Stadium n. 46/1956

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Il FRESIDEHZA MÀZIWAU r——ARCHIVIO-SÌ

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t La tecnica, nello sport, come nelle arti, non deve esser d’impac­ cio allo spiegamento delle forze spirituali, quali l’intuito, la vo­ lontà, la sensibilità, il coraggio, la tenacia, che sono, in fondo, il vero segreto di ogni felice succes­ so. Non basta il soggetto fisiologi­ camente perfetto, né l’osservanza scrupolosa di tutte le norme tec­ niche accumulate dalle esperien­ ze dei maestri, per ottenere una vittoria degna di ammirazione, c suscitatrice di enusiasmo. Dal discorso del Santo Pa­ dre

del 9

ottobre

Comunicati delle Commissioni Q

I camoionaii nazionali di pallone elastico Concessionaria esclusiva per la pub­ blicità: PUBLLAC1 - Roma • Corso Vittorio Emam n. 287 . Tel. 556.068 Costo d’inserz. L. 150 a mm. col.

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1956.

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I

Un numero L. 20 Direzione Redazione Amministrazione - Roma

Via della Conciliazione

SETTIMANALE DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO DIRETTO DA LUIGI GEDDA

1. t 555561-550113

inno XI - H. 46 - Roma 22 Novembre 1956

DOPO CORTINA D’AMPEZZO. PRIMA DI GIUNGERE A ROMA, I “GIOCHI.. SI CELEBRANO NELLA LONTANA MELBOURNE

L'ansia e l'augurio Hi milioni Hi sportivi accompagnano gli Azzurri delia XIII Olimpiade Questo nostro settimanale vedrà la luce il 22 novembre, giorno in cui a Melbourne al­ la presenza del Duca di Edim­ burgo. delle più alte autorità australiane e dello sport mon­ diale saranno solennemente inaugurati i XVI Giochi Olim­ pici. Nel monumentale stadio del Criket Ground intorno al bian­ co vessillo del CIO sventole­ ranno le bandiere di 68 nazio­ ni: tanti sono i Paesi che. dopo le defezioni dell’Egitto, della Cina comunista, dell’Olanda, della Svizzera, della Spagna, del Libano e dell’Irak, prende­ ranno parte ai Giochi. Circa 5000 atleti daranno vi­ ta al programma della gran­ diosa manifestazione: le gare avranno inizio il 23 novembre e termineranno il 7 dicembre; il giorno successivo ci sarà se­ condo il consueto cerimoniale

y accendi! la Fiaccola Dopo Londra Helsinki, dopo Helsinki Melbourne. La fiamma di Olimpia continua la sua corsa nel tempo portata da nuovi atleti che hanno dato il cambio ad altri il cui nome appartiene soltanto più alla storia c viene rispolverato quando fa comodo ai direttori dei giornali che hanno da riem­ pire la terza pagina. E’ una interminabile staffetta i cui fra­ zionisti sono abbandonati dalla folla che segue la corsa del bastoncino, in questo caso della fiaccola. Owens a Berlino, Zatopck a Helsinki, Toni Sailer a Cortina; chi sarà il numero uno a Melbourne che porterà via tre me­ daglie d'oro? 11 suo nome occuperà per molti mesi le SI prime pagine dei quotidiani sportivi poi finirà nell’archivio dei giornali. Lo sport crea gli idoli e poi li distrugge. Esso difende la’ purezza dei suoi valori morali: non vuole che si guardi all'atleta ma ciò che lui esprime, come non si am­ mira il pittore ma i suoi quadri. i La fiaccola di Olimpia si accende nella i XVI edizione moderna delle Olimpiadi sot| to un ciclo ancora denso di nubi minacI ciose. ' H L’eco dei cannoni dall i ngheria e dallo | Egitto è giunta anche nella lontana AuI straba e gli atleti sanno di rappresentare ! popoli che vivono in un’ansia atroce o I soffrono la schiavitù di un giogo disumano Ìo la persecuzione più spietata. La Russia porterà a casa diverse medaI glie d'oro. E’ tutto fumo ormai e quelle medaglie se rappresentano un valore mo-

OCCORRE

rale per gli atleti che le hanno conquista­ te non serviranno a lusingare, come avreb­ bero dovuto, i tiepidi sul paradiso d'oltrc cortina. Lo sport politico è un colossale bleuf. Lo sport quando lo si usa politicamente è per coprire e mascherare regimi totalitari, cioè regimi impossibili. Lo sport è libera espressione dell’uomo e la sua ascesa in un popolo è frutto naturale del benessere, delle condizioni economiche, della civiltà di esso. Quando lo si prende tra le mani e se ne fa un’arma politica di propaganda lo sport si snatura della sua assenza, è solo una bella bandiera di seta senza una tradizione, un valore morale. Prova ne sia che i popoli più progre­ diti socialmente lo sono anche sportiva­ mente e le maglie dei loro atleti non hanno nessun simbolo politico, nessuna falce c martello, hanno soltanto i colori della Pa­ tria libera. Tra queste maglie rifulgono quelle az­ zurre dei nostri atleti che hanno l’orgoglio e la gioia di rappresentare un paese libero. Forse come non mai gli < azzurri > han­ no sentito come a Melbourne, in un’ora così importante sul quadrante della sto­ ria, la responsabilità di rappresentare l’Italia. Noi facciamo un voto che è il voto di tutti i popoli: che il loro azzurro si tra­ smetta anche al cielo e che le nuvole del­ la guerra e della schiavitù politica, sia­ no fugate dal sole della pace e della li­ bertà. ALDO NOTARIO

SFATARE

IL

MITO

la chiusura dei Giochi,, sarà spenta la fiamma di Olimpia che arderà nello Stadio du­ rante tutta la durata della Fe­ sta dello Sport e gli atleti di tutti i continenti, di tutte le nazioni, si daranno convegno a Roma, nel 1960, dove saranno celebrate le XVII Olimpiadi. Del valore e della importan­ za dei Giochi è stato già detto e scritto a sufficienza: limite­ remo oggi il nostro compito ad una rapida e succinta illustra­ zione di quelle che sono le no­ stre possibilità di affermazione. •»• Gareggeranno a Melbourne 136 azzurri, quanto di meglio l'Italia ha potuto preparare nel periodo che intercorre fra la Olimpiade di Helsinki e quella australiana. I nostri atleti sa­ ranno presenti nell’atletica leg­ gera, che è e rimane lo sport base delle Olimpiadi, nel canottaggio, nel ciclismo, nella ginnastica, nella lotta greco­ romana e nella lotta libera, nel nuoto e nella pallanuoto, nel pentathlon moderno, nel pugi­ lato, nella scherma, nel solle­ vamento pesi, nel tiro a volo e nel tiro a segno, e infine nel­ la vela. Abbiamo disertato le gare di calcio, di pallacanestro, di ca­ noa. di hockey su ghiaccio per \ ari motivi che non è il caso di ricordare ancora. Le Olimpiadi equestri, per la impossibilità di organizzarle a Melbourne, si sono svolte a Stoccolma e l’équipe italiana, pur perseguitata dalla sorte, è riuscita a conquistare due me­ daglie d'argento e tre di bron­ zo grazie soprattutto al magni­ fico comportamento di Rai­ mondo e di Piero D'Inzeo; L'Italia dunque inizia le ga­ re di Melbourne avendo al suo attivo i lusinghieri successi di Stoccolma. Il signor Avery Brundage ci perdonerà se ab­ biamo pronunciato il nome del nostro Paese. Crediamo ai va­ lori morali e spirituali dello sport, crediamo allo spirito olimpico e alla validità della formula dilettantistica, ma pen­ siamo anche che le competizio­ ni sportive, piccole o grandi che siano, traggono il loro va­ lore e la loro importanza dal­ ie classifiche: vale a dire dalla sana emulazione, dall'agonismo fonte inesauribile di orogresso in tutte le discipline dello sport. Rispetto alle Olimpiadi di Helsinki, quelle di Melbourne dovrebbero segnare un miglio­ re comportamento dei nostri atleti che sono stati scrupolo­ samente selezionati e prepara­ ti con cura e con metodo dai nostri eccellenti allenatori. Cominciamo dall’atletica leg­ gera. Ad Helsinki l'atletica leg­ gera diede all'Italia per meri­ to di Giuseppe Dordoni una medaglia d'oro. Il nostro gran­ fi** marciatore sarà a Melbour­ ne ove prenderà parte alla

DEL

marcia dei 20 chilometri con fondate speranze di successo. I suoi avversari più temibili so­ no senz'altro il cecoslovacco Oolezal e l'ungherese Roka; buone chances sono anche at­ tribuite all'australiano Allsopp. Nei 50 chilometri di marcia il nostro Pamich, Allsopp e Dolezal sono i più qualificati aspiranti al successo. Noi cre­ diamo però che il ventenne marciatore azzurro abbia le carte in regola per fregiarsi del titolo olimpico. Il Commis­ sario Tecnico italiano Giorgio Oberweger. solitamente molto cauto nei suoi giudizi, ha re­ centemente affermato che non vede chi possa battere il no­ stro Pamich sulla distanza che vide ad Helsinki il trionfo di Pino Dordoni. L'unico pericolo serio per i nostri è rappresen­ tato dalla giuria: se questa sa­ rà severa nei riguardi dei «imi umili

in...............

agonistica estiva ha infuso al­ le membra. Le distanze non abituali: uno degli ostacoli più difficili da superare. Il velocista avrà sem­ pre timore di « intaccare le sue di scatto », il saltatore avrà ti­ more di « imbastardirsi », lo stesso mezzofondista dichiare­ rà di •• non avere alcuna inten­ zione di perdere il proprio ritmo sui campi invernali»! Nessuno di costoro, infatti, tie­ ne conto del fatto che gli atleti di tutto il mondo, qualsiasi specialità pratichino, d’inverno disputano le loro brave cam­ pestri. Nessuno tiene conto che gli stessi americani (toh! chi si vede) che non hanno mez­ zofondisti e tanto meno fondi­ sti hanno un’attività di «cross» come pochi al mondo. Il ve­ locista trova nella corsa cam­ pestre le doti di fondo (che sono necessarie e ce ne accor­ giamo in certi « finali » di 100 metri in cui vince chi non «muore»...) e tutti vi trova­ no il mezzo più adatto per «fa­ re i piedi e le caviglie • per qualsiasi specialità. Quanto ai mezzofondisti, non li impen> sierisca di disputare cinquesei chilometri di corsa campe­ stre: tutto di guadagnato per la primavera successiva, quan­ do si troveranno più sciolti e più in fiato che mai. E sia al proposito d'esempio Baraldi che ha sfoderato la sua mi­ gliore stagione dopo un inten­ so inverno di corsa campestre (ricordate? non sfigurò affatto allo stesso campionato ita­ liano). Il terreno è impervio ed é per questo tanto più utile a rinforzare i muscoli e le articolazioni delle gambe e so­ prattutto dei piedi: questi pie­

di, senza dei quali è assòlutamente impossibile fare bene l’atletica che, in qualsiasi spe­ cialità, richiede una forza ed una saldezza di garretti e di caviglie non comuni. Le intemperie fanno male solo ai «signorini»: correre sotto l’acqua, sotto la neve, al freddo non è assolutamente dannoso come comunemente si intende. Basta partire sani ed usare ogni precauzione all’ar­ rivo (coprirsi, asciugarsi e. possibilmente, fare una doccia calda), la campestre è in tal senso quanto di più salutare si possa desiderare. E, se non ba­ sta l'esempio di quanti, cam­ pioni e non, corroro all'estero in condizioni incredibili di temperatura e di atmosfera serva d'assicurazione quanto al riguardo ha affermato il me­ dico inglese Roger Bannister. il primo uomo al mondo che sia sceso sul miglio sotto i quattro minuti. Bannister ha affermato che non si corre nes­ sun pericolo a gareggiare e ad allenarsi esposti alle in­ temperie. Quanto al « mito - del ripo­ so invernale, va sfatato una volta per sempre, non soltanto perchè non serve, quanto so­ prattutto perchè è dannoso, in quanto disabitua l’organismo all'attività e il sistema nervo­ so alla gara. Il « riposo - in­ vernale deve esclusivamente significare « moderazione » del movimento agonistico e dosa­ tura dell'allenamento che sarà meno frequente e meno in­ tenso che in estate e volto specialmente al perfeziona­ mento tecnico e alla cura fi­ sica di quel che è più debole e meno rispondente. E sarà

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Il ciclismo per uscire dalle incerleize necessito di un presidente di chiara maggiorama Da una settimana, ormai il ¡¡residente dell'U.VJ., cav. An­ gelo Farina, ha lasciato in volo l’Italia, diretto a Melbourne, dove assisterà alle gare dei nostri stradisti e pistards dilet­ tanti, impegnati a difendere il loro prestigio mondiale nelle gare della XVI Olimpiade. Il cav. Farina, per quel che ri­ sulta, tornerà in Italia verso la metà di dicembre, a una ven­ tina di giorni dall'annuale con­ gresso delle società aderenti all'Unione Velocipedistica Italia­ na, che è fissato fra il 5 e il 6 gennaio a Perugia. Forse, venti giorni più tardi, non sarà più il presidente della federa­ zione ciclistica: infatti, proprio mentre Farina è a Melbourne, fervono insistenti le polemiche sulla possibile «successione -, si arrovellano i candidati, si moltiplicano le sedute precon­ gressuali e i congressini re­ gionali. Cosa c’è, all'origine di que­ sta battaglie? C'è il voto delle società, che sono quasi due­ mila. e possono quindi deter­ minare, con diversi raggruppa­ menti, reiezione di questa o quella persona alla presidenza o al consiglio. Naturalmente, non tutte le società hanno la stessa potenza elettorale: si è voluto, infatti, considerare statisticcmene ai fini del «-po­ tere^ in assemblea la effet­

“RIPOSO.,

a tal proposito molto utile il lavoro di palestra, che non do­ vrà comunque assorbire tutto il tempo che si dedica d'inver­ no all’allenamento: tutto ciò che non richiede attrezzo spe­ cifico di palestra sarà anzi sempre preferibile venga svol­ to all’aperto. Anche se non in eccessiva quantità, quindi, è estremamente utile per TUTTI svolge­ re attività di corsa campestre su qualsiasi distanza (il velo­ cista potrà tranquillamente ar­

che non possano fare anche meglio. In campo femminile le no­ stre speranze poggiano su Gii^ <i Leone che potrebbe rinver­ dire 1 'alloro olimpico che nel 1936 fu di Ondina Valla. Le più forti avversarie della nostra Giusi sono le australiane Cuthbert e Wathew e la tedesca Stubnick. Buone anche le chances della staffetta femmi­ nile 4 per 100 che sulla carta non dovrebbe valere la Ger­ mania, l'Australia e 1TTRSS. In ' questa gara notevoli sono an­ che le possibilità del quartetto britannico. Nelle altre gare atletiche gli azzurri sono nettamente infe­ riori ai migliori concorrenti statunitensi, sovietici, cecoslo­ vacchi, ungheresi, ecc. Atten­ diamo comunque buone notizie FILIPPO MUZI (Continua in 3. pag.)

CESSATO L’« AGOAllSUO » SI PEATA AL COAGRESSO DI PERUGIA

La corsa campeslre tipica attività invernale La corsa campestre non go­ de eccessivamente i favori del­ l’atletica italiana, perchè l’atle­ tica italiana non ha ancora ben compreso l'importanza della corsa campestre. E per atletica italiana s’intendono qui indi­ scriminatamente dirigenti, atleti ed allenatori. Un po' me­ no questi ultimi, forse, che, a contatto diretto e continuo con gli atleti, cominciano a render­ si conto della funzione di que­ sto settore dell’atletismo. Dirigenti ed atleti, anche in campo nazionale: gli uni per­ chè finiscono sempre per esse­ re troppo lontani dai problemi e dalle esigenze sia di ordine morale che tecnico che assilla­ no atleti ed allenatori; gli altri perchè considerano la campe­ stre un inutile sforzo, tanto più <■ disagevole » in quanto deve spesso essere compiuto su di­ stanze non abituali e su terreno impervio e sotto le intemperie e soprattutto, In un periodo della stagione che, secondo il luogo comune, deve essere ri­ servato al " riposo ». E son questi i pregiudizi che vanno smantellati. Il no­ stro dirigente che, sovente, fa tutto lui (presidente, segreta­ rio. tecnico e, magari, anche atleta...) dovrà convincere pri­ ma se stesso, poi i suoi pu­ pilli.. La campestre non è uno sfor­ zo inutile. Correre per i cam­ pi. circondati dalla natura, fuo­ ri dalla « giungla d'asfalto * si­ gnifica disintossicare l'organi, smo non soltanto da tutti quei veleni che la vita d'ogni gior­ no ci ammannisce, ma anche da quella sorta di torpore e di stanchezza che un'intensa vita

marciatori scorretti, il succes­ so degli azzurri non dovrebbe mancare. Nel disco Consolini ha rag­ giunto il costante traguardo dei 55 metri e in prova ha an­ che superato i 56 metri. Dovrà però fare i conti con gli sta­ tunitensi Gordien e Al Oeter: una gara avvincente che tut­ tavia non dovrebbe essere ava­ ra di un premio per il nostro grandissimo discobolo. Senza dubbio notevole sono anche le possibilità della no­ stra staffetta 4 per 100 maschi­ le la quale dovrebbe vedersela in finale con gli statunitensi e i tedeschi. I tempi conseguiti da queste tre formazioni par­ lano a favore degli statunitensi che peraltro non appaiono fi­ nora molto abili nei cambi. Male che vada, i nostri do­ vrebbero ottenere un onorifico terzo posto; ma non è detto

rivare ai 1000 e passa), su qualsiasi terreno, in qualsiasi condizione. Tenendo partico­ larmente presente che il lavo­ ro invernale è ottimamente in­ tegrato da un minimo di atti­ vità agonistica; che quanto si fa d’inverno si risparmia poi a primavera; che. infine, la corsa campestre serve ad im­ magazzinare energie e non a disperderle. E', insomma, una sorta di tonico-energetico-rico­ stituente che fa bene a tutti. SERGIO GATTI

tiva capacità organizzativa e tecnica degli enti dipendenti. Non possono votare società che non abbiano fatto proprio nul­ la, cioè che non abbiano orga­ nizzato gare e non abbiano tes­ serato corridori. Le società hanno invece diritto ad un vo­ to qualora abbiano tesserato almeno 5 corridori, ed organiz­ zato almeno una gara. In più qualora abbiano organizzato una gara, possono avere un vo­ to elettorale plurimo, per ogni 50 corridori (o frazione degli stessi) che abbiano tesserato. Prendiamo, per esempio, un ipotetico Velo Club Italia, che abbia organizzato una gara, ed abbia tesserato 52 corridori. In questo caso, i dati risulteranno ufficialmente alla segreteria generale dell’U.V.I., che attrù buirà all'ipotetico Velo Club Italia 3 voti: l'uno per la com­ petizione organizzata, l’altro per i 50 corridori, il terzo pei i 2 corridori (frazione di 50) In tal modo, non bastano sem­ plici adesioni alla U.V.I. pei poter aver diritto al voto in Congresso: e, fra i voti, hanno maggior valore quelli delle so­ cietà meglio qualificate sotto i due prevalenti aspetti del ci­ clismo: organizzativo ed ago­ nistico. In questo modo, vi sono ta­ lune società che possono van­ tare un discreto gruppo di voti e che. associandosi, possono si­ gnificare qualcosa nella deci­ sione elettorale. Poco alla vol­ ta, i voti e le preferenze si agglutinano in una direzione o nell'altra, molto spesso se­ condo una concezione regiona­ le: nel senso che, in generale, ciascuna regione — con il cu­ mulo dei voti delle proprie so­ cietà — esprime con la propria maggioranza la preferenza ad un determinato candidato che, nella valutazione dei singoli di­ rigenti, potrebbe essere utile se eletto alla presidenza; non è escluso però, anzi è frequen­ te, che delegati della stessa regione appoggino, con altri voti della loro minoranza, un altro candidato. Tanto per dare un esempio, VII novembre ebbe luogo a Milano, a titolo di son­ daggio. un pre-congresso regio­ nale, che « valeva » 298 voti: di cui 2 furono nulli, 146 andaro­ no all'ex presidente Rodoni,

Le corse campestri saranno tra poche settimane di nuovo all’ordine del giorno

145 al presidente in carica Fa­ rina, e 5 all’attuale presidente della A.N.U.G.C., Di Cugno. Questo sondaggio indica una incertezza notevole fra le so­ cietà lombarde, anche se i voti si sono, almeno per il momen­ to, agglutinati intorno a due personaggi, Rodoni e Farina. Può darsi che la situazione cambi nel mese di dicembre, quando avrà luogo il vero e proprio congresso regionale, in preparazione al congresso na­ zionale del gennaio a Perugia. In quell’occasione, probabil­ mente, la partecipazione delle società lombarde sarà più com­ pleta, data la decisiva impor­ tanza-delia espressione del vo­ to. E quelle società che non potranno mandare il loro dele­ gato, potranno esprimere la lo­ ro volontà o preferenza attra­ verso una delega. Si avrà allo­ ra una visione più esatta delorientamento elettorale della Lombardia che quest’anno, sul­ la base dell'attività svolta dal­ le società e dei corridori tes­ serati, dovrebbe valeie in com­ plesso più di 500 voti: cioè, in pratica, un sesto almeno del­ l’intera ~ popolazione elettorcle » che, secondo calcoli ufficio­ si. dovrebbe essere, a Perugia, di circa 3.000 voti per tutta l'Italia. Il complesso meccanismo del-

l’elezione porta dunque, gra­ ranza, cioè, che possa signi­ dualmente, all'espressione della ficare, non soltanto un control­ preferenza sul nome del presi­ lo, ma anche un continuo sti­ dente o dei componenti del molo per l'attività del nuovo consiglio. Si tratta di una ela­ presidente. Al contrarie, una borazione piuttosto lunga, e vittoria di stretta misura di un nella quale ovviamente inter­ determinato candidato sarebbe feriscono non solo valutazioni una soluzione spiacevole, nel obbiettive, ma anche influenze seso che o darebbe, alla pre­ di importanti individui o con­ sidenza, la certezza di poter seguenze di decisioni o fatti lavorare con il consenso della precedentemente verificatisi. E' grande maggioranza delle so­ ovvio che una determinata so­ cietà affiliate. Basterebbe qual­ cietà che non abbia avuto ac­ che piccolo spostamento di voti colta una sua richiesta dal pre­ per creare una crisi: e ciò, sidente Farina, voterà contro evidentemente, determinerebbe di lui o viceversa; è ovvio che nella presidenza un atteggia­ una società consegnerà la pro­ mento poco espressivo, e quin­ pria delega a un dirigente, di di non sufficiente per risolvere cui abbia, per qualsivoglia ra­ i molti problemi che affliggo­ gione, una valutazione ed una no ora la federazione ciclistica. stima particolari. Quale è, pre­ In tali condizioni, quasi inevi­ scindendo dalle persone in lot­ tabilmente la situazione preci­ ta per la presidenza, l’ideale? piterebbe e non, sarebbe da A parer nostro, la miglior so­ escludere che il C.O.N.I., onde luzione sarebbe il successo a frenare la slittata, intervenisse commissario chiara maggioranza di uno dei nominando un candidati. In tal modo, contan­ straordinario, che reggesse le sorti dell’U.VJ. sino a nuove do su una forte aliquota di e più presuasive elezioni. voti, il nuovo presidente delNon si può dimenticare, in­ l’U.VJ. potrebbe ricominciare fatti, l’importanza preminente il lavoro di riassestamento del­ che il ciclismo ha fra gli sport la federazione ciclistica, certo praticati in Italia, fra i quali di poter contare sull’appoggio è nettamente il secondo, subito e la considerazione d'una gran depo il calcio. Gli obblighi del­ parte delle società. E' bene, pe­ la nuova presidenza saranno di rò, che si manifesti anche una LUIGI SCARAMBONE minoranza oppositiva di una . certa consistenza: una mino(Continua in 3. rag.)

......... .......................................................................................................... limilihiiihiiiiiiiiiiii] mina limili 1111111111111111111111111

È TEMPO DI EDUCARE IN PROFONDITÀ

Qualificare i nostri quadri La profonda-relazione for­ stri Organi Periferici affinchè principalmente quegli elemen­ mativa di Don Nicola Pavoni, intraprendano una intensa ti die possano trasformarlo ampiamente discussa nell’ul­ campagna per qualificare in anche sul piano morale. Que­ timo Consiglio Direttivo, ha tal senso tutti i nostri Diri­ sto nella più rosea ipotesi; fatto balzare evidente un im­ genti Periferici. quando cioè i nostri Diri­ perativo categorico: qualifica­ I nostri Dirigenti dovranno genti si limitano a curare re i quadri! innanzi tutto conoscere il CSI « onestamente » soltanto la Infatti sebbene il Centro conoscerlo naturalmente nel parte sportiva. Sportivo Italiano nei suoi die­ senso precedentemente enun­ V’è di peggio; infatti alcu­ ci anni di vita sia diventato ciato; dovranno compenetrar­ ni nostri (?) Dirigenti trascu­ una meravigliosa entità, ricca si dei postulati enunciati e rano alquanto la parte for­ di vitalità agonistica, potente dovranno farsi propagatori, mativa. Sono pochi fortuna­ nei suoi 87 mila atleti, alacre ma innanzi tutto esemplifica- tamente. ma anche tra noi c'è e competente nei suoi quadri tori di quanto dovranno in­ qualche dirigente che, forse periferici, ancora poco è sta­ culcare nelle coscienze dei con leggerezza, tradisce non to fatto per applicate in pie­ giovani sportivi. Dovranno es­ soltanto la nostra Organizza­ no gli ideali che formano il sere, in una parola, degli edu­ zione, ma anche lo sport. substrato del suo programma, catori ! Nel CSI non c’è posto per della sua vera ragione d’esi­ Ma è umanamente impossi­ queste persone: il loro esem­ stere. Infatti se il Centro bile dare agli altri quello che pio arreca un gravissimo dan­ Sportivo Italiano limitasse la non si possiede. Sarà quindi no ai nostri giovani e scredi­ sua opera alla pura funzione cura dei nostri Organi regio­ ta la nostra Organizzazione organizzativa delle varie at­ nali e provinciali riunire pe­ nei confronti del mondo ester­ tività agonistiche, fallirebbe riodicamente i nostri Dirigen­ no, sempre .pronto a giudi­ la sua missione e non avreb­ ti in Corsi di studio e di per- care e a condannare gene­ be quindi ragione di esistere fazionamento, anche di bre­ ricamente. come organismo puramente ve durata, durante i quali Ecco quindi la necessità di sportivo, esistendo per tali at­ dovrà essere ben chiarita, da attuare con serietà d’intenti tività le Federazioni Sportive oratori ben preparati e par­ e in profondità le direttive Che cosa deve caratterizza­ ticolarmente dotati, la vera della Presidenza Centrale per re l’opera del CSI nel deli­ sostanza della nostra Orga­ infondere in tutti ì nostri Di­ cato settore dello sport gio­ nizzazione. rigenti quella particolare con­ vanile? Una costante ricerca Si dovrà lavorare molto 9 cezione dello sport, che deve dei valori ideali dello sport con intelligenza per interes­ sempre ed in ogni evenienza e la pratica applicazione di sare questi giovani od anzia­ caratterizzare l’attività d e 1 questi valori per la forma­ ni dirigenti, i quali per loro CSI. Naturalmente i nostri zione del carattere, della vo­ conto si sono formata una organi periferici dovranno ap­ lontà, in una parola, della particolare idea sull’attività prontare dei piani a lunga personalità del giovane che si sportiva e che, sovente, ra­ scadenza, in quanto formare affaccia alla vita. gionano di tempi o di misure, una nuova coscienza è un la­ Non è davvero la volta che di goal fatti o subiti, di ca­ voro lungo e difficile; ma non si ribadisce quale deve essere nestri o di falli, senza mini­ dovranno mai dimenticare l’azione del CSI e dobbiamo mamente curarsi del materia­ che la legione d’esistenza del convenire che si è sulla buo­ le umano che dovrebbe avere CSI sta appunto nella sempre na strada; ma molto rimane da loro non soltanto gli ele­ maggiore qualificazione d e i da fare e particolarmente bi­ menti più atti per ben riu­ suoi Dirigenti. sognerà insistere presso i no- scire nello sport, ma anche e FILIPPO DRAGOTTO I


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