■■
/
M
5
- z-'-
$3
-4
OGNISPORT,, è t'attrezzatissimo servizio del C. S. I. e del C.T.G. per il rifornimento di tatti gli articoli per lo sport e il turismo « OGNISPORT » presenta in questo mese interessanti novità, contenute nel nuovo listino prezzi 1954 in vigore dal 1° marzo, che è stato inviato a tutti gli affezionati clienti. Tra le novità ecco le più importanti:
IL 3" GRANDE CONCORSO « AMICI DI OGNISPORT » con 5 grandi premi in materiale sportivo per complessive Lire 100.000.
Lo sconto speciale del 10% sui prezzi del nuovo listino, riservato ai Comitati, alle UU.SS. del CSI, ai Centri Diocesani, alle Associazioni GIAC, agli Oratori, ai Collegi.
Per poter partecipare al concorso « Amici di Ognisport », occorre richiedere ma teriale sportivo, per un minimo di Lire 2.000. Ad ogni richiesta del valore di L. 2.000, verrà assegnato un numero, valido per il sorteggio finale dei premi. Potranno essere inviate un numero illimitato di richieste per tale valore e nel caso che le richieste costituiscano un unico blocco superiore a tale importo verranno sempre assegnati tanti numeri quante volte l’importo stabilito starà in quello complessivo. Pei' poter usufruire dello sconto speciale del 10% occorre invece superare l’im porto minimo di Lire 3.000. Oltre a tale sconto superando l’importo di Lire 10.000; si ha diritto alla spedi zione gratuita.
È nel Vostro interesse farvi amici di
“OGNISPORT,, troverete sempre materiale ottimo a prezzi di assoluta concorrenza,
I
il
Inviate le vostre richieste a:
"OGNISPO RT„ -Via della Conciliazione 1 - R O M A C0QCG0CC0eGe09SeeCOS0O9SGCC0QeQ0SC0C0CCCQGCCSO0QCQOQOCOSC0
Rassegna mensile illustrata di tutti gli sport Anno IX - N 5 - Roma - Maggio 1954 - Direzione e Amministrazione Roma, Via Conciliazione 1 - Tel. 550.113 - 555.561 LUIGI GEDDA
direttore
S O M M A R I O PAG.
PAG.
NICOLA PAVONI Il pugno di Mitri . . . FILIPPO MUZI Queste povere Società! CARLIN Gerbi il Diavolo Rosso . .
LUIGI TERRARIO Quali problemi risolvere mo quest’anno nell’atletica ANDREINA GOTTA SACCO Apoteosi della ginnastica .
Periscopio ......................... A. S. CHAMP Il « cao d’agua » pescato 5 re, nuotatore e marinaio . 7 i MARIO MORETTI Stile di voga, sistema di allenamento......................... DE ZUCCO 8 ' ITALO Radioscopia del tecnico . G. GOMEZ DE TERAN ■ Prime conclusioni d e 1 Campionato del C.S.I. . .
3
ENZO SASSO Gli Azzurri di zio Lajos tenteranno la grande im presa ........................................ 12 . A. FRASCHETTI Piano con il cronometrag gio elettrico!.................... 14 ! SAS i 4 asterischi 4 ..... 15 I | NABER i Bruno Monti « anticoppi » del giro ciclistico d’Italia 16 i
NATALE BERTOCCO Apoteosi del ragazzo di Albano ................................... NINO LOMBARDI Questo il « 37° giro » . . ALDO ROSSINI Chiose della M.M. . . . REMO PASCUCCI Televisione e Sport . . . NATALE BERTOCCO Da Castel Gandolfo squil lo d’allarme per il nostro « remo »..............................
17
? i
19
| 21 I | 23 i
, 25 i
27
28 29
31
33
PAOLO ORSINI Sotto il mare delle............ Eolie 34 — .... ........... ................. Notiziario.............................. 37 r-
■ •
”
"
”
”-
’* -
In copertina: La Roma-Napoli-Roma, tanto discussa e commentata gara ultramoderna con i suoi tratti dietro motori ha confermato quest’anno le eccezionali qualità di passista e di stayer di Bruno Monti, il ventiquattrenne capitano dell’Arbos al quale si vuole affidare ad ogni costo il ruolo di anticoppi nel 37» giro. Nella foto scattata da Spaziani, Bruno Monti è in piena azione, sul circulto di Caserta, dove ha compiuto il suo capolavoro, agganciato al rullo della Parlila 175 a 4 tempi, pilotata magistralmen te da Mario Gentili, che cinque anni addietro ha condotto alla vittoria Jean Robic nella prima edizione della spettacolare competizione.
ABBONAMENTI Annuale
1100 • Semestrale L. 600 • Benemerito L. 5.000 • Un numero L. 100
Distribuzione S. E M C. I. - Via Conciliazione. 1
Roma
C. S. I. PRESIDENZA NAZIONALE ARCHIVIO STÒRICO
■>
4 ■ ite ■■ - fa W__
J
1
;
.
■
L • '4 ■
./.z'
■ Va
rfe-'*’Wjtag£ '*■'
. tìb1
'
1A.I S.TW?
6
ir.
OJ ’l’-
}>
*'■_
/
.<•
■h
r'<
tv" rw.
" ■' .<0
.. r*T- ’VltìO
1 < |v ■•.
■
*■
lì H .
r •
■
- ...
■
22^*
■s
... -<^<^4/'-;; ______
■
••.•■■■«■
. _.'.ó
Passaggio a livello abbassato anche per il « campionissimo » in terra d'Abruzzo, nell'ultimo Gran Premio ciclomotoristico delle Nazioni:
strano presagio per il difficile e sfortunato finale della grande corsa di Coppi. Fausto passa egualmente sotto le sbarre, con disinvoltura,
mentre gli altri, dietro, compiono autentiche acrobazie. Fausto Coppi parte per il 37" giro (Pitalia con il ruolo di grande favorito, ma non avrà vita facile. Il trio belga'. Fan Steenbergen, Ockers e Impanis, il duo svizzero, Kubler e Koblet, e gli italiani nuovi: Monti, Defilippis, Astrua, Fornara gli renderanno ben dura la marcia verso le Dolomiti, e Coppi dovrà essere (issai vigile se non vorrà correre il rischio dello
scorso anno. L’ultimo baluardo del « giro » sarà quest'anno il « Ber nina », una montagna severa che assesterà definitivamente la classifico
prima dell’apoteosi milanese.
IL PUGNO DI MITRI di Nicola Pavoni
I giornali sportivi e politici hanno fatto il solito fracasso per un pugno che i 20.000 spettatori han no appena veduto. II pugno ha portato Tiberio Mitri sul piedi stallo degli eroi e ha ridotto a un automa il po vero mulatto inglese. E’ stato ancora un pugno a spaccare la mandiboia del pugile Festucci. Le urla selvagge degli spettatori sono ormai scomparse nei sotterranei dello Stadio Torino; Mister Salomon ha ripreso l’aereo per Londra col sorriso amaro di chi ha rimesso fior di quattrini, e i giornali scrivono in corpo sei gli ultimi echi della grande riunione pugilistica. Noi, spettatori assenti che abbiamo preferito una passeggiata tra i ruderi della vecchia Roma a uno spettacolo troppo costoso e rumoroso, os serviamo meditabondi e perplessi lo svilupparsi di certe forme di sport che sono contrarie alla na tura umana e ai principi cristiani. Premetto che non sono contrario a una forma dilettantistica di pugilato definito la ”noble arte” la nobile arte di combattere senza odio, la nobile arte di vincere in funzione non della forza cruda di muscoli, ma in virtù delle doti del cervello, la nobile arte infi ne di perdere e di stringere la mano all’avversa rio, riconoscendone lealmente la superiorità tec nica. Ma un match su quindici riprese preparato da furiosa pubblicità è capace di scatenare tutta la bestialità insita nella natura umana, lo sono con tro un tale tipo di pugilato, e non mi sento di dare torto a chi dice che il 50% degli spettatori di certe forme di sport sono dei malati psichici. Un uomo normale non può assistere a certi in contri di pugilato senza provare un senso prò-
fondo di malessere. Ma qui io non faccio que stione di sensazione. C’è un problema più grave da presentare ai nostri lettori-, un problema mo rale che coinvolge menagcr, boxer e pubblico. Nessuno ha il diritto di permettere la muti lazione o la rovina del proprio organismo solo per far divertire 20.000 persone e tanto meno per trovarne una fonte di guadagno. Abbiamo tutti deprecato quelle pagine di storia che ci presen tavano le drammatiche scene degli antichi circhi dove il sangue e le carni maciullate dei gladia tori divertivano la furiosa folla romana. A distan za di secoli e dopo duemila anni di Cristiane simo assistiamo anche noi agli stessi spettacoli. Dice la Morale Cattolica: non è lecito senza motivo grave e ragionevole, esporre la propria vi ta e la propria salute ai pericoli; è quindi pecca minoso recarvi danno per puro spirito di osten tazione, come in certe forme di sport. L’uomo come non è padrone della propria vi ta così non lo è delle proprie membra; anzi ha il preciso dovere di mantenerle in efficienza per quei compiti a cui Dio le ha destinate. La salute del corpo deve annoverarsi tra i più preziosi beni che l’uomo possiede; dipende da es sa e dalla sua conservazione in gran Parte la pie nezza e il valore della vita. Averne cura è dunque un dovere morale, in conformità del quale l’uomo dovrà fare tutto quanto ragionevolmente ritiene necessario per conservarla ed anche neU'allontanare ogni pericolo che la insidi. La salute è il na turale presupposto per un lavoro lieto, soddisfa cente e produttivo. Ma c’è ancora una visione più alta nel Cristia nesimo che ci obbliga a prendere una netta posi zione contro certe forme di sport. 3
La profonda venerazione che il Cristianesimo nu tre per le opere divine, trova la sua incisiva espres sione nella dottrina della Incarnazione del Figlio di Dio per la quale anche il corpo umano fu in trodotto nell'ambito di azione della Grazia e delle benedizioni dell’atto salvifico. Ciò sarebbe stato impossibile qualora la nostra religione avesse as sunto un atteggiamento di ripudio o di inimici zia verso il corpo umano; ma cosi non fu. Nel mistero della Incarnazione il corpo umano viene elevato alla dignità massima mediante la sua unio ne sostanziale con la Seconda Persona della Tri nità Divina. Sarebbe un grave errore tuttavia con cludere da quanto abbiamo ora detto che il Cri stianesimo abbia per così dire proclamato santo il corpo umano. Esso invece addita il dovere di santificazione di cui è partecipe anche il corpo che deve pure essere consacrato al servizio di Dio e sottoposto alla Sua Santa Volontà. Di fronte a questa altissima concezione cristiana c'è quella pa gana per cui d corpo è solo un ammasso di celiale da sfruttarsi in tutti i sensi perché gli attimi della esistenza umana siano i più ricchi di soddisfa zione. Il pugile che ondeggia sul ring incalzato dalle urla selvagge degli spettatori e sprigiona tutte le
sue energie per stendere l'avversario al tappeto ha poco di utnano e niente di cristiano. Riportiamo dal "Corriere dello Sport” del 9 maggio 1954 quanto segue: "Un pugile straniero, che ieri sera aveva partecipato alla Riunione del teatro Principe, perdendo per ì{.o. ha dovuto es sere trasportato all'ospedale durante la notte. Si tratta del medio-massimo spagnolo Ortuzar che opposto al milanese Rocci, veniva duramente colpito all'inizio dell’ottava ripresa. Rimanendo all’albergo apparentemente rimesso, qualche ora dopo accusava un grave malessere e veniva rico verato al Policlinico dove i sanitari gli hanno ri scontrato un principio di commozione celebrale con contusione cranica". Questo episodio e quello della mandibola di Festucci sono accaduti nel breve spazio di poche ore ma se si volesse fare una statistica mondiale su episodi del genere ci sarebbe da rimanere sba lorditi. Sono impressioni queste, idee se volete, che vanno meditate perché l'uomo di buon senso non deve rimanere inerte di fronte a oneste forme di sport che rappresentano un ritorno alle bestialità degli antichi pagani. Nicola Pavoni
RICORDO IH
ENRICO CALOGERO Enrico Calogero, il sedicenne capitano della squadra giovanis simi di pallavolo deH’C.S. ALCE di Firenze, seconda classificata a Messina nel Campionato Nazionale del C.S.I. 1953 ha tra gicamente concluso il suo sog giorno terreno in un incidente stradale. Sportivamente cresciuto e vis suto nella grande famiglia del C.S.I., egli lascia in quanti pro fondamente lo conobbero il ri cordo della sua lieta giovinezza, del suo limpido amore per lo sport, della sua serena, sincera amicizia. Oggi che, fra Fiesole e Firen ze, egli riposa eternamente se reno su quella collina di San Domenico dove ulivi e cipressi non intristiscono mai, noi tutti gridiamo a Dio la sua esuberan te giovinezza: poi, piano, quasi sommessamente, col cuore reso profondo dal vuoto che egli ha lasciato diciamo: «... ricordati anche, Signore del tuo servo En rico, che ha preceduto tutti noi nel segno della Fede e dorme il sonno della pace ».
■
' V
ZI s .
L < M
<L
■ ’S •'•*
L’ultima premiazione nazionale per il caro, piccolo campione (in primo piano, a tlastra) che il C.S*I. non dimenticherà.
r 4
.. queste povere società ! di Filippo ìlluxj
Parliamo un po’ di queste nostre povere ma tanto utili società sportive. Sono esse le prime pietre dell’edificio dello sport organizzato. Diciamo sport organizzato perché senza una conveniente e bene articola ta organizzazione non esisterebbe sport. Le società sono la base essenziale e insosti tuibile di questa potente organizzazione. Facendo a ritroso il cammino percorso dal lo sport, troviamo ai primordi di questa atti vità le società. Sono esse le appassionate propagandiste del verbo : « mens sana in corpore sano ». Soltanto una grande fede ha potuto superare i mille e mille ostacoli che si sono presentati sul cammino delle società! Oggi certe considerazioni sullo sport fanno sorridere la più parte delle persone. Ma a quei tempi la vita delle società era quotidianamente insidiata dalla fiera intransigenza degli intel lettuali e dalla ostilità dei genitori. I primi non potevano concepire che l’umile cultura fisica potesse richiamare su di sé lo sguardo benevolo delle autorità costituite. I secondi non potevano ammettere che i loro figli perdessero tempo per correre appresso ad una palla. E poi, altro che salute in quelle sudate sportive! Lo sport minava il benessere fisico dei giovani costringendoli a compiere sforzi pericolosi all’aria aperta! Erano quelli i temi delle buie palestre gin niche, della nessuna considerazione per la gin nastica scolastica, delle romanticherie crepu scolari. Un po’ di tisi, a quei tempi, faceva "fino”. Il « pallido emaciato » era molto ri cercato. Malgrado tutte le più aspre e violente op posizioni lo sport, forza giovane di inesauribile vena, ha stravinto. E’ un merito che va riconosciuto alle socie tà, piccole oasi di coraggio e di fede sperdute in un deserto di boriosa incomprensione. Tessere le lodi delle società potrebbe sem brare del tutto superfluo. Vorremmo veramen te che fosse così : purtroppo queste antesigna ne dello sport avrebbero tanto bisogno che si parlasse di loro in tono elogiativo; perché oggi esse sono trascurate, perché non hanno mezzi, perché menano una vita grama, perché sono decadute. Come si è venuta determinando questa pericolosa decadenza?
Bisogna risalire al fascismo per rendersi conto del perché di questo declassamento. Il fascismo non si limitò a controllare lo sport attraverso il C.O.N.I, ma volle creare degli organismi come l’OND, i GUF, l’ONB e più tardi la GIL per avere sottomano tutta la gioventù italiana. Le società non godettero mai le simpatie del Partito. Esse appartenevano al passato e destavano la diffidenza dei gerarchi. Tutti i più larghi appoggi furono pertanto concessi agli enti creati dal regime. Le società non ebbero più il normale afflusso dei giovani, istradati altrove, furono svuotate di contenuto. Persero in gran parte anche i loro mecenati; chi aveva da dare, dava alle organizzazioni del Partito; gli era più utile per mettersi in evidenza. Le organizzazioni giovanili del Partito as sestarono un colpo durissimo alle società. Mol te di queste scomparvero : altre furono costret te a vivere una esistenza oscura, mentre cre scevano sempre più solidi e forti i Guf, la Gii, l’Onb. Fu soltanto per la gloriosa tradizione da esse rappresentata che le più anziane riusci rono a salvarsi. E fu veramente una grande bandiera dello sport quella che non fu mai ammainata. Caduto il fascismo, le società hanno respi rato a pieni polmoni l’aria della libertà. Ad esse spetta il merito di avere iniziata la nuova attività e di avere ricostituito l’organizzazione capillare dello sport. Ma, purtroppo, questa ennesima beneme renza delle società non ha trovato adeguato riconoscimento presso gli organismi centrali. La situazione non è gran che modificata. E’ ben vero che oggi è scomparso il pericolo della morte decretata dagli organi del partito, ma l’altro, della morte per inedia, non è affatto scomparso. Può darsi che le nostre idee non siano le più giuste e che la nostra profonda simpatia pei- le società ci induca a considerare la situa zione con un senso di eccessiva benevolenza. Ma non ci sembra di essere senza ragione dalla parte delle società. A nostro giudizio lo sport organizzato non può che poggiare sulle società. Ci si obbietterà, a questo proposito, che le società sono po-
5
che, che non danno affidamento. Sarà, ma ciò è in quanto le società hanno bisogno di essere riorganizzate, sostenute, adeguatamente aiutate. Il giorno in cui questo potenziamento e questo riordinamento secondo criteri mo derni dovessero avvenire, anche il reclutamen to giovanile che viene fatto attraverso le so cietà, migliorerebbe di colpo. Per raggiungere questo obbiettivo è però indispensabile che l’ente centrale si ricordi della sua organizzazione provinciale. Non la lasci vivacchiare sperando in un domani mi gliore sempre più lontano. Non si comprende perché lo sport che ha una organizzazione uni-, tarla, debba, in provincia, disperdersi in tanti rigagnoli mentre potrebbe unificarsi per as sestarsi più autorevolmente e più facilmente. Noi non abbiamo un piano bello e pronto di riorganizzazione da scodellare. Il nostro compito si limita alla segnalazione del difetto. Il problema non è né semplice, né facilmente risolvibile. Ma è certo che il consolidamento delle società è indispensabile al progresso del lo sport. Ogni altro tentativo compiuto in tal senso fuori dell’orbita naturale dello sport può giovare perché tutto è buono quando c’è ca restia; ma non ci sarà giovamento durevole fino a quando non ridaremo vigore, mezzi e prestigio alle società. In questa azione di rivalutazione generale delle società., molto potrebbe essere compiuto dalle Federazioni. Ma poiché la base di ogni eventuale potenziamento è costituita dagli aiuti finanziari, che cosa possono fare le Fe derazioni, i cui mezzi sono inadeguati alla bisogna? Gratta, gratta, si finisce sempre per arri vare alla cassaforte del C.O.N.I.. E allora consentiteci di finire di esporre una nostra vecchia idea: a nostro modo di vedere, poiché la cassa dello sport è una sola, il C.O.N.I. dovrebbe accollarsi il compito di provvedere direttamente alle esigenze delle società Il C.O.N.I, che sta più in alto di tutti, ha indubbiamente una visione più completa e più realistica della situazione. D’altra parte i be nefici della « cassa unica » sono evidentissimi; con questo sistema sarà più semplice incana lare gli aiuti nella direzione voluta. Col sistema odierno invece il rigagnolo di oro si dissolve in tante gocciole che danno soltanto un sollievo momentaneo. Oggi come ieri la vita continua fra stenti e lo sport fatica a riprendersi. Facciamo un organico piano di rinascita delle nostre società; unifichiamo gli aiuti, con centriamo i nostri sforzi intesi a ridare pre stigio alla nostra organizzazione provinciale. Ci sarà molto da fare ed è per questo che più presto porremo mano al riordinamento, tanto meglio sarà.. Filippo Muzj
ó
IL CAMPIONATO DEL MONDO (Coppa "Jules Rimet,, 195k) La competizione finale del Campionato del Mondo (Coppa Rimet 1954) avrà luogo in Sviz zera dal 16.giugno al 4 luglio. Le gare saranno giuocate nelle città di Berna, Basilea, Losanna, Ginevra. Zurigo e Lugano. Il Comitato Organizzatore nella riunione te nuta a Zurigo il 30 novembre 1953 ha provve duto alla formazione dei quattro gruppi previ sti dal disposto dell’art. 9 del Regolamento. Ecco la suddivisione in Gruppi delle 16 finaliste: Gruppo 1°: la vincente del 12° raggruppamen to (Brasile, Cile, Paraguay); la vincente del 10° raggruppamen to (Grecia, Israele, .Jugoslavia); Messico; Francia. Gruppo 2": Ungheria; la vincente del 13° raggruppamen to (Giappone, Corea); la vincente del 6° raggruppamen to (Spagna, Turchia); la vincente del 1° raggruppamen to (Germania, Norvegia, Sarre). Gruppo 3°: la seconda classificata del 3° rag gruppamento (Inghilterra, Scozia, Irlanda del Nord, Galles); Austria; Uruguay; Cecoslovacchia. Gruppo 4°: la prima classificata del 3° rag gruppamento; Italia; Belgio; Svizzera. Il Comitato Organizzatore ha anche varato il Calendario delle gare degli ottavi di finale. (Vedi sotto). Dopo un intervallo di sei giorni avranno luogo i quarti di finale (sabato 2 e domenica 27 giugno) a Berna, Basilea, Losanna e Gine vra. Le semifinali sono state fissate per mercole dì 30 giugno a Basilea e Losanna. La gara per il terzo posto avrà luogo sabato 3 luglio a Zurigo; la finale verrà invece giuocata domenica 4 luglio allo Stadio Wankdorf di Berna. 16 giugno - BERNA: Uruguay-Cecoslovacchia. ZURIGO: Austria (2“ classificata del Gruppo): Inghilterra, Scozia, Irlanda Nord, Galles). LOSANNA: Francia-Jugoslavia. GINEVRA: Messico-Brasile. 17 giugno - BERNA: Turchia-Gerinania. BASILEA: La 1“ classificata del del Gruppo: Inghilterra, Scozia Nord, Galles, contro Belgio. ZURIGO: Ungheria-Corea. LOSANNA: Italia-Svizzera. 19 giugno - BASILEA: Uruguay (2“ classificata del gruppo: Inghilterra, Scozia, Irlanda Nord, Galles). ZURIGO: Austria-Cecoslovacchia. LOSANNA: Brasile-Jugoslavia. GINEVRA: Francia-Messico. 20 giugno - BERNA: La prima classificata del gruppo: Inghilterra, Scozia, Irlan da Nord, Galles, contro Svizzera. BASILEA: Ungheria-Germania. GINEVRA: Turchia-Corea. LUGANO: Italia-Belgio. (Dal Bollettino Ufficiale della F.I.F.A., n. 5, marzo 1954).
Prematura ci appare sempre l'ora del la scomparsa (lei grondi campioni spor tivi; e la prima emozione che se ne ha è quella di una incredibile sorpresa. Sia mo così abituati a considerarli come cam pioni di giovinezza, così vivo è il ricor do della loro potenza vitale, da crederli personaggi soprannaturali, tetragoni alla legge del temilo e alla sorte comune. Invece la loro condizione è umana e mi questo limite di fragilità sta pure la lo ro gloria. Fossero semidei come gli eroi dei miti antichi, ben minore apparireb be il loro merito, perché raggiunto in virtù d’una dote divina e non di uno sforzo umano. Ecco che ora ci coglie a tradimento la notizia della scomparsa di Gerbi, di un grande campione che entrò nel cielo della leggenda ben prima di morire ma che tuttavia esprimeva ancora una robu sta vitalità giovanile. Forse è stato l’in cidente automobilistico di cui era stato recentemente vittima a stroncarlo. Non si era più rimesso, era dovuto rimane re a letto: quando ha cercato di levar sene. un èmbolo ha fermato il suo gran cuore. Non aveva ancora sessantanove anni, li avrebbe compiuti il prossimo m ese. Dire ora, nell’ora per noi tarda e men tre il turbamento ci pervade, di questo incomparabile campione del passato, è impresa da tremarne. Non casualmente abbiamo sottolineato nel preambolo la condizione umana del campione. Se un campione v’è stato che tutto abbia chie sto alla propria volontà e al proprio fi sico. tutto abbia osato per superare se stesso, quello è stato Giovanni: Gerbi. Ne fecero un diavolo — « il Diavolo ros so » — per non farne un dio. in quanto allora non si giungeva a divinizzare i campioni ; fu soprattutto un uomo, un uomo di sterminato coraggio, di inaudi to ardire, che si sottopose ai più incre dibili sacrifici per giungere alle imprese più sbalorditive. Era ancora un ragazzo, e lo chiamava no infatti ’l Piciott, quando a diciasset te turni vinse la Coppa del Re. Si era nel 1902, lo sport non era ancora «iato, si può dire. La bicicletta era una novi tà, le strade erano letti di torrenti, per le prime volte i giovani si cimentavano nelle corse, per una medaglietta di bron zo che una società poneva in palio. Il ragazzo astigiano si era presentato a quel la in una maglia rossa: simbolo del suo garibaldinismo innato, del suo focoso spi rito combattivo, della sua insolente sfi da a tutti. Non era il prudente, riflessivo ragazzo che vuol passare in incognito; era un fiero monello della patria delFAl fieri, un tipetto che si vestiva di scar latto per far furia, un leoncino che an nuncia con un ruggito la sua battaglia. Vinse quella Coppa e la rivinse Fan no successivo; poi passò senz’altro a sfi dare i professionisti, fra cui era popo
«EBBI
IL DIAVOLO ROSSO
lare il Buni. più per le sue prodezze su pista che su strada. Aveva dicianno ve anni, il traccagnotto astigiano; e di colpo faceva piazza pulita degli avver sari, trattandoli con sdegnosa prepoten za. cercando di abbandonarli fin dalla partenza delle gare. La sua prima gara « nazionale », nel 190-1, fu di 540 chilometri: aveva, come abbiamo detto, diciannove anni. E andò al Giro di Francia, fu il primo a osar tanto. Ritiratosi da quello passò la Manica, andò a Londra con mezzi di for tuna per partecipare al Campionato mon diale degli stayer» e misurarsi coi gran di specialisti forestieri. Li tenne a bada sialo al cinquantesimo chilometro, si fer mò solo perché prima di lui si era fer mato l'allenatore...
Smisurato era lo spirito agonistico del giovane piemontese ; e ben presto diven ne, per ciò, popolare. E' morto alla vi gilia del Giro del Piemonte; ma fu ben il primo della serie quello che vinse nel 1906. Egli, aveva già vinto, nettin verno precedente, un incredibile Giro di Lom bardia; doveva poi rivincere il Giro di Lombardia (rimanendo tuttavia squalifi cato, in modo che la vittoria andò a Garrigou) e il Giro del Piemonte, e vin cere per tre volte la XX Settembre. Roma-Napoli-Roma.
Ma più che le sue vittorie è il modo con cui le conquistava o cercava di con quistarle quello che colpiva la fantasia del pubblico. Fughe di duecento chilo metri, usufruendo di occasioni strategi che talora studiate in precedenza; arrivi di mezz’ora prima ed anche di un'ora e più. (Una volta — ci diceva sempre — arrivai che non c’era ancora il tra guardo. Vidi un gobbetto che portava un telone rosso, capii che il traguardo era quello, lo avvisai... che ero il pri mo arrivato ». * E il pubblico? », gli do mandavano. « E il pubblico non c’era an cora. né quella volta nè mai; non c’era no ancora le macchine al seguito, non c’erano ancora i giornali sportivi quoti diani; quelli politici non se ne occupa vano. Eravamo dei disperati nel deserto. Arrivavamo che nessuno ci aspettava e nessuno ci riconosceva, tanto eravamo coperti di fango... ». Erano i tempi eroici dello sport, era no i primordi del ciclismo. Gerbi si al lenava con un mattone appeso (dia sel la, per l’idea di... sentirsi poi più leg gero il giorno della corsa. Si allenava sul percorso, studiava lo stalo delle stret-
di 44 tarlili „
te banchine, coi paracarri pendenti ver so quelle e i pali del telegrafo piantati magari in mezzo. Bisognava guizzare in dribbling per evitare le pietre e i pali, talora le panchine finivano bruscamente e la strada era seminata di ciottoli gros si come il pugno e taglienti. 1 passaggi a livello non avevano ancora i sentierini di fianco, occorrevano sforzi penosi per superarli con le biciclette di venti chili, bisognava talora fare del pugilato coi cantonieri per oltrepassare le rotaie mentre il treno stava per arrivare. Gerbi studiava anche Co rario dei passaggi dei treni per sorprendere gli avversari; le studiava tutte, e perciò si creò la leggen da che ricorresse anche a mezzi illeciti. Non si può negare che, mancando la sorveglianza dei giornalisti, degli < uffi ciali > e dello stesso pubblico, certe cor se siano state battaglie senza esclusione di colpi. Noi che scriviamo eravamo dei bimbi, non possiamo testimoniar nulla; ma più volte ne domandammo agli an ziani e sempre ci risposero che sì. Cer bi era un diavolo senza scrupoli, ma per staccarsi; e che volete dire se lo face va magari, a trecento chilometri dottarrivo e poi stava solo per dieci, quindi ci ore. mentre gli altri erano coalizzati? Potevano più facilmente essi ricorrere ai sotterfugi, che lui, con la sua maglia rossa. isolato, e sempre più guardato dalla gente che cominciava ad accorre re sulle strade, che ormai lo attendeva per portarlo in trionfo. La verità è che quettuomo aveva un cuore cFacciaio, una volontà feroce, una potenza illimitata; che non correva sol tanto per battere gli altri ma per com piere l’impresa impossibile, insuperabi le. Se era un diavolo, era un diavolo che si cercava delle ali per volare, per superare la sua condizione umana e angelicarsi. In questo senso, Gerbi è stalo un eroe. Enormi le sue sfide, impensabili i suoi propositi, nulla di abbastanza grande per placare la sua volontà di superamen to. E' stato il primo grande campione del ciclismo, il primo grande campione piemontese della lista che doveva poi portare i nomi di Girardoigo e di Coppi come suoi continuatori; ma ha operato in tempi in cui non vi era ancora nulla, e nessun rimprovero è possibile pensa re per lui, ma soltanto sentire un’infi nita riconoscenza perché è stato il vero Pioniere della popolarità ciclistica, il primo gran nome che ha polarizzato Vat tenzione delle folle sullo sport nascente.
7
Quali problemi risolveremo
quest’anno nell’atletica? Dominata come è dai campiona ti europei, la stagione atletica tan to in Italia quanto all’estero vi vrà nel 1954 di questo grande av venimento, che si svolgerà a fine luglio ed al quale parteciperanno tutte le nazioni europee, Russia compresa. Si inquadra nella pre parazione dei campionati europei il favoloso risultato raggiunto il 6 maggio da Bannister a Oxford sul miglio, dove il grande mezzo fondista inglese ha coperto la clas sica distanza in 3’59”4, miglioran do così di due secondi il primato che era stato stabilito nove anni fa dallo svedese Gundar Haegg, che, dopo quella prodezza, dove va venire qualificato professio nista.
La data della prodezza di Ban nister — quella del 6 aprile — segna un punto glorioso nella sto ria deiratlctismo mondiale, poi ché è la prima volta che la di stanza del miglio (metri 1609,32) viene percorsa in meno di 4’ e ta le risultato è paragonabile solo a quelli di Gundar Haegg, che per corse, il 20 settembre 1952, i cin que chilometri in meno di 14’, cioè in 13’58”2 e di Emil Zatopek, che il 19 settembre 1951 raggiunse nell’ora km. 20,05240. Tre grandi risultati, tre limiti che sembra stiano ad indicare le umane possi bilità in campo atletico. Abbiamo voluto ricordare anzi tutto il grande avvenimento atle tico internazionale di questo ini zio di stagione, perché esso sta ad indicare quanto possa la volontà seguita da una preparazione accu rata ed intensa, perché quello di Bannister- è un risultato raggiunto grazie alla tenacia di un atleta, al desiderio vivissimo di far progre dire l’atletismo britannico in cam po mondiale, volontà che vorrem mo vedere trasfusa nei nostri gio vani che da un po’ tempo, vanno affollando sempre più numerosi le
8
nostre piste. Bannister, battuto ad Helsinki dove arrivò quarto nella gara dei 1500 metri che egli spe rava di vincere, ha insistito nel suo metodo di preparazione ed ec colo ora raggiungere la mèta che
egli aveva mancalo due anni pri ma. Ora si guarda così a lui come ad un sicuro vincitore dei 1500 metri nei campionati europei di Berna. Anche in Italia le piste vanno
LA VITA III “RAA MISTER,, Nel 1946, a diciassette anni, Bannister entrava nella celebre univer sità di Oxford. Amava lo sport e sperava ardentemente di poter far parte un giorno del famoso «otto» che ogni anno incontrava sul Tami gi i tradizionali rivali di Cambridge. Ma il suo destino sportivo aveva disposto altrimenti: Bannister, scoprì un giorno l'atletica e diventò un « patito » delle corse di mezzofondo. Per la sua intelligenza fu eletto, seppur giovanissimo, presidente del club atletico deH’Univcrsità. Un gior no, assistendo ad un incontro di calcio il « presidente » intuì in un gio vane attaccante la stoffa del campione di atletica. La « scoperta » si chia mava Chris Chataway, e doveva diventare lo sfortunato protagonista dei 5000 metri di Helsinki (chi non ricorda quella fotografia di Chataway cadente a pochi metri dal traguardo mentre Zatopek, Minioun e Schade stanno avviandosi al trionfo d’Olimpia?). La sua prima performance di valore internazionale Bannister la realizzava a Londra il primo giugno del 1949 allorché, a soli venti anni, correva le 880 yarde in 1’52”, limite che rapportato agli 800 metri cor risponde a l’51”3. Dicci giorni dopo correva il miglio a Princeton in 4’11”2, tempo che corrisponde a 3’52” sui 1500 metri. Nel 1950, ai Campionati europei di Bruxelles, si classificava al terzo posto negli 800 metri in l’50”7 dietro al connazionale Parlctt ( l’50”5) ed al francese Hansenne (l’50”7). Allo scadere dell’anno Bannister si reca va in tournée in Nuova Zelanda, dove il 12 dicembre Christchurch por tava il suo primato personale sul miglio a 4’10”. Nel 1951 vinceva il miglio ai « British Gaines » in 4’09”2 e poi si lau reava campione inglese della distanza in 4’07”8 battendo i connazionali Nakcville e Parlett. Questo tempo doveva piazzarlo al primo posto nella classifica mondiale stagionale. Prese pure parte in quell’anno a due in contri internazionali: con la Francia a Londra dove si classificò secondo nelle 880 yarde in l’52”9 dietro al negro Wint, e con la Jugoslavia a Bel grado dove si classificò pure secondo nei 1500 metri in 3’48”4 dietro a Otenhaimer (3’47”). Nel 1952 puntò tutto sui 1500 metri delle Olimpiadi di Helsinki; ina ebbe il torto di concentrare la preparazione esclusivamente sugli allena menti isolati tralasciando del tutto le coni petizioni. Prima dei Giochi prese parte ad una sola gara: le 800 yarde dei campionati inglesi che vinse in l’51”5 dopo aver segnato l’50”8 in batteria, pari a 1’50"! sugli 800 metri. Arrivò così a Helsinki in buona condizione atletica ma del tutto disabituato alle competizioni. E nella finale non potè far meglio di un quarto posto in 3’46” dietro a Barthcl (3*45”2) Mac Milieu (3’45”2) c Lueg (3’45”4). Anche nel 1953 Bannister dedicò poco tempo alle competizioni, es sendo molto impegnato negli studi universitari. Ma già alla sua prima uscita a Oxford dimostrava di essere in ottima forma correndo il miglio in 4’03”6. Più tardi, sempre sul miglio, segnava 4’02", li mite che non venne omologato come primato inglese perché ottenuto in una competizione non regolare. Indipendentemente dalla ufficialità ® meno della gara, restava il fatto tecnico della capacità di Bannister di correre il miglio in un limite che sfiorava il record di Haegg. Bannister aveva poi la soddisfazione di incoronarsi per la prima volta primatista
I
\
ì.
' "
r --W
'■ * À-
• *
S i ... ..^4
popolandosi di giovani e ciò è di buon auspicio, perché finalmente tutti possono vedere quanto sia aumentata l’attività atletica grazie al lavoro che si va compiendo nel le Scuole Medie. I campionati pro vinciali di atletica dei « medi » svoltisi in tutte le province d’Ita lia, hanno visto non solo larga par tecipazione di elementi, ma anche l’accorrere di molto pubblico, il che significa la conquista allo sport basilare di schiere di elcmen’i fino a ieri assenti dall’attività e dallo spettacolo atletico. Ora toc cherà alle società che fanno capo alla F.I.D.A.L. il saper trattenere questi ragazzi all’atletica, dando ad essi attività, organizzando nu
IL RECORD DEL MIGLIO (in.
-
•Ài
Roger Gilbert Bannister è il primo atleta al mondo che ha abbassato al disotto dei 4’ il limite del miglio, a piedi. Una prodezza eccezionale in virtù di una specialissima preparazione curata e diretta da lui stesso. Bannister è medico oltreché atleta. mondiale, prendendo parte, con Chataway Scarnai) e Nankeville, alla staf fetta «quattro per un miglio» e segnando 16’41” detronizzava il quar tetto svedese del Gacvlc. Roger Gilbert Bannister è nato a Londra il 29 marzo 1929. Venticin quenne appena, egli è laureando nella facoltà di medicina; in seguito si specializzerà in neurologia. Valente studioso, Bannister si è già messo in luce nel campo medico per delle ricerche sulla fisiologia c sul controllo della respirazione. Bannister è un longilineo puro: è alto un metro e ottantotto e pesa settantun chili. In stato di riposo il suo cuore batte cinquanta pulsa zioni al minuto (quello di un uomo normale ne batte 70 circa)» Bannister si allena un’ora ogni mattina sulla pista di Paddington, vi cina all’ospedale dove presta servizio. Dopo un adeguato riscaldamento alterna una serie di volate di 400 metri con una prova di controllo che di solito effettua sui 3/4 di miglio. In tema di preparazione è autodidatta. Un giorno disse: «Non ho al lenatori, perché l’allenamento del mezzofondo è basato sulla tecnica na turale, perciò io seguo il mio istinto. In tutta la mia vita ho incontrato un solo allenatore degno di tale nome: è rallenatorc che creò Harbig Barthel e Pirjè, è il tedesco Gerschler. Ho parlato a lungo con lui in oc casione dei Giochi di Helsinki e sono rimasto colpito dalla sua persona lità, dalla sua competenza, dalla sua intelligenza. Gerschler mi ha dato molti consigli, di cui ho tenuto conto c che mi hanno aiutato a pro gredire ».
R. M.
4’06”3 4’06”4 4’06"2 4’06’2 roi”6 4’02’6 4’01”6 4’01”4 3’59’4
CUNNINGHAM WOODERSON HAEGG ANDERSSON HAEGG ANDERSSON ANDERSSON HAEGG BANNISTER
( U.S.A.) (G.B.) ( Svezia) ( Svezia) (Svezia (Svezia) ( Svezia) (Svezia) (G. B)
1934 1937 1942 1942 1942 1943 194-4 1945 1954
merose gare per III Serie, facendo cioè in modo che i nuovi abbiano lavoro adatto alle loro possibilità e riescano quindi, attraverso tale attività, a migliorare le loro qua lità agonistiche ed anche ad af finare, grazie all’assistenza dei tec nici, le qualità stilistiche. Solo trattenendo nei quadri delle so cietà affiliate alla F.I.D.A.L., gli elementi che provengono dalle Scuole Medie, la propaganda nel settore degli studenti avrà fornito i risultati che ognuno di noi si ri promette. La stagione dell’atletismo italia no si è iniziata con una grande riu nione a Piacenza ed è continuata con la fase regionale dei campio nati di società: quali saranno le novità della stagione? Dipende in fatti dalle nostre affermazioni del l’inizio di stagione se avremo pos sibilità di affermarci ai campiona ti europei, manifestazione certa mente dominante, ma che non ci deve far perdere di vista né il la voro nel settore giovanile, né quel lo per Melbourne. Ed il lavoro da
9
svolgersi nel settore giovanile è forse il più importante, perché mentre si stanno esaurendo i qua dri degli anziani, si palesa sempre più evidente la necessità di rinno vare con dei giovani. Dove rinnoveremo i quadri con maggiore rapidità? E’ questo un quesito che gli appassionati di atletica si sono posti dopo le pri me riunioni ed al quale non è tan to facile rispondere. Nel settore dei lanci o nelle corse c se nelle corse, in quali distanze riusciremo a fare breccia rapidamente?
La riunione di Piacenza ha vi sto lo schieramento di velocisti buoni, se vogliamo tenere conto dei risultati raggiunti c se voglia mo considerare che la giornata era fredda e tult’allro che adat ta alle buone prestazioni. Sui cen to metri i sei finalisti sono rimasti tutti entro gli 11” e la vittoria è toccata a Sangermano nel tempo di 10”6. Di Sangermano si sono scritte molte cose ed è peccato che lo scorso anno il suo viaggio in Brasile sia stato turbato da uno strappo muscolare che gli ha im pedito di ottenere dei buoni tem pi. Dietro a Sangermano ecco il giovane novarese Ghiselli, un prodotto delle scuole medie, regi strare il tempo di 10”7, poi Ja cob 10”7, D’Asnach 10”8, Giannone 10”9 e Pollini IL”. Davanti ad un simile finale si ha la impressio ne di essere tornati ai tempi di Mariani, Monti, Daelli, Gonnelli. Sarà però bene andare guardin ghi nel pronosticare una comple ta ripresa dei velocisti, per quan to qualche sintomo di risveglio lo si aveva avuto sin dallo scorso an no. Soprattutto temiamo della fra gilità di questi nostri velocisti ed ecco perché un giudizio definiti vo si potrà pronunciare solamente dopo la ripetizione dei tempi se gnalati da Piacenza. Il settore del la velocità dovrebbe essere comun que il primo a permettere un rin novamento dei nostri quadri. Sem pre nella riunione di Piacenza un elemento nuovo di 17 anni, Roveraro, raggiungeva nel salto in alto m. 1,84 e Ballotta nel salto con l’asta toccava subito i metri 4. A sua volta Consolini sfiorava i 53 metri, limite, che come vedremo in seguito, superava, sempre di po co, nei campionati di società. I 53
10
Pirjè è il grande avversario e amico di Bannister. Non per nulla è stato proclamato il miglior atleta inglese per il 1953
metri di Consolini possono rap presentare un limite... di sicurezza agli effetti dei campionati europei di Berna. Piacenza forniva la sor presa nel lancio del martello, do ve Giovanetti superava i 53 metri, battendo Taddia e Cereali, mentre Dordoni vinceva i 5 chilometri di marcia in 22’17”.
Fra i lanciatori nel peso si in comincia a vedere più di un ele mento al di là dei 14 metri, un li mite che internazionalmente dice assai poco, specie se teniamo conto del fatto che proprio in questi giorni il prestigioso americano O’ Brien ha portalo il primato mondiale a m. 18,43, ma che per noi italiani significa che finalmen te ci si scuote anche in questa spe cialità. Difatti nelle prime riunio ni stagionali Meroni, Dalla Fonta na e Monguzzi, sono andati al di là del limite « tabù » e speriamo si continui. Si tratta di tre lanciatori fisicamente ben costruiti e se riusciremo finalmente ad insegna re ad essi uno stile, redditizio, noi siamo convinti che troveremo an che il lanciatore di peso che possa portarci innanzi anche in questa specialità. Sempre tornando ai velocisti, fi nora una conferma dei risultati di Piacenza l’abbiamo avuta da D’A snach che ha corso i 200 metri in
22”, ma del resto non abbiamo an cora avuta la grande riunione ca pace di offrire agli atleti la possi bilità di rivelarsi. Si è però gioito a Milano nel vedere Maggioni cor rere i 1500 metri in 3’56”8, limite notevole trattandosi di un fondi sta, limite che può indicare nel l’ex socio della prò Patria un mi glioramento nel sistema di prepa razione e che comunque permette di seguire con maggiore interesse questo fondista nella sua carriera.
La stagione atletica, ripetiamo, non è che all’inizio tanto in Ita lia quanto all’estero, e le condi zioni atmosferiche hanno volto al bello solo ai primi di maggio, sic ché solo in questi ultimi giorni la preparazione ha potuto intensifi carsi. Bisogna però permeare que sto nostro mondo atletico di entu siasmo e di sana passione e se riu sciremo ad infondere ai giovani la convinzione che la risoluzione dei tanti problemi di questo sport, è affidata alla volontà delle nuove generazioni forse faremo un passo innanzi e vorremmo vedere i pri mi sintomi di miglioramento ai campionati europei. Certo il cam mino è difficile, anche perché ovunque si progredisce, ma po tremo progredire anche noi se non ci mancherà la volontà. Luigi Ferrarlo
' Vr ' - v' *
.IH T COSI della Ginnastica I campionati mondiali «li Andreina Gotta Sacco
I campionati del mondo di ginnastica, sorti for se nell’intento di interrompere la pausa intercor rente tra Un’Olimpiade e l’altra, in maniera da co stituire uno stimolo per il mantenimento efficien te delle rappresentative nazionali, hanno in breve tempo acquistato grande importanza e notevole in teresse. L’Olimpiade, si sa, è la massima manifesta zione di carattere generale; ma appunto per la va stità del suo programma che le permette di essere giustamente considerata la vera rassegna mondiale di tutti gli sports e per l’interesse suscitato che va crescendo ad ogni nuova edizione in modo tale da oltrepassare finanche il puro interesse sportivo, non può soddisfare compiutamente quanti si dedi cano ad ogni singolo sport. Gli stessi risultati che si susseguono con tanta, rapidità, contribuiscono a sminuire l’importanza singola di ciascuna specializ zazione sportiva per accrescere invece quella della pluralità degli sports, comune a tutti coloro che di sports si interessano e che si ritrovano nell’apoteosi suggestiva dell’olimpiade. I campionati del mondo sono, invece, tutt’altra cosa, Pur seguendo l’identico programma olimpio nico, hanno naturalmente un carattere più riserva to, direi quasi più familiare e, come tali, sono più cosa nostra”. Tutte le energie sono spese alla buo na riuscita dell’unica, manifestazione che diventa obbiettivo di prima grandezza ed all’esaltazione di quell’unico sport del quale, per qualche tempo, gli sportivi, la stampa, il pubblico fanno convergere la loro attenzione. Tutte le energie sono volte com pletamente, all unico scopo: buona organizzazione e di conseguenza ottimo svolgimento della manife stazione.
Penso che queste considerazioni siano valevoli per tutti gli sports e che, se una defezione a volte possa riscontrarsi nei campionati del mondo in con fronto delle. Olimpiadi, questa sia dovuta al fatto che i Paesi più lontani mentre si impegnano in ogni modo per essere rappresentati a quest’ultima ma nifestazione, non sempre sono disposti a sobbarcar si altri oneri e responsabilità per partecipare ad una nuova competizione circoscritta ad un determi nato sport quale i Campionati del Mondo.
Non è questo il caso nostro. Le adesioni perve nute sinora al Comitato organizzatore superano già di numero quelle delle, passate Olimpiadi di Hel sinki e raddoppiano quelle degli ultimi campionati mondiali svolti 4 anni or sono a Basilea. E’ la prima volta che l’Italia viene scelta qua le sede di svolgimento di una manifestazione gin nastica di così grande interesse e, senza dubbio, il caloroso applauso che ha sottolineato al Congresso della Federazione Internazionale (Basilea 1950) la decisione di assegnare a Roma l’organizzazione del la gara che, ripeto, per la famiglia ginnastica è della maggiore importanza, non è ancora smorzato. Lo stesso entusiasmo si ritrova, a 4 anni di distan za e, che io sappia, mai Olimpiadi o campionati mondiali hanno avuto tanto successo di partecipa zione. Dando uno sguardo al programma femminile che, come ho detto, è identico a quello olimpio nico, ci si rende conto dell’immenso percorso com piuto dalla prima gara del genere svoltasi in oc casione delle Olimpiadi di Berlino del 1936!
Il programma di allora potrebbe costituire ades so il programma per esordienti non quello per ginnaste olimpioniche.
Gli esercizi, stessi, col passar degli anni, si so no venuti man mano trasformando, sia nella con cezione costruttiva che nella vivacità e fluidità di esecuzione. Anche le difficoltà non sono più della stessa importanza e quelle che allora erano considerate di massimo impegno, ora vengono eseguite con estrema facilità, quasi col sorriso sulle labbra, men tre un vero virtuosismo tecnico non disgiunto da spiccate qualità morali, quali la volontà e il corag gio, costituiscono i fattori necessari per superare le prove attuali. Tutto questo potrà constatare chi assisterà al le gare di fine giugno allo Stadio Olimpico del Fo ro Italico, tutto questo vedrà chi avrà la fortuna di presenziare alla manifestazione d’eccezione che confidiamo sarà degna di Roma.
11
I
Carlo Galli, centravanti della Roma, dopo il grave injortunio che lo ha tenuto parecchio tempo lontano dai campi di gioco, è in grado di riprendere il suo posto al comando dell'attacco azzurro. Sarà una delle nostre più impor tanti pedine. Su dì lui Czeizler ripone molte speraiize
La Coppa del Mondo batte alle porte
Gli Azzurri di Zio Lajos tenteranno la grande impresa
■
Mb
12
Non si può ceno dire che sinora Lajos Czeizler, non abbiti dimostrato rii saperci fare, di essere cioè quel Commissario Unico che abbisognava all’Italia dopo il ritiro dalle scene calcistiche di Vittorio Poz zo. Sarà stato fortunato, è vero, lo zio Lajos, ma nello sport quasi sempre la bravura si accoppia ai favori della Dea Bendata, ed in proposito si tenga presente che più di una voliti Czeizler ha rischiato grosso, come a Parigi, quando ha riportato in nazio nale il Galli relegato da Carver nelle riserve giallo rosse, o come al Cairo, allorché ha promosso azzurro un calciatore come Ricagni, bistrattato dal suo alle natore Olivieri. Per questo rimaniamo in fiduciosa attesa dei ri sultati che gli azzurri otterranno agli imminenti campionati del mondo, e per i quali il Commissario Tecnico ha dato alla FIFA una lista di quaranta giocatori, riducibili, in un secondo tempo, a 22. Le convocazioni diramate da Czeizler, non hanno man cato di sollevare polemiche e discussioni, a causa dei grandi esclusi, che a dir il vero non sono pochi. Ve diamo un po’ come si è orientato lo zio Lajos, nel formare la rosa dei papabili. Buffon, Costagliela, Ghezzi e Viola sono i por tieri. Buffon, pur tra alti e bassi, è uno degli ele menti più regolari del Milan. E’ un ragazzo imbatti bile nelle uscite, ma non incensurabile tra i pali. A dir il vero il n. 1 rossonero, ogni qual volta è stato convocato in azzurro, ha lasciato piuttosto perplessi a causa di alcune sventatezze, che ormai dovrebbero essere sparite, militando il pupillo di Busini da più anni nella massima divisione. Nel caso di Costaglie la, Czeizler ha voluto mantenere la sua fiducia nel blocco fiorentino, e per questo ha incluso anche l’an ziano Leonardo, che nelle ultime partite è legger mente calato. Ghezzi sarà certamente il titolare, e la preferenza s’impone, perché il valoroso Giorgio nel presente campionato, si è rivelato come il guardiapali più si curo e più scattante. E’ un temerario il portiere inte rista, e le sue uscite a valanga sono dettate dall’im pulso più che dal ragionamento. Eppure quasi mai Ghezzi cade in errori grossolani o fatali, essendo do tato di classe e di intuito, specie di intuito, dote in dispensabile per un ottimo guardiano di reti. L’ulti ma convocazione, quella di Viola, non è avventata; come potrebbe a prima vista sembrare. Viola ha gio cato nella Nazionale B a Roma contro i cadetti fran cesi, e si è bene comportato. Peraltro è un ragazzo volenteroso, e in questo scorcio di torneo ha salvato parecchie partite alla Juventus. Per i portieri dunque Czeizler non aveva altra scelta, anche perché gli anziani sono in netta de cadenza, come l’ormai finito Sentimenti IV ed il Moro della Roma, che non ha avuto un’annata trop po fortunata, ma che certo si riprenderà a breve scadenza. I terzini da vagliare saranno otto: Ballacci, Cervato, Corradi, Farina, Giacomazzi, Magnini, Manen te e Vincenzi. Ballacci è un giocatore ormai sulla trentina, ma generoso e volitivo. Czeizler ripone molta fiducia nel terzino del Bologna, che certo sarà incluso tra i 22 della seconda scelta. Cervato nel gi rone d’andata non temeva concorrenti; scattante ed in forma splendente, rappresentava una sicurezza per la nostra nazionale. Ma da un po’ di tempo a questa parte, il toscano ha accusato un calo, certo dovuto a stanchezza. Cervato comunque con la pros sima stagione tornerà certo alla ribalta, ed il riposo estivo si rivelerà per lui addirittura miracoloso. Cor-
"1 ■
radi ha ripreso gradatamente il suo posto di pre minenza nella scala dei migliori difensori italiani. Non è ancora il Corradi del campionato ’52-’53, ma 10 sarà quanto prima. Farina del Torino è giocatore di grande valore. Terzino scattante c generoso, il bravo Giuseppe è uno degli atleti più richiesti dalle grandi società di serie A. Giacomazzi dell’lnter è in forma splendente, la qual cosa non si può dire dello juventino Manente e del fiorentino Magnini. E se pei- Manente la con vocazione si può giustificare, essendo apparso il ter zino bianco nero in leggera ripresa, non compren diamo la chiamata di Magnini, che avrebbe solo ur gente necessità di un lunghissimo periodo di riposo. Titolare a furor di popolo è il Vincenzi dell’lnter, la rivelazione del presente campionato, il grande eroe della vittoriosa partita di Parigi. Guido Vincenzi nato vicino Mantova nel 1932, è uno degli elementi più interessanti della nuova generazione, diremo anzi che è l’unico difensore che si avvìi a ricalcare le orme dei famosi terzini che nei tempi passati ha avuto l’Italia. Tre sono i centromediani. Bernardin della Spai è . uno dei pezzi pregiati della campagna acquisti. Non è incensurabile come impostazione (abusa troppo nelle respinte al volo, raramente passando la palla in avanti), ma è pur sempre un n. 5 di valore, for tissimo in specie di testa. A lui comunque avremmo preferito il Bernasconi dell’Atalanta. che è da consi derarsi ormai qualcosa di più che una semplice pri mavera. Ferrano della Juventus è sembrato in con tinuo crescendo, e scorbutica si presenta la scelta tra lui ed il milanista Tognon. Tognon ha giocato da dicembre a forte andatura, tanto che Czeizler ha puntato su di lui nella partita con i francesi. I sette mediani offrono sufficienti garanzie, pur se non si dovevano dimenticare Fuin e Bortoletto. Celio della Roma ha disputato una stagione stupenda, così Granata del Napoli, giocatore generoso e meritevole del premio della convocazione in azzurro (e lo zio Lajos farebbe bene a portarlo in Svizzera). Fuori di discussione la coppia interista Neri-Nesti, non al trettanto quella fiorentina Chiappella-Segato, il pri mo calato paurosamente, tanto da farlo apparire irri conoscibile, ed il secondo sfiancato dal duro lavoro che a mezzala si è dovuto sobbarcare, allorché è ve nuto a mancare Gratton. Giusta la convocazione di Mari, che la Juve ha avuto più volte occasione di rimpiangere. Ed eccoci all’attacco, dove per cinque ruoli vi sono ben 18 contendenti. Boniperti della Juve, se per diritto di anzianità sarà tra coloro che andranno in Svizzera, non è altrettanto certo che giochi, co munque non a centravanti. Per il n. 9 infatti do vrebbe essere disponibile Galli. Il romanista dopo 11 grave infortunio occorsogli durante Lazio-Roma, ha ripreso gradatamente la preparazione, e sarà al comando del quintetto di punta azzurro, con la spe ranza di ripetere il magnifico exploit di Parigi. Lo renzi quasi certamente sarà schierato a mezzala. Esperimento che certo darà degli ottimi risultati, in quanto .Veleno per estro e per tendenza, è più inter no che centravanti. La convocazione dell’anziano Cappello, ha voluto rappresentare come un premio all'atleta che tante belle affermazioni ha dato agli azzurri. Incomprensibile invece quella di Vivolo, che ha disputato un pessimo campionato. Ben pescate le mezze ali, pur se ci si è dimenti cati del Tortul della Sampdoria, giocatore di grande avvenire. Per il resto fiducia accordata al generoso
-<
Guido Vincenzi, classe 1932, s'è rivelato a Parigi terzino di illimitate possibilità. E’ una splendida certezza della nostra difesa
Ciccarelli del Napoli, allo sgobbone Gratton della Fiorentina (reduce però da un grave infortunio), al classico e spumeggiante Martegani del Palermo, al tecnico seppur freddo Pivatelli del Bologna (sinora una delusione in maglia azzurra), all’uomo gol Ri cagni, un uomo gol peraltro in netto ribasso, al vo lenteroso Arcadio Venturi della Roma, che può es sere utilizzato anche a mediano, ruolo anzi che gli è più familiare. E naturalmente incondizionata fidu cia per Egisto Pandolfini della Roma, l’unica vera mezz’ala italiana di classe internazionale, atleta dal fiato inesauribile, e dalla perfetta visione del gioco a metà campo. Discutibile la scelta delle ali. Cervellati non è ap parso irresistibile nella Nazionale B, Mariani è fuori forma, Burini addirittura è sembrato in più occasio ni atleta di così modesti limiti, da considerarlo ala da serie C. Al posto di Burini si sarebbe potuto chia mare ad esempio il Conti della Sampdoria, per non parlare del Ghiggia della Roma, visto che si sono convocati altri italo-americani. Credito invece in Muccinelli, in Frignani e in Pesaola. Dividendo i quaranta convocati per società, risul tano: 7 della Fiorentina e della Juve; 6 dell’lnter, 4 della Roma e del Bologna; 3 del Milan e del Na poli; 2 della Lazio; 1 del Palermo, della Sampdoria, della Spai e del Torino. In definitiva una rosa di gio catori scelti tra i migliori (ma i sette della Fiorenti na, non si giustificano più ormai!) della serie A. Lajos Czeizler però ha già in testa la formazione standard, che quasi certamente sarà la seguente: Ghezzi, Giacomazzi, Vincenzi; Neri, Ferrario, Nesti; Muccinelli, Pandolfini, Galli, Lorenzi e Frignani. Po tete dargli torto? Enzo Sasso
13
B-
Piano eoo il cronometragoio tórni L’intenso sviluppo che, in. questi ulti mi tempi, ha subito lo sport, lo svilup po tecnico del cronometraggio e l’av vento dell'elettronica nei cronometri, ha condotto studiosi ed appassionati alla ricerca di cose nuove neirànibito del cronometraggio. Il modesto cronometro sdoppiente e riprendente è stato di gran lunga sor passato. 1 sistemi di traguardo — filo. fotoelettrica, elettrocapacitaticellula vo, ecc. — hanno surclassato la mano umana. Queste novità hanno piena ragione di esistere, quando è umanamente impos sibile procedere al rilievo del tempo adoperando frazioni superiori al decimo di secondo, ossia quando, per necessità forzata o per disposizioni regolamenta ri si deve adoperare come sottomultiplo del secondo il cinquantesimo, il cente simo od anche il millesimo Ber fare degli esempi, ci riferiamo ai tentativi di record di auto o di moto dove per regolamento internazionale è OBBLIGATORIO il. centesimo di secon do ; così pure nelle gare di bob e di automodelli. Indubbiamente la trovata dei crono grafi a quarzo segnanti il centesimo di secondo è una delle più grandi realiz zazioni che nel campo del cronometrag gio possano esistere e nessuno più di noi ne può essere convinto poiché ne fummo e ne siamo i più convinti asseriori. Purtroppo però, come del resto in tutte le cose umane, si sono avuti degli abusi. Il cronometraggio elettromeccanico è dilagato in tutti i rami dello sport, i meno tecnici e coloro che sono sem plici orecchianti ne sono i più accaniti propugnatori e così non è raro sentirsi richiedere da un organizzatore di gare, magari ciclistiche, il cronometraggio elettrico con relativa cellula, ecc. E’ bene chiarire che la tecnica moderno non ha soltanto rivolto i suoi studi e le sue applicazioni agli sport motorizzati o comunque veloci; ha an che pensato a tutte le altre discipline creando apparecchi di varia natura e comunque adatti allo sport specifico. Abbiamo così i coffre con traguardi a filo, i Declancheurs con traguardi a cel lula fotoelettrica, i Time Recorder con traguardi vari (filo - cellula - tubo pneu matico, pulsante, tasto, ecc.) ed infine la Photo Finish che è l’ultimo termine di paragone della esattezza. Altro appa recchio, che però in Europa ancora non ha fatto la sua apparizione è il radar-
14
cronometro che viene usato in America per il cronometraggio degli aeroplani supersonici quando navigano ad- altezze stratosferiche.
Come vediamo, quindi, quasi ogni sport ha il suo sistema di cronometrag gio e noi riteniamo che è assolutamente controproducente adoperare — natural mente per eccesso di zelo — un cronometraggio altamente complicato per uno sport altamente semplice. Non è oppor tuno farci prendere dal desiderio di far vedere che abbiamo, che siamo capaci di far funzionare aggeggi complessi, si Liscino questi agli sport che li esigono. Ad esempio: riteniamo inutile crono metrare gare di sci al centesimo quan do è richiesto il decimo; rilevare tem pi con il coffre ad un controllo di gare di regolarità quando la frazione di com porto è il minuto primo; applicare tra guardi a cellula fotoelettrica ad un mo desto coffre sul quale, magari, è appli cato un cronometro al quinto di se condo.
Diamo insomma a Cesare quelle) che è di Cesare. Riteniamo che gli organizzatori, quan do richiedono il servizio di cronome traggio dovrebbero lasciare alla compe tenza degli organi della F.I.C. lo stabi lire il sistema di cronometraggio ed i mezzi necessari per farlo funzionare. Ma non basta solo questa nostra os servazione, ce ne è una che, a nostro giudizio, è molto ma molto più impor tante.
ESTATE COL
Ricordiamo che il cronometro è il mezzo, ma ci vuole Z’uomo che lo fac eia funzionare. Da moltissimi anni il cronometrag gio è stato fatto, e viene fatto tuttora, a mano ed il cronometrista è stato sem pre Z’uomo adatto, capace, abituato al rilievo del tempo (basta riferirci allo sport dell'atletica leggera). Ebbene oggi con l’avvento, con Taso, e lasciatecelo dire CON L’ABUSO del cronometraggio elettromeccanico, si è distrutto Z’uomo, si e diminuita la capa cità — se non annientala — del crono metrista. Non dimentichiamo che il solo tempo non è fine a se stesso e non dice nulla, se noci c’è il cronometrista che lo elabora, per cavarci una classifica, una media, un giro veloce; una inter polazione di tempo o di spazio, ecc. Ricordiamoci anche e soprattutto che Z’uomo col cronometro in mano è un CRONOMETRISTA e che tutti gli ap parecchi esistenti al mondo non sono che mezzi modesti dei quali si serve il cronometrista ; e con ciò vogliamo di fendere questo cronometrista perché se si continuasse ad usare ed abusare, co me si è iniziato, del cronometraggio elet tromeccanico, un brutto giorno si sen tirà dire che i cronometristi non sono più. capaci di cronometrare, ci voglio no i vari coffre, Declancheurs, Time, Photo Finish e chi più ne ha più ne metta. Sappiamo quindi, regolarci ora che ancora siamo in tempo, tanto più che a titolo di sicurezza e di prudenza an che quando funziona il più perfetto complesso meccanico elettrico od elet tronico. c’è sempre il vecchio cronome tro manuale e con lui il vecchio cro nometrista. A. Frasche iti
C. T. <;. 19 5 4
Se hai da risolvere il problema delle tue vacanze, c’è subito una cosa da fare: richiedere al Centro Turistico Giovanile il fascicoletto estivo, perché vi troverai dentro una serie di notizie che ti saranno utilissime. Se vuoi andare a riposare o a fare dello sport in montagna, oppure dedicarti alla pesca subacquea nelle isole Eolie, avrai da scegliere su decine di « Case per Ferie »; se invece ti piace di più il . campeggio, ci saranno i Campi Nazionali o il concorso che ti met terà in grado di guadagnarti un premio di notevole valore; così per il cicloturismo e per l'autostop. Inoltre il fascicolo contiene un elenco di alberghi e pensioni situate nelle più bello località della penisola dove può soggiornare la tua famiglia, le indicazioni dei posti-tappa allestiti per il turismo nomade, alcuni itinerari da com piere in bici o in scooter, e un prezioso vademecum per chi intende recarsi all’estero. Questa che abbiamo riportato è solo una parte del sommario. « ESTATE COL C.T.G. » ti sarà preziosissimo amico durante tutte . le tue vacanze. Tieni presente che l’anno scorso, per le troppe ri chieste, il fascicolo si esaurì in breve tempo; se non vuoi restare senza, indirizza la tua richiesta al CENTRO TURISTICO GIOVA NILE - Via Conciliazione, 1, Roma, accompagnandola con L. 100 anche in francobolli.
Asterischi 4 1 Si respira aria di « Coppa del Mondo ». Da tutte le parti del glo bo giungono notizie di accurate preparazioni delle varie nazionali che in Svizzera si contenderanno la Coppa Rimet. Baldanzosi e fidu ciosi nelle loro forze sono ad esem pio gli uruguaiani. L’Uruguaj si trova nelle medesime condizioni dell’Italia. Se per caso dovesse vin cere il campionato del mondo, la Coppa andrebbe definitivamente assegnata, perché i sud americani come gli azzurri, già altre due vol te se la sono aggiudicata. Ma riu scirà a vincere l’Uruguaj? I tecnici di quel paese ostentano un ottimi smo ad oltranza, un ottimismo che a prima vista può sembrare esage rato, ma che a pensarci bene non lo è del tutto. Gli attuali campioni del mondo, hanno infatti compiuto in questi ultimi tempi degli ulteriori passi avanti nella scala dei valori inter nazionali, e se si vuole una prova del loro valore, basti ammirare un po’ il gioco del romanista Ghiggia, vero. artista della palla rotonda. Certo in Svizzera difficilmente si ripeteranno le circostanze fortuna te, che permisero all’Uruguaj di imporsi a Rio de Janeiro su un Brasile arcisicuro della vittoria fi nale. Ciò nonostante bisognerà guardare con circospezione ai cam pioni del mondo, che ancora non hanno definito la formazione tipo, e il cui Commissario Unico è in forse se accordare ancora fiducia alla vecchia stella Obdulio Varela, o se adottare altra soluzione. Se dall’Uruguaj giungono a noi le previsioni ottimistiche dei tecni ci di quel paese, altrettanto succe de in Brasile dove si è sicuri di prendersi in Svizzera l’agognata ri vincita. Non altrettanto euforici so no invece i tecnici ed i giornalisti inglesi. Ormai la nazionale britan nica è solo una copia sbiadita del la rappresentativa che faceva tre mare il mondo. I Matthews, i Lawton e i Mortensen sono ormai sul viale del tramónto, e difficile si presenta il problema della loro so stituzione. Né la giovane genera zione induce a sperare, come fu di mostrato a Bologna contro i pri mavera azzurri. Per questo gli in
glesi guardano con apprensione lo avvicinarsi del viaggio in terra el vetica, e francamente ne farebbero volentieri a meno, perché hanno una tremenda paura di dover an cora mettere a nudo dinnanzi ai critici di tutto il mondo, le insa nabili debolezze della loro organiz zazione calcistica. Poche e controllate notizie si hanno da fonte ungherese. E quel le poche parlano di propositi di vittoria, avallati d’altra parte dai recenti risultati che indicano nei magiari campioni olimpionici, i grandi favoriti della Coppa Rimet. * * * Già definiti i raggruppamenti. Nel gruppo A troviamo l’Italia, la Inghilterra, la Svizzera e il Belgio. Nel gruppo B l’Uruguaj, l’Austria, la Cecoslovacchia e la Scozia. Nel gruppo C il Brasile, la Jugoslavia, la Francia e il Messico. Nel grup po D l’Ungheria, la Turchia, la Germania e la Corea. Ad occhio e croce dovrebbero qualificarsi nei
vari gruppi: l’Italia, l’Uruguaj, il Brasile e l’Ungheria. Ma per giun gere ad un tal risultato gli azzurri dovranno battere gli inglesi. Impre sa impossibile? Non lo pensiamo. Ecco comunque il programma uf ficiale: Ottavi di finale: < 16 giu gno ». A Berna: Uruguaj-Cecoslo vacchia. A Zurigo: Austria-Scozia. A Losanna: Francia-Jugoslavia. A Ginevra: Brasile-Messico. « 17 giu gno ». A Berna: Turchia-Germania. A Basilea: Inghilterra-Belgio. A Zu rigo: Ungheria-Corea. A Losanna: Italia-Svizzera. « 19 giugno ». A Basilea: Uruguaj-Scozia. A Zurigo: Austria-Cecoslovacchia. A Losan na: Brasile-Jugoslavia. A Ginevra: Francia-Messico. « 20 giugno ». A B e r n a: Inghilterra-Svizzera. A Basilea: Ungheria-Germania. A Gi nevra: Turchia-Corea. A Lugano: Italia-Belgio. I quarti di finale si svolgeranno il 26 e il 27 giugno a Ginevra, Ber na, Losanna e Basilea. Le semifi nali il 30 giugno a Basilea e Lo-
Crìtiche a non finire ver la squadra spagnola eliminata a Roma dalla Turchia, dopo una drammatica partita ed un non meno drammatico sorteggio. Presen tiamo la nazionale iberica che ha attirato le ire degli sportivi e dei critici iberici, i quali hanno accusato i giocatori d’aver badato troppo a salvaguar dare le gambe contro gli scatenati turchi.
15
sauna. La finale per il 3° e 4" posto, il 3 luglio a Zurigo. La finale per il 1° e 2° posto il 4 luglio a Berna. * * *
Agli spagnoli non è andata anco ra giù la sconfitta incassata all’Olimpico di Roma dalla non formi dabile Turchia. Tempi grami per il calcio iberico, anche perché le polemiche tra dirigenti non si sono fatte attendere, e si è trattato di po lemiche senza esclusione di colpi. Quella partita perduta a causa di un incredibile sorteggio, ha la sciato l’amaro in bocca agli spagno li che già facevano progetti per i campionati del mondo, e considerevano certissimo l’ingresso nelle finali. Dopo la doccia fredda di Roma però, molte cose sono cambiate e si. è alla vigilia in Spagna di vasti e radicali mutamenti, che dovrebbe ro riportare in breve il foot-ball iberico agli splendori di un tempo. * * * Ed occupiamoci un pò delle fac cende di casa nostra, dell’Atalanta ad esempio, la squadra che si è ri velata nel campionato ’53-’54, come la compagine più paradossale del lotto dei concorrenti. State a sentire. Cominciò con buoni propositi e i tecnici le accor darono fiducia. Proseguì malissimo sino a giungere sull’orlo della serie B. Fu allora che i dirigenti giubi larono l’allenatore Ferrerò (il qua le a dire il vero si giubilò da solo, per ragioni di convenienza) e le cose presero a marciare alla per fezione. Vittorie clamorose, alcune addirittura strepitose, e si badi be ne che l’Atalanta non ha avuto al suo timone nessun trainer. Pei' di più la squadra orobica ha messo in vetrina delle individuali tà che ora valgono fior di milioni. Con una o due vendite azzeccate, le casse atalantino splenderanno di vivida luce, a dimostrazione che non sempre le società di provincia menano vita grama. La cosa più preoccupante è comunque quella del trainer, preoccupante per gli allenatori s’intende. Perché la gen te guarda l’Atalanta, pensa al Ca gliari che è andato a gonfie vele dopo la partenza di Allasio e si chiede: a che servono questi alle natori? Amici allenatori non ve la pren dete. A pensarci bene l’Atalanta e il Cagliari rappresentano le ecce zioni che confermano la regola, e la regola vuole che al timone di una squadra ci sia un trainer coi fiocchi. Sas
16
BRUIVO MONTI 3iiti Conni del giro ciclistico d’Italia Monti ha compiuto il suo capolavoro della V Roma Napoli Roma proprio laddove gli avversali, e anche i grandi assi, pensavano di cuci narlo per bene: nella Caserta Napoli. Avesse abboccato all'invito di De Santi e Koblet in fuga, Monti sa rebbe giunto a Napoli disfatto e il giorno dopo avrebbe dovuto pagare lo stesso scotto dello svizzero e del triestino. Invece se ne è rimasto quieto quieto tra le righe mettendo il naso fuori solo quando ha visto partire Coppi come lina furia sulla «fettuccia» di Terracina e a Caracalla. Ho ricordato tutto questo più addietro nella «gargotte» di Monti ad Albano, con un bicchiere di cannellino davanti ed un piatto di fettuccine da resuscitare i morti. Bruno ha imposto all’intera famiglia un nuovo contegno, quello che si addice ad un campione. Neppure «zi Giovanni» fa più il gradasso con i paesani. Bruno è corridore serio, posato, mode sto, non ama le smargiassate e «zi Giovanni» non è più lui ora a con sigliare il nipote, bensì è soggiogato da questi. « Non devi spararle più così grosse — dice ora Bruno allo zio — ho bisogno di sostenitori e di amici, anche tra i corridori altrimenti tutti mi prendono sotto occhio, e sarebbe un guaio ». — Non ha torto. Fosse stato un corridore qualunque da due soldi Ma gni non avrebbe fatto quel po’ po’ di baccano dopo la caduta di Aversa, incolpando Monti di averlo danneggiato appoggiandosi al suo manubrio. Sono corse delle brutte parole tra i due c Magni ha anche alzato le mani in segno minaccioso. Bruno non vuole che si ripetano di questi episodi nelle gare e redarguisce coloro che seminano zizzania. «Vogliono per forza ch’io sia l’anticoppi al « giro »'■ e non pensano che così dicendo mi aumentano le preoccupazioni. Coppi è Coppi, il cam pionissimo, mentre Bruno Monti è solo un corridore volenteroso che vuol farsi della strada, con lealtà ». L’ho lasciato chiacchierare alla sua maniera, con la testa dondolan te sulle spalle, gli occhi un po’ abbassati per la timidezza, quindi gli ho rivolto qualche domanda. — Saresti contento di conservare lo stesso grado di forma della Roma-Napoli-Roma, anche al giro d’Italia? — Volesse il cielo. Non mi dia del presuntuoso e dello spaccone se le dico che al traguardo di Roma dell’ultima giornata, dopo quella po’ po’ di galoppata non ero affatto stanco.
— Forse non ti sei accorto della stanchezza tant’era la gioia per la vittoria. — Può darsi — ha replicato — ma le gambe giravano bene e con il rapporto che avevo non potevo far di più. Coppi ne spingeva uno ben maggiore ed è questa la ragione della differenza di velocità tra noi due. Comunque non mi passa minimamente per il cervello la speranza di bat tere Coppi al giro d’Italia. Tanto più che non ci sono i motori e dovrò spalancare bene gli occhi per capire i giuochi di squadra. — Temi la coalizione? — Naturalmente, perché un giro d’Italia è lungo, interminabile e non tntti i giorni sono eguali. Inoltre ci son troppi interessi in gara per potersi affidare esclusivamente alle proprie gambe ed alla propria squa dra. Il «giro» è una grande corsa che mi appassiona. Sarei felice di piazzarmi nei primi cinque e le confesso che è proprio questo e solo questo il mio traguardo. Tutto il resto sono balle, sogni e supposizioni dei miei amici e ammiratori. Altro che anticoppi. Debbo correre con intelligenza, ragionando e non andare tutti i giorni allo sbaraglio. Pri ma di essere anticoppi debbo preoccuparmi di non essere «antimonti». Si, proprio non essere anti me stesso. E sarà quel che Dio vorrà». Questo mi ha detto in confidenza Bruno Monti nella sua accogliente « osteria der frocione » ragionando con saggezza, e con il suo cervello, lasciando piena libertà agli altri di considerarlo come meglio credono. In fondo questa è psicologia della più beH’acqua. E nel bagaglio di un vero campione la psicologia non può mancare. iV'uber
CON LA FORMULA CHE ENTUSIASMA LE FOLLE
APOTEOSI del ragazzo di Albano C’è della strana gente che di mentica come lo sport professio nistico, quello dei grandi spetta coli non basi il suo interesse sulle « leve dilettantistiche » bensì sul le prestazioni dei grandi nomi a mo’ di spettacolo. Il Gran Premio Ciclomotoristi co delle Nazioni o meglio la Roma-Napoli-Roma ha questa fun zione. E’ nata per la folla, per le centinaia di migliaia di persone o meglio forse milioni, che atten dono per istrada o che si accalca no nei grandi circuiti per vedere gareggiare veramente i corridori secondo una formula nuova tanto discussa e forse per questo più bella. Delle due, come sempre, l’ima : o la gara interessa e il pubblico aumenta o la gara non interessa e il pubblico la diserta. Ebbene grosso modo le cifre di chi è abi tuato a coniare le folle dicono che la gente quest’anno è raddoppiata ovunque. Ma v’è di più. Hanno provalo i tecnici a chiedere — an ziché far sempre di testa pro pria — alla gente che sfollava dalla pista dell’Aquila, dal cir cuito di Caserta, da quello di Na poli ed infine domenica a sera da Caracalla qualche impressione sul la gara? Se tanto tanto si fossero presi questa briga avrebbero avuto ri sposte che stroncavano di netto le loro critiche. La corsa è quella che è. Non si può pretendere dai corridori un impiego ininterrotto, allo spasimo, per quattro giorni, una combatti vità eccezionale nei tratti su stra da, in linea, quando essi sanno come debbano poi impegnarsi a fondo nei settori dietro motori. F.’ qui che la corsa vive la sua vera vita. Qualcuno ha scritto di aver vissuto a Caracalla momenti emo zionanti come mai gli era capitato
in quarantanni e forse più di me stiere, nell’assistere alla conclusio ne ilei Gran Premio delle Nazioni « poco ciclistico e molto motoristico ». Nulla da obiettare. La gara è nata per le folle, è nata per far vedere finalmente a centinaia di migliaia di persone che amano i corridori, i grandi campioni in ispecie, le loro capacità agonisti che, le loro prodezze, come è stato possibile constatare a Caserta da parte di Koblet, di Magni, di Cop pi, di Van Steenbergen, di Ockers c di Impanis, come è stato possi bile ammirarli uno ad uno sulla pista dell’Aquila, c ancora a Na poli nel più suggestivo scenario del mondo, come a Roma nell’af fascinante circuito di Caracalla. Non die si respingano le criti che. Tutt’altro. Chiedo solo alla gente impaziente che si stanca per la monotonia di poche ore di cor sa spenta e senza colore in questa prova come faccia a sopportare
'■
tante e tante tappe del « Giro » è del « Tour », vuote e insignifican ti, perché è risaputo che in queste grandi competizioni a tappe tutto si decide in una o due giornate di corsa. Che non sia stata una kermes se lo ha dimostrato la severa sele zione provocata dalla estenuante lotta negli ultimi chilometri di ogni giorno di corsa quando sono entrati in isccna i motori. Ma lo ha dello in particolar modo il vol to di Copjii al traguardo delle Ter me di Caracalla. Un volto sbian cato dalla fatica, dalla delusione, dal dolore, con due occhi incassa ti nell’orbita, i capelli bagnati, la maglia impregnata di sudore come fosse uscita da una tinozza d’ac qua. Non arrivava certo da lina passeggiata il Coppi. Era bensì re duce da un duello superbo este nuante ed elettrizzante che la fol la ha vissuto appieno. Per questo la folla non è d’accordo con chi condanna la formula che piace, con chi si scandalizza al particola re che sia stato poco ciclistico e molto motoristico. E non ha torto. Ma è questo il tema della corsa ed è logico che quanto avviene sia rispondente al tema stesso. La sera della chiusura, a tarda ora, quando i giornali erano ormai in macchina, la giuria del V Gran Premio ciclomotoristico del le Nazioni, o meglio della Roma
-
Eccolo Fausto, nella sua travolgente " cavalcata ” sulla " fettuccia ’’ di Terracina ad oltre 70 all’ora! Lo allena Ugo Lorenzetti, il miglior specialista europeo della specialità. La macchina è la nuova "Bianchi 175 cmc.".
17
J ■
1 ‘
..a
... ■
V'A
I1- " 1 IS-,
di soli 7 decimi di secondo ripren dendola poi in forma ben più ser rata a Caserta ed a Napoli per chiuderla nei due tratti motoriz zati dell'ultima giornata.
\r,~;
.w ■
! \<
fj
Il
■
f
?
<A
- Si ... la quiete dopo la tempesta ìnotorizzata. La ” V" Roma-Napoli-Roma ” ha avuto momenti turistici ma finali incandescenti!
Napoli Roma, che si fa fatica inu tile a chiamarla in altro modo se la gente tutta continua ad appel larla con la sua sigla iniziale, ha diramato il comunicato conclusi vo contenente talune penalità di particolare interesse. Avvertiti in precedenza attraverso ripetuti ri chiami gli allenatoli sono stati la causa di provvedimenti pecuniari e di penalizzazioni, che non han no comunque alterata la classifica salvo che per il solo Ciancola su perato da Defilippis. Pressoché alla stessa ora i cronometristi ter minavano il loro gravoso lavoro di conteggi e consegnavano le ultime classifiche parziali e generali. Eri è appunto di queste ultime che mi pare sia utile parlare. Nella clas sifica generale Monti precede Cop pi di 24” (i nove effettivi di di stacco al termine della gara, più i 15” di penalità inflittigli dalla giu ria per lievi irregolarità tecniche del suo allenatore) Van Steenhergen è a 3’09”, Giorgio Albani a 3’49”, Fiorenzo Magni a 4’13”, Guido De Santi a 4’48”, Hugo Ko blet a 5’. Sette corridori dunque in cin que minuti, dopo ottocentottanta chilometri di gara c 175 dietro motori. Come si può dire sia man cata la lotta se Coppi e Monti han no gareggiato sino allo spasimo nell’ultimo anello della gara, se a
18
Napoli Magni ha lottato come una furia per recupare il distacco che De Santi, Van Steenbcrgen e Kohlet gli avevano dato in cinquanta chilometri di strada nel settore più breve della corsa da Caserta a Napoli, se si è sempre battaglia to per decimi di secondi? Quando ha voluto Coppi è stalo all’altezza del suo grande nome, della sua fama. Ha siglato la Na poli-Latina con lo spettacoloso « a solo » sulla caratteristica « fettuc cia » filando in alcuni tratti a 80 all’ora e chiudendo comunque ad una media che sfiora i 70 orari. E nel pomeriggio a Caracalla ha cor so come mai nessuno sportivo ro mano aveva avuto l’avventura di vederlo correre. Agganciato alla ruota del suo allenatore, l’esperto Lorenzetti, un italiano residente a Parigi, Coppi aveva in un primo tempo distanziato Monti, sino a tagliarlo fuori dalla lotta e prati camente soffiandogli la vittoria as soluta, quindi ha avuto ancora ]a forza e la volontà di riprendere flopo l’incidente meccanico al cambio che gli ha fatto perdere non meno di un minuto. Ma forse è stata la fatalità a voler mettere sullo stesso piano di sfortuna i due maggiori protagonisti della corsa, quelli che hanno aperta la partita già alla fine della prima giornata di gara, ad Aquila con uno scarto
Grande Coppi, ma grande, gran dissimo anche Monti, che è ormai tempo di considerarlo nella elet tissima schiera dei migliori corri dori europei. Ma diceva Gaston Bcnac, brillantissimo giornalista francese, maestro del giornalismo sportivo, come raramente gli sia capitato di assistere ad episodi tanto palpitanti, ad un confronto così serralo ed intelligente tra un campione del mondo ed un giova ne corridore. Ebbene non deve scandalizzare nessuno se affermo che Monti non solo ha dato scacco matto a tanti assi nei tratti dietro motori (la speciale classifica per il Gran Premio Ursus Gomma lo vede al primo posto) ma li ha su perati persino in tattica di corsa. Non è mistero la « combine » im bastita dai « grandi » nella Caserta-Napoli al solo scopo d’invischia re Bruno Monti e costringerlo ad un inseguimento estenuante per rincorrere De Santi e Koblet in fuga, per soffiargli la maglia giallo rossa. Chiunque altro si sarebbe battuto e spremuto sino allo spasi mo. Monti ha invece capito come fosse prudente lasciarli andare. La rivincita non sarebbe mancata. Questa è venula infatti nella Napoli Latina e Coppi non s’è ac corto che inavvertitamente stron cando Magni, Koblet, De Santi e Van Steenbergen ha reso un ser vizio prezioso al ragazzo di Alba no. Perché ha costretto alla resa questa gente che occupava i primi posti della classifica sino ad allon tanare altri pericoli dal capo del giovane capitano dell’Arbos. A Ro ma si è avuto il resto. Incidente di Monti prima dell’ingresso in cir cuito; incidente di Coppi a metà gara. Parità perfetta, nelle disgra zie come nei meriti. Ma dovendo assegnare un verdetto ai punti, questo sarebbe egualmente tocca to a Bruno Monti, un nome che entrerà presto nella mente degli sportivi, per quanto ha fatto ogni giorno in ogni settore della gara. E Coppi è stato come sempre il primo a riconoscerlo.
Natale Bertocco
r
MT
"n d
T GIRO,. di Nino Lombardi
Ogni anno tra gli organizzatori ci-Maggini, della Legnano con Mi 37° Giro d’Italia tra i più completi del Giro d’Italia e quelli del Tour nardi e Albani, dell’Arbos con Bru che una rassegna ciclistica interna de France si scatena una battaglia no Monti capofila, della Torpado zionale a tappe può desiderare. Le novità di maggior pregio del che si risolve quasi sempre a colpi che punta su Defilippis, dei giovani di milioni per il lancio di quelle della Freyus e della Bottecchia che la corsa che con tanta cura allesti novità che sulla carta e nella men ha le sue speranze fondate su Lino sce l'ufficio organizzazione della te dei promotori sono gettate in Fornara. Negli stranieri saranno in « Gazzetta dello Sport j> riguardano campo per far più belle e più at campo le formazioni ufficiali della il percorso, a parte quel Gran Pre traenti le due antiche manifesta Svizzera, con i colori di Guerra, del mio Traguardi Volanti (T.V.) del zioni a tappe del calendario cicli Belgio con Girardengo, della Spa quale ci siamo occupati lo scorso gna, dell’olanda, della Germania e numero. Si partita da Palermo per stico internazionale. Abbiamo così, fin dal gennaio, della Francia. disputare il primo giorno di corsa che cautamente dai quartier gene Vedremo così impegnati contro i una gara a squadre in un carosello rali di Milano e di Parigi comincia maggiori assi del nostro ciclismo i assolutamente nuovo intorno al no a trapelare le indiscrezioni e gli diversi Koblet, Van Steenbergen, monte Pellegrino. L’innovazione annunci su quelle iniziative. Da Ockers, Impanis, Wagtams, Nolten, vuole creare dei distacchi fin dal una parte si annunciano premi i fratelli Woorting, Schaer, Lorono, primo giorno ed è un degno prolo principeschi dall’altra quelle varia Ruiz, l’ex campione del mondo Mul- go alla seconda tappa che da Pa zioni di percorso suggerite dalle ler e tanti altri sì da poter qualifi lermo porterà con 274 km. fino a esperienze degli anni precedenti. care lo spiegamento dei partenti al Taormina, tappa questa che coni Sulle innovazioni che quest’anno presentano le strutture del Giro e del Tour ci siamo intrattenuti nel numero scorso. Oggi diamo uno sguardo a come si presenta il Giro d’Italia che proprio in questi gior ni prende l’avvio da Palermo per concludersi domenica 13 giugno sull’assito del Vigorelli a Milano. Parte dalla Favorita questo 37° Giro d’Italia sì da stabilire un pon te ideale tra il sud e il nord. Ve nerdì 21 maggio prenderanno il via dieci squadre italiane e sette stra niere con un impiego complessivo di 119 corridori, settanta italiani e quarantanove stranieri. Per le squa dre italiane è definita la partecipa zione della Bianchi agli ordini di Coppi, della Bar tali con l’intramon tabile in testa, della Nives-Fuchs li bravo e valoroso Giorgio Albani 4» classificato nel V Gran Premio ciclo motoristico delle Nazioni, al rullo della moto "Mi Val" della Metalmeccanica con il tricolore Magni, della Doni- italiana Valtrompia, durante la disputa del settore motorìstica di Caracolla, nel selli-Lansetina con Bevilacqua e quale ha tenuto la testa per quattro giri e poi attardato a seguito di una Soldani uomini di punta, dell’Atala paurosa caduta. Albani si è dimostrato un virtuoso del "rullo". La "Mi Val", che ha pienamente risposto a tutte le esigenze era pilotata dal fratello dello con il temibile trio Astrua-Petrucstesso, corridore della "Legnano".
19
l.’Alìll MACCHI Staffetta Ufficiale del Giro 1954 L’AER MACCHI partecipa per la prima volta al Giro d’Italia for nendo — con cinque scooters 125 U a ruote alte, l’elegante motovei colo che tanta fortuna ha incon trato sin dal suo primo apparire in Italia e all’estero — la staffetta uf ficiale della massima manifestazio ne ciclistica nazionale. E' una prova di collaborazione e di simpatia che l’AER MACCHI ha voluto offrire alla « Gazzetta dello Sport », organizzatrice della spet tacolare e popolare corsa. I cinque scooters « 125 U » sfrecceranno così per tutte le strade d’I talia alla testa della grande « ca rovana » e daranno alle folle in at tesa l’annuncio che il « Giro » sta arrivando. E le folle vedranno nei cinque perfetti motoveicoli — velo ce e rombante cuneo battistrada — una delle creazioni di maggior suc cesso dei grandi complessi indu striali varesini.
prende il primo traguardo della Montagna alla Cantoniera di Madrazzi (m. 1145) con complessivi 1900 metri di dislivello. Poi si tornerà in continente per un gruppo di tappe che possono es sere classificate di assestamento a parte la lotta tra i passisti e gli specialisti della fuga nel Gr. Pre mio « T. V. », tappe che si concludo no a Catanzaro, Bari (primo gior no di riposo), Napoli, Aquila, Roma e Firenze. In Toscana la seconda novità del Giro, l’arrivo sull’Abetone in quel la località « storica » per aver lan ciato il primo Coppi, quello che si rivelò nel 1940 conquistando a Mo dena la maglia rosa. Sul Bernina c’è per gli scalatori l’appuntamento del « tetto » del Giro, il punto nel quale tutti indicano la « decisio ne ». Saranno toccati i 2230 metri con il traguardo di tappa ad appe na 23 km. di distanza. E ciò rende più difficile la tappa dando maggio ri favori agli arrampicatori. Persi no nella tappa finale gli organizza tori hanno messo una difficoltà, il Ghisallo, a 75 km. dal traguardo fi nale di Milano. Come si vede gli scalatori sono favoriti al massimo. Anzi c’è chi afferma che il 37° Giro d’Italia è
20
fatto su misura per Fausto Coppi che ha tutte le probabilità di con quistare la sesta vittoria nel Giro, delle quali le ultime tre sarebbero consecutive. Si dice infatti che po co recupero c’è per Hugo Koblet. che di Coppi sarà il principale av versario. Quando dalla vetta all’ar rivo ci sono pochi chilometri, il di stacco accusato al culmine diventa incolmabile anche se chi deve recu perare si chiama Koblet, vale a dire un corridore che in discesa sa an dare in modo da far chiudere gli occhi per la paura a chi ha la ven tura di ammirarlo scendere a ot tanta all’ora. Ora considerate la tappa a cro nometro a squadre con la Bianchi che oltre sul « direttissimo » Coppi può contare su Gismondi e Filippi, aggiungeteci l’arrivo in salita sul culmine dell’Abetone, il tetto del Giro portato a 2230 metri con soli 23 km. di distanza dal traguardo e le altre salite del 37° Giro; fate di tutti questi vantaggi parziali una somma e vedrete che sul piano del-
le previsioni Fausto Coppi potreb be far onore alla sua maglia di campione del mondo partendo da Pa lermo con un « handicap » di alme no 3 minuti. Forse in questo modo gli avver sari non avvertirebbero eccessiva mente lo scompenso che il favore vole percorso del 37° Giro dà a que sto prestigioso campione vanto di tutta la generazione ciclistica che ha dato tanti esempi luminosissimi di classe. Tutto questo vale fino a quando Koblet non deciderà di av vantaggiarsi in pianura, come già fece lo scorso anno. In questo caso Coppi deve stare molto attento per non essere costretto a dover recu perare sulle montagne un distacco che potrebbe essere incolmabile. Il caso recente della Roma-NapoliRoma dovrebbe aver insegnato al campione del mondo molte cose al riguardo, in quanto basta una ine zia sotto forma di un modesto in cidente meccanico per mandare al l'aria qualsiasi rimonta. Nino Lombardi
LA GIORNATA DEI GIOVANI CALCIATORI NEL 50° ANNIVERSARIO DELLA F. I.
F. A.
(1904-1954)
La F.I.F.A. commemorerà il 23 giugno 1954 il Cinquante simo anniversario della sua fondazione. Il Comitato Esecutivo della F.I.F.A. desiderando solennizzare nel mondo intero la data della fondazione della Federazione Internazionale e di sottoli neare il grande sviluppo che il giuoco del calcio ha preso nello spazio di 50 anni, ha invitato le 84 Federazioni nazionali affiliate ad organizzare domenica 20 giugno 1954 una manifestazione di grande rilievo destinata ai giovani calciatori. La manifestazione dovrà essere riservata a squadre composte di giuocatori dell’età massima di 18 anni e dovrà avere luogo in ogni Nazione, nella stessa ora. La manifestazione simbolizzerà la gratitudine della gioventù che si dedica al giuoco del calcio verso i pionieri che hanno fon dato la F.I.F.A. nel 1904 e dovrà dare la dimostrazione dello svi luppo che il giuoco del calcio ha raggiunto e della fratellanza sportiva dei giovani calciatori di tutto il Mondo, i quali assicu rano la continuità del nostro sport. In accordo con il Comitato Centrale della Lega Giovanile è stato stabilito che la nostra Federazione parteciperà alla manife stazione indicendo in ogni capoluogo di provincia una gara fra squadre di L.G. Le gare avranno inizio alle ore 10,30. La Federazione assegnerà a tutte le squadre partecipanti una targa ricordo, che sarà distribuita a cura del C.C. della Lega Gio vanile al quale viene dato mandato di organizzare la manife stazione.
Succede tutti gli anni cosi: uno ti sta calmo e placido per trecentosessanta giorni interes sandosi d’automobilismo solo una volta tanto, magari ad ogni vittoria del « Brescia »... (ma questo è un altro discor so, vai poi, scoccata l’ora X eccolo c,he si lancia all’attacco che nemmeno a Dien Bien Phu, iniziando con l’assalto di petto ai « tondi, neretto, cor po 8 » delle grandi firme del lo sport del volante per fi nire col mandare a memoria i litri e gli HP di tutte le macchine in competizione.
CHIOSE DELLA M. M. di elido Rowalnl
Altri
tempi,
quelli. Altre
Mille Miglia. «I
»
dere a singhiozzo ( i tecnici a questo punto direbbero che il motore perdeva dei colpi) per finire dopo non molto a
Perché, una volta, la gran fermarsi di colpo esalando a de corsa bresciana era diversa. Dio, con un ultimo sbruffo Prima della partenza potevi A casa sua, in quei giorni, benissimo, anzi, facevi bene, quegli ordigni infernali che a è tutto lecito: la moglie no sistemare i tuoi crediti e de malapena stavano raggruppati approfitterà per scodellargli, biti (meglio, per ovvie ragio sotto il cofano. senza mettere lamentele al ri ni, i secondi, beninteso) per Tempi epici, quelli. Erano porto, l’insipida minestra e chè non sapevi quando e co gli anni dei Minoia e Moranl’arrosto che sa maledettamen me saresti ritornato. La mac di, dei Campar! e Bignani. E te di bruciato, il figlio per china, alla vigilia, sputava fu stavano per spuntare le stelle chiedere il paterno autografo mo e fiamme senza soluzione intramontabili dei Nuvolari e su quel vituperalo cartoncino di continuità, ma una volta dei Varzi, campioni da fiaba che, in altri tempi, farebbe in lanciata sull’asfalto (che non e da leggenda. Si fece grande veire il genitore, con.. non c’era, ma si fa per dire) alla con loro la Mille Miglia; poi troppa grazia, verso l’invento pazza velocità di ottanta e an re dell’istruzione obbligatoria che meno chilometri orari in traballò incerta ma prese un e della complementare.
cominciava prima col proce-
a una persona di classe. Classe mondialc.
portamento sicuro, consono
Ora siamo ai tempi dei Marzotto uno, due e tre, degli Ascari, dei Taruffi, di Fari na. Vengono essi a Brescia il sabato mattina all'ora dell’a peritivo, barattano col tifosome autografi con applausi, fanno per una decina di ore il loro giretto lungo le stra de della penisola, si fermano all’arrivo quel tanto che ba sta per sapere se qualcuno ha più di loro allungato il passo, poi, in serata, sono già a casa loro in pigiama e pianelle in pacata e un tantino svogliata conversazione con la moglie sul tailleur dell’amica o sul barboncino dell' inquilino d i sotto. Venni, corsi, vinsi. E arri vederci fra dodici mesi.
La ventunesima edizione l’ha vinta « Ciccio » Ascari. E a questo punto s'imporrebbe logicamente la cronaca e sa rei stato costretto a darcela se il mio direttore non mi avesse chiesto un « pezzo » di colore. Il che, in verità, è stato un po’ come il cacio sui maccheroni, perché io, d'automibilismo, ne capisco ben poco. Cosicché, per non fare in seguito la ' figura del pesce
<c Ciccio » Ascari ha da poco terminato la sua vittoriosa Mille Miglia. Sceso di macchina è stato subito issato sulle spalle dei suoi fanatici ammiratori e sta ritornando verso il traguardo sostenendo l’assalto di giornalisti e fotografi.
fuor d’acqua tun termine, do vete convenirne, elegantissimo posto invece dell’ignoranza) mi sono « rimorchiato » un amico, che all'incontrarlo si dichiarò subito legato a me da profondo affetto ( e un preziosissimo talloncino « stam pa » usci cosi dalla mia ta sca per andare a fregiare il petto altrui) il quale per tuV-
21
ti i giorni pre e di gara mi ha riempito il cupo di doppi compressori, di sospensioni, di
« litri » di cilindrate, e in un modo tale che a sera, nello stendere il pezzo, confondevo la cilindrata con la grigia trentennale bombetta di papà Castagneto ed altri equivoci del genere. E l’invidiavo, l’amiro mio, come l’invidiavo il tecnico impareggiabile.
la mano, il numero dipinto sulle macchine che tagliavano il traguardo. Lo speaker poi, s’è dimo strato di gran lunga più uti le di una pletora di amici af fettuosi. Mi ha informato che gli idranti celesti facevano ac qua da tutte le parti (non c'è rosa senza spina e sta bene, ma non c’è nemmeno Mille Miglia senza pioggia) che Ta
lutti a questa notizia rimasero per un poco con la bocca spa lancata.
* * s Di Giannino Marzotto e del la sua partner Gioietta Tor timi. Per calcolare lo svantaggio del due volte vincitore la pro
va e recordman in fatto di velocita (n.dr.) a Verona ba
stava un comune orologio, a Padova una ani-ora più comu ne sveglia; a Ferrara addirit tura l'ombra di un palo infis so per terra. Dopo la città estense, Giannino, visto che correva il rischio, andando di quel passo di arrivare a malapena in tempo massimo, pen sò bene di raccorciare ili! tan
a prendere aria. Un modo do potutto come un altro di far venire l’ora di pranzo. Ore 17. 2R 10”, Non dimen ticatelo comuni mortali que st'attimo ! E quello dell’arrivo di « Ciccio » Ascari, dell’ uomo per cui la sera, gli impagina tori hanno fatto ammattire i
tipografi
alla
ricerca di ca
ratteri semine più grandi e che il mattino dopo, scorren do sui vari fogli le sue epiche
gesta, ha arricchito la nostra modesta c. u 1 t u r a di nuovi, iperbolici aggettivi. 11 vincitore l’ho visto oltre
passare come un lampo la li nea bianca, I lio rivisto poco dopo ancora per un attimo is
tino la distanza puntando di sato a sghimbescio sulle spalle di fanatici ammiratori. Poi un quintale di carne umana di Laonde, viste come sono an stribuita in verticale si c po date le cose, il ragionamento sta dinnanzi, un secondo tipo che ne consegue è unico e dal puzzo pestilenziale di si
rettamente su Brescia, via Cre mona.
Piero Taruffì, l’alfiere della Lancia che terrà il comando della gara fino dopo Roma si prepara a prendere il via. Un incidente di strada nei pressi di Vetralla lo toglierà irrimediabilmente dalla corsa, quando era ancora netta mente al comando ad una media sbalorditiva.
Poi, gratta gratta, ecco la so lita delusione procuratami da un altro amico, anche lui le gato a me da profondo affet to (chissà .perché in quei giorni tutti gli amici ti vo gliono un gran bene) cui non mi era stato possibile dare il talloncino di cui sopra. Quello un tecnico? Macché. Teneva, a far tanto, il nipote del cognato della fidanzata di suo fratello fattorino a mez za giornata nell’ officina per motoscooter dell’angolo. E me la saluti tanto la sua pro vata competenza in materia.
Così
nel
pomeriggio,
per
l’arrivo mi sono arrangiato da solo. Non ho perso una sil laba delle parole dello spea ker ho scrupolosamente an notato, ordine di partenza al-
22
tuffi leader fino dopo Roma aveva un buco grosso così nel
semplice. Il signore numero due di Valdagno e la sua gra ziosa diciottenne cognatina, si devono essere svegliati do menica mattina senza una me ta fissa, senza progetti, preoc cupati solo di trovare un mo do d’ammazzare il tempo. Co sicché visto che Ferrari aveva loro prestato una fiam mante « cinque litri » hanno pensato bene di stuzzicare l’appetito andando fuori un poco
garo mi ha conficcato un go mito in un occhio, una si gnora adiposa ha scambiato un mio fianco per l’angusto sec chiello porta-ombrelli e la mia Mille Miglia edizione 195-1e finita purtroppo là.
La continueremo il prossi mo anno. Sempre, beninteso, se avrete quest’anno esaurito, a mio indirizzo un intero ma nuale di zoologia,
Aldo IloHHini
serbatoio dell’olio e che per
ciò — ironia! — era fritto, che le due speranze italiane Maglioli e Valenzano non ave
vano rotto quell’aggeggio no, ma erano fritti ugualmente (contenti ora, i tifosi della
cronaca?), che Musso con la sua vecchia tre anni Maserati « due litri » andava maledet tamente forte (però, se consi derano vecchia quella a tre anni, io che ne ho ventiquat-
tro devo essere perlomeno decrepito) e che Ascari bru ciava le tappe verso Brescia. E tant’era la sua voglia di bru ciare che quasi quasi brucia va persino Io spinterogeno. Che non so con precisione che cosa sia ma dev’essere certo una cosa molto importante se
VALORE MORALE DEL CALCIO Il 'perfetto calciatore deve essere pronto, in qualsiasi momento della partita, a ricevere il pallone, a pas sarlo, a correre, a decidersi, a tacere e ad ubbidire. Senza parlare delle sue doti fisiche, io mi fermo a con siderare quante doti morali sono messe a profitto: la iniziativa, la perseveranza, la prontezza di giudizio, il coraggio, il controllo di se stesso, ed è facile concludere che il giovane cui è posto un simile programma potrà ben raggiungere dei perfezionamenti strada facendo. Bisogna riflettere su queste cose per comprendere lo spirito di quanto mi diceva una volta un professore del Collegio dì Harrow: « Preferirei che i miei scolari per dessero due lezioni piuttosto che mancare ad una partita ». Ho citato altre volte questa caratteristica frase e l’hanno giudicata esagerata. Può darsi che in effetti essa sia andata al di là del pensiero del professore stesso, ma nessuno può negare che contenga una gran parte di verità. L’istruzione si riacquista, il carattere non si rifà: Pierre De Coubcrtin
t
Inlonne t Suoli «li Renio lvaNCiieci
La televisione, dopo aver posto salde ramificazio ni nell’Italia continentale, sta scendendo con i suoi cavi lungo la dorsale appenninica e sta investendo ed interessando tutta la penisola. I programmi televisivi attraversata una fase speri mentale, si stanno avviando verso quella consisten za e quella stabilità che daranno con l’andar del tempo caratteristica e continuità alle trasmissioni. 1 programmi a carattere spettacolare (commedie ecc.) hanno trovato nella situazione di assestamen to un valido aiuto nella pellicola cinematografica, valendosi quindi a volte di materiale già sperimen tato sullo schermo, mentre i programmi sportivi so no entrati subito nel vivo ed hanno realizzato tra smissioni in presa diretta per alcuni importanti av venimenti. Ora che la televisione sta facendo il suo ingresso nel nostro mondo dello sport nasce spontanea una domanda che più volte ci siamo posti per condurre discussioni di carattere accademico, ma che questa volta è la necessaria premessa pei- la ricerca della migliore forma di accostamento del nuovo mezzo di diffusione a quel vasto ambiente formato dalle tante specializzazioni sportive. Lo sport è spettacolo o è gioco? Per non scontentare nessuno potremmo dire che lo sport è l’uno e l’altro. Però ai fini pratici è inu tile dire che una soluzione preponderante bisogna pur trovarla. E potrà sembrar strano, ma la televi sione può dare il suo notevole contributo a questa soluzione tanto che chi vive molto vicino all’una e all’altra cosa avverte che lo sport in Italia può pren dere in questi tempi decisamente quella strada della spettacolarità imbroccata nel dopoguerra e contro la quale'si è preso tra l’altro l’opportuno provvedi mento dello sport nella scuola e quello della costi tuzione di Centri Giovanili di propaganda sportiva. Ma qui si può correre il rischio di mettere lo sport al servizio della televisione, mentre, come vedremo, sarebbe opportuno realizzare il contrario. Per questo problema italiano non esiste ancora nessuna precisa codificazione che ne risolva i que siti dal punto di vista giuridico e dal punto di vista umano. Per arrivare ad una buona- e soddisfacente solu zione (sappiamo che qualcosa si sta facendo in pro posito) sarà bene analizzare le conseguenze che la televisione in generale e quella sportiva in partico lare ha determinato negli Stati Uniti d’America, pae se dove attualmente esistono 25 milioni di apparec chi telericeventi. A New York in Times Square nei giorni prece denti reiezione, che portarono F.D. Roosevelt alla Presidenza, 600-700 mila persone si accalcavano sot to le finestre del Times per conoscere le ultime no vità. Erano i tempi in cui la televisione era ancora nella fase di progetto. Nel ’48 sempre in Times Square e per lo stesso
Il pugilato è senza dubbio la specialità più adatta per le telecronache. Ma per l'arbitro sono tremendamente au mentati, in ogni dove, i « censori s>
motivo c’erano solamente un centinaio di migliaia di persone. Se volete prendervi la briga di chiedere ad un esperto della Gallup il motivo della flessione di que sta cifra, insinuando magari che si può trattare del la diminuzione dell’interesse dell’opinione pubbli ca per la faccenda delle elezioni presidenziali, vi sen tirete rispondere con una sfilza di percentuali alla mano che « per carità, le elezioni del presidente nel 1948 hanno interessato gli americani più che mai ». E allora saprete che gli assenti di Times Square erano individui presi dai primi sintomi del « com plesso televisivo ». Nelle ultime elezioni in Times Square c’erano le solite quindici-ven tintila persone, che vi potete ve der transitare tutti i giorni: questo voleva dire al lora che l’America era completamente malata di « televisionpatia ». Cosa sia questa « televisionpatia » è presto detto: è quella forma d’inerzia che prende il possessore di un apparecchio televisivo, il quale è un uomo che può andare in giro per il mondo, standosene seduto nella sua poltrona. In altri termini la televisione può creare dei portoghesi di nuovo stampo, pigri e se dentari, del tutto diversi dal tipo classico di una volta, che se non altro riuscivano a penetrare in qualsiasi ambiente solamente con un biglietto pro curato con energia e con notevole faccia tosta. Ora se la televisione ha tenuto fermi alla loro pol trona gli americani durante la giornata dell’elezioni, a maggior ragione ve li inchioda quando l’avveni mento teletrasmesso richiede per coloro che voglio no esservi presenti un certo numero di dollari da sborsare. E’ il caso dello sport, che in America tro va le sue più popolari espressioni attraverso il pu gilato, il baseball, e il football. In questi sport con alterne vicende la televisione ha tentato di farla da padrona, cercando di asservir ne le organizzazioni con le conseguenze che vedremo. Nel pugilato quando non c’era la televisione si era giunti ad un massimo di 535 clubs, che con po co più di 5.000 pugili organizzavano 535 riunioni alla settimana con l’affluenza globale di 900 mila spettatori settimanali. Adesso con la televisione si dà l’assurdo per cui il pugilato è diventato talmente popolare da destare l’interesse di 3G milioni di americani, spettatori set timanali... alla televisione, mentre il numero dei pu-
23
gili professionisti è calato e si aggira attorno al mi gliaio e il 90 pei- cento dei clubs han chiuso bottega. Come mai questo può esser avvenuto nel giro di pochi anni lo si spiega proprio con la faccenda della televisione. Nel 1950 ci fu una grossa lite tra lo International Boxing Clubs, il cui capo incontrastato è Jim Nor ris, e la New York Guild of Managers, una specie di Sindacato dei procuratori dello Stato di New York. Ci fu uno sciopero e tra gli altri a rimetterci fu anche il nostro Tiberio Mitri. Dietro il dissidio c’era la televisione. Norris pren deva dalla televisione 12 mila dollari e per il com battimento principale offriva 1.500 dollari. 1 pugili storsero la bocca e protestarono per bocca dei loro procuratori. Ebbero dapprima 2.000, poi 3.G00 dol lari. Però Norris era riuscito ad avere anche lui un aumento e per ogni riunione intascava 20.000 dol lari, che per lui rappresentavano l’equivalente del l’apporto di 6.000 persone paganti con la differenza che non c’era da correr rischi ed incerti. Una situazione analoga ci appare nel baseball. Le leghe, che erano 59, oggi sono una quarantina. Lo scorso campionato ha visto un’affluenza di 25.301.253 spettatori paganti con una flessione di 702.789 spet tatori rispetto al campionato precedente. Se la flessione del numero degli spettatori non è notevole, decisiva è la percentuale delle squadre mi nori, che si sono dovute sciogliere per mancanza di mezzi. Questo fatto ha costretto i clubs dove i dol lari fanno il loro giro vorticoso, a importare una dozzina di giocatori da Cuba, che rappresenta oggi per gli Stati Uniti nel baseball quel che la Svezia rappresenta nel calcio per i Paesi latini. Invece l’indice di affluenza alle partite di football, anche se ha subito una lieve flessione, è sempre buono con notevole soddisfazione della Atletic Ama teur, la federazione di atletica leggera, la quale vive con le sovvenzioni del football. Questo perché il football americano non si è lasciato impaniare come gli altri sport dalla televisione.
i
(.
;•
In casa, comodamente seduti in salotto si vivono i grandi avvenimenti dello sport. Ma gli organizzatori protestanol...
k
24
La lotta libera, che è stata portata ai massimi ful gori proprio per merito della televisione, ha già toc cato quei minimi, che ne decretano inesorabilmente la decadenza. Una volta alla lotta veniva concesso uno spazio di sei trasmissioni settimanali con un compenso di mille dollari. Poi la televisione volle esasperare le cose e mettere il naso negli incontri, i quali incominciarono a puzzar di regìa anche se spettacolarmente erano di un certo effetto. Quando l'americano ne ebbe abbastanza di match recitati, di lotta col copione alla mano, spense il suo appa recchio. Quelli della televisione capirono che il pub blico « pestava i piedi » e allora cominciarono a met tere in un canto la lotta, acconsentendo di trasmet tere solo due incontri a settimana a 300 dollari. Certamente il concetto informatore dei program mi televisivi in America ha tutta un’altra imposta zione che qui in Italia. Però da noi gli sport, che godono di una certa popolarità, hanno ormai una impronta che si ispira alla spettacolarità e che rag giunge limiti d’incremento dell’opinione pubblica notevolmente superiore a quelli raggiunti negli Stati Uniti sempre in senso relativo e talvolta anche in senso assoluto. In altre parole se confrontiamo le cifre di af fluenza del pubblico ad un incontro di World Series per il baseball in America e ad un incontro calcistico Roma-Juventus o Inter-Juventus, alla fine i conti tornano sempre in nostro favore. Questo vuol dire che in Italia lo sport come diffusione nel suo lato spettacolare ha raggiunto vertici eccezio nali. D’altro, canto fino ad oggi una manifestazione sportiva di notevole importanza poteva esser segui ta attraverso la descrizione della radiocronaca di retta o registrata e magari visionata il giorno dopo nei vari servizi cinegiornalistici. Ma non potrebbe essere lontano il giorno in cui anche da noi rincontro internazionale o quello va levole per lo scudetto venga teletrasmesso in pre sa diretta con quegli accorgimenti tuttavia che pos sono garantire egualmente l’interesse sportivo e mettere d’altro canto in risalto particolari pregi spet tacolari, raccolti magari con un concetto antologico ed esemplificativo. Questo per evitare che nasca tra i nostri tifosi, fortunati possessori di telericevitori, quel « com plesso televisivo », che forse più lentamente (da noi non molta gente si concederà facilmente il piacere di possedere l’apparecchio televisivo) ma sicuramen te potrebbe determinare quelle conseguenze di cui lo sport statunitense ne ha già fatte le spese. Ma la televisione, e avremmo piacere di non dire una cosa originale, potrebbe portare in Italia un no tevole contributo allo sport diffondendo cortometragggi didattici, essendo lo schermo televisivo mol to più adatto di quello cinematografico e divulgare quei segreti dello stile, che vanno centellinati tra pochi e non nella vastità amorfa di una sala di proiezione. Questa è una verità determinata da un’esperien za precisa e da testimonianze raccolte un po’ do vunque. Con la televisione il cinema didattico e partico larmente quello sportivo ha trovato lo schermo, che da oltre vent’anni affannosamente cerca, qualora si riuscisse a dotare rapidamente di telericevitori scuo le, enti enalistici e tutte quelle associazioni, che pos sono dare il loro valido apporto allo sport. IKcmo Pascucci
oa Basisi Eaii al o
squillo d’allarme per
il
nostro «remo» <11 Xatale llertocco
•
M»
Prendcndo insieme due dati tecnici: il risultato del cronometro c le segnalazioni dell’anemometro, che ha funzionalo c sentenziato come non mai do menica e lunedì mattina sul lago di Castel Gan dolfo, ci sarebbe da essere abbastanza soddisfatti dell’andamento delle cose cerniere italiane. In par ticolare per i tipi di imbarcazione olimpionici più impegnativi, che sono per l’appunto quelli dei due «quattro», con e senza timoniere e dell’otto: gli armi cioè che in sede di campionati europei con tano maggiormente per l’assegnazione della Coppa Glandaz — destinata alla Nazione che ha ottenuto il miglior punteggio complessivo — e che anche l’Italia ha vinto tante volte, sino a pochi anni addietro. Anzi a tre edizioni appena addietro, quel la svoltasi all’idroscalo di Milano, campo di regata più felice per venti c correnti dello strano e ingan nevole specchio d’acqua dei « Castelli ». Ci sarebbe da essere soddisfatti e pensare per sino ad un buon risultato ai campionati d’Eu ropa di quest’estate, in quanto le prestazioni della Moto Guzzi nel « quattro senza » ( che ha confer mata la sua superiorità sugli altri armi anche nella ripetizione della gara, causata dall’abbordaggio tra la Vittorino da Feltre di Piacenza e la Ionica di Catania), della « Marina Militare » nel « quattro con » c dell’otto dell’Aniene e della stessa Moto Guzzi naturalmente, sono apparse concrete e l’amalgama nella difficile e severa barca da parte degli equipaggi pressoché perfetta. Ma si vuole che proprio nella prima prova dei campionati nazionali di canottaggio 1954, le condizioni atmosfe riche abbiano influito eccessivamente sul rendi mento e quindi sui tempi effettivi degli equipaggi, specie delle imbarcazioni minori (il singolo, il due con ed il due senza c naturalmente il due di cop pia) sino a disorientare c sconcertare i tecnici, i quali tutti hanno rimandato il loro giudizio a fine giugno a Napoli, vale a dire alla seconda prova del campionato. Anche a Napoli tuttavia non credo si potrà prendere per oro colato ciò che di rado i cronometri, trattandosi pur sempre di un campo di gara aperto, in mare per giunta, con tutti i vantag
gi e gli svantaggi perciò che il mare riserva alle difficili e sensibili imbarcazioni fuori scalino. Qualcuno si è preso la briga di fare persino dei calcoli circa gli handicap causati dal vento (non dalle correnti) nelle varie regate, ma non ha po tuto accertarsi sulla direzione del vento che con tinuava a mutare di rotta, e quindi stabilire in real tà una comparazione effettiva coi tempi base in ternazionali. Occorre perciò poggiare le osservazioni tecniche quasi esclusivamente sul risultato effettivo c sugli ordini di arrivo stessi, i quali non foss’altro de nunciano lo stato di grazia, più o meno brillante e di preparazione degli altri, non numerosissimi, pre senti a Castel Gandolfo nella manifestazione realiz zata con quanta competenza e passione non vi di co, dal comitato della X Zona della federazione di canottaggio con a capo l’impareggiabile Filippi. Molle società non si sono presentate alla prima prova perché a corto di lavoro, ma temiamo anche che diversi equipaggi che hanno ;gareggiato nella scorsa stagione siano stati sciolti. I risultati parlano chiaro anche al riguardo. E’ dimostrato ormai come lo sport del remo, salvo graditissime eccezioni da parte di società salde nel la tradizione e consapevoli del loro scopo base che è quello dell’attività agonistica e non altre distra zioni militari, abbia possibilità di sviluppo e di pratica o negli organismi militari, oppure nei gran di gruppi aziendali. Non per nulla la « Marina Militare » occupa un primo posto nella graduato ria complessiva mentre si affaccia alla ribalta l’Ae ronautica con qualche elemento singolo, con la Mo to Guzzi ed il Centro sportivo FIAT. E lo stesso « otto » dell’Aniene di Roma è formato esclusiva mente di militari, i simpaticissimi corazzieri del Capo dello Stato, istruiti, amalgatati e guidati dal buon Girolimini. Per impostare un equipaggio a quattro o ad otto vogatori occorrono mesi di lavoro e almeno due stagioni di gare prima di poterlo lanciare in com petizioni nazionali con risultati positivi e possibi lità di affrontare i campi di regata stranieri. Diffi-
25
vilmente i ragazzi d’oggigiorno sanno sottoporsi ad una così severa preparazione, a tanto sacrificio, se non obbediscono ad una disciplina pressoché mili tare o non dipendono da un azienda che dà egual mente ad essi la possibilità di vita. Tanti circoli vernieri hanno lanciato e lanciano in continuità del le « leve » chiedendo assolutamente nulla agli ade renti e. offrendo per contro ad essi la possibilità di divenire degli eccellenti vogatori c di gareggiare. Ebbene pochissime di queste « leve » vanno in por to tant'è l’apatia e la discontinuità dei nostri- gio vani e la mancanza di spirito di sacrificio ad assog gettarsi ad un programma collettivo che non con sente una sola assenza se non si vuole pregiudicare c rendere vano il lavoro dei compagni. Tutto ciò è stato nuovamente dimostrato dalla prima rassegna nazionale renderà della stagione. Per cui non si può che salutare con entusiasmo il nuovo accordo definito tra il CONI e le Forze Armate, come con i corpi specializzati, Finanza, Polizia, Vigili del Fuoco mentre è augurabile che con una formula del genere si giunga anche ai grandi gruppi sportivi aziendali, e quindi alle mag giori polisportive che possono seminare tra mi gliaia di dipendenti e centinaia e centinaia ili pra ticanti le varie discipline agonistiche. E’ questa la unica strada per rinsanguare anche lo striminzito nostro canottaggio, che pur ha messo in vetrina a Castel Gandolfo elementi eccellenti, oltre ai grandi complessi cui s’è fatto cenno, l’Ankene, la Marina Militare, la Moto Guzzi, la Fiat. Eccellente è apparsa infatti la nostra forza tra le canoe grazie al fervore di Testore, Bastoni, Al bera, Cantarello, Vennettilli, Fabbri, Caruso Piccinelli, e per essi le società Sangiorgio, Tirrenia, Fiat Aniene, Padova, Anapi. Promettenti i « singolisti » De Curtis e Pirro come Giacosa, Sferza e Branca, bene impostati in barca e resistenti. Brillante il ri sultato del doppio dei Canottieri Roma (Oggioni e Marino - Gerundo e Pettinali) più che l’esibizio ne dei collaudati campioni della « Milano », Ber gamini e Sommaruga. Promettenti il « due con » di Santa Croce sul l’Arno, (Bracci e Lami tini. Canzani) che non ha comunque la classe del due della Libertas di Capo distria e il « due senza » della Ginnastica Triesti na (Gottardis e Tornasi), mentre vorremmo più puntiglio c responsabilità da parte degli equipaggi universitari. Per ottenere certi risultati tanto vale non met tere in programma queste gare di categoria. Il canottaggio non è sport d’improvvisazione ed è questo, ripeto, che Castel Gandolfo ha conferma to, questa volta a ino’ di severo avvertimento. Natale Bertoceo
26
TABELLA DEI MIGLIORI OTTO PESISTI ITALIANI (Aggiornala al 30 Aprile
1954)
I’ E 8 I G A L b () Amali Ettore - P. G. Ferrara 255 Buccio Angelo - Virtus Catania 250 Ticca Giov. Antonio - Gennargentu 240 Autiere Francesco - Arborea Cagliari 237.5 Di Benedetto Biagio - Virtus Catania 227.5 Scilletta Gaetano - Pro Patria, Milano 227.5 Bergamaschi Enrico - Apef Milano 227,5 Baraldi Ed. - Panaro Modena 225,5 PE SI PIU MA De Genova Luciano - Sampierdarene.se 300 Mannironi Sebastiano - Gennargentu 297.5 Beltrami Osvaldo - Apef Milano 257.5 Caruso Antonino - Virtus Catania 252.5 Filoni Cosimo - VV. FF. Roma 250 Casonato Pietro - Pro Patria, Milano 247.5 Galliano Antonio - Sampierdarene.se 217.5 Bucolo Angelo - Virtus Catania 245 PES I LEGGER ! Canti Alfonso - Sampierdarenese 310 Giuffrida Giuseppe - Virtus Catania 310 De Genova Luciano - Sampierdarenese 307.5 Colombini Giovanni - Pro Patria, Milano 297.5 Del Vecchio Alberto - Libertas Rimini 280 Mura Aurelio - Arborea Cagliari 275 Deiana Gesino - Arborea Cagliari 275 Santucci Tommaso - Borgo Prati Romti 272.5 PES 1 M EDI Pignatti Ermanno - Panaro Modena 335 Papi Frediano - Gennargentu 325 Masti Leonardo - Gennargentu 317.5 Ruggì Stefano - P. G. Ferrara 315 De Genova Luciano - Sampierdarenese 300 297.5 Contaldo - Pro Patria, Milano 297.5 Bonafede Sergio - Audace Roma 292.5 Giuffrida Giuseppe - Virtus Catania PESI M E DIO MASSI M 1 350 Pignatti Ermanno - Panaro Modena 345 Indelicato Francesco - Virtus Catania 332.5 Masti Leonardo - Gennargentu 330 Brandoli Renzo - Panaro Modena 325 Papi Frediano - Gennargentu 320 Agosto Luciano - Apef Milano 310 Massei Luigi - Borgo Prati 307.5 Bonafede Sergio - Audace Roma PESI MASSIMI LEGGERI Rovegno Girolamo - C. Colombo Genova 360 342.5 Conrado Domenico - Sampierdarenese 340 Indelicato Francesco - Virtus Catania 330 Brandoli Renzo - Panaro Modena 330 Masu Leonardo - Gennargentu 325 Milozzi Franco - Audace Roma Mangiarotti Ambrogio - P. Patria, Milano 320 315 Petrelli Cesare - Stamura Ancona PESI MASSIMI 390 Mancinelli Adelfino - Crai Com. Roma 385 Pigaiani Alberto - Pro Patria Milano 347.5 Conrado Domenico - Sampierdarenese 340 Clavarino Giovanni - idem 337.5 Zardi Luciano - P. G. Ferrara 335 Monconi Giuseppe - Gennargentu 330 Petrelli Cesare - Stamura Ancona 307.5 Nunzi Eugenio - Borgo Prati Roma
> PERISCOPIO • LO SPORT NEL CORPO DEL LE GUARDIE DI P. S.
Il Capo della Polizia on. Giovan ni Carcaterra ha ricevuto al Vimi nale il Presidente del CONI, avvo cato Onesti, col quale ha avuto uno scambio di idee in ordine all’auspi cata diffusione dello sport fra gli appartenenti al Corpo delle Guar die di P. S. L’avv. Onesti ha vivamente rin graziato il Capo della Polizia per la lodevole iniziativa ed ha assicurato che il CONI sarà ben lieto di rea lizzare con la Direzione Generale di P. S. un accordo analogo a quello concluso di recente con le Forze Armate. La conversazione, cui hanno par tecipato anche il gen. Galli, Ispet tore del Corpo delle Guardie di P. S., ed il Vice Segretario Gene rale del CONI, dott. Garroni, è sta to molto cordiale ed ha permesso subito dopo agli uffici tecnici delle due parti di prendere i primi con tatti per un accordo che verrà pre sumibilmente concretato nelle sue linee generali entro il corrente mese. DE I PREN OTAZ 1 ON E BIGLIETTI PER LA COPPA DEL MONDO. Il Comitato di Organizzazione della Coppa del Mondo 1954 ha pre gato la FIGC di raccogliere le pre notazioni dei biglietti per le gare dei quarti di finale e delle semifi nali. I quarti di finale verranno gioca ti a Ginevra, Berna, Losanna e Ba silea il 26 e 27 giugno 1954; le se mifinali verranno giocate a Losan na e Basilea il 30 giugno 1954. I prezzi stabiliti per tali gare sono i seguenti: Quarti di finale-, tribune, fr. sv. 24; tribune laterali, fr. sv.<20 (solo a Berna e Ginevra); posti seduti, fr. sv. 13,50; posti in piedi, fr. sviz zeri 4,50;
Semifinali: tribune, fr. sv. 30,50; tribune laterali, fr. sv. 25,50; posti seduti, fr. sv. 16; posti in piedi, fr. svizzeri 5,50. • LA CLASSIFICA D'ONORE PER LA PESC A SPORTIVA. La Federazione Italiana della Pe sca Sportiva comunica la situazio ne della «Classifica d’Onore», qua le risulta al termine del primo anno
dalla sua istituzione, e precisamen te al 31 dicembre 1953: Barbieri Luciano (Società Comense), Galli Angelo Mario (Socie tà Lecchese), punti 2; Babacci Lu cio (Cetraro, Cosenza), Corsi Fran cesco (Cannisti Piacentini), CottaRamusino Carlo (Vigevano), Palco Ennio (M. d’Asta, Napoli), Grazioli Albergo (Goggler Club Milano), Lanfranconi Eugenio (L. Binda, Mandello Lario), Murisengo Fede rico (Gr. Sport FIAT, Torino), No varese Piero (Subacquei Alpini, To rino), Arlandi Ferdinando (Sezione FIPS Pisa), Pellegrini Dino (Socie tà Lecchese), Raffaelli Giorgio (Cannisti Petroniani, Bologna), Vecchi Fernando (Gogglei- Club, Milano), Vigarani Gino (Lanza Casalecchiese) punti 1.
• IL SOTTOSEGRETARIO ALLA PUBBLICA ISTRUZIONE AL LO STADIO OLIMPICO. L’on. Giovanni Battista Scaglia si è recato in visita allo Stadio Olimpico di Roma, accompagnato dal Segretario e dai tecnici del CONI. Il Sottosegretario alla P. I., che segue con particolare interesse i problemi dell’educazione giovanile e sportiva, si è intrattenuto a lungo in una minuziosa ispezione degli impianti, conversando anche con gli atleti in allenamento sul campo. Al termine della visita ha voluto esprimere ai rappresentanti del CONI il suo compiacimento non solo per lo Stadio Olimpico, ma anche per tutto il complesso spor tivo dell’atletica, del nuoto e del tennis i cui centri sono in piena attività di addestramento.
(' O N V E N Z I O N E TILA LA GUARDIA DI FINANZA ED IL C.O.N.I. Dal gen. Norcen e dall’avv. One sti, Presidente del CONI, è stata sottoscritta una convenzione per lo sviluppo dell’attività sportiva nei settori di reciproco interesse in analogia ed a completamento del l’accordo firmato, poco più di un mese fa. fra il Ministro della Di fesa Taviani ed il CONI per la attività sportiva nelle Forze Ar mate. Come è noto, la Guardia di Fi nanza già da molte decine di anni partecipa con continui successi alla vita dello sport italiano, particolar mente nei settori degli sport inver-
nali e dell’atletica leggera e quin di la convenzione non fa che codi ficare una situazione preesistente di piena reciproca soddisfazione. Il CONI si è impegnato a concor rere alla realizzazione di impianti sportivi per la Guardia di Finanza ed a facilitare l’attuazione di un programma sportivo generale non ché di programmi agonistici per le discipline sportive già particolar mente coltivate nel Corpo. Inoltre il CONI contribuirà alla formazio ne di istruttori militari ed alla or ganizzazione delle manifestazioni sportive. La Guardia di Finanza a sua vol ta si è impegnata al miglioramento dei Centri di specializzazione spor tivi già esistenti per sport da essa praticati quali sport invernali, sport marinareschi, atletica leggera e sport di combattimento, nonché a svolgere preparazione ed attività sportiva di massa ed infine a parte cipare ai Criterium Militari orga nizzati per le Forze Armate nei li miti delle sue possibilità. L’A.I.S. è informata che per ef fetto della convenzione presente ai nuclei sportivi ben noti quali quelli delle Fiamme Gialle di Predazzo e del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle dell’atletica leggera, si aggiungeran no molto presto anche equipaggi di canottaggio che hanno iniziato la preparazione nei Centri della Guar dia di Finanza marittima. E’ anche molto importante e si gnificativo che la Guardia di Fi nanza partecipi con proprie forze ai Criterium Militari recentemente istituiti di pieno accordo tra il Mi nistero della Difesa ed il CONI. Gli sportivi italiani potranno così ve dere soldati, marinai, avieri, cara binieri e Guardie di Finanza con correre alle gare nazionali militari animati da sana emulazione spor tiva in quella atmosfera di recipro ca conoscenza e simpatia che solo lo sport riesce a creare. • CORSO DI MEDICINA SPOR TI VA. La Federazione Medico-Sportiva Italiana organizza con il patrocinio dell’Alto Commissariato per l’igiene e la Sanità Pubblica, a norma della legge 28 dicembre 1950 n. 1055 sulla tutela sanitaria delle attività spor tive, un Corso di Medicina Sporti va al quale potranno prendere par te i medici che intendono comple tare le loro cognizioni in questa nuova branca delle scienze medi che ed acquisire il diritto al titolo di medico sportivo effettivo. Il Corso si svolgerà a Roma dal 6 al 19 giugno 1954 e comprenderà un massimo di 40 lezioni riguar danti la fisiologia, l’igiene, la pato logia medica e chirurgica applicate allo sport, nonché un congruo nu mero di lezioni pratiche sulla tec nica dei principali sports. Al Corso possono partecipare tut-
27
ti i laureati in medicina e chirur gia. Le domande vanno indirizzate alla F.M.S.I. — Foro Italico — Ro ma, entro e non oltre il 22 mag gio 1954. I VINCITORI DEL CONCORSO PER UN PROGETTO DI PISCI NA SCOPERTA. Al Foro Italico sono stati procla mati i risultati del Concorso indetto dal CONI per la progettazione di una piscina scoperta. I 38 progetti partecipanti erano sistemati in una Mostra che è stata inaugurata dal Ministro per lo Spettacolo, il Turi smo e lo Sport, sen. Giovanni Pon ti, accompagnato nella sua visita dall’avv. Giulio Onesti, Presidente del CONI e dal dott. Bruno Zauli, Segretario Generale. Il Ministro si è vivamente inte ressato all’esame dei progetti e si è complimentato con i dirigenti del CONI per l’iniziativa che ha otte nuto un vasto successo nazionale. Successivamente sono stati riuni ti nel salone della Mostra i rappre sentanti della stampa, ai quali il Presidente del CONI ha rivolto bre vi parole per illustrare il significato ed il valore del concorso. Dopo aver proclamato i nomi dei vincitori (il cui elenco viene allega to qui di seguito), l’avv. Onesti ha rilevato che l’interessamento degli ingegneri e degli architetti italiani all’iniziativa del CONI ha permes so, in un tempo assai breve, la rac colta di un materiale di prim’ordine. La Giuria, oltre ad assegnare il premio di L. 1.500.000 al primo clas sificato, due premi di L. 1.000.000 ciascuno ai due classificati ex aequo al secondo posto, e tre premi di L. 500.000 l’uno ai tre classificati ex aequo al terzo posto, ha poi sta bilito di premiare con 200.000 lire ciascuno altri dieci progetti segna lati per la loro ottima qualità. La Presidenza del CONI ha pre annunciato che il concorso per le palestre ha ottenuto un successo almeno uguale, poiché ben 44 sono i progetti presentati. Anche in que sto caso il CONI procederà all’esa me ed alla premiazione con la mas sima sollecitudine. Lo sviluppo del nuoto in Italia — ha proseguito l’avv. Onesti — è con dizionato alla costruzione di queste piscine. Oggi funzionano già in Ita lia le scuole di nuoto del Centro di Propaganda Giovanile a Roma c Trieste. Stanno per entrare in fun zione in quest’anno le scuole di To rino e Bologna; sono in allestimen to le scuole di Milano, Genova e Firenze. La sola scuola di nuoto di Roma raccoglie 400 bambini e bam bine dai 7 ai 14 anni. I risultati sono già sorprendenti. Il Presidente del CONI ha trat teggiato poi la grande attività che l'Ente sviluppa fra le masse giova nili ed ha dichiarato che alla data
I
Ì'
28
di oggi sono ben 563.067 gli alunni delle scuole che praticano l’atletica leggera. Questo grande programma nelle scuole viene incoraggiato dal Ministero della P.I. e dai sigg. Prov veditori agli Studi il cui interessa mento alla pratica sportiva diviene di giorno in giorno più prezioso. Questo enorme movimento di gio vani ha già prodotto delle conse guenze ovvie: gli stadi di atletica non sono più sufficienti a contenere il grande afflusso di studenti e di studentesse e la saturazione delle piscine nelle sedi dei. centri di nuo to è già raggiunta. Ecco perché il CONI si trova nella necessità di
spingere al massimo la costruzione dei campi-scuola, delle piscine e delle palestre. Dopo il breve discorso dell’avvo cato Onesti i giornalisti si sono sof fermati ad esaminare i progetti or dinati nella Mostra. La mostra resterà aperta per po chi giorni per il pubblico che desi derasse visitarla. Successivamente verrà organizzata la Mostra dei progetti delle palestre partecipanti al secondo concorso del CONI. Come è noto, il CONI ha stanzia to un miliardo di lire pei- le piscine ed un miliardo di lire per le pa lestre.
Il "CAD D’AGUA,, pescatore, nuotatore Lungo le coste del Mediterraneo, nei villaggi dei pescatori, esistono da secoli piccoli cani che seguono gli nomini nel loro lavoro. Sono animali utilissimi e rendono al pescatore mille servizi, recu perando oggetti caduti in acqua, portan do a riva gomene allorché l'imbarcazio ne ritorna dalla pesca, difendendo a ter ra le barche, accompagnando il padrone all’osteria e vegliando sulla sua sbornia, bri Portogallo esiste una specialissima razza di questi cani da pescatori chiama ta « cao d’agua». Il cane d’acqua è da vari secoli il compagno e l'ausiliario dei pescatori deH'Algarve. D’istinto riporta dall’acqua tutto quanto vi cade. Funzio na da staffetta tra le imbarcazioni e la riva, tra barca e barca. Nonostante sia un cane di piccola mole, ogni anno com piono prodigiosi salvataggi riportando a riva bagnanti incauti o marinai le cui imbarcazioni si sono rivoltate. Il « cao d’agua » assomiglia molto al barbone; è un cane di media taglia ed arriva ai 45-50 centimetri, d’altezza; pe sa intorno ai 25 Kg. I pescatori porto ghesi hanno l’abitudine di tosarlo alla loggia dei barboni, cioè rasandogli com pletamente il muso, il posteriore ed il tronco, sino alle costole. Anche La coda gli viene rasata e vi si lascia un ciuffo di peli all'estremità. Il resto del manto cresce incolto, come natura vuole. I co lori vanno dal nero al grigio e dal mar rone al fulvo. Tuttavia il nero e il mar rone sono dominanti. Sovente si trovano soggetti con macchie bianche al petto ed "zampe. ------- r La-------------- ( & diritta alle testa, -,elegante, e lunga. L’occhio è tagliato a mandorla. i di media grandezza, di colore nero nei cani dal manto grigio e nero, ambra scuro nei soggetti dal manto marrone o fulvo. Le orecchie vanno lasciate integre e sono cadenti e lunghe. Il corpo è co struito nel quadro ed il posteriore è po co angolato. Cane di grande intelligenza e di facile addestramento, è un nuotatore impareg giabile. Fuori dal Portogallo il < cao d’agua » è quasi sconosciuto: qualche esemplare è stato importato in InghilfAvv-n ne-1 *? r CZÌ. terra. Nel dopoguerra i- rint-f/znh portoghesi si so-
e marinaio
zio interessati molto della loro razza na zionale, ed il circolo della caccia (l’or ganismo portoghese che dirige il movi mento cinologico) ha organizzato gare di lavoro per il « cao d’agua ». / pescatori portoghesi usano vari mez zi di segnalazione tra barca e barca. Ma quando v'è nebbia, quando i segnali lu minosi e le bandiere non si scorgono più, entra in servizio il « cao d’agua ». Tutti i cani di ogni equipaggio hanno assicurato al collare un astuccio d'ottone nel quale viene introdotta la missiva. So vente allorché le imbarcazioni sono sper se nel mare infuriato ed i pescatori non hanno più speranze di salvezza, manda no il cane a riva, con un appello estre mo. Il « cao d’agua » è capace di supe rare distanze notevoli, anche con il ma re in tempesta e talora perde la propria vita nel tentativo di salvare quella del padrone. Quando però riesce a guada gnare la terra, corre dal capo della co munità dei pescatori e porta il suo mes saggio e così si preparano le spedizioni di soccorso. Durante la pesca il cane aiuta a reg gere le reti, a tirarle; prende i pesci che tentano di sfuggire. I vecchi pe scatori che per l’età non possono più affrontare il mare, allevano il «cao d’agua », l’addestrano e l’affittano alle imbarcazioni che non ne hanno, per un prezzo che corrisponde a 300 lire gior naliere. Esistono due varietà di «cao d’agua »,. l’una a pelo lungo ed ondula to chiamata « cao d’agua de pélo onAll indo » e l'altra a pelo riccio chiamata « cao d’agua de pélo ertcarocolado » o « encarapinhado ». La prima varietà è la più diffusa, la seconda più rara. En trambi- hanno identiche qualità. •Un cane come questo che deve pas sare la maggior parte della sua vita in acqua, ha necessariamente una costitu zione molto robusta e non- è soggetto a malattie. Il « cao d’agua » viene accon ciato una volta l’anno e per questa « toilette » è richiesta l’opera dei vecchi pescatori, esperti nell’allevamento o nel la acconciatura. A. S. Cbamp
ORIENTAMENTI TECNICI
PER
CANOTTIERI
Stile di vorta, sistema di allenamento o 7
del dott. ing. Mario Moretti ComnilHHurio tecnico del F. I. <?.
Anche in canottaggio, come in qualsiasi altra disci plina, occorre avere un corpo di tecnici sempre aggiornato e ben affiatalo, se si desiderano ottenere risultati di reale valore. Il dire « fai così, perché io facevo così » non è possibile: occorre coordinare, fondere quanto di meglio si faceva una volta con quanto di ancor meglio si fa oggi. E poiché il meglio si raggiunge solo attraverso una cor diale reciproca collaborazione, attraverso frequenti conver sazioni e discussioni tanto più interessanti quanto più ani male, occorre trovarsi sovente e discutere: lasciando poi a qualcheduno il compito di coordinare e riassumere. Solo in tal modo si potrà ottenere di parlare un giorno, e tutti con convinzione, una stessa lingua, la migliore; e di otte nere quindi quella unificazione dello stile che è negli in tenti della Federazione. Con tale preciso scopo è stato iniziato questo ciclo di lezioni o meglio di conferenze, che dovrebbe continuare nel tempo c svilupparsi: esso sarà vera e propria scuola per i nuovi, sarà utilissimo aggiornamento per i vecchi. E le conferenze saranno su argomenti vari, dalla ginnastica alla meccanica della voga, dalla medicina sportiva allo stile ed all’impostazione, e fatte da persone diverse; attra verso i contradditori che si augura abbiano a seguirne, esse serviranno a chiarire le idee ed a spiegare tanti perché, serviranno anche c specialmente, per chi dovrà insegnare, a esprimersi con chiarezza e brevità, ad acquistare cioè quella comunicativa che è dote essenziale per un buon maestro.
Per camminare forte in canottaggio occorre avere buona barca e buoni remi, vogare bene ed essere bene allenati.
Barca e remi. E’ abitudine diffusa dar colpa alla barca di ogni insuccesso e si è arrivati a tal punto di esaspera zione da non cercare più atleti clic sappiano far camminare forte una barca ma da cercare barelle che possano far cam minare degli uomini. Ci si preoccupa che barca e remi siano o appaiano nuovi, ben verniciati, leggeri, ma non si controlla e non ci si cura della loro impostazione; non ci si cura che l’atleta si trovi comodo in barca e possa espli care con facilità tutta la sua potenza. Gli elementi che costituiscono l’impostazione e le loro caratteristiche e dimensioni verranno illustrati in altro luogo; occorre però ricordare sempre che indicazioni e dati devono essere considerati non in senso assoluto, ma in senso relativo perché occorre ricordare che la macchina uo mo non è un prodotto di serie. E si deve sempre tener presente, nei riguardi dell’impostazione, che: a) la pedaliera deve avere, rispetto al piano del car rello, profondità e inclinazione tali da permettere in ogni momento un comodo, completo appoggio di tutto il piede;
ò) le guide del carrello devono avere lunghezze e in clinazione tali da permettere di sfruttare nella loro com pleta estensione il lavoro delle gambe; c) il remo deve appoggiare alla scalmiera in modo tale da non obbligare l’atleta a sforzo per tenerlo in acqua nella sua esatta posizione: d) non si devono usare remi troppo rigidi, a meno che ciò occorra per parzialmente ovviare a mancanza di rigidità della barca;
el barca c remi non vanno continuamente cambiati e non vanno assolutamente cambiati quando si è prossimi ad una gara; /• in una Società l’impostazione deve essere la stessa per tutte le barche e per il pontone, specialmente per tutte le barche che possono essere usate da uno stesso equipaggio. Stile di voga. Vogare bene significa saper ottenere, durante ogni passata, il massimo rendimento da tutto il proprio sistema muscolare, e saper fare riposare comple tamente tutti i muscoli nella ripresa: nel saper bene le gare con questo lavoro la respirazione. E ciò con azione contemporanea e continua, in una perfetta armonia di movimenti, con un rapporto di tempo fra passata e ripresa di circa uno a tre.
Per V'attacco si deve portare il carrello il più possibile verso poppa, stringendo al massimo il compasso delle gambe, colle ginocchia leggermente allargate ed i piedi bene appoggiati alla pedaliera; mentre il petto tenderà a toccare le ginocchia, le braccia dovranno essere natural mente distese e le mani dovranno impugnare il remo alla sua estremità, a distanza non eccessiva una dall’altra (circa 20-25 citi,) e coi polsi dritti.
L'entrata in acqua deve avvenire non appena il carrello, nella sua corsa in avanti, sta per toqcare l’estremo ante riore delle guide; e più che di entrata in acqua si deve parlare di presa d’acqua, che deve essere immediata e de cisa ma non violenta. In una successione quasi istantanea di movimenti occorre immergere la pala in acqua e ifar pressione sulla stessa coll’anione delle braccia e del dorso, spingere colle gambe c tener bene colle reni la spinta delle gambe; una spinta di gambe fatta prima che la pala sia appoggiata in acqua provocherebbe una azione di rin culo alla barca, ed una spinta di gambe non tenuta dalle reni provocherebbe un lavoro a vuoto di quelle. Nella passata l'azione delle gambe, delle braccia e del dorso deve essere continua, poderosa, contemporanea quasi progressiva in potenza; ed il colpo in acqua deve essere unico. Il remo va tirato colle falangi delle dita e va te nuto con pollici sotto l'impugnatura nella vogata di punta,
29
con pollici sul piatto dell'inipugnatura nella vogala rii coppia: in questa è opportuno. neUincrociar,e le mani, passar -opra la sinistra che di solito è la più impacciata nei movimenti ‘quindi la scalmiera sinistra sarà più alta della destra di circa 1 cm.l. Nel jinnle la pala tenuta ben immersa e ben appogsiala fino allultimo: e quindi lino all’ultimo l'azione delle braccia del dorso va potentemente sostenuta dalla spinta delle gambe. I n lieve giro dei polsi unito ad un insensi bile contemporaneo abbassamento dei pugni non appena è terminata la palata permette di estrarre, o meglio di sfi lare. la pala dall'acqua. Non si devono usare le cinghie per sostenere le spalle, quando queste sono al di là della perpendicolare verso prua: si provocherebbe un movimento ili sollevamento della poppa e di affondamento della prua.
La ripresa ha inizio con una prima distensione delle braccia oltre le ginocchia e col contemporaneo rilassamen to della tensione delle gambe, seguite subito dall'inizio della corsa di ritorno dei carrello. Questa deve essere uni forme, lievemente smorzala verso la fine: contemporanea ad essa si deve, sempre con continuità di azione, portare il busto in avanti e completare la distensione delle braccia e la preparazione della pala. Tutti i movimenti della ri presa devono essere dolci, armonici, e vanno eseguiti coi muscoli in posizione di completo riposo, ma non molli. L'equilibrio si mantiene colla pressione dei pugni sul remo e col giuoco delle punte dei piedi nelle cinghie. Allenamento. Comprende la fase invernale, particolar mente di studio e di impostazione, con tutte lunghe sortite settimanali a pochi colpi e la fase estiva, di' lavoro giorna liero in velocità e sul fiato: con una preparazione ben condotta si passa dall'una all'altra progressivamente e quasi senza accorgersene. E’ bene a questo punto richiamare l’attenzione sulla netta distinzione che esiste tra {'istruire e Valìenare: tra l'insegnare cioè ad eseguire armonicamente e coll'esplicazione di tutta la propria potenza i movimenti necessari per far camminare una barca e il portare un atleta al massimo retidimenio fisico e poi mantenervelo il più a lungo possi bile. Il lavoro invernale è opera di istruttore, il lavoro estivo è opera di allenatore.
L'istruzione invernale — a pochi, pochissimi colpi — va fatta su lunghe distanze, con uno studio accurato, estenuante dei particolari dello stile, sempre con passata de cisa in acqua: serve ad irrobustire fisicamente l'atleta e a selezionare gli uomini, oltre che a far trovare il perfetto assieme all’equipaggio. Si deve, in queste sortite, eseguire aumenti progressivi nel ritmo di voga o scatti per brevi tratti, passate a vuoto fcolla pala fuori acquai, lunghi tratti senza che il timoniere dia il tempo: tutto allo scopo di educare l’atleta alla massima attenzione ed alla massima precisione. Si può senz’altro affermare che senza questo lavoro un equipaggio avrà sempre dell’improvvisazione e non potrà mai aspirare a veri record : nel momento del massimo impegno affioreranno ancora i difetti particolari dei singoli componenti.
E’ in questo periodo che si deve cercare <e trovare) la migliore impostazione deU’imbarcazione, definire in re lazione al fisico degli uomini a disposizione la miglior po sizione delle scalmiere e delle pedaliere, la miglior dimen sione delle pale, ecc.; ed anche scegliere definitivamente gli uomini, che saranno sempre in numero superiore a quello minimo necessario. Ed in questo periodo il lavoro in barca va particolarmente integrato con un intenso lavoro di pa lestra, collettivo per formare l'abitudine alla disciplina ed individuale per rinforzare in ogni atleta quella parte della muscolatura che risultasse più deficiente.
30
Nella seconda fase della preparazione, da farsi su una distanza sempre superiore a quella di gara, l'allenatore deve saper esplicare, oltre a tutta la sua capacità tecnica, tutte le sue doti psicologiche e diplomatiche. Occorre seguire moralmente 1 atleta, informarsi delle condizioni ambientali del suo lavoro, delle sue possibilità di vitto e di riposo, accertarsi della sua tranquillità di animo, ecc. ed in rela zione a tutto ciò regolare il lavoro dei singoli, usufruendo appunto delle riserve.
Si dovrà anche periodicamente, coi semplici metodi con sigliati dalla medicina sportiva, controllare le condizioni fisiche generali ed il grado di allenamento dei singoli atleti. Si faranno prove sul tempo in questo periodo, sulla di stanza di gara ed anche su distanze superiori ed inferiori per saggiare in modo particolare resistenza o velocità. In queste prove è bene lasciare che l’equipaggio si regoli e controlli da sé, come fosse in gara, ed è bene prendere in considerazione colle dovute cautele i tempi ottenuti: oc corre tener conto della precisione con cui si è potuto cro nometrare, della precisione con cui si è potuto traguardare partenza ed arrivo, delle condizioni atmosferiche al momen to della prova, delle condizioni fisiche dei vogatori reduci da una giornata di lavoro, ecc. Poiché le partenze sono sempre difficili in gara e sono sovente decisive per l'esito della stessa, è bene abituare l'equipaggio a mettersi in moto eseguendo la prima succes sione di colpi sempre come fosse in partenza, tanto al ritmo esatto di una partenza che a pochissimi colpi, al rallenta tore: così facendo anche questi movimenti diventeranno naturali.
❖ Ed una parola, alla fine, sui timonieri e sul timone, nelle barche senza timoniere.
Il timoniere fa parte integrante dell’equipaggio, deve es sere il fratello anziano e nel contempo l’ordinanza dei vogatori, deve prevenirne i bisogni e deve controllarne il comportamento, deve essere con loro e di esempio nel sopportare i sacrifici dell’allenamento, deve alleggerirli di tutti quei piccoli fastidi che comporta il remare (dare il grasso ai remi, pulire la barca, ecc.). Nel segnare il tempo colla voce deve essere tempestivo, se vuole che le pali? entrino in acqua tutte contemporaneamente a quella del capovoga, e deve dare alla sua voce cadenza tale da co stringere quasi l'equipaggio al giusto ritmo della voga, energico nella passata e riposante nella ripresa. Deve in fine ben conoscere gli abituali difetti ed il temperamento dei suoi vogatori, per poterli richiamare preventivamente e tempestivamente in gara.
Il timone va usato solo durante la ripresa, mentre la pala è fuori acqua, e va usato con accortezza e leggerezza, senza colpi violenti, facendosi eventualmente aiutare per correggere la direzione dalle voghe di punta dell’imbarcazione. La direzione va controllata continuamente traguar dando la prua (o la poppa nel caso di imbarcazione senza timoniere) col punto di riferimento che si sarà preventi vamente scelto e controllato: e si dovrà mantenere esatta mente la propria direzione, perché il disturbo portato da una deviazione di rotta ed il danno che ne consegue ben difficilmente sono compensati dal vantaggio di essere più a ridosso deU'avversario.
Nelle barche senza timoniere è bene lasciare la cura della direzione al vogatore di prua, che ha maggior fa cilità di controllo della direzione, traguardando il riferi mento, e ha maggior facilità di correggere la direzione coll'uso anche delle pale.
terminati punti il più delle volte periferici e pertanto disagevoli a raggiungere e in questo senso la di stanza « frena » i contatti tra atleta e tecnico che dovrebbero essere giornalieri, non solo, ma salvo rare eccezioni, tutti i tecnici lavorano di Italo Ile Zucco e pertanto il tempo che dedicano allo sport devono trovarlo nei ri tagli di tempo... che molto spesso nelle grandi città... non ci sono!! Come in ogni manifestazione del 11 tecnico per avere possibilità di la vita, anche tra i tecnici (benché riuscita proporzionata alla sua at l’attributo sia vago e di uso gene tività, deve possedere: capacità, se rale) esiste una graduatoria di me rietà, comunicativa, linea morale e rito e di capacità, avremo pertanto: ... tanta, tanta psicologia. L’atleta è un elemento difficile; 1 ) il tecnico-teorico: colui che leggendo e magari avendo in gio partendo dal concetto che lo sport ventù praticato lo sport ha appre è divertimento, non si può preten so alcune regole e può insegnarle dere l’intruppamento obbligatorio; con metodo superficiale e primiti si può però avvincere e legare il vo, senza però essere in grado né ragazzo a una sana disciplina spor di dare dimostrazioni pratiche, né tiva senza arrivare a distrarlo dal di scendere all’esame dettagliato dì le sue normali occupazioni e dando sempre la sensazione che è il tec un determinato esercizio; nico che gli regala qualcosa e non 2) il tecnico-pratico: colui che l’atleta che porta corpo e spirito per aver praticato con discreto suc al l’ammasso. cesso è in grado di « mostrare » co Lo sport è svago e tale deve ri me si fa, ma che forse, per scarsez za di preparazione o di cultura, manere anche nell’entusiasmo delnon sa spiegare perché va fatto a l’agonismo, giacché quando si dice quel modo anziché diversamente; sport, si dice dilettantismo e si in tende sempre lo sport dei « puri », 3) il tecnico completo: colui cioè di coloro per i quali oggi come che a un’ottima preparazione teori ieri una maglia e una bandiera rap ca unisce precedenti agonistici e di presentano ancora qualcosa di bel stile tali da porlo in grado di « mo lo e di grande. strare » e di « spiegare » il perché Se inseriamo il nostro tecnico in di un determinato esercizio e di ap questo ambiente di « puri » vedia plicare a seconda degli individui, mo che il suo compito più difficile criteri di stile e di preparazione di non è proprio quello di insegnare versi fino a giungere allo studio un determinato esercizio fisico... particolare di alcune varianti sog Lo sport, oggi, è uno dei più gettive. A parità di condizioni, e salvo grandi medici di questa umanità particolari situazioni ambientali, il matta in un secolo non certo savio. tecnico della città sarà sempre più Lo sportivo, anche quello più ma completo di quello della provincia teriale, è sempre forte nel fisico e perché favorito da circostanze che saldo nel morale, generoso per na tura è reso ancor più generoso dal gli consentono: lo sforzo e dal confronto giornalie a) di avere maggiori contatti ro con i simili, nei quali vede un con tecnici di provato valore; mezzo per misurare le sue specifi b) di poter assistere a compe che capacità del momento.-., dopo diché ridiventa normale e soddi tizioni di rilievo; sfatto di se stesso anche se scon c) di poter assistere a docu fitto. mentari e a conferenze tecniche; Ecco perché il tecnico, tra tanta d) di poter lavorare con un gioventù di rango, di cultura e di materiale umano più selezionato; condizioni economiche diverse, si e) di poter frequentare Corsi trova di colpo ad avere oltre ai federali di aggiornamento tecnico. compiti tecnici che già sapeva dì pertinenza, altre ben più im C’è un altro elemento molto im sua portanti mansioni di natura mora portante e che gioca questa volta a le e sociale. favore della provincia: « il tempo ». In un piccolo paese, tutto si svolge Si trasforma a sua insaputa e in distanze minime e il contatto suo malgrado in educatore nel vero tra tecnico e atleta è automatico senso della parola, in quanto dopo e direi inevitabile; nella grande cit il lavoro o lo studio e la famiglia è tà, bisogna invece trovarsi in de- proprio la sua opera che nella fase
Radioscopia del tecnico Chi è questo benedetto tecnico di cui tanto si "parla e il cui attri buto viene indifferentemente affib biato vuoi all’allenatore della squa dra campione del mondo vuoi al giovanotto che nel suo piccolo pae sello spezza il modesto pane della sua scienza sportiva a quattro gar zoncelli desiderosi di fare un po’ di attività? Chi è, perché si chiama così, qua li sono i suoi requisiti e quali i suoi doveri nella vorticosa vita sociale che non risparmia nessuna collet tività? Cosa deve fare, cosa deve saper fare e cosa si pretende da lui? Abbiamo sempre detto semplicemente « il tecnico », senza rispon dere a tutte queste domande se non in maniera molto superficiale e diremo così regolamentare; cioè deve fare questo e quest’altro; ma in quanto a vedere perché, come, quando e con quale spirito lo deve fare... silenzio! Mi voglio provare a spogliare il tecnico di questa vernice di impe netrabilità e a tirarne fuori l’uomo che insegna un esercizio sportivo con l’ausilio di alcune regole più o meno fisse, che il linguaggio co mune definisce tecnica. Premetto subito, per non essere frainteso, che lo sport « livella ma non appiattisce », cioè eleva il più povero, il più debole all’altezza mo rale e fisica del più ricco e del più forte; cioè in altre parole qualsia si ragazzo che pratichi uno sport si sente « qualcuno » ottenga risul tati modesti o di rilievo; il solo fatto di praticare un’attività spor tiva dà al giovane questa piacevole sensazione di superiorità. Questo è il primo pregio morale di ogni attività sportiva, sia pur essa più materiale che tecnica. Per tanto, tutti i ragazzi che si rivolgo no ad una Società sportiva, mira no. nei limiti delle loro possibilità a diventare qualcuno sia pure nel la stretta cerchia del paesello natio. Di conseguenza, dobbiamo collo care il tecnico, da guida e da mae stro, in questo terzo aspetto della attività umana e sociale, essendo gli altri due il lavoro o lo studio e la famiglia.
31
1
di riposo c di distensione influisce sull'educazione del ragazzo e sulla formazione del suo carattere. Nulla rimane più impresso nella mente del giovane dei consigli rice vuti in un momento non « obbliga torio » della sua giornata o nel mezzo di una chiacchierata buttata lì a caso da una persona che per non rappresentare né il padrone, né il professore, né il padre è ri tenuto disinteressato e compietamente amico. Tutti i rimproveri, se fatti da persona investita di naturale auto rità. assumono per chi li subisce il valore dell’imposizione il più delle volte ritenuta ingiusta e immeri tata; se fatti da un estraneo.... di vengono oro colato! Strana psico logia!! li tecnico agli occhi del ragazzo è e deve essere un amico al quale ricorrere sempre per consiglio e aiuto. Ecco perché il tecnico non può mai essere estraneo alla vita dei ragazzi, deve conoscerne i ge nitori ai quali deve ispirare fidu cia e simpatia, con gli stessi dovrà accordarsi per superare difficoltà e capricci e per integrare e assecon dare la loro azione educativa; la co noscenza degli elementi affidati alle sue cure tecniche deve essere com pleta; senza incorrere in parzialità e favoritismi toglierà al ricco per dare al povero, frenerà l’esuberante e spingerà l’apatico, creerà nella « sua Società s> un ambiente sereno e fraterno e in esso attirerà perso ne influenti che possano aiutarlo a sistemare decorosamente qualche atleta bisognoso, sfrutterà il medi co sociale o l’amico medico per l’as sistenza all’indigente o ai familiari dello stesso, cercherà il modo di aiutare o di far aiutare lo studente in difficoltà scolastiche. Mi si obbietterà che il bagaglio di responsabilità è tale che non sembra possibile trovare le perso ne disposte ad addossarselo; rispon do concludendo. Esiste il « signor tecnico » di squadra aziendale o di forti socie tà; questo tecnico è pagato per fare ciò, e che lo faccia bene o male di pende da chi lo paga come se si trattasse di una prestazione retri buita qualsiasi. La sua scienza po trà anche essere immensa, ma la sua attività, proprio per la sua na tura di rapporto economico, non ha nulla di trascendentale; egli cu ra e perfeziona tecnicamente uomi ni già fatti, atleti veri, elementi di valore che su per giù, pur nella veste di dilettanti, hanno pur sem pre una dipendenza da chi dà a loro lavoro in cambio e a comple-
32
Lamento di una determinata atti vità sportiva propagandistica. Essi rappresentano, in altre pa role, l’alta cultura della tecnica sportiva, la perfezione, la piccola schiera di coloro a cui risalgono i meriti (e le colpe) dell’effìcenza dello Sport Nazionale nei suoi più impegnativi confronti dentro e fuo ri i confini della Patria. Il tecnico che dico io, il «nostro tecnico » è quello che lavora alla periferia a contatto con elementi grezzi, rubando il suo tempo alle
sue occupazioni giornaliero, recan dosi al campo appena uscito dalla , officina o dall’ufficio, colui che spende serenamente e modesta mente questo prezioso tempo ad in segnare a chi non sa, che concorre a.formare un carattere, a donare fiducia a un debole, a forgiare l’uo mo di domani, forte, sereno, onesto. Ecco il « tecnico dei poveri » que sto sconosciuto, l’anima e il cuore della Società, l’uomo, il maestro, il missionario dello sport giovanile. Italo Ile Zucca
LE RASSEGNE NAZIONALI DEL C. S. I.
CAMPIONATO NAZ.LE CICLISTICO A SQUADRE PER ALLIEVI E PER DILETTANTI Bergamo 30 maggio 1954 1) La Presidenza del Centro Sportivo Italiano indice i Campionati Nazionali ciclistici a squadre per l’anno 1954 ila disputarsi su strada, a cronometro, de mandandone l'organizzazione al Comi tato Provinciale, di Bergamo. 2) I Campionati per squadre formate da corridori della Categoria Allievi e squadre formale da corridori della Ca tegoria Dilettani, verranno disputati il giorno 30 maggio. 3) Le prove si svolgeranno su circui to pianeggiante che verrà tempestiva mente fatto conoscere, per uno svilup po complessivo di 74 chilometri per la Categoria Allievi e di circa 103,6 chilo metri per la Categoria Dilettanti. 4) Ai Campionati potranno parteci pare Squadre rappresentative delle Unioni Sportive affiliate al C.S.I. e co stituite da corridori delle rispettive Ca tegorie, provvisti della tessera del C.S.I, per l’anno 1953, regolarmente vidimata daU’U.V.I. I corridori dovranno indossare, in ga ra, le maglie dei colori sociali. 5) Per essere ammesse alle prove di Campionato Nazionale, le squadro do vranno aver partecipato alla fase eli minatoria con Regolamento analogo al presente. Parteciperanno perciò alla Finale Na zionale n. 13 Squadre Allievi e n. 11 Squadre Dilettanti. 6) Le Squadre dovranno essere com poste da un massimo di 4 e da un mi nimo di 3 elementi; in ogni caso esse dovranno tagliare il traguardo finale entro uno spazio massimo di ni. 20. Il tempo verrà rilevato dal Cronometrista Ufficiale, sul terzo componente. 7) Le iscrizioni dovranno essere in viate alla Commissione Tecnica Nazio nale entro e non oltre il giorno 18 mag gio, essendo stata stabilita la data del 16 maggio come ultima valevole per la disputa della fase eliminatoria. Le domande d’iscrizione dovranno
contenere i nominativi dei componen ti le squadre. Questi dovranno esibire all’atto della punzonatura la tessera C.S.I. col Bol lino U.V.I.. 8) L’elenco dei premi di rappresen tanza e per i componenti le squadre verrà comunicato tempestivamente. 9) Le squadre partiranno alla distanza di 5 minuti l’una dall’altra. 10) Il tempo massimo sarà calcolato in base al tempo della squadra vinci trice, aumentato di 20’. 11) I Componenti di ogni singolo squadra dovranno procedere compatti e mai accodati ad altre squadre. In caso di raggiungimento fra due Squadre, esse non potranno procedere di conserva, ma sorpassarsi mantenendosi ai lati oppo sti della strada. Avvenuto il sorpasso, la Squadra potrà ritornare sullo stesso lato della Squadra sorpassata, sojo quando questa sarà stata distanziata da almeno 50 metri. 12) E’ consentito il cambio di man china e di ruote, che in precedenza saranno punzonate, soltanto Trai apporlenenti alla medesima Squadra e< ciò an che in caso di foratura, restando inve ce rigorosamente vietato fra concorren ti di Squadre diverse. 13) Nessuna vettura, motocicletta o motoleggera potrà seguire la gara, ad eccezione di quelle autorizzate dal Di rettore di Gara. 14) Eventuali reclami potranno essere presentati per iscritto alla Giuria, entro un’ora dall’arrivo dell’ultima Squadra, accompagnati dalla tassa di L. 500 per la Categoria Allievi e di L. 1.000 per la Categoria Dilettanti. 15) Gli Organizzatori declinano ogni e qualsiasi responsabilità per incidenti che si verificassero ai concorrenti ed a terzi, prima, durante c dopo lo svolgi mento delle gare. 16) Per quanto non contemplato dal presente Regolamento, si fu riferimento al Regolamento Tecnico dell’U.VJ.
Per quanto un pò in ritardo — dovuto soprattutto alle pro nunciate intemperie invernali che hanno colpito i campi, nella quasi totalità scoperti —, è terminata sia la fase pro vinciale che regionale del Campionato di pallacanestro del C.S.I. E mentre scriviamo è in pieno svolgimento la fase interregionale. Novità — caratteristica de gli sport giovani e dello sport in genere del CSI — ve ne so no state anche quest’anno. Nel movimento Comitati moltissimi quelli nuovi, e pre cisamente 14: Cuneo, Crema, Lodi, Pavia, Trieste, Verona, Bolzano, Jesi, Pistoia, Catan zaro, Reggio Calabria, Bari, Conversano e Taranto che, ag giunti ai vecchi, danno un complesso di circa 60 fra Co mitati Provinciali e Zonali. Nel settore squadre, il totale si identifica con circa 400 com pagini contro le 307 dello scorso anno, mentre il tesseramento, a tutto aprile, assomma già a 8.124 atleti contro i 6963 del l’agosto ’53. La Categoria in maggiore aumento è stata la A che da 146 squadre è passata a 208 (+ 62) mentre di minore sen sibilità sono state la B e la C. In compenso, specie nella fase regionale, si è notato un accanimento e un equilibrio mai finora riscontrato; questo fa bene sperare sul rendimen to delle finali sia dal lato ago nistico sia sul livello tecnico. Decine le partite terminate per 1, 2, 3 e 4 punti negli ul timi secondi, come 31-30 fra Trieste e Padova o 29-25 fra Cosenza e Reggio Calabria o, ancora, 44-41 fra Bologna e Reggio Emilia o punteggi so nori come il 68-64 fra Torino e Vercelli. Ancora sulle vecchie posizio ni di vedette si trovano molte Unioni Sportive mentre altre avanzano minacciosamente.
PALLACANESTRO
Pil ile mcImiiì del Iriiiiiiiiiiiiilii
ilei G. S. I. «li G. Gómez «le Teriin
In Piemonte, Novara, nella B, ha affiancato Torino fina lista di A e C mentre il colpo magistrale è stato compiuto da Cremona in Lombardia che ha « fatto fuori » tutte le altre province — numerose — in tutte e tre le Categorie. Spa rita, fin dalla fase provinciale, la squadra Campione d’Italia della B, gli Artigianelli di Mi lano. Il Veneto sarà rappresenta to da Trieste nella A e nella B, rispettivamente con l’Audace e con la Vis Trieste, mentre la Pierobon di Padova difende rà i colori della C. In questa Categoria si alli neerà anche la Libertas di Bolzano che è riuscita a rom pere l’isolamento cestistico del Trentino. Comunque, pensiamo che, a meno di clamorose sorprese, la lotta si. restringerà fra Cre mona e Trieste. Il II Concentramento vedrà scendere in campo l’Emilia, l’Abruzzo, le Marche e la Tosca na. La prima regione sarà rap presentata da tre città diverse : Reggio Emilia nella A con La Torre, campione d’Italia, Fer-
rara nella B con l’Olimpia e risaia di Bologna nella C. Due squadre di Pescara e una di Teramo difenderanno l’Abruz zo mentre la... tradizionale Benelli e la Zandonai rappresen teranno le Marche. Poche pro babilità, secondo noi, avrà la Toscana di fronte a squadre più esperte e quadrate come quelle enunciate. A Roma convergeranno : l’Umbria, il Lazio, la Sardegna e la Campania. Onore al me rito all’Umbria che, con Peru gia, ha disputato la fase pro vinciale più efficace e interes sante d’Italia in quanto ha vi sto la partecipazione, oltre del Capoluogo, anche di Todi, Fo ligno, Spoleto, Assisi, quest’ultima affermatasi nella Cat. A. A stare al passato, in ogni modo, fra le tre squadre di Ro ma e quelle di, Napoli si do vrebbero ottenere le finaliste. Nuova a Roma la Fortitudo nella B, nuova la Partenope a Napoli nella B e la C, entrambe rappresentano, però, Società di certo nome nell’ambiente cestistico. Nè pensiamo che nella A la mai vecchia Nive Candi dici- possa trovare seri ostacoli. Il venticello del Sud, solle vatesi nel ’53, quest’anno si è irrobustito, soprattutto nelle Puglie e in Calabria, la prima schierando nella lotta decine di squadre con tutti i Comitati e la seconda mobilitando Reg gio e Catanzaro. Purtroppo, in continuo, inspiegabile regresso la Sicilia, mentre la Lucania si è mantenuta stazionaria. Brindisi nella regionale ha bissato il successo di Cremona e si è accaparrata tutti e tre i titoli e siamo dell’idea che lo stesso dovrebbe verificarsi nel l’interregionale in corso. Il prossimo numero di Stadium conterrà già i nomi dei tre Campioni d’Italia. A tutte le Società, il miglio re voto augurale di brillanti affermazioni. 33
!
;
APPENDICE
DI
"STADIUM
Sotto il mare delle Eolie (... il racconto di quattro ragazzi in gamba: Paolo, Luigi, Marco, Bruno si con
cludo. Quale miglior invito, leggendolo, per un vostro campeggio marino ?)
LA LETTERA Una nostra lettera da Vulcano:
Vulcano 3-8-1953
Carissimi, qui tutto bene, anzi benissimo. Ab biamo avuto finalmente vostre notizie dettagliate. Era ora! Ci chiedete se sia mo stanchi e ci raccomandate prudenza ed attenzione. Su questi punti, stanchez za prudenza ed attenzione, possiamo ras sicurarvi nella maniera più assoluta Stiamo benone e non siamo stanchi per niente, né materialmente né moralmente. Le esperienze che facciamo sono simpa tiche, e ne facciamo sempre. A quelle inesauribili della pesca subacquea si so no aggiunte ora quelle della pesca con la lenza. — Sempre pesca — direte, ma noi siamo venuti per questo e questo facciamo sempre. Viviamo col mare c nel mare. Ieri sera siamo usciti a tota ni. Per voi che non siete come noi amanti ed informati sulle cose di mare, cercherò di narrare la pesca di questi molluschi. Si esceì di notte con la lampara, c giunti su iun fondo di cinquanta o sessan ta metri si cala « l’ontreto », specie di amo fatto ad ancorotto e si attende che, chiamato dall’esca, una acciuga salata, il totano si avvinghi. Poi si tira, ci si af faccia dalla barca e si riceve un violen to getto d’acqua sul viso. Accecati si tira a tastoni l’animale in barca. E la pesca è finita. Zu’ Vittorio, con il quale sono uscito io ne ha presi molti, quattro o cinque chili. Io, naturalmente, nessuno. Ce ne ha regalati due molto grossi ed oggi abbiamo mangiato fritto di totani. Meglio dei calamari della Zi’ Teresa. Oggi pomeriggio siamo andati a fare una « veliata » con la barca di Renato. Marco, seduto a poppa reggeva il timo ne, tesava le scotte e navigava di bolina in preda a sacro furor marinaro. Bru no ed io, che avevamo in testa un se condo piatto per questa sera, invece, più positivi e materialisti, abbiamo filato in mare le lenze a traino. Mentre la barca, con la vela tesa dal ponentino fendeva la baia, noi due tiravamo a bordo « oc chiate » (Oblata Melanura) che abbocca
34
vano Puna dopo l’altra. Renato questa sera ce ne cucinerà un bel piatto in brodetto. Ma ora, sono le cinque e mezzo, vado ad appisolarmi sotto la tenda dove Luigi mi ha preceduto. Non preoccupatevi per i soldi che ci basteranno ancora per molto e soprattutto tranquillizzate-
f È Questa è pesca vera dell’iufallibilc fucile subacqueo di Luigi vi circa il nostro stato di salute. Siamo un pò dimagriti, ma è il mare die con suma . Luigi è divenuto biondissimo. Bacioni Paolo c Luigi Saluti a tutti Marco e Bruno
li CALETTA Può sembrare strano, ma a Vulcano si può fare, oltre il mare, anche la monta gna. E che montagna! Alcuni pescatori ci dicono che un po-
sto bello ci sarebbe,... ina è lontano... bisogna passare quelle colline, laggiù, vedete, la prima, la seconda, la terza, ecco, la quarta gola, tra quella collina nera di sabbia e quella verde di gi nestre. Sono le cinque di mattina, si parte. Camminiamo verso l’interno per una strada quasi buona. Un pino, l’unico pi no di Vulcano, viene superato; poi, su perato anche il pozzo, tra la collina ne ra di sabbia e quella verde di ginestre, si inizia la salita.
Tra i cespugli le « Epeira crociata», ragni di rispettabile, anzi quasi veneran da grandezza, tendono tele solide ed ela stiche. Immensi roveti ci obbligano a giri viziosi. Ed intanto si sale. Si sale col sole. Alle sei scotta come se fosse ro le due pomeridiane. Sempre più su, e, quando la meta è lì a portata di ina no, la sabbia, la nera sabbia di Vulca no... Se una scimmia ogni ora fa un salto avanti di tre metri ed uno in dietro di due, dopo quante ore avrà raggiunto l’uva che dista da lei dieci metri?... ci dicevano in quinta elementare, e mai problema fu più d’attualità. Luigi arran ca cercando di attaccarsi ai cespuglieti! che gli restano immancabilmente in ma no, io, tanto faccio che riesco a mettere il fucile nella sabbia, Bruno nella foga di avanzare, infila il viso in una ragna tela e la « epeira » gli danza sul naso. E Marco? Sta sdraiato a metà costa: lui .. — « min se move più ». Ma appe na ci affacciamo sull’altro versante la vediamo. Vediamo la «caletta». Giù, un paio di centinaia di metri sotto di noi apre le sue braccia. Braccia di roc cia rosso-scuro che stringono un mare azzurro cupo. Separato da una delle punte da uno stretto, uno scoglio si erge maestoso. Grossi massi di lava staccati dalle pa reti formano un dedalo di strette vie az zurre. Dall’alto vediamo il fondo del mare fino ad una profondità di una decina di metri. Dalla punta di sinistra si affacciano grosse onde che si infran gono in un turbinio di spuma su di una secca di scogli. Nell’interno però vi è calma piatta. Sentiamo che il pesce c’è... 10 vediamo quasi. Un falco che sopra le nostre teste roteava lento, picchia verso la cala e sparisce tra le rocce. Ha laggiù il suo nido e teme l’insidia che possiamo portargli. Poi la discesa. Gi nestre, « epeire », sassi, sabbia, rovi.. Alle otto il tuffo in acqua. E’ il giorno delle meraviglie. Non tanto per i pesci, ma quanto per le stra ne bestie che vediamo. Un « cinto di Venere (Cestus Venerisi» diafano e tra sparente si muove sinuosamentc creando vivi bagliori iridescenti; attirato dalla strana forma di una conchiglia, Luigi si tuffa e la prende. In essa riconosciamo 11 guscio di un « Nautilus » fossile vi vente, divenuto rarissimo nei nostri ma ri. Strane attinarie violette (Anemoni» Solcata) attirano la nostra atenzione; ve diamo finalmente il più classico degli esempi di simbiosi, un « paguro Bernar do » (Pagurus striatus) con l’attinia (Adamsia Palliato) montata sul guscio. Il mare è limpidissimo, di una lim pidezza cristallina. Tra una punta della
cala e uno scoglio, azzurro, simile a si luri lucenti, passa un branco di rieeiole (Lizza Glauca). Marco si tuffa e spa ra, da troppo lontano per fortuna. La più piccola, sarà stata una ventina di chili... Spaventate da noi, velocissime, spro fondano nell’azzurro cupo del mare. In tanto per il pranzo, un pò incantati da queste bellezze, un pò per sfortuna, non prendiamo niente. Bruno, soltanto Bruno, spara e pesca. Il bagno pomeridiano è più emozio nante e completo. Sotto un sasso, ad una diecina di metri, vedo una protuberan za marrone, che mi pare di conoscere. Scendo e guardo. Un grugno enorme, due occhi vicini e miopi, mi guardano in faccia. E’ la cernia più grossa che abbia mai visto. Subito sparo. Una quan tità di alghe strappate, divelto, esee dal buco, la freccia impazzisce, diventa co sa viva, come vivo è il pesce arpionato. Salta, si agita, mentre una nuvola di sabbia, mi impedisce di vedere; poi
fico, decidevamo le pose, Con il calcio del fucile rompo un riccio. Attirati dal cibo i pesci corrono.. Ver di pesci pavone (lulis Pavo) timorosi, pecchie (Serranus Scriba) tigrate prepo tenti e cattive, donzelle di mare (Coris Vulgaris) veloci ed affusolate, salpe (Box Salpa) argentodoratc che restano malissimo accorgendosi che si tratta di carne, loro che si nutrono di alghe, tordi di mare che con la loro espressio ne sciocca si stupivano di tutta quella ressa. E Luigi fotografa. Un cefalo cade prima sotto l’obbiettivo e poi sotto l'ar pione di Marco. Esaurito il rullino, con il mare un pò grosso, torniamo. Nuvole nere si addensano su Salina, ed il vento, il vento di ponente, le spin ge verso di noi. A poco a poco cala la luce, il mare ribolle, rugge. Le onde spumeggianti si avvicinano minacciosa mente alla tenda, toccano quasi i tame rici. 11 cielo è plumbleo, il mare è nero. I primi fulmini cadono su Lipari. I tuo ni, prima ovattati, poi più forti, ora
LA “CERNIA,, E L'ADDIO ALL'ISOLA. Oggi è l’ultimo giorno di pesca. L’ul timo dei ventidue passati a Vulcano Ventiduc giorni fa, incerti, in piedi sul moletto del porto, sperduti, comin ciavamo a farci abbrustolire dal sole. Eravamo come stranieri in una terra da conquistare. Guardavamo il mare con sa cro timore. Io, c poi ho saputo che tut ti facevano lo stesso, guardavo cercando di vedere nell’acqua cristallina il guizzo di qualche grosso pesce, il guizzo del nostro futuro pranzo.
Poi le avventure sottomarine, le cono scenze, le gite, la vita all’aria aperta, al sole, in acqua. I nostri ricordi di zoologia che pren devano forma, che si riconoscevano in un pesce, in una conchiglia, in un’alga, i primi colpi di fucile sparati da Bru no, Marco, Luigi, esordienti in questa caccia, i miei sbagli professorali che mi dicevano che io ero più esordiente di loro. Tanti fatti che pur vissuti pochi giorni fa, ieri, poche ore fa, sono già passati nel novero dei ricordi. Ma è ora di partire per l’ultima pesca. Andiamo dietro il Vulcanello dove sappiamo che c’è molto pesce a poca profondità. Dopo un po’ di scalate diffi cili, strano destino questo che accomuna sempre l’alpinismo alla caccia subacquea, siamo sugli scogli. Vogliamo fare una bella figura oggi con la gente che abbiamo conosciuto c perciò la consegna è di sparare, spara re a tutto. Ci dividiamo lo specchio di mare da battere e con un vicendevole « in bocca al lupo » ci tuffiamo. Il mare è limpido. Gli scogli finiscono a sette od otto metri su di una sabbia giallocromo sulla quale spiccano sassi azzur rini. Poi, un po’ più in fuori, una coltre spessa di alghe marroni digrada dolce mente fino a venti, venticinque metri. Alcuni gruppi di sassi bianchi e senza vegetazione fanno sospettare tane di sara ghi e cernie.
l'arpione si rompe e la pesca è finita. Bruno intanto continua a prendere pe sce. Oggi è il suo giorno. A sera, stan chi morti, ma con un mazzo di cernie, cefali, tordi di mare, triglie, mormoro (Pagellus Mormora) e saraghi, di più .di otto chili, prendiamo’ la via del ri torno.
2.400 lire, il pesce si vende a 300 al chilo, sono il premio, il grande premio, che ci spetta, il premio che ci fa dire che almeno per una volta abbiamo gua dagnato con la nostra pesca.
FOTOGRAFIE ED IL TEMPO RALE. .. Allora, tu scendi giù, fino a quel sasso, e nuoti in mezzo a quegli scogli... — Così diceva Luigi al fotografando di turno, mentre riuniti in concilio acqua-
strappano l'aria. Le gocce. Rade, fitte, fit tissime. La tenda fa da cassa armonica e suona di un suono cupo, monotono. An diamo a letto... Un fascio di luce inve ste l’orologio, sono le undici e mezzo. Supini sulle brandine, chiudiamo gli oc chi, accecati dai lampi. Fuori si è sca tenato l’inferno. Sferzato dal ponentino, un pò più forte di quello del luglio ro mano, il mare monta sul faraglione, si accanisce contro la parte di lava. Le vere eroine della situazione sono le tende. Tese fino all’inverosimile dal vento, resistono immobili, massicce. Neanche una goccia ci bagna. Alle nove di mattina l'uragano è finito. Il mare è calmo ed il sole, il sole della Sicilia torna a splendere. Abbiamo fatto un'altra esperienza Forse avremmo pre ferito non farla, ma ora il ricordo di quella notte, ci diverte e ci diverte raccontarlo ancora.
Una pecchia scappa sotto un sasso. E’ troppo piccola. Un branco di salpe fugge. Una di loro è grossa ma fiocinare una salpa è una soddisfazione che si è presa solo Marco. Un cefalo di un paio di chili, di quelli da « gran turismo », si infila in un buco. Quando vado a guardare vedo luce. Il buco ha doppia uscita. I pesci cosi grossi sanno bene ciò che fanno e dove vanno. Sulla coltre di alghe un grosso tordo di mare man giucchia. Mi tuffo c dopo un po’ il primo pesce pende dal laccetto dello «Slip». Poi vedo un sarago (Sargus Rondcletii) e mi lancio al suo insegui mento. Lui fugge veloce in acqua libe ra, nel suo regno. Corre, rallenta, si fer ma sotto uno scoglio per poi riuscirne di scatto, fa il comodo suo. Ci.si sente inutili, non dotati, quando si caccia un pesce scaltro. Lui sale, scende, va a 20, 30, 40 metri, ed io, il cacciatore astuto, l’abile pescatore, lento, legato a quell'almosfera che da sotto vedo brillare, non posso far niente. Ma a poco a poco ri conosco gli scogli, gli scogli sui quali,
35
dopo aver fatto un giro inutile ripasso,
gli scogli tra i quali il pesce ha la sua
tana. Rallentando, quasi danzando, il sa-
lago entra in un buco. Scendo subito, guardo nel buio. Non c'è niente, solo un
grosso sasso marrone. Poi il sasso si muove ed io sparo. Trafitta tra gli oper coli la cernia fugge, trascina la freccia,
da uno strattore al fucile. Ma subito la tiro a me e la immobilizzo. E" grossa. la più grossa che abbia mai presa. In alto, alto. su su. Bruno si agita ed mi
emette bolle dalla maschera. Fa apprez zamenti sulla mia fortuna. Mentre esul to, e Bruno esulta con me, a suo dire
impazzisco, gli porgo il fucile, la cernia
è
ancora
il
suo e mi
infilata, gli
strappo
di mano
tuffo. Un’altra cernia, più
piccola questa, pende dallo spago. Guar
do in faccia il mio amico e lo vedo che
aggrotta la fronte, pensa, cerca di dire qualcosa e poi, tutto d’un fiato prorom
pe — « Sei indecente ». L'ultimo giorno di campeggio, tra noi
quattro, ha premiato me.
Il più meritevole? Chissà, lo credo, anzi... gli altri lo escludono.
non
E' stato l’ultimo bagno.
Appoggiati alla murata di un vaporet
to, quella di tribordo, precisa Marco, do mani,
un
pò
tristi, vedremo
la nostra
isola, prima meravigliosa, poi nitida, poi verde, poi azzurra,... appena sfumata.
UN PÒ DI INFORMAZIONI. Per chi volesse, come noi, fare un campeggio a Vulcano e volesse approfit tare della nostra esperienza anziché far la da solo, volesse insemina, non parti re allo sbaraglio, ma sapere sin da pri ma ciò che troverà, ed anche per far capire come, per ventidue giorni siamo vissuti noi, scrivo questo capitolo. Vulcano ha trecento abitanti stabili divisi in tre paesi diversi, Vulcano por to, il Piano, ed il Gelso. Questi ultimi due sono lontano dal porto, dove il piroscafo fa scalo. Il telegrafo sta al Piano, in montagna, e per fare un telegramma bisogna fare una camminata di un paio d’ore. La po sta spedita, va a Lipari poi a Messina e solo allora parte per il continente. Quel la in arrivo fa questo giro: Milazzo Lipari, il Piano, e dal Piano, a piedi di procaccia, arriva a Vulcano Porto. Im piega circa cinque giorni. . da Roma, non dal Piano.
Per attendarsi, i posti sono solo due. A levante, dove il battello sbarca i pas seggeri, sotto una roccia che da’ ombra quasi tutto il giorno, e a ponente, sette od otto minuti di cammino dal porto, solamente sotto i tamerici tra i quali abbiamo fatto il campo noi. Sia a le vante che a ponente c’è acqua. A ponen te il pozzo è vicinissimo ai tenierici. E’ dell’albergatore del campo « Magique »
36
.... In nostra villa-estiva a Vulcano.
per i turisti francesi, un certo Giuffrè, il quale acconsente di buon grado, memo re del « dar da bere agli assetati », a farla prendere a tutti. Basta chiederlo con un pò di gentilezza perché è orso e misantropo. A levante c’è l’altro alber gatore, Carmelo Capitti, brava e tacitur na persona che fa pagare trecento lire un pranzo completo. La pensione costa 1.100 lire al giorno. E’ lui che dà l’acqua agli accampati a levante. Da Capitti c’è anche il varietà, offerto dai « 9 Figli Ca pitti 9 », neri, piccoli, irrequieti, guiz zanti che infestano da soli tutta l’isola. Chi, come noi, arrivasse con fucili subacquei ed intenzione di pescare, guardi sotto ogni scoglio del versante di ponente, sicuramente vi troverà una cernia, un sarago ed un grosso tordo d’alga. Rari e scaltrissimi dentici e spi gole.
Ci sono conigli in quantità per chi, a quella sottomarina, preferisca la caccia terrestre. Falchi, upupa, picchi e qua glie si nascondono tra gli anfratti delle pareli laviche ed i cespugli di ginestra. Si possono fare, per chi ama ]e pas seggiate, due o tre gite. Sul cratere del Vulcano a visitare le fumarole ed a godere una vista panora-
mica delle Eolie, alla « cala », dove ol tre che pesce c’è anche ombra, ed a Gelso, da dove si vede la Sicilia da capo Milazzo a Patti. Per le cibarie la cosa è un pò più coniplessa.
Il pane, pasta, olio c sale si com prano da Capitti, e lo scatolame, la mar mellata e gli altri eventuali generi ali mentari si prendono a Lipari. Alle 8, alle 11 ed alle 17, dal porto di ponente parte una barca a motore, il «Roland!no » che fa il servizio Vulcano-Lipari, Il biglietto costa 200 lire. Le bibite, aranciate birre e gassose dagli strani nomi, si trovano dal solito Capitti. Attenti a non farsi allettare da splendide bottiglie di ottima Malvasia Liparese che costano cinquecento lire l’una. 11 ghiaccio è sacro c non si vende. Un ultimo avvertimento a chi volesse andare a Vulcano ed in generale nelle Eolie: a Milazzo si vendono per 100 lire dei larghi cappelli di paglia, non sia avaro... li compri.
Paolo Ordini
74
Snpplem. al n. 3 ili STAOIIIM per le Unioni Sportive e i Comitali Provinciali ilei C. 8.1. rii
4
Maggio 1954
*
Le Commissioni Organizzative all'opera // Consiglio Direttivo del Centro Sportivo Ita liano nella sua ultima riunione dello scorso feb braio ha tracciato un vasto programma di lavoro per la penetrazione dello sviluppo della grande organizazzione polisportiva nelle varie branchie del mondo cattolico come degli ambienti che più spic catamente sentono il desiderio di porsi sotto la viva e ormai possente bandiera del CSI.
Tra l'altro si è vista la necessità della composi- ■ zione con gli stessi membri del Consiglio Direttivo
di alcune Commissioni per la soluzione dei vari problemi inerenti i più disparati settori del CSI. Tali Commissioni sono state composte in questi
giorni e riguardano in particolare /"organizzazione nei suoi molteplici aspetti funzionali; i rapporti con l’estero; la stampa interna ed esterna con le ramificazioni propagandistiche relative; il bilancio centrale per un razionale impegno dei mezzi a
disposizione; l’approfondimento e il perfeziona mento delle carte statutarie e quindi dello stesso Statuto e regolamento del CSI e ancora l’assistenza
possono annoverare tra le nuove affiliazioni centi
naia di nuovi gruppi. La formazione dei dirigenti, specie alla perife
ria, necessità di ogni organizzazione d’oggi e ancor più di quelle giovanili, va concretizzandosi con una serie di corsi per dirigenti a carattere regionale e interregionale e al riguardo non sarà inutile ricor dare il pieno successo di quello ottenuto in marzo a Potenza per le regioni del sud. La riconosciti!a autonomia di taluni Comitati Zonali: Cesena, Conversano, Rimini, Moffetta e
I ittorio Penato ha portato una intensificazione di attività nelle rispettive province aumentando sen sibilmente il numero delle Unioni Sportive e dei tesserati-atleti. Al 30 aprile gli atleti tesserati al CSI per il 1954 erano 49.120 contro 36.390 dello scorso anno. Le Unioni Sportive 2.300 contro 1.863.
L’abc
dello sport
per le provincia del sud che tuttavia nell'ultimo
periodo hanno fatto registrare un promettentissimo risveglio ; l’attività federale con i vari rapporti con le Federazioni Sportive Nazionali del CONI, e un
ultimatum ancora per il piano di propaganda del Centro Sportivo Italiano nei settori giovani e asso
ciativi in genere. Il Consiglio Direttivo Centrale ha inoltre sotto
lineato la necessità dello sviluppo dei Gruppi Spor tivi e al riguardo sono stati sensibilizzati gli Assi
LA
SOCIETÀ' SPORTIVA
di NATALE BERTOCCO
— Indispensabile
a
tutti i dirigenti di q u alsiasi disciplin a sportiva.
— Indispensabile a tutti gli educatori, organizza tori e alle società.
stenti e i Presidenti delle. Associazioni della CIAC per la costituzione dei medesimi. La collaborazione
Richiederlo all’« A.V.E. » - Via della Con
con i vari settori della. CIAC: aspiranti, studenti,
speciali a federazioni, enti e società sportive.
ciliazione, 1 - Roma. Costa L. 3000 - Sconti
rurali e lavoratori, ha già dato eccellenti frutti e. si
37
•1
La
voce delle Province
Bollettino Informazioni del (OHIIAIO PRO VI N(l Alt
DI MIIAHO
Attività aeromodellistica
Con l’arrivo della primavera i mo dellisti, meglio gli aeromodellisti delle nostre Società, hanno spolverato i vec chi modelli oppure hanno portato qual che nuova miglioria tecnica, oppiare hanno preparato un nuovo e fiamman te modello. Già hanno provato qualche lancio sull'ospitale campo di Bresso e pensano alle prossime gare. .Altri giovani invece, appena termi nata la scuola invernale hanno finalmen te finito quel loro modello (che secon do calcoli precisi dovrebbe vincere tut te le gare) ed aspettano le prime com petizioni per confermare i loro calcoli. La Commissione Tecnica Provinciale CSI ha già comunque approvato il re golamento del Conipionato aeromodel listico provinciale per l'anno 1954. Due sono le innovazioni da mettere in ri lievo : — suddivisione squadre Juniores e Seniores; — lanci per tutte le categorie: veleg giatori Elastico e Moto modelli (l’anno scorso il campionato era solo per veleg giatori). Il Campionato provinciale (che si svolgerà nel periodo Aprile-Settembre) permetterà comunque la partecipazione dei soci alle principali manifestazioni aeromodellistiche organizzale dall’Aero
Club. Qualora il Centro Sportivo Italiano organizzasse riunioni a carattere regio nale oppure (e questa è la meta dei soci della Sezione di Milano) arrivare ad una competizione a carattere nazionale fra tesserali CSI, la partecipazione dei nostri aeromodellistici sarebbe assicu rata.
SASSARI Mentalità di un dirigente
Prosegue con buon ritmo e senza ten tennamenti Fattività del CSI-Sassari. La famiglia aumenta sempre più le sue file ed i risultati soddisfacenti non man cano. Ma siamo convinti di attuare con aderenza il programma CSI con quello spirito che deve informare ogni nostra manifestazione? Crediamo sinceramente di no! Molti, troppi dirigenti ed atleti si lasciano trasportare dall’egoismo e da J2 1__________________ C — un gretto spirito di bandiera fino a menticare i loro doveri. Molli ci fanno
36
■I muso perchè non abbiamo accondi sceso alle loro pretese e ci tacciano per fino di parzialità perchè, sempre nello ambito delle disposizioni, abbiamo po tuto fare una concessione ad uno e ne garla ad un altro. Ricordiamo ad esem pio la strana richiesta di alcuni diri genti di una Unione Sportiva che pre tendeva tesserare per la loro Società un atleta già vincolato per altra U.S con la quale aveva disputato il Cam pionato Nazionale « Ragazzi » CSI. « Era tesserato per la U.S. x per disputare quel torneo ma per la nuova attività può tesserarsi per altra Unione Sportiva di suo gradimento »... questa la candida ri sposta avuta da quei dirigenti: a voi trarne le dovute considerazioni ! A noi sembra opportuno, necessario, urgentissimo che tutti, atleti e dirigenti, si abituino a Sapere perdere e, unitamente, a rimanere fedeli, almeno per una annata sportiva alla stessa Società alla quale si vincola dall’inizio della stagione. Se noi non riusciamo a fare questo, avremo svolto attività ma non ne avremo ricavato un bel niente.
MASSA CÀRRÀRÀ L’esito delle Olimpiadi Vitt Domenica 9 maggio hanno avuto luo go, organizzate dal Comitato Provin ciale del CSI di Massa e Carrara, pres so il campo sportivo comunale di Mas sa, le Olimpiadi Vitt, per aspiranti, maggiori e minori, della CIAC. La giornata, alla quale hanno parte cipato circa duecento atleti, accompa gnati da moltissimi tifosi, ha avuto ini zio con la Santa Messa, celebrata dal l’assistente provinciale del CSI, don At tilio Bertelloni, alle ore 9 presso la Chiesa della Misericordia. Subito dopo la Santa Messa i ragazzi, accompagnati dai loro dirigenti si sono recati presso il campo sportivo comunale, dove, alle ore IO, hanno avuto inizio le gare, che, sospese per il pranzo, alle ore 13 e ri prese alle ore 15, hanno avuto termi ne alle ore 18. Dopo il termine delle gare atleti e dirigenti si sono portali presso le scuole dei fratelli cristiani, dove, preceduta dalla funzione enea cistica in Chiesa, ha avuto luogo la pre miazione delle squadre e dei singoli atleti. Classifica per Associazioni; (Cat. Maggiori): 1. Marina di Massa p. 67; 2. Marina di Carrara p. 60; 3. Rocca di Massa p. 52; 4. Campo Pro fughi di Marina di Carrara p. 45; 5. Bonte di Massa p. 34,5; 6. S. Antonio
Carrara p. 29; 7.. Romagnano di Massa p. 28,5; 9. Nazzano di Carrara P- 27; 9. S. Andrea di Carrara p. 26. Cat. Minori: 1. Castagnola di Massa p. 61; Nazzano di Carrara p. 59; 3. Ro magnano di Massa p. 18; 4. Marina di Massa p. 34; 5. Marina di Carrara p. 27; 6. Ponte di Massa p. 21; 7. Madon na del Monte di Massa p. 17; 8. Rocca di Massa p. 8; 9. S. Antonio di Car rara p. 6.
Classifica nelle singole gare; Cat. Minori: m. 60: 1. Lazzini Ugo (Castagnola); 2. Palagi Franco (Marina di Massa); 3. Ghirlanda Gianni (Marina di Carrara); ni. 600: 1. Bertelloni Mauro (Ponte di Massa; 2. Lazzerotti Andrea (Ca stagnola); 3. Caleo Enrico (Nazzano di Carrara) ; salto in lungo: 1. Mariotti Vittorio (Nazzano di Carrara); 2. Lazzini Ugo (Castagnola); 3. Persini (Castagnola); Staffetta 4x100: 1. Nazzano; 2. Casta gnola; 3. Marina di Massa. Categoria maggiori: ni. 80: 1. Costa G. Piero (Marina di Carrara); 2. Coruzzi G. Carlo (Marina di Massa): 3. Cannassi Roberto (Campo Profughi di Marina di Carrara; m. 1000: 1, Tabarrani Giorgio (Ma rimi di Massa); 2. Cannassi Roberto (Campo Profughi Marina di Carrara); 3. Pieroni Francesco (Nazzano); salto in alto: 1. Ambrogi Mauro (Marina di Carrara); 2. Macelloni Ro berto (Marina di Carrara); 3. Maggiani (S. Antonio Carrara); salto in lungo: 1. Giocomelli Nino (Campo Profughi Marina di Massa); 2. Coruzzi G. Carlo (Marina di Massa); 3, Volpi Fernando (S. Antonio Carrara); staffetta 4x100: 1. Marina di Massa; 2. Marina di Carrara; 3. Romagnano.
ALESSANDRIA Una situazione veramente eccezionale quella verificatasi domenica al S. Fran cesco, durante la disputa del Trofeo C.SJ. di pallavolo. L’ing. Eynard, Presidente Nazionale della Federazione Nazionale di Palla volo, ed il segretario della organizza zione hanno assistito ad alcune fasi del la manifestazione. Ha presentato il gradito ospite, il sig. Rinetti con parole di elogio e di ami cizia, ha poi ringraziato, per l’onore ri servato al C.SJ. alessandrino, il Presi dente del C.P. Abre. Intanto la gara ha sgranalo le sue partite, dirette tutte con encomiabile
spirito di costanza e con eccezionale re sistenza da Elio Lenti per ben quattro ore consecutive. La vittoria è andata ai gialli della Franco Buzzi di Casale, dimostratasi squadra affiatata, precisa ed ordinata in ogni momento; molto bene hanno pure fatto i biancoblu della Vaccarino, che hanno ceduto solo ai vincitori, dopo aver umiliato gli altri avversari. Ecco i risultati tecnici: Buzzi-Vaccarino 2-0; Dominante-Fortitudo 2-0; Buz zi-Dominante 2-0; Fortiludo-Vaccarino 0-2; Dominante-Vaccarino 0-2; BuzziFortiludo 2-0. Classifica: 1) Buzzi p. 6; 2) Vaccarino p. 4; 3) Dominante p. 2; 4) Fortitudo p. 0. La U.S. Franco Buzzi di Casale rap presenterà il Comitato di Alessandria alle prossime finali regionali.
PESCARA Il 7 corrente l’U.S. « Diavoli Rossi » di Pianella ha, con solennità massima, svolta la festa del tesseramento e la festa dell’Unione. Tutto il paese che conta circa 10.000 (diecimila) abitanti è stato mobilitato dai bravi dirigenti ed atleti dell’Unione intorno alla nostra organizzazione. La giornata è stata piena di iniziative di cui è bene darne cenno. Nei giorni 4, 5 e 6 marzo i giovani sono stati chiamati a partecipare ad una tre sere di forma zione tenuta dal Presidente Provinciale de) C.S.I., insegnante Angelo Colini, dall’assistente Provinciale Don Luigi De Renzis e dall’ispettore Regionale prof. Ludovico Sponsilli. Sono stati trattati gli argomenti che interessano il C.S.I. dal punto di vista organizzativo, propa gandistico e religioso. Oltre i giovani abbiamo potuto notare quasi tutti i ra mi dell'A.C. rappresentati alla tre sere che è riuscita imponente sia per il nu mero dei partecipanti che per gli in terventi. 11 giorno 7, festa di S. Tommaso d’Aquino, si è svolta la cerimonia che rimarrà certamente scolpita nel cuore dei pianellesi e di quanti hanno avuto la fortuna di parteciparvi. Ore 8,20 arrivo a Pianella, accolto da tutte le autorità civili e militari, del Vice Presidente Centrale del C.S.I. prof. Filippucci Gino. Ore 8,30 Messa sociale celebrata dal Parroco con la partecipazione di tutti i rami di Azione Cattolica e di tutte le autorità del paese con in testa il Sinda co dott. Celestino Cipollone. Durante la S. Messa gli atleti hanno offerta al Par roco una targa di bronzo a ricordo della manifestazione ed hanno ricevute le tes sere per l’anno 1954. Tutti si sono ac costati alla Mensa eucaristica. Subito dopo la Santa Messa, nella sala del C.S.I. il prof. Gino Filippucci, dopo il saluto rivoltogli dal Sindaco di Pianella, dal Parroco, dai Presidenti dei vari rami di A.C. ha, con l'abituale mae stria, tratteggiato gli scopi educativi e sportivi del C.S.I. E’ seguito un ricevi mento offerto ai giovani, dalle donne di A.C. Nel pomeriggio grande incontro di
calcio valevole quale IV giornata del campionato Provinciale fra le rappre sentative U.S. « Diavoli Rossi » di Pia nella e l’U.S. « Andreja » di Pescara. A sera i giovani del C.S.I. hanno te nuta una serata ricreativa portando sulle scene del teatrino dell’A.C. un dramma di C. Repossi « La Gloriosa canaglia », con la partecipazione del Presidente del Consiglio Provinciale. Bravi gli attori che hanno riscosso grandi applausi an che a scena aperta. Così si è conclusa la festa del tesseramento della nostra ma gnifica Unione Sportiva. Vorremmo che tutte le U.S. seguissero l'esempio della « Diavoli Rossi » in modo da attirare la attenzione c la simpatia di tutti intorno alla nostra organizzazione. Da queste colonne l’U.S. « Diavoli Rossi » ringrazia il prof. Gedda per avere voluto inviare per l’occasione un telegramma augurale e il prof. Filippuc ci per aver voluto dare, con la sua Alta presenza, lustro alla manifestazione. L’U.S. « Diavoli Rossi » si prepara a fare il bis della giornata in una delle prossime domeniche nel giorno della Pasqua dello Sportivo che ha indetta ed alla quale parteciperanno tutte le or ganizzazioni sportive del Paese. ANGELO COLITTI
CR EMA E’ stata la prima volta, da quando il Comitato Zonale Autonomo di Crema svolge la sua proficua attività, che atle ti iscritti a tale organo si sono presen tati quali candidati ai Campionati Na zionali. Questo per merito del doppio Piantelli-Crivelli, che mi piace ricordare in quella netta e prestigiosa afferma zione dei Campionati Regionali, tenutisi il 23 febbraio Crema, dove si è
imposto con classe indiscutibile su atle ti che hanno dovuto cedere al loro gioco spigliato ed incisivo meritandosi, fra le mura amiche, l’alloro di Campione Lombardo. E’ stata, quella, un’afferma zione di potenza ed una dimostrazione di tecnica veramente sbalorditiva. Que sto non per sminuire il valore degli avversari, tutti indistintamente valorosis simi e tra i quali abbiamo ammirato la classe di un Sacerdote, già lo scorso an no Campione Nazionale, ma più per mettere in risalto di quali doti tecniche ed agonistiche sia in possesso il giova nissimo doppio cremasco. Ne derivava di conseguenza che, dopo tale prestazione, gli occhi degli sportivi cremaschi si appuntassero su di loro e viva fosse l'attesa in quello spazio di tempo che precedeva l’inizio dei campio nati nazionali. E a Rimini, ridente sede dei Campionati italiani, i giovanissimi del C.S.I. di Crema, hanno mancato per un soffio quel successo clamoroso che nessuno osava profetizzare, ma che in cuor suo ognuno ambiva arridesse ai colori locali. Ho scritto, mancarono per un soffio: e tale mia espressione va in tesa alla lettera. Infatti tanto noi, quan to il pubblico, che numeroso assisteva allo svolgimento delle competizioni, ave vamo avuto modo di constatare con quanta maestrìa i ragazzi del C.S.I. di Crema avevano saputo vincere, sfog giando. unitamente ad un gioco voli tivo e piccante, un impareggiabile affia tamento ed omogeneità, che aveva per messo loro di affermarsi e di entrare imbattuti in finalissima. Ma fu appun to in tale partita che, quando ormai ci si aspettava un loro ennesimo successo, dopo una serie smagliante di vittorie, accadde l’imprevisto. Forse il miraggio di un successo clamoroso li abbagliò? Forse l’emozione, il nervosismo s’impa dronì di loro? Non voglio, né desidero soffermarmi oltre sulle cause che de terminarono il loro, chiamiamolo così, collasso nell'ultima partita. Anche per ché un secondo posto assoluto ai Cam pionati Nazionali è un piazzamento, un risultato lusinghiero che è andato al di là di ogni pi rosea previsione.
Con un pizzico di fortuna e con po' più d’esperienza, sono certo che i pro mettenti atleti del C.S.I. di Crema, sa pranno, nei prossimi campionati, com portarsi in modo ancor più egregio e cogliere quella vittoria che quest’anno si sono visti sfuggire di mano e che non avrebbero demeritato di conqui stare ROBERTO BASSO RICCI
PALERMO
Il doppio Pìantelli-Crivelli classifica tosi secondo assoluto per il doppio, ai Campionati Nazionali di tennis da tavolo
Pallavolo — La Commissione tecnica provinciale di pallavolo del nostro Co mitato Provinciale, ben capitanata dal dinamico Sig. Monteleone, con la per fetta organizzazione della fase .provin ciale del trofeo Regionale del CSI en tra nel vero clima tecnico-agonistico di questo nuovo anno sociale. Conclusi i quattro gironi eliminatori con la fattiva partecipazione di ben 12
39
squadre ci si appresta a disputar le finali. Potrebbe sembrare inutile far cro naca delle varie giornate dei vari giro ni, noi non la pensiamo così. Sin dalle prime parlile che vedevano di fronte La Villa Filippina con la Frassati, la Savoia con la Virtus ed il Cona con la Gam ia, vedevamo confermato il generale pronostico, vincevano infatti la \ illa La Savoia ed il Cona, squadre queste, che hanno confermato le prece denti prestazioni. Dopo è stata la volta della Virtus, della Maroso e della Robur che, opponendosi rispettivamente alla Pipitone B, al Partanna ed alla Gancia, toglievano così ogni filo di speranza alle suindicate squadre. Dopo, anche se il tempo s’è voluto mostrare inclemente, tanto da rinviare, grazie ad un focoso intervento di « Gio ve Pluvio » una partita, si è notato nel le rimanenti, un bel giuoco e due nette vittorie conseguite e dalla Pipitene A ai danni della Frassati e dalla Pallavi cino ai danni del Partanna. Poi altra giornata facile che apriva la porta per le finali alai Savoia, alla Vil la Filippina, al Cona ed alla Pallavicino Le finali, disputate nei soliti campi de] C.S.I., hanno dimostrato ancora una volta la netta ed indiscutibile superio rità della Savoia seguita a ruota da una Villa, da un Pallavicino ed un Cona non tanto imbattibili. Tirando le somme possiamo affermare che a questa mani festazione ha arriso oltre che uno schiet to successo tecnico, un « successone » propagandistico derivante da numeroso e vociante pubblico. Sui risultati niente da aggiungere: hanno vinto i più forti. La Savoia ha così confermato le sue doti e le sue possibilità, doti e possibilità che rap presentano il suo biglietto da visita per la fase Regionale che si disputerà a Mondello nei primi di Luglio. La Villa Filippina ed il Cona, come abbiamo precedentemente detto, non so no apparse imbattibili, ci potremmo an che sbagliare, ma i punteggi parlano chiaramente. Ci faranno ricredere nei prossimi tornei? « Dulcis in fundo » al Pallavicino, squadra questa che ha così confermato le sue note qualità di squadra tenace e combattente. Ottimi gli arbitraggi dei Sigg. Monteleone, Muceo, Tarantino e Buffa, di screti i rimanenti.
corso campestre — Dovremmo inizia re queste note con la solita frase di prammatica vale a dire così: Domenica scorsa organizzata ecc. ecc., francamele questa volta non ce la sentiamo, siamo ansiosi di porgere elogi su elogi ai bal di giovani dell’Ass. GIAC San Giorgio che con il loro gruppo sportivo Robur hanno saputo acquistare un ottimo piaz zamento. Elogi ancora ai dirigenti del Comi tato Zonale che, in diretta collaborazio ne con la Commissione tecnica di atle tica leggera del Comitato palermitano e con la F1DAL hanno saputo dare i na tali al Comitato Zonale di Piana con una gara che ha riscosso un perfetto successo.
40
A Enzo Briguccia, neo campione pro vinciale rii Corsa campestre, che ha sa puto far sua, individualmente. la gara svoltasi per la cronaca su un percorso di 2 Km., non tanto comune e con un fattore climatico tutt’altro che favorevole, un nostro semplice « bravo ». SALVATORE ROMANO
FONTANELLATO - Parma Nella solennità di S. Giuseppe, nel bellissimo Santuario della Madonna del Rosario, presso il quale ha sede l’Unione Sportiva « Virtus » è stata inaugu rata Elulione sportiva al CS.I. Alla Messa Solenne, celebrata dal M. R. Padre Superiore dei Domenicani Alessandri Giovanclli furono benedette le divise degli atleti che parteciperanno al Campionato di calcio categoria Ra gazzi, tutti in massa con contegno de
o/ i
t
• i
-WìW ^S. ■£
Ecco la nuova famiglia sportiva di Fontanellato voto e raccolto si sono accostati alla Santa Comunione. Oltre a un buon gruppo di ragazzi e giovani ha assistito alla cerimonia mol to pubblico. Dopo la cerimonia religiosa è stato eseguilo sul piazzale del Santuario un gruppo fotografico a ricordo della bel la data, e a tutti gli atleti e soci venne offerto un ottimo rinfresco. Ai giovani atleti i nostri migliori au guri e di sentirsi orgogliosi di militare sotto la bandiera di quella Virtus che per due volte conquistò il titolo di Campione Provinciale Parmense ed ul timamente ha ottenuto il premio di di sciplina fra le squadre di Lega Gio vanile.
la leva «lei sentimento non è più capace di sollevare l’uomo; un tempo l’attac(•amento alla bandiera, al Paese, alla propria società, spingeva l’atleta allo eroismo: oggi il inondo si è complicato, c è la triste eredita di una guerra clic pesa con le sue conseguenze sulle ge nerazioni giovani c l'uomo non lo si guarisce più con l'impiastro caldo del sentimento, 1 uomo di oggi è un uomo anemico, che si trascina addosso un grave esaurimento e deperimento mo rale. L'uomo ha bisogno di essere ri costruito. Ma per ricostruire un uomo nuovo bisogna: Moralizzare lo Sport e (pii la responsabilità maggiore sta nei dirigenti sportivi che hanno in mano la società e quindi gli atleti associati. Pur troppo oggi sono pochi i dirigenti che abbiano una coscienza educativa. Educa re significa tirar fuori l'uomo e con lui le sue virtù, la sua personalità comple ta che cammina verso il traguardo ter reno delle proprie responsabilità sociali e di cristiano che cammina verso il tra guardo eterno dell’anima. Oggi si parte dall'errato presupposto dell'uomo-corpo e si dimentica Li grande verità dell’uomo-anima. Oggi, i ragazzi che intraprendono una attività sportiva, che per molti è una avventura cieca, sono visti in fun zione del loro rendimento. Domani che un ragazzo abbia dato tutto non si ha il minimo ritegno di lasciarlo alla de riva spremuto come un limone e con l’anima in macerie. Quanti sono i diri genti sportivi che si interessano degli studi e del lavoro dei loro giovani atle ti? Non bisogna lamentarsi allora se il ragazzo così malavczzato veda lo sport in funzione professionistica, perchè i responsabili siamo noi e non lui. Pio Xll il grande Papa amico degli sporti vi, ci ha latto il grande dono del suo insegnamento indicandoci la strada da seguire. Oggi tutti si augurano il ritorno di uno sport puro, non c’è via d’uscita: lo sport puro può essere solo uno sport cristiano, cioè, cristianamente praticato.
LA PRESIDENZA
CQMITaIQ HQviNCitll Ql IUGamO - VIA HHOCàIì. 4 . UH». 60 0
Si può affermare oggi che lo sport
è una realtà da tener presente anche
MODENA «Lo sport invecchia»; perfetta dia gnosi della triste situazione dello sport italiano che naviga nelle burrascose acque del professionismo. Lo sport è di ventato un fenomeno sociale di vasto respiro che sta trasformandosi in un vol gare commercio che rischia di intaccare lo sport nella sua essenza. Lo sport in vecchia perchè lo sport di oggi è so vente uno sport senz’anima; ma pur troppo a questa sincera diagnosi non corrisponde un rimedio energico. Oggi
per gli uomini (intendiamo per uomi ni persone al di sopra dei trent'anni con famiglia e quindi molti impegni). E’ vero che alcuni sports sono atti vità specifica dei giovani, portativi dal beneficio fisico e dallo spirito agoni stico proprio dell’animo giovanile, ma questo non impedisce che l’uomo pos sa dare allo sport il suo contributo di retto o indiretto a beneficio proprio e degli altri. Vediamo per gli uomini molte possi bilità per le bocce, per l’alpinismo, per lo sci, per il canottaggio, per gli sports veloci, per la caccia, l’escursionismo ecc.
e ciò senza logorarsi, anzi dando al fi sico la possibilità di ricreare quelle energie consumate sul lavoro. Ma fermiamoci a definire l’azione dell’uomo nelle attività molteplici del CSI. Questa azione si può vedere sotto tre aspetti : 1) Contributo di direzione e di col laborazione nelle attività delle Unioni Sportive. L’equilibrio, la serietà, la com petenza, la concretezza, la passione de vono essere le qualità di questi uo mini. Evitare il più possibile il tifo, sarà una condizione per non mancare di obbiettività, per quell’imparzialità e disinteresse che permettono di dare ad ogni cosa il suo giusto valore; 2) Organizzazione di tornei e gare in quegli sports adatti non solo ai gio vani, ma anche agli uomini, sports me no dinamici ma pur sempre agonistici (bocce, escursionismo, cicloturismo ecc.) ;
3) Partecipazione in qualità di tec nici alla vita delle Unioni Sportive le quali di arbitri, cronometristi, giu dici di gara, allenatori ecc., hanno sem pre bisogno. Se quanto sopra vale per l’uomo in genere che si sente portato per questa attività, vale di più per l’uomo di A.C. che, tenendo sempre presente le fina lità educative del C.S.I., deve vedere nel suo sviluppo un mezzo prezioso di apostolato. Proprio perchè mantenga questa caratteristica gli uomini di A.C. ed in particolare gli animatori, guardino al C.S.I. con vivo interesse, lo fiancheggino, ne estendano l’influenza e partecipino consapevolmente alle sue attività ed alla sua vita. Ripetiamo però che non si deve di fettare di competenza tecnica, di parti colari conoscenze fisiologiche, di pas sione e dedizione, doti da unirsi a quel la generosità apostolica che deve far realizzare in se e negli altri la vera personalità die è sviluppo armonico e generico dei valori umani. GIANNI MARTINELLI
10) D’Elearia Giuseppe ed altri 19 in tempo massimo. La classifica per società risulta la se guente: 1) Istituto Tecnico D’Alessan dro, Lagonegro; 2) CIAC, Matera; 3) LIBERTAS, Lagonegro; 4) AUDAX, CSI Potenza; 4) GIAC, Sapri; 6) CSI, Lagonegro; 7) FIAMMA, Sala Consoli-
Dirigenti, organizzatori ed amici del Centro Sportivo Italiano
tal - -d*,”
Arriva il primo... quanta folla!
,
■Ih;-H
r; yÀ
■
VT
POTENZA A Lagonegro di Potenza, a conclusio ne di una serie di manifestazioni reli giose, è stata indetta ed organizzata dal Comitato Zonale del Centro Sportivo Italiano, in collaborazione della FIDAL, una Corsa Campestre aperta a tutti. Vi hanno partecipato dieci squadre di Società Sportive della zona oltre ad un buon numero di atleti isolati. Il percorso si snodava per oltre 2.500 metri nell’abitato del Comune di Lagonegro che per la sua particolare posizio ne geografica offre un completo per corso per gare simili nell’interno del centro. L’ordine d’arrivo è il seguente: 1) Sersale Oreste di Rivello; 2) Donato Cracas; 3) Lisanti Vittorio; 4) Pagliaro Giuseppe; 5) Deodati Giovanni; 6) Faraco Intero; 7) Mastrangelo Giovanni; 8) Lintongi Gaetano, 9) Lagada Angelo;
ARGE
CREMONA
k
■
cola Pesce, coadiuvato dal prof. Giu seppe Grezzi e da tutti gli amici del C.S.I. Particolare menzione al vecchio ma sempre giovane atleta ed amico del C.S.I. rag. Nicola Croce animatore prin cipale della riuscita gara. Il Via alla corsa, dato dal prof. Piero Biscardi, Ispettore Regionale del C.S I. ha dato il tono d’ufficialità alla manifestazione, alla quale presenziavano pure il sig. Vincenzo Torlo, Direttore Tecnico ed il sig. Armando Gemo Segretario Prov.lc del Comitato di Potenza. Il pomeriggio approfittando della presenza dell’Ispettoro Biscardi, i Dirigenti di Lagonegro hanno indetto una riunione, mettendo a fuoco tutti i problemi che interessano la zona per un sempre maggiore svi luppo del Centro Sportivo Italiano e per avvicinare i giovani allo Sport cri stiano.
»
<
'1 .1
Arrivo di altri concorrenti... na; 8) Convitto D’Alessandro. Lagone gro; 9) DORDONI BOJS, Sapri; 10) CAIC, Bussettina-Policastro. zVccuratissima l’organizzazione sia nel la segnalazione del percorso sia nei vari servizi e di tutto ciò si deve veramente lodare gli infaticabili Dirigenti del Co mitato Zonale del C.S.I. di Lagonegro con alla testa il Presidente prof. Ni
Il Campionato di pallacanestro è fi nito. Per la « Categoria A » la JU-VI, come già l’anno scorso, ha conquistato il titolo battendo, nella gara decisiva, la squadra dello Sfondrati per un solo punto. Presente un folto gruppo di ti fosi, si è disputata la « bella » in una atmosfera re-a infuocata dai boati degli spettatori e dal ciuoco al « fulmicotone » delle due squadre. Se il primo tempo vedeva la netta superiorità della Ju-vi, il secondo registrava 1’incalzare capar bio dei collegiali, i quali, colmato lo svantaggio, si portavano in parità; ma la calma della Ju-vi faceva perdere di nuovo la bussola allo Sfondrati che, ol tre a sbagliare un enorme numero di personali, andava a sciupare malamente azioni e passaggi. In tre minuti il ta bellone vedeva un saliscendi incredi bile del punteggio <36-34; 36-35; 36-37; 38-37; 38-38; 39-38) e la Ju-vi, al tri plice trillo, trovandosi in vantaggio di un punto, era campione provinciale. Certo non è stata cosa facile andare all’assalto del primo posto, poiché an che le altre concorrenti si sono mostra te più agguerrite di quel che si pensas se. Lo Sfondrati fino all’ultimo momen to ha incalzato rendendo sempre più difficile la posizione della capolista. Però, nel confronto diretto, ha dovuto cedere il passo alla rivale permettendo le di spiccare il gran volo. La Ju-vi ha dimostrato di essere un complesso omo geneo, più amalgamato, più affiatato, poco appariscente, specie ultimamente, ma pratico, pronto nel super sfruttare le minime incertezze dei rivali. Lo Sfondrati improvvisa, martella continuamente la zona avversària senza però tentare di farne saltare la difesa; con scio della notevole velocità che possiede e sfruttando giustamente questa sua do te, rende, al momento conclusivo, le azioni precipitose, per troppo slancio e quindi facili da sbagliare. Miglior sorte spettava certamente a questa gagliarda compagine; pazienza, sarà per un altr’anno. Per la Categoria B, la squadra dello « Sfondrati » ha gua dagnato il titolo battendo, di stretta
41
misura, il «Silvio Pellico». 11 primo tempo si chiudeva con i collegiali in vantaggio di ben dodici punti <e que sto perchè fino allora avevano avuto di fronte cinque individui resi tremanti dall'emozione). Nel secondo tempo il S. Pellico rea giva fino a portarsi ad una sola lun ghezza dal punteggio degli avversari (28-29). A questo punto (ed eravamo già nei « 3 minuti » > un canestro fortunoso ed un personale consegnavano nelle ma ni dello Sfondrati il titolo di campione provinciale. La partita è stata ottima, equilibrata, senza cattiveria; più con tinua, più efficace la squadra vincente; a sprazzi, il « S. Pellico » ha messo in luce le sue spiccate qualità. Ed ora, al momento degli elogi, ci troviamo in grave imbarazzo: la lealtà sportiva ci dice di fare una sola cosa, inchinarci a tutte, alla Ju-vi. alle due squadre del io Sfondrati, al S. Pellico, senza ecce zione e ringraziarle per la loro magni fica prestazione, per lo spettacolo di gioco a cui ci hanno fatto assistere. Ai granata di S. Luca, ai giovani dello Sfondrati. ora dopo le lodi, chiediamo di far onore al C.S.I. di Cremona (che ancora una volta ha dato loro la possi bilità di mettersi in luce) quando dispu teranno le finali regionali e, speriamo, quelle nazionali. Il titolo conquistato in famiglia sia motivo d'orgoglio e di spro ne per voi, che rappresentate l’essenza di quello spirito sportivo che ci ha animato.
TORINO Sotto l’egida del Comitato Provincia le del C.S I. di Torino si è svolto a cura della Commissione Ciclistica un corso preparatorio di ginnastica pratica e di teoria per giovani corridori cidistici. Tale corso si è iniziato il 5 gennaio scorso e si è concluso il 12 febbraio: lo ha diretto il Comm. Piero Bertolazzi, ex-campione del mondo dilettanti, il quale ha dato ai giovani allievi, quegli insegnamenti tecnici, quei consigli, che
L’ottimo Pierino Bertolazzo, diret tore sportivo della Frejus, con i suoi allievi del C.S.I.
■
gli consentirono di conquistare la maglia color dell’iride. Il successo della manifestazione è parteconfermato dall’alto numero dei p cipanti: una media di 37 corridori _ per lezione. A conclusione del corso preparato-
42
rio il Comm. Bertolazzi ha brillantemente esposto, nel corso di una conterenza, le norme tecniche, alle quali i . corridori devono attenersi durante le gare, ed ha esortato i giovani atleti, che con tanta passione si dedicano al ciclismo, a seguire sempre un sistema razionale di alicnamento, in modo che l’acme della forma sia raggiunto al mo mento decisivo della prova. EMANUELE LORO
Settimana C.S.L
MtttlUrt» ■ Ci:iJUU3 QDcUU <•) ùaliri
li ìn'irti Tisi'» ■ V>« J S:«U«. ? T«1 22 11
Terminati o quasi i cimenti invernali del gioco del calcio,dimenticate ormai le fatiche della corsa campestre, irrompe sulla scena sportiva il corridore ciclista. Questa è la sua ora. Atleta esuberante e generoso, Io abbiamo già risto passare per le nostre strade, fasciato di maglie di mille colori, impegnato in fughe a mozzafiato, in inseguimenti rabbiosi, sempre con il solito stile garibaldino, da prim'attore del momento. Non tentiamo nemmeno di voler fare una gerarchia di valori fra tutte le spe cialità dello sport praticato; ma non ci sfugge l’importanza e la bellezza del ci clismo dilettantistico, come quello che meglio riunisce in sè le qualità di po tenza e d’ardire, dai giovani apprezzate ed inseguite nei sogni dei vent’anni. Non ci sono ignoti d’altra parte i sacrifici che molti di questi atleti accettano con gioia pur di gareggiare, semplicemente e solamente. Segno questo evidente della passione che li anima, prova indubita bile dell’attrattiva che il ciclismo eser cita sul giovane corridore. Ed è l’onestà anche dell’atleta che colpisce favorevol mente: estraneo per natura a qualsiasi mercanteggiamento della sua prestazione in gara, recalcitrante ad accordi da ta volino, non vuole e non sa subire altra influenza che quella del suo ardore e della sua prodiga generosità di scavez zacollo. Compito arduo, per il dirigente, conte nere tanta esuberanza e convogliare al bene le doti di cuore che il corridore ciclista possiede in sommo grado. Ma compito altrettanto ben remunerato per quelle soddisfazioni che ne derivano a seguire la vita agonistica di tanti caropioncini in erba. Un invito al ciclismo dunque? Queste note lo vogliono essere, se mai ve ne fosse bisogno; ma anche si vuol dire un poco di più. Si vuole ricordare che qui, come in qualsiasi altro sport d’altronde, l’importante non è vincere, ma combat tere senza mezze misure e senza reti cenze, a viso aperto e con il cuore saldo. Si vuole rammentare però, anche, che il ciclismo non è cicloturismo, e quindi bisogna indirizzare ad esso giovani pre parati fisicamente a sostenere il duro sforzo che una gara in linea richiede. Con queste premesse diamo il via al. nostro calendario di attività zonale. Ci ri troveremo fra breve sulle strade della provincia ad incitare (o ad essere inci
lati: questo non conta): l'importante c arrivare al traguardo tutti, secondo il dovere che l'incarico affidato importa. BENITO PRATI I . Presidente del C.Z.
Ciclismo
Le Unioni Sportive che avessero in calendario 1'organizzaz.ione di qualche gara ciclistica, o ehe conoscessero l’in tenzione di qualche ente locale di or ganizzare tale manifestazione in occa sione di sagre o feste patronali, sono invitate a comunicare a questo Comi tato Zonale, Commissione Ciclismo, la data delle gare in questione, segna lando anche il carattere che loro si intende dare. Se è intenzione della Unione Sportiva di far organizzare là gara al nostro C.Z., deve comunicare ciò almeno un mese prima della data fissata. In settimana la Commissione Tecnica Zonale Ciclismo invierà ana logo comunicato ai rev.mi Parroci, ai Sindaci ed agli enti in Diocesi interes sati alla cosa.
PADOVA " Celebrazione del Decennio Pasqua dello Sportivo „
11 Comitato Provinciale di Padova ha celebrato quest’anno il Decennio del C S.I. in concomitanza con la «Pasqua dello Sportivo », la più significativa manifestazione esterna del C.S.L, della domenica delle Palme, il giorno 11 aprile. La celebrazione vera e propria è sta,ta preceduta da una serie di conferen ze tenute sabato 10 aprile dall’Assistente Centrale Don Nicola Pavoni il quale alle ore 11 si è incontrato con gli As sistenti Ecclesiastici della Città, alle ore con gli Insegnanti di Educazione Fi sica, presente il Coordinatore di E.F. presso il Provveditorato agli Studi di Padova — Prof. Roger Ravaglioli — ed alle ore 21 con i Dirigenti Sportivi sul tema « Lo Sport nell’Educazione dei Giovani ». Manifestazioni tutte suggel late da una discreta partecipazione, ma soprattutto da un effettivo interessa mento dei partecipanti per l’educazione morale attraverso la pratica sportiva. Alle ore 8,30 di domenica 11 aprile veniva celebrala la S. Messa, con la Meditazione dettata da Don Pavoni, al la quale seguiva la Comunione Pasqua le di atleti, dirigenti e sportivi pado vani. Seguiva la proiezione di docu mentari sportivi e quindi alla Sala della Gran Guardia, gentilmente con cessa dalle Autorità Comunali, il pro fessore Ezio Riondato — primo presi dente del Comitato Provinciale C.S.I.— celebrava il Decennio di vita del CS.I-, alla presenza di numerosi atleti e diri genti nonché dei Dirigenti Provinciali del C.O.N.I., delle Federazioni, del Pre sidente l’Amministrazione Provinciale — Avv. Marcozzi —, dei Rappresenta» ti del Sindaco e del Prefetto.
tichc calcistiche, si fregia perciò del ti tolo provinciale e disputerà fra breve le finali regionali. L'attività calcistica del nostro comita to non si ferma a questi due campio nati. Infatti due tornei sono in attua zione in provincia e si avvalgono della partecipazione di numerose e agguerri te squadre.
E Gruppo dei partecipanti alla celebrazione davanti al Palazzo della Gran Guardia
Seguiva poi la premiazione dell’attività agonistica del trimestre scorso Alle ore 12,20 tutti i convenuti si portavano in Vescovado per l’Udicnza di S. Ecc. Mons. Girolamo Bartolomeo Bortignon, Vescovo di Padova, che ri volgeva dopo la presentazione, parole di ringraziamento ed impartiva la be nedizione. All’udienza erano presenti i dirigenti dei vari Comitati del Veneto, riuniti nella sede del C.P. di Padova. Il C. S. I. nel Veneto
Sono trascorsi dieci anni da quando il nostro carissimo Presidente Centralo prof. Luigi Gedda presentava, prima ancora che l’immane tragedia di una guerra sgombrasse gli animi da ogni preoccupazione, un nuovo organismo sportivo voluto dall’Azione Cattolica e destinato in maniera assoluta al servi zio della gioventù italiana. Il Veneto, tanto sensibile ai proble mi giovanili, accolse entusiasticamente l’invito e sin dal primo momento un fervore d’iniziative' cominciò ad invade re le sedi dei primi Comitati Provin ciali, ospitati per lo più negli uffici della CIAC che generosamente assistet te nella fase di impostazione il Centro Sportivo Italiano. A dieci anni di distanza il CSI nel Veneto è- divenuto una felice realtà e non c’è più provincia, non c’è più pae se che non conosca le maglie vario pinte di tanti giovani impegnati in una delle molteplici iniziative che le ri sorse dei nostri dirigenti pongono al l'attenzione degli amanti di uno sport puro, senza sottintesi. I risultati registrati a chiusura dello sborso anno (269 Unioni Sportive con 6146 atleti) indicano chiaramente l’cflicenza del Centro Sportivo Italiano nel Veneto ma non lasciamoci cari ami ci, prendere da facili entusiasmi per ché molto ci resta ancora da fare. Sono centinaia di centri sparsi in tutte le pro vince venete, sono migliaia e migliaia
di giovani che noi dobbiamo raggiungere e far loro conoscere la bellezza di una partita di pallavolo, di una gara ciclistica, la quiete di una partita di bocce, il fervore di un incontro di calcio. Sia questa la nostra missione, il nostro impegno per il nuovo « de cennio ». Ed ora permettetemi un ringrazia mento per tutti coloro che nel corso di questi dieci anni hanno sacrificato le loro energie per il potenziamento del CSI. Ricorderemo i miei predecessori Vincenzo Casali e Angelo Gemo, tutti i Presidenti dei Comitati Provinciali, ma soprattutto gli infaticabili dirigenti ed Assistenti delle Unioni Sportive dal la cui attività il CSI attinge continuamente nuove forze. Arrivederci a quota « diecimila ».
Pallacanestro — Anche la pallacane stro, attività, si può dire, praticata e tenuta in vita a Brescia unicamente dal Centro Sportivo, ha avuto in questo tempo il suo periodo predominante con i campionati provinciali per le catego rie A, B. e C. Gare tiratissime, equili brate, ricche di spunti di ottimo gioco, hanno caratterizzato questi campionati che hanno designato nella Bonsignori, Orfani di Guerra e Basket Ball, le squa dre che rappresenteranno il C.S.I. Bre scia ai campionati regionali della spe cialità. I campionati testé effettuati hanno dimostrato come la pallacanestro è ancora sentita dagli sportivi brescia ni che non hanno mancato, nelle gior nate di gare, di sostenere e incitare i giovani atleti che stanno apprendendo i segreti dello sport che teme ben pochi confronti. Il merito di questa rinascita risale indubbiamente in gran parte al nostro C.S.I. che questi campionati ha riportati alla luce organizzando inoltre altri tornei che si preannunciano in teressantissimi.
Ciclismo — L’attività ciclistica è solo da poco iniziata, ma i ragazzi del CSI Brescia hanno già colto degli smaglianti successi, alcuni dei quali, in gare cui era aperta la partecipazione anche ai tesserati U.V.I. e il merito di tali af fermazioni sale così maggiormente. La commissione provinciale ciclismo si è messa presto al lavoro, quest’anno. Già ai primi di marzo ha provveduto a convocare i dirigenti delle società ci clistiche di città e provincia onde far Curzio FRANCESCONI loro conoscere le novità riguardanti la Ispettore Regionale Veneto attività nella stagione che si approssi mava e procedere di comune accordo (in verità presto raggiunto) alla com pilazione del calendario delle gare che si svolgeranno, nella nostra provincia, nella stagione 1954. A tale riunione ne Calcio — Sta terminando in queste ha fatto seguito, circa un mese dopo, settimane, dopo diversi mesi di svolgi una seconda, allo scopo di completare mento, il campionato provinciale calci detto calendario e di fissare date e lo stico a sei giocatori organizzato dal no calità dove si svolgeranno le prove dei stro comitato. Tale campionato sta fa vari campionati. Inoltre si è avuto un cendo registrare quest’anno un successo primo scambio di idee e di impegni senza precedenti sia dal lato quantita circa l’organizzazione del campionato tivo delle squadre (sessanta!) sia da dilettanti su strada che, come è ormai quello qualitativo. Le squadre parteci noto, si svolgerà il 5 settembre nella panti sono state in un primo tempo nostra città. suddivise in otto gironi con criteri di viciniorità; successivamente le prime e Ritornando ai successi colti in que- ' le seconde classificate di questi gironi sto scorcio di stagione dai nostri ra eliminatori hanno partecipalo alle semi gazzi, non si può tacere della vittoria finali. Da queste ultime sono uscite le di squadra (quattro nei primi cinque!) quattro squadre finaliste che appunto in ottenuta dalla G. S. Prevalle nella gara questo periodo si contendono accanitabresciana d’apertura e per allievi C.S.I. mente il titolo di campione provinciale. e U.V.I. Una settimana dopo i dilettanti Da una quindicina di giorni si è in della LT.S. Valenti™ coglievano a Bervece concluso il campionato provinciale - gonio una clamorosa affermazione im ragazzi a undici giocatori. La Bonsiponendosi aH’attenzione di tutti. Dopo gnori, riuscita alla fine a prevalere sul altri lusinghieri piazzamenti, recentissi le altre sei squadre che hanno con lei ma è infine la vittoria di un altro por iniziato, nel lontano novembre, le fatacolori della società prevallese, Gian-
BRESCIA
43
4
pierò Beffa, colta dinanzi a ragazzi che vanno per la maggiore. Unitamente al calcio il ciclismo è una attività che nella nostra città è molto sviluppata e seguita. Ne fanno fede del resto le giornaliere domande di tessera mento presentate dagli atleti in forma zione e l'affollarsi del pubblico sulle strade dove queste gare vedono il loro svolgimento Attualmente oltre tre cen turie di ciclisti corrono domenicalmen te alla ricerca di traguardi vittoriosi; il numero però è destinato a considere volmente aumentare, vista, ripetiamo, la continua richiesta di ragazzi vogliosi di entrare, nelle nostre file.
Tennis da tavolo — Dopo i campio nati provinciali sia di singolo come di doppio e la sfortunata prova dei no stri rappresentanti alle finali regionali di Crema, ci si sta ora preparando a dar vita al campionato provinciale a sq uadre che si ripromette di riuscire combattutissimo considerata la rivalità che regna fra i giocatori dei vari Gruppi Sportivi. I campionati provinciali organizzati direttamente dal locale comitato, con fermano, col loro esito, questa nostra previsione.
Pure in cantiere è l’organizzazione del campionato giovanissimi, campio nato che si presenta quanto mai incer tissimo e perciò dall’esito impronosticabile. Numerosi tornei e manifestazio ni si succedono inoltre ogni domenica nelle palestre delle nostre società. Pallavolo — Con l'avvento della bel la stagione, anche la pallavolo si è scrollata di dosso il torpore prettamen te invernale e i componenti la com missione tecnica di tale sport, stanno già effettuando un corso teorico-pratico per allenatori e giocatori, corso che non mancherà certo, a tempo debito, di dare i suoi frutti, mentre in cantiere sono i campionati provinciali. L’arrivo della primavera se ci ha im posto il tirare del sipario sul palcosce nico dell’attività sciistica (ed è stata, questa, per lo sci bresciano del C.S.I., un’annata veramente grande), ha sve glialo anche chi pratica lo sport attivo solo quando la neve è rimasta sui più alti picchi alpini e l’azzurro è il co lore predominante. Ne fan fede, come esempio, le richieste attuali dei nuo tatori circa il programma natatorio del 1951. Richieste per ora formulate ti midamente, ma non sarà certo così quando il sole, tra non molto, batterà a perpendicolo. ALDO ROSSINI
S. VITO dei Normanni A servizio dei giovani Sport
e dello
Un nuovo foglio fra i tanti! Forse il più dimesso nella veste tipografica, certaniente il più battagliero nel suo tiloto. Siamo certi che esso ai nostri atleti e dirigenti non starà meno a cuore dei grandi quotidiani sportivi.
44
E' il loro giornale! Il giornale che parlerà delle loro ansie, dei loro sa crifici, delle loro vittorie. Un giornale a servizio dei giovani e dello sport, dello sport come lo intendiamo noi del C.S.I. Uno sport che non sia un fine a se stesso, ma un mezzo. A questo modesto foglio allora vada il nostro augurio di sempre più bril lanti affermazioni Possa veramente es sere la voce della « Polisportiva Cri stiana ». Don .Antonio Chionna
Ufficio zonale tesseramento
L'Ufficio Zonale Tesseramento comu nica i seguenti dati statistici in inerito al Tesseramento C.S.I. per l’anno 1954. In data 15 aprile risultano affiliale n. 8 UU.SS. con un complessivo di n. 196 atleti così ripartiti:
Mimino De Cesarie. Atl. 15; Mazzola - S. l'ito, Atl. 32; Fortitudo, Atl. 17; Paavo Nanni, Atl. 42; Junior, Atl. 29; I’. Mazzola ■ Carovigno Atl. 17; Dinamo, Atl. 18; Imperiale, Atl. 26.
GORIZIA Poche parole menti
sela
atteggia
Il Notiziario del CSI, questo titolo nella semplicità delle sue parole vuol indicare il vasto programma che stia mo sviluppando ed attuando con al trettanta semplicità. Lungi’ da noi lo spirito di presunzione nel dire «sem plicità » perché noi, con detta parola intendiamo specificare che la nostra opera è libera da retorica e da farisai ci atteggiamenti. Le necessità di creare il nostro noti ziario è derivata non solo dal notevo le sviluppo che il CSI sta assumendo mediante il numero e l’attività delle sue Unioni, ma soprattutto per riassumere mensilmente quanto abbiamo o non ab biamo fatto. La nostra iniziativa mira a ricevere l'aiuto di tutti per miglio rare i nostri sistemi atti a perfezionare i mezzi e la potenza che portano alla meta comune. In questo primo numero non occorrono parole particolari né vogliamo stimare la sua nascita come circostanza da sottolineare perché sia mo convinti che ogni buona parola è particolare a sé stessa e che ogni occa sione è una circostanza se nella nostra mente, nel nostro cuore e nella nostra coscienza ci sentiamo degni del vivere onesto. Il CSI è una fucina di atleti che, con sani principi cristiani, mira al com pletamento dell’educazione fisica e mo rale della gioventù. In sintesi il CSI agisce con un trinomio chiaro: Sport, Dio e Patria; Io sport per la sanità del corpo, Dio per la salvezza dell’ani ma, la Patria per l’amore e la difesa della famiglia singola e collettiva.
A lutti coloro che credono il CSI come pura espressione di una volontà politica o di colore rispondiamo sor ridendo, toli la nostra semplicità di sportivi : se amare lo sport, Dio, la Patria vuol dire ammantarsi di colore politico, noi ci sentiamo fieri di es sere i più grandi politicanti del mondo.
N. BATTISTA Il C. S. I. e le sue Unioni
La Segreteria Provinciale, come di consuetudine ha voluto constatare l’au mento o la diminuzione delle Unioni ed atleti affiliati. Iniziata l’attività con un numero li untato di Unioni, essa ha visto sempre più aumentare e salire fino a 358 i pròpri atleti. Nell’anno 52-53 le Unioni erano 7 per un totale di 149 atleti. Nell’anno 52/53 le Unioni erano 7 per un totale di 149 atleti. Quest’anno, dopo diversi contatti avuti con dirigenti di Associazioni Catlotiche e autononic, il numero è salito a 18 Unioni con un totale di 358 atleti, Numero non elevato se pensiamo che nella provincia di Gorizia i giovani che si dedicano allo sport sono in numero ben tre volte superiore a quello offerto dal C.S.I. Calcio. — Dopo il termine del Tor neo Precampionato hanno avuto inizio gli incontri del Campionato Provincia le « Ragazzi » valevole quale fase pro vinciale del Campionato Nazionale per la categoria CSI. Si è notato quest’an no un disinteresse particolare dei Grup pi ed Unioni affiliate per quest'attivi tà sportiva sicché le squadre si sono ridotte a cinque e tutte hanno deno tato una impreparazione ed un livello di gioco di mediocre contenuto. Mag gior fortuna sembra avere il Torneo « Pulcini » che annovera ben nove Grup pi Sportivi composti dalle forze più giovani ed esuberanti del calcio isolitino. L’org>aniz®azionc del Tornito è condivisa con la Presidenza dell’U.S'. Ardita.
Atletica Leggera. — Non è facile in dire delle giornate di atletica leggera ma relativamente più semplice si pre senta l’organizzazione di timi corsa cam pestre e la C.T. ha provveduto all’uopo facendola disputare su un percorso di m. 1500 e rendendola valida ai fini del Campionato Nazionale CSI di Corsa Campestre. In questa occasione clamo rosa è stata la vittoria del giovane Còtitin della Libertas che ha registrato un ottibo tempo di 5’ 17”. Se le Unioni ed i Gruppi si troveranno d’accordo, non sarà improbabile un’ulteriore mani festazione del genere.
Pallavolo. — Nel campo di questo sport così praticato in tutta Italia cd in speciale modo dalle nostre Unioni, proficua sino ad oggi è stata l’attività che ha avuto inizio a Monfalcone con il Torneo d’apertura cui partecipavano sei squadre ncocostituite. Ha fatto seguito la « Coppa CSI » la cui organizzazione veniva demandata, dal lato tecnico, all’U.S. Iris Domo.
Al Campionato provinciale hanno preso parte squadro delle più quo tate: Iris. Alba Cr. e Filzi. La vittoria è arrisa ai collegiali del Filzi per fi nezza di gioco e con meritato successo.
Tennis da Tavolo. — Ottima la situa zione in questo ramo delle attività sia per l'interesse che esso simpaticamente suscita tra i nostri giovani, sia per la levatura tecnica cui alcuni di essi sono giunti attraverso svariate esperienze in campo provinciale e regionale. A que sto proposito giova menzionare il pon gista Giorgio Pula, della Libertas che per la seconda volta si è onorevolmente piazzato terzo ai regionali del CSI. Hanno preso parte ai Campionati provinciali ben 50 elementi dei quali 6 partecipavano all’eliminatoria supe riore. Altra manifestazione degna di rilievo: il Torneo «Quadrangolare» la cui riuscita spetta all’Ufficio zonale del CSI di Monfalcone egregiamene diretto dal sig. Mario Scattolin.
FE RRARA Vitalità del Centro Sportivo Italiano. CALCIO Al Campionato Provinciale — cate goria ragazzi — hanno aderito quest’an no le squadre: Mirabelle, Don Bosco di Cornacchie, Jolanda. Vigor di Cologna. Gradizza, Invida e Ancora di Cep pare. Queste squadre suddivise in tre gironi hanno iniziate le contese nell’ot tobre 1953 concludendo l'appassionante ed incerto torneo nel mese di dicembre. Al girone finale erano ammesse: Don Bosco di Cornacchia. Ancora di Copparo, Jolanda c Mirabello. Questo iniziava il 21 febbraio 1954 e si concludeva bril lantemente il 28 marzo con la magnifica affermazione della squadra Don Bosco di Cornacchie seguita dall’ottima com pagine di Jolanda. Oltre al campionato provinciale è stato disputato un Torneo denominato L Coppa Autunno al quale hanno preso parte quattro squadre della provincia ed appartenenti ad Unioni Sportive di Cornacchie <D. Bosco), Codigoro (Fulgor), Lagosanto ( Fortitudoi. Canarini della Fulgor ancora di Codigoro. Questo Torneo si iniziava nel feb braio 1951 e si concludeva — dopo oltre un mese e mezzo di gare — con la vittoria della Fulgor di Codigoro. Non possiamo dire per la verità che l'attività calcistica dei giovani inquadrati nel C.S.I. sia stata solo quella del cam pionato provinciale e della Coppa Au tunno ma a questa si deve aggiungere la partecipazione all’attività federale spe cie da parte del C.S.I i di Argenta, del S. Benedetto e del Mirabello, del Co digoro e di altre che nei campionati di Lega Giovanile, — ragazzi, juniores —, e I divisione hanno costituito in quei particolari settori una nota insolita, ed alcune di queste nostre rappresentative si sono anche brillantemente affermate e hanno occupato immediate posizioni d'onore.
CORSA CAMPESTRE In questo settore si sono iniziate le competizioni molto in ritardo rispetto al programma dell’annata precedenti ma nonostante ciò si sono ottenuti dei ri sultati insperati mollo significativi. Do po le affermazioni del sempre valido Giorgio Cia della V ictus nel campiona to provinciale (effettuato in tre prove), i prescelti per il campionato nazionale e cioè Gino Piazzi e Antonio Ferrari si presentavano a Rimini fiduciosi di conseguire notevoli risultati. Infatti dalla dura selezione — oltre 120 i con correnti — il primo si è piazzato al 5" posto assoluto ed il secondo non oltre il 60“ portando con tali risultati il C.P. del CSI. di Ferrara a conse guire una brillante classifica generale di squadra. E’ stata un affermazione maiuscola in (pianto nei precedenti campionati mai si era riusciti ad ottenere tanto. Nel capoluogo ed in provincia si disputa vano varie gare di corsa campestre e l’alfiere del C.S.I. Giorgio Cia unita mente ad altri giovani nostri rappresentami andavano confermando con le loro ripetute affermazioni che in tale settore gli atleti del CSI non avevano e non hanno tutt’ora rivali Infatti Gior gio Cia tanto per far fede al nostro serto si laureava campione provinciale assoluto anche dei tesserati della F.ID.A.L. In ordine di tempo l'ultima affermazione del CSI è avvenuta in oc casione della disputai della traversiala podistica di Ferrara (aprile 1954).
TENNIS DA TAVOLO Il grande sviluppo assunto da que sta caratteristica specialità a Ferrara ed in provincia nelle file della gio ventù ha dato a) C.S.I. ferrarere l’asso luto primato in quanto da esso proprio c partito. Non potevano quindi man care i risultati straordinari raggiunti in così breve lasso di tempo. In campo dell’attività del CSI ovunque troviamo che i giovani giocano sui verdi tavoli del ping-pong con l'abituale maestria di come giocassero al calcio o svolgessero altre attività per cui Ferrara oggi è all'avanguardia nel tennis da tavolo. Questa superiorità è stata quest’anno confermata dalle trionfali affermazioni ottenute ai campionati regionali prima ed ai campionati nazionali poi. Artefi ci di tali successi sono; Paolo Gianni 2" campione provinciale, campione re gionale e 6' as olino ai nazionali nel “singolo'* e Vincenzo Schettini e Gior gio Giacometti idem come per Paolo Gianni e 4" assoluti nel “doppio” ai na zionali. Mai si era ottenuto tanto. Ai nazionali Ferrara è sempre stata pre sente ma solo nelle gare di doppio con Mori-Schettino, due ottimi giovani, che per due anni di seguito si sono classificati al 9" posto assoluto. Nel campionato del G-tet i rappresen tanti del CSI ferrarese hanno sbara gliato addirittura il folto gruppo dei partecipanti. Si sono affermati MoriGavelli, nel singolo quanto nel doppio. PALLACANESTRO Anche in questa specialità oramai non vi è cronaca cittadina, regionale e
nazionale che non riporti quasi quoti dianamente affermazioni delle squadre del C.S.I. ferrarese. Iniziamo pure dal l'attività giovanile federale c precisamente dalla categoria Allievi. Assente quest’anno l’Olimpia che ha tentato le grandi affermazioni niel solo campo del C.S.I. un'altra compagine ne ha preso degnamente il posto. E’ la squa dra della Fortitudo di Poggiorenatico che curata dall’appassionato Ivano Ar tidi, dal sig. Nilo Mantovani e da Don Poggi si è imposta nettamente sul le altre colleghe e sulle formazioni scolastiche che quest’anno hanno inizia to su larga scala il loro movimento. Non pago del magnifico risultato conse guito la Fortitudo di Poggiorenatico ha partecipato e vinto anche il campiona to provinciale della categoria Junio res. Ai campionati regionali l’emozione e la maggior esperienza delle avversa rie non ha permesso che anche in tali dispute questi bravi ragazzi potessero conseguire ciò che con più sicurezza dei propri mezzi si sarebbe invece po tuto ottenere. Comunque come secondo anno di attività esiste la prova che quando si vuole ottenere una cosa la si ottiene.
Dopo aver così accennato al movi mento federale-eostituito senza dubbio e smentita alcuna dalle forze del CSI passiamo ai campionati della grande organizzazione. Sempre notevole il numero delle squadre aderenti tanto che diversi mesi sono occorsi per la disputa dei numerosi incontri in pro gramma, Nella categoria « A » si è lau reata campione la squadra di Vigarano Mainatela e nella « B ì> quella dell’Olimpia. Ai campionati regionali svoltisi nello scorso mese di aprile a Reggio Emilia, l’estense Olimpia ha subissato sotto una valanga di canestri le avver sarie, vincendo meritatamente anche quel titolo, mentre il Vigarano Mairiarda pur lottando contro avversità di ogni indole non ha potuto andar oltre un onorevole terzo posto. All’Olimpia in procinto di prendere parte alla fase interregionale vada l’au gurio di tutti i cestisti ferraresi affin ché possa oltrepassarla ancora vittorio samente e si presenti alla nazionale — così come avvenne nell'annata prece dente con lo stesso Vigarano Mainarda — e possa offrire a Ferrara un tito lo con lo scudetto tricolore che per il grande contributo che essa dà allo sport in generale e alla pallacanestro in particolare meriterebbe davvero di pos sedere. PALLAVOLO
Abbiamo lasciato per ultima la spenon già per cialità della pallavolo demerito ma .perché questa attività è stata l’ultima iniziata. Nelle due fasi provinciali del campionato del CSI sia per quanto riguarda la categoria gio vanissimi quanto per quella degli adul ti una sola squadra e precisamente quella del Mirabelle ha ripetuto quella affermazione che già nell’annata prima era stata appannaggio del CSI di Portoripa (Portomaggiore). Anche per questa
45
compagine già come per l'Olimpia nel la pallacanestro dovrebbe andare que st'anno molto bene poiché anche lo sporto della pallavolo è molto svilup pato nella provincia estense e merite rebbe di conseguire qualche risultato di grido per darle maggior forza e riso nanza. CICLISMO E’ tempo ora del ciclismo, e la C.T.P. dovrebbe a giorni comunicare il pro gramma delle manifestazioni. Partico lari condizioni e di vario genere hanno suggerito spesso volte i dirigenti del CJ5.1. di sottoporre questa attività a speciali cure ma non è mai stato pos sibile trovare le soluzioni più idonee per far si che anche in tale settore i
nostri giovani abbiano il modo di svol gere quella verta attività che dia loro garanzia di affermazioni. Occorrono grandi mezzi e questi mezzi non sono alla portata di tutti. Ecco perché il ci clismo che una volta nella provincia estense era maggiormente sentito — non diciamo dai giovani elle questo lo è pur oggi — ma dai dirigenti che si ri tengono sportivi (solo di nome) — non può avere il naturale sfogo, mancano troppe cose perché si ritorni a quei tempi. Il Centro Sportivo Italiano ferrarese comunque tenterà — lo deve fa re sul serio — eli promuovere questo risveglio, se non altro per far onore ai suoi programmi. SILVERO PATTUELLI
FIDENZA
REMO MANGANELLI campione della moto dello
te
Sport Cristiano J,
La motocicletta filava veloce e iet breve tempo mi /torto a lìusseto, da qui dopo molte in formazioni e l’im-mancabile tratto di strada percorso per er rore. riuscii finalmente a trovare la via giusta che doveva portarmi a PieveSville. fieramente è troppo pomposo defi nire strada, una specie di sentiero co stellato da profonde buche, dove i sassi sembravano trovarsi a loro perfetto agio, come fossero sotto le fresche e limpide acque di un ruscello montano. Per fortuna quel continuo sballotta mento finì con l’imbocco della stra da provinciale ; mai come in quel mo mento fui riconoscente a chi inventò il bitume per Tasfaltamento delle strade. A togliermi da questi pensieri di rico noscenza contribuì, con non troppa cor tesia, un motociclista che in una curva abbastanza pericolosa, mi sorpassò sfrec ciandomi vicino con velocità pazzesca. Senza incidenti arrivai a Pieve qui chie si ad un capannèllo di giovani, dove abi tava Manganelli. Mi guardarono con sor presa, meravigliati che noci si conosces se il domicilio di colui che ormai era diventato il loro intoccabile idolo. Uno di questi si offrì di accompagnarmi e dopo poche decine di- metri potei final mente far riposare l’accaldato motore della mia moto. Mi trovai in un cortile alla cui estremità era un garage contor nato da un folto assembramento di per sone. Con non poca fatica riuscii a fen dere il gruppo ed a portarmi così nel le prime file, da dove vidi un giovane che stava armeggiando vicino ad una moto. Una tuta azzurra non riusciva a nascondere completamente un completo di pelle per corridore motociclista. La sciai che terminasse di avvitare non so che cosa, poi, riconoscendo in quel gio vane, Manganelli, mi avvicinai maggior mente e mi presentai come giornalista sportivo. Un pò sorpreso m’invitò a se guirlo e mi condusse in una semplice, ma graziosa sala di soggiorno. Dopo aver-
46
gli fatto le congratulazioni, per la sua splendida affermazione, cominciai a far gli qualche domanda, in tono di pura conversazione. Stavo per partire all’attac co con una sfilza di domande, quando entrarono i genitori ed il fratellino ; que st’ultimo con curiosità tipicamente infan tile cominciò a girarmi intorno, squa drandomi, poi si sedette accanto al fra tello. Dopo aver scambiato qualche fra se con gli ultimi arrivati domandai a Re nio Manganelli, qualche impressione sul la corsa. — Anzitutto devo affermare che l’or ganizzazione è stata perfetta. Il percor so è stato terribile, almeno per me. La tappa più spossante è stata la prima, in cui sono caduto al decimo Km. dall'ar rivo e sono rimasto svenuto per quasi mezz’ora. Qui s’interrompe per ammo
nire il fratello che si divertiva a giocherollare con la mia cartella. Lo pregai di continuare a parlarmi del giro e. di fare qualche commento. — Il decantato duello Mondial-Morini non merita tante parole. La prima co struisce macchine atte tipicamente a com petizioni sportive, mentre la seconda fabbrica moto dando la prevalenza al semplice mezzo di trasporto o turismo. Quindi la Marini si trovava rispetto al l'avversaria in netto svantaggio. Nono stante ciò si è piazzata ottimamente. Cogliendo la palla al. balzo gli do mandai perché non aveva accettato l’of ferta di entrare a far parte della scu deria della Mondial. Senza la minima esitazione mi rispose che preferiva la Morirti. Con questa moto si era rivelato e con questa avrebbe continuato a cor rere. Naturalmente i titolari di questa casa si sono velocemente affrettati ad assicurarsi questa giovane promessa, si può pronosticargli un brillante avvenire, senza aver paura di doversi poi ricrede re. Gli domandai se aveva intenzione di vincere il giro, e con quale speranza era partito. — Era la prima volta che correvo in una corsa così impegnativa e non pote vo certo sperare in una finale vittoria. Sono partito da Lieve con la speranza di vincere una tappa, non mi importava quale, volevo dimostrare a tutti coloro che non credevano nelle mie doti, di valere qualche cosa. Noti mi sono mai demoralizzato, mi ero prefisso di dimo strare quello che valevo, dopo avrei an che potuto ritirarmi. Ero certo di vince re ed infatti colsi la vittoria nella Boizano-Eerbania. Telefonai subito a casa e con orgoglio descrissi la mia vittoria. La più grande soddisfazione della mia vita l’ho /trovata quando sono venuti quelli della radio, ad intervistarmi. Chis sà che faccia avranno fatto quelli che prima mi beffavano ! Nel parlare davanti id microfono mi sembrava di vedere il volto dei miei cari proteso verso il rice-
Remo Manganelli ha già lo stile dei grandi campioni
vilorc, con le. orecchie tese in muto rac coglimento. Anche dopo la vittoria di tappa, non mi socio mai illuso di vin cere. ma ho /atto tutto il possibile per ottenere un ottimo piazzamento. Pronun ciò queste parole in fretta come a vo lersi liberare dal timore di non riu scire a continuare. Parlava con fervore e con una semplicità spontanei e nella sua voce non si udiva il minimo cenno ili orgoglio. Un meccanico entrò nella stanza e le pregò di uscire per montare i rapporti della nuova moto datagli dalla Morirti. Lo intrattenni, ancora un attimo e gli chiesi che cosa pensava quando era in gara. — E' una domanda un pò imbarazzan te. ma rispondo sinceramente, che il mio pensiero era sempre rivolto a Dio. Lo pregavo di proteggermi, ad ogni curva potevo morire, la mia vita era affidata alle site mani. Mi offri delle fotogrgafie e solo dietro mie insistenze me le firmò, poi usci di corsa. La madre mi disse: Ha visto il sorriso di mio figlio quando parlava della tap pa vinta? Era lo stesso sorriso che fa ceca da piccolo quando il padre lo por tava con sè a fare un giro in moto. La sua grande passione è la moto, di notte parla nel sonno, si agita continuamente. Prima lo svegliavo per domandargli se stesse male, ora non più, so che quando fa cosi il suo subcosciente è rivolto alla moto; seogna certamente di correre, anche nel sonno non ha altri pensieri. Ad 11 (undici) anni prese di nascosto la moto di suo padre, una 350 e con essa a forte velocità andò sino a lìusseto, per farne poi ritorno soddisfatto e sicu ro. Nonostante la giovane età e la forte velocità non gli era accorso neppure il minimo incidente. Si ciba di solo riso e purè di patate, non fuma e non beve assolutamente vino od altri alcoolici. Infervorata dal mio zelante interessa mento continuò a parlarmi del figlio. Re mo Manganelli è nato 26-12-1934 a Zibel lo. Ottimo giovane di Azione Cattolica è l’esemplare per rettitudine e bontà, ap partiene ad una famiglia composta da membri, elevati ad esempio nella par rocchia. E’ iscritto al Centro Sportivo Italiano di Fidenza, di cui è stato ed è. tuttora ottimo collaboratore. Sportivo nel vero senso della parola, ha sempre parte cipato a tutte le manifestazioni organiz zate dal nostro ente, e si è sempre battuto con lealtà e si. è affermato, non per trarne vanità ed orgoglio, ma per formarsi fisicamente e spiritualmente, onde poter offrire a Dio le sue vittorie. Disputò la prima gara nel suo paese di residenza, era una ginkana, ma non potè affermarsi. In seguito continuò con gare propagandistiche e solo quest’anno partecipò a gare di III. a. categoria. Fu notato da Mendogna, e fu lui ad allenarlo ed a convincerlo a partecipare al giro. Corse con la moto del suo allena tore, uno Morirti 175, che gli fu conse gnata un giorno prima della competi zione nazionale. Questa magnifica affermazione non ha inciso sul suo carattere, è rimasto sem plice, generoso come sempre e sulle sue
labbra è rimasto quell’in}ùntile sorriso che rivela il suo animo puro ed onesto. L’animo di chi crede in Dio e nella vita e combatte ucci per crearsi gloria ter rena, ma per potersi elevare maggiormente verso il Creatore. CALDINI ELEUTER1O
r
lenire C^perlìiio cJlattano COMITATO nOVINClAlt DI VliONA
T-».
ì
I C.S.I. deve durare
Sin da «piando il Centro Sportivo Ita liano è nato, ed ormai sono 10 anni, il problema che ci ha sempre assillato è stato uno solo: la continuità. Un’Associazione c efficace in propor zione alle possibilità che la sua azione duri nel tempo. Un’Associazione vale, oltretutto, per ché essendo società di uomini, ha la possibilità di inserirsi con i suoi fini e coi suoi mezzi in quella parte del mondo che le interessa per lievitarla o per farle prendere coscienza di un de terminato problema. A parte la Chiesa, che può contare still’intervento diretto dello Spirito San to, comunque vada il mondo e qualun que cosa possa succedere, dobbiamo ri conoscere che non c’è ideale, non c'è programma per quanto bello e sublime, che possa tenere in piedi un’associazio ne mal guidata, o con dirigenti incapaci! Questo si nota in campo politico, si ri scontra in campo economico, nel cam po artistico, nel campo culturale, nel campo commerciale e in quello spor tivo. Il CSI, opera della GIzVC, se da un Iato ha la piena responsabilità di edu care i giovani che vogliono dedicarsi alle discipline sportive e vivere la loro
vita di leali combattenti per la bandie ra della loro Società nel leale e gioioso rispetto della bandiera del cristianesi mo vivo ted in questo ha un fine che senz'altro trascende quanto detto pri ma), d’altro canto non può sottrarsi alla regola enunciata più sopra: senza diri genti capaci e responsabili anche il CSI si fermerà! Di qui la necessità di trovarci, diri genti di tutte le Unioni Sportive di cit tà e provincia, ogni qual tratta, per fare il punto della situazione, per studiare le relazioni tenute da amici o da tec nici per la discussione di determinati problemi di ambiente, per stringere sem pre più fortemente relazioni di buon vicinato e di collaborazione fra le Unio ni Sportive, per difendere il patrimonio atleti dallo sfruttamento dei disonesti, per approfondire le conoscènze sui re golamenti e sui rapporti con gli Enti federali ecc. Solo così, crediamo, il dirigente riu scirà a tenere unita e compatta la sua Unione Sportiva; riuscirà a valorizzare in pieno i suoi giovani, avviando i me ritevoli ed i dotati ad altre Unioni o Gruppi Sportivi guidati dallo stesso fra terno spirito del CSI, studiando di ve nire incontro alle esigenze sportive del la gioventù, formando attorno alla sua società un gruppo di appassionati e di finanziatori che lo appoggino nelle sue attività e lo sostengano nei confronti dell’opinione pubblica. Vedrete allora che il problema della durata della Vostra Unione Sportiva sarà superato bene e il CSI comincerà a dare le buone, legittime soddisfazioni che vi aspettate. Michele Sorio I'. Pres. prov. CSI
Vita delle Sezioni PALLAVOLO Sabato 1 maggio si è svolto, sul cam po Luigi Piccoli, l’annunciato trofeo per
Visita di omaggio a S. E. Mons. Girolamo Cardinale, Vescovo di Verona, dei dirigenti qualificati dello sport veronese il 17 aprile 1954
47
ì
la finale provinciale del «Trofeo Nazio nale CSI » magnificamente vinta dalla U.S. Scaligera, che incontrerà a Verona il 16 maggio le vincenti delle altre fasi provinciali del Veneto.
sidente del CSI comm. Bovo che in quell'occasione ha offerto al Delegato Provinciale del CONI avv. Maraja. e a S. E. la targa « Madonna delle Nevi ».
Classifica: Scaligera A punti 8; Fol gore p. 6; Scaligera B p. 4; S. Nazzaro p 2; Quinzano p. 0.
Domenica 9 maggio si è svolto il cam pionato provinciale « juniores » con la partecipazione di cinque squadre, risollosi con la vittoria incontrastata del la Scaligera, che parteciperà il 23 mag gio a Schio ai campionati regionali del la categoria.
CICLISMO
Questa C.T.P, ha organizzato dome nica 9 maggio il « III Criterium di Pri mavera », gara riservata alla categoria esordienti e valida quale prima prova di campionato provinciale CSI. Vinta dal giovane Scatto della Fa gliami. di Treviso sulla erta salila delle Torricclle, davanti ai nostri giovani de) CSI Melchiorri. Pigiti, Adami. Dal Gè. Viviani. TENNIS DA TAVOLO Martedì 11 maggio, ha avuto luogo nelle sale del Dopolavoro Postelegrafo nico la eliminatoria provinciale del «Tro feo Nazionale a Squadre ».
CALCIO
Stanno proseguendo sui campi citta dini gli incontri di calcio dei tre tornei a sette giocatori per « juniores », « ra gazzi » e « pulcini ». Domenica 23 maggio la campione pro vinciale « ragazzi » del CSI inizierà gli incontri della fase regionale con la par tita di Dueville contro la Juventina di Marano Vicentino. Alla nostra finalista questa r" C.P. rivolge i più sinceri auguri.
GIANCARLO PAVAN
Pasqua dello sportivo A VERONA : La Pasqua dello Spor tivo, organizzata su vasta scala dal CSI provinciale, ha richiamato oltre un cen tinaio di dirigenti qualificati, in rap presentanza della quasi totalità delle So cietà Sportive scaligere, nella visita di omaggio a S. E. Girolamo Cardinale, Vescovo della città, il sabato Santo, nel le sale del Vescovado. Dopo calde parole di saluto e di augurio del Presule ai convenuti, la manifestazione ha avuto seguito in Sala Boggian a Castelvecchio con l’interven to dell’oratore ufficiale mons. Andrea Pancrazio, Vescovo Coadiutore che ha tenuto una conferenza sul tema: «Va lori spirituali dello sport ». Erano presenti circa ottocento spor tivi ai quali ha porto il saluto il pre
Direttore responsabile : LUIGI GEDDA
PISA La nostra attività
CALCIO La Coppa «Arno», inserita come è or miti consuetudine nei programmi fissati dal Comitato all’inizio di ogni anno so ciale, si avvia rapidamente alla sua con clusione. Questa terza edizione ha an cora una volta veduto pronte al nastro di partenza le migliori compagini tra quelle ad oggi affiliate. La battaglia pel iti conquista dell’ambito trofeo messo in palio, iniziatasi il 7 marzo u.s. con tinua e di ciò ne sono conferma i ri sultati che settimanalmente la c.t p. tra smette. Lotta serrata ma cavalleresca nella quale sono impegnate ben 14 squa dre, garanzia di succeso per questo Campionato « Seniores ». Tra esse la Juventus di Pontedera già vincitrice per il quarto anno consecu tivo del titolo provinciale del campio nato di calcio «Ragazzi»; il Villaggio Piaggio, il S. Martino, il Velatini tutte compagini che nel medesimo campio nato Ragazzi hanno difeso onorevol mente le loro posizioni e che hanno egualmente dovuto soggiacere di fron te all’avversario nettamente superiore. Aggiungiamo a queste la Città dei Ra gazzi, l’Inter di Putignano, Romaiano, Castelfranco, Orentano, Terricciola, Chianni e Pieve di S. Luce, ed avremo l’idea esatta del valore che assume que sta manifestazione calcistica provinciale. Alcune tra queste società sono sorte da poco ed hanno con pari senso di responsabilità desiderato partecipare in quanto convinte della necessità del loro contributo. Ad esse in particolare quin di oggi ci sentiamo in dovere di por gere il nostro più sincero saluto e rin graziamento, formulando altresì l’augu rio che questo gesto sia di sprone per coloro che ancora titubanti rimangono nell’ombra. E’ solo unendo le nostre forze di cattolici che sapremo dare al CSI queU’indispensabile vigore per il raggiungimento di un comune ideale: la conquista alla nostra organizzazione di altri giovani, il trionfo di altri cuori e l’attuazione per essi di quei program mi che ne siano guida nel diffìcile cam mino della vita. La realizzazione dei loro desideri sportivi ed una accurata preparazione spirituale, serviranno ad accrescere la nostra forza. Sarà quello il momento nel quale ci sentiremo più che mai uni ti in quanto avremo imparato a cono scerci e ad amarci l’un l’altro; rimar rà in noi la certezza di aver adempiuto all’impegno assunto dando la ntostra adesione al CSI e ad i suoi programmi, è per questa certezza che anche sul ret tangolo verde vinti e vincitori nel nome del CSI dimenticheranno la lotta soste-
c/c Portale - Roma 1/10266
nula per la conquista di questa o quella gara. V i rimarranno solo i segni di una bat taglia combattuta cavallerescamente, dal la quale gli esseri umani avranno im parato ad agire lontani dal pericolo del la vita e nella quale tutti possano sten dersi la mano in fraterna amicizia poi ché da allora il mondo ci apparirà sen z’altro migliore e la vita sicuramente felice. RANIERI SAINAT1 PALLACANESTRO Quando nel nostro precedente arti colo asserivamo di essere rimasti lusin gati dai risultali conseguiti in questo primo anno di attività cestistica dalle varie compagini partecipanti, non an davamo errati ed oggi più che mai pos siamo ribadire questo nostro concetto dopo la conquista da parte della nostra U.S. Juventus di Pontedera del titolo Regionale della Cat. C. L’affermazione conseguita dagli atleti bianco-azzurri domenica 2 maggio a Li vorno sul campo della Polisportiva Libertas solo ci incoraggia per la
Un’azione juventina felicemente conclusa azione futura ina ripaga giustamente gli sforzi compiuti con entusiasmo dai di rigenti e dagli atleti del sodalizio potilederese, guidato dall'infaticabile dottor Zoli. Ad essi quindi i nostri più vivi ralle gramenti e l’augurio più fervido per la dura prova che li attende domenica 16 maggio a Forlì dove nella disputa della fase « interregionale » saranno chiamati a difendere il buon nome della loro Società e del nostro Comitato dagli at tacchi di avversari ben qualificati, quali Virtus di Pescara, Benelli di Pesaro e Isaia di Bologna.
PALLAVOLO Il titolo provinciale del campionato Nazionale è stato conquisto dalla Ju ventus di Pontedera, che nella finale svoltasi sul campo delle palestre di via Sancasciani riusciva ad imporsi netta mente sulla compagine del Velathri di Volterra.
Tip. ATENA - Via del Seminario, 87 • Roma
Sped. abb. postele - Gruppo III * Pubblicazione inscritta al D. 758 del Registro Stampa del Tribunale di Roma