Stadium n. 5/1956

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l’attuazione »,

Dal discorso di Pio XII il 9 ot­ tobre in Piazza S. Pietro per il Decennio del CSI.

— Direzione Redazione Amministrazione - Roma Via della Conciliazione. 1. L 555561-550113

SETTIMANALE DEL CENTRO SPORTIVO ITALIANO DIRETTO DA LUIGI GEDDA . ) , • • । —. f ( .. . • • I * » » ' • r*.f» ‘ . • j. t** 'r . ’ * ' : • i • • r

Anno XI - n. 5 ■ noma. 9 Febbraio 1956

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ALL'INSEGNA DEL BIANCO VESSILLO HANNO GAREGGIATO I CAMPIONI DELLA NEVE E DEL GHIACCIO

Apoteosi a Cortina dei VII Giochi invernali Toni Sailer è stato l’ineguagliabile dominatore delle prove alpine — Nelle gare di fondo i nordici hanno confermata la loro supremazia, mentre gli azzurri hanno conquistato il primato centro europeo — Italia e Svizzera prime nel « bob » ¥ì ■'w Ti T| W'M ZA । BLk' | !-; LF I R ti | | lill IBlv V

BILANCIO Tiriamo le somme. Non le nostre somme, bensì quelle ge­ nerali dei Giochi che l’Italia ha celebrato con una stupenda messa in scena. Né era possi­ bile fare differentemente. Il CIO affidando al nostro Paese l'organizzazione delle Olimpia­ di invernali di Cortina, come quelle estive di Roma del 1960 ha dimostrato di aver fiducia nella ripresa italiana, dopo gli eventi bellici E ad una prova di fiducia non si poteva rispon­ dere che positivamente. Ho viaggiato di ritorno da Cortina per lungo tratto in un pulman messo a disposizione della stampa, sino a Fortezza con dei colleghi norvegesi, belgi e fin­ landesi. Avevano ancora tutti presente la visione della ceri­ monia di Chiusura, ma in particolar modo il vastissimo qua­ dro organizzativo; l'imponenza degli impianti, lo stupendo sta­ dio del Ghiaccio, il trampolino Italia, lo stadio della Neve; il labirinto ghiacciato di Rondo per il bob; gli impianti di Mi­ surina le piste per le specialità nordiche, i tracciati di discesa per le prove alpine. Un com­ plesso di opere che ha dimo­ strato l'eccellenza dei nostri architetti sportivi e dei nostri tecnici. In quanto non s'ha da credere che i percorsi delle varie gare della neve siano co­ stati meno impegno dei grandi impianti fissi. Migliaia di abeti, di pini, di betulle, sono stati tagliati, migliaia di metri cubi di terra e spesso anche di roc­ cia, sono stati sbancati per tracciare sui costoni del Falòria, delle Tofane, del D.rusciè, le piste vertiginose delle di­ scese maschili e femminili. Co­ sì come sono stati approntati cento servizi diversi logistici, tecnici organizzativi, propagan­ distici per consentire lo svi­ luppo cronometrico del pro­ gramma. Agli sportivi che han­ no letto e seguito sulla stampa o attraverso la radio e la tele­ visione gli avvenimenti, infinite cose sono certo sfuggite. Chi sa ad esempio che i soli crono­ metristi erano settanta, con de­ cine di apparecchi al centesimo di secondo, impiegati per le va­ rie gare?, chi, che la sola bat­ titura delle piste e la traccia­ tura dei percorsi ha richiesto l'impiego di 600 alpini. 40 uffi­ ciali e di 100 civili esperti, oltre a quaranta maestri di sci?, che per il solo ufficio stampa, tra interpreti, collega­ mento, dattilografi e telescri­ ventisti sono state necessarie cento persone, anche queste esperte; che i soli collegamenti con le 'rappresentative stranie­ re richiedevano un vero e pro­ prio ufficio di smistamento, alla pari della più complessa parte logistica? Tra atleti e dirigenti era­ no presenti a Cortina cinque­ mila persone, oltre a 400 gior­ nalisti, 80 radio e telecronisti, trecento operatori e tecnici della radio, cento autisti dei v’ari mezzi di trasporto, pulmann, campagnole, giardinette, trattori, mezzi di soccorso, tre­ cento persone per i servizi postali... E il discorso potrebbe continuare chissà ancora per quanto e non vi darebbe co­ munque l’esatta misura della colossale macchina organizza­ tiva, che per l’intera durata delle gare ed anche prima non ha avunto una sola ratèe, un solo inceppamento, filando ar­ moniosa e cronometrica in ogni ora del giorno e della notte. In quanto l’organizzazio­ ne non ha sostato, come i te­ lefoni, i collegamenti, le te­ lescriventi, i segnalatori, le tipografie, un minuto solo, neppur di notte. Sicché in apertura di commento, pritna ancora di accennare alle squa­ dre. agli atleti che sono stati i mirabili protagonisti dei VII Giochi invernali, mi par giusto dare il riconoscimento di tanto merito, — sottolineando del resto ciò che ha detto lo stesso presidente del CIO Avery Brundage al Capo dello Stato on. Gronchi — ai realizzatori di un avvenimento che ha fat­ to onore all’Italia, accrescen­ done infinitamente il suo pre­ stigio in campo mondiale. Si potrà obiettare che a si grande successo organizzativo non corrispondono i risultati agonistici nostri, ma anche su questi c'è materia per discu­ tere, sottolineando in più di un settore i notevoli progressi compiuti rispetto al passato. E’ in ogni modo discorso da farsi n tavolino, e non sulle piste rii gara, che si tratta per l’apftunto di impostazione nuova

I tipicamente dilettantistica, tipicamente olimpica per capir­ ci, così difficile da realizzarsi in un Paese dove il novanta per cento identifica lo sport nel solo gioco del calcio e le società sportive — che dovreb­ bero essere i grandi vivai — nelle squadre della stessa at­ tività calcistica. In questo numero consen­ titemi di parlarvi degli atleti soli, delle prove olimpiche, rimandando un più minuzioso esame degli azzurri ai prossimi numeri. Una olimpiade vissuta da mattina a sera, a notte alta anzi, non la si esaurissce con due o tre cartelle di dattilo­ scritto. E d’altra parte chi co­ me il sottoscritto ha avuto la avventura e la fortuna di viverla, come ha vissuto le altre da cinque lustri ormai in qua è bene ne faccia par­ tecipe i dirigenti delle Unioni Sportive, i nostri ragazzi che hanno respirata, pur davanti ai teleschermi o sulle pagine dei giornali, l'atmsofera olim­ pica. Stupenda ed inebriante atmosfera di purissimo sport ad alto potenziale. Gli atleti della neve e del ghiaccio che hanno gareggiato a Cortina dal 26 gennaio al 5 febbraio sono il fior fiore dell’atletismo invernale nel mondo. Forse per questo i tecnici non hanno avuto scru­ poli a preparare tracciati di gara difficilissimi, specie nelle prove alpine, le terribili avvincenti gare di discesa. Esagerando tuttavia D'accordo che le olimpiadi sono competizioni riservate a fuori classe, a privilegiati, ad elementi qualificati, ma il me­ tro di qualificazione non è eguale per tutti. La selezione degli austriaci, dei tedeschi e dei francesi è cosa assai più difficile da quella dei polacchi, degli iracheni degli stessi scandinavi. Può nascere è vero tra questi ultimi il fuori classe, così NATALE BERTOCCO

CORTINA, febbraio. LLA prima ora della sera si spengono aU'improouiso i fasci enormi di luce che rischiarano lo stadio e la folla ammutolisce. Il signor Avery Brundage ha appena nanza, par fremino apch'es­ terminato il suo breve di­ si dopo aver fatto vivere re, prima in francese quindi momenti di gioia siglando in italiano — un italiano con il suono degli inni na­ rabberciato in poche lezioni zionali le vittorie degli atle­ con tanta volontà ed in va­ ti più degni, mentre into­ rie prove di lettura, ma per nano lento e solenne, sug­ questo più gradito ed ap­ gestivo e dolce come fiaba prezzato — per ringraziare scandinava l'inno olimpico. con un tributo di profonda La bandiera dai cinque agratitudine il Presidente del­ nelli, indugia ancora qual­ la Repubblica ed il popolo che istante in cima al pen­ italiano, le autorità di, Cor­ none; mentre poco lontano tina d'Ampezzo e gli orga­ nella sera stellata cortinese nizzatori dei giochi e pro­ la fiamma olimpica ancora clamare la chiusura dei viva emana un colore inde­ VII Giochi olimpici inver­ finibile. quindi il vessillo nali. Ma anche per invitare comincia a discendere e la la gioventù di tutti i Paesi fiamma si attenua. a riunirsi fra quattro anni S'ha un bell'essere forti, nella città di Squarv Val­ ferrati alle mille emozioni. le y per celebrarvi gli Vili Qualcosa serra la gola, giochi invernali della chiude il respiro. Gli occhi XVII Olimpiade. sono puntati verso quei due < E che possano — egli simboli che vanno scompa­ augura — svolgersi nella rendo sino a che più nulla gioia e nella concordia, af­ rimane sul fondo dello sta­ finchè la Fiamma Olimpica dio, vuoto il tripode di cri-, continui la sua corsa attra­ stallo che per dieci giorni verso i secoli, per il bene ha raccolto il fuoco di Ro­ di una umanità sempre più ma, nuda la sottile altissi­ ardente, più coraggiosa, più ma asta di abete, sagomata leale >. dagli artigiani del Cadore. Un fremito corre per il L'artiglieria alpina fa echeg­ corpo degli atleti e della fol­ giare possenti e secche nel­ la immensa, quanta può l'aria cinque salve di can­ contenerne al massimo lo none. Tutto è dunque vera­ stupendo stadio del ghiaccio mente finito. Le luci dello cortinese, ed ecco che nella stadio si riaccendono, gli conca ampezzana una sola atleti alfieri coi 52 vessil­ luce si accende per puntare li delle nazioni partecipan­ dal basso il bianco vessillo ti. preceduti dai 24 alpini, olimpico. Gli ottoni delia bianchi nelle candide divi­ banda della Guardia di Fise per la neve sfilano nuo­

artificio. Sicché mentre la folla si accingeva a lascia­ re lo stadio, ecco levarsi al­ tissimi nel cielo e rischia­ rare le Tofane, il Pomaga-gnon ed il Faioria. cento e cento razzi multicolori, ed vamente davanti alle tribu­ accendersi in festosa giran­ ne ed agli spalti. La ban­ dola, nel piazzale esterno diera di Oslo che il Presi­ • dello stadio, i cinque anelli dente del C.I.O. ha conse­ dagli stessi colori olimpici, gnato al Sindaco di Cortina, i colori dei cinque conti­ perchè la conservi sino alla nenti. vigilia dei Giochi del 1960, Lo spettacolo nuovo e im­ racchiusa nell’astuccio di pensato ha rotto Tincante­ radica portato come geloso simo, ha ridato vita alla gioiello da un valletto del gioventù rattristita dal com­ Comune esce dallo stadio miato. E si è visto atleti e seguita dai sette atleti az­ dirigenti, sportivi ed appas­ zurri, medaglie olimpiche sionati scambiarsi affettuo­ che l'avevano tenuta spie­ si saluti, veementi strette gata davanti al palco d'o­ di mano e abbracci con l'au­ nore. al centro dello stadio. gurio veramente spontaneo Cerimonia semplice, di di un arrivederci presto, di una suggestività senza con­ un arrivederci sempre, sui fronti. Più suggestiva forse campi dello sport, con gli di quella stessa del 1936 a innocui strumenti agonisti­ Garmiseli che mi torna vi­ ci. armi inoffensive di pace va. come fosse allora allaT per le battaglie più belle mente. Quella volta toccò a che non fanno piangere le sei saltatori tedeschi a scen­ mamme, che non flagellano dere. in stupendo salto e vo­ ma rinvigoriscono la gio­ lo collettivo dal grande ventù. Le battaglie alimen­ trampolino e portarla da­ tate dal fuoco di Olimpia, vanti alle tribune, quasi al­ soave dinamica fiamma di la stessa ora nell'immenso amore. stadio bianco. E sia concesso a Stadium A Cortina la visione è di­ che è bandiera della gio­ versa. più toccante di quel­ ventù. altoparlante dello la delle Alpi bavaresi, co­ sport cattolico italiano me diverso il finale. La ce­ esprimere un voto! sia orimonia aveva stretto i cuo­ gnuno degli atleti e dei di­ ri. profuso una dolcezza ma rigenti dei Giochi di Cor­ anche una tristezza infinita. tina, felice ambasciatore di Occorreva il saluto, un ar­ tale messaggio di amore per rivederci più dinamico, più le fresche generazioni di caloroso, più italiano. E an­ tutto il mondo, implorando che in questo il regista ha per esse da Dio la grazia avuto buona mano, chia­ immisurabile di una vita mando a collaborare uno serena. N. B. dei maestri dei fuochi di

rivederci sempre

A

(continua in 2. pag.)

DA QUESTE RASSEGNE

FIORISCONO GLI AZZURRI

Tony Sailer, sbalorditivo dominatore delle prove alpine, nella fase più critica e vertiginosa della discesa libera

COSTRUTTORI DI STADI ina anche di atleti Non sono d’accordo con Giorgio Bocca che su « ¿’Eu­ ropeo » si fa eco dì una cor­ rente, credo minima, dell’opi­ nion e pubblica italiana scan­ dalizzata che a Cortina si sia­ no spesi, posto che sia vero, 6 miliardi per l’organizzazio­ ne dèi VII Giochi Olimpici della neve. Il sugo dell’arti­ colo è che le Olimpiadi si po­ tevano organizzare con deco­ ro senza lasciarsi prendere la mano dal lusso o dalla mega­ lomania organizzativa. Comunque sia, sta di fatto

DELLA NEVE

Ad Asiago i Campionati nazionali sciistici del CSI e la finale dei “Campanili alpini,, per giovanissimi Mentre, continuano negli am­ bienti sportivi i commenti ai Giochi Olimpici Invernali che sulle nevi di Cortina hanno avuto il più smagliante risul­ tato sia dal lato tecnico che organizzativo, il nostro mondo sciistico sta preparandosi a vi­ vere la fase culminante della attività annuale. Tutti i nostri centri alpini e i centri appen­ ninici che hanno avuto la for­ tuna di avere per tempo la vi­ sita della « bianca fata neve », stanno preparandosi per rag­ giungere le sedi delle finali nazionali: Asiago e Limone. Con ancora nelle orecchie l'eco dei meravigliosi risultati tecnici e negli occhi la visione dei puri olimpionici, i nostri giovani affronteranno la loro grande competizione. Seppure con minore preparazione ago­ nistica ed esperienza ma con altrettanto entusiasmo ed im­ pegno dei grandi di Cortina, sapranno portare a termine le loro gare dando tutto il me­ glio di loro stessi. Forse qual-

cuno, affrontando la discesa del Kaberlaba-o sulle piste di fondo del Bellocchio, penserà a Cortina ed una recondita speranza infiammerà il suo cuore. E perchè ciò non do­ vrebbe essere? Novità di questanno, nelle giornate sciistiche del Centro Sportivo Italiano, è la suddi­ visione degli Studenti in due sedi distinte. Gli atleti del CSI ed i Campanili invece si ritro­ veranno tutti assieme sul glo­ rioso Altipiano d’Asiago, centro di una delle zone piu care al cuore di tutti gli italiani, do­ ve i Tolini, i Pesavento, Stella e tanti altri hanno iniziato la loro attività. A Limone e ad Asiago è un fervore di prepa­ rativi e di lavori per accoglie­ re le giovani speranze dello sci che da tutti i Centri Al-j pini ed Appenninici si daran­ no qui convegno nei giorni 10> 11 e 12. La preparazione di questi giovani è stata partico­ larmente curata in questi ul­ timi tempi, quando cioè la ne-

(da venerdì IO a domenica 12 febbraio) ve ha permesso di portare ì giovani stessi sui campi di gara. E che questa preparazio­ ne sia stata molto oculata lo stanno a dimostrare le rela­ zioni che ci pervengono dai vari comitati i quali hanno chiesto ed ottenuto una prova supplementare per . domenica 5 onde avere chiare indicazioni sulle condizioni tecniche dei loro giovani ma sopratutto per vedere se questi giovani pos­ sono sopportare il peso di una competizione che, come per il passato farà vivere ai presenti attimi di vera trepidazione. Il Centro sportivo italiano vedrà allineati alle proprie ga­ re (tre individuali ed una a squadre), le migliori formazio­ ni dei comitati alpini: Trento Cuneo, Novara, Bergamo, ecc. si troveranno ancora una vplta a lottare gomito a gomito con i Vicentini, che puntano sopratutto sulle gare di fondo e di

vedese Sigvaid Eriksson ha rivinto a Misurina la gara dei 10 mila metri

staffetta avvalendosi dei pre­ paratissimi giovani di Asiago, i Cadorini specializzati nelle gare di discesa >e con tanti al­ tri che, seppure non godendo dei favori di stazioni inverna­ li sportive, si sono preparati con tutto l’impegno per un piazzamento onorevole. Anche la lontana Conca d’Oro, dove la neve si trova solo rara­ mente ed in particolari loca­ lità, sarà rappresentata ad Asiago coi suoi bravi e tenaci fondisti, portando oltre ad un grande entusiasmo una calda nota di colore. Avanzare propostici oltre ad’ essere fuori luogo sarebbe al­ quanto azzardato^: anche se la esperienza del passato può' portarci a stringere in un pu­ gno il numero dei Comitati favoriti. Anche quest’anno non man­ cheranno le gare riservate ai giovanissimi I campanili al­ pini », nati proprio qui ad Asiago, Come nelle passate edizioni, questa manifestazione è stata curata dal CSI in col laborazione con l’ufficio Cen­ trale Aspiranti il quale ha compreso perfettamente quale stimolo e quale mezzo poten­ tissimo di apostolato sia lo' sport, cristianamente inteso, per il mondo aspirantistico. Par­ lando di questa manifestazio­ ne non possiamo non ricorda re l'Asiaghese Tolin, attual­ mente azzurro ed olimpionico come pure il grande discesista Soldà, figlio di uno dei com­ ponenti la spedizione del K 2. Ma tanti altri si potrebbero aggiungere a questi giovanissi­ mi ieri, atleti che si vanno sempre più affermando oggi e forse domani potranno essere degni rappresentanti dell’Italia alle grandi competizioni inter­ nazionali. Questa attività giovanissima avrebbe però bisogno di una migliore considerazione. Il CSI e l’ufficio Centrale Aspiranti fanno quanto è possibile, ma moltissimo rimane ancora da fare specialmente per i giova nissimi delle vallate alpine che nascono, si può dire, con il bernoccolo dello sci. E’ su que­ sti che le forze ed anche i

mezzi dello sport nazionale do­ vrebbero riversarsi con maggiore generosità se nel futuro si vorrà riportare in Italia quei titoli tanto ambiti Le gare previste per i giovanissimi sono, come per il passato: tre individuali (fondo, slalom gigante, slalom specia le) ed una a squadre staffetta 3 x km. 5). Abbastanza impe­ gnativo anche se le distanze saranno ridotte; ma i < Cam­ panili » non smentiranno la loro tradizione che è quella di lottare gomito a gomito contro il cronometro per poter iscri­ vere il proprio nome nell’Al-

...... . ■bo d'Oro della grande compe­ tizione. Ma ciò che più importa ed a cui dobbiamo mirare è che i giovani del CSI sentano sem­ pre maggiore entusiasmo per questa disciplina sportiva poi­ ché è una delle poche che an­ cora oggi non siano state con­ taminate da un professionismo deleterio. La purezza della, ne ve sulla quale compirete il vo­ stro massimo sforzo sia per voi,.o giovani, la meta costan­ te e continua della vostra vita d'oggi ma sopratutto di quella di domani. LORENZO BORGHI

che giornalisti, dirigenti e atleti stranieri sono stati im­ pressionati favorevolmente dalla perfezione organizzativa e si è sfatato il mito, che equi­ vale ad un complesso di in­ feriorità, secondo il quale noi italiani siamo parenti con l’approssimato, l’improvvisato e la superficialità. Le Olimpiadi sono un bi­ glietto da visita e se abbiamo, sempre che sia vero, i vestiti rattoppati non è decoroso che ci presentiamo con un bigliet­ to da visita unto di grasso e stropicciato. Lo sport insegna tante cose e per la sua irruenza giova­ nile è capace anche di pre­ cedere altri settori della vita sociale; auguriamoci quindi che il buon esempio dato dal­ lo sport italiano sia seguito dalla politica, dall’economia, dal turismo, dalla produzione italiana. Inoltre, l’articolo in esame è incastonato in una serie di articoli allarmanti a sfondo pouiadista per cui compren­ diamo il movente e come sportivi non ci sentiamo pun­ ti sul'vivo. Lo. saremmo se non sapes­ simo lo sforzo che sta facen­ do il GONI per dotare ogni angolo d’Italia di quegli im­ pianti sportivi che sono l’os­ sigeno necessario per far re­ spirare lo sport, lo saremmo se non sapessimo da vicino, in quanto interessati, quanto si sta facendo per portare la massa giovanile alla pratica di uno sport sano. Chi grida allo scandalo di Cortina è.colui che grida ogni domenica sul campo di calcio e dimentica che lo sport .non

Centinaia di studenti italiani al“ Criterium della neve,, ad Asiago e Limone Il felice connubio tra sport e scuola, ha già dato una serie di risultati positivi in quelle specialità agonistiche che non godono grande popolarità in Italia, indirizzando giovani elementi alla pratica delle di­ scipline che costituiscono l’in­ dice Più attendibile dei livello di vita sportiva di qualunque paese. Attraverso larghe selezioni effettuate in ogni angolo del­ la Penisola, grazie alla prezio­ sa collaborazione degli inse­ gnanti di Educazione Fisica, si giunge ormai da cinque anni a delle manifestazioni finali a carattere nazionale denomina­ te « Criterium studenteschi ». Ancora una volta è.stata de­ mandata al Centro Sportivo Italiano da parte del Ministero della Pubblica istruzione — Servizio Centrale Educazione Fisica e Sportiva — del CONI e della FISI, la realizzazione del « Criterium studentesco della Neve », che già nelle pas­ sate edizioni di A.'siago, Bardonecchia, Aprica, e di nuovo Bardonecchia, ha suscitato un notevole entusiasmo da parte degli studenti. L’organizzazio­ ne di questa importante rasse­ gna invernale delle forze gio­ vanili studentesche giunta or-

mai alla quinta edizione, affidata al CSI, rappresenta una conferma della fiducia po­ sta nel Centro Sportivo Italia­ no-dalle Autorità della scuola e dello sport. Il CSi che è sta­ to a suo tempo l’organismo pro­ motore dell’attività sportiva studentesca riceve con grati­ tudine Fincarico, sentendosi onorato per il mandato affida­ togli. La quinta edizióne del < Cri­ terium studentesco della neve»’ si svolgerà in due sedi distin­ te: ad Asiago per gli studenti’ dei Provveditorati di Belluno, Bergamo, Bologna, Bolzano, Brescia, Campobasso, Chieti,1 Firenze, Gorizia. Modena, Pa­ dova. Pistoia, Trento,’. Treviso,Trieste, Udine, Venèzia, Vero­ na e Vicenza; a Limone per quelli dei Provveditorati di: Alessandria. Aosta, Aquila, Asti. Como, Cuneo, Genova, La Spezia, Lucca, Milano, Nova­ ra, Pavia, Reggio Emilia, Rieti,, Savona, Siena, Sondrio, Tera­ mo, Torino, Varese e Vercelli. Le prove individuali com­ prendono: — una gara di tondo (chilo­ metri 5); — uno slalom gigante (chilo­ metri 1,300 dislivello m. 300); — uno slalom speciale.

La prova collettiva: una staf­ fetta 3x5 Km. Ogni Provveditorato potrà iscrivere un massimo1 di 9 par­ tecipanti-tenendo presente che alle prove individuali non po­ tranno partecipare più di 4 elementi per ciascun Provve­ ditorato ed una sola staffetta. Alle gare potranno prendere parte gli studenti appartenen­ ti agli Istituti o Scuole medie statali, pareggiate e legalmen­ te riconosciute. A tale scopo i ' concorrenti prima dell’estra­ zione a sorte dei numeri di partenza, dovranno presentare alla apposita .Commissione un documento rilasciato dal Capo dé’l 'rispettivo' istituto compro­ vante l’appartenenza e la re­ golare frequenza ai corsi »La verifica dei documenti è demandata' ad una speciale Commissione che verrà costi­ tuita in loco e ’che sarà pre­ sieduta da un rappresentante del Ministero della P. I. - Ser­ vizio Centrale.per l’Educazione Fisica e Sportiva. Alla gara di slalom gigante e di slalom speciale potranno partecipare i nati fra il 1. gen­ naio 1937 ed il 31 dicembre 1940; alla gara di fondo i nati tra il 1. gennaio 1936 ed il 31 dicembre 1939.

si identifica con il calcio, ed ignora che il nuoto, l’atletica leggerà, lo sci sono sport in­ grati per chi li pratica e per chi li dirige, sono le ceneren­ tole dimenticate dai tifosi che giocano la schedina e che im­ pazziscono se la squadra del cuore perde. Il calcio ha una sola bene­ merenza oggi in Italia, con la quale si alleggerisce il ca­ rico della responsabilità di aver rovinato lo sport: quel­ la di fornire, indirettamente attraverso il Totocalcio, i quattrini alle cenerentole per poter vivere. Il CONI ha servito da va­ so comunicante e le tante lirette messe assieme dagli scommettitori sono servite per costruire piste di atletica leggera, piscine, palestre, trampolini. « Noblesse oblige > ed il calcio che tiene la corona tra gli sport italiani è logico che debba far vivere i suoi sud­ diti, altrimenti senza sudditi come regnerebbe? Tutto questo è vero e noi ci sentiamo solidali con il CONI per quanto ha fatto; ma come ci siamo espressi in apertura delle Olimpiadi, non possiamo non meditare sui risultati italiani. Un professore sulla pagel­ la tricolore scriverebbe « suf­ ficiente »; c’è ancora tanto cammino da fare. Gli stadi si costruiscono in pochi mesi; un atleta si costruisce in an­ ni- Per uno stadio occorre un architetto, per un atleta oc­ corre una società. Povere società italiane che fanno i conti con la lira e che vivono di elemosina e di mol­ ta passione. La passione è in­ dispensabile perchè un atleta non è una pista dì ghiaccio, ma forse Vabbiamo lasciata troppo sola. Le fabbriche dei campioni sono le società e vogliamo farci invidiare non solo come organizzatori, ma anche co­ me costruttori di atleti: per questo bisogna aiutare le so­ cietà, e le organizzazioni che come il Centro Sportivo Ita­ liano lavorano sui giovani con serietà e che considerano l’uo­ mo non una macchina o un cavallo da corsa, ma dei mu­ scoli impastati di anima. Il C.I.S. che a Cortina '56 ha mandato Tito Tolin ed Ar­ rigo Delladìo non chiede al­ tro che di essere aiutato per portare alla maglia azzurra uomini più numerosi e più qualificati. Il campione nasce da una selezione ed i setacci natura­ li sono le società, molte so­ cietà con dirigenti preparati ed onesti che chiedono solo di lavorare senza fare eroismi per portare avanti la barca in mezzo ai debiti. Si spegne la fiaccola a Cor­ tina e si aprono i campionati di sci di Asiago dove cinque anni fa Tito Tolin faceva i primi ,salti sotto t pennoni del C.S.I. Noi lavoriamo già in vista delle prossime Olimpiadi; ab­ biamo quattro anni davanti e speriamo che gli uomini non ci lascino sali. Altrimenti Giorgio Bocca avrebbe ra­ gione! . ALDO NOTAKIO


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