Patrignano per gli allenatori di calcio del CSI in occasione del Memorial Muccioli, venerdì 22 maggio nella Comunità di San Patrignano il CSI sarà presente a questa iniziativa dalla doppia valenza: umana e sportiva. Umana perché a partire dalle 15, accompagnati dai ragazzi di Sanpa, sarà possibile visitare le strutture e i laboratori della Comunità; sportiva, per i due appuntamenti previsti nel tardo pomeriggio e in serata. Infatti, alle 17.15 scatterà il lavoro sul campo che avrà come tema "La crescita tecnico tattica di difensori e attaccanti", sul rettangolo tra esercitazioni e correzioni dettate dall'esperienza Ciro Ferrara, Maurizio Ganz e Angelo Pereni. Insomma, si potrà osservare la stessa azione da più punti di vista… Ferrara e Ganz oltre a curare l'esecuzione sveleranno qualche "accorgimento" per rendere più efficace l'azione. Si lavorerà all'interno del Palazzetto multimediale, che la sera sarà adibito ad auditorium. Alle 20 saremo a cena con i ragazzi e alle 21 sarà la volta del dibattito, condotto da Giorgio
A
22
Micheletti, "Prima uomini poi calciatori" cui prenderanno parte anche Arrigo Sacchi, Andrea Muccioli, Roberto Samaden, responsabile dell'Attività di Base e del Settore Giovanile dell'Inter e Massimo Achini (presidente nazionale del CSI). Quest'anno l'evento prevede un costo d'iscrizione di 15 euro, che saranno devoluti a favore della prevenzione della droga; il versamento sarà effettuato direttamente alla Comunità (telefonando per iscrivervi, riceverete tutte le istruzioni per effettuare il pagamento). Per informazioni sulle iscrizioni contattare la Presidenza Nazionale del Csi (formazione): 06-68404550/60 fax: 0668802940 Andrea Muccioli, responsabile della Comunità di San Patrignano, spiega il senso della giornata ed il legame con il CSI. "Il calcio è uno sport universale e i nostri ragazzi, sia italiani sia stranieri, ne sono tutti appassionati. Per me lo sport è agonismo, partecipazione e per la Comunità è uno strumento educativo e di verifica: durante il gioco emerge il carattere della persona, al pari degli eccessi. Con il Csi c'è un rapporto di
grande amicizia e di condivisione di valori di fondo. Sia San Patrignano sia il Csi si mettono a disposizione del prossimo. Si cerca di mostrare i comportamenti da tenere, insieme abbiamo costruito 20 centri di aggregazione. Una bella esperienza."
IL PROGRAMMA VENERDÌ 22 MAGGIO Ore 15.00 Accoglienza e visita della comunità. Ore 17.15 Workshop tecnico: "La crescita tecnicotattica di difensori e attaccanti", in campo con: Ciro Ferrara, Maurizio Ganz e Angelo Pereni. Ore 20.00 Cena con i ragazzi della Comunità. Ore 21.00 "Prima uomini poi calciatori", incontro e dibattito, condotto da Giorgio Micheletti, con Arrigo Sacchi, Andrea Muccioli, Ciro Ferrara, Maurizio Ganz, Massimo Achini, Roberto Samaden e Michele Di Cesare
TERRA SANTA
La pace e l'educazione al centro di due maratone CSI. Dal 23 aprile ci sono…
Due buone ragioni per correre Torna, con la primavera, la maratona pellegrinaggio in Terra Santa proposta dal CSI come invito alla pace. Cui si affiancherà quest'anno "Correre sulle orme di San Paolo", maratona non competitiva da Gerusalemme a Roma, evento culturale e religioso, oltre che sportivo, anch'esso promosso dall'associazione per riscoprire, attraverso una testimonianza pubblica, l'attualità e la forza carismatica di San Paolo nel bimillenario della nascita. di Mauro Stefani utta cavat lapidem", la goccia scava la pietra, sostenevano gli antichi, a significare che la ripetizione nel tempo di un'azione minima alla fine può intaccare una situazione consolidata. Il concetto si applica bene alla realtà della maratona-pellegrinaggio in Terra Santa che il CSI organizza ormai da anni, in primavera, in nome di una pace tra i popoli che da quelle parti continua a sembrare un'ipotesi che rasenta l'impossibile. L'edizione 2009 della maratona, la sesta della sua storia, è pronta a partire. L'appuntamento con il pellegrinaggio è per il 20-27 aprile, con itinerario che si snoderà via Nazareth, Tiberiade, Betlemme, Gerusalemme, Qumran. L'evento centrale, la maratona, è fissato per giovedì 23 aprile. La sua proposta è la stessa di sempre: fare dello sport un simbolo di convivenza pacifica, mettendo fianco a fianco, a correre insieme, palestinesi e israeliani, in un percorso che si snoda dalla zone degli uni a quella degli altri, attraversando il muro di cemento che li separa. Un gesto che assume quest'anno un valore
"G
24
di sfida anche maggiore, vista la crisi generatasi per la Striscia di Gaza. Ma proprio questo rende più giusto e più urgente andare a correre ancora una volta, con la fiaccola del CSI in pugno e la bandiera olimpica, dall'altra parte del Mediterraneo. In occasione dell'Anno Paolino, la maratona pellegrinaggio del 2009 farà da premessa al più ampio progetto "Correre sulle orme di San Paolo", svi luppato in collaborazione con la Sezione Chiesa e Sport del Pontificio Consiglio per i Laici, l' Ufficio nazionale per la Pastorale del turismo, sport e tempo libero e il Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana. . Anche qui una fiaccola e una maratona non competitiva, che stavolta ripercorrerà, da Gerusalemme a Roma, dal 23 aprile al 27 maggio, le tappe dell'evangelizzazione di San Paolo. Lungo i 1300 chilometri del percorso si alterneranno i più diversi modi di esprimere la fede con il gesto sportivo: alcuni tedofori cammineranno, altri andranno di corsa, altri
ancora a nuoto ed in bicicletta, ma alla fine saranno migliaia i partecipanti. Nello sport e oltre lo sport: la maratona sarà anche un pretesto per discutere di problematiche di stretta attualità, come lo sport e l'emergenza educativa. Ogni tappa ospiterà infatti un convegno sul tema "Avere a cuore il destino dei ragazzi. I nuovi luoghi educativi dello sport", in cui saranno promossi momenti di confronto con la popolazione e i territori, per ascoltare le proposte di quanti hanno a cuore il futuro dei giovani. Destinatari di questi incontri, che vedranno la partecipazione di autorità civili e testimonial dello sport, saranno studenti, educatori, sacerdoti, dirigenti sportivi, allenatori, insegnanti e genitori. La fiaccola sarà portata da atleti famosi - sono stati invitati tra gli altri Demetrio Albertini, Giovanna Trillini, Valentina Vezzali, Luca Marchegiani, Roberto Mancini, Arrigo Sacchi e numerosi campioni del presente e del passato del mondo del ciclismo - e soprattutto da tanta gente comune. Ad accoglierli ad ogni tappa il vescovo della diocesi ospi-
Sezione Chiesa e Sport del Pontificio Consiglio per i Laici, l' Ufficio nazionale per la Pastorale del turismo, sport e tempo libero e il Servizio Nazionale per il Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana, il Centro Sportivo Italiano, l'Azione Cattolica Italiana, la Federazione Ciclistica, la Federazione Danza Sportiva, il Gruppo Sportivo dell'Esercito, l'Associazione "I Pellegrini" di Verona e i Papaboys.
LE TAPPE SULLE ORME DI SAN PAOLO
tante e le autorità civili e militari, che presenzieranno anche a una notte di spiritualità in cattedrale con la lettura integrale delle 14 lettere di San Paolo. I Partner di "Correre sulle orme di San Paolo", a turno, provvederanno ad organizzare le tappe di avvicinamento a Roma. In Grecia, per esempio, la maratona paolina sarà curata dall'Associazione veronese "I Pellegrini", mentre ciclisti appartenenti alla Federazione Ciclistica Italiana porteranno la fiaccola nelle tappe siciliane e calabresi. Lo Stretto di Messina, invece, sarà attraversato a nuoto secondo le modalità sperimentate dall'associazione "Nuoto lo Stretto". La manifestazione sarà coordinata dal "Barcaiolo" Giovanni Fiannacca, pescatore con la passione del nuoto e detentore del record assoluto della singola traversata che, con le sue barche accompagnerà la fiaccola nella attraversata a nuoto Messina-Villa S.Giovanni. La maratona, prima di giungere a Roma attraverserà la Basilicata,
la Campania ed il Lazio. Fitta di appuntamenti anche l'ultima tappa di Roma. Oltre al convegno sui luoghi educativi e la notte di spiritualità nella Basilica di San Paolo fuori le mura è previsto anche il saluto del Santo Padre in Piazza San Pietro. Sempre a Roma si terrà uno spettacolo su San Paolo. L'opera poetico-musicale: "Il fuoco della carità di San Paolo" - scritta dal compositore Cristian Carrara e dal poeta Davide Rondoni e realizzata dal Servizio nazionale per il Progetto culturale della Cei, concluderà questo lungo cammino, traducendo in note e versi il fascino dell'Apostolo delle genti.
I runners dell'evento "Correre sulle orme di San Paolo" è un grande evento sportivo, culturale e religioso organizzato dalla "Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport" in collaborazione con la
Data Tappa Km 23 aprile 2009 Betlemme 23 aprile 2009 Gerusalemme 10 24 aprile 2009 Cesarea 70 25 aprile 2009 Kavala (Grecia) 26 aprile 2009 Filippi 20 27 aprile 2009 Anfipoli 60 28 aprile 2009 Apollonia 50 29 aprile 2009 Salonicco 50 30 aprile 2009 Atene 1 maggio 2009 Corinto 2 maggio 2009 Malta 3 maggio 2009 S. Paul's Bay-Rabat 10 6 maggio 2009 Pozzallo (RG) 6 maggio 2009 Siracusa 60 7 maggio 2009 8 maggio 2009 Catania 65 9 maggio 2009 10 maggio 2009 Reggio Calabria 120 11 maggio 2009 12 maggio 2009 Vibo Valentia 100 13 maggio 2009 14 maggio 2009 Maratea 180 15 maggio 2009 16 maggio 2009 Paestum 110 17 maggio 2009 Salerno 40 18 maggio 2009 19 maggio 2009 Napoli 70 20 maggio 2009 21 maggio 2009 Itri 100 22 maggio 2009 23 maggio 2009 Palestrina 120 24 maggio 2009 25/26 maggio 2009 Roma 40 27 maggio 2009 Piazza S.Pietro 10 Totale Km
1300 25
FORMAZIONE
Campagna per la tutela sanitaria
Doping? Smettila di crederci! Si conclude a fine aprile il progetto del CSI "Smettila di crederci", ciclo di sei incontri, in altrettante città, per mettere in guardia i ragazzi sui pericoli del doping e dell'abuso di farmaci. di Marco Costanzini
antova, Bologna, Ravenna, Palermo, Verbania hanno ospitato nelle ultime settimane gli appuntamenti di "Smettila di crederci! I giovani e lo sport tra immagini, scorciatoie e scelte responsabili", progetto del CSI per la prevenzione dell'uso di doping e dell'abuso di farmaci tra i giovani, approvato dal ministero della Salute, Commissione per la vigilanza ed il controllo tutela doping e per la tutela della salute nelle attività sportive. Il progetto, presentato lo scorso novembre, è nato per dare un seguito all'impegno dell'associazione sul fronte della tutela sanitaria, dopo la campagna "Sport per tutti, doping per nessuno", sviluppata negli anni scorsi, anch'esso con il sostegno del Ministero della Salute Come nella precedente iniziativa, anche "Smettila di crederci!" ha puntato sull'informazione - fornita con sussidi ed incontri scolastici, rivolti a ragazzi, famiglie, insegnanti ed operatori sportivi sui danni fisici e le altre conseguenze dovute all'uso di sostanze proibite e all'eccesso di farmaci. Si è cominciato a Mantova il 23 marzo, per approdare subito dopo a Bologna, Ravenna, Palermo, Verbania. A fine mese l'ultimo incontro previsto, a Cagliari. Nella città felsinea, in particolare, l'evento ha dato vita ad un incontro molto
M
26
L’incontro si Mantova
partecipato con i ragazzi delle ultime classi dell'Istituto Maiorana di San Lazzaro. Dopo il saluto del presidente del CSI di Bologna, Andrea De David, il dottor Giovanni Boni, referente scientifico del progetto, ha introdotto l'argomento, invitando i ragazzi a riflettere su "il ricorso al farmaco facile nella vita quotidiana è un fattore che predispone psicologicamente all'uso di sostanze proibite e dunque l'utilizzo indiscriminato di farmaci non strettamente necessari va considerato anch'esso una forma di doping".Tra i testimonial l'ex campionessa mondiale di judo Laura Di Toma, ora allenatrice della squadra cadetti della nazionale, che ha sottolineato l'importanza dell'alimentazione nello sportivo. L'olimpionico di nuoto e più volte campione italiano nel dorso Mirco Di
Tora ha illustrato come l'utilizzo anche solo di integratori dopo un'attività sportiva di altissimo livello deve essere fatto sotto stretto controllo medico. E' poi intervenuto l'allenatore delle giovanili di Azzurra'91 CSI, Gianluca Alberani, il quale ha evidenziato come spesso siano i genitori a suggerire al bambino l'utilizzo di "aiutini"chimici, che siano pastiglie di jing seng, piuttosto che ricostituenti, integratori o vitamine, dandogli, comunque, la percezione di potersi aiutare con sostanze estranee all'allenamento. Interessante anche il dibattito, con le testimonianze dirette dei ragazzi su come sia facile nelle discoteche essere avvicinati per l'acquisto di sostanze stupefacenti, o come certe società sportive somministrino agli atleti sostanze come la carnitina o altri aminoacidi con troppa superficialità. A Verbania circa 400 studenti dell'ITIS Cobianchi hanno ascoltato con il preside dell'Istituuo Pierantonio Ragozza, ed il presidente del comitato verbanese Marco Longo Dorni le parole antidoping spese dall' assessore comunale allo sport Angelo Rolla e degli sportivi Maurizio Oioli, nazionale di Skeleton ( 12° Alle Olimpiadi di Torino) e Corrado Sestito, campione del mondo di Kick Boxing dal 2001 al 2004.
APPUNTAMENTI
Trentadue squadre in otto città italiane saranno in gara in primavera nella Danone Nations Cup 2009 con la finale nazionale il 24 maggio a Milano, antipasto alla finale internazionale sudamericana
Te lo do io il Brasile Una squadra italiana ad ottobre volerà a San Paolo per rappresentare l'Italia. Il sogno comincia il 25 aprile.
di Giulj Picciolo Ritorna per il 2009 l'appuntamento con la "Danone Nations Cup", uno dei tornei di calcio giovanile più importanti a livello mondiale, che ha coinvolto, negli ultimi anni, circa 40 nazioni e più di 2 milioni di giovani atleti. In Italia, grazie al supporto organizzativo del Centro Sportivo Italiano, 256 squadre e circa 3500 piccoli calciatori si affronteranno, nei mesi di aprile e maggio, per dar vita alla 10° edizione dell'importante torneo di calcio a nove. Il Torneo Italiano Otto fasi regionali, che coinvolgeranno tutto il territorio da nord a sud della penisola e che qualificheranno altrettante squadre alla finale nazionale di Milano, dalla quale la vincente potrà partire per San Paolo del Brasile, dove rappresenterà i colori italiani nella finalissima internazionale. Poche regole per un torneo giocato all'insegna dei veri valori sportivi: l'integrazione e la fratellanza tra culture diverse, il rispetto dell'avversario e delle regole fuori e dentro il campo, la socializzazione e lo spirito di gruppo. La competizione, a carattere regionale, si svolgerà in 8 città differenti: • nel weekend 25-26 aprile a Torino, Parma e Cava De' Tirreni (SA) • nel weekend 2-3 maggio a Reggio 28
Calabria, Sassari e Bergamo • nel weekend 9-10 maggio a Roma e Perugia La formula di svolgimento prevede la partecipazione di 32 squadre per ogni fase, suddivise in gironi all'italiana con partite di sola andata, dai quali emergeranno le quattro semifinaliste, che si contenderanno la finale regionale. Come per le precedenti edizioni, ogni
squadra avrà la possibilità di un time out di 60 secondi per gara e gli arbitri saranno dotati del cartellino azzurro, uno speciale cartellino, a metà tra giallo e rosso che sancisce un'espulsione temporanea di 2 minuti e che permette ai giocatori e ai loro allenatori di riflettere sull'errore commesso e di stemperare l'ardore agonistico.
FINALI La squadra vincitrice di ogni finale regionale si qualificherà per la finale nazionale, che si svolgerà il 24 maggio a Milano. Il momento culminante sarà la Finale Internazionale che si disputerà a San Paolo (Brasile) nel mese di ottobre. Signore s(c)ia con voi!". I vincitori delle ultime cinque edizioni della DNC Italia 2008 2007 2006 2005 2004
I vincitori delle precedenti edizioni della DNC mondiale 2008 2007 2006 2005 2004 2003 2002 2001 2000
Francia Sud Africa Isola della Riunione Russia Spagna Sud Africa Argentina Isola della Riunione Francia
Reggina Calcio Nuova Tor Tre Teste Cisco Roma Cisco Roma Cisco Roma
29
VITACSI
GRAN PREMIO NAZIONALE DI SCI
Ad Alleghe l'11 GP Nazionale ha chiuso la stagione dello sci CSI. Il comitato di Bergamo vince il Superteam
Davvero Speciali i nostri Giganti! Sedici campioni runners, vincitori tra i pali, ma anche altre soddisfazioni: Ghedina entusiasmante apripista delle finali, un atleta paralimpico ed un'ipovedente al cancelletto di partenza degli sleepers. Sulla neve un bel mix di agonismo e sport per tutti.
di Felice Alborghetti
Le Dolomiti, la neve, il Csi, Ghedina, l'integrazione, il coraggio, e Bergamo. L'11° Gp nazionale di sci ha tutti questi vincitori. Ad Alleghe, sotto lo sguardo vigile del Monte Civetta, in una cornice da favola, di un quadro bianco, impreziosito da piste tirate al meglio, si è conclusa la stagione sciistica del Centro Sportivo Italiano, con l'assegnazione delle medaglie e dei Trofei Runners e Sleepers, ai nuovi campioni nazionali.
30
GHEDINA IN PISTA CON IL CSI “Ho scoperto un mondo sano e divertente”
SCI PER TUTTI Nella tre giorni di Alleghe si sono affacciati atleti molto speciali con gli sci ai piedi. Così è toccato ad un certo momento alla 40enne ipovedente napoletana, Pina Ceriello, accompagnata tra i paletti dall'incoraggiamento e dal tifo di tutto lo staff e del pubblico ciessino presente a bordo pista. Al di là di ogni riscontro cronometrico significativa l'attenzione che sempre il Csi riserva nelle sue manifestazioni, anche le più importanti ai meno fortunati, andando a rinsaldare la solida alleanza con l'UIC - Unione Italiana Ciechi. Applauditissima a valle la sciatrice partenopea, quasi commossa da tanto calore ricevuto ha dichiarato: "Sciare è per me una grande emozione, mi appassiona come tanti altri sport. Sono caduta, sì ma mi sono rialzata come sempre. E' un modo per mettermi in gioco e far capire che si può fare". In gara invece tra i normodotati sulla Coldai c'era invece Luigino Buttazzoni, classe'77 , dello Sci Club Valpesarina Udine. Terzo in gigante ai mondiali paralimpici di Torino 2009, l'alteta friulano racconta. "Importante è sempre partecipare, anche io che ho una disabilità mentale. Ringrazio il mio sci club, con cui gareggio da quando sono bambino che tra i suoi 200 tesserati, ne ha almeno una decina come me, del centro Fai Sport. Ci accompagnano sempre in queste gare molto entusiasmanti. ". Infine, un altro atleta disabile fisico ha partecipato allo slalom sleepers, come apripista, imbragato nel suo monosci, dando anch'egli testimonianza di come la volontà ed il coraggio faccia a volte la vera differenza.
Il miglior tempo, oltre quello meteorologico, l'ha ottenuto Kristian Ghedina, il grande discesista azzurro, che dopo aver salutato nella serata inaugurale le delegazioni di 9 regioni, 18 comitati e oltre 500 finalisti, e dopo aver simpaticamente consegnato i pettorali ai più piccoli partecipanti in gara (4 bambini di otto anni increduli e soddisfati per la bella sorpresa), ha voluto essere l'apripista d'eccezione del GP, sorridente e disponibile con tutti. Più veloce e rapido tra i paletti ("anche se lo slalom non è la mia specialità") che a firmare autografi e fotografie, trattenuto per più di un'ora dal calore umano degli sciatori CSI, il campione ampezzano, ha commentato il suo esordio sulla pista ciessina, sulle stesse nevi venete, che lo lanciarono nel lontano 1988. "Un bell'onore per me partecipare. E' un bel tracciato - ha spiegato al traguardo - che gira molto, una neve bellissima, una gara tutta da vivere. Non sono pratico di pali stretti e di giganti - ha poi scherzato - non voglio quindi guardare al tempo ottenuto, perché mi sa che i ragazzi che ho visto sopra adesso faranno meglio… Qui nel CSI ho scoperto un mondo sportivo ricco, sano, dove oltre alla prestazione si rincorre il divertimento. Ai ragazzi voglio dire che lo sci è uno sport che richiede impegno e sacrificio, come la vita."
31
VITACSI
GRAN PREMIO NAZIONALE DI SCI
LA MESSA E IN PIAZZA LA FESTA REGIONI "Se vedessimo meno con gli occhi e più con il cuore". Il segno dio pace dettato da Mons. Paganini nel corso della Messa celebrata al sabato nella chiesetta in Piazza Kennedy ad Alleghe, prende spunto dal coraggio della napoletana ipovedente. Una mano avanti agli occhi del prossimo, che ci sia da guida. Ha spiegato don Claudio "Nella vita occorre saper mettere la propria vita nelle mani di un'altra per essere accompagnati, riempendoci il cuore in un percorso futuro.". All'offertorio sull'altare "della neve" il Csi ha sistemato delle racchette "per spingere nella vita e darci dentro", ed un caschetto "per non farsi male". Al termine della Messa tradizionale Festa delle Regioni, con in bella evidenza gli stand gastronomici allestiti dai comitati delle regioni presenti. Tra un bicchiere di vino e tanto gusto extrasportivo, sul podio simbolico, va sul gradino più alto il Friuli Venezia Giulia, con Massimiliano Tognutti, presidente dello sci club Valpesarina e grande motivatore e rianimatore dello stand: un Merlot davvero pregevole con Friulano e Cabernet a sostegno, ad accompagnare il formaggio Frant un prosciutto di Sauris straordinario e tanti altri affettati di selvaggina squisiti. Piemonte d'argento con uno specialissimo gorgonzola e altri formaggi doc oltre a vini rossi rinomati. Terzo il Veneto con Soave, vini della Valpolicella ed una salumeria sopraffina.
I 16 CAMPIONI NAZIONALI DEL CSI Esordienti f: Michela Debello (Alpini Sovere - BG) Esordienti m: Marco Garzotto (Csi Venezia) Ragazze: Martina Pecere (Csi Venezia) Ragazzi: Francesco Pravato (Sauris Udine) Allieve: Isabelle Miana (Csi Feltre) Allievi: Damiano Diletti (Rovetta BG) Juniores f: Michela Pezzoli (Rovetta BG) Juniores m: Bruno Tavoschi (Comeglians Udine) Criterium m: Simone Frassi (Pol. Grignaghe Vallecamonica) Veterani B: Graziano Gigli (Lupi Civago Reggio Emilia) Veterani A: Flavio Nardelli (Ca.Ri.Ve. Venezia) Adulti f: Fanny Soccol (GS Taibon Agordino - BL) Seniores Criterium f: Marta Bordogni (Sci Club Ponte Nossa - BG) Master m: Loris De Col (GS Taibon Agordino - BL) Adulti m: Fabio Negrini (Alpini Sovere - BG) Seniores m:Enricomaria Colantoni (nella foto a lato) (Csi Villa S. Angelo - AQ)
32
Nel GP scia anche la poesia
ORIZZONTE Diamanti di luna si adagiano sul velluto di pendii creati dal cielo
FESTA OROBICA Alla fine in Piazza Kennedy sul palco delle premiazioni è festa grande per gli sci club orobici, che, insieme riuniti sotto l'unica bandiera arancioblu del Csi Bergamo, hanno conquistato per il secondo anno consecutivo l'ambitissimo Trofeo Superteam. I punti (quasi diecimila) arrivano dalla somma dei migliori risultati ottenuti dalle tute bergamasche, che sono quelle degli sci club Alpini Sovere, Ponte Nossa, Presolana Monte Pora, Rovetta e Spiazzi. L'argento ben più lottato va al Csi Valcamonica che al fotofinish sopravanza di soli cento punti il Csi Reggio Emilia. Portavoce della gioia bergamasca è Stefano Parigi, 47enne presidente dello Sci Club Ponte Nossa, le cui origini risalgono addirittura al 1° ottobre 1901. "Con orgoglio posso dire che siamo il primo sci club, anzi Ski Club, come documentato negli annali storici, ufficialmente fondato in Italia. La FISI ha infatti riconosciuto ufficialmente in occasione di Skipass 2002 lo Ski Club Ponte Nossa, quale pioniere d'Italia , più antico anche dello Ski Club Torino. Cento anni di passione bianca e di risultati prestigiosi. Ma qui oggi la vittoria è di tutti , ed è bello festeggiare insieme. Con gli altri sci club ci troviamo ogni settimana nelle prove provinciali e regionali, e qualche attrito può nascere tra noi, a causa dei risultati e della giusta rivalità. Nel Gran Premio Nazionale, invece, siamo come la Nazionale, giochiamo e corriamo per i colori di Bergamo, e siamo davvero felici di poter far festa. Porteremo il Trofeo nella bacheca del comitato per la gioia del nostro presidente Vittorio Bosio. La bellezza di queste finali, oltre a questo aspetto di collante tra sci club dello stesso comitato è il clima di grande familiarità che si trova. Si viene tutti insieme, con tecnici comuni, genitori al seguito dei figli. In federazione chi è arriva secondo è il primo dei perdenti, qui anche un decimo posto porta punti e soddisfazione".
e attorno il mondo scompare scivola dagli occhi al cuore incrocia altri sguardi altre emozioni nuovi amici solchi di pace il vento e la luce tagliano il volto assonnato e felice di chi scopre fra speranze e libertà il senso dolce del sorridere il gusto forte di condividere mille affetti si addormenta all'orizzonte il fastidio del mondo per rincorrere con la vita negli occhi il manto immacolato di pendii creati dal cielo. Rudy 2009
33
VITACSI
CONVEGNO
Gedda e lo sport Un convegno organizzato dal centro Studi del CSI ha ricostruito la figura del fondatore del CSI, Luigi Gedda, in rapporto alla sua idea di sport di ispirazione cristiana e al contributo fornito alla storia dello sport italiano. di Andrea De Pascalis hi non ha memoria non ha futuro" recita un diffuso modo di dire, al quale era difficile non pensare venerdì 20 marzo, mentre in una sala dell'Istituto Sturzo di Roma, scorrevano gli interventi del convegno "Gedda e lo sport", organizzato dal Centro Studi del CSI. Per chi non lo sapesse o non lo ricordasse, Luigi Gedda fu colui che nel 1944 fondò il Centro Sportivo Italiano, assumendone la presidenza da lì fino ai primi anni Sessanta. Gedda fu, prima e dopo, un personaggio rilevante, anche controverso e scomodo, della vita sociale e politica italiana. Figura centrale del movimento cattolico italiano dagli anni Trenta agli anni Settanta, persona molto vicina a Pio XII, medico genetista di fama, dopo la morte avvenuta nel 2000, all'età di 98 anni, Gedda è stato ricordato in articoli, convegni e studi storici come il fondatore della Società Operaia nel 1942, l'organizzatore dei Comitati Civici del 1948 o, ancora, come il fiero oppositore della legge sul divorzio nel 1972. Della sua attività come fondatore del CSI e "ideologo" dello sport di ispirazione cristiana nel periodo post bellico, nessuno sembrava volersi ricordare, come se quel lungo periodo di vita da lui dedicato
"C
34
all'associazionismo sportivo fosse un impegno secondario, culturalmente quasi disdicevole, in definitiva da dimenticare. Di qui l'idea del convegno, un modo per il CSI per riacquistare, approfondendolo, il senso delle origini e magari trarne motivi per inoltrarsi nel futuro. Un compito non facile, per la difficoltà di trovare i documenti e quanto altro necessario per ricostruire tempi
così lontani. Quattro le relazioni svolte al convegno, dopo l'introduzione del presidente Achini, che ha ricordato l'ultimo vibrante incontro tra il novantaduenne Gedda e il CSI, nella serata di celebrazione del 50° associativo, nello stadio dei Marmi, a Roma. "Desidero lasciarvi - disse Gedda ai 6000 convenuti del CSI - come fratello maggiore, tre consegne: che il nostro sia sempre uno sport "vis-
suto"; che sia sempre uno sport del cuore; che sia, nella sua pienezza e nel suo splendore, uno sport dell'anima….affinché la nostra possa essere una nuova evangelizzazione di questo mondo che ha in sé i germi del duemila". Alessio Ponzio, dell'Università di Roma Tre, ha scavato le "radici" dell'argomento, sviluppando il tema "Sport fascista e sport cattolico nel ventennio". Una premessa, questa, necessaria perché proprio nel periodo fascista, e in contrapposizione alla sua visione dello sport, l'associazionismo sportivo cattolico, bloccato dal regime, andava formulando le idee che ispirarono la nascita del CSI a Liberazione avvenuta. Quindi Ernesto Preziosi, Università di Urbino, si è soffermato su "Lo sport nel
magistero di Pio XII", cercando di approfondire quanto di quel magistero fosse passato nel CSI e quanto l'ideologia sportiva di Gedda avesse invece ispirato quel magistero. Ricchissimo di interrogativi l'intervento successivo di Francesca Mazzarino, Università di Teramo, su "Un governo per lo sport. Il dibattito nell'Italia del dopoguerra", interrogativi dovuti alle non del tutto chiare vicende di politica sportiva che portarono al non scioglimento del CONI e all'affidamento della sua ricostruzione al socialista Giulio Onesti. Una decisione che Gedda inizialmente osteggiò con tutte le sue forze, proponendo uno schema alternativo di sistema sportivo, per poi arrivare ad un "patto di non belligeranza" reciproco con il CONI. Infine Edio Costantini, direttore del
Centro Studi del CSI, ha illustrato quanto delle idee sportive di Gedda sia stato accolto nella mission del CSI e cosa di lì sia passato nella cultura sportiva italiana. Un argomento, questo, degno di essere ulteriormente approfondito, perché dopo l'ormai datato lavoro di Felice Fabrizio su "Storia dello sport in Italia", null'altro è stato detto sul contributo di idee e di principi che lo sport cattolico ha dato allo sport olimpico. Appena possibile il convegno su Gedda sarà tradotto in atti, ma l'auspicio generale è che, aperta la pista di ricerca, il lavoro per restituire una più esatta prospettiva alla storia dello sport italiano possa continuare.
35
VITACSI
Clericus Cup 2009
Il Mondiale pontificio è ai quarti di finale. Si giocano sabato 25 aprile
Quattro posti per sette sorelle Gregoriana o Istituto Polacco l'ottava qualificata che sfiderà la corazzata del Collegio Urbano. Dopo Pasqua i recuperi decisivi. Intanto i campioni del Mater Ecclesiae trovano gli Agostiniani. Il Redemptoris Mater, che supera il turno solo nella domenica delle Palme, incrocerà San Paolo o North American Martyrs. Tra le new entry del torneo 2009 gli ottimi Guanelliani fanno fuori il Sedes Sapientiae, sempre in semifinale nelle prime due edizioni di Felice Alborghetti Pasqua. E la Clericus Cup si ferma, anche per la successiva domenica in Albis. Si giocheranno soltanto il 18 e il 19 aprile i due recuperi che opporranno l'Istituto Polacco al Collegio San Paolo e al Collegio Sant'Anselmo. Insomma don Tumiel, il capitano biancorosso, dovrà pregare i due "Santi" della Clericus, affidando le residue speranze di qualificazione all'unica via possibile: due vittorie da tre punti. A dirlo è il testo sacro della classifica, dove un po' a sorpresa, quarta nel girone A, figura la Gregoriana, l'ultima squadra ad iscriversi quest'anno, con studenti di tutto il mondo al suo interno, assemblati, motivati ed amalgamati dall'ottimo mister Rino Ranieri. L'omonimo del Claudio juventino, nell'attesa incrocia le dita, per giocarsi anch'egli un quarto di finale di una coppa internazionale. All'Oratorio San Pietro il Chelsea clericale si chiama Collegio Urbano, una corazzata quella del vicerettore don Emile Dibongue. I leoni (d'Africa) hanno espresso nel corso della stagione regolare grande forza ed un'organizzazione di gioco superiore alla media e al loro passato. Al pari del Mater Ecclesiae, i campioni in carica, che di partita in par-
È
36
tita hanno migliorato il loro gioco, con le sue stelle sudamericane, pronte ad accendersi con alternanza: il salvadoregno Pineda, il boliviano Laime, il colombiano Botero, a turno illuminano le azio-
ni, ben orchestrate da un sempre più convincente direttore messicano, Rodolfo Garcia. Ai quarti di finale approdano per la prima volta gli Agostiniani di Padre Brian
SELECAO KO: IL VERO BRASILIANO GIOCA CON GLI AMERICANI
SQUADRE E CLASSIFICHE GIRONE A MATER ECCLESIAE NORTH AMERICAN MARTYRS COLLEGIO S. PAOLO PONTIFICIA UNIVERSITÀ GREGORIANA ISTITUTO POLACCO COLLEGIO SANT'ANSELMO PONTIFICIO SEMINARIO GALLICO COLLEGIO BRASILIANO ORIONINO
Punti 19 16 15 12 7 5 3 1
GIRONE B PONTIFICIO COLLEGIO URBANO GUANELLIANI INTERNAZIONALE REDEMPTORIS MATER ISTITUTO PATRISTICO AUGUSTINIANUM SEDES SAPIENTIAE COLLEGIO MESSICANO SEMINARIO ROMANO ALMO PIO
O'Sullivan ed il Collegio San Paolo. Sarà un caso ma avere davanti due bomber da dieci gol come rispettivamente il keniano Kiseli e il ruandese Sinayobye ha fruttato il passaggio del turno. I nordamericani ci sono sempre, unica formazione a non aver mai perso sul campo e con l'incredibile record di non aver mai perso dal dischetto, una volta terminato il match in parità, nell'arco di tre anni di Clericus. La notizia più grande è stata forse la fatica con cui i vicecampioni 2008 e campioni 2007 del Redemptoris Mater abbiano raggiunto l'obiettivo minimo del superamento del turno. Infortuni a raffica e indisposizioni varie hanno costretto mister don Biondi, ultimo con due punti, dopo tre partite, agli straordinari. Dopo il primo mese sono arrivate quattro vittorie di fila per i neocatecumenali ed il meritato passaggio del turno. Voci di spogliatoio raccontano di un tecnico "alla Mazzone": pare infatti che a metà del cammino, tra l'imbufalito e l'incoraggiante, don Simone abbia esposto in seminario la classifica, evidenziando l'umiliante posizione del
Punti 18 17 14 12 12 5 3 2
Red Mat, allora fanalino di coda. E' servito, così come aver ritrovato Voltaggio, Piermarini (?) ed un sempre devastante Tisato, capitano e leader gialloblu. A deludere maggiormente nel torneo vaticano sono stati: l'impalpabile Collegio Brasiliano e Orionino, con un solo punto per i verdeoro; l'incostante S. Anselmo, con meno individualità rispetto alla scorsa stagione; il Seminario Maggiore, meno brillante degli anni scorsi; il Collegio messicano, che da metà marzo nelle ultime 4 gare ha rimediato solo figuracce. C'è da dire, a differenza delle due precedenti edizioni, che nessuna squadra è rimasta al palo. Anche il Seminario Gallico e l'Almo Pio, tradizionalmente in zona salvezza ed inclini al digiuno di reti, hanno fatto punti, dimostrando come al solito grande signorilità e fair play. Sabato 25 aprile si giocano dunque i quarti di finale. Le sette sorelle attendono i fratelli dell'ottava qualificata. E vedremo se la sosta pasquale porterà sorprese nel prosieguo del campionato.
Gli Stati Uniti che strapazzano i brasiliani su un campo di calcio è sempre una notizia. È accaduto sui campi della Clericus Cup, all'ombra del Vaticano. Il North American Martyrs, la squadra del Collegio Americano del Nord, rifila tre gol nel primo tempo e chiude sul 4-3 il match contro il Collegio Brasiliano e Orionino, l'undici verdeoro, che ribattezzato come Selecao vaticana, non ha mai brillato in questa Clericus. La notizia si colora di tinte più accese, se si pensa che l'artefice della disfatta verdeoro, è proprio un catarineense, di nome Joao (in campo lo chiamano John) e di cognome Kalevski (chiare origini brasiliane per il biondo attaccante), autore della tripletta decisiva. Un anno fa era nella Clericus con la mista dell'Ucro, per metà ucraina e metà croata. Il "calciomercato" clericale, gli occhi attenti dei suoi colleghi studenti di altri seminari, e le amicizie nei corridoi universitari, lo hanno portato quest'anno nella rosa del Collegio nordamericano. Qualcuno dei perdenti, forse in sintonia con il tempo di Quaresima, scherzava definendolo un "Giuda", ma di certo, l'autore della tripletta che ha affondato Brasile e lanciato i Martyrs al secondo posto in classifica nel girone A, un po' traditore lo è stato. "Sono brasiliano di Santa Catarina - ha spiegato a palla ferma Joao Kalevski - il brasiliano a "stelle e strisce" . Non sapevo che quest'anno i miei connazionali stessero organizzando una loro squadra e così ho accettato subito l'offerta dei nordamericani di giocare con loro. L'anno scorso ero con gli Ucraino-croati, ma saputo non avrebbero partecipato ad un torneo così emozionante, ho accettato subito l'invito di un'altra squadra, visto che il regolamento lo consente. insomma pare proprio che io non riesca mai a giocare con la squadra della mia nazione, cosa che mi piacerebbe moltissimo. Però quando ho sentito parlare la mia lingua, il portoghese, sono stato molto contento che anche il Brasile sia rappresentato alla Clericus Cup". A Joao gli auguri di tutta la Clericus Cup per la professione dei voti perpetui che farà domenica 26 aprile alle ore 10, presso la Casa Generalizia dei Padri basiliani.
37
FISCALE
Il Parlamento interpreta le norme fiscali sullo sport superando così le precedenti incertezze
Tra Sport e Fisco trionfi sempre la chiarezza! Mentre nel mondo si levano sempre più minacciosi i venti della crisi economica, lo sport dilettantistico italiano vive un momento di relativa serenità, in ciò favorito da due recenti interventi legislativi destinati a sciogliere i dubbi e le preoccupazioni più cocenti del settore. La prima manovra riguarda l'istituto dei "compensi per esercizio diretto dell'attività sportiva dilettantistica" disciplinati dall'art. 37 della legge 342/2000, fonte di un contenzioso con l'ENPALS che durava dal lontano 2005. di Francesco Tramaglino ul punto molti ricorderanno le diverse interpretazioni che hanno contrapposto l'ente previdenziale ai massimi organi dello sport ufficiale: il CONI in testa con le Federazioni e gli Enti di Promozione. Secondo l'Enpals, infatti, era legittimo esentare da contributi i compensi in questione solo a condizione che essi fossero erogati in occasione di manifestazioni competitive ossia di gare. Il punto di vista espresso dall'ente previdenziale - ritenuto assai restrittivo e opinabile - di fatto tagliava dall'ambito di applicazione dei compensi tutte le attività di formazione e di avvio alle varie discipline sportive che, secondo il CONI, sono prodromiche e preparatorie ad ogni manifestazione, sia essa competitiva o meno.
S
Su questa sovrapposizione di interpretazioni ha definitivamente fatto chiarezza il Legislatore con l'art. 35 c.5 della legge 14/2009, statuendo che: "nelle parole esercizio diretto di attività sportive dilettantistiche contenute nell'art. 67, comma 1, lettera m), del Testo Unico delle imposte sui redditi (DPR 917/86 e successive modifiche e integrazioni) sono ricompre38
se la formazione, la didattica, la preparazione e l'assistenza all'attività sportiva dilettantistica". Resta inteso che i compensi qui discussi non potranno essere corrisposti in nessun caso a persone che svolgono l'attività sportiva dilettantistica in regime di subordinazione ovvero quale attività continuativa e professionale. Un'altra norma, contenuta nella L. 2 del 2009, ha contribuito a gettare luce su un'altra questione annosa: possono le Società sportive dilettantistiche costituite in forma di Srl beneficiare della detassazione degli incassi istituzionali derivanti dai propri utenti al pari delle ASD costituite in forma associativa? Finora sull'argomento ha prevalso la posizione interpretativa dell'Agenzia delle Entrate: le SSD sono parificate tributariamente alle ASD, ma diversamente da queste ultime non possono adottare il principio statutario di democrazia - una testa, un voto e di converso non possono beneficiare della detassazione delle entrate istituzionali.
A modificare il quadro interpretativo interviene la citata legge 2 del 2009: con essa viene esteso esplicitamente. alle SSD costituite in forma di capitale, l'obbligo di comunicazione preventiva all'Agenzia delle Entrate della detassazione degli incassi derivanti dall'attività sportiva. Tale misura statuisce inequivocabilmente che le SSD posseggono - su un piano genetico - pari diritto rispetto alle ASD di escludere da iva e imposte gli incassi derivanti dall'attività istituzionale. Resta dunque da comprendere quali categorie di utenti possono beneficiare, nella SSD della detassazione in questione. Nelle ASD l'esenzione da IVA e imposte sui redditi è disposta per i soci propriamente detti, per le altre ASD affiliate all'ente di promozione di appartenenza e per tutti i tesserati dell'ente stesso. Poiché nella SSD i soci propriamente detti sono solo coloro che partecipano al capitale sociale, ne consegue che il sodalizio dovrà procedere al tesseramento presso il CSI dei propri utenti se intende beneficiarne dell'esenzione da imposte.
GEMELLAGGI
Due recenti incontri in Puglia: Taranto accoglie i dirigenti di Melfi. Brindisi ospita i responsabili di Cava dei Tirreni
Fruttano i Gemellaggi! Calcio a 5, volley, atletica, tennistavolo e tanto altro nei programmi sportivi dei futuri incontri fra i diversi comitati
Brindisi-Cava Nel weekend del 28 e 29 marzo si è tenuto il primo incontro ufficiale del gemellaggio fra i comitati di Brindisi e di Cava de' Tirreni. Il presidente del Csi Cava, Maria Teresa Risi, e il coordinatore tecnico dell'attività sportiva, Giovanni Scarlino, sono stati egregiamente accolti ed ospitati dal comitato di Brindisi; nel pomeriggio di sabato presso la sede del CSI Brindisi, in quel di Mesagne, si è tenuta una riunione con il presidente Francesco Maizza, i vicepresidenti Dario Morra e Cosimo Destino, il coordinatore tecnico Maurizio Asparra e Ivano Rolli. Durante l'incontro, aperto ufficialmente
con uno scambio reciproco di prodotti tipici delle rispettive città, si sono stabilite le prime date d'incontro per consentire anche alle società di partecipare attivamente al gemellaggio. Il primo ed il 2 giugno le società cavesi saranno ospitate a Brindisi per un torneo di pallavolo, un incontro di tennis tavolo, un meeting di atletica e, infine, per una serata associativa all'insegna della danza sportiva e della festa. Viceversa dal 4 al 6 luglio sarà la volta delle società brindisine a far visita al comitato di Cava per svolgere attività di calcio a 5, pallavolo, tennis tavolo. Nella serata del 5 luglio tutti gli atleti ed accompagnatori saranno ospitati dall'Associazione Trombonieri, Sbandieratori e Cavalieri di Cava de' Tirreni per la Disfida dei Trombonieri, manifestazione molto sentita in città, che rievoca l'intervento dei Cavesi durante la
battaglia di Sarno. Gli 8 casali di Trombonieri si affrontano in una gara di spari con armi d'epoca (il pistone), presente a Cava dalla prima metà del 1600. Ogni singolo casale dovrà dimostrare abilità e precisione nell'adoperare tali armi oltre ad avere un posizionamento sulla linea di sparo inerente al periodo storico. Taranto-Melfi Un altro comitato pugliese, il Csi Taranto si era già avvicinato al gemello di Melfi, con l'incontro fra i due presidenti Antonio Melfi e Felice D'Urso presso il comitato lucano. Le linee programmatiche delle iniziative legate al gemellaggio hanno disegnato i primi incontri. Si è infatti deciso di fare una prima tappa a Taranto il prossimo 24-25 aprile e una seconda a Melfi nella seconda metà del mese di Ottobre. Sono invitate due squadre di calcio a cinque (1994-95) e (1996 e seguenti); due squadre di pallavolo femminile (under 14). Il comitato tarantino, quindi, ospiterà per due giorni circa 50 ragazzi/e che avranno l'opportunità di visitare la città dei due mari. 39