Stadium n. 4/1956

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Lo sport e la ginnastica hanno, come fine prossimo, di educare, sviluppare e for­ tificare il corpo, dal lato sta­ tico e dinamico; come fine più remoto, ^’utilizzazione da parte dell’anima, del corpo così preparato per lo svilup­ po della vita interiore od esteriore della persona; co­ me fine anche più profondo, di contribuire alla sua per­ fezione; da ultimo, come fine supremo in generale e co­ mune ad ogni forma di atti­ vità umana, avvicinare l’uo­ mo a Dio.

A Formia si lavora per Melbourne Un U. pagina

La settimana agonistica Concessionaria esclusiva per la pub­ blicità: PLBLIACI - Roma - Corso Vittorio Eman. n. 287 - Tel. 556.068 Costo d'inserz. L. 150 a mm. col. Spedizione in abb. postale gr. II Un numero L. 20

Dal discorso di Pio XII ai par­ tecipanti al Congresso scientifico nazionale dello sport e dell’edu­ cazione fisica (Roma 1952).

Direzione Redazione Amministrazione - Roma Via della Conciliazione, lt t. 555561-550113

SETTIMANALE DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO DIRETTO DA LUIGI GEDDA

Anno Kl ■ H. 4 ■ Roma,2 FeBUral01956

CROLLANO IN SERIE I PRIMATI MONDIALI SULLE PISTE DI CORTINA D’AMPEZZO

segnano il progresso tecnico in ognispecialità Ito w-

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«Noi giuriamo di partecipare ai Giochi Olimpici come concorrenti leali, rispettosi dei re­ golamenti che li reggono e desiderosi di gareggiare con spirito cavalleresco per l’onore del nostro paese e la gloria dello sport». Queste, le parole che Giuliana Minuzzo ha pronun­ ciate a nome degli atleti presenti alla rassegna olimpica

Fraternità Olimpica Il fuoco raccolto sul mille­ nario tripode a Roma nel Tempio di Giove arde da cin­ que giorni sullo sfondo dello Stadio del ghiaccio di Corti­ na di fronte allo stupendo scenario naturale delle « To­ fane », che quasi lo proteggo­ no dalle insidie dei venti e delle tormente. Arde viva la fiamma cosi come è viva la passione degli atleti, l’ardore e l’incitamento dei dirigenti in uno spirito nuovo, in una armoniosa fusione che solo un avvenimento sportivo è capace di imprimere in tutti facendo d’un colpo dimenti­ care le astiosità, le divergen­ ze, le diverse ideologie, le pa­ ratie stagne che dividono purtroppo il mondo d’oggi e fanno scontrare le gentiProprio in questo Stadio ho visto gareggiare hockeysti az­ zurri a canadesi. Il travol­ gente gioco aveva trascinato a qualcosa di più di un sem­ plice entusiasmo la folla e gli atleti. Erano avvenuti in campo, duri e spiacevoli inci­ denti. Come sempre il risul­ tato alterno aveva trascinato le squadre ed il pubblico in un’atmosfera infuocata che di minuto in minuto sembrava esplodere in chissà quale pa­ rapiglia. La volontà degli az­ zurri, il loro gran cuore pri­ ma ancora che le capacità tecniche, per tanto tempo era­ no riusciti a contenere l'of­ fensiva dei famosi maestri del gioco coi pattini, al pun­ to da indispettirli. Solo nel finale questi hanno potuto aver ragione dei nostri visi­ bilmente provati, perché mai avevano sostenuto simili bat­ taglie, vittime della loro stes­ sa generosità, e rincontro aveva raggiunto il risultato logico, assai inferiore tuttavia alle previsioni. C’era però nel­ l'aria ancora un po’ di rugigine, qualche ammaccatura bruciava gli animi prima an­ cora di produrre un dolore fìsico. Ma ecco che il sibilo della sirena annuncia la fine. Ecco d’improvviso il pubbli­ co dimenticare tutto ciò che non avesse attinenza con il giuoco ed ecco i giocatori al­ linearsi al centro del campo

II.ITIHIIIIIIIIßll Giovedì, 26 gennaio Il fuoco raccolto sul tripode millenario nel tempio di Giove e trasportato attraverso le sale stupende del Campidoglio, sul­ la loggia che sovrasta la piazza michelangiolesca, dove- è stata accesa la fiaccola olimpica, consegnata dal Sindaco di Roma ad Adolfo Consolini ha terminato il lungo viaggio con una gigantesca staffetta, alle ore 12,25 di giovedì 26 gennaio allo Stadio del Ghiaccio di Cortina. Dalle tofane dove la fiaccola aveva sostato nella notte di vi­ gilia, avendo per scorta d’ ono­ re gli alpini ed i rocciatori dell’Ampezzano, il fuoco è stato portato a valle da uno degli atleti più prestigiosi che la sto­ ria italiana degli sporte inver­ nali vanta: Zeno Colò il quale avrebbe potuto e dovuto essere ancora audace protagonista del­ la VII Olimpiade della neve, con lo .stesso diritto e con ben maggiori titoli di tanti altri concorrenti. All’ impareggiabile campione abetonese è stato in­ vece riservato solo il piacere e l’onore di percorrere l'unico tratto del tracciato comune alla torcia ed ai campioni del disce­ sismo mondiale per la stessa discesa che lo ha visto tante volte vincitore. All’ingresso dello stadio Gui­ do Caroli ha prelevato il fuoco di Roma dalle mani di Vincen­ zo Colli che fu con il cugino Enrico partecipante alla prima Olimpiade invernale, nel 1924 a Chamonix. Pattinando, visibil­ mente turbato per l'altissimo incarico, il campione d’Italia ha percorso il quadrato dello sta­ dio raggiungendo la piattafor­ ma dov’c collocato il tripode; fermo, pallido nel volto, contra­ riato vorrei quasi dire per l'in­ volontario ostacolo che ha tro­ vato giusto a metà dello stadio sui suo cammino, l’atleta mila­ nese, ieratico nella sottile figu­ ra, ha levato la torcia al cielo quasi per implorare dall'Altis­ simo l’auspicìo migliore per la gioventù di tutto il mondo ra­ dunata a Cortina. Quindi ’ha piegato la fiamma verso il tri­ pode c subito da questo si è sprigionata una luce bluastra, la luce olimpica che arde festo­ sa in questi giorni ed arderà per tutti quest! giochi sino alle ore 17 del 5 febbràio. L’immensa folla ha ascoltato

per il saluto. Sembrava però ma la chiassosa cornice co­ all’uno. e all'altra parte di la­ smopolita dei giochi, come sciare veramente qualcosa in vuole del resto lo spirito di sospeso uscendo così dal cam­ Olimpia. Di certo è gioventù po. Mancava infatti la caval­ sana, nel fisico come nello leresca affettuosa stretta di spirito, che esplode nelle com­ mano che tutto placa, che ri­ petizioni ma che sa anche es­ dona la serenità. 1 due capi­ sere esempio di dedizione e tani prima ancora degli altri di amore. Gioventù sana che hanno sentito senza sollecita­ così plasmata non si perderà zione alcuna il dovere di com­ giammai nella vita. piere questo rito. Ed eccoli NABER avvicinarsi, automaticamente quasi, con largo sorriso l'uno all’altro ed andare al di là della convenevole stretta. Ec­ coli abbracciarsi quasi a mo’ di invito per tutti gli altri. Anche coloro che maggior­ mente. erano stg,ti duri nel­ l’azione di gioco hanno, cer­ Venerdì, 27 gennaio che li ha portati al traguardo cato per primo proprio l'av­ Lo Stàdio della neve è so­ io ricordi i nostri ragazzi. Pro­ versario che maggiormente vrastato da una cappa grigia­ prio perchè una volta che ci avevano colpito od ostacolato: stra che annuncia fiocchi co­ si addentra nelle espressioni E' stato forse questo il mo­ piosi. Gli atleti del fondo che aritmetiche dei tempi e delle mento più bello dell’incontro, gareggeranno sul triplice anel­ distanze occorre lasciare da par­ il richiamo allo spirito di lo di Zuel, sgambettano, come ie il cuore ed accettare la cru Olimpia che, vuole la frater­ i puledri negli ippodromi pri­ aa realtà delle cifre che esai / tano per l'appunto gli uomini nità dei popoli- Basta del re­ ma della corsa Anche se la distanza è se­ del nord, pionieri di questo sto guardare al miracolo del­ vera. se il tracciato impone una sport giunto centinaia di anni le due Germanie raggruppate condotta razionale inteiUgente, dopo nelle valli alpine. in un’unica formazione atle­ nessuno pensa a rispai miarsi La trenta chilometri è stata tica proprio grazie a quel Sono in gara i giganti dei lon- vinta da Veikko Hakulinen, 11 grande denominatore comune dismo mondiale. £ poiché i> stesso che anche ad Oslo nella che è lo sport. Agli statuni­ fondo sta allo sci come l’atle­ maratona bianca aveva impo­ tensi che stringono la mano, tica sta allo sport, disciplina sto la sua superiorità, lo stesso ai sovietici, ai coreani che base di ogni espressione fisico­ che nei campionati mondiali brindano con i giapponesi, al­ agonistica, i protagonisti di que­ di Falun nel 1954 piegò i russi le finlandesi che si compli­ sta prima battaglia delio sci al loro esordio ed i colleghi mentano con le loro vincitri­ sono anch’essi veri atleti, abi­ scandinavi. Veikko Hakulinep ha ci siberiane riuscendo perfino tuati e cresciuti alla severa 30 anni, è sposato, ma non ha a far sorridere quei volti di scuola della rinuncia, del sacri­ ancora un bebé a cui insegnare solito così austeri e compas­ fìcio. della dedizione assoluta l'arte dei pattini da neve. La sì da fare della loro pratica sua passione, dopo la professio­ sati. sportiva la propria ragione di ne di tecnico forestale, é lo sci Non fosse altro che per que­ vita, il proprio mito. Ecco i Un solo grande avversario sto le Olimpiadi debbono vi­ russi, chiusi compassati, non di­ ha avuto Haklulinen, uno solo vere e diffondere il loro alto rei neppure atleticamente beili, che lo abbia veramente preoc­ significato tra le genti, in piccoli e strani nel fisico, ma cupato: il ventiquattrenne sve­ quanto la fraternità olimpica possenti nella volontà e nel tre­ dese Jernberg così diverso nel­ porta all’agonismo più bello, mendo impiego della forza ac­ la falcata, così diverso nel fi­ alla interpretazione migliore quisita in mesi di allenamento sico, più bruno ma egualmente della pratica sportiva per di­ implacabile, così diversi però colmo di classe e di volontà dai biqndi scandinavi, dagli ie­ letto, per migliorare il pro­ ratici. longilinei finlandesi, dai Insieme i due hanno piegato la prio fisico ricreandolo, per più marcati svedesi, dai mas coalizione sovietica, insieme hanno fiaccato Koltcmin,, Schetrarre da esso attraverso una sicci norvegesi. Ijkhin, il campione del mondo severa autodisciplina che è Ed ecco tra tanta elite della Kuzin, il giovane si­ ad un tempo scuola di educa­ neve, le modeste maglie azzur­ Vladimir beriano Fedor Terentjev. zione e di vita, il risultato re. Sono quelle di De Fiorian. Ma il gioco non è riuscito più alto. Non importa però di Ottavio Compagnoni, di Ar- nella 30 chilometri. Solo i due se questo è risultato di vit­ rlo Delladio, di Camillo Za- fratelli svedesi Larsson sono toria o di sconfitta. noli, ragazzi semplici delle no- giunti dietro di loro, Solo gli eletti possono vin­ sire valli, che da mesi, anche Ma Svezia e Finlandia aveva­ cere una olimpiade, ma è già essi hanno accettato la severa no mandato avanti le due staf­ mirabile atleta colui il quale vita claustrale pur di essere fette più poderose che non si I presenti a Cortina. deve pensare siano esaurite sol­ può parteciparvi. Come lo confermeranno i ri­ tanto sui trenta chilometri di Qualcosa di grande sovra­ del sorprendente am­ Zuel. sta e protegge lo svolgimento sultati, De Florian, anzitutto Alla gara di slalom gigante dei giochi, un inconfondibile mirevole il quale ha osato sfidare a Viso vinta ad Oslo da Andreina La­ lievito cristiano fermenta in­ aperto i leggendari scandinavi wrence. non è però lei questa consapevolmente in questa piegando l’intero quartetto noi volta la favorita. Lo sarebbe gioventù la quale più che mai vegese, qualche svedese e fin­ stata di certo la Lanig se non in questi giorni sa imporsi landese. E’ giusto che prima an­ fosse caduta in allenamento, sacrifizi notevoli, dimentican­ cora dei vincitori meritevolis­ lussandosi una caviglia e fi­ do il mondo esterno che for- simi ed inesauribili nello sforzo nendo al Codivilla, la clinica

Le medaglie d’oro

le parole del Presidente del Comitato organizzatore, conte * Thaon De Revel, la frase di rito del Capo dello Stato on. Gronchi dalla tribuna centrale । ed infine il giuramento pro­ nunciato con voce chiara da Giuliana Minuzzo che costituì-vano il suggello, l'abbrivio per 1’ avvenimento che l’Italia ha per tanto tempo desiderato e meritato e per il quale ha sa­ puto realizzare la più - sfar­ zosa, completa, semplice ed espressiva ?.d un tempo (poi­ ché ha avuto per fondale lo scenario più fantasioso che , mente umana possa immagina­ re: quello dolomitico di Corti­ na, perla tra le perle alpine) sede degna della VII Olim­ piade invernale.

HAKULINEN VEIKKO - Finlandia - Fondo maschile 30 chilometri REICHERT OSSI - Germania - Slalom gigante fem­ minile ITALIA I (Dalla Costa-Conti) - Bob a due KOZYREVA LJUBOVA - URSS - Fondo femminile chilometri 10 GRISCHIN SERGEJ - URSS - Pattinaggio velocità metri 500 SAILER ANTON - Austria - Slalom gigante maschile SCHILKOV BASIL - URSS - Pattinaggio velocità. metri 5.000 BRENDEN HALLGEIR - Norvegia - Fondo maschile 15 chilometri COLLIARD RENE’ - Svizzera - Slalom speciale fem­ minile GRISCHIN - URSS e MIKHAILOV - URSS - Patti­ naggio velocità metri 1500

Il fulmine Sailer Domenica, 29 gennaio icolari e tecnici travolgenti per Ho ancora nelle orecchie l’ur- La velocità delle azioni, per il lo della folla che incita i nonstri | capovolgimento delle situazioni, ragazzi dell'hockey impegnati per l’intelligenza che richiede, nel durissimo confronto con il l’ubriacante assimilazione del Canadà. Non uno degli italianilgioco l’impiego dei riflessi come è rimasto ieri sera in albergo in nessun altro sport. E’ andata o ha voluto comunque rinun­ come doveva andare secondo il ciare ad assistere alla partita di pronostico ma gli azzurri meri­ commiato della nostra squadra. tavano assai di più. Scriveranno L'andamento delle prime due comunque nel loro libro d'oro serate con la Germania e so­ di essere riusciti un giorno, nel­ prattuto con l’Austria non ci è la valle D'Ampezzo, nel mera­ viglioso Stadio del Ghiaccio che è stato favorevole. Avremmo dovuto dominare il mondo ci invidia, a frenare tanto l'una che l’altra ed invece i canandesi, a controbatterli e abbiamo soltanto pareggiato. persino ad umiliarli con una Ecco perché gli azzurri sono apertura di punteggio che li ha stati eliminati ed hanno tentato mandati su tutte le furie. Me­ l’impossibile contro il Canadà. glio non pensarci più, dimenti­ Hanno tentato di reagire persi­ care il confronto rude talvolta no ai maestri di questo splen­ scorretto proprio per la foga dei dido gioco che ha valori spetta­ canadesi La domenica si apre con que­ sto ricordo ma anche con una stupenda esibizione delle frecce della neve sulla pista diabolica che dai Tondi di Faloria scende ai piedi del Cristallo, su 2600 metri siano state collocate con un pizzico di cattiveria da tec­ nici implacabili sessantanovp porte. Attraverso questo labi­ gente, su quel ghiaccio che la rinto gli assi del discesismo lama dei pattini non riusciva mondiale dovevano presentare neppure a scalfire tanto era la loro tesi di laurea, recitare compatto, grigio lucente e teso, il grande monologo sul filo dei si buttarono in corsa giappone­ 100 all’ora, talvolta spingendo si e coreani e canadesi, italiani ancor più sui bastoncini in pic­ e finlandesi e alia fine — tirati chiate che erano già di per se a galla tutti i tempi — si vide vertiginose, talvolta ancora fre­ questa pesca miracolosa: ven­ nare di colpo sollevando una tuno atleti avevano abbassato il nube di neve bianca asciutta record olimpionico di Oslo. come la farina appena esce dal quattro avevano ridotto il li­ molino. Solo che la farina è mite delle rispettive nazioni, calma in quel momento e la ne­ un altro russo — Gratch — era ve de’ Faloria era invece fredda arrivato a toccare quella misu­ e si infiltrava dappertutto ge­ ra di 40 e 8 che solo Sergeiev e lando le estremità. Gli austria­ Grishin potevano vantare ci come era in fondo nelle pre Cerano stati anche due inci­ visioni hanno dominato il cam­ denti ie a quel ritmo era im­ po ed il grande Toni Sailer ha possibile evitarli): rossovesti­ dato scacco matto a quanti pen­ di farlo fuori. Ad ame­ to il canadese Sands — che fi­ savano ricani. a francesi, a tedeschi, lava a stabilire un tempo certo agli svizzeri, scesi parecchio di tra i più ristretti — s'inclinò tono da qualche anno troppo nell'ultima curva, lo spi­ I nostri hanno fatto quanto golo sottile del pattino superò era possibile fare. Gino Burrini quel sottilissimo confine fra lo è lì. a ridosso dei fuoriclasse, a attrito e la slittata ed egli cad­ un tiro di schioppo dai campio­ de e scivolò lontano, steso sul ni. avendo lasciato dietro di ghiaccio, andando a sbattere ai sé nomi famosi e l'intero rag­ bordi della pista, e restò giù. gruppamento americano oltre a lungo disteso, dolorante, il pie­ tutti gli svizzeri. de fratturato. Michailov, russo, Così anche Guido Ghedina. cadde alla stessa curva, ma si mentre Bruno Burrini con 38 di rialzò da solo e se ne andò me­ febbre non ha potuto andare ol­ stamente. tre quel che da fatto.

Trionfo azzurro nella gara dell’ardimento Sabato. 28 gennaio La nostra bandiera, il nostro -tricolore così ¡bello e così pieno, sul pennone centrale dello Stadio del Ghiaccio, preso di mira da ampi fasci di luce mentre la banda della Finanza suona l'inno di Mameli. Nel grande stadio la follti ammutolisce, sei atleti salgono sul podio dei vincitori, abbi­ nati. Due sulla piattaforma più alta e vestono là gloriosa divi­ sa della nostra aeronautica mi­ litare, due in quella lievemente più bassa, dei secondi, ed han­ no egualmente una montura az­ zurra perchè sono anch’essi ita­ liani. Infine gli ultimi due, sul­ la sinistra sulla pedana dei terzi, e sono svizzeri. L'Italia ha vinto il titolo olimpionico nel bob a due, con una serie di discese nel canalone infernale di Ronco da lasciare sbigottiti gli avversari e mandare in vi­ sibilio la folla che già aveva pregustata la gioia del succes­ so ieri nella prima giornata di gare. Il bob è specialità per spregiudicati, per gente dal fegato sanu e dal cuore intatto. Ma è anche espressione tecni­ ca altissima di metodo, di pre­ parazione, di dura selezione.

In gara i giganti del fondismo cortinese che non ha mai avu­ to tanto layoro come in questi giorni. Ma ecco pronta la sosti­ tuta. La Germania ha tale vi­ vaio di discestiste, iniziando la serie nel lontano 1936 con la Cristel Cranz,’ da poter attin­ gere sempre nùove forze. Og^i la sórte hà favorito Os­ si Rèichert. davanti alle due austriache ’ Frandl e Hochleitmer. all’ex- càm’pionéssa del mondo e alla* sfortunatissima Madeleine Berthod, - autoeliihinatasi.quando aveva già la me­ daglia d'oro in tasca, a tre quarti del Canalone, per l'er­ rore di una porta. Le due austriache che- occupano i posti d'onore sono invece la Frandl appena venti­ treenne, sartina a Salisburgo e La Hochleitner, già 28enne. 28enne, pi-oprietaria di una latteria a Bad Gasten

Nei giorni scorsi più di uno è finito al Codivilla e spesso il labirinto ghiacciato è macchia­ to di sangue. Così vuole pur­ troppo la dura legge dello sport, così »vuole in particolare questa difficile specialità ago­ nistica che richiede agli uomi­ ni nervi d'acciaio prima ancora che virtù tecniche. Il risultato è connesso strettamente al temperamento dei protagonisti. Monti, l'irriducibile discesista dominatore dèlia Tofane che avrebbe forse raggiunto i tra­ guardi più. lontani nello sci, se proprio per il suo ardimento spregiudicato non fosse stato stroncato in una gara di disce­ sa a Cortina <5ue anni addietro, era stato il migliore negli alle­ namenti. In gara invece il più compassato Dalla Costa coadiu­ vato a meraviglia dal suo part­ ner Conti, lo ha superato di prova in prova sia pure per centesimi di secondo, acqui­ stando un vantaggio' che il cor­ tinese ha cercato di colmare di un sol colpo nella quarta man­ che. Il severissimo lavoro di selezione sviluppato dai tecni­ ci italiani nel breve volgere di due o tre stagioni invernali ha portato nientemeno che alla vittoria olimpica, dopo averci dato con lo stesso sistema, ap­ pena due anni addietro il titolo mondiale nella stessa competi­ zione. con altri due aviatori. Figoli e Petrelli. L'Aeronautica italiana, costellata di eroi, può .essere fiera anchg.di queste vittorid sportive che la qualifica­ no ìn un settore di pace assai diverso per buona fortuna da quello bellico e per questo più gradito ed umano.

A Misurino con i pattinatori Le tre cime di Lavarédo, ISOlate ed erette-sull’alto orizzonte del lago, parevano custodi del grande segreto, di cui tutti par­ lano quassù a Misurina: il se­ greto della favolosa scorrevo­ lezza della pista ghiacciata del lago, che fa misurare all'appa­ recchio 18 metri di scivolata, mentre a Davos, a Garmisch e in tutti gli altri stadi del ghiac­ ciò d’Europa non giunge a dieci metri, e al massimo, ad Alma Ala nell'URSS, tocca i quat­ tordici.

Il vento che di notte aveva soffiato furioso e aveva strap­ pato a Cortina bandierohi e casorelli.. e abbattuto il pannel­ lo dove quattro quadranti se­ gnalavano l'ora di Roma, l'ora di Londra e di Mosca e di New York, adesso era ammansito. Sugli autobus gremiti giunge­ vano da Cortina a centinaia i turisti e restavano estasiati. Si perdevano col naso in aria, ra­ piti dalla vista del Sorapis e delle Lavaredo e intanto in pi­ sta scoccava già il primo colpo di pistola. Non ci fu il tempo di appostarsi, ma solo di voltarsi a guardare: era partito Grishin in coppia con Cronshshey, un inglese non da poco. Il russo era in testa alla prima curva, incrociò il passo armonioso e potente, fu sulTultima curva, passò all'esterno e volò sulla dirittura d’arrivo: cran passati colo 40 secondi e due decimi. Il record mondiale era ugua­ gliato. Poi fu la gara di tutti gli altri, ma con quel prece­ dente non c'era chi potesse vo­ lare più leggero e più veloce, e toccare quel cielo con un dito che si chiama record del mon­ do. Fecero scintille, se così si può dire: a un ritmo scon-vol-

Uno stupendo Brenden e un grande Compagnoni Lunedì. 30 gennaio Nevica dal primo mattino, una neve lenta e tenue come pulviscolo d'evatta; seno anco­ ra di scena i fondisti e più tar­ di, sul costone del Druscé, le ragazze per lo slalom speciale femminile. La prima, la prova classica dei 15 km., vede la pronta stupenda riabilitazione dei norvegesi umiliati nella ga­ ra dei 30 km. Brenden parte come una furia sin dai primi colpi di racchette éd al 5 km ha già 12" sul sovietico Kuzin, che crollerà paurosamente nel finale. 13" su Uerberg — lo svedese secondo nella 30 km. — 18" e 21" rispettivamente sui

Il tricolore d’Italia sventola sul pennone di Cortina. Due audaci aviatori: Dalla Costa e Conti con il loro coraggio e spirito di abnegazione hanno conquistato la medaglia d'oro nella vertiginosa discesa del bob a due

russi Koltchin e Anikin; quin­ di altri due finlandesi Viitainen od il famoso olimpionici' Hakulinen e ancora scandinavi. Stokken, Bruusveen.' Rasanen e di due Larsson prima del no­ stro Ottavio Compagnoni alfie­ re della squadra azzurra. Sono questi gli uomini migliori della prova, che non »vedrà altri so-, piawanzare. Crollerà come ho detto il tarchiato Vladimir Kuzin, retrocederà anche Anikin, tentennerà Stokken mentre al­ la pari dei più forti annienterà sempre più Ottavio Compagno­ ni al quale proprio in parten­ za il generale Galli, ispettore generale del Corpo della PS. ha voluto portargli il saluto affet­ tuoso e l’augurio di tutta la po­ lizia italiana. Tanto andrà forte il nostro campione della Scuola Alpina di Moena ;he i Larsson saranno costretti ad abbassare bandiera e solo per un’inezia si salverà Kusin. E’ questa di Compagno­ ni l’affermazione più possente che un fondista italiano ha rag­ giunto in una olimpiade. A conferma della eccellente scuo­ la e del lavoro compiuto in profondità dalle fiamme d'oro ed anche dalle altre scuole mi­ litari. Vittoria norvegese dunque suffragata lai quinto e sesto posto di Brusveen, dal settimo di Stokken, affermazione nu­ mero due ai Jernberg ma an­ che collaudo internazionale, mondiale definitivo di Compa­ gnoni. primo dei centroeuropei. Gli altri italiani si sono com­ portati egregiamente. Anzitutto

De Florian che ha mantenuto le posizioni iniziali, quindi In­ nocenzo Chatrian costretto a fare da battistrada essendo par­ tito con il numero uno e Pom­ peo Fattor, giovane dalle mille risorse ma ancora inesperto. Nello slalom femminile, se­ conda importantissima prova della giornata per un soffio Giuliana Minuzzo ha fallito il bersaglio di almeno la terza medaglia olimpica. Gliel'ha sof­ fiata la russa Sidorova, una delle favorite, caduta però a metà percorso della seconda di­ scesa. Ha vinto la svizzera Colliard riabilitando i suoi con-

Stadium settimanale giungerà nelle vo­ stre sedi e nelle vostre case tutti i giovedì nazionali sconfitti tanto nella discesa obbligata gigante quan­ to nel fondo. Ed al secondo po­ sto l'austriaca Schoph, poco veloce nella seconda prova. Non è stato un grande « sla­ lom speciale », forse perchè la neve continuando a cadere ha fatto inciampare più duna mandando all’aria le velleità delle più furti, quali la svizze­ ra Berthod e l'americana Law­ rence. J." NATALE BERTOCCO


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