Stadium n. 42/1956

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C. S. I. PRESIDENZA KAZIOHAL ARCHÌVIO STURICI) Con l'avvento del presente secolo lo sport ha assunto proporzioni tali, per le schie­ re del dilettanti e del profes­ sionisti, per le folle accor­ renti negli stadi e per l’inte­ resse destato mediante la stampa, da costituire un fe­ nomeno tipico della odierna società. L’accresciuta impor­ tanza suscitò, a sua volta, nuovi riflessi e problemi nel campo dell'educazione della pratica religiosa, della mo­ ralità, perfino in quello so­ ciale, da non poter essere trascurati dalla Chiesa,

Comunicati delle Commissioni 3. pagina

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Dal

discorso del S. Padre in occasione dell’inaugurazione dello

Spedizione in abb. postale gr. I Un numero L. 20

Stadio Olimpico di Roma.

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SETTIMANALE DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO DIRETTO DA LUIGI GEDDA

Anno XI - N. 42 - Roma 25 ottobre 1956

LE MEDAGLIE NON SON TUTTO, MA INSEGNANO A CONTARE

Crinelle e teorie non cancellano il valore dello sport Italiano

E' in corso di stampa C.S.I. 57 che oerrò inviato alle Unioni ed ai Gruppi Sportivi affiliati lo scorso anno. Il Presi­ dente Centrale prof. Luigi Gedda rivolge ai Dirigenti, dalle pagine introduttive del manuale organizzativo, il seguente incito che siamo lieti di riportare certi di far cosa gradita ed al tempo stesso richiamare fin d'ora l’attenzione degli interessati sugli impegni che caratterizzano la vita del C.S.I. per l'anno sociale 1956-57.

C.S.I. '57 è il manuale che ti deve accompagnare nella nobile fatica per l'anno sociale 1956-57. < Nobile fatica » perchè lo sport che vuole prati­ care il C.S.I. è un'opera meritoria verso la Società: infatti il C.S.I. vuole educare con lo sport le nuove generazioni. Lo sport può essere dunque un mezzo educativo coil quale tu puoi elevane spiritualmente gli atleti della tua Società. Se lo sport non fosse un mezzo educativo il Cen­ tro Sportivo Italiano non esisterebbe e molti suoi Diri­ genti nelle ore libere se ne starebbero seduti al bar o in casa a godersi la televisione. Invece migliaia di uomini rinunciano al loro diver­ timento per dedicarsi al Centro Sportivo Italiano con­ vinti di fare del bene. Il C.S.I. non vuole costruire dei campioni soltanto, sarebbe troppo poco, ma vuole costruire degli uomini. lililí Se tu sei d'accordo con questo programma sei dei nostri, armati di buona volontà e buon lavoro.

Molti lavorano ma pochi costruiscono Costruire un uomo facendolo giocare o correre non è facile. Bisogna lavorare con intelligenza. Purtroppo molti si dimenano nello sport ma pochi costruiscono perchè pochi sanno usare il cervello. Drizziamo subito le idee storte che circolano con troppa facilità: 1) il C.S.I. non deve essere ridotto ad una squa­ dra di calcio. Con il calcio si può incominciare, per­ chè è lo sport più facile, attecchisce da solo. Ma chi si ferma al calcio rinuncia al maggiore potere edu­ cativo che hanno altri sport come l’atletica leggera, la pallavolo, il nuoto, ecc.; 2) ri C.S.I. non significa un torneo male organiz­ zato. Lo sport educa? Allora rispettiamolo, non fac­ ciamolo per scherzo. Quindi lavoriamo con serietà e competenza. Studiamo a fondo i regolamenti, siamo precisi nel lavoro: 5) non di solo sport vive il giovane. Il giovane è un uomo cioè un corpo ed un'anima mirabilmente fusi. Non si deve sprecare questo miracolo della crea­ zione facendone soltanto un perfetto giocoliere. Per questo motivo la tua Società deve attuare « il pro­ grani ma integrale» di di i parleremo.

Educare vuol dire « tirar fuori » Tirar fuori un grande calciatore è il programma degli allenatori di calcio, un fenomeno che costi mi­ lioni conteso da tutte le più grandi Società. E’ un programma troppo modesto per noi del C.S.I. perchè l’uomo non è stato creato da Dio per diventare ira grandissimo atleta. ♦ Dio non si sarebbe scomodato per così poco. Quel ragazzo che porta un numero sulla schiena può diventare o meno un grande calciatore, ma certo una parte nella Società la dovrà recitare.' come padre di famiglia, come operaio, come professionista o chissà anche come sacerdote. Ogni uomo ha la sua < vocazione » cioè è stato chiamato» da Dio a ricoprire un ruolo nella vita. Il C.S.I. deve aiutare il giovane atleta a scoprire r raggiungere ia sua vocazione. Altrimenti il C.S.I. fallisce il suo scopo. E sovente lo sport invece di aiutare a scoprire, aiuta a nascondere la propria vocazione, intontisce, ubriaca il giovane. Quanti falliti crea lo sport!

Società e non squadra La squadra è un complesso di undici giocatori che si tiene legata fino alila chiusura del torneo, poi si scioglie. Con la squadra si costruisce poco. Si può cominciare con una squadra ma non ci si ferma lì. La squadra deve diventare una Società, allora c’è il cantiere e si può costruire. Con la squadra si può ottenere un certo affetto che lega tra di loro i componenti ma questo non Significa educare. . La squadra per diventare Società devo conquistare le seguenti posizioni: ì) anzitutto i Dirigenti. Ino non basta, ce ne vogliono parecchi con idee chiare e voglia di lavorare: 2) i soci: tutti posso-no far parte del C.S.I., anche sostenitori. c specialmente molti i genitori, anche i sostenitori, ragazzi: undici soci sono pochi; ' 5) una sede: deve radunarsi per discutere, giocare, trovare un buon libro; 4) ¡il programma in errale. La squadra si ritrova solo sul campo allora della partita. La Società invece ha altri motivi per .tadiin-arM. Ecco il «programma integrale». Grossa parola che vuol dire semplicemente questo: lo sport non è il solo cemento coesivo che lega tra di loro i soci. Ecco perchè C.S.I. '57 porta nelle pagine seguenti il programma integrale suddiviso in tre parti; a) programma formativo: b) programma ricreativo: c) programma agonistico. C.S.I. '57 ti mette a disposizione una gamma vatissima di attività. Scegli. Ma che ci sia un pizzico di tutto. E se permetti ti proponiamo queste mète concreto: t) trasformare la tua squadra in una Società; 2) non limitare l'attività sportiva al calcio; 3) attua qualche iniziativa del programma for­ mativo e ricreativo: 4) non restare -olo, cioè cerca collaboratori, se non li trovi prendi dei giovani e formali. Buon lavoro.

mCJ GEDDA

Antonino Romeo (1500) e Ri no Castellarin (peso) due elementi prodotti dal CSI hanno confermato la bontà della nostra scuola nel Gran Premio delle Regioni

La scorsa settimana, il C.O.N.I. ha definito nei suoi termini essenziali — passibili ormai, soltanto, di qualche lieve variazione, la portata della partecipazione italiana alle Olimpiadi di Melbourne. A vero dire, il massimo ente sportivo italiano è forse — fra gli analoghi del mondo — il più ricco, o almeno quello che disponga più facilmente e più direttamente di grandi somme, grazie all’organizza­ zione della lotteria del « To­ tocalcio ». che annualmente introita al netto miliardi di lire. In teoria, il C.O.N.I. avrebbe potuto mandare a Melbourne, per la XVI Olim­ piade. anche mille atleti, te­ cnici e dirigenti: ne aveva la possibilità, dal punto di vista finanziario. Tuttavia, il prin­ cipio che informerà la partecitazione italiana alle Olim­ piadi di Melbourne sarà dif­ ferente: andranno in Austra­ lia solo quegli atleti che avranno possibilità di figura­ re onorevolmente nelle varie classifiche. In verità, non sono mancate le discussioni a questo propo­ sito: data appunto la larga di­ sponibilità di mezzi, si soste­ neva da molti critici che non era il caso d’essere eccessi­ vamente rigidi nella compi­ lazione dell’ordine di parten­ za. Il famoso motto delle Olimpiadi; «L'importante non è vincere, ma partecipare » sembra dare un carattere im­ perativo al concetto di una indiscriminata presenza degli azzurri alle diverse gare del­ le Olimpiadi in Australia.

TRA LE MOLTE MAGLIE DEL C.S.I. IN GARA ALLE TERME

nel severo vaglio del G.P. delle Regioni

spicca la classe del miri Mei e casiellaria luso, non riuscendo a segna­ migliori giovani emersi duran­ re, sia in batteria che in fi­ te l’anno. Sono caduti i prima­ nale dei secondi, un tempo ti dei 1500 (ad opera di Ro­ migliore di 52”5, mentre col meo: e il precedente record 51” 8 di Milano avrebbe potu­ era di Scavo!), dell’alto (con to riportare ben altra classi­ Castelli che ha superato 1,84), fica finale. ... del peso (per merito di Castel­ Sui 1500 Antonino Romeo larla) e del disco (con Fans’è confermato il miglior terza toni) ed è stato stabilito il serie dell’anno, vincendo con primato dei 110 ad ostacoli assoluta sicurezza la prova, con attrezzi da cm. 91 (con piir non attraversando anche'Battisti, Salvadori e Gavelli a egli un periodo splendido di 14”8): il bilancio è quindi pie­ forma. Il piccolo calabrese è namente attivo. avviato ora verso traguardi L’unica considerazione poco sempre più interessanti, sia sui piacevole è quella che riguar­ 1500 che sui 5000: una prepa­ da la periodicità del G. P. del­ razione seria e .scrupolosa nel le Regioni che, dall’anno ven­ corso di quest’inverno potreb­ turo, per far posto all’edizione be ripresentarcelo l’anno ven­ femminile, dovrebbe essere turo tra i pili grandi protago­ nisti del nostro mezzofondo. Sugli ostacoli Carpegna, il campione C.S.I. s’è messo in evidenza tra i più in vista ot­ tenendo un ottimo quinto po­ sto, pur non segnando il suo tempo migliore: il torinese è senz’altro elemento assai no­ tevole e potrebbe senz’altro emergere anche sugli ostacoli alti, essendo in possesso del 'MBIb fisico adatto alla prova più impegnativa. Nell'alto Daddi s’è classifi­ cato al quinto posto, ripeten­ do 1’1,75 di Milano, ma anche altri si sono messi in ottima Ad un mese dall’inizio del­ evidenza: così Varrucciu che le Olimpiadi il risultato con­ ha superato 1’1,80 e sta con co­ seguito da Giuseppina Leone stanza salendo alla ribalta maggiore, così Ciocchiatti,- al- I è tale da lasciar sperare quanto ad inizio di stagione lievo di Bernes, che sfoggia sarebbe parso forse assurdo un calcio di rana perfetto con o quasi. Con 11'4 sui 100, passaggio ventrale che si di­ sia detto ben chiaro, si può Nardelli con 10”9 nei 100 mostra -della massima effica­ vincere Un'Olimpiade, perchè protagonista CSI alle Terme cia.Il peso ha veduto l'affer­ H”4 non soltanto rappresen­ esatta misura di questi valori. mazione del campione C.S.I. ta il primato europeo della Castellarin che ha superato i Il campione CSI dei 100 e distanza e sta quindi a signi­ dei 200, fulvo Nardelli. ha 13 metri ed è apparso nelle ficare che nessun’altra donna coìto una brillante afferma­ migliori condizioni: un altro ha mai corso nel vecchio con­ zione al G. P. delle Regioni, ragazzo destinato a fare mol­ tinente in questo tempo; classificandosi secondo alle ta strada e che fin dalla pros­ I l”4 è anche la seconda pre­ spalle del piemontese Berruti, sima stagione potrebbe esplo­ stazione mondiale di tutti che s’è giovato d’una parten­ dere a misure piuttosto vici­ i tempi, solo l’australiana za più felice del trentino per ne .ai 14 metri. Strickland avendo fatto me­ De Sortoli ha sfiorato nuo­ soffiargli una vittoria che non gli sarebbe stata impossibile: vamente nel disco i 40 metri glio (H”3 nel 1955) e solo e l’ha dimostrato rinvenendo ed ha conseguito un notevole l’altra australiana Jackson fortissimo nella seconda parte quinto posto, direttamente se­ avendo fatto lo stesso (e nel guito da Caporale, altro lan ­ della gara e dando perfino la 1952!). 11”4 significa infine sensazione a qualcuno di aver ciatore del C.S.I. da seguire. che quest’anno' nel mondo ripreso e superato proprio sul Giuseppina Leone è stata la filo l'avversario. Complessivamente è stato migliore di tutte e sarebbe Brunetti, campione CSI dei un G. P. delle Regioni die. co­ sarebbe pertanto pienamente 400 e degli 800, non era nelle I me al solito, non ha affatto meritevole di vincerei la me­ condizioni di forma migliori tradito l’aspettativa, metten­ ed ha in definitiva un po’ de-l do in mostra buona parte dei daglia d’oro . a . • Melbourne.

Più valida e interessante che mai la presenza degli atle­ ti del C.S.I. all’ottava edizione del G. P. delle Regioni, la più bella manifestazione organiz­ zata ogni anno dalla FIDAL per i migliori « terza serie » dell’anno. Gran parte dei mi­ gliori elementi che partecipa­ rono due settimane or sono al­ la finale nazionale milanese Idei Campionato C.S.I. si so­ no ■ nuovamente incontrati a Roma, dove hanno avuto oc­ casione di dimostrare l’effet­ tiva consistenza del movimen­ to propagandistico che il C.S.I. svolge tra i giovani, distin­ guendosi tra » primissimi di ogni gara. E una rapida scor­ sa sulle varie prove darà la

disputato, per ciascun gruppo di gare, ogni due anni, col ri­ sultato dì vedere la disputa di ciascuna specialità solo ogni quattro anni! Il che, ovvia­ mente, non è producente agli effetti della propaganda. E’ augurabile che si trovi una soluzione migliore, non ultima quella di eliminare le staffette dal programma che, ridotto a sedici gare, potrebbe essere svolto interamente ogni due anni, a costo eventualmente di usufruire anche della mat­ tinata della domenica. Stare­ mo a vedere fino a qual pun­ to, stavolta, il buon senso sa­ prà prevalere. SERGIO GATTI

Anche noi. per talune atti­ vità — per esempio la gin­ nastica maschile e la pallaca­ nestro — abbiamo espresso in precedenti articoli l’opinione che fosse preferibile largheg­ giare nelle iscrizioni, ritenen­ do che un contatto con i mi­ gliori specialisti del mondo potesse avere una ¡ringoiare importanza tecnica, facilitan­ do il miglioramento dei nostri atleti. Tuttavia, è chiaro che le Olimpiadi sono una que­ stione seria: per esempio, iscrivere una nostra squadra di hockey su prato sarebbe stato supremamente ridicolo, giacché in questo sport noi siamo poco più che princi­ pianti. Non abbiamo elementi che meritino di figurare in una competizione intemazio­ nale di effettivo rilievo te­ cnico. Concorrere alle Olimpiadi solo in quegli sport in cui ef­ fettivamente esista in Italia un discreto numero di quali­ ficati praticanti corrisponde non solo ai principi della serietà sportiva, ma anche a quelli di una sana amministrazione: il danaro di cui il C.O.N.I. fortunatamente di­ spone può essere, infatti, meglio speso sia per poten­ ziare le attività che già ven­ gono praticate con buoni ri­ sultati, sia per costruire im­ piantì sportivi, sia per incre­ mentare le attività fra i gio­ vani, sia per preparare le Olimpiadi di Roma nel 1960 E’ tuttavia importante una robusta partecipazione italia­ na alle Olimpiadi di Melbour­ ne poiché, anzitutto risponde al nostro stesso carattere di compiere ogni massimo sfor­ zo in vista di un obbiettivo ben determinato. Non siamo, per naturale disposizione, pro­ pensi a compiere qualche co­ sa se non ne vediamo il fine: c'è, a controprova di questo asserto, il fatto che quest’an­ no — proprio in vista delle imminenti competizioni olim­ piche — i nostri azzurri han­ no superato più di 30 record nazionali di atletica leggera. In secondo luogo, abbiamo pure una tradizione da difen­ dere: l’Italia è -sempre stata ai primissimi posti ielle Olimpiadi degli ultimi vent cinque anni. Si dirà che ciò non dovrebbe avere impor­ tanza. sia perchè il concetto informatore delle Olimpiadi è di partecipare, non di vince­ re; sia perchè, alla fin fine non esiste nessuna classifica ufficiale dei giochi. Inoltre, non possiamo perdere il lame della bussola tanto da voler competere con grandi Naz’oni le quali, potendo effettuare ’a loro selezione su centinaia di milioni di abitanti (e. per giunta, disponendo nel loro territorio di tutte le condizio­ ni climatiche ed ambientali che consentono di praticare i più differenti sport), hanno naturalmente più evidenti

possibilità di vittoria. Questa considerazione è iEic&rtan.e: d’altra parte è tuttavia note­ vole il fatto che noi italiani, pur essendo arrivati proprio quest’anno ai 50 milioni di abitanti — e non disponendo quindi di una eccezionale « base » numerica per effet­ tuare la selezione — aboiamo sempre ottenuto notevoli risultati, per quanto moli, tecnici sostengono che i no­ stri giovani, sia per ragion^ di clima sia per « stànchezza di razza », sia per deficiente prepai-azione ginnico-atietica negli., anni della scuola, non siano adatti a realizzare no­ tevoli « performances » nello sport. Tali critici, sostengono che noi italiani siamo riusciti sempre a ottenere buoni ri­ sultati per via degli schermi­ dori e dei ciclisti, cioè spa­ droneggiando in due speciali­ tà tipicamente « nostre ». E’ vero: ma allora potremmo di­ re che ciascun paese si affer­ ma nella propria tipica spe­ cialità: per esempio, dal 1928 in qua l’india ha sempre vin­ to l’hockey, su praro, poiché questo è il suo sport nazio­ nale. Gli italiani, pur primeg­ giando costantemente negli sport che sono piu largamente tradizionali (scherma) o pra­ ticati (ciclismo), hanno tutta­ via sempre saputo ortenere singolari affermazioni nelle più diverse attività, dimo­ strando chiaramente che la loro intelligenza, '»a loro vo­ lontà, la loro passione pos­ sono — in ogni caso — equi-

(Continua in 2. pag.)

RIUNITA A MILANO LA C.T.N. SCI E MONTAGNA

PER I CAMPIONAT11957

inpioiHiiii3iadi“Éo„ presenza del dr. Cimini Vice Presidente della FISI Incremento alle gare per i giovanissimi - La compo­ sizione della nostra Commissione Tecnica Nazionale La

Si è riunita a Milano nei giorni scorsi la Commissio­ ne Tecnica Nazionale per lo Sci e Montagna del Centro Sportivo Italiano per esami­ nare iL consuntivo dell’atti­ vità svolta ed impostare il programma futuroLa riunione è stata pre­ sieduta dal Direttore Tecni­ co Nazionale del CSI, rag. Generoso Dattilo, il quale ha rivolto un cordiale saluto alla FISI, rappresentata dal Vice, Presidente dr. Sergio Cimini, che ha partecipato

DOPO IL PRIMATO EUROPEO SUI 1OO M. IN 11”4/1O

Dove vuol arrivare GIUSEPPINA LEONE ? Senza contare, infine, le con­ siderevoli possibilità che la torinese ha di figurare in ma­ niera superlativa sui 200, do­ ve verosimilmente non ha an­ cora attinto il tempo miglio­ re che sia nelle sue possibi­ lità. Questa la risultanza più en­ tusiasmante dell’incontro Italia-Germania femminile di­ sputato a Bologna con la vit­ toria delle tedesche, preven­ tivata, ma all’atto pratico as­ sai meno severa di quanto ci si aspettasse: grazie appunto alle prestazioni della Leone, che. con la 4 x 100. ha vinto tre gare, e della Paternoster che è riuscita a contenere entro limiti onorevoli la su­ periorità germanica nel set­ tore dei lanci. La Paternoster ha anzi migliorato, per l’oc­ casione il record nazionale del giavellotto, raggiungendo metri 46,25.

valere talane qualità fìsiche che si riscontrano con mag­ gior frequenza :n altri popo­ li. E. poicnè lo sport non è soltanto questione di tonnel­ laggio in muscoli ed ossa, ci sembra che vincere — come gli italiani vincono — anche senza essere strapoient1 nel fisico, sia motivo, anzi, di maggior soddisfazione. E’ ve­ ro che la conquista di una medaglia d’oro, d’argento o di bronzo — cioè un piazza­ mento dal primo al terzo po­ sto, individuale o di squadra — non ha importanza assolu­ ta per significare le qualità di un popolo, ma è anche ve­ ro che le gare olimpiche per questo appunto esistono, cioè per essere disputate e vinte. Logico che singoli individui ed interi Paesi ambiscano, quindi, al successo, pur ac­ cettando il principio fonda­ mentale della importanza della semplice partee.pazione. Non esiste, come è noto, una classifica ufficiale delle Olimpiadi: per questo moti­ vo se ne fanno di tutti i ti­ pi, studiando le formule per mettere in migliore posizione, ciascuno, la propria Nazio­ ne. Comunque, nella classifi­ ca più comune e più obbiet­ tiva — quella che considera i primi tre posti di ciascuna gara individuale o a squadra, cioè le medaglie. l’Italia ot­ tenne. alle spalle degli Stati Uniti, un clamoroso secondo LUIGI SCARA.VIBON’E

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alla riunione nella duplice veste di dirigente della Fe­ derazione Sport Invernali e di componente della CTN del CSI. Il rag. Dattilo dopo aver ringraziato la Federazione anzidetta per il fattivo con­ tributo dato in occasione delle competizioni organiz­ zate dal Centro Sportivo Italiano, con toccante spiri­ to di cordiale e costruttiva collaborazione, ha espresso a nome dei convenuti il vi­ vo compiacimento per l’im­ ponente riuscita attività rea­ lizzata lo scorso anno in stretta unione d'intenti con la FISILa presenza del dr. Cimi­ ni giova appunto a far rile­ vare come i due Enti coo­ perano per lo sviluppo e la propaganda delle specialità invernali, particolarmente rivolgendo la loro azione verso i giovani delle ulti­ me leve. A questo proposi­ to nel corso della riunione è stato deciso di dare il massimo incremento alla manifestazione denominata < Campanili Alpini * che chiama a raccolta in ogni valle i giovanissimi sciatori per avviarli, attraverso la originale competizione, alla pratica dell’attività agoni­ stica. Nel corso della laboriosa seduta della CTN Sci e Mon­ tagna del CSI. salvo l’inclu­ sione di una prova di salto, è stato confermato per il prossimo anno l’identico programma già realizzato nella stagione 1955-’56, e concluso con la riuscita ras­ segna delle giovani speran­ ze dello sport bianco affettuata ad Asiago con i cam­ pionati nazionali ed i < Cam­ panili Alpini ». Pertanto, n e i prossimi campionati nazionali d e 1 CSI, alle prove di slalom gigante, slalom speciale, staffetta 3x8 km. e fondo, se ne aggiungerà una di sal­ to, alla quale potranno par­ tecipare esclusivamente gli (Continua in S. pag.)

S. G.

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