Stadium n. 36/1956

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Alla stessa guisa del mo­ vimenti armonici delle mem­ bra nella ginnastica, degli spostamenti agili e avveduti nel giuochi, delle strette po­ tenti del muscoli nella letta, Il fattore principale • deter­ minante non è II corpo, ma l'anima; se questa lo abban­ donasse, esso cadrebbe co­ me qualsiasi altra massa inerte. Ciò è tanto vero, quanto più stretto è il lega­ me che li unisce; nell’uomo ò unione di sostanza, per cui ambedue fanno una sola na­ tura; ben diversa dal rap­ porto di associazione, come tra l'artista e l| suo violino.

Dal

discorso del S. agli Sportivi romani Pentecoste del 1945.

9n

COMUNICATI delle Commissioni 3. pagina

l dilettanti

dopo Ordrup di Luigi Scarambone

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Padre nella

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Spedizione In abb. postale gr. I Un numero L. 20

SETTIMANALE DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO DIRETTO DA LUIGI GEDDA

Anno 11-11.36 - Roma 13 settembre 1956

ATTRA VERSO LE STRADE DELLA LUCCHESIA

DIRIGESTI NOSTRI L’intera famiglia del Centro Sportivo Italia­ no ha accolto nel silen­ zio e nel dolore la ter­ ribile notizia della morte del Conte Mas­ simo Arlotta di Torino avvenuta tragicamente in un incidente .stra­ dale ritornando da Pa­ dova dove aveva ac­ compagnato i suoi cor­ ridori al Campionato Nazionale Esordienti del CSI. Il CSI è una fami­ glia e quindi la morte del Conte Arlotta è un lutto di famiglia tanto più doloroso in quanto tutti ricordano la no­ biltà d’animo dello Scomparso. Il Conte Arlotta era un vero di­ rigente sportivo, signo­ re nei modi, disinteres­ sato, aveva trovato nel CSI l’organizzazione i cui ideali erano anche i Suoi e Si era dedica­ to con amorevole pas­ sione riservando al CSI il poco tempo la­ sciato libero dalla Sua attività industriale. Tutti Lo ricordano, alto, distinto, gentilissi­ mo, sempre presente nelle corse ciclistiche del CSI di Torino ed in quelle nazionali, tut­ ti Lo ricordano ancora al seguito del Campio­ nato Esordienti dove la Sua macchina era la macchina del Diretto­ re di Corsa. Con il Conte Arlotta il Centro Sportivo Ita­ liano perde una delle figure più limpide dei suoi dirigenti ed in Suo onore ci è gradito ricordare questi umili e silenziosi costruttori che lavorano senza nulla chiedere in un mondo fatto ormai sol­ tanto di calcolo e di personalismi. Sono i veri amici del CSI e di voi atleti, so­

no coloro che si sacri­ ficano per voi e l’unica loro gioia è quella di vedervi felici andare su un palco a ricevere un premio. Essi non compaiono mai. Si ve­ dono soltanto ai bordi di un campo a soffrire per voi che giocate o vi attendono con ansia in cima ad una salita e si illudono che voi siate nel gruppo dei fuggitivi. Lavo r a n o tutto un anno sovente anche incompresi da voi che qualche volta li tradite non ascoltan­ do i loro consigli e si deve alla loro tenacia se voi riuscite a rag­ giungere una vittoria. Bisogna che li ricor­ diamo e la morte di uno di loro avvenuta tragicamente su di una strada mentre insegui­ va un sogno di vittoria ci offre l’occasione di portarli una volta tan­ to alla ribalta. Essi che hanno ri­ nunciato ad ogni di­ vertimento che sacrifi­ cano volentieri un in­ nocente pacchetto di sigarette per potervi acquistare la serie nuo­ va delle maglie. Essi che non hanno nessu­ na ricompensa terrena all’infuori della vostra gioia quando ritornate da un campionato con una coppa o con una medaglia. Essi che so­ vente gustano l’ama­ rezza dell’abbandono di uno di voi adesca­ to da una società più grande che vi ha sven­ tagliato davanti ai vo­ stri occhi ingenui qual­ che biglietto da mille. Sono loro i vostri veri amici, sono le colon­ ne su cui poggia salda­ mente il Centro Spor­ tivo Italiano guardando con fiducia l’avvenire. Che cosa è che li

muove allora, che li spinge a sacrificarsi? Non certamente del vi­ le denaro frutto di un illecito commercio di carne umana, non la pubblicità del loro no­ me perchè soltanto i grandi industriali del­ lo sport che ragionano nell’ordine delle sei cifre hanno questa pre­ rogativa, non la soddi­ sfazione di avere unà grande squadra per­ chè loro saranno sem­ pre e soltanto gli umili operai che costruiscono dal niente per donare agli altri. Le loro spe­ ranze vanno certamen­ te al di là di queste am­ bizioni terrene, altri­ menti non si spieghe­ rebbe la loro dedizione. Essi lavorano per ve­ dervi felici oggi ma anche domani. Recen­ temente un allenatore di atletica leggera mi partecipava la gioia di essere chiamato a te­ stimone delle nozze di un suo atleta di ieri. Questi sono i veri tra­ guardi dei dirigenti * del C.S.I.: i traguar­ di della vita e la più grande gioia per loro non è soltanto il vede­ re i loro atleti di ieri diventare campioni na­ zionali o anche inter­ nazionali, ma il con­ statare che tutti gli atleti passati sotto la bandiera del Centro Sportivo Italiano sono diventati plei buoni cittadini, degli ottimi padri di famiglia Uno di loro è morto, gli altri continuano a lavorare per onorarne la memoria. Inchinia­ moci reverenti davanti a questi rari benefat­ tori della gioventù di oggi e della società di domani. ALDO NOTARIO

Dodo delia “Pievani!,, di Breuia La gara combattuta e velocissima si è risolta con il pieno successo dei due rappresentanti bresciani a conclusione di un riuscito piano tattico

A conclusione della bella e vivacissima prova di campionato il Sindaco di Lucca avvocato Marchetti«premia il bresciano Bono brillante vincitore della finale nazionale «dilettanti»

A ROMA

IL PRIMATO

I vincitori:

Allievi:

Adulti:

Poli

retta il finale avrebbe forse preso una piega diversa in quanto molti corridori, fatti esperti dalle ultime prove e ti­ morosi di non reggere sino in fondo, s’erano risparmiati per la girandola finale. Proprio sulla Porretta sono balzati infatti prepotentemente in primo piano Moser e Boni, Defilippis e Monti, quanto di­ re i migliori della generazio­ ne di... mezzo neutralizzando ben presto l'azione di Falaschi e di Zampieri, di Ferlenghi e di Cassano, apparsi con Giu­ sti, Gervasoni, De Santi Bot tecchia e Finessi tra i più vo­ lenterosi, al comando dello corsa per molti chilometri. Dando uno sguardo all'ordi­ ne di arrivo il Gran Premio Industria e Commercio che ci ha privato della gioia del boc­ cone più prelibato ed atteso, ha detto questo. Che i gregari, quando sono lasciati liberi di fare la loro corsa, come Ba rozzi, possono vincere brillan temente e rimanere per qual­ che po' al sole. Quindi che Giorgio Albani, esperto e intelligente capitano della Legnano, pur senza ave­ re a disposizione una squadra di uomini di fondo (sfocati co­ me sono Ranucci, Fabbri e Zucconelli) sa egualmente ec­ cellere in volata ed egregia­ mente difendersi in salita. Da parte sua Fiorenzo Magni, esu­ berante e generoso anche sul terreno che gli è meno in­ dicato sa far rifulgere la sua classe. Maule è partito in volata

PROVINCIALI

Bortot (singolo) Arnoldi-Tasca (coppia) Briani-Corradi e Cali (terne);

(singolo) DeAngelis-Tarquini

Nello .stupendo scenario delle ubertose colline preap­ penniniche che circondano Sal­ somaggiore' incorniciandola co­ me in un meraviglioso qua­ dro, in cui la natura ha ri­ versato i suoi più bei colori naturali, si sono svolti i cam­ pionati nazionali di bocce. Il bocciodromo Salsese, tuffato tra una verdeggiante massa di conifere ha ospitato i centosessanta atleti del Centro Spor­ tivo Italiano, che con un ago­ nismo scevro dalla pur mini­ ma slealtà, si sono battuti per contendersi il massimo titolo I giovani, con esuberanza ed entusiasmo, hanno giocato su­ gli stessi campi in cui gli an­ ziani con la loro esperienza « compita tecnica, si sono esibiti. Nello spazio di quindici giorni il Comitato Zonale Autonomo di Fidenza ha organizzato ben due campionati nazionali: quel­ lo di nuoto meravigliosamente riuscito, ed il sesto campionato di bocce. Diciotto Comitati dei

Nel caotico finale del Gran Premio Industria e Commercio il gregario BA BOZZI ha avuto finalmente via libera potuto vivere una propria vita, senza interessi diretti, senza piani di azione premeditati o congegnati, all’infuori di quel­ lo manovrato da - Capitan Fio­ renzo » che ha consentito al vecchio ed esperto campione di cogliere finalmente il succes­ so che desiderava da anni da­ vanti alle decine di migliaia di persone dello Stadio Olimpico; la corsa pratese che avrà per molti giorni chissà quale stra­ scico. è vissuta sin dalla par­ tenza su una chiara azione congegnata degli atleti che vo-r levano a forza inserirsi nella classifica del campionato. E’ noto infatti come a Le­ gnano, il 30 settembre, nella Coppa Bernocchi V ed ultima prova saranno ammessi soltan­ to 15 corridori. Si tratta di li­ na prova a cronometro in cir­ cuito che la Lombardia pare abbia monopolizzato dalla isti­ tuzione della formula, per lo strano senso di rotazione che la Commissione Tecnica della UVI assegna alle varie prove. Ebbene già a metà percorso si aveva netta la sensazione dì un attacco in forza dell'AtalaLygie ed a continui tentativi dei corridori in grigio o in bianco verde (appartenenti co­ munque alla stessa industria) come anche ad un’azione con­ gegnata dalla Torpado (Moser. Maule c Zamboni) per stacca­ re o per lo meno porre in dif­ ficoltà il leader della classifi­ ca: il simpatico Giorgio Alba­ ni, poco convinto ancora di di­ venire campione d'Italia. Senza il fattaccio della Por-

COMITATI

Musi HntiiiMie a »maggiore i camnlonali nazionali di Docce del C.S.l.

Dopo Prato... forse definite le posizioni per la maglia tricolore degli stradisti La quarta prova del campionato ciclistico ha avuto co­ m"e noto un finale giallo; fiin naie spassoso se si vuole ... quanto gli sportivi ai bordi della strada intuendo la cri­ tica situazione del * seguito • bloccato dalla Porretta lo bef­ feggiavano, prendendo soprat­ tutto di mira noi della stam­ pa, con quell'arguto vernacolo toscano sottile e tagliente co­ me pochi altri. Gli amici della *■ pratese » non si aspettavano davvero una scherzo del gene­ re dopo mesi e mesi di duro la­ voro organizzativo e di regia severa. Si sono fidati delle as­ sicurazioni date loro dalle au­ torità competenti ma hanno nvuto l'assoluta ingenuità di la­ sciar correre... la corsa per molti chilometri, senza accor­ gersi di aver infilato a un dato momento un vicolo cieco che era indispensabile aprire, ad ogni costo in anticipo. Ciò premesso passo al risul­ tato della manifestazione. Ritengo che la lezione di Co­ penaghen sia davvero servita a scuotere dall'apatia i nostri stra­ disti. La sberla danese ha arro­ ventato le gote dei nostri cor ridori che non accennano a im­ pallidire, se è vero che nelle ultime settimane proprio gli atleti posti sotto censura han no sentita la necessità di dimo­ strare la loro buona volontà. Il giro del Lazio ha messo in luce la volontà dei giovani ma alla fine ha dovuto inchi­ narsi alla classe dei corridori più collaudati. Se infatti la prova laziale hi

TRA I

La gara per il titolo nazio­ nale dei dilettanti è stata uha violenta battaglia combattuta dalla partenza all’arrivo dai concorrenti e dai dirigenti. I primi hanno lottato con i lo­ ro muscoli, i secondi con la loro mente. Sicché ognuno ha fatto la sua parte per ottene­ re l’ambito successo. La ma­ nifestazione si è svolta sulle ridenti località della Lucchesia e della Versilia che han­ no mostrato il loro splendido volto, teatro magnifico della competizione nella quale i migliori sono stati Bono,

troppo lungo (a 250 metri del­ l'arrivo c'era da superare una curva paurosa a 170. che ha fatto tremare i direttori spor­ tivi) ed è stato rimontato nel finale. Negli ultimi metri si è fatto luce il redivivo Alfa Ferrari al quale ha arriso da professionista poca fortuna co­ sì copie sta capitando a tutti i nostri dilettanti spremuti ol­ tre misura come limoni, nella prima parte della loro carrie­ ra sportiva. Baffi si è preoc­ cupato della sua posizione in classifica cercando di dare una mano a Magni. Coppi ha fatto l’impossibile per figurare. C’è riuscito solo in parte, sfocata com'è la sua azione in salita et in pianura. Solo volonterosi ma nulla più Fornata e Conterno. Una certa grinta hanno inve­ ce mostrato Moser, Monti, De­ filippis Boni e in alcuni tratti Nencini, strano corridore spreca forze. Dei giovani che sono quelli che più interessano dalla ba­ garre della Porretta si sono salvati Cainero. Negro. Guerrini. Cassano, Scudellaro. Astrua e Petrucci alternano piove brillanti ad altre opa­ che. Domenica a Prato e sulle strade della Toscana non è stato comunque facile rifulge­ re. Occorre che le prossime ga­ re siano disputate con spregiu­ dicatezza ed assoluta libertà di manovra, per capire se davvero tra i giovani c’è qualcosa di buono. Del che purtroppo du­ bito largamente. NATALE BERTOCCO

ventidue che avevano effettua­ to la selezione provinciale han­ no inviato i loro rappresen­ tanti, che come abbiamo già detto, hanno giocato animati dagli stessi puri ideali che de­ vono essere propri di tutti gli atleti del Centro Sportivo Ita­ liano. Il numeroso pubblico che ha assistito alle garé ha ammirato lo stile e la tecnica dei giocatori. Molti che con­ sideravano il gioco delle boc­ ce, soltanto come un passatem­ po per persone più o me­ no anziane hanno dovuto ricre­ dersi. Il gioco delle boace se non può essere considerato uno sport altamente agonistico, deve giustamente essere pa­ ragonato alle altre attività sportive. Per raggiungere ele­ vati risultati tecnici occorre la imposizione di una severa di­ sciplina sportiva. Quasi tutte le Regioni d'Italia erano rap­ presentate. Dalla Sicilia alla Sardegna, dallo Stivale allo Lombardia. Dopo la S. Messa, ascoltata nella località in cui tutti i partecipanti erano al­ loggiati, da Castelnuovo Fo­ gliavi. i concorrenti si sono ri­ versati sui campi salsesi. L'aristocrazia boaciofila è affiorata nelle varie eliminato­ rie, conquistando il diritto di rimanere in gara per il titolo. Si sono classificati per le finali: Categoria Allievi. Singolo: Tessandri di Cremona, Bortot di Treviso: Coppia: Togno I e fogno II di Novara; Terna: Mistrangelo, Olivieri e Porta di Savona e Briant, Corradi e Peronzeni di Verona. Categoria Adulti. Singolo: Poli di Cremona e Narducci di Roma; Coppia: De Angelis e Tarquini di Roma, Avezzani e Cerpelloni di Verona; Terna: Boano, Pieri, Lauri di Roma e Meazza I, MeazZa II. Bram­ billa di Pavia. Nel pomeriggio in un clima altamente agonistico, incitato da un foltissimo pubblico com­ posto di varie Autorità ed ap­ passionati, si sono svolte le fi­ nalissime. che hanno dato i seguenti risultati:

(coppia)

Boano-Pieri

di Roma; 5. Morra di Roma; 6. Picco di Pavia. Coppia: 1. Arnoldi-Tasca di Bergamo: 2. Togno 1-Togno II di Novara; 3. Beatrici-Chiap­ pini. Brescia; 4. Cavagni-Montani, Cremona; 5. Pireddu-Delle Donne, Pavia; 6. Bottos-Amadio. Treviso. Terne: 1. Briani-CorradiCali. Verona: 2. MistrangeloOlivieri-Porta, Savona: 3. Carminati-Avoledo-Baronetto. Tre­ viso: 4. Caffìo I-Caffìo II-Fiorenza. Taranto: 5. Fiore-Zanetta-Joppa. Novara: 6. Cavagnoli-Gelasio-Mori. Cremona.

Categoria adulti Singolo: 1. Poli, Cremona: 2. Narduoci, Roma; 3. Damini, Verona: 4. Cimini, Bergamo, 5. Cipolla, Lodi; 6. Ballatoio, Como. Coppia: 1. De Angelis-Tar­ quini, Roma: 2. Avesani-Cerpelloni, Verona; 3. Bergama­ schi -Guindani, Cremona; 4. Patruno-Macri, Taranto; 5.

e

Lauri

(terne)

Me azza-Ambra sini, Pavia; Caspani-Novati, Como. Teme: 1. Boano-Pieri-Laurt, Roma: 2. Meazza I-Me azza IIBrambilla, Pavia: 3. MalocchiSpoldi-Bissoni, Lodi; 4. Fragnito-Silvestri-Zitani, Beneven­ to: 5. Moretti-MancastroppaRonchi, Bergamo: 6. Albano IAlbano II- Lo Russo, Taranto.

Classifica dei Comitati 1) Roma; 2) 'Verona: 3) Cre­ mona: 4) Treviso; 5) Bergamo; 5) Pavia. Il Segretario Generale prof. Borghi che aveva seguito con vivo interesse lo svolgimento delle gare, prima di procedere alla premiazione, ha rivolto a nome della Presidenza Centra­ le un cordiale saluto agli atle­ ti, compiacendosi con essi per '.'esemplare comportamento te­ nuto in campo e con i dirigen­ ti per l'ottima riuscita della ANGELO D’OVIDO ( Continua a pag. 2)

QUALCHE INSEGNAMENTO PER GLI “AZZURRI,, DAL CONFRONTO CON LA SVIZZERA

I 2,01 di Gianmario Roveraro gemma d’un incontro poco fortunato Brillante ritorno di Silvano Meconi alla condizione europea e in ec­ cepibili conferme di Gianfranco Baraldi e Giovanni Lievore

Fortuna che c’è stato Roveraro a raddolcire l’amara pil­ lola di Lugano. La nuova im­ presa del giovane di Albenga è di grande interesse nel qua­ dro dell’atletica europea. La sua misura, infatti, l'anno scor­ so sarebbe stata la nona d’Eu­ ropa, la venticinquesima del mondo: una misura di assoluta eccellenza, quindi, e tale da Categoria allievi permettere un discreto piazza­ Singolo: 1. Bortot di Treviso; mento alle Olimpiadi. Rovera2. Tessandri di Cremona; 3. ro, infatti, s’è guadagnato de­ Costoro di Verona: 4. Poverelli finitivamente la iscrizione ai

Giochi di Melbourne ed è il quarto uomo che riesce a supe­ rare i severissimi limiti impo­ sti ad inizio di stagione dalla FIDAL. Gli altri tre, come è noto, sono Baraldi, Consolini e la .Leone. Finalmente, dunque, il «mu­ ro» dei due metri non è più una chimera per il salto in alto italiano. E il merito va ascrit­ to a quel Roveraro che e un vero esempio di atleta. Senza mai trascurare lo studio che rapprcfcenta la sua preoccupa­

Ad Aosta il 7° Troteo della Montagna Il Trofeo della Montagna, dò. po una lunga puntata sui mon­ ti pallidi, per dovere di rota­ zione e anche per i molti me­ riti acquisiti in questo campo dal Trentino, dopo due edizio­ ni a Moena, ospite della Scuo­ la Alpina del Corpo delle Guardie di P.S. forgiatrice di rocciatori e di campioni del­ la neve, torna ad Aosta. Nella sede madre, per disputarvi sul­ le pendici che circondano il magnifico leggendario capoluo­ go della suggestiva Valle, la VII edizione. Torna ad Aosta, affettuosa­ mente accolto dalla popolazio­ ne e magistralmente sorretto dalla Scuola Militare Alpina,

Zampedri, Imperiali, Maino. corridori che sono incorsa in Capodiferro, Tinarello, Seve­ errori di valutazione: Impe­ ri. Verucchi e Ragonesi. Ab­ riali collaborando con Bono biamo fatto di proposito i nel finale, per venire ben nomi dei migliori in quanto presto travolto: e Zampedri essi hanno animato la gara per non aver osato prima. Se determinando il risultato. I ciò fosse accaduto probabil­ due favoriti della vigilia mente il risultato non sareb­ avevano in animo di realiz­ be stato quello stilato dal zare un piano apposto. L'at­ giudice d'arrivo. taccante avrebbe dovuto es­ Comunque il vincitore ha sere Zampedri. il contrattac­ tutte le carte in regola e il cante Bono. Mia tra i due ec­ successo è pienamente meri­ co inserirsi il terzo incomodo tato. Non si raggiunge la vit­ sotto forma dei rappresen­ toria su avversari di chiaro tanti del Lazio, mettendo in valore gareggiando ner oltre opera il veloce e furbo Im- 159 chilometri sul piede dei periali il quale ha sfruttato 38 all'ora su di un tracciato, a meraviglia la situazione di contropiede. Il piano dei laziali consi- 1 Il 23 Settembre a To­ steva nel tenere all’erta Im­ rino, Bologna, Roma periali e Capodiferro, per sferrare l’attacco sul Monte e Catania le finali in­ Chiesa. Attacco che è riusci­ terregionali di atleti­ to a meraviglia. Tanto più che Zampedri aveva com­ ca leggera del C.S.I. messo due errori, il primo non partendo alle prime sa­ lite. il secondo contrattac­ cando trascinandosi sulla se pur perfetto» non privo di ruota il suo diretto antagoni­ asperità. E soprattutto non si sta Bono. Questi, intelligente sganciano avversari tenaci e furbo, affatto innervosito dopo 140 chilometri di corsa dall’attesa di Zampedri lo se­ se non si dispone di mezzi guiva come un’ombra, at­ fisici e morali indiscussi. tuando così il piano che si La Toscana che gli appas­ era prefisso. E una volta rag­ sionati del ciclismo chiama­ giunta la vetta in compagnia no terra dei campioni ha del forte arrampicatore tren­ tino poteva ritenersi soddi­ permesso la disputa del no­ sfatto e quasi sicuro del suc­ stro migliore campionato su strada, laureando un atleta cesso. forte e generoso. Agli amici Pochi chilometri intercor­ revano dalla vetta del Chiesa della Toscana occorre per all’arrivo e Tinarelli. passa­ questo essere grati avendo to per primo al culmine ve­ consentito al CSI l'effettua­ deva presto sparire i 30” di zione di un campionato alle­ vantaggio conquistati a fati­ stito con una messa in sce­ ca per un serrato ed anima­ na da capolavoro. Perfetto to inseguimento organizzato il servizio logistico, perfetta a brevi intervalli da Bono. l'organizzazione e la segna­ Maino. Imperiali. Zampedri. lazione sul percorso dove è Biassetton, Severi e Regone- stato anche distribuito un si. Questi davano luogo ad numero speciale di Rosso e un finale incandescente sul Nero. piede dei 40-45 orari con una La Commissione Tecnica prodigalità toccante. Logica­ ner il Ciclismo è lusingata mente cosi facendo si presta­ e commossa delle cordialità vano al giuoco del dìù forte, ricevute e si augura di tor­ di Bono, il quale, ritenuto il nare quanto prima in Tosca­ momento giusto sferrava l’at­ na per un'altra prova. In tacco ed alla sua ruota resi­ particolare di tornare a Luc­ steva solo il forte Maino che ca, carica di arte e di storia vestiva del resto gli stessi co­ e ringrazia i collaboratori lori sociali della * Prevalle » del Dr- Grossi e del Dr. Mar­ Vittoria perciò del corrido­ tinelli che in uno con Don re più forte e il più intelli­ Paolino sono stati gli artefici gente nell’attuazione del pro­ della bella manifestazione gramma tecnico stabilito e dilettantistica. GINO QUATTROCCHI sconfitta, per contro, di due

Organizzazione CSI 23 Settembre 1956 fucina in ogni temp.o dei figli più bravi ed eroici delle « pen­ ne nere ». Sulle montagne « valdotai. nes » il Trofeo della Montagna che ha avuto la breve sosta di un anno, sosta forzata per le celebrazioni del decennio del Centro Sportivo Italiano, la VII edizione avrà una fisio­ nomia diversa dalle preceden­ ti: un più spiccato aspetto atletico, con le tre frazioni più veloci e meno severe agli ef­ fetti alpinistici, proprio per il

desiderio di consentire ai cam­ pioni della neve e a quelli del­ l’atletica di addestrarsi in que. sta originale prova estiva mon­ tana, senza interrompere il rit­ mo razionale del proprio la­ voro fisico, ma anzi giovando a questo. La Presidenza del CSI nel darne annuncio alle Autorità civili e militari ai Corpi ed alle rappresentanze in grigio­ verde come a quelle delle Unioni e Società sportive, dei gruppi escursionistici e delle Organizzazioni nazionali che vi prenderanno parte, porge a tutti il ringraziamento antici­ pato e l’affettuoso caldo invi­ to ad Aosta.

zione maggiore, egli sa dedica­ re ugualmente parte del suo tempo anche all’atletica che è la sua più grande passione. Il longilineo primatista (è al­ to 1,92) è un prodotto dello sport nella scuola. Nel 1953, a 17 anni, saltava 1,70. L'anno seguente balzò alla ribalta na­ zionale superando al termine di una stagione intensa e fortu­ nata 1,90: conquistò successiva­ mente i titoli italiani di terza e seconda serie e infine quello assoluto; indossò due volte la maglia azzurra. A 19 anni era già una realtà della nostra atletica. Come L’anno precedente, ebbe una stagione caratterizzata da un progresso continuo e regolare che lo portò ad aver superato a fine anno 1,96. Quest’anno ha ancora conti­ nuato la sua marcia verso le più alte vette mondiali. Non si può nascondere, infatti, che il ventenne ligure ha tutti i mezzi per elevarsi ancora più in alto (e non metaforicamente parlando...) nell’ambito della atletica internazionale. La sua giovanissima età e la sua se­ rietà sono le premesse miglio­ ri al raggiungimento di que­ sti successi. Un’altra ottima pedina per le Olimpiadi di Roma, insomma. ♦ * • A Lugano non tutto è an­ dato per il verso giusto. Si at­ tendeva, infatti, una vittoria ben più netta dei nostri colori.

E in\ece s’è finito addirittura per chiudere la prima giorna­ ta in svantaggio, per recupe­ rare poi nella seconda e vin­ cere con uno scarto certo in­ feriore alle aspettative. E certi Incontri, per permettere un bi­ lancio completamente positivo, devono invece essere vinti con punteggi ben più sonanti. Molto è dipeso sicuramente dal l'atto che rincontro è sta­ to preso un po’ alla leggera dai nostri atleti. E non è buon se­ gno. Perché, ■se per una ¡squa­ dra che va notoriamente per la maggiore può essere segno di assoluta superiorità il pren­ dere sottogamba un incontro con un avversario chiaramente più debole, non altrettanto può dirsi per una squadra, come appunto la nostra, che sta sol­ tanto adesso acquistando una personalità ed è comunque an­ cora ben lontana dall’aver as­ sunto una sua fisionomia, di carattere e di rendimento, che le permetta di « dosare » (.e non « risparmiale >...) le pro­ prie’ forze di fronte a com­ plessi dì entità inferiore. I nostri azzurri, francamen­ te, hanno dato una bella di­ mostrazione di immaturità. Nessun grido d’allarme, quin­ di, che la lezione sarà sicura­ mente servita: l’atmosfera di un incontro internazionale deve essere sempre la stessa, quaSERGIO GATTI (Continua a pag. 2)


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