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Quante sfide aperte sul futuro dello sport

A Roma i vertici dello sport italiano per il Meeting Nazionale Dirigenti del Centro Sportivo Italiano

di Alessio Franchina

DI FRONTE AD UNA PLATEA DI 400 PERSONE, FRA QUADRI E RESPONSABILI ASSOCIATIVI, MOLTI SPUNTI NEL CONFRONTO APERTO TRA LE MASSIME ISTITUZIONI IN ITALIA. DIVERSE LE POSIZIONI DEI VARI INTERLOCUTORI. DAL MINISTRO PER LO SPORT E PER I GIOVANI, ANDREA ABODI, A VITO COZZOLI, PRESIDENTE E AD DI SPORT E SALUTE, AL NUMERO 1 DEL CONI, GIOVANNI MALAGÒ

Nel suo intervento conclusivo del 29 gennaio al Meeting Nazionale Dirigenti di Roma – presenti oltre 400 persone, donne e uomini, giovani e meno giovani – il Presidente nazionale Vittorio Bosio ha offerto una “fotografia” sostanziale dello stato di salute del Centro Sportivo Italiano: «Un servizio intramontabile, di cui l’Italia ha ancora grande bisogno, da offrire con cuore sincero e con mente libera». In queste parole è riassunto il senso dei due giorni di lavoro ai quali hanno partecipato numerosi giovani dirigenti provenienti da tutta Italia. Di alcuni di loro pubblichiamo in queste pagine le riflessioni sull’incontro che rispondono alla domanda: «Come vedi il CSI del futuro?».

Il Meeting si è arricchito della presenza, non simbolica ma particolarmente sentita, del Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, del Presidente del CONI, Giovanni Malagò, e del Presidente e Amministratore Delegato di Sport e Salute, Vito Cozzoli.

L’Hotel Ergife di Roma è stato il luogo e l’occasione per un’ampia

riflessione interna al CSI sul progetto culturale e sportivo, sulle attività proposte, sul significato dell’essere dirigenti nel mondo dello sport, oltre che sulle nuove discipline sportive e sul modello dei Campionati Nazionali. Il metodo di lavoro ha visto protagonisti il confronto e il dibattito sui vari temi. La revisione e la riscrittura del progetto culturale e sportivo dell’Associazione sono stati il cuore del percorso assembleare. C’è dunque voglia di sognare e immaginare insieme un futuro che sia frutto di una volontà ampia e di una condivisione reale da parte dei territori, dei dirigenti e degli uomini e delle donne del CSI.

In particolare il Presidente nazionale Vittorio Bosio ha sottolineato: «Abbiamo fortemente voluto in questo Meeting i giovani, perché siamo convinti che siano loro il futuro dell’Associazione. Stiamo dalla parte dello sport, del CSI, dei valori che ci portiamo dietro da quasi 80 anni. Abbiamo capito chiaramente, dagli autorevoli interventi di chi governa lo sport italiano, che c’è la volontà di portare gli Enti di Promozione Sportiva dentro il Dipartimento dello Sport, probabilmente fuori dal sistema sportivo nazionale, in un qualcosa che al momento non è ben definito. Personalmente ritengo che dobbiamo essere protagonisti del sistema sportivo nazionale, seppur magari con altre formule. È importante inoltre che vengano stabiliti dei confini sui temi delle attività e delle competenze e che si costruiscano rapporti sereni ma chiari e trasparenti con le Federazioni Sportive Nazionali».

Si rivolgono poi altrove le sue parole: «Lo sport sociale non funziona perché lo si chiama così; funziona solo se lo si pratica con il cuore, così come abbiamo fatto da sempre, con progetti e attività di azione sociale vera. Abbiamo incluso nello

sport le persone con disabilità – per fare un esempio, ma ne potrei fare altri – ben prima che si costituisse un movimento paralimpico così strutturato.

Tra gli auspici di questo 2023 proveremo poi a ricostruire un rapporto fecondo con la Chiesa e, sul piano delle attività sportive, continueremo a valorizzare il territorio, al quale per alcune discipline abbiamo affidato l’organizzazione di Campionati Nazionali. La nostra Associazione va tenuta unita: sono convinto che il Centro Sportivo Italiano tornerà ad essere grande come lo era prima della pandemia, grazie alle tante persone generose che lo abitano».

“ Abodi: «il connubio sport e giovani può produrre grandi risultati e dei giovani abbiamo l’obbligo di occuparci ancora di più. L’obiettivo principale del mio Ministero è la scuola e lo sviluppo delle politiche di sport sociale».

Il Ministro per lo Sport e per i Giovani

Andrea Abodi ha iniziato, come aveva fatto il presidente Bosio, ricordando l’amico Carlo Tavecchio, scomparso da poche ore: «È una giornata buia perché è andato via un amico, Carlo Tavecchio. È andato in un luogo dove si è sempre presenti e dove un giorno ci ritroveremo. Il connubio sport e giovani può produrre grandi risultati e dei giovani abbiamo l’obbligo di occuparci ancora di più. Rilanceremo i giochi della gioventù con un’agenda multidisciplinare in collaborazione tra Ministeri. L’obiettivo principale del mio Ministero è la scuola e lo sviluppo delle politiche di sport sociale. L’entrata in vigore della Riforma dello Sport è prevista il 1° luglio, data di partenza inevitabile.

I 6 mesi di proroga serviranno per eventuali aggiustamenti, frutto dell’ascolto con le realtà interessate, ma l’impronta della riforma non si modifica. Invece, sul limite dei mandati, ritengo che 12 anni sia un tempo lunghissimo per lavorare e, in un sistema aperto, favorire il giusto ricambio per chi successivamente prende l’incarico. Possiamo differenziare le politiche, ma dobbiamo porci domande e riflettere sul tema del ricambio generazionale. Per quanto riguarda Sport e Salute, è una società del Governo e non è antagonista del CONI. Concludo con un mio pensiero: vorrei che gli EPS lavorassero a stretto contatto con il Ministero e che il CONI potesse continuare ad esprimersi al meglio nello sport di vertice, con la grande capacità che lo contraddistingue. Serve infatti chiarezza dei ruoli e complementarità. Se c’è questa

armonia, ci sarà un rilancio nel ricambio generazionale e nella vocazione sportiva dei dirigenti».

Di grande interesse anche l’intervento del presidente del CONI Giovanni Malagò, che ha rivolto un sincero tributo alla nostra Associazione: «Il CSI è un grande Ente di Promozione Sportiva. Conosco bene la storia e l’attività sportiva di base che svolgete sul territorio. Di 13 milioni di praticanti sportivi, 2/3 sono tesserati con gli EPS. Ultimamente ci sono state diverse situazioni conflittuali nella governance dello sport. Abodi ritiene che gli EPS debbano far parte del Governo, ma io ritengo invece che non si possa separare lo sport di base dallo sport di vertice. Lo sport di base è lo sport di vertice. Gli equivoci tra CONI, Sport e Salute e Governo sulla Riforma dello Sport nascono dal fatto che chi fa le norme

e i decreti attuativi dovrebbe tenere conto anche di cosa succede nella realtà sportiva, a tutti i livelli».

Il coordinatore nazionale degli Enti di Promozione Sportiva al CONI, Damiano Lembo, ha ricordato: «Da quando è stata costituita Sport e Salute, si è creato un ulteriore soggetto istituzionale, oltre al CONI. Gli EPS si sono trovati al centro di questa situazione con un doppio interlocutore. Come Enti siamo un po’ preoccupati dalla nostra uscita dal sistema sportivo nazionale. Il passaggio degli EPS all’interno del Dipartimento per lo Sport sarà motivo di scontro, anche perché diventa sempre più complicato il rapporto con le Federazioni Sportive Nazionali. Vogliamo che ci venga riconosciuto il nostro ruolo all’interno dello sport di base. Non ultimo, stiamo vivendo una fase delicata anche in vista

dell’entrata in vigore della Riforma dello Sport».

È seguito l’intervento del presidente e AD di Sport e Salute, il quale ha sottolineato: «Sport e Salute e CSI hanno costruito un percorso importante attraverso un lavoro fatto insieme e un comune linguaggio. Il lavoro di squadra e gli investimenti del governo hanno consentito di raggiungere importanti risultati. La strada intrapresa è quella giusta. Grazie agli 80 milioni dedicati allo sport di base, sono stati attribuiti agli Enti di Promozione Sportiva ben 18 progetti, dei quali 4 al CSI. Le sfide non sono nelle parole. Le sfide sono nei fatti. Siamo persone concrete che realizzano fatti. Vogliamo attivare azioni utili alla collettività, avviando sinergie e collaborazioni e portando avanti l’idea dello sport per tutti. Insieme sul territorio possiamo fare la differenza. A tal proposito, abbiamo lanciato un piano sociale che toccherà quartieri, inclusione, sport nei parchi e carceri, che realizzeremo insieme. Lo sport del futuro sono gli spazi che prendono vita e le persone che li abitano. Dobbiamo ritrovare il senso della centralità dello sport, cambiando gli spazi in luoghi e puntando sulla rigenerazione urbana. Non dobbiamo aver paura di innovare. Lo sport può essere uno strumento di crescita economica del Paese».

In occasione della celebrazione della Santa Messa, don Alessio Albertini ha regalato una sintesi degli interventi, ricordando: «Abbiamo sentito tante parole, oggi, e non ce n’è stata una fuori posto. Le nostre parole vogliono esprimere la nostra storia. Vi invito a fare tesoro delle parole che abbiamo ascoltato oggi. Le parole devono infatti dipingere i fatti. La Bibbia è questo. Chiediamoci ora: com’ era intesa la felicità ai tempi di Gesù?

Probabilmente si pensava ad un uomo in salute e sposato con una donna feconda, e una terra in grado di dare buoni frutti. Gesù è l’esatto opposto dell’uomo felice: si preoccupa di rendere felici gli altri, come se si trattasse di un paradosso. Vorrei che la nostra Associazione potesse essere un

po’ paradossale, com’è stato Gesù, nel regalare felicità. Vi invito quindi a non pensare alla felicità utilizzando i canoni normali, a non offrirla come la offrono tutti. In un tempo in cui la gente è demotivata, felici tutti coloro che si impegnano nella nostra Associazione al servizio dello sport e dei giovani».

Allenarsi per il futuro

Sogni e speranze dei giovani dirigenti del CSI

Pronti ad accogliere le novità del mondo sportivo

Massimiliano Dilettuso

In futuro, mi aspetto che il CSI conservi le peculiarità che, nel tempo, hanno reso grande questa Associazione. Auspico che il CSI sia sempre pronto ad accogliere le novità che il mondo sportivo introdurrà nel nostro Paese.

Una sinergia di forze per un futuro condiviso

Vito Grieco

In futuro, spero che il CSI continui ad essere composto da una sinergia di forze: la forza di tanti che diventano una cosa sola.

In cammino verso una visione condivisa e fluida

Alessandro Liguigli

Un CSI come famiglia, composto sia da persone esperte sia da nuove leve, che si incontrino, ma soprattutto che si scontrino, per giungere ad una visione condivisa, adattabile, fluida. Il CSI deve essere come una casa antisismica, forte e solida, ma capace di oscillare e adattarsi ad un contesto mutevole e ambiguo.

Generare futuro sulle solide basi del nostro passato

Alessia Mirante

In questo mondo dinamico anche il CSI è in continua evoluzione; i “giovani” generano futuro, portano novità, ma i “veterani” sono la storia e la tradizione e assicurano basi solide per i giovani. Il CSI del futuro lo vedo pieno di innovazioni, per lo più tecnologiche e questo accade solo grazie ad una continua interazione funzionalista tra giovani e anziani che operano e collaborano insieme per trovare soluzioni migliorative e per assicurare un solido futuro al CSI in questo mondo che cambia giorno dopo giorno.

Attraverso lo sport per diventare cittadini migliori

Giuseppe Birillo

Il CSI del futuro lo vedo di nuovo centrale nella collaborazione sportiva con le parrocchie e gli oratori del territorio in cui opera. Lo sport è sinonimo di passione, inclusione e rispetto delle regole e degli avversari. Solo così potremo aiutare i giovani ad essere futuri cittadini onesti e responsabili.

Vivere la modernità con gli ideali di sempre

Enrico Merelli

Vedo il CSI del futuro come un’organizzazione sempre in movimento e abile nel cercare di stare al passo coi tempi, ma capace comunque di mantenere i suoi ideali e il suo sguardo fisso verso lo sport come strumento popolare di inclusione, di competizione e di confronto per tutti. In una società sempre più fatta di spettatori, al CSI possiamo sempre essere protagonisti.

Essere accolti è sentirsi in famiglia

Eleonora Pasquale

Al Meeting Nazionale Dirigenti di Roma ho vissuto la mia prima “grande” esperienza CSI. Ho trascorso una giornata e mezza incredibile e vissuto un’avventura memorabile. Ciò che mi ha colpito di più di questa grande famiglia è il senso di accoglienza nei confronti dei più giovani e il valore del gruppo.

Lo sport contenitore di istanze positive

Nicola Battista

Vedo il CSI del futuro come un’Associazione aperta alle sfide del XXI secolo. Lo sport, lo sport del CSI, fattore strategico per il perseguimento dell’obiettivo individuale e comunitario del miglioramento della qualità della vita ed elemento essenziale dell’economia sociale nazionale, deve fare da volano per transizione ecologica, sostenibilità, innovazione, integrazione, il tutto condito con la socialità e l’amicizia che da sempre ci accomunano.

Tecnologia a sostegno della pratica sportiva

Federico Manicone

Alla base della mia idea sul CSI del futuro, troviamo l’utilizzo dei social network, ed in particolare Tik Tok, per integrare tanti giovani under 24 e portarli nella nostra Associazione. Anche le discipline tradizionali si stanno trasformando in momenti di entertainment e nuovi trend sportivi stanno crescendo in modo esponenziale. È il caso degli eSport, che interessano soprattutto le fasce giovanili. Puntare anche sullo sport da “console” oltre che su quello tradizionale, potrebbe far viaggiare i Comitati CSI di Italia in un futuro sportivo-tecnologico, raggiungendo più facilmente i giovani sportivi.

Mettersi in gioco per costruire una comunità educante

Valerio Tarubù

Vedo il CSI del futuro come l’EPS di riferimento per quanto riguarda il perseguimento dei valori di comunità e di educazione all’attività sportiva. Mirando a questi valori, con l’ambizione che a noi “giovani dirigenti” non manca di certo, il CSI diventerà sicuramente un solido e felice punto di riferimento per tutte quelle persone che abbiano voglia di mettersi in gioco e che vogliano sentirsi parte di una grande comunità come la nostra.

Stare al passo col ricambio generazionale

Pietro Lubinu

Nel CSI del futuro vedo tanti giovani e un ricambio generazionale importante. Vedo la gioia e l’allegria nel vivere lo sport giovanile. Vedo la fatica e l’energia di voler stare al passo coi tempi, la volontà di continuare a comunicare la bellezza della fede cristiana attraverso ciò che più ci appassiona. Vedo la speranza nella crescita personale e collettiva di tutto un movimento. Vedo bambini, adolescenti, adulti e allenatori uniti dallo stesso amore: lo sport.

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