Stadium n. 47/1956

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Con l’avvento del presente secolo lo sport ha assunto proporzioni tali, per le schiere dei dilettanti e dei professionisti, per le folle accor­ renti negli stadi e per l’interesse destato mediante la stampa, da co­ stituire un fenomeno tipico della odierna società. L’accresciuta im­ portanza suscitò, a sua volta, nuo­ vi riflessi e problemi nel campo dell’educazione della pratica reli­ giosa, della moralità, perfino in quello sociale, da non poter essere trascurati dalla Chiesa. Dal discorso del S. Padre in occasione dell'inaugurazione dello Stadio Olimpico di Roma.

Direzione Redazione Anuniniitrazione • Roma

Via della Conciliazione. 1. t 555561-550113

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SETTIMANALE DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO DIRETTO DA LUIGI GEDDA ~~—

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Inno II - N. 47 - Roma 23 Novembre 1356

N E C E S S A RIA LA NOSTRA P R E S E N Z A

Messaggio di Pio XII agli atleti cattolici n EL RÀGGÌOOLÌMPICO Mentre la grande città di Melbourne si accinge ad aprire i battenti dei suoi stadii alle delegazioni sportive di tutte le nazioni partecipanti ai Giuochi Olimpici, voi avete desiderato, diletti figli atleti cattolici, di assistere numerosi alla Messa solenne cele­ brata in questa circostanza e nobilitata dalla presenza delle Autorità religiose e civili del Paese. Di gran cuore, rispondendo alla ri­ chiesta presentataci, Noi vi rivolgiamo in questa occasione il Nostro paterno saluto. Era usanza nella Grecia ¿Antica — la cui secolare tradizione ispira ancora le grandi competizioni sportive del nostro tempo — di far precedere i giuochi nello Stadio da una funzione di pubblico culto. Se dunque in altri tempi gli atleti ellenici inauguravano le feste di Olimpia con un atto culturale, a maggior ragiope conviene oggi, mentre si aprono i vostri giuochi internazionali, che voi vi rivolgiate a Dio unico e vero, per farGli omaggio delle vostre energie giova­ nili e per riconoscere i suoi diritti impre­ scrittibili sui nostri corpi e sulle nostre vite: « O non sapete che il corpo vostro è il tem­ pio dello Spirito Santo... e che voi non siete di voi stessi?... Glorificate dunque Iddio nel vostro corpo (1 Cor, 6, 19-20). In più occasioni già. voi lo sapete, Noi abbiamo ricordato l’armonia dei rapporti fra i principi cristiani e le attività sportive. Spetta a voi, diletti figli, nel corso di queste Olimpiadi manifestare negli atti come, senza nulla perdere del suo valore tecnico, Io sport, scuola di energia e di padronanza di sé stessi, « debba essere ordinato al perfe­ zionamento intellettuale e morale dell ani­ ma » (Disc. del 9 ottobre 1955). Siate i testi­ moni di questo ideale spirituale e, in tal modo, difendendo con ardore i colori della vostra patria, abbiate a cuore di servire la causa di Dio fra i vostri fratelli. E poiché il vostro prossimo incontro mondiale vi condurrà, tra quattro anni, a Roma, è già in questa cara prospettiva che Noi vi indirizziamo oggi questo messaggio. Che esso vi sia nuova prova dello interesse che Noi nutriamo per una sana pratica dello sport e specialmente per quelle pacifi­ che competizioni internazionali che. in un mondo in preda a tante divisioni, favori­ scono in uno spirito di fraterna emulazione, la conoscenza reciproca per l’intesa fra i popoli. A voi tutti, diletti figli, che partecipate ai Giuochi Olimpici di Australia, come anche alle personalità e ai fedeli presenti alla so­ lenne cerimonia religiosa inaugurale, accor­ diamo. pegno della Nostra paterna benevo­ lenza. l’Apostolica Benedizione. Dal Vaticano lì 24-10-1956

Plus PP. XII

MELBOURNE: GIOVEDÌ 22 L’ideale olimpico deve aver affascinato anche Giove Plu­ vio. Quando ci ri era ormai rassegnati a battezzare questa sedicesima edizione dei Gio­ chi olimpici come le Olimpia;di del gelo ecco comparire allo ultimo momento uno splendido sole come non si vedeva da più dì un mese, grazioso omaggio del padre degli Dei. Dono più gradito non poteva giungere agli or­ ganizzatori ed ai centoventi­ mila (abbiamo detto cento­ ventimila!) che gremivano lo stadio per la cerimonia di apertura, svoltasi all’insegna del folklorismo e della gran­ diosità. Nulla è stato trascurato perchè il cerimoniale della inaugurazione apparisse quan­ to di più imponente e di più maestoso si possa immagina­ re: non si 'ha neppure, l’im­ pressione che si sia venuti al­ lo' stadio per una manifesta­ zione sportiva. E’ quasi una stonatura la sobrietà del di­ scorso inaugurale del Duca di Edimburgo: « Io dichiaro aperti i Giochi Olimpici del

1956 che celebrano la sedice­ sima Olimpiade dell’era mo­ derna: » Ha percorso più di ventimila chilometri per 16 parole! Evidentemente quan­ do il Duca parla, è il versane te scozzese de] suo sangue a prendere il sopravvento. Poi il volo augurale dei co­ lombi. il vessillo olimpico che sale alto sul pennone e l’in­ gresso,. finalmente, della fiac­ cola olimpica ridanno alla manifestazione quel senso di austera semplicità che si con­ viene. In un silenzio di tom­ ba Dandy pronuncia, emozio­ nato. le austere parole del giuramento. E’ commosse la folla che quasi non si accor­ ge delle note di «God save thè Queen » che chiudono la cerimonia.

¡8 VENERDÌ 23 Centomila persone ad ap­ plaudire la magnifica vittoria di Kuts nella corsa dei 10.000 metri, polverizzando il vec­ chio record olimpico. Pirie. il solo che abbia osato seguir­ lo nella sua folle andatura, gli ha resistito per 8.500 me111111•••1,1• ■e in ir ilitiin ir

NEL CORSO DI UNA CONFERENZA Al MED.CI SPORTIVI

Gedda chiede per i ’’Giochi,, di Roma una mostra retrospettiva dello Sport II prof. Luigi Gedda ha par­ lato sere addietro al Centro Medico Sportivo ai partecipan­ ti al corso ufficiale di medici­ na sportiva indetto dalla FINS sul tema « Sport e sportività ». spaziando comunque laigamente sulla interpretazione dei due vocabili nel loro aspet­ to umano, dinamico e forma tivo, attentamente seguito e calorosamente applaudito. « Sollecitato dall'invito cosi cortese del prof. La Cava e dall'ambiente cosi simpatico che voi componete — ha detto esordendo il prof. Gedda — mi trovo tra voi per trattare del­ lo sport da un punto di vista direi, inconsueto, lo uso trat­ tarne o da un punto di vista organizzativo, quando mi tro­ vo in seno al C.S.1. che ho lo onore di presiedere e a nome del quale Vi saluto, oppure da un punto di vista medico co me lo trattate voi. Ma ritengo che si possa anche in-sede me­ dica affrontare l'argomento sportivo da un punto di vista psicologico. E ciò per due mo­ tivi: anzitutto perchè la psi cologia non è più estranea agli studi dei medici. E’ or­ mai un decennio che la medi­ cina psico ■ somatica si è af fermata anche da noi, mentre sono vent'anni che essa è nata in sede nord - americana. F la medicina psico - somatica afferma questo principio che n'i fenomeni fisici anche l'am biente psicologico e le attività mentali contano. A questo pri­ mo motivo se ne aggiunge un altro che è di sempre, vale a dire l’umanità del medico; e dico umanità, non nel sen­ so consueto della parola, ma nel senso letterario, vale a

d.ire, i medici da sempre, per­ chè la loro particolare forma mentis che li avvicina all'arte hanno desiderato e desidera­ no mantenere dei contatti con il mondo della cultura, so­ gratuito di quella cultura ar tistico letteraria che va col nome di umanità ». Prendendo lo spunto dal vo urne di Cesare Bonacossa, editato di recente dalla « Gaz­ zetta dello Sport »; « Lo sport in Asia », l’oratore ha osser­ vato come « non vi sia uma­ nità, non esista una collettivi­ tà umana, dove lo sport non faccia capolino; quindi lo sport non nasce in Asia ». « Lo sport nasce ovunque ove è nato, ove si è affermato l'uomo e ritengo che questa sia una affermazione da ripe­ tere qui in Italia per due mo­ tivi: anzitutto perchè una. del­ le culle dello sport è stato precisamente il nostro Conti­ nente, in particolare la nostra Penisola, secondo perchè tra poco avremo qui le Olimpiadi ed io penso che le Olimpiadi a Roma non siano Olimpiadi come che sia: impongono cioè un rispetto alla nostra tradi­ zione, alla nostra stona E sa­ rebbe bene che proprio m quella circostanza lo sport non fosse soltanto fenomeno fisico o comunque fenomeno attua­ le, fenomeno di oggi, fenome­ no in atto, ma riandasse nella dignità di Roma, alla sua sto­ ria. ai suoi precedenti, lo mi auguro come dicevo nella riu­ nione inaugurale del panathlon romano alle massime Autorità dello sport italiano, che le Olimpiadi a Roma post sano anche segnare la presen-

za di una mostra storica re­ trospettiva dello sport che ci porti a considerare questo fe­ nomeno nelle età più diverse, nei luoghi più differenti ». Ricordata la metamorfosi dello sport nell'orbita della ci­ viltà greca, della civiltà lati­ na come di quella asiatica e americana, soffermandosi in particolar modo sui fasti olim­ pionici dell’antichità ellenica, il prof/ Gedda affermava giu­ stamente ■ che dove c’è l’uo­ mo c’è sport, meglio dove c’è l’uomo esiste l'esercizio fisico in una delle sue innumerevoli forme: quell'esercizio fisico che prendendo in prestito la parola al mondo greco pos­ siamo chiamare atletismo ». • Chiediamoci in che cosa sussiste, in che cosa consiste la differenza fra atletismo e sport, fra atleta e sportivo. A me sembra di poter dire che la differenza fra atleta e sportivo è analoga alla diffe­ renza che corre fra soldato e cavaliere: il cavaliere in senso medioevale. Il passaggio note­ vole della forma mentis, del­ la psicologia stessa dei sog­ getti che distingue un solda­ to, un mercenario da un cava­ liere, e quello che distingue un atleta da uno sportivo. An­ che il cavaliere è un soldato, anche lo sportivo è un atleta ma in più il cavaliere ha un coefficiente di costumi, ha un coefficier^e nsirologico ha un coefficiente ' spirituale che sommato alle qualità del sol­ dato fà il cavaliere, il difen­ sore dei deboli degli orfani delle vedove, del diritto; e che sommato all'atleta fà lo sportivo; il quale non ha sol­ tanto, non porta soltanto nella

sua qualità di sportivo l’eser­ cizio fisico, ma porta un co­ stume che si stende da lui alla civiltà ed all'ambiente nel quale egli si trova a vi­ vere ». Precisato che il fenomeno sport, allo stato embrionale fino alla prima guerra mon­ diale è divampato fra le due guerre per diventare fenome­ no psicologico che investe la società moderna, l’oratore ha voluto fissare i due aspetti dello sport nella forma inutili, taria e nella forma professio­ nistica. ' « La forma inutilituria, cioè

(fontina in 3. pagina)

tri ma ha finito per crollare, facendosi inghiottire anche dalla muta degli inseguitori, terminando modestissimo ot­ tavo posto. Ben cinque atleti sono andati al di sotto de] vecchio record. Il mito di ZatopecK è ormai diventato una semplice teppa del fon­ do mondiale. Hanno i piedi di argilla gli idoli delle leg­ gende sportive. n negro americano Dumas ha confermato le previsioni vincendo il salto in alto con un magnifico 2,12. Qui la ri­ velazione è stata l'australiano Porter che è riuscito a piaz­ zarsi secondo con un proban­ te 2,10 che lo inserisce .nella ristretta schiera dei migliori saltatori in alto di tutti i tempi. Non un bric.ciolo di gloria per i colori italiani in questa prima giornata atletica. Qui sono tulti terribilmente forti. Le sorprese della ■ giornata vengono dalla pedana del sollevamento pesi dove i russi, ampiamente favoriti, hanno dovuto cedere il primato agli americani nelle due categorie più leggere. Insieme a la vit­ toria il gallo Vinci ed il piu­ ma Berger hanno realizzato anche i relativi nuovi prima­ ti mondiali nelle tre alzate complessive.

La fiaccola olimpica è giun­ ta nella lontana Melbourne; la sua vivida luce illumina simbolicamente il mondo e sembra emanare un appello e un monito ai popoli per indi­ care loro una fraternità che motivi di materialismo o di crudo egoismo fanno spegne­ re nei cuori. Olimpia celebra la festa dello sport con luminosa se­ renità in un clima esprimente la lealtà e la purezza. Le con­ tese sportive vestono il bian­ co manto, esse non sono mor­ tificate dal calcolo materiali­ stico, ma si identificano in motivi idealistici che unisco­ no in una comunione super­ ba la forza dei muscoli e la bellezza degli animi. Svettano verso il cielo in un meraviglioso cerchio le multicolori bandiere, sono i simboli delle patrie lontane che infondono ad ogni atleta incitamento e conforto. I traguardi della vittoria sono le mete che rappresen­ tano per ogni atleta il desi­ derio più vivo; è la materia muscolare che si fonde con lo spirito della volontà e la vit­ toria non è solamente un lauro che cinge il capo di un atleta, ma un nobile segno che onora la patria del cam­ pione. Il lucente panorama delle contese ci appare come un sogno lontano; un desiderio ci attanaglia, il desiderio di essere presenti per lanciare il nostro evviva agli atleti di tutto il mondo. Lo sport che si celebra nel­ le Olimpiadi è uno degli atti giornata altrettante vittorie più nobili dell’umanità, è una Seguita il monologo statu­ pura espressione di cavalle­ nitense nell’atletica leggera. ria, è un motivo romantico Morrow ha confermato le pre­ accarezzato da un gentile visioni dei tecnici americani sentimento che si presenta mettendo sotto il connazionale sul palcoscenico sportivo con Murchison, il primatista mon­ l’essenza della purezza. diale dalle partenze al fulmi­ La dottrina olimpionica ha cotone. ¡L’unico che avrebbe verbi adamantini che do­ potuto infastidirlo sarebbe vrebbero fare testo nella vita forse stato King che gli ame­ dei giovani; è lo sport che si ricani hanno preferito lascia­ re tra le riserve per rispetta­ identifica nella sua interezza re l’esito delle selezioni fatte come una nobile espressione in luglio. Ma che fine han­ di esuberante vitalità. no fatto i velocisti sovietici La storia delle Olimpiadi che e casa loro seguitano a torna a noi con le sue più segnare tempi da sbalordire e che nelle competizioni in­ belle pagine; gli episodi più temazionali non hanno mai gloriosi si affacciano dallo scrigno dei ricordi e rivivono impensierito nessuno? Nelle altre tre finali della nella odierna sede olimpica nord-americane: G. Davis, con aristocratica veste, anche Bell, Connolly si sono impo­ se le vie del progresso tecni­ sti rispettivamente nei 400 ad co ne possono avere offuscato ostacoli nel salto in lungo e i risultati. nel martello. Come voleva il pronostico, del resto; e, in tut­ TOCCANTI EPISODI te e tre le gare, polverizzati i vecchi primati olimpionici. Quella fiaccola che vuole La risposta dei russi nel esprimere un casto simbolo, sollevamento pesi è stata vuole resistere alle intempe­ quanto mai pronta. Ribak ha vinto il titolo nei leggeri sta­ rie che sono provocate dalle bilendo, con Kg. 380, un nuo- nuove generazioni che con una mentalità definita pitto­ (Continua in 3. pag.) rescamente « veristica » vor-

rebbero abbattere le opere ed i sentimenti più sani. Noi difendiamo gli atleti che offrono ogni loro energia nel clima dilettantistico e che combattono la loro battaglia per la conquista di una me­ daglia e di un diploma. E ci avvince la commozione quan­ do l’atleta giunto al traguar­ do cade sfinito sulla pista. In quell’istante l’atleta ha com­ piuto la opera sportiva più bella, ha dato tutto se stesso per la difesa dei colori della sua patria. Sono gli episodi di ieri e di oggi che si ripe­ tono nelle vicende delle Olimpiadi. Episodi che spes­ so si ripetono in moltissime discipline sportive che si svolgono nei vari campionati nazionali ed essi sono la di­ mostrazione che lo sport è una attività che nobilita l'uomo. L'Italia vive la sua Olim­ piade a Melbourne. I suoi atleti azzurri fanno sentire la loro idonea presenza in varie specialità. Essi sono se­

PER GLI AZZURRI DEL 1960 Sarebbe veramente morti­ ficante se le Olimpiadi del 1960 dovessero rappresentare solamente un grande succes­ so organizzativo ed una pro­ va di squisita signorilità nella nostra veste di padroni di ca­ sa. Non possiamo considera­ re le nostre piste e le pale­ stre come dei sontuosi salotti dove l’Italia sportiva distri­ buisce su piatti d’argento i pasticcini delle vittorie e del­ lo champagne per brindare con i sorrisi dei cerimonieri alle altrui vittorie. E’ doveroso, particolarmen­ te per tutti gli sportivi ita­ liani, contribuire al successo delle Olimpiadi, non è sem­ plicemente un dovere spor­ tivo, ma un assolvimento di un impegno che riguarda tut­ ti gli italiani. I nostro appello e il nostro monito si eleva verso i diri­ genti federali, essi sono I principali responsabili dello idoneo valore o della medio­ crità del nostro patrimonio atletico. Le prossime assemblee do­ vranno essere una fattiva te­ stimonianza della sensibilità e della maturità dei nostri dirigenti di società. Le Olim­ piadi attendono alla gronde prova i nostri giovani azzur­ ri e quindi ogni singola fe­ derazione deve essere com­

SABATO 24 Il tricolore ha sventolato per la prima volta sul penno­ ne più alto. Il merito di que­ sta prima medaglia d’oro va ai fiorettisti che hanno pre­ valso in un incandescente torneo a squadre sulla com­ pagine francese, la rivale di sempre. Era dal lontano 1936, da Berlino, che la nostra squadra di fioretto non riu­ sciva più ad imporsi in un torneo olimpico, nonostante non siano mai mancati scher-r mitori di grande classe; si rinverdiscono così i fasti di una grande scuola le cui tra­ dizioni non sono certamente destinate ad estinguersi qui. Bergamini. Carpanedo, Di Ro­ sa, Lucarelli, Edoardo Man­ gia rotti, Spallino sono stati gli artefici di questa brillante affermazione che, speriamo1, sia di buon auspicio per le future competizioni che at­ tendono i nostri azzurri.

Anglesio, Battaglia e Pavesi, spadisti e sciabolatori azzurri riascoltano soddisfatti la re­ gistrazione di una loro intervista, carichi di ottimismo, indispensabile alle Olimpiadi

Le norme che regolano i rapporti FIGC-CSI svolgere la propria attività calcistica con le norme dei Re­ golamenti della F.I.G.C.. sot­ toponendo all’approvazione de­ gli Enti Federali i regolamen­ ti di ogni 'singola propria ma­ nifestazione calcistica. 4) L’attività del C.S.l. do­ vrà essere sviluppata essenzial­ mente nell’ambito provinciale. 5) Gare fra squadre della F.I.G.C e del C-S.I potranì no svolgersi previo «nulla osta • da richiedere all’Ente Federale di giurisdizione che Invierà a dirigere le gare stes­ se arbitri propri 6) Potranno tesserarsi per il C.S.l. soltanto giuocatori che

posta di dirigenti capaci on­ de assolvere i problemi tecni­ ci-organizzativi nel migliore dei modi. Mai come in queste circo­ stanze le assemblee federali debbono essere una espres­ sione di serenità; si trascu­ rino i perniciosi regionali­ smi, si abbia la dignità della rinuncia da parte di dirigen­ ti che con l’avvilente mercato di voti vanno alla caccia di cattedre dove troneggerebbero come pupattoli decorativi; sia fatto posto a dirigenti di effettivo valore, siano essi del Nord o del Sud. L'onore dello sport italiano non può essere mortificato da faziose ambizioni. Vi è penuria di validi dirigenti ma, purtroppo, vi è una mo­ struosa inflazione di ambi­ zioni che non rifuggono di servirsi di ogni mezzo per mettersi in mostra, come pu­ re non mancano quelli che si trovano su cattedre più o me­ no importanti e ancora non sentono la dignità di com­ prendere che l’ora Olimpio­ nica non può consentire che nelle federazioni vi siano uo­ mini, non solamente inutili ma dannosi al buon funzio­ namento delle federazioni stesse. L’argomento è di così note­ vole importanza che vi ritor­ neremo sopra; lo riteniamo un dovere di collaborazione nell’interesse dello sport ita­ liano. Afaj come in questo mo­ mento si rende Indispensabi­ le creare vasti motivi di pro­ paganda, e le discipline spor­ tive siano lanciate in ogni sfera sociale. Sia ancora maggiormente curato lo sport nella scuola sotto un profilo tecnico - organizzativo e che sia più aderente alla reale si­ tuazione. I risultati fino ad oggi conseguiti possono defi­ nirsi buoni con riferimento agli anni precedenti, ma una ohi idonea efficienza è possi­ bile ottenere e necessita ot­ tenerla.

LA PREPARAZIONE

PER LA DISCIPLINA E IL RICONOSCIMENTO DELLA NOSTRA ATTIVITÀ CALCISTICA

Tra la Federazione Italiana Giuoco Calcio, rappresentat:« da) Presidente Dr. Ing, Otto­ rino Barassi ed il Centro Spor­ tivo Italiano, rappresentato da. Presidente Prof. Luigi Gedda si conviene quanto segue: 1 ) La F.I.G.C. riconosce nel C.S.l. un Ente che collabora con essa nell’intento di diffondere presso i giovani fattività cal­ cistica, operando sempre nello ambito della F.I.G.C. 2) Il C.S.l. si impegna a svol­ gere la propria attività calci­ stica limitatamente ai giovani che non abbiano superato il 21. anno di età. 3) Il C.S.L si impegna a

guiti con amorevole speranza dai nostri dirigenti e qualche medaglia d'oro ornerà la no­ stra bandiera. A Melbourne, l'Italia è an­ che presente perchè i suoi atleti, ambasciatori dello sport italiano, lanceranno il loro saluto ai colleghi di tutto il mondo con un « ci vedre­ mo a Roma », è un appunta­ mento gentile e nello stesso tempo un impegno d’onore. Lo spiccato senso di ospi­ talità della nostra gente cree­ rà un clima cordiale e siamo sicuri che le Olimpiadi di Roma saranno ricordate con particolare ammirazione da tutto H mondo. Non vi saranno perplessità e tentennamenti per la gra­ vosa organizzazione; il CONI con i suoi collaudati dirigen­ ti, è da tempo all’opera e pos­ siamo essere sicuri che le vaste attrezzature unitamen­ te ai grandiosi impianti per la costruzione del Villaggio per gli atleti, saranno un complesso di opere che rag­ giungeranno la perfezione.

non siano mai stati tesserati per società dipendenti dalla F.I.G.C o che. pur essendo «tati tesserati per società di­ pendenti dalla F.I.G.C. (com­ prese quelle di Lega Giovani­ le) non Io siano stati nella stagione precedente a quella per la quale viene richiesto il tesseramento C.S.l. Da tale norma sono escluse le squa­ dre del C.S.l. partecipanti a campionati federali o dì Le­ ga Giovanile della F.I.G.C. 7)’ Nel periodo 1. novembre-30 giugno di ogni anno sportivo. 1 giuocatori tesseratji per il C.S.l. non possono tes-

serarsi per la F.I.G.C. salvo stica del C.S.l., con assisten­ nulla osta del C.S.l. za tecnica ed organizzativa a 8) Le punizioni inflitte dal­ mezzo di propri rappresentan­ la F.LGC. e del C.S.l., sia­ no esse inflitte ad arbitri, di­ ti in seno agli Enti del C.S.l rigenti. giuocatori o soci, han­ e manterrà la presente Con­ no valore per ambedue gli En­ venzione per un anno, al ter­ ti. Le squalifiche di durata su­ mine del quale essa potrà es­ periore ad un anno inflitte sere rinnovata o modificata o dal C.S.l. dovranno essere ra­ disdetta, sempre, in ogni ca­ tificate dalla F.I.G.C. so, con preavviso dì almeno 9) Le gare del C.S.l. pos­ sono essere dirette da arbitri trenta giorni. Roma. 26 ottobre 1956 del C.S.l. debitamente abilitati dalla F.I.G.C. Tale clausola an­ Il Presidente del C.S.L drà in vigore tre mesi dopo F.to; Prof. Luigi Gedda la firma del presente accordo. 10) La F.I.G.C. agevolerà lo Il Presidente della F.I.G.C. svolgimento dell’attività calci-1 F.to: Dr. Ing. Ottorino Barassi

Abbiamo sempre affermato e affermiamo che la scelta di ottimi atleti è possibile con­ seguirla più facilmente sulle masse dei giovani e non nelle cerehie ristrette. Qualche an­ no fa ci davano torto anche se l'affermazione è elementa­ re e non riveste caratteri­ stiche originali. Non cì si .soffermi a pre­ stare cura ad un ristretto numero di atleti, trascuran­ do elementi che maggiormen­ te curati potrebbero emergere anche su atleti che oltre ai loro meriti hanno la partico­ lare fortuna del protezio­ nismo. L‘ aver compiuto progressi nell’atletica leggera e nel nuoto è motivo di compiaci­ mento ma di fronte alla real­ tà internazionale constatia­ mo che stiamo ancora molto lontano dai traguardi delle medaglie olimpioniche Le attrezzature, come pi­ scine. palestre, piste e camoi, siano le sedi logiche e na­ turali dei giovani e giovanis­ simi. essi debbono avere la precedenza di fronte alle fi­ gure di medio valore o a qualche campione su cui per l’età non è possibile fare af­ fidamento per le prossime Olimpiadi. Ma il dovere base dei dirìGENEROSO DATTILO

(continua in 3. pagina)


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